Come liberarsi per sempre dall'abuso di cocaina

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ANCA - Spoleto

Come liberarsi per sempre dall’abuso di cocaina Dominare la dipendenza da cocaina. Guida di auto-aiuto per cocainomani, familiari di cocainomani ed educatori a cura di Christian CURSI e Agnese PROTASI

Come liberarsi per sempre dall’abuso di cocaina

Quaderni del volontariato 2014

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CESVOL EDITORE

Quaderni del volontariato 2014

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Quaderni del volontariato 1

Edizione 2014


Cesvol Centro Servizi Volontariato della Provincia di Perugia Via Campo di Marte n. 9 - IV piano 06124 Perugia tel 075 5271976 fax 075 5287998 www.pgcesvol.net pubblicazioni@pgcesvol.net

Edizione Gennaio 2014 Coordinamento editoriale di Stefania Iacono Stampa Digital Editor - Umbertide

tutti i diritti sono riservati ogni produzione, anche parziale, è vietata

ISBN: 9788896649244


I Quaderni del Volontariato, un viaggio nel mondo del sociale Il CESVOL, Centro Servizi Volontariato per la Provincia di Perugia, nell’ambito delle proprie attività istituzionali, ha definito un piano specifico nell’area della pubblicistica del volontariato. L’ obiettivo è quello di fornire proposte ed idee coerenti rispetto ai temi di interesse e di competenza del settore, di valorizzare il patrimonio di esperienze e di contenuti già esistenti nell’ambito del volontariato ed inoltre di favorire e promuovere la circolazione e diffusione di argomenti e questioni che possono ritenersi coerenti rispetto a quelli presenti al centro della riflessione regionale o nazionale sulle tematiche sociali. La collana Quaderni del Volontariato presenta una serie di produzioni pubblicistiche dedicate alle tematiche sociali, ma anche ai contenuti ed alle azioni portate avanti dall’associazionismo e del volontariato. I Quaderni del Volontariato, inoltre, rappresentano un utile supporto per chiunque volesse approfondire i temi inerenti il sociale.


COME LIBERARSI PER SEMPRE DALL’ ABUSO DI COCAINA di Christian CURSI e di Agnese PROTASI

Dominare la dipendenza da cocaina Guida di auto-aiuto per cocainomani, familiari dei cocainomani ed educatori


P R E F A Z I O N E a cura dell’A.N.C.A.di Spoleto Quando il dott. Cursi assieme alla dr.ssa Protasi ci proposero di pubblicare insieme questo manuale, la prima domanda che sorse spontanea fu: “Perchè l’ANCA dovrebbe pubblicare un manuale su come liberarsi dalla cocaina?” Leggendolo, poi, la risposta è venuta da sé: nella maggioranza dei casi si può tranquillamente sostituire la parola “cocaina” con “alcol” e “tossicodipendente” con “alcolista” senza affermare niente di falso. La dipendenza (da qualsiasi sostanza) è una dipendenza, non conta molto da quale droga (più o meno legale, più o meno socialmente accettata): il perché, gli atteggiamenti, le difficoltà, i suggerimenti su cosa fare o non fare sono gli stessi. Il nostro amico psicologo lo ha scritto sulla cocaina perché è la dipendenza che conoscono meglio, sia per gli studi fatti che nella pratica: nella sua pur relativamente giovane carriera è la tossicodipendenza sulla quale ha maggiormente lavorato. Noi dell’ANCA potremo usarlo come testo di supporto. Già, ma cos’è l’ANCA? L’Associazione Nazionale Contro l’Alcolismo è un’associazione di volontariato, presente in diverse parti d’Italia, formata da alcolisti astinenti e familiari, che svolge la sua opera attraverso i gruppi di auto-mutuo aiuto; il confronto, l’esperienza di chi ce l’ha fatta ad uscire dall’alcolismo senza uscire dalla vita è il nostro fondamento, la molla che, più di tante altre, ha convinto decine di alcolisti che la vita senza alcol (o sostanze varie) non solo è possibile, ma è pure bella! L’ANCA nasce nel 1985 a Roma, da un gruppo di alcolisti: essi avevano smesso di bere grazie all’auto di Alcolisti Anonimi ma sentivano che questa metodologia non li soddisfaceva del tutto. Le principali differenze dai metodi usati in AA risiedono nel


fatto, prima di tutto, che l’ANCA riunisce, nella sua terapia di gruppo, familiari e alcolisti insieme. Noi riteniamo questo fattore fondamentale per far comprendere al familiare la “malattia alcol” (se tanti altri si sono comportanti come il tuo familiare allora forse è vero che era la sostanza, non la persona, responsabile di certe azioni) e per far percepire all’alcolista il dolore, la responsabilità che ha nei confronti di se stesso e dei propri cari ( sentire certi racconti da altri familiari diminuisce il senso di colpa perché non è di loro direttamente che si parla, ma aiuta a comprendere cosa l’alcol può fare di noi). Altra differenza fondamentale è il “metterci la faccia”; in qualsiasi contesto si venga chiamati a dare la propria testimonianza, lo si fa “in prima persona”, con il proprio nome e la propria storia, perché il bello è che si riesce ad essere fieri di aver vinto questa terribile battaglia personale. Ultima differenza: il cammino verso l’astinenza alcolica nell’ANCA passa per la conoscenza di se stessi, attraverso l’autoanalisi dei comportamenti, dei pensieri, dei sentimenti, per imparare a volerci bene per come siamo. Negli AA è molto più forte la parte “spirituale”, l’affidarsi ad un essere superiore e confidare nella fede, oltre che nella buona volontà. Al di là del supporto all’alcolista e alla sua famiglia, l’ANCA svolge ormai, da una decina anni, opera di prevenzione nelle scuole, medie e superiori, andando a parlare ai ragazzi nelle classi, raccontando la propria esperienza, così che essi imparino a non sottovalutare la pericolosità dell’abuso di questa sostanza legale, collettivamente accettata e che ha un valore importante nella nostra cultura, sia economicamente che socialmente. Questo percorso, dal 2007, lo svolgiamo in collaborazione con lo Studio Associato di Psicologia Mangrovia, nelle persone del dott. Cursi e della sua meravigliosa moglie, la dott.ssa Protasi; la loro presenza ha arricchito notevolmente


gli incontri, la loro professionalità, umiltà e capacità di ascolto ci hanno insegnato molto e ci aiutano a comunicare ai ragazzi quello che vorremmo, in maniera indubbiamente più efficace e accrescitiva delle corretta conoscenza della problematica “abuso”. In conclusione, l’ANCA e questo manuale possono viaggiare insieme sulla strada del recupero alla vita dei tanti che non credono possibile viverla senza una “stampella”; è vero che questa che ce la fa apparire meno dura ma, nella realtà, ci impedisce di viverla pienamente e degnamente.


INDIC E PRO TA SI Pag 11 15 PR IM O C A PI T OLO Pag Uso abuso e dipendenza S E C O N D O CA PI T O LO Pag 20 Cocaina e le altre dipendenze T E R Z O CA PI T O LO Pag 40 Le origini della dipendenza QUA RT O CA PI T O LO Pag 58 Evoluzione e mantenimento della dipendenza QU IN T O CA PI T O LO Pag 73 Condizioni predittive, segni e sintomi S E S T O CA PI T O LO Pag 80 Consumo e conseguenze legali S E T T IM O CA PI T O LO Pag 99 Il trattamento efficace “UBER COCA” O T TAVO CA PI T O LO Pag 142 Consigli per i familiari: cosa non fare B IB L IO G R A FI A

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PROTASI Ho visto cose bellissime grazie alla diversa prospettiva suggerita dalla mia perenne insoddisfazione e quel che mi consola è che non smetto di osservare Edgard Degas Il testo nasce in seguito ad una precisa richiesta dei genitori e di alcuni professori delle scuole medie e superiori che si trovano davanti ragazzi sempre più giovani che usano droghe, alcol e cocaina. Sono anche il seguitodi riflessioni fatte durante un progetto ormai decennale di rete che vede l’A.N.C.A associazione nazionale contro l’alcolismo lavorare assieme al Comune di Spoleto, allo studio associato di psicologia “Mangrovia”, USL 2 Alcologia e Dipartimento di Prevenzione, Rotary Club per la prevenzione primaria nelle scuole medie e superiori. Lavorando da diverso tempo con tanti professionisti di differenti formazioni età ed esperienze ho avuto la possibilità di farmi delle idee e delle visioni complesse. Il tossicodipendente è visto dalla gente della strada come un vizioso, un malato, uno che può fare tanti soldi spacciando. Il punto di osservazione ne cambia la visione il trattamento e a volte la prognosi ed il futuro. Le letture di Sigmund Freud (1892) durante le lezioni di filosofia delle scuole superiori furono più o meno illuminanti per il mio immediato futuro ma determinanti per le mie scelte 11


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professionali. Amavo leggere di questo neurologo che con la prudenza e l’umiltà che solo i grandi riescono ad avere, si avviava a fare della psicoanalisi, della quale era padre fondatore, una nuova scienza ed un nuovo metodo di cura nella consapevolezza che le sue affermazioni sarebbero poi state messe in discussione e che la ricerca e la clinica avrebbero poi portato le sue affermazioni alla preistoria. La scoperta negli anni di università di suoi studi ed i suoi abusi inerenti alla cocaina non mi turbarono, credo , più di tanto. La cocaina in particolare agli esordi era una droga destinata alle classi più elevate in in alcuni salotti di benestanti. Oggi è entrata nelle case degli italiani ed è sempre più difficoltoso riconoscerne il profilo di un assuntore. Ho conosciuto personalmente piloti d’aereo, ufficiali dell’esercito, imprenditori, modelle, muratori, pensionati, agenti di commercio, guardie di finanza, saldatori, cuochi, camionisti, commessi viaggiatori, barbieri, dipendenti, padri di famiglia, militari. Dal servizio pubblico può essere visto da alcuni medici di alcuni Ser.T. come un paziente cronico in cui la cura può essere un trattamento farmacologico con dosi massicce di metadone o qualche altro sostitutivo. Altri medici dei reparti di alcologia descrivevano in base alle ricerche scientifiche e casi clinici diagnosi di pazienti ciclici per cui ci saranno ricadute ogni 2-3 anni . I Ser.t. romani lavorano con difficoltà coi colleghi del C.I.M. o D.S.M. 12


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In Francia alcuni colleghi lionesi mi informavano che non esiste la distinzione tra Ser.T. ed i C.I.M. ma che il servizio di salute mentale è unico. Altri colleghi per onesta e correttezza professionale asserivano di essere incapaci di trattare a studio pazienti drogati. Fondamentale è l’essere consapevoli del punto di osservazione con il quale mi pogno di fronte alla persona. Diventare consapevoli di osservarlo da uno specifico punto, specie quando si capisce che è un punto e non è tutto, permette a colui che opera nella relazione di aiuto di allontanarsi di almeno un paio di centimetri da deliri di onnipotenza e onniscienza. La persona merita almeno il rispetto della cura! E permette di riguardare la persona. La filosofia quindi è questa: amore per la conoscenza. La conoscenza della persona ; della sua vita del suo passato ma soprattutto delle sue potenzialità di cambiamento. Conoscenza di una persona ha un problema in più: la droga! Divenire consapevoli che è possibile. La logoterapia , la filosofia umanistica e rogersiana sono un paio di occhiali che cerco di mettermi. A volte mi viene naturale. A volte devo sforzarmi di più per ricordarmi che l’altro ce la può fare. Perché mi è successo di incontrare dei ragazzi con una bassa cultura, con lieve ritardo mentale con evidenti disturbi di comportamento in cui onestamente non era facile credere. Sembravano scommesse perse in partenza. E ce l’hanno fatta nonostante noi operatori ci credavamo poco. I miei occhiali mi dicono e mi ricordano che so di non sapere . Che ho voglia di stupirmi con l’altro per veder quanto può cambiare poi la sua vita. Il genitore, l’educatore, l’operatore, il 13


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maestro, lo psicologo è un facilitatore. E’ un allenatore. Ma poi è la persona che fa il capolavoro. E poi credere costruire insieme nuovi sogni nuovi progetti. Dare nuove visioni per un trattamento efficace e scientifico per la cura della dipendenza patologica da cocaina. Dico un trattamento efficace e scientifico nella consapevolezza che un fenomeno complesso con grandi risvolti individuali, familiari, legali, biologici, sociologici, economici e politici non può prevedere una semplice panacea. Chi afferma il contrario mente. Verranno descritti di seguito accenni relativi al discorso legale, sanitario e su alcune modalità di trattamento in un testo che nasce per informare e aiutare genitori, amici, parenti di chi fa uso di cocaina ed i professionisti quali educatori, operatori, counselors, psicologi, che si trovano ad aiutare una persona che ha problemi con la cocaina.

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PRIMO CAPITOLO U S O, A B U S O E D I P E N D E N Z A In che modo la cocaina influisce nella vita Introduzione “…in una parola, è impossibile non comprendere che l’uso di sostanze narcotiche, in grandi o in piccole quantità, periodicamente o costantemente, nelle classi più alte, come in quelle più basse, ha sempre la medesima causa: il bisogno di soffocare la voce della coscienza, così da non vedere il conflitto che vi è tra il proprio modo di vivere e l’esigenza della coscienza”1 Come descrive La Porta (2008) 14 febbraio 2004 Viene trovato morto l’uomo nell’antica grecia era visto Marco Pantani, come una pedina con cui giocavano grande del ciclismo. 34 anni. gli dei ed il destino era seguire i L’autopsia rileva abuso di voleri ed i capricci delle divinità. cocaina. Nel 1998 aveva La mitologia greca descrive gli vinto il Giro d’Italia e Tour de France (tratto dal setuomini come in balia dei desideri e timanale nr 36 DIPIU’ 10 gennaio 2005) capricci delle divinità dell’olimpo. 1 L. TOLSTOJ, Perché la gente si droga?, Mondadori, Milano, 1988

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Bacco o Dionisio era il dio del vino e della fertilità. Dei riti orgiastici e delle feste.Vino ( o droga in chiave moderna) come ricchezza per la terra e per la gente come fonte di festa come trasgressione, ma anche come disperazione. Si può pensare anche come le droghe e gli alcolici erano (o sono ) presenti nelle religioni per avvicinare l’uomo o il sacerdote alla divinità. Anche oggi in Italia ad ogni fuzione religiosa cattolica viene alzato il calice del vino a simbolo del sangue di Cristo. La droga è stata usata di volta in volta come strumento di liberazione, di contestazione, di evasione, di trasgressione. Sono tante le persone cadute come Icaro, con le loro belle ali di cera2, persone che si sono giocate molto, la giovinezza, la libertà, gli affetti, la capacità di ragionare ed a volte la vita. La dipendenza non è un fenomeno di facile comprensione per le persone comuni. Infatti le persone spesso hanno una tale opinione derivata dall’osservazione della rovina causata della dipendenza e infatti i giornali descrivono episodi in cui Fiorello lo show- i tossicodipendenti scippano le vecchiette man si confessa per rubare loro la pensione. “ero schiavo della cocaina” continua E poi le storie di violenza domestica, “ ne sono uscito delle truffe e dei furti che finiscono poi grazie a mia moglie ed al ricordo nei tribunali. Ma anche di personaggi di mio padre” famosi che si sono più o meno rovinati (Il Messaggero e che tentano più o meno di riabiliatarsi 7maggio 2004) 2 S. LAVAZZA, Cara droga, Franco Angeli, Milano, 1998

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come Agnelli, Fiorello, Maradona, o Marco Pantani che non ce l’ha fatta. Incominceremo con l’analizzare cos’è la dipendenza e a conoscere le sostanze psicoattive e gli effetti che possono provocare nell’individuo. Cosa si intende per dipendenza da cocaina ? La sperimentazione dell’assunzione di cocaina non determina necessariamente la dipendenza. Sicuramente nella persona che usa per la prima volta cocaina cambia per sempre l’idea ed il limite che gli impediva di sperimentarla. E si affaccia nella sua nella sua mente la possibilità di farne ancora utilizzo. Non tutti quelli che usano cocaina ne diventono dipendenti. Alcuni la provano, altri ne abusano. Alcuni passano anni a lottare tra cliniche di disintossicazione, gruppi di auto aiuto, altri tra comunità, astinenze e ricadute. Alcuni smettono da soli, altri, purtroppo ne muoiono per cause legate al suo uso. L’abuso di cocaina nell’arco di un anno, secondo il DSM IV (1999), avviene quando si verifica almeno una delle seguenti condizioni : l’uso ricorrente causa una problematiche nello svolgimento di attività quotidiane quali lavoro o nello studio; uso della cocaina in situazioni rischiose (es alla guida di autoveicoli); ricorrenti problemi legali; uso della sotanza nonostante questo comporti problemi sociali (con la moglie o scontri fisici. E’ una malattia chiamata desiderio che spinge la persona ad usare droga, nonostante la consapevolezza dei costi personali 17


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e sociali. I soggetti quindi che diventano dipendenti non sono solo degli irresponsabili, ma agiscono in base ad degli impulsi estremamente forti dettati dai comportamenti che danno dipendenza. Saranno illustrarti di seguito rispetto alla dipendenza da cocaina alcuni criteri per meglio comprendere la dipendenza. CRITERI FARMACODINAMICI L’assunzione di cocaina nell’organismo umano, è riconosciuta dall’American Psychiatric Association (DSM IV 1999) come causa di diagnosi relative alla: dipendenza, abuso, intossicazione ed astinenza. La dipendenza biochimica implica il bisogno fisico di fare qualcosa, che si distingue dal desiderio. La persona quindi è spinta dalla componente farmacodinamica della sostanza a ricercarla, con la convizione che si costruisce nel tempo, che se non la assumerà ci saranno delle conseguenza fisiche spiacevoli. FREQUENZA La frequenza dell’uso della sostanza può variare da individuo ad individuo. Alcuni la usano solo il sabato o in alcune feste, altri più frequentemente, alcuni tutti i giorni. Un pilota di una nota compagnia aerea, con una bellissima moglie, conosceva quando venivano effettuati i controlli delle urine , la usava quasi quotidianamente per sei mesi all’anno poi smetteva prima di entrare a fare parte di un gruppo di auto aiuto. COMPORTAMENTI PERICOLOSI La cocaina viene assunta anche se vi è la consapevolezza della 18


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pericolosità. Il rischio che l’assunzione di cocaina possa causare seri problemi (litigi, episodi di violenza, episodi depressivi, licenziamenti, arresti, debiti con personaggi appartenenti al crimine organizzato), non determina la cessazione dell’uso. Si può notare a volte un deterioramento graduale o a cascata della qualità di vita non solo della persona che usa cocaina ma anche da chi gli sta vicino. Si possono quindi notare comportamenti pericolosi e dannosi nei propri ed altrui confronti. Spacciatori armati che chiedono soldi ai familiari. Guida di autovetture sotto l’effetto della sostanza. Denunce presso le forze dell’ordine. BRAMOSIA La bramosia è un desiderio impellente, una urgenza molto intensa, a volte insopprimibile e travolgente di fare qualcosa. E’ come la voglia di stringere tra le braccia l’amata dopo tanto tempo che non la si vede, un bicchiere d’acqua fresca dopo ore di fatica al caldo, l’eccitazione di aprire tutto il gas con la moto in uscita di curva. L’individuo che sviluppa una dipendenza sente la bramosia impellente di assumere droga, per calmarsi, per staccare con tutto e con tutti, per darsi carica ecc. Nel prossimo capitolo verranno presentate le sostanzo di abuso più comuni e quelle di utilizzo più recente.

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SECONDO CAPITOLO COCAINA E LE ALTRE DIPENDENZE “A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” Jim Morrison Introduzione Tutte le sostanze psicoattive che verranno descritte incidono sulle funzioni celebrali. Riassumere le funzione del cervello, di un agglomerato di un trilione di cellelule connesse con complessi circuiti elettrochimici, di cui tanto si conosce ma ancora tanto si deve scoprire, richiede un riduzionismo semplicistico. Possiamo provare a descrivere in un modo raffigurativo, chiedendo perdono ai neurologi ed agli psichiatri che leggerrano, il cervello come come suddiviso in tre parti. Una parte rettile, al termine del midollo spinale dove le cellule si moltiplicano e si estendono a formare il midollo allungato, con funzioni di base presente sia nell’uomo che nelle altre creature più semplici come le rane e le lucertole. E’ deputato al controllo delle funzioni vitali quali la respirazione, la circolazione sanguigna, percezioni sensoriali e reazioni automatiche che garantiscono la sopravvivenza. E’ la sede dell’istinto. 20


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Il cervello mammifero, che si trova sopra il midollo allungato e che contiene anche il sistema limbico, che presiede i movimenti fisici e le risposte emotive istintive. Le reazioni emotive di marcata intensità tra le quali rabbia paura, ma anche dell’accudimento. L’uomo lo ha in comune con animali maggiormente evoluti quali gatti, cani, delfini e cavalli. E’ la sede dei sentimenti. Il cervello razionale, e più evoluto è costituito dalla corteccia. cerebrale. la neocortex in particolare rappresenta l’evoluzione rispetto anche ai primati. Fornisce all’uomo la capacità di pensare, creare, operare scelte utilizzare il linguaggio ed in generale di agire secondo livelli estremamente elevati di funzionamento complesso. E’ la sede della logica e del ragionamento. Una droga che agisca maggiormente sul sistema limbico inciderà maggiormente sulle emozioni, mentre una sostanza che agisce sulla corteccia cerebrale avrà ripercussioni sulle funzioni cognitive. Naturalmente numerose droghe agiscono su più parti dell’encefalo. Eric J. Nestler professore di psichiatria dell’Università del Texas e Robert C. Malenca dell’Università di Stanford confermano che comunque tutte le droghe sono inibitori dei circuiti del piacere3. Il quadro descritto è approssimativo e non riflette la complessità del cervello umano. I tre cervelli comunicano attraverso una rete neuronale scambiandosi messaggi chimici detti appunto 3 “Il cervello drogato” Fonte Mente e Cervello nr 9 anno 11 maggiogiugno 2004 pag 44

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neurotrasmettitori. I neurotrasmettitori Ogni sentimento, emozione, ragionamento e pensiero comporta lo scambio di milioni di messaggeri chimici chiamati neurotrasmettitori che possono avere carattere eccitatorio o inibitorio di un dato messaggi. Le sostanze psicoattive esplicano le loro azioni su tali agenti e di conseguenza influenzano la comunicazione tra le cellule cerebrali.le vediamo in sequenza. Andremo ora a conoscere meglio una ad una le droghe.

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COCAINA In Italia ha destato per qualche giorno scalpore quando il 30% di un campione di 50 parlamentari (fonte il programma satirico televisivo di Italia Uno Le Iene) è risultato positivo ai tamponi per la presenza di cannabinoidi e cocaina. L’Espresso del 15 marzo 2007 descrive la cocaina come il vero miracolo del capitalismo moderno. “Una ragnatela mondiale – prosegue R. Saviano – che ha nella camorra i suo terminale. E che da ai clan un fatturato 60 volte superiore a quello della FIAT. Nessun prodotto ha un mercato in perenne crescita da oltre vent’anni. La domanda è in continua crescita e l’offerta in costante lievitazione.” In Italia l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti prima degli anni ‘60 era un fenomeno ancora contenuto, e riservato a gruppi ristretti di adulti, intellettuali, borghesi, soggetti divenuti dipendenti in seguito a particolari interventi terapeutici. 23

Manifesto di fine 800 della CocaCola contenente cocaina e semi di caffè

Manifesto fine 800 Reclamizzante gli effetti Benefici di una bevanda a base di cocaina

Reclame di un Prodotto farmaceuticoa base di cocaina


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La cocaina è stata considerata per diversi anni la droga del jet set, ma le sue origini sono molto lontane. Già intorno al 3000 a.c. masticare foglie di coca era abitudine largamente diffusa in tutto il continente sudamericano, soprattutto tra gli Inca. Questa pratica fu uno strumento fondamentale usato dagli Indios colonizzati, per le proprietà che ha nei confronti del potenziamento del lavoro fisico e dell’eliminazione degli stimoli di fame e fatica. Anche oggi i Conqueros (masticatori di foglie di coca) sono circa 15.000.000 sparsi tra Brasile, Perù, Ecuador, India ed alcuni paesi dell’Africa Centrale. Masticare foglie di Coca produce effetti blandi, sembra non dare assuefazione e pare che le controindicazioni siano minime, sono considerate una sorta di energetico.Fu a metà del 1800, che il chimico tedesco Albert Niemann individuò i procedimenti che avrebbero permesso poi di isolare la cocaina dalla pasta di coca.4 Da questo punto in poi la storia della coca divenne anche una storia Europea. Osannata all’inizio anche da scienziati come Freud, che la utilizzò addirittura con l’intento di combattere la dipendenza da morfina, veniva prescritta come farmaco contro il mal di stomaco, la depressione, come anestetico locale. Era l’elemento fondamentale costituente la miscela della Coca Cola, bevanda 4 Biblio: Friedman RA. The changing face of teenage drug abuse – The trend toward prescription drugs. N Eng J Med 2006; 354(14): 1448-50. Autore: David Frati Fonte: http://it.health.yahoo.net

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nella quale fu sostituita dalla caffeina. Fu poi messa al bando per i suoi “effetti” collaterali: manie di persecuzione, paranoia; se assunta per molto tempo si verificano danni neurologici, dipendenza ed, eventualmente, morte per intossicazione.Fu dichiarata illegale nel 1914 negli Stati Uniti. Inizialmente diffusa negli ambienti artistici e trasgressivi, poi divenuta la droga del successo, ora, a parte i costi per molti ancora proibitivi, è una droga di “massa”. Gli effetti sono descritti come un’esplosione; cancella sonno, stanchezza, fame, viene voglia di fare l’amore, creare, correre… chi non vorrebbe sentirsi così? Per questi effetti, tale sostanza produce una dipendenza psicologica quasi immediata, si ha l’immediato bisogno di sentirsi forti come subito dopo l’assunzione; produce immediato desiderio di se stessa. La “polvere bianca” è la droga più pericolosa proprio per questo immediato effetto di dipendenza. Più aumentano le dosi, più ci si sente onnipotenti… con la coca. Complice della larga diffusione, una società che ha fatto della cocaina una droga d’élite… vincente. Dallo champagne delle droghe a droga glamour, oggi attraversa tutti gli strati sociali: è la sostanza preferita dai delinquenti, dai rapinatori, dai gay e dalle prostitute, perché sembra far aumentare il piacere, diminuendo la fatica della prestazione sessuale. E’ la droga di tendenza, di modelle, stilista, attori per gusto personale o status symbol, è un diversivo per medici, 25


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ingegneri, architetti, industriali e manager, la provano i giovani in discoteca magari solo per curiosità, la usano gli eroinomani per potenziare gli effetti dell’eroina, creando una miscela esplosiva, spesso deleteria, chiamata speed ball. E’ necessario però fare differenza, come per tutte le sostanze, tra consumatori abituali e saltuari. La cocaina si può assumere in diverso modo, si può ingerire, fumare sotto forma di crack e free base, iniettare, ma per lo più viene sniffata. A diversi modi di assunzione corrispondono diversi gradi di effetto, in base alla quantità e dalla rapidità con cui la sostanza raggiunge il cervello. Se viene sniffata, la coca agisce al 40% delle proprie potenzialità dopo circa 1-3 minuti e gli effetti cominciano a scomparire dopo circa 15-30 minuti, ma possono durare anche 3 ore. Attraverso i polmoni il fumo del crack o free base impiega 6 secondi ad arrivare al cervello. La reazione che provoca è molto più intensa ed esplosiva, rispetto a quella ottenuta sniffando la stessa sostanza, anche se termina entro i 20 secondi, lasciando conseguenze per circa mezz’ora. Per questa maggiore intensità degli effetti, tale metodo d’assunzione induce più facilmente a dipendenza immediata. Se assunta via endovena la coca agisce al 100 % delle sue potenzialità, 30 secondi, circa, dopo l’iniezione e gli effetti diminuiscono dopo mezz’ora. Gli effetti della cocaina sulla psiche, nel tempo, sono stati suddivisi in quattro stadi, da alcuni “addetti ai lavori”, tra i quali ad esempio Paolo Pani5, 5 S. LAVAZZA, op. cit..

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ricercatore del Sert di Cagliari. Il primo stadio è caratterizzato da euforia, legata ad insonnia, anoressia, felicità, capacità di vigilanza, labilità affettiva, allentamento dei freni inibitori aumento della velocità di azione, attenzione e pensiero. Il secondo momento definito disforia, dà tristezza, malinconia, irritabilità, ancora anoressia ed insonnia, difficoltà di attenzione e concentrazione. Il terzo momento è chiamato, prosegue Pani, paranoia, in questa terza fase persistono ancora ansia ed insonnia, ma sono aggravate da sospetti, manie di persecuzione, eccessi di gelosia, allucinazioni. Infine l’ultimo stadio è quello della psicosi, vi è una perdita di controllo degli impulsi, si diventa aggressivi, violenti, si assumono comportamenti stereotipati, senza accorgersene. Si continuano ad avvertire allucinazioni e paranoie, i ritmi sonno veglia sono sempre alterati, ci si sente disorientati fino a non riuscire più a provare piacere per nulla. Dal punto di vista chimico dopo “l’abbuffata” (binge), momento di assunzione e massima presenza degli effetti, inizia la fase astinenziale che possiamo dividere in tre fasi: il crash, l’astinenza propriamente detta, e la fase di estinzione. Il crash inizia 15 minuti dopo la fine dell’abbuffata (assunzione ed effetti) e può perdurare per un periodo variabile, dalle 9 ore ai 4 giorni, è caratterizzata da euforia e da bassi livelli di craving. L’astinenza propriamente detta dura per un lasso di tempo che va dall’1 alle 10 settimane, in questa fase sono 27


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molto probabili ansia, disforia e craving (bisogno di assumere la sostanza) , ed è elevato il rischio di ricadute. Se l’individuo resiste inizia la fase dell’estinzione vera e propria, a questo punto l’umore torna alla normalità6.

La cocaina impedisce il riassorbimento della dopamina, che si accumula dando una continua stimolazione neuronale. Ne consegue un aumento della disponibilità del neurotrasmettitore a livello sinaptico con una iperfunzionalità dei sistemi cerebrali del piacere. La cocaina produce una serie di effetti sull’organismo: è un anestetico a livello locale; simpaticomimetico: produce tachicardia, ipertensione, ipertermia, vasocostrizione; stimolante del SNC.: vigilanza, sensazioni percettive, 6 P. RIGLIANO (a cura di), Indipendenze, Gruppo Abele, Torino, 1998

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resistenza, euforia, senso di accresciuta forza fisica e mentale, del sonno e della fame. Gli effetti psicologici sono variabili, dipendendo dagli stati emotivi e dalle aspettative connesse all’assunzione. L’effetto preminente è comunque un aumento del senso dell’Io che può andare da un semplice stato di ipervigilanza ad una amplificazione parossistica dell’ego. Fino a degenerazioni psicopatologiche di carattere maniacale: megalomania, persecuzione e paranoia. E inoltre ricordiamo le complicanze mediche già citate: epatiti tossiche, per inalazione può dare perforazione del setto nasale, e asma. Edema cerebrale e polmonare, Ima, Ictus, convulsioni. Rottura della placenta nelle gravide. CANNABIS (anche nota come HASHISH , MARIJUANA o canapa indiana) L’hashis chiamata più comunemente come fumo o canna, viene generalmente fumata, ma anche assunta in thé o tisane. Tale sostanza viene riscaldata, sbriciolata, miscelata al tabacco e fumata.La potenza psicoattiva varia a seconda del livello di THC (Delta-9 Tetraidrocannabinolo) presente nella loro composizione.A livello fisico vi è un aumento del battito cardiaco, dilatazione delle pupille, arrossamento degli occhi, aumento dell’appetito, scarsa salivazione, talvolta nausea e vomito, emicrania e svenimenti.Viene usata in genere a fini ricreativi o di socializzazione. L’effetto che si produce è una leggera modifica delle percezioni, una attenuazione 29


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della reattività fisica e mentale, un focus cognitivo verso la distorsione del reale ed una distorsione del reale (capacità recettive), sensazione di aumento delle percezioni. L’abuso continuo di queste droghe può provocare ansia cronica, depressione, disturbi alimentari, apatia. EROINA ED OPPIACEI Con il nome di Oppio viene indicato il prodotto di coagulazione del lattice del Papaver Sonniferum. E’ una pianta coltivata in moltissime parti della terra, le prime coltivazioni si ebbero nell’Asia occidentale e in Europa, si diffusero in seguito in tutto l’Oriente. I cinesi cominciarono a fumare Oppio in modo rilevante dal XVIII secolo, facendo uso di apposite pipe.7 I fumatori d’Oppio descritti in diversi versi della letteratura sia antica che moderna, raccontano di provare sensazioni di calore, benessere, immaginazione libera con intelligenza confusa, sonnolenza. Nel 1873 il chimico inglese Wright sintetizzò in laboratorio un derivato della morfina, nel tentativo di individuare una sostanza che potesse annullarne la dipendenza. Solo nel 1898 una nota casa farmaceutica presentò la stessa molecola, eroina, come efficace antidoto per la cura della dipendenza da morfina.8 Oggi, a più di un secolo di distanza, è conoscenza diffusa che l’eroina non serve a questo scopo, ma che produce effetti molto simili alla morfina, essendo una sostanza due volte e mezzo 7 E. RENDA, Droga immaginario e realtà, Armando Editore, Roma, 1999 8 S. LAVAZZA, op. cit., pag. 94

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più potente della seconda; arriva direttamente al cervello. Si sostituì così una dipendenza con un’altra dipendenza ancora più dilaniante. Attraverso l’iniezione per endovena, la sostanza arriva direttamente ed in brevissimo tempo al cervello producendo un effetto chiamato “flash”. La ricerca di questo flash così intenso, che si può ottenere solo se ci si inietta l’eroina in vena, fa passare in secondo piano la paura delle malattie, si sfida ogni giorno la morte solo per provare ancora questa sensazione. L’eroina riduce ansia, stress, dà un grande senso di tranquillità, maggiore autostima, buon umore, ma anche sonnolenza, formicolii, senso di confusione, nausea, vomito, restringimento delle pupille. Tali effetti iniziano poco dopo l’iniezione e durano per circa 6 ore. Ma questo è solo un pezzo di realtà, solo un lato di una medaglia la cui seconda faccia è fatta di tolleranza, dipendenza, sofferenza. ALLUCINOGENI Tendono a non essere droghe di uso abituale, ma consumate ad intermittenza. Difficilmente si instaura dipendenza dagli allucinogeni. LSD Sintesi dagli alcaloidi della segale cornuta; rapide ed intese modificazioni psichiche; Tutte le percezioni, colori, odori, suoni sono molto amplificati. Produce rapidamente tolleranza anche alla mescalina ma non a marijuana ed anfetamine. Assunto continuamente porta a psicosi acute delirantiallucinatorie. Flashback: a distanza anche di mesi ricomparsa 31


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dei sintomi allucinatori a carattere terrorizzante. Bad trip (brutto viaggio): pensieri terrificanti, disperazione, terrore della morte e della pazzia. CRACK Conosciuto altrimenti come cocaina dei poveri con formula chimica di Cocaina + Na2HCO3 . Si presenta come scagliette che vengono fumate in pipa. Se si aggiunge ammoniaca si ha il FREEBASE. Entrambi consumati per fumo sono pericolosissimi per possibile arresto cardiaco XTS–EXTASY Sostanza sintetica vicina alla famiglia delle anfetamine. Può dare allucinazioni, modificazione dello stato di coscienza, disibinizione, durata 3-4 ore, tolleranza presente, residua insonnia, cefalea, stato confusionale. A N F E T A M I N E , METANFETAMINE Alcuni nomi in gergo sono shaboo, speed, cranck, ice. Vengono assunti per inalazione, ingestione, e per endovena. Sono potenti allucinogeni. Danno tolleranza e dipendenza e si instaura un’astinenza rapidamente. Si ha apatia e perdita completa dell’appetito fino al crollo. L’overdose da un quadro fulminante di insufficenza cardiodircolatoria GHB ac. Gamma idrossibutirrico Provoca variazione dei livelli di dopamina, serotonina ed acetilcolina; conosciuto come ectasy liquida, è in realtà un prodotto di sintesi. Induce allucinazioni, con rilassamento e sensazione di tranquillità, aumento della sensualità (rape32


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drug), la distanza tra dose stupefacente e tossica è molto piccola. PILLOLE THAY Simili alla metanfetamina, più forte dell’ectasy; aumenta l’aggressività, irritabilità, euforia; più pericoloso del crack crea una elevata dipendenza e può portare a morte improvvisa. P O P P E R : nitrato di amile Ha capacità euforizzanti ed anestetizzanti, è in uso in ambiente gay ( legale in Inghilterra). I C E,Shaboo Azioni simili, in tono minore al crack KETAMINA Anestetico per via intramuscolare e per endovena. : uso veterinario. Dà allucinazioni visive ed auditive. Esperienze simili al “ bad trip “ dell’LSD detto K hole. Tra ragazzi quando la cercano al telefono chiedono di Mina MESCALINA La mescalina è il più potente principio attivo contenuto nel peyote. A circa mezz’ora dall’ingestione sopraggiunge nausea, a 3 ore inizia l’attività psichedelica vera e propria, che ricorda quella dell’ LSD: si è soggetti ad un ‘rush’ di energia fisica e di euforia, e si producono alterazioni visuali e auditive, accompagnate da un marcato intensificarsi della percezione dei colori. Visione di fenomeni luminosi che si muovono tutt’intorno, e assistere così a veri e propri ‘spettacoli’ di luci e suoni. PSILOCYBE MEXICANA (funghi magici) 33


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Contenuta in funghi che ingeriti danno effetti una particolare forma di “ isolata “ allucinazione. E’ stato utilizzato nel corso dei secoli in tutta l.’area dell’altopiano del Messico Centrale. Segue rilasciamento muscolare e stanchezza profonda. INALANTI Meglio noti come solventi: colle, gas da accendino, propellenti che si assumono per aerosol. Uso più frequente fra minoranze etniche ed emarginati. Di natura infiammabile (morte per combustione interna). Danno senso di stordimento e vertigine con sensazione di fluttuare (illusione di volare). A basse dosi si ha disinibizione e stimolazione, a dosi più alte si ha depressione con delirio ed allucinazioni. Frequente morte per fibrillazione ventricolare per sensibilizzazione del miocardio alle catecolamine. Frequente anche ipertono vagale, asfissia ed incendio delle vie aeree. Danni neurologici permanenti: Parkinson, demenza, epilessia temporale, psicosi di tipo paranoideo. Enfisema polmonare può conseguire ad uso cronico. ALCOOL E’ la droga n° 1 del mondo: costa poco, è reperibile ovunque, è socialmente accettato. L’ebrezza e l’eccitazione che dà l’alcool a dosi ridotte è il risultato di una inibizione dei centri inibitori, ad alte dosi invece deprime , anche il centro respiratorio (depressione discendente). Segni evidenti di intossicazione compaiono per livelli ematici di etanolo sopra 6.5 mmol/l (0.3 g/l). Livelli di etanolo superiori a 65-87 mmol/l determinano ipotermia, ipotensione e coma. L’alcool ha ripercussioni 34


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negative diffuse praticamente su quasi tutti gli organi e i tessuti del corpo: cirrosi epatica, epatiti alcoliche, varici esofagee anche sanguinanti, gastriti e ulcere, polinevriti a carico degli arti, infarto cardiaco e ipertensione. Nelle donne gravide “sindrome alcolica fetale”, consistente nel ritardato sviluppo e in malformazioni degli arti, del volto. La Sindrome di astinenza da alcool presenta: disturbi gastrointestinali, ansia, tachicardia, ipertensione, tremori, irritabilità; si può manifestare dopo 24 ore dalla sospensione del bere. Ai sintomi caratteristici dell‘astinenza in tal caso si aggiungono allucinazioni (visive e uditive) con relative alterazioni comportamentali; Il terzo stadio di astinenza è il cosiddetto Delirio da astinenza alcolica (DAA) che può comparire a circa 48-72 ore dalla sospensione e che, oltre ai sintomi gia descritti, puo comportare convulsioni di tipo epilettico; Il Delirium Tremens: si manifesta in alcolisti con una lunga storia di abuso. profonda confusione e disorientamento con febbre, vivide allucinazioni (anche tattili), sudorazione, aumento della frequenza cardiaca, ipertensione FUMO DI TABACCO Il fumo di sigaretta contiene: nicotina, monossido di carbonio, sostanze irritanti, sostanze cancerogene. La nicotina aspirata raggiunge in otto-dieci secondi il cervello, dove stimola la liberazione di dopamina e adrenalina che danno un effetto di lieve stimolazione ed euforia fisica e mentale. Al pari degli oppiacei, allucinogeni, cocaina ed 35


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alcool è riconosciuta tra le sostanze psicoattive in grado di indurre dipendenza fisica e psichica. La nicotina ha un’azione diretta sui recettori colinergici e provoca una cascata di azioni farmacologiche, legate alla liberazione di catecolamine (adrenalina, noradrenalina). Un’azione eccessiva e persistente delle catecolamine puo’ causare gravi e irreparabili danni cardiovascolari. Tra gli anni 60 e 80 il numero di morte per cancro al polmone tra le fumatrici è cresciuto da 4 a 7 volte ed è rimasto stazionario nelle non fumatrici.Chi non fuma ha un’aspettativa di vita di ben 10 anni superiore rispetto ai fumatori. In U.S.A. Si stimano 600.000 morti l’anno per patologie fumo correlate (1 decesso ogni 5), più di tutti i decessi per alcool, cocaina, crack, eroina, omicidi, suicidi, incidenti stradali, incendi e AIDS messi insieme. BENZODIAZEPINE E’ decisamente difficoltosa una corretta panoramica del consumo e dipendenza da farmaci, come barbiturici, ansiolitici, tranquillanti, che vengono assunti da diversi individui, spinti da differenti motivazioni. Sono farmaci comunemente presenti nel commercio e vengono normalmente utilizzati per la cura di malattie, più o meno gravi, del sistema nervoso. Innanzitutto, proprio perché utilizzati anche come terapia, è quasi impossibile individuare in che misura tali sostanze vengano usate anche a scopi ricreativi, da soggetti privi di necessità terapeutiche. Proprio per questo motivo è necessario, per analizzare correttamente le sostanze in sé, 36


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isolare il contesto e la motivazione che spinge all’assunzione, considerandole dal punto di vista farmacologico. I sintomi dell’astinenza si presentano, circa, entro 1 settimana dalla sospensione del trattamento, e scompaiono nell’arco di 10-15 giorni. Sono rilevanti ai fini di una eventuale dipendenza, la durata e l’intensità del trattamento. La dipendenza è un fenomeno ampiamente documentato nel caso dei barbiturici, ma sembra più raro nell’uso delle benzodiazepine. Conclusioni Tutte le sostanze riportate in questo capitolo possono essere definite tossiche, rappresentano, il più delle volte una seria minaccia alla salute ed alla vita, tuttavia, sempre più individui ne fanno uso. “Chiunque tra di noi ha preso, prende e prenderà droghe: le prove sono evidenti, flagranti, quotidiane.”9 Oliverestein esprime in un modo assolutamente lapidario, ma altrettanto chiaro la progressiva, larga, anzi totale diffusione delle droghe. Tra i consumi delle varie sostanze sembrano non esistere, così, muri di separazione, piuttosto esse sembrano legate da un continum, in una lunghissima linea diseguale di gusti e di abitudini, di paure e di piaceri, di uso e di abuso, di rischi, più o meno consapevoli, lungo la quale, le somiglianze e le differenze tra le sostanze, tra i percorsi, vanno attentamente esaminate e vagliate, senza che nessuno possa sentirsi chiamato fuori dal problema. 9 C. OLIVERSTAIN, cit. in S. PICCONE STELLA, op. cit., pag.14

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Teenager: addio droghe, ora abusano di psicofarmaci L’uso di droghe pesanti come la cocaina e l’ecstasy sta gradualmente diminuendo tra le nuove generazioni Usa, e anche alcol e fumo, ma si fa strada sempre più l’abuso di psicofarmaci. Lo svela un editoriale sul New England Journal of Medicine. La pubblicazione dell’inchiesta Monitoring the Future, sponsorizzata dal National Institute on Drug Abuse degli Usa e condotta dai ricercatori dell’University of Michigan, che ha analizzato un campione rappresentativo di 50.000 studenti di 400 istituti scolastici pubblici e privati Usa dal 1975 ad oggi, ha evidenziato che il consumo di droghe pesanti tra i teenager statunitensi nell’ultimo anno è sceso drasticamente rispetto ai dati degli anni ’90, come pure l’abuso di alcol e il fumo, che sono ai minimi storici. La nota dolente però è che ben il 7,2 per cento degli studenti degli istituti superiori (10 anni fa erano il 2,8 per cento) fa uso abituale di sedativi e oppiacei senza prescrizione e senza nessun controllo medico. Gli stimolanti sono invece in calo. I farmaci sono decisamente più facili da ottenere rispetto alle droghe di strada: le fonti sono tipicamente gli armadietti dei genitori o degli amici, internet. Ma non va sottovalutata l’eccessiva leggerezza con la quale i medici di base statunitensi prescrivono, anche solo dopo un consulto telefonico, psicofarmaci per disturbi del sonno o sindrome da deficit di attenzione. In Italia la situazione non è poi così differente. Dietro all’eccessiva confidenza dei teenager con i farmaci ci sono anche motivi culturali e sociali: la pubblicità dei farmaci, che in Italia è ancora vietata, 38


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negli Usa è martellante (si è passati da un investimento pubblicitario di 1,8 miliardi di dollari nel 1999 a 4,2 miliardi nel 2004) e contribuisce a fornire alla popolazione l’immagine dei farmaci come di un aspetto di routine della vita di tutti i giorni, mentre l’abitudine tipicamente commerciale di ridurre il tema degli effetti collaterali ad un aspetto marginale diffonde l’idea che i farmaci siano del tutto sicuri.Il prossimo capitolo proverà a rispondere alla domanda relativa alle motivazioni che portano i giovani a sperimentare la cocaina e verranno presentate alcune riletture del fenomeno in chiave psicologica.

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TERZO CAPITOLO LE O R I G I N I D E L L A D I P E N D E N Z A In che modo la cocaina influisce nella vita Introduzione “Avere talento significa lavorare molto per migliorarsi ogni giorno. Un grande errore è credersi di più di cio che si è e stimarsi meno di ciò che si vale”. J.W. GOETHE La parola chiave è PIACERE. L’uomo preferisce evitare il dolore e desidera il piacere. Il cibo, il sesso, il riposo, l’esercizio fisico sono attività che producono piacere. La rappresentazione sociale rispetto all’uso di droghe ha subito un’enorme trasformazione . Le droghe, da sostanze di prestigio, di cui esaltare solo le potenzialità, i poteri, i benefici, sono divenute sostanze di pubblica condanna, nel momento in cui si sono considerati i loro lati negativi, la loro forza distruttiva. Al di là degli effetti, e degli eventuali “benefici”, è necessario indagare ed esaminare attentamente quali sono i bisogni principali ai quali l’uso di sostanze stupefacenti risponde. Parlare di tossicodipendenza è, senza dubbio, affrontare 40


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un tema ardito, i cui territori si espandono e si modificano incessantemente. La tossicodipendenza è un fenomeno complesso e lo si comprende anche dall’osservazione degli stessi servizi deputati alla cura. Considerare un drogato un malato o un paziente psichiatrico o un criminale cambia non solo il modo di osservarlo ma anche il modo di concepirne la cura. Nella stessa Unione Europea i servizi pubblici si differenziano da paese a paese. In Italia i Ser.T. (Servizio per le Tossicodipendenze) e reparti da alcologia sono spesso separati dai dipartimenti della salute mentale (DSM) e dai centri di igiene mentali. In Francia sono uniti. In Romania, recentemente entrata nell’Unione Europea, sono distaccati e i Ser.t. sono alle dipendenze del Ministero dell’Interno e non del Ministero della Salute. Nella consapevolezza di essere davanti ad osservazione complessa partiamo con ordine e incomiciamo ad analizzare le motivazioni ed alcune variabili che conducono alla dipendenza, poi verranno illustrati i fattori farmacodinamici delle droghe che influiscono nello sviluppo della dipendenza. Per quali motivi i giovani si avvicinano alle droghe? Secondo Vittorino Andreoli (pag 13 L’Angelo di Verola, Mensile di Vita Parrocchiale Verolese, a cura di don Luigi Bracchi 2008)“l’adolescenza è una fase della vita che può definirsi della metamorfosi, poiché segna l’uscita dall’infanzia, da un vissuto cioè condotto fino a quel momento all’interno della famiglia, e in cui tutto era riferito alla famiglia,e alle sue 41


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abitudini (inclusa la frequentazione religiosa) che egli seguiva con assoluta fiducia. Viene abbandonato questo territorio e l’adolescente si trova davanti al mondo nel quale deve trovare dei nuovi punti di riferimento. Questa metamorfosi di ambiente si aggancia a un’altra metamorfosi, quella del proprio corpo che mostra caratteristiche che prima non c’erano, un corpo in forte evoluzione che supporta il dubbio di un cambiamento mostruoso. E’ inevitabile che l’adolescente in questa metamorfosi tema che il proprio corpo diventi come quello di Gregor Samsa nella Metamorfosi di Kafka, che un mattino si sveglia e vede che ha assunto l’aspetto vomitevole di uno scarafaggio. Magari la sensazione non sarà così estrema, ma egli non si piace e di conseguenza pensa di non poter piacere agli altri, anzi a nessuno. Su questa sensazione vissuta 24 ore al giorno, egli tenta di difendersi e per farlo inventa una maniera veramente efficace: unirsi ai pari età, che vuol dire a tutti quelli che stanno vivendo la metamorfosi che vive lui, così che stando insieme l’uno si specchia nell’altro e quella disgrazia mostruosa acquista una valenza comune. “ Prosegue Vittorino Andreoli “Il gruppo dei pari età è dunque una trovata positiva, anche se come si vedrà può degenerare, da gruppo diventare branco. Ma non sempre questa strategia è sufficiente, e l’adolescente continua a sentirsi brutto, anche perché alla metamorfosi del corpo seguono i cambiamenti della personalità, ed è facile sentirsi timidi, non all’altezza di altri che sanno esprimersi meglio, che sanno cavarsela in maniera brillante, così che al singolo giovinetto pare sempre 42


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di essere un diverso, una anomalia. Allora si mettono in atto altre tecniche: quella del cambiamento del proprio corpo che si attua col trucco del viso e con l’abbigliamento; si aggiungono i tatuaggi, i piercing, fino a trasformazioni evidentemente esagerate come le mode punk. Ma c’è un’altra tecnica che si sta diffondendo e che sembra efficace nel cambiare la personalità e quindi nel sentirsi diversi, più gradevoli, più disinibiti: la droga. La droga negli adolescenti potrebbe essere definita una sostanza chimica per una metamorfosi rapida.“ I giovani hanno bisogno di contestare le regole, i divieti imposti dagli aduli, per mettersi alla prova e verificare il grado di padronanza di sé. Hanno bisogno di trasgredire. Poi si può notare Il BISOGNO DI APPARTENENZA AL GRUPPO che può avere un valore duplice: a) della condivisione di esperienze e di contenimento dalla paura di ritrovarsi solo. b) Il bisogno di far fronte a difficoltà emotive e nello stesso tempo ricercare sensazioni nuove ed esperienze piacevoli. Nel tentativo di superare la dipendenza nella relazione, l’adolescente rimane vittima della dipendenza dalla sostanza. In Italia sta comunque aumentando il consumo di cocaina. L’uso di cocaina, secondo il quotidiano on line La repubblica.it, è cresciuto di circa il 62% nei maschi fra i 25 e i 34 anni e del 50% nelle ragazze tra i 15 e i 24 anni10. 10 Tratto dall’articolo “Droga, è boom di cocaina tra i giovani E un italiano su tre ha provato uno spinello” dell’11 luglio 2007 su

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In realtà non esiste una spiegazione che risponde in maniera completa all’origini della dipendenza da cocaina come per le altre dipendenze. Si possono osservare le cause originali e le forze di mantenimento. In questo capitolo esamineremo il primo aspetto. Si possono distinguere fattori individuali, fattori farmacodinamici, e fattori ambientali. FATTORI COSTITUZIONALI ED INDIVIDUALI Alcuni individui, causa di tratti biologici o psicologici, sono particolarmente attratti da droghe. Le differenti risposte alla tolleranza alla sostanze sono dovute a fattori sia congeniti che acquisiti in base al sesso, età, dieta, stato di salute o malattia. Con il termine di tolleranza si intende tolleranza spontanea: è quella tolleranza in relazione alla quale si verificano risposte diverse negli individui dopo il primo contatto con una sostanza chimica. Pertanto gli effetti dopo la prima somministrazione sono variabili nell’ambito degli individui della stessa specie in relazione alla tolleranza spontanea, ma inizialmente costanti nello stesso individuo. Occorre inoltre fare un breve accenno rispetto alla psicopatologia del cocainomane. Non è stata individuata un’unica personalità “tossicodipendente”; Gli uomini abusano maggiormente di cocaina rispetto alle donne. Il consumo ha alla base un desiderio di autocura per raggiungere l’euforia o l’oblio; e poi Repubblica.it

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c’è la curiosità. Non esistono condizioni patologiche che favoriscono più di altre l’insorgere delle dipendenze patologiche. Tuttavia nelle comunità terapeutiche per tossicodipendenti in europa la comorbilità psichiatrica (ovvero la presenza di una patologia psichiatrica , che sia un disturbo della personalità , dell’umore, o psicosi, o altre patologie che si vanno a sommare alla dipendenza patologica da droga), varia dal 50 al 93%. In letteratura11, è ampiamente documentato che il tasso di psicopatologia tra i tossicodipendenti che affluiscono ai servizi, varia tra il 50% e il 90% (Clerici et al., 1991). Uno studio epidemiologico (Epidemiological Catchment Area), condotto nella prima metà degli anni ‘80 su 20291 soggetti della popolazione generale, ha fornito termini quantitativi di riferimento. In particolare tra tutti i soggetti che avevano avuto una diagnosi di disturbo mentale, ben il 14,7% aveva in anamnesi un disturbo da abuso-dipendenza da sostanze mentre il 28,9% riferiva un disturbo da abuso-dipendenza da alcol. Coloro che hanno una storia di abuso da sostanze, hanno un rischio 4 volte superiore di presentare un disturbo mentale, rispetto alla popolazione generale. Nei sottogruppi diagnostici sono stati evidenziati tassi di comorbilità con disturbi da abuso di sostanze nel 27,5% per la schizofrenia, nel 19,4% per i disturbi affettivi e nel 42% per i disturbi di personalità, soprattutto antisociale (Manna, Ruggiero, 2001).Al contrario 11 Tratto da “comorbilità psichiatrica: introduzione sulla comorbilità” di C. Chiappa da www.dipendenze .com 45


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circa il 50% dei pazienti psichiatrici hanno problemi di abuso di sostanze. Questi dati possono fare pensare che se non è definibile una condizione psicopatologica come predittiva della dipendenza e viceversa la dipendenza non è predittiva di patologie psichiatriche possiamo affermare che comunque è frequente la presenza di entrambe richiamando l’attenzione ad un approccio unitario ed integrato, da parte di un’unità operativa multiprofessionale o di un ambiente comunitario idoneo; per attuare questi cambiamenti è necessario un ridimensionamento nell’impostazione dell’approccio e nel rapporto tra i vari servizi (Pascal, 1999). FATTORI AMBIENTALI L’uso e i problemi legati alle droghe si verificano a tutti i livelli socioculturali; gli studi evidenziano l’importanza della pressione dei pari nell’incoraggiare e nel mantenere il consumo di droghe; problemi familiari, eventi stressanti della vita sono stati collegati a problemi di droga. Fattori sociali L’abuso di droghe viene letto come strategia rinunciataria di adattamento sociale, all’interno di un contesto storicosociale, rispetto alle aspirazioni culturalmente determinate e le possibilità dell’individuo di realizzarle. Il sistema sociale si modifica rapidamente e rende difficile l’affermazione familiare, professionale ed economica. I contratti di lavoro sono diventati decisamente flessibili. La 46


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precarietà dei legami parentali può strutturare uno squilibrio educativo. In europa più del 50% delle famiglie non è più di tipo tradizionale: il 20% è unipersonale; il 18% è costituito da coppie senza figli; 7% delle famiglie con un solo genitore. Il 25% dei bambini al disopra dei 13 anni non hanno fratelli, il 5% vive solo con la madre; aumenta l’adozione e la procreazione artificiale; aumenta il modello di figlio unico. A Roma dal 2006 vivono ufficialmente la prima coppia lesbica di origine slava che ha fatto la seminazione artificiale in Svizzera. Manca l’esperienza per il bambino di crescere con dei fratelli, per i genitori di genitorialità con più figli; il 15% della popolazione ha meno di 14 anni (1995) contro il 16% di coloro che hanno più di 65 anni: aumentano le famiglie multiproblematiche. In America la coppie monogame, sposate con figli risultano il 23%. Erano il 34% negli anni ’70. Le donne poi si sposano più tardi ed in genere dopo una convivenza. Inoltre i mass media bombardano i giovani con i nuovi super eroi cocainomani: Maradona, Fiorello (ex-cocainomane), Versace, Lapo Elkan. Sapete quanto ha guadagnato la fotomodella Kate Moss dopo lo scandalo della cocaina? Il 30% in più . Cioè nel 2006 ha incassato 30’000’000 di $. Circa 50 miliardi di lire del vecchio conio. Visione psicologica Tante sono le teorie che provano spiegare dal punto di vista 47


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psicologico l’origene delle dipendenze. Non prededendo l’esaustività in questo tesi, può tuttavia risultare interessante almeno l’accenno a grandi linee di alcune di queste teorie: APPROCCIO SISTEMICO FAMILIARE L’ approccio sistemico-relazionale ha costruito la sua metodologia clinica intorno all’idea che il disagio psichico può essere colto attraverso l’osservazione delle relazioni umane. Secondo Monguzzi F., Nascimbene F. (2002) si tratta di relazioni specifiche, peculiari e necessarie per lo sviluppo di ogni individuo: quelle che vengono a costituirsi all’interno del nucleo familiare. Il paziente, allora, non è colui che subisce ed esibisce un sintomo, ma, paradossalmente, è esso stesso un sintomo: quello di una famiglia disfunzionale. Sempre secondo l’autore Monguzzi (1993) il sistema quale entità complessa entro cui individuare le relazioni patogene che giustificano e mantengono lo stato di crisi di cui soffre la famiglia. Secondo l’approccio sistemico quindi la presenza di un tossicodipendente appare funzionale alla stabilità del nucleo familiare. Si possono osservare nelle famiglie dei tossicodipendenti secondo Minuchin S. (1976) alcune tipicità che ritornano: una madre particolarmente coinvolta,inadeguata e simbiotica con il figlio; un padre lontano e emotivamente assente,; una alleanza nonna-madrefiglio contro il padre; la “malattia” consente di ricevere cure 48


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ed attenzioni; la famiglia incapace di far fronte all’angoscia di separazione; clima fatto di sensazioni forti e di eccitazione che mascherano l’assenza di rapporti autentici. APPROCCIO COGNITIVO COMPORTAMENTALE L’ approccio cognitivo comportamentale alle dipendenze riconosce il comportamento di abuso come un comportamento complesso appreso e mantenuto tramite i principi dell’apprendimento classico, il condizionamento operante, l’apprendimento sociale, che sono i pilastri teorici su cui si basa tale approccio. Secondo Sacco G., (1989) un presupposto fondamentale della Terapia Cognitivo comportamentale è che i comportamenti disfunzionali sono in buona parte frutto di errati o mancati apprendimenti e quindi possono essere corretti con tecniche ad Hoc e riacquisiti in modo che essi siano funzionali alla vita della persona. Tali comportamenti disfunzionali possono quindi essere modificati con procedure sia cognitive che comportamentali. La terapia cognitivo comportamentale, secondo Sanavio (1991), inoltre aiuta il paziente a capire quali sono le variabili che innescano, facilitano e soprattutto mantengono il proprio comportamento da modificare: attraverso la tecnica dell’analisi funzionale il soggetto dipendente impara a riconoscere quali sono ad esempio i fattori di rischio all’uso di sostanze, impara a fronteggiarli e lavora altresì sulle conseguenze del suo comportamento che spesso si rivelano rinforzanti e quindi forti fattori di mantenimento e ostacolo al 49


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trattamento.Attraverso poi strategie di fronteggiamento quali problem solving, assunzione di abilità di coping, rilassamento, la persona è in grado di aumentare le proprie abilità cognitive e comportamentali aumentando così il proprio livello di autostima e autoefficacia.Tutto ciò permette alla persona sia di incrementare le proprie motivazioni al cambiamento rispetto ai comportamenti associati all’abuso di sostanza, sia di possedere maggiori strategie efficaci per raggiungere e mantenere l’astinenza dalla sostanza stessa. APPROCCIO PSICODINAMICO Olievenstein (2001) sostiene che il futuro tossicodipendente si avvicina all’adolescenza con un senso di incompiutezza derivato dal mancato superamento della fase dello specchio durante i primi due anni di vita. Il mancato riconoscimento delle esigenze del bambino come individuo separato, derivante dalla richiesta invertita di riconoscimento da parte della madre, rende impossibile la definizione dell’individualità, e il bambino risulta costruito in maniera fittizia dalle proiezioni materne. L’immagine dello specchio è spezzata e ne risulta un profondo senso di incompletezza, che verrà annullato dalla droga, che consente un temporaneo ripristino della propria interezza mediante un ritorno al momento della fusione col sé materno Fin dall’inizio della sua professione egli ha basato l’intervento terapeutico su una precisa scelta: deve essere il paziente a dare senza costrizioni il proprio consenso a combattere la battaglia contro la tossicodipendenza mosso da 50


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un suo desiderio di liberazione unico e irrinunciabile e non una imposizione esterna, provenga essa dalla famiglia o dallo Stato. APPROCCIO PSICHIATRICO secondo Cancrini ABUSO DI DROGHE COME TENTATIVO DI FRONTEGGIARE I LIVELLI DI SOFFERENZA E’ un modello teorico che esprime un continuum ai cui due estremi sono rappresentate le variabili endogene ed esogene pure a cui l’individuo non riesce a rispondere adeguatamente. • TOSSICODIPENDENZA REATTIVE O DI TIPO A: evento traumatico esterno, lutto parentale, delusioni profonde in ambito affettivo, scolastico, lavorativo. La sostanza come schermo protettivo per le sofferenze. Figli esemplari che non sono abituati a parlare dei propri problemi ma a risolvere quelli degli altri membri della famiglia. • TOSSICODIPENDENZA NEVROTICA O DI TIPO B: problemi di individuazione del sé tipiche della adolescenza. Ansia, inquietudine sbalzi di umore, tendenza a drammatizzare i problemi, noia, insoddisfazione. In questa tipologia rientrano più i consumatori o coloro che eccedono rispetto ai veri e propri tossicodipendenti. 51


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• TOSSICODIPENDENZA NEI GRAVI DISTURBI DELLA PERSONALITA’ O DI TIPO C. Meccanismi di difesa basati sulla scissione, sull’identificazione proiettiva, e evidenziano scarsa capacità di sperimentare stati di piacere o di benessere. Dinamiche familiari simili alle famiglie anoressiche, uso di messaggi paradossali e contradditori, coinvolgimento dei genitori nelle difficoltà e nelle tossicomanie del figlio. Problema del figlio come stallo per i genitori. Figlio riuscito-fallito. Le droghe ridanno unità al soggetto e attenuano il disagio. • TOSSICODIPENDENZESOCIOPATICHE O DI TIPO D: Le più gravi. I soggetti tendono ad esprimere i conflitti attraverso agiti e assumo droga in modo distratto e anaffettivo con carattere di sfida. Famiglie multiproblematiche, caratterizzate da scarsa definizione dei ruoli. Già nell’infanzia sorgono i primi problemi che innescano ritardi nello sviluppo. , disadattamento nell’integrazione scolastica nell’adolescenza scontro con le regole. Fattori farmacodinamici Un aspetto importante riguarda la modalità di assunzione della droga rispetto ai fattori famacodinamici. . Conoscerne le modalità aiuta anche a valutare la gravità della dipendenza. Gli 52


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effetti e la tossicità sono influenzati dalla forma di assunzione secondo una recente ricerca (Alessandro Agus, Gianfranco Carboni, Pier Paolo Pani 2000 ) dell’Università degli studi di Cagliari. L’ assorbimento della cocaina è immediato per la via endovenosa e molto rapido per la via polmonare, seguito per rapidità dalla via nasale ed infine da quella orale. Il suo volume di distribuzione è di 1.2-1.9L/Kg. Livelli plasmatici di cocaina sono rintracciabili per 4-6 ore dopo l’ultima assunzione per via nasale. Negli individui che abitualmente fanno uso di cocaina, l’emivita è di circa 48 minuti dopo una dose endovenosa. La cocaina passa facilmente la barriera ematoencefalica e non è più dosabile nel tessuto encefalico dopo 6-8 ore dall’ultima dose. Prosegue la ricerca e indica che la cocaina viene rapidamente e completamente metabolizzata dalle colinesterasi epatiche e plasmatiche che la idrolizzano in metaboliti inattivi: sono esteri metilici dell’ecgonina. Una moderata attività degli enzimi esterasici è presente anche in altri organi tra cui il cervello. La benzoilecgonina è un metabolita che può essere idrolizzato anche non enzimaticamente. La conversione della cocaina a norcocaina avviene per metilazione (2-6% dei metaboliti totali). Piccole quantità di cocaina, meno del 10%, vengono escrete immodificate nell’urina. Può essere ritrovata nelle urine per 8 ore dopo una dose nasale di 1.5 mg/Kg, sino ad un limite massimo di 12 ore. La benzoilecgonina è invece dosabile sino a 144 ore dopo l’assunzione. 53


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Meccanismo d’azione L’azione gratificante della cocaina si esplica attraverso l’attivazione dei neuroni dopaminergici del sistema mesolimbico. Tali neuroni originano nel mesencefalo e proiettano le loro terminazioni nervose nelle aree cerebrali appartenenti al sistema limbico. Sappiamo ormai (1988 Di Chiara G, Imperato A)che tutte le sostanze d’abuso sono capaci di agire su questi neuroni e interferire con la loro normale attività. Secondo una ricerca dell’ Istituto Superiore di Sanità (progetto Progetto Emerging trends 2007) la sezione mesolimbica del sistema dopaminergico con al centro il nucleus accumebens, rappresenta la via finale di rinforzo e ricompensa del cervello. Ci si riferisce a questo sistema come “centro del piacere del cervello” e alla dopamina come “neurotrasmettitore del piacere e delle ricompensa”. Il sistema dopaminergico mesolimbico rilascia in modo fisiologico dopamina, in occasione di comportamenti utili alla sopravvivenza individuale e della specie, come mangiare, bere, fare sesso, o in occasione di esperienze piacevoli, come un successo, la creazione intellettuale, artistica, il gioco, lo sport, la musica e il ballo. A differenza di un picco naturale, il piacere e la ricompensa mediati da una sostanza d’abuso, come la cocaina, dipendono da una straordinariamente elevata concentrazione di dopamina sui recettori postsinaptici D2 del sistema limbico. Per un processo di neuroadattamento, questa sovraesposizione alla dopamina fa sì che siano necessarie quantità sempre 54


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maggiori di sostanza d’abuso per produrre gli stessi livelli di dopamina e che l’individuo diventi di fatto incapace di funzionare all’esaurimento degli effetti della sostanza stessa. Si avvia a questo punto il circolo vizioso neurofarmacologico da cui dipendono l’abuso e la dipendenza. Il processo di neuroadattamento alla base di questo fenomeno sembra essere da un lato la riduzione dei recettori per la dopamina (fenomeno che riguarda anche i consumatori cronici di altre sostanze d’abuso) e dall’altro, successivamente, la riduzione stessa della dopamina, per una sorta di effetto di esaurimento. Effetti della cocaina Anestetico a livello locale; simpaticomimetico: tachicardia, ipertensione, ipertermia, vasocostrizione; Stimolante del SNC vigilanza, sensazioni percettive, resistenza. Euforia, senso (la realtà è differente dalla sensazione) di accresciuta forza fisica e mentale, del sonno e della fame. Tolleranza inversa (cocaina) L’abuso cronico fa si che il soggetto divenga via via più sensibile agli effetti, in particolare ai psicotomimetici. Aumenta quindi il rischio di overdose (a diff. degli eroinomani). Aumentano così allucinazioni, deliri, tremori paranoie, irritabilità: Vistoso è l’esaurimento fisico. (in gergo: crash). Con l’esaurirsi dell’effetto domina la depressione In passato esisteva il mito in cui la cocaina non dava nessuna tipo di dipendenza, che non è come l’eroina, ognuno poteva 55


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smettere quando voleva. Una tabella tratta da V. Scalori (1988) permette di confrontarla con altre droghe:

FARMACO

Tolleranza

Dip. Psichica

Dip. Fisica +

Psicosi tossiche dose dipendenti -

Psicosi tossiche da astinenza +

Morfina e derivati Barbiturici ed ipnotici Cocaina

+

+

+

+

+

-

+

+/-

+

-

+

-

Amfetamina

+

+

-

+

-

aCannabis (Hashish e Marijuana) LSD Caffeina

-?

+

-

+

-

+? +

+ +

-

+ -

-

Nicotina

+

+

-

-

-

Alcool

+

+

+

+

+

Conclusione In questo capitolo sono state affrontate le origini della dipendenza per avere differenti visioni per intuire quali possano essere le motivazioni. Motivazioni che si rivelano essere a più livelli. La ricerca del piacere, l’adolescenza, le variabili individuali e familiari , e la capacità farmacodinamica della cocaina sul nostro sistema nervoso centrale. L’esperienza personale di lavoro di oltre 10 anni mi ha in realtà reso sempre meno abile a dare la risposta al perché si droga, nel senso che raramente esiste una chiara risposta, più capisco di 56


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quanto sia complessa la risposta. Alcuni ragazzi hanno delle storie personali, talmente tragiche che mi fanno dire di essere fortunato ad essere dall’altra pare della barricata. Le riflessioni mi hanno dato una motivazione per scrivere, perchÊ mi interessa di piÚ aiutare chi vuole smettere, qualsiasi sia il motivo che lo ha spinto ad iniziare.

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QUARTO CAPITOLO E V O L U Z I O N E E M A N T E N I M E NT O DELLA DIPENDENZA Introduzione “La fortuna che oggi ci tradì ci arriderà domani. Io esco da Roma chi vuol continuare la guerra contro lo straniero venga con me . Io non offro né paga né quartiere né provvigione. Offro fame, sete marce forzate, battaglie e morte. Chi ha nel nome dell’Italia non sulle labbra soltanto ma nel cuore mi segua.” Giuseppe Garibaldi La dipendenza può diventare enormemente distruttiva, altera numerosi aspetti della personalità e non è una condizione che tende a stabilizzarsi ma può aggravarsi in maniera progressiva.La dipendenza da sostanze può essere considerata un processo che coinvolge un diverso numero di stadi. Si può pensare a qualcosa di molto simile all’innamoramento. La sensazione dell’innamorato è quella che finalmente ha trovato la sua anima gemella, che è perfetta per lui, la sola idea di poterla rivedere colora tutto il mondo e anche il capo ufficio o il vigile divengono simpatici. “Va tutto bene perché c’è lei. Poi i suoi occhi, che in questo momento non mi ricordo se sono 58


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verdi o azzurrri, a no marroni ma bellissimi. E poi quando mi guarda.” Un ragazzo che era da un mese in comunità mi stava spiegando la differenza che c’è tra l’eroina marrone e quella bianca: “No guarda quella bianca è un’altra cosa. Cioè e proprio… va be costa un po’ di più bisogna stare attenti che non sia tagliata male, ma quando è come deve essere. Cioè stai, che è un’altra cosa.” Mentre parlava i suoi occhi sembravano che parlasse di una donna meravigliosa. Quasi mi stava convincendo che dovevo andare a bucarmi! Che la mia vita non poteva conoscere estasi migliore. Beh per la cronaca lui dopo qualche giorno ha abbandonato il programma ed è tornato dal suo amore. Cioè a bucarsi. Proprio da questa esperienza nasce tutta la mia riflessione circa il vissuto che risuta essere simile tra un tossicodipendente e un innamorato.

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Fase

Amore

Droga

Calma apparente

Ritiro, impegno, onanismo, in discoteca con gli amici.

Impegno, difficoltà relazionali, divertimento.

Preconteplazione

Però quella non è male, mi guarda ma tanto non ci sta,

I miei amici la usano ma per me non è un problema (affermazione negata)

Contemplazione

Sguardi, sorrisi, saluti; quasi quasi le chiedo come si chiama il numero di telefono se esce con me.

Azione (seduzione, aggancio, innamoramento costruzione delle difese, ricerca della esperienza,)

Innamoramento, mantenimento (ricerca dell’esperienza e decadimento dell’emozione) Fusione.

Separazione ed individuazione,

Le chiedo il numero e poi usciamo, a cena, e poi una passeggiata romantica, che cielo! E poi ancora, e sms, ore al telefono e che pelle! Usciamo, è la donna della mia vita, poi le amiche, l’anello, convivenza, week end in Toscana,. matrimonio, suoceri, figli, casa , auto familiare, cane, cassaforte, papere e foche Io ti amo ma il venerdì sera ho il calcetto. Il thé con le amiche. La sessualità passa da tutti i giorni al sabato mattina bambini permettendo.

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Però potri provare magari solo una volta. Io non sono come gli altri smetto quando voglio. Mia madre/il prof/ il capoufficio mi ha fatto proprio arrabbiare. La provo. La prima volta così così. Poi riprovo. Meglio. E poi ancora. Però. M i sento da DIO. Non penso a tutti i mie problemi.. E poi ancora ce ne vuole di più, e la uso sempre più spesso, qualche difficoltà a reperire i soldi. Io con la mia vita faccio quello che mi pare. Debiti in giro, spaccio, bugie, bugie e bugie. Capisco che la droga è un problema ma tanto ormai, Rischio di perdita del lavoro, problemi economici, problemi fisici, paranoia, aggressività, depressione, galera,cliniche per disintossicarsi. Comunità , ricadute. Astinenza. Sobrietà. Ricadute, Cura.


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Il parallelismo con l’amore non è un caso. “La prima cotta coincide con l’esordio dell’età adolescenziale. Essendo impetuosa ma poco profonda lascia spazio spesso a più bersagli.[..] L’infatuazione è una esperienza veloce proprio perché è legata più all’immagine che all’interiorità. Nella cotta se corrisposta ci si sente più forti, più seducenti, più importanti nel gruppo di amici. Tuttavia la vita dell’adolescente non viene messa a soqquadro. L’innamoramento, invece, pone di fronte a un imprevisto che prescinde dalla volontà, penetra fino in fondo all’anima pur restando un mistero. Ci si innamora non solo degli occhi ma di qualcosa che non si riesce ad afferrare. [..] Passione, qualcosa di grandioso e tragico allo stesso tempo. L’amore è un percorso, un traslocco, qualcosa che allontana da una condizione conosciuta perciò rassicurante. Doloroso per l’adolescente che lascia l’infanzia e vuol veleggiare verso l’età adulta dove si intravedono i lumi della libertà ma, man mano che si avvicina a quel nuovo e favoloso porto, quel ragazzo s’accorge che oltre alle luci, ci sono le responsabilità, e allora vorrebbe tornare indietro e regredire fino al seno rassicurante di sua madre.12” Come l’innamorato idealizza l’amata sia essa una principessa od una “spiantata o poco di buono”, con una scarsa reputazione, analogamnte il tossicodipendente può dar significato alla cocaina come qualcosa a cui affidarsi che potrà rendere il mondo migliore e lo libererà dalla lotta quotidiana. Almeno per un po’. Pertanto proteggeranno tali esperienze dalla fredda 12 Tratto da “SULL’AMORE” di Paolo Crepet – Torino – Einaudi 2006

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critica delle persone che li circondano costruendo un muro di difesa psicologico. Costruzione del muro delle difese psicologiche “Contento ma proprio contento, sono stato la prima volta che ho visto una farfalla quando sono uscito dal campo di concentramento e non avevo voglia di mangiarla.” Tratto da Tonino Guerra La personalità può subire una ulteriore alterazione allorquando la vita individuale comincia ad andare in frantumi come conseguenza diretta della assunzione sempre maggiore di cocaina. Le ripercussioni negative danno avvio ad alcuni aggiustamenti psichici nell’individuo. L’essere umano, secondo Eliot Aronson socio-psicologo, non può vivere in modo confortevole se in lui albergano credenze incompatibili tra di loro. Tale fenomeno, definito dissonanza cognitiva, è riferito all’ansia che insorge nella persona quando viene posta dinnanzi alla convinzione di nutrire due convizioni contraddittorie. La dipendenza, l’abuso di cocaina, creano una delle forma più intense di dissonanza cognitiva. Ovvero pone il conflitto tra la sostanza fortemente desiderata ed assolutamente necessaria e la schiavitù e la nocività della stessa per la persona. Per far fronte a tale conflitto molti individui subiscono alterazioni importanti della personalità. Per comprendere la dipendenza è necessario analizzare tali alterazioni. Anche la 62


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psicologia di matrice freudiana descrive la persona che sviluppa dipendenze nella modalità in cui erige i propri meccanismi di difesa. Freud riconosceva i meccanismi difensivi come parte del normale funzionamento della personalità. Essi non sono pericolosi di per sé e sono strumenti essenziali per gestire momenti difficili e situazioni traumatiche. Sono come ombrelli che riparano l’uomo da una pioggia di emozioni e sentimenti. Ma quando l’uomo li sfrutta costantemente come mezzo per escludere la realtà, allora possono divenire problematici. Non sono più scudi che riparano l’uomo per dargli il tempo sufficiente per riconoscere l’esistenza di un problema e di prepararsi psicologicamente al possibile cambiamento di strategia. Integrando le teorie freudiane con quello di Aronson emerge comunque che il modo di utilizzare i meccanismi di difesa è disfunzionale nei tossicodipendenti. Alcuni dei principali meccanismi di difesa presenti nella maggior parte delle forme di dipendenza sono: la razionalizzazione, la negazione, la minimizzazione del problema , la proiezione ed il trasferimento. Da tenere presente anche il meccanismo messo in atto in modo specifico dai tossicodipendenti che chiamiamo ricerca dell’esperienza Razionalizzazione L’elemento centrale nella razionalizzazione è la scusa. Vengono fornite motivazioni logiche per comportamenti non appropriati. Questo meccanismo viene sfruttato per proteggersi ed evitare, qualora si commetta un errore, di fare 63


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la figura dello stupido o di risultare privo di controllo. Se un calciatore inciampa sui propri piedi mentre corre per evitare di fare la figura della stupido è naturale che la sua reazione sia rivolta verso un giocatore avversario o verso il terreno. Questa azione, oltre che a cercare di procurarsi un eventuale fallo o calcio di rigore da parte dell’arbitro, permette di fornire una risposta razionale alla propria goffaggine. L’uso di questo meccanismo di difesa nelle dipendenze patologiche viene portato all’estremo e diviene potenzialmente distruttivo in quanto permette di dare una spiegazione e quindi di giustificare molti elementi lesivi del proprio comportamento. Nei primi stadi della dipendenza le motivazioni che giustificano il comportamento possono dare l’impressione di essere vere o comprensibili. Rientrando una sera di notte a Spoleto da Roma vedo una macchina ferma vicino a casa con un vigile, di nome Urbano di cui si riparlerà in seguito, che aveva fermato un giovane di circa 20-25 anni con le sopracciglie curate ed il piercing al naso. “SIGNOR VIGILE E’ VERO CHE STAVO ANDANDO AI 120 KM ALL’ORA MA SA DI NOTTE ALLE 2 CON UNA STRADA CON 2 CORSIE PER OGNI SENSO DI MARCIA, CHE PERICOLO CORRO, E POI LA MACCHINA E’ NUOVA, FRENA BENE, E IO HO FATTO UN CORSO DA PILOTA” Il vigile urbano ascolta con attenzione la spiegazione e fa 64


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vedera il limite dei 50 km/h, fa notare che si trova all’interno di un centro urbano e comincia a compilare il verbale. La razionalizzazione non sempre funziona. Peccato che il vigile non ha colto che il PILOTA aveva sniffato cocaina quella sera. Anche nell’anoressia inizialmente l’attenzione alla linea, alla dieta, ed allo sport, di una giovane e brava studentessa in cerca di un compagno, possono non detare preoccupazione ma anzi possono venir incoraggiate. Anche l’acool ai primi stadi si presenta con una serie di ragioni plausibili. Un agente di commercio la sera prima di rientrare a casa un bicchiere lo aiuta a rilassarsi e gli dà la carica per affrontare la famiglia, la moglie, la suocera ed i due bimbi Paolo e Chiara di 4 e 2 anni. Un agente immobiliare mi diceva che un noto amaro gli dava sicurezza. Una casalinga al rientro dalla vacanze tutte le mattine alle 10:30 prendeva un bel GIN TONIC che le dave energia nei lavori domestici. La razionalizzazione quindi non serve tanto a convincere il prossimo quanto a convincere se stesso. Negazione La negazione non rappresenta una semplice menzogna a se stessi. Implica la incapacità di non percepire il problema come fatto reale. Se rientrando in casa noto che la casa è in disordine in maniera incredibile inizio a cercare una serie di spiegazioni possibili evitando di cogliere immediatamente la realtà cioè che ho subito una furto. Anche il lutto aiuta l’individuo a prepararsi ad affrontare 65


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il dolore ed il senso della perdità che a volte può risultare schiacciante. Per chi abusa di cocaina vi è anche un aumento progressivo dell’uso del meccanismo di negazione. “Non c’è problema” è la frase che può sintetizzare meglio. L’uso di cocaina inoltre con i suoi UP ed i suoi DOWN interferisce con la percezione della realtà stessa. Le persone che lo circondano, ragazza, moglie, amici, parenti vedono e indicano alla persona i problemi relativi all’area della salute, degli sbalzi d’umore, delle assenze dal lavoro, dei comportamenti inappropriati o pericolosi, delle fughe da casa. Non crede che l’uso sia un problema (smetto quando voglio o domani smetto) e cerca di spiegarselo in una miriade di modi differenti. La minimizzazione del problema La minimizzaione del problema è un meccanismo simile alla negazione ma più sottile. Se nella negazione il problema non viene visto, nella minimizzaione viene colto in maniera sottovalutativa. Il problema viene intravisto, evitando di coglierne gli aspetti più negativi e distruttivi, ma è considerato di minore entità. Non è “l’ottimismo il sale della vita” come recitava il poeta Tonino Guerra e scenografo del riminese Federico Fellini in una nota campagna pubblicitaria televisiva. Poniamo l’esempio di cambiare una automobile. Le difficoltà economiche potrebbero sconsigliare l’acquisto o il posticipo ma i 72 mesi di rate permettono alle persone di non cogliere 66


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una gestione economica da rivedere e permettono alle case automobilistiche e agli istituti di credito di cogliere profitti decisamente maggiori. Nell’ambito delle dipendenze la minimizzazione del problema viene portato agli estremi. Un ragazzo poliassuntore (alcol, eroina, cocaina, psicofarmaci, ecc) nei primi periodi di residenza in comunità doveva avere un processo per tentata strage. Aveva mandato un numero considerevole di agenti delle forze dell’ordine (i dati vaghi sono a tutela della privacy) all’ospedale. Rischiava dai 6 agli 8 anni di galera. Alla domanda se l’uso di droghe fossero legate altre difficoltà, inclusa la scarsa gestione della rabbia, e la scarsa tolleranza alla frustrazione, la sua risposta era relativa ad una minimizzazione della questione, al fatto che tanti nel suo ambiente avevano fatto uso di droga in maniera saltuaria, trascurando che alcuni di essi erano morti per overdose. E lui stesso era stato ricoverato con un TSO (trattamento sanitario obbligatorio). Evita così di riconoscere il nesso tra l’abuso di sostanza e le conseguenze. Proiezione e trasferimento Questi due meccanismi sono similari. La proiezione si evidenzia quando attribuiamo, ad altre persone o situazioni, sentimenti che ci rifiutiamo di riconoscere. Quando in televisione un film è coinvolgente ci dimentichiamo di guardare uno schermo piatto, magari in un bel 42 pollici pagato a rate, e ci lasciamo trascinare dalla storia. Le donne si emozionano e magari piangono. Gli uomini cercheranno 67


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di mascherare l’emozione con qualche schiarimento di voce, e rimanderanno così giù il nodo in gola. Noi proiettiamo qualcosa di notro sul protagonista o sulla storia. E magari restiamo incantati a guardare il valzer che inizia quando il barbone Robin Williams vede alla stazione la sua bella nella “leggenda del re pescatore”. Una persona ansiosa vede in ogni angolo dei pericoli, in ogni cambiamento un’angoscia, al contrario una persona ottimista intravede negli stessi angoli delle opportunità di crescita e di mettersi in sfida con se stesso nei cambiamenti. La maggior parte di noi è quindi impegnata a proiettare nello schermo della realtà esterna gli stati emotivi interni. Il trasferimento, come indica la parola , è una meccanismo che trasferisce una emozione e lo colloca in un posto sbagliato. Un esempio, tratto dalla patologia comparata, ed è il classico caso di EMICRANIA DEL GATTO DEI ROSSI IMPUTABILE AL CICLO MESTRUALE DELLA MOGLIE DEL VIGILE. La moglie del vigile Urbano, la sig.ra Luana ha sempre avuto un ciclo regolare . Adesso, nei giorni appena precedenti il ciclo mestruale, la sig.ra Luana è molto sensibile. Urbano vigile di professione ha cercato di evitare qualsisasi scontro. Ma la tempesta ormonale a volte è più forte e la moglie lo tratta malissimo prima di uscire di casa e di montare in servizio, in quanto non ha stretto il tappo del dentifricio dopo pranzo ed è 12 anni che lo ripete. Il vigile si reca al lavoro decisamente arrabbiato. Multa con eccesso di zelo e rimproverando anche all’arrivo in malo modo, un auto parcheggiata vicino all’auto del sig.Rossi, che aveva 68


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accompagnato la suocera all’ospedale. Il sig. Rossi non tollera la suocera e ogni volta che va al pronto soccorso per qualunque malattia immaginaria della suocera l’unico momento di gioia che ha è nell’attesa del responso dei medici quando immagina che le notizie siano infauste. Purtroppo per il sig. Rossi i medici sono stato efficienti e anche questa volta la suocera tornerà a casa con lui e non verrà trasferita nella camera mortuaria. Presa l’ennesima multa all’ospedale per divieto di sosta va a casa dopo aver depositato la suocera e incomincia appena arrivato a casa a litigare con la moglie. La moglie poi se la prende col figlio che non aveva ancora fatto i compiti. Il figlio mortificato prende un bastoncino sottile e con questo strumento picchia il gatto in testa. Il gatto quindi sviluppa un mal di testa ogni volta che la moglie del vigile ha il ciclo. In queso scenario i sentimenti di ogni persona, e le frustrazioni vengono sfogate su un innocente fino a d arrivare al povero gatto. La proiezione si traduce nell’attribuzione della colpa ad altri da parte del soggetto cocainomane. La maggior parte dei tossicodipendenti sono arrabbiati col mondo e sono convinti che gli altri siano i responsabilie della loro triste situazione. Frasi del tipo “se lei non mi avesse lasciato, …se lei mi avesse perdonato quella scappatella , …se fosse stata meno lunatica, … se avessero parlato di più con me …se quel professore fosse stato più permissivo non avrei cominciato a bere, a prendere tranquillanti, a usare cocaina “. Per chi ha una relazione con un cocainomane, la persona non è capace di assumersi delle responsabilità del proprio 69


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comportamento e non accetta di non proiettare la colpa della sua dipendenza a qualcun altro. Il bersaglio della proiezione sia esso il coniuge, i genitori, o un amico, può rischiare di entrare in un girone infernale nel tentativo di migliorarsi affinché la persona abbandoni il comportamento di dipendenza. Il traferimento nelle dipendenze può diventare anche violento e brutale nel momento in cui la pesona che abusa di cocaina sfoga la propria frustrazione crescente su altre pesone. Alcuni tentativi di suicidi adolescenziali possono essere visti come tentativo di sfruttare le proprie minacce di morte per ferire i genitori per gli insuccessi scolastici o lavorativi quando contrariamente il fatto di bere o di drogarsi li rende responsabili del fallimento. La persona che ha un rapporto con un tossicodipendente od alcolista può essere confusa se l’accento nella relazione viene posto sulle sue mancanze anziché sul proprio comportamento dipendente. Ricerca dell’esperienza Le droghe vengono usate perché danno piacere. Un piacere misto a trasgressione, al proibito, ad un rituale particolare. La sensazione che si ricava dall’uso di cocaina è il sentirsi da DIO. Lucidi, simpatici, disinvolti, carichi come una molla. E pieni di energia. E poi si entra in una nuova dimensione dove ci sono nuove amicizie nuove regole, ecc. Poi l’effetto cala e c’è il down. La depressione , il senso di colpa, la vita piatta. Ma si può ricominciare e via su e giù come su un ottovolante. Poi nel tempo la droga fa sempre meno effetto ce ne vuole sempre 70


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di più e alla fine la si usa più per evitare la noia. E poi arrivano le paranoie. Il cocainomane continua a ricercare il piacere, la botta iniziale, anche se la ricerca risulta vana. L’individuo può divenire schiavo di una esperienza e la ricerca dello sballo può fare perdere il controllo e trasformare la persona in un essere irriconoscibile. Sino a perdere il contatto con la morale. Il delirio: decadimento morale Delirare è un termine acquisito dalla psichiatria che ha origini agresti. Indicava quando il contadino oltrepassava il solco che veniva formato per la successiva semina. Il solco: appunto la morale. Può sembrare antiquato citare il termine morale eppure è un fattore indicativo sul grado di compromissione della persona. Quando si oltrepassano i limiti relativi alla salute personale alle leggi dello stato, e alla morale condivisa si segna un passo imporane. Un operatore di comunità ex tossicodipendente reputava importante distinguere tra furto e spaccio: ammetteva e si dispiaceva dei furti e delle rapine commessi, quando era un giovane tossicodipendente, nei confronti della povera gente ma si vantava di non aver mai spacciato. Gli psicologi riconoscono ormai come aspetti dello sviluppo l’evoluzione ed il ragionamento morale dell’individuo. I valori vengono appresi dal bambino in crescita attraverso i legami emotivi con le persone che li circondano. I valori sono strettamente legati a chiare connessioni emotive e intellettuali. Il pensiero ed i sentimenti quindi richiedono un sistema nervoso centrale ben funzionante. E tutte le droghe 71


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ne alterano il funzionamento. Non basta: l’uomo reagisce davanti al dolore. Cerca di evitarlo. Le reazioni distruttive di una folla dvanti ad un pericolo, sia esso reale o presunto non impediscono di calpestare un uomo davanti ad un incendio. Sono ancora vive le immagini delle persone che si gettavano dalle Torri Gemelle 11 settembre del 2001.L’uomo vuole evitare il dolore. A volte anche a scapito del sacrificio. Anche morale. Chiedete ad una madre cosa sarebbe disposta a fare per la salvezza del figlio. Può risultare inaccettabile e sgradevole che solo la paura del dolore o dell’astinenza o la paura di essere presi ed incarcerati possa spingere l’uomo a commettere atrocità. Fa più comodo pensare che tutti i tossicodipendenti sono deboli e meno virtuosi delle altre persone.

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QUINTO CAPITOLO CONDIZIONI PREDITTIVE, SEGNI E SINTOMI “Pensa se non ci avessi provato” Valentino Rossi 9 volte Campione del mondo di motociclismo Introduzione Premessa Mentre scrivo questa tesi ritengo importante, prima di addentrarmi in un territorio tanto delicato, condividere cosa si intende in questo testo per condizioni predittive. Condizione predittiva significa attenzione al bambino. Non allarme rosso, non è una formula matematica, ma semplicemente una maggior attenzione; le capacità di adattamento e di cambiamento in giovane età sono incredibili. Maggior attenzione! A volte basta un professore appassionato, un allenatore di pallone che non cerca il prossimo Francesco TOTTI ma solo di far crescere i ragazzi, un capo scout di valore. Un genitore che non è solo interessato alla media scolastica ma a come sta veramente il ragazzo e la vita, il destino…CAMBIA. Il destino non è segnato. Le previsioni sul futuro dei bambini sono abominevoli a volte. Un bambino timido è una risorsa di gentilezza e di delicatezza. Un bambino 73


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un pò agitato indica i limiti della scuole e degli insegnanti. E noi abbiamo gli insegnanti migliori del mondo. Solo che ce lo dimentichiamo. Non significa assolutamente che ogni bambino iperattivo o timido diventerà tossicodipendente. Educare non significa riempire il bambino di concetti o di normalizzarli significa tirare fuori da ogni persona le risorse che potrà utilizzare un giorno per sè e per il mondo. Condizioni predittive (da distinguersi dalle profezie autoavverantesi) Le storie dei tossicodipendenti e degli alcolisti, e di altri soggetti definiti a rischio, permettono di trarre alcuni elementi frequentemente presenti . Un crescente numero di osservazioni consente di individuare condizioni predittive rispetto ai disturbi da abuso di sostanze, elementi individuati durante studi prospettici come frequentemente presenti nei soggetti a rischio e nella storia di tossicodipendenti ed alcolisti.Non sempre queste condizioni coincidono con conclamati disturbi psichiatrici, o delineate difficoltà psicologiche, più spesso con atteggiamenti comportamentali di “confine”. Il comportamento aggressivo, che assume le connotazioni sintomatiche del disturbo della condotta e poi della personalità antisociale, appare ad esempio correlato all’abuso di sostanze.13 Anche la sindrome con iperattività e deficit dell’attenzione è stata annoverata tra le condizioni predittive, i soggetti 13 G. GERRA, A. ZAIMOVIC, U. ZAMBELLI, M. TIMPANO, Alle radici della dipendenza: condizioni predittive e correlati biologici, in “Tossicodipendenze”, n.2, 2000

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iperattivi presentano una accentuata difficoltà a dilazionare la fruizione delle gratificazioni ed una necessità di gratificazioni immediate e facili da ottenere, queste caratteristiche sono facilmente confrontabili con il comportamento dei soggetti tossicodipendenti, la gratificazione immediata è, forse, una delle caratteristiche più evidenti delle droghe. Ricordiamo poi che anche l’effetto delle droghe spesso è paradossale negli adulti iperattivi. La cocaina ha un effetto calmante e l’eroina o l’alcool ha un effetto eccitante ed a volte esplosivo. Negli Stati Uniti la sindrome di iperattività viene spesso curata in neuropsichiatria infantile con antidepressivi a conferma dell’effeto paradossale. La pulsione verso la ricerca di nuovi stimoli, novelty-seeking, con la necessità di gratificazione al di fuori del quotidiano, condizioni che inducono il soggetto a coinvolgersi con facilità in attività trasgressive a forte impatto emozionale e, spesso, elevato contenuto di rischio, è considerata un elemento predisponente allo sviluppo della tossicodipendenza e dell’alcolismo.14 La predisposizione ad esporsi senza preoccupazioni a pericoli, la continua ricerca di stimoli nuovi, sono senza dubbio caratteristiche tipiche della fase adolescenziale dello sviluppo. La pressione esercitata dalle variabili sociali, dai coetanei e 14 S. GABEL, M. C. STALLINGS, S. SCHMITZ, S. E. YUNG, D. W. FULKER, Personality dimension and substance misuse: relationships in adolescents, mothers and fathers, Am J Addict, 1999, cit. in G. GERRA, A. ZAIMOVIC, U. ZAMBELLI, M. TIMPANO, op. cit..

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da variabili socio-psicologiche, sono, spesso, considerate la basi del manifestarsi di un certo grado di devianza tipico di alcuni adolescenti. Non viene, tuttavia, sufficientemente considerato lo sviluppo, ancora in corso in questa fase della vita, di determinati parametri anatomici e fisiologici. L’adolescenza, infatti, può essere considerata un periodo ontogenetico unico, durante il quale, da un punto di vista biologico, è presente, nell’individuo, una notevole plasticità cerebrale. Durante tale periodo le influenze ambientali si trovano ad interagire con particolari discontinuità neurobiologiche e psicosociali, l’incontro con le droghe, in queste particolari condizioni, fa sì che l’individuo possa essere vulnerabile alle condotte d’abuso. Diversi studi dimostrano, inoltre, che l’età del primo approccio con le sostanze, può notevolmente influenzare il successivo uso di droghe; esiste, infatti, una correlazione positiva tra l’età del primo approccio e la possibilità di passare da un uso ricreazionale di droghe alla dipendenza. Il fascino per nuove esperienze, per attività rischiose e stressanti, la curiosità nella scoperta, tipiche della fase adolescenziale, risultano caratteristiche tipiche anche della personalità novelty- seeking. Zuckerman15 mette in relazione, all’interno del suo modello biochimico, tali 15 M. ZUCKERMAN, The psychobiological model for impulsive unsocialized sensation seeking: a comparative approach, Neuropsychobiology, in G. LAVIOLA, W. ADRIANI, M.L. TERRANOVA, G. GERRA, Fattori biopsicologici di rischio e vulnerabilità agli psicostimolanti in soggetti adolescenti e modelli animali, Laboratorio di Fisiopatologiadi Organo e di Sistema, Istituto Superiore della Sanità, Roma, Dipartimento Dipendenze Patologiche, Ser.T-AUSL, Parma, 2000.

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caratteristiche comportamentali con tre neurotrasmettitori specifici quali: la dopamina, la noradrenalina e la serotonina. Recentemente è stata confermata l’ipotesi che i livelli di novelty- seeking individuali, sarebbero in parte riferibili a differenze genetiche a livello di ricettori per la dopamina e a un deficit serotoninergico (l’ormone dello stress).Ricordo che l’effetto del MDMA è riconducibile, fisiologicamente, al forte rilascio di serotonina e dopamina da parte dei terminali nervosi. Mettendo in relazione tali elementi si potrebbe concludere dicendo che uno psicostimolante quale l’ecstasy potrebbe essere inconsapevolmente assunto da individui con deficit serotoninergico genetico, come automedicazione, perché in grado di compensare una carenza disfunzionale di base.Altri fattori di rischio per lo sviluppo della dipendenza sono l’eccessiva timidezza, la difficoltà di coping con lo stress e l’inibizione verso i contatti sociali, connessi ad una scarsa concezione di sé, ad una scarsa autostima.16E’ estremamente suggestivo considerare le diverse condizioni psicologiche e comportamentali, che fanno parte delle diverse storie individuali, in relazione ai correlati biologici, e quindi l’interpretazione di un comportamento adattivo come una risposta ad un’alterazione primaria del sistema della gratificazione e come possibile tentativo di compensazione 16 T. A. WILLS, J. M. SANDY, O. SHINAR, Cloninger’s constructs related to substance use level and problems in late adolescence: a mediational model based on self-control and coping motives, Exp. Clin., Psychopharmacol, 1999, cit. in G. GERRA, A. ZAIMOVIC, U. ZAMBELLI, M. TIMPANO, op. cit..

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inconsapevole rispetto ad alterazioni neurologiche preesistenti il consumo di droghe.Tale interpretazione della tossicodipendenza e delle condotte devianti suggerisce un legame interessante tra individuo e sostanza, una relazione, un richiamo inconscio, a volte maldestro, del soggetto nei confronti della sostanza, nel tentativo di modulare il proprio assetto neuroormonale. L’interpretazione della tossicodipendenza come una sorta di automedicazione, che rende il farmaco d’abuso ancora più potente, che lega inesorabilmente l’individuo alla sostanza che detiene il compito di liberarlo da un doloroso stato psicologico, mette in evidenza un doppio legame tra farmaco d’abuso ed individuo, l’uno sostenuto dal potere gratificante della sostanza, l’altro dalla “potenzialità curatrice” nei confronti di disturbi che appaiono all’individuo altrimenti inaffrontabili. Segni e sintomi Quali sono i segnali che un genitore, un amico, un convivente può cogliere per sospettare e per capire che la persona usi cocaina? I cambiamenti di una persona che utilizzi cocaina in maniera abituale e le alterazioni comportamentali spesso rientrano in determinati schemi comportamentali che possono fungere da allarme rosso riguardo ad alcuni e lementi che possono rivelarsi sempre più pericolosi per coloro che lo circondano. Alcuni segni classici sono le assenze ingiustificate, gli sbalzi di umore, la menzogna, sintomi fisici e malattie ricorrenti. Se questi poi diventano un tratto costante del comportamento 78


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possono essere considerati quasi come una certezza per ciò che concerne la dipendenza. Assenze ingiustificate La cocaina può prendere il controllo della vita. L’individuo può rimanere sveglio a lungo, addirittura mescolare le sostanze per placare l’effetto della cocaina con alcool od eroina, e arriva a casa sempre più tardi. A volte non torna nemmeno a casa. Le assenze dal lavoro si fanno più frequenti e le giustificazioni sempre meno credibili. I ragazzi saltano le sessioni degli esami, o fanno “buco o puffi” (assenza di nascosto dai genitori). Alcuni di questi ragazzi si sono presentati nel mio studio per curare gli attacchi di panico! E con dispiacere apprendevano, anche se già lo sapevano che senza l’interruzione dell’uso di cocaina poco potevano le sedute di psicoterapia o l’eventuale sostegno farmacologico. Il lavoro è spesso una delle ultime responsabilità che viene abbandonanta perché permette di avere le risorse economiche per l’acquisto di droghe. Permette di poter apparire comunque diverso dall’eroinomane. Può lasciare più o meno intatta l’immagine sociale che gli altri hanno di lui e della famiglia. E in questo a volte le famiglie colludono. Ed è anche per questo che non possono permettersi di perdere il lavoro. Sbalzi di umore Un caro amico, giovane padre, ex-maschilista nostalgico, quando seppe della gravidanza di mia moglie, mi dette qualche saggio consiglio rispetto agli sbalzi di umore femminili: ”Tua moglie sarà posseduta per circa 9 mesi. Hai presente il 79


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ciclo di quei 5-7 giorni che in realtà, diciamocelo tra uomini, dura quasi 15 tra pre-ciclo, ciclo e post; Moltiplica quai momenti per 9 mesi ininterrotti e l’intensità e la rottura di ******** in maniera esponenziale. Pianti, capricci minacce di divorzio tra le 2 e le 4 di notte ecc. Se saprai superare questi sbalzi di umore sarai pronto per essere padre. “ In realtà tutti noi sperimentiamo sbalzi di umore anche apparentemente immotivati. Nelle dipendenze gli sbalzi dell’umore possono essere estremi. Scatti d’ira improvvisi che possono diventare anche violenti. Anche il linguaggio può divenire più volgare. La perdita di controllo è spesso associato all’uso di droga. A volte le denunce dei familiare e poi il carcere fermano gli questi episodi. Almeno per un pò. Ricordiamo che la cocaina è uno stimolante del SNC. Quindi vi è un aumento della vigilanza, delle sensazioni percettive, e della resistenza. Si ha la sensazione di euforia, di un senso di accresciuta forza fisica e mentale, ed una diminuzione del sonno e della fame. Inoltre ricordiamo i sintomi psichici: EUFORIA

DISFORIA

Euforia, labilità affettiva,accresciuta performance cognitiva e motoria, ipervigilanza,anoressia e insonnia Tristezza,malinconia, apatia, difficoltà di attenzione e di concentrazione, anoressia e insonnia

PARANOIA

Sospettosità,paranoia,allucinazioni ed insonnia

PSICOSI

Anedonia,allucinazioni, comportamento stereotipato, ideazione paranoide,insonnia,perdita del controllo degli impulsi,disorientamento 80


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La menzogna Le bugie fanno parte di un complesso sistema di autodifesa dell’individuo. L’uomo impara a mentire per sopravvivere. Lo insegnano i genitori. Quando uno dice tutto quello che pensa viene tacciato come sfacciato.Mente agli altri e a se stesso. Mente per confondere e confondersi. Mentono le persone che hanno problemi di gioco patologico, di anoressia, e di droga. E occorre ricordare che i soldi per il reperimento della droga oltre che dal lavoro derivano dallo spaccio, dal furto e dalla prostituzione. Non è facile immaginare di parlare liberamente. E’ un sintomo, è un meccanismo di difesa. E questo spesso confonde chi lotta con loro per aiutarli. Bisogna ricordarsi della favola di PINOCCHIO. Chi si droga ha mentito e molto probabilmente mentirà ancora. Solo che non è di legno, e non gli si allunga il naso quando mente. E il meccanismo di mentire può essere presente anche quando la persona è lucida. E quando finiscono le menzogne la persona è pronta per cambiare oppure sta guarendo. Come si fa a credere alla parola di uno che fa uso di cocaina? Ad una persona che giura sui figli che ha smesso! Beh a volte la soluzione è non credere ma gurdare i fatti. Gli esmi delle urine o dei capelli, l’impegno sul lavoro, studio, in casa , con i figli. Citando un caro amico collega “coi fatti (tossicodipendenti ) ci vogliono i fatti (le azioni concrete ) “. Furto Anche nel carcere penale dove si scontano i reati più gravi vi è una visione differente dello spaccio rispetto al furto. Il furto 81


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è visto come meno ..grave. Chi spaccia vende morte, chi ruba. Beh rischia di suo. Questo e tanto altro mi hanno insegnato i miei anni nelle comunità terapeutiche. La visione popolare aiuta a distinguere il criminale professionista dal furto del drogato. Un furto fatto con destrezza, magari senza violenza, fa sospettare ad un professionista. Magari in una notte 4 furti in 4 case con i padroni di casa dentro. Professionisti. Un vetro rotto, uno stereo rubato, o un disgraziato o un drogato. Pensare che la maggior parte di noi non esiterebbe a rubare la pensione alla madre qualora fosse tossicodipendente e avesse bisogno di una dose di eroina può sconvolgere. Anche pensare che è disposto a vendere l’oro della madre, le medaglie d’oro al valor militare del bis nonno, i ricordi cari di famiglia. Ma aiuta a distinguere la visione della persona. Il criminale da colui che sta male. Ed ha bisogno di essere aiutato, a volte contenuto. Possono bastare a volte le pressioni dei familiari, altre la frequentazione di un gruppo di auto aiuto. A volte occorre una lunga psicoterapia. Altre comunità terapeutiche. A volte il carcere ferma questi episodi. Almeno per un po’. Sintomatologia fisica e complicanze mediche17 L’uso prolungato di droghe presenta spesso particolari effetti sul piano fisico e mentale. La pelle può perdere lucentezza, gli occhi possono essere più infossati, e spenti. A volte la pupilla ha come un pallore che tende al rosso, altre al giallo. La persona può assumere un aspetto malaticcio, spesso perché 17tratto dall’Osservatorio Europeo delle Droghe e Tossicodipendenze indirzzo http://www.emcdda.europa.eu/themes/drug-situation/it/cocaine

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si nutre e si idrata in maniera insufficiente. A volte ne risente anche l’igiene personale. Inoltre spesso vengono curate allergie alimentari, o problemi gastrici che nascondono le vere patologie. Le infezioni alle vie respiratorie. A volte anche la promiscuità sessuale può far diffondere i virus delle epatiti e l’AIDS. Ricordiamo che anche la prostituzione può essere una fonte di riperimento di denaro. Problemi di salute connessi al consumo di cocaina. Una segnalazione inadeguata di questi problemi non consentirà di comprendere appieno l’impatto del consumo di droga sulla salute pubblica. I disturbi di salute correlati al consumo di cocaina in polvere, tuttavia, tendono a passare più inosservati e possono interessare consumatori che, in genere, non si considerano a rischio. Il consumo cronico di cocaina può provocare gravi problemi di salute di natura cardiovascolare (aterosclerosi, cardiomiopatia, aritmie, ischemia miocardica) L’uso della cocaina è collegato a numerosi tipi di malattie cardiache e può provocare aritmia e fibrillazione ventricolare, accelerazione del battito cardiaco e della frequenza respiratoria, aumenta la pressione sanguigna e la temperatura corporea. Un’altra complicanza dell’uso di cocaina può essere di natura neurologica (episodi cerebrovascolari e crisi epilettiche). Oltre alla perdita dell’odorato, epistassi (sangue dal naso) , raucedine, difficoltà respiratorie, ictus, emicranie, attacchi epilettici e complicazioni gastrointestinali con dolori e nausea. Poiché la cocaina ha la tendenza a far diminuire l’appetito, molti consumatori possono ammalarsi di anoressia. 83


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Vi possono anche essere problemi all’apparato respiratorio con dolori al torace o difficoltà respiratorie Molti decessi attribuiti alla cocaina sono provocati da queste patologie. Il consumo di cocaina in combinazione con il consumo di alcol può aumentare la concentrazione di cocaina nel sangue anche del 30%. In una prospettiva comportamentale, il consumo di cocaina può facilitare l’assunzione eccessiva di alcolici, poiché permette ai consumatori di bere più a lungo, cosa che a sua volta determina un aumento della quantità di cocaina assunta (Gossop et al., 2006). La formazione di cocaetilene nel fegato può anche essere collegata a ulteriori possibili rischi per la salute connessi al consumo combinato di cocaina e alcol. Sono stati condotti alcuni studi mirati alla valutazione dell’impatto generale del consumo di cocaina sulla salute pubblica. Uno studio su vasta scala condotto negli Stati Uniti tra la popolazione (1988–1994) ha stabilito che un quarto degli infarti miocardici acuti non fatali nella fascia di età dei 18–45 anni era attribuibile al “consumo frequente di cocaina”. Il rischio di infarto miocardico non fatale era sette volte maggiore tra i consumatori abituali che tra i non consumatori (Qureshi et al., 2001). Non è possibile, tuttavia, estendere questo studio all’Europa. Allo stato attuale, il potenziale impatto sulla salute del crescente consumo di cocaina in Europa rimane ancora da chiarire e costituisce per il futuro un importante ambito di indagine nel campo della salute pubblica. Nonostante le limitate conoscenze negli studi sugli effetti della cocaina durante gravidanza si sono evidenziati 84


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comunque un maggiore rischio di aborto, un’alta probabilità di parto prematuro, contrazioni premature dovute al ridotto flusso di sangue nell’utero, problemi respiratori e ai reni e per il neonato dipendenza dalla cocaina dalla nascita e crisi di astinenza, e anche la SIDS - Sindrome Infantile Improvvisa Di Morte.

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SESTO CAPITOLO CONSUMO E C O N S E G U E N Z E L E G A L I18 “Un cavaliere è votato al coraggio. Il suo cuore conosce solo la virtù.La sua spada difende gli inermi. Il suo potere è a difesa dei deboli. La sua ira abbatte i malvagi” Tratto dall’ANTICO CODICE DEI CAVALIERI Introduzione “ Questo materiale vuole essere uno strumento informativo su quanto previsto dalla Legge sulle Sostanze Stupefacenti. Riteniamo importante che tu conosca i tuoi diritti e doveri nei confronti della Legge italiana e sappia cosa accade ad una persona trovata in possesso di sostanze illegali. Informarsi sulla legalità o illegalità di quello che si sta facendo serve ad essere consapevoli delle possibili conseguenze delle proprie azioni ” come si legge nel sito del Comune di Firenze (http://www.comune.firenze.it/servizi_pubblici/giovani/ ukbit/sorpresa.html.) In questo un capitolo saranno presentate alcune informazioni legali relative all’uso ed al possesso di sostanze stupefacenti. 18 Liberamente tratto e adattato dal sito del comune di Firenze www. comune.fi.it/servizi_pubblici/giovani/ukbit/sorpresa.html

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Avere alcune informazioni legali può essere importante per poter scegliere di cambiare il proprio destino. A volte l’uso od il posesso determina delle condanne penali che possono rovinare pesantemente la vita. Una ragazza a vent’anni è stata condannata a 5 anni di galera per spaccio internazionale. Il suo destino è stato tragicamente mutato ed ad una vita difficile ha aggiunto 5 anni orribili. Come riportato dal sito ufficile dell’Arma dei Carabinieri la materia legale è regolamentata dal D.P.R. 309 del 09.10.1990, “Testo Unico delle Leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, in cui sono elencate tutte le misure per fronteggiare il fenomeno. Il principio fondamentale introdotto dalla normativa è quello relativo al DIVIETO DI FAR USO PERSONALE di sostanze stupefacenti anche in quantità minima, a dispetto della vecchia normativa, legge 685/1975, che NON PUNIVA il semplice possesso di stupefacenti in modica quantità per uso personale. Detto DPR, articolato in XII Titoli, è stato parzialmente modificato dalla legge 49/2006. Gli aspetti di rilievo sono i seguenti: Detto DPR, articolato in XII Titoli, è stato parzialmente modificato dalla legge 49/2006. Gli aspetti di rilievo sono i seguenti: · “Vigilanza, coordinamento e controllo dell’attività di prevenzione e repressione” (Titolo I). La responsabilità 87


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di indirizzo e promozione della politica generale di controllo, prevenzione e intervento nel settore è riservata al COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO PER L’AZIONE ANTIDROGA e sono determinate le funzioni di vigilanza generale del MINISTERO DELLA SANITA’ e del MINISTERO DELL’INTERNO nonché particolari attribuzioni delle REGIONI. Vengono poi stabilite le attività di vigilanza e controllo delle FORZE DI POLIZIA ed i compiti di coordinamento informativo ed operativo della DIREZIONE CENTRALE per i SERVIZI ANTIDROGA, organismo interforze direttamente dipendente dal Ministero dell’Interno. · “Tabelle delle sostanze stupefacenti o psicotrope soggette al controllo” (Titolo I artt. 13 e 14). I suddetti articoli indicano i criteri di formazione di 6 Tabelle contenenti l’elenco delle sostanze ordinate secondo una graduazione di maggiore o minore pericolosità in base alla quale la disciplina penale ed amministrativa (Titolo I-VIII) applica sanzioni punitive differenziate. · “Disciplina della produzione e del commercio delle sostanze stupefacenti” (Titoli II, III, IV, V, VI, VII). Nei suddetti titoli la normativa esamina tutti gli aspetti della coltivazione, produzione, fabbricazione, distribuzione, impiego, importazione e transito delle sostanze stupefacenti fissando specifici obblighi di autorizzazione, documentazione e comunicazione di dati e notizie. · Profili repressivi relativi alle attività illecite, che sono indicati negli articoli che seguono: o l’art. 73, parzialmente modificato dalle legge 49/2006, persegue le forme illecite di produzione e traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope. 88


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o l’art. 74 Sanziona molto più severamente del Codice Penale l’ipotesi di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Punisce con pene non inferiori a 20 anni di reclusione, chi dirige, organizza, promuove o finanzia una associazione di 3 o più persone per commettere i reati previsti dall’art. 73. La semplice partecipazione all’associazione è punita con la reclusione non inferiore a 10 anni. o l’art. 75, modificato dalla legge 49/2006, punisce, con sanzioni amministrative, le condotte dell’acquisto, importazione e detenzione di sostanze stupefacenti, per uso personale. Le sanzioni si configurano nella sospensione della patente di guida, della licenza di porto d’armi, del passaporto e dei documenti equipollenti, o se si tratta di straniero, nella sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo, ovvero nel divieto di conseguire tali documenti. Se una persona viene colta in flagrante di una di queste condotte viene segnalata al Prefetto che è la figura istituzionale competente ad irrogare i provvedimenti. Non si è sottoposti a dette sanzioni se l’interessato chiede o aderisce all’invito del Prefetto di sottoporsi al programma terapeutico e socio-riabilitativo definito dal Servizio pubblico per le tossicodipendenze. o l’art. 77 Punisce con una sanzione amministrativa, di tipo pecuniario, l’abbandono di siringhe o di altri strumenti pericolosi utilizzati per l’assunzione di sostanze stupefacenti, in luogo pubblico, aperto al pubblico o in luogo privato ma di comune o altrui uso. 89


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o l’art.79 Agevolazione dell’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope. Punisce chiunque avendo disponibilità di un immobile, un ambiente o veicolo a ciò idoneo, lo adibisce o consente che altri lo adibisca a luogo di convegno abituale di persone che ivi si dedicano all’uso di sostanze stupefacenti. o l’art. 82 Induzioni all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope. Punisce chiunque pubblicamente istiga all’uso illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope o svolge, anche in privato, attività di proselitismo per tale uso delle predette sostanze ovvero induce una persona all’uso medesimo. o l’art. 80 (aggravanti), disciplina gli aumenti di pena, per la commissione di condotte illecite previste, dall’art. 73. Gli aggravi di pena possono variare da 1/3 alla metà nei seguenti casi: § nei casi previsti dai n. 2,3 e 4 dell’art. 112 del Codice Penale: § per chi ha promosso od organizzato la cooperazione del reato o ha diretto l’attività delle persone concorse nel reato; § per chi nell’esercizio della sua autorità, direzione o vigilanza, ha determinato a commettere il reato persone ad esso soggette; § per chi, fuori dal caso previsto dall’art. 111 del Codice Penale, ha determinato a commettere il reato un minore oppure una persona in stato di infermità o di deficienza psichica; 90


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§ per chi ha indotto a commettere il reato, o a cooperare nella commissione del reato, una persona dedita all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope; § se il fatto è stato commesso da persona armata o travisata (cioè mascherata); § se le sostanze stupefacenti o psicotrope sono adulterate o commiste ad altre in modo che ne risulti accentuata la potenzialità lesiva; § se l’offerta o la cessione è finalizzata ad ottenere prestazioni sessuali da parte di persona tossicodipendente; § se l’offerta o la cessione è effettuata all’interno o in prossimità di scuole di ogni ordine o grado, comunità giovanili, caserme, carceri, ospedali, strutture per la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti; § lo stesso aumento di pena si applica se il colpevole per commettere il delitto o per conseguirne per sé o per altri il profitto, il prezzo o l’impunità ha fatto uso di armi. · “Prevenzione e recupero dei tossicodipendenti” (Titoli IX, X e XI). L’insieme di tali norme costituisce un corpo legislativo talmente articolato che a ragione si può ritenere che il principio informatore di tutta la legge sia quello di annettere maggiore efficacia agli interventi di prevenzione, trattamento e reinserimento rispetto a quelli repressivi. In tale ottica vengono istituiti un insieme di organi operanti nei settori informativo, educativo, di assistenza medica e sociale. 91


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Nel D.M. n° 186 del 1990 sono presentate le tabelle di classificazione delle sostanze che rientrano nella categoria degli stupefacenti. Questi danno luogo a diverse conseguenze penali secondo il livello di intossicazione e dipendenza in grado di provocare nell’organismo. Per esempio, le pene previste per lo spaccio possono arrivare fino ai venti anni per le cosiddette droghe pesanti (eroina, cocaina, etc.) e sino a sei qualora si tratti di droghe leggere (marijuana e hashish). Nel nostro ordinamento anche la cessione a titolo gratuito è considerato reato. Infatti è ritenuto “spacciatore” chiunque pone in vendita, procura ad altri, vende, distribuisce o cede (anche gratuitamente) sostanze stupefacenti o psicotrope per uso personale non terapeutico. La legge n. 162 del 1990 ha istituito presso il Ministero della Sanità il Servizio centrale per le dipendenze da alcool e sostanze stupefacenti o psicotrope. Il Servizio coordina e indirizza i programmi e le politiche di intervento su tutto il territorio nazionale. CHI E’ AUTORIZZATO AL CONTROLLO Tutte le Forze dell’Ordine: Polizia, Carabinieri, Polizia Municipale, Guardia di Finanza, ecc., possono fermare ed eseguire perquisizioni. Le conseguenze del fermo sono notevolmente diverse a seconda che le Forze dell’Ordine rinvengano o meno delle sostanze stupefacenti. Tutte le volte che c’è un rinvenimento di sostanze parte un procedimento: - di tipo amministrativo se il soggetto è accusato di detenzione per uso personale 92


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- di tipo penale se viene ravvisato un reato (es. spaccio, produzione, ecc.). Se le Forze dell’Ordine non trovano sostanze, ma deducono comunque un consumo (perché ci sono indizi che lo dimostrano, perché c’è un’ammissione ecc..) non scattano procedimenti e sanzioni ma potrebbe giungere una Segnalazione alla Prefettura che dovrà comunicare alla Motorizzazione Civile e ai Servizi per le Tossicodipendenze (Ser.T.) che la persona ha consumato delle droghe. PICCOLO VOCABOLARIO DETENZIONE DI SOSTANZE Una persona può essere accusata di detenzione di sostanze stupefacenti se le Forze Dell’Ordine, durante un controllo, le trovano addosso, tra i suoi effetti personali o nelle sue proprietà (casa, macchina, etc.) una quantità qualsiasi di una sostanza stupefacente illegale. ACQUISTO Può essere accusato di acquisto di sostanze stupefacenti chi è visto dalle Forze di Polizia ricevere o pagare una sostanza illegale. SPACCIO Può essere accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. 1. Chi offre o passa ad altri delle sostanze illegali in cambio di denaro o a titolo di regalo (se qualcuno dichiara alla polizia che un amico gli ha regalato delle droghe, l’amico può essere accusato di spaccio). 2. Chi dichiara ad un rappresentante delle Forze di Polizia 93


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di essere disposto a vendere delle sostanze. Sono considerati illeciti penali punibili nello stesso modo dello spaccio. * La produzione di sostanze illegali (compresa la coltivazione di piante da cui si ricavano droghe) * La raffinazione, la preparazione o il taglio . * Il trasporto e il traffico IMPORTAZIONE Può essere accusato di importazione chi introduce illegalmente in Italia sostanze stupefacenti. CONSUMO E’ segnalato alla Prefettura per consumo di stupefacenti chi durante un controllo di Polizia: · E’ visto consumare sostanze illegali · Dichiara di consumare · Viene trovato in compagnia di persone che le stanno consumando, (a meno che non dichiari e faccia mettere a verbale che non usa droghe e si trova lì solo per compagnia) · Viene trovato con indizi che evidenziano il consumo di sostanze (es. resti di una canna nel posacenere della macchina) La Polizia può attestare in un verbale che una persona ha consumato sostanze stupefacenti anche se non ha sequestrato nulla: in questo caso quindi c’è un consumo senza detenzione !!!! Questo si verifica raramente ma può accadere se, ad esempio, qualcuno è trovato in compagnia di persone che detengono sostanze, se la Polizia trova degli indizi che rendono evidente 94


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il consumo o vede consumare ma non riesce a sequestrare le sostanze perché sono già stata consumate o gettate via o anche se una persona dichiara di usare droghe. In questi casi non ci sono sanzioni perchè il consumo di stupefacenti è stato depenalizzato ma la persona viene comunque segnalata in Prefettura. La Prefettura comunicherà al Ser.T e alla Motorizzazione Civile che la persona ha fatto uso di droghe. La persona segnalata sarà anche invitata a presentarsi ad un Ser.T per un colloquio facoltativo. SANZIONI AMMINISTRATIVE (PER DETENZIONE, ACQUISTO O IMPORTAZIONE PER USO PERSONALE) Il procedimento amministrativo si avvia quando viene accertata la detenzione e l’acquisto di sostanze stupefacenti, leggere o pesanti, per uso personale. Le sanzioni amministrative sono applicate dalla Prefettura del luogo in cui la persona è stata fermata (ciò significa che se una persona residente a Milano è fermata a Roma dovrà rispondere alla Prefettura di Roma). In questo caso è possibile chiedere, tramite lettera, il trasferimento del procedimento presso la Prefettura della propria Provincia di residenza. La sanzione amministrativa prevede la sospensione dei seguenti documenti: · patente di guida, licenza di porto d’armi , passaporto o altri documenti validi per l’espatrio, permesso di soggiorno turistico per gli 95


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stranieri o il divieto di conseguire questi documenti per un periodo variabile da: - 1- 3 mesi per le droghe leggere - 2- 4 mesi per le droghe pesanti La sanzione amministrativa non viene applicata direttamente: la persona fermata viene convocata in Prefettura tramite una lettera raccomandata per sostenere un colloquio con il Nucleo Operativo Tossicodipendenze (N.O.T.) composto da due Assistenti Sociali. Se la persona segnalata riceve la lettera di convocazione ma non si presenta in Prefettura per il colloquio viene automaticamente applicata la sanzione amministrativa (sospensione dei documenti). Se la persona è minorenne, deve presentarsi al colloquio insieme ai genitori, che verranno informati sugli effetti delle sostanze stupefacenti e sui Servizi pubblici e privati dove ottenere consulenze. SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI (SANZIONI PENALI ) Lo spaccio di sostanze stupefacenti è un illecito penale, punito con la reclusione e multe in denaro. Chi coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa, consegna sostanze stupefacenti (tutte specificate nella Tabella I della legge) rischia d’ora in poi da 6 a 20 anni di reclusione e una multa che può andare dai 26 mila a 260 mila euro. Può essere accusato di spaccio anche chi offre agli amici delle sostanze o 96


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chi coltiva piante di Marijuana A stabilire quando la quantità suddetta non sarà riconducibile al consumo individuale sarà il giudice. Ma non più sulla base di dati opinabili ma piuttosto affidandosi ai limiti massimi stabiliti da un prossimo decreto del Ministero della salute. Possibile comunque applicare condanne più miti (da uno a sei anni e da 3 mila a 26 mila euro) se il reato è di lieve entità.Sono previste riduzioni di pena per chi collabora con le forze dell’ordine a fermare il traffico di sostanze.Sono invece circostanze aggravanti: aver commesso il reato in concorso con altre persone aver coinvolto minorenni nel reato aver commesso il reato all’interno o in prossimità di scuole. Quantità minime per determinare il limite tra possesso e spaccio. N.B. Le tabelle, pubblicate sulla GU n.95 del 24/4/2006 sono entrate in vigore dal 9 maggio 2006. Le tabelle fissano i limiti di possesso personale di principio attivo di ciascuna sostanza oltrepassati i quali esiste indizio di spaccio e serio rischio di sanzione penale. Ecco alcuni dosaggi definiti in tabella con alcune APPROSSIMATIVE equivalenze (Fonte Vita). 1. 500 milligrammi di principio attivo, pari a 5 grammi di sostanza lorda (principio attivo 10%) equivalenti a 15/20 spinelli per la cannabis. 2. 750 milligrammi di principio attivo, pari a 1,6 grammi di sostanza lorda (pa 45%) pari a 5 assunzioni per la cocaina. 97


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3. 250 milligrammi di principio attivo, pari a 1,7 grammi di sostanza lorda (pa 15%) pari a 10 assunzioni per l’eroina. sarebbero state definite, inoltre, dosi massime pari a cinque compresse di ecstasy, cinque di amfetamine ed a tre francobolli di LSD . Ogni anno il Ministero della Salute, con proprio decreto, pubblica l’aggiornamento e il completamento delle tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e relative composizioni medicinali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica, del 9 ottobre 1990, n. 309 e successive modificazioni ed integrazioni, recante il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope e di prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza. Conoscere le conseguenze legali delle proprie azioni non sempre può determinare un cambiamento ma credo che sia un diritto fondamentale la conoscenza delle leggi e delle conseguenze augurandosi almeno una riflessione e come la presenza di autovelox fanno diminuire le velocità di molti veicoli, si spera che la conoscenza di conoscere lacuni tipi di reati si traduca in azioni più attente.

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SETTIMO

C A P I T O LO

IL TRATTAMENTO EFFICACE “UBER COCA” “…La strategia della riduzione del danno affonda le radici nei percorsi della medicina e del diritto alla salute . Ogni persona che si laurea in medicina , nel giuramento di Ippocrate , si impegna a non provocare danno alla persona alla quale sta prestando la propria opera .Si impegna a curare e sviluppare un percorso di accompagnamento con chi si è rivolto a lui. Infine il medico si impegna dove è possibile e dove le risorse scientifiche lo consentono , a guarire il paziente. Non ci troviamo davanti a dei principi contrapposti uno all’altro ma alla proposta di un contiuum terapeutico fondato su una scala di priorità: prima di tutto non nuocere , non peggiorare la situazione, secondo farsi carico, accompagnare , lenire il dolore, terzo (dove possibile) guarire.”19 Introduzione20 L’abuso e la tossicodipendenza da cocaina rappresentano una malattia complessa. Una malattia che è caratterizzata dal bisogno compulsivo di droga che persiste anche di fronte alla consapevolezza di conseguenze estremamente negative quali l’overdose, la morte, l’incarceramento e la distruzione dei rapporti familiari e sociali. Verranno di seguito forniti alcune 19 V.Agnoletto “Prospettive sociali e sanitarie” Tossicodipendenze nr 1 1996 20 Liberamente tratto, tradotto ed adattato dagli scritti di Alan I. Leshner, Ph.D. Direttore Istituto nazionale su abuso della droga U.S.A.su www.nida.nih. go.us

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informazioni ed alcune linee guide che possono essere utili e nella esperienza pratica si sono dimostrati efficaci per aiutare coloro che soffrono di una dipendenza patologica da cocaina e per coloro che desiderano aiutare chi si trova nella predetta condizione. Il succeso è fortemente influenzato dal grado di disponibilità della persona e dall’incoraggiamnento ricevuto ad aderire a tutti questi elementi. In questo capitolo verranno presentati alcuni elementi importanti per l’esito positivo del processo di recupero indipendentemente dal tipo di trattamento. Verranno esaminati alcuni degli elementi fondamentali e approcci relativi alla cura sottolineando i punti di forza ed i punti di criticità di ogni approccio. Il metodo sarà accompagnato anche da una storia di un giovane che è riuscito a smettere di usare cocaina e servirà come esempio pratico. Premessa sulla cura della tossicodipendenza da cocaina 21 Verranno di seguito definiti i principali approcci di intervento nella cura (nell’accezione inglese cioè nel prendersi cura ) ovvero la prevenzione primaria, secondaria, e terziaria. Si intende distinguerle in maniera didattica. Le tre modalità possono lavorare in sinergia e nessuna rappresenta una panacea per tutti i mali, sono delle rappresentazioni di quello che vorrebbe e potrebbe essere un continuum trattamento 21 Liberamente tratto dalle lezioni 2004-2005 sulle tossicodipendenze per la scuola superiore per le classi V° e V° serale per tecnici dei servizi sociali “Piero Gobbetti” di Roma del docente esperto per la terza area dr. Christian Cursi

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integrato intendendo con integrato un approccio medicopsico-socio-educativo. Nella tesi verranno poi riprese la prevenzione terziaria e secondaria come trattamento per il tossicodipendente mentre la prevenzione primaria verrà solo presentata. La tossicodipendenza è vista di seguito come un punto di arrivo e non di partenza. Vediamo di seguito alcuni atteggiamenti nei giovani che possono far allarmare riguardo alla possibilità di un uso di stupefacenti: atteggiamento sfuggente, performance scolastica o lavorativa scarsa, persone frequentate, fughe da casa, atteggiamento aggressivo, soldi, scontro con le regole, uso di alcol, uso di cannabinoidi. Nella famiglia del tossicodipendente si ritrovano invece spesso famiglie con: disimpegno, invischiamento, alto livello di autoritarismo, distanza tra i componenti, conflittualità nei rapporti interpersonali, madri iperprotettive ed indulgenti, padri deboli, passivi, freddi od ostili, membri abituati all’uso di alcool o psicofarmaci. Una modalità patologica di uso di una sostanza psicoattiva determina una dipendenza da una droga. Nel DSM IV viene diagnosticata quando per un periodo di almeno un anno vengono soddisfatti almeno tre dei seguenti criteri: tolleranza; astinenza, addicition; desiderio infruttuoso di controllarne l’uso; una quantità di tempo considerevole è dedicata nella giornata al reperimento, uso, ricerca ecc; interruzione o di munizione di importanti attività quali quella lavorativa, ricreativa a causa dell’uso di sostanza; 101


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uso continuato nonostante la consapevolezza che delle problematiche correlate (es depressione per il cocainomane ). Facendo un paragone tra la cocainomania ed un problema di “lineaâ€? un individuo si può trovare davanti ad una situazione che potremo definire problematica secondo differenti stati.

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Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina Meccanismo di difesa Psicologico

Luna di miele con la droga

Comincio a pensare che la droga potrebbe essere un problema ma non ho intenzione di fare nulla

DOMANI SMETTO (intervento possibile) Rimozione – non vedo il problema (riduzione del danno)

COME DIMINUIRNE L’ U S O Negazione (rdd, couselling)

A tavola sono una buona forchetta. “A’ parte mia nu’ se ‘a magna er gatto”.

La bilancia si è rotta, che sia ingrassato. No è la lavatrice che restringe i vestiti

Procrastinazione Comincio a fare qualcosa . Comunità. Sert. psicoterapi, psichiatra, alcolisti anonimi.ecc

AZIONE CONCRETA Prevenzione e mantenimento

Termino con successo un programma di recupero.

Dovrei mettermi a dieta. O cambio guardaroba. Compro riviste di diete che non faccio inizio diete che non termino. Mi segno in palestra ma non ci vado. Ho ottenuto il risultato sono calato quei chili di troppo.

Ottengo il risultato ma continuo ad essere preoccupato. Mantenimento o prevenzione alla ricaduta

Cambio stile di vita ma continuo a stare attento al cibo e all’attività fisica. Ma con moderazione.

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Prevenzione terziaria: la riduzione del danno La strategia della riduzione del danno affonda le sue radici nei percorsi di medicina e del diritto alla salute. Dietro alle strategie della bassa soglia vi è un modo diverso di affrontare le situazioni di disagio e di devianza. L’attivazione di tutte le forme possibili di contatto e di accompagnamento affinché siano garantite le condizioni minime (cliniche, psicologiche, sociali) che permettano quando diventino mature l’intenzionalità di cambiare di poterlo fare evitando il rischio di una irreversibile compromissione. Secondo la L.I.L.A. (Lega Italiano Lotta A.I.D.S.) il primo obiettivo è quello di ridurre la mortalità e le patologie correlate all’abuso di droghe (leggasi overdose, aids, ecc). Il secondo è costituto dall’ esigenza del sistema sociale di difendersi. Si ricorda che le modalità principali per procurarsi i soldi per le sostanze sono lo spaccio la prostituzione ed il furto. Il terzo obiettivo è costituito dall’ accoglienza, ovvero dalla possibilità di sperimentare e condividere l’interesse genuino da parte di altre persone. La riduzione del danno si iscrive quindi in un orizzonte terapeutico complessivo, con altri interventi, e propone una lettura epistemologica complessiva del diritto alla salute in una sua reinterpretazione attraverso la capacità di coniugare il diritto alla salute del singolo ed il diritto della società. Prevenzione secondaria La prevenzione secondaria ha come obiettivo che la patologia non si espanda e che possa diminuire i sintomi secondo 104


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Zani e Palomnari (1996) . Richiedono una motivazione al cambiamento più alta rispetto alla bassa soglia, pur considerando la motivazione possa avere cicli altalenanti. Può avvenire in maniera ambulatoriale: con gruppi di auto-aiuto come Alcolisti Anonimi, Narcotici Anonimi, C.A.T. Centro Alcolisti Trattamento. Alcuni di questi gruppi forniscono anche aiuto ai familiari. L’esperienza di questi gruppi è importante A.A. nasce nel 1935 e ottengono buoni risultati. A Spoleto da anni l’A.N.C.A. (associazione nazionale contro l’alcolismo ) svolge con passione il suo ruolo con gruppi di auto-aiuto dove i familiari affrontano con l’alcolista il percorso riabilitativo. All’ingresso sono a bassa soglia e non richiedono nulla, nel tempo divengono impegnative e prevedono un percorso di assunzione sempre maggiore di responsabilità nella cura della dipendenza e nel mondo. Inoltre vi sono anche i Ser.t. che offrono colloqui di sostegno e gruppi con psicologi, e anche differenti realtà del privato sociale che offrono sostegno e terapie con gruppi e colloqui con tecnici dei servizi sociali ( a Roma c’è Villa Maraini, il CE.I.S. Centro Italiano di Solidarietà ecc.). Le Comunità Terapeutiche residenziali offrono un programma in cui il tossicodipendente ha la possibilità di ristrutturare in maniera significativa i comportamenti tossicomanici. In Italia ce ne sono tante e spesso sono convenzionate con il Servizio Pubblico per le Tosssicodipendenze (Sert.t) per cui l’utente non deve pagare per entrare nè per soggiornare. Alcune in particolare offrono anche programmi o progetti per doppia 105


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diagnosi. La comunità terapeutica non è un luogo dove qualcuno applica una certa terapia sia essa educativa, psicoterapeutica o psicofarmacologica. O almeno non solamente. Beh all’inizio per il primo mese tutto in una comunità può sembrare strano, il linguaggio, le abitudini, cosa fanno ecc. Il vivere 24 ore al giorno, lavorando, parlando, e affrontando i problemi quotidiani ma in maniera lucida con l’insieme degli individui che compongono la comunità gli uomini, le donne, gli operatori a volte solo professionisti a altre volte sono anche ex –tossicodipendenti, i responsabili, i direttori, i volontari, permette di rivivere una serie di relazioni e di problemi, di vivere una serie di crisi che possono trasformare profondamente la persona andando a riscoprire i propri valori e le proprie potenzialità. Prevenzione primaria La prevenzione primaria ha come obiettivo che la patologia non compaia o che non si manifesti. E’ la prevenzione comunemente detta. Essa si svolge tendenzialmente presso le scuole dell’obbligo e scuole superiori e nei centri di aggregazione giovanili. Nella prevenzione primaria non è indispensabile parlare di droga. E’ indispensabile esserne disposti a parlare ed informare. Ma soprattutto a fornire modelli ed esperienze diverse da quelle tossicomaniche. Può essere diretta od indiretta: Prevenzione diretta, nelle scuole dell’obbligo, nelle elementari, tecnici dei servizi sociali (educatori, psicologi, sociologi, ecc) lavorano assieme gli insegnanti per dare degli 106


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spazi di ascolto ed educare all’espressione dei sentimenti, aiutando a comunicare. La comunicazione può essere diretta ma anche con giochi verbali, mimici, di drammatizzazione. Nelle scuole medie e superiori oltre a quanto proposto in precedenza si aggiungono i C.I.C. (Centri di Informazione e Consulenza) che danno la possibilità ai ragazzi di avere uno spazio di ascolto. A questa età è gia possibile iniziare specie con quelli delle superiori con campagne informative che devono essere tenute da specialisti. A volte gli stessi giovani possono divenire informatori o consulenti se seguiti da gli adulti con risultati importanti. La prevenzione indiretta è relativa alla formazione delle persone coinvolte nell’educazione dei giovani. Quindi ai docenti e genitori ma anche parrocchie, centri sportivi, centri di aggregazione , bar, discoteche, che permettono di avere una conoscenza maggiore del territorio e un’offerta più stimolante per i giovani e possono fornire un rapporto di supporto tra le varie figure intente nella formazione. E’ una lavoro che può attraverso la psicologia di comunità coinvolgere tutti gli attori in un ottica di solidarietà ed impegno reciproco. Di seguito descriverò nello specifico la prevenzione terziaria e quella secondaria, in quanto si parla di uso dei sostanze.

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Dalla prevenzione terziaria alla prevenzione secondaria: la riduzione del danno DOMANI SMETTO “gli errori si commettono per sbaglio” Tiromancino Il trattamento efficace applicato in ambulatorio privatamente con un giovane che lavora con pochi anni di abuso di cocaina. Rappresenta questo caso l’importanza determinante dell’immediatezza della risposta dipendenza alle spalle. Secondo il dipertimento di Neuroscienze dell’Università di Cagliari (Alessandro Agus, Gianfranco Carboni, Pier Paolo Pani su www.droga.it) il livello di compromissione fisica, psichica e sociale dei soggetti che usano cocaina può essere quanto mai vario. Prima di incominciare il trattamento è opportuno raccogliere un’accurata anamnesi fisica, tossicologica e psichiatrica, allo scopo di cogliere, e possibilmente differenziare, i fattori predisponenti l’abuso e le complicanze da esso derivanti. Il paziente dovrebbe essere sottoposto anche ad un esame fisico completo e, nei casi di abuso consistente, ad elettrocardiogramma, radiografia del torace ed esami ematologici ed ematochimici di base, oltre che, ovviamente, ad esami tossicologici per la ricerca dei metabolici delle sostanze d’abuso. L’approccio clinico al trattamento del disturbo da uso di cocaina può essere schematicamente diviso in trattamento 108


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della riduzione del danno, dell’astinenza e della dipendenza. Per illustrare alcune tappe Il caso che vi presento riguarda un ragazzo di 20 anni, Steve, che ho seguito per due anni. Steve ha incominciato a 14 anni a fare uso di sostanze psicotrope quali cannabinoidi, e dall’età di 17 anni ha incominciato a fare un uso crecente di cocaina. All’età di 17 anni interrompe la scuola superiore per geometri ed inizia a lavorare nei cantieri edili. Il contesto Steve vive in un appartamento in affitto con sua madre e suo fratello minore di tre anni nella periferia di Roma. Anche il fratello lavora in un cantiere edile e anche lui fa uso di cocaina. I genitori si sono separati quando Steve aveva circa 10 anni in quanto la madre aveva iniziato un’altra relazione. Il padre non ha mai partecipato all’aiuto economico dei figli e la madre con fatica e con lavoro saltuari ha provveduto al sostentamento dei figli. Ha una ragazza che non lo soddisfa. La madre è una bella donna che soffre di ansia e di attacchi di panico da oltre 10 anni. Sembra che l’ansia ed il panico aiutini la donna a mantenere un attenzione particolare da parte dei figli e delle relazioni affettive che continua ad istaurare. Anche dal punto di vista della cura dell’ansia cambia continuamente cure , psichiatri dosaggi anche in maniera arbitraria e personale, senza iniziare un processo serio e soprattutto mantenerlo. I dottori e gli specialisti che incontra sono prima dei geni e poi definiti incompetenti. Il padre al momento convive con una 109


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ragazza albanese che aspetta una bambino. Questo provoca in Steve una reazione doppia da un parte di gioia e dall’altra di gelosia. Il lavoro di Steve anche se non lo gratifiche rappresenta comunque una solida concretezza sana che gli determina comunque l’indipendenza economica. L’incontro con Steve Steve si presenta inviato da un parente per attacchi di ansia. E’ moro con i capelli mossi e lunghi, di bell’aspetto labbra carnose e occhi azzurri. Potrebbe fare il modello. Si descrive come ansioso e indica le parti del corpo dove dice di sentire l’ansia quali il petto ed il collo. Afferma di avere momenti di agitazione e tristezza alternati a momenti in cui si sente una divinità. Questa affermazione seguita da un portarsi verso il naso il pollice e l’indice quasi a pulirselo mi fecero immaginare che l’ansia potesse essere dovuta all’uso di cocaina. L’analisi della abitudini che fanno aumentare o dimuniure l’ansia, confermano l’uso di cocaina, a suo modo di vedere non problematico, che comunque afferma è una abitudine ormai comune a tanti giovani. Questa affermazione pone la base per la formulazione di un contratto di lavoro rispetto all’aiuto richiesto. Mi rivelo con lui inadatto ad aiutarlo alle problematiche relative all’ansia se prima non poniamo attenzione con serietà l’uso ed abuso di cocaina. Segue un dialogo relativo all’uso della sostanza, alle usanze dei suoi amici, a dei contesti, la quantità e l’uso si rivela particolarmente frequente nei fine settimana e saltuario durante la settimana. In sintesi pur non essendoci una certa 110


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regolartità qualche volta la sera con gli amici durante la settimana , e sempre nei fine settimana, possiamo dire che non usa mai la cocaina meno di tre gg a settimana ma mai più di sei (il lunedì mai). Questa affermazione pone la base per la formulazione di un contratto di lavoro rispetto all’aiuto richiesto. Ricordando che l’importante è agire prima possibile, sapendo che l’uso di cocaina continuerà anche iniziato il trattamento, che saranno possibile ricadute, che andranno verificate comorbilità psicopatologiche, e che in particolare sarà importante verificare il funzionamento produttivo all’interno della famiglia, nella qualità della rete relazionale, nel posto di lavoro, nello studio, nella formazione e nella partecipazione attiva nella società. Vediamo alcuni elementi che possimo definire punti di forza nella partenza del trattamento efficace. 1. La giovane età di Steve 2. Il lavoro che comunque costituisce un elemento positivo per la costruzione di una identità sociale. 3. Legato al punto 2 con il lavoro si paga la droga, non spaccia, e non ha debiti. 4. L’uso di cocaina è frequente ma ancora non quotidiano, (varia da 2 al massimo a 5 volte a settimana). Vediamo alcuni elementi che possimo definire punti di forza nella partenza del trattamento efficace. La prima fase inizia quando inizia un percorso e cessa quando l’uso di cocaina viene interrotto per almeno un mese. 111


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LA MOTIVAZIONE “non puo piovere per sempre” Tratto dal film “Il corvo” La motivazione viene spesso considerata come una forza celestiale o una illuminazione che immediatamente con impegno porterà cambiamenti stratosferici. La prima difficoltà vera che incontra un abusatore di cocaina è quella di dover ammettere di avere un problema, e di dover cambiare per affrontarlo. Non sono spesso sufficienti i sensi di colpa e la vergogna per le menzogne o per i tradimenti. La motivazione al meno iniziale è molto più pratica e spinta dalla paura delle minaccie di divorzio, di perdere il lavoro, di finire in galera, o di perdere la casa. La pressione dell’ambiente genera quindi una motivazione estrinseca ed è basata su fattori esterni. E’ sufficiente per dare inizio a muover i primi passi verso qualche tentativo di “smettere un po’ ” con la sostanza, ma è necessario che venga sostituita dalla motivazione intrinseca che è una volontà di cambiare, di diventare una persona migliore, rispettabile, di poter lavorare non più solo per pagarsi la droga e di poter di nuovo veramente essere un padre o una madre responsabile. La motivazione di cui si parla nella lotta alla cocaina è simile alla scelta di prendere i voti o sposarsi, una scelta per sempre, con tutte le difficoltà e disillusioni che comportano le scelte per la vita. Come le coppie sposate da più di trent’anni, preti, politici, imprenditori nei loro percorsi vi potranno riferire momenti di crisi e di mancanza di motivazione e momenti in 112


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cui hanno pensato di mollare tutto. Ma poi non l’hanno fatto. Hanno scelto di continuare. Dobbiamo quidi considerare la motivazione come mutevole nel tempo e sapere che le crisi fanno parte del percorso personale e che il superamento può donare nuove opportunità. RIDUZIONE DEL DANNO: Il primo contratto di bassa soglia La prima fase del trattamento efficace ricalca i principi generali della bassa soglia o della riduzione del danno. Chiedere a Steve di smettere di usare cocaina sarbbe stato un buon modo per dare un altro inutile consiglio che non avrebbe mai seguito. Usarla con moderazione è un consiglio paradossale che può essere accolto con maggiore efficacia. Vediamo sulla televisione tanti spot del tipo ”bevi responsabilmente”. L’obiettivo è di creare un ambiente dove si possa parlare di droga senza essere giudicati ma dove si può anche discutere dei rischi e di alcune motivazioni e di alcune piccole strategia per ridurre il pericolo. In caso di overdose, incidente in auto o incarcerazione il discorso diviene ovviamnte più complicato. Consiste in termini agrestri nel seminare le basi per poter effettuare dei cambiamenti e di cercare di diminuire i rischi di alluvioni o calamità naturali. Vengono elencati alcuni consigli generali che necessitano del tempo per essere consapevolizzati considerando però l’obiettivo come raggiunto spesso con un passo avanti ed uno indietro. 113


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COME DIMUNIRNE L’USO OVVERO COME DIMINUIRE I RISCHI Mai prima di guidare L’evitare di utilizzare cocaina durante la guida di veicoli fu inizialmente interpretato da Steve come bere poco prima di entrare in discoteca ovvero un paio di birre e nel dopo discoteca in caso di sonno eccessivo fermarsi. Evitare di frequentare il più possibile chi usa cocaina. Non tenerne in casa, in auto. Non usava cocaina in contesti lavorativi . Differente invece era in casa dove era capitato più volte che col fratello di 17 anni usassero cocaina insieme. La cessazione dell’uso nel contesto familiare avvenuto dopo circa sei mesi è stata una tappa importante per il processo di crescita che ne sarebbe seguito. Girare coi soldi contati Steve aveva una gestione economica tale che indipendentemente dalle entrate non riusciva mai a mettere qualcosa da parte e si trovava spesso con piccoli debiti. Veniva stressato da questo pensiero. E questo pensiero rischiava di poter essere risolto con guadagni facili come lo spaccio. Cercare di avere un budget settimanale e quindi anche giornaliero gli portò a evitare qualche sera di utilizzare droghe e di risanare lentamente il suo bilancio potendo incominciare a fare 114


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progetti più importanti. Uscire con poco denaro complicava comunque il fatto di assumere droga. Evitare situazioni tossiche Può sembrare scontato ma se non vuoi usare cocaina evita di andare nei rave–party, nei locali trasgressivi, nei bar dove trovi sempre qualcuno per fare una seratina. Evitare di usare altre droghe Se l’obiettivo è di diminuire l’uso evita anche le altre droghe e ti puoi concedere al massimo una birra piccola o se abitualmente uso cannabinoidi pongo il mio limite ad una canna al giorno. Il massimo non va mai superato. Scheda telefonica Se nella rubrica telefonica del cellulare compaiono il nome di tanti spacciatori, amici che ne fanno uso, conoscenti , è necessario togliere la scheda dal telefono romperla e buttarla via avendo cura di salvare i numeri telefonici delle persone care e che non ne fanno uso. Si raccomanda di buttarla perché così diminuisco non solo la tentazione di chiamare, ma si evita di essere chiamato. Si rischia inoltre di essere intercettati dalle forze dell’ordine in chiacchierate pericolose. Sperimentazioni positive L’uso di droghe dà comunque una identità. Occorre avere il coraggio di sperimentare nuove possibilità, utilizzando le 115


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energia che i vissuti ed i sentimenti determinano nell’individuo per costtuire peercorsi e progetti concreti. La frustrazione e la rabbia del lavoro sfociarono in un sogno di cambiamento. Se Steve voleva ambire a lavori differenti più prestigiosi e retribuiti doveva sacrificarsi. E così può essere utile occupare parte del tempo libero provando nuovi stimoli. Posso segnarmi in palestra, provare una settimana di tango, fare equitazione, chattare ecc, mi iscrivo ad un corso di chitarra, o di cucina creativa. Non ha così importanza adesso cosa faccio. Adesso importa cosa non faccio. Se vado a ballare il tango quella sera non mi drogo. Per esempio può essere interessante vedere qualche film in alternativa al drogarsi, magari in compagnia. Se lo si guarda da soli si può anche scrivere un recensione del film e analizzare per iscritto pensieri ed emozioni che hanno suscitato il film. Qualche titolo e qualche riga di presentazione: Braveheath – con Mel Gibson : film sui poeti guerrieri scozzesi. Coraggio amore, tradimenti, politica, spade e sangue, tortura, vendetta: in una parola LIBERTAAAAAAAA’ . tre ore che volano. Once were warrions – fim violento. Nuova Zelanda : padrona del mondo del rugby per anni. E’ il sangue Maori? Danza di guerra! La tigre e la neve - con Roberto Benigni. Capolavoro meno osannato di altri ma con dei momenti di poesia e di emozione. Portarsi fazzolettini. Se non versi una lacrima non hai mai amato. La leggenda del re pescatore- Robin Williams: da rivedere 116


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più volte per coglierne la poesia e le scene particolari. Last Samurai – Tom Cruise. Spade contro fucili, americani , samurai, ninja, alcool, amicizia , rispetto. Un viaggio in un tradizione tanto diversa dalla nostra. Balla coi lupi- Kevin Costner: due calzini visti in maniera differente. Un soldato che voleva morire riscopre il mondo di cui fa parte, combatte vince, perde, ma è di nuovo vivo. Ed ama ed ha nuovi amici. L’uomo bicentenario: Robin Williams tratto dal racconto di Isaac Asimov un gurù della fantascienza.UN film dove la motivazione è il propulsore principale nella vita. 300. – “Spartani questa notte ceneremo all’inferno!” La lotta e la difesa dell’onore e della propria terra. Top Gun – Tom Cruise. Amicizia, moto, caccia militari, amore, sfide adrenaliniche. Radiofreccia – Luciano Ligabue. Anni ’70 sex drug’s and rock and death. Ogni maledetta domenica- Al Pacino. Il discorso di Pacino all’ultima partita di campionato merita di essere trascritto e rivisto più volte. Per i più temerari, a cui piace il teatro , potete provarla a recitare. The crow- Il figlio di Bruce Lee illumina un esperienza nel mondo dark; amore e vendetta. Matrix – un viaggio. .. 8 mile – con il rapper bianco Eminem : Obbligatorio trovare il testo in internet di Lose your self in inglese ed in italiano. 117


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

Rocky I, II ,III ,IV, il quinto ed il sesto .. meglio lasciare stare. Terminator 1 e 2 – con il governatore della california: il destino non è scritto? Don Camillo e Peppone – TUTTI. Buoni sentimenti. Quando la rivalità tra chiesa e comunisti era stima ed affetto. Tutti vincono. Crociate, dittature e terrorismo sono lontani. E in aggiunta tutti quei film che permettono di fermarti e di farti delle domande, di sentire e di esprimere; alcune volte è più facile vedere fuori di te per capire che è parte di te. Steve iniziò a leggere biografie. Cercava nelle vite degli altri delle riposte e degli stimoli. Alternava biografie e racconti di droghe spaccio ad altri più classici. Lesse in ordine sparso le biografie di Garibaldi, Vasco Rossi, Bill Clinton, Valentino Rossi. Riprese in mano la chiatarra e incominciò a riflettere sul futuro e sulla sua ambizione. Chiedere aiuto Alcuni riescono a smettere da soli ma altri hanno bisogno di una mano. E’ utile parlarne, in famiglia; al medico di base che può verificare le mie condizioni psicofisiche; analisi del sangue, epatiche e neurologiche e che mi può indirizzare verso dei gruppi di auto aiuto; al servizio pubblico per tossicodipendenze; presso uno psicologo specialista in dipendenze. Contare gli episodi di uso di droghe 118


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

Occorre tenere il conto delle volte che si usano droghe per incominciare ad analizzare le situazioni. Come se in un fiat Grande PUNTO incominci ad osservare il consumo di carburante l/100 km puoi notare il tuo stile di guida, quanto ti fa consumare e come attraverso piccole variazioni puoi comunque scegliere di consumare meno. La tabella che trovi di seguito può essere fotocopiata . Segnare nella tabella non serve a consumare di meno, ma serve a farti rendere conto del tuo utilizzo. Nella tabella che segue segni ogni volta che fai uso di cocaina o di altre sostanze: 1. ora e data, cronologia dell’uso. 2. situazione o evento scatenante: in che contesto eri. Es : l’anniversario del mancato matrimonio? 3. sensazione fisica: senti come una fitta allo stomaco, o le mascelle ti si stringono, o un formicolio, un mal di testa. 4. emozione : cosa sentivi in quel momento es: voglia, noia, rabbia, fastidio, gioia, invidia, lussuria, 5. pensiero disfunzionale:cosa ti sei detto prima di utilizzare la prima droga es: ma chi se ne frega, oppure dopo starai meglio, ti va di staccare, andate tutti a quel paese, o ne dai solo una botta, domani smetti, o cosa? 6. droga usata: usi subito cocaina o prima qualche bicchiere. Una botta o un grammo e mezzo? Hai 119


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

usato qualcosa per smorzare? Leggenda : A=alcool ; C= cocaina ; H= cannabinoidi, hashis maria ecc; E= eroina; X= extasy; MIX= di tutto di più non ricordi. 7. pensiero funzionale: cosa pensi quando riesci a dire no! Es: Stasera no! Con lei ninete coca! Domani hai un colloquio importante! Tua moglie - ragazza ti lascia! Trovi una alternativa al drogarti. Il capo ti licenzia se fai ancora tardi! Ecc. 8. azione: quando ad un pensiero funzionale segue l’azione. Es: “te ne sei andato a casa. Hai chiamato XXX che non usa niente.”

120


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

Data e ora

Es Sabato ore 22.00

Situazione o evento scatenante Al pub con gli amici, rivedo la mia ex.

Sensazione fisica

Calore nello stomaco, mi si serrano le mandibole

Emozione

Rabbia; tristezza

Adesso vado la e faccio un casino. Anzi vado con i miei amici a pippare.

Pensiero disfunzionale e

Ho bevuto solo un birra piccola.

Droga usata

Si fotta. Chiamo Lucia e la raggiungo

Pensiero funzionale

Azione

L’ho chiamta e sto andando da lei.

121


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

La tabella per Steve che compilava settimanalmente serviva come un diario che permetteva di verificare quanto l’uso di cocaina fosse collegata a sensazioni mutevili, quali noia o rabbia e contare gli episodi e posizionarli dal punto di vista emotivo, razionale comportamentale lo aiutò a prendere una certa consapevolezza. Inoltre ogni episodio in cui riusciva a gestire l’impulso di bere o drogarsi segnava un aumento di stima di sé e contribuiva in maniera concreta a realizzare che in lui era presenta l’assertività. COME SMETTERE DI USARE COCAINA PER SEMPRE “Sconfitto sei non quando il tuo cuore piange di dolore, ma quando smetti di lottare e di sognare” Giovanni Paolo II Una scommessa : quanto e per quanto tempo sei disposto ad impegnarti? Smettere per sempre di usare droghe è una scelta importante. E’ una promessa che va fatta a se stessi. E’ una scelta di vita che ha delle analogie a sposarsi per tutta al vita o fare il prete. E’ una guerra che miete morti. Non c’è pareggio. Non c’è tregua. O smetto per sempre o non smetto. O/O. Quindi per smettere sono diposto ad impegnarmi seriamente? Per tutta la vita? Sarò disposto ad accettare le sfide della vita. A perdere qualche volta ed a ripartire se ci saranno delle battaglie perse? Se sei disposto a fare qualsiasi cosa pur di smettere sei pronto 122


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina OLIVER STONE ARRESTATO PER POSSESSO DI DROGA Tratto da CORRIERE.it

LOS ANGELES, 29 maggio 2005 Il regista ha trascorso la notte in cella ed è stato scarcerato sabato mattina dopo avere depositato una cauzione di 15 mila dollari. - Oliver Stone è stato arrestato venerdì a Los Angeles per possesso di droga. Il regista è stato fermato dalla polizia e trovato con un tasso d’alcol nel sangue superiore a quello consentito. Durante la perquisizione della vettura gli agenti hanno trovato gli stupefacenti. Stone è stato arrestato e portato alla stazione di polizia. Il regista di «Natural Born Killers» e altri successi come «Jfk», due oscar per «Platoon» e «Nato il 4 di luglio», ha trascorso la notte in cella ed è stato scarcerato sabato mattina su cauzione di 15 mila dollari. Nel 1999 Stone aveva ammesso di essere colpevole di possesso di droga sempre dopo essere stato fermato dalla polizia per guida in stato di ebbrezza. In quella occasione il regista, 58 anni, se l’era cavata con l’obbligo di frequentare un programma di disintossicazione.

per andare avanti. Altrimenti il libro finisce qui per te. Puoi tornare la paragrafo precedente e solo quando sarai riuscito a stare un mese senza drogarti potrai continuare la lettura. Mentre sto scrivendo questa tesi mi viene in mente quando ero operatore in una comunità per tossicodipendenti e facevamo anche turni di 98 ore a settimana. Quaranta ore dal lunedì al venerdì e poi 48 ore sabato e domenica. Il lunedì mattina si presentava il viso dell’oeratore di turno distrutto . La domenica inoltre era la giornata di visita dei parenti. Come se 50 ragazzi in comunità non fossero una preoccupazione sufficiente venivano amici, mogli, fidanzate , madri padri figli e figlie…. Una domenica sera, ed io ero già stanco, un idraulico cocainomane stava in una comunità e mi disse che voleva abbandonare il programma residenziale perché non ce la faceva più a stare in mezzo agli altri, a combattere per l’igiene della camera, dopo 5 mesi di comunità. 123


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

Voleva però uscire a testa alta. Pensava che un programma serale a casa sua sarebbe stato più idoneo. Sapendo che quando voleva poteva farne ritorno. E ricominciare se necessario. Era una scommessa che si sentiva pronto a correre. Aveva con me affrontato il tema di abbandonare il programma almeno già 3-4 volte, ma il pensiero era comunque quotidiano. Ero anche un pò stanco perché era ormai domenica sera (ce l’avevo quasi fatta e nessuno aveva abbandonato o era ricaduto). Dimenticai completamente la mia formazione rogersiana e mi arrabiai tanto: “Una scommessa? Una scommessa si vince o si perde. Una scommessa è se gioco un euro al superenalotto. Se perdo pazienza ma se faccio 6 …Una scommessa è se compro un Panda usata da 1000 euri e ci voglio fare 500 km a settimana. Ma qui stiamo parlando della tua vita. Se va bene.. Ah, per inciso, qui mi pagano sia che ti salvi, che se abbandoni o se ricadi o muori. Non ho premi produzione. Quindi io scommetto che ce la fai, perché mi piace di più e mi piace rischiare. Tanto mi pagano. Io comunque vinco. Ma non stiamo parlando del mio conto corrente. Ma della tua vita, del tuo futuro.” Poi tornai un pò in me e lo feci anche riflettere sul momento che stava vivendo, quali problematiche relative alla convivenza in comunità stava vivendo e come le stava affrontando, sulle difficoltà che stava incontrando a livello scolastico (aveva la 5° elementare e stava facendo le pratiche per prendere la terza media) . E poi gli parlai dei meccanismi di difesa elementari 124


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

degli animali: attacco e fuga. Probabilmente, pur di non stare più a sentirmi, decise di rimanere e di superare questa nuova crisi. COME SMETTERE DI USARE COCAINA PER SEMPRE - SECONDA FASEUn mese , un anno senza cocaina e adesso? L’astinenza o la cessazione temporanea o permanente dell’uso di cocaina non determina naturalmente la fine dei problemi. Anzi alcuni ragazzi mi hanno detto simpaticamente, ma in maniera acuta che prima di smettere avevano un problema e adesso se ne ritrovano un sacco. La differenza ovviamente è che la lucidità permette di vederli in maniera più obiettiva e di poterli affrontare uno alla volta. Ho conosciuto il presidente della Federazione Europea delle Comunità Terapeutiche a Lubiana nel 2007. Ha smesso di drogarsi nel 1964. Nove anni prima che io nascessi. E mi diceva, al pari di altri che hanno smesso da diversi lustri, che il cammino per smettere inizia ma non finisce. Poi bisogna continuamente lavorare per migliorare la propria qualità di vita. Bisogna guardare senza paura i propri problemi e provare ad affrontarli con calma ma con determinazione. Alcuni ci riescono da soli, altri con amicizie o rapporti particolari. Alcuni col volontariato, altri con una bella famiglia. Il lavoro per alcuni è una soddisfazione per altri i passatempi. In 125


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

generale ci sono alcuni elementi determinanti per la riuscita che ritornano come significativi e qualitativi nelle storie di chi ha smesso. Vediamoli nel dettagli… Valori In carcere i pedofili, mi raccontava una amica medico carcerario, hanno quando possibile un braccio separato dagli altri. Perché la pedofilia non è accettata dai delinquenti comuni. Sono definiti “infami” coloro che fanno la spia. Diciamo questo perché ogni microsocietà sia essa legale, morale o malavitosa ha le sue regole, i suoi valori e la sua morale. I valori non sono solo concetti astratti in cui credere. Non sono spinte e teorie lontane ed intime. Producono azioni concrete. I valori di cui parliamo intendono una partecipazione attiva alla responsabilità civile. L’onestà per chi è stato disonesto in passato diventa un modo di vivere. Un credo. Non solo non rubi più. Ma non accetti compromessi con l’onestà. Fai il biglietto nella metropolitana perché vuoi servizi migliori. Non compri un cellulare rubato perché proviene dalle mani di qualcuno. Difficilmente farai un lavoro che ti costringe a mentire o a manipolare le persone come alcuni venditori. Perché non ce la fai più. Ci stai male. Questi sono solo esempi ma il senso che si vuol dare è legato ad un normalissimo padre o madre di famiglia. All’eroe quotidiano che lotta per la sua famiglia onestamente. Che non finisce magari sul giornale, ma che è fiero di quello che fa. Quindi non parliamo di SUPERMAN. Ma di Clark Kent. 126


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

Lavoro Il lavoro rappresenta una parte fondamentale della vita dell’individuo. Sicuramente si passano più ore svegli con i colleghi che con la moglie o i figli. Ma a volte il lavoro può essere insoddisfacente. E se sei insoddisfatto del tuo lavoro tutto diventa più difficile. Se fai un un lavoro monotono, ripetitivo scarsamente retribuito. Forse non hai avuto le possibilità che hanno avuto gli altri. E magari ti senti un pò frustrato. Stai male nel posto di lavoro. Una volta la voglia di staccare ed i evadere ti portava a fare qualche “seratina” ogni tanto. Una botta ogni tanto con gli amici. Ti sedavano. Ti facevano andare avanti.E poi mi ricordo. Un lampeggiante . Uno stic. Positivo alla cocaina. Un mese senza patente. Hai perso il lavoro. E poi hai trovato un lavoro peggiore di quello precedente. Più umile. E poi il lavoro in nero e sei più frustrato di prima. E ti drogavi di più. La frustrazione sul lavoro è una rabbia che viene scaricata o gestita con lo spazio personale sano, famiglia amici od hobbies o in maniera insana con abuso di cibo, svariate forme di dipendenza. La frustrazione, l’invidia, l’ammirazione può però anche essere un traino che ci spinge a migliorarci. Non è mai troppo tardi. Patch Adams ha iniziato a studiare medicina a 30 anni. Quando tutti i medici sono ormai laureati, specializzati e spesso hanno già avviato la professione. Eppure ha inventato la terapia del sorriso (clown in giro per gli ospedali, spesso utilizzati in oncologia pediatrica) , ed è famoso in tutto il 127


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

mondo. Albert Einstein ha avuto per un periodo dei problemi in matematica. Eppure ha ideato la teoria della relatività che ha sconvolto il mondo della fisica. Vale la pena quindi investire parte del tremendo lavoro in un corso professionale.Per poi darti chanche maggiori di ricollocamento. Non ti licenziare. Ti formi e ti presento per un nuovo posto di lavoro.Così posso scegliere se l’offerta è migliore. Cultura professionale A volte ti lamenti pensando a tutti i soldi che devi dare all’idraulico o alla parrucchiera, o al fotografo. Per il lavoro che hanno fatto poi chiunque sarebbe stato capace di farlo. Se ti reputi altrettanto in gamba allora investi su di te e sul tuo futuro culturale e professionale (l’idraulico, cuoco, patente C o D , restauratore di mobili antichi, corso di lingua albanese, web designer ) e/o per riprendere gli studi interrotti ( licenza media, diploma, laurea ecc). Non è mai troppo tardi. Già frequentare un corso ti ritrasforma un pò in sognatore, conosci nuove persone che hanno voglia di fare , e puoi creare dei contatti che ti possono essere utili per una ricerca di lavoro o per creare nuove società.O per avere la possibilità di crearsi un nuovo ambiente sul quale vivere. Ambiente “coltivare pomodori nel deserto” L’ambiente inteso come spazio fisico, amicale e più in generale relazionale è un elemento cruciale per il cambiamento. Non possiamo non pensare che coltivare pomodori nel deserto è un compito arduo. Il cambiamento di ambiente facilita la 128


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

possibilità per la persona di crearsi nuove realtà. A Roma vendono miniappartamenti di 50-60 metri quadrati a 300.000 euro. Metteteci dentro una giovane coppia con lavoro precario. 700 euro di affitto o un mutuo 40ennale di 900 euro al mese. Più è piccolo l’ambiente più è difficile avere un proprio spazio personale, per cui possono aumentare i conflitti. Uno dei due usava cocaina. Una suocera di quelle tremende. Un bimbo ed una tartaruga. Miscela esplosiva. Anche se la tartaruga non ha la congiuntivite. L’uomo ha bisogno di uno spazio fisico dignitoso su cui vivere. Ha bisogno che sia posto in una ambiente che lo ripari dalle intemperie, che possa essere pulito e profumato in maniera dignitosa, luminoso, dove sia possibile cucinare e mangiare con piacere, dormire senza troppi rumori, con un posto dove parcheggiare l’auto in sicurezza, sufficientemente caldo di inverno e abbastanza fresco d’estate. Dove vi sia la possibilità di avere dei momenti di intimità per la coppia e dove sia possibile avere dei sani momenti di solitudine. Una bella terrazza spaziosa e un giardino dove prendere un po’ di sole d’estate completano le necessità di base. Relazioni (per i più timidi) Se la tua rubrica è bianca come la punta dell’Everest e gli unici contatti che hai sono con pusher (spacciatori) allora ti devi dare da fare. Se un uomo decide di cambiare di smettere di drogarsi, per sempre, ma davvero, anche qualche vecchio amico potrebbe incominciare a starti stretto. Io mi conosco negli occhi e nel cuore dell’altro. 129


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

Mi devo dare la possibilità di incontrare e di liberare altre parte di me stesso nuove. Di recitare nuovi ruoli, nuovi copioni, di indossare nuove maschere. O semplicemente di essere me stesso. E’ necessario trovare nuove persone, nuovi conoscenti, amici patner. Ogni giorno ogni ora se esco di casa incontro nuove persone, in fila alla posta, dal medico di base, in chiesa, frequentare un nuovo bar, iscriversi ad uno sport, ad un corso di lingua, di recitazione, per conoscere persone che hanno almeno un qualcosa in comune. Se gli amici spacciano, se sono coinvolti in attività delinquenziali, scippi , rapine oppure se i momenti di svago e relax sono piccoli parti a base di cocaina e droghe varie beh è il caso di prendere la rubrica la scheda telefonica e di buttare tutto. A volte si rende necessaria una netta recisione della rete sociale se negativa. Bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto ai vecchi amici, quelli bravi, quelli precisi. Gli amici che hanno frequentato (con successo) gruppi o percorsi per dipendenze patologiche. Gli amici di vecchia data che non sento da tempo, scuola, militare, parrocchia, elementari. Il vecchio parroco. Ex –amori con cui si sono comunque tenuti buoni rapporti. Vicini di casa, cugini coetanei possono essere uno spunto positivo per rivivere momenti piacevoli di ricordi, per togliersi qualche vecchio sassolino nella scarpa, per chiedere scusa o per accettare alcune scuse. E ogni vecchio amico è inserito a sua volta in una rete di amicizie. Hai bisogno di amici e di conoscere nuove ragazze o di trovare 130


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

un nuovo amore. Poi se vuoi ti puoi sposare, acquistare una macchina familiare, un cane, un mutuo ed i nani di Biancaneve sul giardino. Un passo alla volta. Prima devi uscire di casa. Il postino potrebbe essere non del sesso che ti interessa e difficilmente è interessato ad altro. Poi devi conoscere qualcuno di piacevole. Puoi ricontattare amici positivi di vecchia data, ex militari, quelli che giocavano con te a calcetto, cugini, ecc E incominci ad uscire. Quando vai a prendere un caffè allenati a dire una parola in più al barista. Sii gentile, ti sta servendo per 70 centesimi. E poi con la commessa. Incominci a salutare. A scambiare qualche parola col vicino. Sul tempo. Sulla vegetazione. Sulla formula uno ecc. Cercate mentre parlate di capire cosa piace all’altro. Cosa lo appassiona. L’allenamento servirà quando un giorno al bar mentre prendete un caffè al gingseng si avvicinerà la vostra metà del cielo. Per avere qualche frase in più da dire oltre al : ”Che ore sono? Grazie”. Un giorno dovrete anche chiedere numeri di telefono, dovrete chiamare, chiedere di uscire, organizzare una bella serata, una cena romantica, una albergo carino. E oltre al sesso ma questo solo per i più coraggiosi potrete anche rischiare di innamorarvi, di lascarvi andare, di “farvi fare un giro su chi non siete stati mai” (Luciano Ligabue) . Di perder il controllo ma di conoscere la cosa più bella del mondo quella per cui vale davvero la pena vivere: l’amore. Di piangere di gioia. Di piangere di felicità mentre fate l’amore. Di soffrire per un distacco di una settimana. 131


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina

Di scrivere poesie e di volere bene a tutti. Anche al cane del vicino. E non importa se andrà bene o male. “Ci saranno altre spiagge” (Renato Zero). Avrete comunque vissuto. Liste attività piacevoli22 Se l’organizzazione del tempo e dei doveri risulta importante per raggiungere un certa solidità lavorativa e familiare importante risulta non trascurare il divertimento ed i passatempi. L’OTIUM latino. Che non è solo il dolce far niente. E’ fare cose piacevoli. A volte occorre il coraggio di sperimentare anche nuovi divertimenti. Di seguito ci sarà riportata una lista che ha lo scopo di suggerire alcune attività, ma nulla vieta di aggiungerne delle altre. 22 Liberamente tratto da “Trattamento cognitivo-comportamentale della depressione” di Janet S. Klosko, William C. Sanderson ed Psicologia MacGraw-Hill Aprile 2001 1.

sistemare il giardino

11.

giocare a carte

2.

ascoltare musica

12.

andare in bicicletta

3.

leggere un libro

13.

andare a correre

4.

fare una passeggiata in mezzo alla natura, per esempio in un bosco o in un parco

14.

andare a trovare un amico

15.

5.

guardare un film

telefonare a qualcuno

6.

aiutare qualcuno

16.

cantare una canzone

7.

guardare gare sportive

17.

suonare uno strumento musicale

8.

fare ginnastica

18.

giocare col computer

9.

fare un gioco da tavolo

19.

navigare in internet

20.

10.

guardare i bambini che giocano

guardare l’alba o il tramonto

21.

disegnare o dipingere all’aperto

132


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina 22.

fare fotografie

45.

pescare

23.

scrivere una lettera ad una persona cara

46.

nuotare

24.

ricevere un messaggio

47.

25.

visitare un posto

seguire un convegno politico

26.

andare in un parco di divertimenti

48.

pregare

49.

27.

ballare

fare un bel sogno a occhi aperti

28.

fare un giro in macchina

50.

fare l’amore

51.

29.

costruire un modellino

riflettere sul percorso della propria carriera lavorativa

30.

aggiustare qualcosa di rotto

52.

cominciare una collezione (di libri, di monete, di bambole)

31.

mettere a posto l’automobile

53.

fare il bagno

32.

andare a un seminario

54.

comprare abiti nuovi

33.

visitare un museo

55.

assistere ad una commedia

34.

iscriversi ad un corso

56.

andare in campeggio

35.

imparare un lavoro artigianale

57.

fare delle composizioni di fiori

36.

passeggiare sulla spiaggia

58.

tagliare la legna

37.

risolvere un rebus

59.

andare a d un concerto

38.

fare un filmino

60.

39.

andare in biblioteca

ridipingere una parte delle propria casa

40.

andare in un bar

61.

41.

preparare un buon pasto

seguire i mercati finanziari

62.

42.

meditare

43.

ascoltare una cassetta rilassante

imparare cose nuove su determinanti aspetti del proprio lavoro

63.

andare all’ippodromo

44.

fare delle lunghe passeggiate all’aperto

64.

andare al casinò

133


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina 65.

andare in discoteca

88.

leggere un libro

66.

scrivere una poesia

89.

67.

giocare con una animale

partecipare ad una funzione Religiosa

90.

cavalcare

68.

andare ad una festa

91.

costruire un puzzle

69.

fare immersioni subacquee

92.

svolgere i compiti di scuola

70.

fare del volontariato

93.

71.

giocare a bowling

72.

andare a teatro

osservare gli uccelli nel loro habitat naturale

73.

vestire in modo elegante

94.

accendere un fuoco nel cammino

74.

giocare a scacchi

95.

fare delle riparazioni

75.

pattinare

96.

76.

andare su una nave

partecipare ad una discussione

77.

programmare un viaggio

97.

leggere un quotidiano

98.

78.

entrare a far parte di un club

svolgere qualche attivitĂ coi bambini

99.

giocare ad un biliardo

79.

suonare uno strumento musicale

80.

fare una gita

81.

andare ad un istituto di bellezza

82.

entrare a far parte di un gruppo di discussione

100. svolgere un servizio

per la propria comunitĂ

101. guardare il cielo di

notte

102. andare a prendere un

gelato

103. cercare di immaginare

il funzionamento di qualcosa.

83.

andare al ristorante

84.

avere una fantasia sessuale

85.

tenere un diario

86.

andare ad un picnic

106. andare in agriturismo

87.

fare un cruciverba

107. giocare a golf

104. sciare 105. andare a vedere delle

automobili nuove

134


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina 108. arrampicarsi sulle

129. guardare le stelle col

109. fare un giro in barca

130. pettinarsi i capelli

110. fare una passeggiata

131. entrare a far parte di

111. visitare lo zoo

132. andare ad una assem-

rocce

telescopio

in cittĂ

un gruppo politico

blea che discute un ordine del giorno di 12 punti

112. visitare l’acquario 113. andare in un centro

commerciale

133. andare ad un appunta-

114. invitare a casa un

mento galante

amico

134. fare yoga

115. andare in montagna

135. fare un corso di arti

116. raccontare una bar-

marziali

zelletta

136. rastrellare le foglie

117. fare dei lavori in

137. andare in libreria

giardino

138. guardare le vetrine

118. fare un gioco di pa-

role

139. portare a termine un

compito che avete lasciato

119. giocare a frisbee 120. raccontare una

140. volare su un aereo

favola ad un bambino

141. osservare gli anima-

li nel loro habitat naturale

121. congratularsi con

qualcuno

122. cucire

142. andare a vedere un

123. partecipare ad un asta

balletto

124. fare beneficenza

143. far volare un aqui-

lone

125. lavorare il legno 126. guardare la televi-

144. fare una chiacchie-

127. giocare con la play-

145. imparare una canzone

128. ascoltare un pro-

146. fare un falò notturno

rata

sione

nuova

station

su una spiaggia

gramma radiofonico

135


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina 147. sedere nel portico e

165. ascoltare la pioggia

guardarsi attorno

166. camminare sotto la

148. mettere in ordine

pioggia, pestando le pozzanghere

qualcosa (il ripostiglio, i libri, gli arnesi da lavoro)

167. saltare la corda 168. andare in altalena

149. mandare un fax o una

169. mangiare un dolce

e-mail

170. fare una sauna

150. dormire su lenzuola

171. comprare o costruire

pulite

con le proprie mani un regalo per qualcuno

151. amministrare le pro-

prie finanze

172. organizzare una festa

152. inventare una bibita

173. organizzare un fe-

salutare

steggiamento particolare per una festa comandata

153. visitare un planetario 154. giocare a tennis 155. giocare a cricket

174. comprarsi un regalo

156. sperimentare i vostri

o costruirselo con le proprie mani.

sensi; uno per uno

157. indossare un costume

175. prendere un animale

158. sorridere

176. fare una lunga passeg-

carnevalesco

domestico

giata con il cane

159. accendere una can-

dela e guardare la fiamma

160. imbandire la tavola

177. imparare come fun-

da pranzo con cura particolare

ziona un apparecchio domestico ( computer, segreteria telefonica, videoregistratore)

161. guardare le illustra-

zioni di un libro

178. istallare un nuovo

162. abbracciare qualcuno

programma al computer

163. preparare il tè o la

cioccolata calda

164. sedere nel salone di

un albergo antico

136


Come liberarsi per sempre dall’ abuso di cocaina 179. leggere le voci inte-

192. portare a termine un

180. restaurare un mobile

193. fare un giro in treno

ressanti di un’enciclopedia

esercizio di assertività lungo un percorso panoramico

181. giocare a baseball 182. fare un barbecue

194. far visita ad un pa-

183. recitare

rente

184. giocare a rugby 185. spalmarsi la crema

195. parlare di politica

per il corpo

196. condurre un esperi-

186. fare una doccia

mento

187. andare in sala-giochi

197. giocare a calcio

188. cucinare dei dolci

198. allenarsi ad ascolta-

189. giocare a pallavolo

re con attenzione gli altri

190. farsi una bella dormi-

ta tutta la notte.

199. far ridere qualcuno

191. stare svegli tutta la

notte a guardare film

Famiglia L’uso di cocaina rovina patrimoni, a volte matrimoni. Nascono tensioni rabbie, momenti di nervosismo che a volte degenerano. Bisogna sapere fermarsi. Perdonare le offese e chiedere scusa dei propri errori. A volte può essere buono cercare di riparare. Pagare dei debiti, restituire il valore di quello che è stato rubato o venduto. Anche un pò per volta. Poi sapere che a volte può essere buono ricostruire un matrimonio e lottare, non per forza in sede legale ma in maniera più civile, per rivedere i figli e riavere un pò di fiducia. Ma a volte rientrare in una famiglia vuol dire rientrare in meccanismi che non possiamo sopportare. E allora è meglio un pò 137


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di indipendenza. Un pò di distanza. Se tuo fratello “pippa” tu non puoi rientrare in casa. Se tua madre ti tratta sempre come un bambino da controllare. Se tuo padre vende cocaina non puoi rientrare in casa. Si possono ricostruire dei rapporti sani, di rispetto reciproco con dei confini ben precisi. Ma se ne vale la pena. A volte devi chiamare tu per primo. A volte devi metterti il maglione perché tua madre ha freddo ed insiste che devi coprirti. Te lo puoi togliere quando esci di casa. A volte tocca emigrare in Qatar. A volte i sensi di colpa non te lo permettono. Ma i sensi di colpa sono cannibali e si nutrono di nuovi sensi di colpa. E allora vale la pena di spiccare il volo. Almeno ci provi. A volte tuo padre è così duro e giudicante che solo il suo sguardo ti ricorda ogni giorno di che fallimento sei per lui e che motivo sei di imbarazzo per lui e la gente del paese. Una distanza sopportabile. Da qualche centinaio di metri a qualche migliaio di km. Spiritualità Non parliamo solo del rapporto con la religione. Che comunque a volte può essere ristoratore quando i sensi di colpa sono terrificanti. Ma di un senso più profondo dell’essere qui. Dare un senso alla vita. A volte ci sono dei torti commessi che hanno un peso troppo grande. Ma che se incominci ad offrire qualche ora della tua vita per aiutare qualcun altro beh non cancelli i ricordi ma puoi fare aumentare il peso delle cose buone fatte nella tua vita. Si incomincia gettando le cartacce nei contenitori dei rifiuti e si prosegue facendo il donatore AVIS o il volontario alla Croce Verde o nel Servizio Civile. 138


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Attività di volontariato che possono essere più o meno ufficializzate. Puoi fare il volontario per il WWF, o per handicappati, ma puoi anche ascoltare la vecchiettina che tutti i giorni ti saluta e ti fa il solito racconto. Puoi provare a sopportare la tua suocera senza trattarla male. Puoi devolvere del denaro per aiutare i più bisognosi. Puoi indicare a qualcuno bisognoso il percorso che hai fatto. O soccorrere uno fermo per strada. Puoi adottare un gattino. O un bimbo a distanza. Ma a volte l’africa è più vicina. E comunque la fede è un atto aprioristico che si muove dal bisogno di andare verso il riconoscimento dell’attuazione di un valore che prescinde dalla religione o dal partito politico. E allora anche lavorare per mantenere la tua famiglia, dare una mano in casa, essere una risorsa attiva per la propria famiglia o per i propri cari .Pascal diceva che scommettere sulla fede, su una vita prosociale era una scommessa vinta. Se c’è un premio nell’aldilà lo vinci. Se non c’è comunque muori felice.Comunque vinci. La prevenzione alla ricaduta : combattere il demone nero FATTORI DI RICADUTA La volontà di smettere è pari a quella di ricadere. E’ come essere posseduti. Ci vuole l’esorcista. Per chi non ha mai fattto uso di droghe è difficile da comprendere. Ma può fare parte del difficile percorso che porta alla lucidità. Diciamolo chiaramente per chi smette per sempre la vita è più facile. Per chi ricade è sempre più difficile. Ricominciare a lottare ma è possibile. Bisogna chiedersi come mai c’è stata la ricaduta.Ci sono dei chiari motivi anche di natura neurologica. Tanti anni di ri139


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cordi di emozioni negative e positive associate all’uso di droga richiamano l’uso. E’ come una memoria programmata per anni a rispondere in un certo modo. Quando suona il campanello di casa vai a vedere chi è. Il meccanismo ricorda in qualche modo quando perdo un amore che dura da anni. Tutti i luoghi, le canzoni, le auto, i profumi, il sole , ti ricordano lei. E’ un amore a volte non è solo tanto. E’ tutto. Roberto Benigni nel film “la tigre e la neve” quando pregava un vecchio farmacista di aiutare la sua ex moglie che stava per morire ne dava una immagine splendida recitando qualcosa del tipo: “Beh mi devi aiutare perché .. se muore lei, per me tutta questa scena del mondo che gira , che .. Possono pure smontare e portare via tutto. Possono schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo con tutte le sue stelle, e caricarlo su un camion- rimorchio . Possono spegnere questa luce bellissima del sole che mi piace tanto ..Tanto.. Lo sai perché mi piace tanto ? Perché mi piace lei illuminata dalla luce del sole. Posson’ portare via tutto: questi tappeti, queste colonne, questi palazzi..la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri maturi, la grandine, le 7 del pomeriggio, maggio, giugno, luglio, il basilico, le api, il mare, le zucchine ..le zucchine. Vedremo di seguito un elenco di fattori che si presentano spesso come cause (o scuse) scatenanti una ricaduta. Spesso nella pratica si trovano più fattori che possono contribuire alla riattivazione di condotte tossicomaniche. • Solitudine (psicologica o isolamento) • Stress o conflitti in famiglia 140


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• Noia o carenza di incentivi nel lavoro • Rabbia o senso di essere intrappolati • Delusione nascosta dello stato di sobrietà • Mancanza di una propria spiritualità – valori personali • Nostalgia dello stato di ebbrezza • Depressione manifesta o nascosta • Lutto • Attivazione di condotte trasgressive compensatorie • Riattivazione della negazione. (Negare l’esistenza dei problemi e quindi non attivarsi nel risolverli) • Pensieri segreti di drogarsi o di bere. • Problematiche sessuali. • Problemi di salute preoccupanti Un’altra modalità di leggere questo elenco, comunque non esaustivo ma semplificativo, è leggere i vari punti come problematiche parziali sulle quali poter impegnarsi per migliorare la propria qualità di vita. In caso di ricaduta occorre quindi evitare inganni mentali e meccanismi di difesa che minimizzano il problema e mi devo chiedere come mai? Come mai ritorni in questa strada così dura.

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O T T A V O C A P I T O LO CONSIGLI PER I FAMILIARI : COSA NON FARE “…LA PERSEVERANZA (costanza ossessiva) : nulla la mondo può sostituire la perseveranza. Non il “TALENTO” non c’è nulla di più comune di un uomo di talento che non ha successo. Non “IL GENIO” : il genio non ricompensato è quasi proverbio. Non l’EDUCAZIONE : il mondo è pieno di persone educate….” Edoardo Giusti. Introduzione “…in una parola, è impossibile non comprendere che l’uso di sostanze narcotiche, in grandi o in piccole quantità, periodicamente o costantemente, nelle classi più alte, come in quelle più basse, ha sempre la medesima causa: il bisogno di soffocare la voce della coscienza, così da non vedere il conflitto che vi è tra il proprio modo di vivere e l’esigenza della coscienza” Il titolo del capitolo indica che non c’è la bacchetta magica. Non esiste. Chi afferma il contrario mente sapendo di mentire. E non ho certo la presunzione, fresco padre di un piccolo 142


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di 5 anni e di una bimba di 17 mesi di insegnare ad altri il mestiere di genitore in poche righe. Nei capitoli precedenti sono stati affrontate le possibilità relative alle risposte che hanno dato dei risultati e continuano a darle per chi smette da solo, che con i gruppi di auto-aiuto e chi si rivolge al sevizio pubblico ed al privato sociale. La verità è questa che non ci sono semplici consigli da fare. Non ci sono soluzioni semplici.Se per chi usa droga il cammino per smettere non è facile per chi è vicino a chi si droga l’aiuto è difficile. Ho conosciuto donne che per aiutare e stare vicino al proprio caro sono finite a drogarsi come e più del compagno. Ma ho conosciuto anche donne con dei figli che sono state a fianco del compagno e lo hanno costretto il compagno a curarsi dicendo: “O ti curi o mi perdi!” Un ricatto d’amore, che ha messo a dura prova la coppia ma che ha restituito un uomo ed un padre a quella famiglia. Una famiglia che adesso è più forte perché ha saputo soffrire insieme. Il risveglio: mio figlio si droga! Una mattina la madre entra in camera. Come ha fatto per tanti anni per riordinare per terra. Una bottiglie di superalcolica vuota. Una carta stagnola ripiegata. Una banconota ripiegata. Polvere bianca. Ma non è farina: “Il mio bambino” E tutto quel periodo strano in cui era nervoso diventa chiaro. E le insinuazioni del carabiniere quella volta. O il suo bisogno continuo di soldi. L’oro che è sparito dalla cassaforte. Tutto 143


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diventa chiaro. Mio figlio si droga! Le reazioni Un padre quando ha scoperto che suo figlio usava eroina non ha avuto nessuna reazione. Quando poi ha scoperto che aveva contratto epatite C. Una mattina entrò in camera. Accese la luce e svegliò il figlio che per l’ennesima volta non era andato a lavorare. Nelle mani portava dei guanti di lattice, quelli che si usano per lavare i piatti. E aveva in mano un bastone di ferro. Gli chiese se preferiva che gli spaccasse le braccia o le gambe . Il figlio disse le braccia così poteva comunque camminare. E la stanza si imbrattò di rosso. Altri fanno finta di nulla, alcuni denunciano i figlia ai carabinieri, altri li buttano fuori casa, altri danno più soldi per evitare reati. Le ragazze quando hanno dei problemi gravi di anoressia non hanno una percezione reale del loro peso. Per alcune di esse il ricovero e la somministrazione di flebo per nutrirle è la prima cura che permette loro di non morire. Analogamente chi ha dei problemi con la cocaina nega il problema. Fondamentale, al di la delle reazioni emotive ed eccessive, è il non fare finta di nulla. C’è una malattia riconosciuta dall’organizzazione mondiale della sanità che necessita cure. Non è possibile non fare nulla Parafrasando il primo assioma della scuola di Palo Alto relativo alla comunicazione che dice “Non è possibile non comuni144


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care” nel senso che anche il non comunicare è una comunicazione affermiamo che è impossibile non fare nulla per chi ha problemi con la cocaina. O aiutiamo la persona a curarsi o l’aiutiamo a drogarsi. Non esiste un’azione neutrale. Cos’è neutrale? Fare finta di nulla ? Dal momento che un familiare si accorge che il proprio caro usa cocaina la percezione della persona cambia. Non è più possibile fare finta di nulla. E’ come se in un autobus si vede un borseggiatore in azione. Dal momento che viene visto, il testimone può o fare il complice passivo facendo finta di nulla o incominciare a segnalare il furto. Assistere passivamente sperando che tanto passerà è un modo per essere complice. Cambia comunque il modo di rapportarsi con chi usa coca. Se è un amico lo si evita? Se è il compagno si incomincia a nascondere i soldi. O è possibile pagare un investigatore per seguirlo? Si controllano gli scatti d’ira o si incomincia ad osservare gli occhi per vedere se ha fatto uso di qualcosa. Se un parente scopre che il figlio di un suo cugino usa droga se si fa gli affari suoi compie forse un azione neutrale? E se dopo qualche mese vede il figlio del cugino su un articolo di cronaca nera dove si legge della morte del parente può davvero non sentirsi in colpa. Bisogna avere il coraggio di comunicare alle persone care non solo la certezza ma anche il sospetto. Quest’azione di alta responsabilità civica potrebbe permettere di aiutare la famiglia ad aprire gli occhi ed aiutare la persona che usa cocaina. Prima si interviene maggiori sono le possibilità di recupero. Aspet145


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tare farlo fare a qualcun altro vuol dire rendersi complici. Ascolto incondizionato, ascolto condizionato Il mio caro suocero, idraulico di Dio (ripara i rubinetti alle suore di clausura di Spoleto ma non pensate a doppi sensi), mi dice spesso che i genitori devono educare i figli a comunicare. A parlare dei loro problemi in famiglia. I panni sporchi si lavano in casa. Hai commesso un omicidio? Parliamone. D’altra parte molti suicidi di giovani fanno pensare a cose non dette. Brutti voti a scuola, che diventano troppo spesso giudizi alle persone. Ha riempito le cronache dei giornale nel novembre del 2007 il suicidio di uno studente del ginnasio di Ischia con la media del 9 che aveva preso 0 voti alle elezioni per il rappresentante di classe, e nessuno nel corpo docente sospettava niente. Ascolto incondizionato C’è un problema: la cocaina. Iniziamo a parlarne. Quanto costa? Che effetti produce ? Quanta ne viene usata? Quanti persone si conoscono che la usano? Come si usa? Come si sta quando la si usa? E il giorno dopo? Se non è un problema per quanti giorni riesci a starne senza? Domande aperte, che favoriscono il dialogo. Il genitore prova ad ascoltare senza giudizio, anche le moltissime bugie che verranno sicuramente dette. Anzi le previene. Dirà che saprà perdonare le menzogne, ma che l’aiuto che verrà dato sarà più efficace se avrà delle basi veritiere. Per costruire palazzi ci vogliono solide fondamenta. L’uso di cocaina può essere visto come un sistema sbagliato per curarsi. Per non stare male o 146


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per stare meglio o per staccare per un po’. Di alcuni problemi non si parla, non si affrontano, si coprono con un velo di droga. La palissiana indica che la cocaina non risolve nessun problema ma anzi ne cra altri. Incominciamo a discuterne. Ascolto condizionato Ma come genitore non può essere richiesta ne tollerata la passività né la complicità. Il genitore è disposto ad aiutare il figlio. Ma vuole pretende qualcosa in cambio. DO UT DES = Io do se tu dai. Se il figlio vive in casa, mangia, dorme, ha vestiti stirati e puliti, e a volte prende anche una paghetta per uscire, palestra, cellulare, ecc. Quasto era gratis prima che si venissa a sapere che usasse cocaina. Ora si paga tutto. Deve contribuire al bilancio familiare. Deve non portare droga in casa, deve intraprendere un percorso che lo aiuti con la cocaina e deve dare una mano in casa (pulire la sua stanza, apparecchiare sparecchiare, pulire il giardino, portare fuori il suo cane ecc.). Anche un passo alla volta. Un mese alla volta. Pugno di ferro sotto il guanto di velluto “se ti fai pecora i lupi ti mangiano “ I piloti professionisti del motomondiale prima che diventasse MOTOGP guidavano moto 2 tempi 500 cc di cilindrata con 210 CV. Erano moto difficilissime da portare al limite. Se la manopola destra veniva ruotata un decimo di secondo prima la caduta era facilissima e l’atterraggio era doloroso. E si doveva ricominciare a guidare con più paura, e con meno con147


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fidenza. E chi ha paura non va forte. Michael Dohan 5 volte campione del mondo descriveva la guida di una 500 come se si guidasse con un pugno di ferro con sopra un guanto di velluto. Indicava quindi una capacità di essere forti ma delicati. La famiglia deve essere in grado di fermarsi e di fare il punto della situazione e ripartire tutti insieme con forza e con dolcezza. Ci deve essere tanta “pazienza impaziente”, cioè non un aspettare passivo che le cose cambino ma un’attesa attiva, cioè un a-ttesa un tendere verso. Tendere verso un aiuto, verso un controllo sistematico delle urine, verso un servizio riconosciuto (gruppi di auto aiuto, Ser.t., professionisti espeti in dipendenze patologiche, comunità centri diurni, notturni ) che possa aiutare il figlio. E la famiglia per prima avrebbe bisogno di essere sostenuta durante un percorso che va dal momento della scoperta al momento della guarigione. Un percorso che a volte richiede pochi mesi a volte diversi anni. La mano può essere sempre tesa per aiutare il figlio con la condizione che lui si impegni concretamente per curarsi. Evitare di colludere La collusione è una sorta di complicità che mantiene lo status quo. Dare i soldi per procurarsi la cocaina significa essere complice. Tollerare che dentro casa vengano usate droghe, oltre ad esporre la propria famiglia a pericoli gravi dal punto di vista sociale e giuridico, significa colludere. La casa è un luogo dove i genitori dettano le regole siano esse esplicite od implicite. Quando un ragazzo usa cocaina occorre fermarsi insieme ed esplicitarle. Quando un ragazzo ruba i soldi, o i 148


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gioielli di famiglia e questa cosa viene nascosta ad uno dei due coniugi significa colludere. Possono presentarsi dei momenti molto difficili quali dover pagare i debiti che effettua con gli spacciatori. A volte si parla di migliaia di euro. Questo è un punto molto delicato. In quanto a volte gli spacciatori possono presentarsi con le armi in casa, o minacciando comunque. Pagare i debiti vuol dire che le minaccie sono sedate al momento. Ma spesso i debiti ne richiamano altri. Non si può chiedere ad una famiglia di colludere con la violenza. Se il figlio o il marito diventano violenti fisicamente con i componenti della famiglia bisogna anche considerare la possibilità di denunciare i fatti alle forze dell’ordine. Si rischia anche l’incarcerazione ma occorre preservare il nucleo familiare, e se proprio non si intravede la possibilità volonataria di smettere bisogna anche saper considerare anche la possibilità coatta. Bugie Torniamo a ridirlo: le bugie fanno parte della vita di un tossicodipendente. Servono per sopravvivere, servono per manipolare le persone per avere dei vantaggi, dei soldi o per non pagare alcuni conti. Sono come dei meccanismo di difesa. Le bugie diminuiranno con la diminuzione dell’uso di cocaina. Come già detto esami del sangue o delle urine possono verificare l’uso ed abuso. Il rischio delle scelte Lasciarlo per strada, farlo uscire, dargli dei soldi, farlo incarcerare, farlo entrare in comunità. Ogni scelta, ogni strada comporta dei rischi. Fare il genitore è l’atto educativo più com149


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plesso e di maggior responsabilità che un uomo possa avere il privilegio di vivere. E non ci sono genitori perfetti. Non ci sono scelte sempre giuste a priori. Avere un figlio tossicodipendente mette alla prova qualsiasi famiglia. Alcuni genitori lasciano i figli in comunità con un sospiro di sollievo. E una fuga e l’overdose pone fine ad ogni speranza. Vale comunque la pena di tentare di aiutare la persona con problemi di cocaina. Vincere la guerra con la droga vuol dire ricominciare a vivere, vuol dire riavere il proprio congiunto finalmente libero, e riscoprirlo com’era. Una guerra difficile, a volte lunga, ma che vale la pena di combattere. Il controllo e la fiducia Il genitore come educatore non riempie il figlio di concetti ma lo aiuto a a sviluppare le proprie potenzialità. E’ come un arciere che lancia la sua freccia nel mondo. Può essere che per un pò torna a occuparsi ed a preoccuparsi del proprio caro. Ma poi deve lasciarlo libero. Deve AFFIDARSI. Parlare di fiducia quando si sono subite tante bugie è difficile. Ma se la persona ha iniziato e terminato un percorso di cambiamento. Se non si notano più quegli scatti di nervi di un tempo , se ha ripreso a lavorare, se ha cambiato compagnia di amici, occorre anche saper guardare da lontano. Bisogna rischiare ed affidarsi. Affidarsi alle potenzialità della persona. Che sono sempre maggiori di quello che crediamo. Bisogna tener viva la speranza di cambiamento anche quando pare impossibile. Bisogna evitare che il controllo sia ossessivo anche quando non ce ne sia bisogno. Condurre, accompagna150


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re, lasciar andare. Qualche mese fa vedevo, su segnalazione di una caro amico , un bel film, Ray, sulla vita del famoso musicista Ray Charles, oltre 40 anni di carriera ai vertici della musica “leggera” mondiale, tra le altre cose tossicodipendente e cieco. C’è una scena molto toccante, lui è da poco divenuto cieco, circa 8 o 9 anni di età. Inciampa dentro casa e cade. E piangendo chiama la mamma. Lei è ben determinata in quello che crede, l’unico modo di educare un figlio ad affrancarsi dal ghetto nero e dalla povertà, e specialmente da un mondo che per certi neri è solo fregature e squalificazione: Ray deve contare solo su di sè. Lui ha già a quel tempo perduto il fratellino minore, affogato in una tinozza davanti a lui, che in quel frangente se ne rimane fermo, congelato mentre il piccolo annaspa e muore. Quello che la mamma gli dice è “non accettare di farti considerare uno storpio, mai, e risolvi tutto per conto tuo”. Mentre Ray è a terra, inciampato in cucina, e chiede aiuto alla madre, lei rimane ferma, zitta, lo guarda ma non fa null’altro. Lui piano piano si consola da solo, prova a rialzarsi, ed ad un certo punto la magìa: riesce a sentire e localizzare i suoni, le voci, i rumori. Di colpo tutto il mondo alza il proprio volume, per Ray, riesce persino a sentire un grillo ed a raccoglierlo da terra. Sente anche la mamma, che ha una lacrima che le scende sulla guancia. Sa che lei è là, e ha capito che lei non lo ha abbandonato, ma c’è PER lui. E allora: qual è il confine, per 151


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il genitore e per l’educatore, tra TE , tra ciò che puoi direzionare tu e ciò che devi lasciar fare all’altro? Sei disposto a sopportare la frustrazione delle tue aspettative perché riconosci che non sono importanti quanto le sue? O forse sei veramente disposto a camminare a fianco, e non a spingere o a tirare l’altro? Sei troppo protettivo? Sei troppo poco affettuoso? Credi veramente in lui? Cosa fai affinché lui creda in te?

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Un grazie a A mio padre Livio che mi voleva ingegnere e a mia madre Neera che mi hanno fatto crescere in un ambiente per dirla alla Winnicott sufficientemente buono, la mia base sicura e mi hanno fornito con l’esempio i valori, la sensibilità, l’imperfezione, il rispetto e la grinta e soprattutto l’eterna insoddisfazione che mi guida continuamente. Ai miei fratelli Giulia che adesso lavora in banca con un contratto a 6 mesi , e Leonardo Hacker e Rocker tecnologico ma che usa poco la tecnologia per chiamarmi. Ad Achille che faceva karatè con me quando avevo 8 anni. A tutti i ragazzi dai quattordici ai cinquantenni che ho incontrato con problemi di droga. E a volte penso che se avessi avuto alcune storie di vita come alcuni di loro , beh forse sarei anch’io in una comunità. Grazie! Mi avete dato tanto in termini di affetto, a volte persino di amicizia, e mi avete insegnato tanto. Anche su di me. Mi avete emozionato, fatto arrabbiare andare in crisi.Ad una cara prof. Bondi di Filosofia del liceo di Rimini che mi ha fatto scoprire Freud. A padre Francesco Giuliani dei missionari della consolata meravigliosa guida spirituale e grande terapeuta proveniente dalla scuola di Palo Alto . A tutti gli operatori di strada della Croce Verde di Cesena, agli psicologi Gianluca Farfaneti, Lidia Agostini, e al direttore del ser.t. Giannelli. A tutti gli educatori che ho incontrato nella mia vita. Alla famiglia Molari, a Massimo in particolare, e a tutti quelli che lavorano alla comunità San Maurizio di Borghi. A Daniela Laureti, a Marco Massimi., Mauro Pasquini, Roberto 161


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Colò ed a quasi tutti quelli che lavorano al Ce.i.s di Roma. Alla famiglia trovata grazie all’ASPIC. Edoardo Giusti, il chirurgo dei gruppi, Claudia Montanari, una montagna solida da scalare , ma che viaggio e che panorama da lassù in alto; a tutti i mie fratelli e cugini colleghi in particolare Angelica, Sonia e Simona. E a voi Nabila el Kattan e Francesca Giovanardi che, stelle comete, avete lottato con un male più grande di voi lasciando una scia luminosa d’affetto dietro, mi mancate. Agli amici del Caffè Grand’Italia a Novafeltria , Bio, Mirko, Cecco, Franz, Rambo, Rino, Tino, Alle, Baia, Fabio, Beji, a mio cugino Andrea Castagnoli che stimo da tutti i punti di vista e a cui voglio bene come un fratello. Un grazie anche ai miei nuovi amici di Spoleto al mio fratello Zappiano Giorgio Flamini architetto professore e moderno Leonardo da Vinci , e Danilo Gioacchini medico di Kant , Tebro e Don Davide Travagli che mi hanno accolto e coccolato . A tutti quelli che lavorano nel servizio pubblico e come volontari dell’ANCA di Spoleto che fanno miracoli. Ne ho conosciuti tanti in Romagna, a Roma e in Umbria . A tutti quelli che non hanno creduto in me, e che mi hanno ostacolato nella vita, a quelli che mi hanno sbattuto la porta in faccia, alle occasioni mancate , alle promesse non mantenute che mi hanno così stimolato a lavorare ancora di più ed ad avere più grinta. A mia moglie Agnese e a miei figli Francesco e Sofia che mi donano ogni giorno ..qualcosa di magico. 162


Christian CURSI psicologo clinico e psicoterapeuta già Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Perugia , Socio Fondatore dello Studio Associato di psicologia “MANGROVIA” , esperto in materia di tossicodipendenze, ha lavorato presso importanti centri di cura e prevenzione delle condotte tossicomaniche ed esperienza di cooperazione internazionale in Belgio, Inghilterra, Slovenia, Francia e presso il Supremo Consiglio degli Affari Sociali in Qatar

Agnese PROTASI psicologa clinica e psicoterapeuta, esperta in gestione delle risorse umane e formatrice in arteterapia. Socia Fondatrice dello Studio Associato di psicologia “MANGROVIA” , consulente del Comune di Spoleto per la prevenzione primaria rispetto all'uso ed abuso di sostanze psicoattive in collaborazione con l'A.N.C.A. Associazione Nazionale Contro l'Alcolismo , USL 2 di Spoleto Alcologia e Dipartimento di prevenzione, Rotary Club e Rotaract di Spoleto dal 2005 al 2013

GRUPPI A.N.C.A Associazione Nazionale Contro l'Alcolismo L'Associazione si propone di accogliere e di aiutare ogni persona che viva in maniera patologica il bisogno di alcool, riconoscendola portatrice di valori individuali da risvegliare ed esaltare, al fine di recuperare la dignità umana e la dimensione sociale e produttiva. Essa tende alla prevenzione del fenomeno dell'alcolismo e delle altre dipendenze ad esso associate ed al recupero degli alcolisti. SPOLETO(PG) V.le Martiri della Resistenza (ex dispensario) Tel.3331731901 Riunioni: martedì ore 18,00 - sabato ore 17,00

Il Cesvol svolge le sue attività con risorse del Fondo Speciale per il Volontariato amministrato dal Comitato di Gestione dell'Umbria


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