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La copertina

Il libro

Il film

Quando lo scandalo diventa arte

Percival Everett e il mistero di Sidney Poitier

Provincia felix nella “Passione” di Mazzacurati

NATALIA ASPESI E JEAN CLAIR

GIORGIO VASTA

CURZIO MALTESE

Fondatore Eugenio Scalfari 1 2

www.repubblica.it

Anno 35 - Numero 227

1,50 in Italia

Direttore Ezio Mauro

sab 25 set 2010

sabato 25 settembre 2010

CON “VITTORIO GASSMAN” 11,40

SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. PREZZI DI VENDITA ALL'ESTERO: AUSTRIA, BELGIO, FRANCIA, GERMANIA, GRECIA, IRLANDA, LUSSEMBURGO, MALTA, MONACO P., OLANDA, PORTOGALLO, SLOVENIA, SPAGNA € 2,00; CANADA $1; CROAZIA KN 15; DANIMARCA KR 18; EGITTO EP 16,50; FINLANDIA € 2,50; MAROCCO MDH 24; NORVEGIA KR 20; POLONIA PLN 12,10; REGNO UNITO LST 1,50; REPUBBLICA CECA CZK 61; SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66; SVEZIA KR 18; SVIZZERA FR 3,00 (CON D O IL VENERDÌ FR 3,30); TUNISIA TD 3,50; TURCHIA YTL 4; UNGHERIA FT 495; U.S.A $ 1

Il presidente della Camera prepara un video. Bocchino: quel documento è falso. Berlusconi: ripresenterò la legge sulle intercettazioni

Strade invase dai rifiuti, ferito un agente

Dossier su Fini, scontro finale

Napoli, i clan dietro la rivolta Ministro Santa Lucia: lettera autentica. La replica: basta, oggi parlo io delle discariche LA VERITÀ E LA VIOLENZA

dal nostro inviato DANIELE MASTROGIACOMO

ALTAN

CASTRIES (Isola di Santa Lucia) A PRIMA sorpresa arriva a metà mattinata. Il portavoce del primo ministro Stephenson King chiama i suoi collaboratori. SEGUE A PAGINA 2 SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 7

EZIO MAURO A DEMOCRAZIA è stata inventata per contare le teste piuttosto che tagliarle. In Italia – democrazia anomala – è invece in atto un conflitto al vertice dello Stato che può finire soltanto con l’annientamento politico di uno dei due contendenti, Fini e Berlusconi, leader di una destra impazzita e già senza testa. Il presidente del Consiglio un minuto dopo la rottura politica con il co-fondatore del suo partito ha armato i giornali di sua proprietà o a lui variamente appaltati per distruggere il suo avversario sul caso Montecarlo. Il presidente della Camera reagisce accusando il Capo del governo di organizzare una campagna di dossieraggio e killeraggio nei confronti suoi e della sua famiglia, impiegando uomini dei servizi, falsi documenti, passaggi di denaro. C’è un’unica strada per fermare questo duello mortale facendo giustizia, è nelle mani di Fini ed è la strada della trasparenza. Ripetiamo oggi, davanti alle ultime notizie, quanto abbiamo chiesto l’11 agosto: Fini deve pretendere la verità da Giancarlo Tulliani, intermediario e beneficiario della vendita della casa di Montecarlo. Deve farlo per rispondere al sospetto, ogni giorno più pesante, che Tulliani abbia intermediato per se stesso, dietro il paravento offshore. Solo così – scrivevamo e ripetiamo – si potrà accertare definitivamente che la “famiglia” venditrice non è anche la “famiglia” acquirente. Se farà questo, Fini assolverà a un dovere nei confronti della pubblica opinione. E a quel punto, se saprà dimostrare la violenza di un killeraggio infondato, potrà denunciare pubblicamente la rete di intimidazioni e di ricatti che Berlusconi stende sulla democrazia, stravolgendola in regime.

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L’analisi

Due debolezze a confronto GIUSEPPE D’AVANZO MMAGINIAMO che noi si abbia un nemico che ci vuole vedere morti. Immaginiamo che questo nemico nella sua vita non sia mai andato troppo per il sottile nella difesa dei suoi interessi o in oblique pratiche che gli consentono di accrescere la sua fortuna. SEGUE A PAGINA 4

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La Marcegaglia attacca il governo sulla crisi: la nostra crescita al di sotto della media Ue

“L’Italia non va meglio degli altri” GENOVA — «È falso dire che l’Italia abbia affrontato meglio degli altri la crisi economica. Noi siamo stati fortemente colpiti». Con queste parole Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ieri ha smentito una delle asserzioni più volte ripetuta dal governo. ROBERTO MANIA A PAGINA 11

Paura per 123 passeggeri, colpa del maltempo

Aereo va fuori pista ma il pilota lo salva venti feriti a Palermo I soccorsi ai passeggeri feriti

SERVIZIO A PAGINA 23

L’inchiesta

Aut. Min. del 08/07/2010

Ponti, municipi e piazze: i simboli del Carroccio hanno invaso le città della Padania Bruciore e mal di stomaco? Tante piccole Adro, la Lega marchia il Nord

PROTEGGE LO STOMACO ALLEVIA IL BRUCIORE

Contiene 24 tavolette

È UN DISPOSITIVO MEDICO Leggere attentamente il foglietto illustrativo e le istruzioni d’uso Aboca S.p.A. Società Agricola Sansepolcro (AR) - www.aboca.it

Milano, gli esperti del Tribunale concedono uno sconto a Fininvest

Mondadori la perizia conferma i danni alla Cir EMILIO RANDACIO A PAGINA 10

dal nostro inviato PAOLO BERIZZI CIVIDATE AL PIANO LI altri Adro sono paesoni che gli assomigliano, laboratori del neorealismo leghista dove – tra estensioni cromatiche (rigorosamente verdi) e incisioni post-celtiche, soli delle alpi e guerrieri – il marketing padano non solo è accettato. SEGUE A PAGINA 29

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Dalla sanatoria per colf e badanti un imbroglio da milioni di euro

Assunzioni fasulle per truffare gli stranieri VLADIMIRO POLCHI A PAGINA 27

Rifiuti a Napoli

SANNINO A PAGINA 12

La storia

Il fuoco che smaschera il grande bluff del Cavaliere ROBERTO SAVIANO ERCHÉ gli abbiamo creduto a Berlusconi, e mò come se ne uscirà?». «Lo sapevo che tornava la monnezza e che Berluscone non aveva risolto niente. Questa è la politica». Sono le prime due frasi che ascolto da una radio locale che lascia sfogare i napoletani, che qui chiamano il primo ministro rendendo al singolare il suo nome: Berluscone, che avevano considerato il risolutore dell’emergenza rifiuti. Oggi tutto è tornato come prima, ad appena un anno dal decreto legge del 31 dicembre del 2009 che sanciva la fine dello stato di emergenza e del commissariamento straordinario. SEGUE A PAGINA 13

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IL GOVERNO ALLA PROVA POLITICA INTERNA

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Lo scontro

“Autentica la lettera su Tulliani” casa An, la verità di Santa Lucia

LA VERITÀ DI FINI Oggi il presidente della Camera spiegherà in un video-messaggio la sua versione sulla casa di Montecarlo

Il ministro caraibico: c’è lui dietro la società off-shore (segue dalla prima pagina)

ELLEKAPPA

Dichiarazione sull’affaire Montecarlo: “La missiva l’ho mandata al presidente perché la vicenda rischiava di danneggiare la nostra isola”

DAL NOSTRO INVIATO DANIELE MASTROGIACOMO SI lascia andare ad un lungo sfogo. «Ci sono troppi giornalisti stranieri in città. E non solo loro. Agenti segreti che girano, telefonano, domandano. È una pessima pubblicità. La nostra isola vive sulla discrezione, sull’equilibrio di un’economia fondata sul silenzio. Convocate i cronisti italiani presenti per una conferenza stampa». La seconda sorpresa si presenta due ore dopo, attorno alle 12. Il portavoce accoglie i giornalisti italiani, li fa accomodare in una stanza, spiega loro cosa accadrà e poi li introduce nell’ufficio del ministro della Giustizia, l’attorney general Lorenzo Rudolph Francis. L’uomo del momento, il politico di una sperduta isola dei Caraibi che tutta Italia sta cercando da quattro giorni, autore di un «confidential memo» destinato al primo ministro ma finito sui giornali di Santo Domingo a oltre 1000 miglia di distanza da qui, con una fuga carica di sospetti e di veleni, si alza in piedi, ostenta un ampio sorriso e stringe le mani a tutti. I giornalisti si stringono attorno al tavolo, i taccuini pronti a riportare le risposte alle tante domande che tutti si pongono. Ma non ci saranno né domande né risposte. Il ministro Francis adesso stringe tra le mani un foglio. Legge e scandisce bene le parole. Con la cadenza e le pause giuste. Si tratta di stabilire una verità. La sua verità. «La presenza di numerosi rappresentanti della stampa straniera», premette il ministro della Giustizia, «e di altri personaggi, e la serie continua di notizie che apparivano sui giornali italiani rischiavano di compromettere l’immagine della nostra isola. Ho così deciso di avviare un’indagine su due società presenti sul nostro territorio, al centro delle notizie diffuse sui giornali. I risultati erano contenuti in

E

I giornalisti del posto: “Con il denaro si ottiene tutto. Quando qualcuno, molto ricco, vuole mettere in difficoltà un avversario da noi si paga”

I personaggi e il mini-Stato

TULLIANI

FRANCIS

L’ISOLA INDIPENDENTE DAL 1979

Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini, affittuario della casa a Montecarlo

Rudolph Francis, ministro della Giustizia del piccolo Stato caraibico di Santa Lucia

Santa Lucia è un’isola dei Caraibi che fa parte delle Piccole Antille. Ha una popolazione di 158 mila abitanti. Possedimento britannico dal 1812, ha raggiunto l’indipendenza il 22 febbraio 1979

una nota confidenziale destinata al primo ministro. Non so per quale motivo e attraverso quali canali questo appunto che doveva restare riservato è finito su due giornali della Repubblica di Santo Domingo, questo dimostra la nostra vulnerabilità». Il ministro alza gli occhi, si sofferma qualche istante. Ha le mani sudate, si stringe a pugno quella sinistra, mentre quella destra batte ritmicamente sul tavolo in modo ner-

voso. Stretto nel suo completo blu, sopra una camicia a righe e una cravatta sempre blu, il ministro Lorenzo Rudolph Francis conferma ciò che altri mettevano in dubbio: «Certamente sono io l’autore della nota confidenziale. Mia la carta intestata, mio il contenuto, mia la firma in calce». Il ministro tace e in modo definitivo. Alza lo sguardo, si aggiusta gli occhiali, la fronte è increspata da rughe che denunciano la ten-

sione del momento. Non ci saranno domande né risposte. Il ministro non ha intenzione di colmare le tante curiosità dei giornalisti arrivati fin qui per chiarire un dubbio che nemmeno ora si riesce a chiarire. La sua non è una conferenza stampa. E’ solo la lettura di un comunicato che ha preparato con cura con i suoi collaboratori e che ha concordato con il primo ministro, assente per qualche giorno dall’i-

sola. La storia dell’appartamento di Montecarlo, lascito di una nobildonna alla vecchia Alleanza nazionale e adesso al centro di una campagna quotidiana nei confronti del presidente della Camera Gianfranco Fini, interessa poco a questa comunità di 160 mila persone. Ma preoccupa gli operatori economici internazionali, i rappresentanti delle società offshore che qui godono di una legi-

slazione permissiva e compiacente. Di quella discrezione e di quel silenzio che la vicenda di Gianfranco Tulliani, genero del cofondatore del Pdl e ora in rotta di collisione con il premier Silvio Berlusconi, sta mettendo a rischio. Il malumore si avverte nelle reazioni stizzite degli agenti delle società che abbiamo contattato, nel rifiuto a rilasciare anche una semplice e innocua valutazione. Qui la gente vive con l’export di frutta. Banane, soprattutto. Ma dietro un’economia prettamente agricola e commerciale si affaccia il cuore dei Paradisi fiscali che aleggia su tutti i Caraibi. L’incontro con i giornalisti italiani dura cinque minuti. Pochi per chiarire i tanti dubbi ancora legati a questa storia. Il ministro Lorenzo Rudolph Francis, fresco di nomina da appena due mesi, non è in grado di spiegare perché una nota confidenziale finisca sulla pagine di due giornali di Santo Domingo. Molti giornalisti dell’isola, eccitati da una storia che rompe la monotonia quotidiana, sorridono quando chiedi loro una valutazione dei fatti. Strofinano il pollice con l’indice: «Con il denaro si ottiene tutto. Quando qualcuno, molto ricco, vuole mettere in difficoltà un suo avversario, da noi si paga e si compra». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Le reazioni

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Bocchino insiste: quella missiva resta un falso ideologico

Fini oggi risponde con un video Berlusconi: mi chiedano scusa ROMA — Un video per tornare sulla vicenda della casa di Montecarlo. Per chiarire le zone d’ombra che stanno consentendo agli incursori berlusconiani di continuare a colpire da giornali e tv. Dopo il comunicato stampa in otto punti, dopo l’intervista a Mentana, questa volta Gianfranco Fini vuole metterci la faccia. Lo farà con un video trasmesso dal sito di Generazione Italia, proprio mentre la battaglia con Berlusconi, tra accuse di dossieraggio e uso dei servizi, si fa cruenta. La conferenza stampa di ieri del ministro della Giustizia di Saint Lucia sembra non scalfire il quartier generale del presidente della Camera. «Il quadro non cambia perché la certezza che Tulliani non è il proprietario di società off-shore Fini ce l’aveva prima e ce l’ha ora» spiega Italo Bocchino a “La7”. Il documento sospetto pubblicato in Italia resterebbe secondo il capogruppo di Fli un «falso, un falso ideologico». Sul fronte opposto, il presi-

Il retroscena

FRANCESCO BEI ROMA — «Quella casa non è di proprietà di Giancarlo Tulliani». Fini lo ha stragiurato agli uomini che hanno deciso di seguirlo fuori dal Pdl e lo ripeterà oggi nel video che sarà trasmesso dal suo network Internet — Generazione Italia, Farefuturo, Libertiamo — per provare a disinnescare «l’operazione di killeraggio» di cui ritiene essere vittima. Una «macchina del fango» che è diventata una minaccia reale per la democrazia. «Il problema c’è. Una rete di ricatti e terrore incombe sulla politica italiana. Fino al tentativo di condizionare le istituzioni». È talmente convinto di quello che afferma su Montecarlo da non

“Se avessi voluto arricchirmi vi assicuro che ne avrei avuta la possibilità” aver timore a far balenare persino l’ipotesi delle «dimissioni» nel caso la sua versione dei fatti dovesse essere smentita. Chiuso per tutto il pomeriggio nell’appartamento di Val Cannuta, periferia bene di Roma, il presidente della Camera ha ricevuto Italo Bocchino e Giulia Bongiorno, ha poi sentito al telefono i suoi principali collaboratori. A tutti ha chiesto un contributo, salvo poi staccare il telefono e mettersi a scrivere la sua «verità» su Montecarlo. Alle undici di sera nello studio insieme a Fini resta solo l’avvocato Bongiorno. La presidente della commissione Giustizia congeda l’autista: «Vada pure a dormire, qua faremo molto tardi». Fini parte da un presupposto: «Io sono sicuro che mio cognato, Giancarlo Tulliani, non c’entri nulla con la proprietà della casa». Ma intanto bisogna sventare il nuovo colpo arrivato, «chissà come», dalla minuscola isola-stato caraibica. Il cui ministro della Giustizia, smentendo quanto asserito dai finiani sulla presunta “falsità” della lettera, ne ha riven-

“La certezza che Tulliani non è il proprietario Fini ce l’aveva prima e ce l’ha ora” Italo Bocchino fedelissimo di Fini

dente del Consiglio Berlusconi si prepara al redde rationem, rinvigorito dalle notizie proveniente da Oltreoceano. E, dopo aver incontrato il Guardasigilli Alfano, decide di rilanciare il ddl sulle intercettazioni, che era stato accantonato proprio per i veti dei finiani. Svolta annunciata poi in serata durante la telefonata alla festa del Pdl aperta a Milano. A Palazzo Grazioli il premier ha una sequenza di incontri, Cic-

chitto e Quagliariello, poi Gianni Letta e il direttore del Foglio Giuliano Ferrara, al quale ha chiesto un contributo per il discorso alla Camera. Ma soprattutto, con ostentata noncuranza rispetto alle accuse mosse da Bocchino nel corso di “Annozero”, Berlusconi riceve proprio Valter Lavitola, additato dai finiani come uno degli artefici del «falso documento». «Ogni tanto passo a salutarlo, che male c’è?» si schermisce l’editore:

Gianfranco prepara l’ultimo round “Falsità da killer, lo dimostrerò” Consulto con la Bongiorno. “Disposto a giocarmi il posto” dicato la paternità e l’originalità. Fini sa che su questo oggi lo attaccheranno i giornali della destra. E, con l’aiuto della Bongiorno, prova ad argomentare punto per punto: «Può anche darsi che la lettera sia vera ma il ministro di Saint Lucia abbia scritto il falso. In quel caso saremmo di fronte non a un falso “materiale” ma “ideologico”». Resta allora da capire

La vicenda L’EREDITÀ La casa di Montecarlo al centro delle polemiche è un lascito ad An della contessa Anna Maria Colleoni

LA VENDITA La casa viene venduta dal partito di Fini per 300 mila euro ad una società off-shore basata a Santa Lucia, un’isola Stato dei Caraibi

L’AFFITTO L’immobile passa nuovamente di mano e diventa proprietà di un’altra società offshore che l’affitta a Tulliani, fratello della compagna di Gianfranco Fini

«se il ministro sia stato indotto da qualcuno a fare certe affermazioni. Per quale ragione le abbia fatte e, soprattutto, ispirato da chi». Dai Caraibi a Montecarlo, da Montecarlo a Roma. «Io dico la verità — protesta il leader di Futuro e libertà — e non solo non ho commesso alcun reato, ma non ho nemmeno danneggiato nessuno. Il partito non ha perso nul-

la, ho la coscienza pulita di fronte alla nostra comunità politica. Se avessi voluto arricchirmi o danneggiare qualcuno, vi assicuro che ne avrei avuta la possibilità». Il presidente della Camera mostrerà a questo punto l’elenco dell’enorme patrimonio immobiliare accumulato in decenni dalla destra italiana, dal Movimento sociale ad An. Quello rice-

vuto e quello dismesso. Non ci sta a farsi accusare, come hanno fatto nei giorni scorsi la vedova Almirante e Francesco Storace, di aver sottratto denaro al partito. Le cifre del dare/avere sotto la sua gestione di via della Scrofa sono importanti: «Ecco, se avessi voluto fare qualche danno, le occasioni non mi sono certe mancate. Ma è tutto qua». Non solo.

«Visto che quel testo non era una patacca?» C’è buon umore nella residenza del leader Pdl. A tutti i suoi interlocutori il Cavaliere manifesta una certa «soddisfazione» per l’evoluzione del caso: «Ora qualcuno dovrà chiedermi scusa per le accuse di dossieraggio». E intende andare fino in fondo, raccontano i suoi, a costo di far saltare tutto, maggioranza e legislatura, soprattutto se nel video di oggi Fini rilancerà le accuse a Palazzo Chigi. I ministri che per pochi minuti lo hanno visto al mattino in un Consiglio dei ministri lampo, invece lo avevano definito di «umore nero», complice l’andazzo di “Annozero” e gli affondi di Bocchino. È contro di lui che Berlusconi torna a sfogarsi con i suoi, quindi contro Santoro per la «consueta faziosità». Sembra che solo la presenza a cena quella sera di Alfano, Bondi, Cicchitto e Bonaiuti abbia impedito l’intervento telefonico in diretta. (c.l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fini, per la prima volta, è anche disposto ad ammettere l’eventualità di essersi mosso con qualche leggerezza nell’affare di Montecarlo. «Posso aver commesso delle ingenuità procedurali, ci può essere stato qualche errore. Nel qual caso me ne scuso. Ma la verità dei fatti è che la casa non è di mio cognato». Fini su questo punto — che è poi la base del castello di accuse che gli vengono mosse — non arretra. «Se emergesse il contrario è chiaro che me ne assumerò la responsabilità fino in fondo». Un passaggio questo che, nel video, potrebbe suonare anche più forte. La frase è oggetto di attente limature, ma una versione più spinta suona così: «Sarei pronto a dare le

Il sospetto è che Rudolph Francis sia stato “indotto da qualcuno a fare certe affermazioni” dimissioni da presidente della Camera». Il concetto comunque è quello. Fini sa di essere arrivato all’ultima stazione. A questo punto o scende lui o scende Berlusconi e cessa la «campagna di fango». Quello che il presidente della Camera denuncerà oggi con forza è invece la lezione politica che emerge da tutta questa vicenda. «Cosa resterà domani? Resterà una gigantesca operazione di killeraggio mediatico, preparata nei dettagli e portata a compimento con l’intenzione di uccidermi politicamente colpendo la mia famiglia». Ma considerato il passato, il precedente “Boffo”, le minacce ripetute a mezzo stampa, Fini lancerà un allarme per il futuro: «Quello che hanno fatto prima con altri e oggi con me, domani può accadere di nuovo». È questa la «rete di ricatti e di terrore» che prova a imprigionare la politica italiana, a colpire chi «dissente dal leader del Pdl». Questo è sul tavolo. E riguarda Roma, non Saint Lucia. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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L’analisi PRINCESS CHARLOTTE La casa di Montecarlo in Rue Princess Charlotte è stata donata ad An dalla contessa Colleoni

GIUSEPPE D’AVANZO (segue dalla prima pagina) mmaginiamo addirittura che questo nostro nemico abbia dato nel tempo lampanti e documentatissime prove di saper corrompere capi di governo, ministri, giudici, parlamentari. Immaginiamo che anche in quest’occasione — la partita è mortale: o la vince o perde tutto — non rinunci ai suoi metodi spicci e convinca con buoni argomenti fruscianti o con qualche efficace minaccia un governo o un ministro di uno staterello offshore a convocare una conferenza stampa per dire Tal dei Tali è il beneficiario di un trust nel nostro Paese. Immaginiamo che Tal dei Tali non sa niente di quel trust, come farà a difendersi? Quali leve potrà muovere per tirarsi fuori dai guai? La sua disarmata parola contro il ministro che magari ha firmato e autenticato un documento gonfio di menzogne. In questo caso, Tal dei Tali lo possiamo considerare colpevole e quindi fritto, morto, fottuto? Immaginiamo ora la deliziosa gioia del Corruttore, chiamiamolo così, se questo schema dovesse prevalere lasciando tutti confusi, senza parole, incapaci di vederne la trama e la pericolosità. Per il Corruttore il gioco si fa molto facile. L’operazione si potrà ripetere per tutti i suoi nemici o semplicemente contro chi gli sta sul gozzo. Che so, l’avversario politico, l’alleato dubbioso, il direttore di giornali disobbediente, il banchiere insofferente, l’anchorman non conforme. Un’accusa: quello, Pinco, ha i soldi all’estero. Un frusciante argomento o un’intimidazione tosta convince un ministro dello staterello. Zac, il bersaglio è affondato. Chi, oggi, si sbraccia gridando

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Basta che un ministro di uno staterello dei Caraibi dica di aver scritto il documento e quel foglio diventa la Verità al “Verdetto”, alla “Mazzata”, al “Caso chiuso” invocando “Ora Fini si dimetta”, “Ora chieda scusa” conferma che l’Italia è un Paese gobbo. Accade che un ministro di uno staterello dei Caraibi, Santa Lucia, dica: “Sì, quel documento l’ho scritto io” e manco fossero le tavole del Talmud quel che c’è scritto in quel foglio di carta diventa la Verità indiscutibile nel cerchio rumoroso e patetico dei sempre ostinatissimi “garantisti” di casa nostra e in una platea di osservatori e critici che si lascia confondere dallo strepito e dimentica di chiedersi che cosa accade? Che cosa ci è stato detto? Chi lo ha detto e come e perché? Il perché è decisivo in questo caso: non si è mai visto il governo di un paradiso fiscale convocare una conferenza stampa per svelare il beneficiario di un trust. Che cosa lo convinto a questo passo? Santa Lucia è un paradiso fiscale. Come tutti i centri off-shore, la riservatezza a tutela dei clienti è il vero valore aggiunto dei suoi servizi finanziari. Comunicare le generalità di un titolare di società è

Quel circuito tossico dei Caraibi tra pressioni diplomatiche e 007 Due debolezze a confronto che non chiudono il caso I punti

come se una banca svizzera pubblicasse spensieratamente i nomi dei titolari dei suoi conti correnti criptati. Potete crederlo? E allora perché dobbiamo credere senza un dubbio, senza un’esitazione, senza porre una domanda, che quest’allegro disvelamento possa avvenire in un paradiso fiscale del Caraibi? Per di più farlo — svelare i beneficiari di una società — è esplicitamente vietato dalla legge in quel Paese. «In Santa Lucia divulgare dati personali di un cliente senza la sua autorizzazione è un reato punibile con multa o prigione. Gli affari di una società off-shore possono essere rivelati solo quando il suo titolare è stato condannato nel suo Paese d’origine per un reato criminale valido anche per il sistema legislativo di St. Lucia». (www. stluciafinance. com/offshore-advantages. html, redatto dallo studio legale Glitzenhirn Augustin & Co. law practice). Giancarlo Tulliani non è stato condannato in Italia. Per quel che se ne sa non è stato mai nemmeno indagato. Se avesse rispettato la legge del suo Stato, il ministro di Giustizia Francis non avrebbe potuto fare né la conferenza stampa né il nome di Tulliani. Se si è deciso al passo, deve averlo fatto in stato di costrizione. Qual era questo stato di necessità? Lorenzo Rudolph Francis ac-

IL DOCUMENTO

L’APPARTAMENTO

Il documento delle autorità dell’Isola di Santa Lucia che spiega come la casa di Montecarlo sia di proprietà di Giancarlo Tulliani. Per i finiani è “una patacca”. Mentre ieri da Santa Lucia ci sarebbe la conferma della veridicità del documento

Il nome di Giancarlo Tulliani sul citofono dell’appartamento di Rue Princess Charlotte 14 a Montecarlo. La casa, donata ad An e venduta ad una società off shore con sede nell’Isola di Santa Lucia, è ora abitata dal cognato del presidente della Camera

cenna alle improvvise difficoltà che il suo governo ha dovuto fronteggiare in questo lasso di tempo. Dice: “L’attenzione dei giornalisti italiani e — pare — la presenza dei servizi segreti stava danneggiando la reputazione

Rivelare gli affari di una società off-shore a Santa Lucia, senza l’autorizzazione del titolare, è vietato

DAL PREMIER “Lavitola ha lavorato alla patacca” secondo Bocchino. Lavitola edita L’“Avanti!”: ieri è stato ricevuto dal premier

della piccola isola che vive della sua riservatezza sulle vicende fiscali dei clienti». Giornalisti e servizi segreti, dunque. I giornalisti italiani (tre o quattro) sono arrivati a Santa Lucia soltanto negli ultimi giorni. A chi potevano far paura, poi? Qualche timore autentico devono averlo provocato gli agenti dei servizi segreti indicati dal ministro. Di quali servizi segreti? Ce n’erano di italiani? O anche di altri Paesi? E in questo caso, di quali Paesi? Chi hanno contattato? Su chi e con quali argomenti hanno mosso la loro pressione? Il ministro salva la faccia ripetendo che con quell’andirivieni di spioni aggressivi c’era “il rischio di danneggiare l’economia dell’isola”. Si è così convinto a scrivere al primo ministro quella letterina riservata poi finita nelle redazioni di due giornali in un Paese, Santo Domingo, a mille miglia di distanza. Questo si comprende perché pubblicata a Santa Lucia quella nota avrebbe consegnato il cronista alla galera. “Non so come la lettera che ho scritto al primo ministro sia finita nelle mani dei giornalisti che l’hanno pubblicata», dice infine il ministro. E’ illegittimo credere che l’affare possa anche essere andato in un altro modo? Così: il governo pressato non dagli agenti segreti — mero strumento ope-

rativo — ma con ogni evidenza dai governi di quei servizi segreti abbia deciso di uscire dall’angolo concordando con quei Paesi, con quei governi la redazione del “confidencial memo” (con contenuti falsi, ma non importa), la “fuga” del documento verso le redazioni, la conferenza stampa del ministro per confermarne l’autenticità. Questo circuito tossico può davvero farci credere che il caso sia chiuso, che si possa credere alla scena organizzata ai Caraibi? Questo affare è ancora tutto da scrivere. Anche se le ugole ubbidienti del Sovrano, i Brighella che

Francis fa un riferimento diretto alla presenza sull’isola di agenti dei servizi segreti: da dove vengono e perché sono lì? ne dirigono i giornali, gridano vittoria e pretendono o la genuflessione del vinto o, in alternativa, la sua decapitazione, il “caso” ci mostra soltanto due debolezze a confronto. Debole è stato finora Gianfranco Fini che, pur dichiarandosi assolutamente certo dell’estraneità di suo cognato alla proprietà dell’immobile di Montecarlo, non ha ancora mostrato in pubblico le ragioni di quella “certezza assoluta”. Debole è anche Berlusconi che, come sempre quando è a mal partito (gli è capitato negli affari come in politica), si affida al lavoro sporco che non sempre gli addetti gli combinano a regola d’arte. Qualche volta gli incaricati si fanno beccare con le mani nel sacco e anche in questo caso hanno disseminato intorno più di una traccia. La partita mortale tra il capo del governo e il presidente della Camera non è ancora all’epilogo. Chi crede che poche parole di un ministro caraibico possano chiudere il match può sbagliarsi. E anche di grosso. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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Le reazioni

Tulliani: “Quella casa non è mia pago più di 1.500 euro di affitto” E gli avvocati partono in missione per una contro-inchiesta MARIA ELENA VINCENZI CORRADO ZUNINO ROMA — Quarantotto giorni senza parole, per una famiglia che vive sotto assedio dalla fine di luglio. Giancarlo Tulliani ormai rientra tardi la sera nel residence romano di Valcannuta, le case del costruttore Bonifaci sopra l’Aurelia che — sostiene Luciano Gaucci — da lui sono state comprate e a lui Elisabetta Tulliani le ha scippate. Sono cinque appartamenti in tutto, più cantine e box: in uno, allargato nella metratura, ci vive Elisabetta con Gianfranco Fini e le due figlie. Nel palazzo a fianco c’è il fratello Giancarlo, l’affittuario della casa di Montecarlo, il centro del problema. Non risponde al citofono, Tulliani junior, ma con i suoi avvocati ieri ha ostentato tranquillità: «Ho con me il contratto d’affitto, il ministro di Santa Lucia può dire quello che vuole, ma la casa di Boulevard Princess Charlotte non è di mia proprietà». Ha un contratto, e questo lo aveva rivelato ad alcuni amici ad agosto, «di molto superiore ai 1.500 euro al mese». Per 70 metri quadrati di un piano terra nel Principato di Monaco. La sua vita è ormai blindata. Raccontano che si sia goduto a lungo la Roma di notte. Oggi non c’è più locale del centro storico che lo avvisti. Sparito dai radar. Da settimane, quando deve raggiungere il commercialista Fasoli a Prati o lo studio ai Parioli dei legali Izzo, Giancarlo Tulliani si sposta a bordo di una Mercedes con vetri anneriti e autista. La guardia del corpo si siede davanti, lui sempre dietro. La scorta gliel’ha suggerita, praticamente imposta, il presidente Fini. Da questa estate porta occhiali neri di giorno e di notte. E percorre in rapidità i pochi tratti a piedi. Soprattutto, non parla con nessuno fuori dai familiari limitando al minimo indispensabile i contatti con gli amici. Legge i giornali di mattina presto e poi ascolta la sorella, avvocato tra l’altro, e lo staff

dei legali di famiglia. Così tutti i giorni. È consapevole che le sue condotte siano alla base di un caso politico ormai difficile da contenere. E Fini sa bene che le parole del “cognato”, oltreché i suoi atti, restano il lato debole dell’intera vicenda Montecarlo. Ci sono novità anche nella difesa dei fratelli Tulliani. L’avvocato Michele Giordano in questi giorni è in ferie. Ha preso una posizione più defilata su una vicenda che ha definitivamente perso i suoi connotati di scontro civilistico (alla base c’è una vertenza patrimoniale tra la famiglia Tulliani e Luciano Gaucci) e si è trasformata in un “affaire” politico velenoso. È

Dopo 48 giorni di silenzio il cognato di Fini ribadisce la sua versione. Ormai fa una vita blindata indagini in proprio. Izzo padre (ex magistrato) si confronta tutti i giorni con l’avvocato di Fini, il deputato di Futuro e libertà Giulia Bongiorno, e a vol-

te con Giuseppe Consolo, legale di stretta osservanza finiana. Ieri la Bongiorno ha raggiunto Fini al residence di Valcannuta ed è rimasta con lui fino a tarda notte per definire il discorso video annunciato per oggi. Gli avvocati Izzo, in questa operazione di analisi dei dossier che accusano il presidente della Camera, sono convinti di poter destrutturare «le «finte rivelazioni arrivate dall’isola di Santa Lucia». Ieri, infatti, sono partiti per una missione all’estero che durerà diversi giorni. Non hanno fatto sapere qual è la destinazione. Potrebbe essere la stessa isola off-shore dei Caraibi.

COGNATO Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna Gianfranco Fini, nega di essere il proprietario della casa di Montecarlo

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Dall’opposizione richieste di chiarimento ma anche solidarietà. Di Pietro: era meglio se parlava prima

I personaggi LA RUSSA Per il ministro La Russa “è giunto il momento che Fini dica ai giornali e agli elettori come stanno esattamente le cose”

BERSANI Secondo il leader del Pd Bersani “la vicenda delle case e dei dossier appartiene al degrado cui il centrodestra ci ha portato”

DI PIETRO Il leader Idv: “A Fini dico: perché se Berlusconi ti fa dossieraggio contro, gli dai la fiducia? Sarai mica ricattabile?”

munch

diventato protagonista, così, lo studio Izzo (padre e figlio): l’avvocato Carlo Guglielmo ha deciso di impostare una difesa aggressiva imperniata su controdossier da costruire grazie a

Gli ex colonnelli di An attaccano il leader di Fli Bersani: sottoscala maleodorante della politica ROMA — Sono tutti in attesa. Aspettano di sentire cos’ha da dire Gianfranco Fini. «La sua verità». Lo aspettano al varco i suoi ex compagni di strada, soprattutto quegli ex colonnelli di An (ora tutti nel Pdl) rinnegati da Fini già a Mirabello. Ma attendono anche tutti gli altri, dal Pd all’Idv all’Udc. Perché anche l’opposizione chiede chiarimenti al presidente della Camera ma, allo stesso tempo, gli offre solidarietà, ritenendo il presidente della Camera vittima di un «killeraggio». Ma in attesa delle parole di Fini, qualcuno se la prende con lo strumento scelto per diffondere la versione dei fatti del leader di Futuro e Libertà: un video-messaggio. Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato avrebbe preferito un’intervista: «Faccia come ha fatto Verdini su cose ben più complesse che nei mesi scorsi ha affrontato plotoni di giornalisti a viso aperto». Ignazio La Russa, ministro della Difesa, è

più morbido: si augura «finalmente un chiarimento definitivo». Francesco Storace, leader della Destra (il partito che ha presentato un esposto in procura sulla vicenda della casa di Montecarlo) si aspetta invece «videodimissioni». E Fabrizio Cicchitto pensa al passo successivo: «Vedremo se questa vicenda avrà ricadute dal punto di vista politi-

co». Sul fronte opposto, Pierluigi Bersani, segretario dei democratici, considera «questa vicenda delle case, delle ville e dei dossier, proprie del degrado di una politica in cui il centrodestra ci ha portato. Siamo al sottoscala maleodorante di questa Repubblica. Torniamo alle cose reali. La magistratura vedrà». E a Fini: «Dica,

Il caso

P3, Martino conferma il soprannome: “Cesare” usato anche per Berlusconi ROMA — Ha confermato quanto aveva già dichiarato nel corso dell’ultimo interrogatorio: Arcangelo Martino, interrogato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta P3, ha ribadito il significato di alcune conversazioni intercettate e spiegato che il nomignolo Cesare era utilizzato da lui e dagli altri indagati per riferirsi a Silvio Berlusconi. I pm sono intenzionati a dare il parere positivo per la concessione degli arresti domiciliari.

Arcangelo Martino sentito ieri

chiarisca». Nel Pd, per Piero Fassino, in questa storia «l’informazione è stata usate come clava. Ormai è una politica in cui il nemico deve essere ammazzato». E il capogruppo Dario Franceschini, riconduce tutta la vicenda al fatto che «Fini ha avviato una dialettica interna. Tutto ciò ha provocato la reazione di Berlusconi perché ha messo in crisi il modello padronale e, visto che questo non può saltare, l’oppositore va stroncato con ogni mezzo». La convinzione di un’aggressione politica contro Fini è diffusa in tutta l’opposizione, compresa l’Udc che considera «la democrazia a rischio». Più critico Antonio Di Pietro: «A Fini dico che se la diceva due mesi fa, la verità, era meglio per tutti». Poi l’affondo: «Non mi interessa del tuo video ma voglio sapere perché se Berlusconi ti fa dossieraggio contro gli dai la fiducia? Sarai mica ricattabile?». (m. fv.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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IL GOVERNO ALLA PROVA POLITICA INTERNA

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Berlusconi: “Avanti con il ddl intercettazioni” Bossi: “Su Fini ormai non contiamo più” . Il leader Fli: la legge sia uguale per tutti DAL NOSTRO INVIATO GIOVANNA CASADIO PIACENZA — Ai militanti piacentini di “Generazione Italia” Fini dice che la politica non è il fango di questi giorni. E assicura: «Io non mollerò mai». È una breve riunione quella che il presidente della Camera fa, dopo più di un’ora di botta e risposta con Stefano Folli al Festival del diritto. Dal palco parla di legalità: «Se la legge è uguale per tutti non ci si può chiamare fuori da tale principio solo perché si appartiene al ceto politico». Non ci sono per la legge figli e figliastri, «anche se a qualcuno può non piacere è così». «Qualcuno» è Berlusconi, se davvero con il lodo Alfano costituzionale pensa all’impunità. Quasi lo sentisse, da Roma il leader della Lega Umberto Bossi sentenzia: Fini è uno «su cui non ci si può più contare. Lui e Silvio non si prendono più». Ma il premier, in collegamento telefonico con la festa del Pdl a Milano, in serata aggiunge: «Il governo è forte, non ci sono alternative a questo esecutivo». E rivela: «Ri-

Il presidente della Camera al Festival del diritto: “Sulla giustizia in corso un dibattito franco” proporremo il ddl sulle intercettazioni». In un dibattito a Salsomaggiore, il presidente della Camera dirà che «il presidente del Consiglio non ha diritto all’impunità, ma ha diritto a governare». Ma nel Palazzo Gotico, a Piacenza, Gianfranco Fini cita più volte il presidente Napolitano che ha mandato un messaggio al Festival “Sulle disuguaglianze” e alla città «che promuove legalità». E quindi, avverte Fini, «sulla giustizia c’è una discussione franca nella maggioranza. È in corso, vediamo cosa sarà presentato, le carte sono sul tavolo». Però, aggiunge, una cosa è preservare la funzione, perciò si può pensare a «una parentesi, una volta chiusa si ricomincia», ovvero a interventi che prevedano «la sospensione non l’annullamento». Però «niente che cancelli le colpe di qualcuno e i diritti di altri». La

Belcastro, ex Mpa ora in NoiSud

“Ora sono pronto all’ineluttabile: stare con Silvio” DEPUTATO Elio Belcastro, deputato di Noi Sud, pronto ad aderire al nuovo gruppo che appoggia Berlusconi

ANTONELLO CAPORALE LIO Belcastro attende di essere messo alla prova. Ha visto Roma, ha conosciuto il Parlamento, il Transatlantico maestoso. Si è imposto all’attenzione dei colleghi, con i quali ha presto preso confidenza, per il buonumore che lo accompagna sempre. Completato il noviziato, sente giunto il momento di fare il salto di qualità. «Avrei tantissimo da dare. Colgo la prova cruciale, l’ineluttabile che si para dinanzi a me». Lei, abituato al foro, ha il senso della scena. Anche governare impone di saper stare al centro della discussione, dei problemi. «Sono avvocato penalista del foro di Reggio Calabria. Un lavoro che mi appassiona». Avvocato, ricordi però che ogni politico scorge dietro di sé l’ombra delle malelingue. «So dell’invidia, la scorgo». Alcuni invidiosi registrano pochi spiccioli nella sua dichiarazione dei redditi dell’altro anno. O lavora poco, o evade tanto. «Sono redditi riferiti a tempi in cui ero pienamente dentro l’impegno politico. Non dimentichi che sulle mie sole spalle è gravato in Calabria il peso dell’Mpa, il movimento guidato da Lombardo». Che però ha già abbandonato. «Sono dentro l’orizzonte del centrodestra».

E

platea di Palazzo Gotico — un migliaio di persone, molti studenti — lo applaude a lungo e più volte. E Fini si spende nella discussione; non mancano bordate al governo, a una politica-propaganda incapace di fare riforme. «La maledizione della politica italiana è che ogni giorno si affronta come se

fosse il D-day». L’altra maledizione è non garantire i diritti che sono in Costituzione come quello allo studio. Sulla scuola l’“affondo” alla Gelmini, al «diritto allo studio garantito solo in teoria» mentre la scuola pubblica è «caposaldo di democrazia». Infine la riforma elettorale sulla quale, secondo il

“NON MOLLERÒ” Fini ieri a Piacenza. Ai suoi militanti ha detto: “Non mollerò mai”

La polemica

Pollica, l’amarezza della vedova di Angelo Vassallo “Solo dal presidente del Consiglio nemmeno una parola”

Angelina Vassallo la moglie del sindaco ucciso

ROMA — «Anche il capo dello Stato ha citato Angelo come esempio in occasione dell'apertura dell'anno scolastico. L'unico che non ha detto nulla è stato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi». La moglie di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, assassinato il 5 settembre, lamenta così il silenzio del Cavaliere sulla morte del marito. «Ho pensato e sto ancora pensando a ogni dettaglio. Sto cercando di ricordare tutto. Se qualcosa turbava i pensieri di mio marito, non l'ho capito e me ne faccio una colpa», dice Angelina Vassallo. «Forse ho sbagliato anche io come moglie a non rendermi conto se aveva qualche problema, preoccupazioni. Ma Angelo a casa non parlava mai del suo lavoro. Sì, a volte si svegliava di notte, se ne andava in cucina a riflettere. Ma sarà capitato in un paio di occasioni». Comunque, conclude la vedova, «Questo omicidio non è un problema politico. Angelo era un rappresentante del territorio, e il territorio è di tutti non di una parte».

presidente della Camera bisogna «trovare un compromesso». Bossi ripete con Berlusconi che «i numeri per andare avanti ci sono». La soglia dei famosi 316 deputati, al netto di Futuro e libertà, il movimento di Fini, dovrebbe esserci con nuovi sostenitori centristi. Mentre il governatore siciliano Lombardo avverte che i voti del Mpa non sono affatto scontati. «La Sicilia è lontana», diffida il Senatùr. Questo calcio mercato parlamentare non va giù neppure al ministro Galan: «Non mi piacciono le campagne acquisti. Per cambiare casacca ci sono le elezioni». Lo stesso Fini boccia questo «entra e esci dai gruppi parlamentari: non è buona politica, sono aspetti della vecchia politica». Per lui è un’altra giornata di passione, di rivelazioni, attacchi. Però non vuole tirare la corda: «Sentiremo cosa dirà il presidente del Consiglio in Parlamento allora sarà tutto più chiaro, la maggioranza comunque non è un calcolo aritmetico». E il leader Udc, Casini, chiamato in causa per i transfughi del suo partito: «Berlusconi non raggiungerà la quota di 316 senza Mpa e finiani. Se da noi andranno via 2 o 3 è già tanto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Appello anti-scudo, verso le 100mila firme Salgono le adesioni a quattro giorni dal discorso del premier ROMA — L’appello di Repubblica supera le 90.000 firme e, a quattro giorni dal discorso di Silvio Berlusconi si avvia a toccare quota 100.000 sottoscrizioni. Un articolo, martedì scorso, a firma di Giuseppe D’Avanzo. Un’analisi dei temi che il premier tratterà in aula alla Camera, quei 5 punti programmatici che verranno esaminati, con particolare attenzione su uno: la giustizia. Perché è quello il nodo centrale che tiene aggrovigliata la politica italiana. «C’è un solo modo — scrive D’Avanzo — per Berlusconi di mostrarsi all’altezza della sua responsabilità politica: rivendicare di essere un cittadino fra i cittadini, con gli stessi diritti e doveri, ed accettare di difendersi nei suoi processi, senza alcuno scudo, impedimento e impunità. Così la legge sarà uguale per tutti». Sotto a questo appello si moltiplicano le firme. Nei giorni scorsi sono arrivate quelle dei politici. Ieri è arrivata l’adesione di Oliviero Diliberto, segretario Nazionale

L’appello

Berlusconi si mostri all’altezza della sua responsabilità politica: rivendichi di essere cittadino fra i cittadini e si difenda nei processi, senza scudo, impedimento, immunità. E la legge sarà uguale per tutti

del Pdci: «Il presidente del Consiglio non può sottomettere la giustizia ai suoi voleri. È dovere di chi ricopre ruoli istituzionali comportarsi alla stregua di un semplice cittadino. È un fatto di decenza e di cultura. Con l’uguaglianza, caposaldo di una compiuta democrazia, non si scherza: sono già troppi i tentativi di sfuggire alla giustizia messi in atto da Berlusconi. È ora che si dica basta a questo brutto modo di concepire la politica». Aderisce all’appello anche il Popolo Viola, impegnato in questi giorni a organizzare il No B day 2, previsto per il prossimo 2 ottobre: «Fin dalla sua nascita Il Popolo Viola ha evidenziato come un premier con simili compromissioni fosse incompatibile con il ruolo che rappresenta. Ad aggravare la sua situazione l’evidente volontà di difendersi dai processi e non nei processi, argomento che caratterizzerà anche il NBd2». (m.fv.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lei nasce socialista «Molto molto liberale». Si muove bene. «Eppure sono mosse poco viste. Sono vittima di un ostracismo ingiustificato da parte dei mass media». Si accorgeranno presto di Belcastro. «Dico: ma almeno quelli della Calabria, della mia provincia, potrebbero dare un’occhiata alle mie prese di posizione?». A volte anche noi cronisti inciampiamo nella disattenzione. «Quintalate di note, ogni giorno la mia segreteria sforna qualcosa». Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. «Mi dica lei com’è possibile». Non si dia pena. «Dove ci sono io c’è gente. Vado via da riunioni stracolme, con centinaia di cuori da riscaldare». Noi Sud è il partito che terrà testa a Bossi e riequilibrerà il governo. «E la nostra speranza, la mia in particolare...» ... La sua è di dare una mano e vederla poi sbucare da qualche parte dopo il rimpasto. «Una forte mano al governo. Avverto questa responsabilità. Senza nulla chiedere, ci mancherebbe». Si è emozionato quando ha messo piede per la prima volta a Montecitorio? «Una emozione travolgente. La sensazione di essere al centro del mondo». Roma caput mundi significherà pure qualcosa. «Avevo visitato la città due, tre volte da turista. Viverci è tutta un’altra cosa». E’ sposato? «Sì (però alle nove e mezza di sera sono in albergo)». © RIPRODUZIONE RISERVATA



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POLITICA INTERNA E TELEVISIONE

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Annozero, il Pdl: “Santoro va punito” Masi porta il caso nel Cda. Chiavetta digitale, la Rai fa causa a Sky MAURO FAVALE ROMA — L’hanno visto in 4.874.000. Compreso Silvio Berlusconi. Al quale, raccontano, non è piaciuta per niente la prima puntata di “Annozero” tutta incentrata sulle ipotesi di dossieraggio contro Gianfranco Fini. Ma “Annozero” non è piaciuto nemmeno a Mauro Masi, tanto che il direttore generale della Rai ha già programmato un Cda convocato ad hoc per il 29 settembre per discutere dell’ennesima nuova puntata della saga-Santoro. Con il consigliere di centrodestra, Antonio Verro che si augura per il giornalista «un provvedimento disciplinare. Con il “Vaf” al direttore generale non c’entra la politica ma il rispetto delle regole aziendali». Sì, perché Santoro, nella sua anteprima tutta giocata sulla metafora e senza fare nomi, ha anche invitato a «va’ ffa ‘n bicchiere» qualunque imprenditore o direttore che volesse imporgli «di fare un prodotto con un marchio di libertà imposto». «Mica mi rivolgevo a Masi, parlavo in generale», spiega Santoro che si dice «molto soddisfatto» per i risultati raggiunti (19,63 di share) e pronto a esaminare eventuali «contestazioni che mi verranno mosse». In Cda, Masi mostrerà nuovamente l’intervento di Santoro durante l’anteprima per sottolineare «la gravità del fatto». In quella sede l’autore di “Annozero” troverà la sponda dei consiglieri di centrosinistra: «Quest’azienda non si governa né con le circolari né con la presunzione di controllare qualsiasi fiato ognuno respiri —

Ancora in fase di stallo “Parla con me”, per la Dandini finora non c’è il contratto racconta Nino Rizzo Nervo — la mia sensazione è che il lavoro di Masi non sia in favore della Rai». Ventiquattro ore dopo l’esordio, insomma, Santoro si trova già sotto accusa, con tutto il centrodestra che lo attacca, e il Pd e l’Idv che lo difendono. Dalla maggioranza si imputa al giornalista di aver messo su un vero e proprio «processo, con sentenza precostituita già scritta e senza possibilità alcuna di contraddittorio». A parlare così sono i due capigruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, infuriati perché «l’uso e l’abuso a fini di parte del servizio pubblico è una pratica inaccettabile». Sul fronte opposto, invece, si guarda ad “Annozero” come a un «esempio di pluralismo», spiega il Pd Paolo Gentiloni. Mentre l’Idv è pronta «a un Vietnam parlamentare se qualcuno tocca Santoro». Il giornalista incassa critiche e solidarietà, si rigira tra le mani i dati dell’audience e pensa alla prossima puntata che si occuperà dei ricaschi del discorso di Berlusconi alla Camera. Intanto, però, dovrà provare a parare i colpi che Masi proverà a sferrargli durante il Cda del 29. Mentre Vauro e Travaglio continuano ad essere senza contratto. Dalla redazione spiegano che tra gli ospiti della prima puntata era previsto anche Maurizio Belpietro, direttore di Libero. Dirottato però «da ordini superiori» a “Ballarò” due giorni prima. Col risultato di privare “Annozero” di un ospite vicino al centrodestra. E in tema contraddittorio si riaffaccia, da

parte della Rai, il nome di Vittorio Sgarbi che sia Masi che Verro sperano di trasformare in ospite fisso di “Annozero”. Ma a Viale Mazzini ieri non si è discusso solo di Santoro. La tv pubblica, infatti, si sta preparando per intraprendere una battaglia legale con Sky, piattaforma

che, un anno fa, la Rai ha deciso di abbandonare per favorire il satellite di TivuSat con Mediaset e La7. La vicenda per la quale il servizio pubblico agirà contro Sky è quella della cosiddetta “chiavetta” che consente agli abbonati della tv di Murdoch di accedere ai programmi del digitale terrestre

in chiaro. Intanto, continuano a tenere banco i problemi che riguardano i programmi, in particolar modo quello di Serena Dandini, ancora in attesa di contratto. Lunedì verrà presentata la nuova stagione di “Parla con me”, nonostante un Cda annullato tre giorni fa che

avrebbe dovuto sbloccare la situazione del programma. Conferenza stampa non a Viale Mazzini, bensì negli storici studi De Paolis. Dalla redazione motivano così la scelta: «Preferiamo stare lontani dall’azienda, vista la situazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

La frase sotto accusa

Feltri lascia a Sallusti la direzione MILANO — Vittorio Feltri ha lasciato la direzione del Giornale, per diventarne direttore editoriale. Niente dimissioni, dunque, ma solo un cambio di ruolo e un

DIRETTORE Vittorio Feltri direttore del Giornale dall’agosto del 2009

A Mediaset ho lavorato e lì certe cose nemmeno le pensano. Non ha senso comportarsi per favorire la concorrenza. Qui invece è come se avessimo un direttore che viene e dice: tutti i bicchieri devono avere il marchio di libertà ex ante per andare in commercio. E allora sapete che c’è? Ma va’ a ffa un bicchiere...

passaggio di testimone a Alessandro Sallusti, con cui Feltri ha lavorato tanti anni anche a Libero. La decisione, garantisce lo stesso giornalista, non ha niente a che fare con la sospensione di sei mesi dello stesso Feltri decisa il 25 marzo 2010 dal consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia per il caso Boffo (ex direttore di Avvenire, ndr.). Il provvedimento disciplinare è stato al momento sospeso, ma è probabile che il nuovo assetto sia anche in vista della futura decisione.

Michele Santoro, conduttore di AnnoZero, giovedì sera durante la trasmissione

Il caso

Il Giornale

Franceschini convoca una riunione di Areadem senza i 76 firmatari di Veltroni e scoppia la polemica

Pd, si riapre lo scontro nella minoranza Letta-Casini, feeling sul modello Marche ALBERTO D’ARGENIO ROMA — Pierluigi Bersani tira le somme parlando di un Partito democratico «con la barra al centro, una direzione di marcia e uno spirito unitario». È ottimista il segretario dopo che la direzione di giovedì gli ha confermato la leadership segnando, però, la spaccatura della minoranza interna: «Abbiamo chiuso la nostra discussione e ora torniamo a parlare dei problemi degli italiani»,minimizza. Eppure all’interno del partito la botta della scissione della minoranza si sente, con Dario Franceschini che racconta come «oggi alle primarie voterei Bersani» e i fuoriusciti di Veltroni e Fioroni che lo accusano di essere passato alla maggioranza contestandogli anche la convocazione unilaterale di un vertice di Area democratica. In mattinata Franceschini convoca i fedelissimi nel suo ufficio a Montecitorio e per stoppare la sensazione che dopo la direzione Area democratica - il movimento che aveva sostenuto la sua corsa alle primarie contro Bersani - non esista più convoca un incontro per giovedì prossimo. «Per tenere viva, in un Pd più unito, le idee che abbiamo sostenuto alle primarie», spiega. Peccato che i 76 veltroniani non vengano invitati. Con conseguente

Il caso COSTITUENTE ECOLOGISTA Verdi addio, arriva la Costituente Ecologista. Angelo Bonelli, annuncia ufficialmente il «superamento» del suo partito che lascia posto ad un movimento che guarda alle forze ecologiste europee e punta a ricreare una rete per ricostruire «dal basso» un movimento «trasversale».

lite. «La decisione unilaterale di Franceschini di convocare Area democratica è a dir poco inusuale considerato che i 76 non sono stati invitati - avverte il “ribelle” Gero Grassi - non si è mai vista una minoranza cacciare la maggioranza». Prende così vita il balletto dei numeri su quale dei due schieramenti sia predominante con un botta e risposta che prosegue per tutto il giorno con interventi da entrambe le parti. Prova a calmare le acque Bersani che esorta a «lasciare conte e compravendite a Berlusconi». Ma

Solidarietà bipartisan

Br, lettera con minacce e bossoli a Violante ROMA — Le Brigate rosse minacciano Luciano Violante e la moglie. I terroristi hanno infatti inviato una lettera contenente due proiettili e un messaggio alla sede romana dell’agenzia di stampa romana AdnKronos. Le pallottole erano accompagnate da un foglio scritto a stampatello su cui campeggia la stella a cinque punte e l’intestazione Brigate rosse. Il breve testo recita: «Abbiamo deciso di condannare Luciano Violante e sua moglie, servi dello Stato al servizio della destra». L’atto intimidatorio, che arriva dopo quello ai danni del ministro degli Interni Roberto Maroni e del vicepresidente del

Senato Rosi Mauro, è stato condannato da tutto il mondo politico. In particolare Angelino Alfano, ministro della Giustizia, ha detto che «nessuno si lascerà intimidire poiché lo Stato, in tutte le sue articolazioni, risponderà adeguatamente con un’unica durissima voce». Vicinanza a Violante, Maroni e la Mauro, arriva anche dal presidente della Camera. Gianfranco Fini esprime «piena solidarietà a i tre impegnati quotidianamente nella comune battaglia a sostegno dei princìpi di democrazia e legalità». Renato Schifani ha telefonato a Violante e gli ha espresso la «più profonda solidarietà, personale e istituzionale».

Luciano Violante

lo scontro non si ferma qui e prosegue con la polemica di chi accusa Franceschini e Fassino «di essere entrati nella maggioranza». Il capogruppo a Montecitorio, dal canto suo, risponde con la speranza che «Walter, dopo aver fondato una sua corrente dividendo con il documento dei 76 l’area che mi ha sostenuto alle primarie, ora non voglia pure trascinarci in una triste questione formale sui nomi da usare». Intanto a Paestum Enrico Letta incontra Casini e dice: «Oggi siamo avversari, ma do-

Il capogruppo: spero che Walter ora non voglia aprire una disputa sul nome dell’area mani alleati». Risponde un affettuoso leader Udc: «Nel Pd ci sono persone come Enrico Letta, da cui mi divide ben poco, però ci sono alleati che non mi piacciono per niente come Di Pietro». Letta rilancia il “modello Marche” dove democratici e centristi governano insieme: «Qui il Pd ha rotto con una parte alla sua sinistra, ma ha messo nell'angolo il centrodestra». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ECONOMIA E POLITICA

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PER SAPERNE DI PIÙ www.cirgroup.it www.fininvest.it

Mondadori, confermati i danni alla Cir I periti nominati dalla Corte d’appello applicano uno sconto a Fininvest EMILIO RANDACIO MILANO — Un effettivo danno per il gruppo Cir, ma l’esatta entità deve essere ricalcolata. Nella causa civile d’appello intentata dal gruppo Cir di Carlo De Benedetti alla Fininvest di Silvio Berlusconi per il controllo della Mondadori, ieri è stato un giorno decisivo. La Corte, prima dell’estate, aveva incaricato il professor Luigi Guatri, ex rettore dell'università Bocconi, Maria Martellini, docente di Economia all'università di Brescia e Giorgio Pellicelli, ordinario della facoltà di Economia a Torino, di valutare «se e quali variazioni dei valori delle società e delle azien-

Le tappe GENNAIO 1991 Il tribunale di Roma boccia il ricorso Cir sulla scalata a Mondadori

Le cifre

MARZO 1996 I pm di Milano scoprono che la sentenza sul lodo è stata comprata

750 mln LA STIMA

Per i giudici di primo grado un risarcimento di 750 milioni interessi compresi

Balzo in Borsa per la Cir (+5%) che definisce “opinabili” alcuni passaggi della perizia

La sede della Mondadori a Segrate (Mi). A lato, Luigi Guatri

de oggetto di scambio fra le parti siano intervenuti tra il giugno del 1990 e l'aprile del 1991 (cioè tra l'inizio delle trattative e la transazione finale che portò alla spartizione della casa editrice di Segrate, ndr), con riguardo agli andamenti economici delle stesse e di evoluzione dei mercati dei settori di riferimento». Al quesito, i tre consulenti hanno risposto che una «variazione di valore» c’è stata, ma che, rispetto ai 236,5 milioni di euro stimati del giudice di primo grado, è inferiore del «18,8%». Per

comprendere correttamente il peso e il significato della stima differente, secondo la perizia, «va tenuto presente l’errore di 66,8 miliardi di lire, secondo una prima tesi, e 104.7 secondo un’altra tesi, da cui sarebbe inficiato il calcolo del Tribunale». A questa percentuale, poi, va aggiunto un nuovo calcolo sugli interessi rispetto a quanto è stato chiesto in primo grado alla Fininvest (e quantificato, appunto tra danno e interessi, in 750 milioni di euro complessivi). La nuova cifra, nelle oltre 120 pagine di perizia, non viene

GIUGNO 2007 Il gruppo Cir intenta causa contro Fininvest per il danno subito

OTTOBRE 2009 Il giudice Mesiano condanna Fininvest a risarcire a Cir 750 milioni di euro

indicata. Analisti finanziari si sono spinti a calcolare la differenza rispetto alla sentenza di primo grado, con una variazione inferiore tra il 30 e il 35%, prevedendo una risarcimento finale che si aggira sui 500 milioni di euro. La Borsa, qualunque sia la somma finale del danno, ha premiato il titolo Cir, segnando un rialzo di oltre il 5%. La seconda Corte d’appello milanese è chiamata a valutare il ricorso della società del Cavaliere, condannata in primo grado, nell’ottobre del 2009 dal giudice Raimondo Mesiano, a risarci-

-18,8% LO SCONTO

I periti incaricati dalla Corte d’Appello hanno calcolato uno “sconto” del 18,8 per cento

re Cir per lo «scippo» di Segrate. Il contenzioso aperto nel 1988 per la scalata al pacchetto di maggioranza della Mondadori, sbarrato alla Cir da un accordo successivo tra Berlusconi e la famiglia Formenton, erede del gruppo editoriale. Il ricorso della Cir naufragò davanti al Tribunale civile di Roma che, nel 1991, bocciò le tesi della società che controlla il gruppo Espresso, promuovendo invece l’operazione della società del Biscione. Un’indagine partita a Milano nel 1996, ha accertato che la sentenza romana, in appello motivata dal giudice Vittorio Metta, era stata «comprata» a suon di tangenti dal principale legale della Fininvest, Cesare Previti. Nel 2007, dopo il giudizio finale della Cassazione nei confronti di Previti (un anno e 6 mesi in continuazione con la sentenza ImiSir) e Metta (2 anni e 9 mesi), la Cir ha avviato la causa civile. Per la Cir, la perizia depositata ieri, «riconosce come gli oggettivi valori delle aziende implicate nella transazione del 1991 siano variati solo marginalmente rispetto a quelli dell’anno precedente». Secondo i legali del gruppo, inoltre, «altri passaggi della perizia risultano invece fortemente opinabili. Cir e i propri legali si riservano di approfondirli nelle sedi appropriate». In serata, con una nota, la Fininvest ha invece rilevato come «i consulenti hanno drasticamente ridimensionato, quantomeno dimezzandolo, l’importo determinato dal Tribunale. Questa constatazione nulla toglie al totale dissenso nei confronti della sentenza di primo grado». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA CRISI DELL’ECONOMIA ECONOMIA

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PER SAPERNE DI PIÙ www.confindustria.it www.fiom.it

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Marcegaglia attacca il governo “L’Italia non va meglio degli altri” Sui contratti apre a Cgil. Napolitano: a rischio la coesione sociale DAL NOSTRO INVIATO ROBERTO MANIA GENOVA — Gela il governo Emma Marcegaglia: «È falso dire che l’Italia abbia affrontato meglio degli altri la crisi economica. Noi siamo stati fortemente colpiti». Il leader di Confindustria manda così in frantumi uno dei refrainpiù abusati dai ministri di centrodestra, quello dell’Italia più brava degli altri nel biennio della recessione. Lo fa lo stesso giorno in cui sempre dagli industriali arriva un’apertura inattesa alla Cgil: facciamo tutti insieme un primo «tagliando» sulla riforma del sistema contrattuale e aggiorniamo le regole sulla rappresentanza. Un invito al tavolo che non è solo tecnico. E’ come se la Confindustria, proprio sulla scia di una ripresa molto difficile con annesso il rischio di un ampio processo di ristrutturazione delle imprese e posti di lavoro in bilico, volesse voltare pagina: chiudere con la stagione degli accordi separati. Evitare nuovi strappi nel sistema delle relazioni industriali. Anche perché l’analisi della Marcegaglia — condivisa dalla Cisl di Raffaele Bonanni — non è molto diversa da quella della Cgil. La crisi, d’altra parte, sembra aver imboccato uno nuovo sentiero nel quale potrebbero esplodere le tensioni sociali.

L’intervista

Avevano detto

Il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia

In linea con l’Europa

Sinistra catastrofista

Meglio dei Paesi Ue

L’economia italiana sta adesso recuperando largamente in linea con il resto dell’Europa

La sinistra catastrofista ci accusa di eccedere in ottimismo: i dati ora ci danno ragione

Sull’occupazione l’Italia ha indicatori significativamente migliori della media Ue

GIULIO TREMONTI

SILVIO BERLUSCONI

MAURIZIO SACCONI

25/4/2010 all’Fmi

30/04/2010 ai Promotori della libertà

23/09/2010 nota alle agenzie

Lo pensa anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che agli industriali, riuniti a Genova per un convegno sul lavoro, dice che bisogna stare particolarmente attenti alle famiglie «più esposte ai contraccolpi della crisi e ai giovani: si tratta di una questione di fondo, il cui acuirsi rischia di diventare fonte di ulteriori tensioni sociali e di crescenti squilibri territoriali». I segnali di svolta sono visti ieri lungo la

fascia tirrenica Viareggio-Chiavari-Genova. Emma Marcegaglia ha parlato a Viareggio e Chiavari poi è giunta a Genova dove è stato il suo vice Alberto Bombassei a invitare al tavolo la Cgil che, con Susanna Camusso segretario generale in pectore, si prepara al dopo Epifani. La svolta di Genova, forse. Il capoluogo ligure potrebbe diventare il simbolo di questa nuova fase della crisi con la pesante ristrutturazione

Fincantieri alle porte. Un migliaio di operai e di ragazzi dei centro sociali hanno manifestato per tutto il pomeriggio fuori dai Magazzini del cotone, tenuti a debita distanza da uno schieramento massiccio di poliziotti. Dopo una nervosa trattativa Bombassei ha incontrato una delegazione della Fiom genovese. È chiaro che l’analisi della Marcegaglia rappresenta più di un graffio alla strategia comunicativa del

Landini, segretario Fiom: è il momento di rinnovare le imprese

“Finalmente Confindustria ha capito ma ora la smetta con la conflittualità” LUISA GRION ROMA — «Bene, finalmente anche la Confindustria si è accorta che siamo messi male e che in termini di politica industriale questo paese non sta facendo nulla. Ora però la Marcegaglia passi dalle parole ai fatti». Così Maurizio Landini, leader della FiomCgil, commenta le parole della presidente degli imprenditori, che critica l’ottimismo del governo e di chi continua a dire che quanto ad economia - «siamo messi meglio degli altri». Landini, Confindustria dice sulla crisi quello che vuoi dite da tempo. Soddisfatto? «No, perché vedo tante dichiarazioni e niente di concreto. Per fortuna gli industriali hanno preso atto che il governo non fa nulla sul terreno della politica industriale. Ma quello stesso governo - d’accordo proprio con Confindustria - sta mettendo in discussione i diritti dei lavoratori e tenta di cancellare il contratto nazionale. Ora mi aspetto che l’atteggiamento delle imprese cambi». Cosa dovrebbe fare Confindustria? «Smetterla di perdere tempo firmando accordi separati e investire piuttosto sul lavoro. Non si esce dalla crisi puntando sulla conflittualità. Non si rilancia l’economia se invece di guardare ai veri problemi delle imprese e alla mancanza di innovazione dei prodotti, si continua a pensare che tutti i guai siano dovuti ai salari dei lavoratori e ai loro diritti». Lei parla di innovazione dei prodotti, ma va pur detto che dove la crescita è più forte, ad esempio la Germania, ci sono

Maurizio Landini

144 giorni SVILUPPO senza MINISTRO A quasi cinque mesi dalle dimissioni di Claudio Scajola non è stato ancora nominato il nuovo ministro dello Sviluppo Economico

aiuti alla ricerca che le nostre imprese si sognano. «Vero. Ma in quegli stessi paesi le imprese, da sole e senza aspettare i governi, da sempre investono in innovazione molto più delle nostre». Ma la Marcegaglia chiede anche meno tasse sia per le imprese che per i lavoratori, non è un buon punto di partenza? «La riforma fiscale va fatta certo, ma non pensando ad un generico taglio delle tasse. Bisogna tenere conto di come - durante la crisi - lavoratori e pensionati abbiano pagato di più e di come, sul fronte delle imprese, sia invece aumentata l’evasione fiscale. Il fisco va riformato, ma bisogna parlare di lavoro, estendere a tutti l’utilizzo degli ammortizzatori sociali e bloccare i licenziamenti. E’ così che si riparte». Il fatto che oggi la Marcegaglia e i leader sindacali si vedano per discutere di contrattazione, può segnare una svolta nei vostri rapporti con le imprese? «Non vedo fatti e non basta parlare ai seminari: bisogna discutere ai tavoli della contrattazione, firmare intese che coinvolgano tutto il sindacato e convalidarle con i referendum dei lavoratori. Ma su questo fronte direi che non ci siamo: nei prossimi giorni le imprese hanno piuttosto in calendario appuntamenti per disdire il contratto nazionale dei metalmeccanici ed estendere agli altri settori gli accordi di Pomigliano. Bisogna cambiare strada, e lo dico non solo per difendere i lavoratori, ma perché questo atteggiamento danneggia le imprese e il Paese». © RIPRODUZIONE RISERVATA

governo. Renato Brunetta, vuole rispondere, senza polemica. Dice, in una improvvisata conferenza stampa, da economista-ministro che non si può pretendere che l’Italia, da quindici anni in coda alla classifica della crescita europea, possa essere cambiata dopo la crisi: «Non siamo la Germania, ma nemmeno la Grecia. Abbiamo — sostiene — i nostri gap strutturali, ma non abbiamo avuto il conflitto sociale e le nostre banche hanno retto bene». Lo ripete dal palco, il ministro. E lo ripete in un faccia a faccia con la Marcegaglia a fine giornata: «Non è vero che siamo andati peggio degli altri», afferma. E il leader degli industriali: «Guarda che nella crisi abbiamo perso sei punti di Pil! Poi, sono d’accordo, non ci sono state tensioni e il sistema del credito non è crollato. Ma i sei punti li abbiamo persi e ora cresciamo meno degli altri». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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EMERGENZA RIFIUTI CRONACA

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Napoli, rivolta contro la discarica Bertolaso: piano per destabilizzare Le piste: camorra o antagonisti. Vicequestore ferito DAL NOSTRO INVIATO CONCHITA SANNINO TERZIGNO — Ai piedi del Vesuvio ti prendono per un braccio e ti portano in visita sulla «puzza». Dilagante, corposa. «La sentite, lo capite pure voi? In casa siamo stati chiusi per tutta l’estate. E ne vogliono costruire un’altra. Invece di risarcire i nostri figli per quello che hanno subito finora». A Napoli, invece, ancora in pieno centro, ti indicano i cumuli da lontano. «E questo è per colpa di alcuni lavoratori camorristi che terrorizzano e devastano? E quando li arrestano?». Il sospetto di una regia dei clan è ancora l’ombra numero uno con cui fa i conti lo Stato che pensava d’aver voltato le spalle alla crisi. In strada, in questura e alla Procura di Napoli, si esaminano video dei recenti roghi e delle aggressioni in cui sono stati complessivamente sfasciati oltre 60 camion addetti alla rimozione. Ma nel bilancio, c’è anche un vicequestore ferito negli scontri di ieri notte a Terzigno: un dente rotto, dieci punti di

sutura alla labbra dopo che i “rivoltosi” dell’area vesuviana erano stati respinti dai poliziotti per consentire agli automezzi di sversare il loro carico in discarica. Altra puzza. Reale. E non solo. «Dobbiamo ipotizzare gli interessi della criminalità organizzata, ma non solo i clan soffiano sul fuoco. Certe mani non escludono altre. Antagonismo sociale, grup-

Notte di scontri tra agenti e manifestanti a Terzigno Il sottosegretario accusa il presidente della Provincia, contrario al nuovo sito pi anarchico-insurrezionalisti», riflette il questore Santi Giuffrè. E se lì, ai piedi del Vesuvio, ogni notte si porta il suo carico di tensioni e di scontri in agguato, in città resta altissima la tensione tra i 130 ex detenuti di una cooperativa che hanno aggredito, devastato e terrorizzato gli uffici di Enerambiente, la ditta “madre”, perché licen-

BERTOLASO Il capo della Protezione civile ieri ha incontrato Berlusconi e Letta

ziati dalla raccolta differenziata. L’azienda comunale di Asìa ha subìto raid e sabotaggi. Lasciando a terra ancora 600 tonnellate di immondizia, distese di sacchetti che sono sparsi per le vie del centro e le periferie. Dove il silenzio sembra ormai una pausa insidiosa: mentre la politica non riesce a trovare il filo, e persino nella maggioranza si arriva alla polemica più dura su responsabilità e illusioni della soluzione all’emergenza Campania. È scontro aperto tra il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e il presidente della Provincia Luigi Cesaro del Pdl. «Se il Presidente davvero non vuole la seconda discarica a Terzigno va contro la legge», attacca Bertolaso, dopo che Cesaro, in un’intervista a Repubblica aveva ribadito: «Non mollerò, farò di tutto per non aprire un’altra cava nel Parco del Vesuvio». Bertolaso rincara la dose chiedendo ai magistrati «di indagare su quanto sta succedendo a Napoli in queste ore». E ad acuire lo stupore, arriva in serata una nota di quei dipenden-

ti della cooperativa Davideco già sospettati dalla polizia di aver assaltato a colpi di spranga, giovedì scorso, 46 camion nell’autoparco della azienda Enerambiente. Quei dipendenti si scusano «per i gravi ed incresciosi episodi verificatisi» in quei cantieri e nell’assicurare che la violenza «non avrò luogo in futuro», sollecitano «un incontro per la risoluzione di questa incresciosa situazione». Il questore rilegge quelle poche righe e scuote la testa. «Sconcertante. Sembra un “papello” in salsa napoletana». Allusione alle richieste attribuite al boss Riina. «Mi chiedo: prima dettano le condizioni con la spranga, poi chiedono una trattativa? Queste tensioni hanno anche un costo, visto che dobbiamo impiegare un maggior numero di uomini e mettere in campo operatori provenienti dai vari Reparti Mobile del resto d’Italia», sottolinea Giuffrè. Poi scatta il presidio notturno. Sui camion della raccolta a Napoli. E sulla discarica di Terzigno. L’immondizia blindata, fino al prossimo fuoco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il dossier

Sulla carta tre inceneritori su quattro e l’unico costruito funziona a metà

IL VEICOLO INCENDIATO Fiamme appiccate a un autocompattatore che era in fila per entrare nella discarica di Terzigno

NAPOLI — Meno cento giorni. Nei Palazzi che ne sentono il peso, ormai ristretti a Napoli, il count down ha già ripreso a correre. Con l’impietoso fantasma che ritorna: l’ansia della caccia «al nuovo buco». Mancano infatti poco più di tre mesi alla saturazione di tre delle cinque discariche attive in Campania. Ma si tratta proprio delle più capienti — quelle di Terzigno e Chiaiano (Napoli) e Savignano (Avellino) — in cui finisce sepolta la più alta percentuale di rifiuti da smaltire, oltre 4 mila tonnellate sulle 6.500 della pro-

L’anno prossimo tutte le aree dove viene stoccata la spazzatura saranno già sature duzione giornaliera in regione. Fallimento di un piano quasi perfetto. È l’articolata, faticosa tabella di marcia ideata nel 2009 da Guido Bertolaso, un decreto che viene convertito il 9 luglio 2008 e diventa legge numero 123. Il capo della Protezione civile aveva previsto, tra le discariche a più lungo regime, quella di cava Vitiello a Terzigno, che di fatto raddoppia uno sversatoio già esistente, proprio nella pancia di un’area protetta, il Parco Nazionale del Vesuvio: un’ipotesi abortita, finora, sulla spinta dell’ostilità di almeno sei comuni e per la stessa volontà del presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro (Pdl). Altra discarica indicata, ma neanche

progettata per vincoli ambientali, è indicata a Valle della Masseria (Salerno): proprio il sito che fu al centro del devastante braccio di ferro tra Bertolaso e l’allora ministro Pecoraro Scanio, all’epoca dell’ultimo governo Prodi. Il piano frana anche sulla tabella degli inceneritori. Quattro previsti sulla carta, ma esiste solo

quello di Acerra, l’unico che funzioni, seppure a singhiozzo. Il 26 marzo del 2009, con tanto di liturgia istituzionale, si inaugura il “miracolo” di Acerra: un mega pulsante rosso viene schiacciato in diretta da Berlusconi, da Bertolaso e dagli imprenditori lombardi di A2a calati in Campania con il sindaco di Milano. In oltre un an-

no avrebbe dovuto attivare le tre linee a pieno regime: invece sono continui i blocchi. Anche se i responsabili ricordano, sotto l’onda delle polemiche che «da gennaio 2010 il termovalorizzatore di Acerra ha trattato circa 400mila tonnellate di rifiuti, che corrispondono a due terzi della capacità annua» del funzionamento di

un anno. Degli altri inceneritori, previsti a Napoli e a Salerno, si sono perse le tracce. Imbarazzante silenzio è toccato all’altro inceneritore di Santa Maria La Fossa: il pool antimafia accerta che ne stava “occupando” il clan dei casalesi. Al suo posto ne dovrebbe sorgere uno nel comune di Giugliano. Ma il ve-

ro banco di prova arriverà tra qualche settimana: quando, sulla proroga di un anno al passaggio di gestione alla Provincia di Napoli, sarà chiamato a decidere Berlusconi. Gli enti locali chiedono più tempo e più soldi, Bertolaso dice no. (conchita sannino) © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica

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SABATO 25 SETTEMBRE 2010

La storia

(segue dalla prima pagina) N REALTÀ da mesi stava lentamente tornando la spazzatura ovunque ma parlare di nuova emergenza rifiuti sembrava impossibile, era vietato come la peggiore delle bestemmie. Ma il centro di Napoli è tornato a puzzare come una discarica, la provincia di Caserta ha nuovamente le strade foderate di spazzatura, la popolazione è tornata a ribellarsi per l’apertura di nuove discariche, terrorizzata che queste raccolgano non solo i rifiuti leciti ma anche quelli illeciti, come sempre accaduto nelle discariche campane. Non si era risolto nulla. Solo tamponato. Il più delle volte nascosto. In certi territori lontani dai riflettori, lontani dall’attenzione dei media, la spazzatura non è mai scomparsa dalle strade. Ora il grande bluff si è compiuto e mostra la sua essenza. Ed a pagarne il prezzo, come era prevedibile, è il territorio, la salute delle persone, l’immagine di Napoli nuovamente carica di spazzatura. Chi diffama Napoli, verrebbe da chiedere al primo ministro? Le foto, chi racconta lo scempio? O le strade sommerse di rifiuti? La città torna a sopportare la monnezza con i fazzoletti sui nasi quando l’odore è troppo acre perché il caldo fa marcire i sacchetti. I mercati rionali costruiscono le proprie bancarelle sulla spazzatura non raccolta del giorno prima, e le persone fanno la spesa camminando tra rifiuti. Per lo più le persone ormai fanno finta di niente. Spera-

I

La monnezza stava tornando da mesi, ma parlarne era vietato quasi fosse una bestemmia

La crisi in cifre

15 anni L’EMERGENZA

Quindici anni di crisi continua: tanto è durata l’emergenza rifiuti in Campania, dal 1994 al 2009. Per risolverla, nel tempo, si sono succeduti 11 commissari

600 TONNELLATE

Per le strade di Napoli in questi giorni ci sono 600 tonnellate di rifiuti per le strade. Ma quel che preoccupa di più è che nel 2011 le discariche attualmente utilizzate saranno tutte esaurite

no solo che le montagne non arrivino ai primi piani come successo l’ultima volta. L’alba sul nascente governo Berlusconi si era levata liberando Napoli e la Campania dalle tonnellate di spazzatura; ora il tramonto cala su un governo meno coeso e che molti vedrebbero allo sbando, dietro le piramidi di spazzatura che tornano, identiche. L’emergenza rifiuti si fondava su un problema che sembrava insormontabile. Le discariche campane erano satolle e la magistratura, valutandole illegali, le chiudeva impedendo ulteriori conferimenti. Non c’era più spazio per i rifiuti, e le strade divenivano nuove discariche, che non avevano bisogno di approvazione e che non si poteva per decreto chiudere o riaprire. Le strade, tutte, dai quartieri più popolari del centro storico e delle periferie, a quelli collinari, costituivano le naturali valvole di sfogo. Si bruciava in campagna spazzatura per ridurla in cenere, cenere meno voluminosa e più comoda da smaltire, e così facendo si è avvelenata la terra. L’intervento del governo ha reso territorio militare le discariche: alla magistratura quindi è stato impedito di chiuderle e ai cittadini di avvicinarsi per controllare cosa accadesse a pochi metri dalle loro case. Questo provvedimento, accettato come un male inevitabile, doveva servire a dare ossigeno alle amministrazioni per costruire alternative che però non sono mai partite. La raccolta differenziata è la vera vergogna della Campania e di Napoli. Non si riesce ad organizzarla al meglio nemmeno nei piccoli centri. Si pensi ai tanti comuni dell’Avellinese e del Beneven-

PER SAPERNE DI PIÙ www.osservatorioambientaleacerra.it www.rifiuticampania.org

Il fuoco smaschera un’emergenza finita soltanto a parole IlgrandebluffdellaCampanianormalizzata ROBERTO SAVIANO

LO SCONTRO Le forze dell’ordine cercano di disperdere i manifestanti che hanno rovesciato cumuli di rifiuti in strada davanti alla discarica di Terzigno

tano che hanno le campagne invase dalla spazzatura, ma sono troppo periferici per fare notizia. Ad oggi Napoli ha solo poche aree in cui viene svolta la raccolta porta a porta, l’unica davvero efficace perché implica un controllo dal basso del cittadino sul cittadino. Raccolta che per legge avrebbe dovuto raggiungere già il 40% dei rifiuti conferiti mettendo in moto un circolo virtuoso che la città aspetta ormai che arrivi dal cielo, come fosse un miracolo. La stessa Asìa, in un volantino da poco distribuito nell’unico quartiere dove la differenziata porta a porta è attiva da due anni – i Colli Aminei –, si è detta preoccupata perché il quantitativo di rifiuti indifferenziati negli ultimi mesi è aumentato, come se quel quartiere che doveva essere la testa d’ariete, la punta di diamante di un’area devastata, si fosse reso conto che i suoi sforzi e il suo virtuosismo valgono quanto una goccia in un mare di disservizi. E a quel punto a che serve differenziare. Meglio buttare tutto nella solita montagna di monnezza. Si sa che i termovalorizzatori non sono mai realmente partiti. Non quello di Napoli, non quello

di Salerno, non quello di Santa Maria la Fossa e quello di Acerra è partito solo in parte. Anche su questo piano quindi le cose non sono andate come il governo aveva promesso e il risultato è stato il totale fallimento di un processo che non poteva contare solo sul senso civico dei cittadini. Avevano promesso di non aprire più discariche ed invece ne stanno aprendo un’altra nel parco del Vesuvio, in un’area di interesse

Ora si scopre che non si era risolto nulla, solamente tamponato: il più delle volte nascosto naturalistico rarissima. L’emergenza rifiuti è stata manna per la politica campana ed è stata utilizzata per costruire un meccanismo di consulenze e appalti emergenziali. Se hai intere provincie sommerse, devi necessariamente stanziare danaro straordinario. E quindi consulenti e imprese sui quali non può esserci controllo serrato.

L’equilibrio su cui si regge il ciclo dei rifiuti in Campania è estremamente fragile. Per mandare in tilt una macchina che è tutt’altro che oleata, basta bloccare il flusso di danaro che arriva nelle casse delle provincie e dei comuni. Basta far finire i soldi in un groviglio di appalti e subappalti. A Napoli l’Asìa, l’azienda che fornisce i servizi di igiene ambientale alla città, ha circa 3000 dipendenti e affida parte dei sevizi a Enerambiente, società veneta dedicata ai servizi ecologico-ambientali e alla gestione integrata dei rifiuti, che di dipendenti ne ha 470. A sua volta Enerambiente attinge per la gestione dei rifiuti alla cooperativa Davideco che ha 120 dipendenti e agli interinali che forniscono almeno altri 150 dipendenti. In questa catena infinita di appalti e subappalti lievitano i costi e le clientele e quest’anno trascorso dal decreto di fine emergenza non è servito a mettere in moto il circolo virtuoso di cui la città aveva bisogno, ma a oliare nuovamente la macchina dello spreco e del ricatto. Dopo l’inchiesta che ha visto Nicola Cosentino accusato dall’Antimafia di Napoli di essere

La Repubblica - 25/09/2010

BANDO DI GARA - FORNITURE - SETTORI SPECIALI Ente aggiudicatore: TERNA S.p.A., Viale Egidio Galbani, 70 - 00156 Roma, Italia. Data di invio del bando di gara alla commissione europea per la relativa pubblicazione: 13/09/2010 Breve descrizione dell’appalto: Gara 0000012227 - Fornitura in opera di impianti blindati a tensione nominale 145 – 170 – 245 e 420 kV, realizzati con apparecchiature prefabbricate con involucro metallico AT isolate in SF6, per stazioni elettriche della rete di trasmissione nazionale. Tipo di procedura: Negoziata Termine per il ricevimento delle domande di partecipazione: 18.10.2010 - 12:00 Ulteriori informazioni sul bando di gara sono disponibili presso il sito internet: www.terna.it nelle sez. l’Azienda / E-Procurement / Bandi di Gara TERNA S.p.A. - Sede in Roma - Viale Egidio Galbani, 70 Capitale sociale Euro 440.199.936 (al 31 dicembre 2009) interamente versato Registro delle Imprese di Roma, Codice Fiscale e Partita I.V.A. n. 05779661007 R.E.A. di Roma n. 922416

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stato un riferimento politico della camorra attraverso il settore rifiuti, in queste ore, sembrerebbe realizzarsi di nuovo ciò di cui si è scritto: la centralità della monnezza in Campania che arriverebbe persino, attraverso Nicola Cosentino, a configurarsi come una pistola puntata alla tempia del governo. Ovvero, come tramite di ogni rapporto tra Berlusconi e il politico casalese ci sarebbe la gestione del ciclo dei rifiuti. Nel dibattito politico di questi ultimi mesi si è fatto riferimento a come Cosentino, leader indiscusso del Pdl in Campania, avesse dalla sua molti sindaci, i consorzi, la vicinanza di imprenditori e quindi potesse formalmente, se solo lo decidesse, bloccare il meccanismo di raccolta rifiuti. Il voto alla Camera, se si crede all’ipotesi di un Cosentino imperatore nel settore dei rifiuti, con il no all’utilizzo delle intercettazioni sembrerebbe essere un dono fattogli per cercare di riportare la nuova emergenza a una “normalità” di gestione consolidata. Ma questo può saperlo solo Cosentino stesso. Quanto ai bassoliniani, che nel settore rifiuti hanno fatto incetta di voti e clientele, certamente non risulteranno in questa fase concilianti verso la situazione e anche dal loro versante ci sarà ostruzionismo e voglia di tornare ad avere prebende e potere attraverso la crisi. O si tratta con loro o tutto si ferma. Serve ricordare che l’emergenza rifiuti in Campania è costata 780 milioni di euro l’anno. Questa è la cifra quantificata dal-

La verità è che questo disastro ambientale è stato anche una manna per molti politici la Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti nella scorsa legislatura che, moltiplicata per tre lustri (tanto è durata la crisi), equivale a un paio di leggi finanziarie. In tutto questo la camorra naturalmente continua il suo guadagno che cresce ad ogni passaggio. Nei camion che serviranno alla nuova emergenza, nel silenzio caduto sul ciclo rifiuti perché i roghi nelle campagne continuano a gestirli i clan, bruciando rifiuti, sino al business dei terreni dove chissà per quanti decenni verranno depositate le ecoballe ormai mummificate il cui fitto viene pagato direttamente nelle loro mani. Non mi stancherò mai di dirlo: se i rifiuti illegali gestiti dai clan fossero accorpati, diverrebbero una montagna di 15.600 metri di altezza, con una base di tre ettari, quasi il doppio dell’Everest, alto 8850 metri, quindi questo business ha ancora una lunga vita. Da Napoli parte un nuovo corso, quello che dimostra che per quanto si possa cercare di non mostrare, di negare, di nascondersi dietro proclami, la realtà che abbiamo sotto gli occhi questa volta è talmente schiacciante che nessuna forma di delegittimazione può renderla meno evidente. La spazzatura tornata nelle strade di Napoli sigla definitivamente il fallimento di un progetto, di un percorso, di una politica. Speriamo che queste verità, in grado di svelare definitivamente le tante menzogne spacciate come successi, possano innescare un percorso di cambiamento che se partisse dal Sud potrebbe davvero mutare il destino del paese. © 2010 Roberto Saviano / Agenzia Santachiara © RIPRODUZIONE RISERVATA


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la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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LA PACE DIFFICILE MONDO

PER SAPERNE DI PIÙ www.haaretz.com www.afp.com

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Israele, salta il compromesso sulle colonie Netanyahu pronto a rallentare i nuovi insediamenti. I palestinesi: “Stop o niente negoziati” DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ALBERTO STABILE

ieri l’altro dal podio dell’Onu) il presidente americano aveva invitato gli israeliani a proseguire nel blocco temporaneo degli insediamenti. «Ha senso che la moratoria vada avanti», ha detto Obama, «visto che i colloqui di pace sono ripartiti con il piede giusto». Nessuno può accusare il premier israeliano di aver nascosto le carte. Netanyahu ha detto subito che, trascorsi i dieci mesi, la moratoria non sarebbe stata rinnovata. Al massimo il primo ministro s’è detto disposto ad offrire una “riduzione” nella portata delle nuove costruzioni, un “rallentamento” nell’attività edilizia nei Territori. Ora, tutto questo gira sui giornali israeliani da giorni. Così come si sa che Abu Mazen non avrebbe accettato la ripresa seppur a passo ridotto della colonizzazione. Si arriva così a ieri. Mancano 24 ore alla scadenza della moratoria e all’orizzonte non s’intravede nulla d’incoraggiante. Ministri autorevoli del governo Netanyahu fanno il giro degli insediamenti a rassicurare i coloni. Dopo il 26 si riparte. Loro, i messianici abitanti della West Bank, annunciano che, trascorsa la mezzanotte del 26, cominceranno a realizzare i progetti di oltre duemila case «che non hanno bisogno di alcun permesso». «Costruzioni leggere», le chiamano, messe su utilizzando materiale prefabbricato e, per carità, rispettose dell’ambiente. Quand’ecco che l’agenzia France Pressediffonde le parole di un anonimo alto funzionario dell’Ufficio del Primo ministro che assicura la disponibilità di Netanyahu a raggiungere un compromesso. Niente dettagli, ma la notizia del compromesso fa il giro del mondo. Con l’agenzia Reuters,

CISGIORDANIA Nablus

Ramallah Jerico tuttavia, la stessa fonte usa maggior cautela. Si capisce che Netanyahu è in contatto con i suoi uomini a New York e con l’Amministrazione americana «nel quadro degli intensi sforzi che vengono fatti per raggiungere un compromesso reciprocamente accettato». Si capisce, cioè, che l’Amministrazione americana sta cercando disperatamente di avvicinare le due parti, per evitare un fallimento che

nuocerebbe anche al presidente. A sera, il portavoce di Abu Mazen, Nabil Abu Rudeinah, ripete quello che si sa da sempre, e cioè che Abu Mazen non avrebbe accettato niente di meno che un “congelamento” delle colonie. Ma in questo interminabile conflitto conta dimostrare su quale delle due parti va addossata la responsabilità della rottura. E sembrano i palestinesi ad avere rifiutato un compromesso alquanto

dubbio. A ricordare che, parallelamente al fronte diplomatico, resta aperto un fronte di guerra, la notizia del mitragliamento di una barca da pesca palestinese nelle acque antistanti Gaza. Un giovane pescatore è stato ucciso con un colpo in testa. La marina israeliana ammette l’incidente, ma i militari non si sarebbero accorti che un uomo era stato ferito a morte.

GLI SCONTRI

Gerusalemme

Coloni si scagliano contro la polizia durante le demolizioni delle case

ISRAELE

Fiume giordano

Betlemme

Mar Morto

Hebron

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GIORDANIA

Domani scade la moratoria e i coloni riprenderanno a costruire. E a Gaza si torna a sparare

20 km

EGITTO

GERUSALEMME — Se si fosse realizzato, sarebbe stato un compromesso dell’ultima ora. Anzi, per la precisione, un compromesso sul compromesso. Ma non se ne è fatto niente, e adesso, alla vigilia della scadenza della moratoria degli insediamenti, prevista per domani, israeliani e palestinesi si ritrovano sull’orlo del precipizio. Una rottura che sarebbe tanto più clamorosa se si pensa che dalla ripresa in grande spolvero e con la benedizione di Obama del processo di pace, sono trascorse appena tre settimane. Ma c’era quell’ostacolo che tutti avevano visto, e avevano finto di non vedere. Vale a dire, la colonizzazione della Cisgiordania occupata che dura da dopo la guerra del ‘67 e alla quale il premier Netanyahu, cedendo alle pressioni di Obama, nel luglio dell’anno scorso aveva concesso una pausa di dieci mesi che si concluderà domani. Che cosa succederà dopo il 26 di settembre? È possibile negoziare la pace e continuare l’occupazione al tempo stesso? Obama ha impegnato su questo punto la sua credibilità internazionale. All’inizio del suo mandato aveva dichiarato l’assoluto divieto di costruire nei Territori. In cambio s’era avuto la moratoria, un compromesso, appunto. Poi, in diverse occasioni (l’ultima,

Gli avamposti ebraici

Insediamenti ebraici "avamposti" ebraici Aree del governo palestinese “Linea verde”

Il caso

Secca risposta da Bruxelles: “Servono fatti concreti”

Nucleare, l’Iran apre alla Ue “Siamo pronti al negoziato” TEHERAN — Botta e risposta fra Iran e Unione europea sulla possibile ripresa dei colloqui sulla questione nucleare. Ieri a New York il presidente Mahmud Ahmadinejad ha chiesto alla Ue di concordare una data per l’inizio dei colloqui. «La porta è aperta a dialoghi e negoziati che avvengano in una cornice di giustizia e rispetto», ha detto parlando a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu. «Se la signora Ashton (rappresentante diplomatico della Ue) contatterà la rappresentanza iraniana potrà concordare una data per i colloqui». Ma dai rappresentanti di Bruxelles è arrivata in risposta una secca precisazione: in passato la Ue «non ha mai ricevuto concrete risposte», ha spiegato una portavoce della Ashton. «È davvero chiaro che noi — ha aggiunto — siamo sempre stati pronti e disponibili a trovare una soluzione diplomatica. Ma l’Iran deve essere d’accordo e dare una risposta formale». «La Ue - ha concluso - è sempre pronta al dialogo con l’Iran sul nucleare e continua ad esserlo. Alle parole devono seguire i fatti». Da due giorni il presidente iraniano è protagonista di un nuovo scontro con Barack Obama: il presidente americano ieri ha definito «odiose, imperdonabili e offensive» le dichiarazioni fatte da Ahmadinejad alle Nazioni Unite. Il leader iraniano aveva affermato che gli Stati Uniti erano responsabili di quanto accaduto l’11 settembre 2001. «Sono affermazioni offensive e odiose», ha detto Obama, che ha deplorato anche la scelta di «fare queste dichiarazioni proprio qui in Manhattan, a breve distanza da Ground Zero, dove molte famiglie hanno perduto i loro cari».

PRESIDENTE Mahmud Ahmadinejad alle Nazioni Unite



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LA SFIDA NEL LABOUR MONDO

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Il ritorno di Ken il Rosso “Restituirò Londra al Labour” Oggi la sfida per la leadership tra i fratelli Miliband DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI LONDRA — Tony Blair, nel libro di memorie recentemente pubblicato, lo incita a non deviare dal suo corso riformista: «Se il Labour si sposta troppo a sinistra, perderà anche le prossime elezioni», ammonisce il leader laburista più di successo della storia, l’unico capace di essere eletto premier tre volte consecutive. Ma i suoi eredi potrebbero pensarla diversamente. Ken Livingstone, detto “il Rosso” per le sue idee politiche radicali, sindaco di Londra per due mandati di seguito dal 2000 al 2008, anno in cui fu sorprendentemente battuto dal conservatore Boris Johnson, ha vinto ieri, anzi stravinto, le primarie del partito laburista per ricandidarsi alla poltrona di primo cittadino della capitale nelle elezioni in programma fra due anni. Molti commentatori interpretano il ritorno del 65enne Ken come un presagio per un’altra, più importante sfida in casa laburista, le primarie per la leadership del partito, il cui risultato sarà annunciato oggi: ossia la possibilità che ad affermarsi sia Ed Miliband, il più giovane e più di sinistra fra i due fratelli che si contendono lo scettro di Blair e di Gordon Brown. I sondaggi della vigilia danno

di cambiare, di facce nuove, che ha portato prima alla vittoria di Boris Johnson a Londra, quindi di David Cameron a Downing street. Si può invertire la tendenza

L’ex sindaco ha trionfato nelle primarie del suo partito. Si andrà alle urne fra 2 anni che ha messo fine al lungo governo della sinistra nel Regno Unito e riportato al potere i conservatori? Secondo Ken “il Rosso”, si può: «Con le elezioni per il sinda-

co, i londinesi hanno l’opportunità di dire al governo Cameron che non vogliamo i suoi devastanti tagli alla spesa pubblica, che aumentano la disoccupazione e fanno scendere la qualità della vita. Per mandare via Cameron, cominciamo con il mandare via Johnson, la cui amministrazione si è rivelata un disastro». Replica dei Tories: «Il Labour riesuma Livingstone?», commenta il portavoce di Johnson. «Credevamo che avrebbe puntato sul futuro, non sul passato». Il voto è previsto nel maggio 2012: dunque deciderà chi sarà sindaco di Londra quando due mesi più tardi la capitale britannica ospiterà le Olimpiadi.

IN CORSA Ken Livingstone è stato sindaco di Londra per due mandati nel 2000 e nel 2008 Ora ha vinto le primarie interne al Labour. E sarà in lizza per la carica di sindaco nel 2012

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Le quote

STREET ART

Il risultato rafforza la sinistra interna, che vuole che sia Ed e non David a succedere a Brown un testa a testa con il minimo scarto fra i fratelli Miliband. Ma l’ipotesi che Ed abbia la meglio sembra rafforzata dall’indiscrezione pubblicata ieri dal Guardian, quotidiano che del Labour (o meglio dei progressisti britannici) è l’organo ufficioso: nelle ultime ore David Miliband, il primogenito, l’ex-ministro degli Esteri, il blairiano, ha infatti inviato suoi emissari a negoziare con il fratello, in un incontro segreto (o che almeno tale doveva restare) in cui si è impegnato a lavorare per Ed, nel caso che sia appunto quest’ultimo a prevalere. E anche i bookmakers, dopo avere sempre dato David vincente, venerdì hanno per la prima volta offerto una quotazione migliore per Ed, travolti da un’ondata di puntate su di lui. Sarebbe un risultato clamoroso, perché David Miliband è apparso a lungo il favorito incontrastato, l’erede designato, il candidato imbattibile. E sarebbe il segno di una svolta nel Labour: una presa di distanza dal blairismo, un parziale ritorno alle posizioni classiche dei laburisti, in difesa dei poveri, per una maggiore giustizia sociale, per un freno agli eccessi del capitalismo e in particolare della finanza. Nell’incertezza sul duello in famiglia tra i due Miliband, di sicuro c’è il ritorno sulla scena di un personaggio dotato di grande carisma come Livingstone. I suoi 8 anni alla guida di Londra venivano giudicati positivamente, ma nel 2008 perse perché cominciava a essere percepito come troppo arrogante, intransigente; e forse anche perché stava esaurendosi l’onda del consenso per il Labour, c’era nell’aria la voglia

1/2 ED MILIBAND

L’agenzia William Hill dà Ed Miliband come favorito per la carica di leader del Labour. È quotato 1 a 2

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Le tappe del “golpe rosso”

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LA FINE DELL’URSS MONDO

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IL GOLPE

LA RESISTENZA

LA RESA

La mattina del 19 agosto 1991 un gruppo di dirigenti del Pcus “sequestra” Gorbaciov, che era in Crimea, e annuncia la presa del potere: “Il presidente sta male e ha bisogno di tempo per ristabilirsi”

Il 20 agosto i golpisti cercano di dare l’assalto alla Casa Bianca, la sede del parlamento. Fuori dall’edificio, l’allora presidente della Federazione Russa Boris Eltsin incita alla resistenza

La ribellione delle forze armate fa fallire il colpo di stato. Gorbaciov rientra a Mosca, scortato da Eltsin, che emerge come il nuovo uomo forte. Il Pcus viene messo al bando dallo stesso Eltsin e sciolto

La morte di Janaev il golpista rosso che depose Gorbaciov Nel 1991 schierò i tank contro la perestrojka FIAMMETTA CUCURNIA

UCRAINA

Crimea Sebastopoli

Foros

M a r

N e r o

CON IL PRESIDENTE Janaev nel maggio ’91 con Gorbaciov. A sinistra, un momento del golpe di agosto e il luogo, Foros, dove fu tenuto Gorbaciov

guida della radio e della televisione. Al di là di ogni possibile supposizione, proprio lui, l’uomo più grigio, il più mediocre tra tutti gli apparatciki, era la figura chiave del golpe. Un passato di dirigente del Komsomol, l’organizzazione giovanile comunista, e poi alla guida del Sindacato, Janaev veniva descritto da chi lo conosceva

come un brav’uomo, non troppo colto, non troppo intelligente, uno che amava le battute piccanti, le parole forti, i commenti maschilisti. Era diventato vice presidente solo otto mesi prima, pare per mancanza di alternative, dopo che il primo ministro Ryzhkov aveva avuto un infarto. Infatti, qualcuno raccontò che subito dopo l’elezione gli fu chiesto, per

www.krizia.it

IN UN ospedale di Mosca, nella notte tra giovedì e venerdì, all’età di 73 anni, è morto Ghennadij Janaev, l’uomo che per un brevissimo periodo fu vicepresidente dell’Unione Sovietica, ma che passerà alla storia come il leader del “golpe rosso” contro Mikhail Gorbaciov. Leader, almeno, formale, perché tutti sapevano che il vero ideatore del complotto era il presidente del Kgb Vladimir Krjuchkov. Era l’agosto del 1991 e a Mosca si respirava una strana aria, un’aria da fine dell’Impero. Negozi vuoti, non c’era sale, non c’era latte, non si trovava lo zucchero, mettere in piedi il pranzo con la cena era un’impresa. Le voci di un golpe imminente si rincorrevano sulle pagine dei giornali quasi ogni giorno. E tutti aspettavano una data di scadenza già segnata, il 20 agosto, quando Mikhail Gorbaciov avrebbe dovuto rifondare l’Unione con un nuovo patto federativo tra le Re-

gioco: «E come va, la salute, compagno Janaev?». «Mia moglie non si lamenta», rispose. Molti anni dopo, in una delle poche interviste da lui rilasciate, Janaev cercherà di prendere le distanze da quei giorni fatali del golpe. «Nella notte tra il 18 e il 19 agosto, i compagni cercarono a lungo di convincermi a guidare il Comitato, era una decisione difficile, moralmente e fisicamente. Alla fine accettai di assumente la carica di Presidente, ma solo fino al Congresso successivo». Fu lui, però, a parlare per tutti i golpisti durante l’unica conferenza stampa di quei giorni. Disse: «Mikhail Gorbaciov è in vacanza. Si sta curando, sta male ed è molto stanco dopo questi anni. Gli ci vorrà del tempo per ristabilirsi». La parola fu data allora a un giornalista italiano, il corrispon-

Preso il potere, annunciò: “Il presidente è in vacanza, sta male e deve ristabilirsi”

Il putsch fallì miseramente dopo pochi giorni, e tre congiurati si suicidarono

pubbliche, per cambiare i rapporti politici tra di esse e spingere finalmente il Paese verso un cammino di crescita e benessere. Invece, tutto andò diversamente. Quella mattina del 19 agosto il telefono cominciò a squillare prestissimo in casa. Era un amico da Jakutsk, sei fusi orari più a est. Ci avvisava che stava succedendo qualcosa di strano, perché le tv a reti unificate da ore trasmettevano soltanto “Il lago dei cigni”. Mai segnale avrebbe potuto essere più chiaro. La corsa in Parlamento; i deputati, fuori di sé, che arrivano alla spicciolata; i carri armati che entrano in città. Poi finalmente la musica tace e, ancora a reti unificate, radio e tv annunciano ai cittadini che il potere è nelle mani del Kgcp, il Comitato per lo stato d’emergenza, di cui fanno parte il capo del Kgb Vladimir Krjuchkov, il primo ministro Valentin Pavlov, il vice presidente della Federazione Gennadij Janaev, il ministro dell’interno Boris Pugo, il ministro della difesa Dmitrij Jazov. Gorbaciov era tenuto prigioniero con la moglie Raissa e con tutta la sua famiglia nella dacia di Foros, in Crimea, dove stava trascorrendo pochi giorni di vacanza. Al suo posto subentrava proprio il vice presidente, Ghennadij Janaev, il quale prendeva anche in mano la

dente della Stampa, Giulietto Chiesa, il quale gli chiese: «E la sua salute come va, Signor Janaev?». Questo scambio di battute campeggiava all’indomani sulle prime pagine di tutti i giornali russi, segno della debolezza e anche della pochezza di quell’avventura. Il putch si concluse nel giro di tre giorni, con tre vittime tra i giovani manifestanti e tre suicidi eccellenti: Vladimir Pugo, ex ministro dell’Interno, si sparò un colpo in bocca; Sergej Akhromeev, maresciallo dell’esercito, s’impiccò; Nikolai Krucina, amministratore del Comitato centrale del Pcus, volò fuori dalla finestra. Ghennadij Janaev, invece, non era uomo da grandi gesti, sopraffatto dal senso dell’onore. Il 4 settembre del 1991 fu destituito da tutti gli incarichi, arrestato e recluso nel carcere di Matrosskaja Tishina, dove rimase fino all’amnistia, decisa dalla Duma nel 1994. Piccoli lavoretti, alla Fondazione degli invalidi e alla facoltà di storia dell’Accademia turistica. Poi, ieri, la morte. Resta il ricordo del suo tradimento. E forse non è un caso se oggi il presidente russo non ha un vice, e la seconda carica dello Stato è quella del premier.

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MONDO

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Il ministro ama la Regina: scandalo in Swaziland Il funzionario sorpreso dal Re sotto al letto della moglie: subito incarcerato l’Aids. Lo Swaziland è il paese più colpito al mondo, con una percentuale di sieropositivi sulla popolazione adulta pari al 40 per cento. Nel 2001, proprio per lottare contro questo flagello, Mswati III ha introdotto la “legge della castità”, che impone l’asti-

PIETRO DEL RE

SOTTO AL LETTO Il ministro fotografato appena sorpreso sotto al letto. Sopra, il re Mswati III

La scheda SUD AFRICA

Mhlume

SWAZILAND Mbabane

MOZAMBICO

GLI sta bene. Questo verrebbe da dire leggendo che Mswati III, re del lillipuziano Swaziland, è stato tradito da una delle sue 14 mogli. La fedifraga è la dodicesima della lista, di nome fa Nothando Dube e di lei le agenzie riportano che qualche anno fa, poco prima di convolare a nozze, vinse il titolo di Miss Adolescente. Il terzo personaggio del triangolo amoroso è Ndumiso Mamba, ministro della Giustizia del regno nonché amico di lunga data di Mswati III. Come in un vaudeville d’altri tempi, il ministro è stato scovato sotto il materasso della stanza d’albergo della regina Nothando Dube: impietose, le guardie di sicurezza l’hanno fotografato nel suo improvvisato nascondiglio. Grazie a Internet, quelle immagini hanno fatto il giro del mondo: Ndumiso Mamba è stato immediatamente rimosso dall’incarico e rinchiuso in carcere. Quanto all’ex reginetta di bellezza, passerà il resto della sua vita sotto rigida sorveglianza e a stretto contatto con la suocera, la bisbetica regina madre Ntombi. Alcuni tabloid britannici aggiungono una nota romanzesca a questa storia di corna reali: pare, infatti, che per le sue fughe d’amore la giovane adultera si travestisse da soldato, riuscendo così e ad uscire inosservata quando si recava dall’amante. Sempre secondo la stampa inglese, non è la prima volta che Mswati III viene tradito. Nel 2004, due regine fuggirono dal Paese e ripararono

Manzini Big Bend Nhlangano AFRICA 0

20 40km

L’INDIPENDENZA Stato cuscinetto tra il Sudafrica e il Mozambico, lo Swaziland è indipendente dal 1968

PARTITI PROIBITI Soltanto nel 1973 il Paese si è dotato di una costituzione, ma i partiti politici restano proibiti

Birmania

Prima apertura dei militari a San Suu Kyi “Potrà andare a votare ma rimane agli arresti” RANGOON — Potrà votare alle elezioni, ma non candidarsi perché condannata e agli arresti domiciliari. La concessione della giunta militare birmana alla premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi è stata annunciata ieri all'agenzia France Presse: il governo birmano ha deciso che alla più importante dissidente del Paese sarà consentito di votare a casa. Suu Kyi, 65 anni e in detenzione per 15 degli ultimi 21, potrà esprimere il suo voto con alle 2 governanti che vivono con lei. Resta comunque il divieto a candidarsi in quanto «criminale condannata» e vedova di uno straniero.

Stati Uniti

Teresa Lewis, scuse prima di morire “Mi dispiace per quello che è successo” GREENSVILLE — Le ultime parole sono state per la figlia Kathy: «Voglio solo dire che l'ho sempre amata e che mi scuso per quanto è successo». Così si è consegnata al boia Teresa Lewis, la donna americana accusata di aver organizzato l'omicidio del marito e del figlio. La Lewis è stata giustiziata nella notte tra giovedì e venerdì nella prigione di Greensville, in Virginia, con un'iniezione letale, nonostante le proteste di molte associazioni, che hanno sottolineato come la donna fosse una disabile psichica. I testimoni hanno detto che prima dell’iniezione era terrorizzata.

Giappone

Tokyo libera il capitano della vedetta cinese ma i rapporti tra le due potenze restano tesi TOKYO — La magistratura giapponese ha rimesso in libertà il capitano del peschereccio cinese il cui arresto, due settimane fa, ha scatenato una crisi diplomatica tra Tokyo e Pechino, che è la peggiore da anni. Il capitano era stato fermato dopo la collisione con due motovedette nipponiche nelle acque di Senkaku, isole disabitate nel mar Cinese orientale controllate da Tokyo, ma rivendicate anche da Cina e Taiwan. Dopo l’arresto, il governo cinese aveva sospeso i contatti ad alto livello con Tokyo e chiesto a più riprese la liberazione del capitano, Zhang Quixiong, «immediatamente e senza condizioni».

a Londra non appena si sparsero voci sulla loro infedeltà. Stato cuscinetto tra il Sudafrica e il Mozambico, lo Swaziland ha conquistato l’indipendenza dal Regno Unito nel 1968, e soltanto nel 1973 si è dotato di una

costituzione, ma i partiti politici restano proibiti. Re Mswati III, che è padre di almeno 23 figli, viene giudicato dalle organizzazioni umanitarie un dittatore amante del lusso. Nel 2006 ha promulgato una nuova costituzione che

introduce la monarchia assoluta e gli consente di nominare egli stesso sia il capo del governo sia i ministri del reame. Ma i tradimenti di palazzo sono poca cosa rispetto al vero dramma che affligge il paese:

Sposato 14 volte, Mswati III è noto per essere un dittatore amante del lusso nenza sessuale alle donne fino al compimento del ventiquattresimo anno di età. Recentemente sono state concesse deroghe ad alcune giovani spose. Non ultime a quelle del re. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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CRONACA ■ 23

Aereo fuori pista, terrore a Palermo A bordo 123 passeggeri, una ventina di feriti. “Momenti spaventosi” ROMINA MARCECA ANTONELLA ROMANO PALERMO — Il buio pesto, le urla, l’impatto contro la pista. Sono stati attimi di terrore ieri sera a bordo dell’airbus 319 della Wind Jet partito alle 19 da Fiumicino, durante l’atterraggio all’aeroporto Falcone e Borsellino di Pa-

li. E prima di lasciare il velivolo alcuni passeggeri hanno bloccato le uscite per qualche minuto perché non volevano lasciare il bagaglio a mano a bordo. Ma i componenti dell’equipaggio li hanno invitati a scendere senza trolley». Anche Lauro lamenta il ritardo nell’arrivo dei soccorsi. «Ab-

biamo dovuto percorrere per circa cinquanta metri la pista a piedi sotto la pioggia — racconta — prima che arrivassero le navette che ci hanno condotto al terminal». I passeggeri sono stati medicati nell’infermeria dello scalo e poi trasferiti negli ospedali della città.

Un forte boato, la rottura del carrello e il velivolo della Wind Jet si è posato sulla pancia

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I punti

lermo, mentre sulla città imperversava una tempesta. L’aereo è improvvisamente andato fuori pista, la coda ha sbattuto contro l’asfalto e si è aperto uno squarcio nella carlinga. Venti tra feriti e contusi per escoriazioni dovute all’impatto e colpi di frusta. L’aeroporto è rimasto chiuso per quattro ore e gli aerei sono stati dirottati a Catania e a Trapani. Sulla pista è scattato il protocollo di emergenza e vigili del fuoco e forze dell’ordine sono arrivati sotto bordo. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un’inchiesta per chiarire le cause dell’incidente. L’incidente si sarebbe verificato per il fenomeno del wind shear, una variazione improvvisa del vento in intensità e direzione. L’aeroporto di Palermo è dotato ancora di un sistema di rilevazione delle raffiche killer incompleto e sperimentale. Polemiche da parte dei 123 passeggeri per i soccorsi e l’assistenza a terra. «È andata bene», ha detto la direttrice dello scalo. Non la pensano così i viaggiatori del volo IV247 che hanno anche riferito di aver sentito il pilota dire: «Non ho visto la pista». «Quando stavamo avvicinandoci alla città l’aereo ha iniziato a oscillare — racconta Sebastiano Mercadante, un primario — La luce si è spenta all’improvviso, sono cadute le valigie dalle cappelliere. Tutti urlavano. Poi si è sentito un forte impatto con la pista. Siamo scesi dagli scivoli, ma sotto l’aereo non c’era nessuno. L’assistenza è stata pessima. Mi è sembrato di essere atterrato in una città dell’Africa». Secondo la compagnia aerea, invece, il pilota, uno dei più esperti della Wind Jet, sarebbe stato «bravo a tenere l’assetto dell’aereo e compiendo tutte le manovre di emergenza previste in queste occasioni». Il velivolo, secondo la ricostruzione della Wind Jet, dopo l’impatto è andato fuori pista e attivando le procedure di sicurezza, appena si è fermato. Forse c’è stata la rottura del carrello. Il velivo avrebbe fatto 600 metri sulla pancia. Il comandante ha fatto scendere subito i passeggeri utilizzando gli scivoli di emergenza. «Ho visto le coperture del motore di destro aperte — dice un altro passeggero, Salvatore Lauro, ingegnere di 46 anni — Dopo avere toccato violentemente terra sono state attivate le mascherine dell’ossigeno. Poi hanno aperto gli scivo-

LA RAFFICA

IL GUASTO

LE POLEMICHE

Durante l’atterraggio a Palermo un Airbus 319 della WindJet viene investito da una raffica di vento: era in corso una tempesta

A causa dell’impatto sulla pista il carrello dell’aereo potrebbe essersi rotto: l’aereo ha percorso 600 metri sulla fusoliera

I passeggeri sono stati evacuati con la procedura di emergenza. È polemica sull’assistenza ricevuta a bordo e a terra dopo l’incidente

Milano

Impiegata stuprata nel parco, arrestato marocchino SANDRO DE RICCARDIS MILANO — Le ha chiesto una sigaretta, alle 7 di mattina, ma prima ancora che lei rispondesse l’ha strattonata e presa a pugni, per poi trascinarla nel parco vicino, in piazzale Accursio, zona nord di Milano. Quando gli agenti del commissariato di Quarto Oggiaro, allertati dall’autista di un autobus di passaggio, sono arrivati a soccorrere la donna, 41 anni, italiana, hanno trovato un marocchino di 33 anni, clandestino con un ordine di arresto per inottemperanza all’ordine di espulsione, sdraiato sulla povera donna. È così che, dopo un altro caso di violenza

contro le donne, a Milano ritorna l’allarme stupri. Per lo stupratore è scattato l’arresto in flagranza, mentre la 41enne è stata trasferita in stato di shock alla clinica Mangiagalli, specializzata nella cura delle vittime di violenza sessuale, dove le è stata riscontrata la violenza. I sanitari le hanno anche medicato le numerose ferite ed ecchimosi su tutto il corpo. Prima dell’aggressione, la donna, impiegata, aveva lasciato da poco il fidanzato e aveva acquistato un panino a un chiosco poco distante. Poi si era diretta verso casa. Forse il magrebino, senza fissa dimora, l’aveva già notata in altre occasioni. E ieri col pretesto di una sigaretta l’ha aggredita e picchia-

Umberta e Giovanni con Caterina e Teresa, Federica e Michelangelo, Paolo e Mara salutano la loro cara nonnetta

Paola Toracca Fantoni ringraziandola di essere stata così a lungo con loro. Roma, 25 settembre 2010 Franco Monteleone e Angela Vitale partecipano al dolore di Antonio Fantoni per la perdita di sua madre

Volante si scontra con auto muoiono vicino a Bari due poliziotti e una ragazza BARI — Avevano appena preso servizio e stavano andando a Bitonto, a quasi 20 chilometri da Bari, per i controlli straordinari antimafia disposti dopo i due omicidi di quest'estate, ma sulla strada hanno trovato la morte. Un impatto fatale quello sulla provinciale 156 tra una pattuglia della polizia, una Bmw 320, ed un'altra automobile, una Peugeot 307. Hanno perso la vita così i due agenti del reparto prevenzione crimine di Bari, l'ispettore capo Gabriele Schino, 55 anni, e l'assistente capo Adriano Epifani, 37. Nel violento scontro frontale è deceduta anche la giovane che era alla guida della Peugeot, Mariangela Labianca, 21 anni. Epifani e Labianca sono morti sul colpo, Schino invece pochi minuti dopo mentre gli operatori sanitari tentavano di rianimarlo. Gravi le condizioni del terzo agente, Filippo Di Maso, 45 anni. Sull'asfalto non ci sono tracce di frenate e non è chiaro se le due automobili procedessero ad alta velocità.

Paola e abbracciano con grande affetto Luisa e tutta la loro bellissima famiglia. Roma, 25 settembre 2010 Con il cuore, partecipo al dolore di Renzo e della famiglia, e all’ultimo saluto religioso per

Francesca

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ANNIVERSARIO

Giuseppe Migliaccio Sempre nella mia mente, sempre nel mio cuore. Vittoria lo ricorda a quanti gli hanno voluto bene. Roma, 25 settembre 2010 25-09-2008

25-09-2010

Il marito Enrico Volterra ricorda con intenso affetto

Angela Maria Paladini Volterra nel secondo anniversario della morte. Roma, 25 settembre 2010

Un’altra donna violentata nel Reggiano da un vicino: aggredita mentre dormiva

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25-09-2010

Il caso

Anna Maria Sauzzi Bargiacchi La tua tomba non è nella terra, ma nel cuore di coloro che hai amato. Roma, 25 settembre 2010 Caro

Nicola Bucci con tanta nostalgia di te, abbracciamo forte forte Francesca, i tuoi genitori e tuo fratello Luca. Doriana, Mauro, Marco, Licia, Anna, Stefano, Cristina, Pietro, Magda, Cesarina, Elisabetta, Giovanni, Margherita, Giuseppe, Elena, Pierluigi, Teresa, Nikos, Mariagrazia, Costantino, Lucia, Ubaldo. Bologna, 25 settembre 2010 Gli operatori del settore Prevenzione Asl Firenze ricordano

Pietro Mirabelli

Mario Morcellini. Roma, 25 settembre 2010 25-09-2009

25-09-2003

ta, fino a ferirla a morsi e colpirla al capo, tanto da provocare anche lo svenimento della vittima. Un’altra violenza si è consumata giovedì notte a Castelnuovo Monti, in provincia di Reggio Emilia, dove una donna di 40 anni, è stata stuprata nella sua casa. È stato il vicino di casa, un marocchino di vent’anni, a introdursi nell’appartamento mentre lei dormiva. La donna non ha fatto in tempo a fuggire ed è stata violentata brutalmente. Solo ieri mattina, ancora dolorante e sporca di sangue, ha denunciato lo stupro ai carabinieri del posto.

combattente per la dignità del lavoro. Deceduto in Svizzera per infortunio. Firenze, 25 settembre 2010 La famiglia Custodero partecipa commossa al dolore della famiglia Montà per la scomparsa del caro

Elvio Torino, 25 settembre 2010

RINGRAZIAMENTO La famiglia Muscas ringrazia quanti hanno partecipato il dolore per la perdita di

Giancarlo Sesto Fiorentino, 25 settembre 2010

Reggio sfila contro la ’ndrangheta dopo bomba a procuratore Di Landro GIUSEPPE BALDESSARRO REGGIO CALABRIA — Sfileranno a migliaia questa mattina per dire di “No ’ndrangheta” e per esprimere solidarietà alla magistratura reggina e calabrese, vittima negli ultimi mesi di diversi atti intimidatori. La manifestazione, promossa dal Quotidiano della Calabria, e organizzata da sindacati e rappresentanti di categoria, da associazioni e movimenti, partirà intorno alle 10,30 dal Piazzale della Libertà, per snodarsi poi attraverso il centro storico e concludersi a Piazza Duomo. Un corteo a cui hanno aderito oltre 500 tra associazioni, movimenti, enti locali e organizzazioni di diversa natura e cultura. Da destra a sinistra, dagli ambientalisti agli industriali. L’iniziativa è cresciuta oltre ogni aspettativa all’indomani dell’appello lanciato con un editoriale del direttore del Quotidiano, Matteo Cosenza, dopo la bomba al portone di casa del procuratore generale, Salvatore Di Landro. Un’idea, quella di una risposta civile, a cui hanno fatto seguito assemblee sull’intero territorio regionale. Dalla piattaforma “politica” ai dettagli pratici, ogni passaggio è stato reso pubblico ed è il frutto del

Uno dei sit in di agosto confronto. Decidendo così che il corteo sarà senza etichette. Spiega Cosenza: «Si tratta di realtà molto diverse tra loro, in alcuni casi agli antipodi, che però hanno un obiettivo comune: dire no alla ’ndrangheta e dimostrare che esiste una Calabria pulita, che ha voglia di cambiare le sorti di una terra segnata dal malaffare». All’iniziativa saranno presenti un centinaio di gonfaloni di comuni, studenti, commercianti, operai e disoccupati. Sul palco in piazza Duomo interverranno solo persone che si sono ribellate alla criminalità organizzata e che lavorano quotidianamente per la legalità. Tra questi il procuratore generale Salvatore Di Landro. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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CRONACA

PER SAPERNE DI PIÙ www.vatican.va/phome_it.htm www.lacolpa.it

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“Io, abusata da un prete a 11 anni vi racconto una vita di vergogna” Storia di Laura, una delle vittime italiane. Oggi il primo raduno a Verona VERA SCHIAVAZZI ROMA — «Erano giovani, belli, intelligenti, puliti. Molti li ho ritrovati su Facebook, sono rimasta annichilita nel sapere che erano ancora in contatto con quel prete. Soprattutto se penso a quello che hanno subito, più grave e pesante ancora di quel che è toccato a me, forse perché ero una bambina e loro dei maschietti. Gli abusi e le violenze che abbiamo patito hanno cambiato per sempre la nostra vita, non c’è risarcimento per qualcosa che ti impedisce di essere te stesso, ti fa perdere la fiducia, stravolge per sempre la tua vita amorosa». Laura M. ha 35 anni, un compagno, un lavoro da insegnante in un piccolo centro del nordest. Insieme a quello di molti altri sconosciuti che hanno risposto all’appello il suo sarà uno dei racconti che oggi a Verona vorrebbe cambiare la sto-

scusa era buona per restare solo con me e attirarmi in casa sua, sopra la sacrestia. Io resistevo, ma ero debole, indifesa, non capivo quanto fossero gravi quelle molestie e non avevo il coraggio di ribellarmi a un

adulto del quale mi fidavo ciecamente. Lo scandalo scoppiò quell’estate, un ragazzino più piccolo raccontò a casa quel che gli stava capitando e scoprimmo così che la cosa andava avanti da anni, che alcune

famiglie avevano cambiato parrocchia senza però mai pensare a proteggere i figli degli altri…». Ma, come in molti altri casi, le gerarchie locali scelsero di insabbiare il caso: «Quel prete

lo trasferirono per due anni al Tribunale ecclesiastico, poi gli affidarono un’altra parrocchia, poi ancora un’altra, neppure troppo lontana. Andai dal padre spirituale del collegio, mi disse di non parlare e che

In Italia

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SACERDOTI

EX ALLIEVI

VERONA

È il numero di sacerdoti italiani coinvolti in episodi di pedofilia negli ultimi dieci anni

Sono gli ex allievi dell’istituto per sordi “Provolo” di Verona che hanno denunciato episodi di pedofilia

Sono le vittime di preti pedofili che hanno aderito al raduno di Verona che si svolge oggi

potevo continuare a volere bene al mio parroco… Dopo, venne un altro prete, un uomo di grande moralità, è grazie a lui se non ho smesso di credere in Dio. Ma per anni e anni non ho potuto avvicinare un uomo, non sopportavo neppure l’idea e soffrivo ancor di più pensando ai miei amici, quelli con cui ho diviso gli anni che dovevano essere i più belli. Ora so che molti di loro non hanno potuto farsi una famiglia né essere felici, e non riesco a perdonare». Resta un peso difficile da cancellare: «Ho cambiato città, mi sono allontanata, a trent’anni mi sono fidanzata, ma ancora non riesco a pensare a dei figli. E vorrei far qualcosa per non lasciare più che la vita di un bambino sia compromessa per un sistema malato, che la vita di un adulto sia sprecata. Naturalmente non farò il nome dei miei amici. Vorrei poter dir loro del mio affetto, ma consegno

La colpa

Non c’è risarcimento per qualcosa che ti impedisce di essere te stesso e ti fa perdere la fiducia

Ogni scusa era buona per restare solo con me e attirarmi in casa sua, sopra la sacrestia. Io ero debole e non capivo

ria italiana delle vittime della pedofilia nelle chiese, nei seminari, nei collegi. Quelle vittime di preti pedofili che — secondo il gruppo ‘La colpa’ (info@lacolpa.it) che ha organizzato l’incontro al Palazzo della Gran Guardia, scegliendo non per caso uno dei luoghi più visibili della città — in Italia fanno ancora così fatica a denunciare gli abusi subiti, a essere creduti, a ottenere giustizia. Il racconto di Laura è arrivato prima con una timida mail: «Gentili signori, ho visto il vostro annuncio su Internet. Non so se il mio caso vi può interessare perché non mi sono mai rivolta alla polizia e ancora oggi non ho il coraggio di svergognare quel prete, che sia pure molto anziano è ancora presente nella sua comunità». Dall’altra parte, la donna ha trovato incoraggiamento e comprensione: «È capitato anche a noi, a volte si convive tutta la vita col peso di un’ingiusta vergogna». Così, è riuscita a continuare: «Avevo 11 anni quando ho sentito per la prima volta su di me il sesso di un uomo. Era il mio parroco, e ogni

la mia esperienza come la denuncia del nostro male». Storie come quella di Laura hanno convinto il gruppo originario dei fondatori di ‘La colpa’, perlopiù ex allievi del ‘Provolo’, la scuola per bambini sordi di Verona dove decine di allievi sarebbero stati abusati, che era giunto il momento di uscire allo scoperto. «Vogliamo offrire a tutte le vittime di preti pedofili italiani il sostegno psicologico che è indispensabile, perché queste violenze sono paragonabili a quelle familiari anche per le conseguenze che lasciano — spiega Salvatore Domolo, 45 anni, il portavoce, che ha alle spalle una storia di bambino abusato e di ex prete — e il sostegno legale. Ma non ci interessano i risarcimenti, quanto l’urgenza di un’azione legale verso la Chiesa cattolica per crimini contro l’umanità. E il 31 ottobre saremo a Roma, insieme alle vittime da tutto il mondo, per manifestare con le nostre facce e le nostre storie quello che è accaduto anche in Italia, a centinaia di bambini e di ragazzi».

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La fiducia

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CRONACA

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La fabbrica degli imbrogli così truffano gli stranieri con le assunzioni fasulle VLADIMIRO POLCHI ROMA — Datori di lavoro fantasma: presi a caso dall’elenco del telefono, scelti tra persone decedute già da anni o detenute in carcere. Migliaia di immigrati irregolari beffati: tremila solo a Milano, almeno mille a Roma. False assunzioni pagate a caro prezzo: dai 2mila ai 7mila euro. Eccoli gli effetti collaterali della sanatoria per colf e badanti: «Una macchina da truffe», denunciano associazioni e patronati. Con la sanatoria 2009, ogni datore di lavoro poteva regolarizzare una colf e due badanti stranie-

re. Come è andata? Le domande d’assunzione si sono fermate poco sotto quota 300mila: Ucraina (37mila) e Marocco (36mila), le nazionalità più richieste. Ma la sanatoria vanta un altro record: quello delle truffe. «Solo a Milano la prefettura ne ha stimate tremila fino a fine 2009 — fa sapere Pietro Massarotto, presidente dell’associazione Naga — molti immigrati infatti hanno provato a rientrare nella regolarizzazione, anche se non ne avevano i titoli, perché non impiegati nel lavoro domestico». E così si sono rivolti a intermediari che promettevano facili assunzioni. «A Milano —

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CLANDESTINO DAY Ieri in 55 città iniziative e manifestazioni contro il razzismo

prosegue Massarotto — molti truffatori sono risultati egiziani, in accordo con alcuni italiani. Il costo di una falsa assunzione va dai 2mila ai 7mila euro». E una volta tirati fuori i soldi, l’irregolare si trova in mano una ricevuta priva di valore. I datori di lavoro? Fantasmi. «A Milano un

invalido si è scoperto a sua insaputa titolare di 50 richieste d’assunzione». Per trovare i prestanome gli intermediari non si fanno scrupoli: persone morte già da anni o rinchiuse in carcere. È accaduto a Milano, coi reclusi del penitenziario di Opera e a Roma. «Nella capitale — conferma il vi-

Gli intermediari disonesti sono l’effetto collaterale della sanatoria del 2009 per le badanti

Gli irregolari hanno versato 2-7mila euro per accedere a una presunta sistemazione

ceprefetto Ferdinando Santoriello, responsabile dello Sportello unico immigrazione — non siamo riusciti a rintracciare un migliaio di datori di lavoro, per notificargli il rigetto della loro pratica. I casi sono i più vari: datori di lavoro morti ben prima della domanda d’assunzione, detenuti nelle carceri romane o presi a caso dagli elenchi telefonici. Non è un caso che molte persone abbiano denunciato in questura il furto dell’identità elettronica». Sia ben chiaro: per i truffati c’è poco da denunciare, visto che loro stessi hanno provato ad aggirare la sanatoria. «Il

problema però è che questa sanatoria era assurdamente limitata a colf e badanti — sostiene Marco Paggi dell’Associazione di studi giuridici sull’immigrazione — e così molti irregolari sono stati spinti a spacciarsi per lavoratori domestici pur di uscire dall’illegalità». Per questo, il presidente nazionale delle Acli, Andrea Oliviero chiede «un meccanismo per cui le persone truffate abbiano giustizia, per esempio col rilascio di un permesso di soggiorno per ricerca lavoro di sei mesi: perché dare giustizia è molto più che chiedere legalità». © RIPRODUZIONE RISERVATA



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ATTUALITÀ

(segue dalla prima pagina)

DAL NOSTRO INVIATO PAOLO BERIZZI

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NZI, è addirittura coccolato dalla maggioranza delle comunità. Benvenuti a Cividate al Piano, pianura bergamasca, 5mila abitanti di cui solo 589, stando all’immancabile petizione, contrari alla trovata del sindaco Luciano Vescovi: una piastrellona raffigurante l’ormai celebre sole a spicchi incastonata nel selciato di piazza Papa Giovanni XXIII, di fronte al Comune a guida ovviamente leghista. A chi si è permesso di obiettare il primo cittadino ha risposto: «Quel simbolo è un segno della nostra cultura popolare, operaia e contadina». Vescovi scantona, per ora. Ma quest’anno potrebbe dover rinunciare alla vista del suo ornamento architettonico: a Cividate (da civitas, era una colonia romana, ironia della storia) ci saranno le elezioni comunali. E quel sole vìola le «norme per la disciplina della propaganda elettorale». I leghisti di Cividate sono gente di fede oltre che di fantasia. A Natale nel presepe della loro sede

Sole delle Alpi e verde padania così tra i comuni del Nord Adro è diventato un modello Ponti, municipi, piazze: dominano i simboli leghisti

Il marketing padano è accettato come segno dei tempi (e dei suffragi elettorali) e coccolato dalle comunità hanno sostituito il superato Gesù con una più attuale statuetta di Umberto Bossi. «Marchiamo il territorio», sintetizza un dirigente leghista. Le officine della pop art del Carroccio sono soprattutto tra le roccaforti Bergamo e Varese. Capriate San Gervasio offre un sole delle alpi sul cancello della casa comunale. Nel 2005 la prefettura segnalò il caso al ministero dell’Interno. Che definì l’installazione «illegittima». Ma dopo cinque anni il sole è ancora lì, per la gioia del sindaco Cristiano Esposito, già censore di kebab e negozi etnici. La provincia di Bergamo è tar-

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Il caso

La protesta

Il diktat del sindaco di Treviso “Basta inno di Mameli a scuola”

L’Ucoii si appella a Napolitano “Islamici discriminati in mensa”

TREVISO — «Basta inno di Mameli a scuola». Il divorzio leghista dall’Inno d’Italia parrebbe definitivo: lo sancisce il segretario nazionale della Liga Veneta Gian Paolo Gobbo, sindaco di Treviso e braccio destro di Umberto Bossi, per il quale «da adesso in poi le cerimonie si faranno senza inni». Una riluttanza ingiustificata, secondo il senatore Pdl Maurizio Castro, il quale — a fronte della sparata del senatore della Lega Giampaolo Vallardi che proponeva di suonare la musica di Mameli senza il testo — sottolineava che ad essere «schiava di Roma» non è l’Italia, ma la vittoria.

ADRO — Una nuova polemica investe il sindaco di Adro e la scuola intitolata a Gianfranco Miglio — quella con il sole delle Alpi sui banchi e sugli zerbini. Il primo cittadino — denuncia l’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) — ha approvato un provvedimento relativo alla refezione scolastica che, di fatto, discrimina gli alunni di religione musulmana. «Il sindaco — afferma l’Ucoii in una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano — ha decretato che i bambini che frequentano la scuola non potranno più usufruire di menù alternativo alla carne di maiale se non con “motivata prescrizione medica”».

ELEMENTARE PUBBLICA La scuola di Adro e, sopra, il sindaco Gobbo

Palazzago

Cividate al Piano (Bergamo)

(Bergamo) Area feste, simbolo elettorale della Lega Lombarda

Sole delle Alpi sul pavimento della piazza

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gata Lega, molti cartelli stradali sono in dialetto. Palazzago, altro esempio di propaganda applicata al territorio. L’area feste non ospita solo kermesse padane. Eppure vi fa capolino una scultura con impresso, a imperitura memoria, il simbolo elettorale della Lega Lombarda: cartina della regione e immagine di Alberto da Giussano. Quasi un’ossessione, ormai. Altro che le scritte a vernice sui cavalcavia delle strade: oggi i dirigenti del Carroccio ingaggiano fabbri e scultori. Prendete Varese. Se a Vedano Olona la giunta si è accontentata di ornare il municipio con orpelli del partito, a Castronno si sono superati. Già che si doveva ricostruire, il sindaco Luciano Grandi ha pensato che il ponte di ingresso al paese fosse più carino se “firmato” con la scritta Castronno e due soli delle alpi. «Solo un segno beneaugurante», ha chiosato, furbetto. «Ma siccome sono stato eletto con la Lega sono nate le polemiche» (e chissà perché). Fa discutere anche il colpo d’ala del suo collega di Dosolo, Mantova. Una mattina gli alunni sono andati a scuola e hanno trovato i dossi pedonali di un altro colore: non più rossi — come usa

A Natale nel presepe della sede lumbard di Cividate Gesù è stato sostituito da una statuetta di Umberto Bossi dappertutto — ma verde. Suggestiva la versione del vicesindaco Dennis Asinari: «Il verde conferisce all’abitato un’impronta ecologista». Già. In fondo di cosa stupirsi se, come racconta il ministro dell’agricoltura Galan, il suo predecessore Zaia aveva ricoperto i corridoi del ministero con passatoie verdi. A Buguggiate resiste la “rotonda dei ciclisti” opera del senatore Giuseppe Leoni in occasione dei mondiali di ciclismo. I ciclisti scolpiti in volata? Sono i big della Lega. Il New York Times lo definì un esempio di cattivo gusto. Non fu il solo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sondrio Buguggiate (Varese) La rotonda dei ciclisti padani

Varese Como

Buguggiate Castronno

Lecco

Vedano Olona Monza MILANO

Adro (Brescia)

Palazzago

Numerosi Soli delle Alpi nella scuola elementare

Bergamo Cividate al Piano Capriate San Gervasio Adro Brescia

Lodi Pavia Cremona Mantova Dosolo

Dosolo (Mantova) Castronno (Varese) Due Soli delle Alpi incisi sul ponte d'ingresso al paese

Strisce pedonali "verde Padania" davanti alle scuole



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ATTUALITÀ

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Quei primi nove mesi che scrivono la nostra vita Suoni, umore e sorrisi: c’è un segno nella gravidanza ELENA DUSI ROMA — Non è affatto un periodo di attesa. Tra il concepimento e la nascita, il bambino sta costruendo il suo futuro. E oggi alla scienza de “I primi nove mesi che delineano il resto della vita” dedica la copertina il magazine Time, partendo dal titolo di un libro appena pubblicato in America da Annie Murphy Paul per Free Press. Un tempo si raccomandava giusto di non bere né fumare. Ora si moltiplicano gli studi che legano l’umore della madre, il suo stress, l’intonazione della voce, i suoni che raggiungono l’utero, l’attività fisica e la presenza di certi ormoni al benessere alla vita futura del bimbo: del suo corpo come della psiche. La madre è una porta verso il mondo esterno che il figlio sfrutta (e dal quale è influenzato) molto più di quanto non si ritenesse in passato. L’ultima sorpresa arriva dall’università tedesca di Wurzburg. In uno studio su Current Biology i ricercatori hanno analizzato il pianto dei neonati in Francia e in Germania, osservando che nei loro primi vagiti i bimbi parlano già la lingua dei genitori. Il tono è crescente nei bebè francesi e calante in quelli tedeschi, in accordo con la melodia delle due lingue. E poiché il pianto è stato analizzato a tre giorni di vita, la conclusione è che i bambini hanno assorbito l’accento durante la gestazione. Voci e melodie musicali possono infatti essere ascoltati dal terzo trimestre in poi. «Durante la gravidanza il feto riceve un imprinting fortissimo», conferma Salvatore Alberico, primario di ostetricia all’istituto di ricerca materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste. «Anche nel campo delle gravidanze, uno dei problemi di salute in aumento è

Un numero sempre maggiore di studi scientifici svela il ruolo del periodo pre-natale nello sviluppo dei bebè

l’obesità». Fare ginnastica è consigliabile per la madre, dimostra uno studio dell’università di Bristol, perché aiuterà il figlio a mantenere la linea durante tutta la vita futura. «In condizio-

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APPRENDERE

DOLORE

Dalla 22esima settimana il bambino inizia a imparare: un suono che all’inizio lo spaventa (il bussare sul pancione con

Si ritiene che il bambino possa provare dolore a cominciare dalla 24esima settimana, ma su questa teoria non ci sono ancora evidenze certe

un apparecchio) diventa neutrale

L’intervista

“Mamme, non mangiate troppo è la chiave per far star bene i piccoli” UN TEMPO era la fame a fare paura per la salute di un figlio. La generazione dei bambini olandesi concepiti durante l’inverno ‘44-’45, gelido e sottoposto all’embargo tedesco, fu con attenTroppo cibo causa lo studiata zione: molti di quegli sviluppo eccessivo individui avevano del feto e può portare una testa sproporgrana problemi respiratori zionatamente de rispetto al corpo e del metabolismo per effetto della malnutrizione. «Oggi abbiamo il problema contrario: l’obesità delle donne può sfociare in diabete in gravidanza» spiega Dino Faraguna, direttore sanitario dell’Istituto materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste.

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Con quali effetti? «Il cibo è uno dei legami più diretti fra madre e figlio. I casi di sovrappeso che sfociano nel diabete causano uno sviluppo eccessivo del feto, che arriva a raggiungere i 5 chili (l’insulina è un ormone che promuove la crescita) e dopo la nascita potrebbe soffrire di problemi respiratori e del metabolismo». Oltre al peso corporeo, sono cambiati i livelli di stress? «Sempre più spesso le donne lavorano durante la gravidanza, e nessuno si sogna di chiedergli di smettere se non ci sono particolari problemi di salute. Il punto principale resta l’alimentazione sana. Ma quando in gioco c’è la salute del figlio, molte donne rispondono meglio ai nostri consigli rispetto al normale». (e.d.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

ni normali - spiega Alberico - consigliamo 50 minuti di attività aerobica come nuoto, bicicletta o camminata veloce. La madre non deve essere in affanno per non ridurre l’ossigeno che arriva al feto». Stress, ansia e paura raggiungono l’utero immediatamente. Sia attraverso l’ormone cortisolo che si fa strada attraverso la placenta, sia attraverso l’adrenalina che re-

stringe i vasi sanguigni e riduce il sangue diretto al bambino. L’effetto, in entrambi i casi, potrebbe essere un rallentamento dello sviluppo e un carattere più ansioso del normale. «Ma donna e bambino godono anche di un meccanismo di protezione», continua il medico. «Durante la gravidanza c’è un aumento di estrogeno e, di conseguenza, di endorfine: ormoni legati al buon umore e a una sensazione generale di benessere». Se si considera che il battito cardiaco della madre è il rumore principale che un bambino percepisce, si comprende come il relax di lei metta a proprio agio anche il figlio. Spingendosi molto in là nell’interpretazione dell’imprinting fetale, c’è anche chi ha attribuito agli ormoni della gravidanza la crisi finanziaria. Nel 2009 l’università di Cambridge dimostrò che i trader particolarmente imprudenti della city di Londra avevano l’anulare più lungo dell’indice in proporzioni superiori alla media. E poiché la lunghezza delle due dita potrebbe essere influenzata dalla quantità di testosterone assorbita dal bambino durante la gestazione, si è concluso che anche il crac finanziario ha avuto origine nel ventre materno. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ATTUALITÀ

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ROMANTICA La collezione di Antonio Marras, a destra, è una celebrazione del grembiule, sofisticato collage di pizzi, chiffon e ricami

VIVACE

SINUOSA

SPIRITOSA

PRIMAVERILE

FANTASIOSA

Da Ferrè mini abiti in paillettes colorate. L’ispirazione è la forza del jazz

Love Sex Money torna all’eleganza della semplicità che fa bella la donna

Righe, pois, tanta ironia e ipercolore per gli abiti Carioca firmati da Moschino

Colori pastello, fiocchi, ricami, piccoli volant per la ragazza bon ton di Blugirl

Pizzi, intarsi e fantasie floreali per la moda Anni 70 di Massimo Rebecchi

Divertirsi con i colori ecco la moda per gioco Da Versace abiti frizzanti. Etro: dominio cobalto LAURA ASNAGHI MILANO — «C’è voglia di giocare con la moda, riscoprendo il piacere di indossare cose belle e divertenti». Donatella Versace, più bionda e più sottile che mai, sostiene che, con i tempi che corrono, le donne sentono il bisogno di uscire dal grigiore, di farsi notare e “giocare con gli abiti”. Un gioco, il suo, «lievemente fetish», con abiti scolpiti sul corpo, “armati” di oblò che svelano le zone erogene della prossima estate: fianchi, spalle, schiena e una sottile striscia di pelle sotto il seno. Una nuova geografia del sexy che si combina con gli abiti stampati con la celebre greca di casa Versace, in chiave pop-art,

I dettagli SCARPA Dei Fratelli Rossetti la scarpa stile uomo a nido di rondine ma senza lacci. Dai colori estivissimi

VESTITO Colori cangianti, spalle nude e una nota sexy per l’abito giorno di Gattinoni

Marras: torna il grembiule da cucina. Da Blugirl elogio delle ragazze bon ton Con Loro Piana la giacca è in fibra di fiore di loto colorati e ironici. La moda è un business colossale, che Milano sostiene con sfilate evento e party (come quello offerto ieri notte da Donatella Versace e Franca Sozzani). Ma per uscire dalle secche della crisi, gli stilisti puntano su collezioni frizzanti, con decorazioni a go-go. Da Ferrè si viaggia sulle suggestioni del jazz. Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, i due giovani che disegnano la griffe, hanno cercato di ricreare lo spirito Ferrè con abiti in pitone intrecciato o in pelle con corsetti in macramè, da esibire con tacchi “carillon”, con specchietti sfaccettati, e borse da sera con decori vistosi quanto Cadillac. L’ironia e la leggerezza fanno da filo conduttore alla moda di Moschino. Il centimetri di stoffa della sarte ma anche il ditale e le forbici diventano decori di abiti, tutti a righe e pois, genere Carioca. Sulle passerelle il colore trionfa sul nero (in netto calo per l’estate), si fanno largo le gonne longuette e il grembiule da cucina, grazie ad Antonio Marras, vive il suo momento di

GIACCA Materiale innovativo che si adatta al corpo per la giacca Solar-life di Montecore

SANDALI Lo stile chic del tennis rivisitato da Alberto Guardiani nella linea Match Point

ZEPPE Realizzate in materiali naturali come legno, corda, sughero: sono le zeppe di Car Shoe

BORSA Si chiama Circle Bag ed è la nuova borsa Pirelli Pzero con l’originale maniglia a cerchio

gloria. Con la delicatezza che lo contraddistingue, Marras ne fa un capo romantico, tutto trine, pizzi, trasparenze, da indossare con lingerie da educanda. «Mi sono ispirato alle atmosfere dell’ultimo film di Jane Champion che racconta una struggente storia d’amore» racconta lo stilista. La sua sfilata si chiude con 45 modelle, tutte in grembiule e voli di farfalle di carta. Ogni maison cerca di esaltare un tema forte. E da Etro, è l’abitofoulard, in un mix di colori cobalto, corallo, turchese, a dominare la scena. Gli abiti, lussuosi, accarezzano il corpo, mescolati a gioielli e a borse con dettagli folk, tribali e amuleti, «tutti simboli della realtà multietnica in cui viviamo oggi» spiega Veronica Etro. Le stampe foulard dai disegni geometrici o floreali si ritrovano anche da Massimo Rebecchi che incornicia le sue mise con lunghe frange e collane gioiello. Blugirl è un inno alle ragazze bon ton, con i loro vestiti a pois o tempestati di paillettes colorate e tanti fiocchi, volant e bordi con strass, perle e fiori in plexiglass. Un guardaroba malizioso per ragazzine tutt’altro che ingenue, pronte a sedurre con il loro sorriso e un lieve filo di trucco. Pochi fronzoli anche per Love Sex Money, il marchio di Lorella Signorino, stilista e imprenditore che teorizza l’importanza di tornare alla semplicità. Sotto i tailleur in lino, piccole bluse di chiffon e body in pizzo, per evitare l’effetto nudo. Più che spettacolare, invece, la moda di Gaetano Navarra, per i suoi 20 anni di carriera ha offerto una carrellata dei suoi “must”, dai bustier in maglia, alle tute cargo, dai mini abiti in broccato ai pepli da dea. Da Loro Piana, una vera novità. Le giacche fatte con la fibra del fiore di loto, un filato prezioso che arriva dalla Birmania. Per farne cinque ci vuole un mese di lavoro, il tempo necessario per tessere 50 metri di filato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LUSSUOSA Preziosi abiti foulard che scivolano sul corpo con grande sensualità. Da Etro le sete si sposano ai gioielli etnici

L’evento

Gherardini festeggia i 125 anni con la shopping bag dell’anniversario

CELEBRATIVA La borsa di Gherardini per i 125 anni ripercorre la storia del brand

GHERARDINI festeggia i 125 anni di storia con la borsa pop che riproduce il volto di Gariboldo, il fondatore dell’azienda, in via della Vigna a Firenze. Artigiano, di fede anarchica, ha iniziato la sua carriera producendo eleganti astucci che piacevano tanto ai turisti inglesi, in visita a Firenze. La storia di questa maison è raccolta nel libro edita da Electa-Mondadori, scritto da Eva Desiderio, critica di moda. Tra le borse di culto di Gherardini ci sono quelle ”softy” in tessuto plastificato.


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Il caso

Lo stilista di C’n’c suggerisce mise più equilibrate. Eleganza e passamanerie per Kristina Ti

Inno allo stile anti-velina Capasa: basta volgarità MILANO — «Vedo in giro tanto cattivo gusto tra i giovani, basta con gli eccessi di volgarità». Ennio Capasa, lo stilista di C’n’c, linea che mescola la sartorialità allo spirito rock, sfila in piazza Duomo e propone una moda “anti-velina”. «Essere giovani non significa essere autorizzati a mostrare la lingerie, a usare gonne strette e inguinali — dice — . Ai party per il festival del Cinema di Venezia, come quello offerto per Sophia Coppola, ho notato ragazze vestite in modo volgare. Ma anche davanti ai licei si vedono scene poco confortanti. Con adolescenti dalle magliette ridotte ai minini termini e short imbarazzanti». E, così, per suggerire mise più equilibrate, Ennio Capasa ha fatto sfilare abiti dalle linee fluide, nei colori perla, corallo, giallo e topazio. Decisamente chic ed elegante nella sua dichiarata ingenuità mista a malizia, la collezione di Kristina Ti, tutta un gioco di passamanerie applicate su eterei abiti di chiffon, in pelle laserata e con petali bianchi su tulle. In prima fila, ad applaudire giovani attrici come Martina Codecasa e Arianna Nastro (la quattordicenne del film “La solitudine dei numeri primi”) e ragazze famose come Francesca Versace, Clementina Montezemolo e Virginia Galateri. Il bon ton, stile couture, sfila con Albino. Ai quadri dei maestri della pittura barocca ha rubato dettagli, come i cesti di frutta e i volti dei personaggi, che diventano micro stampe su lunghi abiti in seta dalla doppia vita, belli in spiaggia ma anche alle feste notturne. Ai piedi, niente tacchi: solo sandali bassi per avere un’andatura naturale. (l.a.)

SEVERA

DIAFANA

L’anti-velina di C’n’c disegnata da Ennio Capasa porta abiti fluidi dai colori forti

Abiti eterei e giochi di tulle per la fanciulla maliziosa in scena da Kristina Ti

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La novità

Marilyn, Jackie, Evita e Jane Birkin quattro muse per i jeans Mason’s

ARTISTICA Nella collezione di Versace tornano gli abiti con le classiche greche della maison, questa volta declinate in chiave pop art

QUATTRO muse ispiratrici per Mason’s. Sono Jackie Kennedy, Marilyn Monroe, Evita Peron e Jane Birkin. Per ognuna di loro sono stati realizzati pantaloni ad hoc. Quelli di Jackie sono attillati e perfetti da indossare con un pullover e un giro di perle. Per Marilyn (a sinistra) il creativo di Mason’s, Nicola Martini, ha realizzato un modello militare, che ricorda quello che indossava la Monroe quando si esibì davanti a migliaia di soldati impegnati sul fronte di guerra in Corea. Per Evita veri cargo con toppe alle ginocchia e tasche da guerrigliera che avrebbe potuto indossare nelle piazze argentine dove la folla andava in delirio per lei. Il modello Jane Birkin è sempre attrezzato con tascone ma è più attillato e adatto a donne che si sentono eterne ragazze. Mason’s ha presentato la nuova collezione con un allestimento artistico. C’erano modelle che rifacevano il verso alle muse ispiratrici e altre issate su casse da trincea, per evocare lo stile militare del marchio.




Genova, 2-10 Ottobre 2010

FINANZA&MERCATI

Walk on the sea genoaboatshow.com

Ieri FTSE MIB ....................20607,72 FTSE IT ALL.................21173,27 FTSE IT STAR ..............10888,18 FTSE IT MID ................23616,06 COMIT ...........................1026,30 FUTURE.......................20521

ECONOMIA

(+1,70%) (+1,57%) (+1,07%) (+1,29%) (+0,55%) (+1,72%)

I migliori

Principali titoli del Mercato azionario

FTSE MIB Var.% Cir ..........................................................5,18 Pirelli & C. ...............................................4,09 Mediolanum ...........................................4,03 Bulgari....................................................3,31 Intesa Sanpaolo ......................................3,28

Titolo

I peggiori

IL MERCATO ALESSANDRO PENATI

IL FUTURO DI UNICREDIT SENZA UNA ROTTA BBIAMO letto di tutto. Della scalata strisciante di Gheddafi alla prima banca italiana. Del ritorno della politica nelle banche. Dell’arroganza di Profumo e delle sue inclinazioni politiche. Di schemi di governance come fossero di calcio: amministratore delegato più quattro vice, o presidente più amministratore delegato più direttore generale; e i country manager al centro o sulle ali? Di complotti: Profumo e libici contro le Fondazioni, che da vecchie volpi si coalizzano coi tedeschi per farlo fuori. Degli interessi di Berlusconi e del solito entourage di “potenti” (Geronzi, Letta, Tarak BenAmmar). Della solita liquidazione milionaria, perché hai gestito male e ti cacciano; dopo anni di mega bonus perché hai gestito bene. Della rediviva “attenzione” al territorio delle banche, col sindaco a reclamarla in Tv. E naturalmente della vexata quaestio: le

A

pessimo gestore della rete. Non basta dire che il titolo Unicredit ha perso il 70% dai massimi: l’indice europeo di settore ha perso il 63% nello stesso periodo. Né che la voglia di impero all’estero ha danneggiato la banca: dalla fusione con Hvb, la performance di Unicredit è stata identica alla media delle banche europee. Piuttosto, si può dire che Profumo non sia stato all’altezza delle aspettative di eccezionalità, che lui stesso ha avallato: e paga per essere stato, alla fine, solo nella media. I problemi di Unicredit nascono da una crescita perseguita attraverso l’acquisizione di banche (Hvb e Capitalia) con un portafoglio prestiti vasto e più rischioso della media; e proprio negli anni precedenti la crisi. A volte strapagando: quasi 18 miliardi per Capitalia, meta dell’intero valore odierno di Unicredit. Così oggi ha un rapporto tra prestiti alla clien-

Preoccupa che a decidere le strategie della banca siano persone come Rampl, Biasi o Palenzona

Fondazioni sono cavalli di troia della politica o fonte di stabilità per il sistema bancario? Un circo grottesco. Tutto sommato divertente, se non coinvolgesse la maggiore banca italiana, l’unica veramente internazionale. Premesso che è dovere di un consiglio di amministrazione nominare e rimuovere il capo azienda, e che la sostituzione del vertice di una banca di questi tempi, vista la crisi, non dovrebbe fare scalpore (all’estero, quasi la norma), il defenestramento di Profumo, a prescindere dai suoi meriti o demeriti, ha messo in luce una catastrofe di governance. E se questa è una delle nostre maggiori e più visibili società, c’è da preoccuparsi. Quando si caccia il capo di una società quotata, bisognerebbe avere le idee chiare su quali errori ha fatto nella gestione, o nella strategia, per spiegarlo a tutti gli azionisti (68% del capitale di Unicredit è disperso tra investitori di minoranza), e soprattutto per poter delineare il profilo del sostituto, dargli un chiaro mandato, e condividere gli obiettivi. Non ci sono manager o banchieri per tutte le stagioni: crescere è una cosa, ristrutturare, un’altra; e un bravo banchiere di investimento può essere un

tela e attività totali tra i più elevati in Europa, e una maggiore esposizione alle imprese. Con la crisi, dunque, anche le sofferenze sono più alte della media. Le strategie possibili sono diverse; ma bisogna ridimensionare le aspettative di redditività e dividendi. La decisione di quale strategia e con quali manager, spetta all’attuale consiglio. Ma se i soci di controllo non hanno le idee chiare, o non le hanno, non c’è schema di governance che tenga. Dovrebbe preoccupare che a decidere il futuro di Unicredit siano persone come Rampl, Biasi o Palenzona: il primo, era amministratore delegato di Hvb, acquisita da Unicredit perché navigava in cattive acque; il secondo, è presidente di Fondazione, ma anche imprenditore in crisi; e il terzo agisce da presidente della Crt, anche se da tempo non occupa più quella poltrona. Quanto alle Fondazioni, meglio stiano il più lontano possibile dalle banche: è nel loro interesse. Quando hanno ridotto le partecipazioni bancarie, per investire altrove, ci hanno guadagnato; quando si sono prestate ai giochi di controllo delle banche, ci hanno rimesso. UniCredit è l’ennesima conferma. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pr. Rif €

A2A.............................................1,133 Ansaldo Sts .................................9,645 Atlantia .....................................15,280 Autogrill ......................................9,275 Azimut ........................................7,075 Banca Generali ............................8,870 Banco Popolare ...........................4,718 Bca Pop.Milano ...........................3,640 Bulgari ........................................6,560 Buzzi Unicem ..............................7,800 Campari ......................................4,430 Cir...............................................1,482 Enel ............................................3,920 Eni ............................................15,730

Impregilo...............................................-1,02 Autogrill ................................................-0,38 Campari ................................................-0,34 Parmalat.................................................0,26 Snam Gas ...............................................0,34

Profumo

la Repubblica

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

0,62 1,63 1,39 -0,38 0,57 1,66 2,17 1,68 3,31 2,16 -0,34 5,18 1,29 0,38

Exor ..........................................16,580 Fiat ...........................................11,140 Finmeccanica..............................8,410 Fondiaria-Sai ..............................7,655 Generali ....................................14,920 Geox ...........................................4,053 Impregilo.....................................2,192 Intesa Sanpaolo...........................2,440 Italcementi..................................6,505 Lottomatica...............................11,270 Luxottica...................................19,810 Mediaset.....................................5,265 Mediobanca ................................6,870 Mediolanum................................3,288 Monte Paschi Si...........................1,037 Parmalat .....................................1,905

0,91 3,05 0,72 0,72 2,12 1,19 -1,02 3,28 1,32 0,54 0,56 1,06 1,25 4,03 3,18 0,26

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Pirelli & C.....................................5,980 Prysmian ..................................13,420 RCS Mediagroup .........................1,133 Saipem .....................................28,730 Snam Gas....................................3,700 STMicroelectr..............................5,695 Telecom IT ..................................1,031 Tenaris .....................................14,130 Terna ..........................................3,118 UBI Banca ...................................7,150 UBI w 09-11 ................................0,009 Unicredit .....................................1,891 Unipol .........................................0,541 W Mediobanca 11........................0,025

4,09 3,07 2,72 0,56 0,34 1,33 0,49 0,43 0,81 1,35 -3,12 3,28 0,93 -5,93

Oro e argento, corsa senza fine industria tedesca, sale la fiducia Ottimismo in Borsa malgrado il calo degli ordini Usa ELENA POLIDORI ROMA — Come sempre nei momenti di tensione l’oro si conferma il bene rifugio per eccellenza. Così, mentre si riaffaccia il rischio debito sovrano, soffrono i titoli di stato dei paesi Ue più deboli, l’Irlanda parla di un attacco speculativo ai suoi danni e la Grecia è piegata dagli scioperi, sui mercati l’oro corre: a Londra, per la prima volta, supera la barriera dei 1.300 dollari l’oncia. Un record. Da inizio d’anno è cresciuto del 18%. In questo rally inarrestabile sono coinvolti anche gli altri metalli preziosi: l’argento è ormai ai massimi da trent’anni con quota 21, 35 dollari e da gennaio si è apprezzato del 26%. Guadagna anche il platino (1647,9 dollari) . Diversi analisti sono convinti che la corsa dell’oro è destinata a continuare; c’è chi scommette che entro l’anno supererà i 1.500 dollari l’oncia. L’oro splende ma i dati macroeconomici sullo stato di salute dell’economia restano contraddittori, specchio di una realtà a luci e ombre. In Germania, l’indice che misura la fiducia delle imprese tedesche sale più delle attese, al massimo da tre anni. Negli Usa, invece, gli ordini dei beni durevoli accusa-

no ad agosto un ribasso dell’1,3%, superiore alle aspettative. Al netto dei trasporti, si registra però un rialzo del 2% contro un +1% previsto. Sempre negli Usa, le vendite di nuove case ad agosto restano invariate (228 mila unità): è il secondo mese peggiore dal 1963. L’indice euro-coin di Banca d’Italia segnala a settembre un indebolimento della ripresa, rispetto alla prima metà dell’anno. Ignazio Visco, vicedirettore generale dell’Istituto, avverte che l'Italia con la crisi ha sofferto una delle maggiori riduzioni di attivita' tra le economie dei pae-

CITTA’ DI TEGGIANO (SA)

CITTA’ DI TEGGIANO (SA)

ESTRATTO ESITO DI GARA

ESTRATTO ESITO DI GARA

STAZIONE APPALTANTE: Comune di Teggiano, Piazza Municipio, 84039 - TEGGIANO (SA) Tel. 0975587811, Fax 0975587833. PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: procedura aperta, ai sensi degli artt. 54 e 55 del D.Lgs. n. 163/2006 con il criterio del prezzo più basso, mediante ribasso sull’importo dei lavori posto a base di gara. OGGETTO DELL’APPALTO: LAVORI DI COSTRUZIONE RETE FOGNANTE COLLETTORE ‘CB’ LOTTO FUNZIONALE: TRATTO FOSSO S. MARTINO - BARCA - DEPURATORE ; DETERMINA n. 11 DEL 30/07/2010 CUP: D83C07000040006 - CIG: 05240847CA. LOCALITA’ DI ESECUZIONE: Teggiano - Loc. Barca; IMPORTO A BASE D’APPALTO: Euro 596.278,05, IVA esclusa, di cui per lavori soggetti a ribasso d’asta Euro 589.653,10 e per oneri relativi alla sicurezza Euro 6.624,95; GARA: esperita in data 16.09.2010; DITTE PARTECIPANTI: N° 230 concorrenti; DITTE AMMESSE: N° 204 concorrenti; ESITO GARA: I lavori sono stati aggiudicati alla Ditta: “EREDI PEPE SALVATORE S.n.c.” da Sarconi (PZ), che ha presentato un ribasso del 33,827%, corrispondente ad un’offerta di Euro 390.191,15, al netto degli oneri per la sicurezza. La seconda migliore offerta, che segue in graduatoria quella dell’aggiudicatario, risulta quella presentata dal concorrente: “COSTRUZIONI DI TELLA FIORENZO & C. S.n.c.” nella misura di un ribasso del 33,826%. Teggiano, 23.09.2010

STAZIONE APPALTANTE: Comune di Teggiano, Piazza Municipio, 84039 - TEGGIANO (SA) Tel. 0975587811, Fax 0975587833. PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: procedura aperta, ai sensi degli artt. 54 e 55 del D.Lgs. n. 163/2006 con il criterio del prezzo più basso, mediante ribasso sull’importo dei lavori posto a base di gara. OGGETTO DELL’APPALTO: LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE CENTRO STORICO - PIAZZE E SLARGHI ; DETERMINA N. 10 DEL 30/07/2010 CUP: D38D08000260000 - CIG: 0524072DE1. LOCALITA’ DI ESECUZIONE: Teggiano capoluogo; IMPORTO A BASE D’APPALTO: Euro 714.764,20, IVA esclusa, di cui per lavori soggetti a ribasso d’asta Euro 700.579,82 e per oneri relativi alla sicurezza Euro 14.184,38; GARA: esperita in data 18.09.2010; DITTE PARTECIPANTI: N° 111 concorrenti; DITTE AMMESSE: N° 100 concorrenti; ESITO GARA: I lavori sono stati aggiudicati all’A.T.I.: “SCAGLIONE COSTRUZIONI GENERALI s.r.l. - FUMO s.r.l.” di Colliano (SA), che ha presentato un ribasso del 33,381%, corrispondente ad un’offerta di Euro 466.719,27, al netto degli oneri per la sicurezza. La seconda migliore offerta è risultata quella presentata dal concorrente: “T & T Italia S.p.a.” con un ribasso del 33,340%. Teggiano, 17.09.2010

IL RESPONSABILE DELLA P.O. F.to Geom. Cono DE LUCA

IL RESPONSABILE DELLA P.O. F.to Ing. Angelo INNAMORATO

REGIONE VENETO - AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA ESTRATTO BANDO DI GARA Si rende noto che l’Azienda Ospedaliera di Padova con deliberazione del Direttore Generale n. 899 del 26/08/2010, ha indetto gara, mediante Procedura Aperta, per la fornitura, chiavi in mano, di APPARECCHIATURE RADIOLOGICHE con relativi lavori edili e tecnologici , in lotto unico, per l’U.O. di Neuroradiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova per una spesa presunta di EURO 6.962.000,00 IVA esclusa. Importo netto dell’appalto soggetto a ribasso EURO 6.920.000,00 iva esclusa; di cui EURO 5.880.000,00 Apparecchiature e contratto di manutenzione full-risk quadriennale ed EURO 1.040.000,00 per lavori edili e tecnologici. Oneri di sicurezza non soggetti a ribasso pari a EURO 42.000,00. L’offerta, formulata secondo quanto previsto nel Disciplinare di Gara e corredata da quanto nello stesso richiesto, dovrà pervenire entro le ore 12.00 del 23/12/2010, all’Ufficio Protocollo dell’Azienda Ospedaliera di Padova , via E. Degli Scrovegni, n. 14 – 35131 PADOVA, con le modalità stabilite nello stesso Disciplinare.Per ulteriori informazioni telefonare al Dipartimento Interaziendale Acquisizione e Gestione Beni e Servizi – tel. n. 049/821.6987-6988 – 6989 – 6082 - 4611.Il testo integrale del Bando di gara, che è stato trasmesso in data 21/09/2010 per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europa è disponibile, unitamente al Disciplinare di Gara, al Capitolato d’Oneri, al Capitolato Tecnico, sul sito aziendale www.sanita.padova.it. Padova, lì 21/09/2010

IL DIRETTORE GENERALE (Dott. A. Cestrone)

si avanzati, "non per le difficoltà del sistema bancario, che ha retto meglio che altrove, ma per gli effetti reali della recessione". Malgrado tutto, in Borsa prevale l’ottimismo: ovunque in Europa compare il segno più; Milano chiude con un rialzo dell’1,22%. Guadagna anche Wall Street. L’euro si apprezza e sfiora quota 1,35 sul dollaro. Gli esperti tuttavia invitano alla cautela: le tensioni covano. Di nuovo il ministro irlandese Lenihan interviene per denunciare l’esistenza di un attacco speculativo e assicura: «Faremo tutto il necessario per protegge-

re l’euro». Di nuovo il commissario Ue Rehn ribadisce la sua fiducia nel rigore delle autorità di Dublino. Ma sui mercati il differenziale di rendimento tra i titoli irlandesi e il bund tedesco è ancora a livelli record. Stesse tensioni anche per il Portogallo. Soffrono i titoli spagnoli mentre il governo Zapatero annuncia le nuove misure lacrime e sangue per il 2011. In sintesi: più tasse per i ricchi e drastici tagli alla spesa pubblica. La Finanziaria sarà votata dal Parlamento il 30 settembre; già proclamato per il 29 uno sciopero generale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Energia

L’Authority recupera 166 milioni concessi a false centrali “verdi” ROMA — L’Autorità per l’Energia ha individuato, e in larga parte recuperato, 166 milioni di euro di incentivi alle fonti rinnovabili indebitamente percepiti negli ultimi anni. Le somme recuperate (110 milioni già versati) saranno utilizzati per ridurre il costo futuro delle bollette dei consumatori. Il bilancio dell’Autorità è riferito ai controlli svolti negli ultimi cinque anni con la collaborazione della cassa conguaglio per il settore elettrico (Ccse). Nel dettaglio, sono realizzate 130 ispezioni su un parco di centrali per una potenza complessiva di 9.350 Mw, il 43% di queste costituito da impianti alimentati da fonti assimilate, ovvero centrali di tipo tradizionale (di solito utilizzano rifiuti o scarti industriali), ma che possono chiedere di essere parificate a quelle che utilizzano fonti realmente rinnovabili. «Il tutto si è sviluppato con efficienza — spiega l’Autorità — perché il costo per i controlli effettuati è stato inferiore a 1,5 milioni di euro. I recuperi aiutano il contenimento delle bollette»

PRESIDENTE Alessandro Ortis guida l’Autorità dell’energia e del gas dal 2003


BORSE EUROPEE Paese/Indice 24-09 Amsterdam (Aex) ..................337,85 Bruxelles-Bel 20 .................2601,61 Francoforte (Xet Dax)...........6298,30 FTSE Eurotrack 100 ............2261,06 Londra (FTSE 100)...............5598,48 Madrid Ibex35 ..................10727,60 Oslo Top 25...........................348,13 Parigi (Cac 40) ....................3782,48 Vienna (Atx) ........................2533,37 Zurigo (SMI) ........................6360,77

Var.% +1,51 +1,21 +1,84 +1,11 +0,93 +2,15 +0,56 +1,94 +1,48 +0,91

BORSE INTERNAZIONALI

EURIBOR

Paese/Indice 24-09 DJ Stoxx Euro........................267,58 Hong Kong HS...................22119,43 Johannesburg ..................27145,68 New York (S&P 500) ............1148,54 New York (DJ Ind.).............10859,50 Nasdaq Comp. ....................2381,22 Singapore ST ......................3092,68 Sydney (All Ords).................4651,51 Tokio (Nikkei)......................9471,67

SCADENZA 1 mese

Var.% +1,79 +0,05 +2,10 +1,85 +2,33 +0,31 -0,61 -1,02

la Repubblica

ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,6180

TASSO 365 0,6266

CORONA DK...............................7,4505 CORONA N.................................7,9475 CORONA S.................................9,2070 DOLLARO AUS ...........................1,4047 DOLLARO CDN...........................1,3801 DOLLARO USA ...........................1,3412 FRANCO CH ...............................1,3163 STERLINA UK.............................0,8535 YEN J ....................................113,2000

+0,012 +0,354 +0,017 -0,078 +0,043 +0,668 +0,190 +0,347 +0,631

VALUTE

24 SETTEMBRE Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 24 SETTEMBRE Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano

MATTINO

SERA

31,59 1.298,00 -

31,30 1.297,00 538,51 41,49 14,18

DENARO

LETTERA

215,62 215,62 215,62 945,12 167,33

235,01 235,01 235,01 1.022,58 189,02

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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Gm, il governo americano non scende sotto il 50% L’obiettivo è vendere quando le azioni saliranno. Ma la casa automobilistica protesta ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK — Mentre la brasiliana Petrobras non ha avuto difficoltà, ieri, nel finalizzare un aumento record di capitale, collocando in Borsa azioni per ben 70 miliardi di dollari, l’americana General Motors ha ridimensionato le sue ambizioni per il ritorno a Wall Street, previsto per il prossimo novembre. Il ministero del Tesoro di Washington, infatti, che a seguito del salvataggio possiede il 61% della casa automobilistica, ha fatto capire di non avere intenzione, per il mo-

Con l’Ipo di novembre sul mercato una quota da 8-10 miliardi di dollari mento, di cedere tutto il suo pacchetto. Risultato: l’Ipo (initial public offering) metterà sul mercato azioni della nuova Gm per un valore di soli 8-10 miliardi di dollari. Il resto sarà venduto in tempi successivi, nella speranza che le quotazioni crescano e che il governo possa recuperare i

49,5 miliardi iniettati nell’azienda di Detroit durante i mesi più critici a cavallo del 2008-09. L’orientamento del Tesoro non piace ad Ed Whitacre. L’artefice del rilancio della Gm, che il primo settembre ha già lasciato la poltrona di chief executive a Dan Akerson e che a fine anno abbandonerà anche quella di presidente, avrebbe voluto liberarsi al più presto della partecipazione dello stato. «Non vogliamo essere chiamati Government motors», ha detto più volte Whitacre, riferendosi allo spiacevole soprannome affibbiato alla Gm dopo l’ingresso del governo. Anche le banche che lavorano con il colosso di Detroit, e in particolare quelle scelte per guidare l’Ipo (Morgan Stanley, JPMorganChase, Bank of America, Citi-

group), avrebbero preferito un’offerta in grande stile, vicina a quella di 19,6 miliardi della Visa nel marzo 2008. In questo modo gli istituti finanziari avrebbero potuto massimizzare i compensi. Ma Neil Barofski, l’ispettore generale per il Tarp, il programma di aiuti del governo, ha chiarito che il suo obiettivo è di «ottenere il massimo per i contribuenti americani». E questo a suo avviso non si realizza con un maxi-piazzamento, ma vendendo una parte consistente delle azioni quando la ripresa si sarà consolidata e le quotazioni della Gm saranno risalite. E’ quindi possibile che la Casa Bianca di Barack Obama finisca per mantenere a lungo il controllo della multinazionale di Detroit. Per recuperare gli importi ver-

L’intervista

Argenti, vice presidente del gruppo finlandese: così contrastiamo la concorrenza

“Nokia, telefonini su misura contro i conformisti del cellulare” LUCIO CILLIS ROMA — IPhone e iPad pressano da vicino Nokia. E il gruppo finlandese, che copre il 40% del mercato dei cellulari, accetta la sfida e va alla guerra degli smartphone e dei tablet, partendo dai propri punti di forza - il nuovo sistema operativo Symbian 3, le mappe gratuite “Ovi” - ed entrando in gioco sul campo preferito dal concorrente Apple. «Per noi il lancio di uno smartphone non è questione di mode. Non puntiamo ad imporre una sorta di “pensiero unico” ai nostri utenti, né vogliano trasformare i gusti delle persone», spiega Marco Argenti, vice presidente di Nokia, l’unico italiano al vertice della società. «Il nostro impegno è comprendere la realtà muovendoci su un mercato globale fatto di 190 Paesi. E lo facciamo cercando di restare saldamente collegati ai bisogni di chi utilizza un cellulare». E’ un terreno fertile sul quale lanciare la sfida e seminare applicazioni intelligenti, nuovi servizi e cellulari. Non crede che proprio l’ampia varietà di prodotti offerti da Nokia, con prezzi dai 50 ai 700 euro, possa trasformarsi in uno dei vostri punti deboli? «No, questa al contrario è stata e sarà sempre la nostra forza. Il sistema Symbian 3, ad esempio, rappresenta un enorme passo in avanti. Noi preferiamo restare focalizzati su prodotti ben distinti tra loro, per funzioni e fascia di prezzo. Insomma, non esiste un telefono che vada bene per tutti. Al contrario, vanno capiti gusti e

Marco Argenti

L’alleanza

Un tablet in diretta concorrenza con iPad? Abbiamo stretto una alleanza con Intel, siamo pronti a nuove sfide culture locali». Apple e Samsung vi combattono sul vostro terreno preferito, quello della telefonia mobile. Farete altrettanto? «Nokia è leader nella mobilità, che è al centro di tutti i nostri servizi e prodotti siano essi telefoni, pc o altro». Lancerete, dunque, un tablet in concorrenza con l’iPad? «Posso dire che abbiamo stret-

to una importante partnership con Intel. Da questa alleanza è nata Meego, una nuova piattaforma software basata su Linux, che girerà sia sui telefoni che sui pc, booklet, tv e molto altro. Siamo pronti a nuove sfide». Qual è l’identikit dello smartphone che porteremo con noi nei prossimi anni? «Il cellulare avrà sempre più bisogno di applicazioni intelligenti. Questo è un settore in forte crescita che già oggi sta cambiando le nostre vite e lo farà sempre di più in futuro». Ci faccia un esempio. «Pensi al traffico di una grande città o di un’autostrada. Con un cellulare Nokia dotato di mappe “Ovi” è possibile avere in tempo reale, in modo trasparente e anonimo, una quantità enorme di dati. Come lo stato del traffico o le condizioni meteo. Ma ci sono anche altre applicazioni che possono interagire e migliorare enormemente la qualità della nostra vita» Quali? «Penso alla sveglia intelligente, non la solita sveglia che troviamo sui cellulari. Ma un programma nel quale immettere semplicemente data e ora di un appuntamento. Ad esempio, se devo essere in aeroporto alle 10 del mattino, questa applicazione si occuperà di verificare lo stato del traffico sul percorso e le condizioni meteo, proprio grazie al server delle mappe Ovi. Sarà questo programma a decidere a che ora svegliarmi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

sati alla Gm il governo dovrebbe vendere le 304 milioni di azioni che ha in mano a 133,78 dollari ciascuna. Una cifra non irrealistica, almeno nel futuro, perché la casa automobilistica nata dalle ceneri della vecchia Gm è riuscita, grazie agli sforzi di Steven Rattner e del team dell’auto di Obama, ad abbassare i costi e recuperare produttività. Ma il Tesoro considero rischioso procedere subito a una maxi-vendita perché potrebbe far scendere il prezzo. Di qui la decisione di procedere per tappe. Ieri il governo brasiliano è riu-

In porto l’aumento di capitale da 70 miliardi della brasiliana Petrobras scito a aumentare la sua quota nel capitale della Petrobras, che dal 40% ha raggiunto il 48. Il presidente del paese, Luiz Inacio Lula da Silva, ha esultato per il risultato del collocamento: «Si apre — ha detto — un nuovo capitolo nella storia del Brasile». © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica Genova, 2-10 Ottobre 2010

Walk on the sea genoaboatshow.com

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

IMPRESE

&MERCATI ■ 38

Unicredit, le Fondazioni accelerano sui vertici Palenzona e Biasi cercano il consenso su Orcel ad e Nicastro direttore generale ANDREA GRECO MILANO — Mentre il titolo Unicredit si rincuora in Borsa (+3,28%, in linea con la ripresa del settore) i pesi massimi della banca accelerano sul nuovo assetto di vertice, che in un paio di settimane porterà alla nomina del successore di Alessandro Profumo. E con probabilità anche di un direttore generale. In queste ore Rampl e le grandi Fondazioni (Verona e Torino) menano le danze. Lavorano all’unico disegno concreto esistente, sapendo che più passa il tempo più rischiano interferenze politiche e non. Il loro progetto prevede Andrea Orcel amministratore delegato e Roberto Nicastro direttore generale (una carica che, se ripristinata, piacerebbe a Bankitalia, che in passato chiese invano a Profumo di separare le due funzioni). Orcel è un banchiere d’affari che si affermò a Merrill Lynch, venne un po’ accantonato quando fu rilevata da

Dubbi dei tedeschi sul manager di Merrill Lynch E Rampl prova la mediazione Bank of America ma continua a rivestirvi ruoli globali. Nicastro guida le attività retail di Unicredit, ed è tra i quattro vice ad. Con il tandem si vorrebbe mantenere il profilo internazionale del gruppo e al contempo presidiare i territori e le attività commerciali, in un momento cruciale, poiché dal 1° ottobre parte il riassetto “One4C” che raggruppa le società italiane sotto la holding unica. Il presidente Dieter Rampl, che ha assunto pro tempore ed eccezionalmente le deleghe di ad, vedrà martedì la dirigenza per un meeting sulle strategie interne, a cominciare dall’avvio di “banca unica”. Ci sarà, con Nicastro, Gabriele Piccini, da poco nominato country manager apposta. Ma è probabile che Rampl lavori anche nel weekend, per tessere la tela del consenso di tutti gli azionisti sul futuro ticket. Pure perché, se è vero che non ci sono grandi alternative disponibili — Alberto Nagel di Mediobanca si sarebbe chiamato fuori, come l’ex Goldman Sachs Claudio Costamagna — Orcel dovrà vincere lo scetticismo di molti. Dei soci tedeschi, che lo trovano troppo legato alla parte “italiana” della banca (specie alla Cariverona). Ma anche dei soci privati come Maramotti e Pesenti, inclini a un banchiere commerciale più che a un dealmaker, seppure affermato. Anche al Tesoro, dove Giulio Tremonti non ha ancora smaltito la rabbia per come è stato allontanato Profumo, il nome del candidato pare visto criticamente. Nelle ultime ore s’era affacciata la candidatura di Vittorio Grilli (dg del Tesoro), ma in banca non trova credito; invece sarebbe stato contattato l’ex ad di Capitalia, Matteo Arpe, definito dal Financial Times «il profilo ideale». Quale sia il prescelto, dovrà infine non dispiacere troppo a Bankitalia; che avrebbe chiesto, oltre alle precisazioni per lettera di inizio settimana, aggiorna-

menti in tempo reale sulla delicata ricerca dell’ad. Sommando tutto questo, Rampl troverà arduo convocare un comitato nomine nei prossimi giorni, al contempo tenere buone le istituzioni e giovedì 30 portare nel cda di Varsavia il nome blindato del successore. Tanto più che alcuni consiglieri tedeschi e indipendenti stareb-

bero meditando di proporre un mandato a cacciatori di teste, per osservare le migliori prassi di arruolamento dell’erede. Intanto ieri, a Parigi, si è fatto avanti un autorevole candidato per Pioneer, la società di gestione del risparmio che Unicredit aveva deciso di «valorizzare», con partnership o vendita. «Siamo in-

teressati in linea di principio a Pioneer, ma non è ancora in vendita. Se lo sarà la guarderemo e potremmo anche pensare una partnership», ha detto Georges Chodron de Courcel, alto dirigente di Bnp Paribas, aggiungendo però che il dossier potrebbe rallentare, dopo l’uscita di Profumo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SARA BENNEWITZ AFFARI IN PIAZZA IL MESE CALDO DI GREEN POWER

nel Green Power scalda i motori per sbarcare in Borsa il primo di novembre. Per l’unico collocamento di rilievo del 2010 alla fine si è deciso di non reclutare azionisti preferenziali, ma di rivolgersi esclusivamente al mercato, piccoli o grandi investitori che siano. Entro il 2 ottobre le banche faranno le loro valutazioni sul prezzo, subito dopo è atteso il via libera della Consob al prospetto e così il 4 ottobre verrà stabilita la forchetta. Fino al 28 ottobre il management girerà le piazze finanziarie per illustrare le prospettive di crescita dell’azienda di energie rinnovabili. Il 29 ottobre è previsto l’incontro per fissare il prezzo del debutto, che arriverà dopo la festa di Halloween. E’ presto per dire se sarà un dolcetto o uno scherzetto, ma l’interesse per Egp è grande, soprattutto, dall’estero.

E

Il presidente Dieter Rampl ha il compito di trovare presto il successore di Profumo

Il retroscena

E sull’uscita di Profumo scatta la gara dello “scaricabarile”

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GIOVANNI PONS TRIBUNALE DI TREVISO - N. 547/2007 Registro Esecuzioni Notaio Delegato Anna Favarato Si rende noto che il giorno 18 gennaio 2011 alle ore 10.00 presso l’A.P.E.T., Treviso, Viale Giuseppe Verdi 23; si procederà alla vendita senza incanto dei seguenti immobili. Lotto primo: Piena proprietà per l’intero. - Unità unifamiliare, in Comune di San Pietro di Feletto (TV) in Borgo America, sviluppata su due piani composta da: taverna, cantina, sala, centrale termica, bagno, quattro ripostigli, portico aperto ad uso garage al piano terra; atrio-ingresso, soggiorno-pranzo, cucina, bagno, disimpegno, bagno, tre camere, una terrazza coperta, locali al grezzo ad uso deposito attrezzi, ripostiglio e bagno al piano primo/rialzato; con annessa corte di pertinenza esclusiva per un'estensione di metri quadrati 6.300,00 circa, di cui parte al catasto terreni, su cui insiste piscina, pompeiana con sauna. Occupato da terzi (vedi perizia). Prezzo base Euro 750.000,00. In mancanza di aggiudicazione, si procederà alla vendita con incanto lo stesso giorno 18 gennaio 2011 alle ore 10.00 presso l’A.P.E.T. Lotto primo: Prezzo base Euro 750.000,00. - Rilancio minimo in aumento Euro 22.500,00. Vendita SENZA incanto: offerte in carta legale con indicazione dell’offerente e del prezzo migliorativo offerto, da presentarsi IN BUSTA CHIUSA entro le 13 del giorno precedente la vendita presso l’A.P.E.T., Treviso, Viale Giuseppe Verdi n. 23, con allegati due assegni circolari non trasferibili intestati come indicato in avviso di vendita, pari ciascuno al 10% e al 20% del prezzo offerto, uno per cauzione e l’altro per spese di vendita; copia documento identità, codice fiscale e poteri di firma dell’offerente. Saldo prezzo entro 30 giorni dall’aggiudicazione. Vendita CON incanto: domande in carta legale, da presentarsi almeno un’ora prima dell’asta presso l’A.P.E.T., Treviso, Viale Giuseppe Verdi n. 23, con allegati due assegni circolari non trasferibili intestati come indicato in avviso di vendita, pari ciascuno al 10% e al 20% del prezzo base, uno per cauzione e l’altro per spese di vendita; copia documento identità, codice fiscale e poteri di firma dell’offerente. Saldo prezzo, ex art. 585 c.p.c., entro 30 giorni dall’aggiudicazione definitiva. Ulteriori informazioni dal delegato presso A.P.E.T.-tel. 0422.590556 – fax 411322 – email apet@notariato.it e dal custode I.V.G., Treviso, Via S. Francesco di Sales, n.1-tel. 0422.435022 – 0422.435030 / fax 0422.298830. Siti internet perizia di stima www.aste.it , www.aste.com e www.asteannunci.it.

Polemica tra Geronzi e la Cassamarca. Prodi: in Italia niente di stabile

MILANO — L’uscita traumatica di Alessandro Profumo da Unicredit continua a provocare polemiche, ma soprattutto nessuno si assume la responsabilità della sua defenestrazione. «Non nascondo – spiega l’ex premier Romano Prodi - che le turbolenze avvenute non giovano al nostro sistema produttivo e rappresentano un altro tassello che si aggiunge all’idea che in Italia non c’è niente di stabile, che non c’è una politica di lungo periodo e non c’è un’idea di futuro». Dall’estero gli investitori attivi sulla banca di piazza Cordusio sono convinti che Profumo sia andato alla ricerca di nuove risorse poiché aveva capito che le Fondazioni, dopo tre aumenti di capitale, non avrebbero più potuto sopportare eventuali nuovi esborsi. Ma tutto ciò non emerge certo dalle parole del presidente Dieter Rampl, apparse ai più poco soddisfacenti. «La vicenda Unicredit continua a essere poco trasparente. Non ho capito perché si è costretto Profumo alle dimissioni – dice il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - Le spiegazioni date dal presidente Rampl sono incomprensibili. C’è un

problema di governancee un problema di chiarezza e indirizzo». Il clima intorno a Unicredit rimane dunque incandescente tanto che alcuni azionisti protagonisti del blitz contro Profumo stanno affilando le armi mettendo in fila tutti gli scivoloni in cui è incorso, dal fallimento Lehman Brothers in poi. Dossier da tirare fuori al momento giusto. Intanto le Fondazioni cercano di rintuz-

“Cda negligente” Il Financial Times rileva le “negligenze gravi del consiglio” e candida Matteo Arpe come sostituto naturale di Profumo

“Eredità da salvare” Per l’Economist: “Profumo riceverà molte proposte di lavoro fuori dall’Italia. Speriamo che Unicredit non cancelli la sua eredità”

zare l’attacco arrivato da Cesare Geronzi che le aveva accusate di ascoltare troppo il vento della politica. Dal suo feudo trevigiano Dino De Poli, presidente di Cassamarca, esclude «influenze politiche di alcun genere» sugli enti. «Davvero singolare che Geronzi se ne dimentichi così velocemente dopo che - grazie all'acquisizione di Capitalia (operazione veloce, forse troppo, non priva di bocconi indigesti) - è assunto prima alla guida di Mediobanca e poi delle Generali». Geronzi replica sostenendo che occorre cambiare le regole nella designazione dei membri delle Fondazioni. Ma l’idea del mandante politico viene cavalcata anche dai libici che non ci stanno a passare per unici colpevoli. «I motivi delle dimissioni di Profumo vanno cercati nello scontro politico in corso tra i partiti in Italia - dice il portavoce dell'ambasciata libica in Italia, Aglidi Khetrish - Profumo sarebbe vicino al Partito Democratico che ha perso le elezioni del 2008 a scapito di Silvio Berlusconi, ora premier». In pratica si sarebbe trattato di un fenomenale spoil-systema favore del governo in carica e a spese della più grande banca italiana. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

Global market

Merkel beffata la Camera boccia le norme bancarie

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IMPRESE&MERCATI BERLINO — Pessima sorpresa di fine estate per il governo di centrodestra di Angela Merkel. Nella sua prima seduta post-ferie, il Bundesrat, cioè la seconda Camera tedesca, si è espressa contro le nuove, più severe regole sulla concessione, gestione e vendita dei crediti che l’esecutivo vuole introdurre con apposite leggi imponendole alle banche tedesche. In sostanza si tratta di regole in linea con Basilea 3, e con le direttive europee che la cancelliera e il suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, vogliono tradurre in pratica. Ma secondo il Bundesrat queste nuove regole creerebbero un irrigidimento della situazione che, in mancanza di accordi internazionali per l’adeguamento degli istituti di tutti i Paesi, creerebbe svantaggi nella concorrenza in-

ternazionale per i soli istituti tedeschi. E’ un grosso fastidio, proprio per Merkel e Schaeuble che predicano ovunque il rigore finanziario dall’Unione europea al G20 e persino alle Nazioni Unite. Le nuove regole che il governo di Berlino vuole introdurre limitano la

FLASH

La situazione economica negli Usa è ancora dura e la crescita è irregolare ma ci sono alcuni settori che sono piuttosto forti, come l’export e gli investimenti nei beni strumentali Timothy Geithner

PER SAPERNE DI PIÙ www.premafin.it www.italcementi.it

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libertà degli istituti di vendere crediti a rischio agganciandoli a titoli anche di attendibilità dubbia. L’esecutivo intende anche aumentare di qui al 2013 la percentuale di responsabilità degli istituti sulle operazioni a rischio. Sullo sfondo del no del Bundesrat c’è la situazione di diffusa difficoltà del sistema bancario tedesco. E ci sono soprattutto i problemi delle Landesbanken: sono le banche semipubbliche, controllate in maggioranza dai 16 Stati (gli stessi le cui rappresentanze compongono il Bundesrat) della Repubblica federale. Tanto che in questi giorni si comincia a negoziare per una fusione delle Landesbanken di Baviera e Nordreno-Westfalia. Andrea Tarquini © RIPRODUZIONE RISERVATA

Holding Ligresti in affanno sul dividendo FonSai La compagnia deve realizzare 150 milioni di plusvalenze entro fine anno per chiudere in pareggio IN CRISI

SARA BENNEWITZ MILANO — Nuove nubi all’orizzonte per Fondiaria Sai. Il gruppo assicurativo che fa capo alla famiglia Ligresti da mesi sta portando avanti un piano di ristrutturazione, annunciando varie dismissioni, per ristrutturare la sua posizione finanziaria. Con un indice che misura la solidità del gruppo assicurativo (solvency) che a metà giugno era sceso a 108, e dopo aver accumulato nel primo semestre 145 milioni di perdite, Fonsai non solo deve chiudere entro fine anno alcune dismissioni, ma deve anche realizzare significative plusvalenze. A fine 2009 grazie alla cessione di alcuni immobili al gruppo Fimit la società della famiglia Ligresti aveva realizzato 300 milioni di plusvalenze; ma negli ultimi tre mesi del 2010 i più ottimisti stimano che Fonsai riuscirà a racimolarne la metà. Gli asset principali in fase avanzata di vendita sono Liguria e Sasa; ma anche ipotizzando valori generosi (si parla di un multiplo di 1,7 volte il valore di libro), difficilmente l’ad Fausto Marchionni riuscirà a guadagnare più di 50 milioni rispetto ai 300 del valore di carico. Più facile invece la vendita di alcuni immobili, tra cui il palazzo di Piazza Cordusio a Milano, che è in carico a 51 milioni e potrebbe essere ceduto per il doppio. Ad ogni modo se i mercati continueranno ad essere ballerini, c’è il forte rischio che il dividendo da 70 milioni pagato nel 2009 non possa essere confermato. Di qui la necessità di Premafin di corre-

Unicredit è la banca più esposta e l’uscita di Profumo non giova. Si lavora sul debito Premafin re ai ripari e rifinanziare l’intera esposizione con le banche che ammonta a 322 milioni. Come se non bastasse, dopo il cambio ai vertici in Unicredit, anche i rapporti tra la banca e la filiera di società che fa capo alla famiglia Ligresti potrebbero modificarsi. Non è un mistero che negli ultimi tempi Salvatore Ligresti fosse portato in palmo di mano da Alessandro Profumo. Fonsai è tra gli azionisti che nel 2008 hanno sottoscritto il bond cashes di Unicredit. E Premafin per acquistare attraverso derivati fino al 2,8% di Fonsai si è rivolta proprio all’istituto di Piazza Cordusio. Infine, Salvatore Ligresti è stato l’unico azionista e consigliere della banca a schierarsi a fianco di Profumo nel tumultuoso cda di martedi scorso che ha portato alla sua defenestrazione. Fatto sta che Unicredit è una delle banche più esposte nei confronti di tutta la filiera di società a monte di Fonsai. Il piano di rifinanziamento di Premafin punta infatti a mettere

La galassia della famiglia Ligresti (nella foto il patron Salvatore con i tre figli) in difficoltà cerca nuovi accordi con i creditori

in sicurezza la holding fino al 2014. In cambio Unicredit e Mediobanca, che insieme hanno oltre la metà delle passività di Premafin, prenderebbero a pegno con le altre banche coinvolte il 36,7% del gruppo di assicurazioni controllato direttamente da Premafin. Questo pacchetto ieri in Borsa valeva 350 milioni, ovvero solo il 9% in più dei 322 milioni di crediti bancari. Ciò non toglie

che se Fonsai in futuro non sarà in grado di recuperare valore, difficilmente riuscirà anche a garantire quel flusso di cedole necessario per ripagare i propri debiti. Premafin ha in carico a bilancio il pacchetto di controllo del gruppo assicurativo per oltre 900 milioni, il che significa che ha pagato le azioni Fonsai 19,3 euro, quasi il triplo rispetto ai prezzi di mercato. Per questo motivo tutte

le operazioni straordinarie e le offerte informali su Fonsai, presentate ai Ligresti negli ultimi 18 mesi, sono state respinte dai vertici del gruppo in quanto li costringerebbero a operare forti svalutazioni in Premafin, la quale a sua volta non saprebbe come garantire le passività di Sinergia e delle altre scatole finanziarie e immobiliari non quotate. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il piano

COMUNE DI GOLFO ARANCI

Il gruppo Pesenti investirà 3 miliardi per tornare ai livelli pre-crisi

Italcementi, rilancio in cinque anni passando dalla Bulgaria alla Cina MILANO — Lo vorrebbero tutte le aziende che hanno risentito del crollo della domanda: tornare ai livelli di redditività pre-crisi. Ci prova, quindi, anche Italcementi, numero uno in Italia e tra le società leader in Europa nella produzione di cemento e derivati. certo, l’obiettivo è di lungo periodo: un piano di cinque anni che prevede oltre tre miliardi di investimenti. È quanto hanno garantito i vertici del gruppo bergamasco ieri, durante un incontro con gli investitori ad Agadir in Marocco, dove l’ad Carlo Pesenti ha presentato il nuovo impianto di Ait Baha. E siccome Italcementi è un gruppo “globalizzato”, il rilancio non può che avere due gambe: uno nei mercati emergenti e l’altro in Europa. Ricade nella prima fattispecie, l’accordo raggiunto in Cina, nella provincia dello Shaanxi - dove già opera la filiale Fuping Cement, per l'acquisto di una iniziale partecipazione di minoranza in Shifeng Cement, società che dispone di una linea di produzione con una capacità di 2 milioni di tonnellate di cemento all’anno. Per l’Europa, il rilancio passa sull’asse Italia-Bulgaria. Nella penisola verranno avviati lavori per migliorare l’efficienza dei principali impianti con un investimento di 400 milioni, mentre nei Balcani è stato dato l'avvio dei lavori per il “revamping” della cementeria di Devnya, la cui operatività è prevista per il 2012, e incrementerà la capacità produttiva annua di cemento a circa 3 milioni di tonnellate, rappresentando uno dei più rilevanti impianti del gruppo. Proprio per sostenere il rilancio del gruppo, Italcementi Finance ha chiuso con un pool di 16 istituti bancari internazionali un accordo per la concessione di una linea di credito revolving di durata quinquennale per un totale di 920 milioni di euro.

Fondazione Venezia

Segre rieletto presidente fino al 2015 MILANO — Il consiglio generale della Fondazione di Venezia in data odierna ha nominato e rieletto con voto unanime alla presidenza Giuliano Segre, che guiderà la Fondazione per altri 5 anni. Nato a Venezia, Giuliano Segre è professore ordinario di Scienze delle finanze della facoltà di Economia dell’Università Ca’ Foscari, dove ha cominciato la carriera accademica subito dopo la laurea. É stato a più riprese componente di gabinetti ministeriali e consigliere economico del governo.

COMUNE DI GOLFO ARANCI PROVINCIA DI OLBIA - TEMPIO SERVIZIO LAVORI PUBBLICI E MANUTENZIONI

ESTRATTO AVVISO APPALTO AGGIUDICATO (Art. 65 D.Lgs. n. 163/2006) PROCEDURA APERTA IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO LL.PP RENDE NOTO Che l’appalto del servizio denominato “Servizio di gestione, manutenzione degli impianti di riscaldamento, climatizzazione e di produzione acqua calda degli immobili del Comune di Golfo Aranci” , esperito mediante procedura aperta ai sensi dell’art. 17, comma 1, della L.R. n. 5 del 07.08.2007 e degli artt. 3 comma 37 e 55 comma 5 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i., è stato definitivamente aggiudicato all’Impresa CLIMAT & C S.r.l, Via Petra Niedda 1/A Zona Industriale settore 7 - 07026 Olbia (OT) per l’ importo (triennale) di Euro 22.508,96 al netto del ribasso praticato del 51,173% oltre Euro 4.501,32 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso e per complessivi Euro 27.010,28 oltre IVA 20%; L’avviso di appalto aggiudicato integrale è pubblicato sul sito www.comune.golfoaranci.ot.it. Golfo Aranci, lì 07 settembre 2010 IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO LL.PP. MANUTENZIONI (Geom. Giuseppe Pellegrino)

BANDO DI GARA PROCEDURA APERTA CIG 0540982078 STAZIONE APPALTANTE: COMUNE DI GOLFO ARANCI - Provincia di Olbia Tempio - Via Libertà n. 74 - 07020 GOLFO ARANCI - Tel.: 0789/612900 Fax: 0789/612937. PROCEDURA DI GARA: procedura aperta ai sensi del D.Lgs. 163/2006 e successive modificazioni. LUOGO DI ESECUZIONE: Viale Colombo - Golfo Aranci. DESCRIZIONE: LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE STRADE E ILLUMINAZIONE PUBBLICA NEL CENTRO URBANO - VIALE COLOMBO - I° LOTTO FUNZIONALE. IMPORTO COMPLESSIVO DELL’APPALTO (COMPRESI ONERI PER LA SICUREZZA): Euro 610.000,00 (seicentodiecimila); Cat. OG3 classifica II (prevalente) - Cat. OG10 classifica I (scorporabile). DOCUMENTAZIONE: il bando e il disciplinare di gara nonchè gli elaborati progettuali sono visibili presso la sede del Comune nei giorni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle ore 12; il bando e il disciplinare di gara sono altresì disponibili sul sito Internet www.serviziocontrattipubblici.it e www.comune.golfoaranci.ot.it e www.regione.sardegna.it. DATA DI SCADENZA PRESENTAZIONE OFFERTA: giorno 22 Ottobre 2010, ore 13.00. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Geom. Simone Bertoletti c/o Comune di Golfo Aranci - Via Libertà n. 74 - tel. 0789/612913. Golfo Aranci, 22.09.2010 IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO LL.PP. E MANUTENZIONI F.to Ing. Diego CICERI

COMUNE DI GOLFO ARANCI PROVINCIA DI OLBIA - TEMPIO SERVIZIO LAVORI PUBBLICI E MANUTENZIONI

ESTRATTO AVVISO APPALTO AGGIUDICATO (Art. 65 D.Lgs. n. 163/2006) PROCEDURA APERTA IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO LL.PP RENDE NOTO Che l’appalto dei lavori denominati “Lavori completamento illuminazione pubblica a Baia Caddinas”, esperito mediante procedura aperta ai sensi degli artt. 3 c. 37 e 55 c. 1 del D.Lgs. 163/2006, è stato definitivamente aggiudicato all’Impresa A.G.I.E. Impianti Elettrici S.r.l. con sede in Via Lombardia n. 14 - 24124 BERGAMO per l’importo di Euro 297.063,55 al netto del ribasso praticato del 19.723% oltre Euro 2.000,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso e per complessivi Euro 299.063,55 oltre IVA 10%. L’avviso di appalto aggiudicato integrale è pubblicato sul sito www.comune.golfoaranci.ot.it. Golfo Aranci, lì 22 settembre 2010

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO LL.PP. MANUTENZIONI Ing. Diego Ciceri

REGIONE SICILIANA

GARA N. 223/DG/10 AVVISO DI RETTIFICA Si comunica che, per mero errore di trascrizione, il contributo di Euro 30,00 deve essere versato su C.C. postale n° 13686803 o con bonifico bancario sul conto corrente Banco di Napoli codice IBAN IT82 Z010 1003 4480 0002 7001 478 intestato alla Compagnia Trasporti Pubblici Via Ponte dei Francesi 37/e 80146 Napoli, riportante la causale gara n° 223/DG/10 rimborso spese, anzichè all’Autorità per la Vigilanza dei Lavori Pubblici. RESPONSABILE UNITÀ COMPLESSA APPROVVIGIONAMENTI (avv. Raffaele Olacco)

AVVISO DI GARA Si dà avviso che sulla G.U.C.E., sulla G.U.R.S. e sulla G.U.R.I. è stato pubblicato il bando di gara a procedura aperta per la fornitura triennale di materiale di consumo e apparecchiature per emofiltrazione in service per il Dipartimento delle terapie intensive dell’Azienda che sarà esperita il giorno 23/11/2010 alle ore 09,30. Le ditte interessate potranno richiedere i documenti per la partecipazione alla gara presso il Settore Provveditorato – via Clementi n° 36 CT – nei giorni feriali escluso il sabato dalle ore 8.00 alle ore 13.30. Tel 095/7435662 – 06 – 31, e sono scaricabili dal sito Internet dell’Azienda www.ao-ve.it. Per delega del Direttore Generale IL RESP. SET. PROVVEDITORATO ED ECONOMATO Dott. A. Bonaccorso

COMUNE DI SPELLO

AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI CIG 04909497EC Stazione appaltante: Comune di Caldaro (BZ), P.zza Principale 2, 39052 Caldaro. Tel. 0471968811, Fax 0471968896. Lavori: Realizzazione impianto fotovoltaico integrato sul tetto dello stadio del ghiaccio di Caldaro. Importo a base gara: Euro 606.530,00 (IVA esclusa), di cui oneri per la sicurezza Euro 5.995,77 non soggetti al ribasso. Procedura Aperta. Criterio di aggiudicazione: Offerta economicamente piú vantaggiosa. Numero delle offerte presentate: 1 Data aggiudicazione: 20.09.2010 Impresa aggiudicataria: Enerco SpA, Via S. Travaglia 14, 35043 Monselice (PD) Importo contratto: Euro 593.018,96 piú IVA. La Sindaca Gertrud Benin Bernard

AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “POLICLINICO – VITTORIO EMANUELE”CATANIA

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO AVVISO DI GARA Amministrazione aggiudicatrice: Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Appalti, via Crispi 2, 39100 BOLZANO. Codice gara: BELEUCHTUNG BEDA WEBER“ 077/10. Codice CIG: 05354489A8. Oggetto dell’appalto: Ampliamento del Liceo classico Beda Weber Merano. Illuminazione. Importo complessivo dell’appalto: Euro 241.127,33 (IVA esclusa). Tipo di procedura: procedura aperta. Criteri di aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa. Termine richiesta documentazione di gara: 27.10.2010 ore 12. Data apertura offerta: 09.11.2010 ore 9. Altre informazioni: http://www.provinz.bz.it/bandi. Pubblicazione sulla GU: 10/09/2010 n. 105. IL DIRETTORE D’UFFICIO Dott. Georg TENGLER

Provincia di Perugia AVVISO DI DEPOSITO

VISTO l’atto consiliare n.38 del 30.08.2010, con il quale è stata adottata la variante normativa alla parte strutturale del P.R.G. ai sensi dell’art. 18, c.3 e c.9 della L.R. n. 11/2005 – Adeguamenti regolamentari in materia ambientale RENDE NOTO Che gli atti relativi alla variante sopra citata sono depositati presso il Settore Urbanistica in via Garibaldi 19 - Spello; Che l’avviso di deposito degli atti è reso noto con avviso all’albo pretorio comunale e con pubblicazione nel BUR - Umbria del 28.09.2010; Entro ventitre giorni successivi dalla data di pubblicazione nel BUR, e quindi fino al 20.10.2010 chiunque può presentare al Comune le proprie osservazioni. Nei successivi cinque giorni possono essere presentate repliche alle osservazioni ed opposizioni eventualmente pervenute. Il Responsabile del Settore Urbanistica ING. GIANLUCA SPOLETINI



la Repubblica

IMPRESE&MERCATI

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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www.finanza.repubblica.it in tempo reale quotazioni di Borsa, commenti e notizie TITOLO A A.S. Roma A2A Acea Acegas-Aps Acotel Group Acque Potabili Acsm-Agam Actelios AdF-Aerop.Firenze Aedes Aeffe Aicon Alerion Amplifon Ansaldo Sts Antichi Pell Apulia Pront Arena Arkimedica Ascopiave Astaldi Atlantia Autogrill Autostrada To-Mi Autostrade Mer. Azimut B B&C Speakers Banca Generali Banca Ifis Basicnet Bastogi BB Biotech Bca Carige Bca Carige r Bca Finnat Bca Intermobiliare Bca P.Etruria e Lazio Bca P.Milano Bca P.Spoleto Bca Profilo Bco Desio-Brianza Bco Desio-Brianza rnc Bco Popolare Bco Santander Bco Sardegna rnc Bee Team Beghelli Benetton Group Beni Stabili Best Union Co. Bialetti Industrie Biancamano Biesse Bioera Boero Bart. Bolzoni Bon.Ferraresi Borgosesia Borgosesia rnc Brembo Brioschi Bulgari Buone Società Buongiorno Buzzi Unicem Buzzi Unicem rnc C Cad It Cairo Comm. Caleffi Caltagirone Caltagirone Ed. Cam-Fin Campari Cape Live Carraro Cattolica As CDC Cell Therap Cembre Cementir Hold Cent. Latte Torino Ceram. Ricchetti CHL CIA Ciccolella Cir Class Editori Cobra Cofide Cogeme Set Conafi Prestito’ Cred. Artigiano Cred. Bergamasco Cred. Emiliano Cred. Valtellinese Crespi Csp D D’Amico

Rif € ieri

ieri

Var % inizio anno

1,127 1,133 8,230 4,330 48,400 1,670 1,130 2,510 12,390 0,206 0,367 0,228 0,514 3,580 9,645 0,495 0,388 0,026 0,495 1,665 5,160 15,280 9,275 10,240 21,320 7,075

-0,53 0,62 -0,18 2,12 -0,10 -0,65 -1,40 0,30 0,15 -2,78 -2,44 0,70 1,63 -1,30 -0,64 0,79 -0,10 0,30 -2,64 1,39 -0,38 1,29 -0,14 0,57

30,97 -22,87 9,73 6,58 -32,28 -12,79 5,02 -31,84 -13,30 -6,18 -28,32 -27,87 6,67 18,25 -27,64 -36,97 -8,60 -30,62 -31,27 9,83 -16,03 -17,27 4,33 -3,40 33,25 -27,76

0,550 0,967 7,169 3,573 36,409 0,680 0,624 2,496 11,850 0,098 0,285 0,163 0,264 0,764 8,936 0,438 0,273 0,015 0,385 1,441 2,608 9,565 3,196 3,794 8,249 3,085

1,304 1,476 10,415 5,285 73,757 2,446 1,354 4,293 17,300 0,407 0,732 0,439 0,636 4,207 15,402 2,954 0,542 0,079 1,130 1,700 6,932 18,958 10,453 11,489 24,278 9,816

151 3536 1754 235 201 60 86 169 111 150 42 25 223 711 1152 22 91 33 42 387 509 9127 2357 900 92 1006

3,330 8,870 5,185 2,900 1,720 43,470 1,699 2,640 0,524 4,165 3,225 3,640 3,990 0,498 3,960 3,900 4,718 9,535 9,590 0,480 0,646 5,345 0,662 1,485 0,399 1,420 5,500 1,012 20,300 1,900 29,060 1,266 1,296 6,980 0,159 6,560 0,475 0,978 7,800 4,497

-1,19 1,66 2,57 -0,94 2,38 -0,41 1,07 -0,75 0,77 -0,06 0,70 1,68 -0,25 0,20 2,33 2,63 2,17 2,58 2,90 24,84 1,57 0,19 1,30 1,09 1,79 -0,72 0,53 0,55 -1,02 -0,23 5,28 -0,81 3,31 -6,03 4,04 2,16 2,33

33,20 3,44 -6,28 47,21 -21,64 -16,02 -9,19 -10,89 -13,67 29,75 -19,32 -28,98 -16,53 -26,66 -6,99 -5,45 -10,66 -19,26 -8,05 -2,83 -6,45 -14,89 11,18 1,57 -19,82 -4,05 -0,18 -38,29 1,50 31,49 -16,61 -7,25 -4,14 33,46 -28,06 11,66 18,01 -17,54 -32,17 -39,95

1,934 2,018 3,917 1,047 1,411 38,084 1,484 1,951 0,358 2,129 2,806 2,784 3,850 0,214 3,580 3,602 1,848 4,066 7,866 0,324 0,343 4,562 0,373 1,062 0,173 1,166 2,888 1,010 18,000 1,244 22,617 0,881 1,012 2,169 0,159 2,835 0,272 0,496 6,870 3,849

3,394 8,922 6,393 3,225 3,622 51,981 2,789 3,385 0,735 4,321 5,691 5,818 5,607 0,818 4,924 4,781 6,916 12,059 11,278 0,809 0,819 7,723 0,722 1,968 0,896 1,819 7,072 3,800 24,100 2,072 43,631 1,524 1,400 6,801 0,278 6,802 0,730 1,506 13,312 7,782

37 974 275 176 31 2737 460 188 651 240 1494 119 340 456 50 2987 63 33 132 973 1259 14 29 48 150 9 88 49 161 85 1 454 125 1953 5 103 1262 180

4,460 2,730 1,045 1,927 1,855 0,372 4,430 0,316 2,290 19,240 1,841 0,285 5,200 2,375 2,375 0,266 0,139 0,298 0,700 1,482 0,489 1,184 0,670 0,464 0,878 1,442 21,900 5,025 3,450 0,162 1,000

0,45 0,28 0,36 -0,22 3,05 -0,34 0,32 0,55 2,50 1,38 1,06 1,76 0,64 0,95 -0,43 0,51 0,29 5,18 -2,00 -0,08 6,18 1,62 -1,50 0,46 1,31 0,80 1,25 1,32

-20,36 -9,90 -1,42 -21,35 5,82 18,85 21,12 -3,95 -0,43 -18,54 -11,49 -63,97 9,70 -28,68 -1,86 -47,84 -25,07 -0,83 -27,46 -20,71 -28,09 -40,87 0,37 -51,67 -26,83 -21,76 -4,78 -8,80 -39,15 -22,86 32,28

3,669 1,396 0,912 1,903 1,400 0,109 1,964 0,296 2,190 12,495 0,666 0,039 2,594 1,729 1,513 0,260 0,075 0,197 0,583 0,662 0,439 0,888 0,316 0,409 0,752 1,318 18,685 1,728 3,405 0,141 0,556

6,709 3,157 1,278 2,893 2,372 0,383 4,503 0,500 3,211 25,595 2,497 1,330 5,170 3,830 2,855 1,089 0,324 0,387 1,436 1,929 0,851 2,816 0,790 1,330 1,364 2,311 28,231 5,714 7,221 0,396 1,131

40 211 13 230 229 248 2558 16 104 1024 23 87 377 24 22 21 27 126 1160 51 25 477 29 40 409 1354 1656 802 10 33

1,146

7,30

4,47

0,992

1,426

168

2009- 2010 min € max €

IL PUNTO

Cap. in mil. di €

Rimbalzano i bancari con Intesa e Unicredit Realizzi su Impregilo Autogrill e Campari

Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Diasorin Digital Bros Dmail Group DMT E Edison Edison r EEMS El.En. Elica Emak Enel Enervit Engineering Eni Erg Erg Renew Ergy Capital Esprinet Eurotech Eutelia Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Fastweb Fiat Fiat prv Fiat rnc Fidia Fiera Milano Finarte C.Aste Finmeccanica FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai rnc Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Gewiss Granitifiandre Greenvision Gruppo Coin Gruppo Ed.L’Espresso Gruppo Minerali M. H Hera I I Grandi Viaggi IGD Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo Impregilo rnc Indesit

MILANO — Borse europee in festa grazie all’Ifo tedesco e ai beni durevoli Usa. A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell'1,7% e il Ftse All share dell'1,5%. La migliore è stata Cir (+5%) dopo il deposito della perizia, favorevole sul lodo Mondadori. L’altra rosa di titoli indirettamente coinvolti dalla vicenda va poi segnalato il balzo dell'Espresso (+3,1%), ma anche i titoli della galassia Fininvest: Mediolanum è salita del 4%, Mondadori dell'1,4% e Mediaset dell’1%. In recupero anche i finanziari con Unicredit e Intesa Sanpaolo entrambe in progresso del 3,2% e Mps (+3,1%) subito dietro. In evidenza anche i titoli del settore auto, con Pirelli (+4%) dopo l'avvio della copertura da parte di Rbs e Fiat (+3%). Tra gli energetici brilla Enel (+1,2%), mentre resta più indietro Eni (+0,38%). Realizzi invece su Impregilo (-1%), Autogrill (-0,38%) e Campari (-0,32%).

ieri

Var % inizio anno

4,640 0,835 16,660 9,180 4,335 4,030 1,255 30,420 1,435 3,697 13,260

-0,48 0,12 4,45 3,67 2,66 2,68 -0,48 1,03 0,21 -1,66 0,38

-20,34 -20,93 -9,51 -4,47 6,12 26,13 -1,18 21,20 -37,88 -29,10 -18,60

3,231 0,717 5,700 3,688 2,995 1,063 0,834 13,197 1,234 3,354 2,073

7,954 1,306 20,475 11,166 5,070 4,143 1,674 34,582 2,891 6,285 17,524

75 69 672 368 249 598 383 1672 20 28 150

0,919 1,284 1,418 11,030 1,540 4,055 3,920 1,221 21,110 15,730 9,810 0,786 0,524 6,755 2,140 0,215 16,580 13,850 14,250 0,862

-1,02 1,10 2,24 1,38 -2,47 1,29 -2,32 0,52 0,38 0,87 -0,51 -2,24 1,50 0,91 2,29 0,71 -0,23

-14,27 -3,02 13,80 -8,16 -20,62 14,55 -3,86 -15,21 -23,87 -13,09 -1,36 16,53 8,59 -28,21 -26,02 -38,75 19,80 81,28 41,23 -29,92

0,686 1,081 0,490 9,359 0,513 2,964 2,942 1,102 12,450 12,311 8,583 0,635 0,288 3,213 1,534 0,100 5,408 3,198 3,770 0,741

1,217 1,566 1,787 15,849 2,118 4,535 4,347 1,600 27,807 18,634 12,012 1,024 1,162 9,840 3,496 0,690 16,494 13,725 14,206 1,410

4763 140 60 53 98 115 36415 22 264 62602 1464 75 50 350 76 14 2643 1054 130 44

17,920 11,140 7,415 7,465 3,430 4,050 0,105 8,410 0,534 7,655 4,740 1,120

3,05 6,38 5,81 -1,01 0,87 0,72 -0,19 0,72 -

-7,87 6,20 19,89 15,74 -25,11 -10,60 -48,66 -24,98 -9,72 -31,53 -40,19 -7,82

10,772 3,437 1,918 2,468 2,805 3,432 0,104 7,788 0,394 7,365 4,445 1,057

22,068 11,315 7,214 7,314 6,072 5,670 0,364 12,721 0,626 15,603 9,802 1,970

1425 11990 745 584 18 169 5 4846 133 945 201 13

0,396 4,930 2,982 0,535 1,200 14,920 4,053 4,085 3,255 6,075 7,190 1,608 4,700

-0,13 -1,79 1,10 0,94 -1,23 2,12 1,19 1,68 -0,76 3,85 1,41 3,14 -

-38,41 -19,84 34,50 -7,60 -28,14 -21,18 -16,23 48,68 -8,18 -2,25 59,42 -30,91 -1,00

0,313 4,951 2,028 0,212 0,297 9,947 3,664 2,075 1,936 4,295 1,493 0,580 3,166

1,450 7,648 3,231 0,707 2,836 19,635 6,664 4,342 4,003 22,656 7,250 2,428 7,600

35 222 42 789 5 22958 1042 480 121 35 1016 647 27

1,394

-0,43

-13,95

1,124

1,768

1557

0,836 1,172 1,339 13,700 0,839 2,192 8,000 8,940

-1,71 1,47 1,59 0,66 0,24 -1,02 0,38 0,56

-15,35 -26,47 -30,30 6,28 -1,00 -13,34 -5,88 11,68

0,736 0,813 1,290 11,941 0,499 1,711 5,244 1,630

1,078 1,604 2,528 15,120 1,008 3,131 10,349 10,303

38 358 57 463 284 883 13 1001

Rif € ieri

TITOLO

Rif € ieri

ieri

Var % inizio anno

2,300 3,460 3,750 1,505 5,980 5,510 0,435 10,000 0,541 0,779 9,220 6,775 1,191 0,846 0,838 6,995 13,420

-0,86 1,17 0,47 1,96 4,09 1,47 0,81 -0,10 4,54 0,71 1,65 1,42 -0,50 3,11 -0,12 -1,06 3,07

14,43 -19,81 26,26 31,44 23,69 1083,67 -19,37 -14,89 20,09 -7,21 -12,45 -6,94 19,70 -19,32 -20,19 -11,46 6,00

0,913 3,185 1,635 0,621 1,629 0,182 0,294 9,011 0,289 0,389 5,938 5,000 0,847 0,801 0,700 5,291 6,074

2,537 5,870 5,516 1,517 5,931 5,496 1,657 14,977 0,542 0,957 11,380 7,604 2,361 1,406 1,077 9,676 15,762

845 51 114 75 2799 67 363 12 70 109 2307 2060 36 344 118 60 2412

0,259 0,047 0,181 0,780 1,133 0,693 2,095 6,510 16,200 0,352 0,270 1,360

1,77 -1,05 -0,49 -0,51 2,72 0,22 1,33 1,09 0,12 -2,23 0,93 -3,95

4,07 -53,80 -34,17 -17,46 -11,42 -10,65 -8,11 23,30 1,69 -20,11 -37,06 8,11

0,124 0,045 0,117 0,707 0,499 0,442 1,825 3,742 12,439 0,204 0,113 0,355

0,285 0,394 0,326 1,200 1,560 0,865 2,756 6,491 17,268 0,615 0,572 2,289

98 22 50 25 811 20 95 1357 149 56 72 16

18,100 0,412 6,060 4,740 8,890 28,730 28,700 1,363 9,470 7,400 0,591 0,147 0,855 5,400 7,040 2,730 3,700 0,099 1,425 2,235 4,570 0,110 1,717 0,679 166,700 5,695

0,56 2,23 -1,46 0,96 2,18 0,56 1,41 -0,32 7,79 0,77 1,66 -0,18 1,22 0,46 0,34 8,50 1,95 -9,09 1,36 15,08 1,33

9,43 -12,71 -0,66 -12,79 11,18 17,03 19,48 -39,15 -10,41 25,11 -14,36 -10,28 -22,27 3,45 5,23 -8,47 7,17 -18,52 4,44 14,18 -11,50 31,07 -65,73 12,81 -12,11

7,464 0,395 4,274 3,387 3,965 10,783 14,850 1,332 7,515 2,810 0,402 0,126 0,294 3,093 3,166 1,710 2,957 0,081 0,674 0,682 2,688 0,061 0,366 0,531 3,412 3,029

18,650 0,756 9,795 7,669 10,507 29,959 29,930 2,860 11,024 8,028 0,754 1,131 1,750 5,987 7,476 3,506 3,805 0,237 1,932 2,411 4,984 0,215 1,728 7,776 177,000 7,982

209 38 89 35 499 12629 4 1291 94 387 82 280 1 88 1592 317 13117 14 55 255 409 49 807 54 -

1,310 13,400 1,031 0,226 0,380 0,837 14,130 3,118 3,915 0,592 0,102 68,020 1,479 10,700 5,480

-0,38 0,49 2,50 1,33 0,72 0,43 0,81 1,56 -1,50 0,69 1,92 -0,07 1,61 -0,45

8,16 -7,59 -5,06 -43,58 -21,91 8,14 -8,37 4,70 105,08 5,71 -39,88 26,06 19,08 -7,44 -17,59

0,824 7,900 0,780 0,169 0,300 0,610 6,128 2,254 1,023 0,568 0,090 25,993 0,728 4,374 5,137

1,414 20,459 1,253 0,732 0,853 0,900 17,411 3,233 4,863 0,644 1,488 67,533 1,485 13,152 8,830

144 23 13736 323 2 5005 6210 97 65 189 2067 45 684 14

7,150 0,568 1,891 2,272 0,541 0,366

1,35 -0,44 3,28 0,33 0,93 1,95

-30,18 -40,07 -17,13 -17,45 -36,97 -34,04

5,867 0,383 0,605 0,954 0,507 0,342

11,340 1,195 2,644 3,310 1,078 0,794

4535 90 35912 55 1134 470

4,178 0,138 1,327 3,960 3,620

-0,24 0,51 0,49

-5,91 -5,21 -16,41 -6,22

1,941 0,105 1,273 3,435 3,040

4,604 0,343 1,660 5,127 4,813

44 20 40 172 241

7,860 0,078

3,35 -2,38

38,14 -57,40

4,658 0,072

7,764 0,750

400 5

4,720 0,531 0,513

1,40 -1,03 -

19,49 18,42 -11,25

3,213 0,389 0,466

4,779 0,660 2,000

376 13 2

TITOLO

2009- 2010 min € max €

Cap. in mil. di €

TITOLO Indesit rnc Industria e Inn Intek Intek r Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc Invest e Sviluppo Irce Iren Isagro IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IW Bank J Juventus FC K K.R.Energy Kerself Kinexia KME Group KME Group rnc L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica M Maire Tecnimont Management e C. Marcolin Mariella Burani FG MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Mediterranea Acque Meridiana Fly Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mirato Mittel MolMed Mondadori Mondo HE Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Monti Ascensori Mutuionline N Nice Noemalife Novare O Olidata Omnia Network P Panariagroup Parmalat

ieri

Var % inizio anno

6,970 2,580 0,437 0,729 4,513 2,440 1,954 0,015 1,453 1,274 2,980 3,230 6,505 3,600 25,440 17,180 1,450

1,18 1,63 2,56 3,28 2,25 1,38 1,61 0,24 1,02 -0,31 1,32 2,13 1,80 1,36 1,47

-9,42 15,05 -5,82 13,39 23,88 -22,91 -17,64 -48,57 -6,62 3,66 -14,37 -10,28 -33,38 -30,77 -19,77 -25,34 -26,32

0,868

-0,97

-3,93

0,074 3,592 1,940 0,293 0,529

0,96 0,07 -2,27 0,34 0,19

-50,63 -58,49 -11,72 -14,14 -12,03

1,730 3,837 0,359 11,270 19,810

1,19 0,54 0,56

-19,72 9,88 4,82 -20,41 8,02

2,850 0,201 2,925 2,523 7,750 2,828 5,265 6,870 3,288 2,990 0,051 0,365 11,350 1,400 1,621 3,080 0,459 2,397 0,140 6,690 0,430 1,037 0,160 0,310 1,058 5,380

1,06 0,65 1,56 1,17 6,20 1,06 1,25 4,03 0,59 -0,79 0,65 1,31 -1,40 1,48 4,17 0,75 0,47 3,18 -0,06 2,31 -1,40 1,32

2,805 5,995 1,190

Rif € ieri

2009- 2010 min € max € 1,950 1,345 0,239 0,499 1,805 1,380 0,929 0,015 1,299 0,629 2,346 2,974 5,626 3,212 19,137 12,727 1,370

Cap. in mil. di €

9,309 2,634 0,636 1,054 4,597 3,196 2,489 0,045 1,857 1,517 4,311 5,220 11,181 6,081 38,148 25,091 2,240

4 60 57 4 431 28469 1802 4 40 1503 52 14 1138 373 558 278 107

0,649

1,068

174

0,049 3,193 1,400 0,261 0,435

0,297 10,123 2,881 0,485 0,711

71 63 42 131 23

0,915 2,196 0,275 10,407 9,571

2,974 3,962 0,450 18,010 21,790

54 428 24 1933 9190

14,57 41,12 93,84 30,14 -14,32 -9,30 -18,02 -26,37 10,13 -52,92 -38,96 -25,82 -31,29 -27,47 -24,14 -62,76 -25,54 -16,38 -9,84 -4,56 -16,24 12,40 21,37 -25,70 -4,10

0,996 0,056 1,013 1,810 4,562 1,736 3,057 4,531 2,060 1,284 0,039 0,328 9,827 1,118 1,226 2,429 0,422 2,185 0,110 2,740 0,396 0,791 0,119 0,135 0,870 2,740

3,386 0,201 2,995 10,125 7,727 3,588 6,487 9,675 4,938 3,290 0,168 0,980 16,000 2,779 2,732 4,136 1,472 3,740 0,393 9,895 0,495 1,579 0,230 0,521 2,211 5,970

918 95 178 75 514 53 6169 5824 2370 229 71 19 43 778 49 218 97 617 3 29 64 5610 21 8 14 217

0,18 -0,08 -

-6,50 9,20 3,48

1,575 4,970 0,992

3,462 6,840 1,700

327 26 16

0,710 -

-

42,28 -

0,213 -

0,931 -

24 -

1,660 1,905

0,61 0,26

-11,09 -4,27

1,194 1,138

2,314 2,139

75 3294

Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Pirelli Real E. Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Premafin Finanziaria Premuda Prima Industrie Prysmian R R. De Medici R. Ginori 1735 Ratti RCF RCS Mediagroup RCS Mediagroup risp RDB Recordati Reply Retelit Risanamento Rosss S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Snai Snam Gas Snia Socotherm Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr. T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tesmec Tiscali Tod’s Toscana Fin Trevi Fin.Ind. TXT e-solution U UBI Banca Uni Land Unicredit Unicredit risp Unipol Unipol pr V Valsoia Viaggi Ventaglio Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass. Y Yoox Yorkville Bhn Z Zignago Vetro Zucchi Zucchi rnc

2009- 2010 min € max €

Cap. in mil. di €

FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 23 SETTEMBRE 2010 TITOLI

Val. € oggi

ANM Americhe .............................8,661 ANM Anima America ....................3,969 ANM Anima Asia ...........................6,141 ANM Anima Convertibile ..............6,295 ANM Anima Emerging Mkts.......10,353 ANM Anima Europa ......................4,002 ANM Anima Fondattivo ..............13,698 ANM Anima Fondimpiego..........20,182 ANM Anima Fondo Tranding......12,622 ANM Anima Liquidità ....................6,632 ANM Anima Obbl.Euro .................7,169 ANM CapitalePiù Comp.Az. .........4,648 ANM CapitalePiù Comp.Bil.15 .....5,328 ANM CapitalePiù Comp.Bil.30 .....5,085 ANM CapitalePiù Comp.Obb. ......5,504 ANM Corporate Bond...................7,475 ANM Emerging Mkts Bond...........6,433 ANM Emerging Mkts Equity..........7,274 ANM Euroland ..............................4,387 ANM Europa...............................12,935 ANM Europe Bond........................7,696 ANM Flessibile ..............................2,864 ANM Fondo Liquidità....................7,605 ANM Iniziativa Europa ..................6,855 ANM Internazionale....................12,545 ANM Italia ...................................14,875 ANM Managers&Co. Comp.30 ....5,430 ANM Managers&Co. Comp.50 ....5,117 ANM Managers&Co. Comp.70 ....4,531 ANM Managers&Co. Comp.90 ....4,087 ANM Mix .......................................5,699 ANM Monetario..........................12,125 ANM Obiettivo Rendimento .........5,867 ANM Pacifico ................................4,945

Val. € ieri

8,676 3,985 6,126 6,297 10,332 4,012 13,704 20,174 12,633 6,633 7,171 4,651 5,328 5,087 5,504 7,479 6,424 7,255 4,407 12,932 7,695 2,864 7,606 6,858 12,535 14,926 5,420 5,112 4,526 4,087 5,701 12,127 5,868 4,924

Diff.% 12 mesi

16,74 5,95 5,21 1,70 23,15 6,18 3,88 7,43 6,77 0,81 2,90 7,77 3,60 3,75 3,03 6,12 11,55 20,83 0,64 6,23 5,67 6,59 0,49 10,23 10,16 -5,09 8,67 8,85 12,94 12,65 0,35 0,46 4,04 14,39

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

ANM Pianeta ..............................10,110 ANM Premium-Protetto................6,601 ANM Risparmio ............................7,802 ANM Sforzesco ..........................10,174 ANM Tesoreria-Imprese ...............6,900 ANM Valore Globale...................19,595 ANM Visconteo ..........................35,177

10,069 6,593 7,801 10,167 6,901 19,628 35,176

13,95 1,85 2,84 6,65 0,57 11,39 5,84

Azimut Bil. ..................................23,176 Azimut Garanzia .........................12,294 Azimut Reddito Euro ..................15,688 Azimut Reddito Usa......................6,070 Azimut Scudo ...............................7,696 Azimut Solidity ..............................7,903 Azimut Str. Trend ..........................5,082 Azimut Trend ..............................19,052 Azimut Trend America ..................8,840 Azimut Trend Europa..................11,972 Azimut Trend Italia......................14,533 Azimut Trend Pacifico...................6,392 Azimut Trend Tassi .......................8,930 Formula 1 - Alpha Plus 20 .............6,366 Formula 1 Conservative................6,418 Formula 1 High Risk......................6,777 Formula 1 Low Risk ......................6,633 Formula 1 Risk ..............................6,504

23,206 12,294 15,680 6,035 7,697 7,906 5,099 19,202 8,872 11,966 14,607 6,366 8,926 6,364 6,416 6,775 6,633 6,509

-0,78 -0,17 -0,27 12,12 3,61 0,75 4,46 7,41 11,08 -0,08 -8,89 8,41 -0,89 -2,30 -1,12 -0,43 -1,00 -0,57

EC Focus Cap Pro 12/14 ..............5,079 5,082 Eurizon Az. Asia Nuove Economie10,941 10,901 Eurizon Az. Finanza ....................17,192 17,290 Eurizon Az. Int. Etico .....................5,640 5,641

21,82 0,30 6,33

TITOLI

Val. € oggi

TITOLI

Val. € oggi

Eurizon Az. Salute e Amb. ..........14,867 Eurizon Az. Tecn.Avanz ................3,864 Eurizon Az.ALto Dividendo Euro 24,953 Eurizon Az.EnMatPrime................8,830 Eurizon Az.EuropaMult.................5,606 Eurizon Az.Italia 130/30..............16,027 Eurizon Az.MondoMult .................3,308 Eurizon Az.PMI Amer. ................19,626 Eurizon Az.PMI Europa.................8,321 Eurizon Az.PMI Italia .....................4,504 Eurizon Bilan.Euro Multimanager35,912 Eurizon DiversEtico.......................7,965 Eurizon F. Az.America...................8,360 Eurizon F. Az.Euro ......................13,122 Eurizon F. Az.Europa ....................8,178 Eurizon F. Az.Internazionali...........7,151 Eurizon F. Az.Italia ......................11,460 Eurizon F. Az.Pacifico ...................3,935 Eurizon F. Az.Paesi Emer..............9,200 Eurizon F. Garantito 03/13 ............5,173 Eurizon F. Garantito 06/12 ............5,137 Eurizon F. Garantito 09/12 ............5,119 Eurizon F. Garantito 12/12 ............5,133 Eurizon F. Garantito 2sem06 ........5,245 Eurizon F. Garantito 2tri07 ............5,129 Eurizon F. Garantito 3tri07 ............4,968 Eurizon F. Garantito 4tri07 ............5,217 Eurizon F. Garantito Isem06 .........5,302 Eurizon F. Garantito Itri07 .............5,166 Eurizon F. Ob. Cedola...................6,128 Eurizon F. Ob. Emergenti ...........11,680 Eurizon F. Ob. Euro.....................14,160 Eurizon F. Ob. Euro B/T..............15,165 Eurizon F. Ob. Euro Corp. .............5,735 Eurizon F. Ob. Euro HY .................7,489 Eurizon F. Profilo Din.....................5,312 Eurizon F. Profilo Moder. ..............5,366 Eurizon F. Profilo Prud. .................5,467 Eurizon F. Rend.Ass 2anni............5,247 Eurizon F. Rend.Ass 3anni............5,482

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

14,852 3,847 25,076 8,825 5,649 16,093 3,318 19,684 8,314 4,529 36,009 7,968 8,378 13,188 8,181 7,154 11,507 3,914 9,165 5,171 5,135 5,117 5,132 5,244 5,127 4,966 5,214 5,300 5,165 6,128 11,682 14,156 15,168 5,732 7,492 5,318 5,366 5,469 5,246 5,483

13,59 11,68 -3,58 6,16 6,54 -6,43 12,40 16,38 12,96 -4,86 5,65 2,47 11,72 -1,74 5,65 8,38 -6,01 11,76 20,78 1,39 0,94 1,17 1,34 -0,13 0,39 -2,47 0,75 1,36 0,12 1,86 9,04 2,08 -0,47 5,75 11,79 8,34 4,62 1,13 0,79 0,53

TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Eurizon F. Rend.Ass 5anni............4,908 4,908 Eurizon F. Tesor.Dollaro.............12,448 12,385 Eurizon F. Tesor.Dollaro $ ..........16,598 16,610 Eurizon F. Tesoreria Euro A...........7,654 7,654 Eurizon Focus Tesor Eu B ............7,702 7,702 Eurizon Liquidità A .......................7,271 7,272 Eurizon Liquidità B .......................7,452 7,453 Eurizon Ob. Internaz. ....................8,776 8,738 Eurizon Obb. Euro Corp. BreveT. .7,556 7,556 Eurizon Obblig. Etico ....................5,564 5,558 Eurizon Obiettivo Rend.to.............8,113 8,113 Eurizon Rendita ............................5,963 5,970 Eurizon Soluzione 10 ....................6,894 6,897 Eurizon Soluzione 40 ....................6,127 6,131 Eurizon Soluzione 60..................23,808 23,848 Eurizon Team 1 .............................6,011 6,010 Eurizon Team 1 Cl G .....................6,011 6,010 Eurizon Team 2 .............................5,705 5,708 Eurizon Team 2 Cl G .....................5,701 5,704 Eurizon Team 3 .............................4,786 4,791 Eurizon Team 3 Cl G .....................4,812 4,817 Eurizon Team 4 .............................4,046 4,044 Eurizon Team 4 Cl G .....................4,072 4,071 Eurizon Team 5 .............................3,889 3,894 Eurizon Team 5 Cl G .....................3,916 3,921 Intesa CC Prot.Dinamica ..............5,694 5,701 Passadore Monetario ...................7,116 7,116 Teodorico Monetario ....................7,459 7,459 Unibanca Azionario Europa..........6,034 6,033 Unibanca Monetario .....................5,727 5,728 Unibanca Obbligazionario Euro....5,869 5,866

Fideuram Bilanciato ...................12,338 12,343 Fideuram Italia............................21,198 21,263 Fideuram Liquidità .....................16,831 16,831

Diff.% 12 mesi 0,88 8,97 9,09 0,10 0,36 -0,37 -0,11 10,17 2,59 5,89 1,10 -0,20 0,07 4,11 4,29 0,99 0,99 2,53 2,46 4,41 4,84 7,58 8,10 8,75 9,32 1,03 -0,15 -0,04 5,75 -0,12 1,54

-4,36 -0,46

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

Fideuram Moneta.......................14,613 Fideuram Rendimento..................9,418 FMS - Absolute Return .................9,167 FMS - Eq.Glob.Resources .........10,718 FMS - Equity Asia..........................8,717 FMS - Equity Europe.....................8,874 FMS - Equity Gl Em Mkt .............12,833 FMS - Equity New World ............17,125 FMS - Equity Usa ..........................7,865

14,613 9,417 9,186 10,702 8,655 8,946 12,807 17,056 7,863

-0,08 2,21 -0,51 10,95 10,04 6,02 24,29 25,77 13,75

Pioneer Az. Crescita ..................12,486 Pioneer Az Area Pacifico...............3,617 Pioneer Az Valore Eur Dis..............6,705 Pioneer Az. Am. ............................6,518 Pioneer Az. Europa.....................14,386 Pioneer Az. Paesi Em. ................11,077 Pioneer Liquidita’ Euro..................5,069 Pioneer Monet. Euro ..................13,201 Pioneer O.Euro C.Et. Dis...............4,905 Pioneer Obb. Euro Dis ..................6,719 Pioneer Obb. Paesi E. Dis...........10,262 Pioneer Obb. Più Dis.....................8,351 Pioneer Target Controllo...............5,422 Pioneer Target Equilibrio ..............5,420 Pioneer Target Sviluppo.............22,646

12,535 3,608 6,718 6,532 14,430 11,041 5,069 13,204 4,899 6,714 10,238 8,342 5,418 5,416 22,639

-6,88 2,90 6,13 8,80 2,91 20,95 0,22 0,87 8,09 5,90 21,59 6,54 3,35 4,43 3,10

Bim Az. Small Cap Italia ................6,853 Bim Azionario Europa ...................9,613 Bim Azionario Globale ..................3,908 Bim Azionario Italia .......................6,651 Bim Azionario Usa ........................5,850

6,886 9,647 3,919 6,684 5,849

-6,96 -0,32 3,91 -9,16 9,30

TITOLI

Val. € oggi

TITOLI

Val. € oggi

Bim Bilanciato ............................22,159 Bim Corporate Mix........................5,590 Bim Flessibile................................3,780 Bim Obblig. Breve Term................6,556 Bim Obblig. Globale......................6,010 Bim Obbligazionario Euro.............7,008 Symphonia MS Adagio.................5,934 Symphonia MS America...............3,865 Symphonia MS Asia .....................5,293 Symphonia MS Europa.................5,424 Symphonia MS Largo...................5,670 Symphonia MS P. Emer. ............13,235 Symphonia MS Vivace..................5,117 Symphonia SC Asia Flessibile ......6,294 Symphonia SC Az. Euro ...............5,529 Symphonia SC Az. Internaz. .........6,393 Symphonia SC Az. Italia .............10,270 Symphonia SC Az. Italia SmallCap3,555 Symphonia SC Bil. Equil. Italia......5,334 Symphonia SC Bond Flessibile ....5,222 Symphonia SC Fortissimo............2,657 Symphonia SC Italia Flessibile......4,935 Symphonia SC Monetario ............7,439 Symphonia SC Obblig. Area Eur...9,668 Symphonia SC Patrim.Glob.Redd.7,098 Symphonia SC Patrim.Globale.....5,170 Synergia Az. Europa .....................5,999 Synergia Az. Globale ....................6,074 Synergia Az. Italia..........................5,607 Synergia Az. Sm.Cap It. ................5,477 Synergia Azionario Usa.................6,124 Synergia Bilanciato 15 ..................5,332 Synergia Bilanciato 30 ..................5,498 Synergia Bilanciato 50 ..................5,677 Synergia Monetario ......................5,016 Synergia Obbl Corporate..............5,484 Synergia Obbl. Euro BT ................5,073 Synergia Obbl. Euro MT................5,269 Synergia Tesoreria........................5,049 Synergia Total Return ...................5,245

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

22,170 2,21 5,585 4,33 3,775 -2,65 6,554 0,97 6,000 9,02 6,999 4,18 5,937 4,69 3,877 10,37 5,284 14,37 5,459 5,92 5,687 6,52 13,224 25,43 5,147 8,55 6,291 12,17 5,562 -3,20 6,423 6,00 10,318 -10,90 3,571 -7,33 5,344 -1,98 5,222 4,29 2,660 5,23 4,950 -3,82 7,438 0,47 9,658 5,53 7,095 0,94 5,178 2,99 6,024 -0,66 6,097 3,88 5,633 -10,97 5,502 -8,67 6,137 5,17 5,330 2,50 5,497 2,63 5,679 2,81 5,015 -0,16 5,478 4,44 5,071 0,83 5,263 4,13 5,049 0,18 5,240 0,52


la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

LETTERE,COMMENTI&IDEE

■ 42

IL SABATO DEL VILLAGGIO

NAPOLI, LA CONVIVENZA CIVILE E I RIFIUTI

GIOVANNI VALENTINI

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LA RESA DEI CONTI SULL’INFORMAZIONE Ho avuto la fortuna, in questi ultimi anni, di attraversare per lavoro l’Italia in lungo e in largo, ho avuto il tempo di mettermi a fianco degli italiani e raccontare le loro storie (…). E adesso ho le prove. Le prove che l’Italia di Berlusconi è già un paese meno libero e che il futuro che ci aspetta riserva ancora meno libertà. da “L’Italia in Presadiretta” di Riccardo Iacona Chiarelettere, 2010 - pag. 3 arà l’informazione, prima e più ancora della giustizia, la prova della verità per il governo Berlusconi? È su questo terreno che avverrà la resa dei conti all’interno del centrodestra? In attesa del voto in programma la prossima settimana a Montecitorio sui cinque punti di sutura con cui il presidente del Consiglio tenterà di ricucire la sua logora e sdrucita maggioranza, c’è già un’altra scadenza che minaccia di essere anche più dirompente: la mozione sul pluralismo dell’informazione, in particolare quella della Rai, presentata alla Camera dal capogruppo di Futuro e Libertà, l’indomito Italo Bocchino. Formalmente il testo è contro il Tg1; contro il direttore Augusto Minzolini, per i suoi comizi camuffati da editoriali; e contro il direttore generale dell’azienda, Mauro Masi, autore di un diktat sui talk-show televisivi che non ha precedenti nella storia della tv mondiale. Ma l’iniziativa, sottoscritta da tutti i deputati finiani, si annuncia in realtà come un test decisivo per misurare i rapporti di forza nella (ex) maggioranza e verificarne quindi la tenuta. Nel “disgelo” che risveglia l’informazione in tv, dalla mozione di Fini al Tg di Mentana, sembra aprirsi dunque uno spiraglio di democrazia e di libertà che promette di interrompere il regime televisivo. C’è tuttavia un doppio rischio da cui bisogna preservare l’iniziativa del gruppo che si richiama al presidente della Camera, appoggiata trasversalmente dall’opposizione. Da un lato, occorre evitare che tutto si riduca — anche al di là delle intenzioni — a una ritorsione o a un regolamento di conti sul ring del centrodestra, con un ravvedimento tanto operoso quanto tardivo da parte dei finiani che pure hanno partecipato finora all’occupazione “manu militari” della Rai. Dall’altro lato, sarebbe utile che il centrosinistra, certamente non estraneo alla lottizzazione di viale Mazzini, non si limitasse ad aderire opportunisticamente a un’operazione tattica, strumentale, contingente. Questa può essere, invece, l’occasione propizia per affrontare finalmente la riforma del servizio pubblico e il nodo del conflitto di interessi. Ed è proprio su un tale obiettivo che possono convergere proficuamente le opposizioni e i finiani, magari mettendo in minoranza Berlusconi su una questione vitale per lui, per la sua azienda e per il suo governo. A confermare ulteriormente l’esigenza di rimodellare l’intero sistema televisivo, s’è aggiunta la polemica scoppiata nei giorni scorsi sulle pagine del Corriere della Sera fra l’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, da una parte; il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e il vicedirettore generale della Rai, Antonio Marano, dall’altra. In risposta a un articolo di Aldo Grasso che aveva accusato la tv italiana di essere troppo vecchia, Mockridge ha sostenuto che ciò dipende dalla scarsa concorrenza, chiamando in causa i detentori del duopolio RaiMediaset. A loro volta, questi hanno replicato rinfacciando a Sky una posizione monopolista nella tv satellitare con quasi il 90% del fatturato di settore (Confalonieri) e quindi contestando polemicamente a Mockridge il ruolo di “liberatore” (Marano). Chi segue abitualmente questa rubrica, conosce le nostre critiche insistenti e ripetute al duopolio che controlla la televisione generalista, in chiaro, anche dopo l’avvento del sistema digitale. Ma tutto ciò, oggettivamente, non può occultare l’esistenza del monopolio satellitare di Sky, tanto meno nel momento in cui la pay tv rivendica l’assegnazione di nuove frequenze terrestri. Nel frattempo, la televisione di Murdoch e di Mockridge farebbe bene a controllare il crescendo di battute e battutacce che si diffonde nei suoi programmi, a cominciare da quelli sportivi, arrivando in qualche telecronaca perfino al turpiloquio. sabato@repubblica.it

CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it

ì, è vero. Lo sappiamo tutti chi e che cosa c’è dietro i gravissimi disordini di Napoli. Vera ribellione contro le regole di base della convivenza prima che contro le autorità locali. La criminalità napoletana, famelica prima, poi diventata ricca e aggressiva dopo i fondi del terremoto dell’80, oggi spadroneggia su gran parte della città, dei suoi servizi, degli appalti pubblici. Una criminalità che avvilisce una città per lunghi anni capace di mantenersi su un miracoloso equilibrio tra creatività spontanea, blanda e sorridente trasgressione, simpatica buffoneria. Poi tutto è precipitato con il trionfo dei delinquenti, la fine di ogni regola, la mano libera agli assassini. Napoli ha ritrovato la parte nera della sua anima, quella che Benedetto Croce bollò con la sua famosa espressione “un para-

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entile Augias, è disarmante apprendere che per l’ennesima volta si riapre il problema dell’immondizia a Napoli, purtroppo ricorrente in gran parte del meridione. Sappiamo cosa c’è sotto, ma allora perché bisogna darsi da fare per risolvere un problema di cui non c’è voglia di venire a capo? Ci sono stati disordini gravissimi con feriti, danneggiati 47 autocarri per la raccolta dei rifiuti. Quel vergognoso danno o attentato chi lo pagherà visto che mai nessuno vede niente? Pochi giorni fa 68 autisti di compattatori non si sono presentati al lavoro inviando all’azienda certificato di malattia ( Il sole 24 ore 24 settembre ). Chi sono i medici che si sono prestati a emettere il certificato di malattia? Anche questa è l’Italia. Perché in gran parte del meridione la raccolta differenziata non decolla? Le percentuali di raccolta di prodotto differenziato è irrisoria e nel frattempo le immagini di totale degrado e abbandono dell’immondizia fanno il giro del mondo. Quali sono i turisti invogliati a visitare le splendide città che ci sono al sud, affogate nell’immondizia? Dove è andato a finire l’orgoglio italiano? L’Italia non inizia sopra Vipiteno e finisce a Pantelleria? Le regole non dovrebbero valere in tutto il territorio nazionale? Plinio Garbujo pligar@alice.it

Io ricercatore e le 350 ore di attività

Il vento di Trieste e quello del Mar Rosso

Mario Monteleone Università di Salerno

Mauro Martino Roma

SONO un ricercatore universitario, o come sembra si preferisca dire, un docente universitario di terza fascia. Si dice che i ricercatori universitari dovranno certificare per ogni Anno Accademico fino a trecentocinquanta ore lavorative. Le mie attività lavorati come quelle di tanti altri italiani, sono riprese il primo settembre scorso. Da allora, orologio e certificazioni alla mano, sono stato impegnato per oltre cento ore lavorative, tra attività di ricerca, missioni all'estero, esami ed impegni di tipo burocratico-amministrativo. Aggiungo che per la fine di settembre, considerando le ulteriori attività che so già di dover svolgere, raggiungerò di certo quota centoventi ore. Facendo qualche calcolo banale, in tre mesi potrò certificarne trecentosessanta, ovvero dieci in più di quanto previsto dalla sua riforma. In pratica, entro Natale 2010, avrò raggiunto e superato il limite imposto per legge. Considerando che il ministro Tremonti mi ha tagliato lo stipendio per i prossimi quattro anni, e che un numero maggiore di ore da me lavorate non mi porterà alcun incentivo salariale, mi chiedevo come dovrò comportarmi una volta superato questo limite delle trecentocinquanta ore. Potrò considerarmi in ferie fino a settembre 2011?

HO letto con curiosità l'articolo di Franceschini «Mar Rosso», secondo il quale uno studio dell'Università del Colorado dimostrerebbe che il vento avrebbe potuto aprire un ponte di terra per permettere il passaggio degli ebrei. Non ho potuto fare a meno di chiedermi però come avrebbero fatto migliaia di persone, con donne, vecchi e bambini, trainando carri e masseri-

diso abitato da diavoli”. Nel generale malessere del Mezzogiorno italiano, Napoli s’è guadagnata così il primo posto. Isaia Sales nel suo “Le strade della violenza” (Ancora del Mediterraneo ed.) ricordava la sinistra contabilità di 3.500 omicidi di camorra in venticinque anni. Cifre da guerra civile; criminali nello stesso tempo feroci, arcaici e postmoderni che vivono una realtà separata e lontana da ogni parvenza di società civile organizzata. Ciò che Saviano ha reso in termini di racconto, Sales lo ha confermato con le cifre. Entrambi descrivono più che un modo di delinquere, una cultura, un modo di vivere, un organismo sociale perverso contro il quale ci sono poche speranze di vittoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA

zie, ad attraversare nel fango un lembo di terra lungo 5 km in 4 ore con un vento costante laterale di 100 km all'ora. Forse un triestino potrebbe dare una consulenza.

Il treno per l'aeroporto privo d'indicazioni Felice Di Benga SPESSO mi capita di andare al'aeroporto di Fiumicino per voli. Il treno che lì giunge, proveniente da stazione Tiburtina non ha una legenda attaccata all'interno sulle fermate che effet-

tua ed è fornito , da sempre, di un display non utilizzato ove appare la scritta poco di «Treno ad alta....frequentazione (?)». Mi chiedo un turista straniero come può capire dove sta se non si utilizza una scritta che peraltro può facilmente apparire dato che il treno è già fornito di display? Che fa questo straniero (ma anche un non residente in città)? Basterebbe mettere i nomi della fermata perché appaia all'arrivo nelle varie stazioni.

La raccomandazione della Regione Gaetano Pietropaolo Roma

L’AMACA

MICHELE SERRA

ra le pieghe del fetido “affaire Tulliani” desta un certo sgomento scoprire questo dettaglio: che tra i sospettati di avere fatto carte false c’è anche un tale Lavitola, “editore e direttore dell’Avanti!”. L’Avanti!, per chi non ne avesse memoria, fu lo storico quotidiano dei socialisti italiani. La cui memoria è così remota che molti giornalisti, oggi, lo scrivono senza l’esclamativo finale, che rimarcava l’empito politico della sinistra rivoluzionaria (prima) e riformista (dopo). Pare che la testata sia stata acquistata da Berlusconi e affidata, non si sa per quali meriti, al Lavitola. Anche ammesso che questo Lavitola sia estraneo alla vicenda (lo accusano gli uomini di Fini, altro per ora non si sa), ci si domanda che diavolo c’entri il povero Avanti!(di qui in poi: l’Avanti?) con Berlusconi. Sono quelle classiche cose che fanno dire, al bar con gli amici, «Pertini si rivolterebbe nella tomba». Dubitando che Lavitola sappia chi fu Pertini, e sospettando che non sappia con precisione neppure che cosa fu l’Avanti!, possiamo star certi della sua serenità personale. La nostra, al contrario, si incrina di fronte al brulicare di ex socialisti non ai margini, ma bene al centro del potere di destra. Spetta alla sinistra non socialista, per paradosso, piangere l’indecorosa fine del socialismo italiano.

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IL Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato nella commissione competente, Cultura e formazione professionale, una norma che prevede il diritto di prelazione dei lombardi nelle Università a numero chiuso. Innanzitutto, nei test non si terrà più conto del voto del diploma dato notoriamente con generosità». E fin qui va bene, possiamo ingoiare anche quest’altro rospo. Ma ciò che è inaccettabile nella norma in corso di approvazione a Milano è garantire una corsia preferenziale per gli studenti che siano residenti in Lombardia da almeno cinque anni. Norma, prima di tutto incostituzionale. Ma soprattutto, è una norma moralmente ed eticamente inaccettabile perché introduce una specie di raccomandazione di Stato (di Regione in tal caso).

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La tiratura de “la Repubblica” di venerdì 24 settembre 2010 è stata di 691.877 copie


la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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L’ITALIA, LA TRANSIZIONE FALLITA E LA MANCANZA DI UNA DESTRA NORMALE GUIDO CRAINZ n uno scenario sempre più degradato la crisi italiana appare ormai senza ritorno. “Metodo Boffo” come prassi quotidiana, dossier caraibici, protezione parlamentare a un esponente politico indagato per reati di camorra, sino a quel che sembra affiorare in Abruz-

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Con la caduta del primo governo Prodi è venuto meno il progetto di una buona politica ed è prevalsa la partitocrazia dei partiti facendo riprendere le demagogie populiste zo: i rifiuti invadono di nuovo non solo Napoli ma l’intero paese. Ogni sguardo al sistema Italia ripropone tutti i nodi di una transizione drasticamente fallita, o mai iniziata. Illumina il riemergere, in forme modificate e aggravate, della crisi istituzionale ed etica che aveva portato al tracollo dei primi anni Novanta. Fu travolto allora il sistema dei partiti su cui si era basata per mezzo secolo la storia italiana, dopo meno di vent’anni è entrata in agonia quella che era stata enfaticamente chiamata seconda repubblica. Neppure un vero sistema, a ben vedere: piuttosto un “disequilibrio” di forze politiche che hanno basato la loro sopravvivenza e la loro fortuna soprattutto sulle debolezze degli avversari. Forze poco provviste di reali culture costituenti e incapaci al tempo stesso di disegnare un insieme di regole sociali e di orientamenti programmatici. Incapaci anche solo di abbozzare un progetto credibile per un paese attraversato da sconvolgimenti profondi, in primo luogo sul terreno del lavoro e dell’etica collettiva. Sembrano insomma intrecciarsi e precipitare insieme, in questi mesi, gli effetti di malattie antiche e le macerie indotte da storture recenti, in un finale di partita di cui si vedono bene rischi e derive ma non si intravedono possibili alternative, o perlomeno uscite di sicurezza. Per molte ragioni gli anni Novanta, nei loro differenti versanti, sembrano oggi lontanissimi. Crollata la «prima Repubblica», e smorzatasi presto la prima esplosione di illusionismo berlusconiano, svanì anche la speranza che il rinnovamento potesse muovere dalla parte migliore della nostra storia precedente. Già con la caduta del primo governo Prodi – se non nel corso di esso – venne di fatto accantonato un progetto di «buona politica» capace di resistere all’emergere di una inedita «partitocrazia senza partiti». Quasi paradossalmente, poi, il primo governo guidato dal leader di un partito post-comunista, Massimo D’Alema, vide non il rafforzamento ma l’ulteriore travaglio di quel partito e al tempo stesso la capitolazione – altamente simbolica – di una roccaforte storica del «riformismo rosso» come Bologna. Tramontava così l’ipotesi che il rinnovamento potesse esser guidato dalle forze che si erano in qualche modo opposte alla degenerazione della «Repubblica dei partiti» già dall’interno di essa. Ciò poneva in primo luogo agli eredi del vecchio Pci il problema di un rinnovamento radicale, che non venne. Ripresero così campo – sul versante leghista come su quello berlusconiano – ipotesi e demagogie populiste e antipolitiche, sempre più debolmente

contrastate nell’area del centrodestra dalle forze che mantenevano un qualche legame con la storia precedente, dall’Udc ad An. Forze costrette progressivamente a scegliere fra la «berlusconizzazione» e l’emarginazione, in un processo che ha avuto una forte accelerazione

Sono senza veli i tratti portanti della politica berlusconiana, il suo porre al centro interessi personali e di azienda anche a costo di colpire le basi della democrazia e recare durissimi colpi all’informazione negli ultimi due anni e il suo definitivo approdo in questi mesi. Appaiono da tempo senza veli i tratti portanti della politica berlusconiana, il suo porre al centro interessi personali e di azienda anche a costo di colpire a fondo le basi stesse della democrazia e recare durissimi colpi all’informazione («Non ci può essere libertà per una comunità che manca di strumenti per scoprire la menzogna» scriveva Walter Lippmann novanta anni fa). Appare senza veli, anche, il sempre più pervasivo «sistema delle cricche», con i processi che esso innesca in una democrazia ormai immemore della normalità e in una «società incivile» in sotterranea espansione. Di qui la pericolosità dello scenario attuale. Di qui l’esasperazione del clima da parte di un premier sempre più debole e sempre più sottoposto al condizionamento della baldanzosa truppa di Bossi e Calderoli. Umiliato e reso al tempo stesso più aggressivo dalla necessità di degradarsi in uno squallido «mercato dei deputati» per puntellare i traballanti residui di quella che fu una trionfale maggioranza. È l’esito di un processo. È l’esito del percorso che ha portato il “berlusconismo” a diffondere nella politica e nella società nuove forme di estraneità alla democrazia e alle regole collettive, esasperando al tempo stesso tendenze negative già presenti. E senza che si siano innescati anticorpi adeguati. Lo rivela l’evoluzione stessa di quella parte della destra – un tempo ex o post fascista, e comunque “nazionale” – che è approdata alla più completa subalternità al premier ed è priva di voce persino di fronte alle dissennatezze e alle provocazioni leghiste. È al tempo stesso illuminante, infine, la difficoltà di dar corpo a una «destra normale»: difficoltà certo non nuova nel nostro Paese, come l’ultimo Montanelli non si stancava di dire. Al di là delle contingenze dello scontro politico, inquinato dalle sopraffazioni e dai veleni del premier e dei suoi sottoposti, ne aveva recato testimonianza la stessa manifestazione di Mirabello: con le sue composite presenze, con il differenziato modularsi del discorso di Gianfranco Fini, con gli applausi e le incertezze che lo accompagnavano. Sull’altro versante, un centrosinistra incapace di fare i conti sia con il Paese reale che con se stesso non contribuisce certo a dissipare la sensazione di un disfacimento e di una frantumazione senza freni: quasi mancasse la consapevolezza della drammaticità della situazione, dell’urgenza di costruire argini e sbocchi convincenti. È su questo terreno però che si giocherà il futuro del Paese, e non solo quello più immediato. © RIPRODUZIONE RISERVATA



CULT

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

Ossa, animali morti, corpi amputati, immagini estreme: così oggi va in mostra

lo shock d’autore

LO SCANDALO FATTO AD

ARTE

Come insegnano anche gli ultimi casi: Cattelan, Hirst o Murakami Certo, le provocazioni

sono sempre state una costante degli artisti, da Duchamp

solo a una logica di mercato

M

ilano, 2004. Per la Fondazione Trussardi, Maurizio Cattelan impicca tre bambini di plastica, sopraffino lavoro artigianale tanto che paiono veri, a un innocente albero di una piazza popolarchic: traffico in tilt, gente che inciampa e cade, mamme in subbuglio, un signore che si ferisce tentando di abbattere l’albero, il sindaco Albertini che cade (senza ferirsi) dalle nuvole. Insomma scandalo! Ogni giorno la televisione trasmette bambini maciullati dalle guerre nel mondo, ma l’arte! Il buon senso consiglierebbe di lasciar perdere per sempre il fomentatore di subbugli per quanto di natura artistica. Invece, Milano 2010. Invitato addirittura dal Comune, smemora-

OGGI SU REPUBBLICA.IT

Lo speciale sulle sfilate milanesi

Scienza

Immagini iPad Gli ebrei ortodossi di Brooklyn

omani saranno trascorsi giusto settant’anni dalla morte di Walter Benjamin. Si suicidò sul confine spagnolo convinto di cadere nelle grinfie dei nazisti. Su di lui segnalo tre libri eccellenti, di recente uscita: Walter Benjamin e la moralità del moderno di Bruno Moroncini (ed. Cronopio); Benjamin di Fabrizio Desideri e Massimo Baldi (ed. Carocci); Costellazioni di Giovanni Gurisatti (ed. Quodlibet). Einaudi, inoltre continua la pubblicazione dell’opera completa (è da poco uscita la raccolta di scritti degli anni 1928-29). Infine da un piccolo editore (Alegre) sta per uscire una nuova edizione di Per la critica della violenza. La fortuna di Benjamin, insomma, non conosce pause, né flessioni da quando, alla fine degli anni Settanta, Giorgio Agamben ne intraprese la cura. Pensatore tra i più anomali del Novecento, Benjamin seppe leggere la contemporaneità e anticipare le traiettorie che oggi ci governano. È sorprendente come quasi tutto passi attraverso le sue analisi: dall’arte alla politica, dalla letteratura alla società. Rilevò una contraddizione tra il modo sempre più complicato di darsi delle nostre vite e l’immiserimento della nostra esperienza (personale e sociale). Intendeva dire che, rispetto al passato, siamo molto più poveri di realtà. E tanto più immersi nel virtuale e nell’onirico. Ineccepibile, se si guarda a ciò che sta accadendo in questi anni.

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Moda

La notte della ricerca europea

ANTONIO GNOLI

BENJAMIN, MODERNO 70 ANNI FA

Se Facebook si blocca “cresce la produttività”

INGRESSO GRATUITO *CON COUPON PGM 2010

WWW.VILLEGIARDINIFIRENZE.IT

Percival Everett e l’eroe chiamato Non Sono Sidney Poitier Intervista

Diego De Silva “Il mio avvocato di insucceso da 150mila copie” MAURIZIO BONO

to oppure a caccia di diversivi, Maurizio Cattelan promette di installare in una piazza businesschic L. O. V. E., una manona con il solo dito medio alzato: tumulto per tutta l’estate in consiglio comunale, mentre la città va in malora per conto suo, c’è chi ritiene l’installazione del ditone «inadatta all’arredo urbano» o «diseducativa per le scolaresche», che pure quel gesto hanno ammirato mille volte, sacralizzato da una star come Bossi; e in questo senso c’è chi addirittura teme che la cattelanata sia il primo simbolo pubblico della padanizzazione della città un tempo ritenuta europea. Insomma, scandalo! SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE CON UN ARTICOLO DI JEAN CLAIR

SABATO

Web

Libri

GIORGIO VASTA

alle Biennali degli anni Settanta, ma se una volta erano gesti simbolici e ideologici, adesso sembrano rispondere NATALIA ASPESI

All’interno

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Arte

Metafisica e ironia il paesaggio raccontato da Salvador Dalì ARMANDO BESIO

Film

Provincia felix nella Passione secondo Mazzacurati CURZIO MALTESE

Tempo libero

Mondo wireless ora anche tv e stampanti sono senza fili ERNESTO ASSANTE


la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

LA COPERTINA R2CULTURA

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Gli Impressionisti

Le avanguardie

L’AUDACE PICNIC DI MANET

L’ORINATOIO DI DUCHAMP

Nella seconda metà dell’800, fanno scandalo i dipinti dei pittori francesi: l’eccesso di realtà e i nudi di Courbet e la nuova visione antiaccademica degli Impressionisti Monet, Degas, Renoir. A Parigi, nel 1863, il Salon des Refusés accoglie le opere rifiutate dal Salon ufficiale: tra queste Le déjeuner sur l’herbe di Edouard Manet

Le avanguardie del ’900, dal Futurismo in poi, sovvertono i canoni dell’arte. Gli artisti dadaisti irridono ogni estetica e il pubblico Duchamp si fa fotografare da Man Ray nei panni di un alter ego femminile e nel 1917 provoca New York, esponendo come opera un orinatoio ribattezzato Fontana

QUANDO

LA PROVOCAZIONE SI METTE IN MOSTRA Sesso, animali e immagini orrende benvenuti al mercato dello shock d’autore NATALIA ASPESI

F L’esposizione È stata inaugurata ieri a Milano la mostra Maurizio Cattelan, contro le ideologie a Palazzo Reale. Tre le opere esposte, La nona ora, la scultura iperrealista che raffigura papa Wojtyla colpito da un meteorite. L’artista ha poi installato L.O.V.E., enorme dito medio in Piazza Affari

(segue dalla copertina) urbo come il demonio, l’artista che l’assessore con scarso portafoglio Finazzer Flory celebra anche con una mostra scarsa (solo tre delle sue celebri opere storiche, quelle che a furia di scandalizzare non scandalizzano più), propone la sua versione in cui cascano devoti quasi tutti: «Si tratta di un vortice apocalittico dove converge l’ipocrisia contemporanea della storia, della guerra, delle religioni, del corpo e dell’eros». Intelligente, la Curia meneghina che sa come i problemi di Milano siano ben altri, si dichiara favorevole all’esposizione della famosa statua di papa Wojtyla colpito da un meteorite (La nona ora). Succede dunque che a non voler più cascare nella trappola ripetitiva, quasi quotidiana, dell’arte come provocazione, shock, disturbo, infamità, trasgressione, vergogna, indecenza, blasfemia, ecc. sia chi ha capito che l’annoso gioco ha il fiato corto e sta ormai perdendo del tutto il suo significato rivoluzionario. Per esempio la diocesi di Trapani pone nel suo portale il quesito, «l’opera d’arte fa scandalo o è un atto di fede?», e affida serenamente alla critica Eva di Stefano il commento alla mostra Across the cross. Pisschrist, 1987, di Andres Serrano, fotografia di un crocefisso immerso nel sangue e nell’urina, rappresenta «il mistero cristiano dell’incarnazione che illumina il martirio». Christ you know it ain’t easy, 2003, di Sarah Lucas (quella che in un autoritratto ha due uova al burro al posto del seno), un Gesù in croce fatto di sigarette, è «l’interpretazione scorata, apparentemente blasfema, del dogma». Si sa che l’arte è stata tale nel momento in cui per qualsiasi ragione, (morale, politica, estetica, sociale, di forma o di contenuto) ha scandalizzato, ha rotto con la tradizione e il presente, è sembrata pericolosa. La consacrazione de-

finitiva che l’ha resa martire e sublime, è stata la censura, cioè la chiusura della mostra autoproclamatasi maledetta, la sparizione dell’opera incriminata, in nome sia del cosiddetto buon gusto (spesso secondo il giudizio di volgaroni), che della salvezza delle anime (e delle scolaresche). Successe un putiferio sempre a Milano quando nel 2008 la sindaca Letizia Moratti improvvisamente si accorse che l’assessore alla cultura, col suo distratto consenso, stava per inaugurare una grande mostra di arte

omosessuale, con catalogo già stampato e manifesti ovunque: apriti cielo! Non c’era, allora, consigliere comunale o associazione cittadina di pii sentimenti, che non rumoreggiasse. La mostra non aprì neppure, la città fece una figuraccia e non si poté neppure discutere sul fatto che le opere esposte non

erano affatto scandalose, ma quasi tutte bruttissime. Certo in passato c’era materia più interessante ed esplosiva per indignarsi e chiedersi, ma sarà vera arte? Ma ormai chi oserebbe dire di no a Elle a chaud au cul di Duchamp (la Gioconda con barba e baffi) o al suo orinatoio (1917), che introdusse per sempre la ormai

fin troppo diffusa abitudine di prendere una tazzina da caffè, un lampione, un cappello o appunto un gabinetto, definirli opera d’arte, e con questo farli arte del valore di milioni di euro? Si conosce l’aria soave, colta e pia di quei curatori

La censura

Il passato

La svolta

L’arte è stata tale nel momento in cui per qualsiasi ragione ha scandalizzato, ha rotto con la tradizione e con il presente. La sua consacrazione definitiva è stata la censura

In passato c’era materia più interessante e anche più esplosiva per indignarsi e chiedersi “sarà vera arte?” Ma ormai chi oserebbe dire di no a Duchamp e alla Gioconda coi baffi?

Il punto di svolta degli scandali in mostra risale al 1997, quando la Royal Academy espose tutti insieme gli “Young British Artists” di Saatchi. Nacque così un nuovo business


la Repubblica

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SABATO 25 SETTEMBRE 2010

PER SAPERNE DI PIÙ www.chateauversailles.fr www.comune.milano.it/palazzoreale

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La Pop Art

I maestri dello scandalo

LA “MERDE D’ARTISTE”

DA CATTELAN A MURAKAMI

Nel 1961, Piero Manzoni inscatola le feci: nasce la “merde d’artiste”. Alla Biennale del ’72 De Dominicis propone una installazione con un ragazzo down. Negli Usa Warhol riproduce all’infinito immagini di impatto: dalla sedia elettrica agli incidenti

Cattelan sciocca Milano con il manifesto della sua mostra che riproduce il suo Hitler in ginocchio. Murakami espone a Versailles tra le polemiche. Ma campioni dello shock oggi sono anche Hirst, Koons, i fratelli Chapman e la body artist Orlan

L’analisi

Jeff Koons e i suoi fratelli quell’arte senza valore (sociale) Una nuova “estetica dell’abiezione” ha conquistato l’assenso dei poteri pubblici Personaggi come Damien Hirst pensano di non avere alcun dovere verso la società JEAN CLAIR na quindicina di anni fa, a New York, ci fu una mostra intitolata Post-human, dedicata all’esibizione del corpo visto nell’ottica della desacralizzazione, della degradazione, dello svilimento degli organi alle loro funzioni. Morphing o deformazioni, mutilazioni, automutilazioni, massacri e omicidi, la fascinazione per il sangue e gli umori corporei, e perfino gli escrementi… Una decina d’anni fa ci fu un’altra mostra intitolata Abject Art -Repulsion and Desire… Un passo più avanti nell’immondo, in senso proprio, cioè quello che non appartiene al nostro mondo. Qui non siamo più nel subjectus del soggetto classico, siamo nell’abjectus, nel rigetto, nello scarto dell’umano postmoderno. È molto di più della tabula rasa dell’Avanguardia, che un tempo pretendeva di sparecchiare la tavola imbandita per il banchetto dei secoli. L’arte dell’abiezione ci trascina nell’episodio seguente, nel postprandiale: ciò che il corpo lascia sfuggire di sé quando abbiamo digerito il cibo. È tutto ciò che si riferisce all’abbattimento, all’avvilimento, all’escrezione. Ci si può chiedere se un’arte del genere possa esistere. E se esiste, in che modo può essere ammessa in una mostra? E soprattutto come può, quest’arte, conservare non solo l’assenso dei poteri pubblici, ma anche il loro sostegno finanziario e morale, considerando che si tratta di un’arte che si può vedere in tutte le grandi manifestazioni, a Venezia come a Versailles…? Per “spiegare” queste cose potremmo fare affidamento sull’autorità della storia dell’Arte e stabilire, ad esempio, una genealogia della merda in arte che giustificherebbe la presenza di questo materiale insolito. Questa genealogia potrebbe cominciare da Salvador Dalí nel 1929, con i suoi quadri in gloria della scatologia… Poi Piero Manzoni negli anni Cinquanta con la sua “merda d’artista” in piccoli barattoli, tirata in 70 esemplari… Che senso ha? E soprattutto perché i poteri pubblici ormai sono felicissimi di mostrare e sovvenzionare queste imprese cosiddette “artistiche”? Perché il socius ha bisogno di ricorrere a questo espediente (cosiddetto) estetico quando il suo ordine non è più accettato consapevolmente, né nell’ambito religioso né nell’ambito politico? È forse l’ordine scatologico che può garantirci que-

ILLUSTRAZIONE DI TULLIO PERICOLI

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di mostre e di quei critici che si inginocchiano incantati davanti alle tante sublimi installazioni: capanna fatta di assorbenti, signora che spolpa ossa puzzolenti, donna nuda appesa al soffitto, lepri morte, formicai inghiottiti da serpente, l’artista che scopa la sua signora, balena tagliata a fette in formaldeide, ritratto in plexiglass dell’artista riempito di sangue refrigerato, letto disfatto con macchie di sperma, di mestruazioni, briciole di biscotti e pulci, e la ca-

postipite “merda d’artista” in scatola, ecc. E a furia di vederne a Biennali e Quadriennali o al sempre dissennato Turner Prize della Tate Britain londinese, la gente ha cominciato ad abituarsi, a mitridatizzarsi, addirittura a divertirsi davanti a sodomizzazioni di gruppo eseguite con il pugno chiuso, a gemelli siamesi castrati però col pene al posto del naso e l’ano al posto della bocca. Quindi sono finiti i tempi in cui scoppiavano casini per-

ché De Dominicis esponeva alla Biennale di Venezia del ’72 un ragazzo down o Pipilotti Rist alla 51ma Biennale proiettava sul soffitto della chiesa di San Stae immagini di angeli femmina nudi. Ormai a scandalizzarsi di quel che loro stesse propongono sono soprattutto le istituzioni pubbliche, e se lo fa la gente è per imprecare contro il denaro buttato. Nel marzo 2010, riccamente finanziato dalla proHelvetia, Christopher Buchel ha costretto i visitatori del Palazzo della Secessione di Vienna, a porsi il fine quesito: «Il bordello sarà arte?». Infatti la sua installazione Spazio per una cultura sessuale era semplicemente un locale per scambisti che invitava a usufruirne, tra i dipinti elegantemente erotizzanti di Klimt e di Schiele. La rivolta dei visitatori, più che l’ardita opera d’arte, riguardava infatti i soldi spesi per finanziarla. Ma il punto di svolta dell’arte come scandalo risale al 1997, quando la Royal Academy di Londra allestì la grande mostra dei “Young British Artists”, con il titolo Sensation. C’erano tutti, gli scandalosi degli anni successivi, da Hirst a Emin. La mostra provocò vere e proprie insurrezioni soprattutto per il ritratto gigante, fatto con le impronte di mani infantili, di Myra Hindley, la spietata assassina di due bambini. Un giornale promosse una campagna contro l’opera, portando la madre di uno dei due piccini a vederla, la gente la colpì con uova e inchiostro: il quadro fu ripulito e rimesso al suo posto, ricoperto di plexiglass. L’inventore di Sensation era Charles Saatchi, collezionista e boss della pubblicità. Che aveva capito come il compito provocatorio, anche scandaloso, anche horror dell’arte, non era più ideologico, dirompente, ma mercantile, da sfruttare come nuovo veicolo di comunicazione, di pubblicità: perfetto per vendersi e per vendere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’autore Storico dell’arte, Clair è autore del saggio “La crisi nei musei. La globalizzazione della cultura” (Skira). “Des Beaux-Arts considérés comme un assassinat” uscirà nel 2011 sta coesione mancante? Sarei tentato di fare riferimento a Giorgio Agamben, e in particolare al suo Homo sacer (l’uomo sacro, la nozione di sacer nell’antichità romana, lo status particolare dell’homo sacer) e di tornare alla vecchia distinzione aristotelica tra zoè e bios: bios la vita intelligente, la vita degli esseri logici, e zoè la vita primitiva, la vita animale, la vita bestiale. Non stiamo forse vivendo attualmente una regressione su larga scala dal bios alla zoè? Di questo sacer, negli anni Trenta, gente come Leiris, Caillois e Georges Bataille ha fatto la base della propria estetica, una letteratura, ma anche un’arte, fondata sul sacrilegio, un’estetica del disgusto, della voluttà dell’immondo. Ma tutto questo avveniva ancora su uno sfondo religioso: se c’è un sacrilegio è perché c’è una religione. Bataille non sarebbe Bataille senza questo côté spretato di mistico disoccupato che ha saputo assumere alla perfezione. Freud, già nel 1910 (una visione cupa ma premonitrice) scriveva: «Conciliare le rivendicazioni delle nostre

pulsioni sessuali con le esigenze della civiltà è assolutamente impossibile. La rinuncia alla sofferenza, così come, in un futuro molto lontano, la minaccia di assistere all’estinzione del genere umano in seguito allo sviluppo della civiltà, non possono essere evitati». Nell’arte attuale non faremmo l’apprendistato del gusto, ma faremmo il disapprendistato di quel disgusto inculcatoci fin dalla prima infanzia per farci capire che tenere sotto controllo gli sfinteri è cosa importantissima. Questi fenomeni dell’arte attuale, da Koons a Damien Hirst, sono una perfetta illustrazione di quello che il filosofo Marcel Gauchet chiama “l’individuo totale”, vale a dire colui che ritiene di non avere nessun dovere nei confronti della società, ma tutti i diritti di un “artista”, “totalitario” com’era un tempo lo Stato, in cui traspariva lo spettro del bambino che crede di essere onnipotente e di imporre agli altri, attraverso le istituzioni pubbliche, gli escrementi di cui si compiace. Queste riflessioni valgono solo per la cultura occidentale e di tradizione cristiana. La comunità ebraica si indigna giustamente per l’Hitler di Cattelan, e la comunità islamica si infuria se si tocca l’immagine di Maometto. L’opera di Cattelan che rappresenta il papa colpito da una roccia non ha suscitato grande scandalo ed è esposta in permanenza. (Traduzione di Fabio Galimberti) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

LIBRI R2CULTURA

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Le critiche degli altri

Il professore che spiega la cultura americana con Bob Dylan ANGELO AQUARO

l complimento più impegnativo gliel’ha fatto Martin Scorsese: «Leggere Bob Dylan in America è sorprendente quanto ascoltare una grande canzone: di Dylan». Scorsese, si sa, è il maestro di Taxi Driver ma anche dell’Ultimo Valzer, il film d’addio della storica Band di Bob. Un po’ di parte? Beh, da Philip Roth (sì, Roth) in giù ci sono veramente tutti nel coro di elogi. Washington Post: «Sean Wilentz comincia il saggio su Dylan associandolo al compositore di musica classica Aaron Copland: segno che il libro non è giusto

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Il romanzo

Le allegre catastrofi nel nome di Twain ANTONIO MONDA l nuovo romanzo di Pete Dexter, Spooner, è caratterizzato da un umorismo nero e fragoroso, e dal piacere di raccontare, con un misto di crudeltà e anelito di redenzione, una serie di catastrofi che segnano l’esistenza del protagonista. Dexter è abilissimo nel costruire personaggi estremi all’interno di un mondo assolutamente quotidiano, a cominciare da Warren Spooner, un ex campione di baseball che si reinventa come giornalista, mentre intorno a lui ogni cosa si rivela un fallimento. Unico sopravvissuto di una coppia di gemelli, Spooner ha un talento innato per cacciarsi nei guai ed un istinto naturalmente criminale, ma è anche ingenuo sino all’innocenza, al punto da risultare amabile anche nei momenti delle scelte più sbagliate. L’ironia presente in ogni scena, l’affetto per il protagonista e l’ambientazione imprescindibilmente americana, avvicinano il libro sorprendentemente alle atmosfere di Mark Twain, e lo distanziano dai romanzi a cui ci ha abituato finora Dexter. L’epica familiare di Spooner è lontana anni luce dal Cuore nero di Paris Trout: dietro quell’apparenza crudele e sarcastica è nascosta molta tenerezza.

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SPOONER

di Pete Dexter Einaudi Stile Libero, trad. di Norman Gobetti, pagg.508, euro 21

La storia

L’amore difficile per la figlia sconosciuta

FILOSOFIA & IDEE

di Paolo Virno Bollati Boringhieri Pagg. 221, euro 16 I VIAGGI DEI FILOSOFI

I filosofi viaggiano solo con la mente? No, Platone per tre volte affronta i rischi della navigazione da Atene a Siracusa e viene pure rapito dai pirati. E Nietzsche? Fuggitivo errante, con le sue peripezie da Röcken a Torino.

HANNA ARENDT CONTRO LA FILOSOFIA POLITICA?

La “filosofia politica» cerca di unire due concetti contraddittori. Abensour rintraccia i fondamenti della tradizionale ostilità della filosofia alla politica ripercorrendo il pensiero della Arendt. di Miguel Abensour Jaca Book Pagg. 182, euro 24

a bambina adottiva indiana era morta. Era in Italia da pochi giorni, ma non aveva resistito a un’operazione improvvisa. Vicino al lettino d’ospedale, i genitori adottivi. Lui che finalmente aveva pianto (fino ad allora non ne era stato capace), lei che amava la bambina ma custodiva un segreto inaspettato: forse era incinta. Questa storia potrebbe sembrare banale ma non lo è meno che mai Italia, dove il culto della famiglia «di sangue» va dalla Chiesa cattolica alla mafia. Ma anche all’estero, per quel poco che si è parlato di adozioni, se ne è parlato soprattutto dal punto di vista del figlio (come nel magistrale romanzo di P.D. James). Qui invece il punto di vista è quello dei genitori, scrutati minuziosamente nell’animo. Prima di tutto, la decisione di sottoporre la donna agli sgradevoli e a volte osceni rituali medici della fecondazione assistita. In secondo luogo, la resa del padre alla propria impotenza. Infine, l’incognita dell’incontro. Sono pronti ad amare ma non sanno chi. E loro saranno amati? Hanno chiesto qualunque bambino, di qualunque età e religione purché sano. Alina sembra sana ma non è così.

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BENVENUTA FRA NOI

Quali sono il significato e il valore della nozione di soggetto nei suoi tratti costitutivi e dominanti? Con la riedizione di questo libro (pubblicato per la prima volta nel 1979) torna uno dei testi di filosofia più importanti degli ultimi trent’anni. di Salvatore Natoli Adelphi Pagg. 288, euro 10 LA SOCIETÀ DISCIPLINARE

Esiste un’evoluzione del ruolo e della funzione disciplinare della prigione? Oppure è solo un contenitore dentro cui scaricare individui che minacciano la sicurezza e la pace della popolazione? di Michel Foucault Mimesis Pagg. 162, euro 16

A CURA DI FRANCESCA BOLINO

di Rossana Dalla Stella Edizioni Albatros Il filo, pagg. 76, euro 12,50

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Melozzo da

Forlì

L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello

Forlì Musei San Domenico 29 gennaio 12 giugno 2011 info 0543 19 12 030 prenotazioni servizi@civita.it catalogo SilvanaEditoriale

Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con

Comune di Forlì

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Indovinate chi è davvero Sidney Poitier

L’animale umano è instabile, problematico, pericoloso. Ma le strutture del pensiero verbale, requisito biologico che lo distinguono dalle altre specie, hanno una duplice valenza etica di rischioso squilibrio e forza che trattiene dal baratro.

A cura di Maria Bettetini e Stefano Poggi Raffaello Cortina Pagg. 254, euro 19

un album – naturalmente di Dylan. La novità è il posto che il libro assegna a Dylan «nel contesto della storia culturale americana». E che solo uno come Wilentz poteva permettersi di dare. Perché di professione Wilentz è un professore di storia, che insegna a Princeton e ha già scritto un altro libro applauditissimo, stavolta, dall’accademia e non dai fan rock: L’alba della democrazia americana. Capito perché questo è davvero un grande paese?

IL LIBRO DI GIORGIO VASTA NON SONO SIDNEY POITIER

E COSÌ VIA, ALL’INFINITO

SOGGETTO E FONDAMENTO

LAURA LILLI

un’altra biografia del camaleontico folk-rockstar-poeta cantautore». New York Times: il libro è «da ammirare» e il suo autore è «bravo, bravo davvero». E che ci sarà mai di così speciale? In fondo, dice il Los Angeles Times, «Dylan è stato l’oggetto di innumerevoli studi e lui stesso ha pubblicato il primo volume dell’autobiografia in più volumi». E allora? La novità sta davvero nell’autore: che non è solo il più grande dylanologo vivente, suo amico dai tempi del Village, curatore del sito, vincitore addirittura di un Grammy per il testo che accompagnava

Percival Everett gioca con il mistero dell’identità personale E utilizza un quasi omonimo dell’attore nonché Ted Turner GIORGIO VASTA Los Angeles, in California, c’è un cratere in eruzione. Questo cratere non genera lava: genera immaginazione narrativa, un magma di intuizioni sempre diverse l’una all’altra. Talmente diverse – fermo restando il denominatore comune del romanzo – da far pensare che dietro narrazioni così difformi non possa che esserci una molteplicità di sguardi e non un’unica mano in grado di passare, sempre con impressionante coerenza stilistica, da un western aspro e contemporaneo come Ferito a un thriller satirico che demistifica le fondamenta del nostro Occidente come Deserto americano, fino allo sperimentalismo ironico di Glifo. Eppure questo cratere è uno solo, si chiama Percival Everett, ha cinquantaquattro anni, oltre venti libri all’attivo, sei dei quali pubblicati anche in Italia. L’ultimo in ordine di tempo, ancora edito dalla casa editrice Nutrimenti e tradotto da Marco Rossari, è Non Sono Sidney Poitier. Che, per quanto possa apparire paradossale (e deve apparire paradossale) corrisponde a nome – “Non Sono Sidney” – e cognome – “Poitier” – del protagonista nonché voce narrante del romanzo. Non Sono Sidney viene partorito nel 1968, podalico, dopo due anni di gestazione, buona parte

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dei quali impegnati dalla madre in una gravidanza isterica; è di padre ignoto ma ha una somiglianza che si fa sempre più evidente man mano che cresce: quella, guarda caso, con Sidney Poitier, l’attore hollywoodiano, oggi ottantatreenne, interprete di film memorabili e primo afro-americano a vincere un Oscar. Portia Poitier, non si sa se per sfida o per perfidia, battezza il suo bambino così: con una negazione, con un’inesorabile presa di distanza. Con la condanna a poter dire soltanto chi non si è, diffondendo sulla propria identità essenziale un’ombra scurissima. L’infanzia trascorre e quando Non Sono Sidney ha undici anni Portia muore facendone un orfano. Il più ricco degli Stati Uniti, probabilmente, considerato che per effetto di un investimento della madre Non Sono Sidney eredita una sostanza che nel corso del tempo non farà altro che aumentare indefinitamente permettendogli di concentrarsi su un unico definitivo tormento: darsi una direzione, un obiettivo. Darsi, cioè, un senso. La frequentazione con Ted Turner (proprio lui, il fondatore della CNN, accompagnato da una Jane Fonda che nuota assorta e indistruttibile in piscina) e poi, acquistato l’accesso al college, con un docente di Filosofia dell’assurdo che risponde, combinazione, al nome di Percival Everett, costituiranno

Hervé This

La scienza in cucina

Piccolo trattato di gastronomia molecolare prefazione di Dario Bressanini

Perché l aragosta bollita è rossa e la meringa è gonfia? Indagine scientifica e abilità culinaria si alleano per preparare nuove leccornie.

Mark Henderson

50 grandi idee di genetica Una perfetta introduzione alla genetica, che spiega in modo chiaro anche i concetti più complessi di una scienza giovane che ha rivoluzionato la nostra vita.

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la Repubblica

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SABATO 25 SETTEMBRE 2010

Internet club

avori in corso. La casa editrice americana Farrar, Straus & Giroux ha creato un blog che propone incontri e interviste con i propri autori. Si chiama Work in progress (www.fsgworkinprogress. com), ed è un omaggio: «prima che Joyce terminasse Finnegans Wake lo chiamò Work in progress», si legge nella presentazione. Fra le offerte, un colloquio dell’editore John Galassi con Jeffrey Eugenides, dove il secondo parla del suo metodo di scrittura: «Cechov diceva di scrivere con la facilità con cui un uccello canta. Sarebbe

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Così gli editori usano la Rete per dare lezioni di scrittura LOREDANA LIPPERINI

Le illustrazioni di questa e delle pagine seguenti sono di Gipi

soltanto la premessa dell’avventuroso apprendistato alla vita di questo anomalo Wilhelm Meister d’oltreoceano. Via via che la narrazione si sviluppa rapsodica e picaresca, Everett (lo scrittore, non il personaggio) ci dimostra che una trama non è qualcosa a cui subordinarsi, una regola ferrea da rispettare, bensì materia da mettere in torsione, da slogare, così tanto da far saltare in aria, serenamente, ogni ragionevolezza e porre Non Sono Sidney nelle condizioni di dover indagare sul proprio omicidio, ancora coadiuvato da Ted Turner e Percival Everett (il personaggio, non lo scrittore), un vero e proprio Groucho Marx bicefalo in grado di imporre al romanzo

un impulso centrifugo, una sistematica dispersione di senso laddove Non Sono Sidney fa di tutto, ostinatamente centripeto, per raggiungerlo, questo benedetto senso. E così, tra scene che rimandano ai grandi successi di Sidney Poitier (si intravedono in filigrana, tra gli altri, La parete di fango, I gigli del campo, La calda notte dell’ispettore Tibbs e Indovina chi viene a cena?) e la programmatica formulazione e distruzione dei cliché razzisti, tra acrobatiche contorsioni logiche in forma di gag tutte le volte in cui gli tocca presentarsi a qualcuno e arresti, rilasci, fughe, fidanzamenti interrotti e un tornado (che, come nel finale di A Serious Man dei Fratelli Coen, è l’incanto nel quale tutto si emulsiona e si rivela), Non Sono Sidney, nello smaterializzarsi di ogni cosa intorno, arriva a Los Angeles, raggiunge un palco e riceve tra

gli applausi del pubblico una statuetta placcata d’oro. In quel momento, nel luogo degli onori, Non Sono Sidney comprende qual è stato e sarà sempre il suo (il nostro) inevitabile onere: restare all’ombra di quella cosa che chiamiamo – perlopiù idolatrandola – identità. Non Sono Sidney sa che non c’è dato altro che vivere in una frattura irricomponibile, nel crepaccio buio del senso. Percival Everett (lo scrittore e il personaggio) sa che ognuno di noi è quello che non riesce a dire e che forse non si può dire. Sa che ogni volta che diciamo io si sentono stridere e scricchiolare gli specchi, sa che l’identità, per restare identità, deve essere movimento, attrito, tremore, perfino tornado, e sa che la letteratura è un meraviglioso strumento che ci siamo inventati per inventarci una forma e un senso (o per osservare l’insensatezza in tutta la sua maestosità). Sa che noi, nessuno escluso, Non Siamo Sidney Poitier. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PER SAPERNE DI PIÙ www.nutrimenti.it www.oblique.it/greenwich_everett.html

bello. Io sono come un uccello che ha ascoltato il canto di tutti gli altri uccelli». Per lettori appassionati, va segnalato anche il nuovo sito di The Paris Review con le sue impareggiabili interviste, consultabili per decadi. Fra le recenti, imperdibile quella con Ray Bradbury, che racconta del proprio amore per Poe e della sua freddezza nei confronti di alcuni grandissimi della letteratura. Fra cui si trovano Proust («mi fa dormire») e, appunto, James Joyce. Lavori in corso. Da giugno, con costanza, un blogger fra i molti scrive un

romanzo pubblico destinato a terminare in 100 giorni: la storia è leggibile e commentabile all’indirizzo http://blogromanzo.blogspot.com. Non è il solo caso di self-publishing in rete, dal momento che la scrittura a puntate sta diventando una caratteristica interessante del web: qui, però, l’autore offre ai visitatori anche consigli di scrittura e suggestioni che vanno a costituire il dietro le quinte della storia stessa. Siamo, al momento, al giorno 43. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIALLI, THRILLER & NOIR

La biografia

Un bambino prodigio nella Grande Vienna

I SETTE GIORNI DELL’ARCA

Un archeologo scompare. Era alla ricerca del reperto più importante della Storia: l’Arca di Noè. Chi se ne è impadronito ora minaccia di sterminare l’umanità. Una corsa contro il tempo per mettere al sicuro i segreti che l’Arca custodisce. di Boyd Morrison Piemme Pagg. 488, euro 22 COSTRETTA AL SILENZIO

Rosacrime con protagonista Kate Burkholder, capo della polizia di una cittadina rurale dell’Ohio in cui vive anche una comunità amish. Lì, sedici anni prima, Kate era scampata per un soffio alla morte. E oggi, per dare un volto al killer, è costretta a tradire la sua gente. di Linda Castillo Fanucci Pagg. 377, euro 12,90

FRANCO MARCOALDI ono gli anni del trionfo del Kitsch, dunque di una confusione assoluta tra etica ed estetica; gli anni in cui la conclamata disgregazione di valori viene mascherata da un decorativismo e da un eclettismo inerti, sconsiderati. In questa atmosfera decadente dell’Europa di fine Ottocento, il cui centro vuoto è rappresentato da Vienna, con la sua frivola allegria, Hermann Broch affonda la lama di una scrittura critica di indubitabile potenza. La tastiera lungo cui Broch dipana il suo ragionamento è amplissima – architettura e politica, mutamenti sociali e musica, pittura e teatro – ma il cuore attorno a cui tutto ruota è Hugo von Hofmannsthal: il bambino prodigio che vive immerso nel mondo dei prodigi, il sismografo più sensibile di un’arte e di una società ridotte a mortifero museo. Il corpo a corpo intrapreso da Hofmannsthal con lo strazio di quel “vuoto di valori”, fa da specchio al medesimo problema di Broch. Ma la possibile fuoriuscita dall’impasse in cui l’autore de La donna senz’ombrasi trova ancora impigliato, verrà individuata in Karl Kraus, sulla cui figura si chiude questo mirabile saggio.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

HOFMANNSTHAL E IL SUO TEMPO

IL GIORNO DEI MORTI

Quarta avventura del commissario Ricciardi nella Napoli degli anni ’30. Di fronte alla morte del piccolo Matteo stavolta nemmeno le capacità medianiche del commissario sembrano avere la meglio sul mistero.

di Hermann Broch Adelphi, trad. di Ada Vigliani, pagg. 330, euro 18

Il saggio

Da Sartre a Deleuze il pantheon tascabile

di Maurizio de Giovanni Fandango Pagg. 398, euro 15

MARCO FILONI

LA DODICESIMA VITTIMA

La scultrice forense Eve Duncan è incastrata in una trama oscura di fantasmi e sette segrete. Il serial killer che beve il sangue delle sue vittime ha giurato che sarà lei la dodicesima. di Iris Johansen Leggereditore Pagg. 313, pagg 10 FRANTIC

NON SONO SIDNEY POITIER

di Percival Everett Nutrimenti trad. di Marco Rossari, pagg. 256, euro 16,50

Sulle strade di Sydney l’infermiera Sophie Phillips ogni notte guarda in faccia la morte. E mai si tira indietro. Fino al giorno in cui suo marito Chris, poliziotto, viene ferito e il loro figlio rapito. Sophie conduce un’indagine alla ricerca del suo bambino. di Katherine Howell Rizzoli Pagg. 321, euro 16

PICCOLO PANTHEON PORTATILE

A CURA DI ANNALISA USAI

Paul Collier

POTERE E CONTROPOTERE NELL’ETÀ GLOBALE

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uattordici ritratti, un viaggio nella memoria del Novecento francese. Quello di Alain Badiou è un pantheon personale, certo, che corrisponde però al meglio della filosofia che ha segnato il secolo. Althusser, Lacan, Deleuze, Lyotard, Sartre, Foucault, Derrida, fra gli altri. Maestri, compagni di viaggio, amici. Ma anche nemici, o comunque filosofi con i quali l’autore non ha avuto un rapporto semplice e sereno. Del resto, diceva Kant, la filosofia è un campo di battaglia. E l’arena in questo caso è la memoria umana e culturale di Badiou. Il quale però getta la spugna, supera qualsiasi divergenza con i “suoi” filosofi. Non soltanto un omaggio postumo. Bensì il riconoscimento di un carattere comune: l’autenticità filosofica. Ormai sempre più diradata, per Badiou è l’ultimo bastione contro quello che chiama l’imperativo contemporaneo del materialismo democratico: “vivi senza idee”. Una sorta di manifesto per la filosofia, una chiamata alle armi contro il declino di tanto chiacchiericcio comune. Pagine molto belle, fra aneddoti personali e questioni ancora aperte che danno da pensare. Il miglior omaggio che potesse fare ai suoi, ma anche nostri, filosofi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ulrich Beck

di Alain Badiou Il Melangolo, trad. di L. Bosi, pagg. 144, euro 15

Salvatore Natoli

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GUERRE, ARMI E DEMOCRAZIA

A cura di Livio Pepino GIUSTIZIA

L’INVENZIONE DEL ROMANZO

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DALL’ORALITÀ ALLA LETTURA SILENZIOSA

ISTRUZIONI SULLA VITA INTERIORE I Libri del Festival della Mente

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SCUOLA E MATERIE UMANISTICHE

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IL DISASTRO

L’AQUILA DOPO IL TERREMOTO: LE SCELTE E LE COLPE

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L’ORA D’ITALIANO

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DALL’AUTONOMIA AL PARTITO ARMATO

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la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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LO SCRITTORE

Le avventure di una vita tra Vietnam e Canada

DE SILVA

MARCO LODOLI e storie di migrazione sono i nuovi libri d’avventura: ci tengono con il fiato sospeso, spaventano, rimproverano, commuovono. Riva della vietnamita Kim Thúy è sicuramente una dei romanzi migliori sul tema della fuga e dell’approdo a una vita nuova, anche perché nulla è inventato, e ogni dettaglio morde il cuore. Dopo la fine della guerra in Vietnam, la colta e ricca famiglia di Kim viene spedita in campi di rieducazione, umiliata e offesa, fin quando si prospetta la possibilità di una partenza clandestina per la Malesia. Duecento persone su un barchino, tutti con i diamanti e l’oro nascosti nei denti o nell’ano, in balia del mare e dei pirati. La vita non vale più nulla, eppure a quel nulla tutti si aggrappano con le unghie. E alla fine il grande salto verso il Canada, tra la neve e gente misteriosa. Chi insegnava all’università pulisce le scale, chi aveva tate e servitù combatte per un soldo. Come formiche i vietnamiti ricostruiscono la loro vita, qualcuno diventa persino ricco, e nessuno più si volta indietro. Solo Kim ricorda, solo lei prova a tenere tutti i tasselli uniti in questo romanzo frantumato.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

RIVA

di Kim Thúy Nottetempo, trad. di Cinzia Poli, pagg. 172, euro 14

Il saggio

Il grande sogno di Sforza ministro per l’Europa LUCIO VILLARI on vi sono stati momenti cruciali della storia d’Italia, tra il 1920 e il 1951, nei quali l’impegno politico e intellettuale di Carlo Sforza non sia stato rilevante. Nel 1920 fu il ministro degli esteri di Giolitti, mentre tramontava l’Italia liberale, e dal 1947 al 1951, sempre agli esteri, con De Gasperi mentre nasceva l’Italia democratica. Il fascismo lo costringerà all’esilio per sedici anni, ma dal 1943 Sforza fu con Croce l’uomo di punta dei governi che con Badoglio,Bonomi, Parri, De Gasperi riscattarono l’Italia vinta e animarono la Resistenza e la rinascita del paese. Sforza fu anche fautore di una unificazione tra Stati e popoli d’Europa. Fu la mente federalista e il braccio diplomatico dell’europeismo degasperiano. Questa personalità così complessa e ingiustamente dimenticata, rivive nella accurata e bella biografia di Rinaldo Merlone. «L’Italia deve diventare per l’Europa, ciò che il Piemonte fu per l’Italia», così disse Sforza alla Camera nel 1948. È l’epigrafe del libro e svela le salde radici risorgimentali del suo essere repubblicano, antifascista e padre dell’Europa contemporanea.

N

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L’UNIFICAZIONE EUROPEA NEL PENSIERO E NELL’AZIONE DI CARLO SFORZA di Rinaldo Merlone Il Mulino, pagg. 568, euro 40

DIEGO

BORSA TITOLI

Con la prima storia dell’avvocato Malinconico aveva venduto più di 150mila copie. Ora, nel nuovo romanzo “Mia suocera beve” il protagonista ritorna per un processo-reality “Mi sembra che purtroppo stia succedendo proprio questo: oramai gli studi televisivi sono le nostre aule di giustizia”

Oltre il Muro il mistero dell’al di là STEFANO BARTEZZAGHI

F

rancesco M. Cataluccio per ora ha scritto due libri. Il primo si intitolava Immaturità (Einaudi, 2004): una sola parola, ma che parola! Categoria morale, censura, anche insulto. Il secondo titolo di Cataluccio non potrebbe essere più diverso dal primo: è Vado a vedere se di là è meglio, uscito quest’anno da Sellerio. Il lettore si accorge subito che è l’autobiografia intellettuale di uno studioso di letteratura e filosofia polacca (nonché funzionario editoriale) che ha conosciuto praticamente tutti gli scrittori e filosofi dell’Est europeo, e tra un aneddoto e il riassunto di un romanzo li ricorda e ce li fa conoscere. Vado a vedere se di là è meglio sembra una citazione di uno di essi; a mano a mano che ci si inoltra nella lettura si incomincia anche ad aspettarsi che siano, per esempio, le ultime parole pronunciate da qualche anzianissimo pensatore ebreo polacco sul letto di morte. Invece Cataluccio non attribuisce questa frase a nessuno, e anzi neppure la spiega, rendendo così il suo bel titolo ancora più eccentrico e ghiribizzoso di quanto non appaia di per sé. Qual è la barriera di là dalla quale l’autore dice di volersi recare? È la «Cortina», il Muro di Berlino? L’illusione socialista o la speculare illusione occidentale? O è proprio, e direttamente, la morte (del resto, uno degli argomenti principali del libro)? © RIPRODUZIONE RISERVATA

MAURIZIO BONO

T

RE ANNI dopo, fin dalla prima pagina di Mia suocera beve te lo ritrovi davanti come lo avevi lasciato alla fine di Non avevo capito niente, e sembra perfettamente naturale che Vincenzo Malinconico, l’avvocato napoletano “di insuccesso” che ha venduto 150mila copie e cambiato la vita al suo autore Diego De Silva affrancandolo per sempre dai tormentati e agghiacciati noir degli esordi, in tutto questo tempo non abbia fatto altro che rimuginare, alla sua comica travolgente maniera: «Volete sapere perché scrivo? Qual è la vera ragione, la più asciutta, quella proprio inoppugnabile al netto di ogni chiacchiera? Ve la dico: per avere il tempo di dare la risposta giusta». Sottoscrive, Diego De Silva? È per questo che la voce di Malinconico, una volta trovata, non la lascia più? «E come no. In effetti non ho fatto altro che assecondare il modo che ho io, come diciamo da queste parti, di avvurtinarmi nei pensieri, di arrotolarmi in maniera inconcludente intorno alle riflessioni, finendo a volte per perdere di vista la realtà. Come Malinconico sono un rimuginatore, e questa voce buffa, che riesce a essere disincantata ma allo stesso tempo, credo, a raggiungere anche qualche profondità, la sento molto mia, mi viene spontanea come una tonalità musicale. Ma naturalmente in letteratura giocare con

un alterego è anche un trucco che permette molte libertà». In questo caso, anche quella di infilarlo in un sequestro di personaimprovvisatoinunsupermercato da un mite ingegnere, ai danni del boss di camorra che gli ha ammazzato per sbaglio il figlio. E quando la faccenda si trasforma in grottesco reality, di far dire a Malinconico la sua sulla giustizia, i processi tv, i talk show con ospiti e conduttori indicati con anagrafica precisione. «In effetti lì è da dove sono partito, lo spostamento del processo dalle aule agli studi televisivi mi pare un problema serissimo che abbiamo tutti sotto gli occhi. E quello che succede è che appena si arriva alla parte importante, la contestazione di addebito come direbberogliavvocati,lospettatore si annoia e se ne fotte, chi glielo fafarediinfilarsiinquelginepraio, lui il suo giudizio se lo è già formato in modo estetico e superficiale, dalle facce e dai gesti dello spettacolo, con la regia di avvocatiprim’attori. Di Malinconico sono orgoglioso perché con tutto il suo senso del ridicolo, la costante sensazione di non essere mai all’altezza di nessuna tragedia, ristabilisce il principio della competenza, secondo cui i processi si devo-

Il comico

Nei libri non puoi usare gesti o smorfie: devi saper far ridere solo con le parole

no fare in tribunale». Con questo, però, la sua parcella se la sarebbe già guadagnata intorno a pagina 200. Ne restano cento e passa, senza contare che perfino durante il sequestro e il finto dibattimento, tanto per cambiare, Malinconico si arrovella sui casi suoi. «È fatto così, che ci vuol fare. Ma il ritmo alternato, un capitolo al supermercato e l’altro alle vicende private, è anche un modo di alleggerire, di sottrarsi alla claustrofobia: dopo un po’ chiuso là dentro sotto i riflettori ti verrebbe da impazzire...». Un bestsellerista tipico direbbe proprio l’opposto: l’azione tiene in moto l’adrenalina, fa suspence, all’opposto del monologo interiore... «Questione di gusti e di monologhi. Io ho sempre avuto una passione per il comico e per gli scrittori che riescono a farti ridere solo con le parole, senza l’aiuto di gesti e smorfie. Spero di esserci riuscito». Con l’aiuto di un asso nella manica, la suocera Assunta Russo detta Ass («un semplice diminutivo: chi conosce l’inglese è pregato di non far battute spiritose; fra l’altro, se c’è una cosa di cui mia suocera difetta in ogni senso è proprio quella»)... «La considero una comparsa protagonista, e infatti si merita la menzione nel titolo. Una di quelle persone che se hai fortuna ne conosci un paio nella vita, capaci di risolvere la situazione più complicata con una battuta folgorante, che va all’osso del problema. L’opposto del mio avvocato, per questo si piacciono. Volevo anche che fosse una madre capace di ammettere


la Repubblica

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SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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na sera del novembre 2001, due mesi dopo l’attentato alle torri gemelle, tre persone discutono al River Café di New York delle cause che sono all’origine della tragedia. Elisabeth Mann Borgese, figlia del grande scrittore, scienziata autorevole e antesignana della difesa dell’ambiente, è indignata dalla politica di Bush e ritiene che l’America sia ormai un paese molto diverso e assai meno libero da quello che aveva accolto lei e i suoi genitori in fuga dalla Germania nazista. Il suo amico tedesco di gioventù, Joseph Goodman, un musicista ebreo emigrato anch’egli negli Stati Uniti, non condivide invece queste critiche, così come si dichiara contrario alla scelta dell’argomento – “Il male” – a cui il terzo commensale, l’intellettuale olandese Rob Riemen, progetta di dedicare un seminario del prestigioso Istituto Nexus da lui diretto. Perché non pensare di dare risposte più positive alla crisi morale che minaccia la civiltà occidentale? Egli intende, ad esempio, comporre una cantata sinfonica intitolata La nobiltà di spirito e basata su Foglie d’erba, il celebre poema di Walt Whitman consacrato precisamente a ciò che i terroristi volevano colpire: l’America, la libertà, la democrazia, la poesia. Morto di lì a poco Goodman non avrebbe fatto a tempo a scrivere la sua sinfonia ma sarebbe stato Rob Riemen, incoraggiato da Elisabeth Mann, a riprenderne il progetto in un breve, interessante, civilissimo saggio, Nobiltà di spirito. Elogio della virtù perduta, pubblicato in questi giorni da Rizzoli. Riemen incomincia con l’interrogarsi sul significato di questa espressione ormai desueta e si propone di ricostruirne la genealogia risalendo a ritroso nel tempo, partendo proprio dalla definizione datane da Whitman: la nobiltà di spirito altro non è che «l’arte di diventare esseri umani» nel pieno rispetto della propria e altrui libertà. La guida a cui l’autore si affida nella sua inchiesta è tuttavia Thomas Mann, non a caso lettore attento del poeta americano. Per il grande scrittore, infatti, «la verità deve tornare ad essere il metro assoluto con cui misurare la nostra dignità». A sua volta, però, Mann si ispira all’insegnamento di Goethe: «Tutte le norme e le leggi etiche possono essere ricondotte a una sola cosa, la verità». E Mann ha fatto egualmente suo il concetto del poeta di Weimar sulla natura della libertà: «Noi non siamo liberi perché non riconosciamo nulla al di sopra di noi, ma perché onoriamo qualcosa al di sopra di noi». Per entrambi gli scrittori verità e libertà sono dunque valori irrinunciabili. Goethe aveva maturato le sue convinzioni alla luce dell’Etica di Spinoza ed era, in primo luogo, dal filosofo olandese che aveva imparato quale fosse quel giusto modo di vivere, quella ricerca costante della verità nella più assoluta indipendenza di pensiero che costituivano l’essenza della “nobiltà di spirito”. Ma come allora, di dialogo in dialogo, sul filo della memoria analogica, non risalire agli interrogativi su quel giusto modo che Socrate aveva formulato per primo? E come trovare il coraggio di fare parte a sé e di non piegarsi alla violenza? Si tratta davvero di domande oggi “inattuali”? La pubblicazione di Nobiltà di spirito in dodici paesi diversi ad appena due anni dalla sua prima uscita farebbero presumere il contrario.

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«Da una scrittrice spietata, scorci di umanità alla deriva».

«Una storia al cardiopalma di terrorismo e intrigo internazionale».

I BESTSELLER DELLA NARRATIVA DI QUALITÀ

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Nel mare ci sono i coccodrilli

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Longanesi € 16,60 pagg.258

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NARRATIVA ITALIANA

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Massimo Gramellini L’ULTIMA RIGA DELLE FAVOLE

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LE CLASSIFICHE

L’arte di diventare esseri umani da Whitman a Mann

MIA SUOCERA BEVE

Corbaccio € 18,60 pagg.399

47 PUNTI 2

Il saggio

che sua figlia le sta proprio di traverso. Chi l’ha detto che i figli che amiamo ci devono per forza stare simpatici?». Nel titolo la suocera c’è finita subito? Il titolo del primo romanzo con Malinconico è arrivato per tentativi successivi... «Quasi subito. L’ho tirato fuori alla festa che avevo organizzato coi miei editori per brindare alle 100mila copie di Non avevo capito niente: che ne dite di Mia suocera beve? Hanno riso tutti, poi hanno cominciato a fargli le pulci, alla fine erano convinti». Poi ci sono l’ex moglie, il socio, la fidanzata Alessandra Persiano che è la pm più bella del tribunale... a proposito, ma perché lui la nomina sempre con nome e cognome? «Scusi, ma lei c’è stato a scuola? Non si ricorda che la più desiderata della classe si chiamava sempre così, anche se per miracolo stava con te? Malinconico non se l’è mai dimenticato, e neanche della certezza di non meritarsi uno schianto simile. Per sua sfortuna si comporta assolutamente di conseguenza».

Wulf Dorn LA PSICHIATRA

Publishers Weekly

GIANO

PUNTI 4


la Repubblica

ARTE R2CULTURA

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

■ 52

DA VEDERE IN ITALIA

ROMA

PERUGIA

BOLZANO

PASSARIANO DI CODROIPO

Nell’ambito delle celebrazioni di Roma Capitale d’Italia, da vedere la mostra dedicata a Barracco, raffinato collezionista di scultura antica, deputato del primo Parlamento dell’Italia unita. L’esposizione è allestita nel museo di arte assira, egizia, cipriota, fenicia, etrusca, greca e romana, che ne porta il nome.

Ampia ricognizione nel mondo onirico dal simbolismo di inizio ’900, al surrealismo e all’arte contemporanea. In mostra 100 opere di Böcklin, Klinger, Dalí, de Chirico, Delvaux, Max Ernst, Magritte, Man Ray, Savinio e Tanguy. Non mancano la Transavanguardia, Fabre, Hirst e Oursler.

Per la prima volta in Italia una retrospettiva dell’artista tedesca che nel 2007 ha rappresentato il suo paese alla Biennale di Venezia. La mostra presenta 50 lavori significativi, provenienti da collezioni pubbliche e private europee e dalle raccolte del museo, che illustrano la sua attività poliedrica.

La mostra prende in esame per la prima volta nel nostro paese la cultura artistica sviluppatasi nella Scandinavia del secondo ’800. Diviso in cinque sezioni, dedicate alle diverse scuole nazionali, il percorso propone 120 dipinti. Una sala monografica è riservata all’opera di Munch con 35 lavori.

A CURA DI LUISA SOMAINI

Giovanni Barracco Museo Barracco Fino al 9 gennaio

Il teatro del sogno Galleria nazionale dell’Umbria Dal 25 settembre

Isa Genzken Museion Fino al 16 gennaio

Munch e lo spirito del Nord Villa Manin Dal 25 settembre

Venezia

L’altra bellezza del design ecco il Giappone nei suoi poster

DALÍ SALVADOR

LEA MATTARELLA VENEZIA — Da tempo il modo in cui il segno attraversa lo spazio nell’arte giapponese affascina l’Occidente. La grande rivoluzione della pittura dell’800, che spalanca le porte alla modernità, l’Impressionismo, nasce anche grazie alla fondamentale influenza delle stampe orientali. La mostra aperta fino al 20 ottobre a Venezia, alla Fondazione Bevilacqua La Masa, curata da Rossella Menegazzo, mostra come oggi la grafica giapponese metta insieme l’antica tradizione con i linguaggi più all’avanguardia del design. Sono qui raccolti 100 poster realizzati negli ultimi dieci anni, una panoramica sull’inizio del millennio. Un genere, quello del manifesto che, come scrive in catalogo (Electa) Gian Carlo Calza, “oltre a fornire una prospettiva unica sulle più recenti creazioni della grafica e della comunicazione, offre uno spaccato della società spesso illuminante sul suo divenire”. Ecco immagini sintetiche che sembrano guardare Matisse per pubblicizzare una marca di bellezza, accanto a bonsai e sushi di stoffa plissettata. In un mondo multiforme in cui c’è più invenzione che glamour, colpisce l’ultima parete, dedicata a Hiroshima. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Metafisico, surrealista o ironico un paesaggio da maestro A più di cinquant’anni dalla personale del 1954, Milano celebra di nuovo il più imprevedibile tra gli artisti del Novecento, che torna a Palazzo Reale

Verona

Altan, Esterházy e Brunello vincitori del premio Masi RAFFAELLA DE SANTIS VERONA — Cultura e musica, satira e imprenditoria, sono al centro del Premio Masi 2010. Tra i premiati della 29sima edizione, il disegnatore Francesco Tullio Altan, lo scrittore ungherese Péter Esterházy, il metropolita georgiano Sergi, l’imprenditrice Diana Bracco De Silva e il violoncellista Mario Brunello. Diverse le motivazioni per la selezione dei riconoscimenti, tutti legati all’eccellenza nei rispettivi campi di espressione. A Francesco Tullio Altan, trevigiano residente ad Aquileia, è andato il premio “Civiltà Veneta”, per la sua capacità di commentare in modo disincantato i fatti dell’attualità politica, mentre Esterházy, autore di Harmonia Caelestis, è stato scelto per aver contribuito «a diffondere nel mondo un messaggio di solidarietà, progresso civile e pace» (premio “Grosso d’Oro Veneziano”) e il metropolita Sergi di Nekresi, in Georgia, per aver contribuito allo sviluppo della viticoltura nel suo paese (premio “Civiltà del Vino”). La cerimonia di assegnazione dei premi si svolgerà stasera presso il Teatro Filarmonico di Verona, con la partecipazione del presidente della Fondazione Masi Isabella Bossi Fedrigotti, Demetrio Volcic, Marco Paolini e Sandro Boscaini.

Con la consulenza e supervisione di Piero Angela

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2 OTTOBRE 2010 15 MAGGIO 2011

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LE MOSTRE SONO APERTE DAL MARTEDÌ ALLA DOMENICA SERVIZI DIDATTICI PER LE SCUOLE E VISITE GUIDATE PER GRUPPI DI ADULTI

INFO E PRENOTAZIONI 199.75.75.15 VISITE GUIDATE E LABORATORI DIDATTICI 199.15.11.23

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il patrocinio

media partner

si ringrazia

www.ilpianetachecambia.it Climate Change is organized by the American Museum of Natural History, New York (www.amnh.org), in collaboration with the Abu Dhabi Authority for Culture & Heritage, United Arab Emirates; The Cleveland Museum of Natural History; The Field Museum, Chicago; Instituto Sangari, São Paulo, Brazil; Junta de Castilla y León, Spain; Korea Green Foundation, Seoul; Natural History Museum of Denmark, Copenhagen; Papalote Museo del Niño, Mexico City, Mexico; and Saint Louis Science Center.

Water: H2O = Life is organized by the American Museum of Natural History, New York (www.amnh.org), and the Science Museum of Minnesota, St. Paul (www.smm.org), in collaboration with Great Lakes Science Center, Cleveland; The Field Museum, Chicago; Instituto Sangari, São Paulo, Brazil; National Museum of Australia, Canberra; Royal Ontario Museum,Toronto, Canada; San Diego Natural History Museum; and Science Centre Singapore with PUB Singapore.

Dinosaurs: Ancient Fossils, New Discoveries is organized by the American Museum of Natural History, New York (www.amnh.org), in collaboration with the Houston Museum of Natural Science; the California Academy of Sciences, San Francisco; The Field Museum, Chicago; and the North Carolina Museum of Natural Sciences, Raleigh.

Comunicazione e Ufficio stampa

Tre grandi mostre dall’American Museum of Natural History di New York

Accoglienza e promozione

S

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ARMANDO BESIO enz’altro erotico, sebbene altrettanto scomodo, il divano rosa a forma di labbra corteggia i visitatori al centro della Sala di Mae West, il sogno surrealista trasformato in salotto (il camino ha il profilo di un naso, due foto sgranate alle pareti simulano gli occhi) che Dalí, sedotto dall’epifania dell’attrice americana

apparsagli sulla copertina di Life, commissionò all’amico architetto Oscar Tusquets Blanca, il quale lo realizzò nella casa di Figueras e oggi lo ha ricostruito a Palazzo Reale. Cinquant’anni dopo la personale del 1954, il «Salvatore dell’arte moderna» (diceva di se stesso), l’Avida Dollars del perfido anagramma di Breton, il «grande artista ma uomo disgustoso» (Orwell), «il genio unico ma sottovalutato del XX secolo» (Ballard) torna a dare spettacolo nella stessa nobile location con una mostra, prodotta da Comune e 24 ore cultura (fino al 30 gennaio) piccola ma ricca di sorprese. Il curatore Vincenzo Trione allinea 56 opere, un paio soltanto famose, ma nessuna banale, lungo un percorso che riassume le molteplici stagioni di un artista eclettico e bulimico nel segno di un comune denominatore, il paesaggio. Quello aspro, desolato, metafisico, luminosissimo della Costa Brava che per il catalano Dalí fu «fonte di inspiración permanente. Soy inseparable– diceva – de este cielo, de este mar, de estas rocas». In apertura, una grande conchiglia bianca (ma forse è un uovo, o un’astronave: l’ha disegnata l’architetto Tusquets, che firma l’allestimento) racchiude la Venere di Milo con cassetti, popolare icona di Dalí, più volte riprodotta, doppio omaggio al genio beffardo di Duchamp (lui disegnava i baffi alla Gioconda) e alla sapienza rivoluzionaria di Freud: «L’unica differenza tra la Grecia immortale e l’epoca contemporanea è Freud, che ha scoperto che il corpo umano è pieno di cassetti che solo la psicanalisi può aprire».

La prima sezione, “Paesaggi storici”, esibisce un Dalí citazionista, a suo modo postmoderno, che dialoga e gioca con l’arte del passato. Le «natiche eleganti che il vitino a forma di vespa rendeva ancora più desiderabili» di Gala, l’amante moglie musa sfilata al poeta Éluard, dominano un paesaggio portuale d’invenzione che mixa con formidabile virtuosismo tecnico e iconografico la nobiltà della statuaria classica, la magia di Magritte, l’atmosfera di Turner, la nitidezza di Canaletto. La roccia di Port Lligat, il villaggio dove i Dalí trascorrevano le estati, sostituisce il marmo e scava sulla tela una splendida variante della Pietà di Michelangelo. Mentre l’Angelus di Millet qui viene pregato da contadini dipinti con


la Repubblica

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SABATO 25 SETTEMBRE 2010

DA VEDERE IN EUROPA

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LONDRA

PARIGI

BASILEA

MONTPELLIER

Il museo londinese apre la stagione con una mostra del maestro che dal 1895 lavorò a Tahiti. La risonanza di questa epopea oceanica, alla ricerca di una sorta di Eden, ha talora deformato l’immagine del suo primitivismo, da intendersi come un esotismo colto ed eclettico più che un ritorno alle origini.

Più che uno scultore o un pittore Arman amava considerarsi un «montatore di cose». La retrospettiva ripercorre tutta la sua attività, con particolare riferimento alla partecipazione al gruppo dei Nouveaux Réalistes nel 1960. Il percorso documenta poi i diversi approcci verso gli oggetti della vita quotidiana.

Klimt, Schiele e il loro tempo. La capitale austriaca è stata all’inizio del secolo scorso una delle culle dell’arte moderna. Al centro della grande esposizione, dedicata al modernismo viennese, figurano i celebri ritratti e i paesaggi di Klimt, insieme ai famosi disegni erotici di Schiele.

La tradizione del bello 1823-’89. Accolto alla corte di Napoleone III, Alexandre Cabanel è autore di grandi cicli pittorici in numerosi edifici della capitale, dal Pantheon al vecchio Hotel de Ville. La mostra che documenta la sua attività raccoglie 200 opere, dipinti, disegni, fotografie e sculture.

Gauguin Tate Modern Dal 30 settembre

Arman Centre Pompidou Fino al 10 gennaio

Vienna 1900 Fondation Beyeler Dal 28 settembre

Alexandre Cabanel Musée Fabre Fino al 5 dicembre

Dalle chiese alle scenografie teatrali l’architettura secondo Mario Botta Il Mart di Rovereto rende omaggio all’uomo che l’ha progettato e realizzato Con un “racconto autobiografico” diviso in dodici sezioni tematiche ANTONIO GNOLI ROVERETO è molta memoria poetica e storica nella ricca retrospettiva con la quale Mario Botta festeggia cinquant’anni di lavoro. E la mostra non poteva che svolgersi al Mart di Rovereto, nella costruzione che egli ha progettato e realizzato: così bella ed essenziale da costituire un omaggio alla discrezione e al buon senso. Divisa in dodici sezioni tematiche (tra cui spiccano i progetti di realizzazioni di case, di luoghi lavorativi, di chiese, di musei, di scenografie teatrali), la mostra è il racconto autobiografico di un grande protagonista dell’architettura contemporanea. Ogni cosa sembra corrispondere a una parte della sua anima. Alla gioia e al dolore, al raccoglimento e alla serenità, all’asprezza e alla forza, al lieve e al pesante: ogni sensazione trova, tra lo spazio e la luce, la propria ragion d’essere. Non è questo che chiediamo a un artista? Non è nel suo grado di emozionarci che misuriamo la nostra affezione alle sue creazioni? Il lavoro di Botta rientra nell’alveo del moderno. E stabilisce un percorso riconoscente verso quei maestri con i quali ha studiato e imparato. Innanzitutto Carlo Scarpa. Ma poi Le Corbusier e Louis Kahn. Maestri che gli hanno insegnato a vedere, ad immaginare e a sperimentare. La bellezza per Botta non è un modello ideale al quale uniformarsi, un mondo fine a se stesso, ma una sperimentazione continua. Essa implica calcolo, rischio e dedizione verso l’uomo. Opera nel presente ma non può fare a meno del passato. È in questa costellazione che le architetture di Botta trovano slancio e forza di appartenenza: non solo alle proprie radici ma anche a quelle altrui. Ed è come se i suoi progetti abbraccino più mondi, più realtà, vivano tra molteplici identità. La modernità si nutre di contrasti, a volte di contraddizioni. E quando fiduciosa si rivolge al futuro non può fare a meno del passato. Ma di quale passato? Botta non ama, e si vede lungo tutto il percorso, la mania citazionista del postmoderno, l’ironia che giustifica l’adozione in blocco di uno stile antico o di un dettaglio arcaico. Semmai predilige la storia come accumulazione di esperienze e di simboli che arricchisce e trasforma il nostro punto di vista sul mondo. La difesa che egli ha fatto delle città europee contro il modello americano o asiatico ne è la riprova. In quelle si fa chiara l’esigenza di una storicità che è insieme memoria e azione. Etica ed estetica. Ma queste due ultime entità, che il Novecento con le Avanguardie ha separato, possono di nuovo convivere? Da quando esiste l’uomo, esiste il diritto all’habitat. Un diritto, sostiene Botta, al valore abitativo che – attraverso le case, le città, gli arredi – metta al centro l’uomo. E la mostra illustra questa filosofia dell’umano costruire. Tra i disegni, le foto, i progetti spicca una sezione dedicata agli innamoramenti, ai debiti che egli ha contratto col proprio lavoro. Alcuni nomi sono già stati fatti, altri – non necessariamente architetti – spuntano come flash da un passato che Botta ama ricordare: Picasso, Giacometti, Dürrenmatt, Klee, Duchamp e il romanico, Pasolini e Sanguineti. Per ognuno, una frase, un commento, un ricordo. Che li materializza e li trasforma in vecchi amici venuti al Mart a festeggiare mezzo secolo di avventure.

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tocchi svelti e precisi alla Seurat. Segue il Dalí testimone della storia quotidiana, cronista per immagini delle sue ossessioni (la guerra civile spagnola) e delle sue angosce (l’esplosione atomica), rispecchiate nel raccapricciante Volto della guerra, tra Urlo di Munch e mostro di Bomarzo: un teschio posato nella sabbia, altri teschi che spuntano dalle orbite, e intorno sibilano minacciosi serpenti. La seconda sezione, “Paesaggi autobiografici”, comprende le opere più schiettamente surrealiste, ispirate al metodo della “paranoia critica” (libere associazioni di sogni e incubi) come Le tre età. E una rarità giovanile, una veduta del porto di Cadaqués dipinta 1918 da un Salvador quattordicenne.

Nella terza sezione, “Paesaggi dell’assenza”, le figure si diradano, l’esuberanza surrealista lascia spazio alla riflessione metafisica. È il Dalí meno popolare, forse più genuino. Ossessionato dal «sublime spettro cattolico della morte», ripensa alla grande tradizione del misticismo spagnolo, rivede Zurbarán e il Greco, rilegge San Giovanni della Croce e Teresa d’Avila. Dipinge un Crocifisso senza croce né chiodi, sospeso tra cielo e terra, il volto girato che rifiuta di incontrare lo sguardo dell’uomo. E inventa un’altra tela sorprendente, monocroma, scavata da poche, decise pennellate. Lui che odiava l’astrattismo, che ironizzava sulle «piccole losanghe maniache del signor Mondrian», qui sembra aggirarsi in-

sicuro tra i cretti di Burri. Ma su col morale, che l’epilogo è allegro. L’ultima stanza è animata da un cartoon. È quel che resta di Destino, il sequel di Fantasia che Walt Disney affidò a Dalí nel 1946. L’artista lavorò sodo a Hollywood per un’intera estate, «nine to five», licenziando 135 bozzetti e 22 dipinti (14 sono in mostra ai lati allo schermo). Non se ne fece nulla, fino al 2003, quando la Disney riprese quei lavori e realizzò il cortometraggio (Oscar 2004) qui proiettato per la prima volta in Italia. Racconta il viaggio di una ballerina in un paesaggio desertico popolato da orologi liquefatti e altre improbabili invenzioni surrealiste. Tutto il bello di Dalí (se vi piace) in sei minuti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il progetto di Botta del Mart; in alto l’architetto al lavoro


la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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TEATRO & MUSICA R2SPETTACOLI & TV

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CLASSICA. CD&DVD LA SCELTA

SATIE

CASTOR ET POLLUX

Sempre inattuale, sempre moderno; un passo avanti, ma senza apparente direzione. Il piano di Satie rimane un enigma intrigante e un mondo sonoro unico: le sorelle sono celebranti perfette.

Spettacolo wilsoniano, luci fredde, costumi paragriffati, gesti rappresi. Ma il sangue musicale pulsa in orchestra e nelle voci, svelando la speciale emotività barocca di Rameau.

Katia & Marielle Labeque pianoforte cd KML

A CURA DI ANGELO FOLETTO

Dir.Christophe Rousset regia Pierre Audi 2 dvd Opus Arte

PER SAPERNE DI PIÙ www.labiennale.org/it/musica/programma/ www.mammamiailmusical.it/

A TRIBUTE TO DE ANDRÈ

Al pianoforte suona come un classico. Forse perché lo è l’idea di variazione dell’omaggiorivisitazione, e il pianistaimprovvisatore ha mani e testa per non sparigliare tra classica, jazz e Faber. Danilo Rea pianoforte cd ACT

SUL PALCOSCENICO

L’OPERA DI MICHELANGELO ZURLETTI DON GIOVANNI E L’UOM DI SASSO

SUL PALCOSCENICO

LIRICA. CHE BEL ROSSINI TEATRO ALLO STATO PURO

Otto Don Giovanni invadono la Biennale

DANZA. DISPERATO ORFEO PER MONTALVO E HERVIEU

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ome dalla borsa di Mary Poppins o dallo slip di Eta Beta, dalla valigia posata al centro del palcoscenico, “esce” tutto lo spettacolo: sedie, cantanti, tavolini, abiti e tele dipinte che gli attrezzisti montano in scena a vista. Teatro puro, l’adorabile spettacolo anno 1987 di Jean-Pierre Ponnelle per la farsa rossiniana L’occasione fa il ladro (o Il cambio della valigia) si fa beffe del tempo. Palestra recitativa ideale per i giovani cantanti dell’Accademia, guidati con brio direttoriale e ben accompagnati dai coetanei in buca. Scortati dal veterano De Carolis, se la sono cavata mostrando disciplina e passione più che talento; al contrario di Pretty Yende. (angelo foletto)

Per l’apertura della rassegna il direttore Luca Francesconi ha ideato un omaggio all’opera di Mozart in numerose variazioni ospitate nel Conservatorio di Venezia

L’occasione fa il ladro Daniele Rustioni, direttore Ponnelle/Frisell, regia Milano, Teatro alla Scala fino al 3 ottobre © RIPRODUZIONE RISERVATA

MUSICA. SE IL “MASQUE” È SPIRITUALE

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n drappo bianco, lunghissimo, che scende dal “cielo di pietra” del Camposanto Monumentale e si stringe intorno a una Madonna muta: dal velo spuntano soltanto il ricciolo e i fianchi morbidi di un violino. Non hanno voce propria gli “attori” de Le Jongleur de Notre Dame, il piccolo masque spirituale di Peter Maxwell Davies che il Festival “Anima Mundi” di Pisa ha portato per la prima volta in Italia: tutti, tranne il severo Abate, cantano con la vox del proprio strumento: il violino, il flauto, il clarinetto, il violoncello. Guido Corti, maestro concertatore, soffia nei loro corpi il respiro di un’anima devota e giocosa, mentre la regia di Matelda Cappelletti li muove con delicata, sin troppo sobria teatralità. (guido barbieri) Le Jongleur de Notre Dame Di Peter Maxwell Davies Direttore Guido Corti Regia Matelda Cappelletti Pisa, Camposanto Monumentale © RIPRODUZIONE RISERVATA

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DON GIOVANNI E L’UOM DI SASSO

di Luca Francesconi Regia di Francesco Micheli

MICHELANGELO ZURLETTI ER festeggiare i 70 anni di John Cage Radio Brema pensò nel maggio del 1982 a una curiosa performance realizzata in un Conservatorio tedesco e trasmessa al mondo. Il cortile del palazzo era pieno di gente quando si aprirono tutte le finestre del Conservatorio e i suoni provenienti dalle varie stanze dove gli studenti si esercitavano o suonavano si fusero investendo gli spettatori con un’eterofonia impensata. I suoni erano di estrazione classica e interessavano tutti gli strumenti ma la loro somma era una novità, casuale e estemporanea: “cageana” come poche altre. Qualche cosa di simile arriva oggi nel bellissimo palazzo Pisani, sede del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, con l’evento inaugurale della Biennale Musica 2010 raccolta sotto il titolo “Don Giovanni e l’uom di sasso”. Con qualche aggiustamento in più e qualche soddisfazione in meno. Il mozartiano Don Giovanni, quello che “urge in un eterno sparire, proprio come la musica” (Kierkegaard) offre tre spunti per nuove avventu-

re: il duello iniziale, “Là ci darem la mano” e la scena finale del Commendatore. L’occasione poi deborda in molteplici variazioni, riassunte nei numerosi sottotitoli che Luca Francesconi pone a questa sua idea di rappresentazione onnicomprensiva, un’idea fatalmente bulimica che deriva dai testi di Tirso, Molière, Da Ponte e perfino da Sade, dalla parola al canto, dal canto al suono orchestrale, corale, elettronico, dalla presenza viva di esecutori a installazioni video. Otto opere nuove derivate da Mozart come variazioni di qualcosa o non derivate affatto, scandiscono i tempi della serata, si sovrappongono, si fondono, perfino si elidono. Orchestre, strumenti, cori sparpagliati per sale, cortili, androni, scale, mezzanini. Ovunque maschere, codici, fogli di musica scritta mummificati. Il pubblico percorre le sale del magnifico palazzo e si ferma dove crede, e la continua replica delle esecuzioni consente di ascoltare quello che si è perso la prima volta. Qualche volta gli strumenti collaborano da stanze diverse, per scelta o per necessità, gli attori parlano da distanze troppo grandi. Insomma non si crea la tranquillità necessaria per ascoltare le novità. Perché il pubblico parla, sussurra, scalpiccia, si fa largo, commenta, discute, fugge. Come ascoltare allora i sussurri del più interessante lavoro, quello di Michele Todini (Apologia/Requiem) per coro femminile e elettronica? Come seguire in piedi, nel tramestio di tutti, le delicate evoluzioni corali su frammenti leopardiani (con percussioni) di Maria Gabriella Zen? Anche altri lavori sembrano interessanti: Martina Tomner, Marco Marinoni; molto meno interessanti sono invece i video. Ma se ne parlerà ancora. Alle 22,30 scatta in tutte le sale un “cluster” micidiale: è il momento in cui tutti si riconoscono nell’impresa collettiva. Poi ricominciano le esecuzioni e il calpestio. La serata è interessante come prova per un successivo lavoro interdisciplinare e a largo spettro. Un lavoro che può fare solo la Biennale, che di fatto può coinvolgere Conservatorio, La Fenice e l’Accademia di Belle Arti, può racimolare 200 esecutori e raccogliere un pubblico da stadio. Sulle esecuzioni non ci attarderemo, non abbiamo trovato nulla di particolarmente interessante. E’ l’idea che conta. E non si può dimenticare il pregio di aver presentato in tutti i suoi anfratti il Conservatorio di Venezia, finora insensibile a tutte le sollecitazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«T

utte le cose le ho amate nell’addio, non nell’incontro» scriveva la Cvetaeva, e nell’atto di separarsi in arte e nella vita i coreografi José Montalvo e Dominique Hervieu hanno lavorato con delicatezza su un mito del distacco, su Orfeo che perde Euridice. Nell’Orphée con cui al RomaEuropa Festival il sodalizio si congeda, è superba la malinconia di un aldilà con corteo di ombre nere su un ponte. E toccante è il duetto tra un Orfeo “umano” che è un danzatore algerino con una sola gamba, e un Orfeo “divino” che vola su prolunghe. Impeccabile è la babele di Monteverdi, Gluck, Glass e frenesia griot per l’Orfeo negro. E da divertissement è l’epilogo senza tragedia in favore d’un sogno lungo la Senna. Ma si separano davvero. (rodolfo di giammarco) Orphée di Montalvo-Hervieu, RomaEuropa Festival © RIPRODUZIONE RISERVATA

MUSICAL. SI SONNECCHIA MALGRADO GLI ABBA

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on è detto che piaccia l’elementare filosofia (libertà+amore+ matrimonio=felicità) ma sulle canzoni degli Abba non si discute. Tant’è che dal ‘99 sono già 42 milioni gli spettatori di Mamma mia!, più quelli del film con Meryl Streep. Ora la Stage Entertainment, dopo il successo di La Bella e la Bestia, rifà il musical in italiano: format (scene, costumi, coreografie) internazionale, il resto roba nostra. Chiara Noschese — Donna, la mamma vetero-femminista — canta meglio di come recita e con le “amiche”, Lisa Angelillo e Giada Lorusso, tiene in piedi canzoni e ritmo stropicciati dai tre ex-amanti. Medio il cast (Elisa Lombardi e Giuseppe Verzicco i protagonisti) e l’italiano (Stefano D’Orazio dei Pooh per i brani) fa tutto casereccio, sonnacchioso. Perfino gli Abba. (anna bandettini) Mamma mia! Di Johnson, Andersson, Ulvaeus Milano, Teatro Nazionale © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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R2CINEMA

IN SALA DA NON PERDERE

SOMEWHERE

NIENTE PAURA

DEPARTURES

Attore di successo, tra lussi e un harem compiacente, Johnny non sa più cosa siano le emozioni. Le riscoprirà grazie a Cleo, la figlia undicenne di cui non s’era mai occupato. Discusso Leone d’oro.

Com’è cambiata l’Italia negli ultimi trent’anni (non certo in meglio) attraverso un mix di canzoni di Luciano Ligabue, materiali documentari di repertorio, interviste: da Margherita Hack a Paolo Rossi, da don Ciotti a Carlo Verdone.

Il giovane violoncellista in crisi Daigo Kobayashi si trasferisce, assieme alla moglie, da Tokyo a una lontana provincia nel nord del Giappone. Qui trova lavoro come aiutante nella preparazione rituale dei defunti.

Regia di Sofia Coppola Con Stephen Dorff Elle Fanning

A CURA DI ROBERTO NEPOTI

PER SAPERNE DI PIÙ trovacinema.repubblica.it www.youtube.com/watch?v=EiGZEh7yVL0

Regia di Piergiorgio Gay

Regia di Yojiro Takita Con Masahiro Motoki

PRIME FILM

IL FILM DI CURZIO MALTESE LA PASSIONE

PRIME FILM

FANTASY. CHI COMANDA NEL SUBCONSCIO?

L’impresa di Orlando tra sacro e profano

FANTASY. LE OSSESSIONI DI SHYAMALAN

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nception, autore Christopher Nolan, incasso record negli Stati Uniti, fa rimbombare insieme fantascienza, Freud, Leonardo DiCaprio, action movie, scontri epici di automobili, sensi di colpa, incubi, Parigi, Londra, Los Angeles, Mombasa, sonniferi, vertigini, smitragliate e Marion Cotillard trasformata in una meravigliosa funebre fatalona in sottoveste nera. Ci si mettono in sei per costruire sogni che diventeranno quelli della vittima e in cui anche loro entreranno. Basta lasciarsi andare alle immagini e non sarà certo il primo film che seduce proprio perché senza capo né coda. Tripudio finale che si consiglia di ascoltare con i tappi alle orecchie.

Mazzacurati fa ridere con un ritorno alla provincia felix in un’Italia sfasciata e senza dio Con un cast di attori di grande livello: da Battiston alla Sandrelli, da Messeri a Guzzanti

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

regni dell’Aria, della Terra e dell’Acqua stanno per essere sottomessi dal regno del Fuoco: a salvarli deve provvedere un discendente della stirpe degli Avatar, il solo capace di controllare tutti e quattro gli elementi. Trasformando una serie animata in un blockbuster a effetti speciali (e accettando la dittatura del 3D), Shyamalan ha compromesso la fama di regista di culto che si era conquistata a partire dal Sesto senso: stampa americana e fan della serie lo hanno linciato. Non del tutto a torto. La storia del riluttante eroe-bambino fatica a conciliare le ossessioni del regista con un universo di cartapesta, la spiritualità con i pupazzoni di animali volanti da heroic-fantasy. (roberto nepoti)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

COMMEDIA. IL DOPPIO DI EDWARD NORTON

Fratelli in erba Regia di Tim Blake Nelson Con Edward Norton Susan Sarandon

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L’ultimo dominatore dell’aria Regia di M.Night Shyamalan Con Noah Ringer Nicole Peltz, Dev Patel

Inception Regia di Christopher Nolan Con Leoanrdo DiCaprio, Ellen Page, Marion Cotillard

on i capelli corti e ben rasato, Edward Norton è Bill, stimato professore di filosofia antica. Con i capelli lunghi e la barba, è il suo gemello Brady, spacciatore in una cittadina dell’Oklahoma. Il secondo coinvolge il primo in un intrigo, onde profittare della perfetta somiglianza per togliersi dagli impicci con Richard Dreyfuss, cui deve quattrini. Il titolo originale — sacrilegio! — suona Foglie d’erba, come la raccolta di poesie di Walt Whitman. Quello italiano ti fa credere a una commedia; anche se poi, nella seconda parte, non mancano violenze e morti ammazzati. Norton, in due ruoli, gigioneggia il doppio. Sarandon fa la madre dei gemelli e appare depressa. (roberto nepoti)

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LA PASSIONE

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Regia di Carlo Mazzacurati Con Silvio Orlando

CURZIO MALTESE L PROBLEMA e la fortuna dei film con Silvio Orlando, quali che siano il regista e la storia, è che alla fine raccontano Silvio Orlando. Il suo personaggio, quasi sempre lo stesso, un intellettuale di sinistra simpaticamente sfigato. Film dopo film, Orlando ha superato la dimensione del bravo attore e anche quella della maschera, per approdare nel tempo a una simbologia assoluta. Silvio Orlando è divenuto l’incarnazione della sinistra italiana. Che cambia nome, simbolo, alleanza. Mai le facce, comprese quelle del cinema. E coltiva la passione per la sconfitta. Neppure una sconfitta ribelle, eroica. No, una sconfitta che arriva puntuale in fondo a una serie di compromessi falliti. A questo punto tanto varrebbe presentare direttamente lui, Orlando, candidato leader alle prossime elezioni. Si perde, tranquilli, ma almeno ci si diverte. Ci si diverte anche nel film di Carlo Mazzacurati, La passione. Si ride molto nella prima parte, giocata nei tempi e nei modi della grande commedia. Silvio Orlando è stavolta un regista cinquantenne di belle speranze, come capita in Italia, che non riesce più a fare un film. Gli capita l’ultima occasione, una storia da girare intorno a una stellina della fiction televisiva (Cristiana Capotondi). Ma nel frattempo deve correre nel borgo toscano dove la sua casa di campagna, d’ordinanza per un intellettuale di sinistra, cade a pezzi. Qui sarà costretto dal sindaco (Stefania Sandrelli) e dal suo vice (Marco Messeri) ad allestire

la recita annuale della Passione, pena una denuncia alle Belle Arti. L’adunata della sgangherata compagnia è esilarante. Come un povero cristo, è il caso di dirlo, Orlando raccoglierà disperati apostoli fra un ex galeotto, una matura e assatanata affittuaria tedesca, lo stesso sindaco e vice sindaco, un improbabile presentatore di rubriche meteo e una bella barista dell’Est. Nella realtà si tratta di alcuni dei migliori attori italiani, dal grande Beppe Battiston alla straordinaria Maria Paiato, una regina del nostro teatro, dalla Sandrelli a Messeri, più un inedito Corrado Guzzanti, che riveste il suo attore meteo, incaricato della parte di Gesù, dei panni e della solennità grottesca di una specie di Python, il professore di pozioni di Harry Potter. Una compagnia di fenomeni nella quale, va detto, non sfigura la bellissima Kasia Smutniak, nella parte di una Maddalena extracomunitaria. Tutti talmente bravi da recitare alla perfezione il ruolo degli attori cani. Devastato dai capricci di Guzzanti e perseguitato al telefono dal suo cinico produttore, Fausto Russo Alesi, altro talento, Silvio Orlando riuscirà comunque a portare a termine l’impresa sacra, fallendo com’è ovvio l’altra profana e di successo. La morale è un ritorno alla provincia felix in un’Italia sfasciata e senza dio. Mazzacurati è un regista di provincia, nel senso più nobile del termine. La sua Toscana, divinamente fotografata da Luca Bigazzi, è certo più allegra del feroce Nord Est che ha raccontato in altri film, ma forse meno originale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMMEDIA. A JULIA MANCA SOLO IL MANDOLINO

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uanti luoghi comuni possono stare in un film di due ore e venti? Parecchi a giudicare da Mangia Prega Ama. L’ultima mega produzione con Julia Roberts è un Atlante De Agostini degli stereotipi raccolti a ogni angolo del mondo. Ci sono spaghetti a pioggia, gli italiani che gesticolano sempre e inseguono le ragazze straniere urlando volgarità, ma poi si fidanzano in casa con la bella olandese per avere l’approvazione della mamma rompiballe, tutto all’insegna del «dolce far niente». C’è tanta pizza. Ma non il mandolino. Neppure una chitarrina, niente. Perché? Il film è tratto dal bestseller di Liz Gilbert, scrittrice e turista che ha venduto sei milioni di copie, ma se non l’avete ancora letto è difficile che vi venga la voglia dopo la visione. Mangia Prega Ama Regia di Ryan Murphy Con Julia Roberts, Javier Bardem James Franco


la Repubblica

TEMPO LIBERO R2SPETTACOLI & TV

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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SPENDERE BENE

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I CD

La “Extended Sim 2.0” di Noverca ha un menu intelligente che consente l’aggiornamento dinamico dei servizi. C’è Facebook o Twitter, servizi di geolocalizzazione, home banking e molto altro ancora. La Sim è gratuita e i piani tariffari possono consentire risparmi

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TELECOMANDO

Voci

La serie

Zaz, dalla Francia con grande creatività

La vita di provincia un horror senza fine

Capita, per fortuna, di provare di tanto in tanto sussulti incoraggianti nel piattume imperante. Da questo punto di vista la francese Zaz, al debutto con un disco intitolato semplicemente col suo musicalissimo nom de plume, è una bella sorpresa: zingaresca, spontanea, autentica, una voce duttile e mobilissima, capace di passare da riverberi alla Edith Piaf allo scat, da accenti folk a trascinanti follie gitane. Puro piacere musicale, esplicito, senza trucchi, con molta fantasia e tanta voglia di stupire. Ma la cosa più rilevante è che ci riesce.

Da Twin peaks a Harpers Island, da Lost a The event, il mistero piace pazzamente, anche se si perde il filo e la trama diventa un pasticcio. Per la nuova serie ambientata in una cittadina di provincia (diffidare delle innocue casette a schiera con porta sul retro), hanno scomodato la fiction cult di David Lynch: perché i delitti irrisolti riguardano tutti, il passato ritorna, segreti inconfessabili sono ben custoditi. E c’è Magic man, un uomo misterioso di cui non sappiano nulla ma che — forse — è la chiave dell’enigma. La ridente cittadina di Haplin, in Minnesota, conosciuta come Happy town, vive in pace: sette anni senza crimini e delitti. Pace apparente. Sette persone rapite non sono mai tornate a casa, e la mano assassina torna a colpire: un uomo viene trovato ucciso in un capanno. Quando il volenteroso sceriffo Tommy Conroy (Geoff Stults) inizia a indagare, scopre che i suoi concittadini nascondono qualcosa. Non è il solo a cercare la verità, la giovane Henley (Lauren German), appena arrivata in città, sembra conoscere episodi del passato. La verità è una strada stretta, i brividi sono da horror di serie B. “Happy town” da lunedì su Fox alle 21.10 (silvia fumarola)

Jazz

Il pianoforte latino di Enrico Pieranunzi Lo confessa lui stesso nelle note del disco. Ha sempre coltivato una segreta passione per la musica latina, estesa ovviamente al cosiddetto latin jazz. Parola di Enrico Pieranunzi, rigoroso pianista di caratura internazionale che, per raccontare il suo segreto amore, ha montato una band d’eccezione, con gente del livello di John Patitucci al basso e Antonio Sanchez alla batteria, per un prestigioso disco dal vivo intitolato Live at Birdland, registrato in terra americana, nel cuore degli incroci che hanno generato il jazz di ispirazione latina.

Soul

L’intrattenimento secondo Phil Collins In fondo un divertente modo di celebrare una sorta di dorata pensione, rinunciando a tentativi originali, ripercorrendo piuttosto passioni giovanili fin dal titolo, Going back, e dalla copertina con foto adolescenziale, con una collezione di gioielli Motown da rivedere con gaudio e trascinante verve condivisa con i Funk Brothers, i leggendari sessionmen dell’etichetta di Detroit. Certo, considerando che Phil Collins, coi Genesis, è stato tra i musicisti più influenti della storia del rock, viene da sorridere, ma certamente l’arte dell’intrattenimento la conosce molto bene, e lo dimostra.

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Se l’Usb 3.0 è il futuro, il primo flash drive di questa nuova generazione è quello di Kingston, l’Ultimate. Lo stick arriva in tre formati 16GB, 32GB, e 64GB, con una velocità di 60Mbps in scrittura e 80Mbps in lettura.

VETRINA

Il mondo wireless ecco tutti i gadget per vivere senza fili Dal nuovo televisore che trasmette il segnale in tutta casa, alle web radio, si moltiplicano i dispositivi che utilizzano le moderne tecnologie wireless ERNESTO ASSANTE

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ASTA con fili e cavi, il futuro è tutto wi-fi. Vivere senza fili è diventata una realtà. E non si tratta solo di prodotti che hanno già riscosso un certo successo, soprattutto le radio che si collegano ad Internet, come la Squeezebox Radio di Logitech o lo Streamium della Philips, o le tastiere e i mouse, che già da tempo si collegano ai nostri computer senza usare fili, ma di nuove

periferiche per tutti i gusti. Partiamo dalla novità più singolare e interessante: la televisione. Loewe ha presentato all’ultima edizione di Ifa a Berlino un televisore, il Loewe Connect, che oltre a collegarsi ad Internet e offrire una vasta gamma di nuovi servizi, ha la funzione Streaming DR +. Grazie alla quale le trasmissioni registrate sull’hard disk DR+ possono essere viste con facilità in ogni altro televisore Loewe appartenente alla nuova generazione chassis SL. La trasmissione in streaming avviene via LAN, W-LAN o via Powerline tramite la rete elettrica. In questo modo si può guardare ad esempio una registrazione dell’hard disk DR+ inte-

grato dal televisore in soggiorno all’altro televisore in camera da letto. Contemporaneamente è possibile addirittura guardare un’altra trasmissione live in soggiorno. E’ il primo passo per la sostituzione dei vecchi trasmettitori di segnali audio-video che fino ad oggi hanno consentito di tramettere il segnale di un televisore ad un altro in un'altra stanza senza dover stendere cavi e fili lungo la casa. Antennini prodotti da aziende come Philips, Meliconi, Cobra, che hanno riscosso particolare successo soprattutto da quando è arrivata la tv satellitare, per poter vedere i programmi in altre stanze senza dover installare altri decoder. Per vedere film o ascoltare mu-


la Repubblica

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SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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E’ piccola, portatile, ha un sensore CMOS da 5,1 megapixel. Il display è ampio, 2,7 pollici e touchscreen. C’è anche lo zoom ottico 10x, e la memoria espandibile con schede SD e SDHC

Il Toshiba Satellite T235 è una bella macchina multimediale con webcam integrata, card reader multiformato, uscita video HDMI, scheda di rete, Wi-Fi e diverse porte USB

800

I DVD L’intervista

Luchetti: uso il wi-fi ma va migliorato «Vivo la tecnologia con naturalezza. Computer e cellulare condizionano, ma liberano da molti fastidi quotidiani: rimanere a casa ad aspettare una telefonata o una lettera, o caricarsi di pesanti incartamenti». Parla il regista Daniele Luchetti, autore di La nostra vita. «Non mi piace chi disprezza la tecnologia. Spesso è un atteggiamento inutilmente snob». Cosa pensa del wi-fi? «Lo trovo comodo e funzionale e infatti l’ho installato in casa. Con

REGISTA Daniele Luchetti regista di “La nostra vita”

Airport gestisco la libreria musicale da un’altra stanza, utilizzando l’iPhone come telecomando interattivo. Ma, libro o disco, sono ancora molto affezionato all’oggetto fisico, al feticcio». Cosa migliorerebbe? «È ancora difficile trasmette immagini in alta definizione. E poi a volte ho riscontrato un problema di sincronia tra un audio in wi-fi e le immagini trasmesse dal computer. Aspetto con ansia un home theatre wi-fi in alta qualità». Quanto il suo cinema è “condizionato” dalla tecnologia? «Non giro in digitale. Privilegio immaginario e qualità della pellicola». (matteo quinzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Eccola qui la mitica sesta ed ultima stagione della più amata serie televisiva degli ultimi dieci anni, vale a dire Lost, la creazione di J.J. Abrams che ha inventato un nuovo modo di raccontare e ha lasciato orfani milioni di fan. Arriva ora in cofanetto da sei dischi (distribuito da Buena Vista/Disney) con un vagone di extra (documentari, scene tagliate, errori, ecc.). Non servirà a chiarire tutte le trame ma farà piacere ai molti appassionati. In distribuzione anche un cofanetto che raccoglie le sei stagioni in 39 dischi.

Il titolo già spiega bene qual è l’atmosfera del videogioco: Amnesia: the dark descent. Ed il gioco mantiene le promesse: angoscia, paura, terrore, come in un film di successo, un perfetto gioco “di paura” che, anche per il prezzo accessibile, garantisce una buona quota d’intrattenimento. Ed il bello è che, come nelle più classiche situazioni di pericolo, spesso l’unica soluzione davanti agli immancabili cattivi è la fuga. (e.a.)

INTERNET TV Il Loewe Connect si collega ad Internet per molti servizi

Documentario

© RIPRODUZIONE RISERVATA

C’è Anna Wintour “papa” della moda

SQUEEZEBOX RADIO La radio via Internet al suo meglio. Del tutto wireless

VIDEOGIOCHI

Una discesa agli inferi che fa davvero paura

La funzione “follow me”, consente di proseguire la visione in un'altra stanza

Un media player elegante, che funziona senza fili

La Lumix Dmc - Gh2 di Panasonic fa parte della famiglia delle fotocamere Lumix G Micro System di nuova generazione. che hanno macchina compatto e funzioni avanzate. Touchscreen, zoom in grado di essere esteso, e soprattutto, con l'obiettivo H-FT012, il primo intercambiabile, è capace di riprese in 3D

Così finisce “Lost” la televisione di culto

FOLLOW ME

LACIE WIRELESS SPACE

FOTOCAMERA TRIDIMENSIONALE

Horror

Il Loewe Connect trasmette i programmi registrati ad altri tv

stampa, fotocopia, scannerizza e trasmette fax collegandosi al pc in wi-fi. E se si vuole trasformare la propria fotocamera in una macchina wi-fi per scaricare le foto senza fili, ecco la Eye Fi, una memory card SD che oltre a memorizzarelefotoletrasmettewireless alcomputer.LanuovaEyeFiX2ha 4 gb di memoria e una velocitaà scrittura/lettura di Classe 6. E dato che tra qualche mese è Natale non dimenticate anche l’albero wi-fi, un albero di Natale realizzato da Frontgate che si collega alla rete elettrica attraverso il bluetooth e consente di accendere “magicamente” tutte le luci della festa senza alcun filo attaccato alla presa elettrica.

A CURA DI ALDO LASTELLA

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Serie tv

STREAMING DR+

sica in tutta la casa utilizzando il wi-fi, sono arrivati sul mercato diversi dispositivi, semplici e funzionali. Uno di questi è il Lacie Wireless Space, che con una capienza da 1 a 2TB, può archiviare musica, film e foto facilitandone l'accesso e la condivisione da qualsiasi computer collegato alla rete domestica. C’è anche il media player wireless di Asus, O! Play Hd2, che ha addirittura un’interfaccia USB 3.0 e supporta l’audio Dolby TrueHD. Ma non vanno dimenticati altri oggetti che sono di uso quotidiano e che hanno perso i loro collegamenti classici e sono diventate senza fili. Prime fra tutte le stampanti, come la HP Officejet 6500 Wireless All-in-One Printer, che

PER SAPERNE DI PIÙ www.loewe.it www.logitech.it

Per chi è a digiuno di cose di moda, sembra di aggirarsi nei corridoi della redazione di “Ugly Betty”, con molti sorrisi in meno, tanti musi lunghi e la medesima gravità che si respira nelle stanze del Pentagono dove si decidono i destini del mondo. In The September Issue, il documentario di R.J.Cutler sulla famosa Anna Wintour, generalessa (anzi papa, come la definisce qualcuno) della moda nonché direttrice di Vogue America, si parla invece di immagini, tessuti, pubblicità. È strettamente dedicato a fashion victims e a fan di “Sex and the city”. Distribuito da Feltrinelli con un volume di saggi.

Commedia

Con Tata Matilda fantasia al potere Ci si accosta alle avventure di Tata Matilda con una certa circospezione. Insomma, c’è già stata Mary Poppins, è possibile osare di avvicinarsi a quelle vette di fantasia e simpatia? Poi arriva Emma Thompson, produttrice, autrice e interprete, e s’inventa un personaggio delizioso dentro film rigeneranti come Tata Matilda e il grande botto, un’imperdibile iniezione di buonumore con un cast che vanta Maggie Smith, Ralph Fiennes, Maggie Gyllenhaal, Ewan McGregor. Per bambini e per chi ama il bambino che è in sé. Distribuito da Universal anche in cofanetto con il romanzo di Chistianna Brand da cui è tratto il film.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Azione

Quattro Spider Man per salvare il mondo La tavola dell’ordine e del caos, conservata in un museo, per colpa di Mysterio si spezza. E l’universo di moltiplica. Serviranno ben quattro Spider Man, di quattro mondi paralleli, ritrovare i frammenti della tavola e riportare ordine e unità nell’universo. E il videogiocatore vestirà, a turno, i panni di ognuno dei quattro “Uomo ragno” per risolvere un gioco che è divertente e sufficientemente complesso, in grado di accontentare i molti fan di Peter Parker. (e.a.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica

MOSTRE

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

LE ■ 58

DIREPUBBLICA

Dal Simbolismo ai “surrealismi”, inconscio e ispirazione onirica in oltre 150 opere esposte come su un palcoscenico alla Galleria nazionale dell’Umbria. Il curatore Luca Beatrice ha composto un percorso ideale tra arti figurative e cinema, segnato anche dai lavori di Chagall e Fellini

TEATRO del SOGNO

Il

BARBARA BRIGANTI

C davedere Da Dalì a Klee alcune opere esposte

SALVADOR DALÌ L'ÉCHO DU VIDE 1935 - 1936

JOAN MIRÒ LES OISEAUX DANS LA NUIT, 1953

PAUL KLEE DER TORSO UN DIE SEINEN BEI VOLLONT, 1939

PAUL DELVAUX L’ANNONCIATION 1955

orreva il primo decennio del Novecento. E mentre a Vienna il dottor Freud andava pubblicando il testo fondante della sua teoria sull’inconscio, a Parigi la vita intellettuale pulsava, nascevano correnti artistiche che in seguito avrebbero preso il nome di avanguardie, e ovunque in Europa l’attenzione di romanzieri, drammaturghi, critici e pittori si rivolgeva con frequenza sempre maggiore a quell’universo parallelo che andava rapidamente acquistando un’importanza evidente: l’inconscio per l’appunto, e la porta che vi dava accesso, vale a dire il sogno. Sull’onda della rivoluzione in atto, i simbolisti italiani allestivano nel 1907 alla Biennale di Venezia, la Stanza del sogno. Contemporaneamente, impazzava la giovane arte del cinematografo, un linguaggio, ancora solamente visivo, in grado di rappresentare non solo la realtà e il

L’introspezione psichica divenne una forza in grado di potenziare l’immaginazione e dare il via a nuove forme espressive movimento, ma anche tutto quello che dalla realtà è ispirato, pur essendo assolutamente fantastico. È questa la linea guida della mostra di Perugia il Teatro del sogno, da Chagall a Fellini, alla Galleria nazionale dell’Umbria dal 25 settembre al 9 gennaio. Il titolo, racconta Luca Beatrice, che ne è l’ideatore e il curatore, è ispirato «a un libro ormai introvabile di Guido Almansi, Il Teatro del sonno, una antologia di testi centrati sul mondo onirico, e in particolare su alcuni autori, tra cui André Breton, per i quali il linguaggio del sogno e dell’inconscio divenne improvvisamente un codice apparentemente decifrabile e quindi utilizzabile. L’introspezione psichica, aggiunge Beatrice, di colpo divenne una forza in grado di potenziare l’immaginazione degli artisti, dando il via a nuove espressive». Non era la visione ottocentesca e romantica del sogno, visto come aspirazione melanconicamente inappagata, ma tutto il calderone di pulsioni, di angosce, di paure e di proiezioni e desideri inconfessabili, che finalmente vedeva la luce. Dapprima, timidamente, con i Simbolisti e tramite gli incubi altoborghesi di Klinger e gli erotici miraggi classici di Böcklin, e poi, con violenza incontrollabile, grazie ai Surrealisti, non a caso l’ultima delle avanguardie ad usare (sono ancora annotazioni di Luca Beatrice) le immagini come linguaggio, dato che il sogno non può prescindere dall’immagine della realtà. Nella pittura di Delvaux, di Magritte, di Dalì la

rappresentazione scenica del sogno, nella sua assurdità solo apparente, è altrettanto sovrapponibile al mondo reale quanto lo sono il silenzio metafisico delle piazze d’Italia di De Chirico o i personaggi spiazzanti e angosciosamente familiari di Alberto Savinio. «Ma il messaggio del movimento non si è ancora esaurito e continua ad affiorare nell’universo artistico» afferma Luca Beatrice «e il più grande surrealista italiano è stato Federico Fellini. Ed è la sua opera, il suo cinema, i suoi disegni, gli spot pubblicitari da lui girati e soprattutto il Libro dei sogni ad accompagnare il visitatore in un percorso dettato da suggerimenti, richia-

mi, accostamenti inediti e stimolanti». Fellini, ma anche Chagall, presente con sei tele di straordinaria qualità. Il grande russo così difficile da catalogare, il pittore la cui opera ci porta verso la rappresentazione di un inconscio collettivo forse più junghiano che freudiano, nel cuore dell’incredibile ricchezza della cultura ebraica e slava, insomma il pittore del sogno come archetipo: le antiche fiabe russe e le leggende della shtetl, violinisti sul tetto e spose volanti, fanciulle innamorate che solcano i cieli come meteore e l’isba della Baba Jaga, che magicamente sgambetta su zampe di gallina. Chagall è un pittore straordinariamente popolare, e i suoi so-

gni sono, almeno all’apparenza, sogni felici. I suoi quadri non fanno paura e sono molto amati dai bambini che con grande spontaneità ne riconoscono il linguaggio. Ma, nel corso del Novecento, il dialogo tra arti visive e inconscio ha dovuto fare i conti con la storia di un secolo che assai raramente ha permesso agli artisti di arroccarsi nelle isole felici. E ai vari surrealismi, pittorici e teatrali, cinematografici e letterari, si intrecciano le correnti più attuali dell’arte contemporanea. Per lo meno quelle non legate all’arte concettuale. E nel Teatro del sogno troviamo movimenti e artisti che sperimentano l’automatismo e l’espressività dovuta all’azione del-


rte come espressione di introspezione psichica, analisi A del sogno e inconscio. È questo il tema centrale della mostra Teatro del Sogno, da Chagall a Fellini, a Perugia,

l’evento

alla Galleria nazionale dell’Umbria, dal 25 settembre 2010 al 9 gennaio 2011. Nella mostra, curata da Luca Beatrice e nell’allestimento da Matteo Ferroni, il sogno è il pretesto per costruire un percorso espositivo in cui si intreccia il Simbolismo di inizio Novecento con l’arte

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contemporanea e perfino con il cinema. Opere di Dalì, Mirò, Botero, Chagall ma anche installazioni di Fabre e Hirst e i film di Fellini. La mostra è promossa dal Comune di Perugia in collaborazione con il ministero per i Beni e le attività culturali, la Regione Umbria, la Provincia di Perugia e la fondazione Cassa di risparmio di Perugia. L’organizzazione è affidata a Civita e la realizzazione del catalogo all’editore Giunti

TELE INTROSPETTIVE Nelle foto alcuni dei quadri esposti a Perugia. A destra La famille di Marc Chagall (1975-76). Qui sotto L’avenir des voix di René Magritte (1927) e in basso a destra I re magi di Alberto Savinio (1929). Nel campo delle arti figurative il desiderio di capire i meccanismi dell’inconscio, anche attraverso l’analisi dei sogni, ha potenziato la capacità introspettiva degli artisti e al tempo stesso ha dato via libera alla loro immaginazione. Si sono sperimentate così altre forme di comunicazione e nuove espressioni artistiche

PER SAPERNE DI PIÙ www.mostrateatrodelsogno.it

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arte e cinema

L’incontro magico sullo schermo LEA MATTARELLA

T

eatro del sogno, ma anche schermo come spazio onirico: la mostra, tra immagini fissate per sempre e mondi in movimento, permette di stabilire sinergie e trovare rapporti fecondi tra arte figurativa e cinema. Il grande incontro tra la pittura e la settima musa, quello indimenticabile, è firmato dal genio di Alfred Hitchcock e dalla mente visionaria di Salvador Dalí. Siamo nel 1945 e il capolavoro in cui questo accade è Io ti salverò, ovvero l’irruzione della psicoanalisi, che aveva già attraversato dipinti e sculture, nel territorio cinematografico. È il pittore spagnolo a “inventare” il sogno che al protagonista del film, Gregory Peck, restituisce la memoria sommersa nel buio del senso di colpa per la morte del fratello. Con una singolare coincidenza che unisce per sempre il suo destino alle vicende personali di Dalì. Salvador, infatti, porta il nome, e il peso, di un primogenito morto prima che lui nascesse. Quella sequenza straordinaria è oggi qui esposta, accanto agli esordi cinematografici del surrealista catalano in coppia con Luis Buñuel, un altro frequentatore di universi immaginari tra realtà e allucinazione. Una delle inquadrature leggendarie di Un chien andalou, film culto della storia dell’avanguardia che i due girano insieme, è citata nella pellico-

Hitchcock, Dalì, Beckett, Warhol stretti in un originale rapporto tra immagini fissate e mondi in movimento

Gli originali di Federico Oltre ai film del grande regista italiano, I clown e La città delle donne, verranno esposti, per rendergli omaggio, anche i manifesti e i disegni originali del suo celebre Libro dei sogni. Nella foto il disegno Donna e omino, pennarello su carta

la macchina come Damien Hirst, l’iperrealismo dell’assurdo come Jean Fabre, erede della corrente belga del surrealismo d’anteguerra, ma soprattutto, gli artisti italiani legati alla Transavanguardia, pittori tornati alla pittura figurativa, anche se, con apparente drammatica allegria, giocano con il sovvertimento di logica, orientamento e proporzioni. La valanga messa in moto dalla psicanalisi, dalla psicologia analitica, da tutte le correnti cliniche che nei decenni si sono succedute non ha né tregua né soluzione di continuità. Ancora l’arte si interroga sui meccanismi della mente, sul modo in cui gli esseri umani li manifestano, sulle loro

possibili raffigurazioni plastiche e cinematografiche. Forse anche per esorcizzarne la devastante terribilità. E tutto è, ovviamente, avvolto nel colore. Quell’azzurro luminoso ed intenso che per l’appunto alcuni chiamano azzurro Chagall perché è il colore degli sfondi nei suoi quadri. È il colore di un cielo sereno in quella che in francese si dice l’heure bleue, quel momento incerto tra il giorno e la notte, tra la luce e le tenebre. Il momento del crepuscolo ma anche quello dell’aurora, l’ora delle sfumature e delle incertezze, l’ora in cui, guarda caso, si manifestano i sogni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

la di Hitchcock. Si tratta di una scena in cui a una figura femminile viene tagliato un occhio. Nel sogno filmato diversi anni dopo dal cineasta anglo-americano, è una tenda, interamente coperta dallo stesso organo ripetuto diverse volte, a subire la stessa sorte. E qui la mostra stabilisce una connessione con tutti quei quadri che si nutrono di simboli, perché dietro questa ferita, quest’occhio sanguinante, c’è proprio la necessità di ritrovare uno sguardo diverso sul mondo, che sappia esplorare l’inconscio, le pulsioni irrazionali. Svelando una realtà che si conquista soltanto attraverso la perdita del controllo. Insieme a loro, agli spagnoli e a Hitchcock, ecco altri oggetti in movimento, preziosi, come l’unica esperienza filmica di Samuel Beckett dove recita Buster Keaton. E poi c’è Sleep di Andy Warhol e David Beckham sleeping, realizzato dall’artista inglese Sam Taylor-Wood. Ma anche Quijote diretto da Mimmo Paladino, che ha messo insieme come interpreti Peppe Servillo (Don Chisciotte) Lucio Dalla (Sancho Panza) e Enzo Cucchi (Mago Merlino) in una narrazione abitata dalle sculture del noto esponente della Transavanguardia, tra le quali, non a caso, I dormienti. Ma se si dovesse indicare il più grande sognatore del cinema italiano, non ci sono dubbi che è a Federico Fellini che bisognerebbe pensare per primo. Da Otto e mezzo a La nave va, da I clowna La città delle donne, tutto il suo cinema è un meraviglioso viaggio onirico. Che qui viene raccontato attraverso una selezione di scene tratte dai suoi film, una scelta di manifesti e oltre trenta disegni. Come quello a pennarello che ritrae una gigantesca “femmina” e un omino che la segue, contento di sé magari, ma ai nostri occhi certamente inadeguato. Viene subito in mente l’episodio di Boccaccio 70con Anita Ekberg che cresce a dismisura nell’immaginario del povero Peppino De Filippo: una vera trovata surrealista che sarebbe piaciuta a Dalí. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

SPETTACOLI

&TELEVISIONE

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Videoforum a Repubblica Tv sullo stato della cinematografia nazionale dopo le polemiche veneziane

ROMA n Italia di Somewhere se ne fanno tre, quattro ogni anno». Riccardo Tozzi, presidente dei produttori italiani, non è tenero nei confronti del verdetto della Mostra di Venezia. Da qui si parte per il Forum sullo stato del cinema italiano, ospitato da Repubblica Tv. E come spunto servono anche le riflessioni di Gabriele Salvatores, giurato a Venezia, che non tutti hanno gradito. Il nostro cinema deve seppellire padri ingombranti come il neorealismo e la commedia all’italiana? Marco Bellocchio. «Voglio ricordare a Salvatores che il neorealismo è stato seppellito da Antonioni nel 1959 con L’avventura, quindi il discorso è privo di senso. Né ha senso quello sulla commedia all’italiana, un genere che ha creato tanti capolavori, e che comunque oggi è molto diversa da quella del passato. Voglio anche dire che ho visto i quattro film italiani in concorso a Venezia e sono tutti molto più belli di quello che ha vinto. Somewhere è un film mediocre, una pallida imitazione di Lost in translation». Natalia Aspesi. «Non sono d’accordo sul film della Coppola, è la storia di una bambina che si difende dalla separazione dei genitori, raccontata dal punto di vista femminile, forse per questo non piace agli uomini. È un film intimista, bello. Al nostro cinema manca sempre qualcosa per diventare grande e internazionale». Paolo Virzì. «Anche se questa cose dei padri ingombranti la dice spesso come frase ad effetto, credo che Salvatores non volesse criticare la commedia all’italiana, diventata patrimonio del cinema mondiale. Però in qualche maniera ci ha fatto discutere. I padri e i nonni del nostro cinema avevano una mitologia, sfidavano il teatro. Noi sfidiamo i media parcellizzati, Internet, non siamo al centro di una tavola imbandita». Carlo Mazzacurati. «Pen-

«I

Il produttore: “Da noi si girano ogni anno almeno 3 o 4 film come quello della Coppola” sando a quello che eravamo e non siamo più, in questi anni chi racconta il paese di una volta trova riscontro con il pubblico, chi parla dell’oggi fa più fatica. Per fortuna Il divo e Gomorra hanno rotto questa cappa». Giorgio Diritti. «In Italia ogni anno ci sono sei o sette film interessanti. Forse non riusciamo ad avere il respiro magico di un tempo, ma potremmo arrivarci». Il ministro Bondi vorrebbe “mettere bocca” sulle giurie di Venezia perché siano più attente al cinema italiano... Saverio Costanzo. «La Mostra è un festival internazionale con una giuria internazionale.

Cinema Italia

“Basta piangersi addosso i nostri film piacciono di nuovo” Dopo Venezia, il punto sul cinema italiano. Ne hanno discusso al Videoforum negli studi di Repubblica Tv, condotto da Giulia Santerini e Maria Pia Fusco, i registi Marco Bellocchio, Saverio Costanzo (in concorso alla Mostra con “La solitudine dei numeri primi”), Giorgio Diritti, Paolo Virzì, il produttore Riccardo Tozzi; in collegamento da Milano Carlo Mazzacurati (che a Venezia ha portato “La Passione”) e Natalia Aspesi.

Perché dovrebbe vincere un film italiano? Mettere le mani sulla giuria significa uccidere il festival. Per me, per altro, Somewhere è un film splendido. Non capisco il campanilismo. Se mai, quattro film in concorso erano troppi, l’Italia è un paese con tanti festival, sarebbe meglio spargere i quattro, cinque film buoni su tutti i festival». È vero che nel confronto con film di altri paesi ci manca qualcosa? Mazzacurati. «L’Italia è stata molto simpatica all’estero, ora non lo è più. È un paese antipatico. Forse è anche questo un problema per il cinema italiano, non c’entra la qualità. Noi poi facciamo un’enorme fatica ad andare all’estero, non siamo rappresentati. Quando si tratta di olio o di vino l’Italia si mobilita, mentre secondo me nessuno è andato alle riunioni europee sul cinema». Virzì. «Siamo davvero antipatici? Io ho riscontrato il contrario all’estero. Una sceneggiatrice di Sex and the city mi ha perfino detto “Beati voi che potete fare un cinema libero. Noi dobbiamo puntare sul sicuro, possiamo sperimentare solo in tv”». Tozzi. «Non siamo simpatici neanche a noi stessi... In realtà in Francia e in Germania ad esempio si parla molto bene di noi, ci invidiano i nostri attori, non solo Toni Servillo ed Elio Germano, ma tutta una nuova generazione. Sembra schizofrenia: all’estero sentiamo certe cose, rientriamo e abbiamo Brunetta e la stampa negativa». Allora perché è difficile uscire dall’Italia? Tozzi.«Abbiamo buoni film e

Internet

Magia

Duopolio

I nostri padri registi sfidavano il teatro noi, più modestamente, sfidiamo Internet

Ogni anno ci sono titoli interessanti, possiamo arrivare al respiro magico di un tempo

Rai e Mediaset mi permetteranno di raccontare quello che vedo? Era più facile negli anni 50

PAOLO VIRZÌ

GIORGIO DIRITTI

MARCO BELLOCCHIO abbiamo brutte strutture. La promozione dei nostri film all’estero non c’è mai stata, neanche quando c’era una struttura addetta che però non aveva i mezzi necessari. E non ci sarà, sarà un lavoro che dovremo fare da soli, noi produttori, gli autori». E il mercato interno? Tozzi. «Il cinema italiano alla fine degli anni 90 era quasi morto. Oggi siamo al 30% del mercato, come in Francia, dove c’è una politica di protezione, mentre noi abbiamo Brunetta e Bondi. Le presenze aumentano e ricordo che se il 3D ha un prezzo maggiorato, il biglietto per i film italiani è fermo al tempo dell’arrivo dell’euro. Ci siamo lasciati alle spalle gli anni 90, abbiamo ricucito il rapporto tra autori e produttori, ritrovato il legame tra autori e la narrativa italiana, ricostruito lo star system, si è tornati ai generi. Il cinema italiano ha ristabilito il rapporto con il suo pubblico, nel recupero del consumo in sala si alza la quota del nostro cinema». Che peso hanno Medusa e RaiCinema nella produzione? Bellocchio. «Il duopolio in questo momento strozza il mercato. L’Italia sarà anche antipatica, ma io voglio raccontarla, voglio raccontare i giornalisti, una categoria interessante, e i politici. Rai e Mediaset me lo permettono? O bisogna ricorrere alle metafore? Negli anni del potere democristiano tutta la politica accettava il cinema che aveva come riferimento la sinistra». Tozzi. «Oggi tutte le politiche sono estemporanee, di destra o di sinistra, anche se quelle di de-

stra di più. Il problema è che le tv hanno abbassato i prezzi e non sono più interessate al cinema. Da una parte la Rai produce — e spesso non manda in onda i film prodotti come Gomorra — dall’altra è più orientata verso la fiction e i reality. La tendenza è di tutte le tv del mondo». Aspesi. «Credo che le televisioni non abbiano più interesse a trasmettere film, perché molte serie, soprattutto americane, sono molto più interessanti e avanzate del cinema». Tozzi. «Il futuro del cinema sarà la sala e Internet, ma ci dobbiamo arrivare vivi e per farlo le tv devono trasmettere i film. Il cinema italiano perde 600 mi-

“Il pubblico? Attenzione a non inseguirlo troppo, si è formato il gusto sulla televisione” lioni all’anno per la pirateria, il mercato nero equivale a quello regolare. Da una parte sono triste, dall’altra mi rallegro perché c’è un mercato potenziale, il cinema italiano piace. Dobbiamo trasformare i pirati in clienti. Siamo tutti colpevoli per il ritardo con cui ci muoviamo, c’era l’idea di Internet come l’agorà, libera, se fai pagare sei capitalista. Se facciamo un’offerta ragionata, con facilità di scaricare, la gente ci seguirà come ha fatto con la musica, che ha visto fallire la sua industria per il ritardo nel capire la situazione. Stiamo lavorando al progetto, speriamo di farcela entro l’anno. Un cinema che vive di sale,


Insieme a Battiato

Positiva ai test antidroghe

Ex marito di Liz Taylor

Milva, addio alle scene con un disco

Lindsay Lohan torna in carcere

Addio Eddie Fisher, popstar anni 50

«Credo sia veramente il momento di dire basta» Così Milva annuncia il suo ritiro con un nuovo disco realizzato insieme a Franco Battiato.

Lindsay Lohan torna in carcere. L’attrice è risultata positiva ai test su consumo di droga a alcol, che le erano stati vietati.

È morto a 82 anni il cantante americano Eddie Fisher, popolare negli anni 50, ex marito di Liz Taylor e Debbie Reynolds.

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blico che si è creato il gusto con la televisione». Virzì.«Io penso a tante persone, ho in mente una platea, c’è mia figlia, la professoressa delle medie, mia mamma... Dopo un po’ lo dimentico. Ma mi piace anche fare un film per qualcuno. Quando mia figlia mi ha parlato bene di un film di Muccino, ho fatto Caterina va in città per riconquistarla». Se poteste fare un film sull’attualità più calda? Bellocchio. «Apri il giornale e ci sono cinque soggetti. Io ce l’ho un film sull’oggi, si chiama Italia mia». Costanzo. «Dovremmo dav-

IN STUDIO Il forum a Repubblica Tv con Riccardo Tozzi, Paolo Virzì, Marco Bellocchio, Saverio Costanzo. In collegamento Carlo Mazzacurati e Giorgio Diritti

Campanilismo

Strutture

Vino e olio

Finiamola con il campanilismo: quattro italiani in gara a Venezia sono troppi

I film non sono cattivi, sono cattive le strutture del mercato, e non solo nel cinema

Su olio e vino ci mobilitiamo. Ma chi è andato alle riunioni europee sul cinema?

SAVERIO COSTANZO

RICCARDO TOZZI

CARLO MAZZACURATI

di dvd e di Internet sarà un cinema libero». Che conseguenze avrà l’abbassamento dei finanziamenti statali? Diritti. «Il mio film Il vento fa il suo giro non sarebbe venuto alla luce senza il fondo di garanzia. Sono molto critico sulla scelta di limitarlo alle opere prime e seconde, sono le solite de-

cisioni con l’accetta, senza buon senso. Andrà a discapito di progetti dal budget intermedio. La politica ha la sua responsabilità, il cinema non è un valore per l’Italia, si sostengono i frigoriferi e le auto, il cinema no. Ma non è più emozionante vedere un film in sala piuttosto che stare a guardare un frigorifero e una lavatrice?».

Quanto è difficile fare il film d’esordio? Costanzo. «Per me è stato tragico: ipotecammo una casa per fare Private. Ho l’immagine di produttori che mi guardavano spaesati, con gli occhi come di vetro. Non era una proposta facile, ma non costava. Alla fine facemmo da soli, in totale libertà, con un costo di 150 mila

euro. Niente». Scrivendo un film pensate anche a che pubblico destinarlo? Bellocchio. «Spero sempre che ci vada tanta gente, poi cerco di fare il film giusto per me. Il pubblico deve scomparire altrimenti diventi pazzo, devi andare per conto tuo, naturalmente con responsabilità».

Mazzacurati. «Il vero problema ce lo poniamo più noi autori. Forse il rischio di questo cinema è che a volte si autocensura per cercare di piacere. Come quando nei cartoni animati corri nel vuoto poi guardi giù e cadi. Credo che più c’è libertà, più si arriva alle persone. Il rischio è per gli esordienti quando sono troppo attenti al pub-

REPUBBLICA.IT Il video di tutto il forum sul cinema italiano che si è tenuto a Repubblica vero fare una cosa sull’Italia di oggi senza ricorrere a metafore, forse abbiamo paura di essere giudicati. Ci sto pensando, sono passato da un musical su Berlusconi a cose molto più intime ma nello stesso tempo politiche. Bisogna trovare l’immagine giusta». Mazzacurati. «In ogni film che facciamo cerchiamo di assorbire il senso dell’umore del tempo. L’Italia degli ultimi 15 anni meriterebbe un romanzo ottocentesco, che ancora non è stato fatto. Ma forse c’è bisogno di sedimentare». Diritti. «Il gioco potrebbe essere raccontare l’Italia che avremmo potuto avere in questi anni e che non abbiamo avuto: gente di buona volontà che lavora e che lotta. La gente che nessuno vede». (a cura di maria pia fusco) © RIPRODUZIONE RISERVATA



la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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SPETTACOLI & TV R2SPETTACOLI

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L’ORCHESTRA Muti e Gerard Depardieu con la Chicago Symphony Orchestra

In diretta

DAL NOSTRO INVIATO LEONETTA BENTIVOGLIO CHICAGO pectacular. Exciting. Welcome Riccardo. Grandissimo Maestro. Master of Magic. Mentre i giornali sparano titoli giganti, poster esclamativi spiccano ovunque nella città di Obama, con la sua selva di candidi grattacieli battuti dai venti. Un’America febbrile e trionfalistica, vogliosa di nuovi miti culturali da omaggiare o divorare, o nei quali cullarsi per non pensare ai propri guai, sta accogliendo la prima stagione di Riccardo Muti come Music Director della Chicago Symphony, orchestra nata nel 1891, considerata ai massimi livelli per qualità e prestigio e forgiata da campioni come Georg Solti e Daniel Barenboim (il quale oggi, in una curiosa staffetta, lavora alla Scala, che Muti diresse per 19 anni). Il maestro napoletano ha dato il via al mese di celebrazioni che Chicago dedica alla sua “Inaugural Season” dirigendo domenica scorsa al Millennium Park un mastodontico Free Concert incoronato da un inatteso cielo estivo (piace ai media locali ipotizzare un mini-miracolo di San Gennaro nel giorno del santo, il quale, viste le orribili previsioni del tempo, avrebbe premiato col suo intervento un concittadino): un successone da evento rock, dove le musiche di Verdi, Liszt, Ciaikovskij e Respighi sono state applaudite da 25.000 spettatori.

S

Chicago incorona Muti con un concerto da rockstar Debutto sul podio dell’orchestra Usa Tappa successiva della “Festa Muti” (titolo della manifestazione lunga un mese), è stato giovedì (aperto dall’inno americano e con standing ovation finale) il concerto della vera e propria investitura, primo della serie dei “Subscription Concerts” annuali della Chicago Symphony, il cui introito al box office raggiunge il 20 per cento del budget di 65 milioni di dollari all’anno, tutti privati. Sulla scena inghirlandata di stucchi color crema della Orche-

Progetti

Una grande gioia la prospettiva di lavorare con musicisti eccezionali su progetti condivisi

stra Hall, fascinoso edificio primi Novecento affacciato su un lembo di strada ribattezzato per l’occasione “Muti Mile”, il direttore ha preso ufficialmente le redini dell’orchestra, definita da molti la migliore tra le cinque corazzate sinfoniche statunitensi, le cosiddette Big Five. In programma Berlioz, con la “Symphonie fantastique”, e il suo sequel “Lélio, ou le retour à la vie”, animato dal massiccio e irresistibile Gérard Depardieu nella parte del Narratore. Fiera di aver raggiunto, grazie

all’arrivo di Muti, la cifra più alta di abbonamenti e biglietti venduti nell’ultimo ventennio, la presidente della CSO, Deborah Rutter, ricorda «la chimica speciale scattata tra il maestro e l’orchestra durante il tour europeo del 2007: sessanta dei nostri musicisti, al termine di quell’esperienza, gli scrissero lettere di ringraziamento individuali. Fu il gesto che lo indusse ad accettare l’incarico». Quanto a Muti, pare galvanizzato dalla nuova impresa: «Mi dà una grande gioia la prospettiva di lavorare con questi musicisti eccezionali in un rapporto di collaborazioni e progetti condivisi». Per un periodo di lavoro “in residence”, Muti ha scelto due compositori giovani e sperimentali come Anna Clyne e Mason Bates (quest’ultimo di stile elettronico decisamente underground), e ha dato a un artista illuminato come il violoncellista Yo-Yo Ma il ruolo di “Creative Consultant”. Annuncia inoltre la sua volontà di «portare la grande musica anche a chi non lo conosce o non la considera un bisogno primario, con programmi per i giovani e nelle scuole e andando nei sobborghi di Chicago, tra le comunità afroamericane e ispaniche, nelle carceri e nei riformatori. Perché credo davvero nel messaggio sociale e spirituale della musica e vorrei essere utile alla città secondo me più bella, vitale, affettuosa e culturalmente interessante d’America». Già lunedì darà un concerto nel Warrenville Youth Center, una prigione per ragazze.

Beppe Grillo

Parte la tv Play.me con la Woodstock di Beppe Grillo ROMA — La maratona di musica e politica con Beppe Grillo inaugura oggi la diretta di Play.me, nuovo canale digitale terrestre free dedicato alla musica. Dalle 17, in diretta per 36 ore, ecco Woodstock 5 stelle: Grillo proporrà conversazioni con artisti ed esperti sul futuro del modo. Si parlerà di ambiente, acqua, sviluppo, connettività e trasporti. E poi, sul palco, tanta musica dal vivo, 28 artisti tra i quali Daniele Silvestri, Samuele Bersani, Fabri Fibra, Stefano Bollani. L’evento si potrà seguire sul digitale terrestre, ma anche sui satellitari Music Box e Live! e sui siti di Play.me. Il nuovo canale, è pensato per essere visto ad ogni ora (ci si può connettere da Facebook, Twitter e tanti altri) e da ogni piattaforma: digitale terrestre, Web, rete cellulare, iPad, e smartphone. (arianna finos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica

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R2PROGRAMMI

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

PER SAPERNE DI PIÙ tv.repubblica.it www.laprovadelcuoco.rai.it

■ 65

CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA SOFFRITTO D’INTERESSI ALLA PROVA DEL CUOCO

LA SETTIMANA Videoforum con Piero Fassino. Il docufilm sulla Fiat di Pomigliano. Femminismo, con Francesca Comencini e Lunetta Savino. Dark Room con Sergio Rubini. David Byrne di Assante e Castaldo. RAI 1

M

SKY

7.00 9.00 9.30 9.55 10.15 10.45 11.25 11.35 13.00 13.25 14.00 15.30 15.30 16.00 17.30 18.00 18.05 19.30 20.25 20.30 21.05 21.50 22.40 23.25 23.35 0.20 1.00 1.25 1.45 1.55

Carton Flakes Weekend Karkù - Tf Unfabulos - Tf The Naked Brothers Band Sulla via di Damasco Quello che Aprirai Meteo2 Mezzogiorno in famiglia Con Amadeus, L. Barriales Tg2 Giorno Dribbling Top of the Pops 2010 - Con I. Olita, G. Ranieri Automobilismo. Singapore Gran Premio di Formula 1 Pit Lane Qualifiche Sereno Variabile - Con O. Bevilacqua Tg2 Flash L.I.S. Meteo2 Extra Factor - Conduce F. Facchinetti Squadra Speciale Cobra 11 Estrazioni del Lotto Tg2 20.30 Cold Case “Talenti spezzati” - Tf Criminal Minds - Tf Sabato Sprint Tg2 Tg2 - Dossier Tg2 - Storie. I racconti della settimana Tg2 Mizar Sì, Viaggiare Tg2 Eat Parade Extra Factor

Antonella Clerici a “La prova del cuoco” su RaiUno

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CANALE 5

7.00 La grande vallata - Tf 7.50 Film: Campo de’ Fiori - Di M. Bonnard, con A. Magnani, P. De Filippo, A. Fabrizi 9.25 Appuntamento al cinema 9.30 L’ispettore Derrick - Tf 10.20 Il Gran Concerto 10.50 62a Edizione del Prix Italia Concerto di Gala 12.00 Tg3 - Rai Sport Notizie Meteo3 12.25 Tgr - L’Italia de Il Settimanale 12.55 Okkupati 13.25 Prix Italia 13.40 Speciale Ambiente Italia. “Puliamo il mondo” 14.00 Tg Regione Tg Regione Meteo 14.20 Tg3 14.45 Tg3 Pixel Meteo3 14.55 Tv Talk 16.05 Art News 16.35 Tg3 Flash L.I.S. 16.40 Palco e Retroplaco 17.40 Sabato Sport: Magazine Champions League 18.10 90° Minuto Serie B 18.55 Meteo3 19.00 Tg3 19.30 Tg Regione Tg Regione Meteo 20.00 Blob 20.10 Ritratti. Ugo Tognazzi 21.05 Speciale Superquark 23.10 Tg3 / Tg Regione 23.30 Un giorno in Pretura Meteo3 0.30 Tg3 0.40 Tg3 Agenda del mondo 0.55 Tg3 Sabato notte

CUOCA

6.00 7.55 8.00 8.50 9.30 10.20 11.30

13.00 13.40

15.30

18.50 20.00 20.30 21.10 0.30 1.30 2.00 2.40

4.20 5.30

ITALIA 1

Prima pagina Traffico / Meteo5 Tg5 Loggione Superpartes Zoo Doctor - Tf Tvm: Una grande vincita per papà - Di B. Furneisen, con D. Vavrova, A. Dobra Tg5 / Meteo5 Tvm: Le ragazze del campus - Di J. Hayman, con L. Hale, C. T. Smith Verissimo - Tutti i colori della cronaca - Conduce S. Toffanin Chi vuol essere milionario. - Conduce Gerry Scotti Tg5 / Meteo5 Striscia la notizia - La voce dell’im provvidenza C’è posta per te - Condotto da M. De Filippi Nonsolomoda 25 e oltre... Tg5 - Notte Meteo5 Striscia la notizia - La voce dell’im provvidenza(r) Tvm: Va dove ti porta il cuore - Di D. Blair, con L. Fox, O. Poulet, S. Wilson In tribunale con Lynn - Tf Tg5 - Notte (r) Meteo5 Notte

6.45 10.45 11.05 11.55 12.25 13.00 13.40 14.10 16.15 18.20 18.30 19.00 19.30 21.10 23.10

0.50 1.50 2.40 2.50 3.05

4.45 6.15

09.20 Minority Report - di S. Spielberg Sky Cinema Max HD 09.30 La siciliana ribelle - di M. Amenta Sky Cinema Italia 10.10 Piccolo Buddha - di B. Bertolucci Sky Cinema Hits HD 10.25 Una cena quasi perfetta - di S. Title Sky Cinema Mania 11.25 Romanzo di un giovane povero di E. Scola Sky Cinema Italia 13.10 Charlot e la maschera di ferro di C. Chaplin Sky Cinema Classics 13.35 Nella morsa del ragno-di L. Tamahori Sky Cinema Max HD 14.25 The Code - di M. Leder

cinema pomeriggio

Sky Cinema Hits HD 15.20 Giorni contati - di P. Hyams Sky Cinema Max HD 15.45 Chrissa - Che fatica la scuola! di M. Coolidge Sky Cinema Family HD 16.10 Babylon A.D. - di M. Kassovitz Sky Cinema Hits HD 17.10 Bello, onesto, emigrato Australia... di L. Zampa Sky Cinema Italia 17.20 Mato Grosso - di J. McTiernan Sky Cinema Mania 18.25 La battaglia dei tre regni - di J. Woo Sky Cinema 1 HD 19.05 Mai + come prima - di G. Campiotti Sky Cinema Italia

cinema sera

21.00 Dance Flick - di D. Wayans Sky Cinema 1 HD 21.00 L'ultimo urrà - di J. Ford Sky Cinema Classics 21.00 Mostri contro alieni - di R. Letterman Sky Cinema Family HD 21.00 Metronotte - di F. Calogero Sky Cinema Italia 21.00 Che - Guerriglia - di S. Soderbergh Sky Cinema Mania 21.00 Minority Report - di S. Spielberg Sky Cinema Max HD 21.15 Il prezzo dell'onore - di G. O'Connor Sky Cinema Hits HD 22.30 Anamorph - di H. Miller Sky Cinema 1 HD 22.40 Una single in carriera - di J. Elmer

cinema notte

Sky Cinema Family HD 22.45 Il soffio dell'anima - di V. Rambaldi Sky Cinema Italia 22.55 Io, grande cacciatore - di A. Harvey Sky Cinema Classics 23.20 Una cena quasi perfetta - di S. Title Sky Cinema Mania 23.30 Kung Fu Panda - di J. Stevenson Sky Cinema Hits HD 23.30 The Bunker - di R. Green Sky Cinema Max HD 00.20 Un piano misterioso - di J. Glenn Sky Cinema 1 HD 00.20 Bolt - Un eroe a.... - di C. Williams Sky Cinema Family HD 00.40 Un'adorabile idiota - di E. Molinaro Sky Cinema Classics

sport

18.30 Golf: Ryder Cup Official Film 2006 Replica Sky Sport 2 HD 19.00 Sollevamento Pesi: Donne +75kg C.to del Mondo Differita EuroSport HD 19.30 Trans World Sport Replica Sky Sport Extra 20.00 Biliardo: World Open di Glasgow Diretta EuroSport HD 20.00 SKY Calcio prepartita Diretta Sky Sport 1 HD 20.00 Summer X Games Sky Sport 2 HD 20.00 Calcio: Levante - Real Madrid Liga

Diretta Sky Supercalcio HD 20.30 News Weekend Diretta Eurosport 2 20.30 Golf: The Vivendi Cup PGA European Tour Replica Sky Sport 3 HD 20.30 Football americano: Pittsburgh Miami NCAA Replica Sky Sport Extra 20.45 Calcio: Roma - Inter Serie A Diretta Sky Sport 1 HD 21.00 All Sports - Replica Eurosport 2 21.00 Rugby: Australia - Nuova Zelanda Tri Nations 2010 Replica Sky Sport 2 HD 21.30 Football americano: Notre Dame Stanford American Football Diretta

Eurosport 2 22.00 Calcio: Athletic Bilbao - Barcellona Liga Diretta Sky Sport 3 HD 22.00 Calcio: Athletic Bilbao - Barcellona Liga Diretta Sky Supercalcio HD 22.30 Altri: Countdown UFC Replica Sky Sport Extra 22.35 Countdown to the Ryder Cup Replica Sky Sport 2 HD 22.45 SKY Calcio postpartita Diretta Sky Sport 1 HD 23.00 Rally: Rally di Sanremo International Rally Challenge Differita EuroSport HD

23.00 Anteprima Ryder Cup Sky Sport 2 HD 23.15 Altri: Countdown UFC Replica Sky Sport Extra 23.30 Calcio: Una partita CdM fem. U17 EuroSport HD 23.30 I Signori del Calcio Sky Sport 1 HD 23.30 Momenti di Golf Rep. Sky Sport 2 HD 00.00 Calcio: Coppa del Mondo femminile U17 Diretta EuroSport HD 00.00 Poker: La notte del Poker Club Fina Replica Sky Sport 2 HD 00.00 Euro Calcio Show Diretta Sky Sport 3 HD

FOX 10.05 10.15 10.15 10.20 10.45 10.55 11.05 11.05 11.10 11.15 11.35 12.00 12.00 12.00 12.05 12.10 12.35 12.50 12.55 13.00 13.00 13.00 13.30

Hazzard Fox Retro S.O.S. Tata Fox Life N.Y.P.D. - New York Police Dep. FX I Simpson Fox HD I Griffin Fox HD Family Murder Party Fox Crime HD T.J. Hooker Fox Retro Jarod - Il camaleonte FX I Griffin Fox HD Cambio moglie Fox Life I Simpson Fox HD La signora in giallo Fox Crime HD Love Boat Fox Retro Jarod - Il camaleonte FX I Simpson Fox HD S.O.S. Tata Fox Life I Simpson Fox HD Jarod - Il camaleonte FX Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD I Simpson Fox HD S.O.S. Tata Fox Life Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro La vita secondo Jim Fox HD

RETE 4

Cartoni animati Cotto e mangiato Tv Moda Samantha chi? - Tf Studio Aperto / Meteo Studio Sport Til Death - Per tutta la vita Tf Film: Poliziotto a quattro zampe - di R. Daniel, con J. Belushi, M. Harris Film: Poliziotto a quattro zampe 3 - di R. J. Lewis, con J. Belushi Cartoni Studio Aperto Meteo Tutto in famiglia - Sitcom Film: Come cani e gatti Di L. Guterman, con J. Goldblum, E. Perkins Film: Shrek 2 - Di A. Adamson, C. Vernon, K. Asbury Film: Wallace & Gromit La maledizione del coniglio mannaro - Di N. Park, S. Box Studio Sport XXL Poker1mania Ciak Speciale Media Shopping Maratona “Furtiva”. Tvm: Ladri ma non troppo - Di A. Grimaldi, con V. Mastandrea, e P. Favino Maratona “Furtiva”. Tvm: Ladri si diventa - Di Fabio L. Lionello, con O. Lionello Mediashopping

[servizio a pagamento]

cinema mattina

tivi principali per cui si lavora e si fatica. Appare quindi naturale che Antonella Clerici abbia messo a ferro e fuoco (tipo quattro fuochi) il mondo intero per riavere la conduzione. I motivi invece sembrano più prosaici, al telespettatore medio andava benissimo anche la Isoardi e questo era intollerabile. La Clerici stessa ha detto di aver fatto leva sul successo a Sanremo per porre l’aut-aut, configurando così qualcosa che in un caso simile si potrebbe definire soffritto di interessi.

RAI 3

RAI 2

6.00 Euronews 6.10 Quark Atlante. Immagini dal pianeta 6.30 Mattino in famiglia. All’interno: Che tempo fa; 7.008.00-9.00 Tg1; 7.30 Tg1 L.I.S.; 9.30 Tg1 Flash 10.00 Settegiorni 10.50 Aprirai 11.00 Appuntamento al cinema Che tempo fa 11.05 Lady Cop - Td 12.00 La prova del cuoco - Con A. Clerici 13.30 Telegiornale 14.00 Easy Driver 14.30 Lineablu “Porto Cesareo” - Con D. Bianchi 16.15 Dreams Road 2010. Australia 3 17.00 Tg1 Che tempo fa 17.15 A sua immagine 17.45 Passaggio a Nord-Ovest 18.50 L’Eredità - Con C. Conti 20.00 Telegiornale 20.30 Rai Tg Sport 20.35 Soliti ignoti Speciale Conduce Fabrizio Frizzi 21.25 Soliti Ignoti Speciale Tg1 60 secondi 23.50 Memorie dal bianco e nero 0.30 Cinematografo 1.30 Tg1 Notte 1.40 Che tempo fa 1.45 Appuntamento al cinema 1.50 Film: Hotel cinque stelle - Di C. Vincent, con I. Carré, J. Garcia, F. Cluzet

SATELLITE

OLTO più dei programmucci musicali in prima serata, molto più di Sanremo. La prova del cuoco, nel mezzogiorno di RaiUno, incarna davvero la centralità del paese. Dalla cucina a destra il cuoco veneto declama sentenze popolari abbinate all’insalata, da quella a sinistra lo chef siculo risponde a tono e in armonia. E sbuca anche il cuoco di origini keniane a sancire l’integrazione. Ne risulta appunto la centralità del programma, con l’eterno nondetto che descrive un po’ alla buona i mo-

DIGITALE TERRESTRE

Oggi

5.15 5.30 6.10 7.00 8.05 9.00 10.55 11.00 11.30 12.00 12.05 12.55 13.50 14.05 15.15 17.00 18.00 18.55 19.35 20.40 21.15 22.00 23.00 0.05 1.45 1.55 3.30

DEEJAY TV

LA SETTE

Tg4 Rassegna Stampa West Wing - Tf Media Shopping Kojak - Tf Tequila & Bonetti - Tf Io e mamma - Miniserie con S. Sandrelli, A. Sandrelli, O.M. Guerrini Navigare informati Ricette di famiglia - Anteprima - Con D. Mengacci Tg4. All’interno: Meteo Vie d’Italia notizie sul traffico Ricette di famiglia - Con Davide Mengacci Detective in corsia - Tf Il tribunale di Forum - Anteprima Forum: Sessione pomeridiana del sabato - Conduce R. Dalla Chiesa Tvm: La novizia (Perry Mason) - Con R. Burr Monk - Tf Pianeta mare Tg4. All’interno: Meteo Tempesta d’amore Walter Texas Ranger - Tf Lie to Me - Tf Bones - Tf Law & Order - Unità Speciale - Tf Tvm: Dangerous Isolation - Di Rex Piano, con A. Paul, N. Turturro Tg4 - Rassegna stampa Festivalbar ’89- La finale Film: Grazie nonna - Di F. Martinelli, con E. Fenech

06.00 Tg La7 / meteo / oroscopo traffico - Informazione 07.00 Omnibus 07.30 Tg La7 09.55 Movie Flash 10.00 La 7 Doc 10.35 Da Imola, Italia - Superbike - Round 12 - qualifiche diretta 11.30 Movie Flash 11.35 Film: Totò di notte n. 1 Con Totò, Macario, Gianni Agus 13.30 Tg La7 - Informazione 13.55 La7 Doc “Storia: la vera storia di Paolo e Francesca” 14.45 Da Imola, Italia - Superbike - Round 12 - Superpole diretta 16.00 I Magnifici 7 - Tf 17.05 Film: Una notte con vostro onore -Di Ronald Neame, con Walter Matthau, Jill Clayburgh, Barnard Hughes 19.00 Chef per un giorno 20.00 Tg La7 - Informazione 20.30 In Onda - conducono L. Costamagna e L. Telese 21.30 L'ispettore Barnaby - Tf 23.30 Tg La7 - Informazione 23.40 La7 Doc 00.40 M.O.D.A. di Cinzia Malvini 01.20 Movie Flash 01.25 WSOP - World Series Of Poker 2007 2.30 Film: Il riposo del guerriero - Di R. Vadim, con B. Bardot, R. Hossein

9.45 10.30 13.30 13.55 14.00 15.00 15.55 16.00 17.00 18.00 18.55 19.00 20.00 21.00 23.00 0.00

The Club Deejay Hits The Club Deejay Tg Deejeography Deejay Hits Deejay Tg Deejay News Beat Best of Deejay Hits The Flow Best of Deejay Tg Deejay Music Club The Club Notte Dance The Club Deejay Night

MTV 11.00 Jessica Simpson’s The Price of Beaut 11.30 The Buried Life 12.00 Hit List Italia 13.30 Teen Cribs 14.00 Randy Jackson Presents 16.00 Mtv News 16.05 Only Hits 17.00 Mtv News 17.05 Mtv The Summer Song 18.00 Mtv News 18.05 Made 19.00 Mtv News 19.05 Disaster Date 19.30 Valemont 20.00 The Hills 21.00 Mtv News 21.05 Hard Times 22.00 Jersey Shore 23.00 Megamovie 2.00 Behind The Music 3.00 Party Zone

RAI

■ 6.25 6.30 7.20 7.30 8.15 9.00 9.45 10.30 12.10 13.40 14.25 15.50 17.30 18.15 19.00 20.25 21.10 22.45 0.15 2.30 4.00

RAI 4 Maddecheaho - Spettacolo Assatirati La situazione comica The Legend of Bruce Lee - Serie Tv The Cleaner - Serie Tv Streghe - Tf Dead Like me - Serie Tv Film: Get Shorty - di Barry Sonnenfeld, con J. Travolta, G. Hackman, D. De Vito, R. Russo Fisica o Chimica - Serie Tv Desperate Housewives - Serie Tv Film: Il vendicatore- The Punisher di M. Goldblatt, con D. Lundgren, L. Gosset Jr., J. Krabbé Film: Star Trek: alla ricerca di Spock - di L. Nimoy, con W. Shatner, L. Nimoy, D. Kelley Dead Zone - Serie Tv Streghe - Tf Fisica o chimica - Serie Tv Desperate Housewives - Serie Tv Brothers & Sisters - Tf Film: Legittima offesa - di S. Montford, con K. Basinger, L. Haas, C. Sheffer Film: Betrayed - Tradita - Di C. Costa Gavras, con D. Winger, T. Berenger, J. Heard Film: Valentine - Appuntamento con la morte - di J. Blanks, con D. Richards, D. Boreanaz, M. Shelton Film: Venerdì 13 - di Sean S. Cunningha, con S. Doyle, W. Storms

■ 06.30 07.00 07.55 08.50 10.30 12.10 13.50 15.30 16.30 17.30 19.10 21.00 3.50 4.50

PREMIUM Baldini e Simoni - Sitcom Incantesimo 7 - Soap Capri - Tf La vita che verrà - Miniserie Terapia d’urgenza - Miniserie Cuccioli - Miniserie La Omicidi - Miniserie Tutti pazzi per amore - Tf Tutti pazzi per amore - Tf Amiche - Miniserie Vento di Ponente 2 - Tf L’Amore non basta - Miniserie Pazza famiglia - Tf Amiche - Miniserie

MOVIE

08.10 Film: Dolci inganni - di A. Lattuada, con C. Spaak, C. Marquand, J. Sorel 09.40 Film: L’imbranato - di P. F. Pingitore, con P. Franco, Bombolo, L. Troschel 11.15 Film: Il colonnello Buttiglione diventa generale - di M. Guerrini, con M. Marenco, V. Crocitti 12.50 Film: Due bianchi nell’Africa nera di B. Corbucci, con F. Franchi, C. Ingrassia 14.25 Film: L’amore sospetto - di E. Carrère, con V. Lindon, Emmanuell e Devos 15.55 Film: Keoma - di E. G. Castellari, con F.

Nero, W. Strode, W. Berger 17.35 Film: Il tulipano d’oro - di G. Krawczyk, con V. Perez, P. Cruz 19.15 Film: Policarpo, ufficiale di scrittura - di M. Soldati, con P. De Filippo, R. Rascel, C. Gravina 21.00 Film: Thank You for smoking - di J. Reitman, con A. Eckhart, J. K. Simmons 22.35 Film: Niente da nascondere - di M. Haneke, con J. Binoche, D. Auteuil, A. Girardot 00.35 Film: Quando arrivano le ragazze di Pupi Avati, con C. Santamaria, V. Puccini, P. Briguglia 02.15 Film: Roma ore 11 - di G. De Santis, con L. Bosè, C. Del Poggio, M. Girotti

■ 08.15 09.00 09.45 10.00 12.15 13.00 14.00 15.00 18.00 19.30 20.30 20.45 21.00 22.30 00.30 01.30 02.15

EXTRA Discoring 1977 Extra Factor Blob I migliori anni Da Da Da Che tempo che fa Memori dal bianco e nero Ti lascio una canzone Canzonissima 1958 Sai che ti dico Piloti Blob L’ultima parola Sfide Specchio segreto Discoring 1977 Sai che ti dico

MEDIASET PREMIUM 13.40 Frasier FX 13.45 Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD 13.55 La Tata Fox Life 14.00 Glee Fox HD 14.05 Archer FX 14.25 Una famiglia a dieta Fox Life 14.25 Il mio amico Arnold Fox Retro 14.30 Big Love FX 14.40 C.S.I. New York Fox Crime HD 14.50 Glee Fox HD 14.55 Happy Days Fox Retro 15.15 Rosamunde Pilcher - Verità nascosta Fox Life 15.25 Happy Days Fox Retro 15.25 Eureka FX 15.35 C.S.I. New York Fox Crime HD 15.40 Scrubs Fox HD 15.55 Hazzard Fox Retro 16.05 Scrubs Fox HD 16.25 Eureka FX 16.30 Tutto in famiglia Fox HD 16.30 C.S.I. New York Fox Crime HD 16.55 Tutto in famiglia Fox HD 16.55 Ally McBeal Fox Life

16.55 17.20 17.25 17.25 17.45 17.50 18.00 18.15 18.20 18.20 18.45 18.45 19.00 19.10 19.10 19.15 19.15 19.35 20.00 20.00 20.05 20.10 20.10 20.30

Arsenio Lupin Fox Retro 24 FX I Simpson Fox HD Law & Order: Criminal Intent Fox Crime HD S.O.S. Tata Fox Life I Simpson Fox HD Attenti a quei due Fox Retro 24 FX La vita secondo Jim Fox HD White Collar Fox Crime HD La vita secondo Jim Fox HD Dharma e Greg Fox Life Charlie's Angels Fox Retro American Dad Fox HD Missing Fox Life Numb3rs Fox Crime HD 24 FX American Dad Fox HD I Simpson Fox HD Love Boat Fox Retro Dharma e Greg Fox Life Numb3rs Fox Crime HD Mr. Bean FX I Simpson Fox HD

20.30 20.35 21.00 21.00 21.00 21.00 21.05 21.50 21.55 22.00 22.00 22.45 22.45 22.50 22.55 23.00 23.35 23.40 23.50 00.30 00.30 00.30 00.45 00.50 01.00

La Tata Fox Life Bored to Death - FX Mental Fox HD Bones Fox Life Star Trek Fox Retro Saturday Night Live Specials FX Spiral Fox Crime HD Mental Fox HD Bones Fox Life C.S.I. - Fox Crime HD Star Trek Fox Retro Lie to Me Fox HD S.O.S. Tata Fox Life Bianca neve FX C.S.I. New York Fox Crime HD Il Tenente Colombo Fox Retro Lie to Me Fox HD S.O.S. Tata Fox Life C.S.I. New York Fox Crime HD Modern Family Fox HD Happy Days Fox Retro Mad Men FX C.S.I. New York Fox Crime HD Modern Family Fox HD Missione Impossibile Fox Retro

cinema

08.45 Lo spazio bianco - di F. Comencini Premium Cinema 10.40 I ragazzi della 56a strada di F. F. Coppola Studio Universal 10.50 La fidanzata di papà - di E. Oldoini Premium Cinema Energy 10.55 Il falò delle vanità - di B. De Palma Premium Cinema 11.00 L’amore infedele - di A. Lyne Premium Cinema Emotion 14.30 Il fiume della paura - di C. Hanson Premium Cinema Energy 15.15 Wild Child - di N. Moore Premiun Cinema Emotion 15.35 L’uomo che fissa le capre-di G. Heslov Premium Cinema 16.30 Il diavolo in blu - di C. Franklin Studio Universal 17.00 I Could Never Be Your Woman di A. Heckerling Premiun Cinema Emotion 17.18 Viola di mare - di D. Maiorca

Premium Cinema 18.15 Highlander - L’ultimo immortale di R. Mulcahy Studio Universal 18.40 Love Actually - L’amore davvero di R. Curtis Premiun Cinema Emotion 18.40 Decisione critica - di S. Baird Premiun Cinema Energy 21.00 Harry Potter e il principe mezzosangue - di D. Yates Premium Cinema 21.00 Smoke - di W. Wang Studio Universal 21.00 Brivido biondo - di G. Armitage Premiun Cinema Energy 21.10 Dolce Novembre - di P. O’Connor Premiun Cinema Emotion 23.20 Vicky Cristina Barcelona di B. Silbering Premiun Cinema Emotion 00.45 Quel pomeriggio di un... di S. Lumet Studio Universal

IRIS 14.26 Film: Barbara - di A. Orlando, con V. Mastandrea, M. Giallini, A. De Razza,J. Lustig Film: Due amici - di S. Scimone, con F, Sframeli, F. Andreasi TgCom / Tre minuti con Media Shopping Iris la settimana, le novità in scena Film: Jerusalem (o’) - E. Chouraqui, con J.J. Feild, S. Taghmaoui, D. Lundh 19.39 Anica Flash 19.42 Note di cinema 19.51 C.S.I. Scena del crimine (due episodi) - Tf 21.00 Tgcom 21.24 Film: Sposi - di Pupi Avati, con C. Delle Piane, E. S. Ricci, N. Novecento 23.02 Note di cinema 23.11 Film: Arrivederci e grazie - di G. Capitani, con U.Tognazzi 15.59 17.21 17.31 17.51

07.55 09.20 10.25 10.34 11.00 12.15 12.50 13.40 13.45 13.50 14.20 15.30 16.00 17.25 18.35 19.30 21.00 21.00 21.00 22.40 23.00 23.10 00.55

intrattenimento Spazio 1999 - Tf Steel War at Home - Sitcom Joi Delitto perfetto - Film Mya Dr. House - Tf Joi Surface Steel Un amore da prima pagina - Tvm Mya H2O Tf Joi Fringe - Steel Mercy - Tf Mya Malcolm - Tf Joi La guerra di Charlie Wilson - Film Joi Difesa ad oltranza - Film Mya Driven - Film Steel Espiazione - Film Mya The Mentalist - Tf Joi Tresor - Film Mya Rookie Blue - Tf Steel The Tudors - Tf Mya V - Tf Joi Tu la conosci Claudia? - Film Joi Amori e segreti - Film Mya It Crowd - Sitcom Steel Il sogno di Holly - Tvm Mya

CIELO 11.30 12.00 13.00 13.30 14.30 15.30 16.30 17.00 18.00 19.00 20.00 21.00 22.00 23.00 00.00

Io Reporter Cielo TG24 giorno Jamie Oliver: il mio giro d'Italia Hell's Kitchen USA F.A.D. Italia's Next Top Model Hayden Turner: Sfida alla natura Seven City Chase Marrakech Cielo TG24 sera Hell's Kitchen USA X-Files X-Files Satisfaction Cielo TG24 notte


SPORT

Genova, 2-10 Ottobre 2010

Walk on the sea genoaboatshow.com

la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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All’Olimpico il match che l’anno scorso valeva la stagione. Ma oggi ci sono già otto punti di distacco. Davvero i nerazzurri non hanno rivali?

Chi ferma

l’Inter?

ALESSANDRO DI MARIA ANDREA SORRENTINO

ROMA ì sul tavolo della conferenza stampa c’è un pallone. Rafa lo prende in mano, lo indica. E pronuncia una frase terribilmente eversiva: «La cosa più importante, per noi, è questo affare qui. Il pallone. A noi interessa solo giocare a calcio. Tutto il resto rimanga fuori», e ti aspetti che inizi a lanciarlo in aria facendo festa, come il Grande Dittatore di Chaplin. Bella forza. Rafa Benitez negli ultimi sei anni ha allenato in Inghilterra, cioè più o meno su Plutone, dove si pensa davvero solo al pallone e non si ciancia mai di arbitri o di designatori, figurarsi di moviole in campo o di fuorigioco da dieci centimetri pescati solo al quarto replay, ah allora è uno scandalo. E perché adesso Rafa allena l’Inter, cioè gli imbattibili dal 2006 in qua. Non li ha mai piegati neppure la Roma, avversario di oggi e di ieri. Più ieri che oggi, a giudicare l’inizio di stagione. Già stangata il 21 agosto in Supercoppa italiana, la squadra di Ranieri è a -8 dopo 4 giornate, stasera ritrova Totti e De Rossi ma non avrà Julio Sergio in porta: al suo posto Lobont, che proprio nell’1-3 di agosto ebbe pesanti responsabilità. Per forza che Benitez vorrebbe pensare solo al pallone: quando ce l’hanno tra i piedi Eto’o e Sneijder, e con Milito e Maicon che stanno ricominciando a trattarlo come sanno, non c’è avversario che tenga, anche se l’assenza di Samuel (oltre a quelle di Zanetti e Materazzi) potrebbe togliere fuoco al reparto difensivo. Claudio Ranieri è dolorosamente consapevole della situazione: «Non partiamo alla pari. L’Inter è una corazzata, da anni detta legge in Italia e in Europa.

L

C’era una volta la sfida scudetto Benitez / 1

La cosa più importante per noi è il pallone, vogliamo solo giocare a calcio. Mi interessano Totti e De Rossi. Tutto il resto rimanga fuori Benitez / 2

Per giunta è in grossa salute. Noi siamo invece convalescenti, un malato che si sta riprendendo. Chi segue la Roma sa quali problemi abbiamo avuto». La tentazione di trasformare Roma-Inter in un’ordalìa è affiorata qua e là, in questa brevissima (per fortuna) vigilia dell’ennesimo scontro. Ma i due allenatori spengono ogni fuoco preventivo. Benitez, confermando di aver vissuto dal 2004

Quando vedevo la serie A dall’Inghilterra mi colpiva la personalità degli arbitri. È l’occasione giusta per dimostrare il loro livello

in un mondo di alieni, addirittura osa: «Quando vedevo la serie A dall’Inghilterra mi colpiva la personalità degli arbitri. È l’occasione giusta di confermare il vostro buon livello nelle direzioni», (ed è il momento in cui viene il dubbio: ma ci stesse prendendo in giro?). Ranieri si rivolge al settore arbitrale e le sue parole hanno l’aria di voler essere un Canadair sugli incendi appiccati la sera di Brescia:

«Ho fiducia nel calcio pulito, nel calcio in cui ci si può sbagliare. Hanno sbagliato, l’hanno riconosciuto, andiamo avanti». Chissà se basterà. Per inciso, l’arbitro sarà Morganti. Ha vinto la concorrenza di Tagliavento e Rizzoli, entrambi reduci da brutte avventure con l’Inter. Ma Morganti non convinse neppure lui nel Roma-Inter di campionato, quindi non se ne esce. Meglio parlare di calcio,

L’arbitro

Morganti, buoni ricordi per entrambe

Emidio Morganti

ROMA — L’arbitro di Roma-Inter sarà Emidio Morganti di Ascoli Piceno, che in serie A ha diretto finora 114 partite con bilancio di 48 vittorie interne, 35 esterne e 31 pareggi, assegnando 23 rigori e comminando 36 espulsioni. La Roma con lui ha un bilancio di 12 vittorie, 7 pareggi ed 8 sconfitte. L’Inter invece 14 vittorie, 1 pareggio e 4 scon-

fitte, con ultimo incrocio il 16 maggio scorso, nel match scudetto vinto 1-0 a Siena. Morganti è al quarto Roma-Inter in carriera: nella coppa Italia 2006/07 vittoria interna nerazzurra per 2-1, nella coppa Italia 2007/08 vittoria giallorossa per 2-1 nella finalissima, nella serie A 2009/10 successo casalingo della Roma per 2-1 in campionato.

dice Benitez: «Più del contorno mi interessa cosa faranno Totti o De Rossi, cioè i nostri avversari più pericolosi, e di come noi potremo imporre il nostro gioco. Dovremo essere bravi nel possesso palla come contro il Palermo e attuando il pressing mostrato contro il Bari. Non è la mia Inter, è l’Inter dei giocatori e del club. Qui hanno lavorato bene Cuper, Mancini e Mourinho prima di me». Ecco perché Ranieri osserva: «Benitez è un numero uno, come Mourinho. Magari la differenza è che con Rafa ci sono toni più bassi». Però diffidate dalla paciosità di Benitez, ogni tanto col sorriso da zione molla delle frecciatine da intenditori che arrivano un attimo dopo, come quando gli ricordano che Mourinho qui a Roma vinse 4-0: «Ah sì? Bene». Pausa, poi con espressione noncurante: «Ma scusate, non ricordo l’ultimo Roma-Inter quanto è finito… Ah, 2-1 per la Roma, eh? Beh, speriamo di fare meglio». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Premier League

Mourinho

Oggi City-Chelsea: Mancini contro Ancelotti

“Qualcuno regala le partite al Barcellona”

MANCHESTER — A pranzo (13.40 su Sky1) c’è Manchester City-Chelsea, match clou della 6ª giornata di Premier League. Roberto Mancini vorrebbe essere il primo a fermare un Ancelotti (foto) a punteggio pieno, «ma sarà difficile perché loro sono i favoriti. Però il City è come la mia Sampdoria: se vinciamo, cambiamo la storia di questo club».

MADRID — Lo stile provocatorio di Mourinho (foto) è sempre lo stesso: stavolta nel mirino c’è il Barça: «Se ci sono avversarie che regalano le partite al Barcellona, facendo giocare le riserve, per noi del Real Madrid sarà difficile vincere il campionato. Speriamo non succeda troppe volte».

Numeri di una rivalità I testa a testa Inter e Roma non erano mai state rivali per lo scudetto fino al 2007. Poi hanno chiuso come 1ª e 2ª in 3 delle ultime 4 stagioni dopo Calciopoli. Sono state avversarie pure in 5 delle ultime 6 finali di Coppa Italia

Allegri costruisce la rincorsa “Ma quale fuga, il Milan arriverà” Oggi il Genoa dopo un mese di critiche: “Barzellette” STEFANO SCACCHI MILANO l Milan insegue la vittoria in campionato che manca da quasi un mese, dalla passerella con il Lecce a San Siro di fine agosto, trasformata in kolossal dalla presentazione di Ibrahimovic. Da quel momento sono arrivati due pareggi e una sconfitta. Di fronte c’è il Genoa dell’ex Kaladze; i rossoblu hanno un ruolino esattamente identico a quello rossonero: un successo al via, poi un ko e due pareggi. Il Milan deve invertire la tendenza della peggior partenza in campionato dell’ultimo decennio. E Allegri professa ottimismo, mostrandosi scherzoso e sorridente: «Non mi preoccupano i cinque punti di distanza dall’Inter, sono convinto che a fine stagione saremo lì a lottare per lo scudetto». Però, nell’ingranaggio del suo apparente buon umore, si infila qualche preoccupazione: «Questo Milan è ancora in costruzione. Ho perso Pato e Ambrosini per infortunio. Il brasiliano è fondamentale. Fino al 30 agosto non ho avuto gli undici titolari a disposizione. Sarebbe stato più semplice se avessi avuto tutti dal 20 luglio. E a Cesena l’arbitro ha annullato due gol validi. Se poi vogliamo raccontare le barzellette, facciamolo. Adesso dobbiamo essere spregiudicati e incoscienti. Qualche volta pensare troppo fa male». Allegri è continuamente alla ricerca di un nuovo equilibrio, successivo all’arrivo di Ibrahimovic («Io farei anche giocare tutti gli attaccanti se avessi la certezza di essere 3-0 dopo mezzora, ma non è così»). Fondamentale che lo svedese esegua i movimenti di pressing offensivo testati a lungo con Borriello in

MILAN GENOA

I

Il distacco Nell’era dei tre punti a vittoria (introdotti in serie A nel 1994/95) non c’era mai stato tanto distacco in classifica fra le due squadre (8 punti) dopo la 4ª giornata. Nel 2008 erano 6

Un anno fa Rispetto all’ultimo scontro diretto in campionato del 28 marzo, l’Inter segna di più (da 1.9 a 2 gol di media) e subisce di meno (da 0.86 a 0.50), mentre la Roma è calata sia in attacco (da 1.80 a 1 gol di media) sia in difesa (da 1.13 a 2.25 reti incassate)

Juventus

Ranieri / 1

Non partiamo alla pari Loro sono una corazzata che detta legge da anni in Italia e in Europa Noi siamo convalescenti un malato in ripresa Ranieri / 2

Ho fiducia nel calcio pulito, nel calcio in cui ci si può sbagliare Hanno sbagliato, l’hanno riconosciuto, andiamo avanti

Il valore

EMANUELE GAMBA

Ci sono 130 milioni di euro di differenza nel valore delle due rose. Quella dell’Inter raggiunge una stima di 360 milioni, quella della Roma è valutata circa 230 milioni. L’Inter ha l’85% di stranieri, la Roma il 60%

TORINO inché la gente festeggia anche le sconfitte, com’è successo l’altra sera, e i dirigenti non istruiscono processi, la Juventus e soprattutto Delneri possono vivere tranquilli nonostante quattro punti in quattro partite. «Le cose stanno andando come mi aspettavo che andassero», dice Andrea Agnelli, il presidente. «Stiamo pagando errori di gioventù, ci serve del tempo e dobbiamo soltanto trovare la continuità». Il problema è che la continuità juventina è invece impeccabile: in ogni partita giocata all’Olimpico, levati i play-off di Europa League, sono state incassate tre reti e l’unico elemento di discontinuità è, per il momento, la roboante vittoria di Udine. Ma l’atteggiamento del giovane dirigente è saggio: pazienza e perseveranza sono doti che il nostro calcio trascura, e di pazienza e perseveranza la Ju-

In classifica È la 5ª volta negli ultimi 10 anni che l’Inter si trova in testa alla 4ª giornata. La Roma non era così in basso da 36 anni: nel ‘74 cominciò con un pareggio e 3 sconfitte, ultimo posto con la Ternana. Poi chiuse terza

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Abbiati Zambrotta Nesta Thiago Silva Antonini Gattuso Pirlo Flamini Robinho Ibrahimovic Ronaldinho

32 19 13 33 77 8 21 16 70 11 80

Eduardo Chico Dainelli Ranocchia Mesto Kharja Veloso Criscito Rafinha Toni Palacio

1 2 3 16 20 11 42 4 18 9 8

Arbitro: Valeri ore 18 Tv: Sky Calcio1- Dt Premium Calcio, Hd2

La 5a giornata MILAN-GENOA ROMA-INTER CESENA-NAPOLI BARI-BRESCIA CATANIA-BOLOGNA CHIEVO-LAZIO FIORENTINA-PARMA PALERMO-LECCE SAMPDORIA-UDINESE JUVENTUS-CAGLIARI

oggi ore 18 ore 20.45 domaniore 12.30 ore 15

domani ore 20.45

La classifica

L’esultanza di Ibrahimovic dopo il gol alla Lazio estate: «Quando Zlatan mette pressione ai difensori avversari, dietro soffriamo meno», dice non a caso Allegri. Intanto scalda i motori Robinho, sempre in attesa della prima da titolare. Ieri il brasiliano è stato provato tra gli undici all’inizio della rifinitura sotto la pioggia battente. La sua condizione migliora ma non è ancora ottimale,

perciò resiste il ballottaggio con Boateng, possibile esterno destro del tridente come con la Lazio. Mentre Inzaghi, capocannoniere della squadra in campionato insieme a Pato (in Inghilterra scrivono di una maxi-offerta di 64.5 milioni del Manchester City per il Papero), è pronto a gettare scompiglio a gara in corso. Seedorf va verso la panchina, in attesa di af-

Inter Chievo Brescia Catania Lazio Cesena Cagliari Milan Sampdoria Parma

10 9 9 7 7 7 6 5 5 5

Napoli Bologna Genoa Bari Juventus Palermo Lecce Fiorentina Roma Udinese

5 5 5 5 4 4 4 2 2 0

frontare il “suo” Ajax martedì ad Amsterdam. Mentre Ronaldinho cerca il primo gol stagionale: «A San Siro — spiega il tecnico — gioca meglio perché ama la Scala». Berlusconi non chiama Allegri dal giorno successivo alla vittoria in Champions con l’Auxerre. L’allenatore spera che arrivino tre punti e una telefonata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Agnelli respinge i processi “Dateci tempo, la qualità c’è”

F

La partenza lenta

Andrea Agnelli

Errori di gioventù, dobbiamo solo trovare continuità: ci vorrà qualche mese, e i tifosi hanno capito. Possiamo battere chiunque

ventus ha bisogno. «La qualità della nostra rosa non è in discussione, e sono anche contento che gli sbagli siano di gioventù, visto che abbiamo una delle squadre più giovani del campionato. Il gruppo si sta formando, si percepisce quanta unità ci sia, la squadra corre fino al novantacinquesimo minuto. I tifosi hanno capito cosa è stato fatto, stiamo viven-

do un momento di trasformazione, ci vorrà ancora qualche mese. Ma la squadra è consapevole della propria forza, sa che possiamo competere con chiunque e battere chiunque». Se finora è successo soltanto con l’Udinese è, dunque, un problema transitorio, una fase di passaggio. D’altronde il luogo stesso in cui ieri Agnelli si è recato

indicava come la Juventus sia in bilico tra presente e futuro: il presidente ha diretto i lavori del cda nel cantiere dello stadio che dovrebbe essere pronto tra otto mesi ma che comincia a dare un’idea già sufficientemente precisa di come sarà. «Stiamo guardando la Juve del futuro, questo è stato in pratica il primo giorno di vita del nuovo stadio che ci porterà all’altezza dei principali club europei. Siamo felicissimi». Nel presente ci sono però i deficit della squadra e quelli del bilancio, chiuso con un rosso di undici milioni di euro: pesano la mancanza della Champions e i 53 milioni sperperati nel mercato del 2009, mentre si attendono gli effetti dei 23 investiti tra giugno e agosto. La squadra ripete e si ripete (ieri lo ha fatto Chiellini) che «bisogna evitare certe distrazioni e trovare più equilibrio» però, malgrado Delneri ci stia lavorando ossessivamente, la Juve più che sbagliare persevera. Con continuità. © RIPRODUZIONE RISERVATA



la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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L’ultima scoperta di Zamparini è un argentino che vale già oro: “Lo voleva il Real Madrid” zionale argentina, ed ex allenatore al Talleres di Cordoba che nel 2006 lo fa esordire in prima squadra, a 17 anni non ancora compiuti. La prima di quattro gare che il Flaco o il Cordobes, l’altro soprannome di Pastore, giocherà da titolare. Lo capisce Marcelo Simonian, il manager che lo ingaggia nella sua scuderia “Dodici”. Se ne accorge anche Carlos Babington, presidente dell’Huracan, che, in una partita giovanile tra la sua squadra e il Talleres al centro sportivo de La Quemita, s’innamora dello spilungone smilzo e lo porta a Buenos Aires. Poi, nel tempo, lo capiscono gli osservatori di mezzo mondo. Per primi quelli del Rayo Vallecano che cercano senza fortuna di portarlo in Spagna. Poi quelli del Celtic che sperano di averlo in Scozia. Quindi, via via quelli di Sir Alex Ferguson che offre un assegno in bianco per ingaggiare il Flaco, quelli del Chelsea con Ancelotti che la scorsa estate prova a ricomprare Pastore dal Palermo. Lo capisce Maurizio Zamparini che, dopo averlo visto in uno dei mille dvd che transitano nella sede del Palermo, spedisce subito Sabatini in Argentina per

PER SAPERNE DI PIÙ www.ilpalermocalcio.it twitter.com/javier_pastore/

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Pastore, il maleducato del gol raccomandato da Maradona

MASSIMO NORRITO PALERMO uei quindici pesos che mamma Patricia gli diede una mattina di ottobre, prima di andare a scuola, servivano per comprare la merenda. Lui, invece, non solo marinò la scuola, ma con quei soldi comprò un pallone e corse a Plaza San Martin, una delle piazze principali di Cordoba, per giocare una infinita partita Fino a sera. A quell’epoca Javier Matias Pastore, il fuoriclasse del Palermo protagonista del colpo grosso in casa Juve giovedì, aveva appena 11 anni, ma già le idee chiare. Da grande avrebbe fatto il calciatore per ripercorrere le orme di Riquelme, il suo idolo. Mamma Patricia l’avrà certamente perdonato. Del resto il Flaco, il secco, con la mamma ha avuto un rapporto sempre particolare fatto di piccoli quanto significativi gesti. Come nel giorno del derby di Cordoba quando, dopo aver segnato il gol vittoria, si toglie la maglietta del Talleres per mostrare la camiseta con scritto «Feliz cumple, mamá». Oppure in occasione della sfida tra il suo Huracan e il Lanùs, in cui dopo aver siglato una doppietta, scavalca le transenne della la tribuna per baciare teneramente la madre. Oggi Javier, oltre a un rosario regalo di un tifoso dell’Huracan, porta al collo una medaglietta d’oro con le fotografie della mamma e di papà Juan Carlos. Sono stati loro ad assecondarlo nella carriera calcistica. Del resto che Pastore sarebbe diventato un fenomeno è stato chiaro subito a tutti. Lo capisce per primo Ricardo Gareca, ex attaccante della na-

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R2SPORT

La nuova stella del Palermo ammazza-Juve L’exploit Javier Pastore, 21 anni, detto El Flaco ha già 4 presenze nella nazionale argentina. L’anno scorso nel Palermo 38 gare e 5 reti. Giovedì sera è stato protagonista del successo rosanero a Torino, segnando la prima rete (a destra) chiudere l’affare. La proprietà del cartellino di Pastore era divisa in tre parti. Il 45 per cento del Talleres, il 45 per cento di Simonian e l’altro dieci per cento dell’Huracan. Alla

Chi ricorda? ZIDANE Francese di origine algerina, Zizou ha vinto il Mondiale ’98. Dal ’96 al 2001 regista della Juventus

KAKÀ Brasiliano, suo il Mondiale 2002. Dal 2003 al 2009 con il Milan, ora è al Real Madrid. pallone d’Oro nel 2007

RUI COSTA Fantasista portoghese, ha giocato con Benfica, Fiorentina e Milan. Con la nazionale una finale agli Europei del 2004

RIQUELME Argentino, esploso al Boca Junior. Una stagione (flop) con il Barça, poi il Villarreal e, dal 2006, il ritorno al Boca Junior

fine Zamparini lo paga sei milioni di euro e alle 8,50 del mattino del 12 luglio del 2009 il Flaco firma un contratto sino al 2014 da seicento mila euro all’anno. Per Zamparini, oltre ad essere la

prossima gallina dalle uova d’oro («Lo voleva il Real già a luglio»), Pastore è un figlio. Lo scorso anno nel ritiro a Bad Kleinkircheneim, lo accompagnò in un negozio di articoli sportivi per rega-

largli un paio di scarpe da calcio. Il nuovo Kakà, il nuovo Zidane, il nuovo Riquelme. I paragoni si sprecano. Quello più azzeccato è forse di Diego Maradona che, dopo averlo fatto esordire in nazionale contro la Catalogna (esordio con gol), schiera Pastore ai Mondiali. «È un maleducato del calcio. Un esordiente che gioca con la sfrontatezza di un veterano». In Sudafrica Flaco va con tutta la famiglia. Con papà, mamma, i fratelli Lorena, Ariel e Juan e con Chiara, la 19enne modella palermitana che gli entrata nel cuore e che adesso, dopo averla portata a Cordoba a conoscere i genitori, vive con lui in una villa di Mondello. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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PER SAPERNE DI PIÙ www.volley2010.com www.ferrari.com

Festa mondiale per un’Italia alla Balotelli Oggi il Giappone a Milano. Anastasi: “Siamo multietnici, come il paese reale” ALESSANDRA RETICO MILANO a pallavolo è un'Italia che parla alla Balotelli, qualcosa di straniero da qualche parte, ma il cuore e il resto è tutto made in Penisola. Tre naturalizzati nella squadra azzurra dei 14 di Andrea Anastasi, microsocietà multietnica che quasi non si accorge più degli innesti esterni, vive e gioca insieme, ed è tutto. Molto più avanti di Prandelli, figuriamoci della politica, questa Italvolley che sta per iniziare i suoi mondiali in casa, stasera a Milano contro il Giappone, mostra al mondo che accoglie la sua faccia reale: paese misto, che le frontiere non le ha chiuse alle buone ener-

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Nuovi italiani

Michael Lasko È nato a Wroclaw. Opposto, gioca a Verona. Passaporto italiano. Vive nel bergamasco da quando aveva cinque anni.

DUE VOLTE CT

Da Zaytsev a Lasko, radici lontane e cuore nel nostro paese. Il ct: “L’inno lo cantano tutti” gie, ai padri venuti da lontano e qui rimasti, ai loro figli che italiani sono completamente al di là di qualche kappa e sequenza di consonanti poco dantesche nei cognomi. «Embè, che cc'è» ti dice Ivan, l'ex terribile che di cognome fa Zaytsev, russo di natali spoletini, molta adolescenza tra Latina e Roma dove adesso gioca, un accento de noantri poco consono ai suoi capelli biondi e a quell'aria tutta chiara, da piazza Rossa. È l'ultimo entrato nella squadra azzurra, il più giovane (21 anni), molto cocciuto, molto convinto, assai integrato. «Il più straniero di tutti, in effetti, sembra Cernic» riflette e ride Anastasi, che per spiegare le pro-

Formula 1

Andrea Anastasi, 49 anni, è tornato sulla panchina azzurra nel 2007 Era stato ct una prima volta dal ’99 al 2003. Ha vinto il bronzo a Sydney 2000. A sinistra, Travica e Birarelli

Dragan Travica Nato a Zagabria, palleggiatore, gioca a Monza. In azzurro dal 2007. Figlio d’arte (il papà è Ljubomir Travica)

Ivan Zaytsev Nato a Spoleto, schiacciatore. Il padre è Viachelaslav, palleggiatore dell’Urss che ha vinto tutto tra gli anni '70 e '80.

venienze dei suoi non può che indicare il goriziano Matej Cernic, molto più a nord di molto est che abbiamo ormai nel sangue. «È un gruppo fortemente variegato e composito il mio, sì, anche multietnico, così come è l'Italia vera. Cantano tutti l'inno, e ci mancherebbe, sono ragazzi cresciuti qui, alcuni figli della pallavolo che ha contato nella storia». Ivan appunto, suo padre Viacheslav il palleggiatore è stato la colonna della nazionale sovietica tra gli anni '70 e '80, viaggiava molto e toh, Ivan è nato a Spoleto, ma a casa si parlava

RED BULL IN TESTA Dopo il miglior tempo di Webber nelle prime prove libere, la Red Bull è stata la più veloce anche nella seconda sessione con Vettel, quarto Alonso (foto)

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Rossa super nelle libere, poi cede il cambio. Hamilton: “Pista da brivido, temo un incidente” cinque o sei piloti in lizza per il titolo, è che ogni errore, anche il più piccolo viene ingigantito e finisce in prima pagina». Se il campionato fosse stato a due, i peccati veniali nemmeno si sarebbero notati. E invece così ogni minimo dettaglio finisce sotto i riflettori. Proprio come ci è finita la sbavatura con cui la Ferrari ha macchiato la

minile italiana, ora ct della nazionale egiziana che affronteremo domenica: «Lo adoro, un insegnante puro, l'italiano che ha esportato in Africa una scuola». E poi chiamali stranieri: anche da sotto rete l'Italia che fa sport è modernità, è un paese mosso e aperto, quello mischiato da Anastasi più di ogni altro prima. Dragan Travica, il croato di Zagabria, 26 anni, palleggiatore di due metri: pure lui figlio della pallavolo, suo padre Ljubomir è arrivato in Italia nell'83 alla Panini Modena e praticamente non ci ha più lasciati, ha

Alonso fuori: “Sbaglio anch’io” ma la Ferrari di Singapore vola

DAL NOSTRO INVIATO MARCO MENSURATI SINGAPORE cende la pioggia e sale la tensione, sull’asfalto irregolare di Singapore. La Red Bull accelera e Fernando Alonso scopre all’improvviso quanto è pesante il volante della Ferrari. Stress da prima pagina, lo chiama sorridendo. E ha ragione. Di buono c’è che, almeno a giudicare dalla faccia e dal tenore delle risposte, questo asturiano presuntuoso e di talento, lo stress lo regge proprio bene. Così, ad ascoltarlo, non viene da preoccuparsi troppo quando, quasi scherzando, si sfoga: «Il problema di un campionato come questo, con

russo, sua madre Irina pure è russa, nuotatrice da argento agli europei di nuoto del '66. Dall'Umbria a San Pietroburgo, le scuole lì, poi di nuovo a Foligno alle medie, Ivan che dai palleggi nel corridoio di casa comincia a giocare sul serio fino alle giovanili a Perugia e poi in giro fino a Roma. «È un ragazzo molto determinato, sa quello che vuole, l'ho scelto perché sarà un elemento interessante per la squadra». Al «Nano» Anastasi piace imparare dagli altri, dal mondo. Ieri ha incontrato l'amico e collega Antonio Giacobbe, ex nazionale fem-

giornata di ieri. Giornata di prove libere e sudore (mai così copioso come qui, dove il rettilineo dei box praticamente coincide con la linea equatoriale), giornata di tentativi e di approssimazioni, giornata che alla fine avrebbe prodotto un risultato più rassicurante di quel quarto tempo che si è invece visto alla fine. Fernando stava andando alla grande quando, proprio mentre produceva il massimo sforzo (i computer degli ingegneri raccontano di un giro praticamente identico a quello record di Vettel), ha perso il controllo della sua macchina, ha sfiorato il muro e poi si è andato a fermare nella via di fuga, spegnendo il motore e dicendo addio agli ultimi, preziosi, venti minuti di prove libere. Suggestivo il luogo del misfatto: tra la curva 17

e la 18: lo stesso su cui due anni fa si schiantò, volontariamente, Nelsino Piquet, nell’incidente che costò la F1 a Flavio Briatore. Per la cronaca: il povero Nelsino, esiliato dalla F1, ieri sera era finito a Las Vegas, al Circ Du Soleil, e mandava messaggi via Twitter. «Quindi — riprende il filo del discorso, Alonso — se volete dire che ho sbagliato io, oggi, ditelo pure. Tanto sbaglio sempre io. Ho sbagliato anche a Monza, ho sbagliato prima e, certamente sbaglierò ancora di qui alla fine del mondiale. Solo, speriamo che non siano errori grossi…». Sorride. Un po’ perché in

giocato e allenato da nord a sud, ovvio che Dragan finisse a Modena, anche un po' di croatitudine gli è rimasta. A casa Michal Lasko, 29 anni, opposto, ha la foto di suo papà Lech sul gradino più alto del podio olimpico, quello che la Polonia ha conquistato nel '74. La guarda, e ci vede molto di se stesso, molta storia sua. Eppure si sente un bergamasco nato solo per caso a Wroclaw, in Polonia. Gioca a Verona, è biondo, avrebbe voluto fare l'architetto, adesso costruisce muri da 3.37 metri. Anastasi dice di non guardare neanche più i passaporti, peraltro tutti italiani, «ma gli occhi mi piacciono nei miei giocatori, ci vedo il loro carattere, la loro paura, la loro rabbia. Sulla mia forte diagonale storica, Fei-Vermiglio, vedo crescere un'Italia nuova e piena di promesse. Non sottovaluto il Giappone di stasera, sono sempre un mondo da studiare. Forse ci andrò». Perché la pallavolo impara dagli altri, e li mette in squadra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

In breve

fondo sa che a Monza, in partenza, ha sbagliato davvero lui. E un po’ perché comunque ha visto che la Ferrari c’è, che il team lavora bene e che le possibilità di accorciare la classifica non sono poi così remote. Quanto alla dinamica dell’uscita di pista, la Ferrari, a sera, ha comunicato che è stata colpa del cedimento di un pezzo sperimentale del cambio. Niente di grave. Anche se sarebbe stato importante completare la sessione di test. Oggi e domani sarà durissima. E non solo perché la Red Bull (1° Vettel e 2° Webber) vola, ma soprattutto perché le condizioni meteo, piove sempre dalle 5 alle 7 del pomeriggio, e la pista che non si asciuga mai, non lasceranno spazio a imperfezioni. Specie su un tracciato come questo, difficile ai limiti del buon senso: «Ho paura che possa verificarsi un brutto incidente — si lamentava ieri sera Lewis Hamilton — La pista è insidiosissima e ha la peggiore curva dell’intera Formula 1». L’hanno ribattezzata Singapore Sling, come il cocktail. «È una chicane strettissima, ci arrivi a 200 allora e devi inchiodare. È una follia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuoto

Il body dei record è un abito da sera LONDRA — Un abito da sera (foto), ecco cos’è ora il superbody Speedo dei record di Pechino 2008, indossato da Phelps. In passerella grazie a “From Somewhere”. SERIE B — Sesta giornata: Piacenza-Siena 0-1 (Sestu). Oggi (ore 15): Atalanta-Reggina, Crotone-Sassuolo, Empoli-Grosseto, Frosinone-Varese, Novara-Livorno, PadovaAlbinoleffe, Pescara-Torino, Portogruaro-Ascoli, VicenzaCittadella. MORENO — Caccia ai complici dell’arbitro tra gli agenti dell’aeroporto di Guayaquil. Un video lo mostra che si sottrae a un controllo. TENNIS — Bucarest, quarti: Granollers (Spa) b. Starace 36, 7-6 (7), 6-4. BASKET— Eurolega, KhimkiCaserta 85-66. Campani fuori.


la Repubblica

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METEO

SABATO 25 SETTEMBRE 2010

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Mattino

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L’Aquilaa

Sole prevalente su Nord Ovest, Lombardia, Puglia, Molise e regioni ioniche, più nubi altrove, specie su Friuli, Umbria, Toscana, Campania ed alta Calabria tirrenica con piogge ed acquazzoni sparsi. Minime in calo. Venti moderati occidentali, a tratti tesi.

Molto nuvoloso o coperto su Alpi, Prealpi, pedemontane e Liguria con piogge sparse in esaurimento serale, acquazzoni anche sul basso versante tirrenico al mattino. Poco o parzialmente nuvoloso altrove. Temperature in calo al Nord. Venti moderati da Ovest.

ROMA Cam C Campobasso mp b sss Napoli Potenza

C

i

Pomeriggio

Martedì

Poco o parzialmente nuvoloso al Centro-Sud, salvo acquazzoni sparsi su dorsale ed ovest Sardegna. Bel tempo prevalente anche su Emilia ed Ovest Val Padana, molte nubi sul Triveneto. La notte peggiora da Ovest. Temperature in rialzo. Venti moderati da Ovest.

Mattino: Si rinnovano condizioni di tempo instabile, a tratti perturbato, con piogge e rovesci diffusi su Triveneto e Lombardia, sparsi invece su Spezzino, basso Piemonte, Piacentino, Sicilia tirrenica e Centro-Sud peninsulare. Nubi e schiarite sul resto della Penisola, anche ampie su Sardegna, Ponente Ligure costa meridionale sicula. Nevicate sulle Alpi di confine centro-occidentali a partire dai 1600-1800m. Temperature minime in calo. Venti tesi ciclonici.

Ieri

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Alghero Ancona Aosta Bari Bologna g Bolzano Brindisi Cagliari g Campobasso p Catania Catanzaro

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16 14 8 17 10 11 17 15 12 18 19

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24 24 20 24 24 24 25 25 25 24 24

16 16 10 17 15 12 17 17 13 19 19

26 25 24 28 24 17 29 26 19 29 28

Pomeriggio: Residua instabilità soprattutto al Nord Est ed al Sud, con ancora piogge sparse su Triveneto, est Lombardia e Pavese, rilievi laziali, Sardegna occidentale, Messinese e Meridione in genere, in lento assorbimento dalla sera. Nuvoloso ma asciutto sul medio Adriatico, ampie schiarite sul resto del Paese. Nuove precipitazioni dalla notte su Friuli, zone interne del medio Tirreno e Campania. Temperature massime in diminuzione. Venti fino a tesi tra NO e SSO.

Ieri 14 17 17 10 19 15 17 18 20 13 13

Firenze Genova Imperia L'Aquila Messina Milano p Napoli Olbia Palermo Perugia g Pescara

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6-7

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Alto

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Oggi

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20 21 22 16 24 22 22 21 23 18 23

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Pisa Potenza Reggio C. Rimini Roma Fium. Roma Urbe Torino Trento Trieste Venezia Verona

8-10 Molto alto

24 24 25 22 24 25 19 24 19 23 23

15 12 19 17 16 16 10 11 16 14 12

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Fronte caldo 12 18 18 17 14 10 14 10 16 14 15 14 5 2 13 13 15 13 22 15 7 15 11 12 26 11 9 7 9 14 11 11 8 13 15 15 10 11 19 21 11 16 10 14 10

15 25 23 19 19 12 20 14 24 19 22 18 11 13 15 16 26 21 30 24 16 16 13 24 31 18 17 11 14 15 12 20 19 18 18 20 13 20 24 27 22 18 19 17 12

1016

Reykjavik

Fronte freddo Helsinki Helsink

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Oslo

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Stoccolma Stocco

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Edimburgo Amsterdam Birmingham B gh Londra Londr

Vilnius 1016

K Kaliningrad ngrad Minsk

Amburgo

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A

Kiev

B

Lisbona

Madrid

B

Chisinau Chi Bucarest Bucares

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B

Gijon

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A

Portoo

A

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Cooopp C Cope Copenaghen h

B

Belfast Dublino Dublino

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Sofia Skopje Skop Sko k pj Istanbul bu

Salonicco c

Valencia

Malaga

1004

Algeri

B

Tunisi Tunis 1008

Atene ne

Smirne Smirne r Iraklion

A

1012

Valletta Larnaca Larn

Come si gioca: Completare il diagramma in modo che ciascuna riga, colonna e riquadro 3x3 contenga una sola volta tutti i numeri da 1 a 9.

9 7 1

5

3

2 4 6 5

8 © 2010 nonzero

Amsterdam Atene Barcellona Belgrado Berlino Berna Bratislava Bruxelles Bucarest Budapest Chisinau Copenhagen Dublino Edimburgo Francoforte Helsinki Istanbul Kiev Larnaca Lisbona Londra Lubiana Lussemburgo Madrid Malaga Minsk Mosca Oslo Parigi Praga Reykjavik Riga S. Pietroburgo Sarajevo Skopje Sofia Stoccolma Tallinn Tirana Valletta Varsavia Vienna Vilnius Zagabria Zurigo

Domani

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le soluzioni su www.repubblica.it

Min Max

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Sorge 6.42 6.52 6.57 6.59 7.04 7.04 7.12 7.13 7.18

Tramonta Bari Napoli Palermo Roma Bologna Firenze Milano Genova Torino

18.47 18.57 19.02 19.04 19.09 19.10 19.17 19.19 19.24

>11 Estremo

IN EUROPA Oggi

Instabile su Nord Est, dorsale, basso Tirreno e Sicilia con piogge e rovesci sparsi, in esaurimento ovunque entro sera. In prevalenza soleggiato altrove. Temperature stabili o in lieve calo. Venti deboli variabili con rinforzi da ONO sui bacini occidentali.

1008

NEL MONDO Oggi

Min Max

Algeri Ankara Auckland Baghdad Bangkok Beirut Bombay Buenos Aires Calgary Caracas Casablanca Chicago Città del Capo Città del Messico Dakar Dubai Filadelfia Gerusalemme Hong Kong Il Cairo Johannesburg Kinshasa L'Avana Lima Los Angeles Manila Melbourne Miami Montreal Nairobi New Delhi New York Pechino Perth Rio de Janeiro San Paolo Santiago Santo Domingo Seoul Shanghai Singapore Sydney Tokyo Toronto Washington

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