-18-09-2010-r.epubblica

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La copertina

Lo scrittore

L’arte

Se gli scienziati sfidano Dio sulla creazione

David Mitchell “Io, postmoderno torno alla storia”

Venezia svela l’astrazione circolare di Gottlieb

CATTANEO E CAVALLI-SFORZA

SUSANNA NIRENSTEIN

LEA MATTARELLA

Fondatore Eugenio Scalfari 1 2

www.repubblica.it

Anno 35 - Numero 221

1,50 in Italia

Direttore Ezio Mauro

sab 18 set 2010

sabato 18 settembre 2010

CON “VITTORIO GASSMAN” 11,40

SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. PREZZI DI VENDITA ALL'ESTERO: AUSTRIA, BELGIO, FRANCIA, GERMANIA, GRECIA, IRLANDA, LUSSEMBURGO, MALTA, MONACO P., OLANDA, PORTOGALLO, SLOVENIA, SPAGNA € 2,00; CANADA $1; CROAZIA KN 15; DANIMARCA KR 18; EGITTO EP 16,50; FINLANDIA € 2,50; MAROCCO MDH 24; NORVEGIA KR 20; POLONIA PLN 12,10; REGNO UNITO LST 1,50; REPUBBLICA CECA CZK 61; SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66; SVEZIA KR 18; SVIZZERA FR 3,00 (CON D O IL VENERDÌ FR 3,30); TUNISIA TD 3,50; TURCHIA YTL 4; UNGHERIA FT 495; U.S.A $ 1

Il Tg1 precipita, mozione finiana per il pluralismo in Rai

Scontro con i Taliban, il tenente Romani aveva 36 anni. Ferito un altro militare. Alta tensione per le elezioni

Kabul, ucciso ufficiale italiano

Berlusconi al Pdl: avremo i voti in più Pd, 75 con Veltroni Parla Petraeus: la guerra in Afghanistan sarà lunga ROMA — Berlusconi rassicura i suoi: «Nessun mercato, ma avremo i voti in più». E mentre il premier spera nell’Udc, Di Pietro annuncia una mozione di sfiducia nei suoi confronti per l’interim dello Sviluppo economico. E un’altra mozione, questa volta dei finiani, è in arrivo per il pluralismo in Rai. Sul fronte del Pd, sono 75 i parlamentari che si schierano con Veltroni e chiedono «un partito più coraggioso». Alle critiche il leader democratico Bersani risponde: io la bussola ce l’ho. SERVIZI DA PAGINA 9 A PAGINA 15

Paura per Ratzinger, i fermati sono islamici

Volevano assassinare il Papa, 6 arresti a Londra

KABUL — Un ufficiale delle forze speciali italiane è morto ieri in Afghanistan, colpito in un conflitto a fuoco con un gruppo di guerriglieri. Alessandro Romani, 36 anni, è la trentesima vittima italiana. Ferito ad una spalla un altro militare. Intanto il generale Petraeus annuncia: la guerra sarà ancora lunga. SERVIZI ALLE PAGINE 6 E 7

LA RISPOSTA DEL SANGUE BERNARDO VALLI

IL MERCATO DEL PREMIER

L TENENTE Alessandro Romani, 36 anni, incursore del Nono reggimento d’assalto Col Moschin, è il trentesimo caduto italiano in Afghanistan. È stato colpito a morte nella provincia di Herat, nell’Ovest del Paese, non lontano dalla frontiera con l’Iran e il Turkmenistan, dove operano i nostri soldati. SEGUE A PAGINA 45

I

MASSIMO GIANNINI A «compravendita degli ascari» è l’ultimo atto di un dramma italiano. Con il rozzo tentativo di assoldare un drappello di centristi «responsabili» per sostituire una truppa di «futuristi» finiani, Silvio Berlusconi completa il suo capolavoro della tarda modernità. Ha svuotato la democrazia, trasformandola in un brand. E ha svilito la politica, trasformandola in una merce. È uno sbocco naturale, per l’uomo che dal ’94 in poi ha conquistato il consenso e gestito il governo con le leggi del marketing. Ma accelera la dissoluzione istituzionale, e alimenta la disaffezione sociale. SEGUE A PAGINA 14

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L’intervista

Il generale: i vostri soldati sanno combattere dal nostro inviato GIAMPAOLO CADALANU

GLI IRRESPONSABILI TITO BOERI I FANNO chiamare i “responsabili”, ma è difficile trovare per loro un appellativo maggiormente inappropriato. Il gruppo di deputati che si appresterebbe a tenere in vita l’attuale governo in occasione del voto di fiducia di fine settembre mostra tutt’altro che senso di responsabilità. La prima responsabilità di un eletto è quella che ha nei confronti degli elettori e il cambio di campo dietro alla promessa di una riconferma alle prossime elezioni, con questa legge elettorale, significa solo sfuggire al giudizio dei cittadini. SEGUE A PAGINA 45

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LONDRA — Allarme a Londra, sei islamici vengono arrestati dai reparti anti-terrorismo. «Volevano uccidere il Papa» è l’accusa di Scotland Yard. Il blitz scatta durante la visita del Pontefice in Gran Bretagna. Ratzinger, avvisato dal cardinale Bertone, non ha dubbi: «Vado avanti, il viaggio continua». Più tardi il Vaticano conferma:

Il retroscena

Traditi da una soffiata “Ci sarà un attentato” CARLO BONINI A PAGINA 4

«Abbiamo piena fiducia nella polizia». La scorta di Benedetto XVI, comunque, è stata rafforzata. Ai sei arrestati non sono state trovate armi né esplosivo. Ma la polizia britannica ha deciso il blitz dopo pedinamenti e controlli. MARCO ANSALDO E ENRICO FRANCESCHINI ALLE PAGINE 2 E 3

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Il mullah Omar continua a essere il capo dei ribelli, anche se dal Pakistan. Andremo avanti per colpire i santuari del terrore A PAGINA 7

Il personaggio

Ingrid rivive i 2321 giorni di prigionia nella giungla delle Farc: sogno ancora quell’orrore

Betancourt: io, tra gli incubi e Harry Potter dal nostro inviato ANGELO AQUARO

Minacce a chi non pagava “Posso diventare una bestia”

Dal carcere il pentito Brusca gestiva tesoro segreto SALVO PALAZZOLO A PAGINA 23

NEW YORK I NOTTE, quasi ogni notte, Ingrid Betancourt continua a essere svegliata dai suoi incubi: ma il tormento è più sottile di quei 2321 giorni nella giungla. «Sogno di essere all’aeroporto. O in una stazione. Potrebbe essere Charles De Gaulle o un posto qualsiasi nella mia Colombia». SEGUE A PAGINA 21

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Ingrid Betancourt


la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

IL VIAGGIO DEL PAPA MONDO

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Il blitz

Scatta l’allarme a Londra in manette sei islamici “Volevano uccidere il Papa” Scotland Yard: sono terroristi. Ma non avevano armi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI

Il programma

LONDRA — Cinque e 45 del mattino, Chiltern street, una strada nel cuore della capitale, quartiere di Marylebone. A un isolato di distanza c’è il Museo delle Cere di Madame Tussaud. A due isolati, Baker street e il museo di Sherlock Holmes, il padre di tutti i detective, che nella finzione letteraria viveva proprio lì. E qualche centinaio di metri più a nord splende la cupola dorata della Moschea Centrale, il luogo di preghiera islamico più grande di Londra. A quell’ora, su Chiltern street, nel deposito della Veolia Environmental Service, un’impresa di pulizie private che spazza i marciapiedi del centro di Londra, cinque netturbini stanno per cominciare la giornata di lavoro. Sono arabi, musulmani, in maggioranza di nazionalità algerina, come molti dei dipendenti della ditta: è un mestiere pagato poco, da stranieri, da immigrati. Ma la loro giornata non comincia: ad attenderli ci sono, con le armi in pugno, agenti della sezione anti-terrorismo di

Oggi il meeting con Cameron

I CONTROLLI Imponenti misure di sicurezza per la visita del Papa a Londra. Nella foto, alcuni poliziotti e una suora che sventola una bandierina del Vaticano. Sotto, controlli con il metal detector su una monaca

Gli arrestati sono dipendenti di una impresa di pulizie che opera attorno a Westminster Scotland Yard, che li arrestano, li ammanettano e li portano via. L’imputazione è “commissione, preparazione o istigazione al terrorismo”: in base al CounterTerrorism Act del 2008 possono essere detenuti, anche senza incriminazione, fino a un massimo di 28 giorni. L’accusa, lasciata trapelare qualche ora più tardi da Scotland Yard, fa sobbalzare le

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agenzie di stampa, i siti Internet e le televisioni di tutto il mondo: i cinque preparavano un attacco contro il Papa. «Volevano assassinarlo», secondo fonti raccolte dal Daily Telegraph. Come, quando, non è chiaro. In teoria, come netturbini, avrebbero potuto muoversi liberamente e senza destare sospetti nelle zone in cui si è trovato il pontefice. Una perquisizio-

RIMINI. Una città aperta

ne del loro luogo di lavoro, di un altro deposito dell’impresa di pulizie e delle loro abitazioni (in totale, otto appartamenti o uffici), situate in quartieri periferici dell’East End e del nord di Londra, non sembrano avere prodotto armi o esplosivo. Tuttavia, nel corso di uno di questi sopralluoghi, alle 13:45, gli agenti dell’anti-terrorismo hanno arrestato un sesto uo-

LONDRA — Il clou della visita del Papa in Inghilterra è previsto per stamattina, quando Joseph Ratzinger incontrerà il neoeletto premier britannico David Cameron e il suo vice, Nick Clegg. Poi, terminati gli incontri politici, comincerà la parte più strettamente pastorale della sua missione. Sempre oggi, il papa incontrerà nella capitale 2.500 fedeli, mentre domenica mattina - a Birmingham - presenzierà alla messa per la beatificazione del cardinale Newman. Sempre domenica, nel pomeriggio, si terrà il faccia a faccia con il vescovo d’Inghilterra, Scozia e Galles. Infine, in serata, la partenza alla volta di Roma.

mo. L’indagine continua, potrebbero esserci altri complici. Gli arrestati sono per lo più giovani: hanno rispettivamente 26, 27, 29, 36, 40 e 50 anni. Alcune indiscrezioni li descrivono come «estremisti islamici», ma non si sa se è stato rinvenuto materiale, come volantini o documenti, che indichi un legame con Al Qaeda o altre organizzazioni terroristiche di

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L’AUTO BLINDATA Benedetto XVI mentre arriva in Parlamento con la “papamobile” preceduto dalla scorta a piedi

matrice islamica. La polizia ha agito dopo avere ricevuto, forse da un informatore, una notizia che l’ha messa in allarme: a quel punto il gruppo è stato messo sotto controllo, pedinato, spiato, possibilmente anche con l’uso di microfoni e telecamere nascoste. Gli agenti hanno ritenuto di trovarsi davanti a una “potenziale minaccia” terroristica al Santo Padre:

quali che fossero i dubbi sulla gravità della minaccia, hanno deciso di non attendere oltre. Così all’alba di ieri è scattata l’operazione per arrestare i sospetti. Non è stato necessario sparare. Non pare che abbiano opposto resistenza. Trasferiti in una stazione di polizia, probabilmente quella di Paddington, dotata di un centro detenzione anti-terrorismo, gli arre-

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la Repubblica

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

La giornata

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Ratzinger avvisato da Bertone “Vado avanti, la visita continua ” Rafforzata la scorta. Il Vaticano: “Fiducia nella polizia”

Gli incontri CON LE SCUOLE Dopo una messa il Papa ha incontrato il mondo della educazione cattolica al Saint Mary’s University College

A TWICKENHAM stati hanno cominciato a essere interrogati dagli investigatori. Il livello della minaccia terroristica in Gran Bretagna è rimasto immutato a “severa”: significa che un attentato è altamente probabile ma non necessariamente imminente. Scotland Yard ha riesaminato il programma della visita papale, ma non ha chiesto cambiamenti, lasciando che tutto proseguisse secondo il previsto. L’impressione è tuttavia che controlli e numero di agenti nelle strade siano aumentati. Sono comparsi anche cecchini sui tetti. Nei giorni scorsi l’MI5, il servizio di controspionaggio e anti-terrorismo, aveva annunciato che una doppia minaccia esponeva il Regno Unito al rischio di nuovi attentati: quella dell’estremismo islamico e quella delle fazioni irriducibili degli indipendentisti nord-irlandesi. L’ultimo attentato, nella metropoli sul Tamigi, risale al luglio 2005, quando quattro musulmani britannici si fecero esplodere nel metrò, causando 60 morti e centinaia di feriti. Ma quelli erano terroristi “fatti in casa”. I sei arabi invece sono immigrati, stranieri che vengono da fuori. Chissà se sapevano di trovarsi, ieri mattina alle 5.45, nel deposito di Chiltern street, a due passi dalla pipa e dal cappellino del padre di tutti i detective, Sherlock Holmes. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il secondo incontro della giornata, sempre nell’area di Twickenham, è stato con i leader delle altre religioni della Gran Bretagna

A WESTMINSTER Nel pomeriggio il pontefice ha rivolto un discorso alla società civile e al mondo culturale a Westminster Hall

NELL’ABBAZIA In serata celebrazione ecumenica nella abbazia di Westminster, cuore della Chiesa anglicana

LONDRA — La paura, ma anche la calma e la determinazione a proseguire il viaggio normalmente. «Con grande coraggio e con gioia». Il Papa l’aveva detto atterrando l’altro giorno in Gran Bretagna, di fronte alle possibili contestazioni per la sua visita. Il suo portavoce lo ha ribadito ieri, subito dopo la notizia dell’arresto da parte di Scotland Yard di sei algerini sospettati di voler uccidere a Londra il Pontefice di Roma. «Siamo pienamente fiduciosi nella polizia — ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana che accompagna Benedetto XVI nel viaggio — e non è necessario cambiare il programma. La polizia prende le misure necessarie di precauzione. La situazione non è particolarmente pericolosa e quando ad esempio eravamo a Sarajevo era più pericolosa. Il Papa è felice di questo viaggio e il suo stato d’animo è, come ha detto arrivando, quello di gioia». Il riferimento a Sarajevo va alla visita in Bosnia di Papa Wojtyla nel 1997, quando i timori per un possibile attentato contro Giovanni Paolo II avvolsero quel viaggio in un clima di paura. «Volevano uccidere il Papa». Benedetto ha ricevuto la notizia a fine mattinata, dopo che i servizi di sicurezza del Vaticano che seguono il Pontefice in ogni suo spostamento erano stati avvertiti dai colleghi inglesi. Breve conciliabolo con il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, il sostituto Fernando Filoni, e il segretario personale di Joseph Ratzinger, monsignor Georg Gaenswein. E con altrettanta tempestività, la decisione di andare avanti. Quando la voce si è poi diffusa anche nello stretto giro dei cardinali in viaggio con il Pontefice c’è stato un momento di sconcerto. «Il Papa è calmo», ha aggiunto padre Lombardi. «Ed è al sicuro — confermava un portavoce della Conferenza episcopale britannica — abbiamo piena fiducia nell’operazione di sicurezza per proteggere il Pontefice e il pubblico. Il Papa sta avendo una visita meravigliosa, ed è ricevuto con calore ovunque va». Ma la giornata di Benedetto, cominciata con quasi un’ora di ritardo dovuta a un motivo imprecisato — forse la stanchezza accumulata nel primo giorno, con le tappe da Roma a Edimburgo, poi Glasgow e infine Londra — era iniziata con un festoso incontro

La notizia data al Pontefice a pranzo: poi la decisione di non cambiare programma

Padre Lombardi: “Benedetto XVI è contento ed è ricevuto con calore dappertutto”

con i giovani al St Mary’s University College, nel quartiere londinese di Twinckenham. «Anch’io da ragazzo sono stato educato dalle Dame inglesi — aveva detto Ratzinger lasciandosi andare a un ricordo d’infanzia — e devo loro un profondo debito di gratitudine». In una stanza del collegio il Papa aveva poi incontrato i leader delle altre religioni maggiormente rappresentate nel Regno Unito, ebrei, musulmani, hindu, sikh. Ed è in quel momento, mentre in diretta tv parlava il leader arabo, che per una singolare coincidenza la Bbcdava la notizia dell’arresto degli algerini. La “breaking news” scorreva sotto l’immagine del Pontefice. Benedetto veniva informato dell’operazione anti-

terrorismo a pranzo, nel privato nella Nunziatura apostolica di Wimbledon. Il programma non cambiava però nel pomeriggio, con la decisione di andare avanti ugualmente. Ratzinger lasciava la nunziatura alle 15,45 (le 16,45 ora italiana) per andare al Lambeth Palace, sede del primate anglicano Rowan Williams. «Non è mia intenzione — ha detto — di parlare oggi delle difficoltà che il cammino ecumenico ha incontrato. Tali difficoltà sono ben note a ciascuno qui presente. Ma la profonda amicizia fra noi è cresciuta». Quando è poi uscito, la gendarmeria guidata da Domenico Giani, direttore dei Servizi di sicurezza e della protezione civile della Città del Vaticano, lo ha stretto da

vicino, con discrezione, come sempre, ma senza perderlo mai di vista per un solo attimo. E anche quando, più tardi, Benedetto ha costeggiato il Tamigi in Papamobile, Giani con un tocco fermo ma immensamente protettivo metteva la sua mano sull’automobile papale, come a segnalare che il Pontefice era al sicuro e sotto un controllo totale. Il dispositivo di sicurezza per proteggere il Papa era stato rafforzato, con migliaia di agenti coinvolti. E la scorta potenziata mitigava anche nell’entourage papale i timori per le notizie del possibile attentato. Alle 18,30 Ratzinger poteva fare il suo discorso a Westminster Hall, in Parlamento, e un’ora dopo la messa nell’Abbazia, dopo aver stretto la mano a una donna prete. «La democrazia è fragile se si fonda solo sul consenso — diceva Benedetto prima di ritirarsi nella nunziatura per una notte di riposo — c’è una marginalizzazione del cristianesimo: vogliono abolire il Natale e mettere a tacere la voce della religione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

www.johnrichmond.com

DAL NOSTRO INVIATO MARCO ANSALDO


la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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IL VIAGGIO DEL PAPA MONDO

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PER SAPERNE DI PIÙ www.mi5.gov.uk www.mcb.org.uk

Le indagini

Una soffiata e all’alba scattano gli arresti Poche ore prima, l’allarme del capo del MI5: “Ci saranno nuovi attentati” CARLO BONINI ROMA — Davvero volevano uccidere Papa Bendetto XVI? E se così fosse, è un “plot” domestico o pianificato oltremare? E dice qualcosa la nazionalità dei fermati (cinque algerini e un sudanese)? Una decina di perquisizioni nei quadranti a nord e ad est di Londra, le pochissime informazioni di dettaglio fatte filtrate da Scotland Yard («lavorano come netturbini, sono di religione musulmana, e non sono cittadini britannici») delineano un quadro ancora molto confuso in cui una sola circostanza può essere data per certa. L’indagine sui “sei spazzini di Westminster” (ammesso che altri non se ne aggiungano con il passare delle ore) è cominciata nel momento stesso in cui se

Le tappe L’ALLARME Giovedì sera il capo del controspionaggio britannico aveva annunciato: “Nuovi attacchi sono imminenti”

LA TELEFONATA Nella notte la telefonata di un informatore segnalava all’MI5 i nomi e i presunti piani degli “spazzini di Westminster”

Agenti in cima alla torre del Parlamento con il cannocchiale. A sinistra, bidoni della spazzatura controllati ne è data notizia al mondo intero. Perché, fino alle 5.45 del mattino di ieri, ora dei primi cinque arresti nel deposito dell’azienda di pulizie stradali Veolia in Chiltern street, nessuno dei fermati era entrato nel cono di attenzione né dell’Antiterrorismo, né del MI5, il controspionaggio di Sua Maestà. Decisiva — secondo informazioni condivise ieri da Scotland Yard anche con le intelligence alleate collegate — è stata una telefonata nella notte di giovedì con cui una fonte confidenziale del MI5 ha indicato i nomi dei cinque uomini che verranno fermati all’alba di ieri, il luogo in cui li avrebbero trovati, il loro asserito obiettivo. Cruciale la circostanza che i cinque, vestiti delle loro tute da netturbini, avrebbero di lì a qualche ora incrociato le strade di Westminster che Benedetto XVI avrebbe percorso al suo arrivo a Londra. Insomma, la macchina della prevenzione inglese, il suo stato di comprensibile quanto eccitata attenzione (anche in ragione dei costi: oltre un milione di sterline per la sola visita del Papa) non ha ritenuto di dover scommettere. Intanto li si toglie dalla strada e poi si vede, hanno ragionato a Thames house, quartier generale del MI5. Del resto, in questa operazione di prevenzione ancora tutta da scrivere nei suoi esiti, c’è una seconda circostanza, anche questa pacifica, e forse altrettanto significativa. Giovedì sera, appena poche ore prima che il Servizio britannico raccogliesse la segnalazione confidenziale su Chiltern street, il direttore del MI5, Jonathan Evans, aveva deciso di prendere pubblicamente la parola di fronte alla raccolta platea della “Worshipful company of Security Professional”, fondazione che sostiene le famiglie degli operatori della sicurezza, per annunciare l’inevitabile avvicinarsi di un nuovo attacco jihadista sul suolo britannico. «È soltanto questione di tempo —

IL BLITZ All’alba, in un deposito londinese, sono stati arrestati i primi cinque sospettati. Poco più tardi è toccato al sesto uomo

L’intervista

aveva detto Evans — prima di vedere nelle nostre strade il terrorismo ispirato da quanti oggi combattono al fianco di Al Shaab». Il riferimento del direttore del MI5 alla minaccia rappresentata da quella milizia somala nata come marchio in franchising di Al Qaeda nel Corno d’Africa, e nelle cui file militano cittadini inglesi di origine

somala tornati a casa per unirsi alla Jihad, era ed è un richiamo diretto alla più aggiornata geografia del terrore, le cui coordinate, oggi, non sono più peraltro patrimonio della sola intelligence inglese, ma anche di quella francese e italiana. Una geografia che individua il cuore della minaccia in un’area che tiene insieme il Maghreb, le re-

gioni saheliane, il Corno d’Africa e lo Yemen. E che ha nella sigla “Aqim” (Al Qaeda nel Maghreb Islamico) dello sceicco Abdelmalek Droukdal il suo collante. Ebbene, se è vero che “Aqim” è ciò che resta del disciolto Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento nato in Algeria agli inizi degli anni ‘90, e se è vero che “Aqim”

Farooq Murad, leader dei musulmani britannici: “Siamo una comunità pacifica che rispetta la legge”

“Minacce al Papa da condannare ma attenti a chi brucia il Corano” DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Una condanna senza mezzi termini di qualsiasi azione violenta intrapresa contro il Papa e un riconoscimento di quanto Benedetto XVI ha fatto ultimamente per avvicinare due fedi «che hanno più cose in comune di quante le separano». È la reazione del Muslim Council of Britain, l’organizzazione che rappresenta i due milioni di musulmani britannici, la stragrande maggioranza dei quali — afferma il suo segretario generale, Farooq Murad — hanno cari gli stessi valori dei cristiani: «Un futuro migliore per i nostri figli, l’importanza della famiglia, la santità della vita». I sei algerini arrestati secondo la polizia volevano assassinare il Papa: cosa ne pensa? «Non abbiamo elementi per giudicare di cosa si tratta. Non sappiamo chi fossero, chi rappresentassero né cosa volessero fare. Certamente condanniamo nei termini più netti qualsiasi minaccia o azione violenta contro il Pontefice, così come condanniamo il terrorismo da qualunque parte provenga». È possibile che eventi come l’annunciato, e poi cancellato, falò del Corano da parte di un predicatore cristiano fondamentalista in

No al terrorismo

Non sappiamo chi siano né chi rappresentino i sei algerini ma siamo contro qualsiasi forma di terrorismo Passi verso l’Islam

Farooq Murad

Recentemente Benedetto XVI ha compiuto passi significativi verso il mondo islamico

America abbia acceso gli animi dei fanatici? «Sono due eventi completamente scollegati. E il progetto di bruciare il Corano è stato condannato da tutti i leader mondiali, incluso il Papa». Gli arrestati sono algerini, dun-

que non cittadini britannici come i quattro terroristi che si fecero saltare nel metrò di Londra nel luglio 2005. Come vigilate sulla presenza di estremisti nella comunità islamica del Regno Unito? «L’attentato del 2005 fu un gesto individuale e criminale, che non

è il nemico che si prepara a colpire l’Europa, si capisce allora come, nella valutazione che giovedì notte è stata fatta della minaccia degli “spazzini” di Westminster la loro origine algerina possa a sua volta aver giocato un ruolo cruciale. Del resto, è altrettanto evidente come la sortita del direttore del MI5, e la decisione di

Nervi tesi anche nell’intelligence francese. La minaccia arriva dall’Africa

rappresentava affatto i sentimenti dei musulmani britannici. I due milioni di britannici che credono nell’Islam sono nel loro insieme una comunità pacifica, rispettosa della legge». Qual è il suo giudizio su Benedetto XVI? «Gli siamo grati per i chiarimenti che ha dato, dopo l’orazione di Ratisbona del 13 settembre 2006 che causò enorme disagio tra i musulmani. Da allora il Papa ha compiuto passi significativi verso il mondo islamico, tra l’altro visitando una moschea in Giordania e una a Istanbul. Auspichiamo che la sua visita in Gran Bretagna continui quel dialogo». Come vedete i cattolici e i cristiani in genere? «Il cristianesimo è una delle grandi religioni della terra, con due miliardi di seguaci. Spesso i media pongono l’attenzione sulle nostre differenze ma sono molte di più le cose che ci uniscono, i valori che abbiamo in comune, come il desiderio di un futuro migliore per i nostri figli, l’importanza della famiglia, la santità della vita umana. Dobbiamo lavorare insieme per un mondo più unito». (e. f.)

annunciare al mondo nelle ore immediatamente successive un’operazione di prevenzione nel pieno della visita del Papa, segnalino la decisione di uno degli attori più importanti della lotta antiterrorismo in Europa — l’Inghilterra — di alzare la temperatura dell’attenzione pubblica. Mettendosi in scia della Francia. Dove, non più tardi di domenica scorsa, Bernard Squarcini, direttore dell’antiterrorismo francese, aveva con una lunga intervista al Journal de dimanchesuonato le campane della massima allerta per il Paese. «La minaccia non è mai stata così alta. Siamo allo stesso livello del 1995», aveva detto. Per poi elencare, in una mappa sovrapponibile a quella del MI5, la casa del nemico jihadista proprio in “Aqim” e nella vicina Africa. Non erano passati neppure quattro giorni da quella intervista e Parigi aveva vissuto la sua notte di terrore, con l’evacuazione di 2 mila persone per un allarme bomba alla torre Eiffel e al metrò di SaintMichel. E dunque, Londra 17 settembre. Parigi 14 settembre. Forse solo una coincidenza. O forse no. È un fatto che le due più importanti intelligence in Europa tornino a parlare la lingua della paura.

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LA GUERRA IN AFGHANISTAN MONDO

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Scontro a fuoco con i ribelli ucciso un militare italiano È la trentesima vittima in Afghanistan. Ferito un commilitone DAL NOSTRO INVIATO KABUL — L’allarme era arrivato dal cielo, attraverso gli occhi artificiali di un Predator: le telecamere dell’aereo senza pilota, governato dalla base di Camp Arena a Herat, avevano sorpreso un gruppo di persone impegnate in quella che appariva un’attività sospetta. Erano in quattro, e stavano seppellendo qualcosa ai bordi della strada che da Farah porta a Delaram, un percorso abituale per le truppe Isaf, nel distretto di Bakwa, a sud di Herat. L’intervento è partito immediatamente: dalla base di Farah sono decollati due elicotteri d’assalto A-129 Mangusta e un Ch-47 Chinook da trasporto, con a bordo due plotoni delle truppe speciali inquadrate nella Task Force 45. Su quello che è successo dopo, le ricostruzioni sono ancora provvisorie: secondo alcune testimonianze, gli uomini delle forze speciali sono scesi dall’elicottero per affrontare gli “insurgent”, che nel frattempo si erano rifugiati in una casa. Ma mentre si avvicinavano all’edificio, i soldati italiani sono finiti sotto tiro: non è ben chiaro se a sparare fossero gli stessi che il drone aveva sorpreso, asserragliati nella casa, o se invece ci fosse un altro nucleo della guerriglia a protezione del primo gruppo. Durante il combattimento, due incursori sono rimasti feriti in modo serio: uno di loro, il tenente Alessandro Romani, è morto poche ore dopo lo scontro nell’ospedale americano di Farah. Una pallottola l’aveva raggiunto al torace. L’ufficiale, celibe, era nato a Roma il 18 luglio del 1974 ed era inquadrato nel reggimento Col Moschin, la squadra d’élite della Brigata Folgore. Era un “incursore scelto”, cioè un soldato specializzato in operazioni difficili, veterano dell’Afghanistan. L’altro militare, il caporal maggiore Elio Rapisarda, è stato colpito a una spalla: non è in pericolo di vita, dicono dalla base di Herat. La Task Force 45 è considerata la più grande unità di forze speciali italiane dai tempi della missione in Somalia: raccoglie incursori del Col Moschin e del Comsubin, Carabinieri del Gis, alpini paracadutisti del Monte Cervino e altre unità sceltissime. Ma accanto agli specialisti italiani sono schierate anche truppe speciali dei Paesi alleati. Il nome stesso della Task Force è ispirato a una unità improvvisata che nel 1944 schierava fianco a fianco soldati americani, inglesi, italiani, brasiliani e partigiani nella guerra contro i tedeschi sulle colline della Toscana. L’attività della Task Force è sempre stata circondata dal massimo riserbo: fino a pochi anni fa la Difesa nemmeno ne ammetteva l’esistenza. E l’apprezzamento pubblico del generale Stanley McChrystal, nei mesi passati, ha creato parec-

Alessandro Romani, 36 anni, stava dando la caccia a un gruppo di persone sospettate di aver piazzato una bomba sul bordo della strada

Le reazioni

chio imbarazzo a Roma. La Task Force dipende direttamente dai comandi Nato ed è in Afghanistan dal giugno 2006. Può contare circa duecento uomini ed è divisa in due nuclei, uno schierato a Herat e impegnato nelle basi avanzate come Bala Murghab, l’altro a Farah. Massimo segreto ancora sui dettagli della missione in Afghanistan, chiamata operazione Sarissa (dal nome delle lunghissime lance adoperate dalla falange macedone): ma basta guardare la mappa dell’Afghanistan per capire che il compito strategico delle forze speciali nella provincia più “calda” del quadrante affidato

VETERANO Alessandro Romani, del nono Reggimento d’assalto Col Moschin, celibe, era nato a Roma il 18 luglio del 1974 Alle spalle aveva numerose missioni internazionali

agli italiani è quello di controllare la penetrazione di Taliban e insorti in ritirata dalle zone di combattimento dell’Helmand verso il nord, e allo stesso tempo fermare il traffico d’armi provenienti dall’Iran. La giornata delle truppe italiane ieri è stata arroventata anche da altri attacchi: un razzo è stato sparato contro la base di Shindand, nella provincia di Herat, senza provocare danni né feriti. E nella capitale provinciale un ordigno azionato da un radiocomando e caricato su una bicicletta è esploso in mezzo alla gente, ferendo tre passanti. (g. cad.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

La vittima era di Roma. Alemanno apre una manifestazione con un minuto di silenzio

Il dolore della famiglia “Amava quella divisa” FEDERICA ANGELI VALERIA FORGNONE ROMA — «Scusate, non è il momento adatto, non riesco proprio a parlare. Sto troppo male». Elsa Chemotti, la madre del tenente Alessandro Romani ucciso a Herat, parla con un filo di voce. Barricata nel suo appartamento al Nomentano, ha da poco ricevuto la notizia della morte del suo unico figlio. Separata da anni, ex assicuratrice, la donna non ha voglia di dire nulla. «Era un ragazzo d’oro, molto riservato, timido che ha dedicato la sua vita all’esercito», dichiarano i vicini di casa. «Alessandro lo conosco da quando era bambino — ha raccontato la signora Grazia Martini, dirimpettaia della famiglia Romani — giocava a tennis con mio figlio al circolo Sant’Agnese. Era forte a tennis, era for-

te in tutto. La madre era molto fiera di lui, anche se non ha mai condiviso questa sua grande passione per l’esercito. Tuttavia lo ha lasciato libero di scegliere e di andare per la sua strada. Aveva la morte nel cuore, ogni volta che la sentivo, quando il figlio partiva per le missioni in Afghanistan. Rassegnata mi diceva: “è la sua passione, è la sua vita, non posso impedirglielo”». Alessandro, ufficiale del 9/0 reggimento d’assalto paracadutisti Col Moschin della Folgore, di missioni ne ha fatte tante. Per cinque volte è stato in Afghanistan. Due mesi fa era partito per la missione Isaf. Nel 2001, poco prima di compiere 27 anni, ha lasciato Roma e si è trasferito a Livorno. «Il tenente è entrato nell’esercito dopo aver fatto il concorso nel 2000 — a parlare è un collega della vittima — Ha fre-

Ufficiale dei paracadutisti della Folgore, era già stato cinque volte nel paese

quentato per un anno il corso da sottufficiale e ne è uscito come maresciallo ordinario, nel 2001. Nell’aprile 2006 è diventato sottotenente e due anni dopo è stato promosso al grado superiore, tenente appunto». La capitale, scossa dalla notizia, per onorare la memoria del tenente Alessandro Romani ha proclamato per lunedì il lutto cittadino. Le bandiere di Roma saranno a mezz’asta a partire dalle 15.30, orario di inizio dei funerali. Inoltre, d’intesa col presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - che ha espresso alla famiglia «i sentimenti della sua affettuosa vicinanza e della più sincera partecipazione al loro grande dolore» - il Campidoglio ha deciso di annullare il concerto al teatro dell’Opera, previsto per le 21 di lunedì, appuntamento conclusivo dei festeggiamen-

ti per Roma capitale. Parole di solidarietà alla famiglia e di cordoglio sono arrivate da tutte le istituzioni della città. «La morte del tenente Alessandro Romani è una notizia che scuote tutta la nostra comunità. La città piange oggi un suo concittadino impegnato contro il terrorismo, l’ennesima vittima di una guerra che a volte sembra lontana da noi e invece non lo è», ha dichiarato il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti. Il sindaco Alemanno ha voluto aprire con un minuto di silenzio il suo intervento alla seconda edizione della Festa delle forze civiche europee organizzata nella capitale. «Siamo vicini anche all’altro soldato ferito - ha detto il presidente della Regione Lazio Renata Polverini - augurandogli una pronta guarigione». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

Il mullah Omar

PER SAPERNE DI PIÙ www.nato.int/ISAF www.defense.gov

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Le perdite civili

Il mullah Omar continua ad essere il capo dei ribelli, anche se dal Pakistan. Al Qaeda è presente, ma non in gran numero. E ha le sue roccaforti nel Waziristan

Bisognava ridurre le perdite civili al minimo e ho continuato su questa linea. Secondo l’Onu le vittime sono diminuite del 30 % durante le operazioni dell’Isaf

AL COMANDO Veterano dell’Iraq, David Petraeus da giugno è comandante delle forze Usa in Afghanistan. È succeduto al generale Stanley McChrystal

L’intervista

“Stiamo colpendo i santuari dei Taliban ma la guerra sarà ancora molto lunga” Il generale Petraeus: “I vostri soldati hanno dimostrato di saper combattere” DAL NOSTRO INVIATO GIAMPAOLO CADALANU

I numeri

30 I CADUTI ITALIANI

Sono 30 i caduti italiani in Afghanistan dal 2004 a oggi

3.400 ITALIANI DISPIEGATI

Nella missione dell’Isaf in Afghanistan operano 3.400 soldati italiani

47 NAZIONI

Sono le nazioni che insieme all’Italia partecipano all’Isaf

KABUL — Più che un guerriero, David Petraeus potrebbe apparire un cardinale: ne ha il viso sottile, l’eloquio soffuso e naturalmente i toni diplomatici. Sarebbe un’impressione fallace. In Afghanistan il generale comanda, con grande decisione, la missione Nato e le forze Usa, in tutto quasi 150 mila uomini. Ma ciò che lo rende fortissimo è soprattutto il credito quasi illimitato della Casa Bianca. Se il suo predecessore Stanley McChrystal è stato costretto a dimettersi per i commenti critici verso l’amministrazione, Petraeus è arrivato a Kabul con una delega ampia e può permettersi persino qualche “aggiustamento” sulle promesse di Obama in tema di ritiro delle truppe. Generale Petraeus, nei giorni scorsi lei ha confermato che l’inizio del ritiro sarà nel 2011, ma ha detto che potrebbero essere necessari altri dieci anni per la fine della guerra. In questo momento però persino gestire le elezioni sembra un impegno insormontabile per il governo. Qual è la situazione della sicurezza in Afghanistan? «Non voglio usare termini come ottimista o pessimista: voglio essere realista, e la realtà è che l’impegno in Afghanistan è stato, è ancora, e resterà duro. Solo nelle ultime settimane noi dell’Isaf e i partner afgani siamo stati in grado di schierare tutti gli elementi necessari: altre 84mila truppe Nato, più il supporto dei civili e gli stanziamenti adeguati, oltre a 100mila uomini delle forze di sicurezza afgane. Il nostro obiettivo principale è evitare che il paese torni ad essere un santuario per Al Qaeda com’era prima dell’11 settembre. Ci sono stati progressi in certe aree, ma servono altri passi avanti. E dobbiamo consolidare quello che abbiamo ottenuto». Come si definiscono questi “progressi”? «Penso che il modo migliore per valutare i progressi sia l’espansione delle aree sicure: nell’Helmand

centrale, a Kandahar, nella provincia di Kabul, a Baghlan, nella zona di Shindand, nel Badghis. Marjah era un santuario per la guerriglia e la produzione di droga: ora gli elettori si registrano per votare, le scuole sono aperte, c’è persino una stazione di polizia. Non ci sono dubbi che negli ultimi tempi i Taliban abbiano esteso la loro influenza e che la violenza sia aumentata: questo succede anche perché le forze occidentali stanno espugnando i loro rifugi. È progresso anche la capacità delle forze governative, a partire da Kabul, dove garantiscono la sicurezza a un sesto del popolo afgano». Durante la guerra del Vietnam il generale Westmoreland segnalò all’America che la vittoria era ormai in vista. Pochi giorni dopo partì l’offensiva del Tet, primo passo verso la conquista del sud da parte dei Vietcong. Quali sono le differenze fra quella guerra e quella di oggi? «Non credo che si possano fare paragoni, preferisco parlare solo di Afghanistan. E in ogni caso non mi sono mai sognato di usare frasi come quella. È un anno che lo ripeto: credo che diventerà più dura, prima di diventare più facile. Ed è stato così, è diventato più difficile, perché il nemico reagisce quando attacchiamo le sue roccaforti».

Le elezioni

Oggi urne aperte rapiti due candidati KABUL — Un’ondata di violenze e rapimenti ha segnato la vigilia delle elezioni parlamentari afgane, mentre il presidente Hamid Karzai ha lanciato un appello alla popolazione, Taliban compresi, invitandola a recarsi alle urne nonostante il rischio di brogli. «Dobbiamo aspettarci delle irregolarità — ha affermato il presidente — ma dobbiamo fare il possibile perché queste elezioni siano un successo». Tra le persone rapite ieri ci sono anche due dei 2.247 candidati in lizza per i 249 seggi parlamentari.

Com’è strutturato il fronte dei Taliban in questo momento? «I Taliban e Al Qaeda erano stati sconfitti nel 2001-2002, ma sono riusciti a ristabilire la catena di comando, anche con perdite continue. Solo negli ultimi mesi con le operazioni mirate abbiamo colpito o catturato centinaia di comandanti intermedi. I capi anziani sono in Pakistan, danno ordini al telefono, non rischiano la presenza in battaglia. Ma la struttura organizzativa resta, il mullah Omar continua a essere il capo, anche se dal Pakistan». E Al Qaeda? Qual è la sua presenza? «Al Qaeda ha subito forti perdite nelle roccaforti del Waziristan, ma è presente: non in gran numero, ma i suoi uomini ci sono». Prendendo il posto di Stanley McChrystal, che cosa ha cambiato della sua dottrina militare? Anche lei vuole meno raid aerei e più truppe sul terreno? «Forse non basta a definire quello che lui e il suo predecessore hanno fatto. Bisognava diminuire le perdite civili al minimo, e ho continuato su questa linea, allo stesso tempo proteggendo le nostre forze. Uno studio recente delle Nazioni Unite dice che le perdite civili sono diminuite del 30 per cento durante le operazioni Isaf: va a credito delle nostre truppe, se si pensa che nel-

l’ultimo anno sono più che raddoppiate, forse triplicate». In Afghanistan sono stati sconfitti l’impero britannico e l’occupazione sovietica. Che cosa ha imparato la Nato dalla Storia? «Bisogna essere prudenti con l’idea che l’Afghanistan sia la tomba degli imperi. Di fatto gli inglesi hanno governato a lungo, anche se poi sono stati sconfitti. Dalla loro esperienza e da quella dell’Urss, impariamo la necessità di conoscere bene le condizioni locali, di avere la percezione di ciò che accade in ogni villaggio, in ogni valle. Si dice che ogni politica è locale, noi diciamo che ogni anti-guerriglia è locale. I sovietici, fra l’altro, usavano la forza senza limiti: anche il loro esempio ci raccomanda di ridurre le perdite civili nelle nostre operazioni». Le Forze armate italiane sono orgogliose del loro approccio alle situazioni di conflitto: meno violenza e più dialogo. Lei che ne pensa? «Le Forze italiane hanno fatto molto bene, l’approccio ha funzionato nelle loro aree di responsabilità, ma anche lì deve essere modulato sulle circostanze locali: in certe aree gli italiani hanno dovuto combattere e hanno dimostrato di saperlo fare. E poi ci sono i Carabinieri, che addestrano la polizia afgana e stanno facendo un lavoro splendido. I Carabinieri rappresentano fra le forze di polizia quello che Michael Jordan rappresenta nella pallacanestro». Quale sarà il suo prossimo obiettivo? C’è chi dice che dopo l’avventura afgana per lei si apriranno prospettive molto importanti. «L’unico obiettivo della mia vita è fare quello che devo per raggiungere gli obiettivi della Nato in Afghanistan. Questa è la mia unica preoccupazione. Sono stato sorpreso di ritrovarmi in questa posizione. Ma sono qui solo per proseguire ciò che un amico, una persona che rispetto profondamente come Stanley McChrystal, aveva iniziato insieme con gli altri». © RIPRODUZIONE RISERVATA



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IL GOVERNO ALLA PROVA POLITICA INTERNA

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“Nessun mercato, ma avremo voti in più” Berlusconi spera nell’Udc. Di Pietro: mozione di sfiducia per l’interim CARMELO LOPAPA ROMA — Nessun mercato. Giorni di trattative e polemiche, voci di offerte e cambi di fronte, il presidente del Consiglio Berlusconi affronta infine il caso in Consiglio dei ministri e nega la campagna acquisti. Ma non l’intenzione di raccogliere il sostegno di pezzi dell’Udc. «Non è vero che facciamo compravendita, non c’è nessun mercato» esordisce a Palazzo Chigi. «Quelli del Mpa sono stati eletti con noi, così quelli di Noi Sud — continua il premier al cospetto dei suoi ministri — È sbagliato pensare che io voglia comprare in altri partiti». Detto questo, aggiunge, «se ci sono esponenti di altri partiti, tipo quelli dell’Udc, che vogliono sostenere l’esecutivo, lo faranno per scelta libera». Porta più che aperta, insomma, per i cinque dissidenti centristi (di area cuffariana) e per chi si vorrà affiancare a loro. Due ministri, Sandro Bondi e Maurizio Sacconi, nel corso della giornata si spingono oltre. Il primo, coordinatore Pdl, lancia un appello al partito di Casini, sostenendo che vi siano le condizioni per una ri-

TUTORE Silvio Berlusconi si sistema il tutore che porta da qualche tempo al polso sinistro

espulsi» fa notare il capogruppo finiano Italo Bocchino, già deferito dai probiviri con Briguglio e Granata. Stando così le cose, mette in guardia Ignazio La Russa, «andremo avanti, ma solo se la maggioranza non sarà una spada di Damocle sulla testa del governo». Governo nel quale resta va-

cante, da oltre quattro mesi, la poltrona del ministro dello Sviluppo economico. Antonio Di Pietro, dalla festa Idv di Vasto, annuncia una mozione di sfiducia individuale «al ministro dello Sviluppo Berlusconi, perché dobbiamo far sapere fino a che punto prende in giro anche il capo dello

Stato». Anche il Pd, dice Dario Franceschini, «sta ragionando di una mozione che abbia lo stesso significato politico». Ma quella nomina, spiega il ministro Gianfranco Rotondi, difficilmente sarà fatta prima del discorso in aula di Berlusconi a fine mese. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Angelo Cera, 58 anni, ex bancario, originario di San Marco in Lamis (Foggia)

ANTONELLO CAPORALE

SVILUPPO senza MINISTRO A quasi 5 mesi dalle dimissioni di Claudio Scajola, non è stato ancora nominato il nuovo ministro dello Sviluppo economico

IRA voce che anche l’onorevole Angelo Cera, da San Marco in Lamis, uno dei migliori puledri della scuderia di Casini, gran macinatore di preferenze, perfetto controllo del territorio, stia facendo i suoi conti e nervosamente valutando. «Sono vittima del fuoco amico, amicissimo». I suoi amici sono invidiosi: a lei ogni riguardo, a loro niente. «Indubbiamente sono un carro armato. Alle ultime europee ho dato ventisemila voti al partito. Con quei voti cambiava il risultato al Senato, non so se mi spiego». Proprio per questo Berlusconi la cerca. Lei non è un numero, ha la dignità di una posizione, la forza di una storia. E un profilo politico netto. «Diciamo la verità, controllo il territorio». Diciamo la verità, è corteggiatissimo. «Fuor di metafora: sono un ometto inseguito da tante signorine. Ma voglio restare zitello. Hi hi hi». In effetti siamo proprio dentro la metafora. «Guarda che io sono sposato e ho due figli!». Politicamente la metafora era assai densa. «Ah capito. Ecco: sono inseguito dalle si-

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Il premier: quelli del Mpa sono eletti con noi, ma in altri partiti può esserci chi vuole sostenerci

137 giorni

“Tante signorine mi inseguono io non cederò mai” PUGLIESE

I personaggi

composizione dell’area moderata nel Paese. Il ministro del Welfare fa leva sulla crisi del Pd per sostenere «l’incompatibilità dei moderati con quel partito», invitando tutti, riformisti e moderati a riunirsi in uno stesso «assembramento: ci sono le condizioni». Opzione che il leader Pd Bersani neanche prende in considerazione. Piuttosto, dalla festa dell’Avanti nel Ferrarese, accusa il capo del governo di «mentire sulla compravendita di parlamentari». Perché «se lo votano quelli che lo hanno già votato, vuol dire che la compravendita fallisce, se invece entra qualcuno di nuovo allora Berlusconi si espone all’accusa, aggravata dalla promesse di rientrare in Parlamento». In attesa del discorso del premier in aula, il 28 settembre, e nonostante la promessa dei finiani di votare la mozione di fiducia, la tensione del Pdl con Fli resta alta. Il capogruppo berlusconiano Fabrizio Cicchitto invita gli ex colleghi a scegliere se rientrare nel partito o se formarne uno nuovo. «Ma dimenticate che ci avete

Cera, mister preferenze dell’Udc

CUFFARO

NUCARA

SCOTTI

CALEARO

TANONI

L’ex governatore della Sicilia è il più noto dei nomi Udc filo-Berlusconi

Il segretario del Pri ha tentato di creare un nuovo gruppo pro-governo

L’ex ministro dc, ora sottosegretario, fa parte della pattuglia di Noi Sud

L’imprenditore veneto eletto nel Pd, e ora nell’Api, valuta il sì alla fiducia

Anche i Liberaldemocratici sono orientati a votare per il governo

Il caso

Si rompe un sodalizio decennale, i centristi siciliani dialogano col Pdl

Cuffaro: “Prego per Casini” E scende il gelo tra Totò e Pier EMANUELE LAURIA ROMA — «Prego per lui». L’ultima parola la dice Salvatore Cuffaro, e la cristiana comprensione ha l’eco di una minaccia nelle stanze di via Due Macelli. Così, con una nota di poche righe, l’ex governatore - condannato a sette anni in appello per favoreggiamento alla mafia - replica al leader Pierferdinando Casini che l’aveva definito un «personaggio scomodo». È la fine di un solido rapporto decennale, la conclusione definitiva di un’epoca che ha visto Cuffaro chiacchierato dominus della politica isolana ma anche robusto portatore d’acqua del partito gestito da Pier. «Senza di noi l’Udc non sarebbe in Parlamento», continuano a ripetere gli uomini di Totò, forti delle percentuali a doppia cifra conquistate negli ultimi anni. Ma Casini, nei fatti, li ha già messi alla porta. E ieri Gianpiero D’Alia, presidente dei senatori Udc e nuovo plenipotenziario del leader nell’isola, ha annunciato la svolta: a Messina, proprio nella città di D’Alia, il 25 settembre Casini e Rocco Buttiglione parleranno della «ripartenza» della formazione centrista. In quell’occasione, oltre ad annunciare probabilmente l’appoggio alla giunta siciliana guidata da

Lombardo con i finiani, l’Api e il Pd, Casini potrebbe dire qualcosa in più anche sull’atteggiamento dell’Udc nei confronti di Berlusconi che esporrà a Montecitorio i cinque punti del programma il 28 settembre. L’ex presidente della Camera non ha esitato, a Chianciano, a chiedere le dimissioni del premier. Qualcuno, nel gruppo parlamentare, spinge per un atteggiamento più prudente, magari per un’astensione in aula nel caso in cui il Cavaliere facesse un discorso di solidarietà nazionale, con riferimento al quoziente familiare e al Sud. Ma chi propende per quest’ipotesi lo fa soprattutto per ragioni tattiche, perché il rapporto con i siciliani si è ormai consumato e la maggiore preoccupazione ora è evitare una fuga a destra della

LEADER Pier Ferdinando Casini, fondatore e leader dell’Unione di centro. Da tempo chiede un governo di “responsabilità nazionale”

pattuglia dei “ribelli” (cinque deputati e un senatore). D’altronde, il partito centrista è sotto pressione. E l’apertura ai moderati fatta ieri da Berlusconi potrebbe essere raccolta anzitutto dai dissidenti che in Sicilia vantano consolidati rapporti con autorevoli esponenti del Pdl (Schifani e Alfano) e che ora hanno ripreso a dialogare anche con l’altra ala del Popolo della libertà, quella capitanata da Gianfranco Micciché. Il sottosegretario, fra l’altro, sta mettendo su una formazione autonomista (partito del popolo siciliano) alleata con il Pdl e oppositrice di Lombardo nell’isola: una scialuppa legata alla nave del centrodestra che potrebbe ospitare anche i centristi delusi da Casini. Un’altra ipotesi circolata in questi giorni è quella di un’adesione dei cuffariani alla Dc di Pizza (altro sottosegretario di Berlusconi), il cui rappresentante in Sicilia è Antonio Pisano, un fedelissimo dell’ex presidente della Regione. Solo voci, anzi minchiate, per dirla con Saverio Romano, capo dei “ribelli”: «La battaglia la conduciamo nell’Udc, finché non ci cacciano». Ma la spaccatura è insanabile. E l’ultima gelida parola l’ha detta Cuffaro: «Prego per Pier». © RIPRODUZIONE RISERVATA

gnorine ma resto appiccicato a mamma e papà». Chi sarebbe la mamma? «Scegli tu. Se è Cesa, fai Casini papà. Sto appicicattisimo a Casini. Ho imparato la lezione e non mi fregano più». Le è stato fatto un torto? «Nel 2006 ero praticamente eletto al Senato. Venne diffusa la notizia che ero molto amico di Follini e mi fregarono. Non mi opzionarono». Era il primo dei non eletti, ma con il gioco delle opzioni restò fuori dal Parlamento. «Ecco perché parlavo di fuoco amico. Vogliono che trapassi di lì... hi hi hi». E’ simpaticissimo. «Ricevo il venerdì, il sabato e la domenica. Trecento persone a settimana. Mi presento a ognuno col quadro completo dei bisogni. I voti si fanno così». Un gran democristiano. «Si scambia qualche battuta con Fitto che è pugliese come me» E dai, vieni con noi. «No, ti dico che sto bene dove sto. Sono appiccicatissimo a Casini». Anche appiccicatissimo misura bene l’idea di quanto lei resti al fondo fedele. Immobile. «Mi muovo ma senza secondi fini». Fermo nella radice delle idee, s’intende. «Questo sì». Granitico, incrollabile nella fede. «Sono un ometto che non si vuole fidanzare. Tutto casa e chiesa». Chiunque corteggi l’onorevole Cera sappia che perde tempo. «Bello, scrivi così». © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

POLITICA INTERNA E TELEVISIONE

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“Rai faziosa, non c’è pluralismo” mozione dei finiani in Parlamento Esposto all’Agcom contro Mediaset. Pdl: critiche pretestuose MAURO FAVALE ROMA — Una mozione per garantire il pluralismo in Rai «perché abbiamo superato la faziosità e siamo arrivati a un punto di non ritorno». Un esposto ad Agcom «per verificare la violazione della normativa vigente in materia di pluralismo, correttezza e completezza dell’informazione da parte dei tg in onda su Mediaset». Il nuovo fronte della guerra di posizione nel centrodestra, i finiani lo aprono sull’informazione. Con conseguenze che potrebbero essere laceranti, visto che la maggioranza si espone subito in difesa della Rai di Mauro Masi e Augusto Minzolini, mentre Idv e Pd giudicano la mossa di Futuro e Libertà «positiva seppur tardiva». D’altronde, l’offensiva finiana stava covando da settimane: punzecchiature, critiche, esplicite denunce indirizzate contro Rai e Tg1. Lo stesso Gianfranco Fini, a Mirabello, era stato chiarissimo: «I telegiornali, salvo nobili eccezioni sembrano fotocopie dei fogli d’ordine del Pdl». Poi ieri, la classica goccia: un invito a Filippo Rossi, direttore del magazine online di Farefuturo, per

Nuovo record negativo del Tg1: share al 23,6% Minzolini: prima di me sotto il 20% la trasmissione di Gianluigi Paragone “L’ultima parola”, annullato all’improvviso. «Sono vittima del bavaglio — denuncia Rossi — la direzione generale ha messo il veto su di me». Segue precisazione di Massimo Liofreddi, direttore di Rai2: «Nessuna censura, solo un banale disguido procedurale: non ho potuto avvertire per tempo il direttore generale della variazione all’elenco degli ospiti della puntata, così come previsto dai nuovi regolamenti aziendali». Sì, perché la circolare di Masi prevede l’annullamento della puntata in caso di variazioni alla “scheda del programma” (ospiti compresi) non comunicate. I consiglieri d’amministrazione di centrosinistra, Rizzo Nervo e Van Straten, insorgono: «La disdetta dell’invito a Filippo Rossi è un fatto gravissimo». In serata il caso rientra: contrordine e il direttore di Ffwebmagazine viene nuovamente invitato in trasmissione. Intanto, però, gli eserciti sono schierati. Italo Bocchino ha già annunciato una mozione che impegnerà il governo a «garantire il pluralismo» attraverso una modifica al contratto di servizio tra Rai ed esecutivo che dev’essere rinnovato nelle prossime settimane. La mozione verrà presentata a fine mese, quasi in contemporanea con il discorso di Silvio Berlusconi sulla fiducia. Poi, è intenzione di Bocchino, verrà messa in calendario in tempi brevi. E mentre parte l’esposto all’Agcom per lo scarsa presenza, affermano i finiani, di Futuro e Libertà dentro i tg Mediaset, il Pdl risponde all’offensiva: «Apriamo un confronto purché sia a 360°, in primis sul servizio pubblico, giacché sulle tre reti Rai, e in par-

ticolare su Rai2 e Rai3, numerosi sono i programmi di approfondimento che hanno angolazioni politiche assai precise e visibili a occhio nudo», contrattaccano i capigruppo Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto. Poi la difesa di Minzolini: «La correttezza e la chiarezza del Tg1 non possono essere messe in discussione». Ma proprio il Tg1 ieri ha fatto registrare un nuovo record nega-

tivo: gli ascolti sono scesi al 23,6%. Per Minzolini, prima della sua direzione, «si erano raggiunte percentuali anche sotto al 20%». Nonostante l’autodifesa, e alla luce di queste cifre, però, per Carlo Verna, segretario Usigrai, il sindacato della Rai, «l’operato del direttore del Tg1 è bocciato dalla gente: Minzolini è inaffidabile». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso Annozero

“SENZA CONTRATTO”

“CHIEDO AIUTO”

“A una settimana dalla messa in onda sono ancora senza contratto”, denuncia Marco Travaglio, ospite fisso di Annozero

Appello via web di Michele Santoro: “Aiuto, lo spot di Annozero è fermo sul tavolo di Masi ma noi partiamo il 23 settembre”

L’ambasciatore

“Italia come un bordello? Foreign Policy falsifica” ROMA — L’articolo di Foreign Policy sull’Italia, definita «Stato bordello», non è piaciuto a Giulio Terzi, ambasciatore italiano negli Usa: «È un chiaro esempio di faziosità». La citazione dantesca (bordello, appunto) viene definita dal diplomatico un «lapsus freudiano». «Ciascuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni — afferma Terzi — anche quando sono sfacciatamente preconcette, ma sono molto sorpreso che un’importante rivista scelga di pubblicare un pezzo così acrimonioso e falso, basato sul pettegolezzo domestico, con una mancanza di equilibrio e serietà che ci si potrebbe aspettare dai più bassi livelli del sensazionalismo da tabloid». Poi l’ambasciatore sottolinea i risultati raggiunti «dal governo Berlusconi che ha dato ampia dimostrazione della sua credibilità internazionale con la presidenza del G8 e del G20». E chiude suggerendo alla rivista «alcune storie che riguardano l’Italia, come quella sui 4000 militari italiani impegnati in Afghanistan».

L’intervista/1

L’intervista/2

Zanda: il Tg1 è ormai la gazzetta ufficiale di Berlusconi

Lupi: strano che Bocchino si accorga solo ora del problema

“È un documento giusto il Pd potrebbe votarlo”

“Il loro vero obiettivo è una crisi di governo”

ROMA — «Il Pd, e io personalmente, sono anni che ci battiamo per il pluralismo in televisione, a cominciare da quella pubblica. L’ho fatto in una brevissima stagione da consigliere della Rai e lo sto facendo in Parlamento». Luigi Zanda, vice capogruppo del Pd in Senato, giudica positivamente la mozione di “Futuro e libertà” per il pluralismo in Rai. Quindi lei è favorevole, senatore Zanda? «Sono assolutamente favorevole ogni volta che sento nuove voci a favore del pluralismo. Però non mi faccio illusioni». Non serve a nulla? «Sappiamo quale conto faccia Berlusconi delle mozioni e delle interrogazioni parlamentari, per cui non ho grande fiducia sull’esito concreto di una mozione. Penso invece che sia fondamentale che il Parlamento discuta della scandalosa gestione politica dell’informazione tv in Italia. Proprio a partire dalla televisione pubblica, ma arrivando al conflitto d’interessi: è quello il nodo da sciogliere. Se il conflitto d’interessi non verrà rimosso, qualsiasi discorso sull’informazione televisiva perderà di valore. E il vulnus è doppio». In che senso? «Una democrazia che ha una legge elettorale come la “porcata” di Calderoli e che informa gli elettori con un sistema tv addomesticato, è una democrazia mutilata. Legge elettorale democratica e informazione pluralista vanno a braccetto». Il Pd voterà la mozione finiana?

ROMA — «Mi sarei aspettato di discutere della politica del lavoro, della Fiat scorporata, del caso Rom. Invece siamo qui, ancora una volta, a parlare di Bocchino e della mozione di Fli e di Rai e Canale 5. Io gli lancio un appello» dice Maurizio Lupi, Pdl, vicepresi-

«Bisogna leggerla, ma il principio è certamente da votare. Chiedono di discutere di Masi e di Minzolini, è votabile eccome». Il Tg1 registra un calo di ascolti? «Il Tg1 non esiste più. Da quando c’è la Rai è sempre stata una te-

Luigi Zanda, Pd

Conflitto di interessi

Quattro contro uno

Il Parlamento deve discutere della tv pubblica ma per arrivare al conflitto di interessi: perché è quello il nodo da sciogliere

L’altra sera a Ballarò mi sono trovato contro Casini, Granata, Finocchiaro e Vendola. Però mica mi metto a fare un esposto...

stata obiettiva; per molti la gazzetta ufficiale dell’informazione, ora è diventata la gazzetta ufficiale di Berlusconi. Esprimo solidarietà a quei giornalisti che hanno dovuto abbandonare il Tg1 per non subire le vessazioni quotidiane dell’azienda». La mozione è un altro segnale della divisione del centrodestra? «Le varie componenti del centrodestra si stanno comportando già come se fossimo nel dopo Berlusconi. Intanto la decisione liberale che Berlusconi nell’attuale crisi non prenderà mai sarebbe quella di scegliere un ministro dello Sviluppo e della tv realmente indipendente. Adesso viviamo con Berlusconi presidente del Consiglio e Silvio ministro della televisione». (g.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Maurizio Lupi, Pdl

dente della Camera. Che appello? «Lasci presentare queste mozioni e questi esposti a Di Pietro o ai Radicali. A meno che anche Bocchino adesso non voglia passare allo sciopero della fame». Risponda nel merito. Dicono che è in gioco il rapporto tra istituzioni e servizio pubblico. C’è o no un caso «faziosità» in Rai? «Strano che questi signori si sveglino ora per sostenere che la Rai sia di parte. Filo governativa mi sembra lo sia stata, eccome, anche in passato, quando a Palazzo Chigi c’erano premier di sinistra. Da spettatore Rai, noto piuttosto che lo spazio concesso al capogruppo di Fli e agli altri finiani sia, diciamo così, abbondante. In ogni dibattito, ci ritroviamo sempre noi del Pdl e uno di loro». Nel mirino dei finiani però c’è

soprattutto il Tg1. Chiamano in causa il dg Masi e il direttore Minzolini. «Hanno tutto il mio sostegno e la mia solidarietà per il lavoro corretto che svolgono. Quelli di Fli devono chiarirsi le idee. Da quello che sappiamo, fanno parte della maggioranza e sostengono il governo. Finora, non sono un partito autonomo, né la loro rappresentanza parlamentare è stata votata dagli elettori con un proprio simbolo. Di cosa discutiamo? Dovrebbe protestare la Lega, che ha il 10 per cento e il doppio dei loro deputati e compare quanto loro se non meno». Dica la verità. Quella mozione rischia di catalizzare i voti di tutta l’opposizione e la temete. «L’altra sera a Ballarò mi sono ritrovato da solo contro Casini, Granata, Vendola e la Finocchiaro. Che avrei dovuto fare? Un esposto? Andiamo. È davvero singolare come Bocchino ponga ora il problema, che fino a tre mesi fa evidentemente non esisteva. Come sempre, più che una effettiva riflessione sul servizio pubblico Rai, loro aprono un dibattito col solo obiettivo raccogliere consensi a sinistra e mandare in crisi maggioranza e governo». Ci sarebbe anche un esposto di Fli all’Agcom su Mediaset, sui quei canali i finiani sembrano spariti. «Anche lì, polemiche strumentali. Bocchino scopre adesso che le tre reti commerciali sono della famiglia Berlusconi?» (c.l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Il retroscena

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La rassegnazione del Cavaliere “Così non si va da nessuna parte” Il premier: dopo la giustizia i futuristi aprono un altro fronte

FRANCESCO BEI

IN PARLAMENTO Il caso Rai e le polemiche sul pluralismo arriveranno in Parlamento. I finiani hanno annunciato di voler presentare una mozione

ROMA — L’annuncio di una mozione parlamentare di Futuro e libertà contro Minzolini e Masi gela sul ramo quel germoglio di dialogo che si stava sviluppando tra Berlusconi e Fini. Tanto che, dentro al Pdl, il partito delle elezioni anticipate ha rialzato la testa, trovando lo stesso Berlusconi quasi «rassegnato» all’inevitabile. «Questi finiani — si sfoga il premier nei suoi colloqui — hanno capito che il polverone sulla giustizia si stava placando e hanno immediatamente aperto un altro fronte. Così non si va da nessuna parte». Anche tra i leghisti è convinzione che il timer sia innescato e il voto a marzo ormai «l’unica soluzione possibile». Per provare a parare il nuovo assalto sulla Rai sono scesi in campo, con una nota congiunta, i due capigruppo del Pdl — Cicchitto e Gasparri — dando alla replica un timbro ufficiale. Ma a destra prevale il pessimismo. Amedeo Laboccetta, uno dei più fieri nemici di Bocchino, non vede vie d’uscita: «Io sono per staccare la spina, meglio andare a votare che restare impantanati in questa morta gora». Il fatto è che, benché alcuni nell’entourage del premier con-

I precedenti

“TI INFILZO”

A MIRABELLO

EDITORIALE

Il 29 aprile Berlusconi prova a impedire a Bocchino di andare a Ballarò: “Io ti infilzo”

Fini a Mirabello denuncia i telegiornali che “salvo rare eccezioni sembrano copie dei fogli del Pdl”

Nuove polemiche dopo l’ultimo editoriale di Minzolini sulle elezioni anticipate criticato dai finiani

Il premier Silvio Berlusconi siderino quella di Bocchino «solo una provocazione», stavolta i finiani sembrano decisi a non mollare. Anche perché sanno di aver dietro il loro leader. «La mozione è già stata scritta», avvertono minacciosi. Con un occhio alla riunione della commissione di Vigilanza di mercoledì prossimo, quando il direttore generale Masi (oltre agli scontati attacchi delle opposizioni) si troverà stavolta a fronteggiare anche le domande dei finiani. La ruggine tra Fini e Minzolini è storia antica. Un parlamentare “futurista” racconta ad esempio di aver assistito in questi mesi a più di una telefona-

ta finita tra i due quasi a insulti. «E questo ben prima che esplodesse la vicenda della casa di Montecarlo». Segno che i rapporti erano logorati da tempo, tanto che Fini — a suo tempo ostile alla nomina in Rai dell’ex giornalista della Stampa — considera ormai il Tg1 nient’altro che «la versione televisiva del Giornale». Berlusconi intanto — nonostante le smentite — non molla affatto l’operazione salva-governo cui si sta dedicando anima e corpo. L’ultima idea è quella di coinvolgere nella manovra anche il sottosegretario Giuseppe Pizza, segretario della Democrazia cri-

stiana e, soprattutto, custode del prezioso simbolo. Sotto lo scudo Dc troverebbero asilo gli scissionisti dell’Udc, come i 5 deputati siciliani fedeli a Totò Cuffaro. «Ma stavolta il Cavaliere — racconta in una buvette deserta un fedelissimo berlusconiano — ha deciso di fare tutto da solo, dopo essere rimasto scottato dal caso Nucara. È lui che chiama uno a uno i deputati, senza delegare e senza riferire nulla a nessuno». Un’operazione condotta in gran segreto dunque. A cui si aggiunge a un serrato corteggiamento all’Udc. Nonostante il raffreddamento dei rapporti tra Berlusconi e Casini (do-

vuto proprio alla vicenda Cuffaro), nel Pdl sono in molti a sognare un accordo con i centristi in vista delle prossime elezioni. «Occorre lavorare con pazienza e senza fretta — dice Sandro Bondi — attraverso una tessitura politica lenta e quotidiana». Il premier intanto ha già convinto il Carroccio a trangugiare l’amaro calice. «Noi faremo un po’ la voce grossa — pronostica un esponente padano di primo piano — ma alla fine accetteremo che l’Udc rientri nell’alleanza e vinceremo di nuovo le elezioni». La previsione è che l’ingresso dell’Udc — valutato intorno al 6 per cento — possa compensare la fuoriuscita dei finiani, consentendo alla coalizione PdlLega di agguantare i premi regionali del Senato. Per questo il Cavaliere, nel discorso di fine settembre in Parlamento (spostato al 29 settembre e non più al 28), offrirà ai centristi più di un gancio a cui appendere le loro ambizioni. Sul fronte giustizia invece prosegue il confronto tra finiani e berlusconiani sul Lodo Alfano, da approvare di gran carriera con legge costituzionale. Martedì prossimo Giulia Bongiorno riferirà ai parlamentari finiani dei suoi incontri con Ghedini per poi decidere il da farsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA

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Libero attacca Napolitano Fli e Pd lo difendono: dossieraggio Irritazione del Colle. Briguglio: verifica sui Servizi ALBERTO CUSTODERO ROMA — L’«irritazione» del Quirinale per un nuovo affondo di Libero: «Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano — ha scritto ieri il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro nella rubrica delle lettere curata da Mario Giordano — “gonfiò” i rimborsi per i biglietti aerei quando era all’Europarlamento». Il Pd si è mostrato subito solidale con il Colle («attacco inaccettabile»), mentre i finiani hanno accusato i giornali vicini a Berlusconi di «dossieraggio» contro Napolitano. «I servizi segreti — titolava ieri il Giornalea proposito del caso Montecarlo — seguono la pista che porta ai Caraibi». Anche questo articolo, sul presidente della Camera Gianfranco Fini, ha avuto l’effetto di riaccendere lo scontro tra finiani e Pdl. È stato l’esponente di Futuro e libertà, Carmelo Briguglio, membro del Copasir, a rilanciare il sospetto di una regia anti Napolitano-Fini da parte dei giornali vicini al premier, prefigurando lo zampino dei servizi segreti (in particolare di

quello interno, l’Aisi), negli scoop del quotidiano diretto da Vittorio Feltri sulla casa di Montecarlo, appartenuta un tempo ad Alleanza Nazionale. «Non intendo rompere l’idillio politico in corso — fa sapere Briguglio — si tratti di pa-

Il Pdl accusa i finiani di manie di persecuzione: “Non ci sono complotti” ce o tregua armata. Chiederò però al presidente del Copasir, Massimo D’Alema che ci sia una verifica sull’operato dei servizi segreti che, secondo un articolo del Giornale, sarebbero sulle tracce della vicenda di Montecarlo sulla quale indaga, ufficialmente, la procura di Roma. Se è vero quel che scrive il Giornale, perché, e a che titolo, indaga la nostra intelligence interna?». A questo proposito, il Dis, il dipartimento diretto da Gianni De Gennaro che coordina le agenzie di sicurezza Aisi e Aise, nel tardo

I precedenti

METODO BOFFO

CASO TULLIANI

CASO MARRAZZO

Il deputato pdl Stracquadanio in agosto invita a usare contro Fini il “metodo Boffo”

Polemiche per le accuse sull’alloggio di Montecarlo ereditato da An in cui abita il cognato di Fini

Anche lo scandalo che ha coinvolto l’ex governatore è stato trattato da un giornale del gruppo

pomeriggio ha precisato con una nota che nessuna delle due società estere off-shore Printemps Ltd e Timara Ltd (proprietarie dell’appartamento di Montecarlo), «è stata oggetto di attività istituzionali svolte dagli organismi di informazione per la sicurezza della Repubblica». Immediata la replica del Pdl, affidata al vicecapogruppo alla Camera dei deputati Osvaldo Napoli: «Credo che Briguglio abbia ormai una sindrome di persecuzione e un’overdose di comunicazione. Lo invito a rimanere coi piedi per terra e a non vedere complotti da parte di organi dello Stato che si divertono a colpire o a pedinare o a fare dossier su qualche politico». In serata il Quirinale ha smorzato i toni della tensione. «Dal Colle — si legge in una nota — non c’è stata nessuna presa di posizione in merito alla risposta data dal quotidiano Libero nella rubrica delle lettere ad un lettore sulle note spese fatte da Giorgio Napolitano durante il suo mandato di Europarlamentare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ex senatore Pdl

Di Girolamo patteggia 5 anni risarciti 5 milioni di euro ROMA — L’ex senatore Nicola Di Girolamo (Pdl), in carcere dal 3 marzo perché coinvolto in un maxiriciclaggio da due miliardi di euro, ha concordato con la procura di patteggiare una pena di 5 anni e di restituire 4 milioni e 700 mila euro, provento dell’attività illecita. Ieri pomeriggio Di Girolamo ha ottenuto gli arresti domiciliari.


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L’inchiesta

PRESIDENTE Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano attaccato ieri da Libero

L’affitto di Tulliani

Casa di Montecarlo, è giallo due firme uguali sul contratto ROMA — Il contratto di locazione della casa di Montecarlo del cognato di Fini riporta 2 firme uguali. Parrebbero essere di Giancarlo Tulliani. Se così fosse, si potrebbe pensare che il Tulliani sia proprietario e locatario, cioè che abbia affittato a se stesso la casa di sua proprietà. La notizia, del Giornale, è stata anticipata ieri dal (a.cus.) TgLa7 di Enrico Mentana. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DARIO DEL PORTO NAPOLI — Il caso P3 irrompe nell’inchiesta sulle presunte collusioni con la camorra dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino. Dopo l’imprenditore Arcangelo Martino, nel fascicolo della Procura di Napoli entrano gli altri due protagonisti dell’indagine romana che sta facendo tremare i palazzi del potere. I pm Giuseppe Narducci e Alessandro Milita, che ieri hanno interrogato per quattro ore Martino nel carcere di Poggioreale, hanno iscritto nel registro degli indagati per concorso in associazione camorristica anche Pasquale Lombardi e Flavio Carboni. Al centro di questo delicato snodo investigativo ci sono le pressioni esercitate per influenzare l’iter del ricorso presentato in Cassazione contro l’ordinanza cautelare emessa all’indirizzo dell’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, sospettato di legami con il clan dei Casalesi. Intervento poi non andato a buon fine, perché il ricorso fu respinto dalla Suprema corte. Ma la circostanza, captata dalle intercettazioni realizzate nel corso dell’indagine di Roma, ha indotto la Procura napoletana a ipotizzare per Martino, Lombardi e Carboni il concorso nello stesso reato contestato a Cosentino. Assistito dall’avvocato Giu-

Con Lombardi e Martino sospettato di aver tentato di favorire in Cassazione l’ex sottosegretario

P3 e rapporti con i clan Carboni indagato a Napoli per l’affare Cosentino

sembrano invece orientati a sentire Carboni. Martino è apparso dimagrito, provato dalla detenzione e soprattutto dalla recentissima scomparsa della moglie. Qualche giorno dopo Ferragosto, al rientro da un permesso accordatogli dal giudice per visitare la consorte che versava già in condizioni gravissime, l’imprenditore aveva tentato il suicidio in cella annodandosi un lenzuolo al collo. L’intervento di un agente penitenziario aveva evitato il peggio. «Ho frequentato certi ambienti perché speravo di poter ottenere un incarico politico — ha detto ieri Martino durante una pausa dell’interrogatorio — ora non riesco a darmi pace perché questa leggerezza ha distrutto la mia fami-

Interrogato per quattro ore l’ex assessore socialista che ha tentato il suicidio. Il 30 parola al Tribunale del riesame di Roma per la scarcerazione seppe De Angelis, Martino ha risposto ieri alle domande dei pm Narducci e Milita. L’imprenditore, che negli anni ’90 è stato anche assessore socialista all’Annona, si è mantenuto sulle posizioni già messe a verbale nei giorni scorsi. E ha ribadito che era Lombardi, geometra e giudice tributario, a curare i

rapporti con i magistrati. Andò così, ha aggiunto, anche per il ricorso contro l’arresto di Cosentino, chiesto dalla Procura, disposto dal gip, confermato in Cassazione ma non autorizzato dal Parlamento. Nei prossimi giorni i pm Narducci e Milita interrogheranno Lombardi. Al momento gli inquirenti non

CONTATTI Flavio Carboni e, in alto, Nicola Cosentino

glia». I suoi legali hanno chiesto la scarcerazione ai magistrati romani. La Procura aveva espresso parere favorevole agli arresti domiciliari ma il gip ha rigettato l’istanza. Ora la parola passa al Tribunale del Riesame di Roma che discuterà il ricorso il 30 settembre prossimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LE SCELTEINTERNA DEI PARTITI POLITICA

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Pd, con Veltroni 75 parlamentari “Vogliamo un partito più coraggioso” Frenata sulla premiership. Bersani: io la bussola ce l’ho GIOVANNA CASADIO ROMA — Cancellata l’accusa al partito di Bersani che «non ha una bussola». Cassata anche la maiuscola a “movimento” per evitare, spiega Giorgio Tonini, «si pensi che vogliamo costruire l’embrione di un nuovo Pd». Ma per il resto, la critica alla «mancanza di coraggio» in cui il partito ormai navigherebbe, c’è tutta. Il documento che ha mandato in tilt i Democratici — voluto da Veltroni (il segretario-fondatore), Fioroni (uno dei leader dell’ex Ppi) e Gentiloni (ex rutelliano) — è stato firmato da 75 parlamentari (sui 319 del Pd), la metà peraltro dei 149 di “Areadem”, ovvero della minoranza, che si è spaccata così in due. Spiegano i “movimentisti”: «Non intendiamo dare vita a una corrente, a uno strumento chiuso nella logica interna ma a un movimento di partecipazione civile e culturale». Concludono, rassicuranti: «La ragione del nostro impegno politico è nel Partito democratico e per il Partito democratico». Su facebook, Veltroni precisa che «l’unico obiettivo è quello di rendere più grande e più aperto questo Pd; è la nostra una posizione politica che come tale va rispettata». Mira, il “movimento”, a ritrovare lo spirito fondativo del partito, a evitare le secche del «neo-frontismo» (tutti insieme in un’alleanza antiberlusconiana) e del vetero-centrismo (delegare all’Udc di Casini la riscossa). Insomma, fatto «per unire», si difendono gli autori, sotto il fuoco di fila delle polemiche. Franco Marini, storico leader dei Popolari, ieri in un’intervista a Repubblica, li ha chiamati «farisei», gente che dovrebbe sentire «sulle spalle un macigno» per il regalo che sta facendo a Berlusconi e al centrodestra al collasso. I “movimentisti” replicano: «È costruttivo, non un pacco dono al premier». Non tirano più in ballo la premiership, il “papa straniero”, Bersani sì-Bersani no. Non vogliono però sentire anatemi. «Inaccettabili», rincara Tonini. E alcuni Popolari, tra cui Enrico Gasbarra e Paola Merloni rispondono a Marini: «Assistiamo a scomuniche, la nostra azione non è farisaica ma di coerenza». Il segretario Bersani cerca di mantenere lo scontro negli argini del confronto politico: «La bussola? Ce l’ho alla grande. Per me la bussola è rimboccarsi le maniche, fare la nostra discussione nelle sedi giuste». E a chi gli chiede se i 75 sono una fronda ampia e se si tratti dell’annuncio di uno

strappo come quello di Fini nel Pdl, ribatte: «A me va bene tutto... Noi non siamo un partito padronale, abbiamo un nostro modo di fare congressi e discussioni». Invita alla mobilitazione contro un governo che deve prendere atto della crisi o «sarà opposizione durissima». Alla festa del Psi nel Ferrarese, Bersani rilancia il Nuovo Ulivo e Nencini, il leader socialista, aderisce: «Veltroni ci emarginò». Una bordata da Rosy Bindi, presidente del Pd: «Ben venga l’impegno di Veltroni, peccato che ora ha solo lacerato la minoranza e riproposto l’immagine

Il documento

Conservatori

Occorre fare i conti con le posizioni conservatrici del centrosinistra, che puniscono il merito e i più deboli 34% e 25%

È paradossale aver avuto il 34% nella fase di nostra massima difficoltà e poco più del 25% in piena crisi politica del centrodestra

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ELLEKAPPA

Nord e giovani

Nord, mondo produttivo e giovani: è qui che il partito deve proporsi di allargare i consensi, proprio dove il radicamento è più fragile L’intervista

ROMA — Paolo Gentiloni, uno dei promotori del documento che divide il Pd, insiste: è un contributo positivo, «serve a rimettere in circolo le energie dei delusi». Sarà. Ma l’iniziativa viene molto criticata nelle mail degli elettori. «Non mi risulta. Nei messaggi che ho ricevuto io la parola più usata è “finalmente”». Bersani, Marini,la Bindi ne usano ben altre. «Ho visto. Sono sbalordito da alcune reazioni che hanno sfiorato il richiamo alle pulci nella criniera del cavallo di razza». Che fu l’anatema lanciato da Palmiro Togliatti contro Cucchi e Magnani, gli eretici cacciati dal Pci. Sta dando dello stalinista a Bersani? «Ma no. Mi riferivo a qualche amico di sana e robusta costituzione democristiana. Anche la prima reazione di Bersani mi è parsa nervosa. Il giorno dopo è tornato il Bersani pragmatico ed equilibra-

MASSIMO GIANNINI (segue dalla prima pagina) L PRESIDENTE del Consiglio può anche smentire, come risulta abbia fatto durante il Consiglio dei ministri di ieri. Può anche giurare che «non c’è stata nessuna compravendita», e che «quasi tutti» i parlamentari che confluiranno nel nuovo gruppo messo in piedi appositamente dal repubblicano Nucara sono stati eletti nel centrodestra. Purtroppo la meschina «campagna acquisti» come metodo di cooptazione politica risulta agli atti di diverse inchieste: fanno fede le intercettazioni telefoniche del 2008 tra il premier e Agostino Saccà (dalle quali ri-

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distorta di un partito nella bufera». Per il Pd comincia una settimana di passione: prima della direzione fissata per il 23, si moltiplicano gli incontri: Franceschini ha convocato Areadem; si vedono i Ppi; oggi a Orvieto, Veltroni va all’assemblea di “Libertà eguale”. Bindi chiama a raccolta (24-26) per parlare di lavoro, crisi economica e del berlusconismo a Milano Marittima con Camusso, Lerner, Gallino e Bosetti. A Strasburgo altro fronte aperto. Gianluca Susta lascia l’incarico di vice presidente del gruppo Asde e si sfoga: «Era meglio divisi».

Gentiloni risponde alla maggioranza: D’Alema aveva perfino una tv per dissentire

“Reazioni staliniste al documento in democrazia le correnti esistono” to che io apprezzo. Veltroni, quando era segretario, non rispose mai agli attacchi accusando qualcuno di collusione con il nemico». Parla della battuta sul pacco

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Non lasceremo il partito, ma questo non vuol dire che non ci sia disagio da parte di milioni di elettori

Paolo Gentiloni

dono a Berlusconi? «Esattamente. Se qualcuno pensa che la discussione interna sia un favore al nemico, vive sulla luna».

La discussione interna non la potevate fare nella direzione senza raccogliere le firme per un movimento? «La faremo anche lì. Ma non si può menare scandalo per la nascita di un’iniziativa politica in un partito che ha avuto al suo interno componenti organizzate con propri iscritti, emittenti tv costruite, legittimamente, una struttura per il suo dissenso». Si riferisce alla dalemiana Red. Quindi la vostra è una corrente? «Le correnti hanno le loro degenerazioni. Noi cercheremo di fare altro. Ma le correnti non mi scandalizzano». E le scissioni? Tra i 75 molti vorrebbero lasciare il Pd subito. «Questa iniziativa non ha nulla a che spartire con scissioni. Nè da parte mia, che ho rotto un antico

sodalizio politico con Rutelli per rimanere nel Pd, né da parte degli altri promotori. Il che non vuol dire che non ci sia un disagio». Con il Papa straniero? «Quella suggestione fu la scommessa di Prodi. Ma non mi pare una scelta di oggi. Adesso non mettiamo in discussione la segreteria Bersani, verrà il momento di discutere di candidati premier». Ai delusi cosa proponete? «La crisi del Pdl ci spalanca davanti un’opportunità. Il Pd può vincere, può essere il primo partito. Non è affatto vero, come ahimè sento dire dentro il partito, che il tramonto di Berlusconi porti alla fine del bipolarismo e del grande Pd. Il contrario semmai». Senza alleati? «Rimettiamo in carreggiata il partito invece di passare le prossime settimane o a dividersi sulla premiership o a corteggiare potenziali alleati riluttanti». (g.d.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MERCATO DEL PREMIER sulta il tentativo di convincere con seggi e poltrone l’allora deputato Giovanni Randazzo, eletto tra gli italiani in Oceania, a lasciare la maggioranza dell’Unione per far cadere il governo Prodi) e le confessioni di una settimana fa di Arcangelo Martino nell’inchiesta sulla P3 (dalle quali risulta l’analogo tentativo di convincere con versamenti in denaro il senatore Giuseppe Scalera e altri diniani a migrare nel Pdl). Purtroppo il triviale hard-discount dei deputati di queste settimane risalta anche nelle cronache del Parlamento, trasfigurato in un suk mediorientale: fanno fede le interviste pubblicate dal nostro giornale (e non smentite) a deputati come Michele Pisacane

e Antonio Razzi, in cui si parla espressamente di un «montepremi» per chi avesse fatto il salto della quaglia, tra offerte di due viceministeri, quattro sottosegretariati, diversi collegi sicuri e addirittura il mutuo per la casa. È probabile che in nessuna di queste «transazioni», tentate o realizzate, si possano ipotizzare profili penali. Valuteranno i magistrati. Ma il punto non è questo. C’è innanzi tutto un gigantesco problema di ordine etico, che interroga un premier abituato a raffigurarsi agli italiani come «portatore di una moralità mai conosciuta»: la Repubblica muore e il senso civico deperisce, quando un’istituzione come il Parlamento viene usata da un presidente del Consiglio come il

suo personale «mercato delle vacche», invece di essere il luogo in cui si estrinseca concretamente la sovranità degli elettori e in cui gli eletti «servono il popolo». E c’è anche un enorme problema politico, che non è certo legato all’«efficacia» pratica della campagna acquisti (come qualche sedicente liberale lamenta) ma piuttosto alla sua legittimità democratica: non c’è coerenza né senso delle istituzioni, ma solo truce tatticismo, in chi da un lato usa la sacra intangibilità della maggioranza uscita dalle urne del 13 aprile 2008 per tacciare di «tradimento» un gruppo di finiani, e dall’altro lato abusa della tecnica dei «mini-ribaltoni» a sfondo commerciale per assumere «a con-

tratto» un manipolo di casiniani. Quel che è peggio, è che questa volontaria «manomissione» del perimetro della maggioranza da parte del premier avviene con un solo obiettivo: garantirsi in Parlamento i numeri necessari non per ottenere la fiducia il 28 settembre (quella è già scontata), ma per farsi approvare poi le nuove norme ad personam con le quali sfuggirà, ancora una volta, ai suoi processi. Ecco il penoso tornante della storia sul quale Berlusconi sta trascinando il Paese. La politica ridotta a pura «quantità». Senza qualità. E, soprattutto, senza verità. m.giannini@repubblica.it © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

Il retroscena

PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.partitodemocratico.it

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Monta la rabbia contro Walter “Vuol fare lui il papa straniero” Rischio-balcanizzazione. Dissidenti, assalto a Franceschini

GOFFREDO DE MARCHIS ROMA — Il partito leggero di massa, così lightda non contemplare nemmeno gli iscritti, adesso è diviso in quattro correnti: la maggioranza di Bersani-D’Alema, Area democratica di Franceschini, il movimento di Veltroni, la componente di Ignazio Marino. Più i piombini di Renzi e Civati, più i “giovani turchi” che criticano il bipolarismo, più un gruppo di parlamentari (e di elettori forse) che si getterebbero tra le braccia di Vendola domani mattina. Il Pd è rotto in molti pezzi, assomiglia alla Jugoslavia dopo la guerra, rischia una balcanizzazione a pochi mesi da probabili elezioni anticipate. Già ieri Veltroni si è mosso da capo della nuova corrente di deputati e senatori (un quarto della squadra complessiva) inviando in anteprima la stesura definitiva del documento a Pier Luigi Bersani. Gesto diplomatico accompagnato da un messaggio personale. La richiesta di un incontro a quattr’occhi per chiarire il senso, il modo e i tempi. Da fare prima della direzione. Bersani non ha ancora rispo-

Nel gruppo dei 75 FIORONI Il Ppi, Beppe Fioroni è stato tra i promotori del documento, in rotta con Franceschini e Marini. Tra gli altri Ppi, Baio

ICHINO Al congresso aveva appoggiato Ignazio Marino, ora il giurista Ichino sta con i movimentisti

MINNITI Tra gli estensori del documento (con i veltroniani Tonini e Verini), Marco Minniti, ex “Lothar” dalemiano

GARAVAGLIA Popolare, ma anche ex vice sindaco di Veltroni. Maria Pia Garavaglia è una dei “75” con Melandri, Touadì,Nicola Rossi

Veltroni invia a Bersani la stesura definitiva del documento e chiede un incontro sto ma il suo umore nei confronti dell’ex segretario è pessimo. Veltroni costringe il partito a schiacciarsi in un dibattito tutto intestino «proprio quando cerchiamo una mobilitazione collettiva, lanciamo una campagna di comunicazione, organizziamo l’assemblea nazionale al Nord», spiega il leader. Insomma, siamo di fronte a un atto ostile. «Dicono che è un contributo positivo, uno stimolo. Ah sì? Non me ne ero accorto e non se ne sono accorti neanche i nostri militanti. Mi sembra una mossa deprimente, altro che stimolante», si è sfogato il segretario con i suoi collaboratori. Con l’eccezione di Follini e di quell’ala dalemiana che non vedeva l’ora di far venire allo scoperto Veltroni con una sua corrente per fare chiarezza, una bella fetta del partito considera il “manifesto” l’inizio di una guerra. Tutti contro tutti. Alcuni capi del movimento puntano a cacciare Dario Franceschini dalla poltrona di capogruppo. «Cercheranno di sottrargli il ruolo di leader della minoranza. E qualcuno proverà a colpire più in alto», è il sospetto di Ettore Rosato. Senza possibilità di riuscirci perché i numeri sono dalla parte di Franceschini. Ma l’ipotesi dà l’idea del clima. Il capogruppo della Camera è sicuro che le ambizioni di Veltroni siano ben maggiori. Certo, avere la garanzia della ricandidatura per una pattuglia di uscenti. Certo, la ripresa di un ruolo più centrale nella politica del centrosinistra. Certo, più spazio nei telegiornali, il tramite fondamentale con l’opinione pubblica. Ma alla fine, dicono i fedelissimi di Franceschini, il traguardo è quello massimo: fare lui il Papa straniero. «Questo caos — ragionava ieri un franceschiniano — crea le condizioni per una vittoria netta di Vendola

ALLEATO Massimo D’Alema, principale alleato di Bersani nel Pd. È stato premier e ministro degli Esteri. Ora è stato eletto presidente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti

alle primarie. Bersani e Chiamparino si elimineranno a vicenda cercando di occupare la parte destra del campo e Nichi ce la farà. A quel punto si porrà un problema: può Vendola sfidare Berlusconi?». La classe dirigente del centrosinistra è convinta di no. «Perciò — dicono gli amici di Franceschini — si andrà da Veltroni a chiedere di riprovarci». In questo schema, secondo loro, anche D’Alema preferirebbe un’altra soluzione pur di escludere Vendola. Sono ragionamenti, fughe in avanti, elaborate in una fase di choc, che sottovalutano per esempio il peso delle primarie. Gli ex popolari sono i più agitati perché non c’è dubbio che la bu-

fera si sia abbattuta soprattutto su di loro. Proprio dagli “amici” (diciamo così) di Franceschini potrebbe venire la richiesta di un cambio alla presidenza dei deputati. E per evitare la deflagrazione della famiglia “democristiana” Pierluigi Castagnetti e Franco Marini hanno convocato una riunione con tutti gli ex, anche i promotori del documento. «L’hanno chiesta loro — racconta Castagnetti — Anche due dei 75. Dobbiamo ritrovare un bandolo comune». Ma Castagnetti da tempo osserva sconsolato il panorama democratica. «L’autoreferenzialità del ceto dirigente fa perdere il senso delle cose». Anche le elezioni, spesso. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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POLITICA INTERNA E ISTITUZIONI

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PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.formigoni.it

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Sì a Roma Capitale. Bossi: ora un’altra al Nord I finiani al Senatur: idea umoristica. In Veneto lite sul Tricolore tra Pdl e Zaia ROMA — Dentro, in Consiglio dei ministri, abbracci e battute: «Ho assistito personalmente — racconta il sindaco di Roma, Gianni Alemanno — alla firma di Bossi e Calderoli del primo decreto su Roma Capitale. Gianni Letta mi ha fatto entrare: scherzando, mi aveva detto che i ministri della Lega avevano votato contro. Poi mi ha rivelato che su decreto c’era stata unanimità. Ho ringraziato tutti e ho abbracciato Calderoli». Fuori, però, una battuta di Umberto Bossi restituisce il clima reale: «Lo abbiamo votato solo perché il sindaco Ale-

“ALEMANNO PIANGEVA...” La battuta di Bossi: “Decreto votato perché Alemanno è venuto qui da noi a piangere...”

Varato il decreto col nuovo status Abbraccio tra Alemanno e Calderoli manno è venuto piangendo. Ora ci vuole la capitale del Nord». Carota e bastone. Con il sì della Lega quindi e, a tre giorni dal 140° anniversario della breccia di Porta Pia, il governo approva il decreto su Roma Capitale. Meno consiglieri (48 anziché 60), una giunta “blindata” a 12 assessori, massimo 15 circoscrizioni, e un sindaco che può essere ascoltato in consiglio dei ministri. Per ora è solo la prima tappa. E infatti Alemanno se

L’intervista

la cava con una metafora da scalatore: «È una strategia alpinistica, passo dopo passo raggiungeremo l’obiettivo». Poi risponde a Bossi: «Oggi ho riso molto, non ho pianto affatto. Non credo si possa parlare di una capitale al Nord. La capitale istituzionale deve rimanere a Roma». Schermaglie. Ma intanto al decreto di ieri ne dovrà seguire un altro, quello più importante che definirà i nuovi poteri di Roma Capitale, in accordo con Re-

gione e Provincia. Un cammino che non sarà certo agevole, con la governatrice del Lazio, Renata Polverini che ieri non si è unita al coro entusiasta per l’ok al decreto: «Dobbiamo proseguire il confronto con le Province», ha detto. Latina, Rieti, Viterbo e Frosinone hanno lanciato un appello «a non creare squilibri». E poi c’è la Lega. Perché se Bossi fa battute, il presidente del Veneto Luca Zaia dice chiaramente: «Penso sia il giro di boa e spero sia l’ul-

Formigoni alla Lega: il federalismo c’è solo grazie a noi

“Io dopo Berlusconi? Per ora penso al presente Silvio arriverà al 2013” ANNALISA CUZZOCREA ROMA — Garantisce che Berlusconi non cadrà a fine mese. Che il governo durerà fino al 2013. Che solo dopo si parlerà di un altro candidato premier. E che lui — di pressioni illecite sui giudici attraverso la loggia P3 — non ne ha mai fatte. Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni — nel videoforum di RepubblicaTv — mostra il suo volto più rassicurante. Minimizza sui simboli leghisti della scuola di Adro. Poi però fa arrabbiare proprio la Lega. Spiega che il federalismo è nato nel 2000, da un compromesso Bossi-Berlusconi. Ma il suo numero due alla Regione, il leghista Andrea Gibelli, lo contraddice: «Formigoni sbaglia, il patto federalista l’abbiamo proposto noi». Non avverte un problema in un centrodestra a trazione leghista? «Con la Lega c’è una collaborazione competitiva. Siamo alleati, ma restiamo due partiti diversi. Rifiuto però l’immagine di un governo asservito alle ragioni del Carroccio. Non bisogna dimenticare che il tema del federalismo — la loro attuale bandiera — nacque dall’incontro tra Berlusconi e Bossi. La Lega era su posizioni secessioniste. Il compromesso fu di dire sì al federalismo». La Lega riempie dei suoi simboli una scuola pubblica come quella di Adro. «La quantità dei simboli presenti in quella scuola può dare

REPUBBLICA TV Ieri il governatore della Lombardia Roberto Formigoni era ospite a Repubblica tv

fastidio, e pare francamente eccessiva. Ma il sole delle alpi non è un emblema leghista, è legato alla storia di Adro». Intanto il ministro Maroni lavora a un’interpretazione degli accordi di Schengen che scoraggi il soggiorno in Italia dei rom. «Tutti abbiamo il dovere dell’accoglienza per i soggetti deboli, ma ci sono centinaia di milioni di persone che premono per venire nei nostri Paesi. Non si può accogliere tutti. Bisogna dotarsi di regole, e queste regole deve darsele l’Europa. Bisogna

conciliare il diritto di movimento dei cittadini comunitari con la loro possibilità di mantenersi, di avere una casa e un lavoro». Nell’inchiesta sulla P3 è accusato di aver esercitato pressioni sui giudici per la riammissione della sua lista alle regionali. «Non ho fatto alcuna pressione sui magistrati salvo quelle previste dalla legge. Sono stata vittima di una violenza, c’è stato un tentativo inaudito di escludermi dalle elezioni. Per questo, abbiamo consultato decine di legali, e abbiamo dato mandato a quelli che potevano meglio rappresentarci per capire quali azioni mettere in campo». Comunali di Milano. Il centrodestra non ha ancora scelto il suo candidato, la Lega avanza pretese. «Il nostro candidato sarà Letizia Moratti. Non è ancora ufficiale, l’annuncio lo darà Berlusconi, e finché non avverrà è legittimo che la Lega dica che il prossimo sindaco potrebbe essere uno dei loro. Non è così». Che succederà a fine mese? Crisi di governo, elezioni anticipate? «Il 28 Berlusconi otterrà la fiducia del Parlamento, anche quella dei finiani. Il governo andrà avanti fino al 2013». E dopo, Formigoni in campo? «Parliamo di anni molto futuri, stiamo al presente. Per ora facciamo in modo che il governo possa proseguire la sua azione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

tima volta che sentiamo parlare di queste operazioni. Roma è vorace, iperbulimica, dev’essere contingentata». E proprio Zaia ieri è stato oggetto di una polemica coi suoi stessi alleati del Pdl in Veneto che lo hanno invitato a ripristinare il tricolore sulle divise della Protezione civile in Regione, tolto durante la sfilata per il raduno dei vigili del fuoco a Cortina: «È un atto di disprezzo per l’unità nazionale», afferma Dario Bond, capogruppo Pdl in

“INVECE RIDEVO MOLTO” Alemanno ha corretto il leader leghista: “Ridevo molto e non piangevo affatto”

Consiglio. Polemiche sul tricolore a parte (da una settimana in Veneto sono quasi quotidiane) ieri è stata la firma sul decreto per Roma Capitale ad allontanare gli alleati della maggioranza. Perché la Lega sembra chiedere una contropartita: «Ora serve il federalismo e il decentramento amministrativo. Da governatore del Piemonte dico che a Torino potrebbe esserci un ministero», afferma Roberto Cota. Dal Pdl fanno di tutto per spiegare che la firma su Roma Capitale rappresenta la testimonianza che la maggioranza è solida. I finiani, invece, attaccano la Lega: «Così come la Padania non esiste — afferma Fabio Granata — Roma è l’unica Capitale. Quella del Senatùr è geografia creativa». Nel Pd, Pierluigi Bersani liquida la questione così: «Roma credo fosse capitale d’Italia anche ieri l’altro: qui stiamo ad un antipasto di quello che vedremo. Non si può andare avanti per slogan». E da Venezia, il sindaco democratico Giorgio Orsoni usa gli stessi argomenti del leghista Zaia: «Non ci sono commenti da fare se non mettere in guardia il governo da questa bulimia di Roma che vuole sempre tutto, troppo. Ricordiamoci la vicenda delle Olimpiadi: Venezia attende ancora di sapere quale risarcimento avrà». (m.fv.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

MONDO

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Rom, gelo Sarkozy-Merkel l’Ue va avanti contro Parigi E anche Kouchner smentisce il presidente francese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO — Dopo lo scontro sull’espulsione dei rom al vertice europeo, Sarkozy affronta una situazione difficile con tutta la Ue, e soprattutto un gelo con la Germania. Il Grande Freddo tra Parigi e Berlino spacca l’Europa tra due visioni del suo futuro: nazionalpopulismo neogollista o apertura global player conscia della propria forte cultura, cioè l’approccio anglosassone di Angie. Il rapporto speciale dei due paesi-guida del continente, creato da Adenauer e de Gaulle, è stato messo in crisi in modo senza precedenti dalla sicumera con cui il presidente francese ha citato a sproposito la cancelliera. Il governo tedesco smentisce di nuovo, con forza, ogni intenzione di cacciare rom dal territorio federale, attribuita da Sarkozy ad Angela Merkel. Lo stesso ministro degli Esteri francese Kouchner nega in sostanza che la cancelliera ne abbia parlato al presidente. E la Commissione europea fa sapere che andrà avanti nell’esame di una eventuale apertura di procedura d’infrazione contro la Francia.

Il gelo tra i due Grandi d’Europa pesa ormai su tutta l’Unione, e per la prima volta nella storia una crisi di questa portata è stata creata non già dai tedeschi (decisi dal dopoguerra a vincere la pace e non le guerre, e trattati da global player ben più di Parigi da Usa, Uk, Russia e Cina) ma dalla Francia. «Le situazioni dei rom da noi e in Francia non sono paragonabi-

una posizione imbarazzante su più fronti, commentavano ieri i media di tutta Europa. Crisi di fiducia con la Germania, infastidita di sentirsi attribuire posizioni non sue. E crisi con Bruxelles. Il vicepresidente della Commissione europea, Joaquin Almunia, e la portavoce del presidente José Manuel Durao Barroso, Pia Ahrenkilde-Hansen, sono stati cate-

SMENTITO Sarkozy è stato smentito da Kouchner

Il governo tedesco nega l’intenzione di cacciare quel popolo dal territorio federlae li, e di tale questione la Cancelliera e il presidente francese non ne hanno assolutamente parlato, né al summit né a margine», ha insistito ieri, per il secondo giorno consecutivo, il portavoce di Angie, Steffen Seibert. Mentendo sulle posizioni dell’alleato-chiave Germania nel tentativo non riuscito (a parte l’appoggio di Berlusconi) di conquistare consensi nella Ue alla sua linea dura, Sarkozy si è messo in

DECISO Procedura d’infrazione, Barroso vuol andare avanti

Il vice presidente della Commissione Almunia: “Gli Stati devono rispettare le leggi europee” gorici. La Commissione, ha detto Almunia, ha le proprie responsabilità. Vuole continuare ad avanzare nell’esame di una procedura d’infrazione. «In ultima istanza sono i tribunali che devono decidere, e però tutti gli Stati membri e i loro governi devono rispettare le leggi europee e le legislazioni nazionali». A Berlino, il fastidio per la citazione inventata della Cancelliera da parte di Sarkozy è evidente. Il

vicecancelliere e ministro degli Esteri, Guido Westerwelle, dice che «è un malinteso. Perché in Germania non esistono campi rom da smantellare o no come in Francia, e perché decisioni alla francese sarebbero contrari alla nostra Costituzione». La Cancelliera in persona, continua Westerwelle, «mi ha assicurato di non averne parlato». Non è finita: secondo il vicecancelliere, «è dovere e non solo diritto della Commissione verificare che misure nazionali riflettano le direttive europee». Poi per salvare l’apparenza ha assicurato che le relazioni franco-tedesche «sono assolutamente stabili, sono perfette». Lo stesso ministro Kouchner smentiva ieri il suo presidente: ero sempre presente, non mi risulta che tra Merkel e Sarkozy si sia parlato di piani analoghi in Germania, ha detto. E nell’intervista che uscirà oggi sulla Frankfurter Allgemeine la Cancelliera ha avvertito i tedeschi che l’integrazione degli stranieri è sì difficile e va gestita con severità, ma «in futuro le moschee segneranno più di oggi» il paesaggio delle città della Germania. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

Il reportage

SUZANNE DALEY

IN BILICO Due rom tra ciò che resta del loro accampamento a Yambol, in Bulgaria

Cile

Trivelle vicine ai minatori cresce la fiducia SANTIAGO — È già a 630 metri di profondità una delle perforatrici che sta cercando di raggiungere i 33 minatori cileni intrappolati a 700 metri sotto terra da oltre 40 giorni. Il buco di 30 centimetri di larghezza dovrà ora essere allargato fino a un diametro di circa 65 centimetri. «Stiamo avanzando un po’ meglio della tabella di marcia prevista, forse riusciremo a finire a novembre», ha spiegato il ministro delle risorse minerarie Laurence Golborne.

Pakistan

Forte scossa di terremoto paura nel Paese ISLAMABAD — Una forte scossa di terremoto è stata avvertita ieri sera in Pakistan e Afghanistan. Per una decina di secondi, hanno confermato testimonianze in parti diverse di Kabul come l’Hotel Serena, la terra ha tremato visibilmente, mentre nei piani alti degli edifici il fenomeno è stato avvertito più nettamente. Il sisma di magnitudo 6,3 è stato individuato nella regione di Hindu Kush, nel nord dell’Afghanistan, al confine con il Pakistan.

BUCAREST — Bucarest è piena di desolati condomini di epoca sovietica e i più squallidi — cupi palazzoni di monolocali, con bagni in comune, senza nemmeno l’acqua calda — sono assegnati alla popolazione rom. Rom come Maria Murariu, 62 anni, che assiste il marito agonizzante in una stanza puzzolente non più grande di una cella di prigione. Non trova lavoro da cinque anni. «Per noi non c’è molto qui in Romania» ha detto alcuni giorni fa, al capezzale del marito addormentato. «Adesso che siamo nell’Unione Europea abbiamo il diritto di andare altrove, dove si vive meglio». Migliaia di rom romeni, negli ultimi anni hanno deciso di fare altrettanto, mettendosi in marcia per raggiungere il relativo benessere dell’Europa occidentale, e scatenando uno scontro di grandi proporzioni all’interno dell’Ue su quanto “aperti” siano di fatto i suoi confini. In Europa occidentale in molti hanno reagito con ostilità all’arrivo dei nomadi rom, spesso poco istruiti e con pochissime qualifiche. Alcuni di loro hanno trovato qualche lavoretto, raccolgono rottami, dipingono case, mentre altri vivono grazie ai sussidi e altri ancora sono dediti a chiedere l’elemosina, commettono furti, vivono in accampamenti inguardabili. È inverosimile che le espulsioni offrano una soluzione a lungo termine: molti rom espulsi stanno già pianificando il loro ritorno. In privato, alcune fonti romene si prendono gioco dell’iniziativa francese, affermando che «in questo modo i francesi offrono ai rom una vacanza pagata». Non-

Ionel è stato cacciato da Parigi “Ma tornerò presto perché lì si vive molto meglio” dimeno, i sostenitori dei diritti dei rom sperano che gli ultimi scontri costringano l’Unione Europea ad aiutare i rom una volta per tutte. Negli anni in cui la Romania si è impegnata a negoziare il proprio ingresso nell’Unione Europea, aveva promesso di varare programmi atti ad aiutare i rom a integrarsi nella società romena. Le poche iniziative di successo sono state messe a dura prova dai tagli apportati al budget. «Quella che abbiamo sotto gli occhi in questo periodo è una situazione a dir poco terribile» dice Nicolae Stoica, direttore di Roma Access, un gruppo di sostegno per i rom. «Non hanno speranza alcuna di trovare un posto di lavoro. Se in un mese riescono a mettere insieme 20 euro raccattando rottami vari è già tanto. Come possiamo dir loro di non andare in Francia a elemosinare per le strade?». Gli esperti sono del parere che la popolazione rom sia stata profondamente colpita da un insieme di fattori. Tanto per cominciare, i mestieri artigianali che un tempo davano loro da vivere — realizzare pentole in rame o fare i maniscalchi — sono ormai obsoleti e poco richiesti. Anche alcune peculiarità della cultura zigana non hanno contribuito a migliorare le cose: la loro

PER SAPERNE DI PIÙ ec.europa.eu/index_it.htm www.nytimes.com

8-10 mln

500 mila

IN UNIONE EUROPEA

IN ROMANIA

Nell’Unione Europea vivono dai 10 ai 12 milioni di Rom e sinti, la cui maggior parte ha acquisito la cittadinanza europea tra il 2004 e il 2007. Rappresentano la minoranza etnica europea più numerosa

Secondo un censimento, in Romania vivono 500 mila Rom. Ma gli attivisti sostengono che siano quasi 2 milioni. In Italia ne vivono 150mila, quasi 90 mila di nazionalità italiana; in Francia 400 mila

“In Romania non c’è futuro basta con le discriminazioni” La rabbia dei nomadi: “E non siamo tutti ladri” è una società patriarcale molto forte, nella quale vige la legge del clan, e i giovani sono spinti a contrarre matrimonio molto presto, così che anche l’istruzione non ha alcun valore. Non tutti i rom sono poveri, in ogni caso. Nel paese di Barbulesti, circa 40 miglia a nordest di

Bucarest, i segni di un relativo successo non mancano: il paese è formato da un agglomerato sfolgorante di case color mostarda o ketchup, con tanto di sfarzose torrette e grondaie decorate, molte delle quali ancora in costruzione. Questo paese ha un sindaco rom, Ion Cutitaru, 59 an-

ni, l’unico di tutta la Romania. Secondo quest’ultimo, un terzo dei 7.000 abitanti del paese si è trasferito nell’Europa occidentale, alla ricerca di lavoro, ma poiché non ha trovato di meglio, chiede l’elemosina per le strade. «Tirano avanti, poi tornano e si costruiscono una casa».

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Dalla Francia nelle scorse settimane sono stati espulsi proprio 28 rom di Barbulesti. Tra loro c’è Ionel Costache, 30 anni, che ha detto che tornerà in Francia quanto prima, già tra una o due settimane. «Mio figlio aveva un problema agli occhi ed è stato operato in Francia, con un’operazione costata 7.000 euro, una cifra che qui nessuno avrebbe messo a disposizione. Oltretutto non c’è neanche bisogno di lavorare, si può sempre mangiare grazie all’assistenza sociale. Non c’è confronto: la Francia è un posto molto migliore nel quale vivere della Romania». © New York Times/La Repubblica Traduzione di Anna Bissanti © RIPRODUZIONE RISERVATA



la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

Le tappe

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MONDO

PER SAPERNE DI PIÙ http://es.wikipedia.org/wiki/Ingrid_Betancourt www.eltiempo.com

IL RAPIMENTO

CASO MONDIALE

LA LIBERAZIONE

POLEMICHE

Ingrid Betancourt viene sequestrata il 2 febbraio del 2002 dalle Farc subito dopo la rottura delle trattative fra il governo colombiano e la guerriglia

Grazie alla doppia nazionalità - è anche francese grazie al primo marito - il caso diventa internazionale: Parigi interviene per liberarla

La Betancourt venne liberata in una operazione dell’esercito il 2 luglio del 2008 dopo sei anni di prigionia nella selva colombiana

Dopo il sequestro i suoi compagni di prigionia - l’ex segretaria e tre contractor Usa hanno scritto libri molto critici contro di lei

Ecco la nuova Betancourt “Ho scritto un libro per cancellare i miei incubi”

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EDITO DA RIZZOLI “Non c’è silenzio che non abbia fine” è il titolo del libro edito da Rizzoli, 720 pagine 21 euro. In Italia esce mercoledì 22 settembre

Il sequestro, la giungla, le Farc: 2321 giorni di angoscia

vuol dire vivere 24 ore su 24 nelle condizioni in cui eravamo? Legati gli uni agli altri? Costretti a fare i propri bisogni davanti a tutti? Le Farc ci hanno fatto tirare fuori il peggio di noi stessi». Per troppo tempo sono state giustificate a sinistra: soprattutto in Europa. Lei stessa viene rapita quando cercava con le Farc il dialogo. Pentita? «Per niente. Certo ero più giovane e più impulsiva. E probabilmente avrei dovuto agire più prudentemente. Ma se una soluzione ci sarà mai, potrà passare solo dal dialogo». Quindi sarebbe disposta, nel caso, a incontrare il nuovo capo delle Farc Alfonso Cano? «Per farmi rapire di nuovo?». Nel libro racconta l’emozione

(segue dalla prima pagina)

DAL NOSTRO INVIATO ANGELO AQUARO PPURE è un palazzo: un grattacielo come questi qui a New York — continua Betancourt — e loro sono là: i miei guardiani. Riconosco le uniformi: rivedo quei volti, rivivo l’orrore. Mi cercano. Mi inseguono. Mi acchiapperanno di nuovo». Quando si sveglia di soprassalto «ci vuole ancora qualche secondo per realizzare dove mi trovo davvero». Cioè nella sua casa di quella Parigi che l’ha adottata — lei colombiana cresciuta in Francia e sposata a un francese — e che adesso «le spezza il cuore» per quello che sta facendo ai rom. Oppure nell’appartamento al Village della figlia Mélanie che ora studia cinema a New York. No, in Colombia per ora no. «C’è un tempo per tutto» dice. È la risposta che

«O

LIBERA Dopo sei anni di prigionia nelle foreste colombiane (in alto), Ingrid Betancourt viene liberata nel 2008. Accanto, l’abbraccio della madre al suo ritorno in Francia

Rivivo l’orrore

Sogno i miei carcerieri, rivedo quei volti, rivivo l’orrore. Mi cercano, mi inseguono. Mi prenderanno di nuovo ripete anche quando chiedi se tornerà mai a lottare per la presidenza colombiana — lei che fu rapita proprio in campagna elettorale dalle Farc: «Chi può dirlo?». Il tubino nero lungo e stretto le copre appena le ginocchia e i capelli che nella giungla le arrivavano fino a terra — in quella foto in catene che fece il giro del mondo — ora sono elegantemente raccolti. Ha scritto un libro di settecento pagine e già il titolo preso da Pablo Neruda è una promessa: «Non c’è silenzio che non abbia fine». Adesso è finita davvero? «Mi sento serena. Questo libro è stato anche la mia terapia. Mi ero detta: ho bisogno di ricostruire tutte le mie relazioni. Ho bisogno di ritrovare la mia famiglia e i miei figli. Tante volte in tutti questi mesi avevo provato a parlarne: ma era difficile anche con loro. Il libro è stata una cura. Tutti i giorni dalle 9 alla sera alla 5. Nessuna interruzione, scritto tutto a mano. Dovevo ritrovare le misure con me stessa. Il mio mondo: una scrivania, una risma di carta, qualche barretta di cioccolato. Scrivevo e prima di scannerizzare e spedire alla mia editor leggevo a mia madre. Piangevamo insieme. Ridevamo insieme. Dal gennaio 2009 fino a Natale sono andata avanti così». Il libro si legge come un romanzo. I cinque tentativi di fuga. L’amicizia più che forte con due compagni di prigione: il senatore colombiano Luis Eladio

“Lucho” Perez e l’americano Marc Gonsalves. E le difficoltà con la sua assistente Clara Rojas che pur di avere un bambino si fa mettere incinta da un guerrigliero delle Farc. E poi il suo cammino religioso, la paura continua della morte... «E pensare che il primo libro da “grande” che avevo regalato a mia figlia era Il Conte di Monte Cristo. Se prima del sequestro mi avessero detto che un giorno tutto questo sarebbe potuto capitare a me — beh, avrei sbuffato. Vedo già la risposta che avrei dato: piuttosto che passare attraverso quell’inferno mi farei ammazzare. Ecco: questo libro è il tentativo di raccontare come la vita non avanza sempre linearmente. Non è tutto bianco o nero. Ma ce la si può fare». Ha mai pensato davvero al suicidio? «Nel libro racconto che negli ultimi mesi mi stavo lasciando andare: ma quella è l’accettazione della morte come ultima forma di libertà. No, il suici-

dio no». Sorprende la sua fede continuamente sbandierata: lei che nell’America latina era il simbolo di una politica giovane, verde, femminista, di sinistra. Che cosa è successo nella giun-

La mia Colombia

No, in Colombia per ora non torno. C’è un tempo per tutto. Lottare per la presidenza? Chi può dirlo...

gla? «Sono sempre stata credente a modo mio. Lo so, lo so, la Chiesa e tutto il resto: difficile capire. L’aborto? Ma pensate anche a cose più semplici: chi dà il diritto di vietare ad alcuni di avvicinarsi alla comunione, di avvicinarsi a Dio? Però da quando sono stata liberata vado a messa tutte le domeniche. E gli oggetti più cari che mi sono portata dietro dalla giungla sono proprio il mio rosario e la mia bibbia. La preghiera come disciplina. Prima invece Dio c’era solo quando faceva comodo: e a volte era meglio che si voltasse dall’altra parte». I suoi compagni avevano già raccontato la prigionia in altri due libri. Facendo un ritratto di lei molto duro: “Egoista, privilegiata”. «Una delle tante cose orribili delle Farc è essere riusciti a dividerci. Io quei libri non li ho letti neppure perché ero impegnata sul mio e non volevo essere condizionata. Però sapete che cosa

Ricordo indelebile

La libertà è una riconquista quotidiana Quanto mondo mi sono perso? No, dimenticare per me è impossibile della libertà già ritrovata sull’aereo del ritorno: quando chiede al generale Mario Montoya il permesso di andare al bagno e quello le risponde che adesso non deve più chiedere il permesso a nessuno. «La libertà è una riconquista quotidiana. Quanto mondo mi sono perso? I miei ragazzi mi avevano preparato al computer una sorta di medley: tutti gli spezzoni di film più belli che non avevo potuto vedere in questi anni. Un mio amico a Parigi mi ha fatto recapitare un valigione di dvd. Ho pianto guardando Le vite degli altri: in fondo anche quella è la storia di una vita sotto lo sguardo di un carceriere». In catene eravate riusciti a racimolare i libri di una biblioteca ambulante. Le sue pietre filosofali sono state un dizionario Larousse e un capitolo di Harry Potter. «Mi piacerebbe incontrare J. K. Rowling: farle sapere i miracoli che la sua fantasia è riuscita a portare nella mia gabbia». Dopo la liberazione, di fronte alle curiosità sulla prigionia aveva detto: ci sono cose che vanno lasciate nella giungla. Settecento pagine dopo: che cosa è rimasto ancora lì? «Quello che andava lasciato.... Dimenticare è impossibile. Ma ricordare deve poter elevare chi scrive e chi legge: non farlo ripiombare più in basso nell’orrore inconfessabile». © RIPRODUZIONE RISERVATA



la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

CRONACA ■ 23 LA CATTURA

Brusca, minacce dalla cella agli ex prestanome infedeli “Posso diventare una bestia”

Brusca, autore della strage di Capaci, viene arrestato il 20 maggio ‘96: pochi giorni dopo inizia a collaborare

IL DEPISTAGGIO Inizialmente fa delle dichiarazioni false: solo nel 2000 viene ammesso al programma pentiti

LE RIVELAZIONI Brusca ha parlato per primo della trattativa ma secondo i giudici saprebbe anche altro su mafia e politica

Pisanu sul pentito: rischia la revoca del programma di protezione SALVO PALAZZOLO PALERMO — Dal reparto pentiti di Rebibbia mandava lettere di fuoco, come se fosse ancora un padrino di Cosa nostra: «Divento una bestia più di quanto non lo sono stato nel mio passato», così scriveva Giovanni Brusca alla moglie di un prestanome che non voleva sentirne di consegnare i guadagni di un vecchio affare immobiliare a Palermo. E minacciava: «Sono disposto ad arrivare fino in fondo, costi quel che costi, e non mi riferisco alle vie legali». Poi, ancora, avvertiva: «Appena ne avrò la possibilità, tuo marito sarà il primo che vado a trovare e poi vediamo se ha i galloni di boss (...) neanche se diventasse il nuovo Totò u curtu». Brusca non sospettava affatto che la sua posta fosse intercettata. E invece, da un anno era tenuto sotto controllo dalla Procura di Palermo, anche quando usciva in permesso premio, ogni 45 giorni. Una microspia piazzata nell’abitazione della moglie, che abita col figlio in una località segreta, ha fatto emergere molti segreti che l’ex padrino di San Giuseppe Jato si portava ancora dentro. Dopo l’arresto, avvenuto nel 1996, Brusca aveva confessato di avere azionato il telecomando dell’esplosivo per Giovanni Falcone, aveva confessato pure di avere ucciso più di 150 persone, ma ben poco ha sempre detto sul suo patrimonio. Adesso, i carabinieri del Gruppo di Monreale hanno scoperto che il pentito gestiva addirittura dal carcere il suo personale tesoro. Le intercettazioni hanno fatto emergere discorsi su soldi, immobili, quadri di valore, società e tanti affari ancora da chiarire, fra la Sicilia e il Nord Italia. È lo stesso Brusca a parlare delle sue reticenze sui beni in un’altra lettera fotocopiata dagli investigatori prima che giungesse a destinazione: «Ho mentito spudoratamente», scrive a un prestanome. L’operazione Brusca è scattata nel cuore della notte. I carabinieri sono entrati nel carcere romano di Rebibbia con un decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e dai sostituti Francesco Del Bene, Lia Sava e Roberta Buzzolani. Destinazione, la cella super protetta del collaboratore: sono stati sequestrati un computer, venti cd rom e alcuni appunti, tutti da verificare. Durante la notte, i militari hanno perquisito anche l’abitazione della moglie di Brusca, Rosaria Cristiano, che risulta indagata per riciclaggio: sotto un materasso e dentro un’intercapedine erano nascosti 188 mila euro in contanti e le ricevute bancarie di alcuni cambi in valuta straniera. A San Giuseppe Jato, sono stati in-

vece sequestrati una ventina di quadri di autori contemporanei: erano in un deposito nella disponibilità della madre di Brusca, che ha 77 anni e adesso si ritrova pure lei indagata, per ricettazione. Gli investigatori stanno verificando se i quadri siano rubati. La rete dei prestanome di Brusca non era proprio fatta da insospettabili. Gli inquirenti hanno puntato le attenzioni su un cugino e uno zio del pentito, poi su due cognati. Nel registro degli indagati sono finiti anche un imprenditore milanese che abita a Chieti, Luigi

La lettera L’AVVERTIMENTO A settembre Brusca scrive alla moglie di un favoreggiatore protestando per non avere ricevuto i soldi di un affare: «Sono disposto ad arrivare fino in fondo, costi quel che costi, e non mi riferisco alle vie legali, tanto per essere chiari»

LA RABBIA «Non pensavo mai di essere ripagato in questo modo da voi e la cosa mi fa molto male e mi fa diventare una bestia più di quanto lo sia stato nel mio passato (...) Mio figlio non va in giro in Bmw ma per mantenersi agli studi va a lavorare per 35 euro al giorno»

Trovati alla moglie 188 mila euro. Lui si difende. “Sono i miei risparmi, niente di illecito”

Mincone, e la moglie. Giovanni Brusca, interrogato ieri pomeriggio a Rebibbia dal procuratore Francesco Messineo, si difende: «Quei soldi che avete trovato a casa sono i risparmi di una vita, frutto di attività lecite». Ma adesso il collaboratore rischia di essere estromesso dal programma di protezione: lo dice il presidente dell’antimafia, Giuseppe Pisanu. Il presidente della commissione centrale del Viminale che si occupa dei pentiti, Alfredo Mantovano, ha chiesto un’informativa dettagliata ai magistrati di

L’arresto di Giovanni Brusca ad Agrigento nel 1996 Palermo. È già polemica su Brusca e i pentiti. Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, invoca più severità nei benefici ai collaboratori.

Fabio Granata (Fli) replica: «Chi cerca di strumentalizzate questa vicenda gravissima attaccando i pentiti fa il gioco delle mafie». Uno degli avvocati di Brusca, il senato-

re Idv Luigi Li Gotti, tiene a ricordare: «Il contributo di questo collaboratore è stato importantissimo per la lotta alla mafia. Se ha sbagliato pagherà, ma tutto ciò non vuol dire ripensare lo strumento del pentitismo». Il procuratore Ingroia precisa: «Indaghiamo su illeciti patrimoniali, che non incidono sull’attendibilità delle dichiarazioni». Ma a Brusca arriva adesso l’appello dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Firenze: «Dica fino in fondo cosa sa sui misteri del ’92-’93». © RIPRODUZIONE RISERVATA



la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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CRONACA

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Porta la figlia a scuola con il burqa mamme in rivolta: spaventa i bimbi Legge anti-velo della Lega: un anno di reclusione a chi costringe le donne MARIA ELENA VINCENZI ROMA — La paura dei bambini per una mamma con il burqa che accompagna la figlia a scuola. “La maestra nera” la chiamano i piccoli spaventati. Sono bastati appena cinque giorni perché le altre mamme si lamentassero e chiedessero che, almeno dentro alla scuola, si scopra gli occhi e la bocca. Succede alla materna comunale di Sonnino, paese di settemila anime in provincia di Latina. E, nel giorno in cui la Lega presenta una proposta di legge per vietare il burqa nei luoghi pubblici, pena una multa dai 150 ai 300 euro, e, novità, punire chi costringe le donne ad indossarlo con un anno di reclusione e 30mila euro di sanzione, scoppia la polemica. Che trasforma il disagio di un piccolo centro alle prese con l’integrazione in un caso nazionale. È così che la “mamma con il burqa”, una donna marocchina e islamica che, da un anno e mezzo, vive con la famiglia a Sonnino, è diventata, suo malgrado, una protagonista. Per scelta delle altre madri che si sono rivolte alla dirigente scolastica per chiedere che si scopra, quando è nell’atrio, almeno gli occhi e la bocca, in modo da rendersi riconoscibile «perché — hanno spiegato — così spaventa i nostri figli». Forse non solo i piccoli, visto che, dicono i genitori: «Sotto a quella tunica nera potrebbe nascondersi chiunque, anche un malvivente». Mamme apprensive, hanno voluto precisare, non razziste. «Se riuscissimo a vederla in faccia, potremmo confrontarci, conoscerla». Togliersi il burqa, quindi, ma a puro scopo “integrativo”. Un tam tam che va avanti da al-

I precedenti IL NO DI AZZANO Il primo Comune a vietare l'uso del burqa è stato Azzano Decimo (Pordenone), nel 2004. L'ordinanza del sindaco leghista fu subito annullata dal prefetto

MULTE A NOVARA Nel maggio scorso a Novara una donna di origine araba coperta dal burqa viene fermata dai carabinieri: la multa prevista dall'ordinanza è di 500 euro

IL CASO BIELLA Sempre nel giugno scorso a Cossato (Biella) il sindaco leghista ha disposto multe anti-burqa da 25 a 500 euro

BURKINI A VERONA Nell'agosto 2009 una donna musulmana indossa un burkini in una piscina di Verona suscitando Proteste e, secondo le mamme, paura ai bambini

Nel Bergamasco

Il Tar boccia il Comune e dice sì alla moschea ORIANA LISO MILANO — A dire no alla moschea era stata una giunta di centrosinistra, che aveva motivato il rifiuto con questioni urbanistiche e di regolamenti, seguita a ruota dalla nuova giunta di segno opposto. Ma ora una delle comunità islamiche del bergamasco, quella del piccolo comune di Rogno, ha vinto almeno in parte la sua battaglia. Il Tar di Brescia ha accolto il ricorso dell’associazione Centro culturale Costa Volpino, annullando la delibera del consiglio comunale che, nelle pieghe del piano regolatore, impediva la trasformazione di un edificio dell’associazione in moschea. «Non vi sono ragioni insuperabili che impediscano l’evoluzione della destinazione residenziali verso una funzione sociale, anche di tipo religioso», scrivono i giudici amministrativi nella sentenza. E ancora: «I comuni possono legittimamente porsi soltanto il problema dell’effettiva esigenza di luoghi di culto in relazione al numero di soggetti interessati, anche su scala sovracomunale». In pratica la giunta di Roglio, nel 2007, non poteva negare al centro culturale di aprire la moschea, dovendosi limitare a un ambito di competenza esclusivamente urbanistico-edilizio: può e deve, quindi, assicurarsi che ci sia una reale necessità nella zona di un luogo di culto per quella confessione, può e deve regolare i problemi igienico-sanitari e di sicurezza. Nulla più, perché la legge «non autorizza i comuni a decidere sulla qualificazione delle confessioni religiose, ma devono conformarsi ai principi generali dello Stato». Il Tar sconfessa il Comune anche sul valore naturalistico dell’edificio di via Santa Caterina dove nel frattempo il centro islamico, senza aspettare le autorizzazioni comunali, ha iniziato a ristrutturare i locali per adibirli a moschea, e su questo i giudici, invece, danno torto all’associazione. Ma ora la parola torna ai legali, perché il Comune sta decidendo se fare un nuovo ricorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il marito-imam: non bisogna avere paura, è solo un abito tradizionale e religioso

Il sindaco: Sonnino non è un paese razzista. Noi proteggiamo solo i nostri piccoli Donne musulmane che indossano il velo. In Italia è polemica

cuni giorni tanto che ieri ad accompagnare e prendere la figlia di tre anni a scuola è stato il padre, Moustafa Addi, imam della vicina Priverno che ieri ha cercato di abbassare i toni (anche perché, dicono in paese, la moglie non parla): «Non c’è proprio nulla da temere, è solo un abito che indossano le donne del mio paese, appartiene a fede e tradizione». An-

che se pare che la famiglia stia meditando di fare le valige. Una scelta per cui forse attenderanno lunedì, giorno in cui la direttrice scolastica ha convocato un incontro con i due genitori musulmani al quale parteciperà anche il sindaco, Gino Cesare Gasbarrone. «È un anno che questa famiglia sta con noi. Quando sono arrivati, qualcuno in paese aveva

paura della signora: incontrarla di notte può spaventare. Non si sono mai integrati, ma non hanno mai dato problemi». Guai a parlare di razzismo. Il primo cittadino di Sonnino spiega che i musulmani in paese sono tanti, che, per la maggior parte, sono integrati e che all’asilo “della maestra nera” i bambini islamici hanno anche menu per le loro esi-

genze. Burqa sì, burqa no. Mentre le mamme pensano di formalizzare le lamentele con una raccolta di firme, il sindaco aspetta l’incontro di lunedì. Per ora esclude la possibilità di una ordinanza, confidando nel buon senso. Ma, dice, «i bambini di Sonnino vanno tutelati». © RIPRODUZIONE RISERVATA



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CRONACA ■ 27

La trafigge con la balestra e poi si uccide Rimini, l’omicida era lo zio della vittima. Si è tolto la vita con una freccia STEFANIA PARMEGGIANI RIMINI — Ha dato le spalle al suo assassino, ma a un passo dalla salvezza quando la mano stava per afferrare la maniglia, la freccia l’ha trafitta all’altezza del collo. Monica Anelli, avvocato quarantenne, è stata ammazzata con una balestra nell’androne di casa. L’arma del delitto le era familiare, un oggetto ornamentale fino a quel momento appeso al muro delle scale. Era dello zio Stefano, ingegnere in pensione e collezionista di armi antiche, che ieri l’ha imbracciata per uccidere. Dopo avere cercato di fare esplodere la palazzina, il sessantaduenne ha

stesso, ossessionato da un’eredità che stava creando tensioni in famiglia. Litigava con tutti e sempre più violentemente. Tutti tranne Monica con cui aveva buoni rapporti, ma che ai suoi occhi aveva una colpa: come avvocato rap-

MILANO

GORIZIA

Nell’agosto del 2008 il medico Arturo Geoffroy uccide il collega Lorenzo Bignamini con una balestra

Nel luglio scorso il trentacinquenne giardiniere disoccupato Ramon Berloso ha usato la balestra per uccidere due escort

presentava nella causa di famiglia gli interessi dei genitori. Gli agenti della squadra Mobile, diretti da Nicola Vitale, lo hanno cercato per tutto il pomeriggio, ma quando lo hanno trovato, alle nove di sera sulle colline di Rimini, era

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Roma

Scritte antisemite e due svastiche sul muro del liceo ROMA — Una scritta antisemita di cinque metri e due svastiche disegnate con la vernice rossa sul muro di un liceo classico di Roma, il Mameli. A trovarla, ieri mattina, alcuni professori che hanno immediatamente avvisato la polizia: la scritta è stata subito cancellata e sono state avviate le indagini. Unanime la condanna del mondo politico, romano e nazionale.

OMICIDIO SUICIDIO Il ritrovamento del corpo di Monica Anelli. Accanto, l’arma del delitto, una balestra. Sopra, una foto della vittima

vagato per ore sulle colline riminesi fino alla decisione di farla finita. Ha rivolto verso di sé una seconda balestra, una freccia dritta al cuore. Una disputa sull’eredità da risolvere con il sangue come se fosse un regolamento di conti tra signori medievali. Erano quasi le tredici quando i vicini, allarmati dall’odore, hanno chiamato i vigili del fuoco: le scale della palazzina di via XXIII Settembre erano invase dal gas e sul pianerottolo del primo piano, proprio di fronte all’appartamento di Monica, era poggiata una candela. Una trappola mortale per cancellare le tracce e simulare un incidente. A pochi centimetri, l’arma del delitto. Il compagno della vittima Paolo Baldaserra ha spiegato di avere avuto un brutto presentimento quando ha parcheggiato sotto la palazzina nella quale sognavano di avere dei figli. «Sono sempre io a tornare a casa per primo, ma c’era la sua auto... «, ha spiegato scoppiando in lacrime. Stando alla sua testimonianza e a quella dei colleghi della vittima, sembra che Monica sia stata aggredita di mattina, prima di uscire per andare in ufficio. Sul pianerottolo al primo piano l’avvocato ha incontrato lo zio con cui ha avuto un violento litigio. È stata ferita più volte con un paio di forbici: due colpi alla schiena, uno al petto, altri due al capo. È riuscita a divincolarsi, si è trascinata per le scale e quando era ormai a un passo dalla salvezza è stata raggiunta dalla freccia. Lo zio ha appoggiato la balestra a terra, ha preso le chiavi della nipote dalla sua borsetta, è entrato nell’appartamento, ha staccato i tubi del gas e si è chiuso la porta alle spalle lasciando accesa una candela. Voleva fare esplodere la palazzina in quel momento vuota, inquinare le prove, cancellare le tracce della sua follia. Non c’è riuscito: i vigili del fuoco sono intervenuti prima e agli investigatori è bastato poco per capire che cosa fosse accaduto: nel bagno dell’ingegnere hanno trovato tracce di sangue, in un cassetto aperto delle frecce, poi le forbici e infine hanno scoperto che dalla sua collezione di armi era sparita una seconda balestra. Si sono concentrati su quell’uomo, eccentrico e solitario, sempre più spesso chiuso in se

troppo tardi. Come per concludere un rito assurdo, e per auto accusarsi del delitto, aveva puntato l’arma da distanza ravvicinata contro se stesso, una freccia al cuore.

Latina, la denuncia a Gay Help Line: cinque anni di violenze verbali e intimidazioni nell’azienda in cui lavoro

Il caso

“Mobbizzato perché trans, ho tentato il suicidio” RORY CAPPELLI ROMA — Insulti, soprusi, angherie, dispetti, ancora insulti e persino botte. Perché lì, nell’azienda casearia di Latina, quell’ibrido, quell’orribile lei-lui, proprio non ce lo volevano. Alla fine Apo-Simona, la donna (bella, femminile) che 5 anni fa ha deciso di cambiare sesso per diventare quello che si sente da sempre, un uomo, ha tentato il suicidio. «Ti faremo impazzire» gli sussurravano le colleghe nell’orecchio. «Vedrai, piano piano ci riusciremo». Cinque giorni fa Apo, nella mensa della sua azienda, dopo che per l’ennesima volta «quelli dell’amministrazione» le avevo intimato di andarsene, si è aperto i polsi con un ta-

Il Presidente, il Vicepresidente, il Consiglio Direttivo e tutti i soci della Società Italiana di Cardiochirurgia (SICCH), partecipano, costernati, alla scomparsa del Prof.

Angelo Pierangeli Insigne maestro di vita, esempio di limpida professionalità. Ex presidente della SICCH, ha lasciato un segno indelebile nella storia della Cardiochirurgia. Roma, 18 settembre 2010 Alessandro e Stefano Faenza con le mogli Egle e Otella si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa del grandissimo maestro di chirurgia e grande compagno di avventure sportive

Angelo Pierangeli Bologna, 18 settembre 2010 O.F. Franceschelli Tel. 051/227874 - Bologna

Il Rettore Ivano Dionigi e tutta la comunità universitaria si stringono intorno alla famiglia e si inchinano riverenti alla memoria del Prof.

Angelo Pierangeli Professore Emerito dell’Alma Mater clinico insigne, illustre maestro e studioso Bologna, 18 settembre 2010 O.F. Golfieri Tel. 051/228622 - Bologna

18-09-2003

18-09-2010

Fabio Doplicher Poeta e drammaturgo, vive nell’affetto dei suoi cari, nel ricordo di quanti l’hanno conosciuto e amato, e nelle sue opere. Roma-Torino, 18 settembre 2010

Simona-Apo glierino. Nessuno l’ha soccorso mentre il sangue imbrattava la sua tuta bianca da operaio. È uscito, «barcollavo, non capivo niente», racconta: poco oltre si è accasciato sull’asfalto. Gli operai di un’altra fabbrica hanno chiama-

Settembre 2006 Settembre 2010 ANNIVERSARIO “...Non vive ei forse anche sottoterra, quando gli sarà muta l’armonia del giorno, se può destarla con soavi cure nella mente de’ suoi? Celeste è questa armonia di amorosi sensi...” da “I Sepolcri” U. Foscolo dott. Alessandro Morichetti Dopo il tempo del dolore e del pianto per averti perduto è venuto il tempo della memoria e della gioia per averti conosciuto ed amato. La moglie Rossella e figli Tommaso e Federico incontrano amici e conoscenti sabato 25 settembre alle ore 9.30 al Pantheon della Certosa per ricordarlo. Alle ore 10.15 sarà effettuata la tumulazione nella ristrutturata tomba di famiglia nel chiostro III. Bologna, 18 settembre 2010 18-09-2009 18-09-2010 A un anno dalla scomparsa dell’amatissima

Virginia Gian Piero, insieme a Luca, Chiara, Lapo e le famiglie, la ricordano a tutti gli amici, colleghi ed ex studenti che ne apprezzarono l’insegnamento. Firenze, 18 settembre 2010 19-09-2009 19-09-2010 Giovanna Gorgosalice, i figli Elena Giulia e Giacomo Claudio con Monica Coggi e i nipoti Edoardo, Carlotta e Giulio ricordano, ad un anno dalla scomparsa e con l’amore di sempre il Prof. Luigi Enrico Rossi rasserenati e grati di poter ritrovare la sua umanità e passione di studioso nei numerosi allievi che hanno raccolto il testimone. Sarà celebrata una messa lunedì 20 settembre, alle ore 12.15, presso la Cappella della “Sapienza” nella Città Universitaria, piazzale Aldo Moro 5, Roma. Roma, 18 settembre 2010

to l’ambulanza, è stato portato all’ospedale di Latina. Poi si è messo in contatto con il responsabile dell’ufficio legale di Gay Help Line, l’avvocato Daniele Stoppello che adesso denuncerà la vicenda al Tribunale di Latina. «Cinque anni fa decido di cambiare sesso» racconta Apo, 35 anni. «Inizio le cure ormonali. Mi cambia la voce, mi cresce la barba: penso che la cosa giusta da fare sia dirlo ai colleghi e al direttore. Ho sempre lavorato tanto, ogni anno avevo i premi di produzione. Ero ingenuo: pensavo che non sarebbe cambiato niente. E invece inizia l’incubo» ricorda ancora. «Nel mio armadietto trovo assorbenti usati, fazzoletti sporchi. Mi urlano mezza lesbica, mezzo frocio, transessuale. A mensa scherza-

18-08-2010

18-09-2010

no sulle lesbiche, ma che si mettono tra le gambe quelle, sghignazzano guardandomi. Ostacolano il mio lavoro e poi mi riprendono perché, per quegli ostacoli, vado fuori tempo. Mi accusano di infastidire le operaie. Arrivano a scrivere tre lettere di richiamo su invenzioni, falsità. Così, ogni giorno, per mesi, anni. Un macchinista mi picchia — calci, pugni — e poi mi minaccia se non ti stai zitta ti vengo a cercare a casa, mezzo uomo, lesbica, e ti ammazzo. Una signora anziana, che mi difende, viene punita. Cado in depressione: arrivo a pesare 32 chili. Mi chiamano Transformer, e mi chiamano Mazinga perché per la rabbia tengo i pugni chiusi. Impazzisco. Fino all’altro giorno». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Taranto

Prof.

Lino Scalfati Sei sempre nei nostri cuori. Ci manchi tanto. Rosetta, Cristina, Stefano, Vittoria e Cecilia. Roma, 18 settembre 2010 Ieri è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari N.U. Ing.

L’omicidio risale al 27 luglio, ma il cadavere è stato scoperto solo ieri

Ammazza il padre e gli dà fuoco “Aveva violentato mia figlia”

Michele Ferrante pluridecorato Marina Militare Lo ricordano con amore la moglie, i figli, le nuore e le nipoti. Le esequie avranno luogo lunedì 20, alle ore 9.30, presso le nuove cappelle del Commiato, Firenze. Firenze, 18 settembre 2010 P.A. Humanitas Tel. 055/780986 - Firenze

Gli iscritti del Circolo Mugello di Sinistra Ecologia Libertà sono vicini a Carlo Casati per la perdita della cara

Mamma Borgo San Lorenzo, 18 settembre 2010

IL DELITTO I rilievi delle forze dell’ordine sul luogo nel quale è stato ritrovato il corpo della vittima

TARANTO — Ha ammazzato il padre ottantatreenne a mani nude, quindi ha bruciato il cadavere per poi gettare i resti in un deposito di amianto nelle campagne tra le province di Bari e Taranto. Dietro l’efferato delitto, il sospetto che l’anziano volesse abusare della figlia. Un imprenditore edile di Mottola, è stato arrestato dai poliziotti della Squadra mobile dopo aver confessato l’omicidio. I fatti risalgono al 27 luglio scorso. Proprio l’imprenditore era andato a prendere il padre da una casa di riposo dove questi stava scontando ai domiciliari una condanna a sei anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti di una nipote di tredici anni. Tra i due uomini si è scatenata una violenta discussione, causata dal desiderio del padre di andare a casa del figlio perché «aveva un conto in sospeso» con la nipote ormai sedicenne. Per l’uomo, una conferma dei suoi sospetti. Dopo aver lasciato la vittima per terra, l’omicida è fuggito per poi tornare la mattina successiva nella masseria dove si era verificata la lite. Accertato che il padre era morto, ha quindi deciso di disfarsi del corpo dandogli fuoco. Ma il peso di quella tragedia lo opprimeva: «Se non confessavo, mi sarei suicidato». (giovanni di meo) © RIPRODUZIONE RISERVATA



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CRONACA

PER SAPERNE DI PIÙ www.comune.martinsicuro.te.it

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Nel paese degli amplessi hot stop all’amore troppo rumoroso Martinsicuro, multe da 500 euro. Polemiche per l’ordinanza CATERINA PASOLINI ROMA — Vietati gli amplessi rumorosi nei palazzi e 500 euro di multa agli amanti troppo focosi e quindi fastidiosi per le orecchie dei vicini. Il tutto in base a una nuova ordinanza del sindaco di Martinsicuro, paese di 17mila anime in provincia di Teramo. L’annuncio ha preoccupato schiere di innamorati. Ma ha anche provocato l’ira del primo cittadino Abramo Di Salvatore, avvocato alla guida della giunta di centrodestra, che si sente travisato. «Non è destinata a loro, l’ordinanza». L’amministrazione comunale intende porre un freno al moltiplicarsi di “lucciole” che lavorano negli appartamenti dei condominii e, stando alle segnalazioni, danno disturbo a chi ci abita. «Perché i clienti gridano, arrivano a ogni ora del giorno e della notte. Insomma è ovvio che non ci interessano le coppie di sposi o di innamorati». Il primo cittadino di Martinsicuro non è il primo in zona a darsi da fare con ordinanze creative per arginare il fenomeno che vede le case estive nei palazzi affittate in autunno a lucciole e viados. Poco lontano

da lì c’è infatti un altro sindaco che ha emesso un’ordinanza che vieta il cambio di destinazione d’uso degli appartamenti. Cosa a prima vista ovvia e già stabilita dalla legge, comunque apparentemente lontana dalla lotta contro lo sfrutta-

mento della prostituzione o a questioni di ordine pubblico. Il “trucco” sta nel fatto che se la prostituta in quell’appartamento ci lavora, il locale viene considerato automaticamente un luogo commerciale e quindi avendo infranto la legge e

L’intervista

Abramo Di Salvatore sindaco di Martinsicuro

‘‘ ,,

Qualcosa devo pur fare per combattere questo fenomeno A chiedermelo sono i miei concittadini

ROMA — «Io ho 66 anni e non ho mai avuto bisogno di urlare facendo l’amore». Abramo Di Salvatore, sindaco di Martinsicuro, non è nuovo a ordinanze creative. Lei dunque è un amante silenzioso ma un primo cittadino che si fa sentire? «Qualcosa devo pur fare per combattere il fenomeno: me lo chiedono ogni giorno i cittadini». Che succede? «Gli appartamenti affittati d’estate con l’inverno si trasformano in alcove a pagamento. C’è un via vai ininterrotto di clienti che urlano e

può essere multata. Stessa cosa ha fatto sempre nel Teramano un altro sindaco sottolineando in una ordinanza che è vietato gettare rifiuti in strada, in questo caso la multa scatta per i preservativi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sindaco Abramo Di Salvatore: è una misura contro la prostituzione a domicilio

“Disturbare i vicini è un reato e io a letto non ho mai urlato” suonano ai citofoni sbagliati in piena notte infastidendo gli altri inquilini». Quindi? «Un anno fa ho emesso un’ordinanza che vieta le contrattazioni in strada multando i clienti con 500 euro. Ora questa che, copiata da Brescia, parla del divieto di disturbo, lesione della civile convivenza e repressione dello sfruttamento della prostituzione negli edifici comunali». Ma il disturbo della quiete è già vietato del codice penale, e punito con l’arresto. Altro che i 500 euro di multa che lei prevede... «Beh, mica è vietato fare ordinan-

ze in base al codice, anzi. In questo modo poi i vigili possono intervenire subito sul luogo in base alle segnalazioni». Mi scusi, ma prostituirsi non è più reato. «È reato però disturbare la quiete di chi sta a casa tranquillo». Quindi che si fa? «Io tornerei all’antico, alle case chiuse» Chi dovrebbe segnalare prostitute e clienti molesti? «Chi vuole, cittadini infastiditi, amministratori di condominio che sanno esattamente chi abita dove». Ma così diventano delatori.

«Guardi che lo fanno già ora e in tanti». La multa chi la paga? «Chi fa il rumore». E chi stabilisce se è la lucciola o il cliente? «Si vedrà, l’importante sono i controlli per scoraggiare il mercato, chi subaffitta, consci che non si risolve il problema». Non c’è rischio di vendette di pianerottolo, di segnalazioni contro l’amante della moglie o del marito? «Possibile, ma ognuno è responsabile delle proprie denunce». (c.p.) © RIPRODUZIONE RISERVATA



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ATTUALITÀ

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Coca-Cola sempre prima al mondo ma tra i marchi al top vince l’elettronica Nei primi cento brand gli italiani Gucci, Ferrari e Armani SARA BENNEWITZ MILANO — Always Coca Cola. Per l’undicesimo anno consecutivo la bibita gassata più famosa del mondo si conferma il primo marchio come valore e notorietà nella classifica Interbrand. E Coca Cola anche quest’anno ha accresciuto il suo valore del 2% superando quota 70miliardi di dollari. Nella top ten globale però ci sono ben cinque marchi dell’elettronica, tra cui Ibm al secondo posto, Microsoft al terzo, Intel al settimo e Hp al nono. «Si mangia più elettronica che beni di consumo — ironizza Manfredi Ricca, direttore generale di Interbrand — oltre Coca Cola, al sesto posto c’è infatti McDonald». Da segnalare poi che Google (quarta pozione) ha di gran lunga superato perfino il mito di tutte le generazioni, ovvero Disney (nona posizione). «Cinque anni fa Google non era in classifica — fa notare Ricca — e ora come tutti i marchi che sono cresciuti in fretta, dovrà lavorare ancora di più

per restare al top. Disney è invece trent’anni che è tra i maggiori 10 brand globali». Yahoo! è al 64 posto e vale 4,9 miliardi di dollari contro i 43,7 di Google. La crescita più significativa va però alla Apple (+37% rispetto al 2009) che si piazza al 17esimo posto. La mela di Steve Jobs vale 21,1 miliardi di dollari, poco meno del gigante del lusso Lvmh (21,8 miliardi). «Apple è l’Hermes della tecnologia – spiega l’esperto di Interbrand – pur non generando fatturati delle dimensioni di concorrenti come Ibm, è un marchio capace di rendere i suoi prodotti così desiderabili da farti dimenticare anche il flop dell’Iphone di quarta generazione». La peggiore performance spetta invece a Nokia (-15% a 29,5 miliardi) per colpa del ritardo sugli smartphone. Tuttavia il gruppo finlandese resta saldo ed è l’unico marchio non americano della top ten globale. Nel settore dell’automobile, in discesa ma sempre sul podio, c’è Toyota all’11 posto. Il ritiro di nu-

merosi modelli ha fatto scivolare la casa giapponese del 16% a 26,1 miliardi di dollari; poco sopra Mercedes (12simo posto a 25,1 miliardi) e Bmw (15esima posizione a 22,3 miliardi). Da segnalare invece il crollo di Harley Davidson che perde il 24% scivolando al 98simo posto. Dopo la crisi finanziaria del 2009 cambiano

Molti nomi sono cresciuti in fretta: fa scuola Google che ha superato il gigante Disney A battere tutti è stato Apple che ha scalato la classifica anche i volti dei protagonisti bancari: scompare Merrill Lynch ed entrano Santander (68simo), Barclays (74simo), Credit Suisse (80simo) e Zurich (94simo). Sul podio delle banche si conferma però JpMorgan al 29esimo posto. Infine tra le debuttanti ci sono cinque bibite - oltre a Sprite che di prepotenza guadagna il 61posto

- arrivano le birre Corona (85simo) e Heineken (93simo) e i whisky Jack Daniel’s (78simo) e Johnnie Walker (92simo). Esce invece dalla classifica delle prime cento Bp, travolta del peggiore scandalo ambientale di tutti i tempi. Il primo marchio italiano è Gucci, che sale al 44esimo posto in aumento del 2%, ma anche gli altri due brand tricolori, ovvero Ferrari (91) e Armani (95) sono in crescita. «La strategia di Ferrari è quella di rimanere esclusivo – osserva l’esperto di Interbrand –Armani invece ha allargato l’offerta declinandola su vari marchi e allontanandosi dal concetto di esclusività che è tipico del lusso». Infine quest’anno non c’è Prada tra le 100 maggiori griffe di Interbrand. «Ma non è colpa del marchio – conclude Ricca – è successo lo stesso con Chanel e Rolex, abbiamo solo cambiato i criteri, e queste tre griffe sono uscite perché non garantivano sufficienti parametri per reperire le informazioni necessarie». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’anniversario

LAURA ASNAGHI

Il personaggio

MILANO — Quarant’anni di moda all’insegna del sexy e del glamour dichiaratamente contro il minimalismo, firmati da Roberto Cavalli, creativo che non ha mai nascosto il suo piacere per la bella vita a base di feste, donne stupende, Ferrari e champagne. «Se lavori duro, puoi guadagnare e spendere. E vivere bene non è un peccato. Anzi». Cavalli, fiorentino, con nonno ritrattista macchiaiolo, quest’anno compie 70 anni e 40 di carriera, che celebra con una mega sfilata, il 27 settembre, a Milano all’Arco della Pace e una festa a Parigi, il 29, all’Accademia di belle arti. Sia Milano che Parigi, sono città a cui deve molto (“mi hanno dato la notorietà”) e lui che ama essere riconoscente, festeggerà in entrambi le capitali della moda “senza far torto a nessuno”. Ma Cavalli, uomo tutt’altro che scontato, ha scelto di raccontare i suoi 40 anni di storia in tanti modi. Le sfilate ma anche un libro di immagini, scattate dai fotografi Mert&Marcus, con le star che hanno reso famoso il suo marchio: da Jennifer Lopez a Sharon Stone, da Gisele a Cindy Crawford. Ma a tutto questo ha

Quarant’anni di moda e settant’anni di vita: Roberto Cavalli si è concesso un libro e una mostra di fotografie, la sua nuova passione. Cavalli è nato a Firenze il 15 novembre 1940. Suo nonno era un pittore macchiaiolo. Ha compiuto studi d’arte e ha cominciato a creare tessuti stampati negli anni ‘70

Cavalli, 40 anni di arte dal maculato alle foto “Prego Dio, amo le donne” voluto aggiungere la soddisfazione di dire la sua su quello in cui crede. «Sì, sono cattolico, e prego Dio ogni giorno, ma sono anche per il burka e il rispetto delle donne musulmane prese di mira in Francia. Sto dalla parte dei gay che rivendicano il diritto di avere dei figli, perché

la mia è la religione dell’amore». Cavalli parla anche di politica e dice che, in Italia, un “grande vecchio” che potrebbe fare grandi cose esiste. «È il professor Umberto Veronesi. Non lo conosco di persona ma lo stimo da anni e mi piacerebbe averlo in prima fila alla mia sfi-

lata. Lui è intelligente, dandy, ambizioso e ha il coraggio delle proprie idee. Il suo pensiero non è mai scontato. È lucido, sa dire cose difficilissime con un linguaggio che arriva al cuore, dirige un ospedale famoso in tutto il mondo e sono convinto che se tornasse in politica la sua

cura farebbe bene all’Italia». Cavalli va oltre la moda, ed elogia le donne come sua moglie Eva, di origine austriaca, conosciuta nel 1980 a un concorso di bellezza. «Lei non è la classica “chioccia” all’italiana — racconta — ha sempre lavorato al mio fianco, insegnando ai nostri figli, Rachele, Daniele e Robin, a essere indipendenti». A parte Robin, il più piccolo, i figli di Cavalli si danno da fare in azienda e anche con Tommaso e Cristina, i più grandi, nati dal primo matrimonio, lo stilista ha forti legami. Con loro alleva cavalli e produce vino. «La mia carriera è stata entusiasmante — ricorda — negli anni ‘70 ho iniziato a fare tessuti maculati. L’ho vista brutta negli anni ‘80, con tutti quegli abiti neri che avvilivano le donne, ma io non ho mollato. Oggi, i miei abiti fanno belle le donne». Per il suo compleanno, Cavalli si è “concesso” un regalo speciale: una mostra di fotografia. «È la mia nuova passione e a metà novembre farò la mia prima esposizione a Milano. Sono 400 scatti dalle Galapagos a Las Vegas. Uscirà un libro da Rizzoli, che sarà venduto a 20 euro». E conclude: «Io sono cresciuto a pane e arte, il nonno era pittore e mia madre, rimasta vedova quando avevo 3 anni (mio padre fu ucciso dai tedeschi) mi ha sempre sostenuto». © RIPRODUZIONE RISERVATA



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ATTUALITÀ

PER SAPERNE DI PIÙ www.esa.int/esaCP/Italy.html www.nasa.gov

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Missione Europea sulla Luna Il modulo sarà lanciata da un razzo Soyuz dalla Guiana Francese nel 2018

Vuole dimostrare le capacità tecnologiche di un simile modulo e studiare la superficie lunare

Atterrerà vicino al Polo Sud per avere molta luce. Opererà per molti mesi

La sonda peserà 700-800 kg e avrà a bordo 60 kg di materiale scientifico

Avrà a bordo un rover dal peso di 10 kg

GUYANA FRANCESE

BRASILE BOLIVIA

Alta 2,6 m SUD AMERICA

L'obiettivo dell'Europa è rincorrere l'America ma anche non restare indietro rispetto alla Cina che sta sviluppando i suoi veicoli spaziali e ha già mandato in orbita un astronauta con suoi mezzi

Questa nave spazialeappoggio potrà facilmente attraccare alla stazione spaziale internazionale Iss

Diametro 2,4 m

Un robot conquisterà la luna così l’Europa lancia la sfida La missione Esa, tra il 2016 e il 2018, senza uomini Le missioni

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO — Questa volta forse ci siamo: nella corsa alla Luna arriva anche l’Europa. Quasi mezzo secolo dopo la storica missione Nasa dell’Apollo 11 di Armstrong, Aldring e Collins, un veicolo spaziale europeo compirà un allunaggio. Sarà un veicolo senza pilota, teleguidato da un’astronave-appoggio. La quale a sua volta si appoggerà alla stazione spaziale internazionale Iss. Sembrava fantascienza fino a ieri, invece l’Esa, l’agenzia spaziale europea, è decisa a trasformarla in realtà. Gli europei vogliono rincorrere gli Usa ancora primi nella gara della conquista dello spazio, ma sono anche decisi a non lasciarsi sorpassare, almeno nell’universo, dalla Cina. «La corsa alla luna non è finita, noi restiamo convinti che l’Europa possa diventare la prima nella presenza sul satellite della Terra», dicono alti dirigenti dell’Agenzia spaziale europea. E per questo hanno deciso di investire una prima tranche di fondi di almeno 6,5 milioni di euro, cui dovranno seguire altri stanziamenti. Il piano è allo studio dell’Esa e ai tecnici di Astrium, l’azienda aerospaziale europea a forte componente tedesca. Rivoluzione in tempi lunghi, ma pur sempre rivoluzione. Finora, l’agenzia spaziale europea non aveva mai lanciato da sola missioni così ambiziose. Da sola, o quasi: la nave spaziale che trasporterà la sonda teleguidata dovrà essere messa in orbita. Dalla base europea di Kourou nella Guyana francese, ma sembra che il vettore favorito per lanciarla sia un razzo russo e non un Ariane 5 o un suo successore europeo. Il piano è già sulla carta, preciso, in stadio avanzato. La missione dovrà essere eseguita tra il 2016 e il 2018. Il veicolo europeo scenderà sul polo sud lunare, dove le condizioni di luce sono migliori. Sarà una sonda senza equipaggio umano. Insomma mancherà qualsiasi emozione paragonabile a quella che contagiò il mondo quando dall’A-

SSI La stazione spaziale internazionale ha a bordo astronauti e possiede propri moduli

LA CASSINI È una sonda che ruota attorno a Saturno dal 2004 e sta studiando il pianeta e i suoi satelliti

pollo 11 un astronauta scese sul suolo lunare, e fotografò se stesso, le sue orme sulla luna, la navicella da sbarco e la bandiera stellata piantata sul satellite della terra. La sonda europea sbarcherà un rover, cioè un veicolo esploratore, che resterà per mesi sulla Luna conducendovi ricerche di ogni tipo. Le

L’intervista

È il telescopio spaziale che ha rivoluzionato il modo di studiare l’Universo

ROMA — «L’esplorazione umana dello spazio richiede diversi passaggi. L’Esa sta portando avanti sistematicamente una serie di attività, quali simulazioni a terra, come l’esperimento Mars500, missioni automatiche come questa, e missioni umane con i nostri

MARS EXPRESS

ESA

In orbita attorno a Marte dal 2003. Studia la superficie e ciò che vi è sotto. Ha scoperto il ghiaccio

Simonetta Di Pippo, capo direzione Volo spaziale e umano dell’Esa

VENUS EXPRESS Sonda lanciata verso Venere, in orbita attorno al pianeta dal 2006 Studia l’atmosfera

Il piano è in stadio avanzato: il veicolo scenderà sul polo sud lunare, dove c’è più luce

how europeo nell’ high tech spaziale e non solo. Spiega Michael Menking, direttore di Astrium a Brema: «La cosa più difficile è sviluppare le tecnologie più sicure per l’allunaggio». Un veicolo che scende sulla Luna deve essere in grado di vedere in anticipo crateri, rocce, precipizi, di trovare un sito d’allu-

naggio sicuro. Componenti del trasporto spaziale europeo Atv come motori e sensori sono già sviluppati, e potranno essere adattati alla sonda lunare. Forse, la bandiera blu col cerchio delle tante stelle sventolerà sulla Luna almeno prima del vessillo stellato rosso cinese. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Simonetta Di Pippo è il capo della direzione Volo spaziale umano dell’agenzia

“È una zona ricca e mai esplorata sarà un banco di prova per il futuro” CLAUDIA DI GIORGIO

HUBBLE SPACE

quali ci daranno preziose conoscenze anche sulla Terra e su tutto il sistema solare. A narrarla così sembra quasi roba da poco, rispetto alle missioni Apollo e ai voli degli Shuttle, i grandi exploit della Nasa americana. Ma la sfida tecnologica è durissima, e sarà un banco di prova per il futuro know-

astronauti sulla Stazione spaziale internazionale, che tutte insieme ci aiutano a prepararci meglio all’esplorazione umana del sistema solare». Simonetta Di Pippo, capo della direzione Volo apaziale umano ed esplorazione dell’Esa, l’agenzia spaziale europea, spiega così la strategia in cui si inquadra la realizzazione di un lander lunare europeo da lanciare nel 2018. Qual è l’obiettivo principale della missione? «È una missione che ci serve a sviluppare una serie di tecnologie

preparatorie per l’esplorazione umana della Luna, acquistando una competenza che l’Europa ancora non ha, cioè la capacità di effettuare un atterraggio di precisione su un corpo del sistema solare, ma attingendo a quello che abbiamo imparato a fare con l’ATV, il veicolo di trasporto automatico senza equipaggio che sa

agganciare in modo indipendente la Stazione spaziale internazionale». Ma perché tornare sulla Luna e non puntare verso Marte? «Anzitutto bisogna precisare che la missione arriva in una zona mai esplorata, il polo sud del satellite, che è di grande interesse per le future missioni umane per-

ché ricca di risorse potenzialmente utili: per esempio, si ritiene possa esserci acqua. Il modulo avrà a bordo un piccolo sistema mobile e strumenti per conoscere meglio il sito di atterraggio, appunto per preparare missioni umane. Ma soprattutto, la Luna è più accessibile ed è una tappa necessaria per avvicinarsi a mondi più lontani».

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Svilupperemo una serie di tecnologie preparatorie per essere pronti a mandare gli esseri umani

Ma l’Europa andrà sulla Luna da sola? «Andiamo da soli per questa missione, che però è oggetto di discussione con gli altri paesi, tra cui Stati Uniti, Russia, Cina, ma anche Italia, Germania, Regno Unito e Francia, che hanno formulato una strategia globale di esplorazione spaziale. Quindi è un elemento di una strategia internazionale, che noi sviluppiamo per poter essere partner di primo piano in una futura collaborazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA




Genova, 2-10 Ottobre 2010

Walk on the sea genoaboatshow.com

Ieri FTSE MIB ....................20517,96 (-0,80%) FTSE IT ALL.................21090,49 (-0,71%) FTSE IT STAR ..............10737,29 (-0,23%) FTSE IT MID ................23531,81 (+0,09%) COMIT ...........................1034,37 (-0,26%) FUTURE.......................20865 (+0,94%)

ECONOMIA FINANZA&MERCATI

I migliori

Principali titoli del Mercato azionario

FTSE MIB Var.% STMicroelectr. ........................................2,63 Italcementi .............................................2,28 Campari .................................................2,24 Fondiaria-Sai ..........................................1,48 Fiat.........................................................1,47

Titolo A2A.............................................1,091 Ansaldo Sts .................................9,495 Atlantia .....................................15,200 Autogrill ......................................9,515 Azimut ........................................7,070 Banca Generali ............................8,820 Banco Popolare ...........................4,827 Bca Pop.Milano ...........................3,720 Bulgari ........................................6,145 Buzzi Unicem ..............................7,245 Campari ......................................4,445 Cir...............................................1,422 Enel ............................................3,878 Eni ............................................16,070

I peggiori RCS Mediagroup....................................-3,06 Unicredit ...............................................-2,48 Parmalat ...............................................-2,40 Lottomatica...........................................-1,72 Generali ................................................-1,54

IL MERCATO ALESSANDRO PENATI

I TROPPI DUBBI SU RISANAMENTO L SALVATAGGIO di Risanamento, un’immobiliare quotata, schiacciata da 3 miliardi di debiti, è un banco di prova per la nuova legge fallimentare (182-bis). Se 60% dei creditori si accordano col debitore su un piano di salvataggio, che preveda il pagamento in toto dei creditori che non lo sottoscrivono, e ottenga l’approvazione di un esperto (nominato dal debitore), il tribunale ratifica, e lascia la gestione del dissesto a debitore e/o creditori. Lo scopo è accelerare il risanamento delle aziende, salvaguardando così il valore delle relazioni con clienti, rete di vendita e fornitori. La ratio della legge è condivisibile. Ma nell’Italia dove il credito è nelle mani di poche banche, c’è il rischio che queste usino la 182-bis come strumento per gestire i propri interessi, che non coincidono necessariamente con quelli dell’azienda e del mercato.

I

Luigi Zunino Primo dubbio. Zunino detiene il 73% di Risanamento attraverso tre holding. Oltre all’accordo per salvare Risanamento, ce n’è un altro per salvare le holding, a monte. Non ne capisco la ragione: l’accordo per Risanamento prevede comunque che le banche creditrici (Intesa, Unicredit, Banco Popolare, Mps e Bpm) arrivino a detenere, tra aumento di capitale e convertendo, quasi l’80% del suo capitale. Secondo dubbio. Le banche sono disposte a erogare 500 milioni di capitale, 272 milioni per garantire l’uscita agli obbligazionisti, e altri 210 milioni (per ora) tra rifinanziamenti e cancellazioni di fideiussioni varie: aumentano così la loro esposizione di un miliardo, pur di tenere in vita una società che non ha dipendenti, marchi, clienti, rete di vendita, o fornitori; ha solo immobili. Una liquidazione ordinata delle attività sembrerebbe la soluzione più ovvia. A meno che l’obiettivo delle banche sia quello di considerare l’esposizione, grazie all’accordo e la 182-bis, come se Risanamento fosse un’azienda sana; e di sostenere indirettamente il mercato immobiliare. Dubbi legittimi. Oltre ai circa 400 milioni di cessioni già avvenute, si prevede di vende-

la Repubblica

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

re solo una frazione dei 2,2 miliardi di immobili (valori di perizia) detenuti a inizio anno. Così, alla fine, le banche si troveranno a controllare una società con 1,5 miliardi di immobili locati. Ma affittare immobili non è un mestiere da banche; e farli eventualmente confluire in un fondo da collocare presso gli investitori costituirebbe un conflitto di interessi. Oltre ad essere un investimento illogico per una società in dissesto, piena di debiti e in crisi di liquidità, perché deve finanziare gli immobili a un costo superiore agli affitti (2% al netto dei costi). L’impatto sulla liquidità è aggravato da circa 1,5 miliardi di swap, contratti per coprirsi, con pessimo tempismo, dal rischio di rialzo dei tassi: Risanamento paga dunque un tasso fisso, sempre alle banche, per incassarne uno variabile molto più basso. Ma il tempo erode liquidità: così, nel primo semestre, a fronte di una riduzione di 420 milioni degli immobili a bilancio, l’indebitamento è sceso di soli 170. Altro dubbio è la scelta del prestito convertendo. L’obbligo di conversione in azioni lo rende un investimento di capitale; ma prevede inizialmente un tasso di interesse, che permette di contabilizzarlo come un’obbligazione, al valore nominale. L’ultimo dubbio sono le due aree da sviluppare a Milano (in bilancio a 940 milioni). Richiedono tempi lunghi e ingenti capitali: il peggior investimento per una società in dissesto. C’è un accordo per vendere la ex-Falck a 405 milioni: genererà una plusvalenza contabile, anche se era valutata 510 milioni dai periti, a riprova della loro attendibilità. A comprare è una società veicolo di due imprenditori, che però condizionano l’acquisto all’ingresso nel capitale delle stesse banche (che magari la finanzieranno pure). Come mettere nella tasca destra i soldi tolti dalla sinistra. Molto peggio il caso Santa Giulia: le banche si devono accollare anche il costo ingente, e non previsto dal piano, della bonifica, che ha fatto slittare l’aumento di capitale e resa necessaria una nuova approvazione assembleare. Più che la 182-bis, forse ci vorrebbe la “bad bank”. Troppi dubbi. C’è il rischio che la 182-bis diventi uno strumento di politica di bilancio delle banche. Non è solo un problema dei loro azionisti: l’efficienza del mercato del credito è un problema di tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pr. Rif € -1,00 -1,09 0,33 0,11 -1,39 -0,11 0,26 -0,07 0,33 -1,02 2,24 0,07 -0,89 -1,17

Exor ..........................................15,560 Fiat ...........................................10,360 Finmeccanica..............................8,450 Fondiaria-Sai ..............................7,875 Generali ....................................14,710 Geox ...........................................4,010 Impregilo.....................................2,195 Intesa Sanpaolo...........................2,402 Italcementi..................................6,275 Lottomatica...............................11,440 Luxottica...................................20,070 Mediaset.....................................5,100 Mediobanca ................................6,555 Mediolanum................................3,063 Monte Paschi Si...........................1,042 Parmalat .....................................1,913

0,78 1,47 0,12 1,48 -1,54 -0,68 -0,45 -0,31 2,28 -1,72 -0,25 -0,68 -0,46 -1,05 -0,29 -2,40

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Pirelli & C.....................................5,815 Prysmian ..................................13,210 RCS Mediagroup .........................1,140 Saipem .....................................28,350 Snam Gas....................................3,660 STMicroelectr..............................5,655 Telecom IT ..................................1,027 Tenaris .....................................14,010 Terna ..........................................3,100 UBI Banca ...................................7,100 UBI w 09-11 ................................0,010 Unicredit .....................................1,923 Unipol .........................................0,540 W Mediobanca 11........................0,020

1,13 -0,53 -3,06 0,53 0,34 2,63 -0,58 0,43 -0,24 -1,46 -2,48 -1,01 1,03

Fincantieri, tagli e chiusure ecco il piano di ristrutturazione In Italia 2.500 esuberi, 900 assunzioni negli Usa MASSIMO MINELLA GENOVA — Il cantiere di Castellammare di Stabia chiuso e riconvertito in una marina turistica. Quello militare di Riva Trigoso destinato anch’esso alla chiusura. Quello di Sestri Ponente, da cui sono uscite navi come il “Rex” e la “Michelangelo”, “dimezzato” e ridotto solo ad assorbire da Riva Trigoso le produzioni meccaniche. Andrà invece progressivamente ad aumentare il peso dei cantieri americani, che da qui a cinque anni, cresceranno di circa 900 unità. E’ ancora sotto forma di “bozza per discussione” il piano industriale 2010-2014 di Fincantieri, ma la sua lunga analisi sulla crisi internazionale della cantieristica e la cura italiana per sopravvivere alla stessa hanno impatti senza precedenti nella storia della marineria italiana. Il documento è datato luglio 2010 e dall’estate è fermo sul tavolo dei vertici di Fintecna, l’azionista di Fincantieri alle prese con un’altra drammatica partita, quella della privatizzazione della Tirrenia. Rappresenta quindi un eventuale punto di partenza di future trattative.

COMMESSE IN CADUTA La riorganizzazione di Fincantieri è dovuta anche al crollo delle commesse

I dipendenti di Castellammare protestano e si scontrano con la polizia Ma il suo contenuto è quanto di più dettagliato oggi si possa chiedere in materia di situazione congiunturale internazionale (drammatica) e di strategie per resistere, tese a procacciarsi il business direttamente là dove c’è mercato (a cominciare da Stati Uniti e Brasile). Cinquantatré pagine in cui, in sostanza, si riscrive il futuro del colosso mondiale della cantieristica, numero uno al mondo nella produzione di navi da crociera alle prese con la vertiginosa caduta degli ordini. Per resistere, quindi, sarà necessario metter mano a una cura dimagrante che secondo il documento dovrebbe ridurre gli organici dei cantieri italiani di 2450 unità, 1.770 nella divisione mercantile e nelle riparazioni navali; 550 nel militare, nei megayacht e nei sistemi e componenti, 120 nella “Corporate”. Il piano non prevede il ricorso a soluzioni traumatiche. Si cercherà, insomma, di gestire tutto quanto attraverso gli ammortizzatori sociali (cassa integrazio-

ne, mobilità, esodi agevolati). Invertire la rotta sarà comunque molto difficile. Il portafoglio ordini, infatti, si è drasticamente ridotto (due megayacht, dieci navi da crociera, undici navi militari, due mezzi off-shore, zero traghetti, zero gasiere, zero petroliere) e diventa quindi necessario riorganizzare il business secondo la creazione di “poli specialistici” e la chiusura di alcuni siti produttivi. Potrebbero farne le spese il cantiere di Castellammare di Stabia, il più vecchio al mondo ancora in esercizio (è nato nel 1870) da tempo al centro di una vertenza sindacale che ieri è sfociata in nuova, dura forma di protesta a Napoli, di fronte alla sede della Regione Campania,

con scontri fra i lavoratori e le forze di polizia. Il progetto ipotizza la sua trasformazione in una marina nautica, con strutture ricreative, per dare occupazione a circa 800 addetti contro gli attua-

IL PIANO La copertina del piano industriale 2010-14

li 660 del cantiere. Destinato a ridursi anche il peso dei cantieri liguri, con la chiusura di Riva Trigoso, oggi cantiere militare, e il “dimezzamento” di Sestri Ponente, che proseguirebbe l’attività solo con le produzioni meccaniche trasferite da Riva. Andrebbe invece a crescere l’attività della controllata americana Fincantieri Marine Group in corsa per il programma Lsc che prevede l’imminente assegnazione delle prime dieci navi su un totale di 51 entro il 2023. Proprio per sostenere questo sviluppo Fincantieri andrebbe a potenziare ulteriormente la struttura americana, passando dagli attuali 1.600 addetti a 2.500. © RIPRODUZIONE RISERVATA


BORSE EUROPEE Paese/Indice 17-09 Amsterdam (Aex) ..................334,54 Bruxelles-Bel 20 .................2569,22 Francoforte (Xet Dax)...........6209,76 FTSE Eurotrack 100 ............2253,34 Londra (FTSE 100)...............5508,45 Madrid Ibex35 ..................10588,60 Oslo Top 25...........................344,82 Parigi (Cac 40) ....................3722,02 Vienna (Atx) ........................2500,96 Zurigo (SMI) ........................6389,02

Le stime -2,7%

Var.% -0,04 -0,62 -0,64 -0,46 -0,57 -1,20 +0,33 -0,38 -0,38 -0,55

BORSE INTERNAZIONALI

EURIBOR

Paese/Indice 17-09 DJ Stoxx Euro........................264,31 Hong Kong HS...................21970,86 Johannesburg ..................26376,41 New York (S&P 500) ............1125,54 New York (DJ Ind.).............10605,28 Nasdaq Comp. ....................2315,61 Singapore ST ......................3076,37 Sydney (All Ords).................4685,06 Tokio (Nikkei)......................9626,09

SCADENZA 1 mese

Var.% -0,55 +1,29 -0,29 +0,08 +0,10 +0,54 +0,30 +0,75 +1,23

la Repubblica

ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,6180

TASSO 365 0,6266

CORONA DK...............................7,4468 CORONA N.................................7,9650 CORONA S.................................9,2295 DOLLARO AUS ...........................1,3886 DOLLARO CDN...........................1,3410 DOLLARO USA ...........................1,3060 FRANCO CH ...............................1,3210 STERLINA UK.............................0,8358 YEN J ....................................111,9800

+0,007 +0,119 +0,125 -0,516 -0,097 -0,138 -0,113 -0,173 +0,045

VALUTE

17 SETTEMBRE Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 17 SETTEMBRE Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano

MATTINO

SERA

31,67 1.281,50 -

31,67 1.274,00 536,07 41,60 14,06

DENARO

LETTERA

214,07 214,07 214,07 945,12 167,33

235,01 235,01 235,01 1.022,58 189,02

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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Tremonti: “Più ambiziosi per crescere” ma fatturato e ordini vanno ancora giù

IL FATTURATO

A luglio il fatturato dell’industria ha registrato un calo del 2,7% rispetto al mese precedente

-3% GLI ORDINATIVI

A luglio ordinativi in calo del 3% rispetto a giugno ma in aumento dello 0,7% rispetto a luglio 2009

DAL NOSTRO INVIATO ETTORE LIVINI VENEZIA — La timida ripresa dell’industria italiana inizia già a scricchiolare. Il fatturato delle imprese tricolori è calato a luglio del 2,7% rispetto al mese precedente, la prima flessione dallo scorso febbraio. Il saldo rispetto a un anno fa resta ancora ampiamente positivo (+8,9%) ma si ridimensiona rispetto al +16,1% di giugno. A perdere colpi è soprattutto la domanda interna (-3,4% mese su mese) penalizzata dalle pesante flessioni delle vendite di auto e dai colpi a vuoto dei beni durevoli.

Anche i ricavi esteri però hanno segnato il passo chiudendo luglio con un significativo -1,2%. Segnali negativi arrivano anche sul fronte delle commesse: gli ordini delle industrie italiane sono calati a giugno del 2,9% e a luglio del 3%, una conferma del rischio che l’uscita dalla crisi — come vaticinano da tempo Bce e Fed, possa essere molto più complessa del previsto. Qualche nube è tornata ad addensarsi anche sul resto d’Europa. I segnali di debolezza congiunturale sono tornati a mettere sotto pressione i paesi più indebitati. I titoli di stato irlandesi hanno raggiunto ieri nuovi massimi sui

IL MINISTRO Giulio Tremonti è intervuto ieri al convegno Confcommercio

differenziali di tasso rispetto ai bond tedeschi e costringendo il Fondo monetario internazionale a intervenire per ribadire che «l’Irlanda non dovrebbe aver bisogno di aiuti». Un messaggio che ha riportato l’orologio della crisi indietro di cinque mesi ai giorni più acuti della crisi greca, «due weekend drammatici — ha ammesso ieri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti intervenendo al convegno dei Giovani imprenditori di Confcommercio — in cui ammetto di aver temuto anch’io un collasso dell’Europa». Il primo problema sul fronte italiano, però, è ora quello di rida-

Le quotazioni

Prezzi record per oro e argento in crescita anche gli altri metalli ROMA — L’oro ieri ha segnato un altro record superando i 1284 dollari l’oncia. Il metallo giallo ha spinto anche le quotazioni dell’argento, salito ai massimi da marzo 2008 poco sotto i 21 dollari l’oncia. Da novembre 2008 a oggi le quotazioni dell’oro hanno guadagnato il 70%. Negli ultimi cinque anni il valore è triplicato passando da circa 400 dollari agli oltre 1.200 dollari all’oncia. Il rialzo conferma come il lingotto sia sempre considerato un bene rifugio su cui puntare quando i mercati azionari vanno male. Goldman Sachs prevede che il prezzo dell’oro raggiungerà i 1.300 dollari nel giro di sei mesi. In ascesa anche gli altri metalli come il platino (a 1.618 dollari per oncia), il palladio (a 544,90 dollari) e in particolare l’argento.

re slancio a una crescita che i dati confermano esangue: «La domanda interna è troppo debole per sostenere l’economia», ha ribadito ieri la Cisl commentando i dati sui ricavi industriali a luglio. Tremonti ha ripresentato ancora una volta la sua ricetta: «Bisogna essere ambiziosi — ha detto — bandendo posizioni rinunciatarie e fatalistiche. Anche perché con la revisione del patto di stabilità non si potrà più stimolare il Pil con la spesa pubblica». Dopo la riscrittura delle regole europee prevista in autunno — ha spiegato — i bilanci nazionali passeranno ai raggi X dell’Ecofin ogni anno prima della loro scrittura e «ci sarà il rischio di sanzioni» per chi sgarra. «Non dobbiamo accontentarci di viaggiare al traino della Germania o di affidarci solo al made in Italy in un momento di ripresa», ha continuato il ministro dell’Economia squadernando ai giovani di Concommercio (che dal 2002 hanno registrato un saldo negativo del 25% delle imprese) i cardini del suo programma per il rilancio: dal nucleare al federalismo fiscale, dal miglioramento del rapporto tra capitale e lavoro alla riforma fiscale, dalla semplificazione delle regole agli incentivi per la crescita dimensionale delle nostre aziende e il loro sostegno nell’internazionalizzazione fino al Mezzogiorno «dove lo stato deve tornare con l’ordine pubblico e le opere». Una lista di buoni propositi per ora ancora in buona parte rimasta sulla carta mentre la ripresa, purtroppo, rischia di essere già arrivata al capolinea. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La crisi

Il caso

Si arena la legge sul made in Italy dubbi dell’Ue, maggioranza divisa

Aliscafi Siremar fermi alle Eolie senza più gasolio LUISA GRION

Un aliscafo Siremar

LIPARI — A partire da ieri gli aliscafi della Siremar (gruppo Tirrenia) sono bloccati nei porti eoliani e in quelli mamertini (Calabria). I fornitori, non avendo ricevuto il compenso dovuto da mesi, hanno tagliato i rifornimenti. E tra oggi o domani potrebbero fermarsi addirittura alcuni traghetti della società, visto che il gasolio a bordo si sta ormai esaurendo e i fornitori del milazzese come di altre zone della Sicilia si rifiutano di approvvigionarle fin quando non riceveranno gli arretrati. I sindaci eoliani hanno chiesto l’intervento immediato del ministro dei Trasporti Altero Matteoli. (luigi barrica) © RIPRODUZIONE RISERVATA

La normativa approvata ad aprile su spinta della Lega. Ma ora non c’è accordo sui decreti attuativi

ROMA — La Lega ci aveva giocato sopra una bella fetta della sua campagna elettorale, il Parlamento l’aveva votata a maggioranza bulgara. In teoria dovrebbe entrare in vigore dal primo ottobre, ma in realtà sulla legge che dovrebbe tutelare «made in Italy» si sta consumando un’altra frattura all’interno della maggioranza e sta maturando un possibile richiamo all’Italia da parte della Ue. Le norme - grazie ad una etichettatura obbligatoria che dovrebbe proteggere la produzione nazionale del tessile, pelletteria, calzature - così come sono ora scritte, non vanno bene. Approvate lo scorso aprile dal Parlamento (primi firmatari Reguzzoni delle Lega, Versace del Pdl) sono state oggetto già nel luglio scorso di una lettera all’Italia da parte della Commissione Ue che muove rilievi formali e sostanziali e chiede di fatto di modificarle per renderle compatibili con la normativa europea. Necessità sulla quale molti sia nel Pdl, che fra i finiani di Futuro e Libertà, concordano: senza l’approvazione dell’Europa non si va da nessuna parte, tant’è che lo stesso San-

Le critiche NON NOTIFICATA Il nostro governo ha trasmesso la legge all’Unione europea soltanto dopo il suo varo a cose fatte

PRIVILEGI La nostra legge avvantaggia il Made in Italy e può invece penalizzare gli altri Paesi dell’Ue

to Versace, cofirmatario Pdl del testo ha ammesso che «serve tempo» per coordinarsi con la Commissione. Ma la Lega non vuole sentire ragioni: il testo, lo sa, non può funzionare, ma troppo forte è la tentazione di ergersi a protettore delle piccole imprese italiane (come già fatto per le quote latte) contro i «burocrati di Bruxelles». A cercare la difficile via d’uscita (talmente difficile che i decreti attuativi necessari a far partire il provvedimento non sono mai stati varati) che salvi gli intenti della legge senza violare la normativa comunitaria ci sta provando Antonio Taja-

ni, vicepresidente della Commissione Europea e commissario all'Industria, competente in materia. Ieri sul caso c’è stato un incontro a Palazzo Chigi fra Tajani stesso, il sottosegretario Gianni Letta, il ministro Ronchi, il viceministro Urso, Reguzzoni, Versace e altri parlamentari. Scontro duro fra la Lega e il resto della maggioranza: Reguzzoni all’uscita ha cantato vittoria «la legge non è stata modificata» ha detto. Nei fatti però la sua entrata in vigore è ufficialmente saltata ed è passata la linea Tajani: si apre un tavolo con Bruxelles (il primo incontro è pre-

Il debutto della 500 negli Usa RIFERIMENTI La legge italiana fa riferimento ad una normativa europea sull’etichettatura che non esiste

IL DECRETO L’Unione europea chiede di vedere in anticipo il decreto che attuerà la nuova legge

A RUBA Parte bene l’avventura americana della Fiat 500. Le prevendite online aperte da Chrysler si sono chiuse ieri in due ore con 500 prenotazioni

visto per la prossima settimana) per trovare, nei decreti attuativi, il modo di rendere operativa la legge. Non poteva essere che così, commenta Adolfo Urso «La legge diventa applicabile solo con i decreti» - ovvero dire che il testo non è stato modificato è un non senso - «la soluzione sta in Europa. Io al momento del voto avevo avvertito il Parlamento che il testo non era compatibile con la Ue, tant’è che pur condividendo gli obiettivi, mi sono astenuto. Si può anche fare una legge-bandiera, ma su questi temi decide l’Europa. La legge sarà applicata nei punti in cui rispetta il dettato comunitario, suppongo che l’obbligo di etichettatura non risponda a questo a questa esigenza». Le critiche mosse da Bruxelles al di là del rilievo sul mancato invio dei decreti attuativi e sul riferimento a norme comunitarie che non esistono - vertono infatti non tanto sui requisiti chiesti per ottenere il marchio del «made in Italy» (almeno due delle fasi di lavorazioni prevalente devono avvenire sul territorio nazionale), ma sul fatto che, per proteggere l’industria nazionale, non si può danneggiare la libera concorrenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica Genova, 2-10 Ottobre 2010

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

IMPRESE

&MERCATI ■ 38

La Libia avanza nel capitale Unicredit Il fondo sovrano Lia risponde alla Consob e sale al 7,6%. Zaia: “È una scalata”. ANDREA GRECO MILANO — Nuovi denari libici sull’Unicredit. Il fondo sovrano Lia, nel rispondere alla Consob che aveva chiesto chiarimenti sul 2,07% della banca rilevato il 3 agosto, ha precisato che nel mentre la sua quota è salita al 2,59%. E ribadito in termini formali che Lia e la banca centrale di Tripoli (detentore del 4,98%) hanno nature distinte. A questa tesi in Italia non crede nessuno: non gli altri grandi azionisti della banca, non – dietro una temporanea cortina di silenzio – Consob e Banca d’Italia, che da settimane hanno chiesto delucidazioni, per garantire che la norma sulla trasparenza e la

quattro nomi: Giovanni Maccagnani, Wilmo Ferrari, Cesare Locatelli, Damiano Monaldi. Tra i nomi spicca quello di Nicola Sartor, docente nominato dall’università di Verona, ex sottosegretario al Tesoro del governo Prodi. A parte i nomi, a Verona s’è assistito a un altro plebiscito su Paolo Biasi, presidente della Fondazione da 17 anni e tornato a raccogliere «piena fiducia» dal consiglio sulle inchieste che lo vedono rinviato a giudizio per bancarotta preferenziale. In città si dà per scontata la conferma per altri cinque anni di Biasi il 22 ottobre, quando il consiglio generale nominerà il nuovo cda.

AL TIMONE Alessandro Profumo, ad dell’Unicredit. Sotto, la sede del gruppo

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La Cariverona lima la quota e rinnova il consiglio generale: Biasi verso la conferma stabilità della governance interna siano tutelate. Stando alle dichiarazioni ufficiali, salgono così al 7,6% le azioni Unicredit nei forzieri della Libia. «È in atto una scalata bella e buona dei libici – ha commentato Luca Zaia, governatore del Veneto – che vanno anzitutto contingentati. Bankitalia deve muoversi». Secondo il politico leghista il punto di caduta sarà quando si chiariranno le reali intenzioni dei libici: «Per garantire il libero mercato vorremmo capire bene se questo è un semplice investimento o una scalata. A quel punto le Fondazioni decideranno se stare nella banca o no». Più sfumate le dichiarazioni di Hafed Gaddur, ambasciatore libico che alla domanda se fosse in atto una scalata su Unicredit ha detto: «No», e aggiunto che l’attuale quota libica nella banca «basta così». Il titolo a Piazza Affari ha perso il 2,48%, tra i peggiori di una seduta grigia. La risposta del fondo sovrano a Consob, attesa da giorni e pubblicata da Il Sole 24 Ore, definisce l’investimento «strategico e di lunga durata», e rivendica l’autonomia della banca centrale (con cui «non ci sono accordi») e quella di Lia, fondo regolato da una legge statale. La Commissione, che ha preso atto, attende ora la risposta della banca centrale di Tripoli, dopodiché dovrebbe esprimersi, sanzionando nel caso gli investitori stranieri per omessa comunicazione; ma nei corridoi si fa capire che non sarà un’istruttoria facile. Accertare che i petrodollari libici siano mossi dalla stessa mano, poi, congelerebbe al 5% i loro diritti di voto, come prevede lo statuto Unicredit. Mentre la Libia cresce sempre più la Fondazione Cariverona, facendo trading sul titolo, ha limato di uno 0,25%, fino al 4,639%, la quota Unicredit. Una mossa di mesi fa, che sarebbe legata alle esigenze di conto economico dell’ente. Ieri, Cariverona ha rinnovato il consiglio generale, con 25 innesti su 32. La parte magna va alla Lega Nord, che tramite le giunte locali che amministra ha inserito otto rappresentanti, contro due del Pdl, sui 16 sostituiti. Soprattutto il comune di Verona, retto da Flavio Tosi, ha piazzato

AFFARI IN PIAZZA PAX AEROPORTUALE

LUCA PAGNI

a parlato «in linea di principio». Ma tutta fa pensare che sia d’accordo anche all’atto pratico. Con lo sdoganamento dell’aumento delle tariffe aeroportuali da parte dell’ad di Alitalia, Rocco Sabelli («Sono d’accordo a patto che si facciano anche gli investimenti») anche ai vertici di Gemina devono avere pensato che finalmente è fatta. La storica holding ora controllata dai Benetton attende da anni gli aumenti delle tariffe pagate dalle compagnie per rilanciare Fiumicino. Fino ad ora, il sospetto (e non solo di Gemina) era che il governo – nonostante il parere favorevole del ministro Matteoli – le tenesse ferme per non gravare i conti della rinascente Alitalia. Ma ora che anche il suo primo manager, che ha avuto il tempo di assestare la società, ha dato il suo via libera, non sembrano rimanere più ostacoli.

Il processo

Fallimento Italease chiesti cinque anni per l’ex manager d’oro

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SASSARI UFFICIO TECNICO

AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO OGGETTO: Lavori di completamento e potenziamento della Facoltà di Veterinaria, realizzazione Ospedale e Pronto Soccorso Veterinario. CUP. J82E09000020003 - CIG: 0465634D51 Nome e indirizzo dell’Amministrazione aggiudicatrice: Università degli Studi di Sassari - Piazza Università n. 21 - 07100 Sassari (C.F. 00196350904). Procedura di aggiudicazione prescelta: procedura aperta ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. n. 163/2006 con aggiudicazione a corpo con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa con bando pubblicato nella GUCE, nella GURI, sui quotidiani “Corriere della Sera”, “Repubblica”, “La Nuova Sardegna” e “L’Unione Sarda” sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dell’Amministrazione aggiudicatrice. Natura delle prestazioni: contratto di appalto per l’affidamento dei lavori di completamento e potenziamento della Facoltà di Veterinaria, realizzazione Ospedale e Pronto Soccorso Veterinario. Luogo di esecuzione: Sassari - Via Vienna, 2. Importo a base di gara: Euro 5.760.047,09. Oneri per l’attuazione della sicurezza: Euro 240.001,96. Criterio di aggiudicazione: a corpo con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (art. 83 - del D.Lgs. n. 163/2006). Numero delle offerte ricevute: 21. Numero concorrenti ammessi alla fase di apertura delle offerte: 21. Punteggio offerta economicamente più vantaggiosa: 93.299 su 100. Ribasso di aggiudicazione: 29.45338%. Importo di aggiudicazione: Euro 4.063.513,53 al netto degli oneri per la sicurezza pari a Euro 240.001,96 più IVA di legge. Soggetto aggiudicatario: A.T.I. NOVACO srl e M.E.D. (Manufacturing Engineering & Development) srl Via Michele Coppino 22 - 07100 SASSARI. Tempo di realizzazione dell’opera: giorni 390 naturali e consecutivi decorrenti dalla data di consegna dei lavori. E’ possibile che il contratto venga subappaltato: Sì. Data aggiudicazione: Decreto del Direttore Amministrativo - Rep. n. 1456-2010 - Prot. n. 18205 del 29 giugno 2010. Responsabile del Procedimento: Ing. Simone Loddo - Responsabile Ufficio Tecnico. Organo competente per le procedure di ricorso: Avverso gli atti ed i provvedimenti inerenti la procedura di gara è possibile presentare ricorso al T.A.R. Sardegna in Cagliari, Via Sassari 17 o al Presidente della Repubblica, in Roma, Segretariato Generale, Palazzo del Quirinale, nei termini rispettivamente di 60 e 120 giorni. Il Responsabile del Procedimento (Ing. Simone Loddo)

La richiesta del pm Pellicano in udienza a Milano

WALTER GALBIATI MILANO — Se si guarda al danno vero e proprio procurato dall’appropriazione indebita, il conto è di circa 30 milioni di euro. Ma quando ieri, davanti ai giudici della sesta sezione penale, durante la requisitoria il pubblico ministero, Roberto Pellicano, ha parlato di «danni ingentissimi» causati da Massimo Faenza, l’ex amministratore di Banca Italease, e dai suoi “amici” non si riferiva certo a quei numeri. Il pensiero correva alla reputazione della banca e alla sua cattiva gestione, che di fatto l’ha portata a chiudere i battenti. I vecchi manager «hanno procurato danni ingentissimi, perché hanno danneggiato un’istituzione con ricadute sulla collettività. A perdere sono stati gli azionisti». I numeri sono lì a dimostrarlo. Alla quotazione il titolo valeva 9 euro e ha toccato i massimi a febbraio 2007, sfiorando i 50 euro per azione. Il delisting, l’operazione che ha portato l’azionista di riferimento (il Banco Popolare) a togliere il titolo dal mercato, è avvenuta a marzo 2010 a 0,797 euro per azione. E gli esercizi 2008 e 2009 sono stai chiusi rispettivamente con un rosso di 1,2 miliardi e di oltre 270 milioni.

Il tutto è nato da una gestione scriteriata dei contratti derivati e di leasing che permettevano a Faenza, ad alcuni manager e ai consulenti di lucrare attraverso le commissioni che i clienti versavano per quei contratti. Loro

Secondo la Procura l’allora ad Massimo Faenza ha provocato “danni ingentissimi” intascavano i proventi a danno della banca, mentre sulla banca ricadevano i rischi di quei contratti la cui contabilizzazione ha prima distrutto il patrimonio e poi affossato definitivamente l’istituto. Per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, il pm ha chiesto ieri la condanna di Faenza a 5 anni e 6 mesi. Per Pino Arbia, responsabile delle relazioni esterne nonché “cassiere” occulto di Faenza, e per i me-

diatori Leonardo Gresele e Luca De Filippo la richiesta è stata di 4 anni e mezzo di carcere. Sul capo dell’ex direttore finanziario della Danieli, Mauro Mian, accusato solo di appropriazione indebita, pende una possibile condanna a tre anni di carcere, mentre per altri due mediatori, Gianluca Montanari e Claudio Calza, il rischio è rispettivamente di un anno e mezzo e un anno e quattro mesi. È di poco meno di 30 milioni di euro, invece, la provvisionale richiesta dall’avvocato Giovanni Accinni, legale della nuova gestione di Banca Italease, costituitasi parte civile al processo. Il giudizio arriverà probabilmente il prossimo 21 ottobre, quando i giudici saranno chiamati ad aprire la camera di consiglio. Si trova, invece, nella fase dell’udienza preliminare l’altro filone del processo Italease, relativo alle accuse avanzate sempre a carico di Faenza, e di altri, per aggiotaggio, falso in bilancio, ostacolo alle autorità di vigilanza. Sono stati citati come responsabili civili le società Italease, Deloitte e Deustche Bank e i risparmiatori che hanno chiesto di vedersi risarcire i danni sono stati circa 650. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

Global market

La Cina scopre l’impunità fiscale dei nuovi ricchi

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IMPRESE&MERCATI PECHINO — La Cina capitalista ha sconfessato da tempo l’egualitarismo comunista. Dopo aver invitato la popolazione ad arricchirsi, le autorità scoprono però l’altra faccia della crescita economica record. Il Paese è nella morsa dell’evasione fiscale e il divario tra ricchi e poveri supera il livello fisiologico per la transizione di una potenza in via di sviluppo. La zona grigia dell’economia e i redditi in nero esplodono poi tra il 10% della popolazione che detiene l’80% della ricchezza. L’intreccio tra potere e denaro è talmente stretto che la disponibilità dei benestanti supera di 65 volte quella degli altri. L’ufficio nazionale di statistica, smentito da autorevoli istituti privati, insiste nell’abbassare a 23 la differenza tra la media dei redditi minimi (1900 euro al-

l’anno) e massimi (44 mila euro annui). Il boom dei consumi, degli investimenti immobiliari e finanziari, della spesa in generi di lusso, accreditano però le relazioni indipendenti. Secondo il Credit Suisse, in Cina la differenza tra Pil e gettito fiscale è tra le più alte del mondo.

FLASH

Nominando Elizabeth Warren ho scelto la migliore per guidare l’agenzia di difesa dei consumatori. La gente non verrà più confusa o fuorviata dai trucchi e dalle trappole della finanza Barack Obama, presidente Usa

PER SAPERNE DI PIÙ www.agcom.it www.telecomitalia.com

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L’evasione supererebbe i 700 miliardi di euro all’anno, dato che l’istituto di ricerche economiche di Pechino considera ampiamente sottostimato. Poiché a non pagare le tasse sono quasi esclusivamente i ricchi, ossia i più vicini al potere politico, l’evasione rimane impunita. Il suo effetto è il venir meno di risorse pubbliche per i servizi indispensabili. Monta lo scontento e per la prima volta il problema esplode nel partito comunista, sui giornali e online. Nessuno sa dire dove finisca l’immenso fondo nero cinese, ormai più rapido del Pil. Ma se non riemerge in fretta, la «questione fiscale» degenererà in «questione sociale»: l’ultima cosa che Pechino vuole. Giampaolo Visetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Schiarita sulla banda larga, prima intesa tra gli operatori Il ministero strappa un compromesso sulla fibra. L’Autorità soddisfatta

A.O.R.N. “S. ANNA E S. SEBASTIANO” DI CASERTA Via Palasciano Snc - 81100 Caserta Bando di gara - Numero gara 584423 - CIG Lotto 053814072B. Questa Amministrazione indice procedura aperta, ai sensi del D.L.vo 163/06, per l’affidamento del contratto, di durata quinquennale, relativo alla fornitura in noleggio di trapani ortopedici e acquisto di materiali d’uso e di consumo da destinare alla UOC Ortopedia e Traumatologia. Importo a base d’asta Euro 600.000,00 oltre IVA. Termini, forme e modalità di partecipazione sono rinvenibili nel bando della suddetta procedura pubblicato sulla GURI nonché, in forma completa, sul sito Internet Aziendale all’indirizzo: www.ospedale.caserta.it. Termine presentazione offerte 03/11/2010 ore 12.00. Caserta, 10/09/2010 DIRETTORE GENERALE: Luigi Annunziata

A.O.R.N. “S. ANNA E S. SEBASTIANO” DI CASERTA Via Palasciano snc - 81100 Caserta

BANDO DI GARA NUMERO GARA (584306) - CIG LOTTO (05380404A6) Questa Amministrazione indice procedura aperta, ai sensi del D.L.vo 163/06, per l’affidamento della fornitura di n° 1 sistema per spirometria da destinare alla UOC Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria. Importo a base d’asta Euro 40.000,00 oltre IVA. Termini, forme e modalità di partecipazione sono rinvenibili nel bando della suddetta procedura pubblicato sulla GURI nonché, in forma completa, sul sito INTERNET Aziendale all’indirizzo: www.ospedale.caserta.it. Termine presentazione offerte 07/10/2010 ore 12.00.

Le tappe

Il viceministro Paolo Romani

Regione Siciliana

Azienda Ospedaliera “Ospedale Riuniti Villa Sofia Cervello” Estratto Bando di Gara Azienda Ospedaliera “Ospedale Riuniti Villa Sofia Cervello” Viale Strasburgo n. 233 – 90146 Palermo Telefono 091/7802111 – Telefax 091/7808394 indice, con deliberazione del Direttore Generale n. 752 del 30 Giugno 2010, gara per l’aggiudicazione triennale della fornitura, in somminstrazione, di Generatori Radiofarmaci, Kit di Marcatura e Kit per dosaggi radioimmunologici. Per un importo presunto triennale di Euro 1.382.935,200 I.V.A. 10% e 20% esclusa. Le modalità di partecipazione sono riportate nel Bando di gara affisso all’albo dell’Azienda, nonché all’Albo Pretorio del Comune di Palermo e sul sito internet dell’Azienda http://www. ospedaliriunitipalermo.it. Termine ultimo per il ricevimento delle offerte economiche: ore 12.00 del giorno 02 Novembre 2010. Ulteriori informazioni potranno essere richieste direttamente Presso l’Unità Op. Appalti e Forniture Dott.ssa A. Lupo tel 09/7808312 – fax 09/7808394

L’ALLEANZA

L’EX MONOPOLISTA

LE TARIFFE

Il 4 maggio Vodafone, Wind e Fastweb si alleano per investire 2,5 miliardi nella rete e cablare le 15 città più grandi d’Italia

Telecom il 10 giugno presenta all’Agcom la sua strategia che nel 2018 punta a portare la fibra al 50% degli italiani

Il 9 settembre l’Agcom fissa le nuove tariffe fino al 2012 per collegarsi all’ultimo miglio della rete in rame di Telecom Italia

operatori al riguardo. Il modello approvato ieri si può definire “ibrido”, cioè in grado di supportare le due modalità, (quella “Gpon” e quella “punto punto”), scelte rispettivamente da Telecom e dal trio Vodafone-WindFastweb per i rispettivi progetti. «É un passo fondamentale che permetterà al sistema paese di raggiungere gli obiettivi definiti

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Via G. Bandi, 15 - 57122 LIVORNO - Tel. 0586-416.329 - Fax 0586-406.033

GARA N. 223/DG/10 - ESTRATTO BANDO

Procedure aperte ai sensi degli artt. 55 e 82 comma 2 lett. a) primo periodo, D.Lgs. 163/06, per l’affidamento dei SERVIZI DI MANUTENZIONE: A) DEGLI AUTOVEICOLI E AUTOTELAI DEL PARCO MACCHINE AAMPS SPA. B) DELLE ATTREZZATURE DEL PARCO MACCHINE AAMPS SPA. - Durata due anni. - Importo complessivo presunto di ciascun appalto pari ad € 600.000,00 + I.V.A. nel biennio. - Data scadenza presentazione offerte: ore 12,00 del 18.10.2010. - Bandi inviati alla G.U.U.E. in data 06.09.2010 e saranno pubblicati sulla G.U.R.I. - Copia integrale di tutti i documenti di ciascuna gara potrà essere scaricata dal sito: www.aamps.livorno.it. IL DIRETTORE GENERALE (Dr. C. Ceccarelli)

La Compagnia Trasporti Pubblici S.p.A., con sede legale in Napoli alla via Ponte dei Francesi, 37/e - 80146, indice gara, mediante procedura aperta da aggiudicarsi ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs. 163/06 con il criterio del massimo ribasso per l’affidamento di lavori per la sostituzione dei pali di iluminazione esterna dei depositi di Teverola, Arzano e Pozzuoli per un importo complessivo pari ad Euro 71.287,93 escluso IVA. I soggetti interessati potranno prendere visione e scaricare dal sito internet aziendale www.ctp.na.it la documentazione necessaria per la partecipazione alla gara in oggetto. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 14,00 del giorno 11/10/2010. IL DIRETTORE GENERALE (ing. Giuseppe Fiorentino)

BANDI DI GARA

Banco Santander, S.A. Sede legale: Paseo de Pereda, 9-12. 39004 SANTANDER - SPAGNA R.M. Santander, Pagina 286, Foglio 64, Libro 5º delle Società, Isc. 1ª. C.F. A-39000013

BANCO SANTANDER S.A.

Caserta, 10/09/2010 DIRETTORE GENERALE: Luigi Annunziata

MINISTERO AFFARI ESTERI

due anni prima della scadenza prevista in sede europea, con un investimento complessivo di 7 miliardi di euro. Ora bisognerà vedere quanto gli altri operatori saranno disposti a mettere sul piatto per sfruttare l’accordo di condivisione dei cavidotti. E bisognerà vedere se gli stessi operatori riusciranno a mettersi d’accordo per andare a coprire

quelle zone d’Italia che non sono ancora “passate” dalla fibra ottica e soprattutto con quali accordi societari e commerciali. Insomma la strada è ancora lunga ma se non altro rappresenta un primo passo di avvicinamento delle posizioni che alla vigilia, anche a causa degli aumenti del canone di unbundling concessi dall’AgCom a Telecom Italia, erano molto distanti. Tuttavia, il fronte degli operatori che ha lanciato il progetto della “Fibra per l’Italia”, cioè Vodafone, Wind e Fastweb sembra meno compatto rispetto a qualche mese fa se è vero, come sembra, che l’operatore svizzero ha approcciato separatamente l’ex monopolista per proporre un progetto alternativo. (g.po.)

A.AM.P.S. AZIENDA AMBIENTALE DI PUBBLICO SERVIZIO S.p.A.

IL DIRETTORE GENERALE Dott Salvatore Di Rosa

Vehicles Tender Contract SELCO 03/2010 Deadline Extension for submission of bids Tender financed by Italian Credit Line: SELCO 03/2010 – Supply of Vehicles. Advertising published on 26.7.2010. New Deadline for submission of bids: Thursday 14th October 2010, at 12:00 pm hours. The Complete Invitation for Bids is available on: http://www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Imprese/Opportunita/Ricerca_BandiGare.htm.

dall’Agenda Digitale europea entro il 2020, ovvero che il 50% degli utenti domestici italiani ed europei abbia attivato abbonamenti per servizi con velocità superiore a 100 Megabit». Per la verità, un piano che va in questa direzione c’è già ed è quello di Telecom Italia che prevede di portare la banda ultralarga al 50% della popolazione italiana entro il 2018, cioè

Banco Santander S.A. ha pubblicato il documento informativo contenente le informazioni relative all aumento gratuito di capitale a serzio del programma di remunerazione degli azionisti denominato “Santander Dividendo Elección . La relativa documentazione, in lingua inglese, è a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, presso la sede della Borsa Italiana e consultabile sul sito internet www.santander.com. Boadilla del Monte (Madrid), 15 settembre 2010

publi Kare

MILANO — Via libera alla condivisione delle infrastrutture passive delle società di tlc - in pratica i cavidotti attraverso cui viene fatta passare la fibra ottica - ma ancora nessun accordo sulla governance e sugli investimenti economici che dovranno portare la banda larga nelle case degli italiani nel prossimo decennio. È questo, in sintesi, il risultato del cosiddetto Tavolo Romani, dal nome del viceministro allo Sviluppo Economico che sta promuovendo l’iniziativa, ottenuto ieri dopo una riunione tecnica con tutti gli operatori di tlc italiani, da Telecom Italia a Vodafone, da Tiscali a 3 Italia. Si tratta di un accordo tecnico e ancora minimale e che per diventare operativo dovrà essere implementato nelle prossime settimane dall’AgCom che ascolterà le posizioni dei vari

Comune di Villabate (PA) Estratto dell’esito di gara “Lavori di completamento della sistemazione e arredo urbano della zona di rilevante aspetto urbanistico via Gamma V e adiacenti”. CIG 04392218A0. Asta pubblica esperita con il criterio di cui all’art. 21, commi 1 e 1bis L. 109/94 e s.m.i., nel testo vigente in Sicilia. Offerte pervenute n 232 di cui n 213 ammesse. Aggiudicazione definitiva con determinazione n 161 del 26.08.2010 a favore dell’impresa I.PA Costruzioni S.r.l. Cod. Fiscale 03956880870 via Circonvallazione n 378 Paternò – CT - per l’importo di € 254.066,76 di cui € 245.639,62 per lavori al netto del 7,3152% e € 8.427,14 per oneri di sicurezza, oltre IVA R.U.P. – Geom. A. Di Chiara – Tel. 091-490094 – Fax 091-492308 www.comune.villabate.pa.it IL RESPOSABILE DEL 4° SETTORE Arch. G. Giordano

Comune di Villabate (PA) Estratto dell’esito di gara “Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza e igiene dell’asilo nido comunale”. CIG 0408585700. Asta pubblica esperita con il criterio di cui all’art. 21, commi 1 e 1bis L. 109/94 e s.m.i., nel testo vigente in Sicilia. Offerte pervenute n 151 di cui n 137 ammesse. Aggiudicazione definitiva con determinazione n 159 del 26.08.2010 a favore dell’impresa GEOTEK S.r.l. Cod. Fiscale 02266680814 – Piazza Falcone e Borsellino n 11 Alcamo (TP) per l’importo di € 320.627,27 di cui € 303.987,24 per lavori al netto del 7,3152% e 16.640,03 per oneri di sicurezza, oltre IVA R.U.P. – Arch. G. Giordano – Tel. 091-490094 – Fax 091-492308 www.comune.villabate.pa.it IL RESPOSABILE DEL 4° SETTORE Arch. G. Giordano ESITI DI GARA NUMERO CIG 0499217EE2

CO M P R E N S O R I O S A N I TA R I O D I B R E S S A N O N E Avviso di conferimento dell’incarico quinquennale: Figura professionale

gruppo linguistico T I L

Direttore/direttrice medico (primario/a) per la divisione di ginecologia e ostetricia ospedale di Vipiteno

X - -

Attestato di biling.

SALERNO PULITA A

Termine di presentazione: entro le ore 12 del 14.10.2010 Informazioni e prestampato della domanda: Tel. 0472 812044 o www.as-bressanone.it Comprensorio Sanit. di Bressanone, Ripart. personale, Via Dante 51 - 39042 Bressanone

Il Direttore Generale: Dr. Andreas Fabi

STAZIONE APPALTANTE: Consorzio Comuni Bacino SA\2 (C.F.e P.I.03151600651) sede legale via Roma, 28 84121 Salerno - Tel. 089 221148 fax 089 256915. OGGETTO: Servizio di prelevamento, trasporto e smaltimento percolato impianto RR.SS.UU. e sito di stoccaggio S.Tammaro (CE). ESITI GARA: Ai sensi dell’art. 20 Legge 55\90, relativamente alla gara in oggetto si comunica che sono pervenute n°5 offerte e la gara è stata aggiudicata: A.T.I. Consorzio Campano Stabile di Benevento e P.I. SIDA di Butera di Lamezia Terme (CZ) per prelievo trasporto e smaltimento percolato dell’impianto RR.SS.UU. per un importo di euro 1314.030,00 oltre IVA; SA.VI. ECOLOGIA SRL di V. Literno (CE) per prelievo trasporto e smaltimento percolato del sito di stoccaggio\trasferenza per un importo di euro 1.170.000,00 oltre IVA. Il coordinatore Aree\Settori RAG. ROBERTO INFANTE

È indetta gara di: Appalto mediante procedura aperta con

aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantagiosa per l’affidamento dei seguenti servizi: Noleggio Automezzi per Raccolta Differenziata Rifiuti - Lavaggio Mezzi utilizzati per la Raccolta dell’Umido Durata: 12 mesi. Importo complessivo presunto dell’appalto euro 2.479.193,00. Termine ricezione offerte: 20 novembre 2010 ore 12,00. Apertura 22 novembre 2010 ore 10,00. Documentazione integrale disponibile presso la sede della Società, Ufficio acquisti, oppure mediante richiesta invio oneroso al seguente numero di fax 089/771733. Firmato il Presidente Antonio Colombo

A.R.P.A.C. AVVISO DI RETTIFICA E PROROGA TERMINI BANDO DI GARA AVENTE AD OGGETTO “SERVIZI INTEGRATI PER LA MANUTENZIONE DELLA RETE REGIONALE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA’ DELL’ARIA”. In riferimento al bando di gara, n° 567715, C.I.G. 05171448B8 per APPALTO DI SERVIZI INTEGRATI PER LA MANUTENZIONE DELLA RETE REGIONALE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA’ DELL’ARIA, pubblicato sulla G.U.R.I. - V Serie Speciale - Contratti Pubblici, n. 88 del 2 agosto 2010 si precisa che, per mero errore materiale: a) al punto II.2.1) del bando di gara pubblicato sulla G.U.R.I. e sul sito www.arpacampania.it è stato riportato importo non corretto che quindi è di seguito rettificato: “importo triennale a base di gara: Euro 1.110.040,00 oltre IVA e Euro 21.960,00 per oneri di sicurezza”; b) nell’”Avviso di gara” è stato riportato un numero di C.I.G. non corretto, che quindi è di seguito rettificato in C.I.G. 05171448B8; c) a pag. 9, punto 1, ultimo comma, del disciplinare di gara, in luogo di “con riferimento al punto 10 della dichiarazione di cui alla lett. B” è da intendersi “con riferimento al punto 9 della dichiarazione di cui all’art. 8 lett. B”. Rimangono ferme tutte le altre modalità, previste nel bando di gara, nel disciplinare di gara, nel capitolato d’oneri, nel Capitolato tecnico e nell’avviso di gara, per la partecipazione alla gara. Di tale rettifica è data notizia sul sito www.arpacampania.it. Per effetto della seguente rettifica i termini per la presentazione dell’offerta, vengono prorogati alle ore 12.00 del giorno 21 ottobre 2010 e conseguentemente il termine di cui all’art. IV 3.2 del Bando di Gara, per le richieste di informazioni complementari e/o chiarimenti, si intende prorogato alle ore 12,00 del 6 ottobre 2010. L’apertura delle buste avverrà il giorno 29 ottobre 2010. IL DIRETTORE GENERALE Prof. Ing. Gennaro Volpicelli



la Repubblica

IMPRESE&MERCATI

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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www.finanza.repubblica.it in tempo reale quotazioni di Borsa, commenti e notizie TITOLO A A.S. Roma A2A Acea Acegas-Aps Acotel Group Acque Potabili Acsm-Agam Actelios AdF-Aerop.Firenze Aedes Aeffe Aicon Alerion Amplifon Ansaldo Sts Antichi Pell Apulia Pront Arena Arkimedica Ascopiave Astaldi Atlantia Autogrill Autostrada To-Mi Autostrade Mer. Azimut B B&C Speakers Banca Generali Banca Ifis Basicnet Bastogi BB Biotech Bca Carige Bca Carige r Bca Finnat Bca Intermobiliare Bca P.Etruria e Lazio Bca P.Milano Bca P.Spoleto Bca Profilo Bco Desio-Brianza Bco Desio-Brianza rnc Bco Popolare Bco Santander Bco Sardegna rnc Bee Team Beghelli Benetton Group Beni Stabili Best Union Co. Bialetti Industrie Biancamano Biesse Bioera Boero Bart. Bolzoni Bon.Ferraresi Borgosesia Borgosesia rnc Brembo Brioschi Bulgari Buone Società Buongiorno Buzzi Unicem Buzzi Unicem rnc C Cad It Cairo Comm. Caleffi Caltagirone Caltagirone Ed. Cam-Fin Campari Cape Live Carraro Cattolica As CDC Cell Therap Cembre Cementir Hold Cent. Latte Torino Ceram. Ricchetti CHL CIA Ciccolella Cir Class Editori Cobra Cofide Cogeme Set Conafi Prestito’ Cred. Artigiano Cred. Bergamasco Cred. Emiliano Cred. Valtellinese Crespi Csp D D’Amico

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1,179 1,091 8,310 4,260 48,220 1,707 1,150 2,580 12,490 0,205 0,345 0,243 0,540 3,510 9,495 0,504 0,394 0,026 0,514 1,645 5,180 15,200 9,515 10,070 21,370 7,070

-0,92 -1,00 -1,19 1,91 -0,88 -0,52 -0,78 -2,64 -4,87 0,88 -2,02 0,28 -2,77 -1,09 -0,10 -1,13 -0,77 0,10 -0,54 0,78 0,33 0,11 0,30 0,52 -1,39

37,01 -25,73 10,80 4,86 -32,53 -10,86 6,88 -29,94 -12,60 -6,77 -32,62 -23,38 11,97 15,94 -28,77 -35,69 -7,18 -30,35 -28,56 8,51 -15,70 -17,70 7,03 -5,00 33,56 -27,81

0,550 0,967 7,169 3,573 36,409 0,680 0,624 2,496 11,850 0,098 0,285 0,163 0,264 0,764 8,936 0,438 0,273 0,015 0,385 1,441 2,608 9,565 3,196 3,794 8,249 3,085

1,304 1,476 10,415 5,285 73,757 2,446 1,354 4,293 17,300 0,407 0,732 0,439 0,636 4,207 15,402 2,954 0,542 0,079 1,130 1,700 6,932 18,958 10,453 11,489 24,278 9,816

157 3437 1785 231 203 62 87 179 108 153 37 27 238 706 1145 22 93 33 44 387 512 9129 2439 886 93 1019

3,380 8,820 5,040 2,757 1,745 43,900 1,729 2,638 0,526 4,180 3,315 3,720 4,098 0,490 3,860 3,705 4,827 9,725 9,440 0,400 0,640 5,385 0,642 1,389 0,393 1,418 5,520 1,012 20,000 1,878 29,240 1,267 1,280 6,625 0,164 6,145 0,498 0,889 7,245 4,218

0,30 -0,11 -1,47 0,82 1,51 0,92 0,12 -1,40 -0,85 0,36 1,07 -0,07 1,42 -0,10 1,05 -1,92 0,26 -1,37 -1,31 3,23 -0,54 1,70 -0,93 2,97 -0,51 -0,14 -0,09 -0,41 1,12 -1,31 0,23 -0,91 0,33 0,28 -1,02 -1,69

35,20 2,86 -8,90 39,97 -20,50 -15,19 -7,58 -10,98 -13,43 30,22 -17,07 -27,41 -14,28 -27,84 -9,34 -10,18 -8,57 -17,65 -9,49 -19,03 -7,25 -14,25 7,82 -4,99 -20,93 -4,19 0,18 -38,29 29,97 -16,10 -7,18 -5,33 26,67 -25,66 4,60 23,73 -25,04 -37,00 -43,69

1,934 2,018 3,917 1,047 1,411 38,084 1,484 1,951 0,358 2,129 2,806 2,784 3,850 0,214 3,580 3,602 1,848 4,066 7,866 0,324 0,343 4,562 0,373 1,062 0,173 1,166 2,888 1,010 18,000 1,244 22,617 0,881 1,012 2,169 0,160 2,835 0,272 0,496 6,870 3,849

3,394 8,922 6,393 3,225 3,622 51,981 2,789 3,385 0,735 4,321 5,691 5,818 5,607 0,818 4,924 4,781 6,916 12,059 11,278 0,809 0,819 7,723 0,722 1,968 0,896 1,819 7,072 3,800 24,100 2,072 43,631 1,524 1,400 6,643 0,278 6,802 0,730 1,506 13,312 7,782

37 984 274 169 31 2789 455 192 651 248 1541 121 332 451 49 3094 62 27 128 982 1226 13 30 48 151 9 87 48 164 85 1 442 130 1849 5 94 1207 174

4,550 2,688 1,028 1,935 1,760 0,369 4,445 0,308 2,305 18,820 1,800 0,292 5,080 2,260 2,390 0,265 0,140 0,295 0,700 1,422 0,449 1,230 0,633 0,467 0,880 1,475 21,950 5,010 3,670 0,151 1,035

-1,09 -2,27 -1,34 0,47 -1,90 -1,73 2,24 0,16 -0,11 -1,83 -2,07 -1,19 0,40 -1,31 -0,83 -0,56 -1,55 -0,84 -1,75 0,07 -0,55 -0,57 -2,54 -2,00 -1,12 1,72 -0,41 0,20 -0,07 -5,03 2,48

-18,75 -11,30 -3,02 -21,02 0,40 17,89 21,53 -6,38 0,22 -20,32 -13,46 -63,15 7,17 -32,13 -1,24 -48,04 -24,53 -1,83 -27,46 -23,92 -34,04 -38,58 -5,17 -51,41 -26,67 -19,97 -4,57 -9,07 -35,27 -28,10 36,90

3,669 1,396 0,912 1,903 1,400 0,109 1,964 0,296 2,190 12,495 0,666 0,039 2,594 1,729 1,513 0,260 0,075 0,197 0,583 0,662 0,439 0,888 0,316 0,409 0,752 1,318 18,685 1,728 3,555 0,141 0,556

6,709 3,157 1,278 2,893 2,372 0,383 4,431 0,500 3,211 25,595 2,497 1,330 5,170 3,830 2,855 1,089 0,324 0,387 1,436 1,929 0,851 2,816 0,790 1,330 1,364 2,311 28,231 5,714 7,221 0,396 1,131

40 212 13 232 221 249 2573 16 106 1032 23 86 365 24 21 22 27 128 1129 46 26 466 30 41 418 1360 1668 864 9 34

1,054

-1,95

-3,92

0,992

1,426

160

2009- 2010 min € max €

IL PUNTO

Cap. in mil. di €

L’Irlanda penalizza i titoli finanziari Fiat recupera Bene Stm e Campari

Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Diasorin Digital Bros Dmail Group DMT E Edison Edison r EEMS El.En. Elica Emak Enel Enervit Engineering Eni Erg Erg Renew Ergy Capital Esprinet Eurotech Eutelia Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Fastweb Fiat Fiat prv Fiat rnc Fidia Fiera Milano Finarte C.Aste Finmeccanica FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai rnc Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Gewiss Granitifiandre Greenvision Gruppo Coin Gruppo Ed.L’Espresso Gruppo Minerali M. H Hera I I Grandi Viaggi IGD Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo Impregilo rnc Indesit

MILANO — Seduta nervosa per le Borse europee, che nonostante i timori sulla situazione finanziaria dell’Irlanda sul finale hanno recuperato parte delle perdite grazie a Wall Street. A Piazza Affari il Ftse All Share ha perso lo 0,71% a 21.090 punti e il Ftse Mib lo 0,80% a quota 20.517. Le vendite maggiori hanno colpito i titoli finanziari, con Unicredit (-2,4%) maglia nera tra le banche e Generali (-1,5%) tra le assicurazioni. Viceversa i maggiori rialzi hanno riguardato titoli come Stm (+2,6%) e Italcementi (+2,2%) che nelle ultime sedute avevano sofferto di più. Campari (+2,2%) brinda alla promozione degli analisti dopo le acquisizioni in Usa, mentre Fiat (+1,4%) recupera all’indomani dell’assemblea per lo scorporo dell’auto. Tra i cali va invece segnalata Acea (1,19%) dopo l’intesa con Gdf-Suez e Parmalat (-2,4%).

ieri

Var % inizio anno

4,780 0,810 15,620 8,455 4,058 3,985 1,168 30,800 1,450 3,945 13,290

-1,65 -0,12 0,13 -0,65 -5,91 2,44 -0,17 0,85 -4,42 -0,63 -0,82

-17,94 -23,30 -15,15 -12,02 -0,67 24,73 -8,03 22,71 -37,23 -24,35 -18,42

3,231 0,717 5,700 3,688 2,995 1,063 0,834 13,197 1,234 3,354 2,073

7,954 1,306 20,475 11,166 5,070 3,943 1,674 34,582 2,891 6,285 17,524

77 67 641 343 242 590 354 1696 21 30 151

0,915 1,265 1,420 11,100 1,537 4,100 3,878 1,235 19,950 16,070 9,830 0,786 0,540 6,390 2,155 0,215 15,560 12,630 13,250 0,852

-0,44 -0,39 2,16 0,91 -0,52 -0,89 0,24 0,25 -1,17 -0,46 -1,32 2,76 0,31 -0,23 0,78 0,72 0,76 -1,50

-14,69 -4,46 13,96 -7,58 -20,77 15,82 -4,90 -14,24 -28,06 -11,22 -1,16 16,46 11,90 -32,09 -25,50 -38,75 12,43 65,31 31,32 -30,73

0,686 1,081 0,490 9,359 0,513 2,964 2,942 1,102 12,450 12,311 8,583 0,635 0,288 3,213 1,534 0,100 5,408 3,198 3,770 0,741

1,217 1,566 1,787 15,849 2,118 4,535 4,347 1,600 27,807 18,634 12,012 1,024 1,162 9,840 3,496 0,690 15,671 12,618 13,277 1,410

4761 140 60 53 97 115 36654 22 250 64884 1487 76 52 333 77 14 2496 969 121 44

17,910 10,360 6,240 6,600 3,397 4,040 0,105 8,450 0,530 7,875 4,835 1,119

0,06 1,47 0,81 1,54 -0,74 0,12 -0,84 1,48 2,17 -0,09

-7,92 -1,24 0,89 2,33 -25,82 -10,82 -48,66 -24,62 -10,48 -29,56 -38,99 -7,90

10,772 3,437 1,918 2,468 2,805 3,432 0,104 7,788 0,394 7,365 4,445 1,057

22,068 11,315 6,835 7,226 6,072 5,670 0,364 12,721 0,626 15,603 9,802 1,970

1424 11299 645 525 17 172 5 4918 132 977 205 12

0,390 5,150 2,860 0,522 1,225 14,710 4,010 4,070 3,380 6,050 6,620 1,521 4,700

-2,38 0,70 2,25 0,41 -1,54 -0,68 0,25 -3,22 -0,74 -0,30 -1,62 -1,67

-39,35 -16,26 28,97 -9,93 -26,65 -22,29 -17,11 48,13 -4,65 -2,65 46,78 -34,65 -1,00

0,313 5,027 2,028 0,212 0,297 9,947 3,664 2,075 1,936 4,295 1,493 0,580 3,166

1,450 7,648 3,231 0,707 2,836 19,635 6,664 4,342 4,003 22,656 6,675 2,428 7,600

35 232 41 767 5 23031 1043 488 127 35 935 628 27

1,411

-0,28

-12,90

1,124

1,768

1572

0,863 1,179 1,310 13,860 0,782 2,195 7,995 8,620

-1,60 0,43 -0,83 0,43 -3,46 -0,45 -0,12 0,29

-12,56 -26,04 -31,81 7,53 -7,67 -13,24 -5,94 7,68

0,736 0,813 1,294 11,941 0,499 1,711 5,244 1,630

1,078 1,604 2,528 15,120 1,008 3,131 10,349 10,303

39 365 57 471 274 886 13 979

Rif € ieri

TITOLO

Rif € ieri

ieri

Var % inizio anno

2,320 3,230 3,200 1,470 5,815 5,350 0,439 10,000 0,519 0,750 9,500 7,045 1,230 0,804 0,849 7,130 13,210

-0,22 0,94 3,23 -1,34 1,13 -0,37 1,39 -0,99 -0,19 2,04 1,66 -2,15 -0,70 0,28 -0,53

15,42 -25,14 7,74 28,38 20,28 1049,30 -18,72 -14,89 15,21 -10,66 -9,79 -3,23 23,62 -23,28 -19,14 -9,75 4,34

0,913 3,185 1,635 0,621 1,629 0,182 0,294 9,011 0,289 0,389 5,938 5,000 0,847 0,801 0,700 5,291 6,074

2,537 5,870 5,516 1,517 5,809 5,409 1,657 14,977 0,542 0,957 11,380 7,604 2,361 1,406 1,077 9,676 15,762

869 48 96 74 2764 66 368 12 67 105 2385 2153 39 330 116 61 2424

0,255 0,046 0,175 0,710 1,140 0,678 2,098 6,345 16,300 0,362 0,271 1,420

2,79 -2,53 -1,32 -3,06 0,44 0,84 -0,94 0,43 -1,63 -7,19 -3,01

2,46 -54,78 -36,57 -24,92 -10,87 -12,52 -8,00 20,17 2,32 -17,73 -36,83 12,88

0,124 0,045 0,117 0,707 0,499 0,442 1,825 3,742 12,439 0,204 0,113 0,355

0,285 0,394 0,326 1,200 1,560 0,865 2,756 6,420 17,268 0,615 0,572 2,289

96 22 47 23 849 20 95 1332 149 58 78 17

18,550 0,409 6,050 4,710 9,035 28,350 28,300 1,347 9,500 6,990 0,604 0,145 0,900 5,425 6,900 2,740 3,660 0,099 1,425 1,925 4,660 0,091 1,720 0,603 166,700 5,655

1,09 2,12 -1,47 0,21 -0,71 0,53 -2,11 -0,05 2,57 0,84 -0,41 -1,63 0,22 0,09 0,34 -1,53 -0,11 0,44 1,53 -1,15 2,63

12,15 -13,45 -0,82 -13,34 12,99 15,48 17,82 -39,87 -10,12 18,17 -12,47 -11,62 -18,18 3,93 3,14 -8,13 6,01 -18,52 -10,05 16,43 -27,03 31,30 -69,56 12,81 -12,73

7,464 0,395 4,274 3,387 3,965 10,783 14,850 1,332 7,515 2,810 0,402 0,126 0,294 3,093 3,166 1,710 2,957 0,081 0,674 0,682 2,688 0,061 0,366 0,531 3,412 3,029

18,550 0,756 9,795 7,669 10,507 29,959 29,930 2,860 11,024 8,028 0,754 1,131 1,750 5,987 7,476 3,506 3,805 0,237 1,932 2,411 4,984 0,215 1,728 7,776 177,000 7,982

214 37 89 35 516 12516 4 1292 94 384 83 279 1 89 1573 322 13089 14 55 226 422 39 800 52 -

1,310 13,400 1,027 0,229 0,400 0,808 14,010 3,100 3,925 0,606 0,103 65,820 1,477 10,640 5,595

4,69 -0,58 2,14 -1,40 0,43 -0,24 0,92 -1,44 0,15 -1,48 1,45

8,16 -7,59 -5,43 -42,66 -17,80 4,39 -9,14 4,11 105,61 8,12 -39,53 21,98 18,92 -7,96 -15,86

0,824 7,900 0,780 0,169 0,300 0,610 6,128 2,254 1,023 0,568 0,090 25,993 0,728 4,374 5,137

1,414 20,459 1,253 0,732 0,853 0,900 17,411 3,233 4,863 0,644 1,488 66,186 1,485 13,152 8,830

145 23 13887 334 2 4906 6225 98 65 193 2023 45 694 14

7,100 0,533 1,923 2,297 0,540 0,359

-1,46 -8,42 -2,48 0,33 -1,01 -0,28

-30,66 -43,72 -15,73 -16,54 -37,03 -35,39

5,867 0,383 0,605 0,954 0,507 0,342

11,340 1,195 2,644 3,310 1,078 0,794

4545 88 37631 55 1147 466

4,200 0,138 1,300 3,895 3,640

1,69 -1,52 1,17 0,55

-5,41 -7,14 -17,78 -5,70

1,941 0,105 1,279 3,435 3,040

4,604 0,343 1,660 5,127 4,813

44 20 39 169 242

7,270 0,082

2,47 -

27,77 -55,49

4,658 0,072

7,219 0,750

370 6

4,720 0,530 0,500

1,51 2,91 -

19,49 18,30 -13,58

3,213 0,389 0,466

4,779 0,660 2,000

378 12 2

TITOLO

2009- 2010 min € max €

Cap. in mil. di €

TITOLO Indesit rnc Industria e Inn Intek Intek r Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc Invest e Sviluppo Irce Iren Isagro IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IW Bank J Juventus FC K K.R.Energy Kerself Kinexia KME Group KME Group rnc L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica M Maire Tecnimont Management e C. Marcolin Mariella Burani FG MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Mediterranea Acque Meridiana Fly Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mirato Mittel MolMed Mondadori Mondo HE Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Monti Ascensori Mutuionline N Nice Noemalife Novare O Olidata Omnia Network P Panariagroup Parmalat

ieri

Var % inizio anno

6,955 2,580 0,426 0,730 4,390 2,402 1,913 0,015 1,430 1,262 3,072 3,235 6,275 3,453 24,930 16,430 1,422

-1,56 0,78 0,12 -1,01 -0,31 0,26 0,68 -0,79 -4,28 4,44 2,28 0,73 1,34 -1,62 -1,59

-9,62 15,05 -8,30 13,62 20,52 -24,09 -19,37 -48,22 -8,10 2,69 -11,71 -10,14 -35,74 -33,61 -21,38 -28,60 -27,74

0,851

-1,68

-5,87

0,075 3,612 1,985 0,286 0,540

4,72 10,47 0,25 -0,87 1,79

-49,63 -58,26 -9,67 -16,19 -10,28

1,745 3,780 0,335 11,440 20,070

0,87 -1,05 2,13 -1,72 -0,25

-19,03 8,23 -2,19 -19,21 9,43

2,730 0,189 2,840 2,523 7,440 2,820 5,100 6,555 3,063 2,987 0,053 0,369 10,990 1,411 1,581 3,118 0,458 2,300 0,131 6,845 0,428 1,042 0,153 0,308 1,057 5,485

0,55 -0,58 1,34 -0,67 0,36 -0,68 -0,46 -1,05 0,08 -2,59 -1,73 -1,60 -2,41 -2,27 1,22 -0,11 0,69 0,22 -0,47 -0,29 -3,72 -1,75 -1,86 -2,32

2,822 5,940 1,190

Rif € ieri

2009- 2010 min € max € 1,950 1,345 0,239 0,499 1,805 1,380 0,929 0,015 1,299 0,629 2,346 2,974 5,626 3,212 19,137 12,727 1,370

Cap. in mil. di €

9,309 2,634 0,636 1,054 4,597 3,196 2,489 0,045 1,857 1,517 4,311 5,220 11,181 6,081 38,148 25,091 2,240

3 62 55 4 430 28728 1796 4 40 1505 55 14 1105 364 554 277 106

0,649

1,068

173

0,049 3,193 1,400 0,261 0,435

0,297 10,123 2,881 0,485 0,711

74 62 43 129 23

0,915 2,196 0,275 10,407 9,571

2,974 3,962 0,450 18,010 21,790

54 428 22 1990 9339

9,75 32,56 88,20 24,94 -14,55 -12,14 -21,78 -31,41 10,04 -51,82 -38,38 -28,17 -30,75 -29,26 -23,21 -62,84 -28,57 -21,76 -7,75 -4,89 -15,83 7,47 20,78 -25,77 -2,23

0,996 0,056 1,013 1,810 4,562 1,736 3,057 4,531 2,060 1,284 0,039 0,328 9,827 1,118 1,226 2,429 0,422 2,185 0,110 2,740 0,396 0,791 0,119 0,135 0,870 2,740

3,386 0,193 2,995 10,125 7,647 3,588 6,487 9,675 4,938 3,290 0,168 0,980 16,000 2,779 2,732 4,136 1,472 3,740 0,393 9,895 0,495 1,579 0,230 0,521 2,211 5,970

883 90 174 75 496 51 6075 5623 2263 229 75 19 42 793 49 221 97 598 3 30 64 5719 20 8 14 218

-5,29 -0,17 -

-5,92 8,20 3,48

1,575 4,970 0,992

3,462 6,840 1,700

333 26 16

0,730 -

10,44 -

46,29 -

0,213 -

0,931 -

24 -

1,677 1,913

0,48 -2,40

-10,18 -3,87

1,194 1,138

2,314 2,139

75 3353

Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Pirelli Real E. Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Premafin Finanziaria Premuda Prima Industrie Prysmian R R. De Medici R. Ginori 1735 Ratti RCF RCS Mediagroup RCS Mediagroup risp RDB Recordati Reply Retelit Risanamento Rosss S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Snai Snam Gas Snia Socotherm Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr. T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tesmec Tiscali Tod’s Toscana Fin Trevi Fin.Ind. TXT e-solution U UBI Banca Uni Land Unicredit Unicredit risp Unipol Unipol pr V Valsoia Viaggi Ventaglio Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass. Y Yoox Yorkville Bhn Z Zignago Vetro Zucchi Zucchi rnc

2009- 2010 min € max €

Cap. in mil. di €

FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 16 SETTEMBRE 2010 TITOLI

Val. € oggi

ANM Americhe .............................8,765 ANM Anima America ....................3,999 ANM Anima Asia ...........................6,141 ANM Anima Convertibile ..............6,298 ANM Anima Emerging Mkts.......10,401 ANM Anima Europa ......................4,010 ANM Anima Fondattivo ..............13,716 ANM Anima Fondimpiego..........20,216 ANM Anima Fondo Tranding......12,658 ANM Anima Liquidità ....................6,634 ANM Anima Obbl.Euro .................7,162 ANM CapitalePiù Comp.Az. .........4,683 ANM CapitalePiù Comp.Bil.15 .....5,328 ANM CapitalePiù Comp.Bil.30 .....5,092 ANM CapitalePiù Comp.Obb. ......5,498 ANM Corporate Bond...................7,470 ANM Emerging Mkts Bond...........6,443 ANM Emerging Mkts Equity..........7,310 ANM Euroland ..............................4,426 ANM Europa...............................13,026 ANM Europe Bond........................7,669 ANM Flessibile ..............................2,881 ANM Fondo Liquidità....................7,608 ANM Iniziativa Europa ..................6,864 ANM Internazionale....................12,592 ANM Italia ...................................14,990 ANM Managers&Co. Comp.30 ....5,433 ANM Managers&Co. Comp.50 ....5,130 ANM Managers&Co. Comp.70 ....4,563 ANM Managers&Co. Comp.90 ....4,120 ANM Mix .......................................5,692 ANM Monetario..........................12,129 ANM Obiettivo Rendimento .........5,858 ANM Pacifico ................................4,941

Val. € ieri

8,793 4,009 6,182 6,306 10,434 4,038 13,778 20,266 12,726 6,634 7,172 4,707 5,338 5,106 5,503 7,480 6,447 7,366 4,429 13,109 7,684 2,890 7,608 6,895 12,660 15,072 5,459 5,158 4,593 4,149 5,710 12,128 5,863 4,983

Diff.% 12 mesi

17,10 6,07 5,17 2,36 24,56 6,34 3,83 7,99 6,85 0,87 3,26 8,03 3,54 3,75 2,94 6,38 11,70 21,07 1,86 6,57 5,17 6,78 0,56 10,19 10,06 -4,99 8,62 8,92 13,28 13,03 0,26 0,52 4,07 14,75

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

ANM Pianeta ..............................10,108 ANM Premium-Protetto................6,574 ANM Risparmio ............................7,798 ANM Sforzesco ..........................10,175 ANM Tesoreria-Imprese ...............6,902 ANM Valore Globale...................19,888 ANM Visconteo ..........................35,217

10,163 6,587 7,801 10,202 6,901 20,012 35,330

13,33 1,47 2,83 6,61 0,61 12,13 5,87

Azimut Bil. ..................................23,212 Azimut Garanzia .........................12,295 Azimut Reddito Euro ..................15,685 Azimut Reddito Usa......................6,128 Azimut Scudo ...............................7,711 Azimut Solidity ..............................7,912 Azimut Str. Trend ..........................5,111 Azimut Trend ..............................19,315 Azimut Trend America ..................8,906 Azimut Trend Europa..................11,943 Azimut Trend Italia......................14,635 Azimut Trend Pacifico...................6,382 Azimut Trend Tassi .......................8,929 Formula 1 - Alpha Plus 20 .............6,371 Formula 1 Conservative................6,419 Formula 1 High Risk......................6,791 Formula 1 Low Risk ......................6,633 Formula 1 Risk ..............................6,520

23,287 12,295 15,685 6,159 7,722 7,916 5,130 19,384 8,950 12,040 14,728 6,437 8,926 6,375 6,422 6,798 6,635 6,527

-0,79 -0,15 -0,29 12,71 3,85 0,94 5,06 8,90 11,12 -0,74 -8,57 8,65 -0,89 -2,21 -1,19 -0,54 -1,03 -0,52

EC Focus Cap Pro 12/14 ..............5,088 5,097 Eurizon Az. Asia Nuove Economie10,924 11,023 Eurizon Az. Finanza ....................17,727 17,920 Eurizon Az. Int. Etico .....................5,700 5,734

21,97 3,29 6,62

TITOLI

Val. € oggi

TITOLI

Val. € oggi

Eurizon Az. Salute e Amb. ..........14,954 Eurizon Az. Tecn.Avanz ................3,878 Eurizon Az.ALto Dividendo Euro 25,321 Eurizon Az.EnMatPrime................8,916 Eurizon Az.EuropaMult.................5,675 Eurizon Az.Italia 130/30..............16,154 Eurizon Az.MondoMult .................3,334 Eurizon Az.PMI Amer. ................19,954 Eurizon Az.PMI Europa.................8,330 Eurizon Az.PMI Italia .....................4,529 Eurizon Bilan.Euro Multimanager36,077 Eurizon DiversEtico.......................7,983 Eurizon F. Az.America...................8,500 Eurizon F. Az.Euro ......................13,254 Eurizon F. Az.Europa ....................8,247 Eurizon F. Az.Internazionali...........7,224 Eurizon F. Az.Italia ......................11,546 Eurizon F. Az.Pacifico ...................3,932 Eurizon F. Az.Paesi Emer..............9,225 Eurizon F. Garantito 03/13 ............5,176 Eurizon F. Garantito 06/12 ............5,139 Eurizon F. Garantito 09/12 ............5,121 Eurizon F. Garantito 12/12 ............5,136 Eurizon F. Garantito 2sem06 ........5,243 Eurizon F. Garantito 2tri07 ............5,126 Eurizon F. Garantito 3tri07 ............4,964 Eurizon F. Garantito 4tri07 ............5,211 Eurizon F. Garantito Isem06 .........5,302 Eurizon F. Garantito Itri07 .............5,163 Eurizon F. Ob. Cedola...................6,126 Eurizon F. Ob. Emergenti ...........11,668 Eurizon F. Ob. Euro.....................14,122 Eurizon F. Ob. Euro B/T..............15,178 Eurizon F. Ob. Euro Corp. .............5,718 Eurizon F. Ob. Euro HY .................7,469 Eurizon F. Profilo Din.....................5,316 Eurizon F. Profilo Moder. ..............5,367 Eurizon F. Profilo Prud. .................5,470 Eurizon F. Rend.Ass 2anni............5,244 Eurizon F. Rend.Ass 3anni............5,477

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

15,080 3,882 25,449 8,979 5,699 16,258 3,350 20,147 8,383 4,536 36,206 7,995 8,538 13,298 8,297 7,267 11,617 3,971 9,317 5,179 5,141 5,124 5,139 5,245 5,129 4,968 5,217 5,309 5,166 6,130 11,661 14,153 15,177 5,729 7,467 5,332 5,376 5,472 5,246 5,479

13,72 11,76 -1,93 5,66 8,49 -6,32 13,67 16,96 12,78 -4,19 6,37 2,64 12,17 -0,66 6,58 8,80 -5,89 12,18 21,32 1,51 1,02 1,25 1,44 -0,13 0,35 -2,55 0,68 1,42 0,08 2,10 9,05 1,77 -0,34 5,56 13,24 8,36 4,70 1,20 0,75 0,50

TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Eurizon F. Rend.Ass 5anni............4,907 4,907 Eurizon F. Tesor.Dollaro.............12,642 12,705 Eurizon F. Tesor.Dollaro $ ..........16,563 16,554 Eurizon F. Tesoreria Euro A...........7,656 7,657 Eurizon Focus Tesor Eu B ............7,704 7,704 Eurizon Liquidità A .......................7,274 7,274 Eurizon Liquidità B .......................7,455 7,455 Eurizon Ob. Internaz. ....................8,795 8,837 Eurizon Obb. Euro Corp. BreveT. .7,554 7,558 Eurizon Obblig. Etico ....................5,540 5,555 Eurizon Obiettivo Rend.to.............8,109 8,109 Eurizon Rendita ............................5,979 5,980 Eurizon Soluzione 10 ....................6,896 6,904 Eurizon Soluzione 40 ....................6,141 6,163 Eurizon Soluzione 60..................23,940 24,033 Eurizon Team 1 .............................6,011 6,016 Eurizon Team 1 Cl G .....................6,011 6,016 Eurizon Team 2 .............................5,710 5,717 Eurizon Team 2 Cl G .....................5,706 5,713 Eurizon Team 3 .............................4,797 4,807 Eurizon Team 3 Cl G .....................4,823 4,833 Eurizon Team 4 .............................4,051 4,067 Eurizon Team 4 Cl G .....................4,076 4,092 Eurizon Team 5 .............................3,909 3,926 Eurizon Team 5 Cl G .....................3,935 3,952 Intesa CC Prot.Dinamica ..............5,706 5,709 Passadore Monetario ...................7,120 7,121 Teodorico Monetario ....................7,461 7,463 Unibanca Azionario Europa..........6,095 6,140 Unibanca Monetario .....................5,729 5,731 Unibanca Obbligazionario Euro....5,855 5,864

Fideuram Bilanciato ...................12,407 12,450 Fideuram Italia............................21,337 21,447 Fideuram Liquidità .....................16,834 16,835

Diff.% 12 mesi 1,22 10,09 10,17 0,16 0,43 -0,27 -0,01 9,98 2,80 5,37 1,12 0,12 0,10 4,21 4,68 0,99 0,94 2,61 2,53 4,74 5,17 7,74 8,23 9,25 9,79 1,24 -0,08 6,97 -0,07 1,26

-3,93 -0,44

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

Fideuram Moneta.......................14,615 Fideuram Rendimento..................9,397 FMS - Absolute Return .................9,170 FMS - Eq.Glob.Resources .........10,822 FMS - Equity Asia..........................8,740 FMS - Equity Europe.....................8,985 FMS - Equity Gl Em Mkt .............12,842 FMS - Equity New World ............17,090 FMS - Equity Usa ..........................7,936

14,614 9,413 9,180 10,883 8,797 9,021 12,958 17,202 7,963

-0,08 1,92 -0,16 12,39 10,51 7,86 24,95 26,02 15,08

Pioneer Az. Crescita ..................12,587 Pioneer Az Area Pacifico...............3,589 Pioneer Az Valore Eur Dis..............6,774 Pioneer Az. Am. ............................6,568 Pioneer Az. Europa.....................14,510 Pioneer Az. Paesi Em. ................11,136 Pioneer Liquidita’ Euro..................5,069 Pioneer Monet. Euro ..................13,207 Pioneer O.Euro C.Et. Dis...............4,883 Pioneer Obb. Euro Dis ..................6,692 Pioneer Obb. Paesi E. Dis...........10,308 Pioneer Obb. Più Dis.....................8,358 Pioneer Target Controllo...............5,408 Pioneer Target Equilibrio ..............5,394 Pioneer Target Sviluppo.............22,564

12,660 3,612 6,807 6,580 14,563 11,225 5,069 13,206 4,894 6,707 10,332 8,379 5,415 5,402 22,603

-6,67 2,08 7,76 8,72 4,09 20,78 0,22 0,94 8,03 5,42 22,96 6,31 3,19 3,95 2,69

Bim Az. Small Cap Italia ................6,887 Bim Azionario Europa ...................9,750 Bim Azionario Globale ..................3,957 Bim Azionario Italia .......................6,700 Bim Azionario Usa ........................5,920

6,906 9,814 3,982 6,752 5,949

-7,25 1,07 5,24 -9,14 9,83

TITOLI

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TITOLI

Val. € oggi

Bim Bilanciato ............................22,248 Bim Corporate Mix........................5,570 Bim Flessibile................................3,777 Bim Obblig. Breve Term................6,552 Bim Obblig. Globale......................6,040 Bim Obbligazionario Euro.............6,986 Symphonia MS Adagio.................5,961 Symphonia MS America...............3,910 Symphonia MS Asia .....................5,300 Symphonia MS Europa.................5,473 Symphonia MS Largo...................5,708 Symphonia MS P. Emer. ............13,278 Symphonia MS Vivace..................5,163 Symphonia SC Asia Flessibile ......6,305 Symphonia SC Az. Euro ...............5,573 Symphonia SC Az. Internaz. .........6,500 Symphonia SC Az. Italia .............10,360 Symphonia SC Az. Italia SmallCap3,573 Symphonia SC Bil. Equil. Italia......5,355 Symphonia SC Bond Flessibile ....5,222 Symphonia SC Fortissimo............2,685 Symphonia SC Italia Flessibile......4,936 Symphonia SC Monetario ............7,443 Symphonia SC Obblig. Area Eur...9,651 Symphonia SC Patrim.Glob.Redd.7,099 Symphonia SC Patrim.Globale.....5,215 Synergia Az. Europa .....................6,079 Synergia Az. Globale ....................6,156 Synergia Az. Italia..........................5,654 Synergia Az. Sm.Cap It. ................5,503 Synergia Azionario Usa.................6,218 Synergia Bilanciato 15 ..................5,337 Synergia Bilanciato 30 ..................5,517 Synergia Bilanciato 50 ..................5,716 Synergia Monetario ......................5,017 Synergia Obbl Corporate..............5,463 Synergia Obbl. Euro BT ................5,071 Synergia Obbl. Euro MT................5,250 Synergia Tesoreria........................5,049 Synergia Total Return ...................5,240

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

22,359 2,45 5,579 4,01 3,795 -2,95 6,555 0,92 6,066 9,14 7,001 3,82 5,979 5,26 3,930 11,52 5,339 14,20 5,494 7,48 5,728 7,48 13,345 26,54 5,184 9,83 6,330 13,26 5,604 -2,52 6,551 7,65 10,433 -10,70 3,578 -7,60 5,372 -1,87 5,230 4,31 2,701 6,72 4,949 -4,25 7,444 0,57 9,671 5,29 7,113 0,88 5,245 3,53 6,114 0,96 6,189 4,89 5,693 -10,65 5,511 -8,79 6,252 6,53 5,349 2,58 5,534 2,97 5,741 3,40 5,017 -0,12 5,473 4,10 5,073 0,84 5,262 3,73 5,049 0,22 5,246 0,48




la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

LETTERE,COMMENTI&IDEE

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IL SABATO DEL VILLAGGIO

LO SCANDALOSO ORGOGLIO DEGLI EVASORI

GIOVANNI VALENTINI

BERLUSCONI, IL CORRIERE E LE LEGGI ANTITRUST

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Gliuomini del centrosinistra hanno commesso gravi errori che hanno agevolato l’ascesa di Berlusconi. da “Berlusconi e gli anticorpi” di Paolo Sylos Labini Laterza, 2003 – pag. 28)

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iversi lettori hanno scritto piuttosto allarmati al Sabato del Villaggio, dopo aver letto la rubrica della settimana scorsa intitolata “Se il Cavaliere compra il Corriere della Sera”, in cui si annunciava che il 31 dicembre prossimo scadrà il divieto stabilito a suo tempo dalla legge Mammì di acquisire il controllo di quotidiani per chi possiede già tre reti televisive. E si ricordava contemporaneamente che giace in Parlamento una proposta di legge, di cui il primo firmatario è l’ex ministro Paolo Gentiloni, per prorogare ulteriormente questa eventualità al 2015. L’articolo non è piaciuto, invece, all’ex senatore Franco Debenedetti che in una lettera esprime il suo “netto disaccordo”. E l’intervento merita un chiarimento e una replica: non solo perché proviene da un personaggio che è stato parlamentare per tre legislature (1994, ’96 e 2001), prima nelle liste del Pds e poi in quelle dei Ds. Ma soprattutto perché, al di là delle migliori e più rispettabili intenzioni, rivela una sconcertante disinformazione e una sostanziale indifferenza sul tema nevralgico del conflitto di interessi, entrambe diffuse purtroppo anche in una parte dell’opinione pubblica di sinistra. “Dalla Mammì – scrive Debenedetti - sono passati 20 anni, nel mondo dei media è successo di tutto. Che la Repubblica Italiana anno 2010 stabilisca per legge che il matrimonio tra televisione e giornali non s’ha da fare, mai, in nessun caso, mi pare un’idea assai poco illuminata, proprio da non andarne fieri”. In realtà, la legge Mammì non stabiliva affatto un divieto assoluto di incrocio fra tv e giornali. Quella legge, approvata dal Caf (Craxi-Andreotti-Forlani) dopo l’occupazione selvaggia dell’etere da parte si Sua Emittenza, era una legge-fotografia che si limitava a ratificare l’esistente, cioè il fatto compiuto. Tuttavia, per un minimo di pudore o di decenza, all’articolo 15 introduceva un “Divieto di posizioni dominanti”, fissando appunto una griglia nell’incrocio fra tv e carta stampata: chi deteneva già il 16 per cento della tiratura complessiva dei quotidiani italiani, non poteva avere neppure una concessione televisiva nazionale; chi deteneva l’8 per cento della tiratura dei quotidiani, poteva avere una sola concessione tv; e infine chi deteneva una quota di tiratura inferiore, poteva averne al massimo due. A quell’epoca, come si ricorderà, la Fininvest possedeva già Canale 5, Italia Uno e Retequattro. Per cui, non solo non avrebbe potuto ottenere una terza concessione nazionale, come la Corte costituzionale ha più volte sancito in nome del pluralismo e della libera concorrenza: tant’è che siamo arrivati fino al cosiddetto “decreto salva-reti” nel 2004 e alla legge-vergogna che porta la firma dell’ex ministro Gasparri. Ma, proprio in forza di quella timida normativa anti-trust, il Cavaliere non poteva mantenere la proprietà del Giornale, ceduto infatti al fratello Paolo con gli esiti che sono ormai sotto gli occhi di tutti. Sorprende e sconcerta, perciò, che un ex parlamentare del centrosinistra non conosca o non ricordi bene il testo della legge Mammì. Certo che il “matrimonio fra televisione e giornali”, come lo chiama Debenedetti, s’ha da fare: tanto più nell’era della convergenza e della multimedialità. Il punto non è questo, bensì il livello di concentrazione che si realizza nel campo dell’informazione e della raccolta pubblicitaria, a danno di tutti gli altri media. Ma ancor più sorprende e sconcerta che un ex parlamentare del centrosinistra difenda perfino la legge Gasparri che, dietro il paravento del digitale terrestre, di fatto ha consolidato e rafforzato il duopolio di Rai e Mediaset nel settore della televisione generalista, in chiaro, quella che più fa opinione e influisce più ampiamente sulla formazione del consenso. Eppure, una recente indagine del Censis documenta che i telegiornali restano il mezzo principale per orientare il voto, soprattutto fra le casalinghe (74,1%), i meno istruiti (76%) e ancor più tra i pensionati (78,7%). Per l’ex senatore Debenedetti, una concentrazione come quella che si realizzerebbe nell’ipotesi che Berlusconi comprasse il Corriere della Sera, o qualsiasi altro quotidiano, “non è neppure fantapolitica, è surreale”. E comunque sarebbe impedita dal decreto legislativo del 31 luglio 2005 (n. 177 – art. 43). Ma abbiamo già visto fin troppo in passato come si aggirano o si eludono le leggi anti-trust in questo campo. La proposta presentata dall’ex ministro Gentiloni resta perciò quantomai valida e attuale. (sabato@repubblica.it)

CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it

Con la carta igienica nella cartella Messina Luca Trieste SONO il papà di una bambina di 6 anni, che il 13 settembre ha iniziato la prima elementare. Finalmente dopo mesi durante i quali non si sentiva altro che parlare di riforma scolastica, di insegnante unico, di tagli all’istruzione, ha preso il via questa nuova avventura. Ebbene, la scuola ci ha consegnato una lista di materiale da portare. Si va dal grembiule ai pennarelli, dai quaderni all’album da disegno, tutte cose più o meno previste e prevedibili. Ma mai mi sarei aspettato che mia figlia, come tutti gli altri alunni, dovesse portarsi da casa la carta igienica. Fatalità in questi giorni ho letto di una scuola in provincia di Torino, dove i 23 alunni di una IV elementare hanno ognuno un lap top a disposizione in classe. Non posso però non fare una considerazione: i nostri figli frequentano la cosiddetta scuola dell’obbligo, ma evidentemente non hanno tutti gli stessi diritti.

Se cacciassimo tutti quelli che rubano Fabio Bottacin Mogliano Veneto BOSSI ci fa sapere che i Rom devono andare via dall'Italia perchè rubano, Gli evasori fiscali invece sono bene accetti anche tra i tesserati dela Lega Nord. C'è una differenza tra ladri straccioni e ladri in giac-

aro Augias, il servizio di domenica (RAI3) sull'evasione fiscale, ha mostrato ancora una volta uno stato di cose allucinante, gente di ogni risma, da faccendieri senza scrupoli a imprenditori maestri in evasione, che si è arricchita con mezzo secolo di tasse non pagate. Da memorizzare i padroni degli yacht a Porto Cervo che appena hanno visto le telecamere sono spariti come insetti quando si accende la luce; una titolare dell'Ufficio dell’Entrate che si è rifiutata non solo di far entrare le telecamere ma anche di farsi intervistare. Tristissimo il confronto con la vicina Francia lontana anni luce da questo che, come diceva De Gaulle, non è un paese povero ma un povero paese. Significativa la conclusione di un magistrato stupito più che degli evasori fiscali dai lavoratori a reddito fisso che , pur sapendo che gli evasori danneggiano soprattutto loro costringendoli a pagare anche per la parte che quelli non pagano, continuano a sopportare in silenzio. Fernando Esposito fernesp1@gmail.com

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o visto anch’io il servizio di Jacona. Un’evasione mostruosa di cui ha parlato nei giorni scorsi anche il presidente della Confindustria, Emma Marcegagli. Una evasione che sottrae al paese l’equivalente di dieci finanziarie ogni anno. Secondo una stima fatta tre anni fa da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it,(Associazione contribuenti italiani), su dati ministeriali e dell’Istat, l’ammontare annuo risultava di circa 300 miliardi di euro. Evasione di imposte dirette 115 miliardi, economia sommersa 105 miliardi, criminalità organizzata 40 miliardi; 25 miliardi chi ha un secondo o terzo lavoro. Nei primi quattro mesi del 2010, stessa fonte, l’imponibile evaso è cresciuto del 6,7% : 371 miliardi l’anno. La novità del servizio di Raitrè, la rete che il presidente del Consiglio vorrebbe ‘normalizzare’, è aver mostrato la baldanza, potrei dire l’orgoglio degli evasori, la forza delle loro ‘motivazioni’. Grosso co-

ca in cravatta? Alla Scuola Statale di Adro viene esposta senza scandalo la bandiera Leghista mentre a Venezia la bandiera Italiana viene considerata 'una provocazione'. Quando potrà finire questo 'sonno della ragione'

È Venezia, non Oslo la città più cara Manfredi Giangrasso Udine VOLEVO segnalarvi che secondo me la città più cara non è Oslo, come da voi segnalato sul vostro sito, con un biglietto di autobus di 3,50

L’AMACA

struttore veneto: Evado perché altrimenti non potrei tirare avanti. Proprietario di concerie (sempre in Veneto): evado perché mi piace la bella vita tanto che colpa è evadere? lo fanno tutti. Più delle cifre rubate stupiva per così dire l’innocenza delle risposte, la pretesa di far passare comportamenti che per esempio negli Stati Uniti sono considerati criminali, al più come una marachella. Questa è la novità e qui è il guasto diffuso da una mentalità ampiamente pubblicizzata che considera le tasse ‘una rapina’. Diceva Paolo Sylos Labini: « L´evasione non è deleteria solo per le finanze pubbliche, non è un fatto puramente economico: è un fatto di civiltà. Lo scetticismo che finora ha favorito l´evasione di ogni tipo fa parte di quella carenza di autostima degli italiani, una carenza che fiacca il senso di dignità e fa dilagare la corruzione». I fatti gli hanno dato ragione, povero Sylos. Inutilmente. © RIPRODUZIONE RISERVATA

€ ma Venezia con corsa singola di vaporetto da 6,50 € compresi i bambini, per non dire dei prezzi di ingresso dei musei e dei vari acquisti effettuati tutti regolarmente senza scontrino fiscale. Mia sorella a Madrid per la bambina di 11 anni ha speso 11,00 € per un abbonamento settimanale sui mezzi pubblici.

Controlli fiscali rigorosi per tutti Martinelli Giuseppe ALCUNI giorni fa mi viene recapitata una lettera dell’Agenzia delle

MICHELE SERRA

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i può accusare di rubare non una persona, ma un popolo? Si può a patto di essere razzisti. Per il razzista il profilo etnico, non importa quanto arbitrario, è molto più importante del profilo individuale: al punto di cancellarlo. Gli ebrei erano da combattere perché ebrei, non per eventuali responsabilità personali. Non importava nulla, ai nazisti e ai loro servitori, chi fosse la persona che spedivano a morire nei lager. Anche i Rom (a meno che Sarkozy si sia spiegato male; in compenso Bossi si è spiegato benissimo) sono da espellere, braccare, cacciare in quanto Rom. Chi sia e come si comporti ciascuno di loro, se sia onesto o ladro, se lavori o delinqua, per il razzista non ha alcun rilievo. Il razzista, in fin dei conti, è un collettivista selettivo: per lui l’individuo è solo un incidente, la sua griglia mentale promuove o boccia, ama o odia solo “i popoli”. Per questo, anche per questo il razzismo è al bando in Europa: perché l’Europa conosce e promuove diritti e doveri dei suoi cittadini. Non dei “popoli”. Un ladro deve essere punito, un onesto non può esserlo: è un concetto così facile che puoi insegnarlo anche alle elementari. Ma un razzista non lo capisce neanche a sessant’anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Entrate in cui mi viene comunicato un controllo formale della dichiarazione modello 730 presentata nel 2008 con richiesta di documentazione relativa a dichiarazione dei redditi 2007. Bene, fortunatamente conservo con scrupolo tali documenti e domani mi presenterò nell’ufficio indicato a dimostrare la regolarità di quelle detrazioni per spese dentarie. Faccio pero una considerazione, dopo 32 anni di lavoro dipendente e quindi di tasse pagate regolarmente (visto che mi vengono sottratte alla fonte), per l’unico anno in cui ho potuto usufruire di detrazioni, prontamente mi viene richiesta prova di ciò.

Ma quando il Pd smetterà di litigare? Giuseppe Marciano Buttigliera Alta (TO) NON se ne può più. Da quando è nato il Pd sono continue le divisioni e le lotte intestine. Sono anni che gli elettori del centrosinistra vivono questa situazione a dir poco umiliante e frustante per chi crede ancora alla politica fatta di passione, partecipazione e spirito di servizio. Non si rendono conto che ormai parlano solo a se stessi. Ora pure Veltroni. In una fase come questa in cui la destra è così divisa e in crisi di consenso invece di lavorare per unire le forze e presentarsi agli elettori con un programma serio e convincente, i generali senza esercito litigano su documenti che poi leggeranno solo loro.

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la Repubblica

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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LA RISPOSTA DEL SANGUE BERNARDO VALLI (segue dalla prima pagina) a perso la vita mentre la popolazione si preparava ad eleggere (oggi) i 249 deputati della Wolesi Jirga, la Camera bassa afgana. Il tenente italiano è dunque morto alla vigilia di un rito destinato a fondare quella democrazia che è uno degli obiettivi dichiarati della spedizione militare cominciata nel 2001 dagli americani, lanciati all’inseguimento dei mandanti, dei complici, dell’attentato alle Torri gemelle di New York. L’ufficiale incursore ha dunque perso la vita, come gli altri ventinove militari italiani, in un’impresa «idealmente giusta». Lo è senz’altro il tentativo di liberare l’Afghanistan dai Taliban fanatici. È una nota da aggiungere al rispetto dovuto a un soldato morto nel compiere il proprio dovere. In questi mesi, in queste settimane, in questi giorni, nelle sue ultime ore, il giovane ufficiale italiano sapeva, si sarà reso conto, battendo quella tormentata contrada, di quanto il conflitto diventasse sempre più difficile. Le imminenti elezioni hanno ulteriormente appesantito l’insicurezza. Come è accaduto nell’agosto del 2009, in occasione delle presidenziali, si sono moltiplicate le minacce dei Taliban tese a dissuadere uomini e donne dal raggiungere i seggi. I quali, nel Sud, la regione meno controllabile, in alcune zone non sono neppure stati allestiti, per la mancanza di forze armate sufficienti per proteggerli dagli attentati. E, sempre come un anno fa, sono prevedibili, anzi scontate, le frodi. Un mare di frodi, di brogli. Nel 2009 non hanno reso troppo credibile la vittoria di Hamid Karzai, confermato presidente grazie al ritiro del rivale

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Abdullah Abdullah, che ha gettato la spugna. E gli americani, pur storcendo la bocca, hanno dovuto sopportare ancora come alleato Hamid Karzai, campione di un regime non si sa se basato più sulla corruzione o più su autentici consensi. In giugno Karzai, su mandato del Parlamento, ha lanciato una proposta spettacolare. Si è dichiarato pronto a trattare con i Taliban. Ma ha ricevuto un rifiuto. In quel mese sono stati uccisi centosette soldati stranieri. Dal 2001 non c’erano mai stati tanti morti tra i militari dell’Isaf (la Forza internazionale di assistenza e sicurezza), in cui sono raccolti i contingenti stranieri, operanti sotto

l’egida della Nato. Alla mano tesa di Karzai i Taliban hanno risposto col sangue. Erano più attivi che mai in tutte le province e non avevano nessuna intenzione di abbassare le armi. Il Panjshir, nel Nord, è la sola provincia che sfugge al loro controllo. Le cifre sono eloquenti. Nel mese scorso i Taliban hanno sferrato 4.919 attacchi, un aumento del 7% rispetto a luglio; e del 49% rispetto all’agosto 2009. La Cia e la Defense Intelligence Service non nascondono i loro dubbi sulla possibilità di sopravvivere di Hamid Karzai, nel caso gli americani e i loro alleati dovessero ritirarsi. Il regime avrebbe scarse probabilità di reggere senza il soste-

gno occidentale. Il loro scetticismo si scontra con il relativo ottimismo del generale David Petraeus, succeduto in giugno al generale Stanley A. McChristal, silurato da Barack Obama. Petraeus viene dall’Iraq, dove è riuscito a ridurre l’insurrezione armata, recuperando i sunniti un tempo fedeli a Saddam Hussein e insofferenti nei confronti dei loro provvisori alleati, gli integralisti arrivati da tutti gli angoli del mondo arabo. Ma l’Afghanistan non è l’Iraq. I Taliban si addestrano, si curano le ferite, nelle vicine zone tribali del Pakistan e poi ritornano in patria più aggressivi di prima. Il generale Petraeus sta ricevendo robusti rinforzi.

Arrivano soldati ritirati dall’Iraq. Quasi tutti quelli concessi, dopo molte esitazioni da Barack Obama, sono ormai sul posto. Petraeus è quindi in grado di lanciare numerose operazioni. E secondo la sua diagnosi i Taliban risultano attivi perché sono costretti a reagire agli attacchi che lui, Petraeus, promuove. Lui li stana. Li obbliga a uscire allo scoperto. Ma questo non è il giudizio dell’intelligence. Per la quale i Taliban controllano sempre più il territorio. Arrivano alle porte di Kabul. Possono violare la capitale, come hanno dimostrato. Già sotto il comando del generale McChristal l’aviazione americana cercava di ridurre al minimo le vittime civili e quindi la collera degli afgani nei confronti degli stranieri. Ma gli afgani, compresi quelli che non amano i Taliban, sanno che i soldati stranieri, buoni o cattivi, un giorno se ne andranno (forse cominceranno a ritirarsi nel luglio prossimo), mentre i Taliban restano. I militari di un esercito tradizionale sanno che in un conflitto asimmetrico, dove gli insorti sono immersi nella popolazione, sia essa ostile o favorevole, le armi non bastano. Non basta il martello, ci vuole il bisturi. Bisogna agire su un piano sociale, economico, e con un’intelligence capillare, che gli stranieri faticano a rendere operativa. Poiché ignorano usi e costumi, e il più delle volte la lingua. E spesso gli alleati afgani, con Karzai in testa, non ispirano fiducia. Quello in cui è morto il tenente Romani è un conflitto «idealmente giusto», ma tutto da ripensare. Perché, così com’è, appare senza sbocco. È probabile che, compiendo il suo dovere, lo credesse anche lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI IRRESPONSABILI TRADIZIONE E TECNOLOGIA.

TITO BOERI (segue dalla prima pagina) i rendono di fatto irresponsabili, nel senso di non accountable, non giudicabili dagli elettori, anche quei deputati che presumibilmente salveranno il governo solo per prolungare il proprio mandato parlamentare. Ma la responsabilità che questi deputati invocano è quella nei confronti dell’andamento della nostra economia. Si potrebbe ironizzare sul fatto che si chiamino in causa le difficoltà della nostra economia solo in questi frangenti, dopo aver per mesi cercato di convincere tutti che l’emergenza è finita, che siamo fuori dalla crisi. Ma il punto è un altro: non è scritto da nessuna parte che tenendo artificialmente in vita questo governo si può evitare che la crisi politica abbia un impatto sulla crisi economica. Ci sono almeno tre ragioni per dubitarne. Il primo motivo è che la crisi politica ha già avuto un effetto e non trascurabile sui nostri conti pubblici. Nella rovente estate della maggioranza, il divario tra il rendimento dei nostri titoli di stato e quello dei Bund tedeschi, una misura del grado di rischio paese percepito dai mercati, si è allargato pericolosamente. Certo, lo spread è aumentato anche in altri paesi considerati a rischio. Ma in Italia l’incremento è stato più forte che in Spagna, contrariamente a quanto avvenuto precedentemente in occasioni di questo tipo. Inoltre, gli incrementi più significativi negli oneri del debito pubblico si sono registrati in corrispondenza dell’intensificazione degli scontri all’interno della

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maggioranza, come documentato su lavoce.info. Ci sono stati governi forse ancora più litigiosi di questo (si pensi all’ultimo governo Prodi), ma oggi siamo in una fase dell’agenda politica ed economica, come vedremo, molto, molto delicata. Il secondo motivo è che la tregua armata che garantirebbe di allungare la vita di questo governo aumenta a dismisura il potere contrattuale dei deputati del Sud, che sono diventati in questo frangente il vero ago della bilancia. Il federalismo sin qui è stato soprattutto una farsa, un festival di ipocrisie e di proclami privi di significato. Ma da qui a maggio 2011, se non si vuole fare scadere la legge delega, bisogna cominciare a fare sul serio e prendere alcune decisioni importanti. Ad esempio, bisogna fissare il livello dei costi standard nella sanità, fondamentali per stabilire le risorse che vanno comunque assicurate a Regioni ed enti locali per fornire prestazioni essenziali ai cittadini. Se questi costi verranno definiti ai livelli delle regioni meno efficienti per assicurare alle Regioni del Sud le stesse risorse di cui dispongono oggi, si rischia di aumentare di 5 miliardi la spesa sanitaria, più dei tagli imposti alle Regioni con l’ultima manovra. Si giunge a questa cifra sulla base delle stime Banca d’Italia sui divari Nord-Sud nella spesa sanitaria pro capite, tenendo conto dell’età della popolazione e della mobilità ospedaliera. Daremmo un pessimo segnale ai mercati, che già hanno mostrato di temere gli effetti del federalismo sulla spesa pubblica, riguardo alla sostenibilità del nostro debito pubblico.

Il terzo motivo è che questa è una fase critica della crisi. Il terzo trimestre 2010 sta portando con sé, un rischio di inversione di tendenza nella fragile ripresa della nostra economia. Rischiamo un “double-dip”, una nuova ricaduta, come evidenziato anche dai dati sul fatturato e gli ordinativi dell’industria diffusi ieri dall’Istat e anticipato da tempo dal superindice dell’Ocse (oscurato dalla televisione perché questa volta indicava un addensamento di nubi al nostro orizzonte). Questo avviene proprio mentre altrove si ricomincia a correre. Significativo il fatto che le previsioni per la crescita mondiale nel 2010 e 2011 del Fondo Monetario Internazionale siano uguali ai tassi di crescita di prima della crisi. E’ come se altrove la crisi fosse stata solo una breve parentesi. Il fatto è che ci sono parti del mondo che stanno crescendo ancora più di prima. Intercettare la domanda che proviene da queste aree, penetrare questi mercati è il modo più immediato per sostenere la crescita in Italia. La promozione delle imprese italiane nei mercati emergenti dovrebbe essere il primo compito del Ministero dello Sviluppo Economico, non a caso richiesto in modo sempre più pressante dalle associazioni di categoria. C’è solo da augurarsi che gli irresponsabili non invochino quella poltrona. Vorrebbe dire che dobbiamo aspettare ancora a lungo per riempire il posto vacante. E che presumibilmente verrà riempito da qualcuno che conosce bene l’arte del trasformismo, ma non ha alcuna competenza in tema di sviluppo economico. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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NO VI



CULT

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

Dopo il lungo scontro tra evoluzionismo e creazionismo, il cosmologo Hawking,

nel suo ultimo libro, pretende di provare l’inesistenza del Creatore. Rilanciando

così una polemica che DIO ha attraversato tutta E LO SCIENZIATO la cultura moderna: ha senso chiedere alla logica e alla fisica di dimostrare qualcosa in materia di fede?

C OGGI SU REPUBBLICA.IT Tecno

On the road con Kerouac (ma su Google) Tendenze

Il ritorno dell’antica suoneria

MARCO CATTANEO imancava solo Stephen Hawking, a riesumare la millenaria diatriba sul rapporto tra scienza e religione, o meglio sulla possibilità che la scienza abbia un ruolo nel dimostrare l’esistenza o l’inesistenza di Dio. Nel suo ultimo libro, The Grand Design, uscito da poche settimane e già in vetta alle classifiche nonostante molte critiche e un’impietosa stroncatura di Dwight Garner sul New York Times, Hawking liquida il Creatore in una frase, peraltro inequivocabile: per spiegare la nascita del nostro e di altri universi «non è necessario ipotizzare l’esistenza di un dio o di un essere soprannaturale». SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE

AVETE PRESENTE IL TRENO CHE PASSA SOLO UNA VOLTA NELLA VITA? FERMA A PALAZZO STROZZI.

Musica

Il dj italiano e l’America fatta in bici Trovacinema LA NOSTRA GUIDA AI FILM IN USCITA

S

N o n p e r d e te l a m o s t ra : B r o n z i n o . Pittore e poeta alla corte dei Medici.

All’interno

Libri

Quel feuilleton di Maria Dueñas che somiglia tanto a “Casablanca” LEONETTA BENTIVOGLIO

Intervista

David Mitchell “Io, postmoderno torno al romanzo storico” SUSANNA NIRENSTEIN

FRANCESCO E LUCA CAVALLI-SFORZA criveva William Paley, teologo inglese di fine Settecento che influenzò parecchio il giovane Charles Darwin: se troviamo su una spiaggia sassi di forme diverse, anche le più strane, non ci meravigliamo; ma se tra i sassi troviamo un orologio, la sua perfezione e la complessità del suo funzionamento ci convincono che dietro l’orologio c’è un orologiaio, qualcuno che lo ha progettato e realizzato: un creatore. Applicando questo discorso alla straordinaria varietà dei viventi, viene naturale pensare che dietro tutto questo vi sia una grande potenza, un orologiaio supremo, cioè Dio. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE

SABATO

ANTONIO GNOLI

SE FOSTER WALLACE BATTE FEDERER apita che gli scrittori rendano omaggio ai grandi dello sport. David Foster Wallace fu inviato a Wimbledon, dal New York Times, a seguire la finale di tennis. Era l’anno 2006. L’incontro fu vinto da Roger Federer su Nadal. E quel successo schiacciante fornì allo scrittore americano l’occasione per scrivere uno strabiliante ritratto del tennista svizzero (L’articolo è diventato un libretto che ora esce dalle edizioni Casagrande). Ma da qualche tempo Federer non fa che inanellare sconfitte. L’ultima risale a questi giorni, nel torneo di New York dove, guarda caso, ha trionfato proprio Nadal. Converrete che nella coincidenza c’è qualcosa di singolare. E se oggi Foster Wallace potesse farlo (è morto suicida un paio d’anni fa), ci racconterebbe che alla fine la forza atletica ha avuto la meglio sul genio. Federer, come in passato McEnroe, ha sconfitto per un attimo le leggi della fisica dimostrando che i suoi colpi migliori erano impossibili ma veri. Certi corpi – come certi libri, come Infinite Jest, per esempio - non appartengono alla nostra esperienza. Disegnano un gesto divino, e albergano rarefatti nel mondo della metafisica. In fondo, lo sport e la letteratura sono davvero l’ultima religione, l’ultimo rito che celebriamo con piglio profano e misterioso. Per questo la sconfitta di Federer si tocca, malgrado tutto, con quella ben più drammatica di Foster Wallace.

C

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Arte

A Venezia l’astrazione circolare di Adolph Gottlieb LEA MATTARELLA

Film

Julia Roberts mangia, prega, ama ma non sfugge ai luoghi comuni CURZIO MALTESE

Tempo libero

Basta lancette anche l’orologio diventa touchscreen CARMINE SAVIANO


la Repubblica

LA COPERTINA R2CULTURA

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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Isaac Newton

Charles Darwin

L’OROLOGIAIO DELL’UNIVERSO

EVOLUZIONISMO E CRISI

A cavallo, tra Seicento e Settecento, Newton crea i fondamenti della meccanica: descrive la legge della gravità universale e le leggi del moto. Ma le sue scoperte non contraddicono le sue profonde convinzioni religiose. Dio per lui è l’orologiaio dell’universo

Con il Positivismo ottocentesco la cesura tra gli scienziati e Dio è decisiva. La biografia di Darwin esemplifica questo conflitto. La scoperta dell’evoluzionismo allontana gradualmente il biologo dalla fede

LA

FORMULA DELLA CREAZIONE Quando gli scienziati vogliono occuparsi di fede MARCO CATTANEO (segue dalla copertina)

I

n questo e altri passaggi, la scienza torna a farsi parte della riflessione ontologica, saltando a piè pari la mediazione dei filosofi, che negli ultimi tempi hanno accostato la scienza più sul fronte delle questioni etiche che su quello dei fondamenti. E questo è, a sua volta, un elemento di riflessione. Qualcuno se ne è sorpreso, visto che nel bestseller da 9 milioni di copie Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, pubblicato nel 1988, Hawking concludeva dichiarando che la scoperta di una teoria unificata della fisica ci

I BESTSELLER DELL’EDITORIA INDIPENDENTE ITALIANA

avrebbe aiutato a “conoscere la mente di Dio”. In verità il fisico britannico non si è mai sbilanciato più di tanto a proposito delle proprie inclinazioni religiose, anche se nel memoir che riassume la loro vita coniugale l’ex moglie lo definisce senza mezzi termini ateo. In realtà nel libro, scritto con Leonard Mlodinow, Hawking fa riferimento al fatto che la teoriaM, l’ultima estensione della teoria delle stringhe, comporta che non esista un solo universo, ma una moltitudine di universi paralleli. E che l’emergere del nostro universo dal big bang non sia stato un atto creatore, ma una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica, e nella fattispecie della gravità. In questa visione, anzi, lo spazio e il tempo non avrebbero né un inizio né una fine. In fin dei conti, l’affermazione di Hawking e Mlodinow non è che un’estensione contemporanea del celebre aneddoto che si vuole abbia coinvolto Pierre-Simon de Laplace e Napoleone. Quando lo scienziato gli presentò la prima

Fondamenti

TRACY CHEVALIER LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA «Una storia di passione inespressa che lascia ammirati e sconcertati da tanta bravura». L’Espresso

Ciclicamente il sapere scientifico torna a farsi parte della riflessione sui fondamenti dell’essere, abbandonata invece dai filosofi

edizione della sua Esposizione del sistema del mondo, nel 1796, l’imperatore osservò: «Cittadino, ho letto il vostro libro e non capisco come non abbiate dato spazio all’azione del Creatore». Al che Laplace rispose seccamente: «Cittadino Primo Console, non ho avuto bisogno di questa ipotesi». Ma era il Secolo dei Lumi, e non era poi così insolito che qualcuno sostenesse la supremazia della ragione. D’altra parte, un’affermazione tanto brusca da parte del più famoso fisico del mondo – a torto o a ragione – non poteva passare inosservata. Riattizzando eterne polemiche che covavano appena sotto le ceneri, e che, in un modo o nell’altro, hanno attraversato la storia della cultura moderna. Èun attimo tornare ai processi a Giordano Bruno e Galileo Galilei, come pure osservare l’ironico destino toccato ad alcuni degli scienziati più rivoluzionari della storia e al tempo stesso ferventi devoti. Niccolò Copernico era un mite presbitero della cattedrale di Frombork, in Polonia. Eppure

toccò a lui, nel 1543, con il De revolutionibus orbium coelestium, togliere la Terra dal centro dell’universo, dove la collocavano le Scritture. E toccò a Charles Darwin – che pure era stato avviato dal padre a una carriera ecclesiastica e a bordo del Beagle ancora citava la Bibbiacome una verità letterale – togliere l’uomo dal centro del Creato. Peggio ancora, i primi a dare fondamento alla teo-

SANDRA CISNEROS CARAMELO

RAYMOND CARVER CATTEDRALE

«Lo stile di Sandra Cisneros è una fusione di batticuori, rivelazioni, fuochi d’artificio, una rutilante sequela di vicende che colorano il melting pot americano». la Repubblica

«Leggetelo. Leggete ogni cosa che Carver ha scritto». Salman Rushdie

BEAT BIBLIOTECA DEGLI EDITORI ASSOCIATI DI TASCABILI

«Raymond Carver è il Cechov d’America». The Times

ria di Darwin furono gli esperimenti sui caratteri ereditari di Gregor Mendel, frate agostiniano al monastero di Brno. A eccezione di Darwin, tuttavia, nessuno di questi colossi del pensiero scientifico sperimentò il tormento di non riuscire più a conciliare le proprie convinzioni religiose con il procedere delle scoperte. Né tantomeno Isaac Newton, il più celebre predeces-

SUSAN VREELAND LA PASSIONE DI ARTEMISIA

ANITA NAIR CUCCETTE PER SIGNORA

«Un libro riuscito e fortunato dedicato alla Gentileschi amata da Michelangelo». Corriere della Sera

«Il filone maestro della narrativa indiana che salda tradizione e modernità». la Stampa

€ 9,00


la Repubblica

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

PER SAPERNE DI PIÙ www.hawking.org.uk www.cern.ch

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Albert Einstein

Stephen Hawking

DIO NON GIOCA A DADI

L’EQUAZIONE DELLA DIVINITÀ

Il padre della relatività conserva una concezione trascendente di Dio, che “non gioca a dadi”, secondo una sua celebre frase. Einstein è l’ultimo grande scienziato del ’900 ad affrontare il problema teologico, che torna a essere appannaggio dei filosofi

Oggi gli scienziati tornano a fare i conti con Dio. Hawking nel nuovo libro The Grand Design lo definisce “inutile per la creazione dell’universo”. L’etologo Dawkins scrive dell’Illusione di Dio. Il Cern intanto cerca la “particella di Dio” per ricreare il Big Bang

L’analisi

Cari colleghi, è inutile cercare la prova dell’esistenza di Dio La grande e stupefacente diversità dei viventi è stata creata dalla vita stessa Non c’è alcun bisogno di ipotizzare l’intervento “esterno” di un creatore FRANCESCO E LUCA CAVALLI-SFORZA (segue dalla copertina) a ricerca contemporanea ha rovesciato questo punto di vista, mostrando come un organismo vivente sia al tempo stesso un orologio e un orologiaio. È una delle scoperte che più hanno rivoluzionato il modo di pensare negli ultimi centocinquant’anni. Si è capito che la grande diversità dei viventi è stata prodotta dalla vita stessa, attraverso meccanismi che ormai sono ben noti, grazie alla capacità di ogni organismo di autoriprodursi generando una copia pressoché perfetta di se stesso. Non vi è bisogno di ipotizzare un creatore esterno, per cui non troverete un libro di scienza che inizi dicendo: «In principio Dio creò il cielo e la terra», e nemmeno: «In principio Dio creò il Big Bang». La scienza non è nuova a scoperte “controintuitive”, che smentiscono le impressioni più superficiali. Oggi quasi tutti sappiamo che un corpo più pesante non cade più veloce di uno più leggero, come insegnava Aristotele, né il Sole gira intorno alla Terra, benché sembri farlo ogni giorno. Toccò proprio a Darwin, grande ammiratore di Paley, accorgersi per primo che gli organismi evolvono per proprio conto, non per mano di un progettista nascosto dietro le quinte. Queste osservazioni inaugurarono un lungo e doloroso travaglio interiore, che lo portò negli anni ad abbandonare la fede, con grande turbamento della moglie che temeva che il marito pregiudicasse il suo futuro ultraterreno. I fisici si erano accorti ben prima dei biologi che il funzionamento del mondo si può spiegare senza bisogno di ipotizzare l’esistenza di un Dio. Già oggi, del resto, forse nemmeno i teologi pensano che Dio abbia creato le singole specie viventi, casomai che abbia creato l’antenato a tutte comune. Se in questo secolo, come è assai probabile, si riuscirà a generare la vita in laboratorio da materia non vivente, l’“ipotesi di Dio” dovrà fare un nuovo passo indietro. Certo, chi vuole credere all’esistenza di un Creatore supremo potrà dire che Dio vuole restare dietro le quinte per non interferire con la libertà dell’uomo. «La natura ama nascondersi», diceva Eraclito: ecco un’affermazione che l’uomo di scienza e l’uomo di religione possono interpretare in modi diametralmente opposti. Non ci risulta che l’esistenza o meno di Dio possa essere provata logicamente. Anche fra gli scienziati si trovano persone di fede religiosa. Per la nostra parte, il fatto che dalla materia possa essere nata la vita e che la vita abbia dato forma a se stessa in centinaia di milioni di forme diverse nel corso della sua lunghissima storia, è non solo ragione di meraviglia, di ammirazione e stupore, ma ci suscita una curiosità inesauribile e la grandissima soddisfazione di esserne parte. Se ragioniamo sulla nostra specie, troviamo entusiasmante il fatto che ogni comportamento, ogni etica, ogni filosofia e scienza, ogni politica, sia una semplice creazione umana, sempre più così nel corso dei circa 100.000 anni di evoluzione dell’uomo moderno. E che non vi sia un parametro divino su cui misurarsi, né alcuna verità assoluta, solo la certezza di nascita e morte. Questo investe di responsabilità ogni nostro gesto. Delle sue azioni l’uomo ha da rispondere solo a se stesso, agli altri uomini e alla natura. Dipende da noi esseri umani fare della vita un paradiso o un inferno, del pianeta un giardino o un deserto. La personale responsabilità di ciascuno davanti a tutto e a tutti è la radice di una moralità vera, che ci apre la possibilità di sviluppare i migliori potenziali umani. Di dare, per così dire, for-

ILLUSTRAZIONE DI EMILIANO PONZI

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sore di Hawking alla cattedra lucasiana di Cambridge, trovò contraddizioni tra la sua fede e la scoperta di leggi che non si conciliavano con la lettera delle Scritture. Anzi, considerando Dio come un demiurgo, un creatore immobile e trascendente che aveva messo in moto l’universo, è stato indicato come un precursore del deismo settecentesco. Più complesso è stato il rapporto con la divinità del massimo pensatore del Novecento, Albert Einstein. «Io credo nel Dio di Spinoza – disse – che si rivela nella ordinaria armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si preoccupa del fato e delle azioni degli esseri umani». Ma al tempo stesso conservava una visione trascendente di Dio, e aveva in cordiale antipatia gli “atei fanatici” che, diceva, «non possono sentire la musica delle sfere». Ai giorni nostri, il confronto tra religione e scienza sembrava essere confinato all’evoluzione, soprattutto negli Stati Uniti, dove i sostenitori del “disegno intelligente” tentano di controbattere al neodarwinismo cercando prove di finalismo nell’evoluzione delle specie. Una posizione che ha scatenato la controffensiva di molti biologi, soprattutto del più radicale evoluzionista ateo in circolazione, Richard Dawkins, autore tra l’altro del bestseller L’illusione di Dio. Non è un caso, dunque, che Dawkins sia stato tra i

primi a esultare per la tesi sostenuta da Hawking. A parte i fanatici del Museo della creazione di Petersburg, in Kentucky, che negano il big bang e l’evoluzione dell’universo, la fisica sembrava essere felicemente fuori da polemiche e scontri – forse perché il cammino della scienza in questo campo non intralciava più di tanto quello della fede, e viceversa – ma anche in questi anni Dio ricorreva periodicamente nell’immaginario dei fisici. Basta ricordare l’infelice nomignolo del bosone di Higgs, la particella di Dio, dall’omonimo volume di Leon Lederman. O lo splendido libro di Gian Carlo Ghirardi sulla meccanica quantistica intitolato Un’occhiata alle carte di Dio. Eppure anche oggi c’è chi riesce a vivere serenamente una luminosa carriera nella scienza, accogliendone metodo e risultati dalla cosmologia all’evoluzione, e a conciliarla con una coscienza di credente. È il caso di Nicola Cabibbo, grande fisico romano scomparso un mese fa. E di George Coyne, gesuita e astronomo, direttore della Specola Vaticana per quasi trent’anni. Forse il segreto sta nell’accettare che la fede non diventi un pregiudizio sul cammino della conoscenza. E che la scienza non esca dall’alveo delle leggi di natura per discutere il soprannaturale. Hawking permettendo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

me nuove a noi stessi. Sarebbe così se fossimo stati formati con un “progetto” che ci precede? Che vi sia o non vi sia un Dio, l’umanità ha mostrato di averne bisogno, per lo più, almeno nel corso degli ultimi millenni. L’incertezza del futuro, la paura del dolore e della morte, condizioni miserabili di vita, il trionfo perenne della violenza e dell’ingiustizia: proiettiamo la speranza di un riscatto al di fuori di noi e al di là delle schifezze della vita, quindi al di là della vita stessa, se questa non ha altro da offrire. La fede religiosa si può così rivelare un vantaggio, dal punto di vista evolutivo, perché la speranza di una vita migliore nell’aldilà attenua il terrore della morte e dà forza per andare avanti a vivere, per dura che sia, e la speranza di un giudizio divino che si abbatterà sui colpevoli conforta chi non spera più nella giustizia umana. Se non aiutassero a sopravvivere e riprodursi, del resto, le religioni sarebbero scomparse da un pezzo dalla faccia della Terra. Soddisfano il bisogno di un padre e di una madre, di una guida per vivere, di sperare che la sorte ci riservi qualcosa di meglio e di speciale. Fantasie, che per millenni sono state quasi una necessità ma di cui il mondo moderno tende a fare progressivamente a meno. La moralità laica, di chi sa di dover render conto solo a se stesso e agli altri, ci sembra di gran lunga preferibile e più avanzata della moralità di chi agisce in base a criteri fissati da enti esterni, o magari per timore di punizioni post mortem. Se vogliamo, la vera prova dell’inesistenza di Dio non viene dalla logica, ma dalla storia: è negli orrori, negli eccidi, nelle iniquità senza fine di cui si sono rese responsabili le religioni, le confessioni, le chiese. L’idea di Dio è naufragata nella marea di infamie compiute in suo nome, spesso promosse dai suoi sommi sacerdoti. «Gli uni lo chiamano Ram; gli altri lo chiamano Rahim; poi si ammazzano l’uno con l’altro». Così diceva Kabir, mistico indiano vissuto nel Quattrocento, dei musulmani e degli indù suoi contemporanei. In lingue diverse, sia “ram” sia “rahim” significano “amore”. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

LIBRI R2CULTURA

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L’indice delle riviste

Il dominio delle sigle nel mondo iperveloce MASSIMILIANO PANARARI

on c’è niente da fare, viviamo nell’età delle sigle. Anzi, per la precisione, nell’epoca dei “Tla”, gli acronimi di tre lettere, come spiega Intelligent Life, il trimestrale trendy dell’Economist. Da Fdr (Franklin Delano Roosevelt) e Cia sino a Sms e Ogm, a imporre al resto del mondo questa consuetudine sono stati gli anglosassoni. La ragione è che l’inglese è una lingua molto sintetica e gli acronimi consentono di controllare meglio la complessità del mondo moderno (e postmoderno). Anche perché la medicina e l’informatica, scienze per eccellenza

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L’autofiction

Bayly, il folle mattatore che sceneggia la sua vita MAURIZIO BONO er i libri di Jaime Bayly “oggetto narrativo non identificato” è una categoria ristretta. L’Ufo narrante è lui: star del talk show tv Francotirador (valanghe di video su YouTube per credere, una sintesi di Letterman e Saturday night show, telegiornalismo d’assalto, gossip), scrittore apprezzato tanto da Vargas Llosa che dall’ultimo Bolaño, perfino candidato presidente in Perù, tutto cucito da una biografia ironicamente esibita di bisessuale convinto, formidabile iconoclasta, seduttore riluttante, ipocondriaco da manuale, ottimo padre, liberal anticastrista, intellettuale globale e globetrotter fra Miami e Lima, sotto un frangione nero alla Dan Aykroyd. Tutto ciò tracima e si condensa nei suoi libri (La canaglia sentimentale è il terzo in italiano, su dodici), quasi tutti, come questo, con lo scrittore e i suoi comprimari di vita protagonisti di un universo narrativo intenso, reso in prosa fluente e precisa. Per Bolaño «un territorio di frontiera dove giacciono le ossa di Cervantes». Noi diremmo una variante affascinante di “barbaro” letterato, appena passato dopo tante storie di sé a una trilogia noir, Moriras manana.

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LA CANAGLIA SENTIMENTALE

di Jaime Bayly Sellerio, trad. di Antonio Torsello, pagg. 432, euro 16

Il romanzo

La solitudine della donna della porta accanto FABIO GAMBARO er imparare a vivere e liberarsi dalle proprie fobie, occorre accettare di fidarsi degli altri, ma soprattutto di se stessi. È quanto impara Claire, parigina solitaria e ipocondriaca, che vive rinchiusa in casa, scrutando dalla finestra affacciata sul cortile le abitudini dei suoi vicini. Dietro una maschera di fredda indifferenza, le sue giornate sono una battaglia quotidiana contro il senso d’inadeguatezza, l’aridità affettiva e la paura degli altri. Tutto cambia però quando nel palazzo arrivano due nuovi inquilini, un affascinante giapponese e un enigmatico professore. Se il primo si rivela un raffinato interlocutore, il secondo, provando a forzare ad ogni costo la sua solitudine, sembra portare in sé un’oscura minaccia. Convinta che tra i due esista un legame invisibile, Claire si mette ad indagare sulle loro vite, perdendosi però tra le ombre sfuggenti di una tragica vicenda che darà una scossa al faticoso equilibrio della sua esistenza. Con Gli acquari luminosi, Sophie Bassignac firma un intrigante romanzo d’esordio, miracolosamente in equilibrio tra malinconia e leggerezza, fragilità e ironia.

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GLI ACQUARI LUMINOSI

di Sophie Bassignac

STORIE DAL MONDO

dei nostri tempi, con le sigle (da Aids a bit e Usb) ci vanno a nozze. Il francese Les Inrockuptibles, con la sua redazione piena zeppa di ammiratori del sociologo gauchiste Pierre Bourdieu, non è un settimanale di musica o di culture giovanili come gli altri. E, infatti, la copertina del suo ultimo numero è dedicata al Brasile, “il Paese dove la sinistra ce l’ha fatta”, e a Lula che lascia la presidenza in gloria, avendo fatto della nazione del samba una potenza internazionale ed economica. Insomma, secondo Les Inrocks, Lula

Un feuilleton che assomiglia a “Casablanca”

Saga familiare ambientata a Capo di Buona Speranza. Romanzo fiume costruito intorno a due potenti figure femminili, la padrona e la serva. Con tutti gli ingredienti: amori, delusioni, conflitti. di Marlene van Niekerk Neri Pozza Pagg. 784, euro 20 TUTTO CIÒ CHE ABBIAMO AMATO

Scenari post-apocalittici e uomini in fuga. In un’America ridotta a un cumulo di rovine, due fratelli si mettono in cammino per cercare di salvarsi. Un’utopia negativa che non cancella l’umanità.

UNA SPOSA CONVENIENTE

La leggerezza della quarta età. In uno sperduto villaggio francese di montagna un’arzilla centenaria vive con altri otto anziani e un figlio bamboccione. L’autrice è una documentarista. Brioso. di Elsa Chabrol Frassinelli Pagg. 320, euro 19 LA BIBLIOTECA DEI LIBRI PROIBITI

New England 1891. Un’antica dimora, un’orfana, una vecchia biblioteca di libri proibiti, specchi e corridoi bui. Perfetto per gli appassionati del genere mistery con brivido. di John Harding Garzanti Pagg. 266, euro 17,60 CONQUISTADOR

Un grande affresco epico calato nel cuore del Messico che racconta lo scontro tra Montezuma, il sovrano atzeco venerato come un dio e Cortés, il Gran Conquistador spagnolo. Levy sa narrare la storia come un romanzo, mettendo in scena le passioni estreme, gli eroismi e le crudeltà. di Buddy Levy Bruno Mondadori Pagg. 320, euro 26

A CURA DI RAFFAELLA DE SANTIS

Einaudi, trad. di Tiziana Lo Porto, pagg. 184, euro 16,50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL LIBRO DI LEONETTA BENTIVOGLIO LA NOTTE HA CAMBIATO RUMORE

LA VIA DELLE DONNE

di Jim Crace Guanda Pagg. 288, euro 16,50

è la sola figura di successo della sinistra mondiale degli ultimi anni, insieme a Mandela. Prospect di settembre si domanda quanto siano effettivamente utili i raduni di “cervelloni” sul genere delle conferenze interdisciplinari dello “SciFoo Camp” organizzato da Google. E la risposta è che, paradossalmente (ma non troppo), è proprio grazie alla cultura digitale che si è riscoperta l’importanza dell’incontro personale e del confronto faccia a faccia per produrre nuove idee.

Una ragazza in Marocco durante la guerra civile spagnola Amori, intrighi, spie in un romanzo best seller nel suo paese LEONETTA BENTIVOGLIO uel che si dice un romanzone d’altri tempi. Un gesto fuori moda, tradotto in meccanismo che funziona. Un feuilleton di razza ottocentesca. (E non a caso, nella trama tumultuosa, si cita Fortunata y Jacinta, uno dei titoli più popolari e rappresentativi del realismo spagnolo di fine Ottocento). Una semplicità che non è sciattezza e un romanticismo che sa evitare il kitsch. Un solido lavoro artigianale di documentazione storica posto al servizio della fiction. Parliamo de La notte ha cambiato rumore, opera prima della spagnola Maria Dueñas che ossigena e sorprende, perché è liberatorio tuffarsi in questa vicenda ricca d’azione, colpi di scena, spiriti voluttuosi e intrepidi, cuori traboccanti di ideali, sperdimenti amorosi e passioni politiche. È un libro dove ci si lega ai personaggi e li si vede in faccia; dove gli ambienti sono vividi per concretezza, sembra di starci dentro; dove in ogni pagina, con un dosaggio accorto degli ingredienti, avviene qualcosa di coerente rispetto alla logica complessiva dell’impianto; dove la narrazione ha un passo dinamico e leggero, e non incappa in paludi, elucubrazioni o stalli; dove non c’è il minimo compiacersi stilistico da parte dell’ignota autrice (una docente di Filolo-

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gia Inglese all’Università di Murcia), che avanza con scrittura generosa ma anche essenziale, priva di smancerie. E insomma La notte ha cambiato rumorescivola nella fantasia del lettore in modo trasparente e diretto, affrancandolo da affanni, autoconvincimenti e mediazioni intellettualistiche. Presentandosi così com’è, senza presunzioni né ricatti, lietamente consapevole di quello che significa un intrattenimento genuino. Il tempo corre dagli anni Trenta ai Quaranta, epoca colma di sconvolgimenti per la Spagna, tra la guerra civile e il secondo conflitto mondiale che preme oltre i confini. Lo spazio è suddiviso in tre scenari: il Marocco coloniale, paesaggio esoticissimo, frastornante di colori e profumi; la Madrid del regime di non belligeranza a favore della Germania, città di torbido glamour, misteriosa e infida; e una Lisbona cosmopolita, affollata di intrighi, esuli e spie. Primadonna del plot è Sira Quiroga, che da candida fanciulla in balìa degli eventi si trasforma in donna battagliera e corazzata. Figlia di un’umile sartina e di un riccone che non l’ha riconosciuta (ma il padre spunterà a più riprese nel racconto, e avrà un ruolo decisivo), Sira eredita dalla mamma una profonda sapienza di cucito e taglio: patrimonio che si rivelerà prezioso quando la ragazza, scappata in una Tangeri lussuriosa ed eccitante insieme

a un seduttore senza scrupoli che finirà per abbandonarla, si troverà costretta a reinventarsi la vita. Stabilitasi a Tetuan, apre un atelier di moda in cui convergono le signore più influenti del protettorato: mogli di politici, consorti di militari, avventuriere fascinose e intraprendenti come l’inglese Rosalinda Fox, una fatalona realmente esistita che fu l’amante del primo Ministro degli Esteri del regime di Franco, Juan Luis Beigbeder, immesso anch’egli come personaggio lungo un flusso narrativo che si diverte a miscelare all’invenzione personaggi autentici (figura tra i comprimari anche il Generalissimo). Accolta in un giro fastoso e grondante di attività spionistiche, e spinta dall’ansia di votarsi a una causa giusta per dare nel suo piccolo, da granellino di sabbia “attivamente invisibile” nel vasto panorama della Storia, un contributo al salvataggio dell’Europa, Sira diviene a sua volta spia, lanciandosi in un nuovo corso di sotterfugi e doppi giochi. Le sue sartorie (prima a Tetuan e poi a Madrid, dove i servizi segreti inglesi la fanno tornare munita di una falsa identità) mascherano centri di raccolta di informazioni fondamentali per combattere i tedeschi, e spesso i messaggi clandestini viaggiano in alfabeto morse nelle cuciture degli abiti o nei bozzetti dei modelli. Attorno al gran tramare e spifferare si muove un brulicante popolo di


la Repubblica

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

Internet club

Quando Google omaggia Agatha Christie con un delitto LOREDANA LIPPERINI

na donna. Agatha Christie, nel caso. Il 15 settembre, in occasione dei 120 anni dalla nascita della scrittrice, Google l’ha omaggiata con un logo (un Google Doodle, come si suole chiamare) interessante e molto elaborato: lo sfondo è una scena del delitto, con tanto di camino acceso, comoda poltrona, luci soffuse. Ogni lettera della parola “Google” è un personaggio: la “g” maiuscola è Hercule Poirot, con i baffi d’ordinanza, una delle “o” – un’elegante signora – è la vittima, le altre lettere sono i possibili indiziati: maggiordomo, graziosa

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Le illustrazioni di questa e delle pagine seguenti sono di Gipi

PER SAPERNE DI PIÙ www.mondadori.it unaltradonna.wordpress.com

amica, gentiluomo, giovin servitore. Il logo è ancora visibile su mashable.com, per coloro che volessero cercare di risolvere l’enigma dalla sola immagine. Un’altra donna. Laura Albano è una fotografa fiorentina e ha aperto un blog che si chiama proprio così, e si trova all’indirizzo http://unaltradonna.wordpress.com. Scopo: proporre immagini di donne normali, ovvero “i veri volti delle donne” che non somiglino necessariamente ai canoni dei media. Quelli di oggi, almeno: perché oltre alla mostra fotografica “in progress” visibile nella categoria

I TERRITORI DELLA PSICHE

di J. G. Allen, P. Fonagy, A. Bateman Raffaello Cortina Pagg. 450, euro 39 NARCISISMO E MENTALIZZAZIONE

Le tematiche relative al Narcisismo, alla Mentalizzazione e all’Attaccamento sono il nucleo del volume: uno strumento di confronto tra i modelli psicodimamici. a cura di Vincenzo De Blasi e Andrea Vitale Alpes Pagg. 169, euro 16,50 LA TERRA DI NESSUNO FRA PSICHIATRIA E PSICOTERAPIA

Mette in luce i vantaggi della teoria bipersonale, che, tenendo conto del campo emotivo in cui si svolge la relazione terapeutapaziente, si rivela potente strumento di guarigione.

DARIA GALATERIA ei spara, riarma, spara (“troppo presto!”, urla il marito, che continua a filmare); tre bisonti restano a terra, il branco in carica, che fa tremare il suolo, si disperde. Lui è Martin Johnson; da ragazzo è stato sul mitico Snark di Jack London, e ha ripreso la sua avventura: ma è l’età del cinema. Martin filma i big namba riduttori di teste, un banchetto cannibale sull’isola di Tammane. E il suo vero trofeo è l’Africa selvaggia e magnifica da proteggere, che ha inaugurato – scriverà Hemingway. Sposando Martin, Osa non sa che diventerà la star delle esploratrici, l’ispiratrice nel 1933 di King Kong. Di questa leggenda degli anni Venti, Michel Le Bris, mitico creatore del Festival del viaggio di Saint-Malo, scrive l’epopea. Scintilla pure la giungla urbana di N. Y. dove Dorothy Parker («ma sì, tutte le donne moderne si suicidano») può incrociare Villhjalmur Stefansson, il conquistatore dei poli (tredici giorni con una lingua di balena per unico cibo). Splendido, irruente viaggio nella Bellezza del mondo, con una morale: «non si torna mai da un vero viaggio».

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LA BELLEZZA DEL MONDO

di Michel Le Bris Fazi, trad. di Maurizio Ferrara, pagg. 798, euro 19,50

La storia

Il Michelangelo ritrovato un autentico giallo

LE SFIDE DI ISRAELE

outsider, faccendieri, arabi scaltri, acconciatissime maliarde (frequenti ed incantevoli le descrizioni dei vestiti), rifugiati stravaganti, poliziotti brontoloni e agenti in vena di imprese ad alto rischio. Nella migliore tradizione del romanzo d’appendice, la galoppata si conclude con la missione più pericolosa della protagonista, che saprà uscirne non solo opportunamente salva, ma anche in coppia con un giornalista ruvido e irresistibile come l’Humphrey Bogart di Casablanca. Il libro, di dimensioni massicce (supera le seicento pagine), è

uscito in Spagna nel 2009 in un mercato asfittico, schiacciato tra la crisi economica e i successi di Millenniume Ildefonso Falcones. La tiratura era di 3.500 esemplari, ma le cifre sono montate rapidamente. In pochi mesi, grazie al passaparola, si è LA NOTTE HA CAMBIATO RUMORE

di María Dueñas Mondadori Traduzione di Federica Niola Pagg. 660 Euro 20

succeduta una ventina di edizioni. Al momento Maria Dueñas, nata nel 1964 da una famiglia che ha vissuto a Tetuan quand’era capitale del protettorato spagnolo (dice di aver tratto molta ispirazione dai ricordi marocchini di sua madre e delle zie), ha venduto mezzo milione di copie di questo suo libro d’esordio, comprato da quindici paesi e richiesto in patria per una serie televisiva o forse per un film. Nel frattempo insiste nel comparire nell’elenco nazionale dei bestseller.

di David Meghnagi Marsilio Pagg. 173, euro 19 MINDFULNESS E SALUTE MENTALE

Esamina la mindfulness dal punto di vista storico e scientifico e illustra le ricerche condotte per valutare l’impatto della pratica sulla cura dei disturbi mentali. di Chris Mace Astrolabio Pagg. 216, euro 20

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A caccia nell’Africa nera con Ona, esploratrice star

di Antonino Ferro e Simone Vender Bollati Boringhieri Pagg. 249, euro 32

Dalla teoria del trauma, alla composizione dei conflitti, alla elaborazione del lutto collettivo e ai processi di ricostruzione delle vite spezzate in una prospettiva di pace e di coesistenza fra civiltà segnate dal dolore.

“foto”, Albano offre sul blog anche confronti con quello che si trovava nelle riviste femminili non moltissimi anni fa. Per ogni donna fotografata, citazioni letterarie, assai frequentemente da Naomi Wolf («Perché l’ordine sociale sente il bisogno di difendersi eludendo la realtà delle donne vere?»). Albano è prodiga di informazioni tecniche sulla realizzazione dei suoi ritratti e, quasi superfluo sottolinearlo, l’uso di Photoshop non è neppure preso in considerazione.

L’avventura

LA MENTALIZZAZIONE NELLA PRATICA CLINICA

La tesi degli autori è che l’efficacia del trattamento dipenda dalla capacità dei terapeuti di comprendere il comportamento in relazione agli stati mentali come pensieri e sentimenti.

GIUSEPPE LEONELLI n giorno qualsiasi arriva a un noto restauratore e storico dell’arte un’e-mail dall’America. Chi scrive è un ex pilota d’aerei. È convinto di possedere un quadro di Michelangelo, una Pietà che, stando a una tradizione critica secolare, partita dal Vasari, non dovrebbe esistere. Il messaggio s’incrocia con il ritrovamento, alla Biblioteca Vaticana, di una “missiva breve ma illuminante”, di quattrocento anni prima. Scatta nella mente del restauratore un vero e proprio cortocircuito e comincia una sorta di incalzante, fascinosa detective story che, fecondata dal caso, parte da Roma e rimbalza a un casinò di Buffalo, quindi a un collegio cattolico di Oxford, a Dubrovnik, antica Ragusa, infine al Metropolitan Museum di New York. La posta in gioco è una straordinaria scoperta scientifica, il ritrovamento di due fra i più bei quadri che siano mai stati dipinti e di una stampa che si credeva perduta. È il risultato che viene consegnato al lettore attraverso le pagine appassionate e appassionanti di un racconto che è, prima di tutto, il referto di un’intensissima vicenda umana.

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LA PIETÀ PERDUTA

A CURA DI DORIANO FASOLI

di Antonio Forcellino Rizzoli, pagg. 231, euro 19

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la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

LIBRI R2CULTURA

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TOP TEN I LIBRI PIÙ VENDUTI Sophie Kinsella I LOVE MINI SHOPPING

1

Mondadori € 19,50 pagg. 379

100 PUNTI 3

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SCENDE

Corrado Augias I SEGRETI DEL VATICANO

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Mondadori € 19,50 pagg. 385

92 PUNTI 2

RIENTRO

STABILE

3

(1) SETTIMANE DI PRESENZA NUOVO NEW ENTRY IN CLASSIFICA

Michela Murgia ACCABADORA

Einaudi € 18

pagg. 164

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Elizabeth Gilbert MANGIA PREGA AMA

Rizzoli € 18,50 pagg. 376

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Paulo Coelho LE VALCHIRIE

Bompiani € 18 pagg. 202

NEW

ENTRY

ENTRY

89 PUNTI 1

87 PUNTI 2

85 PUNTI 1

Il romanzo

LO SCRITTORE

Gioventù bruciata nel Nord Est d’Italia

MITCHELL DAVID

MARCO LODOLI rmai il malessere giovanile può essere considerato un genere letterario preciso, proprio come il noir o i romanzi cappa e spada: gli ingredienti sono stabiliti in modo rigoroso: notti brave, cocaina ed eroina, corse in macchina, vomito, sesso casuale, innocenza di cuore; poi ogni scrittore li dosa come meglio crede, impastandoli grazie a uno slang che amalgama e sviluppa la ricetta. Massimiliano Santarossa con Hai fatto mai parte della nostra gioventù? riscrive la storia di un gruppo di ragazzi corrosi dall’insoddisfazione e proiettati verso il baratro. E non c’è dubbio che sa come mantenere viva la narrazione, aiutato dal fosco paesaggio del NordEst, capannoni e sfruttamento, soldi e miseria interiore, famiglie mute e macchinoni supponenti, caseggiati e villini parimenti disperati. Su questo sfondo quattro ragazzi se ne vanno in malora tirando droga, ingollando alcol, prendendo botte a destra e a manca. Li mantiene vivi solo l’amicizia e la convinzione che “il compito degli uomini è fuggire dal dolore”, cioè dalla realtà.

O

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HAI MAI FATTO PARTE DELLA NOSTRA GIOVENTÙ?

di Massimiliano Santarossa Baldini Castoldi Dalai, pagg. 145, euro 16

La filosofia

Se Socrate e Heidegger si sfidano sul ring FRANCESCA BOLINO i sono momenti, nella vita, in cui sapere se si possa pensare altrimenti da come si pensa e percepire altrimenti da come si vede è indispensabile per continuare a guardare e a riflettere». Lo diceva Foucault riabilitando così la mediazione dello slancio filosofico greco per far fonte all’orrore dell’attualità. Come dargli torto? Benvenuta dunque filosofia, non intesa come toccasana antidepressivo, ma come confronto con la verità, l’amore, la morte e il sopravvivere: un campo di battaglia. Ecco che Glucksmann porta allora sul ring due maître à penser, Socrate e Heidegger: il maestro dell’interrogazione e il filosofo «per eccellenza piuttosto che per difetto». Chi finisce nell’angolo? Heidegger: il prestigiatore, sofista o postmoderno «che si dedica a travestire gli istinti di morte da passioni anodine». In breve: troppo nichilista. Vince Socrate, la cui filosofia sviscera i discorsi dissimulati o espliciti, ipocriti o sinceri che sono in ciascuno di noi. Socrate che ci spinge a pensare, vedere, capire, giocare d’astuzia, ingegnarsi, rendersi conto di tutto. In effetti, «conosci te stesso»: in alcuni millenni, abbiamo trovato di meglio?

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LE DUE STRADE DELLA FILOSOFIA

di André Glucksmann Spirali, pagg. 250, euro 20

BORSA TITOLI

Un impiegato olandese nel Giappone del 1799 L’amore per una ragazza sfregiata, il confronto tra culture in un passaggio d’epoca cruciale Il passaggio al romanzo storico “classico” di uno scrittore celebrato per i suoi sperimentalismi

Le parole nude di Piersanti STEFANO BARTEZZAGHI itoli furbi, titoli secchi, titoli discorsivi, titoli spiritosi. Quelli che la sanno lunga, quelli che fanno l’occhiolino, quelli che provocano, quelli che la mettono giù dura... Quella dei titoli di letteratura italiana contemporanea è una categoria molto agitata, come una voliera dopo un colpo di fucile. Ce ne si rende conto, quasi all’improvviso, quando ci si imbatte in un titolo come I giorni nudi (Feltrinelli) di Claudio Piersanti. Piersanti è un romanziere che ha fatto dell’inappariscenza uno dei punti di forza della propria scrittura, e questa regola si applica a cominciare dal titolo. Ogni realtà contiene il suo rovescio, e così ogni romanzo di Piersanti contiene molto silenzio, ogni incontro lascia presagire il congedo, ogni momento narrato è circondato e trapunto di vuoto. Pensiamo alla parola nudi: compare nel titolo di un romanzo d’amore, e i romanzi d’amore tendono alla nudità dei loro protagonisti. Il lettore pregusta: non può vedere nulla ma ci saranno descrizioni e indiscrezioni... In Piersanti persino la nudità contiene, però, il suo rovescio. Se all’epoca della loro passione i suoi amanti passano nudi molte ore, per “giorni nudi” si intenderà più che altro qualcosa che ha più che a fare con il disadorno che con il disinibito, con il vuoto che con il carnale. È così che anche un titolo apparentemente inerte risulta animato dal quotidiano alternarsi dei contrari.

T

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SUSANNA NIRENSTEIN

I

l pirotecnico David Mitchell si è placato. A 41 anni, dopo quattro libri supersperimentali, iperpostmoderni, valgano per tutti Nove gradi di libertà, Sogno numero 9, o L’atlante delle nuvole, trame tagliate, spezzate, incrociate che spaziavano tra i tempi, i luoghi, i generi più diversi e comunque lo hanno fatto già nominare due volte tra i finalisti del Booker Prize (ma lo è anche per il 2010), questa volta, con I mille autunni di Jacob de Zoet, David ha scelto di scrivere un romanzo storico secondo tutte le regole, con un solido setting geografico e temporale (il Giappone del 1799). Una storia classica e complessa, dove del primo David rimane ad ogni modo la ricchezza di linguaggio, la capacità inventiva vulcanica, una certa frattura nei dialoghi che a volte lascia un po’ spiazzati. La scena è l’isola artificiale alle porte di Nagasaki, Dejima, unico posto dove gli stranieri – o meglio la Compagnia olandese che ha il monopolio degli scambi – possono entrare e commerciare nell’impero nipponico della grandiosa era Edo che volge al tramonto. È qui che arriva Jacob de Zoet, giovane impiegato olandese deciso a mettere ordine nei conti truccati e corrotti dei suoi colleghi. Poi c’è l’amore, così inatteso e impossibile: l’incontro di Jacob con Orito, giovane di buona famiglia, il volto sfregiato da una ustione, che, unica donna,

ha il permesso di affinare gli studi di ostetricia con un medico occidentale. Relazione proibitissima, interrotta anche dal sequestro della donna, “venduta” per i debiti del padre a un oscuro monastero che “consola”, ovvero droga, un gruppo di sorelle deturpate e le destina al “dono”, ovvero a essere messe incinte dai monaci. La sua vita è fatta di spostamenti. Inghilterra, Sicilia, Giappone, Scozia, Olanda, Irlanda. E innumerevoli viaggi. Qual è o è stato il motore di tanta irrequietezza? «È stata la gioventù. E ora che se ne sta andando, e lo specchio mi rimanda il volto di mio padre che mi guarda, ora che ho due figli, l’irrequietezza si è trasformata nella soddisfazione di stare dove viviamo, nell’Irlanda occidentale. L’umanità mi incuriosisce ancora, certo, ma per osservarla non ho bisogno di vivere in altre culture. Tomasi di Lampedusa conosceva veramente solo i siciliani, eppure ha scritto uno dei romanzi migliori della storia». Il Giappone per lei però deve significare qualcosa di speciale. Ha là vissuto 9 anni, è presente in tutti i suoi libri. «Mi importa della sua società, della cultura, ne leggo, lo penso,

Il Gattopardo

Tomasi di Lampedusa conosceva solo i siciliani e ha scritto un grande romanzo

mi esaspera a volte. Mia moglie è giapponese, e i nostri figli lo sono a metà. Francis Bacon ha detto che quando un artista A parla di un artista B sta parlando di A. Credo che il Giappone sia il mio modo di capire il mio essere un europeo nord occidentale. È il mio Altro». Si è mosso anche tra i generi e gli stili letterari, è stato paragonato a tutti, da Dostoevskij a Murakami, passando per Joyce e Salinger. Perché l’ha fatto? «Mahh, anche qui, la giovinezza? L’ambizione, l’arroganza, il desiderio di testare il mio ventriloquismo, il mio essere ambidestro? O credere che per scrivere il libro che volevo, dovevo usare l’intero spettro di generi e stili? Forse il seme della saggezza cresce solo dal concime della pomposità». Un elemento ricorrente nei suoi romanzi è l’incontro/scontro tra civiltà. Qui siamo in Asia, nel 1799; cosa l’attraeva di questa combinazione tra decadenza olandese, prime crepe nella chiusura giapponese, barlumi di Rivoluzione, la potenza inglese? «Il piacere di raccontare. Ma la verità è che quei sentieri sono ricorrenti. L’Inghilterra che si voleva confrontare con una cultura asiatica di cui non sapeva nulla e che sottostimava... non suona familiare? E poi il colorato periodo napoleonico... se di questo ricchissimo materiale non sai fare un buon romanzo, non sei uno scrittore». A parte Orito e Jacob, c’è un’estrema brutalità nei personaggi. Mercanti rapaci, giapponesi inaccessibili. Non si comunica quasi. Persino gli interpreti di corte sono lost in translation.


la Repubblica

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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A CURA DI EURISKO E INFORMAZIONI EDITORIALI

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Geronimo Stilton SESTO VIAGGIO NEL REGNO DELLA FANTASIA

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Piemme € 23,50 pagg. 376

ENTRY

78 PUNTI 8

76 PUNTI 7

64 PUNTI 1

9

Motti, vocaboli, infamie e postuma ilarità così parlava il Ventennio

L

di David Mitchell Traduzione di M. Bartocci Frassinelli Pagg. 586 Euro 21,50

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Enzo Golino Bur, pagg. 207, euro 9

ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Toscana

ESTRATTO DEL BANDO DI GARA Il Compartimento della Viabilità per la Toscana, Viale dei Mille 36 - 50131 FIRENZE Tel. 055/56401 rende noto che saranno esperiti i seguenti appalti a procedura aperta ai sensi degli artt. 81, 82 e 86 del D.Lgs 163/2006 aventi per oggetto: PA 13/10 provincie di Siena Arezzo Servizio: manutenzione ordinaria - S.S. 73 “Senese-Aretina” - S.S. 715 Siena-Bettolle Raccordo Autostradale Bettolle/Perugia - Servizio triennale di manutenzione invernale dal Km 100+487 al Km 122+000 della S.S. 73; dal Km 1+480 al Km 46+155 e Viabilità Collaterale della S.S. 715 e dal Km 0+000 al Km 19+110 del Raccordo Autostradale Bettolle/Perugia. Importo totale lordo dei servizi a corpo 570.000,00 oneri sicurezza 30.000,00 importo soggetto a ribasso 540.000,00 - CUP F62C10000090001. PA 14/10 provincie di Siena - Firenze - Pisa Servizio: manutenzione ordinaria - Raccordo Autostradale Siena/Firenze - S.S. 674 (Tang. Ovest Di Siena) - S.S. 67 “Tosco-Romagnola” - Servizio triennale di manutenzione invernale dal Km 0+000 al Km 56+360 del Raccordo Autostradale SI/FI; dal Km 0+000 al Km 8+300 della S.S. 674 e dal Km 14+800 al Km 70+691 della S.S. 67. Importo totale lordo dei servizi a corpo 450.000,00 oneri sicurezza 36.000,00 importo soggetto a ribasso 414.000,00 - CUP F62C10000080001. Responsabile del procedimento Ing. Alfredo Cavalcanti. Il bando di gara è stato trasmesso alla Commissione Europea in data 09.09.2010, ed è pubblicato presso questo Compartimento, l’Albo Pretorio del Comune di Firenze, la G.U.R.I. n. 108 del 17.09.2010, il profilo committente www.stradeanas.it, il sito informatico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e sul sito informatico presso l’Osservatorio sui lavori pubblici. Le offerte e la documentazione per la partecipazione dovranno pervenire, pena l’esclusione, entro le ore 12.00 del giorno 19.10.2010 all’indirizzo di questo Compartimento con le modalità e le prescrizioni indicate nel citato bando e nel relativo disciplinare. Il Capo Compartimento Dott. Ing. Antonio Mazzeo VIALE DEI MILLE, 36 - 50131 FIRENZE Tel. 055/56401 - Fax 055/573497 • sito internet www.stradeanas.it

Longanesi € 16,60 pagg. 258

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LE CLASSIFICHE

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Canale Mussolini

GRAMELLIN I

L’ultima riga delle favole

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LONGANESI

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Acqua in bocca

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MINIMUM FAX PUNTI 45

VOLO

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Il tempo che vorrei MONDADORI PUNTI 27

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Non esiste saggezza € 14

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La caccia al tesoro € 14

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CAROFIGLIO

Le perfezioni provvisorie € 14

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D’AVENIA

Bianca come il latte, rossa come il sangue € 19

NARRATIVA STRANIERA

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I love mini shopping

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PUNTI 100

GILBERT

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Mangia prega ama

COELHO

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Le valchirie

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Un giorno

3 PUNTI 25

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Il cobra

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L’eleganza del riccio EDIZIONI E/O

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Attacco alla difesa

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10 FREUD L’interpretazione dei sogni NEWTON COMPTON

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CAROFIGLIO RL LIBRI

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La biblioteca dei libri proibiti € 17,60

L’ultima profezia 2012 € 4,90

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The Secret

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Lettera a mio figlio sulla felicità

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La papessa € 4,90

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MACRO EDIZIONI PUNTI 49

Lettera sulla felicità €1

Cotto e mangiato

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RAMBE NEWTON COMPTON

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Instant English

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Sesto viaggio nel regno della fantasia

La psichiatra

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É facile smettere di fumare se sai come farlo

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Il piccolo Principe

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Per l’alto mare aperto

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VOLO MONDADORI

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BOMPIANI

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GRIBAUDO

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Uomini che odiano le donne € 13,80

La maschera dell’Africa

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L’ombra de vento € 13

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La grande storia della Bibbia

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ZAFÓN MONDADORI

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La ragazza che giocava con il fuoco € 13,80

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Attacco a Ratzinger

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RODARI-TORNIELLI

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La versione di Barney € 12

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COSSIGA-CANGINI

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Un viaggio

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SELLERIO

Il giorno in più € 12

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BLAIR

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La sfida

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La regina dei castelli di carta € 13,80

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CHIAMPARINO-GRISERI

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LARSSON MARSILIO

PUNTI 31

RIZZOLI

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Caterina

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È una vita che ti aspetto €9

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La solitudine dei numeri primi € 13

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APRILE

RIZZOLII

GIORDANO MONDADORI

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AVALLONE

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I segreti del vaticano € 19,50

PUNTI 89

MONDADORI

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TASCABILI

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AUGIAS MONDADORI

EINAUDI

€ 19,60

PAROLA DI DUCE

10

ENTRY

3 a storia, nel mondo moderno, è fatta di vocaboli e motti d’autore? È questa la domanda che sembra dominare nel saggio di Enzo Golino Parola di Duce, che, esaurito nella edizione del 1994, è appena tornato in libreria arricchito da un capitolo sulla comunicazione linguistica nella Germania nazista. Una lettura istruttiva, in cui occasioni di postuma ilarità si alternano a clamorose infamie. Di ogni termine adottato nel «dissennato spaccio di parole» che è proprio di ogni dittatura, Golino esplora i possibili moventi, fra «illusioni, promesse, ideali, realizzazioni, trucchi, menzogne, raggiri». I motti, destinati alla celebrità, s’insinuano dovunque: «Meglio vivere un giorno da leone che cent’anni da pecora». «Libro e moschetto, fascista perfetto». «Chi mi ama mi segua». «È l’aratro che traccia il solco ma è la spada che lo difende». «Non sono le Alpi che fanno gli Alpini, ma sono gli Alpini che fanno le Alpi» (il che lascia un po’ interdetti). «Si tiene duro e si dura». Come nei catechismi, possono nascerne questionari e indovinelli. Che cosa sono i maestri elementari? «Gli agenti di polizia dello Stato educatore». E i dialetti? «Residui di secoli di divisioni e di servitù della vecchia Italia». E qui un florilegio di vocaboli nuovi, o meglio “restaurati”: ideale, fede, missione, martirio, audacia, meta, fatidico, formidabile, infallibile… Parole suggerite. Parole proibite. Con severità: 30 giorni di carcere a chi dice «Tirolo» anziché «Alto Adige». L’autarchia linguistica italianizza il nome d’ogni villaggio, si dovranno correggere sillabari e cartoline. Ma è nelle espressioni d’uso più corrente che il «purismo di Stato» subisce goffi tracolli. Si può essere fascisti integrali, ma quella di chiedere al barista uno «spirito d’avena» per non dire whisky o un «arlecchino» per non nominare il cocktail e di lucidare un «tassellato» anziché un parquet sono imprese sovrumane. Il tentativo di diffondere l’italiano nelle colonie produce, dal canto suo, una lingua intermedia, l’italo-africano, con termini quali «ascaro», «ghirba», «sciarmutta» (prostituta) e tutti quegli altri che Ennio Flaiano nomina in Tempo di uccidere. Certo, non manca nelle colonie qualche provetto “italofono”. Golino racconta che una principessa Savoia, chiedendo a una giovane libica come abbia imparato così bene la nostra lingua, si sente rispondere: «Oh, Altezza, io fatto tanto tanto puttana con signori ufficiali». Nascono altri disguidi. Come quando un gruppo di ascari che si prepara a omaggiare un proprio comandante, gli promette: «Generale Diamante, ti faremo la festa». L’esplorazione che Golino pratica nella lingua del nazismo non si presta, invece, all’aneddoto. Qui l’orizzonte è cupo. Si spazia dal gergo dei lager all’eloquio imposto nell’insegnamento, che Erika Mann, figlia del grande Thomas, ha raccontato nella Scuola dei barbari. «Il disegno totalitario nazista», scrive Golino, «si estende in tutti i settori della vita sociale». E dovunque risuoni la voce di Hitler ci si accorge – così sostiene il saggista Viktor Klemperer – che «il suo non è parlare. È un urlìo selvaggio, frasi rozze, scoppi di collera». L’oratoria del Fürher, conclude, è molto inferiore «al modello mussoliniano». Chissà se ci si può consolare così.

Massimo Gramellini L’ULTIMA RIGA DELLE FAVOLE

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NELLO AJELLO

I MILLE AUTUNNI DI JACOB DE ZOET

Corbaccio € 18,60 pagg. 399

62 PUNTI 1

Il saggio

«A quel tempo le culture non cercavano di capirsi. E forse nemmeno ora. Ma ci sono vari ponti tra i due mondi, la scienza, il commercio, una fiducia difficile da conquistare, l’amicizia, e soprattutto un amore desiderato e non vissuto!». Il buddhismo nel suo libro mostra un lato inatteso e violento con quel convento diabolico. È successo davvero qualcosa del genere nella storia giapponese? «Lo scintoismo, la religione animista del Giappone, non ha testi fondanti né un potere centrale, lo scrittore può inventare quel che vuole. Ma no, non ci sono evidenze di un fatto tanto atroce, che però potrebbe davvero essere accaduto da qualche parte, in qualche tempo». Spesso lei porta un personaggio dell’ultimo libro in quello successivo. Nel prossimo ho letto che ritroveremo il dottor Marinus. Perché lo fa? «Perché ogni mio racconto sia un capitolo del mega-romanzo che è il lavoro della mia vita».

Wulf Dorn LA PSICHIATRA

PUNTI 10

Hervé This

€ 4,90

PUNTI 5

in libreria

La scienza in cucina

Piccolo trattato di gastronomia molecolare prefazione di Dario Bressanini

Perché l aragosta bollita è rossa e la meringa è gonfia? Indagine scientifica e abilità culinaria si alleano per comprendere meglio ciò che facciamo ogni giorno in cucina... e per preparare nuove leccornie!

www.edizionidedalo.it


la Repubblica

ARTE R2CULTURA

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

■ 54

DA VEDERE IN ITALIA

A CURA DI LUISA SOMAINI

MILANO

RIVOLI

PIETRASANTA

FIRENZE

Il sogno di avvicina. A 50 anni dalla personale a Milano, una mostra ripercorre l'opera di Dalì in rapporto al paesaggio, al mondo onirico e al desiderio. Organizzata con la Fondazione Dalí di Figueras, presenta anche il cortometraggio Destino, progettato con Walt Disney e mai proiettato prima in Italia.

Una rassegna site specific attorno al tema del dualismo e dello specchio. Nella Manica Lunga del museo sono esposte opere di Andy Warhol, Alighiero Boetti e Maurizio Cattelan. In mostra due fotografie identiche di Ceal Floyer: un bicchiere che può essere mezzo pieno o mezzo vuoto.

Personalità eclettica, sempre aperta alle sperimentazioni di originali forme espressive e di nuovi materiali, Mondino ha spaziato dal collage alla pittura, dall'installazione alla scultura. 30 grandi opere tridimensionali, realizzate a partire dagli anni ’60, ne documentano il lavoro, le ragioni profonde del suo fare.

È la prima mostra sull’opera di Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino, uno fra i più importanti artisti del ’500, al tempo di Cosimo I. Accanto ai dipinti fiorentini, anche L’Allegoria di Venere di Budapest e Il ritratto di giovane con libro del Metropolitan.

Salvador Dalì Palazzo Reale Dal 22 settembre

Exhibition, Castello Museo d’Arte Contemporanea Dal 21 settembre

Mondino scultore Complesso di Sant'Agostino Fino al 12 dicembre

Bronzino pittore e poeta alla corte dei Medici Palazzo Strozzi Dal 24 settembre

Palermo e Catania

Marrakech, Istanbul, Atene ecco le Biennali degli altri DARIO PAPPALARDO

LEA MATTARELLA

PALERMO — Il punto è che le città del Mediterraneo sembrano avere tutte la stessa luce e condividere il medesimo orizzonte. Allora non appare strano che Palermo e Catania ospitino in questi giorni una selezione di opere provenienti dalle Biennali di Istanbul, Atene, Marrakech. Il progetto Others (a cura di Renato Quaglia), che si snoda tra le due città siciliane, è proprio questo: un itinerario di avvicinamento verso l’arte degli “altri”. A Palermo, nelle sale di Palazzo Riso, le installazioni in arrivo da Marrakech che compongono la mostra A proposal for articulating works and places (Part 2) (fino al 28 novembre, un’appendice è alla Galleria d’arte moderna) ricreano atipici spazi domestici. Sono giganti il letto, la pendola, la sedia e il comodino di Mes maisons: la stanza tutta per sé di Jean-François Fourtou. La vita umana scorre in un acquario secondo Faouzi Bensaidi, che immerge due manichini nella vasca dei pesci rossi, tra ossessivi schermi tv (uno rimanda il dvd di Burn after L’ opera di Jinoos Taghizadeh reading dei fratelli Coen). Ed è ancora una camera quella ricreata da Tomás Colaço in Pension Palace - Room 11: il non luogo dove vive un immaginario scrittore straniero che piacerebbe a Sofia Coppola. Dagli interni agli esterni: Seamus Carrell lascia messaggi graffiati sulle portiere di automobili, smontate e messe in cerchio nel cortile di Palazzo Riso. A Catania, fino al 7 novembre, la Fondazione Puglisi Cosentino ospita nella sede di Palazzo Valle le opere delle Biennali di Istanbul e di Atene. Nelle prime (raccolte sotto il titolo di What happens to the hole when the cheese is gone?) è più evidente l’aderenza alla storia, se non alla cronaca, contemporanea: ecco il collage dell’iraniana Jinoos Taghizadeh, controcelebrazione della rivoluzione di Khomeini, raccontata con frammenti dei giornali iraniani dell’epoca e di opere di Bosch, Bruegel, David. Nelle seconde (l’esposizione è intitolata Away and boil your head) domina il tema del tempo, che è una linea cucita nelle pagine del Diary (Robinson Crusoe) di Nina Papaconstantinou. Ancora Catania inaugurerà il 1° ottobre, alla Fondazione Brodbeck, Residents, progetto filiazione di Others con opere di artisti mediterranei che si sono scambiati residenze ed esperienze. Dove la geopolitica fallisce, l’arte ce la fa.

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Roma

L’installazione dei videoartisti mette a fuoco il Colosseo CARLO ALBERTO BUCCI ROMA — Il fuoco rigeneratore, nella versione digitale di Thyra Hilden e Pio Diaz, stasera e domani illumina 36 arcate del Colosseo. Il duo danese-argentino ha accettato l’invito della direzione del monumento. E ha creato un’installazione video portando le sequenze di un incendio - immagini spesso dai due artisti sovrapposte a edifici moderni - proprio nell’anfiteatro costruito dai Flavi nell’80 d.C. Il Colosseo fu edificato sul terreno della domus di Nerone per cancellare la memoria dell’imperatore che aveva dato fuoco alla città 16 anni prima. La performance, a cura di Gianni Mercurio e Christina Clausen, si connota quindi come una vendetta postuma dell’imperatore. Ma soprattutto sottolinea la caducità delle cose e degli uomini nel momento in cui cita i saccheggi subiti dalla città in mano ai barbari. Nuovi media e un approccio attento al contesto, quindi, in Coliseum on fire. Nel 1974 Christo impacchettò le Mura Aureliane con il cellophane; ora Hilden e Diaz per il Colosseo scelgono il video più violento del loro repertorio. Non si tratta più di svelare (coprendolo) un monumento poco noto dell’antica Roma. Ma di distruggere idealmente il simbolo più tenace, persistente, sanguinario del potere dell’Urbe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Adolph Gottlieb e le sue opere in mostra al Guggenheim di Venezia © Adolph and Esther Gottlieb Foundation

VENEZIA er noi l’arte è un’avventura all’interno di un mondo sconosciuto, che può essere esplorato solo da coloro che non hanno paura del rischio. Questo mondo immaginario è disingannato e violentemente opposto al buon senso». Così Adolph Gottlieb e il suo amico Mark Rotkho scrivevano al New York Times nel 1943. E aggiungevano: «Noi preferiamo l’espressione semplice del pensiero complesso. Preferiamo il grande formato perché ha l’impatto dell’esplicito. Desideriamo riaffermare il piano pittorico. Preferiamo le forme piatte perché distruggono l’illusione e rivelano la verità». In questa dichiarazione di poetica è condensata l’avventura eroica dell’Espressionismo astratto americano, un’arte che cerca la manifestazione più autentica del sentire dell’individuo, che si nutre di inconscio, di psicoanalisi, di mitologia, di elementi primitivi e arcaici. Gottlieb, che era nato a New York nel 1903, partecipa a questa grande rivoluzione pittorica. Ma in maniera personale, lontano com’è da quel furor che, a esempio, caratterizza l’atto di dipingere di Jackson Pollock. E, sebbene Gottlieb senta come gli altri tutta l’angoscia della guerra, degli orrori del nazismo (nel 1933 trasforma il suo nome da Adolf in Adolph perché non vuole chiamarsi come Hitler), e assista sgomento a Pearl Harbour, rispetto agli altri esponenti della pittura informale, sia europea che d’oltreoceano, il suo linguaggio e la sua vicenda esistenziale, appaiono meno disperate. La prima grande Retrospettiva in Italia, curata da Luca Massimo Barbero alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia (fino al 9 gennaio 2011, catalogo Giunti) mostra proprio un singolare “doppio mondo” che tiene insieme pathos e equilibrio, libertà e regola, deflagrazione e pacatezza. I suoi quadri più celebri, i Burst, gli scoppi, si distinguono per la loro dimensione verticale e per una perentoria divisione dello spazio: nella parte superiore c’è sempre una forma circolare, un colore che irradia, scalda, protegge; nella parte inferiore un nucleo grafico scaturito dalla libertà del gesto. Un’iconografia che si ripete sempre uguale, con leggere varianti che sembrano piccole improvvisazioni su un tema musicale. Il Burst del 1973 qui esposto, per esempio, mette insieme in alto un grande astro infuocato e in basso una citazione in nero del dripping, la sgocciolatura di Pollock. Così per questi dipinti che sono irresistibili icone dell’arte americana pre-pop, si può parlare di armonia di contrasti: femminile-maschile, vuotopieno, dionisiaco-apollineo, diurno-notturno. Come arriva Gottlieb a elaborare questo suo personale lin-

guaggio, questo poetico incrociarsi di elementi – sfere, linee, segni – che stanno insieme ma non si incontrano mai? Fin dalle prime sale è eviden-

te il suo desiderio di liberarsi dal Regionalismo e dalla pittura di Scena americana, di «ripudiare la cosiddetta “buona pittura” – secondo la sua affermazione – per poter essere libero di esprimere ciò che era visivamente vero per me». E se questa idea della totale accettazione dell’elemento individuale in pittura lo avvicina ai suoi compagni di strada come, appunto, Pollock, Rothko o De Kooning, le parole successive alla sua dichiarazione lo riportano all’interno di un ordine che lo allontana da loro. «Immagini soggettive – incalza – non hanno associazioni razionali ma l’atto del dipingere deve essere razionale, oggettivo e consapevolmente disciplinato». Quindi la tela non è soltanto «un’arena in cui agire», secondo la nota definizione di Harold Rosenberg, ma può diventare anche luogo della riflessione, di un’azione che nasce dal pensiero e non lo sostituisce come succede nell’appassionata ricetta dell’action painting. Questa rassegna è attenta proprio a definire la complessità dell’artista, i suoi continui rimandi, gli elementi costanti nella sua evoluzione personale. Colpisce per esempio una sala con le opere degli anni Quaranta, in cui il tono dominante sembra nascere da un’alba che colora tutto di rosa. Il medesimo timbro cromatico è infatti lo stesso di una Natura morta del 1938. È cambiata completamente la struttura dei quadri ma il colore dominante è lo stesso. Gottlieb alterna universi: ecco in mostra alcune na-


la Repubblica

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SABATO 18 SETTEMBRE 2010

DA VEDERE IN EUROPA

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PARIGI

AMSTERDAM

VERSAILLES

VIENNA

La retrospettiva ruota attorno al 1890, l'anno in cui Monet realizza il giardino di Giverny, fonte d'ispirazione per le sue celeberrime Ninfee. 200 dipinti ripercorrono tutta l'attività del maestro, all'insegna del paesaggio, della ripetizione, dell'interiorità e della decorazione.

Una mostra su Alessandro Magno che in soli 12 anni conquistò l'Impero persiano, dall'Asia minore all'Egitto fino agli attuali Pakistan, Afghanistan e India Settentrionale. Vittorie che portarono all'integrazione della cultura greca con quella dei popoli conquistati e all'avvio del periodo ellenistico.

Proseguono le mostre d'arte contemporanea nella fastosa dimora del Re Sole. Dopo Xavier Veilhan e Jeff Koons è ora la volta dell'artista giapponese che espone solo le sue celebri installazioni. I variopinti manga di Murakami occupano 15 sale, confrontandosi con i sontuosi arredi del castello.

La mostra, organizzata con la Tate Gallery di Liverpool, racconta in 150 opere provenienti da tutto il mondo l'attività del maestro legata alla politica e al pacifismo. Picasso era iscritto al partito comunista francese e partecipò ad una conferenza per la pace in Polonia.

Claude Monet Grand Palais Dal 22 settembre

Alessandro il Grande Hermitage Dal 18 settembre

Takashi Murakami Reggia Fino al 12 dicembre

Picasso Albertina Dal 22 settembre

GOTTLIEB ADOLPH

La grande astrazione Usa che resisteva all’assalto pop

rizzato da André Breton) che mostrano alcune scatole in cui sono contenuti vari oggetti, piccole wunderkammern naufragate sulle spiagge, e quadri in cui

sente già il bisogno di interrogarsi su una scansione dello spazio pittorico che viene riproposta in maniera simile. Quegli scaffali su cui erano appoggiate

Cortina, il museo del ’900 da De Chirico a de Pisis Un catalogo per la collezione Rimoldi donata alle Regole d’Ampezzo centinaia di opere costrette in una sede espositiva troppo piccola FABRIZIO D’AMICO

conchiglie e elementi marini, si allargano, diventando vere e proprie griglie, ormai senza più un paesaggio intorno. Contengono frammenti di corpi: nasi, bocche, mani, occhi. Alcuni di questi quadri sono dedicati a Edipo perché Gottlieb è deciso a confrontarsi con la mitologia greca, per uscire dal provincialismo con cui percepiva se stesso in quanto americano. Indubbiamente la suggestione dell’avanguardia europea è fortissima: Miró, Picasso, Klee. E poi ecco che in Labyrinth del 1950 compare una sfera, circondata da molti altri segni: è lì, la devo scovare, e appare come se cercasse la strada per conquistare il suo orizzonte. Tutti gli anni Cinquanta sono attraversati da paesaggi emotivi e cosmici, che partono dall’individuo per formulare immagini che evocano costellazioni, soli neri, eclissi. Se Ondata di caldo sembra la terra del Grand Canyon, Disco pallido sembra una sinfonia celeste di toni freddi. Mentre trionfa la Pop Art lui continua a scavare il vuoto, guarda l’Oriente, lascia tracce nere e solitarie in un angolo del quadro, fa anche delle piccole sculture che sembrano ritagliate. Se Rosenberg definisce Andy Warhol una “celebrità mediatica e produttore di surrogati”, Gottlieb considera la pop semplicemente “repellente” . Senza farsene sfiorare, lascia che il suo sole continui a sorgere, in alto, di tela in tela, fino alla morte sopraggiunta nel 1974.

CORTINA sce in questi giorni il nuovo catalogo – il primo che registri le molte centinaia di dipinti, sculture e disegni della collezione – del Museo Rimoldi di Cortina d’Ampezzo, che accoglie la parte più cospicua delle raccolte di Mario Rimoldi, donate nel 1973 dalla vedova Rosa Braun alle Regole d’Ampezzo, che nel 1982 aprivano la sede che tuttora le accoglie: sede, diciamolo subito, che proprio la pubblicazione d’oggi, completissima, dimostra ampiamente insufficiente ad accogliere la collezione, cui lo storico direttore del museo, Renato Balsamo, è forzato ad imporre, nei ridotti spazi delle sue sale, una rotazione espositiva che ne sminuisce la portata. Una collezione che, nonostante le perdite subite dopo la morte di Rimoldi, porta ancora traccia importante di quello che fu: una delle maggiori raccolte private formatesi in Italia prima e subito dopo la seconda guerra mondiale, con l’occhio rivolto prevalentemente a restituire il volto di “un’identità italiana” della nostra pittura fra le due guerre – come scrive oggi in catalogo Gabriella Belli – esplicata soprattutto dal gruppo degli Italiens de Paris (fra i quali De Chirico, Tozzi, Savinio, Severini) e contemporaneamente, in patria, dai confratelli del Novecento della Sarfatti, Sironi in testa. Tutto ciò è presente a Cortina; ma senza dubbio la passione del collezionista si volse in primo luogo a Filippo de Pisis, che Rimoldi conobbe, tramite Comisso, ad Auronzo e a Cortina, in quelle Dolomiti nelle quali il ferrarese, ormai stabilmente a Parigi e dedito interamente alla pittura, tornava a trascorrere ogni anno gran parte del periodo estivo. Di de Pisis, Rimoldi s’invaghì a tal punto da divenirne allora il principale referente, anche mercantile; gli offriva un’ospitalità degna del rango che de Pisis pretendeva per sé, e ne riceveva in cambio gran parte della copiosa produ- De Pisis: “Chiesa a Cortina” zione; così che molti dei suoi capolavori “italiani” degli anni Trenta passarono per le sue mani, e sono adesso conservati nel museo delle Regole. Dal Moro di Harlem, ove il giovanetto nero dal dolcissimo sguardo segnala già al ’26 una prima distanza presa da de Pisis rispetto alla metafisica dechirichiana, nella quale egli aveva dato tante delle prime prove parigine, al drammatico Sacrificio d’Isacco del ’40, in cui de Pisis, da poco rientrato stabilmente in Italia, illumina il dramma biblico di un’intensa sensualità nell’abbraccio tenero e disperato dei due nudi trafitti ovunque da lampi di luce: quindici anni della vita del “marchesino pittore” sono ben documentati a Cortina. “Fiori, et amori”, sempre, i soggetti prediletti; ma sovente, soprattutto verso la fine del quarto decennio, è la crescita della “nuova” Cortina ad attirarlo, con i restauri e le nuove costruzioni che prendono ad animare la piccola città. Allora sui cantieri affollati di lavoro, di suoni e di voci s’appunta quella “stenografia pittorica”, quella incredibile velocità del pennello che corre leggero sulla tela vergine, che de Pisis aveva scoperto a Londra e a Parigi poco innanzi, e che rimane il più prezioso tesoro della sua straordinaria pittura.

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Al Guggenheim di Venezia la prima retrospettiva italiana dedicata all’artista Il sodalizio con Rothko e il tema della forma circolare che domina i suoi quadri

ture morte nutrite di una forte componente surrealista (proprio Peggy Guggenheim è tra le responsabili dello sbarco negli Stati Uniti del movimento teo-

PER SAPERNE DI PIÙ www.palazzoriso.it www.guggenheim-venice.it

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la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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TEATRO & MUSICA R2SPETTACOLI & TV

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CLASSICA. CD&DVD LA SCELTA

OFFICIUM NOVUM

LE ROI D’YS

FOLIAS ITALIANAS

In prima italiana a Bergamo, martedì, la moderna liturgia musicale intreccia cinque ‘voci’. Il contrappunto mescola autori e stili lontani in vertiginose geometrie sonore.

Da Liegi, la leggenda bretone messa in musica da Lalo, è in scena con uno spettacolo dai toni solenni e fantasy che ammalia. Bella esecuzione per una musica dai mille echi romantici.

Anonimi e primattori (Frescobaldi e Scarlatti): stregati dalla tinta mesta e la rituale/sensuale ossessività dell’antica danza. A cominciare dalle dita maliziose e brillanti dell’interprete Laganà.

Patrick David, direttore; Jean-Louis Pichon, regia – dvd Dynamic

Ruggero Laganà, clavicembalo – cd Concerto

Jan Garbarek, sassofono/Hilliard Ensemble - cd ECM

A CURA DI ANGELO FOLETTO

PER SAPERNE PIÙ www.mitosettembremusica.it www.teatroquirino.it/

SUL PALCOSCENICO

IL TEATRO DI ANGELO FOLETTO D’UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO

SUL PALCOSCENICO

LIRICA. TORTUOSO POLIUTO IN UNA STORIA CUPA

Moni Ovadia nel bosco con la musica di Vacchi

RASSEGNA. AL QUIRINO MAESTRI E AVANGUARDIE

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pera dai tratti cupi, non ispirata nel rilevare il carattere dei protagonisti ma dotata di spicco musicale e faticata teatralità, Poliuto ha aperto il V Festival Donizetti. Lo spettacolo indeciso tra epoche e simbolismi era tortuoso come la musica: disuguale, a suo modo intrigante. Le scelte musicali sono meno audaci ma funzionali alla resa della ricercata scrittura orchestrale. La quale è messa al servizio di una compagna di canto che ha offerto una resa diligente, con l’efficace ma non ardita Marrocu, strattonata a buona fine dal dio del tenorile neofita cristiano Kunde contro l’implacabile legge pagana incarnata da Del Savio e Papi. (a.fo.)

La nuova opera del compositore è un melologo per voce recitante e piccola orchestra Dal libro di Amos Oz rappresenta lo stupore iniziatico di due bimbi davanti alla natura

Poliuto direttore Marcello Rota, regia Marco Spada, Bergamo, T. Donizetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

CLASSICA. KURT MASUR SALTELLA SU BEETHOVEN

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on è tanto il gesto della mano, essenziale dall’inizio alla fine del concerto, quanto il corpo ad esprimere le sue indicazioni, precise, implacabili. E lo fa con una forza appassionata, una vitalità che diventa una sola cosa con la musica. Il grande direttore d’orchestra tedesco Kurt Masur, che per la prima volta in Italia affronta l’intero corpus sinfonico beethoveniano, saltella, sussurra passaggi, si abbassa per mostrare visivamente un ‘sottovoce’. E l’intera Orchestra di Santa Cecilia lo segue come incantata, cullandosi insieme a lui nel mondo antico ed elegiaco della Sesta Sinfonia e vorticando in quell’“apoteosi della danza”, per dirla con Wagner, che è la Settima. (anna cepollaro) Festival Beethoven 2010 direttore Kurt Masur, Orchestra di Santa Cecilia, Roma, Auditorium Parco della Musica © RIPRODUZIONE RISERVATA

ANGELO FOLETTO

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D’UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO

Dir. Carlo Boccadoro; recitante Moni Ovadia Milano, Teatro Parenti

L NUOVO lavoro del compositore bolognese Fabio Vacchi, D’un tratto nel folto del bosco, in prima assoluta per il Festival MiTo al Teatro Parenti, è uno di quei melologhi che può essere ben raccontato. Alla base della partitura c’è il rapporto, in parallelo, tra la voce recitante e una piccola ma impegnatissima orchestra. La parentela è acustica: nel senso che parole e musica eccitano la fantasia attraverso l’ascolto e la memoria auditiva. Per il resto, diversamente che in altre omologhe esperienze d’autore, non si coglie una vera drammaturgia teatrale preordinata: la lettura procede quasi ininterrottamente per gli ottanta minuti di durata della musica anche se gli “attacchi” sono individuati in partitura, e il tracciato musicale interferisce con pagine di sofisticata costruzione timbrico-strumentale in cui imitazione sonora e estro coloristico si danno la mano.

Sul leggio di Moni Ovadia, carismatico e cerimonioso lettore più che attore-interprete, c’è la riduzione dell’omonimo racconto di Amoz Oz, da cui anni fa era stato tratto anche uno spettacolo teatrale. Attraverso gli occhi, la sensibilità e la curiosità priva di malizie o di chiusure di due bambini, lo scrittore (e librettista di Vacchi per Lo stesso mare, in prima al Petruzzelli nell’aprile 2011) rappresenta il percorso iniziatico nel bosco incantato dove si ritrovano gli animali respinti dalla cattiveria e ipocrisia meschina degli abitanti del paese. Anche se il finale rimane aperto, la scoperta degli animali e delle loro piccole (?) anime incarna il ritrovamento del sentimento e del piacere della convivenza col diverso che la società dei grandi spesso non ammette. Intermediario poetico, Michele Serra ha rinnovato l’incontro con Vacchi nato tre anni fa nel più esplicito ruolo di librettista per La madre del mostro, riducendo l’ampio testo ma conservandone le caratteristiche ‘sonore’, le parole e i tipici, onomatopeici, neologismi delle coniugazioni ‘animali’. La punteggiatura fitta suggerisce il ritmo alla lettura, la musica la riprende come una colonna sonora che procede non in sincrono con le ‘immagini’ recitate. Vacchi ha disposto pagine descrittive che sfruttano insolite modalità esecutive accanto a episodi più corposi, banco di prova per l’eccellente realizzazione dei musicisti virtuosi di Sentieri Selvaggi diretti da Carlo Boccadoro, e a commenti strumentali quasi solistici. L’opera complessa e ambiziosa ha inchiodato il folto e selezionato pubblico, ottenendo un’accoglienza trionfale. Ma la sensazione al primo ascolto è che la musica, variegata e carica di intenzioni, essendo priva di una precisa determinazione formale, a volte perda la capacità di rappresentarsi autonomamente di fronte all’autosufficienza poetica e al simbolismo civile incondizionati anche nel racconto “ridotto”. In altre parole, se D’un tratto nel folto del bosco fosse riunita in suite orchestrale, prenderebbero più rilievo e respiro la finezza dei segreti richiami, l’ispirata bellezza di alcune soluzioni cameristiche, la matura padronanza della tavolozza timbrica e il lavorìo costruttivo interno, diradando la cifra didascalico-sonora che l’affiancamento col testo rendeva a volte un po’ pleonastica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ome l’anno scorso, il nuovo Quirino di Roma apre la sua nuova stagione con una dozzina di giorni dedicati a una MAD Revolution curata da Lorenzo Gleijeses lasciando l’intero teatro, dai camerini ai corridoi, alla scena grande a interventi di gruppi o di singoli, da Gianfranco Berardi a Antonio Rezza, Kinkaleri, Anna Redi, Sigourney Weaver, Marco Manchisi, Ivo Dimchev, Enzo Cosimi e via recitando all’insegna di Maestri Avanguardie Derive del teatro contemporaneo. Ed ecco uno stuolo di bizzarri assoli in cui si avvicendano monologhi, danze, classici napoletani, fulminee performance, anticipazioni di spettacoli in arrivo, tutto da vedere, senza escludere la partecipazione diretta degli spettatori vaganti. (franco quadri) Mad Revolution Teatro Quirino, Roma, fino al 27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

DANZA. CORPI, DISSONANZE ANTICHI SUONI CON ROSAS

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perimentazione di danza sensoriale, coreografia pervasa da registri sonori e canori del XIV secolo, messe a nudo (di spazio, luce e corpo): En Atendant della belga Anne Teresa De Keersmaeker riserva al gruppo Rosas, al festival Oriente Occidente, un exploit di vertigini. Vi convivono il degrado sociale di oggi e, a sorpresa, una forma polifonica del Medio Evo, l’ “ars subtilior”. Questa capofila della danza europea plasma tensioni e misteri fisici che aggiornano i riti del compianto. E reduce da Avignone, lo spettacolo ha notevoli mutamenti di prospettive grazie al viavai di passanti scorgibile dai fondali aperti su strada. Nel “cantus” d’una soprano, e nelle dissonanze, uno degli otto della compagnia si congeda nudo, nel buio, segno di un’umanità alla deriva. (rodolfo di giammarco) En Atendant di Anne Teresa De Keersmaeker, Rosas, OrienteOccidente, Trento © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

IN SALA DA NON PERDERE

20 SIGARETTE

Aureliano, anarchico e precario, va in Iraq per girare un documentario. Sarà l’unico civile italiano scampato alla strage di Nassiriya. Il film ha vinto la sezione “Controcampo” a Venezia. Regia di Aureliano Amadei. Con V. Marchioni, C.Crescentini

A CURA DI ROBERTO NEPOTI

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R2CINEMA LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

Segnati da esperienze infantili, Mattia e Angela sono due giovani solitari le cui esistenze s’incrociano. Horror dei sentimenti dal best-seller di Giordano. Regia di S.Costanzo. Con A. Rohrwacher, L. Marinelli

PER SAPERNE DI PIÙ trovacinema.repubblica.it www.nientepaura-ilfilm.it

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LONDON RIVER

Dopo gli attentati terroristici del 2005 due genitori – Elizabeth, una donna della provincia inglese, e Ousmane, africano di fede musulmana – giungono a Londra alla ricerca dei rispettivi figli. I loro destini si uniranno. Regia di R.Bouchareb, Con B. Blethyn

PRIME FILM

IL FILM DI CURZIO MALTESE MANGIA PREGA AMA

PRIME FILM

DOCUFILM. SE IL LIGA CANTA LA COSTITUZIONE

Nella Roma di Julia manca solo il mandolino

COMMEDIA. “TWILIGHT” IN UNA BRUTTA PARODIA

È

il brillante tentativo di utilizzare un mondo di canzoni (quello di Luciano Ligabue), per raccontare la coscienza del paese, tra racconti di vita dei fan e testimoni eccellenti (da Paolo Rossi a Rodotà, da Verdone a Beppe Englaro, don Ciotti e Saviano) e stralci di memoria visiva sulle traumatiche ferite della nostra storia. Niente paura di Piergiorgio Gay, pone particolare attenzione al senso della nostra Costituzione i cui articoli vengono esaltati e commentati, come fosse un testo che se applicato alla lettera, trasformerebbe il nostro paese in un’utopia di convivenza civile. E del resto lo stesso Ligabue, le cui canzoni fanno da filo conduttore al viaggio, alcuni di quegli articoli li mostrava sul grande schermo che campeggiava sul palco dei suoi concerti. (gino castaldo)

Il film del televisivo Ryan Murphy è un lungo collage di luoghi comuni raccolti in ogni angolo del mondo. E se non fosse tanto lento ce ne sarebbero di più

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nevitabile parodia della serie Twilight, che presuppone la conoscenza degli episodi originali della saga. Tutto quello che Friedberg e Seltzer riescono a fare, infatti, è replicare singole scene dei tre film “seri” in versione “comica”, corredate di peti e rutti, con poche aggiunte irrilevanti (Alice di Tim Burton, Lady Gaga…). Iperprotetta dal padre, Becca è indecisa tra il vampiro e il ragazzo-lupo. Come in ogni commedia per teenager, il culmine è la festa di fine d’anno del liceo, cui partecipano i Volturi. Per avere un’idea del livello delle gag, il licantropo orina contro le bocchette dei pompieri e, quando vede un gatto, non può fare a meno di dargli la caccia. (roberto nepoti). Mordimi Regia di J. Friedberg e A. Seltzer. Con Marcelle Baer

Niente paura Regia di Piergiorgio Gay Con Luciano Ligabue © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMMEDIA. I FURBETTI DEL QUARTIERINO ITALIA

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na pellicola intitolata alla Rimini del Mar Rosso aleggiava da tempo nell’immaginario dei produttori italiani. È arrivata prima questa commediola degli equivoci, che coniuga il tema (ben poco allegro) degli esuberi e dei licenziamenti col filone adolescenziale messo in auge da Moccia. Per non finire vittima dei “tagliatori di teste” aziendali, due impiegati rivali si contendono il favore del nuovo boss (Giorgio Panariello, in un ruolo che è un mix di furbetti del quartierino di italica memoria) sullo sfondo della località balneare. Meno triviale di un cinepanettone; ma che la promozione lo presenti come un omaggio a Una vita difficile è la cosa più divertente di tutto il film. (roberto nepoti) Sharm el Sheik Regia di Ugo Fabrizio Giordani Con Enrico Brignano Giorgio Panariello © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Q MANGIA PREGA AMA

Regia di Ryan Murphy Con Julia Roberts, Javier Bardem, James Franco

CURZIO MALTESE UANTI luoghi comuni possono stare in un film di due ore e venti? Parecchi, a giudicare da Mangia Prega Ama. L’ultima mega produzione con Julia Roberts protagonista è un Atlante De Agostini degli stereotipi raccolti a ogni angolo del mondo. Certo, se la regia del televisivo Ryan Murphy non fosse un po’ troppo lenta, ce ne sarebbe stato anche qualcuno in più. Per esempio nella lunga parte girata a Roma manca colpevolmente il mandolino. Ci sono spaghetti a pioggia, gli italiani che gesticolano sempre e inseguono le ragazze straniere urlando volgarità, ma poi si fidanzano in casa con la bella olandese per avere l’approvazione della mamma rompiballe, tutto all’insegna del «dolce far niente». C’è tanta pizza. Ma non il mandolino. Neppure una chitarrina, niente. Perché? Il film è tratto da un bestseller di Liz Gilbert, scrittrice turista, che ha venduto sei milioni di copie, ma se non l’avete ancora letto è difficile che vi venga la voglia dopo la visione. Qui Liz Gilbert, interpretata dall’incantevole Julia Roberts, è una borghese newyorkese insoddisfatta di tutto, vita, lavoro e matrimonio, tranne che dei propri pregiudizi, che coltiva amorevolmente uno a uno, come orchidee. Quindi, spinta dalla profezia di uno sciamano indonesiano, parte per un lungo viaggio per ritrovare se stessa, come si dice in questi casi, dove rigorosamente mangerà in Italia, pregherà in India e troverà l’amore sulle spiagge di Bali. Va da sé che la storia ci avrebbe sorpreso di più se Julia avesse scoperto quanto si

mangia bene a Mumbay, quanto pregano in Indonesia e come ci si può innamorare anche sul raccordo anulare, evitando magari l’ora di punta. Se si supera il fastidio per il continuo stupore della Roberts nello scoprire tante banalità, Mangia Prega Ama può riservare anche momenti di bel cinema. Soprattutto grazie a un cast strepitoso. Julia Roberts è un po’ sottotono, costretta com’è a riassumere negli occhioni tristi i capitoli e capitoli di riflessioni del libro. Ma Javier Bardem è grandioso nel dipingere in pochi tratti un bel personaggio di virile eppure materno amante brasiliano. Alcune scene fra i due, Julia e Javier, sono pura magia cinematografica. Richard Jenkins, il geniale attore di L’ospite inatteso, è indimenticabile nel ruolo di un padre di famiglia distrutto dall’alcool e dall’egoismo. La confessioni delle ragioni che l’hanno portato dalla villetta mono familiare in Texas a un Ashram nel cuore dell’India, vale da sola il biglietto dello spettacolo. James Franco è notevole nei panni di uno sgangherato attore della Off Broadway e Viola Davis, nella parte della cognata, è straordinaria in ogni singola sequenza, oltre che l’unica a segnalare tracce d’ironia, per il resto assente. New York è proprio come te la immagini, magnifici appartamenti di gente di cui non si capisce il mestiere, lussureggianti party per festeggiare qualche successo, panoramiche di grattacieli, guarda un po’. Di Roma s’è detto, per l’India e Bali basta consultare una cartolina o un depliant e controllare se manca nulla. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMMEDIA. MEGLIO SOLI CHE DUE EDWARD NORTON

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on i capelli corti e ben rasato, Edward Norton è Bill, stimato professore di filosofia antica. Con i capelli lunghi e la barba, è il suo gemello Brady, spacciatore in una cittadina dell’Oklahoma. Il secondo coinvolge il primo in un intrigo pazzesco, onde profittare della perfetta somiglianza per togliersi dagli impicci con Richard Dreyfuss, cui deve un sacco di quattrini. Il titolo originale – sacrilegio! - suona Foglie d’erba, come la raccolta di poesie di Walt Whitman. Quello italiano ti fa credere a una commedia; anche se poi, nella seconda parte, non mancano violenze e morti ammazzati. Norton, in due ruoli, gigioneggia il doppio. Sarandon fa la madre dei gemelli e appare depressa. (r. n.) Fratelli in erba Regia di Tim Blake Nelson. Con Edward Norton, Susan Sarandon © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica

TEMPO LIBERO R2SPETTACOLI & TV

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UNA GRAFFETTA USB

SPENDERE BENE

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I CD

Verbatim presenta la prima penna usb che può essere utilizzata anche come graffetta. È la USB Clip-it , primo premio al "Best of the Best" 2010 di Red Dot. La graffetta usb è disponibile in diverse varianti di colore

A CURA DI GINO CASTALDO

UNA WEBCAM HD

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TELECOMANDO

Indie rock

La serie

I Blonde Redhead meno provocatori

Ma chi sta tramando contro il presidente Usa?

I Blonde Redhead (formati da una cantante giapponese e due gemelli di origine italiana di New York) potremmo immaginarli come un gruppo di mutanti, instabili, fluttuanti, passati nel tempo da un underground alla Sonic Youth a qualcosa di più etereo e indefinibile. Il nuovo album Penny Sparkle è un viaggio lieve e malinconico, costante, uniforme, come un album di fotografie autunnali ritoccate. Nelle trasformazione subita cercano forme meno provocatorie, quasi un’armonia minore che insinua sospetti sui colori del paesaggio metropolitano.

Per non sbagliare, i giornali americani l’hanno subito paragonata a “Lost”: tanti misteri, enigmi, cospirazioni, flashback e fantascienza, tutti insieme, non si erano mai visti. Perché la nuova serie cult che arriva in Italia in contemporanea con l’America, coinvolge addirittura il presidente degli Stati Uniti, oltre alla Cia, immancabile. Sean Walker (Jason Ritter), è il nostro eroe: giovane geek laureato al MIT, vive a Chicago, dove fa il programmatore di videogiochi. Parte alla ricerca della fidanzata scomparsa e scopre un complotto che coinvolge il presidente. Diffidare sempre dei ragazzi della porta accanto se sono maghi del computer, sono pronti a governare il mondo. In questo thriller tutto è possibile, anche che il neoeletto presidente americano Elias Martinez (Blair Underwood), sia pronto a rivelare all’umanità una verità sconvolgente. Ma quando decide di parlare un aereo sparisce nel nulla, e si scopre che un carcere in Alaska in realtà ospita un’organizzazione segreta capeggiata da Sophia (Laura Innes, la dottoressa Weaver di Er). La Cia nega che esista, il presidente ignora chi stia tramando contro di lui. Forse lo scopriranno gli spettatori. The Event, da martedì su Joi alle 21 (silvia fumarola)

Tango

Una moderna antologia davvero imperdibile Questo disco, Manana, Perlas del label, è un’imperdibile occasione per tuffarsi nelle grazie sordide e avvolgenti del tango contemporaneo. E’ un’antologia col meglio di un’etichetta legata ai Gotan Project che si propone appunto di far conoscere cosa succede nel tango di oggi. Possiamo così godere di personaggi assolutamente straordinari come Càceres e Daniel Melingo, tra gli altri, interpreti ruggenti e maliziosi la cui scoperta vale lo sforzo di uscire per una volta dalle cronache pop. Melingo in particolare: ascoltate la sua Este cuore, e vi verrà voglia di tuffarvi nelle calde notti argentine.

Jazz

Norma Winstone per palati raffinati Avvertenza. Questo è un disco per palati ultraraffinati. Stories yet to tell, ennesimo capitolo firmato da Norma Winstone per l’etichetta Ecm, è quanto di più simile possiamo immaginare a un distillato di rarefatta e ricercata bellezza. La cantante inglese è nella piena maturità di un percorso iniziato molti anni fa nel pieno fervore del jazz britannico e continuato in questi anni sulla ricerca di una vocalità essenziale e fortemente lirica, con pezzi originali e altri che inseguono tracce di musica antica e brandelli di folklore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ecco il nuovo standard per le webcam: la LifeCam Studio della Microsoft, è a alta definizione e si integra perfettamente con Windows Live Messenger 2011, che avrà funzionalità di videochiamata

129 L’HARD DISK PIÙ SOTTILE SUL MERCATO Con 640gb, la LaCie Minimus è uno dei più piccoli hard disk sul mercato. Capacità di conservare dati e mobilità andranno di pari passo. Perfetto per chi ha bisogno di avere sempre con se i propri dati. Molta cura per il design

VETRINA

Addio vecchio orologio niente orari e lancette solo touchscreen e led Sono belli, oggetti di culto e di moda, e sono tutti multimediali. Oggi dal proprio polso è possibile telefonare, guardare la tv, collegarsi a Internet, scattare foto, girare video e ascoltare mp3 CARMINE SAVIANO

T

UTTO è iniziato a metà degli anni 80, quando la Casio decise che un orologio non poteva più indicare solo il trascorrere del tempo. E grazie al diffondersi delle nanotecnologie, il piccolo e circoscritto spazio del quadrate diventò un luogo digitale da riempire con tutto il possibile. Via lancette e ingra-

naggi. Spazio a bit e accessori. E fu il Databank: l’orologio con calcolatrice incorporata che aveva, tra le tante funzioni, anche quella di memorizzare dati. Diventò subito uno status symbol indossato da tutti. Attori e manager, operai e studenti, mostravano orgogliosi il loro lasciapassare per il futuro. Il Databank della Casio è stato l’inizio: oggi con gli orologi è possibile telefonare, guardare la tv, collegarsi a Internet, scattare foto, girare video e ascoltare la propria collezione di mp3. E ci sono persino modelli che contengono un navigatore satellitare. Tra i modelli di riferimento il Gd910 della Lg. Grazie allo schermo Touch Screen basta

poggiare le dita e le lancette digitali spariscono per lasciare il campo a una tastiera numerica. Le dimensioni e l’aspetto sono quelle di un normale orologio da polso. All’interno, però, c’è un piccolo pc con memoria da 80 mega — espandibile grazie allo slot per Sd memory card — e svariati software, tra cui anche un antivirus. Il Gd910 è, inoltre, un lettore di file multimediali. Non solo: grazie alla videocamera integrata è possibile scattare foto e girare video da condividere immediatamente sui social network preferiti. E gli orologi non diventano soltanto minuscoli computer da polso, ma oggetti di culto, da possedere senza nessun riferi-


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PER SAPERNE DI PIÙ www.tokyoflash.com www.verbatim.it

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INTERNET DALLA TELEVISIONE

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217 €

La Sanyo lancia sul mercato due nuove videocamere. La Vpc Fh1 è tra le più compatte in grado di registrare in full hd. Poi la Vpc Cs1 con impugnatura verticale e così piccola da poter entrare in tasca

1.367 SMARTPHONE CON JOYSTICK OTTICO La caratteristica principale di questo smartphone è il grande schermo Amoled da 3,7 pollici. L’Htc Desire ha il sistema operativo Android 2.1 e un joystick ottico

I DVD L’intervista

Boncompagni: l’ora? Chiedetela a un passante «Il primo schock tecnologico l’ho avuto negli anni 50, in Svezia. Lì già esistevano i dischi a 33 giri mentre ad Arezzo, la mia città natale, non c’erano neanche i semafori. Dovevamo andare in “gita” a Firenze per vederli». Parla Gianni Boncompagni, uno degli uomini chiave della radio e tv italiana. «Ricordo anche i viaggi “mirati” a New York, sulla 5th Avenue e “Dal Triestino”. Ora con Internet la selezione e l’acquisto sono più facili, ma anche meno affascinanti». Che rapporto ha oggi con la

AUTORE Gianni Boncompagni, autore e conduttore televisivo e radiofonico

La Loewe Connect Led permette il collegamento tra diverse applicazioni multimediali. In commercio nei formati 32 e 40 pollici. I movimenti più veloci vengono riprodotti in modo preciso e nitido. E si possono trasmettere i contenuti ad un tv in un'altra stanza

tecnologia? «Mi potrei definire quasi un maniaco. Sono un utente Apple della primissima ora. Possiedo tutti i vari iPad, iPhone...». E con gli orologi? «Se parliamo di orologi tecnologici o di design, sì mi piacciono molto e li colleziono. I giapponesi da questo punto di vista sono imbattibili. C’è un sito, tokyoflash.com, sul quale è possibile comprare modelli a dir poco avveniristici a prezzi non esorbitanti. Però se si portano al polso, l’ora è meglio chiederla a un passante, visto che bisogna essere dei geni per leggerla sul display. Come molti ho attraversato la “fase Rolex” ma il mio modello preferito rimane il Perpetual della IWC, un classico». (matteo quinzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA

A CURA DI ALDO LASTELLA

Dramma

Sparatutto

La Francia di oggi ha gli occhi di Malik

Halo Reach, trionfo ma senza sorprese

Ha sfiorato l’Oscar, è stato premiato a Cannes, ha fatto incetta di César in patria, ma soprattutto Il profeta di Jacques Audiard è specchio e metafora della Francia di oggi. Attraverso la formazione e l’ascesa di Malik, ragazzo della banlieue, analfabeta, finito in carcere troppo presto, si va a fondo nelle dinamiche verso le quali stanno precipitando le società occidentali. E non è un bel vedere. Il film di Audiard è duro ed appassionante, denso, e non si ferma alla classica violenza del genere carcerario. Distribuito da Bim-01.

I numeri sono impressionanti, più grandi di quelli di un film blockbuster come Avatar: Halo Reach era il videogame più atteso della stagione, e non ha deluso le aspettative. Azione serrata, grafica eccellente, interazione e intelligenza, tutti gli ingredienti per avere successo in un mercato che è in parte in crisi. Perfetto, ma con un difetto, quello di non uscire dalla classica logica dello sparatutto, che ha fatto il suo tempo. (e.a.)

SCHERMO LED Corpo solido e schermo led per indicare l’orario

MADE IN JAPAN La maggior parte degli orologi led sono realizzati in Giappone

DESIGN Veri e propri oggetti di culto, vengono prodotti in numero limitato

Dramma

Due donne e un pianoforte Ancora un carcere, questa volta in Austria, per raccontare l’incontro di due donne, appartenenti a storie, climi culturali e ambienti opposti. Che troveranno un terreno d’incontro nella musica. Le protagoniste di Quattro minuti del registra austriaco Chris Kraus sono una ragazza difficile, violenta, ostile, in galera con la rabbia di una belva ma con un talento miracoloso per il pianoforte, e un’anziana insegnante di musica con alle spalle segreti poco nobili. Anche qui una storia durissima, più per la violenza dei sentimenti in gioco che per gli scontri fisici, che pure non mancano. Da non perdere. Dvd distribuito da Cecchi Gori.

Documentario LG GD910 mento alla loro funzione principale. Basta dare un’occhiata ai prodotti della Tokyoflash, azienda giapponese che distribuisce orologi con schermo Led. Le creazioni proposte sul loro sito, lasciano a bocca aperta. Il principio è semplice: in un mondo dove per conoscere l’orario basta guardare il telefonino, l’orologio deve avere qualcosa in più. Insomma, di numeri e lancette neanche l’ombra, ma in cambio il design è invidiabile e i modi per indicare l’ora sono strabilianti: vengono ricalcati volanti di Formula 1, strade trafficate, scambi ferroviari. La fantasia di chi progetta questi orologi sembra non avere limiti e ogni giorno vengono proposti nuovi modelli.

Tra i tanti proposti dalla Tokyoflash, c’è l’Oberon: basta toccare il quadrante e lo schermo si riempie di un arabesco di colori. Sta di fatto che ci si mette un bel po’ a capire che ore sono, ma l’effetto cromatico è assicurato. Uno dei modelli più diffusi, anche in Italia, è il Denshoku Black ispirato allo skyline di Shinjuku, uno dei quartieri di Tokyo. Altra azienda giapponese è la Pimp, che costruisce orologi con led digitale ispirandosi al design anni 70. Si va dallo “Star Performer”, al “Trip the Light Fantastic”. Corpo solido e minuscoli led in tre colori. Quasi un must per chi vuole avere, a portata di polso, qualcosa in più. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Orologio Touch Screen con telefono cellulare integrato. Costa circa 650 euro

OBERON È uno dei modelli di punta presentati dal sito Tokyoflash

VIDEOGIOCHI

Ecco le ricette di mamma Scorsese Si comincia con la ricetta delle polpette al sugo che mamma Catherine sa cucinare come nessun altro. Si passa attraverso i racconti di papà Charlie attorno al Lower East Side di prima della guerra, la convivenza con gli ebrei, i dissidi con gli irlandesi. Si arriva a capire dove nascono film come Mean streets e Goodfellas. Ce lo spiega lo stesso Martin Scorsese in questo documentario di un’ora circa, Italianamerican, appena pubblicato in Italia dalla Cineteca di Bologna. Al dvd è allegato il libro delle ricette di Catherine Scorsese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Party game

E con il Move la festa è per tutti Chi aveva la Ps3 invidiava ai possessori di Wii la possibilità di giocare con i sensori di movimento. Ora l’invidia non ha più motivo di esistere, è arrivato Playstation Move, il nuovo controller che sostituisce il joystick e con esso i giochi come quelli di “Start The Party”. E’ un party game con molti piccoli minigiochi fatti apposta per mettere davanti allo schermo una famiglia: il giocatore vede la propria immagine sullo schermo e il Move assume forme sempre diverse a seconda del gioco. (e.a.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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RIPRESE IN TASCA


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MOSTRE

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DI REPUBBLICA

Domani Roma festeggia restauro e riapertura della Galleria con una notte bianca: entrate gratuite anche alla Corsini, alla Farnesina Chigi e all’Orto botanico CESARE DE SETA apertura dell’intero piano terreno di Palazzo Barberini è un evento eccezionale, atteso dal 2006, quando – dopo un’estenuante battaglia durata decenni – questi spazi furono finalmente liberati dal Circolo delle Forze Armate che occupava impropriamente circa metà del palazzo. Ho visitato qualche tempo fa questo nuovo bellissimo spazio con la guida competente e appassionata di Anna Lo Bianco che dirige la Galleria Nazionale di Arte Antica e ne rimasi stupefatto per la qualità e le dimensioni: l’acquisizione dell’intero piano terra, perfettamente reso al proprio uso dopo un accorto restauro, corona un ambizioso progetto museografico varato dal governo postunitario a partire dal 1883. Roma, divenuta da pochi anni capitale d’Italia, si dotava di un palazzo, in assoluto tra i più celebri del barocco per la compresenza di Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, per farne la sua pinacoteca nazionale d’arte antica. Ciò fu reso possibile grazie alla mecenatesca donazione della famiglia Corsini della propria collezione di famiglia allo Stato e a successive acquisizioni che hanno arricchito il patrimonio delle opere. L’inaugurazione del primo nucleo risale al 1895, e dopo tanti decenni il degno progetto dei nostri antenati è finalmente realizzato. Infatti lo Stato italiano acquistò nel 1949 Palazzo Barberini, ma le condizioni erano tali che solo una piccola parte dell’immensa pinacoteca era visibile: per molti decenni i depositi della pinacoteca erano stipati di capolavori invisibili. Dire di questa collezione nella sua interezza sarebbe stolto proposito: ricordo solo che Francis Haskell nel suo classico volume su Mecenati e pittori in età barocca dedica decine di pagine a quel che conteneva questo palaz-

L’

ANONIMO DELL’XI SECOLO

NICOLAS POUSSIN

L’icona della “Madonna Advocata” con “Cristo benedicente”

“Paesaggio con Agar e l’angelo”, olio su tela (1630 circa)

BARBERINI UN PALAZZO TUTTOPER L’ARTE

CARAVAGGIO “Giuditta e Oloferne”, olio su tela (1599) è uno dei capolavori più celebri di Merisi

HOLBEIN “Ritratto di Enrico VIII”, olio su tavola (1540) è uno dei ritratti più noti realizzati dal pittore tedesco

Le nuove sale sono dedicate ai dipinti dal XII al XV secolo molti relegati fino a oggi nei depositi zo quando fu abitato da Antonio Barberini, nipote di Maffeo poi papa Urbano VIII. Il Cardinale Antonio era attratto dalle arti figurative non meno del suo illustre congiunto: tant’è che nel 1642 fu pubblicato un catalogo riccamente illustrato. L’autore, Girolamo Teti, narra di Raffaello e Correggio, di Tiziano e Lanfranco, del Perugino e di Guido Reni oltre che di Andrea Sacchi e di Pietro da Cortona che tanto posto occupa nella decorazione del palazzo. Dico di Antonio Barberini perché il piano terreno ora reso libero è proprio quello abitato dal Cardinale nipote.

Le nuove sale espositive – per rispettare un ordine museografico saggiamente cronologico – sono destinate alla pittura dal XII al XV secolo, con opere per larga parte fino ad oggi relegate nei depositi. Questa sezione che impropriamente possiamo dire dedicata ai primitivi espone numerose tavole d’altare e tele che sono parte della fioritura artistica al tempo di Cimabue e della sua cerchia. Una novità assoluta è la preziosa Croce dipinta, attribuita ad un seguace di Pietro Sotio, pittore di spoletina, attivo tra il 1100 e i primi del secolo seguente: la potenza del modellato dei corpi, la scar-

Un piano in più e nuovi capolavori nel museo di Raffaello e Caravaggio

na espressività dell’opera ne confermano la funzione devozionale al centro di un altare. La famiglia Jacorossi ha offerto in comodato per cinque anni quest’opera rara, rinnovando così uno spirito di mecenatismo assai languente nel nostro paese. Ma in questo piano terra si potranno vedere opere celebri come l’icona Madonna Advocata con alle spalle Cristo benedicente del terzo quarto del XI sec., l’Annunciazione e due donatori tempera su tavola di Filippo Lippi del secondo trentennio del Quattrocento: Maria in piedi riceve l’omaggio dai donatori in una scena architettonica incardinata

prospetticamente; il San Girolamo penitente nel deserto con Gesù bambino e San Giovannino del Perugino, con al fondo un paesaggio di sapore leonardesco dell’ultimo quarto del XV secolo; il magnifico Ritratto virile attribuito a Giovanni Bellini, del primo decennio del Cinquecento, nel quale il pittore con un’ardita zoomata mette a fuoco il bel volto del giovane su fondo bruno. Questo piano terra si conclude nella Sala delle Colonne che, accortamente restaurato in ogni sua parte superstite, adduce al magnifico giardino. Naturalmente conviene salire la scala che porta al pia-


Informazioni utili La Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma (Via delle Quattro Fontane, 13) sarà visitabile domani gratis dalle 19 alle 24 per festeggiare il restauro e la riapertura dell’intero pianterreno. Gli orari d’apertura consueti saranno poi da martedì a domenica dalle ore 8.30 alle 19.30. Resterà chiusa il lunedì; il primo gennaio e il 25 dicembre. Biglietti: intero 5 euro; ridotto: 2,50. Informazioni e prenotazione biglietti: tel. 06-32810; per gruppi: fax 06-32651329

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PER SAPERNE DI PIÙ www.galleriaborghese.it/barberini/it/default.htm www.galleriaborghese.it/corsini/it/default.htm

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GUIDO RENI

Papi, cardinali e geni nello scrigno barocco

A destra, il “Putto dormiente”, particolare dell’affresco (1612 circa) dipinto dall’artista emiliano per la Galleria di Palazzo Barberini

QUELLA DIMORA DOVE SI SFIDARONO BERNINI E BORROMINI FRANCESCA GIULIANI efilato com’è oggi dietro una multisala, due semafori e una terrazza-pizzeria, Palazzo Barberini è difficile da immaginare nel fasto d’un tempo: ma, attraversata la cancellata su via delle Quattro Fontane, l’aria è diversa, lo sguardo si libera e persino la luce si fa più intensa. In pieno Seicento, sul Colle del Quirinale verdeggiava la campagna: Maffeo Barberini, che veniva dalle dolcezze della Valdelsa, scelse di acquistare un terreno coltivato a vigne dalla famiglia Sforza di Santafiora, col sogno di vederci svettare sopra una residenza adeguata al suo rango. Diventando papa Urbano VIII, il 5 agosto 1623 Maffeo sa di essere all’apice del potere: chiama a lavorare per lui i più noti architetti, impegnati nel gran cantiere di Roma Barocca. Carlo Maderno, per cominciare: l’architetto autore della facciata della Basilica di San Pietro e della chiesa di Sant’Andrea della Valle era al culmine dell’attività artistica. Immaginò un edificio classico rinascimentale, a blocco, sul modello di Palazzo Farnese. Poi arrivò la collaborazione di Gian Lorenzo Bernini e il colpo di genio, ciò che rende questa architettura straordinaria ancora oggi: per la potente famiglia di origine toscana che mirava ad adeguarsi al livello dei blasonati casati romani, serviva un tocco in più. Così, proprio per la posizione anche simbolicamente elevata della costruzione, i progettisti pensarono ad una pianta priva del cortile chiuso sui quattro lati caratteristico dei palazzi nobiliari, in modo da conferire all’edificio l’aspetto di una villa suburbana, ricca di giardini e prospettive aperte. Il progetto ad “ali spiegate” che rivoluzionava l’idea architettonica cinquecentesca fu completato prima del 1629, anno della morte di Maderno. Toccò quindi a Bernini impugnare il cantiere, portandolo a compimento con qualche ritocco, sin dalla magnifica facciata principale. Infine, il secondo piano divenne la residenza vera e propria della famiglia. Maderno, Bernini, Borromini, Pietro da Cortona: Palazzo Barberini è stato palestra di alcune fra le menti più visionarie del Seicento. Basta riguardare alle due scalee che sempre si prestano al gioco di scegliere se sia più seducente l’austerità berniniana o la sinuosità borrominiana. Oppure alle volte affrescate in nome della Divina Provvidenza, trionfali come la Sistina michelangiolesca. A Palazzo, Francesco Barberini, il cardinal nepote, amico del letterato Cassiano dal

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FILIPPO LIPPI

La notte bianca

LA CACCIA AI CAPOLAVORI FINO A MEZZANOTTE

OTTE a Palazzo Barberini: la Galleria Nazionale di Roma riapre con trentasei nuove sale, seicento opere in larga parte recuperate dai depositi, restauri degli ambienti e dei dipinti e un nuovo allestimento. Domenica 19 settembre, dalle 19 alle 24, l’ingresso al museo sarà libero per tutti, senza prenotazione. Per l’occasione, si potranno visitare, nello stesso orario, anche la Galleria Corsini, la Villa della Farnesina e l’Orto Botanico: sono così quattro i protagonisti di una notte da trascorrere con la grande arte della Roma storica. «È una straordinaria opportunità che le celebrazioni per i 140 anni di Roma Capitale coincidano con l’apertura di tutto il piano terra di palazzo Barberini finalmente recuperato e quindi con la rinascita dell’idea della Galleria nazionale di Roma. Un traguardo decisivo», spiega la soprintendente Rossella Vodret. È una Roma da riscoprire in un’atmosfera fuori dall’ordinario, quando la città dorme e le luci si spengono. Preferibilmente senza ritrovarsi prigionieri del traffico: per semplificare la visita, la Soprindentenza speciale per il Patrimonio storico ed artistico di Roma ha predisposto un servizio di navette per collegare le diverse sedi, con partenza ogni venti minuti da Palazzo Barberini. Dopo i capolavori della collezione, il pubblico potrà fare ingresso – per la prima volta in notturna – a Palazzo Corsini con la sua magnifica quadreria e trattenersi nelle sale di una fra le residenze principesche più affascinanti d’Italia. A pochi passi, ecco gli affreschi di Raffaello voluti da Agostino Chigi per la Villa Farnesina sul Tevere e ancora dirimpetto, il dedalo verde dell’Orto Botanico progettato per accogliere la regina Cristina di Svezia e le sue passeggiate a cavallo fino alla cima del Gianicolo. Per fare davvero festa, nelle sale affrescate e nei giardini, il pubblico troverà musica, danza e spettacolo. (f. gi.)

“Annunciazione con due donatori”, tempera su tavola (1440). Da sinistra, la Villa Farnesina Chigi e Palazzo Corsini

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no nobile dove s’aprono le sale con i più celebri capolavori del museo: in primo luogo La Fornarina di Raffaello, olio su tavola di medie dimensioni del 1520, che compare già nell’inventario del Teti: qui non si sa se apprezzare più la sobrietà dell’incarnato, l’acconciatura dei capelli o la sottile ma pure esplicita vena erotica della fanciulla seduta a mezzo busto nudo, che poggia la mano sotto una mammella. L’opera, che possiamo considerare il logo della Galleria, viene esposta con una nuova illuminazione nel Salone degli affreschi di Pietro da Cortona. In questo piano nobile desti-

nato ad opere tra Rinascimento e Barocco tornano due memorabili vedute: il Paesaggio con Villa Sacchetti a Castel Fusanodi Pietro da Cortona, dove l’architettura splende come un cristallo sotto un cielo nuvoloso attraversato da lampi di luce e il Paesaggio con Agar e l’angelo, olio su tela, di Nicolas Poussin che il Louvre certamente ci invidia. Che dire del Caravaggio di Giuditta e Oloferne, così crudo nella sua brutale messa in scena e, accanto il Narciso, dove il Merisi si specchia coi suoi pensieri, forse pensando al proprio destino? © RIPRODUZIONE RISERVATA

RAFFAELLO Il ritratto della “Fornarina”, olio su tavola (1520). Il dipinto che raffigura la donna amata da Raffaello è la vera icona della Galleria di Palazzo Barberini

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VALENTIN DE BOULOGNE “Il giudizio di Re Salomone”, olio su tela (1630 circa), il pittore francese seguace di Caravaggio era un protetto del cardinale Francesco Barberini

Pozzo, portò una messe immensa di opere d’arte e studiò il progetto per i giardini, concepiti come spazi concettuali, ricchi di essenze rare e pregiate. Si racconta che nel cantiere confluirono enormi quantità di travertino sottratte al Colosseo. Si racconta che Costanza Colonna, moglie di Taddeo, volle andar via dal palazzo e tornare in via dei Giubbonari, perché lì non le era riuscito di concepire figli maschi. E si racconta ancora che chi visitava il Palazzo si divertisse poi a malignare sulle proporzioni delle api emblema araldico della famiglia, raffigurate sulle volte tanto da chiamarle “tacchini Barberini”. Giochi di illusione e di potere dentro un Palazzo simbolo, compendio d’arte e di barocco stupore. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SPETTACOLI

&TELEVISIONE

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Superstizione e aldilà sono il tema dell’ultimo film che il regista ha girato a New York: “Incontrerai uno sconosciuto alto e bruno” con Hopkins, Jones Watts, Brolin, dal 3 dicembre in Italia

fede Woody La

Il festival

La madre disperata di Nicole Kidman commuove Toronto

secondo

TORONTO — La rivincita di Nicole Kidman parte dal Festival Toronto. È stato accolto da applausi e recensioni positive Rabbit Hole, da lei prodotto e interpretato. Il film, che sarà al Festival di Roma il mese prossimo, racconta il dramma di una coppia che perde un figlio in un banale incidente d’auto. Ad affiancare l’attrice c’è Aaron Eckhart, firma la regia John Cameron Mitchel. È l’adattamento di una pièce teatrale che la Kidman ha scoperto nel 2006 a Nashville, città in cui vive con il marito musicista Keith Urban. Nicole ha deciso subito che voleva portarlo al cinema: «Il copione è così forte che le emozioni sono già tutte lì. Quando l’ho letto la prima volta non avevo ancora mia figlia Sunday Rose, eppure ho provato qualcosa di Il film di cui potente e viscerale». è produttrice La prima prova sarà anche al da produttrice di Ni- Festival di cole Kidman, il film In the cut con prota- Roma gonista Meg Ryan, non è stato un successo. E anche la carriera d’interprete, dopo l’Oscar vinto nel 2003 per The hours, si è appannata grazie a una serie di film non riusciti (Fur, The invasion, Nine, Australia). Stavolta, invece, sembra aver visto giusto: Rabbit Holemischia coraggiosamente tragedia e humour «perché — spiega Kidman — anche nei momenti più neri della vita possono accaderti cose talmente divertenti da strapparti un sorriso e farti capire che tutto va avanti».

Allen: “La religione? Per me non è credibile” DAVE ITZKOFF

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NEW YORK uando nei giorni scorsi gli è stato chiesto se fosse opportuno augurargli un “Felice Nuovo Anno Ebraico”, Woody Allen ha risposto con una risatina, dal suo ufficio in una suite del Loews Regency Hotel: «No, no. Questo va bene per la tua gente — ha detto rivolto al sottoscritto — Io non seguo queste cose. Vorrei… mi sarebbero di grande aiuto nelle mie notti oscure». A 74 anni Woody Allen, prolifico regista e newyorchese emblematico, non ha trovato ancora una propria religione. L’idea della fede in ogni caso impregna il suo ultimo film, Incontrerai uno sconosciuto alto e bruno, che Sony Pictures Classics farà uscire nelle sale Usa mercoledì (in Italia dal 3 dicembre, ndr.). Nel film, mentre una coppia londinese (Anthony Hopkins e Gemma Jones) va a rotoli, la moglie cerca conforto nel sovrannaturale con conseguenze imprevedibili sul matrimonio di sua figlia (Naomi Watts e Josh Brolin). «Per me», dice Allen, «non esiste differenza tra una cartomante, un biscotto della fortuna o una delle religioni ufficiali. Sono tutti sistemi validi o non validi, altrettanto utili». Perché ha scritto un film su queste cose? «Ho conosciuto persone che riponevano fede nella religione e negli indovini. Ho pensato che sarebbe stato interessante per un film: una donna che non ha mai trovato aiuto in nulla, ma che all’improvviso trova in una cartomante che le predice il futuro qualcuno in grado di aiutarla davvero. Il problema è che alla fine il suo risveglio è davvero brusco». Trova plausibile l’idea che abbiamo vissuto altre vite o che Dio

Per me ciò che vedi è tutto ciò che hai. Per il resto sono un ignorante. Il vero divertimento è guardare una partita di football con una birra

Su Carla Bruni nel mio nuovo film hanno scritto un mucchio di falsità... Mi chiedo se lo fanno anche sull’Afghanistan esista? «Nessuna delle due mi pare plausibile. Io ho un approccio molto scientifico e convinto alla questione. Dal mio punto di vista ciò che vedi è tutto ciò che hai». Che cosa ne pensa della vecchiaia? «Beh, sono decisamente contrario alla vecchiaia (ride). Penso che non la si debba raccomandare a nessuno. Non si acquisisce maggiore saggezza con il passare degli anni. L’unica cosa che accade davvero è che il tuo corpo se ne va in pezzi. La gente cerca di darsi una verniciatina, di parlare con voce pacata. Si comincia a capire la vita e ad accettare le cose. Ma scambieresti tutto quello che hai pur di ritornare ad avere 35 anni.

L’idea della morte mi dà un po’ i brividi. Questo è quanto accade ad Anthony Hopkins all’inizio del film: non sta a sentire sua moglie — molto più realistica di lui — che gli dice di non far questo o quello, perché non è più un giovanotto. Naturalmente, è lei ad avere ragione, ma nessuno vuole sentirsi dire cose del genere». Questo è il suo ultimo film a New York perché, ha detto, girare lì è troppo costoso. «La mia prima scelta sarebbe sempre New York. È il luogo che più amo e lavorare dove vivi è un lusso. Sono sicuro che vi girerò altri film. Ma i pochi dollari che ho spesso vanno a finire in altri posti. Città come Londra, Parigi, Barcellona, sono tutte cosmopolite e

assomigliano a New York. Ma se avessi 15 milioni di dollari girerei sempre a New York». Era preparato ad affrontare il polverone sollevato dai media per Carla Bruni-Sarkozy nel cast del suo prossimo film, Mezzanotte a Parigi? «Sono sbalordito. Ha solo una particina. Ho girato con lei il primo giorno e tutti i giornali hanno scritto che era una pessima attrice e che avevo fatto 32 ciak con lei. Non sono arrivato neppure a dieci, invece. Erano soltanto voci. Poi hanno scritto che suo marito è venuto sul set ed era in collera con lei. In realtà, è venuto sul set una sola volta ed era felice e contento, soddisfatto che la moglie recitasse con grande naturalezza».

In ogni caso darà grande richiamo al film… «Per qualche ragione la stampa voleva dire soltanto brutte cose su di lei. Non so se hanno qualcosa contro la coppia Sarkozy, o se si tratta tutto sommato di un espediente per vendere più giornali. In ogni caso, le invenzioni che hanno pubblicato erano talmente folli che mi sono chiesto: “È questo che accade quando ci parlano anche di Afghanistan, di economia, di argomenti davvero significativi per la nostra vita?”. In fondo la questione era del tutto banale. Insomma: no, non ero affatto preparato ad affrontare tutto questo polverone». Quando ha del tempo libero, come lo trascorre?

«Faccio le cose che fanno tutti. Porto i miei figli a scuola. Vado a passeggio con mia moglie, suono con la mia jazz band. E poi, naturalmente, ho il dovere di camminare sul tapis roulant, e fare i pesi, e tenermi in forma, così da non diventare più decrepito di quanto già non sia». È andato a vedere le 12 ore di spettacolo dei Demoni di Peter Stein da Dostoevskij al Lincoln Center Festival? «No. Sono ignorante. Leggo perché devo leggere. Per me divertimento è guardare una partita di football e bere una birra». (copyright New York Times/La Repubblica — traduzione di Anna Bissanti) © RIPRODUZIONE RISERVATA


Il film di Sorrentino

Sacha Baron Cohen

“La solitudine dei numeri primi”

Sean Penn “rocker” sul set nel Michigan

L’attore di Borat sarà Freddie Mercury

Saverio Costanzo primo negli incassi

Al via le riprese americane di This must be the place di Paolo Sorrentino. Nel film Sean Penn è una rockstar in ritiro. Si gira in Michigan.

Sasha Baron Cohen, l’attore di Borat, sarà Freddie Mercury al cinema. Nel film sui Queen sono coinvolti gli altri tre membri della band.

La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo da ieri è primo al box office. Ha incassato 1.498.259 euro in 7 giorni.

Il killer di John Lennon: «Per la fama e il successo avrei ucciso chiunque»

IL BEATLE E L’ASSASSINO Accanto, John Lennon. Sopra, Marc David Chapman

I giudici: niente libertà per Mark Chapman ERNESTO ASSANTE vrei ucciso chiunque, se non fosse stato Lennon sarebbe stato qualcun altro. Avevo considerato anche altri obiettivi, Liz Taylor, Johnny Carson, scelsi Lennon perché era il più raggiungibile». È Mark David Chapman, l’uomo che 30 anni fa uccise John Lennon, a parlare durante l’udienza del 7 settembre per ottenere la libertà vigilata, il cui contenuto è stato reso noto ieri. Certo, le sue “rivelazioni” vanno prese con le molle, sia perché lui stesso dice di «non ricordare bene», sia perché in alcune interviste precedenti aveva indicato altri nomi come potenziali obbiettivi, Jackie Onassis, l’altro ex-Beatle Paul McCartney, l’attore George C. Scott, l’allora governatore delle Hawaii George Ariyoshi, persino il presidente Reagan. E mentre in passato aveva detto di essere ossessionato da Lennon, questa volta ha detto che «non c’era un motivo personale in queste scelte, erano famosi, ecco tutto. E ucciderli mi avrebbe portato la notorietà e la fama. Sentivo che se avessi ucciso Lennon sarei diventato qualcuno. E invece sono diventato un assassino e gli assassini non sono nessuno». I giudici di New York hanno deciso, dieci giorni fa, che Chapman resterà ancora in galera, gli hanno negato la libertà condizionata per la sesta volta. Non li ha convinti del suo ravvedimento. Ma Chapman ha nuovamente raccontato la sua verità sull’assassinio dell’ex-Beatle. La scelta

«A

Le date

9 ottobre

12 novembre 8 dicembre

LA NASCITA

TRIBUTO

LA MORTE

Il leader dei Beatles nasce a il 9 ottobre del 1940, 70 anni fa

Organizzato a New York da Yoko Ono. Con Patti Smith

Lennon viene ucciso 30 anni fa a New York da Mark Chapman

di uccidere Lennon fu dettata da motivi di praticità: «Trovai con facilità dove abitava, andai e vidi che non era inaccessibile come altri». Comprò una pistola e andò a New York, l’intenzione era

La tournée

quella di uccidere Lennon in ottobre o in novembre, ma perse tempo per trovare «dei proiettili speciali, dei calibro 38 potenziati». «Arrivato a New York chiamai mia moglie; per la prima volta le

dissi piangendo cosa volevo fare. Parlando con lei cambiai idea: “Il tuo amore mi ha salvato, torno a casa”». Tornò alle Hawaii, ma dopo un paio di settimane Chapman rico-

minciò a pensare all’omicidio, «Non potevo fermarmi. Partii il 6 dicembre. E l’8 commisi l’omicidio». Dopo aver sparato a Lennon, Chapman, all’epoca venticinquenne, fu arrestato senza

opporre resistenza. Si dichiarò colpevole, e condannato all’ergastolo per omicidio di secondo grado, con la possibilità di chiedere la libertà vigilata dopo venti anni. Yoko Ono, la moglie di Lennon, ha sempre dato parere negativo sul suo rilascio, e Chapman non è mai riuscito a convincere i giudici. «Prima di finire in prigione, pensando a quello che ero, avrei detto anch’io: “Lasciatelo dentro”» spiega «dopo vent’anni ho cambiato idea. Ma chi è fuori pensa che io debba restare dentro, e lo capisco». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo il riposo per motivi di salute, l’atteso ritorno del direttore con una mini tournée alla guida dell’orchestra Mozart

Abbado sul podio ed è caccia al biglietto LEONETTA BENTIVOGLIO ROMA a oggi, con la sua Orchestra Mozart, Claudio Abbado dà l’avvio una nuova serie di preziose serate musicali: preziose in quanto sono ormai una rarità le apparizioni sul podio del direttore d’orchestra milanese, e saranno questi i suoi primi concerti in Italia dopo l’improvvisa cancellazione, nel giugno scorso, del suo attesissimo ritorno a Milano. Il ciclo parte stasera a Bologna, nella Basilica di Santo Stefano, con un programma barocco dedicato a Bach e a Pergolesi (lo Stabat Mater), e il tutto avviene nel-

Oggi a Bologna Per il Fai sarà a Morimondo e i fan milanesi si sono scatenati

D

IL MAESTRO Claudio Abbado l’ambito di una raccolta di fondi per gli interventi di restauro di cui necessitano le fondamenta del complesso monumentale: i biglietti sono esauriti da tempo, ma in compenso due maxi-schermi trasmetteranno il concerto nella piazza antistante, dove l’accesso

è libero. Seguono tappe musicali, col medesimo programma e gli stessi eccellenti solisti (il soprano Julia Kleiter, il contralto Sara Mingardo e il violinista Giuliano Carmignola), al Teatro Manzoni di Bologna (domani), al Teatro Pavarotti di Modena (martedì) e

all’Abbazia di Morimondo, che sorge a una trentina di chilometri di Milano (giovedì sera, ed è fortissima la richiesta per partecipare a quest’avvenimento promosso dal Fai e inseguito dai numerosi abbadiani milanesi rimasti a bocca asciutta dopo il forfait alla Scala). Finale di tournée sabato 25 a Jesi dove Abbado, pergolesiano appassionato, celebrerà dal podio la chiusura del decimo Festival Pergolesi Spontini. Sono appuntamenti rilevanti, accolti in edifici «di grande importanza architettonica», come segnala lo stesso Abbado nel caso di Santo Stefano e di Morimondo; e forniscono al maestro l’occasione per tornare su un tema che

gli sta molto a cuore: l’esigenza imprescindibile della salvaguardia della cultura, «che in Italia continua a non ricoprire ruoli di primaria importanza nei programmi di chi sta al governo». Troppo spesso, nota Abbado, «si sente dire che la cultura non rende, mentre è vero il contrario. Penso che in un Paese come il nostro, unico al mondo per il suo patrimonio artistico e culturale, investire nella cultura sia sempre e comunque proficuo, umanamente e anche economicamente». E aggiunge di preferire il messaggio vivo della musica che invaderà quei luoghi ad astratti proclami polemici. © RIPRODUZIONE RISERVATA



la Repubblica

@

R2PROGRAMMI

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

PER SAPERNE DI PIÙ tv.repubblica.it www.chiambrettinight.com

■ 65

CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA NON DECOLLA CHIAMBRETTI IL TIRATARDI

ALBUM D’ESTATE Videoforum con Walter Veltroni. Il viaggio di Tiziano Terzani. Le multisale che uccidono il cinema. La dark room con Lorella Cuccarini. XL: supereroi americani matite italiane. RAI 1

SATELLITE

I

7.00 8.30 9.05 9.30 9.50 10.15 11.05 11.15 13.00 13.25 13.50 14.00 15.30 16.55 18.00 18.05 19.40 20.25 20.30 21.05 21.50 22.40 23.25 23.35 0.20 1.00 1.25 1.45 1.55 2.25 2.30

Il diario di Bindi - Tf Art Attack Karkù - Tf Unfabulos - Tf The Naked Brothers Band Tf Sulla via di Damasco Aprirai Meteo2 Mezzogiorno in famiglia Con Amadeus, L. Barriales Tg2 Giorno Dribbling Eat Parade Top of the Pops 2010 One Tree Hill- Tf Sereno Variabile - Con O. Bevilacqua Tg2 Flash L.I.S. Meteo2 Extra Factor - Conduce F. Facchinetti Squadra Speciale Cobra 11 - Tf Estrazioni del Lotto Tg2 20.30 Cold Case “Giurisprudenza” - Tf Criminal Minds - Tf Sabato Sprint Tg2 Tg2 - Dossier Tg2 - Storie. I racconti della settimana Tg2 Mizar Sì, Viaggiare Tg2 Eat Parade Extra Factor Meteo2 Appuntamento al cinema

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CANALE 5

6.00 Fuori orario 7.00 La grande vallata - Tf 7.50 Film: Rita, la zanzara - Di L. Wertmuller. Con P. De Filippo, R. Pavone 9.40 Appuntamento al cinema 9.45 L’ispettore Derrick - Tf 10.30 Il Gran Concerto 11.05 Arsenio Lupin - Tf 12.00 Tg3 - Rai Sport Notizie Meteo3 12.25 Tgr - L’Italia de Il Settimanale 12.55 Okkupati 13.25 Mini Ritratti. Quartetto Cetra 14.00 Tg Regione Tg Regione Meteo 14.20 Tg3 14.45 Tg3 Pixel Meteo3 14.55 Film: Il sogno di una notet di mezza sbornia - di e con E. De Filippo, P. Maggio, P. De Vico 16.25 Palco e Retropalco “Io, Eduardo De Filippo” 17.40 Tg3 Flash L.I.S. 17.45 Sabato Sport: Magazine Champions League 18.10 90° Minuto Serie B 18.55 Meteo3 19.00 Tg3 19.30 Tg Regione Tg Regione Meteo 20.00 Blob 20.15 Ritratti. Vittorio De Sica 21.05 Speciale Superquark 23.10 Tg3/Tg Regione 23.30 Un giorno in Pretura 1.15 Il cartellone di Palco e Retroplaco

6.00 7.55 8.00 8.50 9.30 10.15 10.30 13.00 13.40

15.30

18.50 20.00 20.30 21.10 0.30 1.30 2.00 2.50 4.05 5.30

CANALE 5 Piero Chiambret -ti al “Night” su Canale 5

ITALIA 1

Prima pagina Traffico / Meteo5 Tg5 Loggione Superpartes Media Shopping Distretto di polizia 10- Tf Tg5 / Meteo5 Tvm: Colpo di fulmine Di A. Mastroianni. Con C. Allen, K. Marino, P. Duke, P. Duffy Verissimo - Tutti i colori della cronaca - Conduce S. Toffanin Chi vuol essere milionario. - Conduce Gerry Scotti Tg5 / Meteo5 Velone C’è posta per te - Conduce da Maria De Filippi Damages - Tf Tg5 - Notte Meteo5 Velone (r) Tvm: Tempo - Di E. Styles. Con M. Griffith, H. Dancy In tribunale con Lynn - Tf Tg5 - Notte (r) Meteo5 Notte

6.45 10.45 11.35 12.25 13.00 13.30 13.55

15.00 18.30 19.00 19.30

21.10 22.55 0.35 1.35

1.45

2.15 3.05 3.15 3.30

5.00

cinema mattina

cinema pomeriggio

14.00 Il dottor Dolittle 5 - di A. Zamm Sky Cinema Family HD 14.45 The Burning Plain - Il confine della solitudine - di G. Arriaga Sky Cinema Hits HD 14.50 Chicago - di R. Marshall Sky Cinema Mania 15.25 Mask of the Ninja - di B. May Sky Cinema Max HD 16.35 Miracolo a Sant'Anna - di S. Lee Sky Cinema Hits HD 17.05 Push - di P. McGuigan Sky Cinema Max HD 17.15 Tre mogli - di M. Risi Sky Cinema Italia 17.20 Terminator Salvation - di McG Sky Cinema 1 HD

cinema sera

19.00 Crossing Over - di W. Kramer Sky Cinema Mania 21.00 Un amore all'improvviso - di R. Schwentke Sky Cinema 1 HD 21.00 La pazza storia del mondo - di M. Brooks Sky Cinema Classics 21.00 Robin Hood - di W. Reitherman Sky Cinema Family HD 21.00 Figli di Annibale - di D. Ferrario Sky Cinema Italia 21.00 Che - L'Argentino - di S. Soderbergh Sky Cinema Mania 21.00 Timeline - Ai confini del tempo - di R. Donner Sky Cinema Max HD

cinema notte

21.15 Quantum of Solace - di M. Forster Sky Cinema Hits HD 22.30 Ex - di F. Brizzi Sky Cinema Family HD 22.40 Gli implacabili - di R. Walsh Sky Cinema Classics 22.40 Un gioco da ragazze - di M. Rovere Sky Cinema Italia 22.55 Sex Movie in 4D - di S. Anders Sky Cinema 1 HD 23.05 Defiance - I giorni del coraggio - di E. Zwick Sky Cinema Max HD 23.10 Wolf - La belva è fuori - di M. Nichols Sky Cinema Hits HD 23.15 Non aprite quella porta - di T. Hooper Sky Cinema Mania

sport

19.00 Biliardo: World Open di Glasgow EuroSport HD 19.15 Automobilismo: Kentuky IndyCar Sky Sport 2 HD 20.00 Biliardo: World Open di Glasgow EuroSport HD 20.00 SKY Calcio prepartita Sky Sport 1 HD 20.00 Ep. 6 Summer X Games Sky Sport Extra 20.00 Calcio: Una partita Liga Sky Supercalcio HD 20.15 Ep. 30 MotorSport Sky Sport 2 HD 20.30 News Weekend Eurosport 2

20.30 Futbol Mundial Sky Sport 3 HD 20.45 Calcio: Milan - Catania Serie A Sky Sport 1 HD 20.45 Icarus Sky Sport 2 HD 21.00 Cricket: Warriors - Central Stags Champions League Twenty20 Eurosport 2 21.00 Golf: Barclays Scottish Open PGA European Tour Sky Sport 2 HD 21.00 Boban. Ep. 22 I Signori del Calcio Sky Sport 3 HD 21.00 Football americano: NC State Cincinnati NCAA Sky Sport Extra 22.00 Sport Estremi: Dew Tour Xtrem

Sports Eurosport 2 22.00 Golf: Johnnie Walker Championship PGA European Tour Sky Sport 2 HD 22.00 Calcio: Real Sociedad - Real Madrid Liga Sky Sport 3 HD 22.00 Calcio: Una partita Liga Sky Supercalcio HD 22.45 SKY Calcio postpartita Sky Sport 1 HD 23.00 Motori: Silk Way Rally Raid EuroSport HD 23.00 Ep. 7 Summer X Games Sky Sport 2 HD 23.00 Rugby: Australia - Nuova Zelanda

Tri Nations 2010 Sky Sport Extra 23.15 Fight Club EuroSport HD 23.30 Pirlo. Ep. 11 I Signori del Calcio Sky Sport 1 HD 00.00 The Daily Surf Report Eurosport 2 00.00 Poker: Women. Ep. 6 La notte del PokerClub Satellite Sky Sport 2 HD 00.00 Euro Calcio Show Sky Sport 3 HD 00.00 Euro Calcio Show Sky Supercalcio HD 00.15 News Night Weekend Eurosport 2 00.30 Euro Calcio Show Sky Sport 1 HD 00.30 Calcio: Bayern Monaco - Colonia Bundesliga Sky Sport 3 HD

FOX 10.20 I Simpson Fox HD 10.45 I Griffin Fox HD 10.55 Nero su giallo - Letteratura e crimine Fox Crime HD 11.05 T.J. Hooker Fox Retro 11.05 Jarod - Il camaleonte FX 11.10 I Griffin Fox HD 11.15 Cambio moglie Fox Life 11.35 I Simpson Fox HD 12.00 La signora in giallo Fox Crime HD 12.00 Love Boat Fox Retro 12.00 Jarod - Il camaleonte FX 12.05 I Simpson Fox HD 12.10 S.O.S. Tata Fox Life 12.35 I Simpson Fox HD 12.50 Jarod - Il camaleonte FX 12.55 Il Commissario Cordier Fox Crime HD 13.00 I Simpson Fox HD 13.00 S.O.S. Tata Fox Life 13.00 Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro 13.30 La vita secondo Jim Fox HD 13.40 Frasier FX 13.55 La Tata Fox Life

RETE 4

Cartoni animati Baywatch - Tf Tv Moda Studio Aperto / Meteo Studio Sport Grand Prix Moto Grand Prix - C.to Mondiale Motociclismo: G.P. de Aragona, MotoGp prove Tennis. Coppa Davis: Svezia-Italia Studio Aperto Meteo Tutto in famiglia - Sitcom Film: Boog & Elliot-A caccia di amici - Di J. Culton, R. Allers, A. Stacchi Film: Shrek - Di A. Adamson, V. Jenson Film: Galline in fuga - Di P. Lord, N. Park Studio Sport XXL Grand Prix - C.to Mondiale Motociclismo: G.P. de Aragona, 125 sintesi Grand Prix - C.to Mondiale Motociclismo: G.P. de Aragona, Moto2 sintesi Poker1mania Ciak Speciale Media Shopping Film: L’Esorciccio - Di C. Ingrassia. Con L. Banfi, c. Ingrassia, D. Perego, U. Lay Film: Franco, Ciccio e le vedove allegre - Di M. Girolami. Con F. Franchi, C. Ingrassia, M. Lee, R. Como

[servizio a pagamento]

09.10 Defiance - I giorni del coraggio - di E. Zwick Sky Cinema Max HD 09.30 Redbelt - di D. Mamet Sky Cinema Hits HD 10.15 Cosmonauta - di S. Nicchiarelli Sky Cinema 1 HD 10.40 Piccoli grandi eroi - di S. Weisman Sky Cinema Family HD 11.10 The Code - di M. Leder Sky Cinema Hits HD 11.45 Obsessed - di S. Shill Sky Cinema 1 HD 12.00 Noi gangster - di H. Verneuil Sky Cinema Classics 12.55 Giù al nord - di D. Boon Sky Cinema Hits HD

gramma con una specie di terzo grado a due tizie scosciate e maleducate che si dividono i favori (e qui il dibattito) di Balotelli e del figlio di Bossi. Roba fortissima. Non avendo mai dato retta a chi vorrebbe Pierino nato con istinti rivoluzionari e poi ammorbidito dalla vita, non si provano particolari turbamenti. Solo, le scelte del Night potrebbero essere comodamente un centinaio di livelli più in su. Se si rimane invece lì anche nel resto della stagione, allora come non detto.

RAI 3

RAI 2

6.00 Euronews 6.10 Quark Atlante. Immagini dal pianeta 6.30 Unomattina. All’interno: Che tempo fa; 7.00-8.009.00 Tg1; 7.30 Tg1 L.I.S.; 9.30 Tg1 Flash 9.55 Dai nostri inviati 10.55 Aprirai 11.05 Appuntamento al cinema Che tempo fa 11.10 Fratello Sole, Madre Terra - Conduce F. Gatta 12.00 La prova del cuoco - Con A. Clerici 13.30 Telegiornale 14.00 Easy Driver 14.30 Lineablu - Con D. Bianchi 16.15 Dreams Road 2010. Australia 2 17.00 Tg1 Che tempo fa 17.15 A sua immagine 17.45 Passaggio a Nord-Ovest 18.50 L’Eredità - Con C. Conti 20.00 Telegiornale 20.30 Rai Tg Sport 20.35 Soliti ignoti 21.25 Soliti ignoti Speciale... e confermo conduce Fabrizio Frizzi Tg1 60 secondi 23.30 Memorie dal bianco e nero 0.10 Cinematografo 1.10 Tg1 Notte 1.20 Che tempo fa 1.25 Appuntamento al cinema 1.30 Film: A ovest di Paperino - Di A. Benvenuti. Con A. Benvenuti, F. Nuti

SKY

L PROGRESSIVO spostamento al centro di Piero Chiambretti (è arrivato a Canale 5) è una delle rare novità di stagione. Il punto è che rischia di esaurirsi presto, perché il nostro ha conquistato una cuccia calda nelle due serate settimanali del Chiambretti Night in onda a tardissima ora. L’ideale per far alzare le percentuali d’ascolto, in realtà allontanando più pubblico possibile e incontrando un manipolo di tiratardi che è facile accontentare. Per dire, l’altra sera se n’è andata un’ora di pro-

DIGITALE TERRESTRE

Oggi

5.15 5.30 6.10 7.00 8.05 9.00 10.55 11.00 11.30 12.00 12.05 12.55 13.50 14.05 15.15 17.00 18.00 18.55 19.35 20.40 21.30 22.25 23.20 0.20 2.10 2.20 3.40

DEEJAY TV

LA SETTE

Tg4 Rassegna Stampa West Wing - Tf Media Shopping Kojak - Tf Tequila & Bonetti - Tf Io e mamma - Miniserie con S. Sandrelli, A. Sandrelli, O.M. Guerrini Navigare informati Ricette di famiglia - Anteprima - Con D. Mengacci Tg4. All’interno: Meteo Vie d’Italia notizie sul traffico Ricette di famiglia - Con Davide Mengacci Detective in corsia - Tf Il tribunale di Forum - Anteprima Forum: Sessione pomeridiana del sabato - Conduce R. Dalla Chiesa Tvm: La signora di mezzanotte (Perry Mason) Con R. Burr Monk - Tf Pianeta mare Tg4. All’interno: Meteo Tempesta d’amore Walter Texas Ranger - Tf Lie to Me - Tf Bones - Tf Law & Order - Unità Speciale - Tf Tvm: Anthrax - Di R. Stevenson. Con C. Daddo, D. Keith, J. Cassidy Tg4 - Rassegna stampa Festivalbar ’89- La finale Media Shopping

6.00 TgLa7 Meteo Oroscopo Traffico 7.00 Omnibus. All'interno: 7.30 Tg La7 9.55 Movie Flash 10.00 La7 Doc 10.35 Cuore e batticuore - Tf 11.40 Movie Flash 11.45 Film: La legge è legge - Di C. Jaque. Con Totò, Fernandel, L. Gloria 13.30 Tg La7 13.55 Film: 4 per Cordoba - Di P. Wendkos 15.55 I Magnifici 7 - Tf 16.50 Movie Flash 16.55 Film: Perché proprio a me? - Di G. Quintano. Con C. Lambert, C. Lloyd, J.T. Walsh 19.00 Sos Tata 20.00 Tg La7 20.30 Chef per un giorno - Vladimir Luxuria 21.10 L'ispettore Barnaby- Tf 23.30 Tg La7 23.40 Vivo per miracolo: Persi nella neve - Conduce Ugo Francica Nava 0.40 M.O.D.A. - di C. Malvini 1.20 Movie Flash 1.25 WSOP - World Series of Poker 2007 2.30 Film: La Via Lattea - Di L. Bunuel. Con L. Terzieff, P. Frankeur 4.40 Cnn News

6.00 9.45 10.30 13.30 13.55 14.00 15.00 15.55 16.00 18.55 19.00 20.00 21.00 23.00 0.00

Coffee & Deejay Weekend The Club Deejay Hits The Club Deejay Tg Deejeography Deejay Hits Deejay Tg Deejay Hits Deejay Tg Deejay Music Club The Club Deejay Music Club The Club Deejay Night

MTV Daria Mtv The Summer song Hit List Italia Teen Cribs Randy Jackson Presents Mtv News Mtv The Summer Song Summer Hits Mtv News Mtv The Summer Song Mtv News Made Mtv News Mtv Live Mtv at the Movies The Hills Coca Cola Live at Mtv The Summer Song 21.00 Mtv News 21.05 Coca Cola Live at Mtv The Summer Song 0.00 Summer Hits 11.00 11.30 12.00 13.30 14.00 16.00 16.05 16.30 17.00 17.05 18.00 18.05 19.00 19.05 19.30 20.00 20.30

RAI

■ 6.15 6.30 7.20 8.05 8.50 9.35 10.20 12.00 13.15 14.05 15.25 17.35 18.20 19.05 20.20 21.10 22.40 0.15 1.45 3.35 5.15

RAI 4 Maddecheaho - Spettacolo Assatirati The Legend of Bruce Lee - Serie Tv The Cleaner - Serie Tv Streghe - Tf Dead Like me - Serie Tv Film: Charlie Bartlett - di J. Poll, con A. Yelchin, H. Davis, R. Downey Jr. Fisica o Chimica - Serie Tv Desperate Housewives - Serie Tv Film: Mercenary for Justice - di D.E. Fauntleroy, con S. Seagal, J. Lord Film: Star Trek: L’ira di Khan - di N. Meyer, con W. Shatner, L. Nimoy Dead Zone - Serie Tv Streghe - Tf Fisica o chimica - Serie Tv Desperate Housewives - Serie Tv Brothers & Sisters - Tf Film: Best Laid Plans - di M. Barker, con A. Nivola, R. Witherspoon Underbelly - Serie Tv Film: Animal - di D.J. Burke, con W. Rhames, T. Howard, C. Palminteri Film: I guerrieri di New York - di S. Kalvert, con S. Dorff, B. Renfro, F. Balk The Eleventh Hour -Serie Tv

PREMIUM

06.30 Baldini e Simoni - Sitcom 07.00 Incantesimo 7 - Soap 07.55 Capri - Tf 08.50 La vita che verrà - Miniserie 10.30 Tuttii i sogni del mondo - Miniserie 12.10 Cuccioli - Miniserie 13.50 La Omicidi - Tf 15.30 Tutti pazzi per amore - Tf 17.30 Amiche - Miniserie 19.10 Vento di Ponente 2 - Tf 21.00 La stella della porta accanto - Miniserie 3.50 Italian Restaurant - Miniserie 4.50 Amiche - Miniserie

MOVIE

06.30 Film: La ragazza con la valigia - di V. Zurlini, con C. Cardinale, J. Perrin 08.40 Film: Tutti a squola - di P.F. Pingitore, con L. Banfi, Bombolo, P. Franco 10.25 Film: Buttiglione diventa capo del servizio segreto - di M. Guerrini, con J. dufilho, G. Cavina 12.20 Film: I figli del leopardo - di S. Corbucci, con F. Franchi, C. Ingrassia 14.00 Film: L’uomo del treno - di P. Leconte, con J. Rochefort, J. Hallyday 15.35 Film: Il grande duello - di G. Santi, con

L. Van Cleef, P. O’Brien, J. Hahn 17.15 Film: I vestiti nuovi dell’imperatore - di A. Taylor, con I. Holm, I. Hjejle 19.05 Film: Troppo forte - di C. Verdone, con C. Verdone, A. Sordi, S. Hall 21.00 Film: Passo a due 22.45 Film: Swimming Pool - di F. Ozon, con C. Rampling, L. Sagnier, C. Dance 00.35 Film: Le signore - di T. Vasile, con C. Alonso, C. Barbi 02.20 Film: Leggenda assassina - di J. Landis, con B. Benben, A. Griffith, C. Moura 03.25 Film: Danza dei morti - di T. Hooper, con J. Tucker, J. Lowndes, R. Englund

■ 10.00 12.15 13.05 14.10 14.55 15.00 17.30 17.45 18.05 19.25 19.30 20.40 20.55 21.00 22.35 00.30 00.45

EXTRA I migliori anni Da Da Da Avanzi Memori dal bianco e nero Figu. Album di persone notevoli Ti lascio una canzone Piloti Blob d’annata Nati in Italia Figu. Album di persone notevoli Avanzi Piloti Blob L’ultima parola Sfide Speciale Tg1. Vasco Rossi La Superstoria

MEDIASET PREMIUM 14.00 14.05 14.25 14.25 14.30 14.40 14.50 14.55 15.15 15.25 15.25 15.35 15.40 15.55 16.05 16.25 16.30 16.30 16.55 16.55 16.55 17.20

Glee Fox HD Archer FX Una famiglia a dieta Fox Life I Jefferson Fox Retro Big Love FX Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD Glee Fox HD Il mio amico Arnold Fox Retro Rosamunde Pilcher - Autoritratto Fox Life Il mio amico Arnold Fox Retro Eureka FX N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Scrubs Fox HD Hazzard Fox Retro Scrubs Fox HD Eureka FX Tutto in famiglia Fox HD La signora in giallo Fox Crime HD Tutto in famiglia Fox HD Ally McBeal Fox Life Arsenio Lupin Fox Retro 24 FX

17.25 I Simpson Fox HD 17.25 Law & Order. Criminal Intent Fox Crime HD 17.45 S.O.S. Tata Fox Life 17.50 I Simpson Fox HD 18.00 Attenti a quei due Fox Retro 18.15 24 FX 18.20 La vita secondo Jim Fox HD 18.20 White Collar Fox Crime HD 18.45 La vita secondo Jim Fox HD 18.45 Dharma e Greg Fox Life 19.00 Charlie's Angels Fox Retro 19.10 American Dad Fox HD 19.10 Missing Fox Life 19.15 Numb3rs Fox Crime HD 19.15 24 FX 19.35 American Dad Fox HD 20.00 I Simpson Fox HD 20.00 Love Boat Fox Retro 20.05 Dharma e Greg Fox Life 20.10 Numb3rs Fox Crime HD 20.10 Mr. Bean FX 20.30 I Simpson Fox HD 20.30 La Tata Fox Life 20.35 Bored to Death - Investigatore per

21.00 21.00 21.00 21.00 21.05 21.50 21.55 22.00 22.00 22.40 22.45 22.45 22.55 23.00 23.30 23.35 23.40 23.50 00.25 00.30 00.30

noia FX Mental Fox HD Bones Fox Life Star Trek Fox Retro Saturday Night Live Specials FX Investigatori dell'occulto Fox Crime HD Mental Fox HD Bones Fox Life C.S.I. - Scena del crimine Fox Crime HD Star Trek Fox Retro Mad Men FX Dr. House - Medical Division Fox HD S.O.S. Tata Fox Life C.S.I. New York Fox Crime HD Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro Mad Men FX Dr. House - Medical Division Fox HD S.O.S. Tata Fox Life C.S.I. New York Fox Crime HD Mad Men FX Modern Family Fox HD I Jefferson Fox Retro

cinema

09.20 Cosmonauta - di S. Nicchiarelli Premium Cinema 10.13 Ballare per un sogno - di D. Grant Premium Cinema Emotion 10.56 Disastro a Holliwood - di B. Levinson Premium Cinema 11.20 Commediasexi - di A. D’Alatri Premium Cinema Energy 11.25 Silverado - di L. Kasdan Studio Universal 14.59 Appaloosa - di E. Harris Premium Cinema Energy 15.26 Another Cinderella Story - di D. Santostefano Premiun Cinema Emotion 15.30 Una notte da leoni - di T. Phillips Premium Cinema 16.15 Spartan - di D. Mamet Studio Universal 17.03 Ogni cosa è illuminata - di L. Schreiber Premiun Cinema Emotion 17.18 Last Shot - di J. Nathanson

18.05 18.52 19.01 20.59 21.00 21.00 21.00 22.35 23.05

Premium Cinema Cotton Club - di F.F. Coppola Studio Universal Notting Hill - di R. Michell Premiun Cinema Emotion Daylight - Trappola nel tunnel - di R. Cohen Premiun Cinema Energy Mama’s Boy - di T. Hsmilton Premium Cinema E alla fine arriva Polly - di J. Hamburg Premiun Cinema Emotion I marciapiedi di New York - di E. Burns Studio Universal Fbi Protezione Testimoni 2 - di H. Deutch Premiun Cinema Energy Tu, io e Dupree - di A. Russo Premiun Cinema Emotion Fa’ la cosa giusta - di S. Lee Studio Universal

IRIS 14.53 Film: Habana Blues - di B. Zambrano, con A.Y. Garcia Osorio, R. Sanmartin, Y. Sierra Iris a Venezia TgCom / Tre minuti con Media Shopping Kidnapped (2 episodi) - Tf Anica Flash C.S.I. Scena del crimine (due episodi) - Tf Tgcom / Tgcom Cinema e Dintorni Film: Da zero a dieci - di L. Ligabue, con P. Favino, B. Lerici, E. Cavallotti, S. Pesce 22.41 Note di cinema 22.49 Film: Night Club - di S. Corbucci, con C. De Sica, M. Venier, S. Vastano, M. Wertmuller 0.29 Anica Flash 0.33 TgCom

16.42 17.32 17.42 19.21 19.25 20.51 20.58

intrattenimento

08.05 09.20 09.21 10.36 11.31 12.10 12.44 13.32 13.42 14.00 14.11 14.45 15.35 15.52 16.51 18.27 18.57 21.00 21.00 21.00 23.01 23.08 23.10

Codice rosso - Tf Steel War at Home - Sitcom Joi L’ultimo regalo - Film Mya Dr. House - Tf Joi C’è post@ per te - Film Mya Surface Steel H2O Tf Joi Long Lost Son - Film Mya Malcolm - Tf Joi Fringe - Steel No problem - Film Joi Fringe - Tf Steel Assassins - Film Steel Mercy - Tf Mya Elizabeth - Film Mya The Mentalist - Tf Joi Grace of My Heart - Film Mya Rookie Blue - Tf Steel The Tudors - Tf Mya V - Tf Joi La leggenda di Al, John & Jack - Film Joi Elizabeth - The Golde Age - Film Mya It Crowd - Sitcom Steel

CIELO 11.30 12.00 13.00 13.45 14.00 14.30 15.30 16.30 17.00 18.00 19.00 20.00 23.00 0.00 0.30

Io Reporter Cielo TG24 giorno Jamie Oliver: il mio giro d’Italia Io me e Simone Ricette di Laura Ravaioli F.A.D. Italia’s Next Top Model Programma da definire Seven City Chase Marrakech Cielo TG24 sera X-Files - Tf (tre episodi) Satisfaction Cielo TG24 notte Crash - Contatto fisico


Genova, 2-10 Ottobre 2010

Walk on the sea genoaboatshow.com

SPORT

la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

■ 66

Undici reti subite, il solo Milan con i 3 punti: è il bilancio flop delle sette italiane nel primo turno di Champions ed Europa League

EMANUELE GAMBA

I

l bilancio, prima di tutto: il primo giro della nostra Europa s’è risolto con una vittoria, quattro pareggi di cui due casalinghi e due sconfitte. In totale, abbiamo incassato undici reti da attaccanti non irresistibili, tolti quelli del Bayern e gli olandesi del Psv Eindhoven che hanno punito la Sampdoria, ovvero l’unica tra la squadre di medio alto-livello a funzionare già, sia in campionato sia in coppa, nonostante il cambio di allenatore e anche di modulo: Di Carlo sta presentando le idee tattiche più originali, alla difesa consolidata da Delneri ha aggiunto un centrocampo basato sul solo mediano affiancato da due mezze ali (addirittura due

3 gol Juventus ex ali, come Semioli e Mannini a Eindhoven) e completato da un trequartista che non è un fantasista, cioè l’ungherese Koman (ma il titolare del ruolo è Guberti). L’invenzione di Di Carlo - cioè quella di piazzare tra le linee un centrocampista che si butti negli spazi e sfidi l’avversario nell’uno contro uno, inaugurata al Chievo con Pinzi - ebbe un paio d’anni fa un certo seguito (la adottò anche l’Inter con Stankovic), ma poi è tramontata: ma se alla Samp funziona, garantendo al tempo stesso imprevedibilità ed equilibrio, c’è da capire perché tutto il resto del calcio italiano stia invece annaspando alla ricerca di altre soluzioni. Nella tattica eravamo maestri, ora subiamo lezioni. «Gli altri ci hanno imitato, noi invece li abbiamo scimmiottati», osserva Emiliano Mondonico, che in serie B, con l’Albinoleffe, sta tentando di applicare una controrivoluzione: «Ho ripristinato il libero: spero di fare tendenza». La scarsa competitività delle nostre squadre dipende essenzialmente da tre fattori: la crescita di scuole minori, soprattutto quelle dell’Est e del Nord Europa, con relativa sottovalutazione dell’avversario; la crisi economica che ci ha costretto a importare gli scarti altrui (qualcosa del genere sta accadendo in Spagna dove, alle spalle di Real e Barcellona, la classe media si sta sbriciolando); l’e-

Senza difesa 3 gol Palermo

2 gol Inter

La piccola Italia da Coppe una vittoria, tanti gol presi voluzione che sta faticosamente intraprendendo il nostro calcio. Ci stiamo dando un’impronta più offensiva, fioriscono tridenti, ma più nessuno sa difendere duro e sviluppare un contropiede come si deve. E, anzi, in contropiede (che ai Mondiali era piuttosto in voga, Germania e Uruguay ne hanno dato esempi splendidi)

spesso veniamo puniti. Ci battono con le nostre stesse armi, mentre noi stiamo cercando di imparare un mestiere che non è il nostro, probabilmente. Il calcio all’italiana, nell’accezione migliore del termine, lo si vede soprattutto in serie B: l’anno scorso il Cesena di Bisoli ne fu un’interprete perfetto. «E molti fanno an-

cora il catenaccio», appunta Mondonico, «anche se si vergognano a dirlo. Ormai la vera palestra tattica è la serie B: il livello tecnico è modesto, ma vedo molta meno improvvisazione che in A». Per la cronaca, Mourinho ha fatto tripletta bandosi su difesa e contropiede: è stato più italianista degli italiani.

Il ranking Uefa

Sorpasso Germania, verso un club in meno dal 2012 ROMA — Era stata l’Inter a maggio, col 2-0 al Bernabeu sul Bayern, a salvare l’Italia nel ranking Uefa, evitando il sorpasso della Germania e conservando quel terzo posto che vale l’iscrizione di 4 club alla Champions. Ma solo alla prossima. Perché dall’edizione 2012/13 l’Italia scenderà quasi certamente a tre. Al ranking già barcollante, ora s’aggiunge il pessimo avvio attuale: in queste prime battute, tra preliminari e prima giornata dei gironi, l’Italia è solo ottava in Europa: davanti ci sono pure

Danimarca e Bielorussia. Un flop che nella classifica generale decisiva per l’assegnazione dei posti (tiene conto dei risultati delle ultime 5 stagioni) fa scivolare l’Italia dietro la Germania, e già con ben 6 punti di distacco. Le prospettive sono ancora meno incoraggianti. Se i tedeschi dovessero proseguire con questo passo, nel giro di un anno potrebbero scavalcare pure la Spagna. E a quel punto, per riconquistare le 4 iscritte in Champions, i nostri club dovrebbero fare la corsa su Real Madrid e Barcellona.

Poi, certo, ci sono problemi specifici. La Juve s’era abituata all’anarchia tattica e la rigida meticolosità di Delneri non è ancora stata digerita. Il Palermo s’è imbottito di giovani anche bravissimi, gioca in maniera a tratti sublime ma paga ingenuità clamorose: ma anche in questo caso è un limite tutto nostro, all’estero l’esperienza non è considerata un valore così imprescindibile. Il Napoli ha smembrato il reparto delle seconde linee e se manca un titolare va in crisi. Più in generale,

Il nostro calcio tentato da moduli più offensivi: ma sembra aver perso le armi tradizionali le squadre non abituate a gestire una settimana di campionatocoppa-campionato stanno clamorosamente pagando dazio, e anche questa è la conseguenza di un maldestro tentativo di evolversi: fino a un paio di stagioni fa la Coppa Uefa veniva trascurata, la giocavano (e la perdevano) le riserve, ma ora che siamo tornati ad affrontarla con serietà non siamo più capaci di sopportarla. E importiamo in campionato i problemi che esportiamo in Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Juventus

MotoGp

De Ceglie infortunato: fermo 15 giorni

Rossi ricorda Tomizawa, ritratto sul casco

TORINO — Non finiscono mai gli infortuni alla Juventus. Questa volta è il turno di Paolo De Ceglie (foto), già uscito alla fine del primo tempo nella sfida con il Lech. Gli accertamenti di ieri hanno evidenziato una distrazione all’adduttore lungo della gamba destra. Per lui è previsto uno stop di circa quindici giorni.

ALCANIZ — Sul circuito novità del Mondiale 2010 Valentino Rossi (foto) ricorda Tomizawa, scomparso due settimane fa, con un ritratto del pilota giapponese sul casco. Nelle prove libere del mattino primo lo spagnolo Pedrosa, con Rossi sesto. Nel pomeriggio miglior tempo per la Ducati di Stoner con Valentino quarto.

■ 67

Inzaghi con Ibra e Dinho il Milan è al terzo tridente Stasera il Catania: Barbara Berlusconi allo stadio STEFANO SCACCHI MILANO re giorni dopo la doppietta europea all’Auxerre, Ibrahimovic prova a lasciare il primo segno italiano della sua avventura rossonera stasera a San Siro col Catania. «Zlatan è con noi solo da una settimana, serve un po’ di tempo, ma è il terminale offensivo che ci farà fare il salto di qualità garantendoci forza e tecnica», spiega Allegri che giovedì ha ricevuto la telefonata di Berlusconi, contento per il successo sui francesi in Champions League. E in tribuna ci sarà ancora la figlia Barbara: «La sua visita mercoledì — continua il tecnico — ci ha fatto molto piacere e siamo contenti che venga a vederci anche contro il Catania». Potrebbe essere un altro segno della ritrovata passione della famiglia Berlusconi nei confronti del Milan, certificata anche dalla rivista americana Forbes, secondo cui il Cavaliere non avrebbe più intenzione di vendere la società. Ibra è il simbolo di questo nuovo corso. Contro il Catania non sarà l’altro nuovo acquisto Robinho a fare compagnia allo svedese (al posto di Pato infortunato). L’ex brasiliano del Manchester City non è ancora al top della forma: è stato convocato, ma dovrebbe partire dalla panchina. E così il tridente con Ronaldinho sarà completato da Inzaghi («Pippo può giocare con Zlatan — dice Allegri — ed è in ottima condizio-

T

2 gol Roma Collovati

“Gentile-Brio, bei tempi nessuno insegna a marcare” FABIO PISANU ROMA — La Juventus che in tre gare subisce sette reti, sei delle quali in casa? «Ai tempi di Gentile e Brio non sarebbe mai potuto succedere». Fulvio Collovati, campione del mondo ‘82, oltre 15 anni di onorata carriera da stopper, sulla crisi delle nostre difese ha le idee chiare: «È inammissibile. E non è una mia opinione, è una semplice constatazione». La ragione di questo regresso è tattica o tecnica? «Il gioco a zona ha portato benefici, ma per altri versi il cambiamento è stato in peggio. Non si insegna più la marcatura a uomo, ora ogni volta

La zona

Ha portato benefici, ma non si imparano più l’anticipo e l’uno contro uno. Io farei giocare le partitelle del giovedì a uomo che c’è un corner le difese vanno nel panico. E nessun giovane vuole più fare il difensore». È davvero così? «Sì, e non c’è pazienza nell’insegnare. Ai miei tempi si prendeva un giocatore e gli si insegnavano l’anticipo, l’uno contro uno, il colpo di testa. Ora si insegnano solo i movimenti reparto per reparto. Le cose che i giocatori non sanno più fare sono quelle che non vengono più insegnate». Ad esempio? «Stanno troppo lontani dall’uomo. I tecnici parlano di “temporeggiare” ma se si aspetta l’ultimo momento per affrontare l’attaccante, o quello ti ha già superato e segna o puoi solo commettere fallo. In più la presenza delle telecamere impedisce di usare le piccole astuzie di un tempo». La situazione è compromessa o si può rimediare? «Nulla nel calcio è irreversibile: bisogna tornare a insegnare la marcatura. Io farei giocare le partitelle del giovedì sempre a uomo, credo che sarebbe utile anche se poi domenica si gioca a zona». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le cifre della crisi 22

31

1

GLI ARRIVI

LE BIG

NAZIONALE

Dall’estero 22 nuovi difensori: 16 invece gli attaccanti

I gol subiti in 6 giorni da 7 club italiani fra serie A e Coppe

Un gol subito in media nelle ultime 10 gare giocate

Il caso ANDREA SORRENTINO MILANO ilancio del primo mese di Mario Balotelli al Manchester City: una partita giocata su sei, un gol, un’operazione al ginocchio, un paio di mesetti previsti per riaversene, un incidente d’auto, una moto che sarebbe meglio non usare, due fidanzate in rapida successione (una l’ha mollato in diretta televisiva ieri mattina), decine di pagine di gossip. Poco calcio, e molto del resto. Tutti, compreso Roberto Mancini, si aspettavano ben altro da SuperMario. Anche i dirigenti del City si aspettavano di più, dopo aver speso trenta milioni per acquistarlo dall’Inter. Invece per ora l’avventura del miglior talento italiano in Inghilterra è deludente. Una partita, quella dell’esordio, esemplare nel suo simbolismo per spiegare la parabola

B

FIORENTINA LAZIO Frey De Silvestri Gamberini Kroldrup Pasqual Zanetti Montolivo Marchionni Ljajic Vargas Gilardino

1 29 5 2 23 15 18 32 22 6 11

86 2 20 3 26 6 24 11 23 8 9

MILAN CATANIA Muslera Lichtsteiner Biava Dias Radu Mauri Ledesma Matuzalem Bresciano Hernanes Rocchi

32 25 13 33 77 27 21 10 11 9 80

21 2 6 3 33 5 27 19 17 11 7

Andujar Potenza Silvestre Spolli Capuano Carboni Biagianti Ricchiuti Gomez Lopez Mascara

Arbitro: Damato

Arbitro: Morganti

ore 18 Tv: Sky Calcio1- Dt Premium Calcio Premium Calcio Hd2

ore 20.45 Tv: Sky Sport1, Sky Calcio1 Premium Calcio e Premium Calcio Hd1 - Dahlia Tv

L’ALTRO ANTICIPO: LJAJIC DALL’INIZIO, ZARATE OUT Alle 18 scendono in campo Fiorentina e Lazio. Mihajlovic manda in campo Ljajic e ha il dubbio Marchionni-Cerci: «Basta una scintilla per sbloccarci. Gli arbitri? Non sbagliano in malafede». Reja rinuncia a Zarate in attacco: «Non ho le idee confuse. È vero che ho 65 anni, ma non sono ancora arteriosclerotico».

ne»), in gol col Lecce e abile a Cesena a procurarsi il rigore poi fallito da Ibrahimovic. È il terzo tridente diverso in 3 giornate: Ronaldinho-Pato-Borriello col Lecce, Ronaldinho-Ibra-Pato a Cesena. Dopo l’errore del Manuzzi sono state chiarite le gerarchie: il primo ad andare sul dischetto sarà Ronaldinho, in assenza del Gaucho se la vedranno Pirlo e Ibrahimovic. Si spera che in quel caso la discussione sia più pacata di quella andata in scena mercoledì sera nel dopopartita televisivo tra l’attaccante e Arrigo Sacchi. Il Milan spiega che non farà da pa-

Gossip, moto e stampelle un mese da Balotelli di Balotelli: ingresso a gara iniziata contro il Timisoara che cambia il volto del match, Mario che trascina la squadra al successo col gol decisivo, poi per troppa foga o per pura sfortuna (entrambe le cose convivono spesso in lui) si fa male al ginocchio. E’ la se-

Abbiati Bonera Nesta Thiago Silva Antonini Boateng Pirlo Seedorf Ibrahimovic Inzaghi Ronaldinho

ra del 19 agosto scorso e la ruota gira subito. Il problema al menisco gli impedisce di rispondere alla convocazione in Nazionale. Per alcuni giorni si dice che guarirà con una “terapia conservativa”. Poi però il 29 agosto Mario, ancora non a suo agio con la guida all’inglese, incappa in uno scontro frontale con un’altra auto (guidata da un abbonato del City da 25 anni, quando si dice il caso). L’etilometro dà responso negativo, però gli agenti trovano nell’auto di Mario 5000 sterline in contanti: «I’m rich…», sono ricco, spiega lui. Secondo le malelingue in quell’incidente Mario peggiora le condizioni del suo ginocchio. Che infatti dieci giorni dopo sarà operato a Pavia. Intanto, costretto all’immobilità (ma solo degli arti inferiori), Mario a Manchester si annoia un po’, perché lì non conosce nessuno (a par-

I numeri UNA SOLA GARA IN INGHILTERRA Mario Balotelli ha fino a questo momento giocato una sola gara con la maglia del Manchester City, quella del 19 agosto contro il Timisoara nei playoff di Europa League: ingresso al 10’ del secondo tempo e gol al 27’ per la vittoria della sua squadra con il risultato di 1-0

ciere tra il nuovo idolo e l’allenatore delle due Coppe Campioni consecutive. Un eventuale disgelo diplomatico è lasciato ai diretti interessati o a Mediaset, la tv dove è avvenuto lo scontro. «Non è nulla di grave, si chiariranno», commenta Allegri che ieri, come sua abitudine, ha fatto cominciare l’allenamento alle 17.30. Fino a quando la luce e il clima lo consentiranno, il livornese sceglierà questo orario per ridurre la durata del ritiro pre-partita e permettere ai calciatori di riposare qualche ora in più. © RIPRODUZIONE RISERVATA

te qualche cena coi figli di Mancini), né ha vicino parenti o amici. Così fa un po’ di turnover con le fidanzate e dopo Melissa Castagnoli, che era con lui i primi giorni a Manchester, “convoca” la vocalist Janine. Le telecamere di “Mattino 5”, ben più che indiscrete, ieri hanno mostrato le immagini della ragazza che va a casa di Balotelli alle

Ripreso con Janine, Melissa lo lascia in diretta tv. Poi viola le regole del City: in sella con le grucce 4 del mattino e ne esce dieci ore dopo (beata gioventù). Il gossip raggiunge il climax quando in diretta interviene la fidanzata precedente, Melissa, e dice che con Mario è tutto finito. Ma altre immagini sono ben più gravi delle altre: si vede Balotelli, ancora con le stampelle per la recente operazione, salire su una motocicletta. Le moto sono vietatissime ai calciatori per ovvi motivi, ed è ancora più ovvio che da infortunati non si debbano proprio usare, neanche per sbaglio. Ora Balotelli potrebbe essere multato pesantemente dal club. E dire che Mancini gliel’aveva detto subito: «Mario, qui comportati bene, e stai attento che i paparazzi ti inseguono dovunque, non fare fesserie». Come parlare al vento. © RIPRODUZIONE RISERVATA



la Repubblica

@

R2SPORT

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

Sciopero, revoca più probabile

Maurizio Beretta

ROMA — E' molto probabile che martedì i calciatori possano revocare, o quantomeno congelare, lo sciopero proclamato per il 25-26 settembre. La trattativa fra Lega di serie A e Aic sul rinnovo del contratto collettivo, è proseguita ieri in Figc: un'altra maratona. Ma un altro passettino in avanti. La Lega ha proposto che un calciatore non possa rifiutare il trasferimento, a parità

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Torna la sfida Torino-Novara

di condizioni, se avviene in Italia e non più anche all'estero. L'Aic tiene duro (così come sui fuori rosa) ma lunedì avrà un confronto coi calciatori e martedì si decide. Ottimisti Beretta e Campana. Abete aspetta: la Figc, in caso di rottura, è pronta a nominare il commissario ad acta. Ma è una soluzione a cui nessuno vuole arrivare. (f.bi.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

PER SAPERNE DI PIÙ www.realmadrid.com www.whufc.com

Nicola Ventola

TORINO — Si gioca alle 15 all'Olimpico Toro-Novara, la sfida tutta piemontese fra i favoriti granata che navigano nelle retrovie e i neopromossi azzurri che guidano la B. Come dire il calcio ribaltato, ma non provate a chiamarlo derby, altrimenti a Torino si arrabbiano: «Massimo rispetto per il Novara, ma il derby per me è ToroJuve» taglia corto Lerda. Granata e az-

zurri si affrontano oltre cinquant'anni dopo l'ultima partita in serie B, stagione '59-60; l'ultima sfida in assoluto, invece, si giocò 35 anni fa in Coppa Italia, e vinse il Toro di Radice che studiava da Campione d'Italia. «Affrontiamo una nobile del calcio - dice Tesser - ma ce la giocheremo anche stavolta a viso aperto». (f.tu.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Storie di allenatori Mourinho

Grant

Affittasi Special One “In nazionale gratis ma il Real non vuole”

La scelta di Avram “Oggi niente partita è lo Yom Kippur”

ANDREA SORRENTINO ISOGNEREBBE vederlo, mentre lo dice, e apprezzarne l’arte. Anzi, chiunque può farlo: basta fare una ricerchina sul web e il filmato spunta fuori. L’ultima esternazione di José Mourinho è puro teatro, ma nel senso più alto del termine, perché nelle sue parole e nella sua mimica tutti possono capire quello che vogliono, o ciò che più gli fa comodo, e andarsene a casa contenti, persino ammirati per la statura del personaggio. Che ancora una volta mette nel sacco l’uditorio. «Andrei anche gratis, e domattina, ad allenare il Portogallo. Ma non credo che il Real Madrid mi lasci», ha detto ieri lo Specialissimo, e quasi una lacrimuccia gli scorreva sulla guancia. Fantastico. Così sono contenti i portoghesi ma anche i tifosi del Real, e nessuno potrà tacciarlo di ingratitudine. Però intanto la questione rimane in sospeso, perché per adesso il Real non ha preso posizioni ufficiali. Il Portogallo, com’è noto da un paio di giorni, ha chiesto un Mourinho “in affitto” per le

B

Il Portogallo lo vuole in panchina per 2 gare: “Non posso dire no”. Lo farà dire a Perez... prossime due partite della nazionale, l’8 e il 12 ottobre contro Danimarca e Islanda: il ct Queiroz è stato squalificato per sei mesi e poi esonerato dalla federazione, e intanto le prime due partite di qualificazione agli Europei sono andate malissimo (4-4 contro Cipro e 0-1 in Norvegia). Quindi il presidente federale Madail ha chiesto personalmente a Mourinho, giovedì in un colloquio a Madrid, di allenare la nazionale per le prossime due delicatissime partite. Il furbone ha dato il suo assenso di massima, ma ha lasciato la decisione definitiva (com’è ovvio, visto il contratto che ha) al Real Madrid. Il club per ora non ha preso posizione, ma ieri il giornale Marca, piuttosto contiguo a Florentino Perez, ha strillato: «Mourinho non si affitta». Il tecnico ovviamente sa che allenare il Portogallo per due sole partite lo potrebbe esporre a qualche sgradita figuraccia, ma al tempo stesso non può passare per ingrato col suo po-

polo. Così ieri, ben sapendo che Perez darà parere contrario, ha detto: «Se mi chiedete come andrà a finire questa storia, la mia sensazione è che non andrò. Ci dovrebbe essere un accordo totale tra tutte le parti, e non mi pare questa la situazione. Il Real ha tutto il diritto di porre qualsiasi ostacolo e io, se ci sarà un ostacolo anche minimo, non vorrò andare. Se oggi fossi un allenatore libero, andrei anche gratis ad allenare il Portogallo: non potrei mai dire di no al mio paese». Ma più che il patriottismo, potrà la vera ragion di stato, cioè quella del Real Madrid che versa uno stipendio da 10 milioni all’anno a Mourinho. Così Florentino Perez, lunedì, incontrerà Madail per comunicargli la sua decisione irrevocabile: Mourinho rimane qui.

ENRICO SISTI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GGI niente panchina per Avram Grant in Premier League. Ma non è stato squalificato: «Io non lavoro durante lo Yom Kippur (la festa ebraica che ricorda il giorno dell’espiazione cade oggi, ndr)». Contro lo Stoke City i dirigenti del West Ham faranno a meno del manager messo al posto di Gianfranco Zola: «E’ nel suo pieno diritto anteporre i bisogni dell’anima a quelli del club». Allenatore fuori servizio per impegni divini: «Sugli spalti sono certo che capiranno». Grant è un uomo senza mezzi termini. Raccolse la pesantissima eredità del dimissionato Mourinho quando molti, fra le star del Chelsea, lo consideravano un mezzo incapace. Lampard aveva persino pau-

Quando il ct è part-time

Quando comanda la fede

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DA HIDDINK A PIANIGIANI

LA DOMENICA DI EDWARDS

Nel calcio il caso più recente di doppio incarico è quello di Guus Hiddink (Psv/Australia nel 2005/06 e Chelsea/Russia nel 2009). Nel basket italiano è part time l’attuale ct, Simone Pianigiani, che si divide tra la panchina azzurra e quella di Siena. Proprio come accadde al suo predecessore, Carlo Recalcati dal 2003 al 2006. Nel 2004 vinse lo scudetto in Toscana e l’argento olimpico ad Atene

Il primatista mondiale del triplo Jonathan Edwards, il cui padre era un pastore anglicano, fino al 1993 rifiutò di gareggiare la domenica. Per questo motivo non si qualificò a Tokyo ‘91. A Parigi ‘24, il leggendario Eric Liddell, protestante, rinunciò alle finali olimpiche di 100m, 4x100 e 4x400. L’attaccante del Siviglia, Kanouté, musulmano, chiese una maglia priva di sponsor: era un sito di gioco d’azzardo online, considerato immorale

La Roma

Totti fa pace con Ranieri: “Tra noi rapporto stretto e vero” ROMA — Piccola deroga al silenzio stampa imposto dalla società fino alla sfida di domani con il Bologna. Se la concede (o forse gli viene suggerito di concedersela) il capitano, Francesco Totti, che dopo le dichiarazioni in cui parlava di una Roma fin troppo rinunciataria in Germania e il chiarimento a tu per tu con Ranieri di giovedì a Trigoria, lancia il suo messaggio di pace: «Con Ranieri abbiamo un rapporto stretto e vero». Poi prosegue: «Il dialogo di un calciatore

con il proprio allenatore è quotidianità e ancor più se sei il capitano della squadra: questo sempre, indipendentemente dagli andamenti e dai risultati. È una comunicazione giornaliera e costante. Ma con Ranieri si va anche al di là di un semplice confrontarsi, è un rapporto decisamente stretto e vero quello che si è creato: il nostro è un Dna di romani e romanisti, un filo conduttore che lega chi parla la stessa lingua, si capisce al volo e non ha bisogno di troppi preamboli».

Su una Roma troppo catenacciara in Champions League aggiunge: «Vorrei vedere la mia squadra giocare sempre a viso aperto contro tutti per onorare il nome e la grandezza di questa città che rappresentiamo». Intanto la società chiuderà l’ultimo bilancio con una perdita di 10 milioni di euro, mentre per il prossimo 27 settembre è previsto il Cda per l’approvazione. (a.d.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

ra che non sapesse guardare una partita, con quei suoi occhi cerchiati da cartone animato. Finì alla rovescia: che Grant non vinse la Champions soltanto per lo scivolone di Terry al rigore decisivo: «Ma io il giorno dopo avevo già rimosso la disavventura». Abramovich però rimosse lui preferendogli Scolari. Grant tutto d’un pezzo che guarda a testa alta i limiti che l’ebraismo gli impone e che lui accetta senza sofferenza alcuna. I suoi attuali e magari futuri boss sono avvertiti: dovranno dimenticarsi di lui anche per il 7 ottobre 2011, il 26 settembre 2012, il 13 settembre 2013 e il 3 ottobre 2014, vale a dire per i prossimi Yom Kippur. I giornali inglesi accettano ma ironizzano: «Dalla moderna Torre di Babele arriva un segnale importante: la fede incide ancora. Cioè siamo nelle mani di Dio». Chi la pratica giocando, Kakà e gli atleti di Cristo, chi astenendosi. Jonathan Edwards era altrettanto devoto e rigoroso. Eseguiva un salto triplo da pa-

Il tecnico del West Ham: “Non lavoro durante la festa ebraica”. Il club: “Ne ha diritto” dreterno, ma soprattutto con il Padre Eterno. Tanto che si spinse sino a 18,29 e con un po’ di vento celeste arrivò addirittura a 18,43. In segno di ringraziamento non fece mai una gara di domenica. Come il leggendario Eric Liddell, che rinunciò a gareggiare a Parigi 1924 perché Dio volle che 100 e staffetta capitassero appunto di domenica. Sulla riva opposta operava il pastore Moses Coit Tyler, che per legare basket e chiesa, preghiera e prestazione, coniò l’espressione «cristianesimo muscolare»: «La salute è un dovere, mentre è peccato contrarre una malattia evitabile». Dio è sport. James Naismith, il cestista “a pieni voti” scrisse il saggio “Playing with God”: era un prete del terzo tempo. Vanderstock, il primo a scendere sotto i 49” nei 400 hs, studiava da seminarista: prima di batterli pregava per sé e per i suoi avversari. Un po’ come Baggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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R2SPORT

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Dieci anni in un pomeriggio il doppio decide la nostra Davis

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Vuelta

1-1 in Svezia, Starace-Bolelli vogliono il punto-chiave TRATTI AL 20 %, LE AMMIRAGLIE NON SALGONO

DAL NOSTRO INVIATO PAOLO ROSSI LIDKOPING iamo al giorno della verità. Il giorno del dentro o fuori. O si vince il doppio o si è fuori. Domani non ci saranno più chances. Per intenderci: Svezia e Italia sono sull’1-1, dopo il venerdì dei primi due singolari. Era il risultato più probabile (ottimo Starace contro Vinciguerra), il copione che Fabio Fognini avrebbe tanto voluto cambiare. Ma non questa volta, non contro il Soderling di questi tempi, così fiducioso e con questo servizio, poi. «Sì, la differenza l’hanno fatta i turni di servizi. Io sono partito male, ho sbagliato il primo set. Ma lui non mi ha dato chances». Tanti gli aces di Soderling, il cui servizio è stato esaltato ulteriormente dal ghiaccio sotto al campo (che aiuta a velocizzare gli scambi), ma non certo dal tifo glaciale dei connazionali di Lidkoping. Duemilaquattrocentonovanta svedesi silenziosi (manco fossero a teatro), sovrastati dalla decina di tifosi italiani che hanno sostenuto gli azzurri dal primo all’ultimo punto. Talmente assordanti da far perfino risentire il numero cinque del mondo. Così siamo ad oggi, al doppio (ore 14, dirette su Italia 1 e Supertennis). La sfida che sposta tutto. Il match che fa giocare di pretattica i due commissari tecnici. Che ha fatto discutere per l’intera serata le due squadre, in particolare quella di casa. La Svezia, infatti, vuole Soderling in campo, lo chiede a gran voce a Thomas Enqvist. Amletici dubbi, per il ct nordico, di fronte

Risultati

Potito facile con Vinciguerra Fognini ko In campo alle 14

S

Soderling è super, ma quel che conta è il match di oggi, preceduto da dubbi e pretattica a vari tipi di ragionamenti. Il primo, Soderling: gli aveva chiesto alla vigilia di non dover fare gli straordinari. Secondo, con il Top Five in campo chi scegliere come partner (Aspelin o Lindstedt?). Terzo, e ultimo: ma Soderling è d’aiuto o no? Nel senso che un giocatore di tale livello può sì dare fiducia, ma anche creare pressione all’altro. La discussione è stata lunga, all’hotel Edward di Lidkoping, e le ultime indiscrezioni davano Enqvist pronto a scommettere sui due specialisti del doppio, rinunciando al fuoriclasse (in fondo Aspelin e Linstedt sono n. 24 e 29 nella classifica del doppio, e la presenza di Soderling nel doppio contro l’Argentina non ha fruttato altro che una sconfitta). Ma anche nell’altro hotel, lo Stadt, spostato trecento metro più in là, Barazzutti ha tenuto consiglio a lungo, catechizzando soprattutto Bolelli e Starace, i due più seri candidati a scendere in campo. Il team che da sempre offre più certezze al ct. «Noi pensiamo alle nostre cose, non agli altri». Il catenaccio di Barazzutti – sull’argomento doppio - è praticamente scontato, ancora di più con i giornalisti svedesi, tanto da rasentare scenette da cabaret. «Scusi, Barazzutti, pensa di cambiare il dop-

La gioia di Potito Starace, che ha portato il primo punto azzurro pio?». «Può essere». «No, perché i due che lei ha annunciato il giorno del sorteggio, BolelliBracciali, non hanno mai giocato insieme». «Davvero? Lo scopro adesso grazie a lei…..». Inutile tentare di scucirgli altro, prematuro pensare anche alla domenica, ad un piano B (nel caso di sconfitta). Cambiare le carte, cioè i giocatori. Starace contro Soderling? Chissà. Oppure, Fognini: offrirà le garanzie su un possibile 2-2? Il ligure, sep-

pur deluso, non nega la risposta: «Io sono pronto. Se il ct mi conferma: può scegliere anche tra Bolelli e Bracciali». Ma il capitano non sposta l’asse del silenzio: «Perché andate così oltre? c’è ancora tutto un sabato, sarà una giornata lunga…..». La sintesi, alla fine della fiera, è più chiara e semplice di tante chiacchiere: Starace ha tenuto l’Italia viva fin qui, ora deve aiutare Bolelli a diventare il grimaldello vincente. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SVEZIA-Italia 1-1: Starace (Ita) b. Vinciguerra (Sve) 6-2, 6-2, 6-2; Soderling (Sve) b. Fognini (Ita) 6-1, 6-3, 6-2. Oggi (ore 14 Italia 1 Supertennis): Aspelin/Lindstedt (Sve)-Bolelli/Starace (Ita). Semifinali: SerbiaRepubblica Ceca 1-1 (Stepanek b. Toricki 46, 6-2, 6-4, 6-4, Tipsarevic b. Berdych 7-5, 6-2, 2-6, 7-6); Francia-Argentina 2-0 (Llodra b. Monaco 7-5, 4-6, 7-5, 63, Monfils b. Nalbandian 6-4, 2-6, 6-4, 6-3). Spareggi: India-Brasile 0-2; Kazakhstan-Svizzera 20; Romania-Ecuador 20; Germania-Sudafrica 2-0; Israele-Austria 2-1; Australia-Belgio 1-1.

La Bola del Mundo è l’ultima grande salita della Vuelta prima dell’arrivo a Madrid: lunga 21,6 km, sfiora in alcuni punti il 20 % di pendenza. Le auto ufficiali non potranno salire in cima, l’accesso sarà consentito solo ad un’ambulanza e alle moto che seguono i primi 5.

Il sogno di Nibali sulla salita incubo EUGENIO CAPODACQUA ra lui e un successo storico per il ciclismo italiano quei tre chilometri all’asfissia verso la Bola del Mundo, a quota 2247. Una salita dalla pendenza orribile: al 13,3% di media con tratti che sfiorano il 20% e che è stato necessario cementare (al posto dell’asfalto) per consentire alle bici di salire. Le auto ufficiali non potranno arrivare in cima, gli addetti delle squadre saliranno in seggiovia, i primi cinque della classifica saranno seguiti da una moto per il trasporto di una bici di ricambio. Il maltempo annunciato rischia di dar vita ad una tappa da tregenda. Per Vincenzo Nibali sarà il momento della verità. Ventisei anni, siciliano di origine, ma toscano di educazione ciclistica, l’alfiere della Liquigas Doimo affronta una prova che vale una carriera per chiunque, a maggior ragione per chi viene definito l’uomo del futuro nelle grandi corse a tappe. Lo dice il terzo posto in un Giro cui non avrebbe dovuto neppure partecipare perché la sua stagione era puntata sulla primavera. Un’annata già trionfale in cui Nibali ha cominciato a vincere ai primi di gennaio (Tour di Saint Louis) continuando al Giro (tappa di Asolo, dopo aver indossato la maglia rosa nella cronosquadre di Cuneo), per finire al Giro di Slovenia a giugno e il trofeo Melinda prima della Vuelta. Non ci fosse stata la sfortunata caduta nella frazione di Montalcino, avrebbe persino potuto aspirare a qualcosa di meglio nella corsa rosa. Lo dice anche la grinta con cui sta conducendo e concludendo questa Vuelta di Spagna che ieri nella tappa vinta dal belga Gilbert (temibile ai prossimi mondiali in Australia) lo ha visto guadagnare caparbiamente altri 12’’. Portando a quasi

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Nibali in maglia rossa

Bola del Mundo, pendenze orribili per il leader a un passo dal successo che manca dal ’90 un minuto (50’’) il vantaggio sul sorprendente spagnolo Ezekiel Mosquera, scalatore puro scoperto stupefacente cronoman. Quasi 35 enne, appassionato da quando vedeva correre Indurain, Mosquera è l’avversario da battere per ottenere un successo che gli azzurri mancano da ben venti anni, da quando Marco Giovannetti trionfò in Spagna nel 1990. Sarebbe anche la prima vittoria in una grande corsa a tappe non italiana (la terza più importante del mondo) dopo quella di Pantani al Tour del lontanissimo 1998. Fra Nibali e la storia una giornata da grandi arrampicatori e, se ci sarà il maltempo annunciato, di ciclismo eroico d’altri tempi. Non è proprio il terreno su cui si trova più a suo agio il considetto «squalo dello stretto», più passista scalatore che scalatore puro, ma si sa, quella maglia rossa di leader sulle spalle è il miglior viatico per affrontare qualsiasi difficoltà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

In breve Atletica

Bolt a sorpresa: “Dopo Londra basta” SYDNEY — Usain Bolt potrebbe lasciare le gare dopo le prossime Olimpiadi: «Il mio allenatore vorrebbe che partecipassi anche alle successive, ma io voglio ritirarmi al top, come Michael Johnson». SERIE B — Varese-Pescara 1-1 nell’anticipo della 5ª giornata. Partita sospesa per qualche minuto a causa di un calo di tensione all’impianto luci. Oggi alle 15 Albinoleffe-Crotone, Ascoli-Empoli, Cittadella-Frosinone, Grosseto-Piacenza, Livorno-Portogruaro, RegginaModena, Siena-Atalanta, Tori-

no-Novara e Triestina-Padova. Lunedì Sassuolo-Vicenza. LUCARELLI — Lesione al legamento crociato per l’attaccante del Napoli: fuori 5/6 mesi. MOORE — L’ex capitano dell’Australia arrestato a Dubai per guida in stato d’ebbrezza e aggressione a pubblico ufficiale. CICLISMO — Marco Pinotti rinuncia ai mondiali a cronometro per un’infezione delle vie respiratorie. Al suo posto Gasparotto. RUGBY — Celtic League: Scarlets-Aironi 49-10. Oggi Benetton-Leinster. MAYWEATHER — Il pugile americano accusato dalla ex compagna di violenza domestica, furto e molestie. Rischia oltre 20 anni di reclusione.


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METEO

SABATO 18 SETTEMBRE 2010

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■ 71 dati a cura di 3BMeteo.com - Elaborazione grafica: Centimetri.it

Meteo in tempo reale su

Bolzano Trento Aosta

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Trieste Venezia

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Bologna Genova Ancona Firenze

Mare e venti oggi Mare

Mattino Rovesci su Toscana, Emilia Romagna, Polesine, Umbria ed interne laziali. Piovaschi attesi anche su Campania e Friuli orientale. Tempo nel complesso stabile sul resto d'Italia. Temperature minime in calo al Nord, stabili altrove. Venti a rotazione ciclonica.

Perugia

Vento km/h Prov. 22 ESE

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NE

Lunedì

L’Aquila

In prevalenza soleggiato, eccezion fatta per residui annuvolamenti su basso adriatico, regioni ioniche e fascia prealpina. In serata nubi stratiformi in aumento su tutto il Centrosud. Temperature stazionarie o in lieve calo al Sud. Venti moderati da NNO.

ROMA Bari

Campobasso Napoli

Olbia

Potenza

Catanzaro Cagliari

Palermo Reggio Calabria Catania

Pomeriggio

Martedì

Instabile con rovesci sparsi su medio adriatico, Romagna, rilievi umbri e dorsale laziale, locali piogge anche sulle coste calabro-campane. Discreto altrove. In serata piogge tra Abruzzo e Puglia. Temperature massime in calo al Centrosud. Venti tesi da NO.

Mattino: Molto nuvoloso al Nord e sulla Toscana con piogge sparse, a tratti moderate su Prealpi centro orientali e fascia pedemontana lombardo-veneta. Variabilità su Sardegna e medio tirreno con acquazzoni su province settentrionali dell'Isola, alto Lazio, anconetano, urbinate e Ovest Umbria. Discreto sul resto della Penisola con sole prevalente su Sicilia e Calabria. Temperature minime stazionarie al Nord, in aumento al Centrosud. Venti moderati meridionali.

Ieri

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Alghero Ancona Aosta Bari Bologna Bolzano Brindisi Cagliari Campobasso Catania Catanzaro

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INDICE UV

Pomeriggio: Piogge e rovesci al Nord e sulla Toscana. Da parzialmente nuvoloso a variabile altrove con acquazzoni su Sardegna settentrionale, Umbria e alto Lazio. In serata recrudescenza dei fenomeni su tutto il Centronord con temporali e rovesci a tratti molto intensi. Tempo nel complesso discreto al Sud e sull'Abruzzo orientale ma con tendenza a peggioramento sulla Campania. Temperature in calo al Nord e sulla Toscana, in aumento al Sud. Venti tesi meridionali.

Basso

0-2

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24 23 24 25 28 21 26 28 29 22 27

Moderato

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Pisa Potenza Reggio C. Rimini Roma Fium. Roma Urbe Torino Trento Trieste Venezia Verona

23 25 24 21 28 25 25 26 27 21 23

8-10 Molto alto

23 25 28 26 27 29 24 24 24 24 24

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Fronte caldo 12 20 20 17 10 11 13 9 17 13 17 10 7 8 10 11 15 14 22 14 6 13 5 17 25 11 11 7 6 9 7 11 11 15 18 20 9 10 19 23 8 14 9 12 9

16 37 24 18 14 16 18 15 32 16 25 13 14 14 15 13 29 17 31 26 17 14 14 25 31 16 17 17 16 15 8 15 16 26 31 31 13 14 26 28 15 20 14 15 16

Domani

Reykjavik

Fronte freddo Helsinki Oslo

Stoccolma Göteborg

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Bilbao Madrid Valencia

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Lubiana Zagabria Belgrado Sarajevo Roma

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2

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4

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3 1 7 6 4

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Salonicco

Smirne Iraklion Larnaca

Come si gioca: Completare il diagramma in modo che ciascuna riga, colonna e riquadro 3x3 contenga una sola volta tutti i numeri da 1 a 9.

2 7 8 5 6

A

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Bucarest

Sofia Skopje

Atene Tunisi Valletta

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© 2010 nonzero

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Sorge 6.35 6.45 6.51 6.51 6.55 6.56 7.03 7.05 7.10

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>11 Estremo

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Si confermano condizioni di bel tempo su tutta la Penisola. Da segnalare soltanto modesta nuvolosità al Centrosud con isolati piovaschi diurni sui rilievi siciliani. Temperature massime in lieve ascesa. Venti deboli o moderati dai quadranti settentrionali.

NEL MONDO Oggi

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Domani



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