100% Fitness Mag - Giugno 2016

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GLI ESPERTI di questo mese

#AUDIOPROTESISTA

#CARDIOLOGO

Dott.ssa Tea Maione Laureata in Tecniche Audioprotesiche

Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli

cell. Martedì dalle 9.00 alle 11.00 e-mail 338.9648341

#FARMACISTA Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

cell. 335.5302988

#FISIOTERAPISTA Dott.ssa Brigida Pinto Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli.

cell. 331.2668437 e-mail pintobrigida@gmail.com

#ODONTOIATRA Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00 cell. 338.4698121

#TECNICO_RADIOLOGIA Dott.ssa Federica Troianiello Laureata in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, tirocinante presso il CMO di Torre Annunziata.

email: fede92-fullm@hotmail.it 100% FITNESS MAG | Giugno 2016 www.centopercentofitness.it

cell. 338.4086506 e-mail v.fabbrocini@alice.it

#FISIOTERAPISTA Dottor Vincenzo Cozzolino Laureato in Fisioterapia Osteopata, Master in Posturologia

cell. 347.7650624 facebook FisiOPos

#NUTRIZIONISTA Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30 cell. 334.2258132

#PSICOPEDAGOGISTA Dott.ssa Bianca Pane Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche

cell. 393.9315564

#SESSUOLOGA Dott.ssa Olga

Paola Zagaroli

Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30 cell. 335.8709595 e-mail ilsessoelamente@gmail.com



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el valutare una cicatrice, avverto stupore nel paziente quando gli spiego che quella cicatrice potrebbe essere connessa al suo dolore o alla sua postura. Come è possibile che una cicatrice possa causare dolore o incidere sulla postura del paziente? Nei prossimi articoli riprenderò questo argomento focalizzerei ora l’attenzione sui piercing che producono lo stesso effetto delle cicatrici. Premetto che i sistemi viventi non possono essere analizzati in modo settoriale, delle parti di cui si compongono, ma le proprietà di un organismo sono proprietà di un tutto che nessuna delle parti possiede singolarmente. Per questo motivo non possono essere descritti secondo le leggi della termodinamica classica, i

cui presupposti sono che ogni sistema fisico deve procedere nella direzione di un disordine sempre crescente, ma che l’universo vivente è un sistema aperto che si evolve dal disordine verso l’ordine. Continui cambiamenti per rimanere vivi, una sorta di costante riflusso di materia ed energia con cui i sottosistemi si auto-organizzano permettondo l’autoregolazione. Perfetta macchina cibernetica, fondata sul feedback loop, o anello di retroazione, ossia una disposizione circolare di elementi connessi casualmente, in cui una causa iniziale si propaga lungo le connessioni dell’anello in modo tale che ogni elemento agisca sul successivo fino all’ultimo che propaga di nuovo l’effetto al primo elemento del ciclo, condizionando il nuovo ingresso e autoregolando il sistema. Mediante i recettori

(sensori), i propriocettori (sensori presenti all’interno dei muscoli), anelli di retroazione, il corpo percepisce la posizione delle sue parti fisiche in uno spazio tridimensionale facendo in modo che la muscolatura si adatti ai nuovi input sensoriali attraverso le qualità di forza, debolezza, rigidità e flessibilità. Il Piercing nasce con l’Uomo, il desiderio di piacersi e di piacere adornando il proprio corpo con oggetti di vari materiali rientra nella cultura di ogni popolazione. L’anello per apparire, per proporsi, è diventato come anche per il tatuaggio, un must, una moda, un modo per affermarsi, nell’ultimo ventennio, a discapito del dolore, dell’instabilità posturale e delle complicazioni che ne potrebbero derivare. “…non importa, mi rende


Studio della Postura

Fisioterapia - Osteopatia - Posturologia

Il corpo umano...

perfetta costruzione del “grande meccanico”

Perchè rivolgersi...

Riabilitazione Post Operatoria e Post Traumatica Visite Posturali Esame del piede e del passo Baropodometria e stabilometria Trattamenti osteopatici di ernie discali Epicondiliti • Pubalgie • Periartriti Distorsioni • Tunnel Carpale • Meniscopatie Cefalee • Vertigini • Acufeni

Dott. Vincenzo Cozzolino Sant’Agnello (Na) • Via Iommella Piccola, 28


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#FISIOTERAPIA Piercing e postura

affascinante, particolare, non mi interessa, lo voglio, mi piace e non lo tolgo finchè non mi scoccia!” Tra gli effetti collaterali che potrebbero insorgere in seguito al piercing al volto (orecchio, labbra, sopracciglio), alla lingua, all’ombelico, si possono elencare: • Disallineamento oculare (con conseguenti disfunzioni visive) • Disfunzione della deglutizione • Male occlusioni • Allergie, infezioni, intolleranze al materiale • Tensioni addominali e irradiazioni agli organi del bacino e della pelvi • Diminuzione dell’efficienza del controllo posturale • A specifici mal di schiena, occasionali prima e cronici poi. Molti dei miei pazienti sono portatori di piercing, non tutti manifestano dolori o problemi legati ad essi, ma alcuni di essi che hanno deciso di rinunciarvi, hanno risolto le loro problematiche, con la rimozione del “gioiello”. Per mantenere in equilibrio ortostatico il centro di massa corporea, il sistema nervoso centrale esegue attraverso l’azione di un sistema di controllo. elaborazioni e trasformazioni di coordinate visive, ingressi vestibolari e somestesici (segnali provenienti da tutti i sensori del corpo pelle compresa), generando una nuova risposta muscolare di adattamento e correzione del sistema “corpo”, Il piercing può disturbare i segnali che passano attraverso i nervi e quindi interferire con i processi di integrazione centrali che intervengono nel controllo posturale. Il sistema nervoso è di natura elettrica: la presenza di metalli può interrompere, disturbare o alterare il normale flusso dei segnali elettrici. All’origine del fenomeno

c’è il principio della pila elettrica. La differenza di potenziale tra due metalli, in presenza di un fluido, produce un passaggio di corrente. I muscoli rispondono agli stimoli elettrici, e non possono sottrarsi all’impulso provocato dalla presenza sul corpo di due metalli dal potenziale elettrico diverso.

E’ sufficiente indossare due gioielli, orecchini e bracciale, anello e piercing, girocollo e fede, di metallo diverso, e dunque con potenziale diverso (oro e argento, acciaio e oro, etc.), per andare incontro a una contrazione che altera il tono muscolare, provocando asimmetrie e squilibri nella postura. Un anello, un bracciale, un orologio, un piercing, portati a lungo e sempre nella stessa posizione, possono creare dei micro galvanismi. Un esempio: Vi sarà capitato di appoggiare la lingua ad una pila, ricordate la sgradevole sensazione? Potrebbe crearsi una situazione simile con un’amalgama di una vecchia otturazione o un impianto. In quel caso, inconsciamente la lingua scappa da quel dente, trovando nuove strategie di movimento per non toccare quel punto sgradevole. In questo modo si crea una disfunzione della lingua che condizionerà il movimento

mandibolare fino a coinvolgere la colonna cervicale. Inoltre i piercing possono interferire con i meridiani energetici del ns corpo. Tra le più antiche forme di terapia dei meridiani c’è l’agopuntura, che agisce cercando di ripristinare un eccesso o un difetto di energia situato lungo di essi. Il ripristino dell'energia avviene spostandola da un meridiano che ne abbia in eccesso ad uno che ne abbia specularmente in difetto Secondo la medicina tradizionale cinese (MTC), lungo il corpo scorrono dei canali di energia detti meridiani analoghi a vasi o ad arterie. Si tratta di flussi energetici di materia fine non riscontrabili direttamente a livello sensoriale. I meridiani si suddividono in due categorie: meridiani principali, che scorrono per lo più longitudinalmente e in profondità nel corpo; meridiani trasversali, che fungono cioè da collegamento tra i meridiani principali. I meridiani vengono associati ad un particolare organo come ad esempio al rene, alla vescica, al polmone, al fegato, al cuore, allo stomaco, all’intestino. Per cui il Piercing può diventare un trattamento di agopuntura permanente sul corpo con i suoi effetti o comunque può genere, a seconda del posizionamento, un’informazione esterna al corpo che perturba il sistema vivente che si autoregola in base al nuovo stimolo. Per eventuali gradite e stimolanti domande sono disponibile telefonicamente al 3477650624 ed in alternativa sulla mia pagina face book “ FisiOPos”.


SMAGLIATURE

www.healthpark.it


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#PSICOPEDAGOGISTA

Dottoressa

archivio articoli http://bit.ly/b-pane

cell. 393.9315564

hi è colpito dal complesso di superiorità cerca di rimediare alla sua insicurezza imponendosi e facendo sentire incapaci gli altri: è necessario non cadere nella sua trappola. Sono tanti e si aggirano ovunque: in società, nelle amicizie, sul lavoro, in famiglia e nella coppia. A volte sono così tronfi che li si riconosce da subito, a volte si mimetizzano dietro una maschera di iniziale umiltà. Quel che è certo è che fanno parecchi danni alle vite degli altri. Sono quelli che si sentono superiori, qualunque cosa facciano e con chiunque abbiano a che fare, e che si pongono verso l’interlocutore guardandolo dall’alto verso il basso: «Io ne so comunque di più» è il messaggio che fanno passare. “Io ho le conoscenze giuste, io ho le soluzioni migliori, il mio punto di vista è più valido del tuo”. Non siamo davanti al

classico narcisista, che cerca di piacere ad ogni costo per ottenere accettazione, approvazione o conferma. Chi si sente superiore la conferma se l’è già data da solo tanto tempo fa (o gliel’ha ben inculcata un genitore frustrato in cerca di riscatto): perciò non vuole riconoscimenti, ma li toglie agli altri, che, quando hanno a che fare con lui, ne escono sempre frustrati e sminuiti.

Un effetto ipnotico...

Parlarne è importante perché viviamo in una società che riconosce e premia come vincenti coloro che “fanno i vincenti”. Del resto rimanere incantati da un’ostentata sicumera non è così difficile. Basta che uno sia un po’ insicuro, ed ecco che il “Superior” arriva come una guida salvifica che gli indica la strada. Non hai la risposta pronta? Ecco che chi si sente superiore agguanta la conversazione con le sue frasi a effetto e la conduce dove vuole

Bianca Pane

lui; o ancora, basta che uno abbia il timore dell’autorità, ed ecco che il Superior lo pietrifica con il suo tono perentorio che non ammette repliche. È come se l’insicuro, avendo a che fare con questo vincente autoproclamato, acquisisse per vicinanza un po’ di quella sicurezza, tanto da provarne una soggezione venata di gratitudine.

La falsa superiorità nasconde un vero complesso d’inferiorità

Per mettersi al sicuro da questi soggetti è necessario avere ben chiaro un concetto: ammesso che abbia senso parlare di superiore e inferiore, chi è in possesso di una vera superiorità (intesa come capacità specifica, come esperienza o come visione del mondo) non ha alcun bisogno di esibirla e, ancor di più, di farla pesare per acquisire potere in



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#PSICOPEDAGOGISTA Difenditi da chi è troppo sicuro di sè

un rapporto. Perciò, se vediamo qualcuno che deve sempre farci vedere che la sa più lunga, che cerca di “metterci sotto” e di farci sentire inadeguati, dobbiamo pensare che sia lui ad avere un problema, ossia un grande complesso d’inferiorità. Così grande che la persona non può considerarlo neanche per un istante.Il suo inconscio tanto tempo fa, in automatico, ha risolto la questione rimuovendolo dalla coscienza e compensandolo con il suo opposto, cioè con la super-sicurezza in sé.

Il bisogno di sentirsi qualcuno

Che sia un complesso - cioè una fissazione della psiche d’inferiorità, lo si può notare dal fatto che il Superior non si trattiene dall’esibirsi anche quando ha davanti a sé una persona che, su un certo tema, ne sa davvero di più. Non è raro vederlo argomentare con dei medici senza essere medico, o con ingegneri senza essere ingegnere, e così via. Crede di dialogare alla pari, ma la scena è grottesca e rivela il suo immane bisogno di “sentirsi qualcosa o qualcuno”. Si può dire che, quanto più egli mostra di “essere”, tanto meno, nel profondo, sente di essere. Una volta che lo si vede per quel che è, viene quasi da aiutarlo, ma è impossibile, poiché lui non si accorge del problema: ci crede davvero! Piuttosto dobbiamo aiutare noi stessi a non farci avvolgere dall’assurdo carisma che la sua pseudo-sicurezza può esercitare su di noi, a volte anche al di là del suo stesso volere.

Il vero scambio è alla pari

Dopo la consapevolezza, quindi, il secondo passo consiste nel lavorare sulla nostra risposta

emotiva. Ciò su cui il Superior fa leva sono il modo e i toni con cui si esprime. La voce abbastanza alta e ben impostata, il tono senza cedimenti anche di fronte a ogni evidenza contraria, la postura e i movimenti della persona esperta, ben piantata su se stessa e sulle proprie convinzioni. Ebbene, tutto questo ci colpisce e fa sì che la nostra emotività superi la razionalità. Il punto allora è impegnarsi, in quei momenti, a restare lucidi, a discernere e a non lasciarsi impressionare. Facciamo il possibile per restare legati non tanto alle nostre idee - che possono anche cambiare – ma alla nostra capacità e autonomia di ragionamento. Non affidiamo “la verità” a chi la mette meglio in mostra, o a chi sostiene di averla. Argomentiamo, di volta in volta, a partire dalle nostre idee, mettendole in gioco solo con chi ha voglia a sua volta di farlo. Perché nel vero scambio non c’è un superiore e un inferiore, ma un arricchimento reciproco.

Non lasciarti manipolare!

Non solo chi è insicuro può essere influenzato da quelli che fanno i superiori, ma anche chi ha le idee chiare. È come se la loro assertività desse a tutto ciò che dicono un’aura di autorevolezza. Il segreto per non farsi invadere non consiste tanto nel sapere ciò che si vuole o nell’avere la risposta pronta, ma nel dare più autorevolezza a se stessi. Può capitare che una persona conosca bene ciò che le piace o di cui ha bisogno, ma che non legittimi a sufficienza questo suo sapere a cui manca il “timbro”: sì, questa cosa vale ed è così; oppure ragiona in modo anche raffinato, ma viene sopraffatta dalla falsa ma potente autorevolezza di chi si attribuisce un sapere

superiore. Siamo chiamati a rafforzare il sentirci “autori” dei nostri pensieri, perché evidentemente su questo punto siamo deboli. Non cerchiamo perciò il timbro dell’autorevolezza negli altri, ancor più se sbruffoni. È pericoloso: ci espone a manipolazioni e non ci rende protagonisti delle nostre scelte.

Come difendersi da chi fa il superiore

Osserva le tue reazioni: che cosa ti succede quando hai davanti uno che fa il superiore? Riesci a non farti influenzare, vai in soggezione e senti di aver bisogno di lui o ti senti una nullità che non ha capito niente della vita e delle cose? Osservati: se ne esci sminuito o dipendente vuol dire che devi migliorare la tua fiducia in te stesso, altrimenti verrai sempre influenzato. Non offrirti in pasto: non esporre o rivelare, a chi ostenta superiorità, le cose cui tieni: idee, progetti, dubbi, momenti di crisi. Non otterrai mai un consiglio su misura per te, ma qualcosa che, risulterà sempre peggiorativo della situazione che hai esposto perché la tua disfatta è la sua vittoria. Cerca persone aperte: una volta riconosciuti questi soggetti, evitali o guardali con distacco, e seleziona persone che senti dotate di una vera capacità di dialogo; persone che accettano lo scambio paritario anche se, magari, ne sanno più di noi. È con queste che ha senso mettere in gioco qualcosa di sé, perché ogni volta ne uscirai arricchito.



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orniamo su un argomento varie volte accennato in questa nostra rubrica di Medicina e con particolare riferimento ai problemi e cure per il cuore. In alcuni nostri articoli abbiamo accennato ad una alterazione del battito cardiaco, che si rileva con una notevole frequenza per una particolare alterazione del normale ritmo del cuore e del polso. Un controllo elettrocardiografico infine ci conferma la diagnosi di Fibrillazione atriale. Per far comprendere a chi non ha competenza medica il cuore in questo caso non ha più la solita e valida frequenza di contrazione tra la parte superiore (i due Atri) e la parte inferiore (i due Ventricoli), per cui gli Atri hanno perduto la loro capacità contrattile di

spingere il sangue nei Ventricoli ed hanno assunto una debole attività superficiale delle pareti, cosiddetta "vermicolare", mentre i Ventricoli continuano a contrarsi e spesso con elevata frequenza che può arrivare oltre 200 battiti al minuto. Altro evento che frequentemente si verifica per queste condizioni è quello dovuto al rallentamento e sosta del sangue negli Atri e quindi la possibilità di formazione di piccoli coaguli di sangue che possono passare nel sottostante ventricolo e quindi sospinti nel circolo sanguigno determinando Embolie, che occludono vasi arteriosi (Trombosi), specie quelli del circolo cerebrale causando gravi Ischemie e Ictus.

I rimedi della Cardiologia

Naturalmente di fronte a queste gravi situazioni cardiovascolari la Medicina e per essa la Cardiologia ha da tempo provveduto a prevenire tali eventi pericolosi allorchè una persona ha una Fibrillazione atriale. Va anche detto che questa condizione di alterazione cardiaca può avere varie cause: ingrandimento (ipertrofia delle pareti) del cuore, alterazioni del ritmo cardiaco per stimolazioni anomali intrinseche alla pareti cardiache e per cause ormonali (Iperfunzione tiroidea). Oltre ai farmaci cosiddetti antiaritmici consigliati in questa situazione per ridurre la frequenza del



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#CARDIOLOGO Cuore: un farmaco air bag

cuore il Cardiologo da tempo si preoccupa di evitare la formazione dei coaguli di sangue e quindi il Tromboembolismo con un adeguato trattamento anticoagulante. Da molti anni un farmaco comunemente usato per questo scopo è il Warfarin (altro è il nome commerciale) insieme ad altri. Possono essere neutralizzati nella loro azione anticoagulante con idonei dosaggi di Vitamina K, essendo farmaci antagonisti di questa vitamina. Si riusciva ed ancora si riesce con questo trattamento ad evitare le gravi conseguenze nei soggetti con Fibrillazione atriale, anche se questa terapia - se non attuata con periodici controlli della coagulazione del sangue - può provocare emorragie in particolar modo a livello cerebrale, specie nelle persone anziane. Vi sono perciò dei parametri di sicurezza da seguire nei controlli per i dosaggi del farmaco.

I nuovi farmaci NAO

Sono già diversi anni che vengono impiegati anche in Italia dei farmaci, definiti Nuovi anticoagulanti orali (NAO), utili nello scongiurare il Tromboembolismo nei soggetti fibrillanti e con il vantaggio di non doversi sottoporre ai periodi controlli della coagulazione del sangue, come i precedenti farmaci antagonisti della Vitamina K. Anche questi farmaci possono favorire specie negli anziani episodi emorragici e hanno inoltre un effetto anticoagulante abbastanza lungo, di circa una settimana dalla sospensione, per poter rientrare nei parametri coagulativi normali. Questo aspetto negativo dei NAO oggi può essere messo da parte per il momento solo per un tipo di questi nuovi medicinali.

La Fibrillazione atriale all'elettrocardiogramma

L'air bag specifico

La condizione certamente negativa del lungo effetto anticoagulante in chi è in trattamento con i nuovi farmaci anticoagulanti orali sia per eventuale intervento chirurgico improvviso, dentistico o trauma e ferite, potrà essere affrontata con successo negli Ospedali ed anche nel proprio domicilio. Per il momento la scoperta di una sostanza antidoto, che si chiama Idarucizumab, riguarda solo il Dabigatran, primo farmaco in commercio della generazione dei NAO, e rappresenta il suo specifico "air bag". Il suo impiego consente l'immediato ritorno ai normali valori di coagulazione del sangue. Nella recente Sessione Scientifica 2016 dell'American College Of Cardiology (ACC) sono stati discussi i moltissimi casi trattati a completamento della fase sperimentale, per la conferma della sicurezza, dell'efficacia e dell'impatto di Idarucizumab sui pazienti. Gli effetti discussi sono stati tutti positivi: un'unica dose del nuovo farmaco ha inattivato in poche ore l'effetto anticoagulante del Dabigatran in

tutti i pazienti seguiti. Lo studio è il primo di questo genere ed è in corso da maggio 2014 con "arruolamento" di persone in oltre 35 nazioni. I pazienti in esame nello Studio sono stati suddivisi in due gruppi: Gruppo A composto da coloro che presentavano sanguinamento non controllato in varie parti del corpo o che ne hanno messo a rischio la vita. Gruppo B con pazienti che hanno avuto necessità di un improrogabile intervento chirurgico. Tutti erano in trattamento con il Dabigatran ed hanno ricevuto 5 grammi di Idarucizumab. L'inattivazione dell'effetto anticoagulativo è stato evidente in tutti nell'arco di quattro ore.



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Sicuramente tre le due possibilità lascerei l’uso della cannuccia all’egocentrismo americano. Ma nel caso la tentazione di assaporare profondamente un buon caffè prendesse il sopravvento e notaste la presenza di macchie sui vostri preziosi denti, prima di affidarvi a qualche kit sbiancante acquistato presso il supermercato o ad una ricetta fai da te, chiedete consiglio al vostro dentista sul modo migliore per sbiancare i denti senza rovinarli con sostanze chimiche troppo abrasive. In molti fanno l’errore di strofinare sui denti delle formulazioni sbiancanti troppo aggressive che danneggiano permanentemente lo smalto dentale.

i vorrebbe un buon caffè! Una frase semplice, ma talmente comune da riassumere in poche parole il profondo rapporto che ci lega a questa bevanda. Infatti per molti il caffè non rappresenta una semplice consuetudine ma un momento di profondo piacere. Sulle proprietà del caffè se ne discute tanto. Oltre ad essere gratificante per il nostro palato, studi scientifici ne confermano le proprietà benefiche se consumato con moderazione grazie alle sue proprietà antiossidanti che renderebbe denti e le gengive più

protetti dagli attacchi dei batteri. Questa amabile bevanda ha però come spiacevole proprietà quella di macchiare i nostri denti, rendendoli “tristemente” giallognoli. Come fare allora a salvaguardare il colore, la brillantezza e la struttura dei denti senza dovervi rinunciare? Una possibilità molto in voga tra le star americane è quella di limitare il contatto tra il caffè e i denti utilizzando una cannuccia, in alternativa non tenere la bevanda in bocca troppo a lungo.

Infine, per chi come me non rinuncerebbe mai al caffè dopo pranzo, incombe il dilemma di quando berlo: prima o dopo essersi lavati i denti ??? Non esiste una risposta in valore assoluto, ma in entrambi i casi distanzierei le due fasi di almeno 20-30 minuti: per non danneggiare con lo spazzolamento lo smalto dei denti (resosi nei primi minuti più vulnerabile dall’azione acida del caffè) in un caso, o per limitare l’azione “macchiante” del caffè sui denti particolarmente porosi dopo l’uso dello spazzolino nell’altro!



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nche se la perdita dell'udito è la principale causa del tinnitus, non è però l'unica. Qui di seguito riportiamo una lista di altre cause: 1. Infiammazione e infezione Il termine "otite media" si riferisce all’infiammazione dell'orecchio medio. Questa è spesso causata da infezioni ed è molto comune nei bambini piccoli. Le allergie possono anche causare l'infiammazione dell'orecchio medio. L’otite media acuta (Acute otitis media) è caratterizzata da eccesso di liquidi nell'orecchio medio, che può causare gonfiore, arrossamento e dolore. L'infiammazione provoca ostruzione delle tube di Eustachio, che impedisce che i liquidi si scarichino. Infiammazione e liquidi in eccesso nell'orecchio medio possono portare all’acufene, che è generalmente risolto una volta che l'infiammazione è controllata. Un medico esaminerà il paziente e tratterà la condizione a seconda che si tratti di un’infezione virale, batteriologica o una risposta allergica. Di tanto in tanto, l'infiammazione e il liquido in eccesso rimangono dopo il trattamento e il paziente può essere disturbato da disagio e tinnitus. Il tipico trattamento per questa condizione consiste in uno spray nasale a base di steroidi per ridurre l’infiammazione e un antistaminico, se necessario. Questo trattamento dovrebbe risolvere la situazione nella

maggior parte delle persone. Per i pazienti in cui non fosse efficace, diventa necessario inserire un catetere e scaricare il liquido in eccesso. 2. Disfunzione temporomandibolare (DTM) La disfunzione dell’ATM (in Inglese TMJ dysfunction) si verifica quando vi è un disallineamento della mandibola dove si inserisce nel cranio. Questo è di solito il risultato d’incidenti, un colpo alla testa o di frusta. Questo disallineamento mette pressione sull’articolazione temporo-mandibolare, che spesso provoca l'acufene. Possono trascorrere mesi o anni prima che il danno originale degradi fino al punto di causare il tinnitus. Il trattamento comunemente adottato è una procedura indolore, che stimola i muscoli e le articolazioni e li aiuta a funzionare normalmente, ridurre lo spasmo, rimuovere i prodotti di rifiuti tossici, aumentare il flusso sanguigno nelle zone colpite. Terapie come la stimolazione microelettrica

per ridurre spasmi muscolari e stimolare la guarigione, l’impiego di ultrasuoni per il riscaldamento profondo dei tessuti, idrocolloide per il calore umido e crioterapia (terapia del freddo) sono usate con una varietà di apparecchi ortopedici rimovibili volti a correggere la posizione del condilo mandibolare, o "oliva", della mascella inferiore nella sua sede. Inoltre, le procedure comuni di mobilitazione, la manipolazione fisica e le altre procedure potrebbero essere impiegate. L’80-90% dei pazienti affetti da disfunzione dell’ATM ha riportato una significativa diminuzione o la completa risoluzione del tinnitus dopo il trattamento. In America, gli specialisti dell'ATM sono addestrati alla professione odontoiatrica. Hanno un'associazione professionale chiamata American Academy of Cranio-Facial Pain. Gli specialisti in questo campo sono elencati secondo dove si trovano sul sito web: www.aacfp.org.



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#AUDIOPROTESISTA Come rimediare l'acufene causato da perdita d'udito

3. Otosclerosi Nell’otosclerosi, la consistenza degli ossicini coinvolti nella conduzione del suono nell'orecchio medio cambia da osso duro mineralizzato a tessuto osseo spugnoso. Questo comporta una perdita di conduzione del suono. L’otosclerosi è una causa comune d’ipoacusia ed è ereditaria, anche se può saltare delle generazioni. Il sintomo primario di otosclerosi è una perdita di udito lenta e progressiva, che si verifica in qualsiasi momento tra i 15 e 45 anni, anche se di solito inizia intorno ai 20 e circa il 70%dei pazienti con otosclerosi svilupperà anche acufene nell'orecchio interessato. Nel 25-30% dei pazienti, possono verificarsi anche problemi di equilibrio, tra cui instabilità, capogiri, vertigini, o altre sensazioni di movimento. Non esiste una cura medica per l’otosclerosi ma solo chirurgica. Tuttavia, l’integrazione di fluoro per via orale può rallentare o arrestare la progressione della malattia. Le vertigini associate ad otosclerosi attiva di solito migliorano dopo due settimane di terapia orale a base di fluoro. Vi è anche un intervento chirurgico, chiamato stapedectomia. La procedura è eseguita in anestesia locale e anche su base ambulatoriale. Oltre l'80% di queste operazioni migliorano o ripristinano l’udito con successo. Durante questa procedura, il chirurgo rimuove il tessuto osseo morbido e lo sostituisce con una protesi di Teflon o metallica che consente alle vibrazioni sonore di passare nuovamente dal timpano all'orecchio interno.

4. Acufene pulsante I problemi con la circolazione del sangue sono anche noti come problemi vascolari. Possono essere causati da accumulo di placca sulle pareti delle arterie, arterie contorte, lesioni vascolari, eccetera. Talvolta un'arteria può trovarsi troppo vicino alla coclea. In molti casi questi problemi provocano il tinnitus pulsante, una condizione in cui una persona sente il battito cardiaco nelle orecchie. Questo è un problema differente rispetto alla maggior parte degli acufeni, per cui la persona sente suoni continui. L’acufene pulsante è causato da problemi vascolari e spesso può essere risolto attraverso farmaci o interventi chirurgici. Uno specialista vascolare può diagnosticare il problema e proporre metodi di trattamento. 5. Neurinoma acustico Il neurinoma acustico è raro. Si tratta di una crescita benigna sull’ottavo nervo cranico. La crescita è molto lenta, lo sviluppo impiega molti anni. Non si diffonde con metastasie, ma continua a crescere dal punto in cui ha iniziato. Quando si verifica, cresce sul nervo vestibolare nel punto in cui passa attraverso il canale uditivo. Alla fine si svilupperà fino al punto in cui può diventare pericoloso per il soggetto. Dato che questi sono tumori a lenta crescita, l'osservazione è raccomandata nei pazienti anziani per determinare il tasso di crescita. In altri casi, i tumori devono essere rimossi al più presto. Possono essere rimossi con la chirurgia o, nel caso di tumori più piccoli, con le radiazioni. Perdita dell'udito e sviluppo di tinnitus risultano permanenti in una percentuale significativa di pazienti a cui è stato rimosso il neurinoma acustico.

6. Malattia di Meniere La causa della malattia di Meniere è sconosciuta. Ciò che avviene è un accumulo di liquidi nei canali semicircolari all'interno dell'orecchio, che ci aiutano a mantenere il nostro equilibrio. Questo accumulo di liquidi aumenta la pressione sulle cellule ciliate vestibolari. Il risultato è che al cervello vengono inviati segnali che indicano che il corpo si sta muovendo o girando quando invece non è così. La malattia di Meniere provoca una sensazione di pienezza nelle orecchie, vertigini, vertigini gravi e perdita dell'udito e molto spesso acufeni molto intensi. Se continua per un certo periodo, la perdita dell'udito diventa permanente, anche se la malattia di Meniere viene trattata e controllata 7. Altre malattie Un certo numero di altre malattie può causare acufene. Tra le più comuni, vi è una disfunzione tiroidea e la malattia di Lyme. Per fortuna, il successo del trattamento di queste condizioni di solito si traduce nella risoluzione del tinnitus. La disfunzione della ghiandola tiroidea comporta numerosi problemi, tra cui ridotti livelli di energia, aumento della sensibilità al dolore, aumento di peso, depressione e tinnitus. L'acufene è un effetto molto comune della disfunzione tiroidea. La malattia di Lyme è una malattia infettiva causata da batteri e portata da zecche che si nutrono di topi e cervi infetti. Se non curata, ben il 48% dei pazienti con malattia di Lyme in fase avanzata può sviluppare iperacusia, tinnitus e/o sordità neurosensoriale.



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lla nascita il nostro scheletro è in gran parte costituito da tessuto cartilagineo, solo alcune ossa sono già mineralizzate e visibili ai raggi X. Successivamente inizia il processo di mineralizzazione con la comparsa di uno o più nuclei di ossificazione, ben visibili alle radiografie in quanto radiopachi, che man mano si ingrandiscono, aumentano di dimensione a scapito della cartilagine di accrescimento che diminuisce sempre di più, fino ad arrivare alla pubertà, periodo in cui la maturazione scheletrica accelera e si arriva ad accrescimento ultimato. Per es. il primo nucleo di ossificazione compare a livello della clavicola nel feto tra la 4 - 6 settimana di gestazione mentre la fusione si completa tra i 15 e 25-28 anni. Nei primi due anni di vita l’età ossea si misura con una radiografia del gomito, ginocchio e ossa del tarso mentre dai due anni in poi si valuta sul polso e mano sinistra; i risultati ottenuti si confrontano con delle tabelle su degli atlanti: quello di Greulich & Pyle (risposta in anni) e quello di Tanner & Whitehouse (risposta in anni e mesi). In base al numero, le dimensioni e la densità dei nuclei di ossificazione si calcola l’età ossea proprio in virtù del fatto che la loro comparsa e il processo di fusione si verifica in epoche diverse per ciascun osso, secondo un prestabilito ordine cronologico.

Bisogna tener presente però che sullo sviluppo osseo incidono diversi fattori: fattori ambientali, la razza, l’esposizione agli ormoni, fattori nutrizionali e socioeconomici. La variabili sono tante e tali da inficiare queste tabelle che sono tarate sui gradi di sviluppo della popolazione dopo le due guerre mondiali pertanto non sono più tanto attendibili. Lo studio della comparsa dei nuclei di ossificazione viene usato in ambito auxologico (studio dell’accrescimento) da solo prima e con l’ausilio del grado di sviluppo dei caratteri sessuali e dell’eruzione dentale poi, per valutare il grado di maturazione biologica di un soggetto che presenta bassa statura o pubertà precoce. Ci sono casi in cui possiamo avere un’età ossea avanzata, come nella pubertà precoce o ritardata come nelle sindromi da malassorbimento intestinale (celiachia). Viene richiesta dal medico solo se la statura del bambino è sicuramente inferiore alla norma in quanto è sempre un esame medico con radiazioni e quindi va fatto solo se c’è reale necessità. Dalla figura 1 è possibile vedere ad esempio che per un maschio di 8 anni i valori normali sono compresi entro i cerchietti rossi. Su questa base viene deciso se richiedere l’indagine radiologica. L’accertamento dell’età scheletrica viene usata anche dalla Polizia Giudiziaria per stabilire l’età anagrafica dei soggetti in stato di fermo per deciderne l’imputabilità

e per la determinazione dell’età anagrafica quando non la si conosce, in caso di adozioni internazionali o per i profughi. Recentemente si è introdotto l’uso di Risonanza Magnetica al polso e mano che appare una valida alternativa alla radiografia standard in quanto metodica non invasiva. Purtroppo manca ancora un metodo che possa dare risposte univoche e soprattutto indipendenti da possibili errori di valutazione.





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d in questo stato, lungo nove mesi e più, realmente il corpo della donna viene sottoposto a prove complesse e a cambiamenti profondi che, in molti casi, generano spiacevoli fastidi o persistenti dolori ai quali non si sa bene come porre rimedio. La consapevolezza che l’assunzione di farmaci in gravidanza e l’utilizzo dei principali mezzi di terapia fisica siano assolutamente banditi e la (sacrosanta) attenzione rivolta alla salute del bambino, prima che a quella della mamma, spingono molte donne a trascurare i propri fastidi, ponendo così le basi per disturbi che si faranno via via più prepotenti in gravidanza, nel puerperio e fino a quando non si deciderà di risolverli (probabilmente quando il bimbo inizia l’asilo, perché si ha un po’ di tempo in più, sempre che non abbia deciso di fare il secondo figlio!). I principali disturbi che si

riscontrano in gravidanza sono legati agli inevitabili squilibri posturali che la gestazione stessa comporta. La colonna vertebrale è coinvolta sia nell’equilibrio posturale sia nella trasmissione e nel coordinamento delle attività dei cingoli e quindi degli arti superiori e inferiori e lo stato di salute della regione lombopelvica, che si manifesta attraverso un buon trofismo della muscolatura del torchio addominale, può preservare da lesioni dovute a carichi disfunzionali innescati da, o in, altri distretti: ad esempio, il muscolo trasverso, principale responsabile dell’equilibrio della colonna lombare, in gravidanza è inibito, ed è per questo necessario attuare una serie di strategie comportamentali sostitutive che il fisioterapista può insegnare per prevenire o contrastare il mal di schiena in gravidanza. Molte volte, invece, delle alterazioni posturali non conosciute (e precedenti) possono

determinano una rigidità delle articolazioni del bacino che, insieme allo stress strutturale della gravidanza e la posizione del feto (podalico o con la testa inclinata), determinano disturbi articolari di varia entità: una su tutti, la disfunzione della sinfisi pubica, intesa come un dolore alla zona pelvica che rende fastidioso divaricare le gambe e che può essere scambiata per un dolore al legamento rotondo dell’utero che, normalmente, si distende nell’ultimo trimestre di gestazione provocando fastidio. La donna gravida non deve subire passivamente ciò che accade nel suo corpo, ma può, aiutata da professionisti specializzati e sulla base di protocolli validati, prendere coscienza delle trasformazioni che in lei stanno avvenendo e trovare ad esse una risposta adeguata attraverso il raggiungimento di un nuovo e



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#FISIOTERAPISTA Fisioterapia e gravidanza

più consapevole equilibrio statico e dinamico che, associato a regole di igiene comportamentale (posture da adottare durante la giornata), scongiuri il rischio di cronicizzazione di un disturbo ingravescente. Nell’insieme degli esercizi di presa di coscienza del corpo, effettuati in posizione distesa, carponi e in piedi, cui si associa lo stretching e il lavoro di mobilizzazione selettiva dei distretti corporei, è indispensabile un lavoro su due componenti fondamentali che aiuteranno la gravida nel travaglio e nel parto: la respirazione e gli esercizi della muscolatura pelviperineale. Entrambe queste funzioni, finchè non ci si presta

attenzione e se ne apprende il meccanismo di funzionamento, sembrano sotto il controllo di una forza non governabile da noi: non è affatto così. Esse sono “semiautomatiche”, ossia modificabili dalla nostra volontà entro certi limiti che comunque ci permetteranno di trarre innumerevoli benefici. Nella lunga serie di disturbi tipici del periodo gestazionale ce n’è un altro che si può contrastare attraverso il ricorso alla fisioterapia: il gonfiore alle gambe (e le conseguenti sensazioni di pesantezza e intorpidimento). Esso è provocato da fattori ormonali (aumento del progesterone in primis), ematici (riduzione della parte corpuscolata del sangue) e

vascolari (aumento del peso e del volume dell’utero che comprime i vasi sanguigni degli arti inferiori), aggravati magari da un aumento ponderale eccessivo o dall’ inizio della stagione calda, e può essere risolto attraverso il linfodrenaggio, una metodica di massaggio manuale (no alle apparecchiature tipo pressoterapia) delicata e effettuabile dal secondo trimestre in poi. La gravidanza è uno stato di benessere unico e irripetibile, bisogna goderne a pieno ogni momento e cercare di renderlo quanto più tollerabile è possibile nei suoi aspetti “fastidiosi” : parola di fisioterapista… tanto incinta!



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Definizione di autismo

L’ Autismo o meglio il Disturbo dello spettro autistico (Dsa) è un insieme complesso ed eterogeneo di alterazioni dello sviluppo neuro-biologico ad esordio nei primi tre anni di vita, caratterizzate da una tipica triade: grave compromissione della capacità di comunicazione verbale e non verbale; grave difficoltà di interazione sociale; presenza di comportamenti, attività e interessi ristretti e ripetitivi (stereotipie). Potremmo definirlo “la malattia della disabilità sociale” per eccellenza.

Incidenza

L’incidenza di questi disturbi è aumentata del 100% in dieci anni. In Italia, secondo le stime, colpisce tra 300mila e 500mila persone, circa 1 persona ogni 100, mentre i centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc di Atlanta) indicano una prevalenza di 1 bambino ogni 68. È malattia ubiquitaria, in tutte le etnie e ambienti sociali. I maschi sono colpiti 3-4 volte più delle femmine.

Cause

Esiste sicuramente una base organica (si sono riscontrate alterazioni della morfologia cerebrale, in particolare dell’amigdala, regione cerebrale preposta al funzionamento emotivo e sociale), probabilmente di natura genetica (più di 100 geni sono stati studiati e implicati) su cui si innestano determinanti ambientali (pesticidi, onde elettromagnetiche, esclusa l’ipotesi dei vaccini). Pur ignorando ancora cosa determini realmente l’autismo e cosa generi fenomenologie così diverse nel suo ambito, appare sempre più chiaro che lo 'spettro autistico' rappresenta una realtà multifattoriale e complessa, in cui predisposizione costituzionale e i fattori ambientali si intrecciano fatalmente.

Nucleo patologico

Il nucleo fondamentale del Disturbo dello spettro autistico risiede in un’alterata dinamica dell’interazione interpersonale: il soggetto autistico non è

capace di usare i comuni registri comunicativi, per cui lui e i suoi interlocutori non parlano lo stesso linguaggio e non si capiscono, non riescono a collocarsi in posizione di interazione, integrazione, relazione (“cecità sociale”). Dalla patologia comunicativa scaturiscono la grande ansia e disagio che sono alla base dei comportamenti anomali dei soggetti autistici (“comportamenti problema”). Il sistema di comunicazione carente, deficitario, induce infatti l’autistico ad esprimersi attraverso atti distruttivi, aggressivi, auto-lesivi, inappropriati. Per un autistico il nostro mondo e i nostri codici comunicativi e sociali sono estranei ed incomprensibili, come per noi i suoi. Le stimolazioni dall'esterno sembrano agli autistici eccessive e caotiche, rumori e confusione li spaventano, le novità e i cambiamenti li disorientano, e loro se ne difendono con i comportamenti che a noi



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#PEDIATRA Autismo. La prigione del silenzio

appaiono bizzarri, come le stereotipie e le crisi di collera.

Sintomi

Nel Disturbo dello spettro autistico sono compresi sintomi di diversa gravità e compromissione della funzionalità, pur partendo da una comune base strutturale. Secondo l’ultima classificazione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5, American Psychiatric Association, 2013) criterio fondamentale per la diagnosi è un deficit persistente nella comunicazione e nell’interazione sociale. Nel paziente autistico vi è una incapacità congenita di attenzione a stimoli socialmente rilevanti, come volti e voci umane. I bambini autistici manifestano difficoltà nello stabilire una reciprocità emotiva con gli altri, per incapacità a decifrare le emozioni che esprimiamo attraverso il volto, infatti prediligono gli oggetti ai volti, e si focalizzano sulla parte inferiore del viso, piuttosto che sulla parte centrale e gli occhi, il che rende impossibile la comprensione delle emozioni. Il recente sviluppo delle tecniche di neuroimaging ha dimostrato negli autistici un mal funzionamento nel “giro fusiforme”, un’area del cervello specializzata nel riconoscimento dei volti umani e l’attribuzione di emozioni facciali. E’ come se i soggetti con autismo elaborassero i volti come se fossero oggetti inanimati. Questo deficit della reciprocità socio-emotiva compromette lo sviluppo e il mantenimento di relazioni appropriate. Ne consegue che gli autistici appaiono distaccati e indifferenti verso gli altri, non tollerano la vicinanza fisica, ignorano offerte di attenzione, di affetto e di contatto sociale. La

reazione del bambino autistico alla sua incapacità comunicativa e sociale è il rituale, che gli dà sicurezza e prevedibilità, diminuendo l’incertezza, fonte di ansia e angoscia. Di qui il comportamento rigido, con interessi fissi, ristretti, routinari, e i rituali o movimenti stereotipati, di tipo ripetitivo, o la reazione ai cambiamenti, anche piccoli, con un eccessivo livello di tensione, rabbia, paura, opposizione. Tutto ciò crea in chi gli sta attorno uno stato di latente allarme sociale, per l'imprevedibilità dei comportamenti. I bambini autistici hanno scarso interesse per i giocattoli, preferendo oggetti della vita quotidiana, per lo più di consistenza dura. Non giocano con gli altri, ma in maniera solitaria e poco fantasiosa (manca il gioco funzionale e simbolico), soffermandosi solo su piccoli particolari dell’oggetto. La mancanza del linguaggio interessa il 50% circa dei casi, mentre altri autistici manifestano un linguaggio con scelta limitata di parole e frasi, talvolta bizzarro, fuori contesto, con ripetizione ad eco di frasi udite. A volte può associarsi ritardo mentale, da lieve a grave. In altri casi l’intelligenza non verbale è nella norma, la memoria a volte è eccezionale, ma solo per ciò che li interessa. Per esempio nella Sindrome di Asperger, forma di autismo “ad alto funzionamento”, il paziente appare particolarmente abile in talune attività, ma privo di interesse verso gli altri, indifferente ai rapporti sociali , avulso da rapporti di amicizia o di affetto con i coetanei, e e spesso eccessivamente preoccupato per alcune questioni assai specifiche (come ad esempio per gli orari), con comportamenti ripetitivi e stereotipati, attività

e interessi limitati, talvolta anche con iperattività e deficit dell’attenzione, ansia, depressione.

Importanza della diagnosi precoce

Il miglioramento cognitivo e comportamentale del soggetto autistico è legato alla precocità del riconoscimento e dell’intervento educativo. Il periodo dei 18-30 mesi è una finestra di opportunità ideale per l’intervento per la maggiore plasticità cerebrale.

Segnali di allarme

Segnali di allarme precoci possono essere: assenza di consolabilità e contatto visivo a 3 mesi, assenza di reciprocità e di imitazione a 6-7 mesi, assenza delle diverse espressioni facciali e disinteresse per la voce umana a 8-9 mesi, assenza di vocalizzi a 10-11 mesi, basso interesse per le interazioni sociali e comportamenti ripetitivi anomali a 12-15 mesi, assenza di risposta al richiamo, sguardo sfuggente, mancanza di indicazione col dito per chiedere o per interesse, assenza di gioco con gli altri (gioco condiviso) o gioco simbolico (“far finta”) a 18 mesi, comportamenti tipici a 2 anni (chiusura e isolamento, battere le mani ripetutamente, girare su se stessi, dondolarsi, annuire, annusare, leccare, giochi solitari e ripetitivi, allineare gli oggetti, rifiutare i cambiamenti, attaccamento ossessivo alla routine, reazioni esagerate alle esposizioni sociali, aggressività, crisi di oppositività, autolesionismo). continua sul prossimo numero



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l lavoro più importante che abbiamo è quello di essere il manager della propria vita, di progettarla e viverla in prima persona. Non è qualcosa che possiamo affidare a qualcun altro, sebbene a volte possiamo trovare qualcuno che ci aiuti in alcuni aspetti. Questo è piuttosto un lavoro di apprendimento, attraverso le nostre esperienze quotidiane, di cosa funziona per noi, al fine di guarire dal trauma. Più di qualsiasi altra cosa, gestire la propria vita richiede attenzione. Senza consapevolezza, siamo portati a compiere sempre gli stessi errori e a non trarre beneficio dalla nostra esperienza. Per esempio, se abbiamo sintomi di una cattiva digestione e non poniamo attenzione, potremmo non renderci conto che alcuni cibi ci fanno male e quindi prendere una medicina con la convinzione di stare meglio. Ma senza conoscere la vera causa, quella medicina potrebbe non essere la più adatta, o addirittura non fare effetto. Molte vittime di trauma, allo stesso modo, non sono così in contatto con il loro corpo. Potrebbero non essere consapevoli, dunque, del perché sono iperattivate, visto che il loro cervello pensante è oscurato dal cervello emotivo, e percepirne

solo i sintomi. Di fatto, non riescono a capire le ragioni o le connessioni sottostanti che, invece, permetterebbero loro di essere precise nella conoscenza di sè. Senza questa conoscenza, dunque, non riescono a prendersi cura di loro stesse o di apportare quei cambiamenti preziosi che permetterebbero di avere una vita sana e stare meglio. Concludiamo con un esempio: come sappiamo, l’attività fisica costante aiuta a regolare il cervello. Ci sentiamo meglio, dormiamo meglio, e questa è una cosa facilmente intuibile. Ma quello che è davvero importante arrivare a notare con la consapevolezza è che, dopo 20 minuti di esercizio intenso, il cervello comincia a produrre

le sostanze chimiche che creano quel senso di benessere. Non si tratta ,quindi, di rilevare semplicemente che l’umore cambia, ma di essere in grado di connettere, di collegare questo cambiamento con quello che stiamo facendo in quel momento. Questo fa la differenza. Questo articolo è tratto dalla collaborazione con “ilvasodipandora.org” Riferimenti Lee Cori, J. (2008). Healing from Trauma. A Survivor’s Guide to Understanding Your Symptoms and Reclaiming Your Life. Da Capo Press



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opo gli ultimi due articoli “Non spezzare le ali a tuo figlio” e “E’ più forte di me”, ho ricevuto numerose sollecitazioni da parte di amici e lettori appassionati di continuare a scrivere sul delicato ed importante argomento “il ruolo dei genitori ed il rapporto genitori-figli”, ed io, traendo spunto dalla mia esperienza diretta di genitore e dalle conoscenze e competenze acquisite dai vari corsi di formazione sul tema in questione, ho accolto l’invito e perciò anche oggi continuerò a parlare del periodo dell’adolescenza e del difficile e particolare rapporto fra le due generazioni a confronto. Come Personal Coach, lavorando, quotidianamente a stretto contatto con genitori, spesso sento dire: “mio figlio non ha voglia di fare niente…a mio figlio non piace andare a scuola e non gli importa di avere buoni voti… mio figlio sta giorno e notte col cellulare in mano… etc. Come sarà il suo futuro se va avanti così? Cosa posso fare per fargli comprendere l’importanza della vita, della scuola e di ogni altra cosa che fa?” Il segreto è riuscire sempre a

donare amore, buon senso e logica nel nostro delicato ruolo. Quanto siamo disposti ad ascoltare i nostri figli veramente senza fingere e senza alzare la paletta dei divieti e delle concessioni? Dato per scontato che il genitore perfetto non esiste, allo stesso modo non esiste il figlio perfetto, ciò non significa lasciare i ragazzi a se stessi per evitare di prendere decisioni, o di far dettare le regole dello stare insieme dai figli…e neppure di proporsi come esempi educativi infallibili. Perciò evitiamo di dire: “quando io ero piccolo facevo così …ero così, tu sei così fortunato”. Certo nella vita dobbiamo essere per loro un esempio costante ed un modello irrinunciabile, (radici forti e insostituibili) ma senza mai sostituirci a loro. Potremo diventare bravi genitori se impareremo a pensare ai nostri figli ma anche a noi stessi, guardando il mondo attraverso i loro occhi e non solo attraverso i nostri. Così sapremo favorire sempre le risate, senza farci sconvolgere dai pianti. Riusciremo a fare le coccole al momento giusto, a punire quando

sarà indispensabile, a servirci del potere della persuasione piuttosto che di quello della coercizione. Dobbiamo riuscire a costruire l'educazione dei nostri figli su tre pilastri fondamentali: l'autostima, il senso di responsabilità e il buonumore. Solo così vinceremo quell’ansia esistenziale che turba la crescita di tutti i ragazzi moderni, in una società che troppo spesso, per troppo protezionismo si sostituisce a loro. Comprendo quanto possa essere frustrante e difficile trattenersi dal rimproverarli o dal costringerli a fare delle cose, magari quelle che piacciono a noi, piuttosto che quelle preferite da loro, ma è veramente importante per noi adulti saper aspettare, saper ascoltare, dare fiducia, e non forzarli in certi comportamenti o in determinate scelte. D’altra parte gli adolescenti hanno l’abitudine di respingere ogni “consiglio” o valore dei propri genitori per presa di posizione perché l’adolescenza è la fase in cui si afferma la



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#WELLNESS Lascia ai tuoi figli due cose...

propria personalità, la fase delle contestazioni e delle contrapposizioni. Per questo essi devono essere visti come persone con i loro valori e interessi e non con i nostri. Ma come facciamo a guidarli senza che ci mandino a quel paese? Insegnamogli sin da piccoli a pensare con la propria testa, fare scelte consapevoli e ad assumersi la responsabilità dei propri comportamenti. Quando ci troviamo di fronte ad una problematica, prima di tutto chiediamoci: “la situazione è veramente così grave da richiedere il mio intervento per aiutarlo? C’e qualcosa che va contro la legge o la sua sicurezza? E’ una cosa che può affrontare da solo?” E poi chiediamogli sempre: “tu cosa ne pensi?” e ancora:

“Secondo te cosa è successo?” Così facendo impara anche dagli sbagli che ha fatto (le cosiddette lezioni di vita). Facciamogli vivere la formula “azione-reazione”. Facciamo in modo che sentano quanto sia importante contribuire, partecipare, collaborare. I giovani oggi crescono quasi sempre con il letto già fatto e il piatto pronto, viviamo la generazione dei “bamboccioni” quelli che vivono nella case albergo senza regole e senza responsabilità. Tutto per loro è così “naturale e scontato” che spesso dimenticano quanto sia importante contribuire nel mondo. Facciamoli collaborare in ogni iniziativa o compito familiare e sociale, lasciamoli viaggiare per conoscere altre culture e paesi, lasciamoli sperimentare i pro e contro delle decisioni prese.

Se restano sempre accanto a noi perché gli impediamo di distaccarsi, se li accompagniamo in ogni passo che fanno, se li aiutiamo in ogni piccola problematica, se continuiamo a dire “mettiti il maglione che fa freddo”, stiamo solo frenando la loro crescita, stiamo frenando la loro voglia di apprendere e imparare e stiamo solo aumentando le loro paure e insicurezze.

Lascia che i tuoi figli se ne vadano se vuoi che rimangano con te Malcolm Forbes





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iente più sanzione penale ma soltanto quella amministrativa per colui che viene “pizzicato” a compiere atti osceni in luogo pubblico. E’ quanto stabilito dai Decreti Legislativi 15 gennaio 2016 n.7 e 8, recanti “Disposizioni in materia di abrogazione di reati e introduzione di illeciti con sanzioni pecuniarie civili” e “Disposizioni in materia di depenalizzazione”, a seguito dei quali il Governo ha proceduto alla depenalizzazione di un cospicuo numero di reati tra cui quello inerente agli atti osceni in luogo pubblico. Appartarsi in auto con la propria compagna non è quindi più reato a condizione però che non ricorrano le circostanze di cui al secondo comma dell’art.527 CP, al verificarsi delle quali il reo continuerà a soggiacere ancora alla sanzione penale. Se quindi prima della depenalizzazione colui che compiva atti osceni in luogo pubblico veniva punito, ex art. 527 codice penale, con la sanzione della reclusione da un minimo di 3 mesi ad un massimo di 3 anni, adesso in caso di violazione verrà comminata esclusivamente una sanzione amministrativa che spazia da un minimo di 5.000 ad un massimo edittale di 30.000 euro. Ma in concreto quand’è che un atto può definirsi osceno? La definizione di atti osceni, specie per quel che riguarda

l’appartarsi in macchina sulla pubblica strada, così come da sempre abitudine delle giovani coppie di fidanzati, è stata più volte oggetto di numerose sentenze della Corte di Cassazione. In poche parole, e parafrasando le parole dei Supremi Giudici, l’atto osceno in luogo pubblico a bordo della propria autovettura si configura ogni qualvolta ci si trovi in una situazione nella quale, a causa dell’illuminazione stradale o per esempio per il fitto passaggio di altre persone o di altre autovetture,o ancora qualora ricorrano altre specifiche circostanze, sia possibile per i passanti vedere all’interno dell’abitacolo il compimento di atti di libidine sessuale ovvero di atti contrari al senso del pudore, non importando il compimento o meno dell’atto sessuale in senso stretto. Ovviamente per la configurazione dell’atto osceno, e quindi ai fini della sua concreta punibilità, occorrerà tener conto di tutta una serie di circostanze specifiche quali, ad esempio, il

luogo, l’orario nonché le reali e altre modalità dell’intera vicenda. Và precisato che costituisce ancora reato l’ipotesi prevista dal secondo comma dell’art. 527 CP: in particolare sarà punito con la sanzione penale della reclusione da 4 mesi a 4 anni e 6 mesi colui che compia atti osceni all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da soggetti minorenni e se da ciò derivi il pericolo che gli stessi possano assistervi (si pensi ad esempio nei pressi di una scuola o di un parco pubblico). Attenzione quindi perché lo scambio di “effusioni amorose“ potrebbe letteralmente costarvi caro atteso che la sanzione amministrativa prevista può arrivare fino ad un massimo di 30mila euro mentre quella penale fino a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Nelle ipotesi suesposte si consiglia di rivolgersi sempre e prontamente al proprio avvocato penalista di fiducia.


SCUOLA DI DANZA CLASSICA E MODERNA

DIREZIONE ARTISTICA DI MARIANA GARGIULO E MARIANGELA MORVILLO

ore 19:45 | Teatro Cinema Armida

SORRENTO


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l Dow Jones (acronimo di Dow Jones Industrial Average) è il più noto indice azionario della borsa di New York, creato dal padre dell'analisi tecnica e fondatore del Wall Street Journal, Edward Jones. L'indice è calcolato soppesando il prezzo dei principali 30 titoli di Wall Street, esempio sono attualmente quotati al suo interno società come la Cocacola, Boeing, Microsoft, Walt Disney, McDonald's, Nike, IBM, American Express etc.. Le aziende che si trovano quotate al suo interno sono selezionate da un comitato che è composto principalmente da giornalisti finanziari che studiano ed analizzano le società e si affidano sopratutto al loro fiuto e non ad algoritmi matematici o meccanismi automatici per selezionarle. Queste devono essere rappresentative dei settori fondamentali dell'economia americana e quindi non vengono scelte perchè considerate da “qualcuno” un giusto investimento! Il 26 Maggio il Dow Jones, l'indice di borsa più popolare al mondo, ha compiuto 120 anni. La sua performance ultra secolare è pari ad oltre il 43 mila per cento! Un numero impressionante, che però è il frutto di notevoli saliscendi. Ad esempio all'inizio della grande

depressione del '29 con il crollo di Wall Street ci fu un tracollo vertiginoso e ci vollero ben 25 anni affinchè l'indice nel 1954 tornasse allo stesso livello precrisi. Il che ci deve far riflettere su cosa si intende per “lungo periodo” e quando si sente dire che le singole azioni battono tutti gli altri investimenti in termini di rendimenti se li si tiene nel cassetto per abbastanza anni! Gli anni Cinquanta, Ottanta e Novanta del secolo scorso sono stati d'oro per Wall Street, nonostante il famoso Lunedì nero del 19 Ottobre del 1987 in cui l'indice subì il crollo più grave in punti percentuali in un solo giorno -23,5%! Analizzandolo oggi, ci appare come un “piccolo” incidente di percorso in quanto l'indice, grazie al boom della nuova economia riprese immediatamente a galoppare raggiungendo un primo massimo nel 1995 con l'era di internet e nel 1999 con la quotazione al suo interno dell'attuale colosso informatico Microsoft. In questo stesso anno l'indice raggiunse i suoi massimi fino all'anno 2000 quando l'euforia americana iniziò ad intiepidirsi con l'attacco terroristico dell'11 Settembre 2001. Da qui è iniziata una lunga discesa culminata nel 2008 con il fallimento di una delle più

importanti banche americane, Lehman Brothers. Successivamente l'economia americana ed il suo indice hanno iniziato una lunga rincorsa che l'ha portato il 19 Marzo del 2015 a raggiungere i suoi valori massimi storici. Ora l'indice è di soli 5 punti percentuali più basso da quel livello massimo storico e tutti gli analisti cercano di studiare e di interpretare l'indice più rappresentativo di una economia, quella americana, che nel bene e nel male influenza tutta la produttività mondiale. Per concludere se il nostro bisnonno 120 anni fa, nel 1896 avesse potuto essere consigliato da un buon consulente ed avesse impiegato soli 50$ all'interno dell'indice Dow Jones oggi noi eredi ci troveremmo nel nostro portafoglio una somma di ben 17.800$!



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Un giovane, il proprio padre anziano amorevolmente prese per mano e disse con voce blanda e serena: “Papà, voglio offrirti una cena”.

Mentre il giovane pagava il conto, un anziano per parlargli era pronto, gli disse: “Tu dimentichi qualcosa, una cosa bellissima, meravigliosa”.

Al vecchio genitore l’idea piacque, guardò il figlio, sorrise e tacque e dopo qualche ora solamente erano seduti al ristorante.

“Tu lasci qui una lezione di vita, un esempio di bellezza infinita, il rispetto per il vecchio genitore che in vita ha dato solo amore.

I due mangiarono a volontà ma il vecchio, data l’avanzata età, mentre mangiava non si controllava perché sbavava e si sporcava.

“Tu piccolo, ti sorresse con gioia, ora tu lo ricambi nella vecchiaia, per ogni figlio una lezione d’amore, una speranza per ogni genitore”.

Gli altri clienti che eran presenti guardavano la scena molto attenti, sicuramente volevano capire come la cosa andava a finire.

“Non dimentichiamo che nella vita, in una girandola infinita, tutto ciò che avremo distribuito puntualmente ci verrà restituito”.

Consapevole del proprio impegno il giovane portò il padre nel bagno, il vecchio nel volto e sul vestito ne uscì perfettamente ripulito.



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ando alle “ciance” un letto è un letto ovvero uno “strumento”di vita... potremmo per scelta o per dovere fare a meno di tante cose ma un letto è sempre necessario sin dalla notte dei tempi l'uomo non poteva ne potrà fare non uso di un sano e confortevole letto. Certo! Prima non erano confortevoli, ma oggi grazie all'evoluzione tecnologica e alla continua ricerca del benessere si “mira” al massimo comfort e a trarne benefici per il corpo e per la mente. Un letto va usato con parsimonia mai “overdose” ne' astinenze prolungate... possibilmente piazziamolo nella stanza migliore con giusta areazione e orientato nel più saggio dei modi...tenendo presente di poter minimizzare gli sforzi anche per chi deve rifarlo al risveglio. Le istruzioni per l'uso non sono allegate ma ci si argomenta insieme a secondo dell'età, l'uso e la destinazione stessa. Ad ogni modo dopo i rituali giornalieri di manutenzione del proprio corpo proseguire verso l'inseparabile strumento di vita (letto). Abbigliati di quanto basta, una tisana di bacche di goji potrebbe lasciarci incontrare morfeo nel suo massimo splendore, ritrovarlo più accogliente che mai, adagiare la propria testa sul migliore cuscino possibile confacente alla propria cervicale. Accertarsi che tutto il corpo sia sorretto in ogni punto, zona “sacrale” compresa. Se abitate sul corso chiudete bene gli infissi, se vivete nel centro storico iniziate questo rituale dopo mezza notte, se avete il direttore di banca che vi insegue per scoperto incontenibile non è questione di un buon materasso. Anche se molti continuano a parlar di diete, curando il cibo con privazioni e spesso con ossessività, indubbiamente il modo di nutrirsi può condizionare un certo benessere ma è anche vero che una delle essenzialità per ben vivere è convergere verso il buon umore è cosa che solo l'esatto materasso può regalare. Un letto per una “garconniere” senz'altro non prevede alcun libretto allegato, quasi sicuramente cupido, ormoni, fantasie e libretti dalle sfumature di grigio consiglieranno il buon uso. Altro discorso per il letto della sposa che ovviamente vuole un po' sognare... quindi dai colori chiari “morbidoso” quanto basta col contenitore per poter

contare su una certa capienza e poi la priorità di scelte in fatto di stile e gusto le spetta visto il gran investimento “affettivo” in esso stesso. Senza sottovalutare alcun esigenza poiché spesso trattasi di realizzare un sogno. Quello che prevede vari incontri nella mia saletta prova è il letto per una coppia over 50. D'altronde nessun libretto per le istruzioni potrebbe mai bastare… gli aspetti da valutare sono molteplici. In primis qualità della struttura ossea, tonicità muscolare, conflittualità coniugale in fatto di temperatura, stazza degli utenti e in ultimo, ma non per ultimo, la capacità del materasso di automodellarsi perfettamente alla propria schiena. Mai sedersi al centro del letto per vedere la TV, non usare il materasso come divano, evitare infiltrazioni di liquidi, non far ballare i bambini come al parco giochi, se sfoderabile almeno ogni sei mesi un passaggio con l'aspirapolvere per garantire una perfetta igiene, in caso di ormoni acti … lavatrici, poltrone, divani, tappeti, tavoli da cucina possono sostituire “degnamente” il letto stesso. Per chi ha già avuto il “brivido” di ritirare la prima pensione e il pensiero di poter investire in qualità di riposo sembra realizzabile… incontriamoci, potremmo parlare di letti che possono alzare un po’ la testa per evitare il reflusso gastro-esofageo o altre patologie, oppure alzare un po’ il lato gambe semplicemente per sentirsele più leggere. Un letto è spesso una “petit place” dove si firmano armistizi impossibili da firmare altrove, large, small, pieghevole, a scomparsa, estraibile, una piazza e mezzo, alla francese, e comunque un letto e ne sono sicuro che ne avete lasciato uno poco meno di mezza giornata fa. Amici e non, pendolari, insegnanti, commercianti del centro storico, ristoratori della marina grande, parrucchieri del corso italia, chiunque voi siate voi finirete a letto dopo una sacrosanta giornata di lavoro … e lì che cercherete la ricarica è lì che progetterete la nuova e chiuderete la ormai già trascorsa…e dunque! Vi sembra ancora poco la “missione” del letto nella vita umana? A me no! Mi auguro presto di rivedervi per rivedere la vostra qualità di riposo e se avviene o meno la giusta ricarica.



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esigenza di fornire nuove proposte ad una clientela sempre più attenta ha portato ad una collaborazione profiqua tra professionisti per il progetto di restyling di una piscina di uno dei più importanti alberghi della costiera. Sul vecchio invaso è stata progettata una nuova vasca con un innovativo design e tipologia di impianto, per diversificare l’offerta di soggiorno a vantaggio dei propri ospiti. Innanzitutto è stata rimodellata la profondità, per migliorarne i percorsi e facilitare l’accesso dalle comode scale di ingresso . Là dove c’era l’invaso dei bambini è stata creata una comoda seduta idromassaggio a 8 postazioni

dotate di massaggio plantare, sono stati inoltre aggiunti il percorso massaggio ascensionale, una cascata per massaggio cervicale che funge anche da elemento di arredo. Il tutto impreziosito dalla sostituzione degli skimmer con il particolare sfioro a feritoia perimetrale posto sotto il marmo di bordatura che porta il punto di prospettiva sulla cascata con sfioro a stramazzo dove l’acqua si riversa in una vasca di raccolta integrata nella struttura garantendo uno spettacolare risultato scenico di grande fascino e suggestione. Una particolare attenzione è stata data dall’effetto che il rivestimento in mosaico vetroso ha sui riflessi e sulle dominanti di

colore dell’acqua che, riflettendo e rifrangendo la luce produce una sequenza di colori che si alternano tra il blu oltremare e l’azzurro cielo, portandosi sulle sfumature del mare che funge da scenario. Quando il sole si accinge al tramonto l’acqua si illumina mediante i fari a led che ne esaltano i colori ed il fascino nell’oscurita della notte. Un lavoro ben riuscito che rimodernando l’invaso valorizza il concetto “Sorrento Relax”.



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opo, "Non volare via” e “Niente è come te” che ha vinto il Premio Bancarella, anche questo libro ti cattura, ti avvince ti fa vivere la storia, comunica, fa riflettere su temi di grande attualità. Il tema è l'amore, quello che dall’innamoramento diventa amore vissuto, capace di costruire… ma bisogna essere in due a correre il rischio di volersi bene in ogni istante. L’amore, troppo spesso identificato solo con l’eros ha ben altre sfumature. Tutte hanno un rischio. L'autrice dice: "Esiste solo un modo per comprendere l’amore: fare un accurato elenco di tutti i suoi dettagli”. Capita che nell’innamoramento poco comprendiamo e ci lasciamo trasportare, spesso per anni, nell’amore invece occorre la tenerezza di conoscere cosa sia, non basta viverlo, oppure farsi trasportare, è necessario conoscerlo tutto ed esserci dentro fino in fondo, non soffermarsi su un aspetto, anche se, proprio quell'aspetto ci può far comprendere, all'inizio inconsapevolmente e poi in modo evidente che non è sempre amore quello che riteniamo tale. Emma, la protagonista, ci trasporta dentro questa realtà. Tommaso primo innamorato, uomo adulto, vita di coppia, prospettiva di un futuro migliore, invece, l’amore finisce, forse l’innamoramento mai e per uno dei due è diventato autentico amore.

Sara Rattaro ci fa vivere l'iinamoramento fino al momento, doloroso, in cui viene posta di fronte ad una nuova realtà, che non dimenticherà: il suo Tommaso se ne è andato. Emma si pone un obiettivo preciso: "Splendere più che potevo”. Nel suo splendore, dove tutta il suo essere convergeva, entra un nuovo amore, Marco. La ragione per Emma di alzarsi al mattino, di proseguire la sua esistenza dandole un vero e significato. Ecco un nuovo innamoramento, un nuovo amore, tutto lascia presagire che sarà una bella storia, perché le storie nascono quasi sempre bene. "La discesa inizia sempre con un piccolo passo verso il basso”, ci ricorda Sara Rattaro. A volte appare dopo lustri di vita

coniugale, per Emma si manifestò quasi subito e iniziò una discesa che per anni la precipitò in un dolore che mai avrebbe voluto né per sé, né per la bimba che ebbe e neppure per Marco, il marito che ben presto manifestò i segni della sua difficile vita e della sua malattia. “Così il tempo passava inesorabile” La bimba, Martina, compiva il terzo anno, ma nulla veramente cambiava, nonostante che Emma con l’aiuto di Tommaso, il suo primo amore, avesse cercatodi attenuare almeno la violenza che Marco le sfogava addosso, spesso rinchiudendola nella fredda cantina di casa. La malattia va curata e seriamente, non si può far finta che non esista, soprattutto quella che coinvolge e ottenebra la psiche. Non basta dissertare e studiare il fenomeno, bisogna intervenire e per fare ciò bisogna chiedere ed ottenere aiuto. Emma, nemmeno aveva pensato di avvertire le autorità, solo Tommaso conosceva qualcosa e qualcosa i suoi genitori, ma non la famiglia di Marco, che invece, consapevolmente, aveva nascosto a se stessa, prima di tutto, la grave malattia del figlio. Alla fine con semplicità ci viene dato dalla scrittrice il grande messaggio intorno alla felicità che è unione di serenità di ragione e sentimenti, Emma ci fa comprendere come l’amore può tornare sempre a splendere in ciascuno di noi.




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