Terra ferita Per i figli di Abruzzo, Umbria ed Emilia
di Deanna Mannaioli
CESVOL EDITORE
Quaderni del volontariato
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Quaderni del Volontariato
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Edizione 2013
Cesvol Centro Servizi Volontariato della Provicia di Perugia Via Campo di Marte, 9 06124 Perugia tel. 075.527.19.76 Sito Iternet: www.pgcesvol.net Visita anche la nostra pagina
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Con il Patrocinio della Regione Umbria
Edizione: Dicembre 2013 Progetto grafico e videoimpaginazione: Chiara Gagliano La foto di copertina è di:Maria Luisa Faloia Stampa: Digital Editor Umbertide
Tutti i diritti sono riservati Ogni riproduzione, anche parziale è vietata
ISBN: 978-88-96649-32-9
I QuaDErNI DEL VOLONTarIaTO, uN VIaggIO aTTraVErSO uN LIBrO NEL MONDO DEL SOCIaLE
Il CESVOL, centro servizi volontariato per la Provincia di Perugia, nell’ambito delle proprie attività istituzionali, ha definito un piano specifico nell’area della pubblicistica del volontariato. L’obiettivo è quello di fornire proposte ed idee coerenti rispetto ai temi di interesse e di competenza del settore, di valorizzare il patrimonio di esperienze e di contenuti già esistenti nell’ambito del volontariato organizzato ed inoltre di favorire e promuovere la circolazione e diffusione di argomenti e questioni che possono ritenersi coerenti rispetto a quelli presenti al centro della riflessione regionale o nazionale sulle tematiche sociali. La collana I quaderni del volontariato presenta una serie di produzioni pubblicistiche selezionate attraverso un invito periodico rivolto alle associazioni, al fine di realizzare con il tempo una vera e propria collana editoriale dedicata alle tematiche sociali, ma anche ai contenuti ed alle azioni portate avanti dall’associazionismo provinciale. I Quaderni del volontariato, inoltre, rappresentano un utile supporto per chiunque volesse approfondire i temi inerenti il sociale per motivi di studio ed approfondimento
Associazione Lions Club Marsciano
Terra ferita Per i figli di Emilia, Umbria e Abruzzo di
Deanna Mannaioli
“A chi è coinvolto nella sofferenza perché sappia che se c’è il tempo del pianto c’è anche il tempo di asciugare le lacrime per rinascere insieme”
Terra Ferita
In pochi secondi distrugge i frutti del lavoro di una vita, secoli di storia, storie di vite umane.arriva all’improvviso come un ladro, imprevisto come la morte, rumoroso come la guerra. Taglia i fili di secoli di storia, di tradizione, di patrimoni collettivi e personali. E dietro di sé lascia macerie di edifici e di essere umani, forse queste ultime, le più difficili da rimettere insieme. L’Emilia romagna, l’aquila, l’umbria (quella del 1997 e quella, la nostra, del 2009), insieme a tutti gli altri eventi sismici che hanno martoriato l’Italia, terra bella e fragile, spesso scossa da un gigante sotterraneo, il terremoto. un fenomeno naturale che, nonostante le più sofisticate tecnologie, non riusciamo a prevedere, quasi a rimarcare il fatto che gli uomini, in quanto creature della Terra, per quanti sforzi facciano, non riusciranno mai a comprendere tutto ciò che riguarda colei che li ha generati. In “Terra Ferita” si parla di questo, utilizzando gli unici elementi immortali dei quali è dato disporre al genere umano: la poesia e le emozioni.Le emozioni di dolore e sgomento, le emozioni di rabbia, le emozioni di cordoglio, le emozioni di coraggio e voglia di rinascere.Perchè ci sarà sempre una “ginestra odorosa” che con le sue chiome bionde renderà meno inguardabili i deserti di macerie.
Valentina Bonomi Assessore alla Cultura del Comune di Marsciano
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Terra Ferita
Terra ferita non è un documento, né una testimonianza sulle terribili vicende relative al sisma che ha percosso l’abruzzo, l’umbria e l’Emilia nel giro di pochi anni, è una ricognizione per sensazioni, epifanie, disvelamenti e apparizioni di uno spazio non di un luogo in cui venendo meno ogni consuetudine e accortezza quotidiana, irrompe il quotidiano inferno e il naturale numinoso dell’essere umano. In questo spazio il tempo stesso viene meno, le notti si dilatano, i giorni non hanno limite, né scansione e gli eventi, mossi dalla violenza del destino o del nume, continuamente accadono. Nello spazio che gli uomini sentenziano malato nulla accade che non sia sensazione, apparizione che non porti con sé un quadro chiuso in una vestizione d’ombra e non venga poi avvolto da una dimensione di bagliore. Le liriche di questa raccolta vogliono dipingere momenti di realtà, attimi di dolore del dramma, se non proprio della tragedia, di tante persone che hanno lasciato la vita sotto le macerie per un tragico destino contro cui nulla è possibile. Non mancano le denunce contro l’opera erronea e vanifica dell’uomo che, con il suo comportamento corrotto e superficiale, sembra aiutare l’evolversi e, più spesso, il complicarsi irrimediabilmente della tragedia. gli elementi della vita si ritrovano, per fortuna, declinati nell’amore e nella solidarietà umana che scatta ogni qualvolta l’uomo avverte la sofferenza e la fragilità dell’esistenza, non solo con l’aiuto della Protezione civile, ma di tanti volontari che si offrono quasi per riscattare il male globale che spesso predomina. a corredare il lavoro poetico, in fondo troviamo una documentazione fotografica e giornalistica sui tragici eventi accaduti nelle tre regioni quasi per non voler dimenticare. Le testimonianze hanno lo scopo di fissare nella memoria ogni giorno, ogni momento, ogni flash che ci ha colpito più o meno da vicino in quelle settimane lasciandoci col fiato sospeso.accanto alla drammaticità degli eventi, viene denunciata la fragilità dell’uomo moderno che, nonostante la sua “scienza esatta”, non ha saputo costruire un mondo sicuro, né migliore per i figli ed è in grado di consegnare loro solo “sogni sfrangiati” su cui oggi noi dovremmo riflettere. 10
Terra Ferita
Nonostante i crudi tratti della fragilità umana tipica del nostro tempo, nonostante l’impotenza di fronte al destino, nelle liriche c’è sempre, più o meno velata, la linfa della speranza votata ad una ricerca introspettiva e ad una catarsi che porta a rinascere la linfa vitale. La forza delle parole delle frasi, della solidarietà dell’uomo, ininterrottamente, propone un disegno di speranza che non solo non teme ma sembra scegliere lo spazio infernale come luogo fatale della propria rinascita. Proprio per il tema sociale delle poesie, il Lions Club, sempre attento alle esigenze del territorio, ha dato il patrocinio alla raccolta ed ha collaborato con il Cesvol, che si ringrazia per aver curato la pubblicazione. Deanna Mannaioli
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EMILIa
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Terra Ferita
20 maggio 2012
alba del 20 maggio brusco risveglio di una terra addormentata nel sonno dopo la fatica del lavoro quotidiano. Terra squassata da un singulto di una primavera sgranata nelle litanie attonite colte in una preghiera corale che si immola al mistero degli abissi profondi e vivi. ancora il destino piega la forza dell’uomo.
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Terra Ferita
Terremoto
giorno di lutto e di silenzio... Ferite profonde nelle case deserte da affetti incolmabili nelle strade abbandonate dalla vita. Le carezze lasciano il posto alle lacrime di chi solo prosegue il viaggio. Il breve filo tra la vita e la morte passa per una scossa temuta e prevista. Solo il sorriso dei giovani strappati con le unghie alle macerie illumina la notte di speranza.
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Terra Ferita
Vibranti canne
Sola, vado per terre desolate solo un numero fra tante esistenze naufragate nella tempesta della vita a queste sponde affollate dove fragili steli si piegano all’urlo del vento e passano senza lasciare una qualche memoria. Sola sono senza i miei cari assopiti nel sogno di un destino migliore rimasti tra le macerie e le pietre che parlano ancora la loro lingua canne vibranti al vento d’un destino d’aprile
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Terra Ferita
Ponte interrotto
È come un ponte interrotto su un abisso la tua vita spezzata nel vuoto a metà del percorso, né tu potrai più giungere all’altra sponda né camminerai per mano Passano i mesi, giorno dopo giorno il vento spoglia i sogni. Nell’ultima foglia resta persa disperazione a cercare la vita.
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Terra Ferita
Il destino deviava Era giorno pieno di luce quello che lasciava la cittĂ nelle braccia di Morfeo, consegnava il tempo ai sogni unici signori della notte. un alito di vento soffiava come musica sui tetti assonnati e le ultime luci si spegnevano. Si affrettava il passante nella strada, ripassava lo studente in vista degli esami al lume della lampada. Muto per lui il destino deviava il suo sentiero.
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Terra Ferita
Figli del terremoto a volte mi assale la sera il lento lamento del vento nell’ultimo inverno che scuote la notte e mi riempie d’angoscia. L’ora rintocca nel vento e il pensiero mi porta ora qua ora là nei ricordi come foglia morta sull’aspra marea del tempo. Si rincorrono squarci, ferite profonde alle case deserte da affetti e strade abbandonate alla vita. Le carezze lasciano il posto alle lacrime. E poi il silenzio... solo il pianto delle donne alto sale all’unisono le mani giunte pietose nell’infinita richiesta di pace.
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Terra Ferita
Per non dimenticare Per non dimenticare la piazza e il vicolo degli anni felici nella tua infanzia torni tra le macerie ancora sparse nel cuore e cerchi di ricomporle come foto ingiallite di epoche passate. Per mano tua figlia chiede di te, del vissuto e tu ravvivi la fiamma dei ricordi lambiti dal tempo e guidi i suoi passi incerti tra le storie pulsanti autore ancora della tua stagione di sogni.
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Terra Ferita
Venne in cerca di te
Venne in cerca di te nella fredda notte in cui il dubbio dell’alba colse l’anima alla morte votata. La speranza vinceva sull’odio e recuperava i passi della vita sui sentieri della memoria Venne in cerca di te orante di pianto lucidi gli occhi leggero il cuore di fanciullo a tendere la mano aperta e senza armi in un forte patto di pace.
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Terra Ferita
Sotto le tende
LĂ dove il colle declina dolcemente puoi vedere centinaia di tende improvvisate ora nella passione da forti braccia solidali. un colpo di spugna ha cancellato in una notte pezzi di vita ma non riti e abitudini che rivivono ancora nel cuore della gente anche al freddo inverno ormai alle porte sotto le tende rinasce il calore della parola che ravviva il fuoco dei sogni mai spenti.
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Terra Ferita
Nelle tendopoli affollate di ricordi
Così nelle sere d’inverno racconti l’orrore della lunga notte di dolore dove lo schianto lacera l’aria ed io tremo nell’udire la voce del vento che rompe le rocce nella risacca del tempo. La pioggia batte ancora pungente e trattiene le domande affollate nel silenzio della sera... ricordi...doni per tutti fango nelle tendopoli tappeti ad accogliere cibo a sfamare il desiderio dell’intimo passato. Qui ognuno ha la sua vita di ricordi fatta di foto perse tra i brandelli sparsi
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Terra Ferita
Devozione per la terra emiliana
Come l’olmo possente ha radici profonde, la devozione per la terra vive, forte come religione, negli animi degli emiliani. L’equilibrio, tra natura e storia raggiunto qui, trasmette un’intima armonia e il piccolo segregato universo del metafisico Bassani manda in trance govoni, immortala nature Morandi, innalza un canto Dalla, mentre il paesaggio rurale si eleva a dimensione morale con Bartolucci e la “borghesia della terra si affranca, ma tiene rustico e stalla legati alla villa”. Struggente amore per la terra, di riconoscenza carico, dà una quiete appagata che, se tradita dagli eventi, si traduce in sgomento...!
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Terra Ferita
Non rideranno alla vita
Ăˆ vero... puoi invitare le parole a esprimere il tuo dolore puoi chiedere rispetto per i giorni di lutto puoi versare lacrime per lenire il dolore puoi rilegare i sogni nello scrigno del tempo e sfogliare i ricordi... ma gli occhi suoi dolci piĂš non rideranno alla vita!
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Terra Ferita
Germogli nuovi
Questa terra parla di voi dei lamenti nei momenti di oblio dei languidi sospiri nelle ore sgretolate al crocevia del tempo come le nostre case, e narra il pianto delle madri in perpetuo lutto nella notte di dolore senza tempo. Questa terra sa di te del tuo sguardo perso all’infinito nel sogno mai abbandonato, tanta voglia di riscatto, del tuo sorriso mai pago di quella speranza che travolge il dolore. Questa terra bisbiglia le litanie scandite nel sudario del tuo giorno di fatica chino sulle zolle di germogli dalle radici profonde che generano i frutti della vita rinnovata.
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Terra Ferita
Vivi nei palpiti
Hai lasciato le sponde dove lacrime depose la risacca del tempo insieme alle nostre memorie e hai visto l’alba nell’antico miracolo delle viole che timide annunciano di nuovo primavera. Ora il tuo sguardo sospeso sui sogni dell’eternità segue i nostri passi benevolo ma il tuo sorriso è ancora in mezzo a noi e tu vivi nei palpiti mai sopiti di un amore infinito che dalla terra sale nell’immenso.
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SPINa, MarSCIaNO, PErugIa
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Terra Ferita
Nel fulcro di ogni era che muta
Nel silenzio della sera racconta di noi l’orma sulla sponda cancellata dall’onda col suono di sempre, il passaggio di una melodia nell’incanto del tramonto il pensiero finito dell’uomo dai sogni infiniti. altrove nella calura estiva una radio geme in centro tra le strade cieche lo spasimo quotidiano travia le certezze poco più in là, fronte sull’asfalto, un uomo muore fra l’indifferenza. E noi qui, casualmente o per destino, in questa scheggia impazzita che corre sulla spada del profitto e combatte il cambiamento. Ci troverete qui nel fulcro di ogni era che muta macchiati di speranza gli occhi verso il cielo con menti aperte al sole. 31
Terra Ferita
Terra Umbra
umile, la mia terra si veste a festa nella piazza grande del creato dove canta stralci di vita e si fa madre di emozioni. Solo allora leggo i mille volti del suo incanto. Terra rossa come l’amore impetuoso che travolge i ponti, Terra profonda come le radici che fondano le tradizioni Terra generosa come la sua gente ospitale e operosa Terra leggera come le tele che tesse il ragno Terra forte come le braccia vigorose di chi suda su di lei Terra plasmabile come l’argilla docile nelle ardenti dita dell’artista 32
Terra Ferita
Terra vergine come i calici appena schiusi delle primule in primavera Terra dissacrante come un fiume in piena che graffia argini inariditi Terra consacrata come l’ultima dimora raccolta nel lungo silenzio Terra viva che plasmandosi respira il mistero dell’immanente in noi.
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Terra Ferita
Spina 15 Dicembre 2009 La vita che pulsava tra le mura antiche dove voci familiari riempivano il giorno e nomi e volti noti si incontravano e mani si stringevano a sigillare patti di amicizia si è fermata nel boato che ha squarciato l’aria Ora il silenzio attonito scorre nelle vie mute tra le case di pietra grigie e assopite, negli scorci trafitti delle mura abbandonate, oltre le transenne delle torri di un’altra storia ostile e senza linfa. Lontano un canto malinconico e lo sguardo vano del viandante che non trova il suo approdo
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Terra Ferita
Diroccata la speranza
Diroccate le mura le torri, le case nel sussulto violento della terra scossa. Diroccati i pensieri nel dirupo dell’imponderabile impenitente saccheggiatore della nostra umanità . Diroccate le abitudini riti sempre uguali che danno sicurezza nei rapporti umani. Diroccata la speranza della trepida attesa, voglio credere nella primavera che sempre rinasce.
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Terra Ferita
I giorni dell’attesa
Ti frana l’azzurro intorno sussulta l’ultimo singulto d’autunno e appassisce sulla stanza sventrata. Si spacca il tuo attimo nel vento e ti cancella lo schianto sonoro si rimpasta di fede. Troppo sofferto nel tremito terrestre parlano gli occhi dei bimbi senza lacrime. Passano i giorni dell’attesa in polvere disfatta va ogni fiore, cade lontano un seme e la speranza rinasce !
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Terra Ferita
Valangano i giorni La strada s’inerpica tortuosa fino alla casa bianca a limitar la macchia di lecci e di rossi alleroni. Mi tornano ricordi come ferite incise sulla terra quando l’estate riarsa si spacca. Fuori un pozzo nascosto tra il fogliame e tu issavi la brocca e lenta camminavi come una regina altera. Si dilata lo spazio, sprofonda in silenzi d’azzurro il cielo nell’attesa del ritorno di chi ancora è lontano. Valangano i giorni spenti nel grigio torpore dell’attesa
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Terra Ferita
Là tornerò con te per sempre
Quando scende la sera e lenta ammanta i tetti nella brezza leggera la memoria di te mai sopita nelle vie segrete del cuor si fa ancor presente Il tuo sorriso accarezza il mio sguardo tante volte posato sui ricordi del tempo in cui correvamo incontro al domani. Là tornerò con te per sempre !
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Terra Ferita
Il sole sorge sulle promesse
Che importa se le stelle lucenti e il chiaro di luna sbiadiscono al mattino? Sono solo emblemi della notte passata nel ricordo della triste melodia che scandiva il tempo del dolore senza il tuo sorriso. Questo è il nuovo giorno e il sole sorge sulle nuove promesse, attimo per attimo lo costruiremo insieme.
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Terra Ferita
A te che grande hai il cuore
Ti ho visto volar via tra le maglie del tempo dove il filo si spezza, dove la terra non trattiene la vita non esiste. La scienza esatta degli astri la misura del profilo l’agenda piena degli incontri e infine la forza della voce del silenzio. Ăˆ allora che ti fai canzone di un respiro tutto sguardo penetrante memoria da fissare nei luoghi e nei momenti. a te che grande hai il cuore per colmare il distacco sorrido tra un sospiro e l’altro mentre si fa giorno.
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Terra Ferita
Verrà la luce a colorar la vita
Come una scultura di Dalì lenta ti consuma il tempo. L’essere tuo materno si svuota come un nido dopo lunghi voli. Cambierà corso il vento sui muri sgretolati, sui tetti vuoti, sulla dilaniata solitudine di Spina trema sulle messi di giugno l’attesa del sorriso. Verrà la luce a colorar la nostra vita.
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Terra Ferita
Canto il giorno
Per te canto il giorno che entra nella stanza spento nei ricordi e illumina i miei gesti. Per te canto il giorno che puntuale rinasce alto nel sentiero a guidare i miei passi. Per te canto il giorno e la rugiada che scende all’alba a dissetare le viole umili del prato. Per te canto il giorno che si fa simbolo dell’amore infinito.
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Terra Ferita
Restano i sogni Se dici che un giorno i sogni avranno fine inganni te stesso e il mondo intero. Il vaso di Pandora resta intatto per noi colmo di bene e di male e i sogni sopra tutto per chi può amarli ancora...!
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Terra Ferita
Di padre in figlio il piano Il ricordo si ferma in questo borgo antico dove corre un vento schietto e il volo della rondine plana sul filo dei colli all’orizzonte. Fuori l’albero di dolore scuote i rami, a sciami si sollevano gli anni alle mie spalle. Sono battiti d’ali, fremiti come rapidi voli di gabbiano sull’onda in cerca di nutrimento. È lo strappo a braccia tese dai miei cari, dai miei luoghi folate fresche di primavera ancora da interiorizzare che ormai rompono gli indugi. Nulla è vano se questo è il piano che si compie anno dopo anno di padre in figlio, di gioia in dolore tutti insieme per penetrare le segrete vie del mondo fino alla conoscenza tra vita e morte fino a sparire nella polvere se questa traspare alla luce del vento.
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aBruZZO
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Terra Ferita
Sai a chi somiglia la mia terra ?
Somiglia a una madre che protegge sotto il manto pietoso i suoi figli, a un uragano che entra nelle case e scompiglia il disegno del destino, all’autunno che nasconde nel seno i semi del grano che germoglieranno a primavera.
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Terra Ferita
6 Aprile 2009
Vigile al risveglio aprile annuncia il canto degli amori ma per le strade d’abruzzo sta la morte in agguato avida di vite in fiore. Buia la notte penetra il silenzio e cancella nella tragedia ogni segno
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Terra Ferita
Ricordi feriti tra le pietre
ricordi sparsi tra le macerie della città annullata di una terra che sussulta e trema di un brivido di morte annunciata. ricordi offuscati nella polvere del crollo e dello sgomento spezzati tra i muri crollati per sempre nel cuore. ricordi feriti tra le pietre crollate sulle nostre presenze travolte dall’ombra del destino sulla via crucis nell’agonia della passione.
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Terra Ferita
Terra d’Abruzzo
Terra d’abruzzo tante volte battuta dal vento sui monti dove il sole splende nelle fresche estati e la neve domina le cime d’inverno. Terra d’abruzzo antico retaggio di cultura che vive nella tradizione e canta da sempre alle genti l’amore. Terra generosa nei suoi simboli sopiti e mai spenti trova nell’abbraccio solidale la forza del suo risveglio...!
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Terra Ferita
Compagna di stanza (a Ilaria)
Tra le pareti sventrate rimaste in piedi si intravvedono squarci di vita quotidiana che conosci a memoria sempre uguali fermati come in un fotogramma fisso alla notte del sei aprile. Qui ognuno ha la sua storia tenuta col filo del dolore scucita con la rabbia che scorre sotto pelle... ecco la fedele e solare compagna di stanza incarna il simbolo dei giovani immolati all’incuria dell’uomo.
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Terra Ferita
Figli d’Abruzzo
a volte mi assale la sera il lento lamento del vento nell’ultimo inverno che scuote la notte e mi riempie d’angoscia. L’ora rintocca nel vento e il pensiero mi porta ora qua ora là nei ricordi come foglia morta sull’aspra marea del tempo. Si rincorrono squarci, ferite profonde alle case deserte da affetti e strade abbandonate alla vita. Le carezze lasciano il posto alle lacrime. E poi il silenzio... solo il pianto delle donne alto sale all’unisono le mani giunte pietose nell’infinita richiesta di pace.
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Terra Ferita
Via Campo di Fossa
Era accanto al tuo sonno quella notte squassata dagli ultimi singulti del gelido inverno ti ha strappato al destino che ha travolto i compagni. Ora la strada è vuota delle voci sonanti di quel tempo a te lieto e tu ritorni muta nella casa sbriciolata in via Campo di fossa orfana della vita. I ricordi vagano lunghe ore di dolore sotto le pesanti travi si susseguono nelle vie aperte all’amicizia vanno oltre i giochi sereni dell’infanzia
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Terra Ferita
Sintonizziamo il respiro
Si va tutti insieme sulle colline di Paganica e sui pendii dove alita l’immagine del soccorso. Sintonizziamo il respiro col respiro dei salici che si chinano piangenti e lo sguardo che si posa leggero sulle case lacerate del borgo senza piÚ vita non disturbi la platea che affolla da giorni in religioso silenzio.
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Terra Ferita
Compagni di viaggio
Lungo la strada per Onna ci accompagnano le orme decise di silenziosi volontari. La loro presenza rispettosa e cauta impone rispetto e conforta il lacerante dolore che squassa il petto in assoluto senza pi첫 argini alla decenza immolata. Quanti compagni di viaggio invisibili sulla nostra strada quanti fratelli nello sconforto!
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Giovani vittime
Non siete più con noi né il sole riscalda le vostre mani tese nell’ora dell’addio ma la luce sospesa al limite dell’immenso illumina il sorriso ancora di ognuno. Nessun nome manca nel ricordo della notte in cui tremò ogni certezza nessun volto delle giovani vittime che ancora vivono sospese tra il cielo e il pensiero della città tutta. Domani la casa dello studente avrà il vostro nome.
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Progetti di laurea
Sotto la tenda un’aria di festa allontana almeno un momento il dolore represso nel ricordo e recupera l’imponente aula magna. allori sono pronti a incoronare le fronti di chi vincendo la battaglia sul destino è giunto all’ambito traguardo. una corona appesa e un nome sono l’amara consolazione dei progetti di laurea spenti nella notte la commozione di un abbraccio perduto per sempre.
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Te ne sei andata
Te ne sei andata una sera di primavera con il solito sorriso stringendo addosso la giacca nel fresco vento d’aprile. un saluto frettoloso sei salita sul treno nebbioso della morte e invano aspetto il tuo ritorno. Ma non tornerai! Mai. La pioggia non picchierà più ai tuoi vetri né il sole ti riscalderà ma tanti bimbi animeranno le stanze dell’asilo da te progettato con amore.
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Terra Ferita
Spazio alla giustizia
Dei giorni che saranno ti sia memoria là dove ora vedi con occhi distanti i vezzi della vacuità e valuti le vere gioie della vita. Sono certa che quando la verità sarà svelata e i rei confessi, avremo spinto il buio un po’ più in là e avremo dato spazio alla giustizia !
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Mi manca il sorriso
Mi manca il sorriso dei tuoi sguardi di un tempo quando l’avvenire vedevi vicino all’avverarsi dei tuoi sogni giovanili. Mi manca pure la speranza, stanotte, e i progetti che insieme alzavamo come castelli di sabbia rubati dal mare alla spiaggia. Se il buio divora il tempo sciogli, ti prego, il mio dolore che cupo risuona nel petto come lo schianto fatale di quella orribile notte. Il ricordo rinnova il sorriso dei tuoi giorni felici come un dono prezioso lasciato per sempre agli amici nel tuo breve passaggio un volo veloce di ali carezza leggera per chi lungamente ti ha amato.
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Terra Ferita
Come farfalla nel breve volo Di te sparse le immagini nel tempo che scorre senza tregua ovunque ferme sono nel ricordo, ancora la tua voce risuona nelle stanze in una passione che vuole rinnegare il pianto. Nell’illusione furtiva di quegli anni tutto seppe di noi il vento inquieto tutto tranne la vita che se ne andava come farfalla nel suo breve volo strappata al canto generoso del giorno. Nelle memorie di te sparse sulle nostre presenze intatte ai commiati di questo inverno che biancheggia indifferente scivolano nel sentiero nodoso della vita i momenti rubati alle sere gioiose con gli amici, i segni trafugati al piano incerto del destino e le carezze degli affetti veri e sconsolati. Dimmi che c’è vita nell’immenso cielo raccolta nella luce delle stelle fisse sulla nostra eterna rotta. Sarà più soave ai piedi della sera seguire nel volo del pensiero uno sguardo dalla soglia una speranza spalancata sul mondo.
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Terra Ferita
Al centro del silenzio Tra schegge di silenzio e di luce lampi lontani la notte incatena il tempo sul ponte gettato all’infinito. Nei pensieri leggeri si impigliano i ricordi di sere soffuse nel tremulo mirar le stelle alla ricerca di un perché Fuggono nelle notti insonni avare di verità le ore giorno dopo giorno il vento spoglia le mie certezze insidia sogni senza più respiro nel deserto delle città affollate. restano sul muro sbrecciato di un autunno che come foglia cade, irrisolti i miei perché vuoti su abissi inafferrabili e tessono arazzi complessi segni del nostro tempo. Oltre i rami intricati vegliano sulle nostre presenze adagi d’ombre e la solitudine si fa di nebbia colma. 62
Terra Ferita
arpeggia lieve la mia malinconia e le sue note si perdono nel vento dipanano inquietudini di stagione in stagione uguali e sempre nuove e nell’arco teso delle sfide orfana vago al centro del silenzio ma guardo incantata i petali dell’alba e aspetto il sole che sciolga questa brina.
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Terra Ferita
Favola antica
È l’ora muta dei pensieri quando in silenzio la penombra della sera avvolge la mente e spoglia nel cielo d’ottobre del loro manto le parole. Ora che è lontana l’ombra lieta dei miei giorni stringo al petto la favola antica ove si alimenta la fiamma che incendiava i sogni. Ho camminato tanto accanto a te per strade lastricate di fatica sulle zolle dure dei campi ove lenti avanzavano i nostri Padri forti della fede antica. Ho salito erte scoscese inseguendo all’orizzonte la luce che illumina di giustizia la vita additando a te incredulo il sentiero. Lontano l’ondeggiare degli ulivi misura un ritorno sereno Ora è tempo per tutti di capire dov’è l’essenza della vita. 64
Terra Ferita
Squassava le mie prime certezze
La forza che guida il fiore urgendo nel verde talamo guidava la mia verde età e ricordo che paradiso scandiva nel mese di maggio. L’impeto che guida il ruscello tra le aspre rocce guidava il mio fuoco a seguir muto il vento di ideali nella prima stagione. La tempesta che squassa le fronde degli alberi squassava le mie prime certezze e so che quella febbre invernale piegava la mia giovinezza. Il tempo lambisce dove la fonte fa vena goccia, inonda l’amore sciaborda in piena addolcisce le pene e muto non so dire che paradiso è scandito nel tempo intorno alle stelle
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Terra Ferita
Il respiro del nuovo giorno
rigettato dalle rive dell’infanzia ti scopri col peso del dolore che segna per sempre la tua primavera di ferite profonde e offusca le note tinte del risveglio sognato. Ti travolge la marea che porta la linfa la lunga onda che fluisce. Il respiro che segna la vita l’inizio e la fine del giorno è ora il tuo respiro accompagnato dal rintocco della campana che annuncia il nuovo giorno
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Terra Ferita
Catarsi
anche se fuggo lontano solo nei ricordi ritrovo il profumo delle stagioni passate e la tavolozza di sfumature d’amore in quell’ oceano d’odio che forte ci imprigionava. anche il destino impossibile si avvera se sospinto dalla forza dell’anima dilaniata nei sentimenti incancreniti dal freddo insorto nei cupi giorni in cui patimmo immani tempeste sull’ultimo argine eretto dalle deboli ormai resistenze. Forte era il valore della croce alta sul monte ogni giorno che parlava di sacrificio, di morte, ma ferma indicava il riscatto. Non è mai luogo di quiete la vita se non puoi capire il dolore che ti unisce ai fratelli, e nella catarsi fa rinascere... l’uomo.
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Terra Ferita
Si annulla il mondo
Onde concentriche del mio pensiero dilatano nel vuoto dove si annulla il mondo tra mille solitudini senza pi첫 senso.
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Terra Ferita
M’incanta
un tenue prodigio, più che la rugiada al mattino in primavera, è la vita fragile, impalpabile, sfuggente come la nebbia della sera ma del tuo passaggio, il geroglifico sfumato, m’incanta uomo e il tuo canto doloroso innalzato al cielo in questo mesto aprile tracciato di lacrime e il sorriso nell’abbraccio caloroso dei figli superstiti e le lacrime amare che riflettono il sole e il pensiero come un volo luminoso d’ali nel cielo.
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Terra Ferita
Il pensiero
Ombra vana è la morte che hai sconfitto nei secoli lottando contro il tempo implacabile (uomo lo sai!) Quando hai paura, la notte, non ascoltare il cuore che palpita per la pena di un’inutile ferita. Il ricordo è vivo e presente come il pensiero e l’immanente lieve fardello con noi per sempre
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Terra Ferita
Lungo le rotte del mondo
Lungo le rotte del mondo appena visibile il tremulo volo di stelle nella via lattea, appare un’altra primavera appena annunciata dal soffio tenue dei venti mattutini. ritorna senza il vigore solito che annuncia il risveglio su mappe boreali filo a piombo sul nostro notturno parallelo dove i silenzi della notte fatti rumore d’alba crepitano ancora inverno duro e lungo che nella terra s’annuvola e smuove tuoni e crepe inverno d’eresia che ancora s’ingremba avido e ci strugge.
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Terra Ferita
L’attesa si ricama come fiore prezioso
anime sospese nella tela di memorie tessute nel tempo, cieco lo sguardo nel domani, senza pareti colorate di speranza l’attesa si ricama come fiore prezioso nei perpetui scenari. Negli occhi un fuoco acceso palpitante coesione tra parola e materia sfida il mondo.
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Terra Ferita
Il nuovo giorno
È l’alba infine... un brivido di cielo mi colpisce sfuggono i sogni e nella lenta agonia d’ombre sorge all’orizzonte nelle mie mani il nuovo giorno
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Terra Ferita
Pellegrino nel tempo un tenue miraggio, più che la nebbia della sera in autunno, è la vita fragile sfuggente ma chi traccia il tuo passaggio, il geroglifico sfumato, m’incanta, uomo, e il sorriso nell’abbraccio caloroso dei tuoi figli e le lacrime del dolore che riflettono il sole e il pensiero come un volo luminoso d’ali nel cielo. Vagabondo nel tempo getti alle spalle il peso del dolore e libero corri infine nel vento. E scopri in ogni odissea il presente fugace in cui l’eternità non da tregua. Senti l’immensità del cielo e le gioie del mattino su abissi inafferrabili pensieri che s’intrecciano a quotidiane inquietudini e tessono arazzi complessi segni del nostro tempo. 74
Terra Ferita
Dolce è vagabondar come Pellegrino alla ricerca del senso della vita.. un sussurro sulla soglia dell’alba spalancata al creato.
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DaI gIOrNaLI - aPPENDICE INFOrMaTIVa
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IL TErrEMOTO IN aBruZZO
Lunedì 6 aprile 2009
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Il TErrEmoTo dEll’AqUIlA
Lunedì 6 aprile 2009 • alle ore 3.32 del mattino, un terremoto di magnitudo richter pari a 5.9 ha colpito L’aquila. La profondità stimata del terremoto è 8 km, caratteristica dei terremoti appenninici. gli effetti del terremoto sono stati particolarmente distruttivi in prossimità dell’epicentro. • Manca l’acqua potabile. anche l’ospedale è dichiarato inagibile al 90%. I feriti più gravi sono stati trasferiti in elicottero in abruzzo, a rieti e a roma. • Morti: 308. Feriti: più di mille. Senzatetto: 66mila. Scala richter: 5,9. • a Onna il 50 per cento delle case è crollato. L’altro 50 per cento è danneggiato. • alle 3.32 anche la Casa dello studente, che accoglie vincitori di borsa di studio dell’università abruzzese, è crollata. L’ultima firma sul registro delle presenze è quella di Francesco Esposito, alle ore 24. «Di lì a tre ore e mezza quel palazzo di quattro piani si sbriciola diventando la tomba di 11 ragazzi. Francesco Esposito è nell’elenco dei morti ». [andrea Mori, gio. 10/4/2009]
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La Prefettura dell’aquila dopo il sisma, uno dei simboli della distruzione
Soccorsi al lavoro tra le macerie
Per gentile concessione della Protezione Civile di Marsciano
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Il bilancio definitivo è di 308 morti, circa 1600 feriti di cui 200 gravissimi ricoverati negli ospedali di Teramo, avezzano, Chieti, Pescara, ancona, roma, rieti, Foligno e Terni, circa 65.000 gli sfollati alloggiati momentaneamente in tendopoli, auto, alberghi lungo la costa adriatica.Numerose le persone estratte vive dalle macerie, anche dopo molte ore dalla scossa principale, tra cui Marta Valente 24 anni di Bisenti, studentessa di Ingegneria, salvata dopo 23 ore, Eleonora Calesini, 21 anni di Mondaino, estratta dopo 42 ore, nonché Maria D’antuono, 98 anni di Tempera, trovata viva dopo 30 ore, che ha dichiarato di aver trascorso il tempo lavorando all’uncinetto.Il terremoto è stato avvertito su una vasta area comprendente tutto il Centro Italia, fino a Napoli, causando panico tra la popolazione, e inducendola a riversarsi in strada. La Protezione Civile dichiara colpita dal sisma un’area o cratere sismico che comprende tutti i comuni in cui il terremoto ha fatto sentire i suoi effetti dal 6º grado in su della Scala Mercalli, lista di comuni che viene poi allargata di qualche unità su protesta di alcuni che dichiarano di aver subito danni rilevanti.
Per gentile concessione della Protezione Civile di Marsciano
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al 9 agosto 2009 secondo la Protezione Civile gli sfollati erano 48.818, di cui 19.973 presso 137 tendopoli (in 5029 tende), 19.149 in alberghi e 9.696 presso case private. a questi vanno aggiunte 273 persone presenti in 9 campi spontanei. al 14 novembre 2009 il numero degli sfollati risultava pari a 21.874, di cui 671 in 17 tendopoli, 13.224 presso strutture alberghiere (delle quali 8.832 fuori della provincia dell’aquila) e 7.979 in case private. Vi sono poi 4.764 persone che hanno avuto una sistemazione nelle C.a.S.E. (Complessi antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) e 480 nei M.a.P. (Moduli abitativi Provvisori). al 22 gennaio 2010 il numero degli sfollati risultava pari a 10.128, di cui 1.123 nelle caserme di Coppito e Campomizzi, 8.905 presso strutture alberghiere (delle quali 6.195 fuori della provincia dell’aquila) cui vanno aggiunte le 12.056 persone che hanno avuto una sistemazione provvisoria nelle C.a.S.E. (Complessi antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) e le 2.362 che l’hanno avuta nei M.a.P. (Moduli abitativi Provvisori). Il sisma ha apportato danni notevoli al patrimonio storico-artistico di cui era particolarmente ricca la Città dell’aquila: tutte le chiese (più di un centinaio), a partire dalle più importanti basiliche, sono state dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti assieme a palazzi storici nel centro storico compreso il Forte spagnolo, uno dei simboli della città. alla luce dei danni e delle vittime il sisma risulta il 5º terremoto più distruttivo in Italia in epoca contemporanea dopo il Terremoto di Messina del 1908, il Terremoto di avezzano del 1915, il Terremoto dell’Irpinia del 1980 e il Terremoto del Friuli del 1976.
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La Chiesa della Concezione a Paganica
San Martino d’Ocre abruzzo
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IL TErrEMOTO IN EMILIa
Domenica 20 maggio 2012
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Con i terremoti dell’Emilia del 2012 ci si riferisce ad una serie di eventi sismici localizzati nel distretto sismico della pianura padana emiliana, prevalentemente nelle province di Modena, Ferrara, Bologna e Mantova ma avvertiti anche in’area molto vasta comprendente tutta l’Italia Centro-Settentrionale e parte della Svizzera, della Slovenia, della Croazia, dell’austria, della Francia sud-orientale e della germania meridionale. La scossa più forte, di magnitudo MI5,9 e Mw5,86 è stata registrata il 20 maggio 2012 alle ore 04:03:52 ora italiana, con epicentro in Finale Emilia, a una profondità di 6,3 km.. alle 04:03:52 un forte sisma della durata di 20 secondi di magnitudo del momento sismico pari a 5,86, preceduto qualche ora prima (esattamente alla 01:13 e alla 01:42) da due scosse di 4,1 e 2,2, si è fatto sentire in tutto il Nord e parte del Centro Italia, facendo risvegliare la maggior parte delle persone, con epicentro a Finale Emilia a 6,3 km di profondità (distretto sismico: Pianura Padana emiliana). Il terremoto è stato avvertito dai sismografi di tutta Italia, ma le regioni in cui è stato avvertito dalla popolazione sono: Emilia-romagna, Veneto, Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d’aosta, Trentino-alto adige, Friuli-Venezia giulia, Toscana, Marche, umbria. Il sisma ha provocato 7 morti accertati, circa 50 feriti, 5000 sfollati e ingenti danni al patrimonio culturale a causa dei molti crolli di palazzi storici, aziende agricole e fabbriche. Il sisma ha provocato fenomeni diffusi di liquefazione delle sabbie, che hanno interessato ampie aree a San Carlo di Sant’agostino, Mirabello, Finale Emilia e San Felice sul Panaro. Tali fenomeni si sono verificati anche a seguito delle scosse del 29 maggio nelle aree di Cavezzo e Moglia, causando il crollo di alcuni edifici anche di recente costruzione.
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Cavezzo dopo la scossa del 29 maggio
Mirandola colpito dalle scosse del 29 Maggio
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Successivamente ci sono state nuove scosse: di 4,8 (alle 04:06), di 5.1 (alle 04:07), di 4,3 (alle 04:11 e alle 04:12) e di 4,0 (alle 04:35 e alle 04:39). una nuova forte scossa tellurica di 4,9 è stata avvertita a partire da San Felice sul Panaro alle ore 05:02 (ora italiana). altre scosse di notevole intensità si sono avvertite alle ore 11:13, 15:18 e 15:21 rispettivamente di 4,2, 5,1 e 4,1 a Finale Emilia, Vigarano Mainarda e Bondeno.
Danni provocati dal terremoto agli edifici rurali
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le scosse del 29 maggio una nuova forte scossa della durata di 30 secondi, di magnitudo 5,8 e definita superficiale (profondità ipocentro: 9,6 km) è stata registrata alle 09:00:03 del 29 maggio 2012. L’epicentro è nella zona di Medolla e Cavezzo in provincia di Modena. un primo bilancio provvisorio riporta crolli in edifici anche di interesse storico-artistico, tra quelli già danneggiati dall’evento sismico del 20 maggio, 20 vittime (2 decessi avvenuti in data 5 giugno ed uno il 12 giugno) e almeno 350 feriti. gli sfollati salgono a circa 15.000. Successivamente alla scossa delle 09:00 si sono verificate altre due scosse di entità rilevante: alle 12:55 di intensità 5,3 e alle 13:00 di intensità 5,2. a Mantova è stato chiuso il Palazzo Ducale e a Pisa il Palazzo della Sapienza. Successivamente, una sessantina di scosse si sono registrate nella notte fra il 29 e il 30 maggio.
la scossa del 3 giugno una nuova forte scossa di magnitudo 5,1 alle 21:20 del 3 giugno 2012 con epicentro a Novi di Modena e avvertita in tutto il nord Italia ha nuovamente colpito tutta la zona della bassa modenese e dell’oltrepò mantovano. La torre dell’orologio di Novi di Modena è crollata durante la scossa.
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Torre Civica di Novi di Modena, crollata dopo la scossa del 3 giugno
• alle 4.04 un terremoto di magnitudo 5.9 ha colpito modenese, ferrarese, mantovano e pianura padana. Epicentro a Finale Emilia (Modena). Sette morti, più di 50 di feriti, 3 mila sfollati, crolli di fabbriche, chiese, monumenti storici, case e capannoni. Questo il bilancio della scossa di terremoto, di poco inferiore a quella che il 6 aprile 2009 ha distrutto L’aquila • alle 15.18 una scossa (5,1 richter) fa crollare alcuni edifici già danneggiati dalla prima scossa. • Quattro gli operai morti durante il turno di notte: Nicola Cavicchi e Leonardo ansaloni (schiacciati dal tetto della fabbrica Sant’agostino Ceramiche); gerardo Cesaro (57 anni, prossimo alla pensione, trovato sotto le macerie della fonderia Tecopress di Sant’agostino); Tarik Naouch (marocchino, 29 anni, sepolto sotto il capannone industriale ursa a Bondeno). Due donne morte per lo spavento: gabi Ehsemann (tedesca, 37 anni, in Italia per motivi di lavoro nel bolognese) e una signora di 86 ani di Vigarano Mainarda. una signora di 103 anni è invece morta schiacciata del tetto della sua abitazione a Sant’agostino. 91
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Per gentile concessione della Protezione Civile di Marsciano 92
IL TErrEMOTO a SPINa, PrOVINCIa DI PErugIa
Martedì 15 dicembre 2009
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L’epicentro in Val Tiberina. Due feriti lievi e crolli in due frazioni di Marsciano. Nuova scossa intorno alle 19
una foto scattata a Spina di Marsciano dopo il terremoto (ansa)
La paura del terremoto torna in umbria. a 12 anni dal sisma che interessò l’area tra Foligno e assisi una forte scossa, 4.2 gradi della scala richter, ha colpito alle 14.11 la zona tra Deruta, Perugia e Marsciano, al confine con la Toscana e a una profondità di 9,2 km, nella valle del Tevere. Nelle frazioni di Spina e Castiglione della Valle, a Marsciano, diverse case sono state lesionate o interessate da crolli di cornicioni, comignoli e calcinacci. una seconda scossa sismica, di magnitudo 2,8, è stata avvertita dalla popolazione poco prima delle 19. In questo caso le località prossime all’epicentro sono Spoleto, Castel ritaldi e Campello sul Clitunno. Nelle prossime ore sarà valutata l’agibilità delle case ma intanto per precauzione oltre 400 persone passeranno la notte fuori di casa. Tanta la paura dopo la prima scossa: nelle province di Perugia e Terni e nel capoluogo umbro molta gente in preda al panico si è riversata in strada. Numerose le chiamate dei cittadini ai vigili del fuoco. La situazione più grave si registra nella frazione di Spina dove l’intero borgo medioevale è stato evacuato. Sono a lavoro vigili del fuoco e Protezione civile per mettere in sicurezza le sculture. Il tetto della chiesa parrocchiale è caduto all’interno della struttura, forti 94
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danni anche alla rocca e alle abitazioni del borgo. Si registrano due feriti lievi. a Spina e nella frazione di Castiglione della Valle sono stati subito allestiti centri di accoglienza in strutture pubbliche dove in serata sono stati fatti affluire pasti caldi. Decine gli anziani trasferiti negli ospedali di Marsciano e di Perugia ma anche in case di accoglienza del capoluogo umbro. Chi abita nella zona maggiormente interessata dal sisma ha parlato di una scossa lunga, che ha provocato la caduta di diversi oggetti nelle case. Quasi fosse una bomba, ha detto qualcuno degli abitanti. l’epicentro è a una profondità di 9,2 chilometri, in una zona che vede in un raggio di 20 chilometri altri centri come Collazzone, Corciano, Fratta Todina, Monte Castello di Vibio, Magione, Panicale, Piegaro e Torgiano in provincia di Perugia; San Venanzo in provincia di Terni. Nuova scossa 2.8. una nuova scossa sismica è stata avvertita dalla popolazione della Provincia di Perugia. Lo rende noto il Dipartimento per la Protezione Civile, precisando che le località prossime all’epicentro sono Spoleto, Castel ritaldi e Campello sul Clitunno. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile, al momento, non risultano danni a persone o cose. Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia l’evento sismico si è verificato alle ore 18,58 con magnitudo 2.8. Si concentrano nelle zone di Spina di marsciano e di San Biagio della Valle i danni, tutti comunque di lieve entità. Intanto la prefettura di Perugia ha attivato la sala operativa provinciale della protezione civile alla quale non sono giunte finora notizie di problemi per le persone. In particolare nel centro delle due frazioni sono stati segnalati crolli di parte di cornicioni e tetti e anche qualche fuga di gas. Vigili del fuoco e carabinieri sono intervenuti anche 95
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per portare all’esterno di abitazioni e case di riposo anziani spaventati dalla scossa. Lesioni ad alcuni edifici anche a Mercatello, Mugnano di Perugia, Piegaro e Pietrafitta.
Per gentile concessione della Protezione Civile di Marsciano
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Il Comune di Perugia ha attivato immediatamente la macchina della protezione civile e la polizia municipale per le prime verifiche. Non risultano al momento - ha riferito Palazzo dei Priori - danni alle persone nel territorio comunale. È in corso un’indagine più approfondita per verificare eventuali danni agli immobili. Chiuso il centro di Spina. Crepe e piccoli crolli nelle frazioni di San Biagio della Valle, Spina e Mercatello, sempre nel comune di Marsciano, soprattutto nel centro storico della frazione di Spina, dove molta gente è scesa per strada spaventata. Il centro di Spina è stato poi chiuso per consentire verifiche più approfondite. Questa notte dormiranno fuori casa quindi quasi 500 persone.
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MarSCIaNO – Difficile, al momento, fare la conta dei danni. Ma di sicuro, oltre Spina, ne hanno subiti San Biagio della Valle, Castiglione della Valle, Sant’apollinare e Pieve Caina. La scossa è stata avvertita anche nel comune limitrofo di San Venanzo e, per precauzione, oggi tutte le scuole resteranno chiuse. Nel Marscianese, invece, le scuole resteranno chiuse sia oggi che domani. In questi due giorni i tecnici dovranno verificare se sono tutte agibili. Soprattutto quelle dove il terremoto ha causato più guai. analizzando i danni, a San Biagio della Valle sono almeno sette le abitazioni dichiarate inagibili. un paio molto vecchie. In tutto sono una decina le persone che non potranno dormire nelle proprie case. Tra le abitazioni inagibili si contano quattro tetti crollati. Oltre a quelle dichiarate inagibili, molte sono le abitazioni che hanno subito lesioni più o meno gravi. Si parla di circa il 50 per cento. Dichiarate inagibili anche tre abitazioni della vicina Castiglione della Valle. gravi danni ha subito il castello di Sant’apollinare. Danni ad edifici sono segnalati anche a Monte Vibiano e a Pieve Caina. a Papiano il terremoto è stato “annunciato” dal rintocco delle campane. Probabilmente la forte scossa ha causato un contatto che ha fatto partire il “tocco”. Sempre a Papiano nella scuola elementare a tempo lungo il terremoto ha fatto scattare l’allarme convenuto. E tutti gli alunni si sono messi sotto i banchi. un automobilista racconta che viaggiando lungo la Settevalli ad un certo punto ha sentito l’auto sobbalzare. “Ho pensato di aver preso sotto un cane o un gatto, ma quando, dopo essermi fermato, sono sceso non ho visto nulla”. Solo dopo aver saputo del terremoto, e aver controllato l’orario, si è reso conto che a far saltare l’auto era stata la forte scossa sussultoria. una giovane ragazza di Spina ammette che solo dopo aver visto le immagini in televisione si è resa conto di quanti erano stati i danni causati dalla scossa. In tanti nel Marscianese, se non tutti, avranno dormito poco o nulla. Quello delle ore 14 e12 è un regalo di cui avrebbero fatto volentieri a meno.Sono 141 i nuclei familiari che hanno già chiesto l’autonoma sistemazione. In totale le persone coinvolte sono 352. 98
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I sopralluoghi effettuati, ad oggi 810, hanno fatto aumentare le frazioni colpite dal terremoto. Edifici inagibili sono stati riscontrati in dieci frazioni. Degli 810 edifici visitati dai tecnici 278 (34 per cento) sono risultati inagibili. Il 22 per cento (181 edifici) totalmente inagibili, mentre l’altro 12 per cento parzialmente, temporaneamente o inagibile per rischio esterno. agli sfollati di Spina, San Biagio della Valle, Castiglione della Valle, Sant’apollinare e Pieve Caina, si sono aggiunti quelli delle frazioni di Mercatello, Olmeto, Papiano e Villanova. Danni anche al campanile di Compignano dove, però, al momento non si registrano edifici privati inagibili. a Spina i nuclei familiari che hanno chiesto il contributo straordinario per l’autonoma sistemazione sono stati fino ad ora 63 per un totale di 153 persone. a San Biagio della Valle le richieste, al momento, sono arrivate da 32 nuclei familiari per un totale di 72 persone. al terzo posto, per numero di sfollati, viene Castiglione della Valle. I nuclei familiari che hanno avanzato richiesta sono 18 per un totale di 49 persone. Nella graduatoria per numero di nuclei sfollati viene poi Sant’apollinare con 11 nuclei richiedenti che assommano a 33 persone. Segue Pieve Caina con 7 nuclei familiari per un totale di 14 persone. Che questi cinque paesi fossero stati colpiti dal terremoto si è saputo fin dalle prime ore. Poi, col passare dei giorni, ne sono emersi anche altri. a Mercatello, ad esempio, sono 4 i nuclei che hanno avanzato richiesta di contributo per un totale di 13 persone. Tre i nuclei familiari di Villanova che hanno richiesto il contributo straordinario per un totale di 9 persone. Per chiudere vanno segnalati i due nuclei richiedenti di Olmeto (4 persone) e uno di Papiano (5 persone). Tra le strutture pubbliche dichiarate inagibili da segnalare le sette scuole e le chiese di Spina e San Biagio della Valle. Le domande per ottenere il contributo straordinario per l’autonoma sistemazione si possono presentare alle sedi del Coc di Spina e di San Biagio della Valle. È possibile consegnarle anche all’ufficio protocollo del comune. I modelli di domanda si trovano presso i due Coc e il comune oppure si possono scaricare dal sito internet 99
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www.comune.marsciano.pg.it. ancora non è stata fissata la data entro la quale è possibile presentare domanda. Si parla del 15 gennaio per la richiesta di sopralluogo. Indipendentemente dal tipo di soluzione trovata, per l’autonoma sistemazione sono previsti i seguenti contributi per nuclei: una persona euro 300, due persone euro 400, tre o più persone euro 600. In caso di invalidità superiore al 70 per cento o dell’avere più di 65 anni di età si aggiunge un bonus di 200 euro. Il requisito fondamentale per ottenere il contributo è avere abitato realmente alla data del 15 dicembre in una abitazione dichiarata inagibile.
Alvaro Angeleri
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Sicurezza, crisi economica e ricostruzione, la visita del Prefetto a marsciano. 8 Ottobre 2013
Il prefetto di Perugia antonio repucci ha visitato il territorio marscianese nella mattinata di martedì; è stato accolto alle 9.30 presso il Municipio da una delegazione guidata dal Sindaco alfio Todini ed altri esponenti dell’amministrazione e del Consiglio comunale, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e del mondo associativo locale. un incontro che si è incentrato sulle difficoltà dei territori nell’affrontare la crisi, sulla sicurezza e sulla ricostruzione dei borghi colpiti dal sisma del 15 dicembre 2009. “La sicurezza va garantita dalle Forze dell’Ordine ma tutti i cittadini devono collaborare a pieno” ha detto il Prefetto repucci “È importante che tutti i cittadini partecipino alla costruzione di una sicurezza cooperativa, adottando comportamenti responsabili nel controllo dei propri beni e segnalando tempestivamente ogni situazione anomala. Purtroppo ci confrontiamo con una realtà dove si parla di dover chiudere caserme dei Carabinieri perché mancano i soldi per pagare gli affitti 107
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delle strutture. È quindi solo con il contributo di tutti i cittadini che possiamo pensare di mantenere o anche alzare il livello di controllo dei nostri territori”. un messaggio forte è stato espresso anche riguardo al continuo controllo che è necessario portare avanti contro le infiltrazioni malavitose: “Quello della presenza delle mafie sul territorio – ha spiegato il Prefetto reppucci – è un tema sul quale la Prefettura è particolarmente sensibile e gli stessi amministratori locali sono stati invitati a prestare la massima attenzione sui rispettivi territori. Bisogna monitorare i passaggi di beni immobiliari che avvengono a prezzi anomali come pure gli investimenti, gli appalti e i trasferimenti di aziende. Vanno valutati con attenzione tutti i segnali di possibili presenze mafiose nel tessuto economico. Su tale aspetto, quindi, il sostegno della Prefettura alle attività dell’amministrazione sarà totale, garantendo un rapporto diretto e immediato”. Il Sindaco Todini, dopo aver ringraziato il Prefetto a nome di tutta la comunità per la disponibilità dimostrata, ha provveduto a presentare la realtà del territorio marscianese, mettendo in evidenza come si possa “ contare su una vocazione storica di operosità e coesione e su un tessuto associativo forte che in una fase critica come l’attuale rappresenta un importante elemento di tenuta per tutta la comunità”. Il Sindaco ha infine condiviso con il Prefetto l’incoerenza del fatto che un Comune, come quello di Marsciano, che ha 82 dipendenti e un rapporto tra dipendenti e numero di abitanti ben al disotto della media e tra i più bassi in assoluto, debba comunque sottostare agli stessi vincoli di spesa e di politica del personale cui è chiamato un Comune di pari grandezza ma che ha 120 o 130 dipendenti. “a Marsciano il contenuto numero di dipendenti comunali – ha affermato Todini – è frutto di una buona tradizione amministrativa e ha permesso di liberare risorse a favore dei servizi. E tuttavia, oggi, la mancata premialità verso quei Comuni che su tale aspetto si sono dimostrati più virtuosi, rischia di andare a incidere proprio sulla qualità dei servizi erogati. È quindi necessario, anche per il legislatore statale, uscire da questa visione troppo ragionieristica della gestione 108
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amministrativa dei territori”. Nella seconda parte della mattinata, con la visita al borgo di Spina, si è fatto anche il punto sulla ricostruzione: su tale tema il Sindaco Todini ha rivolto al Prefetto l’invito per una collaborazione piena sugli aspetti della sicurezza e del contrasto alle infiltrazioni mafiose negli appalti. Qui il Prefetto ha avuto modo di incontrare anche il presidente del Comitato terremotati ruggero Zaganelli e di ribadire la piena disponibilità della Prefettura nel sostenere l’amministrazione comunale su tutte le procedure relative alla ricostruzione pesante e sui controlli volti alla sicurezza degli appalti. una visita che è stata anche l’occasione per raccogliere gli umori delle persone che vivono da quasi 4 anni lontani dalle proprie abitazioni e che aspettano con ansia la fine dei lavori della ricostruzione leggera e l’inizio di quella pesante. articolo di Matteo Berlenga matteo@marsciano7.it
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INDICE
Presentazione di Valentina Bonomi Assessore alla Cultura del comune di Marsciano
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Introduzione di Deanna Mannaioli
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Emilia
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Spina - Marsciano, Perugia
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abruzzo
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Dai giornali - appendice Informativa
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Terremoto in abruzzo: L’aquila
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Terremoto in Emilia
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Terremoto in umbria: Spina, Provincia di Perugia
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Sinossi Terra ferita” di deanna mannaioli La raccolta di poesie dal titolo “Terra ferita” è stata scritta in occasione degli eventi sismici del 2009 in abruzzo, del 2010 in umbria (nel borgo di Spina vicino Perugia dove il terremoto non ha mietuto vittime e per questo è stato dimenticato ingiustamente), del 2012 in Emilia. Il lavoro vuole ricordare le vittime del terremoto e il dolore per la loro scomparsa ma mette in evidenza la precarietà della vita e l’impossibilità dell’uomo di sovrastare il destino.
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