100% Fitness Mag - Febbraio 2016

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#Appunti

SCOPERTE NOTIZIE CURIOSITà RICERCHE

RICARICATI CON L’ARANCIATA

Una mela al giorno toglie il medico di torno. Ma se sei stufo di ingozzarti di mele, la prossima volta che vai a fare la spesa fai incetta di agrumi. Che facciano bene lo sappiamo da sempre, ma recenti studi ne sottolineano numerosi altri effetti benefici oltre al solito “concentrato di vitamina C”. Gli agrumi infatti abbassano la pressione, mantengono lucido il cervello e tengono lontano il cancro. Merito di tre ingredienti chiave: la vitamina C, il potassio e le fibre. La vitamina C aiuta a sviluppare e dare energia ai globuli bianchi, che combattono batteri e infezioni, il potassio regola la pressione sanguigna e le fibre migliorano la salute intestinale. Oltre a far bene all’organismo gli agrumi hanno poche calorie, un gusto piacevole e zuccheri naturali. Una parte significativa dello zucchero contenuto negli agrumi è fruttosio, una sostanza che va direttamente al fegato dove viene processato, invece che finire nel flusso sanguigno. Come vedi gli agrumi hanno solo vantaggi, quindi fatti un regalo: mangiane di più. Puoi ampliare la tua dieta conl’ampia varietà di agrumi in commercio e consuma rli in tanti modi diversi. Sbucciali, spremili, affettali, divorali… È tutta salute! Fonte: Men's Health

Cosa vedi in

CUCINA?

Vai in cucina e guardati un po’ in giro: che cosa vedi? Se la tua risposta è “biscotti” è probabile che tu sia in sovrappeso. Il cibo spazzatura sul piano della cucina ti porta a ingrassare, è questa la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato sulla rivista Health Education & Beheaviour. Secondo questa ricerca tra chi tiene prodotti dolci come biscotti e torte in vista in cucina il 39% è obeso e solo il 6% è magro (tra questi ultimi la risposta più gettonata non per niente era “frutta”). Quando sei affamato tendi a mangiare la prima cosa che vedi e che non devi stare a trafficare per cucinare, ovvero biscotti, torte o frutta (se la tieni sul banco della cucina). Ecco perché se vuoi tenere sotto controllo il peso è meglio circondarti di stuzzichini e cibo sano come frutta, noci o nocciole. Fonte: Men's Health


IL PANE AL CARBONE VEGETALE FA DAVVERO BENE?

CREATINA SÌ O CREATINA NO?

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CHE COS’È.. Quando mangi una bistecca, il fegato e i reni prendono parte degli aminoacidi contenuti nella carne e li trasformano in creatina. Il sangue a quel punto porta la creatina ai muscoli, che la trasformano in creatina fosfato, una potente fonte di energia cellulare. I supplementi a base di creatina spesso sono composti da creatina monoidrato, che l’organismo trasforma in creatina fosfato. PERCHÉ SERVE Il creatina fosfato contenuto nei muscoli genera adenosina trifosfato (o ATP), il carburante per gli esercizi esplosivi. Ma bastano 10 secondi di scatti o sollevamento pesi per consumare l’ATP immagazzinata nel corpo. Quindi più creatina significa più energia per i tuoi workout. COME CONSUMARLA. Se esegui esercizi esplosivi assumi 15-20 grammi di creatina al giorno per 5 giorni per fare il pieno. Poi consumane 2-4 grammi al giorno. Quei 2-4 grammi li puoi ottenere dalle proteine animali (il manzo, il maiale e il salmone contengono 2/3 grammi di creatina ogni 250 grammi) o assumendo un supplemento. In questo modo il livello di creatina fosfato non calerà drasticamente prima e dopo l’esercizio. L’importante è assumere creatina in combinazione con i carboidrati, che aiutano i muscoli a conservarla.

2.

3.

Pane nerissimo e altri prodotti da forno realizzati con l'aggiunta di carbone vegetale, hanno conquistato i consumatori. Ma fanno davvero bene? Che cos'è? Il carbone vegetale è una polvere nera e porosa che si ottiene trattando con vapore ad alta pressione e temperatura elevata fibre di legno sottoposte prima a pirolisi, una sorta di combustione senza ossigeno. è sicuro? Negli Stati Uniti la sua aggiunta ai cibi è vietata. La motivazione è che potrebbe contenere idrocarburi policiclici aromatici (IPA) potenzialmente cancerogeni. L'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) sostiene invece che come colorante alimentare (chiamato E 153) il carbone vegetale può essere usato senza rischi, a condizione che gli IPA eventualmente presenti siano meno di 1 microgrammo per chilo. A quali alimenti può essere aggiunto? La legge consente il suo impiego nei "prodotti da forno fini", una

categoria molto ampia di cibi dolci e salati (come biscotti, torte, muffin, barrette di cereali, grissini, cracker, fette biscottate), che esclude però il pane. Il colorante è poi ammesso in altri alimenti (formaggi, crostacei, pesce affumicato) e può essere direttamente, sempre per uso culinario. Ha virtù benefiche? "Il carbone attivo contribuisce alla riduzione dell'eccessiva flatulenza postprandiale": è la scritta autorizzata dall'Unione Europea per gli alimenti che ne contengono 1 grammo per porzione, e deve essere accompagnata dall'indicazione al consumo. Ma nei giorni scorsi il nostro Ministero della Salute ha precisato che la vendita di cibi al carbone vegetale, che vantano benefici per la salute, è da considerarsi illegale, perché questi prodotti rientrano nei cosiddetti "novel food" per i quali è necessaria un'autorizzazione preventiva che al momento non c'è. Fonte: starbene.it


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GLI ESPERTI di questo mese

#CARDIOLOGO

#DERMATOLOGO

Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli

Dott. Sergio Marlino Specialista in Chirurgia Estetica, Plastica e Ricstruttiva presso HEALTH PARK

cell. 338.4086506 e-mail v.fabbrocini@alice.it

#FARMACISTA Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

cell. 335.5302988

#NATUROPATA Mariateresa Caiafa

Naturopata - Operatore del Benessere Specializzata in Massaggi Olistici, Riflessologia plantare, Fiori di Bach, Intolleranze Alimentari

cell. 338.8194524

#ODONTOIATRA Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00 cell. 338.4698121

#RADIOLOGA Dott.ssa Federica Troianiello Laureata in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, tirocinante presso il CMO di Torre annunziata.

email: fede92-fullm@hotmail.it

tel. 800 974000 e-mail info@healthpark.it

#LOGOPEDISTA Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito Laureata in Logopedia presso l’Università Federico II di Napoli

Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 cell. 338.3191494

#NEUROPSICOMOTRICISTA Dott.ssa Daniela Caiafa Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 cell. 347.5477785

#NUTRIZIONISTA Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30 cell. 334.2258132

#SESSUOLOGA Dott.ssa Olga Sessuologa

Paola Zagaroli

Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30 cell. 335.8709595 e-mail ilsessoelamente@gmail.com

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Dottor

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Sergio Marlino

#DERMATOLOGO

tel 800 974 000 e-mail info@healthpark.it

LE IPERPIGMENTAZIONI DELLA PELLE

e iperpigmentazioni della pelle, le cosiddette macchie piane scure, sono dovute ad una eccessiva produzione di melanina. Hanno un colore che va dal marrone chiaro al nero, e possono variare di forma e dimensione. Le più comuni sono le macchie senili che compaiono con l‘avanzare degli anni e sono correlate principalmente al sole e quindi compaiono sulle aree fotoesposte presentandosi come macchie circoscritte e ben delimitate; il melasma, la cosiddettà maschera gravidica, è causata dagli influssi ormonali e compare durante la gravidanza o menopausa e con l’assunzione di ormoni (pillola anticoncezionale): si presentano come ampie aree scure che coinvolgono normalmente fronte, zigomi e baffetto.

Infine le macchie da iperpigmentazione postinfiammatoria come quelle post traumatiche o quelle che compaiono a seguito di trattamenti al viso troppo aggressivi. Prima di iniziare un qualsiasi trattamento è bene affidarsi ad un medico per stabilire una diagnosi ed iniziare il trattamento più appropriato. Tra i trattamenti più impiegati vi sono l’uso di peeling, laser qswitch, laser Co2 frazionato e maschere depigmentanti (tutti trattamenti che si effettuano presso Health Park). Queste ultime sono a base di sostanze schiarenti, esfolianti e di modulatori della produzione di melanina ed esistono sia come trattamento ambulatoriale che come terapia domiciliare. Il trattamento che viene

effettuato presso lo studio medico normalmente viene effettuato annualmente e talvolta può essere ripetuto mentre le maschere domiciliari, che restano sempre e comunque un trattamento complementare, vengono applicate a cadenza settimanale o bisettimanale. Tra le maschere domiciliare una delle più innovative è la maschera della nuova linea Age Lumina della ten una nuova gamma illuminanteantietà-antimacchia; grazie ai principi attivi contenuti come Flower Aha Age Acids (acido piruvico estratto dal karkadè) esfoliante-rinnovanteidratante-sebonormalizzante, Sea Age Protein (proteina marina estratta dalle alghe brune) con azione anti-età che rafforza le difese della pelle e Vitamina PP lenitiva-purificante, é adatto a tutti i tipi di pelle, anche alle più delicate. Sicuramente è importantissimo ricordare che tutti i trattamenti schiarenti devono essere effettuati nei periodi di minor esposizione al sole evitando in maniera categorica l’estate. Durante tutto il trattamento deve essere sempre applicata una protezione che sia almeno di spf 30 e preferibilmente 50. Inoltre purtroppo passata la stagione estiva spesso le macchie recidivano o ne compaiono di nuove è quindi proprio questo il periodo in cui bisogna affrontare il problema.



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#FARMACISTA

Dottor

archivio articoli http://bit.ly/g-desimone

Cell. 335.5302988

Giuseppe De Simone

CONTRACCEZIONE D’EMERGENZA a contraccezione di emergenza è un metodo che ha scopo di prevenire la gravidanza, in caso di rapporto sessuale non protetto, bloccando l’ovulazione o impedendo l’impianto dell’ovulo eventualmente fecondato, se il rapporto sessuale è avvenuto nelle ore o nei giorni che precedono l’ovulazione, cioè nel periodo di massima probabilità di fecondazione.I farmacisti italiani praticherebbero «un’opposizione neanche troppo velata nei confronti della contraccezione d’emergenza», ovvero della pillola da prendere in seguito ad un rapporto sessuale, al fine di evitare una gravidanza indesiderata. Si legge in un articolo apparso il 4 febbraio 2016 sul sito del quotidiano La Repubblica, nel quale è scritto che la contraccezione nel nostro Paese «rimane un diritto negato», anche a causa «dell’ignoranza di molte donne, che non conoscono i loro diritti o non sanno come farli valere». Eppure una recente indagine condotta a livello nazionale da SWG e Edizioni Health Communication, presentata a Roma, spiega che un campione di 400 donne tra i 18 e i 40 anni di età, ed un altro di 100 farmacisti, concordano sull’importanza sia della contraccezione in generale, sia in particolare di quella d’emergenza. Tuttavia, prosegue il giornale, circa un terzo del campione femminile oggetto dello studio immagina che esista un

obbligo di prescrizione medica, mentre una metà dichiara di non sapere cosa dica la norma. Più del 50%, inoltre, ammette di avere paura della pillola del giorno dopo, temendo che possa rivelarsi pericolosa per la salute. Soprattutto, il 43% delle donne intervistate parla di ritrosia da parte dei farmacisti a concedere i prodotti. I farmacisti conoscono molto bene l'utilità della pillola del giorno dopo, «quando si chiede loro cosa sappiano delle caratteristiche qualitative dell’uliprostal acetato, sanno che questo è tre volte più efficace della “vecchia” pillola del giorno dopo a base di Levonorgestrel, se assunto nelle prime 24 ore dal rapporto. Per fare chiarezza riassumiamo così: le donne maggiorenni, se vogliono evitare la gravidanza dopo un rapporrto sessuale non protetto, possono acquistare senza obbligo di ricetta medica in farmacia la pillola del giorno dopo, sia quella a base di Levonorgestrel, che quella a base di Ulpristal acetato.

In particolare si raccomanda: • assunzione orale di una compressa contenente 1.5 mg di Levonorgestrel (Escapelle®) entro 72 ore dal rapporto a rischio. • assunzione orale di una compressa contenente 30 mg di Ulpristal acetato (EllaOne®) entro 120 ore dal rapporto a rischio. Naturalmente il trattamento andrebbe fatto quanto prima possibile in entrambi i casi. Si può verificare qualche disturbo con una sensibile diversità tra una donna e l’altra. Si tratta comunque di disturbi lievi quali nausea, vomito, vertigini, cefalea, diarrea effetti che generalmente scompaiono entro 48 ore dall’assunzione del farmaco. Per le minorenni invece è necessaria la presentazione di ricetta medica non ripetibile, da trattenere in farmacia. Info Farmacia Elifani 0818786605



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Dottoressa

Mariarosaria D’Esposito

#LOGOPEDISTA archivio articoli http://bit.ly/mr-desposito

Cell. 338.3191494 Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

6 MARZO 2016

GIORNATA EUROPEA

LOGOPEDIA

a parola d'ordine per questo 6 marzo 2016 sarà “disprassia". Anche quest'anno la F.L.I. (Federazione Logopedisti Italiani) scende in campo e, con associazioni di categoria disseminate in tutto il continente, celebra la dodicesima giornata europea della logopedia. Sensibilizzazione delle famiglie, riconoscimento precoce di sintomi bersaglio, diagnosi e tempestivo inserimento in terapia, questi gli obiettivi principali. Ma cos'è la disprassia evolutiva? Il termine deriva dal greco "prasso" ed indica il "saper fare": dis-prassia quindi il deficit dell'agire intenzionale,

l’incapacità di compiere correttamente movimenti coordinati e diretti a un determinato fine. Nonostante disponga di una forza muscolare nella norma e di integre capacità volitive, il paziente disprassico ha difficoltà nell'esecuzione di sequenze motorie. Azioni quotidiane quali vestirsi o spogliarsi, abbottonare un indumento, allacciare le stringhe delle scarpe o lanciare la palla possono risultare praticamente impossibili. I soggetti affetti da questa patologia sono limitati nello svolgimento di movimenti intenzionali in sequenza per portare a termine un'azione ed hanno quindi bisogno di pianificarne ogni singolo

step. Spesso associato deficit linguaggio: alterata pronuncia di numerosi fonemi, uso prevalente della frase monotermine, vocabolario ridotto. Il deficit, che non di rado si associa ad una significativa compromissione delle prestazioni cognitive, può manifestarsi con diversi livelli di gravità ed inficiare singoli o plurimi aspetti dello sviluppo motorio. Si parla, ad esempio di: - disprassia di sguardo - disprassia orale e verbale - disprassia dell'abbigliamento - disprassia del disegno e/o della scrittura - disprassia costruttiva - disprassia degli arti superiori - disprassia della marcia.


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Più frequente nei soggetti di sesso maschile, si stima che la disprassia colpisca nel mondo il 6% della popolazione infantile. Ha cause ancora ignote in assenza di anomalie neurologiche oggettivabili. Unico dato per ora certo quello che riconduce la disprassia alla pre o postmaturitá, talvolta concomitanti ad una lieve anossia perinatale (mancanza di ossigeno alla nascita). Il deficit di programmazione del movimento, nell'avviarlo o arrestarlo, rappresentano sovente un grave limite sociale. Il bambino disprassico ha bisogno nella quotidianità di assistenza costante e difficilmente raggiunge le autonomie personali. La necessità che

il contesto sociale, familiare e scolastico si adegui risulta prioritaria. É fondamentale, ad esempio, parlargli i maniera lenta (ma senza sillabare le parole), enfatizzando la mimica e la prosodia, al fine di facilitare la comprensione del messaggio e favorire il potenziamento delle capacità imitative. Diagnosi ed intervento tempestivo, principali temi affrontati nella giornata dedicata, rappresentano gli unici strumenti per attenuare la sintomatologia ed acquisire strategie compensative. In quest'ottica l'informazione e la conoscenza dei cosiddetti "indicatori di rischio" assumono un ruolo di assoluta centralità. Un

marcato ritardo nell'acquisizione del linguaggio o di autonomie come la deambulazione può rappresentare un segnale già riconoscibile in ambito familiare ed in epoca relativamente precoce. Purtroppo la tardivit della diagnosi, alla quale si arriva mediamente non prima dei 6 anni di et, contribuisce a cronicizzazione il disturbo ed amplificare le difficolt nelle prestazioni scolastiche, con gravi conseguenze anche sul piano emotivo.


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Professor Dottor

Vittorio Fabbrocini

#CARDIOLOGO archivio articoli http://bit.ly/v-fabbrocini

cell. 338.4086506 e-mail v.fabbrocini@alice.it

CUORE E FUMO NON VANNO D’ACCORDO policiclici, nicotina, monossido di carbonio, sostanze irritanti e ossidanti. La nicotina conferisce il particolare aroma alla sigaretta e gran parte viene eliminata nell'aria. Circa un quindicesimo della parte inspirata viene assorbita e passa nel sangue.

Le cause dei danni

La ricerca medica conferma i danni cardiovascolari. Le nuove disposizioni di Legge in vigore dal 2 febbraio e ne parla da tempo che il fumo di sigaretta non fa bene e causa col passare degli anni delle manifestazioni a carico non solo dell’Apparato respiratorio, ma anche ed in particolar modo a carico del cuore. Negli ultimi anni sono stati dimostrati scientificamente anche i danni che si verificano nei neonati di mamme fumatrici. Si dice infatti che per la donna in gravidanza sono due a fumare: la mamma ed il bambino che porta in grembo. Recentemente altri studi hanno potuto dimostrare che persino coloro (specie anziani e bambini) che vivono in ambienti dove si fuma possono subire dei danni all’apparato

respiratorio e cardiovascolare. Il fumo di sigarette su basi statistiche rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. In Italia la stima è di circa 100mila morti all'anno per malattie dovute al fumo, il 25 per cento in età compresa tra 35 e 65 anni.

Componenti tossici del fumo

Sono oltre 4000 i componenti della combustione della sigaretta, tra tabacco e carta, di cui circa 3900 sarebbero tossici per l'organismo umano. Tra questi i più importanti ricordiamo: catrame, benzene, idrocarburi

La nicotina e il monossido di carbonio sono responsabili di gravi alterazioni a carico del cuore e del sistema arterioso e venoso. Favoriscono la formazione di coaguli (trombi) e di placche aterosclerotiche nell'interno dei vasi con conseguente infarto del miocardio e della circolazione cerebrale (ictus). Inoltre provocano indurimento e restringimento delle arterie, aumento della pressione arteriosa, una minore ossigenazione dei tessuti per competizione del monossido di carbonio con l'ossigeno nel legame con l'emoglobina dei globuli rossi, nonchè alterazioni del ritmo cardiaco (extrasistoli) e aumento della frequenza cardiaca (tachicardia). Il fumo di sigarette favorisce poi in modo certo una manifestazione di malattia, che va sotto il nome di Arteriopatia periferica, con frequenza del 15-20 per cento negli adulti oltre i 50 anni. Chi ne soffre nella deambulazione ha bisogno di sostare per il dolore ai muscoli delle gambe e solo dopo



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#CARDIOLOGO Cuore e fumo non vanno d'accordo

per incontrare giovani signore e meno giovani, ragazzi e ragazze, raramente uomini maturi, con una sigaretta in bocca o in mano, quasi a dimostrare la noncuranza dei consigli del mondo scientifico.

Il Decreto dal 2 febbraio

Sono in vigore dal 2 febbraio le nuove norme antifumo

un po' di riposo può riprendere a camminare (Claudicatio intermittens).

abbondante di bevande alcoliche e sovralimentazione).

Altra Ricerca sul fumo

Ebbene a seguito di una lunga campagna culturale sui danni del tabagismo, svolta da giornali, riviste, TV, nell’interesse di una popolazione che recepisce tutto ciò che riguarda lo stato di miglioramento della salute, non si può dire che sia stata né recepita adeguatamente e né applicata nel proprio modo di vivere. Le statistiche a riguardo mettono in evidenza che la riduzione dei fumatori è di poco diminuita e che v’è un aumento relativo di fumatori giovani e in particolar modo delle donne fumatrici. Basta portarsi in una strada del Centro, a Sorrento come a Napoli, a Roma come a Milano,

Una nuova pubblicazione sui danni del fumo è uscita recentemente (Int J Cardiol. 2015;201:293-299) per le malattie cardiovascolari. I ricercatori hanno voluto indagare il rapporto di alcune caratteristiche comportamentali di una popolazione maschile con l’incidenza di malattie cardiache. Nelle zone rurali italiane sono stati seguiti per un periodo di 50 anni 1.677 uomini in età tra 40 e 59 anni non affetti da malattie cardiache. All’arruolamento è stato calcolato l’abitudine al fumo di sigarette e non, l’attività fisica o sedentaria e la dieta Mediterranea o sregolata. I risultati hanno dimostrato una percentuale maggiore di malattie coronariche sopraggiunte in coloro che erano stati fumatori, avevano avuto una vita prevalentemente sedentaria senza alcuna attività fisicamotoria ed infine avevano attuata una alimentazione prevalentemente non corretta (dieta ricca di grassi, uso

Voluta ignoranza

A conforto dei consigli medicoscientifici sono sopraggiunte in questi giorni le nuove norme del Decreto Legislativo tabacchi, che recepisce la direttiva 2014/40 dell’Unione Europea. Dal 2 febbraio scorso v’è il divieto di fumare in auto quando v’è presenza di bambini o donne in gravidanza, con multe da 50 a 500 Euro, oppure davanti a scuole e Ospedali. Altre disposizioni, che entreranno in vigore dal 20 maggio prossimo riguardano il divieto di vendita a minori di sigarette normali ed elettroniche contenenti nicotina, di gettare a terra mozziconi di sigarette con multe fino a 300 Euro. Infine il Decreto impone avvertenze relative ai rischi del fumo sui pacchetti di sigarette con grandi scritte ma soprattutto fotografie che raffigurano gli effetti shock del fumo sulla salute. Inoltre deve essere riportato il numero verde (800.554.08) per avere consigli come smettere di fumare. Basterà tutto ciò a ridurre il numero di fumatori? Lo vedremo tra qualche anno.

Alcune delle immagini che potremo vedere sui pacchetti di sigarette



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Dottoressa

#NEUROPSICOMOTRICISTA archivio articoli http://bit.ly/d-caiafa

Daniela Caiafa cell. 347.5477785 Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

L'IMPORTANZA DEI RUOLI IN FAMIGLIA

bambini per avere uno sviluppo armonioso sul piano motorio, cognitivo ed emotivo, hanno bisogno anche di regole e di punti di riferimenti chiari. Il bambino deve imparare a rispettare l'autorità dell'adulto, senza sminuire alcuna figura di accudimento, mettendo sullo stesso piano “d'importanza” le figure genitoriali (se ci riferiamo ad una famiglia tradizionale la mamma ed il papà). Non sempre ciò accade. Mi capita di assistere ad episodi di bambini che diventano aggressivi con le mamme per aver ricevuto un NO o una regola , e quest' ultime subire tali reazioni. Ma come è possibile? Può capitare che il bambino abbia avuto messaggi contraddittori, in cui la mamma prova a dare una

regola e il padre la contraddica, anche in malo modo. In questo circolo, magari si uniscono nonni e zii. Ma cosa passa gli occhi del bambino? La madre ha torto e ciò che dice non ha valore, basta chiamare papà, nonna, zia ecc.. per ottenere ciò che voglio. Stesso discorso vale anche per i papà. Sicuramente ciò non è un bene. L'importanza del riconoscimento dei ruoli nella famiglia aiuta a non confondere il bambino, a permettere di avere un'idea chiara e sicura che mamma e papà hanno la stessa importanza e sono complici. I vostri figli notano come vi relazionate. State insegnando anche cos'è il rispetto. Durante la crescita il bambino si confronterà con i coetanei con i

quali è quasi impossibile averla sempre vinta , sia se utilizza come strategia il pianto sia se, invece, diventa aggressivo. In entrambe i casi il bambino sarà tollerato ma non accettato. Dovrà scontrarsi con una realtà sociale formata da regole che vanno rispettate per essere parte integrante di un gruppo, dovrà imparare a mediare e scendere a compromessi, dove il gioco non potrà essere scelto solo da lui\ lei ma bisogna rispettare l'idea dell'altro. Questo processo sarà naturale se prima a casa sarà stato allenato ad accettare ed ascoltare l'altro. Quando questi comportamenti diventano ingestibili o non più accettati dai genitori, allora si afferma che il bambino abbia dei problemi comportamentali, invece più semplicemente ha avuto esempi sbagliati. Il ruolo del terapista sarà di ripristinare degli equilibri con riconoscimento, assegnazione ed accettazione delle figure di riferimento.



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#PEDIATRA archivio articoli http://bit.ly/c-alfaro

Dottor

Carlo Alfaro

ITALIA,

COME STAI? L’obesità nei giovani italiani è prevalentemente legata a stili di vita non salutari: uso eccessivo di bevande zuccherate, scarso consumo di frutta e verdure, sedentarietà. Educare oggi i nostri bambini a seguire diete salutari e a muoversi di più garantirebbe loro un miglioramento della salute e qualità della vita in futuro.

I tumori l paradosso italiano- Come stanno gli Italiani in salute, all’inizio del 2016? Gli studi dicono “non c’è male”, perché nonostante l'Italia sia agli ultimi posti in Europa per spesa sanitaria pubblica e numero di posti letto negli ospedali, ha una mortalità infantile, per malattie cardio-circolatorie e per tumori, tra le più basse nel continente, e un’età media di sopravvivenza soddisfacente, migliorata sensibilmente negli ultimi 10 anni e arrivata ad un’aspettativa media di vita di 79,6 anni per gli uomini e 84,4 anni per le donne (dati Istat). Praticamente, stiamo meglio pur investendo di meno per la salute!

La crisi economica e la salute

La congiuntura economica negativa che sta colpendo ormai da anni anche il nostro Paese mette a rischio sia l’offerta e la tenuta dei servizi sanitari offerti ai cittadini (la “spending review”) sia la salute degli individui, per la mancanza di danaro dei

cittadini per le cure mediche, e perché, come numerosi studi denunciano, le problematiche lavorative (disoccupazione, sotto-occupazione, precariato, licenziamento) minano profondamente il benessere psicofisico della persona. Inoltre la crisi aumenta le diseguaglianze accentuando la divaricazione dei contesti sociali: chi è più povero si ammala e muore di più.

Il punto debole degli Italiani: peso e stili di vita

Primato negativo degli Italiani continua ad essere la prevalenza di sovrappeso e obesità, soprattutto nelle Regioni del Centro e del Sud Italia. La Campania, in particolare, è la regione con la più elevata percentuale di individui in sovrappeso (oltre il 40%). L’obesità soprattutto dei giovani rappresenta un grande problema nel nostro Paese, con una prevalenza superiore alla media europea, nonostante si registri un leggero calo sia dei bambini in sovrappeso che di quelli obesi.

Continua, purtroppo, il trend al rialzo dei tumori: aumentano i casi di tumore al polmone, mammella, colon retto, ma nello stesso tempo cresce la percentuale di guarigioni e sopravvivenza. Purtroppo sono in aumento anche i casi tra bambini e adolescenti, con un incremento annuo di nuovi casi valutato tra 1,5 e 2%. Esiste poi in Italia il grave problema della dislocazione dei centri di cura “a macchia di leopardo”, cioè non distribuiti capillarmente sul territorio, che comporta il “pendolarismo della salute”, per cui le famiglie sono costrette ad allontanarsi dalla propria città per trasferirsi in quella dove si trova l'ospedale specializzato. L’attuale impianto legislativo non prevede ancora oggi aiuti per queste famiglie, sia di tipo logistico, esempio un alloggio in prossimità del centro di cura, che economico, esempio la garanzia di lavoro, che psicologico. A dare una risposta a queste problematiche è solo il mondo del volontariato, ad esempio la FIAGOP, Federazione Italiana Associazioni Genitori


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Oncoematologia Pediatrica, che apre “case d’accoglienza” in prossimità degli ospedali. Sono gratuite per i pazienti, ma si fondano solo sulle donazioni, perché fino a quando saranno ancora accatastate come “case per ferie” non potranno ricevere un eventuale sostegno economico da parte delle istituzioni ed il loro futuro sarà sempre appeso al provvido ma incerto filo della spontanea solidarietà della società civile.

I problemi della terza età

L'invecchiamento inarrestabile del Paese e l’aumento dell’aspettativa di vita rendono sempre più urgente incentivare l’offerta di servizi di prevenzione e di politiche socio-sanitarie ad hoc,

che fronteggino i bisogni sanitari di una popolazione sempre più anziana. Con l’aumento dell’età media aumenta infatti l’incidenza di malattie tipiche della vecchiaia, un fattore che impone alle istituzioni sanitarie il varo di interventi urgenti pensati per garantire ai cittadini una terza età attiva e in buona salute, cosa in cui siamo profondamente latitanti.

Le diseguaglianze tra Nord e Sud per la mortalità infantile. Ammalarsi al Sud continua ad essere più “pericoloso” che al Nord. In merito alla mortalità infantile, ad esempio, un nato nel Meridione ha un rischio di mortalità nel primo anno di vita

1,3 volte superiore rispetto a uno residente al Centro e 1,4 volte superiore rispetto a uno residente al Nord (Rapporto Osservasalute 2014 dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane). Anche secondo i dati della SIP, la Società Italiana di Pediatria, la mortalità infantile è del 30% più alta nelle regioni meridionali rispetto a quelle settentrionali. Medici meno bravi al Sud? Improbabile. Colpa piuttosto delle carenze di organizzazione sanitaria e strutture adeguate. Anche riguardo ai vaccini, le coperture al Sud sono assolutamente insufficienti, colpa di radicati pregiudizi e disinformazione. ...continua sul prossimo numero


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#SESSUOLOGA

Dottoressa

archivio articoli http://bit.ly/op-zagaroli

Cell. 335.8709595

Olga Paola Zagaroli

IL RICORDO E LA GUARIGIONE

necessario un ricordo nitido di quello che è accaduto per guarire dal trauma dell’abuso subito? La risposta è NO. La cosa importante è raggiungere un punto in cui poter dire “Sì, è successo. Gli effetti sono impressi nella mia vita. Sto accettando il fatto che sono stato abusato e voglio impegnarmi a guarire, anche se non ricorderò mai i dettagli specifici”. La memoria non è un prerequisito per guarire. La volontà, la determinazione e il coraggio, invece, lo sono. È possibile guarire dalle conseguenze dell’abuso senza dover per forza ricordare i dettagli di quanto è accaduto. Alcuni ricordano integralmente l’abuso ma altri avvertono solo una sensazione nel centro del loro stomaco. La cosa determinante per chi ha subito un abuso è mettere insieme qualunque indizio si possieda così da poter accettare il fatto che l’abuso è avvenuto. Gli indizi: possono comprendere parti di storia familiare, vuoti di memoria, cose che possono attivarli nel presente, effetti dell’abuso che appaiono nella vita, reazioni a storie di altri sopravvissuti, così come frammenti di ricordi visivi, uditivi, olfattivi o corporei. Per ciascuno, i pezzi del puzzle saranno differenti. Le immagini: alcuni Survivors hanno una spiccata memoria visiva con frequenti immagini

dell’effettivo abuso, spesso si sentono sommersi e sovrastati proprio da queste immagini. Coloro che non hanno immagini vorrebbero averle; minimizzano o negano gli indizi che hanno perchè non sono visivi. Siamo tutti stati condizionati da una cultura visiva; crediamo che la memoria visiva sia l’unica che conta davvero. In realtà non è così. Chi sostiene i survivor: Come partner o, più in generale, come persona vicina a un survivor, può essere più duro credere che l’abuso sia avvenuto in assenza di prove sotto forma di ricordi chiari. Tutti abbiamo visto i telefilm polizieschi, conosciamo il tipo di prove che servono per accusare qualcuno di un crimine. Ad esempio, potreste essere esitanti ad accusare un conoscente o un familiare per qualcosa che è accaduto 20 anni fa perché il survivor ha fatto “solo” un sogno sospetto o ha avuto un attacco di panico. Eppure è tutto quello che avete per continuare. Sfortunatamente, l’abuso sessuale infantile (specialmente se accaduto venti o più anni prima) di solito non lascia molto in termini di evidenza concreta. È naturale avere dubbi: ma alla fine, se volete essere davvero di supporto a chi ha subito un abuso, avete bisogno di trovare un modo per credere che l’abuso sia accaduto, anche se il survivor non ricorderà mai altro. Chi ha subito un abuso è già pieno di dubbi e non ha bisogno di dover gestire anche i vostri. Se state affrontando la questione di non avere prove sufficienti o ricordi nitidi, smettetela di aspettare quel ricordo decisivo. Guardate piuttosto all’evidenza delle circostanze: gli effetti dell’abuso, la somiglianza tra le vostre battaglie e quelle di chi ha subito un abuso, tra le vostre storie e quelle raccontate qui nel forum, e tutte le informazioni che potete leggere qui. Le parole e le battaglie che qui si raccontano potranno darvi la prova che vi serve. Questo articolo è tratto da "ilvasodipandora.org” Il Vaso di Pandora è un’idea che nasce su base volontaria dall’esigenza di professionisti, medici e psicoterapeuti, e sopravvissuti di offrire sia informazioni che sostegno a tutte le vittime di ogni tipo di abuso e violenza sessuale.



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Dottor

Vittorio Milanese

#ODONTOIATRA archivio articoli http://bit.ly/v-milanese

cell. 338.4698121 Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

LA PARODONTITE

8 milioni di italiani rischiano la propria salute dati arrivano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e raccontano come la parodontite, malattia che colpisce il tessuto che sostiene i denti, stia mettendo a rischio non solo la salute orale e quella generale degli italiani ma anche la loro qualità della vita. Un problema sociale in quanto la malattia comporta assenza dal lavoro, da scuola, costi per le cure, per la protesizzazione visto che la malattia parodontale trascurata favorisce l’edentulia ossia la perdita dei denti. Quasi un miliardo di euro il possibile risparmio in un anno per i cittadini se adottassero maggiore attenzione verso la malattia parodontale. Si stima che, solo in Italia, circa 20 milioni di persone over-35 hanno a che fare quotidianamente con gengive sanguinanti o dolenti e che spesso non si rendono conto di essere di fronte a un problema davvero serio. Molti pazienti sono ignari di essere affetti da parodontite e la sfida per il dentista è quella di intercettarla e curarla: principalmente motivando il paziente ad una adeguata cura della salute orale, soprattutto con una corretta igiene orale domiciliare. Il campanello d’allarme per il paziente deve essere il sanguinamento delle gengive. La prima azione che deve mettere in atto è effettuare una visita odontoiatrica. Spazzolamento delle gengive o altre azioni legate all’igiene orale possono

già non essere più sufficienti. Servono cure adeguate, mirate e differenziate. Ogni persona ha caratteristiche diverse che devono essere diagnosticate per mettere in atto cure specifiche in funzione della singola patologia. Poi ci sono le azioni che possono aiutare a prevenire l’insorgenza della malattia parodontale e queste sono legate prevalentemente ad un corretto stile di vita. Quindi no a fumo, alcol, alimentazione povera di anti ossidanti. Si, invece, a corretta igiene orale in particolare curando lo spazzolamento e la pulizia degli spazi interdentali. Una buona igiene orale passa anche dall’uso di strumenti che devono essere abbinati allo spazzolino. Utile per tenere sempre puliti gli spazi interdentali è lo scovolino o il

filo interdentale. Esistono sul mercato vari tipi di scovolini, per forma e dimensione. Il consiglio è di farsi prescrivere, prima di cominciare ad utilizzarlo, quello più adatto alla propria dentatura e situazione orale. Infine ricordo che per malattia parodontale s’intende un’infezione batterica che colpisce i tessuti di supporto del dente, il parodonto. Il parodonto è quell’insieme di tessuti che circondano il dente conferendogli sostegno e stabilità: gengiva, osso, legamento parodontale, cemento radicolare. Un’infezione al parodonto porta prima alla mobilità e poi alla caduta dell’elemento dentario che spesso può anche essere sano (non cariato). Fonte: il mio dentista informa



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#NATUROPATA

Mariateresa Caiafa

archivio articoli http://bit.ly/mt-caiafa

cell. 338.8194524

TOPINAMBUR opinambur… Che parola strana… Che sarà mai questa diavoleria della natura??? Inizio col dirvi che è natia del Nord America e in seguito iniziò ad essere coltivata anche in Italia per le sue grandiose proprietà, in commercio potete trovarne due varietà; la bianca verso la fine di agosto o di color bordeaux ad inizio primavera. È un tubero preziosissimo perché ricchissimo di inulina, una fibra solubile costituita da lunghe catene di fruttosio, in parole spicciole è uno straordinario zucchero che rafforza la flora intestinale quindi favorisce la digestione, riduce i gas intestinali, aumenta la massa fecale e il numero di evacuazioni. È ben tollerato dai diabetici perché il topinambur riduce l’assorbimento degli zuccheri da parte dell’intestino, riduce il colesterolo e i trigliceridi nel siero, controlla la fame nervosa e incrementa l’energia. L’inulina andrebbe veramente venerata, pensate che non avreste più bisogno di acquistare probiotici e fermenti lattici, spesso costosissimi, perché l’inulina li produce dentro di voi nutrendo il vostro microbiota intestinale con una facilità estrema e il

topinambur ne contiene fino al 60% del peso secco e dal 7% al 30% in quelli freschi. Non è finita qui!!! Questo tubero, a basso contenuto calorico e ricchissimo di fibre, è una vera e propria bomba esplosiva di: • sali minerali come potassio (ne contiene molto di più rispetto alle banane), magnesio, ferro, fosforo, calcio, sodio, rame, manganese, selenio e zinco; • vitamina A, vitamine B1, B2, B3, B5, B6, vitamina C, vitamina E e K (importantissima nella prevenzione di stanchezza fisica, dolori muscolari). Contiene beta-carotene; • una miriade di amminoacidi, tra i più importanti asparagina, colina e arginina. Adatto alle diete per celiaci dato che non ha glutine, ottimo per le diete per la sua assenza di amido (rappresenta la forma di riserva dei carboidrati nelle piante), rigenerante per l'organismo e per il tono muscolare, ottima per chi soffre di anemia, facilita la produzione ed espulsione della bile e di conseguenza permette il corretto funzionamento del fegato, è diuretica, può essere assunto in gravidanza e anche

dopo il parto perchè favorisce la produzione di latte durante la fase di allattamento. Un piccolo consiglio che vorrei darvi, trovate la giusta quantità da utilizzare (solitamente bastano circa 200 g a persona) perché per via delle alte concentrazioni di inulina, la sua assunzione potrebbe causare problemi di meteorismo, per questo l'intestino andrebbe abituato gradualmente iniziando col consumo di piccole porzioni per poi aumentare col passare del tempo, Si conservano avvolti in sacchetti di carta nel frigorifero perchè a contatto con l'aria, così come accade per le patate, tendono a raggrinzirsi. In alternativa va benissimo un luogo fresco e buio. Ha un sapore delicato che ricorda il cuore del carciofo, non c’è bisogno di eliminare la buccia perché è tenerissima, basta sciacquarla accuratamente e decidere come consumarla; fritta, bollita o addirittura cruda in gustose insalate. Trovare questo ortaggio non è affatto facile perché poco conosciuto e si sa che se non c’è domanda perché mai un negoziante dovrebbe reperirla? Andate nei punti vendita come ho fatto io e chiedete del topinambur, non vi preoccupate se all’inizio faranno la faccia strana, incuriositi guarderanno sul listino e … "parimpampù il topinambur arriverà". Se poi avete la fortuna di possedere del terreno, su internet troverete valide informazioni su come coltivare questo straordinario tubero soprannominato anche il carciofo di Gerusalemme.





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Dottoressa

Federica Troianiello

#RADIOLOGA

e-mail fede92-fullm@hotmail.it

MAMMOGRAFIA

BASTA UN PICCOLO GESTO PER SALVARSI LA VITA!

a mammografia è un esame radiografico a bassa emissione di raggi X effettuato sul seno per individuare precocemente la presenza di tumori. La procedura di esecuzione è piuttosto semplice e standardizzata ed impiega pochi minuti, non necessita di preparazione, mezzi di contrasto o digiuno. È preferibile non usare deodoranti, lozioni o talco nel giorno dell’esame perché potrebbero simulare false immagini ai raggi X. La presenza di eventuali protesi o pacemaker non ne controindicano l’esecuzione mentre è da

escludere in caso di gravidanza (soprattutto nei primi 3 mesi) per gli effetti delle radiazioni sul feto. In questo caso si opterà per l'ecografia e se lo specialista lo riterrà strettamente necessario la mammografia verrà eseguita con dei piccoli accorgimenti volti a ridurre quanto più possibile la dose al feto. Nelle donne in età fertile è preferibile eseguire l’esame nei primi giorni del ciclo (tra il 5° e il 12° giorno delle mestruazioni) evitando il periodo immediatamente prima del mestruo e la fase ovulatoria in quanto il seno potrebbe essere più gonfio e sensibile. È necessario comunicare eventuali interventi chirurgici al seno quali mastopessi, mastoplastica riduttiva o additiva con l’uso di protesi perché può essere necessario effettuare manovre e proiezioni particolari. Qualora trattasi di esami successivi è necessario portare i precedenti per un confronto. L’esame viene fatto in piedi, una mammella per volta, posizionandola sull’unità mammografica, una sorta di piattaforma su cui viene schiacciata con una piastra in plexiglass trasparente; non è doloroso ma solo un po’ fastidioso in quanto più si riesce a schiacciare ed appiattire il seno tra le due piastre più sarà bassa la dose di radiazioni da impiegare e migliore sarà la qualità delle immagini. C'è una mammografia di screening ed una diagnostica: quella di screening viene usata per gli esami di massa, per

individuare il più precocemente possibile anche tumori così piccoli da sfuggire alla palpazione; la diagnostica viene usata, invece, quando ci sono già dei sintomi come dolore, secrezione al capezzolo, presenza di indurimenti, etc o quando, durante uno screening, sono state individuate delle zone sospette, in questo caso vengono effettuate più immagini per studiare il seno in modo più approfondito con degli ingrandimenti di tali zone. Il SSN consente di effettuare la mammografia in modo totalmente gratuito tra i 50-69 anni e di ripeterla ogni 24 mesi, mentre al di fuori di questa fascia di età si paga un ticket. Spesso alla mammografia si affianca l’esame ecografico sia come completamento diagnostico sia per elaborare le immagini dei seni più densi delle giovani donne, più ricchi di tessuto ghiandolare che di tessuto adiposo in cui la radiopacità omogenea del tessuto ghiandolare può mascherare qualche lesione piccolissima. Dopo la menopausa prevale, invece, il tessuto adiposo ed in questo caso la mammografia riesce ad individuare anche neoformazioni millimetriche. Il tumore del seno è il primo tipo di tumore per diffusione e mortalità nel genere femminile. Attualmente, grazie agli screening mammografici, la mortalità si è ridotta del 30%. Basta un piccolo gesto per salvarsi la vita!



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Dottoressa

Francesca Maresca

#NUTRIZIONISTA archivio articoli http://bit.ly/f-maresca

cell. 334.2258132 Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

LA DIETA

MEDITERRANEA i parla spesso di “dieta mediterranea”, anche se il termine “dieta” è improprio, poiché più che di un vero e proprio programma dietetico, si tratta di uno stile alimentare fatto di regole e di abitudini ispirate alla tradizione mediterranea. Alcuni princìpi della dieta mediterranea rappresentano tuttora la miglior difesa contro malattie come aterosclerosi, ipertensione, infarto del miocardio, ictus, diabete e disturbi della motilità intestinale. La dieta, a base di pane, pasta (meglio ancora se integrali), verdure, pesce, olio di oliva e frutta, fornisce proteine, lipidi e zuccheri ad alto valore nutritivo, a basso contenuto di colesterolo, lipidi saturi e zuccheri semplici; è ricca di vitamine, sali minerali e fibre non digeribili. La dieta mediterranea è incentrata soprattutto sulla corretta scelta degli alimenti, mentre l'aspetto calorico gioca un ruolo di secondo piano. Ad un uomo adulto occorrerebbero ogni giorno circa 2500 calorie di cui il 50% dovrebbe provenire da carboidrati, il 30% da lipidi e solo il 20% da proteine.

I PRINCÌPI PIÙ IMPORTANTI DELLA DIETA MEDITERRANEA IN 10 PUNTI:

1

CONTROLLA REGOLARMENTE IL TUO PESO E MANTIENITI ATTIVO • Abituati a muoverti un po’; un buon esercizio fisico è fare una passeggiata quotidiana di 30 minuti a passo svelto. • Evita le diete squilibrate: possono essere molto dannose per la tua salute (una buona dieta deve sempre essere equilibrata).

2

RIDUCI IL CONSUMO DEL GRASSI • Non eccedere nella quantità di grassi ed oli da condimento. • Limita soprattutto il consumo da condimento di origine animale, preferendo condimenti di origine vegetale, in particolare olio extravergine di oliva. • Se consumi tanto latte, scegli quello parzialmente scremato, che mantiene inalterato il suo apporto di calcio.

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IL SALE? MEGLIO POCO. • Limita progressivamente l’uso di sale a tavola nei cibi e sostituiscilo con spezie e aromi.

4

CONSUMA PIÙ CEREALI, LEGUMI, ORTAGGI E FRUTTA • Assumi regolarmente alimenti ricchi di amido, preferendo quelli integrali. Contribuiscono ad aumentare il senso di sazietà e ad evitare “picchi di fame” durante il giorno • Consuma una porzione di legumi, sia freschi che secchi, almeno 2-3 volte la settimana. • Consuma tutti i giorni 5 porzioni tra frutta fresca e ortaggi.

5

VARIA SPESSO LE TUE SCELTE A TAVOLA • Abbi cura di variare il più possibile le scelte tra i diversi gruppi di alimenti.


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NO

Cibi grassi, burro, strutto, panna, fritti, merendine, snack, margarine, patatine fritte in busta, bevande dolci, insaccati, formaggi stagionati, cibi in scatola, dadi da brodo, estratti di carne e salse pronte.

SI

Pane, pasta riso e cereali integrali, legumi, frutta, verdure, olio extra-vergine d’oliva, latte, formaggi magri, carni magre, pesce, uova (non più di 4 a settimana), biscotti secchi, torte non farcite, aromi, spezie, aceto, succo di limone, acqua (almeno 1,5/2 litri al giorno), vino e birra (con moderazione).

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BEVI OGNI GIORNO ACQUA IN ABBONDANZA. • Bevi costantemente e in piccole quantità, almeno 1,5/2 litri di acqua al giorno. • Non è vero che non bisogna bere durante i pasti: un’adeguata quantità d’acqua è utile a favorire i processi digestivi.

7

ZUCCHERI, DOLCI E BEVANDE ZUCCHERATE: NEI GIUSTI LIMITI • Modera il consumo e Ia frequenza di alimenti e bevande dolci nella giornata, per non superare Ia quota di zuccheri consentita.

8

PROTEINE: SCEGLI LA QUALITÀ, RIDUCI LE QUANTITÀ • Tra le carni, preferisci quelle magre, eliminando pelle e grasso visibile prima della cottura. • Consuma pesce almeno 2-3 volta a settimana. • Consuma non più di 4 uova a settimana, distribuite in giorni diversi.

9

LA SICUREZZA DEL TUOI CIBI DIPENDE ANCHE DA TE • Leggi sempre le etichette, segui le corrette norme di scongelamento degli alimenti e conserva i diversi alimenti separatamente.

10

ALCOL: SE “SI’”, SEMPRE CON MODERAZIONE • Se desideri consumare bevande alcoliche, fallo con moderazione, preferibilmente durante i pasti o immediatamente prima o dopo mangiato. • Tra le bevande alcoliche, preferisci vino e birra, limitando Ia quantità giornaliera ad un massimo di 3 bicchieri per I’uomo e 2 per Ia donna. • Non sottovalutare che l’alcol apporta pari calorie degli zuccheri e ha un effetto fortemente disidratante.


38 Dottoressa

#FISIOTERAPISTA

Velia Russo

Fisioterapista Studio Mythos

EDEMI, LINFEDEMI E LIPEDEMI QUAL È LA DIFFERENZA? er molti pazienti “avere le gambe gonfie” è un modo semplicistico per esprimere un disagio importante legato alla presenza di arti aumentati di volume. Le condizioni patologiche che possono portare a questo quadro clinico sono molteplici e non sempre sono di facile diagnosi. Ad eccezione delle situazioni in cui gli edemi si accompagnano a malattie sistemiche notoriamente complicate da questi sintomi, per esempio, nei pazienti con nefropatie e malattie cardiologiche, in cui la diagnosi è abbastanza agevole. E’ importante fare una corretta diagnosi perché, conseguenzialmente, si prescrive e si personalizza la terapia fisica (linfodrenaggio manuale, terapia di decongestione complessa, ossia bendaggio elasto-compressivo) e si ha un’idea della prognosi a distanza. Gli edemi degli arti inferiori possono essere determinati da patologie a carico del sistema linfatico (linfedemi) o di patologie a carico del tessuto adiposo, (lipedemi-cellulite) o a carico del sistema venoso, (flebedemi); a volte tutte queste condizioni possono coesistere (edemi complessi multifattoriali). Il lipedema è un disturbo cronico ereditario della distribuzione del grasso nella regione delle cosce, delle gambe e del bacino. In alcuni casi, sono colpite anche le braccia, Il dorso dei piedi e delle mani rimane per lo più libero dal gonfiore. Il lipedema è caratterizzato da un

aumento del tessuto adiposo sottocutaneo (lipoipertrofia), gonfiori nella seconda parte della giornata e dolori delle gambe. Le cellule adipose del lipedema sono costituite in modo diverso da quelle del tessuto adiposo addominale. Soprattutto le donne sono colpite dal lipedema. Per questo, gli esperti suppongono che alla base ci siano delle cause ormonali. La malattia si manifesta, di regola, verso la fine della pubertà o durante la gravidanza. Il lipedema non è una riserva di grasso conseguente a sovrappeso, ma è costituito da cellule adipose patologicamente alterate. Tuttavia, il sovrappeso e le oscillazioni del peso corporeo hanno un effetto negativo sul lipedema. Il linfedema è costituito da una congestione dei tessuti molli che si trovano sotto pelle; tale congestione si forma quando il sistema linfatico non è più in grado di trasportare la linfa. L’acqua e le proteine ristagnano quindi nei tessuti, provocando la comparsa di gonfiori. Le proteine possono essere la causa di un’infiammazione cronica dei tessuti, che porta alla formazione di fibrosi. Il linfedema

viene classificato in primario e secondario. Il linfedema primario è un linfedema congenito. Le cause sono per lo più una malformazione delle vie linfatiche o dei linfonodi, oppure la completa assenza di vie linfatiche e compare nella maggior parte dei casi prima dei 35 anni d’età. Il linfedema secondario è un edema acquisito nel corso della vita. Le cause della comparsa di un linfedema secondario sono molteplici: • Infiammazioni che producono una quantità di liquidi tessutali superiore a quella che può essere trasportata via dai vasi linfatici. • Lesioni delle vie linfatiche, spesso causate da interventi chirurgici. Il linfedema compare spesso alle braccia nelle donne sottoposte a chirurgia per carcinoma mammario, nelle quali vengono asportati i linfonodi presenti nel cavo ascellare. • Tumori maligni con accumulo di cellule cancerose nei linfonodi. • Danni provocati da radiazioni, che fanno aderire tra loro le pareti dei vasi linfatici, ostruendoli.



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Raffaele Esposito

Personal and group trainer Studio Mythos

#FITNESS

L'ALLENAMENTO

FUNZIONALE

empre più spesso nell' ambito del fitness si sente parlare di Allenamento Funzionale (o Functional Training). Esso è definito come una metodologia d'allenamento relativa alla funzione per cui un muscolo o meglio una catena cinematica (intesa come l'insieme di organi e sistemi che determinano movimenti volontari del corpo umano) esiste e si è evoluta nel tempo. Nasce negli Stati Uniti negli anni '70 come risposta all'esigenza di attivare l'intero sistema muscolare nel modo più naturale possibile. In realtà la metodica ha radici ben più profonde, infatti già nei gymnasia dell'antica Grecia, l'allenamento si basa sull’esecuzione di semplici esercizi motori talvolta oggi

dimenticati dal vivere quotidiano, come le accosciate, i salti, tutte le forme di trazioni e spinte tra cui i piegamenti sulle braccia e sulle gambe, tutti movimenti presenti nel patrimonio genetico umano, essendo fatti in primis da bambini. É un allenamento che predilige il bodywork (attività a corpo libero) o l' ausilio di piccoli attrezzi (sandbags, manubri, kettlebell, fitball, palle mediche, sbarre per trazioni, TRX, ecc.), così da eseguire esercizi “funzionali”, cioè che vadano a rispettare la biomeccanica muscolare ed articolare del corpo umano, coniugando azione e funzione del singolo muscolo o della singola catena cinematica. Per esempio lo Squat, un piegamento sulle gambe, allena sia l'azione della catena

estensoria dell'anca, ovvero la flesso-estensione, sia la sua funzione, ovvero la propulsione. Potremmo dire che nel funzionale non si allena il singolo muscolo, bensì il movimento, infatti il soggetto attraverso la pratica di gesti progressivamente più complessi acquisisce e rielabora nuovi schemi motori. Si prediligono perciò movimenti multi-articolari, che sollecitano più articolazioni, multi-planari, che si svolgano su tutti i piani dello spazio: sagittale, frontale ed orizzontale, e consapevoli. Ciò si traduce in miglioramenti di forza, abilità, mobilità articolare, e consapevolezza del proprio corpo, cosa che conduce ad una postura più economica e adatta alla propria articolarità e alle proprie caratteristiche. Principio cardine dell'Allenamento Funzionale è il Core Training, inteso come rinforzo della muscolatura profonda del tronco e del bacino, al fine di ottimizzare qualsiasi gesto che richieda stabilità. Il Core è il centro funzionale: proprio dal centro del nostro corpo parte il movimento. Con un Core stabile e forte tutto sarà più semplice e sicuro, dal salire sopra uno sgabello allo svolgimento di esercizi quali Squat, Affondi o Push Press, ecc. L'obiettivo dell'Allenamento funzionale non è allenare i muscoli in isolamento, ma produrre uno stress, ovvero


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uno stimolo, sistemico che coinvolga tutti i sistemi organici sinergicamente. A tal fine per lo più il lavoro è organizzato in circuiti, ovvero svolgendo serie di esercizi multipli usando ripetizioni medio-alte, basse intensità, senza pause, o con pause molto brevi tra gli esercizi. Ciò stimola miglioramento di forza, ipertrofia, resistenza muscolare e capacità aerobica, riuscendo a generare i benefici tipici dell'allenamento anaerobico e aerobico in un'unica sessione d'allenamento. Il circuito comporta anche vantaggi in termini di tempo, un circuito a medio-alta intensità può durare anche solo 15 minuti, e di monotonia dell' allenamento, il circuito varia sempre. Il tipo

di circuito che è da prediligere è il PHA (Peripheral Heart Action), tradotto letteralmente come azione periferica del cuore, essa prevede di stimolare consecutivamente senza pausa gruppi muscolari più possibile distanti tra loro (alternanza tra parte superiore e inferiore), per facilitare la circolazione e intensificare ulteriormente il lavoro cardiovascolare. Il circuito PHA può anche prevedere stazioni aerobiche, diventando Cardio-PHA, al fine di produrre ulteriori miglioramenti sia della forza sia dell' ipertrofia muscolare che della capacità cardiovascolare. Tutti possono fare funzionale, da più giovani ai più anziani, purché l'allenamento sia adattato alle caratteristiche individuali del

soggetto e supervisionato da un professionista qualificato. Quindi al fine di migliorare il benessere del nostro corpo è un' ottima scelta allenarsi in modo funzionale, infatti, ricordando le parole di Ippocrate, padre della medicina: “Tutte le parti del corpo che hanno una funzione, se usate con moderazione ed esercitate nell'attività alla quale sono deputate, diventano più sane, ben sviluppate ed invecchieranno più lentamente; ma se non saranno usate e lasciate inattive, queste diventeranno facili ad ammalarsi, difettose nella crescita ed invecchieranno precocemente” (Ippocrate, IV sec.)


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Nello Iaccarino

#PERSONALTRAINER

LSM - PT - Preparatore e Consulente

cell. 329.6220310 e-mail infonelloiaccarino@email.it

archivio articoli http://bit.ly/n-iaccarino

SCHEDA TONIFICAZIONE ARTI INFERIORI Scheda Allenamento tonificante arti inferiori per soggetto di sesso femminile valida 1 mese.

Iª Settimana (Frequenza Trisettimanale) ALLENAMENTO “A” Serie

Ripetizioni/Tempo

Recupero

5’

Cyclette (ritmo blando) Squat Bilanciere

6

5

3’

Affondi Frontali Manubri con Pedana

6

5

1’

Stretching

ALLENAMENTO “B”

(Circuito da fare in sequenza e ripetere 2 volte) Decubito Laterale Elevare Gamba Tesa

Serie

Ripetizioni/Tempo

1

30 per lato

Affondi Laterali - Corpo Libero

1

Carponi -Elevare Arto Inferiore Dietro Alto

1

Recupero

40 per lato 20 per lato

Stretching

ALLENAMENTO “C” Serie

Ripetizioni/Tempo

Recupero

5’

Cyclette (ritmo blando) Step

5

15” (vel. max)

1’

Tapis Roulant

5

15” (vel. max)

1’

Stretching

IIª Settimana: aggiungere 1 serie agli allenamenti “A” e “C”; Allenamento “B” ripetere il circuito 3 volte; IIIª Settimana: come Iª; IVª Settimana: togliere 1 serie agli allenamenti “A” e “C” Allenamento “B” ripetere il circuito 1 volta. N.B. Scheda proposta su Soggetto Femminile Ginoide (rapporto Vita / Fianchi < 0.80), con almeno 6 mesi di esperienza Palestra e propone schema 2:1. Le sedute allenamenti, per essere fattibili, devono essere svolte in contesto tranquillo e non affollato; se ci sono esercizi la cui esecuzione non è chiara o nota, avvalersi di un Istruttore Qualificato. Infine è buona norma abbinare allenamento ed alimentazione specifica.



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Ernesto Lupacchio

#WELLNESS

Personal Coach

archivio articoli http://bit.ly/e-lupacchio

cell. 347.67.67.533

Se un uomo non ha ancora scoperto qualcosa per cui morire, non ha ancora iniziato a vivere Martin Luther King

Morire non è nulla... non vivere è spaventoso. Victor Hugo

a musica di David Bowie non era il genere che mi entusiasmava, forse anche perché non conoscevo molto le sue canzoni, ma la lettera che ha scritto prima di morire è talmente bella che non posso non condividerla con voi. Bowie, cantautore, attore e produttore discografico britannico, una delle figure più influenti e significative della storia del rock degli ultimi cinquant’anni, ha sfidato la morte fino all’ultimo respiro, con la sua dedizione all’arte; infatti ha voluto, a tutti i costi, regalarci un’altra sua opera, che, come racconta nella sua lettera, resterà per l’eternità contro la “morte”, segnando la sua vittoria sulla morte che potrà si portare via il suo corpo ma non la sua musica attraverso la quale vivrà in eterno. Ecco le parole di David Bowie: "Io sto per morire... so che

mancano pochi mesi alla fine della mia esperienza terrena… Cosa faccio? Mi dispero, entro in depressione, rifiuto l’idea della morte e faccio finta che la malattia non esista? Oppure decido di vincere la morte; lo decido con l’anima, perché solo l’anima ed il cuore mi danno l’ispirazione per comporre musica come ho fatto per 50 anni. Faccio brevemente i conti e, da quanto mi dicono i dottori, riesco a prevedere con uno scarto minimo la data del mio decesso e fisso l’uscita del mio nuovo ed ultimo lavoro per l’8 gennaio



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#WELLNESS 2016, il giorno in cui compirò 69 anni. Lavoro giorno e notte, ho tempo per comporre, per perfezionare, per interpretare, per registrare in studio e per fare i video... lo faccio il prima possibile perché non voglio che dal mio volto si possa intravedere la morte che, beffarda, sta falciando il mio corpo senza che io possa difendermi.. Ma io ti sfido, morte.... cazzo se non ti sfido!!! Ho sfidato e vinto il mondo bigotto degli anni 70 con la fierezza dell’ambiguità... ho amato uomini e donne, sono stato uomo, donna, alieno, e, alla fine, un corpo celeste. Cosa puoi, tu, morte contro la mia eternità, la mia genialità, la mia follia, la mia creatività, la mia musica che vivrà per sempre? Io sono Lazzaro, dilaniato dalle cicatrici, morirò nel corpo, ma vivrò in eterno attraverso la mia musica! Ho vissuto abbastanza per ricevere gli auguri di buon compleanno al quale pensavo di non arrivare, per vedere pubblicato il mio album. Sono sopravvissuto all’8 gennaio... e tu, mia cara assassina, hai perso! Pensa solo che, se tu non avessi bussato alla mia porta, le mie opere sarebbero state 24, fossi riuscito anche a campare 100 anni, e invece, grazie a te, sono 25!!! "Sai... io sarò libero proprio come un uccello"

Non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora. Joan Baez

…È proprio questa la vera sfida di ciascuno di noi: decidere come vivere la nostra vita! Con le azioni e pensieri di ogni giorno possiamo gestire la nostra vita e darle un significato. La vita è fatta di scelte e di decisioni da prendere che possono portare a conseguenze e benefici; in entrambi i casi, l'importante è agire e decidere di vivere anziché stare in disparte a guardare. Chiediamoci sempre cosa possiamo imparare e come possiamo migliorarci ed andare oltre; smettiamola di incolpare gli altri se le cose non vanno come vorremmo che andassero. Esploriamo, viviamo, esponiamoci alla vita accogliendo le nuove sfide e i cambiamenti che ci propone. Nella vita c’è solo una costante: il cambiamento. Qualsiasi cosa cambia: il sole nasce e muore ogni giorno, le cellule del nostro corpo si rinnovano, il mondo non smette mai di modificarsi. Se resistiamo al cambiamento soffriremo inutilmente, perché siamo e viviamo il cambiamento, perché la vita è cambiamento e il cambiamento dà vita, ci stimola, ci migliora, ponendoci nuove sfide e regalandoci nuove opportunità che ci aiutano ad

ottenere migliori risultati. Dobbiamo imparare ad accettarlo come un albero fa con il vento: piegandosi ma non spezzandosi! C’è tanta gente infelice perché non riesce a vivere come vorrebbe e pur essendone consapevole non decide di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, che sembrano assicurare la pace dello spirito; in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso… Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un’esistenza non convenzionale. (Dal film Into the Wild) Come diceva Jim Morrison, “rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire”.



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Giovanni Fontanarosa

#ECONOMIA archivio articoli http://bit.ly/fontanarosa

Laureato in Economia Aziendale Consulente Finanziario iscritto all’albo nazionale

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IL QUANTITATIVE EASING SPIEGATO AI BAMBINI

ella mia attività giornaliera di relazioni con i clienti mi trovo spesso a dover spiegare loro cosa sia il Quantitative Easing, utilizzato in Europa nel Gennaio del 2014 stravolgendo i mercati europei e globali. Esattamente la parola inglese si traduce semplicemente in “alleggerimento quantitativo”. Se digitassimo QE su google troveremmo come prima voce la definizione che ci fornisce il quotidiano economico “Il Sole 24 ore” che scrive: “Il Qe, o quantitative easing, è uno strumento non convenzionale di politica monetaria attraverso il quale una banca centrale acquista asset sul mercato secondario, principalmente titoli di Stato, Abs e covered bond, per immettere liquidità nel sistema. L’obiettivo del quantitative easing è quello di facilitare, attraverso il calo dei rendimenti, l’accesso al credito per imprese e famiglie.” Tutto chiaro? Non penso! Provo a spiegarlo in parole più semplici. Per avere denaro e sostenere la loro economia, gli Stati emettono titoli che possono

essere acquistati dai cittadini e dalle imprese, banche comprese. Semplificando: periodicamente, uno Stato offre titoli che costano X con una scadenza, e si impegna a restituire i soldi a chi gli ha comprato quei titoli aggiungendo una percentuale di interessi quando questi ultimi arrivano a scadenza. Tra i principali acquirenti di questi titoli ci sono le banche, che hanno quindi grandi quantità di denaro immobilizzate perché investite nei titoli di stato. La Banca Centrale Europea con il QE propone alle banche di ricomprarsi i titoli, di solito a condizioni vantaggiose, sperando che con il denaro ottenuto dalla vendita, i singoli istituti bancari rendano più semplice l’accesso al credito, cioè la possibilità per i loro clienti – cittadini e imprese – di prendere denaro in prestito più facilmente e a tassi di interesse più bassi. Il Quantitative Easing ha diverse conseguenze. Mettendo più denaro in circolazione si riduce il valore della moneta (si svaluta: ce n’è di più e questo incide sulla domanda) e di conseguenza

i prezzi aumentano perché il denaro con cui si fanno gli acquisti vale meno. Per questo motivo sale l’inflazione: una cosa generalmente percepita come negativa, perché fa aumentare i prezzi, ma le banche centrali sanno bene che un minimo di inflazione è positivo per evitare che si finisca in deflazione, cioè a una progressiva diminuzione dei prezzi. Oggi per l’UE e l’eurozona lo scenario più vicino e pericoloso è sicuramente la deflazione, più che l’inflazione. Secondo diversi economisti, una delle soluzioni più efficaci per uscire dalla deflazione è proprio il ricorso all’alleggerimento quantitativo. Il sistema permette, almeno teoricamente, di incidere rapidamente sull’andamento dell’inflazione, facendo in modo che torni a salire riavviando i meccanismi economici. La strada del QE è seguita da tempo dalla Banca del Giappone, che già a partire dagli ultimi anni Novanta avviò una campagna di acquisto di titoli dalle banche per contrastare la deflazione. Un paio di anni fa la politica del QE è stata rafforzata con un piano molto ambizioso, e costoso, per fare aumentare l’inflazione in Giappone dal primo ministro giapponese Shinzō Abe. La Federal Reserve, cioè la banca centrale degli Stati Uniti, ha attuato politiche di QE nel 2009 che hanno contribuito alla ripresa dell’economia statunitense registrata negli ultimi mesi (PIL e tasso di occupazione in crescita).



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Valerio Massimo Aiello

#AVVOCATO

Avvocato penalista

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STALKING

L’ammonimento al questore come alternativa alla querela

a vittima di stalking, ovvero del reato di atti persecutori previsto e disciplinato dall’art. 612 bis del codice penale, prima di sporgere querela e a condizione che non siano ravvisabili reati perseguibili di ufficio, può rivolgere al Questore, quale autorità di Pubblica Sicurezza (secondo quanto disposto dall’art. 8 della legge 38/2009) un’istanza di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta molesta al fine di far cessare prontamente il comportamento persecutorio ovvero evitare un inasprimento dello stesso. A seguito della presentazione dell’istanza di ammonimento, che deve necessariamente essere redatta in maniera accurata e documentata per dimostrarne la fondatezza, il Questore, assunte se necessario le informazioni da parte degli organi investigativi ed eventualmente delle persone informate sui fatti, qualora

ritenga la richiesta fondata procede all’ammonimento orale del soggetto nei cui confronti è stato richiesto il provvedimento, diffidando lo stesso a tenere una condotta conforme alla legge e ad astenersi, per il futuro, dal compiere atti persecutori nei confronti della vittima o di terzi a questa legati da vincoli di qualsiasi natura. Con l’ammonimento è anche valutata la possibilità di adottare, nei confronti del molestatore, eventuali provvedimenti in materia di armi e munizioni (ad esempio la sospensione dell’autorizzazione per la detenzione di armi e munizioni o comunque maggiore attenzione nel concedere tale licenza). La perpetrazione della condotta molesta, successiva all’ammonimento, comporterà per lo stalker non solo un aumento di pena nel successivo processo penale ma altresì la procedibilità di ufficio per il

delitto di cui all’art.612 bis CP. In conclusione qualora si è vittime di atti persecutori, tali da causare fondati stati di ansia e modifica alle normali abitudini di vita, prima di far ricorso alla macchina della giustizia, è possibile avvalersi dello strumento dell’ammonimento diretto all’immediata cessazione della condotta molesta dello stalker, riservandosi tuttavia la possibilità di sporgere querela in caso di ripresa dell’attività da parte del soggetto ammonito. La scelta di tale “opzione” andrà sempre e comunque disquisita con il vostro avvocato penalista di fiducia, tenendo conto soprattutto della gravità o meno degli atti persecutori sofferti. La materia esigerebbe ulteriori precisazioni non possibili in tale sede per necessità di brevità di esposizione.





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Nino Aversa

#TREKKING

Guida escursionistica

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Monte Faito

CRINALE NORD, MOLARE, CONOCCHIA

notizia di questi giorni che riaprirà, il prossimo Aprile 2016, la funivia del monte Faito, collegata alla stazione della Circumvesuviana di Castellammare di Stabia, che permetterà la risalita ai 1400 metri della montagna più alta del territorio e raggiungere la vetta in modo unico e spettacolare. La comodità di arrivare in quota senza usare mezzi o auto, risparmiando tutta la strada piena di curve ed anche il traffico e la confusione dei vari centri da attraversare sarà ripagata da una comoda e panoramica risalita lungo le pendici nord del monte. Ritorneremo a percorrere i sentieri di Faito con ritmi lenti, adatti alla natura del luogo e accompagneremo i nostri ospiti a scoprire la quota più alta del

nostro territorio. Infatti, appena fuori dalla stazione di quota della funivia, parte un piacevole sentiero che volge verso la cima dove fu costruita la chiesa di S.Michele. Il cammino attraversa un bosco di faggi che caratterizza l’intera montagna avendo un ampia e meravigliosa panoramica sulla piana del Sarno e con l’inconfondibile sagoma del Vesuvio sullo sfondo. Per fare questa escursione è consigliabile scegliere la giornata ideale in modo da completare l’esperienza sensoriale dei profumi del bosco con un ottima vista sul panorama ed, eventualmente, un caldo sole sulla faccia. L’itinerario procede lungo un crinale esposto a Nord, per questo più esposto ai venti freddi,

immersi nei colori caratteristici della montagna. In autunno si fanno caldi, le foglie scrocchiano sotto gli scarponcini ed i profumi sono caratteristici. In primavera tutto diventa verde e rigoglioso, i colori si accendono e spuntano fiori dappertutto. Lungo questo cammino si incontrano anche alcune strutture che ricordano la storia di questa montagna che un tempo era privata, di proprietà della SFSM (Circumvesuviana), che la organizzò per soggiorni climatici estivi e per sciare in inverno costruendo villette e strutture sportive. A quel tempo non esisteva ancora la strada, quindi, si risaliva soltanto con la funivia. A poca distanza dalla stazione in quota fu costruito un piccolo impianto di risalita


55 foto di Nino Aversa

sciistica che, elettricamente, riportava gli sportivi alla parte alta delle piccole piste esistenti. Abbandonati tra gli alberi ancora esistono i piccoli piloni, allineati lungo una valle, a ricordo di un turismo di buon livello organizzato su questo monte subito dopo la seconda guerra mondiale. Attualmente, purtroppo, tutto si presenta abbandonato, la montagna non è tanto frequentata, le costruzioni turistiche e di villeggiatura sono quasi tutte chiuse, penalizzate definitivamente dopo la misteriosa scomparsa di una ragazza. Eppure la magia del luogo resta incontaminata e gli scorci panoramici hanno la stessa suggestione delle alte montagne ed ancora ci sono

alberghi e punti di ristoro che accolgono i turisti appassionati. L’itinerario termina sulla cima dove esiste la chiesa dedicata a S.Michele. È il simbolo di questa alta montagna, un tempo denominato Monte S.Angelo (il nome Faito sarà utilizzato soltanto dopo la piantumazione della vasta faggeta sulla parte alta). Qui si incrociano le storie e le leggende dei santi patroni di Sorrento e Castellammare, S.Antonino e S.Catello che , eremiti sul monte, ebbero la visione celeste di S.Michele che li incaricava di proteggere i paesi posti sui due versanti della montagna. L’esistenza delle leggende dei due santi invita anche alla visita dei luoghi a loro dedicati come la gRotta dell’Acqua Santa, dove sgorga

una fresca sorgente e la grotta di S.Catello, luogo di eremitaggio dei santi, entrambi presenti lungo il sentiero che arriva al secondo itinerario verso il monte Molare. Questo seconda tappa è molto suggestiva per il punto di vista a 360 gradi sul territorio, da Agerola alla Costiera Amalfitana, da Capri a Napoli. E’ un luogo di riferimento ben visibile da tutto il territorio, caratterizzato proprio dalla forma di un dente molare che gli conferisce questo bizzarro nome. Proprio sulla cima di questa altura esisteva, una volta, il vecchio santuario dedicato all’arcangelo Michele e, recenti studi, ne hanno identificato la planimetria. L’escursione procede verso la Conocchia, il monte di fronte e quindi bisogna prima riscendere dal Molare per poi proseguire verso ‘altra vetta identificata da una croce di ferro. Tutto il cammino è esposto ad un paesaggio molto panoramico con una vista unica sui due golfi di Napoli e Salerno. Giunti alla croce della Conocchia si prende il sentiero in discesa, pietroso e scivoloso, verso la valle con l’arrivo al Pian del Pero, il posto dove esisteva un centro ippico e quindi caratterizzato da un enorme piazzale abbandonato. Il rientro verso il piazzale dei Capi, toponimo che segnala la presenza della funivia, è facile attraversando sentieri e strade nel bosco di faggi. Questo itinerario ad anello è veramente molto interessante perché propone paesaggi di alta montagna con la caratteristica quasi unica di essere in prossimità del mare. Il paesaggio ne guadagna in bellezza e armonia fatta di forme e colori prettamente mediterranei.


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#POETA archivio articoli http://bit.ly/s-spinelli

Salvatore Spinelli Poeta

NON FARE AGLI ALTRI... Si racconta d’un uomo anziano pieno d’acciacchi e di malanni, e dell’unico figlio che invano cercava d’evitare sicuri danni.

Steso a terra e ansimante guardò fisso il genitore, non era più tanto aitante e quasi gli scoppiava il cuore.

“Dicendo andiamo sul monte, figlio, ho subito capito, le membra mie eran già pronte, il mio destin s’era compito”.

Egli, infatti, mal sopportava la negativa situazione, tutto il giorno lavorava ma con grande apprensione.

Ma lo strano atteggiamento assunto sul posto dal vecchio lasciò il giovane sgomento incuriosendolo parecchio.

“Perciò, figlio, portami lassù, devi completare il progetto, oppure puoi lasciarmi quaggiù e te ne torni al natìo tetto”.

“Il vecchio -pensò- m’è di peso e devo prendere una decisione”, ma il suo cuore era conteso nel cercare la soluzione.

“Padre, perché hai quella cera?” -al padre il giovane chiese-, “Una cosa purtroppo vera debbo dirti” –il vecchio rispose-.

“La fine qui io aspetterò come l’aspettò il vecchio mio, ma prima di morire pregherò e chiederò perdono a Dio”.

Dopo aver pensato e ripensato sul più idoneo atteggiamento, quel che avrebbe realizzato lo decise in un sol momento.

“Tu devi sapere, figlio mio, che all’incirca trent’anni fa quel che tu fai feci anch’io e la spina dal cor non se ne va”.

Il giovane restò di sasso a sentir l’assurda storia, certo poteva fare lo stesso e tornarsene a casa in gloria.

Così un giorno disse: “Padre mio sul nostro monte ti vorrei portare, per andarci, tranquillo, ci penso io, perciò non ti devi preoccupare”.

“Anche per me, giovane come te, il padre mio era un peso grosso e anche io decisi, tant’è, di fare lo scellerato passo”.

Ma quel figlio così non fece perché, giustamente, pensò: “Io voglio vivere in pace!” e col padre a casa se ne tornò.

“Sono anni -disse- che non ci vai, è sempre lo stesso? è cambiato? tanti anni fa con te ci andai, te lo ricordi o l’hai dimenticato”.

“Sulle spalle me lo caricai e come te, speditamente, su questo monte m’incamminai in uno sforzo estenuante”.

Attento uomo, quel che in vita dai, La vita te lo rende, meglio che lo sai.

Il vecchio non rispose ma capì ciò che il figlio intendeva fare, si controllò e non si tradì pensando: <così deve andare!...>.

“Ma proprio come te mi stancai e là dove tu sei sdraiato, dopo che il fardello posai mi sedetti anch’io sfiancato”.

Se lo caricò, quindi sulla spalla e spedito sull’erta s’incamminò, la soluzione ormai era quella e ad altro proprio non pensò.

“Poi tutte le forze ripresi e sulle spalle lo ricaricai, l’erto monte, lento, ascesi e sulla cima lo scaricai”.

Ma quella stolta speditezza figlia d’un insano progetto, gli procurò molta stanchezza e il carico posò su un muretto.

“Oggi mi dai quel che ho dato, -continuò con lo sguardo spentoperché anch’io ho abbandonato il mio vecchio ed or mi pento.



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#CRISTALLOTERAPIA

Carla Savino

Crystal - Piano di Sorrento

LA PIETRA DI LUNA

a pietra di luna “adularia” presenta una luce biancobluastra scintillante sulla superficie. Fenomeno detto adularescenza originato dalla dispersione della luce a causa di piccolissimi cristalli di albite. L’adularescenza e la vera magia della pietra di luna nonché la sua qualità principale per il suo valore. La pietra di luna si presenta in molte varietà di colori: incolore, bruno, verde, grigio, rosa, arcobaleno, giallo e bianco. Ha un lustro che va dall’argento al blu, ha una variazione da semi lucida a translucida, gli esemplari più ricercati hanno un lustro azzurro che scivola sulla superficie al variare dell’angolo di osservazione. La pietra di luna è estratta dal monte Adula nelle alpi europee, nel Brasile, in

Birmania, e negli stati uniti, ma la qualità più pregiata è estratta dallo Sri Lanka che vanta una maggior produzione. Gli antichi credevano che fosse composta di piccoli frammenti di luna staccatosi da essa e caduti sulla terra. Era associata alla luna vista la sua somiglianza con essa. Nell’antica Roma si pensava che asseconda delle fasi lunari la pietra cambiasse il suo aspetto, per apparire più brillante nelle notti di luna piena e meno brillante nelle notti di luna nuova. In varie parti del mondo e considerata un portafortuna, specie in india dove viene indossata solo su stoffe di colore giallo che e il colore sacro. Secondo una leggenda indiana la pietra compare sulle rive del mare solo cinque volte l’anno e solo nelle notti di luna nuova.

La fortunata fanciulla che ne raccoglierà una riuscirà a sposare un re. Da sempre sacra in india, la pietra di luna era l'emblema degli dei, simbolo di speranza e purezza spirituale. La pietra di luna, associata anche ai sentimenti, stimola l’apertura verso l’amore. E un talismano eccellente per chi sente di essersi innamorato per la prima volta nella vita. Si dice sia in grado di riappacificare gli amanti dopo i litigi. Nello Sri Lanka, il nome della pietra di luna, significa “niente lacrime” poiché quando la luna splende nel cielo, non piove mai. Perciò associata a un amore felice. Secondo l’astrologia il segno associato all’adularia cioè pietra di luna è il cancro. Per tutti i nati sotto tale segno e un ottimo portafortuna.



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Giovanni Pepe

#LIBRI

Mondadori Bookstore Piano di Sorrento

LIBRI COME FARi

Il nome di Dio è misericordia "Per permettere l'incontro con la misericordia di Dio è necessario uscire dalle chiese e dalle parrocchie, andare a cercare le persone là dove vivono, soffrono, sperano". l vescovo di Roma nel librointervista Il nome di Dio è misericordia (Edizioni Piemme; pagine 120; € 15) di Andrea Tornielli, volume uscito contemporaneamente in 86 Paesi ci spiega che questo libro è la carta d’identità di Dio. È lo stile di una Chiesa che si apre agli ultimi, agli emarginati. È il cuore del Vangelo di Gesù. È la chiave per entrare nello spirito del Giubileo. Soprattutto, “misericordia” è la parola, che meglio di ogni altro spiega, la vita di papa Francesco. La radice su cui si fonda la sua missione di parroco, di arcivescovo, di Pontefice, di uomo. Un testo, in cui papa Francesco si racconta con semplicità, percorso dalla preoccupazione, che è anche gioiosa consapevolezza, di far capire a tutti che non c’è uomo o donna su cui non si posi lo sguardo d’amore di Cristo, che non esiste colpa che non possa essere perdonata. Ecco l’umile ammissione che «anche il Papa è un uomo che ha bisogno della misericordia di Dio», ecco la decisione di indire il Giubileo. C’è, nel colloquio con Tornielli, il Papa che abbiamo imparato a conoscere, semplice e profondo al tempo stesso, ricco di aneddoti, capace di tradurre in immagini ed espressioni comprensibili a tutti, concetti complessi. Più di altre volte però Bergoglio sembra guidato dal desiderio di ricondurre ogni discorso al «cuore» del problema, di non perdere di vista neanche per un attimo il richiamo al dono della misericordia, tanto sovrabbondante da apparire perfino ingiusto agli occhi umani. Siamo infatti di fronte a un Dio che conosce i nostri peccati, i nostri tradimenti, i nostri rinnegamenti, la nostra miseria. «Eppure è lì che ci attende, per donarsi totalmente a noi, per risollevarci». Ma per sperimentarlo servono

sacerdoti che siano pastori, c’è bisogno di confessori, preti in grado di mettere in pratica «l’apostolato dell’orecchio» cioè di ascoltare con pazienza i drammi e le difficoltà delle persone, ma anche di parlare, di dire che Dio vuole loro bene. Capaci di perdonare molto perché coscienti della propria condizione di peccatori, del proprio bisogno di misericordia. Una consapevolezza che deve renderci attenti a rispettare sempre la dignità dell’altro, a non ferire mai chi ci sta di fronte. Perché l’amore di Dio è anche per chi, ad esempio, non è nella disposizione di ricevere il sacramento. Il divorziato, la giovane madre costretta a prostituirsi, i gay, tutti cercano il Signore e tutti hanno buona volontà “chi sono io per giudicarli?”. In un caso, Francesco, sembra alzare apparentemente i toni, diventare duro. Succede quando parla di corruzione. Il corrotto, «è colui che pecca e non si pente, che pecca e finge di essere cristiano e con la sua doppia vita dà scandalo». È chi si indigna perché gli rubano il portafoglio, ma poi truffa lo Stato evadendo le tasse, oppure sfrutta il lavoro in nero. E magari «si vanta pure con gli amici per queste sue furbizie». Eppure il Signore non abbandona neppure lui, lo salva attraverso prove che «spaccano il guscio» che si è costruito poco a poco, permettendo alla grazia di Dio di entrare. Perché nella logica del Padre «la sola misura della giustizia non basta. Con la misericordia e il perdono Dio va oltre la giustizia, la ingloba e la supera in un evento superiore nel quale si sperimenta l’amore, fondamento di una vera giustizia». Il nostro, infatti, è il Signore che fa il primo passo, che ci viene incontro, che cerca anche il più piccolo spiraglio per far entrare la grazia. Che non si stanca mai di perdonare. Che fa festa per un cuore pentito. È «come il cielo: noi guardiamo tante stelle, ma quando viene il sole al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. Così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza, perché Dio perdona non con un decreto ma con una carezza».



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#FOODCROSSING archivio articoli http://bit.ly/food-cross

Anna Maione

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

Bugie? No, solo Chiacchiere! e chiacchiere o bugie sono un tipico dolce italiano che viene preparato tradizionalmente durante il periodo di Carnevale. Sono composte da un impasto a base di farina e uova che viene modellato a forma di striscia sottile dai bordi seghettati e quindi fritto in olio bollente o cotto al forno per una versione più light. Una variante delle chiacchiere sono i fiocchetti, il cui

procedimento di preparazione rimane immutato, ma la forma cambia e al posto della striscia unica si presentano come due strisce legate a mò di fiocco, appunto. Si dice che le origini delle chiacchiere risalgano all'epoca romana, quando i cittadini della Urbe erano soliti festeggiare i saturnali con le frictilia, dolcetti a base di farina e uova fritti nel grasso di maiale. Durante questa festività, simile al carnevale, le

frictilia erano distribuite per strada alla massa che usciva a festeggiare. La tradizione dei frictilia è sopravvissuta fino ai nostri giorni, con le dovute differenze di ricette regionali, anche se sempre più raramente si trovano in circolazione chiacchiere o sfrappole fritte nello strutto. Le chiacchiere sono tipiche di tutto il territorio nazionale e sebbene l’impasto base sia realizzato pressoché con gli


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Imma Gargiulo

Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di “Conserve di Casa” su Alice TV

Eccovi la ricetta di Imma Gargiulo

LE CHIACCHIERE INGREDIENTI

• 500 g di farina manitoba • 60 g di zucchero • 60 g di burro morbido • 4 di uova medie • 5 g di sale fino • 50 g di marsala • la buccia grattugiata di un limone • 1 baccello di vaniglia • olio di arachide per friggere q.b. • zucchero a velo per spolverare q.b.

PROCEDIMENTO

Formare una fontana con la farina ed inserire al centro tutti gli altri ingredienti. Mescolarli e poi lavorarli pian piano. Bisogna lavorare molto l’impasto fino ad ottenere una consistenza elastica e liscia. Deve poi riposare per almeno un’ora avvolto nella pellicola. Si stende poi l’impasto in sfoglie sottilissime. Si tagliano delle losanghe e si avvolgono e si incidono al centro. Si friggono in olio caldo a 175°. Il segreto di una frittura perfetta è di avere olio abbondante, da far galleggiare le chiacchiere e soprattutto friggerne poche per volta. Farle sgocciolare su carta assorbente da cambiare di tanto in tanto. Non accavallare le chiacchiere fritte a quelle che si scolano di volta in volta. Prima che si raffreddano del tutto si spolverizzano con lo zucchero a velo.

stessi e nelle stesse quantità, non è raro imbattersi in ricette che prevedono l’aggiunta di liquori, panna, burro, spezie e cioccolato. Il termine "chiacchiere" probabilmente è il nome utilizzato in un numero maggiore di regioni e città: Sicilia, , Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Lazio e Umbria, ma anche Milano,

Parma e Sassari. Altrettanto famosi sono i cenci, tipici della Toscana e arricchiti dal vin santo aggiunto all’impasto. Le bugie interessano soprattutto Genova e Torino, i galani il Veneto mentre le frappe Roma e Ancona. Ma la fantasia non si esaurisce qui, perché le chiacchiere sono

conosciute anche come stracci, lasagne, crostoli, fiocchetti e risòle.



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