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Quaderni del volontariato 11
Edizione 2019
Cesvol Centro Servizi Volontariato Umbria Sede legale: Via Campo di Marte n. 9 06124 Perugia tel 075 5271976 www.cesvolumbria.org editoriasocialepg@cesvolumbria.org Edizione dicembre 2019 Coordinamento editoriale di Stefania Iacono Stampa Digital Editor - Umbertide
Per le riproduzioni fotografiche, grafiche e citazioni giornalistiche appartenenti alla proprietà di terzi, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire. E’ vietata la riproduzione, anche parziale e ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzato.
ISBN 9788896649985
I QUADERNI DEL VOLONTARIATO UN VIAGGIO NEL MONDO DEL SOCIALE PER COMUNICARE IL BENE I valori positivi, le buone notizie, il bene che opera nel mondo ha bisogno di chi abbia il coraggio di aprire gli occhi per vederlo, le orecchie e il cuore per imparare a sentirlo e aiutare gli altri a riconoscerlo. Il bene va diffuso ed è necessario che i comportamenti ispirati a quei valori siano raccontati. Ci sono tanti modi per raccontare l’impegno e la cittadinanza attiva. Anche chi opera nel volontariato e nell’associazionismo è ormai pienamente consapevole della potenza e della varietà dei mezzi di comunicazione che il nuovo sistema dei media propone. Il Cesvol ha in un certo senso aderito ai nuovi linguaggi del web ma non ha mai dimenticato quelle modalità di trasmissione della conoscenza e dell’informazione che sembrano comunque aver retto all’urto dei nuovi media. Tra queste la scrittura e, per riflesso, la lettura dei libri di carta. Scrivere un libro per un autore è come un atto di generosa donazione di contenuti. Leggerlo è una risposta al proprio bisogno di vivere il mondo attraverso l’anima, le parole, i segni di un altro. Intraprendendo la lettura di un libro, il lettore comincia una nuova avventura con se stesso, dove il libro viene ospitato nel proprio vissuto quotidiano, viene accolto in spazi privati, sul comodino accanto al letto, per diventare un amico prezioso che, lontano dal fracasso del quotidiano, sussurra all’orecchio parole
cariche di significati e di valore. Ad un libro ci si affeziona. Con il tempo diventa come un maglione che indossavamo in stagioni passate e del quale cerchiamo di privarcene più tardi possibile. Diventa come altri grandi segni che provengono dal passato recente o più antico, per consegnarci insegnamenti e visioni. Quelle visioni che i cari autori di questa collana hanno voluto donare al lettore affinché sapesse di loro, delle vite che hanno incrociato, dei sorrisi cui non hanno saputo rinunciare. Gli autori di questi testi, e di tutti quelli che dal 2006 hanno contribuito ad arricchire la Biblioteca del Cesvol, hanno fatto una scelta coraggiosa perché hanno pensato di testimoniare la propria esperienza, al di là di qualsiasi tipo di conformismo e disillusione Il Cesvol propone la Collana dei Quaderni del Volontariato per contribuire alla diffusione e valorizzazione della cittadinanza attiva e dei suoi protagonisti attraverso la pubblicazione di storie, racconti e quant’altro consenta a quel mondo di emergere e di rappresentarsi, con consapevolezza, al popolo dei lettori e degli appassionati. Un modo di trasmettere saperi e conoscenza così antico e consolidato nel passato dall’apparire, oggi, estremamente innovativo. Salvatore Fabrizio Cesvol Umbria
Museo della Canapa Piazza Comune Vecchio n. 1 Sant’Anatolia di Narco, 06040 – PG www.museodellacanapa.it Associazione Turistica ProNarco Piazza Marconi, 1 Sant’Anatolia di Narco, 06040 – PG
Nonostante oggi non ci sono più le principesse Setina o i principi Lino come una volta, i telai sono oggetti che ancora vengono utilizzati per creare tessuti, magari da qualche ragazza che non ne vuole sapere né di corredi, né di principi, o da un ragazzo interessato ai tessuti oltre che al calcio. Il telaio magico di Setina è un telaio ancora oggi esistente, che viene realmente da Caso, frazione di Sant’Anatolia di Narco. È esposto al Museo della Canapa e possiede ancora una sorta di magia: quella di raccontare, a chi ha la pazienza di starlo a sentire, storie che intrecciano questi oggetti con la vita delle tessitrici. Quelle tessitrici che, spesso “zitelle”, non tessevano solo i corredi di nozze, ma avevano trasformato già in passato un’attività casalinga in un vero e proprio lavoro. Glenda Giampaoli Direttrice del Museo della Canapa
All’Amministrazione Comunale di Sant’Anatolia di Narco e alla ProNarco che da sempre si impegnano a collaborare per mantenere in vita le tradizioni di questo incantevole borgo della Valdinarco. Ad Alice, che ha vissuto il paese di Sant’Anatolia in quelle estati, da bambina, quando la magia vera era giocare a nascondino tra i vicoli di un castello, per il prezioso aiuto e i consigli grafici. A Mirko, che rende vive le storie di ieri, di oggi e di domani, un grazie speciale per aver aiutato Setina a diventare una principessa ancora più bella. A tutti coloro che hanno vissuto o ascoltato questa storia fin dall’inizio, che credono nella magia dei telai e che continuano a sognare tra le pagine di un libro.
Setina e la Magia del Telaio Favola ispirata alla magia che si respira tra i telai del Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco
a cura di Benedetta Martini
‘ era una volta, tanto e tanto tempo fa, un piccolo paese in cui non c’erano negozi. Ogni abitante di quel paese senza negozi era ugualmente felice, perché tutti erano in grado di creare con le proprie mani ciò di cui avevano bisogno. Gli uomini andavano a caccia, a pesca, cavavano i tartufi, coltivavano il grano, il farro e la canapa, mentre le donne prendevano i frutti della terra e li trasformavano in pane oppure in qualche stoffa. Già! Non c’erano nemmeno i negozi di vestiti, eppure nessuno girava nudo, nel paese senza negozi. 11
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Alle ragazze, fin da piccole, veniva insegnato come filare un fascio di fibre in tanti fili e, dopo, come intrecciare quegli stessi fili per creare splendidi tessuti con cui confezionare ogni sorta di vestito. Il paese senza negozi era dominato da un castello, arroccato in cima a un colle, nella sperduta località chiamata Caso. In questo castello vivevano il re Burbero e sua figlia, la principessa Setina. La principessa era una fanciulla dolce dall’animo buono, sempre pronta a dare una mano a chi ne aveva bisogno, ma quel burbero di suo padre l’aveva costretta a vivere nella solitudine del castello. A Setina era concesso incontrare solo un paio di servitori e lui medesimo. Setina aveva infatti perso la mamma quando non era altro che una bambina in fasce, cosÏ piccola da ricordarsi di lei solo grazie a un dipinto appeso nel castello. 14
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Setina era l’unica fanciulla in tutto il regno che non sapeva tessere, perché nessuno le aveva insegnato come fare. “Le altre ragazze si sposano e io non ho ancora fatto uno straccio di asciugamano. Ahimè, come farò se un giorno qualcuno volesse chiedere la mia mano?”, pensava la dolce principessa Setina passando di fronte alla stanza in cui era custodito il telaio della madre. Setina non sapeva che quel telaio era diverso da tutti gli altri: si trattava di un telaio reso incantato proprio dalla magia della mamma di Setina. La Regina era, infatti, una fata che veniva dalle sponde del Fiume Nera e, sapendo di dover lasciare la figlia prima di averle insegnato a tessere, aveva fatto un incantesimo al telaio. 16
Nessuno, né il re, né la principessa Setina, sapeva di quel sortilegio! Lo sapeva invece Zampi, un buffo ragnetto peloso che viveva nelle ragnatele tra le travi del soffitto e che aveva sempre vegliato su Setina e sul telaio incantato. Di giorno Zampi aiutava il telaio a compiere la sua magia preparando l’ordito, l’insieme di fili che erano un po’ la base di tutti i tessuti.
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Zampi saltava giù dalle ragnatele dove si nascondeva di notte e si arrampicava sull’orditoio, un enorme strumento di legno fatto con due pali grandi e tanti paletti più piccoli, nonché il più fedele amico di tutti i telai del mondo. Il ragnetto iniziava a zampettare tra un piolo e l’altro e lasciava cadere un filo di ragnatela lunghissimo e sottile. Faceva poi girare questo filo attorno ai piolini, avanti e indietro e ancora e ancora, fino a tornare al punto di partenza per ripartire nuovamente da capo. Così facendo, Zampi otteneva tanti fili tutti uguali e della stessa lunghezza.
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Quando questi fili lunghissimi erano pronti, Zampi li toglieva dall’orditoio e li infilava in modo ordinato dentro ai licci e al pettine del telaio. Il ragnetto restava poi in attesa che la principessa Setina iniziasse a pettinare i suoi capelli. Quello era il momento in cui Zampi sapeva di poter interrompere il duro lavoro che faceva in gran segreto durante il giorno. Non appena Setina iniziava ad accudire i propri capelli, il pettine del telaio ripeteva lo stesso movimento fatto della principessa. E così più Setina si pettinava, più il telaio magico tesseva i suoi fili, creando delle magnifiche stoffe e pregiati tessuti, di cui però solo Zampi sapeva l’esistenza.
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Gli anni passavano e Setina era ormai una donna in età da marito. Pettina oggi e pettina domani, negli anni aveva realizzato senza saperlo metri e metri di splenditi tessuti, che erano stati nascosti da Zampi all’interno di un baule. Setina, ignara della forza magica racchiusa in quel telaio, si era convinta che nessuno l’avrebbe mai chiesta come sposa, poichÊ tutti nel regno sapevano che lei non possedeva nemmeno uno straccio di corredo.
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Un bel giorno bussò alla porta del Castello del re Burbero un giovanotto che nessuno conosceva. Quello non era altri che il principe Lino, giunto dal lontano reame di Castelluccio di Norcia. Non appena il principe Lino entrò nel castello, il suo sguardo cadde proprio sulla bellissima principessa. Rapito dallo sguardo dolce di Setina e dai suoi capelli lunghissimi e lisci, il principe s’innamorò e corse a chiedere la mano al Re. Il re Burbero, però, non la voleva far maritare. “Ho solo questa figlia,” pensava il re. “Se la lascio maritare poi dovrò farle tessere una dote dalle zitelle del regno. E non voglio rimanere da solo. Devo pensare a una prova insuperabile per il principe.” 25
Il re raggiunse il principe Lino, ormai perdutamente innamorato della sua Setina, e lo sfidò. “Se proprio vuoi in sposa mia figlia, mostrami di essere degno. Dovrai contare il numero dei suoi capelli. Non uno di più, non uno di meno.” Il povero principe Lino non poté far altro che accettare e iniziare la sua impresa. Ma ogni volta che cominciava a contare, era così tanta la voglia di parlare con lei che si distraeva e perdeva il conto. Passò un giorno, ne passarono due, poi una settimana e infine un mese, ma più tempo passava e più il principe Lino si rendeva conto che quell’impresa era impossibile, e non avrebbe mai potuto sposare la sua amata principessa. 26
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“Povero me!” disse a voce alta camminando da solo in un corridoio del castello. “Come posso solo pensare di vivere senza la dolce Setina, senza poter toccare i suoi morbidi capelli… ah, vorrei così tanto pettinarglieli un giorno anziché contarli e basta.” Improvvisamente una vocina rispose a quella del principe Lino. “Principe Lino? Principe Lino?” “Chi mi chiama?” chiese il giovane non vedendo nessuno. Zampi era sbucato fuori dal suo nascondiglio tra i paletti dell’orditoio. I sospiri del principe lo avevano intenerito. Era quello il momento di agire. 28
“Sono qui, sopra l’orditoio nella stanza del telaio. Entra, che io so come aiutarti.” Zampi saltò sulla spalla del principe Lino e si avvicinò a un orecchio. “Principe, ascoltami bene. Questo telaio è magico. Comincia a tessere ogni volta che Setina si pettina i capelli. La principessa ha i capelli come seta e quando li pettina è come se pettinasse i fili che sono su questo telaio. Se conterai i fili qui presenti, saprai esattamente quanti sono i capelli di Setina. Quando avrai finito, potrai andare dal re Burbero e dargli la risposta che ti permetterà di sposare la tua principessa.” 29
Il principe Lino si rimboccò le maniche e si mise di fronte al telaio, pronto per iniziare, ma il ragnetto Zampi saltò sul pettine e gli disse: “Sembri proprio intenzionato a sposare la dolce principessa Setina, quindi ti svelerò un segreto. Si dice che Setina sia l’unica ragazza nel regno a non avere un corredo … ma questo non è affatto vero! Lì dentro,” disse indicando il baule in fondo alla stanza, “troverai tutto quello che il telaio magico ha tessuto mentre la principessa pettinava e intrecciava i suoi capelli. In tutti questi anni ha realizzato per lei le stoffe più belle e raffinate di tutti i reami e così, quando sarà il momento di sposarsi, potrà mostrare a tutti un corredo degno di una principessa.” 30
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Il principe Lino si mise subito al lavoro tutto contento. Ogni giorno contava un po’ dei mille e mille fili che aveva davanti. Passò nuovamente un giorno, poi due giorni, poi una settimana e poi un mese, e Lino non smise di contare finché non arrivò alla fine del pettine. Setina, invece, non vedendo più il suo principe passare ogni giorno con lei a contare i capelli pensò che il buon Lino avesse rinunciato a sposarla. Ma proprio quando venne presa dallo sconforto, fu chiamata nella sala del trono dal padre. “Figlia mia, questo principe è riuscito a scoprire il numero esatto dei tuoi capelli. Sono sicuro che un uomo disposto ad avere così tanta pazienza pur di sposarti, senza dubbio sarà in grado di amarti e rispettarti.” 32
E poi disse a Lino: “Non posso che darti la mano di mia figlia, se avrai il tempo e la pazienza di aspettare che Setina impari a tessere e a farsi un corredo degno di una principessa.” “No, Sire. Setina ha già il suo corredo, l’ha tessuto lei.” affermò fieramente il principe Lino. E sorrise alla promessa sposa. “Non esiste nessun corredo, bugiardo che non sei altro!” tuonò allora il re Burbero. “Un bugiardo con delle prove non è un bugiardo. Venite con me, Sire! Vi mostrerò quale meraviglia è nata in questi anni grazie al vostro prezioso telaio. Un corredo così meraviglioso che incanterà tutti i vostri sudditi.” 33
Il re e la principessa seguirono il principe fino alla stanza del telaio. Setina pensava tra sé: “Io non so tessere, non l’ho mai fatto! Come farà il mio amato a non finire male dopo aver mentito a mio padre?” Una volta raggiunto il grande salone, il principe chiese al re di osservare da vicino l’ordito fittissimo e ogni parte del telaio, quindi estrasse un pettine dalla tasca, s’accostò alla sua amata e prese a pettinarla dolcemente, con le mani tremanti d’amore. Tutti rimasero a bocca aperta nel vedere quel telaio prendere vita: mentre Lino pettinava la principessa, una navetta col filo della trama correva tra l’ordito preparato da Zampi e il pettine del telaio scendeva a bloccare l’intreccio creato.
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Il re Burbero non poté più opporsi alle nozze. Ormai la verità s’era sparsa per il regno: tutti sapevano che Setina possedeva un corredo da sposa di mirabile fattura. Il suo telaio magico aveva lavorato per la sua felicità, lungo gli anni, in gran segreto, mosso dall’amore infinito della regina madre. Iniziarono i preparativi per il più e bello e sontuoso dei matrimoni, celebrato in un bel giorno di primavera nella chiesa del paese senza negozi. La gioia di tutti coloro che vivevano nel castello fu così grande che sfilarono insieme ai due novelli sposi per tutte le vie del regno, seguiti da un corteo di servitori, che portavano le ceste con il corredo incantato.
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Setina e Lino entrarono in chiesa come promessi sposi, accompagnati dal re Burbero – ora meno burbero – e dal ragno Zampi. Uscirono mano nella mano, pronti a vivere il loro amore come re e regina di Caso. Da quel giorno il telaio magico perse la sua magia, ma continuò a essere utilizzato per molti anni ancora, magari da qualche mamma in cerca di una tovaglia o una camicia nuova per il proprio figliolo. Setina e Lino non avevano più bisogno di quell’oggetto che aveva fatto nascere il loro magico amore. Oramai possedevano tutte le stoffe necessarie per vivere eternamente felici e contenti.
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