COPIA GRATUITA LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno VIII • NUMERO 10
K NUOVO LOO
Ottobre 2014 Giovani e Alcol Fatale Attrazione di Vittorio Fabbrocini
Niente panico! di Luisa Buonocore
La dieta Mediterranea di Francesca Maresca
Il gusto dolce della vite di Anna Maione
SOMMARIO LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno VIII • NUMERO 10 In copertina
Mariano Russo
gestore Palestra Futura di Piano di Sorrento fotografato da
Francesco Ercolano
Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010
08
28
Direttore responsabile Giuseppe Damiano Editore Giuseppe Manzi Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense
12
di Tea Maione
Progetto Grafico Maurizio Manzi Bingwa Art Factory maurizio@bingwa.it Stampa Grafica Cirillo Scafati (Sa) Contatti Tel. 081.5341117 redazione@centopercentofitness.it
Appunti Igiene e sicurezza alimentare di Carlo Alfaro & Salvatore Ercolano
16
Giovani e Alcol Fatale attrazione di Vittorio Fabbrocini
20
Ingoiare il rospo... La paura di esprimere la nostra verità di Bianca Pane
24
Parte in farmacia la raccolta dei farmaci non utilizzati di Giuseppe De Simone
26
Niente Panico! Cos’è il disturbo da Attacchi di Panico e come si affronta di Luisa Buonocore
Problemi di udito? Il cervello invecchia prima
30
La Lombalgia
di Barbara Martino
34
Quando la saliva indica il livello di salute orale di Vittorio Milanese
36
I tic nervosi nei bambini di Daniela Caiafa
38
Algodistrofia
di Antonio Coppola
42
Plagiocefalia posturale del lattante di Roberta Esposito
100% FITNESS MAG CAMBIA LOOK! Come ogni anno, da ormai 9 anni, 100% Fitness Mag ANCORA UNA VOLTA si rinnova: nuovo look, nuovi colori, stessa filosofia vincente!
60
70
62
di Domenico Casa
TA-Aqua Relax Il lato B della crisi
72
64
di Antonella Raffone
di Francesco Esposito
Come eravamo
di Salvatore Spinelli
66
Formazione a livello direttivo per gli ufficiali della Marina Mercantile Italiana
68
Arriva l’autunno, prendiamoci cura del nostro viso di Pierangelo De Nicola
44
Andrologo o Urologo di Olga Paola Zagaroli
46
La Dieta Mediterranea di Francesca Maresca
50
Scheda tonificazione arti inferiori - Donna di Nello Iaccarino
52
Il rifiuto di sottoporsi al test etilometrico. È reato? di Valerio Massimo Aiello
54
Più si giudica... meno si ama! di Ernesto Lupacchio
58
Le origini delle assicurazioni di Giada Ammirati
Ritorno a Socrate
I 10 peccati capitali del vostro sito internet
74
Gli standard di riferimento per la posta elettronica di Catello Spinelli
76
Il gusto dolce della vite di Anna Maione
78
La vignetta del mese
APP UNTI SALTA CHE TI PASSA Saltellare è uno dei più efficaci esercizi mai inventati, se poi aggiungi che è anche molto divertente, allenarsi diventa una goduria. I tappeti elastici sollecitano il corpo con un’intensità variabile a seconda dell’altezza a cui si salta e non stressa le articolazioni. I benefici sono evidenti fin dalle prime sessioni. Saltare con continuità porta a una più efficiente capacità polmonare con un conseguente miglioramento dell’eliminazione delle tossine. L’aumentata capacità circolatoria e respiratoria di fatto incrementano il metabolismo basale con un consumo che può arrivare a essere molto più alto del normale, a tutto vantaggio del dimagrimento. Il movimento di salto rapido e continuo stimola tutti gli organi interni, regolarizza l’intestino. Questo particolare training va a rinforzare direttamente il sistema immunitario e infine le ossa diventano più solide, rendendolo perfetto anche per chi ha superato la mezza età... signore comprese!
LA LUCE FA INGRASSARE Meglio dormire al buio. Secondo il Journal of Biological Rhythms dormire anche con un po’ di luce fa ingrassare. I ricercatori sostengono che le fonti luminose durante il sonno notturno vanno a disturbare il tuo orologio biologico, che è regolato sull’alternarsi quotidiano di luce e buio, e possono anche mettere sottosopra il tuo metabolismo.
PIÙ STRESS, PIÙ ALLERGIE
I ricercatori dell’Ohio State University (Usa) hanno rilevato un legame tra allergie e stress: quest’ultimo non ne è causa diretta, ma aggrava la sintomatologia, peggiorando le condizioni di vita dei portatori. Alleviarlo quindi non significa azzerare l’allergia, ma mitigare i sintomi più intensi. Sono stati osservati 179 soggetti allergici per 12 settimane, il 39% dei quali ha riferito più di un episodio di acutizzazione dei sintomi durante il periodo
di osservazione. Questi stessi soggetti hanno riferito anche di essere stati sottoposti a eventi stressanti nei giorni precedenti lo scoppio delle reazioni allergiche. Gli specialisti raccomandano tecniche di contenimento dello stress come la meditazione, la respirazione profonda, l’adozione di uno stile di vita sano, l’eliminazione del fumo e della caffeina e la richiesta di aiuto a parenti, amici e, nei casi più seri, la consultazione di uno psicoterapeuta.
CI VUOLE FEGATO
Le frattaglie erano il fulcro della migliore cucina della terra. Negli ultimi decenni però sono scomparse dalle nostre tavole, ma per fortuna stanno ritornando. E questa è una buona notizia! Le frattaglie hanno un’importanza nutrizionale notevole. Una fetta magra di fegato è uno degli alimenti più nutrienti che possiate mangiare. È un carico di vitamine e i minerali pronti ad essere rilasciati nel vostro corpo. Una singola porzione da 100 g contiene 23 g di proteine, 1696% del fabbisogno giornaliero di vitamina B12, oltre alle vitamine B1, B2, B6, zinco, ferro, rame e selenio.Bisogna stare attenti però a non esagerare con il suo consumo, in quando può portare ad un’eccessiva assunzione di vitamine liposolubili come la Vitamina A. L’ideale sarebbe di attenersi a due porzioni da 100 g alla settimana.
Omega 6 vs Omega 3
OMEGA 3 VS OMEGA 6 Tra i grassi di interesse nutrisemi di girasole, olio di mais...)
zionale, meritano particolare attenzione i due “antagonisti” omega-3 e omega-6, chiamati acidi grassi essenziali poichè il nostro il nostro corpo non è in grado di sintetizzarli da sé. Le omega 6 e omega 3 competono per l’utilizzo degli enzimi coinvolti nella loro desaturazione, in quanto comuni ad entrambe le vie metaboliche. Di conseguenza, una eccessiva assunzione di omega-6 può compromettere la formazione degli omega-3 a partire dall’acido alfa-linoSecondo alcuni ricercatori della lenico, e viceversa. Connecticut University Nella dieta tipica dei bastano 300 gr di uva al giorno Paesi occidentali, il per abbassare la pressione sanrapporto è molto sbiguigna e ridurre del 25% il lanciato a favore degli rischio di infarto. omega 6 in quanto la dieta è piena di prodotti alimentari trasformati (olio di
UN GRAPPOLO DI SALUTE
VUOI DIMAGRIRE? SORRIDI!
Il cattivo umore infatti può portare a prendere decisioni sbagliate in fatto di cibo, lo dice una ricer-
ca del Journal of Consumer Psychology. Chi è arrabbiato sceglie più facilmente cibi meno sani e più calorici ed è meno incline a considerare le conseguenze caloriche rispetto a chi è più tranquillo e sereno. Il motivo? Le emozioni negative
portando ad un consumo quasi di 10:1 a favore degli omega-6. Un squilibrio troppo elevato può portare a malattie cardiovascolari, cancro o malattie autoimmini. Da sempre si dibatte su quale sia il rapporto tra i due grassi. Fino a poco tempo fa si riteneva che l’ideale fosse di 3-4:1, anche se recenti studi hanno dimostrato che i nostri antenati avevano un rapporto di 1:1. Qualsiasi sia la risposta, per la maggior parte delle persone è importante assumere maggiori quantità di omega 3 per bilanciare. Per questo sulle nostre tavole non deve mai mancare del pesce azzurro e pesci non di allevamento (in quanto più grassi). Una buona idea può essere quella di integrare olio di pesce nella nostra dieta abitudinaria.
ti fanno venire voglia di una soluzione immediata che ti faccia stare meglio subito, non in futuro. Ecco perché chi è arrabbiato, ma anche triste o depresso, mangia di più e peggio di chi è contento e in pace con se stesso.
Gli ESPERTI di questo mese #ANESTESISTA
#AUDIOPROTESISTA
Medico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore
Laureata in Tecniche Audioprotesiche Martedì dalle 9.00 alle 11.00
Dott. Antonio Coppola
338.1705569
Dott.ssa Tea Maione
338.9648341
#CHIROPRATICA #CARDIOLOGO
Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini
Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli
338.4086506
v.fabbrocini@alice.it
#FARMACISTA
Dott. Giuseppe De Simone
Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.
335.5302988
#NUTRIZIONISTA
Dott.ssa Francesca Maresca
Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II. Martedì - Giovedì dalle 15.00 alle 16.30
334.2258132
#PSICOLOGA
Dott.ssa Luisa Buonocore
Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università “La Sapienza di Roma”. Collabora con il Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma. Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00
333.4471904
#SESSUOLOGA
Dott.ssa Olga Paola Zagaroli
Sessuologa Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30
335.8709595
10
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
Dott.ssa Barbara Martino
Laureata in chiropratica all’AngloEuropean College of Chiropractic in Bournemouth (Ingh.), membro dell’A.I.C. Tutti i giorni dalle 12.00 alle 16.00
349.1381175
#FISIOTERAPIA PEDIATRICA Dott.ssa Roberta Esposito
Fisioterapista - Master in Fisioterapia Pediatrica presso l’Università di Firenze A.O.U. Meyer.
339.8719035
roberta.espositofkt@gmail.com
#NEUROPSICOMOTRICISTA Dott.ssa Daniela Caiafa
Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00
347.5477785
#ODONTOIATRA
Dott.ssa Vittorio Milanese
Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio dell’A.N.D.I. Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00
338.4698121
#PSICOPEDAGOGISTA
Dott.ssa Bianca Pane
Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche
393.9315564
#SPECIALE
Dott. Carlo Alfaro Pediatra
Dott. Salvatore Ercolano Biologo Nutrizionista
Igiene e sicurezza alimentare
Per prevenire le patologie causate da alimenti alterati è importante:
La contaminazione dei cibi rappresenta un rischio comune nella pratica alimentare domestica ed un rischio considerevole per la salute. Per questo motivo abbiamo preparato una semplice scheda informativa sulle principali nozioni da conoscere in materia.
I fattori di contaminazione degli alimenti possono essere:
1 2
Biologici: microrganismi patogeni (batteri, lieviti e muffe) e organismi superiori (insetti, uccelli, animali domestici e topi) Chimici: fitofarmaci (insetticidi, anticrittogamici, fungicidi, rodenticidi,erbicidi, ecc.), farmaci, metalli pesanti (Piombo, Cadmio, Mercurio, Selenio, Zinco, Cromo e Arsenio), plastiche, residui detergenti (sapone) Fisici: residui di vetro o di metallo, sassolini, legno, capelli e secrezioni.
3 12
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
• Lavarsi le mani spesso con acqua calda e sapone (preferibilmente antimicrobico) e con la stessa frequenza lavare anche gli utensili e le superfici di cucina; • conservare gli alimenti crudi in un luogo separato dai cibi già pronti; • riporre gli alimenti deperibili nel frigorifero o nel congelatore entro 2 ore dall’acquisto o dalla preparazione, in quanto le temperature basse ostacolano la crescita e la proliferazione dei batteri dannosi; • scongelare i surgelati non a temperatura ambiente, bensì nel frigorifero, nel microonde o in acqua fredda; • cuocere i cibi in maniera ottimale; • consumare il più possibile alimenti di produzione locale, oltre che per sostenere la produzione del territorio, per evitare il trasporto su lunghe distanze, spesso causa di ritardi e rischi di contaminazione.
Consigli su come lavare frutta e verdura Frutta e verdura sono alimenti che vengono spesso assunti a crudo e per questo bisogna accertarsi che siano stati adeguatamente igienizzati. Vanno seguite alcune semplici regole: Riempire il recipiente contenente frutta o verdura con acqua corrente; Aggiungere una tazza contenente aceto (l‘acido acetico è in grado di danneggiare le cellule batteriche compromettendone la vitalità e di eliminare la presenza di eventuali pesticidi), lasciare agire per 10 minuti in questa soluzione e risciacquare abbondantemente con acqua. Inoltre è possibile aggiungere succo di limone e bicarbonato di sodio, in modo da alcalinizzare per igienizzare gli ultimi residui di sporco.
1 2
3
Conservazione degli alimenti: azione del freddo Il freddo blocca la crescita microbica. I microrganismi si moltiplicano in modo estremamente lento quando la temperatura scende al di sotto di certi valori, che variano da specie a specie, ma che generalmente oscillano tra 2° C per certi batteri e -18° C per altri. Il freddo determina anche un rallentamento della velocità delle reazioni chimiche e delle modificazioni della struttura e dei componenti dell’alimento. Il freddo è applicato mediante 3 procedimenti conservativi: refrigerazione, congelamento e surgelazione:
Refrigerazione consiste nel mantenere gli alimenti a temperature tra 0 e 10° C. Gli alimenti a queste temperature subiscono un rallentamento del metabolismo cellulare. Allo stato refrigerato, i microrganismi rimangono in vita ma il loro metabolismo viene rallentato. Anche le cellule dei tessuti animali e vegetali subiscono lo stesso effettoper cui la refrigerazione oltre a mantenere il prodotto in uno stato igienico migliore, consente di prolungare lo stato di freschezza dell’alimento. Si consiglia di tenere il frigorifero di casa a temperature comprese tra 2° C e 4° C. Congelamento consiste nel portare l’alimento
a temperatura di molti gradi al di sotto degli 0° C, provocando un cambiamento dello stato dell’acqua che da liquida diventa solida (ghiaccio). Alle temperature di congelamento l’alimento non subisce una sterilizzazione (non esercita un’azione battericida) ma si impedisce lo sviluppo dei microrganismi provocando il blocco di tutte le reazioni metaboliche. Quindi tutti i prodotti prima del congelamento devono essere idonei dal punto di vista igienico e microbiologico. Surgelamento consiste in un processo speciale di congelamento rapido. I prodotti sono sottoposti a temperature inferiori ai - 18° C.
Lo scongelamento è una fase molto delicata della preparazione di un alimento ed è consigliato nei seguenti modi: In frigorifero: lo scongelamento è lento però la parte esterna rimane a temperature tali da impedire un’alterazione del prodotto prima che lo scongelamento sia completato. Impedire che l’acqua risultante dallo scongelamento venga a contatto con altri alimenti all’interno del frigorifero. Forno a microonde: lo scongelamento è rapido e uniforme. In acqua bollente, in olio caldo o in forno: metodo di scongelamento diretto che consente di iniziare subito la cottura, è adatto per maggior parte degli ortaggi, per qualche prodotto di carne o pesce preporzionati (bistecche, hamburger, lesso, filetti di pesce, ecc.) Scongelamento in acqua fredda corrente: è il meno sicuro. ★
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
13
#CARDIOLOGO
Professor Dottor Vittorio Fabbrocini
http://bit.ly/1gCxr2Z
338.4086506
GIOVANI E ALCOL fatale attrazione
Profonda impressione ha suscitato la tragica morte a Sassano, in provincia di Salerno, dei quattro ragazzi investiti da un’auto lanciata a folle velocità e piombata sul Bar dove questi erano seduti. L’investitore, un ragazzo ventiduenne, è risultato positivo al test alcolemico. È notorio che i giovani in Campania bevono più dei loro coetanei di altre regioni d’Italia. Le statistiche dicono che il 33 per cento dei sedicenni prendono alcolici regolarmente; il 63 per cento saltuariamente. Molti alla prima sbornia non hanno compiuto ancora 13 anni. V’è poi da dire che dai genitori oggi non viene dato l’esatto peso allarmante così come invece viene dato per altre abitudini, droghe di vario genere. Così si passa dalla prima sbornia o sballo da ubriacatura, all’alcolismo regolare o occasionale, sino al cosiddetto “binge drinking” (l’aver consumato in breve tempo almeno sei “porzioni” di supercolici). 16
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
La recente morte di quattro ragazzi investiti da un’auto guidata da un amico ubriaco richiama l’attenzione sul diffuso alcolismo anche in giovane età Tutto il percorso porta nel tempo all’Alcolismo cronico, a complicanze a carico del cervello, del cuore e del fegato. La quota di soggetti al di sotto dei 30 anni in cura per alcoldipendenza è di 9,1 per cento.
L’alcol e i suoi effetti
L’origine del’alcol, meglio definito come Alcol etilico, ha una sua storia antica e occorre conoscerne almeno in sommi capi alcuni effetti. Noto già nei secoli scorsi per la fermentazione di prodotti della
terra contenenti zucchero (uva, orzo, grano e frutti in genere). Il suo uso nei tempi e la convinzione di un prodotto che migliora le condizioni psichiche di benessere e felicità hanno contribuito a dargli una notevole diffusione. La presenza del vino e l’uso dei superalcolici (vodka, whiskey, rum e gin) fanno ormai da cornice essenziale negli incontri importanti, banchetti e brindisi augurali.
la razza. Vi sono poi soggetti più sensibili all’azione dell’alcol. Così si spiega che soggetti che bevono da anni dosi elevate di alcolici non hanno conseguenze immediate mentre altri, bevitori da qualche anno, vanno incontro rapidamente a forme di epatiti croniche e cirrosi da alcol o gravi miocardiopatie. Secondo l’Istituto di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Revisione Linee Guida del 2003) “Il corpo umano può sopportare l’Etanolo senza evidenti danni, a patto che si rimanga entro i limiti di quello che si intende oggi come consumo moderato: non più di due-tre Unità Alcoliche al giorno per l’uomo adulto (24-36 grammi di Etanolo), una-due U.A. (12 grammi) per le donne e una U.A. (12 grammi) per gli anziani.” Una Unità Alcolica equivale a 12 grammi di Etanolo. Volendo essere pratici una Unità Alcolica corrisponde a: 1 bicchiere di vino (125 ml) di media gradazione, 1 bicchiere di birra (330 ml) di media gradazione e 1 bicchierino di superalcolico. Pertanto è consentito all’adulto 2-3 bicchieri al giorno di vino o di birra o bicchierini di superalcolici; alla donna 1-2 bicchieri di vino o birra o bicchierini di superalcolici, mentre all’anziano 1 bicchiere di vino o birra o 1 bicchierino di superlalcolici.
Il cammino nell’organismo
Gli effetti positivi
I danni dell’Alcool e varie sostanze
L’alcol è una sostanza cosiddetta polare, con debole carica elettrica e si muove con rapidità attraversando le membrane delle cellule per semplice diffusione. Pertanto, non dovendo subire processi digestivi a mezzo di enzimi intestinali, viene assorbito in particolar modo dall’intestino tenue (Ileo) 20% e poco dallo stomaco e grosso intestino 2%. Ma dipende anche dalla qualità e dai cibi ingeriti contemporaneamente: nello stomaco è rapido per i superalcolici e più lento per il vino e la birra; i cibi ricchi di proteine e grassi ne ritardano l’assorbimento. L’alcol passa rapidamente nei vari organi ed in particolar modo a livello cerebrale. Questo determina le modificazioni del comportamento e le alterazioni nervose.
Quanto si può bere?
Secondo gli ultimi studi in proposito non esiste un consumo sicuro tra alcol e salute. Un recente lavoro scientifico (Mayo Clin Proc., 2014) conclude che “Se fa bene o fa male è una questione di dose”. La quantità di dose che si può bere senza rischio è condizionata da molti fattori: peso corporeo, la velocità di assorbimento nel tratto gastroenterico, il sesso e
E’ stato rilevato che un uso quotidiano e moderato di alcolici, specie del vino rosso, si ottengono dei benefici in particolar modo a carico dell’apparato cardiovascolare, con un allungamento della vita, riduzione di episodi ischemici coronarici, insufficienza cardiaca e ictus cerebrali. Una delle spiegazioni è che sono state trovate nelle persone che hanno questi benefici salutari elevati tassi di Apolipoproteina A, la proteina che trasporta il Colesterolo “buono”. Il vino rosso contiene sostanze antiossidanti (anti-invecchiamento) come il Resveratrolo, le Antocianine e le Procianine. Ma va anche detto che vi sono persone con particolari condizioni individuali di predisposizione che vanno soggetti a gravi patologie neurologiche e cardiovascolari. Per concludere, occorre certamente un maggiore controllo allorchè ci avviciniamo all’alcol, specie per i ragazzi che si avviano talvolta senza volere a gravi forme di dipendenza e intossicazioni croniche. Che poi faccia bene o male ormai è riconosciuto che “è una questione di dose.” ★
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
19
#PSICOPEDAGOGISTA http://bit.ly/1bb6qS4
Dott.ssa Bianca Pane 393.9315564
Ingoiare il rospo… La paura di esprimere la nostra verità Il mondo di idee, concetti, immagini e informazioni che oggi corrono veloci per raggiungere le parti più remote del globo e che possono determinare le sorti del pianeta, in fondo ci rappresentano ma non ci descrivono pienamente. Ebbene si. Perché per definirci sono necessari anche i nostri sentimenti e le emozioni, le credenze e i desideri. Tutti questi fattori costituiscono la nostra verità. E si tratta di una verità imprescindibile che non può essere negata. È molto importante perché attraverso di essa noi ci definiamo e diamo agli altri la chiave per comprendere chi siamo veramente. Pertanto abbiamo sempre il diritto di esprimere la nostra verità, quello che pensiamo e sentiamo, così come abbiamo il diritto di respirare e di essere noi stessi. Questo ovviamente non ci autorizza a prevaricare e offendere, aggredire o calunniare coloro che non la pensano come noi, ma ci consente semplicemente di dire il nostro punto di vista, anche se è diverso da quello di tutti gli altri, anche se non è condiviso o addirittura sgradito. E farlo senza avere PAURA. Cosa succede, e purtroppo accade con frequenza, quando ci impediamo di esprimere ciò in cui crediamo in nome di un fantomatico beneficio come l’essere più amati o benvoluti, oppure quando lo facciamo per opportunismo e quieto vivere o per non ledere la sensibilità altrui? Sem20
plicemente cediamo alla paura che, se fossimo noi stessi, non saremmo giudicati ‘adatti’. Questo cedimento non è scevro di conseguenze. Soprattutto nega la nostra essenza, ci fa crollare l’autostima e spesso porta con sé anche problemi di salute fisica, nella forma di disturbi psicosomatici (ansia, depressione, angoscia si trasformano in colite, gastrite, emicrania, astenia etc.) La nostra cultura ha sostenuto pesantemente la strategia del “non dire”, facendoci credere che una mezza verità o una bugia pietosa siano meglio di una scomoda verità che, guarda caso, è la nostra. È sempre la paura
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
la pessima consigliera, che ci suggerisce prudenza, che ci dissuade dal fare e dal dire… Che cosa accade se scegliamo di tacere? In ogni caso reagiamo alle persone che ci circondano; ma per infiniti motivi, tuttavia, invece di esprimere la nostra posizione, abbozziamo, glissiamo e… stiamo zitti. Abbiamo perso la partita con la paura. Quando non esprimiamo ciò che è importante per noi, non soltanto forniamo agli altri un’immagine distorta di ciò che siamo, ad esempio dando loro ad intendere che siamo d’accordo su qualcosa che aborriamo, ma, ed è molto più grave, rinunciamo alla ca-
#PSICOPEDAGOGISTA
pacità di trasformare i nostri obiettivi in realtà. Non dicendo ciò che vogliamo e ciò che ci rende felici, non mettiamo in moto quel meccanismo energetico che ci fa realizzare la gioia della realizzazione personale. Come logica conseguenza ci impediamo di ricevere dalla vita ciò che desideriamo.
Il timore che le nostre parole ci alienino l’amore
Quali motivazioni ci sembrano tanto valide e ragionevoli da far sì che ci asteniamo dal dire la nostra verità? Molte di queste ragioni ci sembrano accettabili e quasi onorevoli, come il non ferire la sensibilità o la suscettibilità di qualcuno, oppure non mettere in dubbio l’autorità di chi amiamo; altre lo sono meno, ma sono comode perché è più facile ‘far parte del gruppo’ per essere accettati. Eccolo lì, ancora una volta, il terrore oscuro, quello che ci fa accettare tutti i compromessi, la paura che con le nostre parole, che sono la manifestazione di quello che siamo, possiamo perdere l’amore degli altri. In una situazione equilibrata dovremmo sentirci liberi di esprimere i nostri pensieri in tutta tranquillità e senza avere la pretesa di convincere o prevaricare gli altri, affermando semplicemente il nostro punto di vista, perché è il nostro. Purtroppo a volte questa modalità smette di funzionare e il risultato è che ci “imbavagliamo”. La paura ci suggerisce che le cose che vorremmo dire non sono “adeguate” al momento o alla situazione; magari ci fa credere che esprimendo il nostro punto di vista, non verremmo 22
più apprezzati da chi ci circonda o, peggio, costoro non ci amerebbero più. Temiamo di apparire ‘non in linea’ con gli altri e, quindi, diversi, con le indelebili stigmate che ci espellono dal branco. Così tacciamo e, attraverso un ferreo controllo, neghiamo la nostra verità in funzione di un apparente maggior vantaggio. E la nostra anima piange. Ma non finisce qui. La paura, infatti, che ci ha indotto a snaturarci, porta con sé un grande vissuto di stress che, se irrisolto, determina una frustrazione profonda e si traduce in aggressività e sbotti d’ira. Questi a loro volta portano a isolamento e solitudine. In questo modo, dopo esserci negati, ci ‘tagliamo fuori’ dalla intimità con le altre persone. Invece di essere spontaneamente noi stessi, ci mettiamo dietro le sbarre del controllo e della finzione, e finiremo sempre più soli nella torre del silenzio che ci vede prigionieri della paura di esprimerci. Quando poi ci distraiamo e il controllo ci sfugge, perché prima o poi accade, ecco che la pressione che abbiamo cercato di contenere, esplode con tutta la sua forza: a quel punto tutto ciò che diciamo, anche la cosa più vera e più sacra per noi, è tinta di rabbia e quindi viene percepita come pericolosa e negativa da chi ci ascolta. Passeremo inevitabilmente dalla parte del torto, con il risultato di interrompere la comunicazione. Quindi dobbiamo ritrovare l’amore verso noi stessi e pensare che gli altri ci amano proprio per quello che siamo e per quello che diciamo. Perché la natura stessa del sentimento d’amore esclude il giudizio. In caso contrario non è amore.
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
E ognuno di noi trae le proprie conclusioni….
La paura di non avere nulla di interessante da dire
Un’altra motivazione che ci fa tacere su ciò che è importante per noi, ha a che fare con la bassa autostima: ‘Non sono un granchè, ci sono sicuramente persone più colte, intelligenti e capaci di me che esprimono la loro opinione. Io non ho nulla di interessante da dire.’ È ovvio che la paura di non essere all’altezza, non aiuta certo il processo di espressione. Dietro questa paura c’è spesso un dramma antico, collocato nella prima infanzia, ed è quello di non aver percepito l’amore genitoriale incondizionato: ‘Poiché non sono amato vuol dire che non valgo molto e, quindi, è inutile che parli, tanto nessuno mi ascolterà’. Se uno dei nostri genitori aveva un modo di fare prevalentemente censorio del tipo: ‘Taci tu, non capisci niente!’, è chiaro che, invece di condividere i nostri pensieri e le nostre convinzioni, impariamo a nascondere le cose che ci premono maggiormente, decidendo che non hanno valore, poiché ‘noi non valiamo’. Ci sembra sciocco esprimerle, perché tanto nessuno le ascolterebbe. In questo caso dovremmo prima renderci conto dell’errore macroscopico che stiamo facendo, poiché ognuno di noi è infinitamente capace e interessante nella sua unicità. Una volta ritrovata la fiducia in noi stessi, potremo permetterci di far sentire la nostra voce forte e chiara. ★
#FARMACISTA
Dott. Giuseppe De Simone
http://bit.ly/1ghBPqX
335.5302988
Parte in farmacia la raccolta dei farmaci non utilizzati Continuano a crescere in tutto il paese le iniziative per la raccolta dei farmaci inutilizzati da ridistribuire alle organizzazioni assistenziali e quindi a chi ne ha bisogno. La valenza sociale è evidente: in farmacia si possono raccogliere farmaci non utilizzati e ben conservati e consegnarli a organizzazioni ed enti che a loro volta li rendono disponibili a persone bisognose, liberando risorse e aiutando contemporaneamente chi ha bisogno. Come funziona la raccolta di farmaci inutilizzati? La normativa di riferimento è la Finanziaria del 2008, che in due commi autorizza il recupero dei medicinali in corso di validità, integri e correttamente conservati. Le confezioni avanzate ed inutilizzate da privati vanno
24
alle organizzazioni assistenziali o umanitarie, riconosciute dalle Regioni e Province autonome. Questo tipo di raccolta riguarda prevalentemente farmaci etici, quelli con ricetta. Quindi è importante che vada assicurata la continuità della tracciatura anche in questa seconda “vita” del medicinale, così come già avviene normalmente. E il farmacista in farmacia è l’attore più adatto a gestire tale genere di iniziative: perché può sensibilizzare il giusto target di pazienti e perché può fare da filtro al momento della restituzione. La legge prevede che possano essere recuperati soltanto i farmaci non scaduti e in confezioni integre: per sicurezza, si selezionano quelli che hanno ancora 8-12 mesi di validità fino alla scadenza. I medicinali finiscono
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
in un contenitore sigillato che non può essere aperto dal farmacista e reca colori e scritte che lo differenziano nettamente da quello per la raccolta dei farmaci scaduti. Quando viene restituito un medicinale inutilizzato, il farmacista verifica l’integrità della confezione e appone un timbro particolare. È un atto di trasparenza con cui si garantisce al cliente che la confezione non tornerà in alcun modo sullo scaffale. A ritirare periodicamente il contenitore provvedono le associazioni di assistenza con cui già si opera nella Giornata di raccolta del Farmaco: per ogni farmacia la sua onlus. Le confezioni passano quindi una seconda selezione, vengono caricate nel sistema di tracciabilità specifico e infine inviate ai bisognosi. Nelle farmacie dove il progetto è già partito in un mese vengono recuperati circa 170 farmaci. Possono esserci anche farmaci già dispensati dal SSN. C’è sempre più gente che non può permettersi nemmeno di pagare il ticket. Lo si vede nelle farmacie: l’anziano porta la ricetta del suo medico, chiede quanto deve pagare in tutto e poi dice “allora ci vediamo la prossima settimana, quando avrò ritirato la pensione”. Un’ altra bella iniziativa della farmacia italiana, di grande utilità sociale. ★
#PSICOLOGA http://bit.ly/1bFShtd
Dott.ssa Luisa Buonocore Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00
333.4471904
Niente Panico!
Cos’è il disturbo da Attacchi di Panico e come si affronta
“Giovanni era al cinema quando ebbe il suo primo attacco di panico: all’improvviso avvertì una forte sensazione di vuoto mentale e tutto intorno a lui iniziò a girare. Si sentiva come se fosse fuori dal mondo e come se tutto fosse irreale. Giovanni iniziò a temere che stesse per accadere qualcosa di molto brutto, che stesse impazzendo e che di lì a poco avrebbe perso il controllo. Iniziò a respirare con fatica e i battiti del suo cuore iniziarono ad accelerare… fu costretto ad uscire di corsa dal cinema. Giovanni si sottopose subito a diversi esami medici che esclusero la presenza di patologie organiche e lo orientarono verso una diagnosi di attacco di panico. Da allora Giovanni ebbe altri attacchi simili e iniziò ad evitare le situazioni in cui sarebbe stato difficile o imbarazzante chiedere aiuto nel caso che si fosse sentito nuovamente male. Non andava più al cinema, nei locali affollati, non guidava più per paura che l’attacco potesse ripresentarsi alla guida. Di conseguenza la sua vita divenne sempre più limitata e questo lo faceva soffrire molto”.
26
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
Il caso di Giovanni è un tipico esempio di un Disturbo da Attacchi di Panico. Un attacco di panico è caratterizzato da un stato di intensa paura o disagio intenso che raggiunge il picco nel giro di circa 10 minuti, in cui si manifestano almeno 4 tra questi sintomi: palpitazioni o tachicardia, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazione di sbandamento, di testa leggera e di svenimento, derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sensazione di distaccamento da se stessi), paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire, torpore o formicolio, brividi o vampate di calore. Affinché si possa fare diagnosi di disturbo di panico, l’attacco dev’essere seguito dalla preoccupazione persistente di avere altri attacchi di panico e da preoccupazioni relative alle implicazioni e alle conseguenze dell’attacco di panico (per es. perdere il controllo, impazzire, morire d’infarto, etc.). Al disturbo di panico, spesso si associa una condizione psicopatologica chiamata Agorafobia. L’agorafobia è caratterizzata dall’ansia di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbaraz-
ansioso o tendono ad evitare che i bambini facciano esperienze autonomizzanti. L’attacco di panico rappresenta uno di quei disturbi che intacca maggiormente il funzionamento sociale e lavorativo della persona e che necessita dunque di un tempestivo intervento: più l’intervento è precoce minori saranno i rischi di cronicizzazione del disturbo e maggiori le probabilità di una remissione totale. Oltre che attraverso una terapia farmacologica, o in congiunzione a questa, il Disturbo da Attacchi di Panico può essere trattato attraverso una psicoterapia cognitivo-comportamentale che può essere individuale o di gruppo con una cadenza settimanale. Il protocollo prevede, dopo una prima fase di valutazione e di inquadramento del caso, una fase di psicoeducazione nella quale si aiuta il paziente a comprendere precisamente cos’è l’attacco di panico e a distinguere l’ansia come reazione normale dell’organismo di fronte a situazioni di pericolo dall’ansia patologica.
zante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto, in caso di attacco di panico. I timori agorafobici riguardano solitamente situazioni quali l’essere fuori casa da soli, l’essere in mezzo alla folla o nel traffico, essere in ascensore, viaggiare in automobile o con altri mezzi di trasporto. Le situazioni temute vengono evitate, affrontate solo in presenza di qualcun altro oppure sopportate con molto disagio o con l’ansia di avere un attacco di panico. Non è possibile individuare un’unica causa del disturbo di panico, sono diversi sono i fattori che rendono una persona vulnerabile allo sviluppo di attacchi di panico. Uno di questi è l’Anxiety Sensitivity, un atteggiamento catastrofico, di paura rispetto alle sensazioni di attivazione neurovegetativa dell’organismo (tachicardia, dolore al petto, etc.) che tendono ad essere erroneamente interpretate come pericolose e in grado di produrre conseguenze disastrose come la morte o la pazzia. Alcuni studi hanno evidenziato che determinati atteggiamenti genitoriali in età evolutiva possono contribuire allo sviluppo dell’Anxiety Sensitivity nel bambino: genitori che favoriscono il comportamento da malato del bambino, che manifestano attenzione preoccupata quando il bambino è
L’obiettivo della terapia sarà quello di aiutare il paziente ad affrontare le situazioni temute: questo avverrà in maniera graduale e solo dopo aver appreso delle tecniche di gestione dei sintomi ansiosi. Le principali tecniche utilizzate a questo scopo sono le tecniche di respirazione e il rilassamento muscolare progressivo. Recentemente si stanno sempre più utilizzando le tecniche di mindfulness, una pratica di consapevolezza deriva dallo yoga che viene utilizzata trasversalmente in diversi disturbi con obiettivi terapeutici differenti. Nel disturbo di panico il ruolo della mindfulness è quello di far prendere alla persona consapevolezza dei propri stati interni e di acquisire un nuovo modo di rapportarsi a questi stati mentali attraverso una presa di distanza da essi. Una volta preparato il paziente attraverso le tecniche di gestione dei sintomi, si inizia con la fase dell’esposizione alle situazioni temute. Tutte queste tecniche di intervento nel complesso permettono che avvenga una ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali connessi all’ansia (paura di morire o impazzire) proprio perché il paziente, affrontando le situazioni temute, sperimenta che in realtà le conseguenze catastrofiche non si verificano. Il protocollo presentato è solo uno dei modi possibili di affrontare questo problema ma sicuramente quello di più comprovata efficacia tanto da essere inserito nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. ★ 100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
27
#AUDIOPROTESISTA http://bit.ly/1gXjdO7
Dott.ssa Tea Maione Martedì dalle 9.00 alle 11.00
338.9648341
Problemi di udito? Il cervello invecchia prima Gli anziani con perdita dell’udito soffrono prima di declino cognitivo rispetto ai coetanei sani. Questo è uno dei problemi di salute più sottovalutati. Ma la perdita di udito potrebbe non avere effetti soltanto sulla vita sociale e sulla qualità di vita, ma anche sulla funzionalità del cervello accelerando il declino cognitivo tipico della terza età. Ad avvalorare l’ipotesi è uno studio pubblicato sulla rivista Jama Internai Medicine. A condurla un gruppo di ricercatori del Johns Hopkins Center on Aging and Health di Baltimora (Usa) che ha seguito per sei anni quasi 2.000 anziani. Tutti all’inizio dello studio avevano normali capacità cognitive, ma nel corso del periodo di osservazione le cose sono notevolmente cambiate e i ricercatori hanno constatato una perdita generalizzata delle funzioni cognitive. Il declino, tuttavia, non si verificava alla stessa velocità in tutti i volontari. In particolare, quelli che avevano disturbi uditivi (più della metà dei volontari) avevano una probabilità del 24 per cento più alta di perdere colpi. In concreto, secondo i ricercatori, un anziano con problemi uditivi impiega 7,7 anni per perdere il 20 per cento delle capacità cognitive (misurate su una particolare scala denominata Modified Mini-Mental State Examination) mentre per osservare lo stesso cambiamento in una persona che ci sente bene, occorre aspettare quasi 11 anni. Numeri che fanno sentenziare 28
ai ricercatori: «i nostri risultati dimostrano che la perdita di udito è associata a un’accelerazione del declino cognitivo, la nostra scoperta sottolinea quanto sia importante che i medici discutano con i pazienti delle loro capacità uditive per evitare che la soluzione del problema sia rimandata troppo nel tempo quando ormai grave». Sulle cause di questa associazione, per ora, ci sono solo ipotesi. Una potrebbe essere molto intuitiva: gli anziani che ci sentono poco sono più isolati socialmente. Ed è noto che vivere in solitudine aumenta il rischio di perdere le capacità cognitive. Un’altra ipotesi è che la scarsa capacità uditiva costringe il cervello a concentrarsi molto di più sui suoni. Così facendo, sottrae “energia” alla capacità di pensare e ricordare. Ma, per il team, non è escluso che ci possano essere danni
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
cerebrali che provochino contestualmente la perdita dell’udito e il declino delle facoltà mentali. La questione resta sul tavolo dei ricercatori, che promettono di approfondire il problema e di esplorare un altro aspetto: se gli apparecchi acustici per restituire l’udito possano avere qualche efficacia per prevenire il declino cognitivo nelle persone che ci sentono poco. Quel che è certo è che la questione è di massima importanza. Il numero di anziani afflitti da problemi cognitivi è destinato a salire vertiginosamente, raddoppiando ogni 20 anni come conseguenza dell’invecchiamento della popolazione mondiale. Capire quali possano essere le condizioni che ne facilitano la comparsa e come si possa contenere il problema è una priorità. ★
#CHIROPRATICA
Dott.ssa Barbara Martino
http://bit.ly/1ddlb6M
349.1381175
La Lombalgia La chiropratica si occupa della cura e della prevenzione dei disordini muscolo-scheletrici che interessano il corpo umano e visto che il detto “prevenire è meglio che curare” vale anche per la colonna vertebrale, anche quest’anno nel mese di ottobre, considerato “il mese della prevenzione”, sara’ possibile parteciapare all’iniziativa della settimana della chiropratica. Durante le ultime 2 settimane di ottobre, e precisamente dal 20 al 24 e dal 27 al 31, sara possibile effettuare check up e controllo gratuito della schiena e di tutto il sistema muscolo-scheletrico presso il mio studio. Nello scorso articolo ho parlato della cosiddetta cervicale che insieme alla lombalgia rappresenta una delle patologie muscolo-scheletriche più comuni. Entrambi queste patologie possono avere benefico dai trattamenti chiropratici ritardardandone il sorgere o il peggioramento, ragion per cui questo mese l’argomento trattato è la lombalgia.
Lombalgia
Con il termine lombalgia s’intende l’infiammazione della parte inferiore della schiena: in particolare le vertebre lombari, l’articolazione sacro-iliaca, il sacro e il coccige. Spesso si presenta con un dolore particolarmente intenso e con un senso di estrema rigidità lungo tutta la regione lombare. L’80% delle persone soffre almeno una volta di disturbi alla schiena che possono essere riconducibili ad una disfunzione del sistema muscolo scheletri30
co. Anche se bisogna sottolineare che la presenza di patologie viscerali, addominali o pelviche può riferire dolore nella regione lombare e lombosacrale. Il mal di schiena è un sintomo non una malattia e spesso i problemi, se di origine meccanica, sono causati dall’alterazione della normale mobilità e funzionalità della colonna vertebrale. La schiena è una struttura complessa fatta di 33 vertebre, più di 30 muscoli, numerosi legamenti, molteplici giunture e dischi intervertebrali. Quindi, sono molte le strutture che possono causare fastidi se sono lese o colpite. La lombalgia acuta, conosciuta come “colpo della strega”, è caratterizzata da un tipo di dolore causato da una lesione di queste strutture anatomiche accompagnata da fenomeni infiammatori. L’infiammazione e il dolore fanno parte del processo di guarigione e cessano, quindi, a guarigione completata. La lombalgia cronica, invece, è un dolore sordo e costante che si prolunga senza interruzione per almeno 6 mesi alternando momenti di miglioramento e di peggioramento. Le cause del mal di schiena cronico sono associate a fattori bio-psico-sociali, ossia all’intersecarsi di elementi biologici, psicologici e sociali. Il fattore biologico riguarda le strutture anatomiche da cui nasce il dolore, quello psicologico è una conseguenza della perdita di autonomia e di movimento mentre il fattore sociale si riferisce alla perdita di abitudini e stili di vita che questi ultimi possono comportare.
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
La lombalgia come sopra accennato ha molteplici cause. L’apparato muscolo-scheletrico è principalmente colpito su vari livelli: quello meccanico (faccette articolari, capsule, legamenti), quello muscolare (lombo-sciatalgia) e quello legato al disco intervertebrale (discopatia). Naturalmente tutte queste componenti sono collegate tra di loro per cui ogni livello non può essere considerato a se stante, quindi ogni intervento non può essere isolato alla singola struttura, ma deve considerare tutte le componenti biologiche (muscoli, legamenti, vertebre e dischi) e non ultimo fattori psicologici e sociali.
Fattori meccanici
Le faccette articolari delle vertebre (articolazioni zigoapofisarie) sono protette dalla capsula articolare e lubrificate dal fluido sinoviale. Quando sono sottoposte a traumi (movimenti sforzati, e bruschi della colonna quali cadute, rotazione del busto, sollevare pesi senza riscaldamento) o se i muscoli intorno ad esse
#CHIROPRATICA
non sono tenuti in allenamento (troppo tempo seduti o in piedi) basta un piccolo movimento che s’irritano e s’infiammano. Quando questo avviene i movimenti si riducono e quelli permessi sono spesso dolorosi e ridotti a causa anche dello spasmo dei muscoli adiacenti. Tutto ciò si traduce spesso nell’assumere una posizione antalgica, in altre parole lo spostamento del tronco dalla parte opposta al dolore. Il dolore acuto a livello del rachide è quindi un segnale d’allarme per un’avvenuta lesione, una reazione di difesa, uno stimolo a cambiare posizione che ha un ruolo protettivo e adattativo il quale impedisce i movimenti che possono danneggiare ulteriormente la colonna vertebrale.
Lombo - sciatalgia
Con il termine lombo-sciatalgia s’intende un dolore causato dal nervo sciatico che ha origine nella colonna lombare e che si estende fino ai glutei, agli arti inferiori e parte dei piedi. Si differenzia dalla lombalgia perché in quest’ultima il dolore è localizzato soltanto nella zona lombare e sacrale. La compressione del nervo sciatico può essere causato da strappi muscolari a livello paravertebrale, da contratture muscolari, da ernie del disco e da
32
schiacciamento del disco intervertebrale. La lombo-sciatalgia è un disturbo molto comune, dovuto allo stile di vita adottato quotidianamente (molte ore seduti in ufficio, assenza di attività fisica, posizioni scorrette), tanto che si calcola che circa il 40% della popolazione soffra o abbia sofferto di questa patologia. Questo disturbo può essere sia mono sia bilaterale, cioè può manifestarsi sia in uno sia da entrambi i lati spesso accompagnato da dolore, disturbi circolari, mancanza di forza alla caviglia e al piede e sensazioni alterate, intorpidimento e formicolio dell’arto interessato.
Discopatia
Con il termine “discopatia” s’indica la patologia che va a carico del disco intervertebrale e occorre quando i dischi della colonna vertebrale appaiono leggermente schiacciati o di spessore ridotto. Sforzi eccessivi così come posture statiche prolungate portano a continue compressioni della colonna causando una riduzione del contenuto idrico dell’anello fibroso con conseguente riduzione del suo spessore. Durante il riposo notturno i nuclei polposi si reidratano riacquistando lo spessore originale, se però gli sforzi sulla colonna sono
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
eccessivi e ripetuti il disco va incontro a un rapido processo d’invecchiamento e degenerazione dando origine alla discopatia. Le conseguenze più gravi di una discopatia sono legate alla riduzione della capacità ammortizzante del disco e alla contemporanea perdita dei normali rapporti tra una vertebra e l’altra. I sintomi di una discopatia sono: dolore aggravato da piegamenti, starnuti, colpi di tosse; dolore radiante a una o entrambe le gambe con sensazione di formicolio e/o insensibilità; dolore con pendenza del tronco da un lato; riduzione della mobilità. L’insieme di questi processi con il passare del tempo favorisce l’ernia del disco vertebrale di cui poi parleremo in un altro articolo.
Terapie e trattamento
Nella lombalgia e/o sciatica lo scopo della chiropratica è restituire l’integrità funzionale all’articolazione il cui funzionamento è alterato. Il chiropratico, dopo un attento esame neurofisiologico e un’analisi delle radiografie, riduce l’irritazione dei nervi con un aggiustamento specifico nell’area interessata, riducendo così i sintomi dolorosi e favorendo un ristabilimento più rapido. La manipolazione è un piccolo movimento preciso e indolore, esercitato su una giuntura spinale, attraverso il quale si ripristina il movimento naturale; esso apporta benefici terapeutici meccanici e neurologi, aumentando coordinazione, forza, flessibilità e resistenza della schiena. Per ottenere risultati duraturi contro il dolore è necessario un approccio integrato di manipolazioni insieme con lo stretching per aumentare l’elasticità muscolare, e particolari esercizi attivi, utili ad aumentare il tono muscolare. ★
#ODONTOIATRA http://bit.ly/1kh4FtU
Dott. Vittorio Milanese Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00
338.4698121
Quando la saliva indica il livello di salute orale Tra le novità di questa 34° edizione del Mese della Prevenzione Dentale la possibilità di essere sottoposti, gratuitamente, al test del pH salivare.
Ma di cosa si tratta? La saliva è uno dei più importanti sistemi di difesa della salute della nostra bocca e la sua composizione ha un pH neutro (valori da 6.5 a 7.5), che subisce variazioni quotidiane a causa del cibo; tuttavia il suo valore viene normalmente ripristinato nel giro di un paio d’ore dall’ingestione di alimenti e bevande. Quando il pH salivare subisce variazioni estreme e persistenti in senso acido o basico, denti e gengive possono ammalarsi più facilmente. Un ambiente della bocca acido (valore pH basso) può, per esempio, essere indice di una più intensa attività della placca batterica, che attacca lo smalto dei denti, indebolendolo e portando al potenziale innesco di un processo cariogeno. Quando il 34
pH salivare sale a livelli basici (valore pH alto), il calcio contenuto nella saliva tende a cristallizzarsi sui denti, andando a formare il tartaro o placca mineralizzata, nocivo per le gengive. Il test del pH salivare è costituito da una semplice cartina tornasole che, a contatto con la saliva, cambia la sua colorazione per indicare il valore del pH. Un test semplice ma utile per tenere sotto controllo la salute non solo della cavità orale, ma di tutto il nostro organismo. Mantenere sana la propria salute orale è il primo passo per mantenere sana la salute di tutto il corpo, sono molte le correlazioni tra malattie sistemiche, cardiologie, del sangue conseguenti o favorite da una scarsa o trascurata salute orale. Per questo le viste periodiche, almeno annuali, dal tuo dentista ti garantiscono non solo la possibilità di mantenere, in salute, la tua bocca e i denti ma anche di prevenire patologie importanti che possono degenerare in situazioni gravi a volte non più risolvibili. Due importanti novità caratteriz-
zano però questa 34° edizione. Oltre alle viste gratuite, infatti, quest’anno ai cittadini viene data la possibilità di sottoporsi ad un test gratuito del pH salivare. Inoltre, una volta effettuata la visita e misurato il pH salivare, il dentista ANDI potrà suggerire al proprio paziente, se ritenuto necessario, un percorso di prevenzione con una serie di prestazioni odontoiatriche offerte a tariffe privilegiate. ★
Per prenotare la “TUA VISITA GRATUITA DI CONTROLLO ANDI-MENTADENT” puoi contattare direttamente lo Studio del Dr. Vittorio Milanese al 081.5321561 oppure al 338.4698121. Per saperne di più naviga il sito www.obiettivosorriso.it.
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
#NEUROPSICOMOTRICISTA http://bit.ly/1bjyYJp
Dott.ssa Daniela Caiafa
Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00
347.5477785
I tic nervosi nei bambini I tic sono movimenti involontari e convulsi, normalmente sono caratterizzati da ripetute e rapide scosse muscolari, dette anche spasmi, che si ripetono in determinate situazioni. In genere interessano i muscoli del viso o delle spalle: ammiccamenti con gli occhi, smorfie della faccia, corrugamento della fronte, scosse del capo, movimenti verso l’alto delle spalle. Si riscontrano più frequentemente nei maschi (l’incidenza è tre volte di più che nelle femmine); si presentano quasi sempre durante l’età scolastica, dai sei ai dieci anni. Solitamente scompaiono entro breve, raramente sono sintomo di una patologia più complessa, la sindrome di Tourette. Circa il 20% dei ragazzi ha questo problema, i tic si manifestano per scaricare l’ansia di fronte a situazioni imprevedibili. È quasi sempre un sintomo di uno stato emotivo allertato che il bambino evidenzia difronte le sue difficoltà ludiche, relazionali o scolastiche. Ed è più evidente quando il bambino è preoccupato, teso, sotto stress o percepisce aspettative esagerate nei suoi confronti. In effetti i tic sono l’espressione esterna, involontaria, di una tensione emotiva. Di solito si verificano in soggetti normali, svegli, sensibili; sono più a rischio i bambini timidi e coscienziosi, anche se i tic possono presentarsi anche in bambini instabili e turbolenti. I tic tendono a sparire nel giro di due - tre mesi, massimo in un anno. Solo nel 3% dei casi i tic non si risolvono e persistono in età adulta. I tic sono classificati: Tic motori semplici comprendono: smorfie del viso, movimenti del collo, colpi di tosse, segnali di ammiccamento; tic vocali semplici includono: raschiarsi la gola, sbuffare, tirar su col naso, grugnire, Tic motori complessi comprendono: battere i piedi, effettuare movimenti mimici, saltare, toccare, odorare un oggetto; Tic vocali complessi riguardano la ripetizione di parole, fuori contesto. Nei casi più gravi, possiamo assistere alla coprolalia (usare parolacce) e l’ecolalia (ripetere come un’eco frasi, parole o suoni sentiti per ultimi). 36
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
Come aiutare un bambino affetti da tic? ★Molto utile è far praticare uno sport che piace al bambino, che lo rilassi e lo aiuti a scaricare le tensioni. ★Cercate di far rilassare il bambino a livello generale. I tic sono un barometro della tensione interna; assicuratevi che vostro figlio abbia del tempo libero, non sia soverchiato da più attività organizzate. Se è molto auto-critico, lodatelo per i suoi comportamenti e fate sì che riprenda fiducia in sé stesso. ★Fate finta di niente davanti ai tic quando si verificano. Quando un bambino presenta dei tic, non concentrate l’attenzione su di lui; se gli fate notare il suo difetto tutte le volte, reagirà con maggior tensione e ansia, piuttosto che con l’accettazione del suo comportamento, creando un circolo vizioso. Non lasciate che fratelli o altri lo prendano in giro: assicuratevi che tutti si comportino in questo modo. ★Identificate e rimuovete i fattori determinanti tensione. Provate a tenere, a sua insaputa, un diario dei tic, per segnarvi quali fatti sono avvenuti prima degli spasmi abituali; da qui dovreste essere in grado di risalire a quegli eventi che scatenano le crisi. Diminuite comunque la pressione psicologica esercitata in merito ai suoi risultati scolastici, alla pulizia della sua camera, alle performance sportive. Evitate medicine a base di efedrina, per esempio i decongestionanti nasali, che possono favorire la comparsa dei tic. ★Non parlate dei tic, quando non si verificano. Se il bambino ha dei periodi senza tic, non sollevate il problema. Solo se il discorso parte dal bambino che vi chiede informazioni in merito, siate disponibili a parlarne; spesso il bambino se ne vergogna. Rassicuratelo che tutto finirà presto e che riprenderà il controllo di questi spasmi involontari. ★Evitate qualsiasi punizione per i tic. Alcuni genitori credono che basti fare la voce grossa per spa-
ventare il bambino e impedirgli di avere i tic: non c’è nulla di più falso. Del resto non servono nemmeno massaggi o esercizi di rilassamento ai muscoli facciali; né osservazioni allo specchio, perché darebbero comunque risalto al problema. ★Fate finta di niente davanti ai tic quando si verificano. Quando un bambino presenta dei tic, non concentrate l’attenzione su di lui; se gli fate notare il suo difetto tutte le volte, reagirà con maggior tensione e ansia, piuttosto che con l’accettazione del suo comportamento, creando un circolo vizioso. Non lasciate che fratelli o altri lo prendano in giro: assicuratevi che tutti si comportino in questo modo. ★Identificate e rimuovete i fattori determinanti tensione. Provate a tenere, a sua insaputa, un diario dei tic, per segnarvi quali fatti sono avvenuti prima degli spasmi abituali; da qui dovreste essere in grado di risalire a quegli eventi che scatenano le crisi. Diminuite comunque la pressione psicologica esercitata in merito ai suoi risultati scolastici, alla pulizia della sua camera, alle performance sportive. Evitate medicine a base di efedrina, per esempio
i decongestionanti nasali, che possono favorire la comparsa dei tic. ★Non parlate dei tic, quando non si verificano. Se il bambino ha dei periodi senza tic, non sollevate il problema. Solo se il discorso parte dal bambino che vi chiede informazioni in merito, siate disponibili a parlarne; spesso il bambino se ne vergogna. Rassicuratelo che tutto finirà presto e che riprenderà il controllo di questi spasmi involontari. ★Evitate qualsiasi punizione per i tic. Alcuni genitori credono che basti fare la voce grossa per spaventare il bambino e impedirgli di avere i tic: non c’è nulla di più falso. Del resto non servono nemmeno massaggi o esercizi di rilassamento ai muscoli facciali; né osservazioni allo specchio, perché darebbero comunque risalto al problema. Se dopo un anno, ancora, non si attenuano i sintomi allora bisogna rivolgersi ad uno neuropsichiatra infantile per escludere patologie per valutare una terapia psicomotoria che aiuti il bambino a gestire e superare il suo disturbo. ★
#ANESTESISTA
Dott. Antonio Coppola 338.1705569
Algodistrofia L’Algodistrofia (anche conosciuto come Morbo o Atrofia di Sudek, distrofia da riflesso simatico (RSD), sindrome complessa del dolore regionale (CRPS), osteoporosi transitoria), è una patologia complessa non del tutto conosciuta. Oggi il meccanismo più accreditato è quello di una disfunzione del sistema nervoso simpatico. Quest’ultimo per varie cause verrebbe ipersollecitato e altera come conseguenza i normali processi fisiologici dell’osso e dei tessuti molli circostanti. L’osso tende a riassorbirsi creando cosi un quadro di osteoporosi dando spazio all’infiltrazione d’acqua che aumenta cosi la pressione all’interno dell’osso e indebolisce la sua struttura. Colpisce con maggior frequenza l’estremità degli arti (piede e mano) ma può interessare anche il ginocchio e l’anca, gomito e spalla. Può interessare un osso in parte o totalmente o più ossa coinvolgendo anche l’articolazione o più articolazioni sino a tutto il distretto anatomico. È spesso scatenato da un evento traumatico anche banale ma altre cause sono da interventi chirurgici con immobilizzazione dell’arto, dall’assenza di carico, da affezioni del sistemo nervoso, da vasculopatie organiche o funzionali e da casi idiopatici dove insorge spontaneamente. La sua evoluzione non è proporzionata all’intensità o severità del trauma iniziale.
Sintomi
I sintomi variano notevolmente e dipendono dalla zona e l’area colpita. All’inizio possono essere sia subdoli sia estremamente intensi. Sono caratterizzati da dolore più o meno intenso, talvolta intollerabile sottocarico e talvolta anche a riposo, gonfiore rossore e calore, formicolio, bruciore, impotenza funzionale del distretto colpito e una sudorazione anomala della zona interessata. Nel tempo e nelle forme più estese i tessuti si alterano, la pelle diventa sottile, secca e atrofica, si modificano il numero dei peli, il tono muscolare diminuisce e le articolazioni si irrigidiscono. Possibile anche la presenza di crampi spontanei
Diagnosi
La diagnosi spesso viene fatto in ritardo. Le radiografie convenzionali sono spesso negative all’inizio del processo in quanto non sono in grado di rilevare le modifiche qualitative dell’osso. 38
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
Indispensabile eseguire una Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) con STIR che mette in evidenza l’edema dell’osso coinvolto. Se non trattata tende facilmente a cronicizzarsi è può divenire estremamente debilitante. Inoltre l’osso essendo indebolito di calcio diventa meno resistente al carico e quindi può deformarsi provocando cosi un danno permanente. Come talvolta insorge spontaneamente può anche risolversi spontaneamente in tempi molto lunghi (8-15 mesi).
Trattamento
Esistono diversi protocolli per trattare l’Algodistrofia. L’obiettivo comune è di restituire un normale flusso sanguigno nell’osso e tessuti circostanti e un normale rapporto di calcio nell’osso. Par fare questo l’osso ha bisogno di stimoli adeguati. Risulta molto utile il carico controllato, il lavoro muscolare e mobilizzazione delle articolazioni coinvolte, i campi magnetici pulsanti, la camera iperbarica, i blocchi del simpatico, i farmaci contro l’osteoporosi, i vaso dilatatori, ginnastica vascolare e i drenaggi linfatici. Utili anche i farmaci antidepressivi che agiscono sul componente affettivo ed emotivo del dolore. La terapia quindi serve ad abbreviare il decorso della malattia e ad evitare un danno permanente da rigidità articolare. ★
#FISIOTERAPIAPEDIATRICA http://bit.ly/100robesp
Dott.ssa Roberta Esposito
roberta.espositofkt@gmail.com
339.8719035
Plagiocefalia posturale del lattante Il termine “plagiocefalia” può sembrare allarmante quando si sente per la prima volta in riferimento al vostro bambino. Studi recenti dimostrano che, in seguito alla raccomandazione dell’Accademia Americana di Pediatria (AAP) di utilizzare la posizione supina nel sonno per ridurre il rischio della morte improvvisa in culla (in inglese SIDS), si è assistito a un aumento dell’incidenza di bambini affetti da plagiocefalia occipitale posturale. Si tratta quindi di un disturbo molto comune e facilmente curabile. La plagiocefalia (dal greco plàgios = obliquo e Kephalè = testa) è una deformazione del cranio con un modellamento obliquo cranio-facciale.
Si distingue in due tipi: • Plagiocefalia posturale • Plagiocefalia sinostosica o craniosinostosi (malformazione della struttura cranica per fusione precoce di una o più suture craniche) Di pertinenza fisioterapica è la plagiocefalia posturale. La plagiocefalia posturale è causata da una pressione prolungata sulla stessa zona del cranio in epoca pre e/o post natale. Esistono alcuni fattori di rischio per l’asimmetria cranica quali per esempio la prematurità, primiparità, anomalie dell’utero, alterazioni muscolo scheletriche ecc. Di natura congenita (pressione intrauterina) o acquisita (posizione durante il sonno) la plagiocefalia posturale può essere associata a: • torcicollo posturale controlaterale • contrattura secondaria del trapezio • immaturità nel controllo assiale antigravitario Questa conformazione del cranio non deve essere fonte di preoccupazione per i genitori, perché non 42
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
comporta problemi nello sviluppo del cervello del bambino. Ha un impatto solamente di natura estetica che tende comunque a migliorare spontaneamente nel corso del tempo. Tuttavia una diagnosi precoce e un intervento tempestivo fanno si che il risultato estetico sia migliore. Buoni risultati si ottengono se si interviene prima dei 3 mesi di età. Non sono necessari interventi chirurgici o procedure invasive (salvo che non si tratti di una craniostenosi), ma attraverso alcune semplici accortezze ed esercizi è possibile preservare la rotondità della testa del vostro bambino. Durante il sonno non è necessario utilizzare particolari cuscini che aumenterebbero semplicemente il rischio SIDS. Piuttosto prestate attenzione ad alternare la posizione del capo durante il sonno in modo tale che il vostro bambino non trascorre molte ore con la testa ruotata nello stesso lato. Durante la veglia riducete al minimo le ore che il vostro bambino trascorre sulla schiena, prediligendo l’attività a pancia sotto, promuovendo l’inseguimento visivo e i movimenti del capo. Se alla plagiocefalia è associato anche un torcicollo posturale è opportuno beneficiare di alcuni esercizi di allungamento muscolare. Per i bambini che hanno un’età superiore ai 3 mesi e che presentano un moderato appiattimento della testa, alcuni medici prescrivono l’uso di un caschetto che ha il vantaggio di ottenere buoni risultati in tempi brevi ma lo svantaggio di essere molto costoso e di necessitare di rimodellamenti nel corso del tempo. ★
#SESSUOLOGA http://bit.ly/1euymof
Dott.ssa Olga Paola Zagaroli Lunedì e Giovedì dalle 15,30 alle 17,30
335.8709595
Andrologo o Urologo? Periodicamente mi capita che nello stesso periodo molte persone mi facciano la stessa domanda e che poi, “quasi per caso”, lo stesso argomento venga fuori anche tra colleghi! La domanda che pongo nel titolo fa proprio riferimento a quanto mi è accaduto nei mesi scorsi. Così ho deciso di parlarne anche con tutti voi. Cerchiamo di capire dunque quali sono i punti in comune delle due figure e quali invece differiscono. L’urologo si occupa delle patologie dell’apparato genito-urinario, cioè reni, ureteri, vescica, prostata, organi genitali esterni, mentre l’andrologo focalizza la propria attenzione sulla salute maschile, con particolare riferimento alle disfunzioni dell’apparato riproduttore e urogenitale, quindi testicoli, vescichette seminali, prostata, pene, avendo particolari competenze anche dell’aspetto endocrinologico della funzione riproduttiva. Dunque, la principale differenza tra un andrologo ed un urologo consiste nel fatto che l’andrologo tratta principalmente l’area sessuale e riproduttiva del maschio e, anche quando affronta problemi di tipo uro-genitale o urologico, si occupa prevalentemente delle possibili conseguenze che questo tipo di problemi possono causare alla sfera riproduttiva. In linea di massima alcune patologie sono comuni sia all’andrologo che all’urologo (varicocele, fimosi, infiammazioni delle ghiandole genitali), mentre altre patologie sono a se stanti (patologie prostatiche, renali e vescicali); infatti molti urologi si occupano anche di andrologia e molti andrologi sono specialisti in urologia, ma le due figure sono comunque distinte, soprattutto nella specificità degli esami che eseguono. Se, per esempio voleste sapere se il vostro seme è fertile, dovreste rivolgervi ad un andrologo esperto, perché per questo tipo di esame c’è bisogno di una pratica particolarmente lunga e quindi di una notevole esperienza per poter avere una risposta precisa e attendibile. Anche gli esami ormonali che sottendono all’attività riproduttiva e che rivestono una notevole importanza per fare diagnosi di infertilità, vanno prescritti e interpretati preferibilmente dall’andrologo che in genere ha più dimestichezza nel praticare le cure e le tecniche adatte a correggere l’infertilità di coppia. I sintomi principali in seguito ai quali è consigliabile rivolgersi ad un urologo sono: bruciori, dolori o difficoltà alla minzione, presenza di sangue nelle urine, perdite involontarie di urina, dolori o alterazioni ad organi del tratto urinario o genitale maschile. Sono 44
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
diverse le indagini diagnostiche di cui l’urologo può far uso: dall’esame clinico che consiste nella palpazione dell’addome e delle logge renali, esplorazione rettale per la palpazione digitale della prostata e esame degli organi genitali esterni maschili; agli esami strumentali quali: ecografia a reni, vescica, prostata e testicoli, esame radiografico con e senza mezzo di contrasto, TAC, RM e uroflussimetria; esami di laboratorio quali esame delle urine; esame del sangue. L’andrologo si occupa principalmente di seguire lo sviluppo dell’apparato genitale maschile dalla nascita sino alla vecchiaia. Alla nascita, l’andrologo può essere consultato per l’attribuzione del sesso o per evidenziare anomalie congenite, alla pubertà può essere consultato per trattare problemi più seri, come pubertà precoci o ritardate. Attorno ai 20 anni, infine, può essere consultato per controllare lo sviluppo sessuale ed evidenziare qualsiasi tipo di problema come le infezioni sessuali. Quando si supera una certa età, l’andrologo viene spesso consultato per problemi di disfunzione erettile, ma anche per prevenire e trattare i sintomi dell’andropausa, fenomeno legato all’invecchiamento dei tessuti ed al calo del testosterone. Quindi, come abbiamo visto, ci sono molte somiglianze, ma anche alcune differenze sostanziali tra le due figure. Per quello che riguarda la collaborazione con il sessuologo, sono importanti entrambe le figure. Infatti, sebbene il sessuologo si interessi soprattutto della sfera psicologica che riguarda i disturbi della sfera sessuale, è ovvio che non può prescindere, in molti casi, da una verifica delle funzionalità fisiologiche dell’apparato uro-genitale. Generalmente consiglio sempre ai miei pazienti un controllo dall’urologo, preferendo questa figura a quella dell’andrologo, per avere una visione generale di tutto l’apparato, per poi procedere, ove occorresse, alle specifiche indagini. In realtà, come abbiamo visto, ogni urologo è anche andrologo e viceversa, ma mentre l’andrologo è più interessato alla capacità riproduttiva del paziente, l’urologo tende a vedere più il quadro generale, ed è appunto per questo che in una indagine preliminare può essere preferibile. Detto tutto ciò rimane palese che per qualsiasi tipo di disturbo voi possiate avere è sempre consigliabile rivolgervi in prima istanza al vostro medico di base che più di ogni altro saprà indicarvi qual è lo specialista più indicato al caso specifico. ★
#NUTRIZIONISTA http://bit.ly/19ubheb
Dott.ssa Francesca Maresca Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30
334.2258132
La Dieta Mediterranea La dieta mediterranea, oggi riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, è tra i regimi alimentari più diffusi al mondo ed è nota e apprezzata soprattutto per i numerosi benefici che apporta all’organismo. In realtà più che un vero e proprio programma dietetico, si tratta di uno stile alimentare fatto di regole e abitudini ispirate alla tradizione mediterranea. Come nasce questo stile alimentare? Negli anni 50 Ancel Keys, un nutrizionista americano, si accorse che le popolazioni del ba46
cino mediterraneo erano meno suscettibili ad alcune patologie rispetto agli statunitensi. Da questa osservazione nacque l’ipotesi che la dieta mediterranea fosse in grado di aumentare la longevità di chi la seguiva. Lo studioso condusse numerosi studi che confermarono le sue ipotesi e pertanto, a partire dagli anni ‘70 si cercò di diffondere le abitudini alimentari tipiche della dieta mediterranea anche negli Stati Uniti. Ma in cosa consiste precisamente la dieta mediterranea? Molto spesso si è soliti associare questo regime alimentare al
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
consumo di pane e pasta ovvero di carboidrati, ritenuti, comunemente, nemici della linea. Ora, premesso che i carboidrati sono nutrienti essenziali che devono essere assunti in giuste quantità, la dieta mediterranea, in realtà, comprende alimenti vari ed eterogenei. “Protagonisti” della tradizione alimentare mediterranea sono l’olio d’oliva, i cereali (soprattutto pasta, riso e pane), il vino, i legumi, la frutta e tutti gli ortaggi. Ma l’alimentazione mediterranea non è solo vegetariana; l’aggiunta di giuste quantità di prodotti animali (carne, con par-
ticolare riguardo a quella non bovina, latte, uova, pesce, formaggi) assicura una dieta valida, equilibrata, adatta a qualsiasi età e in grado di ridurre considerevolmente il rischio delle principali malattie, cause di morte nella nostra epoca. I cereali e i loro derivati sono chiamati prevalentemente a soddisfare il nostro fabbisogno energetico. E l’abitudine tutta italiana di una costante presenza sulla tavola del pane, in tutte le sue innumerevoli varietà regionali, e della quotidiana comparsa della pasta come prima portata e come fulcro di uno dei due pasti principali si accorda perfettamente con questa esigenza nutrizionale.
La piramide alimentare La lettura dello schema è semplice: gli alimenti al vertice della piramide vanno consumati sporadicamente e in quantità limitate mentre alla base troviamo i cibi migliori che possono essere assunti quotidianamente e in quantità più abbondanti. Precisamente l’impostazione corretta dello schema prevede che gli alimenti vengano consumati quotidianamente secondo proporzioni ben definite ★ ★ ★ ★ ★
almeno 5 porzioni di frutta e verdura 2-3 porzioni di grassi (olio d’oliva) 2-3 porzioni di latticini (formaggio, latte e yogurt) 1-2 porzioni di proteine (carni bianche, pesce e uova) una porzione di carboidrati semplici (zuccheri e dolci)
Legumi, altri ortaggi, verdure, frutta e grassi vegetali (soprattutto olio d’oliva), oltre a integrare l’apporto proteico assicurato dai cereali, forniscono quantità adeguate di fibra alimentare, vitamine e sali minerali. L’importanza delle carni, in particolare di quella bovina, è ridimensionata, e il fabbisogno di proteine nobili e ferro è soddisfatto principalmente con carni “alternative” (pollo, coniglio, maiale magro, tacchino, ecc.), pesce e uova. Il latte e i suoi derivati sono importanti soprattutto per l’apporto in calcio. Inoltre tutti gli alimenti previsti devono essere assunti secondo i principi base riassunti nella ben nota piramide alimentare. Come si può constatare dalla figura, la piramide alimentare illustra chiaramente quale dovrebbe essere il consumo ideale a settimana dei diversi alimenti in una dieta sana e bilanciata.
Nonostante sia convinzione comune il contrario, molti studi scientifici hanno dimostrato che la dieta mediterranea è un ottimo alleato della nostra linea, un regime alimentare che permette di mantenere il peso corporeo purchè ovviamente non si ecceda con il consumo di grassi e zuccheri. Pertanto è opinione
diffusa anche tra i dietologi che, se seguito correttamente, questo modello nutrizionaleresta il più indicato come dieta dimagrante anche per quei soggetti che abitualmente seguono un regime alimentare ricco di grassi.
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
★
49
#FITNESS
LSM - PT Nello Iaccarino
Nello IACCARINO
329.6220310
infonelloiaccarino@email.it
SCHEDA TONIFICAZIONE ARTI INFERIORI - DONNA Scheda Allenamento tonificante arti inferiori per soggetto di sesso femminile valida 1 mese.
1ª SETTIMANA (FREQUENZA TRISETTIMANALE) Allenamento “A” Serie Cyclette (ritmo blando)
Ripetizioni
Recupero
5’
Leg Extension
4
5
1’
Leg Curls
4
5
1’
Gluteos
6
5
1’
Serie
Ripetizioni
Recupero
Stretching Allenamento “B” Cyclette (ritmo blando)
5’
Step
6
10” (vel. max)
1’
Tapis Roulant
6
10” (vel. max)
1’
Stretching Allenamento “C” (Circuito da fare in sequenza e ripetere 2 volte) Serie
Ripetizioni
Decubito Laterale Elevare Gamba Tesa
1
20 per lato
Affondi Laterali - Corpo Libero
1
40 per lato
Carponi Elevare Arto Inferiore Dietro Alto
1
20 per lato
Stretching
2ª SETTIMANA
○ Aggiungere 1 serie agli allenamenti “A” e “B”; ○ Allenamento “C” ripetere il circuito 3 volte;
3ª SETTIMANA: ○ come 1ª;
4ª SETTIMANA:
○ Togliere 1 serie agli allenamenti “A” e “B” ○ Allenamento “C” ripetere il circuito 1 volta. 50
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
N.B.
Scheda proposta su Soggetto Femminile Ginoide (rapporto Vita / Fianchi < 0.80), con almeno 6 mesi di esperienza Palestra e propone schema 2:1. Le sedute allenamenti, per essere fattibili, devono essere svolte in contesto tranquillo e non affollato; se ci sono esercizi la cui esecuzione non è chiara o nota, avvalersi di un Istruttore Qualificato. Infine è buona norma abbinare allenamento ed alimentazione specifica.
#DIRITTO 339.4095882
Valerio Massimo Aiello Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata. Studio penale: Corso Italia, 261 Sorrento (Na)
Il rifiuto di sottoporsi al test etilometrico. È reato? È noto (anche perché la questione è stata già trattata nelle precedenti edizioni) che guidare dopo aver fatto un uso smodato di sostanze alcoliche è un reato disciplinato e punito dagli artt. 186 e 186bis del codice della strada. Sappiamo, altresì, che la normativa attuale italiana stabilisce come valore/limite il tasso di alcolemia di 0,5 g/litro: il conducente che oltrepassa tale limite viene, quindi, definito “in stato di ebbrezza” e come tale è soggetto ai diversi provvedimenti sanzionatori che variano a seconda del tasso alcolemico riscontrato al momento del fermo. In particolare: guida con tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l: ammenda da 500 a 2000euro e sospensione patente da 3 a 6 mesi; guida con tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 g/l: ammenda da 800 a 3200 euro, arresto fino a 6 mesi e sospensione patente da 6 mesi a 1 anno; guida con tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 g/l: ammenda da 1500 a 6000 euro, arresto da 6 mesi ad 1 anno, sospensione patente da 1 a 2 anni, sequestro preventivo del veicolo e confisca dello stesso (salvo che appartenga a persona estranea al reato). Cosa succede, però, se l’automobilista fermato si rifiuta di sottoporsi al test etilometrico? Rifiutarsi di sottoporsi al test etilometrico costituisce un reato previsto e disciplinato dall’art. 186 comma 7 CDS. In particolare il rifiuto (ingiustificato) di sottoporsi alla prova etilometrica dopo essere stato in passato addirittura depenalizzato, cioè soggetto alla sola sanzione amministrativa, è ora punito con le stesse sanzioni previste per la più grave delle ipotesi della ‘guida in stato di ebbrezza’ (art.186 co.2 lettera c). In particolare il diniego sarà sanzionato con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000 e l’ arresto da 3 mesi ad 1 anno; inoltre verrà comminata la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da 1 a 2 anni, con ritiro immediato (su strada) e applicazione della sospensione cautelare prefettizia (sino ad un anno), oltre alla confisca del mezzo utilizzato, salvo che appartenga a persona estranea alla violazione, nel qual caso non si darà luogo alla confisca. In caso di recidiva specifica nel
a) b) c)
52
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
biennio sarà applica la revoca della patente. La normativa di riferimento si rinviene nell’evoluzione avutasi in seguito alle modifiche introdotte con la legge 24 luglio 2008 n.125, con le norme del luglio 2009 (legge n.94/2009) e con le recenti del 2010 (legge n. 120/2010) tutte dirette a rafforzare l’art. 186 del CDS ed a introdurre sanzioni più rigide di carattere sia amministrativo che penale al fine di contrastare il fenomeno del c.d. drive drinking. Se la precedente normativa stabiliva, quindi, che il conducente del veicolo poteva ben vantare un interesse a rifiutare di sottoporsi all’alcool test, accettando l’irrogazione della semplice sanzione amministrativa, nella consapevolezza che senza la misurazione strumentale egli poteva, tutto al più, essere riconosciuto colpevole della meno grave delle ipotesi di guida in stato di ebbrezza” (art.186 co.2 lettera a) adesso il rifiuto di sottoporsi al test dell’alcol è parificato, sotto il profilo sanzionatorio, alla più grave delle ipotesi di guida in stato di ebbrezza (art.186 co.2 lettera c). Alla stesa pena soggiace, inoltre, l’automobilista che finge di non riuscire a soffiare nell’etilometro. In particolare quando il soggetto abbia volutamente ridotto al minimo l’espirazione, al fine di boicottare o, comunque, falsare la verifica, in assenza di una accertata patologia determinante l’insufficiente prova spirometrica, e lo strumento non sia stato posto in grado di indicare la percentuale alcolica presente nell’organismo, va ritenuta integrata l’ipotesi di reato ex art. 186 comma 7 CDS. È quanto recentemente statuito dalla Corte di Cassazione che con la sentenza n. 10925 del 6.3.2014 ha affermato il principio secondo cui l’espirazione insufficiente dolosa viene equiparata al rifiuto di sottoporsi all’alcol test comportando pertanto il medesimo trattamento sanzionato. In conclusione l’ingiustificato diniego di sottoporvi al test dell’etilometro vi comporterà l’irrogazione automatica della più grave delle sanzioni previste per la guida in stato di ebbrezza. Preservate, quindi, sempre la possibilità di incorrere in una sanzione meno grave rispetto a quella più severa accettando l’invito a sottoporvi al test dell’alcool, sempre che non abbiate assunto alcolici in maniera davvero esagerata. ★
#WELLNESS
Ernesto Lupacchio
http://bit.ly/1couZMz
Central Fitness Club 1, 2, 3
Più si giudica… meno si ama! In uno dei seminari sul tema della “leadership” a cui ho partecipato qualche anno fa, raccontarono una storia per lanciare un messaggio: Troppo spesso e con estrema leggerezza giudichiamo le persone, influenzati dalle apparenze, senza guardare oltre e senza esaminare bene ogni singola situazione. Un errore che facilmente commettiamo un po’ tutti, creando magari anche incomprensioni nei rapporti quotidiani, con amici, familiari, colleghi o con i nostri affetti e amori, errore che porta spesso anche a pentirsi. Ho cercato il racconto su internet e come ho già fatto qualche altra volta vorrei condividerlo con voi, insieme ai pensieri di Jim Rohn, per la propria crescita personale:
“
Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d’attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro e un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c’era la sedia con i biscotti e dall’altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l’uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra se pensò ma tu guarda, se solo avessi un po’ più di coraggio gli avrei già dato un pugno... Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l’uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò, ahh…adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti! L’uomo prese l’ultimo biscotto e lo divise a metà! Ahh, questo è troppo pensò e cominciò a sbuffare indignata, si prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso l’uscita della sala d’attesa. Quando si sentì un po’ meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l’attenzione ed evitare altri dispiaceri. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando, nell’aprire la borsa, vide che il pacchetto di biscotti era ancora intatto nel suo interno. Provò tanta vergogna quando capì che il pacchetto di biscotti che aveva sgranocchiato non era il suo ma di quell’ uomo seduto accanto che però aveva diviso i suoi biscotti con lei con piacere senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al contrario suo che aveva sbuffato e si era sentita offesa”.
Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti della persona al nostro fianco senza saperlo? Prima di arrivare a conclusioni affrettate e inopportune, prima di pensare male delle persone, guardiamo attentamente le situazioni, molto spesso, non sono come sembrano! 54
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
#WELLNESS
Nella vita ci sono cose che difficilmente è possibile recuperare: Una pietra dopo averla lanciata Una parola dopo averla pronunciata Un’opportunità dopo averla persa Il tempo dopo esser passato L’amore per chi non lotta E ricordiamoci: Prima di discutere…Respiriamo Prima di parlare… Ascoltiamo Prima di criticare…Esaminiamoci Prima di scrivere…Pensiamo Prima di far male…Sentiamo Prima di arrenderci…Proviamo Prima di morire…VIVIAMO! Godiamoci la vita, perché è molto breve, amiamola pienamente e cerchiamo di essere sempre felici e sorridenti, viviamo la nostra vita intensamente. La nostra felicità può dipendere dalla nostra capacità di produrre pensieri e giudizi allineati con il presente e in sintonia con la nostra natura, che può essere molto diversa da quella a cui la nostra mente inconsapevolmente tende. Ciò che caratterizza l’essere umano è l’AMORE, la GIOIA, la GRATITUDINE. E’ necessario imparare a capire che il nostro carattere, i nostri 56
comportamenti, i nostri stati d’animo, i nostri giudizi non sono immutabili come le nostre impronte digitali, perché c’è sempre la possibilità di crescere e maturare nuove visioni della vita. “Non desiderare che le cose siano più facili…Desidera piuttosto di DIVENTARE UNA PERSONA MIGLIORE.”
“Dedichiamo più spazio al miglioramento di noi stessi, così da non avere tempo per criti★ care gli altri.”
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
#ASSICURAZIONI
Giada Ammirati 081.8071955
Agenzia Assicurativa Ammirati
Le origini delle
ASSICURAZIONI Qualsiasi attività umana comporta una lunga serie di avvenimenti frutto dell’imprevisto, delle circostanze e del costante lavoro di milioni di uomini. Qualsiasi avventura che ognuno di noi intraprende ogni giorno, comporta dei rischi; uno dei bisogni più antichi e primari di ciascuno di noi e quello di proteggersi contro i pericoli. Le prime forme di assicurazioni rimandano all’antico Egitto 2700 A.C.; dove fu istituita una cassa mutua per le spese funebri dei tagliapietre. Con la mutualità ogni associato pagava un contributo creando un fondo comune dal quale attingere per risarcire gli associati colpiti da un evento dannoso. Tra le avventure che maggiormente hanno influenzato l’esigenza di strumenti contro gli imprevisti troviamo principalmente la navigazione. Proprio la tutela dei viaggi in mare, ha affinato nel corso dei secoli, i primi modelli di protezione, generando qualcosa di molto simile alle moderne assicurazioni il cui fine principale è stato proteggere la libera iniziativa degli individui dai rischi e dall’imprevedibilità degli eventi.Inizialmente oggetto di tutela sono le merci che viaggiano per mare; soprattutto per la forza brutale del mare che ha generato le prime richieste di assicurazione. Per queste ragione si può facilmente immaginare che le prime Compagnie Assicurative sono nate nelle città marinare e fluviali: Genova, Venezia e in particolare Firenze, dove nel XIV sec. nasce la figura dell’intermediario che relaziona le due parti principali: l’assicurato e gli assicuratori. Gli uomini d’affari Fiorentini sono i primi ad ideare strategicamente di non separare l’assicurazione dal commercio, dalla finanza e dalle banche. Cosicche l’assicurazione diviene una parte essenziale. Proprio la lingua italiana in cui sono scritti i contratti anche di Amsterdam e Londra sono indice del predominio che essi rappresentavano. Nei secoli successivi la competenza delle assicurazioni si affina grazie all’introduzione dell’informazione dei rischi, uno dei fondamenti essenziali delle assicurazioni che permette varie tariffe secondo la natura della merce e del loro lavoro. Grazie a tutto ciò nel 1424 nasce a Genova la prima 58
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
società di assicurazioni che si chiamava: TAM IN MARI QUAM IN TERRA per trattare garanzie sui trasporti. Col passare del tempo si istituiscono, nel XVII-XVIII sec. le società di assunzione contro gli incendi e quelle sulla vita umana; infatti in seguito al grande incendio di Londra del 1666 che devastò la capitale distruggendo tredicimila case e ottantasette chiese, tra cui St.Paul; si impose per queste tragiche circostanze la necessità di proteggere la collettività dai rischi e dalle catastrofi. Sorgono così le prime Compagnie di Assicurazione contro gli incendi tra cui la Friendly Society Fire Office nel 1684. Nel 1762 nasce a Londra l’assicurazione per la persona sulla vita in seguito alla scoperta delle scienze matematiche e della conoscenza dei principi sul calcolo delle probabilità; infatti nel 1693 vengono pubblicate le prime tavole di mortalità che all’epoca,stimavano la speranza di vita media in 33 anni contro gli 84 per le donne e i 79 per gli uomini di oggi. Le Assicurazioni ramo vita vengono poi sancite per Regio Decreto dal Re di Inghilterra Giorgio III trovando quindi un importante legittimazione istituzionale. Nel secolo successivo si diffondono in tutta Europa e, nello stesso periodo nascono anche le prime Compagnie negli Stati Uniti. In Italia le prime compagnie Assicurative sorgono nel 1825 a Milano, Torino e Napoli. Oggi il panorama assicurativo si e diffiuso e allargato con un offerta sempre più ampia ed articolata tanto da soddisfare ogni e qualsiasi tipo di esigenza. ★
#WELLNESS
Tecnoambiente s.r.l.
http://bit.ly/ILfIdn
TA-AQUA RELAX
La raffinatezza in giardino
Spesso l’ispirazione per la progettazione si fonda su di un aspetto in particolare più che su altri, per la risistemazione di questo giardino sono stati i tre colori dominanti esistenti nello spazio circostante a far trovare l’equilibrio e la grazia nella realizzazione dell’invaso d’acqua. Il verde del prato e delle piante, che invade l’intero luogo, il bianco riflettente delle tipiche costruzioni dell’isola e l’azzurro, che si ritrova negli infissi dell’abitazione formando linee di colore che si combinano direttamente con il cielo. La vasca in STYREPS, realizzata dalla Tecnoambiente di Meta, si 60
contestualizza con lo speciale rivestimento in malta naturale di colore bianco che, con i giusti riflessi del cielo e con le varie inclinazioni dei raggi solari riflette un fantastico colore azzurro-verde mai uguale a se stesso, con punte cromatiche che si diversificano in continuazione sotto il dolce movimento dell’acqua. La vasca, di due metri per cinque, dispone di idromassaggio per ritonificare e purificare la pelle sotto l’effetto dei getti d’acqua, di nuoto controcorrente che sembra inserirsi perfettamente con la particolare dimensione della vasca e che permette una nuotata fortificante e appagante. Inoltre la vasca dispone di pompa
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
di calore per il riscaldamento (o refrigerazione) con la quale può essere variata e regolata la temperatura dell’acqua. Così, dal verde, dal bianco e dall’azzurro è venuta fuori una vasca relax riuscitissima che si innesta nel processo di semplificazione di un giardino funzionale per godere i momenti profondi con i propri cari e gli amici intimi. Momenti di relax fatti di raffinatezza, purezza e freschezza. Tutto per sentire il proprio animo pienamente soddisfatto. ★
#ARREDAMENTO
Francesco Esposito Interior Designer
Il LATO B della crisi Ormai il disco è uguale dappertutto, la cantilena è la stessa chiunque la canti: politici, amministratori, faccendieri e incantatori di popolo. L’altra facciata, ovvero la B come nei vecchi dischi in vinile è incredibilmente poco “valutata” ma ha comunque il suo fascino. Il lato “B”uono della crisi c’è e può ritenersi una grande opportunità per tutti. Certo! Sono cosciente di essere provocatorio per molti o forse troppo ottimista per altri, ma preferisco e vi invito a “cavalcare” la galoppante crisi anzichè subirla. Uno degli aspetti che sottolineo piacevolmente ed è una conseguenza della crisi stessa è che mai come oggi il denaro ha costi bassissimi, certo le garanzie da offrire sono molto spesso ancora smisurate ma è pur vero che i tassi di interesse sono ad un minimo storico. Strada spianata hanno oggi “grazie” alla crisi, le giovani coppie, single, o qualsiasi persona che cerca autonomia o voglia di costruire qualcosa o semplicemente cerca di esprimersi interpretando i propri spazi. A secondo degli obiettivi o delle ambizioni, o per meglio dire delle possibilità, due stanze, cucina e bagno (salvo centro storico o location di prestigio) non hanno costi proibitivi, nè fuori da ogni logica commerciale come qualche anno fa succedeva. La crisi in effetti ha sgonfiato un bel pò i prezzi e anche le pretese stesse. Ovviamente occorrono sacrifici sia per l’acquisizione, sia per l’eventuale ristrutturazione e non ultimo l’arredo. 62
Direi inoltre che proprio “grazie” alla crisi o se vi pare alle tendenze socio-economiche chi dispone della seconda casa resasi ormai onerosa, tende ad immetterla sul mercato in fitto o magari in conto vendita agevolando proprio chi cerca la prima. Per chi è o sta per arrivare alla fase del progetto d’arredo, a parte i finanziamenti in sede in soli 24 ore, esistono e comunque sussistono ampie agevolazioni fiscali che spronano chi progetta e chi vive il progetto stesso. A me il compito di far in modo che il design e soprattutto quello italiano entri nelle vostre case con orgoglio e onore a quanto sa fare l’industria italiana nel mondo dell’arredamento.
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
Oggi tutto quanto concerne l’arredo rientra in agevolazioni che si trasformano in stupende opportunità, dalla poltrona per la nonna che può avere un’iva agevolata alla cucina componibile per la neo sposina, fino al nuovo divano per chi ha semplicemente voglia di piccoli “ritocchi” d’arredo. Quindi! A scanso di equivoci sarà planetaria, sarà provinciale, breve o interminabile, lascerà la scia come una stella cometa o forse ci farà sognae come una stella cadente, io preferisco il lato “B” di questa crisi. E voi?!? ★
#POETA
Salvatore Spinelli
http://bit.ly/1fk7XnN
Poeta
Come Eravamo (anni 50-60-70-80)
Come eravamo parecchi anni fa, si stava meglio o peggio, non si sa, ma voglio cimentarmi nel paragone poi ad ognuno la sua decisione.
Oggi con il telefonino, si sa, la mamma sa il foglio dove sta, purtroppo, però, non sa che cosa fa e allora il vantaggio dove sta?.
Chi di scuola non voleva sapere ieri imparava un buon mestiere, oggi, sono quasi tutti laureati, sì, ma con tanti disoccupati.
Ieri l’acqua del rubinetto era il solo dissetante perfetto, oggi no, e si sta quasi male se non è Coca o acqua minerale.
Giocando o correndo a più non posso potevamo romperci qualche osso, litigando si rompeva qualche dente ma nessuno denunciava l’incidente.
I valori ieri eran sacrosanti, oggi quasi smarriti tutti quanti, i genitori ieri eran rispettati, oggi son puntualmente contestati.
Ieri per farla un pò frizzantina ci si aggiungeva l’idrolitina e quando si apriva la bottiglia spruzzi d’acqua per tutta la famiglia.
La colpa era solo di noi stessi irrefrenabili come ossessi, nessuno mai si lamentava perché oggi toccava me, domani a te.
Se a scuola ci rimproveravano i nostri genitori approvavano, oggi, invece, per i professori sono fastidi se non dolori.
Noi costruivamo carretti a rotelle perché c’erano soltanto quelle, e in discesa, d’euforia pieni, scoprivano che non c’erano i freni.
Mangiando pane olio e sale ieri mai nessuno è stato male, la frutta si mangiava intera, tutta, oggi si mangia a succhi di frutta.
Ieri ci si contentava di poco, oggi avere tutto è quasi un gioco, oggi più si ha più si vuol avere altrimenti si finisce col bere...
Spesso finivamo contro un muro e il bernoccolo era sicuro, poi la mamma, rifugio agognato, provvedeva con un panno bagnato.
A Tavola, ieri, oltre a mangiare ci s’intratteneva a parlare, oggi a tavola non si parla più, si messaggia, si guarda la Ti Vu.
Ma con quel poco che abbiamo avuto ognuno di noi, comunque è cresciuto superando dure prove, fallimenti e non possiamo che essere contenti.
Prima la scuola durava di meno oggi la scuola è a tempo pieno, ieri dopo mangiato, a giocare, oggi invece si torna a studiare.
Le calorie, ieri le bruciavamo perché giocavamo e correvamo, quasi nessuno era in sovrappeso, oggi quasi nessuno non è obeso.
Altre cose si potrebbero elencare ma si rischierebbe di tediare chi oggi indietro non vuol guardare dicendo: “Fermati, lascia stare!”.
Ieri, noi, eccitati come pazzi aspettavamo la Ti Vu dei ragazzi, oggi tra palestra, scherma e ballo i ragazzi rischiano lo sballo.
Anche al di fuori della famiglia si beveva dalla stessa bottiglia, e non per questo ci si ammalava, sicuramente ci s’immunizzava.
Perciò a chi ha letto chiedo ancora, è meglio oggi oppure allora, della risposta questa è l’essenza: ognuno emani la sua sentenza.
Che fosse città, paese o contrada palestra di vita era la strada, di andarci ognuno era pronto ma con rientro prima del tramonto.
Ieri niente cellulari personali né Ti Vu a novantanove canali, playstation, videoregistratori, motorino, computer e palmari.
Quando i figli si attardavano eran le mamme che li chiamavano, quel coro di voci, uno spettacolo che rimbalzava in ogni vicolo.
Nonostante ciò eravamo felici perché eravamo tanti amici che insieme con gioia infinita, d’istinto affrontavamo la vita.
64
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
La nuova veste grafica del 100% Fitness Magazine è ideata e realizzata da:
STUDIO GRAFICO Corso Italia, 371 80063 Piano di Sorrento (Na) T 081.5341117 C 331.5063051 @ info@bingwa.it
#FORMAZIONE
Formazione a livello direttivo per gli ufficiali della Marina Mercantile Italiana poli formativi accreditati dalle Regioni o presso gli istituti tecnici nautici che sono già autorizzati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti allo svolgimento del modulo di allineamento... omississ”.
Gli ufficiali di navigazione e/o di macchina (ex aspiranti capitani) della marina mercantile italiana, per poter essere ammessi presso le Direzioni Marittime Italiane a sostenere l’esame per il conseguimento del titolo direttivo che gli permetterà poi di imbarcare da 1° Ufficiale di Coperta e/o di Macchina ed in seguito da Comandante e/o Direttore di Macchina (vecchio esame di patente di Capitano di Lungo Corso e/o di Macchina) devono frequentare un corso addizionale, fermo restando gli stessi requisiti in fatto di periodi di navigazione. Infatti con decreto dirigenziale del dicembre 2013 un nuovo ed importante requisito si è aggiunto: per poter presentare la domanda di ammissione all’esame di grado suddetto, l’ufficiale, sia di coperta che di macchina, è tenuto a frequentare un corso teorico-pratico, rispettivamente di 300 ore e 66
570 ore. Il processo che ha portato all’introduzione di tali corsi formativi per il livello direttivo è alquanto lungo e complesso, ed è connesso alle regole internazionali dell’IMO e a quelle dell’Unione Europea. Basta qui, ricordare solo la contrapposizione tra la filosofia del nostro sistema scolastico di istruzione, la cui preoccupazione è rafforzare la preparazione di base fino al conseguimento di un diploma di scuola secondaria superiore, e la richiesta internazionale (esplicitata dall’IMO) di personale con alte competenze specifiche a seconda della nave su cui è destinato . La formazione pre-esame di grado, suddetta, deve essere erogata da soggetti ben precisi stabiliti dal decreto del dicembre 2013. Infatti: “Il corso di formazione di cui all’art. 1 è tenuto presso
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
L’istituto di istruzione di II° grado paritario ACMA ENTERPRISE - Settore tecnologico-indirizzo Trasporti e Logistica di Torre del Greco può svolgere i suddetti corsi di formazione per il livello direttivo, essendo un istituto che ha già svolto diverse edizioni del cosiddetto modulo di allineamento (quest’ultimo è un corso di formazione destinato ai diplomati non nautici, superato il quale possono “allinearsi” ai diplomati nautici e cominciare il percorso professionale in qualità di allievi ufficiali). L’istituto si avvale di laboratori attrezzati e dotati di moderni simulatori nonché di docenti con notevole esperienza. Il primo corso di formazione per il livello direttivo partirà il 20 ottobre 2014 con una strutturazione di tipo modulare e terminerà in dicembre per la coperta,in gennaio per la macchina, essendo diverse le durate. Lezioni teoriche saranno completate da esercitazioni pratiche, secondo le durate e la scansione temporale ricavate da una precisa normativa nazionale e internazionale, tenuta nel debito conto nella progettazione didattica dei corsi. ★
#BELLEZZA
Pierangelo De Nicola 081.8073581
Responsabile SPA ULYSSE - Sorrento
ARRIVA L’AUTUNNO
prendiamoci cura del nostro VISO Il Viso è il nostro “biglietto da visita”, averne cura, mantenendo la pelle fresca, tonica ed elastica, può contribuire, assieme ad altri fattori, a tenere un approccio positivo con se stessi e con il mondo esterno. Sul viso vediamo riflessi i nostri stati d’animo, le emozioni, che fanno parte del nostro essere e della nostra vita, i segni che questi lasciano sulla sua superfice fragile e vulnerabile. La pelle del viso è la parte più delicata, la più esposta del no68
stro corpo, che in autunno tende ad evidenziare in misura maggiore le proprie problematiche da stress, sia emotivo che fisico, perché sottoposta maggiormente a fattori logoranti quali quelli provenienti dalla disidratazione, causata dall’esposizione al sole durante l’estate appena trascorsa e quelli causati dagli sbalzi di temperatura tipici di questa stagione, tutti elementi che provocano un ispessimento dello strato corneo riducendo l’elasticità e la tonicità
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
della pelle che in alcuni casi appare spenta e di colore grigiastro o alterata nella propria colorazione, con l’evidenziarsi di macchie antiestetiche, man mano che si riduce l’abbronzatura. L’autunno quindi è il momento giusto per tutelare la pelle del viso, il momento in cui essa ha maggiormente bisogno di essere curata per farle recuperare un aspetto più sano e luminoso, attraverso delle strategie mirate che agiscano sia dall’interno che
dall’esterno, vediamo come: premesso che, affinchè possiamo mantenere intatta la bellezza del nostro viso e esibire una pelle sempre rilassata e luminosa, medici estetici, dermatologi ed estetiste ne raccomandano la cura quotidiana, attraverso la detersione, da effettuare mattina e sera, l’idratazione, applicando creme di qualità dopo la detersione e l’utilizzo, prima di uscire, di creme protettive contro i raggi UVA-UVB, per intervenire sugli inestetismi e le alterazioni delle condizioni ottimali della pelle del viso, ci viene in aiuto la scienza dell’alimentazione, esortandoci ad apportare nutrimento alla pelle attraverso l’assunzione di tre elementi per essa fondamentali: Vitamine, Betacarotene e Omega 3. In particolare:
★ La Vitamina C
che aiuta la produzione di collagene, la troviamo in alimenti come uva, peperoni, ribes, broccoletti di rapa, rughetta, agrumi, cavolfiori;
★ Il Betacarotene
che si trasforma in vitamina A, un potente antiossidante contro l’invecchiamento della pelle, lo troviamo nel peperoncino piccante, patate dolci, cavolo, carote, spinaci, prezzemolo, mango, papaia;
★ Gli Omega 3
che sono acidi grassi molto importanti per l’idratazione della pelle e li troviamo nel pesce e nella frutta secca. Le terapie ed i trattamenti estetici invece, agiscono localmente e direttamente sulla pelle del viso, aiutandola ad ossigenarsi, rigenerarsi, nutrirsi, in particolare attraverso: ★ una pulizia del viso che è alla base di ogni trattamento, peeling, gommage o scrubbing atti a rimuovere le cellule morte che occludono i pori; ★ trattamenti idratanti, che vanno eseguiti a regola d’arte e con prodotti di qualità, affinchè raggiungano anche gli strati più prpfondi del derma ★ trattamenti specifici come le maschere, che vanno personalizzati dall’estetista, a seconda del tipo e delle condizioni della pelle del proprio viso e possono essere nutrienti, purificanti, anti-age, vitaminizzanti.
www.facebook.com/100x100FitnessMagazine
Ci trovi anche su
La pelle del viso merita una cura attenta e particolare, perché aiuta a sentirci piu belli, qualunque sia la nostra età o il nostro stato d’animo, proviamo a prenderla in considerazione. ★ 100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
69
#FILOSOFIA
Domenico Casa 339.3318463
domenico.casa2@tin.it
Consulente filosofico
Ritorno a Socrate Socrate: “Chi era costui? Su di lui sono state scritte pagine su pagine da riempire numerosi scaffali. Ma la figura e il pensiero del primo filosofo ateniese sono affidati alle testimonianze dei suoi discepoli. È il destino dei grandi maestri dell’umanità, da Buddha a Gesù, i quali anziché dedicarsi alla scrittura, amavano comunicare attraverso il dialogo costante. In più, da quello che conosciamo, Buddha, dopo l’illuminazione, così come Socrate e Gesù, erano uomini di strada. Quanto a Buddha, sappiamo che egli girò per circa cinquant’anni, per insegnare la via della liberazione dal dolore. Abituati, poi, a contenere e rinchiudere, Socrate nei libri, e Gesù nelle chiese, resta difficile immaginarli diversamente, nel loro perenne girovagare. Forse ciò vale in maniera particolare per Gesù che, secondo ipotesi recenti, durante gli anni che la pietà popolare lo ha voluto relegare nella bottega del padre, avrebbe girato molto, spingendosi perfino in Oriente, in India, per apprendere insegnamenti secolari, e dove, in seguito, si sarebbe recato anche l’apostolo Tommaso, autore dello straordinario Quinto Vangelo, non inserito nei quattro testi “canonici”. Il nostro, è un periodo di confusione di idee, perchè ciascuno di noi, anche il più sprovveduto, ha la pretesa di essere in possesso della verità e di imporla all’intero universo. Un tempo di abili sofisti i quali confondono l’uso della parola, per quanto accorto, scaltro e, talvolta, furbesco, con la verità. Chi ha anche una minima familia70
rità con la filosofia, sa bene che essa non distribuisce verità. Al contrario, confuta chiunque voglia presentare la propria opinione come verità assoluta e inconfutabile. La filosofia è, per sua natura, pensiero libero e critico e non riposa giammai in alcun dogma che le farebbe perdere la sua credibilità. Essa, come ha insegnato Socrate, si configura invece come ricerca incessante, in cui la verità si identifica con la ricerca stessa. Questa non avrà mai un esito, una fine, poiché coincide con la storia stessa dell’umanità. Abbiamo detto che Socrate era un filosofo di strada (strada che in Platone si trasformò in Accademia e in Aristotele in Liceo), ed era solito discutere con chiunque per condurlo sulla via della ricerca. Era anche un abile dissimulatore. Di fronte ai luoghi comuni, ai pregiudizi, al “si dice”, alle opinioni diffuse di diversa natura, egli soleva bloccare l’interlocutore di turno, chiedendogli a bruciapelo: “Cos’ è ciò che stai dicendo? Sei proprio certo che è così? Non credi che intorno a tale argomento, vi
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
siano altre possibilità e sfumature?” Incalzato e messo alle strette, l’interlocutore cedeva, entrando in contraddizione con se stesso. Talvolta andava totalmente in crisi. Nel “dialogo” socratico, questo è il momento dell’ “ironia”. Socrate intende davvero mettere in crisi l’interlocutore per farlo giungere alla consapevolezza della propria ignoranza, nonostante abbia fatto sfoggio di “cultura”, ovvero di parole come gusci vuoti. Ma, a quel punto interviene, con la “maieutica”. Con pazienza ed empatia, fino all’amore, cerca di indurre alla ricerca della verità, benché questa sia sempre relativa, cioè legata al tempo e allo spazio. Quanti fondamentalismi, intolleranze, odi, conflitti, fino alle guerre, combattute sempre in nome di qualche verità (?) e che minacciano l’umanità, facendo pensare che gli uomini non siano ancora usciti da stadi e condizioni infantili, si potrebbero superare se si ritornasse a Socrate e all’umile riconoscimento che nessuno è in possesso di alcuna verita, ma tutti ne siamo alla ricerca. ★
#WEB
Antonella Raffone
antonella.raffone@justweb.it
Sales & Accounting @ Justwebsrl
I 10 PECCATI CAPITALI del vostro sito internet
Oggi vediamo quali sono le scelte, di cui spesso siete inconsapevoli, che possono spingere gli utenti che visitano il vostro sito ad abbandonare la navigazione e clicIscrizione mail obbligatoria care su un altro sito web. Praticamente è come chiedere all’uNell’epoca del content marketing tente di firmare un contratto a scatola (ovvero lo studio dei contenuti per chiusa. Approdare sulla vostra pagina e acquisire e mantenere clienti) facvedere la finestra che chiede di iscriversi alla newsletter e/o mettere “Mi Piace” su Facebociamo tanto per creare contenuti di qualità che attirino l’attenzione ok allontana l’utente e la sua voglia di scopridegli utenti nel mare magnum del re il vostro sito. La richiesta è legittima ma web ma poi capita che, a causa come sempre sono i modi che contano: dell’ inesperienza, si finisca per proponete l’iscrizione tramite mail in perdere per strada l’utente. maniera discreta e dopo aver conSpesso accade che su un sito vi quistato la fiducia dell’utensiano elementi che rischiano di te con i contenuti. distrarre i navigatori e sortiscono quindi l’effetto contrario a quello sperato. Video e musica imposte Ecco quindi, le 10 mosPer l’utente non c’è niente di pegse da non compiere gio di essere bombardato improvvise volete che l’utente samente e senza preavviso da video, rimanga sul vostro sito audio e musiche varie mentre spulcia internet per più di qualun sito on line. Anche se l’intento è attirare la sua attenzione o guadache secondo. gnare qualche soldino, questa tecnica spesso è controproducente.
1
2
3
Navigazione complicata “Non scoraggiare il consumatore” è la regola d’oro del marketing. E anche nella comunicazione multimediale funziona in maniera simile con gli utenti: non si deve mai scoraggiare l’interazione con la piattaforma, è fondamentale realizzare percorsi semplici che rendano facile la scoperta dei contenuti sul sito.
72
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
4
Pop-up e indagini I pop-up con le pubblicità allontano gli utenti e se a questi si aggiungono anche i sondaggi praticamente avete realizzato un cocktail letale. La qualità dei vostri contenuti non può bastare davanti a questi elementi ed è così messa duramente alla prova. Fermatevi un secondo e mettetevi nei panni dei vostri stessi utenti: voi come vi comportereste se appena approdati su un sito vi tartassassero proponendovi pubblicità e richieste di info?
5
Link che si aprono nella stessa finestra Molto spesso capita che un sito rimandi a un’altra pagina tramite un link che si apre nella stessa pagina di navigazione. L’effetto è l’allontanamento dell’utente dal vostro contenuto e dalla vostra piattaforma. È importante fornire a chi vi legge degli approfondimenti che vadano oltre i vostri contenuti ma non bisogna farlo nel vostro stesso spazio.
7
Movimenti eccessivi Realizzare siti con elementi che garantiscono dinamicità può essere una buona soluzione per attirare l’attenzione e incuriosire ma non bisogna mai esagerare: ad esempio il vostro logo in homepage che salta e zompetta davanti agli occhi dell’utente lo potrebbe molto infastidire, quindi meglio non osare troppo.
8
Difficoltà a reperire info di contatto Oramai sito internet e mail sono entrati in piena regola nelle nostre agende, per questo è fondamentale dedicare una parte del nostro spazio online alle info di contatto. È altresì importante che questo spazio sia facilmente reperibile nella navigazione dell’utente.
Avete trovato uno o più di questi errori sul vostro sito? Per evitare scelte sbagliate, la cosa migliore sarebbe affidarsi ad un consulente che vi segua in tutto il processo di creazione e pubblicazione del vostro progetto web e vi consigli sulle pratiche migliori da mettere in atto per valorizzare la vostra presenza online. ★
6
Troppo testo in homepage e troppi contenuti visuali La vostra homepage deve essere diretta ed interessante: se appena arrivato sulla home del sito l’utente si trova tanto testo e poche immagini che attirino la sua attenzione sarà automaticamente indotto a giudicare noiosa la vostra pagina e ad abbandonarla immediatamente. Allo stesso tempo però troppi elementi grafici e visuali finiscono per ostacolare la fruizione dei contenuti. Quindi è fondamentale trovare il giusto equilibrio per attirare l’attenzione dell’utente e saperla mantenere viva per consentirgli la scoperta piena della vostra creatività.
9
Troppi annunci pubblicitari Ospitare banner pubblicitari può essere sicuramente motivo di prestigio per un sito internet ma è anche vero che se questi diventano troppi infastidiscono il percorso dell’utente e veicolano un messaggio sbagliato: “mi interessano i soldi della pubblicità e non la tua soddisfazione”, e non c’è nulla di più sbagliato.
10
Mancato rispetto del tempo dell’utente Potreste avere 180 fantastiche nuove foto della vostra attività, ma non tutte devono andare sul vostro sito web. Oltretutto, costringere il visitatore a visualizzarle tutte significa appesantire il sito che impiegherà più tempo a caricare. Tutti sappiamo che il tempo è il bene più prezioso dei nostri utenti, perché sprecarlo così?
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
73
#WEB
Catello Spinelli
facebook.com/microsistemi
microsistemi@microsistemi.com
Microsistemi
Gli standard di riferimento per
la POSTA ELETTRONICA La differenza tra POP e IMAP Apriamo una piccola parentesi per chiarire il significato degli standard di riferimento della posta elettronica: POP: Post Office Protocol, è il protocollo di accesso non interattivo, ad una casella di posta elettronica, consente all’utente di consultare la posta anche in assenza di una connessione internet. Decisamente in voga, più che altro per necessità, fino a qualche tempo fa, quando cioè le connessioni ad internet erano lente, occasionali e costose, l’accesso in modalità POP consentiva e consente all’utente di scaricare, materialmente svuotare la casella di posta, ed archiviare e gestire la propria posta in modalità locale su uno o anche più dispositivi. IMAP: Internet Message Access Protocol, oppure Interactive Message Access Protocol è il protocollo di di accesso ad una casella di posta elettronica che consente ad uno o più dispositivi (Personal Computer, Tablet, Smartphone) ed a uno o più utenti (persone) di accedere in maniera interattiva ad essa e quindi di condividere la stessa casella di posta fra dispositivi e/o persone diverse, presuppone l’utilizzo di una connessione ad internet sempre attiva e preferibilmente affidabile e veloce. Decisamente più funzionale ed in linea con le esigenze attuali, soprattutto in funzione della varietà di dispositivi di cui più o meno ognuno di noi è dotato (Posta74
zione Fissa in Ufficio, Notebook, Tablet, Smartphone etc). Tutti i Service Provider ormai offrono la possibilità ai propri utenti di utilizzare sia il protocollo IMAP che il POP ed ecco brevemente alcune delle principali differenze fra i due protocolli: quando si utilizza il POP3, il client si connette per scaricare i nuovi messaggi e poi si disconnette. Con l’IMAP il client rimane connesso e risponde alle richieste che l’utente fa attraverso l’interfaccia; questo permette di risparmiare tempo se ci sono messaggi di grandi dimensioni. Il protocollo POP assume che un solo client (utente) sia connesso ad una determinata mailbox (casella di posta), quella che gli è stata assegnata. Al contrario l’IMAP permette connessioni simultanee alla stessa mailbox, fornendo meccanismi per controllare i cambiamenti apportati da ogni singolo utente. Attraverso l’uso di attributi ogni singolo client può tenere traccia di ogni messaggio, per esempio per sapere se è già stato letto o se ha avuto una risposta. Alcuni utenti, con il protocollo IMAP, possono creare, modificare o cancellare mailbox (di solito associate a cartelle) sul server. L’IMAP è principalmente utilizzato nelle grandi network come università o aziende, dove un utente cambia postazione spesso: con il POP3, sarebbe necessario scaricare i messaggi ogni volta che
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
si cambia pc, mentre con l’IMAP si possono scaricare solo i nuovi messaggi o accedere ad un messaggio specifico senza dover scaricare gli altri.
In sintesi
POP = gestione da parte di un singolo utente o di un singolo dispositivo per volta, la posta è archiviata e gestita dal/dai dispositivi, nessuna sincronizzazione con il server, nessuna sincronizzazione fra i vari dispositivi, backup della posta gestito dall’utente, in caso di rottura del/dei dispositivi la posta viene perduta. IMAP = gestione simultanea da parte di più utenti o dispositivi, sincronizzazione fra i dispositivi, archiviazione messaggi e backup della posta gestita dal server, la posta può non risiedere sui dispositivi, maggiore flessibilità e versatilità di utilizzo, minori perdite di tempo, in caso di rottura del/ dei dispositivi non si perde alcun messaggio.
Perché è preferibile utilizzare il protocollo IMAP invece del POP
L’IMAP è da preferire al POP proprio per la sua versatilità, la possibilità di utilizzare più di un dispositivo, e quindi utilizzare indifferentemente computer fisso, portatile, computer di casa, tablet, smartphone, etc. per interagire con la propria posta elettronica. ...continua
#FOODCROSSING http://bit.ly/QWy93W
Anna Maione
Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia
IL GUSTO DOLCE DELLA VITE “L’autunno è la stagione più dolce e quello che perdiamo in fiori lo guadagniamo in frutti” Samuel Butler
Succosa, saporita, fresca e dalla conformazione particolare, l’uva ha origini antichissime. Il suo consumo viene infatti raccontato fin dai tempi di Greci e Romani ed intorno ad esso sorgono numerosi miti, leggende e curiosità. Più che di un frutto vero e proprio, in realtà, quando si parla di uva si fa riferimento ad un’infruttescenza, ossia ad un raggruppamento di frutti riuniti in quello che comunemente viene definito grappolo (su quest’ultimo troviamo il raspo, le foglie e gli acini, o bacche, che possono essere di colore scuro o chiaro, a seconda della qualità dell’uva). Il raspo, conosciuto anche come 76
rachide, rappresenta l’ossatura lignea del grappolo ed è suddiviso in ramicoli sui quali spuntano i chicchi d’uva. Buccia, polpa e semini sono invece le parti che compongono gli acini. Sappiamo che esistono diverse tipologie di uva: quella utilizzata durante la vendemmia, nota come uva da vino (la bevanda a cui questo frutto deve la sua celebrità sin dai tempi più antichi), procede a braccetto con l’uva da tavola, frutto consumato in quanto tale, sia fresco che secco. Tra le principali specie di viti utilizzate per la produzione dell’uva c’è la vitis vinifera, autoctona dell’Europa e dell’Asia meridionale e madre di tutti i vitigni destinati alla produzione sia di uva da vino che di uva da tavola, e la lambrusca, originaria della parte settentrionale del continente americano (oltre agli utilizzi differenti, ciò che diversifica le due razze è l’immunità dalla filossera, un virus che attacca solo ed esclusivamente i vitigni della Vitis vinifera). Simbolo di benessere e salute per
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
i nutrizionisti e di bellezza e giovinezza per l’industria cosmetica, l’uva è tra i frutti più nutrienti e benefici per il corpo umano, piena di energia ed elementi essenziali. I numerosi zuccheri semplici contenuti nell’uva risultano infatti leggeri e facilmente assimilabili, inoltre essa contiene fibre e minerali classici quali magnesio, calcio, fosforo e molto potassio. Buona anche la concentrazione vitaminica, in particolare di quella A, B, B1, B6 e C. Ma l’elemento più salutare contenuto nell’uva è il Resveratrolo, un fenolo non flavonoide con grandi proprietà salutari che si trova nella buccia. Esso ha ottime proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, antiossidanti e diuretiche. Nella gravidanza aiuta una sana crescita del feto e, secondo le ultime ricerche, gode anche di proprietà antitumorali. Curiosità: a me ha incuriosito apprendere che per i madrileni l’uva ricopre lo stesso valore simbolico che per noi hanno le lenticchie!
© FOTO DI ANNA MAIONE
RICETTA
Sono felice di comunicarvi che da questo numero in avanti le ricette della Rubrica Food Crossing saranno proposte e preparate dalla mia cara amica Imma Gargiulo, conduttrice del programma Conserve di Casa su Alice tv e chef patron del Ristorante Femmena a Sorrento. La ricetta di questo mese vanta tre protagonisti d’eccezione: olio extra vergine d’oliva, limone e, naturalmente, UVA. Eccola!
TORTA ALL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA, LIMONE E UVA NERA INGREDIENTI
(Utilizzerò come unità di misura una tazza da the da 250ml) • 1/2 tazza OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA • 1 tazza FARINA 00 • 1/2 tazza MANDORLE TOSTATE • 1/4tazza FARINA DI MAIS • 1 ½ cucchiaino LIEVITO in polvere per dolci • 1 pizzico SALE • 2 UOVA GRANDI (50/60gr) • 2/3 tazza ZUCCHERO • BUCCIA DI LIMONE grattugiata • 1/3 tazza LATTE INTERO • 200 gr UVA NERA
PROCEDIMENTO
Noi usiamo mangiare queste ultime a Capodanno (rigorosamente dopo la mezzanotte!) per augurarci buona fortuna, mentre i capitolini consumano dodici chicchi d’uva per ciascuno degli ultimi dodici secondi dell’anno. Si tratta di un’usanza che con il passare del tempo è stata abbracciata anche dai turisti che trascorrono gli ultimi giorni dell’anno in Spagna e che, per salutare l’anno nuovo, ingurgitano gli acini (senza scartarne i semini, per rispettare in pieno la tradizione, ma soprattutto perché la parte lignea del chicco ha ottimi effetti sull’ organismo).
Rivestire con carta forno una teglia rettangolare 22x22, oliarla ed infarinarla per staccare la torta dalla carta senza sciuparla. Accendere il forno a 180° prima di iniziare la lavorazione. Lavare l’uva eliminare i semi e farla asciugare per bene. Miscelare le farine, il lievito, le mandorle a pezzi (delle dimensioni preferite) ed il sale. Lavorare le uova a temperatura ambiente con lo zucchero e la buccia di limone grattugiata. Montare il tutto con le fruste o in planetaria. Quando si avrà un composto spumoso aggiungere un po’ per volta l’olio fino a completo assorbimento. Aggiungere poi la miscela di farine alternandole con il latte. Farine, latte, farine, latte, farine. Riempire lo stampo ed inserire metà degli acini d’uva. Mettere in forno per una iniziale cottura. Dopo 15 minuti togliere la torta dal forno ed aggiungere i rimanenti chicchi. Questo accorgimento permetterà di avere dei chicchi sia sul fondo della torta che sulla superfice. Infornare la torta per altri 20/25 minuti, o fino a quando la torta risulterà asciutta all’interno. Una volta cotta la torta andrà lasciata riposare su di una griglia per almeno 10 minuti prima di essere estratta. Sarà più buona e mangiata fredda. A noi è piaciuto spolverizzare la superfice della torta alla seconda cottura delle briciole di mandorle non tostate e dello zucchero. Io l’ho provata e.. garantisco! Buon Appetito! ★
100% FITNESS MAG • Ottobre 2014
77
LO SGUARDO DELLA RANA DARDO