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La cultura del viaggio attraverso le guide per viaggiatori e turisti

GIOVANNA GIUBBINI

La cultura del viaggio attraverso le guide per viaggiatori e turisti

Evoluzione del modo di concepire la conoscenza dei luoghi e l’uso della guida.

Le memorie di viaggio sono state scritte sin da quando l’uomo ha esplorato il mondo. Tuttavia, quello che separa le guide moderne dai diari di viaggi vecchio stile come Il Milione di Marco Polo è l’inserimento di informazioni pratiche scritte con l’intento di incoraggiare i lettori a seguire le orme dello scrittore.

Una pioniera dell’arte fu Mariana Starke, un’aspirante poetessa inglese e drammaturga che condivideva lo stesso editore di Jane Austen e Lord Byron. Il libro della Starke del 1802 Travel in Italy Between the Years 1792 and 1798 comprendeva una raccolta di diari di viaggio che mettendo da una parte le descrizioni personali dava spazio a consigli pratici. La Starke ha annotato le sue osservazioni sulle chiese italiane e le ville usando un metodo di valutazione soggettivo basato su una scala da uno a cinque punti esclamativi.

Per più di due secoli, dal Seicento all’Ottocento, l’Italia è percorsa dai giovani delle famiglie dell’aristocrazia alla riscoperta della cultura classica e del nuovo umanesimo alla ricerca di un grande passato conosciuto altrimenti soltanto attraverso i libri. I primi a partire per motivi culturali furono gli inglesi, dalla seconda metà del Settecento la moda del Grand Tour si estende anche ai tedeschi, olandesi, spagnoli e nordamericani. Alla fine del secolo XVIII si assiste ad un progressivo mutamento dell’idea di viaggio come percorso fondamentalmente culturale a forte valenza pedagogica in concomitanza con l’affermazione della classe borghese inglese.

Questo progressivo cambiamento comporta una trasformazione delle modalità organizzative e degli strumenti di ausilio per il viaggio. Dal corredo del viaggiatore scompaiono i volumi sulla storia degli antichi Romani e i diari di viaggio del gran tour. Nell’Ottocento si diffondono con grande favore le guide che offrono oltre agli itinerari consigliati, alle valutazioni sulla qualità e l’interesse di luoghi e monumenti da visitare, anche suggerimenti sui percorsi ritenuti più sicuri, proprio in risposta a quel bisogno di sicurezza tanto presente nella seconda metà dell’Ottocento. Le guide, che raggiungono negli anni a cavallo fra l’Otto e il Novecento l’apice del successo, rispondono alle esigenze di informazioni di un numero sempre maggiore di turisti che ormai appartengono a strati sociali molto eterogenei. La prima “Murray’s Red Guide”, Handbook for Travellers on the Continent, fu pubblicata nel 1836: dedicate ai Paesi meta del Grand Tour e quindi anche all’Italia, offrendo al lettore informazioni non solo culturali ma anche pratiche, quali orari, prezzi e valore delle monete.

Quando il 1° luglio 1827 Karl Baedeker

fondò la sua casa editrice a Coblenza non poteva certo immaginare che il suo nome e i suoi libri rossi un giorno sarebbero diventati sinonimo di guida turistica in tutto il mondo. Baedeker rivoluzionò la letteratura di viaggio: le sue pratiche guide dedicate a mete quali la Germania, l’Austria, l’Italia e altri Paesi europei consolidarono la fama delle Baedeker come diventare le guide compagne di viaggio precise e affidabili.

Nel 1894 nasce in Italia il Touring Club Italiano che pubblicherà di lì a poco la prima Guida-Itinerario dell’Italia e di alcune strade delle regioni limitrofe. Nel 1914 fu pubblicato il primo volume della Guida d’Italia, con il titolo Piemonte, Lombardia e Canton Ticino. Al contrario delle guide Baedeker, orientate per un pubblico culturalmente di élite, le guide del Touring furono pensate per un turista medio, animato dal desiderio di conoscere le bellezze del proprio Paese e nel tempo sostituirono le guide straniere che avevano accompagnato i turisti alla scoperta dell’Italia; inoltre svolsero un’azione di promozione culturale e turistica di grande rilievo.

Negli anni del fascismo venne introdotto un nuovo turismo, detto turismo di guerra, con la pubblicazione della collana Sui campi di battaglia, in cui uscì un volume dedicato a Il Monte Grappa.

Dopo gli anni difficili del secondo conflitto mondiale, il Touring riprende la produzione editoriale e cartografica che conoscerà il definitivo consolidamento negli anni ’60 e ’70. Gli anni Sessanta vedono l’affermazione del “turismo di massa”, fenomeno connotato negativamente dalla standardizzazione, dalla superficialità e dalla mercificazione.

Negli anni più recenti vedono la luce guide illustrate arricchite di ampi apparati fotografici, affidati – come sarà il caso della collana “Attraverso l’Italia” – ai nomi più celebri della fotografia del tempo, tra cui Gianni Berengo Gardin.

Con l’esordio del turismo di massa negli anni ’60 e ’70, le guide di viaggio si moltiplicarono, soprattutto nella fetta più economica del mercato. Marchi importantissimi nacquero da umili radici fai-da-te per alimentare una nuova generazione di esploratori liberi battezzati “backpacker”. La Lonely Planet fu costituita da Tony e Maureen Wheeler. Il libro iniziale dei Wheeler del 1973 Across Asia on the Cheap racchiudeva più di una dozzina di Paesi in solo 94 pagine. Entro due decenni, l’azienda aveva ridisegnato la mappa del mondo, venendo incontro alle esigenze di una nuova generazione di ventenni ricchi di tempo ma non di soldi.

Come le Baedeker prima di loro, le guide Lonely Planet vennero talvolta menzionate in opere letterarie. Alex Garand nel romanzo del 1996 L’ultima spiaggia ambientato in Thailandia allude a una nuova cultura di viaggiatori.

Con i ridotti tempi di attenzione del nostro mondo moderno interconnesso, l’epitaffio delle guide di viaggio è stato scritto a intervalli regolari dall’inizio del XXI secolo. Eppure, nonostante le continue minacce che provengono dal mondo digitale c’è qualcosa di fondamentale nelle guide che ha ancora un forte impatto. Resistendo alla prova del tempo, si comportano come toccanti promemoria della nostra vita in itinere, ciascuna ricordandoci una storia unica e profondamente personale.

Il libro guida, a volte con le pagine un po’ stropicciate per l’uso, qualche biglietto di museo conservato all’interno, rappresenta per il viaggiatore la testimonianza di quella esperienza che insieme al patrimonio ideale di conoscenza di luoghi, di opere d’arte, di culture e di esperienze, costituisce la memoria della vita di un individuo.

Le Guide di viaggio rappresentano un patrimonio che testimonia non solo la passione per il viaggio, ma il mutare dei costumi e della società nel corso dei decenni.

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