100% Fitness Mag - Aprile 2015

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APRILE 2015 Emergenza malattia parodontale di Vittorio Milanese

Io o lui... meglio noi di Olga Paola Zagaroli

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE - Anno IX • NUMERO 4 COPIA GRATUITA




LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno IX • NUMERO 04 ★ In copertina

Denise Sorrentino 23 anni di Meta ★ fotografata da

Pino Coluccino Sant'Agnello Cell. 331.4511034

Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010

SOMMARIO

★ Direttore responsabile

Giuseppe Damiano ★ Editore

Giuseppe Manzi ★ Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense ★ Progetto Grafico

Maurizio Manzi Bingwa Art Factory maurizio@bingwa.it ★ Stampa

Grafica Cirillo Scafati (Sa) Contatti

Tel. 081.5341117 redazione@centopercentofitness.it

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di Angela Maria Flinio

Gli esperti del mese

QUALITY PARTNERS

“L'universo” delle ostetriche

Io o lui… meglio NOI

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di Vittorio Milanese

di Olga Paola Zagaroli

L’inerzia e la piramide di Brigida Pinto

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Pino Daniele e la scelta sbagliata di Vittorio Fabbrocini

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Il ticket per le prestazioni della Asl ora si paga in farmacia di Giuseppe De Simone

Emergenza malattia parodontale

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Metodi non farmacologici per combattere il dolore nei bambini di Carlo Alfaro

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Le flebiti

di Antonio Coppola

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Lower crossed syndrome di Barbara Martino


L'aforisma del mese:

Tutti i nostri sogni possono diventare realtĂ se abbiamo il coraggio di perseguirli. Walt Disney

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di Anna Sallustro

di Valerio Massimo Aiello

Il counseling: professione d’amore

Ricettazione ed incauto acquisto

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di Francesca Maresca

di Domenico Casa

Palestra o dieta?

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Se vuoi qualcosa chiedi e credici!

di Ernesto Lupacchio

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Senza dialogo, la guerra

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Tieni presente

di Salvatore Spinelli

58

Stacco per Principianti

Casi, case, cose non a caso.

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60

di Nello Iaccarino

La grande campagna globale Under Armour

di Francesco Esposito

Un nuovo modo di scoprire il territorio per riscoprirsi di Nino Aversa

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Gli 80 anni di Sergio Corbino di Vincenzo Califano

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Viva La Mamma! di Anna Maione

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Torta Mattonella di Mamma Luisa di Imma Gargiulo




Gli ESPERTI di questo mese #ANESTESISTA

Dott. Antonio Coppola Medico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore

338.1705569

#CHIROPRATICA

Dott.ssa Barbara Martino

Laureata in chiropratica all’AngloEuropean College of Chiropractic in Bournemouth (Ingh.), membro dell’A.I.C. Tutti i giorni dalle 12.00 alle 16.00

349.1381175

#FARMACISTA

Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

335.5302988

#CARDIOLOGO

Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli

338.4086506

v.fabbrocini@alice.it

#COUNSELOR

Dott.ssa Anna Sallustro

Laureata in “Scienze per la formazione infanzia e preadolescenza” all’Università degli studi di Salerno. Master in Counseling Pluralistico Integrato presso ASPIC Napoli. Iscritta all'elenco counselor REICO

338.1356920

#FISIOTERAPISTA #NUTRIZIONISTA

Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

Martedì - Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

334.2258132

Dott.ssa Brigida Pinto Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli.

331.2668437

pintobrigida@gmail.com

#ODONTOIATRA

Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

338.4698121

#OSTETRICA

Dott.ssa Angela Maria Flinio Laureata in Ostetricia presso l'Università di Napoli Federico II. Libero Professionista

339.1937664

angelaflinio@hotmail.it

#SESSUOLOGA

Dott.ssa Olga Paola Zagaroli

Sessuologa Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30

335.8709595

ilsessoelamente@gmail.com


RISPETTA I GUSTI DEI BAMBINI

Ogni attività è un arricchimento, ma non bisogna esagerare. è importante chiedersi se davvero il bambino sente l'esigenza di tutte le cose che gli sono proposte. Un'attività sportiva, magari all'aperto, è utile, ma deve essere lo sport che piace a lui. Anche la scelta di suonare uno strumento deve essere compiuta in accordo con il figlio: spesso si tratta di un'ambizione dei genitori, più che una sincera vocazione del piccolo.

Caffellatte per la colonna

Non lo sapevi? Anche il caffè può irrobustire le ossa. Fai così: riempi una scodella grande di latte parzialmente scremato, bevilo e avanza quello che ti serve per macchiare il caffè; quindi versa la tua benzina nera e sorseggia. Ecco: così un caffè ti darà il 25% del fabbisogno giornaliero di vitamina D e il 30% di calcio.




#SESSUOLOGA http://bit.ly/1euymof

Dott.ssa Olga Paola Zagaroli Lunedì e Giovedì dalle 15,30 alle 17,30

335.8709595

Io o lui… meglio NOI Uno dei cambiamenti più importanti della rivoluzione sessuale degli anni Settanta, è stato il riconoscimento del piacere sessuale della donna. Ciò ha comportato la possibilità per le donne di esperire esperienze diverse, anche fuori da un rapporto di coppia stabile, senza provare disagi e sensi di colpa. Parallelamente a tale cambiamento epocale, tuttavia, si è registrato un aumento della prostituzione a carico dell’uomo e nuove forme di perversioni maschili anche legate al mondo delle nuove tecnologie. Lo sviluppo di questi studi ha portato la comunità sessuologica a dedurre che l’identità di genere, che orienta il maschio e la femmina nella costruzione della propria identità, resta ancorata a bisogni e motivazioni 12

sostanzialmente differenti. Infatti, gli studiosi della moderna sessuologia concordano nel ritenere che le donne cercano la fiducia del partner e la stabilità nella relazione: è questo il caso in cui esse si rendono maggiormente disponibili sessualmente; gli uomini, invece, hanno bisogno del sesso e sono portati ad amare solo se tale bisogno è preso seriamente in considerazione dalla controparte. Appare, dunque, evidente come l’identità sessuale maschile e femminile, si integrano costantemente tra biologia e cultura: potremo dire che il nostro corpo parla di noi e della nostra storia attraverso tanti codici diversi. Abbiamo parlato di cultura perché tra le influenze più rilevanti a rendere complesso l’oggetto “corpo” c’è proprio il

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peso notevole dei modelli culturali così diversi tra maschi e femmine. Se per entrambi vale l’idea di un corpo giovane e sempre in forma, rimane invariato il primato della donna che è l’oggetto della bellezza per eccellenza, in grado di attrarre sessualmente e di rendere appetibile la vendita di qualsiasi cosa. La “vista” è la via privilegiata con la quale si attiva la stimolazione erotica del maschio, tanto che tale meccanismo viene ben sfruttato a livello commerciale. Un altro punto di rilevante differenza tra i sessi viene dagli studi clinico/statistici dai quali arrivano alcune osservazioni che sottolineano il primato dell’erezione attorno al quale ruota l’identità sessuale del maschio “potente”. Le dimensioni del pene, più o


mento a ciò che in gergo psicologico si chiama “alessitimia”, che sta a indicare un insieme di deficit della competenza emotiva ed emozionale, palesato dall'incapacità di percepire, riconoscere e descrivere verbalmente i propri e gli altrui stati emotivi. Questa caratteristica è molto più presente nel sesso maschile che in quello femminile. Storicamente maschi e femmine hanno avuto ruoli differenti all’interno della famiglia e nella vita di società. Mediamente, la femmina ha potenziato il registro emotivo più del maschio e ha coltivato una maggiore sensibilità verso le emozioni proprie e altrui. Queste diversità sembrano quanto mai presenti quando si è davanti ad un problema della coppia. La donna desidera parlarne fino in profondità, mentre il maschio è proiettato sulle soluzioni pratiche del problema e ritiene i discorsi della donna essenzialmente delle lungaggini talvolta esasperanti. meno grande o piccolo, è oggi una fonte di preoccupazione del mondo maschile fin dal periodo della pubertà. Ciò si verifica perché si tende ad estendere le proprietà fisiche dell’organo genitale all’identità complessiva. In questo tipo di preoccupazione e modalità di pensiero indubbiamente c’è un contesto di competizione tra maschi e modelli culturali che esigono dal maschio di essere invulnerabile e impenetrabile dalle passioni; esattamente all’opposto di ciò che accade per le donne. In alcuni casi, queste diversità si traducono in difficoltà nella relazione con il proprio partner e in ricadute a livello della funzione sessuale. Ancora un altro punto di profonda diversità tra i sessi, fa riferi-

Nella pratica clinica sembra, in effetti, difficile uscire dal racconto “essenziale” che fa il paziente riguardo il problema sessuale di cui si fa portatore ed è difficile soffermarsi sugli aspetti della relazione che invece sarebbero utili ai fini della valutazione diagnostica. La sessuologia moderna cerca di intervenire sulle difficoltà presentate dal paziente attraverso un approccio integrato, ovvero, esplorando sia gli aspetti biologici che quelli psico-relazionali. E’ importante che la valutazione sia discussa a livello multidisciplinare (ginecologo, andrologo, sessuologo) e successivamente condivisa dal paziente. Nel caso dell’alessitimico è importante provare a coinvolgere entrambi i partner per approfondire i risvolti

del sintomo sulla vita di coppia. Può succedere, infatti, che il paziente sia percepito dal compagno come insensibile al problema e di conseguenza cresca il suo senso di frustrazione e di rabbia per la perdita di attenzione che viene dalla controparte. Spesso però il soggetto alessitimico non sente il bisogno di rivolgersi allo specialista e questa mancanza di motivazione può rappresentare un ostacolo alla terapia. Il valore che oggi si attribuisce alla sessualità non ha precedenti, tant’è che vi è una tendenza crescente a confondere la qualità del rapporto sessuale con la bontà complessiva della relazione della coppia. Nonostante ciò, le separazioni delle coppie sono in aumento e gli studi sessuologici ci informano di un incremento delle disfunzioni di natura sessuale, legate anche al calo del desiderio. Ora, se è implicito nella coppia, il progetto di ridefinirsi a livello di identità maschile e femminile, c’è anche da riconoscere la presenza di due mondi differenti tra loro e talvolta difficili da mettere d’accordo. Ecco allora che la conoscenza dei meccanismi biologici e psicologici implicati nella sessualità di coppia, potrebbe divenire un aiuto nel favorire una maggiore comprensione del problema nell’affrontare le difficoltà di relazione. In questi casi la terapia con la coppia è la più consigliata, tuttavia, è prevista la possibilità della terapia individuale nel caso di uomini o donne single, oppure in situazioni in cui l’altro partner non sia disponibile. ★

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#FISIOTERAPISTA

Dott.ssa Brigida Pinto pintobrigida@gmail.com

331.2668437

L’inerzia e la piramide Quando conosco un nuovo paziente, mi prendo sempre del tempo, di solito la prima seduta, per fargli raccontare “quello che ha passato”, non per curiosità morbosa, ma perché devo conoscere il substrato sul quale costruire il mio intervento: fargli ripercorrere i momenti della sua malattia e fare il punto della situazione per capire da dove partire. Il primo grande scoglio è proprio questo: un paziente neurologico è più sicuro se sta fermo, con il corpo e con la mente: preferisce guardare al suo passato e non crede che ci sarà alternativa migliore di quella che stava vivendo prima che gli succedesse “il fatto. Vincere quest’inerzia da paura è il mio primo obiettivo. Ricordo con tanta commozione lo sguardo allibito e diffidente del mio caro N. la prima volta che mi vide entrare dalla porta: lui un uomo d’altri tempi, grande e grosso, uscito da un coma post-infartuale, guardò il figlio esclamando “E sta cusarell a ten a forz e me fa camminà?”. Non sono Maciste eppure N. è tornato a camminare, poi a salire le scale, a passeggiare, a supervisionare il lavoro dell’azienda di famiglia, a giocare con i nipotini e a raccogliere i funghi nei boschi. L’infarto gli aveva provocato un’anossia cerebrale diffusa, ossia era venuto a mancare l’ossigeno al cervello per un tempo superiore a quello che tale tessuto tolleri; per fortuna però il danno esitato aveva coinvolto “solo” il sistema di codifica e decodifica del linguaggio verbale (non riusciva più a leggere e scrivere) ed il cervelletto. Il cervelletto è un organo molto nobile con funzioni ben specifiche: le informazioni che arrivano dalla periferia portano i dettagli dei movimenti nel corso della loro esecuzione permettendo al cervelletto di controllare il tono muscolare nel durante dei movimenti stessi e quindi di adattare subito lo stato di contrazione muscolare alle variazioni di carico o delle richieste fisiologiche per quanto concerne l'ampiezza, l'efficacia, la traiettoria e la durata del movimento. Nel fare questo permette, quindi, di ridurre al minimo le contrazioni non coordinate dei muscoli antagonisti che causano piccole oscillazioni durante il movimento. Sia i segnali periferici che centrali vengono confrontati in ogni istante e usati per produrre una risposta efficiente per modulare, ed eventualmente 14

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correggere, il segnale sia nel tragitto discendente che ascendente. Qualora sussistano delle differenze tra il movimento programmato e quello effettivamente realizzato, il cervelletto è in grado di correggere, con un meccanismo di feedback negativo, il movimento durante il suo realizzarsi, da questo la definizione di “organo comparatore dell’errore”. Un danno cerebellare insomma non impedisce l'utilizzo di una determinata funzione, ma ne riduce l'efficienza. In sintesi possono essere compromesse le funzioni di: ★ Apprendimento motorio ★ Correzione del movimento ★ Mantenimento della stazione eretta (in generale il sistema di anticipazione motoria) ★ Tempistica e cooperazione N. rappresentava in maniera puntuale questo quadro patologico: poteva, se aiutato, spostarsi, ma come un soldatino: non appena un “ostacolo” gli disturbava la corsa, si irrigidiva sull’attenti, impossibilitato a proseguire; era quindi estremamente insicuro negli spostamenti in ambienti diversi da quello di casa e quindi, nonostante il grosso potenziale di recupero, imprigionato nelle poche, vitali, funzioni di base. Come ricostruire queste certezze? Proprio come si fa con una casa: partendo da terra, e in questo caso, nel vero senso della parola. Il percorso terapeutico si è avvalso del protocollo per le atassie della professoressa Vannini, che si rifà al concetto della piramide di Bobath, con un lavoro in progressione statico e poi dinamico supino, prono, carponi, in ginocchio, a cavalier servente, fino ad arrivare in piedi (e, in una personale revisione, su di un piede solo) richiedendo l’esecuzione di compiti percettivo-motori sempre più raffinati, che richiedevano l’integrazione di più sistemi funzionali e lo rendevano così fiero delle “fatiche” fatte e talvolta così tanto sicuro di sé da fargli compiere pericolose prodezze (che prontamente mi confessava terrorizzato di aver fatto qualche “danno”). I miei pazienti sanno che non amo esprimermi sul cosa riusciranno o non riusciranno a raggiungere. Oggi però per N. me la sento di affermare che, se solo il tempo fosse stato meno inclemente, in una di queste giornate di sole ci avreste visti fare quel giro in bici che ci eravamo ripromessi un anno fa. ★



#CARDIOLOGO http://bit.ly/1gCxr2Z

Professor Dottor Vittorio Fabbrocini 338.4086506

Pino Daniele e la scelta sbagliata Il dramma ed il ritardo

L'eccessiva fiducia in chi ti cura talvolta porta a sbagliare. L'emergenza medica richiede immediatezza nel portarsi al primo luogo di assistenza Cosa dire a proposito della prematura fine dell'apprezzato cantautore napoletano Pino Daniele, autore di indimenticabili melodie, degnamente accompagnato e commemorato dall'intera città di Napoli nel corso dei suoi funerali. Quali le cause che hanno portato alla sua improvvisa fine? I bene informati, amici e giornalisti, hanno raccontato che Pino Daniele aveva da tempo una brutta situazione cardiaca, a causa di ripetuti episodi di ostruzioni ischemiche coronariche che lo portavano a ricorrere dal suo Cardiologo a Roma. Si era verificata così una situazione di stima e particolare fiducia del paziente verso il suo specialista. In una situazione certamente non sicura dal punto di vista cardiologico per il suo futuro intanto aveva scelto di vivere a Magliano, nella Maremma toscana. La sua vita scorreva tranquilla con gli affetti a lui cari e la sua musica. 16

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Capita purtroppo a tante persone che soffrono di malattie cardiache che quando meno te lo aspetti il cuore ti mette in allarme ed ha bisogno di aiuto, di ricorrere a chi ti può soccorrere nel modo migliore e nel più breve tempo possibile. Non c'è tempo da perdere! E così è stato anche per Pino Daniele. Vi sono state avvisaglie dolorose al cuore (Angine) sempre più frequenti e era chiaro che doveva recarsi ad un Centro Cardiologico al più presto. Dai resoconti giornalistici abbiamo appreso che dalla sua abitazione di Magliano fu contattato il 118 ed una ambulanza avrebbe raggiunto la sua casa entro mezz'ora dalla chiamata per trasportarlo presso l'Unità Coronarica di Grosseto che ha un valido Servizio di Cardiologia a 28 chilometri di distanza. La stessa ambulanza però fu fermata perchè Pino aveva deciso di portarsi con la sua auto a Roma, dal Cardiologo di fiducia presso la Cardiologia dell'Ospedale Sant'Eugenio, con un tempo di percorrenza di circa 2 - 3 ore, traffico permettendo. Sempre dai giornali nei giorni seguenti alla sua scomparsa abbiamo avuto notizia che il percorso che doveva effettuare Pino Daniele fino a Roma è stato molto laborioso per vari motivi, determinandone forse anche un ulteriore peggioramento delle sue condizioni ed il decesso.

Il dilemma della scelta

Poteva fare una scelta diversa? Perchè non ha accettato nel momento di tranquillità dalle morse anginose del cuore di servirsi dell'ambulanza che lo stava raggiungendo e accettare il ricovero all'ospedale di Grosseto? Ciò lo poteva salvare dalla grave e finale occlusione coronarica (infarto)? Sono interrogativi che molti si sono posti. Da Cardiologo non posso affermare che una diversa scelta l'avrebbe potuto sicuramente salvare. Tuttavia andava tentata la scelta del ricovero al più presto, avendo la presenza di un medico rianimatore nell'ambulanza, al Centro cardiologico più vicino. Era una opportunità del soccorso immediato che andava tentata. Ma la "fiducia" che aveva verso il suo Cardiologo di Roma forse lo ha tradito e lo ha fatto decidere in quel modo.


Esperienze personali

Nello scrivere questa nota sulla fiducia e stima che Pino Daniele sicuramente ha avuto per il suo Cardiologo, allo scopo di far comprendere a chi legge l'utilità della scelta dell'immediato ricovero in una struttura di Pronto Soccorso sia per fatti cardiologici che di altro genere (dolori addominali violenti, intossicazioni, morsi di insetti, serpenti e così via), prima che si arrivi all'irreparabile, desidero raccontare due episodi vissuti nella mia giovane attività di medico. Il primo accaduto quando ero ancora Assistente Volontario, dopo una intera giornata trascorsa prima presso l'Ospedale di Malattie infettive Cotugno di Napoli, allora a Capodichino, e poi presso la Clinica Medica del Policlinico napoletano. Al mio ritorno a casa in serata seppi di una chiamata urgente della mattinata da parte di una giovane coppia per il figlio di quattro anni. Mi recai sul posto immediatamente e trovai una situazione gravissima: il piccolo aveva un addome dolentissimo per un'appendicite acuta e già con segni di peritonite, condizione che occorreva già nelle ore precedenti un immediato ricovero in Ospedale. Su mia indicazione il bambino fu ricoverato al Santobono di Napoli, subito operato e dopo alcune

settimane fece ritorno a casa. Uno dei tanti casi di "fiducia" nel proprio medico ma che per il ritardato intervento poteva finire in tragedia!

Altra scelta immediata

Altro episodio degno di essere raccontato fu la chiamata che ebbi a notte inoltrata per recarmi urgentemente presso il domicilio di una giovane donna, che non conoscevo, e che aveva partorito una coppia di gemelli nella giornata. Improvvisamente da alcune ore erano sopraggiunte delle gravi manifestazioni eclamptiche (Eclampsia), caratterizzate da convulsioni, ipertensione arteriosa, disturbi visivi ed un grave stato tossico. Dopo i primi tentativi di apportarle un soccorso insistetti per ricoverarla al più presto e personalmente mi preoccupai di accompagnarla presso la Clinica Ostetrica dell'Università di Napoli. Fu ricoverata con prognosi riservata e vi rimase per alcuni mesi, ma ne uscì guarita. L'eclampsia è una grave patologia della gravidanza, potenzialmente letale, e può manifestarsi prima, durante e dopo il parto. Se fosse rimasta ancora a casa difficilmente si sarebbe salvata. ★


#FARMACISTA

Dott. Giuseppe De Simone

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335.5302988

Il ticket per le prestazioni della Asl ora si paga in farmacia

È bene fare un pò di chiarezza sull'argomento, visto che se ne sta parlando molto in questi ultimi giorni. Dal 1 aprile scorso per le prestazioni erogate dalla nostra ASL Napoli 3 Sud (Azienda che di estende da Massalubrense fino a Nola, passando per Portici, per un totale di poco più di 1 milione di assistiti) il ticket si paga solo nelle farmacie oppure agli uffici postali. L' accordo, siglato tra la nostra Asl e le farmacie, è del 25 ottobre 2011 ed ha introdotto l' attività di prenotazione e di incasso ticket delle prestazioni specialistiche ambulatoriali tramite il CUP nelle farmacie, al fine di migliorare e potenziare il servizio di accesso 18

e fruibilità delle prestazioni sanitarie da garantire ai cittadini. Le farmacie sono sempre disponibili ad offrire importanti servizi. Questo in particolare è stato immediatamente apprezzato dai cittadini. In farmacia infatti, in orario di servizio, anche festivo, è possibile prenotare, modificare oppure disdire prenotazioni ASL al costo di 1,50 € a ricetta, secondo l' accordo siglato il 17 dicembre 2013, in vigore dal 1 gennaio 2014, tra Federfarma Napoli e la ASL Napoli 3 SUD, in qualsiasi momento, senza doversi per for-

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za recare presso gli sportelli CUP dei distretti ASL. Il servizio di riscossione ticket resta invece completamente gratuito, cioè chi deve solo pagare il ticket lo può fare in farmacia senza nessun costo aggiuntivo. Per informazioni chiedi pure al Tuo farmacista ★



#OSTETRICA

Dott.ssa Angela Maria Flinio angelaflinio@hotmail.it

339.1937664

“L'universo” delle ostetriche

Se chiedessi ai lettori di definire la figura dell'ostetrica, probabilmente la maggior parte risponderebbe che è colei che aiuta la donna a partorire ed un' altra parte di essi forse non saprebbe neppure dare una risposta. In realtà solo negli ultimi anni la figura dell'ostetrica è passata in secondo piano ma è sempre stata a fianco alla donna/coppia, al bambino ed in generale alla famiglia. Questa figura ha seguito lo sviluppo dell'umanità, da levatrice ad ostetrica, dalla sola pratica al percorso di formazione universitaria. Già presso gli egizi, i romani e nell'antica Grecia, l'assistenza al parto naturale era affidata alla levatrice, la quale aiutava la donna non solo al momento dell'espletamento del parto, ma anche nella preparazione ad esso, nel postparto, nell'assistenza al neonato ed inoltre per eventuali problematiche riguardanti la sfe20

ra riproduttiva e la vita di coppia. Di questo ci da testimonianza Socrate: "Oh, mio piacevole amico! E tu non hai sentito dire che io sono figliuolo d'una molto brava e vigorosa levatrice, di Fenarete?... e che io esercito la stessa arte, l'hai sentito dire?... vedi di intendere bene che cosa è questo mestiere della levatrice, e capirai più facilmente che cosa voglio dire.… e non è anche naturale e anzi necessario che siano le levatrici a riconoscere meglio di ogni altro se una donna è incinta oppure no?... e non son le levatrici che somministrando farmaci e facendo incantesimi possono svegliare i dolori o renderli più miti se vogliono e facilitare il parto a quelle che stentano e anche far abortire, se credon di far abortire, quando il feto è ancora immaturo?... e non hai mai osservato di costoro anche questo, che sono abilissime a combinar matrimoni, esperte come sono a

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conoscere quale uomo e quale donna si hanno da congiungere insieme per generare i figliuoli migliori?... e allora sappi che di questa loro arte esse menano più vanto assai che del taglio dell'ombelico”. Fino alla fine del 1800 il lavoro della levatrice fu basato prevalentemente su conoscenze empiriche dell'arte ostetrica, solo in seguito nacque la prima scuola di ostetricia, frequentando la quale l'ostetrica aggiungeva al tirocinio pratico le conoscenze teoriche, basate su nozioni anche di anatomia e medicina di base. Con la legge 341 del 1990 arrivò il Diploma in Ostetricia e nel 2000 infine il Corso di laurea. Questa storia così importante, così antica, definisce l'evoluzione di una figura millenaria che da sempre promuove la salute in ambito ostetrico, ginecologico e neonatale e che pone alla base del suo agire il sapere ed il saper fare, la scienza e l'arte ostetrica. L'antico valore sociale dell'ostetrica anche se negli ultimi anni è stato dimenticato a causa dell'eccessiva medicalizzazione dell'evento nascita non può essere andato perso perchè è storia e come testimoniano gli antichi testi l'assistenza ostetrica non si è mai limitata all'assistenza al parto, ma abbraccia a 360° le varie tappe della vita di una donna. Gli ambiti di competenza dell'ostetrica sono descritti da quella che può essere definita la carta d'identità dell'ostetrica, il DM 740/'94.



#OSTETRICA

Riporto di seguito alcuni commi (Codice Deontologico approvato dal Consilglio Nazionale nella seduta del 19 giugno 2010 con integrazioni/revisioni approvate dal Consiglio Nazionale nella seduta del 5 luglio 2014): 1.1 l'ostetrica è il professionista sanitario abilitato e responsabile dell'assistenza ostetrica, ginecologica e neonatale; 1.2 l'ostetrica riconosce la centralità della donna, della coppia, del neonato, del bambino, della famiglia e della collettività ed attua interventi adeguati ai bisogni di salute, nell'esercizio delle funzioni di sua competenza per la prevenzione, cura, salvaguardia e recupero della salute individuale e collettiva; 2.13 l'ostetrica sostiene la salute globale nel rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e si im-

pegna alla cooperazione per contrastare le diseguaglianze nell'accesso alle cure e promuovere la salute riproduttiva e di genere, nel mondo; 3.2 l'ostetrica promuove e si impegna a garantire la continuità assistenziale accompagnando e prendendosi cura della donna, della coppia, del nascituro durante la gravidanza, il travaglio, il parto ed il puerperio, al fine di garantire la salute globale degli assistiti; 3.6 l'ostetrica favorisce l'attaccamento precoce madre/padre e bambino, promuove l'allattamento al seno e supporta il ruolo genitoriale; 3.11 l'ostetrica prende parte alla pianificazione dei percorsi diagnostici-terapeutici dell'area ostetrico-ginecologica e neonatale ed attua i relativi programmi

di prevenzione, assistenza/cura e riabilitazione. Quanto detto dimostra che l'ostetrica è il professionista che a maggior diritto per “storia” e percorso formativo promuove la salute della donna, ella è l'esperta della fisiologia ed attraverso l'informazione della comunità “crea salute” favorendo il riconoscimento di condizioni potenzialmente patologiche ed individuando il giusto percorso assistenziale. La conoscenza del profilo professionale è importante per far capire la poliedricità di questa figura, troppo spesso sminuita, per combattere l'abusivismo professionale e per riappropiarsi di un ruolo, con e per la donna, offuscato dall'eccessiva medicalizzazione affermatasi negli ultimi vent'anni. ★



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Dott. Vittorio Milanese Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

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Emergenza malattia parodontale. Ne soffrono oltre il 40% degli individui adulti La parodontite è lo stadio più avanzato della malattia parodontale. Le gengive, l’osso e le altre strutturedi sostegno si danneggiano con perdita di dimensione verticale e orizzontale dei tessuti. I denti possono spostarsi di posizione, diventare mobili e si può formare un ascesso. Nei casi più gravi (piorrea) l’unica possibilità è l’estrazione dei denti compromessi. Recenti studi indicano che nel mondo sono 743 milioni le persone affette da questa patologia con un picco d’incidenza introno ai 38 anni di età. Nei paesi occidentali il 40% della popolazione adulta è affettada malattia parodontale di questi il 10-14% soffre di forme gravi di parodontite. La principale causa della parodontite è una scarsa igiene orale; comunque recenti ricerche hanno suggerito una forte correlazione fra il diabete, i problemi cardiovascolari e la parodontite. Il fumo, lo stress e i fattori genetici svolgono altresì un ruolo importante nella comparsa della parodontite. L’infiammazione gengivale che favorisce la parodontite nasce dalla placca batterica non rimossa regolarmente attraverso una buona igiene orale e tramite sedute frequenti dal dentista. Oltre alla perdita dei denti la parodontite può favorire problemi 26

di salute generale come le malattie coronariche o le endocarditi infettive. I batteri che favoriscono la malattia parodontale possono entrare nel circolo ematico ed agire come fattori aggravanti di alcune malattie cardiache. Il trattamento della malattia parodontale prevede un approccio diagnostico accurato utile a definire i parametri del danno tessutale presente al momento della diagnosi e da utilizzare per il controllo dell’evoluzione della malattia nel tempo. La patologia deve essere trattata con un’igiene orale professionale, da ripetere con frequenza mirata alle esigenze del singolo paziente, e l’uso di collutori e dentifrici specifici. Nei casi avanzati la parodontite viene trattata attraverso una pu-

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lizia professionale profonda delle gengive (levigatura radicolare), a volte coadiuvata dalla somministrazione di antibiotici topici e sistemici e, in alcuni casi, dalla chirurgia parodontale.

Il tuo dentista consiglia

I segnali che possono indicare un principio di parodontopatia sono una retrazione gengivale, arrossamento delle gengive e sanguinamento durante lo spazzolamento dei denti, mobilità degli elementi dentali, dolore ai denti durante la masticazione. Non aspettare che questi sintomi peggiorino!!!! Fonte: il tuo dentista informa



#PEDIATRA

Dott. Carlo Alfaro

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Pediatra

Metodi non farmacologici per combattere il dolore nei bambini “risposta allo stress”, caratterizzata da modificazioni organiche, fisiologiche, ormonali, metaboliche e comportamentali, con conseguenze cliniche negative (peggioramento, complicanze, prolungamento della malattia). A lungo termine, l’esposizione al dolore, specie se intensa e ripetuta, genera una sensibilizzazione “periferica” (aumento della sensibilità dei recettori periferici agli stimoli dolorosi) e “centrale” (amplificazione dello stimolo nei circuiti cerebrali), con abbassamento della soglia del dolore (dolore cronico). A parte i farmaci, gli interventi non farmacologici per il controllo del dolore permettono di ottenere risultati molto efficaci nei bambini. Il principio è quello di focalizzare l’attenzione del bambino lontano dallo stato di dolore. Si tratta di strategie, metodi e trucchi psicologici che sfruttano il fatto che bambino possiede una naturale capacità di immaginazione e di fantasia, di gran lunga superiore a quella dell’adulto, che gli consente di effettuare rapidi passaggi mentali tra il mondo reale e fantastico. L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danno tissutale effettivo o potenziale”. La definizione sottolinea la natura sia fisica che emotiva del dolore, fenomeno complesso con componenti sensoriali, fisiologiche, cognitive, affettive, comportamentali e spirituali. Il dolore è il sintomo più caratterizzante lo stato di malattia, spesso quello più importante per il Medico per la diagnosi e l’evoluzione, e quello più temuto dal paziente, dovuto alla malattia stessa o alle procedure diagnostico-terapeutiche ad essa correlate. Questo è vero per l’adulto, come per il bambino. È noto che non esistono limiti d’età alla percezione del dolore: a partire già dal secondo trimestre di gestazione, il feto possiede le strutture anatomo-fisiologiche per percepire il dolore. Anzi, nel feto, nel neonato e fino a 12-18 mesi di età, vi è una ritardata espressione delle vie inibitorie, con conseguente maggiore percezione del dolore. Il dolore genera, nell’acuto, una 28

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Le principali tecniche DISTRAZIONE:

potente tecnica di applicazione semplice ed immediata. La distrazione non è una strategia passiva orientata a divertire il bambino, ma è un modo per focalizzare la sua attenzione su uno stimolo alternativo a quello dolorifico. Per distrarlo si può usare una vasta gamma di oggetti che evochino curiosità o attenzione: bambole, pupazzi, giocattoli, oggetti quotidiani, oppure raccontare storie, leggere libri, ascoltare musica e canzoni, guardare video e filmati, giocare con i video-giochi. La distrazione deve essere appropriata all’età del bambino e rispecchiare i suoi interessi e le sue preferenze. Gli studi hanno dimostrato l’efficacia della distrazione in molti ambiti, primo tra tutti il dolore da procedura, per esempio nella venipuntura, per le medicazioni chirurgiche e la sutura delle ferite.



#PEDIATRA

Tra le varie tecniche di distrazione ci sono anche alcune strategie che prevedono la presenza di figure speciali, ad esempio i clown, i musicisti, gli animali.

RESPIRAZIONE:

insegnare gli esercizi di respirazione al bambino lo aiuta ad allontanare l’ansia, la paura e il dolore già dall’età di 3-4 anni. “Facciamo insieme dei respiri lenti e profondi… Senti l’aria che entra fresca nel naso ed esce calda dalla bocca. Gonfia i polmoni”. È utile per il dolore da procedura, ma è efficace anche per il dolore cronico. Questa tecnica distrae il bambino, riduce la tensione muscolare, rilassa il diaframma e aumenta l’ossigenazione del corpo. Ai bambini più piccoli può essere insegnato a respirare profondamente per “buttar fuori” la paura ed il dolore attraverso una nuvola rossa: si invita il bambino ad immaginare di concentrare tutto il dolore in una nuvola rossa che viene poi soffiata fuori dal corpo con tutta l’energia possibile e, una volta fatta uscire, può essere allontanata soffiando. Anche le bolle di sapone sono utilissime per gli esercizi di respirazione. Le bolle di sapone costituiscono un connubio perfetto tra le tecniche di distrazione e respirazione.

RILASSAMENTO MUSCOLARE:

come la respirazione, il rilassamento è una strategia molto utile sia per il dolore cronico che per il dolore da procedura. Differenti forme di rilassamento sono utilizzate in relazione dell’età del bambino: i bambini molto piccoli si rilassano con carezze leggere, con una voce rassicurante e con una ninna nanna, oppure quando succhiano qualcosa di dolce e vengono cullati ed abbracciati. I bambini in età scolare spesso si rilassano quando sono coccolati e massaggiati, oppure con la lettura e la musica. Dopo i 10 anni, i ragazzi possono imparare la tecnica di rilassamento muscolare, in cui gradualmente ogni muscolo è teso e poi rilassato in modo sistematico. “Mettiti più comodo possibile. Sistemati sulla tua sedia o nel tuo letto, fino a che non ti senti completamente a tuo agio. Chiudi gli occhi quando sei pronto. Prendi un respiro profondo con il naso e buttalo fuori lentamente con la bocca. Prendi ancora aria dal naso e buttala fuori lentamente dalla bocca. Adesso focalizza la tua attenzione sulla mano, stringi il pugno forte e poi rilascialo. Focalizza ora la tua attenzione sui muscoli del braccio, punta il gomito sulla sedia o sul letto, spingilo forte e poi rilascia il braccio. Inizia a rilassare i muscoli della testa e del collo. Alza le tue sopracciglia più che puoi, tieni in tensione i muscoli più che puoi e poi rilassali e lasciali andare. Socchiudi gli occhi e raggrinza il naso, tieni in tensione i muscoli più che puoi e poi 30

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rilassali e lasciali andare. Tieni i denti uniti e fai una specie di sorriso, tieni in tensione i muscoli più che puoi e poi rilassali e lasciali andare. Abbassa il tuo mento fino al petto, tieni in tensione i muscoli più che puoi e poi rilassali e lasciali andare. Prendi un respiro, trattienilo, trattienilo manda le tue spalle indietro, adesso rilassati e lascialo andare. Spingi indentro il tuo stomaco, trattienilo, trattienilo e adesso rilassa i tuoi muscoli e lascialo andare. Solleva una gamba tienila in alto poi rilassati e appoggiala sul letto o per terra. Solleva l’altra gamba tienila in alto poi rilassati e appoggiala sul letto o per terra. Punta le dita dei piedi verso il soffitto, tienili in tensione, puntali ancora, poi rilassali e lasciali andare. Fai un altro respiro profondo con il naso e lascialo andare lentamente con la bocca, prendi ancora una respiro profondo con il naso e lascialo andare lentamente con la bocca. Nota adesso come senti i tuoi muscoli rilassati”.

VISUALIZZAZIONE:

o imagery (o “viaggio mentale nel luogo preferito”): tecnica cognitivo-comportamentale complessa, derivata dalle tecniche di ipnosi, che consiste nell’utilizzo dell’immaginazione in modo che il bambino si concentri su un’immagine mentale di un’esperienza piacevole anziché sul dolore. Il bambino viene prima fatto rilassare, poi è guidato a immaginare una situazione e/o un luogo ideali in cui vorrebbe trovarsi, concentrandosi sui particolari di ciò che ha immaginato, in modo da distogliere l’attenzione dalla situazione reale che sta vivendo. È importante creare un’esperienza “multisensoriale” in cui si invita il bambino ad utilizzare tutti e cinque i sensi nell’esplorazione del luogo preferito: “Adesso lascia andare via la tua mente. Immagina di essere lontano da questa stanza, in un posto bello, quello che preferisci. Un posto dove sei già stato o dove vorresti essere. Guarda intorno a te in questo posto bello e vedi i colori che ci sono … senti i profumi … ascolta i suoni … guarda le persone che ci sono, tocca gli oggetti che ti piacciono. Guarda tranquillamente tutto ciò che succede intorno a te e rilassati in questo posto fantastico. Sei lontano da questa stanza e lontano da quello che succede al tuo corpo". È importante dire al bambino di “prendersi tutto il tempo necessario per godersi questo momento” e che l’immagine sia vivida il più possibile, così da poter evocare sentimenti ed emozioni associati all’esperienza fantasticata. Il ritorno con la mente al presente costituisce una parte fondamentale ed è necessario effettuarlo in maniera graduale, perchè un brusco ritorno alla situazione attuale può causare disagio: “Adesso, se sei pronto, veniamo via dal posto fantastico…torniamo



#PEDIATRA

nella stanza. Conterò fino a 3: 1 inizia a tornare nella stanza; 2 senti la sedia (o il letto) sotto di te; 3 apri gli occhi”. Chiedere al bambino come è andata. Discutere sul posto visitato, e dirgli che può tornare, anche da solo, nel suo luogo preferito ogni volta che lo vorrà, o visitarne un altro. La tecnica di imagery è stata usata con successo in oncologia, ma anche per il il dolore addominale ricorrente, la cefalea.

DESENSIBILIZZAZIONE:

tecnica non farmacologica in cui il bambino, attraverso la concentrazione mentale, riesce ad abbassare la sensibilità di una precisa zona corporea, sede del dolore. Nei bambini più piccoli si usa la tecnica del “guanto magico”, dai 9 anni in poi “la tecnica dell’interruttore”. Nel caso del “guanto magico”, si dice che si è calzato un guanto invisibile, massaggiando dolcemente il punto o la zona del dolore, in modo da desensibilizzarla dal dolore. Il bambino, immaginando che l’infermiere o il medico o la mamma o un volontario abbia il guanto e percependo l’effetto del massaggio sulla zona, sentirà come un intorpidimento locale che abbassa la sensibilità. La tecnica dell’interruttore consiste nello spiegare al bambino che sul proprio corpo

ci sono degli “interruttori” che controllano l’invio dei messaggi di dolore. Dopo che il bambino ha raggiunto un buon livello di concentrazione, tramite il rilassamento, viene invitato a visualizzare nella sua mente un interruttore in grado di diminuire la sensibilità al dolore nella zona che fa male. Si spiega al bambino in termini semplici come è possibile desensibilizzare una zona del corpo attraverso la concentrazione: “I nervi del tuo corpo mandano i messaggi di dolore al tuo cervello che le elabora e li rimanda indietro al corpo. Possiamo focalizzare l’attenzione sugli interruttori che controllano l’invio dei messaggi di dolore. E possiamo girare questi interruttori così che il cervello non riceve più il messaggio di dolore. Adesso concentrati, trova l’interruttore che comanda la parte del tuo corpo dolorante. Fammi un cenno con la testa quando l’hai trovato. Nota il colore e il tipo dell’interruttore e abbassalo lentamente … grado dopo grado … da cinque, a quattro, a tre e così via fino a zero…a ogni livello nota che il dolore si abbassa… continua ad abbassarlo e poi starai molto meglio”. ★





#ANESTESISTA

Dott. Antonio Coppola 338.1705569

Le flebiti Quali cure sono disponibili?

Le flebiti sono infiammazioni delle vene. Quando l’infiammazione riguarda una vena superficiale si parla di flebite superficiale, condizione che, con le giuste cure, ha quasi sempre evoluzione positiva. La trombosi venosa profonda, cioè l'infiammazione e la conseguente formazione di un trombo in una vena profonda, invece, se non trattata per tempo può dare embolia polmonare, situazione potenzialmente letale.

Che cosa può provocare la flebite?

Le flebiti superficiali sono più comuni negli arti inferiori, specie in chi soffre di vene varicose e negli obesi. A volte può essere chiamato in causa un trauma e, per esempio agli arti superiori, una flebite può essere scatenata da un'iniezione endovenosa o, più raramente, da un prelievo. Altri fattori di rischio, comuni a flebi36

ti superficiali e trombosi venosa profonda, sono prolungata immobilità per malattia o per interventi chirurgici, patologie che alterano i meccanismi della coagulazione, assunzione di contraccettivi orali, lunga permanenza in posizione seduta, per esempio in occasione di lunghi viaggi in aereo, esposizione ad ambienti molto caldi.

Quali sono i sintomi?

La flebite superficiale va sospettata se c’è dolore lungo il decorso di una vena, più spesso delle gambe, talvolta delle braccia. In genere il dolore è accompagnato da arrossamento e si può notare un indurimento della vena interessata con formazione di una sorta di cordoncino. Nella trombosi venosa profonda l'arto coinvolto è in genere dolente e gonfio, talvolta arrossato; ma i sintomi possono essere molto sfumati.

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La terapia si basa su eparine a basso peso molecolare e talvolta su applicazione, in caso di flebite superficiale, di bendaggi all'ossido di zinco lungo la vena interessata per ridurre dolore e bruciore. Nel caso di trombosi venosa profonda le eparine a basso peso molecolare vengono sostituite in un secondo momento da anticoagulanti orali, poiché la terapia deve essere protratta per tempi più lunghi. Si tratta in entrambi i casi di farmaci che devo essere prescritti, dosati e monitorati dal medico. Le flebiti superficiali se curate nei giusti tempi hanno quasi sempre evoluzione favorevole, mentre per la trombosi venosa profonda è particolarmente importante intervenire all'esordio dei sintomi con una terapia appropriata: può, infatti, capitare che il coagulo presente nella vena si stacchi mandando in circolo uno o più frammenti (emboli) che possono andare a ostruire uno o più rami dell'arteria polmonare, causano la tanto temuta embolia polmonare. Mancanza di fiato improvvisa, dolore al torace, tachicardia e talvolta tosse con tracce di sangue sono i sintomi che devono far sospettare questa condizione e indurre a recarsi rapidamente al Pronto soccorso per intraprendere il prima possibile una cura adeguata. ★



#CHIROPRATICA

Dott.ssa Barbara Martino

http://bit.ly/1ddlb6M

349.1381175

Lower crossed syndrome Questa sindrome, in italiano sindrome crociata inferiore, è stata scoperta e studiata dal Dr. Vladimir Janda (1988) nella sua ricerca sulla compensazione muscolare e sugli squilibri posturali del corpo umano. Il Dr. Janda parla di un processo noto come “inibizione reciproca” ovvero la contrazione e iperattività continua di un gruppo muscolare che inibisce la contrazione o l'attività del gruppo opposto (antagonista) di muscoli. Il bacino compie una rotazione anteriore e posteriore grazie all’attività di diversi gruppi muscolari. Questi se non in equilibrio tra loro sono la causa di atteggiamenti posturali scorretti che con il tempo creano dolore. In base ai gruppi muscolari coinvolti, la postura cambia e così anche i sintomi. In quest’articolo parleremo della postura scorretta causata dal continuo atteggiamento del bacino in rotazione anteriore e il mese prossimo in rotazione posteriore.

Rotazione anteriore del bacino

Questo tipo di atteggiamento posturale è molto comune nella nostra società perché la maggior parte delle persone trascorre periodi molto lunghi in posizione seduta in modo non corretto.

Anatomia

Nello specifico la continua contrazione degli estensori toraco-lombari sul lato dorsale insieme con la continua contrazione dei muscoli flessori del bacino, come l’ileopsoas e il retto femorale, inibisce i muscoli addominali profondi insieme con il grande gluteo e gluteo medio, rendendoli deboli.

Atteggiamento posturale scorretto

La rotazione in avanti del bacino, se mantenuta per lunghi periodi, produce un tipo di postura scorretta caratterizzata da (figura A): ★ Diminuzione cifosi toracica; ★ Bacino ruotato in avanti; ★ Aumento della lordosi lombare; ★ Ginocchia in leggera flessione; ★ Squilibrio muscolare nei muscoli pelvici 38

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Sintomi

Questa postura causa uno squilibrio muscolare che può produrre un effetto secondario durante la deambulazione. Infatti, non essendo in grado di produrre la flessione dell'anca con il grande gluteo per camminare, c’è la propensione a usare per questa funzione gli estensori della colonna lombare. Essi a loro volta diventano contratti e ipertonici e attraverso l'inibizione reciproca inibiscono i muscoli addominali. Di conseguenza, utilizzare principalmente gli estensori lombari per sollevare le gambe e camminare può causare un aumento dello stress biomeccanico del rachide lombare e dei dischi intervertebrali. Nel lungo termine questo scompenso muscolare può produrre dolore cronico alla schiena, osteoartrosi, protrusioni ed ernia del disco e uno squilibrio congiunto alle vertebre L4-L5 e L5-S1, all’articolazione sacroiliaca e all’anca.

Trattamento

Per il trattamento dei pazienti con la sindrome crociata inferiore i muscoli contratti devono essere rilassati prima di rinforzare i muscoli deboli sulla base della legge di reciproca inibizione. Quindi, in caso di rotazione anteriore del bacino, il primo obbiettivo è quello di rilassare le articolazioni del bacino e della colonna lombare. In seguito, si può passare a distendere con esercizi di stretching specifici i muscoli flessori del bacino e gli estensori della colonna lombare. Infine, è necessario rinforzare i muscoli stabilizzatori della colonna lombare come i muscoli addominali obliqui e i glutei. Tutto ciò, sarà più facile se il paziente si sottopone prima e durante a un trattamento chiropratico, poiché l’aggiustamento chiropratico assicura all’articolazione della colonna vertebrale e del bacino libertà di movimento in assenza di dolore e al pieno della loro funzione. Dato che, il trattamento chiropratico è volto a curare la causa primaria delle contrazioni e delle debolezze muscolari, sarà consigliato un programma di esercizi di correzione posturale per correggere l’atteggiamento scorretto a casa, al lavoro, durante la guida e durante la notte. ★



#COUNSELOR

Dott.ssa Anna Sallustro

338.1356920

Counselor / Educatrice

Il counseling: professione d’amore

La famiglia è un sistema. Per sistema si intende un organismo composto da più parti in relazione tra loro. Il counseling familiare e dell’età evolutiva è un intervento che presta attenzione all’individuo e alla famiglia. E’ un intervento professionale applicato al disagio del bambino per aiutarlo a superare un aspetto difficile del suo processo di crescita e applicato alla famiglia intesa come contesto relazionale in cui quel disagio si è sviluppato e confermato. Per disagio si intendono situazioni di malessere non configurabili come patologia. Questo malessere a volte è momentaneo, a volte più stabile e strutturato ma, non rientrando in un quadro psicopatologico, viene considerato di pertinenza del Counselor. Vediamo cosa si intende per disagio: il disagio è un malessere compatibile con lo svolgersi della vita quotidiana. La persona riesce ad assolvere i lavori del quotidiano, 40

anche se incontra maggiori difficoltà e impiega molta energia nello svolgimento. Le situazioni di disagio del bambino sono problematiche circoscritte ma che rendono incomprensibile quel disagio agli occhi di insegnanti e genitori: bambino intelligente con buone capacità di apprendimento, interessato alla vita scolastica e alle sue proposte, che all’improvviso presenta difficoltà ad accettare le regole e manifesta reazioni oppositive; bambino la cui crescita è stata fino a quel momento soddisfacente da tutti i punti di vista ma che inspiegabilmente manifesta comportamenti di chiusura e disinteresse nei confronti delle attività scolastiche; bambino che nella stessa situazione di buone potenzialità comincia a dire bugie, a nascondere qualcosa ai genitori. Sono situazioni non patologiche, ma allarmano i genitori perché rivelano un malessere nascente. Parlare del problema è un modo

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per fare chiarezza. Parlare è provare a definire. Ciò che non è detto rimane implicito, senza confine ed è accompagnato da un vissuto emozionale di sgradevolezza. Ciò che viene detto crea i presupposti per il cambiamento. Il counselor aiuta i genitori nel processo che desiderano compiere, ma rispetto al quale non hanno la chiarezza sufficiente. Il cambiamento dei genitori si ripercuote sul bambino. I genitori modificando il loro modo di relazionarsi creano un clima diverso nel quale il bambino può attivare nuove risorse. Il cambiamento avviene secondo una logica circolare: il cambiamento del genitore favorisce il cambiamento del bambino, il cambiamento del bambino rinforza e sostiene il cambiamento del genitore. Si instaura un processo circolare virtuoso. ★



#NUTRIZIONISTA http://bit.ly/19ubheb

Dott.ssa Francesca Maresca Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

334.2258132

Palestra o dieta? Non si tratta di due opzioni, ma di due opportunità da coniugare con intelligenza per essere in forma, piacere e piacersi. Fateci caso: con l'arrivo della bella stagione l'ossessione prevalente, soprattutto nel sesso femminile, è riuscire a recuperare il peso-forma, magari tradito in occasione delle feste natalizie e pasquali, prima delle vacanze estive. Al tradizionale rientro dal mare o dalla montagna, invece, è la palestra a costituire il principale motivo di attrazione. Vuoi perché in vacanza si è ripresa una vita all'insegna del dinamismo e dell'attività fisica, vuoi perché si teme di vanificare tutti gli sforzi compiuti per perdere peso. Ma di fronte a questo strano circolo vizioso verrebbe da chiedersi: cosa è meglio, la palestra o la dieta? L'errore più grossolano sta probabilmente nel considerare queste due opportunità come soluzioni distinte: non è pensabile, infatti, praticare una qualsivoglia attività ludica o motoria senza qualche accorgimento dietetico, mirato non solo alla propria 42

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linea, ma anche a garantire all'organismo un apporto equilibrato di energia e nutrimenti. Allo stesso modo un regime alimentare, per quanto corretto, perderebbe parte della sua efficacia in caso di uno stile di vita improntato alla sedentarietà.

Partire con il piede giusto

Chi ha già esperienza di delusioni passate tende a rassegnarsi, giudicandosi incapace di seguire una dieta o di mantenere un giusto equilibrio con il proprio corpo. Chi decide di affrontare un programma per la prima volta è invece animato da entusiasmo e rischia di commettere qualche errore. In realtà, ancora una volta, è opportuno ribadire che l'ingrediente essenziale o meglio il "segreto" non sta nell'iscriversi a un corso in palestra o nel privarsi di



#NUTRIZIONISTA

questo e quell'alimento, ma nell'imporsi un cambiamento del proprio stile di vita. Un cambiamento che deve necessariamente avvenire con gradualità e deve poi consolidarsi in una linea coerente di comportamento. Non saranno le inevitabili trasgressioni alimentari a compromettere il risultato complessivo se nel frattempo si è maturata una consapevolezza della soluzione ottimale, per il proprio assetto personale (che non necessariamente coincide con l'obiettivo valido per un'altra persona della stessa età e con gli stessi parametri corporei). In definitiva sono due gli elementi indispensabili per conseguire un risultato soddisfacente e duraturo: la motivazione da un lato, che come si è appena detto non può che essere sostenuta dalla volontà, ma anche dalla chiarezza e dalla ragionevolezza di ciò che si vuole ottenere da sé stessi; la gratificazione dall'altro, che alimenta quella forza necessaria al mantenimento di uno stile di vita sano.

Qualche suggerimento per evitare errori

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Ricordate sempre che il vostro organismo ha un'ottima capacità di adattamento purché non venga sottoposto a cambiamenti improvvisi. Una dieta ferrea o, peggio, il digiuno sono sbagliati sia perché comportano una riduzione del metabolismo - e quindi del consumo energetico - sia perché favoriscono l'instaurarsi di deficit nutrizionali. Sono da evitare le diete "fai da te" ed è sempre bene diffidare da quei programmi alimentari basati sulla restrizione della varietà di cibi (l'uomo è onnivoro ed è bene che assuma di tutto) o propagandati, attraverso promesse illusorie che nessuno sarebbe in grado di garantire. Prima di assumere integratori, preparati o qualsiasi altro genere di prodotti sarebbe opportuno parlarne con il medico. Evitate farmaci senza prima aver chiesto il parere al vostro medico di fiducia, al quale è bene rivolgersi anche in caso di comparsa di qualsiasi disturbo imprevisto o sospetto (stanchezza, mal di testa, svogliatezza, difficoltà di concentrazione, alterazioni dell'umore). In caso di mancato raggiungimento di un obiettivo non deprimetevi, ma analizzate le ragioni del fallimento e consultate uno specialista. 100% FITNESS MAG • Aprile 2015

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In palestra evitate di sottoporvi a programmi intensivi e rispettate sempre i segnali di stress del vostro corpo. Affidatevi a un allenatore esperto per stabilire un piano di esercizi adeguato alle vostre capacità.

Le linee guida per una sana e corretta alimentazione:

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Controlla il peso e mantieniti sempre attivo; Consuma quotidianamente più porzioni di ortaggi e frutta fresca, e aumenta il consumo di legumi sia freschi che secchi, avendo sempre cura di limitare le aggiunte di oli e di grassi, che vanno eventualmente sostituiti con aromi e spezie. Consuma regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali (meglio se integrali), evitando di aggiungere troppi condimenti grassi. Modera la quantità di grassi ed oli che usi per condire e cucinare. Utilizza eventualmente tegami Antiaderenti, cotture al cartoccio, forno a microonde, cottura al vapore, ecc. Limita il consumo di grassi da condimento di origine animale (burro, lardo, strutto, panna, ecc.). Preferendo i grassi da condimento di origine vegetale: soprattutto olio extravergine d'oliva e oli di semi. Modera il consumo di alimenti e bevande dolci nella giornata, per non superare la quantità di zuccheri consentita. Asseconda sempre il senso di sete e anzi tenta di anticiparlo, bevendo a sufficienza, mediamente 1.5-2 litri di acqua al giorno. Bevi frequentemente e in piccole quantità Riduci progressivamente l’uso di sale sia a tavola che in cucina Se desideri consumare bevande alcoliche, fallo con moderazione, durante i pasti secondo la tradizione italiana, o in ogni caso immediatamente prima o dopo mangiato. Fra tutte le bevande alcoliche, dai la preferenza a quelle a basso tenore alcolico (vino e birra) Varia spesso le tue scelte a tavola.



#WELLNESS

Ernesto Lupacchio

http://bit.ly/1couZMz

Central Fitness Club 1, 2, 3

Se vuoi qualcosa chiedi e credici!

Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: Uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani. Perciò oggi è il giorno giusto per FARE, CREDERE, AMARE E VIVERE Dalai Lama

Continuamente cerco di spiegare ai giovani che se nella vita si vuole davvero qualcosa bisogna agire e non aspettare. Tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per realizzare i nostri obiettivi, i nostri desideri, i nostri sogni, sono già dentro di noi, dobbiamo solo avere la forza e la determinazione per tirarle fuori e canalizzarle verso ciò che veramente vogliamo: in questo modo possiamo sviluppare le nostre formule per il successo. Il segreto è non fermarsi mai davanti ad un fallimento, ad 46

uno sbaglio, né di fronte ad un “no”…ma al contrario partire dall' errore, dall'ostacolo, dal rifiuto per rafforzare la propria volontà e credere ancora di più in ciò che vogliamo. Non a caso molte delle persone che hanno raggiunto il successo hanno fatto qualcosa di importante prima di noi. La vita, ogni giorno, ci regala preziose opportunità per realizzare ciò che desideriamo e ci pone di fronte a scelte da compiere per raggiungere i nostri desideri: sta a noi coglierle avendo il coraggio

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di agire e qualche volta anche di chiedere. Quante persone non hanno ottenuto una promozione perché si sono accontentate di fare bene il proprio lavoro? Quanti litigi sono sorti a causa di aspettative (a volte anche frivole) non rivelate e quindi disattese dal partner? Quanti hanno perso l'occasione di trascorrere una serata in piacevole compagnia perché frenati dall'idea che l'altra persona non avrebbe accettato un invito? Eppure basterebbe agire con semplicità e naturalezza come fanno i bambini: se vogliono qualcosa lo chiedono alla mamma, al papà, a tutti coloro che possono soddisfare i propri desideri, arrivano perfino a scrivere delle lettere ad un vecchio signore dalla barba bianca che vive al Polo Nord che neppure conoscono di persona. E spesso non si fermano al primo “no”.



#WELLNESS

I bambini come i più abili venditori, sono sempre pronti a “bussare ad una nuova porta”, a formulare una nuova richiesta finché non ricevono un “SI”. Con il passare del tempo però i "no" iniziano a far paura, come fossero mostri dai quali ci si protegge dietro lo scudo dell'orgoglio e così l'atto del chiedere, prima naturale, col passare degli anni diventa un atto di coraggio. Spesso però la vita premia proprio chi ha il coraggio di chiedere di più e di crederci di più. Ciò che realizziamo oggi non è che la somma dei nostri pensieri di ieri. Siamo oggi laddove i nostri pensieri di ieri ci hanno portato, e saremo domani laddove ci porteranno i nostri pensieri di oggi. (Blaise Pascal). E tu cosa vuoi di più dalla vita? Come dice Roberto Re in uno dei suoi articoli: “Ti è mai accaduto di trovarti in auto, di avere la netta sensazione di avere sbagliato e di aver continuato a vagare a vuoto, pur di evitare di chiedere a qualcuno? (soprattutto noi uo48

mini non chiediamo mai). Impara a chiedere la direzione a chi è già arrivato dove tu vuoi andare. Probabilmente, a furia di tentativi, ad un certo punto sei riuscito a trovare la strada giusta, ma quanto tempo hai perso? Ciò accade anche quando si percorre la strada verso il successo. Spesso per orgoglio le persone percorrono questa strada senza chiedere consigli, dimenticandosi che il modo migliore per ottenere successo, il modo più veloce ed indolore, è farsi guidare da coloro che l’hanno già raggiunto. Essi infatti ti possono indicare la via più corretta, metterti in guarda dinanzi ad eventuali trappole disseminate lungo il percorso, ma soprattutto possono incoraggiarti a non arrenderti dinanzi al primo ostacolo”. Bene, ora poniti questa domanda: “Cosa voglio dalla vita? Chi può indicarmi la via per rag-

giungere il mio scopo?”. Se è una persona a te vicina è tutto più facile, poiché puoi beneficiare spesso del suo influsso e dei suoi consigli; ma potresti anche aver puntato alto e aver pensato ad una persona a te distante: Un campione dello sport, un grande esperto di finanza, di fede, di moda…e allora che fare? Raccogli informazioni, cerca di capire come agisce, cosa l’ha portato ad ottenere il proprio successo e magari, perché no, chiedilo a lui direttamente. Molte persone sono meno irraggiungibili di quanto si pensi. Ma a volte conoscere la direzione non basta, la corsa al successo o migliorare la qualità della propria vita, richiede un allenamento particolare, che un “Mental Coach” può offrire a ciascuno di noi. Un Coach è un “Allenatore della mente”, che ti può seguire permettendoti di esercitare e rafforzare i tuoi muscoli mentali ed emozionali e soprattutto incitandoti a dare sempre il meglio di te in ogni occasione per raggiungere la meta. E’ proprio quello che, negli ultimi anni, mi piace fare nel mio lavoro. Da Personal Trainer, ora sono PERSONAL COACH, così facendo, curo non solo l’aspetto fisico dei miei clienti ma anche quello mentale ed emozionale, perché solo l’armonia fra mente, corpo e spirito e il saper controllare le proprie emozioni e i propri stati d’animo, ci aiuta a vivere meglio senza ansie, paure, preoccupazioni inutili e ci proietta verso il benessere, la salute e la felicità.

Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro Karol Wojtyla

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#FITNESS

LSM - PT Nello Iaccarino

Nello IACCARINO

infonelloiaccarino@email.it

329.6220310

Stacco per Principianti

Lo Stacco (o Deadlift) rappresenta, nel Powerlifting, il terzo esercizio di gara dopo lo Squat e Panca (o Bench Press). È l’unico esercizio del Powerlifting che parte subito con una fase svantaggiosa. È una sfida dell’essere umano alla gravità, quella forza inesorabile che ci inchioda a terra. Esso consiste nel sollevare il bilanciere da terra (o dalla pedana) sino all’inguine. E’ un esercizio sistemico, perché tutto il corpo è impegnato nell’alzata. In Palestra esso è formidabile per ottenere il tono e/o l’ipertrofia delle grandi masse muscolari del corpo. Le Donne possono trarre eccezionali benefici eseguendolo in quanto attiva in maniera massiva i glutei e la parte superiore degli arti inferiori. Lo stacco general50

mente viene eseguito o in stile convenzionale (tipo Pesista) o in stile rumeno. La scelta di uno stile varia in funzione dell’obiettivo o delle misure antropometriche del soggetto. Chi sceglie di inserirlo nella sua routine d’allenamento, preliminarmente, deve essere esente da dimorfismi o patologie importanti della colonna vertebrale. Coloro che ambiscono all’agonismo consiglio di focalizzare la loro attenzione e concentrare gli sforzi sul gesto tecnico da eseguire. L’allenamento dello Stacco è diverso come impostazione rispetto all’allenamento del Body-Building; infatti i Powerlifter devono concentrarsi sul carico e sulla tecnica di alzata, mentre i Body-Builder devono avere la “mente nel muscolo”.

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Per Principianti si possono intendere soggetti che generalmente sollevano come massimale fino a 1,5 volte del loro peso corporeo. Questi devono concentrarsi sulla ricerca ossessiva del gesto tecnico (sempre) e sulla ottimale velocità di sollevamento. L’Allenamento dello Stacco è durissimo e bisogna evitare al massimo il Overtraining ed Detraining o allenarsi con % di carico alte per periodi prolungati. Ai Neofiti consiglio di esercitarsi con bilanciere lungo (almeno 2 mt.) e soprattutto con dischi regolamentari (45 cm di diametro) per evitare l’attacco al bilanciere in condizione più “stirata”. Limitare l’uso di ganci e usare scarpette a tacco basso o delle “pianelle”. L’apprendimento della corretta tecnica deve passare preferibilmente attraverso Tecnici del Settore. I Principianti devono evitare di concentrarsi sul carico e di provare massimali frequentemente (questo lo fanno i Principianti “sborroni”). Le tecniche di allenamento da preferire agli inizi, banalmente, possono essere: 1. Korte; 2. Korte modificato; 3. Piramidale a base stretta. ★



#FITNESS

TRAGARA PR

La star dell’NBA Stephen Curry e il premio oscar Jamiee Foxx

si uniscono per la più grande campagna globale

Under Armour

Il lancio della campagna annuale si è svolto durante l’NBA All-Star Weekend e prevede una serie di cortometraggi per celebrare lo spirito dell’Underdog (lo sfavorito)

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New York, NY (12 febbraio 2015) – L’attore premio Oscar Jamie Foxx e il giocatore NBA All-Star Stephen Curry hanno partecipato con Kevin Plank, Fondatore e CEO Under Armour, all’evento per il lancio della più grande campagna globale del marchio UA, ‘The Book of WILL’, che si è tenuto a New York. Foxx è protagonista e direttore creativo dei nuovi cortometraggi che stanno espandendo il concetto della campagna UA I WILL, dedicata agli sfavoriti e al loro faticoso percorso per raggiungere il successo. Il primo film della campagna, presentato all’evento, racconta la storia di Curry ed è intitolato "Volume One: Shakespeare Got it All Wrong." E’ andato onda il 15 febbraio du-

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rante l’NBA All-Star Game 2015 su TNT. "Abbiamo rapporti con Jamie dal 1998, quando stava girando il film ‘Any Given Sunday’ e sapevamo che era il partner creativo perfetto per contribuire a raccontare il viaggio di Stephen e in generale il messaggio dell’Underdog", ha detto Kevin Plank, Fondatore e CEO Under Armour. "Jamie sa quanto gli atleti danno loro stessi per ottenere i migliori obiettivi nella loro vita, e – come crearsi un nome a Hollywood o raggiungere il successo nell’NBA – molte volte vuol dire riscrivere la storia e creare il proprio futuro." Ogni spot della campagna è diretto dal famoso regista Peter Berg.


Il primo film è disponibile al link: www.youtube.com/underarmour "Stephen Curry è il giocatore più caldo dell’NBA in questo momento e questo film racconta la storia del suo duro viaggio per raggiungere la vetta", ha detto Foxx. "Tutti si comportano come se avessero creduto nel suo talento fin dall’inizio, con la stagione di successi che sta avendo, ma Stephen ha dovuto combattere lungo la sua strada dal primo giorno: dalla scuola superiore fino all’università, portando al successo il suo piccolo college, per poi dominare il campionato." Il primo film "Shakespeare Got it All Wrong" descrive la storia di Curry da figlio di una stella dell’NBA a giocatore poco considerato di basket al liceo, per diventare il nuovo genio creativo e il più ‘inattaccabile’ playmaker. Praticamente sconosciuto a scout ed esperti pochi anni fa, il film lo presenta come "La celebrazione degli Underdogs.” Raccontando l’ascesa di Curry e l’entusiasmo mostrato dal pubblico in occasione delle sue visite agli stores UA in tutto il mondo, da New York a Shanghai, il film comprende anche momenti reali della sua vita a partire dalla sua infanzia. Ora, durante la sua quinta stagione da professionista, Curry si è affermato come uno dei gio-

catori più elettrizzanti della scena. Sta ridefinendo la posizione di point guard con una combinazione di visione del campo e tiro che lo contraddistinguono da qualunque altro giocatore di basket. È il player che ha ottenuto più voti nella votazione dei leader All-Star e ha giocato il suo secondo NBA All-Star game domenica scorsa a New York City. “Apprezzo il mio percorso e cosa ho fatto per arrivare dove sono oggi", ha detto Curry. "Mi sto godendo il successo, ma sento ancora di aver spazio per crescere e raggiungere il mio pieno potenziale. L’idea è quella di migliorare giorno per giorno e non perdere mai la voglia di raggiungere i miei obiettivi individuali e di squadra.” All’interno dello spot è il "Dark Matter" Curry One – il colorway della scarpa, che porta la sua firma, che ha indossato durante l’NBA All-Star game. Disponibile in Italia in un numero molto limitato di negozi a 180 Euro, la nuova scarpa con tecnologia Charged Cushioning™ e Anafoam. Il Charged Cushioning assorbe l'impatto e lo converte in una raffica reattiva di energia, offrendo esplosività in ogni passo e cambio di direzione. La tecnologia Anafoam, con schiuma EVA e tessuto, fornisce ai giocatori di basket di tutti i livelli supporto anatomico sui punti di

maggiore pressione. E’ stato presentato all’evento anche il secondo film della serie, "Volume Two: Aristotle Got it All Wrong". Trasmesso sui Network NFL e ESPN a partire dal 17 febbraio e disponibile al link: www.youtube.com/underarmour Protagonista Jamie Foxx al fianco degli atleti statunitensi di atletica leggera Manteo Mitchell e Natasha Hastings: il film racconta l'autodeterminazione e la forza interiore necessarie per essere l’atleta più veloce in pista. Al centro la famosa citazione di Aristotele: "Tu sei quello che fai costantemente," manipolata e riscritta per gli atleti di Under Armour in: "Tu sei quello che fai costantemente, quando le cose si fanno difficili." Per Mitchell, il simbolo della sua reazione alla sfida è stata la sua determinazione durante le Olimpiadi del 2012, quando, nonostante si fratturò il perone durante l'esecuzione della staffetta 4x400 continuò a correre altri 200 metri per passare il testimone, dando al suo team la possibilità di vincere la medaglia d'argento. Nello spot, Mitchell e Hastings indossano rispettivamente le scarpe running UA SpeedForm® Gemini e UA SpeedForm® Apollo Vent. UA SpeedForm Gemini è la scarpa running studiata per le lunghe distanze, caratterizzata da precisione di calzata e stabilità. Si presenta con blocco del tallone, senza cuciture e un leggero grip in silicone, per una tenuta perfetta e una calzata anatomica e traspirante. UA SpeedForm Gemini è disponibile in Italia nei migliori negozi a 129 Euro. Per ulteriori informazioni sul film: www.youtube.com/underarmour ★

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#DIRITTO

Valerio Massimo Aiello

339.4095882

Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata

Ricettazione ed incauto acquisto Quando comprare un oggetto diventa reato Acquistare un cellulare o altro credendo di aver fatto un buon affare e poi trovarsi i carabinieri sotto casa ed un invito a recarsi in caserma: è la spiacevole ma frequente situazione in cui vengono a trovarsi in molti dopo aver effettuato un acquisto,molte volte on line, di un prodotto creduto usato ma invece oggetto di reato. Ma cosa si rischia legalmente se compriamo prodotti dalla illecita provenienza? Và subito detto che acquistare oggetti di origine illecita, anche se inconsapevolmente, costituisce reato. Tutto dipende però dallo stato d’animo che si assume al momento dell’acquisto del bene ovvero dalla consapevolezza o meno dell’origine illecita del prodotto comprato. In particolare le fattispecie delittuose configurabili sono quelle della ricettazione e dell’acquisto di cose di sospetta provenienza, disciplinate agli articoli 648 e 712 del codice penale. Ricettazione quindi o incauto acquisto: qual è il discrimine tra le due fattispecie di reato? Il reato di ricettazione - art. 648 CP - che sanziona la condotta di colui il quale al fine di procurare a sé o ad altri un profitto acquista, riceve od occulta cose provenienti da un qualsiasi delitto, con una pena che va da 2 a 8 anni di carcere e con una multa da 516 a10.329 euro, è caratterizzato dalla consapevolezza della provenienza delittuosa del bene, che non significa conoscenza dettagliata degli autori e delle modalità del reato presupposto, ma una semplice cognizione dell’origine illecita dell’oggetto, quale essa sia. Il reato contravvenzionale del cosiddetto "incauto acquisto" - art.712 CP - sanzionato con l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda non inferiore a 10 €, è, invece, rappresentato dal mancato accertamento della legittimità dell’origine dei prodotti ossia dal sospetto che le cose da acquistare vuoi per la loro qualità vuoi per la condizione di chi le offre o per 54

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l’entità del prezzo provengano da un reato. Si configurerà, pertanto, il reato di ricettazione tutte le volte in cui l’agente essendo consapevole della provenienza illecita del prodotto abbia comunque proceduto al suo acquisto mentre si risponderà della fattispecie meno grave dell’acquisto di cose di sospetta provenienza quando il soggetto abbia agito con negligenza nel senso che, pur sussistendo oggettivamente il dovere di sospettare della illecita provenienza del bene (ad esempio per il prezzo basso) egli abbia comunque colposamente effettuato l’acquisto. In parole blande la condotta dolosa costituirà sempre ricettazione mentre quella colposa integrerà gli estremi dell’incauto acquisto. Attenzione, quindi, all’acquisto di prodotti pubblicizzati e messi in vendita a determinate condizioni sospette. Diffidate sempre degli oggetti che per le loro caratteristiche vengano offerti a prezzi bassi o ad altre dubbie condizioni; nel caso in cui si decida invece di procedere all’acquisto del prodotto desiderato, cercate di prendere il maggior numero di informazioni possibili sul vostro venditore facendovi rilasciare, ove possibile, una dichiarazione nella quale venga attestato che il prodotto in vendita non sia oggetto di furto o di altro reato. Tale scrittura potrebbe esservi utile nell’ipotesi di un’eventuale azione penale nei vostri confronti. Ad ogni modo si consiglia di contattate prontamente un avvocato penalista di fiducia qualora, a seguito di un acquisto di un oggetto di illecita provenienza, si riceva l’invito a presentarsi in commissariato, onde evitare di “aggravare”la vostra posizione. ★



#FILOSOFIA domenico.casa2@tin.it

Domenico Casa 339.3318463

Consulente filosofico

Senza dialogo, la guerra

Nel III canto dell'Inferno, Dante incontra un suo concittadino, Ciacco, al quale chiede: "Ma dimmi, se tu sai, a che verranno – li cittadin della città partita – s'alcun v'è giusto, e dimmi la cagione – per che l'ha tanta discordia divisa." Alla seconda e alla terza domanda che sono quelle che interessano per l'argomento in questione, Ciacco risponde: "Giusti son due, e non vi sono intesi – superbia, invidia e avarizia sono - le tre faville c'hanno i cuori accesi." Due soli giusti in una città come Firenze del duecento che contava meno di 100.000 abitanti, sono davvero pochi. Del resto essi non sono neppure ascolati, cosa che determina, tra l'altro, il diffondersi dei tre veleni (rappresentati all'inizio del viaggio dalle tre fiere: lonza, leone e lupa). La situazione non cambia di molto nel nostro tempo, sempre più avvelenato dall'odio e dall'inimicizia, oltre che dalle guerre, alcune delle quali, decennali, e dove gli uomini migliori vengono ignorati. Agli individui di tutti i tempi, per costruire rapporti di comprensione e di pace, è mancato l'ascolto dei "giusti". Socrate, Gesù, Giordano Bruno, Ghandi, Martin Luther King, Malcom X, il vescovo Romero, per fare solo alcuni nomi dei tanti uomini la cui parola si presentava talmente in contrasto con le gli istinti che guidano l'umanità, finirono per essere eliminati fisicamente. All'ascolto sincero segue necessariamente il dialogo aperto, il quale ha la forza della comprensione delle posizioni anche distanti e controverse, e del supera56

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mento della conflittualità, dovuta quasi sempre alla chiusura, la quale da adito alla prevaricazione, alla prepotenza, all'odio, a tutti i mali affini e alle guerre con o senza armi. "La verità spesso emerge da posizioni in contrasto, oppure da dispute antagonistiche," sostiene Lou Marinoff, uno dei maggiori consulenti filosofici del mondo, in "Qualunque fiore tu sia sboccerai", scritto in un dialogo serrato con Daisaku Ikeda, fondatore e presidente del movimento buddista Soka Gakkai. Secondo i due autori del libro interessantissimo, non c'è altra via di scampo che il dialogo per l'umanità sempre sotto la minaccia delle guerre. Le quali non si svolgono soltanto lontano da noi. Le strade non sono forse dedi campi di battaglia? La prevaricazione di alcuni stati su altri all'interno di una stessa comunità non sono guerre mascherate? Ma il primo luogo dove combattere la guerra, secondo gli autori, è il proprio animo dove si alimentano gli istinti aggressivi e distruttivi. "La mente umana – scrive Ikeda – può essere un vortice di odio, avidità, insoddisfazione, ignoranza, sfiducia, angoscia e insicurezza", tutti alimenti degli odi e delle guerre, in qualsiasi modo esse si manifestano. Purtroppo anche tra gli uomini di pensiero, da sempre vi è chi ha sostenuto l'ineliminabilità dei conflitti, e non basta scomodare Eraclito o Hobbes o Hegel. In un interessante saggio del 2005, dal titolo "Un terribile amore per la guerra" edito da Adelphi, lo psicanalista junghiano, James Hillman, ha sostenuto che la guerra "è un'opera umana e un orrore umano che nessun altro amore è riuscito a vincere." Le cause, vanno individuate nella costruzione del nemico, spesso fomentata dagli stati e dalle religioni. "La guerra in quanto tale rimarrà finchè gli dei stessi non se ne andranno." (Hillman). Forse, più che attendere la scomparsa degli dei, bisogna incoraggiare individui e popoli al dialogo, che, con Socrate, tanto ignorato, è all'origine del pensiero occidentale. "Il dialogo è come una danza di parole. Quando le persone dialogano, danzano insieme e sperimentano l'unità" (Lou Malinoff). L'unico interrogativo che rimane è se saranno ascoltati questi uomini saggi e giusti. ★


Salvatore Spinelli http://bit.ly/1fk7XnN

Poeta

Tieni presente Nella vita tieni sempre presente che le rughe ti segneranno il viso, modificheranno anche il tuo sorriso e non potrai farci proprio niente. I muscoli, lassi, saranno stanchi e i capelli diventeranno bianchi, i giorni tra gioie, amori e affanni si trasformeranno in mesi, in anni. Non cambia però ciò che è importante, la tua forza interiore non ha età, anche se le amarezze saranno tante le tue convinzioni sono sempre là. Il tuo spirito è fermo, immutabile, la forza di volontà incrollabile consapevole che ogni successo una delusione si porta appresso. Fino a quando sei vivo sentiti tale e lascia stare i problemi, il male, ciò che facevi prima e più non fai fallo ancora e pago ti sentirai. Non vivere di foto ingiallite, non pensare alle storie finite, tieni sempre presenti i tuoi doni anche se tutti pensan che abbandoni. Nessuna compassione ma rispetto pretendi da chi è al tuo cospetto, se con l’età il correre ti nuoce, non scoraggiarti, cammina veloce. Se veloce proprio non puoi camminare a un bastone ti dovrai appoggiare, l’importante è che non ti trattieni e alta la tua dignità mantieni.


#ARREDAMENTO

Francesco Esposito Interior Designer

Arredamento... blob.

Casi, case, cose non a caso.

La donna nel letto, con il letto, e per il letto investe tutta se stessa... l'uomo solo un'altra voce al preventivo. Mai! Dico mai! Consigliare specchi alla donna oversize. Sarà la superata crisi o forse l'entusiamo di Sanremo, vivere a Sorrento, in una casa bella e arredata con gusto è un "sogno" che può diventare realtà. Scrivo e sottoscrivo che anche soli 30 metri quadri possono far vivere con eleganza e sobrietà una piccola famiglia o una coppia allo "Start Up". Tra le ultimissime tendenze sorrentine e non... "rilevo" ahime! 58

una diminuzione delle librerie e uno smodato aumento delle scarpiere, le TV invece crescono sempre di più fino a diventare schermi giganti impegnando sempre più spazio... stabile invece la cabina armadio... ormai uno status simbolo. Alla scelta del nuovo divano la donna sta pensando a come pulirlo e quanto valorizza la casa... l'uomo invece a dove e con quanti amici potrà sedersi per "bivaccare" con loro alla prossima partita di calcio da seguire in TV. In e out dalla nostra vivibile costiera si rivedevano a poca distanza dalle nozze le coppie ritornare

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dal mobiliere di fiducia per raggiungere la culla... oggi ritornano per dividersi l'arredo. In caso di crisi conuigale non chiamate l'amico avvocato... ma sostituite l'arredo del giorno e soprattutto della notte... assicuro che non vi è terapia migliore. Usi, costumi, e costumance nonchè abitudini e modi di vivere in casa, vanno "confessati" al mobiliere di fiducia perchè solo così egli potrà attraverso il giusto arredo valorizzarli al meglio. La donna "non alta" vuole la cucina alta... quella "non bassa" il letto alto. Se l'ingresso è desueto.... quasi sempre il resto della casa non è da meno. Spesso chi ha personalità "dominante" tende ad abitare ai piani alti. Mai! E confermo Mai! Chiedere di visitare l'abitazione di una donna ordinata prima delle dieci del mattino. Una libreria e un pianoforte possono già bastare per un arredo di buon gusto e di forte personalità. Se le tende vestono la casa, il mobiliere la arreda, la donna la accende. Ogni riferimento a stato, luoghi, cose, casi è puramente voluto e non casuale... o no? Al prossimo blob. ★



#TREKKING fb.com/nino-aversa

Nino Aversa ninoaversa@alice.it

334.1161642

Un nuovo modo di scoprire il territorio per riscoprirsi Sempre più persone si stanno appassionando al mondo dell’escursionismo partecipando ai numerosi progetti che stiamo organizzando in tutta la Penisola Sorrentina. C’è un esigenza di cominciare a muoversi, di camminare per conoscere il territorio e la sua storia coltivando le amicizie che nascono lungo i percorsi. Infatti, al gruppo di partecipanti, si stanno aggregando sempre più persone, assidue ad ogni uscita e presenti in ogni progetto, da quello escursionistico alle conferenze storiche che si organizzano continuamente. Questo permette di informare e conoscere la storia di un territorio ricco ancora di tracce millenarie e di reperti, molto spesso, abbandonati all’incuria ed alle intemperie. Ma, prima di tutto, si risponde ad un esigenza di Imparare a vivere in gruppo accettando le dinamiche del gruppo in cui si è inseriti. I singoli componenti possono anche non piacere tutti, ma entrati in quel gruppo, si impara a conviverci. Ognuno mette a disposizione del gruppo le sue conoscenze ed eventualmente le sue cose condividendo con gli altri ciò che manca. Anche gli enti amministrativi stanno rispondendo bene alle proposte escursionistiche e di divulgazione offerti alle scuole, ai cittadini o agli ospiti delle strutture turistiche del territorio. Si organizzano visite al territorio con la scoperta di luoghi nascosti, di

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interessanti aziende che ancora continuano antichi mestieri e di luoghi molto importanti ma non più frequentati. Anche nelle scuole sono iniziati alcuni progetti di conoscenza e di visita dei centri storici, alla scoperta di tutte le tracce che ancora ricordano un glorioso fasto. I gruppi sono sempre più numerosi e riparte l’attenzione e l’interesse ai meravigliosi siti archeologici, come la villa romana della Regina Giovanna o i reperti storici a Punta della Campanella, che aspettano soltanto di ritornare alla gloria del tempo. Ogni passaggio in questi luoghi diventa una sosta interessante che coinvolge le persone nella conoscenza della storia dei Greci e dei Romani che abitarono queste terre, che attraversarono i nostri mari ed approdarono lungo le coste per commerciare e per abitare la Penisola Sorrentina. Si riscopre l’ importante vita medievale, dominata da grandi civilizzazioni, con tracce scritte finanche nelle piccole chiese delle frazioni che compongono gli attuali comuni. È stato sorprendente trovare una pietra antichissima, con lettere greche, nella chiesa di Ticciano oppure di conoscere le leggende di S.Antonino, patrono


di Sorrento, nel suo passaggio dal monte Faito ad Arola. E poi scoprire che le strade principali di Sorrento, che ancora seguono una mappa millenari, nascondono palazzi dal XII al XVIII secolo. Mille particolari, mille curiosità, mille sorprese che si confermano continuamente e che fanno meravigliare coloro che hanno sempre frequentato questi posti in modo superficiale. E rimane una lezione importante, quella di darsi un ritmo di vita più lento, a conferma di quanto segue… “Non correre! Scopri la pace interiore della lentezza, impara a camminare con passo lento, guardati intorno, un fiore nuovo, un insetto, un colore che ti stupiranno, non è una competizione. Camminare con un'andatura regolare; c'è chi corre troppo e spesso si accorge di non avere più fiato, c'è chi avanza a scatti e si ferma in continuazione. Il passo deve essere regolare, in sintonia con i propri ritmi, soffermandoci per ammirare l'ambiente e quando la fatica si fa sentire, per recuperare lo stato di equilibrio, eseguendo delle profonde respirazioni" (cit.) ★


#FORMAZIONE

Vincenzo Califano direttore Polo “Campania in 3 B”

Quella seconda vita dedicata all’Accademia Italiana della Cucina Gli 80 anni di Sergio Corbino Prima che la cucina divenisse un fenomeno mediatico e gli chef i nuovi idoli di un’opinione pubblica sempre pronta ad affezionarsi alle nuove tendenze sociali e del mercato, c’è chi la gastronomia l’ha studiata e l’ha promossa con l’intento di valorizzarne storia, tradizioni, sapori e trasformando il territorio in una culla di civiltà legata alla tavola. Sergio Corbino questo mese compie 80 anni e negli ultimi trenta è stato, con discrezione e umiltà, ma anche tenacia, il protagonista di una svolta che ha contribuito in modo determinante, oserei dire anzi decisivo, all’affermazione della gastronomia d’eccellenza in Penisola Sorrentina. Dirigente d’azienda in pensione, nel 1989 ha fondato la delegazione campana della Chaine des Rotisseurs, la più antica associazione gastronomica mondiale di cui diventa Consigliere gastronomico per l’Italia (1994-2001). Dal 1984 è membro dell’Accademia Italiana della Cucina di cui dal 2001 è Delegato della Penisola Sorrentina. Per l’Accademia è membro del Centro Studi Nazionale e della Consulta Nazionale. Collaboratore del Mensile "Civiltà della tavola", è giornalista-pubblicista dal 1999. E' stato numerose volte ospite di Casa Alice (Sky), Rete4 e altre emittenti nazionali. Ha pubblicato una raccolta di ricette in 4 volumi pubblicati per ESI (2001-2003), un ricettario in lingua inglese (IPOC ed.), oltre a una serie di racconti dove l'arte culinaria fa sempre da sfondo. Nel 2009 ha vinto i premi letterari "Orio Vergani" (ex aequo) e il Verdicchio d'Oro del Comune di Staffolo. Ha scritto i libri: "La pasticciera con il naso di Pulcinella&88 ricette di primi piatti di pasta"; "88 ricette di secondi piatti"; "La locanda di Chiomadoro&88 ricette di dolci"; "88 ricette di piatti di mezzo&contorni". Editi dalla E.S.I. Editrice Scientifica Italiana. "Le follie del menestrello Bernardo" Editore Poseidon. "Le avventure di un cuoco galante con 55 ricette per conquistare la donna amata". “The Naples Chef Cooks: pasta&first courses: 51 Italian recipes" Edito da IPOC Italian paths of culture. Un napoletano innamorato della terra sorrentina dove ha conosciuto e sposato Silvana Cariello con la quale ha animato e anima le conviviali accademiche alla costante ricerca di una cucina fatta d’amore e di passione oltre che di abilità e inventiva. In tutti questi anni l’iniziativa accademica è stata immortalata nelle 62

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pagine della storica rivista “Civiltà della Tavola” e in numerosi romanzi e libri attraverso i quali Corbino ha raccontato la terra, i prodotti, i piatti e le ricette, le storie, i costumi e le emozioni che si incarnano nella cultura della convivialità e con essa dell’accoglienza e dell’ospitalità della terra sorrentina. Seguace ed allievo della grande Jeabbe Caròla Francesconi, sotto la cui guida è stato anche docente nei corsi di cucina più prestigiosi e tra i primi interpreti di programmi dedicati all’arte del cucinare, Corbino è uno dei 12 membri del Centro Studi Nazionale “Franco Marenghi” dell’Accademia. Una presenza discreta ma significativa, quella di Corbino, al fianco dei protagonisti di performance gastronomiche di livello internazionale: per tutti Alfonso e Livia Iaccarino che con Sergio coltivano un antico e straordinario rapporto di stima ed affetto che si rinnova ad ogni occasione. Cinque anni fa Sergio Corbino ha inteso mettere a disposizione questa storia personale e questa esperienza di vita partecipando alla fondazione dell’Università della Cucina Mediterranea a Sorrento di cui è presidente. Istituzione culturale oggi divenuta anche Polo Tecnico-Professionale della Regione Campania con l’obiettivo di offrire ai giovani l’opportunità di formarsi e di intraprendere una carriera in questo settore grazie anche alla fiorente attività imprenditoriale della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera. Non solo, ma anche sostenendo l’impegno della terra sorrentina a diventare protagonista di un progetto culturale legato alla sua storia e alle sue tradizioni culinarie e gastronomiche con l’obiettivo di contaminare positivamente la più ampia comunità umana, sociale ed economica che ruota intorno al mondo della tavola. Un’esperienza che guarda lontano, con la consapevolezza che se le mode e le tendenze si esauriscono e passano, invece l’amore per la buona tavola e l’ansia di conoscenza che ispira, restano e alimentano la nostra civiltà. Come? Attraverso la conservazione e la valorizzazione di prodotti che diventano piatti grazie alle abilità degli chef e di sapori che ricordano luoghi e tradizioni anche familiari e rappresentano l’identità genuina di questa terra, del valore che conferisce a questi territori una peculiarità ricercata ed apprezzata in Italia e nel mondo intero. Auguri Presidente! ★



#FOODCROSSING

Anna Maione

http://bit.ly/QWy93W

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

VIVA LA MAMMA! Le Mamme stringono le mani dei loro figli per un po' e il loro cuore per sempre! Si avvicina il giorno della Festa della Mamma, ricorrenza diffusa in tutto il mondo attraverso la quale si celebra l’amore smisurato e disinteressato che contraddistingue ogni madre. Le origini di questa festività sono antiche e legate alle tradizioni degli antichi popoli politeisti. Momento di passaggio dal freddo invernale alla vita primaverile in cui tutto rinasce e sboccia, le celebrazioni legate al culto della dea madre sono comuni alla quasi totalità delle antiche civiltà sparse per il globo, tutte accomunate dalla presenza di una ‘Grande Madre’, divinità femminile venerata in quanto portatrice di vita. Se per gli antichi greci era la dea Rea, madre di tutti gli dei, per i romani era invece Cibele, divinità rappresentativa di tutte le madri. Con il passare del tempo, tuttavia, tale festività ha perso quel particolare tono religioso che la contraddistingueva inizialmente, diventando una ricorrenza spiccatamente civile. Le origini della Festa della Mamma così come la conosciamo oggi, infatti, vanno ricercate poco più di un secolo fa negli Stati Uniti: era il 1870, infatti, quando la pacifista Julia Ward Howe propose l'istituzione del Mother's Day come occasione per riflettere sulla inutilità della guerra col fine di favorire la 64

pace del mondo. Tuttavia, prima dell’istituzione ufficiale di un giorno celebrativo bisogna aspettare ancora qualche decennio e la perseveranza di Anna Jarvis. Nel 1907, infatti, all’indomani della scomparsa della madre, Anna Jarvis spedì lettere a ministri e membri del congresso al fine di proporre l’istituzione di una festività atta a festeggiare tutte le mamme del paese. Adottata già l’anno successivo a Philadelphia, città natale della Jarvis, è però nel 1914 che il presidente Wilson calendarizzò la Festa della Mamma come celebrazione ufficiale da festeggiarsi la seconda domenica di Maggio. Per quanto riguarda il nostro Paese, al contrario, l’idea di festeggiare le mamme venne a Don Otello Migliosi, parroco di Assisi che, nel 1957 istituì una giornata a livello locale, poi ripresa in tutta Italia.

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A tutt'oggi, nel mondo, la festa della mamma si celebra in giorni dell'anno differenti. Se in America, Italia, Belgio, Germania, Giappone e in altri 34 Stati i festeggiamenti cadono la seconda domenica di maggio, in altri Paesi le date cambiano andando dal 14 ottobre della Bielorussia al 22 dicembre dell'Indonesia, al 12 agosto della Thailandia con rituali e usanze spesso molto diverse. In Italia, tradizione vuole, che tutte le mamme siano omaggiate con coloratissimi fiori. Ma amore è, prima di tutto, creatività, per questo io e Imma abbiamo pensato di suggerirvi un'alternativa golosa ai fiori! Anche perché, si sa, uno dei sensi che ci riconduce immediatamente alla figura della Mamma, attraverso i ricordi dell'infanzia, è proprio il gusto. È per questo che ho chiesto ad Imma di farci


Imma Gargiulo

© FOTO DI ANNA MAIONE

Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di "Conserve di Casa" su Alice TV

Ecco quindi per voi la Torta Mattonella di Mamma Luisa

INGREDIENTI

Per la crema pasticcera densa ★ 1lt di latte ★ 350gr zucchero ★ 150gr farina ★ 30gr amido di mais ★ 8 tuorli ★ Sale ★ Buccia di limone

Per la bagna ★ 200ml di acqua ★ 150gr zucchero ★ Buccia di 1 limone e 1 arancia di Sorrento ★ Chiodo di garofano ★ Rum q.b. Per la composizione ★ 4oogr Biscotti tipo Maria ★ Amarene sciroppate al sole

PROCEDIMENTO

un dono speciale, condividendo con tutti noi la ricetta di una torta che, chiudendo gli occhi, le facesse pensare a sua madre. Auguri a tutte le Mamme! Alla mia, meravigliosa, alla quale mi ispiro ogni giorno per essere una persona migliore; a mamma Luisa che ha tirato su una donna straordinaria, di quelle che hanno tanto da raccontare. Alle mamme che quotidianamente si fanno in quattro per portare avanti casa, famiglia, lavoro; alle mamme coraggio, eroine della vita reale, che lottano e combattono per la vita dei propri figli senza mai perdere il sorriso. Alle mamme che sono andate via troppo presto (... è sempre troppo presto) ma che non smetteranno mai di esserci. Buona Festa della Mamma! ★

In un pentolino portare a bollore tutti gli ingredienti per la bagna ad eccezione del liquore. Far sobbollire fino a che la bagna non diventa un po sciropposa. Spegnere e far raffreddare Preparare la crema pasticcera portando a far sobbollire il latte con le bucce degli agrumi. È importante non farlo bollire. A parte montare i tuorli con lo zucchero e la farina. Versare poi a filo il latte filtrato e rimettere sul fuoco. Mescolare fino a che la crema non si addensa. Occorreranno circa 5 minuti. Spegnere e far raffreddare ponendo la crema in una teglia coperta a contatto con una pellicola. Per assemblare il dolce imbevere i biscotti nella bagna corretta con il liquore. Formare uno strato uniforme con i biscotti e ricoprirli con la crema pasticcera fredda. Distribuire le amarene evitando di metterle nelle congiunzioni dei biscotti. Questa accortezza renderà più semplice il taglio. Ricoprire poi con un’altra fila di biscotti imbevuti. Importante far combaciare biscotto con biscotto. Se si vuole si può lasciare una sola fila di biscotti o crearne una ulteriore.

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