LE E RAD DIO OGRAF FIE FA ANNO O MALE??
ED D ORA IN NIZIA A LE EGGE ERE E
DIV VENTA LEGG GE L'O OMIC CIDIO O STR RADA ALE
AP PRILE... DOLC CE DO ORMIRE E
di Federica Trooianieello
di Mariarosaariia D'E Espositto
di Valerioo Maassimo Aielloo
di Franceescoo Esposito
LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE | ANNO X | NUMERO 04
#113 | APRIL LE/MA AGG GIO 2016 | FREE E PRESS
28 LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno X • NUMERO 4
APRILE/MAGGIO 2016 In copertina Irene e Francesca Maresca, 24 anni di Meta fotografate da Gianni Coppola Piazza Casale, Meta | Tel. 081.02.84.663 Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 Direttore responsabile Giuseppe Damiano Editore Giuseppe Manzi Redazione Via Camaldoli, 18 | Vico Equense (Na) Progetto Grafico Maurizio Manzi | Bingwa Art Factory maurizio@bingwa.it Stampa Grafica Cirillo - Scafati (Sa) Contatti Tel. 081.5341117 | Cell. 331.5063051 redazione@centopercentofitness.it
www.centopercentofitness.it
16 18 22 24
#RADIOLOGIA
LE RA ADIOG GRAFIIE FANN NO MA ALE? di Federica Troianiello
#CARDIOLOGO
QUA ANDO O L'AOR RTA VA A CON NTROL LLATA A di Vittorio Fabbrocini
#LOGOPEDISTA
ED OR RA INIIZIA A LEGG GERE!!!! di Mariarosaria D'Esposito
#AUDIOPROTESISTA
CO OME E RIME EDIA ARE E L’A ACU UFEN NE CA AUS SAT TO DA A PE ERD DITA A DE ELL’’UD DITO O di Tea Maione
28 30
#FISIOTERAPISTA
LA PO OSTURA A E LA VO OCE di Vincenzo Cozzolino
#FARMACISTA
LA A FARM MACIA SI PREN N DE CU URA AN NCHE DEI TUOII AMICII A QUATT TRO ZAM MPE di Giuseppe De Simone
32
#ODONTOIATRA
7 AB BITUDIINI CH HE POSSON NO DAN NNEGG GIA ARE E DE ENTI E GE ENGIV VE di Vittorio Milanese
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#PEDIATRA
I PROBLEMI CAU USATI DAL GLUTINE di Carlo Alfaro
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34 70
38 42 44 46 50 52 56 60 62
#NUTRIZIONISTA
ALIME ENTI DIURE ETICI NATU URALI di Francesca Maresca
#FISIOTERAPISTA
SPE EGNIM MI IL DO OLO ORE CHE E HO FRET TTA A.... di Brigida Pinto
#NEUROPSICOMOTRICISTA
COME E GE ESTIRE L'OPPOSIITORE? di Daniela Caiafa
#NATUROPATA
“CAUT TION” ALLU UMINIO O di Mariateresa Caiafa
#SESSUOLOGA
PER RCHÈ LE DONNE.... di Olga Paola Zagaroli
#WELLNESS
È PIÙ FORT TE DI ME! di Ernesto Lupacchio
#PERSONALTRAINER
LO STRIP PPING di Nello Iaccarino
#AVVOCATO
DIVEN NTA LEGGE L’OMIICIDIO O STRA ADALE E di Valerio Massimo Aiello
#ECONOMIA
IL SEG GRE ETO PER R GU UAD DAG GNA ARE SEM MPR RE… … DI PIÙ Ù di Giovanni Fontanarosa
64 66 68 70 72 74
#FILOSOFO
DEM MOCRAZ ZIA = RISPETTO DELL LE LEG GGI di Domenico Casa
#POETA
LA A MAM MMA di Salvatore Spinelli
#ARREDAMENTO
AP PRILE DOLCE DO ORMIR RE… di Francesco Esposito
#FOODCROSSING
UOV VA SCIUÈ È SC CIUÈ È di Anna Maione & Imma Gargiulo
#TREKKING
IL CAMMINO DEL LLA VIA MINERVA di Nino Aversa
#LIBRI
LA TR RISTEZ ZZA HA IL SONN NO LEG GGERO O di Giovanni Pepe
GLI ESPERTI 8
di questo mese #AUDIOPROTESISTA
#CARDIOLOGO
Dott.ssa Tea Maione Laureata in Tecniche Audioprotesiche
#FARMACISTA
Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli
Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.
#FISIOTERAPISTA
cell. Martedì dalle 9.00 alle 11.00 e-mail 338.9648341
cell. 335.5302988
#FISIOTERAPISTA Dott.ssa Brigida Pinto Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli.
cell. 331.2668437 e-mail pintobrigida@gmail.com
#NEUROPSICOMOTRICISTA Dott.ssa Daniela Caiafa Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II
Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 cell. 347.5477785
#ODONTOIATRA Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.
Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00 cell. 338.4698121
#SESSUOLOGA Dott.ssa Olga
Paola Zagaroli
Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30 cell. 335.8709595 e-mail ilsessoelamente@gmail.com
cell. 338.4086506 e-mail v.fabbrocini@alice.it
Dottor Vincenzo Cozzolino Laureato in Fisioterapia Osteopata, Master in Posturologia
cell. 347.7650624 facebook FisiOPos
#LOGOPEDISTA Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito Laureata in Logopedia presso l’Università Federico II di Napoli
Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 cell. 338.3191494
#NUTRIZIONISTA Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.
Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30 cell. 334.2258132
#TECNICO_RADIOLOGIA Dott.ssa Federica Troianiello Laureata in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, tirocinante presso il CMO di Torre Annunziata.
email: fede92-fullm@hotmail.it 100% FITNESS MAG | Aprile • Maggio 2016 www.centopercentofitness.it
SCOPERTE NOTIZIE CURIOSITà RICERCHE
se ti fa male la schiena o la cervicale Da uno studio dell’Università di Alberta, in Canada, è emerso che se ti alleni in sala pesi, con “le macchine”, dopo 16 settimane ottieni una riduzione del dolore alla colonna del 60%, migliorando la capacità di movimento. Con gli attrezzi, infatti, l’esecuzione dell’esercizio è guidata e c’è un maggior controllo della postura perché vengono coinvolti i muscoli che stabilizzano la schiena e il bacino. gli esercizi migliori «È importante rinforzare gli addominali, che contribuiscono a sostenere la schiena, con le posizioni in tenuta, come la plank. Ti daranno sollievo anche le trazioni verso il petto con la low row machine», interviene Roby Romano, personal trainer. Per la cervicale, invece, opta per gli attrezzi che ti consentono di spingere-tirare-sollevare senza contrarre il collo, come la vertical traction machine. cosa evitare «La cyclette, che ti costringe a una posizione forzata e prolungata, così come la corsa perché potrebbe causare microtraumi alla schiena», spiega Lupi. «Se il problema è la cervicale, sospendi i pesi liberi, come bilancieri e manubri ed evita salti, piegamenti sulle braccia e alzate laterali, che possono provocare sovraccarico. Dimentica anche i crunch inversi perchè metteresti troppa tensione sulla cervicale».
Stop alle fobie con l’ipnosi, una tecnica che non addormenta la mente ma, con racconti e parole suggerite dal terapeuta, la dirotta su uno stato di coscienza in cui l’emisfero destro, talvolta eccessivamente logico e difeso, viene messo momentaneamente a riposo. Così puoi raggiungere il tuo inconscio, dove sono contenuti elementi di natura istintuale tra cui le paure. Soprattutto puoi rofonddo e comprenderne il vaalore simbbolico e pr rarne il significatoo, sino a libberar rtenee. ristruttur Se per esempio hai la fobia degli spazi aperti (agorafobia), con l’ipnosi potresti scoprire che la tua paura è legata a un desiderio inconscio di libertà che ti stai negando. Entrando in contatto con questa esigenza e accettandola, puoi liberartene accedendo alle tue risorse personali. Nello stesso tempo, l’ipnosi che agisce anche sul corpo ti aiuta a risolvere i sintomi che si accompagnano alla fobia: sudorazione, tachicardia, sensazione di svenimento.
Fonte: Starbene
Fonte: Starbene
SE RIMUUGINI TROPPO O LA SII “CO ONSUUMA” MEM MORIIA
l’intelligenza fisica Che cosa hanno in comune Bolt, Nadal, la Pellegrini? Un’intelligenza fisica. È la quarta dimensione dell’intelligenza, studiata da Tony Buzan, neuroscienziato inglese. «L’allenamento fisico migliora le nostre performances in tutti i campi», spiega Buzan. «Regala prontezza di riflessi, capacità di captare gli imprevisti, lucidità mentale, forza e rapidità per trovare la giusta reazione. E la precisione. Perché la potenza è nulla senza il controllo». Un autocontrollo che trasferiamo in ogni campo. «Lo sport non si limita a liberare endorfine e serotonina, i neurotrasmettitori del benessere», puntualizza Caleo. «Migliora l’attività dell’ippocampo (sede della memoria spazio-temporale) e dai muscoli sotto sforzo parte l’input di produrre fattori come l’NGF e il BDNF scoperti da Rita Levi Montalcini, le sostanze che rigenerano le fibre del nostro sistema nervoso centrale». Fonte: Starbene
Non ricordi i numeri di telefono, dimentichi le chiavi di casa? Insomma, negli ultimi tempi la memoria perde “piccoli colpi”. Ma a te, che sei sempre stata superefficiente, anche queste minime distrazioni mettono ansia. Da che cosa possono dipendere? «Prima di pensare a un disturbo neurovegetativo si può indagare il problema con un esperto di medicina cinese», suggerisce Claudio Corbellini, neurologo e medico agopuntore a Milano e Pavia. il ruolo della milza «Spesso queste dimenticanze sono il risultato di uno squilibrio energetico della milza», spiega l’esperto. «Quest’organo si “scarica” quando si rimugina troppo sugli stessi problemi e ci si preoccupa per mille cose. È come se lo stress mentale consumasse la capacità di pensare provocando, di conseguenza, vuoti di memoria e deficit di concentrazione». Altri sintomi di un indebolimento della milza sono stanchezza, confusione mentale, desiderio di dolci. Per la medicina cinese, però, gli zuccheri peggiorano l’energia della milza e quindi andrebbero evitati. Per ricaricare l’organo indebolito prenditi qualche minuto di tranquillità un paio di volte al giorno, magari all’inizio e alla fine della tua giornata. Massaggia il punto di agopuntura “milza 6”, che si trova sulla parte interna della gamba, quattro dita sopra l’osso della caviglia. il ruolo del rene Il timore di non farcela o di non avere tempo sufficiente può indebolire il rene, l’organo sede delle energie vitali. «Per adattarsi ai cambiamenti della vita di oggi è necessaria la massima efficienza, a volte non si riesce a mantenere il ritmo ed ecco che compaiono i vuoti di memoria. In questi casi aiutano riposo e tecniche di rilassamento, ma una tecnica nuova ed efficace è quella che prevede sedute di agopuntura vibrazionale, che abbina agli aghi dei diapason terapeutici», assicura l’esperto. Per allenare la concentrazione prova anche l’esercizio yoga del trataka. Poni una candela accesa a circa un metro di distanza in linea retta dagli occhi. Fissa la fiamma al centro, dove la luce è più intensa, e mantieni lo sguardo fermo, senza sbattere le palpebre fin quando gli occhi iniziano a lacrimare. Ripetilo tutti i giorni. Fonte: Starbene
14
Dottoressa
Federica Troianiello
#RADIOLOGIA
S
econdo la Società Italiana di Radiologia Medica in Italia ogni anno si effettuano 40-50 milioni di prestazioni radiografiche, il 75% delle quali sono appropriate mentre il 25%, a causa della tendenza alla medicina difensiva e alla non correttezza delle prescrizioni, potrebbero essere evitate. Tempo fa le apparecchiature in uso impiegavano dosaggi di radiazioni molto più alti di quelli attuali infatti, nel corso degli anni, la tecnica è di molto migliorata e si è passati dalle apparecchiature analogiche alle digitali con riduzione delle dosi impiegate di oltre il 15%. Generalmente nella maggior parte degli esami radiografici la dose assorbita (energia ceduta ai tessuti dalla radiazione) è bassa ma la preoccupazione deriva
e-mail fede92-fullm@hotmail.it
piuttosto da esposizioni ripetute. La dose assorbita dipende sia da fattori come età, peso, altezza del paziente, distretto anatomico esaminato (quelli in rapida crescita come midollo osseo e gonadi sono i più soggetti a rischio) sia in base al tipo di esame effettuato. Infatti esami a dosi relativamente alte (TAC, radiologia interventistica etc) hanno una probabilità più elevata di aumentare il rischio di tumori da radiazioni. Si pensi che una TAC al torace equivale a circa 385 radiografie del torace (per avere un’idea comparativa delle dosi vedi Tab. 1 e 2). D’altra parte dobbiamo sapere che viviamo circondati da radiazioni, sia quelle che provengono dal sole e dallo spazio (radiazioni cosmiche) che quelle di origine terrestre.
Assorbiamo radiazioni durante i voli, quando passiamo attraverso i metal-detector degli aeroporti, delle banche, e anche se andiamo in montagna poiché diminuisce l’effetto filtrante dell’atmosfera. Il rischio di cancro da radiazione è basso ma additivo per cui ogni indagine eseguita comporta un leggero aumento del rischio. Ma parliamo di equivalenza di grandezza di rischio: con il fumo di sigaretta perdiamo 2400 giorni di vita, con il sovrappeso 1560 giorni di vita, con una radiografia a scopo medico appena 6 giorni di vita! Non è possibile fornire un dato certo di rischio di induzione di tumore bensì solo una stima dell’aumento della probabilità di incidenza rispetto a quella naturale che è in una percentuale compresa tra 1% e 3%.
15
Tabella 1
Indagine
Rischio aggiuntivo di tumore fatale durante la vita, per singolo esame
Periodo di esposizione alle radiazioni naturali che comporta un rischio di pari entità
Torace
1 su un milione
3 giorni
Cranio
1 su 300.000
11 giorni
Anca
1 su 67.000
7 settimane
Addome
1 su 30.000
4 mesi
Colonna lombare
1 su 15.000
7 mesi
Tac cranio
1 su 10.000
1 anno
Tac torace
1 su 2.500
3.6 anni
Tac addome/ pelvi
1 su 2.000
4.5 anni
Tabella 2
Secondo gli esperti il rischio di tumore cresce con la dose in modo lineare e senza che esista una soglia al di sotto della quale la probabilità è nulla, mentre la gravità dell’effetto è indipendente dalla dose ricevuta. Abbiamo due tipi di effetti prodotti dalle radiazioni: da una parte vi è un effetto diretto (deterministico) che compare nella persona esposta ad una quantità di radiazioni al di sopra di una determinata soglia e si manifesta con ustioni sulla pelle; l’altro è un effetto di tipo casuale (stocastico) ciò significa che per esposizione ad una certa dose aumenta la probabilità di comparsa di un tumore nella popolazione. Il fatto che esista un rischio, anche se basso, va sempre tenuto presente per questo è importante effettuare esami radiografici appropriati scegliendo, tra le diverse metodiche a disposizione, quelle più utili per una corretta diagnosi. Il rischio quindi esiste, di conseguenza NO a radiografie senza una sicura indicazione clinica!
Esame radiografico effettuato
Equivalente a radiografie toraciche
Radiografia torace
1
Radiografia cranio
3,5
Radiografia bacino
35
Radiografia colonna dorsale
35
Radiografia addome
50
Radiografia colonna lombare
65
Radiografia clisma opaco
350
TAC cranio
85
TAC colonna cervicale
85
TAC colonna dorsale
220
TAC colonna lombare
255
TAC torace
385
TAC addome
390
TAC pelvi
440
Professor Dottor
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Vittorio Fabbrocini
#CARDIOLOGO archivio articoli http://bit.ly/v-fabbrocini
cell. 338.4086506 e-mail v.fabbrocini@alice.it
Moolti si prreocccupa ano doopo i receentee deecesssi peer An neurrisma a
È
possibile che una persona in buona salute, sportivo, appassionato di lunghe corse, o che ha partecipato anche a maratone come quella di New York e Valencia in Spagna, possa morire improvvisamente per la rottura di un Aneurisma senza avere alcun segno di questo male? Questi ed altri interrogativi ci sono stati posti da varie persone e lettori dopo la recente scomparsa a 46 anni del maratoneto Alberto D'Auria di Gragnano mentre correva sulla litoranea di Pozzano, e avvenuta pare proprio per la rottura di un aneurisma dell'Aorta. Così anche per le morti verificatesi nei giorni scorsi dell'ex giocatore di palla ovale Matthias Carnici di 39 anni di Fossalta di Piave, per un aneurisma addominale, e del giovanissimo sportivo Alex De Marchi di Salzano (Venezia) di 23 anni per la rottura di un aneurisma cerebrale. A questi interrogativi cerchiamo di dare una risposta spiegando innanzitutto cos'è l'Aneurisma, la possibile diagnosi in tempo e le cure chirurgiche.
Quando il pericolo richiede pubblicità
Cos'è l'aaneurrism ma Lungo il tratto dell'Aorta, con una prevalenza del 90 per cento a livello addominale, si può verificare una dilatazione sino a una vera sacca pulsante (Aneurisma) che può poi ulteriormente dilatarsi e rompersi. Ne consegue una emorragia con gravi conseguenze, sino al decesso. Le cause non sono del tutto chiare, ma vi sono certamente dei fattori che possono favorirne la comparsa come il rilasciamento dei tessuti che costituiscono le pareti dell'arteria, l'età superiore ai 50 anni, il sesso maschile (colpito tre volte più di quello femminile), l'ipercolesterolemia, l'ipertensione arteriosa, alcune
malattie degenerative delle pareti arteriose, il fumo di sigarette.
La sinto omattologgia Generalmente l'aneurisma non dà alcun segno nella fase iniziale. Solo quando aumenta la sua grandezza. Quello addominale può dare una sintomatologia dolorosa al basso ventre o alla parte bassa della schiena, e disturbi legati a embolie periferiche agli arti inferiori dovute a microemboli che si possono formare all'interno della sacca aneurismatica. In genere si tratta di una sintomatologia che può preludere alla rottura dell'aneurisma. La sua rottura
18
#CARDIOLOGO Quando l'aorta va controllata
causa una grave emorragia e pertanto occorre non perdere tempo e ricorrere al più vicino Pronto Soccorso.
La Diaggnosii Certamente la diagnosi di aneurisma addominale non è facile perchè non dà inizialmente una sintomatologia chiara. Tuttavia per tante persone con condizioni non ancora di malattia ma che certamente meritano un particolare trattamento curativo, e che sono anche predisponenti agli Aneurismi, come l'aumento del Colesterolo, dei Trigliceridi, l'Ipertensione arteriosa, il fumo di sigarette e così via, dovrebbero praticare almeno ogni paio di anni un controllo radiografico o Ecografico per valutare le condizioni dell'Aorta. Anche una palpazione addominale che rivela una forte pulsazione aortica è un motivo di un accurato controllo.
La curaa adattta Nel caso della presenza di un aneurisma addominale v'è quasi sempre la necessità di un intervento di emergenza e quando purtroppo è tardi. Tuttavia se si riesce ad accertare per tempo la presenza di una dilatazione dell'Aorta addominale questa va tenuta sotto controllo valutandone di volta in volta la misura della dilatazione.
L'in nterv vento o opeeratorio L'intervento chirurgico se fatto in emergenza - anche quando si fa in tempo a giungere in Ospedale non è senza rischi per il paziente. Si tratta di intervenire con apertura dell'addome, definito "a cielo aperto", e affrontare innanzitutto l'emorragia in atto, sostituire poi il tratto di arteria lesionato con una protesi fatta come un tubicino di materiale inerte che si integra
La protuberanza rossa in basso del'Aorta addominale è un Aneurisma di media grandezza
con l'organismo in un soggetto particolarmente anemico ed in pessime condizioni generali. Oggi la Chirurgia Cardiovascolare riesce a fare veramente miracoli ma non quando deve agire su un paziente in così gravi condizioni.
La sceltta dell mettodo È ben diverso perciò intervenire quando le condizioni dell'aneurisma sono ancora nella fase iniziale e non v'è stata lesione in atto. In tal caso la moderna tecnica riesce ad agire sia con la metodica di apertura dell'addome "a cielo aperto", come per l'intervento di emergenza, ma anche per via endovascolare. Si immette per via arteriosa, con un piccolo taglio sull'arteria femorale, una adeguata protesi della lunghezza da poter "ricoprire" all'interno dell'Aorta la zona dilatata e fissarla alle due estremità, in alto e in basso. In tal modo la pressione interna dell'arteria investe la parete interna del tubo sintetico della protesi e non più quella all'esterno dilatata dell'Aorta.
I riisultaati neel tem mpo I risultati a distanza di anni del metodo a cielo aperto e quello endovascolare sono pressocchè sovrapponibili per la tenuta della zona operata e per le complicanze. Tra queste va ricordata la ricomparsa dell'aneurisma a livello della sutura di congiungimento dell'Aorta con il tubo della protesi. Nel caso di tali complicanze è possibile un nuovo intervento anche per via endovascolare. Quando si attua per tempo l'intervento cosiddetto "di elezione", cioè quando non v'è emergenza, sulla scelta della metodica da impiegare dipende dalle condizioni del soggetto. Nel caso di età avanzata o condizione cardiocircolatorie precarie viene preferita la metodica endovascolare, meno traumatica dell'apertura dell'addome.
Dottoressa
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Mariarosaria D’Esposito
#LOGOPEDISTA
Cell. 338.3191494
archivio articoli http://bit.ly/mr-desposito
O
gni buon lettore lo sa: immergersi in un libro significa vivere altre vite, esplorare nuove realtà e sentirle proprie, oltre ogni limite imposto dal tempo e dallo spazio. Leggere stimola e arricchisce la fantasia che è la più preziosa e forse l'unica illimitata risorsa dell'uomo. Un libro è, inoltre, formativo: amplia le conoscenze e il vocabolario, potenzia la memoria, la concentrazione e l'attenzione. È un toccasana per la nostra salute intellettuale ed è anche un valido antistress. Possiamo sentire un libro con un'intensità tale da esserne innamorati, combattuti tra il desiderio di arrivare alla sua ultima pagina e quello di rallentare, quasi per farlo durare più a lungo. Eppure le lettere che compongono le singole parole sono solo piccoli segnetti, sgorbietti neri privi di significato. La scrittura è una convenzione, che ha in sè qualcosa di magico: riesce a condensare la vita stessa su un foglio di carta. Leggere, anche un singolo vocabolo, attiva funzioni ed aree cognitive complesse e multiple. Non solo la parola scritta viene decodificata nelle aree del cervello deputate al linguaggio, ma viene inviata anche a sedi cerebrali diverse. Leggere, ad esempio, la parola "rosmarino" risveglia anche la corteccia olfattiva, come la parola "saltello" stuzzica la corteccia motoria. Quando scorriamo con gli occhi un testo, quindi, entriamo talmente nelle parole che
possiamo percepire fisicamente le sensazioni che evocano. È la deep reading (lettura profonda) che ci trasporta nel libro, immergendoci letteralmente, e fondendoci con i personaggi e con le loro più intime emozioni. Leggere, quindi, insegna ad essere empatici, aiuta a mettersi nei panni dell'altro, ad approcciare alle persone con maggiore indulgenza ed ampiezza di vedute, migliorando le relazioni sociali. La lettura condivisa tra genitore e bambino è un momento fondamentale per la crescita cognitiva ed affettiva. Ed è proprio in questa combinazione che il cervello è straordinariamete stimolato. La promozione della lettura ad alta voce, sin da un'epoca molto precoce, ancor prima che il piccolo inizi a parlare, è fondamentale per lo sviluppo del linguaggio e per l'acquisizione di un vocabolario ricco. Eppure nel 2015 meno del 50% degli italiani ha acquistato un libro, il 30% di questi in formato digitale. Come annunciato da Amazon, infatti, il fatturato degli ebook ha superato quello della carta stampata, con un picco negli Usa. Il filosofo e ricercatore Roberto Casati , nel saggio "Contro il colonialismo digitale: istruzioni per continuare a leggere”, sostiene che il sottolineare con la matita sia profondamente diverso dall'evidenziare su uno schermo. Inoltre, poter annotare e sintetizzare ai margini del foglio, aiuta la comprensione e la sintesi. Infine, a differenza di quanto
Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00
accade con l'ebook, è il libro stesso, con le sue dimensioni, il peso ed il volume che occupa, a dare informazioni tattili e visive che intensificano il ricordo e la memoria. Le più recenti ricerche in tal senso confermano che la lettura su schermo, più veloce e superficiale, poco si presta ad operazioni cognitive ed empatiche, possibili solo con il vecchio tradizionale foglio di carta. E quindi...buona lettura a tutti!
Dottoressa
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#AUDIOPROTESISTA archivio articoli http://bit.ly/tea-maione
E
sistono molti approcci terapeutici per gestire la condizione di chi è affetto dal sintomo acufene:
MA ASC CHERATO OR I & AP PPA ARE ECC CHI AC CUS STIC CI Molte persone provano apparecchi acustici e mascheratori del suono. Gli apparecchi acustici sono più efficaci per le persone con perdita dell'udito di lieve e media entità che hanno anche acufene. Aumentano i livelli sonori nella gamma media e contribuiscono a coprire il suono prodotto dall’acufene. I mascheratori acustici sono dispositivi simili agli apparecchi che generano un suono in grado di "mascherare" il rumore del tinnitus. I mascheratori acustici sono più efficaci per chi presenta perdita dell'udito ad alta frequenza ed acufene allo stesso tempo.
TINN NIT TUS RETR RAIN NIN NG TH HER RAPY (TR RT) La Tinnitus Retraining Therapy o TRT (Tinnitus Retraining Therapy or TRT) tenta di addestrare il cervello a ignorare i suoni dell’acufene. Questa terapia si è dimostrata efficace, ma è piuttosto costosa (3.000/5.000 $), e può richiedere da 12 a 24 mesi per i primi risultati.
NE EUR ROMONIC CS Neuromonics è considerato un miglioramento rispetto alla TRT. Il costo non si differenzia molto da quello della TRT, ma i risultati
possono essere raggiunti in 6-8 mesi invece di 12-24. Nel primo studio indipendente di Neuromonics, poco meno della metà dei partecipanti hanno avuto un miglioramento in media del 40%.
FA ARM MACI Alcuni farmaci sono utili. Molti medici prescrivono una piccola quantità di benzodiazepine, un farmaco antiansia, come Xanax o Klonopin, per i pazienti che sono molto infastiditi. Questi farmaci aiutano a calmare il paziente e abbassano un po’ il suono, ma presentano significativi effetti collaterali e possono creare dipendenza. Un altro farmaco promettente è l'anticonvulsivante Neurontin. Studi clinici hanno dimostrato che il Neurontin attiva il GABA nel cervello. Il GABA è un neurotrasmettitore che bilancia l’eccitazione causata dell'eccesso di glutammato. Gli studi che utilizzano un dosaggio variabile di Neurontin accoppiato con una bassa dose di Klonopin hanno mostrato risultati significativi nella riduzione dei livelli sonori del tinnitus. Questo farmaco, tuttavia, può indurre alcuni gravi effetti collaterali psicologici come problemi di aggressività, ostilità, disturbo di pensiero e concentrazione. Gli antidepressivi sono prescritti da molti medici per i pazienti con acufene. La logica è che l'acufene deprime i pazienti; quindi un antidepressivo li farà sentire
Tea Maione Cell. 338.9648341 Martedì dalle 9.00 alle 11.00
meglio. Se si sentono meglio, non si ossessionano più con l'acufene. C'è qualcosa da dire su quest’approccio, poiché i pazienti dovrebbero intraprendere questo percorso con cautela. Molti dei più recenti antidepressivi SSRI (Prozac, Zoloft, eccetera) indicano il tinnitus come effetto collaterale frequente. Il farmaco può causarne l’insorgenza o peggiorarlo. Gli antidepressivi triciclici non hanno questo effetto e, nella maggior parte dei casi, sono efficaci come gli SSRI. Gli antidepressivi triciclici includono amitriptilina e notriptilina.
BIOFE EEDBA ACK K& IPNO OTE ERA APIA A Biofeedback e ipnoterapia possono entrambi avere un impatto positivo sull’acufene. In modi diversi, sono strumenti per imparare a rilassarsi completamente e possono anche ridurre significativamente i livelli sonori del tinnitus. L'agopuntura può anche aiutare, in molti casi. Il biofeedback ha dimostrato di essere utile per quelle persone con acufene somatico. Si può ridurre la quantità di trasmissione incrociata (crosstalk) tra gli ingressi sensoriali e quelli uditivi.
24
#AUDIOPROTESISTA Comee rimeediaree l'acufeene cau usato da perd dita d'u udito
esperimenti in cui inserisce degli elettrodi all'interno del cervello dei pazienti affetti da acufene di grave entità. Il progetto è ancora in fase di sviluppo, ma i risultati sono promettenti e la ricerca continuerà.
AR RCH HES TIINN NIT TUS S FO ORM MULA
DIIET TA ED ESE ERC CIZIIO Seguire una buona dieta regolare e fare esercizio fisico costante è necessario per chi soffre di acufene. Molti additivi alimentari e sostituti dello zucchero sono neurodegenerativi e faranno peggiorare il sintomo. Particolarmente pesanti sono il glutammato monosodico (MSG) esaltatore di sapidità, e l’aspartame, sostituto dello zucchero. Queste sostanze chimiche devono essere rigorosamente evitate da chiunque soffra di acufene. È molto importante consumare cibi integrali piuttosto che cibi pronti, confezionati o elaborati. L’esercizio aumenta la circolazione del sangue, aiuta a eliminare le tossine dal corpo, calma in generale e migliora il sistema immunitario.
ST TIM MOL LAZ ZION NE EL LET TTR RICA A La stimolazione elettrica si è dimostrata molto promettente per l'acufene. Molti anni fa, alcuni ricercatori inserirono delle sonde elettriche nel cervello di pazienti con malattia di Parkinson, per
ridurne i sintomi. Essi scoprirono anche che i pazienti con l'acufene riportavano livelli sonori più bassi, a volte drammaticamente minori. Da allora, i ricercatori hanno tentato di imitare la procedura dall'esterno della testa. La Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva (in Inglese rTMS) utilizza potenti magneti al di fuori del cranio per indurre una corrente elettrica nel cervello. È stato segnalato più volte il successo di questa procedura molto articolata nel ridurre l'acufene. Gli impianti cocleari sono un'altra forma di stimolazione elettrica. Nelle persone profondamente sorde, la coclea è "sostituita” con un dispositivo elettronico che raccoglie suoni esterni e li trasmette al cervello come segnali elettrici. Questa tecnologia in ambito di rimediazione delle sordità gravi e profonde è ormai consolidata. Le persone con sordità molto grave ed acufene invalidante hanno notato un notevole miglioramento. Più di recente, Michael Seidman, MD ha avviato una serie di
Gli ingredienti utilizzati nella Arches Tinnitus Formula™ (estratto di Ginkgo biloba, zinco picolinato e aglio deodorato) hanno dimostrato in numerosi studi clinici di ridurre l'acufene rispetto a un placebo. L’estratto di ginkgo biloba è l’erba più studiata e di uso più comune. Le sue proprietà comprendono benefici per una maggiore circolazione sanguigna nella testa, gli occhi e le orecchie, potente attività antiossidante ed è, inoltre, una pianta neuroprotettiva e un’antagonista del glutammato. Lo zinco è un forte antiossidante che agisce anche all'interno dell'orecchio. La più grande concentrazione di zinco è nella coclea e la carenza di zinco è una causa di tinnitus molto nota. L'aglio aiuta anche ad aumentare la circolazione e riduce l'accumulo di placca arteriosa, che porta ad aterosclerosi, ictus e riduzione del flusso sanguigno. Il dottor Michael Seidman, che suggerisce l’utilizzo di Arches Tinnitus Formula™, afferma che nella sua esperienza clinica, circa la metà dei suoi pazienti ha registrato un’indicativa riduzione dell’acufene da quando fa uso della formula. I pazienti spesso scelgono di continuare a usarla e non fanno richiesta di ulteriori trattamenti.
Dottor
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Vincenzo Cozzolino
#FISIOTERAPIA
L
a voce è tra le prime informazioni che ci arrivano dell’altra persona e che ci permette di farci un’idea di come sia fatta. Pensate ad esempio a quando vi capita di parlare a telefono con uno sconosciuto ed a quante volte avete immaginato la persona attraverso la sua voce. Quando si parla di postura il primo pensiero è rivolto alla rappresentazione del corpo fisico ed alle eventuali disarmonie che vengono evidenziate in statica e/o dinamica. Il compito dell'osteopata/ posturologo è quello di determinare, dopo una serie di test progressivi, l’eventuale origine di un disturbo o disfunzione che provoca dolore o deficit funzionale. In effetti bisogna osservare se tutto il sistema è in armonia. I test e le proposte riabilitative rivolte ad un soggetto a cui è stato riscontrato un deficit posturale interessano principalmente i recettori posturali: occhi, orecchie, occlusione, piedi. Nella mia pratica clinica ho risolto alcune problematiche che avevano ripercussioni sulla postura senza l’ausilio di solette plantari o bite occlusali bensì facendo vocalizzare il paziente e lavorando sul diaframma. La voce e la postura sono intimamente collegate. Quante volte vi è capitato di ascoltare o riascoltare la vostra voce e quante volte avete osservato la vostra postura in determinate circostanze mentre parlate. Avrete notato come cambia il tono di voce in base all’emozione che state provando in quel momento ma non avrete posto attenzione al vostro atteggiamento posturale di quel momento. Il suono comincia con il respiro il cui punto d’appoggio risiede nell’addome, nel diaframma. Il suono è vibrazione. Nella vibrazione i muscoli delle parti coinvolte nel movimento vibrano sullo scheletro e le zone che di solito accumulano tensioni si rilassano parzialmente guadagnando mobilità. Si può arrivare addirittura alla sensazione di sentirsi meglio, di vederci meglio e di avere una coscienza più chiara di sé e di quanto ci circonda. Provate ad effettuare questo esercizio: Ascolta il tuo corpo ed evidenzia una zona che ti provoca fastidio o dolore; in posizione seduta prova ora ad articolare ciascuna vocale per una decina di secondi; contestualmente ascolta ciò che avviene nel tuo corpo. Con la vocale “a” è necessario aprire la bocca, separando il palato dalla mandibola. Con la “i” la mandibola deve risollevarsi verso il palato che resta immobile.
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Con la “u” avviene il contrario: è il palato che si avvicina alla mandibola. Se poi volessimo far diventare più profondo il suono della “u”, allora dovremmo interiorizzarlo trattenendolo in bocca perché vibri tra palato e mandibola. Questa vibrazione inizia a propagarsi dall’occipite all’atlante e all’epistrofeo (prime tre vertebre cervicali) fino ad arrivare all’osso sacro, ma anche dal palato alle corde vocali passando per il diaframma fino ad arrivare al basso ventre. Con la “e” il palato e la mandibola assumono una posizione in parallelo, quasi fossero due linee che si congiungono quando pronunciamo il suono “o”. La vibrazione che provochiamo con il movimento è paragonabile a quella che si osserva durante un lavoro isometrico intenso e prolungato. Le posture che la bocca assume per far uscire il suono e la voce fanno lavorare nel medesimo tempo le catene muscolari antagoniste. Un attimo prima che le tensioni cedano, il dolore scompaia e la respirazione si calmi, il paziente riferirà di aver avvertito una progressiva diminuzione del senso di costrizione nella postura sostituito da quello di una grande calma. La vibrazione è lo strumento per far passare l’energia in zone in cui la sua circolazione è inibita. Il corpo è il luogo di un’interazione universale. La memoria corporea e la struttura attestano che la ripetizione di modelli e schemi, facile terreno di disfunzioni nel presente e patologie nel futuro, si verifica soprattutto nei momenti di crisi che anticipano una scelta, una decisione. La crisi è l’opportunità di evoluzione e realizzazione che ci permette di rompere gli schemi e ripristinare anche dal punto di vista fisico/corporeo una postura in armonia con il sé. Così come è possibile leggere la storia di un adattamento posturale all’interno di una catena articolare, è altrettanto possibile leggerla anche in un percorso che va dallo scheletro alla psiche passando attraverso aponeurosi e membrane cerebrali, muscoli, visceri, organi, respirazione, suono, voce e idee. La postura è creazione, presa di coscienza di uno spazio interno e occupazione cosciente di uno spazio esterno. La postura ha il vantaggio di dare allo spazio esterno una forma preziosa per orientarsi nell’azione e allo spazio interno una forma altrettanto preziosa per orientarsi nel pensiero.
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Dottor
#FARMACISTA
Giuseppe De Simone
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parassiti è una regola igienico sanitaria fondamentale alla base della convivenza con la nostra famiglia. Questi parassiti possono essere non solo causa di fastidi cutanei quali vescicole, arrossamenti e prurito diffuso ma anche causa di malattie più importanti come leishmaniosi, filariosi, ehrlichiosi ecc ecc. In commercio esistono diversi antiparassitari attivi su pulci, zecche e flebotomi da applicare sul dorso dell'animale ogni 4-6 settimane.
Alimeentazzione Per la salute dei nostri animali l'alimentazione non può essere lasciata al caso ma deve essere accuratamente curata fin dai primi giorni di vita. Per i cuccioli esistono latte in polvere accuratamente formulati per sopperire alla mancanza del latte materno, mentre per gli animali adulti sono disponibili alimenti completi da scegliere in base alle varie esigenze (per esempio gatti sterilizzati, animali che vivono all'aperto, animali in gravidanza, cani di piccola o grossa taglia)
Ig gienee Una corretta igiene degli animali domestici è alla base della loro e
In ntegrratorri della nostra salute. In commercio puoi trovare shampoo di diverso tipo per rispettare la natura di ogni tipo di pelo, a base di avena per esempio per i soggetti con cute più sensibile, a base di proteine per rinforzare il pelo o sottoforma di schiuma senza risciacquo per il lavaggio senza acqua di cuccioli o animali convalescenti. Molto importante è anche la pulizia delle orecchie che va effettuata con soluzioni specifiche.
Antip parasssitarri in particolare nel periodo che va da marzo a settembre è opportuno proteggere i nostri animali domestici con antiparassitari. Difendere l'animale da questi
I cani di grossa taglia sono spesso soggetti a patologie articolari e a fenomeni degenerativi a carico delle cartilagini. Pertanto più volte durante l'anno è opportuno utilizzare integratori a base di sostanze come condroitina e glucosammina che proteggono le cartilagini, acido alfa lipoico e glutammina per rinforzare muscoli, tendini e legamenti. Cani e gatti in età avanzata possono soffrire di problematiche a carico di fegato e reni; anche in questo caso è necessario intervenire aiutando l'animale con integratori volti a contrastare gli squilibri metabolici per proteggere il sistema renale e/o disintossicanti per aiutare il fegato.
Dottor
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Vittorio Milanese
#ODONTOIATRA
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Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00
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uando si parla di denti, tutti sappiamo o dovremmo sapere che la prevenzione è fondamentale: dentifricio, spazzolino e filo interdentale, tutti i giorni, dopo i pasti principali, dovrebbero essere la norma. Ci sono però situazioni particolari a cui non viene spontaneo pensare sotto forme di cause di problemi ai denti e al sorriso. Nel dettaglio vediamo le 7 più diffuse:
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Mordicchiare oggetti
Che siano le unghie, il cappuccio della penna o magari le stanghette degli occhiali, se è un’abitudine troppo insistita (basta già mezz’ora al giorno) diventa un fattore di rischio concreto per l’usura dentale.
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Lo spuntino di mezzanotte
La classica “spaghettata” o anche solo un dolce o uno snack, mangiare a diverse ore di distanza dalla cena aumenta il pericolo di soffrire di problemi dentali. Lo ha dimostrato uno studio danese, secondo cui la causa starebbe nella saliva, che durante la notte tende ad asciugarsi e non riesce più a rimuovere il cibo dai denti.
3
Un piercing in bocca
Piccoli anelli o altri oggetti inseriti nella lingua o nelle labbra vengono in continuo contatto con i denti. Risultato: aumenta vertiginosamente il rischio di usura dello smalto, con conseguente maggiore debolezza del dente.
4
L’igiene orale troppo… rapida
Gli specialisti si raccomandano di usare dentifricio e spazzolino per almeno 2 minuti. Invece, secondo le statistiche, il tempo medio di lavaggio dei denti per gli italiani è di 46 secondi. Troppo poco, per assicurare la giusta protezione contro carie, gengiviti e parodontiti.
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Succhi di frutta e bevande dolci e gassate
Diversi studi confermano che lo zucchero e l’azione dell’anidride carbonica danneggiano i denti, erodendone le difese. Soprattutto nei bambini, ma anche negli adulti. Se proprio non volete privarvene, fate così: bevetele velocemente, a piccoli sorsi (meglio se con cannuccia), e senza tenerle in bocca troppo a lungo.
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Spazzolini troppo duri
Lo sfregamento continuo con setole troppo dure causa problemi allo smalto e, a lungo andare, indebolisce i denti privandoli della loro prima protezione naturale.
7
Cibi acidi
In particolare gli agrumi e le fragole, ma è un discorso che potrebbe essere esteso anche ad altra frutta, sono molto acidi e possono provocare l’erosione da acidi alimentari (presenti cioè in cibi e bevande). Si tratta di un problema che può presentarsi a qualunque età: l’azione degli acidi rende temporaneamente più debole lo smalto e col tempo questo fenomeno porta a un significativo deterioramento della superficie del dente, specie quando è combinato con l’azione meccanica esercitata dallo spazzolino. Ma non è certo il caso di rinunciare ad arance o fragole: basta non lavarsi i denti subito dopo aver mangiato questo tipo
di frutta, ma attendere almeno un’ora; e usare un dentifricio a basso indice di abrasione, pH neutro e con un’alta percentuale di floro. È sempre utile ricordare che una visita specialistica dal dentista almeno una volta l’anno è fondamentale per individuare piccole patologie che curate in tempo assicureranno il vostro sorriso perfetto nel tempo. Fonte: SOS dentista
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#PEDIATRA
Dottor
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L
a malattia celiaca, e la più recentemente identificata ipersensibilità al glutine non celiaca, sono patologie causate dall’assunzione di glutine, miscela di proteine costitutiva del grano ed altri cereali quali orzo e segale. La malattia celiaca o celiachia è definita come una enteropatia cronica caratterizzata da atrofia dei villi della mucosa dell’intestino tenue con conseguente malassorbimento, dovuta alla reazione immunitaria, in soggetti geneticamente predisposti, contro il glutine. È, dunque, una malattia autoimmunitaria scatenata dal glutine. Ha un’incidenza di 0.51% nella popolazione generale, con due-trecentomila casi solo in Italia, anche se si stima che siano oltre mezzo milione gli italiani che non sanno di essere celiaci. La prevalenza della celiachia è notevolmente aumentata negli ultimi anni, con un incremento di diagnosi del 10% ogni anno. L’atrofia dei villi può essere di grado variabile, dando forme di diversa gravità clinica, che possono succedersi nella vita del paziente.
Pertanto si classificano: A. Una celiachia potenziale o trait celiaco, che è la parte sommersa dell’iceberg della malattia, cioè quella fetta di individui-la maggioranza: 7 casi sommersi per ogni conclamato-senza sintomi al momento, ma che potranno averli successivamente, per la loro costituzione genetica (celiachia latente) o perché già hanno danno della mucosa (celiachia silente), e che vengono diagnosticati per caso, attraverso screening di popolazione o su familiari di celiaci; B. Una malattia sintomatica, a sua volta suddivisa in: - forma classica della prima infanzia (6-24 mesi) con sintomi gastrointestinali (vomito, diarrea, a volte stipsi, dolori addominali, distensione addominale) e da malassorbimento (arresto o ritardo della crescita, bassa statura, dimagramento,anemia, disidratazione, edemi,turbe del comportamento); - forma a presentazione dopo la prima infanzia, in cui oltre alla possibile anamnesi di disturbi gastrointestinali
Carlo Alfaro
sfuggiti nei primi due anni di vita possono presentarsi sintomi vari quali magrezza, bassa statura, pubertà ritardata, turbe dell’alvo (diarrea o stipsi), dolori addominali ricorrenti, cefalea, artriti/artralgie, afte ricorrenti, ipoplasia dello smalto dentario, anemia resistente al trattamento, ipertransaminasemia, osteporosi, epilessia con calcificazioni cerebrali, alopecia, psoriasi, ritardo di guarigione dopo malattie infettive; - forma atipica dell’adulto, con possibili sintomi quali ansia e depressione, turbe della digestione e dell’alvo, anoressia, disturbi mestruali, sterilità, abortività, cefalea, tic, convulsioni, perdita di peso, emorragia ed edemi, anemia, parestesie e crampi, sofferenza di muscoli e nervi periferici, malattie cutanee, pericarditi ricorrenti, alopecia, linfoma intestinale. Numerose sono inoltre le malattie associate alla celiachia, sia dipendenti direttamente dall’assunzione del glutine, come la dermatite erpetiforme, sia conseguenti al non riconoscimento precoce dell’intolleranza al glutine e quindi all’innesco di disordini immunitari, come il diabete mellito, la tiroidite, il lupus, le malattie infiammatorie croniche intestinali, i tumori, sia infine con nesso patogenetico non noto come il deficit di IgA, la sindrome di Down, di Turner, di William. L’ipersensibilità al glutine non
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#PEDIATRA I problemi causati dal glutine celiaca, o “Gluten Sensitivity” è invece una condizione in cui i soggetti presentano dolori addominali, meteorismo, diarrea, calo di peso, dolori articolari, astenia cronica, cefalea da assunzione di glutine, ma non sono celiaci. Dunque la gliadina del glutine può causare negli individui tre possibili reazioni: o tolleranza, o celiachia o ipersensibilità al glutine. La sensibilità al glutine non celiaca potrebbe essere in gioco in molte sindromi diagnosticata del colon irritabile, come sembra suggerire il recente studio multicentrico italiano “Glutox” Un tempo si raccomandava di attendere ad introdurre il glutine nello svezzamento dei bambini, oggi non più: poiché l’insorgenza di complicazioni della celiachia è correlata alla durata dell’assunzione di glutine, è fondamentale la diagnosi precoce per iniziare al più presto la dieta, perciò si raccomanda “tanto glutine e subito”, per favorire l’espressione classica della malattia, più facilmente riconoscibile delle forme paucisintomatiche e atipiche, parimenti pericolose. La diagnosi di malattia celiaca si basa sulla presenza nel siero di EMA e anti-tranglutaminasi e viene confermata dalla biopsia intestinale. Il test sierologico va fatto con soggetto a dieta contente glutine almeno da qualche settimana avendo questi anticorpi un’emivita di circa 30-60 giorni. Il dosaggio di questi stessi anticorpi nella saliva ha invece un minor valore diagnostico. Va invece definitivamente abbandonata la ricerca degli anticorpi antiglutine di vecchia generazione (AGA), essendo troppo aspecifici. Gli anticorpi Ig antigliadina sono stati sostituiti da qualche anno dagli anticorpi
contro i peptidi della gliadina deamidata (DPGs), sia di classe IgA che IgG, particolarmente utili nell’individuare come celiaci i bambini nei primi 2 anni di vita, quando, in alcuni casi, gli anti-TG e gli EMA non hanno già raggiunto valori patologici. Poiché anche in assenza di deficit di IgA è possibile in rari casi che il celiaco sia sierologicamente negativo con lesioni istologiche già evidenti, è necessaria la biopsia al momento della diagnosi. Invece, per il followup, si può fare affidamento sul dosaggio degli anti-TG, anche per valutare l’aderenza alla dieta glutinata. Da un punto di vista genetico, la predisposizione alla celiachia dipende dalla presenza nel DNA dell'organismo delle molecole HLA DQ2 e HLA DQ8. Il dosaggio di queste frazioni del sistema maggiore di istocompatibilità permette di stratificare il rischio relativo HLA correlato di essere celiaco di un soggetto suddividendo gli individui in cinque gruppi di rischio, da molto alto (G1) a molto basso (G5). La Biopsia intestinale è ancora considerata essenziale per la diagnosi di celiachia ma secondo i nuovi criteri ESPGHAN è possibile porre diagnosi senza praticare EGDS purchè siano rispettati 4 criteri ben precisi: 1. Sintomatologia suggestiva di celiachia, 2. Valori di anti-TG >10 volte il valore normale, 3. EMA positivi, 4. HLA positivo per DQ2/DQ8. La biopsia intestinale viene praticata mediante Esofagogastro-scopia e si raccomanda di raccogliere più campioni. Le lesioni istologiche sono classificate in 3 gradi secondo Marsh. La terapia della celiachia è dietetica: la dieta senza glutine consente il ripristino della
normale architettura intestinale e va continuata per tutta la vita. Attualmente se il bambino è sintomatico si ritiene opportuno dare inizio alla dieta priva di glutine; in assenza di sintomi o sintomi molto sfumati, se si hanno solo dati sierologici o genetici, si preferisce lasciare il paziente a dieta libera, con un follow-up stretto mirato a valutare l’accrescimento staturo-ponderale e l’eventuale comparsa di sintomi, praticando periodicamente il dosaggio degli anti-TG2 e dei principali parametri ematochimici. L’esecuzione e ripetizione della biopsia intestinale sarà valutata caso per caso. È in sperimentazione un vaccino che '”riprogrammi” il sistema immunitario, per indurlo a tollerare il glutine, prevenendo la comparsa della celiachia nelle persone a rischio. Il vaccino è basato sui tre peptidi che sono stati identificati come responsabili della risposta immunitaria al glutine. La speranza è che somministrando in piccolissime quantità i tre peptidi ai pazienti, questi dovrebbero desensibilizzarsi nei confronti del glutine. Anche il vaccino antiRotavirus potrebbe avere valore indirettamente preventivo, eliminando uno dei fattori che accelerano la comparsa della malattia nei soggetti predisposti. Speranze future anche per la pillola anticeliachia: è allo studio la pillola anti-zonulina, un farmaco che permetterebbe l'estemporanea ingestione di glutine senza reazioni immunitarie abnormi. La zonulina è un ormone gastrointestinale che regola l'apertura delle giunzioni tra le cellule che pavimentano l'intestino.
Dottoressa
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Francesca Maresca
#NUTRIZIONISTA
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Quali sono e com me utilizzzarli
Q
uali sono i migliori alimenti diuretici naturali e come vanno utilizzati? I diuretici sono delle sostanze che aiutano l’espulsione di urina e sono quindi ottimi in caso di gonfiore e di ritenzione idrica. La caffeina ad esempio è un importante diuretico naturale ed è presente in bevande come il caffè ma anche il tè verde, un vero alleato per il benessere e la salute. Attenzione però perchè esagerare con i diuretici può comportare dei problemi seri per la nostra salute e causare uno scompenso del bilancio idrico dell’organismo, con conseguente nausea, crampi, ipotensione e anche collasso cardiocircolatorio. Il consiglio è quindi quello di affidarsi ai diuretici naturali ricchi di acqua, potassio, vitamina C e vitamina B6.
I mig gliorri allimen ntii diurreticci na atura ali La caffeina è uno dei diuretici naturali più potenti: è anche stata classificata dalla FDA e dall’American Medical Association come sicura e si può trovare non solo nel caffè ma anche nelle foglie di tè e dei semi di cacao. Attenzione però perchè la caffeina può generare dipendenza, meglio quindi non esagerare con la sua assunzione. Ottimo anche il sedano che è ricco di potassio, calcio, fosforo, magnesio e selenio, vitamine
C ed A. Da non dimenticare l’ananas, che depura l’organismo e favorisce la diuresi, l’estratto di betulla, che combatte il ristagno di liquidi, il carciofo, che stimola la funzionalità epatica e renale, il cetriolo, che oltre a rinfrescare ha anche grandi capacità depuranti e diuretiche. Tra i diuretici naturali troviamo anche la cipolla che aiuta la produzione di urina, il finocchio, che aiuta a eliminare le scorie, da consumare fresco o anche sotto forma di tisana, le mele, l’ortica, che migliora la funzionalità renale e il tarassaco, un vero toccasana per la depurazione naturale dell’organismo.
Preccauzzionii nelll’u usoo di allimeenti diurretiicii I diuretici naturali solitamente vengono utilizzati in condizioni di gonfiore ma anche da chi desidera dimagrire in tempi molto brevi: attenzione però perchè la perdita di peso è dovuta alla perdita di acqua e non di grasso. Attenzione poi ad abbinare un’attività sportiva molto intensa con un massiccio utilizzo di diuretici: già con lo sport infatti si perdono molti liquidi che devono essere reintegrati per evitare uno scompenso nel fisico. Sono invece da evitare tutti gli alimenti con un’elevata presenza di sodio tra cui ricordiamo certamente i cibi fritti o arrosto, carni grasse, formaggi grassi, pizza, cioccolato
e dolciumi industriali, bevande gassate, alcolici e superalcolici. Ecco le ricette di alcuni centrifugati drenanti da provare: Ananas e cetriolo: idea per chi desidera combattere la ritenzione idrica e la cellulite. Si beve a digiuno di prima mattina. Cetrioli e cardo: 1 costa di cardo crudo e due cetrioli. Il sapore non sarà proprio il top ma è ottimo per incrementare la diuresi, purificare il sangue e per agevolare la funzione renale. Cetrioli e verza (o lattuga): in questo caso il sapore è più mite ma la diuresi è assicurata. Va bevuto regolarmente per qualche giorno. Mango e ananas: molto gradevole e rinfrescante è drenante ed anche ricco di vitamine. Finocchio e mela: forse vi farà storcere il naso ma fa parte dei centrifugati drenanti che aiutano il corpo ad espellere i liquidi in eccesso, svolgendo anche un’azione detox. Ananas, finocchio e sedano: servono due fette di ananas, due gambi di sedano ed un finocchio. Questo succo drenante ha davvero delle interessanti proprietà inoltre è digestivo. Sedano, mela e lattuga: anche qui forse il gusto non è proprio il massimo ma le ottime proprietà della frutta e della verdura sono davvero utili per sconfiggere la ritenzione idrica. Per aumentare l’effetto drenante si consiglia di qualche foglia di lattuga.
Dottoressa
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Brigida Pinto cell. 331.2668437 e-mail pintobrigida@gmail.com
"La fretta e la superficialità sono le malattie psichiche del ventesimo secolo..”, diceva Solgenitsin.
S
empre più spesso, soprattutto nelle condizioni in cui questo mondo ci ha abituati a vivere, capita di avere pazienti che, per i motivi più disparati, devono recuperare da un infortunio in tempi brevissimi. Partendo dal presupposto che alcuni tempi biologici non possono per nessun motivo essere persi di vista, pena il fallimento della guarigione, il mondo della riabilitazione propone, ogni giorno, strade “alternative”, per velocizzare i tempi di recupero e ottimizzarli. Antesignana, in questo senso, è la fisioterapia sportiva che ricerca, con le più sofisticate e avanguardistiche possibilità terapeutiche, il massimo risultato nel minimo tempo. Nel nostro piccolo, il “goal” più ambito dai pazienti è ridurre il dolore. Tra le tante terapie che hanno risultati in tal senso, la FREMS™ è quella di più recente produzione e quindi anche la più sconosciuta. Proviamo oggi, in termini semplici, a spiegarla. La FREMS™-therapy promuove un effetto curativo duraturo e una rapida riduzione del dolore, senza effetti collaterali. Ad oggi sono stati dimostrati scientificamente alcuni meccanismi d’azione promossi dall’utilizzo di tale terapia elettromedicale: essa garantisce una interazione con la trasmissione neuromuscolare e un aumento del microcircolo con un effetto antalgico spesso percepito già in prima seduta cui si abbina un aumento della vascolarizzazione nell’area trattata per aumento della produzione di fattori di crescita, (che servono nella formazione di nuovi vasi, essenziali nel processo di guarigione) e un’azione decontratturante. Doverosa è la parentesi da aprire sulla differenza tra analgesia e antalgia, due parole troppo spesso usate erroneamente come sinonimi. Nel primo caso il prefisso “an” significa “senza”, nel secondo “anti” significa “contro”: è necessario, se parliamo di fisioterapia, andare contro il dolore e non semplicemente spegnerlo. È nostro dovere, come riabilitatori, conoscerlo per combattere, al fine di destrutturarle, le cause patogenetiche (cosa che nell’analgesia non avviene), altrimenti il nostro
lavoro non ha perfettamente senso. Sta di fatto però che non possiamo dimenticarci che a convivere con il dolore non siamo noi, ma i nostri pazienti, i quali saranno ben lieti di sentire sollievo immediato dalle loro pene, a maggior ragione se consapevoli anche di stare effettuando una terapia che combatte le cause del dolore stesso. FREMS™ è una tecnologia costituita da segnali elettrici biocompatibili generati da neurostimolatori computerizzati e somministrati attraverso elettrodi transcutanei. I segnali FREMS™ sono biocompatibili in quanto, a differenza delle tradizionali elettroterapie sono simultaneamente modulati in frequenza, ampiezza e durata, in grado quindi di interagire con i tessuti biologici, promuovendo il recupero funzionale. Sono indicati in numerosissime condizioni, dalle radicolopatie acute o croniche, come lombosciatalgie, cervico-brachialgie, sindrome del tunnel carpale, anche refrattarie ad altre terapie o trattamenti, alle sindromi miofasciali, alle condizioni patologiche muscolari che vanno dal D.O.M.S. allo stiramento o all’ematoma, nelle sindromi miofasciali, nei traumi distorsivi e contusivi e nelle tendinopatie. Sono esclusi dall’uso dell’apparecchio solamente i pazienti: - portatori di pace-maker, defibrillatori o neurostimolatori impiantabili; - con precedenti episodi di epilessia; - affetti da tumori o in stato di gravidanza. Il grosso vantaggio della FREMStherapy è l’immediatezza dell’intervento che ci permette di trattare la malattia anche nella sua fase acuta modificandone il decorso ed è ben associabile a tutto il resto delle terapie che, nello specifico, possono effettuarsi in combinazione. La durata è estremamente variabile, dai 5 ai 40 minuti e viene stabilita in sede di valutazione del paziente, così come il numero di sedute. Tutto non dimenticandoci, oltre che delle esigenze specifiche dei pazienti, dell’obiettivo “salute”, e lavorando per raggiungere il nostro traguardo come ci suggeriva il buon Goethe: “senza fretta, ma senza sosta”.
Dottoressa
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#NEUROPSICOMOTRICISTA archivio articoli http://bit.ly/d-caiafa
I
l mese scorso ho parlato dei disturbi oppositiviprovocatori, ora vorrei concludere parlando di come spesso si comportano a scuola tali bambini. In ogni classe non manca mai il così detto oppositore. Un alunno o un'alunna che ha un'azione di rottura nei confronti del programma didattico e dell'andamento regolare della vita della classe, contrastando l'insegnante oppure opponendosi alle dinamiche del gruppo classe. Solitamente l'oppositore è: litigioso, crea conflitti, disturba.... in ogni classe ci sono uno o più elementi che interferiscono direttamente con lo svolgimento delle attività , la modalità più comune di disturbo è attraverso: il parlare continuo, interrompere,
fare rumore e in casi più gravi con forma di aggressione fisica. Spesso gli insegnanti per contrastare questi soggetti usano mandare a casa la famosa NOTA, (chi di noi non ne ha avuto almeno una nella vita?) ma in soggetti così particolari diventa una collezione di comportamenti stravaganti e difficilmente accettabili. Tale modalità può risultare utile per un rapporto di comunicazione diretta con la famiglia. I genitori prendono consapevolezza delle difficoltà, NON cercano di nascondersi dietro il "GRUPPO” oppositore e prendono provvedimenti per AIUTARE il proprio figlio. Quindi i genitori si rivolgono all'insegnante chiedendo spiegazioni per quanto scritto, creando, così, un' ALLEANZA tra
Daniela Caiafa cell. 347.5477785 Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00
scuola-famiglia per contrastare i comportamenti scorretti dell'alunno. La scuola per gestire queste situazioni, può attuare delle strategie di interventi finalizzati ad esercitare un'azione educativa volti a favorire l'assunzione da parte del gruppo delle problematiche oppositive del singolo. Si potrebbe ricreare una didattica di gruppo uscendo dagli schemi. Dal canto suo la famiglia dovrebbe chiedere aiuto a figure professionali, così da permettere l'ascolto della rabbia del bambino, mascherata da comportamenti non socialmente accettabili. Il compito del terapista sarà quello di aiutare ad elaborare, capire, accettare e infine modificare i comportamenti problema. In questo modo non solo si aiuterà il bambino a superare le difficoltà, e si permetterà un inserimento sociale più adeguato e sereno.
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#NATUROPATA
Mariateresa Caiafa
archivio articoli http://bit.ly/mt-caiafa
cell. 338.8194524
i tratta di un metallo duttile color argento, si estrae principalmente dai minerali di bauxite ed è caratterizzato dalla sua morbidezza, leggerezza e resistenza all'ossidazione, dovuta alla formazione di un sottilissimo strato di ossido che impedisce all'ossigeno di corrodere il metallo sottostante. Non è assolutamente tossico al tatto ma se ingerito fa veri e propri danni al nostro corpo, esempio: danneggiamento del sistema nervoso centrale, demenza, perdita della memoria, indebolimento, tremore e autismo. Questo metallo si trova dappertutto anche nelle nostre case, è stato calcolato, più o meno, che l’assunzione giornaliera di alluminio è fra i 10mg e 110mg, però il corpo tende ad eliminarne la maggior parte nelle feci, nell'urina e in parte nel sudore. Fate attenzione al fosfato di alluminio di sodio (un
emulsionante dei formaggi fusi), all’allume di potassio (usato per imbiancare farine), al silicoalluminato di sodio o il silicato di calcio di alluminio (aggiunto al sale comune da tavola per facilitarne l'uscita dalla saliera impedendo la formazione di grumi), alle scie chimiche, ai vaccini, ad alcuni farmaci da banco come alcune aspirine per bambini, alla miriade di prodotti per l’igiene, al borotalco, ai filtri delle sigarette, al lievito, ai dentifrici, alle pentole, alle vaschette e al foglio di alluminio. Vorrei soffermarmi su quest’ultimo elemento poiché è praticamente utilizzato da tutti. Avete mai letto le avvertenze? Girate quella piccola e lunga scatolina di cartone: "evitate il contatto con cibi fortemente acidi o salati“, sapete il perché? Semplicemente perché si scatena una reazione chimica che fa si che l’alluminio migri in quel cibo,
significa che se usate la carta di alluminio per coprire la classica pizza margherita, il pomodoro, la mozzarella essendo cibi acidi si impregneranno di particelle di alluminio. "Non utilizzate il foglio per coprire cibi umidi contenuti in scodelle o piatti in metallo”, stesso discorso di prima, stessa reazione chimica. Alcune vaschette di alluminio sono rivestite internamente da uno strato di vernice che isola dal contatto diretto con le pietanze purchè si rispettino alcune condizioni ammesse dalla legge che obbliga l’etichettatura per prodotti in alluminio, sui quali deve essere indicato: • non idoneo al contatto con alimenti fortemente acidi o fortemente salati; • destinato al contatto con alimenti a temperature refrigerate;
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#NATUROPATA Caution alluminio
• destinato al contatto con alimenti a temperature non refrigerate per tempi non superiori alle 24 h; • destinato al contatto con gli alimenti a basso potere estrattivo (come caffè, spezie ed erbe, zucchero, cereali, paste alimentari non fresche, prodotti della panetteria, legumi e frutta secca, ortaggi essiccati) a temperature ambiente anche per tempi superiori alle 24 ore. Si può rimuovere con metodi naturali questo metallo? La procedura standard per la rimozione dei metalli pesanti del corpo è detta "chelazione”, cioè tramite somministrazione di un agente chelante, che si lega ai metalli pesanti residenti nell’organismo facilitandone la naturale espulsione: • zeolite, un minerale di origine vulcanica, non viene assorbito dal tratto gastro-intestinale, pertanto non è tossico. Riduce la presenza di elementi dannosi nell'organismo (azione disintossicante e protettiva) ed evita l'assorbimento di questi elementi dannosi da parte dei tessuti (azione preventiva). Quando la si assume si deve bere molta acqua perché porta stitichezza; • clorella, è un’alga che ha una buona dose di clorofilla quindi utile per espellere le cellule dannose per il ns corpo; contiene carotenoidi e altre sostanze benefiche in grado di contrastare i radicali liberi, limitando i danni al DNA; è in grado di ricreare la flora batterica. Attenzione a non usarlo per periodi lunghi poiché potrebbe danneggiare il fegato; • coriandolo, depurativo, carminativo, antispasmodico e stomachico. E’ un buon
rimedio naturale contro coliche addominali, difficoltà digestive e gonfiore. Gli studi hanno rilevato che il coriandolo rimuove il problema solo in alcune parti del corpo, quindi è necessario adoperarlo in abbinamento ad un altro agente (come la clorella) per completare il processo di disintossicazione; • aglio, l'abbondante presenza di selenio bioattivo lo rende efficace per proteggerci dalla tossicità del mercurio. Lo zolfo, invece, contribuisce ad ossidare metalli pesanti come cadmio e piombo, rendendoli solubili in acqua; • clorofilla; • alga klamath, come una spugna cattura i metalli. Quando l’organismo si trova ad affrontare una mancanza di minerali o vitamine indispensabili per la salute, ricorre ai metalli tossici, il piombo ad esempio sostituisce il calcio nel cervello, il cadmio sostituisce lo zinco e l’alluminio sostituisce il magnesio. La sostituzione permette ai
sistemi enzimatici, vitali per la nostra salute, di continuare a funzionare, ma non di funzionare esattamente come prima. I metalli tossici sono definiti come “killer subdoli” e l’organismo può rimediare a queste varianti se avvengono per un periodo limitato di tempo, tuttavia se perdurano abbastanza a lungo, non è più possibile porvi rimedio. Per questa ragione è opportuno seguire periodicamente un programma di disintossicazione sotto controllo medico.
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#SESSUOLOGA archivio articoli http://bit.ly/op-zagaroli
Dottoressa
Olga Paola Zagaroli Cell. 335.8709595
Perché le donne chee hanno suubitoo un abuso seessuale possoono avere mescenza gennitale (eccitarrsi) senza proovare piaceree? una tum
L
a tumescenza genitale è il rigonfiamento, o aumento di volume, degli organi genitali, provocato per lo più da aumentato afflusso sanguigno. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che possono esserci molte ragioni per cui una donna davanti a uno stimolo erotico non sperimenta un’eccitazione soggettiva anche se i suoi genitali sono attivati. La tumescenza è, infatti, una fase del ciclo di risposta sessuale. Può essere stanca, momentaneamente distratta e non focalizzata sull’eccitazione, o non consapevole delle sensazioni dei suoi genitali. Un’altra possibile motivazione per cui le donne non riportano eccitazione quando vedono immagini che non sono vissute come sessualmente eccitanti è che la tumescenza dei genitali femminili e la lubrificazione servono come risposta protettiva.
Vediiamo il perch hé e cosa succedee. Uno studio di Suschinsky et al. (2009) ha indagato la risposta sessuale di volontari a cui venivano mostrate attraverso delle diapositive varie immagini sessuali. Mentre vedevano queste figure, i soggetti erano collegati a dei monitor sensoriali che misuravano il flusso sanguigno e la tumescenza dei loro genitali. I volontari maschi si eccitavano solo agli atti sessuali specifici che riportavano come eccitanti. Le donne tendevano ad avere una tumescenza genitale, anche quando non erano soggettivamente o sessualmente interessate a un particolare tema, a volte anche davanti a una scena di stupro. Quando alle donne poi venne chiesto di fronte a quali immagini avessero provato eccitazione, esse risposero che l’avevano provata solo di fronte quelle attività che erano state sessualmente interessanti per loro. Erano dunque inconsapevoli che i loro genitali avevano risposto con una tumescenza automatica alle immagini che loro non avevano trovato per niente attraenti. Come mai? I genitali femminili, soprattutto la vagina, sono vulnerabili alla violenza e ad altre ferite quando
vengono attaccati. Se assaliti, è produttivo per una donna lubrificarsi e avere il gonfiore genitale, poichè i genitali irrorati di sangue sono esposti a un rischio minore di essere danneggiati. Quindi vedere uno stupro o una scena di aggressione può essere il massimo dello “spegnimento”, ma l’eccitazione sessuale “si attiva” come meccanismo di protezione istintivo. Questo articolo è tratto dalla collaborazione con “ilvasodipandora.org” Riferimenti Davis., L. (1993). Allies in Healing: When the Person You Love Was Sexually Abused As a Child. HarperCollins Publishers Haines, S. (2007). Healing Sex: A Mind-body Approach to Healing Sexual Trauma. Cleis Pr. Suschinsky, K.D., Lalumière, M.L., & Chivers, M.L. (2009). Sex differences in patterns of genital arousal: Measuremente artifact or true prenome? Archives of Sexual Behavior, 38(4), 559-573
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Ernesto Lupacchio
#WELLNESS
Personal Coach
archivio articoli http://bit.ly/e-lupacchio
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Io sono il padrrone del mio desstino! Io sono il capittano dellla mia anima! Nelson Man ndela
Q
ualche giorno fa, mentre facevo lezione di Functional Training a tre ragazze come Personal Coach, ho assistito ad un episodio che mi ha fatto riflettere molto: una delle tre ha rimproverato la figlia che era con lei in sala mentre si allenava, con un tono di voce molto severo ... forse troppo. Dopo il primo rimprovero, sempre con lo stesso tono, ordina alla figlia di sedersi e non muoversi. La bambina obbedisce, ma resiste solo 30 secondi, poi ricomincia con lo stesso gioco poco prima proibitole dalla mamma e così sono seguiti ancora altri ammonimenti e rimproveri culminati in un urlo inviperita: "Bastaaaa, mi sono scocciata, sei cattiva…non ti sopporto più!”
Chissà quante volte, anche a noi, sarà capitato di assumere atteggiamenti simili con i nostri figli e pronunciato frasi come quelle sopra riportate e forse anche di più brutte, senza renderci conto di quali segni e danni provochiamo alla loro crescita nella delicata fase dell'infanzia o dell' adolescenza. I nostri comportamenti per correggere o insegnare certe regole non devono mai sfociare in violenza o aggressività, così come gli urli e i rimproveri non devono mai essere espressione di rabbia e stress né sfogo di una nostra frustrazione. Il genitore aggressivo che non domina i propri impulsi, le proprie emozioni, le proprie ansie e paure non solo non corregge
gli errori del proprio figlio ma indirettamente gli insegna a risolvere i problemi con collera e rabbia. Durante l'episodio descritto, con delicatezza e discrezione, ho fatto in modo che la mamma in questione si rendesse conto dell'atteggiamento e dei toni esasperati ed esagerati che aveva usato. Lei ravveduta e forse anche un po' in colpa ha risposto: "È più forte di me!” In uno dei molteplici corsi di crescita personale che ho seguito è stato affrontato proprio questo argomento: la pericolosa trappola mentale in cui facilmente si può incorrere quando vengono pronunciate queste cinque semplici parole: "…È PIU’ FORTE DI ME!". Quante volte hai sentito una frase del genere? In queste cinque parole si nasconde il cosiddetto "sequestro emozionale". In pratica, ogni volta che accade una determinata situazione (grande o piccola non importa), la persona resta "intrappolata" dalle sue emozioni e anziché scegliere: "cosa pensare", "cosa dire" e "come comportarsi"… la lascia "rapire" dalle sue emozioni reagendo in modo istintivo, fino a volte a "perdere la testa". Guardandoti in giro, potrai notare che in un periodo così frenetico e pieno di stress, come quello che stiamo vivendo, sempre più persone
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#WELLNESS È più forte di me!
sono in questa condizione di " sequestro emozionale" rapportandosi in modo errato proprio con i loro figli. E allora cosa fare? Come rivolgersi ai giovani? In passato gli adolescenti partecipavano intensamente alla vita della società; oggi tutto sembra ruotare intorno a loro... ma purtroppo è solo una falsa illusione. Sono sempre più soli e poco partecipi perché immersi e dipendenti dai "social media”. Vivono in simbiosi con cellulari, i-pad, videogiochi etc. come se il mondo reale fosse là dentro invece che fuori. Che ci piaccia o no questo nuovo modo di comunicare fa parte di quest’era, con conseguenze che incidono negativamente su motivazione, interessi, spirito di iniziativa, senso di responsabilità, partecipazione alla vita sociale, creatività etc. Come un genitore può intervenire su questa delicata situazione e cosa può fare? Stare a passo con i tempi e condividere e conoscere il loro mondo e il loro nuovo modo di comunicare. Solo così possiamo filtrare e canalizzare il corretto utilizzo di questi nuovi strumenti digitali insegnando loro ad usarli ma senza esserne usati, diventando così per loro un COACH, una guida, senza imporre loro le cose e aiutarli a pensare con la loro testa per prepararli a vivere in modo costruttivo. La chiave della motivazione è proprio questa: condividere e stabilire insieme le "regole”, per sentirsi autori di scelte di vita e per essere in grado di affrontare la vita. La gestione delle emozioni, la gestione del tempo, l’essere responsabili non sono abilità che possono essere insegnate
facilmente a scuola, ma spetta primariamente ai genitori guidare i loro figli nell'acquisizione di queste competenze di vita, con il modo più naturale semplice ed efficace che da sempre caratterizza ogni tipo di apprendimento: l’ESEMPIO! Quanto tempo stai al telefono o trascorri davanti al televisore? Quante volte mentre tuo figlio ti parla e racconta di lui tu riponi il cellulare, smetti di messaggiare e chattare o spegni la tv? Noi genitori siamo il costante parametro di riferimento, il modello da seguire, siamo l’esempio. SE TU FUMI COME FAI A DIRE A TUO FIGLIO DI NON FARLO? Se tu mangi male e in modo sregolato, se non fai una regolare attività fisica, se sei in sovrappeso e lo abitui nella sua alimentazione a "Coca Cola" "Nutella" "Hot dog", "merendine", "formaggi", "insaccati", "fritture", etc. etc. come pretendi di insegnargli poi, a mangiare sano e bene? Chi gli ha dato questo tipo di alimentazione? Ovviamente direte: "ma lui mi chiede la coca cola, la nutella, etc., è un bambino… è un ragazzo… Ed io per il bene che gli voglio, lo accontento". Invece NO, gli
stiamo facendo solo del male. Se gli compriamo tutto, dall’Iphone all’abbigliamento griffato, se appena chiede qualcosa lo accontentiamo, siamo sicuri di aiutarlo? Certo ci sentiremo gratificati perché in quel momento lo abbiamo reso felice, ma nel tempo scopriremo di averlo invece danneggiato… Tu vuoi veramente danneggiare tuo figlio? NO? Allora CAMBIA!!! Cambia imparando a gestire i tuoi stati d'animo e raggiungere così la libertà di scegliere come sentirti; impara ad usare le strategie più efficaci per migliorare concretamente la tua vita. Come fare? Vieni ai miei seminari di “EMOTIONAL FITNESS” che terrò al Central a Sorrento e Vico Equense.
Maii nu ulla di spleendiido è sta ato reallizza ato se non da chi ha osatto crredeere che den ntroo di sé ci fossse qualccosa a di più gra andee dellle circcostanzee. Brucee Bartton
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Nello Iaccarino LSM - PT - Preparatore e Consulente
#PERSONALTRAINER
cell. 329.6220310 e-mail infonelloiaccarino@email.it
archivio articoli http://bit.ly/n-iaccarino
L
o Stripping (o Drop Set o Serie a Scalare) è una tecnica di allenamento adottata soprattutto dai body-builders alla ricerca dell'ipertrofia muscolare. È una delle tantissime tecniche di allenamento, molto vecchia, spesso classificata come tecnica di intensità (io la definirei più di densità, perchè comporta riduzione dei tempi di recupero tra serie, decalage inevitabile del peso e accumulo di lattato). Essa è facilmente applicabile in palestra, per motivi pratici, ad esercizi mono-articolari più che ai multiarticolari. Lo Stripping, come altre tecniche di allenamento, è consigliabile ad atleti intermedi ed avanzati che già maneggiano buoni carichi, hanno buona padronanza del loro corpo e dei loro segmenti corporei e che hanno buona capacità di concentrazione muscolare (mente nel muscolo). La sua migliore applicazione ovviamente ricade, come già precedentemente scritto, sui mono-articolari che utilizzano quasi esclusivamente bilancieri e manubri, i quali permettono ampi ROM articolari; le macchine isotoniche che guidano o possono “imprigionare” il movimento sono da limitare. Lo Stripping consiste nell'eseguire delle serie di un esercizio con ripetizioni generalmente fisse (6-10) e ridottissimo o nullo tempo di recupero tra esse; ovviamente il peso iniziale sarà il più pesante (70-80% del max) e quest'ultimo subirà, nelle serie successive per mantenere le ripetizioni prefissate, un forte decremento o decalage. Spesso lo Stripping,
applicato all'allenamento di uno specifico gruppo muscolare, è preceduto da un esercizio multi-articolare (che enfatizza il reclutamento di fibre veloci e quindi a ripetizioni più basse).
Supponendo di voler allenare 2 gruppi muscolari specifici quali Dorsali-Tricipiti (flessori i primi, estensori i secondi); un esempio può essere:
Esercizio
Serie
Ripetizioni
Recupero
Trazioni alla sbarra
4
5
1'
Rematore manubrio
4
8+8+8+8
nullo o quasi
Dips
4
5
1'
French press manubrio
4
6+6+6+6
nullo o quasi
N.B. (Per le trazioni e Dips, se si superano le 5 ripetizioni, applicare un sovraccarico; per rematore e french press le serie devono essere “tirate” al limite). Ovviamente, tutto deve essere inserito in una logoca di programmazione sia essa ciclizzazione e/o periodizzazione.
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Valerio Massimo Aiello
#AVVOCATO
Avvocato penalista
archivio articoli http://bit.ly/vm-aiello
cell. 339.4095882
Il nuovo reato ex art. 589 bis CP
R
evoca della patente e pene severissime per coloro che provocheranno la morte di una persona alla guida dei propri veicoli in stato di ebbrezza o dopo aver assunto sostanze stupefacenti o semplicemente in violazione delle norme sulla circolazione stradale. È quanto stabilito dalla legge n. 41 del 23 marzo 2016, entrata in vigore lo scorso 24 marzo, che ha introdotto nel nostro codice penale il nuovo reato di omicidio stradale rubricato all’art. 589 bis che punisce con tre livelli di pena, a seconda della gravità della condotta, coloro che provocano un incidente stradale mortale. In particolare sarà punita con: 1. Pena da 8 a 12 anni l’ipotesi più grave, ovvero omicidio stradale in stato di ebbrezza con tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro e in caso di assunzione di sostanze stupefacenti ;
2. Pena da 5 a 10 anni l’ipotesi di omicidio stradale con tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, eccesso di velocità, attraversamento con il semaforo rosso, circolazione contromano, inversione di marcia in prossimità di incroci curve o dossi, sorpasso con linea continua; 3. Pena da 2 a 7 anni in tutti gli altri casi. Nel caso di fuga viene previsto un aumento di pena da un terzo a due terzi ed in ogni caso la stessa non potrà essere inferiore a 5 anni; la pena verrà inoltre aumentata in caso di guida con patente revocata o sospesa e senza assicurazione. Alle violazioni suindicate conseguirà altresì la revoca della patente per una durata variabile, anche in questo caso, a seconda della gravità del fatto: 1. revoca per 10 anni in caso di omicidio "semplice";
2. per 15 anni in tutti gli altri casi; 3. fino a 20 se il colpevole ha precedenti per droga ed alcol; 4. fino a 30 anni in caso di fuga (cd ergastolo della patente). In chiusura viene previsto l’arresto obbligatorio in flagranza per l’omicidio stradale commesso da chi guida in stato di ebbrezza grave (sopra 1,5gr/ litro) e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Pene salatissime anche per chi ponendosi alla guida del proprio autoveicolo in stato di ebbrezza o dopo aver assunto sostanze stupefacenti o semplicemente in violazione delle norme sulla circolazione stradale provochi a taluno lesioni personali. Viene difatti ridisegnato l’art. 590 bis CP in lesioni personali stradali anch’esso strutturato con diversi livelli di pena a seconda della gravità della condotta: ad esempio in caso di stato di ebbrezza superiore a 1,5 grammi per litro o uso di stupefacenti, per le lesioni gravi la pena andrà da 3 a 5 anni e per quelle gravissime da 4 a 7 anni ovvero per le lesioni causate da violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale la pena varierà con la reclusione da tre mesi a un anno per le lesioni gravi e da uno a tre anni per le lesioni gravissime. La materia esigerebbe ulteriori chiarimenti non possibili in tale sede per necessità di brevità di esposizione.
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Giovanni Fontanarosa
#ECONOMIA
Laureato in Economia Aziendale Consulente Finanziario iscritto all’albo nazionale
archivio articoli http://bit.ly/fontanarosa
cell. 338.4716155
L
eggendo il titolo immagino che tutti voi lettori vi aspettiate qualche escamotage finanziario, un’alchimia o qualsivoglia formula da applicare al mondo sempre più complesso della finanza. Niente di tutto questo e soprattutto non esiste il momento giusto per entrare sui mercati finanziari, il cosìdetto "Timing", il momento perfetto non è possibile conoscerlo, nemmeno per noi addetti al settore. Quindi se sia meglio entrare nel mondo degli investimenti durante una profonda crisi finanziaria (come quella del 2008) piuttosto che nella fase iniziale della ripresa come nel Marzo del 2003 o nel Marzo del 2009, non ci è dato saperlo! Cosa fare? La scelta lungimirante è risparmiare, con costanza e per un prolungato periodo di tempo (orizzonte temporale). Per quanto possa sembrare scontato si è dimostrato che dal 1998 ad oggi (31 Dicembre 2015), ossia da quando è partito l’euro, ad incidere sul capitale finale accumulato è stata soprattutto la capacità di risparmio della persona. È quanto è emerso da un’analisi su investimenti effettuati su fondi comuni italiani ipotizzando un versamento iniziale di 50 mila euro e versamenti mensili successivi di circa 350 euro per un periodo di circa 200 mesi. Ebbene un investimento di
questo genere avrebbe permesso di accumulare quote di un fondo comune d’investimento per un controvalore al 31 Dicembre 2015 pari a 148 mila euro (capitale finale cumulato): di questi, oltre ai 50 mila euro iniziali, 70 mila euro sono stati i versamenti effettuati mentre i restanti 28 mila euro sarebbero state le rendite finanziarie, il guadagno per intenderci. Questi risultati sono stati ricavati utilizzando l’indice generale dei fondi comuni italiani, la sostanza non sarebbe cambiata usando altri indici specifici. Per esempio nel caso in cui avessimo utilizzato dei fondi azionari globali internazionali, il capitale finale cumulato sarebbe arrivato a 182 mila euro di cui 50 mila sempre versati inizialmente; 70 mila versati mensilmente e con le rendite finanziarie che avrebbero generato guadagni complessivi di 52 mila euro. I frutti degli investimenti sarebbero, comunque, sempre stati inferiori alla capacità di risparmio nel tempo: basti pensare che, per avere lo stesso importo dei versamenti (70 mila
euro) come guadagno derivante dalle rendite finanziarie, il capitale iniziale da investire sarebbe dovuto essere di 250 mila euro (140 mila nel caso di un fondo azionario globale internazionale)! Il periodo esaminato è lungo 17 anni dal 1998 al 2015 e non è stato redditizio per le Borse mondiali infatti le più importanti aziende a livello globale in questo periodo hanno registrato un rendimento medio annuo del 2,4% mentre negli ultimi 40 anni hanno messo a segno un rialzo del 6,8%! La conclusione è chiara: la cosa giusta da fare per guadagnare sempre nel tempo è risparmiare molto e con costanza consultando il proprio promotore finanziario di fiducia che vi sappia traghettare serenamente negli anni in questo mare tempestoso della finanza. Solo così è possibile accumulare ricchezza a prescindere dall’andamento dei mercati finanziari.
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Domenico Casa Consulente filosofico
#FILOSOFO archivio articoli http://bit.ly/d-casa
I
recenti fatti criminali di Roma in cui, non si capisce bene se, consapevolmente o meno, per gioco o per altro, il giovane Varano si è lasciato trascinare per un gioco mortale, hanno richiamato alla mente altri delitti italiani analoghi, in primis quello in cui, alcuni anni or sono, a Perugia, durante un festino di natura erotica con contorni abbondanti di droghe, finì uccisa la giovane inglese Meredit. La cosa sorprendente e agghiacciante, nel caso di Roma, è la motivazione che ha indotto i due rei confessi a giustificare il delitto: "Volevamo vedere cosa succedeva". Nel caso di Perugia l'assassinio è avvolto nella nebbia più fitta. Probabilmente quella delle droghe che ha confuso la mente dei celebranti il "rito". Viene da pensare che, nel "mondo" mentale egotico e tardoinfantile di queste generazioni, di cui gli autori dei fatti inquietanti costituiscono le schegge impazzite, non si possiede una mappa precisa sia di quello che è l'altro (intendendo per altro il proprio simile), sia del limite oltre il quale non è possibile spingersi nelle relazioni umane - ammesso che le generazioni precedenti siano state in pieno possesso di quella mappa. Il dubbio nasce dal fatto che quei giovani non sono nati dal nulla né sono stati catapultati sulla terra da un altro universo, ma hanno avuto qui la loro culla e le loro mammelle. A tale proposito c'è
un'affermazione, di cui ovviamente non si comprende appieno la portata, ripetuta a iosa, soprattutto da adolescenti e giovani: "Io sono libero di fare quello che voglio". Vero e falso ad un tempo. Perché se è vero che noi siamo costituiti nella libertà, è anche vero che la libertà è un "farsi", nel senso che si è sempre al di qua della sua piena realizzazione. In secondo luogo essa non può essere confusa con l'arbitrio. Se così fosse, davvero ciascuno potrebbe fare ciò che vuole. La possibilità di una tale libertà non viene esclusa nell'ambito dei propri perimetri personali, dove ciascuno effettivamente ha potere su se stesso, nel senso che può spingere dove crede la propria libertà con tutte le conseguenze positive o, al contrario, con i rischi che ne potrebbero derivare. Ma, laddove c'è un'alterità, non è possibile fare tutto quello che si vuole. Si cadrebbe, come avviene spesso, in quella che Hobbes definiva "condizione di natura", senza i limiti imposti dalle leggi e in cui gli uomini avvertono un senso di onnipotenza fino a sentirsi autorizzati a fare dell'altro persino un oggetto di gioco per la morte. Bisognerebbe - ma chi ormai, per intelligenza, empatia e volontà, è in grado di farlo, nello sfascio graduale e generale di quel che riguarda gli ambiti sociali e istituzionali e che Hegel identificava in famiglia, società civile, Stato, tutte da
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ridisegnare e ridefinire? - che i confini tra io e l'altro non fossero fluidi come avviene adesso, per cui con facilità è possibile scavalcarli, invaderli e occuparli. È necessario che siano ben definiti e invalicabili. Porte blindate dinanzi alle quali ognuno deve sentirsi bloccato, un pò come il Poeta si sente impedito dinanzi alla porta che immette nell'Inferno. "Lasciate ogni speranza - non qui per passare". Solo un avvertito e profondo rispetto della sacralità dell'altro può impedire l'invasione e la sopraffazione - di solito del più debole. Nessuno di noi ha il passaporto per oltrepassare i confini altrui, o la chiave per aprire le porte dell'altro. Ed è a tal punto vero, che quando ci si sente ostacolati o impediti, si ricorre a quella forza oscura e perversa che è dentro ciascuno di noi, che si chiama violenza, uccisione. Da tenere sempre a bada perché può travestirsi in una molteplicità di modi, assumere anche il volto dell'amicizia. Talvolta mascherarsi da semplice gioco sia pure accattivante e fonte di piacere. Per vedere cosa avviene.
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#POETA archivio articoli http://bit.ly/s-spinelli
Salvatore Spinelli Poeta
“Mamma” è, sì, la più bella parola perchè di mamma ce n’è una sola, questa parola significa vita che lei dà con gioia infinita.
Del figlio coprirà le marachelle e lo difenderà se è ribelle, pei figli anche lacrime verserà ma giammai se ne lamenterà.
La mamma è Amore smisurato solamente a Dio equiparato, insuperabile è la sua bontà che pure Dio, forse, di più non ha.
Raramente diventa imparziale se il figlio si comporta male e cerca sempre la giustificazione a qualsivoglia sua azione.
D’essere buono Dio giammai finisce ma sovente i figli Suoi punisce, la mamma, no, sa solo perdonare, meglio di lei nessuno lo sa fare.
Ma se per giustezza lei lo accusa in qualche modo con lui si scusa, per lei anche il figlio delinquente è sempre il suo piccolo innocente.
La mamma col bambino al seno è la vera immagine del sereno, è un vero monumento all’Amore, quello che viene dal cuore.
Se affondi la testa nel cuscino e piangi in silenzio, poverino, è lei che, pur distante, ti sente perchè al cuor di mamma non si mente.
E’ lei che solamente guardando capisce subito se stai barando e così, anche se bene non ti sta, ti dice sempre, sempre la verità.
Se un dolore al cuor ti ferisce è lei che subito te lo guarisce, per te, forse, è intollerabile ma per lei nulla è impossibile.
Lei impara con qualche trucchino a guardar con gli occhi del bambino, è lei che ti chiama a perdifiato per darti quel che hai dimenticato.
La mamma possiede quella colla capace d’attaccare una folla, altro amore da lei ti può staccare ma è da lei che dovrai tornare.
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La mamma d’apprension è pervasa quando i figli non sono in casa poi si rasserena un pochino quando son nel loro lettino.
E’a quel punto che lei deve avere perchè ha dato senza mai parlare e ancora dà pur vecchia e stanca, dà ancora con la sua testa bianca.
Rimbocca loro le coperte, li guarda e in contemplazione si attarda poi un bacino e una carezza dati con infinita tenerezza.
Cosa la mamma sia stata per noi purtroppo lo capiremo poi, quando l’immenso vuoto che lascerà nessuno, nessuno mai colmerà.
S’allontata piano e a ritroso per non turbarne il riposo, i suoi tesori son con lei, è sicura, di perderli, per ora, non ha paura.
Allora vorremmo dirle tutto, parole che mai le abbiamo detto, vorremmo stringercela al cuore ma... ci sommerge il dolore
Per la famiglia è faro sicuro, per il presente e per il futuro, un chiaro punto di riferimento in ogni istante, in ogni momento.
“Tu ce l’hai la mamma, cosa vuoi di più, la più bella gemma la possiedi tu!” lo dice chi non l’ha mai conosciuta a chi, felice, l’ha sempre avuta.
La mamma è una sicura spalla per poter restare a galla, per Amore e non solo per quello per la mamma sei sempre il più bello.
Eppure c’è qualche figlio ingrato che la propria mamma ha rinnegato: povero te, per quell’insano gesto il giudizio divino sarà funesto.
“Son tutte belle le mamme del mondo!” questo motivo s’andava cantando, era quella una grande verità, era così e sempre così sarà.
Guai a te, figlio scellerato che a tanto Amore hai rinunciato, ti pentirai molto amaramente specie se far non potrai più niente.
Ai figli lei dà solo Amore perchè sono pezzi del suo cuore, per i figli lei darebbe la vita e con abnegazione infinita.
Non potendo, Dio, star in ogni posto si dice che abbia così disposto: “Le mamme faranno le mie veci perchè solo d’Amore son capaci!”
Con essa, bontà personificata la casa è sempre illuminata e pur nella notte nel buio più nero c’è la sua luce fatta d’Amore vero.
Grazie mamma per essere nata, grazie per la vita che m‘hai data, grazie del tuo immenso Amore che serberò sempre nel cuore.
Della casa è nume tutelare, un angelo con immenso alare, sotto di esse, in ogni condizione trovi sempre sicura protezione.
....... L’Amore più grande al mondo è quello della MAMMA per i figli perchè è disinteressato. .......
Col tempo la mamma incanutisce e lentamente s’indebolisce, diventa fragile e delicata, quindi va assistita e curata. Accarezzar la sua testa d’argento si creda, è impagabile momento, sostenerla nella sua fragilità è atto che dà gioia, solo gioia dà.
.... Gesù mi disse: Ascolta, Tommaso. A colui che bestemmia il Padre sarà fatta misericordia, a colui che bestemmia il Figlio, sarà perdonato. Ma colui che bestemmia la MADRE non troverà perdono ne in Terra nè in Cielo”. Vangelo di Tommaso non riconosciuto dalla Chiesa facente parte dei rotoli del Mar Morto.
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#ARREDAMENTO
S
i! Ma anche maggio, giugno e tutto il resto dell’anno. Le dritte sono varie, prima di tutto un sano stile di vita, molta acqua, cibo sano, un po’ di tutto e in ultimo, ma non per ultimo, un buon materasso vero “strumento”… direi necessario per poterglisi dedicare quando tutto va bene almeno sette, otto ore al giorno, per potersi assicurare la ricarica per il corpo e la mente. La perfetta anatomicità è importantissima al fine di dare sostegno a tutte le vertebre, cervicale compresa. Provarlo il materasso quindi non è un aspetto secondario ma fondamentale per tanti motivi, in primis, quello di assicurarsi del benessere sia per se stessi, sia per chi dorme a fianco. I materiali oggi sono tantissimi, un materasso può essere realizzato in svariati modi
anche a zone differenziate (testa, torace, gambe), l’uso del memory foam è oggi di tendenza, ma molle, micromolle, strati di fibre vegetali, lane pregiate, lattice, non sono da escludere. Ovviamente un buon materasso deve vivere su una buona rete al fine di non inficiarne i reali vantaggi. Per quanto riguarda le misure dal matrimoniale al singolo o se vi pare dal kingsize alla piazza e mezzo è solo questione di opzioni. Si! Lo so! Per molti il letto ovvero il materasso è l’altare della coppia, o per altri lì dove si dà fuoco alle polveri di cupido, ma vi assicuro che chi ben dorme, ben vive e i sogni d’oro possono affiorare più facilmente quando ci si adagia su qualcosa di altamente automodellante e calzante perfettamente alle proprie esigenze, traspirabilità e
Francesco Esposito Interior Designer
termo regolarità comprese. Certo! L’ottimale potrebbe essere sposare filosofie ayurvediche, eliminare i campi elettromagnetici attorno al letto, usare solo legno per il supporto del materasso, evitare posti mal areati, usare una certa biancheria, magari una gran tisana prima di andare a letto; e un bacino della buona notte e l’indomani mattina si può affrontare qualsiasi tipo di giornata a iniziare dal traffico della nostra amata costiera fino al caos della circum. Nulla va tralasciato, ma lo “strumento” per ben riposare di notte e ben vivere di giorno è uno solo ed io farò per voi la guida alla più consona e saggia scelta purchè sia firmata “Giorno & Notte”. Analizzerò il vostro peso…la tonicità muscolare è leggibile già dalla prima stretta di mano, mi racconterete un po’ di voi tra usi, costumi e abitudini, posture in primis e quindi verrà fuori il vostro materasso … altro che su misura, di più, quasi super personalizzato. Dunque! Se la notte non è “piccola” per voi, ma troppo lunga… anzi vi ritrovate svegli nel letto aspettando le prime luci dell’alba dando colpa al camion della spazzatura o al vicino di casa rumoroso … vediamoci; forse ho la ricetta giusta per voi. A presto
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#FOODCROSSING archivio articoli http://bit.ly/food-cross
Anna Maione Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia
Uova Sciuè Sciuè S
ode, al tegamino, a frittata, in camicia... le uova, alimento simbolo della rinascita primaverile, ci piacciono in tutti i modi! Ma questa sera potreste presentarle a tavola seguendo una ricetta meno comune, tipica dell' Irpinia: le uova a sciusciello. Il termine sciusciello dovrebbe derivare da sciuè sciuè, che in dialetto napoletano significa “una cosa veloce” Secondo alcuni deriverebbe invece dalla parola latina iuscellum, che significa “brodetto o intingolo” Le origini dell’uovo a sciusciello vengono dall’ Irpinia e precisamente da una contrada del
comune di Vallata denominata Sferracavallo Lì s’inerpica una stradina che congiunge la Valle Ufita con l’Alta Irpinia, anticamente praticata da carri con cavalli che nell’avventurarsi nella salita sul suolo argilloso, perdevano aderenza e quindi “sferravano” (da qui Sferracavallo). Per dare maggiore forza ai cavalli nell’affrontare la salita, i conduttori dei carri davano da mangiare ai cavalli, insieme alle sciuscelle (carrube) un energetico uovo fresco di giornata calato nel siero bollente dei caciocavalli (che già a quei tempi erano famosi).
Da qui…la famosa ricetta dell’ UOVO A SCIUSCIELLA, che poi nel corso degli anni ha preso il genere maschile… Il termine, che indica non un piatto specifico, ma il tipo di preparazione, è presente anche in altre zone del meridione, come la Calabria, dove si dice sciusceddu. La derivazione è latina, non napoletana. Il lemma, che compare per la prima volta nel vocabolario dialettale napoletano di Raffaele Andreoli del 1887 indicando una ”zuppa che si fa con le uova ne’ giorni di magro”, è poi ripreso dall’Altamura nel 1968 e la etimologia è spiegata
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Imma Gargiulo Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di “Conserve di Casa” su Alice TV
© FOTO DI ANNA MAIONE
UOVA A SCIUSCIELLO INGREDIENTI PER 2 PERSONE • • • • • • • •
2 uova freschissime Pomodorini ciliegino 1 zucchina novella ½ cipolla ramata 50gr di pancetta affumicata dolce Prezzemolo Fette di pane saporito e dalla mollica compatta Olio extravergine DOP Penisola Sorrentina Gargiulo • Pepe nero
Procedimento
da Francesco D’Ascoli nel suo Dizionario Etimologico Napoletano: dal latino iuscellum brodetto che in genovese diventa giuscello, in siciliano sciucieddu, in salentino siusciuellu o sciuscille, in napoletano sciusciéllo. Tutti indicano: brodetti, uova cotte, fricassee. Infatti in napoletano sciusciello è anche la frittata. Carina anche la possibile derivazione da suscio, sciuscio, susciare o sciusciare cioè soffiare, giacché questi piatti sono molto caldi e bisogna raffreddarli con il soffio sciuscio per poterne mangiare.
Tritare la cipolla non troppo fine e farla appassire delicatamente Aggiungere la pancetta tagliata a striscioline e solo dopo i pomodori tagliati in 4 spicchi, lasciare insaporire per un paio di minuti e poi coprire con un 1 bicchiere d’acqua tiepida. Tagliare la zucchina, privata di una parte della polpa bianca centrale e ridurla a bastoncini. Portare a bollore e lasciare andara a fuoco delicato per circa 10 minuti. Correggere di sale. Aprire le uova ed immergerle una dopo l’altra nel brodetto e, senza mai mescolare, lasciar cuocere per 1 minuto. Sarebbe preferibile cuocere le uova in due contenitori separati per ottenere una formaperfetta. Prima di servire passate sotto il grill delle fette di pane saporito irrorate da un filo d’olio. Sistemarle sulla base di due fondine e sistemate sopra una delle uova irrorate del brodetto. Condire con un po di pepe macinato fresco ed un filo d’olio buono. Buon appetito!
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Nino Aversa
#TREKKING archivio articoli http://bit.ly/n-aversa
I
l Ministero dei Beni ambientali ha proclamato il 2016 come l’Anno Nazionale dei Cammini, dedicato ad un nuovo turismo di “scoperta e conoscenza” di un territorio, come quello italiano, pieno di storia, di paesi e di varietà culturale. Si propone di riconoscere ogni luogo come un posto unico, con la sua identità ed il proprio senso di paesaggio, riscoprire il genius loci che doni una vera esperienza emozionale ai viaggiatori e, soprattutto, la consapevolezza di un turismo lento ed attento percorrendo i migliaia di itinerari presenti in tutto il territorio che racchiudono una storia o che fanno parte di un collegamento importante. Questo progetto consiste nel rilevare e rendere utilizzabili antiche strade di collegamento legate a Cammini religiosi, spirituali, naturalistici e culturali ed organizzare escursioni per viaggiare lentamente e scoprire tutte le peculiarità di un territorio. Ogni ente regionale, locale o pubblico è chiamato a partecipare a questo grande progetto per poter offrire un nuovo turismo che coinvolga gli abitanti rendendoli consapevoli del proprio territorio e delle grandi risorse presenti,dai paesaggi
Guida escursionistica
cell. 334.1161642 e-mail ninoaversa@alice.it
alle eccellenze produttive ed enogastronomiche. Sull’esempio del Cammino di Compostela che attrae migliaia di viaggiatori, donando molto ai territori ed ai paesi attraversati senza sconvolgere la vita locale, si organizzeranno escursioni, anche di più giorni, lungo i cammini italiani più famosi come il Cammino di S. Francesco, per riscoprire i luoghi e la vita del santo patrono d’Italia, il Cammino della via Francigena che collegava la Francia con Roma, il Cammino di S.Nicola, da Benevento a Bari, lungo il tavoliere di grano maturo ed anche nei vari parchi Nazionali come in Abruzzo e della Majella. Il territorio della Penisola Sorrentina conserva ancora intatti tantissimi itinerari che collegavano la costiera alla piana campana che inizia da Castellammare. Giunti in questo lembo di terra, separato dai monti Lattari, si possono cercare decine di strade antiche che formano l’antica rete di collegamento tra la costa e la collina fino a giungere alla costiera Amalfitana. Queste meravigliose strade sono
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#TREKKING Il cammino della via Minerva
relegate ad un utilizzo minore dato che sono composte principalmente da vicoli tortuosi che si snodano lungo i giardini di limoni oppure da strade interpoderali lastricate di pietra. Il mio progetto di Cammino in Penisola Sorrentina ripercorre l’itinerario dell’antica Via Minerva che, già dall’epoca preromana, permetteva di entrare in penisola. Questo collegamento era utilizzato, oltre duemila anni fa, dai pellegrini che dalle città presenti in tutto il territorio campano dovevano raggiungere la Punta della Campanella per pregare al tempio dedicato alla dea Athena dai greci e successivamente alla dea Minerva dai romani. Il progetto divide il percorso in sei tappe in modo da renderlo adatto a tutti considerando sempre un buon allenamento ed equipaggiamento escursionistico. Le tappe sono: - Castellammare / Vico Equense - Vico Equense (sito archeologico di via Nicotera) - Seiano (attraverso la marina d'Equa) - Seiano, Fornacelle, Arola, Alberi / Meta - Sorrento / Massa Lubrense / Sorrento ('a via 'e mmiez) - Massa Lubrense / Schiazzano / Termini - Termini / Punta Campanella. L’itinerario parte da Castellammare e percorre, in quota, i monti che la separano da Vico Equense per poi attraversare la piana della città fino a Seiano. L’attacco del sentiero è nei pressi del castello, del IX secolo, simbolo della città. Si percorre una comoda strada, pianeggiante ed asfaltata, fino al convento di Pozzano dove comincia il sentiero lungo il vallone Scurorillo per prendere quota velocemente fino ai 400 mt slm. Il sentiero è abbastanza ripido e si presenta come un canale scavato dall’acqua lungo un bosco di castagni e subito regala panorami sul golfo di Napoli caratterizzato dalla sagoma del Vesuvio. Si procede per circa un ora e si raggiunge la parte più alta della cava di pietra presente sulla costa all’altezza di un complesso alberghiero per poi procedere, in quota, attraverso un bosco fino alla frazione di S.Salvatore in territorio vicano. Lungo il sentiero si incontrano bivacchi per pastori e cacciatori, calcare e stretti passaggi nella roccia. Questa località, detta Trina del Monte, è caratterizzata dalla grotta dell’eremita dove compare una scultura sacra in bassorilievo nella roccia. Attraversando antiche strade si giunge al monastero di S.Francesco per poi scendere a Vico lungo l’antica via dei Mulini. La città di Vico Equense merita una sosta al sito archeologico di via Nicotera, al museo ed al centro
storico per conoscere i reperti che contestualizzano il passaggio dell’antica via lungo un asse della città. Al lato di ponente c’è il vallone che la separa da Seiano e qui si comincia a salire verso Fornacelle e poi Arola. Lungo la strada si incontrano piccole fattorie e muri di pietre a secco percependo una vita contadina ancora presente. Il punto di arrivo è la frazione di Alberi dove parte la strada, di epoca preromana, che giunge a Meta. Arrivati nella Piana di Sorrento si attraversano i quattro comuni ormai uniti in un'unica grande città. E proprio dall’altro capo di Sorrento, in zona Capodimonte, si risale lungo le colline per raggiungere Massa Lubrense e poi Termini dove inizia la parte finale della via Minerva. Questo tratto è quello che conserva ancora integri molti segni archeologici del suo passato. Infatti, nell’ultima parte, sono presenti lunghi tratti dell’antico selciato romano fino ai ruderi di una costruzione disposta su quattro livelli. Questo è il punto finale del cammino, la finis terrae della Campania che separa geograficamente due golfi e volge verso l’isola di Capri, scelta dall’imperatore Tiberio come residenza per dieci anni. Questo cammino attraversa un territorio carico di bellezze paesaggistiche, cultura e storia antica e regala tantissime emozioni all’incontro con panorami, elementi architettonici, persone del posto, profumi e sapori. Proprio quello che cercano questi viaggiatori che dedicano il loro tempo libero e le loro vacanze alla conoscenza di un luogo che noi definiamo normale.
SMAGLIATURE
www.healthpark.it
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Giovanni Pepe Mondadori Bookstore Piano di Sorrento
#LIBRI
LIBRI COME FAR Ri
I
l nuovo romanzo di Lorenzo Marone “La tristezza ha il sonno leggero”, casa editrice Longanesi.
Gaviscon ad attenuare la sua gastrite, perché il corpo rimanda sempre le emozioni inespresse.
Il protagonista, dal nome che è tutto un programma, parte già con una vita sfortunata: trascritto erroneamente dall’anagrafe Erri sarebbe, invece, dovuto essere Henry per desiderio del padre di omaggiare Charles Bukowski. “Mi chiamo Erri Gargiulo e mi faccio di speranza da quarant’anni. Se esistesse un gruppo di sostegno per drogati di speranza dovrei presentarmi così.[…] Ho iniziato a sperare a cinque anni, quando mi illudevo che i miei la smettessero di litigare. Poi ho sperato che mio padre tornasse a casa e che mia madre non s’innamorasse di un altro uomo.” Erri è il figlio di una coppia che presto si separa: padre intellettuale e anarchico, madre ambiziosa che pur di negar le proprie umili origini si costruisce un personaggio austero e dominante. La separazione dei genitori è il primo evento stressante della vita del piccolo Erri, che inizia a condurre una vita disordinata, passando da una casa all’altra e assistendo, inerte, alla costituzione di due famiglie completamente nuove. La madre sposa un altro uomo, che ha già una figlia, Arianna,
nata dal precedente matrimonio naufragato, e con cui ha due figli; anche il padre, con il quale Erri non riesce a instaurare un dialogo, costruisce una nuova famiglia con una donna spagnola, dalla quale ha una figlia. È inevitabile che Erri subisca il peso di questa “famiglia allargata” che incide in maniera greve sulla propria personalità: incapace di sentire l’amore da nessuna delle due famiglie, ignorato dal padre, indifferente alla donna spagnola che il padre ha sposato e quasi un peso per la madre, che, dalla nuova famiglia, ha invece avuto due figli superlativi. E così Erri sposa Matilde, che dopo solo cinque anni di matrimonio lo lascia, facendolo piombare in uno stato di tristezza ancor più profondo, con il
Fulcro fondamentale della vita e dei malesseri di Erri è la madre Renata Ferrara, donna ferrea che in un tempo lontano è stata anche affettuosa e amorevole con il figlio; un tempo ormai passato e superato dalle ambizioni e dal desiderio di rivalsa della donna, anche nei confronti del marito. Renata, determinata a mantenere la supremazia in casa e fuori, entra in politica e fa presto carriera: una madre con l' esigenza di avere il costante controllo su se stessa e chi le sta intorno, tanto da sentire il bisogno di sostituire il tavolo rettangolare della sala da pranzo con uno tondo, in modo che nemmeno durante i pasti nulla le possa sfuggire alla vista. Il tempo della narrazione si dipana partendo da una cena a cui, seduta attorno al tavolo, partecipa la famiglia al completo, inclusa Arianna, nei confronti della quale gli altri figli nutrono una scarsa considerazione, ma con cui Erri è riuscito a instaurare un sodalizio stretto, una condivisione di sofferenze. È da questo tavolo che prendono il via le riflessioni di Erri, che in un alternanza di flashback ai momenti salienti della propria vita, ripercorre la sua storia, presentando al lettore la sua famiglia e le cause della sua tristezza dal sonno leggero.