Nei mesi di marzo e aprile 2020 eravamo tutti chiusi in casa, nonostante fuori brillasse un tiepido sole di Primavera. Un giorno nevicò. Guardavo dalla finestra quel mondo in bianco e nero che aveva cancellato i colori sotto pennellate di malinconica suggestione. L’insolito incanto del paesaggio racchiudeva il cielo e la terra in un unico involucro senza suoni. Afferrai una penna e, d’istinto, appuntai pochi versi sul primo foglio che mi capitò a tiro. Quel gesto o, forse, la pena sottile dell’anima scatenò l’idea: avrei scritto una fiaba. Una fiaba per raccontare a mio nipote e a tutti i bimbi della Pandemia che ci stava travolgendo. In modo fiabesco e con un gran bel finale, come ogni fiaba richiede.