Si alla chirurgia estetica ma con sicurezza di Francesco Somma
Conosciamo meglio l’infarto
fitness mag #133
LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE ANNO XII
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di Vittorio Fabbrocini
Fai goal con l'Email Marketing di Antonella Raffone
Questo mese 08 #PEDIATRA Il grido dell’Oms contro
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sedentarietà e obesità Carlo Alfaro
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Vittorio Milanese
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#FISIOTERAPISTA
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40 #ECONOMIA Non è questione di soldi,
Giuseppe De Simone
Laureato in Farmacia e specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.
Laureato in Economia Aziendale Consulente Finanziario iscritto all’albo nazionale
Si alla chirurgia estetica ma con sicurezza Medico Chirurgo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Disponibile telefonicamente dal Lunedì al Venerdì 9.00 - 12.00 e 17.00 - 20.00
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La Mia Penisola 100% Fitness Mag Anno XII
Numero 133
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Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli
#MEDICINAESTETICA
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In copertina Marco Manzi di 1 anno fotografato da Pino Coluccino di Sant'Agnello presso il negozio CASTELLANO FIORI di Meta
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La nuova conciliazione per le controversie tra utenti e compagnie telefoniche e Pay TV
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Giovanni Fontanarosa
Vittorio Fabbrocini
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Francesco Somma
Conosciamo meglio l’infarto
vostre domande
Teresa Pane
bisogna rompere gli schemi!
Il movimento giusto… ad ogni età
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50 #CONDOMINIO Rispondo alle
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Allenare la forza per dimagrire Dottore in Scienze Motorie Personal Trainer certificato I.S.S.A. specializzato in allenamento a corpo libero CALISTHENICS certificato BURNINGATE.
Laureata in Fisioterapia - Specializzata in Posturologia
In farmacia lo screening del deficit di Vitamina D
#FITNESS
Alfonso Galano
Veronica Di Martino
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La Comunicazione Aumentativa e Alternativa
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LSM - PT - Preparatore e Consulente
Laureata in Logopedia presso l'Università Federico II di Napoli. Disponibile telefonicamente Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00
Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.
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Mariarosaria D'Esposito
#ODONTOIATRA
Cosa fare quando il dente si spezza
La dieta nei giorni di Pasqua Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II. Disponibile telefonicamente Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle16.30
Tesla Pulse Ramp Therapy Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli. Lunedì al Venerdì 9.00 - 12.00 e 17.00 - 20.00
#NUTRIZIONISTA
Francesca Maresca
#FISIOTERAPISTA Brigida Pinto
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Antonella Raffone
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#ASSICURAZIONI
Perché noleggiare un auto a lungo termine? Giada Ammirati
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Contatti e-mail redazione@centopercentofitness.it Cell. 331.5063051 - 339.2926045
Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 Direttore responsabile Giuseppe Damiano Editore Giuseppe Manzi Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense (Na) Progetto Grafico Maurizio Manzi 42 Adv&Print
#PEDIATRA
Il grido dell’Oms contro sedentarietà e obesità Dottor
Carlo Alfaro
L’Organizzazione mondiale della sanità lancia un grido di allarme: un adulto su quattro nel mondo non fa alcuna attività fisica, e oltre l’80% degli adolescenti è inattivo fisicamente. Tra gli adulti, sono inattive più le donne (27%) che gli uomini (20%). Stratificando i dati in base al reddito delle Nazioni, le percentuali salgono nei Paesi ricchi, dove a non muoversi sono il 26% degli uomini e il 35% delle donne, rispetto al 12% degli uomini e al 24% delle donne nei Paesi a basso reddito. La sedentarietà, secondo i dati Oms, si deve all’inattività durante il tempo libero e al comportamento sul posto di lavoro e a casa, oltre che all’aumento dell’uso di modalità di trasporto “passive”. Peggiore ancora la situazione dei ragazzi, con presenza di sedentarietà nell’81% degli adolescenti di età compresa tra 11 e 17 anni, più nelle femmine (84%) che nei maschi (78%): colpa di diversi fattori, di cui molti legati all’urbanizzazione, quali paura della violenza e della criminalità nelle aree esterne, traffico ad alta densità e inquinamento dell’aria, mancanza di parchi, marciapiedi e strutture sportive/ricreative. La sedentarietà, ricorda l’Oms, può portare ad un aumento dal 20 al 30% della mortalità per molte malattie come quelle cardiovascolari, il cancro e il diabete, per cui incrementare l’attività fisica va considerata una priorità per la salute della popolazione. Il termine “attività fisica”, spiega l’Oms, si riferisce a qualsiasi movimento corporeo che richieda un dispendio energetico, comprese le attività intraprese durante il lavoro, il gioco, lo svolgimento di faccende 8
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domestiche, le vacanze e le attività ricreative. Al riguardo, l’Oms ha fornito uno schema riassuntivo di raccomandazioni per le singole fasce di età. Per bambini e adolescenti dai 5 ai 17 anni, si raccomanda: fare almeno 60 minuti di attività fisica da moderata a intensa ogni giorno; essere attivi anche oltre 60 minuti fornirà ulteriori benefici per la salute; includere anche attività che rafforzino muscoli e articolazioni almeno 3 volte a settimana. Per gli adulti tra 18 e 64 anni, sono prescritti: minimo 75 minuti a settimana di attività fisica, ma sono mediamente consigliati 150 minuti a settimana; per ottenere significativi benefici sulla salute puntare ad arrivare a 300 minuti a settimana. Per gli anziani dai 65 anni in su: se in buona forma stesse soglie consigliate ai più giovani (75150-300); per chi ha scarsa mobilità, il consiglio è comunque di fare movimento 3 o più giorni alla settimana, anche se controllato, utile a migliorare l’equilibrio e prevenire cadute. Livelli regolari e adeguati di attività fisica, secondo queste indicazioni di massima, possono conseguire, secondo l’Oms, una serie di benefici: migliorano la forma fisica muscolare e cardiorespiratoria, migliorano la funzionalità delle articolazioni, riducono il rischio di ipertensione, cardiopatia ischemica, ictus, diabete, vari tipi di cancro (come mammella e colon), depressione, cadute e fratture dell’anca o vertebrali, controllano l’eccesso ponderale. Per questo l’Oms ha pianificato l’obiettivo a livello mondiale di “convertire” al movimento fisico almeno un 10% di sedentari entri il 2025. Per farlo,
#PEDIATRA
precisa l’Oms, servono politiche attive incentivanti e sensibilizzanti, considerando che attualmente solo il 56% degli Stati membri è già impegnato operativamente in tal senso. Diverse le azioni proposte: rendere accessibili e sicure per tutti forme di trasporto attive come camminare e andare in bicicletta, politiche del lavoro e sul posto di lavoro che incoraggino l’attività fisica, scuole con spazi sicuri e strutture adeguate per consentire agli studenti di trascorrere il loro tempo libero attivamente, strutture sportive e ricreative che offrano a tutti l’opportunità di praticare sport. All’allarme sedentarietà è strettamente connessa l’emergenza obesità. Sempre secondo i dati Oms, relativi al 2016, nel mondo ci sono oltre 1,9 miliardi di adulti sovrappeso (il 39% degli uomini e il 40% delle donne), di cui oltre 650 milioni obesi (l’11% degli uomini e il 15% delle donne). Inoltre, circa 41 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni sono in sovrappeso o obesi, mentre oltre 340 milioni di bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni risultano in sovrappeso o obesi. La prevalenza globale dell'obesità è quasi triplicata tra il 1975 e il 2016. Riguardo a bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni, la prevalenza di sovrappeso e obesità è aumentata drammaticamente dal 4% nel 1975 a poco più del 18% nel 2016, in modo simile tra maschi e femmine. Considerando solo l’obesità, mentre poco meno dell’1% dei bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni erano obesi nel 1975, più di 124 milioni di bambini e adolescenti (6% di ragazze e 8% di ragazzi) risultano obesi nel 2016. Una volta considerato un problema dei Paesi ad alto reddito, il sovrappeso e l'obesità sono attualmente in vertiginoso aumento nei Paesi a basso e medio reddito, in particolare in contesti urbani. In Africa, il numero di bambini in sovrappeso sotto i 5 anni è aumentato di quasi il 50% dal 2000, e quasi la metà dei bambini sotto i 5 anni in sovrappeso o obesi nel 2016 vive in Asia. L’obesità è associata a una maggiore incidenza di malattie non trasmissibili, come malattie cardiovascolari, diabete, disturbi muscoloscheletrici (in particolare artrosi), alcuni tipi di cancro (endometrio, mammella, ovaio, prostata, 10
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fegato, colecisti, rene e colon). L’obesità infantile è associata a una maggiore probabilità di obesità, morte prematura e disabilità nell’età adulta. Ma, oltre ai maggiori rischi futuri, i bambini obesi hanno difficoltà respiratorie, aumentato rischio di fratture, ipertensione, insulino-resistenza e conseguenze psico-patologiche. Sovrappeso e obesità, ammonisce l’Oms, sono ampiamente prevenibili attraverso stili di vita adeguati che contemplino la scelta degli alimenti più sani e l’attività fisica regolare. A tal fine, l’Oms descrive, nella “Strategia globale su dieta, attività fisica e salute”, le semplici azioni necessarie per garantire una buona salute attraverso la lotta a sovrappeso e obesità. L’Oms ha anche sviluppato il “Piano d'azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020” che mira a raggiungere gli impegni della Dichiarazione politica delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili (NCD), approvata dai capi di Stato e di governo nel settembre 2011, che prevedono una riduzione del 25% della mortalità prematura da NCD entro il 2025 e un arresto dell’innalzamento dei tassi di obesità mondiale. A livello individuale, l’Oms consiglia: limitare l’assunzione di energia da grassi e zuccheri, aumentare il consumo di frutta e verdura, legumi, cereali integrali, impegnarsi in attività fisica regolare. L’industria alimentare può svolgere un ruolo significativo nella promozione di diete sane, secondo l’Oms: riducendo il contenuto di grassi, zucchero e sale degli alimenti trasformati; assicurando che le scelte salutari e nutrienti siano disponibili e accessibili a tutti i consumatori; limitando la commercializzazione di alimenti ricchi di zuccheri, sale e grassi, specialmente quelli destinati a bambini e adolescenti; assicurando la disponibilità di scelte alimentari salutari. Un impegno di tutti, dal singolo individuo al governo degli Stati, si rende urgente: la salute non è un bene superfluo, ricordiamocelo.
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#FISIOTERAPISTA
Tesla Pulse Ramp Therapy
Dottoressa
Brigida Pinto
“Se si vuole trovare i segreti dell’universo, bisogna pensare in termini di energia, frequenza e vibrazioni”, diceva Nikola Tesla: tutto in natura è energia, più o meno rarefatta o compatta; ogni forma di materiale o sostanza ha un suo campo energetico e una proprietà magnetica che sottoposta, a sua volta, ad un campo magnetico, gli consentirà di reagire in un modo particolare. In base a queste caratteristiche, le sostanze possono essere distinte in ferromagnetiche, paramagnetiche e diamagnetiche. Le sostanze ferromagnetiche sottoposte ad un campo magnetico esterno subiscono un’attrazione; quelle paramagnetiche restano neutre, vale a dire non ne vengono influenzate; quelle diama12
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gnetiche invece, provocando un indebolimento del campo esterno, reagiscono con una repulsione; quest’ultimo fenomeno si realizza però solo in presenza di un campo magnetico esterno particolarmente intenso (dell’ordine dei Tesla). La sostanza più conosciuta, esistente in natura, che ha una proprietà diamagnetica, è l’acqua, e insieme ad essa anche altre sostanze organiche. L’acqua corporea, presente sia a livello intra che extracellulare, sia come componente fondamentale di altri liquidi organici come il sangue, è il mezzo in cui avvengono tutte le reazioni biologiche del nostro organismo. Essa provvede a: • trasporto delle sostanze nutritizie • trasporto di scorie e tossine con
sfrutta campi magnetici ad alta intensità iperpulsati. Questa attività determina effetti biologici molto particolari che si traducono in applicazioni non invasive e non dolorose per la cura di molte patologie. I meccanismi di azione della Tesla Pulse Ramp Therapy sono: • Drenaggio e normalizzazione delle funzioni cellulari • Biostimolazione Tessutale • Biostimolazione Cellulare L’effetto terapeutico che ne deriva trova esplicazione sia a livello intra che extracellulare: in particolare saranno stimolati i processi di riparazione dei tessuti, di riassorbimento degli edemi e accelerati
funzione di drenaggio • coordinazione biochimica e omeostatica • regolazione della temperatura corporea Il nostro organismo è composto per circa l’ottanta per cento di acqua, per cui, possedendo la proprietà appena descritta, diventa molto efficace intervenire sui liquidi organici per svolgere un’importante azione di drenaggio e biostimolazione, e influenzare i meccanismi biochimici che regolano il bilancio idrico ed elettrolitico, i potenziali elettrici delle membrane cellulari, la conduzione degli impulsi nervosi e l’attivazione neuromuscolare. Tesla Pulse Ramp Therapy fa esattamente questo: è una tecnica terapeutica riabilitativa non invasiva che www.centopercentofitness.it
quelli metabolici e di rigenerazione cellulare. Un ruolo fondamentale è svolto nella terapia del dolore, dove svolge la sua azione antinfiammatoria e rigenerante, diventando quindi uno strumento indispensabile per la prevenzione e la cura delle malattie osteoarticolari (sia traumatiche che degenerative) e reumatiche, viene inoltre utilizzata nella preparazione pre-chirurgica e nella riabilitazione postchirurgica. La frequenza di funzionamento è compresa tra 0,5 mhz e 5 mhz, la scelta di frequenza determinerà l’effetto che si intende ottenere, da quello di penetrazione profonda, anche con farmaci fitoterapici
o naturali in un composto di gel, a quello di drenaggio meccanico dei liquidi andando a utilizzare manualmente il manipolo seguendo lo schema classico del linfodrenaggio (linfonodi e vie linfatiche), o attività biostimolante e miorilassante. Ovviamente è un tipo di terapia che va integrata con le altre al fine di ottimizzare il recupero, perché “Tutti hanno, intrappolata dentro di sé, dell’energia. Il fatto è che non siamo molto bravi a tirarla fuori.” (Bill Bryson)
#ODONTOIATRA
Cosa fare quando il dente si spezza
Dottor
Vittorio Milanese
Quella della frattura degli incisivi è sicuramente una problematica frequente che colpisce certamente i più piccoli ma anche gli adulti. La causa principale è un trauma, una forte botta accidentale causata da una caduta, un incidente, oppure durante l’attività sportiva praticando sport di contatto o pericolosi senza l’utilizzo di dispositivi di protezione. I bambini sono quelli più soggetti ai traumi dentali, fortunatamente in molti dei casi i denti coinvolti sono quelli decidui (fino agli 8 anni circa). Se il trauma scheggia solamente il dente il dentista può decidere se semplicemente smussare la parte fratturata, in modo che non tagli e provochi lesioni alle labbra o alla lingua, oppure ricostruire la parte scheggiata. Diverso se la frattura è più este14
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sa e coinvolge la polpa del dente (la parte vitale). In questo senso il dolore può essere forte e si deve intervenire con una cura adeguata. Per capire l’intervento da fare servono accertamenti diagnostici ed in caso di denti decidui l’estrazione può essere la soluzione più idonea. In caso la frattura coinvolga denti permanenti, si deve valutare l’entità della stessa. Anche in questo caso se è minima e non ci sono esigenze estetiche particolari è possibile smussare la parte fatturata in modo che non “tagli” i tessuti che vengono in contatto con la superficie del dente fratturato. Per ricostruire la parte fratturata le soluzioni possono essere varie e la scelta è sulla base delle esigenze del paziente e della situazione clinica. Sintetizzando, le soluzioni possono essere cliniche, ricostruendo la parte mancante direttamente con materiale estetico oppure protesiche, attraverso faccette in materiale composito o ceramico oppure con corona. Si fa notare che un trauma può non “spezzare” il dente ma comprometterne la salute portando alla necrosi del nervo/polpa del dente. Spesso solo il dentista, attraverso analisi diagnostiche, può capire se il dente ha subito lesioni. A distan-
za di tempo un dente traumatizzato può cambiare colore e subire un “annerimento”. In questo caso devitalizzazione e ricostruzione protesica sono le soluzioni che possono essere adottate.
Frattura degli incisivi centrali in piccola paziente. Ho eseguito la ricostruzione in resina composita dei due elementi dentali e monitorato nel tempo la vitalità degli stessi
#FARMACISTA
In farmacia lo screening del deficit di Vitamina D
Dottor
Giuseppe De Simone
La sua carenza è un’epidemia silenziosa, ma la vitamina D è fondamentale per il sistema immunitario e consente di prevenire e curare numerose malattie, da quelle infettive a quelle degenerative e autoimmuni. La popolazione mondiale ne risulta sempre più carente, sia per la ridotta esposizione al sole, dovuta a una vita sempre più al chiuso e sedentaria, sia per il non sufficiente apporto attraverso l'alimentazione. Ci sono poi individui che presentano una resistenza geneticamente trasmessa all’utilizzo biologico di questa vitamina. Serve a prevenire e contrastare malattie autoimmuni e cronicodegenerative, ma protegge anche dall’obesità, dai disturbi del sistema nervoso, rafforza il sistema immunitario e ha una funzione antitumorale. Il deficit di vitamina D è diventato un problema mondiale nelle perone con più di 60 anni, ma anche nei bambini e nei giovani. 16
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Determina una diminuzione della mineralizzazione ossea, predisponendo ad osteomalacia e rachitismo. Eleva il rischio di sviluppare deficit cognitivi e il morbo di Alzheimer. Anche la sclerosi multipla si associa sempre ad una grave carenza di Vitamina D. Anche i virus influenzali e HIV sono più frequenti in quanto la vitamina D stimola la produzione di anticorpi. Anche la psoriasi, la dermatite atopica e l'alopecia areata, unitamente a patologie su base allergica sono associate a carenza di Vitamina D. Diventa quindi molto importante in tutte queste condizioni effettuare i dosaggio ematico della vitamina D in modo da eventualmente integrarla attraverso i farmaci. In farmacia puoi effettuare il test attraverso il prelievo di sangue capillare al costo di 15€. Puoi prenotarti in farmacia Elifani al numero 081878660
#MEDICINAESTETICA
Si alla chirurgia estetica ma con sicurezza
Dottor
Francesco Somma
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100% Fitness Mag
I social ed i media tradizionali, spesso ci raccontano di casi limite di interventi estetici che piuttosto che migliorare l’aspetto delle persone, lo peggiora. Tutto ciò può scoraggiare ed impaurire chi “sta facendo un pensierino” su di un tale intervento; ecco a voi così un vademecum per fare una scelta consapevole e sicura. Verificare che il chirurgo a cui ci si affida sia realmente un chirurgo plastico: sul sito della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, www.
sicpre.it, c’è l’elenco completo degli specialisti in chirurgia plastica. Sempre più spesso infatti, medici di altre discipline o medici generici praticano interventi estetici approfittandosi delle lacune legislative. I chirurghi plastici svolgono un percorso formativo specifico, pratico e teorico, di 5 anni, cosa che non fanno gli altri medici. Affidarsi ad un non specialista espone a maggiori rischi e come dico sempre alle mie pazienti, “per la salute del tuo cuore ti affideresti ad un medico diverso da un
#MEDICINAESTETICA
cardiologo? Allora perché affidare la propria bellezza ad un medico diverso da un chirurgo plastico?!?”
Diffidate dei medici frettolosi
un bravo chirurgo spiega nei dettagli ed in maniera semplice l’intervento, se ci sono più opzioni adatte alla paziente guidandola nella scelta, elenca i rischi, descrive il post-operatorio ed i tempi di recupero, vi mostra delle foto “prima e dopo” di casi simili al vostro e non cerca di fissare subito una data per l’intervento.
Protesi
per gli interventi al seno bisogna sapere in anticipo la marca ed il tipo di protesi che il chirurgo impianterà; purtroppo molte pazienti non sanno quali protesi le sono state impiantate, ciò è pericoloso perché come in tutte le cose, vi sono prodotti di prima qualità, sicure, tracciate e certificate e prodotti di scarsa qualità e di dubbia provenienza: ricordate che è obbligatorio che il medico vi consegni un attestato delle protesi utilizzate.
Diffidare dai prezzi troppo bassi
navigando su internet, si trovano facilmente i prezzi medi di ogni singolo intervento di chirurgia estetica; questi sono la somma dei costi della clinica, dell’anestesista, dell’equipe, delle protesi in caso di intervento al seno, e dell’onorario del chirurgo. Oscillazioni in positivo o in nega20
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tivo del 10%-15% sono normali è legate alla politica del singolo specialista. quando però c’è una differenza maggiore, probabilmente c’è qualcosa che non va e si sta tagliando sulla qualità. Ricordarsi che la chirurgia estetica è comunque una chirurgia: come tutti gli interventi chirurgici vi sono rischi e complicanze, per questo motivo alle mie pazienti prescrivo di trascorrere una notte in clinica per le mastoplastiche, per la rinoplastica, per l’addominoplastica, per i lifting del viso, delle braccia e delle cosce e per le liposuzioni con grossi quantitativi di grasso aspirato. Non concordo dunque con le dimissioni subito dopo l’intervento, il monitoraggio nelle prime 24 ore in clinica da parte del personale sanitario è importantissimo; a casa, il paziente o i familiari non hanno la formazione per cogliere segnali d’allarme che si possono presentare né sono attrezzati per far fron-
te ad un problema che potrebbe insorgere è che in una struttura sanitaria verrebbe risolto in pochi minuti senza problemi.
Informarsi su dove si sarà operati
È importante raccogliere informazioni e vedere dal vivo la struttura dove verrà fatto l’intervento, a chi verremo affidati durante la notte (in alcune strutture resta solo un’infermiere/a alle prime armi sempre purtroppo per risparmiare); no assoluto agli interventi praticati in strutture che sembrano più retrobottega che sale operatorie. Per riassumere, bisogna sempre farsi guidare dal buon senso, non essere affrettati nella scelta del chirurgo, informarsi sul chirurgo scelto ma anche farsi seguire un pò dall’istinto, l’empatia col medico è fondamentale.
#NUTRIZIONISTA
La dieta nei giorni di Pasqua
per mangiare tutto senza sensi di colpa
1. Dottoressa
Francesca Maresca
Quello di Pasqua è un momento difficile per chi è a dieta. Soprattutto se vive o ha a che fare con tradizioni del centro e sud Italia. Qui, si sa, le tentazioni arrivano già a colazione. E resistere sarà ancora più difficile. Ma non è necessario rinunciare a tutto, e tanto meno, non servono i sensi di colpa. Basterà usare il buon senso e qualche piccola astuzia. Darsi limitazioni dietetiche per Pasqua può addirittura essere contro producente, meglio utilizzare alcune strategie che possono limitare i danni. Solo su una cosa non si può transigere, passate Pasqua e Pasquetta tutto deve sparire dal frigorifero. Perché è questo il momento più rischioso, quello in cui lo stravizio può diventare abitudine. I consigli da seguire sono molto semplici, ma hanno una base molto rigorosa. Vediamoli uno a uno. 22
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Se si mangia fuori casa Al ristorante, in teoria, è tutto più semplice, soprattutto se si riesce ad evitare il dolce. Si può prendere un primo piatto, l'importante è farlo precedere da una verdura cruda che abbassa l'indice glicemico. Dopo la pasta poi va bene anche una verdura cotta. Ma niente pane e niente dolce. Se non ci sono problemi glicemia, possiamo aggiungere un dessert di frutta: fragole, frutti di bosco, kiwi, ovviamente al naturale, senza aggiungere zuccheri.
2.
Se festeggia Pasqua in famiglia È più difficile sfuggire alle proposte della tradizione, fin dalla colazione. L'ideale sarebbe potenziare la colazione – ottima l'idea del brunch – fare una gita e poi pensare alla cena, ma andrà scelto qualcosa di meno impegnativo. Si potrebbe mangiare il primo: a cena si fa più fatica a smaltire la carne soprattutto dopo una certa età. Così i piatti della tradizione sarebbe meglio distribuirli in più giorni. La colazione del giorno di Pasqua sostituisce il pranzo, a cena si mangia il primo e a Pasquetta l'agnello.
3.
Se non vogliamo rinunciare al dolce Per chi invece è goloso, e al dolce almeno a Pasqua proprio non vuole rinunciare, la scelta perfetta è un pasto che preveda un secondo piatto, un contorno, poi frutta con gelato o frutta e dolce, ma niente pane. Si cercherà così di ridurre l'apporto dei carboidrati
4.
In generale attenzione ai carboidrati I menù di Pasqua sono ricchi di carboidrati. Per limitare i danni vanno evitati all'interno dello stesso pasto due portate a base di carboidrati: la torta salata e il primo piatto ad esempio. E se si sceglie un piatto di pasta è meglio non toccare il pane.
5.
Come abbinare correttamente il contorno alla carne Se il secondo è costituito da un piatto a base di carne è imperativa la presenza di un contorno crudo, un'insalata o un pinzimonio. L'acqua contenuta nelle verdure favorisce l'eliminazione delle tossine, aiuta il rene a lavorare bene. I micronutrienti dei vegetali crudi neutralizzano le sostanze tossiche eventualmente sviluppate dalla brace, e forniscono fibre che aiutano l'eliminazione delle tossine.
6.
Quando mangiare l'uovo di Pasqua I dolci tipici della tradizione sono spesso molto pesanti dal punto di vista calorico. Quindi sarebbe meglio evitarli a fine pasto, tuttavia se ci troviamo in difficoltà e non vogliamo rinunciarci, possiamo spostarli a colazione. A fine pasto meglio piuttosto il cioccolato, ma deve essere fondente e ne basta un pezzetto.
7.
Se ci sentiamo particolarmente gonfi e col mal di testa Altra alternativa per la sera di Pasqua. Basta un'insalata di finocchi e ananas per riattivare la diuresi. Anche il cardo è importante, è terapeutico. Va benissimo anche la tisana di cardo mariano prima di andare a dormire, che aiuterà il fegato.
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8.
Cosa mangiare a cena il giorno di Pasqua Se dopo il pranzo di Pasqua non si ha fame, si può saltare il pasto. Se però siamo a dieta e un po' ci siamo controllati, possiamo potenziare il processo di eliminazione con un pasto ad hoc. Un'insalata condita e due mele cotte sono l'ideale per aiutare il fegato a lavorare bene. Oppure un carciofo bollito e una macedonia sono perfette per far lavorare bene il fegato.
9.
Se abbiamo mangiato troppo a cena In caso di cena abbondante puntate su una colazione con una banana e due kiwi: aiutano l'intestino a lavorare bene. Anche la tisana limone e miele può essere un ottimo inizio: acqua calda, un limone e due cucchiaini di miele. Fanno ripartire immediatamente il lavoro del fegato, si agevola l'evacuazione dell'alvo e si attiva anche la diuresi.
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La Comunicazione Aumentativa e Alternativa Dottoressa
Mariarosaria D'Esposito
La Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) rappresenta un’area della pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di persone con bisogni comunicativi complessi. Utilizza tutte le competenze comunicative della persona, includendo le vocalizzazioni o il linguaggio verbale esistente, i gesti, i segni, la comunicazione con ausili e la tecnologia avanzata. Non si tratta semplicemente di applicare una tecnica riabilitativa, ma di costruire un sistema flessibile su misura per ogni persona, da promuovere in tutti i momenti e luoghi della vita poiché la comunicazione è per ognuno di noi necessaria ed indispensabile in ogni momento, e non solo nella stanza di terapia.
Quando può iniziare l’intervento di CAA?
La mancanza di possibilità di comunicare con gli altri ha gravi ricadute negative nello sviluppo della relazione, del linguaggio, nello sviluppo cognitivo e sociale. L'inizio precoce di interventi di comunicazione aumentativa può contribuire a prevenire un ulteriore impoverimento comunicativo, simbolico e cognitivo e la comparsa di disturbi del comportamento, altrimenti molto diffusi proprio come strategia di richiesta di attenzione.
Chi utilizza la CAA?
I potenziali utilizzatori sono le persone con disabilità cognitiva che possono utilmente utilizzarne le strategie come veicolo per lo sviluppo di un'esperienza 24
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significativa di comunicazione, verso lo sviluppo di una competenza verbale o come modalità principale con cui la persona esprime le sue scelte e i suoi sentimenti. Ci sono poi le diverse situazioni di disabilita sviluppata in età adulta, in seguito a traumi, sclerosi laterale amiotrofica, Alzheiemer, afasia grave, ictus, sclerosi multipla.
Quale modello di intervento?
È il modello basato sulla partecipazione. Viene promossa la comunicazione significativa e la partecipazione della persona nelle attività della vita quotidiana e nella società. Protagonista dell'intervento di comunicazione aumentativa non è solo il bambino o ragazzo, ma tutto il suo contesto di vita: la famiglia, la scuola, i servizi sociali e sanitari, la comunità, vicina a e allargata. Questi diversi interlocutori sono chiamati a collaborare portando ciascuno la propria conoscenza della comunicazione attuale e dei bisogni emergenti del bambino costruendo modalità e strumenti di comunicazione da condividere con il bambino in ogni luogo e momento di vita. La sfida dell'intervento sta nel saper rispondere in modo dinamico al progetto personale per quel ragazzo e quella famiglia in quel contesto e in quel momento della loro storia, sapendo costruire per ogni passaggio il pieno consenso di tutti i partecipanti. Per una partecipazione effettiva e consapevole, è importante che il contesto acceda a un percorso formativo in CAA
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Il movimento giusto… ad ogni età Dottoressa
Veronica Di Martino
Il movimento produce effetti su tutte le parti dell’ organismo umano e la sua carenza o mancanza si ripercuote negativamente sul benessere della persona. Tali effetti sono differenti riguardo a qualità e quantità a seconda dell’età del soggetto. Possiamo infatti parlare di effetti che favoriscono lo sviluppo delle principali funzioni organiche in età evolutiva e di altri effetti che facilitano la conservazione dell’efficienza fisico motoria nell’età adulta e, di altri ancora che aiutano a prevenire e a ritardare il processo di invecchiamento nella tarda età adulta e in quella anziana.
Sviluppo e conservazione dell’apparato scheletrico
Durante l’attività fisica le ossa vengono sottoposte a sollecitazioni che stimolano le deposizioni di nuove fibre collagene e sali minerali. Inoltre, l’aumento della circolazione sanguigna favorisce l’assorbimento di calcio. Altri due importanti effetti sono lo sviluppo in diametro dell’osso, favorito dalle trazioni che i muscoli esercitano sull’apparato scheletrico e lo sviluppo in lunghezza nell’età della crescita, che influisce sulla statura dell’individuo, favorito da un aumento di nuove cellule ossee a livello epifisario. L’influenza esercitata dall’esercizio fisico sulla produzione di tre ormoni: il GH (ormone della crescita), il paratormone e la calcitonina, si traduce a livello osseo su effetti ormai noti e dimostrati scientificamente quali: • L’allungamento e la rigenerazione del tessuto osseo; • Un più efficace metabolismo del calcio e del fosforo con ripercussioni positive sugli osteoblasti 26
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Mantenimento e miglioramento della funzionalità articolare
Il sistema articolare permette all’uomo di muovere segmenti del corpo secondo gradi di libertà, direzioni ed ampiezze specifiche per ogni tipo di articolazione. Queste ampiezze possono essere parzialmente influenzate dalla abitudini al movimento. L’apparato articolare trae dall’esercizio fisico una serie di benefici così riassumibili: • Mantenimento fisiologico della mobilità articolare funzionale alle abitudini motorie dell’individuo; • Maggiore stabilità articolare; • Aumento e recupero della mobilità articolare; • Prevenzione dei processi degenerativi a carico delle articolazioni e ritardo nell’invecchiamento dell’apparato articolare.
#FISIOTERAPISTA
Mantenimento del tono posturale, ipertrofia muscolare, maggior resistenza localizzata allo sforzo
Anche l’apparato muscolare subisce, durante la nostra esistenza, importanti modificazioni che vengono condizionate dalle attività motorie svolte. Il tono posturale, corrispondente al grado di tensione muscolare che consente di assumere e mantenere le posizioni del corpo nello spazio ed i rapporti articolari tra i segmenti corporei in opposizione alla forza di gravità, viene mantenuto in allenamento dai movimenti del corpo. Le cellule muscolari possono, grazie al movimento, variare le dimensioni delle fibre e la loro capacità di contrarsi in modo più o meno veloce o resistente. La dimensione volumetrica delle fibre è uno dei fattori che influenzano la capacità contrattile del muscolo. Nell’età adulta prima, ed anziana poi, le cellule muscolari tendono ad essere sostituite dal tessuto connettivo e si assiste pertanto ad una progressiva diminuzione di forza, lavoro, resistenza e potenza della contrazione muscolare.
Effetti postivi di un’attività motoria continuativa sull’apparato muscolare:
• Mantenimento del tono posturale • Ipertrofia funzionale ed incremento di forza, lavoro e potenza • Mantenimento della lunghezza fisiologica del muscolo atta al compimento della motricità abituale ed utilitaria • Mantenimento e miglioramento della morfologia del corpo, con conseguente beneficio estetico • Aumento della funzionalità muscolare derivante da una migliore e maggiore capillarizzazione ed ossigenazione
Miglioramento della funzionalità cardiocircolatoria
• Maggiore capacità contrattile e vascolarizzazione del cuore • Riduzione della pressione sanguigna • Migliori tempi di recupero dopo lo sforzo, infatti il soggetto recupera il ritmo cardiaco di riposo piú velocemente del sedentario 28
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Anche l’apparato cardiocircolatorio aumenta la propria funzionalità al punto che con l’aumento dell’emoglobina il sistema è in grado di fissare una maggiore quantità di ossigeno e di aumentare quantitativamente le sostanze nutritive a livello periferico. Un altro importante benefico è la prevenzione di trombosi, oggi identificata come la malattia cardiocircolatoria che causa il maggior numero di decessi per infarto del miocardio o per ictus cerebrale. L’attività motoria favorisce l’aumento della superficie trasversa quindi il calibro dei vasi arteriosi e ha una funzione di “spremitura” di quelli venosi facilitando il ritorno del sangue al cuore. Altri effetti causati dal movimento sono l’aumento del consumo degli acidi grassi, la riduzione del tasso di colesterolo, l’incremento delle lipoproteine HDL ed il calo delle LDL con conseguente riduzione dei trigliceridi.
Miglioramento della funzionalità respiratoria
Ad una maggiore richiesta di ossigeno da parte dell’apparato locomotore fa riscontro un necessario aumento della ventilazione polmonare. Polmone, bronchi e vie respiratorie non subiscono una modificazione di dimensione, ma aumentano la loro funzionalità grazie al soggetto che impara ad utilizzarli al meglio. Sintetizziamo gli effetti positivi evidenziando: • Riduzione dei tempi di recupero dopo lo sforzo che si manifesta in chi fa attività, nel minor tempo impiegato per il ritorno ad atti respiratori normali • La scomparsa o la comparsa ritardata del “fiatone” dovuto all’esigenza fisiologica di un immediato aumento della ventilazione polmonare nei momenti di inizio di un’attività prolungata moderatamente intensa • La diminuzione della frequenza respiratoria sotto sforzo e a riposo • Aumento dell’efficienza del diaframma "L’uomo per il proprio benessere deve convertirsi ad una pratica motoria abitudinaria abbinando alla cultura del movimento una grande educazione alimentare"
#CARDIOLOGO
Conosciamo meglio l’infarto
Dottor
Vittorio Fabbrocini
Certamente non è piacevole intrattenersi nella lettura su un argomento forse tra quelli da tenere lontano da noi, anche nei discorsi. Ma oggi per una sana prevenzione, che è l’unica arma che può allontanare questo grave evento e tanti altri nel campo delle malattie, è bene che se ne parli. Ogni anno in Italia circa100mila persone sono colpite da un primo infarto mentre circa 400mila da recidive. Cosa è, come si verifica, le cause, ed infine come si può evitare per tempo. Ogni volta che un’arteria grande o piccola del nostro corpo si occlude, specie se si tratta di un’arteria del cuore (Coronaria), del cervello o degli arti, si verifica un infarto. Ciò è dovuto ad un blocco della circolazione sanguigna nella zona a valle, con mancanza di apporto di sangue ossigenato e di elementi nutrienti. Se si verifica ai vasi coronarici del cuore si parla di Infarto cardiaco, se ai vasi del cervello di Ictus, se in altra sede 30
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Se ne parla preoccupati di questo grave e talvolta tragico evento ma ben pochi sanno come può verificarsi e cosa fare perché non sopravvenga di vascuopatia occlusiva (arterie degli arti e dei vari organi).
lità occlusive o rotture delle parti superiori.
Le placche e trombi
L’evento infartuale
L’occlusione si può avere prevalentemente in due modi: per la formazione di placche, che stratificandosi nel tempo arrivano ad occludere del tutto il passaggio del sangue in quell’organo. Altro modo è quello del Tromboembolismo: piccoli emboli a partenza dalle stesse placche, oppure dal cuore. Si tratta di piccoli coaguli di sangue (Trombi) che si formano nel cuore, allorchè la parte superiore (gli Atri) hanno perduto la loro forza contrattile come nel caso di Fibrillazione atriale e consentono la microcoagulazione del sangue. Le placche si formano sui vasi arteriosi in relazione ai grassi (Colesterolo, Trigliceridi) che negli anni si vanno a depositare sulle loro pareti e nel tempo per i depositi di calcio diventano dure e perdono elasticità, con possibi-
L’evento infartuale di regola ha due tipi di manifestazioni. Una nel tempo più lenta, per cui chi ne è colpito ha tutto il tempo di contattare il Cardiologo, di fare ogni cosa che oggi la Cardiologia consiglia e si può non arrivare alla classica manifestazione infartuale. L’altro aspetto è quello dell’immediato evento infartuale con il dolore improvviso al petto, alla regione precordiale, con irradiazione al braccio sinistro o basso torace anteriormente, sudorazione e una sensazione di venir meno. Queste manifestazioni hanno una spiegazione in quanto nel primo caso, possiamo parlare anche di Preinfarto, l’occlusione del vaso coronarico è lento perchè la stratificazione della placca non ancora è tale da bloccare il passaggio del sangue totalmente. In questo
sotto controllo, ma occorre la tempestività dell’intervento di soccorso. Necessita perciò raggiungere un Centro cardiologico entro le due ore dall’inizio del dolore al petto. È stato acclarato che le cellule del cuore possono resistere allorchè vengono private del normale afflusso di sangue per oltre 30-40 minuti, mentre quelle cerebrali per meno, circa 8-10 minuti. Dopo sopravviene la morte cellulare (necrosi) con distruzione del tessuto cellulare che si trasforma in seguito in tessuto cicatriziale, inefficiente alla necessità contrattile e propulsiva del cuore. Lo schema dimostra le coronarie del cuore, le placche ed il trombo- coagulo che possono provocare l’occlusione del vaso e l’infarto
periodo la sintomatologia è caratterizzata da dolori precordiali (Angine) in varie ore della giornata e si verifica allorchè il cuore viene impegnato maggiormente (sforzi fisici, condizioni emotive). Dal punto di vista medico si parla anche di Ischemia, che è una condizione di sofferenza cardiaca preinfartuale. L’infarto cardiaco invece è dovuto ad un arresto improvviso del sangue in un tratto del circolo coronarico per la rottura di una placca o arrivo di un trombo embolico o un’azione compressiva esterna, persino uno stato di anemia per riduzione dei Globuli rossi che comporta una deficienza di apporto di Ossigeno al cuore.
Il soccorso medico
Nel caso della sintomatologia anginosa ci troviamo di fronte ad una situazione cronica per cui l’Emodinamica (la branca della Cardiologia) che arriva a evidenziare perfettamente il tipo di occlusione coronarica e la precisa sede. Poi a mezzo di cateterini con dei palloncini all’estremità si riesce a sbloccare il vaso sistemando infine una retina (Stent) per impedirne la riocclusione. Il tutto può avvenire con pochi giorni di ricovero in un ambiente cardiologico. Ben diversa è invece la crisi drammatica dell’evento infartuale. In tal caso anche il Cardiologo emodinamista può fare le stesse cose per sbloccare la coronaria occlusa, o un trattamento medico infusivo www.centopercentofitness.it
La prevenzione
Di fronte a queste situazioni possiamo dire che la Medicina e per essa la Cardiologia in questi ultimi anni ha fatto passi enormi, specie nel campo degli infarti. Le terapie mediche ed emodinamiche sono ormai diffuse in tutti i Centri ospedalieri italiani. Va anche citata la Prevenzione ed i suoi frutti che nel tempo si stanno rilevando con la riduzione dei casi di infarti in tutto il mondo. Sono ormai note le condizioni che predispongono nel tempo alle alterazioni vascolari e quindi all’interessamento cardiologico. I cosiddetti fattori di rischio sono molti e ne ricordiamo i più importanti: colesterolo, ipertensione arteriosa, diabete non curato, sovrappeso, fumo e inattività fisica. Oggi l’intera popolazione mondiale ha risposto abbastanza bene ai consigli della Prevenzione per le malattie cardiovascolari, come ad esempio per l’alimentazione l’impiego della Dieta mediterranea, ma ancora molte persone seguono le vecchi abitudini di vita e a sbagliare. Ciò trova conferma nella ricerca di un Gruppo di Studio canadese negli anni scorsi. Il 90% dei soggetti interpellati era ben cosciente di conoscere che avevano una condizione di vita e di alimentazione sbagliata, ma la maggioranza di questi con vari pretesti rimandava il consiglio di modificarla. Persino un quinto di quelle persone ad alto rischio riteneva non necessario darsi da fare per migliorare la propria salute. Noi riteniamo che è ancora valido il vecchio consiglio: “È sempre meglio prevenire il male che curarlo”.
#NATUROPATA
Noci di Macadamia Mariateresa Caiafa
Nel continente australiano esiste un genere di pianta, detta Macadamia, che produce questi straordinari semi commestibili, e sul perché, con tutta la strabiliante frutta secca che possediamo, dovrebbe interessare questa noce straniera vi rispondo subito. Sono tra i semi oleosi con più alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi (70%), che favoriscono il lavoro epatico e l’eliminazione delle tossine; sono privi di glutine e lattosio; non entrano in conflitto con i regimi alimentari di vegetariani, vegani e crudisti; possiedono un acido chiamato “palmitoleico” che dona effetti benefici: al metabolismo che se lavora correttamente assimilerà al meglio il cibo di cui ci nutriamo, agli organi escretori (reni e fegato soprattutto) e per una buona longevità (grazie agli antiossidanti); ricchi di minerali (fosforo, potassio, calcio, ferro, zinco, magnesio, rame e selenio); vitamine (B1, B2, B3, B5, B6, vitamina C e vitamina E); contengono inoltre folati; acidi grassi saturi e insaturi; amminoacidi che hanno un ruolo importante nella formazione dei muscoli del corpo, del tessuto connettivo e del sangue. Queste noci sono amatissime dagli sportivi o da coloro che seguono regimi alimentari salutari per via di tutti questi validi motivi, pensate che, oggi, l’olio di noci di macadamia viene venduto come integratore alimentare sotto forma di capsule o impiegato per la preparazione di prodotti di bellezza. Il loro sapore è delicatissimo e dolce, solitamente in commercio si trovano già sgusciate, vi consiglio di acquistare quelle non tostate, salate o ricoperte di cioccolata per non perdere i principi nutritivi benefici. Chi ha animali domestici, assolutamente non fate fare assaggini ai vostri amori, le noci di Macadamia 34
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sono tossiche per cani e gatti (tremori, paralisi arti, crampi addominali). Aiutano in caso di infiammazioni o per chi soffre di dermatite grazie agli omega 9 che hanno il ruolo di riparare rapidamente la pelle, quest’ultimi fungono anche da lubrificanti prevenendo la costipazione. Prima di affrettarvi nell’acquistare le noci di Macadamia, leggete un attimo l’ultima parte dell’articolo !!! Se si è in sovrappeso o un amatore-mangiatore-compulsivo di frutta secca, sappiate che sono molto caloriche, 100 grammi corrispondono a 718 calorie. Il loro apporto energetico elevatissimo è sovrapponibile a quello del burro, calorie fornite soprattutto dai grassi, modeste quantità di proteine, carboidrati e rispetto alle mandorle e noci, sono più ricche di lipidi; per questo motivo, usatele con cautela, 40 g al giorno andranno più che bene e vi doneranno un forte senso di sazietà grazie agli oli vegetali e fibre di cui son ricchi ma cosa più importante è che non alzeranno l’indice glicemico (quindi niente attacchi di fame). Se soffrite di diverticolite, evitatele così come il resto della frutta secca, se proprio non ne potete fare a meno, masticate per bene. Io adoro consumarle a colazione alternando con le noci del Brasile, amo l’energia che mi donano per affrontare le mie giornate impegnative o quando ho da sostenere un’uscita impegnativa e kilometrica in bici o quando mi sento spossata e ho bisogno di ricaricarmi. Ogni giorno, dovremmo ringraziare Madre Natura per tutto il benessere che ci ha donato e sparso in tutto il mondo.
#PERSONALTRAINER
Schede Zombie
Nello Iaccarino
Schede rivolte ad un pubblico che ha avuto una passione morbosa per il frigo, che sta per flirtare con pastiere, zeppole e casatiello, e nel frattempo è entrato in simbiosi con il divano. Le schede sono consigliate a soggetti decondizionati valide per 15
giorni e prevedono una frequenza trisettimanale (6 sedute di allenamento) da svolgersi in sala attrezzi e abbinandole con una dieta ipocalorica. Ovviamente per svolgerle occorre l'assenso dei Gestori Palestra o degli Istruttori di sala. Buon allenamento
ZOMBIE MASCHILE Serie
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Ripetizioni Recupero
Esercizi di mobilità delle grandi articolazioni sferiche Iperestensioni a tappetino 3 8 Lat machine avanti 4 8 Distensioni manubri panca piana 3 8 Sollevamenti laterali manubri 2 15 Squat a corpo libero 4 15 Tapis roulant (60-65% FCmax) 15' Crunch 4 Stretching statico
30” 1' 1' 1' 1'
ZOMBIE FEMMINILE Serie
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Ripetizioni Recupero
Esercizi di mobilità delle grandi articolazioni sferiche Iperestensioni a tappetino 3 8 Carponi – elevare gamba tesa dietro 4 8 Decubito laterale – elevare gamba tesa 3 12 Affondi laterali corpo libero 1 12 Tapis roulant (60-65% FCmax) 20' Shrugs panca inclinata 60° 4 8 Distensioni manubri panca inclinata 4 Sollevamenti laterali manubri 3 8 Crunch 2 12 Stretching statico
30” 1' 1'
30" 1' 1'
#FITNESS
Allenare la forza per dimagrire Alfonso Galano
Siccome possiamo considerare i muscoli come il nostro motore, l’allenamento per la forza può certamente influire positivamente sul nostro sistema metabolico, esso ci consente di bruciare calorie, considerando che durante un allenamento per la forza i battiti cardiaci, la pressione arteriosa e il metabolismo aumentano considerevolmente. Questa tipologia di allenamento è fondamentale perché agisce sia sul metabolismo basale a riposo che per il metabolismo in attività, questo perché provoca la formazione di nuovo tessuto muscolare e questo processo richiede maggior energia, maggiore sarà lo sviluppo muscolare, maggiore sarà l’energia richiesta tutte le 24 ore comprese anche quelle del sonno. È stato visto come persone che non si allenano per la forza iniziano, dopo i 20 anni di età un lento ed inesorabile declino fisico-muscolare, quantificato in circa 450 grammi di muscolo l’anno, ciò è responsabile della diminuzione dello 0,5% per anno del metabolismo basale, quindi allenare la forza è necessario per il mantenimento sia del metabolismo sia della forza muscolare nel tempo, per questa ragione l’allenamento per la forza è da correlare alla riduzione del grasso corporeo.
Ipertrofia sarcoplasmatica e mio-fibrillare
Uno dei maggiori dubbi riguardo l’allenamento per la forza riguarda il tempo da dedicare per ottenere maggiori risultati. In linea di massima possiamo dire che un muscolo è adeguatamente stressato in 60-90” di contrazione continua contro una resistenza, ovvero il 38
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tempo necessario a completare 8-12 ripetizioni. Questa tipologia di allenamento permette oltre che un incremento della forza anche un incremento di quelli che sono i volumi muscolari maggiormente ricercati nel bodybuilding, la cosiddetta ipertrofia sarcoplasmatica caratterizzata da un aumento delle dimensioni muscolari grazie oltre che ad un accrescimento delle miofibrille in sé, anche al maggior ingresso di acqua e nutrienti all’interno di essa. Va fatta distinzione dunque con quella che è l’ipertrofia mio-fibrillare ovvero delle dimensioni del muscolo vero e proprio, ottenuta abbassando il numero di ripetizioni ed aumentando il carico della forza resistente, da 1 fino a 6-8 ripetizioni. Quest’allenamento come detto permette un aumento della densità del muscolo, oltre che ad incrementare quelli che sono gli ormoni anabolici e lipolitici ovvero quelli che permettono di sfruttare i grassi come fonte energetica. Questo articolo vuole essere un seguito del precedente, per capire che fare “cardio” non vuol dire dimagrire, dato che come abbiamo visto se fatto male può addirittura essere controproducente al dimagrimento, e fare allenamenti di forza contro resistenza non vuol dire diventare enormi, come abbiamo visto influisce positivamente sull’innalzare quella che è la nostra spesa energetica quotidiana, questo discorso è strettamente influenzato dallo stile di vita alimentare che si attua, non si può aumentare di peso (sia muscolo che grasso) senza che pratichiamo un’alimentazione ipercalorica ovvero che va oltre a quello che è il nostro fabbisogno e viceversa non possiamo dimagrire se non adottiamo un’alimentazione ipocalorica ovvero che va al di sotto al nostro fabbisogno calorico.
#ECONOMIA
Non è questione di soldi, bisogna rompere gli schemi!
Giovanni Fontanarosa
Sicuramente nella nostra vita ci sono stati momenti in cui abbiamo deciso di fare un cambiamento, come smettere di fumare, riprendere gli studi o cambiare banca. Sappiamo che è un cambiamento in meglio e ci sentiamo motivati; tuttavia, sei settimane dopo ci accorgiamo che ci siamo lasciati sfuggire l’idea e siamo ricaduti nella nostre abitudini. Poichè i nostri paradigmi e le vecchie convinzioni sono radicati in profondità, decidere di cambiare spesso non è abbastanza! Neanche essere motivati è sufficiente. Uno studio condotto nel 1993 dalla Brigham Young University, sulla base delle affermazioni degli intervistati, valutava la probabilità che un cambiamento che si erano prefissi si verificasse effettivamente. I risultati sono i seguenti: • chi aveva affermato "è una 40
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buona idea” aveva solo il 10% di probabilità di mettere in atto il cambiamento; • chi si era impegnato e aveva detto “lo farò” aveva solo il 25% di probabilità di cambiare; • chi aveva indicato quando lo avrebbe fatto aveva il 40% di probabilità di cambiare; • chi aveva ideato un piano specifico per farlo aveva il 50% di probabilità; • chi aveva promesso a qualcun altro di farlo aveva il 60% di probabilità di farcela; • chi aveva stabilito un momento specifico per condividere i progressi con qualcun altro aveva il 95% di probabilità di successo. Questi risultati dimostrano l’importanza di dover rendere conto a qualcuno. La responsabilità aumenta notevolmente le nostre
probabilità di mantenere la promessa. Ecco perchè è utile lavorare con un istruttore (o nel caso della banca lasciarsi seguire da un consulente finanziario): ci costringeranno a tenere fede alla parola data e, se non siamo all’altezza delle aspettative ci chiederanno conto delle nostre azioni. Spesso usciamo dagli impicci con troppa facilità; troviamo dei pretesti e creiamo una logica che ci permetta di scappare. Sebbene trovare una persona che creda nei nostri obiettivi al punto da ritenerci affidabili richieda un pò di fatica, vale la pena provarci. Farsi aiutare può essere la via migliore per imparare velocemente e avere delle risorse a cui attingere se si incontra qualche imprevisto”.
#CONSUMATORI
Come funziona la nuova conciliazione per le
controversie tra utenti e compagnie telefoniche e Pay TV
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In fase di conciliazione, il sistema opererà una distinzione a seconda delle materie: • per quelle riconosciute come particolarmente favorevoli alla risoluzione in via transattiva, si istaurerà una procedura di conciliazione asincrona, operata tramite lo scambio di messaggi tra le parti e il conciliatore (c.d. flusso A); • per quelle più complesse, il sistema notificherà alle parti la convocazione per l’incontro di conciliazione, che avverrà in web conference all’interno di una “virtual room”, mediante l’utilizzo, anche combinato, di strumenti di videoconferenza, audio-conferenza, chat (c.d. flusso B); In ogni caso, l’utente che non dovesse avere la possibilità di accedere tramite web, nemmeno mediante soggetto delegato, potrà partecipare alla conciliazione presentandosi personalmente presso il Corecom, o presso un punto di accesso periferico, nella data stabilita per l’incontro di conciliazione, prescindendo dalla fase di negoziazione diretta (c.d. flusso C);
5 Pierluigi D'Apuzzo
Al fine di semplificare la definizione delle controversie sempre più numerose che ingabbiano tutti noi cittadini/consumatori nell’iter stressante e non risolutivo di fax, telefonate ai vari numeri verdi indicati, di chiacchierate con operatori dei più svariati paese europei e non, di raccomandate a/r inviate con relativi esborsi economici, è in dirittura d’arrivo la Nuova Conciliazione che si presenterà più semplice e totalmente informatizzata per velocizzare le controversie tra utenti e compagnie telefoniche o pay tv. L’Agcom (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha avviato l’iter per riformare il regolamento sulle procedure di risoluzione delle controversie tra operatori di comunicazioni elettroniche ed utenti per consentire alle parti di superare i disservizi e trovare un accordo senza doversi rivolgere al giudice. La nuova procedura denominata “ConciliaWeb” ed in vigore dal 2018, dovrebbe essere strutturata secondo le seguenti linee direttrici: L’accesso alle procedure di conciliazione avverrà tramite un punto di accesso unico, ovvero il portale dell’Agcom, per cui non sarà più possibile inviare le istanze in formato cartaceo o via email, ma
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andranno compilate tramite il web form (modulo on line). Questo eliminerà il dispendio di risorse utilizzate per la protocollazione e la registrazione dei dati relativi alle istanze; parte delle risorse umane recuperate potrà essere utilizzato, ove necessario, per l’attività di assistenza al pubblico per la compilazione dei formulari. Grazie alle sedi distaccate dei Corecom, inoltre, e mediante futuri accordi con enti territoriali e/o altri enti, sarà possibile creare una rete di “punti di accesso periferici”, per assicurare la maggior diffusione possibile di luoghi “fisici” onde indirizzare gli utenti non informatizzati; Tutte le comunicazioni inerenti alla procedura, ivi inclusi i verbali di conciliazione, verranno inviate agli utenti tramite notifiche alert, sms o email (a seconda della opzione scelta); La fase di conciliazione sarà preceduta da un periodo durante il quale le parti avranno la possibilità di negoziare direttamente, scambiandosi proposte tramite il sistema; una volta decorso infruttuosamente il periodo predefinito, si passerà alla conciliazione vera e propria, con la partecipazione del conciliatore del Corecom;
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Anche la fase di definizione della controversia – così come quella relativa all’adozione di provvedimenti di urgenza – sarà gestita interamente tramite il sistema, con una scansione precisa della tempistica procedimentale, fino alla trasmissione della proposta di provvedimento al soggetto deputato ad adottarlo; La unicità del sistema di gestione renderà possibile, per l’Agcom e per i Corecom, una visione aggiornata sull’andamento della gestione delle procedure, consentendo di intervenire tempestivamente in caso di disfunzioni. In definitiva e in conclusione, dopo la “rivoluzione” del ritorno alla fatturazione a 30 giorni , divenuta recentemente Legge (per la quale aspettiamo ancora di vederne l’applicazione in bolletta), si sottolinea in quest’articolo un’altra buona notizia per i consumatori che avranno -con la Nuova Conciliazione- minore stress e un’enorme risparmio di tempo... almeno nelle ottimistiche premesse.
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#MENTALCOACH
Il “Make Up” di Martina
Ernesto Lupacchio
In uno dei miei articoli pubblicato sulle precedenti edizioni di questa rivista ho già trattato di passione e di piacere per il proprio lavoro, messaggio che è stato recepito da entrambe le mie figlie che hanno scelto di fare della loro passione il proprio lavoro. In questo articolo, Martina Lupacchio parlerà di “MAKE UP”, svelando piccoli segreti, tecniche e mode, lei stessa racconterà come si è appassionata al “trucco” e come è riuscita a trasformare questo suo desiderio e passatempo nel suo straordinario lavoro. “Scoprire la passione per il make up è stata una svolta per la mia vita e per la mia crescita personale. Già da bambina mi divertivo davanti allo specchio ad usare i trucchi di mia madre e all’età di 16 anni le mie amiche erano super felici di farmi da “cavie” per sperimentare nuovi prodotti e dare sfogo alla mia creatività. E più trascorreva il tempo e crescevo più sentivo che la mia passione sarebbe potuta di46
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Il meglio del vivere sta in un lavoro che piace e in un amore felice. Umberto Saba ventare il mio lavoro; da quel momento ho iniziato a mettere tutta me stessa ogni volta che truccavo ed è stato come trovare finalmente il linguaggio per esprimermi più adatto a me, perché come diceva il grande Steve Jobs… L'unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l'avrai davanti. E, come le grandi storie d'amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle.
Ho frequentato per 2 anni l’Accademia di Trucco a Napoli, infatti dopo il diploma mi sono subito catapultata in questo nuovo ed affascinante mondo del make up. Ho ideato insieme al mio grafico il logo con molta cura ed attenzione per creare un “brand” importante: il marchio e l’immagine giocano un ruolo fondamentale, sono la base da cui partire per avere una comunicazione efficace e di successo. Con i miei articoli vorrei farti appassionare all‘irresistibile mondo del make up dando dei consigli pratici ed efficaci per realizzare anche a casa e da soli trucchi semplici e raffinati.
#MENTALCOACH
Oggi comincerò a parlare di come praticare un trucco semplice adatto a tutte. Quando sei davanti allo specchio ed inizi a truccarti ti sei mai chiesta se esiste un ordine per applicare il make up?? La risposta infatti è SI! Leggendo questo articolo, scoprirai se il modo in cui lo applichi è quello giusto e, nel caso in cui commettessi degli errori, corri immediatamente ai ripari!!! Prima fase del trucco è l’uso del primer. Dopo aver lavato la faccia accuratamente, applica sul viso un primer che ti aiuterà a rendere il makeup duraturo per tutta la giornata. Scegli il primer più adatto alla tua pelle e ricordati di non saltare mai questo passaggio! Dopo aver applicato il primer, inizia con il trucco degli occhi. In questo caso hai due opzioni: se stai usando semplicemente il mascara e l’eyeliner o colori chiari, puoi rimandare il makeup degli occhi non appena avrai finito di realizzare quello per il viso. Nel caso in cui, invece, per il trucco degli occhi hai scelto dei colori scuri, occupati prima di loro così che tu non debba ritoccare la base di fondotinta che potresti sporcare con gli ombretti scuri. Cura le sopracciglia e, nel caso dovessi ritoccarle, fallo prima dell’applicazione del fondotinta. Dopo il makeup degli occhi passa alla cura del viso con un fondotinta o una BB cream adatti alla tua pelle e al tuo colorito. Se vuoi coprire le occhiaie, dopo aver applicato il fondotinta, passa al copri occhiaie. Ricorda che il 48
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fondotinta ti aiuterà a coprire meglio quelle antiestetiche borse sotto gli occhi! Se hai una pelle particolarmente grassa e devi coprire ulteriormente le imperfezioni, dopo aver applicato il fondotinta e il copri occhiaie, passa la cipria. Se vuoi creare dei giochi di luci ed ombre o vuoi dare un colorito diverso alla pelle, applica adesso il fard dopodiché, aggiungi il blush alle guance. Infine passa al makeup delle labbra: dopo aver curato gli occhi ed il viso, completa il trucco con il rossetto che hai scelto di indossare. Se hai optato per un colore di rossetto scuro, ricordati di usare anche una matita contorno labbra! Ecco, ora conosci le fasi del trucco passo per passo e sei pronta per applicare il makeup nel modo corretto”. Da papà posso raccontarvi alcuni simpatici dettagli del lavoro di mia figlia: un giorno Martina si è alzata alle 4:00 del mattino per truccare una sposa e i parenti, altre volte inizia a lavorare alle 6:00, ma vi assicuro che l’ha sempre fatto con piacere ed entusiasmo, senza che le pesasse minimamente, anzi, quanto più la sua giornata è piena, tanto più è felice e soddisfatta per i risultati che ottiene. Pertanto rinnovo il mio consiglio “Anche se dovete aspettare, scegliete il lavoro che vi piace, che vi appassiona, che vi entusiasma, che vi regala emozioni, perché così la vita sarà più felice”.
Trova un lavoro che ti piaccia ed avrai cinque giorni in più per ogni settimana H. Jackson Brown Jr
#CONDOMINIO
Rispondo alle vostre domande Teresa Pane
Impianto gas metano. Perché fare un progetto? Chi lo paga? Gentile Amministratore, da alcune settimane nel mio Condominio si inizia a parlare dell’installazione dell’impianto per la fornitura del gas metano. Nell’ultima Assemblea condominiale hanno deciso di nominare un tecnico per redigere un progetto di come verrà realizzato questo impianto sulle facciate onde evitare di alterare il decoro. L’anomalia a mio pare sta nel fatto che mi hanno addebitato la spesa per la redazione di questo progetto quando mi sono sempre dissociato dall’installazione del gas in quanto ho deciso di non usufruirne. Perché devo pagare questa spesa? Grazie. (Luigi P.) Caro Luigi, innanzitutto devo complimentarmi per la scelta saggia che ha assunto l’Assemblea e cioè quella di far realizzare un progetto ad un tecnico. È una scelta saggia perché è sempre più frequente oggi, vedere facciate condominiali completamente deturpate da tubazioni di ogni genere poste senza alcun criterio, con conseguente alterazione del decoro architettonico dello stabile. In ordine alla questione dell’addebito
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della spesa per la redazione di tale progetto anche a coloro che hanno deciso di non procedere all’installazione dell’impianto, mi trova pienamente d’accordo e le spiego il perché: se è vero che lei oggi sceglie di non munire il suo immobile di tale impianto, nulla esclude che lei nel tempo posso cambiare idea, oppure che lei venda l’immobile ed i nuovi proprietari siano interessati alla fornitura, o lo siano nel futuro i suoi eredi. Per tale motivo, onde evitare che nel futuro il possibile interessato voglia allacciarsi all’impianto (che è un suo diritto) ma adotti modalità del tutto arbitrarie potenzialmente lesive del decoro del fabbricato, è utile se non indispensabile che anche l’immobile che oggi non sia munito dell’impianto, sia contemplato dal progetto. In tal modo, chi dovesse decidere di installare l’impianto solo in un secondo momento, potrà, ma dovrà farlo adeguandosi strettamente al progetto approvato dall’Assemblea, a tutela del decoro architettonico. Chiaramente, in tale fase, lei pagherà il compenso del tecnico per la redazione del progetto ma non anche la realizzazione dell’impianto.
#CONDOMINIO
Rifacimento dell’asfalto del viale condominiale. In che misura si paga? Dott.ssa Pane, a breve nel mio parco inizieranno i lavori per il rifacimento dell’asfalto del viale del condominio. Abito in un parco di n. 4 palazzine ed il viale viene utilizzato da tutti anche come parcheggio delle auto. Da un anno, per motivi di civile convivenza, abbiamo optato per l’assegnazione di posti auto numerati a rotazione ogni anno. Le auto dei proprietari delle singole palazzine devono essere parcheggiate solo nella porzione di viale immediatamente sottostante la palazzina. A questo punto mi domando: le spese per asfaltare il viale non devono essere pagate in proporzione ai metri lineari di cui effettivamente ogni palazzina usufruisce? Io abito nella palazzina più vicina all’inizio del viale condominiale e, dunque, non vedo perché dovrei pagare anche l’asfalto del viale che serve le palazzine più distanti, tanto più che non vi posso nemmeno parcheggiare l’auto. Grazie (Luca D.). Caro Luca, il suo discorso è certamente errato e le spiego subito il perché. Non ho modo di leggere il suo titolo di proprietà ed il Regolamento di Condominio ma mi sembra di capire che il viale è di proprietà dell’intero Condominio e cioè di tutte le quattro palazzine. La circostanza per cui oggi gli abitati possono parcheggiare le proprie auto solo nella porzione di viale adiacente la propria palazzina è solo ed esclusivamente un criterio di distribuzione logistico a rotazione dei posti auto deciso dal consesso assembleare per ovviare a continui litigi così frequenti in questi casi. L’aver optato per tale criterio, tuttavia, non incide sulla proprietà del viale. Mi spiego meglio: con la delibera con cui avete deciso in che modo distribuire i posti auto tra le quattro palazzine avete solo deciso l’adozione di un criterio “organizzativo”, ma di fatto ad oggi lei, così come tutti gli altri condomini, è sempre proprietario, in quota, dell’intero viale e non solo della porzione di viale che va dall’inizio dello stesso fino alla porzione che lei usa come posto auto. “Uso” e “proprietà” non sempre coincidono perfettamente. Chiaramente, salvo che il suo atto di proprietà o Regolamento di Condominio non preveda un regime diverso.
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Il condomino danneggiato dal Condominio… paga anche i danni? Cara sig.ra Pane, voglio chiederle un consiglio. Circa un mese la fecale condominiale si è lesionata ed ho subito infiltrazioni nel vano bagno. L’Amministratore ha provveduto a far riparare la fecale ed a ritinteggiare il mio bagno e fin qui tutto normale. Il problema è sorto quando ho visto che nel riparto delle spese per i lavori eseguiti ha addebitato a me non solo il costo per la riparazione della fecale, ed è corretto perché ne usufruisco anche io, ma anche della pitturazione del bagno. Io che ho subito il danno devo pagarmi…il danno subito? È una contraddizione che spero mi aiuti a comprendere. (Anna A.) Cara Anna si, il suo Amministratore ha ripartito correttamente le spese e le spiego anche perché. La fecale che ha prodotto il danno è del “Condominio” o meglio, un numero parziale di condomini tra cui anche lei e, dunque, la riparazione la pagano tutti e solo coloro che utilizzano la fecale. La pitturazione del vano bagno chi la paga? La paga chi ha causato il danno e cioè tutti i proprietari della tubazione tra cui vi rientra anche lei. Si tratta, insomma, di una ipotesi frequente ma assolutamente casuale in cui uno dei danneggianti e danneggiato coincidono con la stessa persona.
#POESIA
La Bella e la Bestia Salvatore Spinelli
Eri bella d’una insolita bellezza completata da bontà e dolcezza, come in tutto il mondo ogni fanciulla anche tu cercavi l’anima gemella. Animata da speranza infinita volevi trascorrere la tua vita con un uomo a cui donare il cuore e dal quale ricevere tanto amore. Potevi contare su un’ampia scelta, tu invece decidesti alla svelta, dicesti: “E’ amore a prima vista, sono paga, ho fatto la mia conquista, ma facesti i conti senza l’oste perché non aspettasti altre risposte. Ambivi ti portasse sull’altare ma lui cominciò a tergiversare, diceva: “Amore mio, aspetta, calma, nessuno ci mette fretta”. “Se questo cerca di snobbare l’impegno -dicevano i tuoi- non è buon segno, perciò rifletti figlia adorata, cerca di essere più ponderata”. Tu rispondevi: “Non abbiate paura, lo farò cambiare, sono sicura, io l’amo, a lui non posso rinunciare, un altro uomo non potrei amare”. Invano cercasti di farlo ragionare e alla fine dovesti rinunciare, 54
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“Per ora andiamo a convivere -disse- poi... potremo decidere”. I primi tempi, complice la passione, foste felici tu e il tuo Adone poi cominciarono i dissapori e alla gioia s’aggiunsero i dolori. Iniziò con immotivate reazioni, poi con psicologiche punizioni, mentre tu che l’amavi alla follia dicevi convinta: Forse è colpa mia!”. Ogni giorno era sempre più nervoso e alla collera non dava più riposo, ma tu che l’adoravi alla follia dicevi ancora: Forse è colpa mia!”. Ma un giorno improvvisamente un sonoro schiaffo ti aprì la mente, da quel gesto ingiusto, inaspettato realizzasti cosa avevi combinato. Quando lo vedesti la prima volta la tua mente rimase assai sconvolta, pensasti: “Con lui ho fatto centro!”, ma ignoravi com’era fatto dentro. Di fronte a quella inaspettata realtà ricordasti le parole di mamma e papà, dicevano: “Non fermarti all’apparenza, frequentalo e scoprine l’essenza”.
Con gli occhi neri e perenni lividure la tua vita era fatta di mille paure, ma sotto l’egida della tua famiglia ti sei ripreso il ruolo di figlia.
Quel giorno venne all’appuntamento con un preciso, maledetto intento, disse: “Con te voglio farla finita”! e deciso spezzò la tua giovane vita.
Tranquilla ora vivi con mamma e papà ma sotto sotto pensi sempre a quello là, ti aveva stregato la sua falsa dolcezza che tu ricambiavi con tenerezza.
Oh, se chi ti amava avessi ascoltato e quella occasione non gli avessi dato, il tuo corpo statuario, assai bello non giacerebbe freddo nell’avello.
Sapendo che alla fine l’hai lasciato è pieno di livore, un forsennato, quell’affronto non glielo dovevi fare lui era l’uomo e ti doveva dominare. Ma il fatto è diventato serio, per te è iniziato il calvario, l’amore manesco non si dà per vinto e ti telefona ad ogni pié sospinto. Incontrandoti per strada ti minaccia, “Sei stata un’ingrata”, ti rinfaccia, tu decisa l’hai anche denunciato ma l’appello è rimasto inascoltato. Poi un giorno, dopo l’ennesimo scontro, t’implorò per un ultimo incontro, disse: “Ricuciamo il nostro amore, senza di te la mia vita è un orrore”. I tuoi ti dissero: “No, non andare, di quel tipaccio non ti devi fidare”, ma tu sempre innamorata e con caparbietà gli concedesti l’ultima possibilità. www.centopercentofitness.it
#LIBRI
Libri come fari
Tre proposte per te Giovanni Pepe
L'amica sbagliata di Cass Green: due vicine di casa, un legame morboso. L'una vive una solitudine che la spinge a nutrirsi della quotidianitĂ dell'altra e per restituire smalto alla loro amicizia decide di fare leva sui segreti scomodi che hanno condiviso, quelli che, una volta confidati a qualcuno, ti perseguiteranno per sempre. Un giorno solo di Felicia Yap: una trama originale e uno stile irriverente fanno di questo thriller una lettura magnetica fuori dagli schemi. Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti: un thriller mozzafiato le cui pagine assorbono completamente il lettore. Una storia profonda che contiene spunti di riflessione che valicano il racconto, spingendo il lettore ad interrogare se stesso su quale sia e dove si trovi il labile confine che separa il lecito dall'illecito.
Fiori sopra l'inferno Ilaria Tuti
Un giorno solo Felicia Yap
L'amica sbagliata Cass Green
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#FOODCROSSING © FOTO DI ANNA MAIONE
Il Dolce dei Papà!
La ricetta INGREDIENTI • 300ml acqua • 1 pizzico di sale • 200gr di strutto • 6 uova grandi
Anna Maione
La Festà del Papà è appena passata e il profumo delle Zeppole di San Giuseppe è ancora nell’aria! Da sempre considerate vanto della pasticceria italiana la storia attribuisce la loro paternità a Napoli: la prima ricetta ufficiale si trova, infatti, nel Trattato di Cucina Teorico-Pratico del celebre gastronomo Ippolito Cavalcanti che nel 1837 la mise nero su bianco in lingua napoletana. Come per molti dolci, anche la nascita delle zeppole di San Giuseppe è avvolta dalla leggenda e si ricollega a tradizioni antiche e diverse tra loro, da ricercarsi addirittura nel 500 a.C. Le leggende che si tramandano sarebbero due. La prima, di matrice cristiana, farebbe risalire la nascita delle zeppole alla fuga in Egitto della sacra famiglia. Si dice che San Giuseppe, per mantenere Maria e Gesù, dovette affiancare al mestiere di falegname quello di friggitore e venditore ambulante di frittelle. Sembrerebbe che a Napoli, per una sorta di devozione al Santo, ad un certo punto si sia sviluppata la tradizione degli zeppolari di strada. Fino a qualche anno fa, per i vicoli della città, ci si poteva imbattere in questi artigiani che si esibivano pubblicamente nella loro arte su banchetti posti davanti alle botteghe dove vendevano le zeppole appena fatte. Una seconda leggenda ci condurrebbe a Roma, invece, durante le celebrazioni delle Liberalia, feste organizzate dai romani in onore delle divinità dispensatrici del vino e del grano. Durante queste feste, che si celebravano il 17 marzo, per omaggiare Bacco e Sileno suo precettore e compagno di bagordi, si bevevano fiumi di vino e ambrosia accompagnati da profumatissime frittelle di frumento, cotte nello strutto 58
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bollente. Con l’avvento dell’Imperatore Teodosio II, che proibì qualsiasi culto pagano, cessarono anche le Liberalia. Tuttavia è probabile che, nel tempo, esse siano state assimilate dal cattolicesimo che fissò due giorni più tardi la festa di San Giuseppe, dal 1968 giorno dedicato alla festa del papà. Le zeppole che oggi portano il nome del santo, altro non sarebbero che le discendenti delle antiche frittelle romane. Quel che è certo è che il dolce inizia a prendere la forma che conosciamo oggi, solo nel 1700 e si narra che fossero le suore le più brave a cucinarle, in particolare le monache di San Basilio del Monastero di San Gregorio Armeno. C’è anche chi ritiene che la ricetta attuale della zeppola sia opera di quel Pintauro ideatore della rinomata sfogliatella il quale, rivisitando le antiche frittelle romane e ispirandosi al Cavalcanti, ne arricchì l’impasto con uova, strutto e aromi per poi friggerle due volte, prima nell’olio bollente e poi nello strutto fuso. Anche sull’etimologia della parola zeppola esistono diverse scuole di pensiero. C’è chi pensa che derivi da serpula(m) che in latino vuol dire serpe ad indicare la forma di serpente attorcigliato su se stesso, e chi
invece sostiene che il nome derivi da zeppa, dal latino cippus, con cui a Napoli si identifica il fermo di legno posto per correggere i difetti di misura nei mobili (evidente, in questo caso, il riferimento al mestiere di San Giuseppe) Sebbene radicate nella tradizione culinaria napoletana le zeppole sono, da secoli, preparate e consumate in numerose regioni italiane, soprattutto nel sud e nel centro Italia. Quelle salentine erano anticamente fritte nello strutto, sostituito poi dall’olio, e oggi vengono farcite con la classica crema pasticcera oppure al cioccolato. In Puglia sono molto diffuse anche nella versione al forno, mentre in Sicilia acquistano una sfumatura più “orientale” per l’impasto fatto con farina di riso e poi ricoperte con miele d’arancio o zucchero a velo. In alcune zone della Calabria la zeppola, tipica del periodo natalizio, è farcita con ricotta, zucchero, cannella e limone e ha le patate come ingredienti nell’impasto.
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• Un po’ di scorza di limone • 3 cucchiai rasi di zucchero • 500ml di crema pasticcera • Amarene sciroppate
PROCEDIMENTO Mettere a bollire l’acqua con lo strutto e lo zucchero. Non appena si è sciolto lo strutto grattugiare un po’ di scorza di limone e versare poi la farina ed il sale in un sol colpo e mescolare vigorosamente fino a che non si è amalgamata del tutto. Continuare a mescolare fino a che l’impasto non si stacca dalle pareti della pentola lasciando una patina bianca. Spegnere e lasciare freddare. Da 80° deve arrivare a 50°. Si deve riuscire a mettere un dito nell’impasto per qualche secondo. Con la planetaria utilizzando il gancio a foglia mescolare un po’ per continuare a raffreddare l’impasto. Aggiungere poi le uova, uno per volta. Aggiungere l’uovo successivo solo dopo che il precedente è stato assorbito dall’impasto. Alla fine della lavorazione l’impasto deve risultare omogeneo e morbido, non molle. Inserirlo in una sac a poche con bocchetta a stella. Per le zeppole piccole si utilizza una bocchetta piccola, per le grandi una stella grande. Ritagliare dei quadrati di carta forno e formare delle corone di impasto lasciando un foro al centro. Immergerle con la carta in olio d’arachide bollente. La ricetta tradizionale vuole che si proceda con due fritture. La prima in olio d’arachide la seconda nello strutto. Dopo pochi secondi che le zeppole sono in olio si staccheranno dalla carta forno, per cui sarà semplice eliminarla. La carta forno una volta fredda può essere riutilizzata per le altre zeppole. Importantissimo l’olio che dovrà essere abbondante. Farcire le zeppole solo da fredde con un ciuffo di crema pasticcera soda ed una bella amarena sciroppata al sole.
#WEB
Fai goal con l'Email Marketing
Antonella Raffone
Facebook, e in generale i social network, come ormai tutti sapete, sono il canale più adatto per attirare e deliziare i propri consumatori/utenti/fan. Tuttavia è l’email a giocare il ruolo di protagonista nel percorso di conversione e far sì che il cliente completi l'acquisto. Come dimostrato da una ricerca di eMarketer, l’email marketing è il canale che garantisce il ROI più alto, restituendo fino a 40$ per ogni dollaro investito; il canale Pay-Per-Click lo troviamo al secondo posto (1$ rende 23$). Quindi, possiamo affermare che “Facebook attrae, ma l’email
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converte”. Inoltre, il 96% dei consumatori ha affermato di preferire l’email ai social per la condivisione di dati personali con le aziende, in quanto canale più diretto, personalizzabile e “privato”. E anche dal punto di vista delle aziende, in ottica di costruzione di un database di contatti, l’email è preferibile ai social network (Facebook in particolare) per il semplice fatto che, a prescindere da quale venga utilizzata, una piattaforma di mailing consente di mantenere la proprietà del database di contatti, mentre Facebook no. L’email si posiziona nella fase di
chiusura del percorso di un cliente, in quanto è uno strumento ottimale per trasformare un contatto interessato in un cliente. Dopo aver catturato la sua attenzione e aver focalizzato la comunicazione sui primi approcci, con la mail si lancia l’affondo decisivo, diretto e personalizzato, che permette di instaurare una vera relazione. Ovviamente, l’email marketing è un’attività che può essere svolta sia prima, sia soprattutto dopo questa fase, quando si rende necessario continuare a “deliziare” l’utente/cliente per mantenere e rafforzare il rapporto costruito in precedenza. Volendo riassumerli, ecco i principali vantaggi dell’email marketing: • costruire brand awareness • incrementare le vendite • generare una lista di possibili clienti interessati ai prodotti/ servizi offerti da un'azienda • rafforzare la relazione con i clienti.
#ASSICURAZIONI
Perché noleggiare un auto a lungo termine?
Giada Ammirati
Il vantaggio principale di affittare una macchina per un lungo periodo è la possibilità di usare liberamente una macchina senza preoccuparsi dei suoi costi di manutenzione e di gestione. La società che fornisce il servizio di noleggio infatti, si prenderà carico di tutti i rischi e i costi collegati al veicolo e al suo uso. E’ possibile quindi pianificare in anticipo i costi senza spese impreviste. La totale flessibilità del servizio, oltre i vantaggi fiscali che ne derivano, rende il noleggio a lungo termine particolarmente vantaggioso per i professionisti e le aziende, nonostante sia un prodotto molto appetibile anche per i privati.
I vantaggi fiscali del noleggio a lungo termine
Con il noleggio a lungo termine anche la gestione fiscale del veicolo diventa più semplice. In un’unica fattura mensile sono presenti tutti i costi relativi all’auto, alla sua manutenzione e alle coperture assicurative. Non ci sarà più il rischio 62
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di tralasciare le spese, e così si potrà usufruire di una deducibilità e detraibilità che arrivano fino al 100%. Inoltre, a differenza del leasing, il noleggio a lungo termine consente la deducibiltà dei costi anche per contratti inferiori ai 48 mesi.
Vantaggi del noleggio rispetto all'acquisto
• Niente esborso immediato come all'acquisto di una macchina • Nessuna preoccupazione della svalutazione dell’auto nè di doverla rivendere • L’unica spesa è il canone, tutto il resto è a carico della società che fornisce il servizio • Un unico interlocutore per tutte le problematiche collegate alla tua macchina Il grande vantaggio del noleggio a lungo termine però è un altro: si tratta di un prodotto che ha tutto incluso: dall’auto nuova fino all’assicurazione, con le garanzie Kasko e furto e incendio sempre
comprese, passando per i costi di bollo e manutenzione. • Assicurazione RC Auto • Assicurazione Furto/ Incendio e Kasko • Bollo Auto • Assistenza Stradale • Manutenzione ordinaria e straordinaria • Copertura assicurativa PAI (danni subiti dal guidatore)
Classe di merito
Fate attenzione a scegliere un noleggio a lungo termine che vi permetta di conservare la vostra classe di merito assicurativa faticosamente conquistata nel tempo. Spesso al termine di un noleggio o all'atto dell'acquisto di un auto con la formula "RCA compresa" ci si ritrova senza più attestato di rischio e quindi costretti a ripartire dalla classe 14, come un neopatentato!