100% Fitness Mag - Agosto 2014

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Anno IX • Numero 08 • AGOSTO 2014

COPIA GRATUITA La magia dei corpi di Olga Paola Zagaroli

Guidare senza patente? Ecco cosa si rischia di Valerio Massimo Aiello

Nasce Sorrento Pocket di Pierluigi Marzuillo

Viale Nizza, 25 - Sorrento - Tel. 081 1900 1215




sommario Anno IX • Numero 08

AGOSTO 2014 In copertina Nello Aversa Paco De Martino Team

Antonio Pellecchia Paco De Martino Team

fotografati da Pino Coluccino Sant'Agnello Cell. 331.4511034 Prodotto edito da "La Mia Penisola" Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 Periodico di attualità a diffusione gratuita

Direttore responsabile Giuseppe Damiano

06 Salute&Benessere

34 Alimentazione

07 Scoperti i trigliceridi "killer"

36 Intolleranze alimentari

di Vittorio Fabbrocini - Cardiologo

Progetto grafico Maurizio Manzi Bingwa Art Factory Corso Italia, 371 Piano di Sorrento (Na) Tel. 081.534.11.17 info@bingwa.it Stampa Grafica Cirillo Scafati (Sa)

10 Il farmacista assicura l'aderenza alle terapie di Giuseppe De Simone - Farmacista

14 La balbuzie in età prescolare di Mariarosaria D'Esposito - Logopedista

16 La dipendenza da cocaina di Luisa Buonocore - Psicologa

18 La magia dei corpi di Olga Paola Zagaroli - Sessuologa

20 Ipertermia Computerizzata e Termostizzata di Daniele Grieco - Fisioterapista

24 Italiani mammoni e mammisti? di Carlo Alfaro - Pediatra Scarica l'app sul tuo dispositivo mobile e fotografa il QR Code che trovi nelle pagine del magazine per accedere ai contenuti extra.

26 Tummy Time di Roberta Esposito - Fisioterapista

28 Fondamenti per la Defibrillazione Precoce - II di Antonio Coppola - Anestesista

di Mariateresa Caiafa - Naturopata

38 Ah, che bellu cafè! di Anna Maione

44 Weider vs Jones di Nello Iaccarino

46 Sorrento Campus Dance di Ernesto Lupacchio

50 Guidare senza patente? Ecco cosa si rischia di Valerio Massimo Aiello

54 TA-Aqua Relax Il relax nel cuore della città 56 Possiamo ancora definirci Illuministi? di Domenico Casa

58 Lettera di un vecchio al suo cane di Salvatore Spinelli

62 Nasce Sorrento Pocket di Pierluigi Marzuillo



#salute&benessere Uomini e donne, chi vive di più?

Dentifricio: ma è utile davvero?

Il dentifricio rende più gradevole l'operazione di lavarsi i denti, ma l'oggetto fondamentale per prevenire la carie è lo spazzolino, che, utilizzato correttamente, rimuove la placca batterica dalla superficie dei denti. Di dentifricio, poi, basta una punta sullo spazzolino, al contrario di come fanno vedere abitualmente negli spot pubblicitari. Quanto ai dentifrici sbiancanti, meglio evitarli, poichè agendo sulle macchie superficiali con sostanze abrasive, possono risultare dannosi per chi ha denti e gengive sensibili. Se il colore dei denti è un problema, è sempre meglio rivolgersi all'odontoiatra di fiducia, che potrà consigliare eventualmente un trattamento sicuro e adeguato.

Ossa più forti grazie alle spugne Secondo il ricercatore Werner E.G. Muller, dell'Università Johannes Gutenberg in Germania, la biomineralizzazione, ossia il processo con cui le spugne silicee creano le loro meravigliose strutture, potrebbe essere la chiave, in futuro, per arrivare a nuove cuore per le malattie delle ossa (prima fra tutte l'osteoporosi) e per far ricrescere più rapidamente il tessuto osseo fratturato. La scoperta di alcuni enzimi che permettono la crescita delle strutture delle spugne potrebbe aprire le porte a queste importanti novità in campo medico, e non a molti anni da oggi.

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È il sesso debole, ma non in fatto di longevità. Già si sapeva, ma lo conferma un recente studio ISTAT: la vita media è di 84,4 anni per le donne e di 79,2 anni per gli uomini. Le cause della disparità? Gli uomini fumano di più, mangiano peggio, vanno dal medico e compiono lavori più rischiosi. Uomo avvisato...

Essere di cattivo umore è meglio

È la scoperta di una ricerca australiana dell'Università di New South Wales. Perchè lo stato d'animo negativo rende più concentrati, riflessivi e precisi nei ragionamenti e nelle decisioni. I volontari dell'esperimento posti in stato di cattivo umore sono stati i più critici e analitici nel giudizio e più precisi nel ricordare avvenimenti loro presentati. Gli stati d'animo positivi promuovono infatti la creatività, la fantasia e la cooperazione, mentre la rabbia aiuta l'attenzione. Del resto, avete mai visto un agente di borsa col sorriso?


#CARDIOLOGO

Scoperti i trigliceridi "killer" Professor Dottor

Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli 338.4086506 v.fabbrocini@alice.it http://bit.ly/1gCxr2Z

Studiosi hanno evidenziato i danni che questi grassi possono arrecare al cuore Negli articoli dei mesi scorsi ci siamo spesso occupati dei danni prodotti dal Colesterolo in abbondanza nel sangue, della susseguente formazione di placche ateromatose (costituite da grassi e calcificazioni) che poi bloccano le grosse arterie e quelle piccole, come le coronarie del cuore. In tal caso provocano processi occlusivi alla circolazione arteriosa centrale e periferica. Al cuore prima con dolori al petto (angine) e poi l'infarto. Al cervello con disturbi vari sino all'ictus. Oggi con i nuovi studi responsabile di queste gravi alterazioni non è solo il Colesterolo ma anche i Trigliceridi, sino a poco tempo negato da gruppi di studiosi.

Cosa sono i Trigliceridi I Trigliceridi sono dei grassi. Si trovano nell'olio vegetale e nel grasso degli animali. Come il colesterolo vengono immessi nell'organismo con gli alimenti che ne sono particolarmente ricchi

e vanno a costituire la parte superficiale delle molecole grassose che circolano nel sangue. Gran parte di queste sostanze, come tutti i grassi, nelle ore successive ai pasti vengono prelevati a mezzo di una sostanze enzimatica, che funge da spazzino del sangue (il cui nome scientifico è Lipoprotein-lipasi) e avviati al fegato e quì poi rielaborate. Tuttavia non sempre è possibile ottenere l'eliminazione di questi elementi grassosi dal circolo arterioso in quanto un certo tipo di Trigliceridi è costituito da una proteina chiamata Apoliproteina C3 (Apo C3), che si trova sulla parte superficiale dell'elemento grassoso e impedisce l'azione dell'enzima-spazzino. Tutto ciò favorisce i depositi di grasso sulle pareti delle arterie, la formazione delle placche ostruenti la circolazione, con le gravi conseguenze che conosciamo.

La scoperta italiana Da anni un gruppo di studiosi dell'Università di Verona, che fanno parte di un Consorzio Internazionale di Ricerca, coordinato dall'Università di Harvard, si sta occupando di tutti questi problemi riguardanti i Trigliceridi, facendo un poco di chiarezza e delle interessanti scoperte. Questo Gruppo internazionale di studi ha messo anche in evidenza la

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#CARDIOLOGO

cosiddetta Mutazione genetica (la possibilità di modificazioni nel corso delle successive riproduzioni) da parte dei Trigliceridi. Si avrebbe una particolare condizione per cui queste mutazioni genetiche porterebbero ad una riduzione del numero degli stessi elementi nel sangue. Pertanto i portatori di questa mutazione avrebbero circa il 40 per cento in meno di Trigliceridi al confronto dei non portatori di tale condizione. Il beneficio è quindi la riduzione del rischio cardiovascolare per coloro che ne hanno una quantità molto bassa.

I Trigliceridi Killer In base a quanto è stato ricordato prima si può evidenziare che in realtà anche per questi elementi grassosi si può parlare di Triglicerdi "buoni" e quelli "cattivi", meglio ancora definire questi ultimi come killer. Infatti la presenza di quelli "protetti" dalla Apo C3 non vengono eliminati dall'enzima-spazzino e pertanto si avrà un aumento notevole di questi elementi nel sangue in percentuale con gli altri componenti. In gran numero possono arrecare danni alle arterie e al cuore. I Trigliceridi "buoni" sono quelli che invece soccombono alla pulizia del sangue ed in piccola quantità rappresentano la parte residua e non possono arrecare alcun danno. Dal punto di vista pratico allorchè i Trigliceridi all'esame del sangue superano i

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200 mg/dl nel sangue occorre attuare una particolare dieta alimentare, evitando cibi molto grassi ai pasti, dando la preferenza a carne di tacchino, pollo, al pesce azzurro, agli oli di oliva e di arachidi, alle fibre in genere, effettuando un sistema di vita adeguato alla nuova situazione. Molto consigliata un'attività fisica giornaliera (palestra, ginnastica, lunghe passeggiate a passo svelto) come abbiamo spesso consigliato. Tutto questo agisce favorevolmente in tali situazioni. Non danno invece alcuna preoccupazione i Trigliceridi che sono al di sotto dei 200 mg/dl ai vari controlli di sangue che vengono effettuati nel tempo.

La prevenzione e cura Nei casi di aumento dei Trigliceridi occorre attenersi ad una adeguata prevenzione per evitare l'ulteriore aumento del rischio cardiovascolare. Bisogna perciò evitare che altri cosiddetti Fattori di rischio si aggiungano, come l'aumento del Colesterolo (specie quello cattivo LDL), il fumo di sigaretta, l'ipertensione arteriosa non controllata, il diabete scompensato, l'obesità ed il sovrappeso. La terapia medica oggi mira ad evidenziare nel sangue oltre che la quantità di Trigliceridi in particolar modo quella delle Apolipoproteina C3 (Apo C3), costituenti dei veri killer per il cuore. Così come per il Colesterolo aumentato, per cui oggi vengono proficuamente impiegate le Statine (altri sono i nomi dei preparati farmaceutici) che ne abbassano i valori, anche per i Trigliceridi la Medicina, e per essa la Farmacologia, sta mettendo a punto dei farmaci adatti allo scopo. Farmaci antinucleotidi, mirati proprio come antiApo C, sono stati già impiegati prima sperimentalmente ed ora occorre valutarne l'efficacia sui pazienti e nel tempo. Questi nuovi farmaci bloccano a monte la riproduzione degli elementi-killer.



#FARMACISTA

Il farmacista assicura l'aderenza alle terapie Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli. 335.5302988 http://bit.ly/1ghBPqX

Quando il farmacista si fa carico dell'aderenza alla terapia riscuote il consenso del paziente, ma anche del medico curante. Questa la conclusione cui è giunta lo studio pilota sul Mur (Medicine Use Review, revisione dell'uso dei medicinali) patrocinata dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani, che ha coinvolto circa 900 pazienti affetti da asma in poco meno di 200 farmacie. Con l'ausilio di un questionario molto articolato, la ricerca ha analizzato le risposte dei pazienti che sono stati sottoposti alla indagine al proprio farmacista, ed ha registrato anche i commenti positivi ai dati di un gruppo di medici di medicina generale. I pazienti hanno confermato un elevatissimo gradimento per questa prestazione, e una percentuale molto significativa, il 75%, ha dichiarato di avere tratto beneficio dall'intervento del farmacista, tanto che è stata una richiesta comune potersi sottoporre al Mur periodicamente (ogni tre mesi). Anche i medici di medicina generale sono stati concordi nel giudicare il Mur uno strumento importante per migliorare l'aderenza alla terapia e anche per creare un percorso condiviso per migliorare l'assistenza ai pazienti. A breve inizierà uno studio controllato volto a dimostrare i benefici del Mur anche sul piano clinico ed economico. Ci si augura che, evidenze scientifiche alla mano, si passi finalmente a implementare il nuovo modello di servizio farmaceutico di cui il paese ha bisogno per una tutela della salute migliore e sostenibile.

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Lo studio pilota del Mur punta a valutare la trasposizione nella farmacia italiana di una prestazione, la Medicine Use Review (revisione dell'uso dei farmaci) introdotta in Inghilterra già da qualche anno: si tratta di un' attività specifica del farmacista quale esperto del farmaco, e non di uno sconfinamento nelle competenze del medico, dal momento che non si interviene sulle scelte del curante ma gli si segnalano le eventuali anomalie, intervenendo ad esempio su eventuali errori commessi dal paziente nella gestione del farmaco. Nella prima fase del progetto i pazienti avevano dichiarato in larga maggioranza di non avere difficoltà con la terapia o la gestione della malattia, ma successivamente è emerso che il 60% dei pazienti sottoposti al Mur presentava almeno un problema. Dai pazienti è emerso un elevato gradimento della prestazione ricevuta (93%). In particolare, oltre il 75% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto dei benefici dal Mur, l'84% ha dichiarato di trovarsi più a suo agio con la terapia prescritta e solo il 17% circa ha indicato di avere ancora dei dubbi che non sono stati chiariti, anche sulle modalità di utilizzo degli inalatori. Tra i suggerimenti per migliorare il servizio, il campione ha indicato addirittura l'allargamento ad altre patologie, la generalizzazione del servizio a tutte le farmacie e addirittura l'esecuzione del Mur con frequenza trimestrale. Giudizio positivo sull' esperienza Mur anche nel focus group che ha coinvolto alcuni medici di medicina generale: i professionisti hanno indicato i pazienti fragili, gli anziani e quelli soggetti a multi prescrizioni di farmaci come i destinatari preferenziali della prestazione, sottolineando la necessità di sviluppare un protocollo condiviso tra medici e farmacisti ed alimentare un flusso di informazioni costante tra medico e farmacista, soprattutto al fine di rivolgere al paziente un messaggio univoco e forte. Un altro importante servizio del farmacista a supporto del proprio utente-paziente.



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#LOGOPEDISTA

La balbuzie in età prescolare Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito Laureata in Logopedia presso l’Università Federico II di Napoli Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 338.3191494 http://bit.ly/1c9PCsk

Era il lontano 1996 quando, a conclusione del percorso universitario, mi fu affidata una tesi sperimentale sul "trattamento logopedico della balbuzie in età presclare". Condotto tra l'Aprile del '96 ed il Dicembre del '97,il lavoro, che risultò particolarmente articolato, aveva come finalità quella di verificare e valutare l'efficacia di due differenti modalità di approccio in piccoli pazienti affetti da balbuzie. A tale scopo furono messi a confronto i risultati raggiunti in due gruppi di bambini: • gruppo A, seguito solo con terapia logopedica "diretta" • gruppo B, in cui al trattamento tradizionale veniva associato a counseling familiare. Ai genitori dei bambini appartenenti al secondo gruppo, infatti, veniva offerto mediante incontri periodici uno "spazio" all'interno del quale discutere le eventuali difficoltà di gestione del figlio. Durante le sessioni con le coppie genitoriali emergeva la necessità di analizzare ed eventualmente modificare talune loro reazioni di risposta alla balbuzie. Per la ricerca furono selezionati 16 pazienti in età compresa tra i 5 e i 6 anni (11 maschi e 5 femmine), affetti da balbuzie primaria, pervenuti al reparto di Foniatria e Logopedia dell'Istituto di Patologia e Clinica ORL dell'Università degli Studi di Napoli, Federico II. L' intero campione selezionato venne suddiviso in due gruppi, gruppo A (6 maschi e 2 femmine) e gruppo B (5 maschi e 3 femmine). Prima intraprendere il percorso terapeutico per ciascun bambino fu applicato un protolcollo valutativo: • consulenza foniatrica

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• consulenza logopedica • consulenza neuropsichiatrica infantile. Il protocollo valutativo iniziale veniva riproposto a cadenza trimestrale, per tutta la durata del percorso. L'iter diagnostico evidenziò per entrambi i gruppi la presenza di una vasta gamma di sintomi verbali ed extra-verbali. In particolare erano presenti estitazioni e prolungamenti di suoni vocalici, ripetizioni di sillaba e parola ed arresti bruschi. Solo nel 25% dei bambini erano presenti sincinesie, movimenti e contrazioni involontarie delle labbra e delle palpebre. Le sedute si svolgevano con frequenza bisettimanale seguite da un team di 3 logopedisti: il primo conduceva il trattamento, interagendo in maniera diretta con il piccolo paziente; gli altri due svolgevano funzione di osservatori. Gli incontri quindicinali con i genitori dei bambini del gruppo B erano articolati in 2 fasi: • counseling informativo, finalizzato alla conoscenza della balbuzie, indispensabile per un'adeguata valutazione della produzione linguistica del bambino • counseling prescrittivo, mirante ad individuare e modificare taluni comportamenti familiari ed eventualmente rinforzarne altri. In questa fase venivano analizzate alcune possibili situazioni e le eventuali reazioni verbali (e non) della famiglia. In particolare emergeva in maniera frequente la "pressione temporale", intesa come mancanza dei tempi di risposta e comunicativi del bambino. Nel Dicembre'97 la valutazione finale evidenziò come per entrambi i gruppi il linguaggio risultava complessivamente più flessibile e fluente. Inoltre, in rapporto al gruppo B, l'aver esteso l'intervento anche alla coppia genitoriale aveva ulteriormente giovato ai pazienti, in rapporto alle loro capacità comunicative, l'autonomia dal setting e dalla terapia e la capacità di generalizzare gli apprendimenti.



#PSICOLOGA

La dipendenza da cocaina Dott.ssa Luisa Buonocore Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università “La Sapienza di Roma”. Collabora con il Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma. Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00 333.4471904 http://bit.ly/1bFShtd

La cocaina è una sostanza psicoattiva che agisce rapidamente e dà dipendenza. Attualmente è la seconda sostanza illecita, dopo la cannabis, usata in Europa. È una sostanza di origine vegetale che appartiene alla famiglia degli alcaloidi e viene estratta dalle foglie di coca, pianta originaria del Sud America (principalmente Colombia, Perù e Bolivia). Attraverso la macerazione delle foglie di questa pianta, si ottiene una pasta da cui si estrae una polvere cristallina che contiene la cocaina cloridrato che poi viene venduta sotto forma di polvere bianca. Generalmente è mescolata ad altre sostanze (maizena, talco, zucchero ecc.) o con altre droghe (procaina, amfetamina ecc.) oppure con altri prodotti (amido di granturco, zucchero a velo, bicarbonato, talco) allo scopo di aumentarne il volume e i profitti della vendita.

Il Crack, invece, è il nome dato ai cristalli di cocaina ottenuti processando la cocaina in polvere per trasformarla in una sostanza fumabile. Il termine “crack” si riferisce al suono scricchiolante emesso quando si fuma questo miscuglio. Le modalità di assunzione di questa sostanza sono diverse: può essere ingerita, inalata, iniettata o fumata. La cocaina cloridrato che assume la forma di polvere, può essere assunta per via intranasale (sniffata) o attraverso altre mucose come quella orale, genitale, rettale. La modalità d’assunzione più diffusa è quella intranasale in cui l’assorbimento avviene tramite la mucosa nasale. La cocaina cloridrato può anche essere diluita e la soluzione ottenuta può essere iniettata, cioè assunta per via endovenosa (più raramente per via sottocutanea o muscolare). Il Crack, invece viene fumato, immettendo la sostanza direttamente nei polmoni. La via inalatoria garantisce l'assorbimento di dosi particolarmente elevate in tempi brevi (il fumo di crack dà euforia in meno di 10 secondi), che possono spiegare la pericolosità della cocaina sotto questa forma. Gli effetti della cocaina variano a seconda della modalità d’uso e dalla variabilità individuale di risposta agli effetti della sostanza. Gli effetti “positivi” (sensazione d’intenso piacere ed euforia) svaniscono dopo circa 30 minuti e tendono a mutare con il ripetersi delle assunzioni in quanto vanno incontro a tolleranza (si riducono col tempo e richiedono dosi sempre più elevate per essere percepiti); parallelamente tendono a comparire e ad accentuarsi col tempo gli effetti “negativi” (pensieri deliranti di tipo persecutorio, paranoia, movimenti e comportamenti ripetitivi, fino alla comparsa di allucinazioni). Inoltre, l’uso di cocaina (non solo cronico ma anche saltuario) può associarsi a una serie di complicanze fisiche, quali: problemi cardio-vascolari (cardiopatie ischemiche, crisi ipertensive, emorragie cerebrali, ictus), neuropsichiatrici (attacchi epilettici e convulsioni,

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Effetti psichici depressione, ansia, insonnia, irritabilità, paranoia -deliri di persecuzione e allucinazioni uditive) e respiratori (incendio polmonare interno, crisi asmatiche, polmone da crack, enfisema ed edema polmonare, emorragie e polmoniti). L’uso ripetuto di cocaina crea lo sviluppo di una forte dipendenza e anche dopo lunghi periodi d’astinenza la suscettibilità alla ricaduta rimane molto elevata. Molte persone con dipendenza da cocaina possono beneficiare di un trattamento psicoterapeutico integrato (ad esempio farmacoterapia per l’uso di cocaina e/o dei disturbi psichiatrici concomitanti, terapia individuale, terapie familiari o di coppia). Il trattamento nello studio di psicoterapia è basato su colloqui individuali effettuati a cadenza settimanale. Il primo passo consiste nell’aiutare il paziente a decidere di smettere, motivarlo a partecipare al trattamento e ad accettare l’astinenza. Quando s’interrompe l’uso inizia un periodo molto difficile e delicato in cui la ricaduta è sempre in agguato. Con il termine craving si definisce il desiderio irresistibile di assunzione della sostanza, intrusivo, che comporta la perdita di controllo e una serie di azioni volte alla sua soddisfazione. Obiettivo della terapia sarà, quindi, insegnare al paziente strategie pratiche per

• Aumento della vitalità ed energia; • Aumento del senso di sicurezza e fiducia nelle proprie capacità; • Sensazione di una maggiore lucidità mentale e di aumento della velocità di pensiero; • Aumento e accelerazione dell’eloquio; • Ridotta percezione della fatica;

Effetti fisici • Dilatazione delle pupille; • Agitazione e/o irrequietezza; • Inappetenza; • Tachicardia e aumento della pressione arteriosa; • Tremore; • Aumento della libido; • Aumento dell’attività motoria; • Insonnia;

gestire e fronteggiare il craving. Il coinvolgimento dei familiari consente di creare una rete di supporto per il paziente e fornire uno spazio in cui esprimere la sofferenza, i dubbi e le paure e capire quali atteggiamenti sono adeguati e funzionali e quali sono invece disfunzionali quindi da non attuare - in modo da essere d’aiuto per il proprio familiare e supportarlo nel difficile percorso di cambiamento.


#SESSUOLOGA

La magia dei corpi Dottoressa

Olga Paola Zagaroli Sessuologa Lunedì e Giovedì dalle 15,30 alle 17,30 335.8709595 http://bit.ly/1euymof

Il tatto è il più intimo di tutti i sensi, è un sistema di comunicazione senza parole, che giunge fino al livello più profondo della nostra coscienza, al punto da occupare un posto centrale nella nostra esperienza erotica. Quando utilizziamo il massaggio, creiamo un rapporto erotico piuttosto che sessuale, nel quale il corpo acquista una sensibilità speciale e il piacere viene esteso a ogni centimetro della pelle, fino a scoprire che in ogni sua parte il corpo può essere una zona erogena. Quando decidiamo di procedere in questo senso, il massaggio erotico deve essere condiviso, entrambi i partner lo devono voler fare e poter ricevere; è molto importante essere attenti alle emozioni che si provocano nell’altro, usando anche la giusta pressione, ripetendo i movimenti più piacevoli e, quando si è dalla parte di chi riceve il massaggio, è importante esprimere anche con parole le proprie sensazioni, così da aiutare l’altro a fare ciò che più ci piace. Creare l’atmosfera giusta sarà ovviamente un

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ingrediente in più. Ricordate che ogni senso può essere esaltato dall’uso degli altri sensi. Quindi utilizzate odori, sapori, luci e suoni per far diventare il vostro massaggio un vero momento magico! Innanzi tutto preparate l’ambiente con candele profumate, luci soffuse, musica soft , un buon bicchiere di vino e oli essenziali per il corpo … e soprattutto spegnete i cellulari!!! Ricordatevi di dare spazio alla fantasia… dare vita alle proprie fantasie è spesso un ottimo inizio… provate iniziando a spogliarvi l’un l’altro, ricordatevi di avere un respiro lungo e profondo che facilita la gestione dell’ansia, se provate un attimo di imbarazzo, paura o vergogna, comunicatelo tranquillamente al vostro partner, già questo basterà a ripristinare un equilibrio emotivo. Inizialmente cospargete il corpo dell’altro con un olio, preferibilmente essenziale per stimolare l’olfatto e ricordatevi queste semplici regole: non abbiate fretta, usate movimenti lenti e ripetuti per più volte; cercate di tenere gli occhi chiusi, questo facilita la sensazione di prima esperienza… anche quando deciderete per la seconda, terza o millesima volta di avere questa esperienza reciproca, vivetela il più possibile come se fosse la prima volta; e infine tenete a mente che lo scopo di tutto questo non è un rapporto sessuale, ma la scoperta intima e profonda della persona che abbiamo accanto. Ora correte a comprare tutto ciò che vi occorre e buon divertimento!!!



#FISIOTERAPISTA

Ipertermia Computerizzata e Termostizzata (ICT) Dott. Daniele Grieco Fisioterapista presso Clever Rehabilitation - Specializzato in rieducazione posturale secondo il metodo Mézières 338.6382382 gridan84@hotmail.it

Quest’oggi ci soffermeremo su un elettromedicale molto conosciuto dagli addetti ai lavori e che nel tempo ha visto varie evoluzioni nel sistema vero e proprio e nelle modalità applicative. Ne parleremo sottolineando in questo primo articolo le caratteristiche tecnichee gli effetti biologici, mentre nel prossimo parleremo più dettagliatamente delle modalità di trattamento e delle controindicazioni. L’ipertermia è una delle applicazioni più recenti delle onde radio. Questo elettromedicale mira ad indurre un preciso e costante aumento di temperatura in una regione corporea ben definita; a questo fine vengono utilizzate particolari tecniche di termostatizzazione e computerizzazione. L’ ipertermia computerizzata e termostatizzata trova la sua prima applicazione nell’ambito oncologica, successivamente altre branche della medicina l’hanno utilizzata (urologia, ginecologia ecc.). In tempi recenti ha trovato applicazione nel campo fisioterapico nel trattamento di molte patologie muscolo-scheletriche. L’ipertermia è un complesso sistema termoidraulico computerizzato composto da: • una sorgente di calore endogeno a microonde. La banda di frequenza più adatta

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per raggiungere la profondità desiderata è quella compresa tra 100 MHz e 1GHz, in questa banda si ottiene un’ottima penetranza della radiazione, senza incorrere in un danno da eccessivo riscaldamento; • una sorgente esogena costituita da un circuito idraulico ad acqua termostatizzata, cioè mantenuta ad una determinata temperatura tramite un sistema di scambio automatico, gestito a feedback. L’applicatore della sorgente esogena è detto bolus e si trova interposto tra l’emittitore di microonde e la cute. Il bolus è ripieno di acqua distillata ed additivi per facilitare il passaggio delle microonde.; • termometri di precisione dislocati in varie zone dell’apparato. E’ sufficiente disporre di due misurazioni distinte, una a livello del bolus, per misurare la temperatura della sorgente esogena ed una a livello della cute, per misurare la temperatura di superfice ritenuta espressione della temperatura profonda indotta dalla sorgente endogena; • un sistema di controllo computerizzato. Un computer permette all’operatore di impostare i parametri più idonei al trattamento, inoltre il software fornisce un sistema automatico di termostatizzazione che modifica autonomamente lo scambio calorico nel circuito idraulico, al fine di mantenere costante le temperature indotte nei tessuti.

Parametri di trattamento POTENZA Questo valore è riferito alla sorgente endogena. In fisioterapia, il range consentito è 0-100 W. In realtà si utilizzano potenze comprese tra i 15 e i 70 W, che sono più che sufficienti per



#FISIOTERAPISTA

ottenere temperature variabili tra 40° e 42° per profondità di 3-7 cm. Il valore della potenza deve essere proporzionalmente elevato in rapporto alla profondità del tessuto. Inoltre nei sistemi di ipertermia termostatizzata, la potenza della sorgente endogena è strettamente rapportata alla potenza della sorgente esogena. TEMPERATURA DEL BOLUS La temperatura della sorgente esogena può essere regolata da 35°C ai 41,5°C. Nella maggior parte delle patologie dell’apparato locomotore si utilizzano valori tra 37,5°C e 39°C. TEMPERATURA DELLA CUTE E DELTA TERMICO La temperatura della cute è espressione della temperatura profonda indotta dalle microonde. Il software del sistema deduce la temperatura profonda di superfice, mediante un’analisi basata su algoritmi dedotti. E’ importante conoscere la differenza di temperatura tra quella di superfice e quella del bolus, motivo per cui è nata una nuova grandezza denominata delta termico. Le temperature suddette sono espressione l’una dell’azione termica endogena delle microonde, l’altra dell’azione termica modulante esogena; se il delta termico aumenta, maggiore è la profondità d’azione ipertermica delle microonde. TEMPO Il tempo di trattamento può variare a causa di diversi fattori. 1. La temperatura somministrata al tessuto è il dato che più influenza il tempo di esposizione; in generale, a valori di temperatura elevati deve corrispondere un tempo di trattamento più limitato. I tessuti sopportano molto bene temperature vicino ai 38°-40°C. 2. I tessuti molto irrorati (muscoli) sopportano un tempo di esposizione maggiore rispetto a tessuti poco irrorati (tendini e strutture capsulolegamentose). 3. La fase clinica della patologia, in quanto è più breve in una fase acuta della malattia rispetto ad una fase sub-acuta e cronica.

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Effetti biologici dell’ipertermia L’ aumento della temperatura assoluta di un corpo indotta da una fonte calorica è un parametro determinante per l’attività metabolica del corpo stesso. Nel corpo umano, è bene sottolineare che l’induzione di temperature oltre i 41-42° sono dannose per diversi tessuti. Tuttavia, durante un processo di riscaldamento forzato di un organismo bisongna considerare altre variabili: • la rapidità dell’incremento termico; • il tempo nel quale viene mantenuta costante una certa temperatura; • il volume trattato; • il tipo di tessuto; • il riscaldamento delle regioni circostanti. Per comprendere i fenomeni dovuti all’incremento della temperatura, si è soliti dividere il ciclo ipertermico in tre fasi: 1. Incremento termico: la temperatura sale fino a raggiungere il valore voluto, inizialmente si assiste ad una progressiva dilatazione arteriolare e capillare, contemporaneamente vi è il coinvolgimento di alcuni meccanismi neurologici centrali come la vasodilatazione e la sudorazione. Da 37°C ai 40°C si assiste ad un incremento delle attività metaboliche. 2. Stabilizzazione termica: il valore termico raggiunto viene mantenuto costante tramite sistemi di termostatizzazione. La perfusione ematica nei tessuti si stabilizza. 3. Decremento termico: terminata l’erogazione di calore, lentamente la temperatura ritorna verso i livelli basali.



#PEDIATRA

Italiani mammoni e mammisti? Dottor

Carlo Alfaro http://bit.ly/1dzh7MF

Il prototipo dell’Italiano “mammone” viene ancor più confermato in tempo di crisi: gli ultimi dati Istat dicono che sono 7 milioni i giovani tra i 18 e i 35 anni che vivono a casa con i genitori, ben il 61,2%. Mammoni non solo, ma anche “mammisti”, perché se il mammone è quello che non può far a meno della mamma e continua a vivere con lei, il mammista è la persona che anche psicologicamente dipende dalla madre e, pur adulto e vaccinato, fatica a tagliare il cordone ombelicale, rivolgendosi a lei come all’unica fonte di saggezza, per ogni scelta, mossa o decisione, e anche in questo noi Italiani sembriamo essere “al top”. Persino il Vaticano, nell’apertura dell’anno giudiziario ecclesiastico, si scaglia contro questo vizio italiano, affermando che il mammismo “porta a una dipendenza che inficia gravemente la vita coniugale”, fino a giustificare la nullità del matrimonio. Il rapporto privilegiato degli Italiani con le loro mamme è oggetto di scherno da parte degli altri Paesi, come nel famoso spot norvegese in cui si vedevano maschi italiani adulti imboccati e messi a nanna da madri anziane, e come si legge su alcune riviste internazionali, tipo il mensile

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tedesco Focus che scrive: “i ragazzi italiani non riescono a staccarsi dal nido materno e, nel 40% dei casi, da sposati cercano casa vicino a quella della mamma, mettendo sotto pressione la loro moglie, troppo spesso paragonata alla loro madre”, mentre il Sunday Times londinese definisce gli italiani “costantemente infantili e ossessionati dalla figura materna”, e la rivista americana Newsweek: “gli italiani hanno sempre l’atteggiamento di chi sa come trovare riparo tra le sottane delle loro mamme”. Anche i francesi, su Le Monde, ci criticano, ma giustificano la scelta dei giovani italiani di restare con la mamma col periodo di crisi e con uno Stato poco presente: “a causa dello scarso aiuto dello Stato, sono sempre di meno i giovani italiani che lasciano la casa per vivere da soli; sembrano comunque trovarsi bene in casa con mamma e papà e sono disposti a fare i pendolari ogni giorno pur di non rinunciare a questa comodità”. Al discorso della dipendenza dalle mamme si correla poi quello della cattiva educazione dei ragazzi, giacchè una mamma troppo presente ed amorevole tenderebbe ad essere anche troppo protettiva e permissiva, a viziare i figli. I bambini e gli adolescenti italiani sarebbero infatti tra i piu' maleducati d'Europa, secondo studi che hanno analizzato il comportamento dei ragazzi in vari contesti: a scuola, in vacanza, in famiglia. Nel dossier del mensile Nuovo Consumo di luglio-agosto 2012, i nostri giovanissimi risultano essere tra i meno amati dagli albergatori europei a causa del loro comportamento


irrispettoso delle regole basilari: urlano, corrono, sono capricciosi, scrivono sui muri, rompono oggetti, non siedono tranquillamente a tavola con i genitori, protestano per ciò che trovano nel piatto. Alle stesse conclusioni arriva l'indagine commissionata dal telefono di assistenza 'Help me', secondo la quale “i genitori italiani non insegnano mediamente ai propri figli a rispettare alcune semplici regole quali il cedere il posto nei mezzi pubblici, non dire parolacce, assumere comportamenti civili nei confronti delle manifestazioni di culto diverse dalla propria”. Tuttavia, i pediatri Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) ritengono che il famigerato “mammismo” italico a possa tornare molto utile in determinate situazioni, per esempio per affrontare meglio situazioni di disagio come malattie e ricoveri. L’attaccamento “sicuro” alla mamma diventa un baluardo che aiuta il bambino nell’affrontare le difficoltà. “Il mammismo terapeutico, ovvero la presenza e l’affetto incondizionato della madre al fianco di un bambino ammalato spiega il Presidente della SIPPS, Giuseppe Di Mauro- è un antidoto impagabile al dolore e alla paura. L’affetto familiare permette al bambino di sopportare meglio ansia e stress”. L’Italia, da autentico “Paese di mammoni”, in

questo è imbattibile, perché gli ospedali italiani sono tra i pochi in Europa che permettono la presenza di un genitore in ospedale 24 ore su 24. Anche il luminare della chirurgia della mano Giorgio Pajardi, direttore del reparto universitario di Chirurgia della Mano e Microchirurgia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, scende in campo a difendere le mamme italiane: “Ogni anno visitiamo circa 20.000 bambini con disfunzioni alle mani e ne operiamo più di 700, e da questa enorme esperienza notiamo come, per la maggior parte dei casi, i bambini italiani, grazie all’affetto e alla protezione tipici delle nostre famiglie, riescano a sopportare meglio di tutti gli altri le ansie e le problematiche causate da fisioterapie complesse e da periodi di ripresa che possono diventare anche abbastanza lunghi. La rete familiare italiana sopperisce alle carenze del sistema assistenziale e provvede a supportare il bimbo a costo di qualsiasi sacrificio”. Bello essere mammoni e mammisti, dunque, se questo significa scambiare più amore, sostegno, supporto e conforto, ma attenzione con l’iper-protettività e l’iper-cura: non dimentichiamoci mai che i figli non appartengono ai genitori, ma alla vita.


#FISIOTERAPIA PEDIATRICA

Tummy Time dormire sulla schiena - giocare sulla pancia Dott.ssa Roberta Esposito Fisioterapista - Master in Fisioterapia Pediatrica presso l’Università di Firenze - A.O.U. Meyer. 339.8719035 roberta.espositofkt@gmail.com

In seguito alla raccomandazione a livello internazionale, di far dormire i bambini in posizione supina (a pancia in su), in particolare nella fase 0-6 mesi, come fattore di prevenzione contro la morte improvvisa in culla, in inglese SIDS Sudden Infant Death Syndrome, si è ridotto notevolmente il tempo per il “Tummy Time”. Che cosa è il Tummy Time? Tradotto, significa “tempo sul pancino” ed è uno dei momenti di gioco più importanti per lo sviluppo psicomotorio del bambino. Perché è importante giocare sulla pancia? Il Tummy Time è importante perché aiuta a: • Rafforzare in modo simmetrico i muscoli della testa, del collo, delle spalle e della schiena di cui avrà bisogno per apprendere e sviluppare abilità motorie quali per esempio spingere sulle braccia, rotolare, strisciare, star seduti. • Sviluppare le sue capacità senso percettive, visive/uditive, l’equilibrio e la capacità di problem solving. • Ridurre il rischio di alterazioni della forma cranica. Il trascorrere molte ore sulla schiena può causare, data la malleabilità delle ossa craniche del neonato, l’appiattimento di alcune zone della testa. Quando va proposta? L’attività a pancia sotto da sveglio va proposta fin dalla nascita, come gioco all’interno della routine quotidiana. Inizialmente va avviata sul corpo e sulla spalla dell’adulto, poi, dopo circa i 2 mesi di età, sul fasciatoio o sul lettino e infine dopo i

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4/5 mesi si introduce l’uso del tappeto per terra. L’attività a “pancia sotto” richiede molte energie. Sicuramente il bambino all’inizio non tollererà la posizione per più di qualche secondo, in queste circostanze vige la regola del “poco ma spesso”. Se il vostro bambino inizia a piangere per protesta o perché stanco, non insistete perché il bambino potrebbe associare lo stare a pancia sotto come qualcosa di spiacevole, riprovate più tardi quando il vostro piccolo sarà calmo. Alcuni suggerimenti per rendere l’attività a pancia sotto piacevole sia per il bambino e sia per i genitori. Durante le prime settimane di vita, per iniziare ad abituare il vostro bambino a stare sul suo pancino, potete sfruttare il momento del cambio del pannolino o della tutina, anche solo pochi secondi sono sufficienti. Potreste portare il vostro bambino in giro per la casa in posizione verticale sulla vostra spalla (“posizione a balcone”) o in posizione orizzontale sulla sua pancia. Nei primi mesi di vita il bambino è più interessato al volto dell’adulto piuttosto che ai giochi o all’ambiente che lo circonda, quindi è bello poter offrire brevi momenti di coccole e chiacchiere sdraiato sulla vostra pancia. Dopo i due mesi, per aiutare il bambino a stare a pancia sotto, potete fare un piccolo rullo con un semplice asciugamano e collocarlo sotto il suo petto per offrirgli un maggior sostegno. Dai 4/5 mesi “ tutti giù per terra”, create un angolo gioco per il vostro bambino con un bel tappeto o una coperta e lasciatelo libero di muoversi. Buon “Tummy Time”. Ricordate, l’attività a pancia sotto va proposta sempre con la supervisione di un adulto e solo quando il bambino è sveglio, mai quando dorme perché aumenta il rischio SIDS.



#ANESTESISTA

Fondamenti per la Defibrillazione Precoce SECONDA PARTE Dott. Antonio Coppola Medico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore 338.1705569

Posizione delle piastre: La busta delle piastre adesive, che sono già pronte all’uso, va aperta solo al momento di utilizzarle sul paziente (altrimenti il gel presente sulle piastre si secca, e vanno buttate). Le piastre adesive sono monopaziente, una volta applicate vanno lasciate sul torace del paziente fino all’arrivo in ospedale o al termine delle manovre di rianimazione. La posizione corretta delle piastre viene presentata dal disegno presente sulle stesse, ed è la seguente: - una piastra a destra dello sterno, immediatamente sotto la clavicola, in posizione verticale - una piastra sull’emitorace sinistro, più in basso ed a sinistra del capezzolo, in posizione verticale sulla linea ascellare È inoltre stato dimostrato che l’impedenza transtoracica viene ridotta al minimo quando gli elettrodi non sono applicati sulla mammella femminile, e quando la piastra sinistra (quella vicina al cuore) è posizionata longitudinalmente piuttosto che trasversalmente.

Situazioni particolari Prima di collegare un DAE, l’operatore deve verificare se vi sono situazioni particolari che ne limitano l’uso o che richiedano ulteriori precauzioni. Queste situazioni sono: 1. soccorso della vittima in presenza di acqua; 2. pazienti pediatrici; 3. pazienti con cerotti transdermici; 4. pazienti con pace-maker o defibrillatore impiantabile;

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5. paziente in ipotermia; 6. paziente traumatizzato; 7. donna gravida

1.

L’acqua è un buon conduttore di elettricità e può essere mezzo attraverso cui la corrente si propaga dal DAE ai soccorritori e ai passanti che stanno attorno al paziente. La presenza di acqua sulla pelle del torace può inoltre costituire un mezzo per il passaggio di corrente direttamente da un elettrodo all’altro e ridurre l’efficacia della scarica somministrata al cuore. E’ fondamentale spostare subito la vittima dall’acqua o da qualsiasi altra sostanza liquida e asciugare il suo torace prima di collegare il DAE.

2.

Nei bambini, l’ACC è meno comune rispetto agli adulti e le cause sono diverse. Nei primi 6 mesi di età le maggiori cause di ACC sono le morti improvvise infantili e le malattie respiratorie. Dopo i primi 6 mesi di vita sono i traumi e annegamenti. Il ritmo più comune di esordio dopo l’ACC nei bimbi è l’asistolia o l’attività elettrica senza polso, dove non è necessaria la defibrillazione. I DAE attualmente disponibili scaricano quantità di elettricità che supera il dosaggio consigliato in età pediatrica; esistono in commercio, per alcuni DAE, le PIASTRE PEDIATRICHE (da utilizzare nel bambino da 1 a 8 anni): elettrodi che riducono lo shock a circa 1/3 dell’energia (cioè a circa 50 J), grazie ad una resistenza all’interno del connettore degli elettrodi. Le piastre vanno messe in posizione antero-posteriore, oppure in posizione classica (se il torace lo consente), purchè vi siano almeno 5 cm. di distanza una dall’altra. Per distinguere a colpo d’occhio gli elettrodi pediatrici da quelli adulti, il connettore è stato modellato a forma di orsetto. Nel caso non siano disponibili gli attenuatori di energia utilizzare le piastre da adulti, esclusivamente in posizione antero-posteriore (una piastra sullo sterno e l’altra al centro della schiena). NON UTILIZZARE IL DAE NEI BAMBINI SOTTO L’ANNO DI ETÀ.



#ANESTESISTA

3.

Gli elettrodi del DAE non devono essere messi sopra i cerotti transdermici (es. nitroglicerina, ormoni, ecc..) poiché il cerotto può impedire la trasmissione della corrente dagli elettrodi al cuore e può provocare piccole ustioni sulla cute. Tali cerotti devono essere rimossi e la superficie cutanea va pulita prima di posizionare l’elettrodo del DAE.

4.

I portatori di Pacemaker e defibrillatori impiantabili si possono individuare in quanto presentano un rigonfiamento duro sotto la pelle della parte superiore del torace o dell’addome del paziente (solitamente a sinistra). Questo rigonfiamento solitamente evidente, ha le dimensioni pari a metà di un pacchetto di carte da gioco e di solito presenta una piccola cicatrice sovrastante. Mettere l’elettrodo del DAE direttamente sopra tale dispositivo può ridurre l’efficacia della defibrillazione; viene quindi consigliato di posizionare le piastre una sulla linea ascellare sinistra e l’altra sulla linea ascellare destra. Poi si eseguono le normali operazioni necessarie a far funzionare il DAE.

5.

Il paziente ipotermico è tale se si può supporre che sia stato esposto a basse temperature per un tempo lungo, tale da portare

la temperatura interna sotto i 32° (all’aperto in inverno, in una cella frigorifera, in acqua a basse temperature, ecc). In questo caso si eseguono 2 minuti di RCP, il primo shock, se indicato, e poi si continua a fare solo la RCP (mantenere contatti con la C.O. 118 che potrebbe autorizzare lo spegnimento del DAE)

6.

Nel soccorso al paziente traumatizzato in ACC, è consigliato immobilizzare il rachide cervicale manualmente. L’applicazione del collare cervicale durante l'RCP può provocare l'aumento dell'edema cerebrale e ridurre il flusso sanguigno al cervello. Se il collare è già applicato si allenta. Attenzione a NON iperestendere il capo, assicurare la pervietà delle vie aeree utilizzando la cannula orofaringea.

7.

Con la donna gravida non vi è variazione al protocollo di trattamento; è importante girare la donna leggermente sul fianco sinistro. Posizionare uno spessore (cuscino, coperta piegata) lungo il fianco destro oppure valutare l’utilizzo della tavola spinale, per poter operare mantenendola inclinata di circa 30° sul lato sinistro; tale posizione garantisce che il feto non ostacoli il ritorno venoso della gestante.





#alimentazione Prezzemolo, un prezioso alleato Se sapessi quanto fa bene ne

Stimola la passione con un dessert!

Non è un segreto che il cioccolato fondente sia considerato pressoché da sempre uno stimolante della sessualità, e in effetti è facile pensarlo, considerato il mondo in cui si scioglie voluttuosamente sulla lingua, creando sensazioni positive e associate al piacere; spesso riesce a risultare appagante anche soltanto con il profumo! La scienza conferma: il cacao puro aiuta a fluidificare il sangue, migliora la circolazione nelle parti sensibili e contiene feniletilamina, sostanza stimolante che aiuta l'eccitazione. E' stato dimostrato inoltre che il cioccolato fondente contiene sostanze chimiche capaci di influire sui neurotrasmettitoi cerebrali, oltre a uno stimolante simile alla caffeina (la teobromina) e a una quantità notevole di antiossidanti: passione assicurata.

Feta

Il formaggio greco prodotto con latte di pecora è molto saporito e superlight. Un cucchiaio, circa 30 grammi, ha solo 75 calorie; molte meno di emmenthal o fontina. In più è pieno di proteine. Per prepararlo fai bollire due pugni di farro, scolalo e condiscilo con la feta a cubetti, qualche pomodorino e due cucchiai di pesto.

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useresti di più! Eh sì, perché il prezzemolo ha tanti effetti benefici sul nostro organismo, e anche se non se ne mangiano grandi quantità, il suo consumo regolare può fare comunque la differenza. Innanzitutto, è ricchissimo di vitamina C (3 volte più delle arance e 2 più dei kiwi): 20 g di prezzemolo ne contengono 40 mq. Questo potente antiossidante rafforza il sistema immunitario e aiuta ad assorbire il ferro, e si dà il caso che il prezzemolo contenga anche notevoli quantità di ferro, addirittura più di fagioli freschi e spinaci: una combinazione perfetta! Anche la vitamina A è presente in grandi quantità in quest'erba aromatica, che contiene in più acido folico, fondamentale per la salute dei vasi sanguigni e per prevenire le più importanti malattie cardiovascolari. Davvero interessante, inoltre, il contenuto di calcio e potassio.



#NATUROPATA

Intolleranze alimentari Mariateresa Caiafa Naturopata - Operatore del Benessere Specializzata in Massaggi Olistici, Riflessologia plantare, Fiori di Bach, Intolleranze Alimentari 338 8194524

Naturopata Terry

Nonostante negli ultimi anni siano stati scritti articoli scientifici dettagliati, la diagnosi delle intolleranze alimentari continua ad evocare in tante persone notevole scetticismo, perché? La risposta è semplicissima, c’è una mediocre per non voler sottolineare un’informazione inesistente a riguardo e ancora oggi, in tanti, credono che allergia e intolleranza siano la stessa cosa. Le allergie hanno una reazione immediata (dai 5 ai 30 minuti) a contatto con la sostanza allergizzante come pollini, profumi, polveri, etc o alcuni cibi come latte, crostacei, kiwi, etc. È una malattia influenzata da fattori genetici, non è l'anticorpo che viene ereditato, ma la generica predisposizione, quindi se un genitore è allergico al polline, potrà avere figli allergici ad acari e nipoti a pelo animale e così via. L’istamina è la sostanza infiammatoria principale nelle reazioni allergiche e ci sono cibi come le fragole o i nuovi additivi chimici che la liberano e altri che l’alimentano. Invece, l’intolleranza alimentare è subdola, dà una reazione non violenta ma lenta e progressiva dell’intestino che non tollera più l’ingestione massiccia di certi cibi che utilizziamo quotidianamente, come ad esempio il grano, i

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latticini, lieviti, zuccheri, uova, etc. Mentre l’allergia fa innalzare la reattività del Sistema Immunitario, l’intolleranza l’abbassa creando una moltitudine di fastidi come disturbi gastrointestinali (diarrea, crampi, coliche, dolori addominali, flatulenza, meteorismo, gonfiore, nausea, difficoltà digestive, eruttazioni, reflusso gastroesofageo, gastrite, duodenite, colite, infiammazioni intestinali croniche come il morbo di Crohn). Affezioni respiratorie (asma, difficoltà di respirazione, muco, tosse produttiva, sinusite, rinite, poliposi nasali e paranasali, ipertrofia delle adenoidi e delle tonsille). Problemi cutanei (eczemi, dermatiti, prurito, acne, orticaria, psoriasi). Anomalie a carico della sfera nervosa (mal di testa, emicranie, affaticamento, depressione, vertigini, ansia, stanchezza, scarsa lucidità mentale, difficoltà di concentrazione e memoria, sonnolenza, insonnia). Disturbi dell’apparato genitourinario (cistiti, mestruazioni irregolari o dolorose, candidosi, vaginiti, prostatiti). Dolori muscolari e osteoarticolari (crampi, muscolari, mialgie, dolori, tremore, artrite, rigidità, fibromialgia). Apparato uditivo (ronzio, perdita dell’udito, dolore, sensibilità ai suoni). Sistema circolatorio (angina, palpitazioni, tachicardia, aritmie, infiammazioni venose, emorroidi, anemia, leucopenia, riduzione delle piastrine). Aumento di peso. Poiché l’intolleranza crea una reazione infiammatoria che agisce sui nostri livelli d’insulina. Tutto ciò che fa bene all’organismo umano, quindi lo nutre, gli permette di vivere e mantenerlo in salute è “self", ciò che è “non self" è estraneo e potenzialmente dannoso al nostro organismo. Il Sistema Immunitario che è


sempre in allerta, ha la funzione di monitorare e riconoscere quello che è buono e no, con l’aiuto dei linfociti abbatte il nemico creando la formazione di tossine e sono gli organi emuntori (in particolare pelle, polmoni e intestino) ad avere il compito di espellerli. Sapevate che la salute dell’intestino si riflette sul benessere dell’intero organismo? Un’alterazione delle sue funzioni si traduce in un disagio organico a qualsiasi livello del corpo, quindi, è l’intestino che si ribella ai “ cibi sbagliati". Spesso mi chiedono del perché, se dal test risulta che si è intolleranti ad esempio al ferro, non lo si è al fegato che ne è ricco, è tutta questione di tassonomia (dal greco greca = “ordinare secondo certe categorie”), il fatto di essere intollerante ad una singola molecola, non significa esserlo ad un gruppo generale che la contiene così come la combinazione di più alimenti ai quali non siamo intolleranti, se uniti possono scatenare un’intolleranza, dato che la mente e il sistema digestivo la catalogano come nuovo alimento e quindi lo affrontano come “non-self”. Quando Marco Polo giunse in Cina vide animali di tutti i tipi e mai visti, incontrò addirittura l’unicorno, in realtà era un rinoceronte, questo accadde perché abituato all’idea mitica doveva dare un nome a quello

strano animale con un corno sulla fronte e lo classificò all’interno della prima categoria mentale conosciuta. La nostra mente lavora così anche quando mangia. Il Sistema Immunitario è influenzato anche dai traumi e condizionamenti della nostra mente, ogni cibo, il suo gusto, la sua cucina, il suo profumo, attivano nella mente un circuito inconscio detto subliminale, riuscendo ad associare ad esempio quel dolce squisito alla dolcezza della nonna o la tazza di caffè con la compagnia piacevole degli amici al bar e quindi, così come associamo a un cibo un bel ricordo, può avvenire l’effetto contrario e spesso capita che un’intolleranza nasca perché registrata come un brutto ricordo, quante volte è capitato di fare discussioni a tavola? Ciò può far sì che in futuro mangeremo prima quell’emozione negativa che è stata registrata con quel cibo, per poi subire conseguenze fisiche. Guarire da un’intolleranza alimentare non è così difficile e neanche impossibile, basta eliminare per 40 o 60 giorni quello che non tolleriamo e sarà il secondo test a rivelarci le intolleranze profonde, non dimenticate mai che “noi siamo quello che mangiamo” e il cibo influenza non solo il fisico ma anche la coscienza ed il modo di pensare.


#FOODCROSSING

Ah, che bellu cafè! Anna Maione Esperta in comunicazione multimediale dell'enogastronomia http://bit.ly/QWy93W

Il caffè fa parte, come tè e cioccolata, delle bevande nervine, cioè con un effetto stimolante sul sistema nervoso La storia del caffè inizia sull’altopiano etiopico: i commercianti di schiavi tra il XIII e il XIV secolo lo portarono in Arabia e dal porto di Mocha si diffuse nel mondo islamico. Furono i Turchi a farlo conoscere in Europa nel XVII secolo riscuotendo grande successo, da quel momento la produzione dei chicchi pregiati è legata all’espansione coloniale. Oggi il principale produttore di caffè è il Brasile, seguito dal Vietnam e, alla pari, dalla Colombia e dall’Indonesia. Le specie più coltivate sono la Coffea Arabica e la Coffea Canepbora, detta Robusta. La Coffea Arabica, originaria dell’Etiopia, è la specie più coltivata e costituisce i ¾ del raccolto. È molto aromatica, contiene meno caffeina della Robusta (da 1,1 a 1,7%) e ha un costo superiore. La Coffea Robusta copre invece con la sua produzione il rimanente ¼, essa ha un sapore più amaro e meno aromatico dell’Arabica, contiene più caffeina (da 2 a 4,5%) e il triplo di sodio. A Napoli esiste un vero culto per il caffè. Questa passione collettiva nasce nel 700 quando il caffè è entrato a far parte integrante della cucina napoletana. Da allora la sua diffusione è andata sempre crescendo diventando così la bevanda sociale dei napoletani. Pensate a come oggi giorno il dire “beviamoci un caffè” significhi in

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realtà “incontriamoci, passiamo un po’ di tempo insieme”. Così quando un napoletano invita qualcuno al bar dicendo “ti offro un caffè” non significa affatto che si è obbligati a bere la tazza di caffè, perché in realtà significa semplicemente “andiamo a bere qualcosa insieme”, e chi non conosce questi codici elementari rischia di commettere una scortesia rispondendo alla proposta con un raggelante “l’ho già preso”. La prova della presenza del caffè a Napoli fin dal 700 la si trova in un trattato ecclesiastico del tempo che pone la questione se si possa bere il caffè durante la quaresima senza infrangere l’obbligo del digiuno. La risposta è si. Il caffè si può bere perché a differenza della cioccolata calda, considerata alimento a tutti gli effetti, esso è una bevanda. Il contributo fondamentale della cultura napoletana alla storia del caffè è certamente l’invenzione nell’800 della caffettiera napoletana che consente di far filtrare l’acqua bollente attraverso un filtro di metallo grazie ad un gesto semplicissimo come quello del capovolgimento del recipiente, senza dispersione di calore e di vapore, conservando tutta l’aroma della miscela. Il caffè diventa in poco tempo la bevanda per antonomasia. Quella che veicola le relazioni sociali e crea una rete di scambi, diventa forma stessa della socialità. Tutti hanno diritto al caffè, anche i più poveri. A questi era riservato il cosiddetto caffè del ginocchio, fatto con i fondi che il barista deponeva in un cassettino all’altezza delle ginocchia e che, a fine giornata, i caffettieri ambulanti compravano per poi seccarlo e preparare un caffè di bassa qualità da vendere ai più poveri a prezzi stracciati. Era la bevanda degli operai, dei garzoni, dei facchini che cominciavano o terminavano il turno di lavoro. Un' abitudine, quasi un rito, per fermarsi un istante, per scambiare quattro chiacchiere, per far sembrare meno dure le giornate. Un altro rituale, che in alcuni bar napoletani sta facendo nuovamente capolino, è quello del



#FOODCROSSING Caffè sospeso, una sorta di beneficenza a base di caffeina. Chi decide di lasciare un sospeso beve un caffè e ne paga due. Così quando una persona meno abbiente chiede al barista se c’è un sospeso gli viene servito gratis. Questa antica tradizione nasce da un’idea particolare della solidarietà e del prestigio sociale. Il prestigio legato al gesto munifico di chi dona. Chi lascia un sospeso, per la cultura napoletana e campana, compie un gesto di grande signorilità. La centralità del caffè nella cultura campana si manifesta anche attraverso il posto che ha nelle arti e soprattutto nella canzone, che della Napoli popolare è senza alcun dubbio il medium culturale più efficace. All’ inizio del 900 si cantava ‘A tazza ‘e cafè, dove una donna di nome Brigida, veniva paragonata alla tazzina del caffè amaro ma che sotto sotto nasconde una grande dolcezza. Molti altri inni al caffè sono stati scritti più di recente come Che bellu cafè di Modugno e A tazzulella di Pino Daniele. Questa diffusione capillare del caffè nella realtà e nell’ immaginario ha fatto di Napoli la capitale italiana del caffè.

Il tiramisù

Parlando di caffè non potevo non riportare la ricetta di un dolce famoso e amatissimo: il Tiramisù. Le origini del Tiramisù sono molto incerte perché ogni regione vorrebbe aver "inventato" questa prelibatezza: per questo motivo è nata una sorta di contesa tra Toscana, Piemonte e Veneto. Moltissime sono le leggende legate a questo dolce a cui vennero attribuite addirittura qualità afrodisiache. La versione ufficiale colloca la nascita del tiramisù nel XVII secolo a Siena quando alcuni pasticceri, in vista dell'arrivo del Granduca di Toscana Cosimo de Medici, decisero di preparare un dolce per celebrare la sua grandezza. Doveva essere un dolce importante

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e gustoso ma allo stesso tempo preparato con ingredienti semplici e, cosa importante, doveva essere estremamente goloso poiché Cosimo amava letteralmente i dolci. Così fu realizzato il nostro Tiramisù che all'epoca era chiamato "zuppa del duca" proprio in onore di Cosimo de Medici che portò con se la ricetta a Firenze facendola conoscere in tutta Italia. La leggenda racconta inoltre, che la zuppa del duca divenne il dolce preferito dai nobili che gli attribuivano proprietà afrodisiache ed eccitanti: da qui il nome Tiramisù. Ingredienti: • 6 uova medie • 120 g di zucchero + 2 cucchiai per il caffè • 500 g di mascarpone • Caffe (q.b per bagnare i savoiardi) • Cacao in polvere (q.b per spolverizzare il tiramisù) • Cioccolato in scaglie (q.b. per ricoprire il tiramisù) • 400 gr di savoiardi Procedimento Dividete gli albumi dai tuorli, aggiungete ai tuorli metà dello zucchero e montate con uno sbattitore elettrico dotato di fruste fino ad ottenere un bel composto chiaro, spumoso e cremoso. Aggiungete il mascarpone al composto di tuorli, quindi occupatevi degli albumi: montateli, aiutandovi con una planetaria o sempre con uno sbattitore elettrico, e quando saranno semimontati aggiungete l'altra metà dello zucchero a pioggia e continuate a montare finchè non saranno a neve ben ferma. Una volta che gli albumi saranno montati alla perfezione aggiungeteli al composto di tuorli, zucchero e mascarpone. Fate questa operazione delicatamente, mescolando dal basso verso l'alto, con un cucchiaio in modo da non smontare gli albumi. Una volta pronta la crema, disponetene un cucchiaio sul fondo di una teglia, passate i savoiardi nel caffè facendo attenzione a non inzupparli troppo, quindi sistemateli nella teglia tagliandoli secondo la forma del contenitore. Disponete un cucchiaio di crema sopra i savoiardi, livellate la crema e ricoprite con un altro strato di savoiardi imbevuti nel caffè se i primi li avete disposti verticalmente, questi ultimi poneteli orizzontalmente (e viceversa), livellate bene e spolverizzate con il cacao amaro in polvere. Se volete potete cospargere la superficie della coppetta con qualche ricciolo di cioccolato. Riponete in frigo per qualche in modo da far compattare il dolce e... buon appetito!





#FITNESS

Weider vs Jones Professor

Nello Iaccarino LSM (Laureato Scienze Motorie) PT (Personal Trainer) Consulenza Fitness dalle 15.00 alle 16.00 329.6220310 http://bit.ly/1eF4cwZ

aritmetico, cioè se X serie producono y risultati, allora 2x serie produrranno 2y risultati. Ovviamente ciò si traduceva in alti volumi di allenamento ed alta frequenza allenante. Considerazioni diametralmente opposte per JONES; fu il primo a parlare di allenamenti brevi, intensi ed infrequenti.

Joe WEIDER ed Arthur JONES sono stati, con le loro teorie o principi, i pionieri del Body-Building moderno. Ciò che li ha accomunati è stata la grande passione che hanno avuto (e trasmesso) verso il mondo del “ferro”; ma il loro approccio all’allenamento con i pesi è stato opposto.

Joe WEIDER, canadese, imprenditore, insieme al fratello Ben ha co - fondato la Federazione Internazionale di Body – Building (IFBB) ed è stato il creatore e finanziatore per molti anni dei vari Mr, Mrs, Master Olympia Body – Building Professionisti (il Mr Universo è dilettanti). Egli è stato anche l’editore di riviste di BodyBuilding e Fitness, nonché produttore di attrezzature ed integratori alimentari. Arthur JONES, americano, imprenditore, appassionato allevatore di coccodrilli e ragni velenosi, è stato l’ideatore e inventore dei prestigiosi attrezzi da palestra Nautilus. Sia WIEDER che JONES sono nati negli anni ’20 e le loro idee ebbero la massima diffusione e popolarità negli anni ’50. Ciò che ha fatto storia di WEIDER sono stati i suoi famosi PRINCIPI WEIDER; questa è una lista su come aumentare la massa muscolare seguendo i principi WEIDER e questa lista era suddivisa in livelli a seconda se trattasi di atleta principiante, intermedio, avanzato. WEIDER nei suoi principi e nelle sue tecniche di allenamento introduce un concetto

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Famosa è la sua definizione di Intensità: riguarda la percentuale di sforzo muscolare che viene esercitato e che, per stimolare una crescita ottimale di forza e massa muscolare, bisogna completare una serie fino al punto di cedimento muscolare laddove è richiesto il 100% di sforzo. Se fossimo dei puristi dovremmo fare per gruppo muscolare 1 serie x 1 ripetizione creando la saturazione e l’incapacità muscolare (praticamente e fisiologicamente impossibile). Sia WIEDER che JONES hanno avuto dei discepoli famosi tra i quali: 1. Arnold Schwarzenegger (pluri Mr Olympia) e Serge Nubret (Fondatore della WABBA International) per WEIDER; 2. Mike Mentzer (Fondatore Heavy Duty), Casey Viator (autore Experiment Colorado), Dorian Yates (pluri Mr Olympia) per JONES. Il Lettore si chiederà chi dei 2 ha apportato la teoria giusta per quanto riguarda l’obiettivo ipertrofia muscolare? La risposta è che entrambe le teorie hanno punti di forza e di debolezza. In effetti non esistono metodi universali (adatti a tutti), ma adattabili al soggetto che ci sta davanti. Alcuni atleti combinano entrambi i principi nelle loro periodizzazioni o ciclizzazioni annuali; oppure alcuni Atleti adottano i principi WEIDER su alcuni gruppi muscolari e le teorie di JONES su altri. Infine un soggetto può ottenere buoni risultati in età giovanile con le teorie di JONES e in età adulta con i principi WEIDER.



#WELLNESS

Sorrento Campus Dance La vacanza dedicata alla danza Madrina la signora della danza: Carla Fracci

Ernesto Lupacchio Central Fitness Club 1, 2, 3 http://bit.ly/1couZMz

Per questo mese non potevo non parlare dell’importantissimo e ormai famosissimo “Stage di Danza” che si terrà come ogni anno, a fine agosto, al CENTRAL FITNESS CLUB. “Il Sorrento Campus Dance nasce dall’esigenza di creare, in un luogo come Sorrento, l’occasione di trascorrere le vacanze tra mare, cultura e lo studio della danza coniugata al divertimento.
 Quest’anno, giunta alla sua IV° Edizione, la manifestazione si svolgerà dal 24 al 31 agosto '14. L’evento è sotto la DIREZIONE ARTISTICA del Maestro THIAGO OLIVEIRA, coreografo, ballerino e perfomer, spesso con collaborazioni straordinarie in Rai e Mediaset come Capo Coreografo di importantissime trasmissioni televisive. Alla domanda cosa fosse per lui la danza risponde: “Io sono nato in Brasile e cresciuto fin da piccolo qui in Italia, ho sempre avuto nel mio sangue il ballo grazie alle mie radici e la danza per me è diventato l’unico mio momento di vera spensieratezza. La vedo come L'ARTE più complessa e completa che ci sia. E chi danza è sempre felice”. L’obiettivo principale della manifestazione è quello di avvicinare i giovani e il pubblico locale al mondo della danza, oltre ai più noti sport e attività, esiste infatti un patrimonio di scuole e gruppi accomunati dalla stessa passione: il ballo. Un modo per conoscere e far conoscere un aspetto vitale della Città di Sorrento, una manifestazione unica nel suo genere che si inserisce nel ricco panorama nazionale del

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balletto. Partecipano allievi di tutte le età, provenienti dall’Italia (racchiudendo quasi tutte le regioni del nostro paese) e dall’estero; nelle scorse edizioni si sono avute adesioni di partecipazione da ragazzi ed insegnanti dall’Inghilterra, Brasile, Giappone, Bulgaria, Ucraina, Colombia e Russia. Al momento in Italia il Sorrento Campus Dance è l’evento nazionale dedicato alla Danza con maggior numero di partecipazioni, con una visibilità non solo attraverso i Social Network; su Facebook sono già attivi tre profili con oltre 10.000 contatti e numerose visite sul canale ufficiale di Youtube. Il Sorrento Campus Dance vanta anche una sua versione invernale, completamente Low Cost, che si svolge durante i primi giorni di gennaio, tutto ciò grazie ai suoi numerosi partecipanti. In questa IV° Edizione il Sorrento Campus Dance crea il suo sodalizio con la “Mentoring USA/ Italia" onlus attiva dal 1998, guidata in Italia dal Presidente Sergio Cuomo, per prevenire e contrastare il preoccupante fenomeno della dispersione scolastica causa di piaghe sociali, tra le quali: bullismo, babygang, violenza negli stadi, microcriminalità, etc. Anno dopo anno l’evento è cresciuto in modo esponenziale con la straordinaria partecipazione di personaggi illustri: Anbeta Toromani (prima ballerina di Amici) Stefano De Martino (primo ballerino di Amici Di Maria De Filippi)



#WELLNESS

Lorella Boccia (ballerina Amici De Maria De Filippi, Colorado, ballerina nel Film STEP UP 5) Irina Sitnikova (maestra della prestigiosa Accademia Vaganova di San Pietroburgo) Arnaldo Angelini (ex direttore del Teatro S. Carlo) Alessandro Macario (primo ballerino del Teatro San Carlo) Bill Godson (coreografo del Moulin Rouge di Parigi, di Renato Zero e Chiambretti Night) Riccardo Riccardi (ex ballerino del Teatro S. Carlo) Roberta De Intis (prima ballerina del Teatro San Carlo) Marco Batti (direttore del centro di formazione dell'Ateneo della Danza di Siena) Luisa Signorelli (direttrice in Italia ad avere una compagnia con soli uomini "Ballet ex”) Francesco Saracino (coreografo ufficiale di Amici di Maria De Filippi) Josi Garcia (coreografa e Direttrice dello “Studio Josi Garcia” di San Paolo/Brasile) Questi, sono solo alcuni dei protagonisti che hanno sempre creduto nelle capacità e nella qualità di questo evento riconosciuto a livello mondiale. IL SORRENTO CAMPUS DANCE, nella sua terza edizione, assegnò una borsa di studio ad Arianna Di Francesco, facendola così partecipare alla selezione per l’Alvin Ailey di New York, uno dei Centri di formazione più importanti al mondo. Arianna è stata l’unica vincitrice in Italia rappresentando un vanto per il SORRENTO CAMPUS DANCE. In questa edizione ci saranno Prestigiose Borse di Studio per le migliori Accademie di fama Internazionale fra cui il Tulsa Baller (USA), D.A.F. Dance Art Faculty (Roma), eventi Ballet-Ex e ad altri ancora. Quest’anno a conclusione dell'evento, il 31 Agosto alle ore 10.45 presso il Teatro Tasso di Sorrento, verrà organizzato un “Matinée” dove presenzierà l'inestimabile Signora Carla Fracci accompagnata dal suo compagno di vita Beppe Menegatti. Regina ed Étoile della Danza nel Mondo in veste di Madrina dell’evento. In tale

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occasione verrà presentato, in collaborazione con la casa Editrice Mondadori, il suo ultimo Libro "PASSO DOPO PASSO". La partecipazione della Signora Carla Fracci, la più nota ballerina di sempre sulla scena italiana ed internazionale darà maggior rilievo all’evento e offrirà l’eccezionale possibilità ai giovani partecipanti di confrontarsi con quello che potrebbe essere un giorno il loro futuro, oltre all’occasione di incontrare il loro idolo che sarà disponibile per foto e autografi con i fan. SorrentoCampusDance ALCUNI OSPITI 2014 Elena D'amario (vincitrice di Amici Di Maria De Filippi, Ballo delle Debuttanti, e attualmente Prima Ballerina della David Parsons Campany di New York) Francesco Saracino (Coreografo del programma Amici di Maria De Filippi) Martha Echavarria (Coreografa ufficiale di Franco Dragone il più importante produttore di spettacoli al mondo) Arnaldo Angelini (è stato ballerino al Teatro S. Carlo, fra i suoi allievi ci sono stati la signora Carla Fracci e Roberto Bolle) Luisa Signorelli (coreografa e direttrice di “Ballet Ex” unica compagnia di danza maschile in Italia) Sorrento Campus Dance 2014 “NON SOLO DANZA”! DAY OFF: Minicrociera a Capri, Positano, Amalfi. DANZA IN VETRINA FLASH MOB PARTY MOMENTO CULTURALE MATINEE. E’ un evento che premia tutti i più importanti ballerini internazionali e nazionali, in questa occasione è presente la Signora Carla Fracci, come Madrina della intera manifestazione. 
 Contatti: facebook Thiago Oliveira - sorrento campus dance e-mail: sorrentocampusdance@yahoo.it cell: 3336010105 - 3396375294



#DIRITTO

Guidare senza patente? Ecco cosa si rischia Valerio Massimo Aiello Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata. Studio penale: Corso Italia, 261 Sorrento (Na) 339.4095882 valerioajello@gmail.com

Rischia sanzioni severissime colui che viene fermato alla guida di un veicolo sprovvisto della patente di guida. Premesso, infatti, che il codice della strada all’art.180 comma 1 prevede una serie di documenti da avere con sé quando si è alla guida di un veicolo (assicurazione, carta di circolazione e patente di guida) colui che viene sorpreso a guidare in assenza dei predetti documenti sarà soggetto alle varie sanzioni, amministrative e penali, previste dal Codice della Strada. In particolare può incorrere in guai seri colui che viene “pizzicato” alla guida del proprio veicolo (auto o moto) senza la patente di guida.

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Ecco le sanzioni previste per la guida senza patente. Innanzitutto occorre distinguere due ipotesi: quella in cui non si ha materialmente la patente con sé perché la stessa per dimenticanza è stata lasciata in altro luogo, dall’ipotesi in cui la stessa non sia stata mai conseguita, sia stata revocata o non rinnovata per mancanza dei requisiti. Nel primo caso (aver lasciato la patente a casa per dimenticanza) verrà comminata una sanzione di importo compreso tra 39,00 euro (24,00 euro se alla guida di motoveicoli) ed 159,00 euro (94,00 euro se alla guida di motoveicoli). Verrà inoltre richiesto al conducente sprovvisto del documento di recarsi prontamente presso il comando di polizia più vicino, esibendo il documento. Chiunque non ottemperi tale avviso, entro il termine stabilito dall’autorità accertante l’illecito, verrà ulteriormente sanzionato con una pena da 398,00 euro ad 1.596,00 euro. Viceversa qualora si venga fermati alla guida di un veicolo senza aver mai conseguito la patente di guida ovvero con patente revocata

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#DIRITTO

o non rinnovata per mancanza dei requisiti le pene previste sono tra le più gravi e severe che il codice della strada prevede. La materia è regolata dell’art. 116 comma 15 del Codice della Strada che punisce con l’ammenda da euro 2257 a euro 9032 colui che si mette alla guida di un veicolo (auto e moto) senza aver mai conseguito la patente; con patente revocata; con patente non rinnovata per mancanza dei requisiti. Alla suddetta violazione consegue, altresì, la sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo per un periodo di tre mesi, o in caso di recidiva delle violazioni, la sanzione accessoria della confisca amministrativa del veicolo. Quando non e' possibile disporre il fermo amministrativo o la confisca del veicolo, si applica la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida eventualmente posseduta per un periodo da tre a dodici mesi. Attenzione perché nel caso di reiterazione della violazione nel biennio è prevista finanche la pena dell’arresto fino ad un anno”. Multe salate saranno comminate anche ai neopatentati che nel corso del primo anno dal

conseguimento della patente si mettano alla guida di autoveicoli la cui potenza superi i 55 kw/t (eccetto quelli adibiti al trasporto di persona invalida, purché la stessa sia presente sul veicolo). In tale caso i trasgressori saranno puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 152 a 608 euro. La violazione potrà comportare la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della validità della patente da due ad otto mesi. Un vero e proprio salasso quindi! Contro le suddette sanzioni sarà tuttavia possibile presentare ricorso (qualora ve ne siano però i motivi) con cui chiedere l’annullamento del verbale e delle pene accessorie. In tutti i casi decritti si consiglia, comunque, di rivolgersi prontamente ad un avvocato penalista di fiducia che, oltre a consigliarvi la strada giusta da seguire, tenterà, nelle ipotesi più gravi (arresto fino ad anno) di “limitare” quantomeno i danni prodotti. Attenzione quindi a non mettersi alla guida sprovvisti della patente di guida poiché tale infrazione potrebbe letteralmente costarvi caro.



#WELLNESS

TA-Aqua Relax

Il relax nel cuore della città

Un attico in centro città, con un terrazzo arso dal sole ed una vista sulle bellezze Partenopee a 360° è già un lusso, ma l’aggiunta di una vasca TAAQUARELAX della Tecnoambiente ha permesso di raggiungere il massimo comfort all’utilizzo del luogo. Sfruttando un’ansa ribassata del terrazzo, ora trasformato in solarium, si è potuto inserire la vasca a livello del solaio realizzando un continuum ottico tra la pavimentazione esistente e le doghe di contorno al bordo della vasca, ottenendo anche un vano dove è stato inserito

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l’impianto a corredo in grado di filtrare l’acqua e di effettuare i vari massaggi a disposizione. Infatti in uno specchio d’acqua di circa 5 mq abbiamo inserito 2 comode TA-RELAX CHAIR, con griglie di massaggio ad aria ascensionale, e 5 postazioni con seduta idromassaggio, oltre ad una comoda scala di ingresso e illuminazione ad effetto per feste notturne e magari anche per farsi un bagno con la luna piena. Tutto ciò reso possibile grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi materiali utilizzati, come lo STYREPS, materiale leggero e modellabile in cui la Tecnoambiente di Meta ha creduto fortemente e che la ha impegnata negli ultimi anni in ricerca e sviluppo per garantire la qualità che la contradistingue seguendo

però sempre nuove soluzioni e nuovi traguardi. Infatti il bacino è stato fatto su misura, con moduli studiati a tavolino per poter essere trasportati facilmente fin sull’attico e quindi assemblati in loco e rifiniti, questa volta da intonaco naturale con bordatura realizzata da doghe a cellule composite, un materiale leggero, isolante, ricavato dal riciclaggio della plastica e del legno, ecologico ed ecocompatibile. Vivere il benessere in città ma lontano dai suoi eccessi, rilassarsi lontano dai rumori senza dover affrontare lo stress del viaggio, questo è il benessere fatto in casa, il Trend che la Tecnoambiente persegue ormai da anni. Basta un costume, a volte volendo neanche quello, pigiare un tasto e farsi pervadere dal gorgoglìo dell’acqua e rinvigorire dal suo massaggio, rilassandosi su comode sedute ergonomiche, magari… alla presenza della luna piena.



#FILOSOFIA

Possiamo ancora definirci Illuministi? Domenico Casa Consulente filosofico 339.3318463 Domenico.Casa2@tin.it http://bit.ly/ICygMX

"L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità se la causa di esso non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro... Senonché a questo Illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, cioè quella di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi." Questa definizione, ormai famosa, di Illuminismo, contenuta nella "Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo" di Kant, potrebbe costituire già una prima risposta all'interrogativo. Ma, nella sua immediatezza, sarebbe una risposta negativa: "No, non possiamo più dirci Illuministi", visto che gli uomini si sono abbarbicati a una molteplicità di dipendenze che a tutto fanno pensare, tranne che a un uomo maturo. Un uomo cioè, che per agire, la mattina, appena alzato, non deve scrutare gli astri per sapere se il giorno sarà fausto o infausto; non affida il suo agire alle previsioni del tempo le quali hanno sostituito, insieme agli oroscopi, l'antica cultura oracolare, che, tra l'altro, era anche molto più interessante e poetica; non (di)pende dalla televisione che lo ottenebra. Al tempo di Kant, nella seconda metà del Settecento, vi erano due poteri forti a tenere gli uomini in uno stato di dipendenza: lo Stato e la Chiesa. E tuttavia, il filosofo, non attribuisce ad essi la responsabilità della loro minorità, se non in seconda istanza, ovvero come conseguenza "dell'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di altro." Se quei poteri forti – e in genere tutti i

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poteri che hanno in pugno gli altri uomini (anche le persone più vicine potrebbero rappresentarli) – riescono a tenere gli esseri umani in catene per far sì che, supponendo una loro inferiorità umana ed esistenziale, si comportino come bambini da tenere per mano e guidare, ciò dipende solo dagli stessi uomini. I quali, talvolta o spesso, trovano utile e comodo che altri si sostituiscano ad essi e se ne occupino, proprio come i bambini, i quali, non ancora abituati all'uso delle gambe, amano lasciarsi trasportare dai genitori o dai loro sostituti. Ora, di gente non "cresciuta", il mondo è pieno. Basta saper vedere, e l'immagine che ne verrebbe fuori sarebbe di un fallimento dell'Illuminismo. Tuttavia, parallelo a un mondo di "minori", c'è anche la realtà, magari meno evidente, di coloro i quali hanno trasformato la loro vita in un cammino verso la libertà. Si trovano in tutti i settori della società civile, nella politica (sempre di meno), nel mondo delle scienze e della cultura, nelle comunità religiose, benché, durante gli anni trascorsi, da alcune di esse si è tuonato contro l'Illuminismo ritenuto, per antico, infondato e ingiustificato pregiudizio, responsabile dei mali degli ultimi secoli. E la ragione di tale avversione è presto detta. Figlia dell'Illuminismo francese fu la rivoluzione di un gruppo di uomini (una classe, la borghesia) i quali, stanchi di essere sottomessi, sfruttati e spolpati dallo Stato e dalla Chiesa, dissero basta e decisero di uscire dallo stato di minorità, affermando con forza quei principi su cui si sono costituite le nostre comunità: libertà, fraternità, uguaglianza. Principi contro cui lottarono le forze coalizzate del potere civile e religioso, ma che, se radicati interiormente come radici profonde della propria mente e della propria anima, non possono non produrre alberi di libertà. Ossia quella maturità e indipendenza dell'uomo per cui soltanto egli può dirsi uomo e non "una tra le spighe del grido collettivo che il sole indora", per dirla con Edmond Jabès (Il libro delle interrogazioni), pronta per essere passata per la falce.



#POESIA

Lettera di un vecchio al suo cane Anch’io ti guardo fissamente e i ricordi tornano alla mente, ti vedo cucciolo poi cresciuto e quello che da te ho ricevuto. Quando la perfida...mi trafisse il cuore fosti tu a guarirlo col tuo amore, lo guaristi con le tua capriole che per me furon salutari parole. Abbiam goduto giorni di felicità ma lunghi periodi di povertà, e quando a tavola non c’era niente ci sosteneva l’amore solamente. Io non ho conosciuto l’agiatezza ma tu sei stato la mia ricchezza, la tua compagnia è stata vitale facendomi superare il male. Ma ora che te ne sei andato che ne sarà di me vecchio e malato, chi al mio cuore darà conforto ora che tu, amico mio, sei morto.

Salvatore Spinelli Poeta http://bit.ly/1fk7XnN

Nella mia vita mai avrei pensato, adesso che sei vecchio e malato, che a salutarti sarei stato io, amato e fedele amico mio.

Cominceremo una vita novella, sicuramente assai più bella dove nessuno più ci dividerà e staremo insieme per l’eternità.

Che tu mi lasci non mi sembra vero amico fedelissimo e sincero, tu che per naturale abitudine hai colmato la mia solitudine.

Se rinascere fosse dato a me accetterei ma solo se con te, perciò, amico, grazie di cuore perché mi hai dato solo amore.

Ora con la mano vecchia e stanca accarezzo la tua pelliccia bianca, tu mi guardi con l’occhio spento che produce in me dolore e pianto.

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Ma la realtà, amico mio, è una sola ed è la cosa che più mi consola, tra non molto anche io ti seguirò e felice con te mi ricongiungerò.

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#APP

Nasce Sorrento Pocket l'app degli eventi delle Due Costiere Pierluigi Marzuillo Responsabile Marketing Sorrento Pocket

Si chiama Sorrento Pocket, ed è una app gratuita che promette di avere eventi programmati in penisola sorrentina e in costiera amalfitana, a portata di smartphone e tablet. Concerti, degustazioni, spettacoli, teatro, cinema, mostre, libri. E, ancora, movida, occasioni di svago, manifestazioni artistiche e folcloristiche, cultura e intrattenimento. Con una semplice occhiata all’applicazione sarà possibile, in pochi passaggi, sapere quali sono gli appuntamenti del giorno, o salvare sulla propria agenda quelli del week-end o delle settimane a venire. “SorrentoPocket vuole offrire ai cittadini e ai visitatori la possibilità di avvicinarsi al territorio di Sorrento e dei Comuni della penisola sorrentina in modo smart, ovvero con risposte tangibili e concrete a bisogni reali - spiega Pierluigi Marzuillo, responsabile marketing del progetto - Attraverso servizi in mobilità vengono offerte soluzioni capaci di incidere positivamente sulla qualità del rapporto con quest'area, grazie alla circolazione della conoscenza di eventi culturali e di intrattenimento. SorrentoPocket non è solo un brand, ma un modo diverso di vedere le cose, vivere il territorio, gestire il tempo, cogliere

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le opportunità da protagonista. Una vera e propria porta di accesso alla smart city. Ovviamente lavoreremo molto sulla fase di ascolto, per raccogliere suggerimenti e proposte dagli utenti”. In queste prime settimane di lancio, l’app ha a già raccolto decine di consensi da parte di strutture ricettive, ristoranti, locali, esercizi pubblici, intenzionati ad utilizzare il canale di SorrentoPocket per promuovere le proprie attività. “La nostra applicazione nasce dall’esigenza di raccogliere in un unico contenitore tutte le informazioni utili per gestire al meglio il tempo libero - continua Marzuillo - Attraverso Sorrento Pocket sarà possibile prenotare un posto ad un concerto, un tavolo al ristorante o due poltrone in prima fila a teatro. Questo significa migliorare la qualità della propria vita e gestire il nostro tempo, piuttosto che subirlo. Dall’altro lato, si configura come una piattaforma di marketing territoriale in grado di dare agli imprenditori nuove possibilità di raggiungere il pubblico”. SorrentoPocket è disponibile per i dispositivi dotati di sistema operativo iOS e Android. E' scaricabile gratuitamente su Apple Store e Play Store.




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