Quaderni del volontariato 8
Edizione 2018
Cesvol Centro Servizi Volontariato della Provincia di Perugia Via Campo di Marte n. 9 06124 Perugia tel 075 5271976 fax 075 5287998 www.pgcesvol.net pubblicazioni@pgcesvol.net
Edizione aprile 2018 Coordinamento editoriale di Stefania Iacono Stampa Digital Editor - Umbertide
tutti i diritti sono riservati ogni produzione, anche parziale, è vietata ISBN 9788896649770
Le parole che trasformano Con la collana “I Quaderni del Volontariato”, giunta alla sua undicesima edizione, il Cesvol con ben 116 titoli, concretizza una delle proprie finalità istituzionali, che rimane quella di promuovere la cultura del volontariato, della solidarietà e della cittadinanza attiva. Si tratta di testimonianze e di esperienze di vita che possono contribuire a tessere un filo di coesione e di dialogo positivo, contaminando il nostro immaginario collettivo con messaggi valoriali ed equilibrati, in perfetta controtendenza rispetto al flusso, ormai pervasivo, di contenuti volgari ed, in molti casi, violenti ed aggressivi di cui è piena la contemporaneità con le sue “vie brevi” di comunicazione (come i social). Se consideriamo la nostra mente come un bicchiere, sarebbe da chiedersi di quale liquido si riempie quotidianamente. Se la nostra rappresentazione della realtà viene costruita dai programmi televisivi, se il nostro punto di vista su un tema specifico viene condizionato dai commenti della maggioranza dei nostri amici di facebook, se abbiamo appreso tutti la facilità con la quale è possibile trattar male una persona, mascherati e non identificabili, senza che questo produca qualche tipo di turbamento alla nostra condizione psicologica, se nel postare i nostri punti di vista ci consideriamo degli innovatori solo perché siamo ignoranti e tutto quello che sappiamo lo abbiamo ricavato da ricerche lampo su Google… ebbene, se riflettiamo su tutto questo, forse non va ricercata molto lontano la risposta alla domanda ormai cronica del perché di una polverizzazione delle relazioni, di un isolazionismo nelle nostre “case elettroniche”, dell’adesione acritica ai vari estremismi di turno che, quelli sì, sono perfettamente consapevoli del potere trasformativo della parola e della sua comprensione sia razionale che emozionale. Eppure, le parole (e quindi i pensieri e le emozioni che vi sottendono) creano la realtà. Non occorre scomodare tanta letteratura per comprendere quanto i pensieri siano potenti nel determinare la nostra realtà, nel convincerci che una cosa è in questo modo piuttosto che in 3
quell’altro. Lo abbiamo sperimentato più o meno tutti nella nostra esperienza di ogni giorno, ma poi perdiamo la consapevolezza della nostra stessa origine: all’inizio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio. Il verbo era Dio. Più laicamente, questa “sequenza” è stata ripresa in tutte le millenarie tradizioni sia orientali che più vicine a noi. Ma ancora una volta, oggi se ne è persa la consapevolezza. La parola è un “fattore” unico nel suo genere, una vera e propria bacchetta magica. Ascoltare, leggere, udire solo parole negative produce nel destinatario un vero a proprio campo energetico negativo. L’energia altro non è se non un trasferimento di informazioni. Un trasferimento che avviene attraverso il filo sottile della comunicazione. Oggi, forse inconsapevolmente, l’umanità sta letteralmente usando il potere della parola senza rendersi conto di quanto questa stia trasformandola, conducendola agli estremi di qualsiasi punto di vista. E, quindi, l’un contro l’altro armati. Dice il noto psichiatra Vittorino Andreoli, “Ci troviamo ad un livello di civiltà disastroso, regrediti alla cultura del nemico”, ma a noi, come osservatorio della sottile realtà dell’associazionismo e del volontariato, piace conservare e consolidare la speranza che, ad un certo punto, rispuntino da qualche parte parole come amicizia, solidarietà, condivisione e, perché no, amore. Le parole, non urlate, che appartengono e che ispirano il comportamento di quella parte di cittadinanza che ha preso in carico la sua quota di responsabilità nella società che abita. E che non resta alla finestra, o peggio, dietro al rassicurante schermo di un computer. Sono queste le parole che popolano il piccolo mondo della Collana del Volontariato, che con queste testimonianze prova a riempire con il liquido magico della parola trasformante quel bicchiere ancora mezzo vuoto. Salvatore Fabrizio Cesvol Perugia I Quaderni del Volontariato
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Fare assistenza Manuale per l’assistenza domiciliare a cura di Chiara Ferri
Associazione Hand in Hand
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Fare assistenza PREFAZIONE La conoscenza dei bisogni emersi dal territorio ha evidenziato l’esigenza di venire incontro ai tanti e diversificati bisogni delle categorie sociali più deboli, in particolare degli anziani. Hand in Hand ha cercato nel passato immediato di dare una risposta a queste istanze, organizzando un corso di Assistenti Domiciliari, tenutosi nel 2016 con una grande adesione di partecipazione e di consenso che hanno portato alla qualificazione di numerose persone che attualmente svolgono pubblicamente il loro prezioso e qualificato servizio. L’Associazione si è avvalsa della competenza e della disponibilità didattica di medici ed operatori sanitari, della USL Umbria2 e del Comitato della Croce Rossa di Spoleto. Tutti hanno ravvisato l’efficacia e la buona riuscita del corso, che ha rappresentato anche una risorsa del personale, impiegabile nelle Strutture assistenziali. Questo manuale intende in certo senso trasferire le competenze dei nuovi operatori ai familiari del disabile e dell’anziano, a sapere come comportarsi con lui, di quali supporti sanitari, psicologici e di condivisione sul piano affettivo egli abbisogna, con quali tecniche intervenire anche nel primo soccorso, come affrontare le malattie specifiche degli anziani, quali l’Alzheimer. Il manuale intende offrire consigli molto concreti, legati al mènage giornaliero, dalla preparazione dei cibi, alla cura della persona. Associazione Hand in Hand Il Presidente Dott. Giovanni Ferri
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Fare assistenza
L’IMPORTANZA DI SAPER COMUNICARE Comunicazione e ascolto attivo La comunicazione nella sua accezione più ampia viene definita come “lo scambio di informazioni, idee, concetti di influenzamento reciproco, tra persone o gruppi, in un determinato contesto”. Viene definita efficace quando il ricevente riceve chiaramente il messaggio dell’ inviante. Durante una comunicazione bisogna tenere in considerazione: - IL CONTESTO inteso come l’AMBIENTE significativo all’interno del quale avviene l’atto comunicativo; -
LA RELAZIONE esistente tra i due partecipanti;
- IL CONTENUTO: informazioni scambiate e rilevanza che ha per i due partecipanti. Per comunicare bene è fondamentale conoscere il destinatario ed adattarsi alle sue esigenze. Tipi di comunicazione -
VERBALE
-
NON VERBALE
-
PARAVERBALE 8
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Una comunicazione efficace si basa principalmente su una buona attività di ascolto. Non inizia dalla bocca di chi parla ma dall’orecchio di chi ascolta. ASCOLTARE E’ una combinazione del sentire ciò che un’altra persona dice ed un coinvolgimento attivo di ciò che l’altro dice. E’ sempre un’azione intellettuale ed emotiva. Un buon ascolto richiede attenzione, concentrazione, capacità di discriminazione tra ciò che può essere importante e ciò che è irrilevante. Ascolto attivo E’ un’abilità comunicativa basata principalmente sull’attenzione rivolta all’individuo che mi sta di fronte. Consiste nel mostrare all’altro la propria partecipazione e ciò che ci sta dicendo si a attraverso la comunicazione verbale che non verbale. -
Si basa sull’empatia e sull’accettazione;
- Si fonda sulla creazione di un rapporto positivo, caratterizzato da un clima in cui una persona possa sentirsi compresa, o comunque non giudicata; - Permette di apprendere informazioni non evidenti e segnali deboli, come ad esempio quelli emessi attraverso il linguaggio del corpo. 9
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La finalità dell’ascolto attivo è quindi la comprensione dell’interlocutore. Visivamente può essere rappresentato come la costruzione di un ponte, cioè la costruzione di un rapporto di accettazione reciproca. Accettazione reciproca non significa necessariamente condividere, quanto piuttosto comprendere ed accettare le motivazioni e le convinzioni dell’interlocutore. L’ascolto attivo è quindi un segnale di ATTENZIONE e di RISPETTO. Per diventare ATTIVO l’ascolto deve essere aperto e disponibile, non solo verso l’altro ma anche verso se stessi: -
per ascoltare le proprie reazioni;
- per essere consapevoli dei limiti del proprio punto di vista; - pire.
per accettare il non sapere e la difficoltà di non ca-
Elementi che caratterizzano una buona attività di ascolto -
conoscere le barriere comunicative;
-
sospendere il proprio giudizio;
- osservare ed ascoltare, raccogliendo tutte le informazioni necessarie sulla situazione, ricordando che il si10
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lenzio aiuta a capire e che il vero ascolto è sempre nuovo; - mettersi nei panni dell’altro cercando di assumere il proprio punto di vista; -
verificare la comprensione.
Non ascoltiamo l’interlocutore quando: -
si ascolta ciò che si vuole sentire;
- si pensa a cosa si dirà, non concentrandosi su ciò che sta dicendo l’altro; - si snobba quanto viene detto perché ritenuto di poca importanza; -
si esprime accordo per ogni cosa viene detta;
- si cambia molto spesso argomento mostrando disinteresse. Variabili che influenzano la comunicazione -
Età
-
Sesso
-
Provenienza culturale
-
Livello scolastico
-
Stereotipi
-
Anamnesi medica
A tal proposito si cita una frase del saggio Zenone : “Dio ci ha dato due orecchie e una bocca proprio per ascoltare il 11
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doppio e parlare la metà”. LA COMUNICAZIONE NELL’ALZHEIMER “Come si chiama?” “Auguste” “Cognome?” “Auguste” “Come si chiama suo marito?” “Ah, mio marito?” “E’ sposata?” “Con Auguste” “Signora D.?” “Si, si, Auguste D.” Era il colloquio difficoltoso che ebbe lo psichiatra tedesco Alois Alzheimer (1864-1915) il 26 novembre 1901 con la paziente Auguste D. , durante il suo ricovero all’ospedale psichiatrico universitario di Francoforte e riportato nella sua cartella clinica. Il commento finale che scrisse Alois Alzheimer nella cartella è emblematico: “alla fine non era più possibile alcuna forma di conversazione con la malata”. La malattia di Alzheimer (MA) è associata nella quasi totalità dei casi ai disturbi della comunicazione. Esiste tuttavia una notevole variabilità individuale nel mo12
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mento della comparsa, nella velocità di aggravamento e nella tipologia dei disturbi della comunicazione. L’Alzheimer erode lentamente il significato delle parole, il malato perde progressivamente la capacità di comunicare e questo è causa di gravi stati di frustrazione e di rabbia. I tentativi di comunicare con un malato di Alzheimer possono risultare molto difficili perché la patologia letteralmente svuota parole e concetti del loro significato: ciò che dice il malato può non avere senso per un individuo sano così come le frasi ascoltate dal malato non hanno senso perché manca il ricordo del significato di ogni singola parola. Oltre alla perdita del significato delle parole, il malato tende a perdere la capacità di seguire un pensiero logico e di ordinare in modo corretto le parole per comporre una frase. Il risultato inevitabile è che gli servirà sempre più tempo per capire ciò che viene detto, e sempre più tempo per formulare una risposta. Per aiutare il malato di Alzheimer è necessario ricordare che le sue difficoltà sono frutto della progressione della malattia quindi è perfettamente inutile arrabbiarsi. E’ invece utile mostrare interesse durante la conversazione: in questo modo il malato si sentirà al centro dell’attenzione e questa sensazione positiva andrà a ridurre l’ansia e a rabbia indotta dalla difficoltà di espressione verbale.
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PRINCIPI GENERALI PER GARANTIRE UNA CORRETTA COMUNICAZIONE CON L’AMMALATO Prima di iniziare un dialogo qualsiasi con l’ammalato vi sono alcune regole da rispettare che garantiscono l’instaurarsi di un contatto ideale con l’ammalato. - Di regola, il malato ha, fin dall’inizio, grosse difficoltà nello svolgere due attività contemporaneamente, anche quelle più semplici ed automatizzate, quindi è molto importante che il malato possa dedicarsi esclusivamente all’atto di comunicare senza avere da svolgere altri compiti compresi quelli di routine quali mangiare, lavarsi o vestirsi; - di frequente, il malato sente il forte bisogno di stare in silenzio rifiutando di entrare in contatto con chiunque. - Bisogna rispettare quei momenti per non rischiare che egli viva il contatto in modo stressante e spiacevole, il che allungherà i tempi per riuscire a riallacciare un buon contatto. - è assolutamente sconsigliato parlare del malato con altre persone in sua presenza convinti che questi non capisca. Difatti, esiste sempre la probabilità che egli possa cogliere dal tono della voce o dalla mimica l’idea principale o qualche determinata parola del discorso di altri, che potrebbe ferirlo e ne sentirebbe sicuramente l’umiliazione.
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COME FACILITARE LA COMUNICAZIONE VERBALE -
Cercare di adottare un approccio positivo;
-
cercare di cogliere l’emozione che esprime;
-
evitare di sottolineare inutilmente gli errori;
- cercare di dargli aiuto ed adattare il proprio stile di linguaggio; - assicurarsi che la comunicazione non sia ostacolata da problemi fisici; -
parlargli con chiarezza e molto lentamente;
-
usare parole e frasi molto brevi, semplici e concrete;
- accompagnare il linguaggio verbale con una gestualità coerente; -
dargli un messaggio per volta;
-
usare frasi affermative;
- fare in modo di non dare messaggi fra loro contrastanti; - cercare di interpretare il “linguaggio del corpo” del malato; - per facilitarlo a prendere la parola quando è il suo turno, cercare di mantenere il contatto visivo mentre gli parliamo e se necessario toccargli una mano; - co;
dare sicurezza e sostegno mediante il contatto fisi-
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- controllare regolarmente se il malato è ancora in grado di leggere e di capire un messaggio scritto; - lasciare foglietti promemoria (con un solo messaggio per foglietto); - usare simboli che non siano troppo astratti ed associare simboli, immagini e fotografie per facilitare la comprensione di un messaggio scritto. Infine si raccomanda di “comunicare con il cuore” , cercare di immedesimarsi nel vissuto del malato e dimostrargli della vicinanza al fine di creare contatti emotivi significativi e capire meglio comportamenti, sentimenti ed emozioni del malato. E’ importante eliminare il paragone tra la persona affetta da Alzheimer ed un bambino. Indirizzarsi a lui come fosse un bambino lo può solo umiliare e scatenare reazioni aggressive o altri comportamenti disfunzionali. Il malato rimane sempre una persona adulta con un proprio passato.
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LA CURA DEL CORPO La salute è definita secondo l’OMS come “condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto di assenza di malattia o infermità”. Il benessere è inteso come il soddisfacimento dei bisogni.
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TEORIA GERERCHICA DEI BISOGNI Bisogni umani: ogni fattore psicofisico o fisiologico necessario per una esistenza sana. Il bisogno è la manifestazione di uno squilibrio, consiste nella forza che spinge l’uomo verso soggetti o condizioni. Il bisogno può essere: -
fisico/psichico
-
sociale/relazionale
-
percepito/non percepito
-
individuale/collettivo
-
reale/potenziale
-
reale/indotto.
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Bisogni fisiologici: -
alimentazione
-
eliminazione
-
movimento
-
cura di sĂŠ
-
risposo
-
sesso
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GRADI DI DIPENDENZA Autonoma La persona è in grado di provvedere da sola al soddisfacimento dei propri bisogni. Parziale dipendenza La persona richiede sostegno e/o aiuto, anche parziale, per il soddisfacimento dei propri bisogni. Dipendenza La persona vive una condizione di incapacità di soddisfare i propri bisogni, l’aiuto è totale.
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IGIENE L’igiene è l’insieme delle cure effettuate sul proprio o altrui corpo. E’ importante perchè permette di preservare la cute, la quale riveste un ruolo fondamentale di protezione e regolazione dell’organismo, elimina odori sgradevoli, previene le infezioni e le piaghe da decubito, stimola la circolazione, migliora l’immagine di sé, favorisce il rilassamento, il benessere e l’ispezione del corpo. Le cure igieniche si possono classificare in: -
parziali
-
totali.
Quando si eseguono le cure igieniche è fondamentale creare un ambiente che garantisca: -
privacy
-
sicurezza
-
traquillità
Come regola generale si procede: -
dalla zona più lontana a quella più vicina;
-
dalla zona più pulita a quella più sporca;
-
dall’alto verso il basso;
-
dall’interno verso l’esterno.
Nell’asciugare si deve procedere tamponando ed avendo cura di asciugare molto bene le pieghe cutanee, gli spazi 21
Fare assistenza
interdigitali, le prominenze ossee. E’ molto importante, ogni volta che si entra in contatto con l’assistito, l’igiene delle mani prima e dopo. Si raccomanda inoltre di cambiare i guanti ogni volta che sono sporchi visibilmente o si sospetta che possano esserlo.
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COME FARE IL BAGNO A LETTO Materiale occorrente: -
asciugamani da bagno
-
traverse monouso
-
garze sterili
-
guanti monouso
-
bacinella con acqua calda
-
cotone
-
detergente liquido e shampoo
-
deodorante
-
biancheria pulita
-
lenzuola pulite
Esecuzione a 2 operatori: -
preparare l’ambiente;
-
lavare le mani ed indossare i guanti;
- scoprire il paziente, togliere la biancheria sporca e posizionare i telini monouso sotto al paziente senza rimuovere il lenzuolo copriletto; - se la persona è cosciente aiutarla a fare i bisogni posizionando una padella o sul pannolone. Se è portatore di catetere vescicale, svuotare la sacca di raccolta urine; - durante tutta la procedura controllare la temperatura dell’acqua; -
coprire il paziente con un asciugamano o lenzuolo 23
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lasciando scoperte man mano solo le zone interessate alla pulizia e ricoprendo quelle pulite con un altro asciugamano o lenzuolo pulito, dopo aver asciugato con cura. Si procede seguendo questo ordine: 1)
Testa: viso, occhi, collo, orecchie, barba
2)
Torace-addome
3)
Braccio, avambraccio e mano
4)
Coscia
5)
Gamba
6)
Piede
7)
Dorso-posizione laterale
8)
Zona perineale- posizione supina
9)
Cura dei capelli
10)
Igiene del cavo orale
11)
Taglio delle unghie
Si raccomanda di tenere sempre presenti le regole generali durante tutta la procedura. - Far indossare la biancheria pulita e cambiare le lenzuola. Se l’assistito può essere mobilizzato in poltrona o carrozzina si procederà al rifacimento del letto sgombro ( 24
Fare assistenza
è sufficiente un operatore), altrimenti con il letto occupato ( necessari 2 operatori); - Riposizionare il paziente facendogli assumere una posizione confortevole; -
Riordinare il materiale;
-
Lavare le mani.
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IGIENE DELLE MANI Lavaggio delle mani dell’operatore Lo scopo del lavaggio delle mani è quello di eliminare lo sporco visibile e rimuovere la forma batterica transitoria. Materiale occorrente: -
sapone liquido
-
acqua
-
salviette monouso o asciugamano
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Fare assistenza
Lavaggio delle mani dell’assistito Materiale occorrente: -
asciugamano o traversa;
-
bacinella e brocca con acqua tiepida
-
cotone
-
detergente liquido
-
forbice per unghie
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Fare assistenza
Esecuzione: -
preparare l’ambiente;
-
lavare le mani e indossare i guanti;
- porre l’assistito in posizione seduta o semi-seduta, in base alle condizioni; - posizionare l’asciugamano o il telino di fianco alla persona o se seduto, sulle sue gambe. Sopra l’asciugamano mettere la bacinella con acqua e immergervi la mano; -
insaponare la mano aiutandosi con il cotone.
Assicurarsi di rimuovere la sporcizia sotto le unghie; -
asciugare bene;
-
procedere con il taglio delle unghie.
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Fare assistenza
-
procedere allo stesso modo con l’altra mano;
-
riordinare il materiale;
-
lavare le mani.
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Fare assistenza
IGIENE DEI CAPELLI Materiale occorrente: -
asciugamani da bagno
-
bacinella
-
guanti monouso
-
bacinella con acqua calda
-
shampoo
-
pettine o spazzola
-
asciugacapelli
-
lenzuola pulite
Se la persona è allettata: -
preparare l’ambiente;
-
lavare le mani ed indossare i guanti;
- abbassare lo schienale e togliere i cuscini, posizionare un telino monouso sotto la testa dell’assistito; - posizionare un asciugamano arrotolato sotto entrambe le spalle dell’assistito, se le condizioni di salute lo permettono; -
avvicinare la bacinella vuota sotto la testa e soste30
Fare assistenza
nere quest’ultima. Se le condizioni lo permettono porre un asciugamano di piccole dimensioni sulla fronte; - Inumidire i capelli facendo cadere l’acqua della brocca. Iniziare il massaggio-frizione del capello e del cuoio capelluto; - Sciacquare con cura i capelli, asciugarli con un asciugamano e lasciarlo sotto la testa mentre si rimuovono il telino monouso e la bacinella di raccolta; - Riposizionare il paziente con lo schienale del letto alzato, far assumere una posizione confortevole e pettinare i capelli; -
Riordinare il materiale;
-
Lavare le mani.
Se la persona è un grado di mantenere la posizione seduta: -
preparare l’ambiente;
-
lavare le mani e indossare i guanti;
- far sedere l’assistito su una sedia posizionata vicino al lavandino, con le spalle rivolte verso quest’ultimo. Porre un asciugamano sulle spalle e far iperestendere il capo verso il lavandino. - controllare e regolare la temperatura dell’acqua, bagnare gradualmente i capelli e procedere con la frizione con lo shampoo; 31
Fare assistenza
- risciacquare abbondantemente, portare l’asciugamano che si trovava sulle spalle intorno alla testa; - allontanarsi dal lavandino e procedere con l’asciugatura; -
riordinare il materiale;
-
lavare le mani.
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Fare assistenza
IGIENE DEL CAVO ORALE Materiale occorrente: -
asciugamani da bagno
-
traverse monouso
-
bacinella e bicchiere
-
garze sterili
-
abbassalingua
-
spazzolino e dentifricio
-
collutorio
-
balsamo per labbra
-
guanti monouso
-
bacinella con acqua
Esecuzione:
-
preparare l’ambiente;
-
lavare le mani ed indossare i guanti;
- alzare lo schienale e porre il paziente in posizione seduta, se non è possibile in posizione laterale con la testa reclinata in avanti; - posizionare un telino del petto del paziente o sotto la testa se in posizione laterale; -
mettere il dentifricio sullo spazzolino e spazzolare 33
Fare assistenza
i denti con movimenti che vanno dalla gengiva al dente, aiutarsi se necessario con un abbassalingua. Assicurarsi di passare in tutte le zone della bocca: parte interna della guancia, palato, gengive e lingua; - se il paziente è in grado di sciacquare la bocca far eseguire lo sciacquo avvicinando una bacinella sotto il mento e porgendo un bicchiere con acqua, altrimenti posizionare una garza intorno all’abbassalingua, inumidirlo con acqua e passarlo su gengive, denti e lingua; - se l’assistito è portatore di protesi dentaria rimuoverla e passare sulle gengive e sulla lingua l’abbassalingua imbottito con una garza e imbevuto di acqua e collutorio. -
pulire la dentiera e riposizionarla;
- bra;
asciugare la bocca ed applicare il balsamo per lab-
- riposizionare il paziente facendogli assumere una posizione confortevole; -
riordinare il materiale;
-
lavare le mani.
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Fare assistenza
IGIENE DEI PIEDI Materiale occorrente: -
asciugamano o traversa
-
bacinella e brocca con acqua tiepida
-
cotone
-
detergente liquido
-
forbice per unghie
Esecuzione: -
preparare l’ambiente;
-
lavare le mani e indossare i guanti;
- porre l’assistito in posizione seduta o semi-seduta, in base alle condizioni; - posizionare l’asciugamano o il telino sotto i piedi se seduto, se sdraiato sotto le gambe. - Sopra l’asciugamano mettere la bacinella con acqua e immergervi un piede, sostenendolo se la posizione dell’assistito è supina; -
Insaponare il piede aiutandosi con il cotone.
-
Assicurarsi di rimuovere la sporcizia sotto le unghie;
-
Asciugare bene; 35
Fare assistenza
-
Procedere con il taglio delle unghie;
-
procedere allo stesso modo con l’altro piede;
-
riordinare il materiale;
-
lavare le mani.
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Fare assistenza
ASSISTENZA DURANTE IL BAGNO E LA DOCCIA Materiale occorrente: -
asciugamani da bagno
-
traverse monouso
-
guanti monouso
-
bacinella con acqua calda
-
cotone
-
detergente liquido e shampoo
-
deodorante e crema
-
biancheria pulita
-
phon
-
sedia da doccia o da vasca
Esecuzione: -
preparare l’ambiente;
-
lavare le mani ed indossare i guanti;
- accompagnare la persona in bagno e rimuovere i vestiti poi farla accomodare sulla sedia da bagno utilizzando le maniglie di sicurezza; - il principio da seguire nel procedere con l’igiene è sempre lo stesso(regola generale); 37
Fare assistenza
- facilitare l’azione di asciugatura e vestizione; asciugare i capelli; -
riordinare il materiale;
-
lavare le mani.
N.B. Mantenere costantemente l’ambiente in condizioni di sicurezza per l’assistito e per se stessi: utilizzare i presidi di sicurezza, posizionare tappeti o asciugamani per mantenere asciutto il pavimento, non lasciare sola la persona fino alla fine della procedura.
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Fare assistenza
LESIONI DELLA CUTE Una ferita viene definita in base a: -
modalitĂ con cui si determina;
-
tempi di guarigione.
-
lesioni acute;
-
lesioni croniche.
-
LESIONI DA PRESSIONE
Aree di danno tessutale della cute e/o dei tessuti sottostanti situati tra la prominenza ossea e la superficie esterna di appoggio, causate principalmente da: -
pressione;
-
stiramento;
-
frizione;
-
temperatura ed umiditĂ .
Solitamente i tempi di guarigione sono lunghi. Azioni utili: -
rimozione della causa;
-
medicazioni. 39
Fare assistenza
-
LESIONI VASCOLARI
Ferite cutanee da causa vascolare venosa, arteriosa o mista. Si localizzano al di sotto del ginocchio fino al piede. Possono essere sia acute che croniche. Azioni utili: -
Bendaggio elastocompressivo;
-
Medicazioni.
-
LESIONI DA PIEDE DIABETICO
Una storia di diabete lunga anni può determinare neuropatia e/o arteriopatia compromettendo la funzione e la struttura del piede; le persone che ne sono affette hanno un rischio elevato di infezione della lesione, a volte così difficile da alterare seriamente le funzioni del piede, fino alla necessità di amputazione. Azioni utili: -
Medicazione;
-
Trattamento infezioni;
-
Scarico dell’arto.
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FERITA CHIRURGICA 40
Fare assistenza
E’ una lesione prodotta da un agente meccanico. Si distingue in base alla crescita dei lembi cutanei: -
Prima intenzione:
I lembi sono stati avvicinati da punti di sutura, si riparano rapidamente e la cicatrice che si forma è lineare; -
Seconda intenzione:
i lembi sono lontani spesso a causa di una infezione, la guarigione è lenta e la cicatrice ha dimensioni varie; -
Terza intenzione:
sempre conseguente ad una infezione. Dopo la riapertura della ferita e la detersione guarisce per seconda intenzione. Azioni utili: -
Mantenere la medicazione pulita;
-
Utilizzo di disinfettanti. MEDICAZIONE
Garantisce un ambiente: -
Umido;
-
Temperatura costante;
-
Ossigenato; 41
Fare assistenza
-
Pulito.
Materiali occorrenti: -
Garze sterili;
-
Soluzione fisiologica;
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Cerotto;
-
Medicazioni avanzate.
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Fare assistenza
PIAGHE DA DECUBITO
IDENTIFICARE LA PERSONA A RISCHIO DI LDP Fattori generali: -
Età
-
Malnutrizione
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Immobilità
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Incontinenza urinaria e fecale
-
Fumo
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Malattie cronico-degenerative
-
Decadimento delle capacità cognitive
- Decadimento delle condizioni di salute ( febbre, aggravamento delle patologie, infezioni, iperglicemia, etc…). 43
Fare assistenza
Fattori locali: -
Pressione
-
Forze di stiramento o taglio
-
Forze di attrito o frizione
Punti piĂš a rischio:
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Fare assistenza
PREVENZIONE DEL LDP Sono più facili da prevenire che da curare. - Controllo dell’alimentazione ed idratazione: adeguato apporto di calorie, proteine, vitamine e sali minerali. - Mobilizzazione: cambio postura ogni 2 ore a letto, sulla sedia a rotelle o poltrona ogni 15 minuti e posizionamento degli arti in scarico. -
Utilizzo di presidi antidecubito preventivi.
- Controllo dell’incontinenza: cambi e lavaggi circa ogni 2 ore. -
Gestione delle medicazioni. Cambio posture
- Se allettato: lo schienale non deve superare i 30 gradi di inclinazione poiché oltre sarebbe favorito lo scivolamento. - Posizionare dei cuscini là dove prendono contatto le gambe in posizione laterale.
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Fare assistenza
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Fare assistenza
POSIZIONE LATERALE
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Fare assistenza
POSIZIONE SUPINA
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Fare assistenza
PRESIDI ANTIDECUBITO
MATERASSINO ANTIDECUBITO
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Fare assistenza
ARCHETTO ALZA COPERTE
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Fare assistenza
OSTEOPOROSI E’ una patologia molto frequente in età avanzata, tipica soprattutto del genere femminile in post-menopausa. Le ossa subiscono un processo degenerativo che non viene più compensato da quello rigenerativo, motivo per cui la trama del tessuto subisce una diminuzione di densità ossea. Si crea così una situazione in cui l’osso perde resistenza ed è maggiormente soggetto a fratture, anche spontanee. I fattori predisponenti sono: inattività prolungata, malattie croniche, assunzione di corticosteroidi, deficit di calcio e vitamina D, il fumo, la caffeina, ossatura minuta e predisposizione genetica. La maggior parte delle volte l’osteoporosi è asintomatica e si manifesta solo in fasi avanzate con dolore cronico o frattura. L’esame radiologico può mostrare la diminuzione di densità ossea solo dopo che si sia verificata una perdita pari al 30-60%. Essa interessa principalmente: -
Radio distale
-
Corpi vertebrali
-
Omero prossimale
-
Pelvi
-
Femore.
I sintomi e i segni principali sono: 51
Fare assistenza
-
Rigidità
-
Dolore
-
Debolezza.
La gestione è soprattutto preventiva. - Consiste nella massima attenzione alla prevenzione delle cadute; - Far eseguire esercizi fisici di carico di peso del corpo, quindi incentivare il camminare; - Controllo dell’apporto di vitamina D: assunzione di latte e di prodotti caseari, esposizione alla luce solare, supplementi dietetici; - Controllo del sintomo dolore: monitorare durante la giornata la comparsa del dolore muscoloscheletrico e riferire al medico. AMBIENTE SICURO Rimuovere gli ostacoli e far familiarizzare la persona con le stanze e l’ambiente che lo circonda. Mai lasciare che si muova da sola in un posto nuovo ma facilitare il movimento ed accompagnare. Rimuovere mobili o tappeti che possano ingombrare o rappresentare pericolo. Accertarsi che la persona sappia dove si trovino i suoi effetti personali. Posizionare maniglie e corrimano là dove non ci sono ap52
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poggi pratici. Il letto deve essere vicino all’interruttore della luce o meglio usare lucine per la notte. Il comodino deve essere posizionato ad un’altezza facilmente raggiungibile. Accorgimenti pratici: le calzature devono essere della misura giusta, non pesanti, morbide, con gomma sulla suola e che favoriscano la stabilità sul piede. Favorire l’utilizzo di ausili per la deambulazione quando l’equilibrio è scarso e la forza dei muscoli indebolita.
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COME VESTIRE L’ANZIANO L’età avanzata si caratterizza per tanti piccoli aspetti che rendono l’anziano “fragile”. Il processo di invecchiamento è un evento fisiologico che consiste in una serie di mutamenti fisici e psichici, i quali aumentano la suscettibilità ad acquisire malattie. E’ un processo progressivo ed irreversibile.. La presenza concomitante di più patologie (comorbilità) rende l’anziano vulnerabile, ovvero predisposto ad una condizione di rischio di peggioramento rapido. Le caratteristiche del processo di invecchiamento sono le seguenti: - diminuzione delle funzioni di tessuti, organi ed apparati; -
deterioramento degli organi di senso;
-
deterioramento delle capacità cognitive;
-
perdita di forza fisica;
-
diminuzione delle capacità cognitive;
- diminuzione della capacità di adattamento ( fisico e psichico); -
aumento dei tempi di reazione;
-
diminuzione dell’equilibrio;
-
perdita dell’autonomia;
-
depressione. Il punto cardine della medicina geriatrica è di 54
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favorire il mantenimento o il recupero del massimo grado di autonomia funzionale possibile, ponendo al centro dell’attenzione la persona e non la malattia.
Valutare le capacità funzionali residue. Una persona che soffre di demenza senile o che ha impedimenti fisici, può avere diverse difficoltà durante semplici operazioni come il vestirsi, scegliere cosa indossare, mettersi i vestiti o spogliarsi. Il compito di chi assiste l’anziano è di incentivare ed incoraggiare lo svolgimento autonomo di attività quotidiane dove c’è possibilità di riabilitazione e/o di mantenimento delle capacità residue. Quindi: - stabilire un orario preciso in cui si debba spogliare e vestire ogni giorno, così che possa aspettarsi questa operazione durante lo svolgersi della giornata; - quando possibile lasciare che sia la persona a vestirsi autonomamente e incoraggiarla, sempre facilitando le operazioni; - sistemare capi nell’ordine in cui vanno indossati, per facilitare la consequenzialità dei gesti da fare; - cercare di procedere in modo ordinato e organizzato così da non confondere la persona; -
se necessario dare informazioni chiare ed indicazio55
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ni semplici; - preferire capi comodi e confortevoli, facili da indossare, togliere, lavare e trattare; - prendere accorgimenti come: utilizzo di cinture elastiche per i fianchi, chiusure in velcro per abiti e calzature. Se la persona è allettata: - mantenere un clima di collaborazione quando le condizioni lo permettono, per esempio indicando di afferrare le sbarre laterali del letto per mantenere la posizione laterale o di sollevare il bacino facendo presa con le mani sulla capra; - si procede a far indossare gli abiti utilizzando la tecnica di rifacimento del letto occupato: ruotare il paziente prima su un fianco e poi sull’altro; - se la persona non è collaborante si preferisce procedere con 2 operatori. Gli anziani hanno un rischio di perdita di calore corporeo maggiore rispetto all’adulto giovane, è importante perciò mettere in atto alcuni accorgimenti: - scegliere un abbigliamento a strati, facendo attenzione a non creare troppo peso che impedisca i movimenti ed una buona circolazione del sangue; -
posizionare una coperta sulle gambe quando seduti 56
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in poltrona o sulla sedia a rotelle. All’aria aperta: - in caso di umidità procurare indumenti impermeabili poiché l’umidità accresce il rischio di abbassamento della temperatura corporea; -
far sempre indossare guanti, cappello e sciarpa. RIFACIMENTO DEL LETTO OCCUPATO
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TECNICHE DI MOBILIZZAZIONE
Posizionamento di una padella- persona collaborante
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Spostamento verso la testata del letto ad un operatore- persona collaborante
Spostamento verso la testata del letto a due operatori 60
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Spostamento verso la testata del letto con persona non collaborante 61
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Spostamento in posizione laterale - persona collaborante
Passaggio dalla posizione laterale a quella seduta 62
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LA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA Il farmaco è qualsiasi sostanza chimica, sintetica o naturale, estranea all’organismo o da esso derivata utilizzata per curare, prevenire e diagnosticare. Posologia L’unità di misura cambia in base alla forma farmaceutica, ad esempio: Sciroppo – ml Compresse – mg Forma farmaceutica -
compresse
-
compresse effervescenti
-
capsule
-
gocce
-
sciroppo
-
creme
-
unguenti
-
supposte.
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Gli accorgimenti da mettere in atto prima di una somministrazione sono: -
principio attivo
-
scadenza del farmaco
-
orario
-
dose
-
via di somministrazione
-
allergie note (valutazione continua).
Vie di somministrazione Via enterale -
Orale
-
Gastrointestinale
Via parenterale -
Intradermica
-
Sottocute
-
Intramuscolo
-
Endovena
Via topica 64
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-
Rettale
-
Nasale
-
Vaginale
-
Oftalmica
-
Otologica
VIA ENTERALE : orale -
Buccale:
la bocca è solo un punto di ingresso e passaggio per il farmaco. L’assorbimento è lento poiché avviene a livello gastrico o intestinale. In base all’effetto desiderato ed al tipo di assorbimento si seguono 3 indicazioni solitamente fornite dal medico prescrivente: -
lontano dai pasti
-
prima dei pasti
-
dopo i pasti.
-
Sublinguale:
l’assorbimento è piuttosto rapido, circa 10 minuti. 65
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E’ importante triturare solo le compresse che lo permettono; per avere la certezza che si possa dividere a metà o frantumare il farmaco, rivolgersi prima al medico o al farmacista. Le compresse ad effetto prolungato o a lento rilascio non vanno alterate. Si deve triturare una compressa alla volta e poi somministrarle disciolte in una piccola quantità di acqua, con acqua, gel o con del cibo cremoso (frutta frullata, purè, etc..) tenendo conto delle esigenze e dei gusti dell’assistito.
VIA ENTERALE: GASTROINTESTINALE -
Tramite sondino naso-gastrico;
-
Tramite PEG. 66
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Entrambe le somministrazioni richiedono l’utilizzo di siringoni da 50-60 ml. Prima di somministrare il farmaco via SNG si controlla se la sonda è in sede iniettandovi circa 30 ml di acqua e poi si aspira, se nel siringone torna acqua mista a materiale gastrico è segno che la sonda è in sede. Si procede alla somministrazione secondo la forma farmaceutica: triturando le compresse ( se possibile), o aprendo la capsula o versando la soluzione dentro un po’ di acqua. Si aspira la soluzione ottenuta con il siringone e lo si insuffla nella sondaSegue sempre ulteriore lavaggio della sonda sotto l’acqua. VIA PARENTERALE: SOTTOCUTE
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Può essere eseguita con una inclinazione dell’ago di 90 gradi o 45 gradi. Solitamente i farmaci che vengono somministrati più diffusamente sono: -
Insulina
-
Eparina.
E’ necessaria la disinfezione della cute con cotone e disinfettante. Sedi di iniezione sottocute: -
Deltoidea
-
- addominale
-
Glutea
-
Coscia laterale.
E’ di fondamentale importanza ruotare le sedi di iniezione per prevenire le lipodistrofie: queste impediscono il corretto assorbimento del farmaco.
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VIA PARENTERALE: INTRAMUSCOLO
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Il farmaco viene iniettato nel muscolo. Questa tecnica di somministrazione richiede una preparazione teorica e pratica adeguata; il rischio di danneggiare nervi e vasi sanguigni è elevato. VIA TOPICA La somministrazione può avvenire a livello della cute o della mucosa. Attraverso la cute l’effetto sarà locale, mentre tramite mucosa l’effetto si estende a tutto l’organismo (effetto sistemico). Forma farmaceutica: -
Creme o unguenti
-
Soluzioni
-
Supposte
-
Ovuli
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CONSERVAZIONE DEI FARMACI Prima della somministrazione di un farmaco eseguire il controllo di: -
IntegritĂ della confezione
-
Scadenza
Accorgimenti fondamentali - te;
Conservare in luogo asciutto a temperatura costan-
-
tenere lontano da fonti di luce e di calore;
- adibire un armadietto o mensola solo per la conservazione di farmaci. La cucina ed il bagno sono i luoghi meno adatti. Non collocare nello stesso armadietto soluzioni alcoliche o che evaporano facilmente (solventi per l’igiene della casa); - leggere il foglietto illustrativo: alcuni farmaci vanno conservati in frigo fino al momento dell’utilizzo, altri invece solo dopo essere stati ricostituiti e durante tutto l’utilizzo; - i farmaci conservati in frigo vanno tenuti protetti con contenitore apposito o in una bustina di nylon per non 72
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entrare in contatto con odori e umidità; - controllo periodico della scadenza dei prodotti farmaceutici; - creme ed unguenti vanno utilizzati entro 1 mese dal momento dell’apertura. Quando colore e consistenza cambiano visibilmente (divisione dei costituenti) il prodotto non è utilizzabile; - è buona abitudine scrivere con un pennarello giorno-mese-anno dell’apertura di una soluzione (sciroppo o gocce).
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IL CUORE Il cuore è un muscolo dotato di funzioni di pompa, che fa circolare il sangue nei vasi. E’ costituito di un particolare tessuto muscolare, il miocardio, ed è formato da 4 cavità: atrio dx e sn, ventricolo dx e sn. E’ vascolarizzato dalle arterie coronarie.
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ARRESTO CARDIACO
In Italia ogni anno, una persona su 800 viene colpita da arresto cardiaco. L’arresto cardiaco non trattato tempestivamente si trasforma nel giro di pochissimi minuti in morte improvvisa che incide in Italia in circa 50 mila eventi ogni anno. Si tratta quindi di un fenomeno quantitativamente rilevante che si manifesta prevalentemente al di fuori delle strutture sanitarie. Il 50% degli arresti cardiaci, e quindi delle morti improvvise, si verifica a domicilio, il 33% sul posto di lavoro, il 12% per strada, il 5% durante attività ricreative. INTERVENTO DI EMERGENZA Nell’arresto cardiaco la persona cade improvvisamente a 75
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terra, pallido, incosciente e senza polso e respirazione. E’ necessario agire con la massima tempestività visto che dopo 4-6 minuti di arresto cardio-circolatorio iniziano danni cerebrali che divengono danni irreversibili dopo solo 10 minuti. La possibilità di salvare persone colpite da arresto cardiaco si riduce del 10% ogni minuto che passa dall’inizio dell’evento. Un trattamento immediato con defibrillazione elettrica precoce entro 4 minuti dall’arresto cardiaco può aumentare la sopravvivenza fino al 50%. In presenza di un arresto cardiaco è fondamentale chiamare i soccorsi urgentemente spiegando con precisione la situazione affinchè arrivino sul posto il prima possibile, pronti e preparati per un intervento rapido ed efficace. E’ assolutamente eccezionale però che i soccorsi finora sperimentati possano giungere sul posto entro un tempo tanto breve. BLS BASIC LIFE SUPPORT (SOSTEGNO DI BASE DELLE FUNZIONI VITALI) Nel soggetto in arresto cardiaco: -
non è cosciente
-
non respira 76
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-
non ha circolo DANNO ANOSSICO CEREBRALE
Inizia dopo circa 4-6 minuti di assenza di circolo. Dopo circa 10 minuti si hanno lesioni cerebrali irreversibili. MORTE CARDIACA IMPROVVISA Cessazione brusca ed inattesa delle attività circolatoria e respiratoria preceduta o no da segni premonitori in soggetti con o senza malattia cardiaca nota. CIRCA 1 EVENTO/1000 ABITANTI/ANNO SEGNI DI ALLARME DELL’INFARTO MIOCARDICO - dolore al centro del torace o alla mandibola, alla gola o simile al mal di stomaco -
difficoltà di respirazione o senso di debolezza
-
nausea, vomito, sudorazione
-
durante sforzo o anche a riposo
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LA CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA
SOSTEGNO DI BASE DELLE FUNZIONI VITALI AIRWAY (pervietà delle vie aeree) BREATHING (respirazione) CIRCULATION (circolazione) PER PRIMA COSA Valuta se nell’ambiente ci sono pericoli
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BASIC LIFE SUPPORT Nelle fasi A-B-C ogni azione deve essere preceduta da una valutazione del soccorritore. Coscienza-azione A (Airway) Respiro- azione B (Breathing) Circolo- azione C (Circulation) A.
FASI DEL BASIC LIFE SUPPORT
Valuta lo stato di coscienza. Se la vittima non è cosciente: -
attiva i soccorsi
-
posiziona la vittima su piano rigido e scopri il torace
-
assicura la pervietĂ delle vie aeree.
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COME VA? TUTTO BENE?
VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA
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CHIAMA IL 118
ATTIVAZIONE DEI SOCCORSI
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PAZIENTE NON COSCIENTE A. APERTURA DELLE VIE AEREE
IPERESTENSIONE DEL CAPO E SOLLEVAMENTO DEL MENTO (NO NEL TRAUMA) B. Valuta la presenza di attività respiratoria Se assente: -
ventila: 2 insufflazioni della durata di 2 sec.
Se presente: -
posizione laterale di sicurezza.
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Fare assistenza
VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI ATTIVITA’ RESPIRATORIA GUARDO-ASCOLTO-SENTO PER 10 SEC.
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Fare assistenza
POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA
PAZIENTE NON COSCIENTE •
ATTIVITA’ RESPIRATORIA PRESENTE
•
NO TRAUMA
•
DOPO 30’ CAMBIA LATO
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Bocca – bocca
Insuffla due volte lentamente (2 sec.) tenendo aperte le vie aeree
e puoi, insuffla usando un mezzo protettivo
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Fare assistenza
Valuta la presenza del polso e dei segni di circolo (respiro, tosse, movimenti). CIRCOLO ASSENTE: - no).
compressioni toraciche( massaggio cardiaco ester-
CIRCOLO PRESENTE: -
ventila 12 atti al minuto.
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Fare assistenza
RICERCA DEL POLSO CAROTIDEO 10”
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Fare assistenza
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E DEI SEGNI DI CIRCOLO: respiro, movimenti, tosse, ecc.
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Fare assistenza
INDIVIDUAZIONE PER LE COMPRESSIONI TORACICHE (centro del torace) COMPRESSIONI TORACICHE POSIZIONE DEL SOCCORRITORE
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Fare assistenza
Compressione/rilasciamento = 1/1 Frequenza:100/min. Alterna 30 compressioni e 2 insufflazioni
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PRIMO SOCCORSO 118
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SISTEMA DI SOCCORSO TERRITORIALE
NUMERO UNICO GESTIONE DI CHIAMATE DI EMERGENZA URGENZA TRAUMI=INCIDENTI MEDICO=MALORE
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Fare assistenza
NELL’EMERGENZA IL TEMPO E’ PREZIOSO CHIAMARE SIGNIFICA: -
fornire informazioni compete e chiare
-
inquadrare la situazione clinica
- raggiungere nel più breve tempo l’infortunato con l’attrezzatura più adeguata - concordare, se possibile, un luogo di incontro conosciuto per guidare i soccorritori sul posto rapidamente.
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PROFESSIONALITA’
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Fare assistenza
FUNZIONI VITALI O SEGNI VITALI Sono gli indici che ci permettono di dire se il soggetto è vivo ed in salute: -
coscienza
-
respiro
-
polso PARAMETRI VITALI
Misurano il valore dei segni vitali: -
atti respiratori
-
polso
-
pressione sanguigna
-
temperatura corporea
CARATTERISTICHE -
valore numerico
-
unitĂ di misura
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EMERGENZA Compromissione delle funzioni vitali. URGENZA Non c’è compromissione delle funzioni vitali ma si può avere un’evoluzione negativa. CUORE E CIRCOLO Attività: il battito viene rilevato a livello periferico dai polsi riscontrabili lungo il decorso di un’arteria ove questa decorre sopra una superficie solida. Polso radiale Polso carotideo Polso omerale
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PRESSIONE ARTERIOSA Eâ&#x20AC;&#x2122; la forza che il cuore imprime al sangue per mandarlo in circolo dentro i vasi Pressione sistolica o massima Valori 90 <>150 Pressione diastolica o minima Valori 60<>80
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L’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA L’insufficienza respiratoria rappresenta l’alterazione di una o più fasi della respirazione con conseguente anomalo apporto di ossigeno all’organismo ed anomala eliminazione di anidride carbonica. SEGNI E SINTOMI DELL’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA -
cianosi
-
stato d’ansia
-
tachicardia
-
dispnea COSA FARE NELL’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
-
Mettere il paziente in sicurezza
-
Posizione semi-seduta in attesa del 118
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Fare assistenza
-
Tranquillizzarlo.
Nel soggetto vittima di insufficienza respiratoria incosciente: -
Chiamare il 118
-
Iniziare il B.L.S SINCOPE O COLLASSO
Definizione: perdita transitoria della coscienza. Forme piĂš comuni: -
Lipotimia semplice non complicata
-
Ipotensione posturale
100
Fare assistenza
SINCOPE Lipotimia semplice non complicata Di solito è indicata con il nome di svenimento, crisi emotive, dolore, affaticamento, esposizione al calore (colpo di calore). Cause: -
Ischemia cerebrale temporanea
-
Ipoglicemia
-
Epilessia
-
Simulazione IPOTENSIONE POSTURALE
Diminuzione della pressione arteriosa a causa della posizione assunta senza dare tempo all’organismo di adeguarsi. Cause: brusco passaggio dal clinostatismo all’ortostatismo Segni e sintomi: -
Nausea 101
Fare assistenza
-
Sudorazione
-
Astenia
-
Ipotensione.
Modalità di intervento: osservare le funzioni vitali. Posizionare la persona distesa in posizione supina sul piano rigido sollevando le gambe sopra il piano della testa. Rapido ritorno della coscienza dopo che il paziente è stato posto in decubito supino. Rare le convulsioni. Modalità di intervento: posizione anti shock gambe sollevate
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Fare assistenza
SHOCK Eâ&#x20AC;&#x2122; uno stato di ridotto afflusso di sangue nei tessuti dellâ&#x20AC;&#x2122;organismo. Segni e sintomi: -irrequietezza - emorragia esterna/interna massiva - polso rapido o debole - vomito - respirazione superficiale e rapida - brusco calo di pressione - pelle pallida, umida e fredda - pupille dilatate - viso pallido spesso con cianosi a livello delle mucose e dei padiglioni auricolari. Livello di coscienza: improvvisa mancanza di risposta agli stimoli, svenimento, perdita di conoscenza.
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Fare assistenza
EMORRAGIE Fuoriuscita di sangue dai vasi Classificazione: -
Esterne
-
Interne
-
Interne esteriorizzate
-
Arteriose
-
Venose
-
Capillari
La gravitĂ varia per sede e quantitĂ di sangue perso. EMORRAGIE ESTERNE Emorragie arteriose -
Getto intermittente
-
Sangue rosso vivo
-
Sincrono con il polso
Emorragie venose 104
Fare assistenza
-
Getto continuo
-
Colore rosso scuro
-
Grave se interessa grossi vasi
Emorragie capillari -
Flusso lento
-
Meno vivo di quello arterioso TECNICHE DI TRATTAMENTO DELLE EMORRAGIE ESTERNE
-
Pressione diretta
-
Sollevamento dellâ&#x20AC;&#x2122;arto
-
Punti di pressione
-
Applicazione di stecche varie
-
Applicazione di bracciale sfigmomanometro
-
Laccio amputazione
-
Crioterapia
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Fare assistenza
PRESSIONE DIRETTA Ã&#x2C6; la pressione esercitata direttamente sulla ferita. MANO MEDICAZIONE+MANO BENDAGGIO COMPRESSIVO Migliore controllo emorragia esterna.
BENDAGGIO COMPRESSIVO Comprimere con garza
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Fare assistenza
Applicare seconda garza
Fasciare
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Fare assistenza
ESCORIAZIONE Sfregamenti o graffi sulla superficie FERITA DA TAGLIO Apertura dei tessuti FERITA LACERO CONTUSA Il tessuto risulta a bordo irregolare FERITA DA PUNTA Da oggetto a punta FERITA PENETRANTE Inserzione oggetto a punta PERFORANTE L’oggetto entra ed esce Una ferita è causa di emorragia.
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