100% Fitness Mag - Dicembre 2014

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LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno VIII • NUMERO 12

Dicembre 2014 Binge eating disorder di Luisa Buonocore

Lo screening uditivo e universale di Tea Maione e Carlo Alfaro

Quando i dispetti tra vicini diventano reato di Valerio Massimo Aiello

Sbagliando si impara di Ernesto Lupacchio

CASTELLAMMARE DI STABIA via Amato, 15 • info 081 8713972 SORRENTO via degli Aranci, 149 • info 081 8074815




LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno VIII • NUMERO 12 ★ In copertina

Alice Trombetta 2 anni di Sorrento ★ fotografata da

Pino Coluccino Sant'Agnello Cell. 331.4511034

Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010

SOMMARIO

★ Direttore responsabile

Giuseppe Damiano ★ Editore

Giuseppe Manzi ★ Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense ★ Progetto Grafico

Maurizio Manzi Bingwa Art Factory maurizio@bingwa.it ★ Stampa

Grafica Cirillo Scafati (Sa) Contatti

Tel. 081.5341117 redazione@centopercentofitness.it

06

La vignetta del mese

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Appunti

QUALITY PARTNERS

12

100 secondi di...

di Carlo Alfaro

32

Sindrome T 4

di Barbara Martino

16

36

20

di Bianca Pane

Gli esperti del mese Binge eating disorder di Luisa Buonocore

22

Tabagismo: un ragazzo su cinque fuma di Vittorio Fabbrocini

26 Prossima Uscita 17 Gennaio 2015

28

I problemi sanitari legati alle adozioni

Ricetta elettronica, la regione Campania è pronta al via di Giuseppe De Simone

La malattia: un messaggio dell’anima

40

L’utilizzo consapevole degli antibiotici per evitare problemi futuri di Vittorio Milanese

42

Lo screening uditivo universale

di Tea Maione e Carlo Alfaro


L'aforisma del mese:

L'umanità è una grande e immensa famiglia ... Troviamo la dimostrazione di ciò da quello che ci sentiamo nei nostri cuori a Natale. Papa Giovanni XXIII

46

70

di Daniele Grieco

di Ernesto Lupacchio

L’ultrasuonoterapia - II parte

50

Riflessologia plantare di Mariateresa Caiafa

52

Dieta a Natale?

di Francesca Maresca

56

TRX® è il Suspension Training

60

La Show Dance di Ilaria Propoli

62

Corsi di moda e di tendenza di Enrico Guerra

66

La Merlite

di Nello Iaccarino

86

Sbagliando si impara

Polizze infortuni

74

88

Quando i dispetti tra vicini diventano reato di Valerio Massimo Aiello

76

di Giada Ammirati

I consigli del Libraio di Angela Cacace

90

Ancora un passo avanti

Anche Babbo Natale è social

78

92

di Salvatore Spinelli

di Anna Maione

di Domenico Casa

Il viaggio di Lucia e l’asinello

di Antonella Raffone

Il gusto dei ricordi

82

93

di Francesco Esposito

di Imma Gargiulo

Letto e dintorni

84

“Boccone Sicuro” per mangiare in sicurezza di Vincenzo Califano

Gli struffoli


LO SGUARDO DELLA RANA DARDO



APP UNTI

La pressione si abbassa... se respiri

Respirare lentamente per un quarto d'ora al giorno, con un'ispirazione profonda seguita da una lenta espirazione, è il metodo messo a punto da un medico statunitense del National Institute of Heath per abbassare la pressione alta. L'obiettivo è quello di effettuare meno di 10 respiri al minuto e sfruttare meglio la capacità polmonare. Non si sa ancora come e perché questo sistema funzioni, tuttavia da alcuni studi clinici si è visto che chi pratica correttamente questo esercizio abbassa i valori pressori di 10-15 punti.

Gli effetti degli energy drink sugli adolescenti Dal 30 al 50 per cento degli adolescenti italiani consuma regolarmente bevande energetiche, ma non ha le idee chiare sul loro contenuto e pensa che siano simili agli integratori di sali minerali usati dagli sportivi o ad altre bevande gassate, ignorando quindi i effetti negativi legati a un eccesso di assunzione di caffeina. E' quanto risulta da un'indagine condotta da ricercatori dell'Università “Magna Grecia” di Catanzaro, che la illustrano in un articolo in via di pubblicazione sulla rivista “Alcoholism: Clinical & Experimental Research”. L'aumento del consumo dei cosiddetti energy drink è legato ai benefici temporanei – ben pubblicizzati dal marketing - che offrono: maggiore vigilanza, miglioramento dell'umore, e maggiore energia mentale e fisica, dovuti in buona parte al contenuto in caffeina. Il conntenuto di caffeina direttamente immesso nella bevanda è in genere già di per sè di gran lunga superiore a quello che si trova in una normale tazza di caffè, ma va considerato che - insieme ad altri principi attivi come il glucosio, la taurina e vitamine del gruppo B - vi sono estratti di erbe che, come il guaranà, possono costituire una fonte supplementare di caffeina. In questo modo è facile superare i livelli considerati sicuri per gli adolescenti. “L'eccessiva assunzione di caffeina da parte degli adolescenti - dice Maria Pavia, che ha coordinato lo studio - è in grado di produrre una serie di effetti deleteri sulla salute, come irritabilità, sintomi cardiovascolari, insufficienza di sonno e sensazioni di nausea e nervosismo”. Fonte: lescienze.it


La caffeina aiuta la memoria a lungo termine

Una dose di caffeina da 200 milligrammi, l'equivalente di circa due tazzine e mezza di caffè espresso, assunta dopo aver visualizzato su uno schermo una serie di oggetti, consente di migliorare le prestazioni in un test di riconoscimento condotto 24 ore dopo. È questo il risultato di uno studio che dimostra per la prima volta un effetto specifico della sostanza sul processo di consolidamento dei ricordi.

Un bacio da ottanta milioni di batteri

Un bacio intimo porta allo scambio di decine di milioni di batteri, e se una coppia si scambia questo tipo di effusioni almeno nove volte al giorno, la composizione della flora batterica salivare dei due partner diventa rapidamente identica. Durante un bacio di dieci secondi i partner si scambiano in media 80 milioni di batteri del microbioma salivare, l'ecosistema dei microrganismi che vivono nella saliva, e se la frequenza di questo tipo di effusioni arriva a nove baci al giorno, la composizione della flora batterica salivare dei due diventa sostanzialmente identica. Lo ha scoperto uno studio effettuato da ricercatori di Micropia, il primo museo al mondo di microbi, ad Amsterdam, e della Netherlands Organisation for Applied Scientific Research, illustrato in un articolo su “Microbiome”.

Come la curiosità facilita l'apprendimento La curiosità facilita l'apprendimento, e non solo dell'argomento che l'ha stimolata, ma anche di informazioni del tutto diverse ma che appaiono in un lasso di tempo più o meno concomitante. A dimostralo è stato un gruppo di neuroscienziati e di psicologi dell'Università della California. "La curiosità può mettere il cervello in uno stato che permette di imparare e conservare qualsiasi tipo di informazione, come un vortice che risucchia all'interno di ciò che si è motivati a imparare anche tutto quello che c'è intorno", spiega Matthias J. Gruber, primo firmatario dell'articolo pubblicato su “Neuron” in cui è descritta la ricerca. I ricercatori hanno trovato che, se veniva suscitata la curiosità dei soggetti, essi apprendevano più facilmente non solo gli argomenti che li avevano stimolati, ma ricordavano meglio anche informazioni prive di particolare interesse, come appunto i volti mostrati. Hanno inoltre scoperto che quando viene stimolata la cu-

riosità, aumenta l'attività nei circuiti della ricompensa. Un analogo aumento di attività interessa anche l'ippocampo, una regione del cervello che ha un ruolo chiave nella formazione di nuovi ricordi, e i punti di interazione fra esso e circuiti della ricompensa. “Queste interazioni tra il sistema di ricompensa e l'ippocampo sembrano mettere il cervello in una condizione in cui ci sono maggiori probabilità di apprendere e conservare le informazioni, anche se queste non sono di particolare interesse o rilevanza" ha osservato Charan Ranganath, che ha preso parte allo studio. Una migliore comprensione del rapporto tra motivazione e memoria, concludono i ricercatori, permetterà di sviluppare nuovi approcci per il trattamento di pazienti con disturbi che colpiscono la memoria e per stimolarne il mantenimento negli anziani in buona salute. Fonte: lescienze.it




di SCIENZA | SCOPERTE | TECNOLOGIA

0 - 20"

Quel simpatico, curioso, intelligentissimo polpo Ha tre cuori, e la sua pelle può mutare colore 177 volte all'ora. Può aprire un vasetto dotato di una chiusura a prova di bambino in pochi minuti. Si guarda intorno con occhi simili ai nostri, ma più funzionali. Ama giocare, è curioso e anche cannibale. Si stima che il cervello del polpo contenga 170 milioni di neuroni, numero paragonabile a quello di alcuni vertebrati. La struttura del cervello del polpo è diversa da quella di tutti gli altri animali e particolarmente originale: i tentacoli sono organi sensibilissimi e contengono un numero di neuroni pari a quello presente nel cervello tanto che se un tentacolo viene amputato il polpo continua ad essere in grado di compiere movimenti coordinati. Lo stesso studio dichiara che il polpo è in grado di classificare gli oggetti in base alla dimensione e la forma e può orientarsi all'interno di un labirinto semplice.

21 - 30"

Una batteria "ad aria" La IBM sta sviluppando un prototipo di batteria a litio-aria che fa a meno di metalli pesanti. Un nuovo tipo di batteria che potrebbe fornire l’alimentazione ad auto elettriche tanto da farle viaggiare per ben 800 chilometri prima di dover essere ricaricate, erogando circa 10 volte l'energia fornita dalle attuali batterie agli ioni litio. L’IBM prevede di la costruzione di un prototipo funzionante entro la fine del prossimo anno.


31 - 55"

Il propulsore a curvatura, da Star Trek alla NASA Alla NASA c'è chi sta cercando di produrre il motore a curvatura che permette alla nave Enterprise di Star Trek di compiere viaggi interstellari a velocità maggiori della luce. Certamente si tratta di un progetto prematuro, ma secondo alcuni sarebbe l'unico modo per raggiungere pianeti abitabili che orbitano intorno a stelle vicine e in questo modo assicurare all'umanità un futuro a lungo termine. Invece di aumentare la velocità della nave, il motore a curvatura altererebbe lo spazio-tempo lungo il suo percorso, permettendo così di eludere le leggi della fisica che

impediscono i viaggi più veloci della luce. Una simile nave spaziale potrebbe superare le enormi distanze tra le stelle in poche settimane. Per i lettori e gli scrittori di fantascienza, la notizia è straordinaria. E non importa che altri fisici deridano l'idea di White, sostenendo che modificare lo spazio-tempo in questo modo è impossibile. E neppure importa che per la ricerca sul propulsore a curvatura la NASA abbia stanziato solo 50.000 dollari, una goccia nel mare dei 18 miliardi dollari di bilancio dell'agenzia spaziale americana. Fonte: scientificamerican.com

71 - 85"

La prima opera d'arte?

Una conchiglia di 500.000 anni fa Una serie di linee incise a zig-zag su una conchiglia potrebbe rivoluzionare le nostre conoscenze su quelle che consideriamo le caratteristiche esclusive degli esseri umani moderni, come la capacità di pensiero simbolico e la creatività. Analizzando l'incisione presente sulla conchiglia di un mollusco bivalve portato alla luce in un sito archeologico indonesiano, un'équipe di scienziati ha proposto una datazione risalente ad almeno 430 mila anni fa. A incidere il guscio quindi non può essere stato un Homo sapiens come noi, ma il nostro antenato Homo erectus, finora ritenuto del tutto privo di questi talenti.

91 - 100" 56 - 70"

2100, LA TERRA PIÙ CALDA DEGLI ULTIMI 11.000 ANNI

Entro la fine del secolo, se i modelli climatici sono esatti, la Terra raggiungerà la temperatura media più elevata dalla fine dell'ultima Era Glaciale. Lo afferma una nuova ricerca basata sui dati paleoclimatici di 73 siti sparsi in tutto il mondo, che ha esteso le precedenti ricostruzioni paleoclimatiche sia in termini geografici sia in termini cronologici, confermando che l'attuale tasso di riscaldamento, in atto dall'inizio del ventesimo secolo e concomitante allo sviluppo industriale, non ha avuto eguali negli ultimi 11 millenni

Il ragno più grande del mondo

Il ragno più grande del mondo mai scoperto era un maschio di tarantola golia (Theraphosa blondi) raccolto da una spedizione a Rio Cavro, in Venezuela nell'aprile del 1965. Le zampe raggiungevano una lunghezza di 28 centimetri. I ragni di questa specie vivono nelle foreste pluviali lungo le coste di Suriname, Guyana e Guyana Francese, ma esemplari isolati sono stati avvistati anche in Venezuela e Brasile.




Gli ESPERTI di questo mese #AUDIOPROTESISTA

Dott.ssa Tea Maione

Laureata in Tecniche Audioprotesiche Martedì dalle 9.00 alle 11.00

338.9648341

#CHIROPRATICA

Dott.ssa Barbara Martino Laureata in chiropratica all’AngloEuropean College of Chiropractic in Bournemouth (Ingh.), membro dell’A.I.C.

Tutti i giorni dalle 12.00 alle 16.00

349.1381175

#FISIOTERAPISTA

Dott. Daniele Grieco Fisioterapista presso Clever Rehabilitation - Specializzato in rieducazione posturale secondo il metodo Mézières

338.6382382

gridan84@hotmail.it

#NUTRIZIONISTA

Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

Martedì - Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

334.2258132

#PSICOLOGA

Dott.ssa Luisa Buonocore

Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università “La Sapienza di Roma”. Collabora con il Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma. Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00

333.4471904

#CARDIOLOGO

Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli

338.4086506

v.fabbrocini@alice.it

#FARMACISTA

Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

335.5302988

#NATUROPATA

Mariateresa Caiafa Naturopata - Operatore del Benessere Specializzata in Massaggi Olistici, Riflessologia plantare, Fiori di Bach, Intolleranze Alimentari

338 8194524

#ODONTOIATRA

Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

338.4698121

#PSICOPEDAGOGISTA

Dott.ssa Bianca Pane

Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche

393.9315564

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100% FITNESS MAG • Dicembre 2014





#PSICOLOGA http://bit.ly/1bFShtd

Dott.ssa Luisa Buonocore Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00

333.4471904

Binge eating disorder Le feste natalizie sono alle porte. Ci aspettano luci, regali e tavole imbandite. Molti di noi metteranno da parte i propositi di un regime alimentare sano e si lasceranno tentare dalle delizie tipiche del Natale. Attenzione, però, per molte persone un’abbuffata è qualcosa di abbastanza innocuo: un cedimento, uno strappo alla regola, un eccesso di autoindulgenza. Per altre persone, invece, l’abbuffata è un vero problema ed indica una completa perdita di controllo. Come si fa a distinguere tra un alimentazione eccessiva da un vero disturbo da binge-eating? Il disturbo da Binge Eating è un disturbo alimentare con causa psicologica, spesso correlato a sovrappeso e obesità. La caratteristica principale di questo disturbo sono i ricorrenti episodi di abbuffate in assenza di metodi estremi del controllo del peso. Le abbuffate hanno due elementi sempre presenti: il quantitativo di cibo assunto è percepito come eccessivo e, nel momento dell’assunzione del cibo, c’è una sensazione di totale perdita del controllo. Dunque, le persone affette da questo disturbo soffrono di frequenti attacchi di fame che portano a consumare grandi quantità di cibo. Questi episodi sono percepiti dalla persona come non desiderati e incontrollabili. I primi momenti di un’abbuffata possono essere piacevoli: la persona può assaporare a pieno il gusto e la consistenza del cibo. Tali sensazioni, però, non durano a lungo…spesso sorgono sentimenti molto forti di disgusto. Solitamente, il cibo viene ingurgitato in fretta e accompagnato da una forte agitazione motoria. La maggior parte delle abbuffate è composta da cibi che la persona cerca di evitare: cibi dolci e che riempiono. L’esperienza di perdita del controllo, come anticipato prima, è una delle caratteristiche principali del disturbo: le persone descrivono la sensazione di essere in una sorta di trance durante un’abbuffata. Quando nella vita di tutti i giorni eccediamo con il cibo, la maggior parte delle persone considera l’episodio come un peccato di gola, al massimo prova rimorso. Solitamente la persona può decidere di compensare mangiando di meno o facendo più eser20

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cizio fisico, i comportamenti di compensazione si fermano qui. Le persone che soffrono di binge eating hanno “postumi” ben diversi: subito dopo l’abbuffata possono sperimentare sensazioni positive e di sollievo che ben presto, però, si trasformano in sentimenti di colpa, depressione, vergogna e disgusto. Le conseguenze fisiche dannose comprendono disturbi cardiaci e circolatori (alta pressione sanguigna, ictus, attacchi cardiaci), dolori articolari e diabete. Diversi sono i trattamenti usati per questo tipo di disturbo e vanno dalla psicoterapia, al trattamento farmacologico, all’ospedalizzazione. In ambito psicoterapeutico, il trattamento più diffuso e con alta efficacia è una forma specifica di Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) sviluppata da Christopher Fairburn a Edimburgo. Questo trattamento nasce, all’origine, per i pazienti affetti da bulimia nervosa, ma poi è stato esteso a tutti i disturbi che riguardano il comportamento alimentare. La CBT affronta il problema del Binge eating in modo sistematico, utilizzando una sequenza pianificata di interventi: inizialmente si utilizzano tecniche educative e comportamentali per aiutare la persona a riprendere il controllo sul cibo; la fase successiva mira ad affrontare la tendenza a mettere in atto abbuffate per far fronte ad eventi stressanti o a emozioni negative; la fase finale si concentra sul mantenimento dei progressi e sulla prevenzione delle ricadute. La CBT è una delle psicoterapie maggiormente studiate nell’ambito della ricerca clinica e nel complesso, i risultati di tali ricerche indicano che la CBT ha una buona e rapida efficacia sul binge eating. Un approccio molto importante, che si sta facendo sempre più strada nella pratica clinica, è quello del “Mindful eating” che integra la mindfulness nella pratica dell’alimentazione, insegnando a mangiare in modo regolato e consapevole. A tal proposito, mi riservo di raccontarvi qualcosa in più sul Mindful eating in un prossimo articolo. Colgo l’occasione per augurare a tutti i lettori di 100% Fitness un sereno Natale e un felice inizio del nuovo anno! ★



#CARDIOLOGO

Professor Dottor Vittorio Fabbrocini

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338.4086506

Tabagismo

un ragazzo su cinque fuma Torniamo sull'argomento del fumo di sigarette a seguito della pubblicazione del Rapporto annuale dell'Osservatorio nazionale "Fumo, Alcol e Droga" dell'Istituto Superiore di Sanità, che certamente non è confortante per i dati raccolti, in particolare per i nostri giovani. In Italia fuma più di un adolescente su cinque nella fascia d'età tra i 15 e i 24 anni. I ragazzi in media iniziano a fumare intorno ai 17 anni, ma il 13 per cento dei fumatori giovani ha già iniziato a 15 anni. Mediamente i ragazzi 15-24enni fumano 10 sigarette al giorno, ma circa un terzo riferisce di fumarne dalle 15 alle 25 sigarette nell'arco della giornata. Le ragazze in percentuale superano i maschi nel consumo delle sigarette. L'anno 2014 - secondo l'Istituto Superiore della Sanità, confortato anche da una capillare indagine DOXA 2014 - al confronto del 2013 ha visto un aumento del numero delle sigarette fumate da parte dei ragazzi. Circa 1,3 per cento fumerebbe dalle 25 o più sigarette al giorno.

La prima sigaretta

Quali le motivazioni o la spinta a fumare. La grande maggioranza dei giovani, il 60 per cento riferisce che è stato influenzata da amici e compagni di scuola, dalle feste con coetanei, di essere tentato da altri ragazzi che già fumavano. Il 17 per cento ha risposto che "aveva provato e 22

Il rapporto annuale dell'Osservatorio nazionale fotografa la reale situazione gli piaceva fumare". Infine in percentuale inferiore "il desiderio di sentirsi più grande", lo stare a contatto con familiari già fumatori. Nei giorni scorsi le decine di Società scientifiche che nel passato hanno sollecitando la Legge dell'allora Ministro della Sanità Sirchia, hanno manifestato chiedendosi che fine ha fatto la lotta al fumo in Italia. La legge approvata a dicembre 2004 entrata in vigore il 10 gennaio 2005, che incluse il divieto di fumo nei locali pubblici e uffici privati, vide una riduzione progressiva nel numero dei fumatori, dal 30% del 2003 al 20% del 2012.

100% FITNESS MAG • Dicembre 2014

I danni del fumo

Occorre far presente che ormai risulta chiaro che il fumo di sigarette danneggia nel tempo l'intero organismo. Dalle complicanze polmonari, come le forme di bronchite cronica, le manifestazioni asmatiche sino ai tumori polmonari. Per l'apparato cardiovascolare sono note le gravi manifestazioni tipo anginose, con insufficienza coronarica, sino all'infarto e a quelle del circolo cerebrale, come l'ictus, o dell'Aorta con gravi dilatazioni aneurismatiche. Recentemente uno studio prospettico canadese Nurses' Health, durato



La foto del polmoni e mozziconi

trenta anni, su circa centomila donne senza alcuna compromissione cardiovascolare, accanite fumatrici, ha rivelato un rapporto diretto tra la quantità di sigarette fumate e la morte cardiaca improvvisa. Manifestazione che non si verificava nelle donne fumatrici che avevano smesso di fumare. Si tratta di gravi manifestazioni e complicanze prevalentemente riguardanti l'apparato cardiovascolare certamente dovute ai lunghi anni di fumo di sigaretta, che ha consentito l'assorbimento, con la combustione del tabacco, di notevoli quantità di sostanze, non solo catrame e nicotina ma centinaia di altri gas tossici per l'organismo. Va anche detto, così come ha confermato lo studio canadese, che per coloro che hanno smesso di fumare col passare degli anni migliorano la loro condizione in modo uguale a coloro che non hanno mai fumato.

I rimedi contro il fumo

Non sono mancati negli anni passati e quelli più recenti i rimedi per ridurre i danni del fumo, dal lunghi bocchini usati prevalentemente dalle giovani "sciantose" e 24

donne "di classe", ma anche da giovani "dongiovanni". Poi furono messi in commercio dei bocchini con filtro cambiabile. L'estrazione del filtro usato, colorato di marrone scuro per la raccolta dei derivati dalla combustione, dava al fumatore una certa tranquillità per aver eliminato quelle sostanze nocive. Si passò poi ad altri ritrovati per evitare il fumo di sigarette: medicinali vari, agopuntura e cerotti. Infine da alcuni anni è arrivata la sigaretta elettronica o e-cigarette (dove "e" sta per electronic), che allontanerebbe l'abitudine al fumo di sigaretta con tabacco dando il piacere di assorbire ancora nicotina. Questa novità ha avuto sin dal suo nascere una notevole diffusione in molte parti del mondo ed in Italia, anche se negli ultimi tempi nella nostra nazione v'è stata una flessione nella vendita.

La e-cigarette è utile?

Dopo molte discussioni sull'argomento interessa infine sapere se fa bene o fa male. Ci piace riportare quanto il più alto grado di controllo della Amministrazione Sanitaria Americana, la Food and Drug Administration

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(FDA), ha dichiarato sulla sigaretta elettronica: i bronchi non sono affatto insensibili a quel tipo di vapore; l'azione nociva della nicotina sulle arterie rimane la stessa e così il rischio del cancro, i cui presupposti ci sono tutti, dovrà essere valutato nel tempo; il problema del fumo passivo persiste; i sei Studi attuati per valutare l'efficacia della e-cigarette nello smettere l'abitudine al fumo sono stati deludenti e paragonabili a quelli del cerotto cutaneo; per questa inversione di tendenza valgono soprattutto le motivazioni del fumatore a deciderla. In conclusione non ci sono ancora prove certe di efficacia e innocuità. Intanto occorre far capire ai giovani, che dovranno costituire i buoni e i sani cittadini di domani, i rischi provocati dal fumo di sigarette e che è sempre meglio prevenire le malattie che curarle. ★

1. 2.

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#FARMACISTA

Dott. Giuseppe De Simone

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Ricetta elettronica la regione Campania è pronta al via Le farmacie della Campania sono pronte ad affrontare la sfida della ricetta elettronica. Regione e Federfarma hanno fissato per dicembre (ufficiosamente il 15) il via alla cosiddetta “ricetta de-materializzata”, che manda in pensione il vecchio foglietto rosso trasferendo le prescrizioni sul canale on line. Anche in regione Campania finisce, dunque, la fase sperimentale e si entra nel vivo, con 1.736 farmacie che si preparano ad accogliere gli utenti con il promemoria bianco del medico, sul quale compariranno il (NRE) numero della ricetta elettronica ed il codice fiscale dell’assistito. Le farmacie sono già tutte in rete con la Sogei, la società informatica del ministero delle Finanze che gestirà il “cervellone” centrale collegato a medici, Asl e farmacie. “Abbiamo predisposto un volantino in 900 mila copie, da distribuire a tutti i cittadini della regione – spiega Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Campania -. Noi farmacisti siamo pronti. Io ritengo che le sfide dell’innovazione vadano accettate, gestite e vinte. Non abbiamo dubbi: il futuro è la sanità digitale, che porterà vantaggi ai cittadini semplificando il sistema sanitario. Quando il processo di digitalizzazione sarà concluso, la tessera sanitaria conterrà tutti i dati personali, dai percorsi sanitari alle terapie”. 26

Il debutto della nuova ricetta elettronica non sarà esente, come avviene in qualsiasi fase di rodaggio, da intoppi e difficoltà. In primis va detto che la ricetta non potrà, per ora, essere attivata in tutta la Campania, in quanto non tutte le zone (vedi il Cilento ed altre zone rurali) sono coperte da linea Adsl. In secondo luogo andranno rinegoziate le gare per il controllo delle ricette, che prima erano distribuite solo in cartaceo. Qualche disagio va messo in conto pure per i cittadini, che nei primi tempi di “assestamento” dovranno perdere qualche minuto in più in farmacia. C’è, infine, il nodo dello stivaggio dei promemoria. “La Regione avrebbe voluto che se ne occupassero le farmacie, ma noi abbiamo detto di no – dice Di Iorio -. Se l’obiettivo è quello di de-materializzare, non possia-

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mo riempire di nuovo gli spazi con la carta. L’auspicio è che il promemoria venga mantenuto solo nella fase di transizione per poi essere definitivamente eliminato”. Per le casse pubbliche i vantaggi della ricetta elettronica saranno parecchi. La Regione Campania ha quantificato il risparmio sulla spesa dei ricettari del Sistema sanitario nazionale nella misura del 40 per cento. Le risorse disponibili andranno a incrementare il fondo per le attività di sviluppo delle cure primarie. Andremo in farmacia solo con il NRE (numero di ricetta elettronico che ci darà il nostro medico curante, magari via mail oppure attraverso un sms). Veramente una bella opportunità di crescita e di risparmio, per tutti. ★



#PEDIATRA

Dott. Carlo Alfaro

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Pediatra

I problemi sanitari legati alle adozioni

Adottare un bambino: un atto di reciproco amore, un dono se vogliamo ancora più alto e più puro di una genitorialità biologica. Ma, in fondo, la differenza è solo nel modo in cui il bambino arriva in seno alla famiglia, poi l’impegno, l’amore, la costruzione del rapporto saranno le stesse. Dal punto di vista strettamente sanitario, i problemi cui può andare incontro una famiglia che adotta un bambino sono di tre ordini: Problemi comuni a tutti i figli.

1. 2. 3.

Problemi legati alla mancanza di notizie anamnestiche familiari e personali. Problemi legati alle adozioni internazionali, per la necessità di confrontarsi con diversi stili di vita, culture e tradizioni, e di incontrare patologie non comuni 28

in Italia. I bambini adottati provenienti dall’estero necessitano di un’attenzione medica particolare, per tale motivo in Italia da 1992 si è costituito il Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Immigrato.

L’anamnesi

La storia del bambino adottato talvolta, soprattutto se proviene dall’estero, può essere carente e scarsamente attendibile. Raramente sono noti dati relativi alla composizione del nucleo familiare, alle modalità di vita, ad eventuali comportamenti antisociali dei genitori, all’assunzione di droghe o alcool da parte della madre durante la gravidanza. L’anamnesi del bambino poi si limita spesso a poche scarne notizie.

100% FITNESS MAG • Dicembre 2014

Al primo incontro con la famiglia del bambino adottato, il medico deve cercare di ricostruire: dati sulla famiglia di origine (componenti del nucleo familiare,condizioni sociali, abitudini di vita, motivi dell’abbandono, comportamenti antisociali dei genitori, all’assunzione di droghe o alcool da parte della madre durante la gravidanza); notizie sull’istituto di accoglienza (situazione igienico-sanitaria, modalità relazionali ed educative, scolarizzazione); modalità dell’adozione; sviluppo fisico e neuro evolutivo del bambino; patologie pregresse; vaccinazioni documentate.

La prima visita

Il bambino, all’arrivo nella nuova famiglia, dovrà essere sottoposto ad una accurata visita medica, nel corso della quale vengono valutati i seguenti parametri: Peso, Altezza, Circonferenza cranica: se il bambino è straniero, le curve di normalità vanno riferite ai percentili della sua razza; Stato nutrizionale; Valutazione di vista ed udito; Valutazione dello sviluppo psicomotorio.

Esami di laboratorio

Purtroppo solo il 20% delle patologie sono diagnosticabili con una visita, è quindi necessario ricorrere ad esami di laboratorio. Questi sono distinti in esami di



#PEDIATRA

primo livello, da eseguire a tutti, e di secondo livello, da effettuare a seconda del sospetto clinico. Esami di primo livello: Esame emocromocitometrico, Glicemia, Funzionalità renale, Funzionalità epatica, Protidogramma, Assetto marziale, Calcio, fosoro, magnesio, Markers epatite A, B e C, Tests per la sifilide: VDRL / TPHA (non rara nei paesi dell’ex URSS e dell’Est Europa, e nei figli di madre tossico-dipendente), Anticorpi anti HIV (soprattutto se madre tossico-dipendente o con condotta sessuale a rischio), fT4 e TSH (soprattutto per i bimbi provenienti dall’Est Europa ed ex URSS, per gli esiti del disastro di Chernobyl), esame delle urine, esame parassitologico feci (su 3 campioni non consecutivi) per ricerca di Elminti, Protozoi e Spirochete (soprattutto per bambini di aree tropicali), Mantoux per la tubercolosi. Esami di secondo livello: Ricerca di anticorpi anti cisticerco e toxocara canis, in caso di sintomi gastrointestinali sospetti soprattutto nei bambini provenienti da America Latina, Africa ed Asia; Radiografia del torace; Elettroforesi dell’emoglobina e dosaggio G6DH se esame emocromocitometrico indicativo; Esami specifici per la patologia emersa (malattie epatiche, renali, endocrine, infettive, ecc).

Le vaccinazioni

Vaccinare significa somministrare all’individuo il fattore che provoca la malattia in una forma tale da indurre la risposta immune che lo proteggerà dall’infezione naturale, ma senza sviluppare i sintomi e le complicazioni. Le vaccinazioni rappresentano uno dei maggiori successi della Medicina, consentendo di prevenire 30

nel soggetto cui vengono somministrate malattie gravi e pericolose, e permettendo, se attuate su larga scala, la loro definitiva eradicazione, come è avvenuto per vaiolo e sta avvenendo per il morbillo. Le vaccinazioni in Italia e negli altri Paesi occidentali ci hanno liberato da malattie molto gravi come la poliomielite, la difterite o il vaiolo, e hanno drasticamente ridotto la mortalità per altre malattie infettive, come pertosse, morbillo, meningite, realmente cambiando l’incidenza e le conseguenze delle epidemie, e quindi la storia dell'umanità stessa. La documentazione sanitaria del bambino adottato, specie se all’estero, può essere carente e scarsamente attendibile. Nei casi dubbi, sarà opportuno quindi ripetere tutto il calendario vaccinale (Decreto Ministeriale 1/4/99) senza necessità di valutazione anticorpale pre-vaccinale. In ogni caso tutti i problemi che possono interessare i bambini che arrivano da altre realtà, non

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sono così gravi e insolubili come potrebbero sembrare, nemmeno le malattie infettive come Epatiti e AIDS (che richiedono solo la messa in atto di precauzioni igieniche volte ad evitare il contatto col virus, come non bere dallo stesso bicchiere, non usare le stesse posate, non scambiarsi lo spazzolino da denti, e in particolare occorrerà prestare attenzione tutte le volte che il bambino infetto presenterà lesioni della cute che comportano fuoriuscita di sangue, in tal caso occorrerà medicare la ferita utiilizzando i guanti). Il mio personale pensiero, è che dobbiamo sentirci tutti "genitori adottivi" di tutti i bambini del mondo, riconoscere, in quanto esseri umani, in ciascun bambino un nostro figlio, e sentirci responsabili di lui e della sua vita su questo Pianeta... ★



#CHIROPRATICA

Dott.ssa Barbara Martino

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349.1381175

Sindrome T 4 • Posture scorrette con spalle e mento in avanti; • Ridotta cifosi della colonna toracica; • Le mani sono calde o fredde al tatto. • La pressione sulla/e vertebra/e toraciche riproduce o riduce i sintomi; • La palpazione delle articolazioni tra costole e vertebre toraciche puo’riprodurre i sintomi • Movimenti della cervicale e del tronco che non provocano dolore;

Il persistere di atteggiamenti posturali non corretti, l’eccessivo sollevamento di pesi, il continuo piegarsi bruscamente e il continuo girarsi di scatto provocano ischemia sui tessuti muscolari e scheletrici originando la cosiddetta sindrome T4 che interessa la regione toracica della colonna vertebrale.

Anatomia

Le vertebre toraciche sono 12, nominate da T1 a T12. Ognuna di queste vertebre è connessa tra loro da due tipi di articolazioni: le faccette articolari in ambedue i lati della colonna e il disco tra di loro. Tra le vertebre T1-T4 si trovano le fibre del sistema nervoso simpatetico che innervano la testa e il collo; mentre tra le vertebre T2-T5 si trovano le 32

fibre del sistema nervoso simpatetico che innervano il tronco e le estremità superiori. Durante i movimenti della colonna vertebrale, pressioni e sollecitazioni sono esercitate sulle faccette articolari e dischi al livello delle vertebre toraciche. Se queste forze sono sproporzionate, possono irritare o danneggiare i nervi adiacenti alla vertebra T4 causando la cosiddetta sindromeT4.

Segni e sintomi della sindrome T4 I pazienti che presentano questa sindrome sono statisticamente di più le donne tra i 30-50 anni. I segni oggettivi presenti di solito sono: • Vertebre toraciche immobili e rigide;

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I sintomi più comuni sono: • Dolore diffuso lungo le braccia unilateralmente o entrambe con o senza dolore alla testa o al collo; • Parestesia e/o formicolio dall’avambraccio alle mani oppure dall’avambraccio alle cinque dita (glove-like distribution); • Pesantezza in entrambe le braccia; • Gonfiore nella mani; • Diffusione del dolore nelle mani e nell’avambraccio che non corrisponde a nessun nervo periferico.



#CHIROPRATICA

• scarsa stabilità muscolare del tronco; • debolezza muscolare o tensione muscolare del tronco; • tecnica di sollevamento pesi non appropriata; • uno stile di vita che coinvolge grandi quantità di tempo seduti con le mani di fronte al corpo, o in cui bisogna spesso piegarsi e sollevare molti pesi.

Diagnosi I sintomi meno comuni possono essere: • Dolore e rigidità intorno al petto; • Dolore e rigidità interscapolari • Dolore che peggiora durante la notte e che causa l’interruzione del sonno. I sintomi possono svilupparsi improvvisamente durante l'attività che li ha provocati, in particolare la mattina successiva. Essi sono generalmente aggravati dalle attività come girarsi bruscamente, sollevare pesi, inarcare all'indietro il torace, piegarsi in avanti o lateralmente, sedersi per lunghi periodi, tossire o starnutire, o eseguire attività che coinvolgono l’utilizzo delle mani di fronte al corpo come guidare, lavorare al computer o stirare.

Fattori che contribuiscono a sviluppare la sindrome T4

Di seguito sono elencati i diversi fattori che possono contribuire allo sviluppo della sindrome T4: • cattiva postura; • rigidità della colonna vertebrale toracica; • una vita sedentaria; 34

La diagnosi è compiuta attraverso una visita neuromuscoloscheletrica. Radiografie, RM o Tac non aiutano nella diagnosi ma possono essere utili per escludere altre patologie.

Diagnosi differenziale È importante escludere le seguenti patologie che possono essere confuse con la T4 sindrome: • Dolore cardiaco; • Disfunzioni della colonna cervicale; • Sindrome dello stretto toracico superiore (TOS); • Sindrome del tunnel carpale; • Patologie neurologiche.

Prognosi

Il tempo di recupero per i pazienti con sindrome T4 può variare da caso a caso secondo una varietà di fattori. In generale, i pazienti possono essere senza dolore in appena qualche giorno o potrebbe richiedersi 2 - 3 settimane. È importante notare, comunque, che quando il tessuto muscolo scheletrico ha avuto un trauma richiede circa sei settimane per ripristinare la maggior parte della sua forza in condizioni ideali di guarigione. Bisogna quindi prestare attenzione quando si torna

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all’attività che ha portato la patologia durante questo periodo. In casi gravi o in quei pazienti che non riposano adeguatamente dalle attività aggravanti, i sintomi possono persistere per molti mesi o addirittura anni.

Trattamento

La chiropratica per i pazienti con questa condizione può accelerare il processo di guarigione e ridurre la probabilità di ripetersi in futuro. Il trattamento terapeutico prevede: • Mobilizzazione e/o manipolazione della colonna vertebrale toracica e della gabbia toracica (articolazioni costo-vertebrali e costotransverse); • Mobilizzazione e/o manipolazione della colonna vertebrale cervicale; • Esercizi per migliorare la flessibilità, la forza, la postura e la stabilità dei muscoli del tronco; • mobilitazione dei muscoli ipertonici nella regione cervico-toracica; • Trigger Point Therapy; • Stripping massage; • Kinesio Taping; • Un graduale ritorno al programma di attività giornaliere; • Tecniche di auto-mobilitazione per la colonna vertebrale toracica; • esercizi di rieducazione posturale; • Esercizi per rafforzare la muscolatura scapolo-toracica; • Stretching dei muscoli pettorali e della muscolatura del tronco. ★



#PSICOPEDAGOGISTA http://bit.ly/1bb6qS4

Dott.ssa Bianca Pane 393.9315564

La malattia:

un messaggio dell’anima L’ansia, la fretta, la rabbia, la necessità di emergere o, semplicemente di sopravvivere, sono delle pessime consigliere, ci incalzano, accelerando la nostra vita e spingendoci senza scampo in una spirale perversa che si auto-alimenta. Ci affanniamo, cerchiamo di essere ‘all’altezza’ di tutti i modelli ideali, e quindi irraggiungibili, che ci vengono imposti in continuazione dalla società, dai media, dai nostri familiari, da noi stessi. In tutto questo arrancare, rincorrendo ora l’una ora l’altra di queste chimere, ci perdiamo. Perdiamo il contatto con quello che siamo veramente, con la nostra verità. Non sappiamo più chi siamo, non desideriamo i nostri desideri ma quelli che ci propinano gli altri, non conosciamo il nostro corpo perché non abbiamo tempo nemmeno di considerarlo, deve essere soltanto una macchina ben oliata che serve a raggiungere i nostri obiettivi. Ignoriamo segnali importanti come la paura, il sentirci terribilmente soli, la mancanza d’amore. Facciamo finta che queste cose non esistono perché, se le prendessimo in considerazione, perderemmo tempo, quel tempo sprecato in una corsa frenetica in cui afferriamo cose o relazioni, o sentimenti da consumare e buttare. Non ci fermiamo perché, facendolo, potremmo renderci conto di quanto sia effimera la nostra costruzione, il nostro castello di carta, che non si basa sulla nostra verità, ma su quella di altri. Non ci fermiamo 36

Stiamo male perchè non ci fermiamo mai ad ascoltarci a riflettere perché, se lo facessimo, dovremmo convenire che molte cose nella nostra vita non vanno, e dovremmo ammettere, almeno con noi stessi, che molte andrebbero cambiate. Non arrestiamo questa inutile corsa perché dovremmo chiederci: ‘Ma sei felice?’ E la risposta ci fa paura… Questo è quanto temiamo maggiormente: modificare lo status

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quo, che ci dà un’illusione di solidità. Nel lavoro, nei rapporti affettivi, addirittura nel rapporto con le cose, quello che desideriamo maggiormente è che nulla cambi. E se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che quasi tutti si comportano in questo modo. Eppure, la vita è cambiamento, per definizione. Non ci può essere immobilità, staticità, solidità: tutto è in continuo divenire, proprio perché è vivo. A volte il disagio cresce a tal punto da non poter essere ignorato ma, se riusciamo a tener duro, appena questo passa, facciamo finta di niente e andiamo avanti. Peccato che la tensione dentro di noi non sia risolta e continui a lavorare in profondità. Ma che c’entra tutto questo con l’avvento della malattia?



#PSICOPEDAGOGISTA Come il disagio diventa sintomo Le nostre emozioni parlano un linguaggio molto chiaro: non è difficile sapere se siamo felici, se ci ascoltiamo con rispetto, riusciamo a sentirlo e vederlo. Quando è così, il mondo ci sembra più luminoso, le persone intorno a noi sono più belle, tutto intorno a noi accade facilmente e ci vien voglia di sorridere. Ovviamente, è altrettanto facile comprendere quando siamo infelici, quando qualcosa non funziona per noi. Tutto sembra pesante, abbiamo paura di fare qualsiasi cosa, anche la più banale, perseguitati dalla sensazione di ‘non essere abbastanza’. Oppure ci sentiamo soli, non amati, o brutti e non desiderabili. A volte rinunciamo a dire la nostra verità, perché pensiamo che nessuno ci ascolti, ma le parole ci pesano in gola come macigni.. I disagi, che così accuratamente mascheriamo per non sembrare deboli, in questa società di supereroi, nascono semplicemente perché, a un certo punto, decidiamo di non essere noi stessi. Operiamo un ‘tradimento’ a noi stessi. E proponiamo fuori non l’immagine di quello che siamo, ma di quello che, secondo la cultura odierna, ‘dovremmo essere’ e cioè ricchi, potenti, magri e seducenti. Dunque ci sarà sempre qualcosa che ci manca o che dovremmo avere per essere felici. Questo processo di occultazione della nostra vera essenza ci porta a non ascoltarci, a non dirci le cose veramente giuste per noi e che ci fanno davvero bene. Le menzogne che ci raccontiamo ci impediscono dunque di avere relazioni che ci nutrono veramente, un lavoro che ci gratifica e, non in ultimo, un corpo sano. La verità però resta che 38

dobbiamo cambiare qualcosa e il disagio non ascoltato comincia ad ‘alzare la voce’ e lo fa attraverso la malattia. Dunque la malattia porta fuori, in modo eclatante, ciò che ci stiamo facendo dentro. Le tensioni inascoltate, i disagi ignorati e misconosciuti, vengono così fuori sotto forma di sintomi patologici, mostrando in modo più evidente e concreto il malessere che abbiamo fatto finta di non vedere. Ma non c’è un modo per fare diversamente? Potremmo fermarci prima di ammalarci? SI. Guardando le cose da un altro punto di vista: quello ENERGETICO. La patologia reca un messaggio intrinseco, è uno dei modi in cui l’energia che abbiamo bloccato con le nostre false verità e false credenze, si manifesta purtroppo nel nostro povero corpo che ne fa le spese.. Ma non finisce così: se ci permettiamo di ascoltarci più nel profondo e di non mentire a noi stessi, possiamo guarire, e la malattia sarà stata solo una occasione di crescita ed autoconoscenza.

La malattia dal punto di vista energetico e spirituale Ribaltare le proprie credenze quelle che ci hanno nutriti per venti, trenta, cinquant’anni e cominciare a guardare le cose da un altro punto di vista non è sempre facile, soprattutto in un campo come quello energetico e spirituale dove tutto è spesso intangibile. Siamo abituati agli effetti immediati e tangibili delle cose materiali, come quello della pillola che in dieci minuti ci toglie il mal di testa… Ci torna facile e comodo credere nel cambiamento usando questo

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tipo di espedienti quasi magici.. Invece nell’approccio energetico spirituale non c’è nulla di magico o astruso anzi, c’è tanto di umanamente possibile, perché ci invita a riconoscere che le chiavi del cambiamento e della guarigione fisica e psicologica, sono DENTRO DI NOI. Si tratta solo di volerle trovare. Dobbiamo abbandonare quel vittimismo culturale nel quale siamo cresciuti, quell’atteggiamento che ci fa sempre addossare a qualcuno la colpa della nostra infelicità o del nostro star male. Non devono esserci più frasi del tipo: ‘E’ colpa di mia madre’, o ‘Nessuno mi capisce..’. Per la legge della responsabilità, fulcro dell’approccio energetico spirituale, noi siamo gli artefici della nostra vita, attiriamo delle persone e delle esperienze che sono il risultato delle nostre scelte, dei nostri pensieri, delle nostre paure consapevoli o inconsce. E soprattutto, dell’effetto che queste producono sulla nostra energia. Secondo l’idea spirituale noi siamo completi, sani e abbiamo tutti i talenti che ci servono per vivere al meglio. Non è proprio quello che ci hanno sempre insegnato.. Pertanto anche i nostri rapporti devono cambiare: se un rapporto affettivo o di lavoro non funziona, possiamo chiederci cosa dobbiamo trasformare in noi affinchè il blocco si sciolga oppure se c’è qualcosa che possiamo fare per aiutare l’altra persona che, magari, a sua volta è bloccata. Dunque ci sono molte cose da considerare e apprendere, ma i talenti ci sono e i mezzi si possono imparare…. (Continua nel prossimo numero..)



#ODONTOIATRA http://bit.ly/1kh4FtU

Dott. Vittorio Milanese Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

338.4698121

L’utilizzo consapevole degli antibiotici per evitare problemi futuri Il 18 Novembre, come ogni anno dal 2008, si è celebrata la Giornata degli Antibiotici, dedicata a sensibilizzare pubblico generale e operatori sanitari sull’uso prudente degli antibiotici e sul problema della resistenza agli antibiotici, promossa dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC). A distanza di 6 anni dalla prima Giornata degli Antibiotici, purtroppo le notizie sul fronte dell’evoluzione dell’antibiotico-resistenza non sono buone. Il fenomeno è in aumento ed è ormai globale. Qual è la causa principale della resistenza agli antibiotici? La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri. Tuttavia un uso eccessivo e improprio degli antibiotici accelera la comparsa e la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici. I batteri sensibili muoiono quando entrano in contatto con gli antibiotici mentre i batteri resistenti sopravvivono e continuano a moltiplicarsi. I batteri resistenti possono trasmettersi e causare infezioni anche in altre persone che non hanno fatto uso di antibiotici.

to della spesa sanitaria, allungamento dei tempi di degenza, fallimenti terapeutici e aumento della mortalità. Senza antibiotici efficaci, la medicina moderna rischia di tornare indietro ad un’epoca pre-antibiotica, in cui le infezioni rappresentavano la prima causa di morte ed interventi o terapie complesse erano impensabili. Nella pratica odontoiatrica l’antibiotico è utilizzato nella terapia delle patologie infettive e nella profilassi dei pazienti a rischio. Nella patologia vanno considerati il tipo, la sua sede, gli agenti eziologici responsabili. Altri fattori possono influenzare l’efficacia della terapia e riguardano il paziente: l’efficienza del sistema immunitario potrebbe essere indebolito a causa di una malattia

La resistenza agli antibiotici è divenuta un’emergenza di sanità pubblica, che determina aumen40

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o di una terapia con farmaci o radiazioni e non contribuire all’eradicazione dell’infezione. Nella terapia antibiotica in odontostomatologia valgono, come in medicina, gli stessi criteri di scelta del farmaco e spetta solo al dentista decidere se prescriverlo e quale molecola eventualmente prescrivere. Da evitare assolutamente l’automedicazione: solo un dentista abilitato può stabilire, dopo averti visitato, se sia indicata la terapia antibiotica. Fonte: il tuo dentista informa



#AUDIOPROTESISTA

Dott.ssa Tea Maione

Audioprotesista

Dott. Carlo Alfaro

Pediatra

Lo screening uditivo universale L’orecchio è l’organo che presiede all’udito e all’equilibrio ed è suddiviso in tre parti con diverse caratteristiche anatomiche e funzionali: ★ ORECCHIO ESTERNO è la porzione visibile dell’orecchio, che raccoglie le onde sonore per dirigerle alla membrana timpanica; ★ ORECCHIO MEDIO costituito dalla membrana timpanica e da 3 ossicini (martello, incudine e staffa); il timpano trasferisce le onde sonore agli ossicini convertendole in vibrazioni meccaniche; ★ ORECCHIO INTERNO: contiene la coclea nella quale sono presenti le cellule ciliate che permettono di udire i suoni, trasformando le vibrazioni meccaniche in impulsi nervosi che raggiungono il cervello, dove vengono interpretati. Dunque, l’onda sonora fa vibrare il timpano; il movimento dal timpano si propaga agli ossicini che vibrano a loro volta; le vibrazioni trasmesse da questi fanno vibrare il liquido dell’orecchio interno e piegare le cellule cigliate; da qui il nervo uditivo trasmette il messaggio al cervello. L’unità di misura del suono sono i decibel. Il nostro orecchio percepisce da 0 Decibel a 120 Decibel. Il deficit uditivo permanente congenito è un problema che colpi42

sce dall’ 1% al 3% dei neonati, e sale al 4 - 5% nel caso di neonati ricoverati in una terapia intensiva neonatale. La sordità viene classificata in base alla perdita uditiva (udito normale < 20 db): - LIEVE perdita tra i 21 e i 40 dB - MEDIA perdita tra i 41 e i 70 dB - SEVERA/GRAVE perdita tra i 71 e i 90 dB - PROFONDA perdita tra i 91 e i 119

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- COFOSI perdita dai 120 dB A tutti i neonati in Campania dal 2007 viene effettuato lo screening universale dell’udito, che permette di identificare deficit uditivi dalla nascita, e quindi approntare una diagnosi precoce ed un intervento tempestivo. Se non c’è un intervento precoce, la sordità provoca disturbi del linguaggio, della relazione sociale e del profitto scolastico del bam-



Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti i lettori bino. Lo scrrening si basa sulle otoemissioni acustiche: tali emissioni provengono dall’attività delle cellule ciliate esterne situate nella coclea dell’orecchio interno, che si muovono in risposta ai suoni. L’esame consiste nella registrazione di questi movimenti a seguito di una stimolazione sonora: si introduce una piccola sonda nell’orecchio, dotata di un registratore che emette lo stimolo sonoro, e di un microfono che registra i movimenti delle cellule in seguito al click percepito. Se il microfono rileva questo movimento, si dice che il test è superato: PASS; se il microfono non rileva il movimento, si dice che il test non è superato: REFER. Quando non si superano i test delle otoemissioni si passa a test più specifici per approfondire la diagnosi. 44

Spesso però il test di screening non viene superato solo per problemi intercorrenti (presenza di cerume, vernice caseosa, catarro), non per reale sordità. I test di secondo livello sono gli ABR o test dei potenziali evocati uditivi, che registra l’attività elettrica del tronco cerebrale in risposta a stimoli acustici. L’esame viene eseguito nel sonno, applicando degli elettrodi sulla fronte e sul cuoio capelluto del bambino ed inserendo una sonda nell’orecchio, collegata ad un computer, che invia stimoli acustici e registra le risposte della via acustica del bambino. Il test ABR viene effettuato entro il terzo-quarto mese di vita e, se l’ipoacusia si conferma, già dal quinto-sesto mese si può procedere con la protesi acustica o l’impianto cocleare e la logope-

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dia. Il vantaggio dello screening è di permettere un’identificazione e un intervento precoci: questo migliora notevolmente le capacità uditive, fonologiche di questi bambini e anche il loro sviluppo neuromotorio e relazionale. ★



#FISIOTERAPISTA http://bit.ly/100x100-dg

Dott. Daniele Grieco gridan84@hotmail.it

338.6382382

L’ultrasuonoterapia SECONDA PARTE

★ Modalità indiretta: questa modalità prevede l’immersione in acqua dell’organo da trattare, risulta essere spesso una necessità per la superfice irregolare della parte corporea (mani e piedi). Vengono impiegate intensità più elevate, in quanto in ambiente acquoso sono più frequenti i fenomeni di riflessione e rifrazione.

Indicazioni terapeutiche

Il trattamento con ultrasuoni necessita di un’adeguata conoscenza dell’organo da trattare. Se la superfice è regolare e piana adotteremo un’erogazione diretta, diversamente se la superfice è irregolare come la mano ed il piede è consigliabile un trattamento indiretto.

Modalità di trattamento

★ Modalità diretta: l’erogatore di onde è applicato sulla cute con l’interposizione di un gel, è opportuno mantenere il manipolo sempre perpendicolare alla superfice corporea. L’applicazione diretta può essere di due tipi: A manipolo: è la modalità più corretta di erogazione di ultrasuoni, dove si realizza un’azione combinata tra micromassaggio indotto dagli ultrasuoni, massaggio manuale e calore. Inoltre si valuta in maniera chiara la tolleranza dell’individuo, in modo da applicare l’intensità più idonea ad evocare un micromassaggio in assenza di dolore. Statica: l’applicazione viene effettuata tramite un braccio meccanico che fissa l’erogatore in un punto ben preciso. In questa modalità le onde sonore si sommano, quindi l’intensità e la durata devono essere minori rispetto all’applicazione a manipolo.

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L’ultrasuonoterapia, in virtù della compressione e decompressione che induce, ha un effetto simile a quello di un massaggio profondo. Quest’azione meccanica favorisce i processi di diffusione dei liquidi attraverso le membrane vasali con risultato anti-edemigeno. Durante l’erogazione di onde sonore, nell’organismo si verifica un aumento di temperatura, con tutti gli effetti trofici che ciò causa come un aumento del microcircolo locale, riattivazione della circolazione, diminuzione delle contratture. Inoltre gli ultrasuoni comportano vibrazioni nelle diverse strutture che attraversano, inducendo un effetto fibrolitico nei tessuti interessati da processi aderenziali patologici (traumi muscolari o cicatrici post-chirurgiche). Ricapitolando le indicazioni terapeutiche sono le seguenti: • Edemi post-traumatici; • Ematomi organizzati; • Contratture muscolari; • Cicatrici e cheloidi; • Morbo di Dupuytren; • Processi flogistici sub-acuti e cronici (tendinopatie e borsiti); • Artrosi; • Sciatalgie e nevralgie superficiali.

Controindicazioni • • • •

Dispositivi elettronici (pace-maker); Impianti protesici e mezzi di sintesi; Osteoporosi; Neoplasie maligne.





#NATUROPATA http://bit.ly/100x100-mtc

Mariateresa Caiafa 338 8194524

Riflessologia plantare I nostri piedi sono le basi principali del nostro equilibrio fisico e psichico. Tutto ciò che sta al di sopra di ESSI si scarica su di ESSI e attraverso le loro tensioni e i loro segni è possibile comprendere quali parti di noi richiedono maggiore attenzione. Nelle zone dei piedi si riflettono tutte le funzioni e gli organi del nostro corpo come una vera e propria mappa, che, in caso di squilibrio si può percorrere con una serie di tecniche pressorie. Queste non fanno altro che bussare alla porta della nostra farmacia interna che sa quali sono le sostanze necessarie per portare l’armonia, l’equilibrio e migliorare la funzionalità di tutto l’organismo. Tra queste sostanze ci sono anche le endorfine che attenuano i dolori, rilassano, regolano l’attività gastrointestinale, migliorano la qualità del sonno e infondono un senso di benessere. La riflessologia plantare si basa sul principio comune anche di altre discipline, come la DIGITOPRESSIONE e lo SHIATSU, il quale facendo pressione su determinati punti, andremo a stimolare per riflesso la funzione degli organi interni. Secondo le teorie energetiche, esistono dei percorsi ben precisi dove scorre l’energia essenziale dell’organismo che se non si muove liberamente va a creare una situazione di squilibrio. Recenti studi hanno dimostrato che la riflessologia plantare può non solo migliorare la qualità della vita a tutte le età ma è efficace anche nel migliorare la funzionalità dell’organismo. L’uomo primitivo, camminando scalzo su terreni accidentati, stimolava continuamente i riflessi di ogni parte del corpo, favorendo così l’equilibrio del sistema circolatorio e allo stesso tempo manteneva costante lo scarico della propria energia nel terreno, preservando il collegamento con quella della Terra, così utile al ricambio psicofisico della persona umana, oggi questo contatto non c’è più poiché le scarpe o i terreni asfaltati ostacolano questo collegamento. William H. Fitzgerald è riconosciuto da tutti come il padre della moderna riflessologia, era un otorinolaringoiatra che, partendo dall’evidenza, cioè che con delle comprensioni esercitate su specifiche aree del corpo era possibile ottenere delle analgesie o addirittura delle anestesie di breve durata di piccoli interventi

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del cavo orale, arrivò a teorizzare che il corpo fosse percorso da dieci aree parallele, cinque per parte. Dunque, disegnò l’immagine del corpo diviso in dieci linee verticali che lo percorrevano partendo dalla testa per poi finire nelle punte dei piedi e delle mani, ogni parte del corpo che è in una zona determinata da queste linee è collegata ad un’altra tramite un particolare flusso energetico, queste due parti possono influire ed interagire l’una sull’altra. Fitzgerald iniziò le sue sperimentazioni nel 1902 e nel 1917 pubblicò il suo primo libro “Zone therapy, of relieving pain at home". Lavorava come terapista con il dr Riley, Eunice Inghman che, spinta dalla curiosità decise di approfondire la terapia zonale. Fitzgerald si concentrava soprattutto sulle mani invece la Inghman intuì che il piede era molto più sensibile ed esplorandoli iniziò a tracciare la prima mappa circostanziata delle zone del piede in rapporto con gli organi del corpo. Grazie ai nipoti e molti suoi allievi si diffuse nel mondo il metodo originale Inghman fondando nel 1948 “l’istituto di riflessologia”. In Italia la riflessologia è stata introdotta e divulgata recentemente da Elipio Zamboni e da Erasmo Buzzacchi. Il tocco delle mani produce un leggero calore che dilata i vasi capillari e favorisce il passaggio del sangue arterioso, ricco di ossigeno, alle zone meno nutritive, a beneficio dei tessuti che ricevono una sferzata rivitalizzante. Anche la circolazione linfatica ne trae vantaggio. Quando la circolazione rallenta oppure si blocca, i materiali di scarto ovvero liquidi in eccesso o tossine si depositano e si accumulano soprattutto in piedi, caviglie e gambe che sono più soggetti alla forza di gravità creando; dolori, gonfiori e sensazioni di malessere. La stimolazione delle zone del piede riesce a liberare dalla congestione i tessuti e i nervi, rimuovendo le tossine che si sono accumulate, stimolando contemporaneamente anche le vie nervose. Il grande potere della riflessologia plantare è quello di poter ritrovare un equilibrio psico-fisico totale. ★



#NUTRIZIONISTA http://bit.ly/19ubheb

Dott.ssa Francesca Maresca Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

334.2258132

Dieta a Natale?

Sono a dieta, ma sta arrivando il Natale... come faccio? Ovvero è possibile seguire una dieta a Natale? Le tentazioni nelle festività sono tante! Rinunciare a tutto o esagerare?

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La giusta via, come sempre, sta nel mezzo, per cui il criterio ancora una volta è la moderazione. Ciò non significa pranzare il giorno di Natale con 70 g di pane e 100 g di carne ai ferri con insalata mista, ma semplicemente evitare gli eccessi. Nessun alimento è proibito in modo assoluto, quindi devo sempre chiedermi: • Quanto ne mangio? • Con che frequenza lo mangio, cioè quante volte? • In che momento della giornata lo mangio? Se le feste di Natale iniziano a Novembre (o prima) con i panettoni nel cellophane e terminano a Febbraio con l'offerta dei pan-

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doro 3x2 (o viceversa), è facile scoprire a gennaio, nella calza della Befana, un pieno di chili di troppo accompagnato da tanti sensi di colpa, se non addirittura da problemi di digestione, o valori ematochimici alterati. In realtà le feste sono pochi giorni ben precisi che, se anche portano a mangiare più del solito, non possono essere la causa di tutto ciò. Natale, Santo Stefano, ultimo dell'anno e primo dell'anno sono i giorni di festa in cui consiglio di : ★ NON stare a dieta: i risultati si vedono da un percorso globale e non dal sacrificio estremo realizzato nel giorno di festa;




#NUTRIZIONISTA

★ Non rinunciare mai alla prima colazione, ma visto che vi aspettano pranzi pantagruelici, rendetela leggera: una tazza di the, un paio di biscotti, una spremuta senza zucchero; ★ Prima del cenone non saltare gli altri pasti o il metabolismo ne risentirà. Preferite un pranzo leggero a base di carne bianca e verdure cotte, uno spuntino a base di frutta poco zuccherina (Da scegliere: mele, pere, arance, frutti di bosco, ananas, kiwi. Da evitare invece: uva, fichi, banane, cachi, castagne, frutta secca). per arrivare a sera leggeri ma non affamati; ★ Bere tantissima acqua tutto il giorno. Durante il cenone concedetevi un paio di bicchieri di vino o di spumante, evitando però aperitivi e sgarri nei giorni di pausa. Evitate le bevande gassate, anche quelle ipocaloriche che comunque gonfiano senza nutrire; ★ Assaggiare un po' di tutto senza consumare porzioni eccessive o doppie; ★ Eventualmente evitare il pane se si è mangiato qualche crostino ed un po' di primo; ★ Dopo pranzo approfittare del tempo libero per fare quattro passi a piedi, ad esempio per andare a prendere un caffè; ★ Se ci sembra di aver veramente esagerato è possibile terminare la giornata con una cena leggera a base di vegetali (es. una scodella di passato di verdura o della frutta o una macedonia...); ★ Nei giorni non festivi riprendere la solita alimentazione; ★ Se al termine delle festività sono avanzati del panettone e/o del pandoro, si potrà consumarne una fettina la mattina per colazione (giusto per finirlo, ma evitando ovviamente di comprarne altri); ★ Inoltre, visto che durante le

festività si ha più tempo libero, è molto importante Incrementare l'attività fisica (passeggiare, sciare, ballare...). Ultimo punto ma non meno importante nei giorni non festivi imparate a dire “NO”: se La zia vi porta il dolce tipico, in ufficio si mangia il panettone e a casa si deve per forza mangiare il pandoro possiamo decidere che forse un “no” in certi casi è meglio! Nessuno ci obbliga a mangiare e suona quasi impossibile che ogni volta che ci viene offerta una fetta di pandoro noi ne abbiamo voglia. Cominciate a rifiutare gentilmente. Andare a far visita a parenti e amici non implica necessariamente dover mangiare mezzo pandoro e bere un bicchiere di spumante. Se non volete offendere, usate delle scuse plausibili: devo fare gli esami del sangue e devo tenermi, devo fare dei test per verificare l’allergia alle

uova o alle noci, non riesco a digerire. Se la buttate sulla salute nessuno potrà dire niente. Certo, la buona volontà è fondamentale, ma cominciate ad abituarvi a dire: “No grazie, ne ho appena mangiata una fetta in ufficio, o da mia sorella”, senza pensarci troppo. Il mantenimento del peso e dei valori ematochimici, sarà per questo periodo un ottimo risultato: a gennaio chi è a dieta potrà così riprendere il percorso della perdita di peso dal punto in cui ha lasciato a fine dicembre. ★

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#FITNESS

TRAGARA PR

ufficiostampa@tragarapr.it

Passato, presente, futuro dell’allenamento

TRX® è il Suspension Training Nato dai Navy Seals - le Forze per Operazioni Speciali della Marina degli Stati Uniti - il TRX® (Total Resistance eXercise) è il metodo più innovativo degli ultimi anni nel panorama dell’allenamento. Il suo ideatore, Randy Hetrick durante la sua permanenza nei Navy Seals, doveva trovare un sistema che consentisse a lui e ai suoi compagni di allenarsi nonostante le circostanze avverse, la mancanza di attrezzature e di spazi. Nasce così il TRX® che inizial56

mente era costruito da cinghie per paracadute, e rispondeva oltre a quella dell’allenamento anche ad un’altra necessità reale e concreta: risolvere il problema dello spazio. Il TRX® è oggi un vero e proprio metodo di allenamento che parte da un concetto piuttosto semplice: si utilizzano due cavi ai piedi o mani per sospendere parzialmente il corpo e utilizzare il proprio peso corporeo come resistenza. I gruppi muscolari lavorano così sviluppando forza, stabilità e flessibilità,

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adattandosi alle esigenze di allenamento che spaziano dal fitness allo sport alla rieducazione funzionale. La diffusione della metodologia di allenamento TRX® nel mondo, basata sulla funzionalità e sulla semplicità di uso, è apprezzata dalla comunità sportiva professionale di palestre e personal trainers, e da quella dei centri di riabilitazione e sportivi di ogni livello! TRX® è il simbolo del nuovo allenamento funzionale: i suoi contenuti e programmi sem-



#FITNESS

pre aggiornati catalizzano oggi l'attenzione di tutti i praticanti fitness al mondo, anche perché il vero segreto è racchiuso nel concetto di “triple threat”: l’ attrezzo ORIGINALE, la programmazione con contenuti ed esercizi, e la formazione certificata. Con più di 400 programmi efficaci e senza eguali (suspension e rip) messi a punto da una squadra di professionisti ed esperti di allenamento funzionale TRX® è il futuro dell’allenamento in palestra!

Cos'è il suspension training?

Nato nei Navy Seals, l'esercizio a corpo libero con il Suspension Training sviluppa simultaneamente forza, equilibrio, flessibilità e stabilità ed è sinonimo a livello internazionale di TRX® Suspension Trainer, il migliore e più originale sistema d'allenamento che sfrutta la gravità e il peso del corpo per eseguire centinaia di esercizi. 58

Perché il TRX® Suspension Trainer: - Offre un allenamento completo, rapido ed efficace per tutto il corpo. - Aiuta ad ottenere una parte centrale del corpo solida come una roccia. - Aumenta la resistenza muscolare. - È adatto a persone di tutti i livelli di fitness, dagli atleti professionisti agli anziani. - Può essere montato ovunque (palestra, casa, hotel e all'aperto). Ma soprattutto il TRX ® Suspension Trainer è in grado di offrire le migliori prestazioni e funzionalità senza manubri, pesi o bilancieri, utilizzando il peso corporeo per risultati eccezionali! Ecco perché milioni di persone di tutti i livelli di fitness si allenano ora con il TRX®: dalla gente comune che desidera semplicemente sentirsi meglio e avere un corpo allenato e un bell’aspetto, allenando tutto il corpo con un solo strumento in poco

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tempo, fino agli atleti professionisti più importanti del mondo e ai fisioterapisti che usano il TRX® per la riabilitazione, oltre naturalmente ai membri delle quattro divisioni delle forze armate americane e ancora negli spogliatoi di: - squadre della prima divisione di baseball americana (MLB) - squadre della lega nazionale di baseball (NL) - lottatori UFC - ciclisti, nuotatori e corridori di livello olimpico - la maggioranza delle squadra di seria A - pugilisti campioni del mondo - la maggioranza del top10 tennistico femminile - l’uomo più rapido del mondo e tanti altri… "Studiato e messo a punto negli Stati uniti da Fitness Anywere, TRX® è distribuito in Italia da Transatlantic Fitness: www.transatlanticfitness.it" .



#FITNESS

Ilaria Propoli D.ssa in Scienze motorie

La Show Dance

La Show Dance rientra nel settore delle danze artistiche previste nelle competizioni di danza sportiva (nello schema di fianco). Disciplina altamente formativa in quanto sviluppa un forte spirito di gruppo grazie alle sue caratteristiche aggregative e nello stesso permette a ciascun ballerino di migliorarsi ed emergere con le proprie potenzialità. Attraverso giochi e simpatiche coreografie il bambino viene educato a prendere coscienza della propria corporeità e delle proprie capacità psicomotorie. Corso idoneo a preparare il piccolo allievo ad intraprendere poi qualsiasi tipo di attività motoria, artistica e sportiva. Entrando nello specifico della lezione essa viene viene strutturata nel seguente modo: 1° parte: Riscaldamento, esercizi per la postura, tonificazione muscoli addominali e dorsali, isolazioni, 60

Danze artistiche Accademiche

Coreografiche

Street dance

Classiche

tecniche di balletto classico, variazioni, repertorio

Moderna

contemporanea, modern jazz, lyrical jazz

Freestyle

synchro, choreographic, show dance, disco dance

Etniche, popolari e carattere

balli tradizionali, tap dance, danze orientali

Urban dance

electric boogie, break dance, new style , contaminazioni

stretching, studio elementi tecnici, esercizi per lo sviluppo della creatività. 2°parte Apprendimento coreografie che per le loro caratteristiche rientrano nel settore showdance.

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Per informazioni OpenClub - ssdAcquaeFitness via della Pietà - Sorrento ★



#FITNESS

TRAGARA PR

ufficiostampa@tragarapr.it

Corsi di moda e di tendenza

Siamo così sicuri di essere correttamente formati e informati? Quanto è importante la formazione e la certificazione degli istruttori o dei famosi master trainer?

Ogni anno il settore dell’attività fisica, in particolare l’industria del fitness, crea nuovi trend, metodi di allenamento per coinvolgere un numero sempre più ampio di praticanti. E noi ci alleniamo per abitudine o per necessità? E soprattutto: sappiamo se il corso o l’allenamento scelto è corretto per il nostro stile di vita e i nostri obiettivi, è solo una scelta di piacere o anche di utilità? Oggi non si parla più solo di praticare esercizio fisico quindi, ma di trovare l’attività fitness o sportiva più adatta a ciascuno di noi. Ad aiutarci in queste scelte 62

devono essere i professionisti dell’esercizio fisico, competenti sulle tipologie di attività e delle esigenze di ciascun cliente. Generalmente all’attività fisica di massa, i cosiddetti “corsi”, corrisponde un non ottimale livello di preparazione del trainer che insegna, e che spesso viene formato con un corso base di uno o due giorni e a basso contenuto d’informazioni. E allora, siamo sicuri che i trainer delle attività più in voga conoscano i reali benefici di quello che fanno, tramite un solo corso base? Ma qui si entra in un circolo vizioso:

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1.

l’allievo non istruito sull’esercizio fisico che esegue, applica passivamente quanto richiesto dal suo trainer; il trainer non istruito sull’esercizio fisico che fa eseguire, rimane convinto che sia tutto corretto ed efficace; l’uno non sollecita l’altro

2.

3.

… e lo scenario, purtroppo è un copione ricorrente nel mondo dell’allenamento italiano. Oppure, nel caso di ottime competenze già presenti, con il passare del tempo queste diventano obsolete se non supportate da



#FITNESS

di mercato in Italia, che si configura come gruppo di ricerca ed alta formazione rispondente a tutti i requisiti descritti:

aggiornamenti e formazione continua, riportando il trainer all’interno dello stesso circolo vizioso. E, allo stesso tempo, un operatore che senza basi di studio fonda il suo lavoro unicamente sulle esperienze pratiche, si costruisce su basi scorrette e rientra nello stesso circolo vizioso. In questo scenario, l’istruzione italiana è presa costantemente di mira da feroci critiche, in particolare l’Università, ritenuta incapace di preparare i futuri laureati in lavoratori pronti per il concorrenziale mondo del lavoro. In realtà, pur se può sembrare strano, l’Università fa essenzialmente il suo dovere, anche se pur sempre migliorabile e innovabile. Ed è del tutto normale che un neo Laureato non esca pronto per il mondo del lavoro come del resto non è normale che il mondo del lavoro richieda allo stesso di essere pronto. Ecco un altro circolo vizioso, questo però al contrario del precedente, fa perdere inesorabilmente occupazione giovanile creando un handicap insostenibile alla nazione. Ci può essere una soluzione? SI, è quanto messo a disposizio64

ne dalla formazione professionale che deve passare per regole ben precise: • ricollegarsi al percorso accademico del neo Laureato, mantenendo vivo contatto con le Università; • creare metodologie sulla teoria; • applicare praticamente le metodologie; • profilare correttamente sulla domanda del mercato di riferimento; • modellare nuova offerta per lo stesso mercato; • aggiornare e innovare a stretto contatto con tutti gli operatori dello stesso mercato; • sottostare a un rigoroso regime di controllo di qualità del proprio operato, e in definitiva, costruire il ponte verso il mondo reale del lavoro. Nello scenario della formazione professionale per le Scienze Motorie, l’area disciplinare deputata all’applicazione dell’esercizio fisico per lo Sport, il Fitness e tutta l’area para Medical (recupero funzionale, posturologia, malattie dismetaboliche e tanto altro), si inserisce e distingue ELAV, società nata nel 2006, e oggi leader

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• creare metodologie sulla teoria, tramite lo sviluppo di modelli sostenibili di allenamento applicato e adattabile a qualsiasi condizione e obbiettivo; • applicare praticamente le metodologie, tramite le ampie parti pratiche previste nei percorsi di alta formazione; • profilare correttamente sulla domanda del mercato di riferimento, tramite lo sviluppo dei canali di maggior successo o/e richiesta; • modellare nuova offerta per lo stesso mercato, tramite la continua e assidua innovazione; • aggiornare e innovare a stretto contatto con tutti gli operatori dello stesso mercato, tramite le importanti Certificazioni Europee, gli Standard di Qualità, la stessa partecipazione ai tavoli di lavoro per la Creazione degli Standard Europei di settore; • sottostare a un rigoroso regime di controllo di qualità del proprio operato, tramite l’adesione ai regimi di controllo Europei e i Controlli Nazionali di Qualità. Tutto questo viene concretizzato con un Team centralizzato di Professionisti della Formazione, selezionati e costruiti con rigorosi percorsi di qualità e costantemente in aggiornamento e coinvolti su progetti di ricerca e sviluppo. Enrico Guerra Direttore della divisione scientifica, ricerca e sviluppo ELAV www.elav.eu ★



#FITNESS Nello IACCARINO

LSM - PT Nello Iaccarino infonelloiaccarino@email.it

329.6220310

La Merlite

La Merlite è quella condizione fisica caratterizzata dall’avere gambe magrissime e tronco grosso (proprio come i merli). Questa condizione la si osserva soprattutto su soggetti adulti di sesso maschile. Le sue cause possono imputarsi a diversi fattori: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

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assenza di allenamento degli arti inferiori; fenotipizzazione delle fibre; predominanza di fibre rosse rispetto a quelle bianche; sarcopenia; allenamenti errati in volume e / o intensità; frequenza allenante eccessiva;

7. eccesso di attività aerobica; 8. passato da fondisti o da atleti di endurance; 9. resistenza periferica all’insulina; 10. soggetti ipercortisolemici o ipersurrenalici o ipertiroidei o predisposti al diabete. Ovviamente in palestra i soggetti giovani con arti inferiori magri e tronco sviluppato sono coloro che vorrebbero diventare presentatori televisivi (mezzibusti); essi percepiscono che l’allenamento per l’ipertrofia passa attraverso esercizi di “sofferenza” (squat, affondi, leg press, ecc) e quindi li evitano. Chi ha superato Gli “anta” per

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motivi ormonali, metabolici,ecc, avrà grosse difficoltà a ipertrofizzare gli marti inferiori. Ancora non si conosce la causa scatenante per cui, con l’avanzare dell’età, le fibre veloci o parte di esse virano verso quelle rosse. Trovare un allenamento ottimale ed universale per ovviare a tale condizione è difficile ed ogni Tecnico dovrà trovare, di concerto con un Nutrizionista o Dietologo, un programma ad hoc. Preferibilmente si dovrà monitorare l’impatto che avrà l’allenamento del soggetto (come volume, intensità e frequenza) abbinato ad una alimentazione ed integrazione specifica. ★





#WELLNESS

Ernesto Lupacchio

http://bit.ly/1couZMz

Central Fitness Club 1, 2, 3

Sbagliando si impara Qualche settimana fa, dopo i vari confronti e le costruttive discussioni di calcio, di sport e di vita, con i miei nipoti e le mie figlie, ho inviato loro un messaggio sul gruppo “Family” di WhatsApp. Oggi voglio condividerlo con voi: Buongiorno Family... Ogni nostro comportamento, ogni nostra azione è dettata da una motivazione o da una causa che spiega quel determinato modo di agire. Nello Sport così come nella Vita, seguiamo questa regola: "Non esiste comportamento o azione umana che non abbia una spiegazione". Spesso, nello sport del calcio, ci troviamo davanti a situazioni come: “Un calcio d'angolo sbagliato...Un tiro sbagliato di 20 mt... Un goal sbagliato a porta vuota a meno di un metro...Una partita sbagliata...etc.”, oppure, a scuola un esame o un compito sbagliato, in famiglia un comportamento poco edificante con un genitore o con un amico, a lavoro o nella vita di tutti i giorni, un incidente stradale...una frase detta male, magari dovuta allo stato d'animo negativo di quel momento...e tante altre situazioni che la vita ci pone quotidianamente”. Se a tutti questi eventi, le nostre risposte fossero solo: “Non può essere...Non c'è spiegazione...Non c'è giustificazione...Simm scarz... Non può essere che un calciatore 70

“Colui che non sbaglia mai, perde un sacco di buone occasioni per imparare qualcosa." Thomas Edison

di serie A senza essere pressato sbagli un calcio d'angolo o non può essere che sono caduto con lo scooter, perché il motorino lo so portare bene, etc.”, resteremmo le persone che siamo sempre state.

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Negare l'evidenza non ci aiuta, dobbiamo imparare ad accettare anche un goal, un errore dell’arbitro o un nostro comportamento sbagliato e interrogarci sul perché, cercare in tutti i modi una spiegazione,



#WELLNESS

perché solo così si può evitare di ricommettere lo stesso passo falso. Cari Lupacchio... La vita e lo sport ci insegnano che se sbagli puoi migliorare solo se sei bravo e capace di trasformare l'errore in un’esperienza positiva, perché è dagli errori che si cresce, viceversa se non reagiamo e comprendiamo come tramutare quell'azione in positivo, non riusciremo a trovare una spiegazione e continueremo a comportarci come sempre. Thomas Edison, l'inventore della lampadina, prima di raggiungere il suo scopo, ha fatto circa 5000 tentativi e diceva: "se ho fatto una cosa in tanti modi diversi e non ha funzionato, non ho fallito...perché ogni prova andata male, è un passo in avanti". Per lui ogni "errore" era una prova, 72

un gradino, una tappa necessaria da percorrere per raggiungere la meta. 5000 volte... 5000 volte... e lui evidentemente non si è mai detto...non può essere... non c'è spiegazione... so scarz... Eppure avrebbe avuto 5000 motivi per dirselo. Allora ricordiamoci che se vogliamo crescere, se vogliamo elevarci, se vogliamo essere dei Leader, dobbiamo essere testardi, caparbi, analizzare le situazioni e gli eventi perché: "Non sono gli eventi a determinare i nostri stati d'animo, ma il significato che attribuiamo a loro". Concludo con il pensiero di una persona che voi tutti conoscete

che ha parlato in una grande Università Americana: "L’unico modo per fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l’avrai davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continua a cercare finché non lo troverai. Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle". Steve Jobs

Fai SEMPRE ciò che hai paura di fare!

"I sogni sono i figli dell'anima... L'amore è la madre della vita... Continua ancor di più a sognare... Continua ancor di più ad amare"! Ernesto Lupacchio

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#DIRITTO 339.4095882

Valerio Massimo Aiello Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata. Studio penale: Corso Italia, 261 Sorrento (Na)

Quando i dispetti tra vicini diventano reato È risaputo: dove c’è un condominio le occasioni per litigare di sicuro non mancano. Quando però le semplici antipatie o incomprensioni tra vicini si traducono in fastidiosi dispetti ovvero in vere e proprie persecuzioni il passo per finire in tribunale è davvero breve. Recentemente la Corte di Cassazione,con la sentenza n. 31622 del 17.07.2014, ha affrontato il problema, sempre più diffuso, delle “ripicche condominiali” delineando il confine tra dispetti definiti “tollerabili” e reato. In particolare secondo i Giudici della Suprema Corte la condotta di colui che disturba il vicino di casa può integrare il reato di molestie e disturbo alle persone -art.660 CP- solo quando la condotta dell’agente sia petulante e ripetuta nel tempo e non quando si esaurisca in episodi isolati intervallati da un lungo lasso di tempo. Nel caso in esame la Corte ha ritenuto, infatti, illegittima la condanna per molestie inflitta ad una donna che, con tre episodi distanziati in un arco temporale di 3 anni, aveva arrecato fastidio alla sua vicina di casa. In poche parole affinché si possa configurare il reato di molestie e disturbo alle persone è necessaria una certa costanza e abitualità negli atteggiamenti dispettosi, non risultando punibili, ad avviso dei Supremi Giudici, i piccoli episodi isolati, nonostante 74

essi siano stati fastidiosi e poco gradevoli per la vittima. Qualora però i predetti atti di molestia oltre che reiterati siano altresì tali da cagionare alla vittima anche un perdurante e grave stato di ansia,con conseguente modifica delle abitudini di vita, gli stessi ben potranno configurare la fattispecie di reato definita “stalking condominiale”. La normativa di riferimento si rinviene nella disposizione, oramai nota, disciplinata dall’art. 612 bis CP; norma nata per reprimere principalmente gli atti persecutori messi in atto dagli ex fidanzati/partner nei confronti soprattutto delle donne ma che può ben riferirsi anche ad altri aspetti della vita quotidiana. Ne costituiscono difatti esempio tutte le situazioni di vicinato molesto. Dal rumore di notte alla musica ad alto volume, dall’aspirapolvere in funzione all’alba allo scotch sul citofono ecc. , sono davvero tanti gli avvenimenti tra vicini che possono sfociare in vere e proprie persecuzioni. I presupposti per i quali si possa, però, parlare di “stalking condominiale” sono determinati dal fatto che ci siano dei reiterati episodi di molestie idonei a turbare la vittima, sino a porla in un grave stato di preoccupazione, che la costringa a modificare le proprie abitudini di vita quotidiana, indipendentemente dalla circostanza che il reato sia rea-

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lizzato ai danni di una persona o di una pluralità di individui. Non poche, infatti, sono state ultimamente le condanne inflitte dai vari Tribunali nei confronti dei molestatori del condominio. In conclusione colui che insisterà con tali comportamenti, danneggiando in modo anche grave il benessere dei propri vicini di casa, rischierà fino a quattro anni di carcere e ciò perché la normativa ex art 612 bis CP, che punisce gli atti persecutori, potrà, in presenza dei suddetti presupposti, ben essere applicata anche alle situazioni di pianerottolo. Attenzione quindi alle ripicche condominiali poiché tali comportamenti fastidiosi e molesti potrebbero dar vita a spiacevoli procedimenti penali nonché ad amare condanne penali (reclusione e risarcimento del danno). La materia esigerebbe ulteriori precisazioni non possibili in tale sede per necessità di brevità di esposizione. ★



#FILOSOFIA domenico.casa2@tin.it

Domenico Casa 339.3318463

Consulente filosofico

Ancora un PASSO AVANTI Dal dì che nozze, tribunali ed are diero alle umane belve esser pietose di se stesse e d'altrui, toglieano i vivi all'etere maligno ed alle fere i miserandi avanzi che Natura con veci eterne a sensi altri destina. Questi versi (91-96) tratti dai "Sepolcri" di Ugo Foscolo, sono una traduzione di un bel passo della "Scienza Nuova" di Giambattista Vico, e ricordano cosa sia stato l'uomo allo stato ferino, quando abbandonava impietosamente i cadaveri ai furori del tempo. Cosa che oggi si fa ancora con gli animali. Tuttavia, da un altro punto di vista, indica come il processo evolutivo dell'homo sapiens, riguarda non solo i tratti fisici, ma anche le relazioni umane e i sentimenti. Pertanto, quando gli uomini avvertirono gradualmente la necessità di organizzarsi e darsi delle istituzioni (matrimonio, giustizia, religione), iniziarono anche a nutrire nuove sensibilità, quali l'amore e la pietà, non solo verso i vivi ma pure verso i defunti. "Testimonianza a' fasti eran le tombe – ed are a' figli", continua il poeta, quasi a sottolineare il grande salto da una tradizione a un'altra, come è possibile verificare attraverso le mirabili tombe, i mausolei, le piramidi, ma anche attraverso le sempici sepulture, che assiri, fenici egizi, etruschi, greci, romani, dedicavano ai defunti. L'evoluzione, tuttavia - ed è un 76

dato acquisito - non è un processo che a un certo punto si arresti e si blocchi. Si tratta infatti di un corso inarrestabile come un fiume. E non solo da un punto di vista cosmologico (l'Universo in una continua ed inimmaginabile espansione); non solo dal punto di vista naturale e fisico. Essa riguarda anche la coscienza umana. Questo intendeva Hegel in quel suo capolavoro filosofico che è "La fenomenologia dello Spirito", in cui tracciò una storia, nemmeno tanto ideale, dello "spirito" il quale, lentamente, dai primordi naturali ed elementari, transita a una condizione sempre più umana, fino a giungere, attraverso passaggi non indolori, rotture, salti, ora temerari ora ponderati e riflessivi, cadute nell'abisso e impensabili conquiste, alla consapevolezza di sé e del mondo circostante cui siamo giunti finora. Che significa livelli sempre più avanzati di civilizzazione. Tuttavia, profondi e tenaci residui di inciviltà persistono. Ne sono testimonianza tutte le mancanze di rispetto degli altri fino alle violenze, agli assassini e alle guerre che costituiscono del-

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le forme ricorrenti di regressione a stadi primitivi. Oggi sono in molti i pensatori, anticipati da grandi geni come Leonardo da Vinci, nei quali si fa strada l'opinione che il prossimo passo evolutivo sarà costituito da una considerazione nuova e diversa, ossia più rispettosa, del mondo animale, e dalla convinzione che tra noi e gli altri esseri viventi, o senzienti che dir si voglia, non esista separazione. C'è poi chi va anche oltre prospettando una carta di diritti degli animali, cui, tra l'altro, spetterebbe una dignitosa sepoltura. Questo perché anche gli animali hanno una forma di "coscienza", soffrono e gioiscono come gli esseri umani. In "La gatta Arcibalda e altre storie", un libro bellissimo, direi, parafrasando Nietzsche, "umano troppo umano", la grande teologa, scrittrice e giornalista cattolica Adriana Zarri, scrive: "E' indubbio che l'uomo ha preso troppo sul serio il suo ruolo di "re dell'universo", ha costruito un'ideologia eccessivamente provinciale, a suo uso esclusivo, e ha dominato con polso duro: padre e padrone, più padrone che padre. Oggi sta comprendendo di non essere un re solitario e assoluto, ma un fratello della altre creature: fatto della medesima pasta, consanguineo, consorte (vale a dire con la medesima sorte, nella condivisione, degli animali, del destino dell'uomo)". ★



#POETA

Salvatore Spinelli

http://bit.ly/1fk7XnN

Poeta

Il viaggio di Lucia e l’asinello Quando col suo dolcissimo viso Lucia raggiunse il Paradiso, si meravigliarono tutti quanti e in quel luogo santo erano tanti.

La giovane santa, dalla finestrella, della Terra vide ogni cosa bella, ma vide anche il male, l’ingiustizia, la fame, la cattiveria, l’avarizia.

Eran giocattoli abbandonati da bambini ricchi e viziati, bambini che non eran mai contenti, egoisti, capricciosi, prepotenti.

Era molto giovane la fanciulla, dolce, delicata, assai bella, Pietro restò di sasso addirittura e adottò la fragile creatura.

Vide la fame, i maltrattamenti di tanti piccoli innocenti, fino a lei arrivava il loro pianto, cosa che la faceva soffrire tanto.

Pietro disse: “Prendine il più che puoi e domani portali giù a chi vuoi, portali a chi ne ha più bisogno così realizzi il tuo grande sogno”.

Del suo promesso il folle delirio Lucia subì un ingiusto martirio, contro il pagano entrò in guerra e giovanetta lasciò questa Terra.

Visto quello spettacolo deprimente disse: “Non voglio vedere più niente!” in un angolo poi si ritirò sola senza profferire più una parola.

“I giocattoli cercano compagnia specialmente se vengon buttati via, vagano nello spazio per cercare con chi intrattenersi e giocare”.

In quel clima di serenità e pace la giovane sembrava esser felice, ma nei suoi occhi di rara bellezza traspariva un velo di tristezza.

Il fatto preoccupò parecchio Pietro ma lei non volle tornare indietro, anche il buon Dio si preoccupò molto e disse a Pietro: “Dammi ascolto!”.

Lucia ringraziò Pietro di cuore e con grande forza e tanto ardore raccolse a dritta e a manca senza sentirsi per nulla stanca.

Pensava sempre alla sua breve vita, pensava a com’essa era finita, alle pene e alle ingiustizie, alle cattiverie e alla sevizie.

“Io so cosa turba la giovane santa e la pena che provo per lei è tanta, lei soffre molto per i suoi bambini perché sono sempre tristi i piccini”.

“Sono tanti, come li porti?” – disse Pietro “Iho! Iho!” una voce rispose da dietro, era un asinello docile e pio che certamente aveva mandato Dio.

Pietro si accorse di quella pena, che Lucia non era tanto serena, quindi decise di chiamarla a sé e della mestizia chiese il perché.

“Ora ti dico io cosa devi fare se proprio la vogliamo recuperare, le diamo un incarico speciale che le tirerà su il morale”.

“Grazie mio docile accompagnatore -disse la giovane santa con ardore-, io già penso alla gioia dei bambini quando darò loro questi regalini”.

“In Sicilia, nella calda terra mia vorrei tornare –rispose Lucia-, anche per poco ci vorrei tornare e i miei poveri poter incontrare”.

“Con balocchi e tanti regalini andrà sulla Terra dai suoi bambini, il tredici dicembre, per me va bene, per alleviare le loro pene”.

Il tredici dicembre di ogni anno, tutti i bambini buoni lo sanno, Lucia e l’asino scendon dal cielo e portano a ognuno un regalo.

Pietro la voleva accontentare e cercò di capire come fare, ma visto che non approdava a niente ricorse all’aiuto dell’Onnipotente.

Pietro le diede la bella notizia e subito lei bandì la mestizia, poi disse: “Ma dove prendo i regalini da portare ai poveri bambini?”.

Così cominciò il viaggio di Lucia con l’asinello in sua compagnia.

Anche il buon Dio si commosse e per Lucia a compassion si mosse, diede a Pietro una chiave d’oro e disse: “Portala al piccolo tesoro”.

“Apri quella nuvola con questa chiave d’oro -disse Pietro- e troverai un tesoro, Dio ha capito il tuo turbamento e d’aiutarti è assai contento”.

“Con essa la nostra cara fanciulla aprirà sul mondo una finestrella da cui potrà vedere quel che le piace e tornare finalmente in pace”.

Quel che nello spazio vide Lucia le sembrò strano, una vera follia, fluttuavano bambole e trenini, trottole e mille giocattolini.

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#ARREDAMENTO

Francesco Esposito Interior Designer

Letto e dintorni Si esatto! Mi capita spesso di parlare di letti... Direi che quasi ognuno ha il suo! ... Da sogno, per sognare, per benessere, per potersi ricaricare e principalmente perchè il nostro corpo ha bisogno di almeno 6/8 ore di riposo fisico e mentale. A baldacchino, apribile col box contenitore, con la testiera altissima, magari in pelle o tessuto, king size o queen size, o forse extralarge... Da non disdegnare due singoli che si uniscono all'occorrenza formando un unico gran lettone... lì a centro stanza. Forse è meglio romanticheggiare, e quindi neoclassico con tanti veli tutto intorno, e perchè no, un pò d'arte in camera da letto... quindi in ferro battuto con colori a secondo del gusto, oppure provenzale tutto in legno laccato decapè come vuole la tendenza oggi. Più largo, più lungo, magari tondo "stramorbidoso" con swarovsky... o no! Meglio col servoletto, evitando sforzi alla schiena e facilissimo da rifare. Appunto! Rifarlo, rivisitarlo, rileggerlo, con tutto quanto il comfort oggi può offrire, magari con un gran materasso che si "automodella" proprio a seconda delle forme quindi "anatomico"... perfetto! Come la schiena desidera. Quasi mi di...letto a disegnarvelo, stracomodo a volte "protagonista" della camera da letto con la possibilità di sostituire i tessuti a seconda delle stagioni 82

o dell'umore se vi pare. Alla "francese" intriga un po', una piazza e mezza. È più cosa nostra direi "Made in Italy"... tutto mirato al benessere con la possibilità di alzare un po' le gambe oppure un po' la schiena per guardare meglio la TV. Cuscini che adagiano le vertebre cervicali come indica il miglior manuale del benessere, anche con tanti "nottolini" sotto il tessuto stesso del cuscino per dare una sensazione di piacevole massaggio. Dettagli che non devono essere sottovalutati... anzi! Completano la qualità del riposo che poi è la qualità della vita stessa, visto che chi ben riposa meglio vive.

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Quindi! Tra tutti i regali natalizi, superflui e non, è certo che regalare e regalarsi benessere è un modo stupendo di amare e amarsi... e il Natale è "amare"... e voi amate?? ★



#FORMAZIONE

Vincenzo Califano direttore Polo “Campania in 3 B”

“Boccone Sicuro”

per mangiare in sicurezza Si chiama “Boccone Sicuro” ed è una campagna di informazione su un tema di grande attualità: la sicurezza alimentare intesa nella sua dimensione di pronto intervento in caso di emergenza. Di quale emergenza si tratta? Dell’occlusione accidentale delle vie respiratorie mentre si consuma un pasto, evento ad esito infausto, soprattutto nei bambini, se non si è in grado di intervenire tempestivamente nel soccorso per eliminare il corpo estraneo che, prevalentemente, è di origine alimentare. Nei bambini può anche trattarsi di un corpo estraneo, un giocattolo per esempio, introdotto accidentalmente o per curiosità in bocca e le cronache riferiscono con sempre maggiore frequenza episodi di morti causate da questi eventi. Per contrastare le morti accidentali per l’ingestione di un boccone che, come si suol dire, va di traverso l’Università della Cucina Mediterranea (UCMed) e il Gruppo Intervento Emergenze Cardiologiche (GIEC), col patrocinio dell’Asl Napoli 3 Sud, hanno realizzato una vera e propria campagna con uno spot video denominato appunto “Boccone Sicuro” e interpretato da un testimonial d’eccezione, lo chef stellato Gennaro Esposito del Ristorante “La Torre del Saracino” di Vico Equense. Con lui Franco De Angelis e gli attori della compagnia teatrale “San Giuseppe” di Sant’Agnello, tutti protagonisti del video-spot che ricrea la scena di un’emergenza 84

in ristorante e che viene felicemente risolta proprio grazie al tempestivo e corretto intervento da parte delle Chef Esposito. Il quale mostra le modalità con cui si porta soccorso a una persona adulta, che rischia di soffocare, praticando la “manovra di Heimlich” grazie alla quale viene meccanicamente espulso il boccone che ha ostruito le vie respiratore. Lo spot è stato presentato in anteprima assoluta a “Gustus”, la Fiera Professionale dell’Agroalimentare e dell’Enogastronomia d’eccellenza del Sud Italia svoltasi a Napoli dal 4 al 6 dicembre da Carla Riganti, dirigente medico dell’A.O. Federico II di Napoli e componente del Comitato Scientifico dell’UCMed. Prossimo appuntamento il 18 dicembre all’Istituto Alberghiero “De Gennaro” di Vico Equense

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con la partecipazione dello chef Gennaro Esposito, del Presidente del GIEC il prof. Maurizio Santomauro e dell’UCMed Sergio Corbino insieme agli ideatori del progetto, il Dr. Vincenzo Iaccarino, cardiologo presso l’Ospedale Civile “Santa Maria della Misericordia” di Sorrento e il Dr. Francesco Palagiano, farmacista, entrambi responsabili in seno al GIEC del programma “Boccone Sicuro”. A chi si rivolge lo spot? Innanzitutto agli operatori del settore della ristorazione, per cui si capisce la scelta di uno chef quale testimonial. In effetti si punta a “formare” gli addetti alla ristorazione pubblica che quotidianamente somministrano pasti ai consumatori nelle proprie strutture: alberghi, ristoranti, strutture ricettive extralberghiere, mense scolastiche,


etc… L’intento è quello di creare una vera e propria rete di “primo soccorso” nei luoghi dove è più probabile il verificarsi di tale tipo di emergenza per fronteggiare la quale, è evidente, non c’è il tempo di aspettare il 118 o di confidare nella presenza casuale di un medico o di chi sappia intervenire tempestivamente ed efficacemente sul malcapitato. Apprendere la tecnica di Heimlich, come dimostra Gennaro Esposito nel video, è semplice e metterla in pratica significa salvare una vita. Si tratta di un “pronto intervento”, il solo in grado di risolvere felicemente un episodio accidentale che può trasformarsi in tragedia. I promotori dell’iniziativa si rivolgono pertanto a tutti gli operatori del mondo della ristorazione per insegnar loro, attraverso la partecipazione a un breve corso di for-

mazione con relativa abilitazione, come si pratica correttamente la tecnica di Heimlich acquisendo gli elementi di base per effettuare un pronto intervento di cui può restare vittima una persona. La scelta di presentare la campagna nell’Istituto Alberghiero ha l’obiettivo di realizzare, di concerto con le Autorità Scolastiche, un progetto di informazione e di formazione su questo tema rivolto agli studenti e quindi ai futuri addetti del settore ristorazione con l’intento di sensibilizzare i giovani su questioni che rappresentano un corollario importante per una professione al centro di costanti performance dirette a valorizzarne non solo le abilità tecniche nella preparazione dei piatti, ma anche l’approccio complessivo al tema dell’alimentazione, della qualità e delle relazioni che la

buona tavola è in grado di generare anche sul piano sociale oltre che squisitamente gastronomico. Insomma operatori di cucina e di sala che siano in possesso anche di questi requisiti e che diventano dei veri e propri “angeli custodi” della nostra alimentazione. Dopo “Gustus” lo spot “Boccone Sicuro” sarà presentato alla “Expo 2015” nell’ambito del padiglione “Campania” a conferma dell’originalità di un’iniziativa che insieme a tante altre accende i riflettori su un altro aspetto della “sicurezza alimentare” e che va oltre i discorsi della qualità e della salubrità dei prodotti che ogni giorno consumiamo a casa o nei luoghi pubblici. Per info e contatti: Dr. Vincenzo Iaccarino vinceiaccarino@libero.it Cell. 328 0558996 ★


#ASSICURAZIONI

Giada Ammirati 081.8071955

Agenzia Assicurativa Ammirati

Polizze infortuni Oggi il mercato assicurativo italiano, offre una vasta gamma di prodotti assicurativi, in grado di soddisfare pressoché tutte le esigenze che si possono manifestare nella vita quotidiana. Uno dei prodotti fondamentali per contrastare i piccoli, a volte grandi eventi della vita è rappresentato dalla POLIZZA INFORTUNI. Anche di quest’ultima ne esistono varie tipologie,in grado di accontentare tutte le necessità, e non da meno adeguarsi; a tutte le tasche. L’Infortunio è per definizione un evento dovuto a causa fortuita, violenta ed esterna che produce lesioni fisiche obiettivamente contestabili che hanno come conseguenza la morte, un'invalidità permanente o un inabilità temporanea. Nello specifico si intende causa fortuita un evento non prevedibile o inevitabile; non è considerato infortunio ad es. quello che subiamo a seguito della partecipazione ad una gara automobilistica, violenta ossia immediata; concentrata nel tempo, caratteristica fondamentale per distinguere gli infortuni dalle malattie che si manifestano in tempi più lunghi, ed esterna, quindi non interna al nostro organismo motivo per il quale l’infarto non è considerato infortunio, nonostante violento e imprevedibile ha origine dal nostro corpo. Nella polizza normalmente sono considerati infortuni anche l’asfissia, le lesioni determinate da sforzi, gli avvelenamenti, i colpi di sole o di calore, l’annegamento o infortuni subiti in seguito ad atti di terrorismo. Precisiamo che L’infortunio deve provocare lesioni fisiche e quindi non psicologiche e obiettivamente contestabili ossia risultanti da certificazione medica. Tali lesioni devono avere come conseguenza la morte, un’ invalidità permanente che può essere totale o parziale; e che rappresenta la perdita definitiva della capacita di svolgere un dato lavoro, invece per quanto riguarda l’inabilità temporanea ci proteggiamo ci pro dall’eventualità che un incidente ci costringa a stare lontani dal lavoro o dalla nostra attività per un periodo di tempo determinato.

A chi puo’ essere utile? Chi puo’ stipulare una polizza infortuni?

Ad una prima valutazione può sembrare una copertura che interessi solo le persone stabilmente occupate, e soprattutto a chi svolge un lavoro autonomo; ma la sua utilità non può essere messa in discussione, nemmeno da chi svolge un lavoro subordinato e che dunque è già tutelato dall’Assicurazione obbligatoria 86

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INAIL per gli infortuni sul lavoro. Oltretutto vi sono diverse categorie di soggetti che potrebbero subire un grave danno patrimoniale a seguito di un infortunio. Pensiamo ad es. ad uno studente che dopo diversi anni di studio e di investimenti per la propria formazione, potrebbe subire un danno consistente sebbene futuro. Oppure alla casalinga che pur non producendo reddito, avrebbe un danno patrimoniale per se e per la sua famiglia. Esistono però anche soggetti non assicurabili; ossia coloro che sono affetti da particolari malattie come L’Aids, la tossicodipendenza, l’alcolismo o la depressione. Se tali malattie si presentassero anche successivamente al momento della stipula, diverrebbero causa di cessazione del contratto. L’età dell’assicurato rappresenta un altro limite e normalmente non è più possibile stipulare una Polizza Infortuni dopo i 75 anni d’età.

Curiosità e consigli

Ogni anno tra le mura domestiche avvengono più di 4 milioni di incidenti. L’incidente domestico è soprattutto femminile 79% contro il 21% degli uomini. Le vittime preferite sono le donne anziane e le donne in carriera, poco pratiche all’ingegno casalingo. Il pericolo si trova soprattutto nei piccoli elettrodomestici. Gli errori più comuni sono commessi specialmente nell’uso di ferri da stiro, frullatori phon, forni a microonde e spazzolini elettrici. Le distrazioni più frequenti sono asciugarsi i capelli con i piedi bagnati, mettere l’acqua nel ferro da stiro a vapore senza staccare la spina o tenere sul bordo del lavabo gli spazzolini elettrici. Per non parlare delle fughe di gas; una donna su quattro non sa che cosa è una valvola di sicurezza. La cucina rimane il luogo più pericoloso della casa, seguita dal terrazzo e il giardino, poi abbiamo il bagno e per ultimi camera e soggiorno. Riassumendo i vantaggi di stipulare una polizza infortuni sono molteplici; vale la pena ricordare: la detraibilità (secondo la normativa vigente), il rimborso delle spese mediche, la diaria giornaliera, l’indennità da ricovero e la copertura 24 ore su 24. C’è da dire che dato il rischio i costi sono abbastanza contenuti, e oggi molte compagnie permettono la rateizzazione delle polizze stesse anche in rate mensili. In ogni caso la polizza Infortuni dovrebbe rientrare tra le priorità del proprio management anche e soprattutto per non gravare eccessivamente sui propri cari. ★



#LIBRI

Angela Cacace

libreriatasso@gmail.com

I consigli del Libraio Tony Laudadio

Come un chiodo nel muro Una settimana. Questa è la durata della strana storia di una maturo avvocato penalista. Tony Laudadio fa la sua incursione nei territori del giallo, con la sicurezza del narratore di classe e un'insolita attenzione ai movimenti interiori dei personaggi.

Maurizio de Giovanni

Gelo

Nella città schiaffeggiata dal vento di tramontana, dove ogni calore e ogni legame sembrano perduti,l'omicidio feroce di due ragazzi, fratello e sorella, mette i Bastardi di Pizzofalcone contro tutti. E li costringe ad affrontare il gelo peggiore, quello del cuore. fanciullo.

Joanne Huist Smith

Il Tredicesimo Dono Nei momenti più difficili la vita trova sempre una nuova occasione per sorprenderci! Una storia vera che ha commosso il mondo.

Alberto Angela

I tre giorni di Pompei Alberto Angela racconta, come nessuno aveva fatto mai, la fine tragica di una città meravigliosa svelando molte verità sorprendenti, una su tutte: da Pompei non si vedeva alcun vulcano... 88

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Annamaria Amoroso

Il verdetto delle sirene Una favola dedicata a tutti i bambini e a tutte le bambine e gli adulti che conservano il cuore fanciullo.



#WEB

Antonella Raffone

antonella.raffone@justweb.it

Sales & Accounting @ Justwebsrl

Anche Babbo Natale è social

al prezzo e vuole trovare offerte per motivare l’acquisto sia sulle pagine di Facebook sia sul sito web istituzionale, che gioca sempre un ruolo importantissimo per sostenere il cliente in maniera positiva nel processo decisionale. Questo Natale saremo ampiamente influenzati dai social media per i nostri acquisti. Ce lo dicono ricerche incrociate effettuate analizzando le tendenze del web negli ultimi 12 mesi. Il dato che spicca maggiormente, è che il 30% dei consumatori ha dichiarato di aver effettuato almeno un acquisto guidato dal coinvolgimento sui social, nell’ultimo anno. Secondo gli studi, inoltre: ★ il 59% dei consumatori sarebbe molto predisposto a usare gli sconti e i coupon che le aziende offrono in esclusiva sul web; ★ il 58% aderirebbe volentieri a raccolte punti e programmi fedeltà; ★ il 56% è attratto dalle offerte del giorno che vengono proposte attraverso i social media, mentre il 52% da prodotti 90

offerti in vendite “esclusive”. Passando al mobile, i dati mostrano che 1 consumatore su 3 farà più del 50% degli acquisti tramite dispositivi mobile. Gli acquirenti sono sempre più aperti agli acquisti tramite telefonia mobile (smartphone, tablet) e, contemporaneamente, l’esperienza sui social media risulta sempre più influente sulle scelte d’acquisto. Gli utenti dei social network durante le feste natalizie sono interessati a: ★ cercare consigli sui prodotti ★ scoprire idee regalo ★ mettere il proprio like a negozi e marchi ★ condividere i loro acquisti di Natale attraverso i tag Inoltre, la maggior parte dei consumatori rimane molto sensibile

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Infine, i consumatori si dicono sempre più interessati alla ricezione di e-mail pubblicitarie, personalizzate secondo i loro interessi. Ecco che, sebbene costituisca un’attività impegnativa, la profilazione dei contatti durante le festività, può portare alle aziende delle ottime soddisfazioni in termini di profitto. I dati raccolti indicano con certezza che milioni di consumatori saranno attivamente impegnati su internet per il loro shopping natalizio e saranno influenzati in maniera considerevole dai social network: ecco perché diventa fondamentale gestirli con ordine integrandoli con il proprio sito web. Ci vediamo nel 2015 per conoscere le ultime news dal web! ★



#FOODCROSSING

Anna Maione

http://bit.ly/QWy93W

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

IL GUSTO DEI RICORDI A fa ‘e struffoli è nu sfizio. Cumminciamm dall’inizio: faje na pasta sopraffina, e po’ tagliala a palline, cu na bona nfarinata. Dopp’a frje. Già t’e stancate? Chest è a parte chiù importante! Mò ce vo’: miele abbondante e na granda cucuzzata (a cocozza nzuccherata). N’è fernuto ancora, aspiette! S’anna mettere ‘e cunfiette: aggrazziate, piccerille, culurate: ‘e diavulille… Ma qua nfierno, è Paraviso! Iamme, falle nu’ surriso! Comme dice? “Mamma mia, stanne troppi ccalurie so’ pesante, fanno male?” Si va buò,ma è Natale!

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Succede spesso che il cibo superi il suo senso più stretto di alimento per diventare altro. Si parla allora di Comfort Food: un boccone carico di emozioni e di ricordi, in grado di ricondurci ad una persona, ad un luogo o ad un tempo felice. Profumi e sapori che diventano i veicoli di un viaggio indietro nel tempo, spesso verso la propria infanzia. Ecco, il mio Comfort Food di Natale sono gli struffoli. Ogni anno la mia casa si inebria dei profumi di miele fuso e frutta candita ed io torno bambina. Rivedo mia nonna, le sue mani morbide e lisce che lavorano con cura l’impasto per poi arrotolarlo e tagliarlo a tocchetti (non troppo piccoli e non troppo grandi!) Da allora fare gli struffoli, ancor più che mangiarli, è tradizione.

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Un rito senza il quale non sarebbe Natale. E questo vale per la maggior parte delle famiglie napoletane. Nonostante ciò bisogna dire che gli struffoli non sono nati a Napoli. Pare che nel Golfo di Napoli ce li abbiano portati i Greci al tempo di Partenope. Ed è proprio dal greco che secondo molti deriverebbe anche il nome struffoli, più precisamente dalla parola strongoulos, ovvero “dalla forma arrotondata”. Altre teorie sostengono che la parola struffolo, derivi da strofinare, il gesto che compie chi lavora la pasta per arrotolarla a cilindro. Altri ancora, pensano che lo struffolo si chiami così perché strofina il palato, ovvero lo solletica con il suo dolce sapore. La loro diffusione avvenne in epoca moderna grazie ai conventi napoletani, dove le suore li pre-


Imma Gargiulo Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di "Conserve di Casa" su Alice TV

GLI STRUFFOLI INGREDIENTI PER 4 PERSONE ★ 200 gr farina ★ 4 cucchiai zucchero bianco ★ 1 cucchiaio rum ★ 1 pizzico di sale ★ Codette, confettini e diavoletti ★ Olio d’arachide

★ 2 uova ★ 25 gr burro ★ Scorza di limone ★ 300 gr di miele millefiori ★ 2 rametti di rosmarino ★ Mandarini

PROCEDIMENTO

© FOTO DI ANNA MAIONE

paravano per offrirli come dono natalizio alle famiglie nobili che si erano distinte per atti di carità. Nell’Italia meridionale ne esistono oggi diverse versioni, tutte più o meno simili alla ricetta originale ma con nomi diversi: in Calabria “cicirata” o “turdiddi”, in Umbria ed Abruzzo “cicerchiata” ed a Palermo “strufoli” ★

ISetacciare la farina con lo zucchero, il sale e la scorza di limone. Formare una fontana e impastare con le uova leggermente battute e il burro morbido. Aggiungere il rum. Lasciare riposare l’impasto per una trentina di minuti. Trascorso questo tempo riprendere l’impasto, dividerlo in piccoli pezzi e stendere ciascuno a forma di rotolino di mezzo cm di diametro. Tagliare poi ogni cordoncino in tanti pezzetti di mezzo cm. Se l’impasto dovesse risultare un po’ appiccicoso basterà spruzzare un po’ di farina sulla spianatoia e intingere il coltello nella farina. Una volta tagliati tutti i pezzetti riempire per ¾ una pentola media dai bordi alti e portare a temperatura l’olio d’arachide. Per verificare che sia a temperatura giusta intingere un pallino, se risalirà in pochi secondi l’olio è pronto. Tenere a portata di mano un vassoio con carta assorbente per scolare gli struffoli, una schiumarola a ragno, una schiumarola a fori stretti per schiumare man mano che la farina si depositerà nella pentola. Cuocere pochi pezzetti per volta, i tempi sono molto rapidi. Gli struffoli sono cotti nel momento in cui iniziano a diventare dorati. Terminata l’operazione di frittura si procede con la preparazione del condimento. Sbucciare i mandarini cercando di ottenere delle bucce regolari. Eliminare la mollica bianca dalle bucce e tagliarle a listarelle sottili. Lavare i rametti di rosmarino ed asciugarli. In un tegame dai bordi alti mettere il miele e 4 cucchiai di zucchero. Accendere la fiamma e portare ad ebollizione. Non appena iniziano a formarsi le prime bollicine aggiungere le bucce di mandarino e i rametti di rosmarino. Lasciarlo andare per qualche minuto. Spegnere e intingere gli struffoli nel condimento facendo in modo che tutti vengano ricoperti completamente e si impregnino di miele. Versate gli struffoli in un piatto da portata o, se preferite, in una tazzina, in un piattino o altro e cospargeteli di codette, confettini, diavoletti o canditi a piacere. La forma tradizionale per gli struffoli è quella a ciambella. Al centro viene solitamente posto un mandarino o frutta candita. Buon Comfort Food..e BUON NATALE!

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