100% Fitness Mag - Settembre14

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sommario Anno IX • Numero 09

SETTEMBRE 2014 In copertina Alfonso Calemma Dottore in Scienze Motorie e Personal Trainer presso Ulysse Fitness

Nicola Ponticiello Personal Trainer presso

08 Perchè i medici sbagliano di Carlo Alfaro - Pediatra

Ulysse Fitness

fotografati da Pino Coluccino Sant'Agnello Cell. 331.4511034 Prodotto edito da "La Mia Penisola" Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010

12 Lo sviluppo sensoriale del feto di Mariarosaria D'Esposito - Logopedista

14 La cervicale di Barbara Martino - Chiropratica

18 Farmacia amica del cuore di Giuseppe De Simone - Farmacista

Periodico di attualità a diffusione gratuita

Direttore responsabile Giuseppe Damiano Progetto grafico Maurizio Manzi Bingwa Art Factory Corso Italia, 371 Piano di Sorrento (Na) Tel. 081.534.11.17 info@bingwa.it

di Anna Maione

52 A settembre mi iscrivo in palestra di Nello Iaccarino

54 Dai un senso alla tua vita di Ernesto Lupacchio

58 Spacciarsi sulle chat per altra persona? di Valerio Massimo Aiello

20 La morte dei sub, imperizia o superficialità? di Vittorio Fabbrocini - Cardiologo

24 Ottobre 2014, mese della prevenzione di Vittorio Milanese - Odontoiatra

60 La riflessione ed il colore dinamico 62 Davvero l'Italia è destinata a un declino inarrestabile di Domenico Casa

26 Ossigenoterapia iperbarica

64 Ma il materAssoo!...

di Antonio Coppola - Anestesista

di Francesco Esposito

La depressione nei bambini Stampa Grafica Cirillo Scafati (Sa)

48 Tu si ‘nu babbà!

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di Daniela Caiafa - Neuropsicomotricista

Ipertermia Computerizzata 32 e Standardizzata - II Parte

66 I due amici nel deserto di Salvatore Spinelli

68 ACMA Enterprise Training Center

di Daniele Grieco - Fisioterapista

70 Il Digital Signage 34 La paura di amare

di Catello Spinelli

di Bianca Pane - Psicopedagogista

72 La polizza sulla casa 38 Il massaggio olistico

di Giada Ammirati

di Mariateresa Caiafa - Naturopata

74 Monti e Mare per tutti Scarica l'app sul tuo dispositivo mobile e fotografa il QR Code che trovi nelle pagine del magazine per accedere ai contenuti extra.

42 Utili consigli per la sindrome cervicale di Veronica Di Martino - Fisioterapista

44 A caccia di vitamine di Francesca Maresca - Nutrizionista

di Teresa Paturzo

76 Penisola Sorrentina Viabilità secondaria e sentieri del territorio di Nino Aversa





#PEDIATRA

Perché i Medici sbagliano Dottor

Carlo Alfaro http://bit.ly/1dzh7MF

“Errare è umano” e “La Medicina non è una scienza esatta”, ammonisce la saggezza popolare. Gli errori sono in una certa misura connaturati ad ogni attività umana, e, ancor di più in una materia complessa come la Medicina, l’errore rappresenta un rischio costante. Per “errore” in campo sanitario si intende un fallimento, non attribuibile al caso e quindi evitabile, nella pianificazione e/o nell’esecuzione di una sequenza di azioni, che determina il mancato raggiungimento dell’obiettivo desiderato. Conseguenza degli errori sanitari è “rischio clinico”, cioè la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso (danno o disagio) imputabile alle cure sanitarie prestategli. L’errore sanitario non è mai “colpa” del singolo individuo, ma richiede un’analisi attenta del sistema che l’ha prodotto. Se ci si limita a identificare solo la responsabilità individuale di chi ha commesso l’errore, non si indagano le cause di tale azione, che solitamente hanno un’origine a monte. Per esempio, la somministrazione di un farmaco sbagliato non è solo l’errore di chi la esegue, ma, ripercorrendo tutte le fasi del processo di lavoro, potrebbero esserci stati insufficiente addestramento del personale, errore di prescrizione o di trascrizione della terapia, modalità sbagliata di conservazione

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dei farmaci che rende possibile lo scambio di prodotti, errori di comunicazione e comprensione a più livelli, ecc. L’attenzione dunque va spostata dall’individuo che ha materialmente commesso l’errore alla catena di eventi che lo hanno determinato, per cui l’analisi dell’errore diventa analisi delle cause di errore e analisi dei processi che possono consentirlo. In altre parole, non è importante individuare “chi” ha sbagliato, ma valutare “come, quando, dove e perché” i meccanismi di difesa hanno fallito. Un’eccessiva “cultura della colpa medica” ha incoraggiato nei professionisti della salute, per il timore di contenziosi medico-legali legati all’errore sanitario, un atteggiamento difensivo caratterizzato dall'abuso di procedure inutili e dall'elusione di quelle efficaci, ma gravate da rischi, il che poi finisce per essere controproducente ovviamente per gli stessi pazienti, che si sentono falsamente tutelati, ma in realtà sono danneggiati, dall’esecuzione di esami e terapie inutili. Gli errori rappresentano, come in ogni campo della vita, se adeguatamente analizzati, preziose opportunità di apprendimento e di miglioramento. Per quanto riguarda la mia esperienza specifica, il campo pediatrico, il rischio di errori è ancora più grave per la particolare vulnerabilità dei bambini, che gli Autori anglosassoni hanno espresso in quattro D: 1. Development (delicata fase dello sviluppo); 2. Dependence (dipendenza da un adulto per la gestione della terapia) 3. Different disease (differente tipologia delle patologie);



#PEDIATRA

4. Demographic characteristics (fasce di età eterogenee, dal neonato all'adolescente). Le situazioni che comportano rischi per i bambini ammalati possono essere individuate a vari livelli: Struttura: • letti inadeguati, es. senza protezione; • sporgenze strutturali (es. termosifoni); • finestre non protette, vetri rotti, uscite pericolose; • apparecchiature instabili (es. piantane, televisori); • apparecchiature pericolose (es. forno a microonde); • suppellettili (es. statue religiose); • accesso in zone a rischio (es. sala medica); • armadi con farmaci facilmente raggiungibili; • pavimenti bagnati. Organizzazione (processi): • errore di scelta terapeutica (prescrizione); • errore di trascrizione/interpretazione; • errori di preparazione; • errori di somministrazione: es. sbaglio di via di somministrazione, scambio paziente, confusione del farmaco, assunzione accidentale di farmaci (terapia incustodita). Tra gli eventi sfavorevoli più frequenti in ambito pediatrico vi sono gli errori di terapia farmacologica (93% dei casi). I risultati di un recentissimo studio realizzato in ospedali pediatrici australiani ha trovato che su un totale di 2753 errori di terapia nell’arco di quattro anni, i più comuni riguardavano l’overdose (21%) e la mancata somministrazione (12,4%) di terapia. La causa più frequente era riconducibile a una cattiva comunicazione. Uno dei più temibili errori di dosaggio in cui si può incorrere e che può risultare fatale è il cosiddetto “ten-fold error”, ossia la somministrazione di una dose di farmaco 10 volte superiore a quella prescritta. Il ”ten-fold error”è dovuto a una svista sul punto decimale (es. 1.0 mg di farmaco interpretato 10 mg o un dosaggio di 0.3 mg somministrato a 3 mg). La prescrizione medica computerizzata eviterebbe il problema della leggibilità. Per proteggere il sistema sanitario dagli errori, si è studiato il “risk assessment” (“stima del rischio”): insieme di metodi e strumenti per l’analisi dell’errore e la gestione del rischio clinico. Il risk assessment si articola in 4 fasi: 1. Risk identification: a) definire lo scopo dell’indagine, b) individuare il team per svolgere l’indagine, c) identifcare i rischi; 2. Risk analysis: a) catalogare i rischi,

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b) quantificare i rischi (probabilità, frequenza, gravità, impatto); 3. Improvement definition: a) definire la soglia di accettabilità dei rischi, b) definire le azioni correttive; 4. Risk review: a) monitoraggio delle misure messe in atto per la prevenzione dell'errore, b) implementazione e sostegno attivo delle soluzioni proposte. La finalità del metodo è individuare nel sistema le insufficienze che possono contribuire allo scatenarsi di un evento avverso e di implementare le barriere protettive che possano prevenire e ridurre l'accadimento di problemi. Per minimizzare i rischi di errori nei reparti ospedalieri è utile la “segnalazione” di ogni problema o difficoltà (anche se non ha avuto conseguenze) e il “briefing” o riunione tra colleghi, un breve confronto colloquiale sui pazienti presenti nell’unità operativa, che può essere realizzato all’inizio del turno di lavoro riunendo per pochi minuti tutti gli operatori al fine di raccogliere dati, problematiche ed eventuali osservazioni. La revisione delle cartelle cliniche è la pietra miliare negli studi sugli errori in sanità. Da studi condotti su larga scala negli USA, risulta che ben il 4% delle cartelle di Pronto Soccorso contiene errori di somministrazione dei farmaci. Ad alto rischio di errore sono i soggetti visitati alle prime ore del mattino (tra le 4 e le 8) o nel fine settimana. La cultura della sicurezza e il risk-management aggiungono valore alla prestazione sanitaria. La promozione della cultura della sicurezza deve prevedere una strategia sistematica di comunicazione e formazione che richiede una preliminare indagine per conoscere le condizioni di partenza e quindi agire sugli specifici aspetti di miglioramento. Una solida safety culture si realizza traducendo individualismo in lavoro di gruppo, timore e atteggiamento difensivo in apertura e supporto reciproco, trasparenza e approccio globale. E’ importante che tra gli operatori della salute ci sia coesione e solidarietà e non concorrenza sterile e sospetto. Ben venga secondo me il recentissimo pronunciamento della Cassazione (sentenza 16381/14 del 17 luglio 2014) per cui è legittimo il licenziamento de dirigente medico che parla male dei colleghi con i pazienti. Ma soprattutto il rapporto medico-paziente deve essere recuperato su base di fiducia e affetto, basi imprescindibili di quella "alleanza terapeutica” che è la premessa della buona cura ed esito delle malattie.



#LOGOPEDISTA

Lo sviluppo sensoriale del feto Dott.ssa

Mariarosaria D’Esposito Laureata in Logopedia presso l’Università Federico II di Napoli Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 338.3191494 http://bit.ly/1c9PCsk

Tu sei Simile ad un clown, felice soprattutto a testa in giù, piedi alle stelle, un cranio lunare, le branchie come un pesce. Un sensato pollice verso allo stile del dodo. Avviluppato su di te come un rocchetto, esploratore del tuo buio come i gufi. Muto come una rapa dal quattro di luglio al Primo Aprile, oh pallina che cresci, mia pagnottella. Vago come la nebbia ed atteso come la posta. Più lontano dell'Australia. Atlante curvo, nostro gamberetto viaggiatore. Ranicchito come un bocciolo e a tuo agio come uno spratto nel vasetto. Nassa di anguille tutta fremiti. Salterino come un fagiolo messicano. Giusto come un'addizione ben fatta. Foglio pulito con su la tua faccia. Sylvia Plath

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Fino a qualche anno fa ancora non si conoscevano le enormi capacità percettive del feto. Quello che infatti era già ben noto nelle diverse culture popolari è stato confermato solo di recente e mediante particolari apparecchiature tecniche e con l'ausilio degli ultrasuoni. È sbalorditivo come già dalla undicesimadodicesima settimana di gestazione, quando pesa circa 10 grammi, il feto sia già capace di "sentire" non solo con le orecchie, in maniera ancora molto diversa dall'adulto. Lo sviluppo sensoriale segue un iter ben preciso. Il primo senso a svilupparsi è il tatto. Monitoraggi ecografici hanno dimostrato come già in un'epoca gestazionale molto precoce (pare addirittura dalla settima settimana), la stimolazione delle gote e delle labbra determini un movimento della testa nella direzione dello stimolo stesso. Dalla fine del secondo mese i recettori tattili sono diffusi al palmo delle mani e alla panta del piede Bisognerà arrivare alla fine del quarto mese di gestazione affinchè maturi la recettività tattile in tutto il corpo: in ques'epoca inizia


l'autostimolazione, mediante sollevamento delle braccia verso il viso e portando il dito alla bocca. In questo periodo inizia il controllo dell'equilibrio, a seguito dello sviluppo del sistema vestibolare dell'orecchio interno. È l'apparato che ci consente di riconoscere ed avere consapevolezza della nostra posizione nello spazio. Il piccolo "fagiolo messicano" nella sua camera gestazionale si adatta al movimento della mamma, lo segue e distingue la posizione eretta da quella supina. Quando la mamma è stesa il feto compie movimenti più ampi e prolungati. Inizia in quest'epoca e si conclude all'inizio dell'ottavo mese lo sviluppo uditivo. Il bambino reagisce alle stimolazioni acustiche di forte intensità con l'aumento della frequenza cardiaca e la chiusura delle palpebre; riconosce la voce materna e dei familiari. In ambiente intrauterino, inoltre, il respiro della mamma, il battito del suo cuore ed il rumore che scaturisce dallo spostamento del liquido amniotico, sono come amplificati e raggiungono in maniera diretta l'apparato uditivo del piccolo. Insospettabilmente il nostro frungoletto a sole 12 settimane riesce già a percepire gli odori ed i sapori. Il naso, primo organo sensoriale

a svilupparsi, assicura una vera e propria continuità tra la vita intrauiterina e quella esterna. Il piccolo sarà capace di ricoscere la mamma e ricercare il capezzolo, guidato unicamente dall'olfatto e dal gusto. L'ultimo dei 5 sensi a svilupparsi è la vista. Seppure completamente formato a partire dalla trentatreesima settimana, l'apparato visivo continuerà la sua maturazione anche dopo la nascita. L'esposizione al sole del pancione scoperto o una forte luce direzionata sull'addome materno, determina uno spostamento nella direzione opposta alla fonte dello stimolo e l'aumento della frequenza cardiaca. Il feto è quindi"multi-recettivo" sin dal primo trimestre di gravidanza. L'assenza o l'eccesso di stimoli, possono incidere in maniera diretta sullo sviluppo e sulla recettività sensoriale post-natale e quindi sulla capacità di apprendimento dall'ambiente esterno. Numerosi studi hanno confermato come l'esposizione ad adeguate stimolazioni in ambiente intrauterino possono influire in maniera abbastanza marcata sulle capacità mnemoniche del nascituro e quindi sullo sviluppo delle diverse funzioni, non ultime quella cognitiva e linguistica.


#CHIROPRATICA

La cervicale Dott.ssa Barbara Martino Laureata in chiropratica all’AngloEuropean College of Chiropractic in Bournemouth (Inghilterra), membro dell’A.I.C. Tutti i giorni dalle 12.00 alle 16.00 349.1381175 http://bit.ly/1ddlb6M

Come la zona bassa della schiena, anche la parte cervicale della colonna presenta una lordosi, in altre parole una curvatura a convessità anteriore, che può variare in relazione ai cambiamenti delle altre curve della colonna e generalmente aumenta di gradi in età avanzata. Le vertebre cervicali sono sette e distinguibili in una parte superiore (C1-C2) e un’inferiore (C3-C7) in conformità a alcune peculiarità anatomiche. Ogni vertebra è connessa con quella sottostante attraverso le faccette articolari e tra le vertebre i dischi intervertebrali, cuscini gommosi fatti principalmente di cartilagine, fungono da ammortizzatori.

Cause del dolore La chiropratica si occupa della cura e della prevenzione dei disordini muscolo-scheletrici che interessano il corpo umano. Il mese di ottobre è considerato "il mese della prevenzione" per tutti i tipi di patologie. Il detto “prevenire è meglio che curare” naturalmente vale anche per la colonna vertebrale. Per questo ci sarà una settimana a ottobre dedicata al check up e controllo gratuito della schiena e di tutto il sistema muscoloscheletrico. Nei mesi di settembre e di ottobre tratterò le patologie più comuni che possono avere benefico dai trattamenti chiropratici e che anzi possono ritardarne il sorgere o il peggiorare delle patologie già esistenti. In questo mese affronteremo la cosiddetta cervicale, incubo di molti.

La Cervicale Spesso sentiamo parlare di dolore al collo con l’espressione: “Ho la cervicale!”. I sintomi sono molto vari e diversi, tanto che addirittura alcuni non sembrano direttamente riconducibili a una cervicalgia. Il rachide cervicale costituisce il primo tratto della colonna vertebrale ed ha un'estrema mobilità per consentire allo sguardo di orientarsi in tutte le direzioni. La colonna cervicale sostiene il cranio, lo stabilizza e inoltre, protegge le strutture che passano al suo interno come il midollo spinale o l'arteria vertebrale.

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Ecco un elenco delle cause più comuni di dolore a livello della colonna cervicale Spasmo muscolare: Uno spasmo è un’improvvisa contrazione involontaria dei muscoli che si presentano rigidi, gonfi e dolorosi. Questo è spesso la causa del cosiddetto torcicollo. In caso di spasmo muscolare si avverte difficoltà nel muovere il collo a causa del dolore o per la rigidità del muscolo stesso. Dolore muscolare: I muscoli del collo sono doloranti e possono presentare noduli chiamati “punti trigger” che sono teneri al tatto. Il dolore è spesso avvertito nella parte posteriore del collo che può irradiarsi ad altre zone o anche procurare mal di testa unilaterali o occipitali. Rigidità: I muscoli del collo si presentano rigidi e intorpiditi, sensazione che aumenta se si passa tempo nella stessa posizione. In caso di rigidità si avverte difficoltà e dolore nel muovere il collo. Dolore neuropatico: il dolore neuropatico interessa per lo più gli arti superiori manifestandosi come una sensazione di formicolio che può estendersi fino alle dita delle mani. Questo può essere accompagnato da intorpidimento, bruciore o debolezza e di solito peggiora durante la notte.

Patologie e sintomi Di seguito le patologie più comuni presenti a livello della colonna cervicale e la sintomatologia • Colpo di frusta Generalmente avviene in seguito ad un incidente



#CHIROPRATICA

d'auto nel quale l’auto della persona è colpita da dietro mentre è ferma o mentre rallenta. La testa della persona è prima gettata all'indietro e poi quando il corpo smette di muoversi, la testa è spinta in avanti. Questo tipo di lesione può sforzare i muscoli del collo e causare strappi ai legamenti del collo. Il dolore del colpo di frusta non inizia sempre immediatamente dopo il trauma ma peggiora con il movimento. Sintomi: Dolore al collo e rigidità spesso accompagnati da spasmi muscolari, vertigini, mal di testa, dolore neuropatico e dolore alla spalla. • Strappo muscolare Questo è caratterizzato da una cattiva posizione del collo durante le attività quotidiane, come ad esempio lunghi periodi davanti al computer, che può innescare una tensione muscolare che provoca dolore cronico e rigidità. Sintomi: spasmi muscolari e limitazione dei movimenti del collo con possibile mal di testa. Il dolore peggiora con il movimento. • Discopatie degenerative Questa patologia interessa i dischi intervertebrali e il loro invecchiamento. In questo caso il morbido centro gelatinoso dei dischi intervertebrali si asciuga, restringendo lo spazio e la distanza tra le vertebre. Sintomi: il dolore è avvertito in caso di pressione esercitata su un nervo. Questo può essere sordo che si protrae nel tempo ma anche improvviso e acuto. • Ernia del disco Quando le pareti esterne del disco intervertebrale (anello fibroso) si distendono, il centro gelatinoso morbido (nucleo polposo) può fuoriuscire (ernia

Quando è importante recarsi immediatamente al più vicino pronto soccorso. • Un forte e lancinante dolore al collo che occorre dopo un infortunio o un trauma può essere un problema serio, e si dovrebbe consultare immediatamente il medico. • Se al dolore al collo è associato perdita di controllo della vescica o dell'intestino, dolori lancinanti, intorpidimento, formicolio, o debolezza alle braccia o alle gambe, soprattutto se questi sintomi si avvertono all'improvviso o peggiorano rapidamente, si dovrebbe consultare immediatamente il medico. • Dolore al collo e rigidità associati con mal di testa e febbre può essere un segno di meningite (infezione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale). La meningite è una malattia grave, e si dovrebbe cercare un trattamento medico immediato se voi o il vostro bambino verificano questi sintomi

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del disco). Sintomi: L’ernia discale può esercitare pressione sulle radici nervose causando dolore al collo accompagnato spesso da formicolio, intorpidimento e debolezza nelle braccia. • Spondilosi cervicale Questa condizione degenerativa del rachide cervicale è dovuta al normale invecchiamento e l'usura dei dischi cervicali e le vertebre. E' noto anche come artrosi cervicale, ed è più comune tra le persone anziane. Lo sviluppo di speroni ossei (osteofiti) spesso accompagna questa degenerazione della colonna vertebrale. Purtroppo, lo sperone osseo a volte può pizzicare o premere sulle radici nervose che lasciano il canale spinale. Sintomi: dolore al collo e rigidità che spesso migliora con il riposo. Il dolore può irradiarsi alle spalle o tra le scapole. Se c'è compressione della radice nervosa, ci può essere intorpidimento, dolore o debolezza nelle braccia. • Stenosi del canale spinale cervicale Le alterazioni degenerative delle vertebre possono portare il restringimento del canale in cui il midollo spinale si trova (stenosi del canale spinale cervicale). Con il restringersi del canale si può creare una pressione sul midollo spinale. Sintomi: il dolore al collo di solito peggiora con l'attività, può irradiarsi alle braccia o alle gambe e può portare debolezza alle braccia o alle gambe.

Diagnosi e trattamento Il medico sarà in grado di determinare la causa del vostro dolore al collo dalla vostra storia e l'esame fisico, ma a volte test, come i raggi X, risonanza magnetica e TAC sono necessari per trovare l'esatta causa dei vostri sintomi. Naturalmente il trattamento chiropratico varia secondo la patologia riscontrata. Lo scopo della chiropratica è restituire l'integrità funzionale all'articolazione il cui funzionamento è alterato. Il chiropratico, dopo un attento esame neurofisiologico e un’analisi delle radiografie o RM, riduce l’irritazione dei nervi con un aggiustamento specifico nell’area interessata, riducendo così i sintomi dolorosi e favorendo un ristabilimento più rapido. La manipolazione è un piccolo movimento preciso e indolore, esercitato su una giuntura spinale, attraverso il quale si ripristina il movimento naturale; esso apporta benefici terapeutici meccanici e neurologi, aumentando coordinazione, forza, flessibilità e resistenza della colonna vertebrale. Per ottenere risultati duraturi contro il dolore è necessario un approccio integrato di aggiustamenti chiropratici insieme con lo stretching per aumentare l'elasticità muscolare, e particolari esercizi attivi, utili ad aumentare il tono muscolare.



#FARMACISTA

Farmacia amica del Cuore: parte la campagna di prevenzione sul colesterolo Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli. 335.5302988 http://bit.ly/1ghBPqX

Riparte il progetto di prevenzione del rischio cardiovascolare della farmacia amica del cuore. Siamo al secondo di tre appuntamenti, il primo già fatto sull' ipertensione arteriosa, il terzo entro fine anno su metabolismo e diabete mellito. L'ipertensione arteriosa e l'ipercolesterolemia danneggiano le arterie e rappresentano 2 dei fattori di rischio per le malattie ischemiche del cuore, l'ictus ed altre malattie cardiovascolari, che nell' insieme rappresentano la prima causa di morte in Italia. Alti livelli di colesterolo non producono sintomi visibili: molte persone infatti ignorano di soffrire di ipercolesterolemia. Per questo la farmacia amica del cuore ha un ruolo importante nella prevenzione e informazione sui fattori di rischio cardiovascolare. Inoltre spiega come intervenire in maniera efficace sugli stili d vita per intervenire sui fattori di rischio modificabili. Esistono diversi

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fattori di rischio che possono contribuire all' ipercolesterolemia tra cui dieta, sovrappeso ed obesità, mancanza di attività fisica, ma anche la concomitanza di malattie metaboliche come il diabete. Anche il fumo danneggia i vasi sanguigni ed accelera il processo di indurimento delle arterie. Inoltre, il livello di colesterolo LDL, quello cattivo, tende ad aumentare con l' età, soprattutto fra le donne. Il colesterolo è una sostanza grassa necessaria al corretto funzionamento dell'organismo: partecipa infatti alla sintesi di alcuni ormoni e di vitamina D ed un costituente delle membrane delle cellule. Prodotto dal fegato, può anche essere introdotto con la dieta alimentare. è contenuto per esempio nei cibi ricchi di grassi animanli, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo d'uovo e fegato. E' invece assunta in frutta verdura e cereali. La prevenzione è la strategia principale per mantenere la colesterolemia entro i livelli consigliati. Prendi pure un appuntamento in farmacia Elifani al numero 081.8786605



#CARDIOLOGO

La morte dei sub imperizia o superficialità? Professor Dottor

Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli 338.4086506 v.fabbrocini@alice.it http://bit.ly/1gCxr2Z

A distanza di qualche giorno hanno perso la vita quattro subacquei: domenica 10 agosto alle isole Formiche, vicino Grosseto, muoiono tre subacquei; un quarto sub viene soccorso in tempo e ricoverato nella Camera iperbarica con prognosi riservata. Il giorno dopo, 11 agosto, altro incidente a Capri, a Punta Carena, un sub genovese di 58 anni durante un'immersione si è sentito male e solo per l'immediato intervento dei soccorritori è andato meglio. E' stato ricoverato subito nella Camera iperbarica al Santobono di Napoli. Lo stesso giorno sulla Costa degli Infreschi, tra Marina di Camerota ed Ascanio, muore un sub napoletano, Giancarlo Parlati, ritenuto subacqueo di grande esperienza. Già il 26 giugno di quest'anno, sempre lungo la Costa degli Infreschi, ha perso la vita il milanese Pierluigi Daccani, di 71 anni. Per gli esperti di discese marine questa costa non offre grandi difficoltà, ed è ritenuta poco pericolosa. Molto insidiosa, specie per le sue grotte sottomarine, è invece ritenuta la Grotta degli Occhi della vicina Palinuro, dove

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Le immersioni richiedono molta preparazione. Chi improvvisa si espone a seri pericoli lo scorso anno morirono quattro sub. Quali le cause di questi improvvisi malesseri, per i quali - se non si interviene tempestivamente - può seguire un esito infausto? In genere dovrebbe essere esclusa qualsiasi condizione di malattia precedente all'evento, come quella cardiaca o polmonare o altro.

Le certificazioni specialistiche E ciò perchè per l'aspirante sub prima di iniziare questa attività sportiva presso qualsiasi Centro Subacqueo occorrono necessariamente controlli medico-specialistici, in particolar modo quello cardiologico e di Medicina subacquea, con certificazioni che affermano le buone



#CARDIOLOGO

La Guardia Costiera mentre interviene in soccorso di sub in difficoltà

condizioni di salute. Pertanto la considerazione di un precedente stato morboso, responsabile dei tragici eventi verificatisi nel passato e recentemente, viene esclusa in particolar modo perchè trattasi di avvenimenti che hanno colpito contemporaneamente anche più persone. Infatti gli esami autoptici e quelli sulle attrezzature usate dai sub deceduti alle Formiche hanno dimostrato che sono morti per aver inalato un gas tossico, il monossido di Carbonio, erroneamente immesso nelle bombole per la respirazione.

Gli incidenti dei sub Se si escludono questi tragici errori o condizioni momentanee di malessere v'è da pensare quindi a tutta una serie di incidenti che questo tipo di sport può causare. La maggior parte degli infortuni nelle profondità marine si verifica allorchè i sub, per inesperienza o per eccessiva confidenza, non si attengono alle basilari norme di sicurezza. Così i Barotraumi dell'orecchio, la narcosi da azoto, la malattia da decompressione ed embolia gassosa arteriosa sono i più frequenti e principali incidenti che possono verificarsi. I Barotraumi dell'orecchio si verificano per le variazioni della pressione esterna dell'acqua, che aumenta man mano che si scende in profondità, e la pressione interna dell'apparato uditivo. La membrana del timpano che separa le due pressioni se non v'è compensazione tra le due pressioni, con adeguata tecnica respiratoria, tende a rompersi. V'è un iniziale e crescente dolore all'orecchio, con penetrazione poi di acqua all'interno. Durante la risalita le condizioni pressorie si

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invertono. La narcosi da azoto, detta anche "ebbrezza da profondità", è dovuta all'improvviso aumento parziale della quantità di azoto che si respira dalla miscela delle bombole e che passa nel sangue. Con la discesa in profondità questo fenomeno può aumentare e contemporaneamente si innalza la percentuale di azoto trasportato nel circolo sanguigno. Ciò comporta sensazione di leggerezza mentale, riduzione di riflessi ed euforia.

La malattia da decompressione È l'evenienza più nota e temuta. E' dovuta alla formazione di bolle di azoto in varie parti del corpo, con sintomi diversi a seconda della zona colpita (otovestibolari, osteoarticolari e neurologici). Altro incidente, l'embolia gassosa arteriosa, è dovuto ad una improvvisa ostruzione di arterie da parte di bolle di azoto. Se si verifica alle coronarie ne segue un immediato infarto cardiaco; al cervello perdita di coscienza e convulsioni. Per queste forme urge l'immediato ricovero in Camera iperbarica, dove l'Ossigeno che si respira con una pressione superiore a quella atmosferica riesce a liberare gli ostacoli causati dalle bolle di azoto e riportare la normale circolazione. In genere chi pratica attività subacquea conosce questi pericoli e sa anche quali sono i primi sintomi per poter ovviare alle gravi conseguenze.

Immergersi in sicurezza Evitare il fai da te osservando queste regole: fare le immersioni solo dopo di aver frequentato un adeguato corso preparatorio e non vi siano controindicazioni (malattie, ansia, attacchi di panico); mai immergersi da soli; pianificare l'immersione e controllare l'efficienza e affidabilità delle attrezzature; rispettare le profondità consentite dal grado di preparazione; infine al primo accenno di malore iniziare la risalita. Secondo le regole quando si risale da grandi profondità occorre effettuare varie soste (tappe di decompressione) per il riequilibrio dei gas nel sangue. Anche per questo sport vige la regola: prevenire meglio che curare.



#ODONTOIATRA

Ottobre 2014 Mese della Prevenzione Andi-Mentadent La prevenzione, l’unico modo per risparmiare dal dentista e mantenere sano il proprio sorriso. Sono 4,9 milioni, le persone che dichiarano di non essere mai state dal dentista: il 7,6% dei cittadini italiani dichiara di non aver mai visto un dentista, percentuale che sale al 16,1% se si considera i cittadini stranieri. A indicarlo è l’Istat che evidenza come in particolare a trascurare la visita annuale dal dentista siano i bambini fino a 5 anni, oltre il 75% non effettua una visita di controllo, mentre per le altre fasce di età meno della metà le effettua regolarmente. La prevenzione in odontoiatria, consigliano i Dentisti ANDI, è il modo più efficace per mantenere una bocca sana perché aiuta a conservare i denti e quindi a ridurre nel tempo la necessità di cure odontoiatriche più estese. Le due principali cause di perdita dei denti sono la carie e le malattie gengivali. Meglio e più preveniamo queste due patologie, più avremo la possibilità di mantenere i denti per tutta la vita. Se il dentista e il paziente lavoreranno insieme, sarà possibile prevenire in gran parte la necessità di trattamenti di otturazioni ed estrazioni. Il dentista può prescrivere una serie di misure preventive per tenere la vostra bocca in buone condizioni, ed elaborare un “piano di mantenimento” per mantenere buone condizioni di salute orali. Oltre ad una corretta igiene orale domiciliare per mantenere sani denti e bocca, si dovrebbe effettuare almeno una volta all’anno una visita di controllo dal proprio dentista di fiducia. Durante la visita il proprio dentista controlla le

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Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio dell’A.N.D.I. Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00 338.4698121 http://bit.ly/1kh4FtU

condizioni di denti e gengive per poi suggerire le eventuali terapie necessarie. Se necessario esegue una meticolosa pulizia dei denti con rimozione di tartaro e placca batterica e mostra le corrette modalità per spazzolare e pulire gli spazi interdentali con spazzolini o filo interdentali e per rimuovere la placca batterica che si forma costantemente sui denti. Il dentista descrive e prescrive i prodotti per igiene orale più indicati nei singoli casi. Cercherà inoltre di modificare le abitudini alimentari scorrette e gli stili di vita dannosi, come il fumo e l’eccessivo consumo di bevande alcoliche. L’obiettivo principale è quello di ottenere una vera condizione di buona salute orale e quindi una bocca sana, rendendo più difficile che carie o malattie gengivali costituiscano un problema costante. Anche quest’anno, ad ottobre, grazie alla collaborazione dei dentisti ANDI, è possibile per tutti i cittadini effettuare una visita di controllo annuale gratuita; un’occasione importante per valutare lo stato di salute orale di tutta la famiglia e ricevere consigli ad hoc per tutti i componenti. Per prenotare la “tua visita gratuita di controllo ANDI-Mentadent” puoi contattare direttamente lo Studio del Dr. Vittorio Milanese al 081.5321561 oppure al 338.4698121 Per saperne di più naviga il sito www.obiettivosorriso.it



#ANESTESISTA

Ossigenoterapia iperbarica Dott. Antonio Coppola Medico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore 338.1705569

La Ossigenoterapia è una pratica terapeutica che consiste nel far sì che il paziente respiri ossigeno puro a pressione maggiore di quella atmosferica. In tal modo si ottiene che una maggior quantità di O2 sia trasportato nel nostro sangue, e venga spinto dai capillari alle cellule con più facilità grazie alla maggior pressione alla quale viene a trovarsi nei capillari stessi. Si dice camera iperbarica e si pensa alla muta, maschera e pinne ed è infatti per curare le malattie da decompressione, incorse durante un'immersione con l'autorespiratore, che questi ambienti a pressione controllata sono nati. In questi casi l'ossigeno respirato a pressioni più alte di quella atmosferica favorisce, infatti, l'eliminazione di pericolosi emboli (bolle d'aria) che si possono formare nel circolo sanguigno a causa di emersioni troppo rapide. Barotraumi dell'orecchio, narcosi da azoto,

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malattia da decompressione e embolia gassosa arteriosa sono gli incidenti principali che possono accadere nelle profondità marine, di solito prevenibili con le opportune precauzioni. Ma non è solo agli amanti del diving che questa disciplina può salvare la vita: l'ossigeno terapia iperbarica viene, infatti, utilizzata anche per le intossicazioni da monossido di carbonio. Molto spesso l'intossicazione avviene per impianti di riscaldamento mal funzionanti o a causa di scaldabagni, che non revisionati, diventano pericolosi. Altre volte i casi scaturiscono da situazioni sociali particolarmente disagiate in cui le persone sono costrette a riscaldarsi con bracieri di fortuna o stufette molto vecchie. Non solo emergenza: l'ossigenoterapia è una cura efficace anche per alcuni tipi di infezione causate da germi anaerobi (che sopravvivono e proliferano in ambienti privi di ossigeno) come ad esempio la gangrena gassosa da Clostridi. La camera iperbarica viene, inoltre, introdotta come supporto per ferite o piaghe dovute a insufficienze vascolari arteriose o venose o causate dal diabete. I benefici dell'ossigeno sono indicati anche per le sindromi da schiacciamento e per lesioni degli arti ad alto rischio di amputazione, ritardi


nel consolidamento delle fratture, trapianti di porzioni di pelle o reimpianti in cui si hanno complicazioni alla circolazione o infezioni. Infine la camera può essere utile anche in alcuni casi di sordità improvvisa.

• Azione antinfiammatoria • Facilita la proliferazione vascolare capillare e la rivascolarizzazione di aree ischemiche • Favorisce la produzione di collagene • Attiva l'osteogenesi e la deposizione di calcio

Non è per tutti

Cosa Cura

A causa delle variazioni di pressione l'ossigeno terapia iperbarica è controindicata in alcuni casi. Non vi si può sottoporre chi soffre di malattie broncopolmonari che comportino una seria ostruzione delle vie aeree o che presentino delle lesioni irreversibili alla struttura dei polmoni (forme d'asma bronchiale grave resistente ai farmaci, esiti di tubercolosi e precedenti di pneumotorace spontaneo). Vietato l'ingresso in camera anche per chi soffre di talune forme di cardiopatia e crisi epilettiche. Lo stesso vale anche per chi si è sottoposto di recente ad interventi all'orecchio medio o per chi soffre di claustrofobia.

Effetti • Ossigenazione dei tessuti ischemici • Azione antibatterica • Azione antiedema (cerebrale, midollare, tissutale)

1. 2. 3. 4.

Malattia da decompressione Embolia gassosa arteriosa Gangrena gassosa da clostridi Infezione acuta dei tessuti molli a varia eziologia 5. Gangrena e ulcere cutanee nel paziente diabetico 6. Intossicazione da monossido di carbonio 7. Lesioni da schiacciamento e sindrome compartimentale 8. Fratture a rischio 9. Innesti cutanei e lembi a rischio 10. Osteomielite cronica refrattaria 11. Ulcere cutanee da insufficienza arteriosa, venosa e post-traumatica 12. Lesioni tissutali post terapia radiante 13. Ipoacusia improvvisa 14. Necrosi asettica della testa del femore 15. Sindrome algodistrofica


#NEUROPSICOMOTRICISTA

La depressione nei bambini Dott.ssa Daniela Caiafa Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università di Napoli - Federico II Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 347.5477785 http://bit.ly/1bjyYJp

Tra i disturbi psicologici la depressione è uno dei più diffusi, può colpire chiunque, circa il 2% sono bambini. Da recenti studi si è evidenziato la presenza di tale patologia in bambini in età prescolare, ma il risultato è sottostimato sia perché gli strumenti diagnostici sono standardizzati per l’età scolare, sia perché il problema non sempre viene affrontato dai genitori, ma sottovalutato, quindi si arriva in ritardo ad una diagnosi. Dei disturbi depressivi fanno parte: • La depressione maggiore • Disturbi distimici • Disturbi depressivi non altrimenti specificati. Il DSM IV prevede i criteri per la diagnosi fondamentalmente uguali a quelli dell’adulto, tenendo conto delle differenze legate all’età. Per esempio il disturbo del sonno si manifesta sotto forma di incubi; sul piano comportamentale possono evidenziare irritabilità, aggressività,

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ansia da separazione, oppositività, disturbi fisici… Per la diagnosi di depressione maggiore nei bambini bisogna: • Che per almeno 2 settimane il bambino manifesti un cambiamento dell’umore in tristezza, irritabilità e perdita di interesse o piacere. • Rapido cambiamento accompagnato da una compromissione del funzionamento sociale in almeno 4 aree: disturbi dell’alimentazione aumento\diminuzione del peso; - disturbi del ritmo sonno\veglia - alterazione psicomotoria - anedonia - affaticamento - svalutazione eccessivo senso di colpa - ricorrenti pensieri sulla morte, ideazione di suicidio I bambini manifestano meno sintomi vegetativi e meno verbalizzazione, ma più ansia e rabbia.

Cause Le cause possono essere molteplici e diverse: ereditarietà, lutto, ambiente sociale... le due cause principali sono: il fattore biologico, predisposizione genetica; e il fattore psicologico, le esperienze possono portare ad una maggiore vulnerabilità allo sviluppo della depressione. I due fattori interagiscono tra di loro ma non per questo portano allo sviluppo del disturbo.



#NEUROPSICOMOTRICISTA

Una persona vulnerabile può non ammalarsi mai di depressione, se non capita un evento scatenante e se ha buone relazioni supportive. Il fattore scatenante è un evento scatenante o qualche tensione importante. Nel 40-70% dei casi il disturbo si associato ad altre patologie ADHD, iperattività,disturbi della condotta e disturbi d’ansia. La depressione si autoalimenta perché la persona che ne soffre guarda al mondo, agli altri, a se stesso e al futuro in modo negative ed assume un comportamento passivo ed autocritico. Questa crescente passività diminuisce l'energia, aumenta la stanchezza e può essere valutata come ulteriore prova della propria negatività e del futuro nero, innescando un circolo vizioso che mantiene nel tempo l’umore depresso e lo stato di inattività. Ad esempio, può capitare che la persona depressa faccia molta fatica ad affrontare le normali attività quotidiane al punto tale da rimandarle nel tempo; in questo modo inizia a sentirsi ancora di più incapace e fallita. L’attivazione di questi evitamenti mantiene la depressione poichè non permette alla persona né di sperimentare brevi stati mentali positivi, né di verificare che, nella realtà, non è così incapace come pensa di essere. Accade spesso che le persone depresse, provino apatia e disinteresse per quasi tutto, smettano di uscire, evitino il contatto con le altre persone e trascorrano molto tempo libero in attività passive e solitarie come guardare la televisione e stare a letto, rimuginando sui propri problemi ed assillando amici e conoscenti riguardo ad essi. Anche tali comportamenti mantengono la depressione in quanto impediscono alla persona di vivere esperienze gratificanti. I parenti e gli amici della persona depressa, animati da buone intenzioni, possono cercare di spronarla invitandola a sforzarsi di reagire, senza rendersi conto, però, che questo aumenta il senso di colpa e l’autosvalutazione. L'atteggiamento più utile è aiutare la persona depressa ad intraprendere un percorso di cura

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fatto di un'adeguata terapia farmacologica e una psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Curare la depressione Nei bambini un buon supporto può essere la terapia psicomotoria, che li aiuta a “riprodurre" i propri vissuti permettendone l’elaborazione. Attraverso questo trattamento si cerca di evitare che le patologie principali come: iperattività, ADHD, disturbi dell’ attenzione, evolvano in depressione. Inoltre altro approccio è la terapia cognitivo-comportamentale . Il trattamento farmacologico è risultato utile solo se associato alla psicoterapia e comunque solo nei casi molto gravi (ad es. suicidio.) Sebbene i farmaci siano molto efficaci nel ridurre i sintomi acuti, non lo sono altrettanto nel risolvere la vulnerabilità alla ricaduta, e nella maggior parte dei casi la loro interruzione porta al riacutizzarsi della sintomatologia. La terapia cognitivo-comportamentale aiuta il bambino e l’adolescente a comprendere il funzionamento del disturbo depressivo e a rompere i circoli viziosi che lo mantengono nel tempo e lo autoalimentano. La psicoterapia, inoltre, aiuta a modificare i modi i di pensare e di comportarsi disfunzionali, a riprendere gradualmente in mano la propria vita e a recuperare il piacere dello stare con gli altri. A seconda del caso-specifico alla terapia con il bambino o adolescente spesso viene associato un ciclo di incontri di sostegno alla genitorialità al fine di dare ai genitori informazioni utili sul disturbo depressivo e fornire loro strategie efficaci di gestione del problema.



#FISIOTERAPISTA

Ipertermia Computerizzata e Standardizzata (ICT) SECONDA PARTE Dott. Daniele Grieco

I parametri da tener presente nella pianificazione del trattamento sono: 1. Profondità del tessuto: Questo comporta la scelta della potenza della sorgente a microonde e della temperatura del bolus. 2. Tipo di tessuto: Se il tessuto è molto vascolarizzato è necessario utilizzare una temperatura d’esercizio elevata, perché il tessuto tende facilmente a raffreddarsi tramite la circolazione sanguigna. 3. Condizione fisica del paziente: L’apparato muscolare di un atleta richiede una potenza e un livello termico più elevato rispetto ad un individuo sedentario, per le masse muscolari diverse. 4. Fase clinica: La fase acuta è spesso un territorio “off limits” per l’ipertermia. 5. Risposta clinica: La capacità di sopportazione al calore del paziente è l’indicatore più importante per l’operatore.

processi flogistici cronici che causano il passaggio da una tendinite ad una tendinosi caratterizzata dalla frammentazione delle fibre collagene e dalla formazioni di cisti. Queste fibre, essendo più deboli, spesso si rompono, innescando un nuovo fenomeno flogistico. Il tessuto fibroso essendo poco irrorato, ha dei processi di guarigione lenti. L’ipertermia può spezzare questo circolo vizioso della tendinite cronica inducendo una vasodilatazione nella circolazione locale: l’accorrere di nuove cellule macrofagiche e l’incremento dell’ossigenazione rivitalizzano il tessuto fibroso. 3. Artrosi: per agire sul tessuto osseo e cartilagineo si consiglia di erogare delle potenze dell’ordine dei 30-65 watt con un delta termico modulato in base alla profondità. 4. Lombosciatalgia: il trattamento deve essere eseguito lontano dalla fase acuta, per evitare che l’ipertermia indotta aggravi l’edema e l’eventuale compressione delle strutture radicolari. 5. Sindromi canicolari: con tale termine si indica la patologica condizione di alcuni tronchi nervosi periferici che rimangono intrappolati in angusti spazi anatomici (sindrome del tunnel carpale). La compressione altera la circolazione ed induce una degenerazione delle fibre nervose. È opportuno erogare una bassa potenza (30 watt) con delta termico limitato (1°C). I parametri devono consentire una vasodilatazione nei vasa vasorum del tronco nervoso senza causare la congestione del nervo stesso e relativo aumento del conflitto.

Indicazioni terapeutiche

Controindicazioni

1. Patologie muscolari • Contratture: l’ipertermia aumenta la circolazione sanguigna dei fasci muscolari in acidosi e riduce i tempi del riequilibrio metabolico; può essere eseguita già dalle prime fasi sintomatologiche con un effetto antalgico sorprendente. • Lesioni muscolari: l’ipertermia può essere usata a partire dalla fase sub-acuta, cioè quando l’ematoma ha terminato la fase di espansione. 2. Tendiniti e capsuliti: le tendiniti sono causate da sovraccarichi funzionali immediati o ripetuti nel tempo, questi ultimi comportano l’instaurarsi di

Controindicazioni assolute: i pacemakers cardiaci, le protesi uditive, le protesi o le sintesi metalliche nella stessa zona o in stretta vicinanza della zona di trattamento. È controindicata in caso di insufficienza circolatoria di grado medio e grave, di diatesi tromboembolica, di infezioni locali o sistemiche, di neoplasie maligne e alla presenza di zone cutanee con anestesia termodolorifica. È controindicata in caso di gravidanza e in presenza di cartilagini di accrescimento. Controindicazioni relative: presenza di aree ipoestesiche o di aree ischemiche, il diabete, l’obesità e la fase acuta delle patologie infiammatorie.

Fisioterapista presso Clever Rehabilitation - Specializzato in rieducazione posturale secondo il metodo Mézières 338.6382382 gridan84@hotmail.it

In questo numero parleremo delle modalità di trattamento, delle indicazioni terapeutiche e delle controindicazioni dell’ipertermia.

Modalità di trattamento

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#PSICOPEDAGOGISTA

La paura di amare e di non essere degni d'amore Dott.ssa Bianca Pane Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche 393.9315564 http://bit.ly/1bb6qS4

L’amore è qualcosa di essenziale per la nostra esistenza, necessario come l’aria. Tutti ne sentiamo il bisogno in quanto rappresenta la differenza tra il vivere e il sopravvivere. Anche se lo sperimentiamo pienamente, non ci sembra che ce ne sia mai abbastanza. Proprio perché è così importante, desiderato e agognato, l’idea di non averlo ci spinge a fare cose spesso considerate folli, mai quanto quelle indotte dal timore di perderlo. Il fatto è che l’amore e la paura vanno spesso a braccetto, perché possedere l’amore implica anche la possibilità di non averlo più.

L’angoscia di non sentirsi meritevoli d’amore Amare ed essere amati, il sentimento apparentemente più semplice ed immediato, il moto dell’anima che dà gioia senza nulla chiedere… Un sentimento che ci mette al riparo dalla solitudine, che fa di due spazi contrapposti un ‘noi’ comune, può venirci da un partner, dai genitori o da un figlio. L’amore accetta chi ama, senza volerlo cambiare, è il sentimento che comprende e non giudica. Ognuno di noi vorrebbe vedere negli occhi di chi dice di amarci proprio questa accettazione incondizionata, vorremmo essere riconosciuti e prediletti per quello che siamo: ‘Ti amo perché sei tu, non perché sei bello, perché hai prestigio o potere, non perché sei un vincente nella vita o sei sexy.

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Ti amo anche quando hai paura, quando sei debole e sconfitto; quando ti arrabbi e sei insopportabile..’ Per poter sperimentare l’amore, per essere amati e, per credere di meritarlo, dobbiamo avere il cuore aperto, il che implica vigilare sulla tendenza del nostro IO il quale si abbandona ad aspettative, critiche e pregiudizi. Quando amiamo e siamo amati sperimentiamo l’unità con l’altro e il nostro cuore non ha più ‘freddo’. Ci sentiamo protetti e al sicuro, siamo felici ed energeticamente espansi. In questo spazio è come se tutto assumesse una tinta più luminosa e bellissima. Essere nella vibrazione del cuore ci fa essere generosi, il nostro amore è infinito e non abbiamo bisogno di circoscriverlo a poche persone, né di dosarlo, perché più ne diamo, più ci ritorna. Parlo ovviamente di quel sentimento che trova in se


stesso la sua giustificazione: NON amiamo per ottenere qualcosa, amiamo e basta, e quando accade è magia.. Ma per sperimentare questo stato di grazia dobbiamo fidarci dell’altro, senza paura che ci ferisca, e, di contro, dobbiamo anche credere con convinzione, di essere meritevoli a nostra volta di questo sentimento. Questo purtroppo non accade di frequente, proprio perché spesso siamo noi per primi a NON AMARCI, e dunque ad avere paura di non essere degni d’amore. La decisione che fa prevalere questo timore,

di non essere un degno oggetto d’amore, di solito ha radici remote, nell’infanzia. Come sappiamo, i genitori rappresentano la nostra prima fonte di affettività, e pertanto la nostra prima sorgente d’amore. Se le impressioni che abbiamo avuto all’epoca, sono bloccate e non vengono revocate, possono compromettere tutta la nostra vita affettiva da adulti. In poche parole, non è importante quello che hanno fatto, ma l’interpretazione che ne abbiamo dato alla luce della nostra sensibilità. Se ad esempio nostro padre era troppo impegnato, avremmo potuto intendere il suo comportamento come disaffezione nei nostri confronti, deducendone che non ci amava. Il processo di pensiero potrebbe non fermarsi qui: in genere il passo successivo è infatti decidere che, se lui non ci accettava e apprezzava, era perché eravamo NOI a essere carenti e sbagliati. Ecco la decisione,

TUTTA NOSTRA, che ci marchia come ‘colpevoli ed immeritevoli d’amore’. O ancora, avendo avuto una madre iperprotettiva e ansiogena, potremmo interpretare la sua attenzione patologica come un atto di sfiducia nei nostri confronti, e da qui a non sentirsi degni d’amore il passo è breve! Oppure un altro scenario che, pur essendo diverso, potrebbe determinare un’analoga conclusione è questo: se da piccoli abbiamo subìto un lutto, a causa di una malattia o di un incidente, o un abbandono da parte di uno dei nostri genitori, potremmo decidere che la loro assenza dipende dal fatto che siamo stati ‘cattivi’ e, quindi, meritiamo una punizione.. E quale può essere un castigo peggiore che toglierci l’amore? Se abbiamo deciso di leggere l’esperienza vissuta come un ‘tradimento d’amore’, ci sentiremo rifiutati e abbandonati, una delle situazioni che minano maggiormente il nostro equilibrio affettivo di base. Una volta respinti, alimenteremo la paura di non meritare l’amore e, da quel momento in poi, rivolgeremo questo ‘non amore’ verso noi stessi con la possibilità piuttosto concreta che ciò inneschi un meccanismo autodistruttivo nelle relazioni future. La paura di non meritare l’amore e di soffrire ancora, creerà un muro che nel tempo alimenteremo, facendolo crescere a dismisura. Ci isolerà, alienandoci sempre di più da questo sentimento vitale. Arriveremo a non accettare il fatto naturale di arrenderci all’amore, perché così risveglieremmo quei sentimenti dolorosamente repressi. Il nostro comportamento determinerà una distanza dagli altri, rendendoci separati e isolati, e confermerà la paura di essere colpevoli e indegni d’amore. Se non revochiamo questo fatidico ultimatum del ‘Se sono stato abbandonato, sono colpevole’, la nostra vita affettiva sarà un disastro. E l’amore si allontanerà sempre di più dalle nostre vite, mentre la paura amplierà il suo dominio… Per avere una vita affettiva sana dobbiamo revocare la decisione presa in passato: la paura di non essere degni e ,quindi, di non meritare l’amore. Se non poniamo dei ripari, rischiamo sempre di più di cadere nell’angoscia di chiedere ciò di cui abbiamo bisogno, cioè l’amore, ma di restare convinti nel profondo che comunque non lo riceveremo. Se abbiamo ‘deciso’ di non meritare l’amore e ci comportiamo come se dovessimo espiare una fantomatica colpa, per prima cosa dobbiamo vedere la nostra ‘innocenza’. Non c’è ragione per cui ci debba essere negato l’amore, perché tutti noi siamo esseri amorevoli e degni.

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#PSICOPEDAGOGISTA

Impariamo ad avere fiducia nell’abbondanza dell’universo perché, abbandonando il timore che per noi non ci sia mai abbastanza amore, smetteremo l’atteggiamento di ‘afferrare dalla vita’, invece che riceverne i doni. Sentiamoci puri, e pensiamo di meritarci tutto l’infinito amore che è lì, pronto per noi.

La paura di amare Eccoci alla paura forse più grossa che caratterizza i giorni nostri: la paura di amare. Da dove nasce questa decisione così drastica e così invalidante per la nostra vita? Una volta, amare ed essere amati era la cosa più naturale del mondo. Oggi, sebbene amare sia considerato socialmente positivo, ce lo hanno insegnato come lodevole ed auspicabile, ci hanno anche detto (anche se non sempre in modo diretto), che non dobbiamo mai abbassare la guardia, dobbiamo sempre mantenere il controllo della nostra vita… e questo non è esattamente amore! Ecco perché, pur sempre agognato e celebrato, questo sentimento ha molti aspetti che spaventano. L’amore richiede il lasciarsi avvicinare oltre ogni difesa, l’essere aperti all’altro senza pregiudizi e, soprattutto, senza timori. Reclama un’assenza di giudizio e di critica che, spesso, non siamo in grado di attuare, e ha bisogno dell’accettazione incondizionata dell’altro, cosa che si scontra con l’istanza culturale di plasmare l’altra persona secondo i nostri criteri. Bisogna convenire che nella vita è pressochè impossibile arrivare all’età di amare senza avere almeno qualche ferita nel cuore. Dal primo amore che finisce, alla separazione dei genitori, o alla perdita della persona cara, abbiamo tante possibilità di prendere la fatidica decisione che può farci chiudere il cuore. Non è tanto importante l’entità dell’evento che abbiamo vissuto, bensì la percezione che abbiamo scelto di averne. I fatti oggettivi vengono sempre filtrati dalla nostra sensibilità, dall’interpretazione che scegliamo di dare in quel momento. In seguito a un tradimento, ad esempio, potrei decidere che ‘l’amore fa male’, oppure, se l’abbandono è drammaticamente definitivo, che ‘le persone che amo muoiono’. Ma è sufficiente anche un rapporto genitoriale invadente e castrante per farci dire che ‘l’amore brucia’. Questi eventi non sono certo straordinari, ma possono portarci ad avere una difficoltà ad amare incondizionatamente per paura di soffrire. In questo caso scattano come tagliole i meccanismi di autodifesa, che, all’inizio

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funzionano come scudo protettivo del cuore verso il mondo esterno, ma poi ci impediscono di amare noi stessi in quanto presto ci troviamo murati nella nostra torre di controllo, soli nel mondo. Per ovviare a questa paura, che ci limita pesantemente nella nostra affettività, l’unica cosa è ARRENDERSI. Forse soffriremo, ma è solo una possibilità, mentre con la paura di amare soffriamo di sicuro. Perché, senza amore, si vive proprio male.

Il disamore Se non riusciamo ad arrenderci all’amore, ciò determinerà due atteggiamenti ‘compensatori’ di tipo diverso, ma servono entrambi a sopperire al buco del disamore, al disagio generato dalla chiusura verso gli altri e verso noi stessi. Il primo è la DIPENDENZA AFFETTIVA, in genere prodotta dalla paura di non meritare amore. Poiché non siamo in grado di vivere il rapporto come scelta, ripiegheremo sul BISOGNO, aggrappandoci agli altri perché temiamo di essere abbandonati. Proprio perché non ci riteniamo degni di ispirare amore, ‘faremo sempre qualcosa in cambio’. Sceglieremo solo chi ha bisogno di noi, così sarà fortemente motivato a non lasciarci. È chiaro che con questa modalità non saremo liberi di scegliere ciò che è giusto per noi, poiché le nostre decisioni saranno sempre e soltanto finalizzate a ‘non perdere’ l’altro. Con ogni probabilità, allargheremo tale modus operandi dalla coppia a tutti coloro che hanno importanza per noi e, per tacitare la paura di non essere amati,ci immoleremo sull’altare del servizio, sacrificandoci per tutti. Tutto questo però non è mosso dall’amore, bensì dalla PAURA e dal BISOGNO. Un’altra modalità che spesso usiamo per colmare il baratro del disamore è la ‘recita’ della pantomima: compiamo atti d’amore ma, rigorosamente senza amore! Usiamo il sesso, che apparentemente rappresenta un buon succedaneo, per ottenere quella vicinanza all’altro che ci serve per vivere. Difficilmente però funziona: l’amore e il sesso sono due vibrazioni che si appartengono ma soddisfano necessità diverse e come tali vanno onorate. Mistificare un’energia, quella sessuale, con un’altra, quella amorosa, significa perdere il senso di entrambe. In questo modo pretendiamo amore dagli altri, ma nel rapporto siamo controllati e seduttivi, attenti a non farci coinvolgere. Il rapporto affettivo, se così può chiamarsi, sarà controllato e altamente competitivo, del tipo ‘io vinco, tu perdi’, un comportamento molto lontano dall’amore…



#NATUROPATA

Il massaggio olistico Mariateresa Caiafa Naturopata - Operatore del Benessere Specializzata in Massaggi Olistici, Riflessologia plantare, Fiori di Bach, Intolleranze Alimentari 338 8194524

Non è assolutamente un qualcosa di meccanico ma rappresenta un bellissimo scambio energetico, creando una vera e propria comunicazione tra il massaggiatore e il massaggiato. L’operatore del benessere, valuta la persona nella sua interezza (olismo si traduce dal greco come "insieme, intero, tutto") poiché il corpo, la mente e la parte spirituale hanno solidi legami tra loro e si possono riequilibrare attraverso il contatto, il rilassamento e lavorando in sinergia con le varie tecniche naturopatiche (riequilibrio dei chakra e dei meridiani, Fiori di Bach, aromaterapia, cristalloterapia, cromoterapia, etc). “Ogni cosa esiste in un oceano di energia. Noi siamo fatti di energia e l'energia appartiene a noi. E il rapporto fra il nostro campo aurico e il nostro stato di salute è strettissimo !!! ". Il massaggio è, appunto, una delle tecniche più incisive per poter ritrovare un riequilibrio energetico. Il massaggio è l’arte più antica creata dall’uomo, già alcuni millenni prima di Cristo, veniva utilizzato per ritrovare l’armonia e i suoi effetti sono tantissimi: stimola il sistema circolatorio in termini di stimolazione e rafforzamento del cuore, maggior apporto d’ossigeno e di nutrienti alle cellule, eliminazione delle scorie metaboliche, riduzione della pressione sanguigna, incremento della circolazione linfatica; sistema digestivo in termini di rilassamento dei muscoli addominali e intestinali, alleviamento della tensione, stimolazione dell’attività di fegato e reni, eliminazione delle scorie metaboliche; sistema muscolare in termini di rilassamento e stimolazione, potenziamento dei muscoli e dei tessuti connettivi, flessibilità e plasticità muscolare, alleviamento dei dolori, tensioni e rigidità; sistema nervoso in termini di stimolazione dei punti d’interesse neuromotorio, riduzione di irrequietezza e insonnia, sensazione

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di benessere, alleviamento di dolori; sistema respiratorio in termini di sviluppo dei muscoli respiratori, stimolo dell’attività di drenaggio dei linfonodi poco attivi; sistema linfatico in termini di depurazione dalle scorie metaboliche, miglioramento del tono e dell’elasticità cutanea, tendenza alla normalizzazione delle funzioni ghiandolari; sistema scheletrico in termini di miglior allineamento, diminuzione della rigidità articolare, sollievo dei dolori ai piedi. Il massaggio olistico è “VITA”, dà una sensazione di pienezza, protezione e dona amore. Le mani del Naturopata sfiorano il corpo nel pieno rispetto della persona e si percepisce benissimo lo scambio energetico che avviene, come se le sue mani stessero eliminando stanchezza, stress, tensioni e allo stesso tempo regalando energie benefiche. La cosa più grandiosa, per chi riceve tale pratica, è il riuscire ad entrare in contatto con il proprio IO, quante volte capita di non ascoltarci? Essere sempre di fretta e non riuscire a ritagliare un momento per noi? Questo pit-stop, il relax e il benessere che si ricevono, ci rendono consapevoli di quanto il nostro correre a ritmi frenetici non facciano assaporare o metabolizzare nel modo giusto tante situazioni che la vita ci fa vivere, che la nostra mente è continuamente bombardata dai trecentomila pensieri quotidiani, non dandole il tempo di svuotarla. Quindi, questi piccoli ritagli di tempo, anche se durano all’incirca 60 minuti, sono in grado di rigenerarci, ricaricarci, farci sentire più leggeri e allo stesso tempo più forti nell’affrontare dure giornate. Il massaggio olistico ci coccola nel modo giusto e ha un unico obiettivo: far raggiungere il benessere. Per ogni esigenza del nostro corpo, viene effettuato un tipo di massaggio per trarne i migliori benefici e nei prossimi numeri verranno elencate e descritte le diverse pratiche olistiche. Non tutti possono sottoporsi al massaggio (in generale) poiché è controindicato in caso di traumi recenti, flebiti, insufficienza cardiaca, gravi necrosi, gravidanza, dermatiti, malattie infettive della pelle (lupus), etc. In caso di dubbi basta semplicemente informarsi dal proprio medico di fiducia.





#FISIOTERAPISTA

Utili consigli per la sindrome cervicale Dottoressa

Veronica Di Martino Fisioterapista - Specializzata Ginnastica Posturale Metodo Mézières Studio Ir.Ve. Tel. 081.0097352

Il primo passo per chi ha un disturbo cervicale è innanzitutto ricevere una minuziosa valutazione. Questa prima visita analizza tutti i potenziali aspetti del problema: un’anamnesi accurata che descrive la sintomatologia attuale e gli eventuali episodi dolorosi, traumatici o chirurgici precedenti, l’ispezione e la palpazione del collo è il primo passo diagnostico. Si cerca di individuare gonfiori (gozzo) o atrofie muscolari intorno al collo, sporgenze o malallineamenti (sublussazioni) vertebrali, si osserva il portamento della colonna e della testa. Dopo la palpazione statica, nell’intento di definire la posizione delle vertebre, si aggiunge la "palpazione in movimento” per captare la funzionalità dei singoli segmenti vertebrali. Il fisioterapista riconosce con la sua sensibilità nelle dita ed esperienza, il segmento bloccato o quello ipermobile, dove i legamenti sono lassi o lesi. Il prossimo passo è l’esame del ROM (range of motion) della colonna cervicale: la flessione in avanti, la retroflessione, la lateroflessione e la rotazione verso destra e sinistra. L’integrità di questi movimenti conferma già il buon funzionamento della colonna o, nel caso contrario, un difetto specialmente lì dove rimane vulnerabile tra la sua fuoriuscita dall’atlante e l’entrata nel cranio, causa gravi giramenti di testa, perfino dei deficit neurologici. Le indagini diagnostici generali, con esami fisici e strumenti semplici, ci danno le informazioni globali del caso. Le radiografie del tratto cervicale, vengono richieste come di routine. Solo dopo aver stabilito l’origine della patologia e formulato la diagnosi e la prognosi, si potrà procedere alla terapia. Possiamo avere: La cervicalgia: vuol dire dolori alla colonna cervicale. L’origine va dal semplice spasmo muscolare dopo raffreddamento, all’artrosi (calcificazioni intorno alle articolazioni - e corpi

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vertebrali), all’anchilosi spondilartritica (perdita dell’articolarità), dove i legamenti calcificano e rendono la colonna come un bastone di bambù. La cervicalgia semplice è una disfunzione che risponde pefettamente alle cure manipolative. La cervico-brachialgia: è un dolore nevralgico che origina dal collo e che irradia verso il braccio. La causa è l’irritazione di una o più radici nervose che fuoriescono dalla colonna cervicale e che terminano nelle strutture remote delle braccia. Messaggi sbagliati vengono impartiti a livello dei fori di congiugazione ai nervi afferenti (nocicettori) i quali portano le informazioni (dolori) dalla periferia (braccia) al cervello. Anche pressioni sul midollo spinale da ernia discale o tumori possono causare dolori cervicobrachiali. La cervico-occipitalgia: è una condizione dolorosa che ha origine alla nuca (colonna cervicale) e che irradia verso la testa, qualche volta fino sopra o dietro un occhio (pseudoemicrania). La causa è sovente una tensione nervosa (psichica) o una posizione uniforme e prolungata davanti al video che irrigidisce i muscoli occipitali. Questi bloccano il libero giuoco delle articolazioni cervico-occipitali e atlanto-assiali (C1-C2). Viene così irritato e infiammato il nervo suboccipitale. Il secondo passo è quello di effettuare una adeguata fisioterapia in modo da riportare velocemente la muscolatura cervicale ad una tensione accettabile e le vertebre alla corretta mobilità: questo risultato viene ottenuto (nella maggior parte dei casi) tramite varie tecnicne manipolative, che consentono di rimuovere in varie sedute l’accumulo di tensione muscolare nel tratto cervicale alto, quello delle vertebre atlante ed epistrofeo. La cura manipolativa viene coadiuvata dalla fisioterapia generale, come lo stretching passivo, le terapie con correnti analgesiche, il laser, la magnetoterapia, la ginnastica attiva Il terzo passo è quello di impostare un piano di rieducazione che vada a stabilizzare i risultati ottenuti. Si tratta di una fase estremamente personalizzata, che può comprendere interventi sulla postura, ma anche sull’alimentazione o sull’attività fisica



#NUTRIZIONISTA

A caccia di vitamine Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II. Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30 334.2258132 http://bit.ly/19ubheb

Dalla Beta alla A Il betacarotene è un antiossidante e un precursore della vitamina A. Assumere questa sostanza è di fondamentale importanza soprattutto per chi limita i prodotti di origine animale, gli unici dove la vitamina A, necessaria all’integrità della cornea, di pelle, mucose e membrane cellulari, è già formata. Inoltre, sembra abbia un ruolo protettore contro alcune forme tumorali. Dove si trova? Lo trovi nei vegetali di colore gialloarancione come carote, zucca, albicocche, peperoni e nelle verdure a foglia verde, come spinaci e i broccoli. Quanto ne serve In Italia non è prevista una quantità giornaliera consigliata Fai attenzione! L’uso d’integratori di questa sostanza è sconsigliato

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Quando si parla di frutta e verdura si parla soprattutto di vitamine, minerali e dei loro benefici. I nutrienti presenti nei vegetali, infatti, sono importantissimi per la nostra salute, perché contribuiscono in maniera provata alla prevenzione di molte malattie, e pertanto anche l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di mangiare almeno 400 grammi di frutta e verdura al giorno. Ma proviamo a conoscere meglio le vitamine e i sali minerali più importanti:

C come corazza Sicuramente tra le più conosciute troviamo la vitamina C. La sua caratteristica principale è l’azione antiossidante, cioè la capacità di proteggere l’organismo dai radicali liberi. In poche parole, collabora nei processi di difesa delle cellule. Dove si trova? La trovi soprattutto negli agrumi, nei kiwi, nei peperoni, nei pomodori, e negli ortaggi a foglia verde. Quanta ne serve? La quantità raccomandata giornaliera è di 85 mg per le donne e 105 mg per gli uomini, cioè poco più di un’arancia o di un kiwi. Fai attenzione! Questa vitamina si perde con i lavaggi, la conservazione e la cottura. Aiuta ad assorbire il ferro.



B come benessere per tutti La vitamina B 9, o acido folico, ha un ruolo importantissimo nello sviluppo del Dna, nella crescita cellulare, nella formazione dei tessuti e nella produzione dei globuli rossi. Se assunta in quantità adeguata prima del concepimento, riduce il rischio di malformazioni fetali, come la spina bifida. Ha un generale effetto protettivo sulla crescita del feto e una funzione antianemica. Dove si trova? La trovi soprattutto in agrumi, legumi, cereali, lattuga, ortaggi a foglia verde, broccoli. Quanta ne serve? La quantità raccomandata giornaliera è di 400 microgrammi, che equivale a due porzioni di spinaci. Fai attenzione! Integrala in gravidanza, fino a 600 microgrammi.

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Ecco come fare per preservare i salutari benefici delle vitamine: Cottura. La maggior parte delle vitamine è sensibile al calore eccessivo e si disperde nell’acqua di cottura. Per questo, in generale, il consumo a crudo, quando possibile, è da preferire. In alternativa, prediligi la cottura al vapore o al microonde. Conservazione. La frutta e la verdura conservate a lungo prima di essere consumate perdono gradualmente le vitamine. Le verdure surgelate, invece, hanno un tasso vitaminico quasi identico a quelle fresche.

Mg come magnesio

K come potassio

P come fosforo

II magnesio, come il calcio, è un minerale importantissimo per lo sviluppo e il benessere delle ossa. Regola la pressione sanguigna, le funzioni di alcuni enzimi, la sintesi delle proteine, la contrazione muscolare e la trasmissione dell’impulso nervoso. Dove si trova? Lo trovi soprattutto nei vegetali: frutta secca, cereali integrali, legumi, cacao e cioccolato, banane. Quanto ne serve? Il livello di assunzione raccomandato di questo minerale è indicato tra 150 e 500 mg al giorno, pari cioè a una tazza di crusca e qualche frutto secco. Fai attenzione! L’80% del magnesio presente nei cereali viene eliminato con la raffinazione. Un buon motivo per mangiare integrale.

Il potassio ha una funzione importante per il mantenimento del bilancio idrico, per la trasmissione dell’impulso nervoso e per la contrazione muscolare. Dove si trova? Le fonti più ricche di potassio sono gli alimenti freschi non sottoposti a trattamenti. Nella frutta si trova soprattutto nelle banane, mentre nella verdura lo troviamo in piselli, cavoli e asparagi. Quanto ne serve? Circa 4 grammi al giorno, che assumi senza fatica con un’alimentazione varia. Fai attenzione! Gli integratori di potassio, in condizioni normali, sono inutili. Un’assunzione eccessiva di questo minerale può dare problemi.

Il fosforo è un minerale essenziale, coinvolto in numerosi processi fisiologici: l’85% del fosforo dell’organismo si trova nelle ossa insieme al calcio. Inoltre, svolge un ruolo importantissimo come componente del materiale genetico. Dove si trova? Lo trovi soprattutto negli alimenti ricchi di proteine. Nel mondo vegetale si trova principalmente nei legumi e nei cereali. Quanto ne serve? Il fabbisogno di fosforo è facilmente soddisfatto da una dieta varia, in cui il rapporto calcio-fosforo è ben bilanciato. Fai attenzione! La carenza di fosforo è un’eventualità non comune, dato che questo minerale è ben presente nel cibo.

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#FOODCROSSING

Tu si ‘nu babbà! Anna Maione Esperta in comunicazione multimediale dell'enogastronomia http://bit.ly/QWy93W

Per i Napoletani è una vera e propria categoria di dolcezza, il simbolo di un carattere sensualmente morbido (dire a una persona “sei un babà” suona quasi come una dichiarazione d’amore). È un dolce per tutte le stagioni, indipendente da feste religiose e da occasioni rituali. Ogni momento è quello buono per assaporare un babà in versione monoporzione nella tradizionale forma bouchon, che ricorda il tappo di una bottiglia di Champagne stretto sotto e a cupola sopra, oppure a fette quando il babà si presenta grande e con la tipica forma a ciambella con il foro al centro. Eppure quello che oggi viene considerato da tutti una tipicità della cultura gastronomica napoletana in realtà non è nato qui. Ad inventarlo agli inizi del 700 è stato un re polacco, Stanislao Leszczinski, il quale visse parte della vita in esilio nella città francese di Luneville, dove il suo pasticcere cercava di alleviarne le pene politiche sfornando continuamente nuove golose creazioni (questo maestro dell’arte dolciaria era Nicolas Stohrer, l’inventore di alcuni tra i dolci più celebri della gastronomia europea). Sembra però che il sovrano non amasse particolarmente il kugelhupf, un dolce tipico

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polacco che egli trovava troppo asciutto e che un giorno, stufo dello stucchevole dolce, l'abbia scaraventato dall'altra parte della tavola dove per puro caso si trovava una bottiglia di rhum. Il liquore rovesciandosi sul dolce emanò un profumo tale che lo zar, dopo averlo assaggiato se ne innamorò e, essendo un lettore appassionato de "Le mille e una notte" lo chiamò Alì Babà, come il personaggio di questi racconti da lui preferito. Nel 1725 la figlia di Leszinscki, Maria, sposò il re di Francia Luigi XV e Sthorer (con il suo neonato babà) la seguirono approdando alla reggia di Versailles. Al pasticcere polacco venne concessa la licenza di aprire una pasticceria al centro di Parigi, più precisamente al numero 52 di rue Montorgueil, dove ancora oggi è possibile assaggiare la versione originale del babà. La versione partenopea del dolce si distingue da quella d’oltralpe per la sua straordinaria leggerezza, ottenuta grazie alla triplice lievitazione della pasta, che viene poi imbevuta di rum diluito con uno sciroppo di acqua e zucchero, nonché per la laccatura esterna ottenuta con della marmellata un po’ liquida di albicocca che impermeabilizzando l’esterno del dolce consente all’interno di rimanere umido e morbido per molti giorni. Ma se il babà nasce a Parigi è certo che rinasce a Napoli. E questa seconda nascita è decisiva per la storia di un dolce che deve la sua fama soprattutto alla versione partenopea. Molto probabilmente furono decisivi i cosiddetti monsù, i cuochi francesi che lavoravano nei



#FOODCROSSING

palazzi aristocratici napoletani, artefici di uno straordinario connubio tra la tradizione napoletana e la cucina francese che si può riconoscere in piatti straordinari come il gattò di patate e la pasta al gratin. Il babà è insomma il risultato di una triplice alleanza gastronomica tra Polonia,

Francia e Napoli. Ma è solo quest’ultima che ha saputo dare al dolce il suo decisivo imprinting mediterraneo, rifacendolo a sua immagine e somiglianza. Il risultato è una capolavoro di altissima pasticceria alla portata di tutti, leccornia aristocratica e popolare.

Ingredienti per 22 babà

preparate la bagna: ricavate 40 gr di scorza d'arancia e 20 gr di scorza di limone non trattata. Versate l'acqua in una pentola, unite lo zucchero e le scorze di arancia e di limone. Quando l'acqua bollirà e lo zucchero sarà sciolto, spegnete il fuoco e aggiungete il rum, così che non evapori, quindi coprite con un coperchio e lasciate in infusione. Passate al setaccio la confettura di albicocche, premendone poca alla volta sulle maglie di un colino con il dorso di un cucchiaio, e diluitela con 2-3 cucchiai di bagna quindi tenetela da parte. L'impasto sarà lievitato e avrà raggiunto il bordo della ciotola; imburrate molto bene e infarinate 22 stampini da babà delle dimensioni di 6 cm di altezza, 4 cm di diametro inferiore e 5 cm e mezzo di diametro superiore. Sgonfiate con la mano l'impasto dei babà e raccoglietene un po' in una mano. Premetelo nella mano, fate fuoriuscire e staccate, stringendo il pollice e l’indice, delle palline del peso di circa 65-70 gr l’una che andrete a riporre nell’appositi stampini. Lasciate lievitare gli stampini fino a che l’impasto non sarà arrivato al bordo. Infornate a questo punto i babà nella parte più bassa del forno statico preriscaldato a 180° per circa 30-35 minuti (160° per 25 minuti forno ventilato), finchè non saranno molto coloriti, quindi estraeteli e lasciateli intiepidire; toglieteli poi dagli stampini e fateli raffreddare e asciugare per bene su di una gratella. Quando i babà saranno freddi immergeteli nella bagna calda (40-45°), rigirandoli delicatamente con un mestolo. Quando saranno ben impregnati prelevateli con una schiumarola e strizzateli leggermente quindi poneteli a testa in giù su di una gratella, posta sopra ad un vassoio che raccoglierà il liquido colante. Spennellateli con la confettura di albicocche, per renderli ben lucidi e poneteli in frigorifero dentro ad un contenitore chiuso ermeticamente se non lo mangiate subito. Prima di servirli potete spruzzarvi sopra del rum e guarnirli, tagliandoli leggermente nel senso della lunghezza al centro e riempiendoli con crema pasticcera o chantilly e decorarli con fragole o amarene sciroppati. Buon momento di dolcezza!

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Farina manitoba fredda 600 gr Uova medie fredde 12 (circa 600 gr) Sale 10 gr Zucchero 30 gr Lievito di birra disidratato 4 gr (fresco 12,5 gr) Acqua 25 gr Burro ammorbidito 200 gr più q.b. per imburrare gli stampi Per la bagna • Acqua 2 l • Zucchero 800 gr • Arance scorza 40 gr • Limoni scorza 20 gr • Rum chiaro o scuro 400 ml Per spennellare • Confettura di albicocche 400 gr

Procedimento: Preparate il lievitino: sciogliete il lievito di birra disidratato in 25 gr di acqua e versate il tutto in una ciotola dove avrete posto 30 gr di farina; impastate gli ingredienti fino ad ottenere un impasto morbido ma consistente. Adagiate l'impasto in una ciotolina, ricoprite con la pellicola trasparente e lasciate lievitare per almeno 30 minuti fino al raddoppiamento del volume iniziale. Versate la rimanente farina (che deve essere fredda da frigorifero) nella tazza di una planetaria e aggiungete il lievitino. Rompete con una forchetta le uova, anch'esse fredde da frigorifero, per rompere i tuorli e mischiarli agli albumi quindi versatele a filo sulla farina, mentre la planetaria è in azione; in ultimo unite lo zucchero. Impastate fino a miscelare il tutto e a sviluppare il glutine (15-20 minuti). L'impasto sarà pronto quando si sarà sviluppata la maglia glutinica che renderà l’impasto elastico. Ora aggiungete un pezzo alla volta il burro, ammorbidito a temperatura ambiente su cui avrete versato il sale. Dovrete ottenere un composto molto morbido, elastico e opaco. Con una spatola di silicone pulite i bordi della ciotola della planetaria, quindi ricopritela con della pellicola trasparente e lasciate lievitare il tutto per 3 ore. Intanto che l'impasto lievita,

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#FITNESS

A settembre mi iscrivo in palestra Professor

Nello Iaccarino LSM (Laureato Scienze Motorie) PT (Personal Trainer) Consulenza Fitness dalle 15.00 alle 16.00 329.6220310 http://bit.ly/1eF4cwZ

Dopo la lunga pausa estiva e le innumerevoli abbuffate serali di agosto, molti Italiani meditano di iscriversi in Palestra. La scelta in molti casi cade verso la Sala Attrezzi. Vorrei, in questo caso, dare dei consigli a colui/ colei in merito. Inutile dire che la scelta della Palestra è in relazione alle proprie esigenze. L’iscrizione è condizionata quasi sempre da 2 obiettivi (diversi a seconda del sesso e dell’età): 1. Obiettivo Primario (dimagrimento, tonificazione, ipertrofia, forza, funzionale, preparazione a sport, correttivo, posturale, ecc); 2. Obiettivo Secondario (socializzazione, ecc). È buona norma, all’atto dell’iscrizione, esibire certificato medico (sia esso di tipo Agonistico o non agonistico). Il Professionista della Sala Attrezzi (LSM, Istruttore/trice) deve redigere una scheda quindi, senza timore, esponete tutti i vostri

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problemi, eventuali patologie ed i vostri reali obiettivi in quanto i succitati non hanno doti di chiaroveggenza. Non siate troppo pretenziosi soprattutto se avete problemi o patologie che necessitano del lavoro “ad personam” di un Personal Trainer; non pretendete che siano soddisfatte nello stesso tempo richieste contrastanti come, ad esempio, dimagrimento ed ipertrofia. I “SuperTramp”, coloro che frequentano saltuariamente la Palestra o nei mesi di: 1. ottobre, 2. novembre, 3. febbraio, 4. marzo, 5. aprile, 6. maggio, 7. giugno, sono invitati ad astenersi dal chiedere la periodizzazione o la ciclizzazione dell’allenamento. Se avete patologie vertebrali (scoliosi, ernie discali, spondiliti,ecc) o vascolari (varici, ecc) affidatevi esclusivamente a personale esperto e referenziato (Chinesiologo con Specializzazione e che effettui protocolli ISICO, PT Laureato Scienze Motorie, ecc). La Correttiva è estremamente individuale e non è pensabile proporla di gruppo, quindi diffidate di coloro che vi dicono il contrario. Io sconsiglio la pratica dei pesi in soggetti che soffrono di varici o tendenza a flebiti o che abbiano grosse problematiche vascolari. I principianti sono invitati a non chiedere allo Staff della Palestra di effettuare allenamentitratti da schede copiate da internet (è come entrare


in un ristorante con la merenda in mano, non è logico). Chi è “Homo o Femina Abonamentis” da 250/350€ annui non pretenda di fare schede di allenamento altamente specifiche e costantemente monitorate. Gli obesi evitino di fare 700.000 addominali e di prendere in ostaggio il tapis roulant (inutile) ma dotarsi di catena da 7 metri per avvolgerla attorno al frigorifero. Non chiedete di perdere grasso accumulato in 1 anno in 2 o 3 mesi; un Professionista serio vi dirà che il grasso corporeo ha un tempo di accumulo e di smaltimento simile, se si forza questo meccanismo si paga pegno. Egli vi dirà anche che il corpo è un mercante che non paga il sabato ma vi presenta sempre il conto. Quando l’obiettivo secondario diventa primario, ditelo chiaramente senza far impegnare inutilmente il Professionista che vi sta davanti (semmai proponete l’introduzione di un divano accanto al lat machine). Inoltre non disturbate coloro che realmente vanno in Palestra per allenarsi. Se il Professionista in Palestra affermerà invece, che vi farà fare un allenamento specifico e lo monitorerà costantemente per poche decine di

euro mensili, probabilmente avete incontrato una delle seguenti persone: 1. un filantropo (se lo conoscerete non siate ingrati, perché l’ingratitudine è il morbillo della razza umana. Ringraziatelo per ciò che fa per voi ed in futuro, in un angolo della vostra mente, dedicategli un piccolo spazio); 2. un francescano (fede, speranza, carità, cioè voi avete fede, il Professionista vi dà la speranza e voi gli fate la carità); 3. il Signor Bistefani (Noi della Bistefani ci sbagliamo sempre, volevamo fare dei biscotti, invece sono usciti dei pasticcini). Se il Professionista, addirittura, professerà di essere capace di risolvere tutti i vostri problemi estetici e/o funzionali e/o posturali, ecc, oppure ha trovato un allenamento universalmente efficace, non avete dubbi, avete incontrato Gesù. Non esiste una persona onnisciente, chiunque lo affermi verrà travolto dalle risate di Dio. Infatti, ci sono più cose tra il cielo e la terra di quante ne sogni la tua filosofia (Shakespeare - Amleto). Infine, si potrebbe proseguire ancora, ma preferisco augurarvi Buon allenamento


#WELLNESS

Dai un senso alla tua vita "Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere". Padre Pio

Ernesto Lupacchio Central Fitness Club 1, 2, 3 http://bit.ly/1couZMz

Siamo così presi dai problemi della vita quotidiana, da non accorgerci di tutto ciò che di bello ci circonda e che Padre Pio, con la sua frase, ha voluto ricordarci. Spesso non sappiamo più riconoscere le emozioni, lasciandoci travolgere dalla freneticità degli eventi quotidiani, soprattutto negativi, senza riuscire a reagire. Eppure basterebbe molto poco per apprezzare la vita e le sue meraviglie, riscoprendo il gusto delle "piccole cose" e dando il giusto valore ad esse, come testimonia questa bellissima storia: “Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro

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lavoro, le risposte furono diverse. "Spacco pietre" rispose il primo. "Mi guadagno da vivere" rispose il secondo. "Partecipo alla costruzione di una cattedrale" disse il terzo”. Peter Schultz Ogni cosa dipende sempre da cosa vogliamo e da quali obiettivi ci poniamo. Si possono spaccare le pietre o costruire cattedrali pur facendo lo stesso lavoro: è l’atteggiamento verso la vita che fa la differenza. Per i tre personaggi della storia, il lavoro era percepito secondo la propria prospettiva di vita: più pesante per chi si vedeva semplicemente a rompere le pietre, più ambizioso per chi, nonostante facesse la stessa cosa, ma con motivazioni e obiettivi diversi, si percepiva l’artefice della costruzione di una chiesa. I nostri atteggiamenti, i cambiamenti rispetto al passato e il senso che ciascuno di noi da alla vita sono fondamentali riflessioni e spunti per comprendere il pensiero di George Carlin, attore e sceneggiatore statunitense, che mi piace condividere con voi. “Il paradosso del nostro tempo nella storia è che abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse, autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo meno, compriamo di più, ma godiamo meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo. Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, più conoscenza, ma meno giudizio, siamo più esperti e abbiamo ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere. Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco, guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo, facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi, vediamo troppa TV e preghiamo di rado. Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori.



#WELLNESS

Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. Siamo andati e tornati dalla Luna, ma non riusciamo ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino di casa. Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno. Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima. Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi. Scriviamo di più, ma impariamo meno. Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno. Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta, grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni. Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi, case più belle ma famiglie distrutte. Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta, della moralità a perdere, delle relazioni di una notte, dei corpi in sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto, dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti. E' un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino. Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa lettera e in cui puoi scegliere di condividere queste considerazioni con altri o di cancellarle. Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora, perché non saranno con te per sempre.

Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda dal basso in soggezione, perché quella piccola persona presto crescerà e lascerà il tuo fianco. Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti è vicino, perché è l'unico tesoro che puoi dare con il cuore e non costa nulla. Ricordati di dire "vi amo" ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo. Un bacio e un abbraccio possono curare ferite che vengono dal profondo dell'anima. Dedica tempo all'amore, dedica tempo alla conversazione e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente”.

La vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

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#DIRITTO

Spacciarsi sulle chat per altra persona? Attenzione si rischia il reato penale Valerio Massimo Aiello Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata. Studio penale: Corso Italia, 261 Sorrento (Na) 339.4095882 valerioajello@gmail.com

E’ ciò che fanno in molti: chattare in rete rubando l’identità di altre persone. Sono svariate le cause per cui una persona decide di assumere i connotati di un’altra; talvolta ciò avviene solamente per scherzo o per gioco, altre volte si agisce, invece, per mettere in atto una vera e propria vendetta al solo scopo di danneggiare e umiliare terze persone. Spacciarsi per un’altra persona, anche solamente usando l’altrui nickname su chat o social network, configura il reato di “sostituzione di persona” disciplinato e punito dall’art. 494 CP. In particolare l’art. 494 codice penale sanziona, con il carcere fino ad un anno, la condotta di colui che al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici ,salvo che il fatto non costituisca altro delitto contro la fede pubblica. Il reato ex art. 494 CP scatterà, quindi, tutte le volte in cui taluno si auto-attribuisca illegittimamente, e al solo fine di trarne un vantaggio o un guadagno oppure per danneggiare o screditare un terzo soggetto, connotati che riguardano un’altra persona e che sono sufficienti ad individuarla specificamente (e in questo consiste appunto la sostituzione di persona).

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A titolo esemplificativo si configurerà il reato di “sostituzione di persona” nel caso di colui che crei ed utilizzi un "account" di posta elettronica, attribuendosi falsamente le generalità di un diverso soggetto, inducendo in errore gli utenti della rete 'internet' nei confronti dei quali le false generalità siano declinate e con il solo fine di arrecare danno al soggetto le cui generalità siano state abusivamente spese, subdolamente incluso in una corrispondenza idonea a lederne l'immagine e la dignità personale. Ovviamente queste “falsità” devono essere idonee a trarre in inganno qualcuno. Se nessuno cade in errore sulla vera identità o sulla vera qualifica del soggetto, si avrà eventualmente un tentativo di reato. A confermare tale assunto è intervenuta anche la Corte di Cassazione che con la sentenza n. 18826/2013, ha confermato la condanna di una donna che aveva divulgato su una chat il numero di telefono cellulare della sua ex datrice di lavoro, con la quale aveva in corso una causa civile. Per vendicarsi di un presunto sopruso, infatti l’imputata aveva fatto in modo di spacciarsi per essa su un sito erotico e di incontri. La 'vittima’, ignara di tutto, si era trovata all'improvviso a ricevere telefonate e sms di persone interessate a incontri erotici, alcune delle quali l'avevano apostrofata con insulti, inviandole anche mms con immagini porno. In conclusione, assumere l’identità di un’altra persona su chat o social network configura il reato di sostituzione di persona ex art. 394 CP severamente punito con il carcere fino ad un anno. Ovviamente non vi devono essere dubbi sulla sua riconducibilità ad una determinata persona fisica. In tali casi si consiglia di rivolgersi prontamente ad un avvocato penalista che vi assisterà nello sporgere denuncia, perseguire in giudizio il colpevole e ottenere altresì un risarcimento dei danni ingiustamente sofferti.



#WELLNESS

TA-Aqua Relax

La riflessione ed il colore dinamico

Un angolo di giardino, un raggio di sole riflesso nell’acqua ed i pensieri volano nella mente protrandosi in un viaggio fantastico. E’ li, difronte al gorgoglio dell’acqua, che inizia la danza dei colori, la natura si trasforma e tutto intorno sembra gioire come d’incanto. Il profumo dell’erba bagnata dalla rugiada si diffonde nell’aria mescolandosi all’aroma del caffè che mi accingo ad assaporare dalla mia tazzina. Il glicine che avvinghia il colonnato fa da sfondo al mio angolo di paradiso: qui ritrovo me stesso. Il calore dell’isola mi fa sentire bene e rimango lunghe ore a godere della mia opera. Vedere realizzato un sogno ti fa sentire appagato anche del tuo lavoro: del resto è il frutto di sacrifici svolti. Che bello condividere con i propri cari e gli amici intimi questi momenti

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di relax e sentire il proprio animo pienamente soddisfatto. Sento nascere in me una nuova energia e, come dopo aver gustato la mia tazzina di caffè, sono lì pronto a nuove sfide a sognare nuove mete: "La TA-SPLASH POOL fa star bene". Realizzata come restyling di una vecchia piscina, oltre al divano a sei postazioni idromassaggio completo di massaggio plantare, dispone di una parete, realizzata con le pietre a vista della muratura preesistente, con un getto per massaggio cervicale che all’occorrenza diventa una cascata d’acqua scenografica. Lo stile non manca a

questo invaso, un punto di forza è la dinamica del colore che si è riusciti a raggiungere. Ogni momento della giornata, infatti, riflette caratteristiche pennellate di luce che ravvivano continuamente lo specchio d’acqua modificando la resa cromatica e la sensazione dell’utilizzatore. La particolare miscela multicromatica al titanio, studiata appositamente, consente di giocare con la luce e così: un alba si trasferisce nell’acqua con i suoi caratteristici chiaroscuri, il sole pennella durante il giorno da varie angolazioni riflettendo in molteplici direzioni i suoi raggi, o come la luna con il suo riflesso si tuffa in acqua regalando forti emozioni a chi si concede una fresca serata estiva in giardino. Il sogno diventa realtà.



#FILOSOFIA

Davvero l'Italia è destinata a un declino inarrestabile Domenico Casa Consulente filosofico 339.3318463 Domenico.Casa2@tin.it http://bit.ly/ICygMX

C'è un'opera di un grande genio della letteratura politica, che ormai si studia poco, e che potrebbe aiutare a comprendere alcuni fenomeni storicopolitici, come quelli della crisi di uno stato o di una nazione. Si tratta de' "Il Principe" di Niccolò Machiavelli, di cui, Ugo Foscolo, ne' "I Sepolcri", scrisse colui "che temprando lo scettro ai regnator, gli allor ne sfronda, ed alle genti svela di che lagrime grondi e di che sangue". Ebbene, ne' "Il Principe", l'autore dice, con una chiarezza inequivocabile, che tra le varie forme di principati conosciuti nella storia, destinati a perire per primi sono quelli ereditari. Ora, se si estende il concetto a tutto ciò che in qualche modo si riceve in eredità, se ne deduce che, ignorando la fatica e il valore della conquista, esso è, per sua natura, destinato ad essere sperperato e distrutto. Gli italiani hanno ricevuto in eredità uno Stato (quello nato dalla resistenza al fascismo, per intenderci) di cui, tranne in alcuni momenti, per così dire felici, non si sono mai curati granché, affidandolo a menti e mani fameliche, pessimo esempio per la collettività, i gruppi e gli individui. A confortare questa tesi, è molto interessante la lettura che del declino del nostro paese, dove da decenni non si cresce più in alcun campo, fornisce, con documenti e dati sperimentali, Piero Paolicchi, docente di Psicologia sociale nell'Università di Pisa e direttore del Centro di Ateneo per la Formazione e la Ricerca Educativa. Nel suo saggio, "Il Fattore" che ha per sottotitolo "Per una teoria generale dell'imbecillità", egli attribuisce il declino del nostro paese al diffondersi esponenziale dell'imbecillità, che ha come origine quella che egli chiama "anorresia

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culturale" diffusa tra i cittadini, indotta da chi detiene il potere, e che di costoro costituisce la massa di manovra o del consenso. "Come la saggezza multidisciplinare insegna, la fame guzza l'ingegno, e ci si può permettere di essere e restare imbecilli solo quando qualcuno, persona o gruppo o sistema, grantiscono il pane quotidiano, senza che ce lo dobbiamo procurare." Questa massa enorme, in cui sono comprese tutte le classi e le professioni, massa che consuma e non produce, "è priva di quel patrimonio di umanità che si dispiega attraverso il faticoso sforzo di acquisizione e di rielaborazione di un "ethos" come insieme di moventi e di valori diversi da quelli della semplice sopravvivenza o dell'utile e dell'adattamento immediati." Essa "non è in grado di farsi carico del compito di costruirsi il proprio mondo e il proprio destino." Oggi, sembra dire Paolicchi, basta dare ai giovani un po' di sport, di televisione, di motorini, cellulari per navigare nel mondo, una birretta (nuovo status simbol), sufficienti a fregarsene del presente e del futuro. Molti di essi, o la maggioranza, saranno pure bravi a gestire (talvolta anche a peggiorare) l'esistente, ma non sono stati messi nelle condizioni di risollevare le sorti del paese, scoprendo e ponendo in essere capacità inventive e creative, al punto che i migliori, quelli che vogliono costruire il nuovo, sono costretti ad "andare in esilio", dove non poche volte ricevono gratificazioni e riconoscimenti. Se questi ultimi diventassero punti di riferimento di molti, utilizzando le residue risorse di coloro che ci hanno preceduto senza sperperarle, forse il nostro paese potrebbe ancora sperare di risolleversi da un inglorioso e pesante declino. "Solo il movimento dei venti preserva il mare dalla putredine, nella quale sarebbe ridotto da una quiete durevole." (W. F. Hegel)



#ARREDAMENTO

Ma il materAssoo!... Francesco Esposito Interior Designer

Vi ricordate quando Renzo Arbore "scanzonettava" quel motivetto indimenticabile... credo che tutti l'abbiamo almeno una volta "canticchiato". In effetti già da allora mi occupavo di materassi e di qualità di riposo, si riteneva all'epoca che una certa rigidità era il massimo del confort. Oggi le cose sono cambiate non tanto per spirito commerciale ma perchè l'evoluzione scientifica e tecnologica "decretano" che l'anatomicità raggiungibile tra l'altro solo con certi tipi di materiali sia il non-plus ultra del buon riposo. Ortopedici di fama e non, dottori in genere, consigliavano insieme agli stessi commercianti materassi super rigidi o cosidetti "ortopedici" che di ortopedico, alla luce delle recenti ricerche, non avevano un bel niente. Potremmo dire che ognuno ha il suo materasso, un po' come ognuno ha la sua impronta digitale... infatti, peso, postura, altezza e termicità stessa del corpo sono fattori che devono essere considerati i necessari parametri per consigliare il materasso giusto e preciso a cui noi diamo

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quando tutta va bene 6/8 ore al giorno a difese abbassate. Considerare poi fattori allergeni, abitudini già maturate e/o eventuale partner a fianco, possono solo far migliorare sia la "vita" diurna che la notturna. Se un abito o soprabbito si comprano dedicando giusta attenzione con prove e riprove, avendo la certezza che duri una stagione e nel caso non piaccia si lascia volentieri nell'armadio, perchè non "provare" il materasso più confacente alle proprie esigenze destinato a durare almeno tra gli 8 e i 10 anni, tutte le stagioni comprese. I materiali oggi sono svariati molti di natura vegetale, altri più o meno sintetici spesso anche combinati in modo da poter offrire sia un effetto a strati, sia una differenziazione di zone poichè ovviamente il peso di una persona distesa è distribuito diversamente... quasi a sezioni, "testa, torace, gambe"... l'importante è raggiungere un effetto automodellante e "calzante" a qualsiasi posizione si scelga di riposare. Per il vecchio materasso ormai è consuetudine ritirarlo senza nessuna spesa e soprattutto smaltirlo presso le isole ecologiche presenti in Penisola... d'altronde sarebbe a dir poco "indecoroso" lasciarlo per le strade della nostra amata costiera. Ovviamente completano la qualità di riposo un'altra serie di fattori, quali, ambiente salubre, il cuscino e la base stessa che si offre al materasso, non ultimo la posizione, l'orientamento e la distanza da cavi elettrici ed eventuali campi magnetici che comunque possono essere risolti dando ovviamente priorità alla scelta del materasso elemento cardine della buona qualità di riposo. Lì si nasce, si muore e spesso avviene il più sublime dei duelli o se vi pare è lì che la specie umana si garantisce la riproduzione, quindi una scelta di un materasso non può e non deve essere a caso... quasi parafrasando il citato showman direi "Meditate gente meditate" A presto



#POESIA

I due amici nel deserto È la storia di due amici allegri, spensierati e felici che un giorno, camminando nel deserto, mentre si parlavano a cuore aperto, un certo argomento degenerò e uno dei due l’altro schiaffeggiò. Questi se ne fece una ragione e non ebbe alcuna reazione ma sulla sabbia, sereno e pacato scrisse: “L’amico mio mi ha schiaffeggiato!”, l’altro che lo strano gesto non capì, non poco mortificato zittì.

Salvatore Spinelli Poeta http://bit.ly/1fk7XnN

Passato il negativo momento il caldo dava loro grande tormento e in un’oasi con uno stagno decisero di fare il bagno, lo schiaffeggiato rischiò d’annegare ma l’altro subito l’andò a salvare. Il salvato, ripresosi dallo spavento, senza esitare, in un momento, su una pietra liscia e appuntita scrisse: “L’amico mio mi ha salvato la vita!”, l’altro, come la volta precedente restò di sasso senza dire niente. Ma dagli strani gesti incuriosito disse: “ amico, io non ho proprio capito, il nesso non riesco a realizzare e tu me lo devi spiegare”. L’altro rispose: “E’ con vero piacere, ma la realtà si poteva anche vedere”. “Se qualcuno ci ferisce nella rabbia lo dobbiamo scrivere sulla sabbia perché il vento del perdono lo cancella e la vita ci appare anche più bella”. “Quando qualcuno ci fa del bene scriverlo sulla pietra ci conviene, è lì che l’Amore dice di farlo perché nessuno mai potrà cancellarlo”.

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#FORMAZIONE

ACMA Enterprise Training Center La sicurezza in mare si basa su tre cardini fondamentali: • la nave con la sua tecnologia • la componente umana • l’assistenza che una nave può ricevere dalle infrastrutture terrestri. Uno degli aspetti della componente umana, oggi più che mai importante, è l’addestramento o per meglio dire la formazione di base e professionale che essa riesce ad esprimere nel contesto lavorativo della nave. Non a caso l’addestramento e la formazione professionale sono divenuti temi centrali intorno ai quali si è sviluppata tutta l’attività dell’I.M.O. (International Maritime Organization) degli ultimi anni, dopo che la stessa organizzazione ha dedicato per decenni la sua attenzione alla nave e alla tecnologia del campo navale. D’altra parte è cambiata anche il modo operativo delle navi soprattutto ad opera del SMS che in ultima analisi delinea il trasporto via mare come un insieme di segmenti costantemente interconnessi e operanti nella logica di un mercato globalizzato. Non è pensabile, dunque, né immaginabile la componente umana presente su una nave solo come un insieme di persone più o meno capaci ed istruite allo svolgimento di compiti in parte ripetitivi e finalizzati solo ai momenti operativi della nave. Occorre invece inquadrare e considerare la componente umana come risorsa di una azienda, come anello importante della catena produttiva, e, perciò, porre molta cura nella sua formazione che, come sottolineato in sede internazionale, non deve essere solo un fatto ”cartolario” ma sostanziato da conoscenze precise, competenze adeguate, da capacità al grado “proficiency” come sostenuto dalla stessa STCW ’95. L’ACMA Enterprise Training Center, nata nel 2001, quale primo esempio di azione sinergica di alcune componenti dello shipping italiano, tra

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cui anche chi si è interessato di addestramento per tanti anni, ha tra i suoi obiettivi primari l’addestramento e la formazione professionale del personale navigante e di terra impiegato nel campo navale, inteso come momento di sintesi e di interazione di conoscenze, competenze e capacità operanti nel grande processo del trasporto marittimo e, più in generale, del lavoro marittimo. Al momento l’ACMA Enterprise Training Center è in grado di offrire allo shipping italiano i corsi Sicurezza Petroliere, Sicurezza Chimichiere e Sicurezza Gasiere; inoltre a seguire tutti i corsi previsti dalla STCW, quali basic – radar etc. ed i corsi sulla security. Alcune tipologie di corsi, quali radar base e radar arpa sono del tutto gratuiti in quanti il centro si è accreditato presso il Fondo Nazionale Marittimi, ottenendo l’autofinanziamento di detti corsi. Essendo la volontà primaria della società quella di essere sempre più al servizio del mondo marittimo, nel 2012, l’ACMA Enterprise Training Center, costituisce l’ACMA Enterprise Istituto di Formazione Paritaria, ottenendo i dovuti riconoscimenti sia dal Ministero della Pubblica Istruzione che dalla Regione Campania, e formando così una vera scuola nautica; grazie a questa nuova veste svolge regolarmente il “Modulo delle 500 ore” che permette a tutti quei diplomati “non nautici” di ottenere il diploma nautico valido a tutti gli effetti, e per l’appunto la scuola sta per iniziare la terza edizione; inoltre è in fase di lancio il “corso di formazione per il livello direttivo” che a seguito del decreto dirigenziale del 4.12.13 emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prevede che tutti gli ufficiali di coperta e di macchina che intendono essere ammessi all’esame di Primo Ufficiale di Coperta e/o di Macchina devono aver svolto detto corso che viene opportunamente propagandato nella pagina successiva.



#MULTIMEDIA

Il Digital Signage Catello Spinelli Microsistemi

Il Digital Signage è un servizio di diffusione di contenuti multimediali, amministrati in maniera centralizzata e veicolati attraverso display che mostrano palinsesti diversificati, creati in maniera intuitiva nel Cloud di adv.inpenisola.it. I componenti del sistema e quanto necessario al suo funzionamento, installazione e gestione sono di seguito elencati:

Struttura La struttura è costituita da uno (o più) Server, da uno o più display, da Software Server e Software Client gestiti da uno o più amministratori tramite un qualsiasi collegamento ad internet (non è necessaria alcuna linea dedicata), materiale da pubblicare (foto, video, messaggi, notizie etc), utilizzabili da uno o pù utenti,

Funzionamento Ogni display associato al Server, ad intervalli prestabiliti si connette ad esso per conoscere e scaricare il Palinsesto che viene poi eseguito in locale. I display possono essere gestiti sia singolarmente che in gruppi ed allo stesso modo il palinsesto può esere schedulato sia singolarmente che per gruppi di display. Nei periodi di assenza di connessione il display continua a mostrare i contenuti scaricati fino a quel momento e fino al successivo collegamento/ aggiornamento.

Contenuti I contenuti possono essere di natura multimediale, da semplici immagini, sequenze video, sequenze di immagini, spot audio video presentazioni di prodotti, servizi, etc etc.

Display Tipicamente è costituito da un monitor ad alta risoluzione (Full-HD), di dimensioni, orientamento e luminosità variabili in funzione del luogo in cui viene installato, un Player collegato alla rete LAN o Wireless che esegue un Sistema Operativo ed

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un Software specifici, un gruppo di continuità o UPS per assicurare la continuità in caso di cadute di tensione.

Utilità Comunicazione rapida ed efficace verso la Clientela interna, ad esempio in prossimità di una sala di aspetto o di uno sportello, di uno scaffale etc, oppure esterna se posizionato in prossimità di vetrina afferente a una strada, può fornire “informazioni utili” oppure più semplicemente attirare Clientela verso l’interno. Mediante l’utilizzo di uno o più display, ad esempio al posto dei tradizionali posters, si azzerano o quasi i tempi di diffusione di informazioni anche pubblicitarie, con possibile diminuzione dei costi di stampa e diffusione di materiale tradizionale. Ultimo ma non meno importante, potrebbe costituire vantaggio economico diffondere messaggi pubblicitari di eventuali Clienti particolari che ne fossero interessati, e magari Aziende o Enti terzi per i quali il Partner può avere particolari interessi di collaborazione.



#ASSICURAZIONI

La polizza sulla casa Giada Ammirati Agenzia Assicurativa Ammirati 081.8071955

La casa costituisce uno dei beni più preziosi nella maggior parte dei casi conquistata a gran fatica, ecco perche occorre tutelarla nel miglior modo possibile. Stipulando una polizza assicurativa tutto cio diviene possibile.

Cosa significa assicurare la propria casa? L'Assicurazione casa é il modo migliore per tutelare il proprio bene immobile da possibili rischi legati sia alla Responsabiltà Civile che a fattori esterni. Stipulare una polizza assicurativa significa poter godere della copertura su una vasta gamma di eventi o inconvenienti di cui sia gli inquilini sia i proprietari che la struttura stessa dell'edificio possono essere vittime. Si Potra scegliere cosa tutelare e i relativi massimiali,anche se orami le polizza assicurative sulla casa non si distinguono più fra polizze incendio o furto e polizze per la responsabilta

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civile; ma vengono indicate come polizze globali o multirischi, ossia che includono le une e le altre garanzie. Pertanto con una polizza di questo tipo si potra godere di: • un risarcimento in caso di furto (non solo dei beni rubati ma anche del costo degli eventuali danni che la casa stessa ha subito). • un risarcimento alla casa o a terzi (es. risarcendo i vicini a causa di un allagamento). • un riarcimento dato da guasti di impiantistica (sia idraulica che elettrica). • un risarcimento a terzi per danni causati da minori o animali domestici (considerati a tutti gli effetti membri del nucleo familiare). • un risarcimento per danni causati da incendi o eventi atmosferici, quest'ultimi sempre più frequenti.

Quanto costa assicurarsi? Oggi data la situazione economica con conseguente inasprimento della crisi e deterioramento delle risorse economiche a disposizione dei singoli individui, le Compagnie Primarie si sono adoperate creando prodotti ad hoc per tutte le tasche; prodotti personalizzabili e rateizzabili; offrendo una granzia globale.



#SOLIDARIETÀ

Monti e Mare per tutti Progetto di mobilità alla disabilità Teresa Paturzo Sostenitrice del progetto

Tanta buona volontà e disponibilità non sempre basta a realizzare i tuoi e gli altrui sogni. In questi giorni sul social network Facebook un gruppo di amici (Nini, Luigi, Aldo, Mario e quanti hanno acquisito fiducia nel loro operare) hanno dato vita ad un'iniziativa (https://www.facebook. com/groups/744392742274441/) tendente a raccogliere fondi per l'acquisto di due tipi di carrozzine che permettano anche alle persone con disabilità di vivere momenti del proprio tempo libero (… e ne hanno!!!) senza alcun tipo di preclusione. Infatti, la cd J.O.B. -Jamm 'o Bagno- è quella carrozzina che qui in Penisola trovate quasi esclusivamente presso il Lido Metamare e che permette alle persone con disabilità di entrare facilmente in acqua. Quindi di un'utilità e funzionalità quasi uniche, soprattutto in quei casi in cui la persona da portare in acqua non è di facile spostamento per le più svariate ed impensabili situazioni che si trova a vivere. L'altra carrozzina, la cd Joelette, invece, mai vista sul nostro territorio, darà la possibilità a molte persone con disabilità di essere portate sui nostri sentieri montani e di conoscere e finalmente ammirare gran parte delle nostre zone montane… il sentiero degli Dei.

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Son tutte qui le intenzioni del Gruppo: “Monti & Mare per tutti” progetto di mobilità alla disabilità. I preventivi che finora abbiamo ci indicano cifre intorno ai 4-5000 euro, cifre raggiungibili solo con tanta buona solidarietà da parte di tutti e tenendo conto di tutte le difficoltà burocratiche e fiscali che, spesso, tagliano le gambe alle persone più agguerrite e determinate. Per cui è diventato indispensabile porre in essere varie iniziative: infatti con la grande e indispensabile disponibilità del gruppo di persone che fa capo al Lido Metamare e Resegone, è stata organizzata una preserata il giorno sabato 13 settembre alle ore 20 con assaggi di pizza buon vino e musica dal vivo con Antonio Cinque aspettando l'esplosione dei fuochi in onore di S. Maria del Lauro. Invece il giorno domenica 21 settembre, sempre presso uno degli stabilimenti, si terrà un torneo di burraco. Entrambe le serate, con una partecipazione di 10 euro pro capite, serviranno come finanziamento iniziale all'acquisto appunto delle suddette carrozzine. Ovviamente non si è sicuri di raggiungere la cifra necessaria solo con queste serate, ma si ha in animo di organizzare altro. Cerchiamo di partecipare in tanti, credo che tutti possiamo anche nel piccolo fare qualcosa per poter aiutare questo gruppo di persone a realizzare un sogno.



#TREKKING

Penisola Sorrentina Viabilità secondaria e sentieri del territorio Nino Aversa Guida escursionistica 334.1161642 ninoaversa@alice.it Nino Aversa http://bit.ly/ItF7c2

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Dopo una insolita estate, molto fresca, che ci ha permesso di camminare tranquillamente e senza soffrire il caldo dei sentieri esposti a Sud, comincia il periodo adatto alle uscite escursionistiche settembrine, quelle con la temperatura ed i colori giusti anche per una buona fotografia. Si iniziano a fare programmi escursionistici che coinvolgeranno tutti gli appassionati di natura, fotografia e di cammino all’aria aperta e, visto che interesseranno le colline della Penisola Sorrentina, descriveremo altri sentieri secondari di questo territorio. I punti interessanti saranno i

collegamenti tra la costa e la collina di Sorrento. La prima traccia parte da Cesarano, di fronte alla tensostruttura sportiva, immettendosi subito in via Vecchia Atigliana. Una vera macchina del tempo visto che, dopo pochi metri, ci ritroviamo lungo una strada pavimentata con “vasoli” ed alti muri di tufo che rappresentano gli antichi segni della nostra storia con i giardini di limoni e di arance ed i pergolati fatti con i pali di castagno. Incontriamo, poi, antichi edifici e la chiesetta del borgo fino ad arrivare nella zone delle Grottelle, collegamento storico tra Sorrento e S.Agata. Si arriva, così al caseggiato di Zatri dopo aver percorso un’antica scala e, continuando lungo la strada, siamo all’incrocio



di S.Agata con il Nastro Verde (zona Hotel Due Golfi). Il ritorno verso Sorrento parte dalla chiesa di S.Agata, nei pressi della casa che ospitò Salvatore di Giacomo, e scende verso il Circumpiso con uno spettacolare panorama sulla Penisola. Un’altra traccia importante costeggia il vallone verso S.Agata e parte da S.Lucia, via Talagnano. La salita e’ ripida verso Priora fino alla torre di avvistamento degli Ammoni, quasi dimenticata negli uliveti della collina. E saranno proprio queste le tracce da seguire perchè un'altra torre di avvistamento la ritroveremo nei pressi della chiesa di Priora e poi nella zona di Parise, tutte collegate tra loro per difendere il territorio dagli attacchi del pirati barbareschi. Anche i collegamenti non sono utilizzati e, quindi, poco conosciuti ed il nostro passaggio li riporterà all’attenzione ed alla conoscenza dei partecipanti. Si camminerà anche da Sorrento verso Massa Lubrense attraversando l’antica strada di collegamento precedente alle nuove provinciali. Dopo aver attraversato il centro storico di salirà a Capodimonte e,

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attraverso limoneti ed uliveti, si raggiungerà il Capo di Sorrento. È d’obbligo una visita ai ruderi della Regina Giovanna per parlare della storia presente in questo luogo magico. Un lungo circuito potrebbe interessare anche la zona a levante, quella di Lavaturo, Casola, Casarlano, Baranica, Cala, Cesarano e Sorrento. A molti di voi questi nomi sono comuni ma, vi assicuro, che tanti giovani sono completamente all’oscuro dell’esistenza di queste zone a poca distanza da Sorrento.

Il progetto di riscoperta dei luoghi e dei paesaggi della costiera Sorrentina deve dare il giusto interesse al cammino fatto in gruppo, alla conoscenza di piante spontanee usate per tantissimi anni come rimedi e medicinali ed anche del paesaggio, vero tesoro del nostro territorio, che ha fatto la ricchezza e l’importanza di questo lembo di terra baciata dalla fortuna. La conoscenza del territorio deve accrescere in tutti l’appartenenza e la coscienza di vivere in un posto unico e meraviglioso da difendere e preservare alle future generazioni. È l’unica arma che abbiamo per vincere.




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