100% Fitness Mag - N. 140

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Il senso di colpa inculcato dai genitori sui figli di Bianca Pane

Lo voglio fare... lo posso fare... lo faccio!!! di Ernesto Lupacchio

Inverno freddo, voglia di brodo! di Anna Maione & Imma Gargiulo

#140

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE ANNO XII

COPIA GRATUITA

Buone Feste

da tutto lo staff di "Acqu'e Sale" e "Ahum"

ACQU'E SALE Piazza Marinai d'Italia, 2 - Sorrento Tel. 081 1900 5967 AHUM Via S.Antonio 6 - Sorrento 081 1917 2783




Questo mese 06 #FISIOTERAPISTA Il metodo ipopressivo

#SESSUOLOGA 20 Pull a pig.

In cosa consiste?

Brigida Pinto

Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli. Lunedì al Venerdì 9.00 - 12.00 e 17.00 - 20.00

cell. 331.2668437 e-mail pintobrigida@gmail.com

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#PSICOPEDAGOGISTA

Olga Paola Zagaroli

Disponibile tel. Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30

cell. 335.8709595

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Il senso di colpa inculcato dai genitori sui figli

Laureata in Fisioterapia - Specializzata in Posturologia

Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche

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#ODONTOIATRA

cell. 327.8420706

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Un impianto è per sempre?

cell. 334.2258132

cell. 338.4698121

Prevenzione e cura: Analisi delle urine Giuseppe De Simone

Laureato in Farmacia e specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

"Sono a dieta, ma sta arrivando il Natale... come faccio?" Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II. Disponibile tel. Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle16.30

Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

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#NUTRIZIONISTA

Francesca Maresca

Vittorio Milanese

#FARMACISTA

L'importanza della fisioterapia nel post-intervento Veronica Di Martino

Bianca Pane

cell. 393.9315564

#FISIOTERAPISTA

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#PEDIATRA

Le Meningiti: tutto quello che c’è da sapere Carlo Alfaro

cell. 335.5302988

La Mia Penisola 100% Fitness Mag Anno XII

Numero 140

In copertina Antonino Esposito e lo staff dei ristoranti "Acqu'e Sale" e "Ahum" di Sorrento fotografati da Pino Coluccino - S.Agnello


www.centopercentofitness.it

40 #NATUROPATA Le uova di quaglia

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Mariateresa Caiafa cell. 338.8194524

#GEOLOGO

Focus sul Vesuvio Erminio Esposito

Consigliere Nazionale della FILP Federazione Italiana Liberi Professionisti

cell. 338.8560434

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#MENTALCOACH

Lo voglio fare... lo posso fare... lo faccio!!!

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Ernesto Lupacchio cell. 347.67.67.533

#CONDOMINIO

L'amministratore risponde Teresa Pane

Amministratrice - Responsabile Punto Casa Italia

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#DANZA

La danza classica Patty Schisa

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60 #FOODCROSSING Inverno freddo,

voglia di brodo! Anna Maione

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

#FILOSOFO

e-mail an.maione83@gmail.com

Bruno, Spinoza e l'immanentismo

Imma Gargiulo

Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di "Conserve di Casa" su Alice TV

Domenico Casa e-mail domenico.casa2@tin.it

50 #LIBRI Libri come fari Giovanni Pepe

Mondadori Bookstore Piano di Sorrento

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#WEB

5 suggerimenti per affrontare il Natale sui social Antonella Raffone

Digital Strategist @ 42 adv&print

e-mail antoraf83@gmail.com

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#POETA

Il contadino e il poeta Salvatore Spinelli

Contatti e-mail redazione@centopercentofitness.it Cell. 331.5063051 - 339.2926045

Periodico di attualitĂ a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 Direttore responsabile Giuseppe Damiano Editore Giuseppe Manzi Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense (Na) Progetto Grafico Maurizio Manzi - Bingwa Art Factory


#FISIOTERAPISTA

Il metodo ipopressivo

Dottoressa

Brigida Pinto

I muscoli della fascia addominale e del pavimento pelvico tendono a perdere nel tempo la loro funzionalità, che è quella di sostegno agli organi interni, per i continui aumenti di pressione addominale dovuti alla vita quotidiana (inattività, sforzi, gravidanza, ecc.). Erroneamente le problematiche del pavimento pelvico, nell’ideale comune, si associano alla menopausa o al periodo post-parto. In realtà un ipotono di tale muscolatura si riscontra in quasi tutte le giovani donne, anche in quelle che non hanno ancora affrontato gravidanze, senza esclusione per le sportive. Il metodo hipopressivo mira a ripristinare questa funzionalità, riprogrammando la risposta muscolare in queste circostanze. Si aumenta il tono muscolare a riposo, si diminuisce il girovita e si migliora il rendimento delle attività che richiedono forza. La tecnica ipopressiva (HT) è stata creata dal Professor Marcel Caufriez, Dottore in Scienze Umane e Riabilitazione, che, con 6

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la sua dedizione alla riabilitazione uro-genitale e quaranta anni di sperimentazioni in laboratorio, ha dimostrato che la riabilitazione post-parto tradizionale in realtà danneggia la parete pelvica, accentuando l'incontinenza, i prolassi, la diastasi ed altre problematiche. Dopo questa intuizione, ha quindi sviluppato il Metodo Ipopressivo, che ha varie applicazioni nel campo della salute, della prevenzione e in quello sportivo. Il metodo include varie tecniche ipopressive con posture e movimenti che riducono la pressione nelle cavità toraciche, addominali e pelviche. Le tecniche ipopressive sono eseguite tramite

complessi e faticosi esercizi di riprogrammazione ritmica che permettono al sistema nervoso centrale di modificare gli schemi corporali ed emozionali, permettendo una riduzione della pressione intra-addominale (circa 50 mmHg). I test diagnostici e le prime sessioni devono essere fatti con un professionista certificato nel metodo Ipopressivo M. Caufriez, fino a quando il paziente non sarà in grado di eseguire le tecniche in modo corretto e svilupparle poi da solo o in gruppo; le tecniche, come già detto, sono complesse per cui se non eseguite nel modo corretto e sotto la supervisione adeguata possono dare risultati totalmente differenti



#FISIOTERAPISTA

da quelli previsti. Il professionista farà una valutazione globale dello stato di salute della persona per individuare le condizioni in cui il metodo è proponibile e dare le corrette raccomandazioni in ogni caso specifico, per garantire l’efficacia degli esercizi. È indicato per il trattamento e la prevenzione di varie problematiche funzionali (digestive, ginecologiche, urinarie, ostetriche o posturali) e sono tre i tipi di tecniche sviluppate: Abdominal Fitness Hypopressive Techniques: esercizi che includono l'ipopressiva statica o base abdominal fitness, con le loro varianti, inclusi programmi asimmetrici e programmi acquatici. Diaphragm Vacuum Techniques: esercizi eseguiti in posizione supina o laterale, in condizioni di apnea espiratoria, associati a manipolazioni posturali del diaframma utilizzando ossigeno puro, con controllo manometrico e registrazione della pressione sanguigna addominale, della variabilità cardiaca e (opzionalmente) elettrocardiogramma. Tension Transfer Techniques (TTT): esercizi eseguiti in apnea espiratoria ipopressiva, associati a tensione antigravitazionale dei gruppi muscolari posturali con tecnica del pompaggio energetico con ossigeno a controllo manometrico e, opzionalmente, l'utilizzo simultaneo di stimolatori elettrici o vibranti dell'apparato neuromuscolare. Premesso che molto dipende dal8

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le condizioni iniziali di ogni persona e dalla sua fattiva volontà di recuperare e che le controindicazioni al metodo sono molte, di solito il programma dura due mesi e può arrivare a sei mesi, e richiede che gli esercizi siano eseguiti correttamente e con continuità, circa 20 minuti per 2 volte alla settimana nel primo mese, successivamente 4 o 5 volte alla settimana. La “riprogrammazione” termina con dei test che valutano con certezza gli obiettivi raggiunti. Successivamente basta un regolare mantenimento fatto a casa. Gli esercizi di hipopressiva riducono il girovita poiché attuano una contrazione non volontaria della fascia addominale.”Nascondono” la pancia senza nemmeno richiedere impegno. Si aumenta così il tono della fascia addominale a riposo. In rilassamento avrete un addome più piatto e più solido. Le vertebre vengono separate e decompresse dalla diminuzione della pressione, quindi il mal di schiena e gli altri squilibri vertebrali diminuiscono o scompaiono. L'aumento del flusso sanguigno e l'incremento della sensibilità nell'area genitale permettono un miglioramento del desiderio, delle sensazioni e del controllo nell'ambito sessuale. Il miglioramento dei muscoli respiratori, l'aumento dei globuli rossi e il perfezionamento della postura producono grandi incrementi nella performance atletica. I globuli rossi e gli altri parametri

sanguigni aumentano in misura ancora maggiore nelle condizioni di alta preparazione sportiva. Tutte le ricerche mostrano riduzioni molto alte dell'incontinenza urinaria, anche in donne anziane. L'aumento del supporto nel pavimento pelvico e il riposizionamento della vescica sono alcuni dei motivi. Il Metodo Ipopressivo, nato dalla terapia post parto, è considerato il miglior metodo di preparazione al concepimento e al successivo recupero, applicato in molti ospedali del mondo. I muscoli inspiratori ed espiratori sono rimessi in moto, e questo risolve i problemi di asma; inoltre migliora l'apporto e l'utilizzo dell'ossigeno.Il Metodo Ipopressivo dona una naturale regolazione del tono muscolare. Diminuisce il tono dei muscoli che sono in eccesso ed aumenta quello dei muscoli in difetto, provvedendo in molti casi evidenti miglioramenti nella postura, regolando anche i fattori efficaci nel prevenire e risolvere gli edemi e la pesantezza degli arti inferiori. L'inspirazione addominale riposiziona in maniera corretta l'intestino, il retto e, nel caso delle donne, l'utero, prevenendo anche l’incidenza di ernie viscerali. Non può essere considerato una panacea di tutti i mali, ma semplicemente un valido e non invasivo metodo nel delicato ambito della riabilitazione viscerale.



#PSICOPEDAGOGISTA

Le emozioni inutili: il senso di colpa (seconda parte)

Il senso di colpa inculcato dai genitori sui figli Dottoressa

Bianca Pane

La mentalità che sta dietro una frase come ‘Io mi sono sacrificato per te!’ è straordinariamente efficace nell’inculcare un senso di colpa. Un genitore con essa ti richiama alla memoria tutte le volte che ha rinunciato alla propria felicità purchè tu avessi una data cosa. Naturalmente ti domandi come hai mai potuto essere tanto egoista dopo che ti era stato ricordato di quanto sei debitore… Altra frase efficace: ‘Roba che sono rimasta con tuo padre solo per amor tuo!’ : questa mira a farti sentire colpevole del brutto matrimonio di tua madre. Il senso di colpa è un sistema efficace per manipolare le azioni di un figlio. ‘Va bene, restiamo qui da soli io e tuo padre. Divertiti pure come hai sempre fatto. Non darti pensiero per noi.’ Frasi come queste servono per ottenere che tu telefoni o vada a trovare i tuoi con una certa 10

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regolarità; il genitore ha messo in moto la macchina da colpa e tu, sebbene risentito, ti comporti come lui desidera. La tattica del ‘Ci hai fatto fare una brutta figura’ è anch’essa utile. Oppure ‘Che penseranno i vicini?’. Forze esterne vengono chiamate in causa perché tu senta il rimorso di ciò che hai fatto, e per impedirti di fare di testa tua. Il ‘Se ti bocciano in qualche materia ci fai fare una brutta figura’, potrebbe renderti quasi impossibile la vita con te stesso dopo un esame andato male. La malattia di uno dei genitori è una fabbrica che produce un senso di colpa di prima qualità. ‘Mi farai morire!’ ‘Mi farai venire un infarto!’, sono stimolatori efficaci del senso di colpa, a parte il fatto che accollano a te la responsabilità di praticamente tutte le malattie tipiche di chi invecchia. Hai bisogno di spalle

forti per portare questo senso di colpa perché, senza esagerazione, potresti averlo tutta la vita e, se sei particolarmente vulnerabile, potresti perfino sentirti colpevole della morte di uno dei tuoi genitori. Comunissimo poi, è il senso di colpa inculcato dai genitori relativamente al sesso. Per coltivarlo, è fertile suolo ogni pensiero o comportamento sessuale. ‘… Dio non voglia che ti masturbi. È male!’ ‘Vergognati! Leggere riviste simili! Non dovrebbero nemmeno venirti certi pensieri!.. Col senso di colpa si può inculcare un comportamento sociale corretto. ‘…Metterti le dita nel naso davanti alla zia! Mi hai messo in imbarazzo!...’ ‘Ti sei dimenticato di dire grazie. Vuoi proprio che i nostri amici pensino che non ti ho insegnato niente?..’ È possibile insegnare a un bambino a comportarsi in



#PSICOPEDAGOGISTA

maniera accettabile senza instillargli alcun senso di colpa. È molto più efficace spiegargli i motivi per cui un dato comportamento è indesiderabile, quindi ricordarglieli, semplicemente. Il semplice fatto che si sia raggiunta l’età adulta non pone fine alla manipolazione da parte dei genitori mediante il senso di colpa. Un mio paziente è pediatra e ha sposato una donna divorziata. Egli tiene segreto il suo matrimonio alla propria madre perché teme che esso potrebbe ‘ucciderla ’o, meglio, teme che potrebbe ucciderla lui. Paga fior di quattrini per tenere un secondo appartamento completamente arredato, al solo scopo di ricevervi la madre ottantacinquenne tutte le domeniche. Costei ignora che suo figlio ha moglie e che per gli altri sei giorni della settimana abita in un’altra casa. Il mio paziente fa questa commedia per timore, e per il senso di colpa che gli deriva dall’aver sposato una divorziata. Benchè non sia più un bambino, ed eserciti la sua professione in maniera assai brillante, ciò nondimeno è ancora dominato dalla madre. Ogni giorno le telefona dallo studio e recita la parte dello scapolo… Il senso di colpa relativo ai genitori e alla famiglia costituisce la strategia più comune per tenere a bada una personalità ribelle. Gli esempi citati non sono che un piccolo campionario dell’ingente numero di frasi e tecniche miranti ad aiutare un figlio o una figlia a scegliere il senso di colpa come prezzo della sua genealogia. 12

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Il senso di colpa ispirato dai figli

Il senso di colpa può essere una strada a due sensi, ed i figli sono tanto abili a servirsene per manipolare i genitori quanto lo sono questi nel manipolare quelli. Se un figlio si accorge che uno dei genitori, non potendolo accontentare, si sentirà colpevole di essere un cattivo genitore, il figlio ne approfitterà per manipolarlo. ‘Non mi vuoi bene. Se tu mi volessi bene, non mi tratteresti così.’ Una frase come questa contiene questo messaggio: tu, genitore, dovresti sentirti in colpa quando tratti me, tuo figlio, in questo modo. I figli, ovviamente, imparano osservando gli adulti, che fra di loro usano questo sistema per ottenere ciò che vogliono. Il senso di colpa non è naturale. È una reazione emotiva appresa, la quale viene attivata soltanto se la vittima ha lasciato capire di essere vulnerabile. I figli sanno fin da bambini quando i

genitori sono suggestionabili. Se ti rammentano di continuo cose che hai fatto o non fatto, al fine di ottenere ciò che vogliono, vuol dire che hanno già imparato il trucco del senso di colpa. E forse imitano qualcuno… Il senso di colpa ispirato dalla scuola Alcuni insegnanti sono bravissimi a instillare il senso di colpa, e i bambini che sono suggestionabili al massimo, sono ottimi oggetti di manipolazione. Ecco alcuni messaggi che fanno soffrire i piccoli: ‘La tua mamma sarà molto triste per causa tua’. ‘Dovresti vergognarti. Prendere un’insufficienza, un ragazzo intelligente come te!’. ‘Come hai potuto dare un tale dispiacere ai tuoi genitori dopo tutti i sacrifici che hanno fatto per te? Non sai quanto desiderano che tu vada all’università?’. ‘Hai sbagliato il compito perché non hai studiato. Ora te la vedi tu’. Si ricorre sovente nelle scuole, al senso di colpa, per fare imparare


Buon Natale e Felice Anno Nuovo da parte di tutta la redazione


#PSICOPEDAGOGISTA

ai bambini certe cose o per indurli a comportarsi in un dato modo. E ricordati: anche da adulto sei un prodotto di quelle scuole.

Religione e senso di colpa

Ci si serve spesso anche della pratica religiosa per instillare senso di colpa, quindi manipolare il comportamento. In questi casi, è generalmente Dio colui che tu hai deluso, e in alcuni il messaggio è che sarai escluso dal Paradiso perché sei stato cattivo. ‘Se tu amassi Dio, non ti comporteresti così’. ‘Se non ti penti dei tuoi peccati, in Paradiso non entri’. ‘Dovresti avere rimorso per non essere andato a messa tutte le domeniche. Forse, se sei abbastanza contrito, sarai perdonato’. ‘Non hai osservato uno dei Comandamenti. Dovresti vergognarti’.

Alcune strategie per eliminare il senso di colpa

1.

Cominciare a guardare al passato come a qualcosa di immutabile, malgrado i penosi stati d’animo che può suscitare. E’ finito! Non c’è senso di colpa che possa cambiarlo. E’ importante distinguere sempre il sentirsi in colpa dal trarre utili lezioni dal passato. Domandarsi che cos’è che stai evitando nel presente col senso di colpa intorno al passato. Lavorando a ciò che evitavi, eliminerai il bisogno di sentirti in colpa. Un mio paziente, che per un certo tempo aveva avuto una

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relazione extraconiugale, offre un buon esempio in proposito. Egli diceva di sentirsi in colpa, ma continuava a svignarsela tutte le settimane per incontrarsi con l’altra donna. Gli feci osservare che il senso di colpa di cui tanto parlava, era uno stato d’animo del tutto futile: da una parte non migliorava la qualità del suo matrimonio e, dall’altra, gli impediva di godersi in pace la relazione. Gli restavano due scelte. Poteva riconoscere di impiegare il tempo a sentirsi colpevole perché era più facile che analizzare a fondo il suo matrimonio e operare per rimettere in sesto il matrimonio e lui stesso; oppure poteva imparare ad accettare il suo comportamento: ammettere che i rapporti extraconiugali egli li giustificava, e prendere atto che nel suo sistema di valori era incluso un comportamento che molta gente condanna. Sia con l’una che con l’altra scelta egli avrebbe eliminato il proprio senso di colpa, cambiando oppure accettando se stesso. Cominciare ad accettare certe cose di te stesso che tu hai scelto ma che ad altri possono non piacere. Se pertanto i tuoi genitori, il capoufficio, i vicini, o perfino la persona che hai sposato, si oppongono a un certo tuo comportamento, puoi considerarlo un fatto del tutto naturale. L’approvazione altrui fa piacere, ma non è indispensabile. Una volta che non avrai più bisogno di essere approvato, sparirà il senso di colpa derivante da un

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comportamento che non reca approvazione. Tenere un ‘diario della colpa’, e annotare con esattezza quando, perché e con chi ti senti in questo stato d’animo, quello che miri ad evitare nel presente spasimando sul passato. Questo diario dovrebbe fornire elementi assai utili alla conoscenza del tuo personale e reiterato senso di colpa. Riconsiderare il tuo sistema di valori. A quali valori credi profondamente? Quali invece dai solo a vedere di accettare? Elenca questi valori fittizi, e decidi di vivere all’altezza di un codice di valori morali determinato da te, non imposto da altri. Insegnare alle persone che tentano di manipolarti col senso di colpa, che sei perfettamente capace di far fronte al loro disappunto o delusione. Ci vorrà un po’ di tempo, ma gli altri cambieranno quando avranno visto che non riescono a costringerti a scegliere la colpa. Fare una cosa da cui sai che deriverà senso di colpa. Se è una cosa che hai sempre desiderato, prenditi una settimana di vacanza da solo, malgrado le proteste ingeneranti senso di colpa che solleveranno gli altri membri della tua famiglia. Sono sistemi che ti aiuteranno a prendere in pugno quell’onnipresente senso di colpa che così tanti settori del tuo ambiente sono esperti nel farti scegliere.

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#ODONTOIATRA

Un impianto è per sempre? Dottor

Vittorio Milanese

La terapia per cui ci si rivolge maggiormente ad uno Studio Odontoiatrico è l’implantologia. Troppo spesso si pensa alla terapia implantare come ad una cosa semplice e risolutiva, migliore della nostra natura stessa, che invece è fatta di osso, gengiva e denti. Ebbene questo è un grosso errore. Sebbene infatti la terapia sostitutiva con impianti sia una grande acquisizione medica, quasi perfetta per predicibilità, invasività relativa e ottimizzazione dei tempi, anche essa non è esente da rischi a lungo termine. Anche gli impianti possono ammalarsi, esattamente come i nostri denti. Tutto questo con le dovute differenze che, ahi noi, non sono a favore degli impianti. Mentre la parodontite (la malattia del tessuto di sostegno sostenuta da batteri che alla lunga porta alla mobilità e ,se non trattata, alla perdita dei denti), infatti, può essere curata o comunque rallentata, lo stesso non si può dire del16

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la perimplantite, cioè della perdita di osso attorno agli impianti, che spesso procede rapidamente ed inesorabilmente. Ma allora gli impianti non vanno bene? Sbagliato anche questo! Un corretto modo di pensare è che gli impianti sono una grande risorsa, ma solo come un salvagente su una barca. Essi sono fatti per durare tutta la vita, ma innanzitutto se in presenza del giusto carico protesico, di condizioni igieniche corrette e di un controllo periodico seriato.

Siccome anche loro non sono immuni da patologie a lungo termine, cerchiamo intanto di ritardarne, magari a vita, la necessità mantenendo sani e curati i nostri denti!



#FARMACISTA

Prevenzione e cura

Analisi delle urine

Dottor

Giuseppe De Simone

Presso la Farmacia Elifani a Meta è ora possibile usufruire di un servizio comodo e innovativo: l’Analisi delle Urine. Lo strumento Callegari Urilab Plus, di cui la Farmacia è dotata, permette a tutti i clienti di sottoporsi alle analisi di urine in pochi semplici e rapidi gesti. Il cliente sarà assistito da farmacisti competente che seguiranno l’intero processo di analisi, supportando attivamente il cliente. Il servizio risulta molto comodo in caso di cistite, bambini con febbre, pazienti affetti da ipertensione, gotta e diabete. Inoltre la Farmacia Elifani esegue test specifici ematici come profili glucidico, lipidico, ematocrito, transaminasi, acido urico ed altri ancora.

URILAB PLUS: test eseguiti ACIDO ASCORBICO

GLUCOSIO

BILIRUBINA

CHETONI

PESO SPECIFICO

SANGUE

pH

PROTEINE

UROBILINOGENO

NITRITI

LEUCOCITI Un altro servizio innovativo facilmente accessibile in farmacia. www.farmaciaelifani.it Info Farmacia Elifani 0818786606

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#SESSUOLOGA

Pull a pig Un fenomeno non legato al sesso, ma altrettanto pericoloso e molto diffuso è il ‘Pull a pig’, in cosa consiste?

Dottoressa

Olga Paola Zagaroli

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Pull a pig, letteralmente significa ‘inganna un maiale’ ed è una pratica che è stata erroneamente lanciata come nuova moda e vede un gruppo di amici fare a gara per riuscire ad avvicinare una ragazza, considerata poco avvenente, con lo scopo di farle credere di essere interessati a lei, conquistarla e magari portarla a letto per poi umiliarla dicendole che si trattava tutto di uno scherzo. Si tratta di un fenomeno che è stato erroneamente lanciato come nuova moda, in realtà era già presente in diverse varianti e con differenti nomi. Vengono, dunque, prese di mira le ragazze più brutte o in sovrappeso

come se questo le rendesse meritevoli di essere maltrattate o umiliate: la persona attaccata viene considerata quasi priva di emozioni e sentimenti, diventa un oggetto di cui poter fare quello che si vuole e viene valutata solamente per il proprio aspetto estetico, come se tutto il resto perdesse di valore. C’è una sopraffazione intenzionale, c’è una vittima, ci sono i social e le chat e c’è un meccanismo che distrugge una persona, intacca la sua autostima e la sicurezza in sé. Il riconoscimento degli altri, l’approvazione dei coetanei è fondamentale soprattutto in adolescenza e nella giovinezza. Venire umiliati in quel modo, sia



#SESSUOLOGA

da un punto di vista psicologico che fisico, significa essere distrutti moralmente. Ancora un altro aspetto della diffusione dei social si riscontra in musical.ly. Si tratta di una app di video-sharing, una piattaforma online che permette di registrare e condividere brevi video, la cui durata può oscillare tra i 15 e i 60 secondi, in cui si cantano in playback e si mimano, attraverso gesti e movimenti del corpo, le canzoni scelte all’interno di un ampio archivio. Dopo essersi esibiti, con un po’ di creatività, ci si cimenta nel montaggio delle varie parti, si utilizzano gli effetti speciali, come ad esempio ridurre o aumentare la velocità di alcune sequenze di immagini, ma soprattutto si applicano i filtri migliori in cui si cerca in ogni modo di eliminare i difetti e ottenere il video perfetto. Ed è proprio attraverso queste modifiche, che si cerca ad ogni costo di apparire in forma da un punto di vista estetico, di catturare l’attenzione degli altri utenti ma soprattutto di ottenere like e approvazione social. Gli eccessi, purtroppo, non mancano e può capitare di vedere video con ragazzine seminude che si muovono in maniera provocante, e in alcuni casi sono anche presenti espliciti riferimenti sessuali. Il problema principale risiede nel fatto che anche le bambine, a partire già dai 6/7 anni realizzano questa tipologia di video e seguono come modello le ragazze popolari su Musical.ly, che hanno milioni e milioni di seguaci. Incentrare tutto sull’ossessione dell’apparire, 22

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sulla ricerca della perfezione e su un corpo sessualizzato, in queste fasi in modo particolare, è estremamente dannoso, non è adeguato alla loro età ed è connesso a vissuti di insicurezza e scarsa autostima. Inoltre, nonostante Musical.ly, come gli altri social network, presenti accortezze per cercare di tutelare i più giovani, si sottovaluta il fatto che al suo interno ci siano anche contenuti allarmanti e non idonei all’età, dove si fanno ad esempio riferimenti al suicidio, all’autolesionismo o allusioni sessuali seguiti dagli hashtag # specifici, con l’obiettivo di far diventare quei video virali e farli circolare maggiormente in rete. È importante dunque che gli adulti conoscano opportunità e rischi della rete e l’uso che fanno i ragazzi dello smartphone, poiché sin da quando son piccoli hanno bisogno di essere educati e di avere una guida che, in maniera consapevole, li accompagni e possa fungere da filtro, rispetto ai numerosi contenuti che si possono incontrare nel Web.

Inoltre, i genitori dovrebbero stimolare i figli ad un pensiero critico e abituarli a riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni. Bisogna pensare che i ragazzi, in quel momento, agiscono d’impulso, pensano solo al qui ed ora e non riflettono su ciò che può accadere. Inoltre, è importante sollecitarli verso un ragionamento empatico e soprattutto spronarli a confrontarsi con gli adulti di riferimento, ad esempio attraverso i casi di cronaca, i casi reali, perché solo se vedono concretamente il problema, e soprattutto lo sentono vicino a loro, sono in grado di comprenderlo realmente. In caso contrario, lo percepiscono come un qualcosa che non gli può succedere, che interessa solo altre persone e che è troppo lontano da loro. È fondamentale poi stimolarli a parlare per far in modo che si aprano con gli adulti e chiedano aiuto in caso di bisogno, così che si possa intervenire immediatamente, prima che sia troppo tardi.



#FISIOTERAPISTA

L'importanza della fisioterapia nel post-intervento

Dottoressa

Veronica Di Martino

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Dopo un intervento chirurgico avvengono grandi cambiamenti sia nella zona interessata sia in tutto il resto del corpo. L’anestesia, la debolezza fisica, la cicatrice e l’allettamento, sono tutti fattori che rallentano il recupero e, se non trattati, possono influire sul recupero finale. La riabilitazione post-operatoria è un percorso riabilitativo finalizzato a raggiungere il miglior risultato possibile dopo un intervento chirurgico, prevede degli esercizi riabilitativi attivi e passivi svolti dal paziente per favorire il recupero completo delle proprie funzionalità motorie. La riabilitazione post-operatoria è l’insieme di una serie di tecniche

di Terapia Manuale Ortopedica e di terapia fisica utilizzata a seconda della necessità e dalla situazione del paziente. È adatta per il recupero articolare di molte articolazioni quali: - spalla - ginocchio - anca - caviglia - colonna vertebrale I tempi di recupero dipendono da fattori come il tipo di intervento svolto, il fisico del paziente e la zona interessata. La riabilitazione presso il nostro centro inizia sin dai primi giorni dopo l’intervento ed è formato da 4 fasi:



#FISIOTERAPISTA

Quarta fase Recupero della coordinazione e del gesto specifico

Prima fase Controllo del dolore e dell’infiammazione

In questa fase, vicina all’intervento è importante utilizzate tutti i mezzi fisici ad alta tecnologia per ridurre il dolore e l’infiammazione. La crioterapia, è sicuramente uno strumento fondamentale per gestire questa fase ma è solo associando altri trattamenti all’avanguardia come la Tecarterapia in modalità atermica che si ottiene una riduzione dell’eventuale ematoma e una diminuzione del dolore, accelerando così i processi di guarigione. In queste prima fase ti utilizzano specifiche tecniche di Massoterapia per ridurre il rischio di formazione di aderenze cicatriziali.

Seconda fase Recupero dell’articolarità

A questo livello è importante non esagerare. Attraverso delle tecniche avanzate di Terapia Manuale 26

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Ortopedica e mobilizzazione dei tessuti molli si procede al recupero progressivo dell’articolarità. Entrano in gioco altre terapie se necessario come il bendaggio funzionale per preparare il campo alla fase successiva. Infatti la sequenza è fondamentale per evitare delle complicazioni post chirurgiche che possono rallentare il percorso riabilitativo del paziente.

Terza fase Recupero della forza e della resistenza muscolare

Esercizi isometrici, senza muovere l’articolazione, (solo contraendo il muscolo), oppure isotonici (dove l’articolazione si muove nei gradi consentiti) sono le principali modalità di riabilitazione che devono essere sapientemente dosati dal fisioterapista nella fase del recupero muscolare, con l’utilizzo di ausili specifici per esercizi fisioterapici

Questa è la fase della riatletizzazione, dove si inseriscono esercizi funzionali diversi per ogni sport e specifici per ogni articolazione. Il training propriocettivo per il miglioramento dell’equilibrio è di fondamentale importanza per ridurre la possibilità di nuovi infortuni; anche nei pazienti anziani è importante per ridurre il rischio di cadute. Ogni intervento chirurgico ha dei tempi di recupero diversi considerate le numerose variabili: tecnica utilizzata dall’ortopedico, età del paziente, sport praticato e condizione dei tessuti. Per questo è importante la collaborazione con il medico che ha effettuato l’intervento. Fissa un appuntamento, specificando tipologia di intervento e recapiti dell’ortopedico, e sarà mia premura prendere i contatti con lui per stabilire al meglio i tempi di recupero e di carico progressivo dell’articolazione.



#NUTRIZIONISTA

Dieta a Natale?

"Sono a dieta, ma sta arrivando il Natale...come faccio?"

Dottoressa

Francesca Maresca

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Ovvero è possibile seguire una dieta a Natale? Le tentazioni nelle festività sono tante! Rinunciare a tutto o esagerare? La giusta via, come sempre, sta nel mezzo, per cui il criterio ancora una volta è la moderazione. Ciò non significa pranzare il giorno di Natale con 70 g di pane e 100 g di carne ai ferri con insalata mista, ma semplicemente evitare gli eccessi. Nessun alimento è proibito in modo assoluto, quindi devo sempre chiedermi: - Quanto ne mangio? - Con che frequenza lo mangio, cioè quante volte? - In che momento della giornata lo mangio?

Se le feste di Natale iniziano a Novembre (o prima) con i panettoni nel cellophane e terminano a Febbraio con l'offerta dei pandoro 3x2 (o viceversa), è facile scoprire a gennaio, nella calza della Befana, un pieno di chili di troppo accompagnato da tanti sensi di colpa, se non addirittura da problemi di digestione, o valori ematochimici alterati. In realtà le feste sono pochi giorni ben precisi che, se anche portano a mangiare più del solito, non possono essere la causa di tutto ciò. Natale, Santo Stefano, ultimo dell'anno e primo dell'anno sono i giorni di festa in cui consiglio di:



#NUTRIZIONISTA

NON stare a dieta: I risultati si vedono da un percorso globale e non dal sacrificio estremo realizzato nel giorno di festa Non rinunciare mai alla prima colazione: ma visto che vi aspettano pranzi pantagruelici, rendetela leggera: una tazza di the, un paio di biscotti, una spremuta senza zucchero; Prima del cenone non saltare gli altri pasti o il metabolismo ne risentirà. Preferite un pranzo leggero a base di carne bianca e verdure cotte, uno spuntino a base di frutta poco zuccherina (Da scegliere: mele, pere, arance, frutti di bosco, ananas, kiwi. Da evitare invece: uva, fichi, banane, cachi, castagne, frutta secca). per arrivare a sera leggeri ma non affamati; Bere tantissima acqua tutto il giorno. Durante il cenone concedetevi un paio di bicchieri di vino o di spumante, evitando però aperitivi e sgarri nei giorni di pausa. Evitate le bevande gassate, anche quelle ipocaloriche che comunque gonfiano senza nutrire; 30

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Assaggiare un po' di tutto senza consumare porzioni eccessive o doppie. Eventualmente evitare il pane se si è mangiato qualche crostino ed un po' di primo. Dopo pranzo approfittare del tempo libero per fare quattro passi a piedi, ad esempio per andare a prendere un caffè. Se ci sembra di aver veramente esagerato è possibile terminare la giornata con una cena leggera a base di vegetali (es. una scodella di passato di verdura o della frutta o una macedonia...) Nei giorni non festivi riprendere la solita alimentazione. Se al termine delle festività sono avanzati del panettone e/o del pandoro, si potrà consumarne una fettina la mattina per colazione (giusto per finirlo, ma evitando ovviamente di comprarne altri). Inoltre, visto che durante le festività si ha più tempo libero, è molto importante Incrementare

l'attività fisica (passeggiare, sciare, ballare...). Ultimo punto ma non meno importante nei giorni non festivi imparate a dire “NO": se La zia vi porta il dolce tipico, in ufficio si mangia il panettone e a casa si deve per forza mangiare il pandoro possiamo decidere che forse un “no” in certi casi è meglio! Nessuno ci obbliga a mangiare e suona quasi impossibile che ogni volta che ci viene offerta una fetta di pandoro noi ne abbiamo voglia. Cominciate a rifiutare gentilmente. Andare a far visita a parenti e amici non implica necessariamente dover mangiare mezzo pandoro e bere un bicchiere di spumante. Se non volete offendere, usate delle scuse plausibili: devo fare gli esami del sangue e devo tenermi, devo fare dei test per verificare l’allergia alle uova o alle noci, non riesco a digerire. Se la buttate sulla salute nessuno potrà dire niente. Certo, la buona volontà è fondamentale, ma cominciate ad abituarvi a dire: “No grazie, ne ho appena mangiata una fetta in ufficio, o da mia sorella”, senza pensarci troppo. Il mantenimento del peso e dei valori ematochimici, sarà per questo periodo un ottimo risultato: a gennaio chi è a dieta potrà così riprendere il percorso della perdita di peso dal punto in cui ha lasciato a fine dicembre.





#PEDIATRA

Le Meningiti

tutto quello che c’è da sapere

Dottor

Carlo Alfaro

La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (pia madre e aracnoide); spesso è concomitante anche interessamento della sostanza cerebrale (meningo-encefalite). La meningite è una malattia diffusa in tutto il mondo, in particolare nei Paesi a clima caldo e secco e a maggiore densità di popolazione, come nella cosiddetta “cintura della meningite” dell’Africa sub-sahariana, dal Senegal ad ovest fino all’Etiopia ad est. La malattia può essere causata da virus, batteri o funghi. La forma virale, detta anche meningite 34

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asettica, è quella più comune e meno grave. Non c’è un virus specifico che causi solo meningite; gli agenti più frequenti sono herpes virus ed enterovirus. Il periodo di incubazione va dai 3 ai 6 giorni e di solito il quadro si risolve nell’arco di 7-10 giorni. Più del 75% (90% nei bambini) delle più gravi - e rare - meningiti batteriche sono attribuibili al cosiddetto “infernal trio”: Neisseria meningitidis (meningococco), Haemophilus influentiae (emofilo) e Streptococcus pneumoniae (pneumococco). La via di penetrazione dei batteri nel sistema liquorale

può essere ematica (a partenza da una colonizzazione asintomatica, in genere del rinofaringe), o linfatica, o per via diretta (per contiguità dai seni paranasali in caso di sinusite, o dall’orecchio medio per un’otite media, o dalla cavità orale per infezione dentale, o per osteomielite da segmenti ossei contigui come una mastoidite), o per impianto diretto (in seguito a fratture del cranio o interventi neuro-chirurgici o presenza di dispositivi di derivazione o cateteri permanenti) o a tergo (encefaliti). Della “Neisseria meningitidis” sono stati identificati, in base alla capsula polisaccaridica, 13



#PEDIATRA

sierogruppi, tra i quali 6: A, B, C, Y, W135, X sono responsabili del maggior numero di casi di malattia invasiva nel mondo (ma di questi il tipo X è estremamente raro). I sierogruppi B e C sono quelli che circolano più frequentemente in Italia, Europa e Stati Uniti, in Asia e Africa è più diffuso il tipo A, e negli Stati Uniti circolano anche W135 e Y. Nel 30% circa dei casi non è possibile identificare lo specifico sierogruppo. In Italia prevale il sierogruppo B, con incidenza massima nei primi 2 anni di vita, mentre il sierogruppo C è più spesso responsabile di casi infausti. Nei numerosi casi che si sono verificati in Toscana negli scorsi anni il sierogruppo era il C, ma con il complesso clonale ST-11 che ne ha aumentato la virulenza. La Neisseria meningitidis infetta solo gli esseri umani: non esiste un serbatoio animale. Sono più colpiti: i bambini nella fascia di età tra 0 e 4-5 anni, gli adolescenti e giovani adulti (fascia di età 12-29 anni), i pazienti affetti da patologie che causano un abbassamento delle difese, il personale sanitario. Il Meningococco è un ospite frequente delle prime vie respiratorie dei soggetti sani: si localizza occasionalmente e transitoriamente a livello del rinofaringe in meno del 2% dei bambini sotto i 5 anni, nel 4,5% dei bambini più grandi, nel 20-25% negli adolescenti e giovani adulti, salvo raggiungere livelli fino al 60-70% in comunità chiuse e circostanze particolari di 36

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sovraffollamento, esempio reclute militari, senza causare nessun sintomo o malattia, perché tenuto sotto controllo dall’efficienza del sistema immunitario (portatori sani). La condizione di portatore non è correlata a un aumento del rischio di meningite o sepsi per il soggetto, né di epidemia per la comunità in cui vive. Tuttavia, sono i portatori il serbatoio naturale del meningococco nella popolazione: infatti, la maggior parte dei casi di meningite si verificano in forma sporadica, cioè non da un altro caso di meningite, ma dai portatori asintomatici faringei. Data la frequenza elevata dei portatori sani nella popolazione, la loro ricerca non serve per prevenire i casi sporadici di malattia. La trasmissione del germe avviene per via respiratoria da persona a persona, attraverso l’effetto “droplet”, ovvero le goccioline di secrezioni respiratorie aerodiffuse (di Flugge), generate durante tosse, starnuti, conversazione, oppure attraverso saliva (baci, scambio di posate, condivisione di alimenti e oggetti portati alla bocca). L’esposizione al fumo (anche passivo) e le infezioni virali agiscono come fattori favorenti, riducendo la funzione di barriera della mucosa respiratoria: per questo le infezioni da meningococco sono più frequenti ogni anno in inverno-primavera, in concomitanza e a tergo dell’epidemia di influenza stagionale. La trasmissione del meningococco richiede un contatto stretto e

prolungato, e dunque il rischio di contagio aumenta in comunità chiuse e affollate quali asili, scuole, collegi, discoteche, caserme militari, centri di accoglienza, dormitori e durante le riunioni di massa. Non sono noti i motivi che causano in alcuni soggetti il passaggio del meningococco dal rinofaringe nel torrente circolatorio, con le conseguenti gravi manifestazioni cliniche della malattia sistemica: probabilmente ciò ha a che fare con lo stato immunitario del soggetto. Il periodo di incubazione tra l’infezione e lo sviluppo della malattia varia tra 1 a 10 giorni, ma di solito è di 2-4 giorni. La contagiosità persiste per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche. La malattia può progredire dai sintomi iniziali non specifici, come febbre e irritabilità, fino alla morte in meno di 24 ore (meningite fulminante), nel 10-20% dei casi, anche in presenza di una terapia adeguata. La percentuale di mortalità globale della malattia meningococcica è del 10-15% e risulta essere leggermente più alta negli adolescenti. Il 10-19% dei soggetti presenta esiti, quali: perdita di udito, della vista, ritardo mentale, problemi comportamentali, epilessia, paralisi di nervi. Possibili anche complicazioni di natura non neurologica quali danni renali e alle ghiandole surrenali, amputazioni degli arti,



#PEDIATRA

cicatrici cutanee deturpanti. Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è responsabile di polmoniti, otiti, sinusiti, endocarditi e altre malattie invasive, oltre che meningiti. Il 5-90% della popolazione generale (il 20-60% di quella pediatrica) è portatore asintomatico del batterio nelle proprie vie aeree. L’insorgenza della malattia pneumococcica è più elevata in autunno-inverno ed è favorita da infezioni virali, condizioni caratterizzate da eccessiva produzione e accumulo di muco (comprese le allergie), alcolismo e tabagismo, disturbi circolatori, malattie croniche, drepanocitosi, splenectomia, traumi cranici chiusi, impianto cocleare. Le meningiti da pneumococco si presentano in forma sporadica, e non è indicata la profilassi antibiotica di chi è stato in contatto con un caso. L’incidenza è maggiore nei bambini sotto i 5 anni e negli anziani dopo i 65 anni. La meningite pneumococcica è più frequente, ha una mortalità più elevata e una maggior incidenza di sequele a lungo termine della meningococcica. Haemophilus influentiae tipo b (Hib) prima dell’introduzione del vaccino di massa era responsabile del 95% dei casi di malattia batterica invasiva (meningite, epiglottite, otite, polmonite, artrite ed osteomielite, pericardite, cellulite) prima dei 5 anni di età, di cui il 60% si concentrava nel primo anno di vita, con elevata gravità. 38

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La diagnosi clinica iniziale di meningite risulta di solito molto difficile perché i sintomi e i segni classici insorgono, soprattutto per quanto riguarda la malattia meningococcica, quando si è già verificata la batteriemia e/o l’infezione meningea, quindi tardivamente e, a volte, in modo rapidissimo. Sintomi tipici sono: febbre elevata, di tipo continuo, con brividi intensi e non responsiva agli antipiretici (più raramente ipotermia); abbattimento importante; profonda sofferenza; cefalea grave, esacerbata da manovre che causano aumento della pressione endocranica (tosse, starnuto, sforzo, movimenti) e resistente agli antidolorifici; anoressia; scarsa reattività agli stimoli; alterazione del livello di coscienza (sonnolenza eccessiva, torpore profondo, stato stuporoso); nausea e vomito a getto; fotofobia (fastidio per la luce) e fonofobia (fastidio per i rumori); esantema, inizialmente maculare o maculo-papulare e poi emorragico; rigidità nucale (irrigidimento della parte posteriore del collo con difficoltà nel flettere il capo sul petto) e del corpo (decubito laterale in posizione a cane di fucile cioè con capo esteso e arti inferiori flessi, o in opistotono, cioè con tronco iperesteso); convulsioni; bradicardia. Possono associarsi segni a carico di altri organi e/o apparati. Quanto più il bambino è piccolo, in particolare sotto l’anno di vita, tanto più i sintomi tipici sono rari

e prevalgono manifestazioni poco specifiche. Nel neonato, generalmente, la diagnosi va sospettata più che altro sulla base dei segni di compromissione generale, con spiccata irritabilità, pianto continuo, sonnolenza, rifiuto di alimentarsi, fontanella tesa e pulsante (bombè), alterazioni della temperatura, convulsioni, rash cutaneo. Gli esami ematochimici, l’ecografia transfontanellare (se fontanella anteriore pervia) o il fundus oculi (dopo la chiusura della fontanella anteriore), TAC e/o RMN encefalo (che però non vanno effettuate di routine) possono essere utili ma è la puntura lombare o rachicentesi ad essere diagnostica, a meno di controindicazioni, che però se presenti al momento, vanno riconsiderate a distanza di 8-12 ore, dopo aver rivalutato il quadro clinico o aver ottenuto informazioni dalla diagnostica per immagini. L’esame del liquor permette la ricerca rapida degli antigeni polisaccaridici batterici e l’esame colturale per l’identificazione eziologica. Negli ultimi anni si è affermata la diagnostica molecolare con la metodica della reazione polimerasica a catena (PCR) per rilevare l’acido nucleico del patogeno responsabile, che risulta 3 volte più sensibile della coltura tradizionale. continua sul prossimo numero



#NATUROPATA

Le uova di quaglia

Mariateresa Caiafa

Così minute (con un peso di circa 9 grammi) e allo stesso tempo potenti con il loro gusto delicato e leggero, ogni 5-6 uova di quaglia (quest’ultima ne produce circa 300 l’anno) corrispondono a uno di gallina. Nell’ascoltare una signora che le utilizza per contenere le allergie del figlio, mi si è aperto un mondo - facendo alcune ricerche - per le enormi proprietà benefiche che sono 15 volte superiori a quelle di gallina poiché sono piccole bombe proteiche ricche di vitamine A, B (spiccano B1-B2), D, E, K; possiedono notevoli quantità di calcio, fosforo, potassio e principalmente ferro, per questo è un grandissimo alleato contro l’anemia. L'ottima ripartizione degli acidi grassi, dei quali buona parte omega 9, omega 3 e omega 6, le renderebbe adatte all'alimentazione contro le patologie metaboliche. Vari studi, hanno documentato che i bambini che consumano 2 uova di quaglia al giorno (per gli adulti 4 o 5), crescono più sani, forti e il loro sistema immunitario 40

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contrasta al meglio le infezioni; ritardano l’invecchiamento delle cellule e donano un notevole senso di benessere seguito da buon umore; contribuiscono anche a contrastare diversi problemi a livello gastrointestinale. Tuttavia, le uova di quaglia contengono anche un'enorme quantità di colesterolo nel tuorlo, perciò in caso di ipercolesterolemia, il consumo dev'essere limitato o evitato anche se, in realtà, sulle uova c’è un dibattito ancora del tutto aperto, ricercatori della University of Sidney citano che: ”Il problema non è il quantitativo di colesterolo contenuto nei tuorli, ma il tipo di grassi che si assumono. La sperimentazione ha suddiviso in due gruppi i partecipanti allo studio. Il primo gruppo ha mangiato due uova al giorno per sei giorni a settimana, mentre il secondo meno di due uova ogni sette giorni. Tutti i partecipanti, dovevano seguire una dieta a base di grassi insaturi, ossia i grassi buoni, a scapito dei grassi saturi cioè quelli cattivi. I risultati sono stati sorprendenti. Infatti, il primo gruppo, quello che ha seguito la dieta delle uova, non ha presentato un aumento dei livelli del colesterolo, come invece ci si aspettava.” Una particolarità bizzarra di queste uova è che nonostante le dimensioni, non sono semplici da aprire, la soluzione migliore, che siano cotte o crude, è prendere un coltello a seghetta, fare

un’incisione seguito da una piccola pressione con le mani, ciò non frantumerà in mille pezzi il guscio. Possono essere cucinate sode in acqua leggermente salata (5 minuti), all’occhio di bue e alla coque (2 minuti dal momento dell’ebollizione), utilizzate per dolci o qualsiasi altro piatto che desideriate. In oriente, amano mangiarle crude - per ottenere una totale efficacia degli effetti terapeutici - aggiungendo un pizzico di sale e limone, la paura di contrarre la salmonella non vi è perché la temperatura corporea delle quaglie è più alta rispetto a quella delle galline quindi il virus verrebbe distrutto subito. Negli ultimi anni la quaglia italiana ha subìto un drastico calo della popolazione, rubare le uova da una nidiata è da considerare un comportamento eticamente scorretto perché le uova di quaglia raccolte allo stato selvatico sono potenzialmente fecondate e ovviamente anche hanno un alto rischio di contaminazione batterica, che può dipendere sia dallo stato di salute dell'animale che dall'ambiente circostante.



#MENTALCOACH

If you can't... then you must!

Lo voglio fare... lo posso fare... lo faccio!!!

Ernesto Lupacchio

Nelle mie lezioni di "Personal Coaching", mi capita spesso di confrontarmi con persone intelligenti, culturalmente preparate e con obiettivi piuttosto ambiziosi, ma purtroppo non sempre attrezzati di una adeguata fiducia in se stessi. Infatti, nella nostra società esistono persone dotate di un'opinione di se stessi molto bassa che spesso rinunciano ad opportunità importanti solo perché non si ritengono all'altezza della situazione. Questo aspetto caratteriale influenza negativamente la loro vita sia sul piano personale che professionale: hanno difficoltà a relazionarsi agli altri, non riescono ad esprimere la loro interiorità, i loro sentimenti e le loro emozioni. E allora come comportarsi? Cosa fare per migliorare la no42

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stra "autostima e fiducia in noi stessi?" Se abbiamo "le doti" ma pensiamo di non saperle sfruttare o peggio ancora, se ci sentiamo inadatti e inadeguati per qualsiasi cosa, grande o piccola che sia, se abbiamo paura del giudizio degli altri e di metterci continuamente in discussione, dobbiamo sforzarci di valorizzare il nostro IO, dobbiamo prenderci cura del nostro tempo, dei nostri spazi, cercando di raggiungere i nostri obiettivi senza temere il giudizio e l'influenza degli altri. Allo stesso tempo dobbiamo far le cose che rendono felici i nostri affetti più cari. Svilupparne una buona dose non significa essere egoisti, bensì generosi. In definitiva, cosa puoi fare per

raggiungere un buon livello di apprezzamento di te stesso?

Stabilisci piccoli obiettivi un po' alla volta

Se ti reputi un incapace e pensi di non essere in grado di raggiungere determinati risultati in ambito sociale, familiare o professionale, allora dovrai lavorare molto su te stesso. Un'adeguata dose di apprezzamento non mira a renderci perfetti, ma migliori. Inizia ponendoti piccoli obiettivi e impegnati fin da subito per raggiungerli. Quando noterai dei progressi e acquisirai maggiore fiducia nelle tue



#MENTALCOACH

abilità, dovrai fissare altri obiettivi un pò più ambiziosi. Vedrai, le soddisfazioni pian piano arriveranno.

Fai qualcosa di bello per gli altri

La felicità non dipende solamente da ciò che facciamo per noi stessi, ma anche da ciò che facciamo per il prossimo. Una mamma che accudisce i figli, per esempio, si sentirà indispensabile e allo stesso tempo soddisfatta del proprio operato. Per quale motivo? Perché quando facciamo qualcosa per qualcuno che riteniamo importante, di conseguenza la nostra autostima e la nostra felicità aumentano.

Smettila di giudicarti negativamente

A volte le persone sono troppo severe con se stesse e questo atteggiamento le spinge a rincorrere aspettative troppe alte rispetto alle effettive possibilità. Impara a dialogare con la tua mente in maniera positiva e co44

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struttiva, ricordandoti che l'obiettivo primario di ogni essere umano è quello di svegliarsi felice al mattino e iniziare un nuovo giorno con positività. Impara ad essere più forte dei problemi che vivi, affrontali con serenità, calma, fiducia: la verità è che di problemi ne avremo sempre e diventare felici significa imparare a viverli senza farci schiacciare dalle emozioni negative. Puoi essere felici se smetti di dipendere dallíesterno e prendi in mano la tua vita. L'autostima è il tassello più importante perché sei tu che crei la tua felicità. Non è fuori che devi cercare, ma dentro di te.

Imparare ad amare... Questo è il segreto!



#DANZA

La danza classica

Patty Schisa

La danza classica supera i limiti dell’età, conquista, scioglie, sblocca e produce effetti positivi inaspettati, ispirando nuove frontiere del fitness e del benessere psicofisico.

Ricomincio da me, è il titolo di un recente film inglese, nel quale Sandra la protagonista, dopo 40 anni di matrimonio scopre che il marito la tradisce con la sua migliore amica. Rimasta sola e affranta, si rifugia da sua sorella sessantenne, che la porta nella sua scuola di danza, dove finalmente si sblocca sentendosi libera d’ iniziare una nuova vita. Ancora una storia di riscatto che passa per la danza, la quale aiuta a superare gli ostacoli, che però questa volta mette in pista dei 46

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sessantenni. Facendo emergere che, ad eccezione dei balli latini, la danza non è più solo esclusiva di giovani e giovanissimi. Di fatto hanno aperto le porte agli adulti anche corsi di danza classica, contemporanea, moderna e hip hop. Un metodo per tenersi in forma, alternativo a palestre e scarpe da running, ma anche per riprendersi qualcosa alla quale forse si è rinunciato da ragazzine, e nel bisogno di ritagliarsi degli spazi di benessere psicofisico. Poiché ballare indipendentemente da quale stile, sembra avere effetti positivi su mente e corpo. "Un mese di lezioni di danza, hanno lo stesso effetto degli antidepressivi". Lo dice la psicoterapeuta Irene Colizzi del Centro Medico Psicologico di Lonato del Garda. Movimento e contatto con l’altro producono ossitocina, l’ormone del piacere, non solo, ma fa sentire liberi di esprimersi. Guidati dalla maestra e protetti da un ambiente strutturato allo scopo, lontano dagli occhi dei conoscenti, e senza sentirsi giudicati. Cosi la danza diventa lavoro esperienziale, che fa crescere l’autostima e la fiducia nell’altro, ma anche la consapevolezza fisica. Per comprendere davvero i propri bisogni è necessario sentire il proprio corpo. Solo cosi possiamo interpretare correttamente le emozioni, individuare un disagio e ridimensionarlo. Una costante nelle scuole di danza

è lo specchio, con il quale bisogna riappacificarsi. Il primo impatto, è quasi sempre negativo, soprattutto se bisogna fare i conti con il dismorfismo corporeo, cioè con il vedersi diversi da come si è realmente. L’immagine riflessa aiuta ad accettarsi per ciò che si fa e per come lo si fa. Essere belli non ha niente a che vedere con il ballare bene, cioè con intensità e consapevolezza. Solo ai bambini lo specchio non fa paura. Per combattere lo stress giornaliero, lo spazio della lezione è il momento per entrare in contatto con se stesse , per svuotare la testa dai pensieri e concentrarsi sui movimenti, e nel giro di pochi mesi si diventa padrone del loro corpo, più sicure e fiduciose. Ma il beneficio fisico è imprescindibile, la tonificazione muscolare è globale, la silhouette si ridefinisce, migliorano grazia e portamento, il collo si allunga e le spalle si raddrizzano, a beneficio di una più corretta postura. Basta la volontà d’impegnarsi per migliorare senza considerare l’età come un ostacolo.



#FILOSOFO

Bruno, Spinoza e l'immanentismo

Domenico Casa

Qualcuno ha scritto che l'universo, il mondo e l'umanità in esso compresa, altro non sarebbero che il sogno di qualcun altro. Un sogno, si direbbe, molto complesso, nel suo alternare favole e incubi, luci e tenebre, esaltazione della vita e mistero della morte. Ma, al di là di questa visione un pò fantascientifica o fantafilosofica, che dir si voglia, il problema dell'universo, della sua origine e natura ha da sempre occupato un ruolo centrale nel pensiero umano, dando vita alla cosmologia che Kant, tuttavia, considerava una presunta scienza, priva di fondamento. Ora, a parte l'ateismo il quale risolve la questione astenendosi da essa, la filosofia si è trovata quasi sempre su fronti opposti - a partire da Eraclito e Parmenide - e il tentativo di conciliazione è tuttora in atto. Basti pensare a quel che sostiene, non da ora, Vito Mancuso, scrittore, filosofo e teologo, il quale, considerato che i due filoni fondamentali del pensiero sono quello orientale, 48

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orientato verso un monismo immanentistico, e quello occidentale più volto verso la trascendenza, auspica un incontro-confronto tra le due visioni del mondo, con il serio sforzo di trovare dei punti di conciliazione e di coincidenza tra i due mondi di pensiero. Compito, tuttavia, non facile in quanto la filosofia, su tali argomenti, ha a che fare con le diverse concezioni religiose per lo più chiuse dentro spazi religiosi edificati su dogmi, i cui contenuti, benché non facilmente dimostrabili razionalmente, sono più resistenti dei metalli e costituiscono dei muri invalicabili soprattutto per le religioni cosiddette della "parola", quelle cioè fondate su "scritture" ritenute "sacre" perché rivelate direttamente da Dio. Esse (ebraismo, cristianesimo e maomettanesimo) nascono nella stessa area geografica, il Mediterraneo, e hanno in Abramo il loro padre comune. Sono religioni della trascendenza, in quanto ritengono che l'universo sia separato dal

suo principio primo, variamente chiamato. Le filosofie che, rifacendosi ad Eraclito, ritenuto il primo filosofo dell'immanenza, hanno cercato di ridurre la distanza tra il principio primo e l'universo o addirittura di annullarla, non hanno trovato consenso. Anzi, Giordano Bruno che sosteneva l'idea di una Mente che pervade l'universo dall'interno (Mens insita omnibus) fu arso spettacolarmente sul rogo. Baruch Spinoza non subì la stessa sorte, ma nel mondo ebraico, di cui faceva parte, fu emarginato. Non era concepibile, infatti, per quel mondo, e non solo, l'idea che la Natura fosse madre e figlia di se stessa (Natura naturans e natura naturata). Entrambi i filosofi non riuscivano, mediante la ragione, a considerare un principio che fosse al di fuori dell'universo, trascendente. L'idealismo tedesco ebbe maggiore fortuna, ma non penetrò nelle menti comuni abituate al dogma della trascendenza.



#LIBRI

Libri come fari Giovanni Pepe

Becoming. La mia storia di Michelle Obama

L’autobiografia intima e appassionante della First Lady degli Stati Uniti che ha ispirato il mondo. Quando era solo una bambina, per Michelle Robinson l’intero mondo era racchiuso nel South Side di Chicago, dove lei e il fratello Craig condividevano una cameretta nel piccolo appartamento di famiglia e giocavano a rincorrersi al parco. È stato qui che i suoi genitori, Fraser e Marian Robinson, le hanno insegnato a parlare con schiettezza e a non avere paura. Ma ben presto la vita l’ha portata molto lontano, dalle aule di Princeton, dove ha imparato per la prima volta cosa si prova a essere l’unica donna nera in una stanza, fino al grattacielo in cui ha lavorato come potente avvocato d’affari e dove, la mattina di un giorno d’estate, uno studente di giurisprudenza di nome Barack Obama è entrato nel suo ufficio sconvolgendole tutti i piani. In questo libro, per la prima volta, Michelle Obama descrive gli inizi del matrimonio, le difficoltà nel trovare un equilibrio tra la carriera, la famiglia e la rapida ascesa politica 50

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del marito. Ci confida le loro discussioni sull’opportunità di correre per la presidenza degli Stati Uniti, e racconta della popolarità vissuta – e delle critiche ricevute – durante la campagna elettorale. Con grazia, senso dell’umorismo e una sincerità non comune, Michelle Obama ci offre il vivido dietro le quinte di una famiglia balzata all’improvviso sotto i riflettori di tutto il mondo e degli otto anni decisivi trascorsi alla Casa Bianca, durante i quali lei ha conosciuto meglio il suo Paese, e il suo Paese ha conosciuto meglio lei. Becoming ci conduce in un viaggio dalle modeste cucine dell’Iowa alle sale da ballo di Buckingham Palace, tra momenti di indicibile dolore e prove di tenace resilienza, e ci svela l’animo di una donna unica e rivoluzionaria che lotta per vivere con autenticità, capace di mettere la sua forza e la sua voce al servizio di alti ideali. Nel raccontare con onestà e coraggio la sua storia, Michelle Obama lancia una sfida a tutti noi: chi siamo davvero e chi vogliamo diventare? C’è ancora molto che non so dell’America, della vita, di quel che potrebbe riservarci il futuro. Ma conosco me stessa. Mio padre, Fraser, mi ha insegnato a lavorare sodo, ridere spesso e mantenere la parola data. Mia madre, Marian, mi ha mostrato come pensare con la mia testa e far sentire la mia voce. Insieme, nel piccolo appartamento nel South Side di Chicago, mi hanno aiutata a riconoscere il valore della nostra storia, della mia storia, all’interno di quella, più grande, del nostro Paese. Anche se non è bella o perfetta. Anche se è più dura di quanto vorresti che fosse. La tua storia è quello che hai, quello che avrai sempre. Non dimenticarla mai.


Il gioco del suggeritore di Donato Carrisi

La chiamata al numero della polizia arriva verso sera da una fattoria isolata, a una quindicina di chilometri dalla città. A chiedere aiuto è la voce di una donna, spaventata. Ma sulla zona imperversa un violento temporale, e la prima pattuglia disponibile riesce a giungere soltanto ore dopo. Troppo tardi. Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che lascia gli investigatori senza alcuna risposta possibile - soltanto un enigma. C'è un'unica persona in grado di svelare il messaggio celato dentro al male, ma quella persona non è

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più una poliziotta. Ha lasciato il suo lavoro di cacciatrice di persone scomparse e si è ritirata a vivere un'esistenza isolata in riva a un lago, con la sola compagnia della figlia Alice. Tuttavia, quando viene chiamata direttamente in causa Mila Vasquez non può sottrarsi. Perché questa indagine la riguarda da vicino. Più di quanto lei stessa creda. Ed è così che comincia a prendere forma un disegno oscuro, fatto di incubi abilmente celati e di sfide continue. Il male cambia nome, cambia aspetto, si nasconde nelle pieghe fra il mondo reale e quello virtuale in cui ormai tutti trascorriamo gran parte della nostra vita, lasciando tracce digitali impossibili da cancellare. E un gioco, ed è soltanto iniziato. Perché lui è sempre un passo avanti.


#POESIA

Il contadino e il poeta Un contadino stanco del lavoro duro e pensando a un sereno futuro data l’avanzare della sua età, decise di vendere la proprietà. Salvatore Spinelli

Ma proprio allora venne il bello non sapendo scrivere il cartello, poi si ricordò del suo vicino che poetava e conosceva il latino. Questi, appunto perché erudito, accettò di buon grado l’invito e senza indugio, immantinente, vergò l’avviso dal contenuto seguente. “VENDO di cielo un pezzettino e alla base uno splendido giardino con alberi di frutta e tanti fiori profumatissimi dagli sgargianti colori”. Il poeta poi andò via per un pò e quando dopo alcuni giorni tornò, voleva conoscere il nuovo vicino ma s’imbattè nel vecchio contadino. “Amico mio, ma tu non te n’eri andato?” gli chiese il poeta assai meravigliato-. “No! -rispose il vecchio sorridendo-, non ho venduto e ti spiego perché non vendo”. “Letto il cartello ho realizzato a quanto di prezioso avrei rinunciato, tutto questo ben di Dio avrei lasciato che in nessun altro posto avrei trovato”. Non aspettare chi con un cartello ti ricordi cosa possiedi di bello, la casa, i figli, la tua famiglia, la vita stessa che è una meraviglia.

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#GEOLOGO

Focus sul Vesuvio

Erminio Esposito

Di recente sono circolate notizie di eventi sismici avvenuti in corrispondenza del cratere del Vesuvio, spesso avvertiti anche dalle popolazioni residenti nei comuni alle pendici del vulcano; si tratta di episodi che hanno registrato una Magnitudo Richter compresa tra 1,6 e 2,4 avvenuti ad una profondità ipocentrale, di tipo superficiale, compresa tra 1,6 km e 2,2 km, localizzati in corrispondenza del Cratere del Vesuvio ed all’interno della camera magmatica.

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La diffusione di tali informazioni ha creato un certo allarmismo tra la popolazione tanto che l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha dovuto diramare una serie di comunicati con l’intenzione di attenuare la preoccupazione. L’INGV ha confermato che le scosse avvertite rientrano nella normale attività sismica del

vulcano, che determina un Livello di Allerta di tipo verde, definito di Base, che corrisponde ad un grado di attività definibile “nella norma”, così come registrata nell’ultimo decennio di continuo monitoraggio. Il Vesuvio può definirsi infatti il vulcano più monitorato al mondo, con i primi sistemi attivati per il monitoraggio strumentale di un vulcano nati con l'istituzione dell'Osservatorio Vesuviano nella lontana seconda metà dell'800, Osservatorio che ad oggi rientra nell’INGV con strumentazione all’avanguardia ed adeguata alle moderne tecnologie. Al fine di tenere sotto controllo il Vesuvio vengono infatti continuamente effettuati monitoraggi di tipo sismico con il controllo dell’energia emessa, della profondità, della durata e della frequenza di eventi sismici con registrazione di eventuali anomalie, di tipo geodetico con registrazioni


delle deformazioni al suolo e di tipo geochimico con misure di emissioni di gas e vapore, oltre al monitoraggio delle variazioni isotopiche e di radianza termica al suolo e alle fumarole. Dall’analisi e dal confronto di detti parametri è possibile avere indicazioni sulle possibilità che esistono di verificarsi di potenziali fenomeni eruttivi. A conferma di quanto diramato dall’INGV, circa le possibilità di eruzione, è infatti la constatazione che il movimento registrato al suolo nell’area craterica è di tipo subsidente (cioè in abbassamento) per complessivi circa 5-6 cm in sei anni, dal 2012 ad oggi. Tale

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movimento scientificamente è verosimilmente collegabile più ad un potenziale svuotamento della camera magmatica che a possibili future eruzioni magmatiche, ed i sismi registrati sarebbero quindi da relazionare a movimenti che non possono far ipotizzare imminenti possibili eruzioni. La potenziale pericolosità del Vesuvio, che può definirsi un vulcano quiescente cioè potenzialmente attivo ma senza attività in corso, non va comunque trascurata anche in considerazione dell’elevato rischio ad esso correlabile vista la presenza di centri abitati alle sue pendici, notevolmente popolati.

Sarebbe infatti opportuno, proprio per tale livello di rischio, procedere quanto prima possibile ad un serio aggiornamento ed adeguamento dei Piani di Evacuazione dei territori dei comuni presenti nell’area Rossa, fermi da diversi anni, contemporaneamente ad una diffusa e corretta informazione della popolazione. Tutto questo permetterebbe una adeguata gestione di un futuro evento eruttivo, anche se potenzialmente lontano.


#CONDOMINIO

L'amministratore risponde

Teresa Pane

Spese non autorizzate. E se sono urgenti? Gentile Amministratore, le chiedo un suo parere su una vicenda: l’amministratore del mio stabile, a seguito della caduta di alcuni calcinacci dalla facciata, ha disposto la messa in sicurezza mediante una ditta edile. Posto che l’amministratore non è stato autorizzato dall’assemblea ad effettuare tale intervento, con quali modalità posso diffidarlo a richiedermi la quota condominiale per tale lavoro non autorizzato? La ringrazio. (Luca C.)

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Carlo Luca, la sua è una domanda piuttosto frequente e spinosa, in quanto poggia su convinzioni piuttosto errate. L’Amministratore, nel disporre dei suoi poteri, non è impossibilitato ad autorizzare opere e/o spese che non siano state preventivamente approvate dall’Assemblea. Se è vero che l’Amministratore è tenuto a redigere e sottoporre all’approvazione assembleare un bilancio di previsione dell’anno, è anche vero che se nel corso della sua gestione dovessero sorgere delle spese impreviste ed urgenti, potrà procedere anche in assenza di preventiva approvazione assem-

bleare. Se il suo Amministratore ha disposto una messa in sicurezza dello stabile, come da lei stesso affermato, lo ha deciso a seguito della caduta di calcinacci: ciò significa che ha correttamente agito con urgenza, a tutela dei condomini tutti e per scongiurare danni a persone e cose. Orbene Luca, non può in alcun modo opporsi al pagamento della quota di sua spettanza, a meno che non riesca a dimostrare che non vi era urgenza nell’eseguire tale intervento ma, mi consenta, dinnanzi alla caduta di calcinacci, l’urgenza credo sia evidente.



#CONDOMINIO

La consulenza dell'amministratore

Gentile sig.ra Pane le chiedo gentilmente di rispondere alla mia domanda. Sono proprietario di un appartamento che ho dato in locazione e da contratto le spese condominiali deve pagarle il mio inquilino. Tuttavia, il bilancio del mio Condominio è piuttosto complesso perché prevede una moltitudine di spese ordinarie e straordinarie che, talvolta, non sono di spettanza dell’inquilino, ho chiesto all’Amministratore di fare un riparto dettagliato di tutte le quote che spettano al proprietario e di quelle che spettano all’inquilino. La cosa assurda è che per l’elaborazione di tale riparto mi ha chiesto il pagamento della sua “consulenza”. Mi perdoni, ma non rientra nei compiti dell’Amministratore? Perché dovrei pagare la sua consulenza privata? (Roberto A). Caro Roberto, il suo Amministratore ha perfettamente ragione. Compito (retribuito con il compenso ordinario) è quello di redigere il bilancio condominiale e il riparto “tra Condomini”. L’inquilino non è un condomino poiché il rapporto proprietario-inquilino è estraneo al Condominio. Ora, detto ciò, non essendo tenuto per legge ad effettuare il riparto tra lei ed il suo inquilino è lecita la richiesta di pagamento per questo servizio extra. 58

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Uso del lastrico condominiale per installazione dei pannelli solari

Gentile Amm.re, nel condominio dove risiedo hanno intenzione di installare pannelli solari sul lastrico condominiale. Ho intenzione di oppormi in quanto lo reputo uno “scempio” dal punto di vista estetico. Posso oppormi? (Anna D.) Cara Anna, lei può certamente opporsi ove il Regolamento di Condominio vieti l’installazione di tali pannelli o se dalla installazione di essi derivi un danneggiamento del tetto o degli impianti esistenti. Inoltre, se dovesse essere necessario modificare il tetto o altre parti comuni, bisogna informare l'amministratore dettagliando le opere che si intendono eseguire; in questo caso l'assemblea può imporre modalità alternative di esecuzione oppure imporre condizioni per tutelare stabilità, sicurezza o decoro architettonico dell'edificio. Tali delibere devono essere approvate dall'assemblea con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti ed almeno i due terzi del valore dell'edificio.



#FOODCROSSING

Inverno freddo, voglia di brodo!

Anna Maione

Nella tradizione contadina la prima cosa che una massaia faceva era quella di mettere una pentola d’acqua sul fuoco per il brodo, uno dei prodotti essenziali della cucina casalinga. Preparare il brodo garantiva un nutrimento a basso prezzo, grazie all’utilizzo di verdure (cipolle, carote, sedano, prezzemolo, pomodori, patate) e ossi o tagli minori delle carni. Data l’abbondanza di ingredienti, era normale che qualcosa avanzasse, e con le carni bollite si faceva il lesso rifatto (stufato con cipolle e aggiunta di pomodoro) o le polpette. Al brodo sono sempre stati riconosciuti sia piaceri gustativi che doti curative. Già nella Parigi del ‘700, esistevano dei locali pubblici adibiti alla degustazione del brodo: i “bouillons”. Oltre al brodo, in questi curiosi ambienti veniva offerta la carne che era servita per farlo. Con il tempo alcuni bouillons montarono l’insegna “restaurant”, per 60

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evidenziare lo scopo della funzione di “ristorare”. All’inizio l’offerta dei restaurant era limitata da leggi rigorosissime ai soli “bolliti”, successivamente con la Rivoluzione Francese venne ampliata a tutti i piatti cucinati. Insomma è anche al brodo che dobbiamo la nascita degli attuali ristoranti. In un manoscritto di autore incerto del ‘200, conservato nella biblioteca Laurenziana, si legge: “Quando le puerpere e i malati siano deboli ed abbiano disgusto dei cibi vegetali e voglia di mangiar carne, dobbiamo soddisfarli perché la natura sia confortata. Bisogna stare attenti a non dare carne

grassa perché l’unto potrebbe ravvivare la febbre. Se questi non riesce a inghiottire perché ha la gola secca e chiusa, occorre dargli da bere una buon brodo di carne che sia cibo e bevanda. E gli ammollirà la gola come un unguento”. Nelle tradizioni della società contadina l'allegria della festa si cantava sopratutto con i profumi dell'arrosto e lo sfrigolìo del fritto, ma era con il brodo "straordinario", fatto con il pezzo di carne più pregiato, che si cuocevano prelibatezze assolute, piccole forme ripiene, i saporiti impasti manipolati con cura di cappelletti, tortellini, anolini, passatelli.


© FOTO DI ANNA MAIONE

Brodo di carne

Imma Gargiulo

INGREDIENTI • 1 pezzo di carne (muscolo) • 2 cosce di pollo • 1 osso con midollo • 2 carote • 1 cipolla bionda • 1 costa di sedano • 5 chiodi di garofano • 5 grani di pepe • 1 mazzetto aromatico (alloro, rosmarino e salvia) • 5lt di acqua • 2 albumi per chiarificare PREPARAZIONE Come prima cosa va lavata per bene la carne e l’osso. In particolare bisogna pulire bene la pelle del pollo da eventuali piume o pennette. Preparare il mazzetto di erbe aromatiche legandole per bene con dello spago da cucina o inserendole in un pezzetto di garza. Pulire tutte le verdure e preparare un cipolla chiodata (si inseriscono i chiodi di garofano nella cipolla pelata) Aggiungere a questo punto le carni, il mazzetto chiodato, il pepe e l’acqua e portare a bollore. Appena inizia a bollire aggiungere www.centopercentofitness.it

le verdure e lasciare cuocere senza coperchio per almeno 3 ore. Di tanto in tanto ripulire la superfice della schiuma che si andrà a formare. Una volta trascorse le 3 ore eliminare la carne e le verdure e lasciare raffreddare il brodo prima di riporlo in frigo per una notte. Questo ci aiuterà a ripulirlo dalle parti grasse; infatti con il freddo il grasso si sposterà in superfice e si solidificherà. Sarà semplicissimo eliminarlo anche con un cucchiaio. Si passerà a questo punto a filtrare il brodo facendolo passare attraverso un telo di garza pulito o un canovaccio. Si salerà il brodo solo al momento dell’utilizzo. Questo ci permetterà di dosare la sapidità in base all’uso che se ne vuole fare; più sapido se assoluto o per la preparazione di un risotto, meno sapido se come

base per i tortellini o la nostra stracciatella. Per gli amanti delle cose perfette esiste poi la tecnica della chiarificazione; non è necessaria ma come si dice: “impara l’arte e mettila da parte”. Sbattere due albumi e farli addensare leggermente. Aggiungere qualche cucchiaio di brodo e mescolare ancora. Inserire il composto nel brodo e sbatterlo per bene con un frusta. Sempre frustando riporre sul fuoco e portare ad ebollizione, in poco tempo gli albumi si addensano di nuovo inglobando tutte le impurità e donando al brodo un aspetto limpido. Lasciare riposare il brodo coperto per qualche minuto. Eliminare gli albumi e rifiltrate con un canovaccio o una garza bagnata.


#WEB

5 suggerimenti per affrontare il Natale sui social Antonella Raffone

Il Natale sui social non arriva mai troppo presto! Se però state cercando ancora qualche idea last minute, ecco qualche trucchetto per avere successo sui social nel periodo Natalizio, senza troppo stress. Il Natale quest'anno è più social che mai ed è proprio attraverso i nuovi media che dovete intercettare i vostri potenziali clienti. Il Natale, infatti è quel periodo dell’anno in cui tutti si aspettano molto dalle aziende: il momento degli auguri, delle proposte per i regali natalizi, delle offerte dedicate, in poche parole è il periodo in cui siamo tutti più… esigenti. Ma andiamo con ordine e vediamo come distinguersi sui social durante le feste. Portatevi avanti con il lavoro Impostare una campagna o una creatività natalizia a ridosso del periodo può significare cadere nel banale, col rischio di non emergere e rimanere affossati nel mare dei post natalizi su Facebook e Instagram. Il 49% dei consumatori afferma di iniziare lo shopping natalizio nel mese di novembre, dopo però essersi informato sui propri acquisti nei mesi precedenti (agosto, settembre, ottobre). Con molta calma, dunque, iniziate diversi mesi prima a ragionare sulle idee della vostra campagna social di Natale e capire quali saranno, i prodotti o i servizi da lanciare in questo periodo. Siate voi stessi Questo è un altro trucchetto super vincente, soprattutto se siete a corto di idee. Se il vostro obiettivo

è differenziarvi ma non sapete come fare, scegliete una strada personale, molto più semplice e autentica. Ad esempio potreste far conoscere i volti delle persone che lavorano in azienda e pubblicare i loro auguri in un video. Trasformatevi in Influencer Siate voi a creare il bisogno nei vostri follower, dispensate consigli, suggerimenti, aggiornamenti, idee. Sapete bene che vi trovate di fronte a una platea di persone che si sta chiedendo cosa regalare ai propri amici e familiari per Natale. Cercate di essere voi la risposta. A tutta creatività Il periodo natalizio non è poi così negativo lato social, c’è molto lavoro da fare ma ci sono anche tante idee da poter mettere in pratica. Si possono inserire all’interno della programmazione natalizia diverse attività a forte engagement: contest, condivisioni con hashtag a tema, give-away, calendari dell’avvento online etc etc. Puntate sul potere delle immagini Foto, grafiche, immagini, a Natale sono sicuramente più belle e caratteristiche, senza contare il fatto che circa l’80% degli italiani dichiara di condividere e postare foto e immagini durante il periodo di Natale. Se utilizzate sapientemente delle belle immagini a tema natalizio avete molte più possibilità di catturare l’attenzione dei vostri follower.

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In poche ma importanti parole, il Natale sui social da parte di ogni azienda deve essere originale e deve regalare qualcosa agli utenti che sia un premio, un’offerta, una promessa o un’emozione. Preparatevi perché il periodo più social dell’anno sta per iniziare. Buon Natale a tutti!

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