LA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE
ACNE. IL CRUCCIO DEGLI ADOLESCENTI
7 REGOLE D'ORO PER IL TUO CUORE
PASQUA IN CUCINA: LA TORTA PASQUALINA
di Mariagabriella Pugliese
di Carlo Alfaro
di Vittorio Fabbrocini
di Imma Gargiulo
LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE | ANNO XI | NUMERO 3
#123 | APRILE 2017 | FREE PRESS
SOM MA RIO LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno XI • NUMERO 3
APRILE 2017 In copertina Sofia Trombetta, 2 anni di Sorrento fotografata da Pino Coluccino, Sant'Agnello Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 Direttore responsabile Giuseppe Damiano Editore Giuseppe Manzi Redazione Via Camaldoli, 18 | Vico Equense Na) Progetto Grafico Maurizio Manzi | Bingwa Art Factory maurizio@bingwa.it Contatti Tel. 081.5341117 | Cell. 331.5063051 redazione@centopercentofitness.it
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#SPECIALE
LA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE
di Mariagabriella Pugliese
#PEDIATRA
ACNE. IL CRUCCIO DEGLI ADOLESCENTI
di Carlo Alfaro
#FISIOTERAPISTA
MASSAGE CUPPING THERAPY. L’EVOLUZIONE DI UN METODO ANTICO
di Brigida Pinto
#CARDIOLOGO
7 REGOLE D'ORO PER IL CUORE di Vittorio Fabbrocini
#AUDIOPROTESICHE
TECNOLOGIE AUDIOPROTESICHE PER “LA LA LAND”
di Tea Maione
#FISIOTERAPISTA
ONDE D'URTO... PER SAPERNE DI PIÙ
di Veronica Di Martino
#FARMACISTA
ARRIVANO LE PRIME GIORNATE DI SOLE... PROTEGGITI AL MEGLIO!
di Giuseppe De Simone
30 58
30 34 36 38 40 42 44
#SESSUOLOGA
PARENTAL CONTROL, COME PROTEGGERE I FIGLI SU INTERNET
di Olga Paola Zagaroli
#NUTRIZIONISTA
CEREALI, VERDURE, LEGUMI E FRUTTA: COSÌ TONIFICHI I MUSCOLI
di Francesca Maresca
#RADIOLOGIA
IL DENTALSCAN
di Federica Troianiello
#ODONTOIATRA
I FALSI MITI SULLA SALUTE ORALE
di Vittorio Milanese
#NATUROPATA
I SETTE CHAKRA
di Mariateresa Caiafa
#WELLNESS
CONTINUA AD AMARE ANCHE DOPO
di Ernesto Lupacchio
#AVVOCATO
REATO SOTTO EFFETTO DI SOSTANZE STUPEFACENTI O DI ALCOOL
di Valerio Massimo Aiello
46 48 50 52 54 56 58 60
#CONSUMATORI
ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE EQUITALIA
di Pierluigi D'Apuzzo
#CONDOMINIO
MA ATTENZIONE AI DEBITI CONDOMINIALI!!!
di Teresa Pane
#POETA
IL NEGOZIO DI DIO
di Salvatore Spinelli
#FILOSOFO
SØREN KIERKEGAARD TRA POSSIBILITÀ E FEDE
di Domenico Casa
#LIBRICOMEFARI
LE NOSTRE ANIME DI NOTTE
di Giovanni Pepe
#WEB
METTIAMOCI ANCHE OFF!
di Antonella Raffone
#FOODCROSSING
PASQUA IN CUCINA
di Anna Maione & Imma Gargiulo
#BOWLING
“THE INDIANS SORRENTO BOWLING TEAM”... LA STORIA
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GLI ESPERTI di questo mese
#AUDIOPROTESISTA
#CARDIOLOGO
Dott.ssa Tea Maione Laureata in Tecniche Audioprotesiche
Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli
cell. Martedì dalle 9.00 alle 11.00 e-mail 338.9648341
#FARMACISTA Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.
cell. 335.5302988
#FISIOTERAPISTA Dott.SSA VERONICA DI MARTINO Laureata in Fisioterapia Specializzata in Posturologia
cell. 338.4086506 e-mail v.fabbrocini@alice.it
#FISIOTERAPISTA Dott.ssa Brigida Pinto Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli.
cell. 331.2668437 e-mail pintobrigida@gmail.com
cell. 327.8420706
#NUTRIZIONISTA #ODONTOIATRA Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.
cell. 338.4698121
Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.
Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30 cell. 334.2258132
#SESSUOLOGA
#TECNICO_RADIOLOGIA
Dott.ssa Olga
Dott.ssa Federica Troianiello Laureata in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, tirocinante presso il CMO di Torre Annunziata.
Paola Zagaroli
Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30 cell. 335.8709595 e-mail ilsessoelamente@gmail.com
email: fede92-fullm@hotmail.it
100% FITNESS MAG | Aprile 2017
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Mariagabriella Pugliese
#SPECIALE
Professore presso il Dipartimento di Fisica dell'Università Federico II, Presidente della Società Italiana per le Ricerche sulle Radiazioni (S.I.R.R.)
La Radioattività ambientale
a problematica relativa all’esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti di origine naturale, in particolare al gas radon, necessita di essere affrontata non solo in ambito istituzionale, ma deve essere comunicata alla popolazione intera che ancora oggi non percepisce l’esposizione al radon come un rischio per la propria salute.
Cos’è il radon?
Il radon (Rn) è un elemento chimico naturale, radioattivo, appartenente alla famiglia dei cosiddetti gas nobili o inerti. Esso deriva dal decadimento naturale del radio che a sua volta ha origine dal decadimento dell’uranio e del torio. Questi elementi sono presenti, in quantità molto variabile, in tutta la crosta terrestre e quindi anche nei materiali da costruzione che da questa derivano (tufo, pozzolana, granito, etc). Pertanto
è un elemento che contribuisce in maniera significativa (oltre il 50%) alla dose media pro-capite del fondo di radioattività naturale cui siamo quotidianamente esposti. Essendo un gas si concentra negli ambienti confinati, mentre all’esterno si disperde: è questo il motivo per il quale l’attenzione è rivolta alla concentrazione di gas “indoor” (misurata come Bq/m3, dove 1 Bq corrisponde alla trasformazione di 1 nucleo atomico/s). Esistono diversi isotopi del Rn, ma quello più rilevante dal punto di vista del danno che può arrecare alla salute, è il radon 222, in quanto ha un tempo di dimezzamento più lungo rispetto agli altri, di circa quattro giorni.
attraverso l’International Agency for Research on Cancer (IARC), ha classificato il Rn appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano, ovvero quelle tra cui è stata stabilita una relazione causale tra esposizione e tumori umani, dimostrata da diversi studi epidemiologici. Il Rn è considerato la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo (figura 1), con cui ha un effetto sinergico, e la prima causa di tumore al polmone nella popolazione di non fumatori.
Quale il rischio per la popolazione?
L’inalazione di Rn è considerata molto pericolosa per la salute umana tanto che l’organizzazione mondiale della sanità (WHO),
figura 1
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Perché è pericoloso?
Il radon, in quanto gas inerte, non reagisce con altre sostanze e di conseguenza così come viene inspirato, viene espirato; tuttavia il processo di decadimento genera dei prodotti “figli” elettricamente carichi che attaccandosi al particolato presente in aria possono essere inalati e fissarsi sulle superfici dei tessuti polmonari. Il decadimento nucleare dei due isotopi del polonio (Po-218 e Po-214) avviene in tempi rapidissimi con emissione di particelle alfa che colpiscono l’epitelio polmonare. Tali radiazioni possono danneggiare le cellule con un meccanismo diretto di ionizzazione nella macromolecola, determinando la rottura della membrana nucleare o mitocondriale, la rottura della guaina proteica o di un singolo/doppio filamento di DNA. I danni prodotti sono generalmente riparati dai meccanismi biologici ad eccezione della rottura del doppio filamento di DNA cwhe può portare a morte cellulare o a mutazione di tipo degenerativo, innescando un processo di carcinogenesi.
Il radon indoor in Italia
Sono state svolte diverse campagne di misura della concentrazione di radon indoor nelle abitazioni e negli edifici pubblici in Italia. In figura 2 è riportata la mappa risultante da una indagine nazionale condotta da ISS ed ISPRA negli anni 1980-90. La concentrazione media nazionale è di 75 Bq/ m3, in Campania è più alta, circa 95 Bq/m3. Se si tiene conto che la concentrazione media mondiale, stimata dall’ UNSCEAR, è di 40Bq/m3 si può dire che il radon indoor costituisce, a livello nazionale, un problema al quale prestare attenzione. Naturalmente l’edificio entro il quale il Radon penetra può essere indifferentemente un ambiente di vita o di lavoro. Il Radon è dunque un problema sia di radioprotezione ambientale che occupazionale.
La normativa
Mentre l’ esposizione occupazionale è normata dal D. Lgs 241 del 26/05/2000, per la esposizione in ambienti di vita fino ad oggi il riferimento normativo è costituito da Direttive Europee e Linee Guida. Il motivo per cui è fondamentale che la popolazione venga a conoscenza del problema radon è che il 17/2/2014 è entrata in vigore una nuova direttiva comunitaria in materia di protezione dalle radiazioni ionizzanti (2013/59/Euratom) che, nel rispetto dei tempi normativi, dovrà essere recepita
figura 2
nelle legislazioni nazionali europee entro quattro anni, ovvero entro il 6/2/2018. Il cambiamento riguarderà essenzialmente una riduzione dei limiti di concentrazione ammessi nei luoghi di lavoro dagli attuali 500 ai 300 Bq/m3 e l’estensione dei nuovi limiti a tutti gli ambienti chiusi, incluse le civili abitazioni. I luoghi di lavori nei quali le misure di radon saranno obbligatorie, includono oltre i piani interrati e seminterrati, anche tutti i piano terra.
Come proteggersi
Il modo più semplice ed economico è, laddove è possibile, areare gli ambienti aprendo le finestre! In caso di ambienti interrati o seminterrati, possono essere messe in atto diverse azioni di rimedio, scegliendo quella più opportuna tra areazione forzata, sistemi di pompaggio, pressurizzazione.
Il progetto RADIOLAB a Sorrento
Da oltre dieci anni l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) coinvolge gli studenti di alcuni istituti superiori della penisola sorrentina (Liceo Scientifico “G. Salvemini”, Istituto Nautico “N. Bixio”) in un vero e proprio progetto di ricerca che prevede un approccio interdisciplinare allo studio del radon con il coinvolgimento dei docenti di biologia, chimica, matematica, informatica, arte, lingua inglese, fisica. Attraverso gli studenti speriamo di arrivare a tutta la popolazione, e questo lasso di tempo che ci separa dal febbraio 2018 ci vedrà ancor più impegnati perché i più vengano a conoscenza di questa problematica.
12 Dottor
#PEDIATRA
Carlo Alfaro
ACNE
il cruccio degli adolescenti acne adolescenziale (acne volgare) è una malattia infiammatoria cronica del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea annessa (complesso pilosebaceo). Colpisce selettivamente le unità pilo-sebacee di viso (in particolare la cosiddetta “zona a T”, che va dalla fronte al mento), spalle, dorso, regione pettorale, cuoio capelluto (invece la rara “acne inversa” si manifesta ad ascelle, inguine, pieghe sottomammarie). All’origine dell’acne c’è l’iperattività delle ghiandole sebacee che, stimolate dagli ormoni, elaborano sebo in eccesso (“seborrea”, aspetto costante della malattia), con un effetto di “tappo” ostruente l’apertura del follicolo pilosebaceo (infundibolo), che, una volta bloccato, viene colonizzato dai batteri cutanei e va incontro ad infiammazione. Le unità infiammate vanno soggette ad una progressiva trasformazione che rendono
le manifestazioni cutanee della malattia estremamente polimorfe, spesso anche sullo stesso paziente: punti bianchi o neri (“comedoni”, che sono sacchi follicolari dilatati, rispettivamente chiusi, quelli bianchi o aperti, quelli neri), foruncoli infiammati (papule) o ripieni di pus (pustole), fino ad arrivare a lesioni più importanti (noduli, cisti e pseudo-cisti, ascessi, infiltrati flemmonosi), che possono lasciare discromie, esiti cicatriziali (aree depresse, cicatrici atrofiche e ipertrofiche), cheloidi. In base al tipo di lesioni prevalenti, si distinguono diversi tipi di acne: comedonica, infiammata, papulosa, atrofica, cistica, conglobata (che colpisce più dorso e torace che viso). In base alla clinica, si classificano invece le forme: lieve, moderata, grave, molto grave, più la rara forma fulminante. L’acne si manifesta prevalentemente in adolescenza, per motivi ormonali (picco di secrezione di androgeni,
in particolare diidrotestosterone, che stimolano le ghiandole sebacee), creando spesso al giovane disagio psicosociale. Si stima interessi circa un ragazzo su dieci tra i 12 e i 25 anni. È malattia ubiquitaria nel mondo, anche se a minor prevalenza in popolazioni primitive o in aree rurali, per esempio è sconosciuta negli Inuit (eschimesi) abitanti dell'isola di Okinawa, nella tribù dei cacciatori Achè (Paraguay), e negli abitanti delle isole di Kitavan, in Papua Nuova Guinea, il che fa pensare ad una correlazione con la società del benessere; è stato anche osservato che la prevalenza di acne aumenta nei giovani che si trasferiscono da Paesi in via di sviluppo in Paesi occidentali. Colpisce più le donne, ma i maschi hanno le forme più gravi. Conta la predisposizione genetica, ma non c’è una diretta ereditarietà.
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#PEDIATRA Il nucleo fisiopatologico dell’acne è costituito da: ipercheratizzazione e occlusione del follicolo pilosebaceo; iperattività ed iperresponsività della ghiandola sebacea (sebogenesi); proliferazione del Propionibacterium acnes (batterio anaerobio Gram positivo presente normalmente sulla cute) all’interno del follicolo ostruito, con ruolo di induttore di infiammazione, a partire dalla scissione dei trigliceridi del sebo in acidi grassi; infiammazione intra e perifollicolare. Il risultato di queste alterazioni è l’instaurarsi di una cascata infiammatoria nel follicolo pilo-sebaceo. Benchè non ci sia certezza scientifica di un nesso causale fra acne e dieta, sono sul banco degli imputati gli alimenti ad alto indice glicemico, come gli zuccheri semplici, in quanto stimolano l’insulina, che a sua volta aumenta la sintesi di IGF-1, l’insulin-like growth factor 1 o fattore di crescita insulino-simile (che favorisce l’ipercheratinizzazione dello strato corneo) e di androgeni, e il latte e derivati, probabilmente per la presenza nel latte (anche scremato), e soprattutto nei formaggi, di ormoni (estrogeni, progesterone, precursori androgeni) e sostanze bioattive che agiscono sull’unità pilosebacea (glucocorticoidi, IGF1, TGF-beta, etc). Alimenti salati e piccanti, cibi fritti, cioccolato, tradizionalmente considerati da evitare, non sono risultati significativamente associati all’acne, e il latte scremato è risultato più nocivo di quello intero. Alimenti che invece sembrano avere un effetto protettivo contro l’acne sono pesce, frutta e verdure. Un ruolo importante sembra averlo il
BMI (Body Mass Index), nel senso che mantenere il pesoforma ha valenza protettiva dall’acne. La relazione tra fumo di sigaretta e gravità dell'acne è discordante nei vari studi. La terapia dell’acne punta sui vari momenti eziopatogenetici in gioco, potendo avvalersi di: terapia ormonale (nelle donne), attraverso le combinazioni estro-progestiniche utilizzate nella contraccezione orale, o singoli antiandrogeni come il ciproterone acetato; antibiotici per via locale (clindamicina, eritromicina) o generale (tetracicline) contro la colonizzazione della ghiandola sebacea da P.acnes, oggi meno indicati per la crescente antibiotico-resistenza, al punto che l’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) ha recentemente condiviso la posizione dei dermatologi italiani che restringe il campo d’uso degli antibiotici, anche in virtù della nozione della natura più infiammatoria che batterica dell’eziopatogenesi dell’acne; antimicrobici topici per inibire la colonizzazione del P.acnes come il benzoilperossido o l’acido azelaico; farmaci ad azione antiproliferativa contro seborrea ed ipercheratinizzazione dell’infundibolo come i retinoidi (controindicati in gravidanza perché teratogeni), quali tretinoina e isotretinoina e quelli di terza generazione, adapalene e tazarotene, meno tossici perché più selettivi; peeling chimici ad effetto cheratolitico con acido salicilico, acido glicolico; anti-infiammatori come il dapsone. I vari presidi terapeutici vengono variamente combinati secondo le linee guida internazionali in funzione della forma clinica di acne e del grado di severità. Sono coadiuvanti alla
terapia farmacologica terapie fisiche come la rimozione dei comedoni, la dermoabrasione e la microdermoabrasione, il needling, la fototerapia alla luce con lunghezze d’onda nel campo del blu, trattamenti con alte fluenze luminose sia con laser che con IPL, terapia fotodinamica e fototermolisi selettiva. Hanno valore anche norme igienico-comportamentali. Innanzitutto la pelle va sempre pulita delicatamente, con saponi delicati e poco aggressivi, usando acqua tiepida e senza detergere eccessivamente, per non rimuovere il sottile film idro-lipidico naturale che la riveste, seccandola e rendendola più sensibile. I brufoli non vanno strofinati o grattati, né vanno applicate creme oleose, che aumentano prurito e secchezza. Riguardo alla dieta, poiché le ricerche dimostrano che un’alimentazione ricca di cibi ad alto indice glicemico può favorire l’acne, si consiglia di evitare bibite zuccherate, succhi di frutta, pane bianco, dolci, creme spalmabili al cioccolato del commercio, alcol. Vanno anche preferiti metodi di cottura come a vapore, microonde, griglia o piastra o padella antiaderente, pentola a pressione. Utile non eccedere con il consumo di latticini, ma garantendo al contempo il fabbisogno di calcio, aumentato nell’adolescenza. È importante, come regola basilare in generale di un buono stato di salute, consumare cibi sani e tenere nella norma il proprio BMI.
Dottoressa
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Brigida Pinto
#FISIOTERAPISTA
cell. 331.2668437 e-mail pintobrigida@gmail.com
Massage Cupping Therapy l’evoluzione di un metodo antico u Ippocrate, medico greco del III-IV secolo a.C. a gettare le basi teoriche della coppettazione e a fornire indicazioni precise sulla modalità corretta di applicazione, elaborando l’antico concetto degli umori secondo cui tutte le funzioni dell’organismo sono regolate da quattro “umori” (sangue, flemma, bile gialla e bile nera) che devono restare in equilibrio per garantire la salute della persona: in caso opposto, si può intervenire con le coppette in modo da disperdere gli umori in eccesso, attraverso la pelle, o indirizzandoli verso organi di riferimento sfruttando i percorsi linfatici. In Cina rientrò tra le tecniche curative della medicina tradizionale cinese associata spesso al massaggio e all’agopuntura e storicamente l’uso di questa tecnica viene fatto risalire a Ge Hong, famoso taoista esperto di alchimia e fitoterapia che operò nella Cina del II secolo d.C. con questa terapia “riflesso-stimolante” tramite la quale era possibile ripristinare l'equilibrio e ristabilire la funzionalità dell’organo o dell’apparato in disarmonia. In India, in Vietnam, in Corea, in Giappone e in Sud America si hanno notizie sull’uso terapeutico delle coppette. Alcuni immagini conservate in testi mesopotamici fanno riferimento a questa pratica ed essa figura anche tra nelle tecniche sciamaniche utilizzate per “estirpare” la malattia dal corpo. Dal medioevo in avanti vi è stato un utilizzo eccessivo e improprio della coppettazione, tanto da screditarne l’efficacia e invalidarne i benefici. Fu Bernard Aschner, medico austriaco, che agli inizi del ‘900 la rivalutò e introdusse tale pratica tra le tecniche terapeutiche, facendola rientrare a tutti gli effetti nella categoria delle terapie “devianti” cui fanno parte tutte quelle metodiche antiche che si sono conservate fino ai nostri giorni nella medicina popolare e vengono tuttora utilizzate. Il Massage Cupping Therapy è una versione modificata e ampliata negli Stati Uniti della comune pratica della coppettazione e gli incredibili risultati, in termini di efficacia terapeutica, che questo semplice trattamento produce mi hanno veramente impressionato. La tecnica si esegue mediante delle piccole “campane” di vetro o di plastica, dotate di una valvola posta al suo apice alla quale si può
applicare un pallone di gomma , per generare un effetto aspirante più lento e dolce, oppure una sorta di “pompa” che permette di regolare l’intensità. Per mezzo di aspirazioni e pressioni negative, Massage Cupping Therapy viene utilizzata per far rilasciare il tessuto molle rigido, al fine di drenare le tossine e i liquidi in eccesso, far rilasciare le aderenze, scollare il tessuto connettivo e portare sangue ossigenato alla pelle e ai muscoli. Il metodo può essere facilmente adattato per realizzare una gamma di tecniche per il drenaggio linfatico, per il rilasciamento dei tessuti profondi e per il trattamento dei trigger points. Massage Cupping Therapy è efficace nell'alleviare il dolore cronico su vecchi siti di lesione, nell'agire su condizioni come la fibromialgia, l'edema cronico, la cellulite, le cicatrici atrofiche o ipertrofiche, le aderenze e la stipsi . Queste tecniche così versatili imitano i movimenti del massaggio che vanno dalla mobilizzazione del tessuto profondo alla manipolazione del tessuto cicatriziale fino al rilasciameno miofascale e ai movimenti di leggero pompaggio propri del drenaggio linfatico. La coppettazione svolge la sua azione terapeutica attraverso: - la stimolazione della circolazione di sangue nell’area trattata; - la facilitazione della circolazione linfatica; - il miglioramento dei movimenti peristaltici. “Quando ci poniamo di fronte all’antichità e la contempliamo con serietà nell’intento di formarci su di essa, abbiamo il senso come di essere solo allora diventati veramente uomini.” (Johann Wolfgang Goethe)
Professor Dottor
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Vittorio Fabbrocini cell. 338.4086506 e-mail v.fabbrocini@alice.it
#CARDIOLOGO
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regole d'oro per il cuore
Cosa dobbiamo fare per proteggere il nostro cuore: ecco la ricetta ggi gran parte degli uomini e delle donne vogliono sapere cosa fare per migliorare il proprio stato di salute ed affrontare l'età che avanza in modo migliore. E la Medicina con gli studi e le Ricerche viene in soccorso. Per fare bene occorre mettere in pratica delle regole, cosiddette 7 regole d'oro per il cuore, che gli Americani chiamano "life 7 simple", e che possono raddrizzare la situazione generale e cardiocircolatoria anche se già compromessa. Secondo l'Associazione cardiologica americana, la THE AMERICAN HEART
ASSOCIATION'S le regole da rispettare e tenere presente nel corso degli anni sono sette: tenere sotto controllo la Pressione arteriosa, controllare il Colesterolo, controllare la Glicemia, fare frequentemente attività fisica almeno due-tre volte nella settimana, mangiare in modo sano senza esagerazioni, mantenere il giusto peso corporeo e smettere di fumare.
Cosa bisogna fare
L'aumento della Pressione arteriosa già all'età dei 40-50 anni può rilevarsi a dei controlli e già quando si osservano le prime alterazioni deve essere presa in
considerazione e curata con dei farmaci ipotensivi. La persistenza ed il progressivo aumento dei valori pressori può portare prima ad un ingrossamento (Ipertrofia) del cuore, all'indurimento dei vasi arteriosi e nel tempo ad uno sfiancamento delle pareti cardiache con una insufficienza della forza contrattile. Il Colesterolo da anni giustamente è ritenuto come la "bestia nera" o il "killer" del nostro cuore per i depositi grassosi che effettua sulle pareti delle arterie, specie delle Coronarie, creando infine delle placche ostruenti che
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#CARDIOLOGO LE 7 REGOLE D'ORO PER IL CUORE provocano ostruzioni e Infarti. La Glicemia deve essere controllata periodicamente per scoprire eventuale presenza di Diabete, specie nel periodo della Menopausa per la donna e Andropausa per l'uomo. Un aumento persistente della Glicemia oltre i 20 milligrammi per decilitro di sangue crea degli squilibri nell'intero organismo, favorendo alterazioni anche all'apparato cardiocircolatorio. L'attività fisica, la palestra, la ginnastica in genere oltre a sollecitare e migliorare l'attività dei singoli muscoli ed articolazioni del corpo favorisce il ricambio di ossigeno e ne beneficia l'intero apparato cardiovascolare.
Come mangiare
Mangiare in modo sano significa stabilire un tipo di alimentazione che eviti innanzitutto una eccessiva quantità di cibi (Calorie) ad un solo pasto ma che riduca proporzionatamente quanto stabilito nella giornata in tre momenti: colazione, pranzo e cena. Inoltre riducendo al massimo cibi grassi (ricchi di Colesterolo), carne rossa, brodi di carne e limitandosi a piccole quantità di vino per ogni pasto. Dare preferenza al pesce mediterraneo, carne bianca (pollo, tacchino), verdure crude o cotte e frutta. Il giusto peso corporeo naturalmente va mantenuto con un'alimentazione controllata. Il peso eccessivo non è tollerato da un normale apparato cardiovascolare per cui si creano nel tempo ingrossamenti del muscolo cardiaco e poi segni di sfiancamento. Smettere di fumare è l'ultima regola che viene consigliata. È da anni che la Medicina Antica e Moderna hanno stabilito che il fumo di sigaretta crea delle
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PERDI PESO
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irritazioni acute e croniche con le sue notevoli quantità di sostanze tossiche aspirate che provocano danni all'Apparato polmonare (Broncopneumopatie croniche e tumori) che poi interessano anche il cuore (Cuore polmonare) con fasi di scompenso cardiaco.
Risultati evidenti
MANGIA MEGLIO
Era già noto da tempo che rispettando queste regole si aveva statisticamente una riduzione a livello mondiale dei dati riguardanti i casi di Infarto cardiaco e di Ictus cerebrali. Un recente studio pubblicato sulla Rivista scientifica Circulation Heart Failure oltre a confermare quanto già era stato osservato in precedenza ha dimostrato che l'osservanza di queste regole è in grado di ridurre notevolmente anche i casi di Scompensi cardiaci. Osservando per 12 anni un numero di 3200 soggetti, tra uomini e donne, si è notato che per ognuna di queste regole che veniva osservata il rischio dello scompenso cardiaco si riduceva di circe il 20 per cento. E per il campo cardiologico nel mondo moderno è una vera conquista in fatto di salute e "miracoli" favoriti dalla Prevenzione. Lo Scompenso cardiaco infatti può classificarsi come una
Tieni sotto controllo LA PRESSIONE
SMETTI DI FUMARE
manifestazione grave che, se non affrontato bene dal punto di vista cardiologico-curativo, porta ad un esito mortale. Ed è sempre espressione finale di alterazioni cardiache molte volte sottovalutate, come l'infarto, disturbi valvolari intracardiaci (Stenosi o insufficienze), l'ipertensione arteriosa trascurata negli anni.
La pompa cuore
Le stesse malattie acute del cuore, come l'Infarto, Pericardite, traumi cardiaci, che oggi vengono affrontate e curate meglio nelle Unità Coronariche Cardiologiche, dai Servizi di Emodinamica e dalla Cardiochirurgia portano ad un numero maggiore di risoluzioni per il fatto acuto e di condizioni di cronicizzazioni che - se trascurate negli anni possono portare allo scompenso. Questo è caratterizzato dal punto di vista di sintomatologia da uno stato di debolezza continuo e generale, affaticamento e affanno (dispnea) al minimo movimento, ritenzioni di liquidi con scarsa urinazione. Il tutto dovuto all'incapacità del cuore di "pompare" e spingere come di norma il sangue nel circolo per una ridotta "portata" cardiaca.
Dottoressa
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Tea Maione Cell. 338.9648341
#AUDIOPROTESISTA
Martedì dalle 9.00 alle 11.00
Tecnologie audioprotesiche per “LA LA LAND” ra le aziende leader al mondo delle quali mi avvalgo nel mio lavoro, la Phonak è sempre al centro del mondo, oggi prima produttrice di apparecchi acustici ricaricabili, ma sempre con un‘attenzione rivolta alle esigenze del mondo. Ecco una notizia arrivata direttamente dalla sede Phonak, un ulteriore conferma della qualità della tecnologia di casa Phonak. In queste settimane di cerimonie, candidature e premi concluse a Hollywood, il responsabile del messaggio audio del film “La La Land” ha rivelato di avere utilizzato la tecnologia in-ear monitor di Phonak per ottenere la transizione senza soluzione di continuità fra i dialoghi e le canzoni. Lavorano come tecnici del suono, Steve Morrow e i suoi colleghi Andy Nelson e Ai-Ling Lee, ed hanno parlato delle sfide logistiche e audio di “La La Land”, che hanno consentito agli attori di passare senza sforzo fra le canzoni e il dialogo, spesso in una sola ripresa, grazie all’uso della tecnologia in-ear monitor di Phonak. «L’idea alla base di “La La Land” era che c’erano queste riprese lunghe e rapide dove si canta e si balla, e prima c’era una scena. Tutte queste parti dovevano arrivare insieme, perché era ciò che desiderava il regista Damien Chazelle, per mostrare che non c’erano due mani che suonavano il piano, ma era in realtà Ryan Gosling che lo faceva, oppure erano Emma Stone e Gosling che cantavano e ballavano», ha spiegato Morrow. «La guida generale del nostro direttore della camera del suono era che voleva essere pronto a realizzare ognuna di quelle scene in diretta e in qualsiasi momento. Cosa che rappresentava una sfida in sé, ma era anche una sfida benvenuta», ha aggiunto. L’intervista di Steve Morrow è ricca di esempi di come la tecnologia in-ear monitor sia stata utilizzata durante il film, soprattutto dall’attrice Emma Stone. Una delle scene-chiave della pellicola vede l’artista cantare la canzone “Audition”. L’idea non era quella di avere una traccia riprodotta in playback, in modo che lei potesse cantarci su. Il compositore Justin Hurwitz sarebbe stato al piano elettronico fuori dal set, e il suo obiettivo sarebbe stato quello di suonare insieme a lei, non che lei
cantasse insieme a lui – così lei avrebbe guidato la velocità della musica. «Abbiamo indossato l’auricolare e, come sempre, è stato – di fatto – un sistema impeccabile. Era una delle più importanti canzoni del film, è uno dei momenti di impatto maggiore, perché la musica ha potuto fluire insieme alla protagonista che cantava. È stata un’esibizione dal vivo per entrambi gli attori», ha proseguito il tecnico del suono. Con la tecnologia in-ear monitor di Phonak sono stati forniti anche spunti più sottili agli attori. In una scena al ristorante, il personaggio di Emma Stone stava cenando con il compagno e altri due ragazzi, quando una canzone suonata in sottofondo le è ritornata alla memoria, spingendola a scappare. «Nella scena c’era Justin Hurwitz, il nostro compositore, di lato con il suo piano digitale. Stavamo registrando la traccia, trasmettendola ad Emma Stone in un auricolare. E lei era l’unica al tavolo ad averne uno», ha spiegato Morrow. Continuando a parlare della tecnologia in-ear monitor, il tecnico ha dichiarato: «La qualità è interessante e lo è anche la durata della batteria, funziona bene». La utilizza dal 2001: «Ho dieci auricolari Phonak nel carrello, così sono sempre lì e sono pronti». Questo è stato un aspetto fondamentale dei prodotti per il gruppo del missaggio audio durante “La La Land”, siccome il regista avrebbe potuto desiderare spesso di registrare le scene dal vivo, in qualsiasi momento. Sul fronte aziendale, Phonak ha presentato la sua più recente tecnologia in-ear monitor nel 2016. L’auricolare Roger è descritto dalla società come «ideale per le persone che lavorano nelle trasmissioni e nello spettacolo, che si affidano ad una comunicazione senza soluzione di continuità con registi, produttori e tecnici del suono». Questo è certamente vero per gli attori, il regista e i tecnici del suono del pluripremiato “La La Land”. Info da PHONAK
Dottoressa
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Veronica Di Martino
#FISIOTERAPISTA
Centri Dott.ssa Di Martino cell. 327.8420706
ONDE D'URTO... per saperne di più
uando si parla, o si sente parlare, di onde d’urto si è tesi a pensare inevitabilmente ad una terapia “violenta”, come dice il nome stesso, ad una terapia “d’urto”. Ciò dipende in buona parte dal loro originario impiego in campo medico; esse infatti sono state utilizzate a partire dagli anni ’80 per la disgregazione dei calcoli renali ed epatici e solo recentemente sono state introdotte in ambito ortopedico. Ma in effetti di cosa si tratta? Le onde d’urto sono onde sonore che trasportano alta quantità di energia che attraversa i tessuti corporei producendo specifici effetti biologici. Le pulsazioni generate dalle onde, infatti, aumentano il metabolismo della zona trattata e migliorano la circolazione stimolando e accelerando i processi di guarigione. La terapia con onde d’urto può essere di due tipi, focalizzata o radiale. Le onde d’urto focali concentrano alta energia in un unico punto e alla profondità desiderata, vengono eseguite spesso sotto guida ecografica e possono risultare dolorose per il paziente, pertanto sono di competenza prettamente medica. Con le onde d’urto radiali, invece, l’energia prodotta non è
focalizzata in un unico punto ma si propaga radialmente attraverso la cute e viene assorbita dall’area interessata; il trattamento con onde d’urto radiali non è particolarmente doloroso ed è quello indicato per la risoluzione di numerose patologie muscoloscheletriche. A causa della natura dell’iniziale impiego delle onde d’urto, non di rado i pazienti risultano molto diffidenti nei loro confronti; sorge quasi spontaneo il dubbio: ma se le onde d’urto sono utilizzate per rompere formazioni calcifiche, allora come fanno a non creare danni ai muscoli o ai tendini? In effetti bisogna chiarire un punto essenziale e cioè la risposta dei diversi tessuti colpiti dalle onde d’urto: se l’energia trasportata dall’onda causa la frantumazione dei calcoli renali che sono formazioni inerti molto dure, a livello di strutture reattive come ossa o tendini essa dà origine ad una specie di effetto di microidromassaggio responsabile delle reazioni tissutali. Nel tessuto osseo, infatti, la propagazione dell’onda d’urto determina un aumento della vascolarizzazione locale grazie alla neoangiogenesi, cioè alla formazione di nuovi capillari, che stimola la produzione di matrice
ossea che accelera i processi di guarigione. Nei tessuti molli, come muscoli, tendini e legamenti, il miglioramento della circolazione attiva tutta una serie di reazioni biochimiche che stimolano il metabolismo ad allontanare i fattori responsabili dell’infiammazione; il trattamento con onde d’urto, inoltre, ha un notevole effetto antidolorifico grazie alla liberazione locale di endorfine e all’innalzamento della soglia di eccitabilità dei recettori del dolore. L’impiego delle onde d’urto, in campo ortopedico-fisiatrico, è indicato nei casi di: • Pseudoartrosi e ritardato consolidamento delle fratture; • Tendinopatia della cuffia dei rotatori della spalla con o senza calcificazioni; • Epicondilite ed epitrocleite; • Tendinopatia achillea; • Fascite plantare; • Sperone calcaneare; • Pubalgia. Numerosi sono i vantaggi della terapia con onde d’urto: i tassi di risoluzione della patologia trattata sono superiori all’80%, il trattamento è di breve durata e nella maggior parte dei casi bastano dalle 4 alle 6 sedute per ottenere dei benefici.
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Dottor
Giuseppe De Simone
#FARMACISTA
Cell. 335.5302988
Arrivano le prime giornate di sole... proteggiti al meglio! Vieni in farmacia a conoscere il tuo fototipo!
e giornate che si allungano, il tempo mite e il cielo sereno segnano inequivocabilmente l’arrivo della bella stagione e con esso la voglia di scoprirsi e abbandonarsi ai caldi raggi del sole. Ma come? Esporsi al sole fa bene, ma bisogna sempre adottare le giuste precauzioni che ci aiutino a preservare la salute senza inficiare la tanto amata “tintarella". Ecco alcune indicazioni per proteggersi in modo corretto: - Evita il sole di mezzogiorno: tra le ore 12 e le 16 le radiazioni sono particolarmente pericolose; - Prendi precauzioni in tutte le situazioni: l'esposizione alla luce solare non avviene soltanto in spiaggia, ma anche durante tutte le attività all'aperto; - Riapplica frequentemente il solare: per mantenere una protezione efficace il solare
deve essere riapplicato generosamente ogni due ore e dopo aver fatto il bagno. Le creme per la foto-protezione negli anni si sono evolute: quelle di una volta si limitavano a creare una barriera fisica, quelle in commercio oggi bloccano gli UVB (i raggi ultravioletti corti che provocano le scottature) e limitano anche gli UVA (che producono invecchiamento e hanno un effetto oncogeno); inoltre contengono anche sostanze naturali che riparano la pelle danneggiata. È bene ricordare che se si usano farmaci antidepressivi, antibatterici, antidiabetici e alcune creme per i dolori articolari, si possono avere effetti di fotosensibilizzazione. La corretta protezione nei confronti delle radiazioni solari è il primo passo verso una consapevolezza che si traduce nella scelta di prodotti specifici per il proprio tipo di pelle. Nella
scelta della protezione solare, infatti, il primo dato da tenere presente è il tipo di fototipo a cui si appartiene. La Farmacia Elifani, per garantirTi una foto-protezione mirata e non più generica, il 12 aprile Ti offre gratuitamente il test del fototipo ed una interessante promozione sui prodotti solari e consulenza specifica per chiarire dubbi e incertezze. Prenota allo 0818786605
Dottoressa
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Olga Paola Zagaroli Cell. 335.8709595 e-mail ilsessoelamente@gmail.com
#SESSUOLOGA
Parental control,
come proteggere i figli su internet, tv e smartphone monitorare l’utilizzo di internet per i bambini, ad esempio il contenuto delle mail, mettere in allerta i genitori su potenziali rischi, ecc.
Parental control è ormai uno strumento fondamentale che i genitori possono impiegare per la sicurezza dei propri figli. Internet, tv e smartphone possono,infatti, essere molto rischiosi per i bambini. Contenuti inappropriati sono facilmente fruibili attraverso queste tecnologie che sono alla portata di tutti. Pensiamo a quanto sia immediato guardare video o programmi in TV i cui contenuti sono destinati a un solo pubblico adulto o scambiarsi fotografie e informazioni personali a vari livelli. Per quanto riguarda Internet e
i social media, si regoleranno le attività, ad esempio, non si potrà andare nelle chat room o fare giochi interattivi, e si verificherà periodicamente la cronologia della navigazione per controllare più facilmente l’uso che i propri figli fanno di internet. L’impiego dei parental control, programmi che limitano l’accesso a internet e tracciano tutto quello che i bambini fanno online, è un supporto molto utile. Questi programmi di parental control, forniti gratuitamente online sia da Microsoft , che da Apple e per dispositivi Android , possono restringere l’accesso a certi siti,
I genitori inoltre hanno sia il compito di creare delle linee guida per ogni forma di tecnologia, sia quello di informare i propri figli che saranno monitorati nell’uso della tecnologia, discutendo con loro delle pratiche rischiose. Ad esempio, potranno informarli riguardo le insidie nascoste nel parlare con persone sconosciute online, oppure nell’uso del cellulare o della webcam allo scopo di inviare o ricevere immagini o video che potrebbero essere inappropriati. I bambini, infine, potranno anche essere incoraggiati a informare i genitori di ogni potenziale rischio in cui si imbattono. Riferimenti Springer, C.I. & Misurell, J.R. (2015). Game-Based Cognitive Behavioral Therapy for Child Sexual Abuse. An Innovative Treatment Approach. Springer Publishing Company
Dottoressa
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Francesca Maresca cell. 334.2258132
#NUTRIZIONISTA
Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30
Cereali, verdure, legumi e frutta: così tonifichi i muscoli e fai sport a tavola scegli bene: migliori le tue performances sportive ed elimini l'adipe in eccesso. A tutto vantaggio della massa muscolare e della linea!
Dieta e sport
L'organismo per vivere, e quindi anche per praticare sport, brucia continuamente un mix di zuccheri, grassi e proteine in varie quantità, a seconda delle attività svolte. Durante l'attività sportiva il corpo "sceglie" quali di questi nutrienti utilizzare come prima fonte energetica in base alla durata dell'esercizio fisico, alla sua intensità, alle condizioni fisiche e al livello iniziale di zuccheri immagazzinati nel muscolo sotto forma di glicogeno. Di solito sono proprio gli zuccheri a essere consumati per primi durante l'esercizio fisico. Per questo la dieta di chi svolge un' attività sportiva dovrebbe comprendere circa il 55% di carboidrati (zuccheri), forniti prima di tutto cereali integrali, frutta e verdura, ma anche legumi, noti soprattutto per la parte proteica, ma ricchi anche di zuccheri. Tale percentuale può arrivare anche al 65% se l' attività sportiva è a livello agonistico.
Cereali sì ma integrali
I cereali devono essere integrali, scegli preferibilmente quelli in chicchi, come riso e orzo, ma anche miglio e avena. Pane e pasta sono adatti soprattutto nel pasto di mezzogiorno. Questi alimenti apportano carboidrati complessi, fibre, zinco, e vitamine del gruppo B. Una singola porzione fornisce inoltre a chi fa sport circa 2-3 grammi di proteine.
Verdure? Punta sul colore
Se fai sport, tra le verdure, opta per quelle di colore intenso: rosso, arancione o giallo, in aggiunta alle foglie verdi. In questo modo fai scorta di vitamina C, betacarotene e altri antiossidanti in grado di proteggere l'organismo dallo stress ossidativo che consegue all'attività sportiva. Le verdure forniscono inoltre ferro, calcio, fibre e 2 grammi di proteine per porzione.
Legumi: e fai scorta di zuccheri e proteine verdi Hai a disposizione piselli, fagioli neri, fagioli, ceci, lenticchie, come pure latte di soia, tofu, tempeh e proteine vegetali ristrutturate (bistecca di soia, spezzatino di soia ecc.). Questi cibi non solo sono ricchi in proteine (circa 7-10 grammi per porzione), ma offrono carboidrati complessi ideali per chi fa sport, fibre, ferro, calcio e vitamine del gruppo B.
Frutta: lo spuntino ideale per chi fa sport
Per chi fa sport sono adatti tutti i tipi di frutta, anche i succhi purché al naturale. Sono un'insostituibile fonte di vitamina C e altri innumerevoli antiossidanti in grado di proteggere l'organismo dallo stress ossidativo dovuto all'attività sportiva. Inoltre la frutta fornisce fibre, potassio e proteine che variano secondo il frutto prescelto.
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Dottoressa
Federica Troianiello
#RADIOLOGIA
e-mail fede92-fullm@hotmail.it
IL DENTALSCAN l dentalscan o TC dentale é un' indagine diagnostica che si concentra sullo studio delle arcate dentarie servendosi di un apparecchio simile ad una normale tac ma piú piccola chiamata Cone Beam Computed Tomography (CBCT). Questa apparecchiatura si serve,come la tac normale, di radiazioni ionizzanti ma in misura minore infatti é definita una tac a bassa dose (del 95% più bassa di una TAC normale). Il dentalscan permette di ottenere immagini diagnostiche tridimensionali delle arcate dentarie , di effettuare una serie di ricostruzioni utili al dentista prima di un qualsiasi intervento odontoiatrico. Questa indagine solitamente é indicata dal dentista in caso di: • estrazioni dentarie • interventi chirurgici sulle arcate dentarie • valutazione di cisti • come approfondimento di un'ortopantomografia incerta • prima dell'istallazione di un qualsiasi impianto dentario In quest'ultimo caso risulta utilissimo, essendo lo strumento migliore per individuare con precisione la quantità e la qualità dell'osso sul quale poi eventualmente dovrà esserci un intervento di natura impiantistica. L'alta qualità tecnologica, che é in grado di offrire questo studio, permette una valutazione anche di eventuali processi infiammatori a carico della
mascella, diventando cosí un valido supporto anche dal punto di vista della prevenzione dentale. Prima dell'esame il paziente dovrà rimuovere tutti gli oggetti di metallo dal volto e dal collo. É necessario rimuovere anche tutte le protesi dentarie mobili eccetto in quei casi particolari segnalati dal dentista. L'esame ha una durata di 5-10 minuti in cui il paziente dovrà stendersi in posizione supina sul lettino e dovrà mordere un dispositivo radiotrasparente (non visibile alle radiazioni) cosí da separare le arcate dentarie evitando la sovrapposizione dei denti. Durante l'esame al paziente verrà chiesto di rimanere immobile e di non ingoiare la saliva cosi da evitare
il movimento della mandibola. Ovviamente l'esame, come tutte le indagini che utilizzano radiazioni ionizzanti, é controindicato alle donne in stato di gravidanza. A differenza dell' ortopantomografia, che é un esame bidimensionale dei denti, il dentalscan grazie ad un particolare software, consente la rappresentazione tridimensionale delle arcate dentarie oltre che di immagini bidimensionali ricostruite. In sintesi per uno studio preciso e dettagliato dei denti e delle arcate con una bassa dose di radiazioni il dentalscan risulta attualmente lo studio più appropriato.
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Dottor
Vittorio Milanese
#ODONTOIATRA
cell. 338.4698121
I falsi miti sulla salute orale
ono tre i comportamenti più diffusi frutto di false credenze sulla salute orale Lavarsi i denti subito dopo aver mangiato, sciacquarsi la bocca con l’acqua per liberarsi del dentifricio e bere succhi di frutta pensando che siano meno dannosi delle bibite gassate. Lo rivela uno studio della FDI – World Dental Federation (Federazione dentaria internazionale) condotto in 12 paesi per scoprire cosa sa la popolazione della salute orale e quali regole di comportamento adotta. Per il 56% degli intervistati, lavarsi i denti appena finito di mangiare è una buona pratica. Al contrario i dentisti raccomandano di aspettare almeno trenta minuti dopo ogni pranzo prima di prendere in mano lo spazzolino. Infatti
questa abitudine potrebbe essere più dannosa che non lavarli in quanto si rischierebbe di danneggiare molto di più lo smalto, corrodendo addirittura i denti, soprattutto dopo aver bevuto bibite gassate o aver mangiato cibi acidi. Il 68% si sciacqua la bocca con l’acqua per togliere il residuo di dentifricio credendo di far bene. E invece anche questo può essere un comportamento sbagliato. L’indicazione dei professionisti della salute orale è infatti di evitare il risciacquo con l’acqua, limitandosi a sputare il dentifricio in eccesso. In questo modo la massima esposizione al fluoro è assicurata. Si attesta al 36% il numero di quelli che pensano che i succhi di frutta siano meno dannosi delle bibite gassate. La verità è che in entrambi i casi
il livello di zuccheri contenuti è elevato, quindi possono essere causa di carie. Lo studio della World Dental Federation rivela che solamente il 28% degli intervistati ha riconosciuto che per preservare la salute orale è importante bere alcol in maniera moderata. Il 66% sa di dover evitare il fumo se non vuole avere problemi di salute orale e il 69% riconosce che consumare un consumo eccessivo di zuccheri è dannoso per la salute. Il 77% del campione del sondaggio sa che è una buona abitudine fare una visita odontoiatrica una volta l’anno, ma poi solo il 52% dichiara effettivamente di farla. Infine il 67% della popolazione presa in considerazione dallo studio crede che ci si debba sottoporre a visita dal dentista solo dopo aver evidenziato segnali di cattiva salute orale. Fonte: il mio dentista informa
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#NATUROPATA
cell. 338.8194524
I sette chakra di canali detti NADI (che significa flussi), che ne promuovono il flusso. Si ritiene che esistano circa 7000 nadi sparsi per tutto il corpo, i tre canali principali sono: • IDA, che controlla i processi mentali (forza mentale) • PINGALA, quelli vitali (forza pranica) • SUSHUMMA, quelli del risveglio spirituale (forza spirituale), da esso sale l’energia KUNDALINI, ossia l’energia creativa, il potenziale energetico della vita stessa. n Chakra è un centro energetico che riceve e distribuisce a tutti i livelli dell’individuo (corpo, mente, spirito) il flusso della forza vitale chiamata PRANA che sostiene la vita a cui ogni essere vivente dell’Universo è connesso. Queste stazioni energetiche sono SETTE, poste una sull’altra, in una colonna di energia che va alla base della colonna vertebrale al sommo della testa, un ponte virtuale che unisce la polarità del cielo e della terra, della mente e del corpo, dello spirito e della materia. Ogni Chakra possiede una sua potenza vibrazionale, quelli più bassi e quindi più vicini alla terra sono in rapporto con gli aspetti più pratici della ns vita con l’azione, il movimento, etc. Quelli superiori rappresentano le aree mentali e funzionano sul livello simbolico attraverso le parole, le immagini, i concetti, etc. L’energia pranica o energia vitale che sostiene ed alimenta ogni forma di energia nel cosmo, si distribuisce lungo i Chakra, mediante una rete
PRIMO CHAKRA (centro della radice), con esso ci radichiamo incarnandoci nell’elemento terra cioè collegato ai nostri istinti di sopravvivenza ed al nostro senso della realtà, quindi migliore è il radicamento e migliore sarà la prospettiva con cui affronteremo le difficoltà della vita. Tramite essa assimiliamo la forza primordiale della DEA MADRE. È di aiuto nello sviluppare la capacità del qui e ora, dell’essere presente sulla terra e nel mondo materiale. Esso fissa le nostre prime esperienze alla volontà di sopravvivere e ai bisogni fondamentali connessi al mangiare, bere, dormire, desiderio di una casa, una famiglia, avere dei bambini, quindi da garantire la nostra sopravvivenza e quella della nostra specie. Il primo Chakra rappresenta le fondamenta sul quale s’innalza tutto il sistema dei Chakra, la forza vitale che sostiene e sviluppa la nostra identità lungo tutto l’arco della sua evoluzione ed è da qui che nascono i tre canali energetici SUSHUMMA, IDA e PINGALA.
SECONDO CHAKRA detto sacrale o sessuale ed è anche legato ai sentimenti, poiché è il centro in cui nascono gli istinti sessuali, gli impulsi più profondi legati alla creatività, in funzione della rigenerazione di se stessi e della specie. Soddisfatti i bisogni materiali legati alla sicurezza della sopravvivenza, si risveglia il mondo delle fantasie inconsce legate al pensiero di angosce, invidia e gelosia. L’acqua è il suo elemento, simbolo della purificazione che elimina ogni impurità, come l’acqua questo Chakra è in continuo movimento, sempre alla ricerca di rinnovamento e di rigenerazione. Ciò spesso si scontra con l’imposizione della società di adattarsi alla “NORMA”. L’individuo più dotato soffre e spesso viene etichettato come “diverso”. TERZO CHAKRA, è un chakra principale che collega due livelli di coscienza; la personalità inferiore (radicata nella sopravvivenza e nella sicurezza personale) e la personalità superiore (apre il contatto con gli altri e la capacità di stabilire contatti duraturi). Esso relaziona il nostro piano materiale con quello spirituale, determina la nostra identità sociale attraverso lo sviluppo della personalità, a cui conferisce la forza di combattere e di affermarsi. Salute e felicità, dipendono dal buon sviluppo del Terzo Chakra, rappresenta il centro della volontà personale per combattere paure e insicurezza portate dai chakra inferiori. E’ l’energia che dà forza per sviluppare il potenziale mentale. (To be continued)
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Ernesto Lupacchio Personal Coach
#WELLNESS
cell. 347.67.67.533
Continua ad amare anche dopo. Quando il cuore piange per ciò che ha perso, l’anima ride per quello che ha trovato. e lacrime piovono dai miei occhi, le mani tremano sulla tastiera del computer e il mio cuore piange la tua improvvisa assenza. L’ultima cosa che avrei voluto fare è scrivere in questo modo di te amico mio. Sono appena tornato dall’ultimo tuo saluto ed ora che non sei più tra noi ogni cosa mi sembra irreale. Tutto così all’improvviso, tutto così inspiegabile e incomprensibile, non ci hai dato il tempo di capire e non hai capito nemmeno tu. Caro Tonino, i miei ricordi vanno a quasi 30 anni fa, quando venivi in palestra da me al Cocumella. Eri un ragazzino e ...diciamoci la verità, fare palestra non ti è mai piaciuto, la frequentavi solo per stare con i tuoi amici e per conoscere le ragazze. Quanti ricordi ... quanta nostalgia di quel periodo! Eravamo proprio una bella comitiva che si ritrovava per stare insieme e divertirsi anche nelle varie serate ed eventi che organizzavamo. Tu avevi un unico obiettivo da raggiungere a tutti i costi: fidanzarti. Ma eri timido ed impacciato, avevi paura ... chiedevi a me consigli e informazioni sulle ragazze; poi un giorno felice e con gli occhi traboccanti di lacrime di gioia, mi dicesti: “Ernesto ho
conosciuto una ragazza troppo bella e brava”…e dopo un po’ di tempo mi dicesti “mi sono fidanzato con lei anche se … nunn sacci manc' io comm' eggia fatt, talment ch è bell”. Fui felicissimo per te perché finalmente avevi coronato il tuo sogno ed eri al settimo cielo. E da quel momento hai dedicato la tua vita, purtroppo troppo breve, proprio a lei e ai tuoi adorati figli. Quando ci incontravamo parlavi solo di loro e … della Juve. Ebbene si, la Juve. Gli occhi ti brillavano di gioia quando discutevamo della tua grande
passione e fede bianconera. E anche di fronte ai problemi della vita quotidiana, grandi o piccoli, la tua massima "ma ch ce ne fott, bast che vencia a Juve” ci faceva sorridere e ti dava forza. Ora io ho un compito, quello che avevi programmato da tempo tu; andare allo Juventus Stadium con Giovanni, tuo figlio. Stai tranquillo che ce lo porteremo noi. Mi impegno personalmente e con l’appoggio dello Juventus Club Doc Sorrento, che tu frequentavi spesso, ci organizzeremo per accompagnare Giovanni a Torino. Amico mio, sono convinto che tuo figlio continuerà a vivere la
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sua e la tua passione per la Juve, che gli hai trasmesso. Proseguirà a vedere le partite nella sede del Club in quanto già iscritto da noi anticipatamente per i prossimi anni. Tonino caro, mancherai terribilmente a tutti noi e soprattutto alla tua splendida famiglia; il vuoto incolmabile che hai lasciato però, è pieno del tuo amore, della tua generosità, della tua umiltà, della tua bontà e del tuo sorriso… A te, cara Antonella e ai tuoi figli dico che da oggi "ogni vostra scelta, ogni vostro passo, ogni vostra decisione, grande o piccola, importante o meno importante, la prenderete sempre con il cuore e la farete sempre con l’amore di quel vuoto insopportabile ma pieno di lui… pieno del nostro amato Tonino che sarà sempre al vostro fianco, sarà dentro di voi, vivrà nei vostri gesti, perché voi siete il frutto del suo amore”. Ciao Amico mio… Ti voglio bene
Non posso terminare questo articolo senza ricordare te…mia cara Gabriella. Sono passati alcuni mesi dalla tua scomparsa, ma la tua presenza in noi è sempre più forte e costante. Anche durante la tua malattia, che ti ha così profondamente segnato e trasformata fisicamente a causa dei medicinali, hai continuato a vivere con una dignità senza pari senza far pesare a te e agli altri le tue sofferenze e il tuo dolore. Non c’è un solo giorno che quando sono in palestra a Vico non ti pensi…ti vedo arrivare con la tua eleganza e la tua bellezza…ti preparo l’allenamento e sorridiamo insieme per gli esercizi da svolgere, anche perché ti rifiuti di fare quelli che non ti piacciono. Da anni ormai ti alleni sempre alla stessa ora e ne facciamo di chiacchierate insieme; parliamo degli allenamenti, della vita, dei valori e dei sentimenti che animano il mondo.
Cara Gabriella ti ho sempre ammirato e mi hai insegnato tanto perché tu sei una vera signora, elegante, intelligente, buona, generosa, sempre disponibile e il tuo sorriso accompagnerà ancora le mie giornate e quelle di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti. Ciao amica mia…Ti voglio bene
Non mi accorsi del momento in cui varcai per la prima volta la soglia di questa vita Quale fu la potenza che mi schiuse in questo vasto mistero come sboccia un fiore in una foresta a mezzanotte? Quando al mattino guardai la luce, subito sentii che non ero uno straniero in questo mondo, che l’inscrutabile, senza nome e forma mi aveva preso tra le sue braccia sotto l’aspetto di mia madre. Così, nella morte, lo stesso sconosciuto m’apparirà come sempre a me noto. e poiché amo questa vita so che amerò anche in morte. Rabindranath Tagore
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Valerio Massimo Aiello Avvocato penalista
#AVVOCATO
cell. 339.4095882
Cosa succede se si commette un reato sotto effetto di sostanze stupefacenti o di alcool? apita spesso che molti reati vengano commessi da soggetti in stato di ubriachezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Come reagisce quindi la legge in tali casi? Partiamo dal presupposto basilare che il soggetto che commette un reato, affinché possa essere penalmente perseguito, deve avere, al momento della commissione del fatto, la capacità di intendere e di volere che si sostanzia nel saper comprendere il significato del proprio comportamento circa le conseguenze positive o negative che esso comporterà nonché nel potere di saper controllare i propri impulsi e decidere di agire dopo aver ragionevolmente valutato le proprie motivazioni. In assenza della capacità di intendere e di volere al soggetto reo non potrà essere ascritta alcuna responsabilità penale. Fatta questa breve, ma essenziale, premessa vediamo cosa succede quando una persona commette un reato sotto l’effetto di alcool o di sostanze stupefacenti, considerando ancora che in tali casi la capacità di intendere o di volere si annulla completamente o quantomeno si riduce drasticamente. La legge distingue, agli artt. 9192-93-94 e 95 del codice penale, diverse ipotesi di imputabilità a seconda delle diverse cause che possono provocare nel soggetto
reo lo stato di alterazione da alcool o da stupefacenti. In particolare qualora l’ubriachezza deriva da caso fortuito o forza maggiore ed il soggetto ubriaco commette un reato egli non sarà punibile, sempre che l’ubriachezza sia tale da annullare completamente la capacità di intendere e di volere; a titolo esemplificativo si riporta il classico esempio di scuola del dipendente di una distilleria che per un guasto agli impianti respira tutti i vapori alcolici presenti. Tuttavia se lo stato di ubriachezza non elimina totalmente la capacità di intendere e di volere il reato verrà ad esistere ma la pena sarà diminuita. Se viceversa un soggetto si ubriaca volontariamente o colposamente e dopo commette un reato la legge lo punirà ugualmente; in tale ipotesi infatti il soggetto, indipendentemente dal fatto del possesso o meno della capacità di intendere e di volere, sarà punito così come se avesse agito nel pieno delle sue facoltà mentali. Nel caso invece in cui un soggetto si ubriachi proprio al fine di commettere un reato ovvero per cercar di avere quella “motivazione” utile a rafforzare il proprio intento criminoso lo stesso sarà punito con una pena ancora più severa rispetto a quella base prevista dal reato commesso. In tali ipotesi si parla di ubriachezza preordinata. La pena sarà aumentata anche quando si tratti di ubriachezza
abituale cioè per coloro che sono dediti all’uso frequente di alcool e stupefacenti. Infine va menzionata l’ultima ipotesi di ubriachezza ossia quella definita cronica. Sul punto è intervenuta più volte la Giurisprudenza che ha chiarito che l’ubriachezza cronica, che presuppone un’alterazione patologica permanente, si verifica quando il soggetto è perennemente, e quindi non abitualmente, segnato dagli effetti dell’alcool e droga oltre dalla sindrome di astinenza quando non ne fa uso. Trattasi quindi di una vera e propria dipendenza che comporta la sussistenza di una patologia psicofisica. In tal caso la legge, considerando la peculiare condizione del soggetto e rinviando agli artt. 88 e 89 CP (vizio totale o parziale di mente), distingue le seguenti ipotesi: se lo stato di cronica intossicazione è tale da eliminare del tutto la capacità di intendere e di volere il soggetto non sarà punibile ex adverso se l’intossicazione cronica non annulla totalmente ma fa solo “scemare gradatamente” la capacità di intendere e di volere il soggetto sarà punibile ma la pena verrà diminuita dal Giudice. Le suddette disposizioni si applicano anche quando il soggetto commetta un reato sotto effetto di intossicazione da sostanze stupefacenti.
Dottor
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Pierluigi D'Apuzzo
#CONSUMATORI
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Rottamazione delle cartelle Equitalia
è un condono, una sanatoria oppure è un bluff? art. 6 del Decreto Legge n. 193/2016, convertito dalla Legge n. 255 del 1° dicembre 2016 disciplina la definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione, conosciuta ai più come “rottamazione delle cartelle Equitalia”. In questi mesi sono stati sbandierati solo i vantaggi che il contribuente avrebbe nell’aderire a questa procedura. C’è chi parla di CONDONO, di SANATORIA o di SCONTI. Per completezza di informazione, quindi, in quest’articolo si sposterà l’attenzione sugli svantaggi e del perché non è conveniente per tutti aderire alla rottamazione delle cartelle equitalia. Prima di tutto è bene precisare che chi aderisce alla definizione agevolata è tenuto comunque a versare, in aggiunta alla somma di base: gli interessi da ritardata iscrizione al ruolo; le somme maturate a titolo di aggio, da calcolare però solo sul capitale e sugli interessi; le spese per le procedure esecutive; le spese di notifica della cartella. Per i contribuenti che hanno accumulato cartelle esattoriali di importo elevato e che si trovano in una situazione di scarsa liquidità, aderire alla sanatoria è GRAVOSO in quanto comporterebbe per gli stessi il versamento della maggior parte del debito contratto entro pochi mesi. E’ quindi necessario fare attenzione alle scadenze in quanto, il mancato, insufficiente o tardivo pagamento, anche di una sola rata, comporta la decadenza dall’agevolazione e il versamento in un’unica rata dell’intero importo iscritto a ruolo, inclusi interessi e sanzioni: sul punto la Legge è chiara: massimo 5 rate da saldare entro settembre 2018 (per giunta dovendo far fronte al 70% di quanto dovuto entro il 2017). Quindi a cosa bisogna fare attenzione? Il primo fattore da esaminare è, ovviamente, l’entità della somma da pagare. Se il debito nei confronti del Fisco è molto alto, lo “sconto” di interessi e sanzioni potrebbe non essere sufficiente a permettere ad un “comune mortale” di pagare il proprio debito: se è indubbiamente un vantaggio beneficiare dello sconto su sanzioni e interessi di mora, bisogna considerare però che pagare più della metà della somma di un debito nel giro di circa 7 mesi è impossibile ai più.
Un altro fattore da tenere in grande considerazione è che chi aderisce alla rottamazione rinuncia al diritto di difesa per via giudiziaria contro le cartelle in questione: una condizione del genere può considerarsi accettabile per i contribuenti ? E come la mettiamo con le cartelle prescritte, illegittime e non dovute??? Occorre, quindi, fare una attenta analisi delle cartelle di pagamento valutando quale far rientrare nella rottamazione e a quale invece opporsi perchè prescritta e non dovuta al fisco. Nessuna delle decine di persone che giornalmente si accalcano davanti agli uffici dell’ Equitalia sa bene a cosa va incontro presentando la richiesta di adesione agevolata : non c’è un’immediata risposta su quanto concretamente si risparmia ma solo la percezione di una “sicura” futura “convenienza”. E se la domanda non venisse accolta? e se le sanzioni e gli interessi non fossero scorporati dalla somma complessiva richiesta? non c’è , infatti, un preventivo, un prospetto che indichi precisamente quanto il contribuente riesce a “risparmiare” grazie alla rottamazione. Per il contribuente la firma sul modulo diventa un’adesione “al buio”. Perciò appare di tutta evidenza la necessità di una attenta e preventiva analisi su costi e benefici. Quindi cosa fare? Prendere in considerazione anche un piano B, ovvero una domanda di rateizzazione ordinaria al fine di pagare l’importo dovuto in 72 rate complessive, con la possibilità di saltare il pagamento di una rata fino ad un massimo di 5 prima di decadere dalla rateizzazione. Con la rottamazione infatti abbiamo visto che la regola vieta di posticipare i pagamenti in maniera inderogabile, pena la decadenza dal beneficio e l’addebito della cartella con maggiorazione di sanzioni e interessi. In conclusione, è innegabile come un siffatto meccanismo vada a premiare principalmente i contribuenti meno meritevoli a danno di chi magari ha già saldato i propri debiti senza sconti, tuttavia resta una buona occasione solo per il Fisco che, a fine 2018, potrà finalmente annunciare di aver sconfitto -con questa iniziativa- l’evasione fiscale.
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Teresa Pane
#CONDOMINIO
Amministratore Responsabile Punto Casa Italia
COMPRARE CASA…
ma attenzione ai debiti condominiali!!! l contenzioso in materia condominiale è indiscutibilmente il protagonista delle aule giudiziarie in Italia, con una percentuale che sfiora il 70% dei contenziosi civili. Tra le problematiche che più sovente vengono in rilievo e contribuiscono all'aumento del contenzioso condominiale, merita particolare approfondimento il mancato pagamento degli oneri condominiali in caso di vendita di un immobile. Spesso, infatti, chi acquista un immobile situato in un condominio diviene destinatario di richieste di pagamento di oneri condominiali maturati antecedentemente l'acquisto dell'immobile stesso e di cui reputa non doverne rispondere, trattandosi di oneri maturati in una fase antecedente il mutamento della titolarità dell'immobile. Tuttavia, la legge a riguardo è chiara e non lascia scanso ad equivoci, infatti, l'art. 63 comma 4 delle Disp. Att. c.c. prevede espressamente che chi subentra nei diritti di un condomino è obbligato solidalmente con questo al pagamento dei contributi relativi all'anno in corso e quello precedente. Dunque, in base al principio dell'ambulatorietà passiva, l'acquirente di un'unità immobiliare può essere chiamato a rispondere dei debiti condominiali del suo dante causa, solidalmente con lui. Si tratta, a ben vedere, di una solidarietà che opera nel rapporto tra il condominio ed i soggetti che si succedono nella proprietà di una singola unità immobiliare, non anche nel rapporto tra questi ultimi. A rafforzare ulteriormente il disposto codicistico, la L. 220/12 (Riforma del Condominio) entrata in vigore il 18 giugno 2013, ha introdotto il V° comma dell'art. 63 delle disp. att. stabilendo altresì che “chi cede diritti su unità immobiliari resta obbligato solidalmente con l'avente causa per i contributi
maturati fino al momento in cui è trasmessa all'amministratore copia autentica del titolo che determina il trasferimento del diritto”. Attenzione, dunque, a non ignorare l'obbligo di comunicazione all'Amministratore della variazione della titolarità degli immobili, pena, la solidarietà del dante causa fino all'effettiva comunicazione. La Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 24654 del 3 dicembre 2010, ha posto un vero pilastro giurisprudenziale, scindendo nettamente la responsabilità per oneri condominiali afferenti spese relative alla manutenzione ordinaria (oneri ordinari) dalla responsabilità afferente gli oneri condominiali relativi a spese per innovazioni o lavori straordinari (oneri straordinari). Con riferimento agli Oneri Ordinari l'insorgenza dell'obbligazione deve essere individuata con il compimento effettivo dell'attività gestionale relativa alla manutenzione, alla conservazione, al godimento delle parti comuni dell'edificio o alla prestazione di servizi, sul presupposto che l'erogazione delle inerenti spese non richiede la preventiva approvazione dell'assemblea condominiale (ma soltanto l'approvazione in sede di consuntivo). Con riguardo, invece, agli Oneri Straordinari, si è sostenuto che l'obbligo in capo ai singoli condomini deve considerarsi quale conseguenza diretta della correlata delibera assembleare (avente valore costitutivo e, quindi, direttamente impegnativa per i condomini che l'adottano) con la quale siano disposti gli interventi di straordinaria amministrazione ovvero implicanti l'apporto di innovazioni condominiali. Deve, tuttavia, trattarsi non di una delibera che a contenuto meramente preparatorio od interlocutoria, ma deve trattarsi della delibera di approvazione degli interventi straordinari, con la previsione della commissione del relativo appalto e l'individuazione del piano di riparto spese e che sia, dunque, vincolante per tutti i condomini.
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Alla stregua di queste argomentazioni la sentenza in questione è approdata all'affermazione del seguente principio di diritto: "in caso di vendita di una unità immobiliare in condominio, nel quale siano stati deliberati lavori di straordinaria manutenzione, ristrutturazione o innovazioni sulle parti comuni, qualora venditore e compratore non si siano diversamente accordati in ordine alla ripartizione delle relative spese, è tenuto a sopportarne i costi chi era proprietario dell'immobile al momento della delibera assembleare che abbia disposto l'esecuzione dei detti interventi, avendo tale delibera valore costitutivo della relativa obbligazione; di conseguenza, ove le spese in questione siano state deliberate antecedentemente alla stipulazione del contratto di vendita, ne risponde il venditore, a nulla rilevando che le opere siano state, in tutto o in parte, eseguite successivamente, e l'acquirente ha diritto di rivalersi, nei confronti del medesimo, di quanto pagato al condominio per tali spese, in forza del principio di solidarietà passiva di cui all'art. 63 disp. att. c.c." (principi accolti anche dalla più recente sentenza n. 10235 del 2 maggio 2013).
Ma, è possibile evitare di incorrere in sgradite sorprese e sapere prima della redazione dell'atto di compravendita se esistono morosità condominiali del venditore? Negli atti di compravendita generalmente viene indicato, talvolta senza fondamento di verità alcuna, che sull'immobile, all'atto del trasferimento di proprietà, non gravano oneri condominiali insoluti. Ma a chi spetta il controllo sulla veridicità di tale affermazione? Prima di redigere l'atto di compravendita, l'acquirente può chiedere al venditore di fornirgli un'attestazione dello stato dei pagamenti degli oneri condominiali a firma dell' Amministratore del Condominio affinchè possa verificare la veridicità della dichiarazione ed eventualmente invitare il venditore al previo saldo delle quote lui spettanti. Tale richiesta, si badi, può essere inoltrata all’Amministratore solo da venditore poiché, per ovvi motivi di privacy, l’Amministratore è impossibilitato dal poter fornire tale informazione a soggetti terzi quale è la persona dell’ acquirente.
50 Salvatore Spinelli
#POETA
Poeta
Il negozio di Dio In un negozio scarsamente allestito c’era un angelo di bianco vestito, in vetrina nulla in esposizione, lui dentro, dietro al bancone. Così preso da grande curiosità entrai e dissi: “Ma cosa si vende qua?” l’angelo rispose: “Vedi, amico mio, qui si vendono tutti i doni di Dio”. “Sono molto costosi? -incredulo domandai-, “Sono gratis –rispose- scegli e vedrai”, così curioso cominciai a guardare per decidere cosa ordinare. Quello che vidi, a stento si crede, c’eran bottiglie di speranza, di fede, e disseminati un po’ qua un po’ là pacchetti di perdono, felicità. Allora dissi: “Mi dia, per favore, un po’ di speranza, un pacco d’amore, della fede, tutto il perdono che ha e per il prossimo pace e felicità”. L’angelo compìto e assai perfetto confezionò uno splendido pacchetto, ma un fatto mi sembrò molto strano, esso entrava in una sola mano. “Tutto qui? –incredulo gli domandai-, tanta roba contenuta qui, come mai?”, l’angelo rispose: “Sia chiaro a tutti, nel negozio di Dio si vendon semi non frutti”.
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Domenico Casa Consulente filosofico
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#FILOSOFO
Søren Kierkegaard tra possibilità e fede ui si mette una mano sulla fronte: un gesto che lei gli ha visto fare l'altro giorno in gelateria, e anche nel videoclip di una canzone, qualche anno fa. Chiude gli occhi. - Coppetta. No. Cono. - Deciditi. - Lei lo incalza; e anche questo le piace. - Non lo so. - Lui scuote la testa. - Mi sembra che ognuna delle due possibilità implichi una rinuncia intollerabile. Si tratta di un breve dialogo dei due protagonisti del romanzo "L'imperfetta meraviglia" di Andrea De Carlo. In poche righe lo scrittore sembra cogliere uno degli aspetti fondamentali del pensiero di Soren Kierkegaard il quale si dibatte tra pessimismo, possibilità e fede. L'Ottocento ha visto alternarsi, nel pensiero filosofico, ottimismo (Hegel, Compte) e pessimismo (Schopenhauer, Kierkegaard), come accade spesso anche all'interno del singolo individuo con i passaggi tra stati d'animo opposti e conflittuali. Non si può neppure non condividere la convinzione di chi, come Antonio Gramsci, sostiene che il pessimismo della ragione convive con l'ottimismo della volontà (del cuore) i quali albergano contemporaneamente nell'uomo. Per Kierkegaard non vi è speranza che ciò sia possibile. Per il filosofo danese l'esistenza produce angoscia e dolore. Essa è, innanzitutto, una condanna alla scelta in ogni istante del percorso umano,
laddove si è posti continuamente dinanzi a dei bivi, che non si presenteranno mai più uguali. "Aut aut" è il titolo di una sua fondamentale opera. Dacché non è possibile né rimanere al di qua della scelta (del bivio), né scegliere entrambe le possibilità (a nessuno è dato di percorre nello stesso tempo due strade opposte), dovendo necessariamente decidersi per l'una o per l'altra, ne consegue che ogni scelta è "nullificazione", ossia abbandono, perdita, mancanza, mutilazione. Infatti non si potrà mai sapere, sebbene si supponga che si abbiano avuto dei criteri per optare per una scelta anziché per l'altra, (il più delle volte le scelte, però, vengono affidate al caso piuttosto che all'esperienza e alla conoscenza), cosa sarebbe accaduto e quali conseguenze avrebbe avuto la scelta che è stata "nullificata". Ci sono, poi, per Kierkegaard, delle scelte fondamentali che attengono all'esitenza più in generale. Esse si configurano come la "vita estetica" (quella del don Giovanni il quale sceglie la molteplicità e la volubilità del piacere), la "vita etica" (quella
del marito dedito al lavoro e alla fedeltà), e la "vita religiosa" (in cui primeggia la figura di Abramo). Per Kierkegaard, nella sua rigidità morale, tra le tre condizioni di esistenza non vi è possibilità di convivenza o sintesi. Ma un "uomo a una dimensione" dopo Marcuse, la psicoanalisi e il progresso delle scienze umane, non appartiene a questo tempo, in cui è ormai acquisito che l'uomo è un animale con una sua fisicità, ma anche un essere erotico, con una propria psicologia, dedito sia al gioco e al divertimento che al lavoro, volto (capita sempre più raramente) alla conoscenza, ma anche un "homo religiosus". Benché ignorata, occultata, malmessa o negata, la dimensione religiosa (o spirituale, se si vuole) è un dato indiscutibile. Anche nell'ateo non è difficile scoprire valori e aneliti religiosi i quali non appartengono soltanto a coloro che nutrono fede in un'entità superiore. Religiosità e fede non sono sinonimi. Che si possa essere religiosi senza avere fede è un'esperienza che si può fare quotidianamente, così come si può appurare che molti tra coloro che dicono di avere fede, non sono
affatto religiosi se si considerano i rapporti che mantengono con gli altri uomini, compresi quelli lontani. Ritornando a Kierkegaard, l'esempio più emblematico, a suo dire, dell'uomo di fede è Abramo. Giunto in tarda età, dopo aver ricevuto il figlio Isacco dalla moglie Sara, anch'ella anziana e per giunta sterile, riceve da Dio l'ordine (non si sa bene se di natura verbale o interiore) di sacrificargli il figlio che Dio stesso gli ha concesso. Abramo non ha alcuna incertezza. Pur sapendo di muoversi contro la legge e la morale, neppure per un istante osa mettere in discussione l'ordine divino. Non ne parla con nessuno. La stessa Sara, la quale si può supporre che si sarebbe opposta veementemente al marito, viene tenuta all'oscuro. Al figlio
Isacco racconta una bugia o, se si vule una mezza verità che è una mezza bugia. Non gli dice, infatti, che sarà la vittima sacrificale, ma semplicemente che dovranno recarsi a rendere un sacrificio a Dio. Forse, messo di fronte alla verità, Isacco se la sarebbe data a gambe levate. Il seguito della storia biblica è noto a tutti. Ma, al di là delle incongruenze filosofiche sopraindicate, Abramo non appare a Kierkegaard un criminale quale si accinge ad essere, ignorando, il patriarca, l'intervento successivo di Dio, che, purtroppo, nel passo biblico, finisce con l'essere il mandante di un delitto. Ma Kierkegaard risponderebbe che questo è il modo di vedere della ragione. Altro è l'intendere della fede. Nel presentare
agli studenti il pensiero di Kierkegaard, Nicola Abbagnano sostiene che per il filosofo danese "la fede è un rapporto privato tra l'uomo e Dio, un rapporto Assoluto con l'Assoluto. Essa è il dominio della solitudine, un luogo in cui non si entra in compagnia, in cui non si odono voci umane e non si scorgono regole." Ma, conclude Abbagnano, proprio "da ciò deriva il carattere incerto e rischioso della fede. Come può l'uomo essere certo di costituire, rispetto alle regole morali, un'eccezione giustificata? Come può sapere di essere l'eletto, colui al quale Dio ha affidato un compito talmente eccezionale da esigere egiustificare la sospensione dell'etica?" Così Abbagnano. Così Kierkegaard.
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Giovanni Pepe
Mondadori Bookstore Piano di Sorrento
#LIBRI
LIBRI COME FARI
Le nostre anime di notte "Chi riesce ad avere quello che desidera? Non mi pare capiti a tanti, forse proprio a nessuno. È sempre un incontro alla cieca tra due persone che mettono in scena vecchie idee e sogni e impressioni sbagliate. Anche se, ripeto, questo non vale per noi due. Non in questo momento, non oggi".
Autore: Kent Haruf, traduzione di Fabio Cremonesi Editore: NN Editore
ent Haruf (1943-2014) è stato uno dei più apprezzati scrittori americani, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway Foundation. Con il romanzo Il canto della pianura è stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo romanzo della Trilogia della Pianura, ha vinto il Colorado Book Award. Benedizione è stato finalista al Folio Prize.
Chi ha avuto l'occasione di leggere Haruf, prova un senso di pace e sicurezza che sgorga dalle sue parole e non è possibile tentare di interrompere la lettura, perchè letteralmente risucchiati. La storia, tenera, dolce, poetica. Addie convince Louis a dormire insieme a lei di notte. Entrambi anziani, vedovi, Addie dopo che il marito è morto trova le notti piene di pensieri e inquietudini e pensa che loro due potrebbero farsi compagnia. "Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici. Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire. Le notti sono la cosa peggiore non trovi?" Louis chiede che cosa penserà la gente che lo vedrà andare solo di notte da lei. Addie gli risponde che ha smesso di preoccuparsi della gente da un bel pezzo, pensino pure quello che vogliono. "Non facciamo niente, se ti riferisci a quello. No, non mi riferivo a quello. In ogni caso non lo facciamo. Non l'abbiamo fatto. Farai bene a deciderti. Non vorrai mica diventare vecchia come me".
Iniziano così queste serate all'insegna delle domande e dei racconti di una vita, di quello che le persone non vedevano dall'esterno, dei dolori e dei periodi difficili ma anche dei periodi più felici, meno duri. Tutto sembra scorrere per il meglio fino a quando Gene, figlio di Addie, comunica alla madre della separazione con la moglie, dei problemi sul lavoro e quindi propone di portare suo figlio Jamie da lei per un periodo. Ovviamente Addie non si tira indietro e cerca una soluzione per non smettere di vedere Louis. Decide di far incontrare Jamie e Louis, che diventano amici; Jamie infine li considera come nonni. Le nostre anime di notte è un lungo racconto che parla di due anziani piccolo borghesi e vedovi, della loro storia di amicizia che è poi amore, un rapporto puro e autentico che si scontra, ancora una volta, con il pregiudizio dei figli e dell’ambiente. La vecchiaia come libertà, certo, ma il mondo è degli adulti, che, contrariamente ai bambini e ai vecchi, poco sensibili alla libertà.
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Antonella Raffone
Digital Strategist @ 42 adv&print
#WEB
e-mail antoraf83@gmail.com
Mettiamoci anche off!
Integrare la comunicazione online con quella tradizionale
n questa rubrica ho sempre fondato i miei articoli sull'importanza di sviluppare e portare avanti una strategia digitale completa, partendo da un sito web con i giusti contenuti fino alla cura dei social media con la newsletter a supporto. Ma... ebbene sì, c'è un ma! Studiando l'argomento per l'articolo di questo mese mi sono resa conto di non aver mai dato la giusta importanza all'integrazione tra la comunicazione online e offline. La mia passione per il web è nata dopo i miei studi di marketing tradizionale e non potrei dedicarmi all'analisi della presenza online dei miei clienti senza questo background. Del resto, prima della rivoluzione portata da internet ogni attività di comunicazione veniva messa in atto con successo solo attraverso i canali tradizionali. Quali sono questi canali? Con marketing offline ci si riferisce a quello che si muove sulla carta stampata e sui cartelloni, che produce biglietti da visita, brochure e cataloghi o che si pubblicizza attraverso gli eventi: tutto ciò che parla di noi azienda, che ci rappresenta e ci fa conoscere come un “mondo” riconoscibile, non solo per i servizi e i prodotti che ci contraddistinguono ma anche e soprattutto per come li proponiamo. Le due tipologie di comunicazione, online e offline, per raggiungere gli obiettivi, devono essere integrate in un piano coerente ed efficace. Il mio consiglio è di non dimenticare mai l’importanza di un'immagine aziendale coordinata e di una comunicazione integrata a tutti i livelli. Il mondo offline e quello online non possono essere visti come due realtà
distinte e antagoniste, bensì come alleati, come due facce della stessa medaglia tra loro interconnesse e indivisibili. Un insieme di strumenti e di attività, che solo quando ben gestiti, studiati e pianificati in modo coerente ai valori dell’azienda, le permettono di essere riconosciuta sul mercato e creare occasioni utili ad avvicinare nuovi potenziali clienti. La parola integrazione può avere tantissimi significati ed il nostro scopo si perde tra quelli... Ecco quindi 5 consigli pratici su come integrare con successo il marketing online e offline: Riportare il sito ed i nostri social (FB, Instagram, Tripadvisor e altri) su tutto ciò che produciamo come materiale informativo tradizionale. I nostri clienti così, a colpo d’occhio, capiranno che possono trovarci anche su internet per conoscere tutte le nostre novità ed interagire con noi; Utilizzare le nostre pagine sui social media per parlare delle nostre iniziative, offerte commerciali, articoli che parlano (bene) di noi, foto di eventi con i dettagli dello svolgimento: insomma tutto ciò che può far conoscere la nostra “vita di tutti i giorni” sui mezzi social; Sfruttare il check-in mobile e le ricompense: incoraggiamo i clienti a comunicare l’arrivo presso la nostra azienda tramite geolocalizzazione con un premio (buoni sconto, omaggi, gadget). Così facendo, otterremo un'ottima cassa di risonanza e potremo contare sull'effetto emulazione di amici e followers; Creare un hashtag per la nostra attività e gli eventi che facciamo: gli #hashtag (come spiegato in un altro articolo) sono codici unici per farci trovare e farci diventare virali. Una buona idea per incentivare gli utenti a condividerli potrebbe essere quella, ad esempio, di un contest fotografico a premi (da ritirare in sede). Coinvolgere i clienti soddisfatti invitandoli a recensire online i prodotti/servizi che hanno acquistato (attraverso Google My Business o Facebook) oppure chiedendo il loro aiuto nello sviluppare nuove idee o semplicemente richiedendo la loro opinione su un determinato argomento.
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Anna Maione
#FOODCROSSING
Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia
Pasqua in cucina a torta pasqualina (in ligure torta pasqualinn-a) è una torta, solitamente salata, tipica della Liguria (più precisamente del Genovesato) che viene preparata anche in altre località d'Italia con caratteristiche differenti (talvolta anche in versione dolce). La tradizionale torta pasqualina è tipica del periodo pasquale, quindi della primavera e dei suoi prodotti: uova, erbette, carciofi, piselli, cipolline, maggiorana (un tempo presenti in ogni orto ligure). Una variante prevede l'uso delle bietole o di altra verdura al posto dei carciofi. La torta pasqualina appresenta il clou del pranzo pasquale e in passato era l'apoteosi dell'abilità delle casalinghe, che leggendariamente si narra riuscissero a sovrapporre sino a
trentatré sfoglie in omaggio agli anni di Cristo. Nel ripieno inoltre era fondamentale la presenza di uova sode, simbolo della vita che rinasce. La ricetta originale vuole che la pasta sia fatta solo con farina, acqua e olio mentre il ripieno sia fatto solo con le bietole, il formaggio e le uova e che gli ingredienti non siano mescolati tra loro ma inseriti in strati separati. Il formaggio utilizzato nella ricetta originale della torta pasqualina è la prescinsêua, una cagliata di latte acida molto leggera, praticamente introvabile al di fuori della provincia di Genova, che può essere sostituita con la ricotta. L'esistenza della torta pasqualina genovese è documentata dal XVI secolo, quando il letterato Ortensio Lando la cita nel
Catalogo delli inventori delle cose che si mangiano et si bevano. Allora era nota come gattafura, perché le gatte volentieri le furano et vaghe ne sono, ma anche lo stesso scrittore ne era ghiotto tanto da scrivere: "A me piacquero più che all'orso il miele". Nei secoli scorsi uova e formaggio, ingredienti essenziali della pasqualina, erano alimenti che si consumavano solo nelle grandi ricorrenze. A Ventimiglia si usano nel ripieno erbe selvatiche (caccialepre, ortica, allattalepre, songino), al posto delle bietole e della borragine. La regione Liguria, a riconoscimento di questa lunga tradizione, ha chiesto ed ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
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Imma Gargiulo
Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di “Conserve di Casa” su Alice TV
© FOTO DI ANNA MAIONE
Torta Pasqualina Per uno stampo da 20cm alto
INGREDIENTI
• 500gr spinaci o bietole • 200gr ricotta vaccina • 80gr parmigiano e pecorino • 6 uova medie • 500gr pasta brisée • Sale&pepe
PROCEDIMENTO
l’inclusione della torta pasqualina nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), nella categoria “Prodotti della gastronomia”.
Curiosità:
Anticamente non tutti avevano un forno in casa per cui la torta pasqualina veniva portata dal fornaio per essere cotta e per riconoscere la propria sul bordo veniva inciso, con un coltello, l’anagramma di famiglia.
Lavare gli spinaci e farli appassire con pochissima acqua. Scolarli e lasciarli freddare in un colapasta per asciugarli il più possibile; infine tritarli a coltello. Preparare poi la pasta brisée. Utilizzare il burro freddissimo tagliato a piccolissimi pezzetti. Impastare prima il burro con la farina facendolo sbriciolare. Aggiungere poi un po d’acqua per rendere malleabile la pasta. Importantissimo non lavorare troppo la pasta. Lasciarla riposare per almeno 10 minuti in frigo avvolta in pellicola alimentare. Mentre la pasta riposa preparare la farcia amalgamando per bene la ricotta con 1 uovo intero sbattuto, il parmigiano e pecorino. Dopo averlo ben amalgamato aggiungere il pepe e regolare con il sale. Unire solo alla fine la verdura e mescolare per rendere il tutto omogeneo.
Ingredienti per pasta brisée • 300 g di farina • 150 g di burro • acqua ghiacciata q.b. • un pizzico di sale
Stendere a questo punto la pasta brisée e rivestire la teglia in precedenza foderata con carta forno. Sempre meglio che abbia dei bordi alti (un po più alti di quelli delle teglie della pastiera per intenderci). Riempire la teglia foderata con la farcia livellandola. A questo punto formare degli incavi con un cucchiaio ed adagiarvi le uova intere stando ben attenti a non rompere i tuorli. Cuocendo le uova diventeranno sode. Spennellare la superficie con un uovo sbattuto con qualche cucchiaio di acqua fredda ed infornare in forno già caldo a 180° per circa 50/60 minuti. Nel caso in cui la superficie iniziasse a scurire basterà coprire con un foglio di alluminio. La torta è ancora più buona se la si prepara con un giorno di anticipo.
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#BOWLING
Articolo tratto dal web
“The Indians Sorrento Bowling Team”... la Storia iamo nel 2011, tra le tante iniziative organizzate e tornei amatoriali al Bowling Sorrento, si forma un movimento di passione e di accanimento sportivo, che si trasforma in un gruppo organizzato, sotto la guida di Ernesto Felicissimo, infatti chiama a raccolta per rinforzare la squadra, vecchi giocatori del bowling sorrentino cha tra il ‘90 e il 2000 avevano già calcato le piste; nasce così l’A.S.D. The Indians Sorrento Bowling Team, e il club si iscrive alla Fede razione Italiana Sport Bowling per partecipare all’an no sportivo 2012; c’è un solo vincolo per far parte del club: difendere i colori della tribù Indians e avere come chiede la tradizione pellerossa, un nome india no, nascono così: Toro Seduto, Gatto Selvatico, Balla coi Lupi, Volpe Bruna, Aquila della Notte. Il primo anno di campionato è un vero battesimo: i 16 giocatori sono quasi tutti esordienti. La voglia di fare bene, li sprona fino a farli salire sul podio: ben 13 podi, di cui 6 primi posti regionali in tutte le specialità. Queste prestazioni valgono per 7 giocatori, la convocazione a rappresentare la regione Campania alle finali del Campionato Italiano Esordienti. L’anno seguente, il gioco si fa più duro, alcuni gio catori salgono in categoria D, gli Indians partecipano per la prima volta al Grandi Marche Città di Salerno, un campionato monetario lungo ben 18 giornate. Non è tutto, l’A.S. organizza per la prima volta in Italia la 24BOWL, una maratona di bowling di 24ore a squadre, con la partecipazione di circa 80 atleti provenienti da tutta la regione. 4 giocatori sono chiamati alle finali del Campionato Italiano Esordienti. di Bologna dove sfiorano il colpaccio, nel singolo maschile l’ultimo frame impedisce a Giuseppe Esposito di salire sul podio, ma nella prova di doppio insieme Raffaele Albano conquistano l’argento, è la prima affermazione in campo italiano. Siamo nel 2014, la formazione si fa più numerosa, la campagna “acquisti” del presidente porta nel club giocatori importanti ed esperti da affiancare agli ul teriori neo promossi. Ma stavolta hanno al fianco dei mostri sacri del bowling campano. Paolo Ramondini si presenta subito: 1° posto nel doppio misto regionale, poi la prima partecipazione con ben 3 formazioni al Trofeo Città di Napoli, e a seguire Giuseppe Cuomo vince il titolo regionale di singolo seniores, bissandolo in coppia con Ramondini nella specialità di doppio; a grande richiesta ritorna la 24BOWL con un format
leggermente diverso: 12 squadre dal Lazio fino alla Puglia, ben 100 atleti, ma è l’anno di grazia: duran te la maratona, Adriano Visconti realizza la partita perfetta: il 300, il primo al bowling Sorrento e per gli Indians, ma tutta la squadra è in forma e il trofeo Città di Sorrento rimane in casa. Continuano le vittorie in campo regionale: il Doppio in 1° 2° e 4° categoria, la Coppa Italia dicono ancora Indians. Accedono così alle finali Italiane di settembre, 6° posto per Cuo mo-Ramondini a Torino, ma è ad Asti che c’è il botto: con una buona qualificazione il duo Lucio e Giuseppe Esposito arrivano in finale e strappano un argento che vale più dell’oro. È la premessa ad un gran finale, arriviamo a novembre, c’è l’ultimo appuntamento: le finali del Campionato Italiano di Tris e di Associazione Sportiva, nel tris di 1°-2° categoria gli Indians sfiorano il podio, ma il giorno dopo per il titolo Italiano di Associazione Sportiva 2014, la for mazione composta da Ramondini, Isaia, Visconti, Borriello, Formisano, Cuomo, vince il titolo, dopo solo 3 anni di attività, l’A. S. D. The Indians Sorrento Bowling Team è campione d’Italia. Il 2015 è un anno di transizione, arrivano “solo” i titoli regionali di doppio di 1°-2°e 3° categoria, e una grande medaglia d’argento nel campionato italiano di doppio, con la coppia Cuomo-Ramondini. Arriviamo al 2016, la squadra riprende a macinare gioco e i risultati arrivano: tris, doppio, e singolo esordienti sono nelle mani degli Indians; i titoli di: doppio in categoria A e D, di singolo B e D, di tris sono conquistati, a seguire anche la Coppa Italia e il titolo regionale di tris seniores. Partecipano così di diritto ai campionati italiani nelle varie specialità ben 17 atleti. A dicembre nelle finali Seniores sono in gara Cuomo e Ramondini che prima sfiorano il podio nel tris, ma poi nel doppio si rifanno e vincono il titolo Italiano, ma non è tutto, Cuomo vince anche i titoli Italiani di Singolo, Master e All Event. E il 2017? Beh!, siamo agli inizi ma alla prima usci ta, nella specialità doppio, arrivano il 3° posto in 3° categoria con Giuseppe Esposito e Angelo Massa, e soprattutto il 2° posto con Raffaele Formisano e Vincenzo Borriello e il 1° posto in 2° cat. con Nello Cherubino e Mimmo Maddaloni. Si affilano le armi, sarà una lunga stagione di bat taglie, parola di The Indians Sorrento Bowling Team.