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santa pace», spiega di

santa pace», spiega di‫ح‬Gn L’inchiesta

Diario

La storia

Ior, i segreti della cassaforte vaticana

Dal tricolore al sole padano la guerra dei simboli

Mosca-Nizza il treno di lusso per i ricchi russi

ALBERTO STATERA

BETTINI, FABIANI E GALLI

NICOLA LOMBARDOZZI

Fondatore Eugenio Scalfari 1 2

www.repubblica.it

Anno 35 - Numero 225

Direttore Ezio Mauro

1,00 in Italia

gio 23 set 2010

giovedì 23 settembre 2010

CON “TEX” 7,90

SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. PREZZI DI VENDITA ALL'ESTERO: AUSTRIA, BELGIO, FRANCIA, GERMANIA, GRECIA, IRLANDA, LUSSEMBURGO, MALTA, MONACO P., OLANDA, PORTOGALLO, SLOVENIA, SPAGNA € 2,00; CANADA $1; CROAZIA KN 15; DANIMARCA KR 18; EGITTO EP 16,50; FINLANDIA € 2,50; MAROCCO MDH 24; NORVEGIA KR 20; POLONIA PLN 12,10; REGNO UNITO LST 1,50; REPUBBLICA CECA CZK 61; SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66; SVEZIA KR 18; SVIZZERA FR 3,00 (CON D O IL VENERDÌ FR 3,30); TUNISIA TD 3,50; TURCHIA YTL 4; UNGHERIA FT 495; U.S.A $ 1

“Una patacca il documento su Tulliani proprietario della casa . All’opera servizi deviati”. Intercettazioni, franchi tiratori con la maggioranza

Dossier anti-Fini, rottura col Pdl Fli: sulla giustizia non trattiamo più. La Camera “salva” Cosentino ROMA — Rottura tra finiani e Pdl per un dossier pubblicato sulla vicenda della casa di Montecarlo. «Una patacca – accusano i finiani – costruita dai servizi deviati. Sulla giustizia non trattiamo più». La Camera ha salvato il sottosegretario Pdl, Nicola Cosentino, vietando l’uso della intercettazioni nella indagine che lo coinvolge. SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 7

Il caso

“Così ha lavorato la macchina del fango”

Il retroscena

L’ira del cofondatore “Il mandante è Silvio”

GIUSEPPE D’AVANZO RA, tra Berlusconi e Fini, tutto ritorna in alto mare. Come prima. Se è possibile, peggio di prima. Molto peggio. Va per aria la pace concordata per scrivere insieme una legge immunitaria costituzionale e quindi la road map che avrebbe consentito al governo di vivacchiare per lo meno fino ai primi mesi del 2012 quando il referendum confermativo avrebbe dovuto decidere il destino della legislatura. Che cosa è accaduto? Perché il presidente della Camera ha chiesto ai suoi “ambasciatori” Italo Bocchino e Giulia Bongiorno di chiudere ogni canale di comunicazione e trattativa con il ministro della Giustizia Alfano e l’avvocato del Cavaliere Ghedini? Quali evidenze hanno convinto Fini che quella trattativa politico-legislativa è una falsa trattativa, una trappola, soltanto un modo per temporeggiare in attesa che si concluda il character assassination; una parentesi tattica per dar modo agli “assassini politici” di concludere il lavoro sporco di demolizione di ogni affidabilità pubblica del co-fondatore del Popolo della Libertà? La risposta che si raccoglie negli ambienti vicini al presidente della Camera non è ambigua: «Fini ha qualche prova e la ragionevole certezza che le informazioni distruttive che ogni giorno vengono pubblicate da il Giornale e Libero, controllati dal presidente del Consiglio, sono fabbricate in un circuito che fa capo direttamente a Silvio Berlusconi». SEGUE A PAGINA 4

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LIANA MILELLA I UNA cosa è convinto Gianfranco Fini. Ormai senza alcuna ombra di dubbio. E per questo, quasi a scandire la giornata, ha continuato a ripeterla. «Il mandante di quello che ilGiornalepubblica è solo ed unicamente Berlusconi. SEGUE A PAGINA 3

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Gianfranco Fini con Italo Bocchino durante il voto su Cosentino

Il titolo cede in Borsa. Rampl: differenze di vedute con Profumo. I banchieri: indipendenza vulnerabile

Unicredit, ora Bossi teme i tedeschi Un giro di soldi ai politici per realizzare un inceneritore

Tangenti sui rifiuti arrestato in Abruzzo assessore regionale indagati 2 senatori pdl CAPORALE ALLE PAGINE 16 E 17

ROMA — «Ora fermiamo lo strapotere dei tedeschi in Unicredit». Umberto Bossi, leader della Lega lancia il suo monito dopo le dimissioni forzate di Alessandro Profumo. Dimissioni dovute a differenze di vedute, spiega Dieter Rampl, presidente del colosso bancario. Ma ora è allarme tra i banchieri: «Indipendenza a rischio». SERVIZI ALLE PAGINE 12, 13 E 15

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Il colloquio

Geronzi: “La Spectre non sono io” MASSIMO GIANNINI I DISPIACE deluderla, ma non sono io il capo della Spectre...», giura Geronzi. Dal suo ufficio di Piazza Venezia a un passo dal Foro Romano, il Cesare del capitalismo si sfila dalla «congiura» contro Profumo. SEGUE A PAGINA 13

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Lo sport

Ricostruito il miracolo L’Inter è sola in testa il vento aprì il Mar Rosso Roma sempre peggio dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI LONDRA OSÈ stese la sua mano sopra il mare e il Signore sospinse il mare con un forte vento dell’est tutta la notte e mise a secco il mare». Andò proprio così, come narra la Bibbia nel Libro dell’Esodo (14: 21). Se fu il Signore a separare le acque permettendo la fuga degli ebrei dall’Egitto, o si trattò semplicemente di Madre Natura, resta da stabilire. SEGUE A PAGINA 46

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REPUBBLICA

GIANNI MURA

Da oggi in edicola Tex

INTER (4-0 al Bari, torna a segnare Milito) resta sola in testa, perché il Cesena a Catania incassa i primi gol e la prima sconfitta. A un punto dalla squadra di Benitez ci sono ora Brescia (2-1 alla Roma, con molto da ridire sull’arbitraggio) e Chievo (3-1 a Napoli e lezione di contropiede). Ancora allunga, l’Inter, o è qualcosa che somiglia a una fuga? SEGUE NELLO SPORT

A richiesta con Repubblica la collezione a colori “Verso la montagna sacra”

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Le idee

L’Europa meticcia non può rifiutare i rom JACQUES LE GOFF A DIRETTIVA del governo francese riguardo alle espulsioni era concepita in modo inammissibile: mettendo l’accento sull’identità dei rom risultava un’operazione discriminatoria e, al limite, razzista. Certo, la vicepresidente della commissione europea Viviane Reding, comparando la misura ai provvedimenti tedeschi durante la seconda guerra mondiale, ha evidentemente esagerato. Ora, al di là delle reciproche scuse, è chiaro che in Europa esiste un problema e una questione dei rom. È mia convinzione che questo problema debba essere regolato attraverso una politica specifica concordata in sede europea. Occorre varare un regolamento al cui rispetto siano tenuti tutti i paesi dell’Unione, al di là del fatto che il numero dei rom sia diverso in ciascun paese e che i governi europei oggi siano divisi tra quelli che hanno un atteggiamento piuttosto accogliente e quelli invece (come l’italiano) che sembrano porsi in maniera tendenzialmente ostile. Penso che la cosa più importante da fare oggi sia aprire un confronto tra i rappresentanti di tre diverse parti: le diverse comunità rom, i governi nazionali e l’Unione europea. Un tavolo di dialogo dovrebbe individuare, prima di tutto, dei luoghi deputati all’insediamento delle diverse comunità rom. Luoghi che i governi devono far rispettare ma che devono rispettare anche le stesse comunità rom. C’è comunque nella storia una tendenza dei rom a installarsi e rimanere in luoghi specifici. SEGUE A PAGINA 38

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IL GOVERNO ALLA PROVA POLITICA INTERNA

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Giustizia, stop dei finiani al dialogo “Una porcata quei dossier contro Fini” Fli: basta attacchi sulla casa di Montecarlo CARMELO LOPAPA ROMA — «Da oggi tutti con l’elmetto in testa». Il Consiglio di guerra dei finiani si chiude con la chiamata alle armi. La tregua con il premier Silvio Berlusconi finisce qui. Nel giorno in cui il “Giornale” e “Libero” pubblicano il documento che attribuirebbe a Giancarlo Tulliani la titolarità della società off-shore proprietaria della casa di Montecarlo, nelle stesse ore in cui la Camera respinge a maggioranza la richiesta di utilizzo delle intercettazioni per il sottosegretario Nicola Cosentino e Fli vota con le opposizioni, il presidente

Briguglio chiama in causa i servizi segreti e chiede che del caso si occupi il Copasir Gianfranco Fini fa saltare il già fragile ponte che legava la sua sponda a quella del Cavaliere. E con Palazzo Chigi torna l’era glaciale. Ogni trattativa sulla giustizia, su lodo costituzionale, legittimi impedimenti e altre soluzioni ad personam, viene stracciata. Gianfranco Fini convoca alla spicciolata i suoi, subito dopo la lettura dei giornali. Prima Bocchino e la Bongiorno, poi Briguglio, Granata, Della Vedova e gli altri. «Quel documento è un falso, una porcata» si sfoga con voce ferma (frase che poi il portavoce Fabrizio Alfano ridimensionerà). Il sospetto, lo dice chiaro, è che tutto muova da una operazione di «dossieraggio». Il leader di Fli sostiene, nel chiuso della presidenza, di avere elementi certi che attestino la falsità dell’atto pubblicato, anche per via di indagini private disposte negli ultimi giorni. Ma soprattutto, ritiene quelle carte frutto di una manovra costruita a tavolino e «dietro ricompensa in denaro» per passaggi esteri. È una furia, Fini, il quale tuttavia spiega come il voto sui cinque punti del governo non è in discussione, vale ancora la pena lasciare Berlusconi al suo posto, «poi dal 29 si aprirà un’altra partita».

La rabbia per ora prende corpo in una manovra in tre tempi sul piano politico, esplicata a pranzo dal capogruppo Italo Bocchino ai deputati. La prima, si è materializzata già in mattinata, col sì di Fli (col sospetto di un paio di franchi tiratori) all’uso di intercettazioni per Cosentino, il pidiellino sospettato di legami con imprenditori in odore di camorra. «Ma se qualcuno non se la sente di proseguire su questa linea dura, faccia pure un passo indietro, il gruppo ne risulterà rafforzato» ha intimato Bocchino. La seconda mossa, si dipana anche questa nel corso della giornata, con il deposito della mozione contro il diret-

tore del Tg1 Augusto Minzolini e il dg Rai Mauro Masi, sulla gestione dell’informazione sulla rete ammiraglia. Terzo e decisivo passaggio, la rottura di qualsiasi dialogo

La Russa: “Se hanno le prove, vadano dai magistrati”. Bondi: “Chiariscano” già avviato con il Guardasigilli Alfano sullo scudo giudiziario per il premier. Discorso chiuso e incontro tra Ghedini e la Bongiorno

(previsto già per ieri pomeriggio) annullato all’istante. «Non c’è alcuna ragione per metterci a trattare su documenti condivisi perché la controparte fa operazione di dossieraggi falsi» taglia corto in serata al Tg3 Bocchino. Cosa intendano i finiani per dossieraggio, lo aveva spiegato qualche ora prima Carmelo Briguglio, chiamando il causa il ruolo dei servizi segreti e chiedendo l’intervento del Copasir, di cui fa parte, per «approfondire la possibile partecipazione a questa azione di dossieraggio di pezzi di servizi deviati e l’attività della nostra intelligence a tutela delle massime cariche della Repubblica».

Prima di riaprire il dialogo, sono le condizioni dettata da Flavia Perina nell’editoriale di oggi sul Secolo, «bisognerà fare chiarezza» su tutto questo. Ignazio La Russa, sicuro: «Se hanno le prove vadano dai magistrati». L’altro coordinatore Pdl, Sandro Bondi, pretende invece da Fini il chiarimento di «tutti i dubbi». Oggi il presidente della Camera potrebbe incontrare il pidillino Giampiero Catone, che poi annuncerebbe in conferenza stampa il probabile passaggio a Fli. Ma i finiani su tutto il resto si preparano a «giorni difficili», a «indossare l’elmetto», appunto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il fronte dei giornali

“ECCO LA PROVA”

“LA CASA È DEL COGNATO”

“GIORNALE PER GUARDONI”

Ieri il “Giornale” di Feltri ha pubblicato la lettera del ministro dell’isola di Santa Lucia nella quale Giancarlo Tulliani sarebbe socio della società che ha comprato la casa di Montecarlo

Così titolava ieri in prima pagina “Libero” pubblicando la lettera proveniente da Santa Lucia. “Il proprietario della società off-shore è Tulliani”. “Caro Fini, ora ridiamo noi”

È il titolo scelto ieri dal “Secolo d’Italia” per criticare duramente la decisione del “Giornale” di Feltri di pubblicare lo stato di famiglia dei Tulliani in cui figura anche Fini

Il caso

I legali smentiscono l’attendibilità del documento attribuito a un ministro di Saint Lucia

Tulliani contro Giornale e Libero: “Carte false” MARIA ELENA VINCENZI ROMA — Fini e la casa di Montecarlo. La carta del ministro della Giustizia di Santa Lucia che mette nero su bianco che c’è Giancarlo Tulliani dietro alle due società off-shore con sede nella sua isola e l’accusa, dei legali della famiglia Tulliani, che si tratti di un falso. Documenti e smentite. Ancora una volta. E sempre a mezzo stampa. I primi a pubblicare la lettera con cui L. Rudolph

Francis, comunica al capo del governo e al ministro delle Finanze dell’isola che il reale beneficiario della Printemps e della Timara Ltd (società che hanno comprato l’immobile monegasco donato da una nobildonna romana ad An) è “Mr. Giancarlo Tulliani”, sono stati i quotidiani locali, Listin Diario e El Nacional. Notizia immediatamente tradotta e ripresa da alcuni giornali italiani con lo scopo di confermare il coinvolgimento del

cognato del presidente della Camera nella vicenda e, quindi, dello stesso Fini. Passano pochissime ore e il cognato del premier, tramite i suoi legali, respinge le accuse. «Il signor Giancarlo Tulliani — scrivono in una nota gli avvocati Carlo e Adriano Izzo — smentisce categoricamente la notizia secondo la quale ci sarebbe la sua persona dietro alla società off-shore che ha comprato l’appartamento monegasco, riba-

dendo di essere un semplice conduttore della suddetta unità immobiliare». L’affittuario, dunque, non il proprietario dell’appartamento. Ma il legali di Tulliani non si limitano ad arginare e affondano il colpo: «All’esito di una prima indagine eseguita dalla difesa emergono forti perplessità sull’autenticità del documento pubblicato dai quotidiani Liberoe Il Giornalee attribuito al ministro della Giustizia di Santa Lucia». Tesi che hanno

sostenuto anche molti onorevoli vicini all’illustre familiare di Tulliani. Che, come molte altre volte negli ultimi mesi, minaccia querele, sempre tramite i suoi difensori: «Giancarlo Tulliani si riserva di adire le competenti autorità civili e penali per far sanzionare l’ennesimo vergognoso e inaccettabile tentativo di coinvolgere la sua persona in una vicenda artatamente creata per un mero e chiaro fine politico». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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la Repubblica

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Il retroscena

PER SAPERNE DI PIÙ www.governo.it www.generazioneitalia.it

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Lo sfogo di Gianfranco “Berlusconi è il mandante sta falsificando di tutto” E sui giornali del premier: documenti fasulli

(segue dalla prima pagina)

ELLEKAPPA

LIANA MILELLA

È

Manca la sinergia

Viviamo in un Paese in cui chi ricopre alte cariche istituzionali non sempre garantisce collaborazione. Questa caserma costruita in 13 mesi è un esempio positivo GIANFRANCO FINI ieri all’inaugurazione della caserma di Bellegra, in provincia di Roma

INUTILE che dica o faccia finta di non esserlo. Io so che è così». Una certezza che ha reso la sua collera profonda, la sua indignazione grande «per quel documento falso» sparato in prima pagina, la sua reazione politica inevitabile. «Io da tempo sono convinto che con questi qui non si può più trattare». Il Giornale aperto sulla scrivania, col titolo che troneggia «Fini non ha detto la verità». E lui scuote la testa e dice: «Quello che abbiamo sotto gli occhi è la prova che dobbiamo fermare tutto». La conseguenza è scontata. Sta tutta nelle parole gravi che il presidente della Camera pronuncia mentre è a colloquio con il capogruppo di Futuro e libertà Italo Bocchino e con la responsabile Giustizia e suo avvocato Giulia Bongiorno. Sono quasi le 14 e una nuova pagina del lungo e tormentato divorzio da Berlusconi si consuma: «Lui punta scientificamente a distruggermi. Lo pianifica. Ma io a questo punto blocco ogni trattativa. Sulla giustizia si deve fermare ogni passo. Il mio è un punto d’onore perché non mi faccio impallinare da lui così, su una ricostruzione del tutto falsa». La sua collera diventa pubblica, ma dal quartiere berlusconiano non giunge neppure un minimo tentativo di ricucitura, né una possibile spiegazione. Non chiama neppure l’abituale colomba Gianni Letta. Era cominciato il giorno prima il tam tam dello nuovo scoop di Feltri. Era arrivata all’orecchio di Fini proprio con il racconto di un Berlusconi che se ne vantava parlandone con i suoi. «Lo fottiamo un’altra volta» andava dicendo il Cavaliere. Pronto a liquidare chi gli raccomandava prudenza in vista del voto su Cosentino: «Ma che c’importa dei loro voti, tanto abbiamo i nostri». Questo indigna il leader di Fli, la fredda premeditazione. La costruzione a tavolino di un documento che, nella migliore delle ipotesi, e secondo la lettura dei finiani, è falso nella firma, nella peggiore è un falso integra-

I nomi

BONGIORNO È la consulente legale di Fini e presiede la Commissione giustizia

In una riunione con Bocchino e la Bongiorno la scelta di interrompere le trattative sul Lodo Il ministro Alfano ha chiesto ai finiani se fosse possibile continuare a discutere

BERLUSCONI Berlusconi è per Fini “il mandante” dell’articolopatacca del Giornale”

IN AFFITTO Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini, vive a Montecarlo in affitto in una casa che è appartenuta ad An

le. Per questo, con Bocchino e la Bongiorno, fa ulteriori verifiche sulla possibile origine. E parla con il cognato Gianfranco Tulliani, dal quale ottiene una nuova conferma che no, non è lui il titolare di quelle società. E dunque Fini può dire tranquillo: «Avete visto? Questa prova è come quella di qualche giorno fa sulle firme uguali di Tulliani sotto i contratti. Un altro falso, perché le firme invece sono differenti». Si può trattare sulla giustizia, lavorare a uno scudo per mettere in sicurezza il premier, mentre

nell’ombra, proprio quello stesso premier, manovra per far cadere il suo interlocutore? «No, non è possibile» decide Fini. Se Berlusconi crea un clima «da piano Solo» allora tutto si ferma. Salta l’appuntamento fissato per le 16 tra la Bongiorno e Niccolò Ghedini. L’avevano preso davanti alla buvette all’una. Fini ordina di cancellarlo un’ora dopo. La Bongiorno chiama Ghedini: «Mi dispiace, ma non ci vediamo più, la trattativa è chiusa». Ghedini corre da Berlusconi dove lo raggiunge il Guardasigilli Angelino Alfano. Che

BOCCHINO Ieri il capogruppo di Fli è stato a colloquio con Fini e la Bongiorno

tenta di mediare con Bocchino: «Che facciamo col lodo?» gli chiede al telefono. E Bocchino reagisce freddamente: «E a me lo chiedi? Devi chiederlo al tuo capo. Noi nel merito siamo d’accordo, ma voi state ponendo le condizioni per la definitiva rottura. A questo punto noi non scriviamo più il lodo con voi, fatelo da soli, presentatelo, e noi lo esamineremo in piena libertà. Ma, come per tutte le altre leggi costituzionali, anche per questa ti ricordo che ci vorranno sei o sette mesi solo per la prima lettura». Peggio non poteva sentire il ministro della Giustizia che invece, nei suoi colloqui con il premier, aveva disegnato una road map ben più celere, un anno fino alla definitiva pubblicazione. Ma, come dirà lo stesso Bocchino alla pattuglia di Fli riunita per tutto il pomeriggio, «ormai la guerra con Berlusconi è totale, noi il 29 settembre voteremo solo il suo documento, ma poi su tutto il resto non ci saranno trattative, ognuno per la sua strada». Come per la commissione Giustizia, dove Fini sventa un altro «falso», il tentativo di impallinare la Bongiorno. Un altro tassello della strategia della disinformazione, l’insistenza nel ripetere che lei non è più la persona che Fini ha delegato a occuparsi di giustizia, che ora ci sono altri, da Moffa a Consolo, cui far riferimento. Tale è il battage che la notizia esce sui giornali, condita dal dettaglio che anche sul piano legale, per l’affare di Montecarlo, accanto all’avvocato che fu di Andreotti ci sarà anche Giuseppe Consolo. Nella giornata delle smentite furiose una è a tutela della Bongiorno, che non solo resta l’unico avvocato di Fini («Non ho in animo di affiancarle alcuno»), ma è anche «l’unica candidata di Fli per la presidenza della commissione Giustizia». Lei resta con lui per tutto il pomeriggio, legge e rilegge l’articolo del Giornale, quello che Flavia Perina sul Secolodi oggi definisce «una surreale bufala», l’ultimo pezzo «di un’escalation velenosa finalizzata a cancellare il principale competitor dell’attuale presidente del Consiglio». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GOVERNO ALLA PROVA ECONOMIA

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Il caso L’AVVOCATO Silvio Berlusconi in parlamento con il suo avvocato Niccolò Ghedini

GIUSEPPE D’AVANZO (segue dalla prima pagina) INI, nel pomeriggio di ieri, può dire ai suoi “ambasciatori” che quel che gli viene riferito, quel che gli viene mostrato, quel che ha accertato con indagini private non lascia spazio al dubbio. Gli uomini più esposti nell’aggressione riferiscono passo dopo passo del loro lavoro e delle loro mosse al Cavaliere. Che martedì, alla vigilia del titolo “Fini ha mentito, ecco le prove”, ha incontrato Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, i “sicari” del Giornale, e ieri Amedeo Laboccetta, il parlamentare del Pdl, vecchio esponente napoletano di An, capace di «muovere le cose» nei Caraibi grazie all’influenza di Francesco Corallo. Altro nome chiave — Francesco Corallo — di questa storia. Figlio di Gaetano, detto Tanino, latitante catanese legato al boss di Cosa Nostra Nitto Santapaola, Francesco Corallo è nei Caraibi «l’imperatore di Saint Maarten», dove gestisce con attività collegate a Santo Domingo alberghi, un giornale, quattro casinò con l’Atlantis World, multinazionale off-shore, partner dei nostri

F

I finiani hanno isolato otto questioni “decisive per capire” e il direttore del Secolo Perina le ha ordinate come se fossero domande Monopoli di Stato nel business (complessivamente 4 miliardi di euro) delle slot machines ufficiali. Le mani che s’intravedono nella “macchina del fango” che muove contro Fini da mesi sono di Berlusconi, Feltri, Angelucci (editore di Libero), Laboccetta (Corallo), dicono senza cautela gli uomini del presidente della Camera. «Non è più il tempo della prudenza. Abbiamo sufficienti informazioni per poter ricostruire che cosa è accaduto e per responsabilità di chi». Gli uomini di Fini hanno isolato otto questioni «decisive per capire» e Flavia Perina, direttora del Secolo d’Italia, le ha ordinate come se fossero domande. «È vero, come ha scritto Libero che c’è un rapporto personale tra l’ex primo ministro di Santa Lucia e Silvio Berlusconi che “deve far tremare Fini” (nell’isola di Santa Lucia è registrata la società proprietaria dell’appartamento di Montecarlo affittato dal cognato di Fini, ndr)? È vero, come ha scritto il Giornale il 17 settembre scorso che sono stati inviati a Santa Lucia agenti dei Servizi e della Guardia di finanza, e chi li ha mandati? È vero che a Santa Lucia

“Così gli uomini del premier hanno manovrato la macchina del fango” L’accusa dei finiani: mossi anche i Servizi ci sono, e da tempo, inviati della testata di Paolo Berlusconi, il Giornale e del mondadoriano Panorama? E’ vero che la lettera di Rudolph Francis, con la dicitura “riservata e confidenziale” è stata fatta filtrare alla stampa estera attraverso un sito di Santo Domingo, località di residenza — guarda caso — di Luciano Gaucci? E’ solo una coincidenza che Gaucci sia la “mina vagante” della stagione dei talk show, indicato negli scorsi giorni come possibile ospite eccellente di Matrix, l’Ultima Parola e persino Quelli che il calcio? Cosa significa l’ambigua nota in coda alla lettera di Francis “le nostre indagini restano in corso in una prospettiva di una determinazione finale”? E ancora, come è immaginabile che il ministro di un paradiso fiscale giudichi “pubblicità negativa” la segretezza delle società off-shore, posto che essa è il principale motivo per cui il suo Paese sta in piedi? Dice niente a nessuno il fatto che l’attuale editore di El National, Ramon Baez Figueroa, sia anche proprietario di diverse reti televisive come Telecanal e Supercanal?». Gli otto dubbi retorici consentono di ricostruire il puzzle che, benché ancora monco, Gianfranco Fini ha sotto gli occhi. Indagini private gli hanno confermato che Giancarlo Tulliani non è il proprietario dell’appartamento di Montecarlo. Sospiro di sollievo: il giovane cognato avrebbe sempre potuto mentirgli ostinatamente, e fino ad oggi. Con la certezza dell’estraneità di Tulliani, Fini ha potuto sistemare meglio le altre tessere del mosaico. Si è chiesto: ma è ragionevole che un’isola (Santa Lucia) che vive con la leva della sua legislazione offshore si dia da fare per svelare i nomi dei proprietari di una società registrata in quel paradiso fiscale? Un non-

I personaggi MINISTRO Rudolph Francis è il ministro della Giustizia del piccolo stato di Santa Lucia nei Caraibi

LABOCCETTA Il deputato del Pdl, ex An, Amedeo Labocetta, secondo i finiani avrebbe contatti “importanti” nei Caraibi

GAUCCI Luciano Gaucci, ex di Elisabetta Tulliani, ha vissuto per anni a Santo Domingo il luogo da dove arrivano le rivelazioni

DAGOSPIA Il famoso sito di news e gossip è stato il primo a diffondere le notizia pubblicata dai giornali di Santo Domingo

sense. Epperò perché il ministro di Giustizia scrive che è Tulliani il proprietario delle sue società sospette? Ma è vero che questo ha scritto quel ministro? E’ autentica quella lettera o su carta intestata (autentica) è stata sovrapposto un testo apocrifo? La lettera se la sono rigirata a

lungo tra le mani, ieri, Giulia Bongiorno e Italo Bocchino e hanno concluso che o la lettera è del tutto falsa o, anche se non lo è, non aggiunge nulla di nuovo a quel che si sa perché conferma che, secondo fonti monegasche, Giancarlo Tulliani è il «beneficiario dell’appartamento» che potrebbe voler dire soltanto che Tulliani è — bella scoperta, a questo punto — l’affittuario dell’immobile. Gianfranco Fini è apparso più interessato a ricostruire, con le informazioni che ha a disposizione, lungo quale canale e con quali protagonisti quella lettera manipolata si sia messa in movimento consapevole che il mandante dell’assassinio politico provochi la fuga di notizie rimanendo al di fuori della mischia. Dicono che sul tavolo intorno a cui Fini ha incontrato i suoi collaboratori sia rimasto a lungo un foglio, presto annotato con nomi, frecce, connessioni. Lo si può ricostruire così. Uomini dei servizi segreti o della Guardia di finanza raggiungono Santa Lucia (la notizia è del Giornale). Devono soltanto sovrintendere che «le cose vadano nel verso giusto», che quel ministro di giustizia dica quel che deve o fornisca le lettere con intestazione originale che necessitano. E’ stato lo stesso Silvio Berlusconi a predisporre le cose potendo contare sul «rapporto personale tra l’ex ministro di Santa Lucia e il nostro presidente del Consiglio». Un legame (notizia di Libero) che «deve far tremare Fini». Bene, viene confezionato il falso. Ora deve arrivare in Italia senza l’impronta digitale del mandante. Bisogna seguire le frecce sul foglio dinanzi a Gianfranco Fini. Da Santa Lucia la lettera farlocca (o ambigua) arriva su un sito e poi nelle redazioni di due giornali di Santo Domingo. Da qui afferrata come per una

pesca miracolosa dal sito Dagospia. Ora — gli uomini di Fini chiedono — chi ispira Dagospia? Credono di saperlo. Anzi, dicono di saperlo con certezza: «Dagospia, sostenuto dai finanziamenti di Eni ed Enel, è governato nelle informazioni più sensibili da Luigi Bisignani, il piduista, l’uomo delle nomine delicate, braccio destro operativo di Gianni Letta dal suo ufficio di piazza Mignanelli». Da Dagospia l’informazione manipolata slitterà sulle prime pagine di Giornale e Libero. Che potranno dire: abbiamo rilanciato soltanto una notizia pubblicata dalla stampa internazionale. Una menzogna che tace e copre e manipola quanto ormai è chiaro a tutti dal character assassination di Veronica Lario, Dino Boffo, Raimondo Mesiano, Piero Marrazzo e ancora prima di Piero Fassino. Il giornalismo, diventato tecnica sovietica di disinformazione, alterato in calunnia, non ha nulla a che fare con queste pratiche che non sono altro che un sistema di dominio, un dispositivo di potere. Uno stesso soggetto, Silvio Berlusconi, ordina la raccolta del fango, quando non lo costruisce. Dispone, per la bisogna,

Il presidente della Camera ha avuto la certezza che la casa di Montecarlo non è del cognato ed è deciso a spezzare il gioco di risorse finanziarie illimitate; di direzioni e redazioni; di collaboratori e strutture private; di funzionari disinvolti nelle burocrazie della sicurezza, magari di «paesi amici e non alleati». Non ha bisogno di convincere nessuno a pubblicare quella robaccia. Se la pubblica da sé, sui suoi media, e ne dispone la priorità su quelli che influenza per posizione politica. È questa la «meccanica» che abbiano sotto gli occhi da più di un anno e bisogna scorgere — della «macchina» — la spaventosa pericolosità e l’assoluta anomalia che va oltre lo stupefacente e noto conflitto d’interessi. Quel che ci viene svelato in queste ore ancora una volta, con l’”assassinio” di Gianfranco Fini, è un sistema di dominio, una tecnica di intimidazione che minaccia l’indipendenza delle persone, l’autonomia del loro pensiero e delle loro parole. Il presidente della Camera sembra determinato a spezzare il gioco e, saltato il tavolo della non belligeranza, la partita appare soltanto all’inizio e sarà la partita finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GOVERNO ALLA PROVA POLITICA INTERNA

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Cosentino, la maggioranza tiene no all’uso delle intercettazioni Berlusconi alla Camera il 29. Maroni: governo solido o si vota GIANLUCA LUZI ROMA — La Camera salva Cosentino, e Berlusconi vince il primo round nella partita con i finiani. A perdere è la magistratura che non potrà usare le intercettazioni telefoniche a carico del parlamentare del Pdl accusato di collusione con la camorra. Con 308 voti contro 285, a scrutinio segreto come aveva chiesto il Pdl, la maggioranza e quindici franchi tiratori hanno bloccato la richiesta dei giudici di Napoli che indagano sul clan del Casalesi. Il Pdl esulta: «Avevamo detto che eravamo tranquilli e sereni e il voto lo conferma», commenta il portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti. «Voto inaccettabile e indecoroso» si indigna il segretario pd Bersani che critica la Lega, «per l’ennesima volta determinante nel sostenere decisioni vergognose». I finiani avevano annunciato che avrebbero votato a favore dell’uso delle intercettazioni, assieme alle opposizioni, ma non è bastato per battere la maggioranza. E’ possibile che anche dalla pattuglia di Futuro e libertà possa essere partito qualche voto a favore della maggioranza, anche se lo escludono i più stretti collaboratori

Bersani attacca la Lega: ancora una volta determinante nel votare decisioni vergognose del presidente della Camera (che ha presieduto la seduta e naturalmente, come sempre, non ha votato). Italo Bocchino lancia un sospetto: «I franchi tiratori per loro natura possono trovarsi ovunque, ma io ritengo che siano stati soprattutto all’interno del centrosinistra». Tenendo conto delle assenze nella maggioranza: 12 Pdl, 5 Lega e 4 nel gruppo misto, i franchi tiratori sono una quindicina e quota 316 sarebbe quasi a portata di mano considerando i voti a favore della maggioranza dei dissidenti siciliani dell’Udc che ieri non erano presenti in 8. Ma se il voto su Cosentino è stato la prova generale, il momento della verità sarà mercoledì prossimo 29 settembre, quando Berlusconi, nel giorno del suo compleanno numero 74, illustrerà a Montecitorio i cinque punti su cui dovrà verificare la solidità della sua maggioranza. Il voto di ieri era segreto, terreno favorevolissimo ai franchi tiratori. Ma se il governo chiedesse la fiducia sui cinque punti il voto dovrebbe essere palese, con nome e cognome, e questa soluzione sarebbe molto più rischiosa per Berlusconi che non potrebbe contare sui franchi tiratori. Il suo scopo, infatti, è quello di arrivare a quota 316, cioè la maggioranza, senza i voti dei finiani che a quel punto diventerebbero a suo giudizio ininfluenti. L’ipotesi della fiducia, ha confermato il capogruppo della Lega Reguzzoni «non è ancora sul tavolo». Il voto dei finiani è scontato: «Non esiste proprio il dubbio sul voto di fiducia», assicura il capogruppo del Fli Bocchino. «Voteremo la fiducia perché siamo stati eletti per sostenere que-

sto governo». Per il ministro La Russa «la maggioranza risulta avere 333 voti, perché abbiamo ottenuto 308 voti e bisogna considerare che 25 dei nostri erano assenti. Dunque la maggioranza c’è e c’è alla grande». Ribatte il capogruppo del Fli: «La scelta suicida mi pare quella del Pdl che si è dovuto affidare al voto segreto e ai franchi tiratori per salvar-

Il retroscena

si». Insiste il vicecapogruppo Della Vedova: «Maggioranza salda con 308 voti? Auguri...». Infatti la Lega è molto prudente su mercoledì prossimo, giorno della «prova della verità», come la definisce il ministro Maroni che avverte: «Se non ci sarà una maggioranza solida e stabile è più responsabile andare subito al voto». Il timore è quello di un go-

verno sottoposto a una logorante guerriglia dei finiani oppure al ricatto politico degli ascari. Anche Bossi è cauto: «Se non c’è la maggioranza la via diventa strettissima, pressoché impossibile, però Berlusconi mi garantisce che ci sono i numeri. Secondo me Berlusconi i conti li sa fare bene quindi ci saranno i numeri». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Montezemolo

“Esultanza assurda l’accusa è camorra” ROMA — Italiafutura, l’associazione fondata da Luca di Montezemolo, attacca ancora il Pdl. Stavolta sul terreno della legalità. «La maggioranza esulta per il voto di oggi in Parlamento - si legge sul sito di Italiafutura -. Si va avanti. Avanti a fare le riforme? Certamente no. Avanti nei provvedimenti per la crescita, i redditi, il lavoro, il fisco? Meno che mai. Avanti con la nomina di un Ministro dello Sviluppo economico o di un Presidente della Consob? Non scherziamo. Tutte cose trascurabilissime rispetto alla difesa di un signore su cui pende un mandato di arresto per camorra e che continua orgogliosamente ad essere il coordinatore del PdL in Campania».

Berlusconi ha incontrato Feltri, ci sarebbe un video sull’ex cofondatore a Montecarlo

E il Cavaliere rompe gli indugi “Fini presto si dovrà dimettere” FRANCESCO BEI ROMA — «Fini sulla casa ha detto solo bugie, adesso si arrampica sugli specchi. Ma ormai ha perso la faccia e presto si dovrà dimettere». Se i collaboratori del premier si affanno a descrivere un Berlusconi «garantista» anche nei confronti di Fini, la realtà che emerge dalle riunioni a palazzo Grazioli è un po’ diversa. Berlusconi è galvanizzato dal risultato raggiunto ieri a Montecitorio nella votazione su Cosentino, convinto di aver dato un primo saggio di quella «autosufficienza» dai finiani che sarà certificata dal voto del 29 settembre.

“Gianfranco ha detto solo bugie sulla casa. Ma ormai ha perso la faccia” La strategia del premier, nonostante i consigli alla moderazione che gli vengono rivolti da Gianni Letta e da Niccolò Ghedini, prevede adesso l’attacco senza sosta al presidente della Camera. Con un obiettivo preciso: esasperarlo a tal punto da costringerlo a commettere «l’errore finale», quello di dare indicazioni di voto contrario al dibattito sui 5 punti. Se accadesse, prevedono a palazzo Grazioli, 15-16 moderati finiani

I personaggi

ANGELUCCI

VERDINI

BONDI

Antonio Angelucci, editore di Libero, ieri sera era a colloquio con il premier

“Fini deve fare come ho fatto io: andare dai magistrati e spiegarsi”

“L’idea è di andare avanti in modo autonomo da Futuro e Libertà”

abbandoneranno il gommone di Fini per tornare a bordo dell’ammiraglia. E la prima prova di questa frattura dentro Fli, secondo gli strateghi del Cavaliere, la si è avuta ieri nel voto segreto a Montecitorio. «L’idea — confida Sandro Bondi in un corridoio della Camera — è quella di andare avanti “in autonomia”. Tanto più che i finiani non mi sembrano così monolitici intorno al presidente della Camera. Per un po’ alcuni gli sono andati dietro per riconoscenza, li capisco pure. Ma adesso si stanno rendendo conto». Per “aiutare”, diciamo così, i dubbiosi a rendersi conto in fretta dei rischi di restare sotto l’ombrello di Fini, il leader del Pdl ha dato ordine di non mollare la presa sulla vicenda di Montecarlo. Del resto, il Cavaliere sta seguendo passo passo gli sviluppi dell’inchiesta giornalistica, se è vero che martedì mattina ha ricevuto per qualche ora ad Arcore sia Vit-

La pidiellina Ronzulli

Strasburgo, mamma e deputata STRASBURGO — Mamma e deputata. L’europarlamentare del Pdl Licia Ronzulli ha portato con sé nell’aula di Strasburgo, in un marsupio, la figlia Vittoria, nata il 10 agosto. «Il mio pensiero — ha detto la Ronzulli — va alle donne che non possono conciliare lavoro e maternità».

torio Feltri che Alessandro Sallusti, la coppia che dirige il Giornale. Guarda caso proprio il giorno precedente le rivelazioni provenienti da Santa Lucia. E sarà pure un’altra coincidenza, ma ieri sera dal retro di palazzo Grazioli, dopo un incontro con il premier, è uscito il senatore Antonio Angelucci, l’editore di Libero, sottobraccio ad Amedeo Laboccetta. Berlusconi è convinto di aver finalmente preso alla gola il suo nemico. Tanto più che sarebbe in arrivo persino un video sul presidente della Camera in visita alla casa di Montecarlo. Vere o false che siano le voci che girano nel Pdl, tutti quelli che hanno parlato con il premier ne escono convinti che la strada del dialogo con Fli sia definitivamente chiusa. Così si ricomincia a parlare di elezioni anticipate a marzo. «Elezioni? A noi non ne ha fatto cenno — dice Denis Verdini dopo la riunione notturna del


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la Repubblica

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GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

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L’appello C’è un solo modo per Berlusconi di mostrarsi all’altezza della sua responsabilità politica: rivendicare di essere un cittadino fra i cittadini, con gli stessi diritti e doveri, ed accettare di difendersi nei suoi processi, senza alcuno scudo, impedimento e impunità. Così la legge sarà uguale per tutti Su Repubblica

“La legge è uguale per tutti”, anche Vendola e i verdi aderiscono all’iniziativa di Repubblica

In due giorni 50mila firme per l’appello anti-scudo ROMA — Quota 50.000 raggiunta in due giorni. L’appello di Repubblica continua a raccogliere adesioni. «C’è un solo modo di mostrarsi all’altezza della sua responsabilità politica — scriveva martedì Giuseppe D’Avanzo rivolgendosi direttamente al premier — rivendicare di essere un cittadino fra i cittadini, con gli stessi diritti e doveri, ed accettare di difendersi nei suoi processi senza alcuno scudo, impedimento e impunità. Così la legge sarà

Nicola Cosentino riceve il bacio di un deputato del Pdl dopo che la Camera ha votato in suo favore

SVILUPPO senza MINISTRO A quasi quattro mesi dalle dimissioni di Claudio Scajola, non è stato ancora nominato il nuovo ministro dello Sviluppo economico

vertice Pdl — ma con Berlusconi non è mai escluso niente». Laboccetta ha in mente una data: «Il 27 marzo, anniversario della vittoria del ‘94, sarebbe perfetta. Se anche ci liberassimo di Fini, non credo si possa andare avanti contrattando ogni giorno con un

L’idea di una guerra senza quartiere al presidente della Camera gruppo nuovo di centristi. La strada più lineare è andare al voto». La linea intanto è quella di bombardare senza sosta il quartier generale di Montecitorio. «Fini — aggiunge Verdini — dovrebbe fare come ho fatto io. Sono stato dai magistrati due volte,

mi sono sottoposto a una lunga conferenza stampa, sono stato in tv a spiegare. Ma davvero possiamo credere che un partito vende a una società off-shore senza sapere chi ci sia dietro?». I più accesi nel Pdl hanno iniziato a immaginare iniziative clamorose alla Camera. Come quella di presentarsi ogni giorno in aula, portando ciascuno un foglio A4 che componga la scritta “M-o-n-t-ec-a-r-l-o”. Insomma, l’idea è far saltare i nervi a Fini. E magari indurre anche il capo dello Stato a dire una parola sull’argomento: «Se solo Napolitano prendesse un minimo le distanze — sussurra un berlusconiano di ferro — , come ha fatto in precedenza con altri esponenti del Pdl coinvolti in inchieste, Fini sarebbe finito». Marcia ancora spedita l’altra colonna sulla quale conta il Cavaliere nella sua campagna contro Fini. È la colonna degli “ascari”, come li chiamano i finiani, quei moderati disposti a votare insieme alla maggioranza la risoluzione del 29 settembre. Berlusconi insiste perché si mettano insieme e formino un vero e proprio gruppo parlamentare. Ma i suoi consiglieri gli hanno fatto presente che i nuovi arrivati spesso sono tra di loro incompatibili. «È difficile mettere insieme la lana con il cotone — sospira Verdini — ma Berlusconi è sempre ottimista». © RIPRODUZIONE RISERVATA

DO LC EGAB BANA . IT

BACI E ABBRACCI

142 giorni

uguale per tutti». Si firma su Repubblica.it, mentre l’appello rimbalza su blog e Facebook. Ieri sono arrivate le adesioni di Nichi Vendola, governatore della Puglia e leader di Sel e quella di Angelo Bonelli, presidente dei Verdi. «Da anni il dibattito politico nazionale sulla giustizia — scrive Vendola in una lettera a Repubblica — è paralizzato dai politici e dalle classi dirigenti che tentano di fuggire dal lavoro dei

Il leader di Sinistra e libertà Nichi Vendola

magistrati. Mi fa sorridere tutta questa discussione, ieri sul processo breve, oggi sul lodo, domani sul legittimo impedimento. Una falsità assoluta: c’è semplicemente qualcuno che vuole un processo assolutorio per il presidente del consiglio e la classe dei potenti, una sorta di condono. Berlusconi non vuole un processo lampo, vuole semplicemente un lampo sul suo processo, in modo tale che lo polverizzi». Per Bonelli, «l’appello di Repubblica è

un’iniziativa importate a cui noi Verdi abbiamo aderito con convinzione e che ci impegniamo a diffondere. L’articolo 3 della Costituzione parla chiaro — prosegue — nel nostro Paese i diritti e i doveri sono uguali per tutti e tutti sono uguali dinanzi alla legge: a questa regola non fa eccezione Berlusconi che non è il monarca d’Italia». (m.fv.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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POLITICA INTERNA E TELEVISIONE

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Rai, da Fli mozione sul pluralismo Scoppia il caso Annozero. Masi: non va in onda senza contraddittorio MAURO FAVALE LEANDRO PALESTINI ROMA — Contro il Tg1 e contro Mauro Masi, contro i «famosi editoriali» e contro «criteri chiaramente ispirati a valutazioni di opportunità politica». Il nuovo fronte della guerra tra finiani e Pdl si apre sull’informazione. Futuro e Libertà presenta una mozione alla Camera sul pluralismo nella Rai nel giorno in cui Michele Santoro battezza la nuova stagione di Annozero. Si riparte con un titolo forte: «Scacco al premier». Nonostante sulla messa in onda pesi la dichiarazione del dg Rai Masi ieri sera in Vigilanza: «Tutti i programmi devono rispettare il contraddittorio e questa rimane una questione aperta. Per questo Annozero andrà in onda se rispetterà il contraddittorio». Il nodo da sciogliere riguarda la presenza di Marco Travaglio («Parte inscindibile del programma» per Santoro): sul suo contratto è ancora giallo, c’è chi lo vorrebbe ospite, chi consulente. Stasera, ad Annozero, si parlerà del rapporto tra Pdl e Fli: in studio Roberto Castelli (Lega), Antonio Di Pietro (Idv) e Italo Bocchino. Ieri, proprio il capogruppo di Fli ha presentato la mozione annunciata qualche giorno fa e «firmata da tutti i deputati Fli». A testimonianza di una compattezza su un tema che ha tutte le caratteristiche per condurre l’aula di Montecitorio verso una discussione lacerante per il centrodestra. E appare concreta la possibilità di dover misurare ancora una volta, voto su voto, la tenuta della maggioranza. L’opposizione (Pd, Idv, Udc), dal canto suo, presenterà oggi una mozione analoga a quella dei finiani. Ma intanto è disponibile il testo

Santoro contro il dg: la sua circolare non mi riguarda Braccio di ferro su Travaglio del dispositivo firmato da Fli. Che recita: «Nel suo complesso l’informazione della Rai non soddisfa oggi, né secondo criteri quantitativi né qualitativi, i requisiti di imparzialità, completezza, correttezza e lealtà richiesti al servizio pubblico». Poi, l’attacco al Tg1 che, «attraverso gli orma famosi editoriali del suo direttore, partecipa al dibattito politico e istituzionale, a sostegno di determinate posizioni». E contro Masi si legge: «Il dg è giunto ad avocare una responsabilità esclusiva sui programmi di informazione, secondo criteri che appaiono ispirati a valutazioni di opportunità politica». Masi finisce anche nel mirino di Santoro. «Annozero non ha paura» grida il conduttore a poche ore dalla messa in onda. Denuncia il «mobbing» che subiscono i programmi scomodi in Rai, «una situazione kafkiana: non si sa neppure chi ci impedisce di lavorare». Ripete che «la circolare Masi» non lo riguarda: «Cos’è, un format uguale per tutti? La camicia nera del fascismo? La mia autonomia è garantita dal contratto giornalistico. Il pubblico lo sceglieremo noi». Promette che ci saranno Vauro e Travaglio. A Viale Mazzini, in conferenza stampa, dal pubblico due donne invitano i consiglieri Rai presenti, Rizzo Nervo e Van Straten, a dimettersi, accusati di non riuscire più a incidere sulle politiche aziendali. Santoro, invece, parla dei suoi risultati: «Annozero è il programma più redditizio del-

POLEMICHE Michele Santoro torna in onda con AnnoZero tornano le polemiche con il dg Masi

la Rai: 41 milioni di euro di pubblicità contro un costo di 6,5 milioni.». La situazione resta complicata anche per Serena Dandini: «Sulla Rai pesa un clima intimidatorio che non giova alla creatività», dice all’Espresso, in edicola domani, la conduttrice (ancora senza con-

tratto). «La Rai è un’azienda contraddittoria: da un lato la Sipra mi ringrazia per lo share del 9%. Dall’altro, i vertici mi trattano come Cenerentola». Il presidente Rai, Paolo Garimberti, interviene dopo lo stop allo spot di “Parla con me”, con l’imitazione di Minzolini: «In un’azienda è importante fare gio-

co di squadra». E Paolo Ruffini, direttore di RaiTre, si augura che «tutto venga risolto» ricordando che una volta c’erano «Noschese nei panni di Zatterin; Tognazzi, Agus e Vianello che ironizzavano sugli impeti censori dei funzionari Rai...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luciano Sardelli, deputato di “Noi Sud”

“Trasloco da Silvio mi ha promesso che sistema tutto lui” ROMANZO Luciano Sardelli, deputato di Noi Sud, ha anche scritto un romanzo: “Una storia poco onorevole”

ANTONELLO CAPORALE

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I personaggi

GARIMBERTI

MASI

TRAVAGLIO

SGARBI

VAURO

Il presidente della Rai denuncia il “collateralismo” di Tg e talk show

Il direttore generale dell’azienda avverte Santoro: “Ci vuole il contraddittorio”

Ancora non è stato firmato il contratto di collaborazione del giornalista

Masi cita il critico come esempio di alter ego di Travaglio

Lo scorso anno anche il suo contratto fu in forse fino alla fine

La polemica

Per la maggioranza di Montecitorio “insindacabili” le parole di Berlusconi

Invitò gli industriali a boicottare Repubblica no della Camera alla causa contro il premier EMILIO RANDACIO MILANO — L’aula della Camera ha stabilito l’insindacabilità delle dichiarazioni rese da Silvio Berlusconi in occasione del convegno dei giovani industriali, svolto a Santa Margherita Ligure il 13 giugno 2009. E’ stato così approvato il parere della Giunta di negare l’autorizzazione a procedere richiesta dal Tribunale di Milano nell’ambito del procedimento civile «per concorrenza sleale» intentato dal gruppo Espresso (editore de la Repubblica). Reduce dallo scandalo legato a Noemi Letizia, oltre che dalla non brillante situazione economica del Paese, il Cavaliere si era presentato sul palco del convegno lanciando strali soprattutto contro la stampa. «Contro di me c’è una campagna — aveva detto —, nelle ultime settimane alimentata dall’odio e dall’invidia personale che certamente non fa bene al Paese». Un parere legittimo, che però era poi degenerato in un clamoroso invito alla platea. «Bisognerebbe — aveva incalzato — non avere una sinistra e dei media che tutti i giorni cantano la canzone del pessimismo e del catastrofismo e credo che anche voi dovreste operare di più in questa direzione, per esempio se non date più pubblicità a chi si comporta così». Un suggerimento

che aveva perfino scatenato, ricordano le cronache di allora, uno scrosciante applauso della platea. Che il riferimento fosse indirizzato direttamente al Gruppo Espresso, Berlusconi lo aveva confermato il successivo 24 giugno, appena apprese la no-

GIUGNO 2009 Berlusconi aveva invitato gli imprenditori a non investire in pubblicità su Repubblica

tizia della causa civile intentata nei suoi confronti. «Non tengono vergogna — era stata questa volta la reazione dell’inquilino di Palazzo Chigi — . Non posso che ribadire quello che ho detto e cioè che è masochista chi dà la pubblicità a media che a furia di parlare di crisi diventano essi stessi fattori di crisi. L’ho detto e lo ribadisco». Ieri, la Camera ha accolto quelle che erano già state le conclusioni della Giunta, sancendo che quelle affermazioni rese a Santa Margherita, «concernano

In due occasioni il Cavaliere chiese di negare pubblicità ai quotidiani “disfattisti”

Caso Mesiano

Giornalisti, sospeso Brachino MILANO — Due mesi di sospensione dalla professione. Anche l’Ordine nazionale dei giornalisti conferma la sanzione a Claudio Brachino, il direttore di Videonews che mandò in onda il 15 ottobre 2009 un servizio su Canale 5 che definiva «stravagante» il giudice Raimondo Mesiano solo perché «indossava pantaloni blu, mocassini e calzini turchesi». A Brachino, ora, rimane il ricorso in Cassazione.

opinioni espresse dal deputato Berlusconi nell’esercizio delle sue funzioni». Sempre ieri, infine, Montecitorio ha inoltre respinto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del presidente del Consiglio, per le affermazioni fatte su Antonio Di Pietro, durante la trasmissione “Porta a porta”. Berlusconi aveva definito bugiardo Di Pietro, mettendo in discussione la validità della sua laurea. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IOIOSO per natura, creativo, eclettico soprattutto. Il brindisino Luciano Sardelli è un deputato che stupisce e disarticola. Innova ed espande la politica nella letteratura. «Più della carriera adesso mi impegna il lancio del romanzo. Ho impiegato quattro anni per chiuderlo». Con quel che sta succedendo lei pensa al romanzo? «Diciamo il titolo, grazie». “Una storia poco onorevole”. Ogni buona libreria avrà una copia. «Porto il lettore nel Parlamento, li conduco dentro i corpi dei miei colleghi che divido in genuflessi e replicanti. Tutti simili, tutti uguali. Ah ah ah». Uguali a Berlusconi. «Il nostro satrapo». Lei è decisamente ardimentoso. «Lo raffiguravo nel libro come un videoman, l’uomo che si trasforma in schermo. E lo schermo produceva immagini sovrapposte: lui insieme a gnocche brasiliane, lui centravanti del Milan. Slum, slum. Proiezioni espressive. Mi hanno detto che non era il caso di inserire questa parte».

Videoman. «Con Berlusconi non c’è problema, ci siamo visti e abbiamo subito concluso». Siete nel Pdl «Ci chiamiamo Noi sud. Fu Berlusconi a consigliarci questo nome. Si era al tempo delle regionali in Puglia con la Poli Bortone che aveva fondato il movimento Io Sud. Il presidente ci disse: lei è sola, voi siete quattro. Chiamatevi Noi Sud». Impeccabile come sempre. «Ho i miei voti, anche se Repubblicatanti anni fa mi descrisse come un deputato abusivo». Nel 2001 sembrò che avesse rubato la poltrona al suo concorrente Cosimo Fagiano. «Assolutamente! Fui eletto e mi si disse che il candidato sconfitto aveva ottenuto un centinaio di voti in più. Vattelapesca poi». Così parve. «Nel 2006 non riuscii ad essere rieletto e resistetti come assistente parlamentare di Lombardo. Ora eccomi qua di nuovo». Berlusconi l’aspetta. «Ci ha detto di passare da lui, che sistema tutto». Un sottosegretario per Noi Sud è d’obbligo. «Personalmente tengo più al romanzo». Per lei le parole contano più di tutto. Anche Al Bano ha goduto della sua creatività. «Cos’è l’amore è una canzone mia». Un paroliere in più in Parlamento. «Quella luce/ che si accende/ in ogni cuooor». Lei è un testo un pochino più perturbato. «La scrissi quando nacque Jasmine, la figlia di Al Bano». Sei una stella... «che si muove/la scia di quella nave/tararà». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LE SCELTEINTERNA DEI PARTITI POLITICA

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Bersani-Veltroni alla battaglia sulla “linea” Oggi la direzione del Pd. L’ex segretario: se si vota, tagliate fuori una parte di noi GIOVANNA CASADIO ROMA — Bersani non arretra sul Nuovo Ulivo e la strategia delle alleanze; Veltroni neppure, e giudica il Pd un partito in sofferenza e senza appeal. È servito a poco l’incontro tra il leader dei Democratici e l’ex segretario alla vigilia della direzione oggi del partito. Venti minuti in cui Bersani ha tenuto il punto: il documento VeltroniGentiloni-Fioroni, sottoscritto da 75 parlamentari, «è stato uno sbaglio». Veltroni ha insistito: «È un contributo utile, non ha mai voluto essere una conta e poi discussione e unità non si escludono». Alla fine del faccia a faccia, Bersani si limita a dire: «Parlerò in direzione». L’intenzione del segretario è quella di mettere ai voti la relazione, come d’altra parte hanno chiesto Dario Franceschini e Franco Marini, ex Ppi e leader della minoranza Areadem. «Non siamo un club di signore...», scherzano i franceschiniani. «Ci vuole chiarezza», insiste Marini. E Rosy Bindi, presidente del partito, osserva: «Se è normale discutere è normale votare. Io poi confido nelle capacità inclusive del segretario». Anche se, fino all’ultimo, Bersani ironizza: «Si vota? Chi vivrà vedrà. In direzione avremo la rotta, la bussola», quella che per il “movimento” dei 75 il Pd avrebbe perso. La direzione si annuncia quindi come una resa dei conti che ri-

«In direzione si deciderà se questo è un partito che include o se esclude una parte. Si smetta con gli anatemi, accusandoci di avere fatto un regalo a Berlusconi, ma si consideri il documento un elemento utile ad aprire un dibattito nel Pd in un momento di diffi-

coltà». Discussione accesa, con Marini, Damiano, Giacomelli e Sereni che aprono il fuoco di fila anti-movimentisti. Il segretario Bersani torna sulla questione delle alleanze parlando alla festa della Federazione della sinistra: «Non prendiamo reciprocamen-

te l’impegno di dar vita a una alleanza di governo — dice — perché abbiamo prospettive diverse. Però nulla impedisce che possa esserci un dialogo su temi importanti come la riforma elettorale». Del resto — è il ragionamento del leader Pd — se arriviamo alle ele-

zioni anticipate allora vuole dire che al voto ci porta Berlusconi e che rilancerà: «Metterà in campo più “ghe pensi mi”, più potere, servirà un presidio forte. Dobbiamo trovare delle chiavi comuni per un larghissimo fronte». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le tappe IL DOCUMENTO

IL MOVIMENTO

UN DONO AL PREMIER

LA LETTERA

Veltroni, Gentiloni e Fioroni preparano un documento di critica alla linea Bersani

A sottoscrivere quel documento sono 75 parlamentari che invitano a un movimento di riscossa

Dura la reazione di Bersani e della maggioranza: “Un dono a Berlusconi mostrare un Pd diviso

Con una lettera a “Repubblica” Veltroni precisa lo spirito del “movimento”

DEMOCRATICI Pier Luigi Bersani e Walter Veltroni

L’intervista

Il popolo viola a Vendola e Di Pietro “Venite al No B day” IL POPOLO viola scrive ai segretari dell’opposizione per chiedere di venire in piazza il 2 ottobre per il “No-BDay”. Nella lettera inviata ieri ai leader dei partiti che hanno già aderito alla manifestazione (Italia dei Valori, Sinistra e libertà, Federazione di sinistra e Verdi) i 72 gruppi di supporto territoriale del Popolo viola scrivono: «Si è creata un’opportunità di cambiamento che non può e non deve essere sprecata, per questo abbiamo convocato un secondo “No Berlusconi Day - Sì alla Costituzione». E sul «dopo Cavaliere»: «Chiediamo un impegno per la modifica dell’attuale, incostituzionale legge elettorale».

Areadem con il segretario. D’Antoni verso un incarico da “numero tre” del partito scriverà gli equilibri interni dei Democratici. I “pontieri” in azione non sembrano portare a risultati. La giornata del Pd ieri è una sequenza di incontri. In mattinata, c’è quello tra Franceschini, Marini, Fassino e Zanda. Alle 14, nella sede del partito, confronto tra Bersani e Veltroni. Quindi colloqui (tra Franceschini e Bersani), la pre-riunione dei “75” in vista dell’assemblea di Areadem alle 20,30. Qui la minoranza è spaccata. Franceschini ribadisce che è il tempo dell’unità: «Con i problemi che ci sono nel paese e i rischi che corre quotidianamente la democrazia, questo è il momento di tenere il Pd il più possibile unito e non dividerlo. Proporrò ad Areadem che, a partire dalla direzione, si faccia un passo verso una maggiore unitarietà e collegialità». Critica il documento che «ha avuto effetti dirompenti e ha danneggiato il partito». Note stonate per “i 75”: il requiem della minoranza. Beppe Fioroni tranciante: «Ormai Areadem è entrata in maggioranza. Franceschini e gli altri hanno fatto un’inversione a 360 gradi». L’unità ritrovata — escludendo il “movimento” di Veltroni — sarebbe sancita anche dall’incarico di segretario organizzativo a Sergio D’Antoni, che diventerebbe il numero tre del Pd. E Franceschini a Bersani avrebbe garantito un sì alla relazione del segretario, ad alcune condizioni. Walter Verini, veltroniano, invita a più miti consigli: «Se si vota prima ancora di discutere è un passo di chiusura, è evidente che bisogna rafforzare l’impegno unitario ma il nostro documento resta». Pesante il giudizio su Areadem se «viene meno al suo compito». Franceschini nella riunione serale difende la sua strategia. Veltroni replica senza forzare i toni:

L’appello

Fassino a Repubblica Tv: Casini? I nostri elettori non facciano sempre l’esame del sangue agli altri, le alleanze sono tra diversi

“Walter ha sbagliato a fare la conta ma il segretario ora non si arrocchi” TIZIANA TESTA ROMA — Manda un messaggio a Veltroni, definendo il documento dei 75 un errore di tempi e metodo. Ma anche a Bersani, chiedendogli di non arroccarsi. Piero Fassino, responsabile esteri del Pd, esponente di punta della minoranza, fa uno sforzo di mediazione nello scontro interno ai democratici. Lo fa rispondendo agli spettatori di Repubblica tv. E ricordando, a chi chiede una nuova classe dirigente, di aver sempre fatto un passo indietro per incoraggiare il rinnovamento. Finora la componente di cui lei fa parte aveva condiviso le posizioni di Veltroni. Perché lei non ha firmato il documento dell’ex segretario? «Veltroni poteva presentare quel documento alla vigilia della direzione. O proporlo alla minoranza del partito, o a tutti i parlamentari. Invece la notizia è arrivata sui giornali senza che si conoscesse il testo. E l’iniziativa si è trasformata in una conta. E’ sembrata la nascita di una corrente. Ha suscitato inquietudine». Veltroni parte però da un punto critico: il calo nei sondaggi. «Infatti quel documento è un

Noi e Vendola

La nostra gente esasperata da Berlusconi è pronta ad abbracciare qualsiasi Madonna pellegrina “RIFLESSIONI UTILI” Il dirigente del Pd Piero Fassino a Repubblica tv

errore nei tempi e nei modi ma contiene riflessioni utili. Dopodiché, siccome lavoro per l’unità, chiedo a Bersani di non arroccarsi e alla minoranza di contribuire alla vita del partito. Non si può stare ai bordi del campo sperando che il centravanti della squadra sbagli tutto. Bersani, come Prodi, è un passista. Non sarà il primo nella volata ma il giro d’Italia può vincerlo». Il sindaco di Firenze Renzi denuncia che il partito è bloccato dall’antagonismo D’AlemaVeltroni. Tanti condividono questa opinione.

Oggi Gentiloni “Repubblica Domanda” oggi alle 11 ospita l’esponente pd Paolo Gentiloni, promotore con Walter Veltroni e Giuseppe Fioroni del documento di dissenso che ha creato polemiche all’interno del partito. Messaggi alla mail repubblicatv@repubblica.it

«Ho diretto i Ds per sette anni mentre Veltroni era sindaco di Roma e D’Alema presidente del partito. Ho faticato molto, ma allora quel dualismo è stato meno accentuato». Altra critica: i giovani nel Pd vengono tenuti ai box. «La mia generazione deve passare la mano ai giovani. Io ho guidato i Ds portandoli a vincere tutte le elezioni e ho rinunciato a entrare nel governo Prodi. Poi, alla nascita del Pd, ho fatto un passo indietro perché il leader diventasse Veltroni. D’altra parte molti nostri amministratori

hanno tra i 35 e 45 anni». Tutti a casa dopo tre legislature: può essere una buona idea? «Se avessimo applicato questa regola rigidamente, avremmo rinunciato a Napolitano prima che diventasse presidente». Molti elettori Pd chiedono Vendola come leader. «Apprezzo Vendola, ma la simpatia che raccoglie è soprattutto figlia della frustrazione della nostra gente. Esasperata da Berlusconi, è pronta ad abbracciare qualsiasi Madonna pellegrina. Se l’Udc avesse scelto il centrodestra, Vendola in Puglia non avrebbe vinto. C’è troppa fretta di andare alle primarie, il leader si sceglie alla vigilia del voto. Oltre a Bersani, potranno esserci altri candidati pd. Prima, però, viene il programma». E le alleanze? «Si costruiscono sulla base dell’esperienza. Nel 95% dei casi, in due anni di legislatura, noi abbiamo votato con Idv e Udc. Quanto a Casini, con lui abbiamo vinto in diverse Regioni, Province e Comuni. E’ un leader moderato, ma ha detto no alla modifica della legge 194. Ai nostri elettori chiedo di non fare sempre l’esame del sangue agli altri. Le alleanze si fanno tra diversi». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LE SFIDE DELLA FINANZA ECONOMIA

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Unicredit, Bossi cambia bersaglio “Dobbiamo difenderci dai tedeschi” Bersani:a Profumo non interessa fare il leader del centrosinistra RODOLFO SALA MILANO — Profumo ha sgombrato il campo, anche grazie alla campagna scatenata dagli amministratori locali leghisti. Ma Umberto Bossi adesso sembra tirare un colpo di freno. O, quantomeno, cambiare bersaglio. E così, all’indomani del divorzio, il Senatùr dice di disapprovare le «dimissioni al buio di Profumo, perché bisognava prima trovare un sostituto, quando ci sono di mezzo i soldi meglio non rischiare». Ma, soprattutto, indica la prossima battaglia, con un caldissimo invito alle fondazioni bancarie: «Ci devono difendere dai tedeschi». È un chiaro riferimento all’alleanza che le fondazioni hanno stretto con i partner europei per limitare la presenza dei libici nel capitale di Unicredit. È andata come è andata, ma adesso non si deve passare dalla padella (libica) alla brace (tedesca). «Avevo paura — spiega il leader della Lega — che la Germania potesse mettere le mani sulla banca, ma poi ho visto che non hanno i numeri». E a contare ora sono «i numeri, più che i soldi». In ogni caso, è meglio stare all’erta, e il com-

pito di «riorganizzare la difesa» Bossi lo assegna a Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, ma anche di Acri, l’associazione delle fondazioni: «Se c’è un minimo di intelligenza da parte delle fondazioni, i tedeschi non ce la possono fare a portarsi via la banca». Se non è guerra, poco ci manca. Ma così si deve fare, anche perché i libici ora è meglio lasciarli stare, considerati i loro rapporti con Berlusconi. Meglio

anche non tirare troppo la corda con Tremonti, che della cacciata di Profumo non è cerro entusiasta. Non a caso ieri il leghista Giancarlo Giorgetti ha escluso in un’intervista che la Lega abbia lavorato per il licenziamento dell’ad: «Noi non c’entriamo, il caso di Profumo nasce e finisce dentro al cda di Unicredit». E tanto basta a spiegare perché il capo della Lega adesso senta il bisogno di spostare il tiro. Negando tra l’altro con decisione di aver litigato con

IL MINISTRO Sopra Umberto Bossi. A lato Alessandro Profumo che ieri era a San Siro per vedere l’Inter

Tremonti: «Sono cose fantasiose». Sull’affaire Unicredit, ecco l’avvertimento di Romano Prodi. «La politica deve stare fuori dalle banche», dice l’ex premier a Radio 24, «nessuno del Pd ha mai dettato niente né chiesto alcunché ad Alessandro Profumo». Poi l’ex premier entra in aperta polemica con la Lega: «Se torniamo al discorso di Verona e Padova, dove si vuole comandare e nominare i consiglieri, siamo alla solita, vecchia tragedia italiana; singolare che l’ingerenza arrivi proprio da Verona, da coloro che allora inveivano contro la prepotenza politica nelle istituzioni economiche». Non è solo a Flavio Tosi, sindaco leghista della città scaligera, che fischiano le orecchie. L’obiettivo è soprattutto Bossi, che sostiene una strategia di massima penetrazione del movimento nelle banche. E i timori per la presenza dei libici in Unicredit? «Tanto rumore per nulla, se una banca è multinazionale questo non comporta alcun problema». Interviene anche il leader del Pd Bersani, e non solo per negare che Profumo voglia scende in politica, magari da “Papa straniero”: «Per quel che lo conosco, non mi è mai sembrato intenzionato». E su Unicredit: «La più grande azienda finanziaria che finisce un po’ vittima di politiche locali e di poteri economici che vogliono avere più garanzie sul controllo dell’azionariato».

La lettera

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Il presidente di Unicredit scrive ai dipendenti

Rampl:“Nessuna influenza politica” E il titolo crolla a Piazza Affari ANDREA GRECO MILANO — Il titolo Unicredit cade per il secondo giorno (-4% a 1,82 euro), reagendo male alle dimissioni ufficiali di Alessandro Profumo. Gli investitori temono un vuoto di potere nella banca, che la renda ostaggio di rivali o di mire politiche. Non bastano le rassicurazioni fornite dal presidente Dieter Rampl per lettera ai dipendenti: «La decisione non è dettata da un singolo azionista o influenze politiche, ma è stata raggiunta sulla base di punti di vista diversi sulla governance con Profumo». Il manager bavarese, in due pagine accorate, ha ricordato che «tutte le iniziative in corso, a partire dal riassetto in banca unica», proseguiranno. E che «il successo futuro di Unicredit risiede esclusivamente in un orientamento pan-europeo». Parole che dovrebbero piacere al mercato, oltre che ai 180mila lavoratori. Ma i giudizi di investitori e analisti sul defenestramento del capo di Piazza Cordusio dopo 15 anni sono unanimi, e negativi. «Ci aspettiamo che il titolo soffra, l’uscita crea grande incertezza su governance e future strategie della banca», ha scritto Fox Pitt Kelton. Mentre Bank of America: «Il casus belli è l’ascesa dei soci libici: non capiamo bene questa motivazione. Tra l'altro, gran parte del pac-

Azione giù del 4% con forti volumi, si teme il vuoto di potere e possibili frenate strategiche chetto libico (il 5%) fu comprato in un momento di bisogno grave, nel cuore della crisi finanziaria». E Banca Leonardo: «Aspettiamo un vuoto di leadership, una battaglia interna per il potere e incertezza strategica con il rischio di maggiore influenza politica nelle decisioni aziendali». Il coro si è tradotto in forti volumi di venditori sull’azione (3,3% del capitale scambiato) e prezzo in calo oltre il doppio dell’indice Dj Stoxx bancario europeo (-1,9%). Il rischio di una spirale negativa in Borsa preoccupa il vertice Unicredit, che anche per questo cerca di trovare prima possibile il nuovo ad. «La successione di Profumo

sarà gestita rapidamente, ma con grande cura – ha scritto Rampl ai dipendenti – Stiamo cercando un candidato appropriato sia all’interno che all’esterno». I nomi più spesi dagli osservatori sono quelli di Andrea Orcel (Bofa), Enrico Tomaso Cucchiani (Allianz), Claudio Costamagna (ex Goldman Sachs), Alberto Nagel (Mediobanca). «Qualsiasi lista rappresenta pura speculazione», secondo Rampl. Ma l’ipotesi che il blitz contro Profumo sia stato affrontato – e illustrato in Banca d’Italia – con già in tasca una rosa di 2-3 candidati disponibili trova conferme, anche dentro la banca. E non si può escludere che, anche a rimarcare autonomia dalla politica italiana, il successore possa venire dall’estero. Di certo la nomina non sarà molto oltre il 30 settembre, quando si riunisce un cda Unicredit. E di certo il neo arrivato dovrà risolvere qualche anomalia nella dirigenza, come l’inedito dei quattro vice di Profumo. Anche a questo fine tra loro potrebbe emergere il futuro direttore generale, carica finora inglobata da Profumo. Per lui, è pronta una consolazione da 40 milioni: 36,5 di buonuscita, 1,5 per un patto di non concorrenza di un anno, altri 2 da versare in beneficenza alla Casa della carità di Don Colmegna. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Il personaggio

Geronzi: non sono io il capo della Spectre il vero problema è il potere delle Fondazioni “Con Alessandro un buon rapporto. La Lega? Aprono bocca a vanvera” (segue dalla prima pagina)

Relazioni pericolose

MASSIMO GIANNINI

Con la politica non ho alcuna relazione pericolosa. Io sono un menestrello, do consigli e suggerimenti

«N

ON ho niente contro Alessandro, e mi sono sempre adoperato per la stabilità del sistema finanziario». A sentire la ricostruzione del presidente delle Generali, nella battaglia su Unicredit non c’è stata nessuna vittoria dell’asse Berlusconi-Geronzi, nessun piano orchestrato dalla solita politica e dalla grande finanza per sconfiggere Profumo, prima attraverso il «cavallo di Troia» dei libici, poi con l’affondo coordinato tra le Fondazioni delle casse del Nord, il presidente di Unicredit Dieter Rampl e i soci tedeschi e italiani a lui vicini. «Vede, quando le cose sono semplici, a me non piace che siano raccontate come un romanzo. Meno che mai un romanzo di fantascienza». Per Geronzi è «fantascienza» l’incontro tra lui e il premier durante la visita romana di Gheddafi, volto a trasformare l’ingresso dei libici in Unicredit in un’arma per abbattere lo strapotere dell’amministratore delegato. Questo è il primo punto che il numero uno del Leone di Trieste ci tiene a chiarire: il «ribaltone» a Piazza Cordusio non è stata una sua vendetta contro il «ceo»: «Io non ho nulla contro Profumo, e non ho mai avuto nul-

Errore di gestione

Non è così che si gestisce un problema all’interno di una delle più grandi banche d’Europa la contro di lui. Mi citi un episodio, uno solo, nel quale ci saremmo scontrati... «. L’elenco è lungo: dalla fuoriuscita dal capitale Rcs ai Tremonti Bond, dalla governance di Mediobanca al passaggio dello stesso Geronzi da Piazzetta Cuccia alle Generali. Ma anche in questo caso, il banchiere di Marino nega tutto: «Non è affatto vero che io e Alessandro abbiamo litigato su questi punti. E soprattutto è una leggenda che Profumo fosse contrario al mio passaggio alle Generali: in realtà lui, giustamente, si preoccupava solo del fatto che ci fosse una continuità aziendale in Mediobanca. Vuole sapere la verità su me e Profumo? La verità è che io, insieme a lui, ho fatto la più bella operazione del sistema bancario italiano di questi anni, e cioè la fusione tra Unicredit e Capitalia. Un’operazione straordinaria non solo per me e per lui, ma per il Paese. Allora creammo insieme la prima banca italiana per capitalizzazione, e lo facemmo con tanta concordia tra noi che chiudemmo l’operazione in quattordici giorni. Poi, certo, nella gestione quotidiana ci possono essere momenti in cui non si condivide qualcosa. Ma questo rientra nella fisiologia dei rap-

La stampa estera

porti di lavoro, e non ha nulla a che vedere con il rancore, e meno che mai con la vendetta». Il secondo punto che Geronzi ci tiene a precisare riguarda i suoi rapporti con la politica, e il ruolo che Palazzo Chigi ha giocato nella partita Unicredit. «Io non so dire che cosa abbia fatto Palazzo Chigi in questa vicenda. So però che io non ho avuto alcun contatto con il governo, per discutere dell’affare Unicredit. Lei potrà anche non crederci, perché spesso vengo rappresentato come il “braccio armato” dalla politica nel mondo della finanza, ma la verità è che io con la politica non ho alcuna “relazione pericolosa”. Io sono un menestrello, rispetto a chi fa politica per professione... Do consigli e suggerimenti, e solo quando mi vengono richiesti». Non è questo il caso dell’operazione Unicredit, garantisce il presidente delle Generali: «Nessuno mi ha chiesto nulla, e io non ho suggerito nulla». Eppure i conti non tornano, se uno degli uomini considerati vicini allo stesso Geronzi, e cioè Luigi Bisignani, accredita l’ipotesi che la cacciata di Profumo sia solo la prima tappa di un percorso, rinsaldato sull’asse Berlusconi-Letta, che deve poi portare alla «grande fusione» Mediobanca-Generali. Su questo punto il banchiere di Marino taglia corto: «Forse c’è chi vuole accreditare giochi di potere e comportamenti non rituali nella gestione di istituzioni finanziarie importanti come le nostre. Ma io non faccio giochi, questo modo di operare non mi appartiene e non mi è mai appartenuto. La mia storia parla per me, dai tempi in cui lavoravo alla Banca d’Italia». Prendendo per buona la versione del banchiere di Marino, resta allora da capire chi ha davvero voluto far fuori Profumo. Se l’ipotesi Berlusconi-Geronzi è «un romanzo di fantascienza», il «colpevole» non può essere il solito maggiordomo, come nei romanzi gialli di serie B. Sono stati i libici? «No, su questo concordo perfetta-

mente con lei: la presunta scalata dei libici è stata solo un pretesto, un alibi, oltre tutto pessimo, perchè confermo che nel caso di Capitalia i libici sono stati i migliori azionisti che io abbia mai avuto». Allora sono stati i tedeschi, tanto che ora Bossi, dopo aver agitato lo spauracchio di Gheddafi, lancia l’allarme sulla «calata degli unni» dalla Germania? «Non diciamo sciocchezze. Qui c’è chi apre bocca e da fuoco ai denti. Far serpeggiare adesso il rischio della scalata dei tedeschi con il solito slogan del “no pasaran”, dopo aver gridato al pericolo dei libici, mi pare davvero un modo stravagante e propagandistico di “leggere” gli eventi. Non facciamoci prendere dalle dietrologie e dalle strumentalizzazioni... «. Scartato Palazzo Chigi, escluso lo stesso Geronzi, sgomberato il campo dall’equivoco sui libici e sui tedeschi, chi rimane tra i possibili «congiurati»? Restano i «grandi azionisti» del Nord, cioè le Casse di Torino e di Verona dietro alle quali la Lega si è mossa e si muove eccome, a dispetto del-

AL TIMONE Cesare Geronzi, 75 anni, da aprile è presidente delle Generali

le smentite di queste ultime ore. E qui il presidente delle Generali si fa più pensoso: «Mettiamola così. Io penso che tutto nasca dal grande processo di trasformazione delle casse di risparmio, e poi di creazione delle Fondazioni, avviato all’inizio degli anni ‘90. Quella riforma ha consentito indubbiamente il disboscamento di quella che allora Giuliano Amato definì giustamente la “foresta pietrificata” del credito. Ma col tempo quel processo di modernizzazione ha cambiato natura. E oggi le Fondazioni stanno riproducendo antiche formule del passato, e stanno ripercorrendo una strada che mi ricorda quella delle vecchie camere di commercio. Stiamo tornando a quel livello, e questo mi preoccupa molto, da cittadino prima di tutto. Perché vede, in nome di questo malinteso senso del “radicamento con il territorio”, le Fondazioni rischiano di disgregare il sistema, mentre c’è bisogno di cementarlo... «. Eccoli, allora, i colpevoli della congiura contro Profumo: Palenzona e Biasi, le Fondazioni piemontesi e venete, debitamente ispirate dalle camice verdi. Quando si parla della «politica che vuole allungare le mani sulle banche», insomma, secondo Geronzi non si fa riferimento ad un’intenzione generica del Palazzo. Ma è di questo che si sta parlando: della Lega, che usa le Fondazioni per costruire le sue roccaforti locali. «Unicredit è il primo esempio. Ce ne potrebbero essere altri. Non Banca Intesa, per fortuna, dove Bazoli ha gestito al meglio la fase critica e Guzzetti, che è uomo di grande qualità, è riuscito a coniugare al meglio la vocazione globale e la collocazione territoriale». Almeno un «colpevole», alla fine, è uscito fuori. Ma può essere solo il Carroccio, il pericolo per il sistema bancario? E può essere solo il Carroccio ad aver mobilitato tutti i consiglieri di Unicredit contro «Mister Arrogance»? Il banchiere di Marino ci crede: «Ma una cosa è certa. Non è così che si gestisce un problema all’interno di una delle più grandi banche d’Europa. Vede, Profumo era un uomo di carattere, e un temperamento molto forte. Ha gestito e

superato momenti difficilissimi, perché nel 2008 e 2009 la crisi è stata durissima. Si può immaginare che qualche suo tratto non “arrogante”, perché l’arroganza non c’entra, ma magari semplicemente “autoritario”, può non essere piaciuto agli azionisti. Ma se anche fosse stato questo il problema, il modo in cui è stato affrontato e “risolto” è stato pessimo... «. Dice di più, Geronzi: «Unicredit è una grande istituzione sovranazionale. Il modo in cui è stato affrontato il caso Profumo non è degno di una “banchetta” di provincia. Io non sono azionista di Unicredit. Ma da “banchiere di sistema” che si è sempre battuto per la stabilità, dico che in questi giorni è stata data ai mercati internazionali una pessima dimostrazione di ciò che è il sistema finanziario italiano. Il consiglio di amministrazione dell’altro ieri, con gente che entra e che esce e foglietti che volano da un tavolo all’altro, è uno spettacolo avvilente. In Francia e in Germania una cosa del genere non sarebbe mai accaduta. Mi chiedo perché debba accadere da noi. E da questo punto di vista sono convinto che, con questa vicenda, sia stata fatto un grave danno all’Italia. In un grande Paese, l’establishment non si comporta così...». Su questo, davvero, non si può che essere d’accordo con Geronzi. Resta

Mediobanca-Generali

La fusione tra Mediobanca e le Generali? Non ci penso e non ci ho mai pensato da capire a che punto è il progetto di fusione Mediobanca-Generali, che Bisignani descrive come il vero, grande sogno del banchiere di Marino: «Se scrive di nuovo che questo è il mio progetto mi offendo. Non ci penso, non ci ho mai pensato... «. L’obiezione finale è fin troppo facile: aveva smentito seccamente anche l’ipotesi di un suo trasloco da Piazzetta Cuccia al Leone Alato, che invece nella primavera scorsa è andato puntualmente in porto. «Quella è tutt’altra storia — conclude Geronzi — poiché decisi di accettare il trasferimento solo l’ultima settimana, e nel comitato nomine di Mediobanca decidemmo tutti assieme, all’unanimità. Io ho a cuore la stabilità. Mi si può dire che le Generali possono essere gestite meglio, in modo più dinamico o più redditizio. Accetto tutto. Ma non mi si può e non mi si potrà mai dire che un’istituzione che presiedo possa concorrere a sfasciare il sistema. In tutta la mia vita ho fatto esattamente l’opposto. E continuerò a farlo». Vedremo chi ha ragione. Appuntamento alla prossima primavera. m.giannini@repubblica.it © RIPRODUZIONE RISERVATA

WSJ

FINANCIAL TIMES

LE MONDE

Profumo “aveva attirato le critiche degli azionisti, che si lamentavano del suo eccessivo potere in banca”

“Profumo avrebbe potuto essere ricordato come colui che aveva trasformato il sistema bancario italiano”

“Profumo buttato fuori dagli azionisti storici accusato di aver nascosto l’aumento di capitale degli investitori libici”


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Il retroscena

Il fronte dei banchieri reagisce “Indipendenza ora vulnerabile” Draghi telefona a Tremonti: preoccupati per la vacatio ROBERTO MANIA

Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi e il ministro Giulio Tremonti

Alla riunione dell’Abi scatta l’applauso di solidarietà a Profumo. Si smarca solo Ponzellini (Popolare di Milano), banchiere della Lega

Le reazioni

nel sistema bancario italiano. La Banca d’Italia ha acceso i riflettori perché le deleghe al presidente tedesco Dieter Rampl sono compatibili con le regole di governance solo se tenute per un tempo breve, qualche settimana. E ancora perché non sono ancora del tutto espliciti gli effetti della “scalatina” libica sugli assetti di go-

verno di Piazza Cordusio che, dunque, ha assicurato una risposta alla Vigilanza entro la fine di questo mese. Ieri mattina il governatore Mario Draghi ne ha parlato al telefono con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Non è chiaro fino in fondo se i due — perennemente diffidenti l’uno con l’altro — questa volta, stiano

giocano la medesima partita. Per ora l’obiettivo, quello della stabilità del sistema del credito, sembra condiviso. Draghi ha chiamato Tremonti per dire che stava partendo per gli Stati Uniti per il lavoro preparatorio del Financial stability board in vista del G20 di ottobre, e che quindi non sarebbe andato alla riunione del Comi-

tato di stabilità finanziaria previsto per il pomeriggio in Via XX settembre. Concordia e preoccupazione. E preoccupazione anche tra gli industriali, riuniti ieri al Direttivo della Confindustria. Anche per loro quella di Unicredit non è una risposta del mercato. Ma ha dovuto usare la cautela la presidente Emma Marcegaglia: «Non sono azionista di Unicredit. Parlo di Profumo come persona: ha fatto un lavoro importante, creato la seconda banca italiana, la quinta in Europa, una banca internazionale. Mi dispiace che lasci questo incarico».

borbonese.com

ROMA — Banchieri contro la politica. L’applauso di ieri mattina dei membri del comitato esecutivo dell’Abi, riuniti intorno al tavolo ovale della sede milanese di Via della Posta, all’indirizzo di Alessandro Profumo è anche questo. Perché la spettacolare cacciata del banchiere di scuola McKinsey dalla tolda di comando di Unicredit ha mostrato la fragilità del sistema di fronte alle incursioni della politica attraverso l’ircocervo delle Fondazioni. Hanno applaudito i banchieri, quasi per protesta. Per prendere le distanze, paradossalmente, da quella che formalmente è stata una decisione degli azionisti di una delle banche associate. E anche per ammettere, come faceva in serata a denti stretti un importante banchiere, che «questa vicenda ha dimostrato che la nostra autonomia e indipendenza sono vulnerabili. Dipendono dalle persone, non dal sistema». Ma c’è di più. C’è che Alessandro Profumo era stato il vero kingmaker del nuovo corso dell’Abi che ha portato prima dell’estate il calabro-senese Giuseppe Mussari, del Montepaschi, alla presidenza dell’associazione con l’idea di scuoterla e farla diventare una concorrente di Confindustria, una lobby che gioca sul piano generale, un’associazione-sistema, fino a un “partito delle banche”. Perché se nella defenestrazione di Profumo ci fossero solo ragioni di mercato — che ci sono, va detto, visto che il titolo dal 2007 ha lasciato sul campo il 70 per cento del suo valore — l’applauso, così insolito, non si sarebbe sentito. La dichiarazione del presidente Mussari, allora, va letta anche in questa chiave: «Non è compito dell’Abi entrare nelle scelte gestionali di una associata, ma, al di là del dispiacere per un amico, è giusto sottolineare che le banche italiane perdono con l’uscita di Alessandro Profumo un validissimo rappresentate del comitato esecutivo dell’Abi, un componente che ha assicurato per molti anni un grandissimo contributo all’associazione». Applausi. Pure dall’ad di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, anche lui “McKinsey boy”, ma più politico, meno spigoloso, tanto da progettare l’operazione Fenice da banca di sistema per dare l’Alitalia a Colaninno e salvarne l’italianità su cui Silvio Berlusconi aveva costruito anche un pezzo della vittoriosa campagna elettorale del 2008. «Mi dispiace molto umanamente per Alessandro e per il nostro settore, che perde un grandissimo professionista», ha detto Passera. Nella sala avrà applaudito anche Massimo Ponzellini, presidente della Banca popolare di Milano, banchiere di lungo corso, di relazioni fittissime e dai mille incarichi, oggi in quota Lega con in più una fortissima amicizia con Tremonti. Ponzellini, però, entrando all’Abi non aveva “applaudito”. Sferzante e politico, molto politico: «Con le dimissioni di Profumo non cambia niente per il sistema bancario italiano». La conferma che non solo di mercato si tratta. Qualcosa, invece, è successo

MUSSARI “Le banche italiane con l’uscita di Alessandro Profumo perdono un valido rappresentante”

PASSERA “Mi dispiace molto per Alessandro e per il nostro settore che perde un grandissimo professionista”

PONZELLINI “Con l’uscita del dottor Profumo nel sistema bancario italiano non cambia proprio niente”

MARCEGAGLIA “Importante che si faccia una scelta di qualità nel più breve tempo possibile”

MILANO - TORINO - BOLOGNA - ROMA - CORTINA - LUGANO

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POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA

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Arresti e due senatori pdl indagati in Abruzzo nuova bufera tangenti Ai domiciliari un assessore e un imprenditore dei rifiuti GIUSEPPE CAPORALE

I personaggi

PESCARA — Il monopolio dei rifiuti in Abruzzo — dal cassonetto allo smaltimento in discarica — era costruito su un sistema illegale, tenuto in piedi attraverso tangenti e finanziamenti elettorali. Un sistema dove un solo imprenditore, Rodolfo Di Zio (arrestato ieri), era «cliente» (in società con sei enti pubblici e ottanta Comuni) delle sue stesse discariche (sei in tutta la regione). Ed era sempre lui a decidere, di

Al centro dell’inchiesta i favori per ottenere la costruzione di un inceneritore fatto, il prezzo che le amministrazioni dovevano pagare. Un monopolio fuorilegge — sostengono gli inquirenti — che ha frenato la raccolta differenziata a vantaggio delle discariche, e che adesso puntava a fare un “salto di qualità” con

REGIONE

SENATO/1

SENATO/2

Lanfranco Venturoni, del Pdl, è assessore alla Sanità della giunta dell’Abruzzo

Paolo Tancredi, senatore del Pd, è indagato per corruzione. Avrebbe ricevuto mazzette

Fabrizio Di Stefano, senatore pdl, indagato per corruzione, è anche vice coordinatore regionale del partito

il business dell’inceneritore. È questo l’accusa-perno della nuova inchiesta della Procura di Pescara che ieri — con la conclusione del primo troncone d’indagine — ha portato all’arresto dell’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni, del Pdl, e dell’imprenditore Rodolfo Di Zio. Indagati due senatori del Pdl, Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, e il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, sempre del Pdl. Sarebbero state versa-

te tangenti - questa la convinzione della procura - a sindaci sia di centrodestra sia di centrosinistra. La corruzione contestata a Venturoni, Di Stefano e Tancredi serviva per passare dalle discariche all’inceneritore, saltando la raccolta differenziata che, in Abruzzo, da anni, resta poco al di sopra del 20 per cento (rispetto all’obiettivo del 40 per cento previsto per legge). Un nuovo affare da diversi milioni di euro, quello

Il procuratore Trifuoggi: “Un sistema che finanziava tutti i partiti”

dell’inceneritore, «che non vuole più nessuno - si sente dire in un’intercettazione - perchè fa male». Un affare «che si può ancora realizzare solo in Abruzzo», afferma al telefono un dirigente di un’azienda incaricata da Di Zio allo studio dell’inceneritore. Un business che proprio l’assessore Venturoni voleva far realizzare a Di Zio, senza gara d’appalto. E con l’aiuto dei due senatori. In cambio - sostengono sempre gli inquirenti - di assunzioni,

favori (sedi elettorali) e denaro. Non solo, «Di Zio finanziava in campagna elettorale l’intero arco costituzionale» dice il procuratore della Repubblica di Pescara, Nicola Trifuoggi. E quando un politico non lo contattava per un contributo, era lo stesso imprenditore a chiamare. «Ti sei dimenticato di chiedermi il finanziamento elettorale» dice al telefono Di Zio al senatore Di Stefano, vice coordinatore del Pdl in Abruzzo. «Mandami subito il modu-

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Il caso

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Il sindaco contesta la nomina di un altro “vice” già condannato dalla Corte dei Conti

L’Aquila, Cialente si ribella “Troppi commissari, io lascio” SEI “PATTUMIERE” La discarica di Colle Cese (Pescara), una delle sei gestite da Rodolfo Di Zio nella regione Abruzzo

lo...». Di Zio avrebbe foraggiato anche i suoi avversari. Anche il comitato anti-discariche attivato vicino casa sua, a Spoltore. Tutto, per difendere il business delle sue sei discariche, per un monte d’affari complessivo vicino al milione di euro al giorno. «Se teniamo al 40 per cento la soglia da raggiungere per la differenziata, la termovalorizzazione non la faremo mai... Quindi se è vostra intenzione, maggioranza

e opposizione, dovete abbassare la quota della differenziata» racconta una intercettazione ambientale negli uffici dell’assessorato all’ambiente. E l’ordine del giorno ad hoc alla Regione Abruzzo era pronto. «Ma il sequestro dei documenti forse li ha spaventati» conclude il procuratore Trifuoggi. E la variazione, seppur pronta, ancora non è stata applicata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’AQUILA — Il governo nomina un altro vice commissario alla ricostruzione per gestire i soldi del terremoto e il sindaco di L’Aquila Massimo Cialente si dimette da quello stesso incarico. Sono passati solo pochi giorni dall’insediamento di Antonio Cicchetti — condannato dalla Corte dei Conti appena un anno fa per la gestione dei fondi della Perdonanza Celestiniana in cui rivestì il ruolo di presidente — e con le polemiche sono arrivate anche le dimissioni del primo cittadino da vice commissario vicario alla ricostruzione, con delega all’assistenza alla popolazione. Il passo indietro è contenuto in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, e al commissario delegato alla Ricostruzione, Gianni Chiodi. “Rimetto l’incarico — ha scritto Cialente — ringraziando per la fiducia accordatami. Questa mia decisione, peraltro sofferta, che arriva dopo mesi di durissimo lavoro, condotto con lealtà e spirito di collaborazione con il Governo e il Commissario delegato, è dettata dal fatto che, in seguito alla nomina del nuovo vice commissario, vedo un preoccupante accentuarsi dello stato di confusione, peraltro ripetutamente da me segnalato, e difficoltà nella go-

“Serve chiarezza e invece aumenta la confusione. C’è un gravissimo ritardo nei lavori”. Plauso dell’Idv: basta scelte calate dall’alto RICOSTRUZIONE Massimo Cialente, sindaco dell’Aquila, ha lasciato l’incarico di vice commissario alla ricostruzione post-terremoto

vernance di gestione dell’emergenza e del processo di ricostruzione. Ritengo — ha proseguito il sindaco dell’Aquila — che la nomina di un ulteriore vice commissario, senza porre un problema sulla persona, sia un appesantimento della struttura, di cui si è rivelata l’indeterminatezza dei ruoli, con le conseguenti difficoltà di gestione. Questa circostanza pone una serie di problemi funzionali che andranno inevitabilmente a rendere ancora più difficile il percorso che ci attende. Per-

tanto, al fine di favorire un’auspicabile, maggiore chiarezza su compiti e funzioni in una preoccupante commistione di ruoli politico-istituzionali e tecnici, ritengo che il mio gesto possa essere utile nell’interesse della città dell’Aquila, dei Comuni del cratere e della stessa struttura commissariale». Il sindaco dell’Aquila denuncia anche i ritardi legislativi: «Non si risolve la questione principale, quella del rallentamento della ricostruzione, che ora è pesantissimo. La rico-

struzione non procede: il soggetto attuatore delle opere pubbliche è fermo, ha lo stesso personale che aveva prima del terremoto. L’unica preoccupazione è ricostruire l’Aquila, rimettere la gente nelle case». Il capogruppo dell’Idv alla Regione Abruzzo, Carlo Costantini, esprime piena solidarietà ed apprezzamento al aindaco Cialente per le dimissioni da vice commissario. Un atto — afferma — di coraggio civico ed istituzionale. «Dopo averlo criticato anche ripetutamente — ha detto Costantini — prendiamo atto di una decisione coraggiosa del sindaco Cialente, che ha lasciato l’incarico di vice commissario. Si è assunto le sue responsabilità per il bene dei cittadini, con un gesto che rappresenta un inizio nuovo per la città dell’Aquila, per opporsi a un sistema in cui tutte le decisioni sono calate dall’alto. Se questo è l’inizio di un nuovo percorso, istituzionale e politico, l’Italia dei Valori sarà al fianco del sindaco dell’Aquila». Secondo Costantini, quella del sindaco «è la più alta forma di protesta nei confronti di Chiodi e del governo, che hanno imposto un terzo commissario dal passato non cristallino». (g. cap.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ICRONACA CONTI DEL VATICANO

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Al setaccio i conti dello Ior “Troppe operazioni sospette” Roma, il Vaticano: caso inutile. I pm: Gotti Tedeschi chiarisca in procura CARLO BONINI ROMA — La notizia del sequestro di 23 milioni di euro dello Ior destinati a due distinte operazioni di bonifico a favore della filiale di Francoforte della banca d’affari “Jp Morgan” (20 milioni) e della sede di Roma della “Banca del Fucino” (3 milioni), nonché le accuse di inosservanza delle norme antiriciclaggio mosse ai vertici dell’Istituto, fanno il giro del mondo. E, per la seconda volta in ventiquattro ore (“Avvenire” ha parlato ieri di “drammatizzazione inspiegabile”) costringono la Segreteria di Stato vaticana, questa volta attraverso le colonne

dell’“Osservatore Romano”, a riproporre una generica risposta di merito sulla natura e i beneficiari di quel tentativo di transazione. «Si tratta — si legge — di operazioni di tesoreria, il cui destinatario è lo stesso Ior, su conti di sua pertinenza presso altre banche». E dunque, quel che è accaduto non è altro che «un inconveniente, causato da una incomprensione, in via di chiarimento, tra lo Ior e la banca che aveva ricevuto l’ordine di trasferimento (il “Credito Artigiano”, ndr). Nella certezza che nessun nuovo conto è stato aperto senza la stretta osservanza delle regole dettate da Bankitalia». C’è di più. L’Osservatore ricorda

L’Osservatore Romano li ha definiti ieri “movimenti di tesoreria” che il Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, «in vista dell’adeguamento delle operazioni dello Ior alle procedure antiriciclaggio (l’agenzia Apcom ipotizzava ieri un intervento motu proprio del Papa)», ha voluto la creazione di «un apposito ufficio di informazione finanziaria gui-

dato dal cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica». Ma ricorda soprattutto — e la circostanza è tutt’altro che irrilevante perché rivolta ai magistrati della procura di Roma — che «lo Ior è al di fuori della giurisdizione delle diverse banche nazionali», che «non può essere considerata una banca nell’accezione corrente, perché amministra beni di istituzioni cattoliche a livello internazionale ed è ubicato nello Stato della Città del Vaticano». È un fatto che la loquacità della diplomazia vaticana abbia il suo reciproco nel silenzio di tomba dei vertici dello Ior nei confronti di

chi — a questo punto — è diventato il suo principale interlocutore nella vicenda del sequestro. Anche ieri, infatti, in Procura, si è atteso inutilmente (come inutilmente aveva atteso la Banca d’Italia tra il 15 e il 20 settembre scorsi) un’iniziativa spontanea degli indagati, il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e il suo direttore generale Paolo Cipriani (quantomeno prima che si decida di convocarli), per «un chiarimento» formale e non a mezzo stampa sulla natura dell’operazione. Come del resto altrettanto inutilmente, da tre anni a questa parte si attende che il Vaticano, oltre ad annunciarlo, adegui davvero le sue procedure bancarie agli standard dei Paesi dell’Unione inclusi nella cosiddetta “lista bianca” (la normativa antiriciclaggio è datata 2007). Una scelta — quella di tacere — che si spiega verosimilmente con la consapevolezza che «spiegare» per lo Ior significherebbe impegnarsi a una verifica da parte della Procura, riconoscendone la piena giurisdizione. Ma anche con le difficoltà presentate dalla storia dei movimenti registrati su quel conto 49557 acceso presso il “Credito Artigiano” e su cui sono stati sequestrati i 23 milioni di euro. Tra il 31 dicembre del 2007 e il 30 novembre del 2009 — come documenta il decreto di sequestro del gip Maria Teresa Covatta — nelle voci di uscita (pari a 116 milioni 310 mila euro) e quelle di entrata (pari a 117 milioni 606 mila 581,48 euro) si registrano infatti operazioni che sollecitano domande difficilmente liquidabili con la semplice risposta «operazioni di tesoreria». Accade infatti che, nel 2009, in tre occasioni e a distanza di tre mesi esatti (17 marzo, 17 giugno, 16 settembre) il conto 49557 venga alimentato da tre versamenti (di 22 milioni il primo, di 25 milioni gli altri due) provenienti dalla “estinzione” di altri conti dello Ior «verosimilmente accesi presso lo stesso Credito Artigiano». Perché? E perché con quella cadenza trimestrale? E ancora: sul conto 49557 vengono versati in due anni assegni circolari per 2 milioni 132 mila 297,44 euro. Ebbene, «tali versamenti — scrive il gip — si riferiscono ad assegni tratti da altri su banche terze, a favore di numerosi soggetti ora non elencabili nel dettaglio, ma in ogni caso mai coincidenti con lo Ior, che vi appone solo il timbro di girata». Lo Ior sa spiegare cosa c’entri questo con le “operazioni di tesoreria” per cui sarebbe stato normalmente utilizzato quel conto? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stampa estera

FINANCIAL TIMES Il Financial Times ha dedicato la prima pagina all’inchiesta sullo Ior

HERALD TRIBUNE Anche sull’Herald Tribune grande visibilità al caso Ior: un articolo di spalla

EL PAIS L’inchiesta sullo Ior trova spazio anche sulla stampa spagnola

Alla Camera

G8, l’autodifesa di Lunardi in Giunta “Contro di me campagna diffamatoria” ROMA — «Contro di me solo fumus persecutionis». Le accuse si basano su risultanze investigative «inconsistenti, spesso artefatte, talora del tutto inventate». L’ex ministro dei Trasporti Pietro Lunardi si difende così, davanti alla Giunta delle autorizzazioni della Camera, dall’accusa di corruzione sostenuta dalla Procura di Perugia. Lunardi è accusato di aver acquistato a un prezzo di favore — 4,16 milioni — un palazzetto di Propaganda Fide da 750 metri quadrati nel centro storico di Roma. In cambio, come ministro, avrebbe concesso un finanziamento da 2,5 milioni. «Nessuna sottovalutazione del prezzo, l’edificio era fatiscente e con poche finestre. E i ministri Rutelli e Di Pietro, l’anno dopo, finanziarono altri 2,5 milioni».


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Il caso

PER SAPERNE DI PIÙ www.giustizia-amministrativa.it www.vatican.va/phome_it.htm

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La cerimonia al Consiglio di Stato diventa passerella per i protagonisti delle inchieste

Lobbisti, P3 e Propaganda Fide all’insediamento di De Lise CORRADO ZUNINO

SOTTO ACCUSA

La cerimonia di insediamento del presidente del Consiglio di Stato, Pasquale de Lise 250 mila euro planato sui suoi conti e segnalato dalla Banca d’Italia: dice essere il frutto della vendita di una casa al mare. Dell’episodio, nel giorno della festa, soltanto accenna: «Noi giudici amministrativi siamo più esposti che in passato ai giudizi, alle critiche e ad attacchi del tutto privi di fondamento». Nella grande inchiesta inverno-autunno sulle cricche d’Italia, de Lise si ascoltò rassicu-

rare al telefono Angelo Balducci sul ricorso di Italia Nostra contro il Salaria Sport Village: «Ti devo parlare di una cosa» (gli disse tre giorni prima della sentenza del Tar che respinse l’atto). E, ad atto respinto: «Di quella cosa me ne sono occupato... Tutto a posto, non stava né in cielo né in terra». L’insediamento di de Lise al Consiglio di Stato, le undici di ieri mattina, non può che passare dal-

www.krizia.it

Uno scorcio di piazza San Pietro

ROMA — Ne ha chiamati ottocento, al party del potere. La festa del suo insediamento alla presidenza del Consiglio di Stato. Inviti virati al blu, libretti come spartiti con il discorso di 24 pagine rilegato. A omaggiare Pasquale de Lise, a Palazzo Spada c’era il governo. I ministri Matteoli, Galan, Sacconi, persino il leghista Calderoli seduto sul velluto rosso nel Salone di Pompeo. Solo Brunetta non si è presentato. Né, ovviamente, il premier Berlusconi. Dietro, in questa gerarchia del potere italiano definita dal numero di fila e dal tipo di poltrona, sedia, pancale dedicato, ecco il sindaco di destra Gianni Alemanno. Plaude al passaggio in cui il presidente de Lise immagina giudici amministrativi eletti dalle regioni. E la governatrice di destra Renata Polverini, lei abbraccia la proposta di federalismo nella giustizia. Ci sono le istituzioni, certo. Con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma “all’insediamento” si presentano innanzitutto gli amici di questo silenzioso potente dell’Italia contemporanea, 73 anni, già presidente del Tar del Lazio. A inizio settembre Pasquale de Lise è corso alla Procura di Perugia per spiegare un versamento da

Chi c’era LETTA Alla destra del presidente del Consiglio di Stato de Lise era seduto il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta

DIAS Seduto in seconda fila anche Ivan Dias prefetto di Propaganda Fide. De Lise è consultore del patrimonio immobiliare vaticano

CARBONE Il presidente di Cassazione Vincenzo Carbone (contattato dalla P3). In un’altra sala Mario Sancetta (indagato per corruzione)

CALIENDO Nelle prime fila Giacomo Caliendo, sottosegretario alle Finanze (indagato nell’inchiesta P3 per associazione segreta)

CARRARO

MILANO VIA DELLA SPIGA 23 ROMA P.ZZA DI SPAGNA 87 PARIGI 48 AVENUE MONTAIGNE LONDRA 24-25 CONDUIT STREET NEW YORK 446 WEST 14TH STREET

Tra gli invitati il banchiere Franco Carraro e Giovanni Malagò, indagato per gli abusi edilizi della piscina Aquaniene dei Mondiali di nuoto

le parole di Gianni Letta. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ricorda l’unanimità del governo nel sostenere la nomina dell’amico, «uomo di spiccate doti scientifiche e professionali» e, ora, presidente di un palazzo di giustizia che mai formerà «pretori d’assalto». In seconda fila, a ridosso del presidente del Senato Renato Schifani, c’è la poltrona di Ivan Dias, prefetto di Propaganda Fide. Pasquale De Lise è, insieme ad Angelo Balducci e Francesco Silvano, consultore del patrimonio immobiliare dell’ente vaticano: duemila case da girare ai potenti. A scalare, il presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, pressato dal manipolo della P3 sul lodo Alfano, sull’evasione fiscale della Mondadori. E il sottosegretario alle Finanze Giacomo Caliendo, lui indagato per associazione segreta. È stato invitato, ma sistemato lontano, Mario Sancetta, consigliere della Corte dei conti che spalancò le sue conoscenze agli imprenditori edili del giro Anemone: «Il provveditore del Lazio si è messo a disposizione». È indagato per corruzione, meglio lontano. Le multiamicizie di de Lise, uomo che considera una risorsa la grande confidenza che «corre tra giudici e avvocati nei tribunali amministrativi», hanno portato tra le fila migliori Franco Carraro, cento incarichi in politica, nelle banche, nello sport. Fu lui a voler de Lise nella giustizia sportiva prima di Calciopoli e, silurato il commissario moralista Guido Rossi, annacquato lo scandalo, a consentirgli di piazzare i protetti in Federcalcio. Per il party il “dominus” ha sistemato i dirigenti spor-

Nella sala accanto il mondo dello sport, da Gianni Petrucci a Tonino Matarrese tivi in carica nelle quattro sale minori, da lì l’insediamento si vede solo su uno schermo: Gianni Petrucci, Lello Pagnozzi, Giancarlo Abete, persino Tonino Matarrese. Tutti presenti. Il giudice Mario Serio contribuì a sgonfiare Calciopoli con una sentenza finale fatta «in nome della vittoria della nazionale a Berlino e del nuovo clima da indulto nel paese». Ora è a Palazzo Spada, e saluta il presidente. Ci sono gli amici dei circoli romani, certo. I luoghi del potere mascherati da centri benessere. Barba incolta in maniera colta, sorride l’immancabile Giovanni Malagò, lui è entrato nel grande calderone degli scandali per una piscina di pregio ai piedi della collina dei Parioli. In una sala minore c’è il banchiere Michele Anastasio Pugliese, presidente dell’Ex Tiro a volo. De Lise è socio di entrambi i circoli potenti: il Canottieri di Malagò, il Tiro a volo di Pugliese. Ed è assiduo del “Parioli”, presieduto dalla nuora di Letta. Ecco, c’è anche l’opposizione all’insediamento. Meglio, c’è Luciano Violante. I funzionari del cerimoniale alla vigilia di questa consacrazione di poteri e poteracci italiani se l’erano dimenticato. Gli hanno dato la poltrona 16 bis, cartellino scritto a penna. Non c’era più tempo per le formalità. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MONDO

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PER SAPERNE DI PIÙ www.haaretz.com http://english.aljazeera.net

L’OMICIDIO

Gerusalemme blindata ucciso un palestinese scontri con la polizia

Un palestinese è stato ucciso ieri a Gerusalemme est da una guardia israeliana nella zona di Silwan, al centro di tensioni fra le 2 comunità

GLI SCONTRI Dopo l’uccisione del palestinese, violenti scontri sono scoppiati nel quartiere di Silwan tra dimostranti arabi e le forze di polizia israeliane

Vigilia di sangue per la festa di Sukkot DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ALBERTO STABILE GERUSALEMME — Mentre il negoziato di pace è nuovamente sul punto di dissolversi, violenti scontri sono esplosi in alcuni quartieri della città vecchia durante i funerali di un palestinese ucciso all'alba da un vigilantes assoldato per difendere i coloni insediati nel cuore di Silwan, un villaggio arabo diventato un punto di forte attrito tra le due comunità. Dieci i feriti provocati dagli incidenti, ma la polizia israeliana è dovuta irrompere nel recinto della Moschea Al Aqsa, considerato il terzo luogo sacro dell'Islam, per bloccare alcuni lanciatori di pietre. Vigilia di Sukkot, la festa della Capanne, che ricorda la traversata del deserto, l'ultima della grandi feste ebraiche, dopo il Capodanno e Yom Kippur. C'è tensione nell'aria. Nonostante i "negoziati diretti", israeliani e palestinesi non riescono a trovare un'intesa sul blocco degli insediamenti. La moratoria decisa da Netanyahu scade il 26 settembre, ma il premier non intende rinnovarla. I palestinesi minacciano di abbandonare il negoziato. Le forze di sicurezza israeliane fanno sapere che si stanno preparando a fronteggiare gli incidenti che potrebbero esplodere nel caso in cui la moratoria non venga rinnovata. Ma l'agente che all'alba entra con la sua macchina nell'abitato di Silwan, dove 300 coloni vivono in mezzo a 15 mila palestinesi per affermare una presenza e un possesso, non è parte di alcun piano di polizia. E' una guardia privata fra le decine schierate a protezione dei co-

Il personaggio

Sharon in coma torna a casa I medici: “Non ci sono speranze” GERUSALEMME — Dopo quasi 5 anni di ricovero, Ariel Sharon sarà presto trasferito nella sua residenza privata nel deserto del Neghev settentrionale. L’ex premier israeliano resta in coma profondo e le sue condizioni non fanno registrare miglioramenti, ma a chiedere il trasferimento sono stati i due figli, Ghilad e Omri. La “Fattoria dei Sicomori” è il luogo dove il politico 82enne amava tornare appena possibile. persone e, come spesso accade in questi casi, la cerimonia funebre si trasforma in una manifestazione di rabbia. Tre israeliani vengono attaccati nei paraggi del Monte Scopus, non lontano dal cimitero dove viene sepolto Samar. Una delle vittime dell'aggressione viene accoltellata, ma non è grave, gli altri due subiscono ferite leggere. L'ondata di violenza si estende alle porte della città vecchia. Una macchina della polizia viene data alla fiamme.

Autobus e auto private israeliane vengono bersagliate, le barricate erette con quello che capita sono date alle fiamme. Nel pomeriggio, mentre sta per scattare l'inizio della festa, la polizia entra nella spianata delle Moschee (il Monte del tempio, secondo la tradizione ebraica) per impedire che i giovani mascherati con le kefieh lancino pietre sugli ebrei che pregano davanti al sottostante Muro del Piano.

A sera bruciano ancora i copertoni sulla strada da Gerusalemme scende a Silwan. A rinfocolare la rabbia giunge la notizia che il vigilante, trattenuto dalla polizia giusto il tempo di ricostruire la scena del delitto davanti agli inquirenti, è stato liberato. La legge gli permette di sparare se si ritiene in pericolo di vita, ma secondo un'organizzazione umanitaria l'agente avrebbe invece inseguito la sua vittima. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso

Allarme terrorismo in tutta Europa rafforzati i controlli a Fiumicino ROMA — Si è esteso ai principali aeroporti europei, compreso quello di Roma, l’allarme rosso lanciato in Francia a metà settembre per possibili attacchi terroristici. Oltre a Fiumicino, a essere interessati dal rafforzamento della vigilanza, sono stati gli scali di Heathrow a Londra, di Schiphol ad Amsterdam e quelli di Mosca e Berlino. Le misure di sicurezza sono state raddoppiate anche nelle maggiori stazioni di ferrovie e metropolitane europee. Ad alimentare i rinnovati timori di attentati, l’audizione del ministro della Sicurezza Interna Usa Janet Napolitano al Senato. «Tutti noi — ha messo in guardia — abbiamo verificato un’attività più intensa da parte di diversi tipi di gruppi terroristici. La minaccia viene fondamentalmente da organizzazioni di natura islamica e il loro obbiettivo è soprattutto l’Occidente».

Stati Uniti Le violenze si sono estese nella città vecchia, la polizia sulla Spianata delle Moschee loni. Guardie che spesso sono state criticate dalle organizzazioni umanitarie per i loro metodi arroganti e sbrigativi nei confronti della popolazione araba. Fatto sta che, secondo la ricostruzione delle autorità di polizia, il vigilante si vede circondato da "dozzine" di giovani e bersagliato di pietre e pacchi di immondizia. Vistosi minacciato, conferma il portavoce della polizia, senza pensarci due volte, esce dalla macchina, tira fuori la pistola è spara, uccidendo un uomo di 32 anni, Samar Sehan e ferendo altri due palestinesi, uno dei quali gravemente. La morte di Samar, già una volta arrestato per aver preso parte a disordini a sfondo nazionalista, innesca la protesta. Al funerale del giovane partecipano un migliaio di

IL VENERDÌ “Cina e Usa alla conquista degli oceani”: domani sul Venerdì in edicola

Niente grazia per Teresa Lewis oggi a morte la disabile americana WASHINGTON — Dopo il governatore della Virginia, anche la Corte Suprema degli Stati Uniti ha negato la grazia a Teresa Lewis, disabile mentale di 41 anni condannata a morte sette anni fa con l’accusa di essere stata la mandante dell’omicidio del marito e del figliastro. A meno d’improbabili sorprese, Teresa verrà giustiziata oggi con un’iniezione letale benché in passato Matthew Shallenberger, uno dei due esecutori materiali del duplice omicidio condannati all’ergastolo, prima di suicidarsi abbia confessato di aver circuito la donna per avere la sua complicità. Il caso di Teresa Lewis è balzato agli onori della cronaca due giorni fa quando il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad l’ha paragonato a quello di Sakineh Mohammadi Ashtiani, l’adultera condannata a morte in Iran.

Spagna

Rom, Zapatero appoggia Sarkozy “Espulsioni non su base etnica” MADRID — Le espulsioni in Francia di immigrati irregolari che hanno coinvolto rom rumeni e bulgari non sono state decise per «ragioni etniche». Lo ha detto il premier socialista spagnolo, Josè Luis Zapatero, in un’intervista al Wall Street Journalripresa dalla stampa di Madrid. Il capo del governo spende una parola a favore del presidente Sarkozy. E sottolinea che i rom «non sono stati espulsi dalla Francia a causa della loro origine etnica. I provvedimenti — ha precisato — sono stati decisi nel quadro dello stato di diritto». Secondo Zapatero, «i principi dell’integrazione devono funzionare, ma deve anche essere rispettato l’ordine pubblico nei campi che non hanno le condizioni sanitarie e di sicurezza necessarie».


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PER SAPERNE DI PIÙ http://www.un.org/millenniumgoals/ http://www.nytimes.com/

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L’Onu chiede 40 miliardi contro la fame Obama sferza i Paesi ricchi: “Basta con le promesse vuote, onoriamo gli impegni” DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI NEW YORK — È un’alleanza trasversale, pubblico-privato, capitalismo filantropico e ong non profit; unisce Barack Obama, Bill Gates, Amnesty International. È la coalizione di forze che si sono mobilitate a conclusione della conferenza Onu per mettere in campo 40 miliardi di dollari di nuovi aiuti per salvare 16 milioni di vite umane. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon, applaude: «Sappiamo cosa serve per salvare le vite di donne e bambini, oggi siamo testimoni del genere di leadership di cui c’è bisogno». Obama chiude il summit sugli obiettivi del Millennio, il piano lanciato dieci anni fa per sconfiggere la fame entro il 2015, con un appello: «Agli altri paesi ricchi dico: smettiamola con le promesse vuote, che non saranno mantenute. Onoriamo i nostri impegni. Impegniamoci ad essere trasparenti come lo chiediamo agli altri. E ai paesi in via di sviluppo dico: questo deve essere anche il momento della vostra responsabilità». Attinge alla sua biografia, ricorda che ha toccato con mano le difficoltà della battaglia contro la povertà: «L’ho visto quando mia madre aiutava i contadini poveri in Indonesia e in Pakistan, l’ho visto quando ero un attivista nei quartieri degradati di

Secondo Ban Kimoon così riusciranno ad essere salvate 16 milioni di persone Chicago». Il presidente americano affronta a viso aperto le resistenze che frenano gli aiuti allo sviluppo nei paesi ricchi, l’America per prima. «Con le nostre economie in difficoltà — dice Obama — con tanti disoccupati, tante famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, c’è chi può chiedersi perché proprio adesso un vertice sullo sviluppo? La risposta è semplice: il progresso dei paesi più poveri può migliorare la prosperità e la sicurezza di tanti altri, inclusi i miei concittadini americani». Ricorda che il sottosviluppo non è un destino inesorabile, come dimostrano i tanti paesi emergenti che in Asia e America latina sono diventati oggi i veri “leader della crescita globale”. Ammette che i progressi verso gli obiettivi del Millennio sono insoddisfacenti. «Ogni anno centinaia di migliaia di donne muoiono ancora del parto, milioni di bambini soffrono di malnutrizione, quasi un miliardo di esseri umani vivono sotto la soglia della povertà assoluta». Annuncia il lancio della nuova U. S. Global Development Policy, una strategia di aiuti allo sviluppo che è «una novità assoluta per un’Amministrazione americana». Tre le sue linee guida. Primo: mettere al servizio dello sviluppo non solo gli aiuti ma anche le politiche di commercio estero e di investimento. Secondo: cercare quelle forme di cooperazione che innescano uno sviluppo autonomo, per liberare i paesi poveri dalla dipendenza e dal circolo vizioso dell’assistenzialismo. Terzo: incoraggiare la nascita dell’imprenditorialità locale, la forza che «ha innalzato il tenore di vita dall’India al Brasile». Conclude con un appello simile a quello che aveva lanciato alla vigilia Angela Merkel: «Le nazioni prosperano quando i governi devono rendere

conto di ciò che fanno ai loro popoli», il principio di responsabilità che è alla base di una sana democrazia. E’ un discorso ispirato, e tuttavia il contesto è diverso da quello in cui Obama parlò alle Nazioni Unite un anno fa. Il crollo di popolarità all’interno del suo paese appanna anche il suo carisma all’estero. I leader mondiali che lo ascoltano al Palazzo di Vetro — e con lui si riuniranno di nuovo oggi per l’Assemblea generale Onu — si chiedono se nel secondo biennio del suo mandato il presidente avrà ancora una maggioranza parlamentare, per mantenere le sue promesse. Soprattutto, la debolezza dell’economia

americana impone un prezzo al resto del mondo. Non solo il dissesto dei conti pubblici rende Washington più “avara” di aiuti allo sviluppo, ma inoltre i paesi poveri vedono indebolirsi gli sbocchi all’esportazione sul mercato Usa. La leadership internazionale di Obama è legata alla forza del motore economico americano, che non ha ripreso a girare a pieno ritmo. La quota della popolazione umana che soffre di fame era scesa dal 20% del 1990 al 16% del 2005. Poi l’effetto combinato dell’inflazione alimentare, e della recessione, ha invertito la tendenza: nel 2009 si è risaliti al 19%.

PALAZZO DI VETRO Un momento del vertice di tre giorni dedicato alla lotta alla povertà all’Onu

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I numeri

40 mld $

49

63 mld $

I FONDI

I PAESI

USA

Per raggiungere “le percentuali della speranza” entro il 2015 Ban Ki-Moon ha richiesto 40 miliardi di dollari

I fondi dovrebbero essere destinati ai 49 Paesi più poveri al mondo, ma secondo gli esperti non basteranno

Pochi i nuovi fondi promessi. Gli Usa hanno solo ribadito che stanzieranno 63 miliardi per la “salute globale”

Il retroscena

DAL NOSTRO INVIATO ANGELO AQUARO NEW YORK — David Petraeus, il generale che di lì a qualche mese la Casa Bianca avrebbe spedito in Afghanistan per vincere la guerra impossibile, guardò negli occhi Barack Obama che implorava i militari di trovare una exit strategy: «Sappi che non riuscirai a dichiarare chiusa questa guerra. Perché questo è il tipo di battaglia nella quale dovremmo combattere per il resto delle nostre vite. E probabilmente delle vite dei nostri figli». A sentire Bob Woodward, il reporter che con Carl Bernstein 40 anni fa costrinse Richard Nixon a dimettersi per il Watergate, le Omaba’s wars il titolo del suo 16simo libro, in uscita lunedì ma ampiamente anticipato - sono già perse in partenza. E non solo l’Afghanistan: ma anche quella che il presidente combatte nella sua Casa Bianca. Tutti contro tutti. Il consigliere per la sicurezza, James L. Jones - quello che Stanley McChrystal, rimosso da Kabul per le critiche alla Casa Bianca, definì «clown» chiama i consiglieri politici «scarafaggi», «Politburo», «Mafia». Sempre Petraeus si rifiuta di parlare con il più autorevole dei consiglieri del presidente, David Axelrod, perché è «un perfetto spin doctor»,

L’ultimo libro del giornalista del Watergate racconta le liti sulla gestione della crisi in Afghanistan

“La guerra dentro la Casa Bianca” così Woodward imbarazza Barack Nelle pagine il ritratto di un presidente che non sa come uscire dal conflitto

Il generale Petraeus, capo delle forze Usa e Nato in Afghanistan un manipolatore. Il vicepresidente Joe Biden definisce l’inviato in Afghanistan della “sua” Casa Bianca, Richard Holbrooke, «il bastardo più egoista che abbia mai incontrato». E l’altro consigliere politico, Rahm Emanuel, si scaglia contro l’allora direttore della National Intelligence, Dennis Blair, che metteva in guardia su possibili attentati: lanci l’allarme per scaricare le tue responsabilità.

Questo è il gabinetto di guerra che ha tenuto inchiodati l’America e il mondo sui destini dell’Afghanistan? La storia è nota. Il nuovo comandante delle truppe Usa, McChrystal, chiedeva fra i 40mila agli 80mila soldati in più. Dopo più di tre mesi di tira e molla, a dicembre il presidente decise un compromesso: 30mila uomini in più e una data per l’inizio del ritiro, estate 2011. Il libro di Woodward rivela oggi il clamoroso

“LE GUERRE DI OBAMA” Sarà nelle librerie americane da lunedì: è il 16simo libro di Woodward

Mosca

Medvedev ferma la fornitura di armi “Niente più missili e tank all’Iran” MOSCA — Il presidente russo Dmitri Medvedev ha firmato ieri sera un decreto che vieta la fornitura all’Iran di sistemi missilistici S-300, carri armati, aerei e altri tipi di armamenti russi. Il decreto segue le misure adottate dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu n.1929 del 9 giugno 2010, che riguarda le sanzioni all’Iran per contrastare il programma nucleare di Teheran. La notizia era stata anticipata in mattinata dal capo di Stato maggiore russo Nikolai Makarov. Alcune settimane fa, l’esercito di Teheran aveva comunque chiarito che l’Iran non si aspettava più armi simili dall’estero. Il Paese ha iniziato a produrre un proprio sistema missilistico a lungo raggio, che dovrebbe diventare operativo tra qualche mese.

retroscena: la resistenza dei suoi generali. «Io voglio una exit strategy» implorava Obama. «Questo deve essere un piano che ci spieghi come uscire dall’Afghanistan. Tutto dev’essere focalizzato a questo. E’ nell’interesse della nostra sicurezza nazionale». Niente. Perfino quando arriva il compromesso («Non posso lasciare che questa guerra non abbia fine e non posso neppure perdere il sostegno di tutto il partito democratico») le stellette lo avvertono: non funzionerà. Lo giura Petraeus. Lo giura il consigliere per l’Afghanistan, Douglas E. Lute. Lo giura lo stesso Holbrooke. E come poteva funzionare? Obama dice a Woodward: io qui non penso in termine di vittoria o sconfitta, «io qui penso: saremo capaci di elaborare una strategia che renda il paese, alla fine, più forte?». Ma al comando di chi? Di quel presidente Hamid Karzai che - parola dell'ambasciatore a Kabul, Karl Eikenberry - è «un maniaco depressivo»? Eppure, racconta Woodward, per uscire dal quel ginepraio Obama era pronto a tutto: anche a intensificare le attività militari segrete già avviate da George W. Bush e che sotto il comando di Barack hanno portato alla formazione di una struttura clandestina di 3mila paramilitari. Il libro è una bomba vera. Rivela anche che «la più grande preoccupazione» del presidente è un attentato nucleare. Una simulazione dei servizi - un attentato a Indianapolis seguito da una esplosione a Los Angeles - dimostrerebbe che gli Usa sono pericolosamente impreparati. «Questo cambierebbe tutto - dice Obama - qui non potremmo permetterci nessun errore». Pensare che il reporter di Tutti gli uomini del presidente era stato accolto alla Casa Bianca con tutti gli onori: nella speranza, racconta il sito Politico, che svelasse la battaglia di «quel giovane comandante in capo, senza nessuna esperienza militare», che dopo alcune schermaglie con le forze armate segue il suo istinto e trova la via di mezzo. Evidentemente molto, troppo stretta. © RIPRODUZIONE RISERVATA


santa pace», spiega di la Repubblica GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

santa pace», spiega di‫ح‬Gn @

CRONACA

■ 22 I finanziamenti erogati dallo Stato Fondo di finanziamento ordinario, Ffo

7 miliardi e 485 milioni di euro

2009

6 miliardi e 806 milioni (+ 400 milioni di scudo fiscale, una tantum) 2010

e

PER SAPERNE DI PIÙ www.miur.it www.crui.it

6 miliardi 130 milioni 2011

Il ministro Gelmini

Atenei, ultimatum al governo Frati: “Così l’anno non inizia” PAOLA COPPOLA ROMA — Facoltà che fanno slittare l’inizio delle lezioni, didattica a rischio per la protesta dei ricercatori. Da nord a sud si moltiplicano le prese di posizione delle università che, con le risorse ridotte al lumicino dai tagli, chiedono impegni finanziari concreti. A farne le spese altrimenti sarà il nuovo anno accademico, avvertono. In un clima che si fa incandescente ieri è arrivata la prima risposta del governo. Nel delineare

la strategia anti-sprechi, contenuta nel decreto ministeriale sui nuovi requisiti necessari per i corsi di studio e il piano di programmazione triennale degli atenei 2010/2012 (che prevedono tra l’altro un giro di vite negli atenei che non potranno istituire nuove facoltà e attivare insegnamenti con meno di 5-6 crediti), il ministro dell’Istruzione Gelmini ha lanciato un appello ai ricercatori «a non interrompere la didattica» promettendo che il governo si attiverà «per favorire la carriera dei

Ma Gelmini e Tremonti rassicurano: “Presto le risorse per i ricercatori” giovani studiosi». Di risorse ha parlato il ministro dell’Economia Tremonti assicurando che l’entità del finanziamento per la riforma dell’Università, che si discute alla Camera, sarà indicato del de-

creto Milleproroghe di fine anno. «Per quel tempo avremo chiaro quale sarà la dotazione finanziaria», ha precisato. «Un’apertura importante», la definisce il rettore della Sapienza Luigi Frati che in mattinata aveva lanciato un appello accorato. «Mi rifiuto di approvare un bilancio preventivo 2011 in rosso. Se non arrivano i soldi non mi dimetto ma arriverà un commissario», aveva avvertito all’indomani della presa di posizione del Senato accademico con una mozione dai

toni allarmanti: «Se dalla politica non ci saranno risposte avremo una didattica da Terzo mondo e una ricerca in dissoluzione: così non saremo in grado di iniziare l’anno accademico 2010-2011». Dopo aver ridotto del 40% i dipartimenti, del 60% le facoltà passate a 11, il buco ipotizzato nel bilancio 2011 dell’ateneo è tra i 70 e gli 80 milioni di euro. «Sono disposto a essere messo sotto esame — aggiunge Frati — ma non è possibile tagliare di più». «È un impegno politico, che fi-

32 milioni SIENA

Il deficit di previsione 2010 è 32 milioni di euro

52 milioni BARI

Nel 2010 un deficit di 52 milioni di euro: piano di risanamento pluriennale

nora mancava, a ridurre i tagli per il 2011 del fondo di finanziamento ordinario per l’università, che superano il miliardo di euro, a sostegno del processo di riforma, ma manca la quantificazione e noi abbiamo bisogno di certezze per costruire il bilancio», dice Guido Fabiani, rettore di Roma 3. «Servono garanzie per i ricercatori ed è auspicabile che nel ddl ci sia un programma pluriennale per i nuovi posti per associati a cui accedere in base al merito». La Crui valuta positivamente le parole dei ministri e sottolinea l’indicazione della Gelmini di destinare come priorità le risorse «al rifinanziamento del fondo di finanziamento ordinario per le statali, al recupero dei tagli subiti dalle Università non statali, al diritto allo studio e alla copertura di posti di professore associato». Intanto dopo la decisione del Secondo ateneo di Napoli anche la Federico II rinvierà l’inizio dell’anno accademico e a Bologna lezioni slittate di una settimana per discutere della riforma. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La polemica

Il simbolo di partito settecento volte nei locali della scuola

Adro, resta il sole leghista il ministro “si rammarica” RODOLFO SALA MILANO — I settecento simboli leghisti (il Sole delle Alpi dappertutto) sono ancora lì, nella scuola di Adro, nel Bresciano. Il sindaco del Carroccio, Oscar Lancini non li ha fatti rimuovere, nonostante le tirate d’orecchi che gli sono arrivate anche dal suo partito. E nonostante la presa di posizione del ministro dell’Istruzione, che dopo lo titubanze iniziali gli ha inviato una lettera per chiedergli di rimuoverli. Ieri Mariastella Gelmini, che è bresciana, è tornata sull’argomento, rispondendo a un’interrogazione presentata in Parlamento dall’opposizione. «Anche a seguito di denunce ed esposti della comunità — ha spiegato il ministro — si è dovuta constatare con rammarico la collocazione diffusa di un simbolo politico, un fatto da me stigmatizzato; ho chiesto di verificare se la libera e imparziale formazione degli studenti sia rispettata ad Adro». Un colpo al cerchio, e uno alla botte, perché la Gelmini non rinuncia a mettere nel calderone «la pratica inaccettabile, tipica di una certa sinistra, di strumentalizzare i bambini per la lotta politica; ritengo che la lotta politica, di destra e di sinistra, debba rimanere fuori dalla scuola». Ma siccome ad Adro, nonostante quel che dice il ministro, non succede niente, il Pd attacca. «La Gelmini è stata umiliata in casa sua», attacca la responsabile Scuola del Pd Francesca Puglisi. E l’ex sindaco di Brescia, ora parlamentare Pd, Paolo Corsini, definisce la risposta del ministro «contraddittoria ed evasiva». Di più: «Il suo comportamento è inerte e inefficace, tanto che non ha fornito alcuna indica-

zione concreta affinché sia ripristinata la legalità in quella scuola». Corsini precisa che l’interrogazione, per competenza, era rivolta al ministro dell’Interno: «Prendiamo atto che Maroni si è sottratto a questo compito, forse perché si sente in imbarazzo». E si fa sentire anche Avvenire, il quotidiano dei vescovi, con il direttore Marco Tarquinio: «Il sindaco leghista ha fatto, o lasciato fare un grave errore; servire una comunità significa prima di tutto non servirsi di essa». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso

Famiglia Cristiana “Un autentico abuso intervenire subito” ROMA — «La scuola di tutti è diventata di parte, non bastano flebili rimostranze e definire “folclore” un autentico abuso: le istituzioni hanno l’obbligo di intervenire prima che il contagio si allarghi e altri sindaci diano briglia sciolta a provvedimenti fantasiosi». È quanto afferma il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, rispondendo a una lettera sulla vicenda della scuola di Adro.


santa pace», spiega di la Repubblica GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

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CRONACA ■ 23

Aste fantasma di ville vip, mega truffa a Roma Undici arresti, nella banda boss della Banda della Magliana. Pietro Taricone sfuggì al raggiro MASSIMO LUGLI ROMA — Aste giudiziarie fantasma e nomi noti per rassicurare le vittime: le ricette di una truffa colossale. Tra gli affari proposti ai “polli”: la vendita delle ville di Sergio Cragnotti e di Cafù e addirittura del palazzo che ospita la questura, in via di San Vitale, smerciato al prezzo di realizzo di 900mila euro e per cui un acquirente si era affrettato a sborsare un anticipo di 50mila euro. Ma la gang ha anche lanciato altre esche, troppo allettanti perché qualcuno non abboccasse: un palazzo della stilista Ferretti in via della Vite, l’edificio della Coin di via Cola di Rienzo, auto di lusso, esercizi commerciali e tantissime altre occasioni da non perdere. Un bidone che fa pensare al film in cui Totò vende la fontana di Trevi a un turista ma che, in realtà, era stato architettato da una gang di altissimo livello. Undici gli arrestati (tra cui un ristoratore, Mario Francesco Dimino, un avvocato civilista, Ernesto Rampini, un pr, Simone Scorcelletti e Guerino Casamonica, esponente di un noto clan di origine gitane che detta legge nella capitale), 23 gli indagati tra cui figurano alcuni personaggi noti

Avevano tentato di “piazzare” persino il palazzo della Questura, decine le vittime della Banda della Magliana. Gli agenti di Vittorio Rizzi, capo della mobile romana, stanno ora lavorando sul secondo livello dell’organizzazione che, oltre alle truffe, si dedicava all’usura (con un tasso medio del 5 per cento mensile) e al riciclaggio. Minacce e intimidazioni per le vittime riluttanti a pagare le rate dei prestiti “a strozzo”: «Ti sparo in bocca e faccio sparire il cadavere», «Ti brucio», «Guarda che conosco dei siciliani... «, «Ricordati che so dove abita tua figlia». Uno dei debitori ha raccontato di essersi trovato davanti la canna di una pistola. «La cosa più preoccupante è che alcuni clan, anziché farsi la guerra tra loro, si accordavano per rivendere i crediti da riscuotere», spiega Vittorio Rizzi. Tra le vittime delle truffe figurano imprenditori, commercianti, piloti d’aereo, professionisti e perfino qualche poliziotto. Al raggiro era sfuggito, invece, Pietro Taricone, scomparso tragicamente il 29 febbraio scorso durante un lancio col paracadute nella zona di Terni. La banda gli aveva proposto più volte di comprare un appartamento ai Parioli finito sotto sequestro ma “O’ Guerriero”, dopo qualche colloquio, aveva sentito odor d’imbroglio e si era defilato. La conoscenza con Taricone, comunque, era servita ai truffatori per rassicurare alcune delle vittime: «Ho visto Dimino e Taricone parlare animatamente indicando un palazzo», ha raccontato uno dei bidonati alla polizia. Millantare amicizie e agganci (dal presidente del Tribunale al ministro Sandro Bondi, di cui era stato addirittura offerto un posto di lavoro nella segreteria personale) era una delle tattiche preferite della gang. Uno dei capi si faceva vedere spesso in Tribunale e aveva avuto la sfacciataggine di fissare un appuntamento fuori dalla questura, dove era stato convocato per un inter-

rogatorio. L’indagine ha preso il via dall’omicidio di Umberto Morzilli, freddato a colpi di pistola a Centocelle il 29 febbraio scorso. Un delitto ancora senza colpevole. Gli inquirenti hanno passato al setaccio gli affari e i contatti della vittima e, poco a poco, hanno ricostruito il colossale giro di truffe. «Mi hanno convinto a versare

300mila euro per alcuni affari immobiliari — spiega una delle vittime, un medico sessantenne — ho firmato nel giro di pochi giorni, perfino il commercialista diceva che sembrava tutto in regola... Due assegni erano intestati al Tribunale di Roma e poi ho saputo che i truffatori erano riusciti a girarli e incassarli». © RIPRODUZIONE RISERVATA

I punti

IL VIA

I RAGGIRI

GLI ARRESTI

L’indagine ha preso il via con un omicidio: ricostruendo la vita della vittima la polizia ha scoperto il giro

Aste fantasma, finte amicizie importanti e immobili falsamente in vendita. Questi i trucchi usati

Undici le persone che sono finite in manette, tra cui alcuni professionisti, e 23 gli indagati

Il caso

GLI INQUIRENTI La conferenza stampa di Vittorio Rizzi, capo della Mobile romana

Trattenevano per sé metà della droga che veniva sequestrata durante i blitz. In casa dei pusher prendevano tutto ciò che trovavano

In manette a Napoli otto poliziotti derubavano gli spacciatori IRENE DE ARCANGELIS NAPOLI — Prendevano quello che trovavano. Droga, soldi, occhiali da sole. Razzie in casa degli spacciatori, altro che regolari perquisizioni di polizia giudiziaria. Quindi compilavano i verbali riducendo le quantità della roba sequestrata, versavano il denaro in una cassa comune e davano ai loro confidenti parte degli stupefacenti. Infine, quando trascrivevano le intercettazioni ambientali in carcere degli spacciatori che avevano arrestato, facevano sparire ogni frase sospetta. Ossia commenti e critiche sul loro operato, su quello che avevano rubato.

La sentenza

Vittorio Emanuele assolto per i videopoker ROMA — Vittorio Emanuele di Savoia e la storia dei videopoker, assolto «perché il fatto non sussiste». Il figlio dell’ultimo re d’Italia ma anche le altre cinque persone coinvolte nell’inchiesta del pm Woodcock sui nulla osta del videopoker. Un caso scoppiato nel 2006 per cui Vittorio Emanuele fece 7 giorni di carcere e alcuni mesi ai domiciliari. Secondo l’accusa, gli indagati avevano messo in piedi un’associazione per delinquere «impegnata nel settore del gioco d’azzardo fuori legge, attiva nel mercato illegale dei nulla osta per videopoker procurati e rilasciati dai Monopoli di Stato attraverso il sistematico ricorso allo strumento della corruzione e del falso».

Frasi come: «Ma quei poliziotti, non si vergognano di quello che fanno?». Quei poliziotti — otto, in servizio al commissariato di Secondigliano, due con il grado di ispettore — sono stati arrestati ieri dai colleghi della squadra mo-

bile su ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le accuse: falso, peculato, detenzione di droga. In tre capitoli di reato la storia dei loro comportamenti criminali. Secondo quanto ricostruito con le indagini, gli otto poliziotti

Il giorno 22 settembre 2010 si è spento serenamente tra l’affetto dei suoi cari

Il Presidente dott. Gian Luca Dall’Olio e l’intero Consiglio d’Amministrazione di Greentime partecipano al dolore della famiglia per l’improvvisa scomparsa del dott.

Mario Carrese Lo annunciano con profondo dolore la moglie, i figli, i nipoti e i parenti tutti. Il funerale avrà luogo venerdì 24 settembre, alle ore 10, nella chiesa di Santa Chiara a p.zza Giuochi Delfici. Roma, 23 settembre 2010 Daniela Nobili e Guido Micheli piangono la perdita dell’amatissimo amico fraterno

Sergio Di Stefano scomparso il 17 settembre. Ti vogliamo bene. Roma, 23 settembre 2010

Sergio Di Stefano Ciao Sergio, il tuo compagno di studi e di carriera, Michele Kalamera, non ti dimenticherà mai. Roma, 23 settembre 2010 Vittoria, Paola e Alberto a

Sergio con tutto il loro amore. Roma, 23 settembre 2010 23-03-2010 23-09-2010

Franco Gallucci Ancora un dolce saluto a te che sei sempre con noi. Serenella e i tuoi cari. Roma, 23 settembre 2010 Le Croci-800.860.260

Settembre 2005 Settembre 2010 5 anni fa ci ha lasciato

Lidia Lualdi Oggi avrebbe compiuto 50 anni. Sempre presente nel cuore e nei pensieri della sua mamma. Milano, 23 settembre 2010

Nicola Bucci Bologna, 23 settembre 2010

venivano a sapere dove potevano trovare droga da alcuni confidenti tossicodipendenti in cambio della promessa di consegnare loro le dosi gratuitamente. Quindi i blitz. E le cifre dimezzate. Se venivano trovate centocinquanta dosi di eroina, sui verbali erano ridotte a settanta. Le altre sparivano, consegnate agli informatori. Quindi i soldi. Cercati ovunque nelle case degli spacciatori. Denaro che non necessariamente era provento dello spaccio, come nel caso dei risparmi del figlio di una spacciatrice. Soldi presi da borsellini e comodini, dai vestiti appesi nell’armadio. Anche qui cifre dimezzate sui verbali e i versamenti in una cas-

sa comune. Tutto è reso possibile dalla paura degli spacciatori, che non denunciano i comportamenti irregolari delle divise. Ma che parlano, commentano durante i colloqui in carcere. Uno di loro, ad esempio, raccomanda alla madre di non fare entrare più la polizia in casa perché ruba. Conversazioni che sono gli stessi poliziotti delle razzie ad ascoltare. Devono trascriverle su delega della magistratura, lo fanno ma solo parzialmente. Frasi e commenti spariscono dai verbali alla voce “incomprensibile”. Verranno poi riascoltati dai periti della Procura. E accusano gli otto poliziotti senza dubbio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’inchiesta

“Un posto di lavoro in cambio del delitto” Omicidio Buonocore, killer accusa i mandanti

Nel vivo ricordo di

Peppino Lampis morto a Katmandu il 21 luglio 2010 i parenti tutti e gli amici si riuniranno nella chiesa di S. Ambrogio per la S. Messa delle ore 11 di sabato 25 settembre 2010. Firenze, 23 settembre 2010 Il Direttore dell’Istituto di Cibernetica “E. Caianiello” ed il personale tutto partecipano al grande dolore della nostra Agata per la perdita dell’amata sorella

Rita Napoli, 23 settembre 2010

NAPOLI — Il killer accusa i mandanti: «Avrei avuto un posto di lavoro in cambio dell’omicidio. Sarei stato assunto nell’agenzia di recapiti postali se avessi ucciso quella donna». Retroscena del delitto di lunedì a Napoli, quando Teresa Buonocore — cinquantunenne madre coraggio che aveva denunciato il pedofilo che aveva molestato la figlia di otto anni — è stata uccisa da due sicari con quattro colpi di pistola. Dopo oltre ventiquattro ore di interrogatori escono dalla Questura in manette i due presunti killer. Sono Alberto Amendola, tatuatore di 26 anni, e il suo amico Giuseppe Avolio, di 21. Amendola confessa e punta il dito contro i mandanti. Sono indagati dunque per omicidio il medico radiologo Patrizia Nicolino e l’imprenditore ed ex candidato alle comunali di Portici con il Pdl (non eletto) Lorenzo Perillo. Sono rispettivamente la moglie e il fratello di Errico Perillo, condannato a quindici anni di carcere in primo grado con l’accusa di pedofilia nei confronti della figlia di Teresa Buonocore. Movente dunque la vendetta per quanto accaduto, mentre la polizia ha trovato un arsenale nel box-auto affittato dalla famiglia Perillo. Confida al suo avvocato Lucio Caccavale la dottoressa indagata per omicidio: «È stato un delitto abietto, non avrei mai potuto concepirlo. Anch’io sono madre di due figlie minorenni».

IN MANETTE Dall’alto Giuseppe Avolio e Alberto Amendola


santa pace», spiega di la Repubblica GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

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ATTUALITÀ

■ 24

Gioia Tauro, l’allarme di Grasso “Ma l’esplosivo non era diretto qui” La pista: il carico forse destinato a Hezbollah o Hamas GIUSEPPE BALDESSARRO REGGIO CALABRIA — Di certo c’è che le sette tonnellate di T4 scoperte nel porto di Gioia Tauro sono saltate fuori grazie a un’imbeccata dei servizi segreti occidentali e mediorientali. Una soffiata, che ha fornito alcune indicazioni di massima sulla provenienza dell’esplosivo e sul possibile carico ufficialmente dichiarato. Pochi elementi, ma solidi. Tant’è che, polizia e guardia di finanza reggine, ci hanno messo poco a selezionare, attraverso la banca dati della dogana, un centinaio di container sospetti. Tra questi, quello giusto,

La scheda

RDX

SEMTEX

ATTENTATI

Conosciuto anche come ciclotrimetilene trinitramina o T4, è un esplosivo militare usato da molti eserciti, ed è il maggior componente del più famoso C4

Composto da T4 e pentrite, spesso se ne trova traccia sui luoghi degli attentati, tanto da essere considerato uno degli esplosivi più usati a questo scopo

A base di T4 erano gli ordigni delle stragi del ’92 e ’93, degli attentati di Falcone e Borsellino, di Milano, Roma e Firenze, di Ustica e Bologna

scoperto il 27 agosto scorso (anche se la notizia è trapelata martedì) e arrivato sulle banchine di Gioia con la “Finland”, una della navi della Msc (Mediterranean Shipping Company). Considerata la seconda società al mondo — sede a Ginevra ma proprietà dell’armatore salernitano Gianluigi Aponte — per la movimentazione di contenitori. Ieri il questore di Reggio, Carmelo Casabona, ha spiegato che «la ‘ndrangheta in questa vicenda non c’entra niente». Tesi condivisa anche dal procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone. Siamo insomma fuori dalla portata della

STREET ART

criminalità organizzata nazionale. L’approdo di Gioia si conferma comunque strategico per tutta una serie di traffici. Per questo il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso è preoccupato: «Quel porto non finisce mai di sorprendere. Bisogna chiarire perché l’esplosivo, sequestrato e a quanto pare non destinato a obiettivi italiani, abbia fatto tappa nel porto calabrese provenendo dall’Iran ed essendo diretto in Siria. Senz’altro è un traffico molto fuori rotta». E a sostegno della tesi secondo cui Gioia è un crocevia di diversi interessi ricorda: «Non molto tempo fa furono trovate tonnellate di rifiuti destinati ad Hong Kong. L’unica cosa certa è che bisogna spiegare il ruolo logistico di questo scalo». La Calabria snodo anche di interessi terroristici dunque. Tanto più che tra le ipotesi circolate c’è anche quella secondo cui destinatari del T4 fossero gli hezbollah libanesi o i palestinesi di Hamas. Alcune fonti italiane fanno notare che dalle informazioni raccolte al momento, il container sarebbe dovuto arrivare nei porti siriani di Latakia o Tartus (quest’ultimo molto più vicino alla frontiera con il Libano) e da lì partire per la destinazione finale: il Libano, appunto, o la striscia di Gaza. Ipotesi sulle quali lavora la Dda di Reggio Calabria, che sta studiando la rotta della nave. Sono tante le domande a cui tentare di dare una risposta. Secondo le carte ufficiali il container sequestrato con la collaborazione del secondo reparto del Comando generale della guardia di finanza, era partito da un porto iraniano diretto in Siria. Gioia Tauro era dunque parecchi lontana. I documen-

Le 7 tonnellate di T4 scoperte grazie ai servizi. “Nessun legame con la ‘ndrangheta”

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ti di viaggio, in ogni caso, potrebbero significare poco, ed è per questo che è anche girata la voce che il T4 provenisse dal Mare del Nord. Ma se pure il carico di latte in polvere, dentro il quale era mimetizzato l’esplosivo, fosse partito dalla Siria è indispensabile ricostruire tutte le tappe fatte in giro per il mondo. È infatti possibile che il carico sia stato effettuato in un porto intermedio, come d’altra parte solo uno scalo di servizio va considerato quello di Gioia Tauro. E anche se si conoscesse l’approdo finale, non può essere escluso che il T4 fosse destinato ad essere sbarcato prima. Resta poi da capire il ruolo della società che ha curato la spedizione, e quindi il confezionamento della merce alla partenza. Come pure se davvero esiste e sia reale il destinatario del container. Gli specialisti della finanza e della dogana di Gioia Tauro sanno, per esperienza, che spesso si tratta di società fittizie, aperte e chiuse nell’arco di una notte, al solo scopo di imbarcare carico. Succede così anche per i quintali di droga che arrivano dall’America Latina o con le armi. Insomma un’indagine complessa che potrebbe riguardare l’Italia solo marginalmente. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE GRU Le gru usate per sollevare i container nel porto di Gioia Tauro


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la Repubblica

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GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

Il caso

ATTILIO BOLZONI A LONTANO sembrano uccelli predatori le gigantesche gru sospese nell’aria, quelle che servono a tirare su tre milioni di containers l’anno e poi farli sparire nella pancia dei mercantili. Hanno sempre avuto qualcosa di sinistro, di minaccioso, si stagliano fra il mare e il cielo e non fanno altro che caricare o scaricare soldi. Quei soldi. E per quella gente. Se una delle certezze malavitose della Calabria è l’autostrada che da Salerno

D

“L’assenza di attentati parla di un controllo che non ha bisogno di prove di forza” scende a Reggio — il corpo di reato più lungo del mondo, 443 chilometri — l’altra è il porto di Gioia Tauro. Intorno una volta c’erano gli ulivi più belli e maestosi del Meridione, con le radici affondate non nella terra arsa come in Sicilia o nelle Puglie ma nei prati umidi che in primavera erano sempre coperti da margheritine. Una volta. Li hanno abbattuti gli ulivi per coltivare kiwi dappertutto e costruire sopraelevate e camminamenti di cemento, un labirinto che conduce là: alle gru, alle banchine, all’unico luogo di

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Armi, cocaina e merci contraffatte quel porto crocevia del crimine La tassa dei boss: un dollaro e mezzo per ogni container questa regione dove non brucia mai niente, dove nulla esplode, dove nessuno minaccia e tutti pagano. La tassa di «sicurezza» è di un dollaro e mezzo a container, non importa per quale carico. Cocaina o mitragliere, rifiuti tossici o tritolo o scarpe e orologi made in China. Passa di tutto a Gioia Tauro. E tutti lì ci vogliono stare. Mafiosi e spioni di mezzo mondo (mediorientali, gli americani della Cia, quelli italiani buoni o cattivi), doganieri, mediatori di affari, sanguisughe. È sempre stato così. Tutto tranquillo. Uno Stato nello Stato. «L’assenza di attentati o danneggiamenti di alcun tipo nell’area del porto è il chiaro segnale di un controllo che non ha bisogno di prove di forza per continuare ad aumentare e consolidare il proprio potere», scriveva un paio di anni fa un funzionario prefettizio incaricato di presentare un dossier sul porto dei grandi misteri. È sempre stato così da quando — agli inizi degli Anni Settanta — in questa pianura stretta fra il Tirreno e montagne scoscese doveva nascere un immenso polo siderurgico e poi invece i calabresi all’improvviso hanno visto una baia che era diventata

«il più grande terminal per il transhipment del Mediterraneo», quasi settecento ettari di aree portuali, moli che si allungano e scompaiono fra le onde, capannoni luccicanti e sempre deserti, una città di duemila abitanti nel niente della Piana. Strade malri-

dotte, sconce come la SalernoReggio, la linea ferrata che è quella di mezzo secolo fa, gli aeroporti — Lamezia e Reggio — troppo lontani. Per farlo, il porto, hanno drenato fondi statali e comunitari per 1500 miliardi di vecchie lire. Se li sono mangiati tutti.

Le operazioni

RIFIUTI

TABACCHI

Il 3 agosto 2010 l’antifrode ha sequestrato 45 tonnellate di rifiuti di aziende di autodemolizione diretti in Egitto e Somalia

Il 3 febbraio sono state sequestrate 12 tonnellate di tabacchi lavorati esteri per un’evasione stimata sui quattro milioni

FALSI

ALLEANZE

Container di merce cinese contraffatta: occhiali, asciugacapelli e accessori per il bagno vengono trovati il 2 settembre 2009

Il 22 dicembre 2009, 26 arresti: c’era un accordo tra ‘ndrine e spedizionieri cinesi per far diventare la Calabria la porta d’ingresso per i falsi

Ma per fortuna che in Calabria c’è la ‘ndrangheta, per fortuna che c’è una criminalità mafiosa diffusa e con tanto potere e tanti legami, perché con i suoi boss il porto di Gioia Tauro alla fine è servito a qualcosa. Per la sua posizione innanzitutto. A poche ore di navigazione da Gibilterra da una parte e dal canale di Suez dall’altra, vicinissima a tutti i porti africani, l’approdo calabrese è diventato il punto ideale per i traffici dei narco trafficanti della Locride e di Rosarno e di Reggio. Quelli che da un paio di decenni hanno fatto amicizia e denaro (i soldi non li contano più con quelle macchinette che usano i banchieri ma pesandoli sulle bilance) con i Colombiani, con i Messicani e da ultimo con i Venezuelani. Quelli che dal 1991 non fanno più sequestri di persona — erano arrivati a 147 rapimenti — e hanno investito le loro ricchezze nella coca. Il porto di Gioia Tauro è arrivato come la manna dal cielo. Non c’è rotta del malaffare mondiale che ormai non passi da qui, dove c’erano quegli ulivi e adesso a pochi chilometri c’è la Rosarno Burning dei padronicini che davano la caccia ai neri in rivolta negli agrumeti. La coca ha cambiato tutto in Calabria. E anche Gioia Tauro ha cambiato tanto. È sul fronte del porto che la Commissione parlamentare antimafia della passata legislatura ha voluto cominciare il suo lavoro d’inchiesta, è a Gioia Tauro che il presidente Francesco Forgione ha deciso di iniziare con le audizioni nelle terre di mafia, nella Piana delle illusioni e degli appetiti più inconfessabili, metafora di quello che poteva essere la Calabria e non è mai stata. La vicenda di Gioia Tauro è stata riassunta in poche righe nella relazione finale della commissione: «E’ dimostrato che la realizzazione del

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più importante investimento di politica industriale mai pensato per il Sud, era stato preceduto da un preventivo accordo fra una multinazionale e le cosche Piromalli-Molè, allora come oggi dominanti nella Piana.. «. Tutto controllato, direttamente o indirettamente dalla ‘ndrangheta. La gestione dello scalo, l’assegnazione dei terreni, la spedizione delle merci, lo sdoganamento dei containers. Il resto è venuto dopo. Con Mommo Piromalli e i suoi rampolli, con i Molè, con i Pesce

Per le cosche è una manna dal cielo: non c’è traffico del malaffare mondiale che non passi di qui e con i Bellocco. E tutti i loro prestanome infilati nel grande affare dei containers, dei bastimenti che attraccano e che salpano, negli appalti che regolarmente e implacabilmente loro si prendono. Chi prova a mettersi in mezzo è morto. Ma non a Gioia Tauro, mai vicino alle gru e ai moli. Anno dopo anno il porto ha offerto ai boss altre e più lucrose opportunità. Nel 2006 sono tornate di moda le «bionde», quindici tonnellate di sigarette che dal porto di Jebel Ali negli Emirati Arabi — via Gioia Tauro — sarebbero dovuti sbarcare in Croazia. Nel 2007 è stato scoperto un traffico di rifiuti speciali che era diretto fra la Cina, l’India e alcune città sulla costa magrebina. Nel 2008 nei container sono state trovate armi leggere hascisc. Ogni mese c’è la notizia che ormai non fa più notizia di un sequestro di cocaina. Grosse quantità, sempre. Una volta 72 chili, un’altra volta 124 chili, dall’inizio del 2009 sono 680 i chili di polvere che viene dal Sudamerica e che è finita negli uffici «corpi di reato» del Tribunale di Reggio. Chissà quanta altra ne passerà ogni giorno, e da anni. Chissà quanta altra ne solleveranno quelle gru alte trentacinque metri che pencolano nel vuoto. Che porto è mai questo di Gioia Tauro? Un porto aperto, un porto franco? O forse un porto italiano al servizio del crimine mondiale? © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ECONOMIA

Genova, 2-10 Ottobre 2010

la Repubblica

GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

FINANZA&MERCATI

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Ieri FTSE MIB ....................20365,30 FTSE IT ALL.................20942,75 FTSE IT STAR ..............10774,69 FTSE IT MID ................23470,41 COMIT ...........................1030,09 FUTURE.......................20296

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(-1,81%) (-1,69%) (-1,22%) (-1,09%) (-1,22%) (-1,92%)

I migliori

Principali titoli del Mercato azionario

FTSE MIB Var.% Mediolanum ...........................................4,76 A2A ........................................................1,87 Mediobanca............................................1,10 Buzzi Unicem ..........................................0,59 Fiat.........................................................0,28

Titolo A2A.............................................1,141 Ansaldo Sts .................................9,570 Atlantia .....................................15,150 Autogrill ......................................9,380 Azimut ........................................7,045 Banca Generali ............................8,750 Banco Popolare ...........................4,657 Bca Pop.Milano ...........................3,645 Bulgari ........................................6,260 Buzzi Unicem ..............................7,685 Campari ......................................4,420 Cir...............................................1,426 Enel ............................................3,870 Eni ............................................15,790

I peggiori Unicredit ...............................................-4,00 Prysmian...............................................-2,86 Autogrill ................................................-2,70 Banco Popolare .....................................-2,56 Ansaldo Sts ...........................................-2,55

Pr. Rif € 1,87 -2,55 -1,43 -2,70 0,14 -1,07 -2,56 -1,62 -2,03 0,59 -1,67 -1,79 -1,78 -1,00

Exor ..........................................16,370 Fiat ...........................................10,890 Finmeccanica..............................8,455 Fondiaria-Sai ..............................7,690 Generali ....................................14,740 Geox ...........................................4,020 Impregilo.....................................2,208 Intesa Sanpaolo...........................2,418 Italcementi..................................6,450 Lottomatica...............................11,250 Luxottica...................................19,590 Mediaset.....................................5,180 Mediobanca ................................6,870 Mediolanum................................3,248 Monte Paschi Si...........................1,024 Parmalat .....................................1,904

0,12 0,28 -1,63 -1,73 -1,80 -0,50 -1,34 -2,03 -0,92 -0,97 -2,10 -2,45 1,10 4,76 -2,10 -0,73

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Pirelli & C.....................................5,740 Prysmian ..................................13,240 RCS Mediagroup .........................1,118 Saipem .....................................28,390 Snam Gas....................................3,658 STMicroelectr..............................5,675 Telecom IT ..................................1,023 Tenaris .....................................14,090 Terna ..........................................3,092 UBI Banca ...................................7,105 UBI w 09-11 ................................0,010 Unicredit .....................................1,823 Unipol .........................................0,538 W Mediobanca 11........................0,030

-2,46 -2,86 -2,27 -1,22 -1,35 -2,49 -1,82 -1,19 -0,96 -1,46 -2,06 -4,00 -1,56 36,36

Federalismo, standard meno severi per la sanità Anche una Regione del Sud come parametro dei costi. Oltre ai bilanci calcolata la qualità ROBERTO PETRINI

EUROINTELLIGENCE C. GOODHART E D. TSOMOCOS

UNA TASSA SUI CAPITALI BELLA E IMPOSSIBILE A CRISI del debito sovrano nel Sud dell’Europa ci ricorda, con il suo protrarsi, che un indebitamento che cresce senza soluzione di continuità può diventare insostenibile, imputabile allo Stato o al settore privato. Quando questa bolla scoppierà, ne risulterà esposto e rischieranno di diventare fragili anche i flussi di capitali in partenza dai Paesi in surplus. Il dibattito nell’eurozona si è concentrato finora sulla necessità di porre un limite al crescente indebitamento nei Paesi che registrano un deficit. Il problema è che concentrare tutta l’attenzione soltanto su queste Nazioni estende la tendenza deflattiva sull’intera eurozona perché, mentre da una parte occorre contenere la spesa dei Paesi con deficit, dall’altra ciò non è controbilanciato da un equivalente aumento della spesa nei Paesi che registrano un surplus. Indurre le nazioni con surplus ad accettare un impegno equivalente a quello dei Paesi con deficit è più difficile che indurre questi ultimi ad agire dato che quelli con un deficit, prima o poi, sono costretti a farlo dalla pressione dei mercati. Tuttavia, una strada c’è. La soluzione sposta l’attenzione — dalle partite correnti — sui flussi di capitale e prende la forma di una tassa da imporre su questi flussi. L’idea di base è che i mercati non sono in grado di valutare l’entità dell’accumularsi di flussi di capitale potenzialmente insostenibili finché non è troppo tardi. E a questo punto reagiscono in maniera estrema. La tassa proposta agirebbe come deterrente contro i graduali ma insostenibili aumenti dei surplus o dei deficit e, più ampio il disequilibrio del José M. Barroso surplus o del deficit, più alta sarebbe la tassa. Quest’imposta sarebbe anche simmetrica e, se opportuno, anche progressiva. Il primo ovvio ostacolo a questa proposta è che i Paesi che mantengono un surplus sosterrebbero l’inutilità di una tassazione sui flussi di capitale in uscita e tenterebbero di porre il veto. Questa obiezione potrebbe essere confutata con l’argomento che gli eventuali capitali in uscita disincentivati dalla tassazione potrebbero essere investiti nel Paese: cosa dalla quale beneficerebbe direttamente l’elettorato nazionale. La seconda obiezione sarebbe che non tutti i flussi di capitale sono insostenibili, nemmeno quando sono ingenti. A questa valida obiezione si potrebbe ribattere che la tassa sui flussi di capitale verso i Paesi con deficit potrebbe essere ritoccata al ribasso fino a un livello che permettesse di restare sopra il trend a lungo termine alla parte degli investimenti complessivi rappresentata dagli investimenti fissi. L’obiezione successiva sarebbe che gli aspetti tecnici per imporre una tassa sui flussi di capitale sarebbero complicati. Una tale tassa dovrebbe essere calcolata sui capitali lordi piuttosto che su quelli netti ed includerebbe quelli del settore pubblico oltre che quelli del settore privato. È indubbio che questa tassa potrebbe essere evasa o elusa, anche se ciò sarebbe difficile per i grandi intermediari e per le società. E chi incasserebbe i proventi di questa tassa? Ovviamente una istituzione internazionale, il Fondo Monetario Internazionale nel caso la tassa fosse applicata a livello globale o un’istituzione della Ue qualora essa fosse applicata a livello dell’eurozona. Charles Goodhart è professore emerito di Scienze bancarie alla London School of Economics. Dimitrios Tsomocos è professore di Economia finanziaria presso l’Università di Oxford. Traduzione di Guiomar Parada

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ROMA — Saranno tre le Regioni «pilota» utilizzate per determinare i costi standard cui dovrà uniformarsi il Sistema sanitario nazionale. Saranno scelte su una «platea» delle cinque che hanno i bilanci in ordine ma considerando anche la «qualità», l’«efficienza» e l’«appropriatezza» dei servizi. E’ questa la formula individuata dal governo per determinare i cruciali parametri nella sanità, ovvero i tetti di spesa per le prestazioni cui dovrà uniformarsi l’intero sistema nazionale. Si apre la strada all’ingresso tra i benchmarck anche ad una Regione del Sud, con tutta probabilità la Basilicata. La nuova formulazione è contenuta nell’ultima bozza di decreto sul federalismo intitolata «Disposizioni in materia di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario» e composta di cinque articoli. La bozza ora sarà esaminata dalla Conferenza Stato-Regioni non prima di essere vagliata dalla commissione degli assessori al Bilancio e della Sanità guidata da Romano Colozzi. Tutto scatterà dal 2013. Il nuovo meccanismo è più morbido del precedente che circoscriveva le Regioni benchmarck a quelle con il solo bilancio in pareggio. Il requisito del bilancio in pareggio (da ottenere due anni prima dell’entrata in vigore, cioè nel 2011) sarà affiancato da criteri come l’efficienza (costo medio dei ricoveri, spesa farmaceutica procapite, spesa procapite generale), la qualità (ad esempio soddisfazione dei cittadini) e il fondamentale criterio dell’«appropriatezza» che tende a valutare l’efficacia delle cure, ad esempio calcolando quanti

pazienti siano costretti a tornare in ospedale dopo aver subito un intervento. Secondo le prime proiezioni, ottenute in base al mix dei nuovi criteri, le Regioni in corsa per entrare nel «cartello» delle prime cinque sono la Lombardia, la Toscana, le Marche, il Veneto e l’Emilia Romagna. Il meccanismo

prevede tuttavia che a «far media» siano soltanto tre Regioni che, fatta salva la «numero uno», cioè la Lombardia, saranno scelte con un criterio politico tra le prime cinque in modo concertato tra governo ed enti. L’aggiunta dei criteri di efficienza, qualità ed appropriatezza, apre la strada al possibile in-

gresso nella «rosa» delle prime cinque Regioni anche di un area del Sud: si tratta con tutta probabilità della Basilicata, l’unica nel Mezzogiorno con i conti in ordine e che grazie ai nuovi parametri, e alla decisione politica finale, potrebbe contribuire ad addolcire la morsa dei costi standard. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BASILICATA COST TO COST I costi standard della sanità saranno calcolati, sembra, anche sulla base della spesa della Basilicata E’ la Regione del Sud più virtuosa

Il convegno

Il sondaggio di Ipsos che sarà presentato oggi a “Sud Camp”

Il 37 per cento degli italiani teme la divisione del Paese BARBARA ARDÙ ROMA — Federalismo si coniuga con divisione. Lo traduce così il 37% degli italiani intervistati dall’Ipsos. Che sfiorano il 100% tra coloro che alle urne sceglierebbe il centro-sinistra. Ma c’è anche un 24% di chi, pur orientato sul Pdl, è convinto che federa-

lismo e divisione siano sinonimi. E se non è rottura tra Nord e Sud è puro e semplice egoismo (32%). C’è un’altra domanda chiave nel sondaggio: su cosa dovrebbe puntare il Pd per aumentare il consenso al Sud? Su tre cose: essere più al fianco dei lavoratori, rinnovare la classe dirigente e combattere più decisamente la

criminalità. Non convincono nemmeno le grandi opere. Perché è il lavoro in realtà la chiave di volta. Nello scontro su Pomigliano tra Fiom e l’ad di Fiat Marchionne, gli elettori orientati a sinistra sono più vicini alla Fiom. Preceduta dal sondaggio (realizzato su scala nazionale), parte oggi a Eboli “Sud Camp”, la tre giorni voluta da Enrico Letta (Pd) e organizzata dall’associazione Trecentosessanta. Si discute di federalismo e Mezzogiorno, di quel Sud che sembra immobile, con i suoi vecchi vizi, cui nessuno ha mai posto rimedio. Letta una terapia vuole trovarla, ma fuori dai «luoghi comuni» e dalla «retorica». E scovarla «insieme ai giovani». Saranno tre giorni di dibattito aperto a tutti e a chi «crede che il Pd possa essere un’alternativa al risveglio morale e sociale» del Sud. È l’appello che il vice segretario Pd lancia dal suo sito. Dibattiti, ma anche la messa a punto di quattro proposte di legge (aperte al contributo di tutti). Il punto di partenza è semplice: «Dì qualcosa che possa aiutare il Sud». A crescere e a cancellare i luoghi comuni, iniziando dalle parole. Perché se federalismo si coniuga con divisione, il Nord fa rima con arroganza (21%), efficienza (16%), egoismo (13%) e Lega (11%). © RIPRODUZIONE RISERVATA


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BORSE EUROPEE Paese/Indice 22-09 Amsterdam (Aex) ..................334,35 Bruxelles-Bel 20 .................2575,16 Francoforte (Xet Dax)...........6208,33 FTSE Eurotrack 100 ............2236,48 Londra (FTSE 100)...............5551,91 Madrid Ibex35 ..................10555,20 Oslo Top 25...........................345,34 Parigi (Cac 40) ....................3735,05 Vienna (Atx) ........................2510,28 Zurigo (SMI) ........................6344,88

Var.% -1,35 -1,12 -1,08 -1,50 -0,44 -1,93 -1,38 -1,30 -0,86 -1,18

BORSE INTERNAZIONALI

EURIBOR

Paese/Indice 22-09 DJ Stoxx Euro........................264,31 Hong Kong HS...................22047,71 Johannesburg ..................26888,98 New York (S&P 500) ............1134,37 New York (DJ Ind.).............10739,46 Nasdaq Comp. ....................2334,55 Singapore ST ......................3096,10 Sydney (All Ords).................4674,70 Tokio (Nikkei)......................9566,32

SCADENZA 1 mese

Var.% -1,34 +0,21 -0,68 -0,47 -0,20 -0,63 +0,02 +0,21 -0,37

la Repubblica

ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,6180

TASSO 365 0,6266

CORONA DK...............................7,4499 CORONA N.................................7,8965 CORONA S.................................9,1276 DOLLARO AUS ...........................1,3983 DOLLARO CDN...........................1,3678 DOLLARO USA ...........................1,3364 FRANCO CH ...............................1,3217 STERLINA UK.............................0,8553 YEN J ....................................113,1400

+0,013 -0,416 -0,200 +0,946 +1,049 +1,860 +0,464 +1,165 +0,973

VALUTE

22 SETTEMBRE Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 22 SETTEMBRE Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano

MATTINO

SERA

31,52 1.291,75 -

31,29 1.293,50 532,22 41,20 13,71

DENARO

LETTERA

215,62 215,62 215,62 945,12 167,33

235,01 235,01 235,01 1.022,58 189,02

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Il dossier

serve a pagare Asl e ospedali del Centro e Nord Italia. E in Calabria e Basilicata l’intera Irap pagata dai piccoli imprenditori non basta nemmeno a coprire quei costi. La sanità in Italia, dunque, non è uguale per tutti e in tempo di federalismo fiscale bisognerà tenerne conto, sia per l’offerta che per i costi: oltre i tre quarti (79%) del deficit accumulato fra

LUISA GRION ROMA — Pesano più le ore perse in coda per prenotare una visita medica, che quelle scioperate dagli operai in tutte le fabbriche d’Italia. Pesano gli spostamenti dei malati su e giù per il Paese per mettere una toppa alla scarsa qualità di molti ospedali del Sud: “viaggi della speranza” così frequenti che per coprirli — in quelle regioni — se ne va tre quarti dell’Irap, la tassa che da anni le imprese chiedono di abolire. La sanità italiana ha tanti guai — a partire dall’imbarazzante gap fra Nord e Sud — e qualche punta d’eccellenza: l’aspettativa di vita, per esempio (siamo al terzo posto nel mondo dopo Giappone e San Marino); o — malasanità a parte — il grado di soddisfazione espresso dai pazienti per l’assistenza medica fornita dagli ospedali (quasi il 90% dei ricoverati promuove le strutture). Pregi e difetti raccontati da un’indagine della Confartigianato presentata oggi al “Festival della Persona” di Arezzo. I costi restano il problema principale, ma non di soli buchi di bilancio si tratta: ha un prezzo anche il tempo perso dagli utenti per fare la fila agli sportelli del servizio sanitario nazionale. Il 47,5% dei cittadini confessa di restare in coda all’Asl per almeno 20 minuti (ma in Lazio, Calabria e Sicilia la quota supera il 60%). Se ci si riferisce alla durata media dell’attesa, le ore di fila al-

Sanità, i malati voltano le spalle agli ospedali del Sud che perde 980 milioni di entrate la fine sono oltre 7 milioni l’anno: il 39,2% in più rispetto ai 5 milioni di ore di sciopero nei luoghi di lavoro contate nello stesso periodo (dati 2008). A dire la verità, la legge prevede che Asl e ospedali forniscano informazioni sui tempi necessari ad ottenere una visita, ma solo il 40% dei siti web è in grado di dare una risposta a questa richiesta, e anche qui si va dal virtuoso Nord Ovest — che nel 91,7% dei casi mette i dati on line — allo stiracchiato 18,7 garantito dal Mezzogiorno. Del resto la differenza fra Centro, Nord e Sud è dominante: la si nota parlando di prevenzione sanitaria, ma anche di controlli dal dentista. Per esempio: al 98% delle donne umbre nella fascia d’età interessata è offerta la possibilità di fare una mammografia, ma la possibilità scende al 17,5 per quelle siciliane. Se nel Nord il 47% dei cittadini va dal dentista almeno una volta l’anno, nel Sud la quota scende al 29,9. Anche perché i redditi in Meridione sono più bassi, un bel sorriso costa e l’85,9% degli italiani paga tutte le cure di tasca propria. Negli ospedali del Mezzogiorno i Nas trovano quasi sempre qualcosa che non va. Igiene e sicurezza sono il tallone d’Achille di molte strutture: fra irregolarità grandi e piccole, il 48,9% degli ospedali controllati nel 2007 non risultava a norma. Se al Nord la quota dei censurabili è del 21

Code infinite e viaggi della speranza ma i pazienti promuovono i medici per cento, nel Mezzogiorno sale al 74,9. Per sfuggire a tutto questo e per cercare altrove quello che l’ospedale più vicino non può fornire, si sono così moltiplicati negli anni “i viaggi della speranza” fra una regione e l’altra: operazione che, fra le tante difficoltà, ha anche un elevato costo economico. Tant’è che, secondo il rapporto della Confartigianato l’esodo, nel 2007, ha fatto sì che il

Confartigianato denuncia: 7 milioni di ore trascorse ogni anno in sala d’attesa

Mezzogiorno pagasse, in termini di mancati introiti, 960 milioni di euro. Peggio di tutti sta la Campania — che da sola ha realizzato una perdita di 280 milioni di euro — ma se si guarda alla spesa pro capite si vede che in Calabria la mobilità regionale di chi va in cerca di cure costa 113 euro a cittadino. Di fatto, spiega il rapporto, tre quarti dell’Irap versata dalle piccole imprese del Mezzogiorno

il 2006 e il 2009 (28.349 milioni di euro) è stato determinato da tre regioni: Lazio, Campania e Sicilia. Lo scorso anno la spesa pro capite per il Servizio sanitario è stata di 1.816 euro per abitante, ma le variazioni fra una regione e l’altra sono state ampie: si è passati dai 2.235 euro spesi in media per ogni abitante di Bolzano, ai 1.619 del cittadino siciliano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La protesta

Crisi Fincantieri scioperi a raffica Palermo bloccata ROMA — Nuova giornata di tensioni e proteste per gli operai della Fincantieri che temono pesanti tagli del personale negli stabilimenti italiani. Esuberi che l’azienda non conferma in attesa del confronto con le sigle sindacali di lunedì. Uno sciopero di otto ore a Palermo ieri è sfociato nel blocco di un tratto di autostrada all'ingresso della città e in un corteo che ha provocato notevoli disagi alla circolazione. La manifestazione sarà replicata anche oggi. Presidio dei cantieri anche a Castellamare di Stabia (Napoli), ormai bloccati da tre giorni. Ieri i sindacati hanno affisso una serie manifesti utilizzando lo slogan “Se chiude Fincantieri muore Castellammare” e chiamando la cittadinanza a partecipare al corteo previsto per domani. Assemblea dei lavoratori anche Monfalcone (Trieste) che domani riceveranno la visita del segretario della Fiom Maurizio Landini. Sul fronte politico anche i parlamentari liguri e campani del Popolo delle libertà hanno presentato un’interrogazione parlamentare all’indirizzo del ministro dell’Economia Giulio Tremonti chiesto l’intervento del premier Silvio Berlusconi.

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Genova, 2-10 Ottobre 2010

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IMPRESE

&MERCATI ■ 30

Taglio del debito e sanzioni pronta la nuova proposta Ue Ecco il piano della Commissione europea DAL NOSTRO INVIATO ALBERTO D’ARGENIO BRUXELLES — Multe da centinaia di milioni per i governi che non ridurranno il debito pubblico. Nuove procedure sanzionatorie per chi con la propria politica creerà «squilibri» in grado di affondare l’intero sistema dell’euro. Ecco il nuovo tentativo della Commissione europea — che mette paura all’Italia — di mettere d’accordo i 27 sulla riforma della governance economica della moneta unica resa ancora più urgente dagli attacchi speculativi subiti dal Vecchio continente la scorsa primavera. Fino ad ora i governi hanno accettato di aumentare il coordinamento nella stesura delle proprie leggi finanziarie, ma hanno rifiutato le sanzioni ideate da Bruxelles per chi non mette in sicurezza i conti, come la sospensione dei fondi Ue e del diritto di voto in Europa. E così, nella speranza che il tempo non faccia scordare ai leader lo spauracchio greco, la Commissione cambia strategia e merco-

Ai Paesi indebitati come l’Italia sarà imposto un percorso di rientro in più anni

Nasce la procedura per “eccesso di squilibrio”, servirà ad evitare nuove bolle finanziare

ledì prossimo adotterà una nuova proposta che spinge sul debito, ammorbidisce le multe ma crea una nuova procedura sanzionatoria contro chi disegnerà un’economia nazionale poco solida. Partendo dal Patto di stabilità, la novità di maggior rilievo per l’Italia riguarda il debito (il nostro è il terzo al mondo): «Il criterio del debito — si legge nel documento che sarà approvato la prossima settimana — deve essere reso operativo». In sostanza, fino ad oggi all’interno delle procedure contro i paesi con i conti alla deriva erano previste tabelle di rientro solo per i deficit che sfondavano il tetto di Maastricht e non per il debito (ci si limitava a chiedere che scendesse verso il tetto del 60% del Pil).

Acqua fresca, constata ora Bruxelles, intenzionata a imporre un taglio della porzione tra debito (quello italiano, ad esempio, è al 118%) e soglia del 60% di «un ventesimo all’anno» per tre anni consecutivi. La valutazione della qualità del debito, elemento ottenuto dal ministro Tremonti, sarà però presa in considerazione per l’apertura di una proceduta e non per il taglio obbligatorio. E proprio le sanzioni per chi ha i conti (debito o deficit) fuori posto saranno anticipate: ora sono previste solo alla fine della procedura per deficit eccessivo, mentre nella nuova proposta all’avvio della procedura uno Stato dovrà versare a Bruxelles un deposito pari allo 0,2% del

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI

I prossimi a lasciare potrebbero essere Tim Geithner e Rahm Emanuel stituito da una donna. La partenza di Summers, il potente consigliere economico della Casa Bianca, è stata accelerata da Velma Hart. 40 anni, due figlie, ex militare, oggi direttrice finanziaria di un’associazione di veterani dell’esercito nel Maryland, la Hart è la donna afroamericana che ha «gelato» Barack Obama in diretta televisiva, con una denuncia spietata della situazione economica. E’ accaduto lunedì in uno di quei dibattiti con i cittadini che il presidente organizza per tastare il polso dell’opinione pubblica. Ripresa in diretta dalla Cnbc, la

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Una donna in pole per il dopo-Summers ma lo staff di Obama perde ancora pezzi

Il caso

NEW YORK — E’ ormai un fuggi fuggi tra i più alti collaboratori di Barack Obama, nessuno è al riparo: i prossimi a lasciare la Casa Bianca potrebbero essere il segretario al Tesoro Tim Geithner e il capo di gabinetto Rahm Emanuel. L’ironia della sorte si è accanita contro l’ultimo «licenziato eccellente», Larry Summers. Proprio lui che da presidente di Harvard aveva teorizzato l’inferiorità delle donne nelle scienze esatte, è stato fatto fuori a causa di una donna, e probabilmente verrà so-

proprio Pil che in assenza di risanamento sarà trattenuto dalla Ue. Ma la vera novità è data dalla lotta agli «squilibri», le bolle o le debolezze strutturali in grado di mandare gambe all’aria una nazione e contagiare il resto del Continente: nasce così l’Excessive imbalance procedure. Bruxelles stilerà ogni anno una pagella sulla qualità delle diverse economie nazionali e inserirà in una lista nera i paesi a rischio tracollo (mancanza di competitività, debiti esterni, consumi e bolle immobiliari). Dopo un’ulteriore indagine deciderà se archiviare, se raccomandare determinati correttivi ad un’economia nazionale pericolosa per la tenuta dell’euro (vedi Grecia). Per ogni anno di inadempienza si pagherà una multa dello 0,1% del Pil. L’ultima novità rappresenta la possibilità di scrivere precise raccomandazioni per i paesi la cui spesa pubblica sarà in crescita (0,5% annuo o 0,25% su due anni) chiedendo misure correttive specifiche.

IN CORSA Anne Mulcahy, ex amministratore delegato di Xerox, è la principale candidata a sostituire Larry Summers

rabbia di quella elettrice è diventata un tormentone «virale» su tutte le tv, YouTube, blog. «Signor Presidente — gli ha detto la Hart — sono uno dei suoi concittadini della middle class. E sinceramente, sono esausta. Esausta di difendere lei, la sua amministrazione, difendere quell’apparenza di cambiamento per la quale avevo votato, delusa da dove ci troviamo oggi. Mio marito e io credevamo di esserci messi dietro le spalle gli anni in cui tiravamo avanti mangiando hot dog e fagioli in scatola, e invece cominciamo a capire che questo potrebbe esse-

AFFARI IN PIAZZA COIN, CORSA ALL’ACQUISTO

re il nostro futuro. Ho bisogno che lei mi risponda onestamente: è questa la mia nuova realtà?». La donna è poi stata invitata da diversi talkshow televisivi, è diventata a suo modo una star. Obama è rimasto colpito, e ha accelerato i tempi del rimpasto. Ora il tam tam di Washington indica che il presidente vorrebbe una donna al posto di Summers. Possibilmente una manager, con esperienza di gestione d’impresa, a contatto coi problemi dell’economia reale, per correggere l’eccesso di «tecnocrazia» di uomini come Summers (economista) e

dello stesso Geithner che ha sempre lavorato nelle istituzioni pubbliche. I nomi che circolano: Ursula Burns, presidente della Xerox; Ann Mulcahy che fu chief executive della stessa Xerox. Altre donne citate nel toto-nomine sono Rebecca Blank che oggi dirige l’agenzia federale del censimento, e Laura Tyson che fu consigliera economica di Bill Clinton. Più dei nomi conta la sostanza: Obama ha bisogno di segnalare una sterzata, una nuova strategia economica. La disoccupazione al 9,6% della forza lavoro è la ragione numero uno per cui la popola-

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hissà quanto rosica Investitori Associati, che a fine 2009 ha venduto Upim al gruppo Coin accettando una parte del compenso in titoli, e garantendo al gruppo di Stefano Beraldo un’opzione per ricomprarsi questo 7,6% del capitale a 6,8 euro per azione. Lo scorso Natale neppure i private equity potevano immaginarsi che l’integrazione tra Upim, Coin e Ovs sarebbe andata così bene, già ieri l’azione valeva in Borsa 6,9 euro. Questo Natale, invece una nuova rosa di private equity potrebbe rilevare il 69% del gruppo che è in mano al fondo Pai e all’omonima famiglia veneta. E in ambienti finanziarsi già si parla di un prezzo per la maggioranza dei magazzini superiore a 8 euro per azione. Il mandato sarà dato a Mediobanca e a chi vincerà tra Merrill Lynch e Ubs, che lo scorso anno aveva assistito Coin nell’acquisto.

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rità del presidente è ai minimi storici, e gli elettori si apprestano a infliggere una batosta al partito democratico alle elezioni di novembre. Summers è stato identificato con il famigerato piano Tarp, il salvataggio delle banche: paradossalmente il populismo di destra del Tea Party è riuscito a far dimenticare che gli aiuti a Wall Street cominciarono con George Bush (piano Paulson). Ora è Obama che deve difendersi dall’accusa di avere pensato solo ai banchieri, abbandonando al suo destino la middle class. Ieri la sua squadra economica ha perso un

Circolano i nomi di Ursula Burns e Ann Mulcahy, ex Xerox e di due alte dirigenti pubbliche altro «pezzo»: si è dimesso Herbert Allison, il vice di Geithner che aveva gestito proprio il piano Tarp. Il capo dello staff della Casa Bianca, il potente Emanuel, quasi certamente si candiderà a sindaco di Chicago. Quanto può resistere al suo posto il segretario al Tesoro Tim Geithner, «l’ultimo dei mohicani» della squadra iniziale? Ieri Geithner ha lanciato un appello ai repubblicani per una «collaborazione bipartisan». Ha messo il dito nella piaga: se Obama svolta a sinistra, e tenta una nuova manovra di spesa pubblica per rilanciare la crescita, dove troverà al Congresso i voti? © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Il progetto

La previsione

Telecom, banda larga in 6 città entro Natale

Enel rivede al rialzo i target del 2010

NEL corso di un audizione all’Agcom Telecom Italia ha annunciato che entro l’anno cablerà con la fibra Roma, Milano, Torino, Venezia, Catania e Bari. Oggi tocca a Wind, Fastweb e Vodafone illustrare i piani sulla nuova rete al presidente Corrado Calabrò.

IN VISTA della quotazione di Enel Green Power, il gruppo Enel rivede al rialzo i target 2010: secondo l’ad Fulvio Conti grazie a un cash flow superiore alle previsioni, l'ebitda si attesterà a 17 miliardi di euro circa a fronte dei 16 miliardi stimati dalla stessa Enel a marzo scorso.

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Fiat: “Per Industrial puntiamo alle alleanze” Contatti per la cessione di Iveco. Daimler avverte: sono solo rumors Daimler o di una «potenziale collaborazione di diversa natura», come dice il comunicato del Lingotto, trova conferma anche nella testimonianza dei sindacalisti: «I lavoratori dell’Iveco -

PAOLO GRISERI TORINO — Il comunicato esce a fine mattinata dopo una girandola di smentite a metà, no comment e giochi delle parti dall’Italia e dalla Germania. Il testo spiega che sì, la Fiat «esamina per ciascuno dei suoi business varie opportunità per aumentare le sinergie operative ed accedere a nuovi mercati attraverso potenziali collaborazioni di diversa natura con altri costruttori internazionali». Insomma, i contatti ci sono. Tutti parlano con tutti, si dice in questi casi, ma l’acquisto di Iveco da parte di Daimler è una delle ipotesi all’orizzonte. Lo stesso comunicato del Lingotto precisa che quello della «flessibilità strategica» è precisamente uno degli obiettivi dello scorporo deciso dall’assemblea straordinaria della scorsa settimana. Da parte sua Daimler si limita a dichiarare attraverso un portavoce che «ogni azienda è libera di parlare con chiunque ma in questo momento non lo stiamo facendo con Fiat». Una dichiarazione di tenore analogo era stata fatta in mattinata dall’ad di Iveco, Paolo Monferino: «A quanto ne so io non c’è nessun contatto». L’ipotesi di una vendita a

L’ANTICIPAZIONE La notizia sull’interesse di Daimler per Fiat Industrial

L’accordo

Siemens premia i dipendenti, nessun taglio fino al 2013 BERLINO — Accordo salvalavoro per tutti i 128mila dipendenti della Siemens in Germania. L’amministratore delegato del colosso tedesco dell’elettronica e dei trasporti, Peter Loescher, ha firmato ieri a Berlino un’intesa con il consiglio di fabbrica e con il vertice del potente sindacato metalmeccanico IG Metall, in cui l’a-

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rezione aziendale s’impegna a condurre eventuali riduzioni di esuberi soltanto con l’approvazione del consiglio di fabbrica, quindi del sindacato. Ciò significa che i licenziamenti sono di fatto esclusi in tutti gli impianti Siemens in Germania. Negli ambienti sindacali l’accordo è definito esemplare, e si auspica che diventi un modello per l’insieme dell’industria tedesca.

che ieri pomeriggio hanno partecipato all’incontro nella sede del ministero dello Sviluppo Economico tuttora privo di guida. I responsabili di Invitalia hanno spiegato che «la soluzione per il futuro di Termini Imerese verrà presa a dicembre». Il 30 ottobre infatti scade il bando internazionale per trovare nuove manifestazioni di disponibilità a rilevare la fabbrica siciliana che la Fiat abbandonerà tra poco più di un anno, il 31 dicembre 2011. L’incontro di ieri al ministero si è così concluso con un nuovo rinvio: «Anche oggi non è successo nulla - ha protestato Rocco Comella, segretario della Uilm di Palermo - e questo significa che il confronto sullo stabilimento Fiat di Termini Imerese deve essere spostato a Palazzo Chigi». Domenico Arcuri, ad di Invitalia ha confermato che, oltre alle cinque offerte già note e pervenute, se ne stanno aggiungendo altre quattro provenienti da «paesi emergenti». Arcuri non ha escluso che a Termini arrivi un pool di imprese che si dividono l’attuale sito Fiat. Una delegazione di lavoratori palermitani ha protestato di fronte al ministero e davanti a Palazzo Chigi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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zienda s’impegna in sostanza a garantire la sicurezza del posto a tutti i suoi lavoratori nella Repubblica federale, ovviamente di qualsiasi nazionalità essi siano. L’accordo avrà durata triennale (e rinnova ed estende un’intesa analoga che era stata conclusa nel 2008 e ora appunto era giunta a scadenza), ma l’azienda non nasconde che la sua intenzione è prorogarlo a tempo indeterminato. Il punto centrale dell’intesa è che la di-

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI

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conferma il responsabile nazionale auto della Fiom, Giorgio Airaudo - ci hanno segnalato nelle scorse settimane la visita di ingegneri della Daimler interessati a cambi e assali». Quel che temono i sindacati è che «l’eventuale vendita dell’attuale Iveco, domani Fiat Industrial, a Daimler sia solo il primo passo verso la cessione anche di Cnh e della stessa Fiat auto. Di fronte a queste eventualità, a differenza di quanto accadrebbe in qualsiasi altro paese al mondo, il governo e la politica non intervengono». Considerazioni analoghe a quelle dei sindacalisti siciliani

In DHL Supply Chain sappiamo che le vostre esigenze aziendali sono in continua evoluzione. Infatti ciò che andava bene in passato, oggi potrebbe non funzionare. Ecco perché ci impegniamo a trovare per voi nuove e migliori soluzioni. La nostra dedizione all’eccellenza ci permette di anticipare i vostri bisogni. E voi sarete sempre un passo più avanti della concorrenza.

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Procedura aperta per affidamento del servizio di refezione scolastica. Affidata a Ditta GEMEAZ CUSIN S.p.A di Milano per annui Euro 312.010,00 più I.V.A. lì, 13.09.2010 IL RESPONSABILE UFFICIO APPALTI E CONTRATTI Dott. Ugo BATTISTELLA

SALERNO PULITA SPA

Via Fuorni di Sotto,11 Cap. 84131 Salerno

Errata Corrige

Estratto gara per noleggio automezzi per raccolta differenziata rifiuti – lavaggio mezzi utilizzati per la raccolta dell’umido. Importo complessivo presunto dell’appalto: Euro 1.660.755,60 in luogo di Euro 2.479.193,00 erroneamente indicato in estratto pubblicato il 18 e 19 settembre 2010.

COMUNE DI MONTELEPRE (PA) Avviso di gara Questa Amministrazione Comunale ha indetto per il giorno 04/11/2010 alle ore 10:00, procedura aperta ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs. 163/06 e s.m.i., per l’appalto dei lavori di urbanizzazione e riqualificazione urbana connessi alla strada di collegamento tra la via Palermo e piazza della Vittoria – lotto di completamento, nel Comune di Montelepre. Scadenza di presentazione delle offerte: ore 13:00 del 03/11/2010. Importo dei lavori, inclusi oneri per la sicurezza: € 1.004.803,09 Categoria Prevalente OG3 calssifica III. L’ufficio presso cui gli interessati possono acquisire il bando in forma integrale, nonché tutte le informazioni necessarie è il Settore LL.PP., via Castrenze Di Bella, 60 – Codice CIG: 04603114A6. Il bando di gara è stato pubblicato sulla GURI n. 109 del 20/09/2010.

AV V ISO DI GA RA

COMUNE DI SPILIMBERGO (PN)

IL CAPO SETTORE LAVORI PUBBLICI Ing. Dorotea Martino

Firmato il Presidente Antonio Colombo

AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE MESSINA Esito di gara a procedura aperta L’esito di gara a procedura aperta relativa alla fornitura annuale di materiale di consumo per le UU.OO. di Nefrologia e Dialisi è visionabile sul sito internet aziendale: www.ausl5.messina.it IL DIRETTORE DELL’U.O.C. Dott. Salvatore Munafò

REGIONE LAZIO - AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE ROMA G

REGIONE LAZIO - AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE ROMA G

Via Tiburtina n. 22/A - 00019 Tivoli (Roma)

Via Tiburtina n. 22/A - 00019 Tivoli (Roma)

AVVISO PER ESTRATTO APPALTI AGGIUDICATI Si rende noto che questa Azienda U.S.L. Roma G ha aggiudicato definitivamente la gara indetta nella forma della procedura aperta per la fornitura e l’installazione di attrezzature sanitarie ed arredi per il Presidio Ospedaliero di Palestrina. L’aggiudicazione si è avuta applicando il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 del D. Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 e s.m.i. Il bando di gara è stato pubblicato sulla GUUE in data 08.05.2009 e sulla GURI n. 55 del 13.05.2009. L’avviso di esito integrale, dal quale può essere tratta ogni ulteriore informazione utile, è stato inoltrato alla GUUE in data 30.08.2010 e pubblicato sulla GURI n. 103/2010 del 06.09.2010, nonchè pubblicato sul sito dell’Azienda USL Roma G http://www.aslromag.it IL DIRETTORE GENERALE f.f. Dr. Ugo GREMIGNI

AVVISO PER ESTRATTO APPALTI AGGIUDICATI Si rende noto che questa Azienda U.S.L. Roma G con deliberazione n. 442 del 13.04.2010 ha aggiudicato definitivamente i lotti, dal n. 2 al n. 15, relativi alla gara indetta nella forma della procedura aperta per la fornitura di apparecchiature elettromedicali per l’Azienda USL Roma G, compresa l’installazione e l’assistenza tecnica in garanzia (Codice Identificativo Z30). L’aggiudicazione si è avuta applicando il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 del D. Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 e s.m.i. Il lotto 1 non è stato aggiudicato. Il bando di gara è stato pubblicato sulla GUUE in data 18.12.2008 e sulla GURI n. 148 del 22.12.2008. L’avviso di esito integrale, dal quale può essere tratta ogni ulteriore informazione utile, è stato inoltrato alla GUUE in data 30.08.2010 e pubblicato sulla GURI n. 103/2010 del 06.09.2010, nonchè pubblicato sul sito dell’Azienda USL Roma G http://www.aslromag.it IL DIRETTORE GENERALE f.f. Dr. Ugo GREMIGNI

PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONE E MESSA IN PRODUZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO PER L’EDILIZIA S.I.ED.ER. Ente appaltante: INTERCENT-ER - Agenzia regionale per lo sviluppo dei mercati telematici - Viale Aldo Moro n. 38 – 40127 Bologna – Tel. 051/5273082 Fax 051/5273084 - e-mail: intercenter@regione.emilia-romagna.it; sito internet http://www.intercent.it. Oggetto della gara: Gara comunitaria a procedura aperta per la progettazione, realizzazione e messa in produzione del “Sistema Integrato per l’edilizia – S.I.ED.ER.”. Importo a base di gara: Euro 850.000,00 I.V.A. esclusa. Termine e luogo per la ricezione delle offerte: entro le ore 12:00 del giorno 26/10/2010 c/o Ente appaltante. L’avviso di gara integrale è stato inviato il 14/09/2010 per la pubblicazione su GUCE; è pubblicato su GURI n. 110 del 22/09/2010 ed è disponibile sul sito internet www.intercent.it sezione “Bandi e Avvisi”. Il Direttore di Intercent-ER: (Dott.ssa Anna Fiorenza)

ARTI - Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione S.P. per Casamassima Km 3, 70010 Valenzano (BA) - tel. 080/4670576 - fax 080/4670633 Sito Internet: www.arti.puglia.it - indirizzo e-mail: info@arti.puglia.it

Avviso di aggiudicazione di gara Gara a procedura aperta, ai sensi del D.lgs. n. 163/2006, con criterio di aggiudicazione dell’ “offerta economicamente più vantaggiosa” per l’affidamento di servizi fieristici della seconda edizione della manifestazione denominata “Festival dell’Innovazione” da tenersi in Bari presso la Fiera del Levante nei giorni 1, 2 e 3 Dicembre 2010 - Progetto “Creare impresa e diffondere tecnologia a partire dalla ricerca” (ILO2)Attività cofinanziata dall’Unione Europea a valere sul PO FESR 2007–2013, ASSE I, Linea di intervento 1.2, Azione 1.2.3 “Rete Regionale per il Trasferimento di Conoscenza. Bando di gara pubblicato in data 24/04/2010 sulla GUUE e sul sito internet www.arti.puglia.it. Valore complessivo finale della gara: euro 357.000,00 oltre IVA. Data di aggiudicazione: 30.08.2010 con Decreto Presidenziale n. 76 Ricorso: TAR Puglia - Piazza Massari, 14 - Bari. Gara suddivisa in n. 3 lotti, di cui il lotto 1 relativo ad allestimenti e servizi tecnici, il lotto 2 relativo a servizi di grafica e comunicazione e il lotto 3 relativo a marketing espositori, visitatori e organizzazione eventi. LOTTO 1 – Valore a base d’asta, oltre IVA: € 190.000,00; Offerte pervenute: n. 6; Ditta Aggiudicataria: ROMANO EXHIBIT srl, con sede in Modugno (BA); Prezzo di aggiudicazione: € 176.700,00; LOTTO 2 - Valore a base d’asta, oltre IVA: € 87.000,00; Offerte pervenute: n. 9; Ditta Aggiudicataria: Pomilio Blumm srl; con sede in Pescara; Prezzo di aggiudicazione: € 59.870,00; LOTTO 3 - Valore a base d’asta, oltre IVA: € 80.000,00; Offerte pervenute: n. 5; Ditta Aggiudicataria: Strade srl, con sede in Bari; Prezzo di aggiudicazione: € 63.900,00. Valenzano, 08 settembre 2010 Il RUP Avv. Francesco Addante

AVVISO EMISSIONE DECRETO DI AUTORIZZAZIONE UNICA Autorizzazione alla costruzione e all’esercizio, ai sensi del D.Lgs 387/03 e della L.R. 42/08, del parco eolico denominato “Campi Sant’Antonio” sito nei comuni di Motta San Giovanni (RC) e Montebello Jonico (RC) della potenza di 21,25 MW. Enel Green Power Calabria S.r.l. rende noto che con Decreto n° 10858 del 26 luglio 2010 il Dirigente del Settore Politiche Energetiche, Attività Estrattive e Risorse Energetiche, della Regione Calabria, ha autorizzato, ai sensi e per effetto dell’art. 12 del Decreto Legislativo 387/2003 e della L.R. 42 del 29/12/2008, la Società Enel Green Power Calabria S.r.l., con sede legale in Cosenza, viale Alimena, 39, la costruzione e l’esercizio dell’impianto eolico denominato “Campi Sant’Antonio”, per una potenza prevista di 21,25 MW, ubicato nei Comuni di Motta San Giovanni (RC) e Montebello Jonico (RC), composto da 25 aerogeneratori, dalle opere connesse e alle infrastrutture indispensabili alla costruzione dell’impianto e dalla stazione elettrica di trasformazione MT/AT che sarà collegata sulla linea a 150 kV “Melito P.S. - Scilla”, il tutto in conformità al progetto definitivo approvato in sede di Conferenza di Servizi. Per i dettagli del Decreto si rimanda alla versione completa pubblicata il 9 settembre 2010 sul supplemento straordinario n° 1 del BURC Regione Calabria n° 16 del 1 settembre 2010.

Enel Green Power Calabria s.r.l. Sede legale: viale degli Alimena, 39 - 87100 Cosenza Capitale sociale: Euro 10.000, suddiviso in quote ai sensi di legge Cod.Fisc. 03052880782

ASIA - NAPOLI SpA AVVISO DI AGGIUDICAZIONE

SERVIZIO SANITARIO REGIONE TOSCANA

Ente per i Servizi Tecnico-Amministrativi di Area Vasta (AOU Careggi - AOU Meyer - Ausl 11 Empoli Ausl 10 Firenze - Ausl 4 Prato - Ausl 3 Pistoia)

BANDO DI GARA PER ESTRATTO ESTAV Centro, con sede legale in Viale Michelangelo, 41 – 50125 Firenze, in esecuzione della deliberazione n° 247 del 09/09/2010 indice, ai sensi del D.Lgs.163/2006 e s.m.i., mediante aggiudicazione all’offerta a prezzo più basso (lotti 1-25 e 27-32), all’offerta economicamente più vantaggiosa lotto 26, una procedura aperta, svolta in modalità telematica, per la fornitura di materiale di consumo per apparecchi elettromedicali per tutte le Aziende Sanitarie dell’Area Vasta Centro suddivisa in trentadue lotti per un importo complessivo pari ad € 1.684.675,00 + IVA. Le offerte redatte con le modalità previste dal Bando di Gara, inviato alla G.U.U.E. il giorno 09/09/2010, dovranno essere presentate sul sistema on line accedendo al sito htpp://negotia.datamanagement.it/estav-centro/ voce gare, entro il termine perentorio delle ore 12:00

del giorno 02/11/2010. Gli atti di gara possono essere visionati sul medesimo sito. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Responsabile del Procedimento Sig.ra Annalisa Casamonti, telefono 055 6263812 fax 055 6263868 e-mail:

AVVISO EMISSIONE DECRETO DI AUTORIZZAZIONE UNICA Autorizzazione alla costruzione e all’esercizio, ai sensi del D.Lgs 387/03 e della L.R. 42/08, del parco eolico denominato “Piani di Lopa” sito nel comune di Bagaladi (RC) della potenza di 11,90 MW. Enel Green Power Calabria S.r.l. rende noto che con Decreto n° 9799 del 25 giugno 2010 il Dirigente del Settore Politiche Energetiche, Attività Estrattive e Risorse Energetiche, della Regione Calabria, ha autorizzato, ai sensi e per effetto dell’art. 12 del Decreto Legislativo 387/2003 e della L.R. 42 del 29/12/2008, la Società Enel Green Power Calabria S.r.l., con sede legale in Cosenza, viale Alimena, 39, la costruzione e l’esercizio dell’impianto eolico denominato “Piani di Lopa”, per una potenza prevista di 11,90 MW, ubicato nel Comune di Bagaladi (RC). Per i dettagli del Decreto si rimanda alla versione completa pubblicata 26 luglio 2010 sul supplemento straordinario n° 4 del BURC Regione Calabria n° 13 del 16 luglio 2010. Enel Green Power Calabria s.r.l. Sede legale: viale degli Alimena, 39 - 87100 Cosenza Capitale sociale: Euro 10.000, suddiviso in quote ai sensi di legge Cod.Fisc. 03052880782

annalisa.casamonti@estav-centro.toscana.it.

Il Direttore Generale DR. LUCIANO FABBRI

II. 1.1) Gara n 186/DA/10 II.1.4) Servizio di raccolta e trasporto r.u.r. IV.2.1) Aggiudicazione al prezzo più basso V.1.) Date aggiudicazione: 26/08/2010 e 14/09/2010 V.2) 3 offerte V.3.) Aggiudicazione: lotti 1-5 Enerambiente SpA, importo totale Euro 10.337.893,00 oltre IVA; lotti 2-3 Lavajet Srl, importo totale Euro 18.334.368,00 oltre IVA; lotto 4 Docks Lanterna SpA, importo Euro 3.458.862,50 oltre IVA. V.5) Subappalto NO. Responsabile del Procedimento: avv. Giancarlo Avolio. IL DIRETTORE ACQUISTI Dott. Ferdinando Coppola

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IMPRESE&MERCATI

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-2,43 1,87 -1,94 0,12 -1,98 -1,57 0,09 -2,14 -0,80 1,19 -1,18 -1,40 -3,07 -0,70 -2,55 -0,90 -1,28 2,00 -2,82 -0,54 -0,09 -1,43 -2,70 -0,39 -0,46 0,14

35,04 -22,33 11,13 4,62 -32,95 -11,64 6,78 -31,70 -13,30 -7,27 -34,57 -24,42 8,02 17,34 -28,21 -36,90 -9,07 -30,89 -30,51 9,83 -13,67 -17,98 5,51 -4,62 35,00 -28,06

0,550 0,967 7,169 3,573 36,409 0,680 0,624 2,496 11,850 0,098 0,285 0,163 0,264 0,764 8,936 0,438 0,273 0,015 0,385 1,441 2,608 9,565 3,196 3,794 8,249 3,085

1,304 1,476 10,415 5,285 73,757 2,446 1,354 4,293 17,300 0,407 0,732 0,439 0,636 4,207 15,402 2,954 0,542 0,079 1,130 1,700 6,932 18,958 10,453 11,489 24,278 9,816

156 3565 1785 233 200 61 87 171 111 149 36 26 232 707 1155 22 91 32 43 389 527 9108 2409 889 94 1006

3,380 8,750 5,145 2,928 1,705 43,470 1,703 2,655 0,524 4,162 3,203 3,645 4,040 0,507 3,890 3,800 4,657 9,505 9,370 0,390 0,636 5,385 0,652 1,490 0,400 1,443 5,505 1,012 20,350 1,890 28,810 1,252 1,260 6,510 0,161 6,260 0,488 0,900 7,685 4,433

-0,59 -1,07 1,18 1,30 -2,29 -0,87 -1,67 -0,56 -0,12 -2,95 -1,62 0,25 2,32 0,39 -0,78 -2,56 -2,01 0,27 -1,76 -0,63 -0,37 -0,46 -1,13 0,76 0,21 0,09 1,61 -1,13 -0,95 -2,25 -1,89 -2,03 -4,22 -0,17 0,59 0,11

35,20 2,04 -7,00 48,60 -22,32 -16,02 -8,97 -10,38 -13,67 29,67 -19,89 -28,88 -15,48 -25,26 -8,63 -7,88 -11,79 -19,52 -10,16 -21,05 -7,83 -14,25 9,58 1,92 -19,52 -2,50 -0,09 -38,29 1,75 30,80 -17,33 -8,28 -6,80 24,47 -27,02 6,55 21,24 -24,11 -33,17 -40,82

1,934 2,018 3,917 1,047 1,411 38,084 1,484 1,951 0,358 2,129 2,806 2,784 3,850 0,214 3,580 3,602 1,848 4,066 7,866 0,324 0,343 4,562 0,373 1,062 0,173 1,166 2,888 1,010 18,000 1,244 22,617 0,881 1,012 2,169 0,160 2,835 0,272 0,496 6,870 3,849

3,394 8,922 6,393 3,225 3,622 51,981 2,789 3,385 0,735 4,321 5,691 5,818 5,607 0,818 4,924 4,781 6,916 12,059 11,278 0,809 0,819 7,723 0,722 1,968 0,896 1,819 7,072 3,800 24,100 2,072 43,631 1,524 1,400 6,643 0,278 6,802 0,730 1,506 13,312 7,782

37 969 274 176 30 2768 463 189 650 242 1518 120 342 449 51 3004 62 27 128 985 1245 14 30 49 150 9 87 49 163 85 1 436 128 1901 5 97 1268 180

4,550 2,688 1,050 1,919 1,759 0,369 4,420 0,315 2,288 18,930 1,855 0,284 5,000 2,400 2,377 0,264 0,139 0,297 0,700 1,426 0,502 1,201 0,639 0,451 0,860 1,474 21,650 5,015 3,510 0,160 0,983

2,36 -2,27 1,74 -1,03 -0,34 -0,94 -1,67 2,61 -1,40 -0,94 0,27 -3,57 -1,19 -2,64 0,38 -2,18 -0,57 -1,79 -4,65 -0,91 -2,15 -1,64 -2,27 -0,87 -1,59 -1,18 -2,57 1,85 -3,82

-18,75 -11,30 -0,94 -21,67 0,34 17,89 20,85 -4,26 -0,54 -19,86 -10,82 -64,16 5,49 -27,93 -1,76 -48,13 -24,85 -1,00 -27,46 -23,70 -26,10 -40,02 -4,34 -53,02 -28,33 -20,02 -5,87 -8,98 -38,10 -23,90 30,03

3,669 1,396 0,912 1,903 1,400 0,109 1,964 0,296 2,190 12,495 0,666 0,039 2,594 1,729 1,513 0,260 0,075 0,197 0,583 0,662 0,439 0,888 0,316 0,409 0,752 1,318 18,685 1,728 3,532 0,141 0,556

6,709 3,157 1,278 2,893 2,372 0,383 4,503 0,500 3,211 25,595 2,497 1,330 5,170 3,830 2,855 1,089 0,324 0,387 1,436 1,929 0,851 2,816 0,790 1,330 1,364 2,311 28,231 5,714 7,221 0,396 1,131

41 213 13 229 219 248 2575 16 105 1028 22 86 386 24 22 21 27 127 1132 53 26 459 28 40 419 1331 1672 832 10 33

1,070

-1,65

-2,46

0,992

1,426

162

2009- 2010 min € max €

IL PUNTO

Cap. in mil. di €

Bancari in calo sale Mediolanum In evidenza A2a calano Eni ed Enel

Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Diasorin Digital Bros Dmail Group DMT E Edison Edison r EEMS El.En. Elica Emak Enel Enervit Engineering Eni Erg Erg Renew Ergy Capital Esprinet Eurotech Eutelia Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Fastweb Fiat Fiat prv Fiat rnc Fidia Fiera Milano Finarte C.Aste Finmeccanica FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai rnc Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Gewiss Granitifiandre Greenvision Gruppo Coin Gruppo Ed.L’Espresso Gruppo Minerali M. H Hera I I Grandi Viaggi IGD Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo Impregilo rnc Indesit

MILANO — Borse europee tutte in calo dopo l’allarme utili di Deutsche Bank e le grigie previsioni della Fed. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha perso l’1,81% a 20.365 punti, e il Ftse All Share l’1,69% a quota 20.942. Nuovo capitombolo delle banche a iniziare da Unicredit (-4%) ma anche per il Banco (-2,5%,) Mps (-2,1%) e Intesa (-2%). In controtendenza Mediobanca (+1,1%) dopo i conti e Mediolanum (+4,7%) sulle speculazioni. Realizzi anche sui titoli media, con Mediaset giù 2,4%, e sui telefonici, con Telecom in calo dell’1,8%. Corrente alterna nel settore auto, dove Pirelli ha perso il 2,4% e Fiat ha guadagnato lo 0,28% dopo l’interesse di Daimler (-1,7%) per le attività industriali. Nel giorno del cda A2a è salita dell’1,8 %, realizzi invece per Enel (-1,7%) ed Eni (-1%). Tra i titoli minori brilla Coin (+2%) in attesa di un nuovo compratore.

ieri

Var % inizio anno

4,740 0,810 15,500 8,575 4,240 4,005 1,295 29,910 1,428 3,835 13,240

-0,73 -1,82 -1,77 -0,23 1,19 -2,08 0,39 -1,81 -1,38 0,52 -0,08

-18,63 -23,30 -15,81 -10,77 3,79 25,35 1,97 19,16 -38,18 -26,46 -18,72

3,231 0,717 5,700 3,688 2,995 1,063 0,834 13,197 1,234 3,354 2,073

7,954 1,306 20,475 11,166 5,070 4,143 1,674 34,582 2,891 6,285 17,524

77 68 636 346 248 601 396 1654 20 29 149

0,935 1,283 1,390 10,900 1,559 4,170 3,870 1,205 20,800 15,790 9,750 0,791 0,541 6,700 2,132 0,215 16,370 13,380 14,180 0,856

-0,21 2,39 -1,77 0,46 -0,51 2,96 -1,78 -4,37 -1,19 -1,00 -0,71 0,13 -1,64 -3,32 -0,35 0,12 0,90 1,50 -1,04

-12,78 -3,10 11,56 -9,24 -19,64 17,80 -5,09 -16,32 -24,99 -12,76 -1,96 17,27 12,11 -28,80 -26,27 -38,75 18,28 75,13 40,54 -30,41

0,686 1,081 0,490 9,359 0,513 2,964 2,942 1,102 12,450 12,311 8,583 0,635 0,288 3,213 1,534 0,100 5,408 3,198 3,770 0,741

1,217 1,566 1,787 15,849 2,118 4,535 4,347 1,600 27,807 18,634 12,012 1,024 1,162 9,840 3,496 0,690 16,425 13,391 14,062 1,410

4838 141 59 53 98 114 36628 22 263 63732 1473 75 51 355 76 14 2632 1028 129 44

17,920 10,890 6,845 7,100 3,385 4,020 0,105 8,455 0,542 7,690 4,803 1,119

0,28 2,62 3,12 -0,51 -3,13 -1,63 1,50 -1,73 -1,94 -

-7,87 3,81 10,67 10,08 -26,09 -11,26 -48,66 -24,58 -8,45 -31,22 -39,40 -7,90

10,772 3,437 1,918 2,468 2,805 3,432 0,104 7,788 0,394 7,365 4,445 1,057

22,068 11,315 6,856 7,226 6,072 5,670 0,364 12,721 0,626 15,603 9,802 1,970

1426 11967 708 565 17 171 5 4920 134 964 205 12

0,397 5,035 3,000 0,530 1,210 14,740 4,020 4,133 3,290 5,850 6,885 1,564 4,700

-0,38 -1,27 -2,68 0,47 -1,80 -0,50 1,54 -1,79 -0,09 2,00 -1,14 -

-38,26 -18,13 35,29 -8,46 -27,54 -22,13 -16,90 50,41 -7,19 -5,87 52,66 -32,80 -1,00

0,313 5,021 2,028 0,212 0,297 9,947 3,664 2,075 1,936 4,295 1,493 0,580 3,166

1,450 7,648 3,231 0,707 2,836 19,635 6,664 4,342 4,003 22,656 6,964 2,428 7,600

35 225 44 775 5 23004 1041 496 122 34 976 648 27

1,404

-0,64

-13,33

1,124

1,768

1572

0,855 1,158 1,315 13,740 0,837 2,208 8,000 8,765

-2,44 -2,01 -1,51 -1,34 0,31 -2,45

-13,37 -27,35 -31,55 6,59 -1,18 -12,75 -5,88 9,49

0,736 0,813 1,290 11,941 0,499 1,711 5,244 1,630

1,078 1,604 2,528 15,120 1,008 3,131 10,349 10,303

39 362 57 471 286 888 13 1006

Rif € ieri

TITOLO

Rif € ieri

ieri

Var % inizio anno

2,475 3,280 3,665 1,500 5,740 5,445 0,430 10,190 0,535 0,765 9,245 6,755 1,201 0,811 0,810 7,125 13,240

1,02 2,02 2,95 1,49 -2,46 -1,36 -2,38 1,29 -0,09 -1,16 -2,17 -1,96 -1,56 2,99 -2,41 -0,07 -2,86

23,13 -23,99 23,40 31,00 18,73 1069,71 -20,30 -13,28 18,76 -8,87 -12,21 -7,21 20,70 -22,66 -22,86 -9,81 4,58

0,913 3,185 1,635 0,621 1,629 0,182 0,294 9,011 0,289 0,389 5,938 5,000 0,847 0,801 0,700 5,291 6,074

2,537 5,870 5,516 1,517 5,931 5,496 1,657 14,977 0,542 0,957 11,380 7,604 2,361 1,406 1,077 9,676 15,762

912 49 110 75 2735 66 364 12 71 107 2353 2089 37 336 115 61 2433

0,255 0,049 0,180 0,805 1,118 0,685 2,100 6,425 16,010 0,353 0,271 1,428

-3,96 5,81 -2,81 10,27 -2,27 -0,65 0,47 -0,31 -3,02 -2,52 -1,45

2,46 -51,84 -34,61 -14,81 -12,59 -11,61 -7,89 21,69 0,50 -19,77 -36,83 13,51

0,124 0,045 0,117 0,707 0,499 0,442 1,825 3,742 12,439 0,204 0,113 0,355

0,285 0,394 0,326 1,200 1,560 0,865 2,756 6,420 17,268 0,615 0,572 2,289

97 23 50 24 829 20 96 1341 149 57 76 16

18,100 0,408 6,125 4,730 8,900 28,390 28,700 1,344 9,630 6,835 0,594 0,145 0,855 5,435 6,945 2,740 3,658 0,099 1,425 2,010 4,563 0,118 1,695 0,600 166,700 5,675

-3,47 -1,57 0,21 -0,39 -1,22 -1,32 -0,05 -2,22 -1,82 -1,30 -1,72 -0,37 0,07 -0,18 -1,35 -2,19 -2,14 10,38 -0,99 -2,44 -2,49

9,43 -13,67 0,41 -12,97 11,30 15,64 19,48 -40,00 -8,89 15,55 -13,85 -11,50 -22,27 4,12 3,81 -8,13 5,94 -18,52 -6,07 13,99 -5,07 29,39 -69,71 12,81 -12,42

7,464 0,395 4,274 3,387 3,965 10,783 14,850 1,332 7,515 2,810 0,402 0,126 0,294 3,093 3,166 1,710 2,957 0,081 0,674 0,682 2,688 0,061 0,366 0,531 3,412 3,029

18,650 0,756 9,795 7,669 10,507 29,959 29,930 2,860 11,024 8,028 0,754 1,131 1,750 5,987 7,476 3,506 3,805 0,237 1,932 2,411 4,984 0,215 1,728 7,776 177,000 7,982

210 38 89 35 503 12564 4 1287 94 382 83 278 1 88 1578 319 13105 14 55 236 410 48 802 51 -

1,315 13,400 1,023 0,220 0,375 0,820 14,090 3,092 3,910 0,608 0,102 67,030 1,481 10,610 5,710

1,15 -1,82 -2,22 -0,13 0,61 -1,19 -0,96 -0,89 -0,33 -1,45 -0,67 -1,03 0,18

8,57 -7,59 -5,80 -45,01 -22,94 5,94 -8,63 3,86 104,82 8,57 -39,76 24,22 19,24 -8,22 -14,14

0,824 7,900 0,780 0,169 0,300 0,610 6,128 2,254 1,023 0,568 0,090 25,993 0,728 4,374 5,137

1,414 20,459 1,253 0,732 0,853 0,900 17,411 3,233 4,863 0,644 1,488 67,501 1,485 13,152 8,830

146 23 13759 320 2 4912 6215 96 65 190 2054 45 682 15

7,105 0,566 1,823 2,180 0,538 0,358

-1,46 -4,96 -4,00 -3,54 -1,56 -0,97

-30,62 -40,29 -20,11 -20,81 -37,26 -35,48

5,867 0,383 0,605 0,954 0,507 0,342

11,340 1,195 2,644 3,310 1,078 0,794

4545 93 35563 53 1142 467

4,188 0,138 1,310 3,900 3,645

-0,18 2,99 -1,45 1,04

-5,69 -6,43 -17,68 -5,57

1,941 0,105 1,273 3,435 3,040

4,604 0,343 1,660 5,127 4,813

43 20 39 171 241

7,505 0,080

-0,60 -1,60

31,90 -56,47

4,658 0,072

7,575 0,750

385 6

4,700 0,530 0,522

-1,05 -1,67 1,16

18,99 18,30 -9,69

3,213 0,389 0,466

4,779 0,660 2,000

377 13 2

TITOLO

2009- 2010 min € max €

Cap. in mil. di €

TITOLO Indesit rnc Industria e Inn Intek Intek r Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc Invest e Sviluppo Irce Iren Isagro IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IW Bank J Juventus FC K K.R.Energy Kerself Kinexia KME Group KME Group rnc L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica M Maire Tecnimont Management e C. Marcolin Mariella Burani FG MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Mediterranea Acque Meridiana Fly Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mirato Mittel MolMed Mondadori Mondo HE Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Monti Ascensori Mutuionline N Nice Noemalife Novare O Olidata Omnia Network P Panariagroup Parmalat

ieri

Var % inizio anno

7,030 2,553 0,427 0,730 4,375 2,418 1,932 0,015 1,431 1,269 3,025 3,230 6,450 3,563 25,740 16,920 1,435

-0,07 -2,85 -2,29 -0,17 -2,03 -1,43 -2,03 -0,62 -1,01 -1,71 -6,38 -0,92 -1,04 -0,23 -0,99 -

-8,64 13,82 -8,08 13,54 20,11 -23,62 -18,57 -49,27 -8,03 3,25 -13,07 -10,28 -33,95 -31,49 -18,83 -26,47 -27,08

0,874

-0,40

-3,32

0,074 3,640 1,926 0,292 0,530

-0,80 -3,51 0,21 0,87 -

-50,37 -57,94 -12,35 -14,43 -11,86

1,730 3,797 0,343 11,250 19,590

-0,86 -1,62 -3,11 -0,97 -2,10

-19,72 8,73 -20,55 6,82

2,857 0,200 2,870 2,523 7,730 2,833 5,180 6,870 3,248 2,990 0,052 0,356 11,200 1,403 1,615 3,080 0,464 2,345 0,132 6,645 0,427 1,024 0,160 0,304 1,069 5,320

0,35 4,60 -0,35 0,78 -0,26 -2,45 1,10 4,76 -0,25 -1,52 -0,84 -4,19 -0,64 -0,92 -0,96 -1,07 -1,26 -1,86 -0,23 -0,47 -2,10 0,19 -2,56 -0,37 -0,84

2,813 6,000 1,190

Rif € ieri

2009- 2010 min € max € 1,950 1,345 0,239 0,499 1,805 1,380 0,929 0,015 1,299 0,629 2,346 2,974 5,626 3,212 19,137 12,727 1,370

Cap. in mil. di €

9,309 2,634 0,636 1,054 4,597 3,196 2,489 0,045 1,857 1,517 4,311 5,220 11,181 6,081 38,148 25,091 2,240

3 60 57 4 424 28820 1808 4 40 1505 54 14 1141 375 566 276 105

0,649

1,068

177

0,049 3,193 1,400 0,261 0,435

0,297 10,123 2,881 0,485 0,711

72 63 41 130 23

0,915 2,196 0,275 10,407 9,571

2,974 3,962 0,450 18,010 21,790

53 428 24 1934 9160

14,87 40,56 90,19 29,81 -14,17 -10,77 -18,02 -27,27 10,13 -52,37 -40,47 -26,80 -31,14 -27,74 -24,14 -62,32 -27,17 -21,10 -10,44 -5,11 -17,29 12,40 19,22 -24,93 -5,17

0,996 0,056 1,013 1,810 4,562 1,736 3,057 4,531 2,060 1,284 0,039 0,328 9,827 1,118 1,226 2,429 0,422 2,185 0,110 2,740 0,396 0,791 0,119 0,135 0,870 2,740

3,386 0,198 2,995 10,125 7,708 3,588 6,487 9,675 4,938 3,290 0,168 0,980 16,000 2,779 2,732 4,136 1,472 3,740 0,393 9,895 0,495 1,579 0,230 0,521 2,211 5,970

912 94 178 75 513 51 6153 5954 2356 228 73 18 43 786 50 221 97 610 3 29 64 5646 20 8 14 210

-0,27 -2,04 -

-6,25 9,29 3,48

1,575 4,970 0,992

3,462 6,840 1,700

328 26 16

0,706 -

-2,15 -

41,38 -

0,213 -

0,931 -

24 -

1,649 1,904

-0,78 -0,73

-11,68 -4,32

1,194 1,138

2,314 2,139

75 3311

Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Pirelli Real E. Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Premafin Finanziaria Premuda Prima Industrie Prysmian R R. De Medici R. Ginori 1735 Ratti RCF RCS Mediagroup RCS Mediagroup risp RDB Recordati Reply Retelit Risanamento Rosss S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Snai Snam Gas Snia Socotherm Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr. T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tesmec Tiscali Tod’s Toscana Fin Trevi Fin.Ind. TXT e-solution U UBI Banca Uni Land Unicredit Unicredit risp Unipol Unipol pr V Valsoia Viaggi Ventaglio Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass. Y Yoox Yorkville Bhn Z Zignago Vetro Zucchi Zucchi rnc

2009- 2010 min € max €

Cap. in mil. di €

FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 21 SETTEMBRE 2010 TITOLI

Val. € oggi

ANM Americhe .............................8,844 ANM Anima America ....................4,036 ANM Anima Asia ...........................6,183 ANM Anima Convertibile ..............6,309 ANM Anima Emerging Mkts.......10,451 ANM Anima Europa ......................4,057 ANM Anima Fondattivo ..............13,805 ANM Anima Fondimpiego..........20,223 ANM Anima Fondo Tranding......12,766 ANM Anima Liquidità ....................6,633 ANM Anima Obbl.Euro .................7,166 ANM CapitalePiù Comp.Az. .........4,714 ANM CapitalePiù Comp.Bil.15 .....5,336 ANM CapitalePiù Comp.Bil.30 .....5,104 ANM CapitalePiù Comp.Obb. ......5,500 ANM Corporate Bond...................7,475 ANM Emerging Mkts Bond...........6,428 ANM Emerging Mkts Equity..........7,354 ANM Euroland ..............................4,443 ANM Europa...............................13,087 ANM Europe Bond........................7,676 ANM Flessibile ..............................2,894 ANM Fondo Liquidità....................7,606 ANM Iniziativa Europa ..................6,930 ANM Internazionale....................12,658 ANM Italia ...................................15,106 ANM Managers&Co. Comp.30 ....5,450 ANM Managers&Co. Comp.50 ....5,154 ANM Managers&Co. Comp.70 ....4,592 ANM Managers&Co. Comp.90 ....4,154 ANM Mix .......................................5,706 ANM Monetario..........................12,131 ANM Obiettivo Rendimento .........5,867 ANM Pacifico ................................4,984

Val. € ieri

8,892 4,048 6,194 6,309 10,436 4,061 13,820 20,235 12,788 6,634 7,160 4,729 5,337 5,107 5,499 7,472 6,436 7,384 4,459 13,139 7,673 2,902 7,607 6,939 12,688 15,106 5,452 5,162 4,609 4,173 5,702 12,129 5,863 4,996

Diff.% 12 mesi

18,24 7,34 6,15 2,24 24,95 8,27 4,83 7,73 8,21 0,82 2,99 9,48 3,91 4,42 3,00 6,27 11,42 22,30 2,44 8,05 5,47 7,54 0,52 12,55 11,05 -3,00 9,26 9,82 14,26 14,31 0,71 0,51 4,19 15,66

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

ANM Pianeta ..............................10,117 ANM Premium-Protetto................6,580 ANM Risparmio ............................7,797 ANM Sforzesco ..........................10,190 ANM Tesoreria-Imprese ...............6,903 ANM Valore Globale...................19,964 ANM Visconteo ..........................35,314

10,118 6,574 7,796 10,188 6,901 20,079 35,318

14,10 1,54 2,82 6,93 0,60 13,19 6,52

Azimut Bil. ..................................23,311 Azimut Garanzia .........................12,294 Azimut Reddito Euro ..................15,706 Azimut Reddito Usa......................6,138 Azimut Scudo ...............................7,731 Azimut Solidity ..............................7,915 Azimut Str. Trend ..........................5,113 Azimut Trend ..............................19,318 Azimut Trend America ..................8,981 Azimut Trend Europa..................12,059 Azimut Trend Italia......................14,783 Azimut Trend Pacifico...................6,424 Azimut Trend Tassi .......................8,940 Formula 1 - Alpha Plus 20 .............6,375 Formula 1 Conservative................6,419 Formula 1 High Risk......................6,792 Formula 1 Low Risk ......................6,636 Formula 1 Risk ..............................6,526

23,283 12,290 15,685 6,142 7,709 7,903 5,119 19,423 8,994 12,054 14,778 6,426 8,926 6,380 6,421 6,807 6,637 6,537

-0,02 -0,17 -0,17 12,71 4,09 0,91 5,23 9,07 12,53 1,07 -6,68 9,27 -0,79 -2,01 -1,06 -0,06 -0,94 -0,14

EC Focus Cap Pro 12/14 ..............5,082 5,079 Eurizon Az. Asia Nuove Economie11,073 11,077 Eurizon Az. Finanza ....................17,692 17,860 Eurizon Az. Int. Etico .....................5,738 5,763

23,35 3,97 8,08

TITOLI

Val. € oggi

TITOLI

Val. € oggi

Eurizon Az. Salute e Amb. ..........15,073 Eurizon Az. Tecn.Avanz ................3,924 Eurizon Az.ALto Dividendo Euro 25,396 Eurizon Az.EnMatPrime................8,948 Eurizon Az.EuropaMult.................5,715 Eurizon Az.Italia 130/30..............16,298 Eurizon Az.MondoMult .................3,361 Eurizon Az.PMI Amer. ................20,250 Eurizon Az.PMI Europa.................8,408 Eurizon Az.PMI Italia .....................4,573 Eurizon Bilan.Euro Multimanager36,182 Eurizon DiversEtico.......................7,983 Eurizon F. Az.America...................8,562 Eurizon F. Az.Euro ......................13,344 Eurizon F. Az.Europa ....................8,280 Eurizon F. Az.Internazionali...........7,276 Eurizon F. Az.Italia ......................11,647 Eurizon F. Az.Pacifico ...................3,967 Eurizon F. Az.Paesi Emer..............9,307 Eurizon F. Garantito 03/13 ............5,168 Eurizon F. Garantito 06/12 ............5,134 Eurizon F. Garantito 09/12 ............5,115 Eurizon F. Garantito 12/12 ............5,129 Eurizon F. Garantito 2sem06 ........5,243 Eurizon F. Garantito 2tri07 ............5,125 Eurizon F. Garantito 3tri07 ............4,964 Eurizon F. Garantito 4tri07 ............5,211 Eurizon F. Garantito Isem06 .........5,299 Eurizon F. Garantito Itri07 .............5,163 Eurizon F. Ob. Cedola...................6,124 Eurizon F. Ob. Emergenti ...........11,661 Eurizon F. Ob. Euro.....................14,136 Eurizon F. Ob. Euro B/T..............15,167 Eurizon F. Ob. Euro Corp. .............5,721 Eurizon F. Ob. Euro HY .................7,489 Eurizon F. Profilo Din.....................5,344 Eurizon F. Profilo Moder. ..............5,379 Eurizon F. Profilo Prud. .................5,473 Eurizon F. Rend.Ass 2anni............5,246 Eurizon F. Rend.Ass 3anni............5,484

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

15,123 3,941 25,447 8,991 5,686 16,281 3,360 20,423 8,404 4,552 36,074 7,987 8,617 13,359 8,311 7,308 11,635 3,975 9,336 5,167 5,133 5,115 5,129 5,243 5,125 4,962 5,210 5,298 5,162 6,124 11,660 14,114 15,167 5,720 7,483 5,340 5,376 5,471 5,244 5,480

13,80 12,82 -1,28 7,17 9,09 -4,23 14,16 19,06 15,08 -2,39 6,64 2,66 13,66 0,45 7,63 10,23 -3,89 13,28 22,77 1,27 0,88 1,07 1,24 -0,13 0,33 -2,53 0,68 1,34 0,08 1,93 8,92 2,00 -0,43 5,59 12,62 8,93 4,87 1,26 0,79 0,61

TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Eurizon F. Rend.Ass 5anni............4,908 4,908 Eurizon F. Tesor.Dollaro.............12,618 12,659 Eurizon F. Tesor.Dollaro $ ..........16,570 16,563 Eurizon F. Tesoreria Euro A...........7,655 7,654 Eurizon Focus Tesor Eu B ............7,702 7,701 Eurizon Liquidità A .......................7,273 7,272 Eurizon Liquidità B .......................7,454 7,453 Eurizon Ob. Internaz. ....................8,800 8,794 Eurizon Obb. Euro Corp. BreveT. .7,554 7,553 Eurizon Obblig. Etico ....................5,542 5,537 Eurizon Obiettivo Rend.to.............8,113 8,113 Eurizon Rendita ............................5,980 5,982 Eurizon Soluzione 10 ....................6,899 6,894 Eurizon Soluzione 40 ....................6,158 6,157 Eurizon Soluzione 60..................24,047 24,049 Eurizon Team 1 .............................6,015 6,012 Eurizon Team 1 Cl G .....................6,015 6,012 Eurizon Team 2 .............................5,712 5,707 Eurizon Team 2 Cl G .....................5,708 5,703 Eurizon Team 3 .............................4,804 4,798 Eurizon Team 3 Cl G .....................4,830 4,823 Eurizon Team 4 .............................4,071 4,065 Eurizon Team 4 Cl G .....................4,096 4,091 Eurizon Team 5 .............................3,934 3,930 Eurizon Team 5 Cl G .....................3,960 3,957 Intesa CC Prot.Dinamica ..............5,713 5,711 Passadore Monetario ...................7,115 7,115 Teodorico Monetario ....................7,457 7,457 Unibanca Azionario Europa..........6,117 6,144 Unibanca Monetario .....................5,726 5,726 Unibanca Obbligazionario Euro....5,854 5,852

Fideuram Bilanciato ...................12,426 12,456 Fideuram Italia............................21,527 21,521 Fideuram Liquidità .....................16,829 16,829

Diff.% 12 mesi 0,88 9,69 9,81 0,12 0,38 -0,32 -0,07 10,39 2,62 5,53 1,10 0,18 0,22 4,69 5,40 1,08 1,02 2,70 2,62 4,82 5,25 8,30 8,79 10,04 10,58 1,37 -0,15 -0,07 7,92 -0,14 1,35

-2,13 -0,47

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

Fideuram Moneta.......................14,612 Fideuram Rendimento..................9,391 FMS - Absolute Return .................9,187 FMS - Eq.Glob.Resources .........10,880 FMS - Equity Asia..........................8,799 FMS - Equity Europe.....................9,054 FMS - Equity Gl Em Mkt .............12,977 FMS - Equity New World ............17,325 FMS - Equity Usa ..........................8,038

14,612 9,375 9,164 10,865 8,818 9,019 12,969 17,358 8,007

-0,09 1,93 -0,12 12,39 11,55 8,84 25,98 26,70 15,92

Pioneer Az. Crescita ..................12,699 Pioneer Az Area Pacifico...............3,628 Pioneer Az Valore Eur Dis..............6,798 Pioneer Az. Am. ............................6,637 Pioneer Az. Europa.....................14,567 Pioneer Az. Paesi Em. ................11,175 Pioneer Liquidita’ Euro..................5,069 Pioneer Monet. Euro ..................13,205 Pioneer O.Euro C.Et. Dis...............4,887 Pioneer Obb. Euro Dis ..................6,699 Pioneer Obb. Paesi E. Dis...........10,311 Pioneer Obb. Più Dis.....................8,365 Pioneer Target Controllo...............5,416 Pioneer Target Equilibrio ..............5,416 Pioneer Target Sviluppo.............22,662

12,686 3,627 6,830 6,667 14,607 11,245 5,069 13,202 4,884 6,690 10,321 8,367 5,415 5,417 22,673

-4,73 3,16 8,30 10,03 4,63 22,09 0,22 0,92 7,83 5,71 22,20 6,67 3,30 4,44 3,16

Bim Az. Small Cap Italia ................6,936 Bim Azionario Europa ...................9,779 Bim Azionario Globale ..................3,981 Bim Azionario Italia .......................6,761 Bim Azionario Usa ........................5,972

6,917 9,804 3,992 6,747 5,998

-5,09 1,88 6,13 -7,23 11,04

TITOLI

Val. € oggi

TITOLI

Val. € oggi

Bim Bilanciato ............................22,304 Bim Corporate Mix........................5,575 Bim Flessibile................................3,796 Bim Obblig. Breve Term................6,552 Bim Obblig. Globale......................6,036 Bim Obbligazionario Euro.............6,984 Symphonia MS Adagio.................5,970 Symphonia MS America...............3,947 Symphonia MS Asia .....................5,337 Symphonia MS Europa.................5,489 Symphonia MS Largo...................5,728 Symphonia MS P. Emer. ............13,365 Symphonia MS Vivace..................5,197 Symphonia SC Asia Flessibile ......6,335 Symphonia SC Az. Euro ...............5,626 Symphonia SC Az. Internaz. .........6,539 Symphonia SC Az. Italia .............10,449 Symphonia SC Az. Italia SmallCap3,597 Symphonia SC Bil. Equil. Italia......5,372 Symphonia SC Bond Flessibile ....5,223 Symphonia SC Fortissimo............2,697 Symphonia SC Italia Flessibile......4,964 Symphonia SC Monetario ............7,442 Symphonia SC Obblig. Area Eur...9,646 Symphonia SC Patrim.Glob.Redd.7,110 Symphonia SC Patrim.Globale.....5,224 Synergia Az. Europa .....................6,105 Synergia Az. Globale ....................6,192 Synergia Az. Italia..........................5,705 Synergia Az. Sm.Cap It. ................5,544 Synergia Azionario Usa.................6,269 Synergia Bilanciato 15 ..................5,336 Synergia Bilanciato 30 ..................5,517 Synergia Bilanciato 50 ..................5,718 Synergia Monetario ......................5,016 Synergia Obbl Corporate..............5,467 Synergia Obbl. Euro BT ................5,070 Synergia Obbl. Euro MT................5,250 Synergia Tesoreria........................5,049 Synergia Total Return ...................5,242

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2,89 4,09 -2,32 0,91 9,47 3,85 5,33 12,35 15,39 7,37 7,61 26,90 10,18 13,47 -1,11 8,69 -8,87 -5,44 -1,07 4,33 7,45 -2,84 0,53 5,37 1,17 4,11 1,63 5,88 -8,79 -6,71 7,53 2,65 3,18 3,81 -0,16 4,15 0,80 3,80 0,20 0,48


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LETTERE,COMMENTI&IDEE

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I ROM E L’EUROPA METICCIA LA COSTITUZIONE VIOLATA DALLA SCUOLA DI ADRO JACQUES LE GOFF (segue dalla prima pagina)

I

l problema è reso più acuto dal fatto che i paesi europei dove i rom sono più numerosi — in particolare la Romania — sono anche quelli in cui la disoccupazione è più alta. Per questo credo che nei colloqui si dovrebbe affrontare anche il tema dell’occupazione. Oggi l’attrito tra rom e gruppi di cittadini europei nasce da diverse questioni ancora insolute: una di queste è la resistenza di alcuni rom a far frequentare le scuole pubbliche nazionali ai propri figli. Io sono favorevole alla maggiore integrazione possibile dei rom nelle culture dei diversi paesi in cui risiedono, ma credo anche che potremo lasciare loro il compito di organizzare essi stessi l’educazione dei loro figli, a condizione che funzionari pubblici di diversi paesi possano sovrintendere al rispetto di alcune regole fissate di comune accordo. Dunque lascerei ai rom libertà nella scelta dei docenti degli orari e dei metodi dell’insegnamento ma con l’impegno che questo stesso insegnamento sia oggetto di una verifica da parte degli stati nazionali. Anche nel settore della sanità e della salute occorre cercare un compromesso tra la libertà dei rom di dove e come farsi curare e la verifica che queste cure siano effettivamente svolte. Come storico credo che una progressiva realizzazione di una sempre più forte unione europea sia la strada giusta per risolvere il problema. Per riprendere un espressione di Jacques Delors il nostro spazio politico ha scelto di costruirsi come «Europa delle nazioni». E i rom si possono considerare a tutti gli effetti una nazione. Ecco perché credo che almeno una parte importante delle regole che si applicano alle nazioni europee potrebbero essere applicate ai rom. Tenendo conto che l’Europa è un insieme di diversità, anche se con forti somiglianze tra diversi paesi che la compongono. Insomma, mi pare che l’essenziale sia la voglia di pervenire ad un accordo che non può che essere un compromesso, frutto di un dialogo. Naturalmente c’è un problema linguistico: i rom parlano sia lingue specifiche sia la lingua del paese in cui risiedono, dunque la loro nazione non si distingue per un’unica lingua. Ma questo è un problema che esiste anche altrove in Europa e anch’esso può trovare una ragionevole soluzione. Come storico credo che ciò che ha contraddistinto l’espe-

rienza millenaria dell’Europa siano stati il meticciato, la mescolanza delle culture e la loro progressiva integrazione. L’Europa è nata dalla fusione tra i popoli cosiddetti romani o gallo romani o ispano romani (cioè quelli che diedero luogo a una prima integrazione) e i cosiddetti «barbari», una parola oggi bandita dagli storici. Oggi fortunatamente non disprezziamo più chi non pratichi una cultura cosiddetta superiore: gli storici e tutti coloro che hanno influenza sulla società dovrebbero mostrare come la caratteristica tipica dell’Europa sia proprio la sua capacità di integrazione nel rispetto delle diversità: una strada difficile ma possibile. Certo, le difficoltà di accogliere gli stranieri che si manifestano oggi in Europa nascono anche dal fatto che negli ultimi anni il numero di immigrati è cresciuto. Ma non dovremmo dimenticarci che nel periodo dell’antichità tardiva o del Medioevo le cifre relative ai cosiddetti barbari, celti, germani o slavi che si spostarono sul territorio europeo erano assai più grandi. A quell’epoca l’integrazione più importante fu quella provocata dalla cristianizzazione. Oggi la religione di per sé non può essere lo strumento principale di integrazione. Serve un progetto culturale comune nello spazio europeo: un progetto scientifico ma anche educativo. E poi è necessario lavorare anche sul regime politico: la forza dell’Europa è anche quella di essere composta da stati che con tutti i loro limiti sono tutti democrazie. La sinistra in particolare deve saper rispondere con maggior forza alla destra su questo tema. Il suo limite oggi è che purtroppo non riesce a combinare la giusta ostilità alle cattive politiche di discriminazione con un’alternativa efficace, capace di offrire soluzioni di ricambio concrete percorribili. Forse la nozione più falsa e pericolosa veicolata dal nazismo è proprio quella della purezza etnica. C’è bisogno oggi di un grande progetto capace di rifarsi proprio all’originalità dell’esperienza storica europea, capace cioè di ritrovare l’ingrediente storico della sua forza: il suo multiculturalismo, la sua abitudine al meticciato. Il presidente della repubblica francese — per fare solo un esempio — dovrebbe ricordarsi di essere ungherese. Intervento raccolto da Giuseppe Laterza e pubblicato su www. laterza. it, il sito web della casa editrice da oggi rinnovato nei contenuti © RIPRODUZIONE RISERVATA

C CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it

aro Augias, non mi pare che sia stato colto il gravissimo significato politico della scuola di Adro costellata di loghi della Lega Nord. Un passo deciso nel marcare il territorio in modo secessionista, una sfida allo Stato. Con quel che segue: esitazione di un governo che sarebbe dovuto intervenire con durezza mezz’ora dopo, tardivo intervento della ministra e il sindaco che dice “me lo deve dire Bossi”. E nessun ministro Maroni che chieda il commissariamento di fronte a comportamenti anticostituzionali e ribelli al Governo. Non ci si rende conto di quale avallo e quale rinforzo questa mollezza stia dando alle pulsioni aggressivamente identitarie di chi si riconosce nella Lega. L’opposizione protesta, sì, ma con toni e modi ordinari anziché straordinari. E non fa una piega il Pdl, che della Lega è ostaggio e che peraltro del senso dello Stato ignora l’esistenza. Ma Fini? Accogliamo a denti stretti il suo mea culpa per aver voluto e votato quella legge elettorale che ci crocifigge e che milioni di comuni mortali già vedevano indecente mentre lui ci ha messo cinque anni, come l’amico Casini. Marco De Luca - Milano d.markus122@gmail.com

D

ue frasi del sindaco di Adro hanno dato la misura della sua impudenza: “Prima che sindaco sono un militante”. L’altra: “Mi dicano quale legge ho violato”. Quale legge? La Costituzione, per cominciare, il suo ‘spirito’ ma anche l’articolo 5 che incoraggia le ‘autonomie locali’ ma dopo aver prescritto la Repubblica ‘una e indivisibile’ mentre quei simboli di partito in una scuola simboleggiano l’esatto contrario. Ma insieme alla Costituzione la legge prima del buon senso che vuole i simboli di partito lontani dalle scuole. Come del resto li vorrebbe lontani dalle giacche dei ministri i quali a quella Costituzione hanno giurato fedeltà e dovrebbero ‘amministrare’ non i propri seguaci, ma lo Stato che è di tutti. Quelle cravatte e quei fularini verdi sono simboli di partito esibiti in Parlamento e dai banchi del

Se il ricercatore è precario a mensa paga di più Oscar Amalfitano Università di Padova IN questi tempi in cui si parla molto dello stato della ricerca, e della situazione dei ricercatori precari, vorrei raccontare un particolare dell’Università di Padova, che ritengo indicativo. Dal mese di luglio 2009 il corpo docente (professori e ricercatori) gode di tariffe preferenziali utilizzando le strutture di ristorazione dell’Ateneo. Nel mese di febbraio di quest’anno il Senato accademico ha deliberato un’equiparazione delle tariffe dei docenti a quelle dei ricercatori precari (assegnisti e borsisti) ritenendo paradossale che chi compie di fatto lo stesso lavoro di un professore, ma viene pagato molto meno, debba poi pagare molto di più per i pasti. Ma la delibera è decaduta e non sarà adottata poiché l’Ateneo non ha la necessaria copertura finanziaria.

La mia pensione e il futuro dei figli Gabriella Miceli Udine SIAMO quella che potrebbe corrispondere ad una famiglia italiana media, due genitori che lavorano, due figli che studiano, un mutuo sulle spalle per anni ancora. Lavoriamo da quasi trent’an-

ni e per quel che mi riguarda, avendo scelto un tempo parziale (25 ore) per crescere i figli non avendo nonni in aiuto, e non volendo lasciare un lavoro bellissimo e difficile (la logopedista), mi troverò in vecchiaia a percepire non più di 600/700 euro al mese. Ma non è per questo che scrivo. Il mio primogenito, per fortuna sua, ragazzo bravo e determinato, dopo essere uscito brillantemente dal liceo scientifico e dopo uno scambio internazionale in Canada di un anno pagato per buona parte con il ricavato del lavoro da cameriere in un bar, decide di iscriversi al Politecnico e riesce ad entrare. Se riuscirà a

L’AMACA

governo. Come i fascisti che entravano alla Camera in camicia nera. Mi scrive Virginia Bracchi (gggpaola@yahoo.it): «Mi piacerebbe chiedere al sindaco di Adro da chi percepisce lo stipendio, se da Bossi o dal Comune che dovrebbe amministrare a nome di tutti i cittadini, quelli che lo hanno votato, quelli che hanno idee diverse. Questo Paese ha problemi gravi, chiede amministratori seri, non ultras di partito né pagliacciate». Un ministro ha dovuto riflettere per giorni interi prima di trovare il coraggio di dire che la faccenda era illegale. Come andrà a finire ancora non si sa e mentre si succedono minuscole sfide un po’ preoccupanti un po’ patetiche come queste, su altri tavoli si gioca la vera partita: quella delle banche e dei soldi. Orribile eredità ci lasceranno questi anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

terminare il suo percorso e si laureerà al Politecnico di Milano, cosa lo aspetta in Italia? Mi chiedo se per lui i 600 euro al mese saranno lo stipendio futuro e non la pensione come per me.

A Bossi risponde Ippolito Nievo Paola Meschini Roma A PROPOSITO di Roma Capitale e dell’incredibile dichiarazione di Bossi sulla necessità di una capitale del Nord, vorrei riportare

MICHELE SERRA

L

a presenza di un bergamasco tonto nella fiction “Distretto di polizia” (Mediaset) ha fatto imbufalire il governatore del Veneto Luca Zaia, che ha scritto una vibrante lettera di protesta a Fedele Confalonieri. Diciamolo, Zaia ha ragione. Talmente ragione che alla sua idiosincrasia per lo stereotipo del subalpino tonto, aggiungo il fastidio per le macchiette del napoletano furbo, della bolognese vogliosa, del romano cinico, del veneto beone, del ligure tirchio, del sardo basso, del siciliano erotomane eccetera: bozzetti regionali vecchi come il cucco che inchiodano l'identità italiana (e il cinema, e la tivù) a una desolante rassegna di comparse regionali e di parlate dialettali. Detto questo, un capo leghista è l'ultimo che ha il diritto di lamentarsi. Alla penosissima permanenza di questi tratti ridicolmente “local”, la Lega ha dato un potentissimo contributo. A furia di esaltare le radici di corto raggio, le macchiette regionali escono come zombi dai loculi nei quali si sperava di averle tumulate, se non altro per sfinimento. A paese provinciale (con i provinciali al potere), non può che corrispondere un immaginario provinciale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

un brano da “Le confessioni di un italiano” di I. Nievo. «Saranno sempre gelosie ove non sarà uguaglianza; e checché ne dicano del nostro municipalismo, anche Marsiglia in Francia sbufferebbe di esser sottoposta a Lione, come sbuffò per secoli Edimburgo di assoggettarsi a Londra: forse sbuffa tuttora. Sebbene Londra sovrasti ad ogni città del Regno Unito, piucché Roma a qualunque capitale della penisola nostra; ma per Roma stanno le tradizioni le memorie le glorie la maestà che la fanno capo nonché d’Italia, del mondo; e nessun luogo sarebbe sì ardito da vergognarsi di ubbidire a lei».

Tessera sanitaria, duplicato a ostacoli Cristiana Serafini LA tanto sbandierata informatizzazione della pubblica amministrazione, con la conseguente semplificazione delle procedure per il cittadino, viene quotidianamente disattesa. Il caso della tessera Sanitaria è emblematico: fino a qualche tempo fa, si poteva richiedere il duplicato via Internet, con gran risparmio di tempo. Io l’ho fatto per tutta la mia famiglia. Attualmente, se si ha la sfortuna di perderla, bisogna recarsi alla Asl di appartenenza o in qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, con relative file e opportuna documentazione cartacea: carta d’indentità, codice fiscale, delega se si va per qualcun altro. Ogni ufficio fa per sé, e il cittadino fa la trottola.

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AVVISO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA APERTA

CASA LIVORNO E PROVINCIA S.p.A. - CASALP

STAZIONE APPALTANTE del Comune di CASTAGNETO CARDUCCI indice una procedura aperta ai sensi dell’art. 3, c. 37 e dell’art. 55, c. 5 D.Lgs. 12.04.2006 n. 163 e s.m.i. per la costruzione di un edificio per complessivi n. 12 alloggi da realizzarsi nel Comune di Castagneto Carducci - Loc. Donoratico - CIG. n° 0538506534. - Importo complessivo dell’appalto: € 996.849,47 di cui € 40.184,07 per oneri della sicurezza (non soggetti a ribasso). - Finanziamento: Regione Toscana - Delibere C.R n. 43/2009 e G.R. n. 323/2010 - Misura Straordinaria ed Urgente B. - Termine per l’esecuzione: dei lavori giorni 480 (quattrocentottanta) naturali e consecutivi decorrenti dalla data di consegna degli stessi. - Categoria prevalente: “OG1” - “Edifici civili ed industriali” - Classifica III o superiore. - Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso determinato mediante ribasso sull’importo dei lavori posto a base di gara, ai sensi dell’art. 82, co. 1 e co. 2, lett. b) del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i., previa individuazione delle offerte anomale secondo le modalità dell’art. 86, co. 1 con esclusione automatica delle stesse in conformità dell’art. 122 co. 9. La Società si riserva comunque la facoltà di procedere secondo quanto previsto dall’art. 86 co. 3, 3-bis, 3-ter e dagli artt. 87 e 88 del Decreto suddetto. - Sono ammessi a partecipare i soggetti di cui all’art. 34 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i. - I pagamenti saranno effettuati come specificato nel Disciplinare di gara e nel Capitolato Speciale di Appalto. - Il termine della ricezione delle offerte (corredate dalla documentazione richiesta nel bando e relativo disciplinare di gara), da inviare a mezzo raccomandata del Servizio Postale o servizi autorizzati nonché a mano, alla Società CASA LIVORNO E PROVINCIA S.p.A. (Ambito Promozione e Sviluppo - Supporto Organi e Direzione) - Viale I. Nievo, 59/61 57122 LIVORNO (Tel. 0586/448611 - Fax 0586/448663), è fissato entro e non oltre le ore 12,00 del giorno 25.10.2010, a pena di esclusione. - La documentazione richiesta nel disciplinare di gara (pubblicato integralmente, tra l’altro, nell’Albo Pretorio dei Comuni di Castagneto Carducci e Livorno, in quello della Società e nel sito internet della stessa: www.casalp.it) sarà consegnata al momento del ritiro del CD contenente gli elaborati di gara e del contestuale al sopralluogo, obbligatori. - L’apertura dei plichi avverrà in seduta pubblica alle ore 9,00 del giorno 27.10.2010. - Il Responsabile del procedimento è l’Ing. Vito Borrelli, Dirigente Servizio Tecnico della Società Appaltante. Livorno, lì 20.09.2010 Il Presidente del C.d.A. (Avv. Stefano Taddia)

FONDATORE EUGENIO SCALFARI DIREZIONE Ezio Mauro direttore responsabile vicedirettori Gregorio Botta, Dario Cresto-Dina, Massimo Giannini, Angelo Rinaldi (art director) caporedattore centrale Fabio Bogo, caporedattore vicario Massimo Vincenzi, caporedattore internet Giuseppe Smorto GRUPPO EDITORIALE L’ESPRESSO Spa Consiglio di amministrazione Presidente: Carlo De Benedetti Amministratore delegato: Monica Mondardini Consiglieri Agar Brugiavini, Rodolfo De Benedetti, Giorgio Di Giorgio, Francesco Dini, Sergio Erede, Mario Greco, Maurizio Martinetti, Tiziano Onesti, Luca Paravicini Crespi Direttori centrali Alessandro Alacevich (Amministrazione e Finanza), Pierangelo Calegari (Produzione e Sistemi informativi), Stefano Mignanego (Relazioni esterne), Roberto Moro (Risorse umane), Divisione la Repubblica - Via Cristoforo Colombo, 149 - 00147 Roma Direttore generale: Carlo Ottino Certificato ADS n. 6672 del 1-12-2009

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La tiratura de “la Repubblica” di mercoledì 22 settembre 2010 è stata di 552.829 copie


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LIBERTÀ INDIVIDUALE, L’OSSESSIONE DELL’AMERICA DAVID BROOKS ochissimi romanzi ormai danno voce a tesi chiare e provocatorie sullo stile di vita americano ma il nuovo libro di Jonathan Franzen, un’opera importante, che si intitola “Freedom’’, Libertà (in Italia uscirà a febbraio per Einaudi, ndt) di queste tesi ne esprime almeno due. Innanzitutto sostiene

P

Nel suo nuovo libro Franzen dipinge una nazione di gente spiritualmente immatura e infelice. Molti personaggi hanno vite lasciate a metà che la cultura americana è troppo ossessionata dalla libertà individuale. In secondo luogo, dipinge un’America popolata da gente infelice e spiritualmente immatura. Molti dei suoi personaggi hanno vite lasciate a metà. C’è una donna “un tempo attiva nel movimento studentesco Sds a Madison e oggi attivissima nella frenesia per il Beaujolais nouveau’’. Ci sono persone che dedicano le proprie energie morali alla causa della gentrificazione responsabile. Uno dei protagonisti è vittima di accessi di giusta collera quando gli automobilisti davanti a lui cambiano corsia senza mettere la freccia. Il principale personaggio maschile, Walter, è buono, ma sprovveduto e di un’ingenuità patetica. Il suo rivale cattivo, Richard, è un uomo di mezza età che incide album rock dai titoli beffardi e per sbarcare il lunario fa lavori di carpenteria. Dovrebbe in teoria rappresentare il lato tosto, pericoloso della vita, ma la sua è una trasgressione all’acqua di rose. Di Patty, la donna incapace di decidere tra i due, veniamo subito a sapere che non è in grado di esprimere giudizi morali. Investe ciò che resta dei suoi desideri nel tentativo programmatico di creare la famiglia e il focolare perfetti e nel momento in cui la vita domestica non regge il peso che lei le impone, precipita in un caos di pulsioni indistinte. Nella recensione uscita su The Atlantic B. R. Myers, acuto ma troppo pungente, contesta a Franzen la volontà di “creare un mondo in cui non possa accadere nulla di importante”. Critica il linguaggio colloquiale e adolescenziale talvolta utilizzato dall’autore per dar vita al suo mondo: “Non c’è sostanza nelle cose che ‘fanno schifo’, né pathos nell’essere ‘cotto’ di qualcun altro”. Ne vien fuori, secondo Myers, “un monumento di 576 pagine all’insulsaggine”. Ma senza dubbio è questo lo scopo di Franzen. In alcune occasioni importanti paragona i suoi protagonisti a quelli di Guerra e Pace. Ovviamente tenta di evidenziare l’enorme differenza di spessore tra due gruppi. I personaggi di Tolstoj sono spiritualmente ambiziosi, alla spasmodica ricerca di una qualche verità universale che possa reggere lo scrutinio della loro intelligenza. I moderni personaggi di Franzen sono distratti e sprovveduti. Facile provare ammirazione nei confronti di Pierre e del principe Andrej. Impossibile guardare ammirati a Walter e Richard, anche se è possibile che suscitino empatia. “Freedom” non è la storia di grandi spiriti alla ricerca di importanti verità. È il ritratto di un’America in cui le cose im-

portanti, vere, fondamentali, sono andate distrutte o ricostruite e la gente va a tentoni, senza rendersi neppure conto di ciò che ha perso. “Freedom” ti risucchia con le sue osservazioni perspicaci e il respiro ambizioso. Scatenerà migliaia di dibattiti tra i lettori attorno agli stessi interrogativi: Il libro dice la verità? Davvero l’Ame-

Ormai gli scrittori sono intrappolati e ignorano tutto ciò che potrebbe turbare il dogma della disperazione silenziosa rica è così come la dipinge? La mia risposta, per quel che vale, è che “Freedom’’ è più rivelatore della cultura letteraria americana che dell’America in sé. Molto tempo fa un autore sulle rive del lago Walden decise che gli appartenenti alla classe media americana visti dall’esterno possono sembrare felici e realizzati ma nell’intimo vivono una silenziosa disperazione. Questo messaggio fece presa (è lusinghiero per gli scrittori ed altri dissidenti) e da allora è la base della quasi totalità delle raffigurazioni dell’America di provincia e dei sobborghi. Stando alla letteratura americana non c’è gente felice nelle periferie urbane e certo non gente realizzata. Ormai gli scrittori sono intrappolati nei confine di questa ortodossia. E persino autori del talento di Franzen descrivono come di prammatica vicini di casa maligni e casalinghe che ingoiano pillole, ma ignorano tutto ciò che potrebbe turbare il dogma della disperazione silenziosa. La religione è quasi inesistente. C’è pochissimo del mondo del lavoro e delle imprese. Sono assenti il patrimonio etnico, il servizio militare, l’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica e qualunque elemento potenzialmente elevato e nobilitante. Richard è un artista ma non vediamo il legame di impegno con l’arte. Patty è un’atleta ma non vediamo lo spirito di squadra che rappresenta il meglio dello sport. Il mondo politico è oggetto della peggior caricatura. Gli ambientalisti parlano come gli snob su cui ironizza Glenn Beck. I repubblicani come il prototipo dei guerrafondai di Michael Moore. Le componenti serie della vita vengono sfrondate e i lettori devono chinarsi per abitare un mondo dai soffitti bassi. Tutti finiscono per sentirsi superiori ai personaggi di cui leggono (cosa sempre piacevole in una società notoriamente smaniosa di status), ma qualcosa manca. Anche i critici sociali, da Thoreau ad Allan Bloom, ai membri della Sds autori del Manifesto di Port Huron definirono piatta la vita borghese, ma quanto meno tentarono di indurre i propri lettori ad aspirare a cose serie. “Freedom” è un libro brillante ma nonostante ciò intrappolato in un cul de sac intellettuale, il suo sguardo sulla vita americana è troppo feroce e manca di una visione alternativa di livello superiore. © New York Times News Service/La Repubblica (Traduzione di Emilia Benghi) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

La cultura

Gli spettacoli

Lucarelli “Vi racconto l’Italia dei veleni”

La partita ora è in 3D la tv entra nella nuova era

CARLO BONINI

ERNESTO ASSANTE

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Da Marcinkus all’operazione trasparenza fino alle accuse di oggi. Viaggio nello Ior, il cuore della finanza (e dei misteri) del Vaticano ALBERTO STATERA ROMA pesse nove metri, le mura del Torrione di Niccolò V, eretto nel 1453, rappresentarono il potente baluardo della cristianità contro i turchi. Nel terzo millennio, quel bunker protetto dalle guardie svizzere che svetta oltre la porta vaticana di Sant’Anna, sede dell’Istituto per le Opere di Religione denominato all’origine “Ad pias causas”, è giudicato se non proprio il paradiso, il purgatorio dell’offshore, dei misteriosi conti cifrati, del riciclaggio di denaro di origine opaca, di operazioni bancarie che virano sul grigio, quando non sul nero dell’inferno. Di quelle che insomma odorano

S

Labanca

Dio di

Salute

L’intervista

Ecco a voi dieci diete d’autunno

Oliver Stone “Ritorno a Wall Street”

Tecno

È arrivato il tempo del BlackPad Musica

Immagini iPad

La nostra guida ai concerti della settimana

Oktoberfest il mega raduno delle bionde

Il sondaggio

Ricominciamo dal dizionario? dizionari.zanichelli.it

OGGI SU REPUBBLICA.IT

loZingarelli2011 “Un liceale su tre non sa l’italiano... E se cominciassimo dallo Zingarelli?”

PROFUMO PUÒ ESSERE IL LEADER DEL PD?

Crescere a libri aperti

anche in DVD-ROM, su iPhone e ONLINE

da lontano di sterco del diavolo. Il paradosso è che dopo secoli di diaboliche e impunite frequentazioni col maligno, sembra che il divino redde rationem giudiziario giunga proprio nel momento in cui decolla un tentativo di cristiana purificazione della finanza vaticana. Con papa Ratzinger, di cui gode la stima, e con gli altri plenipotenziari in tonaca, pare che il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, il moralizzatore, fosse proprio sul punto di lanciare il suo progetto-trasparenza per restituire prestigio alle istituzioni pontificie travolte continuamente dagli scandali, quando i magistrati di Roma l’hanno indagato con l’ipotesi di riciclaggio. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE

GIOVEDÌ

ENRICO FRANCESCHINI

LA MACCHINA DELLA VERITÀ FISCALE

«H

ai nascosto soldi in Svizzera?». I contribuenti britannici potranno presto sentirsi chiedere domande simili. Non dovranno rispondere a un agente delle tasse in carne ed ossa, bensì a una macchina: per la precisione a un “lie detector”, una macchina della verità. La proposta di sottoporre i cittadini ad alto reddito (per gli altri non vale la pena) a un interrogatorio di questo tipo viene dal partito liberaldemocratico, partner dei conservatori nel governo di coalizione guidato da David Cameron. Molti lib-dem, avendo un’anima progressista o perlomeno liberale, soffrono per l’alleanza con i Tories voluta dal loro leader Nick Clegg: l’iniziativa di usare il “lie detector” contro i ricchi li fa sentire più in linea con i propri ideali. Non è chiaro se tutti i contribuenti ad alto reddito verranno sottoposti alla macchina della verità o solo i più sospetti. Ma forse l’idea, se avesse successo, potrebbe essere adottata anche da altri paesi, e non solo contro l’evasione fiscale: per esempio per scoprire se un ministro, o un primo ministro, dice la verità, tutta la verità, tutt’altro che la verità. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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L’INCHIESTA R2CRONACA

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Nel bunker dei conti cifrati si sono consumati gli scandali Sindona, Ambrosiano e Enimont fino al G8. Movimenti oscuri di miliardi che in passato hanno provocato un disastro etico e di immagine. Era partita l’operazione trasparenza ma è scattata l’inchiesta shock sul riciclaggio

(segue dalla copertina)

ALBERTO STATERA iente più conti correnti anonimi intitolati a beati e santi, niente più pseudonimi, schermi e triangolazioni occulte, come quelle che per decenni hanno visto transitare nel Torrione miliardi e miliar-

N

cardinale, che ha dato in escandescenze. O quando si è imbattuta nei conti di Giulio Andreotti e del gentiluomo di Sua Santità Angelo Balducci, protagonista dello scandalo G8 e referente della cricca della Protezione Civile, che dimora a palazzo Chigi negli uffici di Gianni Letta e del suo factotum Luigi Bisignani, che lo fu anche del capo della Loggia P2 di Licio Gelli.

IOR I segreti della

cassafortevaticana Su quei 200 milioni transitati dall’ex Banca di Roma all’Istituto l’ispezione si arenò

di di denari talvolta d’ignobile provenienza. Queste le promesse del banchiere che da un anno si trova a maneggiare i segreti più imbarazzanti d’Oltretevere e non solo dell’ultimo mezzo secolo. Il tutto preceduto da un’inchiesta interna, segretissima, che deve aver affrontato momenti drammatici. Quando, per esempio, ha cercato di chiarire i movimenti di denaro sul conto di un ben noto

Quello stesso Bisignani che, ancora giovanetto quasi imberbe, recava decine di miliardi della madre di tutte le tangenti (di allora) targata Enimont oltre la porta di Sant’Anna. Ben altro rispetto al miliardo e mezzo di lire attinto da Letta stesso anni prima dai fondi neri dell’Iri. Aveva uno speciale pass Bisignani. E probabilmente lo conserva ancora, perché chi accede allo Ior, spesso con pe-

santi borse foderate di banconote, deve essere conosciuto per passare il vaglio della guardia svizzera. Valicata una barriera vetrata a comando elettronico — come ha raccontato in un suo libro Giancarlo Galli, che dal precedente presidente dello Ior Angelo Caloia fu condotto in visita nel Torrione blindato — si spalanca un salone moderno, un ottagono con pareti altissime, che sembrano quasi il paradiso. Il paradiso dell’offshore. In questa banca non esistono assegni con la stampigliatura Ior, solo contanti, lingotti d’oro e transazioni estero su estero via bonifico, con un clic elettronico. Niente ricevute, niente carte inutili. Chi è adeguatamente presentato può entrare portando una valigia piena di dollari di qualunque provenienza e uscirne senza ricevuta, ma con la certezza che il suo denaro andrà dove deve andare senza lasciare tracce. L’ingresso del paradiso vero è più riservata, come si conviene. Solo gli intimi degli intimi possono attraversare il cortile di San Damaso, il cortile del Maggiordomo, e guadagnare il ballatoio dove giunge l’ascensore che cala dall’appartamento pontificio, dove, dietro a una porticina, c’è lo studio del presidente dello Ior. Gotti Tedeschi, che Sua Santità reputa degno del premio Nobel per l’economia, non ha che da salire in ascensore per spiegargli cos’è quest’ennesimo scandalo. Se ieri sia salito su quell’ascensore verso il cielo Gotti ovviamente non lo dice neanche a sé stesso, ma l’alta gerarchia della Curia non ignora certo che da molto tempo la procura di Roma indaga su

banche e banchette, come quella del Fucino fondata dai principi Torlonia, che ogni giorno scambiano operazioni per centinaia di milioni con lo Ior, considerato uno schermo dietro il quale quasi mai c’è

una persona fisica o giuridica. E soprattutto c’è la filiale 204 dell’ex Banca di Roma, oggi Unicredit, allocata in via della Conciliazione al confine con le Mura Leonine, meno di duecento metri da piazza San


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zoom

LA FONDAZIONE Lo Ior è stato fondato da Pio XII il 27 giugno 1942. Sostituì l’Amministrazione creata da Leone XIII nel 1887

GLI SCANDALI Lo Ior è stato più volte coinvolto in scandali finanziari e non, tra cui l’affare Sindona e il crac del Banco Ambrosiano

MONSIGNOR MARCINKUS Le vicende più oscure della storia dello Ior coincidono con la presidenza del vescovo Paul Marcinkus dal 1971 al 1989

LA RIFORMA Nel 1989 Giovanni Paolo II modificò lo statuto dello Ior affidandone la vigilanza a una commissione di cinque cardinali

Pietro, dove in due anni sono transitati su un conto Ior quasi 200 milioni di euro. Conti sconosciuti, protetti e sospetti. Di cui sicuramente, a suo tempo, non ignorava l’esistenza Cesare Geronzi. Am-

messo che ne fosse all’oscuro, di certo ne fu informato il suo uomo per i rapporti con il Vaticano Marco Simeon. Ma l’ispezione interna si arenò misteriosamente. L’Istituto per le Opere di

Religione, nato una prima volta nel 1887 sulla base di quanto stabilito dalla Commissione «Ad pias causas» costituita da Leone XIII, divenne una vera banca il 27 giugno 1942 con chirografo di Pio XII,

ANTI-RICICLAGGIO Non aderisce alle regole internazionali antiriciclaggio. L’impegno è di adeguarsi alle norme Ue entro il 31 dicembre 2010

prevedendo che a usufruirne fossero dicasteri del Vaticano, conferenze episcopali, arcidiocesi e diocesi, parrocchie, nunziature, ordini religiosi, preti e monache. Non andò proprio così, quando si scoprì che sulla riva del Tevere albergava per gli amici e gli amici degli amici una banca onshore e al tempo stesso offshore, dove tutto si poteva nel maneggiare tanto denaro in dispregio delle regole. Nel mezzo secolo successivo e se non fino ad oggi fino a ieri, stando almeno al senso di umiliazione sincera manifestato dal presidente Gotti Tedeschi per l’inchiesta che lo coinvolge, è stata una teoria ininterrotta di scandali. Sindona, l’omicidio Calvi, la stagione di Tangentopoli, con il giovane Bisignani che versò sul suo conto proteso verso il cielo 108 miliardi di lire in certificati del Tesoro, Gelli, il denaro riciclato dei corleonesi di Totò Riina, l’ex governatore Fazio, che scambiava i ratios patrimoniali con le massime morali di San Tommaso d’Aquino, Fiorani e le scalate dei furbetti del quartierino, persino lo scandalo del calcio, con Moggi che dello Ior sarebbe uno straricco correntista. E, per finire, la cricca dei gentiluomini di Sua Santità, gonfi di ricchezze da nascondere perché ingiustificabili. Il tutto tra guerre interne che oltre il portone di bronzo raramente filtrarono nella loro tragica povertà terrena. «Santità — scrisse Roberto Calvi a papa Wojtyla poco prima di essere ucciso sotto il ponte dei Frati neri a Londra — sono stato io ad addossarmi il pesante fardello degli errori nonché delle colpe com-

messe dagli attuali e precedenti rappresentanti dello Ior; sono stato io che, su preciso incarico dei Suoi autorevoli rappresentanti, ho disposto cospicui finanziamenti in favore di molti paesi e associazioni politico-religiose dell’Est e dell’Ovest; sono stato io in tutto il CentroSudamerica che ho coordinato la creazione di numerose entità bancarie, soprattutto allo scopo di contrastare la penetrazione e l’espandersi

Il moralizzatore iperliberista Gotti Tedeschi: per il Papa sarebbe degno del Nobel di ideologie filomarxiste; e sono io infine che oggi vengo tradito e abbandonato». Il cardinale Paul Marcinkus, ex capo dello Ior oggi defunto, che fu uno degli autori del disastro etico e d’immagine che ha segnato tutta la storia dell’oro del Vaticano maneggiando nel modo più indegno lo sterco del diavolo, paradossalmente mai si deve essere sentito il Maligno in clergyman, visto che quasi come un epitaffio sulla sua tomba disse: «Il denaro? No, non si può dirigere la chiesa con le Avemaria». Ecco, è proprio questo il tragico paradosso con cui deve confrontarsi con la sua coscienza nel Torrione il nuovo banchiere papale iperliberista che dice di vagheggiare la trasparenza. a. statera@repubblica. it © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA MODA R2CRONACA

Sensualità e provocazione nelle sfilate di Milano Blazer e pizzo con un’occhiata allo stile rock tra giubbini in pelle e gonne a ruota

HIPPY-CHIC Stile berbero-chic per l’hippy firmata Gucci

La novità

Sfila Pin-up bikini Belen BELEN debutta come designer di bikini da Pin-Up Stars ma la modella argentina, impegnata all’estero, non ce l’ha fatta a raggiungere Milano. I suoi bikini e trikini sono ipersexy, un trend che contagia anche altri marchi. Da Parah, che festeggia 60 anni di storia, e da Miss Bikini, tornano i reggiseni imbottiti e push up.

LAURA ASNAGHI MILANO un’hippy di lusso, molto snob e sfacciatamente sexy. Con Gucci la moda è al massimo della seduzione. Bella ed eccentrica, la donna disegnata da Frida Giannini, ha l’aria di chi, dopo una vacanza a Marrakech, torna a Beverly Hills, per sfoggiare abiti-totem con gioielli berberi incorporati e tute da sera dai pantaloni stile harem. La moda Gucci è pensata per una donna forte, molto algida, che provoca con colori decisi (turchese, arancio, viola) e sandali-gabbia con il tacco metallico. Sulle passerella va in scena la sensualità. Alberta Ferretti, supporter delle donne libere e indipendenti, crea lunghi abiti di chiffon con stampe floreali, simili a tatuaggi su pelle, da portare con sandali piatti. Dalle mise eteree “per donne di polso” di Alberta Ferretti, si passa a quelle di John Richmond che il rock ce l’hanno

È

PER SAPERNE DI PIÙ www.cameramoda.it http://seidimoda.repubblica.it

LA SCARPA

L’ABITO

Per Santoni il design di Edmundo Castilo con la Rose collection

Manila Grace presenta un abitino in tulle di cotone con applicazioni in metallo. Per le serate scanzonate al mare

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IL CARDIGAN Un golfino classico rivisitato per fantasia e tagli sapienti da usare anche per la sera. La proposta è di Pianura Studio

LA BORSA Si chiama Cherie la borsa di Piero Guidi realizzata in cotone goffrato

I dettagli

Belle da scoprire

nel sangue e adorano provocare, sia quando sfoggiano lunghi abiti in pizzo o impeccabili blazer con reggiseno a vista e teschietti punk (il marchio di fabbrica) che occhieggiano qua e là. In prima fila, tra Nina Senicar e Alba Parietti, applaude Formigoni, il governatore lombardo. L’etnico in chiave sexy raccoglie applausi anche da Rocco Barocco che sceglie Rosario Dawson come testimonial di una collezione con stampe animalier e abiti, con i colori dell’Africa, ma dall’impronta couture degli anni ’50. Un trend sartoriale celebrato da Gattinoni, con le lavorazioni a canestro. Angelo Marani è più sexy che mai. Le sue scatenate girls sfoggiano giubbini in pelle che ricordano quelli anni ‘80 di “Grease” e mini gonne a ruota, con paillettes che cambiano colore quando si accarezzano. Tra i grandi fan della seduzione centrata sul “lato b”, c’è Alessandro dell’Acqua. Per la linea ”n. 21”, in popeline bianco, ha creato abiti finto discreti che dietro si aprono con scolli velati di pizzo. Sorprendenti le fan di Arfango. Sotto la suola dei sandali hanno una targhetta che in tre parole “smile, positive, sexy”, sintetizza la spirito di chi le indossa. Il minimalismo, in chiave bon ton, è esaltato da Simonetta Ravizza (che crea la tshirt estiva in visone), Paola Frani (con garze e lini, dai decori luminescenti) e il marchio “Jo no fui” (che si ispira alla Deneuve in “Bella di giorno”). Francesco Scognamiglio, lo stilista di Lady Gaga, canta fuori dal coro. Le sue camicie sono opulente costruzioni architettoniche, degne della corte di Versailles. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gucci, l’abito è totem Blazer stile Richmond

La diva in Fay PUNK E FIORI Il punk floreale di John Richmond

Ecco “Folie”, l’elegante trench couture di Fay, dalla doppia vita, ideale per il giorno e la sera. Ha profili a contrasto, stile corsetto, indossato dall’attrice Gina Gershon

La polemica

La stilista delle collezioni extralarge esclusa dalle sfilate

In duemila per la taglia 46 Mirò: “Non ci arrendiamo”

FERRETTI

BAROCCO

MARANI

Fiori, hippy e leggerezza per Alberta Ferretti

Stampe animalier e ispirazione d’Africa

Da Marani, gonne a ruota e giubbini in pelle, anni ‘80

DUEMILA invitati, una maxi passerella con sfondo amalfitano e un trionfo di modelle, taglia extra large, con abiti anni ‘50. Con un mega show, Elena Mirò, il marchio che da 5 anni fa sfilare modelle taglia 46 (indossata dal 35 per cento delle donne italiane) reagisce all’esclusione della griffe dal calendario delle sfilate deciso dalla Camera della moda. «È una decisione ingiusta. Oggi, le donne “curvy” sono una realtà che non si può più ignorare» spiega Franca Sozzani, la direttrice di Vogue, in prima fila con Afef. «La Camera della moda si schiera contro l’anoressia — denuncia Elena Miroglio, la numero uno della maison — ma poi mette al bando le taglie morbide. È assurdo. Ma noi non ci arrendiamo».

DONNE OVER Le ragazze di Elena Mirò partono dalla taglia 46 come il 35% delle donne


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LA STORIA R2MONDO

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PER SAPERNE DI PIÙ http://ncar.ucar.edu/ http://www.colorado.edu/

Studio Usa sulla fuga degli ebrei dall’Egitto “Fortissime raffiche crearono un ponte di terra”

Mar Rosso

L’ESODO Una raffigurazione del biblico passaggio del mar Rosso

Anche la scienza lo prova “Il vento aprì le acque”

(segue dalla prima pagina)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI

M

a certo è che un forte vento avrebbe potuto effettivamente creare per qualche tempo un corridoio in mezzo al mare per il popolo eletto. Dopodiché, caduto il vento, le onde si sarebbero richiuse, e così si spiega perché l’esercito inviato dal Faraone fu sommerso e dovette rinunciare all’inseguimento. La divisione delle acque del Mar Rosso, forse il più spettacolare miracolo dell’Antico Testamento, immortalato da Charlton Heston nella parte del protagonista in un’indimenticabile scena di “I dieci comandamenti”, colossal cinematografico hollywoodiano del 1956, trova dunque riscontro nella realtà. O perlomeno nella possibilità scientifica. Uno studio basato su 14 simulazioni al computer, condotto dallo Us National Centre for Atmosphere Research e dall’università del Colorado, pubblicato dalla rivista online Public Library Research e anticipato ieri dalla stampa britannica, sostiene che un vento con una velocità di 100 chilometri orari, che spirasse per almeno dodici ore, avrebbe potuto creare un “ponte” di terra lungo 5 chilometri e largo 3 per all’incirca quattro ore. Più che sufficiente per consentire a Mosè e al suo popolo di passa-

lago Tanis, ossia della laguna dove Mosè avrebbe effettuato la sua traversata, vide arrivare «una colonna di vento e diventare così forte che dovetti smettere di lavorare». Il mattino seguente, annota nel diario il generale, «il lago era scomparso e i nativi lo attraversavano a piedi camminando nel fango». E quel vento spirava “da est”, scrive l’ufficiale, proprio come quello che salvò Mosè. «La separazione della ac-

que può dunque essere attribuita alle leggi della fisica e alla dinamica dei fluidi», commenta il professor Carl Drews, curatore della ricerca e devoto cristiano, autore di un sito Internet dedicato a riconciliare fede e lavoro scientifico. «Molta gente si è chiesta se la storia dell’Esodo è basata su fatti storici e il nostro studio suggerisce che la narrazione biblica è perfettamente verosimile». Per i credenti sarà un miracolo

del Signore, per i non credenti un miracolo della Natura, ma il risultato è lo stesso: «L’acqua ritornò e coprì i

carri, i cavalieri e tutto l’esercito del Faraone, invece i figli d’Israele avevano camminato in mezzo al mare e

l’acqua fu per loro un muro a destra e a sinistra”. Libro dell’Esodo (14: 28-29). © RIPRODUZIONE RISERVATA

I punti L’ESODO Secondo il Libro dell’Esodo, Mosé stese la sua mano sopra il mar Rosso e Dio lo mise a secco con un forte vento permettendo la fuga del popolo eletto. Caduto il vento, le acque si richiusero sugli egiziani

LA RICERCA Secondo uno studio basato su simulazioni al computer, un vento che spirasse per almeno 12 ore a 100 chilometri orari avrebbe potuto creare un varco lungo 5 chilometri e largo 3 per quattro ore

Ricerca basata su misurazioni satellitari e analisi di reperti archeologici re dall’Egitto al Sinai nel loro viaggio verso la Terra Promessa, verso Israele. Non appena il vento si fosse arrestato, le acque si sarebbero rapidamente ricongiunte, come una marea che ricopre il fondo del mare lasciato precedentemente scoperto. Analisi di reperti archeologici e misurazioni satellitari hanno permesso agli studiosi di stimare i flussi e le profondità delle acque di 3 mila anni fa nello spicchio di mare descritto dalla Bibbia. La ricerca smentisce il libro sacro su un punto: la traversata non sarebbe avvenuta all’altezza dell’odierna Suez, bensì una quarantina di chilometri più a nord, dove un ramo del Nilo sfiora una laguna costiera, vicino a dove oggi sorge Port Said. Il fenomeno di venti forti e regolari che spingono all’indietro ampi volumi di acqua era noto. Il nuovo studio lo applica alla fuga dall’Egitto aggiungendovi una conferma storica: il diario del generale Alexander Tulloch, un alto ufficiale dell’esercito britannico, che nel 19° secolo, trovandosi distaccato sulle rive del

LA SMENTITA La ricerca smentisce la Bibbia solo in un punto: la traversata non sarebbe avvenuta all’altezza dell’odierna Suez, ma 40 chilometri più a Nord dove oggi sorge Port Said

LA CONFERMA La conferma storica verrebbe dal diario del generale Tulloch: distaccato nel XIX sulle rive della laguna attraversata da Mosé, “vide una colonna di vento” spirare da Est e il lago “scomparso” la mattina dopo


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STILI DI VITA R2CRONACA

PER SAPERNE DI PIÙ http://eng.rzd.ru/ www.sncf.com

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Una iniziativa delle ferrovie russe e francesi rilancia il mito pittoresco dell’Orient Express ma stavolta ad usarlo saranno soprattutto gli uomini dell’est: fino a 1200 euro per un viaggio di 50 ore VECCHIA GLORIA Nella stampa accanto, lo storico Orient Express. Sotto, due foto che ritraggono il nuovo Mosca-Nizza

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NICOLA LOMBARDOZZI MOSCA UN Orient Express all’incontrario. Nel secolo scorso facoltosi e aristocratici di Francia, Italia, Gran Bretagna, si accomodavano sulle poltrone di velluto del treno di lusso più famoso del mondo per avventurarsi alla scoperta dell’Europa dell’Est, traversare i Balcani, risalire il Danubio fino a Budapest per giungere nella misteriosa e intrigante Costantinopoli. Adesso i nuovi ricchi della Russia degli oligarchi e dei boss del petrolio fanno già a gara per prenotarsi un posto sul treno esclusivo che in poco più di cinquanta ore li porterà a Vienna, a Bolzano e poi attraverso Milano, Genova e Sanremo fino a Nizza, in quella Costa Azzurra che da queste parti è tuttora un’inarrivabile simbolo di sole, mare e vacanze per pochi eletti. E non c’è crisi economica che tenga. I ricchi di Russia che ormai da tempo hanno scoperto l’ebbrezza dei viaggi all’estero promettono di accorrere in gran numero a quella che potrebbe a prima vista sembrare una scommessa azzardata da parte delle ferrovie russe: un treno a cadenza settimanale, che sarà inaugurato oggi all’inizio di una stagione non proprio turistica e, per di più a tariffe illogiche rispetto ai prezzi degli aerei e alle varie combinazioni low-cost esistenti da tempo sul mercato: 1200 euro per uno scompartimento singolo con doccia frigobar e toilette privata, più di 400 per un posto in prima classe in compagnia di altri passeggeri. Ma, almeno a giudi-

È

Il Mosca-Nizza Rail Service Servizio offerto da Rzd (ferrovie russe) e Sncf (ferrovie francesi) Primo viaggio Oggi, giovedì 23 settembre Tempo di percorrenza andata: 52 ore e 55 minuti ritorno: 49 ore e 55 minuti

Da Mosca al sole di Nizza è il treno dei nuovi ricchi

La velocità di crociera andata: 63,13 km/h ritorno: 66,7 km/h Andata Partenza Mosca Stazione Belorusskij giovedi alle 16,17 Arrivo Nizza sabato alle 19,12 Ritorno Partenza Nizza domenica alle 19,22 Arrivo Mosca martedi alle 23,17 Le tappe 22 fermate intermedie

Il tragitto

Mosca Vyazma

rieri, cuochi e una cucina vera senza l’orrore dei pasti al microonde dei treni moderni. In uno stile che piace particolarmente ai russi, legati al treno da

un amore antico e pieno di riferimenti letterari, dai tanti incontri fatti nei corridoi dai personaggi di Cechov all’amore vissuto sulle rotaie tra Anna

Karenina e il suo Wronskij, fino al suicidio della stessa eroina tolstojana che proprio sotto a un treno decide di finire i suoi giorni.

Un sentimento ancora molto redditizio che spiega la sopravvivenza di vere e proprie macchine del tempo come il Krasnaja Strela, la Freccia Rossa, che ogni notte a mezzanotte parte dalla stazione Leningrandskij di Mosca e viaggia al rallentatore per non arrivare prima delle sette del mattino a San Pietroburgo, consentendo ai romantici e danarosi passeggeri un tuffo nel passato tra velluti e samovar per percorrere una distanza che i nuovi treni superveloci coprono comodamente in tre ore e mezzo. La lentezza del viaggio è in ogni caso, più del costo del bi-

Smolensk Varsavia Katowice

Orsha Minsk Terespol

Brest

Oggi il viaggio inaugurale del convoglio “17-18” che ancora aspetta un nome all’altezza

Bohumin Zebrzydowice Breclav Vienna Innsbruck Linz Bolzano Verona Milano Sanremo Genova Ventimiglia Bordighera

Nizza Menton

care dalle prime richieste, i dirigenti delle Ferrovie sembrano aver fatto bene i loro calcoli. In un paese dove la ristretta cerchia dei privilegiati sente ancora fortissimo il fascino delle parole “lusso”, “esclusivo”, e soprattutto “occidentale”, l’idea di un lento ma sontuoso viaggio in Costa Azzurra è già diventata una trovata alla moda che promette affluenza e incassi soprattutto con l’inizio dell’inverno. Il treno “17-18”, ancora in attesa di un nome che possa collocarlo tra i miti della storia della ferrovia, del resto è fatto apposta per affascinare i suoi passeggeri. Veloce ma non troppo (una media di 67 chilometri all’ora), arredamenti con tendine e centrini stile belle èpoque, hostess e steward multilingue in divisa rosso e oro. E una carrozza ristorante con tanto di came-

Prezzi (solo andata, pasti esclusi) 306 euro in 2a classe 459 euro in 1a classe 1.200 euro in categoria extra lusso

Bagagli ammessi Valigia fino a 35 kg per ogni adulto Valigia fino a 15 kg per ogni minore di 12 anni La composizione del treno 12 vetture 2 vagoni ristorante Vagoni di classi intermedie 1 o 2 letti per scompartimento una doccia per ogni vagone Vagoni extra lusso scompartimento con letto matrimoniale, doccia, wc e bar Il personale di bordo parla inglese e francese

Marketing per passione, marketing per professione. Bocconi firma un programma di studio rivolto a chi voglia trasformare la propria vocazione per professioni di marketing, di retailing, di comunicazione e di event management nel lavoro di domani. Le competenze iscritte nel DNA della nostra Università, gli stimoli provenienti dai progetti di ricerca, la collaborazione con le imprese e i migliori professionisti garantiscono un’esperienza di crescita professionale unica, riservata a laureati con forte motivazione. Un’esperienza di successo, tra tradizione e innovazione. Bocconi. Empowering talent.

XIV edizione: gennaio 2011-marzo 2012 Presentazioni del Master: 2 e 15 ottobre www.unibocconi.it/mimec

glietto, il vero lusso del MoscaNizza. Roba per chi può permettersi di attraversare mezza Europa in due giorni e godersi pure la pausa tecnica di un paio d’ore alla stazione di Brest in Bielorussia dove è necessario montare appositi adattatori alle ruote di ogni singolo vagone per compensare la differenza di scartamento (la distanza tra un binario e l’altro) che tutt’ora esiste tra la rete europea e quella ex sovietica. Difficile che il treno venga usato dalla pur nutrita comunità russa di Nizza. Servirà caso mai ai russi che possono, per rivivere i fasti della corte degli zar innamorati del sole della Costa Azzurra. Come testimonia la sfarzosa cattedrale di San Nicola, la più grande chiesa ortodossa fuori dai confini russi, voluta a fine Ottocento nel cuore di Nizza dall’imperatrice madre Maria Fedorovna. Gli zar, il treno, il sole: richiami straordinari per i nuovi ricchi che fanno già prevedere il tutto esaurito. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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DIARIO

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DI REPUBBLICA

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Le polemiche sulla scuola di Adro sono un esempio della potenza evocativa di immagini e oggetti Che spesso diventano terreno di scontro politico

SIMBOLI

Dal tricolore al sole padano quando la battaglia è sulle icone

CARLO GALLI

LIBRI CLARE GIBSON

Leggere i simboli Logos 2010 ROBERT LOMAS

La chiave di Salomone. I simboli della Massoneria e i segreti di Washington Mondadori 2010 IGNAZIO BUTTITTA

Verità e menzogna dei simboli Meltemi 2008 ELIO FRANZINI

I simboli e l’invisibile Il Saggiatore 2008 STEFANO SEMINARA

Immortalità dei simboli. Da Babilonia a oggi Bompiani 2006 CARL G. JUNG

L’uomo e i suoi simboli Tea 2004 VICTOR TURNER

Simboli e momenti della comunità Morcelliana 2003 NATALE SPINETO

I simboli nella storia dell’uomo Jaca Book 2002 RENÉ GUÉNON

Simboli della scienza sacra Adelphi 1990

na scuola – uno spazio pubblico destinato alla formazione aperta, libera, imparziale, dei più giovani – è stata riempita, fino alla saturazione, di una quantità smisurata di simboli di un partito: il Sole delle Alpi, che la Lega ha trovato nel deposito iconologico del Nord Italia, e che ha fatto proprio. È successo ad Adro, piccolo borgo del bresciano; e molto se ne è parlato, e quasi sempre in toni aspramente critici, come di un’occupazione partitica di uno spazio comune, come di un’intrusione potenzialmente totalitaria nella dimensione della fanciullezza, come di una negazione dell’universalità dell’appartenenza a favore di un localismo identitario regressivo. A quel simbolo ne è stato contrapposto – correttamente – un altro: il tricolore (accompagnato, semmai, dalla bandiera europea), che esprime un afflato ben più ampio, una comunità ben più ariosa. La polemica intorno ai simboli non è nuova; anzi, di essa è costituita gran parte della storia politica. La dimensione della ragione, della parola, della convinzione – a cui in Occidente si dà tanto rilievo – non è che una parte della complessità di relazioni e di emozioni, che è veicolata dalla politica. Ben prima e ben più intensamente che con la parola, l’appartenenza e la conflittualità, l’identità e la comunità, la vita e la morte, hanno trovato espressione potentissima nei simboli. Sono, questi – oggetti, animali, piante, fiori, astri, parti del corpo – che hanno in sé la forza di rinviare a significati ulteriori, evidenti per chi (con l’immaginazione, non necessariamente con la ragione) sa decifrare il simbolo all’interno del sistema simbolico di cui esso fa parte. Il simbolo – l’infinita varietà dei simboli, la loro aggrovigliata e ambivalente pluralità – è il mondo come è visto, sentito, vissuto in via pre-logica, dal soggetto, che sopperisce la propria naturale manchevolezza animale costruendo un universo culturale che gli consente di adattarsi al mondo. Il simbolo non è una spiegazione del mondo, ma è la capacità di cogliere emozionalmente, in un oggetto, i molteplici piani del cosmo e i diversi livelli della

Archetipi

U

Il mondo è visto e vissuto in maniera pre-logica, attraverso archetipi e con la capacità di coglierlo emozionalmente Emblemi

Lo Stato moderno nasce sotto il segno assai inquietante del Leviatano La svastica era in origine il segno del sole coscienza. Tutte le culture producono universi simbolici particolari; ma esistono anche – lo ha insegnato Jung – funzioni simboliche universali e archetipiche che strutturano la psiche dell’umanità in generale, e anche di ogni uomo; che viene inserito, fin dal suo concepimento, in un sistema di relazioni con se stesso e col mondo, che lo accompagnerà tutta la vita, trasformandosi continuamente. Nulla di strano, dunque, se i segni, gli emblemi, le forme, le figurazioni, attraverso cui passa la politi-

SILLABARIO SIMBOLI

ca, per quanto convenzionali, cioè nati storicamente per decisione umana, non sfuggono alla potenza evocatrice del simbolo, e anzi traggono di lì molta della loro forza di attrazione e di suggestione. I simboli governano i grandi scontri di civiltà che hanno fatto la storia occidentale: ad Azio Ottaviano e Cleopatra si sono confrontati anche attraverso l’aquila romana, simbolo solare, e Anubi, il dio canino egiziano, simbolo della morte. La croce sulle bandiere dell’impero cristianizzato è uno dei simboli più comples-

CARL GUSTAV JUNG

essenza del simbolo consiste nel rappresentare in sé e per sé uno stato di fatto la cui totalità non si può abbracciare mediante l’intelletto, ma al cui eventuale significato si può accedere solo mercé l’intuizione (…). Un simbolo vivo deve racchiudere in sé ciò che di affine esiste in un gruppo umano di notevoli proporzioni per poter semplicemente influire su questo, esso deve abbracciare proprio ciò che può essere comune a tutti i componenti di un gruppo umano di notevoli proporzioni. Ora, questo qualcosa non può in alcun modo essere ciò che vi è di più differenziato e di più difficilmente accessibile, che solo pochissimi raggiungono e comprendono; ma deve anzi essere qualcosa di ancora talmente primitivo che la sua onnipresenza sia al di là di ogni dubbio. Solo se il simbolo abbraccia questo qualcosa e lo esprime nel modo più elevato possibile, la sua azione si estende a tutti.

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si e potenti: rinvia al Centro che struttura lo spazio mettendo in collegamento l’alto e il basso, il cielo e la terra. E il drago, che spesso era effigiato sui vessilli pagani, simboleggia a sua volta una potenza non umana, di potenza nemica da sconfiggere per ottenere la salvezza (ma in altri universi simbolici il drago ha significati positivi). Lo stesso Stato moderno – macchina razionale costruita dall’uomo a scopi umani – nasce, con Thomas Hobbes, sotto il simbolo inquietante del Leviatano, mostro marino capace di inghiottire il sole. E anche la svastica non era originariamente che il simbolo, diffusissimo in ogni tempo e in ogni luogo, dell’asse del mondo, o del sole, attorno alla cui energia ruota, in cerchio o a spirale, l’universo. Per non parlare della grande quantità di alberi (ricordiamo, in Italia, la quercia), che sono stati assunti a emblema dalle forze politiche, e che simboleggiano la vita, la sua espansione, la sua capacità di mettere in comunicazione il sottosuolo, la terra e il cielo. Ambigui, sfuggenti e allusivi, i simboli servono sanno anche istituire modalità di riconoscimento collettivo, danno stabilità agli ordini politici, attraverso la lealtà emotiva che sanno generare nei cittadini. Centri di forze psichiche individuali e collettive, i simboli si prestano tanto a essere utilizzati in chiave ipnotica e pubblicitaria, bassamente propagandistica, quanto a risvegliare nei singoli le emozioni e le pulsioni attive senza le quali la politica perde gran parte del suo significato e della sua potenza. La politica, quindi, esige i simboli, come le parole della ragione. Tanto negli uni quanto nelle altre si esprime – per vie divergenti, e con mezzi forse opposti – la medesima tensione, delicatissima e costitutiva dell’umanità dell’uomo, tra il farsi del Sé e il farsi della Comunità, tra l’individuazione e l’identificazione, tra Parte e Tutto. Che ai nostri tempi la politica abbia ridotto la parola a slogan, e il simbolo a marchio, a brand, o a feticcio, ha certamente qualcosa a che fare con la sua incapacità di appassionare uomini e donne, di mobilitare emozioni, di promuovere il formarsi di individui liberi e coscienti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli autori IL TESTO del Sillabario di Carl Gustav Jung è tratto da Opere, vol. VI (Bollati Boringhieri). Maurizio Bettini insegna Filologia classica a Siena. Paolo Fabbri è professore di Semiotica delle arti e Letterature artistiche allo Iuav di Venezia. Carlo Galli insegna Storia delle dottrine politiche a Bologna.

I Diari online TUTTI i numeri del “Diario” di Repubblica, comprensivi delle fotografie e dei testi completi, sono consultabili su Internet in formato Pdf all’indirizzo web www.repubblica.it. I lettori potranno accedervi direttamente dalla home page del sito, cliccando al menu “Supplementi”.


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Norberto Bobbio

Eric J. Hobsbawm

Roland Barthes

L’uomo è un animale simbolico, che comunica coi suoi simili attraverso simboli

Le collettività di lavoratori indulgono a pratiche associate a oggetti e simboli appropriati

L’Oriente mi permette di “accarezzare” l’idea di un sistema simbolico sconosciuto

Il dizionario di politica, 2004

Gente che lavora, 1984

L’impero dei segni, 1970

L’ANTICHITÀ

IL CRISTIANESIMO

LA RIVOLUZIONE

IL FASCISMO

OGGI

Nell’antica Grecia il symbolon è l’osso rotto in due pezzi che serve come segno di identificazione

Per Dionigi Areopagita i doni celesti ci arrivano in forma di “simboli”. Dante indica i vizi con la lonza, il leone e la lupa

Gli emblemi del 1789 sono l’albero della libertà, il berretto frigio, il fascio romano e il volto della Repubblica

Il fascio littorio diventa immagine dello Stato fascista. La Repubblica consacrerà il tricolore a simbolo di Stato

Si accende il dibattito intorno all’uso dei simboli leghisti del Sole delle Alpi nella scuola di Adro (Brescia)

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Le tappe

Intervista al semiologo Paolo Fabbri

Il primo significato nell’antichità

LE FABBRICHE ALLE ORIGINI DELL’IDENTITÀ DEI SEGNI LEOPOLDO FABIANI

MAURIZIO BETTINI

iviamo in un’epoca afflitta da “asimbolia”, diceva Roland Barthes. Pensava che l’edonismo materialista che domina la società ci rendesse insensibili al linguaggio dei simboli. E invece questi riemergono in continuazione, religiosi, politici o nazionalisti che siano». Per un semiologo come Paolo Fabbri (insegna Semiotica delle arti allo Iuav di Venezia) i simboli sono ferri del mestiere, eppure sostiene che per comprenderli occorre andare oltre le tecniche della sua disciplina. «Il simbolo – spiega – non è questione di forma, ma di forza». Come nasce un simbolo? Cos’è che trasforma un semplice segno in qualcosa di molto potente che agisce sulle menti individuali e collettive? «L’efficacia. Pensiamo alla visione di Costantino, la croce con la scritta “In hoc signo vinces”. Una interpretazione semiotica banale comincerebbe a elencare: la croce rimanda al cristianesimo, che è una religione, ecc. Invece dobbiamo concentrare la nostra attenzione sul “vincerai”, che è comando e profezia allo stesso tempo». Ma da dove proviene questa efficacia? Perché un simbolo è efficace e un altro non lo è? «Il ragionamento va rovesciato. È simbolo ciò che è efficace, che attiva energie, che funziona. Che fa “tremare il

er i Greci il simbolo era prima di tutto un oggetto – anzi due. Si chiamavano infatti symbola, al plurale, le due metà di un osso: quello che i due partner di un contratto, o due stranieri, procedevano a spezzare, dopo di che ciascuno si portava via una metà. Perché lo facevano? Perché il giorno in cui avessero dovuto rincontrarsi, loro o i loro discendenti, avrebbero rimesso insieme le due metà originariamente separate e in questo modo avrebbero potuto riconoscersi. I symbola nascono dunque come strumento di reciproca identificazione, esigenza particolarmente sentita in una società che non possedeva né documenti, né foto, né impronte digitali. Ma perché si chiamavano symbola? Perché il loro uso implicava un’azione che i Greci esprimevano con il verbo symballo, ossia la “comparazione”. Per stabilire la reciproca identità di due persone – cosa delicata, se si trattava di esigere un vecchio credito – occorreva infatti “comparare”, mettere a confronto quelle due metà, per vedere se si corrispondevano davvero. Solo che, nei loro comportamenti “simbolici”, o meglio di “comparazione”, i Greci non si limitavano a mettere a confronto mezzi ossi, compivano anche operazioni più sofisticate. Entriamo così in un campo decisamente affascinante, quello che potremmo definire la semiotica selvaggia, o

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LE IMMAGINI Simbolo massonico, in alto la “Mano di Guido D’Arezzo” (XI sec.). A sinistra simboli alchemici

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LIBRI MAURIZIO RIDOLFI

Almanacco della Repubblica Bruno Mondadori 2003 GIANMARCO NAVARINI

Le forme rituali della politica Laterza 2001 EMILIO GENTILE

Il culto del Littorio Laterza 2001 GIORGIO FEDEL

Le comunità

Il riconoscimento

Sono tratti che aggregano la comunità e permettono di dire un “noi” contro un “voi” I nazionalismi moderni puntano su elementi che uniscono attraverso la differenziazione

Nella Grecia arcaica “symbola” erano le due metà di un osso usate come segno di riconoscimento I proprietari avrebbero così potuto identificarsi riunendo le parti che erano state separate

corpo”. Comprendiamo tutta la forza simbolica di una bandiera, quando c’è qualcuno che la brucia, e qualcun altro che si indigna per questo gesto, altrimenti sarebbe solo un semplice pezzo di stoffa colorata». Attorno al simbolo si genera un’identità. È qualcosa che unisce. «Unisce e perciò divide. Distingue e aggrega la comunità, permette di dire un “noi” contro un “voi”, e agisce proprio con questo scopo. Non per niente i più grandi inventori di simboli nella modernità sono stati i nazionalismi. Questi hanno prodotto bandiere, divise, inni, francobolli, monete. Tutti elementi che creano identità attraverso il meccanismo della differenziazione. Lo vediamo all’opera anche nel caso dei leghisti. Che sostituiscono il Sole delle Alpi al Tricolore per dire: siamo leghisti, non siamo italiani». I miti, antichi e moderni, fanno parte dell’universo simbolico? «No. Per comprendere il fenomeno bisogna piuttosto ricorrere alla categoria del rito. Il simbolo si può definire come un enunciato inserito in una sequenza rituale, in un cerimoniale, dove assume il massimo della potenza. E poi il centro del problema non è “cosa è”, ma “quando”. Se ci capita di sentire la Marsigliese come musica di sottofondo in un aeroporto, restiamo indifferenti. Ma nella famosa scena del film Casablanca, quando tutti nel locale la cantano davanti ai nazisti infuriati e impotenti, ci provoca ogni volta un brivido di commozione». I marchi commerciali appartengono in qualche modo alla categoria dei simboli? «In genere, no. Direi piuttosto che equivalgono a una firma. Anche questa, certo, ha un valore. Ma è un’altra cosa. A volte i marchi assurgono a simboli, quando si attribuisce loro un significato più ampio. A lungo la Coca-Cola è stata l’emblema dell’imperialismo americano, non solo commerciale. Oggi il suo posto è stato preso dal McDonald, marchio di fast-food bersaglio di tutti i movimenti no global. E per contro il fenomeno dello Slow food diventa simbolo di un’identità alternativa, di un modo diverso di consumare il cibo».

spontanea, dei Greci – per intenderci, l’uso di segni e simboli prima che i filosofi Stoici, Peirce o Umberto Eco applicassero a questi processi la loro riflessione. Facciamo un esempio. Un giorno il re Minosse, che aveva perduto suo figlio, chiamò presso di sé l’indovino Polido (cioè “colui che molto sa”) e gli chiese di ritrovarlo. Prima però volle sincerarsi delle sue reali capacità, per cui gli propose una sorta di enigma. Nelle mie mandrie, gli disse, c’è una vacca che prima è bianca, poi è rossa, infine è nera: a cosa vorresti tu “comparare” il suo mantello? Polido non ebbe dubbi: lo comparo alla mora, disse, che quando è acerba è bianca, poi si fa rossa e infine, maturando, diventa nera. L’indovino aveva risolto l’enigma attraverso una sagace “comparazione”: con il suo symballein fra mantello della vacca e colori della mora, l’uomo che “molto sa” aveva trovato l’altra metà del symbolon. Minosse, naturalmente, gli dette l’incarico. Nel seguito della cultura occidentale il termine symbolon ha assunto significati diversi, e svolto le più svariate funzioni. Se oggi possiamo correttamente dire che la colomba è il “simbolo della pace”, esistono però anche i “simboli cartografici”, mentre nella tradizione cristiana il Credo porta anche il nome di “simbolo Niceno” (un compendio di articoli che “simboleggia” l’intera fede). Nel fondo, però, rimane sempre l’idea che, per individuare il significato di un simbolo, occorre prima di tutto “comparare”, “appaiare” correttamente due metà: come facevano i Greci con i due pezzi del medesimo osso. Così accade anche per quel simbolo – sei spicchi disposti a raggiera e racchiusi in un cerchio – di cui il sindaco di Adro ha cosparso soglie, banchi e pavimenti della scuola del paese. Il sito della lega Nord lo definisce Sole delle Alpi, “antichissimo simbolo diffuso nelle aree celtiche”, il quale sta a “significare il sole, cioè il calore e la luce; la ruota della vita, con l’alternarsi delle stagioni e delle vicende” e perfino “Gesù Cristo, vero Sole e Sole invitto”. Ma non è necessario essere sagaci come Polido per congetturare che, l’altra metà di questo symbolon, è semplicemente “Lega Nord”.

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Simboli e politica Morano 1991 GIOVANNI SPADOLINI

L’Italia repubblicana attraverso i simboli, i dipinti, le foto d’epoca e i documenti Newton Compton 1988 DAVID I. KERTZER

Riti e simboli del potere Laterza 1989 MURRAY EDELMAN

Gli usi simbolici della politica Guida 1987 RENÉ ALLEAU

La scienza dei simboli Sansoni 1983 JOULES BOUCHER

La simbologia massonica Atanòr 1980


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CULTURA

GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

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Lo scrittore e il suo nuovo libro: “Abbiamo un corpo sociale intossicato, dagli intrecci tra mafia e politica, dai Servizi deviati, eppure credo che sia ancora possibile risollevarsi” CARLO BONINI ultima Italia di Carlo Lucarelli, I veleni del Crimine. Storie di mafia, malapolitica e scheletri negli armadi che intossicano l’Italia (Einaudi, pagg. 486, euro 19,50), è una discarica sotto un cielo livido, dove i gabbiani volano bassi e una ruspa rimesta nella rumenta. È il racconto circolare – scritto sul canovaccio della serie televisiva Misteri d’Italia di Blu Notte – di un corpo sociale e politico apparentemente immemore, ma in realtà consapevolmente intossicato dalle doppie verità, dalla menzogna, dall’avidità, dal ricatto, dalla manipolazione. Dove nulla è ciò che sembra e niente riesce ad essere vero una volta per tutte. Dove non si è riusciti a mettere punto neppure alle responsabilità per i crimini di guerra nazisti. Un paesaggio abitato da figure immarcescibili, dove il trasformismo della politica è l’espressione di un patto di cittadinanza compromesso da appetiti criminali. E questo, che il tema sia la corruzione della politica e dell’impresa, o il controllo del territorio del crimine organizzato, o la morte violenta in circostanze mai chiarite di una giornalista coraggiosa come Ilaria Alpi. Diciamolo, una lettura disperante... «Comprendo bene la vertigine, perché l’ho provata innanzitutto io mentre ne scrivevo. Ma provo a ribaltare la conclusione. Se oggi, 2010, a oltre sessanta anni dalla nascita della Repubblica siamo ancora vivi, dobbiamo riconoscere che questo Paese ha ancora degli straordinari anticorpi. Ci tengo a dirlo perché è l’unica cosa che riesco a rispondere a quanti, scrittori e giornalisti stranieri, spesso mi chiedono. “Ma come fate a essere an-

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MALAITALIA

LUCARELLI: VI RACCONTO CRIMINI E VELENI DEL PAESE

IL LIBRO

“Altrove figure come quella di Dell’Utri sarebbero state allontanate dalla vita pubblica” cora in piedi in un Paese che per un terzo è in mano alle mafie, nel cui parlamento siedono decine di inquisiti e condannati, dove un pezzo di classe politica, a cominciare dal Presidente del Consiglio rivendica per sé un’immunità assoluta?”. Ecco, quello che io riesco a dire è che una dose così massiccia di veleno ha prodotto anticorpi che probabilmente nessuna altra democrazia moderna conosce. Penso agli eroi borghesi di cui sono piene le mie storie. E agli eroi civili che abitano le strade di Casal di Principe, di Palermo, di Reggio Calabria. Quasi sempre senza nome, almeno fino al giorno in cui non vengono ammazzati e solo allora celebrati e riconosciuti come tali». Di uomini proposti al rango di «eroi» – e ne scrivi nel capitolo “Mafia e politica” – il nostro dibattito pubblico annovera Vittorio Mangano, il mafioso stalliere di Arcore. Senza contare il peso e la centralità nella vita pubblica del senatore Marcello Dell’Utri, condannato in primo e secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e che di Mangano fu il mentore. «Non c’è dubbio che in qualsiasi altro Paese, figure come quella di Marcello Dell’Utri, di Totò Cuffaro, o di Nicola Cosentino, al netto delle loro asserite responsabilità penali che prima o poi conosceranno un giudizio definitivo, sa-

“I veleni del crimine Storie di mafia, malapolitica e scheletri negli armadi...” Einaudi Stile Libero

IL SENATORE Marcello Dell’Utri Di lui si parla nel capitolo “Mafia e politica”, insieme a Totò Cuffaro e Nicola Cosentino

rebbero stati da tempo allontanati dalla vita pubblica. Sappiamo invece che Dell’Utri ha continuato a godere fino a ieri dell’ascolto pubblico anche di settori significativi dell’opposizione, che Cuffaro resta uno dei signori del consenso in Sicilia, e che Cosentino, è storia di oggi, trova protezione nella maggioranza del Parlamento a prescindere dalla discussione di merito delle vicende di cui è protagonista. Naturalmente – e lo dico per chiarezza, viste certe polemiche di questi ultimi tempi – non penso e non sostengo che non abbiano diritto di parola. Dico che in qualsiasi altro paese sarebbero quantomeno messi ai margini della vita pubblica. E sicuramente non verrebbero votati. Ma questo mi fa pensare che ciò accade non perché l’Italia sia rassegnata o cieca. Ma perché – e uso ancora la metafora clinica – un corpo sociale profondamente avvelenato come il nostro ha bisogno di tempo e coraggio per disintossicarsi. Un po’ come accade ai tossici all’ultimo stadio.

L’AUTORE Carlo Lucarelli Giallista romanziere sceneggiatore Le storie del libro sono tratte dalla sua trasmissione tv

Senza contare che a un tossico devi anche dare una possibilità di liberarsi della scimmia. Mentre da noi le classi politiche hanno ripreso a chiedere il consenso sul listone bloccato». Disintossicarsi richiede coraggio. Magari cominciando a chiamare le cose con il loro nome. E invece, proprio leggendo le storie che rimetti in fila nel libro, la sensazione è che questa radicalità, anche linguistica, dalle nostre parti sia merce rara. «Sono talmente d’accordo che posso dire che l’idea del libro è nata proprio da questa constatazione. Continuavo a chiedermi: ma perché in questo Paese fatti antichi e recenti, dalla mafia e i suoi intrecci con la politica, ai Servizi deviati, allo strapotere dei clan nel nostro Sud, fatti di cui tutti sanno e per giunta documentati, tornano ogni volta in discussione? Così ho pensato che forse quelle storie andassero raccontate di nuovo. I fatti rimessi in fila nella loro semplice essen-

zialità. E radicalità. Magari ricordando chi è stato e cosa ha significato il sacrificio di Libero Grassi. Cosa è stata Tangentopoli. O per quanto tempo il silenzio delle cronache e della politica ha consentito ai Casalesi di diventare quel che oggi sappiamo. Scoprendo, per altro, nel lavoro di ricerca, che almeno negli ultimi dieci anni, di questi fatti, almeno in televisione non si è più parlato. La dico con una bat-

“Solo ricostruendo la nostra memoria recente possiamo sperare di dare delle risposte diverse” tuta: ma che Paese è quello in cui ancora discutiamo di Erich Priebke, come se la sua storia fosse ancora in discussione, come si trattasse di un fatto di cronaca accaduto ieri? Non è un caso che il mio libro si apra con la storia del cosiddetto armadio della vergogna, quello che per decenni, in un corridoio della Procura generale militare di Roma, ha nascosto la verità sulle stragi naziste in Italia impedendo che se ne perseguissero per tempo i responsabili». Torniamo agli anticorpi che vedi. Sai dargli un nome? «Ne vedo tanti, e come dicevo sono eroi senza nome. Ma penso soprattutto ai ragazzi delle scuole dove sempre più spesso mi capita di andare. Questo libro è anche e soprattutto per loro. Mi ascoltano raccontare queste storie e succede regolarmente che il più intelligente si alzi e faccia una domanda terribile. “Ma se le cose stanno così, non ha ragione allora chi pensa di ribellarsi sparando?”. Ecco, io credo che quella domanda, prima che questo Paese infili una china buia, meriti una risposta non violenta. E la risposta non violenta è nella ricostruzione della nostra memoria recente. Sapere di essere avvelenati e da che cosa è il primo passo di una consapevolezza civile. È un atto di coraggio. Che mi fa dire che ne usciremo». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CULTURA R2CULTURA

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L’anticipazione/Una lezione dello studioso scomparso nel 2007

L’EDUCAZIONE CIVICA E L’OCCASIONE PERDUTA PIETRO SCOPPOLA Anticipiamo parte di un capitolo tratto da Lezioni sul Novecento di Pietro Scoppola (a cura di Umberto Gentiloni Silveri, Laterza, pagg. 224, euro 12), che raccoglie gli interventi dello studioso all’interno del corso universitario tenuto a Roma presso la facoltà di Scienze Politiche della Sapienza tra il 1995 e il 1996 e risposte alle domande sulle attuali difficoltà italiane devono essere cercate nell’evoluzione dei primi cinquant’anni della Repubblica, e non nell’atto della sua fondazione. Fra i temi da esaminare per cercare di affrontare l’argomento, uno non è stato probabilmente ancora pienamente analizzato: la mancata formazione alla cittadinanza. (...) È evidente che il legame tra nazione e cittadinanza consapevole diventa un elemento indispensabile per raggiungere una forte coesione nazionale. Nei cinquant’anni repubblicani, il nostro Paese non ha tuttavia coltivato fino in fondo i germi di una nuova cittadinanza di tipo democratico. Il problema si pose già al momento dell’occu- legge era presente un impoverimento ripazione militare anglo-americana, quan- spetto all’intuizione iniziale. Si trattava, do la Sottocommissione per l’educazione infatti, di un approdo di tipo nozionistico della Commissione alleata di controllo a un problema che alla fine del conflitto (Allied Military Government) affrontò – era stato impostato con ben altro spessosotto la guida del pedagogista statuniten- re. Un ultimo ricordo dell’impostazione se Carleton Wolsey Washburne – il tema originaria si ebbe nei lavori della Consuldella rieducazione degli italiani alla de- ta didattica nazionale, un organismo istimocrazia. Nel luglio 1944 venne creata tuito dal ministro Gonella nel dicembre anche un’apposita commissione italiana 1950 allo scopo di definire il riordinamene dalla collaborazione con quella alleata to dei programmi scolastici. Nelle conclunacque un volumetto, Il problema della sioni ai lavori, redatte dal vicepresidente scuola, nel quale veniva affrontata esplici- Giovanni Calò, si ritrovano alcuni spunti tamente la questione della formazione di interessanti sul tema. L’educazione ‘civiuna coscienza democratica. La commis- le’ è concepita da Calò in maniera più profonda e trova il suo naturale svolgimento non solo nell’insegnamento specifico della materia, ma nell’azione e orLo storico analizza quel che è ganizzazione complessiva della scuola e mancato per una vera coscienza di tutte le discipline curriculari. Sollecitanazionale che andasse oltre le zioni che non ebbero tuttavia alcun svidivisioni. Prima che cittadini, luppo effettivo. Mentre declina la prospettiva di un’esi era cattolici, comunisti o laici ducazione alla democrazia, emergono con forza le identità di partito. Il passaggio sione elaborò anche diversi progetti che dal fascismo alla democrazia avviene IL LIBRO “Lezioni sul furono presentati al governo italiano sen- principalmente sulla base dell’eredità Novecento” za tuttavia raggiungere sensibili risultati della mobilitazione di massa creata – con di Pietro concreti. La parabola dell’educazione ci- obiettivi chiaramente differenti – dal faScoppola vica nelle scuole – istituita soltanto nel scismo. La capacità dei partiti popolari di (Laterza) 1958 da Aldo Moro – rappresenta bene le mobilitare un’adesione diffusa – al partidifficoltà di questo percorso formativo. to come allo Stato nato alla nuova CostiGià questo appare un terreno concreto tuzione – appare comunque cosa diversa di indagine che sfugge e supera quel mec- rispetto al consenso pieno alla democracanismo semplificatorio per cui si retro- zia, al sentimento di una cittadinanza codata la crisi di oggi a quella dell’8 settem- mune. Questo meccanismo, che presupbre. Nel 1951, il ministro Guido Gonella pone un canale di appartenenza partitica presentò un disegno di legge – il n. 2100 – come strumento necessario di adesione per il riassetto dell’istruzione, dove l’edu- alle basi del nuovo Stato – legato al clima cazione civica era concepita come cono- della guerra fredda e della contrapposiscenza dell’ordinamento dello Stato, zione ideologica – contribuì alla formaeducazione della coscienza ai diritti e ai zione delle cosiddette “identità separadoveri dei cittadini. Il progetto non giun- te”. Prima ancora che cittadini italiani, si se mai in porto anche per la complicata era cattolici, comunisti, laici, tutti rapprechiusura della legislatura nel 1953; ma già sentanti identità separate e concorrenti. nella stessa impostazione del disegno di © RIPRODUZIONE RISERVATA

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«N L’AUTORE Sopra, Douglas Coupland. È nato nel 1961 in Canada

oiviviamo vite piccole e di periferia: siamo ai margini, e ci sono molte cose alle quali decidiamo di non partecipare», ripeteva uno dei personaggi di Generazione X, il romanzo d’esordio di Douglas Coupland, nel 1991. Lo scrittore canadese torna con Generazione A (pubblicato in Italia da Isbn Edizioni), ambientato nel 2020, quando le api, scomparse da alcuni anni, ricompaiono in cinque parti del pianeta, per pungere i personaggi protagonisti del libro. Harj, Zack, Samantha, Julien e Diana vivono nello Sri Lanka, in Iowa, in Nuova Zelanda, nel dodicesimo arrondissement parigino, nell’Ontario. La ricomparsa delle api diventa un fatto eccezionale e i cinque protagonisti – da anonimi esponenti di quell’infinita giovinezza in cui molti, anche nella realtà, credono di vivere – sono trasferiti in laboratori asettici, dove vengono analizzati fisicamente e psicologicamente. Qui passano alcune settimane, senza libri, tv, Internet, e «neppure loghi sui materassi», prima di essere trasferiti a Haida Gwaii, assorbito negli anni Novanta dalla un’isola del Pacifico, al confine tra cultura dominante, potere che Canada e Alaska, dove sono co- proprio nell’ironia – e nel suo sotstretti a inventare storie e a rac- toprodotto: ciò che anni fa definii contarle, a turno, come in una sor- aggressività canzonatoria – trovata di Decamerone contempora- va il proprio nascondiglio più sicuneo. «È assurdo» dice Julien, il personaggio parigino che giocava da 114 giorni di fila al videogioco War I protagonisti of Warcraft, prima di essere punto. scoprono il potere «La parte del cervello veramente creatrice di storie si atrofizza e delle storie contro muore». Attraverso i racconti al- la tecnologia ternati, i protagonisti diventano e la droga un’unica grande voce, riprendono qualcosa che avevano dimenticato, si smarcano dalla mansione di ro sebbene molto evidente, in quella prigione comportamentale cittadini globali. L’atmosfera del libro oscilla tra assai diffusa, cifra di decodificauna maggiore cupezza rispetto a zione del mondo. E tuttavia CouGenerazione X e il riecheggiare di pland ha il merito di innervare i alcune situazioni del libro d’esor- propri romanzi su temi contemdio: qua e là perdura un’ironia pop poranei fondamentali. La tecnoloche, credo, oggi come allora sia un gia invasiva. L’agricoltura come lusso poco sostenibile, lusso peral- fabbrica alienante di cibo: «I camtro incentivato, neutralizzato e già pi di grano sono la cosa più spa-

IERI “Generazione X” di Douglas Coupland è del 1991. In Italia è stato pubblicato da Mondadori

OGGI “Generazione A” in uscita da Isbn (trad. di Marco Pensante, pagg. 282, euro 13)

Per il “Madre” in arrivo un finanziamento. Ma intanto è a rischio il “Mambo” di Bologna

VENEZIA, CONGELATA LA NOMINA DI SGARBI ROMA - Il museo Madre di Napoli non chiuderà. Almeno per ora. È allarme, invece, per il Mambo di Bologna. Intanto, a Venezia, Vittorio Sgarbi non è più soprintendente al polo museale. Dopo i rilievi della Corte dei Conti, la sua nomina è stata “congelata”. Il ministero — ha fatto sapere la Uil beni culturali — affiderà l’interim ad Anna Maria Spiazzi, già responsabile del patrimonio storico-artistico del Veneto. «Vado in ferie per 15 giorni», ha detto ieri Sgarbi. «Aspetto che, recepite le direttive della Corte dei Conti, si possa procedere alla nomina a soprintendente di Venezia nella piena legittimità». Il critico “in ferie” oggi incontrerà gli assessori alla Cultura e i direttori delle accademie di Belle arti italiani per dare inizio alla sua attività di commissario per il Padiglione Italia della Biennale. Ma quello dei beni culturali sembra un bollettino di guerra. A Napoli, il Madre, dopo il rischio di vedersi spenta la luce, torna a sperare. La Regione

Campania ha sbloccato i primi 300 mila euro degli 8 milioni dovuti alla Fondazione Donnaregina che gestisce il museo d’arte contemporanea. Giusto in tempo per pagare i dipendenti e le bollette dell’Enel. «Ma la programmazione prevista per gli ultimi mesi del 2010 non potrà comunque essere garantita. Dall’1 ottobre riusciremo ad aprire solo dalle 10 alle 14», fanno sapere dal museo. E anche il Mambo è in affanno. Ha detto ieri Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente del museo d’arte moderna di Bologna: «Ci sono riserve solo per il prossimo anno, poi con i finanziamenti pubblici drasticamente ridotti, nel 2012 il museo non aprirà più. Il nostro budget è di un terzo rispetto ad altri musei come il nostro. Costa 3 milioni l’anno, ma il Comune di Bologna in due anni ha ridotto il contributo passando da 1 milione a 471 mila euro». D.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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la Repubblica

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GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

PER SAPERNE DI PIÙ www.carlolucarelli.net www.coupland.com

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La confessione dell’autore in un nuovo libro-intervista con Tesio

In primo piano GENERAZIONE X

Aveva fotografato la solitudine dei ragazzi del post 1989 chiamandoli “X generation” Ora immagina quelli del 2020, li battezza “A generation” e gli regala una rinascita

LA NUOVA GENERAZIONE COUPLAND

Questa locuzione indica i nati tra il 1965 e 1980, dopo la generazione del baby boom, cresciuti con poca fiducia nel futuro e precarietà lavorativa

LA MUSICA Icona della Generazione X è Kurt Cobain, leader dei Nirvana, morto suicida nel 1994. Il suo gruppo e quello dei Pearl Jam fanno esplodere la musica grunge di Seattle

GIORGIO FALCO ventosa» dice Zack, il giovane uomo punto all’interno della mietitrebbiatrice, in un campo dell’Iowa. La distanza tra le proprie mansioni lavorative, i gesti e le conseguenze che queste azioni comportano. Harj, sopravvissuto casualmente allo tsunami del 2004, lavora in un call center dello Sri Lanka. «Nel giro di breve tempo cominciai a disprezzare la gente attaccata al telefono dall’altra parte del pianeta a dodici ore di distanza». Eppure Harj è l’unico personaggio che, in parte, crede ancora nel lavoro, e si stupisce davanti al distacco, alla disillusione dei lavoratori della sede centrale americana. Molti invece si sono arresi e questa sensazione influenza anche chi è sulla sessantina. «Tuo padre e io abbiamo deciso che non crediamo più a niente» dicono i genitori di Samantha. Tutti, o quasi, sopravvivono prendendo dosi massicce di Solon, «un farmaco meraviglioso», che «mi fa sentire calma nella testa», aggiunge la madre. C’è smarrimento anche in un gesto riconciliante, come preparare una torta la domenica pomeriggio, se le mandorle non sono mandorle ma «l’odore dell’estratto artificiale di mandorla», che svela, ancora più dolorosamente, la nostra condizione. Generazione X era l’accettazione, l’adattamento alla vita laterale, un McJob qualunque, la lenta dispersione dei desideri nel paesag-

gio americano, prima Palm Springs e infine il deserto. Ritraendosi, i personaggi pensavano di trovare il proprio posticino nel mondo, nell’intersezione anonima della X, che diventava qualsiasi luogo a un’ora qualsiasi, effimera zattera di salvataggio dalle infinite, teoriche possibilità che il nuovo ordine mondiale offriva dopo il 1989: la democrazia – da esportare anche tramite guerre – equiparata a fondi d’investimento o a futures; il McJobtrasformato da eccezione temporanea a ideologia condivisa meglio e prima di quanto nuove leggi potessero fare; il perfezionamento della merce, del prodotto, unico modello di riferimento, tecnologia compresa. So-

Al centro del racconto ci sono le api che stanno sparendo dal mondo futuro no passati due decenni, i membri della Generazione X hanno più di quarant’anni, stretti tra il potere maturo e i trentenni già pronti a sostituirli. Così molti rimangono nelle nicchie delle loro esistenze, aggrappati alla circolazione di dati, notizie, la sedimentazione che tanto avrebbe bisogno di una continuità di azioni collettive; altri, po-

chissimi, credono di avercela fatta, fondendosi nel flusso, per uscirne da vincitori individuali, di successo, secondo i parametri consolidati. In ogni caso, bisogna capire se siamo mai davvero usciti dall’intersezione della X, che celava l’imminente scomparsa delle api, moria da avvelenamento peraltro avvenuta in molte parti del mondo, come in Piemonte e in Lombardia, in prossimità di campi trattati con pesticidi. Nel romanzo di Coupland, le api ritornano e le loro punzecchiature rianimano la Generazione A, la lettera A, la prima lettera, il segno di una rinascita, di una vertigine, un nuovo inizio che scacci la fine attraverso la narrazione collettiva. Il rinvenimento di un alveare a Tacoma può essere una notizia rivelatrice. Le api rinascono e sopravvivono, magari sotto il ponte di un’autostrada, nel 2020. Spesso la letteratura necessita di un piccolo scarto, un salto in avanti di pochi anni, ambienta ciò che viviamo già adesso in un futuro mascherato, vicinissimo, che si possa confondere con il presente. La speranza è che – nel New Jersey o in un maltrattato margine milanese – le api possano continuare a vivere, anche tra le macerie sulle quali, a volte, la natura sopravvive e perfino rifiorisce, nel 2020 e oltre, quando alcuni di noi vedranno le api o i germogli sui rami, piccoli fuochi di un’epoca antica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CINEMA Tra i film che raccontano la Generazione X: Singles (1992) di Cameron Crowe, ambientato a Seattle e Giovani, carini e disoccupati (1994) di Ben Stiller con Winona Ryder

GENERAZIONE A Nell’immaginazione di Coupland è la generazione dei giovani del 2020 che abbandona la tecnologia invasiva e ritrova la dimensione collettiva del racconto

LA FANTASCIENZA Immaginano il 2020, il futuro di Coupland, anche la graphic novel (e il film) V per vendetta, il videgioco Crysis, il film I figli degli uomini di Alfonso Cuarón

VASSALLI: I MIEI GENITORI SONO STATI DEI MOSTRI MASSIMO NOVELLI epigrafe della fine è la stessa dell’inizio, un verso di Cecco Angiolieri: «Io nacqui come fungo a’ tuoni e venti». La doppia citazione accompagna, assurge a morale e compendia il racconto che Sebastiano Vassalli fa di se stesso nella lunga conversazione avuta con il critico Giovanni Tesio, all’origine del libro Un nulla pieno di storie. Ricordi e considerazioni di un viaggiatore nel tempo (pubblicato da Interlinea, pagg. 148 euro 15, sarà presentato in anteprima domenica alla mostra dell’editoria del Castello di Belgioioso, Pavia). Strappatagli dopo tante richieste da Roberto Cicala e dagli amici della casa editrice di Novara, la città presente in molta parte della sua vita, l’autobiografia di questo scrittore, tra i maggiori e anche tra i più riservati, ne conferma la ricchezza umana e letteraria, la libertà intellettuale, la coerenza. Giunto alla vigilia dei settant’anni, Vassalli ripercorre la sua esistenza, senza mai nascondersi o mascherarsi, a cominciare dalla travagliata e dolorosa infanzia in cui fu abbandonato dai genitori. Il padre ricomparirà nel suo bel romanzo L’oro del mondo: «Mio padre, che LO SCRITTORE E IL FESTIVAL per dargli un nome chiamerò il Sebastiano Vassalli presenterà Merda, era un uomo di trentatré il suo libro domenica alla anni, senza né arte né parte. (...) mostra mercato dei piccoli Non avrebbe voluto sposare la editori “Parole nel tempo”, al ragazza che aveva messo incin- Castello di Belgioioso (Pavia) ta, ma i fratelli di lei lo minaccia- il 25 e il 26 settembre

L’

“Mia madre mi detestava, mio padre, fascista di Salò, era senza arte né parte” rono e, in pratica, lo costrinsero. Alla fine i due scombinati si sposarono e mia madre, finché visse, mi attribuì la colpa e la responsabilità di quel matrimonio sbagliato. Se non fosse stato per me, e se io non mi fossi ostinato a rimanere dentro alla sua pancia, lei non avrebbe sposato il Merda!». Fascista di Salò, «il Merda», dopo la guerra, si separò dalla moglie, facendola passare per «una donna di malaffare, una puttana», e ottenne la tutela di Sebastiano, sistemato da due sue sorelle che lo tenevano come «in deposito», «perché altrimenti avrebbe dovuto pagare il mio mantenimento. Lui, invece, non voleva pagare niente». La mamma ne fu contenta, «credo che sia stata ben lieta di liberarsi in un solo colpo del suo matrimonio sbagliato e di chi era stata la causa, cioè di me». Il racconto prosegue con la guerra, l’amore, il dramma della prima moglie; e continua declinandosi nel suo rapporto con Dio, con il paesaggio, la politica e con l’avanguardia, in particolare quella rappresentata dal Grup-

po 63, che lo scrittore, memore della giovanile adesione, definisce «una non-avanguardia, un non-gruppo, un non-tutto-e-ilcontrario-di-tutto». Molto meglio, allora, con il classico senno del poi, «la posizione di Giorgio Manganelli: che qualche anno dopo l’incontro di Fano (del Gruppo 63, ndr), nel teatro di Orvieto gridò a un gruppo di contestatori «la letteratura è merda, lo so, ma a me la merda piace!»». Vassalli si sofferma sulla riscoperta della parola e ragiona del carattere degli italiani, della mafia, dell’emergere prepotente del Paese sommerso illegale; fino all’inevitabile «signor B. «, Silvio Berlusconi ovviamente, «italiano vero», nei difetti, come nella canzone di Toto Cutugno: «Se non ci fosse stato lui, sarebbe arrivato un altro con un’altra iniziale, o forse addirittura con la stessa iniziale». Amarezze, disincanti, s’addensano, insieme ad altri ricordi a volte felici e al desiderio, non spento, di raccontare ancora delle storie. Proprio alla letteratura affida la speranza: «Sì, io credo nella letteratura. L’arte del racconto, come la grande poesia, non può morire. Omero non può morire». Vassalli, invece, vorrebbe che le sue ceneri «venissero sparse davanti alla casa dove ho vissuto i miei ultimi anni, nel piccolo bosco che ho piantato io stesso». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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la Repubblica GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

MOSTRE

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DI REPUBBLICA

Da domani Palazzo Strozzi a Firenze ospita la prima rassegna mondiale dedicata ad Agnolo di Cosimo. In oltre settanta dipinti lo splendore e la bellezza del Cinquecento

BRONZINO UN GENIO ALLA CORTE DEI MEDICI CLAUDIO STRINATI on si era mai vista una mostra monografica del Bronzino. Se ne erano viste di parziali e anche molto valide ma una mostra così completa come quella che apre ora a Palazzo Strozzi è sul serio un evento memorabile che va guardato con rispetto e ammirazione. Era difficile mettere insieme un numero così imponente di tavole dipinte (circa settanta, rappresentano l’80% della produzione dell’artista) come è avvenuto in questa circostanza perché le regole della tutela e della conservazione sconsigliano e sovente vietano lo spostamento di opere eseguite su un supporto così delicato e esposto a rischi di variazioni climatiche con conseguenze facilmente immaginabili. Ma la Soprintendenza al Polo Museale fiorentino ha compiuto uno sforzo encomiabile per garantire ogni tutela alle opere e si può conoscere ora tutta la carriera di questo personaggio eccezionale nella storia dell’arte italiana. Perché Angelo di Cosimo di Mariano, nato a Firenze il 17 novembre del 1503 e lì morto il 23 novembre 1572, fosse soprannominato Bronzino non è chiarissimo, forse perché era rossiccio di capelli e già questo avrebbe potuto dargli un’aria trasgressiva. Ma trasgressivo lo fu sul serio nella sua arte anche se in un modo molto particolare. La mostra ce lo fa comprendere come mai era accaduto prima d’ora. Ideata dalla Soprintendente del Polo fiorentino Cristina Acidini, dal direttore degli Uffizi Antonio Natali e da Carlo Falciani, (e curata dagli stessi Natali e Falciani) la mostra è frutto del lavoro di autentici conoscitori e specialisti della materia. La Acidini è una esperta del manierismo. Ha scritto libri importanti su Michelangelo e sui fratelli Zuccari. Natali a sua volta è uno dei massimi studiosi del primo Cinquecento fiorentino e Falciani è conoscitore ben noto del periodo e dell’artista. Il fatto è da rimarcare perché il problema Bronzino richiede una profonda conoscenza dell’epoca e dei rap- berto Longhi, che studiò Bronziporti tra gli artisti operosi in quel- no e ne riconobbe l’eccellenza asl’ambiente. Bronzino fu allievo e soluta di ritrattista alla corte di amico di Jacopo Pontormo vale a Cosimo I de’ Medici. Tutti quei ridire di uno dei più grandi pittori tratti si possono vedere in mostra di tutti i tempi e quel rapporto e ne emerge una galleria di figure avrebbe potuto schiacciarlo. Fu rappresentate con una esattezza poi partecipe della Accademia spietata e metafisica, cui spetta di del Disegno fondata a Firenze da diritto il giudizio espresso da Giorgio Vasari tanti anni dopo, Achille Bonito Oliva nel suo L’iquando era ormai sessantenne, e deologia del traditore del 1976, corse il rischio anche in quel caso per cui il pittore manierista “di di rimanere emarginato da quel- fronte al ricatto dei contenuti la macchina da guerra dell’arte non può che rispondere col soche fu appunto il Vasari, organiz- gno, l’autoinganno, l’ironia”. Ti zatore culturale, scrittore, pitto- viene da dire, pur non avendoli re, direttore di una immensa bot- mai conosciuti, che quelle dontega, docente, diplomatico di pri- ne, quegli uomini e quei bambini sembrano veri, presenti e nel mo piano. E invece il Bronzino emerse contempo lontani a una distanza con una potenza e una persona- siderale dal nostro quotidiano. lità incomparabili. Uomo mite e Ne scopriamo i caratteri, i combuono restò per tutta la vita vici- portamenti e li conosciamo sia no al suo amico Pontormo, ma tramite le fisionomie e le espresnon ne seguì più che tanto gli sioni sia tramite gli abiti o gli ogorientamenti. Natali e Falciani si getti che li accompagnano. Una sono ricollegati al pensiero di Ro- immortale rappresentazione di

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SACRA FAMIGLIA CON SANTA ELISABETTA Olio su tavola (1527-1528), Washington, National Gallery of Art

RITRATTO ALLEGORICO DI DANTE Olio su tela (1532), Firenze, collezione privata

SACRA FAMIGLIA CON SAN GIOVANNINO Tempera su tavola (1555-1559 circa), Mosca, The State Pushkin Museum

I CAPOLAVORI “Ritratto di Eleonora di Toledo col figlio Giovanni”. Sotto, “Venere, Amore e Gelosia”

una intera civiltà, immobile davanti alla storia, certa di una sorta di eterna durata ma angosciata dall’incombere del destino. Cosimo dette al Bronzino incarichi prestigiosi. La moglie Eleonora di Toledo gli fece decorare con tavole e affreschi la sua cappella in Palazzo Vecchio. L’o-

Uomo mite e buono, restò per tutta la vita vicino al suo amico Pontormo, ma non ne seguì più che tanto gli orientamenti pera esiste ancora parzialmente conservata nelle sue varie parti. Bronzino vi lavorò anni e anni. Ci si può andare durante la mostra, organizzata con un itinerario attraverso i luoghi di Firenze in cui recarsi con un apposito “passaporto”. La cappella è un miracolo

dell’arte dove un’idea astratta e remota delle cose si sovrappone a un sentimento vivo e palpitante della realtà “vera” che Bronzino sente con lo stesso spirito del paradosso di Zenone su Achille che non può raggiungere la tarataruga. Eppure sono vicinissimi, quasi si toccano. Ma “quasi” e quel quasi resterà eternamente. Su quel crinale sottilissimo nasce e si sviluppa la pittura del Bronzino. La mostra – che espone anche tre opere inedite, due delle quali si credevano perdute: un Crocifisso e un San Cosma – indaga su ogni aspetto del sommo pittore che fu anche poeta e di non trascurabile interesse. Ed ecco che la sua produzione poetica viene messa a confronto con quella pittorica. Da un lato elegante e raffinato, dall’altro trasgressivo e sottile indagatore di aspetti anche sgradevoli dell’esistenza. Seguiva in parte le tendenze di un poeta all’epoca insigne, Francesco


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Informazioni utili Dal 24 settembre 2010 al 23 gennaio 2011 a Palazzo Strozzi a Firenze Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici a cura di Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi e Carlo Falciani, ideata con Cristina Acidini, Soprintendente del Polo Museale fiorentino. Organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Catalogo: Mandragora. Orari: tutti i giorni 9-20; giovedì 9-23

PER SAPERNE DI PIÙ www.palazzostrozzi.org www.beniculturali.it www.sbas.firenze.it

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Il ritratto

IL PITTORE CHE SCRIVEVA POESIE D’AMORE CARLO ALBERTO BUCCI a casta e bella, ov’io mi sano e’mpiago/ mia Dafne, o bella e casta Dafne...” rispondeva in rima Agnolo Bronzino alla poetessa Laura Battiferri, la moglie dell’architetto Bartolomeo Ammannati, che si era rivolta a lui con i versi: “Così nel volto rilucente e vago/ la pastorella tua, chiaro Crisero”: dove Crisero (“d’oro”) allude al colore bronzeo dei capelli dell’amico pittore e/o al suo talento poetico aureo. Anche di queste sottili trame amorose, di una passione temperata però sui codici del petrarchismo, è fatta la poesia dell’artista fiorentino. Ma la produzione letteraria del grande pittore manierista, in pittura come nella scrittura, varia abilmente dal registro elegiaco a quello grottesco, da Francesco Petrarca a Francesco Berni, dalle raffinate allegorie mitologiche dipinte intorno al tema di Venere e Amore alle scurrili e vivissime parodie presenti nel viaggio immaginato nelle viscere di un gigante e raccontato nel capitolo burlesco Il piato del Bronzino pittore. Fino all’esplicito erotismo nel componimento dedicato a Il pennello, che si apre con questi versi: “Io vidi a questi giorni un buon ritratto/ d’un uomo e d’una donna: erano ignudi/ dipinti insieme in un piacevol atto”. Nella eccelsa galleria di ritratti veri di Bronzi- I suoi versi no, spicca la fortunata ta- elegiaci e vola dei Musei civici di Firenze (1555-60) raffi- grotteschi si gurante la poetessa Lau- ritrovano anche ra Battiferri (“Tutto den- nei quadri tro di ferro, fuor di ghiaccio” il suo nome e la sua persona nelle parole dell’artista) che accenna con il profilo a quello inconfondibile di Dante (raffigurato peraltro in un dipinto di collezione privata fiorentina eseguito dal maestro nel 1532), mentre la mano destra della poetessa accarezza due poesie di Petrarca vergate sul libro che tiene con la sinistra. Accanto a questo dialogo tra pittura e letteratura, dobbiamo mettere il bellissimo Ritratto di Lucrezia Panciatichi degli Uffizi del 1541 circa. Anche qui una dama di tre quarti e un libro aperto. Ma stavolta le parole scritte/dipinte da Bronzino sono lodi alla Vergine. E anche la frase incisa sulla catena d’oro che incornicia il volto madreperlaceo della dama, “Amor dure sans fine”, alluderebbe all’amore di dio per gli uomini piuttosto che a quello per il marito Bartolomeo, effigiato nel ritratto pendant. Ma si tratta di una religiosità – ne è convinto Carlo Falciani, curatore con Antonio Natali dell’antologica di Palazzo Strozzi – che cerca la salvezza attraverso la fede e tramite i testi “eretici” di Juan de Valdés e del Beneficio di Cristo di Benedetto da Mantova. Bronzino non aderì intimamente alla spiritualità riformata di questi suoi committenti né condivise nel 1552 con loro il processo per eresia da parte del Sant’Uffizio. Fu soprattutto raffinato intellettuale a tutto tondo – pittore innanzitutto, ma anche prolifico rimatore e appassionato musicista – nella Firenze del Cinquecento, ingegno duttile nell’interpretare l’ideologia della corte medicea. In lui si incarna la figura dell’artigiano che risale i gradini della scala sociale. Del pittore che prende parte attiva al dibattito teorico registrato da Benedetto Varchi sul primato delle arti. E che riesce a far superare all’intera “arte dei pittori” l’antico smacco di usare la tavolozza invece della penna. Le numerose edizioni che diede alle stampe con le sue poesie e con le composizioni burlesche dimostrano che questo figlio di un macellaio del sobborgo di Monticelli sedette soddisfatto al tavolo dei poeti laureati.

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CRISTO CROCIFISSO Olio su tavola (1540-1541 circa), Nizza, Musée des Beaux-Arts Jules Chéret

La riscoperta

Quel crocifisso descritto da Vasari FIRENZE — «Vero corpo morto confitto in croce», così Vasari descriveva il Cristo crocifisso (proveniente dal museo di Nizza) che Carlo Falciani e Philippe Costamagna aggiungono al corpus di Bronzino e presentano alla mostra di Palazzo di Strozzi. La tavola era stata dipinta per Bartolomeo e Lucrezia Panciatichi, già ritratti dall’artista. La riflettografia sull’opera ha rivelato un disegno preparatorio dal disegno più drammatico.

SAN LUCA Olio su tavola (1525-1528), Firenze, Chiesa di Santa Felicita, Cappella Capponi Berni e dall’altro era ossequioso della tradizione del Petrarca venerato dall’ambiente letterario. La sensibilità delicata e intima del Petrarca e l’energia vitale fin grottesca del Berni si scaricano trionfalmente negli affreschi per Eleonora e nei quadri mitologici che il Bronzino dipinge alla metà

Roberto Longhi ne riconobbe l’eccellenza assoluta di ritrattista: quelle donne, quegli uomini e quei bambini sembrano essere veri del secolo. Non c’è in mostra il capolavoro dei capolavori, la cosiddetta Allegoriadi Londra, quadro sensazionale con una strana Venere e un ancor più strano Cupido che da secoli costituisce il rebus per antonomasia dell’arte manierista. È l’apoteosi della pit-

tura del Bronzino ma in mostra c’è l’altra Allegoria del Museo di Budapest restaurata per l’occasione e la Venere col satiro della Collezione Colonna a Roma, maestoso e stupendo dipinto che non fa rimpiangere l’assenza del quadro di Londra. Bronzino è stato prolifico pittore di nudi e l’ostentazione di corpi da cui trasuda un inquietante erotismo si riscontra anche nella produzione sacra del suo secondo periodo. Importante è ancora la sequenza degli arazzi con le Storie di Giuseppe ebreoordinati da Cosimo per i quali Bronzino fornì la maggior parte dei cartoni. Ci si interroga sul suo pensiero religioso: al limite dell’eresia o strettamente controriformato? Si capisce dalla mostra come questo grande genio si sia portato nella tomba molti segreti con la sua implacabile discrezione intellettuale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RITRATTO DI LUCREZIA PUCCI PANCIATICHI Olio su tavola (1541-1545), Firenze, Galleria degli Uffizi

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SPETTACOLI

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&TELEVISIONE

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Il 3 ottobre la televisione tridimensionale debutta anche in Italia: Sky trasmetterà una gara internazionale di golf. Sarà visibile a tutti gli abbonati che hanno un apparecchio predisposto con un decoder Hd

TV 3D in

Gli oggetti

IL RICEVITORE

CON GLI OCCHIALI

SENZA OCCHIALI

Sky Hd e My Sky Hd ricevono i segnali in alta definizione, e anche quelli della tv 3D

Il Samsung 8000 è uno dei tv 3D sul mercato, di Sony, Lg, Loewe,Philips, Toshiba, Panasonic

Toshiba ha annunciato il primo tv 3D senza occhiali per il prossimo anno

Fuori gli occhialini: lo sport esce dallo schermo

ERNESTO ASSANTE ROMA reparate gli occhialini: tra dieci giorni esatti, il 3 ottobre, Sky sarà la prima televisione italiana a trasmettere un programma in 3D. Tutti gli abbonati Sky con un decoder Hd o MySky Hd, che ad oggi rappresentano più della metà degli utenti di Sky, potranno vedere le trasmissioni tridimensionali se, ovviamente, hanno in casa un televisore 3D. E’ il primo passo verso una programmazione che, mese dopo mese, sarà sempre più ampia, arrivando quindi, come già accade in altri paesi, ad un canale dedicato tutto alla programmazione tridimensionale. Insomma, l’effetto “Avatar” continua e la febbre del 3D si diffonde con straordinaria velo-

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visore in grado di riprodurre le immagini tridimensionali. I televisori in 3D sono in commercio da poco tempo e sono i modelli di punta di tutte le principali case di produzione, Samsung, Sony, Lg, Philips, Panasonic, Toshiba, JVC. Secondo una recente ricerca di Screen Digest nel 2010 verranno venduti nel mondo circa 3 milioni di televisori 3D, un dato destinato a crescere in maniera esponenziale visto che, secondo le previsioni, nel 2014 saranno 56 milioni gli schermi 3D acquistati in tutto il mondo. Una cifra che rappresenta oltre il 22% del totale degli apparecchi venduti e più del 7% del totale mercato. E la stessa ricerca

Ormai tutte le principali industrie offrono modelli di schermi in 3D. La piattaforma satellitare crea una struttura apposita e presto un canale dedicato alla tecnologia

sottolinea che l’Italia sarà nel 2014 il paese con la quinta penetrazione più alta nel mondo di televisori 3D dietro a Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Giappone, una penetrazione compresa tra il 5 e il 10%. «Credo che l'Italia oggi abbia una reale

opportunità di avere una ondata di crescita che si basa su servizi innovativi e un uso creativo della tecnologia», sottolinea Tom Mockridge, amministratore delegato di Sly Italia. Il limite più grande alla diffusione potrebbe essere quello che per vedere i programmi c’è bisogno degli occhia-

lini, ma tutte le aziende produttrici, Samsung, Philips, Toshiba tra le prime, proporranno nel prossimo anno modelli di televisori che consentiranno di vedere le trasmissioni senza occhiali. L’evento che verrà trasmesso in diretta il 3 ottobre sarà sportivo, la Ryder Cup di golf una delle più

prestigiose competizione golfistiche al mondo, alla quale quest’anno parteciperanno, nella squadra europea, due giocatori italiani: i fratelli Edoardo e Francesco Molinari. Per adesso è lo sport a dominare la scena, lo scorso gennaio Sky Uk ha trasmesso in 3D la partita Arsenal-Manchester United di Premier League in alcuni pub del Regno Unito. Ad aprile è stato lanciato il primo vero e proprio canale in 3D destinato ai locali pubblici (erano un migliaio il giorno dell’inaugurazione i pub abbonati a Sky 3D in occasione di M a n c h e s t e r United–Chelsea, Premier League 3 aprile). Due giorni prima della diretta italiana, il primo ottobre Sky Uk lancerà il canale 3D per tutti i propri abbonati. Ma anche in America la tv si sta aggiornando: alcuni mesi fa Direct Tv ha lanciato il servizio 3D con un canale di cinema e con Espn 3D, il network sportivo che ha trasmesso 25 incontri dei campionati del Mondo di calcio in Sudafrica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

cità, colpendo non soltanto il cinema (il prossimo appuntamento è l’8 ottobre con “Step up 3D”, ma sono decine i titoli in arrivo nei prossimi mesi, anche italiani), ma anche il mondo dei videogiochi, e quello dei documentari. La novità è che per la prima volta (dopo gli esperimenti avvenuti nei cinema con la trasmissione di alcune partite dei mondiali di calcio sudafricani) sarà una trasmissione diretta, che proverà a restituire, attraverso la tridimensionalità, la realtà dell’evento sportivo. Per Sky sarà un impegno importante, ogni trasmissione 3D che verrà realizzata avrà una produzione dedicata: telecamere, staff della produzione e della messa in onda, talent e commentatori. Ma quanti sono gli spettatori potenziali di queste nuove trasmissioni? A poter ricevere i programmi tridimensionali sono 2 milioni e mezzo di ricevitori in alta definizione, un parco macchine notevole, il 50% degli abbonati a Sky, ma il numero scende notevolmente perché oltre al decoder bisogna avere in casa un tele-

DVD E GIOCHI Oltre ai programmi tv, è possibile vedere in 3D sui tv di casa anche Dvd e videogiochi


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Pressioni della setta sul cast

il Venerdì

Biopic sul capo dell’Fbi Hoover

Scientology, bloccato il film di Anderson

La Passione italiana di Tarantino

Phoenix e DiCaprio gay per Eastwood

Bloccato il film su Scientology di Paul Thomas Anderson. Alcuni membri della setta, tra cui Tom Cruise, avrebbero fatto pressioni sul cast.

Sul Venerdì in edicola domani c’è La passione di Mazzacurati, il film che ha conquistato Quentin Tarantino.

Clint Eastwood vuole Joaquin Phoenix come amante di Leonardo DiCaprio nel biopic sul capo dell’Fbi Edgar Hoover.

GIUSEPPE VIDETTI MILANO orrebbe essere più spavaldo, più aggressivo e disinvolto. Non ci riesce. Ha l’istinto dell’animale braccato, nascondersi, passare inosservato. Impossibile per un transgender. Impossibile per Antony Hegarty, che della ritrosia ha fatto un’arte, della sua voce né maschile né femminile uno strumento per cantare lo smarrimento del pop dentro il nuovo millennio (il primo album di Antony and The Johnsons è del 2000). Che sia canzonetta o avanguardia, rock o dance, la voce di Antony fa la differenza. Chiedetelo a Lou Reed, Rufus Wainwright, Björk e Marianne Faithfull. A Dylan e Cohen. A Elisa e Battiato. Tutti l’hanno adottato. La diversità che lo ha ferito è diventata un’arma e, ora che si accinge a pubblicare Swanlights (il 12 ottobre) dopo gli album culto I am a bird now e The crying light, più affilata che mai. «Le mie canzoni sono cornici sull’ambiente e sul futuro», esordisce il ragazzone drappeggiato di jersey scuro, i capelli lunghi incerati su un ovale pingue, gli occhi dolci, lo sguardo remissivo. «Mi sento come un anfibio nell’acqua infettata dai danni che abbiamo perpetrato contro il pianeta e il clima. Abbiamo vissuto all’ombra di un pensiero religioso che ha cercato in tutti i modi di farci divorziare dalla natura, dall’idea del femminino. Ma io, come transgender, ho sentito il bisogno di riferirmi alla Terra come sorgente di vita, perché sono figlio suo, sono nato dal suo corpo, sono costituito degli stessi elementi, la stessa acqua, gli stessi minerali. Una relazione ben più profonda di quella che ho stabilito con la religione dei miei padri». Il 39enne del Sussex, trapiantato in California a 11 anni, volato nel 1990 a New York per ricongiungersi con i fantasmi dell’underground e trovare una motivazione artistica alla sua diversità, ha lottato vent’anni per conquistare le sue certezze. «Da millenni la società cerca di controllare e contenere il femminino, perché rappresenta una minaccia alle strutture mentali che le religioni hanno creato. Mi sembrano più credibili certe credenze animiste che mettono al centro del culto la Madre Terra, e le montagne, i ma-

V

Antony: “Il mio pop transgender per celebrare la donna che è in noi” Anche Björk nel nuovo album del cult singer

L’ambiente

Come creatura nata dal corpo della Terra mi sento come un anfibio nell’acqua infettata dai danni che abbiamo perpetrato contro il pianeta e il clima Diverso

Se fossi nato in Afghanistan sarei stato sepolto sotto un mucchio di ribelli, se fossi nato in Nigeria sarei stato eliminato da uno zio a dodici anni ri, i fiumi e le foreste dove abitano gli spiriti. Noi no, noi ci sentiamo destinati a un più alto livello spirituale, a un più nobile destino, a un regno in cui saremo seduti accanto agli dei, quindi che c’importa di ferire un pianeta dove siamo solo

IL CANTANTE Antony Hegarty, 39 anni, ha esordito con la band di Antony and the Johnsons nel 2000. Sopra, il nuovo album “Swanlights”

di passaggio? L’anno scorso il Papa ha dichiarato che legittimare le unioni gay sarebbe una minaccia per il futuro dell’umanità quanto la distruzione della foresta pluviale. Questo dimostra che egli disprezza il femminino in nome di

un Dio clemente solo verso chi è intenzionato a creare un nucleo familiare che perpetui l’idea di una donna-incubatrice». Già durante l’adolescenza trascorsa nella Bay Area, stordito dall’immensità degli spazi d’A-

merica, Antony aveva cominciato a scrivere canzoni. Punto di riferimento, la pop music, l’unico territorio in cui la diversità viene accettata e celebrata. «Artisti come Klaus Nomi, Boy George, Marc Almond, Nina Simone e il

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film maker Jack Smith diventarono i miei spiriti guida». Il teatro sperimentale e alcune performance in club come Knitting Factory furono il passo successivo, finché, a partire dal 1987, decise di concentrare ogni energia sulla musica. «Non avevo altra alternativa, i transgender sono guardati come alieni. Se fossi nato in Afghanistan sarei stato sepolto sotto un mucchio di ribelli, in Nigeria sarei stato eliminato da uno zio a dodici anni. Essere finito nell’occhio del ciclone pop sarà di grande aiuto ad altri transgender. Tutto sommato io sono anche molto facile da digerire: non sono un transessuale – non ancora; non ho un corpo da donna – non ancora; non costringo le persone a chiamarmi al femminile – non ancora. Il pubblico ha amato la diversità della mia voce, anche perché ci sono pochi altri esempi in circolazione. Ma ce ne saranno, ah se ce ne saranno! A Roma ho conosciuto quella donna meravigliosa (Vladimir Luxuria) che lotta per la causa dei transgender, un privilegio averla avuta in parlamento». Quando gli facciamo notare che, in barba ai pregiudizi, è l’artista più “invitato” della storia del pop (nel suo cd c’è Björk che gli restituisce il favore), arrossisce. «È un onore, sono i miei eroi», mormora, «ho usato pezzi della loro esistenza per aiutarmi a navigare in questa vita». Ricorda l’euforia per l’elezione di Obama. «Un sollievo, e non solo per i transgender e i gay», spiega. «Ma l’informazione televisiva è ancora in mano alla destra, Murdoch fa leva sulla vulnerabilità delle classi più deboli con un mucchio di falsi problemi. Ora cercano di terrorizzarci con un imbecille che vuole bruciare il Corano. Ma scusate, qual è la notizia?». Dice che la sua più grande paura è la solitudine, «vivere senza il conforto della natura, che si ritorcerà contro di noi, che cerchiamo di riprodurre la vita in laboratorio. Non voglio vivere in un laboratorio. Voglio che il mistero di questo paesaggio rimanga intatto. Voglio esserne parte, voglio esserne assorbito, mi ci voglio perdere, voglio che la bellezza che ho intorno non venga sciupata. Perché è lo specchio di quel che siamo. Il male che facciamo all’ambiente lo facciamo a noi stessi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Centinaia di persone a Cologno Monzese. Parenti e amici denunciano: l’avevano isolata

Il personaggio

Mondaini, nel giorno dell’omaggio polemica sui domestici filippini SOUBRETTE

CARLO BRAMBILLA MILANO on si placano le polemiche intorno all’eredità di Sandra Mondaini e allo strano comportamento dei domestici filippini, Rosalie e il marito Edgar, che con i figli Gianmarco e Raymond da anni vivevano coi Vianello. Domestici che negli ultimi mesi avrebbero letteralmente isolato la Mondaini, non consentendo nessun contatto ai parenti e agli amici più stretti. Ieri, nel giorno in cui è stata aperta la camera ardente, all’interno degli studi Mediaset di Cologno Monzese (come per Rai-

Sandra Mondaini, morta martedì a 79 anni, in un’immagine recente

N

mondo Vianello), centinaia di persone hanno sfilato di fronte alla bara per portare l’ultimo omaggio. Tra loro numerosi personaggi dello spettacolo e della televisione. Mentre su un grande schermo scorrevano le immagini di una vita. E come sottofondo musicale suonavano le note dell’Adagio di Albinoni. I funerali si terranno

questa mattina alle 11, nella chiesa di Dio Padre, a Milano Due, con diretta televisiva su Canale 5. Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha dichiarato che intende dedicare una piazza alla coppia. La nipote di Raimondo, Virginia Vianello, assicura che la famiglia non ha intenzione di fare questioni sull’eredità. Però avverte:

«Cosa c’è scritto sul testamento di Sandra io non lo so. Lo vedremo quando verrà aperto. Gli eredi saranno quelli che lei ha nominato, non essendoci una discendenza diretta, perché io e i miei cugini siamo parenti di Raimondo Vianello non di Sandra. Quanto alla famiglia di filippini con cui vivevano confermo che nessuno di loro è mai stato adottato. Come loro stessi hanno dichiarato. Sappiamo che Sandra voleva fare donazioni alla ricerca sul cancro e in particolare a Umberto Veronesi, che era un amico di famiglia. Sappiamo che aveva intenzione di dar vita a una Fondazione che si occupasse di beneficenza ai bam-

Oggi i funerali a Milano Due. Il sindaco: una piazza dedicata alla coppia bini. Spero che tutto questo sia stato fatto». Conferma l’incredibile muro di isolamento edificato intorno a Sandra Mondaini negli ultimi tempi anche Roberto Sessa, il produttore di Casa Vianello, grande amico personale della coppia: «Era diventato impossibile vederla o contattarla. Il perché me lo so-

no spesso domandato. E non l’ho mai capito. Io ero abituato a sentire Sandra quotidianamente. Se lei mi diceva “avrei voglia di andare al mare” io proponevo di portarla al mare. Ma mi veniva vietato. Non capivo perché. La cercavo tutti i giorni, ma i domestici hanno cominciato a non passarmela più. Dicevano “adesso no”, oppure “sta dormendo”, “non risponde”.». Replica la domestica Rosalie Masino: «Noi abbiamo sempre fatto la volontà di Sandra, non abbiamo mai deciso nulla per conto nostro, tutto quello che è stato fatto è stato fatto perché ce lo diceva lei». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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R2PROGRAMMI

GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

PER SAPERNE DI PIÙ tv.repubblica.it www.luxvide.it/preferisco-il-paradiso-126.html

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CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA C’È SAN GIGI PROIETTI E FA TRIONFARE IL BENE

REPUBBLICA DOMANDA Oggi alle 11 ospite Paolo Gentiloni (Pd), promotore con Veltroni e Giuseppe Fioroni del documento di dissenso che ha gelato il partito. Messaggi a repubblcatv@repubblica.it RAI 1

SATELLITE

6.00 6.20 6.40 7.00 10.00 10.15 10.30 10.45 10.55 11.00 13.00 13.30 13.50 14.00 16.10 17.00 17.45 17.50 18.15 18.45 19.30 20.25 20.30 21.05 23.20 23.35 0.35 1.10 1.50 2.05 2.10

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CANALE 5

Extra Factor Girlfriends - Tf 8 semplici regole - Tf Carton Flakes Rai Educational Tg2 Costume e Società Tg2 Mattina Medicina 33 Meteo 2 I fatti vostri Tg2 Giorno Tg 2 Costume e società Medicina 33 Pomeriggio sul 2 - Con C. Balivo, M. Infante La signora in giallo - Tf Numb3rs - Tf Tg2 Flash L.I.S. Meteo2 Rai Tg Sport Tg2 Extra Factor - Conduce F. Facchinetti Squadra Speciale Cobra 11 - Tf Estrazioni del lotto Tg2 20.30 Spazio santoro/Annozero con Michele Santoro Tg2 Rai 150 anni. La storia siamo noi: L’ultimo volo Edoardo Agnelli Stile Tg Parlamento Almanacco Meteo2 Appuntamento al cinema Film: La carica dei 101 di S. Herek, con G. Close

6.30 Il caffè di Corradino Mineo Italia, Istruzioni per l’uso 8.00 La Storia siamo noi 9.00 Figu - Album di persone notevoli 9.05 Film: Sherloko investigatore sciocco - Di F. Tashlin, con J. Lewis 10.25 Cominciamo bene Estate. All’interno: 11.10 Tg3 Minuti / 12.00 Tg3 - Rai Sport Notizie / Meteo3 / 12.25 Tg3 Fuori Tg 13.00 Cominciamo bene Estate Condominio Terra... 13.10 Julia - Tf 14.00 Tg Regione Tg Regione Meteo 14.20 Tg3 / Meteo3 14.50 Tgr 62 Prix Italia 15.05 Tgr Speciale Ambiente Italia “Puliamo il mondo” 15.20 Tg3 Flash L.I.S. 15.25 Il richiamo della foresta - Tf 16.10 Tg3 Gt Ragazzi 16.20 Cose dell’altro Geo 17.40 Geo & Geo. All’interno: 18.10 Meteo3 19.00 Tg3 19.30 Tg Regione Tg Regione Meteo 20.00 Blob 20.10 Seconda chance - Tf 20.35 Un posto al sole 21.05 Film: Trappola sulle montagne rocciose - Di G. Murphy, con S. Seagal, E. Bogosian, K. Heigl 23.00 C’era una volta 0.00 Tg3 Linea notte 0.10 Tg Regione/Meteo 3 1.00 Appuntamento al cinema

SUCCESSO Gigi Proietti è San Filippo Neri su RaiUno

ITALIA 1

6.00 Prima pagina 7.55 Traffico / Meteo5 / Borse e monete 8.00 Tg5 Mattina 8.40 Mattino Cinque - Con F. Panicucci, P. Del Debbio 10.00 Tg5 - Ore 10 10.05 Mattino Cinque - Con F. Panicucci, P. Del Debbio 10.05 Speciale Tg5. Sandra Mondaini 13.00 Tg5 / Meteo5 13.40 Beautiful - Soap 14.10 Centovetrine - Soap 14.45 Uomini e donne 16.20 Pomeriggio Cinque - Conduce B. D’Urso. All’interno: 18.05 Tg5 - 5 minuti 18.50 Chi vuol essere milionario Conduce Gerry Scotti 20.00 Tg5 / Meteo5 20.30 Striscia la notizia - La voce dell’improvvidenza - con Ezio Greggio e Enzo Iacchetti 21.10 I Cesaroni IV “Occhio vigile” - con C. Amendola, A. Fassari, M. Tortora 23.00 Chiambretti Night - Solo per numeri uno 1.00 Tg5 / Meteo 1.30 Striscia la notizia (r) 2.10 Uomini e donne (r) 3.10 Tg5 Notte / Meteo5 3.45 In tribunale con Lynn- Tf 5.30 Tg5 Notte / Meteo5

6.40 8.40 9.35 11.25 12.25 13.00 13.50 14.20 14.50 15.30 15.40 16.40 17.35 18.30 18.58 19.00 19.25 19.30 20.05 20.30 21.10

23.55

2.25 2.40 2.55 3.35 3.50

5.30 5.45

cinema mattina

cinema pomeriggio

cinema sera

cinema notte

14.10 Quattro bastardi per un posto all'inferno - di S. Fuller Sky Cinema Classics 14.15 La banda Olsen Junior - di P. Flinth Sky Cinema Family HD 15.25 Al vertice della tensione di P. Robinson Sky Cinema Max HD 15.50 Beverly Hills Chihuahua di R. Gosnell Sky Cinema Family HD 16.10 Dante 01 - di M. Caroù Sky Cinema Hits HD 17.40 Un segreto tra di noi - di D. Lee Sky Cinema Hits HD 17.55 Ciao America! - di B. De Palma Sky Cinema Classics

19.25 Inseguendo la vittoria - di S. Gillard Sky Cinema Family HD 21.00 Un alibi perfetto - di P. Hyams Sky Cinema 1 HD 21.00 Un maggiordomo nel Far West di J. Neilson Sky Cinema Classics 21.00 Hot Chick - di T. Brady Sky Cinema Family HD 21.00 Fortapasc - di M. Risi Sky Cinema Italia 21.00 Revolutionary Road di S. Mendes Sky Cinema Mania 21.15 Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo di S. Spielberg Sky Cinema Hits HD

22.40 Qualcuno volò sul nido del cuculo di M. Forman Sky Cinema Classics 22.50 Il coraggio delle aquile - di J. Davy Sky Cinema Family HD 22.55 Basta che funzioni - di W. Allen Sky Cinema 1 HD 22.55 Sedotta e abbandonata - di P. Germi Sky Cinema Italia 22.55 Dark Storm - di J. Bourque Sky Cinema Max HD 23.05 Fusi di testa - di P. Spheeris Sky Cinema Mania 23.25 Detention - di H. Winer Sky Cinema Hits HD 0.30 Black Sheep - di J. King Sky Cinema Max HD

19.30 Futbol Mundial Sky Sport 1 HD 19.30 Calcio: Udinese - Juventus Serie A Sintesi Sky Supercalcio HD 20.00 Biliardo: World Open di Glasgow Eurosport 2 20.00 SKY Calcio prepartita Sky Sport 1 HD 20.00 Ep. 31 MotorSport Sky Sport 2 HD 20.00 Calcio: Villareal - Deportivo La Coruna Liga Sky Sport 3 HD 20.00 SKY Calcio prepartita Sky Supercalcio HD 20.30 Poker: Ep. 1 SNAI Pokershow (r) Sky Sport 2 HD

20.45 Calcio: Juventus - Palermo Serie A Sky Sport 1 HD 20.45 Calcio: Juventus - Palermo Serie A Sky Supercalcio HD 21.00 Biliardo: World Open di Glasgow EuroSport HD 21.00 All Sports Eurosport 2 21.15 Poker: SNAI Pokershow (r) Sky Sport 2 HD 21.30 Bowling: PBA Tour Differita Eurosport 2 22.00 Automobilismo: Kentucky IndyCar (r) Sky Sport 2 HD 22.00 Golf: The Vivendi Cup PGA European

Tour (r) Sky Sport 3 HD 22.30 Altri: Incontro internazionale Braccio di Ferro (r) Eurosport 2 22.45 SKY Calcio postpartita Sky Sport 1 HD 22.45 SKY Calcio postpartita Sky Supercalcio HD 23.00 Bollettino Sportivo Eurosport 2 23.00 Summer X Games Sky Sport 2 HD 23.10 Wrestling: This Week on WWE Pro Wrestling (r) EuroSport HD 23.30 Serie A Remix Sky Sport 1 HD 23.30 Calcio: Inter - Bari Serie A Sintesi Sky Supercalcio HD

sport

18.30 Automobilismo: Trofeo Maserati Differita Eurosport 2 18.30 Goal Deejay (r) Sky Sport 1 HD 18.30 PGA European Tour Weekly Sky Sport 2 HD 19.00 World Touring Car Championship (r) Eurosport 2 19.00 Serie A Remix (r) Sky Sport 1 HD 19.00 Wrestling: Ep. 12 WWE Experience (r) Sky Sport 2 HD 19.10 Sollevamento Pesi: Uomini 77kg Campionato del Mondo EuroSport HD 19.30 Bollettino Sportivo Eurosport 2

FOX 10.35 10.35 10.45 10.50 11.05 11.15 11.35 11.35 11.40 11.45 12.00 12.00 12.30 12.35 12.35 12.50 13.00 13.05 13.25 13.30

RETE 4

Cartoni animati Kyle XY - Tf Smallville - Tf Heroes - Tf Studio Aperto / Meteo Cotto e mangiato - Sitcom I Simpson - Tf My name is Earl - Tf Camera Café - Sitcom Camera Café Ristretto Sitcom Cartoni animati Il mondo di Patty - Telenovela Ugly Betty - Tf Studio Aperto Meteo Studio Sport Sport Mediaset Web Big Bang Theory - Sitcom I Simpson - Tf Mercante in fiera - Con Pino Insegno Film: Batman Begins - di C. Nolan, con C. Bale, M. Caine, M. Freeman Film: Batman - di T. Burton, con J. Nicholson, M. Keaton, K. Basinger Studio Aperto-La giornata Media Shopping Cinque in famiglia - Tf Media Shopping Film: Jekyll e Hyde - di D. Wickes, con M. Caine, C. Ladd, J. Ackland Media Shopping La tata - Sitcom

[servizio a pagamento]

09.20 The Millionaire - di D. Boyle Sky Cinema Mania 09.35 Ballare per un sogno - di D. Grant Sky Cinema Family HD 10.25 Out for Blood - di R. Brandes Sky Cinema Max HD 10.35 The Rocker - di P. Cattaneo Sky Cinema Hits HD 11.10 Provaci ancora Stitch! - di T. Craig Sky Cinema Family HD 11.10 Faccia a faccia - di S. Sollima Sky Cinema Italia 12.35 New in Town - di J. Elmer Sky Cinema Family HD 13.45 Bubba Ho-tep - Il re è qui di D. Coscarelli Sky Cinema Mania

creatore degli Oratori cattolici come una bella favola edificante, di cui c’è tanto bisogno. Ed era talmente perfetta così, con i cattivi che diventano buoni al ritmo di uno ogni dieci minuti, che a nessuno verrà in mente di andare a curiosare nella storia vera, ovviamente più contrastata e irta di mezzi colori. Qui il bene trionfa e il male scappa via avvilito, sempre, il Proietti-santo sembra una sorta di Papa straniero esterno e provvidenziale, che farebbe comodo a molti.

RAI 3

RAI 2

6.00 Euronews 6.10 Quark Atlante. Immagini dal pianeta 6.30 Tg1 Previsioni sulla viabilità 6.45 Unomattina. All’interno: Che tempo fa; 7.00-8.009.00 Tg1; 7.30 Tg 1 L.I.S.; 9.30 Tg 1 Flash 10.00 Verdetto finale 10.50 Appuntamento al cinema Che tempo fa 11.00 Tg 1 11.05 Occhio alla spesa 12.00 La prova del cuoco 13.30 Telegiornale 14.00 Tg 1 Economia 14.10 Bontà loro - con Maurizio Costanzo 15.00 Se... a casa di Paola 16.15 La vita in diretta - Con L. Sposini, M. Venier. All’interno: 16.50 Tg Parlamento / 17.00 Tg1/Che tempo fa 18.50 L’Eredità - Con Carlo Conti 20.00 Telegiornale 20.30 Soliti ignoti 21.10 Ho sposato uno sbirro 2 Con F. Insinna, C. Filangeri, A. Catania, B. Bouchet Tg1 60 secondi 23.35 Porta a Porta 1.00 Tg1 Notte 1.30 Che tempo fa 1.35 Appuntamento al cinema 1.50 Sottovoce 2.20 Fuoriclasse 2.50 Film: Lost in la Mancha.. - di L. Pepe, K. Fulton

SKY

METTI un cattivo che si redime e avrai qualche milione di italiani inchiodati alla tv a piangere come fontane. Metti un Gigi Proietti (gigantesco) come si usava una volta in tv — nel senso di scegliere il meglio che c’è. Sembra facile, ma se si parla di fiction popolar-religiosa il Preferisco il Paradiso passato su Raiuno e dedicato a vita e opere di Filippo Neri era a livelli di perfezione. La macchina produttiva (Lux) ha raggiunto la precisione assoluta nella costruzione di trame simili. Vita e miracoli del

DIGITALE TERRESTRE

Oggi

LA SETTE

5.40 Tg4 Rassegna Stampa 5.55 West Wing tutti gli uomini del presidente - Tf 6.40 Media Shopping 7.10 Più forte ragazzi - Tf 8.10 Starsky e Hutch - Tf 9.05 Hunter - Tf 10.30 Ultime dal cielo - Tf 11.30 Tg4/Meteo 4 12.00 Vie d’Italia notizie sul traffico 12.05 Wolff un poliziotto a Berlino 12.55 Detective in corsia - Tf 13.50 Il tribunale di Forum - Anteprima 14.05 Sessione Pomeridiana: Il Tribunale di Forum 15.10 Hamburg Distretto 21 - Tf 16.15 Sentieri - Soap 16.30 Film: Arabesque - di S. Donen, con S. Loren, G. Peck, K. Moore 18.55 Tg4. All’interno: Meteo 19.35 Tempesta d’amore 20.30 Walker Texas Ranger - Tf 21.10 Film: Elizabeth - di T. Gormley, con C. Blanchett 23.40 Film: L’intrigo della collana - di C. Shyer, con H. Swank, A. Brody 1.45 Tg4 - Rassegna stampa 2.10 Ciak speciale 2.20 Film: L’ultimo domicilio conosciuto - di J. Giovanni, con Lino Ventura 3.55 Mediashopping 4.10 Le comiche di Stanlio e Ollio

DEEJAY TV

6.00 Tg La7 Meteo Oroscopo Traffico 7.00 Omnibus. All'interno alle ore 7.30 Tg La7 9.55 (ah)iPiroso 10.50 Movie Flash 10.55 Otto e mezzo (r) 11.25 Hardcastle & McCormick Tf 12.25 Movie Flash 12.30 Jag - Avvocati in divisa - Tf 13.30 Tg La7 13.55 Movie Flash 14.00 Film: Il segno di Zorro - di Rouben Mamoulian, con Tyrone Power, Linda Darnell, Basil Rathbone 16.00 Atlantide - Storie di uomini e di mondi - Conduce N. Lusenti 18.00 Relic Hunter - Tf 19.00 NYPD Blue - Tf 20.00 Tg La7 20.30 Otto e mezzo - Conduce Lilli Gruber 21.10 Film: Gandhi - di Richard Attenborough, con Ben Kingsley, Edward Fox 0.30 Tg La7 0.40 Movie Flash 0.45 Otto e mezzo (r) 1.20 Alla corte di Alice- Tf 3.30 CNN News

9.45 10.00 11.00 13.30 13.55 14.00 15.00 15.55 16.00 19.30 19.35 20.00 21.00 22.00 23.00 0.00

Deejay Hits Deejay Chiama Italia Story Deejay Hits The Club Deejay Tg Deejay Hits The Flow Deejay Tg Deejay Hits Deejay Tg The Club Deejay Music Club I.D. Deejay Chiama Italia Story The Club Rock Deejay by Night

MTV 9.00 10.00 12.00 13.00 13.05 13.30 14.00 14.05 15.00 15.05 16.00 18.00 19.00 19.05 20.00 20.05 21.00 22.00 23.30 0.00 1.00 2.00

Taking the Stage Only Hits Love Test Mtv News Teen Cribs Disaster Date Mtv News My Life as Liz Mtv News Trl on the Road Only Hits Love Test Mtv News Trl on the Road Mtv News Taking the Stage Mtv The Summer Song The Pink Floyd Story Speciale Mtv News Jersey Shore Skins Only Hits

RAI

■ 6.05 6.30 6.55 7.40 8.30 9.20 10.05 10.55 11.40 12.25 13.10 14.00 15.40 16.15 17.05 17.55 18.45 19.30 20.20 21.10 22.40 23.05 23.30 1.30 3.05 3.50 4.35

RAI 4 Maddecheaò - Varietà La situazione comica Beverly Hills 90210 - Tf Melrose Place - Serie Tv High School Team - Serie Tv Streghe - Serie Tv Roswell - Serie Tv Battlestar Galactica - Serie Tv 4400 - Serie Tv Angel - Serie Tv Alias - Serie Tv Film: Proximity - Doppia fuga - di S. Ziehl, con R. Lowe, J. Banks, J. Coburn Assatirati High School Team - Serie Tv Streghe - Serie Tv 4400 - Serie Tv Battlestar Galactica - Serie Tv Roswell - Serie Tv Alias - Serie Tv Supernatural - Serie Tv Eureka Seven - Cartoni Film (animazione): Soul Eater - di T. Igarashi Film: Star Trek II: L’ira di Khan - di N. Meyer, con W. Shatner, L. Nimoy Film: Valentine - Appuntamento con la morte - di J. Blanks, con D. Richards, D. Boreanaz Battlestar Galactica - Serie Tv Angel - Serie Tv Millennium - Tf

■ 6.30 7.25 8.20 9.20 10.20 12.10 13.10 14.10 15.10 17.00 18.00 19.00 20.00 21.00 22.45 00.30 2.10 3.50

PREMIUM

17.45 Film: Il grande duello - di G. Santi, con L. Van Cleef. P. O’Brien 19.25 Film: L’imbranato - di P. Pingitore, con P. Franco, Bombolo 21.00 Film: La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler - di O. Hirschbiegel, con B. Ganz, J. Kohler, Alexandra M. Lara 23.35 Film: Istinto animale - di D. Argento, con M. Loaf, L. Baker 0.35 Film: Patto con il demonio - di W. Malone, con L. Petty, L. Pulsipher 1.30 Film: Ad Ovest di Paperino - di e con A. Benvenuti, con F. Nuti, A. Cenci 3.05 Film: Le quattro giornate di Napoli di N. Loy, con Gian M. Volonté, A. Giuffrè, L. Massari

Incantesimo 7 - Soap Capri - Tf Raccontami - Tf Medicina generale - Tf Linda e il Brigadiere - Tf Incantesimo 7 - Soap Raccontami - Tf Capri - Tf Sospetti 3 - Serie tv Medicina generale - Tf Capri - Tf Incantesimo 7 - Soap Raccontami - Tf Zodiaco - Miniserie Cuccioli - Miniserie Zodiaco - Miniserie Cuccioli - Miniserie Medicina generale - Tf

MOVIE

6.30 Film: La bugiarda - di L. Comencini, con C. Spaak, Enrico M. Salerno 8.50 Film: Pane amore e ... - di D. Risi, con V. De Sica, Sophia Loren 10.20 Film: Chimera - di E. Fizzarotti, con G. Morandi, L. Efrikian 12.30 Film: La nonna Sabella - di D. Risi, con Tina Pica, P. De Filippo 14.20 Film: Les dents de la nuit - di S. Cafiero, V. Labelle, con P. Mille 16.00 Film: Ma l’amore sì - di Zangardi, Costa, con Anna M. Barbera

9.00 9.45 10.00 13.30 14.30 15.00 16.45 17.30 18.15 19.30 20.30 20.45 21.00 0.30 1.30 2.15 3.15

EXTRA Extra Factor Blob - Magazine X Factor Sai che ti dico - Varietà Piloti - Sitcom Porta a Porta Extra Factor Discoring 1977 Sai che ti dico - Varietà Sfide Piloti Blob X Factor Una poltrona per due Discoring 1977 Sfide Extra Factor

MEDIASET PREMIUM S.O.S. Tata Fox Life Love Boat Fox Retro I Simpson Fox HD The Dead Zone FX N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Futurama Fox HD Dharma e Greg Fox Life Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro 90210 Fox HD The Dresden Files FX Law & Order: Criminal Intent Fox Crime HD La Tata Fox Life Bones Fox Life I Simpson Fox HD N.Y.P.D. - New York Police Department FX Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD I Jefferson Fox Retro Tutto in famiglia Fox HD Ally McBeal Fox Life La vita secondo Jim Fox HD

Happy Days Fox Retro Frasier FX Numb3rs Fox Crime HD I Simpson Fox HD Starsky & Hutch Fox Retro X-Files FX Grey's Anatomy Fox Life I Simpson Fox HD Numb3rs Fox Crime HD Jarod - Il camaleonte FX Dr. House - Medical Division Fox HD Hazzard Fox Retro Private Practice Fox Life I misteri di Murdoch Fox Crime HD 90210 Fox HD Eureka FX Tornare a vivere Fox Life T.J. Hooker Fox Retro The Guardian Fox Crime HD The Dead Zone FX Buffy Fox HD Love Boat Fox Retro Shark - Giustizia a tutti i costi Fox Crime HD 17.30 X-Files FX

13.30 13.30 13.45 14.00 14.00 14.00 14.15 14.25 14.40 14.45 14.50 15.00 15.10 15.35 15.45 15.45 16.00 16.00 16.30 16.35 16.40 17.00 17.20

17.35 17.40 18.00 18.00 18.10 18.15 18.20 18.30 18.30 19.00 19.05 19.10 19.15 19.25 19.50 19.55 20.00 20.05 20.05 20.20 20.25

I Simpson Fox HD Dharma e Greg Fox Life I Simpson Fox HD Il mio amico Arnold Fox Retro Private Practice Fox Life N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Jarod - Il camaleonte FX Tutto in famiglia Fox HD Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro American Dad Fox HD Grey's Anatomy Fox Life Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD 24 FX I Griffin Fox HD La vita secondo Jim Fox HD Happy Days Fox Retro La Tata Fox Life Law & Order. Criminal Intent Fox Crime HD Eureka FX I Simpson Fox HD I Jefferson Fox Retro

20.30 Dharma e Greg Fox Life 20.45 I Simpson Fox HD 21.00 C.S.I. - Scena del crimine Fox Crime HD 21.00 Cold Case - Delitti irrisolti Fox Life 21.00 Hazzard Fox Retro 21.00 The Unit FX 21.10 Lie to Me Fox HD 21.55 Post Mortem Fox Crime HD 21.55 Bones Fox Life 21.55 The Unit FX 22.00 Lie to Me Fox HD 22.00 Hazzard Fox Retro 22.45 Grey's Anatomy Fox Life 22.50 Post Mortem Fox Crime HD 22.50 24 FX 23.00 Glee Fox HD 23.00 I Jefferson Fox Retro 23.30 Happy Days Fox Retro 23.40 Private Practice Fox Life 23.45 N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD 23.45 Big Love FX 0.00 Modern Family Fox HD 0.00 Love Boat Fox Retro

cinema

9.00 Il prescelto - di N. Labute Premium Cinema Energy 9.40 Questione di cuore - di F. Archibugi Premium Cinema 9.55 Sweet Charity - di B. Fosse Studio Universal 11.30 The Quiet American - di P. Noyce Premium Cinema 11.35 Chaos Theory - di M. Siega Premium Cinema Emotion 12.00 Un colpo di fortuna - di P. Sturgers Studio Universal 13.15 L’imbroglio - di L. Hallstrom Premium Cinema 14.00 Analisi finale - di P. Joanou Studio Universal 15.10 La cena per farli conoscere - di P. Avati Premiun Cinema Emotion 15.25 Il fuggitivo - di A. Davis Premium Cinema Energy 17.00 Cheri - di S. Frears Premium Cinema

18.30 Ragazze a Beverly Hilss - di A. Heckerling Studio Universal 18.50 North Country - di N. Caro Premiun Cinema Emotion 19.10 Austin Powers - di J. Roach Premium Cinema Energy 21.00 Red Dragon - di B. Ratner Premium Cinema Energy 21.00 Il Diavolo in blu - di C. Franklin Studio Universal 21.00 People I Know - di D. Algrant Premium Cinema 21.10 Prima ti sposo, poi ti rovino - di J. Coen Premiun Cinema Emotion 22.45 I Love Radio Rock - di R. Curtis Premium Cinema 22.55 Out of Sight - di S. Soderbergh Premium Cinema Emotion 23.10 Liberty Stands Still - di K. Skogland Premium Cinema Energy 23.20 Spartan - di D. Mamet Studio Universal

IRIS 15.25 Film: Siamo tutti pomicioni - di M. Girolami, con R. Vianello, M. Lee, M. Carotenuto, S. Mondaini 17.05 Tre minuti con Media Shopping 17.10 Film: L’amore si fa largo - di N. Likkè. Con Mo’nique, J. JeanLouis, Godfrey 18.55 Iris la settimana - Le novità in scena 19.15 Anica Flash 19.20 24 - Tf 20.05 The Shield - Tf 20.50 Tgcom / Tgcom Cinema e Dintorni 21.00 Film: Suspect Zero - di E. Elias Merhige, con A. Eckhart, B. Kingsley, Carrie-Anne Moss 22.45 C.S.I. Miami - Tf 0.20 Anica Flash /Tgcom 0.25 Prison Break - Tf

intrattenimento

10.05 10.39 11.25 11.30 11.55 12.55 13.30 14.05 15.20 15.45 16.20 16.35 16.35 18.40 20.10 20.10 21.00 21.00 21.00 22.50 23.00 23.00 00.34

Una mamma per amica -Tf Mya Cold Case - Tf Joi Una bionda per papà - Sitcom Joi Rookie Blue- Tf Steel The Black Donnellys - Tf Joi Un amore da vicino - Tvm Mya V - Tf Joi D-Tox - Film Steel American Dreams -Tf Mya Heroes - Tf Steel Er - Medici in prima linea - Tf Joi Smallville- Tf Steel Quando meno te lo aspetti - Film Mya Il mistero dell’anello - Tvm Mya The Black Donnellys - Tf Joi Smallville - Tf Steel V - Tf Joi Una ragazza e il suo sogno - Film Mya Pallottole cinesi - Film Steel Fringe - Tf Steel Royal Pains- Tf Joi Mercy - Tf Mya Dirt -Tf Mya

CIELO 12.00 13.00 13.30 14.30 15.00 16.00 16.30 17.30 18.00 18.30 19.00 20.00 21.00 23.00 0.00

Cielo TG24 giorno Ricette di Laura Ravaioli Hell’s Kitchen Usa Strega per amore - Serie tv Fantasy Island - Serie tv La mia vita con Derek - Sitcom Project Runway - Taglia, cuci... sfila! Italia’s Next Top Model 3 - Daily Cash Taxi Ricette di Laura Ravaioli Cielo TG24 sera Hell’s Kitchen Usa Film: 21 - di R. Luketic, con J. Sturgess, K. Bosworth Crash - Contatto fisico Cielo TG24 notte


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SPORT

Genova, 2-10 Ottobre 2010

Walk on the sea genoaboatshow.com

Ibra non

la Repubblica GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

■ 60

Nel turno infrasettimanale ancora un pareggio per la squadra di Allegri: all’Olimpico lo svedese a segno nella ripresa, pari di Floccari. Ora i rossoneri sono a 5 punti dai nerazzurri, travolgenti con il Bari

basta

La Lazio riagguanta il Milan l’Inter è già sola e lontana ENRICO CURRÒ ROMA autostima del Milan esce rafforzata da una serata di apparenti paradossi. Non ha vinto, per metà partita ha giocato maluccio e si è lasciato raggiungere quando aveva preso possesso del gioco e del risultato. Però ha scoperto di poter essere devastante alla distanza, ha trovato equilibrio difensivo e ha avuto conferma dell’efficacia sotto porta di Ibrahimovic. Un’altra conferma, questa meno gradita, gliel’ha data Hernanes: avrebbe fatto bene ad acquistarlo. Invece l’ha preso la Lazio, che se lo tiene stretto, insieme al pari di ieri, garantito appunto da un’azione del brasiliano, sfruttata da Floccari. La forte tentazione di schierare Robinho al posto dell’infortunato Pato è rimasta tale per via dell’acclarata precaria condizione atletica del talento brasiliano, che per ora del calcio italiano ha una visuale abbastanza parziale: lo guarda per lo più da seduto. L’ormai canonico tridente d’attacco rossonero è quindi diventato un inedito: sulla fascia destra si è piazzato Boateng, anarchico dotato di presenza scenica e di

L’

Squadra più attenta ma dopo la rete subisce la reazione biancoceleste e il gioco di Hernanes corsa inversamente proporzionali alla confidenza col gioco spalle alla porta. Fino all’intervallo l’episodio più eccitante della serata è stato il prologo, con l’annunciato volo di un’aquila ammaestrata sull’Olimpico, secondo i desideri del latinista Lotito: posandosi infine sull’apposito trespolo di centrocampo con le insegne della Lazio, il mansueto rapace ha rispettato le consegne del suo allenatore molto meglio

IL VOLO DELL’AQUILA Sopra, l’aquila in volo sull’Olimpico prima del match. A sinistra, il tocco vincente di Floccari che vale il pari per la Lazio, risposta al gol di Ibrahimovic dei calciatori del Milan. E’ infatti impensabile che Allegri - al di là dell’evidente ordine di evitare il contropiede avversario - avesse intimato ai discepoli di interpretare così alla lettera il concetto: nessuno abbandonava mai la propria zona di competenza e qualcuno, in particolare Ibra e

Ronaldinho, aspettava addirittura immobile l’arrivo del pallone. Reja non chiedeva di meglio, avendo scelto una formazione votata alla massima copertura, con l’inserimento del semidebuttante terzino destro diciannovenne Cavanda in marcatura strettissima su Ronaldinho.

Ne è scaturita una partita molto tattica, che è poi un eufemismo per non dire scipita: vedere Pirlo, cioè il miglior calciatore italiano, costretto alle piroette su se stesso nella vana attesa di un compagno che gli dettasse il passaggio è parso un notevole spreco. L’altissima qualità tecnica di Ronaldinho

Il punto (segue dalla prima pagina)

D

OPO quattro partite, sono già 5 i punti di ritardo del Milan (1-1 in casa della Lazio). Alla Juve (stasera col Palermo) una prima risposta. Quando si gioca ogni tre giorni, molte risposte sono imprevedibili. Vedi il Napoli che perde in casa col Chievo che aveva perso in casa col Brescia. Di costante ci sono il rendimento dell’Inter e delle due a quota 9, che ignorano il pareggio, una notevole jella di Roma e Udinese (ma con quella difesa non si fa molta strada), un cammino abbastanza difficile per il Milan, ancora alla ricerca dell’assetto più equilibrato, una certa serenità della Lazio, che Reja disegna a seconda delle necessità. Ieri ha avuto coraggio nell’opporre un diciannovenne, Cavanda, a Ronaldinho (e se l’è cavata), e non

ha qua e là mosso lo stagno, con i suoi colpi da biliardo, per fare filtrare il pallone tra stinchi e ginocchia e raggiungere Ibra braccato da Biava e Dias. Lo svedese è riuscito a divincolarsi in paio di occasioni, centrando Muslera: erano le prove generali del gol, sfiorato dalla Lazio con Hernanes (su

GIANNI MURA

ETO’O LA CHIAVE DI BENITEZ un nazionale come Lichtsteiner. Una volta sotto, dentro le punte e Floccari ha risposto a Ibrahimovic. La ricerca di equilibrio, per Allegri, consisteva ieri in un 4-3-3 con Boateng finta punta del tridente. In pratica, un 4-4-2 che garantiva due vantaggi: un centrocampista in più e una punta in meno a intasare gli spazi intorno a Ibrahimovic. Che, infatti, ha avuto tre buone occasioni da gol, una l’ha sfruttata e alla fin fine non è stato un bel Milan, ma nemmeno brutto. La traversa di Zambrotta e un sinistro appena fuori di Hernanes (un finto lento) negli ultimi minuti dicono che Lazio e Milan hanno cercato di vincere, perché una vittoria avrebbe chiarito meglio il loro

punizione respinta da Abbiati e con un rasoterra appena a lato) e soprattutto con Mauri (in contropiede, eccellente parata di Abbiati). Nella ripresa il Milan è cresciuto parecchio. Ha conservato l’equilibrio tattico, aumentando però la corsa e aggiustando le di-

I risultati BOLOGNA-UDINESE BRESCIA-ROMA CAGLIARI-SAMPDORIA CATANIA-CESENA GENOA-FIORENTINA INTER-BARI LAZIO-MILAN LECCE-PARMA NAPOLI-CHIEVO JUVENTUS-PALERMO

2-1 2-1 0-0 2-0 1-1 4-0 1-1 1-1 1-3 ore 20.45

La classifica

* una gara in meno

INTER CHIEVO BRESCIA CATANIA LAZIO CESENA CAGLIARI MILAN SAMPDORIA PARMA

NAPOLI BOLOGNA GENOA BARI JUVENTUS* LECCE FIORENTINA ROMA PALERMO * UDINESE

10 9 9 7 7 7 6 5 5 5

5 5 5 5 4 4 2 2 1 0

ruolo. Il Bari mette paura all’Inter con un palo di Almiron, in avvio, poi perde la sua nota brillantezza di gioco e soprattutto patisce l’assenza per influenza di Raggi. Fermi anche uno dei due Masiello, Belmonte e Romero, Ventura prova a schierare terzino Pulzetti. Funzionerebbe, se dall’altra parte non ci fosse da marcare uno scatenato Eto’o, che Pulzetti non vede mai. Con molta calma , senza affanni, l’Inter, cioè Eto’o che per ora più di tutti la rappresenta, manda in gol Milito, dipinto come nostalgico di Mourinho (possibile?), poi trasforma due rigori (c’erano) e infine è Stankovic a servire un bell’assist a Milito. Impressioni sull’Inter: a volte manca il tre-

mendismo di Mourinho, ma la squadra è guidata con saggezza e, forse, più attenzione al dispendio d’energie individuale e collettivo. In altri tempi si sarebbe scritto: ci dica la Roma, sabato prossimo, come sta l’Inter. Ma la Roma sta male, in fondo alla classifica. L’immagine più triste della serata è Julio Sergio su una gamba sola, che continua a piangere per il dolore. A Brescia era una Roma senza Totti e senza De Rossi. Era già sotto di un gol quando l’arbitro ha visto il rigore in un intervento di Mexès sul pallone, poi non l’ha visto sul netto “mani” di un bresciano in area. In 10, la Roma ha segnato con Borriello e quasi pareggiato con Adriano. Il carattere, solo quello sembra rimasto, e non sempre, della Roma che toglieva il sonno all’Inter. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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I marcatori

Prossimo turno

5 reti: Eto’o (Inter). 4 reti: Pellissier (Chievo). 3 reti: Di Vaio (Bologna); Cavani (Napoli); Cassano (Sampdoria). 2 reti: Caracciolo (Brescia), Matri (Cagliari), Bogdani (Cesena), Moscardelli (Chievo), Mesto (Genoa), Milito (Inter), Marchisio e Quagliarella (Juventus), Inzaghi e Pato (Milan), Cannavaro (Napoli), Borriello (Roma), Pozzi (Sampdoria)

Sabato 25 MILAN-GENOA ROMA-INTER Domenica 26 CESENA-NAPOLI BARI-BRESCIA

ore 18 ore 20.45 ore 12.30 ore 15.00

Fantacalcio

Repubblica.it

CATANIA-BOLOGNA CHIEVO-LAZIO FIORENTINA-PARMA PALERMO-LECCE SAMPDORIA-UDINESE JUVENTUS-CAGLIARI ore 20.45

SUL WEB

I VOTI

Risultati, classifiche, commenti, interviste e le pagelle dei lettori sul sito di Repubblica

Con il posticipo di Juventus-Palermo, i risultati del Fantacalcio saranno on line domani

■ 61

La polemica

Galliani. “Demenziale giocare il 22 dicembre”

Adriano Galliani

ROMA — Galliani stronca la proposta dei calciatori: niente campionato il 22 dicembre. «Credo che nessuno sia favorevole. È una scelta assurda, demenziale, che non passerà». Niente campionato alla Befana e tutti in campo il 22 dicembre sera: questo era l’accordo trovato martedì in Federcalcio tra Lega e associazione calciatori, che avevano revocato lo sciopero del prossimo week end contro i trasferimenti obbligatori e i fuori rosa prolungando le trattative fino al 30 novembre. Ma questa intesa sarà bocciata dall’assemblea, Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, ne è convinto: «Il Milan domani (oggi ndr) voterà con-

tro, la Roma anche e non solo. Bisogna avere rispetto del pubblico. Il campionato deve rimanere quello che è, si gioca il 19, poi otto giorni di vacanza e la ripresa per l'Epifania. Cambiare un 6 gennaio pomeriggio per un 22 dicembre di sera è demenziale. I calciatori sono fondamentali per giocare ma credo che conti anche il parere delle società e farò qualunque cosa perché non si giochi il 22 sera». Replica del segretario Aic, Grazioli: «Abbiamo chiesto di non giocare l'Epifania, non di recuperare il 22 dicembre: un turno infrasettimanale o maggio può andare bene». (g.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIULIO CARDONE

Le pagelle

Hernanes, dribbling e assist Bravo Abbiati, Pirlo è smarrito LAZIO

MILAN

6 Nel 2007 era un Calimero spaventato contro i mostri del Milan, adesso affronta senza paura il gigante Ibra e lo ipnotizza al 7', respingendo con il ginocchio destro. Ma nella ripresa il duello lo vince lo svedese. CAVANDA 6.5 Ci vuole coraggio per piazzare un ragazzo di 19 anni, all'esordio in A, su quel genio di Ronaldinho. Ma l'angolano dal passaporto belga è in soggezione solo per 10 minuti: poi riesce a contenere il brasiliano. E quando può, affonda potente sulla fascia destra. Ha personalità da vendere. Dal 42' st Lichtsteiner sv. BIAVA 6.5 Ibra va alla conclusione tre volte nel primo tempo, ma lui comunque si batte bene. Beffato anche lui nell'azione del gol. DIAS 6 Gioca benissimo fino al 22' della ripresa, quando sbaglia l'anticipo decisivo su Ibra. RADU 6.5 La potenza di Boateng non lo spaventa: accetta il duello fisico e nel primo tempo non soccombe. FOGGIA 5.5 Gioca poco, e allora tende a strafare per convincere Reja a concedergli più spazio. Soffre Zambrotta, che ha un altro fisico. Dal 29' st Rocchi sv. BROCCHI 6.5 Contro il Milan per lui è sempre una partita particolare: prima saluta gli ex compagni, poi in campo li randella senza pietà. Argina Seedorf, ma vista la forma dell'olandese non è un'impresa. LEDESMA 6 Una cosa giusta e una sbagliata, con sconcertante puntualità. Formidabile nel recuperare palloni. MAURI 6 Reja gli affida la fascia di capitano per convincere il pubblico che merita applausi e non più fischi. Lui si conferma in gran forma e va in pressing soffocante su tutti. Ha l'occasione per sbloccare il risultato al 34', ma Abbiati si supera. Dal 34' st Zarate sv. HERNANES 7 Studia la partita per 20 minuti, poi ne diventa protagonista. Nel finale del primo tempo inventa un giochino da marziano, ma già prima aveva incantato con rulete, dribbling e tiri pericolosi con entrambi i piedi. Nel repertorio, finte di corpo alla Boban. Strepitosa l'azione conclusa con l'assist per Floccari. FLOCCARI 7 Protegge benissimo il pallone, così non è una serata semplice per Thiago Silva. Gol da centravanti puro, una saetta sbucata dal nulla che fa esplodere l'Olimpico.

ABBIATI

MUSLERA

stanze tra centrocampo e attacco. Il ritmo è rimasto lo stesso, ma Ibra e Boateng hanno finalmente accompagnato il pressing di Gattuso e la Lazio è finita schiacciata: ogni pallone ricacciato via dall’area veniva invariabilmente con-

Finale da brividi, palo di Zambrotta ma anche i padroni di casa sfiorano la vittoria quistato dai milanisti. L’inesorabile macina ha infine prodotto il gol a metà tempo: lancio geniale rasoterra di Seedorf, scatto e dribbling di Ibra sull’uscita di Muslera. Quando il finale pareva ormai scritto, è bastato però un piccolo calo di attenzione per cambiarlo: il milanista mancato Hernanes ha seminato lo scompiglio sulla sinistra e sul suo cross rasoterra dal fondo Floccari si è gettato con voluttà. L’epilogo scoppiettante ha definitivamente riabilitato la partita: traversa di Zambrotta da fuori area e nuova invenzione di Hernanes, sventata da Abbiati. Sabato c’è Milan-Genoa: per ovvi motivi a San Siro non si potranno vedere diavoli e grifoni, emuli dell’aquila laziale. Ma un po’ di spettacolo forse sì. © RIPRODUZIONE RISERVATA

6.5 Attento su una punizione insidiosa di Hernanes, fa il capolavoro fermando con la gamba sinistra un diagonale micidiale di Mauri. Però si fa bruciare da Floccari. ABATE 6 Parte con il classico cross sbagliato, poi migliora in precisione. Buono l'apporto dinamico sulla fascia destra, ma si fa sfuggire Hernanes nell'azione dell'1-1. Solite lacune difensive. Dal 34' st Antonini sv. NESTA 6 Divide con Thiago Silva la marcatura dell'unica punta della Lazio, Floccari. Per il resto dà un'occhiata agli

LAZIO MILAN

1-1 LAZIO (4-4-1-1) Muslera 6 — Cavanda 6.5 (42’ st Lichtsteiner sv), Biava 6.5, Dias 6, Radu 6.5 — Foggia 5.5 (29’ st Rocchi sv), Brocchi 6.5, Ledesma 6, Mauri 6 (34’ st Zarate sv) — Hernanes 7 — Floccari 7. MILAN (4-3-3) Abbiati 6.5 — Abate 6 (34’ st Antonini sv), Nesta 6, Thiago Silva 5.5, Zambrotta 6 — Gattuso 6.5 (24’ st Flamini sv), Pirlo 5.5, Seedorf 6 (42’ st Robinho sv) — Boateng 5.5, Ibrahimovic 7, Ronaldinho 6. Arbitro: Banti 6.5. Reti: 21’ st Ibrahimovic, 36’ st Floccari. Note: ammoniti Gattuso. Spettatori 44 mila.

All’interno

Roma battuta a Brescia Ranieri furioso con l’arbitro SCACCHI IN IV DI SPORT

Il Chievo gela il Napoli Cesena battuto a Catania AZZI E VAGLIASINDI IN V E VI DI SPORT

inserimenti di Hernanes e Mauri. Si fa superare con troppa facilità da Hernanes nell'azione del gol biancoceleste. THIAGO SILVA 5.5 Floccari lo impegna, lui riesce comunque a tenerlo distante dalla zona pericolosa fino al 36' st, quando si fa anticipare dal centravanti laziale: errore grave e decisivo. ZAMBROTTA 6 Vince il duello con Foggia perché fisicamente lo sovrasta. Quando può, affonda sulla fascia sinistra. Devastante il destro che fa tremare la traversa nel finale. GATTUSO 6.5 Allegri si affida al capitano perché c'è da dare più equilibrio alla squadra e lui non tradisce. Vorrebbe mangiarsi Boateng quando una palla persa lo costringe a fermare con un fallo Mauri. Ancora prezioso. Dal 24' st Flamini sv. PIRLO 5.5 Non è facile inventare gioco contro il pressing della Lazio, lui ci prova ma nel primo tempo soffre perché Seedorf latita e Gattuso deve pensare a coprire. Anche nella ripresa non trova il guizzo che cambia la partita. SEEDORF 6 Un classico dell'olandese: irritante per un'ora, poi crea la giocata vincente: è suo infatti l'assist che Ibrahimovic trasforma in gol. Ancora troppe pause, però. Dal 42' st Robinho sv. BOATENG 5.5 Non è abituato a giocare con le spalle alla porta e si vede. Nel primo tempo perde tanti palloni e viene rimproverato dai compagni. Incerto anche lui quando Hernanes si porta a spasso quattro uomini del Milan prima di servire l'assist a Floccari. E in pieno recupero spreca l'occasione del 2-1. IBRAHIMOVIC 7 Una serata da Ibra in versione interista: fa reparto da solo. Come ai vecchi tempi, appunto. E' sempre lui l'uomo più pericoloso del Milan. E come al solito, divora un gol semplice (al 7', spara su Muslera) e ne segna uno difficile, con gran dribbling sul portiere laziale. Imprescindibile. RONALDINHO 6 Le cose migliori le fa nel riscaldamento pre-partita, quando palleggia che sembra un mago. Poi l'aggressività del giovane Cavanda ne ingolfa la fantasia. Però nel primo tempo non fa mancare almeno un paio di assist. Nella ripresa diventa prevedibile sulla linea laterale sinistra. ARBITRO BANTI 6.5 Partita giocata a gran ritmo ma lui riesce a seguire l'azione da vicino e così sbaglia poco. Buona prestazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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R2SPORT

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Barcellona

Real Madrid

Senza Messi, basta Villa: 1-0 al Gijon

Mourinho ordina: “Prato da rifare”

BARCELLONA — Nella sua prima partita senza Messi infortunato, il Barcellona batte il Gijon per 1-0 con gol di Villa al 49’. I catalani salgono a 9 punti in classifica, a -1 dal Real. Al posto dell’argentino ha giocato Bojan. Sabato sera catalani a Bilbao.

MADRID — L’erba del Bernabeu sarà sostituita. Così ha deciso Mourinho dopo le cure inefficaci contro un fungo provocato dalla perdita d’olio da un trattore. L’erba nuova arriverà dalla Slovacchia. I lavori sono seguiti da Paul Burgess, il giardiniere strappato dal Real all’Arsenal: era il migliore della Premier League.

José Mourinho

L’Inter ritrova anche il Principe è sempre potere nerazzurro Doppiette di Milito ed Eto’o, Bari schiantato: 4-0 ANDREA SORRENTINO MILANO i chiama normalizzazione. Oppure, a seconda dei punti di vista, riconferma di una dittatura. Lasciate ogni speranza, voi che inseguite. Quattro pappine al Bari, terza vittoria consecutiva e l’Inter ritrova quello che le appartiene per diritto acquisito: il primo posto assoluto. Ritrovando tra l’altro il Principe Milito, che con due gol dopo una dieta durata sei partite ufficiali torna alle sue medie realizzative. E con un Eto’o ancora imprendibile e leggiadro, ispiratore delle azioni più nitide e spietato nel trasformare due rigori. «È questione di testa, di come la squadra affronta le partite e non di modulo» si compiace Rafa Benitez. Quattro pappine alla fine, ma l’avvio non è affatto morbido. Che strano animale sia questo Bari, pericoloso da maneggiare come la vipera del Gabon quando è di cattivo umore, l’Inter lo capisce dopo pochi secondi. La prima azione degli ospiti è una folgore, passaggi di prima e smarcamenti repenti-

INTER BARI

4-0

S

Inizio difficile, ma il camerunense leggiadro e spietato rilancia i suoi e segna due rigori ni, termina con un cross basso di Ghezzal che Almiron impatta di collo esterno destro al limite dell’area: troppo bello per essere gol, infatti la legnata finisce sul palo. Sono trascorsi appena 18 secondi dal via. L’Inter ci mette un po’ a entrare nel clima giusto, perché la strategia del Bari è vincente: tutti arroccati dietro la linea del gioco interista, poi quando la palla viene riconquistata inizia una manovra che assomiglia alla versione moderna della melina olandese. L’azione parte dal portiere Gillet che dialoga al limite dell’area coi due centrali con l’obiettivo di saltare prima o poi il pressing interista per creare superiorità numerica a metà campo; oppure c’è un lancio lungo che scavalca il centrocampo. Bisogna avere piedi buoni per sostenere una simile strategia, e il Bari li ha. Però gli manca peso offensivo, visto che sulle ali non sfonda e Barreto-Kutuzov vedono pochi palloni. Così l’Inter può lentamente uscire dal guscio, appoggiandosi alla brillantezza accecante di Eto’o e a qualche tiro da fuori per riscaldare il piede e mettere un po’ di apprensione al Bari. Poi in certe partite si sa, basta una giocata per sovvertire gli equilibri e ristabilire le ge-

INTER (4-2-3-1) Julio Cesar – Maicon, Lucio, Samuel (32’ pt Cordoba), Chivu – Stankovic, Cambiasso – Pandev, Sneijder (34’ st Coutinho), Eto’o (23’ st Muntari) – Milito. BARI (4-4-2) Gillet – Pulzetti, A.Masiello, Rossi, Parisi – Alvarez (17’ st D’Alessandro), Almiron, Donati, Ghezzal (17’ st Castillo) – Barreto, Kutuzov (6’ st Rivas). Arbitro: Mazzoleni. Reti: 27’ pt Milito, 5’ st (rig.) e 18’ (rig.) Eto’o, 41’ Milito. Note: ammoniti Stankovic, Pulzetti. Spettatori 50000 circa.

Il primo rigore di Eto’o rarchie. La giocata arriva al 27’ ed è ovviamente di Eto’o, che salta di potenza e di tecnica la flebile opposizione di Pulzetti, va sul fondo e crossa per Milito: capocciata da pochi metri, palla sotto la traversa e il digiuno del Principe finisce, con degna cornice di festeggiamenti. A dire il vero tre minuti prima la svolta poteva essere opposta, perché Stankovic, già ammonito per proteste, tocca il pallone volontariamente con una mano per intercettare un passaggio: Mazzoleni non lo

espelle e sbaglia. Dopo l’1-0 l’Inter è libera da ogni peso ed Eto’o mette ancora un uomo davanti al portiere: stavolta è Maicon che non aggancia, ma San Siro s’alza in piedi per omaggiare Eto’o come si conviene. Lo si intuisce, anche se non se può essere certi, ma la partita sostanzialmente finisce qui. L’Inter ora torna padrona ritrovando dentro di sé la cattiveria di sempre, e il Bari da vipera diventa una biscia di torrente. Anche perché la ripresa si apre con uno stolido

fallo di mano in area di Ghezzal su cross di Sneijder (uguale all’azione che regalò un rigore all’Inter contro l’Udinese) e la trasformazione di Eto’o è la pietra tombale. Ma Rafa Benitez è in piedi davanti alla panchina, stile-Mou, a incitare ancora la squadra, così la notte finisce in gloria con un altro rigore di Eto’o (fallo evitabilissimo di Rivas su Lucio) che porta il Leone a quota 5 in campionato e il contropiede chiuso da Milito per il 4-0. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La polemica

Moratti: “Juve in Figc? Li ho visti contenti...”

Massimo Moratti

MILANO — Moratti sorride felice in tribuna, anche se ha il magone per quel ricorso della Juve in Figc per lo scudetto del 2006 e non lo manda a dire, anzi molla un bel fendente: «Li ho visti tutti contenti dopo l’incontro, la Juve e la Figc. Si vede che avranno una linea comune». Arriva Ernesto Paolillo: «Questa vittoria contro il

Bari è il segno che la squadra va bene. Ora bisogna continuare a esprimere il bel gioco che si è visto finora». E in più si è sbloccato Diego Milito: «Non c’erano dubbi perché prima o poi doveva entrare in forma. Ho apprezzato inoltre vedere questo gruppo fortemente compatto. Questa è la garanzia più forte per il futuro dell’Inter». ANDREA SORRENTINO

Le pagelle

Inter 6 Vede tremare il suo palo destro dopo appena 18”. Ottimo su Parisi al 27’ st. MAICON 6 Dirada le iniziative ma non troppo: al 29’ pt sfiora il pallone del quasi 2-0. LUCIO 6,5 Anticipa sempre Kutuzov. Qualche attenzione in più sugli scatti di Barreto. Guadagna il rigore del 3-0. SAMUEL 6 Nessuna preoccupazione per mezz’ora, poi si fa male al ginocchio destro. Dal 31’ pt Cordoba 6: un paio di recuperi dei suoi, un paio di incertezze in palleggio delle sue. CHIVU 6,5 Neutralizza il temutissimo Alvarez e anzi lo attacca spesso. STANKOVIC 6 Nervosismo eccessivo, l’arbitro gli risparmia una seconda ammonizione. JULIO CESAR

5,5 Subito un palo, ma troppo presto: si spegne quasi subito. DONATI 6 Cerca di dare ordine, ma è saltato spesso dai lanci. Buona interdizione. GHEZZAL 5 Avvio sorprendente, poi non riesce più a saltare Maicon. E quella mano di troppo in area per il rigore del 2-0. Dal 17’ st Castillo sv. BARRETO 5,5 Movimento continuo, di rado coronato dal successo. KUTUZOV 5 Lucio e Samuel, poi Cordoba, lo riducono alla ragione. Dal 6’ st Rivas 5: il rigore su Lucio chiude la partita. ARBITRO MAZZOLENI 5 Sbaglia a non espellere Stankovic, una non decisione che forse pesa sulla gara. Giusti i due rigori. ALMIRON

Sneijder giocoliere, Stankovic rischia Tiene il campo con grinta e lucidità, per il resto. CAMBIASSO 6 Più accostato alla linea difensiva che a quella d’attacco, perché il Bari salta spesso il centrocampo con lanci lunghi. PANDEV 6 Lavoro di raccordo, oscuro e privo di acuti. Comincia a soffrire la posizione di esterno. SNEIJDER 6,5 Giocate in un fazzoletto, palloni smistati a velocità supersonica. Non brillantissimo negli ultimi venti metri. Dal 34’ st Coutinho sv. ETO’O 7,5 Periodo di grazia: divora avversari, in dribbling o di velocità pura, mette in mezzo palloni splendidi e uno è l’assist

Stankovic

Gillet

Bari 5,5 Vigila poco nella sua area piccola quando arrivano i cross. PULZETTI 5 Non è terzino puro, gioca lì per l’assenza di Raggi. Eto’o lo travolge. A.MASIELLO 6 Tecnicamente senza sbavature, piuttosto attento sull’uomo. ROSSI 5 Anticipato da Milito sull’1-0. PARISI 5 Timido e poco incisivo. ALVAREZ 5 Dovrebbe dare le ali alla manovra, finisce nelle grinfie di Chivu. Dal 17’ st D’Alessandro sv. GILLET

6

5.5

per l’1-0. Poi arrotonda coi due rigori. Dal 23’ st Muntari sv. MILITO 7 Il suo Ramadan è finito. Gol sacrosanti, tanto lavoro, anche se poi sbaglia un paio di facili conclusioni. Brutte notizie per la Roma.

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Bayern

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Inghilterra

Ribery infortunato, un mese fermo

Ancelotti-Mancini, fuori in Coppa

MONACO — Ribery fuori un mese. L’infortunio alla caviglia contro l’Hoffenheim costringe il francese del Bayern a un nuovo stop. Sarà pronto in Champions con la Roma (23 novembre). Ieri 5ª giornata: Borussia Dortmund al 2° posto col 5-0 al Kaiserslautern. Gol di Huntelaar e vittoria Shalke (2-1 a Friburgo).

LONDRA — Ancelotti e Mancini eliminati insieme al 3° turno della Coppa di Lega inglese. Dopo 5 vittorie di fila in Premier, Chelsea ko in casa contro il Newcastle (3-4), dopo aver rimontato da 1-3 a 3-3. Il Manchester City battuto in casa del Wba di Di Matteo (2-1). E sabato c’è M. City-Chelsea in campionato.

Franck Ribery

BRESCIA ROMA

2-1 BRESCIA (4-3-1-2) Sereni 7 – Berardi 6, Bega 7, Martinez 6, Dallamano 6 – Baiocco 6, Cordova 7, Hetemaj 7.5 – Diamanti 6.5 (24’ st Konè 6.5) – Caracciolo 7 (28’ st Possanzini sv), Eder 6.5 (41’ st De Maio sv), ROMA (4-2-3-1) Julio Sergio 6 – Rosi 5 (31’ pt Cicinho), Mexes 4, Juan 6, Cassetti 5.5 – Brighi 5.5, Pizarro 6 – Menez 6 (1’ st Adriano 5.5), Perrotta 5.5, Vucinic 5 (16’ st Julio Baptista 5) – Borriello 7. Arbitro: Russo 4 Reti: 13’ pt Hetemaj, 20’ st Caracciolo (rig.), 38’ st Borriello. Note: espulso Mexes. Ammoniti Cassetti, Mexes, Rosi, Eder, Julio Sergio.

HETEMAJ, PRIMO GOL Il centrocampista del Brescia ha segnato la sua prima rete in serie A

Brescia fa festa, Roma furiosa Ranieri attacca arbitro e Lippi STEFANO SCACCHI BRESCIA a Roma sprofonda a Brescia in un oceano di rabbia. I giallorossi rimediano la seconda sconfitta in quattro giornate (la quarta su sei partite ufficiali giocate in stagione) contro un Brescia che vola al secondo posto in classifica a un solo punto dall’Inter Campione d’Europa. Ma questa volta il club capitolino attacca con veemenza l’arbitro, che ne ha fatte di tutti i colori: Russo è accusato di aver concesso un rigore inesistente ai padroni di casa, espellendo Mexes, e ignorando due massime punizioni a favore della Roma. A fine gara sbottano tutti. La prima è Rosella Sensi: «Sono allibita. Non ci facciamo prendere in giro. Non accettiamo queste sviste». Il direttore sportivo Pradè si precipita in sala stampa quasi urlando: «In 22 anni di calcio non ho mai visto niente di simile. Siamo usciti dal campo umiliati e distrutti. Vogliamo spiegazioni ufficiali. Questa partita l’ha fatta la terna arbitrale. Non un errore, ma 4-5.

L

GESSI ADAMOLI GENOVA ihajlovic si aggrappa alle strepitose parate di Frey per uscire imbattuto da Marassi e rimandare alla partita di domenica con il Parma la risoluzione dei problemi della sua squadra. Per cercare di uscire dal guado, Mihajlovic ha provato anche a cambiare modulo. Ha inserito un centrocampista in più (Donadel) e abbandonato il 4-2-3-1 di prandelliana memoria per il 4-3-3. Resta la squadra viola senza vittorie dal 28 marzo (4 a 1 all’Udinese), in totale, tra vecchia e nuova gestione, sono 12 partite. Anche Gasperini, però, ha i suoi grattacapi: il progetto Ge-

M

E uno dei due guardalinee è Ayroldi, con quello che ha fatto al Mondiale. Non so per quanto dovrà essere sospeso questo arbitro». Pure Montali perde la pazienza: «Non riesco a spiegarmi quello che è successo in campo. Sono in grave imbarazzo davanti alla squadra e ai tifosi». «Sarò

Grave infortunio

Julio Sergio ko, piange in campo

Julio Sergio in lacrime

Gilardino illude poco, Frey salva tra Genoa e Fiorentina è pareggio noa stenta a decollare. C’è qualche problema di inserimento per i nuovi arrivati, così Gasperini ha insistito sulla vecchia guardia che è con lui dalla serie B. Ma questa volta Milanetto va in panchina e Marco Rossi, il capitano, addirittura in tribuna. Con Veloso a dettare i tempi, il Genoa ritrova il calcio che piace Gasperini, crea almeno una mezza dozzina di palle gol e la vittoria, meritatissima, gliela nega solo Frey. La partita per la Fiorentina potrebbe essere subito in discesa. Appena 11’ e la squadra viola

Il gol di Gilardino

eccessivo – aggiunge Ranieri – ma c'erano due rigori per noi e quello del Brescia non c'era. Il mani in area l'abbiamo visto tutti, solo loro, arbitro e guardalinee non se ne sono accorti. E sono curioso di sapere se il rigore al Brescia l'ha dato il guardalinee: perché se è così è da ricovero».

va in gol. Il cross dalla sinistra è di Vargas, ma l’assist involontario è di Mesto. La palla infatti picchia sulla schiena del giocatore genoano e schizza nell’area piccola dove si avventa Gilardino, che non segnava in campionato proprio da quell’ormai fatidico 28 marzo. Ma quel gol così prezioso questa Fiorentina lo riesce a difendere solo 7’. Il pari lo segna Mesto, ma è decisivo il passaggio di Veloso che chiude il triangolo. Il Genoa ritrova l’intesità e gli slanci offensivi tipici del gioco di Gasperini, la Fiorentina sbanda ma è tenuta in partita da

(foto Sky)

BRESCIA — L’ultima immagine della Roma sono le lacrime di Julio Sergio, costretto a rimanere in campo con una sospetta lesione ai legamenti della caviglia destra: Ranieri aveva già effettuato le tre sostituzioni quando il portiere si è scontrato con Koné. Al fischio finale s’è accasciato al suolo.

uno strepitoso Frey, decisivo su Criscito, Palacio e Toni. Nella ripresa sempre Genoa all’attacco, ma c’è un palo di Cerci per la viola, oltre al solito super Frey che nega il gol ancora a Toni e Criscito. GENOA-FIORENTINA 1-1 GENOA (4-3-3) Eduardo 6 — Chico 5.5, Dainelli 6.5, Ranocchia 7, Criscito 6.5 — Mesto 6.5, Kharja 6.5 (29’ st Milanetto sv), Veloso 7 (40’ st Zuculini sv) — Palacio 6.5, Toni 6.5, Sculli 5 (29’ st Rudolf sv). FIORENTINA (4-3-3) Frey 8 — De Silvestri 5.5, Gamberini 5.5, Koldrup 6, Pasqual 4 (34’ st Felipe sv) — Donadel 6, Zanetti 5.5 (20’ st Bolatti 5.5), Montolivo 6.5 — Cerci 5.5 (29’ st Marchionni sv), Gilardino 6, Vargas 5.5. Arbitro: Tagliavento 6. Reti: 11’ pt Gilardino, 18’ pt Mesto. Note:ammoniti Pasqual, Frey, Chico e Sculli. Spettatori 23.101, incasso euro 348.201. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’episodio incriminato arriva a metà ripresa sull’1-0 quando Mexes stende Eder. L’arbitro fischia il rigore ed espelle il francese che accusa una crisi isterica: i compagni cercano di placarlo, ma lui si dimena fino a concludere il suo show con un calcione contro la protezione di una telecamera. Il Rigamonti lo sommerge di fischi, prima di urlare dalla felicità per il 2-0 dal dischetto di Caracciolo. I giallorossi protestano perché il fallo sarebbe avvenuto fuori area, Mexes avrebbe toccato il pallone ed Eder ha iniziato l’azione in fuorigioco. Poco dopo la rabbia

I sospetti di Ranieri sul ct: “Qualcuno trama nell’ombra” E poi: “Arbitraggio da ricovero” aumenta per un tocco di mano di Hetemaj in area. E nel primo tempo era stato un atterramento di Borriello a iniziare a indispettire la Roma. A Ranieri saltano poi i nervi, nel dopo gara, quando gli viene chiesto se è vero, come circola voce, che Lippi miri alla sua panchina: «Qualcuno trama nell’ombra, qualcosa c’è. Dite Lippi? Non so, i giornali hanno scritto, anche loro si vede che sanno. Già era successo a Torino con la famosa cena della piadina...». Il Brescia invece è in paradiso. La sua rapidità ha subito schiantato subito la Roma: al 13’ Baiocco allunga sulla destra per Caracciolo che si traveste da uomoassist e pesca alla perfezione Perparim Hetemaj. Il centrocampista finlandese di origine kosovara, 23 anni, realizza il suo primo gol in Italia. E’ una grande gioia per lui che gioca con il 56 in omaggio all’anno di nascita del papà scomparso. La Roma è esistita soprattutto grazie a Borriello, il più pericoloso, non a caso autore del gol del 2-1 nel finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Napoli, crollo improvviso Pellissier trascina il Chievo Gol di Cannavaro, poi rimonta veneta e 3-1 MARCO AZZI NAPOLI a festa il Chievo, rovinando la serata al Napoli e ai 45 mila tifosi del San Paolo. Bruciante il ko (3-1) subito dagli azzurri, costretti a uscire dal loro stadio tra i fischi, dopo essersi illusi col vantaggio iniziale di Paolo Cannavaro. Poi è cominciato lo show di Pellissier e dei suoi compagni. Successo tanto giusto quanto sorprendente. La sfida del San Paolo s’è accesa subito, per merito di entrambe le squadre. La folla ha messo le ali Napoli, avanti al primo assalto (9’) con il secondo gol di Cannavaro in campionato: tocco ravvicinato del capitano, su assist di Lavezzi. Ma il Chievo non s’è fatto intimorire e ha risposto colpo su colpo, trovando il pareggio con Pellissier molto presto (22’). Bello il diagonale dell’attaccante, favorito però da un errore generale del reparto arretrato azzurro. Stadio gelato e Mazzarri di pessimo umore, dopo avere solo pregustato la prospettiva di una partita in discesa. Ne è invece venuto fuori un braccio di ferro sempre più serrato, pure se Hamsik ha avuto la chance per rompere di nuovo l’equilibrio: danza sul portiere Sorrentino e pennellata da posizione impossibile, che è andata a rimbalzare sulla traversa (38’). Una magia vanificata soltanto dalla sfortuna. E’ stata l’abilità del Chievo, invece, a mettere alle strette il Napoli per tutto il resto della serata. Pur essendo padroni dell’iniziativa, infatti, gli azzurri si sono esposti alle fiammate in contropiede degli ospiti, trascinati da Pellissier. Sempre suo, complice un fallo di mano non visto dall’arbitro, anche l’assist per il rad-

F

deludenti pareggi contro Bari e Utrecht. Ha invece ricominciato a volare il Chievo di Pioli, al terzo successo in quattro giornate. Calcio all’italiana di successo: con un portiere super e il contropiede implacabile di Pellissier. A Fuorigrotta s’è visto di più, però. Ottima organizzazione e forma fisica superiore a quella degli avversari. Mazzarri, alla quarta partita in dieci giorni, ha pagato dazio al-

l’impresa di domenica scorsa a Genova. La mancanza di turn over, sommata alla pessima serata della difesa, ha condannato gli azzurri allo scivolone al San Paolo, proprio nella serata del ritorno in massa dei tifosi. Inevitabili i fischi, alla fine. Decollo mancato, per il Napoli. Lassù c’è il Chievo, con parecchi meriti e una prestazione quasi perfetta: la favola continua. © RIPRODUZIONE RISERVATA

7 GOL SUBITI La delusione del portiere De Sanctis dopo il 3-1 di Pellissier. Per il Napoli sei gol fatti e sette subiti in quattro giornate di campionato

Mazzarri

NAPOLI CHIEVO

C

1-3 NAPOLI (3-4-2-1) De Sanctis 5 — Grava 5.5, Cannavaro 5, Campagnaro 5 — Maggio 5 (37’ st Dumitru sv), Gargano 5.5 (18’ st Sosa 5), Pazienza 5, Dossena 5 — Lavezzi 6, Hamsik 6 — Cavani 5.5. CHIEVO (4-3-1-2) Sorrentino 7 — Frey 6, Andreolli 6.5, Cesar 6, Mantovani 6.5 — Bentivoglio 6.5, Rigoni 6.5, Constant 6.5 (10’ st Fernandes 7) — Bogliacino 6.5 (40’ st Sardo sv) — Pellissier 7.5 (31’ st Therau sv), Granoche 6. Arbitro: Giannoccaro 5.5. Reti: 9’ pt Cannavaro, 22’ pt e 29’ st Pellissier, 13’ st Fernandes. Note: ammoniti Cannavaro e Fernandes. Spettatori 45 mila.

“Noi abbiamo commesso errori ma l’arbitro ne ha fatti di più” NAPOLI — «Abbiamo fatto qualche errore di troppo, leggerezze che abbiamo pagato. Poi ci sono stati episodi che hanno inciso fortemente sul risultato». Così Walter Mazzarri: «Erano forse più lucidi i nostri avversari ma sul risultato finale posso dire che errori gravi hanno inciso: il rigore netto sul 2-2, poi il fallo di mano credo di Pellissier. Sul rovesciamento di fronte c'è stato un errore di un nostro giocatore. Questo è il calcio, a volte gli episodi sono a favore, in questo momento a sfavore ma succede, andiamo avanti. Dispiace perché avevamo fatto bene con la Sampdoria e ora questo risultato ci penalizza».

Bologna, ancora Di Vaio l’Udinese va a fondo

LA PASSIONE È LA FORZA. LA TECNOLOGIA È AUTONOMY.

SIMONE MONARI

A

Pessima prova della difesa azzurra In 45mila al San Paolo, la gara finisce tra i fischi doppio di Fernandes (13’). Inutili le proteste di Mazzarri, costretto a sbilanciare ancora di più la sua squadra con l’ingresso dell’argentino Sosa, al posto di Gargano. Ma la partita è stata decisa da due episodi nello spazio di trenta secondi: il tempo trascorso dal miracolo di Sorrentino su Hamsik e il grave errore in disimpegno di Cannavaro sull’altro fronte, che ha regalato il tris allo scatenato Pellissier (29’). Dal possibile pareggio al 3-1: un colpo durissimo anche per il pubblico del San Paolo, rimasto in silenzio e sotto choc per alcuni minuti. Il Napoli ha invece provato a reagire, anche se con poca lucidità. Ma Sorrentino ha alzato un muro davanti alla sua porta, diventando protagonista della sfida quasi come Pellissier. A Mazzarri non è bastato mandare in campo tutte le sue punte, compreso il promettente Dumitru: il talento cresciuto nell’Empoli su cui ha scommesso la società di De Laurentiis. Gli azzurri, nonostante la buona volontà, hanno confermato le loro grandi difficoltà nelle partite in casa, davanti al pubblico del San Paolo. Prima della sconfitta di ieri sera, l’unica della stagione tra campionato ed Europa League, c’erano stati i due

BOLOGNA 34 anni, Marco Di Vaio non finisce di stupire. Domenica aveva segnato due volte alla Roma, in rimonta, negli ultimi 15’. Ieri si è ripetuto, andando a bersaglio al 90’ e regalando una vittoria davvero insperata a un Bologna che a lungo, pur audace e generoso, aveva rischiato di perdere. I gol dell’ex attaccante laziale diventano 150 fra i professionisti (ha raggiunto Mazzola, mica uno qualsiasi), senza contare che all’Udinese, la squadra a cui ha segnato di più, ha rifilato la nona sberla. Ha fatto centro di rapina, con un tocco di destro da rapace, dopo una deviazione di testa, da calcio d’angolo, del redivivo Mutarelli. Malesani sembrava un bambino con lo zucchero filato, felice come ai giorni belli: alla terza partita col Bologna si è preso i primi tre punti, mentre Guidolin — al solito preso di mira dalla curva bolognese — era a bordo campo incredulo. Già il pareggio, per quello che i suoi avevano saputo costruire (due traverse clamorose, di Benatia e Abdi, oltre a decisivi interventi di Viviano) rischiava di star stretto ai bianconeri, a 0 punti dopo 4 partite. Hanno però ritrovato Di Natale, fra i migliori: al 9’ del primo tempo aveva mandato i suoi in vantaggio dopo un gran contropiede impostato da Floro Flores. Gimenez ha pareggiato al 16’ di testa (assist di Di Vaio, guarda un po’), poi l’Udinese ha a lungo dominato. Se era malata, almeno sul piano del gioco, è guarita. Ma a far festa è il Bologna, parecchio

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La gioia dei bolognesi rimaneggiato: non c’era Perez, il mediano uruguaiano fermato da un risentimento muscolare e così è toccato a Della Rocca, che nelle gerarchie di centrocampo è preceduto anche da Ekdal e Krhin, entrambi ko a causa di acciacchi vari e condizioni fisiche da ritrovare. Ma basta Di Vaio, che a 34 anni, fa ancora i miracoli. O meglio, fa ancora vita da atleta preservando quelle doti che madre natura gli ha dato. BOLOGNA-UDINESE 2-1 BOLOGNA (4-3-3) Viviano 7 — Garics 6, Portanova 5.5, Britos 5, Rubin 5.5 — Casarini 6 (31’ st Mutarelli sv), Della Rocca 5.5 (34’ st Radovanovic 6), Mudingayi 6 — Gimenez 6.5, Meggiorini 5.5 (20’ st Siligardi 6), Di Vaio 7. UDINESE (4-3-1-2) Handanovic 6 — Benatia 6 (35’ st Coda) Zapata 5.5, Domizzi 6, Armero 5.5 — Pinzi 6, Inler 6.5, Asamoah 6.5 — Abdi 6 — Di Natale 7, Floro Flores 6.5 (1’ st Sanchez 6.5). Arbitro: Celi 6. Reti: 9’ pt Di Natale, 16’ pt Gimenez, 45’ st Di Vaio. Note: ammoniti Pinzi, Mutarelli, Domizzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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“Visto? Byron Moreno era un disonesto” Buffon: “In Corea la droga l’aveva nelle vene, non nelle mutande” MAURIZIO CROSETTI

Le reazioni

n questa brutta, triste eppure ridicola storia di droga e mutande, il colpevole è sempre quello di allora, Byron Moreno (“Baironmorenooo/se t’acchiappo te sderèno”, come si cantava nell’estate 2002 sul motivetto di Zucchero), e anche la vittima è sempre la stessa: il povero, irascibile e carissimo Giovanni Trap. Se il sicario ecuadoregno vestito di nero, colui che ci eliminò quasi da solo dai mondiali (espulso Totti, gol annullato a Tommasi contro la Corea), è stato arrestato all’aeroporto di New York con 6, 2 kg di eroina (valore 400 mila dollari), non per questo Trapattoni

I

Cesena, miracoli finiti e ora sogna pure Catania ALESSANDRO VAGLIASINDI CATANIA l Catania riporta sulla terra il Cesena. È la serata di Gomez, talento argentino dalle accelerazioni prorompenti, in grado di scompaginare i piani della capolista. Maxi Lopez ritrova la via del gol (non accadeva dallo scorso maggio) e per Antonioli arrivano i primi dispiaceri. Fatto inedito, come la parola sconfitta nel vocabolario stagionale dei romagnoli, imbattuti dal 24 aprile scorso. Nonostante la riabilitazione disciplinare di Colucci (fischiato dal suo ex pubblico), Ficcadenti si accorge ben presto che la sua squadra è sulle gambe. Giampaolo decide di attendere l’avversario, per non concedere a Giaccherini e Schelotto le fulminee ripartenze di cui sono accreditati. L’argentino Gomez, al debutto dal primo minuto, accende la partita. Al 9’ serpentina ubriacante e conclusione deviata da Antonioli. L’imbattibilità di Antonioli cade dopo 410’, quando Silvestre, di testa, converte in gol lo schema da calcio piazzato preparato da Mascara. Muta così il copione del match. Il Cesena, per la prima volta in svantaggio in questa stagione, è costretto ad alzare le linee. Giaccherini in avvio di ripresa sfiora il pareggio, ma è il Catania ad approfittare degli spazi concessi dagli ospiti. Al 12’ azione avvolgente sull’asse Ledesma-Gomez e Maxi Lopez calcia di destro spiazzando Antonioli. Bogdani sciupa un assist di Giaccherini a due metri dalla linea di porta. Non è serata, si capisce. La circola-

I

DI LIVIO

PANUCCI

ABETE

«Temo che la droga c’entri poco con quello che Moreno combinò in ItaliaCorea nel 2002: arbitrò malissimo forse per incapacità, più probabile per altro»

«Noi allora avevamo dei sospetti, l’espressione della sua faccia era l’emblema della persona che era. Va fatto sparire dal mondo dello sport, non merita rispetto»

«Moreno? La colpa è stata della Fifa che si era affidata a un incapace. Non si può parlare di una persona che non era seria, ma la vita prima o poi porta il conto a tutti»

La qualità di garante non gli si addiceva. È forzato collegare i due episodi, ma l’ultima vicenda certifica che il percorso di Moreno come arbitro non sia stato netto

Scandalo Il 18 giugno 2002, ottavi di finale, Moreno dirige Italia-Corea del Sud. Il suo atteggiamento durante la gara irritò molto gli azzurri. Poi gli episodi decisivi nei supplementari: il rosso a Totti e il gol annullato a Tommasi, che avrebbe qualificato l’Italia

L’arbitro contestato dall’Italia ai Mondiali arrestato per traffico di stupefacenti può consolarsi: «Ma, forse, si potrà rileggere sotto una luce diversa la mia storia di allenatore azzurro. L’avevo capito prima di scendere in campo che si sarebbe messa male, l’avevo intuito quando eliminarono il Giappone, l’altro paese ospitante. La tendenziosità di Moreno era manifesta, noi meritavamo di andare avanti, non di tornare a casa, e il suo arresto non mi stu-

CARRARO

pisce più di tanto. Però, come uomo di sport sono profondamente deluso se una macchina importante come un mondiale crea risultati precostituiti. Perdonarlo? Ma che c’entra? Ci

mancherebbe». Anche perché il Trap ci ha rimesso anche il mondiale 2010 per colpa di un arbitraggio malefico che ignorò il gol di mano di Henry: «Allora, dico, dove sta andando il calcio?»

La storia non si riscrive neppure se un arbitro con la faccia da pupazzo si rivela indegno, a posteriori. Resta la soddisfazione della battuta. Ci prova Buffon: «Moreno, nel 2002, la

droga non l’aveva nelle mutande ma nelle vene». È anche vero che la relazione tra gli errori di ieri e la droga di oggi è arbitraria, aggettivo inevitabile. Ma qualche sospetto si ebbe quando il famigerato Byron sfrecciò a bordo di una Chevrolet su un lungomare caraibico, estate 2002. E che per soldi avrebbe fatto qualunque cose lo si realizzò meglio quando fece l’ospite televisivo a Raidue, vestito ovviamente da arbitro, in mezzo alle sculettanti Carmen Russo e Lory Del Santo, oppure quando si prese le uova in faccia al carnevale di Cento, con congruo rimborso spese: quella volta lo portarono via gli agenti, un po’ come all’aeroporto di New York. Non sarà facile per il suo avvocato, Michael Padden, levarlo dagli impicci. «Sto studiando le circostanze che hanno portato a questa sfortunata situazione», spiega il legale. Certo, è un po’ difficile parlare di sfortuna. Perché bisogna essere persino più imbecilli che disonesti per imbottirsi di dieci sacchetti di lycra attorno alle gambe e poi lì, sul davanti, dove un tempo si metteva eventualmente il più economico e inoffensivo cotone, e sperare di farla franca nell’aeroporto più controllato al mondo. Carlos Soto, l'agente speciale del servizio immigrazione e dogane Usa, che alle 23.50 di lunedì ha bloccato l'ex arbitro ecuadoriano proveniente con un volo di linea da Guayaquil, ha scritto sul

Trap: “Forse ora la mia storia da ct potrà essere riletta sotto una luce diversa”

CATANIA (4-3-1-2) Andujar 6.5 — Potenza 6.5, Silvestre 7, Spolli 6, Capuano 6.5 (dal 22’ st Alvarez sv) — Ledesma 7, Biagianti 6, Carboni 6.5 — Gomez 7 (dal 33’st Izco sv) — Lopez 6.5, Mascara 6.5 (dal 41’ st Antenucci sv) CESENA (4-3-3) Antonioli 6 — Ceccarelli 5.5 (dal 18’st Lauro 6), Pellegrino 5.5, Von Bergen 6, Nagatomo 5.5 — Appiah 5.5, G. Colucci 5, Parolo 5 (dal 18’ st Malonga 6) — Schelotto 5.5, Bogdani 6, Giaccherini 5.5 (dal 38’st Ighalo sv). Arbitro: De Marco 6.5 Reti: 22’ pt Silvestre, 12’ st Maxi Lopez. Note: ammoniti Colucci, Ceccarelli, Biagianti, Maxi Lopez, Giaccherini, Spolli. Spettatori 13.000.

suo rapporto di aver «ricevuto un’informazione confidenziale» e alle prime domande di un ispettore, Moreno «ha mostrato evidenti segni di nervosismo». «La colpa non è sua, ma della Fifa che si affidò a un incapace», commenta Christian Panucci, un altro degli azzurri fregati dal pupazzo cattivo. Anche Angelo Di Livio torna per un attimo sul campo di Daejon, un attimo che dura da otto anni: «La faccia di Moreno era l’emblema della sua persona. Avevamo dei forti sospetti, dal modo in cui ci trattava, ed è chiaro che un soggetto del genere non potrà mai più far parte del mondo sportivo». Se è per questo, Byron Moreno faticherà a rientrare a pieno titolo pure nel mondo civile. Gli è stato negato il diritto di cauzione dalla Corte Usa e, se non collaborerà svelando gli organizzatori di questo traffico pare legato al mondo del calcio, potrebbe beccarsi almeno dieci anni di prigione (massimo della pena, l’ergastolo). Di peggio, c’è solo ballare in tivù con Carmen Russo.

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Maxi Lopez zione di palla del Cesena non è la stessa delle prime tre giornate, la capolista — ormai ex — si smarrisce, ed è anzi il Catania a minacciare ancora la porta di Antonioli, con una conclusione di Mascara, radente al palo. È una prova di maturità offerta dalla squadra di Giampaolo, giunta al terzo risultato utile consecutivo. E ora aspetta il Bologna al Massimino, col sogno di infilarsi ancora più su. Nell’altissima classifica. CATANIA-CESENA 2-0


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Juve prova di forza col Palermo Delneri: “Non montiamoci la testa, serve una squadra operaia” EMANUELE GAMBA

nerà finalmente a disposizione il capitano Miccoli dopo l’infortunio al ginocchio della stagione passata. I siciliani devono ancora completare la loro evoluzione, alla Juve si è trattato invece di affrontare una rivoluzione che, assicura l’allenatore, si sta realizzando, sta funzionando. «Soltanto il tempo dirà dove possiamo arrivare, nel frattempo non bisogna dare nulla per scontato se non la necessità di dare il massimo ogni volta. Mi ha gratificato che la mia squadra sia stata definita operaia, che non significa provinciale: la squadra operaia è

JUVENTUS PALERMO

TORINO a Juventus ne è appena uscita e il Palermo avrebbe bisogno di una medicina simile: «Ci servirebbe un risultato eclatante» implora Delio Rossi, perché questa è una stagione di squadre ancora malaticce che richiedono cure robuste. «Dopo la vittoria di Udine», conferma Delneri, «non ho

L

Storari Sirigu 30 46 Motta Cassani 2 16 Bonucci Munoz 19 6 Chiellini Bovo 3 5 Grygera Balzaretti 21 42 Krasic Migliaccio 27 8 Melo Liverani 4 11 Marchisio Nocerino 8 23 Pepe Pastore 23 27 Quagliarella 18 72 Ilicic Del Piero Hernandez 10 9 Arbitro: Orsato

Iaquinta fuori, confermati gli 11 di Udine. Rossi: “Ci serve un risultato eclatante”

ore 20.45 Tv: Sky Sport1, Sky Calcio1 Dt Premium Calcio e Hd1

quella che sa che, se lavora molto, con le doti che ha può raggiungere qualsiasi obiettivo. Mi piacciono quelli che corrono per chilometri e si sacrificano per la pagnotta, come Pepe, perché è la quantità che fa la differenza nella qualità». Gli operai bianconeri saranno gli stessi che hanno vinto a Udine, Delneri non cambia perché «è importante anche l’aspetto psicologico, se stai bene di testa corri di più» e dunque tenterà di sfruttare l’onda lunga dell’entusiasmo (squadra che vince non si cambia) ma anche alcune considerazioni tecniche: «Melo e Marchisio stanno benissimo: ho quattro ottimi centrocampisti ma loro formano la coppia più affidabile». Dunque Aquilani dovrà aspettare ancora, dopo tutto non è esattamente un operaio: è chiaro come in questo momento Delneri privilegi altri valori, altre caratteristiche. La rivoluzione deve fondarsi su basi sicure «e questo rinnovamento che ci siamo imposti è uno degli avversari con cui dobbiamo combattere. Per capire dove potremo arrivare ci vorrà del tempo, non credo che avremo risposte precise neanche dopo aver giocato con Palermo, Manchester City e Inter. Ma il tempo che è passato ci ha già dato una certezza: siamo sulla strada giusta».

Il caso

Il tribunale di Napoli contro Giraudo 12 milioni sotto sequestro per l’ex dirigente

allentato la pressione sulla squadra, ma l’ho aumentata. Meglio fare un lavoro in meno quando si perde e uno in più quando si vince, perché i giocatori sono più disponibili, più applicati, ti seguono di più. È la vittoria che dà credibilità a quello che fai». Dunque la Juventus sta cominciando a credere in se stessa, mentre il Palermo deve reggere il peso di tre sconfitte consecutive e delle polemiche di Zamparini («Non mi hanno minimamente toccato», dice Delneri) ma pure la leggerezza della sua bellissima gioventù, anche se stasera tor-

NAPOLI — Sequestro conservativo di dodici milioni di euro sui beni di Antonio Giraudo. Lo ha disposto il gup del Tribunale di Napoli, Eduardo de Gregorio, nell’ambito dell’inchiesta su Calciopoli. Lo ha confermato il Brescia Calcio, attraverso i propri legali. Giraudo, ex ad della Juventus, era stato riconosciuto colpevole del delitto di associazione per delinquere con risarcimento dei danni in favore delle parti civili. Il Brescia, insieme agli altri club, confida ora in un celere svolgimento d’appello e del giudizio con rito ordinario in corso alla IX sezione del Tribunale di Napoli.

Giraudo

BOLOGNA-UDINESE

Serie A PUNTI

2-1

IN TRASFERTA

TOTALE

G V N P F S V N P F S V N P F S

Senza Cassano Eterno Crespo la Samp è noiosa salva il Parma a Cagliari 0-0 dal Lecce di Jeda STEFANO ZAINO CAGLIARI — Noioso pareggio che accontenta entrambe le squadre. Cassano è rimasto a casa e la sua assenza ha creato un caso immotivato, visto che all’origine non c’è alcun litigio con Palombo, con il direttore generale Gasparin o con l’allenatore Di Carlo, ma solo una scelta dettata dal turn over, con il fantasista che ha giocato fin qui tutte le partite, comprese due della nazionale, senza mai rifiatare. Il tecnico blucerchiato ha preferito lasciarlo a casa ad allenarsi, schierando al suo posto Pozzi, punta che aveva rifilato due gol alla Juve. L’avvicendamento non sottolinea veleni, ma priva la Sampdoria della consueta fantasia, soprattutto a spazi larghi. I blucerchiati provano a ribattere alle offensive cagliaritane, ma non riescono a produrre occasioni da gol, se si eccettua una conclusione di Pazzini, innestato da un passaggio di Pozzi, al 23’ del primo tempo, tiro che sfiora l’incrocio dei pali e una tempestiva uscita di Agazzi sullo stesso Pazzini al 34’ della ripresa. I padroni di casa fanno ancora meno, con tiri sempre velleitari e controllati da Curci.

LECCE — Due errori della difesa, qualche buon numero a centrocampo e tutto sommato un pareggio giusto tra due squadre, però, con un’evidente differenza di mezzi: il Parma è più attrezzato del Lecce ma ieri, giusto con un po’ di attenzione in più, i pugliesi avrebbero potuto tranquillamente portare i tre punti a casa. La partita è noiosa ma dopo trenta minuti ci pensa il Parma a svegliarla: Gobbi fa un retropassaggio che assomiglia a un suicidio, Jeda tira a botta sicura, Paci salva ma ancora Gobbi atterra l’argentino Piatti. È rigore, segna Jeda alla prima partita con la maglia giallorossa. Nel Parma il più pericoloso, ma anche il più sprecone, è lo spagnolo Marques: il record di fischi va all’ex Bojinov che entra in campo nel secondo tempo al posto di Giovinco, infortunato. Piatti sbaglia un gol fatto, e un altro ex Angelo appena entrato regala una palla perfetta a Crespo che non sbaglia. Sbaglia invece, pochi minuti dopo il suo ingresso in campo, il nigeriano Ofere: solo davanti al portiere del Parma Mirante, si fa anticipare Zaccardo. È l’ultima emozione della partita. (g. f.)

0

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9 +3

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6

2

3

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1

8

4

+1

Reti: 12’pt Hetemaj, 20’ st Caracciolo (rig.), 38’ st

BRESCIA

9

B

4

2

0

0

5

3

1

0

1

1

2

3

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1

6

5

+1

Borriello

CATANIA

7 +6

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1

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3

2

1

1

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-1

LAZIO

7

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4

1

1

0

4

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1

0

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3

2

1

1

6

5

-1

CESENA

7

B

4

2

0

0

3

0

0

1

1

0

2

2

1

1

3

2

-1

CAGLIARI

6 +5

4

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1

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5

1

-2

MILAN

5

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4

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SAMPDORIA

5

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6

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-3

PARMA

5

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4

-3

NAPOLI

5 +1

4

0

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1

3

5

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0

3

2

1

2

1

6

7

-3

CAGLIARI-SAMPDORIA 0-0

LECCE-PARMA 1-1

CAGLIARI (4-3-1-2) Agazzi 7 — Pisano 6 (32’ st Perico sv), Canini 6, Astori 6, Agostini 6 — Biondini 6, Nainggolan 5.5, Ragatzu 5 (11’ st Lazzari 5) — Cossu 5 — Nenè 6, Acquafresca 5 (11’ st Matri 6).

LECCE (4-3-1-2) Rosati 6 — Vives 5.5, Gustavo 6, Ferrario 6, Giuliatto 5.5 — Mesbah 5.5, Giacomazzi 6.5, Grossmuller 6 — Piatti 6.5 (19’ st Olivera 5.5) — Di Michele 5.5 (35’ st Corvia sv), Jeda 6.5 (23’ st Ofere 6). PARMA (4-3-3) Mirante 6 — Zaccardo 6.5, Lucarelli 5.5, Paci 6, Gobbi 5 — Valiani 6, Morrone 5.5, Candreva 5.5 (21’st Angelo 6.5) — Giovinco 6 (1’st Bojinov 5), Marques 6.5, Crespo 6 (31’ st Dzemaili sv). Arbitro: Brighi 6 Reti: 30’ pt Jeda su rigore, 24’ st Crespo. Note: ammoniti Gobbi e Vives. Spettatori 8mila circa

BRESCIA-ROMA

2-1

CAGLIARI-SAMPDORIA

0-0

CATANIA-CESENA

2-0

Reti: 22’ pt Silvestre, 12’ st Maxi Lopez

GENOA-FIORENTINA

1-1

Reti: 11’ pt Gilardino, 18’ pt Mesto

INTER-BARI

4-0

Reti: 27’ pt Milito, 5’ st (rig.) e 18’ st Eto’o, 41’ st Milito

LAZIO-MILAN

1-1

Reti: 21’ st Ibrahimovic, 36’ st Floccari

LECCE-PARMA

1-1

Reti: 29’ pt Jeda (rig.), 24’ st Crespo

NAPOLI-CHIEVO

1-3

Reti: 9’ pt Cannavaro, 22’ st e 29’ st Pellissier, 13’ st Fernandes

JUVENTUS-PALERMO

oggi ore 20.45

10

+2

Quagliarella e Del Piero dopo un gol segnato domenica scorsa all’Udinese. Sono 7 le reti in 3 gare giocate dai bianconeri

CHIEVO

Reti: 9’ pt Di Natale, 16’ pt Gimenez, 45’ st Di Vaio

INTER

IN CASA

MEDIA INGLESE

Risultati e Classifica

DIFF. ANNO PRECEDENTE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN ATTACCO DA 7 GOL

BOLOGNA

5 +3

4

1

1

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2

1

0

1

1

3

5

1

2

1

5

6

-3

GENOA

5

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1

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4

5

-3

BARI

5

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4

1

1

0

1

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1

1

2

6

1

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3

6

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JUVENTUS

4

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0

3

3

1

0

1

4

1

1

1

1

7

4

-1

LECCE

4

B

4

1

1

0

2

1

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0

5

1

1

2

2

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FIORENTINA

2

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1

2

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1

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ROMA

2

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9

-6

PALERMO

1

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-6

UDINESE

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9

-8

MEDIA INGLESE - IN CASA - VITTORIA: 0 - PAREGGIO: -2 - SCONFITTA: -3. IN TRASFERTA - VITTORIA: +2 - PAREGGIO: 0 - SCONFITTA: -1

SAMPDORIA (4-3-1-2) Curci 6.5 — Zauri 6, Gastaldello 6, Lucchini 6, Ziegler 6 — Mannini 5.5 (27’ st Obiang sv), Palombo 6, Dessena 6.5 — Guberti 5 (44’ st Semioli sv) — Pozzi 5.5 (26’ st Marilungo sv), Pazzini 6.5. Arbitro: Pierpaoli 7. Note: ammoniti Agostini e Lucchini. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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santa pace», spiega di la Repubblica GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

santa pace», spiega di‫ح‬Gn @

R2SPORT

■ 68

Da dopato a collaboratore Di Luca è già pronto a tornare

PER SAPERNE DI PIÙ www.danilodilucaweb.it www.nfl.com

La storia

Squalificato, può approfittare dei regolamenti Wada EUGENIO CAPODACQUA

Scandalo al Giro

ROMA anilo Di Luca potrebbe tornare prestissimo nel plotone. Toccato da varie vicende doping, attualmente squalificato per due anni per la positività (epo-Cera) al Giro del 2009, ha chiesto al tribunale antidoping del Coni (Tna) la revisione del processo e il suo caso sarà discusso il 15 ottobre prossimo. L’abruzzese, difeso dall’avvocato Ernesto De Toni, chiederà una

Di Luca, discussa maglia rosa nel 2007, è risultato positivo al Cera al Giro 2009: in attesa del processo, il ciclista si è autosospeso il 21 luglio 2009. A febbraio 2010 la squalifica di due anni.

D

Fermo da 14 mesi, ha aiutato le indagini: la difesa chiede la riduzione della pena riduzione della pena perché nel frattempo avrebbe fattivamente contribuito a smascherare vari casi di doping a sua conoscenza. Insomma, il «killer» avrebbe collaborato concretamente al punto da consentire alla giustizia ordinaria di istruire indagini e nuovi processi. Sfrondando così rami importanti della «piovra» legata alla farmacia proibita. Sono le condizioni previste dall’articolo 10.5.3 del regolamento antidoping della Wada. Il Tna dovrà verificare la richiesta in base alle carte e ai documenti ricevuti dalla Procura di Padova e quelli relativi alla recente inchiesta di Brescia che ha portato a scoprire una pista che è finita con le perquisizioni a casa di Bernucci e Petacchi. Carte e documenti che conforterebbero le tesi della difesa dell’abruzzese. Di Luca, che ha compiuto 34 anni il 2 gennaio scorso, potrebbe

In breve

Coppa Davis

Sorteggio, per l’Italia Slovenia o Finlandia BRUXELLES — Sorteggiati i tabelloni della Davis, l’Italia affronterà a luglio la vincente di Slovenia-Finlandia. In caso di successo accederà allo spareggio di qualificazione per la serie A (foto, Barazzutti e Bolelli). VOLLEY — Oggi il ct Anastasi ufficializza la squadra del Mondiale, al via da sabato con gli azzurri contro il Giappone. DOPING — Il pongista tedesco Dimitrij Ovtcharov è risultato positivo al clenbuterolo ed è stato sospeso dalla federazione. BASKET — La Pepsi Caserta ha chiesto all’Eurolega di correggere il punteggio del match perso col Khimki (77-74): la prova tv ha dimostrato che un libero non è stato realizzato. PREMIER — Inghilterra sempre più sotto shock per i comportamenti dei giocatori della Premier League. Ieri è stato arrestato Titus Bramble, difensore del Sunderland: è accusato di violenza sessuale.

Il processo Appellandosi all’articolo 10.5.3 del regolamento antidoping della Wada, la difesa di Di Luca chiede la revisione del processo in base alla collaborazione fornita dal ciclista a indagini e processi.

Danilo Di Luca, 34 anni avere un forte sconto nella pena, ma non superiore alla metà del periodo comminato. Essendosi autosospeso il 21 luglio 2009 avrebbe già scontato ampiamente più di metà della pena, dunque, in caso di accettazione dell’istanza e dimezzamento della pena potrebbe tornare tranquillamente a correre subito. A cominciare addirittura dal Giro di Lombardia del 16 ottobre, trovasse una squadra. Secondo alcune fonti avrebbe già avuto vari contatti, fra cui uno con l’amministratore delegato della Geox, la nuova mega-for-

mazione Pro Tour che sta mettendo in piedi Mauro Gianetti, manager della Saunier Duval quando, nel 2008, Riccò e Piepoli furono trovati positivi al Cera al Tour 2008. Tanto per cambiare, gli ex dopati fanno sempre gola nel ciclismo. Ieri intanto al Coni, alla presenza del ministro Fazio, è stata presentata un’interessante iniziativa, patrocinata dal Ministero della salute, per contrastare il diffusissimo doping amatoriale. Dal 2011 gli ex pro, Under 23 ed élite dovranno attendere 5 anni dall’ultimo contratto per parte-

cipare alle 5 più importanti manifestazioni del settore: la Gimondi, la Nove Colli, la Maratona des Dolomites, la Sportful e la Pinarello, riunite nella «Five star», una sorta di Champions ciclistica. E i primi 100 del ranking nazionale dovranno sottoporsi al monitoraggio biologico, sulla traccia del passaporto prof. «Bisognava fare qualcosa – ha detto Fazio promettendo maggiori controlli – perché queste manifestazioni importantissime per la nostra società non siano più stravolte». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Kenny McKinley, ricevitore dei Denver Broncos morto suicida

Morte, droga e alcol i campioni dannati del football Usa DAL NOSTRO INVIATO ANGELO AQUARO

Il caso

NEW YORK enny McKinley l’aveva detto: «Se continua così mi uccido». Ma nessuno dei suoi compagni poteva credere che quel ragazzone di 23 anni, la promessa del football americano, una stagione tra le stelle prima della panchina dopo un brutto infortunio al ginocchio, potesse davvero deciderla di farla finita così: un colpo di pistola. Che orrore. Lascia un figlio di appena un anno, i genitori disperati e i ragazzi dei Broncos che domenica prossima scenderenno in campo a Denver con il lutto sulle spalle nella sfida con i Colts di Indianapolis. Si può morire per il gioco più amato d’America? Il football, si sa, è lo specchio di questa civiltà. Nella stagione scorsa, anno prima dell’era Obama, il trionfo dei Saints ha segnato la rinascita di New Orleans e due domeniche fa è arrivata addirittura Michelle per la festa del kick off. Ma il football è anche lo specchio della civiltà più competitiva del mondo: vedi gli scontri in campo malgrado i rischi di «concussion», il trauma cranico che uccide. La morte di McKinley, per esempio, qui l’hanno già ascritta alla maledizione dei Broncos: sempre a Denver, tre anni fa, hanno seppellito prima Darrent Williams, dopo una sparatoria, e poi Damien Nash, attacco di cuore. Ma se la maledizione fosse proprio del football? Le vie dell’autodistruzione sono

DARRENT WILLIAMS

K

Dopo il suicidio della giovane star di Denver, lo sport più popolare degli States si interroga infinite. Ha detto al Denver Post l’agente del povero McKinley, Andrew Bondrarowicz: «Questi ragazzi sembrano fatti d’acciaio. Ma le pressioni e le aspettative del pubblico sono un peso impossibile da sopportare per molti». Prendete Braylon Edwards. La stella dei Jets è stato arrestato l’altra mattina mentre sfrecciava all’alba per il West Side di Manhattan: guida in stato d’ebbrezza. Mica è la prima volta. L’hanno scorso dovettero placcarlo perché aveva deciso di cambiare sport: se l’era preso con un amico del campione di basket LeBron James fuori da un night di Cleveland. Ora è in

Il giovane cornerback dei Broncos, 25 anni (foto), viene ucciso la mattina del Capodanno 2007 in una sparatoria

DAMIEN NASH Il running back dei Broncos è morto 25enne nel 2007 vittima di un collasso dopo una partita di basket giocata per beneficenza a St.Louis

BRAYLON EDWARDS La stella dei Jets è stato arrestato mentre guidava ubriaco: era già finito in manette altre volte per guida in stato di ebbrezza

ottima compagnia: il suo amichetto nei Jets, Santonio Holmes, sconta quattro giornate di squalifica per sostanze stupefacenti. Morte, sesso, droga: e il football? Roger Goodell, il commissario della federazione, sta provando metterci un freno. Il risultato è che ben 14 giocatori sono già a terra ad avvio campionato: Goodell dice che per salvare la reputazione della categoria non può scendere in campo chi ha dato scandalo fuori. Ben Roethlisberger, per esempio. Il gigante dei Peetsburg Steelers s’è fatto pizzicare mentre le dava di santa ragione a uno studente di college di Milledgeville, Georgia, dopo una notte di alcol. L’eroe dei Patriots, Quinn Ojinnaka è stato appiedato dopo aver rovesciato dalle scale la moglie che le chiedeva ragione di una ragazzina conosciuta su Facebook. Per fortuna non tutte le vite spericolate finiscono in tragedia. Antonio Cromartie è un altro campione dei Jets e lui, vivaddio, tra droga e rock’n’roll ha scelto il sesso: al punto da fare otto figli con cinque donne diverse. Per aiutarlo in due giudizi di paternità, i Jets gli hanno già anticipato mezzo miliardo di dollari. E Bill Lankoff, il reporter del Toronto Sun: «Ma non era meglio regalargli un bel pacchetto di condom?». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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METEO

GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

PER SAPERNE DI PIÙ meteo.repubblica.it

■ 71 dati a cura di 3BMeteo.com - Elaborazione grafica: Centimetri.it

Meteo in tempo reale su

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Mare e venti oggi Peru Pe Perugia erug ru

Mattino

Sabato

L’Aquilaa

Una nuova perturbazione si avvicina da ovest portando le prime piogge su ovest Alpi. Nuvoloso anche su Prealpi, ovest Valpadana e tirreniche con isolate piogge su basso Lazio, Reggino e monti siculi, strati altrove. Minime in ascesa. Venti deboli variabili.

Molte nubi sull'Italia con piogge e rovesci al Centro-Nord in movimento, nel corso della giornata, verso basso adriatico ed ioniche. Asciutto su estremo Nordovest, Sardegna, alto Tirreno e centro ovest Sicilia. Temperature in calo. Venti tesi tra NO e SO.

ROMA Cam C Campobasso mp b ss Napoli Potenza

C

i

Pomeriggio

Domenica

Nuvoloso con piogge su Nordovest, medio tirreno, cagliaritano e bassa Sicilia, ampi spazi soleggiati su basso adriatico e ioniche. Dalla sera peggiora al Nordovest con rovesci in estensione a Nordest e tirreniche. Massime in calo. Venti in rinforzo da Sud.

Mattino: La blanda depressione in quota giunta ieri si allontana sullo Ionio rinnovando nuvolosità irregolare tra Sicilia, Calabria, Lucania e basso versante adriatico con piogge sparse su Sicilia orientale, bassa Calabria, nord ioniche e Salento. In prevalenza soleggiato sul resto dell'Italia, salvo velature e stratificazione in arrivo su Sardegna, Nordovest, Toscana e Lombardia. Foschie nelle valli tosco-umbre. Minime in lieve calo. Venti deboli tra NNO e NE.

Ieri

1 OTT

7 OTT

14 OTT 23 OTT

Alghero Ancona Aosta Bari Bologna g Bolzano Brindisi Cagliari g Campobasso p Catania Catanzaro

Oggi

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18 16 12 18 13 13 17 17 14 20 20

25 24 20 26 24 25 26 25 22 25 23

27 22 27 23 27 24 23 27 23 28 24

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Ieri

Oggi

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UV

14 19 19 12 20 15 18 18 21 13 14

Firenze Genova Imperia L'Aquila Messina Milano Napoli p Olbia Palermo Perugia g Pescara

INDICE UV

Pomeriggio: Si rinnovano annuvolamenti sparsi sulle regioni meridionali con piogge sparse su interne sicule, catanese, medio-bassa Calabria e Salento. Nuvolosità alta e stratiforme, localmente anche compatta, in transito su Sardegna e tirreniche ed in estensione serale ai restanti settori peninsulari. Nuvolosità in aumento, infine, in nottata su Alpi e Prealpi ad iniziare da nordovest. Massime in lieve calo su Nordovest, stabili altrove. Venti deboli di brezza.

Basso

0-2

3-5

27 27 27 23 26 26 27 26 25 26 24

Domani

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11 20 20 9 19 15 18 17 20 9 16

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Moderato

12 19 20 10 21 15 19 19 22 13 16

27 28 27 26 29 28 28 29 29 25 27 Alto

6-7

min

max

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UV

23 22 23 23 24 22 22 24 25 21 24

14 14 20 14 18 18 12 12 19 14 14

Pisa Potenza Reggio C. Rimini Roma Fium. Roma Urbe Torino Trento Trieste Venezia Verona

8-10 Molto alto

24 24 26 23 26 27 25 25 25 25 25

Domani

max percep. UV

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23 22 25 23 25 25 23 25 25 23 24

26 25 29 27 29 28 27 28 29 27 27

Fronte caldo 15 17 21 13 12 14 13 14 14 12 13 13 11 11 14 10 18 11 21 17 14 11 11 17 26 9 7 13 14 11 8 8 9 11 14 13 9 8 18 22 8 14 8 11 15

18 24 26 23 22 23 21 22 23 20 18 18 16 15 23 13 25 15 29 24 20 20 22 25 31 13 10 17 22 20 9 16 14 24 26 22 14 14 27 27 19 23 15 22 19

Domani

Reykjavik

Fronte freddo

1008

Helsinki 1012Helsink

BOslo

Stoccolma Stocco

Tallinn

Göteborg Riga

1012

B

Edimburgo Belfast

Coope Cop C oopenaghen p h 1020

Amsterdam

Nantes

Parigi

1016

Gijon

B Tolosa

Bilbao Madrid

Berlino

Colonia Francoforte Francofo r rt Praga Lussembur Lussemburgo bburggo Monaco

Tours Bordeaux

Minsk

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Amburgo

Birmingham B gh 1008 Londra Londr 1012 Bruxelles r rux

Portoo

Varsavia

A

Vienna Berna Berna r Lione

Zagabria b L biana Lu Lubiana b Bucarest Bucares Belgrado Belgrado 1020 Sarajevo rra evoo Roma Sofia Skop Sko Skopje k pj Tirana r Istanbul bu Salonicco c

Marsiglia

B

Barcellona

1016 1012

Atene ne Algeri 1016

A

6 4

2 7 5 3 6 1 2

Tunisi Tunis

S rne Smirne r Iraklion

Valletta

1008

Larnaca Larn

Come si gioca: Completare il diagramma in modo che ciascuna riga, colonna e riquadro 3x3 contenga una sola volta tutti i numeri da 1 a 9.

3 8 9 5

1020

Chisinau Chi

Budapest

Milano

Malaga

4 1 2 1 7 8 6 9 5 8 3 7

Kiev

Bratisla a Bratislav Bratislava

Valencia

Lisbona

7

Vilnius

K Kaliningrad ngrad

Dublino Dublino

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Oggi

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SOLE

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Sorge 6.40 6.50 6.55 6.57 7.01 7.02 7.09 7.11 7.16

Tramonta 18.51 19.01 19.05 19.08 19.13 19.14 19.21 19.23 19.28

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>11 Estremo

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Cieli poco o parzialmente nuvolosi salvo residui fenomeni su est Alpi e massicci appenninici. Instabile sin dal mattino sulla Sardegna con rovesci in marcia entro sera al Centro-Sud, salvo che sulle ioniche. Temperature stabili. Venti moderati occidentali.

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