Gli occhi e il cuore non possono dimenticare - Storia nr.6 tratta da "Storytelling di Volontariato"

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Storia nr.6



incontri Gli occhi e il cuore non possono dimenticare “E’ la mattina del 24 agosto e ti ritrovi giù dal letto prima del previsto. La terra a qualche chilometro da te sembra stia crollando. Telefoni che squillano e che ti danno le prime informazioni. Notizie confuse. Alcune immagini dei telegiornali. L’incredulità. La sala operativa allerta e chiede persone disponibili a partire, SUBITO. Cominci a ragionare. Non puoi andare. Da lì a pochi giorni hai un aereo da prendere. Da lì a poche ore hai mille cose da fare. Passa poco tempo e tu e i tuoi colleghi siete su un mezzo diretto ad Amatrice. Arrivate a destinazione dopo un viaggio che sembra durato un’eternità. E’ pieno di macchine, di persone, di giornalisti all’assalto. Ma tu senti solo il silenzio. E’ pieno di luci d’emergenza che abbagliano, di fari che indicano la strada. Ma tu ricordi solo il buio. Al palazzetto dello sport incontri i volontari arrivati da qualsiasi parte d’Italia. Nessuno sa precisamente cosa fare, ma tutti fanno qualcosa. E tu inizi a farlo con loro. Adesso fate una catena e vi passate pacchi di pannolini, confezioni d’acqua, scatole di medicinali e coperte. Adesso sei sola in un angolo a dividere omogenizzati e biscotti per bambini. Adesso impili scatole di pasta e merendine con altre tre persone. Dopo poco alzate la testa e vi guardate. Uno dei tre lo conosci. Vi abbracciate. Nessuno commenta. Lavorate ancora. La roba continua ad aumentare e tu sei lì a riorganizzare spazi che tra poco non basteranno più. Il palazzetto si riempie di ogni genere di aiuto. Alcuni hanno la forma di latte in polvere per bambini, di vestiti puliti da indossare. Altri sono braccia che lavorano, cuori che corrono veloci. E’ già un altro giorno e non te ne sei nemmeno resa conto. Non hai mangiato, non hai dormito e non ti sei mai fermata. E non perché 33


incontri sei un’eroina, non perché sei invincibile o buona. Ma perché in quella marea di cose da fare i tuoi bisogni sembra quasi che non te li ricordi più. Un po’ di lucidità e ti tornano in mente le prime regole di un volontario: “Un soccorritore stanco non può soccorrere nessuno”. Te lo ricordi tu. Se lo ricorda chi è intorno a te. Per poco, pochissimo tempo, il palazzetto si ferma. La terra invece no, continua a tremare senza riposarsi mai. Cerchi un piccolo posto per stendere il tuo sacco a pelo. Accanto a te altri volontari stanchi, vigili del fuoco impolverati che si danno il cambio, un’anziana signora seduta su una panca ferma a fissare il vuoto. Ti stendi e chiudi gli occhi. Immagini che si rincorrono, pensieri che si accavallano. Provi a scacciarli via chiudendo gli occhi più forte. Poco tempo dopo sarai nuovamente in piedi a cercare un altro angolo da sistemare tra le mille cose da fare. Energica e combattiva come dopo un’intera giornata di riposo. In realtà si è fatto nuovamente giorno ma sono passate solo un paio d’ore e ancora adesso non sai se in quella notte hai mai dormito davvero. Tornerai a casa due giorni dopo e scriverai solo poche righe: “Con il tempo la stanchezza si dimentica e forse anche la paura per quelle scosse così forti da farti tremare dentro ma ci sono immagini, sguardi e parole che i miei occhi e il mio cuore non dimenticheranno mai…”. Avevi ragione. Tremendamente ragione.” Maria Grazia Matrone CISOM di Perugia Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta Il corpo opera per portare soccorso alle persone in stato di necessità anche in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile

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