Cesare Attolini Timeless SS 2016

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Indice | Index HISTORY. SIMPLE, GREAT STORIES.

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ERNESTO RIVA. MASTER BOAT BUILDERS FOR EIGHT GENERATIONS.

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SPRING SUMMER 2016. STYLE FRAMES.

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HISTORY. SIMPLE, GREAT STORIES.


It really is true. We are all sons of Thucydides! You’re probably wondering, why? Because of the idea first expressed by the Athenian general and historian that has become a part of the collective culture. This says that the unfolding of historic events must be analysed from a point of view of human nature, excluding therefore any other intervention, whether by Fate or Divinity. For this reason, we are sons of Thucydides when we think that History, with a capital H, is inevitably made up of stories. Stories that tell of the life of men and women. Stories that sound like ours. However famous they are, or not. Either stories that remain anonymous or that mark new chapters in the great book of History. Stories, whose strength lies in the empathy that they manage to arouse in us. In that ability to suggest, deep down, that each of us contributes, every day, with our actions, to the making of history. The Attolini story tells of a family that has written a famous, significant page in the book that narrates gentlemen’s elegance. And yet, at the same time, it is simply the tale of people who have always, one generation after another, worked with great passion and their own aware ethical and aesthetic identity. Deep, clear, distinctive. “We are convinced that our story is written, day after day, in the tailor’s shop, following the trail of values and heritage of knowhow blazed by our grandfather Vincenzo and our father Cesare: excellence, total quality, real artisanship, creativity, timeless elegance.”, says Massimiliano Attolini.

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E’ proprio vero. Siamo tutti figli di Tucidide! Vi starete chiedendo, perché mai? Per quell’idea, espressa per la prima volta dal militare e storico ateniese e ormai parte della cultura collettiva, per la quale il farsi degli eventi storici sia da analizzare secondo la prospettiva della natura umana, con l’esclusione quindi di qualsiasi intervento altro, sia esso da definire Fato o Divinità. Per questo motivo, siamo figli di Tucidide quando pensiamo che la Storia, quella maiuscola, sia inevitabilmente fatta di storie. Storie che raccontano la vita di uomini e donne. Storie che somigliano alle nostre. Più o meno celebri esse siano. Storie che rimangono anonime o che segnano capoversi nel libro della grande Storia. Storie, la cui forza sta nell’empatia che riescono a creare in noi. In quella capacità di suggerirci, in fondo, che ognuno di noi contribuisce ogni giorno, con il suo operare, al farsi della storia. Quella degli Attolini è la storia di una famiglia che ha scritto una pagina celebre e significante nel libro che narra dell’eleganza declinata al maschile. Eppure, allo stesso tempo, semplicemente quella di persone che da sempre, generazione dopo generazione, lavorano con grande passione e una propria consapevole identità etica ed estetica. Profonda, chiara, distintiva. “Siamo convinti che la nostra storia non possa essere altro che quella che scriviamo, giorno dopo giorno, in sartoria, seguendo il solco dei valori e del patrimonio di saper fare che nostro nonno Vincenzo e nostro padre Cesare hanno tracciato: eccellenza, qualità assoluta, artigianalità autentica, creatività, eleganza senza tempo”, dice Massimiliano Attolini.

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“We are firmly convinced that every jacket, every suit, every coat, every garment that leaves our tailor’s shop must be able to tell our story, our meaningful values throughout the generations. This is why we have decided to create a new path for our communication, having its strength based on the idea that history is made up of the stories of simple men with the ability to breathe life into ideas, products, actions, each one in each sector capable of leaving a mark on the course of events. This was the case with our grandfather Vincenzo, who created the first destructured jacket in history. This was also the case - and still is - with our father Cesare, who has perfected that intuition, taking it to maximum quality levels. And we hope it will also be the case with us, the latest generation, following a path of internationalisation we undertook about ten years ago”. “Probably the worst mistake that someone in our business can make is to turn to banal statements and sterile, stereotype clichés. We have always wanted to express an idea of timeless authentically tailored elegance, and to do so we have chosen an authentic, timeless language for communication. We based it on the awareness that very few other countries in the world apart from Italy can boast a unique heritage, characterised by excellences in every sector of knowledge and knowhow. Without a doubt, in our eyes, it is this inclination to creativity in all its forms that represents the best Italian expression, able to fascinate the whole world, from east to west, thanks to talent made in Italy and the uniqueness of its expression”, continues Giuseppe Attolini. “But the story of Italian creativity is made up of lots of individual stories, as simple as they are great. Stories of talents, knowledge and families that hand down unique knowhow from one generation to the next. We thus imagined, for presentation of each of the two collections of annual style, setting the photo story in the fascinating places of origin of the products of other excellent main players of authentic, high-quality made in Italy. And, after the story of the Autumn-Winter 2015/16 collection, produced in Montalcino and Florence, thanks to collaboration with Luce della Vite of the Marchesi Frescobaldi, for the Spring-Summer 2016 we had the pleasure of writing a wonderful story on the legendary banks of Lake Como with two unique co-players, the famous Ernesto Riva boatyard in Laglio and the Casta Diva Resort in Blevio”. Enjoy. Happy reading.


“Siamo fortemente conviti che ogni giacca, ogni abito, ogni cappotto…insomma ogni capo che esca dalla nostra sartoria debba continuare ad avere la capacità di raccontare la nostra storia, i suoi valori pregnanti. E’ per questo motivo che abbiamo voluto dare vita ad un nuovo corso della nostra comunicazione, che fonda la sua forza sull’idea che la storia sia fatta da storie di uomini semplici, capaci di dare vita a idee, prodotti, azioni, ognuno in ciascun ambito capaci di lasciare il segno sul corso degli eventi. Così fu per nostro nonno Vincenzo, con la creazione della prima giacca destrutturata della storia, così è stato ed è per nostro papà Cesare, che ha perfezionato ai massimi livelli qualitativi quell’intuizione. Così speriamo sia per noi, ultima generazione all’opera, lungo il percorso di internazionalizzazione che abbiamo intrapreso circa un decennio fa”. “Banalizzare e incorrere in sterili e stereotipati cliché è, probabilmente, l’errore più grave in cui chi fa un mestiere come il nostro può incorrere. Vogliamo esprimere da sempre e sempre un’idea di eleganza autenticamente sartoriale e senza tempo e per farlo abbiamo scelto un linguaggio di comunicazione autentico e senza tempo. Siamo partiti dalla consapevolezza che pochi altri paesi al mondo oltre l’Italia possono vantare un patrimonio unico, caratterizzato da eccellenze in ogni ambito del sapere e del saper fare. Senza dubbio, a nostro avviso, è questa propensione alla creatività in ogni sua forma a rappresentare la migliore espressione italiana, capace di affascinare il mondo intero, da occidente ad oriente, grazie al talento made in Italy e all’unicità delle sue espressioni.”, continua Giuseppe Attolini. “Ma la storia della creatività italiana è fatta di tante singole storie, appunto, tanto semplici quanto grandi. Storie di talenti del sapere e di famiglie capaci di tramandarsi, di generazione in generazione, un saper fare unico. Abbiamo così immaginato, in occasione della presentazione di ciascuna delle due collezioni di stile annuali, di ambientarne il racconto fotografico presso gli affascinanti luoghi in cui prendono vita i prodotti di altri protagonisti eccellenti dell’autentico made in Italy di alta qualità. E dopo il racconto della collezione Autunno-Inverno 2015/16, realizzato tra Montalcino e Firenze grazie alla collaborazione con Luce della Vite dei Marchesi Frescobaldi, per quello della collezione Primavera-Estate 2016, abbiamo avuto il piacere di scrivere un’affascinante storia sulle rive mitiche del Lago di Como con due coprotagonisti unici, i celebri Cantieri Ernesto Riva di Laglio e il Casta Diva Resort di Blevio”. Enjoy. Buona lettura.

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CANTIERI ERNESTO RIVA. Master Boat builders for eight generations


Cesare Attolini incontra, nel suggestivo laboratorio di Laglio, Daniele Riva, per scoprire i segreti, i valori e l’autentico saper fare artigianale di questo cantiere storico adagiato sulle rive del Lago di Como dal lontano 1771. Il profumo dell’acqua dolce si mischia a quello del legno. Entrare nel cantiere Ernesto Riva significa fare un balzo indietro nel tempo. Assaporare tutta la pregnanza del lavoro manuale. Lento e preciso. Ritmico e poetico. Otto generazioni di veri Maestri d’Ascia. Tra il bisnonno, fondatore del cantiere, Giovanni “il sepultun” e Daniele, ultimo erede, sono passati quasi 300 anni! Tanti, durante i quali si è sempre coltivato un precetto: esser capaci di non realizzare mai una barca uguale ad un’altra, perché ogni committente, che l’ha sognata e immaginata, a sua volta, non è mai uguale a nessun altro. “Bisogna essere abili si ma soprattutto umili, per saper imparare le grandi lezioni che il passato è pronto ad insegnarci”, così dice Daniele Riva. E non è la solita frase ad effetto ma un autentico credo, messo in opera giorno dopo giorno in bottega.

Cesare Attolini meets Daniele Riva in his fascinating workshop at Laglio, to discover the secrets, the values and the authentic craftsmanship of this legendary boatyard that has stood on the shores of Lake Como since 1771. The lingering aroma of the lake water mixed in with the smell of the wood. Visiting the Ernesto Riva Boatyard is like taking a step back in time. Savouring the know-how of the manual work. Slow and precise. Rhythmic and poetic. Eight generations of veritable Master Boat builders. Almost 300 years stand between Daniele, the last descendent, and his great-grandfather Giovanni called the “sepultun”, the founder of the boatyard! That’s a long time, marked by an enduring philosophy: to never build a boat that is the same as any other, because every client who, in turn, dreamt about its boat and how it would look, is never the same as any other. “Of course, you have to master the skills but the most important thing of all is being humble, if you really want to understand the important lessons that the past can teach us.”, Daniele Riva is used to say. And that’s not a flippant catchphrase: it’s a genuine belief, the driving force behind the work he does, day after day, at the boatyard.

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Questa storia ultracentenaria narra di numerose ed avvincenti vicissitudini, nelle quali è stato coinvolto il cantiere, da sempre operante nel settore della costruzione e del refitting di scafi in legno. Parlare di questa realtà significa, innanzitutto, fare un salto indietro nei secoli, fino al 1771, anno in cui questa ‘sciostra’ bottega in lingua lacustre - iniziò la sua attività, oggi nelle mani di Daniele Riva, sesta generazione di famiglia. Tutt’oggi, in cantiere sono gelosamente conservati i registri di fine Ottocento, veri cimeli storici dove sono descritte tutte le commesse, i tipi di barche costruite dai ‘sepultun’ (in dialetto locale, coloro che aggiustano le barche), le dimensioni, i dettagli tecnici, la corrispondenza. Le unità di misura riportate sono addirittura ancora quelle usate prima dell’introduzione del sistema metrico decimale! Fin dalle sue origini il cantiere Ernesto Riva ha varato battelli, lance, inglesine e anche quelle “Lucie” di manzoniana memoria, caratteristiche imbarcazioni sovrastate da ampi cerchi telonati, impiegate dai pescatori o dai commercianti per trasportare le merci su e giù per il lago. Negli anni Venti dello scorso secolo, anche la Canottieri Timavo di Monfalcone e la Reale Società Canottieri Querini di Venezia fecero richiesta delle tipiche lariane da canotaggio a due o quattro vogatori. Ernesto Riva, classe 1930, scomparso nel 2007, è stato colui che ha fatto entrare l’attività di famiglia nel mondo della nautica da diporto, grazie soprattutto alla rivisitazione e costruzione del Dinghy 12’, storica deriva di progettazione inglese realizzata in legno di mogano a clinker. Nel 1948, a soli 18 anni, produsse anche uno scafo “tre punti” da corsa con fuoribordo da 250 cavalli, con il quale Emilio Osculati vinse sulla Senna il titolo europeo. A questo, si sono affiancati nel tempo una quindicina di modelli di scafi diversi, di lunghezza compresa tra 2,50 e 10 metri, suddivisi tra barche a remi, a vela e a motore. Tutti, sempre e rigorosamente, neanche a dirlo, realizzati a mano e in legno.

This story goes back over a hundred years, with many tales of exciting adventures involving the boatyard, as it continued to build and refit wooden hulls. Looking into them demands a step back in time, back to 1771, the year when this ‘sciostra’ – or workshop in the local dialect – was set up, today run by Daniele Riva, the sixth generation of the family. The ledgers from the late nineteenth century are still jealously preserved at the boatyard today, authentic vestiges of its past containing the details of all the orders and types of boats built by the ‘sepultun’ (boat builder in local dialect), as well as all sizes, technical details and correspondence. The measurements in the ledgers are in the system used before the metric system was introduced! Since Cantieri Ernesto Riva was first founded, the boatyard has built boats, launches, “Inglesina” and and those “Lucie” recalling the Manzonian novel, typical boats with large canvas-covered rings used by fishermen or merchants to transport their wares up and down the lake. In the 1920s, Canottieri Timavo of Monfalcone and Reale Società Canottieri Querini of Venice also ordered some of its rowing boats for two or four oarsmen. Ernesto Riva was born in 1930 and passed away in 2007. He was the one who introduced the family business to the world of pleasure craft, mainly by reworking and building the 12’ Dinghy, the famous English keelboat built in clinker mahogany. In 1948, when he was just 18, he also built the “three point” racing hull powered by a 250-horsepower outboard engine that Emilio Osculati drove to victory, winning the European title on the River Seine. As time has gone by, another fifteen boat have joined it, with different hulls, from 2.50 m to 10 metres long, including rowing boat types, yachts and motor yachts. And needless to say, they are all built by hand, and all are made strictly in wood.

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Daniele Riva, classe 1967, figlio di Ernesto, è uno che alla professione di manager ha sempre preferito quella di autentico maestro d’ascia, sporcandosi le mani con colle, chiodi e segatura, firmando con il proprio sudore ogni barca uscita dal cantiere. È cresciuto imparando le tecniche e i segreti della costruzione tradizionale di una barca in legno, a cominciare dalla delicatissima fase di centinatura. “È il momento più delicato della nascita di uno scafo in legno”, racconta con vero appassionamento, “che inizia lasciando le ordinate di rovere o frassino immerse in acqua per un’intera notte. Successivamente vengono inserite all’interno di una lunga scatola di legno a forma di parallelepipedo, entro la quale convogliamo il vapore prodotto dall’acqua scaldata in un barile. Il vapore ammorbidisce ogni singola ordinata, che viene prelevata, piegata e inserita velocemente all’interno dello scafo, prima che si raffreddi e si irrigidisca. Viene anche chiamata piegatura a caldo, o a vapore”. Nel corso dei decenni, oltre all’intramontabile Dinghy 12’, il Cantiere Ernesto Riva ha realizzato una lunga serie di modelli di imbarcazioni, realizzabili e personalizzati in tutto su specifica richiesta da parte di eventuali committenti. Dal Guscio, lungo appena 3,85 metri e pesante 90 chilogrammi, si passa alla Lancetta di 5,50 metri e al Canotto di 4,70 metri, in grado di trasportare fino a 6 passeggeri. Un altro piccolo scafo è Arrow, simile alla lancia, ma costruita su disegno derivato dalle imbarcazioni per canotaggio. Lungo da 4,50 a 5,50 metri, monta un sedile scorrevole e all’occorrenza si può armare anche una piccola vela. Poi c’è Fedro, replica di un piccolo sandbagger americano lunga 4,04 metri armato con randa aurica. Istar, lancia a motore lunga 5,70 metri e ancora Eos, Lancia, Inglesina e Juju, quest’ultimo un tender lungo appena 2,70 metri.

Daniele Riva, the son of Ernesto, was born in 1967 and has always preferred building boats to being a manager sitting behind a desk. He likes getting his hands dirty, and the glue, the nails and the sawdust are the tools of his trade. Every boat that leaves the boatyard bears is signed off by himself. He learnt the traditional techniques and secrets behind the construction of wooden boats, starting with the delicate cambering stage. “It’s the most delicate moment when you are making a wooden hull”, he tells with true passion, “beginning by leaving the oak or ash boards to steep in water over night. They are then placed inside a long wooden parallelepiped-shaped box, which is filled with steam produced by heating water in a barrel. The steam softens each individual plank, which is then taken out, bent and inserted quickly into the hull, before it can cool down and become stiff. It is also called bending by heat or steam”. Over the decades, Cantiere Ernesto Riva has built a long series of boats alongside the classic Dinghy 12’, that can be built and customised completely to satisfy the specific demands of the future owner. From the Guscio, just 3.85 metres long and weighing 90 kilograms, the 5.50 metre Lancetta and the 4.70 metre Canotto that can carry up to 6 passengers. Another small hull is the Arrow, similar to a launch but built to a design based on a rowing boat. From 4.50 to 5.50 metres long, it has a sliding seat and can also be rigged with a small sail. Then there is the Fedro, a replica of a small, 4.04 metre long American sandbagger rigged with a fore and aft sail. The Istar is a 5.70 metre motor launch and then there is the Eos, Lancia, Inglesina and the Juju, the latter a small 2,70 metre tender.

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Fra i piccoli cabinati a vela spicca Zeus, replica di un tipico “cutter pilot” inglese. Realizzato in fasciame incrociato di mogano misura 6,50 metri di lunghezza per 2,40 metri di larghezza. La poppa a specchio, la prua verticale, la tuga bassa, il bompresso e l’armo a cutter aurico con randa, trinchetta bomata e fiocco lo fanno entrare di diritto nella categoria dei new classic. Fra le barche a motore, Sirio, un lancione planante costruito in fasciame di mogano a clinker. Lungo 6,40 metri e largo 2,20 metri pesa 1000 chilogrammi e può trasportare fino a 7 persone. L’Ernesto Riva Daysailer 25’, il Jetto 5.3 e Inseparable 398 sono alcune tra le barche più rappresentative della storia recente del cantiere. Il primo è uno scafo a vela lungo circa 7 metri, realizzato con guscio autoportante in strip-planking di mogano, con paratie in sandwich. Può essere condotto in singolo o con equipaggio ridotto. Tra le altre caratteristiche la deriva mobile, un ampio pozzetto, gli interni con quattro cuccette, cucina e wc a scomparsa. La propulsione ausiliaria, fuoribordo in pozzetto o entrobordo, è elettrica per una navigazione a zero emissioni. Carrellabile, può essere varata e alberata senza l’ausilio di gru. Jetto 5.3 è invece un modern-classic a motore, ispirato alle linee dei runabout americani degli Anni Trenta. Lunga 5,20 metri pesa circa 150 chilogrammi. Gli assemblaggi perfetti sono garantiti da macchine a controllo numerico con programmi CAD/CAM. Motorizzato con propulsori fuoribordo di potenza tra 25 e 60 cavalli è in grado di raggiungere velocità comprese tra 18 e 30 nodi. L’imbarcazione ben si presta ad essere impiegata per brevi crociere costiere o come tender di bordo per megayacht. Un’imbarcazione dal fascino intramontabile, che ha tra i suoi pregi quello di non passare inosservata. Infine, Inseparable 398, scafo a vela in compensato marino lungo appena 3,98 metri. La barca, tanto piccola quanto marina, ha la deriva mobile ed è facilmente carrellabile al punto che può diventare il minicabinato ideale per brevi crociere all’interno di lagune o arcipelaghi.

On top of the list of small cabin cruisers we find the Zeus, a replica of a typical English “cutter pilot”. Made of crossed mahogany planking, it measures 6.50 metres in length with a 2.40 metre beam. The transom, the vertical bow, the low coach roof, the bowsprit and the cutter rigging with mainsail, staysail with boom and jib, puts it straight into the new classics category. Among the motor yachts, the Sirio is a planing launch built in clinker mahogany planking. 6.40 metres long with a 2.20 metre beam, weighing 1000 kilograms and carrying up to 7 passengers. The Ernesto Riva Daysailer 25’, the Jetto 5.3 and the Inseparable 398 are just some of the most representative boats in the recent history of the boatyard. The first is a sailing hull approximately 7 metres long, made with a self-supporting shell in mahogany stripplanking, with sandwich bulkheads. It can be sailed in solitary or with a small crew. Its features include a removable keel, a generous cockpit, four berths, a galley and concealed WC below deck. The auxiliary propulsion system, inboard or outboard in the pit, is powered by electricity for zero emission sailing. It can be towed on a trailer and can be launched and masted without the need of a crane. The Jetto 5.3 is a modern-classic motor yacht, inspired by the lines of 1930’s American runabouts. 5.20 metres long and weighing about 150 kilograms. The perfect assemblies are guaranteed by CNC machines with CAD / CAM programmes. Powered by outboard engines providing between 25 and 60 horsepower, it can reach speeds between 18 and 30 knots. The boat is ideal for short coastal cruises or as an onboard tender for a megayacht. A boat with timeless appeal, with the added virtue of never going unnoticed. And then there is the Inseparable 398, a sailing hull in marine plywood that is just 3.98 metres long. This compact boat has a removable keel and can easily be towed on a trailer so that it can become the minicabin cruiser for short trips in lagoons or archipelagos.

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Ma al di là di questi gioielli unici, ci sono da comprendere, ammirare e preservare i valori autentici di una famiglia di veri Maestri. “Non ricordo il momento preciso in cui ho iniziato a lavorare nel cantiere, perché mi sembra di esserci nato in quel cantiere, in mezzo ai legni. Il lago ha sempre fatto parte della nostra storia, abbiamo imparato ad amarlo e rispettarlo. Non puoi permetterti di costruire una barca che non sopporta burrasche o venti. Non avrei voluto fare nient’altro che quello che ho fatto in tutta la mia vita. Anche se a volte la disperazione mi assaliva e una voce da dentro mi urlava di smettere, di chiudere tutto e andare via. Ma dove potevo andare? Sono nato qui, e l’acqua è stata tutta la mia vita. Ho respirato l’odore della segatura, ascoltando lo screpitio dei legni che si piegavano alla fiamma. Ho visto i temporali del lago spezzare le acque e le barche beccheggiare nel vento. Ho visto lo sguardo stupito di mio figlio, quello che sarebbe venuto dopo di me, e ho capito che tutto questo, quello che ho fatto e che ho costruito, non sarebbe andato perso. Anche nella stanchezza della vita ciò che è ben fatto durerà per sempre”, queste le parole pronunciate da Ernesto Riva in una intervista di circa un decennio fa. Parole a cui fanno eco inevitabilmente quelle di suo figlio Daniele: “La famiglia è sempre stata per me una specie di scrigno delle meraviglie capace di accudire e conservare la memoria. Tra il mio bisnonno Giovanni, fondatore del cantiere, e me sono passati quasi 300 anni. 300 anni durante i quali si è andati guidati dalla ricerca dell’ambizione, per dare un futuro alla storia dei padri e dei nonni. Ho sempre avuto una grande passione per il disegno, ho studiato disegno meccanico ma dopo sette anni di esperienza fuori casa, facendo un lavoro ripetitivo, ho capito che nella vita avrei voluto semplicemente portare avanti le tradizioni di famiglia. La nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura, i nostri valori!”.

But over and above these unique gems, the authentic values of a family of true Master Boat builders are worth understanding, admiring and preserving. “I can’t remember the exact moment when I started working at the boatyard; it feels like I was born at the boatyard, among the planks of wood. The lake has always been part of our history, we have learned to love and respect it. You cannot afford to build a boat that can’t handle storms or high winds. I wouldn’t have wanted to do anything else in my entire life. Even if there were times when despair overcame me, and a voice inside me was screaming at me to stop, to shut up shop and go away. But where could I go? This is where I was born, and the water has always meant everything to me. I breathed in the smell of the sawdust, listening to the cracking of the wooden planks as they were being bent. I watched the storms shattering the surface of the lake and boats pitching in the wind. I saw the amazed look on my son’s face, the one who would take over after me, and I realised that all of this, everything I have done and built, would not be lost. Even if life becomes a little wearisome, something you have done properly will last forever”, words spoken by Ernesto Riva in an interview about ten years ago. Words that are inevitably echoed by those of his son, Daniele: “My family has always been a sort of treasure chest, capable of caring about the past and preserving our memories. Almost 300 years stand between my great grandfather Giovanni, the founder of the boatyard, and me. 300 years during which we were guided by an ambition, to guarantee a future for the history of our fathers and grandfathers. I have always loved drawing, I studied to become a draughtsman but after seven years working outside the family firm, doing repetitive work, I realised I wanted to spend my life carrying the family tradition. Our history, our roots, our culture, and our values!”.

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SPRING SUMMER 2016


Style Frames


Frammenti. Ispirazioni.

Ricordi di una primavera ed un’estate vissute lungo le delicate, mondane, sponde del Lago di Como.


Fragments. Inspirations.

Recollections of one spring and summer spent on the delightful shores of Lake Como.

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Tutto iniziò per caso. Come spesso accadono le cose più rare. Marzo. Milano. Frenesia. Un meeting dopo l’altro. Fin quando, un tardo pomeriggio, per una serata di gala, mi lasciai tutto e tutti alle spalle, per imbattermi, di colpo, in un’immensa bellezza. Scorci dall’orizzonte tumultuoso, come finemente dipinti, un piccolo borgo, Blevio, semplice, eppur antico, e una casa raffinata, dai nobili natali. Incanto.


It all began by chance. As is often the case with the rarer things in life. March. Milan. Frenzy. One meeting after another. And then, one day, in the late afternoon, I put everything on hold to go to a gala evening. Unexpectedly, I found myself faced with a scene of immense beauty. The calm-before-the-storm horizon, recalling a finely painted picture, the little village of Blevio, antique and unadorned, and an elegant house, with a noble past. Enchantment.

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Il silenzio. La lentezza. I profumi. L’orizzonte calmo. L’eleganza senza tempo dei luoghi. Al risveglio, tutto era bellezza. Villa Roccabruna si stagliava lì, placida e sontuosa, sulla riva destra del Lago di Como, immersa nel suo parco meraviglioso. Oggi, un raffinato Resort, il Casta Diva. Ieri, la casa della più celebre cantante lirica del XIX secolo: Giuditta Pasta. Diva assoluta! Una vera opera d’arte architettonica, il cui portico fu disegnato dal pittore italiano Francesco Hayez, con l’intento di riprodurre il colonnato del Teatro alla Scala di Milano.

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Silence. The slow pace. The perfume in the air. The calm horizon. The timeless elegance of the scene. As I woke up, everything around was beauty. Villa Roccabruna stood out on the landscape, on the right hand shore of Lake Como, placid and opulent amidst its lush gardens. Today, a sophisticated Resort hotel called Casta Diva. Once, the home of the 19th century most famous soprano: Giuditta Pasta. A true Diva! A veritable architectural masterpiece, whose portico was designed by Italian artist Francesco Hayez with the intention to create a version of the colonnade at the Scala in Milan.

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Pochi giorni ma mi rimasero negli occhi e, ancor piÚ, nel cuore. Passeggiare in riva al lago, ammirando le piante secolari del lussureggiante parco. Attraversare i piccoli borghi poco distanti. La delicatezza fuori dal tempo di Torno, l’incanto di Nesso! Osservare i movimenti lenti delle persone del posto. Assaporare, semplicemente, acqua di fonte! Leggere avvolto dalla ricchezza degli arredi ottocenteschi della Villa. Riappropriarsi di sÊ.


The memory of those few days remained in my mind and even more so in my heart. Strolling along the lakeshore, admiring the secular trees in the lush gardens. Wandering through the little villages a short distant away. The timeless delicate nature of Torno, the magic of Nesso! Observing the unhurried movements of the local people. Relishing the simple taste of fresh water from the source! Reading, surrounded by the Villa’s opulent 19th century interiors. Reconnecting with who you really are.

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Fu un lampo! Un innamoramento a prima vista! Era lì fermo ad attendermi. Un piccolo motoscafo, dai toni caldi ed eleganti del mogano. Sportivo e raffinato allo stesso tempo. Una piccola, scintillante, gemma. Dondolante. Al molo del Casta Diva. Mi seduceva, promettendomi qualche ora di avventura, fendendo le acque calme del Lago! Fu Duilio, il mio accompagnatore, a raccontarmi che quello era un autentico Jetto 5.3 Ernesto Riva. Tutto forgiato a mano, esclusivamente in legno, dall’abilità dei maestri d’ascia del cantiere di Laglio.


In an instant, It was love at ďŹ rst sight! There, as waiting for me, I found a small speedboat, sporting a warm and elegant shade of mahogany. Sporty, yet stylish at the same time. A sparkling little gem, rocking to and fro, on the Casta Diva jetty. I could feel it enticing me with the promise of a few hours of adventure, slicing across the calm surface of the lake! It was Duilio who told me about its story: a genuine Jetto 5.3 by Ernesto Riva. Made in wood by expert master carpenters at the boatyard in Laglio, entirely by hand.

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Non sarò stato di certo il primo ad esser conquistato dalla bellezza senza tempo di questi luoghi, pensai! Eppure, andando via, decisi che sarei tornato molto presto. Per assaporare e assaporare ancora quelle atmosfere suggestive. E non solo: sarei andato a Laglio, a conoscere di persona Daniele Riva, ultimo rappresentante dei mitici Cantieri Ernesto Riva.

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I thought I was certainly not the ďŹ rst person to have been won over by the timeless beauty of these places! And yet, as I walked away, I knew I would be back soon. To relish in that magical atmosphere, again and again. And what’s more: I would have gone to Laglio, to meet Daniele Riva in person, the last representative of the legendary boatyard Ernesto Riva.

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Chi ama brucia! Così recitava il claim di un’acuta campagna pubblicitaria della fine degli anni Settanta. Fu proprio così per me. Dopo più di un mese, dovevo tornare in Italia per una serie di incontri di business. Non ci pensai su un attimo: stabilii la mia sede proprio a Blevio, al Casta Diva. Tornare fu magia!

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Those who love, burn! An advertising campaign at the end of the Seventies was designed around a similar idea. That’s how it was for me. A month or so later, I had to go back to Italy for business, and I didn’t have a doubt: I was going to stay at Blevio, at the Casta Diva Resort. Being back was magical!

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La primavera ormai era inoltrata. I profumi si percepivano intensi nell’aria. I raggi del sole facevano risplendere i colori. Brillanti e vivi, catturavano lo sguardo e ancor piÚ l’immaginazione. Ai miei impegni, seguivano momenti di puro piacere. Il benessere si faceva strada insistentemente. Paesaggio e arte. Natura e architettura. Lago e Como. Cosa chiedere di piÚ?


It was late spring. Fragrances hung heavy in the air. Colours were enhanced in the sunlight. Bright and vibrant, they caught the eye and even more, the imagination. My duties were followed by moments of pure pleasure. Wellbeing was uppermost and strongly felt. Views and art. Nature and architecture. Lake and Como. What more could I ask for?

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Lì sul Lago, la joie de vivre di certo non manca! Le persone sono particolarmente affabili ed entrare in sintonia con loro è semplice. Le occasioni piacevolissime, durante le quali condividere tutto il bello ed il buono di questa terra meravigliosa, sono quotidiane. Anche la mondanità non è per nulla volgare ed esprime un’eleganza sottile, senza tempo!

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At the Lake, there is no lack of joie de vivre! People are particularly friendly and it is easy to get along with them. Every day you may find many enjoyable opportunities to share all the beautiful and good things that this wonderful place has to offer. Even entertainment opportunities are discerning everything exudes an air of subtle and timeless elegance!

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Laglio era lì sulla riva opposta. Avevo immaginato più volte il momento in cui avrei conosciuto Daniele Riva. Ed era finalmente arrivata l’occasione per far visita ai suoi cantieri e progettare con lui il mio piccolo gioiello.

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Laglio was there, on the opposite shore. I had imagined many times about the moment when I would meet Daniele Riva. And now the time had finally come to visit his boatyard, and plan - together with him - my own little jewel.

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Ed eccomi! Finalmente! A respirare il fascino di 12 generazioni di storia. 300 anni di tradizione artigianale per questa bottega di barche fatte a mano. Daniele Riva, avevo letto, è un sepultùn, un vero mastro d’ascia che disegna e costruisce barche rigorosamente in legno. Merce rara nell’era dell’invasione della plastica e della fibra di carbonio. Nei cantieri Ernesto Riva, si fanno solo scafi in legno locale: castagno, larice, frassino e rovere. Assi di legno, sapienza manuale e 25 strati di vernice per realizzare i Dinghy, più famosi della vela per i veri intenditori. Daniele è una persona semplice, schietta. Vera. Con lui l’intesa fu sin da subito autentica. Il tempo trascorso assieme fu pregnante. Amavo ascoltare i suoi aneddoti sul lavoro in bottega e sulle tradizioni familiari. Progettammo il mio Jetto 5.3, uscivamo insieme in barca a vela e intanto, l’amicizia cresceva sincera!

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And here I am! At last! Breathing in the air of magnetism that goes back 12 generations. A tradition going back 300 years, in this workshop where boats are made by hand. I heard talking about Daniele Riva as a “sepultùn”, a genuine master boat builder who designs and builds boats in wood only. A rare thing in the age of the plastic and carbon fibre invasion. At Ernesto Riva’s boatyard, hulls are built out of locally-sourced wood exclusively: chestnut, larch, ash and oak. Wooden planks, expertise and dexterity, and 25 layers of varnish, to make the sailing Dinghies, for true enthusiasts of sailing. Daniele is a simple, down-to-earth person. Genuine. Our understanding was genuine from the very start. The time we spent together was weighty. I loved listening as he told stories about work at the boatyard and family traditions. We designed my Jetto 5.3, we went sailing together, and as the days went by, a sincere friendship blossomed!

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Da allora è passato un anno! I lavori del mio Jetto 5.3, ispirato alle linee classiche dei runabout americani degli anni Trenta, sono terminati. Sono impaziente di vederlo! Il mio gioiellino. Personalizzato in ogni dettaglio, con materiali pregiati, grazie al tocco unico del grande Maestro d’ascia. Il mio amico Daniele! La sua carena classica dalle slanciate linee a V planante mi entusiasma! Sono pronto a provarla! Le mie giornate di vacanza qui sul Lago saranno, piĂš che mai, indimenticabili!

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A year has passed since then! On my Jetto 5.3, inspired by the classic lines of the American runabouts of the 1930s, work has finally finished. I can’t wait to see it! My little jewel. Every detail has been specially designed, using the best materials, with the unique touch of the master boat builder. My dear friend Daniele! I’m totally in love with its classic sleek hull with those V shaped planing lines! I’m ready to take it out! My days here on the Lake are about to become even more memorable!

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History. Simple great stories.

CESARE ATTOLINI’S TIMELESS ELEGANCE MEETS THE NOBLE PAST OF A FASCINATING HISTORIC RESIDENCE, ON THE SHORES OF LAKE COMO.



A special thanks to Ernesto Riva Boatyard and Casta Diva Resort and Spa Production design: Living Brands | www.livingbrands.it Editing and copywriting: Francesco Antinolfi Art Direction: Mauro Marcomini Shooting Production: Around Gallery Photography: Stefano Pasini The use of all images and texts within this publication is subject to prior approval by Cesare Attolini S.p.A. Printed in December 2015. Š Copyright 2015 Cesare Attolini S.p.A. - All Rights Reserved


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