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Cade l’ultimo zar Putin scarica il sindaco di Mosca
Fanatismi se la pretesa verità diventa violenza
La Roma affonda anche in Champions il Milan si riscatta
NICOLA LOMBARDOZZI
KEPEL, STILLE E ZUCCONI
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Fondatore Eugenio Scalfari 1 2
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Anno 35 - Numero 219
Direttore Ezio Mauro
1,00 in Italia
gio 16 set 2010
giovedì 16 settembre 2010
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L’Eliseo attacca il commissario europeo Reding: “Se li prenda a casa sua”. Il Cavaliere: “L’Europa non ha capito il problema”
Berlusconi con Sarkozy contro la Ue Polemica sui Rom. Monito Usa: Parigi rispetti i diritti umani L’INTERNAZIONALE DELLA PAURA ADRIANO PROSPERI NO spettro si aggira per l’Europa: un altro. Non quello rosso del comunismo che nel 1848 allarmò la Santa Alleanza. Oggi lo spettro veste gli stracci colorati e si muove sui carrozzoni di un popolo di nomadi. È questo lo spettro che ha spinto Sarkozy a rispondere sgarbatamente alla commissaria europea Viviane Reding e che gli ha guadagnato l’immediato appoggio di Berlusconi. SEGUE A PAGINA 32
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ROMA — Bufera Rom in Europa. Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi attaccano a testa bassa il vicepresidente della commissione Ue, Viviana Reding che aveva criticato duramente la Francia per le «deportazioni del popolo nomade, simili -ha dichiarato- a quelle della seconda guerra mondiale». Il presidente francese ha risposto: «se li prenda a casa sua». Il premier italiano ha invece polemizzato dicendo che «l’Europa non comprende il problema». A fianco della Reding la cancelliera tedesca Angela Merkel. Dagli Usa è arrivato un monito: «Parigi deve rispettare i diritti umani». SERVIZI ALLE PAGINE 2,3 E 4
La Marcegaglia: c’è ancora una maggioranza?
Bufera sul Pdl per il mercato dei parlamentari Veltroni sfida Bersani: il Pd torni alle origini
GIANCARLO ZIZOLA E CENERI di John Henry Newman interpellano Benedetto XVI che va a iscriverlo nel firmamento dei beati della Chiesa romana a Birmingham, clou del suo week end nel Regno Unito. SEGUE A PAGINA 33 SERVIZI A PAGINA 19
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SERVIZI DA PAGINA 6 A PAGINA 10
I GUARDIANI DEL TALK SHOW LA DONNA DELL’ONOREVOLE CURZIO MALTESE
NATALIA ASPESI
UFFICIO Facce, geniale metafora di Beppe Viola ed Enzo Jannacci, dopo quarant’anni diventa realtà in Rai. Nel nuovo codice per i talk show firmato da Mauro Masi, quello del «nemmeno in Zimbabwe», è contemplato anche il controllo della direzione generale sulle espressioni del pubblico in studio. SEGUE A PAGINA 33
VERO: non hanno tempo; han mogli che li tengono d’occhio; sono quasi sempre bruttini o bruttissimi; ce ne è che sono anche alquanto impacciati; poi non sempre la sposa legittima ha voglia di frustarli, oppure coglie l’occasione per farlo però con troppa foga. SEGUE A PAGINA 33
L’
L’inchiesta
CARLO BONINI ORSE ha ragione Pasquale De Lise, presidente del Consiglio di Stato, a dire che sulla compravendita della sua «villetta» alla Giannella «non c’è più nulla da chiarire». Che sul milione 67 mila euro versati nell’estate del 2009 dall’avvocato e professore Franco Gaetano Scoca e dalla figlia Maria Chiara – e sull’assegno di 250 mila euro incassato quale parte del prezzo «è tutto molto chiaro». SEGUE A PAGINA 11
È
Il caso
G8, le case milionarie del super-magistrato
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L’AVANA ULTIMA estate dell’ultimo socialismo scientifico è stata, forse, la più triste. Per milioni di cubani, il rischio di perdere il lavoro. Il regime ha annunciato che dovrà licenziare 500mila dipendenti pubblici entro la fine del 2011, un milione da qui al 2015: come a dire che nei prossimi anni un quinto della forza—lavoro non saprà più come campare. Non è soltanto la fine del patto sociale che garantiva a tutti il sufficiente per sopravvivere. Anche se questo a Cuba non si può dire, è la liquidazione del modello “socialista”. Che naufraga dopo 51 anni nel modo più paradossale, con una ristrutturazione «lacrime e sangue» per sommarietà ed estensione tipica delle economie ultraliberiste. Sarà immolata proprio la generazione che, lo volesse o no, ha “edificato il socialismo”: dopo una vita di durezze adesso viene destinata in massa al pensionamento anticipato, cioè alla fame. ALLE PAGINE 35,36 E 37
Sorpresa, la spesa al Sud più cara che al Nord
REPUBBLICA
Da oggi in edicola Tex A richiesta con Repubblica la collezione storica a colori “L’ombra del diavolo”
Bruciore e mal di stomaco?
VALENTINA CONTE L CARRELLO scotta. A sorpresa, più al Sud che al Nord. Così, fare la spesa a Sassari costa 900 euro più che a Firenze. Per gli stessi prodotti e nella stessa quantità, nonostante l’inflazione sia sotto controllo e i prezzi dei prodotti alimentari addirittura in discesa. Quasi tutti. Fa eccezione la pasta, cresciuta inspiegabilmente del 33% dal 2007. Un vero e proprio record. Le famiglie, intanto, sono più povere. SEGUE A PAGINA 25
I
Aut. Min. del 08/07/2010
Il Papa in Inghilterra tra le proteste
dal nostro inviato GUIDO RAMPOLDI
L’
Napolitano sulla scuola: no a tagli indiscriminati ROMA — «Abbiamo bisogno di più risorse per la scuola e abbiamo bisogno di attività formativa e impegno». Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano davanti alla giuria, composta interamente da ragazzi del Giffoni Festival dice no a tagli indiscriminati che colpiscano la scuola, dove la partenza del nuovo anno è segnata da caos e polemiche. Non a caso il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha detto che «l’appello di Napolitano va assolutamente recepito». SERVIZI A PAGINA 13
La triste estate del socialismo di Fidel
ALTAN
Il presidente chiede più risorse. Fini: appello da recepire
L’analisi
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la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
L’EMERGENZA ROM MONDO
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La polemica
Rom, scontro tra Ue e Sarkozy Berlusconi: Parigi ha ragione “La Reding li porti a casa sua”. Gli Usa: “Rispettate i diritti” DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPIERO MARTINOTTI
Il fronte italofrancese per ora è isolato. Oggi vertice a Bruxelles porte chiuse, ma ben sapendo che i parlamentari lo avrebbero spifferato subito: «Ha detto che era scandaloso che l’Europa si esprima in questo modo su quel che fa la Francia. Rispettiamo le leggi e se i lussemburghesi vogliono prendersi i Rom, non c’è nessun problema». Un altro senatore ha dato una versione simile: «Il commissario europeo abita in Lussemburgo, che è vicinissimo alla Francia. Saremmo felici se anche il Lussemburgo potesse accogliere qualche Rom. Non è esattamente quel che ha detto, ma è quel che voleva dire». L’Eliseo, secondo un giornalista di Libération, ha tentato di metterci una pezza: il presidente avrebbe usato solo «un tono umoristico» per reagire ad affermazioni «inammissibili», come il paragone fatto dalla Reding con le deportazioni della Seconda guerra mondiale. Sarkozy ha trovato un appoggio
Le reazioni
GERMANIA
STATI UNITI
Il cancelliere tedesco Angela Merkel si è detta d'accordo con la commissaria Ue Reding sulla sostanza, ma non sui toni e sul paragone storico fatto contro Parigi
Una fonte anonima del Dipartimento di Stato americano citata dall’agenzia France Press ha invitato la Francia a «rispettare i diritti umani» della comunità Rom
solo in Berlusconi. In un’intervista al Figaro, il presidente del consiglio esalta le buone relazioni con il capo dello Stato francese e si schiera contro la commissione: «La signora Reding avrebbe fatto meglio a trattare l’argomento in privato con i dirigenti francesi prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto. Il problema dei Rom non è specificamente francese. Riguarda tutti i paesi europei. Bisogna dunque aggiungere questo tema all’ordine del giorno del consiglio dei capi di Stato e di governo per parlarne tutti assieme al fine di tro-
“Le Figaro” “Sostengo Sarkozy sui rom” afferma il premier italiano Silvio Berlusconi, in un’intervista al quotidiano transalpino Le Figaro
vare una posizione comune». E bisognerà parlare anche dell’immigrazione clandestina, aggiunge Berlusconi: «L’Europa non ha ancora capito completamente che non si tratta di un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy, invece, ne è pienamente cosciente. Speriamo che la convergenza franco-italiana aiuti a scuotere l’Europa e ad affrontare il problema con politiche comuni». Il tutto condito con ripetuti elogi sugli eccellenti rapporti con Sarkozy. Il fronte italo-francese sembra
per il momento isolato. Barroso ha sostenuto il suo commissario pur cercando di ammansire Parigi: «Un’espressione o un’altra possono aver suscitato un malinteso, ma la signora Reding non voleva far paralleli con quel che è successo durante la guerra». In ogni caso, il commissario «ha agito con il pieno sostegno della commissione e mio personale». Anche da Berlino arriva un appoggio all’esecutivo europeo: «Il diritto alla libera circolazione è incondizionata e non è autorizzata nessuna discriminazione contro le minoranze etniche»,
ha detto il portavoce del governo, Steffen Seibert. Anche lui aveva però cercato di placare i francesi: «Un membro della commissione ha il diritto di fare dichiarazioni, che sono più utili se misurate nel tono». Critiche anche dagli Usa che invitano il governo francese «a rispettare i diritti dei Rom». Nel granducato sono furiosi: «Fare un amalgama tra la nazionalità del commissario e il Lussemburgo è malevolo — ha dichiarato il ministro degli Esteri, Jean Asselborn — la Reding non parla per il Lussemburgo, ma sul fondo sono
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PARIGI — — «Che la Reding si prenda i Rom nel suo paese, che li accolga in Lussemburgo». Nicolas Sarkozy ha perso le staffe. Com’è nel suo carattere, ha reagito con la collera e l’invettiva alle critiche del commissario alla Giustizia, Viviane Reding, difesa dallo stesso José Manuel Barroso. E l’unico a dargli ragione è stato Silvio Berlusconi, aprendo così una crisi tra l’asse italo-francese e Bruxelles, che finirà probabilmente per dominare il consiglio straordinario convocato oggi nella capitale europea. Uno scontro dai toni accesi, scoppiato improvvisamente nel pomeriggio. Dopo le prime polemiche e un tentativo dell’Eliseo per appianare i dissensi, Sarkozy è sbottato di fronte ai senatori del suo partito. Lo ha fatto a pranzo, a
la Repubblica
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GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
Le tappe
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LA STRETTA
LE ESPULSIONI
L’INFRAZIONE
IL PARAGONE
Dopo un incidente tra Rom e polizia, a fine luglio Sarkozy annuncia la chiusura dei campi illegali e l’espulsione di chi è senza permesso
I Rom rumeni e bulgari ricevono 330 euro per lasciare la Francia e vengono rispediti in patria in aereo. Solo martedì scorso effettuati 230 rimpatri
La commissaria Ue alla Giustizia Viviane Reding apre una procedura d’infrazione per violazione delle norme sui diritti umani
La commissaria paragona le espulsioni dei Rom alle deportazioni delle Seconda Guerra Mondiale e scatena l’ira dell’Eliseo
Bruxelles e la paura del contagio “Fermiamo l’asse Francia-Italia” Romania ricattata, la Commissione: troppe spinte xenofobe DAL NOSTRO INVIATO ANDREA BONANNI
del tutto d’accordo con la commissione». Altre cancellerie hanno sostenuto la posizione della commissione sulla libera circolazione nell’Ue. E i francesi sembrano coscienti di trovarsi in una posizione difficile, malgrado l’appoggio arrivato da Roma: ieri sera François Fillon è andato a Bruxelles per spiegarsi con i colleghi del Partito popolare europeo. E oggi sarà lo stesso Sarkozy a tentare di disinnescare la crisi aperta con la commissione e i partner europei. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ASSE Il premier italiano Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy “Spero che la convergenza francoitaliana scuota l’Europa”, ha detto il premier
BRUXELLES — «Mai e in nessun modo la Francia ha voluto colpire una minoranza specifica. La nostra è una operazione di ordine pubblico diretta contro cittadini, anche francesi, che occupano abusivamente terreni pubblici o privati». E’ martedì 31 agosto. Al dodicesimo piano del Palazzo Berlaymont di Bruxelles, Eric Besson, ministro per l’immigrazione, l’integrazione e l’identità nazionale è impegnato a dare rassicurazioni alla Commissione europea. Al suo fianco, siede Pierre Lellouche, segretario di Stato per gli affari europei. Di fronte a loro siedono la commissaria svedese agli affari interni Cecilia Malmstrom e la vicepresidente della Commissione, la lussemburghese Viviane Reding, responsabile per la Giustizia. L’Europa è preoccupata: l’ondata di espulsioni, che parte dalla Francia, può “contagiare” anche altri Paesi. Primo fra tutti proprio l’Italia che già nei mesi scorsi era stata richiamata da Bruxelles per le misure discriminatorie contro i Rom. Un asse, quello Roma-Parigi, che la Commissione vuole bloccare prima che sia troppo tardi. Il ministro francese per l’immigrazione non fa una piega. L’operazione di rimpatrio dei Rom in corso dall’inizio dell’estate, spiega, è assolutamente regolare e conforme sia alle leggi francesi sia alle normative comunitarie. E’ stata proprio la Reding a convocare a Bruxelles gli esponenti del governo francese dopo l’ondata di proteste per le espulsioni dei Rom. All’inizio la reazione di Parigi era stata sprezzante: sono affari interni della Repubblica, il governo agisce in conformità con le leggi francesi e tanto deve bastare, anche a Bruxelles. Ma poi, quando anche la Chiesa si è unita all’indignazione delle organizzazioni umanitarie, il presidente Sarkozy ha deciso di adottare una linea più conciliante e ha mandato i suoi ministri a Bruxelles.
No alle espulsioni collettive
La direttiva sulla libera circolazione dei cittadini comunitari prevede che qualsiasi misura di espulsione debba essere individuale. Quelle collettive non sono contemplate
La Malmstrom e la Reding ascoltano le rassicurazioni di Besson e le prendono per buone. «Ricordatevi — li avverte la vicepresidente — che la direttiva del 2004 sulla libera circolazione dei cittadini comunitari prevede esplicitamente che qualsiasi misura di espulsione debba essere individuale e avere specifiche motivazioni inerenti alla pericolosità sociale delle singole persone espulse. Le espulsioni collettive non sono contemplate in nessun caso». Ma i toni dell’incontro sono improntati alla cordialità e alla comprensione. In fondo tutti e quattro gli esponenti politici presenti nella sala fanno parte dello schieramento conservatore che si riconosce nel PPE. E poi la Francia, si sa, è un Paese importante, da trattare con i guanti. Meglio evitare lo scontro, se pos-
sibile. Tanto più che Lellouche e Besson assicurano la Commissione che l’operazione di rimpatrio avviene con il più completo e incondizionato consenso della Romania, verso cui vengono rispediti i nomadi. La riunione si conclude con un comunicato conciliante. Ma la tregua è di breve durata. Le prime crepe arrivano quando si scopre che la Romania ha dato il suo assenso, sì, ma solo perché minacciata di un veto francese contro la sua adesione al Trattato di Schengen. Poi addosso alla Reding arrivano le bordate degli eurodeputati verdi e socialisti al Parlamento europeo. Nel dibattito che porta all’approvazione di una dura condanna contro la Francia, la commissaria è accusata di essere troppo tollerante nei confronti di Parigi.
Lady di ferro Viviane Reding, nata nel 1951 in Lussemburgo commissaria alla Giustizia, è al terzo mandato nella Commissione europea. Ex giornalista, è stata alla testa del sindacato di categoria del suo Paese
Ma la goccia che fa traboccare il vaso è la pubblicazione della direttiva del ministero degli interni francese che invita i prefetti ad agire specificamente contro i Rom. Non solo il testo pubblicato smentisce in pieno le assicurazioni che erano state date da Besson, ma la Reding scopre anche che la direttiva non era stata notificata a Bruxelles. La vicepresidente della Commissione va su tutte le furie, anche perché, nel frattempo, da Parigi non era arrivata nessuna prova che le espulsioni fossero individuali e non collettive, come lei stessa aveva raccomandato. Sulla base di questi elementi, la Commissaria ha avviato una consultazione tra i capi di gabinetto dei suoi colleghi, ha interpellato Barroso, ed ha ottenuto da tutti il via libera per annunciare in conferenza stampa la prossima apertura di una procedura contro la Francia per applicazione «discriminatoria» delle direttive europee. Il carattere passionale della signora ha poi trasformato la contesa in una vera e propria guerra, grazie ai paragoni con le persecuzioni razziali e a frasi tipo «è una vergogna», o «la mia pazienza è arrivata oltre i limiti». Ma dietro la decisione della Commissione di aprire la procedura a carico della Francia, come detto, non c’è solo la constatazione oggettiva di una violazione delle norme europee e l’irritazione per l’inganno di Parigi. La verità è che dietro la Francia di Sarkozy c’è l’Italia di Bossi e Berlusconi. E un po’ in tutti i Paesi cresce la pressione populista che chiede azioni «esemplari» contro la minoranza Rom. Se lasciamo fare a Parigi, si sono detti in Commissione, l’Italia adotterà misure ancora più drastiche. E tutti i governi europei si vedranno messi sotto tiro con la richiesta di seguire l’esempio francese. Barroso, uomo solitamente prudente, sa di essere a guardia di una diga sottoposta ad una enorme pressione e si rende conto di non poter mollare neppure di un passo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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L’ITALIA E I ROM CRONACA
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PER SAPERNE DI PIÙ www.operanomadimilano.org www.caritasitaliana.it
Il dossier
Da Milano a Roma cresce la voglia di mandarli a casa Giro di vite dei Comuni, sempre più gli sgomberi VLADIMIRO POLCHI ROMA — C’è chi sgombera un campo a settimana. Chi li paga per fargli lasciare la città. Chi trova invece loro lavoro e casa. La politica dei comuni verso i rom è una coperta d’Arlecchino: tante iniziative quanti sono i campanili d’Italia. «Oggi nel nostro Paese vivono 180mila rom - spiega Massimo Converso, presidente nazionale di Opera Nomadi - 70mila sono italiani e 110mila vengono dai Balcani. Una quota che oscilla tra il 60 e l’80% ha una casa, gli altri
Il capoluogo lombardo ha offerto denaro ai nomadi che lasciano la città Nella capitale 200 campi abusivi stanno nei campi». Come vivono? «Dipende molto da comune a comune - sostiene Converso - il più virtuoso è Venezia che ha chiuso i campi e ricollocato i rom kosovari in stabili alloggi, oltre ad aver riconosciuto il lavoro di 88 capifamiglia, impegnati per lo più nel riciclaggio del ferro usato. In altre città le cose vanno peggio, come a Milano, dove ad alcuni rom romeni il comune ha offerto una somma di denaro per abban-
Il caso
ROMA
MILANO
PADOVA
Sono duecento gli insediamenti abusivi sotto sgombero. Ai rom vengono offerti alloggi nei residence in attesa che siano pronti i campi attrezzati
Dal 2007 ad oggi gli sgomberi sono stati 315. Pochi giorni fa è stato chiuso il più grande campo abusivo in città, in via Rubattino, aperto da appena 2 anni
Due campi in città, uno autorizzato, l’altro no. Il sindaco si oppone agli sgomberi e sta cercando di costruire alloggi con l’aiuto dei capifamiglia
donare volontariamente la città». Il capoluogo lombardo ha avviato una campagna di sgomberi in grande stile ormai da due anni: ogni settimana viene cancellato un insediamento abusivo, con conseguente transumanza da un campo all’altro. Dal 2007 ci sono stati 315 sgomberi e la settimana scorsa è stato chiuso il più grande campo abusivo in città: quello in via Rubattino, Lambrate, dove vivevano 200 rom in condizioni
igieniche disastrose. Nei campi non autorizzati vivono circa 1500 persone e altre 2mila in quelli autorizzati. Non solo. A ottobre dovrebbe essere chiuso il più grande campo comunale: 700 abitanti, in via Triboniano, aperto due anni fa con una spesa di 2 milioni di euro. Da lì deve infatti passare una nuova strada per l’Expo 2015. A Roma la prefettura ha censito circa 200 insediamenti abusivi. La settimana scorsa, in seguito al-
IL CAMPO NOMADI Due bambini rom giocano nel campo nomadi di via Triboniano a Milano
la morte (il 27 agosto) di un bimbo di tre anni in un campo della periferia, sono partite le prime demolizioni. Ai rom vengono offerti alloggi temporanei in residence, ma i capifamiglia temendo la disgregazione dei nuclei familiari preferiscono trasferirsi in altri campi. Il piano del sindaco Gianni Alemanno prevede dai 10 ai 12 campi attrezzati fuori dal raccordo anulare per un massimo di 6mila posti. Un problema,
visto che i rom censiti nella capitale sono 7.100. A Padova ci sono due campi: uno solo è regolare. La linea del comune è quella di costruire degli alloggi con la collaborazione dei capifamiglia. Il sindaco Flavio Zanonato si oppone agli sgomberi, che secondo lui non farebbero altro che trasferire il problema da una zona all’altra. A Firenze sono due i campi storici autorizzati e il comune si occupa anche delle spese per il tra-
sporto scolastico. Il Pdl comunale chiede lo sgombero e denuncia le spese per i campi: «10 milioni di euro in 4 anni». Un fenomeno unisce però i rom di tutto il Paese: «In questo clima ostile, autonomamente stanno fuggendo dai campi - fa sapere Converso - e si stanno mimetizzando nei vari quartieri cittadini: lo si vede bene a Napoli e a Palermo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Carroccio annuncia un ddl in linea con la Francia. Il no al velo integrale riunisce il centrodestra. Diviso il centrosinistra. Bersani: non è una priorità. Chiamparino d’accordo a proibirlo
Fini: “Giusto vietare il burqa”. E la Lega applaude ZITA DAZZI MILANO — «Il divieto sul burqa è giusto e doveroso», dice il presidente della Camera Gianfranco Fini. E la Lega applaude. La nuova legge francese contro il velo integrale delle donne islamiche riunisce il centrodestra. Il Carroccio annuncia un disegno di legge per introdurre anche in Italia una norma sul modello di quella approvata in Francia. E il presidente della Camera Gianfranco Fini approva: «Quello che ha deciso il Parlamento francese credo sia non soltanto giusto, ma opportuno e doveroso in ragione di un valore che è quello della nostra Carta Costituzionale in relazione alla dignità della donna che non può essere sottoposta a violenze o a comportamenti indotti da gerarchie diverse da
quelle della legge». La legge transalpina suscita un entusiasmo incondizionato nella maggioranza. Il primo a schierarsi è Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl: «In Italia c’è una legge che vieta di andare in giro mascherati per garantire l’ordine pubblico. Si proceda in tempi rapidi all’approvazione di una legge per garantire la sicurezza dei cittadini dagli attacchi mai sopiti dei fondamentalisti». Il capogruppo del Carroccio alla Camera, Marco Reguzzoni che fissa già la data per il disegno di legge «identico a quello francese»: «Domani. Sarebbe un segnale importante per tutti gli altri Paesi europei, con l’auspicio che diventi legge in tutto il continente». E il capogruppo leghista aggiunge: «Viste le dichiarazioni del presidente Fini auspico che l’iter del provvedimento possa esse-
re molto breve». È il primo segnale di distensione all’interno della maggioranza dopo un’estate di veleni. Nel Pd non c’è una linea unica. Per il segretario democratico Pier Luigi Bersani: «La legge sul
Il responsabile Cei per le Migrazioni: “Se una donna lo vuol portare, faccia, però deve farsi riconoscere”
Gianfranco Fini
burqa non è una priorità, ma in linea di principio sono d’accordo sulla riconoscibilità delle persone». Per l’ex ministro per le pari opportunità Barbara Pollastrini «in Italia il burqa non è gradito, ci
vuole una legge saggia ed efficace». Ma Giovanna Melandri frena: «C’è già una legge sulla pubblica sicurezza. Evitiamo di buttarci in crociate assurde e fuorvianti». La senatrice Vittoria Franco invece è addirittura contraria al divieto: «Si rischia di segregare le donne in casa». Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino annuncia il suo sì a una legge contro il burqa: «È lesivo della dignità». Invece Bruno Schettino, responsabile della commissione Cei per le Migrazioni, sceglie una linea intermedia: «Se una donna lo vuole portare, faccia; però ad un controllo, davanti alle autorità di sicurezza, deve farsi riconoscere». Il leader dell’Udc Pier Ferdinando condivide il divieto francese, ma dice: «In Italia basterebbe applicare le leggi vigenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
IL GOVERNO ALLA PROVA POLITICA INTERNA
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Marcegaglia: “Il governo non c’è più” Berlusconi: “Durerò fino al 2013” Napolitano: ”Io presidente di garanzia, in politica serve moralità” ITALIA BORDELLO
FRANCESCO BEI ROMA — «L’Italia vive un momento di politica brutta che per mesi ha parlato di cognati, amanti e appartamenti: non è questo che ci interessa. Sono temi che non interessano a nessuno». Emma Marcegaglia entra a piedi uniti nella polemica che ha lacerato il centrodestra per tutta l’estate. Mentre anche Giorgio Napolitano chiede un «rilancio della moralità della politica». Da Braganze, per l’inaugurazione della nuova sede della Diesel, la presidente degli industriali manda un chiaro segnale d’insofferenza al governo: «I conflitti personali e un governo che forse non ha più la maggioranza non aiutano a concentrarsi sui temi veri come il lavoro, l’occupazione e la crescita». Toni quasi da opposizione, in parte rettificati di fronte alle reazioni stizzite del Pdl e della Lega. «Mi sono limitata semplicemente ad affermare che il governo deve comunque andare avanti», dirà infatti più tardi Marcegaglia. Ma il messaggio non cambia. Tanto che quando Palazzo Chigi anticipa in serata un’intervista del premier al Figaro, una risposta di Berlusconi sembra proprio in replica diretta
Il 3 ottobre niente adunata in piazza Duomo a Milano. Solo un comizio al Castello Sforzesco alla leader della Confindustria: «Non ho alcun dubbio — afferma infatti il Cavaliere al quotidiano francese — di arrivare a terminare il mandato nel 2013». Dalla maggioranza il leghista Roberto Calderoli replica seccamente alla Marcegaglia, che aveva messo in dubbio l’esistenza in vita del centrodestra: «Lo stabilisce il Parlamento se c’è o meno la maggioranza». Un altro ministro, Gianfranco Rotondi, usa toni solo in apparenza più sfumati: «La maggioranza c’è e rischia solo di allargarsi. Il governo è pronto a fare la propria parte perché il sistema-paese colga l’opportunità dell’uscita dalla crisi». Chi sembra scettico sulla presa di distanza della Confindustria dal governo è invece il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Voglio credere che la frase della presidente Marcegaglia rappresenti davvero una presa di coscienza della situazione e che non sia solo una battuta». Intanto, parlando ai ragazzi del festival del cinema di Giffoni, il capo dello Stato ha chiesto alla politica di riprendere uno sguardo lungo, lasciando da parte lo scontro. «C’è bisogno che ci sia un clima di rilancio culturale e morale della politica che è ricerca di soluzioni a problemi concreti ma ci deve essere anche molto spessore culturale». Per Napolitano quello che non deve essere persa di vista «è la nobiltà e la moralità della funzione della politica». Quasi rispondendo a certe critiche del Pdl e di Berlusconi sulla sua “parzialità” per l’essersi formato nel Pci, Napolitano ha rivendicato il suo «dovere di essere il presidente di tutti». Una cosa che sperimentò la pri-
La rivista “Foreign Policy” fotografa l'Italia di Berlusconi come “Lo Stato bordello” nel titolo di un articolo che cita il passo dantesco ma volta nel 1992, quando venne eletto al vertice della Camera. «Già allora mi era stato subito chiaro che, da presidente della Camera, avrei dovuto svolgere una funzione di garanzia, fuori
dalla mischia». Una valutazione, quest’ultima, di cui Berlusconi in privato si compiace, leggendola come se fosse una critica di Napolitano alla “parzialità” di Fini. In un clima difficile per la mag-
gioranza, si intravede comunque un filo di trattativa (sulla giustizia anzitutto) tra finiani e berlusconiani. Anche per questo, per rendere meno incandescente il clima, il Cavaliere rinuncia all’ipotesi di una grande manifestazione in piazza Duomo a Milano per il 3 ottobre. Ci sarà un semplice comizio al Castello Sforzesco, dove si svolgerà la festa del Pdl. Resta in piedi l’idea di una manifestazione nazionale a Roma per novembre o dicembre. Pronta a trasformarsi, se fosse necessario, in una adunata anti-Fini.
CRITICHE Emma Marcegaglia presidente di Confindustria, ieri ha criticato la politica italiana che per mesi “ha parlato solo di amanti e cognati”
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L’annuncio di Vito
La promessa in Parlamento “Presto il ministro dello Sviluppo” ROMA — «Si conferma l’intendimento del governo per una rapida definizione delle nomine del ministro dello Sviluppo economico e del presidente della Consob». Così ieri il ministro dei rapporti col Parlamento, Elio Vito, durante il question time a Montecitorio. E sempre di ieri è la notizia che il Pd sta predisponendo una mozione di sfiducia individuale a Silvio Berlusconi nella sua veste di ministro dello Sviluppo. Immediata la replica del ministro Sandro Bondi: «Si tratta di un atto di vera e propria stupidità politica».
Il caso
LIANA MILELLA ROMA — Si sono ritrovati d’accordo Berlusconi, Alfano e Ghedini, assieme a palazzo Grazioli per un lungo scorcio del pomeriggio, sulla road map del lodo costituzionale per essere certi che i processi milanesi restino congelati. Con il premier pronto a dire ai due: «Andiamo avanti, ma a patto che il testo sia effettivamente blindato e che si cerchi la più ampia convergenza possibile». Al Pd Berlusconi ha rinunciato, ma vuole che l’Udc lo sottoscriva in pieno. «Blindatura totale» per bruciare i tempi e non perdere neppure un giorno. Per questo, già stamattina, i vertici del Pdl di Camera e Senato si vedranno, con Guardasigilli, legale del
Vertice tra Berlusconi, Alfano e Ghedini per definire la road map Cavaliere e il relatore del lodo Vizzini, per definire gli articoli «pure nelle virgole». «Blindato» da adesso fino ad aprile, la data stimata della possibile ultima lettura prima dell’inevitabile referendum. Una corsa contro il tempo, però, che diventerebbe un unicum nella storia della Repubblica. Infatti, accanto alla “via maestra”, quella per cui Fini ha già da-
135 giorni SVILUPPO senza MINISTRO
MINISTRO Il ministro Elio Vito
A oltre quattro mesi dalle dimissioni di Claudio Scajola, non è stato ancora nominato il nuovo ministro dello Sviluppo economico
Conferma per la Bongiorno alla presidenza della commissione Giustizia
Il premier blinda il lodo ma spunta l’idea del filtro nelle mani del Guardasigilli to il pieno via libera, Alfano e Ghedini studiano anche altre possibili carte da spendere nell’eventualità che i processi riprendano. Soprattutto qualora la Consulta, il 14 dicembre, bocci il legittimo impedimento. Tra le ipotesi si ragiona su un possibile “filtro”, una sorta di autorizzazione preventiva in capo al ministro della Giustizia che, sulla falsariga di quelle già previste nei codici, riguardi i reati del presidente del Consiglio. Un progetto per ora sussurrato nel giro più ristretto di Alfano e Ghedini. Che a dirlo così sembra difficile, ma potrebbe riservare delle sorprese. Misure ad personam, ma anche una forte strategia di ricucitura con gli uomini di Fini. Due giorni fa, sotto le telecamere, l’incontro tra Alfano e il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino. Ieri, sui divanetti di Montecitorio, ecco conversare per più di mezz’ora Ghedini con Giulia Bongiorno. Non si parlavano da più di un anno. E prima dello scontro sulle intercettazioni i due erano soliti farlo lontano dai giornalisti, codici
Il Guardasigilli Angelino Alfano aperti sott’occhio, stando seduti allo stesso banco in aula. L’ultimo sotto le tribune, dove non arrivano i flash dei fotografi. Ma da ieri sono lontani. Lui con il Pdl. Lei con Futuro e libertà, che ha conquistato i suoi posti autonomi nell’emiciclo. Nel colloquio non sarebbe stato affrontato ancora alcun dettaglio tecnico, ma la valenza è tutta politica e d’immagine. Il dialogo che riprende, la trattativa che diventa possibile. Le garanzie dei finiani sul lodo costituzionale. Il niet però a leggi ad personam che per salvare Berlusconi poi scassano la giu-
stizia. Passa un’ora dall’incontro ed ecco che nel Pdl si dà per scontato che la poltrona di presidente della commissione Giustizia resterà alla Bongiorno. Il Cavaliere non la ama, è noto, ma ne teme l’acume giuridico e il legame strettissimo con Fini. Sbalzarla di sella proprio alla vigilia di mesi delicati sulla giustizia e in pieno decollo del lodo Alfano sarebbe una mossa perdente e rischierebbe solo di aprirebbe un inutile conflitto. E sempre nel Pdl e dentro Fli viene retrocessa solo al livello di «un’auto candidatura» quella del finiano Giuseppe Consolo. Di cui si ricorda l’intervento in aula, era il 12 maggio, per protestare contro il Comune di Roma per le troppe multe fatte a parlamentari che in auto infrangevano le regole, tipo passare nelle corsie riservate. Consolo è il più “berlusconiano” dei finiani. A Mirabello era sotto il palco accanto ad Elisabetta Tulliani, ma si è speso per le intercettazioni e il processo breve, e adesso si accredita pure come quello che può salvare Berlusconi
grazie al suo lodo. Solo le Camere decidono se un reato è ministeriale. Misura preventiva, qualora sulla testa del premier precipitassero nuove inchieste, perché quelle attuali sono già a dibattimento. Il rinnovo delle commissioni, Giustizia in testa, e il voto del 28 settembre sui cinque punti bloccano qualsiasi nuova mossa dei berluscones sulla giustizia. Anche que-
Lungo incontro ieri a Montecitorio tra il berlusconiano Ghedini e la finiana Bongiorno sto è un preciso ordine del Cavaliere, ribadito ieri ad Alfano e Ghedini. «Prima si chiude il cerchio politico, poi il resto». E in lista di attesa resta il “processo lungo”, l’ultima arma segreta in cottura che conterrà le norme per mettere in sicurezza il Cavaliere. Filtro compreso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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Silvio guida la caccia agli “ascari” l’Udc espelle il transfuga Pisacane
Il caso
E in Sicilia nasce il terzo polo allargato a sinistra EMANUELE LAURIA CARMELO LOPAPA ROMA — Il pallino è passato in mano al premier Berlusconi. Niente più intermediari, niente ambasciatori. Il presidente del Consiglio non ha accantonato affatto l’obiettivo di raggiungere l’«autosufficienza» a Montececitorio, in vista del voto del 28. Ma le trattative — dopo la ridda di distinguo e dinieghi dei deputati inseriti nella lista dei 15-20 disposti a passare nel nuovo gruppo di «responsabilità nazionale» — adesso le gestisce lui. «Non ho contatti con alcuno e non sono io a parlare con i singoli deputati. È Berlusconi che contatta direttamente i segretari dei partiti e i suoi uomini gli altri» si schermisce il repubblicano Francesco Nucara, regista della manovra. Il suo annuncio di due giorni fa sull’operazione già riuscita aveva accesso la guerra e le rivendicazioni dei gruppetti coinvolti nella campagna acquisti. Ora, preferisce minimizzare, la parola d’ordine è cautela: «Resto pessimista, nessuno ancora ha firma-
Oggi l’ex Dc Catone passa nelle fila dei finiani, che alla Camera toccano così quota 36 to». Chi ha tenuto i contatti con Palazzo Grazioli racconta invece di un premier impegnato nella stesura del suo discorso-appello e comunque intenzionato a recuperare quanti più voti possibili. Se il gruppo nascerà, anche a ottobre, bene. «Mi avevano assicurato che i numeri c’erano» spiegava ancora ieri ai suoi. Ma quel che conta, per il presidente del Consiglio, è incassare quanti più voti di fiducia e ridurre il peso dei finiani. Anche con loro il pressing è costante. Ma oggi sarà proprio il gruppo del presidente della Camera, Fli, ad annunciare un nuovo acquisto dalle file del Pdl. Il trentaseiesimo deputato in arrivo dovrebbe essere Giampiero Catone, eletto con la Dc di Gianfranco Rotondi. Oggi l’incontro con Fini.
DALLA SVIZZERA
I volti
NUCARA
Eppure, ieri in Transatlantico, i pidiellini facevano di conto: arriveranno dieci che hanno già votato per il governo, nove dall’opposizione moderata. «I numeri ci sono. Il nuovo gruppo parlamentare di sostegno al governo si farà ma dopo il discorso di Berlusconi in Aula» spiega Elio Belcastro, uno dei cinque di NoiSud sicuri del transito, come i repubblicani Nucara e Pionati. Cinque o sei deputati provenienti dall’opposizione, di cui si vocifera nel Pdl, sono dati per certi in quota (ex) Udc. Quel che è certo è che ieri si è consumata la rottura quasi definitiva tra il drappello di quattro siciliani (Romano, Mannino, Ruvolo e Drago) e del campano Pisacane con lo stato maggiore dei centristi. Il segretario Udc Lorenzo Cesa ha chiesto ai probiviri l’espulsione di Miche-
le Pisacane, che condivide la linea dei dissidenti siciliani e che in un’intervista a Repubblica ieri aveva ammesso la disponibilità a votare per il governo. Ma è la frattura tra Casini e i ribelli dell’ala cuffariana a scatenare un vero e proprio terremoto nella loro roccaforte politica. Accade infatti che il governatore siciliano Raffaele Lombardo, alle prese con la formazione della nuova giunta, tratti con il luogotenente di Casini, Gianpiero D’Alia, ottenendo il via libera per la formazione del governo dei tecnici a Palazzo d’Orleans. Ed è la prima volta che il vertice del partito esautora i potenti ras locali su una vicenda siciliana. Non più Cuffaro, non più Mannino o Romano. È il nuovo corso all’insegna dell’affrancamento dal vecchio potere degli ex diccì. «Voglio proprio ve-
“Non ho contatti. È Berlusconi che li tiene direttamente” racconta il repubblicano
Casini rompe con i cuffariani Mannino: non so come farà senza i nostri voti
CATONE In transito verso Fli: Giampiero Catone, Pdl eletto con la Dc, oggi vede Fini
IERI SU REPUBBLICA L’intervista di ieri su Repubblica al deputato campano dell’Udc Michele Pisacane: “Sto nell’Udc, tratto con il Pd e forse voto per il Pdl”
dere come farà Casini senza i nostri voti» è la minaccia che lancia proprio Mannino, lasciando preludere lo strappo imminente. Romano parla per dieci minuti con il leader tra i banchi di Montecitorio, ma le distanze restano immutate. Il premier Berlusconi non intende forzare il pressing sulle pedine Udc, per non irritare oltre Casini, e intanto si trova impantanato anche lui nella palude siciliana. La nuova giunta Lombardo, infatti, taglierebbe fuori, oltre ai pidiellini di Alfano e Schifani, anche i ribelli del Pdl-Sicilia di Micciché. Dal trionfo del 61-0 gli uomini del Cavaliere non sono mai rimasti fuori dalla stanza dei bottoni, nel forziere elettorale ormai spaccato. Insomma, la campagna acquisti si intreccia con le grandi manovre per la nascita della nuova
LOMBARDO Il leader Mpa ha incontrato Fini: sì alla giunta siciliana sostenuta da Udc e Fli
giunta regionale: un governo tecnico sostenuto da Mpa, casiniani, Fli, Pd ed Api. Il governatore Raffaele Lombardo — che martedì aveva fatto sapere di non essere disposto a fornire propri deputati al gruppo di responsabilità che dovrebbe sostenere Berlusconi alla Camera — ieri ha incontrato a Montecitorio Gianfranco Fini. Dal presidente della Camera ha incassato un sostanziale via libera all’operazione, nonostante i rischi legati al carattere trasversale dell’accordo in cantiere, a patto che gli assessori siano davvero «tecnici». Si va dunque verso il primo esperimento, in una grande amministrazione, del terzo polo allargato a sinistra. Ma restano dei nodi da sciogliere. In serata i deputati regionali di Fli hanno scritto a Fini per dire no alla svolta, opponendosi all’assenza di politici in giunta. Oggi a Palermo nuovo vertice dei «futuristi» isolani. Ma l’asse fra Fini, Casini e Lombardo si rinsalda. E non solo in Sicilia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le avance della destra a Razzi, deputato Idv: “Ho una faccia sola e un patto con Di Pietro. Come potrei farmi vedere in giro domani?”
Antonio Razzi eletto in Svizzera nelle liste Idv
“Mi tentano, ma io resisto nonostante il mutuo”
ANTONELLO CAPORALE ASSA con noi». E lei? «Gli ho detto che non è possibile, che ho un patto con Di Pietro». Li ha fatti desistere. «Mi dicevano di fottermene del patto e di mandarlo a quel paese». Non sapevano di quale pasta fosse fatto Antonio Razzi, operaio di Lucerna, eletto in Svizzera, deputato degli italiani all’estero, molto attivo. «Diciamo pure tra i più attivi del mondo». Tra i più attivi, ecco qua. «Ma mica uno solo è stato a contattarmi!». Due.
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Alla buvette, in Transatlantico, nei paraggi della Camera,mi hanno marcato ovunque, anche quelli del Pd
«Di più». Ovunque lei si trovasse, qualcuno alle calcagna. «Alla buvette, in Transatlantico, nei paraggi della Camera». Si è sentito agnello inseguito da lupi. «Non mi conoscono». E’ lei il lupo! Lupo marsicano. «Grazie. Sono abruzzese, è vero. Emigrato a 17 anni, operaio alle tessiture di Lucerna. Mi rivedo quando ero alla dogana, che mi fecero spogliare per valutare se avessi malattie». E’ stata una vita davvero speciale. «Io li farei spogliare anche adesso. Qua entrano tutti vestiti e le malattie non si conta-
no». La sua storia narra un’epoca. «Quando sono stato eletto, madonna mia, non volevo crederci. Stavo in un luogo con avvocati, giudici, tutta gente che
avevo visto in televisione. Mi chiamavano onorevole e pensavo: vuoi vedere che questo mi piglia in giro?». Il rispetto alla funzione che ricopre. «Però chiamami Antonio,
che è meglio». Lui l’ha chiamata Antonio? «Lui chi?» Lui Berlusconi. «No no. Solo una volta gli ho parlato, mi sembra in gamba, simpatico». Hanno supposto il feeling e zac, è partita l’offensiva. «Ma come faccio, santo Iddio». Milita in un partito fieramente antiberlusconiano. «Quelli parlano di collegi blindati». Nelle sue azioni si faccia sempre accompagnare dalla diffidenza. «Senti un po’, io non mi faccio accompagnare proprio da nessuno. Ho già deciso». In effetti una buona blinda-
tura riduce l’ansia di un domani grigio e incerto. «Ho un mutuo da pagare. Ho preso casa a Pescara». Ahi, il mutuo. «Però non fa niente, ho la previdencassa svizzera». Resta dove sta? «Ho una sola faccia. Come potrei farmi vedere in giro domani? Giusto. «E diamine!». Una curiosità. L’hanno chiamata solo dal Pdl? «Anche con quelli del centrosinistra c’è stato un piccolo abboccamento». Onorevole Razzi, è stato davvero cortese. «Chiamami Antonio». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
LE SCELTEINTERNA DEI PARTITI POLITICA
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Nasce la corrente di Veltroni “Lavorerò fuori e dentro il Pd”
Il segretario del Pd Pierluigi Bersani dopo il comizio di chiusura alla festa di Torino
Con lui anche un’ala scissionista. La mina Strasburgo GOFFREDO DE MARCHIS ROMA — Nasce il Movimento di Veltroni, Fioroni e Gentiloni. Una “Cosa” che punta «all’esterno e all’interno» a sostenere il Pd, a ridargli forza. Questo certifica il manifesto preparato da una parte della minoranza su cui si sta ultimando la caccia alle firme con l’obiettivo di arrivare almeno a 75. Significa che nel Partito democratico c’è una nuova corrente. Dentro la quale però vivrà un’ala scissionista. Lunedì sera un gruppo di parlamentari si è visto a casa di Paolo Gentiloni. Alcuni di loro non hanno usato mezzi termini: dobbiamo andarcene al più
L’ex leader si sfoga: “Ho subito ingiustizie e vigliaccherie” L’ira di Bersani presto. Lo hanno detto il senatore Andrea Marcucci, fratello di Marilina, ex editore dell’Unitàvicina a Veltroni, l’ex rutelliano Maurizio Fistarol, il tesoriere della Margherita Luigi Lusi. Gentiloni non condivide ma quasi: «Proviamo a rimettere in piedi questa baracca», dice pessimista. Adesso si aprirà anche un problema in Europa. Il vicepresidente del gruppo dei democratici e dei socialisti
L’intervista CAPOGRUPPO Dario Franceschini capogruppo del Pd alla Camera
teria hanno ricevuto telefonate di rassicurazione dei veltroniani: «Stiamo dando un contributo, cercheremo sostegni anche fuori dal Palazzo». Ma non ci credono neanche un po’. Veltroni e Fioroni ieri hanno anche incontrato Franceschini ed è stata lite. «Fermatevi, aspettate l’assemblea di Ad». L’ex sindaco ha risposto no. Naturalmente il documento può servire ad arginare il dissenso, ad evitare fughe. Ma Veltroni sembra piuttosto agguerrito: «Io sono un po’ dentro e un po’ fuori il gioco politico. Però voglio tener viva l’idea del Pd com’è nato. Le difficoltà ci sono e sbaglia chi non le vede». A Gioia l’ex segretario fa anche capire di non aver dimenticato: «Ho subito ingiustizie e vigliaccherie. Ma il Pd con me ha raggiunto un risultato storico per il riformismo italiano». E pensare che martedì, al caminetto, si era respirato, a detta di tutti, «un bel clima». Non è così. L’unità del Pd non c’è più.
I protagonisti VELTRONI Walter Veltroni, primo segretario del Pd e candidato premier nel 2008, ha promosso un “manifesto” della minoranza del partito
(Asde) a Strasburgo Gianluigi Susta considera fallito l’esperimento di contaminazione. Domani lo spiegherà in un seminario convocato da Arturo Parisi. Susta si prepara a un gesto clamoroso lasciando l’Asde. Ma non il Pd. L’iniziativa di Veltroni, che i promotori giurano sia «in positivo» come si dice in questi casi, in realtà ha fatto venire alla luce il disagio profondo di uno spicchio del partito. Di fatto inaugura una stagione di durissimo scontro interno. Forse di nuove fuoriuscite, che certo non aiuteranno il cammino di Pier Luigi Bersani. Il documento è ormai pronto. Si lavora sulle maiuscole (movimento o Movimento?), ma il concetto è chiaro. Basta parlare di allean-
ze, Ulivo vecchio o nuovo, rimettiamo al centro il Pd. Ritorno alla vocazione maggioritaria «almeno all’ambizione» dice Veltroni. Stop alla deriva socialdemocratica di Bersani imboccata anche a livello internazionale. Il numero delle firme servirà a regolare conti interni ad Area democratica, la minoranza. Oggi è composta da 149 parlamentari. Se Veltroni raccoglie 75 sostegni la dimezza e crea un “terzo polo” nel Pd. Ieri c’è stata una caccia furibonda alla firma. I franceschiniani hanno cercato di rintuzzarla con un porta a porta altrettanto forsennato. Uno spettacolo che Bersani non ha gradito e considera un picconamento della ditta. Alla segre-
LEADER PD
GENTILONI Al “manifesto” veltroniano ha aderito Paolo Gentiloni, ex rutelliano, il più pessimista sulla permanenza nel Pd
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REPUBBLICA RADIO TV Oggi Veltroni a Repubblica domanda a partire dalle 12. Messaggi a repubblicatv@re pubblica.it
FIORONI D’accordo col manifesto di Veltroni anche Beppe Fioroni, ex ministro del governo Prodi e leader degli ex popolari all’interno del Pd
Franceschini gelido con Veltroni: in una fase di crisi si deve lavorare col segretario
“Un errore spaccarci adesso basta col virus autodistruttivo”
GIOVANNA CASADIO ROMA — Una giornata di riunioni e colloqui per Dario Franceschini, il leader della minoranza Pd che questa volta non è d’accordo con Veltroni, di cui è stato vice e poi successore alla segreteria del partito. Onorevole Franceschini, dopo tanta stima e amicizia tra lei e Veltroni è sceso il gelo? «L’amicizia e la stima sono un’altra cosa e restano intatte. Io faccio una valutazione politica. Ci troviamo in modo imprevisto in una crisi profonda e irreversibile del centrodestra e del modello berlusconiano della destra. Una frattura che potrà essere accompagnata nelle prossime settimane da alti e bassi ma che è irrecuperabile. Siamo in un paese pieno di tensioni sociali, coperte da un sistema d’informazione che appunto le occulta, ma sono drammatiche. In un quadro di questo tipo, nei sistemi che hanno tentazioni autoritarie i rischi per la democrazia aumentano quando si entra nella fase del declino. Perciò c’è il bisogno assoluto di un Pd unito e non
I difetti di Bersani
Le primarie? C’è tempo
Non ho mai conosciuto leader senza limiti, ma preferisco lavorare per correggerli anziché denunciarli sui giornali Un documento ora serve solo a fare una conta
Walter candidato premier alle primarie? Se la legislatura arriva a scadenza le primarie saranno nel 2012. Parlarne ora è un altro modo per farsi male da soli
attraversato da divisioni. Non rinuncio a nessuna delle idee su cui alle primarie sono andati un milione di voti a sostegno della mia candidatura. Però penso che quelle idee vadano utilizzate in positivo». Ci vuole più lealtà, insomma? «Non si tratta qui di lealtà. Ma va debellato quel virus che ha fatto tanto male prima all’Ulivo, poi all’Unione quindi al Pd, cioè di scegliere un leader per guidare il governo o il partito e, dal giorno dopo, iniziare il lavoro di indebolimento. È una cosa che dal 1996 ha riguardato tutti: Prodi, D’Alema, Amato, Rutelli, Fassino, Veltroni e, buon ultimo, me. Basta».
Il documento di Veltroni, Gentiloni e Fioroni che chiede un ritorno allo spirito originario del Pd, e a Bersani di cambiare strada, è dunque un errore? «Non ho mai conosciuto ragioni o leader senza limiti. Ma in questo momento preferisco lavorare per correggerli piuttosto che denunciarli sui giornali. Un documento ora - al di là della volontà dei promotori che non ho dubbi sia costruttiva - finisce per contare solo per il numero di firme che avrà sotto e inesorabilmente divide. Quando c’è una conta, c’è una divisione». Lei non lo firma quel documento?
«Ci mancherebbe altro. Peraltro non mi pare ci siano sul nostro tavolo argomenti tali da giustificare una spaccatura. Né mi presto alla caricatura per cui chi parla di vocazione maggioritaria pensa a un Pd che arriva da solo al 51% , e dall’altra parte chi parla di alleanze pensa di tornare all’Unione a undici partiti. Se ci sarà un colpo di mano di Berlusconi, si proverà a costituire un governo per cambiare la legge elettorale facendo appello in Parlamento a chi ci sta. Se invece la legislatura fa il suo corso naturale, allora occorre preparare un’alleanza completamente diversa dall’Unione - attorno a un programma
vincolante, riformista e condiviso. I percorsi per arrivare a quest’approdo possono essere elementi di discussione non di divisione». Non si può non vedere la difficoltà del Pd, che è senza appeal nonostante la crisi della destra. «È vero che alle regionali non c’è stato alcun recupero rispetto alle europee. Ma ci sono tanti luoghi, negli organismi di partito, in cui discutere e chi guida il Pd deve ascoltare e trovare la sintesi. Tutti quelli che hanno responsabilità, per primo io, diano prova di altruismo e generosità. Areadem - che rappresenta la minoranza si riunirà prima della direzione del Pd e là si discute». Di fatto ci sarà una conta dentro Areadem? «Spero di no. Nei momenti difficili bisogna far prevalere gli interessi generali su quelli personali». Veltroni potrebbe essere candidato premier alle primarie? «Se la legislatura va a scadenza naturale, le primarie saranno nel 2012: direi che c’è tempo per parlare di candidati. Adesso è un altro modo per farsi del male da soli». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
I personaggi Il caso
RODOLFO SALA MILANO — «Il vero problema è guardarsi negli occhi, e capire chi di noi tre è in grado di dare un bel calcio nel sedere alla giunta Moratti». Così parla Stefano Boeri, architetto di fama internazionale, e da un paio di settimane candidato sindaco alle primarie del centrosinistra, fissate il 14 novembre. Problema non da poco, per come si è messa la partita a Milano, in vista del voto comunale fissato in primavera. Boeri, che stasera verrà incoronato ufficialmente dalla direzione provinciale del Pd — anche se lui, come gli altri due sfidanti, non ha tessere di partito in tasca — è stato per mesi tra i grossi nomi corteggiati dal Pd, in
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AVVOCATO
ARCHITETTO
GIURISTA
Giuliano Pisapia è stato deputato nel ’96, eletto come indipendente nelle liste di Rifondazione comunista
Stefano Boeri ha progettato le strutture del G8 alla Maddalena. A Milano ha firmato il cosiddetto “bosco verticale”
Valerio Onida è stato membro della Corte costituzionale dal ’96 al 2005. Per alcuni mesi è stato anche presidente
A Milano tre senza-partito accendono le primarie Pisapia stacca Boeri e Onida I democratici oggi scelgono l’architetto
L’autocandidatura dell’avvocato ha dato la scossa al Pd nella scelta dell’anti-Moratti cerca di un anti-Moratti pescato dalla società civile in nome di quella strategia del «civismo» evocata da Pierluigi Bersani e subito abbracciata dal gruppo dirigente milanese. Ma quando l’architetto ha detto sì, superando corposi dubbi e sbarazzandosi di un possibile conflitto d’interessi (si è dimesso dalla consulta cui si deve l’ideazione del masterplan di Expo 2015), qualcuno era arrivato prima di lui. Un altro professionista della Milano che conta: l’avvocato Giuliano Pisapia, già presidente della commissione Giustizia della Camera — dov’era stato eletto nel ‘96 come indipendente di Rifondazione — che a metà luglio si è candidato a sindaco con l’appoggio di Sinistra e libertà, di pezzi di società civile difficilmente collocabili entro i confini della sinistra radicale e, successivamente, anche della Federazione
A Venezia
Il personaggio
“Insulti dai leghisti per un tricolore” TIZIANA TESTA
ROMA — Fermati e identificati dalla polizia perché avevano con sé una bandiera dell’Italia. È successo a Venezia a una decina di giovani, nel giorno della festa dei popoli padani. La denuncia arriva proprio da uno dei fermati, Marco Gavagnin, consigliere comunale della Lista 5 stelle a Venezia. «Esporre il tricolore durante la festa della Lega — spiega Gavagnin — è diventata una provocazione politica. Siamo stati insultati da decine di leghisti».
ROMA — Parla di un governo sfaldato. Di una maggioranza che non c’è più. Ma, agli spettatori che chiedono un fronte unito contro Berlusconi, risponde che un’alleanza non può essere una somma di voti. E che il Pd ha ancora molto lavoro da fare per definire la sua identità. Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino - ospite di Repubblica tv- dice la sua sul nuovo scontro nel Pd: «Litigare no, discutere sì». Il documento di Veltroni, critico nei confronti di Bersani, è pronto. Il governo si sfarina e il Pd torna a litigare? «Se serve un documento per capire qual è la nostra identità, perché opporsi? Così si mescolano anche le carte delle varie componenti. D’altra parte, se fossimo stati pronti, avremmo dovuto chiedere le elezioni. E non l’abbiamo fat-
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dentro quel comitato, adesso la pensano anche don Gino Rigoldi e un altro pezzo da novanta della Milano engagée come Guido Rossi (ieri con Boeri si è schierato pure l’architetto Renzo Piano). Onida non fa una piega e va avanti toccando un nervo scoperto: «Ritengo contraddittorio che i partiti esprimano l’appoggio a uno dei candidati prima delle primarie, ciò non fa altro che snaturare lo spirito della consultazione, che è innanzitutto uno strumento per coinvolgere gli elettori». Insomma: «Se non ci fossero le primarie, come farei a candidarmi senza il sostegno di alcun partito?». Il ragionamento di Onida ha fatto breccia anche nel Pd. Ecco la senatrice Marilena Adamo: «Tra noi c’è chi è per primarie vere e chi
Il mago dei numeri Draghi: “Scegliamo chi ha davvero più chance di vincere poi le elezioni vere” della sinistra. Lui è partito prima, e nei sondaggi è in testa: quello di Mannheimer, primi di settembre, gli dà quasi venti punti di vantaggio su Boeri, e anche una consultazione online di Repubblica Milano, che ha raccolto sedicimila votanti, lo ha collocato al primo posto. «Mi sono mosso — spiega Pisapia — perché ho capito che, se non l’avessi fatto per tempo, adesso ci troveremmo in una situazione disastrosa». Cioè ancora senza lo straccio di un candidato. Già. Un bel guaio, per il Pd, partito rimasto fino ad allora immobile e anche tentato di evitare la strada delle primarie, che la candidatura di Pisapia ha reso invece obbligata. Risultato: il Pd ha subito preso le distanze dall’avvocato, temendo che all’ombra della Madonnina si potesse ripetere quel che Nichi Vendola — e per due volte — è riuscito a fare nella sua
BREVIARIO
“Per la musica sono vecchio Per la politica no” Francesco De Gregori cantautore © RIPRODUZIONE RISERVATA
Puglia. Così ha premuto sull’acceleratore, intensificando il pressing su Boeri, che verrà infatti incoronato ufficialmente dalla direzione provinciale in programma stasera. Con qualche mal di pancia, perché quando l’architetto ha detto sì, nel Pd sono cominciati i tormenti. Qualcuno — per esempio un paio di consiglieri comunali, ma non solo — aveva già annunciato il sostegno a Pisapia.
Mentre altri, nel Pd come nella società civile, successivamente si sono mossi alla ricerca di un terzo nome, per contestare la scelta di indicare un candidato “di partito”, prefigurando l’esito delle primarie. E così, lanciato da un comitato di personalità della cultura, delle professioni e dell’associazionismo milanese, si è fatto avanti il terzo uomo: il costituzionalista Valerio Onida, già presidente della Consulta, anche lui — come gli altri due — non legato ai partiti. Un’iniziativa voluta soprattutto da Riccardo Sarfatti, battitore libero del Pd, scomparso tragicamente in un incidente d’auto venerdì scorso. Ma prima di morire, il «galantuomo della politica» aveva cambiato idea, chiedendo — inutilmente — al “comitato dei 92” che aveva contribuito a mettere in piedi di appoggiare Boeri. E come Sarfatti,
dice che bisogna indicare Boeri. Sto cercando di spiegarlo ai ragazzi di Milano: non dobbiamo commettere l’errore di marcare così stretto Boeri, sarebbe la stessa cosa che sta facendo la sinistra radicale con Pisapia». Analoghi dubbi avrebbero colto anche l’ex ministro Barbara Pollastrini, senza contare che nel Pd si sono già schierati con Onida alcuni ex popolari, come Daniela Mazzucconi. Sono divisioni che il “mago dei numeri” Stefano Draghi considera come «conseguenza inevitabile di un confronto vero». Neppure lui, però, ha ancora deciso: «Stavolta farò una calcolo cinico, non politico: non importa che il gatto sia bianco o nero, l’importante è che acchiappi il topo, quindi alle primarie sosterrò chi mi sembra abbia più chance per battere la Moratti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il sindaco di Torino a Repubblica tv. “Stimo Vendola ma i ticket si fanno dopo le primarie”
Chiamparino: “Sì, alcuni ministeri via da Roma”
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IERI IN TV Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ieri era ospite negli studi di Repubblica tv
Non mi sottrarrei a essere l’avversario di Berlusconi alle prossime elezioni: dubito che si voti tra tre anni
,, to. È già importante aver deciso, nel coordinamento dell’altra sera, che il programma viene prima delle alleanze . Posso fare accordi anche col diavolo se so chi sono. Altrimenti qualunque alleanza può essere corruttrice». Chi escluderebbe come alleato? «Chi si oppone a grandi opere come la Tav difficilmente può essere un interlocutore. Dico sì al Nuovo Ulivo di Bersani se è un’e-
voluzione del Pd, con un’identità forte. Altrimenti quest’operazione sarà solo un’alchimia per unire forze diverse, da Fini a Ferrero. Se mettiamo insieme tutti, gli elettori ci mandano a casa. È già successo». La sua candidatura per le primarie è in campo, magari in un ticket con Vendola? «Se mi fosse richiesto non mi sottrarrei a essere l'avversario di Berlusconi, ma oggi non ci sono né le primarie, né le elezioni. E, se le
regole dello statuto non cambiano, il candidato è Bersani. La mia sfida è andare oltre il Pd, aprendo ad altre forze. Quanto a Vendola, lo stimo. Cerca di dare rappresentanza a una sinistra frantumata. Ma i ticket veri si fanno dopo le primarie». Il governo reggerà? «La maggioranza non c’è più e, parafrasando Woody Allen, neppure Berlusconi si sente tanto bene. Berlusconi ha cercato di tratte-
nere le furie della Lega, ma tutto questo rischia di condannare il Paese a dannosa una navigazione a vista». A proposito di Lega, Calderoli propone lo spostamento di alcuni ministeri al Nord. «E’ una vecchia proposta della Fondazione Agnelli, la Lega non ha inventato nulla. Mi sembra sensato che alcuni ministeri siano a Milano, Torino o Napoli. Il federalismo era un tema della sinistra e ce lo siamo fatti sottrarre. Magari candido la mia città per le Attività produttive. Potrebbe essere il modo per avere un ministro in quel ruolo». Un giudizio su Marchionne. È cambiato negli ultimi mesi? «Credo sia deluso dalla diffidenza dei sindacati e soprattutto dalla politica italiana. Ma, se le cose cambiassero, tornerebbe quello di prima». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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POLITICA INTERNA E TELEVISIONE
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SCHEDE COMPLETE
SOSPENSIONE
FASCE ORARIE
NIENTE APPLAUSI
Nella lettera di Masi ai direttori di rete e di testata si chiede la compilazione delle “schede proposta programmi” che contengono tutti gli elementi editoriali
I programmi devono “integralmente” corrispondere alle schede approvate. In caso contrario il programma può essere sospeso
I direttori vengono richiamati al rispetto delle fasce orarie di tutela dei minori, pena la sospensione d’ufficio del programma interessato
Nei programmi di approfondimento non sarà più consentito l’utilizzo del pubblico in sala come “parte attiva” del programma: ossia niente applausi
Le nuove regole
Talk show, bufera sul “bavaglio” di Masi Ma Garimberti stoppa il dg: l’autonomia va rispettata. In cda critiche al Tg1 LEANDRO PALESTINI ROMA — Dopo una giornata di polemiche, il decalogo sui talk show Rai non è passato. Ieri, il consiglio d’amministrazione non ha avallato il “codice” che avrebbe dato al direttore generale Mauro Masi ampie possibilità di intervento sui programmi di approfondimento, con controllo delle “scalette” e degli ospiti. Su quest’idea il capo azienda è entrato in collisione con il presidente Paolo Garimerti: quest’ultimo, insieme ai consiglieri di opposizione, ha criticato l’impostazione del documento proposto dal dg, minacciando di non mettere ai
Tg1 da parte di Augusto Minzolini, critiche peraltro già mosse in una lettera a Masi dopo l’editoriale del Tg1 che “avvertiva” il Quirinale del rischio di dar luogo a “ribaltoni” se in caso di crisi non si andasse subito a elezioni anticipate. Bufera, ieri, dopo che Articolo 21 e Giuseppe Giulietti, esponente dell’Idv, avevano reso noto ampi stralci di un documento ribattezzato “circolare bavaglio”, in cui Masi invita tra l’altro i direttori di rete e di testata a evitare che il pubblico degli studi tv si trasformi in parte attiva nei programmi. Il testo arriva a prospettare la sospensione d’ufficio dei programmi che non siano coeren-
CIRCOLARE In agosto Masi ha scritto agli alti dirigenti Rai proponendo un “codice” per i talk show. In caso di violazione delle regole la sanzione avrebbe potuto arrivare alla sospensione d’ufficio della trasmissione
ti alle schede del format. Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazione del Pd, parla di «Masi campione mondiale di doppiopesismo, che da una parte difende Minzolini e il suo diritto di trasformare il Tg1 in testata militante, dall’altra pretende per le altre testate e trasmissioni giornalistiche il controllo preventivo su tutti i contenuti editoriali». Si associa Flavia Perina, deputata Fli: «Una Rai in cui solo Minzolini può fare ciò che vuole e gli altri, di diritto o di rovescio, devono fare ciò che vuole Masi, non mi para garantisca gli obiettivi di completezza, di pluralismo e libertà giornalistica». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Rilievi da Pd, Idv e Fli. “Il capo azienda lascia fare soltanto Minzolini, è doppiopesismo” voti la proposta di Masi, anche per vizi procedurali. Dopo un lungo dibattito, il cda ha approvato all’unanimità (mancava solo il consigliere De Laurentiis, area Udc) una delibera più generica sul pluralismo dell’informazione Rai. A detta di alcuni consiglieri, il “codice Masi” sarebbe stato svuotato e la delibera approvata riduce le possibilità di manovra del direttore generale: dovrà limitarsi a far applicare le norme vigenti in fatto di pluralismo, completezza e contraddittorio nei programmi. Così, verrebbe tutelata l’autonomia dei direttori di rete e dei conduttori dei programmi di approfondimento. «In verità non c’è stato mai un “codice Masi” e al direttore generale è stato dato mandato per applicare la normativa esistente: come il codice edito e la carta dei diritti», spiega il consigliere Antonio Verro, in quota Pdl. Ma in consiglio la discussione è stata molto accesa. Il presidente Garimberti ha ribadito le critiche sulla gestione del
Il caso
Le reazioni
Gabanelli
“Difficile da attuare noi non siamo un talk” ROMA — Milena Gabanelli, conduttrice di “Report” su RaiTre, ammette senza problemi di aver ricevuto la circolare del direttore generale Mauro Masi. Non vuole dare giudizi, ma esprime certo delle perplessità: «Nella lettera ci ha chiesto argomenti e ospiti delle varie puntate. Ma io ho ribadito che noi non siamo affatto un talk. Così ho risposto senza problemi nel fornire gli argomenti, ma sugli ospiti ho dovuto spiegare che si lavora giorno per giorno, le interviste si fanno anche all’ultimo momento».
Santoro
“Queste regole non mi toccano”
Applicata per la prima volta una legge del 1958
La Corte dei Conti invia un magistrato alle sedute del Consiglio ROMA — Prima di fare un’assunzione esterna molto costosa, prima di assegnare un appalto, prima di muovere un solo euro, i consiglieri d’amministrazione della Rai dovranno pensarci molto bene, da ora in poi. Un magistrato della Corte dei Conti seguirà in presa diretta le riunioni del consiglio Rai se-
dendo proprio accanto ai consiglieri. E’ una novità assoluta nella storia della tv di Stato. Questo magistrato — che sarà una sentinella in prima linea nel caos Rai — si chiama Luciano Calamaro ed è stato scelto dalla Corte dopo un concorso interno. La Corte stessa ha scritto alla Rai che è suo diritto as-
sistere a tutte le riunioni del consiglio ed anche dei sindaci revisori (titolari di un controllo aziendale). La Corte precisa di agire sulla base della legge 259 del 1958 (articolo 12). Una legge mai applicata. Almeno finora. (a.fon.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il “codice Masi” non interessa Michele Santoro. Il conduttore ostenta indifferenza davanti ai contenuti della circolare. «Non so cosa voglia dire questa lettera, questo “appunto” per i direttori di rete e di testata. Secondo me, non mi riguarda. Io non ho ricevuto nulla. Cosa significhi fatevelo spiegare dal direttore generale. Io sono soltanto un conduttore» dice l’ideatore di “Annozero”. E quanto alla sua trasmissione: «Non mi risultano problemi, i contratti sono tutti fatti».
L’ex fidanzato della Tulliani: parlerò tra dieci giorni. Il figlio: uno scontro economico è diventato un caso politico troppo grande per mio padre
Montecarlo, il Pdl frena e Matrix rinuncia a Gaucci CORRADO ZUNINO ROMA — Niente “Matrix” per Gaucci, il governo Berlusconi non può permettersi un nuovo attacco al presidente della Camera Gianfranco Fini né, peggio, alla sua compagna Elisabetta Tulliani. E sì, perché la riapertura del “talk show” di Canale 5 era stata dedicata al “caso Montecarlo”, la casa di Boulevard Princess Charlotte ereditata da Alleanza nazionale e finita (in affitto) al fratello della Tulliani, Giancarlo. La puntata d’esordio avrebbe dovuto
andare in onda ieri sera. La direzione aveva già inviato giornalista e troupe nel Principato di Monaco, in studio erano annunciati il vicedirettore del “Giornale” Alessandro Sallusti, il giornalista del “Fatto” Luca Telese e soprattutto lui, il vulcanico Luciano Gaucci, l’ex presidente del Perugia (ed ex fidanzato di Elisabetta Tulliani) pronto a rivendicare i beni mobiliari e immobiliari sottratti, sostiene, dall’attuale compagna di Gianfranco Fini. Con l’avvicinarsi della puntata di “Matrix”, ricordata a più ripre-
se da Dagospia, al responsabile dell’informazione di Canale 5, Mauro Crippa, sono arrivati se-
Cambio di programma deciso per non aprire un altro fronte con Fini gnali preoccupati dallo staff di Silvio Berlusconi: «Forse non è il caso di rischiare un arroventarsi
dello scontro tra il premier e Fini, Gaucci è incontrollabile». Alle indicazioni di “opportunità politica” si è aggiunta la concorrenza interna del “Chiambretti show”, con il comico pronto a pretendere l’intervista esclusiva con Gaucci, da tre giorni rientrato da Santo Domingo. Sull’altro fronte, l’avvocato Cesare Sammarco, storico legale di Cesare Previti, ha convinto il cliente Gaucci a rinunciare a un nuovo attacco, questo in tv, alla Tulliani. A inizio settimana Alessio Vinci, che ha chiuso l’ultima stagione in crisi d’ascol-
ti, ha abbandonato l’idea della puntata sul “Montecarlo gate” sostituendola con una sui “padri separati” e Gaucci ha iniziato a rifiutare ogni richiesta televisiva: niente “Matrix” niente Chiambretti e niente Lucia Annunziata. Ieri sera Luciano Gaucci al tg di La7 ha detto: «Ora non voglio parlare. Aspettate dieci, dodici giorni». E il figlio Alessandro spiega: «Uno scontro sulla proprietà di case e gioielli è diventato un caso politico troppo grande per mio padre». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA
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Dalle intercettazioni alla deposizione la vicenda-De Lise LE INTERCETTAZIONI
LA NOMINA
PROPAGANDA FIDE
IN TRIBUNALE
Il nome di Pasquale De Lise, presidente del Consiglio di Stato, compare più volte nelle intercettazioni che riguardano l’inchiesta sugli appalti del G8
De Lise, ex presidente del Tar del Lazio, viene nominato, su indicazione di Gianni Letta e Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio di Stato
De Lise è anche “consultore” di Propaganda Fide, per l’amministrazione del patrimonio immobiliare della congregazione
Due giorni fa Pasquale De Lise è stato ascoltato per 4 ore dai magistrati di Perugia, titolari dell’inchiesta sugli appalti del G8 in qualità di testimone
G8, ecco tutte le case del super magistrato coinvolto nell’inchiesta Per De Lise un patrimonio da 15 milioni (segue dalla prima pagina)
CARLO BONINI TUTTAVIA, quella casa costruita dal magistrato nei primi anni ’70, di cui oggi pubblichiamo le foto, almeno se si vuole stare alle quotazioni del mercato immobiliare di Orbetello, a ciò che si può vedere dall’esterno e a quanto una settimana fa ebbe a dirne la stessa acquirente Maria Chiara Scoca («Dire “villa” chi sa cosa può far pensare. E’ una bella casa di mare dove sta bene una famiglia con bambini»), dimostra che Pasquale De Lise con il mattone ci sa fare. «Le case di quelle dimensio-
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Il Presidente del Consiglio di Stato, è usufruttuario dei beni con la moglie Le nude proprietà sono intestate alle due figlie ni che danno sulla laguna e non verso il mare della Giannella – spiegano due diversi agenti immobiliari della zona – oscillano tra i 500 e i 600 mila euro. Se in ottime condizioni, e con parco privato e piscine, magari possono arrivare a 800 mila. Oltre il milione diciamo che è un affare per chi vende». Insomma, De Lise ha venduto molto bene. Ma del resto, nella sua vita, ha anche comprato molto e molto bene. Lo documentano le visure catastali – che Repubblica ha consultato - degli immobili intestati a suo nome, a quello della moglie Gabriella Speranza, delle due figlie Fabiana e Flavia, del genero Patrizio Leozappa, avvocato di casa negli uffici di Angelo Balducci e Diego Anemone e del cui lavoro e clientela De Lise sostiene di non sapere nulla e non essersi mai occupato. Le visure, dunque. Il Presidente del Consiglio di Stato, nato settantatre anni fa a Boscotrecase, provincia di Napoli, soltanto a Roma, è usufruttuario a titolo gratuito, insieme alla moglie, di un patrimonio immobiliare le cui nude proprietà ha regolarmente intestato alle due figlie (di 40 e 45 anni) e il cui valore di mercato, secondo una stima prudenzia-
le, oscilla tra i 10 e i 15 milioni di euro. Di fatto, almeno a scorrere il dettaglio dell’incarto dell’Agenzia del Territorio, il magistrato, nei suoi 30 anni di carriera – spesi tra tribunali, commissioni arbitrali, incarichi di alta amministrazione – ha sistematicamente acquistato immobili di pregio in uno stesso quartiere, tra i più prestigiosi di Roma: i Parioli. Parliamo di un secondo piano per 8 vani e mezzo nella
esclusiva via Ruggero Boscovich (valore di mercato tra i 2 e i 2 milioni e mezzo di euro), di 15 vani al secondo piano in via Antonio Bertoloni (si sfiorano i 3 milioni e mezzo di euro di valore), di 6 vani e mezzo al primo piano in via Giuseppe Mercalli (1 milione e mezzo di euro a quotazioni medie di mercato), di un terzo e quarto piano per 11 vani e mezzo in via Siacci (la proprietà è intestata alla figlia Fabiana e il valore oscilla tra i 2
ALESSANDRA LONGO BELPAESE IL TEMPO DELLE MELE
li ottanta dipendenti del Comune di Lana riceveranno una mela al giorno per i prossimi dodici mesi. Succede in provincia di Bolzano, dove possono permettersi questi dettagli civili d’altro mondo. Il sindaco si chiama Harald Stauder (Svp) ed è sua l’idea lanciata, come si legge sull’Alto Adige, all’indomani delle elezioni del maggio scorso. Due consorzi locali forniscono la materia prima. A carico del Comune il trasporto delle mele fino alla sede municipale, dove vengono poi distribuite, dal lunedì al venerdì, al personale. Ottanta dipendenti, ottanta mele. Uno spottone per la salute pubblica. Pare che i dipendenti abbiano gradito l’iniziativa. Quanto al sindaco, è fiero di «valorizzare il prodotto» e spera di abbattere, con i pomi, anche le assenze per malattia.
Investimenti concentrati ai Parioli, dove ha acquistato anche il genero, avvocato di Anemone e Balducci milioni e mezzo, 2 milioni e 800 mila euro), di un terzo piano per 9 vani e mezzo in piazza
Le immagini
Buenos Aires (casa il cui valore supera il milione e mezzo di euro, di cui è nuda proprietaria al 100 per cento la figlia Flavia e di cui risulta avere l’intero usufrutto la moglie del magistrato). Una sola casa non è ai Parioli. E l’indirizzo può forse lasciare capire il perché: un terzo piano con 6 vani in via del Seminario nel cuore geografico e urbanistico della città, alle spalle del tempio di Adriano, a
La villa all’Argentario venduta per oltre un milione di euro
un passo da Montecitorio e via del Corso (immobile del valore superiore al milione e mezzo di euro, di cui è nuda proprietaria la figlia Fabiana e usufruttuaria al 100 per cento la moglie del magistrato). I documenti catastali danno evidentemente conto anche del recente nuovo investimento (5 vani e mezzo) che il magistrato ha fatto all’Argentario dopo la vendita della “villetta” della Giannella. Ma anche delle fortune di suo genero, l’avvocato amministrativista Patrizio Leozappa, professionista quarantacinquenne nato a Ostuni e laureato alla Luiss. Il 22 dicembre dello scorso anno ha acquistato «in regime di se-
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L’inchiesta
ELSA VINCI ROMA — Anche la Dda di Napoli indaga sulla P3. Ieri a Roma i magistrati partenopei Giuseppe Narducci e Alessandro Milita, noti per aver chiesto l’arresto dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per rapporti sospetti con il clan dei casalesi. Narducci e Milita hanno incontrato i titolari dell’inchiesta sulla loggia segreta e preso copia di tutti gli atti che riguardano l’ex sottosegretario all’Economia. Nicola Cosentino nel luglio scorso ha dovuto lasciare, tra le altre, la delega al ministero proprio perché indagato per violazione della legge Anselmi. Adesso i magistrati napoletani, che lavorano sul traffico di ri-
La villa della Giannella venduta dai De Lise a Franco Gaetano e Maria Chiara Scoca per un milione e 67mila euro. Un prezzo ritenuto, dagli operatori di mercato, assai “favorevole” a chi vende. I magistrati si sono interessati a un assegno da 250mila euro incassato da De Lise e versato dall’avvocato Franco Gaetano Scoca
Sulla P3 indaga anche Napoli Cosentino e casalesi nel mirino fiuti gestito dai casalesi, si sono messi a scavare sui rapporti tra la camorra e alcuni esponenti della P3. Oltre a Cosentino le due inchieste hanno in comune un altro indagato, Pasquale Lombardi, uomo vicinissimo all’imprenditore sardo Flavio Carboni, intercettato diverse volte mentre chiacchierava di pressioni in Cassazione per salvare l’ex sottosegretario dalla richiesta di arresto. Diverse telefonate registrano le preoccupazioni di Lombardi e suoi tentativi per fermare le indagini partenopee sull’esponente del Pdl. Il 28 settembre dell’anno
I magistrati hanno portato via anche copia degli atti sul cosiddetto “dossier Caldoro” scorso Lombardi spiegava all’amico Arcangelo Martino, oggi agli arresti per la P3, di aver sollecitato un incontro con il capo della procura di Napoli, Giandomenico Lepore. Da lui chiamato “Gianmimì”. Incontro dal quale «torna deluso», scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautela-
re. Lombardi dice a Martino: «Il caso è ancora incerto. Lui non ci sente molto....Io che ne so? Come se deve fa’?». I magistrati napoletani hanno ovviamente acquisito gli atti processuali della P3 che riguardano le pressioni in Cassazione sul ricorso contro la richiesta d’arresto di Cosentino, con le intercettazioni che coinvolgono l’ex primo presidente Vincenzo Carbone. E ancora hanno portato via copia degli atti sul cosiddetto dossier Caldoro. Il materiale va ad integrare nuove indagini su Cosentino: il pm Narducci a Roma ha raccolto prove sui tentati-
parazione dei beni» 13 vani su due piani in via Giovanni Antonelli. Anche lui evidentemente con la passione di famiglia per il mattone e per i Parioli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
vi di far bloccare l’inchiesta sui clan. E non soltanto. La Dda di Napoli indaga sui rapporti tra P3 e casalesi. Pasqualino Lombardi, l’uomo delegato da Flavio Carboni a tenere i rapporti con i giudici, ha un ruolo centrale nell’inchiesta napoletana sul traffico di rifiuti. Ha avuto posizioni di rilievo nel consorzio C4 sul quale sono al lavoro i magistrati che hanno evidenziato rapporti sospetti tra i clan ed esponenti della maggioranza. I pm Narducci e Milita hanno spiegato ai colleghi romani che non ci saranno sovrapposizioni, non apriranno un nuovo fascicolo sulla loggia segreta, gli atti sulla P3 formano un nuovo filone della vecchia indagine su Cosentino. Presto nuove ipotesi di reato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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EMERGENZA SCUOLA CRONACA
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Napolitano: “Più risorse per la scuola” Dal presidente un appello contro i risparmi indiscriminati. Fini: monito da recepire DAL NOSTRO INVIATO UMBERTO ROSSO GIFFONI VALLE PIANA (SALERNO) — «Servono più risorse per la scuola. Non tocca a me dire al governo come fare, ma i tagli indiscriminati non sono la soluzione giusta». Dalla cittadella del cinema di Giffoni, quasi travolto dall’entusiasmo e dalla passione della folla di ragazzi che festeggiano i 40 anni del Festival cinematografico a loro dedicato, Giorgio Napolitano lancia il suo appello a investire di più nella formazione e nella ricerca. In nome di una «scuola di qualità, dove possano contare sempre di più il merito e la capacità, come recita anche la nostra Costituzione che incoraggia appunto chi si applica di più e a produrre buoni risultati». Un obiet-
tivo che dipende molto anche dagli insegnanti e dagli studenti, ha ricordato il capo dello Stato, ma certamente il nodo delle risorse e dei tagli sta pesantemente condizionando tutta l’attività scolastica. Un appello raccolto, subito, dal presidente della Camera, dal centrosinistra, dal partito di Casini, dai verdi. In attesa che martedì Napolitano apra le porte del Quirinale al ministro Gelmini e agli studenti per rivolgere il tradizionale messaggio di apertura dell’anno scolastico. «Il monito di Napolitano — commenta Gianfranco Fini — è di grande attualità per tutte le istituzioni, va recepito, perché è un investimento sul futuro dei nostri figli e quindi del nostro Paese». Il Pd, con il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, si riconosce nelle parole del presidente della Repubblica, «semplice-
Il capo dello Stato indica la Germania come modello: lì investono sulla formazione
Martedì il ministro Gelmini sarà al Quirinale per l’avvio dell’anno scolastico
mente perfetto», e chiede che il ministro Gelmini vada a riferire in aula. Anche perché, accusano i dipietristi, mentre il Colle punta il dito in commissione Bilancio si preparano nuovi tagli all’istruzione. I problemi di bilancio esistono, sono reali, conviene Napolitano, ma bisogna orientare le sforbiciate al deficit, «non dire: via, tagliamo il dieci per cento, in modo indiscriminato in tutti quanti i settori della spesa pubblica». Il modello che il capo dello Stato indica è quello della Germania, «dove hanno anche deciso tagli alla sanità e alla spesa sociale ma al contempo aumentando gli investimenti per la ricerca e la formazione. Insomma, bisogna fare delle scelte. E questo è possibile anche da noi in Italia». Incalzato dalle domande di una decina di ragazzi, nella multimedia valley salernitana destinata a
diventare il nuovo cuore del Giffoni Film Festival, Napolitano ha bacchettato forze politiche e governi «spesso un po’ miopi: è più facile guardare vicino che lontano. Forse succede anche perché i partiti sono oppressi da tante esigenze quotidiane. Ma se si guarda in prospettiva si capisce benissimo quanto sia importante investire in cultura e formazione». Non si produce così, gli chiedono i ragazzi, la fuga dei cervelli all’estero? «Andare all’estero a studiare — risponde Napolitano — è una cosa molto importante, positiva ed essenziale per la crescita della comunità. Molto spesso sono brevi fughe d’amore, poi si rientra. Non credo che i giovani talenti vadano via perché non stanno bene nel nostro Paese. Come dimostrano tanti ritorni, anche recenti, di nostri bravi giovani ricercatori». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso
MALCONTENTO Molteplici le proteste in tutta Italia. Da sinistra, in senso orario: il sit-in delle famiglie dei disabili di Napoli contro i tagli ai docenti di sostegno, la manifestazione dei precari di Cagliari e le lezioni in strada dei 75 alunni di prima elementare di Ponte di Nona, nella periferia di Roma, rimasti senza banchi e senza sedie
CORRADO ZUNINO ROMA — La riforma epocale della scuola ha realizzato una nuova figura, fra i tanti profili che il ministro Mariastella Gelmini ha tentato di tagliare: il preside maratoneta. Una scuola su nove, nel Paese, è senza primo dirigente: nelle ultime due stagioni sono andati in pensione quasi 1.500 presidi e Giulio Tremonti ha bloccato ogni nuovo concorso, ogni possibile ricambio. L’Istruzione, allora, ha avviato la pratica industriale delle “reggenze”: un aumento in busta paga tra i 400 e i 700 euro e un preside di liceo si ritrova co-preside anche di una elementare dall’altra parte della città. Ma sotto l’impalcatura di due scuole italiane spesso si scopre un cantiere fatto di succursali, plessi differenziati, materne ed elementari inglobate in un unico edificio. Così i “presidi reggenti” passano a occuparsi di sette, otto, persino dodici realtà scolastiche. Tutte insieme. Fra i maratoneti della scuola il detentore del record italiano è un signore di 61 anni che vive tra le Dolomiti e ama «stare in mezzo ai ragazzi». Il professor Renzo Zagallo si è fatto le ossa negli uffici amministrativi delle scuole di Cortina, per 17 stagioni è stato commissario interno alla maturità e sette anni fa è approdato alla direzione del suo primo blocco scolastico: San Vito di Cadore, dieci chilometri da Cortina. L’agglomerato dell’istituto di istruzione superiore Fermi è fatto di un liceo scientifico, un tecnico industriale, un istituto per ottici e uno per meccanici, un tecnico commerciale e un alberghiero. Sei scuole, diverse tra loro. Quando a Cortina è andato in pensione l’ultimo preside mezza Val Boite ha chiesto l’aiuto del maratoneta Zagallo. E lui si è candidato alla reggenza, ottenendo altre sei scuole: una media, un liceo classico, uno scientifico, un liceo artistico, un altro tecnico commerciale, un altro alberghiero. Dodici istituti da dirigere, 1.900 alunni dagli undici ai vent’anni. «Se avessi figli non potrei fare questo lavoro», racconta il professore. «Mi alzo alle sei e un quarto ogni mattina e quest’anno sono riuscito a parlare con tutti gli studenti. Coltivo rapporti personali, così sono riusci-
Niente rimpiazzo per quasi 1.500 direttori andati in pensione. Da nord a sud si moltiplicano le reggenze
Con i tagli nasce il preside multitasking un solo dirigente per molti istituti to a sconfiggere il bullismo. Gli spostamenti in auto sono lunghi, 30 chilometri di curve tra una scuola e l’altra». In generale, «qualche carta non riesco ad archiviarla, ma non salto un incontro con gli studenti:
Si occupano di più plessi con un ritocco in busta paga tra i 400 e i 700 euro hanno tutti il mio cellulare». I 2.700 euro al mese da preside “normal” supereranno di poco i tremila grazie alle prestazioni “extra”. Nei giorni dell’esordio caos della scuola italiana sono diventate leggendarie le imprese di Francesco La Teana, da quindici anni preside dell’Istituto Schiaparelli Gramsci, ragioneria di Pioltello, hinterland
Milano
Il record di un corso serale una maxi-classe di 51 alunni MILANO — In 51 in una sola classe. Tutti ammassati nella palestra della scuola, senza neanche un banco, perché non c’è un’aula abbastanza grande per contenerli. Succede al tecnico Giorgi di Milano, la scuola serale più grande d’Italia. L’istituto è stato letteralmente preso d’assalto nelle iscrizioni — con 150 alunni in più rispetto all’anno scorso — da quando la giunta Moratti ha smantellato le scuole civiche per studenti lavoratori, non lasciando così alternative, se non il Giorgi e poche altre classi in città. Il risultato: la scuola rischia il collasso. Con sezioni, oltre alla quinta ragioneria che fa lezione in palestra, composte da oltre 40 studenti, costretti a stare in piedi per tutto l’orario scolastico. «Una situazione ingestibile — dice la preside Annamaria Indinimeo — l’Ufficio scolastico regionale non ci ha ancora concesso lo sdoppiamento delle classi. Ma così non si può andare avanti. Anche solo per motivi di sicurezza». (tiziana de giorgio) © RIPRODUZIONE RISERVATA
milanese, 1.500 iscritti il 40% dei quali immigrati. Scuola d’origine con due succursali e ora, grazie alla reggenza, arriva un istituto comprensivo composto da una materna, una elementare e due medie. «Non dormo più: o sono a scuola o
Il supermaratoneta è un professore di 61 anni: gestisce dodici strutture sulle Dolomiti sono in macchina. E il mio telefono squilla in continuazione». Nel traffico di Roma si muove Brunella Maiolini, titolare di due medie in due municipi diversi (40 minuti d’auto) e ora la reggenza di una media divisa in due edifici all’interno di un parco di Prati, altro municipio ancora. Cinque plessi in tutto, com-
presa la scuola speciale per 33 bambini disabili gravi. La prof Maiolini esemplifica i compiti di un multipreside: «Deve tenere sotto controllo la contabilità, avviare le gare d’appalto per la mensa e la manutenzione, assegnare i professori alle classi, e nelle scuole di reggenza lo fai all’ultimo minuto. Deve rispondere al Tribunale dei minori e cercare fondi. Io lo faccio ospitando set cinematografici. La domenica che ha preceduto l’apertura dell’anno scolastico sono stata fino alle undici di sera a controllare la pulizia delle classi e la mattina dopo ho spolverato personalmente due cattedre». A Palermo, spiega Rosario Amato, quattro plessi tra Bagheria e Bagheria Aspra, «dobbiamo far fronte alla fuga dalla scuola, alle continue partenze e ritorni dei figli degli immigrati. Le motivazioni per la nostra scelta? Un po’ di stipendio in più». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
LA QUESTIONE LIBICA CRONACA
GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
■ 14 ORE 19.10
ORE 19.25
ORE 20.00
ORE 20.45
Secondo il verbale della dell’inchiesta del Viminale, alle 19.10 di domenica la nave libica Sabratha, con a bordo anche militari italiani, intercetta l’Ariete a 30 miglia da Abu Kammash
I libici aprono il fuoco “prima in aria, poi in acqua, quindi contro il peschereccio, colpendolo in varie parti dello scafo senza provocare feriti”: ma l’Ariete prosegue la navigazione verso nord
Secondo il verbale, 35 minuti dopo aver aperto il fuoco il comandante della nave libica (valutata l’impossibilità di bloccare la barca italiana) decide di interrompere l’azione in attesa di ordini
Il comandante libico riceve da terra l’ordine di rientrare nel porto di Zuwarah. A quel punto la Sabratha si trova più a nord del primo contatto con il peschereccio italiano che intanto fa rotta verso l’Italia
La dinamica
Crisi libica, duello nel governo La Russa: “Un errore? Non credo” Polemiche per la versione ufficiale dell’attacco al peschereccio ALBERTO CUSTODERO ROMA — «È evidente che non si può sparare sui clandestini e su nessuno. Se ci fosse scappato il morto, sarebbe stata crisi diplomatica». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa interviene nella polemica politica scatenata dall’aggressione subita da un peschereccio mazarese da parte di una motovedetta italo-libica con sei finanzieri a bordo. La precisazione di La Russa s’è resa necessaria dopo la pubblicazione della relazione sull’accaduto del ministero dell’Interno. Da quel documento del Viminale emerge con chiarezza non solo che i libici non s’erano confusi (come sostenuto da Maroni all’indomani della sparatoria) e sapevano benissimo che avevano a che fare con un peschereccio italiano. Ma soprattutto che sarebbe possibile sparare contro i pescatori italia-
Proteste del Pd alla Camera: difendono i truffatori delle quote latte, ma non i pescatori ni. «Una volta che il comandante libico ha intercettato il peschereccio — si legge nella relazione firmata dal capo della Polizia, Manganelli, dal capo dell’Immigrazione, Ronconi, dal generale della Gdf Bruno Buratti — faceva preparare dal suo equipaggio le armi portatili in dotazione secondo il loro consolidato modus operandi». E poi, dopo la procedura di alt, «i militari libici iniziavano a fare fuoco, con le citate armi portatili, prima in aria, poi in acqua e successivamente contro il peschereccio italiano, colpendolo in varie parti dello scafo». I proiettili hanno perforato una lamiera spessa 8 millimetri, e l’equipaggio s’è salvato dalle mitragliate impostando il pilota automatico e rifugiandosi in sala macchine. Mentre la ricostruzione del Viminale (tre quarti d’ora di inseguimento), si scontra con la relazione resa dal comandante del peschereccio alla procura di Agrigento (almeno due ore di sparatorie e 4 di aggressione), divampa ancora la polemica politica. Al question time alla Camera s’è presentato — fra le proteste dell’opposizione che avevano chiesto la presenza di Frattini e di Maroni — il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, che ha definito l’aggressione «un fatto molto grave». E ha assicurato
che «c’è il forte impegno affinché questi fatti non abbiano a ripetersi». Frasi che non hanno convinto l’opposizione. Matteo Mecacci, Pd: «Le affermazioni del ministro degli Esteri Frattini secondo cui “il comandante sapeva che stava pescando illegalmente” sembrano voler giustificare l’aggressione armata. Forse il peso della Lega fa intervenire il Governo a difesa dei truffatori delle quote latte, mentre i pescatori si-
ciliani possono essere presi a mitragliate dai libici senza grande imbarazzo da parte del Governo». Ad attaccare i Lumbard anche il deputato democratico Emanuele Fiano: «La Lega si decida: ieri il ministro Maroni giustificava l’attacco dei libici spiegando che la motovedetta era stata scambiata per una nave di clandestini. Oggi afferma, dalle pagine della Padania, che le scuse non bastano e che occorre rivedere le
regole d’ingaggio». Antonio Di Pietro chiede invece «l’embargo economico e commerciale verso la Libia fino a quando il governo libico non si impegnerà a rispettare i trattati internazionali». «È importante ricordare — ha aggiunto il leader idv — che il Mediterraneo non appartiene a Gheddafi anche se il dittatore in questo momento se ne sta indebitamente appropriando».
I FORI I rilievi dei Ris dei Carabinieri sullo scafo della motonave Ariete. mitragliata dalla vedetta libica
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Il racconto
LE INCHIESTE Sono tre le inchieste aperte sull’episodio: una della procura di Agrigento, una del Viminale e una dell’autorità libica. In foto i rilievi ordinati dai magistrati siciliani
DAL NOSTRO INVIATO FRANCESCO VIVIANO PORTO EMPEDOCLE — «È un miracolo che non c’è scappato il morto. Quasi tutti i proiettili sparati dalla motovedetta libica hanno perforato le paratie al limite della linea di galleggiamento del peschereccio». Così un ufficiale del Ris dei carabinieri racconta quella che poteva essere una strage a conclusione della perizia effettuata ieri mattina a bordo del motopesca Ariete rientrato a Porto Empedocle su disposizione della Procura di Agrigento che ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio plurimo. I colpi, oltre sessanta, erano dunque ad altezza d’uomo e fin sotto lo scafo e non sono stati sparati in aria. E soltanto la fortuna ha voluto che nessuno dei proiettili abbia colpito i nostri pescatori. Ed il comandante dell’Ariete Gaspare Marrone e l’armatore, Giuseppe Asaro, non frenano la loro rabbia per quello che è accaduto. «Sono allibito dalle dichiarazioni di Frattini — dice Asaro — che ha accusato il mio comandante di pescare illegalmente. Evidentemente il nostro ministro degli Esteri preferisce difendere Gheddafi invece dei marittimi italiani mitragliati senza alcun motivo». Non solo: l’intervento della motovedetta libica sarebbe stato del tutto illecito, perché l’Ariete non stava neanche pescando in quelle acque internazionali che la Libia ritiene invece essere parte del proprio territorio. «La mia imbarcazione — sottolinea l’ar-
L’armatore della motonave Ariete smentisce anche la ricostruzione di Frattini: non stavano neanche pescando
“Allibito dalle parole di Maroni c’è licenza di uccidere i clandestini?” matore — non stava affatto pescando ed inoltre, come è stato accertato anche dai rilevamenti satellitari effettuati con il “Blue Box” (un sistema internazionale di Gps, ndr), si trovava in acque internazionali. Si vede che il governo italiano ha riconosciuto di fatto la pretesa del governo libico, contestata invece da tutta la comunità internazionale, di estendere unilateralmente le proprie acque territoriali». L’armatore ne ha anche per il ministro dell’Interno, Roberto Maroni che ieri aveva sbrigativamente definita la vicenda come un semplice «incidente» perché l’Ariete era stato scambiato per un barcone di clandestini. «Ma perché, è concesso sparare agli immigrati? In questi casi c’è licenza di uccidere? Quale legge internazionale lo prevede?» si chiede Asaro. L’armatore ricorda che a questo
Il comandante dell’imbarcazione: vivi per miracolo, ci hanno inseguiti per cinque ore L’ARMATORE Giuseppe Asaro armatore del peschereccio Ariete
proposito, proprio il comandante Gaspare Marrone e l’equipaggio dell’Ariete «hanno salvato centinaia di emigranti nel Canale di Sicilia anche a rischio della propria vita: la legge del mare, e anche la nostra religione, ci impongono di aiutare le persone in difficoltà, non di mitragliarle». I pescatori dell’Ariete, ritornato a Porto Empedocle inter-
rompendo la battuta di pesca nel Canale di Sicilia, non aprono bocca, scaricano le casse di triglie, calamari ed altri pesci, pescati prima della sparatoria, trasferendole sui camion frigoriferi per trasferirli nei mercati ittici siciliani ed italiani. Ed il comandante, Gaspare Marrone, dopo essere stato interrogato dai magistrati agrigentini, il procuratore Renato Di Natale ed Ignazio
Fonzo, non si trattiene dal dire che «Si è trattato di un assalto bello e buono, di un tentativo di abbordaggio che è proseguito per circa cinque ore, anche dopo la nostra fuga, con raffiche di mitraglia sparate a intervalli di un quarto d’ora-venti minuti». E contesta anche la ricostruzione contenuta nel rapporto del Viminale. Nel verbale della riunione d’inchiesta svoltasi ieri al ministero dell’Interno si legge infatti che «non c’è stato alcun inseguimento da parte dell’unità libica» dopo che ha aperto il fuoco. «Non stavamo neanche pescando — replica il comandante Marrone ed al comandante della motovedetta libica abbiamo espressamente detto di essere italiani, pescatori italiani e non è vero come ha sostenuto il ministro Frattini che stavamo pescando illegalmente». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
L’intervista
PER SAPERNE DI PIÙ www.interno.it www.unhcr.it
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Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati
L’allarme delle Nazioni Unite “In nessun caso è lecito sparare” PAOLA COPPOLA ROMA — «Ci auguriamo che Maroni non volesse dire che sparare su un peschereccio non è lecito mentre lo è sui barconi che hanno a bordo migranti e rifugiati: le sue parole ci sorprendono perché arrivano da un ministro, ma soprattutto ci preoccupano. Dopo le mitragliate contro l’Ariete va riaffermato che è inaccettabile sparare in mare contro chiunque, pescatori e migranti». Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati avverte: «Occorre vigilare perché sia portava avanti la tradizione della Marineria italiana che è quella di salvare vite umane e non di aprire il fuoco». Ieri il comandante dell’Ariete ha ribadito che non era impegnato in una battuta di pesca e che si trovavano in acque internazionali, smentendo le parole del ministro degli Esteri Frattini e quelle del ministro degli Interni Maroni. Che ne pensa? «Sull’incidente va fatta chiarezza. Conosciamo bene Gaspare Marrone che è uno dei nostri capitani coraggiosi e ha ricevuto il “Premio per Mare” dell’Unhcr e della Guardia Costiera nel 2008 per aver salvato oltre 50 migranti al largo di Lampedusa e l’anno seguente ha contribuito in un’operazione a salvare 300 persone nel
‘‘ Laura Boldrini
I ministri
Sull’incidente va fatta chiarezza. Da Viminale e Farnesina frasi preoccupanti e sorprendenti mare in burrasca». L’accordo Italia-Libia garantisce i diritti dei migranti o va rivisto? «Gli Stati hanno il diritto di fare accordi bilaterali per il controllo dell’immigrazione irregolare: è importante che in questi accordi si tenga in considerazione la tutela dei migranti e che ci siano clausole e garanzie specifiche per
i richiedenti asilo». Era mai accaduto prima che le motovedette libiche sparassero contro imbarcazioni di migranti? «Non ci risulta che siano mai state usate armi da fuoco. Nelle operazioni di respingimento, durante il trasferimento degli extracomunitari dalle motovedette italiane a quelle libiche, ci sono state colluttazioni. È successo che i migranti abbiano fatto resistenza per non essere consegnati ai libici: alcuni avevano già esperienza dei loro centri di detenzione e poi la Libia non riconosce il diritto d’asilo né ha firmato la Convenzione di Ginevra del 1951 e per questo le persone bisognose di protezione tentano di arrivare in ogni modo in un posto sicuro dove fare domanda d’asilo». Come valuta i risultati dei respingimenti? «Negli anni scorsi oltre il 70% di chi raggiungeva via mare il nostro Paese faceva domanda d’asilo, e la metà di questi otteneva una forma di protezione. Nel 2009 è crollato il numero di domande perché i respingimenti rendono difficile la fruizione di questo diritto. Però questa politica non sta dando risultati nel contrasto all’immigrazione irregolare perché gli irregolari continuano a entrare con un visto e a rimanere allo scadere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
MONDO
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La Clinton chiede una svolta “Israele fermi gli insediamenti” Speranze e ostacoli nel vertice Abu Mazen-Netanyahu DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ALBERTO STABILE GERUSALEMME — La giostra dei «negoziati diretti» s’è spostata a Gerusalemme, forse nella speranza che l’atmosfera ispirata della Città Santa permetta ai due contendenti di raggiungere quelle intese che sulle sabbie bollenti di Sharm el Sheik non sono riusciti a conseguire. A sera, tuttavia, nulla è trapelato dalla blindatissima residenza del primo ministro israeliano, dove Netanyahu ed Abu Mazen si sono dati appuntamento nel tardo pomeriggio, presente Hillary Clinton in veste d’interessata promotrice dell’incontro, che possa far pensare ad una svolta. Al massimo, citando l’inviato americano George Mitchell, i colloqui avrebbero registrato «qualche progresso». Eppure la scena è stata preparata per ospitare un evento straordinario. I comunicati ufficiali sottolineano che è la terza volta, in due giorni, che i due antagonisti si ritrovano faccia a faccia. Ma il problema del blocco temporaneo degli insediamenti, che scadrà a fine mese, continua
Nuovo incontro a Gerusalemme Missili da Gaza, Israele colpisce i tunnel: un morto
GERUSALEMME Il vertice di ieri. Sopra un insediamento a rappresentare il principale ostacolo al negoziato. Con il premier israeliano intenzionato a non rinnovare la moratoria da lui stesso voluta (una concessione ad Obama) ed il presidente palestinese deciso a ritirarsi dalle trattative se Netanyahu darà il via libera all’espansione delle colonie ebraiche nei Territori. Quello che ha cercato di fare Hillary Clinton, affiancata dal plenipotenziario, George Mitchell, è di convincere Netanyahu a formulare una proposta che, pur rappresentando la fine della moratoria permetta ad Abu Mazen di continuare e negoziare senza perdere la faccia. In parole
povere, un compromesso per il bene della trattativa, ma anche nell’interesse di Obama intenzionato ad arrivare alle elezioni di Medio Termine, fissate per Novembre, con il processo di pace bene avviato. Ora pare che Netanyahu, uno specialista delle soluzioni a metà, sia fortemente impegnato a formulare questa proposta di compromesso, così come Abu Mazen sarebbe pronto ad ascoltarlo ed eventualmente a ripagare le eventuali concessioni del premier con altrettante concessioni. Ma entrambi i duellanti sembrano altresì molto sensibili alle pressioni delle rispettive «ali
Procedure in materia di impatto ambientale L.R. 18 maggio 1999, n. 9, come modificata dalla L.R. 16 novembre 2000, n. 35 D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 PROCEDURA DI VIA RELATIVA AL PROGETTO “LONGANESI” Progetto: Attività legate alla messa in produzione degli esistenti pozzi “Longanesi 1” e “Abbadesse 1 dir”, oltre alla perforazione e alla messa in produzione di ulteriori tre pozzi di sviluppo, il collegamento all’esistente centrale di trattamento gas “San Potito”, nonché l’allestimento degli impianti nella sopraccitata centrale per il trattamento del fluido di giacimento proveniente dai pozzi. Localizzato: La zona interessata dall’attività operativa è localizzata nel territorio dei Comuni di Lugo e Bagnacavallo, entrambi ubicati nella provincia di Ravenna, mentre l’area complessiva delle concessioni riguarda, oltre i suddetti Comuni, per esigue porzioni di area il Comune di Cotignola e il Comune di Faenza, anch’essi ubicati in provincia di Ravenna. Si precisa che il Comune di Cotignola e il Comune di Faenza sono pertanto interessati dall’estensione delle concessioni, ma a oggi, nell’ambito delle competenze territoriali di tali amministrazioni, non è prevista l’esecuzione di attività minerarie. Il giacimento “Longanesi” si estende in parte nell’area dell’esistente concessione di coltivazione idrocarburi “San Potito”, di cui a titolarità Padana Energia S.p.A. 100%, e in parte nell’area di cui all’istanza di concessione di coltivazione idrocarburi “Bagnacavallo”, derivante dal permesso di ricerca idrocarburi “San Marco” del 24 febbraio 2009, di cui a titolarità Enel Longanesi Developments S.r.l. 100%. Presentato da: Società Padana Energia S.p.A., con sede legale in Marina di Ravenna (RA), Via del Marchesato, 13 (c.f. 02342760390) e Società Enel Longanesi Developments S.r.l. con sede legale in Roma, Via Dalmazia, 15 (c.f. 10708691000). Il progetto appartiene alla seguente categoria: ”Attività di coltivazione degli idrocarburi e delle risorse geotermiche sulla terraferma” di cui alla lett. A.1.3) dell’Allegato A.1 alla L.R. 18 maggio 1999, n. 9 (Disciplina della procedura di valutazione d’impatto ambientale), pubblicata nel B.U.R. n. 66 del 21 maggio 1999, come modificata dalla L.R. 16 novembre 2000, n. 35, pubblicata nel B.U.R. n. 168 del 20 novembre 2001. SI AVVISA CHE Ai sensi del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, pubblicato nella GU n. 88 del 14 aprile 2006, come modificato dal D.Lgs. 16 gennaio 2008 n. 4, pubblicato nella GU n. 24 del 29 gennaio 2008, nonché ai sensi del Titolo III della Legge Regionale 18 maggio 1999, n. 9 (Disciplina della procedura di valutazione d’impatto ambientale), pubblicata nel B.U.R. n. 66 del 21 maggio 1999, come modificata dalla Legge Regionale 16 novembre 2000, n. 35, pubblicata nel B.U.R. n. 168 del 20 novembre 2000, sono stati depositati, per la libera consultazione da parte dei soggetti interessati, il SIA e il relativo progetto, prescritti per l’effettuazione della procedura di VIA, relativi al progetto “Longanesi”, localizzato nel territorio dei Comuni di Lugo e di Bagnacavallo nella provincia di Ravenna. Il progetto interessa il territorio dei Comuni di Lugo e Bagnacavallo, mentre l’area complessiva delle concessioni riguarda, oltre i suddetti Comuni, per esigue porzioni di area il Comune di Cotignola e il Comune di Faenza. Si precisa che il Comune di Cotignola e il Comune di Faenza sono pertanto interessati dall’estensione delle concessioni, ma a oggi, nell’ambito delle competenze territoriali di tali amministrazioni, non è prevista l’esecuzione di attività minerarie. Il progetto denominato “Longanesi”, prevede attività legate alla messa in produzione dei pozzi denominati “Longanesi 1” e “Abbadesse 1”, alla perforazione di tre pozzi di sviluppo e al trattamento del gas estratto presso l’esistente “Centrale San Potito”. L’Autorità competente è la REGIONE EMILIA ROMAGNA - Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale - Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa Via dei Mille, 21 – Bologna. I soggetti interessati possono prendere visione del SIA, prescritto per l’effettuazione della procedura di VIA, presso la sede dell’Autorità competente REGIONE EMILIA ROMAGNA - Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale - Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa - Via dei Mille, 21 Bologna, presso la sede dei seguenti Comuni interessati: Comune di Lugo – Piazza dei Martiri, 1 – Lugo (RA); Comune di Bagnacavallo - Piazza Libertà, 5 - Bagnacavallo (RA); e presso la sede della Provincia di Ravenna – Settore Ambiente e Suolo – Ufficio V.I.A. – Piazza dei Caduti per la Libertà, 2/4 – Ravenna. Il SIA e il relativo progetto prescritti per l’effettuazione della procedura di VIA, sono depositati per 60 (sessanta) giorni naturali consecutivi dalla data di pubblicazione del presente avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione avvenuto il giorno 1° settembre 2010, entro lo stesso termine di 60 (sessanta) giorni chiunque abbia interesse può, ai sensi del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche e integrazioni, prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale, presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi all’Autorità competente REGIONE EMILIA ROMAGNA - Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale - Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa - Via dei Mille, 21 – Bologna.
estreme». Netanyahu ha deciso che a fine mese manterrà la promessa fatta ai coloni quando, nel dichiarare la moratoria, alla fine del 2009, aggiunse rassicurante: «Si tratta di una misura una tantum, temporanea, al termine della quale le costrizioni riprenderanno come prima». Oggi, Netanyahu proprio non se la sente di smentirsi e, soprattutto, di mettersi contro la potente lobby dei coloni ampiamente presente nella maggioranza di governo. La proposta che a giudizio del premier dovrebbe permettergli di salvare capra e cavoli è di rallentare il ritmo di crescita degli insediamenti stabilendo
un tetto (ma chissà se si tratta di un vero e proprio limite) di 2000 unità abitative l’anno. Quanto ad Abu Mazen, il vecchio presidente non sembra disposto a rimangiarsi la minaccia di ritirarsi dal negoziato se gli insediamenti continueranno a crescere. Il leader palestinese è convinto di aver fatto per intero la sua parte, combattendo Hamas, e ristabilendo legge ed ordine nei suoi domini in Cisgiordania, grazie anche alle forze di polizia a lui fedeli addestrate dagli americani. E’ tempo dunque di esigere il credito di fiducia che s’è guadagnato. Posizione assai precaria, la sua, dal momento che
SAN GIUSTO RINASCITA SOCIETA’COOPERATIVA in liquidazione coatta amministrativa Commissario liquidatore: Renato MURER,Via 13 Martiri n. 88, 30027 San Donà di Piave (VE)
AVVISO DI VENDITA CON INCANTO A PREZZO RIBASSATO TERZO TENTATIVO Il Commissario liquidatore, a ciò autorizzato con provvedimento ministeriale datato 06.07.2010 RENDE NOTO che il giorno 5 ottobre 2010, alle ore 14,30 presso lo studio del Notaio Dott. Massimo Luigi SANDI, in Mestre (VE), Corso del Popolo n. 117, si procederà alla vendita, mediante pubblico incanto, in singoli lotti corrispondenti a ciascuno dei seguenti beni, così come risultanti dalla perizia di stima della procedura: macchine e mobili per ufficio, attrezzatura varia, 1 carrello elevatore, 1 autoveicolo specifico con cisterna, 4 autovetture, 25 cassoni scarrabili, 2 autoveicoli con cisterna, 6 autocarri FIAT, 5 trattori per semirimorchi, 1 rimorchio scarrabile, 3 rimorchi pianale Zorzi, 8 semirimorchi, così come risultanti dalla perizia di stima della procedura. Il prezzo base è pari a quanto risulta attribuito in perizia a ciascun bene, decurtato di 1/5 ed ulteriormente decurtato di 1/5; a ciò andrà aggiunta l’Iva, le imposte e le spese di trasferimento. I beni di cui trattasi saranno venduti nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano, con esclusione di qualsiasi garanzia. Le offerte dovranno pervenire al Notaio Dott. Massimo Luigi SANDI, in Mestre (VE), Corso del Popolo n. 117, in busta chiusa e sigillata, entro le ore 12,00 del giorno 5 ottobre 2010. La busta all’interno dovrà contenere il prezzo offerto per ciascun bene, oltre ad apposito deposito così suddiviso: a) deposito cauzionale pari al 10 % del prezzo offerto, costituito da assegno circolare non trasferibile intestato a San Giusto Rinascita Società Cooperativa in l.c.a. ; b) fondo spese pari al 5 % del prezzo offerto, costituito da assegno circolare non trasferibile intestato a San Giusto Rinascita Società Cooperativa in l.c.a. . In sede di gara le offerte in aumento sul prezzo base d’asta non potranno essere inferiori al 10 % per i lotti il cui valore sia pari od inferiore ad euro 20.000,00.= ed al 5 % per i lotti il cui valore sia superiore ad euro 20.000,00.=. Avvenuto l’incanto potranno ancora essere fatte offerte di acquisto entro 10 giorni nella misura prevista dall’art. 584 c.p.c.. Alla scadenza di detto termine il notaio procederà alla aggiudicazione definitiva. Entro 30 giorni dall’aggiudicazione definitiva dovranno essere versati al Commissario liquidatore, con assegno circolare, il prezzo di aggiudicazione, unitamente alle spese d’asta, all’importo delle spese notarili ed accessorie e degli oneri fiscali di legge. Per quanto indicato nel presente avviso e per la consultazione della documentazione e della perizia di stima rivolgersi a : - Notaio Dott. Massimo Luigi SANDI, in Mestre (VE), Corso del Popolo n. 117, Tel. 041-986633, Fax 041-986324; - Commissario liquidatore Dott. Renato MURER, in San Donà di Piave (VE), Via 13 Martiri n. 88, Tel. 0421 - 220950; Fax 0421 - 220951.
CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. DI PRATO Settore Affari Generali, Amministrazione e Contabilità
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
Via Valentini n. 14 – 59100 Prato Tel 0574 6126 - Fax 0574 612756
Amministrazione aggiudicatrice: Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Appalti, via Crispi 2, 39100 Bolzano; Codice gara: 'Militärunterkünfte Corvara' - 01/2010; Oggetto dell’appalto: Gara per l'affidamento della direzione lavori e del coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione (appalto integrato) per la seguente opera: Demolizione e ricostruzione di 2 fabbricati per alloggi all’interno del “Villaggio Alpino - Tempesti” situato nel Comune di Corvara; Importo complessivo dell’appalto: Euro 91.613,90 (IVAesclusa); Tipo di procedura: procedura ristretta; Criteri di aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa; Data di aggiudicazione: 02.09.2010; Numero di offerte ricevute: 9; Aggiudicatario: Arch. Enrico Guglielmon – Bolzano - Ing. Luciano Franceschini – Ing. Claudio Scanavini; Importo complessivo contrattuale: 62.471,52; Subappalto: Vietato nei limiti di cui all’articolo 91 del D. Lgs.vo 12.4.2006, n. 163. IL DIRETTORE D’UFFICIO Dott. Georg Tengler
AVVISO DI GARA PROCEDURA APERTA (CIG:0538604613) E’ indetta una gara a procedura aperta per l’affidamento del servizio di cassa della Camera di Commercio di Prato per il periodo 01/01/201131/12/2015. L’aggiudicazione sarà effettuata in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il termine per la presentazione delle offerte è stabilito tassativamente per il giorno 14.10.2010 alle ore 12:00. Estratto del bando di gara è stato pubblicato sulla G.U.R.I. V Serie Speciale – Contratti Pubblici n. 106 del 13-09-2010. Il pagamento del contributo all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici per l’importo di Euro 100,00 costituisce condizione di ammissibilità dell’offerta. Il bando integrale e il disciplinare, con i relativi allegati, sono reperibili sul sito www.po.camcom.it e affissi all’Albo camerale. Il Dirigente del Settore Affari Generali, Amministrazione e Contabilità Dott.ssa Silvia Borri
AVVISO RELATIVO AD APPALTI AGGIUDICATI
Hamas non intende abbandonare l’arma della violenza e punta a screditare Abu Mazen presentando il negoziato come l’ennesimo cedimento al nemico. Ieri un missile Kassam e nove colpi di mortaio sono stati sparati da Gaza contro il territorio israeliano. Pare che uno degli ordigni contenesse del fosforo, una sorta di ritorsione contro le bombe al fosforo sganciate dagli israeliani durante l’operazione Piombo fuso. Nella rappresaglia, l’aviazione dello Stato ebraico ha colpito un tunnel di traffici tra Gaza e l’Egitto, uccidendo un palestinese di 23 anni e ferendone altri due. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CONSIP S.p.A. A socio unico Via Isonzo, n. 19/E 00198 Roma Avviso di gara
E’ indetta una gara a procedura aperta ai sensi del D.Lgs.163/2006 e s.m.i. per l’acquisizione dei servizi di e-learning del Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato - ID 637. La gara è effettuata secondo la procedura fissata dal decreto legislativo n. 163/2006 e successive modifiche ed è aggiudicata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il Bando di gara sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea alla quale è stato inviato in data 03/09/2010, e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, sul “profilo del committente” www.consip.it. La documentazione ufficiale di gara è disponibile in formato (i) cartaceo ritirabile presso gli uffici della Consip in via Isonzo 19/E, 00198 Roma, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00, fino al 18/10/2010 nonché in formato (ii) elettronico, firmato digitalmente, scaricabile dai siti www.consip.it e www.mef.gov.it. Per la lettura della documentazione firmata digitalmente è necessario dotarsi dell’apposito software per la verifica della firma digitale, rilasciato da uno dei certificatori iscritti all’Elenco di cui all’articolo 29 del D.Lgs. 82/2005 e disponibile sul sito www.cnipa.gov.it. Si precisa che sul profilo del committente e sui siti www.consip.it e www.mef.gov.it, è disponibile la versione elettronica della documentazione in formato PDF/Excel non firmata digitalmente. In caso di discordanza tra le due versioni in formato elettronico, ovvero tra la versione in formato elettronico firmata digitalmente e quella in formato cartaceo, prevale in entrambi i casi - la versione firmata digitalmente. Le offerte dovranno essere presentate entro e non oltre le ore 12.00 del 18/10/2010. Informazioni circa il ritiro della documentazione di gara potranno essere acquisite attraverso la consultazione del sito www.mef.gov.it (all’interno del link “Bandi”) e del sito www.consip.it (all'interno del link "Gare") o essere richieste al seguente numero di telefono: 06/85449-1. Eventuali informazioni complementari e/o chiarimenti sul contenuto del Bando di gara, del Disciplinare, dello Schema di contratto, del Capitolato tecnico e relative appendici e degli altri documenti di gara, potranno essere richiesti alla Consip S.p.A.. Le richieste, formulate in lingua italiana, dovranno essere trasmesse esclusivamente a mezzo fax al n. 06/85449288 e dovranno pervenire entro e non oltre il termine delle ore 12:00 del giorno 01/10/2010. L’Amministratore Delegato Dott. Danilo Oreste Broggi
AIRGEST S.p.A. - Società di gestione aeroporto di Trapani Birgi Aeroporto “V. Florio” di Trapani Birgi - 91020 Trapani Telefono: 0923/842502 Fax 0923/843263 AVVISO DI GARA – CIG [05342404CA] Questo Ente indice gara, mediante procedura aperta con aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’affidamento in appalto dei servizi per la rimozione dei depositi gommosi sulla pavimentazione della pista di volo 13 R – 31 L dell’aeroporto di Trapani Birgi. Durata: mesi 36. Importo complessivo appalto: € 291.444,00 oltre IVA, di cui € 6.846,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. Termine ricezione offerte: 05.10.2010 ore 10.00. Apertura: 05.10.2010 ore 11.00. Documentazione integrale disponibile su www.airgest.it IL PRESIDENTE Dr. Salvatore Ombra COMUNE DI SULMONA (AQ) AVVISO DI ESITO DI GARA Amministrazione aggiudicatrice: Comune di Sulmona, via Mazara 21 – 67039 Sulmona. Con determina n. 106/II del 22.4.2010, divenuta efficace, per i lotti 1, 3 e 4, il 30.8.2010 e, per i lotti 2, 5 e 6, il 10.5.2010, si è proceduto ad aggiudicare, mediante criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, l’appalto dei servizi assicurativi, suddivisi in 6 lotti: Cumulativa infortuni, All risks, RCT/O, Libro Matricola Auto, Kasko dipendenti in missione, Tutela Legale. I lotti 1 e 4 sono stati aggiudicati alla Unipol Assicurazioni – Agenzia Generale di Sulmona, viale Roosevelt 2 Sulmona; i lotti 2, 5 e 6 sono stati aggiudicati all’Ina Assitalia – Agenzia Generale di L’Aquila, via Strinella 75/77 L’Aquila, in coassicurazione con Generali S.p.A. - Agenzia di Avezzano e Sulmona, con sede in via Muzio Febonio 36; lotto 3 – Chartis Europe S.A. Agenzia di Milano, via della Chiusa 2. L’avviso di esito di gara è stato trasmesso alla Commissione in data 3.9.2010.
la Repubblica
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L’intervista
PER SAPERNE DI PIÙ www.haaretz.com www.navy.mil/navydata/bios/navybio.asp?bioID=111
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“I pirati una piaga mondiale gli Usa impegnati a combatterli” L’ammiraglio Fitzgerald: in Africa sempre più assalti
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI
Il caso
Al Qaeda, video di Zawahiri “Vinceremo la guerra santa” DUBAI — Nove anni di guerra hanno annichilito l’Occidente e l’Islam deve continuare sul cammino della jihad. In occasione del nono anniversario dell’11 settembre, Ayman Al Zawahiri, numero 2 di Al Qaeda, è apparso in un nuovo video per chiedere ai musulmani di abbracciare la “guerra santa”. «Le forze della jihad sono emerse vittoriose mentre le forze dell’invasione Crociata sono indebolite dalle ferite e rese esauste dall’emorragia di vite umane e denaro», dice il medico egiziano nel messaggio.
NEW YORK — «Le leggi internazionali sono chiare: consentono la navigazione ovunque, nel rispetto del diritto marittimo. A Gheddafi quindi noi rispondiamo questo, che la legge è dalla nostra parte». L’ammiraglio Mark Fitzgerald è il comandante capo delle forze navali della Nato nel Mediterraneo, e della U. S. Navy anche per l’Africa. Dalla sua base di Napoli parla con Repubblicapoco dopo il grave incidente tra una motovedetta libica e un peschereccio italiano. La sua prima risposta è alla tesi di Gheddafi che vorrebbe la U.S. Navy fuori dal Mediterraneo, riservando questo mare solo alle nazioni limitrofe. «Quel che dice Gheddafi è contrario al diritto internazionale. Del resto è sempre e soltanto sul terreno del diritto che va affrontata la questione delle acque territoriali, su cui alcuni paesi come la Libia vogliono estendere le cosiddette zone economiche esclusive fino a 200 miglia». Fitzgerald affronta anche la questione del Kosovo: è ottimista sulla possibilità di ridurre le truppe Nato (quindi italiane) attualmente impegnate nei Balcani.
Via dal Kosovo
In Kosovo c’è fiducia verso la polizia locale Il livello della nostra presenza scenderà a 5mila uomini
NATO Mark Fitzgerald, comandante capo delle forze navali della Nato nel Mediterraneo e della U.S. Navy per l’Africa
Che cosa pensa del trattato di amicizia italo-libico? «Utile se serve a controllare e ridurre i flussi dell’immigrazione clandestina». Tra i vostri compiti al largo delle coste dell’Africa cresce d’importanza la lotta alla pirateria. Si può condurre solo nei mari o bisogna affrontare il retroterra, andare a occuparsi dei “santuari” che proteggono i pirati sulla terraferma? «È sempre valido il principio follow the money, bisogna seguire i percorsi del denaro. In So-
malia i pirati non avrebbero navi se non ci fossero dietro gli intermediari, i finanziatori. E la piaga della pirateria si sta estendendo sempre di più a un’altra zona: le coste dell’Africa occidentale. Abbiamo avuto 38 incidenti di pirateria in quella zona l’anno scorso. È una minaccia seria perché di lì passano rotte importanti per l’approvvigionamento di materie prime, come il petrolio nigeriano. Ed è una pirateria perfino più violenta di quella del Corno d’Africa. Inoltre si sta dirottando attraverso l’Africa una
parte del traffico di cocaina dal Sudamerica. È indispensabile costruire stabilità in quell’area, un’altra zona da cui hanno origine flussi di immigrazione clandestina verso le vostre coste». In tutta l’Africa la U.S. Navy si trova sempre più spesso di fronte la flotta cinese. Che effetto vi fa questa nuova prossimità? «È la conseguenza naturale dell’ascesa di una nazione. È accaduto in passato a tutte le potenze. Si applica ai cinesi la stessa libertà di navigazione che per tanti decenni abbiamo utilizzato noi». Lei ha sotto il suo comando anche i Balcani. Vede la possibilità di ridurre le forze Nato in quell’area, italiani inclusi? «Vado in Kosovo una volta al mese e ho misurato il successo della nostra missione. Si può dire che il livello di accettazione e di fiducia della popolazione locale verso le forze armate e la polizia del Kosovo raggiunge ormai l’80% o il 90%. Dunque siamo in grado di trasferire a loro le responsabilità. Entro i prossimi mesi vedremo dei movimenti, il livello della nostra presenza dovrebbe scendere a quota cinquemila uomini. Sono decisamente ottimista». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ATTUALITÀ
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L’ombra della pedofilia sul viaggio del Papa Oggi Benedetto XVI in Inghilterra e Scozia tra le polemiche. Il cardinale Kasper rinuncia alla visita, è giallo MARCO ANSALDO CITTÀ DEL VATICANO — Comincia oggi il difficile viaggio di Benedetto XVI in Inghilterra e Scozia. Quattro giorni di discorsi, riunioni e momenti di riflessione nei quali il Pontefice affronterà argomenti delicati, fra l’incontro ecumenico con la Chiesa anglicana e il colloquio con la Regina. Ma nei media e tra alcuni intellettuali è il caso della pedofilia nella Chiesa a tenere banco. Addirittura Foreign Policy in un articolo-provocazione si chiede: «Può la Gran Bretagna arrestare il Papa?». L’onda delle polemiche sullo scandalo, corroborata dalle ultime rivelazioni sugli abusi compiuti da alcuni preti belgi, si allunga impietosamente sul viaggio. In Irlanda — dove pure Benedetto XVI non
andrà — è ancora viva l’impressione dei due rapporti governativi Ryan e Murphy che alzarono il velo sulle violenze compiute per decenni da religiosi, e portarono il Pontefice a scrivere una lettera ai fedeli irlandesi. Le tappe nelle diverse città del Regno Unito verranno costantemente affiancate da proteste e iniziative, fino a una marcia per le vie del centro di Londra sabato 18 settembre. Nel mirino non c’è solo la pedofilia. Chi accusa contesta anche la posizione di Joseph Ratzinger sui preservativi nella prevenzione dell’Aids, oltre ai milioni di sterline che il governo di Londra ha stanziato per la visita proprio mentre varava un programma di tagli e sacrifici durissimo. È molto probabile comunque che Benedetto, così come fece negli Stati Uniti, in Australia e a Malta, incontri durante
L’appello sul Corano: il rispetto della libertà religiosa prevalga sulla violenza
Gaffe dell’alto prelato che aveva detto: arrivi a Heathrow ed è Terzo Mondo
questo soggiorno alcune vittime di quello che lui stesso ha definito «un odioso crimine ma anche un grave peccato che offende Dio». Il viaggio ha conosciuto alla vigilia anche un «giallo». Il cardinale tedesco Walter Kasper, che doveva far parte del seguito papale, si è infatti ritirato dalla visita. Motivazione ufficiale: ragioni di salute. I media britannici legano però la rinuncia del porporato, ex presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, a una sua intervista al settimanale tedesco Focus in cui parlava dell’«aggressivo nuovo ateismo» del Regno Unito, aggiungendo che «quando atterri a Heathrow sembra di arrivare in una nazione del Terzo Mondo. Se indossi una croce sulla British Airways vieni discriminato». Ragioni negate dalla Sala stampa vatica-
na il cui direttore, padre Federico Lombardi, ha spiegato che la rinuncia è «assolutamente per motivi di salute e non c’entra nulla con l’intervista». Il Papa ieri non è tornato a parlare del viaggio, come aveva accennato all’Angelus di domenica scorsa. Ma ha affrontato il tema degli assalti alle chiese e alle scuole cristiane avvenuti in vari Paesi asiatici dopo le profanazioni del Corano negli Stati Uniti. «Il rispetto della libertà religiosa — ha detto all’udienza generale — e la logica della riconciliazione e della pace prevalgano sull’odio e sulla violenza. Seguo con preoccupazione gli avvenimenti verificatisi in questi giorni in varie regioni dell’Asia meridionale, specialmente in India, in Pakistan e in Afghanistan. E prego per le vittime».
Il retroscena
Le tappe IL RAPPORTO NOLAN
E ora Londra lo accusa di non aver rimosso gli “orchi” della Chiesa
Nel 2001 la Chiesa si impegna a rimuovere i preti protagonisti degli abusi
CHANNEL FOUR Il canale Tv scopre che più della metà sono ancora nelle fila del clero britannico
LO SCANDALO Quattordici dei 22 preti condannati per pedofilia sono ancora al loro posto
La rabbia delle vittime: i preti condannati ancora al loro posto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI LONDRA — Un nuovo scandalo accoglie il papa al suo arrivo in Gran Bretagna. Un documentario di Channel Four, uno dei canali privati televisivi nazionali, anticipato ieri dal quotidiano Guardian in prima pagina, accusa il Vaticano e la chiesa cattolica inglese di non avere mantenuto le promesse di fare pulizia tra i preti colpevoli di pedofilia in Inghilterra e in Galles. L’inchiesta della tivù
Alcuni dei sacerdoti condannati ricevono ancora ospitalità e assistenza dal clero esamina gli effetti del rapporto Nolan, un’indagine sugli abusi commessi da religiosi cattolici nel Regno Unito pubblicata nel 2001. In quel documento, i vertici cattolici inglesi si impegnavano a privare del sacerdozio i preti condannati per abusi sessuali, ma Channel Four ha scoperto che invece più di metà di essi continuano a fare parte del clero. Alcuni ricevono perfino ospitalità e assistenza finanziaria dalla chiesa. Messe di fronte all’evidenza, le autorità della chiesa cattolica d’Inghilterra affermano che in alcuni dei casi contestati il procedimento punitivo è stato avviato, ma spetta al Vaticano emettere la decisione di estrometterli dal sacerdozio: e tale decisione non è ancora arrivata. Come se non bastassero l’indifferenza della popolazione (solo il 14 per cento dei britannici guardano con favore alla sua visita), i biglietti invenduti per le messe che dirà durante il viaggio, le critiche dei media (un editoriale del Guardian riconosce che è dubbio se
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sia lecito stendere il tappeto rosso per il papa, ma poi osserva che “tutti i tipi di tiranni sono stati accolti a Londra” e dunque lo si può fare anche per “il più grande autocrate della terra”), la visita di Benedetto XVI incontra così un nuovo ostacolo già in partenza: ancora prima degli incontri “segreti” in programma tra il pontefice e un selezionato gruppo di vittime dei preti pedofili, ancora prima della possibile iniziativa di associazioni laiche di incriminarlo per complicità nella vicenda degli
abusi sessuali e delle coperture per insabbiarli, come chiede un celebre avvocato e difensore dei diritti civili, Geoffrey Robertson, nel libro “The case against the pope” (Il caso contro il papa), che la Penguin, maggiore casa editrice britannica, ha pubblicato proprio in coincidenza del suo arrivo, anche questo è un apparente segno di ostilità al pontefice. L’inchiesta di Channel Four rivela che 14 dei 22 preti inglesi condannati a un anno o più di prigione per pedofilia sono tut-
tora parte del clero cattolico d’Inghilterra e Galles; 10 di loro compaiono nell’elenco ufficiale dei sacerdoti cattolici del Regno Unito. Soltanto 8 dei 22 sono stati esclusi dal sacerdozio. Uno dei preti pedofili ancora in attività smascherato dal documentario è padre John Coughlan, arrestato e incarcerato nel 2005. Sebbene non conduca più la messa, padre Coughlan è ancora un prete e vive in una casa di proprietà della chiesa, presso la diocesi di Westminster amministrata dall’arcive-
La suora censurata È stata censurata dalla Advertising Standards Authorithy la pubblicità di una ditta di gelati italiana, apparsa sui muri londinesi, che mostra una suora incinta mentre assapora un gelato. Lo spot, il cui slogan è “Concepita immacolatamente”, è stato considerato “anticattolico” e oltraggioso nei confronti del Papa. Ma la ditta ribatte: ne produrremo un altro simile
Molti biglietti per le messe che dirà durante il viaggio sono andati invenduti
LE MOTO PER LA SCORTA Ieri in dono al Papa due moto Ducati bianche e gialle per la scorta
Il caso
La prima volta di un segretario di Stato vaticano a Porta Pia ROMA — Per la prima volta un alto rappresentante del Vaticano sarà alla “breccia” di Porta Pia nel giorno che ricorda la presa della città da parte dell’esercito italiano. Lunedì mattina il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, prenderà parte alla cerimonia davanti al monumento ai caduti di Porta Pia, accanto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al sindaco Gianni Alemanno e alle autorità di governo. Mai prima di oggi — 140esimo anno
di Roma capitale — un esponente di primissimo piano delle gerarchie pontificie aveva partecipato alla celebrazione che, davanti alla scultura di Publio Morbiducci del 1931, rievoca l’attacco dei bersaglieri, avvenuto il 20 settembre 1870, e la fine del potere temporale dei Papi. Alle 10.30 di lunedì Napolitano si recherà in Campidoglio dove, nel corso della seduta straordinaria dell’assemblea capitolina, gli verrà conferita la cittadinanza onoraria. Alle 12 il capo dello
Stato e il sindaco visiteranno in anteprima la mostra “L’idea di Roma. Una città nella storia”, allestita al Vittoriano. Proteste per il mancato invito alla cerimonia di Porta Pia sono arrivate al Campidoglio dai massoni. «Non contestiamo il fatto che lunedì il cardinal Bertone sia presente alla cerimonia, ma il sindaco Alemmano ha dimenticato di invitare proprio il Grande Oriente d’Italia» ha dichiarato il “gran maestro” Gustavo Raffi.
scovo Vincent Nichols, la più alta autorità cattolica in Gran Bretagna. Richiesto di spiegare la sua permanenza nella chiesa a dispetto delle norme stabilite quasi dieci anni fa dalla commissione Nolan, padre Coughlan dichiara di essere “in un limbo” e afferma che altri preti sono nella sua stessa situazione. Nel difendersi dall’accusa di avere violato gli impegni presi, un portavoce della chiesa cattolica d’Inghilterra dà l’impressione di volersi “lavare le mani” da ogni responsabilità: «Un vescovo deve rivolgersi a Roma per ricevere l’autorizzazione a laicizzare un prete e né la durata, né il risultato di questa richiesta sono sotto il controllo del vescovo». La responsabilità, lascia capire, è dunque di Roma. E intanto le associazioni delle vittime della pedofilia affermano che gli incontri con il papa hanno solo l’obiettivo di “manipolare” le vittime e spingerle a esprimere sostegno al pontefice. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Diplomazia Ue, schiaffo all’Italia “Ci rappresenti in Albania e Uganda” I Paesi più “importanti” a Spagna, Germania e Francia DAL NOSTRO INVIATO ANDREA BONANNI BRUXELLES — L’Italia esce malissimo dall’assegnazione dei posti chiave nel Servizio di azione esterna dell’Unione europea (Sae), il corpo diplomatico della Ue affidato alla britannica Catherine Ashton. Ieri, con tre mesi di ritardo dovuti al durissimo braccio di ferro tra i vari governi europei, la Ashton ha annunciato la nomina di 29 capi di altrettante delegazioni dell’Ue all’estero. Si tratta di veri e propri ambasciatori dell’Unione, che con il nuovo Trattato avranno anche il compito di coordinare l’operato degli ambasciatori nazionali nelle diverse capitali. Tra le 29 nomine figurano solo due italiani, e per di più si tratta in realtà di due trasferimenti. L’ambasciatore Ettore Sequi, che era già rappresentante della Ue in Afghanistan, ruolo delicatissimo che Sequi ha svolto con ottimi risultati, viene trasferito in Albania per far posto ad un lituano, mentre un funzionario italiano della Commissione, Roberto Ridolfi, che era rappresentante alle isole Fiji sarà mandato in Uganda. Se a questo si aggiun-
La Ashton annuncia la nomina dei 29 nuovi capi delegazione di Bruxelles all’estero
Il governo Berlusconi non riesce ad imporsi, silurati i nostri candidati
ge il fatto che nessun italiano figura nei posti chiave del Servizio a Bruxelles, si può concludere che il nostro Paese, il cui governo aveva salutato con entusiasmo la nomina della Ashton, è stato praticamente espulso dalle stanze della diplomazia europea. Nella ripartizione delle sedi estere sono gli spagnoli a stravincere. Madrid conquista quattro posti, tra cui quello di capo delegazione in Argentina e quello di vice capo delegazione in Cina. La Germania si
aggiudica Pechino. La Francia, come l’Irlanda, ha tre capi delegazione. Un austriaco sarà ambasciatore della Ue a Tokyo. Un olandese guiderà la delegazione in Sudafrica, un’altra quella di Beirut. I polacchi si aggiudicano la Corea del Sud e la Giordania, ma sono comunque riusciti a lamentarsi per il trattamento subito. Tre posti importanti, quello di numero due a Washington e quelli di capo delegazione a Brasilia e a Bagdad, non sono stati assegnati.
In questa tornata di nomine, che riguarda 28 delegazioni su circa 150, l’unico Paese che esce peggio dell’Italia è la Gran Bretagna, che però può contare sulla ministra degli esteri e ha ambizioni su altre sedi che saranno assegnate prossimamente. La situazione italiana da grave si fa disperata se si guarda anche alle nomine dei dirigenti al vertice del Servizio, che attendono ancora l’approvazione del Parlamento europeo. Il segretario generale
MINISTRO DEGLI ESTERI L’inglese Catherine Ashton, Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue
sarà il francese Pierre Vimont, affiancato da due vice: un polacco e una tedesca. L’altro posto chiave, quello di direttore generale amministrativo, va all’irlandese O’Sullivan, molto vicino alla Ashton. L’Italia aveva un candidato molto forte, l’ambasciatore Stefano Sannino, diplomatico già integrato nel Sevizio di azione esterna. Ma evidentemente il governo Berlusconi non è riuscito ad imporsi. O forse non ha voluto, visto che Sannino era stato consigliere diplomatico di Ro-
mano Prodi. Alla selezione per i ventinove posti hanno partecipato quasi un migliaio di candidati, tra funzionari comunitari e diplomatici nazionali. La selezione ha preso tre mesi più del previsto a causa anche delle fortissime pressioni dei governi nazionali per imporre i propri candidati. «Come avevo promesso, ho nominato le persone migliori», ha commentato ineffabile Catherine Ashton. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La carica degli “italiani”
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PALADINO
LAZIO
CUOMO
PELOSI
Il paladino del Tea Party Carl Paladino sarà il candidato repubblicano alla carica di governatore di New York
Seppure sostenuto dal partito, Rick Lazio è stato sconfitto da Paladino in un duello tutto italoamericano
A sfidare Paladino sarà un altro italoamericano, il democratico Andrew Cuomo, figlio dell’ex governatore Mario
È sempre una italoamericana a coprire la presidenza della Camera dei Rappresentanti Usa: Nancy Pelosi
Usa, il trionfo del Tea Party i candidati dell’ultradestra cancellano i vip repubblicani
CHI SONO Il movimento dei teaparty, una sorta di “girotondi” conservatori all’americana, ha preso il via nella primavera del 2009
Il movimento della Palin sbanca le primarie
GLI OBIETTIVI Organizzati in circoli e aiutati dalle tv, accusano Obama di socialismo, vogliono tagli fiscali e sono su posizioni razziste
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI NEW YORK — Trionfa il Tea Party, festeggiano i democratici. È il paradosso dell’ultima tornata di primarie americane, con cui i partiti hanno selezionato i candidati che si sfideranno a novembre nelle elezioni di midterm: quando verrà rinnovata l’intera Camera, un terzo del Senato, e saranno eletti anche i governatori di Stati importanti. Due i risultati più sorprendenti, entrambi nel campo repubblicano. Nella primaria per scegliere il candidato governatore dello Stato di New York ha perso il favoritissimo Rick Lazio, sconfitto dal neofita Carl Paladino: decisivo è stato l’appoggio del Tea Party, il movimento anti-tasse e anti-Stato, che si è riconosciuto negli slogan oltranzisti di Paladino. Ma selezionando un personaggio così estremo e controverso, il partito repubblicano quasi certamente si è giocato le chances di conquistare New York a novembre. In quella che resta una gara tutta dominata da italo-americani, ha ben più probabilità di farcela il democratico Andrew Cuomo. Stesso copione nel Delaware. Lì si trattava di scegliere il candidato senatore, per il seggio che un tempo fu di Joe Biden, l’attuale vicepresidente. Altro colpo di scena in campo repubblicano: ha perso il notabile che aveva dietro di sé tutto l’establishment del partito, Michael Castle, spodestato da Christine O’Donnell che dalla sua aveva Sarah Palin, ex candidata alla vicepresidenza e una leader tra le più influenti nel Tea Party. Risultato: gli stessi repubblicani sono quasi certi di essersi “giocati” le chances di con-
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IL NOME Il richiamo è all’episodio che nel 1773 scatenò la rivoluzione americana con il lancio in mare delle casse di tè inglese
SARAH PALIN È grazie al sostegno dell’ex candidata alla vicepresidenza che O’Donnel ha scalzato Castle nel Delaware
quistare il seggio senatoriale del Delaware a novembre. E proprio su quel seggio potrebbe sfumare la loro speranza di fare un “en plein”, portando via sia la Camera che il Senato ai democratici. Parola di Karl Rove, lo stratega elettorale che firmò le vittorie di George Bush: «Secondo me adesso quella gara è persa». Di colpo la destra comincia a interrogarsi sull’effetto-netto del Tea Party. Fortissimo nelle primarie di partito, dove va a votare una ristretta base di militanti, il Tea Party rischia di spostare talmente a destra l’asse dei repubblicani da spa-
ventare quote di elettori moderati, gli indipendenti di centro che sono indispensabili per vincere. Il tallone d’Achille del Tea Party non è solo nelle posizioni estreme, ma anche nel tipo di “fauna” che attira. Paladino, il magnate di Buffalo che ha sconfitto Lazio, ha scatenato polemiche per delle email razziste e con foto pornografiche trasmesse ad amici e colleghi. Ha paragonato il presidente della Camera dello Stato di New York — Sheldon Silver, ebreo — a un “Anticristo”. Ha detto che se vince a novembre andrà «con la
Scelti gli uomini che si sfideranno a novembre nelle elezioni di midterm
Da New York al Delaware vincono gli estremisti. E il Gop rischia di perdere i moderati
mazza da baseball» a sfasciare il governo locale. Ha proposto di mandare i poveri nelle carceri a prendere «lezioni di igiene». È un linguaggio che piace al Tea Party perché interpreta l’esasperazione di fasce di ceto medio impaurito dalla crisi economica, disgustato dagli sprechi di spesa pubblica, convinto che Barack Obama stia “socializzando l’America” e prepari stangate fiscali. «Dicono che sono un uomo arrabbiato, ed è la pura verità: siamo tutti arrabbiati», dichiara Paladino. Ma tradizionalmente a New York, uno Stato che pende a sinistra,
il partito repubblicano è riuscito a vincere solo quando ha candidato dei moderati. A livello cittadino è stato il caso dei sindaci Rudolph Giuliani e Michael Bloomberg, quest’ultimo essendo poi uscito dal partito per diventare un indipendente. Secondo Bryant Cooper, esponente repubblicano di Manhattan, «scegliendo Paladino abbiamo di fatto regalato il posto di governatore a Cuomo». Stessa musica nel Delaware. Christine O’Donnell è piaciuta al Tea Party ma sembra una candidata debole per conquistare l’elettorato moderato. Dall’in-
terno del suo stesso partito le sono piovute addosso accuse pesanti: la O’Donnell ha truccato il proprio curriculum vitae attribuendosi titoli di studi inesistenti; è incapace di gestire le proprie finanze personali e ha sfiorato la bancarotta. Nulla di così grave da dissuadere la base del Tea Party, innamorata del suo linguaggio “popolare” e delle sue invettive anti-establishment. Ora la destra si chiede se con candidati di questo profilo potrà ancora strappare il traguardo massimo, di una sessantina di seggi alla Camera più sei o sette al Senato. O se invece rischia di doversi accontentare di una vittoria più limitata. Le sorprese sono sempre possibili, perché l’umore dell’elettorato non pende certo a sinistra. La prova: tutti i democratici che votarono contro la riforma sanitaria di Obama, hanno vinto le rispettive primarie. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Iran
Col chador in tv: “Sono Sakineh, mai subito torture”
Una manifestazione a favore di Sakineh
ERA ancora una volta nascosta dal chador la donna che ieri sera si è presentata a una televisione iraniana come Sakineh Mohammadi Ahshtiani smentendo di essere stata torturata in prigione e ammettendo la propria complicità nell’omicidio del marito. E ancora una volta è difficile credere che quella donna sia la vedova quarantatreenne, madre di due figli, condannata alla lapidazione per adulterio e complicità in omicidio, il cui caso ha sollevato una mobilitazione internazionale. Se in una precedente confessione televisiva diffusa il 13 agosto, una presunta Sakineh aveva confessato un complotto per assassinare il marito, ieri in prima serata ha innanzitutto smentito di essere stata picchiata in carcere dopo che il 28
agosto il quotidiano britannico The Times aveva pubblicato la foto di una donna senza chador sotto il titolo “Il vero volto della donna che l’Iran vuole lapidare”. La donna ritratta era in realtà un’attivista iraniana esule in Svezia, ma — secondo il figlio Sajjad Ghaderzadeh e l’avvocato Javid Hutan Kian — l’errore era costato a Sakineh 99 frustrate per “indecenza”. «Non lo confermo. Si tratta di menzogne e illazioni», ha dichiarato la donna intervistata in azeri, la lingua della minoranza dell’Azerbaijan iraniano, mentre sullo schermo comparivano i sottotitoli in farsi, la lingua ufficiale iraniana. E, come nella precedente intervista televisiva, ha ammesso ancora una volta di essere stata complice nell’omici-
dio del marito. «Non sono stata torturata. Quello che sto dicendo sono parole mie e nessuno mi ha costretto a venire davanti alla telecamera». Dichiarazioni che però non fugano i dubbi sulla loro volontarietà né fermano la mobilitazione internazionale: l’appello per la liberazione di Sakineh continua a raccogliere adesioni sul sito di Repubblica, mentre sabato a Bruxelles si terrà una manifestazione promossa dall’eurodeputato belga Marc Tarabella e da Amnesty International col sostegno dell’Europarlamento. Non solo per Sakineh, ma anche per gli altri 24 iraniani che in Iran rischiano la morte sotto il colpo delle pietre. (r. cas.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CRONACA ■ 23
Perseguitato dall’ex della sua donna ventiduenne si uccide a Taranto L’ultimo sms: non posso continuare così. Due arresti per stalking GIOVANNI DI MEO TARANTO — Un ultimo sms alla madre: “Non ho più forza per continuare, perdonami. Ti porterò sempre con me”. Quindi, a ventidue anni, la decisione di impiccarsi con un cavo elettrico in una casa in ristrutturazione. Vittima dello stalking. Un ragazzo suicida, la sua compagna costretta a fuggire via dalla città in cui è nata e cresciuta: c’è questo nella storia portata alla luce dagli uomini della Squadra Mobile della Questura che hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei pregiudicati Settimo Belfiore Smiraglia, 29 anni, e Fabio Stola, 32. Le manette ai polsi sono scattate per gli “atti persecutori”, lo stalking appunto, ma i due sono indagati anche per reati come violenza privata ed induzione al suicidio. Dietro, violenze e minacce andate avanti per mesi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il desiderio di vendetta di Smiraglia per essere stato lasciato dalla donna con la quale aveva convissuto sette anni e che gli aveva dato una figlia. Una storia andata avanti sino a
Lei, stanca di botte e vessazioni, aveva lasciato il padre di sua figlia e si era rifatta una vita che lei, ventisei anni, si è stancata di botte e vessazioni ed ha deciso di lasciarlo per andare a vivere con un ragazzo di quattro anni più giovane. Un amore che ha scatenato una reazione di inaudita ferocia da parte dell’ex compagno, e che si è trasformato in un incubo per quel ragazzo pronto anche ad occuparsi della figlia avuta dalla sua donna nella precedente relazione. Una spedizione punitiva, messa a segno da uomini assoldati da Smiraglia, culminata in un pestaggio; l’incendio della macchina; quindi in due occasioni, la vittima che viene prelevata da casa, minacciata con due pistole, picchiata. Uno scenario d’inferno, che ha lentamente corroso la mente di un giovane come tanti trovatosi catapultato in una situazione sempre più ingestibile. Un dramma acuitosi dal momento in cui la coppia è andata a vivere a casa della sorella di lui e del suo convivente, Fabio Stola. Come Smiraglia, un uomo gravato da più di un precedente. Ed allo stesso Smiraglia legato da amicizia e, soprattutto, interessi, così tanto da potersi permettere messaggi come questo: “Caro Fabio, ti scrivo perché ho saputo che tieni la puttana dentro casa. Ti sto avvisando che se non la togli da dentro casa, passi i guai”. Sarebbe stato lo stesso Stola a consegnare due volte il cognato al suo aguzzino, incontri finiti con il ventiduenne pestato a sangue. Ferite dolorose nel corpo, ma ancora di più nell’animo del ragazzo e della sua compagna, anche lei provata da quanto successo, sino alla decisione di troncare anche questa relazione. Un addio che ha finito per far crollare defini-
I numeri delle violenze
10,5 mln
51,8%
64,9%
26,6%
LE VITTIME
LE VITTIME
A RISCHIO
LE MOLESTIE
Le donne che hanno subito una molestia sessuale o un ricatto sul lavoro a sfondo sessuale, secondo due indagini Istat presentate ieri
Una donna su due, secondo l’istituto, è caduta nella rete della violenza mentre l’8,5% è stata molestata o ricattata in ufficio
Le donne più a rischio sono quelle che vivono nelle grandi città (il 64,9%), seguite da quelle che vivono nei comuni periferici (il 58%)
Più diffuse quelle verbali, seguite da pedinamenti, esibizionismo, molestie fisiche. In due anni crollate le telefonate oscene
tivamente il mondo attorno al ventiduenne. Sconvolto da mesi di angherie, ha trovato una casa in ristrutturazione nel suo quartiere, Tamburi, perife-
La denuncia
ria lontanissima dalla Puglia da cartolina. Con sé soltanto un cavo elettrico e la decisione ormai presa di togliersi la vita. Quindi, il suicidio, preceduto
da una telefonata alla madre: “Non ho più niente da perdere, il mio cervello ormai è diventato acqua” e poi il messaggio finale. All’alba di ieri, dopo mesi
LA POLIZIA Taranto, la conferenza stampa degli investigatori dopo gli arresti per stalking
di indagini rese più difficili dal fatto che la coppia non aveva mai presentato una formale denuncia, sono scattati i due arresti eseguiti dai poliziotti
della Squadra Mobile di Taranto. Dove di stalking si può anche morire, a soli ventidue anni, per amore di una donna. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Isernia, secondo i familiari della vittima il telefono per le emergenze sanitarie non era presidiato. Soccorsi in ritardo
“Il 118 non risponde, così mio cugino è morto” ISERNIA — Si sente male nel cuore della notte, i familiari chiamano ripetutamente il 118, ma il telefono squilla a vuoto: lui muore dopo un’ora e mezzo, poco prima dell’arrivo di un’ambulanza chiamata dalla Polizia. E’ accaduto a Pozzilli, piccolo centro della provincia di Isernia. Vittima un sessantacinquenne, Antonio Del Corpo, che intorno alle 4 aveva avvertito forti dolori al torace. Vano il tentativo di contattare più volte il 118. «Il numero era libero, squillava, ma nessuno rispondeva» raccontano i parenti che, disperati, pro-
L’indagine
Rischio scippi Roma è seconda in Europa ROMA — Le città europee sono le destinazioni a maggior rischio borseggiatori per i turisti. E Roma si trova al secondo posto, preceduta da Barcellona. È il risultato di un’indagine condotta da TripAdvisor, il più grande sito di viaggi on line. Una classifica stilata utilizzando un indice calcolato in base al numero di volte che i viaggiatori hanno usato il termine “pickpocket” (borseggiatore) nelle recensioni fatte sul sito nell’ultimo anno. A Roma il rischio borseggio sale in prossimità di monumenti e siti storici.
vavano anche a chiamare da un cellulare, senza risultato. Dopo oltre un’ora i congiunti di Antonio Del Corpo, al peggiorare delle sue condizioni, hanno chiamato il 113: la polizia è quindi riuscita a mettersi in contatto con il servizio di emergenza sanitaria. Ma i soccorsi sono arrivati dopo le cinque, quando per l’uomo non c’era più niente da fare. I familiari sono convinti che l’arrivo tempestivo dei sanitari avrebbe potuto salvare il sessantacinquenne e chiedono ora che sull’episodio sia fatta chiarezza. Secon-
Ezio Mauro, i vicedirettori e i colleghi dell’ufficio centrale di Repubblica si stringono con affetto ad Alessandra per la scomparsa del padre
Mario Ziniti Roma, 16 settembre 2010 Gli amici della Cronaca nazionale di Repubblica abbracciano Alessandra Ziniti per la perdita del padre
Mario
E’ MORTO a Palermo Mario Ziniti, padre della nostra collega Alessandra. I funerali oggi a Palermo, alle ore 12, nella chiesa Mater Dei di Mondello. Ad Alessandra l’abbraccio di tutta Repubblica.
Caterina Boratto donna e attrice straordinaria. La piangono, Marina, Paolo, Fabio, Jodette, Ambra, Brando. I funerali si terranno oggi nella parrocchia di S. Eugen io, v.le delle Belle Arti 10 alle ore 15.30. Roma, 16 settembre 2010 La musica ha perso il maestro
Guido Turchi
Roma, 16 settembre 2010 Gli amici di Repubblica Palermo si stringono con affetto ad Alessandra e alla sua famiglia nel dolore per la perdita del padre
Mario Ziniti Palermo, 16 settembre 2010 In questo triste momento Giovanni Vogrig abbraccia con affetto Carlo Picozza e la famiglia per la prematura scomparsa del figlio
Paolo Roma, 16 settembre 2010 Il 5 settembre, all’alba di un nuovo giorno è mancata
Cristina Bracco Addolorati ne danno il triste annuncio la mamma Lidia e il papà Michele. I funerali avranno luogo venerdì 17 settembre, alle ore 11, presso la chiesa di S. Lorenzo in Lucina. Roma, 16 settembre 2010 Walter Lucattini e tutti i Sindaci esprimono alla famiglia Bracco il loro cordoglio per la scomparsa di
Maria Cristina
È morto Mario Ziniti
Ha raggiunto il Padre
Roma, 16 settembre 2010 La moglie, i figli, la nuora e i nipoti annunciano la scomparsa del caro Architetto
Fabrizio Frigero I funerali avranno luogo il giorno 17 settembre alle ore 10.30 nella chiesa interna cimitero Flaminio. Non fiori ma opere di bene. Roma, 16 settembre 2010 Cattolica 2000 Tel. 06/30893399
che si è spento a Venezia martedì 14 settembre. Il figlio Andrea Roma, 16 settembre 2010 Il Presidente della Fondazione Accademia Musicale Chigiana di Siena Gabriello Mancini, il Direttore artistico Aldo Bennici, il Direttore amministrativo Lauro Mariani, il Consiglio di Amministrazione e l’Istituzione tutta partecipano con profondo dolore alla scomparsa del Maestro
Guido Turchi illustre musicista legato per lungo tempo all’Accademia Chigiana, della quale fu Direttore artistico dal 1978 al 1986. Siena, 16 settembre 2010 Nel grande dolore della perdita di
Letizia Pasolini dall’Onda Bucci Casari coraggiosa amica di sempre, Bianchina e Alessandra abbracciano Antonella, Guido, Violante, Edoardo, Pietro, Alessandro e l’intera famiglia. Roma, 16 settembre 2010 Carmine Punzi piange insieme ad Angelamaria la scomparsa dell’amico fraterno e autorevole collega Prof.
Edoardo Flavio Ricci e nel ricordarne commosso il lavoro comune di tanti anni, partecipa con affetto profondo al dolore di Mariella, dei figli e degli allievi. Roma, 16 settembre 2010 Il direttore e redattori della Rivista di diritto processuale piangono l’immatura scomparsa del Prof.
Edoardo Flavio Ricci e ne ricordano l’impegno profuso negli anni in cui ha diretto la Rivista con dedizione, passione e capacità non eguagliabili. Roma, 16 settembre 2010
do i parenti di Antonio Del Corpo, anche alla Polizia il 118 non avrebbe risposto al telefono. «Noi abbiamo fatto decine di telefonate, al 118 non ci ha mai risposto nessuno», ha confermato Anna, cugina di Antonio Del Corpo, il sessantacinquenne stroncato da un infarto nella notte dopo aver atteso per oltre un’ora i soccorsi. E’ lei che ha fatto molte delle chiamate andate a vuoto. I parenti presenteranno denuncia ai Carabinieri, dopo i funerali previsti domani alle 15 a Pozzilli (Isernia). L’uomo era andato in pensione da poco.
Il Presidente dell’Istituto Superiore di Studi sull’Arbitrato Carmine Punzi, insieme ai membri del consiglio direttivo e del comitato scientifico ed ai soci tutti, partecipa con profondo dolore al lutto per l’immatura scomparsa del Prof.
Edoardo Flavio Ricci e ne ricorda le alte doti di studioso e di Maestro dell’arbitrato. Roma, 16 settembre 2010 16-9-2007 16-9-2010 Tre anni dopo con amore immenso Patrizia, Simona e Tommaso Prof. Dott.
Antonio Cavallaro docente Chirurgia Generale U.C.S.C. di Roma Roma, 16 settembre 2010 16-9-2007 16-9-2010
Gian Battista Impallomeni
Il caso
Il comune di Genova risarcisce le vittime di furti e rapine GENOVA — Un contributo, fino a 200 euro, per ripristinare porte o finestre forzate dai ladri, duplicati dei documenti d’identità immediati e gratuiti per chi viene scippato: il Comune di Genova apre il primo sportello “post-furto” per sostenere economicamente, e con l’aiuto di uno psico-
Con immutato dolore. Roberta, Vittoria, Laura, Marina Roma, 16 settembre 2010 Il Consiglio di Amministrazione e tutti i Dipendenti di Royal DSM partecipano all’immenso dolore delle famiglie Cecere, Di Matteo e Musso, per la perdita di
Giuseppe, Antonio e Vincenzo il nostro pensiero e le nostre preghiere, in questo triste giorno, vanno alle famiglie, parenti, amici e colleghi. Capua, 16 settembre 2010
Il sindaco Vincenzi logo, chi è vittima di furti, rapine, truffe. Il supporto economico del Comune sarà destinato in base al reddito, mentre sarà assicurato agli over 65. Certo l’estate è stata fitta di scippi e furti negli appartamenti, ma il sindaco Marta Vincenzi spiega così, nella delibera di giunta, la nascita dello “Sportello di assistenza alle vittime di reato”: «L’intervento a favore delle vittime dei reati è un’azione sociale doverosa nelle politiche per la sicurezza urbana». (m. bo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
CRONACA
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PAPA DA RECORD Nel 2004 la “Nona ora” (Giovanni Paolo II colpito da un meteorite) è venduta a 3 milioni di dollari. Nel 2010 un’altra sua opera fa 8 milioni
DITO MEDIO
CROCEFISSA
Maurizio Cattelan ha imposto di collocare la scultura a piazza Affari a Milano. Polemiche in giunta e in Borsa per l’opera in marmo che raffigura una mano con il solo dito medio alzato
L’opera “Crocefissione laica” di Cattelan fece scandalo nel 2008 quando fu collocata nel paesino di Pulheim, in Germania, sul muro esterno di una ex sinagoga trasformata nella chiesa di S. Martino
BAMBINI IMPICCATI Polemiche a Milano nel 2004 per i fantocci di tre bambini morti esposti in piazza XXIV maggio: “Sono appesi, non impiccati” disse l’artista
Le installazioni “scandalose”
Milano dice no all’Hitler di Cattelan la comunità ebraica: “Inopportuno” Non saranno affissi i manifesti della mostra col dittatore ALESSIA GALLIONE MILANO — Non saranno i folli occhi di Adolf Hitler a pubblicizzare sui muri della città la mostra milanese di Maurizio Cattelan. Il passo indietro definitivo del Comune, che aveva già sospeso l’affissione dei manifesti finiti nella bufera, è arrivato di fronte alla reazione della comunità ebraica. Un veto. «Un messaggio inopportuno», lo ha definito il presidente degli ebrei milanesi, Roberto Jarach. Una provocazione troppo forte. Che avrebbe «urtato la sensibilità nostra e di molti», ha aggiunto, e che avrebbe «prevalso sul messaggio sarcastisco del pentimento di Hitler». Ancora di più. Visto che l’amministrazione destinerà gli incassi dell’esposizione alla costruzione del Memoriale della Shoah. La stessa Fondazione nata per la nascita del Binario 21 alla stazione Centrale, ha espresso apprezzamento per Cattelan, ma anche «la preoccupazione che la diffusione di manifesti con l’immagine di Hitler possa essere male inter-
Sgarbi e Toscani difendono l’artista L’assessore: accetto il veto ma non lo condivido pretata e urti la sensibilità del pubblico». Un invito alla «sobrietà e alla prudenza». Era tutto pronto per il lancio promozionale della mostra — dimezzata rispetto all’annuncio iniziale — che ha già diviso la giunta di centrodestra e sollevato polemiche. A cominciare dai manifesti: 250 mega-poster di due metri per un metro e 40, altri mille più piccoli. E una sola immagine, una delle opere più note di Cattelan: «Him», il dittatore nazista in ginocchio. Ma quando le locandine, con tanto di stemma ufficiale dell’amministrazione, sono arrivate negli uffici del settore pubblicità, è stato l’assessore responsabile Maurizio Cadeo, a sospendere l’affissione. Rivendicandone adesso il risultato: «Decisione saggia. Le provocazione hanno stufato». Il sindaco Letizia Moratti, che non era a conoscenza della scelta, ha rimesso la questione nelle mani della direzione generale: tutto bloccato in attesa di un’opinione della comunità ebraica. A questo punto l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory ha deciso: il manifesto con Hitler sarà ritirato. Al suo posto, in tutta fretta visto che
la mostra inaugurerà venerdì 24, spunteranno poster senza immagini: soltanto un fondo nero, il nome dell’artista e l’indicazione di date e luoghi. «Osservo purtroppo — ha detto Finazzer — che le valutazioni sul manifesto artistico di Cattelan si stanno spostando sul terreno storico e politico. Ne prendo atto: se questo è il punto di vista prevalente, come assessore non posso non accogliere le perplessità della comunità». Ma Finaz-
zer, che sta vivendo dissidi sempre più profondi con il sindaco Moratti, rivendica quell’idea: «È stata una scelta di Cattelan. Mi sembrava coerente e creativa rispetto all’interpretazione della mostra: contro le ideologie. Sto dalla parte dell’arte contemporanea». Ma anche «del buon senso: sarebbe stato grave affiggerli e poi toglierli. E così non è stato». Il fotografo Oliviero Toscani, però, insorge: «Se fossi Cattelan non farei la mostra a Milano». E Vittorio
Sgarbi, che è stato assessore alla Cultura a Milano prima del divorzio con Letizia Moratti, attacca: «O un artista è libero di esprimersi o è un impiegato. Cattelan rinunci alla sua mostra a Milano e venga alla Biennale di Venezia». Ma quei manifesti, adesso, rischiano di diventare oggetti di culto. Finazzer sta ricevendo telefonate di chi li richiede. E si domanda provocatorio: «Che stiano diventando un’opera d’arte?».
L’intervista
L’artista: non discuto le opinioni ma anche il mio lavoro va rispettato
“Ma quell’opera a New York l’hanno comprata 3 israeliti”
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ANNA CIRILLO MILANO — Maurizio Cattelan, problemi anche per i manifesti della sua mostra, lei come risponde? «Nessuno mi ha detto niente, come sempre con gli amministratori milanesi le cose le vengo a sapere prima dai giornalisti che da loro. Qualcuno mi dovrà spiegare e a quel punto risponderò. I manifesti ora incriminati a suo tempo erano stati approvati dalla commissione del Comune, poi sono andati in stampa. Mica sono io che faccio cose strampalate, è stato seguito un iter preciso. Se dicevano no subito, era no e basta. Speriamo di aprire con una grande bella serata il 24 settembre, giorno dell’inaugurazione». Che pensa di fare adesso che i manifesti sono stati trasformati? «Io avevo ipotizzato di mettere un pezzo di carta sulla faccia di Hitler e mandarli fuori così, un’idea che mi pare spieghi bene in quale situazione siamo. Rispetto il parere della comunità ebraica ma anche il Barzellette mio lavoro va rispettato. Milano ora si crea problemi con immagini che riproducono un’opera di dieci anni fa, che ha girato in tutto il mondo ed è stata in molte mostre, esposta per un anno al Castello di Rivoli a Torino e tra un mese lo sarà a New York, acquistata da tre signori ebrei, uno dei quali sopravvissuto al campo di concentramento. E tutto questo mentre il presidente Berlusconi l’altro giorno, di fronte ad una platea plaudente di giovani del Pdl, ha raccontato quella barzelletta su Hitler. Io, in confronto a lui, sono un dilettante». Oliviero Toscani le consiglia di mandare tutti a quel paese e di non farla, questa mostra: sucCONTESTATO Sopra, Maurizio cederà? Cattelan. In alto, «A me interessa portare a casa la partita, cioè il manifesto con la mostra. Omminia Munda Mundis, il dito meHitler: non farà dio che ho ribattezzato L.O.V.E, sta venendo un più pubblicità bel lavoro. Esposta in piazza Affari, sarà motivo alla mostra di riflessione e di festa». Quindi tutto procede? «La mostra milanese è un progetto importante, logico che ci siano momenti di verifica. Il Comune è, diciamo così, prudente. Ma spesso un eccesso di prudenza porta a trasformazioni inaspettate, e magari positive. Per questa mostra sono già entrati nel merito la comunità cattolica, con la Curia che ha accettato positivamente Nona Ora, la comunità ebraica e anche quella degli Affari. Io vado avanti, convinto che la forza sta nello spirito del progetto».
Berlusconi davanti ai giovani del Pdl racconta una barzelletta su Hitler. In confronto, io sono un dilettante
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la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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ATTUALITÀ
PER SAPERNE DI PIÙ www.altroconsumo.it www.istat.it
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(segue dalla prima pagina)
L’indagine
VALENTINA CONTE
L’indagine di Altroconsumo è stata condotta in 926 punti vendita di 62 città italiane nel maggio 2010. Il carrello include i prodotti di 421 marche. Per avere dettagli sui dati delle varie città Altroconsumo dà un numero verde: 800 12 90 52. Il sito è www.altroconsumo.it
S
I RIDUCE il potere di acquisto (del 2,6% nel 2009) e il 17% tra loro non arriva alla quarta settimana. In questo quadro, a sciogliere il luogo comune - si spende meno da Roma in giù - e a scattare un’istantanea sui cartellini dei prodotti di uso quotidiano arriva l’indagine di “Altroconsumo”. Fare la spesa in Sicilia, Sardegna, Campania, Puglia (ma anche nel Lazio e in Abruzzo), secondo l’associazione dei consumatori presieduta da Paolo Martinello, costa molto sopra la media. Media che l’Istat certifica in 6.300 euro per ogni famiglia nel 2009. La scarsa concorrenza tra catene e punti vendita rende impossibile per chi vive nel Mezzogiorno spuntare scontrini migliori. Così, riempire il carrello convie-
Inchiesta Altroconsumo sui prodotti di 421 marche in 926 punti vendita della grande distribuzione di 62 città ne a Firenze, Verona, Pisa, dove la spesa si aggira attorno ai 5.700 euro annui, sotto la media. Ma anche a Treviso, Udine, Arezzo, Livorno, Alessandria, dove è al di sotto dei 6 mila euro. Supera, invece, i 6.600 euro a Sassari e Catania. Ed è sopra i 6.500 euro ad Ancona, Roma, Lecce, Pescara, Messina. Differenze notevoli. Tra Firenze (la migliore) e Sassari (la peggiore) corrono quasi mille euro. Per l’acquisto degli stessi, identici, prodotti di marca e nel-
L’Italia divisa dalla spesa lo stesso carrello più caro al Sud che al Nord Pasta e detersivi alle stelle, giù i prezzi di olio e pelati le stesse quantità. L’indagine di Altroconsumo condotta su prodotti di 421 brand, monitorati lo scorso maggio in 926 punti vendita visitati (tra hard discount, super e ipermercati) di 62 città italiane - svela anche il paradosso della pasta, il cui prezzo è triplicato senza motivo in tre anni, dopo i rialzi del 2007 dovuti alle
Firenze, Verona e Pisa le più economiche A Sassari e Catania i peggiori affari. Divari fino a mille euro
tensioni internazionali sul costo del grano. L’impennata sulla materia prima è rientrata, ma i prezzi finali non sono più tornati a livelli accettabili. Mentre olio, saponette, coca cola, pelati scendono (i pomodori addirittura del 26%), anche il detersivo lievita del 14%, i corn flakes del 15%, la mozzarella del 3%.
I risparmi, secondo l’inchiesta, sono comunque possibili. Fino a 1.600 euro l’anno. Dal confronto tra un carrello “tipo” con prodotti di marca e uno low cost, Altroconsumo individua nei prodotti “hard discount” il vantaggio più consistente (-61% di minor esborso rispetto agli equivalenti di marca). Bene anche i prodotti “primo prezzo”, quelli con il valore più basso per ciascuna categoria (-50% di risparmi) e quelli che portano il brand del centro commerciale (41%). I prodotti di marca in offerta convengono sempre (-21%). Ma, avverte l’associazione, la variabilità di prezzo tra punti vendita può raggiungere anche il 30% sul singolo prodotto in offerta. «Una vera giungla», in cui è complicato orientarsi. Nella gara tra Coop ed Esselunga, per molti anni regina tra le catene meno esose, quest’anno si inserisce Iper, risultata la più economica. Maglia nera per Standa/Billa: un carrello “tipo” costa qui il 12% in più che da Iper. Il carrello low cost conviene, invece, da Eurospin. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ECONOMIA
Genova, 2-10 Ottobre 2010
FINANZA&MERCATI
Walk on the sea genoaboatshow.com
Ieri FTSE MIB ....................20872,79 FTSE IT ALL.................21415,83 FTSE IT STAR ..............10799,32 FTSE IT MID ................23544 COMIT ...........................1043,25 FUTURE.......................20868
(-0,62%) (-0,60%) (-0,51%) (-0,26%) (-0,27%) (-0,50%)
I migliori
Principali titoli del Mercato azionario
FTSE MIB Var.% Luxottica ................................................1,86 Impregilo ................................................1,47 Bca Pop.Milano.......................................1,07 RCS Mediagroup .....................................0,69 Fiat.........................................................0,58
Titolo
Pr. Rif €
A2A.............................................1,113 Ansaldo Sts .................................9,790 Atlantia .....................................15,260 Autogrill ......................................9,610 Azimut ........................................7,265 Banca Generali ............................8,975 Banco Popolare ...........................4,862 Bca Pop.Milano ...........................3,780 Bulgari ........................................6,185 Buzzi Unicem ..............................7,455 Campari ......................................4,287 Cir...............................................1,440 Enel ............................................3,940 Eni ............................................16,290
I peggiori Ansaldo Sts ...........................................-2,39 A2A.......................................................-2,02 Terna ....................................................-1,65 Telecom IT ............................................-1,31 Autogrill ................................................-1,28
-2,02 -2,39 -0,97 -1,28 -1,02 0,39 -0,21 1,07 0,41 -1,00 -0,52 -1,17 -0,63 -1,09
Exor ..........................................15,630 Fiat ...........................................10,440 Finmeccanica..............................8,580 Fondiaria-Sai ..............................7,785 Generali ....................................15,080 Geox ...........................................4,032 Impregilo.....................................2,240 Intesa Sanpaolo...........................2,435 Italcementi..................................6,160 Lottomatica...............................11,480 Luxottica...................................19,760 Mediaset.....................................5,160 Mediobanca ................................6,665 Mediolanum................................3,125 Monte Paschi Si...........................1,036 Parmalat .....................................1,980
0,26 0,58 -0,23 -0,83 -0,26 -0,25 1,47 -0,71 -0,56 -0,35 1,86 0,39 -0,87 -0,38 -0,65
Pirelli & C.....................................5,765 Prysmian ..................................13,270 RCS Mediagroup .........................1,168 Saipem .....................................28,200 Snam Gas....................................3,655 STMicroelectr..............................5,565 Telecom IT ..................................1,052 Tenaris .....................................14,040 Terna ..........................................3,120 UBI Banca ...................................7,285 UBI w 09-11 ................................0,010 Unicredit .....................................2,010 Unipol .........................................0,551 W Mediobanca 11........................0,019
-1,11 0,69 -0,21 -1,15 -1,24 -1,31 -1,13 -1,65 -0,88 -1,02 -0,50 -0,72 1,58
Metalmeccanici, trattativa subito in salita Uilm e Fim dicono no a un contratto solo auto. Epifani: la Fiom non si isoli PAOPLO GRISERI
EUROINTELLIGENCE KEVIN O’ROURKE*
LA RECESSIONE AIUTA I PARTITI ESTREMISTI
A
LLA fine del 1929, sul mondo si abbatté la Grande Depressione. Come conseguenza delle politiche deflattive di Brüning, il Pil tedesco scese di oltre tre quarti, mentre la disoccupazione ufficiale arrivò a colpire un terzo della forza lavoro. Ne beneficiarono i partiti agli estremi dello spettro politico tra cui il partito nazista con un 18,3% nel 1930 e addirittura il 37,8% nel luglio del 1932. A questo punto, Brüning non c’era più e il suo successore aveva adottato delle politiche di stimolo modeste ottenendo anche qualche segno di ripresa. Non è una coincidenza che nel novembre 1932, il partito nazista scendesse al 33,1%, ma per la Repubblica di Weimar era troppo tardi. La lezione era chiara: era compito degli Stati dare ai propri cittadini la sicurezza che lo standard aureo e il sistema di mercato, lasciati ai propri meccanismi, non erano in grado di fornire. L’alternativa era il nazionalismo nelle sue varie vesti: quello economico quando non qualcosa di molto più terribile e pericoloso. Dopo il 1945, per circa tre decenni, le tre lezioni imparate durante la Depressione — regolamentazione (del settore finanziario soprattutto), politiche di stimolo (se necessarie) e ridistribuzione — furono utilizzate dalle socialdemocrazie per fornire ai lavoratori la sicurezza richiesta. Il successo della strategia fu tale che gli elettori cominciarono a considerare la sicurezza un dato acquisito, ma anche così quel consenso fu spazzato via in buona parte nei successivi trent’anni. Le pressioni della globalizzazione diventarono la scusa per minare i sistemi di welfare, anche laddove la stessa globalizzazione ne aveva aumentato il bisogno. A ciò si aggiunse la deregulation del settore finanziario, che spiega il pasticcio nel quale siamo oggi. Nicolas Sarkozy Per fortuna, le politiche di stimolo non sono state scordate. A evitare una seconda Grande Depressione ha contribuito il successo di quelle adottate nel 2009, successo che però ha anche generato una pericolosa compiacenza, con il risultato che la destra ha usato la crisi greca del 2010 in maniera molto più efficace di quanto la sinistra non abbia usato i disastri del 2008. La conseguenza sono i pacchetti di austerità che ora minacciano la fragile ripresa dell’Occidente. Si potrebbe obiettare che oggi l’Europa non è più la fogna del nazionalismo e del pregiudizio che era ottanta anni fa: le conseguenze politiche della recessione non sarebbero più così pericolose. Non ne sarei tanto sicuro. Su Amazon.de, il bestseller del momento è la tirata anti-immigrazione di Thilo Sarrazin. In Francia, espellendo i rom e associando l’immigrazione al crimine, il governo sta pescando nelle acque del Fronte Nazionale. Il risultato elettorale nazista del 1928, un 2,6%, è niente se confrontato al 13,9% ottenuto nel 2007 dal Dansk Fokeparti o al 5,9% del partito anti-islamico di Geert Wilders del 2006. La nostra Grande Recessione ha rafforzato i partiti estremisti come quello di Wilders, ora al 15,5%, o il Jobbik in Ungheria, attestato al 16,7%. In un loro recente studio, Markus Brückner e Hans P. Grüne riscontrano che una contrazione di un punto percentuale della crescita economica si associa a una crescita dell’uno per cento per i partiti estremisti. Per dirla con le parole di Tony Judt, «Perché siamo stati così precipitosi a distruggere le dighe tanto pazientemente erette dai nostri predecessori? Siamo proprio sicuri che non ci saranno mai più delle inondazioni?» *professore di Economia al Trinity College di Dublino Traduzione di Guiomar Parada. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TORINO — Parte tra le polemiche la trattativa sulle deroghe al contratto dei metalmeccanici. In tarda mattinata all’appuntamento in Confindustria si presentano Fim e Uilm. Non la Fiom, che non è firmataria dell’accordo separato del 2009 e dunque non è stata invitata. Non il Fismic che accusa esplicitamente Fim e Uilm di avere «una visione egemonica e superata delle relazioni sindacali» e di aver così voluto escludere dall’incontro il sindacato guidato da Roberto Di Maulo. Trattative separate dunque: Fim e Uilm al mattino, Fismic al pomeriggio, Fiom alla finestra. I metalmeccanici della Cgil si dividono a loro volta sulla replica a una dichiarazione di Guglielmo Epifani: «E’ necessario non lasciare la Fiom da sola ma è anche necessario che la Fiom non si isoli», dichiara a Bologna il numero uno di corso d’Italia. L’ala cremaschiana interpreta la frase di Epifani come una sconfessione e con Sergio Bellavita, uno dei membri della segreteria nazionale si chiede se Epifani «considera sbagliate le scelte della Fiom». Ma il segretario generale Maurizio Landini preferisce non entrare nella polemica. Nella situazione di generale divisione sindacale Federmeccanica tenta di proporre un tavolo di discussione per norme che riguardino solo l’automobile. Una mossa che potrebbe far nascere un vero e proprio contratto separato per gli addetti dell’auto. Ipotesi che viene subito bocciata dalla Uilm: «Diciamo no a un contratto dell’auto e anche a
L’intervista
I protagonisti
BONANNI
EPIFANI
ANGELETTI
La Fiom si separa sempre e continua a separarsi. Siamo abituati a questo
Non lasciare la Fiom sola ma è necessario anche che la Fiom non si isoli
La Fiom sa solo criticare, loro trattano e noi invece facciamo accordi
deroghe specifiche, nel contratto dei metalmeccanici, solo per il settore automobilistico», dice il leader dei metalmeccanici della Uilm, Rocco Palombella. Anche il segretario della Fim, Giuseppe Farina, boccia l’idea: «I problemi sollevati dalla Fiat possono trovare soluzione nelle deroghe al contratto dei metal-
meccanici». Fim e Uilm, in sostanza, pensano che una eventuale trattativa dedicata al solo settore auto possa partire solo dopo che è stata conclusa quella sulle deroghe all’attuale contratto dei metalmeccanici. Fim, Uilm e Federmeccanica si incontreranno il prossimo 21 settembre mentre i sin-
dacati si sono riservati di accettare la proposta degli industriali per una discussione specifica sul settore auto da tenersi il 5 ottobre. Il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli, ha respinto la proposta del segretario della Fiom, Landini, per una trattativa preliminare che eviti nuovi accordi separati: «Anche noi chiediamo che i sindacati, in particolare le confederazioni, chiariscano i criteri con cui si stabilisce se un sindacato è rappresentativo. Ma nel frattempo non possiamo fermarci ad aspettare». Una risposta che potrebbe però consentire alla Cgil di entrare in campo avviando una trattativa direttamente con Confindustria sui criteri di rappresentanza di convalida degli accordi. Questo era, del resto, il senso dell’invito rivolto nei giorni scorsi da Alberto Bombassei a Guglielmo Epifani. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giuslavorista dopo le contestazioni alla festa del Pd: se la prendono con me perché non parlo a poche persone
Ichino: delegittimato come Marco Biagi PROFESSOR Ichino, dopo la contestazione subita lunedì alla festa del Pd di Milano, lei ha detto che si sente vittima della stessa tecnica di delegittimazione che venne usata per Marco Biagi. Perché? «Lunedì il mio intervento non è stato contestato: si è cercato di impedirmi di svolgerlo. Secondo quegli scalmanati delle tesi che io sostengo non si deve neppure discutere: per questo occorre stendere un cordone sanitario intorno a chi è considerato politicamente scorretto, anche attraverso la sua demonizzazione personale. E' quello che fecero anche con Marco Biagi, e che lui percepì in modo molto preciso nei mesi che precedettero il suo assassinio». Lei crede davvero che ci sia oggi in
IL GIURISTA Pietro Ichino è senatore del Partito democratico
Italia un clima che potrebbe favorire il ritorno del partito armato? «Non dico questo. Dico solo che, pur concretandosi in comportamenti infinitamente meno gravi dell'assassinio, l'intendimento è sempre quello: impedire di parlare, istituire il tabù perché la discussione sia troncata sul nascere. Forse se la prendono con me perché la mia critica del diritto del lavoro e del diritto sindacale attuale viene da lontano: non è espressa soltanto in libri accademici, letti da poche centinaia di persone, ma anche nei miei articoli sul Corriere della Sera e in due libri a carattere divulgativo, uno del 1996 e uno del 2005, che hanno venduto decine di migliaia di copie». Com’è possibile che stiano nello
stesso partito persone che hanno il suo punto di vista e dirigenti della Cgil che hanno quello esattamente opposto? «Non è così. Ci possono essere divergenze sulle singole scelte ma sugli obiettivi fondamentali ex-dirigenti della Cgil come Damiano, Passoni o Nerozzi, oggi parlamentari Pd, la pensano come me, che del resto sono iscritto alla Cgil da 41 anni. Sulla vicenda di Pomigliano l'interrogazione presentata al governo a luglio con la mia prima firma era firmata anche da Nerozzi e Passoni. E io ho firmato molti loro progetti come il disegno di legge di Nerozzi sul contratto unico di lavoro». (p.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
BORSE EUROPEE Paese/Indice 15-09 Amsterdam (Aex) ..................335,86 Bruxelles-Bel 20 .................2603,51 Francoforte (Xet Dax)...........6261,87 FTSE Eurotrack 100 ............2281,87 Londra (FTSE 100)...............5555,56 Madrid Ibex35 ..................10751,80 Oslo Top 25...........................343,38 Parigi (Cac 40) ....................3755,64 Vienna (Atx) ........................2510,95 Zurigo (SMI) ........................6434,01
Var.% -0,26 -0,20 -0,22 -0,34 -0,21 -0,51 -0,44 -0,50 -0,02 -0,50
BORSE INTERNAZIONALI
EURIBOR
Paese/Indice 15-09 DJ Stoxx Euro........................266,86 Hong Kong HS...................21725,64 Johannesburg ..................26577,70 New York (S&P 500) ...........1.125,08 New York (DJ Ind.) ...........10.573,42 Nasdaq Comp. ...................2.301,32 Singapore ST ......................3071,03 Sydney (All Ords).................4702,66 Tokio (Nikkei)......................9516,56
SCADENZA 1 mese
Var.% -0,37 +0,14 -0,37 +0,36 +0,45 +0,50 +0,73 +0,72 +2,34
la Repubblica
ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,6170
TASSO 365 0,6256
CORONA DK...............................7,4471 CORONA N.................................7,8970 CORONA S.................................9,1950 DOLLARO AUS ...........................1,3863 DOLLARO CDN...........................1,3335 DOLLARO USA ...........................1,2989 FRANCO CH ...............................1,3019 STERLINA UK.............................0,8355 YEN J ....................................111,0400
+0,013 +0,241 -0,336 +0,763 +1,030 +1,082 +0,836 +0,144 +3,737
VALUTE
15 SETTEMBRE Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 15 SETTEMBRE Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano
MATTINO
SERA
31,74 1.270,40 -
31,66 1.267,00 531,16 41,16 14,18
DENARO
LETTERA
214,07 214,07 214,07 945,12 167,33
235,01 235,01 235,01 1.022,58 189,02
GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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Federalismo fiscale in dirittura addizionali Irpef fino a quota 3% Oggi Tremonti vede gli enti locali. Irap, possibile il taglio ROBERTO PETRINI ROMA — Nonostante la crisi politica e le sorti incerte del governo la Lega tira dritta sul federalismo e, accantonata la pausa estiva, il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli spinge il piede sull’acceleratore: «Puntiamo all’approvazione preliminare di tutti i decreti entro la fine dell’anno per poi passare all’esame della Conferenza unificata e in Parlamento e arrivare all’ok entro il 20 maggio del prossimo anno come previsto dalla legge delega», ha detto ieri. Dopo il federalismo demaniale e Roma Capitale (che stamattina dovrebbe avere il via libera da parte della Commissione Bicamerale), prima della pausa estiva il governo ha approvato il decreto sul fisco comunale (contenente l’Imu e cedolare sugli affitti) e quello sui costi standard di Province e Comuni. Ora restano tre decreti: quello sul fisco regionale, quello sui fabbisogni standard per la
I punti
Le quattro Regioni con avanzo sanitario in milioni di euro
34.304 L’IRPEF L’addizionale Irpef che le Regioni potranno decidere autonomamente sale da 1,4 a 3%
L’IRAP Secondo il ministro Calderoli le Regioni potrebbero azzerare l’imposta
COSTI STANDARD Le Regioni virtuose, cui adeguarsi, sono Marche, Umbria, Toscana e Lombardia
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti
12.788
14.575
12.712 8.379 4.199 96
Marche
Umbria
2008
2009
sanità e un mini decreto sui costi standard per assistenza e istruzione. Già oggi il ministro per l’Economia Tremonti incontrerà Regioni, Province e Comuni per un primo esame dei provvedimenti su fisco Regionale e costi standard in vista di un varo che potrebbe arrivare la prossima settimana. Sul fisco regionale, alcune bozze del decreto ancora da definire, indicano la strada per «fiscalizzare», cioè trasformare in compartecipazioni o imposte,
Lombardia
Toscana
-2.445 la parte dei 7 miliardi di trasferimenti aventi carattere «generale e permanente». La via è quella di ridurre l’aliquota di compartecipazione che oggi pesa sull’Iva per il 44,7 per cento fino al 25-30 per cento e recuperare le nuove risorse attraverso una compartecipazione Irpef distribuita su ognuno dei cinque scaglioni d’imposta. Inoltre l’addizionale regionale Irpef, che i governatori possono decidere autonomamente, potrebbe salire dal tetto dell’1,4 per
I governatori pronti a tornare alla carica sui tagli decisi con la manovra d’estate cento al 3 per cento. Secondo quanto dichiarato dallo stesso ministro Calderoli le Regioni avranno la possibilità di azzerare l’Irap: una manovra pericolosa e vista con una certa prudenza dal Tesoro che conta sui 30 miliardi di incassi realizzati grazie all’attuale aliquota del 3,9 per cento. Movimenti e prime anticipazioni anche sul nodo cruciale dei costi standard sanitari ai quali dovranno uniformarsi le spese delle varie Regioni. L’idea
che circola è quella di assegnare il ruolo di capofila ai governatori che hanno registrato i conti in ordine di Asl e ospedali nel 2009: si tratterebbe di Umbria, Marche, Lombardia e Toscana. Ma nonostante l’accelerazione che la Lega tenta di imprimere all’intera partita resta lo scoglio, eredità della difficile trattativa sulla manovra d’estate del ministro Tremonti, dei tagli alle finanze delle Regioni. Come si ricorderà i governatori persero la partita e dovettero ingoiare riduzioni della spesa per 4 miliardi nel 2011 e 4,5 nel 2012: ma il secondo tempo dell’incontro fu rimandato al momento della trattativa sul federalismo e proprio su questo oggi le Regioni attendono risposte. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’accordo
Antitrust piega A2a, Iren, Eni e Acea Più facile cambiare fornitore di luce e gas ROMA — L’Antitrust ha accettato e reso vincolanti gli impegni presentati da A2a, Acea, Italgas e Iren a rimuovere gli ostacoli posti finora all’ingresso di nuovi operatori sul mercato dell’elettricità e del gas. In cambio sono state le quattro istruttorie per possibile abuso di posizione dominante, avviate su segnalazione di Sorgenia. Le società secondo una nota del garante «avrebbero posto in essere procedure inefficienti e atteggiamenti ostativi per ritardare e rendere più oneroso l’ingresso dei concorrenti nei mercati della vendita di gas ed elettricità ai clienti finali». Le società si impegnano a mettere a disposizione dei venditori di elettricità e gas un portale informatico dedicato che permetta di gestire i flussi di comunicazione connessi cambiamento del fornitore e anche mettere a disposizione dei venditori anche tutti i dati di misura rilevati e le informazioni su clienti non più contrattualizzati.
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Il caso
Parte la riforma dei servizi locali ma sull’acqua non c’è un controllo ROMA — Varata la riforma dei servizi pubblici locali iniziano i problemi. Il primo è la mancanza di un’Autorità di controllo soprattutto nel settore dell’acqua (che «vogliono privatizzare», denunciano i promotori del referendum). E il primo confronto nel governo si è avuto ieri durante il convegno organizzato dalla Fondazione Astrid, presenti i presidenti Bassanini e Amato. Convinti che l’Autorità sia necessaria sono sia Ronchi (Politiche comunitarie), che Fitto (Affari regionali). Più scettica la Prestigicacomo. «Non ho nulla in contrario», ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, ma oggi il problema è fermare un referendum «ideologico», perché non c’è «una privatizzazione» dell’acqua. Convinto che ci voglia un “giudice terzo” è anche Bassanini, (presidente della Cassa depositi e prestiti). Che, sollecitato da Amato («è l’unico che ha i soldi») è stato netto: la Cassa può fare investimenti, ma «solo se sono redditizi». E nella riforma ci sono anche servizi come trasporto locale e rifiuti. (b.ar.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Genova, 2-10 Ottobre 2010
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la Repubblica
IMPRESE
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La Farnesina in pressing su Tripoli “Spiegate gli acquisti Unicredit” L’intervento di Frattini al fianco di Consob svelato dal Tesoro GIOVANNI PONS MILANO — In quello che ormai sta diventando un affaire Unicredit-Libia si muove anche la Farnesina. Rispondendo all’interrogazione parlamentare del leghista Massimo Fugatti il Tesoro ha fatto sapere che il ministero degli Affari Esteri ha chiesto a Tripoli informazioni sull’acquisizione da parte dei libici di quote di Unicredit per favorire l’indagine in corso da parte della Consob. La quale lo scorso 26 agosto aveva chiesto alla Banca centrale libica e al fondo sovrano Lia, attraverso l’ambasciata italiana di Tripoli, di conoscere la percentuale aggiornata del capitale posseduto dai bracci finanziari di Gheddafi e di eventuali accordi, anche di voto, esistenti tra di essi. «In proposito, il mini-
tivi o da qualche banchiere amico a cui potrebbe non dispiacere la confusione che si sta creando nella governance di Unicredit. La mossa della Farnesina dovrebbe servire a dissipare i dubbi su una eventuale connivenza del governo nell’operazione Unicredit ma la semplice richiesta di informazioni è da considerarsi
un dovere d’ufficio. Tra l’altro all’interno di Unicredit qualcuno ha ripreso in mano il patto di sindacato Mediobanca sottoscritto nel 2008. Al punto 6 è scritto che «qualora si abbia notizia di mutamenti sostanziali nella struttura di controllo di un partecipante» si provvederà agli accertamenti del ca-
so e si potrà obbligare il partecipante «a cedere l’intera sua partecipazione vincolata pro quota agli altri partecipanti». Significa che se Gheddafi tentasse la scalata strisciante su Unicredit, i soci Mediobanca potrebbero obbligare Profumo a uscire da Piazzetta Cuccia vendendo la quota. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le tappe L’ACQUISTO
LA REAZIONE
LA CONSOB
Da agosto il fondo sovrano Lia ha il 2,075% di Unicredit, affiancando la Central Bank of Lybia (4,988%) e rendendo la Libia primo socio
Alcuni soci di Unicredit, in particolare le fondazioni, e la Lega a livello politico, non hanno apprezzato il nuovo ruolo dei libici
L’autorità di controllo dei mercati ha chiesto alle autorità libiche il livello dei rapporto tra la banca centrale e il fondo sovrano della Libia
I mercati
L’intervento della banca centrale di Tokyo spinge la Borsa nipponica mentre Europa e Stati Uniti rimangono prudenti
Il Giappone vende yen per difendere l’export Oro, l’allarme di Soros: “È la nuova bolla” IL MINISTRO Franco Frattini è alla guida della Farnesina
stro degli Affari Esteri ha comunicato di aver inviato alle autorità libiche, per il tramite dell’ambasciata a Tripoli, una richiesta di informazioni utili all'indagine si legge nella risposta all’interrogazione -. A tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta. Pertanto, gli accertamenti da parte dell'Autorità di Vigilanza sulla vicenda sono tuttora in corso». Non sarà facile spillare informazioni precise a Gheddafi anche se la morsa si sta facendo sempre più stretta. Quando molti anni fa la Consob chiese informazioni alla Libia riguardo una partecipazione nella società Olcese, quotata in Borsa, Gheddafi non si degnò di alcuna parola. Ma ora l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità di controllo è molto più elevata e un diniego assumerebbe il significato di un’offesa a un paese che si dichiara amico. D’altronde, intorno all’origine e ai motivi per cui il fondo sovrano libico ha deciso di acquistare un 2% di Unicredit a inizio agosto il mistero è sempre più fitto. L’ad Alessandro Profumo ha dichiarato di non averlo sollecitato, il presidente Dieter Rampl non è stato nemmeno avvisato e i soci storici, dalle fondazioni ad Allianz, hanno chiesto compatti la sterilizzazione del diritto di voto al 5% posseduto dalla banca centrale. Al contempo risulta difficile pensare che gli uomini di Gheddafi abbiano compiuto un passo così delicato senza aver ricevuto almeno un via libera “politico” all’operazione. Disco verde che potrebbe essere arrivato informalmente da ambienti governa-
ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK — Per bloccare l'apprezzamento dello yen, che aveva raggiunto i massimi degli ultimi quindici anni sul dollaro, ostacolando le esportazioni e la ripresa economica, Naoto Han, appena rieletto primo ministro del Giappone, ha varato ieri un intervento massiccio sui mercati valutari. Dopo aver avvertito i partner internazionali, la banca centrale di Tokyo ha venduto yen e comprato dollari a più riprese, per un ammontare complessivo valutato dai 3,6 ai 6 miliardi di dollari. Gli operatori sono stati colti di sorpresa: era dal 2004 che le autorità giapponesi non intervenivano sui cambi. E la mossa ha avuto l'effetto sperato, almeno per il momento, con un indebolimento dello yen del 3 % rispetto al dollaro e con effetti positivi sulle quotazioni dei grandi gruppi esportatori, come Sony e Toyota, oltre che sull'intero indice Nikkei, salito del 2,3%. Secondo il finanziere George Soros, Tokyo ha fatto bene ad agire così (e al tempo stesso il patriarca degli speculatori ha lanciato l'allarme sulla nuova bolla che si è formata attorno all'oro). Ma analisti e investitori non sono convinti che il governatore della banca centrale Masaaki Shirakawa sia in grado di sostenere a lungo, e da solo, questa strategia sui cambi. Nel 2003-04, il Giappone tentò la stessa strada, bruciando 35mila miliardi di yen, senza effetti duraturi. L'intervento valutario di Tokyo ha caratterizzato la giornata finanziaria, che coincideva con il secondo anniversario del fallimento della Lehman Brothers. Nel settembre 2008 il mancato salvataggio della banca da parte del governo americano (su cui continuano accese polemiche) portò Wall Street e le altre borse mondiali sull'orlo
del collasso. L'implosione non c'è stata, ma ancora adesso l'economia americana batte la fiacca condizionando i mercati e l'intero clima internazionale. Proprio ieri Washington ha pubblicato i dati di agosto della produzione indu-
striale che mostrano da un lato il proseguimento della crescita (in tutto 12 mesi sugli ultimi 14), ma dall'altro un suo rallentamento. Il mese scorso la produzione manifatturiera negli Stati Uniti è aumentata di appena lo 0,2 per cen-
to, rispetto allo 0,7 per cento di luglio e allo 0,3 delle previsioni. In buona parte la frenata è dovuta alle case automobilistiche di fronte ad un ammorbidimento della domanda. Intanto, il grado di utilizzazione degli impianti americani è
sceso dal 74,8 al 74,1 per cento: valori molto lontani dal 80,6 per cento della media registrata dal 1972 in poi. Il sospetto degli analisti è che i consumatori stentino ad alimentare la “ripresina” avviata dal settore industriale. Così gli indici borsistici restano fiacchi, senza una vera direzione di marcia: Londra ha perso lo 0,2%, Francoforte lo 0,1%, Parigi lo 0,3% e Milano lo 0,6%. Le quotazioni dell'oro sono rimaste invece sui valori record, in parte perché - con il venir meno dello yen come valuta rifugio - molti speculatori si sono diretti verso il metallo giallo. "Ma ricordatevi che non è un investimento sicuro e che il boom non durerà per sempre", ha avvertito Soros in una intervista alla Reuters. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ETTORE LIVINI AFFARI IN PIAZZA UNO STAKANOV IN COLLEGIO
A
lla fine anche Guglielmo Marengo, lo Stakanov dei collegi sindacali italiani, è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Il 59enne commercialista livornese, probabilmente a malincuore, ha rassegnato ieri le dimissioni da presidente dell’organo di vigilanza contabile di Fullsix per overdose di incarichi. Il suo ultimo curriculum parla chiaro: Marengo è sindaco (incaricato per legge di scoprire buchi e magagne nei bilanci aziendali) di 67 diverse aziende. In 26 casi è presidente del collegio. Veglia sull’affidabilità dei conti di Chrysler Italia, Bmw, Manifesto, dei treni della Tav e delle banane della Pacific Fruit. Tolti sabati, domeniche e feste comandate ha circa tre giorni per verificare la correttezza dei risultati di ogni azienda. Con che cura, numeri alla mano, è facile immaginarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
La ristrutturazione
L’acqusizione
Beraldo (Coin): “Upim tornerà in utile”
Generali rileva un palazzo con vista Casa Bianca
DOPO aver chiuso il 2009 in rosso per 40 milioni, Upim si appresta a riportare i conti in attivo. Questa la previsione dell’ad Stefano Beraldo, secondo cui il 2010 e il 2011 del Gruppo Coin (che controlla anche le insegne Upim e Ovs) sarà meglio delle attese.
GENERALI acquista per 93,5 milioni di dollari un palazzo di uffici a Washington. La proprietà, situata a due isolati dalla casa Bianca e occupata per il 97%, è stata acquistata da Ing Clarion Partners, che l'aveva comprata nel 2005 per 59 milioni di dollari.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI NEW YORK — Al cinema i grandi successi dell’anno, da “Avatar” a “Toy Story 3”, sono associati alla nuova tecnologia che offre la visione tridimensionale. Non farà eccezione la stagione di Natale, quando Hollywood si appresta a “sfidare” i suoi stessi record d’incasso lanciando due blockbuster come i seguiti di “Harry Potter” e “Tron”, sempre in 3D. E’ la formula magica che sembra conciliare due esigenze: attirare il pubblico con nuovi effetti speciali e legittimare biglietti d’ingresso
più cari. Ma l’anello debole del nuovo business, finora, erano gli occhiali: brutti e scadenti, con effetti collaterali a volte sgradevoli (mal di testa e nausea per alcuni spettatori). Ora arriva una svolta anche nello “strumento” per godere il 3D. E’ l’ingresso della Luxottica, il gigante italiano che domina il mercato globale degli occhiali. E che ieri ha lanciato proprio dalla West Coast degli Stati Uniti la sua offensiva in questo settore. Mettendo in campo l’alta tecnologia delle montature Oakley, uno dei marchi del gruppo, il chief executive Andrea Guerra ha annunciato: «La nostra attività di ricerca e sviluppo rivoluzionerà l’intero settore del 3D». Le ricette di Luxottica si chiamano «polarizzazione passiva, una migliore visuale periferica e un allineamento ottimale delle immagini». La finalità è che le lenti siano «otticamente corrette, ad alta curvatura, per massimizzare il campo visivo». E quindi far sì che lo spettatore «non abbia più bisogno di girare la testa per seguire le scene alla periferia dello schermo». Alle lenti 3D, adesso, sarà applicata la stessa cura che il consumatore esige dagli occhiali da vista e da sole che usa tutti i giorni. L’annuncio è stato dato in accordo con un partner che è uno dei big di Hollywood: la Dreamworks Entertainment, una delle maggiori case cinematografiche specializzate nei film d’animazione per l’infanzia. «La Oakley — ha dichiarato a Los Angeles il chief executive di Dreamworks, Jeffrey Katzenberg — ha migliorato significativamente le prestazioni degli occhiali 3D, renderà possibile per gli spettatori apprezzare pienamente i film tridimensionali con una migliore definizione delle immagini e dei colori». Gli occhiali 3D della linea Oakley saranno disponibili prima della stagione natalizia 2010, inizialmente negli Stati Uniti che sono anche il
Il 3D è un business la Luxottica lancia gli occhiali griffati
L’ULTIMO SHREK La Dreamworks ha usato il 3D per l’ultimo capitolo
Jeffrey Katzenberg, amministratore delegato della Dreamworks, mentre mostra il modello di occhiale 3D
TRAINING DRAGON Finora il più grande successo in 3D della casa
ri 3D a uso domestico: perché la prossima frontiera sarà la diffusione del tridimensionale sul televisore di casa, sui telefonini, e sui let-
tori digitali come l’iPad. Le proiezioni indicano che questo mercato domestico avrà uno sviluppo rapido. I televisori 3D, per esempio, dalle
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I film
IL MODELLO
mercato più grande del mondo per il cinema 3D. Arriveranno nel resto del mondo nel 2011. Oakley sta inoltre lavorando con i produtto-
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TRANSFORMER 3 L’estate prossima toccherà ai robot di Michael Bay
200.000 unità installate nel 2009 passeranno a 64 milioni entro i prossimi otto anni, fino a rappresentare un fatturato di 17 miliardi di dollari. In parallelo la tecnologia continuerà a penetrare il mercato cinematografico: solo nel 2011 saranno inaugurate 9.000 nuove sale in 3D. Luxottica, con 6.300 ne-
Accordo tra la controllata americana Oakley e la Dreamworks creata da Spielberg gozi in 130 Paesi, ha realizzato vendite nette di 5,1 miliardi di euro nel 2009. Ha sei impianti produttivi in Italia, due in Cina e uno negli Stati Uniti. In America controlla fra l’altro la rete distributiva Lenscrafter. Tra i suoi marchi oltre a Oakley ci sono Ray-Ban, Vogue, Persol, più i marchi in licenza di Bulgari, Dolce&Gabbana, Prada, Ferragamo, Versace, Chanel, Polo Ralph Lauren. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’inchiesta
Fallimento Viaggi del Ventaglio ora si indaga anche per truffa
ACQUISTA IN CONTANTI, nel Sud Italia e nelle Isole,
MILANO — I Viaggi del Ventaglio, il celebre marchio del turismo fondato dalla famiglia Colombo, è fallita lo scorso 15 luglio su richiesta del pm Luigi Orsi. E ora lo stesso pubblico ministero ha avviato un’indagine per truffa contro ignoti per capire se qualcuno della società, già in concordato preventivo e in mano al commissario giudiziale Luigi Verna, abbia commesso qualche illecito a danno dei creditori. L’avvio dell’inchiesta è arrivato dopo le denunce di alcuni viaggiatori che avevano comprato pacchetti turistici e che non erano potuti partire a causa del suo fallimento. Su questo fronte il primo appuntamento in calendario è fissato per il primo ottobre, data in cui è prevista l’udienza presso la seconda sezione civile del tribunale di Milano per i creditori della capogruppo. (w.g.)
Il pm Luigi Orsi indaga sul crac di Viaggi del Ventaglio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’operazione
Pesenti cede impianti a Caltagirone accolto l’invito dell’Antitrust MILANO - Non c’era nessun obbligo formale. Ma il messaggio fatto pervenire ai due leader italiani del settore del cemento era stato forte e chiaro: sciogliete ogni legame societario tra voi. Ecco spiegato il motivo dell’operazione che vede protagonisti la Cementir del gruppo Caltagirone e la Calcestruzzi-Italcementi del gruppo Pesenti. le due famiglie sono rivali in affari e così devono restare secondo la moral suasion dell’autorità per la concorrenza. Così a giorni verrà formalizzata la cessione di 14 impianti per per la produzione di calcestruzzo che dagli asset di Pesenti passano a quelli di Caltagirone. In cambio, i Pesenti riceveranno le quote di minoranza di due società di cui Cementir deteneva il 30 e il 15%, oltra a pagare in contanti un milione di euro. Complessivamente il valore dell’operazione si dovrebbe aggirare tra gli 8 e i 9 milione di euro.
Carlo Pesenti è l’ad del gruppo Italcementi
la Repubblica
IMPRESE&MERCATI
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www.finanza.repubblica.it in tempo reale quotazioni di Borsa, commenti e notizie TITOLO A A.S. Roma A2A Acea Acegas-Aps Acotel Group Acque Potabili Acsm-Agam Actelios AdF-Aerop.Firenze Aedes Aeffe Aicon Alerion Amplifon Ansaldo Sts Antichi Pell Apulia Pront Arena Arkimedica Ascopiave Astaldi Atlantia Autogrill Autostrada To-Mi Autostrade Mer. Azimut B B&C Speakers Banca Generali Banca Ifis Basicnet Bastogi BB Biotech Bca Carige Bca Carige r Bca Finnat Bca Intermobiliare Bca P.Etruria e Lazio Bca P.Milano Bca P.Spoleto Bca Profilo Bco Desio-Brianza Bco Desio-Brianza rnc Bco Popolare Bco Santander Bco Sardegna rnc Bee Team Beghelli Benetton Group Beni Stabili Best Union Co. Bialetti Industrie Biancamano Biesse Bioera Boero Bart. Bolzoni Bon.Ferraresi Borgosesia Borgosesia rnc Brembo Brioschi Bulgari Buone Società Buongiorno Buzzi Unicem Buzzi Unicem rnc C Cad It Cairo Comm. Caleffi Caltagirone Caltagirone Ed. Cam-Fin Campari Cape Live Carraro Cattolica As CDC Cell Therap Cembre Cementir Hold Cent. Latte Torino Ceram. Ricchetti CHL CIA Ciccolella Cir Class Editori Cobra Cofide Cogeme Set Conafi Prestito’ Cred. Artigiano Cred. Bergamasco Cred. Emiliano Cred. Valtellinese Crespi Csp D D’Amico
Rif € ieri
ieri
Var % inizio anno
1,216 1,113 8,605 4,190 48,960 1,718 1,164 2,620 12,400 0,218 0,350 0,253 0,537 3,697 9,790 0,500 0,400 0,026 0,522 1,640 5,165 15,260 9,610 10,060 21,100 7,265
2,96 -2,02 -0,86 0,48 -0,06 -0,09 2,34 -0,16 -2,81 7,69 -2,88 -1,47 -0,67 -2,39 -1,09 -0,12 -1,89 1,96 0,12 -0,97 -1,28 1,11 -1,86 -1,02
41,31 -24,23 14,73 3,14 -31,50 -10,29 8,18 -28,85 -13,23 -0,82 -31,64 -20,22 11,45 22,13 -26,56 -36,33 -5,77 -29,81 -27,52 8,18 -15,95 -17,38 8,10 -5,09 31,88 -25,82
0,550 0,967 7,169 3,573 36,409 0,680 0,624 2,496 11,850 0,098 0,285 0,163 0,264 0,764 8,936 0,438 0,273 0,015 0,385 1,441 2,608 9,565 3,196 3,794 8,249 3,085
1,304 1,476 10,415 5,285 73,757 2,446 1,354 4,293 17,300 0,407 0,732 0,439 0,636 4,207 15,402 2,954 0,542 0,079 1,130 1,700 6,932 18,958 10,453 11,489 24,278 9,816
165 3500 1835 226 203 62 88 176 109 161 37 28 239 736 1184 22 94 33 45 381 506 9160 2437 881 92 1035
3,380 8,975 5,095 2,700 1,735 44,000 1,739 2,680 0,535 4,165 3,330 3,780 4,160 0,492 3,850 3,777 4,862 9,840 9,750 0,381 0,653 5,315 0,647 1,349 0,407 1,448 5,450 1,012 20,000 1,840 29,340 1,236 1,275 6,650 0,167 6,185 0,459 0,908 7,455 4,338
-0,15 0,39 0,39 -1,28 -1,98 -0,80 0,75 0,94 -0,75 1,07 -0,10 0,26 -0,21 -1,60 2,79 -2,93 -0,76 -0,75 -0,54 -0,07 0,74 -0,07 -2,68 1,45 -3,44 2,15 0,66 0,41 -1,30 -1,00 -0,52
35,20 4,66 -7,91 37,06 -20,96 -14,99 -7,05 -9,54 -11,86 29,75 -16,70 -26,24 -12,97 -27,61 -9,57 -8,42 -7,91 -16,68 -6,52 -22,98 -5,36 -15,37 8,66 -7,73 -18,11 -2,16 -1,09 -38,29 27,34 -15,81 -9,45 -5,70 27,15 -24,25 5,28 14,04 -23,44 -35,17 -42,09
1,934 2,018 3,917 1,047 1,411 38,084 1,484 1,951 0,358 2,129 2,806 2,784 3,850 0,214 3,580 3,602 1,848 4,066 7,866 0,324 0,343 4,562 0,373 1,062 0,173 1,166 2,888 1,010 18,000 1,244 22,617 0,881 1,012 2,169 0,160 2,835 0,272 0,496 6,870 3,849
3,394 8,922 6,393 3,225 3,622 51,981 2,789 3,385 0,735 4,321 5,691 5,818 5,607 0,818 4,924 4,781 6,916 12,059 11,278 0,809 0,819 7,723 0,722 1,968 0,896 1,819 7,072 3,800 24,100 2,072 43,631 1,524 1,400 6,643 0,278 6,802 0,730 1,506 13,312 7,782
37 993 274 165 30 2823 458 192 651 251 1561 124 331 444 50 3102 64 27 130 973 1235 13 30 49 151 9 87 48 164 85 1 444 131 1862 5 97 1236 177
4,600 2,715 1,082 1,915 1,790 0,373 4,287 0,325 2,335 19,470 1,880 0,300 5,030 2,295 2,410 0,271 0,143 0,297 0,718 1,440 0,451 1,239 0,653 0,435 0,894 1,448 22,350 5,000 3,703 0,158 1,038
1,32 0,46 8,20 -0,62 -0,80 -0,52 -0,61 1,08 0,57 -2,54 -1,16 -0,65 -0,18 -0,14 -0,84 -1,17 -0,22 0,16 0,46 5,33 -1,36 -0,49 -0,60 -1,99 -0,38 -
-17,86 -10,40 2,08 -21,84 2,11 19,01 17,22 -1,22 1,52 -17,57 -9,62 -62,14 6,12 -31,08 -0,41 -46,86 -23,07 -1,17 -25,65 -22,95 -33,68 -38,13 -2,17 -54,69 -25,50 -21,43 -2,83 -9,26 -34,70 -24,81 37,30
3,669 1,396 0,912 1,909 1,400 0,109 1,964 0,296 2,190 12,495 0,666 0,039 2,594 1,729 1,513 0,260 0,075 0,197 0,583 0,662 0,439 0,888 0,316 0,409 0,752 1,318 18,685 1,728 3,555 0,141 0,556
6,709 3,157 1,278 2,893 2,372 0,383 4,317 0,500 3,211 25,595 2,497 1,330 5,170 3,830 2,855 1,089 0,324 0,387 1,436 1,929 0,851 2,816 0,790 1,330 1,364 2,311 28,231 5,714 7,221 0,396 1,131
41 211 14 230 223 252 2486 17 107 1049 23 85 365 24 22 22 27 130 1147 47 26 468 27 41 411 1371 1655 875 9 34
1,082
2,27
-1,37
0,992
1,426
162
2009- 2010 min € max €
IL PUNTO
Cap. in mil. di €
In calo l’energia con Eni, Enel e Terna Acquisti su Luxottica in rosso Autogrill
Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Diasorin Digital Bros Dmail Group DMT E Edison Edison r EEMS El.En. Elica Emak Enel Enervit Engineering Eni Erg Erg Renew Ergy Capital Esprinet Eurotech Eutelia Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Fastweb Fiat Fiat prv Fiat rnc Fidia Fiera Milano Finarte C.Aste Finmeccanica FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai rnc Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Gewiss Granitifiandre Greenvision Gruppo Coin Gruppo Ed.L’Espresso Gruppo Minerali M. H Hera I I Grandi Viaggi IGD Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo Impregilo rnc Indesit
MILANO — Dopo una serie di sedute positive, ieri sulle Borse europee hanno prevalso i realizzi. A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso lo 0,62% e il Ftse All Share lo 0,55%. La lettera ha colpito i titoli difensivi come A2a (-1,8%), Terna (-1,8%), Enel (-0,69%) ed Eni (1,6%) e quelli che nei giorni scorsi erano saliti di più come Ansaldo Sts (-2,4%) e Autogrill (-1,2%). Viceversa gli acquisti si sono concentrati su Luxottica (+1,8%) dopo la promozione dei broker, e su alcuni titoli che erano rimasti indietro come Impregilo (+1,4%) e Bpm (+1,3%). Alla vigilia dell’assemblea sulle scorporo dell'auto, Fiat è salita dello 0,48%, mentre Lottomatica (-0,61%) resta in attesa della privatizzazione delle lotterie dell’Illinois. Tra i titoli minori, Coin (+2,4%) festeggia il rilancio di Upim, si spegne la speculazione su Sopaf (-5,9%) e si accende sulla Lazio (+11,6%).
ieri
Var % inizio anno
4,750 0,824 15,510 8,430 4,470 3,880 1,175 30,500 1,510 4,045 13,270
-1,86 3,32 -0,26 0,54 0,45 1,04 -0,42 -0,97 0,27 -0,31 -0,15
-18,45 -22,02 -15,75 -12,28 9,42 21,44 -7,48 21,51 -34,63 -22,44 -18,54
3,231 0,717 5,700 3,688 2,995 1,063 0,834 13,197 1,234 3,354 2,073
7,954 1,306 20,475 11,166 5,070 3,855 1,674 34,582 2,891 6,285 17,524
77 68 637 342 260 576 358 1684 21 31 149
0,918 1,268 1,392 11,010 1,547 4,190 3,940 1,232 19,520 16,290 9,915 0,789 0,532 6,400 2,105 0,215 15,630 12,700 13,190 0,891
-1,18 -0,86 -2,32 0,64 -0,39 -0,24 -0,63 -2,22 0,67 -1,09 -0,50 -1,44 -1,48 -1,61 -1,17 0,26 0,55 -0,08 -1,00
-14,37 -4,23 11,72 -8,33 -20,26 18,36 -3,37 -14,44 -29,61 -10,00 -0,30 16,90 10,24 -31,99 -27,23 -38,75 12,93 66,23 30,72 -27,60
0,686 1,081 0,490 9,359 0,513 2,964 2,942 1,102 12,450 12,311 8,583 0,635 0,288 3,213 1,534 0,100 5,408 3,198 3,770 0,741
1,217 1,566 1,787 15,849 2,118 4,535 4,347 1,600 27,807 18,634 12,012 1,024 1,162 9,840 3,496 0,690 15,671 12,597 13,277 1,410
4785 140 60 53 98 116 36976 22 244 65921 1490 75 50 337 75 14 2498 967 121 46
17,900 10,440 6,235 6,610 3,485 4,053 0,105 8,580 0,531 7,785 4,730 1,120
0,06 0,58 0,73 0,92 1,16 -0,31 -0,23 -1,39 -0,83 -1,30 -1,84
-7,97 -0,48 0,81 2,48 -23,91 -10,54 -48,66 -23,46 -10,31 -30,37 -40,32 -7,82
10,772 3,437 1,918 2,468 2,805 3,432 0,104 7,788 0,394 7,365 4,445 1,057
22,068 11,315 6,835 7,226 6,072 5,670 0,364 12,721 0,626 15,603 9,802 1,970
1423 11373 640 526 18 170 5 4965 133 969 202 12
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-5,40 -0,29 -0,52 -1,47 -0,08 -0,26 -0,25 -0,98 1,94 2,70 2,09 0,13 -
-36,00 -17,15 29,65 -12,95 -26,41 -20,34 -16,64 47,77 0,07 -1,93 46,45 -33,49 0,68
0,313 5,027 2,028 0,212 0,297 9,947 3,664 2,075 1,936 4,295 1,493 0,580 3,166
1,450 7,648 3,231 0,707 2,836 19,635 6,664 4,342 4,003 22,656 6,588 2,428 7,600
37 229 41 744 4 23445 1041 489 131 35 922 635 28
1,422
-1,46
-12,22
1,124
1,768
1591
0,866 1,177 1,308 13,950 0,793 2,240 7,995 8,740
-3,13 1,47 0,15 0,19 1,47 -0,79
-12,26 -26,16 -31,91 8,22 -6,43 -11,46 -5,94 9,18
0,736 0,813 1,294 11,941 0,499 1,711 5,244 1,630
1,078 1,604 2,528 15,120 1,008 3,131 10,349 10,303
39 360 57 474 270 893 13 992
Rif € ieri
TITOLO
Rif € ieri
ieri
Var % inizio anno
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12,81 -22,77 -3,70 29,26 19,25 1039,63 -19,37 -14,21 14,98 -9,11 -11,50 -5,43 26,63 -22,85 -19,95 -8,86 4,82
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-0,04 0,43 0,06 -1,97 0,69 1,18 -0,48 0,31 1,19 2,46 -0,34 -0,68
-9,42 -54,29 -36,50 -23,81 -8,68 -11,61 -8,77 21,21 1,07 -14,77 -31,00 16,14
0,124 0,045 0,117 0,719 0,499 0,442 1,825 3,742 12,439 0,204 0,113 0,355
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18,458 0,756 9,795 7,669 10,507 29,959 29,930 2,860 11,024 8,028 0,754 1,131 1,750 5,987 7,476 3,506 3,805 0,237 1,932 2,411 4,984 0,215 1,728 7,776 177,000 7,982
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-1,46 -1,31 0,50 5,00 -1,19 -1,13 -1,65 0,51 -0,33 -0,76 -0,42 -0,34 0,29 0,27
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145 22 14188 318 2 5028 6272 97 65 196 2000 45 669 15
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-0,88 -3,31 -0,50 -1,92 -0,72 -1,38
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5,867 0,383 0,605 0,954 0,507 0,342
11,340 1,195 2,644 3,310 1,078 0,794
4652 95 38753 56 1165 469
4,285 0,138 1,320 3,880 3,632
0,65 -0,23 -0,06 0,35
-3,49 -5,71 -18,10 -5,89
1,941 0,105 1,279 3,435 3,040
4,604 0,343 1,660 5,127 4,813
45 20 39 170 242
7,100 0,084
0,42 4,07
24,78 -53,96
4,658 0,072
7,219 0,750
364 6
4,730 0,507 0,500
-0,42 -0,49 1,83
19,75 13,17 -13,58
3,213 0,389 0,466
4,779 0,660 2,000
380 12 2
TITOLO
2009- 2010 min € max €
Cap. in mil. di €
TITOLO Indesit rnc Industria e Inn Intek Intek r Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc Invest e Sviluppo Irce Iren Isagro IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IW Bank J Juventus FC K K.R.Energy Kerself Kinexia KME Group KME Group rnc L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica M Maire Tecnimont Management e C. Marcolin Mariella Burani FG MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Mediterranea Acque Meridiana Fly Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mirato Mittel MolMed Mondadori Mondo HE Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Monti Ascensori Mutuionline N Nice Noemalife Novare O Olidata Omnia Network P Panariagroup Parmalat
Rif € ieri 7,065 2,650 0,423 0,671 4,407 2,435 1,931 0,015 1,420 1,265 3,220 3,098 6,160 3,440 24,710 17,100 1,450
ieri
Var % inizio anno
0,14 4,95 -1,40 -4,14 -1,23 -0,71 -0,67 -1,97 -0,56 -1,15 0,41 -0,56 -1,15 -0,56 0,23 -
-8,19 18,17 -8,94 4,44 21,00 -23,06 -18,61 -47,87 -8,74 2,93 -7,47 -13,96 -36,92 -33,85 -22,08 -25,68 -26,32
2009- 2010 min € max € 1,950 1,345 0,239 0,499 1,805 1,380 0,929 0,015 1,299 0,629 2,346 2,974 5,626 3,212 19,137 12,727 1,370
Cap. in mil. di €
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4 61 55 4 429 28859 1797 4 40 1493 57 14 1091 363 546 277 106
0,878
2,45
-2,82
0,649
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181
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-20,09 9,52 1,02 -18,93 7,74
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-0,82 -
0,83 8,38 3,48
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352 25 16
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24 -
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-10,71 -0,50
1,194 1,138
2,314 2,139
76 3433
Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Pirelli Real E. Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Premafin Finanziaria Premuda Prima Industrie Prysmian R R. De Medici R. Ginori 1735 Ratti RCF RCS Mediagroup RCS Mediagroup risp RDB Recordati Reply Retelit Risanamento Rosss S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Snai Snam Gas Snia Socotherm Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr. T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tesmec Tiscali Tod’s Toscana Fin Trevi Fin.Ind. TXT e-solution U UBI Banca Uni Land Unicredit Unicredit risp Unipol Unipol pr V Valsoia Viaggi Ventaglio Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass. Y Yoox Yorkville Bhn Z Zignago Vetro Zucchi Zucchi rnc
2009- 2010 min € max €
Cap. in mil. di €
FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 14 SETTEMBRE 2010 TITOLI
Val. € oggi
ANM Americhe .............................8,799 ANM Anima America ....................3,998 ANM Anima Asia ...........................6,171 ANM Anima Convertibile ..............6,308 ANM Anima Emerging Mkts.......10,459 ANM Anima Europa ......................4,044 ANM Anima Fondattivo ..............13,778 ANM Anima Fondimpiego..........20,262 ANM Anima Fondo Tranding......12,721 ANM Anima Liquidità ....................6,634 ANM Anima Obbl.Euro .................7,172 ANM CapitalePiù Comp.Az. .........4,719 ANM CapitalePiù Comp.Bil.15 .....5,342 ANM CapitalePiù Comp.Bil.30 .....5,112 ANM CapitalePiù Comp.Obb. ......5,505 ANM Corporate Bond...................7,481 ANM Emerging Mkts Bond...........6,437 ANM Emerging Mkts Equity..........7,375 ANM Euroland ..............................4,462 ANM Europa...............................13,139 ANM Europe Bond........................7,693 ANM Flessibile ..............................2,896 ANM Fondo Liquidità....................7,608 ANM Iniziativa Europa ..................6,905 ANM Internazionale....................12,724 ANM Italia ...................................15,138 ANM Managers&Co. Comp.30 ....5,476 ANM Managers&Co. Comp.50 ....5,170 ANM Managers&Co. Comp.70 ....4,609 ANM Managers&Co. Comp.90 ....4,159 ANM Mix .......................................5,723 ANM Monetario..........................12,128 ANM Obiettivo Rendimento .........5,865 ANM Pacifico ................................5,009
Val. € ieri
8,857 4,013 6,209 6,289 10,532 4,041 13,808 20,253 12,757 6,634 7,164 4,731 5,338 5,108 5,500 7,465 6,443 7,414 4,446 13,155 7,679 2,902 7,608 6,904 12,748 15,118 5,477 5,175 4,625 4,176 5,710 12,129 5,859 5,027
Diff.% 12 mesi
18,99 7,68 5,67 3,27 27,04 8,56 4,98 8,89 8,38 0,87 3,87 10,36 4,11 4,78 3,07 6,81 13,01 24,87 4,55 9,07 5,37 7,46 0,57 13,01 11,84 -2,32 9,89 10,54 15,46 15,50 1,62 0,51 4,30 17,33
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
ANM Pianeta ..............................10,238 ANM Premium-Protetto................6,594 ANM Risparmio ............................7,802 ANM Sforzesco ..........................10,227 ANM Tesoreria-Imprese ...............6,901 ANM Valore Globale...................20,061 ANM Visconteo ..........................35,420
10,232 6,586 7,799 10,217 6,901 20,170 35,388
13,96 1,76 2,76 7,34 0,61 14,46 7,08
Azimut Bil. ..................................23,342 Azimut Garanzia .........................12,296 Azimut Reddito Euro ..................15,707 Azimut Reddito Usa......................6,197 Azimut Scudo ...............................7,740 Azimut Solidity ..............................7,921 Azimut Str. Trend ..........................5,128 Azimut Trend ..............................19,377 Azimut Trend America ..................8,927 Azimut Trend Europa..................12,060 Azimut Trend Italia......................14,791 Azimut Trend Pacifico...................6,492 Azimut Trend Tassi .......................8,936 Formula 1 - Alpha Plus 20 .............6,380 Formula 1 Conservative................6,425 Formula 1 High Risk......................6,806 Formula 1 Low Risk ......................6,637 Formula 1 Risk ..............................6,535
23,355 12,296 15,714 6,231 7,740 7,918 5,133 19,441 8,963 12,083 14,780 6,507 8,942 6,381 6,426 6,811 6,638 6,539
0,18 -0,15 -0,27 13,37 4,21 1,06 5,86 10,28 13,34 1,45 -6,18 10,48 -0,91 -1,79 -0,88 0,44 -0,82 0,17
EC Focus Cap Pro 12/14 ..............5,100 5,099 Eurizon Az. Asia Nuove Economie11,016 11,085 Eurizon Az. Finanza ....................17,969 18,099 Eurizon Az. Int. Etico .....................5,746 5,772
25,94 6,79 9,14
TITOLI
Val. € oggi
TITOLI
Val. € oggi
Eurizon Az. Salute e Amb. ..........15,108 Eurizon Az. Tecn.Avanz ................3,882 Eurizon Az.ALto Dividendo Euro 25,546 Eurizon Az.EnMatPrime................9,030 Eurizon Az.EuropaMult.................5,714 Eurizon Az.Italia 130/30..............16,326 Eurizon Az.MondoMult .................3,351 Eurizon Az.PMI Amer. ................20,128 Eurizon Az.PMI Europa.................8,390 Eurizon Az.PMI Italia .....................4,546 Eurizon Bilan.Euro Multimanager36,251 Eurizon DiversEtico.......................7,996 Eurizon F. Az.America...................8,562 Eurizon F. Az.Euro ......................13,338 Eurizon F. Az.Europa ....................8,323 Eurizon F. Az.Internazionali...........7,284 Eurizon F. Az.Italia ......................11,666 Eurizon F. Az.Pacifico ...................3,993 Eurizon F. Az.Paesi Emer..............9,335 Eurizon F. Garantito 03/13 ............5,181 Eurizon F. Garantito 06/12 ............5,142 Eurizon F. Garantito 09/12 ............5,125 Eurizon F. Garantito 12/12 ............5,140 Eurizon F. Garantito 2sem06 ........5,246 Eurizon F. Garantito 2tri07 ............5,130 Eurizon F. Garantito 3tri07 ............4,968 Eurizon F. Garantito 4tri07 ............5,219 Eurizon F. Garantito Isem06 .........5,309 Eurizon F. Garantito Itri07 .............5,168 Eurizon F. Ob. Cedola...................6,126 Eurizon F. Ob. Emergenti ...........11,653 Eurizon F. Ob. Euro.....................14,174 Eurizon F. Ob. Euro B/T..............15,178 Eurizon F. Ob. Euro Corp. .............5,734 Eurizon F. Ob. Euro HY .................7,457 Eurizon F. Profilo Din.....................5,335 Eurizon F. Profilo Moder. ..............5,379 Eurizon F. Profilo Prud. .................5,472 Eurizon F. Rend.Ass 2anni............5,244 Eurizon F. Rend.Ass 3anni............5,477
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
15,126 3,890 25,549 9,079 5,706 16,323 3,356 20,262 8,397 4,543 36,210 8,000 8,608 13,329 8,324 7,318 11,665 4,009 9,395 5,179 5,140 5,124 5,139 5,246 5,129 4,966 5,218 5,310 5,167 6,125 11,651 14,171 15,187 5,727 7,443 5,333 5,377 5,472 5,241 5,471
14,68 13,28 0,76 9,08 10,37 -3,49 15,23 21,43 15,69 -1,84 7,39 2,97 15,19 1,75 9,00 11,36 -3,18 15,44 26,17 1,59 1,06 1,30 1,50 -0,02 0,49 -2,40 0,97 1,51 0,25 2,27 10,03 2,18 -0,32 5,87 14,21 9,21 5,06 1,35 0,79 0,50
TITOLI
Val. € oggi
Val. € ieri
Eurizon F. Rend.Ass 5anni............4,907 4,907 Eurizon F. Tesor.Dollaro.............12,751 12,844 Eurizon F. Tesor.Dollaro $ ..........16,546 16,530 Eurizon F. Tesoreria Euro A...........7,656 7,656 Eurizon Focus Tesor Eu B ............7,703 7,704 Eurizon Liquidità A .......................7,274 7,275 Eurizon Liquidità B .......................7,455 7,455 Eurizon Ob. Internaz. ....................8,914 8,925 Eurizon Obb. Euro Corp. BreveT. .7,558 7,558 Eurizon Obblig. Etico ....................5,564 5,557 Eurizon Obiettivo Rend.to.............8,109 8,109 Eurizon Rendita ............................5,984 5,982 Eurizon Soluzione 10 ....................6,906 6,902 Eurizon Soluzione 40 ....................6,170 6,172 Eurizon Soluzione 60..................24,070 24,100 Eurizon Team 1 .............................6,016 6,016 Eurizon Team 1 Cl G .....................6,016 6,016 Eurizon Team 2 .............................5,719 5,716 Eurizon Team 2 Cl G .....................5,715 5,711 Eurizon Team 3 .............................4,811 4,808 Eurizon Team 3 Cl G .....................4,837 4,834 Eurizon Team 4 .............................4,074 4,073 Eurizon Team 4 Cl G .....................4,099 4,099 Eurizon Team 5 .............................3,934 3,935 Eurizon Team 5 Cl G .....................3,959 3,961 Intesa CC Prot.Dinamica ..............5,711 5,714 Passadore Monetario ...................7,122 7,124 Teodorico Monetario ....................7,464 7,466 Unibanca Azionario Europa..........6,157 6,160 Unibanca Monetario .....................5,732 5,733 Unibanca Obbligazionario Euro....5,870 5,868
Fideuram Bilanciato ...................12,471 12,475 Fideuram Italia............................21,548 21,549 Fideuram Liquidità .....................16,834 16,834
Diff.% 12 mesi 1,22 10,67 11,22 0,17 0,43 -0,26 10,98 2,94 5,77 1,12 0,45 0,42 5,20 6,04 1,13 1,08 2,90 2,82 5,25 5,70 8,73 9,22 10,66 11,18 1,47 -0,06 0,03 9,75 -0,02 1,47
-1,00 -0,46
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
Fideuram Moneta.......................14,615 Fideuram Rendimento..................9,414 FMS - Absolute Return .................9,180 FMS - Eq.Glob.Resources .........10,906 FMS - Equity Asia..........................8,892 FMS - Equity Europe.....................9,048 FMS - Equity Gl Em Mkt .............12,992 FMS - Equity New World ............17,223 FMS - Equity Usa ..........................7,976
14,614 9,412 9,168 10,906 8,900 9,051 13,046 17,280 7,998
-0,08 2,12 15,09 12,50 10,03 28,61 29,00 16,81
Pioneer Az. Crescita ..................12,714 Pioneer Az Area Pacifico...............3,604 Pioneer Az Valore Eur Dis..............6,828 Pioneer Az. Am. ............................6,566 Pioneer Az. Europa.....................14,603 Pioneer Az. Paesi Em. ................11,219 Pioneer Liquidita’ Euro..................5,069 Pioneer Monet. Euro ..................13,206 Pioneer O.Euro C.Et. Dis...............4,899 Pioneer Obb. Euro Dis ..................6,717 Pioneer Obb. Paesi E. Dis...........10,348 Pioneer Obb. Più Dis.....................8,404 Pioneer Target Controllo...............5,417 Pioneer Target Equilibrio ..............5,403 Pioneer Target Sviluppo.............22,604
12,713 3,610 6,832 6,595 14,599 11,256 5,069 13,207 4,892 6,711 10,381 8,405 5,413 5,400 22,592
-4,07 2,88 9,69 10,61 6,03 24,78 0,22 0,92 8,50 5,59 24,60 6,77 3,38 4,14 2,87
Bim Az. Small Cap Italia ................6,916 Bim Azionario Europa ...................9,859 Bim Azionario Globale ..................3,999 Bim Azionario Italia .......................6,781 Bim Azionario Usa ........................6,015
6,929 9,879 4,011 6,787 6,031
-4,96 3,78 7,73 -6,52 13,15
TITOLI
Val. € oggi
TITOLI
Val. € oggi
Bim Bilanciato ............................22,417 Bim Corporate Mix........................5,584 Bim Flessibile................................3,813 Bim Obblig. Breve Term................6,557 Bim Obblig. Globale......................6,116 Bim Obbligazionario Euro.............7,009 Symphonia MS Adagio.................5,992 Symphonia MS America...............3,952 Symphonia MS Asia .....................5,372 Symphonia MS Europa.................5,502 Symphonia MS Largo...................5,744 Symphonia MS P. Emer. ............13,434 Symphonia MS Vivace..................5,203 Symphonia SC Asia Flessibile ......6,338 Symphonia SC Az. Euro ...............5,627 Symphonia SC Az. Internaz. .........6,587 Symphonia SC Az. Italia .............10,479 Symphonia SC Az. Italia SmallCap3,583 Symphonia SC Bil. Equil. Italia......5,386 Symphonia SC Bond Flessibile ....5,237 Symphonia SC Fortissimo............2,710 Symphonia SC Italia Flessibile......4,959 Symphonia SC Monetario ............7,446 Symphonia SC Obblig. Area Eur...9,682 Symphonia SC Patrim.Glob.Redd.7,123 Symphonia SC Patrim.Globale.....5,263 Synergia Az. Europa .....................6,145 Synergia Az. Globale ....................6,214 Synergia Az. Italia..........................5,718 Synergia Az. Sm.Cap It. ................5,521 Synergia Azionario Usa.................6,317 Synergia Bilanciato 15 ..................5,356 Synergia Bilanciato 30 ..................5,545 Synergia Bilanciato 50 ..................5,756 Synergia Monetario ......................5,017 Synergia Obbl Corporate..............5,478 Synergia Obbl. Euro BT ................5,074 Synergia Obbl. Euro MT................5,268 Synergia Tesoreria........................5,049 Synergia Total Return ...................5,252
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
22,457 5,578 3,821 6,557 6,116 7,003 5,995 3,961 5,379 5,488 5,746 13,455 5,202 6,368 5,640 6,606 10,485 3,588 5,385 5,234 2,721 4,961 7,446 9,675 7,123 5,270 6,153 6,228 5,721 5,526 6,334 5,355 5,544 5,757 5,017 5,473 5,074 5,263 5,049 5,250
4,00 4,16 -1,63 0,99 10,26 3,99 5,94 13,76 16,38 8,80 8,48 29,80 11,37 14,49 0,41 10,59 -8,15 -5,39 -0,61 4,55 9,32 -2,78 0,61 5,42 1,38 5,28 3,14 6,95 -8,16 -6,60 9,86 3,04 3,74 4,54 -0,12 4,22 0,87 3,95 0,20 0,98
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
LETTERE,COMMENTI&IDEE
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L’INTERNAZIONALE DELLA PAURA
I PROBLEMI DI COMUNICAZIONE DI BENEDETTO XVI
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ADRIANO PROSPERI (segue dalla prima pagina) ggi nasce in Europa una nuova internazionale: quella della paura. Ne tengano conto gli storici del futuro. Abbiamo avuto finora diverse Europe, quella cristiana, quella degli umanisti, quella illuministica. È stato battuto il tentativo di dar vita a un’Europa nazifascista nel segno della romanità antica e della svastica che nel 1934 portò a Roma per annunciarne la creazione l’ideologo del razzismo nazista Alfred Rosenberg. Ci fu, invece di quella, l’Europa rinata dalle rovine grazie all’intelligenza e al coraggio di uomini come Federico Chabod che concluse le sue lucidissime lezioni sulla storia dell’idea d’Europa lasciando Milano per unirsi alla Resistenza in Val d’Aosta. Ma quella che oggi ha preso forma nelle dichiarazioni di Sarkozy e per la quale il nostro presidente del Consiglio si è affrettato a dichiarare che esiste «una convergenza italo-francese» è un’Europa dominata dalla paura, dalla volontà di chiudere le porte agli immigrati e di cacciare via i rom. Notiamo di passaggio la differenza di stile tra le due dichiarazioni, quella di Sarkozy e quella di Berlusconi. Quella di Sarkozy è una rispostaccia pubblica, da litigio di condominio: quella di Berlusconi è un avvertimento di metodo: di queste cose si deve parlare privatamente. Ma ambedue partono da un unico presupposto: quello che i rom siano spazzatura. Anzi, qualcosa di meno. Sul mercato internazionale della spazzatura il prezzo dei rimpatri francesi dei rom — 300 euro un adulto, 100 un bambino — è decisamente a buon prezzo se confrontato con quello dei residui speciali che attraversano l’Europa su carri blindati per andare a nascondersi in qualche miniera abbandonata o a farsi bruciare negli impianti tedeschi. Accomuna le due dichiarazioni lo stesso disprezzo per gli esseri umani in gioco. Ci si chiede se siamo giunti davvero al punto di dover riconoscere che l’Europa ha dimenticato l’epoca in cui i trasferimenti forzati di popolazione e l’eliminazione fisica degli indesiderati presero avvio proprio dai rom. Sbaglieremmo a trascurare le ragioni di questa rapida convergenza dei due presidenti nella costruzione di un’Europa della paura. Il ministro Maroni ci aveva già informato all’inizio dell’estate che stava preparando la sua campagna d’autunno col rilancio del tema degli immigrati. E non è certo da oggi che la politica della paura costituisce la risorsa alla quale si appella una dirigenza politica senza idee e senza risultati da presentare al paese. È una ricetta a suo modo infallibile. Ma la censura della commissaria europea Viviane Reding ha fatto suonare l’allarme in casa leghista e ha spinto Berlusconi a coprirsi dietro le spalle di Sarkozy per la semplice ragione che la Francia è sempre la Francia. Sarà bene che l’opinione pubblica democratica si svegli: non si dimentichi che si sta discutendo della sorte di esseri umani mercificati e venduti a un tanto il chilo. Che cosa contino sul mercato di una coalizione che si presenta a mani vuote davanti al paese in cerca di rilanci elettorali lo abbiamo capito dal commento del governo all’episodio della sparatoria partita da navi vedetta italiane in mani libiche: pensavano forse che si trattasse di immigrati clandestini? Perché evidentemente in questo caso si sarebbe trattato di una causa giusta. Che i libici, con l’aiuto e l’avallo dell’Italia, sparino sui pescherecci dei disperati o li chiudano nei campi di concentramento viene considerato un successo politico del nostro paese. Comunque il risultato è quello di una brusca svolta storica: nell’idea d’Europa, nella immagine della Francia paese della libertà e rifugio per chi non trova libertà in casa sua; anche nella realtà storica di un’Italia che, pur nella fragilità delle sue istituzioni statali, aveva trovato nel solidarismo cristiano e in quello socialista le risorse ideali e pratiche per assicurare assistenza e conforto ai diseredati.
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PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA’ Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica Si rende noto che questa Amministrazione ha indetto una gara con procedura aperta, ai sensi dell’art. 55 comma 5, del D.Lgs. 163/06 e s.m.i., per l’individuazione di un soggetto cui affidare la realizzazione delle attività di comunicazione, nell’ambito del progetto “Donne di origine straniera, contro ogni discriminazione”. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. CIG: 05317340C7. L’importo posto a base di gara è di Euro 340.000,00 (Iva esclusa). Termine ultimo per la ricezione delle offerte: entro le ore 12,00 del giorno 18 ottobre 2010. Il testo integrale del bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea Serie S n. S175 del 09.09.2010 e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 107 del 15.09.2010. La documentazione di gara è disponibile sul sito www.pariopportunità.gov.it alla sezione bandi e avvisi e comprende: il bando di gara ed il capitolato d’oneri e disciplinare di gara. Per informazioni circa il presente bando, le ditte interessate potranno rivolgersi al responsabile del procedimento Laura Pellegrino tel. 06.67792341 fax 06.67792272 e mail l.pellegrino@governo.it. Il Direttore Generale (Dott. Massimiliano Monnanni)
aro Augias, giorni fa la sua rubrica titolava: “Il Vaticano lontano dai problemi reali”. Vorrei far capire che cos’è per me la Fede riprendendo queste parole: «la fede non viene più concepita e vissuta come un percorso di conoscenza di una realtà presente, e questo ci rende deboli e confusi. Una fede che non è conoscenza, che non è il riconoscimento di una Presenza reale, non serve alla vita, non fonda la speranza, non cambia il sentimento che noi abbiamo di noi stessi, non introduce un respiro in ogni circostanza». Sono d’accordo, si tratta di cose che verifico ogni giorno nella mia famiglia, nel mio lavoro, con gli amici, nelle circostanze belle o “brutte”, dove la realtà si scontra con i miei progetti o idee. Io sono sicuro che il Papa con le sue parole ha voluto dare una speranza a tutta la nostra vita, ma non una speranza basata su belle parole ad effetto, come fanno altri, quelli del potere, ma per indurci a riconoscere che tutto quello che ci accade, la realtà stessa, è segno di questa Presenza che fa gustare meglio la vita e permette anche ad un giovane di non “mollare” davanti a segni che tutti leggono come avversi. Paolo Paoletti paolo.paoletti@sorgenia.it
CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it
a fede è un sentimento profondo che impone negli altri rispetto e silenzio. Infatti nella lettera e nella mia risposta non di Fede si trattava, bensì di comunicazione. Se il papa si fosse voluto rivolgere solo a giovani come Paoletti che la fede l’ha già, il suo messaggio sarebbe stato pleonastico. Benedetto XVI voleva, suppongo, allargare la cerchia, ma proprio per quella cerchia più larga il messaggio è risultato inefficace se posso giudicarlo dalle lettere di dissenso ricevute e, in minima parte, pubblicate. La verità è che questo papa, al contrario del suo predecessore, ha serie difficoltà nel comunicare, o forse nello scegliere i collaboratori per i discorsi. La prima gaffe la commise a Ratisbona nel 2006 suscitando quasi una rivolta nel mondo islamico. Poi ci fu il brutto passo falso di Aparecida in Brasile (2007) quando pre-
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Se Cattaneo sapesse della scuola di Adro Gisella Bottoli Libertà e Giustizia, Brescia È DI pochi giorni fa la notizia che la signora Bossi ha ottenuto per la sua “scuola padana” 800.000 euro di finanziamenti dal ministero dell’Economia per una scuola che insega “pedagogia padana”. Una vera sberla per le scuole statali dove possono mancare gessi e carta igienica. A poca distanza di tempo assistiamo a un altro capitolo d’una storia ormai senza fine e senza vergogna: la decisione del sindaco di Adro di apporre nel nuovo polo scolastico un simbolo politico, quello della Lega. Si rivolterà nella tomba quel Cattaneo federalista, cui i leghisti molto spesso credono di far riferimento, ignorando però lo spirito del suo pensiero. Può essere saccheggiato in modo disonesto, dato che il suo federali-smo era tutto dedicato alla buona amministrazione locale, basata su un autogoverno di Regioni e Comuni visto sempre e comunque in funzione di un’Italia unita. Infatti così egli si definiva: “Sono cittadino lom-bardo, italiano, del mondo”.
Il debito sanitario e il modo di affrontarlo Sandra Bortolone Caserta DALLA prossima settimana le Tac e le risonanze magnetiche nelle strutture sanitarie convenziona-
te in Campania non verranno rimborsate, poiché è stato già raggiunto il tetto di spesa annuale (e il debito della Sanità in Campania ammonta ormai a diversi miliardi di euro). Leggendo lunedì la rubrica di Mario Pirani ho scoperto che in Abruzzo, prendendo opportuni provvedimenti come quello di concentrare i servizi sanitari per le malattie gravi in poche strutture grandi ed efficienti, e chiudendo alcune di quelle piccole ed inefficienti in pochi mesi sono riusciti ad invertire la tendenza ed a rientrare dal forte debito che avevano. Aspettiamo da cittadini campani che si faccia lo stesso nella nostra regione.
L’AMACA
sentò l’evangelizzazione di quelle terre, introdotta con lo sterminio, come un incontro indolore col messaggio del vangelo. Nel 2009 nominò vescovo ausiliario di Linz l’ultraconservatore don Gerhard Maria Wagner che aveva definito le devastazioni dell’uragano Katrina su New Orleans una giusta punizione divina per i peccati della città. Varie gaffe, non sue ma da lui tollerate (o subite), hanno accompagnato in tempi ancora più vicini, le progressive scoperte sui crimini della pedofilia. Quasi ogni volta il papa ha dovuto correggersi e smentirsi. È successo anche per il messaggio sui giovani che un comunicato ha dovuto precisare. Credo giusto chiedersi, cattolici e non: di che cosa è segno questa incapacità di mettersi in relazione con il mondo? © RIPRODUZIONE RISERVATA
I dubbi della Questura sulla mia colf Giorgio Origlia Milano POCO più di un anno fa ho assunto una colf albanese in vista della sua regolarizzazione e ho poi inoltrato richiesta seguendo le procedure previste per l’emersione dei lavoratori irregolari, pagando l’una-tantum e i contributi previsti. Ma dopo dodici mesi ancora nessuna convocazione. Ho chiesto chiarimenti e la risposta è stata che non c’è il nulla-osta della Questura di Milano. Debbo
MICHELE SERRA
uggerisco vivamente, a chi se lo fosse perso, il video “portavamo il tricolore a Venezia” (sul sito di Repubblica). Girare per le strade di una città italiana con la bandiera italiana espone agli insulti delle camicie verdi, e spinge le forze di polizia (italiane) a intervenire suggerendo prudenza: «Mostrare il tricolore può essere una provocazione». L’insulto ricorrente (quelli in dialetto non sono traducibili) era “comunisti”, parola ripetuta con zelo idiota e odio assoluto, suono svuotato di qualunque significato storico o senso politico, come quando nelle curve di stadio si grida “ebreo”. Poiché il solo segno di identificazione del drappello con il tricolore era il tricolore stesso, se ne deduce che “italiano” e “comunista”, per il popolo leghista, sono la stessa cosa. Vent’anni al servizio di Berlusconi hanno lasciato il segno, “comunista” serve a dire “nemico” e basta, niente altro, ostacoli da rimuovere, intrusi da zittire, orchi da additare ai bambini. Al netto dell’odio puro che stilla da quel filmato, rimane il fatto che siamo l’unico paese (quante volte lo diciamo, e per quanti argomenti: “siamo l’unico paese”?) nel quale la bandiera nazionale sta diventando qualcosa di “provocatorio” e “sconsigliabile”. Spero che il presidente Napolitano abbia visto quel filmato.
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supporre che esista qualche impedimento specifico, tale da rendere quanto meno dubbio il suo diritto a restare in Italia. Mi domando che fine farebbero i contributi già pagati in caso di rifiuto alla regolarizzazione. Ma soprattutto mi sembra inconcepibile che, se c’è qualche dubbio sulla legittimità di questa persona a restare in Italia, nessuno si preoccupi di avvisarmi, visto che questa persona non solo è già in Italia, ma ha libero accesso alla mia casa da un anno.
I tanti disguidi del portale Rai Beppe Picca Bologna CITO alla rinfusa alcuni degli incidenti riscontrati da quest’estate a oggi nel consultare il portale Internet della Rai: errori d’orario e di titolazione nei palinsesti di rete; titoli di film troncati per esaurimento del numero massimo di battute programmato; fiction che vengono interrotte sul più bello senza che ne sia stata annunciata l’indisponibilità nel palinsesto; trasmissioni inaccessibili sostituite dalla dicitura “codificato”; palinsesti talvolta consultabili 24 ore su 24, ta l’atra assenti nella fascia notturna anche se in pieno svolgimento; l’incidente ripetutamente verificato su Rai3 di ore di trasmissione in solo audio o solo video. Il tutto a dispetto del recentissimo ridisegno del portale e dei tanto declamati successi di ascolto via web in occasione dei Mondiali.
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la Repubblica
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GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
(segue dalla prima pagina) isita pastorale, insiste il papa, visita di Stato, la prima in Inghilterra dallo scisma del 1533, esulta la Santa Sede coi suoi cantori. Non lo era stata nemmeno quella di Wojtyla nel 1982. Ad accogliere Ratzinger all’aeroporto sarà il principe Filippo, con il ceto politico al completo. Non si potrà che parlare della liquidazione del trauma storico di Enrico VIII quando il papa sarà ricevuto nel palazzo reale di Edimburgo da Elisabetta II, la regina che è anche l’unico capo temporale della Chiesa d’Inghilterra. Ma il manto della sovranità temporale sulle spalle del papa non rischia di mettere in ombra la sua primogenitura spirituale? E proprio sul suolo inglese bagnato dal sangue di Tommaso Moro? La prima questione che rimbalza dalle ceneri di Newman, “nuovo uomo” di nome e di fatto, tocca proprio l’ambiguità politica-religiosa irrisolta della figura papale. Di fronte agli ultimi papi-re che si accanivano nell’Ottocento a fare quadrato intorno agli Stati pontifici, questo gigante della libertà cristiana, vissuto dal 1801 al 1890, nutriva il timore che l’integrità e l’indipendenza della Chiesa fossero indebolite dall’interferenza dello Stato, le nomine dei vescovi controllate dallo Stato, la libertà di annunziare il Vangelo intimidita dall’omologazione ideologica della Chiesa ai poteri forti. Era perché vedeva la Chiesa anglicana a corto di ispirazione, troppo subalterna all’establishment inglese. La sua conversione al cattolicesimo nel 1845 era figlia di questa spinta riformatrice. Decisiva una sua lettera a un prete cattolico amico poco prima della conversione: «Lei non sarebbe riuscito a destare il nostro interesse per la Chiesa cattolica prima che la vedessimo non già nelle sue attività politiche, ma nelle sue autentiche funzioni di predicare, insegnare, guidare». Fortunatamente non sembra che la provocazione abbia scatenato nei cattolici inglesi i postumi dell’antico
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IL PAPA IN INGHILTERRA TRA LE PROTESTE
GLI IMPEDIMENTI E L’INTERIM
GIANCARLO ZIZOLA
ALESSANDRO PACE
complesso minoritario. Più insidiosa la campagna di dubbi versata sul fronte dell’ecumenismo, già appesantito dal passaggio di intere diocesi anglicane alla Chiesa di Roma: la beatificazione di un convertito eccellente come Newman punterebbe a potenziare l’ondata filo-romana degli anglicani tradizionalisti, sfruttando a fini proselitistici la loro insoddisfazione per la piega troppo liberale della loro Chiesa sull’ordinazione delle donne a pastore e vescovesse. Un sospetto respinto come oltraggioso dal primate anglicano Rowan Williams che accoglierà il Papa a Lambeth Palace prima di una celebrazione ecumenica nella Westminster Abbey. Non manca di paradossalità il fatto che sia Ratzinger a dichiarare beato Newman, un’icona del cattolicesimo liberale inglese del XIX secolo, la cui influenza sulle élites cattoliche è comparabile a quella esercitata in Italia dall’abate coevo Antonio Rosmini, anch’egli beatificato da Benedetto XVI. Newman era un amore giovanile del teologo Ratzinger, ne ha orientato la struttura intellettuale, è stato una costante ispirazione per lui. Ma l’opinione che ne aveva la curia romana del tempo era manifestata da un monsignore: «È l’uomo più pericoloso d’Inghilterra, troppo sospetto per ciò che scrive, troppo indipendente, troppo inglese». Possiamo almeno immaginare che Ratzinger avrebbe nutrito pensieri diversi se fosse vissuto allora? «Amo stare nella barca di Pietro, — si limitò a rispondere la pecora nera — però lontano dai motori». La sua vita era una costellazione di dimis-
sioni, la più veloce fu quella da direttore del giornale cattolico The Rambler dove aveva osato criticare il clericalismo e sostenere l’idea che anche i laici avevano diritto ad essere consultati nella Chiesa. Insopportabile per allora, ma forse anche per oggi. Tuttavia la questione seria non riguarda il posto che Newman finalmente si vede riconosciuto, anche se tardi, nella storia del cristianesimo e nemmeno l’incapacità dei dirigenti romani di percepire, nelle convulsioni del tempo, altra cosa che il loro aspetto distruttivo. Le ceneri di Newman interpellano in realtà la Chiesa di oggi per capire se ai vertici sia visibile una disponibilità reale a trasformare l’aureola sul “nuovo Uomo” in uno sforzo per una “nuova Chiesa” dopo l’inverno artico della seconda Controriforma. Un suo ammiratore, Jean Guitton, mi diceva che bisognava arrivare a Giovanni XXIII per trovare un papa che riuscisse a prendere sul serio l’idea di una Chiesa capace di “parlare da cuore a cuore”. “Parlarsi da cuore a cuore” era la divisa di Newman. L’aveva presa da
Sant’Agostino, uno dei suoi modelli. Divenne il suo motto quando nel 1879 il neoeletto Leone XIII lo creò cardinale, suscitando un vespaio a corte. “Cor ad cor loquitur”: significava distaccarsi da quanti cercavano ad ogni costo una dimostrazione razionale per giustificare l’atto di fede. Egli voleva sempre parlare al cuore delle persone. Prevedendo l’avvento di un mondo semplicemente e puramente non religioso, di cui il cristianesimo non aveva mai fatto esperienza, poneva l’accento sull’urgenza di un cambiamento del linguaggio della Chiesa. «Il non credente non sarà convinto a credere — diceva — da prove precise e formali. L’esistenza di Dio non può essere dimostrata». Per la stessa ragione Simone Weil invocherà a metà del Novecento che la Chiesa elaborasse una dottrina presentabile dei miracoli. Newman suggeriva che il percorso migliore è di fare attenzione «nei nostri cuori a quello che spinge alla religione e che condanna e punisce il peccato». Parlava così in un tempo in cui papi eruditi, imbottiti di teologia formale, pronti a proclamare a voce alta e ferma la verità ideale e a difendere a spada tratta (benché ormai spuntata) i diritti della Chiesa conculcati della Rivoluzione, consideravano ogni atto di fiducia nella storia una concessione allo spirito diabolico del liberalismo predatorio. Non c’è dubbio che la Chiesa di Newman è aperta al cambiamento, perché — diceva — «vivere è mutare, per essere vivi bisogna essere mutati spesso». Egli «sostenne il dogma quando fu minacciato, ma cercò di salvaguardare la libertà
da tutte le magistrature, i luoghi di comando, i giudizi, le assemblee pubbliche e i consigli, perché si occupassero solo delle loro faccende donnesche e domestiche»? Tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900, quando l’Italia era nata da poco, la scienza fu chiamata a sancire l’inferiorità delle donne perché la smettessero di avere pretese e volersi immischiare in cose da uomini. Il progressista Lombroso nel suo immenso saggio (1893) «La donna delinquente, la prostituta e la donna normale» sosteneva che quella normale «ha molti caratteri che l’avvicinano al selvaggio, al fanciullo e quindi al criminale: irosità, vendetta, gelosia, vanità». D’altra parte, essendo buona parte delle nuove ragazze della politica molto carine, si potrebbe dubitare della loro probità, visto che avendo Lombroso attentamente studiato un gruppo di donne oneste, «io ne rinvenni 37 con nei e barba, 34 con mandibole voluminose, 9 con il tipo completo degenerativo». Anni fa Repubblica fece una inchiesta molto ardita, intitolata “Belle e Intelligenti”, in tempi in cui ancora le belle dovevano essere oche e in compenso alle brutte era accordata l’intelligenza. Si scoprì che una moltitudine di bruttine erano anche sciocche e che certe belle erano intelligentissime, tanto da apparire oche per potersi aggiudicare uomini importanti che temevano qualsiasi pensiero dentro una bella testa di capelli. Adesso forse si esagera pensando che le belle del Parlamento o altro luogo di potere debbano anche per forza essere intelligenti. Basta che siano femmine ubbidienti e devote, come dimostrano quotidianamente, soprattutto quando tutte carine cianciano in televisione. Però il problema è che la massa maschile che si è intrufolata ovunque ci siano bottoni da manovrare, non sarà andata a letto con chi conta (Mah?), ma oltre ad essere ubbidiente e devota, e spesso tonta, è anche orribile, puro Cafonal!
onostante gli autorevolissimi solleciti del Presidente della Repubblica, del ministro dell’Economia, del presidente della Confindustria e dei leader delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, il presidente Berlusconi non si decide ancora a concludere l’interim, durato oltre quattro mesi, e a proporre al Capo dello Stato il nome del nuovo ministro dello Sviluppo economico. Non è quindi irrilevante, dal punto di vista istituzionale, che ci si chieda se questo interim, durato ben oltre lo stretto necessario (una settimana o due), si sia posto, «nei fatti», in flagrante contraddizione con la tesi, sostenuta dallo stesso Berlusconi, dai suoi avvocati, dal ministro della Giustizia e dai maggiorenti del Pdl, secondo la quale le competenze del premier sarebbero ormai, nel nostro ordinamento, tali e tante da non lasciargli il tempo per poter presenziare ai processi celebrati nei suoi confronti per gravissimi reati comuni. Contro questa tesi la Corte costituzionale ha però statuito nel 2004, nella sentenza relativa al lodo Schifani, e ha ribadito nel 2009 nella sentenza sul lodo Alfano che allo stato attuale del nostro ordinamento costituzionale l’esercizio delle funzioni di premier non costituisce - né può costituire - legittimo impedimento per la celebrazione di un processo a suo carico, quando il reato contestato sia un reato «comune» (un reato che chiunque potrebbe compiere) e non un reato posto in essere nell’«esercizio delle proprie funzioni». Ed altrettanto aveva statuito, nel 1997, la Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso Clinton v. Jones, con riferimento alle ben più gravose incombenze costituzionalmente conferite al presidente della maggiore potenza mondiale. Ma gli argomenti della Corte costituzionale e della Corte Suprema erano – e sono – argomenti giuridici. Vale a dire: essi servono a spiegare «in diritto» perché mai, ancorché la presenza ad alcune udienze costituisca un indubbio intralcio agli impegni del presidente del Consiglio italiano (e del presidente degli Stati Uniti) ciò non possa essere giuridicamente considerato un legittimo ostacolo all’esercizio delle sue funzioni se il reato di cui si discute sia un reato «comune». Il comportamento di Berlusconi, che mantiene l’interim da ben oltre quattro mesi, dimostra invece «nei fatti» che le competenze del premier, anche se numerose e importantissime, sono agevolmente compatibili col disbrigo delle funzioni politiche connesse ad un ministero dell’importanza dello Sviluppo economico, e quindi sono compatibilissime con la presenza a qualche udienza. Escluso che i difensori di Berlusconi possano eccepire che la presenza del presidente del Consiglio a qualche udienza di un processo penale costituisca un compito più gravoso dell’interim dello Sviluppo economico (argomento addirittura risibile, data l’importanza di quel ministero, come di recente sottolineato dal presidente della Repubblica, dal ministro dell’Economia, dal presidente della Confindustria e dai leader sindacali allorché hanno sottolineato l’urgente necessità della nomina del titolare pleno juredi quel Ministero e la fine del lungo interim), l’unica via che si schiude a Berlusconi per evitare questa palmare contraddizione con la sua linea difensiva sarebbe, paradossalmente, quella di ammettere di non aver adeguatamente esercitato le competenze relative allo Sviluppo economico e quindi di meritare le critiche a lui rivolte, esplicitamente o meno, dalle opposizioni (e non solo) con riferimento alla gestione di quel ministero. Il che, dal punto di vista politicoistituzionale, equivarrebbe però ad ammettere di non meritare la fiducia né del Parlamento, né tanto meno degli italiani.
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di pensiero teologico quando non lo era» nota un suo biografo, Roderick Strange, rettore del Pontificio Collegio Beda (J. H. Newman, una biografia spirituale, Lindau 2010). L’altra lezione attuale, anzi scottante delle ceneri di Newman è il posto centrale che attribuiva alla coscienza. Aveva 31 anni quando Gregorio XVI, nell’enciclica Mirari vos del 1832, inveiva contro «questa massima falsa e assurda o piuttosto questo delirio che si debba procurare e garantire a ciascuno la libertà di coscienza». Per il neo-beato la coscienza non esclude, anzi suppone il riferimento ad una legge superiore, che tuttavia non diventa norma concreta dell’agire se non per il tramite della coscienza stessa. Ne deriva che «non può essere mai lecito agire contro la coscienza» e che «qualunque cosa si faccia contro la coscienza edifica per l’inferno». Così rispose Newman a Lord Gladstone, ex presidente del Consiglio inglese, che riteneva che il dogma dell’infallibilità papale proclamato dal Concilio Vaticano I avesse reso impossibile l’essere insieme un patriota inglese e un fedele cattolico. È rimasto celebre il suo manifesto controcorrente, a proposito del “sommo sacerdozio” della coscienza: «Se io fossi costretto a portare la religione in un toast dopo pranzo (...) io brinderei al papa, se vi piace, sì, ma prima alla mia coscienza, poi al papa». Proprio sul punto della centralità della coscienza Ratzinger si è misurato con l’insegnamento di Newman, in una conferenza a Roma nel 1990, centenario della sua morte. La dottrina di Newman sul ruolo della coscienza era reinterpretata come “un modo di obbedire alla verità oggettiva”. Altrimenti la coscienza si troverebbe allo sbando, preda dei poteri totalitari. Il futuro papa citò Hermann Goering, il quale aveva detto: «Non ho coscienza. La mia coscienza è Adolf Hitler». Delicata partita quella che si gioca tra Roma e Canterbury sulle ceneri di Newman, poco lontano dalla tomba del martire della coscienza, Tommaso Moro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I GUARDIANI DEL TALK SHOW LA DONNA DELL’ONOREVOLE CURZIO MALTESE (segue dalla prima pagina) na smorfia, un mezzo sorriso di troppo e, oplà, la trasmissione viene chiusa per sempre. Figurarsi con gli applausi o i fischi. L’atteggiamento corretto del pubblico, secondo il codice «da Masi», sarebbe l’imitazione delle sagome di cartone già usate dalla Triestina calcio per colmare i vuoti in tribuna. Muti, sordi, immobili. Con l’avvento di Annozero, in programma da giovedì prossimo, era scontato che Masi battesse un colpo. Meno scontato era che il direttore generale lo battesse sulla propria testa. Il presunto regolamento sottoposto all’approvazione del cda Rai è più sciocco che vergognoso. In pratica, è la sfrontata e quasi puerile ricerca di un pretesto qualsiasi per chiudere i talk show, quello di Santoro anzitutto, nell’anno del probabile voto anticipato. Siamo molto oltre lo Zimbabwe, vicino al Minculpop fascista. Nel regolamento redatto in stretto burocratese, sono previste anche altre «correzioni» alla fortunata formula dei talk show, in particolare di Annozero. Per esempio, il solito tentativo di affiancare un opinionista di destra a Marco Travaglio, che nello schema sarebbe troppo di sinistra, probabilmente a sua insaputa. L’ipotesi è agonisticamente divertente. In fondo non sarebbe male vedere Travaglio, ormai bravissimo in tv, distruggere ogni giovedì sera il Sallusti di turno. Ma soprattutto è interessante il principio. Perché, se si tratta di garantire «in ogni caso il pluralismo nell’informazione Rai», allora si apre subito un altro fronte. A chi tocca il ruolo di controbattere agli editoriali bulgari di Augusto Minzolini? Come si vede, la mossa del direttore generale telecomandato da Arcore, è tanto ar-
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rogante quanto dilettantesca. La pretesa di stabilire un controllo di vertice sull’autonomia delle testate giornalistiche Rai da parte del direttore generale è infondata ai limiti della bizzarria. Sarebbe come se l’amministratore delegato di un gruppo editoriale si arrogasse il diritto di decidere i titoli in prima pagina. Se pure il cda Rai, in una crisi di autostima, decidesse di approvare il codice Masi, non se ne farebbe comunque nulla. I conduttori, Floris e Santoro in testa, potrebbero rifiutarsi di applicarlo, leggi alla mano. Da subito i comitati di redazione delle testate Rai, quasi all’unanimità, hanno bollato le norme come «scelte estemporanee e senza progetto, che avranno effetti devastanti sulla qualità dell’offerta Rai». Quella di Berlusconi, di cui Masi è soltanto una protesi, è la mossa disperata di un potere alle corde. Un potere ormai in declino nella società e dunque arroccato nella trincea di partenza, nel bunker televisivo. Spiace soltanto che a fare le spese di questa strategia del bunker sia la principale azienda culturale italiana. La Rai sarà l’ultima vittima del berlusconismo. Non si rendono conto, i dirigenti di viale Mazzini, che appena si aprono nuovi spazi d’informazione il popolo del telecomando scappa sul satellite, da Mentana, ovunque si respiri aria di libertà. E invece di contrastare questa fuga, si adoperano per rendere l’immagine della tv di Stato ancora più bolsa, angusta e servile. Se i consiglieri d’amministrazione Rai avessero un minimo di dignità professionale, piuttosto che discutere il codice Masi dovrebbero avere il coraggio di mettere all’ordine del giorno la richiesta di dimissioni di un direttore generale che sta avviando l’azienda di viale Mazzini verso il fallimento. O il patrono della Rai ha da essere sempre don Abbondio? © RIPRODUZIONE RISERVATA
NATALIA ASPESI (segue dalla prima pagina) a non basta una collanina, qualche bigliettone, un bilocale, una boutique? È proprio necessaria una carica partitica, politica, istituzionale, parlamentare, governativa? Sono così mal ridotti gli uomini di potere da dover acquistare sesso a un prezzo così esagerato? Esagerato non per loro, certo, che anzi se la cavano gratis: diciamo per il Paese che già ne paga anche troppi. È probabile che le poche signore inserite nella vasta rete dei (quasi sempre) piccoli poteri pubblici, siano del tutto irreprensibili e che le leggende a loro riservate di vite precedentemente porchissime siano dovute all’invidia di quelle che, pur affrontando stoicamente gli sbandamenti sessuali di ingordi e frettolosi boss, a loro volta messi lì per meriti speciali tipo servilismo, più che una comparsata in una brutta fiction non hanno ottenuto: dopo tanta fatica! Comunque l’insultante constatazione della puttaneria femminile è partita dal Parlamento stesso, addirittura dalla maggioranza; l’onorevole finiana Napoli per non escludere addirittura che «senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite» (seguono furibonde proteste); l’onorevole berlusconissimo Stracquadanio per sostenere, legittimamente, che «è assolutamente legittimo usare il proprio corpo per fare carriera». E qui non si capisce tanto clamore sdegnato, visto che almeno per quel che riguarda le donne, per secoli non hanno avuto altra merce di scambio, non solo per ottenere prebende, ma anche solo per sopravvivere, che la loro bellezza e giovinezza, più l’intelligenza, tenuta ben nascosta, per potersene servire al meglio. Non si vorrebbe fare cultura, si sa quanto antipatica, ma come non citare (da “Amanti e regine”, di Benedetta Craveri) il giurista francese Jean Bodin che nel 1586 riteneva che le donne «dovessero essere tenute lontane
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Il personaggio
La cultura
Tutti i segreti di Carla Bruni “Non sono pagata per fare politica”
Quando Calvino consigliò all’Einaudi “Pubblica Pound”
ANAIS GINORI
MASSIMO NOVELLI
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Un milione di statali saranno licenziati, il lìder maximo parla degli errori del socialismo, la nuova borghesia scalpita: Cuba è a una svolta
DAL NOSTRO INVIATO GUIDO RAMPOLDI L’AVANA ultima estate dell’ultimo socialismo scientifico è stata, forse, la più triste. L’afa che precipita dal cielo e ti avvolge come una coperta sudicia, mentre la doccia risponde con gargarismi di tubi alle richieste di aiuto e il black-out blocca le pale del ventilatore, tutto questo sarebbe ancora sopportabile se al boccheggiare senza scampo, senza speranza, senza futuro, non si fosse aggiunto, per milioni di cubani, il rischio di perdere il lavoro. Il regime ha annunciato che dovrà licenziare 500mila dipendenti pubblici entro la fine del 2011, un milione da qui al 2015: come a dire che nei prossimi anni un quinto della forza — lavoro non saprà più come campare. Non è soltanto la fine del patto sociale che garantiva a tutti il sufficiente per sopravvivere. Anche se questo a Cuba non si può dire, è la liquidazione del modello “socialista”. Che naufraga dopo 51 anni nel modo più
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Fidel Attofinale
paradossale, con una ristrutturazione “lacrime e sangue” per sommarietà ed estensione tipica delle economie ultra-liberiste. Sarà immolata proprio la generazione che, lo volesse o no, ha “edificato il socialismo”: dopo una vita di durezze adesso viene destinata in massa al pensionamento anticipato, cioè alla fame, perché le pensioni non permettono neppure la sopravvivenza alimentare. Inevitabilmente, il regime dovrà ampliare il settore privato, con deregulation già cominciate, affinché i disoccupati vi trovino un’occasione di guadagnare. E’ già caduto il divieto di assumere persone diverse dai propri familiari, presto sarà possibile costituire imprese, sia pure di dimensioni limitate. Cambierà molto, cioè cambierà nulla. Vincerà chi ha già vinto. Chi oggi dirige il capitalismo di Stato dirigerà il capitalismo privato. Ex ufficiali dell’esercito e della polizia al vertice di società miste, quadri di partito, alta burocrazia, le tribù di artisti, giornalisti e intellettuali organici che s’incaricano di allestire la rappresentazione permanente della Revolucion. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
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QUANTI CHILOMETRI A TUCSON?
Microsoft rilascia Explorer 9
L’occhio indiscreto di Lagerfeld
ancelliamo. Dalla memoria, dalla coscienza, dallo sguardo, dal paesaggio, dalla rubrica del cellulare, dalla posta elettronica. Stiamo sviluppando, a volte senza accorgercene, una dipendenza dalla rimozione. Limiamo la storia, le storie. Una piccola notizia che arriva dagli Stati Uniti, attraverso il New York Times, ci dice che non sapremo più quanti chilometri mancano a Tucson. L’ultima autostrada americana che indicava le distanze anche in km, smantella la segnaletica alternativa alle miglia. È la Interstate 19 dell’Arizona. I cartelli saranno distrutti, sono troppo vecchi e mancano i soldi per rinnovarli. È la crisi, sarà il gsm dell’iPhone, ma un po’ spiace scoprire che anche in Italia sono scomparsi molti cartelli che all’inizio dei ponti rivelavano il nome del fiume che si stava attraversando e, nei piccoli paesi, le targhe che battezzavano le frazioni. Anche se “impallinati” dalle carabine di qualche cecchino quei cartelli ci dicevano, se non dove andare, “tu sei qui”, ed era già qualcosa.
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Quella lunga partita fra smartphone Musica
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Così si cura la dipendenza da Internet
Il sondaggio TALENT PRIZE: VOTA LE OPERE D’ARTE CONTEMPORANEA
DARIO CRESTO-DINA
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la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
IL REPORTAGE R2MONDO
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Il licenziamento di un milione di lavoratori
entro il 2015. La crisi che qui si fa sentire più che da qualsiasi altra parte. Le frasi shock del Lìder maximo, soltanto parzialmente corrette, sul fallimento del modello comunista. L’isola è a una svolta. E il vecchio Fidel risorge: soppiantando il fratello Raùl
Cuba L’ultima estate del socialismo La morte in carcere del dissidente Orlando Zapata ha indebolito il regime Da quel giorno sono cominciate le prime aperture
(segue dalla copertina)
DAL NOSTRO INVIATO GUIDO RAMPOLDI più fortunati hanno dallo Stato una colf, un autista, una macchina di produzione cinese e una seconda macchina per i figli, se papà non li ha mandati a studiare in Spagna, come spesso accade. A spanne rappresentano un 78% della popolazione, un segmento quasi interamente bianco in un Paese dove stime per difetto valutano i cubani di origine africana nel 35%. La dissidenza di sinistra chiama questi benestanti con il nome coniato da un comunista eretico, Milovan Gilas: la Nuova Classe. La neo-borghesia. Ufficialmente revolucionaria. Ma come la
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borghesia precedente, oggi atterrita dal pericolo di una rivoluzione, una rivolta che unisca gli esclusi, gli sconfitti. A motivo di questo timore, la Nuova Classe aprirà l’economia con circospezione, badando innanzitutto a non perdere il controllo del processo; farà di tutto per evitare di sbloccare anche il sistema politico; e pregherà le divinità astute delle Nuove Classi che conservino Fidel. Mentre defunge l’unico socialismo reale che ancora abbia fans in Europa, Castro risorge. Nel 2006, quando l’età e svariate malattie lo costrinsero a cedere la presidenza al fratello Raùl, i più erano convinti che sarebbe riapparso in pubblico dentro una bara. Macché. Sopravvissuto a tutto, l’ottantaquattrenne Lìder Maximo sopravviverà anche alla
sua creatura. La sua resurrezione è cominciata in una giornata di luglio, con un’apparizione tra gli scienziati di un centro di ricerca, ed è proseguita con incontri pubblici ad un ritmo che non lasciava dubbio sul messaggio sottinteso: sono tornato. Da allora non passano tre giorni senza che Castro si manifesti nei modi più vari, ora discutendo con accademici, o diplomatici, o studenti universitari; ora dando alle stampe una delle sue “Riflessioni”, adesso ispirate alla guerra nucleare che considera imminente; ora accampandosi nella programmazione della tv cubana per un paio d’ore, il tempo necessario ad illustrare ad una primafila di generali impassibili qualche pagina del suo ultimo libro, “Il mio pensiero strategico”. Appare fragile e tremolante. Ma la sua voce non è più il soffio
di un palloncino che si sgonfia, e le malattie sembrano avergli concesso una tregua. A L’Avana chi confidava che la sua morte avrebbe avviato la transizione non gli perdona questo tiro basso e deride con rabbia il vetusto Narciso incapace di vivere in disparte. Ma i motivi della sua riapparizione sono anche politici e spartiscono con lo smarrimento di un regime giunto ad un passaggio critico. Fidel impegna il suo carisma residuo per rassicurare una base sconcertata, placare le ansie dell’ala massimalista, mettere in guardia i troppo audaci, e forse sorvegliare Raùl. Di sicuro il fratello minore del Lìder Maximo non dà garanzie alla Nuova Classe e non è in sintonia con la cultura “eroica” e muscolare del Pc cubano. Molti militanti lo accusano
di fiacchezza, di grigiore. E vogliono leggere come un’ammissione di debolezza anche la sua ultima decisione: la liberazione di 52 detenuti politici, per gran parte legati ad un movimento della destra cristiana, scarcerati e deportati all’estero in queste settimane. Conviene raccontare questa storia perché contiene i segni di quel che potrebbe essere il futuro. In febbraio il regime lascia morire in carcere Orlando Zapata, un prigioniero afro-cubano che fa lo sciopero della fame perché vuole essere considerato quel che è, un detenuto politico. Subito dopo un altro prigioniero inizia a sua volta lo sciopero della fame. Spaventato dalla risonanza della tragedia, il regime corre ai ripari. Il presidente Raùl Castro riceve un importante messo vaticano, poi si riunisce per cinque ore con il
la Repubblica
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I POSTER
zoom
I manifesti che incitano la popolazione a resistere all’embargo o a impegnarsi nel lavoro sono ormai parte del folklore di Cuba
L’INDIPENDENZA Nel 1902 Cuba ottiene l’indipendenza dalla Spagna, ma diventa di fatto un protettorato Usa
ministro degli Esteri spagnolo, Moratinos, ambasciatore delle inquietudini europee, e con due prelati cattolici, Jaime Ortega, arcivescovo di Avana, e Dioniso Garcia, portavoce della Conferenza episcopale. Trovato un accordo sui detenuti si discute del movimento di protesta fondato dalle mogli di alcuni di loro, las Damas de blanco; e da lì si comincia a parlare di scenari futuri. Da quel giorno di luglio alcuni dissidenti hanno motivo per credere che un settore del regime non escluda più la possibilità di un’apertura. Non la desidera e non intende rinunciare al monopolio del potere. Ma se il malcontento crescesse, cercherebbe la collaborazione delle uniche due opposizioni che da qualche tempo la polizia segreta tolleri: il cattolicesimo sociale, rappresentato dalla rivista Espacio laical, legata all’arcivescovado, e la “Corrente socialista democratica cubana”, riconosciuta dall’Internazionale socialista. Al momento minuscole (se si organizzassero verrebbero subito colpite), queste due realtà godono di affidavit sufficienti a giustificare l’audacia con cui ora si propongono. Nell’ultimo numero di Espacio laical, l’editoriale definisce l’accordo sui detenuti «un trionfo» tanto dell’arcivescovo quanto del governo di Raul Castro, e candida la Chiesa al ruolo di facilitatore “neutrale” di un accordo globale sulla libertà di opinione e sul modello economico. Ha un futuro l’idea del dialogo nazionale? Fidel e l’ala massimalista del Pc non la accetterebbero mai. E hanno una notevole esperienza nel sabotare ogni cambiamento, svuotare ogni discussione, serrare ogni apertura. Però stavolta la loro interdizione potrebbe fallire. Il regime naviga a vista in acque molto agitate. Do-
po aver cercato inutilmente il patronato di Pechino, ha trovato in Chavez un generoso fornitore di energia e di investimenti, per l’equivalente di 3-4 miliardi di dollari l’anno. Però Chavez è precario, e la sua sconfitta nelle prossime elezioni sarebbe una catastrofe per Cuba. E poi, gli Stati Uniti. Dieci presidenti americani hanno tentato di far fuori Fidel, anche fisicamente. E tutti hanno
fallito. L’undicesimo, Obama, lo ignora. Peggio: favorisce gli scambi culturali Usa-Cuba, le relazioni orizzontali, insomma priva il castrismo del nemico necessario, l’Imperialismo. Se viene meno quella minaccia, cosa ancora giustifica lo stato di eccezione per il quale il castrismo è tuttora al potere? Ormai le relazioni tra le due sponde sfiorano il paradosso.
Talvolta il regime lancia accuse alla Cia. Ma l’unica rivista del comunismo cubano che meriti di essere letta, la vivace Temas, è mantenuta in vita da finanziamenti americani (l’ultimo numero era dedicato alle relazioni Usa-Cuba). E non sorprende che Fidel affidi ad un mensile statunitense la sua esternazione sul modello cubano che «non funziona più»: come se cercasse
L’ERA DI BATISTA Dal 1934 al 1958 signore di Cuba è il dittatore Fulgencio Batista, l’isola è il paradiso della mafia Usa
LA RIVOLUZIONE DI CASTRO L’8 gennaio del 1959 i barbudos di Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara entrano all’Avana
L’EMBARGO STATUNITENSE Castro è prima tra i paesi non allineati, poi concede basi all’Urss: dal ’61 è embargo totale dagli Usa
PASSAGGIO DI CONSEGNE Nel 2006 Fidel si dimette da tutti gli incarichi. Nel 2008 gli succede il fratello Raul, che apre al privato
di farsi notare, di far parlare ancora di sé a Washington. Qualcuno deve avergli fatto notare che per frasi analoghe dissidenti cubani sono stati condannati ad anni di galera, e Fidel si è dichiarato vittima di un malinteso. Ma che il modello sia un disastro ormai lo dice, senza possibilità di smentita, l’ammissione che un quarto dei dipendenti pubblici sono in esubero. Il problema cui il castrismo non potrà sfuggire è se si possa cambiare il modello economico senza cambiare il modello politico. «Il sistema cubano è fondato sulla figura del Lavoratore, non del Cittadino», mi dice Manuel Cuesta Morua, lo storico afro-cubano che guida la Corrente socialista democratica. «Ma se non riesce più a garantire il lavoro, chi rappresenta?». Incontro Cuesta nei paraggi del vecchio parlamento, quel Capitolio che dal 1929 staglia sulla città vecchia la sua cupola maestosa e i colonnati neoclassici. Il palazzo non ha avuto molta fortuna durante il castrismo. Per quarant’anni il regime ha castigato con l’incuria e con il buio la sua doppia colpa. E’ una copia, per giunta più piccola, del Capitolium di Washington. E prima che il golpe di Batista lo rendesse irrilevante, produsse una Costituzione, nel 1940, tra le più avanzate del continente americano. Negli ultimi anni l’edificio è stato sottratto alla colonia di pipistrelli che vi nidificava. Adesso è transennato: lo stanno ristrutturando. Non so se la possibilità sia già negli scenari cui lavorano i servizi segreti cubani, ma non è più folle immaginare che un giorno Manuel Cuesta siederà in quel Capitolio tornato parlamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA STORIA R2MONDO
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PER SAPERNE DI PIÙ www.russiatoday.com http://spb.kp.ru/
Yurij Luzhkov è il primo cittadino della capitale da 19 anni Ma ha litigato con Medvedev e il premier. E ora pensa all’esilio Le tappe LA COPPIA
LA POLEMICA
LE PRESSIONI
Yurij Luzhkov è sindaco di Mosca da 19 anni. Sua moglie Yelena è stata immortalata di recente da Forbes come la terza donna più ricca del mondo
Fra il sindaco Putin e Medvedev lo scontro risale già alla scorsa estate quando la capitale andò in tilt a causa di caldo e incendi
Alcune televisioni moscovite hanno messo in onda servizi molto forti contro il primo cittadino, e Luzhkov ha reagito con diverse querele
EX AMICI Il sindaco di Mosca Yurij Luzhkov (anche a destra) e il premier russo Vladimir Putin
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NICOLA LOMBARDOZZI
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MOSCA ualcuno li immagina presto in esilio a Londra. Lui con il solito berrettone da cacciatore sull’abito grigio ferro, lei con i suoi stravaganti completi da uomo con tanto di gemelli e cravatta. Uno zar e la sua zarina, profughi miliardari in una villa acquistata qualche anno fa e definita dai giornali locali «più vasta e più lussuosa del castello di Windsor». Di certo la coppia che da diciannove anni controlla ogni angolo di Mosca non ha mai vissuto momenti così difficili. Abituati a un potere senza limiti e senza controlli, l’eterno sindaco Yurij Luzhkov e la sua facoltosa first lady Yelena Baturina sono finiti nientemeno che nel mirino del Cremlino che ha improvvisamente deciso di scoprire quello che nella capitale russa tutti sanno da sempre, sui loro scandali finanziari, sulle loro amicizie sospette, sulla disinvolta gestione di un patrimonio artistico e architettonico inestimabile. Tutte cose che avrebbero garantito alla signora Baturina il primato assoluto tra le
Putin scarica il sindaco cade l’ultimo zar di Mosca sa. Per alcuni Luzhkov sarebbe al centro di un braccio di ferro tra Putin e Medvedev alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2012. Per altri sarebbe invece vittima del
solito gioco di squadra del tandem al potere. Convinto di essere difeso da Putin ha creduto di poter impunemente attaccare Medvedev ed è rimasto incastrato. Difficile
capire dove stia la verità. L’unica cosa certa è che appena una settimana fa il sindaco di Mosca aveva scritto un durissimo articolo sul giornale amico Moskovskie Novosti dileggiando con tanto di arguti riferimenti letterari a Cechov e Gogol, la svolta ecologista del Presidente. Medvedev aveva infatti appena sospeso i lavori per la nuova autostrada Mosca-San Pietroburgo facendo la gioia dei difensori della foresta di Kimki già nel mirino delle ruspe e la disperazione di molti appaltatori amici del sindaco e soci in affari della moglie. La furia del Cremlino è esplosa come in epoche più buie. Mentre a Yaroslavl il presidente Medvedev dissertava sui parametri della democrazia, i suoi uomini ordinavano a Ntl, la tv gestita dal colosso petrolifero Gazprom di confezionare uno speciale sui padroni di Mosca e di mandarlo in onda nel giro di due giorni. Un’ora di giornalismo aggressivo e documentato come da anni non si vedeva da queste parti che ha choccato i telespettatori. I russi hanno visto personaggi come Boris Nemtsov, ex vicepremier famoso solo per essere arrestato una volta al mese per contestazione non autorizzata, raccontare uno per uno tutti gli
Da quando è entrato in rotta di collisione con il potere, giornali e televisioni hanno cominciato ad attaccarlo
È finita in disgrazia anche la moglie Yelena Baturina, la donna più ricca della Russia e al terzo posto nel pianeta
donne di Russia e il terzo posto tra le signore più ricche del pianeta. Niente male per una che aveva cominciato ereditando il posto di lavoro dei genitori in una fabbrica di punte per trapani e che poi si era lanciata nel mondo del businness importando un articolo ricercatissimo in tutto il vasto territorio ex sovietico: le scopette pulisciwater. Passato dimenticato. Da tempo la signora dirige una potentissima società immobiliare che demolisce, ristruttura e costruisce in tutta Mosca con denaro e concessioni del municipio. Il favoritismo è da tempo dato per scontato da tutti ma da una settimana a questa parte tv e giornali hanno cominciato a parlarne con tanto di particolari e riferimenti. Attacchi feroci e inaspettati che hanno preso alla sprovvista perfino un tipo navigato e abilissimo nel restare a galla come Luzhkov. Uno che fu nominato nel ‘91 da Boris Eltsin al posto del sindaco eletto dal popolo Gavriil Popov, e che ha vissuto senza drammi tutti gli scossoni e le metamorfosi del sistema di potere post sovietico. Sopportato da Putin non è mai piaciuto a Medvedev. Quanto basta per far scattare tutta la dietrologia da copione nella politica rus-
appalti della signora Baturina. Hanno sentito automobilisti inferociti urlare “invece di rubare il sindaco pensi a rifare le strade”. Hanno perfino assistito alla performance di un funzionario del municipio che spiegava come i due si siano arricchiti anche sulla gestione dei canili comunali. Per non parlare degli ammiccamenti personali al sindaco sessantaquattrenne “dominato dal carattere avido e volitivo di una donna di ventisette anni più giovane”. O le manie di grandezza come quelle della statua che ritrae il sindaco in tenuta da tennis nel cuore di un parco di periferia. E poi l’ultimo errore di arroganza: il rientro tardivo dalle ferie mentre Mosca viveva l’incubo degli incendi e dei fumi tossici. Per di più dopo essersi preoccupato di portare in salvo la sua passione: le arnie di una rara specie di api che alleva personalmente. Una valanga di critiche che, finalmente legittimate, si ripetono ogni giorno su giornali e tv. La coppia padrona promette di resistere almeno fino alla scadenza del mandato nell’estate dell’anno prossimo. Ma non sembra più così forte. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDI 16 SETTEMBRE 2010
IL PERSONAGGIO R2CRONACA
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Escono contemporaneamente in Francia la lunga intervista giornalistica “Carla et les ambitieux” e la biografia firmata da Besma Lahouri; tra confidenze e aneddoti, ecco la bella e discussa moglie di Sarkozy
Carla
Bruni
La première dame “Voglio essere amata altrimenti dico ciao”
PARIGI uesto ruolo tradizionale non mi corrisponde in nulla. L’unica cosa che m’interessa veramente è agire nell’umanitario». Et voilà, la versione di Carla. A due anni dall'ultima metamorfosi, la più difficile. Dalle passerelle all'Eliseo, dalla canzone d'autore al rigido protocollo presidenziale. Piaccia o non piaccia, una first lady non omologata, la signora Sarkozy. Inquieta e raffinata, dichiaramente ambiziosa, com’è sempre stata. Ma anche prigioniera di una vita che ha scelto ma che le pesa, al punto di augurarsi di non essere più Première dame nel 2012, e chissà se suo marito, per una ragione o per l’altra, sta toccando ferro. “Carla et les ambitieux”, s’intitola così il libro di Michael Darmon e Yves Derai, due giornalisti che hanno lungamente intervistato Carla Bruni, raccogliendo confidenze e aneddoti sulla sua vita all’ombra del tricolore francese. Il libro, che Repubblica anticipa, esceincontemporaneaconlabio-
Le tappe
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Una first lady non omologata, prigioniera di una vita che ha scelto ma che le pesa grafia non autorizzata della cronista Besma Lahouri, e non è certo una coincidenza. Notizie spicciole, come l’annuncio di nuovo disco già pronto che uscirà nei prossimi mesi («Sarà completamente acustico, lo stile che più mi assomiglia») si sommano a considerazioni più impegnative come il distacco ormai ufficiale dalla politica. «Non sono pagata per questo, faccio solo quel che devo». Emerge la crescente insofferenza per un protocollo vissuto come una gabbia: «Non possiamo andare in vacanza tranquilli, non possiamo uscire quando vogliamo. Un inferno!». La versione di Carlà va in libreria con molte dichiarazioni d’amore per “mon mari”, onnipresente nei suoi discorsi. «Mio marito si fa carico di tutto, me lo stanno uccidendo». Racconta di aver imposto ritmi più “umani” al servizio diplomatico. Sulla sua contestata assenza dal programma ufficiale del G8 dell’Aquila, manda una frecciatina a Silvio Berlusconi. «Di solitoèlafirstladydelpaesecheorganizza qualcosa, ma in questo caso non era previsto nulla a causa della situazione matrimoniale di Berlusconi». Sarkozy, aggiun-
“Carla et les ambitieux” che esce oggi in Francia, è firmato dai giornalisti Michael Darmon (autore di “Sarko star”) e Yves Derai
gono gli autori, ha telefonato a Berlusconi per chiedergli di mettere a tacere le critiche rivolte a sua moglie e pubblicate dalGiornale. «Sono padrona della mia immagine e del mio tempo», ripete la Premièredame.Lasera,nientecene politiche ma un programma culturale a base di film e letture. Al mattino, dieta propedeutica al buon umore. «Su consiglio di Obama, non guardiamo più giornali a colazione». L’obiettivo è “pacificare” i sensi del presidente, che calmo non è mai stato. Renderlo anche più maturo, forse. La Première dame racconta una telefonata di Obama a Sarkozy, nel gennaio 2010. Il figlio del presidente francese, Jean, è appena diventato padre. «Complimenti al nonno!», ironizza il leader Usa. Sarkozy, che si sta riposando con la moglie, risponde in vivavoce. «Stai tranquillo, anche a te succederà». «E cosa pensa Carla di essere sposata con un nonno?» incalza Obama. «Ragazzi – interviene allora lei - vi ricordo che siete presidenti, allora un po’ di serietà». LaPremièredamehadimostrato di sapersi difendere. «Non discuto con te. Tu menti come respiri!», ha detto in una telefonata con Sophie Douzal, ex moglie del fratello di Sarkozy e sodale di Rachida
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La politica
DALL’ITALIA ALLA FRANCIA Nel 1973 la famiglia Bruni lascia l’Italia: temono un rapimento dalle Br
Non sono pagata per fare politica. Quando mi espongo controllo la mia immagine. Per mio marito faccio solo quel che devo
La stampa
SUPERMODELLA Nei 90 Carla Bruni diventa tra le modelle più pagate: 7,5 milioni di dollari l’anno
Su consiglio di Obama, non leggiamo più i giornali la mattina a colazione. Ci facciamo portare una rassegna stampa, è sufficiente Il nuovo disco
AMORI & FLIRT Da Jagger a Eric Clapton a Raphael Enthoven da cui ha un figlio
Sarà acustico perché è lo stile che più mi assomiglia. Per ragioni di sicurezza, non farò concerti. Non sono Madonna o Lady Gaga
I ritmi più “umani” imposti al servizio diplomatico. “Mio marito si fa carico di tutto”
L’Aquila e il G8
Di solito è la first lady del paese ospite che organizza qualcosa. Lì no, a causa della situazione matrimoniale di Berlusconi
riferimento a un chirurgo plastico che avrebbe ritoccato la Premiere dame, suo grande amico da oltre vent’anni. Nel libro, il medico viene descritto come «il re della ‘baby-face’», cioè del volto tipo “ragazzine”. In particolare, sarebbe «lo specialista del naso rifatto, il ‘baby-nose’, piccolo e all’insù». C’è poi il capitolo su Mick Jagger, la conquista giovanile. «Jagger era pazzo di lei — racconta nel libro il fotografo Jean-Marie Perier — Avrebbe divorziato per sposare Carla. È lei che non ha voluto». Tra gli «ex un po’ scomodi» c’è invece l’avvocato Arno Klarsfeld, oggi consigliere del premier Francois Fillon: «Quando litigavamo — ha confessato lo stesso Klarsfeld — in casa volavano i piatti». (a.gi.)
Dati. Secondo il libro, sarebbero Douzal e Dati ad aver alimentato le voci sul presunto amante di Carlà nella primavera scorsa. «Se ce ne andiamo - scherza - vi lasceremo Titine e suo marito per rappresentare la Francia». Titine è il soprannome di Martine Aubry, segretario del partito socialista. Dal gennaio 2010 Carlà sta lavorando al suo nuovo album. Doveva uscire in ottobre, ma è stato rimandato a causa dei “maledetti” impegni istituzionali. Ha già scritto ventidue canzoni, alcune fanno riferimenti espliciti all’attualità. Parla per esempio dell’identità nazionale e di un certo ‘Raymond’, che gli autori del libro identificano in Domenech, l’ex commissario tecnico dei Bleus, secondo i sondaggi l’uomo più odiato di Francia. Già, i sondaggi. Poco più di un francese su due (54%) dichiara di apprezzare la Première dame. E forse anche questo alimenta i suoi dubbi su un eventuale bis all’Eliseo. Lei, comunque, rispondeconunaalzatadispalle.«Io sono un’artista. E in quanto tale ho bisognodiessereamata.Senonmi amano dico ‘ciao’».
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DAL NOSTRO INVIATO ANAIS GINORI
Il libro
CANTANTE Nel 2002 il primo album Quelqu’un m’a dit vende 2 milioni di copie
L’altra storia
Nevrotica e mangiauomini, in libreria anche il ritratto non autorizzato
PREMIÈRE DAME Il 2 febbraio 2008 sposa al Palazzo dell’Eliseo Nicolas Sarkozy
PARIGI ssessionata dalle rughe e dalla perfezione, tanto da ricorrere alla chirurgia estetica. “Mangiauomini” e per nulla calma, come dice di essere: durante le liti con gli ex “volavano piatti”. In libreria arriva anche la biografia non autorizzata “Carla un vie secrète” della giornalista Besma Lahouri, pubblicata da Flammarion. È il ritratto inedito della Premiere dame di Francia, dipinta come una “femme fatale” in riferimento alla lunga lista di amanti e alla sua vita alla rincorsa del “diventare qualcuno”. «Di Carla Bruni si ha l’impressione di sapere tante cose. Ma chi è veramente?», si è chiesta l’autrice, giornalista dell’Express. Nel capitolo “Volto, mio bel volto”, Lahouri fa
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LA MODA R2CRONACA
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Sulle passerelle di New York molte le citazioni per il nostro paese Al centro delle collezioni il mondo dei giovani. Sempre presenti i dettagli sexy dagli spacchi ai tailleur aderenti
DAL NOSTRO INVIATO LAURA ASNAGHI NEW YORK onto alla rovescia per la sbarco in Italia di Gap, il marchio simbolo del casual americano. Prima tappa, Milano il 20 novembre e poi Roma, in primavera. Gap va alla conquista del mercato italiano e per rendere omaggio al “made in Italy” verrà messa in vendita una mini collezione con otto abiti Valentino, firmati da Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, i due nuovi stilisti del marchio. Una collezione prestigiosa, per ora, top secret. L’Italia fa tendenza in America. L’altro ieri Marc Jacobs ha rilanciato lo stile, anni Settanta degli abiti di Missoni, Walter Albini e Basile e, ieri, il gruppo Gap, il marchio fondato nel ‘69 da Donald e Do-
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PER SAPERNE DI PIÙ www.mbfashionweek.com http://seidimoda.repubblica.it
IL VENERDÌ La moda per taglie generose al centro del servizio di copertina
IL GIUBBOTTO
LE SCARPE
Proposta “navy” con rigature in vari colori: Paul & Shark
Sebago rivisita le scarpe da barca in versione cittadina, tonalità cuoio
IL VESTITO
LA BLUSA
Tendono al lungo le proposte di Twin-Set che propone abitini portabili a ogni ora ma di sicuro effetto
Maglia cardigan con collo a scialle con contrasti, bande al rovescio sulla manica: Fred Perry
CASUAL CHIC G-Star Raw presenta il jeans in mille forme
COLORI D’ESTATE Tory Burch: i colori dell’estate, dal rosso all’arancio per una signora della moda
LA NOVITÀ
I dettagli
A novembre a Milano e in primavera a Roma: il marchio del casual Gap sbarca in Italia
JEANS
G-Star propone i tagli couture, Gap sbarca in Italia ris Fisher, due amanti della moda casual, democratica, alla portata di tutti e soprattutto etica, ha illustrato i piani di sviluppo per Milano e Roma. Con Gap, linea disegnata da Patrick Robinson (designer cresciuto alla scuola di Armani) arriva anche Banana Repubblic, l’altro marchio, super famoso, della famiglia Fisher. L’Italia, sulle passerelle
newyorkesi, è molto citata. E figura anche nella collezione di Michael Kors, un raffinato interprete del genere sportivo di lusso, che fa produrre nel nostro paese gran parte della sua collezione. «Posso dire di essere mezzo italiano. Me l’aveva predetto una astrologa e tutto si è avverato — ricorda divertito — sette volte l’anno sono da voi e passo le vacanze a Capri». Mi-
chael Kors ha cercato di trasportare le spirito dell’abbigliamento da spiaggia, nel guardaroba estivo da città: il nero è bandito insieme ai tacchi alti. Tutto si colora: dal verde dell’abito drappeggiato con stampa edera, al fucsia dei sarong da portare con trench sfoderati e borse in coccodrillo nappato. La moda ha una impronta bucolica anche per Tibi, con abiti
tutti a fiori. Mentre da Tory Burch, elegante signora di New York, ex moglie di un miliardario, i colori dell’estate (rosso, blu, arancione) dominano in guardaroba destinato a donne vere, che vogliono far colpo con giacche e bluse di taglio sartoriale, gonne che sfiorano il polpaccio e tailleur sexy. Con G-Star Raw si cambia totalmente scenario. E, tra atmo-
sfere da deserto, si plana nel mondo dei giovani che hanno il culto dei jeans, stile motociclista. Quello griffato G-Star si chiama “Arc Pant”, un pantalone che celebra 15 anni di vita ed è tra i più venduti al mondo. Questi sono jeans, con tagli couture, quasi in 3D, che hanno un testimonial d’eccezione. Non il solito modello tutto muscoli, ma un genio degli scacchi, il giovane Magnus Carlsen, 19 anni, il numero uno al mondo. L’obiettivo? Esaltare il cervello dei giovani, non solo l’estetica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL CASO R2CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙ www.istat.it www.altroconsumo.it
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Scompaiono i vecchi rituali, come racconta il “Daily Mail”: dal party pagato dai genitori alla giarrettiera prestata Se ne affermano di nuovi, elaborati da agenzie specializzate. E il cambiamento di stato civile si aggiorna su Facebook
VERA SCHIAVAZZI confetti? Superati, oggi c’è la scarpina di cioccolato. La torta multistrato? È finita in soffitta, adesso i dolci sono diventati minuscoli, uno per ciascun invitato. Il matrimonio diventa “su misura”, le antiche tradizioni vanno in soffitta e ogni coppia decide, secondo gusti e portafoglio, il tono e il livello della giornata. Un “fai da te” molto sofisticato. Resiste solo — e non per tutte — il vestito bianco, ma anche lui si trasforma, via le maniche, via l’acconciatura, via la parte di sotto, per poter festeggiare senza intralci, mentre qualcuno filma rigorosamente tutto quello che accade e il cambiamento di stato civile degli sposi viene aggiornato in diretta su Facebook. “Tempi duri per le spose”, ha titolato l’inglese Daily Mail, pubblicando un sondaggio su tutte le tradizioni nuziali che sono già, o stanno per essere, can-
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Chi sceglie il rito civile può affittare sale storiche dal proprio Comune cellate dall’uso comune: niente festa pagata dai genitori, nessuna giarrettiera prestata dalle amiche, meglio scordarsi di essere prese in braccio al rientro a casa. In compenso, il gusto italiano, riveduto e corretto, ha già fatto irruzione proprio in Inghilterra, dove da Harrods le scarpine che si possono mangiare dopo averle usate come bomboniera sono andate esaurite in poche ore. Scompaiono anche le lunghe serate passate a pianificare le nozze, a discutere (e a litigare)
Nozze su chi invitare e chi no e chi far sedere al tavolo degli sposi. Ora c’è il “wedding planner”, agenzie specializzate che da Milano e Roma si stanno diffondendo in tutta Italia e che, bizzarramente, assicurano fin dalla pubblicità di liberare gli sposi da qualsiasi «preoccupazione». Non basta: il calo dei matrimoni religiosi a favore di quelli celebrati solo in municipio, insieme all’aumento dei divorzi e delle seconde nozze, ha liberato la fantasia di sindaci e assessori, che in molte città affittano agli sposi
musei, palazzi storici, sale auliche: sposarsi nella Mole Antonelliana, a Torino, costa 2000 euro, altrettanti se si sceglie il Teatro Carignano, mentre a Milano chi vuole può festeggiare in Galleria Vittorio Emanuele. Ci sono agenzie specializzate in liste di nozze eque e solidali (www. altromercato.it) che passano dalla bomboniera ecocompatibile al viaggio di nozze nei villaggi del Sud America dove i guadagni vanno alla comunità locale, ma anche lune di miele da 5.000 euro a testa in Po-
L’intervista
L’antropologo Marino Niola spiega perché nella nostra società spariscono molte usanze antiche
“La festa tradizionale perde il valore simbolico” iti di passaggio che tendono a scomparire in una società dove i passaggi non sono più così chiari». L’antropologo Marino Niola spiega perché non si lancia più il riso agli sposi, e perfino la scomparsa dei confetti: «Alludevano alla fertilità, con la mandorla avvolta da un guscio di zucchero». Il matrimonio è un rito antico? «In realtà no, o almeno non nella forma in cui siamo abituati a pensarlo noi, con gli abiti bianchi e lunghi, che sono arrivati solo nel Novecento. Prima, ci si sposava con un bell’abito “borghese”, che poi diventava il migliore del guardaroba. Oggi sarebbe impossibile riutilizzare abiti che fanno sembrare le spose delle gigantesche meringhe». Anche il ruolo del pa-
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LO STUDIOSO Marino Niola insegna all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli
dre della sposa va scomparendo… «Certo, perché si trattava di un passaggio di proprietà della donna, da una stirpe a un’altra. Oggi, fortunatamente, non è più così. Anche gli aspetti economici sono meno importanti, e vanno scomparendo “fuitine” e nozze riparatrici che spesso erano un modo per evitare la spesa». Qual è il senso dei nuovi rituali, come l’addio al celibato o la lista in un’agenzia di viaggi? «Sono in linea con le nostre vite flessibili e low cost. L’aspetto “leggero” non riguarda solo il portafoglio, ma la nostra intera vita e le relazioni, che diventano più facili, adatte a degli adulti-bambini. E la festa tradizionale serve a costruire dei ricorsi, ma perde il suo valore simbolico». (v. s.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Addio riso, confetti e bouquet resiste solo il vestito bianco
linesia, debitamente regalate dai parenti che passano a pagare sulla lista del tour operator. Le tendenze, come il total green, il tutto verde, che sostituisce il bianco per chi non lo ama o lo ritiene inopportuno, le scarpe rosse per la sposa, i capelli colorati di bianco, il menù giapponese servito in mongolfiera, i percorsi di canyoning per le spose che vogliono offrire a tre amiche un momento insieme prima del sì. Se le nuove usanze sono — perlopiù — dettate da un mer-
cato in costante espansione (secondo Federconsumatori, in sette anni la spesa media delle famiglie che devono affrontare questo avvenimento è cresciuta del quaranta per cento), l’attenzione degli studiosi va anche ai rituali che scompaiono. Tra i quali quelli tipicamente italiani: il bouquet offerto dal marito, il lancio alle amiche ancora single, l’abitudine della sposa di preparare insieme alla madre la camera nuziale e quella di non dormire per nessuna ragione, neppure in caso di lunga e con-
solidata convivenza, sotto lo stesso tetto col futuro marito la notte prima delle nozze. Per non parlare del riso, che molti parroci hanno addirittura vietato per ragioni di sobrietà e di pulizia, e che apposite agenzie (www. balloonexpress. it) hanno sostituito con palloncini: piccoli, grandi, a forma di cuore, di cesto o di torta, invadono i cieli dopo un breve attimo di sorpresa. Anche loro inquinano l’aria e l’ambiente, ma nessuno se ne è ancora preoccupato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
DIARIO
GIOVEDI 16 SETTEMBRE 2010
DI REPUBBLICA
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Le minacce di bruciare il Corano riaprono la questione dello scontro tra civiltà e aprono interrogativi sulla tolleranza anche nelle società occidentali
FANATISMI Se la pretesa della verità diventa violenza
VITTORIO ZUCCONI
LIBRI RENÉ GUITTON
Cristianofobia Lindau 2010 E. BIANCHI, G. KEPEL
Dentro il fondamentalismo Bollati Boringhieri 2008 PAUL BERMAN
Terrore e liberalismo Einaudi 2004 I. BURUMA, A. MARGALIT
Occidentalismo Einaudi 2004 RENZO GUOLO
Il fondamentalismo islamico Laterza 2002 WALTER LAQUEUR
Il nuovo terrorismo Corbaccio 2002 ETIENNE BALIBAR
La paura delle masse Mimesis 2001 BASSAM TIBI
Il fondamentalismo religioso alle soglie del Duemila Bollati Boringhieri 1997 GIAN PAOLO PRANDSTRALLER
Relativismo e fondamentalismo Laterza 1996 VOLTAIRE
Trattato sulla tolleranza Feltrinelli 1995
lle 8 e 49 dell’11 settembre 2001, quando il 767 dell’American Airlines colpì la prima delle Torri Gemelle, aprì un’arteria che scorre sotto lo spirito della nazione, sotto la pelle del pregmatismo mercantile e della tolleranza multiculturale: l’arteria pulsante del fanatismo. Chi aveva deciso di colpire in modo tanto osceno e vistoso l’America doveva sapere, o sperare, che il diapason del fanatismo latente dalla fondazione della repubblica americana, sotto la razionalità illuminista della Costituzione, avrebbe vibrato in sintonia con il fanatismo venuto da lontano. La risposta militare dell’Amministrazione Bush fu, paradossalmente, un tentativo di dare una risposta non giusta, ma razionale alla sfida dell’irrazionale terroristico. Fu lo sforzo di riportare dentro gli argini del comprensibile, sia pure violento e rozzo come una guerra, l’emorragia emotiva che aveva fatto gridare ad americani che si credevano immuni dalla tentazione dell’irrazionalità, come il direttore del New York Times, Bill Keller: «Non riesco a credere di essere diventato anch’io un falco». Ma oggi, dopo nove anni di guerra feroce e inconcludente, di perenni promesse di successi dietro l’angolo e la puntuale scoperta di sempre nuovi angoli dietro l’angolo, la frustrazione prodotta da Afghanistan e Iraq rischia di riaprire quella ferita tamponata, ma non suturata. Gli episodi buffoneschi degli imbonitori che nelle chiese della Florida, del Kansas, del Wyoming, dell’Alabama tentano di organizzare falò del Corano, la furibonda risposta popolare – invano contrata da personalità non sospettabili di islamismo come il sindaco ebreo di New York Bloomberg – per un centro di cultura islamica distante dal sacrario del 9/11, la gag del professore universitario che si fa riprendere per You Tube mentre fuma una sigaretta fatta con una pagina del Corano, sarebbero episodi folcloristici se non fossero il sintomo che gli eterni demoni che convivono con gli angeli della natura americana si possono sempre risvegliare. E possono entrare in utile e sciagurato concerto con i demoni che dal mondo mussulmano vogliono monopolizzare l’identità islamica. È stato detto che i media hanno creato il mostro, ma se una colpa hanno avuto è stata semmai quella di evocare un mostro che si preferisce ignorare. Il fanatismo ammantato di devozione brucia libri quotidianamente, nel vasto e sco-
Odio
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Dietro il pietismo devozionale il segno che caratterizza troppe comunità che si dicono cristiane nell’America profonda sta nell’odio e nella negatività Anime opposte
Pietro l’Eremita illustrato sulla “Histoire de France di Guizot (1879)
Due anime: una aperta, pragmatica, altruista, l’altra torva, violenta, prepotente. Il paese che elegge Obama e quello che ha creato il Ku Klux Klan
nosciuto corpo dell’America. Comunità religiose hanno organizzato pubblici falò dei libri di Harry Potter (condannati anche dalla Chiesa Cattolica) defininendoli, “libri satanici” in perfetta eco con le fatwa khomeiniste contro i versetti di Salman Rushdie. Nel Michigan, una folla di “cristiani” senza denominazione, bruciò in una frenesia di jihad americana nel 2000, insieme con le favole magiche della Rawling, il Libro dei Mormoni e le videocassette di un innocente filmetto comico di fantascienza “Coneheads”, teste di cono. Del Corano, allora nessuno si dava cura. Dietro il pietismo devozionale, il segno di troppe comunità che si autoproclamano
“cristiane”, che proclamano il nome di Gesù sui paraurti e sui vetri posteriori è nella negatività, nell’odio che porta a uccidere ostetrici quando praticano aborti legali, a perseguitare “sodomiti”, a sognare – addirittura ad annunciare – l’Apocalisse imminente nello scontro finale con l’Anticristo. In chiese lontane dalle sponde della comunicazione globale, ogni edizione della Bibbia che non sia quella compilata dalla Chiesa d’Inghilterra per ordine di Giacomo I Stuart nel 1604 è considerata come blasfema e “diabolica”. Nel Kansas, il Board of Education, il provveditorato eletto dal popolo, era riuscito, brevemente, a sostituire l’insegnamento scientifico
L’ILLUSTRAZIONE
SILLABARIO FANATISMI
AMOS OZ
l fanatismo è praticamente dappertutto, e nelle sue forme più silenziose e civili è presente tutto intorno a noi, e fors’anche dentro di noi. Conosco bene quei non fumatori capaci di bruciarti vivo se osi soltanto accendere una sigaretta vicino a loro! Conosco quei vegetariani capaci di mangiarti vivo per avere ordinato una bistecca! Conosco quei pacifisti, alcuni miei colleghi del movimento per la pace in Israele, capaci di spararmi in testa solo perché ho auspicato una strategia lievemente diversa per il processo di pace con i palestinesi. Insomma, non voglio certo dire che chiunque levi la voce contro qualunque cosa sia un fanatico. Non voglio lasciare intendere che ogni opinione convinta sia una forma di fanatismo, certo che no. Però penso che il seme del fanatismo si annidi immancabilmente nella rettitudine inflessibile, piaga di molti secoli.
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nella scuola primaria a favore della stretta narrazione biblica letterale della natura. E se i Padri Fondatori vollero inserire nella Costituzione, come primo degli emendamenti, il principio secondo il quale il Parlamento non avrebbe mai potuto fare leggi che stabilissero una “religione di Stato” è perchè essi sapevano bene quale carica di fanatismo esclusivista avessero portato dall’Europa pellegrini e soprattutto calvinisti Puritani. I devoti sbarcati dall’Oceano non erano venuti a cercare libertà religiosa per tutti, ma libertà religiosa per loro stessi e per i loro culti. Pronti a esorcizzare il demonio mettendo a morte gli accusati di consorteria con il Maligno. Nel duello fra gli angeli e demoni della storia e della natura americane, specialmente vivace in una cultura che non conosce il cinismo e lo scetticismo della Vecchia Europa, anche il patriottismo è stato teorizzato come una forma di culto. La dialettica fra l’anima generosa, tollerante, altruista, pragmatica e l’anima torva, intollerante, prepotente, violenta che esplode in eventi come la Guerra Civile, un fratricidio capace di consumare 600 mila vite per difendere un ordine economico già anacronistico nel 1860, è la crepa nella quale chi odia l’America spera di intrufolarsi. È l’arteria di fanatismo che altri fanatici sperano di aprire, alleati con demagoghi domestici pronti a sfruttare ciecamente l’emorragia. Produce mostriciattoli televisivi, quando va bene, e se va male miliziani armati o crociati della dinamite pronti a far saltare il palazzo degli uffici del governo a Oklahoma City, creando un precedente e un esempio che i primi attentatori della Due Torri imitarono golosamente, ma sulle prime senza successo. Chi scherza con i demoni che dormono insieme con gli angeli dell’America, di quella nazione che sa produrre insieme il Ku Klux Klan ed eleggere il primo presidente nero nella storia politica dell’Occidente, chi scommette sul fondamentalismo latente, gioca letteralmente, deliberatamente, con il fuoco. La Guerra Civile finì con il rogo di Altanta. Le croci del Kkk bruciarono per decenni davanti alla case degli ex schiavi linciati. E le case del ghetto di Los Angeles, Watts, arsero per giorni nel 1965, mentre la folla intonava “Burn baby, Burn”, brucia, baby, brucia. Ogni fuoco nella prateria può diventare incendio e nel tempo della paura i piromani del fanatismo si rialzano. Non sempre, e mai per sempre, arrivano in tempo i pompieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli autori IL TESTO del Sillabario di Amos Oz è tratto da Contro il fanatismo (Feltrinelli). Gilles Kepel insegna all’Institut d’études politiques di Parigi, dove dirige la cattedra Moyen-Orient Mediterranée. Il suo libro più recente è Oltre il terrore e il martirio (Feltrinelli).
I Diari online TUTTI i numeri del “Diario” di Repubblica, comprensivi delle fotografie e dei testi completi, sono consultabili su Internet in formato Pdf all’indirizzo web www.repubblica.it. I lettori potranno accedervi direttamente dalla home page del sito, cliccando al menu “Supplementi”.
Voltaire
Tahar Ben Jelloun
Samuel P. Huntington
E non si terrà nessun conto del ridicolo universale che oggi circonda il fanatismo?
Un “fanatico” è chi crede di avere sempre ragione e vuole sempre essere il più forte
Il fanatismo è semplicemente una strada impraticabile
Trattato sulla tolleranza, 1763
L’Islam spiegato ai nostri figli, 2001
Lo scontro delle civiltà, 1996
LA SETTA
LA STRAGE
I LUMI
VAN GOGH
OGGI
La setta islamica degli Assassini, comparsa in Persia nell’XI secolo, si serviva dell’omicidio per sovvertire la società
Nella notte di San Bartolomeo i cattolici francesi uccidono migliaia di ugonotti protestanti (1572)
Diderot assimila il fanatismo religioso alla barbarie. Gli illuministi biasimano i limiti del Medio Evo oscurantista
Nel 2004 il regista olandese Theo Van Gogh è assassinato ad Amsterdam da un terrorista islamista
La minaccia del reverendo Jones di bruciare il Corano provoca una catena di reazioni violente
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Le tappe
La sfida del fondamentalismo nel vecchio continente Il circuito perverso che amplifica l’estremismo
MA L’EUROPA LE COLPE NON È SALVA DEI MEDIA GILLES KEPEL
ALEXANDER STILLE
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a furia internazionale intorno al minacciato rogo di copie del Corano dimostra bene come funzionano i nuovi circuiti dell’estremismo, attraverso i quali si riesce a trasformare fenomeni e cose quasi inesistenti in realtà mondiali. Il Reverendo Terry Jones, prima di questa controversia, era un piccolo predicatore sconosciuto con una congregazione piccolissima di non oltre cinquanta persone in un paese della Florida. Ma il suo ipotetico gesto estremista, completo dei video messi su Youtube, è stato ripreso da moltissime reti televisive degli Stati Uniti che hanno fatto di lui una celebrità, e per una parte del mondo, la vera faccia che l’America mostra all’Islam. La sua storia è per certi versi parallela a quella degli imam danesi che alcuni anni fa hanno creato, praticamente da soli, il fracasso sulla questione delle vignette di Maometto apparse sulla stampa danese, provocando di conseguenza manifestazioni violente in tutto il mondo islamico. Un certo imam Ahmed Abu Laban è andato in giro facendo vedere alcune vignette a leader islamici di vari paesi, comprese quelle che non erano mai state pubblicate sulla stampa danese; una consisteva in una fotografia di un uomo con una faccia da porco che imitava il Profeta. Quindi un’offesa più o meno inesistente è diventato un
el celebre articolo “Fanatismo” del suo Dizionario filosofico, pubblicato nel 1764, Voltaire scriveva: «Queste persone sono persuase che lo spirito santo che le pervade sia al di sopra della legge, che il loro entusiasmo sia l’unica legge che devono intendere. Che cosa rispondere a un uomo che vi dice che preferisce ubbidire a Dio che non agli uomini, e che, di conseguenza, è certo di meritare il cielo tagliandovi la gola? Di solito sono i furfanti a guidare i fanatici, a mettergli il pugnale tra le mani. Assomigliano a quel Vecchio della Montagna che, a quanto si dice, faceva assaporare le gioie del paradiso a degli imbecilli e prometteva loro un’eternità di quei piaceri di cui aveva dato loro un assaggio, a condizione che andassero ad assassinare tutti quelli che lui designava». Duecento anni dopo la pubblicazione di quell’articolo, a partire dalla metà degli anni ’70, ha preso corpo, mentre l’umanità entrava nell’era che in mancanza di meglio definiamo “postmoderna” o “postindustriale”, una sorprendente Rivincita di Dio, di cui l’11 settembre 2001 ha costituito l’espressione parossistica. Quest’anno, la commemorazione degli attentati, con le loro 2973 vittime, è stata segnata da una violenta polemica sulla costruzione di un centro culturale islamico a pochi isolati da Ground Zero. «L’islam costruisce moschee sul luogo delle sue vittorie», hanno proclamato i
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LIBRI AHMED RASHID
Talebani Feltrinelli 2010 OLIVIER ROY
La santa ignoranza. Religioni senza cultura Feltrinelli 2009 JAN ASSMANN
Non avrai altro Dio. Il monoteismo e il linguaggio della violenza Il Mulino 2007 DAVID COOK
LE IMMAGINI Sopra, “Il martirio di San Giorgio” di Bernat Martorell (XV secolo); a sinistra, il massacro di armeni in Turchia sulla copertina del “Petit Journal” del 1 aprile 1909
A sangue freddo
Meccanismo
Gli attentati di Madrid e Londra sono stati perpetrati da uomini che vivevano dentro le società europee e non hanno esitato a uccidere a sangue freddo dei loro concittadini invocando la religione
Un meccanismo ormai palese: si parte da blog marginali che diffondono notizie o dichiarazioni false e oltraggiose I grandi network le raccolgono e le rilanciano e le fanno protagoniste del dibattito su scala nazionale
cartelli innalzati dagli zeloti dei Tea Parties, facendo presa su un elettorato disorientato, sempre più convinto che Obama sia un “musulmano nascosto”, mentre il pastore Terry Jones da Gainesville, in Florida, annunciava che l’11 settembre avrebbe dato alle fiamme il Corano, uscendo dall’anonimato per quel quarto d’ora di celebrità previsto per ciascuno da Andy Warhol, il profeta pop della postmodernità. Certo, il “fanatismo” del pastore Jones, che si inserisce in una tradizione di auto da fé, è un peccatuccio veniale a confronto di quelli di un Osama bin Laden, anche se l’inquisizione è cominciata bruciando dei libri per poi spedire al rogo chi li leggeva. Ma può sembrare peculiare che il fanatismo abbia fatto un ritorno in grande stile al cuore della nostra attualità, fin nelle nostre società qui in Europa. Certo, ci metteva in guardia Voltaire, «l’esempio più esecrabile di fanatismo è quello dei borghesi di Parigi che corsero ad assassinare, sgozzare, gettare dalla finestra, fare a pezzi, nella notte di San Bartolomeo, i loro concittadini che non andavano a messa»; e gli attentati di Madrid nel marzo del 2004 e di Londra nel luglio del 2005, senza dimenticare l’omicidio del cineasta Theo van Gogh per mano di un giovane olandese islamista radicale di origine marocchina ad Amsterdam nel novembre del 2004, sono stati perpetrati da uomini che vivevano all’interno della società spagnola, della società britannica o della società olandese, e hanno ucciso a sangue freddo loro compatrioti invocando una morale superiore dettata dal sentimento esacerbato della loro religione. Ma dietro ai “fanatici” dobbiamo vedere soltanto i “furfanti” che li manipolano (anche se bin Laden o al-Zawahiri, rifugiati forse sui monti dell’Hindu Kush, sono reincarnazioni contemporanee piuttosto convincenti del “Vecchio della Montagna”)? Ahimè, sono le profonde lacerazioni del tessuto sociale, la scomparsa degli ideali comuni alimentati dalla fiducia svanita nella società che alimentano questa “malattia epidemica” il cui unico rimedio, secondo Voltaire, «è lo spirito filosofico, che, sparso poco a poco, addolcisce infine i costumi degli uomini e previene gli accessi del male». E reinventare questo spirito è la sfida che deve affrontare l’Europa dei nostri giorni. (Traduzione di Fabio Galimberti) © RIPRODUZIONE RISERVATA
problema grave e reale. Ormai è chiaro come funziona il meccanismo mediatico negli Stati Uniti: personaggi marginali usano i loro siti web e i blog, per diffondere informazioni quasi sempre false ma incendiarie. Così guadagnano l’attenzione delle televisioni via cavo, le quali hanno bisogno di fare “audience”, e riprendono la “notizia”, perché tutto ciò che è oltraggioso e scandaloso attira il pubblico. Ecco come fatti e individui che dovrebbero rimanere trascurabili entrano nei circuiti nazionali. La rete è una bellissima invenzione: ognuno diventa editore, autore e può dire la sua, fantasticherie comprese. Basta esaminare la carriera di Pamela Geller, titolare di un sito web di destra piuttosto popolare che pubblica in continuazione falsità enormi: la più incredibile è che il Presidente Barack Obama è il figlio illegittimo di Malcolm X, il celebre leader radicale dell’Islam nero americano. Ancora, sul suo sito non ha esitato ad accusare la giudice della Corte suprema Elena Kegan (che è ebrea) di avere simpatie naziste e a pubblicare una fotografia falsa della giudice in divisa nazista. Per non parlare di un’altra fotografia falsa di Obama che orina sulla bandiera americana. Eppure questa signora, capo di un gruppo che si chiama “Fermiamo l’islamizzazione dell’America” viene continuamente intervistata da tutte le televisioni nazionali. Il tradizionale quotidiano pre-elettronico cercava di piacere all’intera comunità della città in cui veniva pubblicato, e ospitava più voci sulle sue pagine di commento, come i grandi network televisivi che volevano essere graditi agli spettatori di destra e di sinistra. Il mondo informatico oggi è invece una serie di nicchie. Molte ricerche rivelano che in rete tendiamo a cercare i siti che confermano il nostro punto di vista. Studi sul comportamento umano dimostrano che quando una persona è costretta a dialogare con persone con punti di vista diversi dai propri, tende a moderare le opinioni e calibrare le frasi; mentre in gruppi dove tutti sono d’accordo, la discussione porta tutti verso le posizioni più radicali e violente. E, nel mondo dell’informazione frammentata, questo è ciò che accade sempre più spesso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Storia del Jihad. Da Maometto ai giorni nostri Einaudi 2007 ELIE BARNAVI
Religioni assassine Bompiani 2007 MASSIMO INTROVIGNE
Fondamentalismi. I diversi volti dell’intransigenza religiosa Piemme 2004 MICHAEL WALZER
La libertà e i suoi nemici nell’età della guerra al terrorismo Laterza 2003 TARIQ ALI
Lo scontro dei fondamentalismi Rizzoli 2002 SAMUEL L. EISENSTADT
Fondamentalismo e modernità Laterza 1993
la Repubblica
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CULTURA
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L’OMAGGIO
Lo scrittore moriva 25 anni fa. A Torino, alla rassegna “Portici di Carta”, una serie di lettere inedite che documentano il suo lavoro editoriale
A Italo Calvino per i 25 anni dalla morte Torino dedica l’edizione 2010 di “Portici di Carta”
Italo
CALVINO
stazione en plein air. Nella sua libreria, «La Torre di Abele», Pinto ha allestito una vetrina in cui sono esposte le prime edizioni di tutti i libri di Calvino, ma soprattutto alcune lettere finora non pubblicate nell’epistolario, tutte di carattere editoriale, che sono state scelte e concesse da Cerati. Nella sua veste di redattore e dirigente della casa editrice dello Struzzo, il romanziere d’origine ligure scrisse migliaia di lettere. Come rammenta Ernesto Ferrero, scrittore, direttore del Salone del Libro di Torino: «Con gli sconosciuti, che gli inviavano i loro manoscritti, sapeva essere di una generosità incredibile». Le lettere fornite da Cerati, che furono spedite, tra gli altri, a Giulio Einaudi, a Guido Davico Bonino, vanno dagli inizi degli anni Settanta fino al 1982. Era un Calvino, quello, che progettava una collana «Centopagine» non solo di narrativa bensì anche di saggistica, che non andò in porto; suggeriva poi di pubblicare i racconti di Silvina Ocampo prima degli altri editori e auspicava, inoltre, di fare tradurre ABC of reading di Ezra Pound, libro bellissimo di un «poeta critico che sente la concretezza della poesia, con i suoi scatti temperamentali e fissazioni».
I CONSIGLI ALL’EINAUDI “PUBBLICHIAMO POUND”
MASSIMO NOVELLI TORINO enticinque anni fa, nella notte fra il 18 e il 19 settembre del 1985, Italo Calvino moriva in un ospedale di Siena. Stava per compiere (ad ottobre) 62 anni. Nella ricorrenza della sua scomparsa i promotori di «Portici di Carta», una grande libreria all’aperto che si snoda per oltre due chilometri nel centro di Torino, la città in cui lo scrittore visse a lungo, hanno voluto dedicargli (insieme a un ricordo di Gian-
ni Rodari) la quarta edizione in programma sabato e domenica. Oltre a una serata con Silvio Perrella, Domenico Scarpa e Guido Davico Bonino, una passeggiata letteraria guidata da Piero Bianucci e l’esposizione nei negozi di pagine e volumi dell’autore de Il sentiero dei nidi di ragno, l’omaggio è arricchito dalla presentazione di carte inedite. È stata resa possibile grazie alla collaborazione fra Roberto Cerati, presidente onorario dell’Einaudi, la casa editrice di Calvino, e Rocco Pinto, l’ideatore della manife-
A Giulio Einaudi
A Guido Davico Bonino/ 1
A Guido Davico Bonino/ 2
“UNA COLLANA DI SAGGI CON POE, CONRAD PROUST E MALLARMÉ”
“ABC READING È UN LIBRO BELLISSIMO”
“BISOGNA STAMPARE SILVINA OCAMPO PRIMA DEGLI ALTRI”
Castiglion della Pescaia 1 settembre ’82 Caro Giulio, mi rallegro delle buone notizie del tuo pronto ristabilimento, che ho seguito a distanza durante l’estate. Ecco un elenco per Centopagine e uno — ancora molto approssimativo — per Centopagine-saggi, per il quale bisognerà discutere con Claudio R. il quale ha certo molte altre proposte e più “È ancora un precise. (...) elenco molto Prime indicazioni per Cen- approssimativo topagine sag- e bisognerà gistica discuterne” Coleridge, Poe, Schiller, sulla poesia ingenua e sentimentale, Schlegel, Sulla poesia greca, Toqueville, Bataille, Callois, Leiris etc., Le Collège de Sociologie, Valéry (studiare in base ai progetti in corso e traduzioni che abbiamo), Ruskin, Elementi di disegno, Benjamin, Della traduzione, Stevenson, Saggi letterari, Pirandello, L’umorismo, Simmel, Mallarmé, Conrad, Lo specchio del mare, Cattaneo, Ortega y Gasset, Schwob, Il libro della memoria (e altri saggi), Fénéon, De Quincey, L’assassinio come una delle belle arti, Baudelaire, Oscar Wilde, Balzac, Trattato degli eccitanti moderni (e altri saggi), Roussel, Comment j’ai écrit, Proust, Kleist, Sul teatro delle marionette.
Parigi, 21-3- ’70 Caro Guido, Kenneth Rexroth è un personaggio interessante tanto che andai a trovarlo in casa sua a San Francisco dieci anni fa, e feci prendere l’opzione per Bird in the Bush. Ma il carattere troppo disparato dei saggi e il tipo del saggista “temperamentale” sono elementi che fanno sì che un libro in italiano non lo vedo, insomma non saprei come potremmo im- “Pound è un porne la lettu- poeta critico ra. (...) Il suo contat- sente la to con la poesia concretezza e le traduzioni della poesia” di poesia ricorda il miglior Pound saggista, per esempio il Pound di ABC of Reading, libro bellissimo, quello sì sarebbe bello fare, allora in quel genere di poeta-criticoche-sente-la-concretezza-dellapoesia sarebbe bello fare Pound, anche lui con i suoi scatti temperamentali e fissazioni, però con un’autorità quando maneggia un poema o di ideogramma (anche se la conoscenza delle lingue di Pound è certo inferiore a Rexroth e il cinese se R. ne sa pochino, figuriamoci P.). Insomma io non lo vedo, il libro di K. R. né come antologia di un saggista né come libro settoriale di saggi su un tema. Se qualcun altro con questi saggi sapesse montare un libro che sta in piedi, io ben contento. Ciao Calvino
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Parigi 25 ottobre 1970 Caro Guido, ho visto ieri (con Bioy Casares) la Silvina Ocampo. Sta per uscire da Gallimard una antologia di suoi racconti, scelti e preparati da Borges, tradotti da Callois. Ciò vuol dire che anche per questa eccellente e finora trascurata scrittrice arriva in tarda età (dimostra una settantina d’anni) il momento del riconoscimento europeo, e anche in Italia ci sarà la corsa a pubbli“Sta per uscire carla. Per i diritda Gallimard ti, al solito, un l’antologia dei pasticcio. Lei suoi racconti dice che li tratta scelti da Borges” lei. Il volumetto con due racconti che fece Wilcock è un’edizione pirata o piratoamichevole. Wilcock è uno dei migliori amici di Silvina, però Silvina quel libretto non l’ha mai visto. (...) I volumi di racconti da cui bisognerebbe scegliere sono i seguenti: Autobiografia de Irene (Sur) La furia (Sur) Las invitadas (Losada) (...) Tu cerca di chiedere agli editori testi e opzioni, dando per scontato che non si saprà mai niente di chiaro. Forse informarti da Gallimard è il sistema migliore. Pare che Livio Bacchi Wilcock stia traducendo dei racconti di Silvina, chissà per chi, ma potrebbe anche non essere vero. Baci e abbracci Calvino
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
CULTURA R2CULTURA
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FESTIVAL DELLA FILOSOFIA DI MODENA
ZYGMUNT BAUMAN a modernità è arrivata come una promessa, ben determinata a sfidare e conquistare l’incertezza, a condurre contro quel mostro policefalo una guerra totale di logoramento. I filosofi dell’epoca spiegavano l’improvvisa abbondanza di crudeli e terrificanti sorprese - prodotte dalle forze sprigionate da lunghissime guerre di religione, fuori controllo e tali da sfuggire alla presa e al freno di pesi e contrappesi - con il fatto che Dio si era ritirato dalla supervisione diretta e dalla gestione quotidiana della Sua creazione, oppure con il cattivo funzionamento della creazione in quanto tale, ossia con i capricci e i ghiribizzi cui la Natura è soggetta finché, non venendo imbrigliata dall’ingegno umano, resta aliena e sorda rispetto ai bisogni e ai desideri degli uomini. Vi potevano essere differenze tra le spiegazioni preferite, tuttavia gradualmente emerse un ampio accordo relativo al fatto che l’attuale amministrazione degli affari mondani non reggeva alla prova e che il mondo aveva bisogno di essere urgentemente sottoposto a una nuova gestione (umana, questa volta) indirizzata a chiudere i conti una volta per tutte con i più terribili demoni dell’incertezza: la contingenza, la casualità, la mancanza di chiarezza, l’ambivalenza, l’indeterminazione e l’imprevedibilità. (...) Quando tale compito sarebbe stato portato a compimento, gli esseri umani non sarebbero più stati dipendenti dai “colpi di fortuna”. La felicità umana non sarebbe più stata un dono del fato, ben gradito, ma non richiesto, bensì il regolare prodotto di una programmazione fondata sulla conoscenza scientifica e sulle sue applicazioni tecnologiche. In realtà la gestione umana non è stata in grado di corrispondere alle aspettative popolari, alimentate dalle assicurazioni generosamente concesse dai suoi dotti progettisti e dai suoi poeti di Corte. È vero che molti dispositivi ricevuti in eredità e accusati di saturare d’incertezza la ricerca umana erano stati smantellati e gettati via, ma il volume d’incertezza prodotto dai modelli che li
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La modernità ha compiuto ogni sforzo per sconfiggere i capricci della natura e per imporre il dominio della ragione
LASOCIETÀ DELLA INCERTEZZA Addio alle soluzioni collettive siamo costretti a fare da soli MODENA — Zygmunt Bauman, Carlo Galli e Michela Marzano, di cui anticipiamo i testi, sono ospiti alla decima edizione del Festivalfilosofia in programma a Modena, Carpi e Sassuolo da domani a domenica. Il tema di quest’anno è la fortuna. «L’avvenire, il domani, pare aver riacquistato la sua natura di incontrollabile contingenza, di luogo di esplicazione di grandi forze che, in gran parte, sfuggono al nostro controllo», ha detto Remo Bodei, presidente del comitato scientifico della manifestazione. L’inaugurazione – venerdì alle 15 a Modena in Piazza Granavevano sostituiti non era inferiore al precedente. (...) Per i primi cento o duecento anni del-
Oggi, nell’epoca liquida, ci sono infinite ragioni, più che 50 anni fa, per sentirsi insicuri la guerra contro l’incertezza si è minimizzato il fatto che non si fosse registrata una convincente vittoria. I sospetti che l’incertezza potesse essere una compagna permanente e inseparabile dell’esistenza umana tendevano a veni-
de – è affidata all’83enne Bauman con la prima delle 50 lezioni magistrali di intellettuali italiani e stranieri in programma. Tra i relatori: Marc Augé, Gustavo Zagrebelsky, Massimo Cacciari, Umberto Galimberti, Enzo Bianchi, Tullio Gregory, Maurizio Ferraris, Roberto Esposito. Gli altri 150 appuntamenti riguarderanno la narrazione (con letture di Erri De Luca e Stefano Benni), il teatro (con Paolo Rossi e Alessandro Haber), il cinema (Enrico Ghezzi racconta Kieslowski), la musica, le iniziative per bambini.
re negati come essenzialmente sbagliati, o quanto come non sufficientemente dimostrati, dunque prematuri: nonostante le crescenti prove in contrario, era ancora possibile pronosticare che, dopo aver corretto questo o quell’errore e dopo aver superato o aggirato questo o quel rimanente ostacolo, si sarebbe potuta conseguire la certezza. (...) Durante gli ultimi cinquant’anni, tuttavia, si è fatto largo un drastico cambiamento nella nostra visione del mondo, che ne condiziona adesso parti ancor più fondamentali rispetto alla concezione che avevano i nostri antenati riguardo al ruolo della contingenza negli itinerari congiunti della storia umana e della vita degli individui, e alle loro idee di come si poteva mitigarne l’impatto
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grazie al progresso della conoscenza e della tecnologia. Nelle nuove narrazioni delle origini e dello sviluppo dell’universo, della formazione del nostro pianeta, delle origini e dell’evoluzione della vita sulla Terra, così come nelle descrizioni della struttura e del movimento delle unità elementari di materia, gli eventi casuali – cioè eventi essenzialmente imprevedibili, indeterminati o del tutto contingenti – sono stati promossi e innalzati dal grado di marginali “fenomeni di disturbo” a quello di attributi primari della realtà e sua principale spiegazione. La moderna idea di ingegneria sociale fondava la sua affidabilità sull’assunzione di ferree leggi che governavano la Natura e avrebbero reso l’esistenza
umana ordinata e pienamente regolata, una volta spazzate via le contingenze responsabili delle turbolenze. Negli ultimi cinquant’anni, però, si è arrivati a mettere in questione e sempre più a dubitare dell’esistenza stessa di tali “ferree leggi” e della possibilità di concepire ininterrotte catene di causaeffetto. Oggi ci stiamo rendendo conto che contingenza, casualità, ambiguità e irregolarità sono caratteristiche inalienabili di tutto ciò che esiste, e pertanto sono irremovibili anche dalla vita sociale e individuale degli esseri umani. (…) Detto questo, si noti che nella nostra epoca liquido-moderna ci sono infinite ragioni, più che cinquant’anni fa, per sentirsi incerti e insicuri. Dico “sentir-
Le ricadute sulla condizione femminile
DONNE CHE SFIDANO IL LORO DESTINO
Istituto Nazionale di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico ESTRATTO BANDO DI GARA L’Istituto Nazionale di Ricovero e Cura per Anziani V.E.II – con sede in Ancona – Via Santa Margherita, 5 – indice la seguente gara a Procedura aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/06 e s.m.i.: • Il giorno 19/10/2010 alle ore 09.30 avverrà l’apertura dei plichi per la “Fornitura ed installazione in service di strumenti vari e relativi reagenti, diagnostici e materiali di consumo, per i laboratori del PO di Cagliari e del POR di Cosenza” per un importo di €. 1.276.000,00 IVA esclusa. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 14.10.2010. Gli interessati devono far pervenir le offerte, complete della documentazione richiesta nei bandi di gara, al Protocollo Centrale dell’INRCA – Via Santa Margherita, 5 – 60124 Ancona. I bandi integrali e la relativa documentazione di gara sono disponibili sul sito internet dell’Ente (www.inrca.it) e ogni informazione può essere richiesta con le modalità previste nei disciplinari di gara.
MICHELA MARZANO
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U.O.C. Acquisizione Beni e Servizi/Logistica Il Dirigente Amministrativo Dott.ssa Laura Oliveri
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA Commissario Straordinario ex art. 11 comma 18° L. 887/84 AVVISA Che è in corso di pubblicazione all’Albo del Comune di Napoli e sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania l’Ordinanza n° 57 del 28 luglio 2010 con la quale sono stati prorogati al 30/06/2012 i termini di completamento delle procedure espropriative fissati al 29.07.2010 con ordinanza n° 15 del 16.01.2008 nell’ambito dei lavori di Via Sartania. Napoli, 15 settembre 2010 Caldoro
a quando in qua è permesso alla donna di rinnegare il suo sesso, di farsi uomo? La natura ha detto alla donna: sii donna. Le cure dell’infanzia, le faccende domestiche, le varie preoccupazioni della maternità, ecco il tuo lavoro». È con queste parole che Pierre-Gaspard Chaumette, nel 1793, accoglie Claire Lacombe, presidente della Società delle donne repubblicane e rivoluzionarie, che aveva forzato l’ingresso del Consiglio generale. Nonostante si fossero battuti per la libertà e l’uguaglianza di tutti, i rivoluzionari francesi non hanno nessuna intenzione di mettere in discussione la “superiorità naturale” degli uomini sulle donne. (...) Ma che legame esiste tra un insieme di caratteri biologici e genetici, quello che si chiama comune-
Oggetto: ESTRATTO DI AVVISO DI GARA A PROCEDURA APERTA Questa Direzione Generale intende procedere all’affidamento dei servizi per la redazione di Piani di gestione dei siti ricompresi nella rete Natura 2000 - Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Molise 2007-2013. Il bando di gara è stato pubblicato sulla GUUE S163 in data 24/08/2010 e sulla GURI n.104 in data 08/09/2010; Documenti ed informazioni dovranno essere richiesti mediante istanza scritta all’Amministrazione appaltante al seguente indirizzo: Regione Molise, Direzione Generale III Politiche Agricole, Forestali e Politiche della Montagna, Pesca Produttiva via Nazario Sauro, 1 86100 Campobasso, tel 0874 429489 fax 0874429430. Le offerte dovranno pervenire all’indirizzo di cui sopra entro il termine previsto dal bando. Si segnala inoltre che la documentazione in oggetto è disponibile anche su internet al sito www.regione.molise.it nella sezione Bandi e gare e nella sezione l’Europa in Molise – PSR 2007-2013. IL DIRETTORE GENERALE Dr. Antonio Francioni
mente il “sesso”, e tutte le dimensioni psicologiche e sociali che fanno sì che ci si senta uomini o donne, ossia il “genere”? Si nasce donna o lo si diventa, come diceva Simone de Beauvoir? Quale è oggi la sorte delle donne? Per secoli, si è preteso che, a differenza dell’uomo, capace per natura di contribuire allo sviluppo della vita pubblica e all’organizzazione della società, la donna dovesse accontentarsi del ruolo di moglie e di madre, per essere l’angelo del focolare obbediente e sottomesso. Si è dato per scontato che le donne fossero, sempre per natura, incapaci di autonomia morale. Si è allora concluso che l’unica possibilità che restava alla donna per dare un senso alla propria vita fosse di incarnare une serie di “virtù” tipicamente femminili, come l’obbedienza, il silenzio, la fedeltà. Fino alla rinuncia definitiva, al disinteresse, in sostanza, per la propria sorte.
Oggi, nelle società occidentali, la situazione è cambiata. (...) Dopo secoli di segregazione, le donne godono, almeno in teoria, degli stessi diritti e della stessa dignità degli uomini. Possono laurearsi, diventare manager, assumere responsabilità. Possono diventare medici, giudici, professori universitari. Possono scegliere se essere o meno madri.
La parità è astratta se le ragazze pensano che solo con la bellezza avranno successo Possono amare un uomo e poi lasciarlo. Possono amare una donna e voler vivere con lei tutta la vita… Ma quando si passa dalla teoria alla pratica, quando si analizza la realtà, che cosa resta di questa libertà, di questa autono-
la Repubblica
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Ma la casualità è compagna inseparabile dell’esistenza umana. E il mondo globale impone soluzioni individuali
si”, perché il volume delle incertezze non è aumentato: lo hanno fatto invece volume e intensità delle nostre preoccupazioni e ansie, e ciò è accaduto perché le lacune tra i nostri mezzi per agire efficacemente e la grandiosità dei compiti che ci troviamo di fronte e siamo obbligati a gestire sono divenute più evidenti, più ovvie e in verità più minacciose e spaventose rispetto a quelle di cui hanno fatto esperienza i nostri padri e i nostri nonni. A farci sentire un’incertezza più orrenda e devastante che in passato sono la novità nella percezione della nostra impotenza e i nuovi sospetti che essa sia incurabile. (…) Man mano che il potere di agire in modo efficace gli è scivolato via dalle dita, gli Stati, indeboliti, sono stati costretti ad arrendersi alle pressioni dei poteri globali e ad “appaltare” alla cura e alla
responsabilità degli individui un numero crescente di funzioni in precedenza da loro erogate. Come ha mostrato Ulrich Beck, oggi ci si aspetta che siano donne e uomini singolarmente a cercare e trovare risposte individuali a problemi creati socialmente, ad agire su di essi utilizzando le loro risorse individuali e ad assumersi la responsabilità delle loro scelte, nonché del successo o insuccesso delle loro azioni. In altri termini, oggi siamo tutti “individui per decreto”, cui si ordina, presupponendo che ne siamo capaci, di progettare le nostre vite e di mobilitare tutto ciò che serve per perseguire e realizzare i nostri obiettivi di vita. Per la maggior parte di noi, tuttavia, questa apparente “acquisizione di capacità” è in tutto o quanto meno in parte una finzione. La maggior parte di noi non possiede le risorse necessarie
La maggior parte di noi non possiede le risorse per innalzarsi al rango di individui di fatto per innalzarsi dalla condizione di “individui per decreto” al rango di “individui di fatto”. Ci mancano la conoscenza necessaria e la potenza richiesta. La nostra ignoranza e la nostra impotenza nel trovare e attuare soluzioni individuali a problemi socialmente prodotti hanno come esito perdita di autostima, vergogna per essere inadeguati di fronte al compito e umiliazione. Tutto ciò concorre all’esperienza di un continuo e incurabile stato di incertezza, cioè l’incapacità di assumere il controllo della propria vita, venendo così condannati a una condizione non diversa da quella del plancton, battuto da onde di origine, ritmo, direzione e intensità sconosciuti. Traduzione di Daniele Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma si può (e si deve) poterlo rompere anche con l’aiuto delle parole. Se il linguaggio è spesso uno strumento di asservimento, altre volte può diventare un luogo di scontro. Come scrive la femminista americana bell hooks: «Le nostre parole sono azioni, resistenza». È attraverso le parole che si deve cominciare a rifiutare il “dover essere donna” secondo una serie di regole e di norme socioculturali. È attraverso le parole che si può difendere “l’essere” molteplice e variegato di ognuna di noi e proteggere la nostra “differenza”. «Stare insieme alle donne non era abbastanza, eravamo diverse», scrive Audre Lorde. «Stare insieme alle donne gay non era abbastanza, eravamo diverse. Stare insieme alle donne nere non era abbastanza, eravamo diverse. C’è voluto un bel po’ di tempo prima che ci rendessimo conto che il nostro posto era proprio la casa della differenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La lezione del sociologo e filosofo polacco apre la rassegna di quest’anno che riflette sul tema della sorte
Il disegno è di Tullio Pericoli
mia e di quest’uguaglianza uomo-donna? Nonostante tutto, la mentalità, gli usi e i costumi, anche negli ambienti progressisti, tardano a cambiare. Tante donne vengono giudicate “fallite” o “incomplete” quando non hanno figli. Numerose adolescenti pensano che l’unico modo per avere successo nella vita sia essere belle. (...) Nella vita di ognuno di noi esistono molte cose che non si possono cambiare. Nessuno sceglie la propria famiglia, il proprio paese, il milieu sociale e culturale in cui evolve. Ognuno ha delle caratteristiche ben precise con cui deve, volente o nolente, apprendere a convivere. Dei punti di forza e tante fragilità e debolezze. Tutto dipende, però, da quello che si riesce a fare di questa fragilità che ci rende tutti vulnerabili. La vita non è mai un destino interamente tracciato. Si può sempre “rompere il cerchio con una risata”, come diceva Virginia Woolf.
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Il ruolo dell’irrazionalità nelle ideologie e nell’azione pubblica
QUANDO LA POLITICA AFFRONTA IL CASO CARLO GALLI l caso, all’accadere, è stata prevalentemente opposta la necessità; all’instabilità della contingenza la stabilità di un ordine, all’imprevedibilità la prevedibilità, alla molteplicità l’unità, al non senso il senso. È la ragione che ha avuto il ruolo principale nello sforzo di neutralizzare l’intrattabilità del caso. Soprattutto nell’ambito politico la ricchezza dell’esperienza è stata percepita come minacciosa, come caos; e così nella potente prosa di Machiavelli è scolpito lo sforzo di fronteggiare con la Virtù – con l’operare efficace – la non umanità e la non razionalità del mondo, la Fortuna; lo sforzo di elevare argini contro quel fiume in piena che è il corso degli eventi, e la consapevolezza che prima o poi verranno travolti, nonostante l’intelligenza e il coraggio che si possano profondere (il che peraltro è raro) nell’attività politica. Ma il lucido e appassionato disincanto di Machiavelli – la sua lotta a viso aperto contro la Fortuna e contro la sua intrinseca necessità – non è il mainstreamdel pensiero moderno. Che si è invece adoperato – a partire da Hobbes – per eliminare, per uniformare e disciplinare, ogni evento abnorme, ogni contingenza. Se il caso è necessariamente costitutivo della natura e della natura umana, gli si deve opporre una necessità non naturale ma costruita dall’uomo: quell’artificio indispensabile che è l’ordine politico moderno, che vuol essere una sorta di compagnia assicurativa contro gli incerti della vita. Un ordine che non lascia nulla al caso, e che anzi tende a eliminarlo come anomalia, irrazionalità, mostruosità. Nel corso della modernità l’effetto-necessità è progressivamente aumentato: il bisogno moderno di sicurezza non si concepisce come avventura della ragione, come esso stesso contingente, ma come necessario, inevitabile e garantito: ha così generato le ideologie, sistemi di pensiero – e di pratiche – che fanno della politica lo spazio di realizzazione di un ordine necessario, già scritto nella natura, nella storia, nella tradizione o, più spesso, nel progresso. E anche quando, giunta agli estremi della sua efficacia, la politica moderna riscopre la forza della contingenza, la crucialità del caso, lo pone pur sempre al servizio di un progetto d’ordine, lo iscrive dentro le logiche di una statualità lanciata oltre la propria forma razionale: Carl Schmitt, con la teoria della sovranità come decisione sul caso d’eccezione, costituisce il migliore esempio di una riscoperta del caso che al contempo ne sfigura la potenziale ricchezza. Certo, l’età moderna ha anche conosciuto altre modalità di trattazione del caso: da quella di Spi-
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noza – che elimina la nozione stessa di contingenza per affermare la necessità di tutte le modalità dell’essere – a quella di Nietzsche, con la sua gioiosa accettazione del destino, col suo dire Sì all’eterno ritorno, a quella di Heidegger, con la sua sottolineatura della dimensione della possibilità, della rischiosa fuoriuscita dallo spazio metafisico della “salvaguardia”. Si deve inoltre aggiungere la vitalità letteraria dell’occasione, cuore della poetica di Montale, e anche l’avventura, che continua a permeare l’immaginario occidentale. Eppure, la dimensione dell’avventura fatica a farsi autonoma, e si riduce ad un’esistenza marginale, a fuga, a compensazione del meccanismo moderno della necessità. Invece che esserne la contestazione, il caso scaturisce piuttosto dall’interno della stessa necessità, come intrinseca irrazionalità, come mostruosità, della moderna razionalità ordinativa. È la casualità dei meccanismi della politica totalitaria che travolge ogni vita come inutile e deviante; è l’incom-
In Machiavelli emerge lo sforzo per fronteggiare la Fortuna prensibilità del mondo della tecnica e dell’economia, che da guscio protettivo della soggettività è diventato – e ne facciamo quotidianamente esperienza – un ambiente ostile e selvaggio, una giungla in cui può succedere di tutto, in cui i progetti di vita invece che essere liberamente e razionalmente perseguibili sono davvero affidati al caso (e a quel caso particolare che è la nascita in questo o quello strato sociale, in questa o quella parte del mondo). È questa vita nella casualità – a cui si aggiunge la morte nella casualità, a opera del terrorismo o di qualche bomba intelligente – l’altra faccia della moderna lotta razionale contro il caso; una casualità che si presenta come cieca necessità, come Fortuna bendata che fa vivere o fa morire individui che non hanno più alcun controllo razionale sulle proprie vite. Ma questo nuovo e paradossale connubio fra caso e necessità ha un nome ben decifrabile: ingiustizia. Il che lo mostra non necessario, e anzi contingente. E, chissà, forse anche rimovibile, in una nuova appassionata lotta contro il ripresentarsi, dopo la necessità del caso, della casualità della necessità. Una lotta in nome, questa volta, della libertà e della contingenza; un’Avventura alla ricerca non della Ragione ma delle molteplici ragioni dell’umanità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
SPETTACOLI
&TELEVISIONE
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Abbiamo assistito all’incontro tra il re del rock e Norton alla presentazione del documentario sul making del celebre disco
Il rocker
L’attore
A quei tempi, era il 1978, ero impaurito da quello che succedeva intorno. Ero impaurito dal successo Temevo che potesse distruggere la mia identità
Dylan dava l’impressione di essere il definitivo savant, di pensare su grande scala, ma anche tu dai sempre la sensazione di sapere esattamente quello che fai
DAL NOSTRO INVIATO GINO CASTALDO TORONTO uando arriva Springsteen il mondo si ferma. Perfino Ed Norton, amico del boss da più di un decennio, si trasforma in un fan rispettoso. L’attore e il rocker sono a Toronto per la presentazione del documentario sul making dell’album del 1978 Darkness on the edge of town. «Capita di ricevere complimenti dai tuoi idoli, ma se a farlo è Bruce Springsteen è una cosa inimmaginabile». Quando entra il Boss tutta la platea si alza in pie-
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Bruce &Edward
di e intona il rituale saluto: «Bruuuuuce, bruuuuuce», come in un coro da stadio. La conversazione prende la piega di una lectio magistralis su quell’album e più in generale sull’America, sulla musica, sull’identità del rock. «Il documentario sul making del disco è un tesoro» dice Norton, «ed è bello che tu lo abbia condiviso col pubblico. Ma cosa ti ha dato fiducia nel credere che il rock potesse diventare un modo di raccontare così profondamente la parte oscura delle cose?». Springsteen pesa le parole, è accorato, divertente e profondo allo stesso tempo, sa che l’argomento è cruciale, che quel disco fu una svolta nella sua carriera: «Sono cresciuto in un piccolo villaggio del New Jersey, ma se eri ragazzo negli anni 60 tutto era nell’aria, era eccitante, e c’erano artisti come Bob Dylan che avevano il coraggio di spingersi in direzioni mai battute. In studio per Darkness, realizzammo qualcosa come settanta pezzi, e fu difficile scegliere. Dopo Born to run, per una causa col vecchio manager, eravamo stati fermi quasi tre anni, avevamo registrato molte canzoni gioiose, ma io stavo cercando un’identità. Molti dimenticano che in quel periodo c’era stato il punk, e l’America stava passando un periodo drammatico: la guerra del Vietnam era finita da qualche anno, ed era come se il paese avesse perso l’innocenza. Io ero un ragazzo ambizioso, volevo essere la voce di tutto questo. Quindi tolsi tutte le canzoni più allegre e lasciai le dieci più toste. Ne uscì un disco arrabbiato». Ed Norton: «C’è voluto molto coraggio per fare un disco del genere?». Springsteen: «Altro che coraggio: paura. Ero impaurito da quello che succedeva intorno. Ero impaurito dal successo. Temevo che potesse distruggere la mia identità. Eravamo ancora giovani provinciali. Non conoscevamo gli artisti famosi, non prendevamo neanche l’aereo, eravamo molto legati al territorio, e quindi eravamo confusi. Ci sentivamo mutanti nei nostri stessi paraggi». Norton: «Ma allo stesso tempo vi stavate aprendo ad altre cose:
Toronto, tutti in piedi parla il Boss “Io, ‘Darkness’ e la working class”
c’è una visione del paese, nel documentario le chiami “song pictures”». Springsteen: «Sì, anche se venivamo da una piccola realtà volevamo essere importanti, che tutti sentissero la nostra voce. Non c’era alcuna modestia in questo. Conobbi De Niro e Scorsese, che una volta disse: “Il lavoro dell’artista è fare in modo che il pubblico prenda a cuore le tue ossessioni”. C’erano film come Taxi drivere Mean streets. Io volevo che Darkness riflettesse i tempi. In un
Quando il musicista entra in sala per parlare dell’album parte una raffica di cori da stadio
Una sorta di “lectio magistralis” su America, musica, e identità del rock a partire dal disco
certo senso era “cinematico”. In quel periodo io e Little Steven comprammo una macchina per 2000 dollari e ce ne andammo in giro per il Southwest a vedere l’A-
merica». Norton: «C’era stato Bob Dylan, uno che dava l’impressione di essere il definitivo savant, di pensare su grande scala, ma anche tu
dai sempre la sensazione di sapere esattamente quello che stai facendo». Springsteen: «Sono cresciuto ascoltando Jerry Lee Lewis, il gospel, il blues, devi studiare tutte queste cose per fare poi quello che vuoi. Ma quel periodo era molto diverso da oggi. Le cose cambiavano velocemente. Quando uscì Darkness sembrava che a trent’anni uno fosse già vecchio. Ricordo che tutti erano alla ricerca del nuovo Dylan, ma in quel momento Dylan aveva poco più
Il cofanetto
Concerti, interviste e tanto materiale inedito TORONTO — A vederlo sfilare sul red carpet del Toronto Film Festival, è come se un guerriero operaio stesse portando il peso della realtà nel mondo delle illusioni della fabbrica del cinema. Bruce Springsteen si è comunque dignitosamente assoggettato (accompagnato dalla moglie Patty Scialfa) per presentare il magnifico documentario The promise, di Thom Zimmy. La valanga Springsteen in arrivo (uscirà a novembre) ha un titolo del passato: Darkness on the edge of town, un cofanetto-monstre: tre cd (la versione originale rimasterizzata del disco del 1978) più un mare di inediti, la copia del famoso notebook del Boss, tre dvd con un concerto dell’anno scorso ad Asbury Park senza pubblico, un concerto dell’epoca, e soprattutto il magnifico documentario sul
IL DISCO Springsteen in copertina su “Darkness on the edge of town” (1978)
making del celebre album, realizzato grazie alla riscoperta di un prezioso materiale inedito. «Sì, quando eravamo in studio per Darkness un amico girò con una piccola cinepresa, e quella roba è rimasta lì per anni» ha raccontato Springsteen, «ce n’eravamo perfino dimenticati». Poi la riscoperta, in occasione del rilancio del vecchio disco con nuove interviste e nuovo materiale affiancato a quell’emozionante bianco e nero, così da offrire un continuo gioco dinamico tra ieri e oggi, con i protagonisti (Little Steven su tutti) messi a confronto, per la rilettura di uno dei dischi fondamentali del Boss. Molti gioielli furono scartati perché troppo pop, o troppo soul, o troppo gioiosi. Oggi finalmente è possibile riscoprirli tutti. (g.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
di trent’anni». Norton: «Vi hanno influenzato scrittori beat come Kerouac e Ginsberg?». Springsteen: «Non direttamente. Ginsberg l’ho letto dopo aver fatto il primo disco e ho fatto dei confronti. Ma in fondo eravamo bohemien per caso, la nostra era working class music. Eravamo influenzati soprattutto dai dischi che ascoltavamo. Anche Elvis a suo modo era stato un rivoluzionario, aveva mischiato generi, razze». Norton: «C’è stata anche un’attenzione alla realtà politica del paese. Com’è cominciata?». Springsteen: «Sicuramente con The river, col tour di Amnesty International, ma c’è sempre stata la coscienza di quello che succedeva. Quando facevo Darkness volevo onorare la storia dei miei genitori, della gente che conoscevo, erano cose che non erano state scritte. Poi gradualmente ho capito sempre di più, anche grazie alle lunghe conversazioni con Jon Landau, cercavo di capire chi fossi, cosa volesse dire il successo, volevo mantenere il senso di me stesso anche se la mia vita era cambiata, cercavo di rimanere sano, attraverso la rabbia e il riscatto». Norton: «Se potessi parlare al te stesso giovane del documentario e agli altri della E Street Band del 1978, cosa diresti?». Springsteen: «Gli direi di non preoccuparsi della vita, ma del lavoro. La realizzazione di Darkness fu così dura che a volte pensavamo che lo stessimo facendo nel modo sbagliato, ma guardando indietro posso solo dire che era l’unico modo in cui sapevamo farlo. Quel disco è stato l’inizio di una lunga conversazione coi miei fan che dura ancora oggi, e che è stata una delle cose più importanti della mia vita. Volevo intrattenere la gente, volevo una Cadillac rosa, volevo le ragazze, ma quello di cui avevo più bisogno era dare un significato al mio lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il personaggio
In edicola domani
Musica
Addio a Caterina Boratto, attrice dei telefoni bianchi
Jovanotti e la lirica sul Venerdì
Vasco Rossi, riparte il tour indoor
È morta ieri pomeriggio a Roma a 95 anni Caterina Boratto, l'attrice dei telefoni bianchi. Era nata a Torino il 15 marzo del 1915
Jovanotti, primo artista italiano su Ping, il social network della Apple, è al centro dell’intervista sulla lirica e i bambini sul Venerdì di domani
Sabato parte da Cagliari l'ultima tranche di concerti "indoor" di Vasco Rossi. Seguiranno 48 date, 8 solo a Milano.
Da “Sfide” a “I migliori anni” il successo della tv vintage Lo show di Conti abbinato alla Lotteria. E poi Baudo e Minoli ERNESTO ASSANTE ROMA i preme un tasto sul telecomando e apparentemente si accende il televisore. In realtà sembra di aver acceso la macchina del tempo e che questa macchina non riesca ad andare verso il futuro, ma sia in grado di portarci soltanto nel passato. Sarà che il pubblico della televisione generalista e in particolare quello delle reti più seguite dal pubblico è sostanzialmente adulto, sarà che gli autori dei programmi sono a corto di idee nuove o rivoluzionarie, sarà anche che noi, i telespettatori, amiamo particolarmente rivedere film e spettacoli televisivi di qualche anno fa, farci raccontare storie del passato o cantare canzoni che conosciamo a memoria, fatto sta che la televisione della memoria e della nostalgia domina i palinsesti, soprattutto quelli della Rai che ha a disposizione un immenso archivio, e che i programmi che guardano al passato fanno il pieno degli ascolti. Il caso più notevole è quello di I migliori anni, condotto da Carlo Conti, giunto quest’anno alla sua quarta edizione, uno show semplicissimo nella struttura, imbattibile nella formula, che mescola canzoni dagli anni Sessanta a oggi, con personaggi delle diverse epoche che tornano in sce-
S
I programmi NOVECENTO Ritorna il 20 settembre il programma condotto da Pippo Baudo
La memoria
Noi affrontiamo il passato in modo leggero: canzoni e personaggi fanno parte di una storia collettiva
CORREVA L’ANNO Storie e personaggi della storia d’Italia raccontati con filmati d’epoca
I giovani
Queste trasmissioni che vanno indietro con la macchina del tempo piacciono ai giovani
DA DA DA Sequenze di immagini ininterrotte, che in ogni puntata seguono un unico filo conduttore
na e ricordano con il conduttore i loro “migliori anni”. Lo show ha avuto molto successo nelle tre passate edizioni e la nuova, che prende il via domani e va in onda su RaiUno alle ore 21, sarà abbinata alla Lotteria Italia. «Il passato vive sempre, è la nostra vita, la nostra memoria. È come la “Divina Commedia” di
Dante o “I Malavoglia” del Verga che sono sempre attuali. Certo, noi affrontiamo il tutto in modo più leggero, per noi le canzoni, i film, i personaggi, sono elementi di una storia collettiva. Ecco quello che facciamo noi con I migliori anni è far rivivere in chiave moderna i classici del passato».
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REPUBBLICA.IT Sul sito, la versione integrale dell’incontro con Springsteen
Carlo Conti condurrà la nuova edizione de “I migliori anni” Sono diversi i modi di declinare la memoria che la televisione sta sfruttando, da quello narrativo di Sfide, che va in onda tutti i venerdì su RaiTre alle 23.55 e che punta sulla memoria sportiva, a quello più giornalistico di Giovanni Minoli e del suo La storia siamo noi, in onda il che ricostruisce momenti e personaggi con un taglio veloce e informativo, da quello in grado di mescolare intrattenimento e informazione con il Novecento raccontato da Pippo Baudo su RaiTre dal 20 settembre in prima serata, fino ai programmi più legati alla memoria come Correva l’anno, sempre su RaiTre il martedì alle 23.50, o quelli di purissima nostalgia come Da da da che per tutta l’estate ha messo in funzione al meglio la macchina del tempo. Gli eventi, le canzoni, i personaggi del passato fanno parte della storia di ogni telespettatore, ed è questa, secondo Carlo Conti la chiave del successo di queste trasmissioni: «É la memoria collettiva che si incontra con la memoria del singolo. Ma queste trasmissioni interessano anche i giovani, perché il “vintage” è in voga nell’universo dei ragazzi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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SPETTACOLI & TV R2SPETTACOLI
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CARMINE SAVIANO ROMA re anni fa avevano lasciato tutti a bocca aperta, fan e discografici, distribuendo in download gratuito il loro ultimo disco, In Rainbows. E oggi i Radiohead tornano sul luogo del delitto, spostando ancora più avanti le frontiere musicali nell’età digitale. Come? Regalando l’audio ufficiale del concerto tenuto il 23 agosto scorso a Praga ai fan che, durante quello show, avevano realizzato un film collettivo. Il risultato è Prague Dvd, un video scaricabile gratuitamente dalla rete e già diventato un piccolo oggetto di culto (lo si trova all’indirizzo www.radiohead-prague.nataly.fr). È incredibile anche la storia che ha portato alla realizzazione di Prague Dvd. Tutto parte da Nataly, praghese, fan sfegatata del gruppo che insieme ad altri appassionati della band di Thom Yorke, decide di filmare il concerto nella sua città con quante più videocamere possi-
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PER SAPERNE DI PIÙ radiohead-prague.nataly.fr www.thecovemovie.com
I Radiohead spopolano in rete su Internet il film realizzato dai fan Lo scorso 23 agosto 62 spettatori armati di telecamera hanno registrato il concerto della band
Il risultato è “Prague dvd” che si scarica gratis col consenso di Thom Yorke & C.
bili. Crea un team con alcuni amici, inglesi e americani, e si mette al lavoro. Dopo alcuni mesi e migliaia di mail la squadra di Nataly è pronta: 62 operatori pronti a riprendere il concerto da ogni angolazione si ritrovano, il pomeriggio del 23 agosto, ai cancelli del Výstavišt Holešovice Exhibition Hall. «La risposta è stata pazzesca», racconta Nataly, «e non è finita quel giorno. Molte altre persone, che man mano sono venute a conoscenza dell’iniziativa, hanno collabora-
to con noi inviando foto, filmati e registrazioni audio». Nei mesi successivi Nataly e i suoi lavorano al montaggio del filmato. Il risultato? Due ore, vorticose e infuocate, che restituiscono appieno l’energia live dei Radiohead e il calore dei loro fan. Una scaletta da brividi, che tiene dentro alcuni dei classici della band, da The bends a The national anthems, da Bodysnatchersa Exit music (For a film)fino a These are my twisted words, la canzone presentata in anteprima
IL DOWNLOAD Tre anni fa avevano distribuito in download gratuito il loro disco “In Rainbows”: ora i Radiohead hanno dato l’audio originale al film girato dai fan al loro concerto di Praga
proprio al concerto di Praga. Ad aprile di quest’anno il film è pronto, ma Nataly decide di metterlo online il 23 agosto, a un anno esatto dal concerto. Apre un sito, un profilo Youtube e inizia a far girare il link su ogni social network conosciuto. Blog e fanzine musicali iniziano a rilanciare la cosa. Poi Nataly decide di correre un rischio: segnala il tutto ai Radiohead, chiedendo se può avere l’audio ufficiale del concerto. La risposta della band è il monosillabo che non ti aspetti: “si”. «Sono enormemente grata ai Radiohead per il dono che ci hanno fatto. Un gesto che mostra quanto siano vicini ai loro fan e che persone meravigliose siano» dice Nataly. E per gli stessi Radiohead si tratta di un evento nell’evento: l’ultimo video ufficiale è del 1995, il Live at The Astoria. Prague Dvd è disponibile in svariati formati, compreso quello per iPhone. E il motto del progetto è tutto un programma: By the fans for the fans, dai fan per i fan. La vendita? Assolutamente vietata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il documentario
“The Cove”, premio Oscar 2010, sul massacro occultato
L’indagine mozzafiato sulla strage dei delfini ANTONIO CIANCIULLO ROMA n cordone di boe delinea la piscina di sangue che chiude la baia, a pochi passi dalle case. È qui che ogni anno vengono massacrati 4mila delfini, uno per ogni abitante di Taiji, la cittadina giapponese che mette in mostra il museo dei cetacei e occulta la strage rituale compiuta in segreto. Un muro di silenzio difeso tenacemente da tunnel, guardie armate, filo spinato e una rete capillare di connivenze. Ma infranto da un pugno di guastatori muniti di telecamere subacquee. Nasce così The cove, il thriller documentario di Louie Psihoyos che ha vinto l’Oscar nel 2010, ha scatenato vivaci polemiche a Tokyo ed esce in questi giorni in Italia come dvd prodotto dalla Feltrinelli e promosso da Legambiente. A ideare questa inchiesta giornalistica da manuale è stato Richard O’Barry che negli anni Sessanta divenne il più celebre addestratore di delfini grazie alla serie televisiva Flipper. Quando uno dei suoi delfini gli morì in braccio, O’Barry decise di cambiare radicalmente la sua vita dedicandosi alla difesa dei mammiferi marini. E due anni fa, all’inizio delle riprese, è riuscito a mobilitare una squadra d’eccezionea cominciare da MandyRae Cruickshank, che riesce a trattenere il fiato quasi come un delfino e scende a più di 90 metri di profondità. Il risultato è un’indagine mozzafiato girata in buona parte di notte, clandestinamente, che documenta in modo incontrovertibile il massacro. The cove mostra anche l’altra faccia del danno: quella che coinvolge gli esseri umani. Fino all’uscita del film, nell’ottobre scorso, la carne di delfino in Giappone veniva servita nelle mense scolastiche. Con un tasso
U
Regione Lazio
Assessorato alla Cultura
IN LIBRERIA “The Cove” Oscar 2010 come miglior documentario esce in Dvd+ libro da Feltrinelli (16,9 euro)
Riprese “estreme” per documentare lo sterminio: esce il dvd del film che ha sconvolto il mondo di mercurio che, secondo la denuncia del film, arriva a livelli 20 volte superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale per la sanità. Lo choc della strage messa in piazza ha scosso il Giappone avviando un ripensamento radicale. Una parte del paese ha reagito con rabbia all’incursione degli ambientalisti americani. Ma un’altra parte del paese comincia a interrogarsi sulla necessità di far viaggiare in parallelo l’equilibrio dell’ambiente e quello degli esseri umani: è il Giappone che ricorda lo spettro di Minamata, la baia in cui centinaia di pescatori morirono intossicati dai pesci saturi del mercurio scaricato in mare da una fabbrica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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R2PROGRAMMI
GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
PER SAPERNE DI PIÙ www.ballaro.rai.it ottoemezzo.la7.it
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CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA LA POLITICA IN TV, MOLTO SHOW E POCO TALK
REPUBBLICA DOMANDA Walter Veltroni su “nuovo Ulivo e futuro del Pd”: l’exsegretario risponde agli spettatori, a partire dalle 12. Messaggi a repubblcatv@ repubblica.it RAI 1
L’
SKY
6.00 6.30 7.00 10.00 10.15 10.30 10.45 11.00 13.00 13.30 13.50 14.00 16.10 17.00 17.45 17.50 18.15 18.45 19.35 20.25 20.30 21.05 22.50 23.35 23.50 0.50 1.00 1.45 2.15 2.30
to tutta l’estate. Intanto la direzione generale Rai emette regolamenti che hanno come unico scopo quello di ammorbare Santoro. Momento clou negli ultimi giorni: a Otto e mezzo una Gruber abbagliante di luci manda in onda Berlusconi e la sua barzelletta (vecchia di quarant’anni e raccontata malissimo) su Hitler redivivo. Commenti in studio tutti indignati. Tranne il leghista Salvini che, serissimo, oppone: «Scusate, ma io non l’ho capita». Vero show, altro che talk.
Stella del Sud: Mar Rosso Extra Factor Carton Flakes Tracy & Polpetta Tg 2 E...state con Costume Tg2 Mattina Tg 2 Medicina 33 Meteo2 I fatti vostri - Con G. Magalli, A. Volpe, M. Cirillo Tg2 Giorno Tg 2 E...state con Costume Sì Viaggiare Pomeriggio sul Due - Con C. Balivo, M. Infante La signora in giallo - Tf Numb3rs - Tf Tg2 Flash L.I.S. Meteo2 Rai Tg Sport Tg2 Extra Factor - Conduce F. Facchinetti Squadra Speciale Cobra 11 - Tf Estrazioni del lotto Tg2 20.30 Squadra Speciale Cobra 11 - Tf Anna Winter - Tf Tg2 La storia siamo noi Tg Parlamento Squadra Speciale Lipsia Tf Extra Factor Almanacco Meteo2 Appuntamento al cinema
BALLARÒ Giovanni Floris è tornato su RaiTre
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CANALE 5
RAI 3
RAI 2
6.00 Euronews 6.10 Quark Atlante. Immagini dal pianeta 6.30 Tg1 Previsioni sulla viabilità 6.45 Unomattina. All’interno: Che tempo fa; 7.00-8.009.00 Tg1; 7.30 Tg 1 L.I.S.; 9.30 Tg 1 Flash 10.00 Verdetto finale 10.50 Appuntamento al cinema Che tempo fa 11.35 Tg 1 11.05 Occhio alla spesa - Con A. Di Pietro 11.55 Edimburgo: visita di cortesia di Papa Benedetto XVI alla Regina Elisabetta II 13.30 Telegiornale 14.00 Tg 1 Economia 14.10 Bontà loro - Con M. Costanzo 15.00 Se... a casa di Paola - Con P. Perego 16.15 La vita in diretta - Con L. Sposini, M. Venier. All’interno: 16.50 Tg Parlamento / 17.00 Tg1 18.50 L’Eredità - Con C. Conti 20.00 Telegiornale 20.30 Soliti ignoti - Conduce Fabrizio Frizzi 21.10 Ho sposato uno sbirro 2 Con F. Insinna, C. Filangeri, A. Catania, B. Bouchet Tg1 60’’ 23.35 Porta a Porta - Con B. Vespa 1.10 Tg1 Notte 1.40 Che tempo fa 1.45 Appuntamento al cinema
SATELLITE
ATTESA spasmodica per riavere i talk della politica e poi, alla ripresa di Ballarò e Porta a porta, scoprire che il tema tanto desiderato – il viluppo del centrodestra – è piuttosto sfiatato, i giochi sono altrove e ci si può al massimo divertire con gli accanimenti e gli imbarazzi su una certa dimora monegasca. Notati quelli del centrosinistra felici di stare defilati lasciando ai finiani il compito ormai improbo nonché avvilente di fare da bersaglio ai Belpietro, Sallusti etc. che hanno l’aria di aver studia-
6.30 Il caffè di Corradino Mineo Italia, Istruzioni per l’uso 8.00 La Storia siamo noi 9.00 Film: Scusi, dov’è il fronte? - Di J. Lewis. Con J. Lewis, J. Murray, J. Wood 10.35 Cominciamo bene Estate. All’interno: 11.10 Tg3 Minuti / 12.00 Tg3 - Rai Sport Notizie / Meteo3 / 12.25 Tg3 Fuori Tg 13.00 Cominciamo bene Estate Condominio Terra... 13.10 Julia - Tf 14.00 Tg Regione Tg Regione Meteo 14.20 Tg3 Meteo3 14.50 Cominciamo bene Estate Condominio Terra... 15.00 Tg3 Flash L.I.S. 15.05 Il richiamo della foresta - Tf 15.50 Tg3 Gt Ragazzi 16.00 Cose dell’altro Geo 17.40 Geo & Geo. All’interno: 18.10 Meteo3 19.00 Tg3 19.30 Tg Regione Tg Regione Meteo 20.00 Blob 20.10 Seconda chance - Tf 20.35 Un posto al sole 21.05 Film: Solo due ore - Di R. Donner. Con B. Willis, M. Def, J. Stern 22.45 C’era una volta 0.00 Tg3 Linea notte 0.55 Meteo3 1.00 Appuntamento al cinema 1.10 Magazzini Einstein 1.40 Time in Jazz. Speciale Festival
ITALIA 1
6.00 Prima pagina 7.55 Traffico / Meteo5 / Borse e monete 8.00 Tg5 Mattina 8.40 Mattino Cinque - Con F. Panicucci, P. Del Debbio 10.00 Tg5 - Ore 10 10.05 Mattino Cinque - Con F. Panicucci, P. Del Debbio 11.00 Forum - Conduce R. Dalla Chiesa 13.00 Tg5 / Meteo5 13.40 Beautiful - Soap 14.10 Centovetrine - Soap 14.45 I Cesaroni - Tf 16.15 Pomeriggio Cinque - Conduce B. D’Urso. All’interno: 18.00 Tg5 - 5 minuti 18.50 Chi vuol essere milionario Conduce Gerry Scotti 20.00 Tg5 / Meteo5 20.30 Velone 21.10 I Cesaroni - Tf con C. Amendola, A. Fassari, M. Tortora 22.45 Chiambretti Night - Solo per numeri uno - Con P. Chiambretti 1.00 Tg5 / Meteo 1.30 Velone (r) 2.20 In tribunale con Lynn- Tf 3.10 Tg5 Notte / Meteo5 3.40 In tribunale con Lynn- Tf 5.30 Tg5 Notte / Meteo5
6.40 8.40 9.35 11.25 12.25 13.00 13.35 13.40 14.10 14.40 15.30 15.40 16.40 17.35 18.30 18.58 19.00 19.25 19.30 20.05 20.30 21.10 23.00 0.55 1.45 2.00 2.45 3.00 3.40 3.55
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Cartoni animati Kyle XY - Tf Smallville - Tf Heroes - Tf Studio Aperto / Meteo Studio Sport MotoGp - Quiz I Simpson - Tf My name is Earl - Tf Camera Café - Sitcom Camera Café Ristretto Sitcom Cartoni animati Il mondo di Patty - Telenovela Ugly Betty - Tf Studio Aperto Meteo Studio Sport Sport Mediaset Web Tutto in famiglia - Sitcom I Simpson - Tf Mercante in fiera - Con Pino Insegno The Mentalist - Tf Flash Forward - Tf Cinque in famiglia - Tf Studio Aperto-La giornata Cinque in famiglia - Tf Media Shopping Cinque in famiglia - Tf Media Shopping Film: The night flier - Il volatore notturno - Di M. Pavia. Con M. Ferrer, J. Entwisle Media Shopping
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cinema mattina
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09.00 The Contract - di B. Beresford Sky Cinema Max HD 09.30 S. Darko - di C. Fisher Sky Cinema 1 HD 10.05 Michelle's Apartment - di J. Pozer Sky Cinema Mania 10.15 L'ultima conquista - di J. Grant Sky Cinema Classics 11.05 Fifa e arena - di M. Mattòli Sky Cinema Italia 11.50 Wolf - La belva è fuori - di M. Nichols Sky Cinema Hits HD 12.05 Heartburn - Affari di cuore - di M. Nichols Sky Cinema Mania 13.35 La conversazione - di F. Ford Coppola Sky Cinema Classics
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cinema pomeriggio
14.00 Pimpi, piccolo grande eroe - di F. Glebas Sky Cinema Family HD 14.20 Sola contro tutti - di J. Murlowski Sky Cinema Max HD 15.10 Road Trip 2 - di S. Rash Sky Cinema 1 HD 15.35 La signora di Shanghai - di O. Welles Sky Cinema Classics 15.35 L'uomo che ama - di M. Tognazzi Sky Cinema Hits HD 16.15 Domenica d'agosto - di L. Emmer Sky Cinema Italia 17.15 Apri gli occhi - di A. Amenàbar Sky Cinema Hits HD 17.25 Disastro a Hollywood - di B. Levinson Sky Cinema Mania
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cinema sera
19.00 Cheri - di S. Frears Sky Cinema 1 HD 21.00 A Perfect Getaway - Una Perfetta Via Di Fuga - di D. Twohy Sky Cinema 1 HD 21.00 Anastasia - di A. Litvak Sky Cinema Classics 21.00 Ducks. Una squadra a tutto ghiaccio di R. Lieberman Sky Cinema Family HD 21.00 Iago - di V. De Biasi Sky Cinema Italia 21.00 Piccoli affari sporchi - di S. Frears Sky Cinema Mania 21.15 No problem - di V. Salemme Sky Cinema Hits HD 22.45 G.I. Joe - La nascita dei Cobra - di S.
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cinema notte Sommers Sky Cinema 1 HD Apocalypse Now Redux - di F. Ford Coppola Sky Cinema Mania Tre fratelli - di F. Rosi Sky Cinema Italia Il regno del fuoco - di R. Bowman Sky Cinema Max HD Earth - La nostra Terra - di A. Fothergill Sky Cinema Hits HD La casa delle streghe - di S. Gordon Sky Cinema Max HD In viaggio per il college - di R. Kumble Sky Cinema Hits HD
sport
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19.00 Ep. 2 Serie A Remix Sky Sport 1 HD 19.00 Wrestling: Ep. 11 WWE Experience Sky Sport 2 HD 19.10 Altri: Champions League Strongest Man EuroSport HD 19.15 Calcio: Cagliari - Roma Serie A Sky Supercalcio HD 19.30 Bundesliga Review Sky Sport 1 HD 20.00 Fight Club EuroSport HD 20.00 Ep. 30 MotorSport Sky Sport 2 HD 20.00 Paolo Rossi. Ep. 17 I Signori del Calcio Sky Sport 3 HD 20.15 Bollettino Sportivo Eurosport 2 20.30 Altri: PAL/NAL Incontro
20.30 20.30 21.00 21.00 21.00 21.00
internazionale Braccio di Ferro Eurosport 2 Ep. 1 Goal Deejay Sky Sport 1 HD Poker: Texas Cash. Ep. 5 Sisal Poker Sky Sport 2 HD Altri: World Series Air Race Eurosport 2 Calcio: Twente Enschede - Inter UEFA Champions League Sky Sport 1 HD Calcio: Milan - Auxerre UEFA Champions League Sky Sport 3 HD Calcio: Bayern Monaco - Roma UEFA Champions League
Sky Sport Extra 21.00 Calcio: Real Madrid - Osasuna Liga Sky Supercalcio HD 21.15 Poker: Texas Cash. Ep. 6 Sisal Poker Sky Sport 2 HD 22.00 Calcio: Una partita Coppa del Mondo femminile U17 EuroSport HD 22.00 Bowling: PBA Tour Eurosport 2 22.00 Basket: NGC Medical Cantù Montepaschi Siena Serie A maschile 2009/10 Sky Sport 2 HD 22.45 Calcio Highlights Sky Supercalcio HD
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S.O.S. Tata Fox Life Love Boat Fox Retro I Simpson Fox HD The Dead Zone FX N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Futurama Fox HD Dharma e Greg Fox Life Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro 90210 Fox HD Countdown FX Law & Order. Criminal Intent Fox Crime HD La Tata Fox Life Bones Fox Life I Simpson Fox HD N.Y.P.D. - New York Police Department FX Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD I Jefferson Fox Retro Tutto in famiglia Fox HD Ally McBeal Fox Life La vita secondo Jim Fox HD
RETE 4
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Oggi
LA SETTE
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9.45 10.00 11.00 13.30 13.55 14.00 15.55 16.00 18.55 19.00 19.30 21.00 22.00 23.00 0.00 1.00
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MOVIE
6.30 Film: Cronaca familiare - di V. Zurlini, con M. Mastroianni, J. Perrin, S. Randone 8.35 Film: Pane amore e gelosia - di L. Comencini, con V. De Sica, G. Lollobrigida, M. Merlini 10.10 Film: Se non avessi più te - di E. Fizzarotti, con G. Morandi, L. Efrikian 12.00 Film: Poveri milionari - di D. Risi, con M. Arena, R. Salvatori, S. Koscin 13.35 Film: Tutti i battiti del mio cuore - di J. Audiard, con R. Duris, A. Atika, E. Devos 15.25 Film: Ma quando arrivano le
ragazze - di P. Avati, con C. Santamaria, V. Puccini 17.10 Film: I lunghi giorni della vendetta di F. Vancini, con G. Gemma, F. Rabal, G. Giorgelli 19.20 Film: Sfrattato cerca casa equo canone - di P. Pingitore, con P. Franco, A. Mazzamauro, Bombolo 21.00 Film: Il tulipano d’oro 22.45 Film: Family - di J. Landis, con G. Wendt, M. Monroe 23.50 Film: La terribile storia di Haeckel di J. McNaughton 0.55 Film: Io la conoscevo bene - di A. Pietrangeli, con S. Sandrelli, N. Manfredi, U. Tognazzi
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EXTRA Extra Factor Blob - Magazine X Factor Avanzi - Show Piloti - Sitcom Porta a Porta Extra Factor Discoring 1977 Memorie dal bianco e nero Avanzi - Show Piloti Blob X Factor Glob, l’osceno del villaggio Discoring 1977 Avanzi Extra Factor
MEDIASET PREMIUM Il mio amico Arnold Fox Retro Frasier FX Numb3rs Fox Crime HD I Simpson Fox HD Starsky & Hutch Fox Retro X-Files FX Grey's Anatomy Fox Life I Simpson Fox HD Numb3rs Fox Crime HD Jarod - Il camaleonte FX Dr. House - Medical Division Fox HD Hazzard Fox Retro Private Practice Fox Life I misteri di Murdoch Fox Crime HD 90210 Fox HD Eureka FX Il destino di Charlotte Fox Life T.J. Hooker Fox Retro The Guardian Fox Crime HD The Dead Zone FX Buffy Fox HD Love Boat Fox Retro Shark - Giustizia a tutti i costi Fox Crime HD 17.30 X-Files FX
13.30 13.30 13.45 14.00 14.00 14.00 14.15 14.25 14.40 14.45 14.50 15.00 15.10 15.35 15.45 15.45 16.00 16.00 16.30 16.35 16.40 17.00 17.20
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I Simpson Fox HD Dharma e Greg Fox Life I Simpson Fox HD I Jefferson Fox Retro Private Practice Fox Life N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Jarod - Il camaleonte FX Tutto in famiglia Fox HD Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro American Dad Fox HD Grey's Anatomy Fox Life Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD 24 FX I Griffin Fox HD La vita secondo Jim Fox HD Il mio amico Arnold Fox Retro La Tata Fox Life Law & Order. Criminal Intent Fox Crime HD Eureka FX I Simpson Fox HD I Jefferson Fox Retro
20.30 Dharma e Greg Fox Life 20.45 I Simpson Fox HD 21.00 C.S.I. - Scena del crimine Fox Crime HD 21.00 Cold Case - Delitti irrisolti Fox Life 21.00 Hazzard Fox Retro 21.00 The Unit FX 21.10 Greek Fox HD 21.55 Investigatori dell'occulto Fox Crime HD 21.55 Bones Fox Life 21.55 The Unit FX 22.00 Greek Fox HD 22.00 Hazzard Fox Retro 22.45 Grey's Anatomy Fox Life 22.50 Numb3rs Fox Crime HD 22.50 24 FX 23.00 Glee Fox HD 23.00 I Jefferson Fox Retro 23.30 Il mio amico Arnold Fox Retro 23.40 Private Practice Fox Life 23.45 N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD 23.45 Big Love FX 00.00 Modern Family Fox HD
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cinema
9.01 Kundun - di M. Scorsese Premium Cinema 9.05 Potere assoluto - di C. Eastwood Premium Cinema Energy 9.55 Il lungo addio - di R. Altman Studio Universal 11.08 Bordertown - di G. Nava Premium Cinema Emotion 11.19 The Departed - Il bene e il male - di M. Scorsese Premium Cinema 13.35 Un anno vissuto pericolosamente - di P. Weir Studio Universal 13.55 tutti insieem inevitabilmente - di S.L. Gordon Premium Cinema 15.18 Verso l’Eden - di C. Costa-Gravas Premiun Cinema Emotion 15.22 The Patriot - di D. Semler Premium Cinema Energy 17.42 Scarface - di B. De Palma Premium Cinema
■ 18.40 Un colpo da dilettanti - di W. Anderson Studio Universal 18.58 L’ultimo bacio - di G. Muccino Premiun Cinema Emotion 19.06 The Time Machine - di S. Wells Premium Cinema Energy 20.59 Colpevole d’omicidio - di M. CatonJones Premium Cinema Energy 21.00 Codice Mercury - di H. Becker Studio Universal 21.00 Dietro l’angolo - di J. Roberts Premiun Cinema Emotion 21.00 Ogni maledetta domenica - di O. Stone Premium Cinema 22.31 Il vento del perdono - di L. Hallstrom Premium Cinema Emotion 22.55 Mystic River - di C. Eastwood Premium Cinema Energy 23.05 Toro scatenato - di M. Scorsese Studio Universal
IRIS
CIELO
15.31 Film: I due marescialli - di S. Corbucci, con V. De Sica, G. Agus, A. Bragaglia 17.05 Tre minuti con Media Shopping 17.13 Film: Come ti ammazzo un killer - di M. Ritchie, con W. Matthau, R. Williams, J. Reed 18.59 Iris la settimana - Le novità in scena 19.17 Anica Flash 19.20 24 - Tf 20.09 The Shield - Tf 20.54 Tgcom / Tgcom Cinema e Dintorni 21.03 Film: S.I. Soggetto ignoto - In linea con l’assassino - di J. Schumacher, con C. Farrell, K. Sutherland, F. Whitaker 22.25 C.S.I. Miami - Tf 23.57 Anica Flash 0.00 Tgcom
12.00 13.00 13.30 14.30 15.00 16.00 16.30 17.30 18.00 18.30 19.00 20.00 21.00 23.00 0.00
10.05 10.39 11.10 11.26 11.54 12.57 13.30 13.40 15.20 15.40 16.14 16.35 16.56 18.38 20.05 20.10 20.59 21.00 21.00 22.55 23.00 23.25 00.13
intrattenimento Una mamma per amica -Tf Mya Cold Case - Tf Joi Senza traccia - Tf Steel Una bionda per papà - Sitcom Joi Leverage - Tf Joi Cenerentola per sempre - Film Mya Io non ci casco - Film Joi Driven - Film Steel American Dreams -Tf Mya Heroes - Tf Steel Royal Pains - Tf Joi Smallville- Tf Steel Partnerperfetto.com - Film Mya Identità rubate - Film Mya Leverage - Tf Joi Smallville - Tf Steel V - Tf Joi On the Line - Film Mya The Bourne Ultimatum - Film Steel Fringe - Tf Steel Royal Pains- Tf Joi Mercy - Tf Mya Dirt -Tf Mya
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SPORT
Genova, 2-10 Ottobre 2010
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la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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QUEI LAMPI CHE SCACCIANO I PROBLEMI GIANNI MURA ide solo il Milan, che aveva l’avversario più morbido e giocava in casa. Non poteva esimersi, direi, ma il 2-0 non esce da una partita facile. Alla fine del primo tempo sono arrivati i fischi. I ragazzi dell’Auxerre correvano il doppio, ma per inesperienza o voglia di strafare buttavano via molte occasioni (incluso un contropiede 4 contro 2), e in questo scialo il più assiduo era Langil. Non era un Milan molto diverso da quello di Cesena, anche se in difesa i ritorni di Nesta e Zambrotta un po’ di sicurezza l’hanno portata. I guai venivano dalle tre punte, tre belle statuine (anzi due, Ibrahimovic essendo statuona). Allegri toglie l’acciaccato Pato (per Robinho) che tende a intasare il centro area e in tre minuti sull’asse RonaldinhoIbrahimovic arrivano la vittoria e i primi gol dello svedese in rossonero. Questo Milan è un diesel e chi gli dà il tempo di scaldarsi rischia parecchio. L’Auxerre chiude in affanno, il Milan scherzando e, per quanto riguarda Ibrahimovic, scalciando un difensore. Dopo un primo tempo da dimenticare, qualche segnale interessante nel secondo. Ma c’è ancora da lavorare per quanto riguarda equilibri e intensità del gioco. A San Siro in 3’, a Monaco in 4’. La Roma tiene decentemente il campo, se la gioca alla pari per un tempo, prudente ma non rinunciataria, e il Bayern senza Robben (e Ribery, se vogliamo) non sembra irresistibile. Resta il sospetto di un mani da rigore su colpo di testa di Borriello, resta il rimpianto dell’1-1 fallito ancora da Borriello, ma bisogna ammettere che negli ultimi 25’, quando Van Gaal ha inserito due punte fresche, Klose e Gomez, il Bayern ha schiacciato la Roma negli ultimi 20 metri. Julio Sergio para tutto quello che può, ma nulla può su un esterno destro di Müller, un colpo da manuale, nell’angolino basso. Una dormita collettiva propizia il 2-0 di Klose. Quasi ovvio parlare di passi avanti rispetto a Cagliari, perché peggio non si poteva fare. Alla squadra manca il carburante per 90’ ed è qui, non tanto sul modulo, che Ranieri dovrà intervenire. Nella partita di media difficoltà, a Enschede, l’Inter aveva confermato di essere ancora a metà del guado. Parte bene, si fa raggiungere e rimontare, pareggia con un’invenzione di Eto’o, fondamentale in questo periodo perché col suo impegno maschera molte magagne. Contro una squadra non più che discreta, alcuni steccano la recita: Maicon, che spinge pochissimo, Samuel, stranamente incerto, Mariga, mobile ma leggerino, tranne che quando allenta una craniata (da espulsione) a Stevens, e soprattutto Milito. È vero che la condizione si recupera giocando, ma incute tristezza un Milito così avulso dal gioco e, non essendo la stanchezza amica della lucidità, autolesionista nello stile del miglior Niccolai. L’Inter di Mourinho non c’è più, quella di Benitez non c’è ancora e bisognerà che i tifosi abbiano pazienza. Oppure, che Moratti compri al suo allenatore un giocatore di fiducia. L’ha fatto con tutti, perché con Benitez no?
R
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Debutto in Champions ok per Allegri, dopo un primo tempo difficile. Nella ripresa fuori Pato, dentro Robinho, Dinho inventa e lo svedese stende l’Auxerre: uno-due in tre minuti
Ecco
Ibra
Due gol per lanciare il Milan San Siro rossonera in festa PROSSIMA SFIDA AD AMSTERDAM
ENRICO CURRO’ MILANO neofiti Allegri e Ibrahimovic hanno cominciato benissimo la loro campagna in Champions. Se il Milan ha vinto la prima partita europea in casa dopo quasi due anni, è stato grazie al centravanti, che ha segnato due gol di notevole stile, e all’allenatore, che ha azzeccato parecchio. Dopo un primo tempo complicato dal catenaccio dell’Auxerre e dai balbettii di Ronaldinho, la pazienza predicata da Allegri, che ha resistito alla tentazione di togliere dal campo il torpido fuoriclasse e ha rimpiazzato Pato (infortunio muscolare) con Robinho, ha fruttato la vittoria, confezionata proprio dal tandem RonaldinhoIbra. Se n’è assai compiaciuta la folla dei settantamila, che aveva voglia di riempirsi gli occhi con le meraviglie annunciate dei giocolieri del re. Lo si avvertiva nell’aria e lo si è intuito a maggior ragione dopo i primi “oohh” per un semplice abbozzo di finta di Ronaldinho, per un dribbling a metà di Ibrahimovic, per una galoppata di Pato frenata dal rude Grichting. L’indulgenza del pubblico è durata perfino quando, passata una ventina di minuti, è parso chiaro che l’Auxerre stesse creando molti più grattacapi ad Abbiati di quanti ne potesse provocare al dirimpettaio Sorin l’accolita di solisti in maglia rossonera. Jean Fernandez,
I
Dopo l’esordio vincente di ieri, il Milan di Allegri tornerà in campo in Olanda, contro l’Ajax, martedì 28 settembre. Proprio la squadra dove è esploso Zlatan Ibrahimovic (nella foto foto mentre festeggia il primo dei due gol)
ammiratore dichiarato di Sacchi (ma anche suo castigatore in qualità di secondo di Goethals ai tempi del Marsiglia), non ha di sicuro fatto lo schizzinoso: ha eretto una doppia muraglia di respingenti a difesa e a centrocampo, ha dirottato in panchina l’eterna promessa Le Tallec per inserire a sinistra il velocista Langil e ha affidato al finto trequartista Birsa e all’isolatissimo centravanti Jelen un contropiede più
MILAN AUXERRE
2-0 MILAN (4-3-3) Abbiati 6.5 — Zambrotta 6.5, Nesta 6.5, Bonera 6, Antonini 6 (26’ st Abate sv) — Ambrosini sv (15’ pt Boateng 6), Pirlo 7, Seedorf 6 — Pato 6 (10’ st Robinho 6.5), Ibrahimovic 7.5, Ronaldinho 7. AUXERRE (4-4-1-1) Sorin 6 — Hengbart 5.5, Coulibaly 5.5, Mignot 5.5, Grichting 5 — Oliech 6.5, Pedretti 6, Ndinga 6, Langil 5.5 (35’ st Chafni sv) — Birsa 6 (29’ st Le Tallec 6) — Jelen 5.5. Arbitro: Balaj (Romania) 6.5. Reti: 21’ st e 24’ st Ibrahimovic. Note: ammoniti Grichting, Seedorf. Spettatori 69.137 di cui 59.197 abbonati, incasso 1.438.132,33 euro.
teorico che reale. La cautela ha prodotto l’affollamento cercato. Per muoversi in quel traffico, sarebbe servita una velocità di manovra estranea al compassato centrocampo milanista, reso ancora più placido dalla presenza di Seedorf e dal precoce ingresso di Boateng per l’infortunio di Ambrosini. Oltretutto, nel celebrato tridente d’attacco, Ronaldinho giocava sul posto, Pato si accentrava troppo e Ibra, il più
dotato di spirito di sacrificio, non riusciva a scrollarsi di dosso Coulibaly e Mignot, un nome un difensore. Fatto salvo appunto un salvataggio in mischia di Mignot su Pato, nel primo tempo le due vere occasioni le ha avute l’Auxerre: un colpo di testa di Coulibaly, salvato dall’incrocio dei pali, e un contropiede in superiorità numerica, dissipato da Langli con un destraccio alto. Ma dopo l’intervallo, le conti-
dopo Cesena. «Non penso a cosa dicono gli altri. Io devo pensare al Milan e ai miei tifosi». Ma i pericoli corsi prima del doppio-Ibra, Allegri li ricorda tutti: «I fischi all’intervallo? Mi è piaciuta la pazienza della squadra. Il loro contropiede sembrava proprio uguale a quello del Cesena, fortunatamente hanno sbagliato gli ultimi passaggi. Robinho? Lavora per raggiungere la condizione». (s. sca.)
nue digressioni di Ibrahimovic hanno spossato via via i suoi marcatori, liberando al tiro, al cross o all’incursione i compagni. Il tagliente destro dal limite di Pirlo (toccato in corner da Sorin), su appoggio dello svedese, è il paradigma della svolta tattica, accentuata da una sostituzione in apparenza incongrua, favorita dall’infortunio di Pato: sarebbe stato più logico che Robinho entrasse al posto di Ronaldinho. Invece il nuovo dribblatore, risucchiando difensori e centrocampisti avversari, ha offerto squarci di campo inediti al campione in letargo. Ronaldinho si è stropicciato gli occhi e ha cominciato a farli stropicciare alla gente col cross dell’1-0, spizzato da Boateng per la zampata in corsa di Ibra. A quel punto si sono aperte praterie ai giocolieri per l’amato contropiede. Ronadinho ha porto a Ibra il tocco di piatto del 2-0 sul secondo palo: un’azione perfetta. Il finale accademico, con gol annullato a Le Tallec per la tempestiva segnalazione di fuorigioco, ha permesso di escludere che l’arbitro Balaj sia comunista: alla caduta di Ceausescu, del resto, era appena maggiorenne.
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Il dopopartita
Zlatan, dribbling al passato “Vincere qui è più bello” MILANO — Il primo gol. E pure il secondo. Nella sua prima notte a San Siro in rossonero. Ibra li celebra alla sua maniera, a due anni di distanza dall’ultima volta che in Champions ne aveva segnato uno per l’Inter. «È bellissimo farne con questa maglia in questo stadio. Quando vinci con una squadra come il Milan è tutto più bello». Allontana così il pensiero di Moratti e le due parole («sabato perfetto») pronunciate dal presidente dell’Inter
Calciopoli
Maradona
La Figc acquisisce 170mila telefonate intercettate
Miccoli gli regala gli orecchini sequestrati
ROMA — La Figc, ha acquisito ieri, presso la procura di Napoli, tutte le registrazioni telefoniche disposte dalla magistratura nel quadro dell'inchiesta e del procedimento su Calciopoli. Si tratta di 228 cd con circa 170mila telefonate: la Figc provvederà a far trascrivere tutte le registrazioni che saranno poi messe a disposizione della procura federale.
NAPOLI — Fabrizio Miccoli (foto) ha pronto un regalo da 25mila euro per i 50 anni di Maradona: gli orecchini di diamanti sequestrati a Diego dal fisco nel 2009 e riacquistati all’asta dall’attaccante del Palermo. «Li ho presi in prestito, ma sono suoi». C’è stato un contatto telefonico, presto l’incontro per la consegna.
Il muro della Roma non regge Muller e Klose la puniscono I giallorossi resistono 80’, poi cedono al forcing del Bayern DAL NOSTRO INVIATO FABRIZIO BOCCA MONACO na sconfitta per 2-0, dopo aver resistito anche bene per un tempo, in casa del Bayern può starci. Il problema per la Roma è che il secondo ko consecutivo e il terzo in 4 partite ufficiali, va inserito in un inizio di stagione negativo e deludente. Porta altra ansia e purtroppo non ci sarà alcuna tregua nelle polemiche: i problemi rimangono quasi tutti sul tavolo. I gol presi da quando si fa su serio salgono da 8 a 10. La svolta della partita nel secondo tempo quando Van Gaal invece di prenderla la lezione da Ranieri stavolta l’ha data, ha inserito nuovi attaccanti e chiuso il match con i gol di Muller e Klose. Totti ancora una volta sostituito è un po’ l’immagine di questo momento di declino. «La Roma c’è — ha affermato Ranieri — l’ho sempre detto. In questa stagione abbiamo fatto una falsa partenza, ma, dobbiamo ripartire da qui, il risultato non è veritiero». Dopo l’alluvione di Cagliari la Roma si è coperta un po’ di più rinunciando al trequartista, inserendo Brighi al posto di Menez e stringendo le linee con un più solido 4-4-2. Dal bordo del campo Ranieri chiedeva anche a Totti e Borriello di accorciare la distanza col centrocampo in fase difensiva, di rientrare e magari andare a marcare Van Bommel e Schweinsteiger. Quello dell’Allianz Arena di Monaco era un po’ come un punto e capo di questo primo mese di calcio vero: cancellate certe chiacchiere di troppo, smontati gli entusiasmi, abolita la parola scudetto, la Champions League affrontata con freddezza più che con allegria. Senza Vucinic, infortunato, e senza Menez, finito in panchina, la Roma ha provato a ripartire finendo però col soffrire enormemente nel secondo tempo. Il Bayern nella ripresa si è ritrovato e ha mollato i due colpi da ko. La squadra di Van Gaal ha ben sei nazionali tedeschi, i quali però nel primo tempo sembravano aver perso tutte le energie fisiche e mentali con cui avevano colpito il mondo intero a Sudafrica 2010. Su tutti proprio quel Thomas Muller, che lunedì scorso ha compiuto 21 anni, e che al ritorno dai mondiali ha firmato un sontuoso rinnovo di contratto fino al
BAYERN ROMA
2-0
U
ENRICO CURRÒ
Le pagelle
Pato luci e ombre, poi si fa male Boateng si riscatta nel finale Milan 6.5 Stuzzicato in avvio da Jelen e Langli, risponde sicuro, come pure nel finale. ZAMBROTTA 6.5 Sbaglia stranamente la misura dei cross: colpa della ruggine. Poi se la scrolla e chiude in crescendo, a sinistra. NESTA 6.5 Un elegante recupero su una fuga di Jelen conferma che è l’addetto alle situazioni critiche. Si rilassa un po’ sui calci piazzati. BONERA 6 Il factotum della difesa milanista trasloca di nuovo al centro, anche se il trequartista adattato Birsa lo risucchia talvolta verso il centrocampo. ANTONINI 6 Quando Bonera abbandona la zona di competenza, lui è obbligato ad accentrarsi, stopper suo malgrado. Esegue e non limita la spinta. Dal 26’ st Abate sv. AMBROSINI sv Azzoppato al primo contrasto a centrocampo. Dal 15’ pt Boateng 6: assai meno dinamico del previsto e pure abbastanza spaesato, si rinfranca e causa l’1-0. ABBIATI
7 Nella prima mezz’ora è il solo del decantato gruppo di artisti del Milan a trovare un minimo di genio. Recupera il pallone del contropiede decisivo. SEEDORF 6 Inserito per dare profondità e sgravare Pirlo del ruolo di regista unico, è saltuario in entrambe le mansioni. Migliora nella ripresa. PATO 6 Pasticcione e frenetico quanto vitale, mette in ansia da solo l’Auxerre: fa ammonire Grichting e provoca un paio di mischie. Poi si fa male. Dal 10’st Robinho 6.5: utile, contropiedista nato. IBRAHIMOVIC 7.5 All’impegno, alla corsa, ai ripiegamenti difensivi, alla capacità di aprire spazi e fare sponda, corrispondono alla fine esiti concreti: la mina è esplosa e il Milan ha vinto. RONALDINHO 7 La sensazione di sabato a Cesena — un danzatore lento, in mezzo ai nemici che non lo lasciano ballare — sembrava esatta. L’ha smentita con la classe. PIRLO
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Il dopopartita
MONACO — Claudio Ranieri dice che a lui va bene così. «È stata una falsa partenza, ma la squadra mi è piaciuta, e molto. Sono soddisfatto della prova. Del risultato no». L’analisi è piuttosto lucida: «Loro tenevano palla e noi ci stavamo comportando molto bene, poi hanno alzato il ritmo e hanno trovato un gran gol. Ma rispetto a Cagliari è un passo avanti, col lavoro ne verremo presto fuori. La Roma c’è». Molto più severo il giudizio
BAYERN MONACO (4-2-3-1) Butt 6.5 — Lahm 6, Van Buyten 6.5, Badstuber 6.5, Contento 6 — Van Bommel 5.5, Schweinsteiger 6 — Muller 6.5 (37’ st Pranjic sv), Kroos 5.5, Altintop 5.5 (22’ st Klose 6.5) — Olic 5 (22’ st Gomez 6). ROMA (4-4-2) Julio Sergio 6 — Rosi 6, N. Burdisso 5, Juan 5, Cassetti 5 — Brighi 5.5, Pizarro 5.5, De Rossi 5.5, Perrotta 5.5 — Totti 5 (37’ st Menez sv), Borriello 6. Arbitro: Lannoy (Fra) 6.5. Reti: 34’ st Muller, 38’ st Klose. Note: ammonito Lahm.
Le pagelle FABRIZIO BOCCA
Totti non incide si salva Borriello Roma
mo gli acquirenti in base al prezzo ma al progetto, vogliamo fare la scelta migliore nel rispetto di Roma dove Unicredit ha 600 filiali. La nazionalità delle cordate? Dobbiamo prendere esempio proprio dal calcio. I passaporti contano zero. Chi capisce di brand sa che la Roma vale molto». Poi parlando del mercato estivo ha commentato: «Stiamo investendo per far sognare i tifosi». (f.bo.)
6 Nel secondo tempo tre parate decisive su Kroos e su Olic, ma poi il Bayern si è scatenato: responsabilità sul secondo gol. ROSI 6 Un fisico prestante, Altintop da controllare sulla fascia destra e Muller quando cambiava gioco, nonostante la poca esperienza internazionale ha cercato di fare il suo dovere. BURDISSO 5 Dopo il fallaccio di Cagliari e la squalifica ha dovuto incrociare i tacchetti con Olic. Nel secondo tempo lui e tutta la difesa hanno ballato. JUAN 5 Dopo un primo tempo tranquillo l'attacco schierato a ventaglio del Bayern (Muller, Klose, Gomez, Kroos) ha fatto veramente male. CASSETTI 5 Un grave svarione nel primo tempo, e nella ripresa ha ballato insieme a tutti gli altri. BRIGHI 5,5 Ha ritrovato il posto quando la Roma ha scoperto che in un momento difficile della stagione bisognava ormai rinunciare a una punta o a un fantasista. Ma è dura trovare un match tranquillo. PIZARRO 5,5 Nei momenti di concitazione è sempre quello che ha la maggiore freddezza, più che impostare difende. DE ROSSI 5,5 Recupera parecchi palloni, sembra più tonico e concentrato di altre occasioni. Poi anche lui cede. PERROTTA 5,5 E' il tuttofare della Roma ma non riesce a costruire gioco. TOTTI 5 In una squadra che gioca molto in difesa e si allunga poco, non ha possibilità di impostare il gioco d'attacco. Finisce sostituito, ma oggettivamente non ha inciso. Dal 37'st Menez sv: entra sull'1-0 e dopo subito raddoppio. BORRIELLO 6 Ha dovuto lavorare il doppio per marcare, tornare indietro ed essere il primo a rilanciare l'azione. Un tiro di testa in tuffo, ma Badstuber intercetta col braccio ravvicinato al corpo. Butt gli ha negato la soddisfazione del gol e nel secondo tempo si è mangiato il possibile 1-1.
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JULIO SERGIO
Un contrasto tra De Rossi e Müller
Primo tempo discreto, ripresa in grande affanno. Magia del giovane talento tedesco 2015: nel primo tempo praticamente non ha giocato, nel secondo con un tiro ha risolto la partita. Il Bayern ha dimostrato la sua potenza in campo e fuori: proprio in questi giorni di ritorno in Champions ha denunciato due funzionari Uefa che sono stati la fonte di vecchie indiscrezioni circa una partita “comprata” del 2008 con lo Zenith San Pietroburgo, ma la cui inchiesta fu subito archiviata. La Roma nel primo tempo ha controllato la manovra tedesca abbastanza agevolmente, tranne un grave svarione di Cassetti di
cui non ha approfittato Muller, e Borriello ha avuto anche un paio di belle occasioni. Nella ripresa il Bayern ha spinto sull’acceleratore. Julio Sergio ha sfoderato tre superparate di cui due su Kroos e una su Klose, entrato al posto di Altintop. Van Gaal ha spinto molto sull’acceleratore inserendo anche Gomez al posto di Olic, e con due punte fresche piazzate proprio in faccia alla porta giallorossa ha prodotto molta pressione. Fino a quando non è saltato fuori il gol di Muller che da destra e con l’esterno del piede destro ha prodotto un tiro a effetto su cui il tuffo di Julio Sergio non ha potuto nulla, e poi appena un minuto dopo la sostituzione di Totti con Menez, il guizzo vincente del 2-0 di Klose. Per la Roma un’altra partita cominciata bene e finita in serataccia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ranieri: “E’ un passo avanti” Unicredit: “Il club vale molto” di Van Gaal: «La Roma non ha fatto nulla, ha giocato come l’Inter l’anno scorso, in dieci dietro la linea della palla. E’ un calcio che non mi piace, quello bello in Italia l’ho visto giocare dalla Fiorentina di Prandelli». A Monaco c’era anche Paolo Fiorentino, vice ad di Unicredit, che ha liquidato come rumors le voci degli ultimi giorni sul futuro acquirente dell’As Roma: «In questo momento — ha detto il manager — tutti parlano, ma noi non selezionere-
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Le altre partite
Europa League
Higuain esalta il Real, il Chelsea ne fa 4 INIZIA con il piede giusto la Champions League di José Mourinho. Nello stesso stadio che a maggio lo ha visto alzare la coppa, il portoghese osserva il suo Real Madrid (gir. E) battere l’Ajax per 2-0 grazie alla doppietta di Higuaín. Partita a senso unico, la difesa degli olandesi non appare mai in grado di contenere gli attacchi della corazzata in maglia bianca. Ma il portoghese in panchina si agita parecchio, soprattutto per le troppe reti sbagliate. Contro avversari come il Milan servirà più cinismo. Tutto semplice anche per il Chelsea di Ancelotti (girone F) che, in Slovacchia, chiude la pratica Zilina già prima della mezzora grazie alla rete di Essien e alla
doppietta di Anelka. Nella ripresa segna anche il giovane Sturridge (classe ’89), prima che Cech e Ivanovic regalino la rete del 4-1. Beffa casalinga - invece - per il Marsiglia, superato al Vélodrome dallo Spartak Mosca grazie ad un’autorete di Azpilicueta. Russi in testa al girone con gli inglesi. Passeggia l’Arsenal, che a Londra ne fa sei al Braga: doppiette per Fabregas e Vela, in gol anche Arshavin e Chamakh. Nello stesso girone H tre punti anche per lo Shakhtar, a cui basta una punizione del croato Srna per piegare il Partizan. Nel girone della Roma (E) vince il Cluj, che con due colpi di testa nei primi 12 minuti (Rada e Traoré) sorprende il Basilea: alla fine è 2-1.
Nuovo attacco per la Juve c’è Iaquinta con Del Piero EMANUELE GAMBA
Higuain, suo l’1-0 del Real
La crisi e l’autogol: “Troppe amichevoli d’estate” ANDREA SORRENTINO
L’
Decisivo a maggio, oggi in ritardo: “Devo sbloccarmi” Pandev rientra prima della sosta migliorare parecchio. Ma al tempo stesso devo dare molto di più, impegnarmi di più, lavorare di più. Non c’è che questo da fare, quando le cose girano così: abbassare la testa, cercare di trovare la tranquillità, e allenarsi. Sono amarejato per l’autogol e per le mie ultime prestazioni, non all’altezza, lo so. E anche la squadra non sta giocando bene. Bisogna mettersi sotto e cambiare velocemente un po’ di cose, a cominciare da quello che gira nella nostra testa». C’è an-
L’autorete di Diego Milito contro il Twente
Le tre perle
Coppa Italia Scudetto
Champions
5 MAGGIO
16 MAGGIO
22 MAGGIO
All’Olimpico decide la finale di Coppa Italia con la Roma segnando di destro al 40’
È suo il gol scudetto all’ultima giornata di campionato a Siena, il 22° del torneo
Con una doppietta al Bayern regala all’Inter la Coppa che mancava da 45 anni
che una critica non troppo velata all’organizzazione del lavoro estivo: «Forse pesa sulla mia condizione la trasferta negli Usa a inizio agosto: parecchi giorni lontani dall’Italia, molte amichevoli e pochi allenamenti veri. Sono un po’ in ritardo di con-
La polemica
ROMA — Palla avvelenata, e svolta in netto anticipo (già al secondo turno): non c’è più Pierluigi Collina, il parafulmine, ed ecco che tutti si scatenano. Moratti insiste: «La squalifica di Burdisso è stata leggermente leggera (2 turni, n.d.r.)». L’Inter è seccata perché si troverà avversario il suo ex calciatore il 25 settembre. Ma Moratti, stavolta, è arrivato secondo: lo ha battuto Berlusconi che aveva tuonato, dopo il ko di Cesena, contro «gli arbitri di sinistra che ce l’hanno col Milan». Galliani aveva strapazzato, in tribuna, il neodesignatore Stefano Braschi. Poi, ecco il comunicato della Fiorentina (buon ultima), le ironie del Catania e (ieri) anche il sindaco di Firenze, Renzi, che se la piglia con Berlusconi («pensi a governare,
dizione, ma migliorerò». Del resto la medicina è la solita, e per un centravanti ancora di più: «Mi servirebbe un gol, solo uno. Non dico che mi sbloccherebbe del tutto, ma sarebbe fondamentale per riprendere fiducia». Zanetti conforta il Principe:
«Deve solo stare tranquillo e tutto passerà, tornerà a segnare e questo periodo sarà dimenticato». Milito paga anche un’estate con poche vacanze, giusto una ventina di giorni, lui che era abituato a riposarsi per due mesi. Buone notizie intanto per Pandev: a parte l’ardua esegesi del comunicato ufficiale dell’Inter (“sofferenza del comparto mediale del ginocchio destro con lieve elongazione all’inserzione prossimale del legamento collaterale interno”), la realtà è che Pandev potrà rientrare prima della prossima sosta del campionato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Arbitri già sotto assedio “Basta con le proteste”
Marcello Nicchi non ai fischietti»). Gli arbitri fanno quadrato, Nicchi ribadisce: «Noi non ascoltiamo le proteste, chi scredita il nostro lavoro è fuori strada». In compenso, il capo
TORINO onestà di Delneri ha un poco turbato il mondo bianconero, ma se la Juventus non è favorita per lo scudetto, come ha ammesso il suo condottiero, può esserlo nella corsa all’Europa League: la minore delle coppe comincia oggi e le italiane vi rovesciano ambizioni concrete anche perché, in attesa di sapere chi retrocederà a dicembre dalla Champions League, soltanto il Manchester City ha un pedigree di notevole livello. «Ho detto che non siamo da scudetto, ma anche che non ci poniamo limiti», precisa l’allenatore bianconero alla vigilia della sfida, che poco scalda i tifosi, con i polacchi del Lech Poznan. Più suggestivi sono la trasferta della Sampdoria in casa del Psv Eindhoven o l’incontro casalingo del Napoli con l’Utrecht, mentre il Palermo ospita il Losanna. Stavolta, al contrario che in passato, sembrano fare tutti sul serio. La Juventus ha comunque delle priorità e il campionato, con quella classifica un po’ così, attualmente assorbe le attenzioni principali. Perciò stasera Delneri abbonderà con il turn-over: in porta ci sarà Manninger, cui il tecnico ha deciso di affidare in pianta stabile la porta in Europa, poi giocheranno anche Grygera, Legrottaglie, Sissoko, Lanzafame. «Cerchiamo di dare energia all’autostima», spiega: si tratta di convincere i giocatori che «la strada del miglioramento è quella giusta» e che sarà il tempo (e le lezioni tattiche, e i ripassi, e il ripri-
L’
Milito, un piccolo Principe “Sono giù, mi va tutto male” MILANO autogol del centravanti è già di per sé lo sberleffo supremo del calcio, il cane che si morde la coda, il carnefice che all’improvviso diventa vittima. Quando poi a segnare nella propria porta è il miglior centravanti d’Europa della scorsa stagione, l’uomo dei timbri decisivi in tutte le partite decisive, quello dei 30 gol in 52 partite, la cosa fa ancora più sensazione. Del resto ci sono periodi così, nella vita di un attaccante: prima sei illuminato dalla luce e tutto ciò che sfiori diventa bellezza, poi arriva il buio e non c’è verso di uscirne. Diego Milito ora è nel buio, profondissimo. Non ha ancora segnato in cinque partite ufficiali e l’altra sera a Enschede ha pure realizzato un autogol, quello del provvisorio 2-1 per il Twente prima del pareggio di Eto’o. Ecco perché all’uscita dagli spogliatoi Diego Milito è sembrato a pezzi, prostrato nell’animo, a dir poco sconfortato. Proprio non si capacitava di aver segnato un gol a Julio Cesar, proprio lui, il Principe: «Non mi era mai capitato in vita mia. Sapevamo che loro sui corner cercavano il primo palo, io ero lì, ho visto arrivare il pallone, mi sono mosso, forse sono rimasto troppo avanti, ho sfiorato la palla e quella è andata in porta… Che dire? E’ un periodo così, va tutto male. Sono molto amarejato…». E ha continuato a ripetere di essere amarejato per parecchi minuti, anche analizzando il suo momento e quello della squadra. Giudizi profondamente autocritici: «Diciamolo: fisicamente non sono a posto, devo
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dell’Aia boccia il test dei due arbitri d’area che ha debuttato anche in Champions: «Non penso che in Italia sia possibile, non abbiamo arbitri a sufficienza». Problema anche di quattrini? Gira voce che i nostri arbitri avrebbero chiesto più soldi, perché adesso, divisi come sono in A (3800 euro a gara) e B (1500), arbitrano meno. «Falso», garantisce Nicchi. Braschi seccato ma sereno: 2-3 errori di assistenti e stop. Il capo del calcio, Abete, svicola: «Sono riprese le buone abitudini. C’è chi fa riferimento a delle circostanze ritenute dannose e altri che, segnalando determinate situazioni, si programmano in vista di rischi futuri». Mettono le mani avanti: è pro(f. bi). prio questo il pericolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Vincenzo Iaquinta stino di un’organizzazione di gioco che l’anno passato era stata sbriciolata) a migliorare una squadra nuova e piuttosto giovane. Stasera, Delneri cercherà anche di intuire l’affidabilità dei suoi rincalzi: avrà un occhio di riguardo in particolare per Grygera («Potrebbe anche giocare a sinistra»), una soluzione interessante visti i disastri che stanno combinando gli esterni, e soprattutto Motta. Ma è parecchio intrigante anche il ritorno a tempo pieno di Iaquinta (in Europa League, Quagliarella e Aquilani non possono giocare), che in prospettiva dovrebbe formare con Amauri una coppia d’attacco possente e perciò cucita su misura sulle predilezioni dell’allenatore. «Per la profondità che dà e il fisico che ha, non ha niente da invidiare a nessuno. Sono in pochi ad avere le sue doti». Ma sono anche in pochi ad avere la salute cagionevole dell’attaccante, che stasera giocherà dall’inizio per la prima volta dall’inizio della stagione, amichevoli incluse. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Europa League gruppo A
Europa League gruppo F
JUVENTUS-LECH POZNAN
PALERMO-SPARTA PRAGA
Manninger Grygera Legrottaglie Chiellini De Ceglie Krasic Melo Sissoko Lanzafame Iaquinta Del Piero
13 21 33 3 29 27 4 5 20 9 10
27 22 5 3 25 10 21 23 14 17 16
Kotorowski Wojtkowiak Arboleda Djurdjevic Herinquez Krivets Injac Kikut Stilic Peszko Rudnevs
Sirigu Darmian Glik Bovo Balzaretti Migliaccio Liverani Rigoni Pastore Kasami Maccarone
46 36 26 5 42 8 11 24 27 4 32
29 19 21 2 3 4 7 25 15 14 10
Blazek Adiaba Brabec Repka Panic Hoheneder Sionko Vacek Kladrubsky Kadlec Wilfried
Arbitro: Bezborodov (Russia)
Arbitro: Kakos (Grecia)
ore 19 Tv: Premium Calcio e Premium Calcio Hd2
Diretta tv ore 19 (Premium Calcio1)
Europa League gruppo I
Europa League gruppo K
PSV-SAMPDORIA
NAPOLI-UTRECHT
Isaksson Hutchinson Marcelo Bouma Pieters Afellay Engelaar Toivonen Lens Berg Dzsudzsak
1 13 2 18 14 20 8 7 9 6 22
85 78 28 26 3 77 17 4 8 99 89
Curci Zauri Gastaldello Volta Ziegler Semioli Palombo Dessena Guberti Cassano Marilungo
De Sanctis Santacroce Cannavaro Aronica Zuniga Gargano Yebda Dossena Lavezzi Sosa Cavani
26 13 28 6 18 23 21 8 22 77 7
Vorm 1 Cornelisse 2 Schut 17 Wuytens 29 Nesu 3 Silberbauer 8 Nijholt 27 Lensky 20 Duplan 7 9 Van Wolfswinkel Maguire 18
Arbitro: Kircher (Germania)
Arbitro: Vad (Ungheria)
ore 21.05 Tv: (Premium Calcio1)
ore 21.05 Tv: Rete4, Premium Calcio e Premium Calcio Hd2
In breve Vuelta
Nibali si riprende la maglia rossa PENAFIEL - Vincenzo Nibali grazie al 15° posto nella crono di ieri, ha riconquistato la maglia rossa di leader della Vuelta. L’italiano ha ora 39’’ di vantaggio sullo spagnolo Mosquera. DAVIS - Da domani a domenica, gli azzurri di Davis (Starace, Fognini, Bolelli e Bracciali) saranno impegnati in casa della Svezia nello spareggio per la promozione al World Group 2011. Oggi il sorteggio. CT SERBIA - Esonerato Antic, è
Vladimir Petrovic il nuovo ct della Serbia. PALLAVOLO - Da ieri a Mantova la nazionale italiana in preparazione del Mondiale che partirà il 25 settembre a Milano. PALLANUOTO -Prenderà il via il 16 ottobre il il 92° campionato di A1 maschile di pallanuoto. FILOSOFIA E SPORT - Si è aperto ieri a Roma, presso l’Università “Foro Italico”, il Convegno Mondiale dell’Associazione Internazionale di Filosofia dello Sport (IAPS). Sono intervenuti alla cerimonia il professor Fabio Pigozzi, prorettore vicario dell’ateneo e il membro Cio Ottavio Cinquanta.
la Repubblica GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
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R2SPORT Romina Marenda
ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ
Vicentina, 26 anni, campionessa italiana nel 2009. Si allenava di nascosto: «Facevo atletica, studiavo design, lavoravo in un museo. Non ero un tipo da ring».
Nata a Roma 32 anni fa, capitano della nazionale azzurra, Patrizia è stata la prima donna pugile dell’Esercito. Ama la lettura, ha studiato ragioneria ed economia all’università
Chiara Marzano
ROMA e donne con i guantoni hanno il trucco, prendono a pugni la retorica e i pregiudizi. Million dollar baby senza gli strazi di certa letteratura, ma laureate. Che hanno scelto la fatica e per molti anni l’ombra: boxare al femminile in Italia è stato illegale fino al 2001, praticamente l’altro ieri. Ci si allenava, ma quasi clandestine, come una vergogna da nascondere. In palestra ci andava di nascosto Romina Marenda, vicentina dell’84, 60 Kg, campionessa italiana nel 2009. «Facevo atletica, ho studiato design, lavoravo in un museo d’arte. Non proprio una da ring». In effetti. «Da fuori magari pensano che sei una fanatica se fai pugilato, invece io ho trovato la mia vita, a volte estrema, ma l’unica per me possibile». Marenda è nell’Esercito, si allena nel centro sportivo olimpico della Cecchignola a Roma, più campus che caserma, più tute e scarpe da ginnastica che divise. Ci crescono campioni. Molti guantoni rosa italiani si preparano qui per Londra 2012. I primi Giochi aperti alla boxe femminile, 36 atlete in tutto, tre categorie di peso (5160-75), una conquista ratificata a Berlino nel 2009 dal Cio dopo un’infinità di battaglie. Il quadrato rimane uno spazio parecchio maschio, miti e glorie al testosterone. «Donna, magari bella, magari militare, che boxa ed è pure intelligente: un’immagine troppo forte». Patrizia Pilo è la capitana della nazionale azzurra, prima donna pugile dell’Esercito, la veterana, la saggia, la più dolcemente arrabbiata: «Si sta spesso sole: è difficile trovare un uomo indipendente e con sufficiente autostima per stare accanto a una compagna che fa uno sport come questo, che ti invade la vita». Romana, 32 anni, 75 kg, le piace un sacco leggere, ha fatto ragioneria ed economia all’università: «Poi ho deviato in tempo prima di diventare triste. Io ho messo i
L
Giada Landi
MUSCOLI E TATUAGGI
SHOPPING E TACCHI
Chiara Marzano, napoletana, ha un tatuaggio sulla spalla destra: Studia scienze motorie, è prossima alla laurea. «Mi piacciono i muscoli, ho praticato tutte le arti marziali»
Classe 1989, livornese, unghie laccate, tacchi e passione per lo shopping: è soprannominata «miss». Ha iniziato con la pallavolo, è arrivata alla boxe attraverso la kickboxing
Marzia Davide
Simona Lucarno
UN FIGLIO DI QUATTRO ANNI
IL MUTUO A 22 ANNI
Trent’anni, campana di Pontecagnano (Salerno), per due volte campionessa europea e per quattro italiana. Ha un figlio di quattro anni, per la maternità si è dovuta fermare, ma continua a sognare le Olimpiadi di Londra
Piemontese di Tortona, ha cominciato per caso: «Ma non diventi pugile per niente: stare di fronte ai tuoi limiti porta sempre da qualche parte. Anche ad accollarsi un mutuo a 22 anni come ho fatto io, non volevo più compromessi»
Sul ring con laurea e smalto donne di boxe pronte per Londra Niente Million dollar baby: nuova vita pensando ai Giochi guantoni per conoscere il dolore, il rispetto, l’essenza delle cose». Oppure inizi per caso, come Simona Lucarno di Tortona, «poi però non diventi pugile per niente: stare di fronte ai propri limiti porta sempre da qualche parte, anche ad accollarsi un mutuo a 22 anni co-
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Patrizia Pilo
HA STUDIATO DESIGN
ALESSANDRA RETICO
PER SAPERNE DI PIÙ www.fpi.it www.repubblica.it/sport
Anni di pregiudizi, ora finalmente il debutto olimpico: “Fanatiche? Qui scopriamo i limiti”
“Si sta spesso sole Difficile trovare un uomo che ti accetti: il nostro è uno sport che ti invade”
me ho fatto io, perché non vuoi più compromessi nella vita». E va anche che inizi magari per dimagrire come Federica Bannò, 31 anni, 64 Kg, «e poi scopri che è l’unico posto, il ring, dove riesci a metterti in discussione: è difficile salirci, ma poi non puoi più scendere.
Mi sento fortunata». Ecco, da lassù certe prospettive si inquadrano meglio, chi sei e che vuoi, e quanti colpi servono per sistemare la tua traiettoria. L’ha capito per caso, per sorpresa, anche il tecnico federale Cesare Frontaloni che le donne fanno così: «All’inizio ero scettico, poi vederle combattere mi ha aperto il cervello: le donne stanno al sacrificio più degli uomini, danno soddisfazione perché non vogliono picchiare e basta, ma capire come si esegue un gesto». Anche se è un cazzotto, e per darlo ti metti lo smalto. Giada Landi la chiamano “miss”, ha le unghie laccate, molto sciantosa, le gonne e i tacchi e molto shopping, aspira le parole da livornese doc, è dell’89, è militare dell’Esercito, categoria 54 Kg, «ho iniziato presto con la pallavolo, poi kick boxing perché lo faceva mio padre, quando decisi per il pugilato lui non era granché d’accordo, ma non me l’ha mai impedito». L’ex maschiaccia si chiama Chiara Marzano, napoletana, tatuaggio sulla spalla destra, «mi piacciono i muscoli e la forza, ho fatto tutte le arti marziali e sto per finire l’università, scienze motorie, quando andavo agli esami mi guardavano strano. Eppure io a casa cucino dolci per il mio compagno». Tre, quattro ore di allenamento al giorno, tante vite da conciliare come fa Terry Gordini di Ravenna, del 1979, sposata da sette anni, «mio marito capisce chi sono e la mia fatica: mi sveglio alle sette di mattina, mi alleno, studio e lavoro in uno studio legale, la sera cucino». Marzia Davide, di Pontecagnano in provincia di Salerno, classe '80, sposata e con un figlio di quattro anni, campionessa europea nel 2003 e 2004 e campionessa italiana nel 2002, 2004, 2005 e 2007, si è dovuta fermare con la maternità: «Ma non smetto di sognare Londra». Perché dei guantoni non ti liberi, Annalisa Ghilardi, 30 anni, ci ha provato, «ma solo il ring ti libera dalla durezza dei giorni». Coi pugni quotidiani. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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METEO
GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2010
PER SAPERNE DI PIÙ meteo.repubblica.it
■ 59 dati a cura di 3BMeteo.com - Elaborazione grafica: Centimetri.it
Meteo in tempo reale su
Bolzano Trento Aosta
Milano
Repubblica.it
Trieste Venezia
Torino
Bologna Genova Ancona Firenze
Mare e venti oggi Mare
Mattino Cieli molto nuvolosi al Nord ed alta Toscana con piogge e rovesci sparsi, più diffusi sul Triveneto. Nubi sparse sulle restanti regioni centrali e sulla Campania. Soleggiato altrove. Temperature minime in aumento al Sud. Venti fino a moderati meridionali.
Perugia
Vento km/h Prov. SO 22
Ancona Anzio
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5
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Cagliari
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Civitavecchia
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Taranto
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Trieste
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Sabato
L’Aquila
Maltempo al Nord e Toscana con piogge e rovesci, anche diffusi ed intensi su Lombardia e Triveneto. Nubi e piogge sparse su Umbria e Lazio. Soleggiato altrove salvo stratificazioni in transito. Temperature in calo al Nord. Venti moderati-tesi meridionali.
ROMA Bari
Campobasso Napoli
Olbia
Potenza
Catanzaro Cagliari
Palermo Reggio Calabria Catania
Pomeriggio
Domenica
Nubi e piogge sparse su Lombardia, Nord Est ed alta Toscana, in temporanea attenuazione serale fuorché sul Triveneto. Variabilità asciutta su Umbria e Lazio. Bello al Sud ed adriatiche salvo velature. Temperature in calo al Nord. Venti moderati meridionali.
Mattino: Nuvolosità irregolare al Nord e centrali Tirreniche, più compatta su Alpi, Prealpi, levante ligure ed alta Toscana, associata a piovaschi di debole intensità su Alpi carniche, Val d'Aosta occidentale, spezzino, Lunigiana, Garfagnana e Versilia. Ben soleggiato altrove salvo nubi sparse su dorsale e versanti tirrenici. Temperature minime in aumento al Centro Nord. Venti deboli-moderati dai quadranti sudoccidentali con rinforzi sui mari settentrionali.
Ieri
23 SET 1 OTT
7 OTT 14 OTT
Alghero Ancona Aosta Bari Bologna Bolzano Brindisi Cagliari Campobasso Catania Catanzaro
Oggi
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29 26 28 28 28 29 27 28 28 29 28
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Firenze Genova Imperia L'Aquila Messina Milano Napoli Olbia Palermo Perugia Pescara
INDICE UV
Oggi
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Basso
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3-5
Pomeriggio: Nuvolosità variabile al Nord e centrali tirreniche, a tratti compatta e con qualche debole rovescio sulle Alpi orientali. Maggiori schiarite su Piemonte e bassa pianura padana. Ben soleggiato al Sud ed Adriatiche. Di notte peggiora al Nord Ovest con piogge sparse anche su pianure piemontesi, Brianza, Lario, varesotto, milanese e bergamasca. Temperature massimi stabili o in lieve ulteriore ascesa al Sud. Venti dai quadranti sudoccidentali con rinforzi.
25 25 25 25 26 26 27 27 27 26 25
15 21 20 8 21 17 21 20 21 12 17
Moderato
26 24 23 25 26 26 26 28 26 24 25 6-7
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min
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27 29 28 28 29 28 28 30 29 27 28 Alto
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14 10 19 15 16 16 13 13 20 14 14
Pisa Potenza Reggio C. Rimini Roma Fium. Roma Urbe Torino Trento Trieste Venezia Verona
8-10 Molto alto
25 22 26 24 27 29 25 25 25 25 25
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Domani
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Fronte caldo 14 19 22 17 11 14 16 11 14 16 18 11 10 9 14 12 18 16 25 18 11 17 11 20 25 14 14 9 11 12 8 9 8 14 16 13 10 10 19 22 11 16 9 16 12
17 32 28 26 17 17 20 16 29 18 26 15 15 15 18 13 27 24 30 28 19 20 16 26 31 17 16 14 18 16 11 16 17 25 27 26 13 16 25 27 16 21 18 23 16
Domani
Reykjavik
Fronte freddo Oslo
Helsinki
B Stoccolma
Tallinn
Göteborg Riga Edimburgo
Copenaghen
Vilnius
Belfast Kaliningrad
Dublino
Amsterdam Birmingham Londra
Colonia Francoforte Praga Lussemburgo Monaco
Parigi
Tours Bordeaux Gijon Porto
Lisbona
Varsavia
Bruxelles Nantes
B
Minsk
Amburgo Berlino
A
Bilbao Madrid
A
B
Tolosa
Kiev Bratislava
Vienna Berna Lione Marsiglia
B
Barcellona
Tirana
1 8 2
7
4 2 6 7 7 2 8 5 5 9 1 8 4 3 5
A
Bucarest
Sofia Skopje Istanbul
Salonicco Atene
Algeri
Tunisi
Smirne Iraklion
Valletta Larnaca
Come si gioca: Completare il diagramma in modo che ciascuna riga, colonna e riquadro 3x3 contenga una sola volta tutti i numeri da 1 a 9.
3 9 6 1
B
Valencia
B A
Chisinau
Budapest
Lubiana Zagabria Milano Belgrado Sarajevo Roma
Malaga
© 2010 nonzero
Min Max
5
9 2
le soluzioni su www.repubblica.it
Oggi
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16 13 21 18 19 17 16 17 19 19 18
23 26 27 28 28 27 24 22 21 23 23
SOLE
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Sorge 6.33 6.43 6.49 6.49 6.53 6.54 7.01 7.03 7.08
Tramonta 19.03 19.13 19.16 19.20 19.26 19.26 19.35 19.36 19.42
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>11 Estremo
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Variabile al Nord e centrali tirreniche con piogge sparse in rapido esaurimento da Ovest. Ben soleggiato altrove salvo nubi alte e stratificate in transito. Temperature massime in aumento al Settentrione. Venti in attenuazione tendenti a divenire variabili.
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