Timeless SS/2018

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SS 2018



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7 SOUTH-EASTERN SICILY:

The cradle of Sicilian Baroque, where art, craftsmanship and fine dining come together in the perfect union: the union of timeless elegance.

15 SPRING SUMMER 2018. STYLE FRAMES.

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«Ho sempre pensato che l’abilità di un vero artigiano risieda nella sua capacità unica di saper creare qualcosa partendo da quello che sa e ha imparato a fare con le mani. Ma un vero artigiano, con la A maiuscola, è un uomo che sa anche immaginare e dare vita a nuove forme. E in questo fa molto più l’uomo che l’artigiano, sono cruciali la passione che ha per il suo lavoro, la voglia di sperimentare e il coraggio di osare. Quando qualcuno mi chiede di mio padre, Vincenzo, lo fa sempre in merito alla sua abilità unica di sarto. È comprensibile, certo, essendo riconosciuto da tutti per aver scritto con la prima, ormai celebre, giacca destrutturata di sempre, un capitolo molto importante della storia della sartoria partenopea e internazionale. Eppure, mi piace ricordarlo come un uomo che sapeva ascoltare le persone, che amava ascoltare le necessità dei suoi clienti per trovare ad esse delle soluzioni. È proprio così che è nata quella famosa giacca: per rispondere alle esigenze di comfort che le più rigide e pesanti giacche inglesi non riuscivano a soddisfare in una città dal clima completamente diverso da quello londinese».

Cesare Attolini

«I’ve always thought that the skill of a true craftsman lies in their unique ability to create something starting from what they know and have learned to do with their hands. But a true craftsman, with a capital ‘C’, is someone who can also imagine and create new forms. And here it is the person that counts far more than the craftsman: their passion for their work, their desire to experiment and their courage to dare, all of these are crucial. When someone asks me about my father, Vincenzo, they always do so because of his unique skills as a tailor. That’s understandable, of course, since he’s recognised by everyone as having written an important chapter in the history of Neapolitan and international tailoring, with the first ever, now famous, unstructured jacket. But I like to remember him as someone who knew how to listen to people, who loved to listen to his customers’ needs in order to find solutions for them. And that’s how his famous jacket came about: to meet the comfort needs that the heavier, more rigid English jackets could not satisfy in a city with a completely different climate from the London one».

Cesare Attolini

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«La nostra storia passata e quella che scriviamo ogni giorno è dunque una storia di autentica eccellenza sartoriale. Ciò che anima il nostro fare quotidiano e quello dei nostri sarti è la volontà di dare corpo ogni giorno a capi che siano unici, ciascuno realmente fatto a mano, eppur tutti accumunati dalla tensione al perfezionismo e da un’idea di eleganza senza tempo. Nostro nonno e nostro padre hanno scritto in prima persona capitoli importanti della storia della scuola sartoriale partenopea e italiana. Sappiamo, noi rappresentanti della terza generazione di famiglia, di custodire un patrimonio unico di saper fare, un vero e proprio patrimonio da custodire gelosamente e attualizzare con sapienza. È per questo motivo che chi sceglie un nostro manufatto non semplicemente apprezza la sua estetica ma anche se non soprattutto l’etica del lavoro manuale, personalizzato, che ne sostanzia il suo valore. Siamo e vorremo essere sempre una roccaforte, un baluardo a difesa dell’autenticità artigianale, contro la standardizzazione e la serializzazione. Senza compromessi, senza scorciatoie, animati esclusivamente dall’orgoglio di vedere ogni giorno prender forma nella nostra sartoria a capi che hanno un’anima». Massimiliano Attolini

«So our past history and the history we are writing every day is a story of authentic tailoring excellence. What inspires our everyday work and that of our tailors is the desire to give shape each day to garments that are unique, each one genuinely hand-made, yet all united in a striving for perfection and an idea of timeless elegance. Our father and grandfather contributed important chapters at first-hand to the history of the Neapolitan and Italian school of tailoring. As third generation members of the family, we know that we are cherishing a unique heritage of expertise, a true heritage to be jealously preserved and skilfully given relevance in today’s world. That’s why those who choose our products do so not simply because they appreciate the aesthetics, but also, and perhaps especially, because they appreciate the personalized, manual work ethic that gives it its true value. We are and always want to be a stronghold, a bastion of defence for authentic craftsmanship against standardization and mass production. Without compromises, without shortcuts, driven only by the pride of seeing our tailoring take shape every day in garments that have a soul». Massimiliano Attolini

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«È lungo il solco di questa visione che ancora una volta abbiamo voluto contornarci di altrettanti partner eccellenti del saper fare e della creatività made in Italy per dare corpo al racconto della nostra idea d’eleganza per la prossima stagione Primavera-Estate. Un approccio narrativo carico si di suggestioni e ispirazioni ma anche di contenuti rilevanti, che non mette al suo centro una didascalica esposizione di abiti bensì un percorso lungo storia, cultura, arte, architettura, folklore. E, dopo il racconto della collezione Primavera-Estate 2017, realizzato lungo le sinuose curve della Costiera Amalfitana grazie alla collaborazione con il grande Maestro dell’alta cucina italiana Alfonso Iaccarino, eccoci giungere nel cuore di una regione patrimonio dell’Unesco, patria indiscussa e celebrata del celeberrimo Barocco Siciliano, tra la bellezza senza tempo di gioielli quali Siracusa, Noto, Modica, Ragusa Ibla e Caltagirone. Alla scoperta di luoghi indimenticabili e di piccoli, grandi, unici Maestri Artigiani. Capaci di essere espressione autentica del miglior saper fare italiano. Buona lettura». Giuseppe Attolini

«This vision carves out a long path, and once again we wanted to surround ourselves on our journey with partners who also excel in fine Italian expertise and creativity, to give our idea of elegance a shape for the next Spring-Summer season. We are taking a narrative approach, full of ideas and inspirations but also with important content: it’s an approach that doesn’t focus so much on the formal display of clothes as on a journey through history, culture, art, architecture and folklore. And after the story of our Spring-Summer 2017 collection that followed the sinuous curves of the Amalfi coast, with the collaboration of that master of fine Italian cuisine, Alfonso Iaccarino, we’re now going into the heart of a UNESCO heritage region, the renowned and undisputed home to the world-famous Sicilian Baroque, amid the timeless beauty of jewels such as Syracuse, Noto, Modica, Ragusa Ibla and Caltagirone. To explore unforgettable places and the world of big, small, and always unique master craftsmen: a fitting and authentic expression of the best Italian expertise. We hope you enjoy it». Giuseppe Attolini

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SOUTH-EASTERN SICILY:

The cradle of Sicilian Baroque, where art, craftsmanship and fine dining come together in the perfect union: the union of timeless elegance.


Ceramiche Alessi Caltagirone

Antica Dolceria Bonajuto-Modica

Giacomo Alessi.

Pierpaolo Ruta.

Alessi Ceramiche nasce dal genio creativo di Giacomo Alessi, un Maestro artigiano ma soprattutto un genio creativo vero e proprio che ha saputo riscrivere con un approccio artistico le regole estetiche della tradizione della ceramica di Caltagirone. Qual’è la vostra storia e la vostra filosofia?

Alessi Ceramiche is the fruit of Giacomo Alessi’s creative genius: he is a master craftsman but above all a true creative genius who has succeeded in re-writing the aesthetic rules of the Caltagirone ceramic tradition with an artistic approach. What is your history and your philosophy?

Dal 1880, la storia di Bonajuto è la storia della più antica fabbrica di cioccolato in Sicilia ed è anche, se non soprattutto, la storia di un saper fare unico, quello della Cioccolata di Modica, celebre in tutto il Mondo per l’unicità della sua lavorazione. Quali sono i valori che ieri come oggi guidano il vostro operato?

The history of Bonajuto dates back to 1880 and is the history of the oldest chocolate makers in Sicily, and, perhaps above all, the history of a special expertise, that of Modica Chocolate, famous around the world for the unique process used to make it. What are the values that guide your work today as in the past?

Giacomo Alessi: “Non ho studiato per diventare quello che sono ora. Ho sempre seguito il mio talento nel reinterpretare a modo mio l’arte della Ceramica. Ho iniziato ad approcciarmi al mondo dell’artigianato sin da ragazzo, quando ho dovuto fare di necessità virtù. Apprendere un mestiere, creando uno stile tutto mio era all’inizio degli anni ’80, prima di tutto, una necessità, per rispondere a quelle che erano le esigenze del mercato del lavoro. La mia opera si arricchisce del patrimonio culturale Arabo, Normanno, Aragonese ma soprattutto di quello del Regno delle due Sicilie. Il soffitto della chiesa di San Donato è stato per me grande fonte di ispirazione. Perché come sottolineava Carlo Levi nel suo romanzo Dentro al mezzogiorno d’italia rappresentava la Cappella Sistina della Ceramica. Allo stesso tempo ho sempre guardato a culture lontane, quella Cinese con i suoi 10.000 anni di patrimonio artistico e culturale. Il mio intento è sempre stato quello di parafrasare il messaggio aulico contenuto nelle opere a cui mi mi sono sempre ispirato per renderlo comprensibile al mio pubblico. Il mio è un artigianato umile, le mie opere vogliono essere prima di tutto utili e legate al tempo in cui sono realizzate. Amo pensare che le mie creazioni possano essere paragonate a dei grandi racconti, “U’ Cunto” in dialetto. Esattamente come quei racconti che si ascoltavano di fronte al focolare di casa. Il racconto persiste nella mia opera dove si ritrovano i versi di Ludovico Ariosto che raccontava le teste antropomorfe, quelli di Leonardo Sciascia pregni di Sicilia e quelli di Mimmo Cuticchio con la sua “L’opera dei pupi”.

Giacomo Alessi: “I didn’t become what I am now through studying. I’ve always followed my talent in reinterpreting the art of ceramics in my own way. I started to become interested in the world of craftsmanship when I was still a boy, making a virtue out of necessity. Learning a trade, creating a style that was all my own was a necessity more than anything else, back then in the early Eighties, in order to meet the needs of the labour market of the time. My work is enriched by the Arab, Norman and Aragonese cultural heritage, but above all by that of the Kingdom of the Two Sicilies. The roof of the church of San Donato was a great source of inspiration for me because, as Carlo Levi points out in his writings about the South of Italy, it was “the Sistine chapel of ceramics”. At the same time, I’ve always looked to distant cultures, to Chinese culture with its 10,000 years of artistic and cultural heritage. My intention has always been to paraphrase the lofty message contained in the works I’ve always been inspired by, in order to make it comprehensible to my public. Mine is a humble craft; my works are intended above all to be useful and to be linked to the time in which they are made. I like to think that my creations can be compared to the great Sicilian tradition of story-telling, “U’ Cunto” in dialect. Just like the stories people used to listen to at home in front of the fire. Stories persist in my work, where you can find poetry by Ludovico Ariosto about anthropomorphic heads, as well as Leonardo Sciascia’s stories imbued with Sicily, and Mimmo Cuticchio’s ‘Puppet theatre’ story-telling.”

Pierpaolo Ruta, rappresentante della sesta generazione della famiglia Bonajuto: “Abbiamo fatto di un paradosso una filosofia di lavoro, guardiamo avanti ma lo facciamo volgendo sempre uno sguardo al passato. L’intento è quello di non smettere mai di innovare ed allo stesso tempo preservare il nostro patrimonio di conoscenza costituito da sei generazioni di cioccolatieri che si sono succedute nel tempo. Fare della memoria impresa, insomma, avendo cura ad ogni assaggio di trasmettere anche le nostre emozioni.”

Pierpaolo Ruta, a representative of the sixth generation of the Bonajuto family: “We’ve turned a paradox into a work philosophy: we look forward, but always with a glance back at the past. The intention is never to stop innovating, and at the same time to preserve our heritage of knowledge built up through six generations of chocolatiers that have followed each another over time. In other words, to make a business out of memory, taking care to transmit our emotions with each mouthful.”


Rosso Cinabro - Bottega d’Arte Siciliana

Locanda Don Serafino

Biagio Castilletti e Damiano Rotella

Chef Luca Candiano, due stelle Michelin.

Rosso Cinabro è la storia di due Maestri artigiani, Biagio Castilletti e Damiano Rotella, che con tutto il loro raro sapere e saper fare perpetuano con grande passione l’arte del tradizionale Carretto Siciliano. Quali sono le vostre radici, la vostra storia, e le vostre ali, i vostri progetti futuri?

Rosso Cinabro is the story of two great craftsmen, Biagio Castilletti and Damiano Rotella, who carry on the art of the traditional Sicilian Carretto, or cart, using all their rare knowledge and expertise. What are your roots, your history and your wings, your future plans?

Biagio Castilletti: “Abbiamo frequentato entrambi, da ragazzi ma in tempi diversi, la putia dello stesso mastro pittore, Domenico Di Mauro. Fare il garzone presso la bottega di un artigiano è l’unico modo per apprendere un mestiere così legato ad un saper fare specifico, in via di estinzione. Difficilmente un giovane, al giorno d’oggi, accetterebbe di sacrificare anni in apprendistato ma noi eravamo spinti dalla passione, i sacrifici non ci spaventavano. Entrambi, dopo alcuni anni come garzoni, abbiamo aperto la propria bottega, diventando a nostra volta mastri di bottega. A differenza di quelli d’altri tempi, però, non abbiamo mai provato gelosia verso la concorrenza, anzi, ci cercavamo per confrontarci e aiutarci l’un l’altro.”

Biagio Castilletti: “We both spent time as youngsters, though at different times, in the workshop of the same master painter, Domenico Di Mauro. Working as an errand boy in a craftsman’s workshop is the only way to learn a trade that is so closely linked to a specific set of skills and is fast becoming extinct. It’s unlikely that a lad nowadays would be willing to sacrifice years in an apprenticeship, but we were driven by passion and we weren’t afraid of making sacrifices. After several years as errand boys, we both opened our own shops and became, in our turn, workshop masters. Unlike people from other times, though, we never felt any jealousy towards the competitors: on the contrary, we sought out each other’s work to compare ourselves and help one another.”

Damiano Rotella: “Un giorno ci fu commissionato un lavoro grosso molto importante che decidemmo di fare insieme. Unimmo le forze e accettammo la commissione, pieni di buona volontà. Fu un carretto che richiese un anno di lavoro ma fu la nostra fortuna. La sua qualità parlava per noi, era il nostro biglietto da visita. Le commissioni si moltiplicarono e decidemmo di unire le nostre botteghe sotto un unico nome. Ora il nostro scopo è preservare l’arte siciliana, diffonderla più possibile, insegnarla a chiunque sia interessato, affinché quello che sembrava un mestiere in via di estinzione possa trovare nuova linfa vitale.”

Damiano Rotella: “One day someone commissioned us to do a big, very important job that we decided to do together. We joined forces and accepted the commission, very willingly. It was a cart that required a year’s work but it made our fortune. The quality of the cart spoke for us: it was our visiting card. Our commissions multiplied and we decided to join our workshops together under a single name. Now our aim is to preserve this Sicilian art, extending its reach as far as possible, teaching it to anyone who’s interested, so that what seemed like a trade on the way out can find new lifeblood.”

Due Stelle Michelin sono un riconoscimento d’eccellenza, di alta creatività, di tradizioni gastronomiche riscritte con magistrale audacia. Qual’è la sua filosofia di cucina e quali sono i prossimi traguardi a cui ambisce?

Two Michelin stars are a recognition of excellence and high creativity, of gastronomic traditions re-written with masterful daring. What is your cooking philosophy and what are the next objectives you have in your sights?

Vincenzo Candiano, Chef: “La mia cucina si nutre dei sapori e dei ricordi della tradizione siciliana, in particolare di quella Iblea. Un viaggio sensoriale tra quello che eravamo e quello che siamo oggigiorno, per permettere al commensale di entrare in un’atmosfera intima, impiegando esclusivamente materie prime del territorio. Elaboro piatti regionali per gusto e contemporanei per estetica e concettualità, ponendo la tecnica al servizio del palato. L’ospite deve godere appieno l’esperienza sensoriale siciliana in maniera personale, avvalendomi delle mie ricette, raccontando il mio territorio, la mia vita di ieri e di oggi, la storia sociale dell’isola e le influenze che il territorio ha assorbito nel tempo, rievocando sapori e profumi in veste molto personale e attuale. L’ambizione non manca. La voglia di migliorare sempre più e trasmetterne l’energia al team sono le sfide più ardue da superare per ottenere una proposta gastronomica di riferimento per chi vuole assaporare e gustare un’ottima cucina, dalle mille e più, tonalità…”.

Vincenzo Candiano, Chef: “My cuisine is nourished by the flavours and memories of Sicilian tradition, particularly the Ibla tradition. It’s a sensory journey from what we used to be to what we are today, allowing diners to enter an intimate atmosphere, and using raw ingredients exclusively from this area. I develop dishes that are regional in flavour and contemporary in their aesthetics and concept, putting technology to the service of the palate. The guests should enjoy the sensory Sicilian experience to the full, in a personal way: I make use of my recipes, describing my territory, my life of yesterday and today, the social history of the island and the influences that the territory has absorbed over time, evoking flavours and aromas in a very personal, real way. There’s no shortage of ambition. The desire to continually improve and to transmit this energy to the team are the toughest challenges to overcome in order to offer a landmark gastronomic experience to anyone wishing to taste and savour an excellent cuisine, with a thousand and one nuances.”


SPRING SUMMER 2018

Style Frames


Frammenti. Ispirazioni. Memorie di giorni trascorsi in una regione unica al mondo per le sue bellezze naturalistiche, per il suo patrimonio architettonico e artistico, per le sue tradizioni millenarie: la Sicilia sud orientale.

Fragments. Sources of inspiration. Memories of days spent in a region that’s unique, for its natural beauty, for its architectural and artistic heritage, for its age old traditions: South Eastern Sicily.

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Tutto ebbe inizio in un pomeriggio d’inverno, inaspettatamente. Estrassi dalla mia libreria una meravigliosa pubblicazione fotografica, regalatami anni addietro, su cui non mi ero mai soffermato attentamente, che magnificava, a ragione neanche a dirlo, il Barocco Siciliano. Non semplicemente l’espressione del Barocco in Sicilia bensì una particolare, unica al mondo, declinazione di questo stile, caratterizzata da un acceso decorativismo, un singolare senso scenografico e cromatico, le cui espressioni più vivide e entusiasmanti si possono ammirare tra Siracusa e la Val di Noto, presso i borghi di Noto, Modica, Scicli e Ragusa Ibla. It all began one winter afternoon, unexpectedly.

Fu una folgorazione. Ad ogni pagina, una nuova istantanea di bellezza assoluta seguita dal rimproverare a me stesso di non esser mai stato in quei luoghi tanto eccezionali e, allo stesso tempo, così poco celebrati rispetto ad altre iconiche destinazioni della Bella Italia.

I took from my bookshelf a wonderful photographic publication, gifted to me some years ago, which I had never examined closely, that magnified, necessarily so, the Sicilian Baroque. Not merely the expression of Baroque in Sicily, but a particular, unique, declination of this style, characterised by a vibrant decorativism, a singular scenographic and chromatic sense, expressed most vividly and excitingly in Syracuse and the Noto Valley, in the hamlets of Noto, Modica, Scicli and Ragusa Ibla. It was a revelation. On every page, a new snapshot of absolute beauty followed by self-reproach, for never having visited these exceptional places, at the same time so little celebrated compared to other iconic Bella Italia destinations.

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La mia bramosia di conoscenza e bellezza nei giorni successivi non mi dette tregua! Andai alla ricerca di altre letture su quella regione e scoprii che c’erano molti altri motivi per visitarla: le sue bellezze naturali, paesaggistiche, molte espressioni eccellenti d’alto artigianato e straordinarie tradizioni culinarie. Lettura dopo lettura, l’immaginazione mi guidava nel creare il mio itinerario ideale. Non restava che partire! E così fu, dopo poco più di tre mesi. Con l’arrivo della tarda primavera, in una domenica accarezzata dai già caldi raggi del sole, giungevo a Siracusa, nel segno non solo di una vacanza che si preannunciava lunga e avvincente ma anche di idee e occasioni per investire nella bellezza infinita di quei luoghi.

Over the following days, my thirst for knowledge and beauty was unquenchable! I looked for other texts on this region, and I discovered that there were many other reasons to visit it: its beautiful nature, landscape, extensive and wonderful artisan production and extraordinary culinary traditions.

Dall’elegante albergo che mi ospitava nel centro di Ortigia, una vera e propria isola, cuore più antico della città, partivo ogni giorno alla scoperta dei suoi meravigliosi monumenti, delle sue sontuose piazze e del mare stupendo del Plemmirio e di Fontane Bianche.

Text after text, my imagination guided me in creating my ideal itinerary. All I had to do was go! And so I did, a little over three months later. I arrived in late spring, on a Sunday caressed by the sun’s warm rays, I travelled to Syracuse, not just for a holiday, which promised to be long and compelling but also in search of ideas and opportunities to invest in the infinite beauty of this place. From the elegant hotel which welcomed me to the centre of Ortigia, a true island, the city’s most ancient heart, from which I set off each day to discover wonderful monuments, sumptuous squares and the spectacular sea of Plemmirio and Fontane Bianche.

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Non potevo perdermi quell’occasione. Conoscere di persona un grande Maestro artigiano, un vero artista della ceramica, inserito nel libro dei Tesori Umani Viventi previsto dall’Unesco. Un autentico patrimonio italiano di sapere e saper fare. Fu così che lasciai repentinamente Siracusa per raggiungere Caltagirone, in poco più di un’ora e mezza, attraversando la rigogliosa Val di Catania. Dopo pochi giorni Giacomo Alessi sarebbe partito per una mostra internazionale e io desideravo a tutti costi conoscerlo, poter scoprire la sua arte, osservarlo al lavoro nel suo laboratorio, ammirare la sua ricchissima esposizione permanente.

I couldn’t miss this opportunity. To personally meet a great Master Artisan, a true ceramic artist, a Living Human Treasure, according to Unesco.

La sua ricerca è stato un viaggio introspettivo, una profonda riflessione sulla storia della Sicilia, reinterpretando la tradizione, il mito, le forme ed i disegni antichi. La ceramica, la tradizionale scuola di Caltagirone, con lui ha abbandonato gli usi e le forme consuete, per trasformarsi in opera d’arte.

Genuine Italian heritage, knowledge and know-how. So it was that I suddenly left Syracuse for Caltagirone, a little over 1.5 hours away, through the lush green Catania Valley. A few days later, Giacomo Alessi was to leave for an international exhibition and I wanted so very much to meet him, to discover his art, to see him at work in his workshop, admire his rich permanent exhibition. His research was an introspective journey, a profound reflection on the history of Sicily, reinterpreting its tradition, its legends, ancient forms and designs. Ceramic, the traditional school in Caltagirone, its usual uses and forms abandoned, transformed into a work of art.

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Ma non fu solo l’arte di Giacomo Alessi a farmi innamorare di Caltagirone. Il suo centro storico, patrimonio Unesco, così come le campagne circostanti mi conquistarono sin da subito. L’autenticità di questi luoghi non può lasciare indifferenti. Ovunque olivi secolari, maestosi fichi d’india, orizzonti silenziosi, colline dolcemente declinanti verso verdi valli. E poi il Barocco, qui ancor diverso, perché finemente impreziosito, in ogni angolo, da straordinarie, variopinte, opere in ceramica locale.

But it wasn’t only Giacomo Alessi’s art that led me to fall in love with Caltagirone. Its historic centre, a Unesco World Heritage Site, along with the beautiful surrounding countryside, instantly won me over. The authenticity of these places, you couldn’t fail to be seduced. Age old olive groves wherever you look, majestic Barbary figs, silent horizons, hills gently sloping into green valleys. And then the Baroque, here different still, finely embellished, at every turn, by extraordinary, multicoloured, works in local ceramic.

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La vidi dall’alto. Eppur a sentirmi piccolo fui io. Dopo una curva, la scorsi. Fu un incanto. La sua bellezza. La sua bellezza. Non si può descrivere. Era Ibla. Ragusa Ibla. Vi rimasi per molti giorni. Aristocratica e semplice allo stesso tempo. Era abbarbicata lì, sulla sua collina, come da sempre. Placida. Elegante. Attraversandola a piedi, ogni percorso regalava scorci unici. Poesia per gli occhi e per il cuore. Il maestoso Duomo di San Giorgio, i suoi vicoletti, i palazzi nobiliari con i loro cortili lussureggianti, i raffinati Giardini Iblei in cui amavo semplicemente sedermi su una panchina e leggere, semplicemente passeggiare al tramonto, tra i suoi viottoli e le piante secolari, per poi giungere all’ampia terrazza a strapiombo sulla valle da cui godevo, ogni sera, come fosse un nuovo rito, della vista del cielo infuocato.

I saw it from above. Even though I felt small, it was me. Around a bend, I spotted it. It was magical. Its beauty. Its beauty. I can’t describe it. It was Ibla. Ragusa Ibla. I stayed for several days. Aristocratic and simple at the same time. Perched there, on its hill, forever. Placid. Elegant. Exploring it on foot, every turn offered unique sights. Poetry for the eyes and the heart. The majestic San Giorgio Cathedral, the narrow alleys, the noble buildings with their lush courtyards, the refined Hyblaean Gardens in which I loved to simply sit on a bench and read, simply stroll at sunset, along pathways, amidst age old plants, to the spacious terrace overhanging the valley from which I enjoyed, each evening, in some kind of new ritual, the view of the fiery sky.

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Fu addentrandomi in uno dei tanti vicoli di Ibla, che vidi questa bottega. Un salto nel passato. Un quadro di pittoresca beltà. Colori. Colori. Colori. Gesti eleganti, minuziosi. Opere d’arte fatte a mano, viste solo in qualche foto d’epoca Rosso Cinabro. Uno dei tre baluardi in tutta la Sicilia, in cui ancora si realizzano e decorano a mano i famosissimi carretti siciliani. Un simbolo per eccellenza della cultura isolana, considerato ormai, a torto, un vecchio ricordo dimenticato. Eppure un tempo troneggiavano per le strade vantando lo sfarzo dei loro proprietari, facendo sfoggio dei loro vividi colori.

I was sauntering along one of Ibla’s many narrow streets, when I spotted the shop. A step back into the past. An image of picturesque beauty. Colours. Colours. Colours. Elegant, dainty gestures. Hand-crafted works of art, seen only in these period photos.

Una vera e propria trincea contro la furia dell’omologazione che la contemporaneità esige. Un luogo del cuore voluto fortemente dai due Maestri artigiani, Biagio Castilletti e Damiano Rotella, che, con tutto il loro raro talento e sapere, perpetuano con grande appassionamento questa vera e propria arte.

Rosso Cinabro. One of the three bulwarks in all of Sicily, where they still produce and decorate by hand the famous Sicilian carts. A symbol of island culture par excellence, now, incorrectly, considered a forgotten old memory. Yet once they dominated the streets, boasting their owners’ wealth, showing off their vivid colours.

Fui rapito, tornai più e più volte, per ascoltare i loro aneddoti, appresi in anni di lavoro in bottega dal loro Maestro, e, semplicemente, per osservarli all’opera.

Resisting the furious ratification that contemporaneity demands. A place of heart, beloved by two Master Artisans, Biagio Castilletti and Damiano Rotella, who, with their rare talent and knowledge, perpetuate this true and proper art with great passion. They won me over, I returned again and again, to listen to their anecdotes, collected over years of experience in their Maestro’s shop, and simply to watch them at work.

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Dalla terrazza della mia camera potevo toccarlo! Il Duomo di San Giovanni Battista era lì ad un palmo, con il suo campanile e la sua cupola. Il Relais Antica Badia, raffinato, aristocratico, palazzo risalente al Diciottesimo secolo, era la mia preziosa casa in Ragusa. Completamente ristrutturato per preservare e valorizzare la sua architettura barocca, con le sue sale affrescate e le tante tele autentiche dell’epoca. Ogni sera, di ritorno, varcare la sua soglia era come fare un immaginifico salto nei secoli addietro. In un’atmosfera d’eleganza senza tempo, soffusa e cinematograficamente avvolgente.

From my room’s terrace, I could almost touch it! The San Giovanni Battista Cathedral was there, within reach, with its belltower and its dome. The Relais Antica Badia, refined, aristocratic, a building dating back to the eighteenth century, was my special home in Ragusa. Completely renovated to preserve and enhance its baroque architecture, with its frescoed lounges and many authentic period canvasses. Every evening, upon my return, stepping over the threshold was like stepping right back into centuries past. In a space of timeless elegance, soft and cinematographically enveloping.

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Bastavano pochi minuti di macchina per giungere, da Ragusa a Modica, in quello che è un vero e proprio tempio della golosità! Un borgo di straordinaria bellezza. Un altro museo a cielo aperto del Barocco siciliano. Reso ancor più celebre, però, dalla tradizionale cultura della lavorazione, unica, della cioccolata. Prodotta seguendo un’antica ricetta azteca, da cui deriva quella locale, risalente al 1746, quando la Sicilia dipendeva ancora dal Regno di Spagna. La meta immancabile delle mie spedizioni era, neanche a dirlo, l’Antica Dolceria Bonajuto. La più antica fabbrica di cioccolato in Sicilia. Ben sei generazioni di artigiani dolcieri, custodi delle più antiche ricette di dolci locali ma soprattutto, sin dal 1880, dell’autentica metodologia di lavorazione locale della cioccolata. Rigorosamente artigianale e lavorata a bassa temperatura, cosa che impedisce la perdita o l’alterazione organolettica delle componenti del cacao. È così che la pasta di cacao non arriva a fondersi con lo zucchero, dando sostanza ad una cioccolata fondente, leggermente granulosa, senza grassi vegetali aggiunti ed in cui è possibile distinguere nettamente i tre elementi che la compongono: cacao, zucchero e spezie. Vaniglia e cannella, anzitutto, come tradizione vuole, ma poi molte molte altre ancora. Visita dopo visita, riuscii ad assaggiare molte delle specialità e ebbi il privilegio assoluto di entrare in laboratorio per osservare con i miei occhi tutta l’abilità dei maestri pasticcieri al lavoro.

Just a few minutes away by car from Ragusa to Modica, a real temple of gluttony! A hamlet of extraordinary beauty. Another open air museum of Sicilian Baroque. Made even more famous, however, by its traditional, unique, chocolate production culture. Produced according to an ancient Aztec recipe, adapted into the local speciality, which dates back to 1746, when Sicily was still part of the Kingdom of Spain. Must-visit destination during my expeditions was, it goes without saying, the Antica Dolceria Bonajuto. The oldest chocolate producer in Sicily. Six generations of artisan confectioners, treasurers of some of the oldest local dessert recipes but in particular, since 1880, of the authentic local chocolate production method. Strictly artisan, at low temperature, to prevent organoleptic loss or alteration of the cocoa components. This means the cocoa paste doesn’t blend with the sugar, giving substance to a dark, slightly granular chocolate, with no added animal fats, in which one can clearly distinguish the three elements it comprises: cocoa, sugar and spices. Vanilla and cinnamon, first of all, as tradition dictates, but much, much more still. Visit after visit, I sampled many of their specialities, and it was an absolute privilege to set foot in their workshop, to see with my own eyes all the skill of the master confectioners at work.

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Avevo letto dell’eleganza suggestiva dei suoi spazi, della cultura dell’ospitalità della famiglia La Rosa e del talento creativo dello Chef Vincenzo Candiano. Ma fu passeggiando lungo le strade di Ragusa Ibla per raggiungere la Chiesa dei Miracoli, mirabile patrimonio Unesco, che mi imbattei nella Locanda Don Serafino. Santuario dell’alta gastronomia isolana, insignito da ben 2 Stelle Michelin, le cui sale, dal fascino unico, sono ricavate proprio all’interno degli antichi magazzini, scavati nella parete rocciosa, adiacenti alla chiesa stessa. Decisi che sarei tornato il giorno successivo per poter vivere un viaggio nel viaggio, quello attraverso i sapori di questa regione, i suoi tanti presidi agroalimentari e le ricette più autentiche. La prima fu un’esperienza talmente sensazionale, che decisi ne sarebbero succedute altre ancora. Lo Chef Candiano mi introdusse a pieno nella sua cucina, fatta di eccellenti materie prime, stagionalità, maestria tecnica, una conoscenza del territorio profondissima e un pizzico di audace sperimentazione.

I had read of the elegance of these spaces, of the La Rosa family’s culture of hospitality and the creative talent of Chef Vincenzo Candiano. But it was strolling along the streets of Ragusa Ibla to the Chiesa dei Miracoli, a beautiful Unesco World Heritage Site, that I came across the Locanda Don Serafino. A sanctuary of the island’s haute cuisine, awarded 2 Michelin Stars, rooms, with unique charm, build right inside the ancient storage spaces, dug into the rocky walls, beside the church itself. I decided I would come back the next day, a kind of holiday within a holiday, through the flavours of this region, its many agro-food garrisons and the most authentic of recipes. The first was such a sensational experience, that I was sure there was more to come. The Canadian chef introduced me fully to his cuisine, the stuff of outstanding ingredients, seasonality, technical mastery, in-depth regional knowledge, and a pinch of bold experimentation.

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Nello studiare il mio itinerario, avevo deciso di tenere come ultima tappa quella che è definita la capitale del Barocco Siciliano. Noto. Sontuosamente nobile, le sue vie sono interrotte da scenografiche piazze e imponenti scalinate, che raccordano terrazze e dislivelli. Una incantevole scenografia teatrale, costruita tutta utilizzando la tenera pietra locale, di colore tra il dorato e il rosato.

In putting together my itinerary, I decided my last stop would be the place known as the capital of Sicilian Baroque. Noto.

Il barocco qui pervade l’intera città: i suoi elementi non sono isolati all’interno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, bensì sono collegati tra di loro in modo armonico per dare forma a quella che è stata definita la “perfetta città barocca”.

Sumptuously noble, its streets interrupted by pretty piazzas and imposing steps, which link terraces and elevations.

Vi soggiornai a lungo, volevo godere lentamente e nutrire lo sguardo e l’animo di così tanta bellezza senza tempo.

An enchanting, theatrical place, built entirely from the soft local stone, somewhere between golden and pinkish in hue.

Le mie giornate, per di più, erano spesso animate da escursioni marittime. A pochi minuti da Noto, infatti, ci si può perdere lungo una costa meravigliosa, tra antiche tonnare ormai in disuso, oasi naturalistiche come la celebre Vendicari e piccoli borghi di pescatori, tra i quali brilla una gemma assoluta: Marzamemi.

Here, Baroque pervades throughout the city: its elements not isolated within an urban context characterised by diverse styles, but connected together in harmony, giving rise to what is known as the “perfect baroque city”. I decided to spend some time there, I wanted to enjoy it slowly, nourishing eyes and soul with so much timeless beauty. My days, mostly, were filled with maritime excursions. A few minutes from Noto, in fact, one could get lost along breathtaking coastline, amidst ancient “tonnara”, or tuna fishing nets, now disused, natural oases like the famous Vendicari and little fishing hamlets, including the undisputed gem, Marzamemi.

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A special thanks to Giacomo Alessi, Antica Dolceria Bonajuto, Rosso Cinabro, Locanda Don Serafino, Villa Tasca Caltagirone, Antico Convento Ibla, Relais Antica Badia Ragusa. Production design: Living Brands | www.livingbrands.it Editing and copywriting: Francesco Antinolfi Art Direction: Alessandro Doria Shooting Production: Living Brands, Around Gallery Photography: Stefano Pasini The use of all images and texts within this publication is subject to prior approval by Cesare Attolini S.p.A. Printed in Dicember 2017. Garment colours may be subject to slight changes during photo shoots. Š Copyright 2018 Cesare Attolini S.p.A. - All Rights Reserved

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