100% Fitness Mag - Febbraio 2015

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Febbraio 2015 Mangiare con consapevolezza di Luisa Buonocore

Cosa è l'antibioticoresistenza di Giuseppe De Simone

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE - Anno IX • NUMERO 2

EDIZIONE ON-LINE

Le anomalie del cuoio capelluto di Stefano Di Donna




LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno IX • NUMERO 01 ★ In copertina

Geppina Russo con i figli

Matteo (5 anni) Erminio (4) e Luca (2) ★ fotografati da

Pino Coluccino Sant'Agnello Cell. 331.4511034

Periodico di attualità a diffusione gratuita

SOMMARIO

Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 ★ Direttore responsabile

Giuseppe Damiano ★ Editore

Giuseppe Manzi ★ Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense ★ Progetto Grafico

Maurizio Manzi Bingwa Art Factory maurizio@bingwa.it ★ Stampa

Grafica Cirillo Scafati (Sa) Contatti

Tel. 081.5341117 redazione@centopercentofitness.it

10

38

18

di Carlo Alfaro

Gli esperti del mese Mindful eating Mangiare con consapevolezza di Luisa Buonocore

QUALITY PARTNERS

22

L'ipertensione al risveglio di Vittorio Fabbrocini

26

Costocondrite

di Barbara Martino

30

Il Sistema Sanitario Nazionale concede un contributo per gli apparecchi acustici di Tea Maione

34

1 - 2 - 3... 100 Normalmente discalculiaco! di Mariarosaria D'Esposito

L’origine della salute e delle malattie

42

Prevenire è meglio che guarire! di Bianca Pane

46

La fisioterapia respiratoria di Brigida Pinto

50

Agopuntura e fumo di Antonio Coppola

52

Cosa è l'antibiotico-resistenza di Giuseppe De Simone

54

I disturbi del linguaggio ed intervento psicomotorio nel bambino tra i 3 e 5 anni di Daniela Caiafa


L'aforisma del mese:

Guardare al passato per capire il presente e prevedere il futuro Tucidide

56

La prevenzione comincia con il guardarsi in bocca di Vittorio Milanese

58

L’acqua e la gravidanza: una moda o una svolta? di Angela Maria Flinio

62

Chi è il counselor? di Anna Sallustro

64

La salute nasce a tavola? di Francesca Maresca

66

Perdi peso, brucia grassi

72

La panca ad inversione di Giuseppe Di Gregorio

74

HealthRider, specialista dell’home fitness

75

Collezione running ZÉRO DROPTM

92

La Responsabilità Civile Auto di Giada Ammirati

76

94

di Nello Iaccarino

di Nino Aversa

I miei maestri

Un territorio da scoprire

78

96

di Ernesto Lupacchio

di Angela Cacace

100 volte grazie

I consigli del libraio

82

98

di Domenico Casa

di Anna Maione

L'inferno sono gli altri?

100% torta

84

99

di Vincenzo Califano

di Imma Gargiulo

Per una civiltà della tavola

Il pan di spagna

86

100

di Stefano Di Donna

di Salvatore Spinelli

Anomalie del cuoio capelluto

90

Niente carcere per i reati fino a 4 anni di Valerio Massimo Aiello

I regali nello sgabuzzino





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N. 100 - Febbraio 2015




Gli ESPERTI di questo mese #ANESTESISTA

#AUDIOPROTESISTA

Dott. Antonio Coppola Medico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore

Laureata in Tecniche Audioprotesiche Martedì dalle 9.00 alle 11.00

#CARDIOLOGO

#CHIROPRATICA

338.1705569

Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli

338.4086506

v.fabbrocini@alice.it

#FARMACISTA

Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

335.5302988

#LOGOPEDISTA

Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito Laureata in Logopedia presso l’Università Federico II di Napoli

Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

338.3191494

#NUTRIZIONISTA

Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

Martedì - Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

334.2258132

#OSTETRICA

Dott.ssa Angela Maria Flinio Laureata in Ostetricia presso l'Università di Napoli Federico II. Libero Professionista

339.1937664

angelaflinio@hotmail.it

Dott.ssa Tea Maione

338.9648341

Dott.ssa Barbara Martino

Laureata in chiropratica all’AngloEuropean College of Chiropractic in Bournemouth (Ingh.), membro dell’A.I.C. Tutti i giorni dalle 12.00 alle 16.00

349.1381175

#FISIOTERAPISTA

Dott.ssa Brigida Pinto Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli.

331.2668437

pintobrigida@gmail.com

#NEUROPSICOMOTRICISTA

Dott.ssa Daniela Caiafa Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

347.5477785

#ODONTOIATRA

Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

338.4698121

#PSICOPEDAGOGISTA Dott.ssa Bianca Pane

Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche

393.9315564

#PSICOLOGA

#SESSUOLOGA

Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università “La Sapienza di Roma”. Collabora con il Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma. Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00

Sessuologa Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30

Dott.ssa Luisa Buonocore

333.4471904

Dott.ssa Olga Paola Zagaroli

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#PSICOLOGA http://bit.ly/1bFShtd

Dott.ssa Luisa Buonocore Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00

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Mindful eating

Mangiare con consapevolezza

Prendi un chicco di uva passa. Per prima cosa, guardalo con molta attenzione, come se vedessi per la prima volta un chicco di uvetta. Guarda il suo colore e le sue sfumature, la sua forma, la superfice e le piccole grinze. Adesso con dita leggere, sfioralo e esamina la sua consistenza.Tocca lentamente la sua superfice, esaminandone le irregolarità, schiaccia con leggerezza per saggiarne la consistenza. Poi annusalo per un po’. Infine, con consapevolezza, portalo alle labbra osservando la salivazione che aumenta. Mettilo in bocca continuando a porre attenzione alle sensazioni e assaporiandone il gusto. Quando sei pronto a deglutire, osserva l’impulso di ingoiare mentre va crescendo, in modo da vivere questa fase in piena consapevolezza.

18

Questo è il famoso esercizio dell’uvetta proposto da Kabat-Zinn nel suo primo volume sulla minfulness e che è usato negli incontri mindfulness di tutto il mondo per spiegare il concetto di “Consapevolezza”. Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, Mindfulness significa "porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”. La Mindfulness è una pratica che insegna a dirigere volontariamente la propria attenzione a ciò che accade nel proprio corpo e intorno a sé, momento per momento, ascoltando più accuratamente la propria espe-

100% FITNESS MAG • Febbraio 2015

rienza, e osservandola per quello che è, senza valutarla o criticarla. Mi voglio soffermare, oggi, sull’applicazione di questa disciplina all’alimentazione. Uno degli effetti più importanti della la Mindfulness è quello di aumentare la consapevolezza allenando la nostra attenzione a dirigersi verso il “momento presente” rendendoci sempre più attenti a tutte le nostre sensazioni. La Mindfulness ci aiuta a renderci conto anche dei comportamenti più semplici, automatici e abituali come il mangiare. Solitamente, chi prova a fare l’esercizio dell’uvetta sperimenta sensazioni molto positive. Spesso le persone riportano che questo modo diverso di mangiare è molto piacevole, fa assaporare i gusti più intensamente, sembra gratificare e nutrire di più il nostro corpo. Immaginate di applicare questo piccolo esercizio agli alimenti che compongono i nostri pasti, cosa succederebbe? Mangiare in modo mindful significa mangiare essendo consapevoli di ogni singolo pasto e di ogni singolo morso. Questo modo di mangiare ci consentirà di apprezzare in pieno il vissuto sensoriale del mangiare e ci aiuterà a porre più attenzione a ciò che mettiamo nel nostro piatto. Mangiare con consapevolezza ci aiuterà ad apprezzare molto di più il nostro cibo che ci sembrerà più buono e gustoso. Inoltre, ci basterà mangiare di meno perché saremo appagati prima.


Come fare tutto ciò? Vediamo alcuni consigli per una quotidiana alimentazione mindfulness: ★ Inizia prestando attenzione a questa sfera della tua vita: concediti del tempo per i pasti e scegli il luogo giusto, lontano da apparecchi elettronici. ★ Mangia con i cinque sensi: nota i colori, i profumi, i suoni e le consistenze del cibo e come la mente reagisce ad esse e non solo al gusto. Quando metti il primo boccone di cibo in bocca, fai una breve pausa prima di masticarlo e nota il suo sapore come se fosse la prima volta che lo assaggi. ★ Servi il cibo in piccole porzioni: la moderazione è una componente essenziale del mangiare in modo consapevole ed evita la sovralimentazione e il sovrappeso. ★ Assaggia piccoli bocconi e

mastica a fondo, ti aiuterà ad apprezzare pienamente il cibo e aiuterà la digestione. ★ Mangia lentamente: ti aiuterà a notare quando ti senti piacevolmente soddisfatto in modo tale da fermarti prima di mangiare troppo. ★ Non saltare i pasti: la fame spinge a nutrirsi in modo caotico e non mindful. ★ Fai attenzione a ciò che mangi: Chiediti cosa contiene il tuo cibo, esamina le etichette sulle confezioni degli alimenti. Chiediti da dove viene il tuo cibo, com’è stato coltivato o prodotto. Coloro che mangiano con consapevolezza guardano in profondità il pasto che stanno per mangiare, guardano ben oltre il bordo del piatto. Bibliografia:

Vivere momento per momento di Jon Kabat-Zinn (Tea pratica) Savor. Mindful Eating, Mindful Life di Thic Nhat Hanh e L. Cheung (HarperCollins Publishers) ★

In occasione del centesimo numero della rivista, il mio pensiero e il mio ringraziamento va a tutti quelli che hanno letto i miei articoli. Vi invito sempre a contattarmi, sarò felice di rispondere alle vostre domande. Un grazie speciale alla redazione con i complimenti per il lavoro che ogni mese rende possibile la realizzazione di questo magazine!


#SESSUOLOGA

Dott.ssa Olga Paola Zagaroli Lunedì e Giovedì dalle 15,30 alle 17,30

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Sindrome del pene piccolo L’organo genitale maschile, nella storia della civiltà occidentale è stato da sempre considerato come un elemento che andava ben al di là di una semplice parte del corpo. Come sottolinea David Friedman (2007) “il pene era un’idea, uno strumento concettuale, ma in carne e ossa, che determinava il posto dell’Uomo nel Cosmo”. Nonostante le divergenze nelle varie forme e soprattutto dimensioni del pene nelle diverse culture, l’organo genitale maschile continua ancora oggi a suscitare attenzioni e preoccupazioni da parte degli stessi uomini. Ciò che sembra essere rimasto ancorato alle idee e ai pensieri dei nostri avi è sicuramente l’associazione dell’organo sessuale maschile al concetto di “potere”. Molti uomini hanno la convinzione che il loro pene non sia collegato al loro cervello, come se avesse una propria autonomia. Spesse volte infatti anche nell’attività clinica viene osservata una forte tendenza a non comprendere l’esatta funzionalità dell’organo genitale, dando per scontato l’esistenza di un “pulsante”, situato ipoteticamente in prossimità del pene, che si è guastato e non risponde più a certi comandi. Tale fantasia è strettamente correlata ad un immaginario maschile che, come abbiamo già accennato in precedenza, fa fatica a svincolarsi da certi cliché, che continuano ad 20

essere trasmessi culturalmente soprattutto dagli stessi appartenenti a questo “genere”. Sembra che nel percorso evolutivo di un maschio “sano” la fantasia di non avere una dimensione del proprio organo genitale adeguata, conforme agli standard sociali, sia un passaggio pressoché obbligato. Quello che più colpisce riguarda essenzialmente la paura in tali individui di non sentirsi conformi anatomicamente rispetto alla dimensione del proprio organo genitale nello stato di riposo. Ecco svelata la sindrome da spogliatoio. Infatti la maggior parte dei giovani adolescenti che iniziano ad entrare in contatto con i propri coetanei, oppure con individui anche più adulti durante l’attività sportiva, tendono a confrontarsi costantemente focalizzando soprattutto l’attenzione sulla zona genitale, rischiando di preoccuparsi ed incastrarsi in pensieri assolutamente impropri. Lo stato di flaccidità del pene ha una dimensione del tutto variabile e questo dipende essenzialmente da alcuni fattori: la struttura anatomica costituzionale dell’individuo, agenti ambientali come temperature troppo elevate (il pene si distende), ovvero troppo fredde (il pene si restringe), condizioni di “salute” dello stesso individuo. Inoltre è importante sottolinea-

a. b. c.

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re quanto la percezione che un uomo può avere del proprio organo genitale sia “visivamente” distorta rispetto al possibile confronto con un altro simile posizionato di fronte. L’auto-osservazione, se non effettuata allo specchio rimanderà costantemente una prospettiva completamente differente (altobasso) rispetto a quanto osservato frontalmente. Il pene di chi abbiamo di fronte apparirà inevitabilmente più allungato e proporzionato! Spesse volte infatti, nell’attività clinica è possibile intervenire rapidamente su quegli individui che sentono di avere una certa inadeguatezza rispetto al proprio organo genitale, facendoli semplicemente confrontare con se stessi di fronte ad uno specchio.


risolutivo anche di tipo chirurgico, mentre l’ 80% di uomini che effettua una visita per disagi non inerenti alla possibile micropenia, comunque pone la domanda relativa alla presunta “normalità” della dimensione del loro organo genitale. Questo fa molto riflettere sulla “potenza” del confronto tra gli uomini, come anche sull’ipotesi che “essere migliori (potenti)” significhi avere un pene più grande! L’idea che l’ignoranza in materia e la scarsa educazione socio-affettiva delle persone continui a mantenere alto il grado degli stereotipi e dei pregiudizi, sembra confermare un forte disagio psicologico che risulta essere tendenzialmente invalidante.

Se non sussistono altre disfunzionalità di tipo psicopatologico, la possibile presa di coscienza permetterà un primo passo importante verso il processo di adeguamento delle proprie sensazioni psico-corporee. Cosa più pericolosa riguarda invece il disagio vissuto da alcuni uomini rispetto alla convinzione costante e destrutturate di non avere un organo genitale adeguato sia questo nello stato di flaccidità, che in quello di erezione. La dismorfofobia peniena infatti evidenzia il forte stato stressogeno in un uomo a prescindere dall’età, dalle esperienze vissute e dal contesto sociale di riferimento. Tale stato è alla base di un costante disagio di tipo ansioso con presunti tratti depressivi. Il

non riuscire a svincolarsi da pensieri ossessivi oltre ad incastrarlo in un circolo vizioso, portano lo stesso individuo ad isolarsi e chiudersi costantemente in se stesso allontanandolo quindi dal contesto sociale di appartenenza. Le presunte motivazioni riguardano sia elementi psicologici o psicopatologici, ma anche possibili caratteristiche anatomiche dello stesso organo genitale. Alcuni dati scientifici evidenziano quanto la richiesta di risoluzione di adeguamento psico-fisico rispetto ad una dismorfofobia peniena sia in aumento. Infatti dagli ultimi convegni di andrologia e sessuologia si evince un incremento di tali richieste. Durante le visite andrologiche il 20% richiede un possibile intervento

L’importanza di una chiara diagnosi differenziale utile a comprender il vero stato delle reali dimensioni dell’organo genitale, diventa fondamentale nonché indispensabile. Non è un caso che alcuni studiosi hanno rilevato quanto la richiesta di eventuali interventi di allungamento non fosse direttamente correlata ad una reale caratteristica di micropene. A tale riguardo il disagio rimanda essenzialmente ad una dismorfofobia peniena, che difficilmente si sarebbe risolta con l’ausilio di tecniche di allungamento chirurgiche e/o fisioterapiche. Quando il disagio è più di natura psicologica diventa necessario un intervento psicosessuologico utile a ridimensionare il vissuto catastrofico, che si manifesta nell’espressione di una precisa inadeguatezza fisica. La possibilità di rieducare e fare riappropriare alcuni uomini della loro sicurezza e stima di sé è alla base di una modificazione e di una migliore percezione di alcune parti del proprio corpo. ★

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#CARDIOLOGO

Professor Dottor Vittorio Fabbrocini

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L'ipertensione al risveglio

Allorchè ci svegliamo l'organismo subisce diversi cambiamenti tra cui un aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca 22

L'interesse che la Medicina ha per l'ipertensione arteriosa è giustificato dalle conseguenze che il persistere dei valori pressori alti può provocare un danno cardiovascolare, come l'infarto cardiaco, l'ictus cerebrale, l'aneurisma e rottura dell'aorta nonchè scompenso cardiaco. È un argomento da noi già altre volte trattato ma sul quale conviene ricordarne i vari aspetti, che rappresentano le diverse sfaccettature dell'importante argomento. Questa volta ci soffermiamo sull'aumento pressorio che si verifica al momento del risveglio mattutino. Dall'abbassamento dei valori pressori nelle ore del sonno in cui v'è un predominio del Vago, si passa a quello del Simpatico, che porta un aumento della frequenza del battito cardiaco e della pressione arteriosa. Va precisato a tal proposito che l'organismo umano è sotto il controllo continuo di due Centri nervosi autonomi con funzioni del tutto opposte, indipendenti dalla volontà: il Sistema Vago e quello Simpatico. Va anche detto che a tutto ciò contribuiscono vari fattori dipendenti dallo stesso soggetto. Al momento di svegliarsi v'è un immediato ricordo delle cose importanti del giorno prima e quelle da dover fare con il nuovo giorno. Insomma un ritorno alla "cruda" realtà.

100% FITNESS MAG • Febbraio 2015

L'origine dell'ipertensione

L'ipertensione è caratterizzata da un aumento dei valori pressori del sangue nel circolo sistemico, che riguarda tutte le arterie che dal cuore e dall’Aorta si portano in tutto il corpo. La pressione sistemica ha due valori di riferimento: quella sistolica (riguardante la pressione massima) e la diastolica (quella minima). La prima è dovuta alla contrazione del cuore ed alla “spinta” susseguente del sangue nel circolo arterioso; la pressione "minima" al rilasciamento successivo del cuore e dei vasi. A riposo i valori limiti normali della pressione massima variano da 100 a 140 millimetri di mercurio (mmHg) mentre quella minima da 60 a 90. In genere viene considerata Ipertensione arteriosa quando i valori pressori superano i 140 di massima e i 90 di minima.

Come controllarsi

Proprio per quanto abbiamo riferito precedentemente, sulla possibilità che al risveglio la pressione arteriosa può risultare più alta, questa andrebbe controllata al mattino, a digiuno, prima del caffè, della colazione e della abituale sigaretta per i fumatori. Dovrebbe essere evitata anche la somministrazione di farmaci, lavarsi la faccia e altre parti del corpo, in quanto potrebbero derivarne



#CARDIOLOGO

stimolazioni neuro-vegetative in grado di modificare i reali valori prima della misurazione. Eventualmente si possono lavare solo le mani con acqua calda. Occorre poi precisare che la cosiddetta "automisurazione" a casa con i classici sfigmomanometri o con i moderni apparecchi elettronici digitali consentono una facile misurazione ma innanzitutto si hanno dei valori pressori più veritieri di quelli riscontrati presso gli Ambulatori medici o Farmacie. Per molte persone si verifica il fenomeno dell'aumento pressorio dovuto a un fatto emozionale in presenza del medico o farmacista e perciò si parla di Ipertensione da camice bianco.

La misurazione della pressione

Di regola se non v'è necessità per cui il controllo della pressione viene effettuato anche due volte al giorno, mattina e sera, quando v'è inizio di trattamento con farmaci ipotensivi, aumenti o abbassamenti improvvisi pressori, disturbi vari (cefalea, palpitazioni cardiache, malessere generale) la misurazione può venire controllata ogni 7-10 giorni. Sembra forse esagerato elencare questi consigli ma è opportuno attenersi a certe precauzioni. L'ambiente freddo, rumoroso, lo stato nervoso o agitato del soggetto possono alterare la realtà della pressione aumentandone i valori. Al momento della misurazione pertanto occorre stare comodamente seduti e ben rilasciati per circa tre minuti; il braccio va posizionato all'altezza del cuore e poggiato possibilmente su di un tavolo. Il bracciale dell'apparecchio va avvolto alla parte superiore del braccio con il margine inferiore (da dove partono i tubicini per 24

L'apparecchio per l'automisurazione

l'apparecchio di misurazione) a due centimetri sopra la piega del gomito. Va praticata una prima misurazione seguita dopo un minuto di pausa ogni volta da altre due misurazioni. Di queste due ultime misurazioni poi va fatta la media (i valori delle due misurazioni - sia della massima che poi della minima - vengono queste ultime separatamente prima sommati e poi il totale diviso due). I risultati delle operazioni sono i valori da ritenere validi. Le tre misurazioni vengono fatte per eliminare le possibi-

Lo Sfignomanometro, l'apparecchio per misurare la pressione arteriosa

100% FITNESS MAG • Febbraio 2015

li interferenza con le condizioni neuropsicologiche del soggetto in esame. I diversi controlli nel tempo vanno trascritti, conservati e presentati poi al proprio medico. Sarà quindi sempre il medico a decidere sull'inizio o meno del trattamento farmacologico ipotensivo o come proseguire nel modo migliore la cura. In conclusione i valori pressori al di sopra della norma, specie se controllati con farmaci, alimentazione adeguata e attività fisica non devono destare preoccupazione se non esistono altri "fattori di rischio" come l'obesità, il sovrappeso, il fumo di sigaretta, l'aumento del colesterolo, dei trigliceridi, il diabete non controllato e la sedentarietà. Condizioni che possono favorire nel tempo il danno cardiovascolare. In occasione del centesimo numero, un affettuoso augurio ai tanti sconosciuti lettori di 100% FITNESS MAG che ci seguono e sono sempre più numerosi. ★



#CHIROPRATICA

Dott.ssa Barbara Martino

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349.1381175

Costocondrite La costocondrite è una patologia di tipo infiammatorio del tessuto connettivo (cartilagine) delle articolazioni costocondrali o costosternali nella gabbia toracica, che produce dolore e indolenzimento al petto. Va distinta dalla sindrome di Tietze che è una variante della costocondrite in cui è presente dolore, gonfiore e indolenzimento a livello del tessuto cartilagineo colpito. La costocondrite, invece, a differenza della prima, è meno localizzata (cioè lo stato infiammatorio è più diffuso), non presenta gonfiore e ha, spesso, una causa precisa d'insorgenza (ad es. un'infezione patogena o un trauma fisico). Questa sindrome è più comune nelle donne rispetto agli uomini

(70% contro 30%, rispettivamente). La fascia d’età più frequentemente colpita sono i soggetti di età compresa tra 40 o più anni. Si tratta di un disturbo che si può confondere con i primi segni (angina pectoris – dolore anginoso al torace) di un infarto del miocardio, quindi devono essere eseguiti tutti gli accertamenti necessari per escludere questa possibilità più grave.

Cause

In molti pazienti, l’origine della costocondrite è idiopatica, senza causa riconosciuta. Tuttavia le cause più comuni sono le seguenti: ★ Trauma al torace (ad esempio, un brusco impatto causato da

★ ★ ★ ★

un incidente automobilistico o da una caduta); sforzo fisico eccessivo provocato da attività quali il sollevamento di oggetti pesanti e l'esercizio fisico intenso; alcuni virus o malattie delle vie respiratorie - quali la tubercolosi, la sifilide e l'aspergillosi - che possono causare infiammazioni articolari; infezione batterica dopo un intervento chirurgico; alcuni tipi di artrite; movimenti ripetitivi, compresa la tosse particolarmente forte; tumori nella giunzione costo-sternale.

Fattori di rischio

I fattori di rischio che possono portare questo tipo di patologia sono: ★ svolgere attività ad alto impatto; ★ lavori manuali che creano uno sforzo ripetuto e continuo al torace; ★ soffrire di allergie ed essere esposti a sostanze irritanti. La costo condrite è spesso associata a patologie esistenti come: ★ osteoartrite; ★ artrite reumatoide; ★ spondilite anchilosante; ★ sindrome di Reiter.

Sintomi

Secondo il grado dell’infiammazione, la costocondrite può essere più o meno dolorosa. L’infiammazione può coinvolgere le cartilagini su entrambi i lati 26

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#CHIROPRATICA

dello sterno, ma è generalmente monolaterale. Il dolore può essere acuto e molto fastidioso, e aumenta con il movimento della parete toracica in rapporto con la respirazione profonda, tosse, starnuti. I sintomi, che possono variare d’intensità, di solito migliorano se l'individuo rimane a riposo e limita i movimenti del torace. L'individuo può segnalare frequenti mal di testa e sensazioni di ansia o di emozioni instabili. A causa dei molti nervi che si diramano dal torace, il dolore può essere avvertito anche alla spalla, al braccio o alla schiena. Tutti questi sintomi, tuttavia, possono essere segni di altre condizioni, compreso un attacco cardiaco. In caso di dolore persistente al torace, è importante rivolgersi a un medico.

Diagnosi

L'esame fisico, in genere, rivela indolenzimento o dolore quando è applicata pressione (palpazione) nell’area interessata. La sede più comune di dolore è la terza, la quarta, la quinta o la sesta costola. In questo tipo di patologia nessun gonfiore (edema) si nota quando è esaminata l’area dove è presente il dolore. Infatti, il gonfiore e la tumefazione delle aree intorno alla cartilagine della gabbia toracica indicano la sindrome di Tietze. Non sono presenti test di laboratorio specifici per confermare la costocondrite. Una radiografia del torace, l’elettrocardiogramma (ECG), e gli esami del sangue (sierologia) sono necessari per escludere un attacco di cuore (infarto del miocardio), la pericardite, o qualsiasi condizione di fondo. Una scintigrafia ossea è talvolta usata per valutare una possibile costocondrite infettiva. 28

Trattamento

La costocondrite è spesso causata da un movimento ripetuto ed eccessivo o da un trauma al torace, quindi la cosa migliore da fare è sicuramente il riposo cioè non usare i muscoli e le articolazioni che circondano lo sterno. Inoltre il medico sicuramente prescriverà dei farmaci anti-infiammatori e antidolorifici. Sono molto utili le applicazioni di ghiaccio o di calore nella zona dello sterno. Alcuni potrebbero notare che il dolore aumenta con il caldo mentre per altri potrebbe essere vantaggioso. Il ghiaccio, invece, potrà aiutare sia come antidolorifico sia per ridurre l’infiammazione. In questo caso, la chiropratica può aiutare il processo di guarigione attraverso mobilizzazioni e manipolazioni delle costole, della colonna cervicale e toracica. Inoltre anche l’agopuntura e alcuni strumenti di fisioterapia come ultrasuoni e TNS (Stimolazione nervosa transcutanea) possono essere utili. In seguito al migliorare della patologia alcuni movimenti di stretching, esercizi specifici ed esercizi posturali possono assistere la ripresa delle attività nella

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vita quotidiana e prevenire il ripetersi di questa sindrome.

Prognosi

In molti casi, la costocondrite guarisce spontaneamente, anche se la qualità delle cure nella maggior parte dei casi può determinare la durata del periodo di recupero; questa condizione non tende a essere persistente. Di solito, il dolore si riduce significativamente entro le prime 4-8 settimane. Un po’ di dolore può persistere, ma è lieve e si presenta solo in seguito ad attività faticose. Il dolore dovrebbe scomparire completamente entro sei mesi. È possibile prendere alcuni provvedimenti per ridurre le possibilità che si sviluppi una costocondrite persistente e cronica: ★ assicurarsi di lavarsi le mani correttamente e che le condizioni igieniche siano tali da evitare infezioni; ★ ridurre l'esercizio fisico ad alto impatto o il lavoro manuale intenso; ★ trasportare con una postura corretta gli oggetti pesanti. ★



#AUDIOPROTESISTA http://bit.ly/1gXjdO7

Dott.ssa Tea Maione Martedì dalle 9.00 alle 11.00

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Il Sistema Sanitario Nazionale concede agli aventi diritto un contributo per l’acquisto di apparecchi acustici A fronte di una crescente e preoccupante frequenza di persone, non solo anziane, che denunciano ipoacusie di vario tipo, si assiste ad una sottovalutazione delle conseguenze che tale condizione, se pregressa e non affrontata tempestivamente, può costituire sul soggetto stesso e a livello sociale. Il soggetto che presenta un deficit uditivo progressivo si isola socialmente, mentre il più delle volte basterebbe un'adeguata applicazione audioprotesica per migliorarne la qualità della vita e dei rapporti quotidiani. I problemi uditivi sono più vistosi degli apparecchi che li correggono: chiunque può notare gli atteggiamenti tipici di chi sente male, l'espressione ansiosa per non aver capito, la mano dietro l'orecchio, le risposte sbagliate. Viceversa, nessuno si accorge dei dispositivi miniaturizzati nascosti nell'orecchio, dietro il padiglione auricolare o nell'asta di normali occhiali. Sul mercato è reperibile una scelta molto vasta di strumenti di grande tecnologia, che coprono quasi tutte le esigenze. Volendo classificare le diverse tipologie, fra le protesi acustiche tradizionalmente analogiche e quelle di ultima generazione a tecnologia digitale, una prima valutazione oggettiva è che le prime (costi30

tuite da un'unità amplificante ormai obsoleta) hanno grossi limiti e che l'uso rimane ormai ristretto a pochi casi di sordità dove il contenimento dei costi rimane l'esigenza primaria. La tecnologia digitale ha rivoluzionato l'approccio alle esigenze del paziente: tale protesi, un vero e proprio computer acustico miniaturizzato delle dimensioni di un fagiolo, può infatti adattarsi in modo raffinato garantendo una buona qualità di riproduzione vocale e sonora. La tecnologia digitale però richiede grandi investimenti e la sua applicazione richiede una profonda preparazione tecnica del personale, senza la quale si rischierebbe di vanificare le potenzialità offerte dalla tecnologia. Questi fattori incidono sul costo complessivo della protesi acustica, comunque la scelta dell’apparecchio acusticopiù idoneo è sempre secondaria alla tipologia e al grado (lieve, medio, grave o profondo) dell’ipoacusia: ad esempio, in presenza di una sordità severa non si deve abdicare ad esigenze meramente estetiche, cedendo all'opzione di un apparecchio acustico magari microscopico ma alla fine inefficace. Molti pazienti possono avvalersi del contributo del Sistema Sanitario Nazionale per l’acquisto di apparecchi acustici.

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Molto spesso sono io a rendere edotto il paziente su questo suo diritto. Per potersi avvalere del contributo per l’acquisto di apparecchi acustici, da parte del SSN si deve essere invalidi civili, e riconosciuti nel decreto ipoacusici. Chi non è in possesso di tale certificato di invalidità, ma ha i requisiti, deve farne richiesta seguendo un iter molto semplice. Il medico di base compilerà un certifcato elencando tutte le patologie oltre all’ipoacusia, di cui il paziente è affetto, lo stesso medico invierà online il certificato all’INPS, per poi consegnarlo al paziente. L’INPS provvederà tramite una commissione a valutare la richiesta e concedere l’invalidità emettendo un decreto in cui attesta la percentuale d’’invalidità spettante. Ottenuto il decreto, se riconosciuta in esso l’ipoacusia media o grave che sia, il paziente può passare alla procedura per l’ottenimento di apparecchi acustici a carico del Sistema Sanitario Nazionale. Iter che esplicherò nel prossimo articolo. ★





#LOGOPEDISTA http://bit.ly/1c9PCsk

Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

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Normalmente discalculiaco!

Che il linguaggio sia un meccanismo innato, che ereditiamo da milioni di anni, rappresenta un dato acquisito: nasciamo corredati da tutto l'occorrente, non solo per parlare ma anche per scrivere o far calcoli. Chiaramente non possiamo imparare la matematica, l'italiano o le scienze senza un maestro che ci guidi. Questo presupposto all'apprendimento, inteso in maniera globale, viene da anni teorizzato dalle scienze biologiche mediante lo straordinario meccanismo della plasicità cerebrale. Il cervello umano è in grado di modificare la propria struttura e di modellarsi in rapporto e per effetto degli stimoli che riceve dall'ambiente esterno. Si specializza nelle funzioni che vengono esercitate, mentre riduce con il tempo le altre potenzialità. Ognuno di noi, ad esempio, sarebbe potuto diventare un campione di atletica o un grande pianista, se ci fosse stata dai primi anni di vita una stimolazione costante in questo senso. Ma a chi è affidato il compito di stimolare ed ampliare le competenze? Il riconoscimento delle capacità umane che, usando un'espressione di Kant, potremmo far rientrare tra i "diritti innati", avviene ad opera della società civile in senso ampio. Sin dai primi anni del bambino un 34

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ruolo decisivo è chiaramente quello della famiglia, presto in combinazione con la scuola. La didattica ha un'influenza diretta e decisiva sullo sviluppo delle competenze innate, non tanto per una sorta di "addestramento al sapere", quanto per la strutturazione del pensiero e "l'apertura al sapere". È come possedere una scatola di cerini: il fiammifero sopra, dentro o accanto al contenitore non modifica la realtà circostante...non da vita a niente! Solo una combinazione sinergica, quella tra il cerino che sfrega la scatolina, può produrre una realtà nuova: il fuoco. Nella stessa maniera non basta la semplice esercitazione delle funzioni, come ad esempio la memoria, a determinare la creazione del pensiero. È necessario un sistema didattico che consenta di innescare la sinergia, vale a dire che stimoli al meglio il bambino in tutte le sue innate facoltà. Garantite a tutti gli essere umani, le capacità plastiche del cervello sono presenti sin dalla nascita, come accade per gli occhi, il naso o la bocca. Esistono tuttavia enormi diversità qualitative in rapporto alle modalità ed alle strategie con le quali è necessario stimolare e potenziare tali funzionalità basali.



#LOGOPEDISTA

Il soggetto "dis" (dislessico, disgrafico, disortografico o discalculiaco) ha in sè questo corredo che obbligatoriamente dovrà essere sfruttato al massimo. É qui che entrano in gioco gli strumenti "diversi" da utilizzare in ambito didattico. La scuola, soprattutto a livello primario, opera in quella fase della vita definita "finestra evolutiva" in cui la plasticità neurologica è massima e la sensibilità del sistema corticale risponde al meglio. É indispensabile pertanto che il sistema didattico si attrezzi per bypassare "l'incompatibilità" del bambino allo strumento tradizionale (lettura, scrittura e calcolo) e gli fornisca mezzi nuovi per accedere alla conoscenza. Prendiamo in esame, ad esempio, la discalculia. Definita dalla legge 170 del 2010, la discalculia rientra tra i disturbi specifici dell'apprendimento ed è caratterizzata da una difficoltà di elaborazione aritmetica. I discalculiaci presentano deficit nel riconoscimento delle quantità e nell'esecuzione del calcolo sia scritto che a mente. Commettono sovente errori in rapporto alla semantica del numero, sostituendo tra loro le cifre (ad esempio confondono il 2 con il 5 e

viceversa); anche la sintassi numerica può risultare alterata, avendo difficoltà nell'assegnare un valore significativo alla cifra, in base alla sua collocazione (25 ha valore diverso dalle cifre 2 e 5, lette singolarmente o invertite nel 52). La scuola deve quindi garantire l'apprendimento, i processi cognitivi e lo sviluppo del pensiero matematico, mediante l'adozione di misure dispensative e compensative (quali la calcolatrice, apparecchiature informatiche, le tabelle o i formulari); fornire cioè lo strumento per "accendere la fiamma". A proposito di calcoli... 100% Fitness arriva al numero 100. Nei 7 anni di collaborazione con questo giornale, a partire dal mio primo articolo "La Logopedia", non solo ho visto crescere e svilupparsi quest'idea editoriale che nel tempo ha fatto da apripista a svariate riviste, ma ho potuto constatare ed apprezzare il costante interesse e l' affetto dei lettori. Grazie...al 100%!!! ★



#PEDIATRA http://bit.ly/1dzh7MF

Dott. Carlo Alfaro Pediatra

L’origine della salute e delle malattie

Secondo gli studi più recenti, l’origine delle malattie dell’adulto va ricercata nello stato di salute fisico e mentale della madre prima del concepimento e durante la gravidanza, la sua alimentazione e stile di vita (fumo, alcol, esercizio fisico), i livelli di stress cui è sottoposta, e nel tipo e quantità di alimenti che l’individuo riceve durante la vita intrauterina e nell’infanzia, dagli agenti inquinanti che incontra, dai farmaci e dalle infezioni cui viene esposto prima e dopo la nascita. Il condizionamento della salute futura da parte degli accadimenti pre - ed immediatamente post-natali prende il nome di “ipotesi di Barker”. L’ipotesi di Barker fa risalire soprattutto all’epoca fetale l’origine delle malattie complesse e croniche dell’adulto, per cui un neonato malnutrito in utero ha un maggior rischio di sviluppare, da adulto, malattie cardiovascolari, renali, diabete e obesità, patologie polmonari, disturbi immunitari e malattie mentali, in quanto le influenze ambientali sul feto hanno la capacità di modificarne in modo permanente la struttura. In pratica, l’ipotesi dell’ origine della salute e delle malattie suggerisce che tutti gli organismi vanno incontro ad una programmazione dello sviluppo in utero in grado di determinare i successivi meccanismi di adattamento fisiologico e metabolico durante la vita 38

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adulta. David Barker, medico ed epidemiologo inglese, partì da una semplice osservazione: nelle regioni più povere di Inghilterra e Galles si registrava il tasso di mortalità più elevato per malattie cardiovascolari: tale relazione era alquanto strana, perché era noto che le malattie cardiovascolari si associassero ad uno stile di vita sedentario con un’alimentazione abbondante e ricca di cibi calorici, esattamente il contrario di quanto si riscontra abitualmente in un ambiente povero. Ad un’analisi più approfondita, Barker notò che la correlazione della mortalità per patologia cardiovascolare in età adulta era col basso peso alla nascita, più comune nelle popolazioni povere e malnutrite. La spiegazione è che in caso di scarsa alimentazione durante la gravidanza, il feto tende a deviare i nutrienti verso il cervello, l’organo più importante, a discapito di altri organi come il cuore. In questo modo ha inizio un “debito” che permane nel tempo e si manifesterà durante l’età adulta con un cuore indebolito, predisponendo il soggetto allo sviluppo di malattie cardiovascolari. Questa relazione col basso peso alla nascita è stata trovata anche per il diabete tipo 2 e l’insulino - resistenza. La scarsa nutrizione materna e la scarsa disponibilità proteica, determinano infatti anche cambiamenti permanenti nella vascolarizzazione, struttura e funzione del pancreas, che risponde incrementando i livelli di insulina. Quello che si è capito oggi è che il feto programma la struttura, il funzionamento dei suoi organi e il suo metabolismo in relazione all’apporto di nutrienti: se è scarso, costruirà una “macchina” che consuma poco, il cosiddetto “fenotipo risparmiatore”. Se dopo la nascita questo tipo di struttura metabolica viene esposta ad un’abbondanza di nutrienti - come è nello stile di vita occidentale - si trova in una condizione svantaggiosa che lo predispone ad ammalarsi. L'arteriosclerosi ha le sue radici nelle prime epoche della vita: l'ossidazione delle LDL e la formazione di placche aterosclerotiche avviene già durante lo sviluppo fetale, nei bambini predisposti e se le madri in gravidanza assumono scarse quantità di calorie, proteine, grassi e carboidrati. Si ritiene che lo scarso apporto di nutrienti materno, determinando bassi



#PEDIATRA

livelli di colesterolo nel sangue, induca il feto a produrne quantità maggiori. Ma anche un eccesso di cibo assunto dalla madre danneggia gli organi del nascituro: è stato trovato che un incremento ponderale superiore a 16kg durante la gravidanza espone il bambino ad un rischio aumentato di oltre quattro volte di sviluppare obesità all’età di tre anni. Anche l’immediato periodo neonatale è di fondamentale importanza per l’obesità futura: un incremento ponderale eccessivo nei primi sei mesi di vita, infatti, espone il bambino al 40% di probabilità in più di essere obeso. Anche per quanto riguarda asma e patologie respiratorie, si è trovato che lo scarso accrescimento del feto durante le fasi precoci della gravidanza aumenta del 10% le probabilità di sviluppare asma e infezioni respiratorie da piccoli e broncopneumopatia ostruttiva in età avanzata, per la presenza di vie aeree che non hanno raggiunto le normali dimensioni nel periodo critico dello svluppo. La malnutrizione prenatale e nelle prime epoche della vita sono state associate anche con disordini immunitari dell’adulto come allergie, malattie autoimmuni, neoplasie, e ciò probabilmente in relazione con lo sviluppo della funzione del timo, organo principe della risposta immunitaria, che si sviluppa durante il secondo e terzo mese della gravidanza, per cui insulti durante questo periodo possono avere delle conseguenze anche a lungo termine sulla risposta immunitaria. Infine, è stato trovato che nati di basso peso o che sono malnutriti durante l’infanzia hanno un rischio maggiore di depressione e schizofrenia in età adulta, e che lo scarso accrescimento del feto triplica il rischio di convulsioni febbrili. Altrettanto critico per la salute da adulti, come quello fetale, è il primo periodo della vita del bambino: il periodo di tempo che va dalle prime settimane fino al 1°-3° anno rappresenta la finestra temporale più significativa per gli effetti a lungo termine sulla salute (early life programming). Malattie della madre durante gravidanza e allattamento come depressione e ansia, diabete, ipertensione, asma, anemia, implicano una serie di rischi per la salute futura del bimbo. Il comportamento affettivo materno durante le prime epoche di vita è inoltre in grado di modulare lo sviluppo del sistema nervoso del bambino condizionando la suscettibilità a disordini in età adulta come depressione, ansia, abuso di droghe o patologie croniche come diabete, malattie cardiovascolari e polmonari, allergie e obesità. Molta importanza ha anche l’ambiente domestico. La casa è il luogo in cui i bambini trascorrono la maggior parte del loro tempo, ed è capace di condizionare la loro salute, a partire dai rischi connessi all’esposi40

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zione al fumo passivo. Anche l’utilizzo di cuscino e coperta sintetici, anziché di cotone, aumenta il rischio di asma, così come l’utilizzo di detergenti spray per pulire la casa, che contengono ingredienti come alcol, ammoniaca, cloro, glicole e glicoletilene, idrossido di sodio (soda caustica), polimeri acrilici e terpeni, composti che una volta spruzzati sulle superfici da pulire, entrano agevolmente nelle vie respiratorie, irritandole. L’esposizione dei bambini piccoli all’inquinamento ambientale “outdoor” ha dimostrato poi significativo aumento del rischio di problemi mentali, respiratori, allergici, metabolici, endocrini, tumorali in età adulta. In conclusione, oggi l’ipotesi di Berker dell’origine fetale delle malattie si è ancora più allargata, perché si è compreso che non solo il basso peso alla nascita, indicatore di malnutrizione fetale, correla con le malattie croniche dell’adulto, ma il concetto va esteso a tutti i bambini esposti a stress, sia nutrizionale che ambientale, durante periodi decisivi dello sviluppo. La patogenesi dell’origine fetale delle malattie è multifattoriale, implicando l’interazione dell’ambiente con i geni. Tutto ciò aumenta enormemente le nostre responsabilità nei confronti della tutela della salute delle donne e dei bambini, perché sappiamo ora, scientificamente, che in quelle fasi della vita si gioca la partita del destino delle future generazioni. Stiamo assistendo oggi ad un cambiamento storico nell’epidemiologia della salute dei bambini, con aumento esponenziale di bambini obesi, con disturbi psico-emotivi, asma e allergie, tumori, e tutto questo sembra correlato con modificazioni nell’ "ecologia sociale dell’infanzia”: esposizione ad elevati livelli di stress già durante la gravidanza, stili di vita sedentari, diete ad elevato contenuto calorico e di grassi. Strategie di prevenzione mirate alla diade madre-bambino acquistano dunque un doppio valore, sia di tutela della salute nell’ infanzia, sia di prevenzione di patologie dell’età adulta. ★



#PSICOPEDAGOGISTA

Dott.ssa Bianca Pane

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393.9315564

Prevenire è meglio che guarire! prima che diventi una rottura negli affetti o nel lavoro. Tuttavia, anche qualora fossimo già arrivati alla malattia, individuare la causa che l’ha generata, che può essere uno degli innumerevoli disagi che avvertiamo, come la paura, il disamore, il senso di esclusione e così via, ci permetterà di modificare la decisione che l’ha creata e ritornare in equilibrio, a tutti i livelli, compreso il fisico. Inoltre, l’aver identificato l’EMOZIONE che ha originato il sintomo fa sì che, qualora la riprovassimo successivamente, saremmo in grado di riconoscerla e di risolverla prima che arrivi di nuovo a esteriorizzarsi con la malattia. Quindi prevenire è meglio che guarire! Da quanto detto nei precedenti articoli emerge la consapevolezza che siamo noi gli artefici della nostra vita. Ma la domanda ovvia e consequenziale è: “Perché allora, non siamo tutti sani, ricchi e felici?” Semplicemente perché la maggior parte delle persone non ama prendersi la responsabilità della propria esistenza, non cerca, non si fa domande. Si limita ad accettare l’infelicità come parte integrante della vita, delegando a un fantomatico destino la fortuna o la sfortuna degli eventi che le accadono. Sappiamo che non è così. Noi decidiamo ma, per farlo correttamente, dobbiamo crescere in consapevolezza, renderci conto dei passaggi che ci hanno portato fuori equilibrio e che dunque vanno cambiati. 42

Quindi, la comunicazione energetica consapevole è una forma di relazione con noi stessi che ci permette di essere in contatto con la nostra verità, con quello che siamo realmente, e di agire di conseguenza, oltre che vedere anche negli altri gli stessi processi costituiti da energia-che-scorre/energia-bloccata, in modo da interpretare correttamente le informazioni che ci inviano. Se siamo in ascolto energetico, questo ci consente di ritornare ‘in asse’ prima di veder apparire la manifestazione del disequilibrio come estremo messaggio del corpo. Questa attenzione ci consente quindi di prevenire l’insorgenza di una patologia, invece che guarirla successivamente o di sciogliere un’incomprensione

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Da ricordare

Tutto è energia interconnessa che comunica sempre e comunque. Noi siamo naturalmente integri e sani: se non manifestiamo questo nostro stato naturale, possiamo comunque recuperarlo. Siamo gli artefici della nostra vita e la responsabilità del suo esito è solo nostra. Le relazioni che abbiamo, la famiglia in cui siamo nati, lo stato del nostro corpo, sono il risultato delle scelte che facciamo in modo consapevole o inconscio. L’ascolto energetico ci permette di individuare il disagio prima che diventi sintomo e poi malattia. Se manifestiamo una patologia, individuando il disagio che l’ha creata e trasformandolo, la malattia no ha più ragione di esistere.



#PSICOPEDAGOGISTA

Ci ammaliamo perchè non ci siamo ascoltati

Non abbiamo prestato attenzione all’avvisaglia emozionale che, attraverso percezioni sempre più precise, ci diceva che la decisione esistenziale che avevamo preso e le conseguenze della nostra vita non erano quelle che auspicavamo. Manifestiamo una patologia perché, a qualche livello, abbiamo ‘tradito’ noi stessi e non abbiamo rispettato la nostra essenza, non abbiamo accettato il messaggio profondo della nostra anima, quello che realmente siamo. Così abbiamo preso decisioni che facevano piacere agli altri ma non a noi, abbiamo accettato un lavoro in nome della sicurezza e non della gratificazione, abbiamo scelto relazioni per la paura di rimanere soli piuttosto che in nome dell’amore. Sordi al disagio che incalzava diventando sempre più forte e ‘ingombrante’, abbiamo scelto di mettere la testa sotto la sabbia e di far finta di niente. Il risultato di questo processo di ‘disinformazione’ diventa evidente e inconfutabile: è la malattia. A volte siamo abili anche a negare questo livello di comunicazione, e allora il sintomo si aggrava, come la nostra situazione in quell’area della nostra vita. Sappiamo che dobbiamo cambiare, ma spesso non abbiamo la consapevolezza di ‘che cosa cambiare’ e non abbiamo la forza di farlo. Infatti, possiamo sapere da una vita che il nostro matrimonio è una farsa, che non ci sentiamo amati e compresi, ma se non agiamo, se non modifichiamo la situazione, il saperlo non ci esenterà, ad esempio, dal crearci un cancro al seno o un infarto. Dunque, oltre ad imparare a ‘sentire’ cosa dobbiamo fare per stare bene, bisogna riuscire anche 44

concretamente a farlo. Usando un approccio energetico, tutti i tasselli del puzzle tornano al loro posto, dandoci il quadro d’insieme che costituisce la nostra serenità, il vivere pienamente ogni aspetto della nostra vita. Perché questo è quanto meritiamo. A seguire, proveremo ad esaminare le corrispondenze tra disagio EMOZIONALE, sintomo patologico e messaggio che ne deriva,, nella chiave della comunicazione energetica di cui abbiamo ampiamente parlato. Partiremo dal disagio e analizzeremo per prime, alcune patologie legate alla PAURA.

La paura: dal disagio al sintomo

La paura è un’emozione comunissima e primordiale. Agli albori della civiltà permetteva all’animale-uomo di individuare un pericolo concreto e di mettersi in salvo. Oggi è molto più diffusa di quanto non appaia, però i timori si sono spostati da cause di reale minaccia a un’infinita varietà di tensioni, più o meno evidenti, più o meno sommerse. Abbiamo paura di ciò che non conosciamo, ma anche della troppa intimità. Temiamo di ammalarci o di perdere il controllo, di essere manipolati e di essere respinti, paventiamo le troppe responsabilità o il fallimento. Soprattutto, ci preoccupiamo di non essere amati e riconosciuti per quello che siamo. Questo è il terrore più profondo, più agghiacciante. Lo proviamo tutti, indistintamente, almeno una volta nella vita, anche se alcuni lo mascherano meglio di altri. Perché non ammettiamo di avere paura con semplicità? Perché culturalmente ‘non è bello’ avere paura. Ci vengono subito applicate le etichette di codardi, di pavidi, di inetti. I modelli sociali che ci vengono sistematicamente pro-

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pinati sono quelli dei vincenti, dei coraggiosi, addirittura degli eroi. Provare paura, nella nostra società, non è tollerato. Così neghiamo questa informazione preziosa, smentendola in una pantomima di apparente equilibrio. Per farlo spesso usiamo l’ipercontrollo, riducendo la voce della paura a un sempre più flebile sussurro. La paura, quella semplice e lineare comunicazione che a volte serve a salvarci la vita, si trasforma in un sentimento ambiguo, strisciante, in un’ansia generalizzata che ci prende e ci strangola in ogni momento della giornata. Diventa la forza subdola che si oppone a qualunque cambiamento, che congela ogni velleità, un vincolo che ci paralizza. Ma ci guardiamo bene dall’ammettere di averla! È ovvio che questa emozione ha infinite sfumature, alcune più facili da mascherare, che spaziano dal modesto timore, dalla lieve insicurezza fino a raggiungere il terrore puro, percepito come un vero e proprio attacco alla nostra sopravvivenza, ed è la stessa cosa se questo attacco sia motivato, come per esempio avere una pistola puntata, o solamente pensato. Anche se non lo vogliamo ammettere, resta il fatto che la paura, ben occultata, ci lavora ‘contro’, ci induce a non fare le cose, a rinunciare, o farlo in modo rigido e controllato invece che fluido e spontaneo. Avere paura implica pesare ogni decisione e, anche quando le prendiamo, temere in ogni momento di sbagliare. Tuttavia, sentire la paura è molto più proficuo che cercare di negarla. Ci permette di affrontarne la causa e di risolverla, così riusciamo a trasformare questa energia stagnante in energia che scorre e che non arreca danno al nostro povero corpo. continua sul prossimo numero



#FISIOTERAPISTA

Dott.ssa Brigida Pinto 331.2668437

pintobrigida@gmail.com

La fisioterapia respiratoria Quando si pensa al fisioterapista, inevitabilmente, lo si associa a muscoli e ossa. In realtà la fisioterapia è una scienza nuova che abbraccia molte branche, alcune ancora misconosciute ai più, eppure validate da studi scientifici che ne dimostrano l’utilità e l’efficacia. La fisioterapia respiratoria, ad esempio, è uno dei rami meno noti che svolge un ruolo fondamentale nel trattamento conservativo e non farmacologico dei pazienti con problemi pneumologici prevalentemente di natura cronica, ma viene utilizzato anche in alcune condizioni acute e nelle riacutizzazioni delle malattie croniche. Essa mira ad implementare la funzionalità respiratoria e di conseguenza la performance motoria di questi soggetti che, proprio a causa della malattia, si vedono tragicamente costretti a modificare il proprio stile di vita, riducendo le attività e istaurando quindi un circolo vizioso in cui inattività e ipofunzionalità polmonare si intrecciano in una spirale di lento peggioramento spesso affiancata dall’istaurarsi di una condizione psicologica di depressione e svalutazione del sé che contribuisce a rendere insormontabili gli ostacoli della malattia. I pazienti che possono beneficiare del trattamento di terapia respiratoria sono quelli affetti da: BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), anche in fase di riacutizzazione, bronchite cronica, enfisema polmonare, bron46

chiectasie (in particolare nella fase produttiva), insufficienza respiratoria acuta o cronica di tutti i tipi, asma bronchiale, fibrosi polmonare, esiti di pleurite e/o pneumotorace, pneumopatie restrittive (causate ad esempio da cifoscoliosi gravi o obesità). La fisioterapia respiratoria inoltre viene utilizzata sia come terapia di preparazione agli interventi di chirurgia toracica, mediastinica e talvolta anche addominale, sia come fase fondamentale nel recupero post-operatorio. Il fisioterapista si avvale, nella costruzione del proprio iter terapeutico, del referto del medico specialista, lo pneumologo, e di alcuni esami strumentali, in particolare: ★spirometria: esame eseguito dal medico che valuta le capacità polmonari e alcuni indici di funzionalità respiratoria (per esempio l’indice di Tiffenau o quello di Motley) ★emogasanalisi: esame su sangue arterioso che descrive lo stato di ossigenazione, la presenza di anidride carbonica e il ph del soggetto ★radiografia del torace: con la quale valutare la presenza di muco o di zone atelettasiche (lobi del polmone privi di aria), deformità della gabbia, forma e stato del diaframma. ★MIP/MEP: misure di forza della muscolatura respiratoria Può inoltre somministrare alcune scale di valutazione soggettive, in cui il paziente risponde all’in-

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tervista, inerenti le attività della vita quotidiana (FIM o Barthel Index) o la percezione dello sforzo (Borg Scale) per valutare l’influenza della malattia sulla qualità della vita; possono essere inoltre effettuati test di endurance (resistenza allo sforzo): il più noto è il Six Minutes Walking Test, o test del cammino. Dopo la valutazione e la determinazione degli obiettivi riabilitativi, il fisioterapista potrà avvalersi di tecniche di disostruzione bronchiale, ACBT, ELTGOL, drenaggio posturale, metodiche PEP, manovre di vibropercussione e assistenza alla tosse e molte altre ancora. Tuttavia non si può applicare indistintamente a tutti i pazienti con problemi respiratori una di queste tecniche a caso: l’estrema delicatezza del sistema a cui ci si sta approcciando e la molteplicità di condizioni da cui esso può essere affetto, oltre al grosso coinvolgimento psicoemotivo, richiedono una conoscenza della fisiopatologia respiratoria e una particolare sensibilità del fisioterapista. Non perdendo mai di vista il ragionamento clinico alla base del trattamento, l’operatore dovrà riuscire a spiegare con gentilezza e pazienza le sue proposte riabilitative, ricercando nel malato alleanza prima che disciplina: in assenza di una di queste due componenti risulterà molto complicato raggiungere anche il più semplice degli obiettivi. ★





#ANESTESISTA

Dott. Antonio Coppola 338.1705569

Agopuntura e fumo L’agopuntura copre una vasta gamma di disturbi (gastrite, stitichezza, ritenzione idrica, problemi circolatori, eczemi, psoriasi, etc.) ed è anche uno strumento prezioso per abbandonare vizi come quello del fumo. Lavorando sul soggetto nel suo complesso e riequilibrando l’energia, l’agopuntura si configura come un sistema completo di cura e sostengo. La prospettiva degli agopuntori inquadra la necessità di fumare tra i disturbi causati da uno squilibrio interiore di energia. La tecnica di agopuntura prevede l'uso di cinque aghi che vengono infissi in entrambe le orecchie e lasciati in posa per 40 minuti. La terapia di base si svolge in tre sedute per tre giorni di seguito, ma si possono fare anche altre sedute di richiamo. L'AGOPUNTURA è utile anche in caso di altre dipendenza, come

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quella da farmaci; si tratta di una tecnica che rilassa, diminuisce l'ansia e, nel caso dei fumatori, inibisce i sintomi di astinenza e si ricade più difficilmente nella tentazione di tenere qualcosa di nocivo tra le labbra.

L’agopunturista, il fumatore e i punti da trattare

In una prospettiva più generica e non legata alla singola tecnica, sul soggetto che ha sviluppato una dipendenza da sigarette, il medico agopuntore lavora stimolando con gli aghi alcuni punti di agopuntura nevralgici. L’obiettivo finale è di ripristinare l’equilibrio interno affinché nella persona si attenui la voglia di fumare. I punti in cui vengono inseriti gli aghi variano a seconda delle persone, ma si può dire che quelli più impiegati si trovano in prossimità di

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ali del naso, centro dello sterno, piedi, polsi. Talvolta si interviene anche in determinati punti sulle braccia e sulle gambe, dove sono localizzati i cosiddetti “punti dell’ansia”, sentimento che spesso è alla radice della dipendenza da fumo. L’agopuntura va comunque usata in sinergia con accorgimenti utili che provengono dalla medicina ufficiale e va inserita in un processo di auto ascolto profondo finalizzato a smettere di fumare, finalmente. Arriverete magari, a rovesciare il concetto del fumo convertendolo in un momento rilassante: dal fumo nocivo della sigaretta ai fumi profumati e calmanti sprigionati da un incenso.. ★



#FARMACISTA http://bit.ly/1ghBPqX

Dott. Giuseppe De Simone 335.5302988

Cosa è l'antibioticoresistenza

Gli antibiotici vengono usati per trattare infezioni causate da batteri, come quelli che causano tonsillite da streptococco, gonorrea e tubercolosi. Alcuni antibiotici molto conosciuti sono amoxicillina, cefalexina, azitromicina e levofloxacina. Gli antibiotici uccidono batteri che un tempo causavano malattie fatali. A partire dagli anni ’40, l’uso degli antibiotici ha ridotto il numero di decessi e di malattie infettive in tutto il mondo. Tuttavia alcuni batteri sono diventati resistenti agli antibiotici un tempo utilizzati per trattarli. Ora sono in grado di continuare a crescere e a far ammalare le persone anche quando esposti a farmaci che un tempo riuscivano a ucciderli. Di conseguenza, sono continuamente necessari farmaci diversi e più forti per combattere le infezioni batteriche. Esistono numerose ragioni per cui l’uso degli antibiotici è così diffuso. Il loro costo è relativamente basso, sono facili da assumere sotto forma di pillole, liquidi o iniezioni e sono molto efficaci nella cura di malattie di origine batterica quali polmonite, otiti e infezioni cutanee. Fino a poco tempo fa, medici, farmacisti e pazienti hanno sottovalutato i pericoli legati all’uso eccessivo di antibiotici. Gli antibiotici causano complicanze quali eruzioni cutanee e altre complicazioni allergiche. L’uso eccessivo di antibiotici può creare resistenza ai farmaci da parte dei batteri a cui sono mirati. Lo scorso anno i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno pubblicato una relazione sull’antibiotico-resistenza. 52

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In generale, l’antibiotico-resistenza causa 2 milioni di malattie di origine batterica e fungina e 23.000 decessi all’anno. Inoltre causa un aumento annuale dei costi sanitari diretti pari a 20 miliardi di dollari oltre a 35 miliardi dovuti a perdita di produttività. L’antibiotico-resistenza potrebbe avere un grave effetto sui progressi della medicina. Procedure quali i trapianti di organi o le terapie antitumorali sono spesso associate a infezioni. Man mano che i batteri sviluppano una maggiore resistenza agli antibiotici, tali infezioni sono sempre più difficili da curare. Esistono pochissimi nuovi farmaci antibatterici pronti per essere immessi sul mercato. Il miglior approccio per diminuire l’antibiotico-resistenza è di usare gli antibiotici solo quando sono assolutamente necessari e di usarli per il più breve tempo possibile.

Cosa si deve fare

Siate consapevoli del fatto che a volte gli antibiotici non vi aiuteranno a stare meglio se il vostro problema è causato da virus o funghi. Discutete del trattamento con il medico per stare tranquilli se decide di prescrivervi (o non prescrivervi) un antibiotico. Se vi viene prescritto un antibiotico, prendetelo finché non è finito. Non passatelo a nessun altro e non tenetelo per una malattia futura. Se vi sono avanzati degli antibiotici, smaltiteli in modo adeguato. Adottate uno stile di vita sano che vi aiuti a stare bene. Inoltre, lavarsi frequentemente le mani è un buon modo per prevenire la comparsa di malattie. Quando un ceppo batterico sviluppa resistenza a un antibiotico, esso diventa l’organismo dominante perché i batteri si moltiplicano rapidamente. Negli ultimi 70 anni sono state usate grandi quantità di antibiotici. Alcuni antibiotici sono stati utilizzati in modo improprio per curare infezioni virali quali il comune raffreddore. La somministrazione di antibiotici agli animali allevati per il consumo alimentare potrebbe aumentare la resistenza degli organismi che causano le malattie umane. Insomma non facciamo di testa nostra. Chiediamo sempre al medico o al farmacista. ★



#NEUROPSICOMOTRICISTA http://bit.ly/1bjyYJp

Dott.ssa Daniela Caiafa

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

347.5477785

I disturbi del linguaggio ed intervento psicomotorio nel bambino tra i 3 e 5 anni Molti autori hanno studiato e descritto lo sviluppo dei bambini tra i 3 i 6 anni. Descriviamo le principali competenze psicomotorie, cognitive e linguistiche che caratterizzano i bambini di 3 anni, successivamente affronteremo i bambini di 4 e 5 anni. A 3 anni il bambino cammina, corre, ha uno schema crociato completo, aggira ostacoli mentre corre, e in grado di variare la velocità e di fermarsi improvvisamente, spinge grossi materiali, sale e scende le scale con i piedi alterni, si arrampica sui giochi, calcia con forza un pallone, pedala. È interessato a giochi sedentari, costruisce una torre di 9/10 pezzi, su imitazione un ponte di tre cubi, nel disegno da un senso alle tracce lasciate, sa copiare un cerchio. Associa i colori li nomina distingue grande e piccolo. Si veste e spoglia da solo. Si esprime con frasi complete, comprende comandi e semplici storie. Nei bambini con ritardo del linguaggio e/o psicomotorio globale la stimolazione e l'integrazione delle diverse aree dello sviluppo infantile permettono un'evoluzione più armonica, più veloce, meno invasiva, più coinvolgente e motivante. Gli ambiti di intervento comprendono tutte le patologie dell'eta evolutiva: disturbo del linguaggio, deficit cognitivo, emotivo, disturbo generalizzato dello sviluppo ad alto funzionamento, ritardi psicomotori della fascia prescolare. È importante l'intervento psicomotorio anche per poter individualizzare precocemente casi sospetti di DSA, nella linea guida si puntualizza l'importanza della scuola dell'infanzia per la prevenzione e l'individualizzazione precoce di DSA, che ricordiamo possono essere diagnosticati solo entro la 2 elementare. Durante la scuola dell'infanzia di possono notare difficoltà più globali: difficoltà grafo-motorie, difficoltà di orientamento e integrazione spazio-temporale, difficoltà di coordinazione oculo-manuale e coordinazione dinamica-generale, dominanza laterale non adeguatamente acquisita, difficoltà nella discriminazione e memorizzazione visiva, difficoltà di orientamento nel 54

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tempo. Le modalità di intervento sono molto ampie, si lavora sulla socialità e imitazione, organizzazione dello spazio e del movimento, lo schema corporeo, le sequenze, attenzione, memoria, ritmo e discriminazione uditiva ecc. L'attività imitativa nei bambini non si limita solo ai gesti isolati, ma riguarda: comportamento, parole, gli atteggiamenti delle persone importanti con cui i piccoli entrano in contatto. L'imitazione consente al bambino di conoscere le sue capacità di sperimentare più modelli fino a trovare “se stesso” consente il consolidamento e l'estenzione dell'attività rappresentativa. Questa capacità aiuta il bambino a mettersi nei panni degli altri a comprendere i loro sentimenti, permette di superare l'atteggiamento egocentrico e di sviluppare comprensione e compartecipazione emotiva. Attraverso vari giochi il bambino impara a decentrarsi dai propri bisogni per condividere giochi ed esperienze, a regolare rapporto con gli altre e apprende le regole sociali. Inoltre impara a conoscere l'ambiente ed interagire con esso. L'organizzazione dello spazio e del movimento Il movimento e uno dei fondamentali mediatori dell' apprendimento. Attraverso il corpo il bambini sperimentano la consapevolezza e la rappresentazione del movimento dello spazio, le relazioni spaziali topologiche (sopra sotto dentro fuori ecc.) la percezione tattile delle forme degli oggetti. Quest'aria si può stimolare con percorsi strutturati di psicomotricità: salti nei cerchi dentro fuori, passaggi sotto il tunnel, saltare gli ostacoli ecc. successivamente si può chiedere al bambino il percorso svolto per stimolare la memoria. Per affinare la percezione dello spazio si possono fare giochi in cui il bambino descrive il percorso dal punto di vista dell' altro... ★



#ODONTOIATRA http://bit.ly/1kh4FtU

Dott. Vittorio Milanese Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

338.4698121

La prevenzione comincia con il guardarsi in bocca delle gengive, sia a causa di una pressione (ad esempio mentre ci si lava i denti) o spontaneamente (cuscino sporco di sangue); sensibilità dentale, caldo, freddo, dolce; cambio del colore, o della forma della superficie del dente; presenza sulle mucose, guance o gengive di rigonfiamenti, lesioni e/o macchie rosse o biancastre. Nel caso di “visioni” sospette è consigliabile rivolgersi al più presto al proprio dentista di fiducia. Intercettare preventivamente problematiche, sia semplici come la carie che più complesse come lesioni precancerose, è determinante ed evita di dover ricorrere, in seguito, a cure molto più invasive. Prendersi cura della propria igiene orale è il modo migliore per prevenire l’insorgere di patologie come carie e malattie parodontali. Non è difficile ne particolarmente impegnativo: basta effettuare almeno una volta all’anno una visita odontoiatrica e, almeno, due volte al giorno una attenta igiene orale con spazzolino, filo interdentale o scovolino insieme all’utilizzo costante di dentifrici e collutori fluorati. Ma si può fare di più!!! bisogna anche guardarsi in bocca. 56

La particolarità della bocca è che essa è facilmente ispezionabile, per cui è semplice evidenziare i primi sintomi di una patologia e intervenire come opportuno. Ovviamente alcune di queste sono semplici da individuare, altre molto complesse per la prevenzione delle quali è opportuno un costante monitoraggio. Le basi di una autodiagnosi in odontoiatria possono essere, semplificando, le seguenti: presenza o meno di sanguinamento

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Piccole attenzioni quotidiane danno sicuramente grandi risultati sul benessere della vostra bocca e del vostro sorriso.

Fonte: il tuo dentista informa



#OSTETRICA

Dott.ssa Angela Maria Flinio angelaflinio@hotmail.it

339.1937664

L’acqua e la gravidanza:

una moda o una svolta? L’acqua era considerata sin dall’Antico Egitto un rimedio molto utile per numerose patologie, solo a partire dagli anni 80 però è stata vista come un coadiuvante della nascita ed utilizzata anche nei reparti maternità . L’azione “terapeutica" dell’acqua si esplica attraverso la stimolazione di alcune parti del corpo anche in gravidanza ed agisce contrastando numerosi disturbi caratteristici dei 9 mesi (è necessario che la temperatura sia tra i 27°/30° C affinchè ci sia una stimolazione adeguata dell’epidermide e vengano attivati i sistemi di regolazione corporea). Le ostetriche, professioniste esperte della gravidanza fisiologica, utilizzano ormai da anni l’acqua nei percorsi di accompagnamento alla nascita e per il momento del travaglio e del parto, ottenendo enormi risultati. Nel corso di accompagnamento alla nascita l’ostetrica attraverso una parte teorica ed una pratica di “lavoro” corporeo in acqua e fuori dall’acqua conduce la gravida verso una nascita consapevole ed “umanizzata”. Gli esercizi proposti in acqua sono di beneficio a tutto il corpo ed aiutano anche la zona pelvico-perineale (coinvolta ed esposta a sollecitazioni in gravidanza e durante il parto), essi migliorano la circolazione rinforzando e tonificando i vasi sanguigni e 58

linfatici e riducendo di conseguenza edemi e varici, favoriscono l’eliminazione di scorie e tossine presenti nell’organismo, esercitano un’azione stimolante/ massaggiante su piedi, schiena (in particolare tratto lombo-sacrale , spesso dolorante a causa dell’iperlordosi caratteristica delle donne in attesa), cosce e zona pelvica, alleggeriscono il peso del pancione, consentono un moderato dispendio energetico che attraverso il lavoro muscolare favorisce il mantenimento del peso corporeo ed il “risveglio” dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, inoltre grazie all’acqua calda il corpo è pervaso da una piacevole sensazione di rilassamento e benessere. L’ostetrica in acqua lavorerà sul benessere totale del corpo ma prevalentemente su “zone di sua competenza” come il bacino, la cui mobilizzazione con determinati esercizi è molto utile per il corretto posizionamento del bambino e per il parto, questo avviene anche grazie al progesterone e alla relaxina che determinano un “rammollimento” dei legamenti in gravidanza. Esercizi mirati al perineo , eseguiti in un ambiente privo di gravità, risulteranno più semplici e facilmente ripetibili ed aiuteranno la gravida a prendere coscienza dei muscoli che compongono il pavimento pelvico per migliorarne

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l’elasticità e le potenzialità. Tra i benefici dell’utilizzo dell’acqua, non trascurabili, sono quelli di natura psicologica grazie all’aumento delle endorfine (oppioidi endogeni), l’acqua allevia dolori, tensioni , ansie e consente una migliore percezione del proprio corpo e delle sensazioni. Il corpo in acqua “si scioglie” ed abbandona la dimensione terrena, può dondolare e lasciarsi cullare dalla leggerezza dei movimenti, la gravida inoltre percepisce maggiormente i movimenti fetali ed entra così in sintonia con il proprio bambino ed in una dimensione uterina. Concludo dicendo che, in linea con la direttiva dell’OMS di attuare interventi per “normalizzare la nascita”, l’utilizzo dell’acqua per la preparazione al parto, per l’evento nascita nonché dopo nella fase postnatale risulta un validissimo aiuto che dovrebbe essere maggiormente promosso e proposto alle gravide in Campania così come succede in altre regioni italiane. Per informazioni ssd AcquaeFitness OpenClub Sorrento, via della Pietà, Tel. 081.8773457





#COUNSELOR

Dott.ssa Anna Sallustro

338.1356920

Counselor / Educatrice

Chi è il counselor? Il counselor è una Figura Professionale che, ha seguito un corso di studi almeno triennale, ed è in possesso pertanto di un diploma rilasciato da una specifica scuola di formazione di differenti orientamenti teorici, acquisendo conoscenze e abilità in ambito sociologico, psicologico e pedagogico, oltre che specifiche tecniche di espressione e comunicazione verbale e non verbale, è in grado di favorire la soluzione di disagi esistenziali di origine psichica che non comportino tuttavia una ristrutturazione profonda della personalità. È pertanto un operatore della salute, che promuove il benessere della persona in un'ottica di prevenzione e benessere per quanti vivono momenti di difficoltà o sentono il bisogno di approfondire problematiche della propria vita in quel momento. Il Counselor non è uno psicologo e nemmeno ha la pretesa di esserlo, in quanto il suo ambito di intervento (come complessità, durata, metodologie) è diverso da quello dello psicologo e da quello di altre figure. Il Counselor utilizza si alcune tecniche psicologiche, ma sono tecniche che può utilizzare chiunque (compreso un amico, parente, familiare) come quello dell’ascolto attivo, empatia, ecc. È un esperto di comunicazione e relazione in grado di facilitare un percorso di autoconsapevolezza nel cliente. Si pone con disponibilità, chiarezza e accoglienza verso l'altro aiutandolo a raggiungere i propri obiettivi, 62

favorendo l'auto esplorazione dei propri bisogni. Accoglie la persona, la agevola nella riscoperta della fiducia nel proprio potenziale rendendolo più facilmente accessibile. Per cui è chiaro che non è una terapia, ma un dialogo chiarificatore che apre nuovi orizzonti. L'aiuto che il Counselor offre non consiste nel proporre soluzioni ma nel "rimuovere ostacoli", rendendo così possibile alla persona scoprire le potenzialità che già sono in lei. La relazione d'aiuto diviene, in questo senso, uno strumento di libertà per ricreare attorno all'individuo condizioni favorevoli alla crescita e all'auto-direzione. In ogni caso, il counselor non si sostituisce mai alla persona che aiuta e gli restituisce la responsabilità di prendere le proprie decisioni, pur comprendendolo empaticamente. Riassumo in breve quali competenze ha il counselor e quali sono le distinzioni fondamentali rispetto a quello che fa lo psicoterapeuta. ★ Il counselor si occupa di situazioni che riguardano l’area del benessere in cui la necessità è quella di potenziare i punti di forza, nel momento in cui una persona si trovi in un momento di difficoltà e non abbia necessariamente bisogno di uno psicoterapeuta. ★ Altra caratteristica che distingue le due pratiche (psicoterapia e counseling) è il focus temporale: lo psicoterapeuta è più centrato sul passato della persona,

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mentre nel counseling ci si focalizza sul “qui e ora”, insomma sullo stato presente. ★ Anche i tempi di durata del trattamento sono diversi in quanto nella psicoterapia sono medio lunghi, proprio perché c’è la necessità di fare un lavoro più approfondito, mentre nel counseling sono molto più brevi (circa 13-14 incontri). ★ Il contratto che si stipula con il cliente è più specifico e focalizzato sulla problematica presente nel counseling, mentre è progressivo e focalizzato sugli obiettivi di ricostruzione della personalità nel caso della psicoterapia. ★ Anche le finalità di intervento sono diverse: nel counseling abbiamo supporto, orientamento, sviluppo dell’autonomia decisionale, training di abilità specifiche, invece nella psicoterapia si parla di riabilitazione, cura e trasformazione ricostruttiva della personalità, obiettivi che richiedono necessariamente tempi più lunghi e competenze specialistiche. ★ Vi sono poi delle peculiarità che fanno parte della professione dello psicologo e che un counselor che non sia al contempo anche psicologo non può svolgere quali, ad esempio, l’impiego di interviste e test della personalità (cognitivi e attitudinali). ★



#NUTRIZIONISTA http://bit.ly/19ubheb

Dott.ssa Francesca Maresca Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

La salute nasce a tavola? Sì, vediamo come… Repetita “stufant”: dire che un’alimentazione equilibrata è alla base di benessere e salute sembra una ovvietà, ma non si scappa, è proprio così! Ogni volta che si pensa ad un'alimentazione sana e leggera oppure "dietetica", si pensa subito a diminuire l'apporto calorico. La diminuzione delle calorie ha invece effetti negativi sulla crescita e sullo sviluppo muscolare. La giusta quantità calorica dovrebbe provenire da un rapporto favorevole e corretto dei tre macronutrienti principali: proteine, carboidrati, grassi. Sì, anche i grassi, senza i quali non vengono costruiti i muscoli (le proteine non possono fare tutto da sole!). Bisogna inoltre sfatare il mito dei tre pasti ben lontani fra loro. Intervallare tra un pasto e l'altro spuntini (ma attenzione, non barrette ipercaloriche!) ha rivelato effetti molto positivi su salute e forma fisica. Tra gli aspetti positivi dei piccoli pasti a breve distanza tra loro (ogni due-tre ore) troviamo: ★ una migliore assimilazione dei macronutrienti (le proteine ad esempio) ★ una più facile digeribilità degli alimenti. Infatti il cibo si digerisce meglio in piccole quantità invece che in un abbondante pasto unico. Ultimo vantaggio, ma non meno importante: mangiare spesso mantiene 64

alto il metabolismo e questo permette di mangiare di più, perchè si bruciano più calorie. Dopo un po' che non mangiamo, infatti, il nostro organismo entra in allarme, perché si accorge di non essere nutrito in modo costante e inizia a risparmiare energie, diminuendo di conseguenza il metabolismo.

I macronutrienti:

cosa sono e come lavorano Le proteine

Per favorire lo sviluppo della massa muscolare (i muscoli sono fatti di proteine) è importante assumere proteine nella giusta quantità. Attenzione però: poche proteine si traducono in pochi muscoli, ma troppe significa mettere a rischio la propria salute, in particolare quella di fegato e reni. Ciò è dovuto al fatto che l'organismo non può sintetizzare una quantità infinita di proteine, ma al massimo 30g a pasto. È preferibile suddividere l'apporto proteico nell'arco della giornata piuttosto che assumerle tutte in una volta, sovraccaricando l'organismo.

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334.2258132



#NUTRIZIONISTA

I carboidrati

Se per le proteine è possibile stabilire una quantità ideale per pasto, per i carboidrati non lo è. Questi rivestono infatti una funzione energetica, il cui apporto varia per ciascuno a seconda di molteplici fattori quali: età, sesso, massa muscolare, altezza, attività fisica e lavorativa svolta ogni giorno. Per uno sportivo è importante assumere carboidrati a basso indice glicemico, ovvero a lento rilascio di glucosio e quindi di insulina nel sangue, in modo da evitare bruschi picchi e cali glicemici. In tal caso i carboidrati più adatti sono: frutta (tranne banane, albicocche e frutti tropicali), legumi, orzo, farro e segale. I carboidrati ad alto indice glicemico invece sono: glucosio, saccarosio (comune zucchero bianco), miele, pane, pasta. Attingere ai carboidrati integrali è inoltre una sana abitudine alimentare, poiché le fibre in essi contenute rallentano il metabolismo dei carboidrati e aiutano le attività dell'intestino.

66

I grassi

Spauracchio di ogni dieta, i grassi sono in realtà fondamentali per la salute maschile, poiché favoriscono la produzione di testosterone insieme a quella di altre molecole steroidee, necessarie allo sviluppo muscolare. L'importante sta nel consumarne la giusta "qualità" oltre che quantità: utili per potenziare la massa muscolare sono quelle che troviamo in molta frutta secca e nell'olio d'oliva, insieme agli omega-3 e omega-6. I grassi omega-3 si trovano nei pesci grassi, come il salmone, mentre quelli omega-6 in oli quali: l'olio di lino spremuto a freddo, l'olio di mais, di soia e di girasole. E adesso qualche consiglio per stare bene...mangiando!

Allenamento e spuntini

Si penserebbe che dopo una sana attività fisica è meglio non aggiungere subito "calorie"...ebbene vale proprio il contrario, per ottimizzare il risultato dell'ora in palestra o della nuotata in vasca è sano e consigliabile uno spuntino ricco di carboidrati, per "innescare" la sintesi dei muscoli. Non deve essere una spaghettata, si intende, basta anche un frullato a base di frutta...! Lo stesso vale per il pre-allenamento: consumare uno spuntino leggero ma completo, ovvero con i tre macronutrienti, proteine, grassi, carboidrati è l'ideale per affrontare in forma lo sforzo fi-

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sico. Fare movimento a digiuno è infatti controproducente, soprattutto per i muscoli, che invece di "crescere" si auto-consumano, perché in mancanza di carboidrati l'organismo ricava energia dalla proteine, trasformando specifici aminoacidi (i "mattoni" dei muscoli) in glucosio (la "benzina" per il corpo umano).

Vitamine e sali minerali

Non dimentichiamo l'importanza di frutta e verdura, essenziali per garantire l'apporto quotidiano di vitamine e sali minerali al nostro organismo. È preferibile consumare la verdura cruda o sotto forma di centrifugati freschi, poiché conserva meglio le proprietà nutritive. Nella frutta e nella verdura si trovano le vitamine essenziali alle molteplici funzioni e attività dell'organismo tra le quali: ★ combattere lo stress ★ aumentare la resistenza alle infezioni ★ salvaguardare la salute della pelle ★ favorire il ricambio cellulare Le fibre contenute nella verdura e nella frutta favoriscono inoltre l'attività intestinale.

L'importanza di variare

La fantasia a tavola (e in cucina!) è fondamentale per permettere all'organismo di attingere il proprio nutrimento da alimenti diversi. Abituare il proprio corpo a una rosa ristretta di cibi è infatti deleterio dal punto di vista nutrizionale, ed è controproducente da un punto di vista psicologico, in caso di dieta. Dover mangiare tutti i giorni le stesse cose porta ad un senso di insoddisfazione che più difficilmente ci farà rispettare le indicazioni dietetiche... ★



#FITNESS

TRAGARA PR

www.trxtraining.it

Brucia il grasso, perdi peso. TRX® presenta il programma allenamento dell’inverno

Nato dai Navy Seals - le Forze per Operazioni Speciali della Marina degli Stati Uniti - TRX® (Total Resistance eXercise) è il metodo più innovativo degli ultimi anni nel panorama dell’allenamento. Un semplice attrezzo dalle potenzialità d’allenamento inaspettate grazie agli oltre 400 programmi e esercizi perfezionati Inizialmente costituito da cinghie per paracadute, TRX® è oggi un vero e proprio metodo di allenamento che parte da un concetto piuttosto semplice: si utilizzano due cavi ai piedi o mani per sospendere 68

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parzialmente il corpo e utilizzare il proprio peso corporeo come resistenza. I gruppi muscolari lavorano così sviluppando forza, stabilità e flessibilità, adattandosi alle esigenze di allenamento che spaziano dal fitness allo sport alla rieducazione funzionale. Con più di 400 programmi efficaci e senza eguali (suspension e rip) messi a punto da una squadra di professionisti ed esperti di allenamento funzionale TRX® ti consente di raggiungere obiettivi di forma e allenamento precisi e senza eguali in termini di tempo e risultati.


TRX®: “Make your body your machine" presenta 4 settimane per l’allenamento dell’inverno PROGRAMMA SETTIMANA 1 GIORNO 1

20 minuti d'attività aerobica

GIORNO 2

1-2 unità d'allenamento base

GIORNO 3

20 minuti d'attività aerobica

GIORNO 4

1-2 unità d'allenamento base

GIORNO 5

20 minuti d'attività aerobica

GIORNO 6

1-2 unità d'allenamento base

GIORNO 7

Libero

PROGRAMMA SETTIMANA 2 GIORNO 1

25 minuti d'attività aerobica

GIORNO 2

1-2 unità d'allenamento resistenza

GIORNO 3

25 minuti d'attività aerobica

GIORNO 4

1-2 unità d'allenamento base

GIORNO 5

25 minuti d'attività aerobica

GIORNO 6

1-2 unità d'allenamento metabolico

GIORNO 7

Libero

PROGRAMMA SETTIMANA 3 GIORNO 1

30 minuti d'attività aerobica

GIORNO 2

2-3 unità d'allenamento metabolico

GIORNO 3

30 minuti d'attività aerobica

GIORNO 4

2-3 unità d'allenamento metabolico

GIORNO 5

30 minuti d'attività aerobica

GIORNO 6

2-3 unità d'allenamento metabolico

GIORNO 7

Libero

PROGRAMMA SETTIMANA 4 GIORNO 1

30 minuti d'attività aerobica

GIORNO 2

2-3 unità d'allenamento di resistenza

GIORNO 3

30 minuti d'attività aerobica

GIORNO 4

2-3 unità d'allenamento metabolico

GIORNO 5

30 minuti d'attività aerobica

GIORNO 6

2-3 unità d'allenamento di resistenza

GIORNO 7

Libero

ALLENAMENTO DI BASE Per ogni serie di esercizi, eseguire unità di 30 secondi (esercizi per i singoli lati: 30 secondi per lato) seguite da 30 secondi di recupero. Eseguire tutte le unità per esercizio prima di passare all’esercizio successivo. Selezionare l’appropriata progressione secondo il proprio livello di fitness. ESERCIZIO 1

TRX Squat

Sec/Rip 30 sec

Pausa 30 secondi 2

TRX Sprinters Start

30 sec

Pausa 30 secondi 3

TRX Adduttori

30 sec

Pausa 30 secondi 4

TRX Row

30 sec

Pausa 30 secondi 5

TRX Chest Press

30 sec

Pausa 30 secondi 6

TRX Deltoiti

30 sec

Pausa 30 secondi 7

TRX Roll-out

30 sec

Pausa 30 secondi 8

TRX Plank

30 sec

Pausa 30 secondi 9

TRX Crunch

30 sec

Pausa 30 secondi 10

TRX Lower Back Stretch

1-2

11

TRX Long Torso Twist Stretch

1-2

12

TRX Chest and Torso Stretch

1-2

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#FITNESS CIRCUITO DI RESISTENZA

Per ciascuna serie di esercizi, eseguire ogni serie di 3 esercizi secondo le indicazioni di ripetizioni/tempo (esercizi per i singoli lati: effettuare ripetizioni/tempo per lato come indicato) seguiti da 30 secondi di recupero. Completare con 2 minuti di cardio prima di passare alla serie successiva di esercizi. Eseguire esercizi 1-9 per 2/3 serie, con una pausa di due minuti tra ogni serie. Terminare con 1/2 serie di esercizi di stretching 10-12. Selezionare l’appropriata progressione secondo il proprio livello di fitness. ESERCIZIO

Sec/Rip

1

TRX Roll-Cut in ginocchio

15-20

2

TRX Sprinters Start

15-20

3

TRX Row monobraccio

15-20

CIRCUITO METABOLICO Eseguire ogni esercizio per 30 secondi (esercizi per i singoli lati: eseguire 30 secondi per ogni lato) seguiti da 15 secondi di recupero. Eseguire esercizi 1-9 per 2/3 serie, con una pausa di due minuti tra ogni serie. Terminare con 1/2 serie di esercizi stretching 10-12. Selezionare l’appropriata progressione secondo il proprio livello di fitness.

2 minuti cardio

ESERCIZIO

4

TRX T & Y deltoidi

15-20

5

TRX Squat monogamba

15-20

6

TRX Chest Press 2 minuti cardio

7

TRX Crunch obliquo

8

TRX Plank

9

TRX Hamstring Curl

15-20 30-60 sec. 15-20

2 minuti cardio 2 minuti di pausa

70

10

TRX Lower Back Stretch

1-2

11

TRX Long Torso Twist Stretch

1-2

12

TRX Chest and Torso Stretch

1-2

Sec/Rip

1

TRX Push - Ups atomici obliqui

1-2

2

TRX Plank di lato

1-2

3

TRX Sprinters Start

1-2

4

TRX Chest Pres

1-2

5

TRX Squat monogamba

1-2

6

TRX Rull-Cut in ginocchio

1-2

7

TRX T & Y Deltoidi

1-2

8

TRX Back Row

1-2

9

TRX Hamstring Curl

1-2

2 minuti cardio 2 minuti di pausa

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10

TRX Lower Back Stretch

1-2

11

TRX Long Torso Twist Stretch

1-2

12

TRX Chest and Torso Stretch

1-2


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#FITNESS

Giuseppe Di Gregorio nonsolofitness@live.it

333.8441595

La panca ad inversione La panca ad inversione, detta anche panca ad inversione gravitazionale, consente di stare sdraiati a testa in giù, raggiungendo l’inclinazione desiderata in modo graduale. Questo attrezzo favorisce la trazione della colonna vertebrale, alleggerendo o annullando il carico sulla schiena. La trazione spinale è, in effetti, un tipo di esercizio che viene consigliato contro la lombalgia da tempo. Tuttavia questo strumento non rientra in alcuna linea guida fisioterapica, e non è un presidio medico. Ma, nonostante le scarse garanzie, le inesistenti dimostrazioni scientifiche e la generale diffidenza del mondo medico, questa terapia suscita da sempre molta curiosità. In realtà, contro il mal di schiena e solo contro questo, la panca sembra avere qualche reale utilità. Soprattutto contro la lombalgia da compressione, dovuta da ernia del disco. Il sollievo avvertito dall’utilizzatore, in questo caso, dipende dalla distensione della muscolatura della schiena durante il capovolgimento. In molti ambienti, sportivi e non, la panca ad inversione viene utilizzata anche per altri disturbi. Ad esempio per ridurre gli effetti della gravità sul fisico ed, in particolare, sul rachide. Gli esercizi di inversione dovrebbero garantire un allungamento della schiena, un miglioramento della postura ed una riduzione dell’assottigliamento dei dischi intervertebrali. 72

La panca ad inversione viene consigliata anche per migliorare il senso dell’orientamento e l’equilibrio, allenando i sensori percettivi ed i canali uditivi. Infine, c’è chi suggerisce che, aumentando la quantità del sangue verso la testa, dovrebbe aumentare l’ossigenazione al cervello con gli ovvi benefici del caso anche se in reltà è scientificamente provato che un aumento di flusso sanguigno e quindi della pressione intracranica può essere più dannosa che salutare. Il messaggio più importante che è giusto far giungere è che la panca ad inversione non è un attrezzo ginnico qualsiasi e quindi, prima di utilizzarlo, è fondamentale accertarsi di non presentare nessuna patologia che ne sconsigli assolutamente l’uso. La panca ad inversione, o meglio la posizione capovolta che con essa si raggiunge, determina un aumento della frequenza del battito del cuore, della gittata cardiaca, delle resistenze vascolari periferiche, del ritorno venoso e del consumo di ossigeno da parte del miocardio. Ed è quindi assolutamente sconsigliata ai cardiopatici, che sottoporrebbero il proprio apparato cardio-vascolare ad uno stress che potrebbe essere eccessivo, se non addirittura pericoloso. Altre condizioni che costituisco-

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no importanti controindicazioni all’utilizzo della panca ad inversione sono: • Infezioni dell’orecchio medio • Obesità e grande obesità • Gravidanza • Ernia iatale • Glaucoma chiuso e aperto • Distacco della retina • Congiuntivite • Ipertensione • Traumi del rachide • Ictus cerebrale recente • T.I.A. • Osteoporosi • Fratture recenti • Protesi ossee • Terapia anticoagulante in atto Anche nel caso godiate di ottima salute e, per fortuna, non siate affetti da alcuna delle patologie sopra riportate è consigliabile comunque di rivolgervi al vostro medico prima di iniziare una terapia d’inversione o di acquistare una panca da tenere a casa. ★



#FITNESS

TRAGARA PR COMUNICATO STAMPA

HealthRider, specialista dell’home fitness

arriva in esclusiva da Cisalfa Sport

Icon Health & Fitness, n°1 al mondo dell’home fitness, reinveste sul suo marchio HealthRider in Italia. Forte dei suoi 25 anni di esperienza e competenza, HealthRider entrerà in esclusiva nella famosa catena di negozi Cisalfa Sport a fine 2014. Specialista nell’home fitness la marca fornira’ tapis roulant, ellittiche, e ciclocamere in prima linea nell’innovazione fitness.

Attrezzi innovativi ma di facile utilizzo

HealthRider è conosciuto per lo sviluppo di attrezzi fitness sempre più innovativi e di sempre maggiore facilità di utilizzo. Che si tratti di benessere, dimagrimento o desiderio di maggiore performance, HealthRider è una presenza quotidiana di allenamento. Per questo propone un’ampia gamma e varietà di tapis roulant, ellittiche e ciclocamere. Utilizzarli 74

quotidianamente significa completare una preparazione fisica e permettere un buon allenamento cardiovascolare.

iFit per rompere la monotonia

Gli attrezzi HealthRider sono compatibili iFit, il personal coach interattivo. Installato direttamente sulla maggior parte degli attrezzi HealthRider, iFit propone a chi si allena un universo fitness connesso al 100 %. Grazie a questa tecnologia, correre su un tapis roulant non è più solo pura attivita’ fisica ma significa avere a disposizione un intero piano di allenamento globale. Attraverso iFit, gli attrezzi fitness HealthRider sono direttamente connessi a un computer, un tablet, uno smartphone o ancora ad un bracciale elettronico. I dati raccolti durante l’allenamento sono visibili

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ovunque anche durante un allenamento in esterna. Con l’account iFit et Google MapsTM, e possibile finalmente allenarsi su qualsiasi strada del mondo semplicemente restando in casa. I percorsi creati con Google Maps™ si mostrano direttamente su un computer portatile o su un tablet permettando di seguire in tempo reale la progressione dell’allenamento. iFit varia automaticamente il livello di difficoltà, l’inclinazione e la resistenza dell’attrezzo in funzione delle caratteristiche del percorso su cui ci si allena. ★


#FITNESS

TRAGARA PR

www.altrarunning.it

COMUNICATO STAMPA

ALTRA RUNNING presenta la sua collezione running ZÉRO DROPTM lancio in Italia (primo metatarso) ad esprimere il suo ruolo di stabilizzatore riducendone così l’eccesso di pronazione. L’apertura delle dita consente invece di guadagnare in potenza d’appoggio per performances migliori. Il rispetto della forma del piede, si traduce in sviluppo di modelli che tengono conto delle differenze anatomiche naturali tra gli uomini e le donne (collo del piede, piede ad arco, tallone più largo per gli uomini e più stretto per le donne).

Altra Running presenta in Italia le scarpe da running Zéro DropTM . Scelte già da moltissimi corridori negli Stati Uniti, in Francia e in Inghilterra, Altra Running arriva anche in Italia presentandosi con le sue caratteristiche tecniche uniche: Piattaforma Drop Zero, tomaia fasciante che aderisce perfettamente al piede, sia maschile sia femminile, Toe-Box (avampiede) ampio, Metatarsal Pad (ammortizzamento dinamico). Queste caratteristiche comuni a tutti i modelli del marchio, consentono di correre più «leggeri», per più tempo, con maggiore comfort e riducendo anche rischi di lesioni. Le scarpe Altra Running sono disponibili dal 25 Novembre 2014 sul sito www.altrarunning.it e nei negozi specializzati (Free Run, Mar-Tek, Genova Running , Franco Sport Biella Silei Sport).

Zéro DropTM, Zero Limiti

Lo Zero DropTM caratterizza il disegno della suola Altra che garantisce una distribuzione del peso perfettamente equilibrata tra il tallone e l’avan-piede. La suola piatta di Altra permette altresì di «rafforzare ed elasticizzare» il tendine d’achille e i polpacci, spesso indeboliti da una corsa con scarpe che presentano un differenziale molto elevato.

Una calzata anantomica al piede, con un Toe-Box molto ampio

Tutte le scarpe Altra sono disegnate con un Toe-Box ampio a livello dell’avan-piede. Le dita possono così appoggiare in modo confortevole per una maggiore stabilita’ (propriocezione) e riduzione del rischio di dolore o lesione. Questa posizione naturale aiuta l’alluce

La tecnologia A-BoundTM protegge dall’impatto su strada

La tecnologia esclusiva A-BoundTM è come un cuscino d’aria tra la strada e il piede su tutta la lunghezza della piattaforma a Drop ZeroTM. Prodotto a partire da materiali riciclati, questo letto, posto esattamente sotto il piede, riduce l’impatto della corsa sulle superfici dure assicurando un importante ritorno di energia ad ogni falcata. Altra propone diversi livelli per ammortizzare l’impatto con la strada (leggero, moderato, forte e maximal) e rispondere così in modo specifico alle richieste di chi corre, adattandosi alla loro personale morfologia e tecnica di corsa.

La storia comincia con un fidato microonde

La storia è cominciata quando Golden Harper, responsabile in un negozio di running, si mise a fondere la suola esterna delle scarpe dei suoi clienti, per rimuoverne drop (l’imbottitura) inutile al tallone. Le scarpe perdevano sicuramente in estetica, ma i risultati erano evidenti: meno lesioni, maggiore confort, migliori performances in termini di tempo. Harper le chiama «Zero Drop» per descriverne l’assetto lineare e la perfetta distribuzione del peso tra il tallone e l’avan-piede. Contattato rapidamente da Jérémy Howlett et Brian Beckstead, Golden Harper crea il brand Altra nel 2008. Tre anni più tardi si inseriscono nel Gruppo Icon Health & Fitness, conquistato dal concetto e dalle prestazioni dei primi modelli. In questo modo Altra ha a disposizione più mezzi per lo sviluppo internazionale del brand e per offrire a tutti gli appassionati di corsa un confort e un’esperienza unica. ★ 100% FITNESS MAG • Febbraio 2015

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#FITNESS Nello IACCARINO

LSM - PT Nello Iaccarino 329.6220310

infonelloiaccarino@email.it

I miei maestri Oggi ho fatto un incidente, son caduto nei ricordi con la mente. Riaffiorano da essa tanti ricordi legati ad alcune persone (che considero tra i miei maestri) che hanno condizionato il mio pensiero ed il mio operato come Tecnico. Alcuni di essi li ho conosciuti personalmente, altri studiando i loro libri. Il primo è Emilio They che ho conosciuto personalmente. Da Lui ho appreso anche delle tecniche di allenamento, le quali erano applicate in ambito dell’addestramento militare (Emilio era stato un legionario). They oltre ad essere un Body – builder era anche uno studioso eclettico ed i suoi interessi spaziavano in vari ambiti scientifici. Era un grande osservatore di ciò che gli stava attorno, era come un bambino assetato di conoscenze; bambino travestito da adulto, probabilmente felice. Rispettava profondamente i suoi Allievi ma, da essi, non si aspettava la gratitudine; infatti, a tal proposito diceva: “Quando alleni una persona non aspettarti la gratitudine, se sarai fortunato l’avrai”. Personalmente questa frase mi risulta difficile da digerire, ma riconosco che fa parte del gioco della vita. Anche Einstein diceva una frase simile: “L’ingratitudine è il morbillo della razza umana”. Sull’allenamento diceva anche: “Quando non sei convinto di ciò che proponi ad un tuo Allievo, fagli fare meno di ciò che pensi”. Diceva anche: “Tu sei ciò che 76

pensi e sei quello che vedi negli altri”. Gli dava fastidio che il Fitness avesse rubato tanto dal Body – building e che lo abbia poi sopraffatto. Fondamentale per me è questa sua frase: “Nella mia vita ho fatto sempre ciò che ritenevo giusto, questo mi ha procurato molti nemici compensati dall’alta qualità dei miei pochi amici”. Di Lui hanno detto: “ Ha fatto ciò che ha detto e ciò che ha detto ha pensato, per gli esseri umani è veramente imperdonabile”. È morto nel sonno nel suo letto con la tuta addosso (come vorrei morire Io). La seconda persona è il Prof. V.E. Leonardi, ex Docente di Teoria dell’allenamento, mio Docente presso l’ISEF di Napoli, il quale diceva spesso: “Siamo ciò che siamo stati e saremo ciò che siamo”. Questa frase nasconde in sé una profonda verità; inoltre egli era bravissimo nell’insegnarci la struttura, le varianti e le componenti di un macrociclo di allenamento (come pure la

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diversità dell’impostazione di un macrociclo della Scuola Italiana in confronto a quella Russa, Bulgara, ecc). La terza persona è Albert Einstein. Di Einstein, oltre ai suoi testi scientifici, mi interessa la Filosofia Relativistica (Popper, ecc). Egli diceva spesso: “L’unica certezza della Scienza è il dubbio”. Mi ha insegnato, indirettamente, che più strade possono portare allo stesso risultato e che lo stesso allenamento applicato su un Allievo può essere proficuo oggi ma non domani o addirittura inutile e/o dannoso in futuro. Come diceva Newton: “Bisogna salire sulle spalle dei giganti del passato e del presente per imparare qualcosa”. Queste persone hanno acceso una fiammella per illuminarmi la lunga e tortuoso strada della conoscenza. Grazie a loro ed a tanti altri sono ciò che sono, anche se non so chi sono, ma ho dei forti sospetti. Ringrazio Dio che ha fatto incrociare le nostre strade. ★



#WELLNESS

Ernesto Lupacchio

http://bit.ly/1couZMz

Central Fitness Club 1, 2, 3

100 volte grazie “Non c'è miglior opportunità di ricevere di quella di essere grati per quello che già hai. Ringraziare apre le finestre dell'opportunità perché le idee fluiscano dalla tua parte.” Jim Rhon

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…Ed io voglio ringraziarvi per 100 volte! Quasi nove anni fa, quando ho scritto il primo articolo, non immaginavo che si sarebbe potuto arrivare al centesimo numero di 100% Fitness Magazine e soprattutto con il successo di seguito e consensi registrato in questi anni. Il mio primo ringraziamento va ovviamente a Daniele Fiorile che sin dall’inizio ha creduto fortemente nel progetto di un periodico mensile in Penisola Sorrentina di Fitness, Benessere e Salute, poi al Direttore Giuseppe Damiano, l’Editore Giuseppe Manzi, Antonino Esposito e Teresa Cappiello che stanno curando il sito web del magazine, a tutti i collaboratori e a Maurizio di Bingwa Art Factory che sta portando avanti l’idea e la rivi-

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sta con rinnovato entusiasmo. Il ringraziamento più grande, però, lo rivolgo a tutti i lettori perché senza di voi, l’organizzazione, la pianificazione, la produzione e la distribuzione del giornale sarebbe vana e un grazie ancora più speciale a voi che leggete, sempre più numerosi, i miei articoli. Sono lusingato e gratificato dai vostri continui apprezzamenti e per le telefonate di stima e di consensi che ricevo sempre più spesso. Proprio qualche giorno fa, mentre ero in auto, sono stato fermato dalla Polizia e un agente, che saluto con affetto, mi ha riconosciuto come l’autore degli articoli del giornalino “100% Fitness”, complimentandosi con me per l’originalità dei temi che tratto e per la capacità di trasmettere messaggi e valori importanti per vivere meglio oggi. Sono stato molto contento anche perché, ribadendo quello che ho già detto altre volte, da ragazzo ho sempre avuto difficoltà a scrivere per comunicare agli altri quello che pensavo: oggi invece riesco a farlo con naturalezza e passione, per condividere emozioni, sentimenti ed avventure con gli altri. La mia vita è raccontata nei miei articoli. In questi anni ho parlato del mio lavoro, della mia famiglia, delle mie figlie (che ogni volta mi rimproverano perchè riporto sempre le loro foto), delle mie passioni, dell’amore, dei ricordi, dei sogni e delle emozioni… perché sono queste le cose che contano davvero e che ci aiutano a vivere meglio.



#WELLNESS

Le emozioni, i ricordi, i sogni… "sono nastri colorati da appendere al vento e non statuine di cristallo da tenere in uno scrigno” (Terry Brook); “la vita non è quella che si è vissuta ma quella che si ricorda e come si ricorda per raccontarla” (Gabriel Garcia Marquez) Un’emozione, un sorriso, un gesto non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno. “L’empatia”, la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, per lo più senza ricorso alla comunicazione verbale, rappresenta una caratteristica importante per migliorare la qualità della nostra vita e per trasmettere quelle emozioni…quelle sensazioni che anche solo attraverso le parole di un articolo, possono aiutare a vivere meglio… Perché se non ricordiamo, se non siamo capaci di emozionarci non saremo in grado di comprendere. L’essere umano è per sua natura un animale sociale che non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto dei “Porcospini di Schopenhauer”, che di seguito 80

riporto, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarsi con esse. "In una fredda giornata d'inverno un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta e per proteggersi dal freddo si stringono vicini. Ben presto però sentono le spine reciproche e il dolore li costringe ad allontanarsi l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li porta di nuovo ad avvicinarsi si pungono ancora. Ripetono più volte questi tentativi, sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non trovano quella moderata distanza reciproca che rappresenta la migliore posizione, quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi male reciprocamente".

Per stare bene con se stessi e gli altri è fondamentale ricercare il giusto equilibrio, perché è ciò che ci aiuta a trovare la strada del successo personale e professionale. Sappiate dunque che non c’è nulla di più bello, di più forte, di più sano e di più utile nella vita che un’emozione condivisa, di un bel ricordo raccontato, di un sorriso donato… ★

I sogni sono i figli dell’anima… La vita è la madre dell’amore… Continuate, ancor di più, a sognare… Continuate, ancor di più, ad amare

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di Ernesto Lupacchio



#FILOSOFIA domenico.casa2@tin.it

Domenico Casa 339.3318463

Consulente filosofico

L'inferno sono gli altri? L'interrogativo è quasi una certezza per Jean-Paul Sartre, pensatore francese (Parigi 19051980), autore di numerose opere teatrali, romanzi, ma soprattutto filosofo dai molteplici interessi speculativi, generalmente definito esistenzialista. Tra i suoi lavori di filosofia, "L'essere e il nulla" è considersto il più articolato e importante. Una vera summa del suo pensiero, il centro della quale, la parte terza, "Il per-altri", è dedicato all'esistenza degli altri e al loro rapporto con il "per sé". "Altri si presenta - scrive a pagina 294 - in un certo senso, come la negazione radicale della mia esperienza, perché è quello per cui io sono non soggetto ma oggetto. Io mi sforzo, quindi, come soggetto di conoscenza, di determinare come oggetto il soggetto che nega il mio carattere di soggetto e mi determina anch'esso come oggetto". In parole più semplici, noi riconosciamo gli altri non come persone dotate delle nostre stesse capacità, soprattutto della stessa libertà, ma come cose, oggetti tra gli oggetti. Il mezzo attraverso il quale avviene la mia riduzione a oggetto, è lo sguardo. "Lo sguardo altrui, come condizione necessaria della mia obbiettività, è distruzione di ogni obbiettività per me" (pag.340). L'altro che mi guarda e mi scruta, nonostante non sia in grado di andare oltre la "cosa" e vorrebbe sollevare "il velo di Maya" pene82

trandomi nella coscienza, appare pertanto il mio nemico; colui che non mi scorge come persona unica e particolare, ma come cosa tra le cose, non diversa da un sasso, da una suppellettile che si sente autorizzato a muovere e spostare. Inoltre, pur non non essendo in grado di riconoscermi come soggetto di pensiero e di libertà, si sente autorizzato a giudicare e ad anametizzare. Non vi è cosa peggiore, sembra dire il filosofo di uno sguardo penetrante e nemico. "Ognuno riconoscerà la presenza immediata e bruciante dello sguardo di un altro che lo ha spesso riempito di vergogna". Durante questi mesi circola in Francia un romanzo straordinario, divertente e commovente ad un tempo, "La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu, in cui si racconta di un bambino nato col cuore ghiacciato. La levatrice, per salvarlo, glielo sostituisce con un orologio che necessita di continue manutenzioni. Crescendo, tutti avvertiranno il tic tac del suo congegno e lo renderanno oggetto di scherno ma anche di violenza. C'è un momento particolarmente significativo nel romanzo, quando il piccolo Jack inizia ad andare a scuola. "Avanzo nel cortile. Scruto i volti. Gli studenti mi sembrano versioni in miniatura dei loro genitori. In mezzo ai mormorii, il mio orologio si sente un pò troppo distintamente. Mi guardano tutti come se avessi una malattia

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contagiosa. All'improvviso una brunetta mi si pianta davanti e comincia a fare tic tac, ridendo. Il cortile ripete in coro". Ma lui, Jack, non si scoraggia. Sembra avere un carattere di ferro. E, nonostante la levatrice Madeleine, che lo ha curato nei primi anni, gli abbia sconsigliato di innamorarsi, "l'amore è troppo pericoloso per te", Jack non l'ascolterà. Anche lui ha diritto di amare. Il romanzo potrebbe essere letto come la traduzione letteraria della tesi di Sartre. Il fatto che l'altro non mi riconosca come persona, può indurlo a odiarmi non solo, ma anche ad annullarmi sul piano fisico con la violenza. Sembra, pertanto, che il filosofo voglia fare piazza pulita di tutte quelle concezioni, religiose e filosofiche, le quali credono in una bontà originaria dell'uomo. "La quasi-totalità soggettiva si degrada e diventa totalità-oggetto coestensiva alla totalità del mondo" (pag 371). Nelle parti successive, soprattutto in quella relativa a "Il corpo", Sartre analizza le possibilità di superamento di questa lacerazione tra gli uomini. ★



#FORMAZIONE

Vincenzo Califano direttore Polo “Campania in 3 B”

Per una civiltà della tavola

Se non ci siamo, poco ci manca! Il riferimento è all’overdose di programmi dedicati alla cucina, di esibizioni in tutte le salse di chef non si sa quanto veramente bravi e stellati, di qualunque età e razza, dei loro piatti sempre più variopinti fino a diventare quasi improbabili, belli a guardarsi forse non a gustarne sapori che non si riescono ad apprezzare attraverso la Tv dove si susseguono, inseguendosi l’un dopo l’altro, concorsi, gare, competizioni ad esclusivo uso e consumo mediatico. Eppure siamo nell’anno dell’Expo milanese dedicata all’alimentazione ed è scontato che, dall’inizio alla fine dell’evento, si raggiungerà l’acme di sovraesposizione mediatica per il cibo, per i piatti e per i cuochi che li confezionano. La saturazione d’interesse, oltre che di curiosità, è perciò dietro l’angolo col rischio di un default del settore che potrebbe causare effetti devastanti sul circus della bontà italiana a tavola. Per chi si occupa di formazione e avviamento al lavoro in questo settore suonare un campanello d’allarme è quasi un obbligo per scongiurare che, quando sarà crisi, non ci sia qualcuno che lamenti: “perché non ci avete fermati un attimo prima che il giocattolo si rompesse?”. Come tutti i fenomeni di tendenza, anche quello gastronomico deve fare i conti con le regole di un mercato abituato a consumare, tutto e fino all’ultimo, qualunque cosa sia in grado di generare business. E la cucina sicuramente è un business, ma non per 84

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tutti, forse soltanto per i pochi che riescono a gestire questo star system spremendolo al massimo senza preoccuparsi delle conseguenze che ne derivano. Quali? La delusione di centinaia di migliaia di giovani che, illusi di aver scoperto la strada più agevole per abbinare studio e lavoro e diventare primi attori di questo universo, rischiano davvero di ritrovarsi con in mano un pugno di mosche e, quindi, senza né arte né parte. Soprattutto se l’arte non l’acquisiscono attraverso un graduale, lungo e complesso processo di sedimentazione di conoscenze ed esperienze in grado di generare eccellenza vera, autentica, abilità ispirata, vocazione genuina e passione infinita. Per questo formarsi significa conoscere, studiare, imparare, provare, sperimentare, confrontarsi, maturare per arrivare a conseguire l’obiettivo di diventare un attore della “civiltà della tavola” che è e resta innanzitutto un’espressione culturale dell’essere italiani e di saper trasferire, attraverso i moderni linguaggi, sensazioni e sapori, sentimenti e qualità. Cioè quello che i grandi chef, attraverso lunghi, faticosi e tortuosi percorsi lavorativi oltre che formativi sono riusciti a trasformare nell’arte della buona tavola e diventarne gli ambasciatori nel mondo intero. Cucinare è un atto d’amore perché significa innanzitutto nutrire, alimentare sé stessi e gli altri, a cominciare dalla nascita quando il nostro primo e unico piatto è il latte che sgorga dal seno materno, atto d’amore puro che ci accompagnerà in tutte le stagioni della crescita richiedendoci la graduale assunzione di quella consapevolezza alimentare che diventa patrimonio di ciascuno in età matura, quando avremo superato anche diffidenze e pregiudizi che ci impediscono di apprezzare fino in fondo un sapore, un alimento! Allora studiamo senza soste, per diventare persone sempre più in gamba e che amano nutrire gli altri. Solo così possiamo salvaguardare il valore di una professione che, nella stragrande maggioranza dei casi, nasce, cresce, si sviluppa e si esaurisce dentro una cucina, al calore delle fiamme e senza i colori del palcoscenico, ma che rappresenta l’asse portante della nostra buona tavola italiana. ★



#BELLEZZA 081.8788463

Stefano Di Donna relaxeco@hotmail.it

Hairstylist

Anomalie del cuoio capelluto Capelli sani su cuoio capelluto sano ai capelli. Il cuoio capelluto è per i capelli ciò che un terreno è per le piante: come queste ultime crescono e prosperano se ricevono un adeguato nutrimento dal terreno, così la salute dei capelli e la loro crescita dipende dalla salute del cuoio capelluto e dal suo regolare funzionamento.

Principali anomalie del cuoio capelluto ★ Prurito del cuoio capelluto: è un sintomo che si manifesta con una sensazione di bruciore e fastidio generalizzato alla testa e sul cuoio capelluto. Le cause possono essere molte: Forfora, Dermatite seborroica, follicolite, ecc. Si presenta in concomitanza al dolore alla cute, in ogni caso costituisce il segnale di una sofferenza, un infiammazione cutanea che può anticipare la caduta dei capelli.

Il cuoio capelluto è l’area della cute su cui risiedono i capelli. Essendo pelle, come in ogni altra parte del corpo, è soggetto ad alterazioni, anomalie, disturbi. Il compito del cuoio capelluto è quello di proteggere il cervello non solo attraverso la produzione di capelli, ma anche attraverso la 86

termoregolazione di tutta la testa, filtrando i raggi del sole impedendo l’eccessiva dispersione di calore in ambienti freddi. Il cuoio capelluto è composto da tre strati ed è innervato di capillari che attraverso il sangue portano il nutrimento e ossigenazione al bulbo e di conseguenza

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★ Dolore del cuoio capelluto: è un sintomo molto diffuso che si manifesta con una sensazione più o meno costante di Dolore e Bruciore alla cute dei capelli. Le cause possono essere molteplici e vanno dall’infiammazione provocata dall’eccesso di sebo o dalla forfora, allo stress psicologico, alla dermatite seborroica. Un attenta analisi della cute sarà



#BELLEZZA

importante per valutare la causa, o la combinazione di cause, che portano alla tricodinia e a un possibile diradamento precoce dei capelli.

★ Forfora: La forfora è un processo fisiologico di ricambio cellulare e desquamazione del cuoio capelluto. Se questo processo è soggetto a una disfunzione, l’equilibrio biologico del cuoio capelluto si altera e la quantità di cellule espulse sotto forma di scaglie di forfora aumenta in modo anomalo, producendo fenomeni di forfora patologica. Trattamenti locali con prodotti mirati alle specifiche caratteristiche del cuoio capelluto in esame possono eliminare o quanto meno limitare sensibilmente la forfora. ★ Seborrea: è un’anomalia della cute molto diffusa e si verifica quando le ghiandole sebacee, in modo disfunzionale, producono sebo in eccesso. Con adeguati trattamenti tricologici, che nei casi più gravi vanno ripetuti periodicamente, si può intervenire avendo risultati notevoli. ★ Dermatite seborroica: altra patologia del cuoio capelluto assai diffusa è caratterizzata 88

da desquamazione forforosa e irritazione della cute. Può essere confusa con la forfora o la psoriasi con cui condivide alcuni sintomi, quali le scaglie di forfora o l’arrossamento della pelle, ma la dermatite seborroica come si ricava dalla definizione stessa, si sviluppa in relazione a una produzione di sebo di qualità e/o quantità inadeguate alla salute dei capelli la dermatite è quindi una reazione cutanea che segnala un problema di convivenza tra sebo e cute; l’eritema del cuoio capelluto e il prurito alla testa che spesso accompagnano la dermatite ne sono una dimostrazione. ★ Cute secca: determinata dalla carenza delle sostanza grasse nella superficie cutanea che appare fortemente disidratata. Un aiuto a questo problema lo possono dare gli integratori di Sali minerali e la vitamina.

★ Tricoressi nodose: Rigonfiamento della cuticola del capello lungo lo stelo le cause sono determinanti possono essere anche trattamenti aggressivi del capelli con sostanze generalmente alcalini che. Esistono trattamenti in grado di ridare allo stelo la giusta idratazione e ricompattare tutte le cuticole.

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★ Capelli secchi: i capelli secchi sono lucidi se la cuticola è integra. Se la cuticola si solleva come in genere avviene dopo trattamenti aggressivi chimici o da una scorretta esposizione al sole la cuticola non riflette più uniformemente ed i capelli diventano opachi e fragili.

★ Capelli con doppe punte: le aggressioni ripetute distruggono la cuticola al capello quindi la corteccia si sfibra determinando doppie punte. Le piastre anche di ultima generazione non aiutano affatto la punta danneggiata, peggiorando sempre di più tutta la struttura. ★



#DIRITTO 339.4095882

Valerio Massimo Aiello Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata

Niente carcere per i reati fino a 4 anni La via d’uscita della “messa alla prova” Buone notizie per coloro che si sono macchiati di reati considerati di minore allarme sociale e che intendono rimediare alle conseguenze dannose o pericolose prodotte dalla commissione degli stessi evitando di incorrere in spiacevoli condanne penali. Con la legge n.67 del 28 Aprile 2014 il legislatore ha introdotto l’istituto (già operante nei procedimenti a carico dei soggetti minorenni) della sospensione del processo penale con la messa alla prova per adulti, ora disciplinato dai nuovi articoli 168 bis, ter e quater del codice penale e dagli artt. 464 bis, ter, quater, quinquies, sexies, septies, octies e novies e 657 bis del codice di procedura penale. Stante il tenore della suddetta legge, infatti, per un cospicuo elenco di reati sanzionati con un massimo di pena di 4 anni di detenzione, da oggi sarà possibile chiedere al Giudice penale la sospensione del processo con messa alla prova: in parole blande il legislatore ha concesso una sorta di “chance” all’imputato permettendogli (ovviamente in presenza delle richieste condizioni di legge) di avanzare istanza di sospensione del processo al fine di avviare un percorso di servizio e risarcimento, di durata massima di 2 anni, al termine del quale il reato verrà considerato estinto. Tecnicamente la messa alla prova prevede la prestazione di condotte finalizzate all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, e se possibile al risarcimento del danno. Previa richiesta della parte interessata, con deposito di un programma concordato con l’ufficio penale di esecuzione esterna (UEPE), l’imputato, in caso di valutazione positiva da parte del Giudice penale, sarà affidato al servizio sociale per lo svolgimento di un programma che potrà implicare, tra l'altro, attività di volontariato di rilievo sociale, ovvero l'osservanza di prescrizioni relative ai rapporti con il servizio sociale o con una struttura sanitaria, alla dimora, alla libertà di movimento, al divieto di frequentare determinati locali. La concessione della messa alla prova sarà, inoltre,

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subordinata all’espletamento del lavoro di pubblica utilità, ossia di una prestazione non retribuita di durata non inferiore a dieci giorni, anche non continuativi, in favore della collettività. Tale prestazione sarà svolta con modalità tali da non dover pregiudicare le esigenze di famiglia, lavoro, studio e salute dell’imputato per una durata giornaliera non superiore alle otto ore. Và sottolineato che il “beneficio” richiesto sarà disposto (sempre che non debba essere pronunciata sentenza di proscioglimento ex art. 129 CPP) qualora il Giudice avrà reputato idoneo il programma di trattamento presentato dall'imputato e avrà ritenuto che lo stesso si asterrà dal commettere ulteriori reati. A tal fine sarà valutato anche che il domicilio indicato nel programma dell'imputato affinché lo stesso sia tale da assicurare le esigenze di tutela della persona offesa dal reato. Unico limite soggettivo è che il richiedente non sia stato dichiarato delinquente professionale, abituale o per tendenza. Il beneficio potrà essere sempre revocato nel caso di grave violazione del programma di trattamento o in caso di commissione di nuovi delitti non colposi o di reati dello stesso tipo di quelli per i quali si è proceduto e potrà essere concesso non più di una sola volta. Ricapitolando, quindi, l’imputato in un procedimento penale per un reato che non supera complessivamente i 4 anni di pena, potrà ora usufruire di un trattamento sanzionatorio sicuramente più mite rispetto a quello cui sarebbe incorso in caso di affermazione della sua piena responsabilità penale, chiedendo al Giudice la sospensione del procedimento con messa alla prova con l’affidamento in prova al servizio sociale e lo svolgimento del conseguente lavoro di pubblica utilità. Ovviamente tale “scelta” processuale andrà sempre disquisita con il vostro Avvocato penalista di fiducia. ★


alla redazione, ai collaboratori ed ai lettori tutti di


#ASSICURAZIONI

Giada Ammirati 081.8071955

Agenzia Assicurativa Ammirati

La RCA

(Responsabilità Civile Auto) In Italia per condurre qualsiasi veicolo a motore, è obbligatorio assicurarlo per la Responsabilità Civile. La RC Auto è il contratto di assicurazione che garantisce il conducente, anche se persona diversa, il proprietario del mezzo contro il rischio di dover risarcire a terzi i danni provocati dalla circolazione del veicolo. In seguito alla liberalizzazione dei mercati e delle tariffe, sono state ampliate le formule di personalizzazione delle Polizze Auto, che adottano le garanzie e il loro prezzo al tipo di veicolo, al numero di sinistri e alle caratteristiche personali dell’Assicurato. Le polizze RC sono quindi obbligatorie, mentre per quanto riguarda i Rischi Diversi o ARD (es. Furto, Incendio, Infortunio del conducente, etc) sono facoltative. In ogni modo tutte le Polizze devono comprendere: le generalità del contraente, targa e tipo di veicolo, coperture e massimali, ed eventuali franchigie, importo del premio e durata del contratto (max 1 anno). È importante che le informazioni richieste dalla Compagnia (ad ES. dati sul veicolo, targa, etc) siano fornite con esattezza, infatti qualora queste informazioni risultassero essere errate, incomplete o reticenti, la Compagnia potrebbe non riconoscere o riconoscere solo in parte, la copertura, e dopo aver liquidato gli eventuali Danni a terzi, potrebbe obbligare l’Assicurato a rimborsare in tutto o in par92

te la somma versata (cosidetta Rivalsa). Particolare attenzione quando si sceglie la Polizza Auto da stipulare, va posta proprio sulla scelta del massimale e alla Possibile franchigia o scoperto. Per Massimale si intende il limite massimo fino a cui la Compagnia garantisce la copertura per sinistro e per anno. Infatti le Polizze non sono operanti per i danni superiori al Massimale di rimborso stabilito, resta inteso che, nel caso in cui il danno provocato superasse il Massimale, la cifra eccedente sarebbe a carico del proprietario (solidalmente con il conducente). Il Massimale minimo di legge,al di sotto del quale le imprese non possono scendere è 5.000.000 di euro per i danni alle persone e 1.000.000 di euro per i danni alle cose e animali. Occorre però tener presente che il massimale minimo potrebbe non essere sufficiente alla liquidazione di danni con feriti gravi o incidenti mortali; per i quali la magistratura potrebbe fissare risarcimenti più elevati del massimale stesso. Si consiglia quindi di sottoscrivere una polizza con i massimali più alti del minimo di legge, la cui piccola maggiorazione del premio è ampiamente ripagata dalla maggiore tranquillità in caso di sinistro. Anche per quanto riguarda la Franchigia e lo Scoperto, bisogna prestare maggiore attenzione, in quanto queste clausole limitano sul piano quantitativo, le garanzie prestate dalla

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Compagnia Assicurativa, facendo restare una parte del danno a carico dell’assicurato. La principale differenza tra la Franchigia e lo Scoperto è che la franchigia è normalmente espressa in cifra fissa, e quindi il suo ammontare è definibile a priori perché si applica alla somma assicurata, lo scoperto invece viene espresso in percentuale,e poiché si applica sul danno, il suo ammontare non è definibile a priori. Infine occorre prestare particolare attenzione alle polizze che prevedono “la guida esclusiva”, in questi casi, infatti, se l’incidente è provocato da un conducente diverso, la Compagnia ha diritto di rivalsa nei confronti del contraente per l’importo pagato al danneggiato. Anche l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) consiglia di tener conto della presenza o meno di clausole, per confrontare i prezzi per una scelta realmente consapevole, affinché l’analisi di tutte queste opzioni; può far diventare convenienti proposte che in un primo momento potevano non sembrarlo. ★



#TREKKING fb.com/nino-aversa

Nino Aversa ninoaversa@alice.it

334.1161642

Un TERRITORIO da SCOPRIRE

Conoscere il territorio è indispensabile per difenderlo e rivalutarlo. Sono sempre stato convinto di questo ed allora mi impegno alla partecipazione ed alla conoscenza coinvolgendo studenti, amici e appassionati. I miei interventi hanno portato ragazzi delle scuole medie e superiori a conoscere gli antichi collegamenti, i centri storici ed i cosiddetti “siti minori” della Penisola Sorrentina. Il coinvolgimento inizia con domande semplici che fanno capire perchè un piccolo territorio come la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana sia stato interessato cosi frequentemente da dominazioni storicamente rilevanti come i Greci, i Romani e tutti i passaggi del Medioevo. Un luogo centrale nelle rotte commerciali del Mediterraneo, strategico nei controlli del territorio dell’Impero Romano ed interessante per tutti i secoli del Medioevo tanto da diventare terra di villeggiatura per reali Francesi, Spagnoli e Austriaci ed anche uno dei più importanti centri turistici già dal 1700. Le tracce di quei meravigliosi fasti sono percepibili dappertutto. I centri storici di Sorrento e Vico Equense ricalcano ancora la millenaria conformazione greco-romana della pianta Ippodamea, gli edifici conser94

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vano segni architettonici risalenti anche a 900 anni fa e molti reperti romani, utilizzati impropriamente nella protezione e nella costruzione dei palazzi, fanno mostra in ogni angolo delle città. Anche lungo i sentieri si può scoprire la storia del territorio. A Punta della Campanella si cammina sul selciato millenario romano e, giunti alla meta, si incontrano ruderi e costruzioni di almeno 2500 anni fa. Alla Sperlonga,


a Vico Equense, si cammina lungo l’antico tracciato preromano che giungeva dalla piana di Pompei per collegare le città romane al tempio presente all’estrema punta Minerva, di fronte all’isola di Capri, sede dell’imperatore. Lungo i collegamenti dei vari casali, da Vico a Massa Lubrense, si scorgono antiche masserie che conservano intatte tutti i particolari architettonici, i tetti a volta ed i cortili con i pozzi ed anche l’architettura rurale dei terrazzamenti spiega chiaramente i metodi di coltivazione usati da sempre in Penisola. La coltivazione dei limoni con tutto l’ingegno espresso nei pergolati per difenderli dalle intemperie, l’estrazione del tufo per ricavare mattoni e costruire ogni edificio o muro di cinta, l’utilizzo delle grotte per la costruzione di barche o per la conservazione degli agrumi in modo da ritardarne la maturazione e venderli in periodi migliori erano tutti segni di ingegno sviluppato per vivere in un luogo considerato ostile fino alla costruzione, nel 1830, della comoda strada proveniente da Castellammare. Tutte queste cose sono entrate a far parte dell’ideale meta turistica già nel 1700 quando, durante l’epoca d’oro del Grand Tour, ogni famiglia benestante d’Europa, visitando l’Italia, volgeva il proprio interesse anche al nostro territorio. Ora viviamo di quel riflesso ed ognuno cerca sempre le stesse cose, la genuinità dei prodotti, la bellezza del paesaggio e l’ospitalità degli abitanti. È qui che si deve concentrare l’offerta, su cose semplici che esistono dappertutto ma che si possono intercettare soltanto se si cammina lentamente e con il naso all’insù. ★


#LIBRI

Angela Cacace

libreriatasso@gmail.com

I consigli del Libraio ALESSIA GAZZOLA

Una lunga estate crudele

Ormai ci siamo innamorati di lei: Alice Allevi, giovane specializzanda in medicina legale, in quest'ultima avventura sa che nessun segreto è per sempre. E chi non impara a tenere a bada i propri segreti finisce col lasciarsene dominare… fino al più tragico e crudele dei finali.

ENRICO IANNIELLO

La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin

ANTONIO MENNA

Il mistero dell'orso marsicano ucciso come un boss ai quartieri spagnoli Al suo esordio nel giallo, Antonio Menna porta alla ribalta un protagonista irresistibile: Tony Perduto, giornalista per vocazione e detective per caso, innamorato di Napoli, della quotidianità paesana dei suoi Quartieri Spagnoli, persino dei misteri del suo sottosuolo. Lo scenario perfetto per una storia che diverte e commuove. 96

La penna felice di Enrico Ianniello, al suo esordio narrativo edito da Feltrinelli, restituisce nella prima parte del romanzo tutta la grazia di una infanzia fatta di sguardi e gesti, fatta di parole che plasmano con gentilezza l’animo delicato di un bambino che affronta la pesantezza del mondo con la sua disarmante intelligenza: Isidoro usa il suo fischio per raccontare e dare significato, per costruire e ricostruire lo spazio fatto di persone e idee che lo circonda…

SASCHA ARANGO

La verità e altre bugie Se vi è piaciuto il thriller La verità sul caso Harry Quebert allora questo è il libro che fa per voi. Dopo aver incantato il pubblico e la critica alla sua uscita in Germania, Sascha Arango ha conquistato gli editori di 22 paesi, diventando il caso editoriale dell’ultima Fiera di Londra e arrivando in poche settimane fino a Hollywood, dove la Chockstone Pictures si è aggiudicata i diritti cinematografici alla fine di un’asta molto accesa.

AMEDEO COLELLA

Manuale di filosofia napoletana

(incontro con l'autore alla libreria Tasso il 26 febbraio alle 19:00)

100 brevi racconti napoletani, alcuni forse veramente accaduti, che disegnano una Napoli pragmatica, di difficile lettura, opportunista, surreale ma vera, assolutamente vera! 100 storie che grondano di filosofia di vita, racconti che esprimono, in maniera leggera e divertente, il modus vivendi del popolo nato all'ombra del Vesuvio e che descrivono la napoletanità. 100 storie che sarebbero potute accadere solamente a Napoli!

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#FOODCROSSING

Anna Maione

http://bit.ly/QWy93W

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

100% TORTA Io amo le torte! E da sentimentale tradizionalista quale sono devo ammettere che tra le meravigliose creazioni di abili Cake Designer (a mio parere vere e proprie espressioni artistiche) e le meno belle Homemade Cakes scelgo sempre le seconde! Sarà per quel gusto unico che assumono le pietanze quando le vediamo preparare per noi da chi amiamo. L'usanza della torta di compleanno è molto lontana e tendenzialmente occidentale ma le sue origini sono geograficamente più estese. Sembra infatti che la tradizione di preparare un dolce per la festa di compleanno provenga dagli antichi Greci, i quali avevano preso ispirazione da altri due popoli antichi: gli Egizi e i Persiani. I primi usavano festeggiare il compleanno del Faraone rendendogli omaggio con gustose pietanze; i Persiani invece, maggiormente legati alla pasticceria, celebravano il festeggiato preparando dolci prelibati. I Greci quindi unirono le due usanze in un rito che sta alla base della tradizionale torta di compleanno così come la conosciamo oggi. Il sesto giorno di ogni mese, per rendere omaggio alla dea Artemide, custode della Luna, preparavano dolci tondi e bianchi realizzati con farina e miele. Poi li decoravano con numerose candele in modo che il dolce rappresentasse per forma, colore e luce la bellezza della luna. 98

Altrettanto antico è il rito di spegnere le candeline soffiandoci sopra. Sembra infatti che in epoche remote l'usanza di soffiare le candeline al termine dei festeggiamenti, avesse il solo scopo di allontanare dal festeggiato eventuali spiriti maligni. Alcuni ritenevano inoltre che il fumo sprigionato dalla fiamma potesse trasportare i desideri fino al cielo, tanto che ancora oggi per molte persone è consuetudine esprimere un desiderio prima di soffiare sulle candeline Nella Germania del Medioevo, in occasione del compleanno di un individuo, si era soliti tenere accese tutte le fonti di luce del-

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la casa sempre contro gli spiriti maligni. Questa usanza poi si trasformò nella tradizione, durante le feste di compleanno dei più piccoli, di illuminare una torta con le candele e di lasciarle accese per tutta la giornata. Questo mese 100% Fitness Magazine festeggia il suo centesimo numero! Per questo motivo io e Imma abbiamo pensato di far spegnere le candeline a tutti i lettori preparando una gustosissima torta! Eccovi i segreti di Imma Gargiulo per un Pan di Spagna perfetto!


© FOTO DI ANNA MAIONE

Imma Gargiulo Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di "Conserve di Casa" su Alice TV

PAN DI SPAGNA per una tortiera da 24cm

INGREDIENTI

★ 300gr di uova (circa 5 grandi) ★ 150gr di farina00 ★ 150gr di zucchero ★ aroma di vaniglia ★ 1 limone bio

PROCEDIMENTO

Inserire le uova nella planetaria, o in una ciotola capiente, sbatterle leggermente ed aggiungere poi lo zucchero ed un po’ della buccia del limone grattugiata. Montare per bene fino a che il composto non triplichi quasi. Occorrono circa 25 minuti. L’impasto è pronto quando in gergo si dice che scrive. Vale a dire alzando la frusta il composto scivolerà lasciando una netta scia sul resto dell’impasto. A questo punto aggiungere la farina un poco per volta mescolando con una spatola dal basso verso l’alto senza mai scuotere il composto; movimenti violenti faranno uscire l’aria e non consentiranno al pan di spagna di lievitare. Aggiungere infine l’essenza di vaniglia (no vanillina). Imburrare ed infarinare uno stampo da 24cm e versarci l’impasto senza sbavare i bordi. Battere leggermente sul fondo dello stampo per livellare il tutto ed infornare in forno statico preriscaldato a 180° per 25 minuti (la temperatura del forno può subire delle modifiche da modello a modello). Controllare la cottura con uno stecchino che dovrà uscire pulito. Prima di sfornare il Pan di Spagna spegnere il forno e lasciarlo all’interno per qualche minuto; il tempo che si assesti e non subisca uno shock termico e si smonti.

SEGRETI

Auguri 100% Fitness Magazine!

★ ★ ★ ★ ★

Uova a temperatura ambiente Recipiente per montare le uova pulitissimo Setacciare la farina Non aprire il forno nei primi 15 minuti Tagliare il pan di Spagna solo da freddo o addirittura congelato.

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#POETA

Salvatore Spinelli

http://bit.ly/1fk7XnN

Il postino bussò ripetutamente ma da dentro niente di niente, poi passati parecchi istanti una debole voce disse: “Avanti!”.

“Ma cosa la turba, caro nonnino?” -amabilmente gli chiese il postino-, il pacco sarò pieno di cose buone, aprirlo certamente le conviene”.

All’interno, seduto su una panca, c’era un un vecchio dall’aria stanca e dal modo in cui era imbronciato della vita sembrava un pò scocciato.

“Non posso e non voglio nemmeno -rispose il vecchio per niente serenole dico anche perché se ha pazienza, così capirà la mia sofferenza”.

Al vecchietto accanto al camino, “Guardi che bel pacco! –disse il postino-, certamente sarà colmo di delizie per le prossime feste natalizie”.

“Ho una figlia che vive in città, sposata, con ricchezze in quantità, mentre io che vivo negli affanni non la vedo e non la sento da anni”.

Era un pacco ben confezionato avvolto in carta con nastro dorato, certamente chi gliel’aveva mandato a spese non si era limitato.

“A me che ormai son vecchio e fiacco ogni anno spedisce un pacco con un biglietto bello, colorito: “Dalla tua figlia e da suo marito!”.

“Lo metta là in quell’angoletto” -disse apaticamente il vecchiettomanifestando tutta la sua tristezza e una evidente amarezza.

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Poeta

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