Storia nr.16
incontri Ci voleva un terremoto per svegliarti? Il tremore del 30 ottobre è stato il più forte della mia vita. Una scossa che mi riverbera ancora dentro come quando ho perso mio padre. Dopo la scossa cambiano le abitudini, gli spazi. Cambia il modo in cui ascolti, in cui ti comporti. Non senti più determinati odori, non vedi quello che eri abituato a vedere, non fai più quello che facevi. Ti adatti ad una realtà trasformata e ti trasformi un po’ anche tu. Il terremoto mi ha fatto tremare dentro. In pochi secondi tutti abbiamo visto sbriciolarsi ciò che credevamo eterno, le certezze personali sgretolarsi insieme alle case e alle chiese. Non riconosci più te stesso e quello che ti circonda. Perdi i punti di riferimento. Il terremoto ti scuote la casa, te la spacca, apre le strade, muove le montagne, fa tornare i fiumi, ed è come se vivi un azzeramento, un lutto, sei sospeso nel vuoto. È in questo sconquassamento interiore ed esteriore che ho cominciato a pormi tante domande, ho cominciato a concentrarmi su quello che per me era davvero importante. Quando provi la sensazione di essere sopravvissuto nella tua città che è totalmente stravolta, mentre hai la casa inagibile, il quartiere irriconoscibile, i tuoi luoghi dei ricordi completamente stravolti, ti chiedi se abbia un senso il tuo essere ancora vivo. Ti chiedi: se sono ancora qui ci sarà un motivo? Con alcuni amici il 26 novembre 2016 abbiamo costituito l’Associazione Montanari Testoni per il bisogno impellente di renderci utili per il nostro territorio che vedevamo ogni giorno più disgregato. Un’associazione di ragazzi che volevano trovare un senso al vuoto e al dolore che li perseguitava. Forse senza un terremoto non mi avrebbero mai fatto presidente di un’associazione che ha accolto sotto una tenda da campo prima, dentro ad un container poi, progetti e iniziative come cineforum, seminari, progetti per bambini, ecc. Abbiamo inventato uno spazio che non c’era per sentirci parte di qualcosa, per non perderci, per capire assieme che cosa ci stava succedendo. 78
incontri Un’occasione il terremoto per rivedere come stare assieme, come gestire situazioni difficili assieme, come comunicare, come vivere. Il terremoto mi ha aperto il cuore e la mente. Ho imparato ad accorgermi di quello che avviene dentro di me, a fidarmi, ad accogliere le necessità, ad ascoltare le persone e quello che accade per imparare dalla stessa nostra realtà. Forse il terremoto ha risvegliato in me dei bisogni e dei desideri molto importanti che da tempo erano sopiti. Forse il terremoto non è altro che un richiamo del cosmo per noi uomini, un monito per interrogarci e migliorarci e non solo un evento catastrofico che porta via ricordi e sacrifici. Mi chiamo Maria Anna Stella e ho 31 anni e sono un’attrice. Vivere a Norcia prima e dopo il terremoto ha modificato anche la mia idea di fare teatro, un teatro a favore degli altri, che ritrovi il senso profondo di strumento, di ricerca personale e collettiva. “Io sono un Montanaro Testone perché questo è il momento di mettersi in gioco ricostruendo l’interiorità delle persone attraverso piccoli gesti e grandi progetti per ripartire con attività che ci rendano vivi in questa desolazione che il terremoto ha fatto emergere” Maria Anna Stella Associazione Montanari Testoni Sostegno e progettualità per le popolazioni colpite dal terremoto del 2016
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