100% Fitness Mag - Giugno 2014

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Anno IX • Numero 06 • GIUGNO 2014

VERSIONE ON-LINE Il solare ideale: chiedi al tuo farmacista di Giuseppe De Simone

Il look eccita? di Olga Paola Zagaroli

Gelati, ghiaccioli e semifreddi di Francesca Maresca

L'amore è una cosa meravigliosa di Ernesto Lupacchio




sommario Anno IX • Numero 06

GIUGNO 2014 In copertina Giusy Alvitti atleta bikini Paco de Martino Team selezionata per i Mondiali Wabba 2014 ad Atene

fotografata da Pino Coluccino Sant'Agnello Cell. 331.4511034 Prodotto edito da "La Mia Penisola" Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 Periodico di attualità a diffusione gratuita

Direttore responsabile Giuseppe Damiano

08 La cura del colesterolo di Vittorio Fabbrocini - Cardiologo

12 Punto allergie: boom in Italia di Carlo Alfaro - Pediatra

Progetto grafico Maurizio Manzi Bingwa Art Factory Corso Italia, 371 Piano di Sorrento (Na) Tel. 081.534.11.17 info@bingwa.it Stampa Grafica Cirillo Scafati (Sa)

14 La paura del proprio corpo di Bianca Pane - Psicopedagogista

18 Il solare ideale: chiedi al Tuo farmacista di Giuseppe De Simone - Farmacista

20 Dolore al ginocchio di Veronica Di Martino - Posturologa

24 Il look eccita? di Olga Paola Zagaroli - Sessuologa

26 La sequenza BLSD di Antonio Coppola - Anestesista

30 Il "periodo critico" - Victor di Mariarosaria D'Esposito - Logopedista

32 La Tecar di Daniele Grieco - Fisioterapista Scarica l'app sul tuo dispositivo mobile e fotografa il QR Code che trovi nelle pagine del magazine per accedere ai contenuti extra.

34 Borsite Ischiatica di Barbara Martino - Chiropratica

38 Il tumore del cavo orale di Vittorio Milanese - Odontoiatra

40 La scienza della semplicità per vivere sempre meglio di Tea Maione - Audioprotesista

42 Disturbi alimentari precoci di Daniela Caiafa - Neuropsicomotricista

45 Gelati, ghiaccioli e semifreddi di Francesca Maresca - Nutrizionista

48 Pomodoro di Sorrento: il re dell'estate di Anna Maione

50 È strano... di Nello Iaccarino

52 Perchè il sito deve avere una versione mobile? di Antonella Raffone

54 L'amore è una cosa meravigliosa di Ernesto Lupacchio

58 Le 4 candele di Salvatore Spinelli

60 Decurtazioni punti patente? di Valerio Massimo Aiello

62 Il trekking è... di Nino Aversa



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#salute&benessere

La cura del colesterolo Professor Dottor

Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli 338.4086506 v.fabbrocini@alice.it http://bit.ly/1gCxr2Z

In seguito a nuovi studi il colesterolo va combattuto con i farmaci in rapporto ai danni provocati o che possono essere provocati al cuore. Più i dati positivi che negativi delle nuove medicine 8

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I sospetti sul colesterolo furono affacciati al mondo scientifico sin dal 1775 dal ricercatore tedesco Haller, che dimostrò come spremendo le cellule delle arterie indurite e ristrette fuoriusciva una sostanza grassa e giallastra, che risultò essere colesterolo, lo stesso trovato nelle placche arteriosclerotiche provocate nei conigli e nelle persone ammalate. Nel 1913 due ricercatori russi, Anitschow e Chalatow, fecero mangiare del colesterolo puro a conigli e trovarono che nella parete interna della loro Aorta erano insorte dopo qualche mese delle lesioni simili a quelle che si verificavano nei soggetti morti per aterosclerosi. Malgrado queste ricerche antiche queste scoperte non destarono alcuna attenzione sino a quando negli anni 1950 e seguenti l'infarto miocardico balzò al primo posto come causa di morte in tutto il mondo. Ne è derivato che negli anni seguenti chiunque aveva un aumento della colesterolemia (valori superiori ai 200 mg per decilitro di sangue) veniva considerato un soggetto a rischio e quindi



#CARDIOLOGO

sottoposto a trattamento con vecchi e nuovi farmaci contro il colesterolo. Prevalentemente usati da vari anni sono vari tipi di farmaci denominati Statine, utilissimi nel ridurre i valori del colesterolo nel sangue, ma anche costosi e ammessi gratuitamente anche dal Sistema Sanitario Italiano e secondo alcuni dati statistici hanno contribuito non poco alla spesa delle Casse regionali.

I tipi di Colesterolo Il colesterolo in gran parte, circa i due terzi, viene prodotto da noi stessi ed un terzo dai cibi che ingeriamo, specie alimenti di origine animale. I grassi, compreso il colesterolo, circolano nel sangue conglobati in elementi definiti come Lipoproteine. Queste sono delle particelle con un centro lipidico (fatto da grassi) avvolto da un guscio di sostanza proteica. In questo modo i grassi raggiungono i vari organi. Per la loro densità queste Lipoproteine sono state distinte in HDL, Lipoproteine ad alta densità, e in LDL, Lipoproteine a bassa densità.

diabete, sedentarietà e ipertensione arteriosa, il colesterolo totale e quello "cattivo" devono essere ulteriormente ridotti.

Gli effetti delle Statine Dopo anni di studi ed applicazioni terapeutiche di vari farmaci gli unici nella cura di soggetti con colesterolo elevato nel sangue sono stati le Statine. Il ricercatore giapponese AKIRO ENDO fu quello che mise a punto questo farmaco, che ha la capacità di bloccare una sostanza (Enzima) indispensabile per la formazione del colesterolo. Tuttavia talvolta questa cura - che molte volte deve durare per molti anni (come per la Dislipidemia familiare) - può determinare delle complicazioni a carico della muscolatura (Miopatia). La sintomatologia è caratterizzata da dolori ai polpacci delle gambe come primo segnale di questa complicanza. Insieme alla terapia farmacologica è indispensabile attuare anche una particolare dieta (tipo Mediterranea) evitato grassi, come il burro, lo strutto, grassi animali in genere. Inoltre una attività motoria (Palestra o lunghe passeggiate a passo svelto).

Gli studi nel mondo

Le prime HDL, definite anche come "colesterolo buono", sono considerate "spazzini" del sangue perchè nelle arterie prelevano il colesterolo e lo portano al fegato, che poi lo elimina per le vie intestinali. Le LDL, definite come "colesterolo cattivo", in eccesso vanno incontro a modificazioni strutturali e si depositano sulle pareti dei grossi e piccoli vasi arteriosi, Aorta e Coronarie. In un soggetto normale il colesterolo totale deve essere inferiore a 200 milligrammi per decilitro di sangue; il colesterolo "buono" (HDL) superiore ai 50 mg/dl; il colesterolo "cattivo" (LDL) inferiore a 130 mg/dl; i Trigliceridi fino a 200 mg/dl. Sono valori che se accompagnati a condizioni particolari (cosiddetti Fattori di rischio) come sovrappeso, obesità, fumo di sigaretta,

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Per una precisa valutazione degli effetti positivi ed eventualmente negativi dei farmaci usati negli scorsi anni sono stati realizzati molti studi con diversi tipi di Statine. Particolare attenzione ha meritato lo studio HPS (Heart Protection Study), che ha incluso ben 20.530 pazienti con alto rischio e non di eventi vascolari per la durata di undici anni. E' stata una indagine, forse la più grande al mondo, condotto per la riduzione del colesterolo ed ha fornito la migliore dimostrazione della sua utilità sia nei soggetti con alti valori di colesterolo che in quelli con normali livelli. In tutte le persone che assumevano Statine è stata notata già dopo i primi cinque anni di trattamento una riduzione di un terzo di infarti ed ictus. Da tutte queste ricerche è venuta fuori la grande utilità di questi farmaci sia per le persone con alti livelli di colesterolo e alto rischio di eventi cardiovascolari, ma anche per coloro con valori normali di colesterolo totale, ma con elevati valori del colesterolo LDL (quello cattivo). L'incidenza di complicanze da uso delle statine è molto ridotto al confronto del benefici.



Punto allergie:

boom in Italia Dottor

Carlo Alfaro http://bit.ly/1dzh7MF

Un italiano su cinque soffre di allergie (20%), secondo gli ultimi dati della Siaaic (Società italiana di allergologia e immunologia clinica): sono oltre 12 milioni, in particolare giovani e bambini, ad esserne affetti. Un numero destinato ad aumentare, visto che secondo gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) le persone che soffrono di allergie ai pollini sarebbero raddoppiate negli ultimi 30 anni. Alcune forme di allergia in particolare sono in vertiginoso aumento, per esempio la rinite allergica: nel nostro Paese un adulto su cinque e un bambino su quattro ne sono colpiti, e il trend è destinato ad aumentare, per cui si stima che nel 2020 colpirà 1 bambino o adolescente su 2. In aumento anche le allergie ai farmaci, stimabili intorno all’1% della popolazione, e le intolleranze alimentari, che arrivano al 40%. L’aumento delle allergie ha un costo sociale elevato, visto che si stima che ogni malato di asma costa circa 1.400 euro l’anno, mentre chi soffre di rinite allergica ne spende circa mille e chi è affetto da dermatite

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atropica arriva a 1.420 euro. Il costo totale delle allergie è stimato nell’ordine delle decine di miliardi di euro l’anno. Molto ci si è interrogati sul perchè di questi incrementi di incidenza, la cui rapidità ed entità non può trovare giustificazione nella componente genetica, che comunque rappresenta la base (predisposizione), ma piuttosto nei cambiamenti dell’ambiente, del comportamento e dello stile di vita. La “teoria igienica” dà molto peso in questo senso alla perdita del contatto con la natura dei bambini a causa della massiva urbanizzazione, che modulerebbe lo sviluppo della risposta immunitaria nei confronti degli allergeni anziché dei batteri, con cui non vengono più a contatto. A conferma di ciò, un recente studio pubblicato sulla rivista Clinical & Experimental Allergy coordinato da ricercatori dell’Henry Ford Hospital di Detroit ha dimostrato che tenere un cane o un gatto in casa dalla nascita del bambino non aumenta il rischio di diventare allergico, ma al contrario può proteggerlo nei confronti di questo disturbo: all’età di 18 anni, i soggetti esposti agli animali nel primo anno di vita ne derivavano una protezione nei confronti di allergie, con un rischio di essere allergici al cane o al gatto ridotto a circa la metà. Le recenti evidenze della letteratura scientifica internazionale mostrano anche un rischio


maggiore di sviluppare malattie allergiche in bambini nati da parto cesareo, che nel corso degli ultimi due/tre decenni in contesti sociali industrializzati, quale il nostro, ha subito un inquietante incremento, tanto che nel 2012 l’Organizzazione mondiale della sanità ha redatto un documento in cui si stabilisce che un tasso di incidenza di parto cesareo superiore al 15% fra tutti i nati potrebbe risultare dannoso sia alla mamma che al piccolo. In ambito europeo il nostro Paese detiene il primato di tagli cesarei, con una media nazionale del 38%, e il picco del 62% in Campania. Il corpo umano ospita un numero enorme di batteri, dieci volte superiore a quello delle proprie cellule, concentrati soprattutto nell’intestino, dove costituisce il cosiddetto microbiota intestinale, un vero e proprio organo batterico con funzioni protettive (difesa nei confronti di batteri patogeni), metaboliche (produzione di vitamine e sostanze a valore energetico) e immunitarie, addestrando il sistema immunitario a riconoscere antigeni utili (alimenti), contrastare quelli pericolosi (batteri patogeni) e non produrre in modo inappropriato sostanze (citochine) pro-infiammatorie, responsabili di innescare malattie allergiche e autoimmunitarie (diabete di tipo 1, colite ulcerosa, malattia di Crohn). Al momento della nascita la mamma

attraverso il parto naturale trasferisce i suoi batteri (intestinali e vaginali) che andranno a colonizzare l’intestino sterile del neonato, permettendogli di costruire un proprio microbiota intestinale(eredità microbica). Anche la riduzione della pratica dell’allattamento al seno ha forte responsabilità nell’incremento delle allergie, dato che solo il latte materno è in grado di garantire la prevalenza di batteri intestinali benefici quali lattobacilli e bifidobatteri, con preziose prerogative immunomodulanti. Sicuramente poi l’inquinamento ambientale svolge un ruolo cruciale nell’aumento delle allergie, come degli altri cambiamenti in patologia umana negli ultimi decenni. Si ha infatti motivo di credere che la rivoluzione in atto nella patologia umana, caratterizzata dalla riduzione delle malattie acute da cause infettivo-parassitarie e dall’incremento di incidenza, con comparsa in età sempre più precoce e in modo proporzionale al grado di occidentalizzazione, di patologie endocrinometaboliche (obesità, diabete II, sindrome metabolica), immuno-mediate (allergie, malattie autoimmuni), cardiovascolari, neurodegenerative, neoplastiche, sia il prodotto della diffusione sempre più capillare dell’inquinamento e della rapida trasformazione dell’ambiente.


#PSICOPEDAGOGISTA

La paura del proprio corpo Dott.ssa Bianca Pane Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche 393.9315564 http://bit.ly/1bb6qS4

Il corpo fisico altro non è che l’aggregazione più densa della nostra energia e, quindi, è importante quanto il nostro spirito che lo abita. Ma la nostra cultura la pensa diversamente, e produce pesanti condizionamenti in questo ambito. Il nostro corpo ci dice, attraverso funzioni importantissime quali la sessualità, la capacità di generare, il rapporto con il cibo e l’ascolto delle emozioni, cosa serve al nostro ‘involucro’ per funzionare in modo ottimale. La finalità è quella di mantenerlo sano e in equilibrio attraverso il nutrimento che gli diamo e il movimento che gli facciamo fare, ma non solo; esso ci dà informazioni su cosa trova ‘piacevole’, una sensazione legata già alle primissime fasi della vita del neonato e dunque vitale per la nostra qualità di vita, sia fisica che psicologica. Il corpo ci permette di ‘sentire’, mettendoci in contatto con i moti più profondi del nostro essere. Peccato che, tra questa comunicazione e l’ascolto da parte nostra dei suoi messaggi, spesso si frapponga la PAURA: invece di fare attenzione a quello che il nostro corpo, nella sua infinita saggezza, ci chiede, la paura fa emergere idee, giudizi, pensieri di colpa o di peccato. Invece di ascoltare la meravigliosa e semplicissima precisione di queste informazioni, spesso la cultura dominante considera il corpo come un freno, un ostacolo, se non addirittura una fonte di trappole. E’ evidente che, solo se noi siamo in equilibrio, riusciamo, tramite un ascolto energetico, a decodificare correttamente e velocemente i messaggi inviati dal nostro corpo. In caso contrario, specie quando

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siamo pesantemente condizionati dalla società e dalla religione, si crea una specie di black-out che oscura le preziose informazioni inviate dal corpo, e i tabù, insieme ai pregiudizi, prendono il sopravvento. Per uscire da questo impasse partiamo dal presupposto che il nostro corpo ci invia messaggi elementari del tipo ‘mi piace, non mi piace’, ‘lo voglio, non lo voglio’, ‘sento, non sento’. Sono informazioni destinate a farci sapere cosa ci serve per sopravvivere, attraverso la scelta del cibo adatto alle nostre esigenze nutrizionali del momento, o per indicarci ciò che il nostro corpo trova piacevole, attraverso l’attrazione sessuale, o quello che sente in termini emozionali. In uno stato equilibrato, tutto dovrebbe essere naturale, spontaneo, chiaro. Ma la cultura dominante mistifica e distorce l’infinita sapienza naturale e ancestrale del corpo, (attraverso le istituzioni educative principali quali la famiglia, la scuola, la Chiesa ma anche della farmacologia moderna che promette a tutti (a causa del dio danaro), di ritornare subito efficienti, sani e forti, quando il nostro corpo si permette di dire una parola ammalandosi, magari anche di un banale raffreddore). Allora, via via, in maniera perversa, impariamo a controllare i messaggi del nostro corpo giudicandoli inopportuni, scomodi, talvolta socialmente disdicevoli o, peggio, fonte di perdizione. In questa dicotomia la paura la fa da padrona, ha gioco facile, e ci fa perdere le informazioni più importanti per il nostro benessere.

LA PAURA DI DESIDERARE E DI ESSERE DESIDERABILI Ancora oggi, nella nostra società apparentemente così disinibita, il primo grande tabù è quello della sessualità. Dal punto di vista energetico, invece, tutto è molto lineare e semplice: il nostro corpo sa se qualcuno ci attira sessualmente o, al contrario, quando non è così. Non c’è nulla di disdicevole in questo, è l’eterna danza della vita che ci dà



#PSICOPEDAGOGISTA

indicazioni chiare: se proviamo desiderio per qualcuno, ogni cellula del nostro corpo lo sa. Ma quando arriva l’informazione in maniera chiara, ecco che la paura si scatena. Accettare le indicazioni del nostro corpo spesso ci ingenera un senso di malessere perché non ci rendiamo conto di temere la forza del nostro desiderio ed anche perché si crea subito un conflitto interno con i tabù che sono ormai radicati nella coscienza. Così, ricevendo i messaggi del corpo, invece di accoglierli con gioia, ci sentiamo imbarazzati, li neghiamo, li rimuoviamo o li sottovalutiamo. Secoli di cultura repressiva in questo campo ci hanno insegnato a diffidare di ciò che ci dà piacere, e a censurarlo come pericoloso e fuorviante. La ragione di questo timore è il millenario condizionamento che ci porta a credere che il corpo sia ‘meno degno’ di altri aspetti del nostro essere, quali la mente e lo spirito, e ci sentiamo a disagio a usarlo e a rispondere alle sue esigenze. Il corpo è stato demonizzato invece di essere considerato un ‘tempio’, quale è, e noi ci siamo persi nella dicotomia tra spirito e materia. Il risultato della paura è la vergogna. Dunque diventa importante accettare l’informazione corporea senza giudicarla, reprimerla o ignorarla e, soprattutto, senza mistificarla attribuendole altri significati, come l’abitudine di rivestire il sesso con l’amore, un sentimento socialmente più accettabile. Questo crea fraintendimenti e aspettative che, per definizione, verranno disattese, facendoci sentire inadeguati e sbagliati. A parte la pesantissima influenza culturale in questo ambito, cosa ci fa veramente paura nell’ascoltare la nostra sessualità? Nelle donne, in genere, il timore maggiore è quello di essere giudicate ‘facili’, come si diceva una volta; negli uomini, di solito, è la paura della ‘performance’, di non essere all’altezza delle aspettative sessuali della compagna, anche se nei maschi di oggi, troviamo anche il timore di essere in intimità con un’altra persona, di farsi avvicinare troppo. Se abbiamo paura di vivere pienamente la nostra sessualità, si innescano meccanismi di vergogna e di controllo che ci fanno perdere in spontaneità e non ci fanno godere di questo aspetto della vita. A causa della paura saremo frustrati e insofferenti, e diventeremo sempre più rigidi fisicamente e interiormente.

IL CIBO COME NEMICO Un elemento importante che riguarda il nostro corpo è il cibo. Il corpo usa una comunicazione semplice e diretta per indicare ciò di cui abbiamo bisogno: la fame. Quando siamo in equilibrio il

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messaggio del corpo è immediato ed efficiente: abbiamo voglia di un certo cibo e questo indica la carenza di specifici nutrienti che ci mancano in quel momento e che sono contenuti nel cibo che ci ha stuzzicato. Ascoltando la fame, sapremo sempre ciò che ci serve, mangeremo la giusta quantità, e soltanto quella che soddisfa le necessità del nostro corpo in quel momento. Spesso, tuttavia, questa comunicazione sembra essersi inceppata, sostituita da altre indicazioni fallaci. Sempre più persone, a volte anche bambini e adolescenti, soffrono di gravi disturbi del comportamento alimentare. E’ segno che, invece di ascoltare il loro corpo, ascoltano la paura del cibo. Perché? Come mai il nutrimento, che per millenni ha sempre avuto una connotazione importante e positiva, d’un tratto è diventato una specie di maledizione? La risposta è semplice: anche in questo caso, ignorando i messaggi che il nostro corpo ci invia, non sappiamo più quale bisogno sia reale e quale indotto e non siamo più in grado nemmeno di riconoscere l’informazione più elementare, poiché essa è sostituita da idee e pregiudizi. Così il cibo diventa uno dei mezzi usati per mascherare i disagi più profondi. Ingurgitiamo smodatamente o rifiutiamo di alimentarci per fugare malesseri che nascono altrove e li traduciamo in desiderio o rinuncia di mangiare. Quali ad esempio? La paura di non essere sessualmente attraenti o la paura di vivere la nostra sessualità possono rappresentare una ragione di compulsione verso il cibo, ma la ragione sempre presente è il terrore di non essere amati. Per mascherare l’infinito vuoto che sentiamo, ci abbuffiamo con un’incredibile quantità di ‘qualcosa’, in un tentativo senza speranza di colmare le carenze del disamore o dell’insicurezza sessuale. Ingrassando o dimagrendo in modo esagerato, ci proteggiamo o ci mascheriamo, imbruttendoci, così da non essere più oggetti sessuali appetibili. Se non ci sentiamo amati, tentiamo di consolarci di questo immane dolore usando il cibo come modesto surrogato o mettendo strati di grasso a protezione tra noi e il mondo. Oppure diventiamo anoressici nell’illusoria convinzione che, controllando il cibo, potremo controllare la vita e le cose che ci terrorizzano, come la nostra sessualità o la paura di essere abbandonati. Dimentichiamo, a causa della paura, che il corpo è sacro e anche l’atto di nutrirlo dovrebbe esserlo. Anche il cibo è energia, non è un nemico, ma soltanto un mezzo per riportarci al nostro stato naturale di equilibrio.



#FARMACISTA

Il solare ideale: chiedi al Tuo Farmacista Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli. 335.5302988 http://bit.ly/1ghBPqX

Per arrivare alla scelta del protettore solare più adatto da portare con sé in vacanza bisogna prendere in considerazione una serie di variabili, oltre al proprio fototipo. Tutte informazioni che vanno necessariamente segnalate al Farmacista quando ci si affida alla sua esperienza per avere un consiglio personalizzato. Il Farmacista rappresenta infatti un importante punto di riferimento sul territorio, ma necessita di tutte le indicazioni necessarie a valutare nel modo più completo possibile la situazione di utilizzo, per arrivare a suggerire il solare “ideale” da utilizzare. I prodotti più affidabili e sicuri devono offrire in ogni caso protezione ad ampio spettro e massima fotostabilità, essere molto resistenti all’acqua e non contenere alcool o parabeni (una sorta di conservanti), oltre a garantire un’azione anti-radicali liberi e anti-invecchiamento. Le informazioni che vanno fornite al Farmacista prima dell’acquisto della protezione solare:

Quando Segnalare il momento dell’anno in cui si utilizzerà il solare: ci sono infatti marcate differenze nell’incidenza dei raggi solari sulla pelle, a seconda della stagione e dell’ora del giorno in cui ci si espone. D’estate e nelle ore centrali della giornata naturalmente questi ci colpiranno in maniera più diretta.

Dove Indicare il luogo dove avverrà l’esposizione è molto importante: la latitudine determina

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l’inclinazione dei raggi solari, mentre con l’altitudine aumenta l’intensità della radiazione ultravioletta (fino a 20% in più oltre i 1.000 metri). Al Farmacista va chiesto anche di valutare la capacità di riflessione delle superfici (i raggi che colpiscono “indirettamente” la nostra pelle): si va dall’80% della neve al 20% dell’acqua, ma anche la sabbia e persino il cemento possono riflettere le radiazioni; l’erba possiede una elevata capacità di assorbimento, ma riflette comunque circa il 5%.

Chi Naturalmente è fondamentale specificare chi utilizzerà il prodotto e quali sono le sue caratteristiche fisiche: il suo fototipo e, altrettanto importante, la reazione della sua pelle al sole. In Italia l’85% delle persone ha un fototipo II e III, ma la sensibilità individuale all’esposizione può cambiare, andando da soggetti che si scottano con facilità senza abbronzarsi ad altri che si abbronzano intensamente e con rapidità, senza mai scottarsi. I bambini invece hanno bisogno di solari con il più elevato fattore di protezione e non vanno mai esposti alla luce diretta del sole fino ai 3 anni di età.

Cosa Un’ulteriore importante informazione da dare al Farmacista riguarda l'eventuale assunzione di farmaci: diversi medicinali (es. alcuni diuretici e antinfiammatori), a seguito di esposizione al sole, possono infatti provocare reazioni allergiche o fototossiche con forti eritemi. Infine per la scelta finale, oltre al fattore protettivo più indicato, va anche considerata la piacevolezza cosmetica e le preferenze individuali per il tipo di formulazione (emulsioni, creme, spray, latti eccetera). Chiedi sempre consiglio al Tuo farmacista di fiducia.



#POSTUROLOGA

Dolore al ginocchio Dottoressa

Veronica Di Martino Fisioterapista - Specializzata Ginnastica Posturale Metodo Mézières - Diplomata presso la scuola ufficiale Jean-Marc Cittone 081.0097352

Il dolore al ginocchio (o gonalgia) è un disturbo estremamente frequente a qualsiasi età e le possibili cause sono tante. È importante fare una valutazione accurata per capire la causa dei sintomi e scegliere il trattamento più adatto. Può essere la conseguenza di una lesione, come la rottura di un legamento o di una parte della cartilagine, o alterazioni dovute a patologie varie, come l’artrosi, che provoca gonalgia. L'artrosi del ginocchio puo essere primaria, oppure secondaria, ovvero dovuta ad eventi traumatici (es. postumi di fratture tibia, femore, rotula; lesioni meniscali) o fenomeni infiammatori dell'articolazione. La gonartrosi è caratterizza da: • scrosci, crepitii articolari • dolore locale • un possibile atteggiamento in lieve flessione del ginocchio • ipertrofia dei tessuti periarticolari • versamenti e zoppia di fuga Tre elementi favoriscono l'insorgenza della gonartrosi: 1. la variazione del normale asse di carico sull'articolazione con conseguente squilibrio statico (i carichi subiti dal ginocchio divengono anormali). Se l'asse meccanico si sposta lateralmente si avrà una successiva deviazione in valgismo, viceversa medialmente in varismo 2. l'eccesso di peso 3. l'usura dell'articolazione determinata da sovraccarico e stress (sport, lavoro ecc...). Il paziente con artrosi del ginocchio assume spesso un atteggiamento di semiflessione del ginocchio con deviazione in varo o valgo. Egli frequentemente lamenterà dolore a livello dell'emirima mediale in caso di ginocchio varo artrosico, mentre a livello dell'emirima laterale in caso di ginocchio valgo. Se è presente artrosi

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femoro-rotulea può essere presente dolore in corrispondenza dell'interfaccia femoro-rotulea. Il dolore si manifesterà soprattutto in situazioni di carico monopodalico a ginocchio flesso quali fare le scale, il gesto di accosciarsi; la stazione seduta prolungata; il cammino su terreni sconnessi. A causa dell'atteggiamento antalgico, di difesa, il movimento che primariamente risulta limitato è l'estensione; successivamente sia l'ampiezza della flessione che dell'estensione risulteranno ridotte. La fisioterapia puo aiutare ad alleviare il fastidio. Le terapie per questi tipi di infiammazione possono essere • Riposo • Evitare attività fisiche che aggravano la situazione • Ghiaccio o crioterapia per ridurre il dolore e l’infiammazione. • Fisioterapia strumentale come la Laserterapia o la Tecar terapia. • Massoterapia • Linfodrenaggio • Kinesiterapia per recuperare mobilità articolare • Termoterapia in assenza di infiammazione acuta mediante infrarossi, tecarterapia ecc. • Elettroterapia antalgica come t.e.n.s, diadinamica • Rinforzo muscolare idoneo dei muscoli deficitari senza produrre sovraccarico (es. contrazioni isometriche) • Stretching dei muscoli retratti • Rieducazione alla deambulazione e schema del passo • Ginnastica posturale per reintegrare sempre l'articolazione del ginocchio nella statica generale dell'arto inferiore e nell'equilibrio generale e posturale del paziente. Per quanto riguarda il ruolo dell'artroscopia nella gonartrosi, essa ha solo effetti momentanei relativi al dolore, ovvero serve solo a lenirlo. In fase iniziale di artrosi si può avere un beneficio, ma né il lavaggio dell'articolazione, né la pulizia (debrinment) porta ad un netto e sostanziale miglioramento. Per debrinment si intendono: meniscectomia, rimozione dei corpi liberi, pulizia cartilagine, sinoviectomia.





#SESSUOLOGA

Il look eccita? Dottoressa

Olga Paola Zagaroli Sessuologa Lunedì e Giovedì dalle 15,30 alle 17,30 335.8709595 http://bit.ly/1euymof

Quanto conta il look nell’eccitazione? Quando guardate il/la vostro/a compagno/a oppure semplicemente un/a ragazzo/a che cammina per strada e si fa guardare, vi siete mai soffermati a chiedervi che cosa davvero sta attirando la vostra attenzione? Perché lo sguardo viene calamitato nella sua direzione? Ma sarà mica che l’abito fa il monaco??? Il sessuologia, e non solo, potrei proprio dire di sì, l’abito fa il monaco, o in questo caso meglio dire che l’abito fa “sesso”. Proprio nel senso che il modo in cui ci si veste conta moltissimo per provocare l’eccitazione negli altri. E questo, purtroppo o per fortuna, è vero soprattutto nelle coppie stabili e conta sempre più col passare del tempo. Ora senza volervi propinare la solita retorica, che poi retorica non è, anzi è proprio la realtà, sul fatto che col passare del tempo ci si trascura, non si ha tempo, i figli ci portano via tante energie, ecc. ecc., è importante tenere a mente che l’eccitazione viene dai sensi, quindi anche dalla vista. Certo che non vi sto dicendo di girare per casa con tacchi a spillo e minigonna! Nooo!! Questo look, forse, va bene per le ventenni che vanno in discoteca e che hanno un corpo che glielo permette…. (anche a me,

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come immagino a tante di voi, stanno affiorando alla mente ricordi lontani). Ma senza strafare e senza farvi venire il panico perché il vostro fisico non vi consente più l’uso della minigonna, vorrei invitarvi a riflettere su ciò che oggi può fare la differenza: innanzitutto, ci tengo a dirvi che io sono tra quelle persone che pensano che dopo una certa età il contegno venga prima di ciò che il nostro fisico ci permette di indossare, e che quindi è meglio tenere le minigonne nei nostri ricordi! poi vorrei sottolineare che, se è vero che è difficile trovare un uomo a cui non fanno effetto autoreggenti, calze a rete, tacchi a spillo, scollature e quant’altro, è pur vero che se questi accessori non fanno già parte del nostro quotidiano, ci sembrerà imbarazzante introdurli all’improvviso. Così, se proprio vi va di usarli, potreste proporre al vostro compagno qualche gioco; sapere in anticipo che farete qualcosa di inusuale eviterà ad entrambi degli imbarazzi. Se invece non siete su questo file e volete comunque fare colpo sul vostro compagno, ricordatevi di quando vi ha fatto un complimento in particolare, cosa indossavate, come eravate pettinate,… ci sono uomini a cui magari fa impazzire trovare la moglie con i bigodini in testa! Non vorrei andare da un estremo all’altro, voglio solo spingervi a cercare ciò che piace al vostro compagno e magari provare anche a fargli capire cosa piace a voi. Il modo in cui ci vestiamo, oltre a dire molto di noi, riesce anche a dire come stiamo in quel momento e cosa desideriamo, cosa ci piacerebbe fare. E, come direbbe uno dei maggiori sessuologi italiani: “non smettete di giocare”!



#ANESTESISTA

La sequenza BLSD L'A-BC-D della rianimazione cardiopolmonare Dott. Antonio Coppola Medico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore 338.1705569

Azioni preliminari

• Condivisione con l’equipe di soccorso delle informazioni ricevute dalla centrale operativa. • Assegnazione dei compiti, distribuzione dei presidi, organizzazione del soccorso. VALUTAZIONE SICUREZZA DELLA SCENA • Prima di avvicinarsi alla vittima, assicurarsi che non sussistano immediati pericoli ambientali, come il traffico, elettricità, gas, ecc. per i soccorritori (eliminare o far eliminare la causa di rischio). • Prima di soccorrere la vittima, accertarsi che non vi siano pericoli imminenti per lei (per es. oggetti pericolanti, attenzione particolare in presenza di acqua o altri liquidi), unica condizione che autorizza l’equipe di soccorso a rimuovere la persona da dove si trova per operare in sicurezza nell’utilizzare il DAE. AUTOPROTEZIONE (divisa, guanti, ecc.)

FASE A (airway)

VALUTAZIONE dello stato di COSCIENZA • Chiamare la vittima ad alta voce • Scuoterla delicatamente SE NON RISPONDE AZIONE • chiamare aiuto e richiedere il DAE • posizionare la vittima supina su un piano rigido • scoprire ed asciugare il torace • assicurare la pervietà delle vie aeree PERVIETÀ DELLE VIE AEREE Ispezione del cavo orale

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• iperestendere la testa e sollevare il mento • Rimuovere, se necessario, i liquidi e/o corpi estranei (la dentiera va rimossa solo se fuori sede) Canula oro-faringea Per migliorare e mantenere la pervietà delle vie aeree durante la rianimazione, è consigliabile utilizzare la canula oro-faringea. In caso di utilizzo è indispensabile utilizzare una canula di lunghezza adeguata (distanza angolo della bocca dal lobo dell’orecchio); se durante l’inserimento il paziente ha delle reazioni o non la tollera, rimuoverla.

FASE BC

(breathing and circulation) VALUTAZIONE DELL’ATTIVITÀ RESPIRATORIA E CIRCOLATORIA • Mantenere la testa all’indietro • Avvicinare la guancia alla bocca del paziente • Guarda il torace che si alza e si abbassa • Ascolta se ci sono rumori respiratori • Senti sulla guancia l’eventuale passaggio di aria • Verificare per 10 secondi • Contemporaneamente osservare la presenza di segni di vita (Mo.To.Re. – Movimenti, Tosse, Respiro) La rilevazione del polso carotideo è prevista solo per il personale sanitario, in quanto si è visto che l’individuazione del corretto punto di repere per la valutazione del battito carotideo richiede una buona esperienza personale. Nel caso si decida di valutare questo polso, è necessario rilevarlo in contemporanea alla valutazione del respiro (G.A.S.) È importante non confondere l’attività respiratoria con il cosiddetto”respiro agonico o gasping”, che consiste nella presenza di contrazioni dei muscoli respiratori non efficaci per la ventilazione (il torace non si espande e non è presente flusso di aria). AZIONE Se il respiro è presente e la persona rimane non cosciente, è possibile utilizzare la “posizione


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• Alternare 30 compressioni con 2 ventilazioni • Dopo 5 cicli (sono passati due minuti) ricontrollare la presenza di Mo.To.Re. (movimenti, tosse o respiro)

laterale di sicurezza” che permette di: • Mantenere l’estensione del capo (pervietà delle vie aeree) •Prevenire l’inalazione di vomito nei polmoni, in quanto può defluire all’esterno. AZIONE • Confermare l’arresto cardiaco alla centrale operativa 118 perché possa essere inviato il supporto medico avanzato (ALS) • Eseguire la Rianimazione CardioPolmonare (RCP): massaggio cardiaco esterno e ventilazione artificiale MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO (MCE) Il massaggio cardiaco esterno è una manovra che deve essere eseguita con attenzione, in maniera precisa ed efficace. È una manovra fisicamente impegnativa, e per questo motivo si consiglia ai soccorritori di alternarsi ogni 2 minuti; il cambio può essere effettuato durante i 10 secondi di valutazione del Mo.To.Re. Se durante l’esecuzione della RCP il paziente presenta in maniera evidente segni di ricomparsa di respiro, tosse o movimenti, fermare subito la RCP e valutare la qualità del respiro (GAS). Per effettuare correttamente le compressioni toraciche: • Individuare il centro del torace • Appoggiare sullo sterno la parte inferiore delle mani, una sopra l’altra • Mantenere le dita delle mani sollevate in modo da non comprimere le coste della vittima • Posizionarsi verticalmente sopra il torace della vittima • Mantenere le braccia tese • Comprimere il torace come mostrato per circa 1/3 del suo diametro antero-posteriore (circa 5 cm.)

Mantenere aperte le vie aeree della vittima, posizionare la mano a “C”; erogare 2 ventilazioni efficaci (espansione e rilasciamento della gabbia toracica), della durata di un secondo l’una. Se vi sono difficoltà verificare la posizione (della maschera e della testa che deve essere iperestesa) ed effettuare fino a 5 tentativi di ventilazione. Se non sono efficaci sospettare la presenza di corpi estranei che ostruiscono le vie aeree. Eseguire di conseguenza le compressioni toraciche, identiche al massaggio cardiaco esterno, per aumentare la pressione intratoracica e permettere l’espulsione dell’eventuale corpo estraneo. La somministrazione di ossigeno ad alte percentuali è sempre indicata nel trattamento dell’arresto cardiaco. Seguite in maniera non corretta possono provocare diversi problemi, soprattutto in pazienti anziani o con osteoporosi: • Compressioni eseguite sulla parte bassa del torace possono provocare rigurgito e lacerazioni al fegato o alla milza; • Compressioni eseguite lateralmente rispetto allo sterno, o con le dita che poggiano sulle coste, possono provocare fratture o dislocazioni costali; • Compressioni eseguite sulla parte alta dello sterno possono causare la rottura dello stesso; • Compressioni troppo leggere non sono efficaci! VENTILAZIONE ARTIFICIALE (con aggiunta di ossigeno 12lt/min. se disponibile) Se il corretto posizionamento dei presidi per la ventilazione risulta difficoltoso, è possibile eseguirla a due soccorritori: uno mantiene l’aderenza della maschera al volto del paziente, mentre il secondo insuffla l’aria nei polmoni. Ventilazioni troppo brusche o con volumi eccessivi, come pure il mancato mantenimento della pervietà delle vie aeree, possono provocare distensione gastrica e vomito. VENTILAZIONE BOCCA-BOCCA (se presidi non disponibili) ...CONTINUA

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#LOGOPEDISTA

Il "periodo critico"

Victor

Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito Laureata in Logopedia presso l’Università Federico II di Napoli Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 338.3191494 http://bit.ly/1c9PCsk

L’acquisizione del linguaggio verbale nel bambino è un processo straordinario che si verifica in tempi particolarmente veloci e con estrema naturalezza. Ha inizio nei primi tre anni di vita e poi successivamente si amplia e si sviluppa in tutte le possibili espressioni della lingua (verbale e scritta). Nasciamo equipaggiati da una predisposizione genetica alla verbalizzazione ed alla socialità. Tuttavia, solo grazie all’esposizione ad una lingua nel cosiddetto “periodo critico” (che va dalla nascita all’inizio della fase puberale, quindi circa 10 anni) ed agli stimoli provenienti dall’ambiente circostante, che riusciamo finalmente a padroneggiare questo raffinato strumento comunicativo, proprio dell’essere umano. Era il 1797 quando per la prima volta nei boschi francesi dell’Avejron fu avvistato il “ragazzo selvaggio”. Aveva circa 10 anni, era completamente nudo, si muoveva tra i cespugli e si arrampicava sugli alberi come un animale selvaggio. In breve tempo si diffuse la notizia e la curiosità dei contadini del posto per questa strana figura; anche gli scienziati ed i medici dell’epoca non rimasero indifferenti e ritennero necessario studiare il caso e quindi doveroso catturarlo. Imprigionato una prima volta in quell’anno, il giovane selvaggio riuscì a scappare e ritornare libero nei suoi boschi. Dopo questo primo fallimentare tentativo di cattura, l’anno successivo tre cacciatori lo avvistarono e lo rinchiusero in una capanna in un villaggio vicino. Anche questa volta il ragazzino riuscì ad evadere dai suoi carcerieri. Finalmente nel gennaio del 1800 il selvaggio fu preso, quasi senza che opporre resistenza. Le autorità, i politici e i luminari avevano gli occhi puntati sul caso: tutti nutrivano grandi aspettative e interesse per lo studio di quest’eccezionale ed

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unico caso di uomo che aveva vissuto ad uno stato completamente selvaggio e naturale. Lo condussero a Parigi in un istituto per sordomuti e lo chiamarono Victor. Dopo le prime indagini, vennero subito comunicati gli esiti: era alto 1,36 cm, amava il fuoco, era sempre pronto ad attaccare, fuggire o graffiare chi lo avvicinava, non riconosceva la sua immagine allo specchio ed era completamente incapace ad articolare anche una singola parola. Ma gli esami per Victor non erano ancora finiti: due medici dell’epoca decisero di approfondire ulteriormente il caso. Il primo, Pinel, uno scienziato molto noto e stimato al’epoca, diagnosticò una condizione di totale idiozia e dichiarò che non vi era alcuna possibilità di recupero. Il secondo, Itard, un giovane e sconosciuto specializzando, dopo aver studiato Victor per giorni, ne descrisse le condizioni ed attribuì la chiusura relazionale e la paura dell’altro solo all’isolamento sociale ed alla mancanza di stimoli, che il ragazzo aveva subito sin dalla nascita. Forte di un sussidio chiesto ed ottenuto dal ministero degli interni, Itard iniziò un percorso di rieducazione che durò altre 5anni. Nonostante la prolungato full immersion in terapia, i tentativi di rieducazione verbale e sociale e gli stimoli pressanti e continui inviati al giovane Victor, i risultati non furono quelli sperati. Il ragazzo riuscì a pronunciare un’unica parola “acqua” e raggiunse solo dei minimi obiettivi di autonomia personale. Non mostrava interesse né attaccamento per nessuno, neppure per chi l’accudiva. Itard giunse purtroppo alla stessa triste conclusione del suo collega: in Victor non vi erano possibilità di recupero; forse era sordomuto, probabilmente abbandonato alla nascita dai genitori per il suo deficit. L’incredibile ed affascinante storia di Victor, che ispirò Truffaut nel film “Il ragazzo selvaggio”, non fu unica. I piccoli Mowgli del “Libro della giungla”, ritrovati, riabilitati e studiati nel corso degli anni sono tantissimi. Allevati da lupe, da orse, da animali feroci o sopravvissuti per autosostentamento, solo pochissimi di loro, quelli ritrovati in tenera età, riuscirono ad evolversi ed apprendere il linguaggio verbale.



#FISIOTERAPISTA

La Tecar Il mondo della fisioterapia, oltre alla terapia manuale, si avvale dell’utilizzo di molti elettromedicali. In questo e nei prossimi articoli abbiamo scelto di descrivere le caratteristiche di tutte le strumentazioni che coadiuvano l’attività del fisioterapista. La TECAR è un particolare tipo di termoterapia endogena, cioè vuol dire che il calore che viene avvertito dal paziente è prodotto dal suo stesso organismo e generato, precisamente, da correnti ioniche al suo interno; il termine tecar è l’acronimo di trasferimento energetico capacitivo e resistivo: questo elettromedicale sfrutta il principio dei condensatori e consta di due armature (conduttori) contrapposte e di un dielettrico interposto (resistenza). In pratica se si sottopone un tessuto ad un campo elettromagnetico ad alta frequenza mediante due elettrodi contrapposti, si genera all’interno una migrazione, uno shakeramento di cariche ioniche verso poli opposti. A causa dell’effetto joule si verificherà inoltre un innalzamento della temperatura corporea localizzato in prossimità del dielettrico. Sono possibili due tipi di erogazione in base al tipo di elettrodo: • CAPACITIVO: In questa modalità sono trattati i muscoli ed i tessuti molli. • RESISTIVO: in questa modalità sono trattati le ossa e le strutture che vi si inseriscono (tendini). SISTEMA CAPACITIVO: con il passare della radiofrequenza, le cariche elettriche si concentrano in prossimità del dielettrico (in questo caso l’elettrodo rivestito di ceramica), con il conseguente aumento di temperatura delle strutture sottostanti (muscoli e vasi). Per la dispersione del calore è necessario muovere l’elettrodo erogatore, in questo modo si eviteranno pericolosi surriscaldamenti cutanei. L’elettrodo di ritorno viene mantenuto fisso. SISTEMA RESISTIVO: si utilizzano due elettrodi metallici in contrapposizione e il dielettrico è rappresentato dal tessuto a più alta resistenza tra i due elettrodi (osso, tendini, legamenti). L’elettrodo attivo è mantenuto generalmente fisso o mobilizzato con un lento massaggio circolare, mentre la piastra rimane fissa. In questa modalità l’innalzamento termico cutaneo è limitato perché il calore arriva più in profondità. Le strutture che più si surriscaldano sono i tessuti ossei e periarticolari.

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Dott. Daniele Grieco Fisioterapista - Specializzato in rieducazione posturale secondo il metodo Mézières

GLI EFFETTI BIOLOGICI • Antalgico, per azione diretta sui nocicettori e per incremento delle secrezioni di endorfine; • Diminuizione delle contratture e delle rigidità articolari; • Aumento dell’elasticità del tessuto connettivo; • Aumento del metabolismo cellulare; • Stimolazione del sistema immunitario con diminuizione dei radicali liberi; • Aumento della velocità di riassorbimento di edemi e versamenti. La zona da trattare viene ricoperta da uno strato di gel o crema ad alta conducibilità, per rendere omogeneo il contatto dell’elettrodo attivo e facilitarne lo scorrimento. L’utilizzo di tale elettromedicale è consigliato in fase subacuta e cronica, per cui è preferibile iniziare il trattamento a distanza di almeno 24-48 ore dall’evento acuto. È indicato in caso di: contratture e lesioni muscolari (distorsioni, artrosinoviti); tendinopatie; patologie traumatiche delle articolazioni; lombalgie acute e croniche; osteoartrosi; patologie venose e linfatiche. Le controindicazioni sono la presenza di pacemaker (può essere consultato il cardiologo per un eventuale utilizzo), alterazioni della coagulazione, presenza di ferite o recenti ustioni, stato di gravidanza. La presenza di oggetti metallici è una controindicazione relativa, perché la tecar se utilizzata ad un livello medio-basso, induce un riscaldamento assai limitato, non perdendo comunque la sua principale azione che NON è il riscaldamento, ma l’attivazione del flusso ionico. Non esistono veri e propri protocolli per l’esecuzione, il fisioterapista, razionalmente, in ogni momento può variare la quantità di energia erogata, l’elettrodo o anche la posizione del paziente: contrariamente a quanto si pensi, la Tecar è infatti un elettromedicale operatoredipendente. Una sorta di Ferrari della fisioterapia che, quindi, necessita di un pilota adeguato.



#CHIROPRATICA

Dolore al Bacino: Borsite

Borsite Ischiatica Dott.ssa Barbara Martino Laureata in chiropratica all’AngloEuropean College of Chiropractic in Bournemouth (Inghilterra), membro dell’A.I.C. Tutti i giorni dalle 12.00 alle 16.00 349.1381175 http://bit.ly/1ddlb6M

Come già accennato il mese scorso con il termine borsite s’intende l’infiammazione della borsa che è un sacco riempito di fluido sinoviale lubrificante situato tra i muscoli, i tendini, la pelle e le ossa la cui funzione è di ridurre l’irritazione e l’attrito tra i tessuti. Nella figura al lato si possono vedere le tre borse trattate in questi mesi. Quest’articolo analizza l’infiammazione della borsa ischiatica nello specifico.

Anatomia La borsa ischiatica è situata alla base del bacino, sottostante alla prominenza ossea conosciuta come la tuberosità ischiatica.

I muscoli ischiocrurali, attraverso il tendine comune al capo lungo del bicipite femorale, hanno origine in questa parte del bacino e sono: • Bicipite femorale (capo lungo), nella parte laterale; • Muscolo semitendinoso, nella parte mediale; • Muscolo semimembranoso, nella parte mediale; Entrambi sono innervati dal ramo tibiale del nervo sciatico, hanno la funzione di flessione della gamba ed estensione della coscia e sono molto attivi durante la corsa, i salti o nel dare calci. La borsa ischiogluteale si trova tra il tendine del bicipite femorale e la tuberosità ischiatica.

Cause della borsite ischiatica Durante la contrazione dei muscoli ischiocrurali, molta pressione è esercitata sul tendine del bicipite femorale che a sua volta crea attrito sulla borsa ischiatica. Anche quando stiamo seduti (specialmente su superfici dure) questa stessa borsa subisce una forte pressione. Quando queste forze sono eccessive a causa della troppa ripetizione o della forza elevata, possono irritare e infiammare la borsa ischiatica. Questa patologia può anche svilupparsi a causa di un trauma diretto, ad esempio una caduta su una superficie dura.

Sintomi Il dolore tipico della borsite ischiatica in genere è presente nel gluteo. Nei casi meno gravi, i pazienti possono avvertire dolore o rigidità al gluteo che aumenta a riposo dopo attività che hanno messo a dura prova la borsa ischiatica. Queste attività includono stare troppo seduti (specialmente su superfici dure), camminare,

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correre, saltare, calciare o salire le scale. Con il progredire di questa sindrome, i pazienti possono presentare sintomi che aumentano durante lo sport o attività che esercitano una forte pressione sulla borsa. Il dolore può anche essere presente nel toccare la borsa ischiatica o il tendine del bicipite femorale. Spesso è presente una sensazione di debolezza agli arti inferiori in particolare quando si cerca di accelerare durante la corsa.

Diagnosi Un esame soggettivo e oggettivo approfondito eseguito da un medico può essere sufficiente per diagnosticare la borsite ischiatica. Ulteriori indagini strumentali come l’ecografia, raggi X, TAC o risonanza magnetica sono spesso richiesti per confermare la diagnosi e valutare la gravità della condizione.

Trattamento La borsite ischiatica è curata con successo attraverso l’utilizzo di aggiustamenti chiropratici che contribuiscono a ripristinare la normale biomeccanica del bacino alleviando la pressione, spesso, eccessiva esercitata sulla borsa e sui tendini. Oltre agli aggiustamenti chiropratici

per gestire efficacemente questo tipo di patologia possono essere usate altre modalità terapeutiche come: Crioterapia; Trigger point therapy; Stripping massage; Kinesio taping; Stretching ed esercizi di rilascio muscolari (muscle release technique) per contribuire a ripristinare la gamma completa di movimento dell’anca, ad alleviare tensioni muscolari e rinforzare i muscoli del bacino e delle gambe.

Fattori che possono predisporre alla borsite ischiatica Ci sono diversi fattori che possono predisporre il formarsi di questa patologia. Alcuni di questi fattori sono: • Rigidità articolare (specialmente nel bacino) • Muscoli contratti (in particolari i muscoli ischio crurali e i glutei) • Training ed esercizi non corretti • Debolezza e instabilità muscolare (soprattutto nei muscoli ischio crurali e nei glutei) • Riscaldamento non adeguato prima di iniziare attività sportive • Squilibri biomeccanici del bacino • Differenza nella lunghezza degli arti inferiori • Inadeguata riabilitazione dopo una caduta o un trauma diretto.




#ODONTOIATRA

Il tumore del cavo orale:

prevenzione ed auto-esame Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio dell’A.N.D.I. Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00 338.4698121 http://bit.ly/1kh4FtU

Il tumore del cavo orale è una forma tumorale altamente invasiva e invalidante. Colpisce, nella maggioranza dei casi, le cellule di rivestimento della bocca; più frequentemente si localizza sulla lingua, la mucosa delle guance e sul pavimento della bocca. In Italia rappresenta il 7% dei tumori nell'uomo e l'1% nella donna, ma la sua incidenza complessiva è in aumento, così come il tasso di mortalità. Ogni anno si registrano circa 6.000 nuovi casi con un tasso di mortalità, a 5 anni dalla diagnosi, di oltre il 70%. Troppo frequentemente vengono riconosciuti tardi e questo rappresenta il motivo dell’elevato tasso di mortalità riscontrato. Un’adeguata prevenzione e soprattutto una diagnosi precoce, possono fare un'enorme differenza: quando il carcinoma è rilevato e curato nella sua fase iniziale, si ottiene infatti una guarigione completa. La prevenzione e la diagnosi precoce sono dunque fondamentali perché garantiscono uno standard di sopravvivenza dell'80% e consentono interventi terapeutici mediamente poco invasivi. Uno degli step più importanti al fine di una diagnosi precoce è sicuramente l’auto-esame. Il momento migliore per effettuarlo è la mattina dopo la consueta igiene orale. È sufficiente posizionarsi davanti ad uno specchio per poter ispezionare la bocca aperta,

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la lingua in posizione di riposo e al di fuori della bocca, le guance ed il palato. Successivamente si può, aiutandosi con le dita o con un semplice abbassa lingua, ispezionare e palpare le zone ritenute malate ricercando modificazioni di colore o forma dei tessuti orali, palpando eventuali neoformazioni a livello delle guance, gengive, labbra e lingua. In tutti i casi è necessario rimuovere le protesi dentarie mobili. Nel caso si ricontrasse la presenza di queste alterazioni o di zone particolarmente dolenti, è consigliato rivolgersi al proprio odontoiatra di fiducia o presso strutture pubbliche competenti. Nell'auto-esame si deve prestare attenzione alla presenza di: • Alterazioni del colore della mucosa che si presentano con macchie bianche e/o rosse • Presenza di "piaghe" che non tendono alla guarigione e che possono essere anche non dolorose • Presenza di zone indurite e/o ispessite. Ancor prima dell’auto-esame per una diagnosi precoce è importantissima la prevenzione che passa attraverso la conduzione di un corretto stile di vita, in modo da ridurre i fattori di rischio. Ecco 6 semplici regole da non dimenticare per cercare di ridurre al mimimo l’incidenza di questa pericolosa forma tumorale: • Smetti di fumare e non abusare di alcolici • Assumi una dieta ricca di frutta e verdura • Migliora la tua igiene orale, seguendo i consigli del tuo dentista • Esegui visite periodiche ogni 6 dal tuo dentista • Fatti insegnare dal tuo dentista l'autoesame della bocca • Se tu o un tuo famigliare state affrontando cure oncologiche, parlane con il tuo dentista perché esistono specifici protocolli odontoiatrici da seguire in questi casi.



#AUDIOPROTESISTA

La scienza della semplicità per vivere sempre meglio Dott.ssa Tea Maione Laureata in Tecniche Audioprotesiche Martedì dalle 9.00 alle 11.00 338.9648341 http://bit.ly/1gXjdO7

Il genere umano adora la tecnologia, essa è una promessa di miglioramento della vita, semplificando, ottimizzando e perfezionando ogni nostra azione. L’azienda che per eccellenza riesce a soddisfare tali aspettative continua ad essere la Apple, il primo brand che a livello mondiale è indissolubilmente legato al concetto d’innovazione, conquistando e mantenendo, il mercato per ciò che riguarda la tecnologia ad uso quotidiano, è l’azienda nel suo settore più innovativa al mondo. Ed è così che una tra le più importante aziende costruttrici di apparecchi acustici, l’americana Starkey, con sede a Eden Prairie nel Minnesota, in seguito ad un percorso di progettazione e realizzazione di sistemi wireless quanto più performanti ed esteticamente validi, guarda alla scienza della semplicità, raggiungendo nuovi traguardi in prestazioni, personalizzazione, gestione e connessione, insieme alla Apple. Tutto ciò con un nuovo apparecchio acustico Made for iPhone, Halo, progettato per rendere l’ascolto più facile e piacevole, per un ascolto ancora più personalizzato e soddisfacente.

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Tutto ciò combinando l’eccellenza della tecnologia Starkey con l’affidabilità delle migliori applicazioni di telefonia mobile, raggiungendo nuovi traguardi di prestazione e personalizzazione, oltre alla praticità di gestione e connessione. Il 16 maggio in uno scenario assolutamente avveniristico, è stato presentato quest’apparecchio acustico che permette di connettere la migliore tecnologia acustica con le funzionalità dello smartphone più amato ed apprezzato al mondo, esso si connette oltre che con tutti gli iPhone anche con iPad ed iPod touch, in modo estremamente facile ed intuitivo, grazie alla tecnologia Bluetooth ed all’app TruLink. L’app Trulink offre una molteplicità di funzioni pensate per migliorare l’ascolto in ogni situazione, restituendo il piacere di vivere e sentire in modo ottimale. Con questo prodotto, l’audioprotesista, riesce ad offrire a ciascun paziente una soluzione altamente personalizzata, attraverso le proprie specifiche competenze, egli ottiene in primis l’ottimizzazione dell’apparecchio acustico in base alle caratteristiche audiometriche del paziente e alle reali aspettative di adattamento. Poi con l’app della Apple permette al paziente di scegliere la propria personale dimensione acustica, interagendo in assoluta libertà e semplicità con gli apparecchi acustici, regolandoli in base alle proprie esigenze di ascolto per ogni ambiente e memorizzando le stesse, per poi richiamarsele successivamente all’occorrenza. continua sul prossimo numero



#NEUROPSICOMOTRICISTA

Disturbi alimentari precoci Dott.ssa Daniela Caiafa Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università di Napoli - Federico II Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 347.5477785 http://bit.ly/1bjyYJp

Mi è capitato nel corso della mia vita lavorativa di incontrare bambini con disturbi dell’alimentazione, che rifiutavano il mangiare o accettavano solo delle sostanze, selezionando il cibo da ingerire, altri che invece divoravano qualsiasi cosa. Ogni bambino presenta uno schema individuale di alimentazione, di accrescimento come del resto lo è di personalità. Il primo incontro dei genitori con l’individualità del figlio passa attraverso l’alimentazione, in quanto lo apre alla conoscenza del mondo, è anche la prima rappresentazione di uno spazio decisionale individuale. Ma l’alimento da ingerire rappresenta anche il mondo nella sua globalità. Mangiare diventa un modo per afferrare il mondo, mentre espellere ed evacuare equivalgono a produrre e creare. La zona orale diventa non solo zona di piacere, ma soprattutto di conoscenza della realtà. L’atto di nutrire e dell’ alimentarsi è anche un atto di relazione affettiva, sociale e di comunicazione. Il bambino nell’essere nutrito, dalla figura materna impara il senso del piacere: il cibo buono oltre a soddisfare il gusto rinforza l’immagine della mamma buona da cui impara il piacere e dispiacere nello stare al mondo e lo esercita nell’affettività. Intorno ai 3-5 anni i bambini consolidano i loro orientamenti alimentari e la ritmicità alimentare (colazione, pranzo e cena). Tutto ciò non lo imparano attraverso un insegnamento razionale, ma attraverso la condivisione e l’imitazione, i bambini solitamente sperimentano nuovi alimenti perché li vedono consumati dai genitori. Per tale motivo si suggerisce ai genitori di non preoccuparsi dei rifiuti, bisogna far amare la tavola, proporre i cibi in un’atmosfera piacevole, NON DA SOLI. Bisogna tener conto che durante la crescita i bambini provano episodi

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di avversione per certi cibi e ciò è fisiologico, il mangiare, dormire ecc in una condizione di buona salute non creano problemi se lasciate funzionare spontaneamente, ma diventano problematiche se diventano un mezzo di comunicazione o contenitori di emozioni sgradevoli. Se i genitori non accettano le scelte alimentari dei figli, facendo prevalere i propri bisogni e schemi educativi, sarà una prima forzatura sulla personalità del bambino. I disturbi alimentari dello sviluppo 0-3 anni • Disturbo alimentare di regolazione di stato, dell’omeostasi • Disturbi alimentari dell’attaccamento e della reciprocità nella relazione di chi se ne occupa • Anoressia infantile esordisce tra i 6 mesi e i 3 anni, il bambino ha un rifiuto ostinato del cibo, tanto da arrestarne l’accrescimento ponderale, anche se lo sviluppo psicomotorio è buono e ha un buon funzionamento in altre aree. Il tutto si inserisce in un conflitto madre-figlio centrato sull’autonomia-dipendenza e controllo. È un disturbo che si innesta nel processo di separazione con il passaggio all’alimentazione autonoma; in esso sono presenti un persistente rifiuto o un’estrema selettività del cibo, l’ostinazione e la caparbietà del bambino si contrappongono alle difficoltà della mamma nel negoziare le risposte negative e conflittuali che emergono nell’interazione alimentare. • Disturbo alimentare post traumatico Tra i disturbi alimentari dello sviluppo 3-8 anni troviamo anche: la pseudo anoressia, che corrisponde alla fase evolutiva di opposizione, definita come “fase del no”. Sono bambini che non si vogliono sedere a tavola a mangiare, nutrendosi però di merendine e pasti fuori delle regole alimentari. Sono spesso bambini vivaci o iperattivi. Attraverso la terapia psicomotoria si può aiutare il bambino a scaricare la rabbia e l’aggressività, si riduce l’iperattività, si aumentano i tempi d’attezione. Inoltre si lavora sull’opposività del bambino. Per avere un buon risultato il lavoro condotto con il bambino deve essere supportato da una psico-terapia dei genitori, che avranno modo di affrontare i propri vissuti e risolverli, così da aiutare anche il loro bambino.



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Gelati, ghiaccioli e semifreddi per una merenda sana e golosa Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II. Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30 334.2258132 http://bit.ly/19ubheb

Ideale come spuntino Nell’alimentazione dei bambini il gelato può essere considerato come un ottimo integratore della dieta, data l’importanza dei singoli nutrienti (proteine, lipidi, zuccheri, vitamine, sali minerali) che esso contiene, tenendo conto ovviamente dei fabbisogni individuali in calorie e in principi nutritivi. E’ adatto in qualsiasi momento della giornata, purchè non se ne abusi, come del resto deve avvenire per qualsiasi altro alimento. È inoltre importante saper scegliere tra i vari tipi di gelati: dopo un pasto leggero e quindi povero di grassi e calorie, si può scegliere un gelato

alla crema. Se il pasto è stato ricco di sostanze nutrienti, è consigliabile un gelato alla frutta. Sempre considerando il valore energetico, e pure la rapidità di assimilazione, i gelati rappresentano l’alimento ideale per gli spuntini (alla crema se il bambino fa attività sportiva, alla frutta se fa una vita sedentaria). In estate, può andare bene anche a colazione, soprattutto per i bambini che non amano il latte o sono restii ad assumere il primo pasto della giornata.

CONSIGLI PRATICI PER SCEGLIERE BENE A ognuno il suo gelato Un bambino, in assenza di particolari problemi di salute, può cominciare ad assaggiare gelato in quantità modeste intorno ai 7 mesi di vita e in quantità un poco più abbondanti a 15-17 mesi. Per i primi assaggi è meglio scegliere i gusti più semplici, come il fiordilatte, evitando quelli contenenti coloranti che, anche se naturali,

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#NUTRIZIONISTA

TUTTI I NUTRIENTI DEL DOLCE DELL’ESTATE Un alimento che ti aiuta a crescere

potrebbero provocare in soggetti predisposti delle reazioni allergiche. Meglio evitare anche cioccolato, frutta esotica, fragole, frutta oleosa (nocciole, mandorle) e soia: anche questi possono essere allergizzanti. E naturalmente no anche al caffè (per via della caffeina) o ai gusti che non esistono in natura (tipo certi gelati dai colori innaturali, come il celeste). I piccoli affetti da patologie o intolleranze alimentari possono accedere, opportunamente guidati dalla famiglia e dal medico, al gelato preferito scegliendo un prodotto adatto. Oggi, infatti, tecnologie sempre più evolute permettono di lavorare sulla formulazione del prodotti e ottenere gelati adatti a molteplici esigenze nutrizionali, come i gelati senza glutine per chi è affetto da celiachia, senza lattosio per gli intolleranti allo zucchero del latte, senza zucchero per chi ha problemi di peso o di diabete (evitando peró quelli con dolcificanti sintetici come l’aspartame), oppure arricchiti con frutta, cereali, vitamina C, calcio, fermenti lattici vivi ecc. Se ii bambino tende al sovrappeso, meglio limitarlo a un paio di volte alla settimana, dando la preferenza ai gusti di frutta ed evitando in ogni caso l’aggiunta di panna. Tra cono, gelato al biscotto e coppetta, meglio l’ultima, così non si vanno ad aggiungere le calorie della cialda. Meglio poi dimezzare la porzione e arricchirla con un po’ di frutta fresca, che contribuisce ad aumentare il senso di sazietà a poche calorie.

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Durante la crescita il bambino ha un bisogno maggiore dei nutrienti in grado di supportare il giusto sviluppo degli organi e dei tessuti: i cosiddetti nutrienti “plastici” come le proteine, ma anche il calcio per ossa e denti. Il gelato, soprattutto per l’alto contenuto di latte, è un’ottima fonte sia di proteine sia di calcio. I bambini possono trarre vantaggio da questo dolce estivo anche per la presenza di vitamina B2, fondamentale perché interviene nelle reazioni di costruzione dei tessuti dell’organismo. Il bambino inappetente può così trovare in questo alimento una valida alternativa per compensare eventuali carenze proteiche e di calcio.

PER LA SALUTE DI TUO FIGLIO TIENI D’OCCHIO ANCHE CALORIE E GRASSI Che cosa è meglio per i bambini Gli ingredienti principali del gelato sono il latte fresco, lo zucchero e le uova, a cui vengono aggiunti aromi e ingredienti specifici (cioccolato, nocciole, fragole ecc.). Proprio questi ultimi sono responsabili della grande variabilità nutrizionale che differenzia diversi tipi di gelato. La situazione, non solo in termini energetici, peggiora ulteriormente se durante la preparazione vengono aggiunti oli e grassi vegetali. Questi ingredienti, particolarmente utilizzati in campo industriale perché danno più sapore, sono spesso di qualità scadente. Oltre a esaltare il gusto del prodotto, la margarina e i grassi vegetali aumentano la “resistenza” del gelato alle alte e basse temperature (i gelati che li contengono si sciolgono meno velocemente a temperatura ambiente). Panna, oli e grassi vegetali contengono lo stesso numero di calorie ma questi ultimi sono nettamente inferiori dal punto di vista organolettico e salutistico. Per i bambini è quindi decisamente meglio un gelato artigianale con sola panna!



#FOODCROSSING

Pomodoro di Sorrento il Re dell’estate

“..e sopra il tavolo, nel mezzo dell'estate, il pomodoro, astro della terra, stella ricorrente e feconda, ci mostra le sue circonvoluzioni, i suoi canali, l'insigne pienezza e l'abbondanza senza ossa, senza corazza, senza squame né spine, ci offre il dono del suo colore focoso e la totalità della sua freschezza.” (Pablo Neruda – Ode al Pomodoro)

Anna Maione Esperta in comunicazione multimediale dell'enogastronomia http://bit.ly/QWy93W

Protagonista indiscusso delle tavole estive della Penisola Sorrentina, della Costiera Amalfitana e dell’ isola di Capri, il pomodoro di Sorrento è senza alcun dubbio un frutto unico al mondo per le sue caratteristiche organolettiche. Parente del ligure cuore di bue, il pomodoro di Sorrento si distingue per la forma tondeggiante, il colore rosso chiaro tendente al rosa con sfumature verdi alla raccolta, la polpa carnosa e compatta che racchiude pochissimi semi e il sapore dolce e delicato. Ma a rendere il cuore di bue sorrentino fiore all’occhiello della nostra gastronomia è anche la sua salubrità. Esso è infatti ricco di minerali,

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sostanze antiossidanti ed antitumorali, vitamine – soprattutto A e C, utili per le difese immunitarie e per la protezione di vista ed epidermide – e povero di proteine e grassi. Buono, salutare, altamente digeribile, il pomodoro di Sorrento va gustato da solo con olio extra vergine d’oliva o nelle insalate. Per i più golosi è d’obbligo l’abbinamento con il fior di latte di Agerola. A vantare la produzione di questa eccellenza gastronomica è la zona della Penisola Sorrentina, in particolare quella compresa tra i comuni di Piano di Sorrento e Sant’Agnello, anche se, secondo alcuni, la coltivazione di questa varietà si sarebbe sviluppata al principio del Novecento, quando degli armatori sorrentini, che trasportavano limoni via mare nelle Americhe, ne avrebbero importato il seme direttamente dal Nuovo Continente. La raccolta delle bacche viene eseguita esclusivamente a mano, in maniera scalare, nel periodo compreso tra la prima decade di maggio e la seconda decade di novembre, quando il


colore delle bacche comincia a virare dal verde al rosa vinato. Curiosità: Per combattere l'invecchiamento, niente è più efficace del pomodoro, l'antiossidante per eccellenza. Secondo molti esperti non esiste farmaco efficace contro i radicali liberi come lo è il pomodoro; si può quindi affermare che un pomodoro è più efficace, contro l'invecchiamento, di qualunque medicina.

INSALATA CAPRESE (rivisitata) La ricetta di questo mese arriva direttamente da una mia carissima amica, Silvia Cella, docente dell’Università della Cucina Mediterranea di Sorrento e aiuto chef presso il Ristorante Femmena di Imma Gargiulo. Si tratta di una preparazione semplice ma originale della celebre e tanto amata insalata caprese. Ingredienti per 4 persone: • 4 Pomodori di Sorrento • 4 bocconcini di mozzarella • 2 fascetti di basilico fresco • Olio Extra Vergine d’Oliva • Origano q.b. • Sale q.b.

Procedimento: Lavare i pomodori e incidere leggermente la base a croce. Immergerli prima in acqua bollente per circa 30 secondi (o 1 minuto, a seconda che il pomodoro sia più o meno maturo), poi immediatamente in acqua e ghiaccio. In questo modo sarà più semplice eliminare la pelle senza che la polpa si rovini. Tagliare la parte inferiore del pomodoro e svuotarlo della parte centrale facendo attenzione che non si rovini (questa operazione darà anche la stabilità per servirlo nel piatto) Salare leggermente all’interno il pomodoro e inserire una ciliegina di mozzarella. In un frullatore mettere abbondante basilico, 1 cubetto di ghiaccio (che servirà a non perdere il colore verde del basilico), il sale e l’olio extra vergine d’oliva. Frullare il tutto fino ad ottenere un composto abbastanza omogeneo. In un piatto bianco (il colore bianco del piatto metterà in risalto i colori di tutti gli ingredienti) mettere a specchio la salsa di basilico e adagiarci sopra il pomodoro farcito capovolto. Aggiungere ancora un filo d’olio, un pizzico di sale, un po’ d’origano e una fogliolina di basilico. Buon Appetito! Grazie Silvia!


#FITNESS

È strano... Professor

Nello Iaccarino LSM (Laureato Scienze Motorie) PT (Personal Trainer) Consulenza Fitness dalle 15.00 alle 16.00 329.6220310 http://bit.ly/1eF4cwZ

L’estate è il periodo più bello dell’anno; tutti vogliono essere in forma e si impegnano al massimo per non mancare all’appuntamento della prova costume. In palestra vedo persone di tutte le età (soprattutto donne) che passano ore sui sui simulatori aerobici o facendo schede di allenamento che includono esercizi con ripetizioni medio/alte (da 20 rip. in su), allo scopo di dimagrire o tonificare. Spesso questi soggetti abbinano improvvisa alimentazione ipocalorica. È vero che l’esercizio aerobico impegna massivamente l’apparato cardio-vascolare e respiratorio ed ha indubbiamente i suoi benefici se confinato ad esigenze specifiche non legate al dimagrimento ed alla tonificazione. Questo modus operandi mi lascia perplesso per i seguenti motivi: Ore e ore di esercizio aerobico eleva il metabolismo basale limitatamente alla sua durata; in termini di consumo calorico e di grassi l’apporto è basso;

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L'esercizio aerobico attiva prevalentemente le fibre rosse ad impegno ossidativo (grassi), ma condiziona nel tempo la massa muscolare rendendola più piccola; di conseguenza essa abbasserà il metabolismo basale e, quindi, a riposo si consumerà di meno; L’esercizio aerobico protratto porterà massa muscolare più piccola (metabolismo basale ridotto), ma aumenterà la massa magra (a carico degli organi interni) portando, le conseguenze del punto 2; Massa muscolare ridotta significa anche più carico sul sistema scheletrico con conseguente maggior predisposizione ai processi infiammatori e degenerativi a carico di ossa ed articolazioni; Per gli uomini minore produzione di testosterone endogeno (la sua stimolazione tramite esercizio è legata all’anaerobico grazie all’attivazione delle fibre di tipo II); Maggiore produzione di radicali liberi esacerbata da eventuale alimentazione acida; Minore tonificazione (l’ipertono lo crea il carico non il contrario); Nei soggetti over 50, già naturalmente subiscono la sarcopenia, quindi l’esercizio aerobico protratto non farà altro che peggiorare tale quadro. Su questi soggetti l’esercizio aerobico produrrà benefici cardio-vascolari e respiratori, ma li renderà più lenti e più deboli (soprattutto ai sovrappeso e obesi). Tutto ciò per me è strano.

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#WEB

Perché il nostro sito deve avere una versione mobile? Antonella Raffone Sales & Accounting @ Justwebsrl antonella.raffone@justweb.it

Il 2014 si sta rivelando un anno straordinario per il mobile, e vista la continua crescita delle vendite di smartphone e tablet, (31,7 milioni gli abbonamenti dati attivi solo in Italia), chiuderà l’anno con numeri record. Per capire la tendenza basta esaminare alcune cifre: • Gli smartphone hanno una penetrazione del 41% sul totale della popolazione italiana. Il 92% dei possessori di smartphone li usano per cercare informazioni ed il 30% di essi anche per effettuare acquisti; • L’89% del tempo passato sul proprio smartphone è speso utilizzando applicazioni. Questo significa che le notizie vengono fruite esclusivamente da app? No certo, ma se ad esempio una persona accede a un link trovato su Facebook o altri social, la navigazione è comunque legata al canale in cui si è trovata, e se pensiamo che tra le 10 top app, 8 sono social, capiamo quale sia l’impatto sul modo di informarsi delle persone; • Avere sempre con sé un dispositivo con cui accedere a internet consente alle persone di potersi informare in qualsiasi momento e di poter così raggiungere i contenuti di cui hanno bisogno: non si tratta solo di una ricerca “spontanea”, ma sempre più spesso di voler approfondire notizie che vengono trovate sui canali social che frequentano: il 63% di chi usa Facebook lo fa

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ogni giorno (e il 75% di loro lo fa da mobile). Per capire quanto sia importante disporre di una vetrina Web navigabile in mobilità, prendiamo una situazione tipica di ricerca locale. Due amici si incontrano, chiacchierano e passeggiano. Uno chiede all’altro di andare a mangiare un boccone e il secondo, annuendo alla proposta, tira fuori il suo smartphone, cerca i ristoranti più vicini, scopre un tipico ristorante in zona, visita il sito che è facilmente navigabile in mobilità, guarda i piatti tipici che stimolano l’appetito e decide di concerto con l’amico di prenotare via web per due.

In meno di mezz’ora il duo è già seduto a tavola che mangia. Dall’esempio riportato, capiamo che circa 8 volte su 10 la navigazione in mobilità spinge l’utente a diventare un nuovo consumatore o cliente e la presenza di moduli interattivi facilmente navigabili per effettuare acquisti o gestire prenotazioni permette di incrementare le vendite. Perché il sito web mobile risulti efficace, deve comunque essere costruito e ottimizzato in modo perfetto. Infatti, circa il 57% degli utenti lascia il sito mobile passando alla concorrenza se le pagine impiegano più di 3 secondi a caricarsi, mentre il 30% degli utenti abbandona completamente le ricerche se non trova una rapida soluzione.

Perché sprecare un’occasione di business del genere? I dispositivi mobile offrono le informazioni necessarie, nel momento in cui occorrono e nel luogo dove si trova l’utente, per cui disporre di un sito web mobile consente di essere raggiunti anche se non si è conosciuti.



#WELLNESS

L’amore è una cosa meravigliosa… Ernesto Lupacchio Central Fitness Club 1, 2, 3 http://bit.ly/1couZMz

Se amate qualcuno per la sua bellezza non è amore ma desiderio Se amate qualcuno per la sua intelligenza non è amore ma ammirazione Se amate qualcuno per la sua ricchezza non è amore ma interesse Se amate qualcuno e non sapete il perché, questo è amore Mi piace condividere con voi questa bella storia che ho letto sul web: "Un uomo di 80 anni insiste ogni mattina a portare la colazione alla moglie sofferente in una casa di cura. Quando gli chiedono: "Perché sua moglie è in un ricovero per anziani?", lui risponde: "Perché ha la malattia di Alzheimer (perdita di memoria)." Allora gli domandano: "Sua moglie si preoccuperebbe se un giorno lei non venisse a portarle la colazione?" e lui risponde: "Lei non ricorda... Non sa neanche chi sono io, sono cinque anni che non mi riconosce più”. Sorpresi, gli dicono: "Che cosa meravigliosa! Ogni mattina le sta ancora portando la colazione, anche se lei nemmeno la riconosce?"

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L'uomo sorridendo, guarda la moglie negli occhi e stringendole la mano sussurra con dolcezza: "Lei non sa chi sono io, ma io so chi è lei!" Una storia semplice, ma ricca di emozioni, che ho voluto proporvi perché fosse d’esempio per comprendere il vero senso della vita, dell’amore, quello incondizionato, quello per il quale si ama senza aspettarsi nulla in cambio, perché le persone si amano per quello che sono e non per quello che possono dare. Gesto ripetitivo quello di portare instancabilmente la colazione tutti i giorni per cinque anni ad una persona che neppure ti riconosce, ma pieno di significato per comprendere l’amore per gli altri. Per essere capaci di amare così intensamente, è importante imparare ad amare prima noi stessi, in questo modo, infatti è più facile star bene e far star bene chi è vicino a noi.



#WELLNESS biglietto sgualcito, lo pesta con i piedi e chiede: "Lo volete sempre?" tutte le mani si rialzano. Quindi dice: "Avete appena avuto una dimostrazione pratica! Importa poco ciò che faccio con questo biglietto, lo volete sempre, perché il suo valore non è cambiato. Vale sempre 20,00 euro”. Molte volte nella nostra vita, saremo sgualciti, rigettati dalle persone e dagli avvenimenti. Avremo l'impressione di non valere più niente, ma il nostro valore non sarà cambiato agli occhi delle persone che ci amano davvero. Anche nei giorni in cui sentiamo di valere meno di un centesimo, il nostro vero valore è rimasto lo stesso e se vogliamo non si perderà mai!

Purtroppo non è sempre facile, perché la vita ci sfida quotidianamente con continue prove che potrebbero sminuire la nostra autostima, per cui, anche quando gli altri non ci riconoscono per quello che siamo e abbiamo l’impressione di non valere abbastanza, dovremmo ricordarci dei valori di cui siamo portatori e che saranno sempre riconoscibili dagli occhi di chi ci ama veramente. Questo insegnamento lo ritroviamo anche nella storia che segue: Un professore delle elementari mostra un biglietto da 20,00 euro e chiede ai suoi studenti: "Chi vuole questo biglietto?" Tutte le mani si alzano. Allora comincia a sgualcire il biglietto e poi chiede di nuovo: "Lo volete ancora?" Le mani si alzano di nuovo. Getta per terra il

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#POESIA

Le 4 candele

Salvatore Spinelli Poeta http://bit.ly/1fk7XnN

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In una stanza tutte sole sole c’erano accese quattro candele in un silenzio come in confessione da sentir la loro conversazione.

Poi inaspettatamente, un bambino dai riccioli d’oro, assai carino, entrò in quel lugubre ambiente e vide che tre candele eran spente.

La prima disse: “Io sono la PACE ma all’uomo, ahimé proprio non piace, egli, no, non riesce a mantenermi per cui non mi resta che annullarmi”.

Impaurito da quella oscurità disse: “Tutto spento, ma come si fa, devon essere accese le candele specie dove non arriva il Sole”.

La seconda disse: “Io sono la FEDE ma purtroppo l’uomo più non crede, e una brezza leggera ma monella subito spense la debole fiammella.

“Io dell’oscurità ho il terrore e mi batte forte forte il cuore”, e subito si mise a singhiozzare tanto da non potersi più fermare.

La terza con la tristezza nel cuore disse: “Io invece sono l’AMORE e non ho la forza di continuare perché l’uomo ha smesso di amare”.

La quarta candela mossa da pietà disse: “Non piangere, piccolo, vieni qua, finchè resterò accesa e con te potremo riaccendere le altre tre”.

“Smarriti gli elementari valori l’uomo odia anche i genitori, di me non ha capito l’importanza e mi tratta con grande noncuranza”.

“Piccolo mio, io sono la SPERANZA e dò ancora luce a questa stanza, a quel punto il bambino la prese e le candele spente tosto riaccese.

“Egli però per togliersi d’impaccio afferma: “Ma io l’amore lo faccio!”, io gli rispondo con convinzione “Quello non è amore, ma è passione!”.

Che ognuno di noi come quel bambino si trasformi in strumento divino perché in noi, come in quella stanza, non venga mai meno la SPERANZA.

“Se farlo capire è mia pretesa, penso, <che ci fai ancora accesa?>” e in quell’attimo di grande sconforto anche il suo moccolo fu morto.

Si faccia in modo che nella vita la SPERANZA non venga mai smarrita, solo lei riaccende nel nostro cuore la PACE, la FEDE e l’AMORE.

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#DIRITTO

Decurtazioni punti patente?

è reato indicare un falso nominativo Valerio Massimo Aiello Avvocato praticante abilitato al patrocinio ex L.479/1999. Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata. Corso Italia 261, Sorrento 339.4095882 valerioajello@gmail.com http://bit.ly/1eYpjwE

Capita spesso che non pochi automobilisti, quando sono in procinto di vedersi “azzerati” i punti sulle proprie patenti di guida, ricorrano alla malsana abitudine di indicare alle autorità competenti falsi nominativi, molte volte di familiari non più abili alla guida, per sottrarsi alla sanzione accessoria del cd. taglio-punti patente. Fornire però il nominativo di un altro soggetto come guidatore dell'autoveicolo oggetto di contestazione può causare problemi seri con la giustizia trattandosi di un illecito penale previsto e punito dall’art. 483 CP. Integra, difatti, il reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico (punito con la reclusione fino a due anni) la condotta dell’intestatario del veicolo sanzionato per violazioni del codice della strada che indichi un falso nominativo come guidatore dell’autoveicolo sanzionato per sottrarsi alla decurtazione dei punti patente. E’ quanto stabilito dalla Corte di Cassazione che con la sentenza n. 46326/2013 ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato da una donna romana avverso la sentenza di condanna della Corte di Appello di Roma che le aveva inflitto una pena di mesi 2 di reclusione in ordine al reato di cui all'art. 483 CP, assolvendola tuttavia dall’addebito ex art. 640 CP (reato di truffa). Più precisamente l’imputata dopo aver ricevuto alcune multe ed estinto le relative sanzioni,

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aveva pensato bene di fornire alla Polizia Municipale di Roma, nel modulo allegato insieme alle contravvenzioni, gli estremi del suo collaboratore domestico dichiarando che all'atto dell'accertamento delle infrazioni al codice della strada fosse costui a trovarsi alla guida dell’autoveicolo sanzionato. Il soggetto indicato dalla donna, che effettivamente si occupava in quel periodo, dietro compenso, di accompagnare a scuola i figli della stessa e di andarli a riprendere, utilizzando l'auto della stessa donna, si era visto, quindi, a sua insaputa recapitare le conseguenti comunicazioni attestanti la decurtazione di punti dalla sua patente di guida a seguito di accertati illeciti amministrativi. Tuttavia l'uomo aveva prontamente palesato la propria estraneità agli addebiti contestatigli dimostrando che le infrazioni erano state commesse in zone della città ed in orari non compatibili con le incombenze che egli normalmente curava per conto della propria datrice di lavoro smentendo così quanto dalla stessa dichiarato. L’inganno, palesemente scoperto, è costato, quindi, alla bugiarda donna una denuncia penale ed una conseguente condanna penale. Attenzione, quindi, a non fornire, in caso di violazioni del codice della strada, falsi nominativi addossando ad altre persone la decurtazione dei punti-patente soprattutto quando quest’ultimi siano all’oscuro di quanto da voi dichiarato o quando siano persone che, oramai, specie per via del decorso degli anni, hanno perso ogni possibilità di mettersi al volante. Trattandosi difatti di un illecito penale ciò potrà comportarvi guai seri con la giustizia e spiacevoli condanne penali.



#TREKKING

Il trekking è... ...partecipazione, frequentazione, conoscenza e conservazione della storia e della memoria

Nino Aversa Guida escursionistica 334.1161642 ninoaversa@alice.it Nino Aversa http://bit.ly/ItF7c2

Comincia la bella stagione ed è il momento di organizzarsi per uscire in escursione e scoprire il nostro territorio prima di scoprire il Mondo. Le mie esperienze di guida mi stanno facendo conoscere molte realtà dei vari “camminatori”

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e quella che noto molto è che molti di loro hanno visitato i posti piu’ impensabili, dalla Thailandia al Perù, senza mai aver attraversato il nostro territorio. Mi meraviglio che tanti non conoscono il sentiero della Malecoccola, attualmente nominato Sentiero delle Sirenusse, che parte dai colli di Fontanelle ed arriva a Torca attraversando una costa panoramicissima, piena di macchia mediterranea e di Storia e ritorna al punto di partenza attraversando le Tore e la sua fantastica pineta. Anche il sentiero per la marina dello Scaricatoio non viene più percorso da tantissimo tempo mentre un altro sentiero come la Bassa via dei monti Lattari, da Positano ad Arola, è quasi completamente scomparso.



#TREKKING

L’unico che sta balzando prepotentemente all’attenzione di tutti i camminatori è il Sentiero degli Dei che comincia a presentare i primi problemi dati dal sovraffollamento specialmente nei giorni festivi. Questo perchè non bisogna, comunque, mai sottovalutare un escursione pensando che sia una semplice passeggiata o “scampagnata”. Una semplice storta o un piccolo incidente che può presentarsi lungo qualsiasi sentiero può diventare un emergenza difficile da gestire proprio perche’ in poche ore di marcia si ci può trovare in posti di difficile accesso per i soccorsi. Ultimamente ho lanciato vari programmi cittadini, come il “Trekking per Tutti” svolto a Sorrento oppure con le scuole Medie e Superiori della Penisola, proprio per cominciare un progetto di conoscenza e frequentazioni di questi posti. Siamo partiti alla “ri-scoperta” dei segni storici ed antropologici dei nostri centri antichi fino ad arrivare ai collegamenti dalla costa alle colline che ci circondano. Ognuno ha portato la sua esperienza, la sua conoscenza sulle piante ed i loro antichi utilizzi in cucina ed in medicina, la narrazione di vecchi racconti e di incontri con persone molto interessanti. Molte associazioni si stanno organizzando per passare le loro giornate di incontro lungo i sentieri delle due Costiere coinvolgendo i giovani oppure intere famiglie a partecipare e questo diventa un momento interessante specialmente per i ragazzi. Anche gli alunni delle scuole sono rimasti molto meravigliati delle tracce storiche del nostro territorio e del ruolo avuto dalla Penisola Sorrentina nella storia, quella vera, che hanno sempre studiato a scuola senza rendersi conto

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che anche qui ci sono state le influenze Greche, Romane, Angioine ed Aragonesi. Ognuno ha dato segni di entusiasmo e di curiosità facendo domande o partecipando alle spiegazione di antiche ville frutto di progetti precedentemente svolti a scuola. Molti hanno poi coinvolto famiglie ed amici in un’escursione improvvisata lungo i nostri sentieri diventando loro stessi dei piccoli ciceroni. Ma, prima di tutto, hanno camminato per almeno tre ore consecutive senza dare nessun segno di stanchezza consapevoli che un impegno fisico del genere, mai fatto da loro, non è nè faticoso nè noioso. Ora non resta che ufficializzare questo tipo di progetto in tutti gli istituti della Penisola per poter ottenere una conoscenza della Storia e del nostro Territorio affiancando le escursioni con il periodo storico che stanno portando avanti con i loro studi. Questo è un altro obiettivo raggiunto, frutto dell’impegno di associazioni e di gruppi nati spontaneamente per cominciare un percorso di conoscenza perchè la Partecipazione porta alla Frequentazione, la Frequentazione porta alla Conoscenza, la Conoscenza porta alla Conservazione della Storia e della Memoria.






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