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Un “varietas culta” anche per i libri. La tutela del patrimonio librario esistente
GIUSEPPE BEARZI Un “varietas culta” anche per i libri. La tutela del patrimonio librario esistente
Oggi in Italia non esiste quanto necessario per opporsi al rifiuto generalizzato e praticato a tutti i livelli dei libri del passato, carenza che ogni anno ne determina la distruzione di centinaia di migliaia.
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Molti giovani e qualche anziano si stanno accorgendo che istituzioni, imprese, partiti, affaristi e potenti si curano del presente con poco riguardo per il futuro. Questo atteggiamento mentale, benché dispiaccia a chi ama la vita, la natura, i libri, non tocca né chi dovrebbe prendere decisioni per il bene comune, impegnato com’è a governare, conservare, educare e decidere; né chi – preso dal proprio presente – spesso non vede l’altrui futuro. Forse neanche il proprio.
Libri editi e inediti, corrispondenze, spartiti, studi, disegni, progetti etc. costituiscono il patrimonio cartaceo di una nazione, del quale, ogni anno, persone fisiche e giuridiche, anziché destinarlo alle istituzioni cólte dello Stato, lo scaricano nelle riciclerie dove è bruciato o lo convertono chimicamente ad altri usi. Non mi riferisco alle biblioteche specializzate degli studiosi, oggi considerate ingombri archeologici superati, ma a quelle ereditate da lettori comuni.
I Cittadini più attenti denunciano questi biblicidi ormai da anni: tra le opere immolate, l’associazione INTRA che, con poche risorse ed energie, cerca di salvarle per farne “biblioteche tematiche dei libri salvati”, ne ha trovate di valore culturale, storico, documentale ed economico notevole, dimostrando così quanto sarebbe doveroso e indispensabile conservarle. Questo compito potrebbe essere svolto con una spesa modesta e in modo educativo, in collaborazione – da un lato – con strutture che oggi hanno il compito di distruggerle, le riciclerie soprattutto, attuando così una doverosa e indispensabile qualificazione del loro ruolo; dall’altro, beneficiando – grazie a questa civilissima iniziativa – le istituzioni e le associazioni, incaricate o dedite alla salvaguardia dei “beni comuni inalienabili”.
Nel caso dell’Umbria, un lustro fa, l’associazione INTRA propose alla GESENU SpA (Gestione Servizi Nettezza Urbana) di Perugia un’idea per il salvataggio dei libri, applicabile ovunque, che allora fu accettato con entusiasmo: purtroppo, mancando allora a INTRA lo spazio dove ospitarli, non se ne fece nulla.
Ora le cose sono mutate, perché il posto – almeno in Umbria e grazie al Comune di Marsciano – INTRA l’ha avuto. La stessa iniziativa potrebbe però essere attuata in tutte le Regioni, secondo una normativa dello Stato, che costituisca in ogni provincia delle entità, costituite da esperti che si occupino di Selezione e Controllo Opere destinate al Macero: chiamiamole ESCOM. Questi compiti dovrebbero essere svolti da esperti di archivistica, beni patrimoniali e culturali, musei, biblioteche, “biblioteche dei libri salvati” etc. e gestiti da professionisti eticamente e culturalmente pre-
parati a tutelare il patrimonio cartaceo. Ciascuna ESCOM dovrebbe innanzitutto redigere un disciplinare che definisca e distribuisca i compiti, stabilisca diritti e priorità, individui luoghi, ragioni e responsabili della distruzione e dispersione dei libri, istruisca le persone fisiche e giuridiche su modi e mezzi capaci di evitare lo scempio in atto.
C’è un bella differenza tra il grano, ossia le opere da salvare, e il loglio, quelle effettivamente da immolare. Molte opere o loro parti non sono affatto rifiuti e tutte dovrebbero essere valutate in base ai loro requisiti – antichità, rarità, preziosità, unicità, caratteristiche estetiche, letterarie, scientifiche, economiche, stato di conservazione, data di redazione o pubblicazione, tipologia, finalità – da persone culturalmente preparate a farlo e ufficialmente delegate a svolgere tale compito. Il recupero dovrebbe tenere conto, oltre che dei valori citati, della loro possibile destinazione – sovrintendenze, accademie, università, scuole, biblioteche… –, del loro possibile utilizzo – studio, ricerca, approfondimento, collezionismo, disciplina… – e altro ancora. Chi, come INTRA, dal 2007 salva libri, sa quali e quante meraviglie ci siano tra quelli destinati al macero.
In base ai loro effettivi titoli di merito si dovrà stabilire a quali istituzioni e associazioni dovranno essere assegnate: archivi di Stato, archivi locali, biblioteche pubbliche statali, biblioteche universitarie, biblioteche pubbliche, accademie, musei, Centri di Raccolta e Smistamento Libri (come quello INTRA di Marsciano), biblioteche pubbliche locali, biblioteche di enti culturali e di ricerca, “biblioteche dei libri salvati”, biblioteche private etc.
Questa selezione dovrà essere affidata per i compiti più complessi a esperti di conservazione e biblioteconomia, che provvederanno anche alla formazione del personale delle riciclerie cui assegnare le fasi più semplici e operative del ciclo di recupero su campo.
Al personale delle riciclerie gli esperti di conservazione libraria indicheranno quali testi o incartamenti siano veramente da macero – opere ammuffite, incomplete, in cattivo stato, libri per le scuole inferiori, dispense, fotocopie, enciclopedie da edicola… – e quali invece dovranno essere sottoposti al giudizio di ESCOM per un’assegnazione corretta delle opere da salvare. I potenziali destinatari dovrebbero provvedere almeno mensilmente all’esame e al ritiro delle opere di loro specifica pertinenza secondo un predefinito diritto di prelazione: archivi di Stato, accademie, musei, beni patrimoniali e culturali, biblioteche pubbliche, associazioni culturali, case di riposo, residenze sanitarie, insediamenti abitativi in comune, alberghi, residenze storiche, caffè, carceri, Centri Raccolta e Smistamento Libri e “biblioteche dei libri salvati”1 .
Dal percorso descritto si evince che le opere da immolare sono ridotte a quelle veramente inutilizzabili e a una parte di quelle scolastiche, giacché in passato l’associazione INTRA ne salvò un furgone per le scuole italiane di Timisoara in Romania e un carrello appendice di testi in lingua francese per la scuola di un’Opera Missionaria a Yopougon in Costa d’Avorio. Altre ancora le assegnò a scuole materne ed elementari del Perugino e a una residenza per Anziani a Lama (PG).
L’esperienza degli enti di Selezione e Controllo Opere destinate al Macero e dell’asso-
1. In particolare, i libri in esubero rispetto alle scelte e capacità ricettive delle suddette entità, predestinate ad accettarli, potranno essere messi a disposizione di studiosi e bibliofili che ne faranno richiesta. A evitare ritardi, ingorghi o sottrazioni, le persone preposte a selezionare e destinare le opere salvate, al loro trasporto, al controllo delle attività da svolgere e del rispetto delle operazioni necessarie dovranno essere preparate in un breve seminario curato da ESCOM e, se non fossero già retribuite dagli enti destinatari dei libri, dovranno ricevere una giusta mercede per le prestazioni fornite. Le opere recuperate, destinate per competenza agli ESCOM che non le avranno potuto ritirate dalle riciclerie alle scadenze prefissate, saranno portate al Centro INTRA di Raccolta e Smistamento Libri di Marsciano (o di altri che sorgeranno) insieme a quelle non assegnate e da lì potranno essere ritirate successivamente, in quanto poste in un reparto riservato esclusivamente agli ESCOM. Anche tale servizio, che implica raccolta, classificazione e archiviazione temporanea, sarà ricompensato in modo proporzionale al lavoro richiesto. Le opere ritirate dagli enti e dagli istituti pubblici saranno gestite in base ai loro regolamenti, mentre le opere affidate ai Centri Raccolta e Smistamento Libri, saranno classificate secondo le tematiche stabilite dagli ESCOM locali per consentire alle “biblioteche tematiche dei libri salvati” del territorio di ritirare quelle di loro specifico interesse.
ciazione INTRA con le sue “biblioteche dei libri salvati” potrebbe essere applicata in altre regioni, avviando iniziative complementari, durevoli e non effimere, come troppo spesso accade; mentre, per le destinazioni da tempo consolidate, potrebbe essere sviluppato lo scambio tra biblioteche e biblioteche, arricchendo quelle più sprovviste, liberando spazi in quelle più votate all’attualità e specializzando quelle di paese agli specifici interessi del loro genius loci, rendendo così l’editoria meno esposta alla speculazione finanziaria, ma anche più aderente agli interessi dei lettori.
Con poca spesa e con il coinvolgimento delle istituzioni, esiste quindi non solo il modo di tesaurizzare un patrimonio che oggi si sta bruciando (o disperdendo), ma anche quello di sottrarre alla dilagante superficialità, al dilettantismo e all’improvvisazione pubblici più vasti, offrendo loro il conforto ineguagliabile della lettura e l’amore per la conservazione e la conoscenza dei libri.