Strada Facendo

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Quaderni del volontariato 4

Edizione 2019


Cesvol Centro Servizi Volontariato Umbria Sede legale: Via Campo di Marte n. 9 06124 Perugia tel 075 5271976 fax 075 5287998 www.pgcesvol.net pubblicazioni@pgcesvol.net

Edizione aprile 2019 Coordinamento editoriale di Stefania Iacono Copertina a cura di Filippo Dentini Stampa Digital Editor - Umbertide Per le riproduzioni fotografiche, grafiche e citazioni giornalistiche appartenenti alla proprietà di terzi, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire. E’ vietata la riproduzione, anche parziale e ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzato.

ISBN 9788896649893


I QUADERNI DEL VOLONTARIATO UN VIAGGIO NEL MONDO DEL SOCIALE PER COMUNICARE IL BENE I valori positivi, le buone notizie, il bene che opera nel mondo ha bisogno di chi abbia il coraggio di aprire gli occhi per vederlo, le orecchie e il cuore per imparare a sentirlo e aiutare gli altri a riconoscerlo. Il bene va diffuso ed è necessario che i comportamenti ispirati a quei valori siano raccontati . Ci sono tanti modi per raccontare l’impegno e la cittadinanza attiva. Anche chi opera nel volontariato e nell’associazionismo è ormai pienamente consapevole della potenza e della varietà dei mezzi di comunicazione che il nuovo sistema dei media propone. Il Cesvol ha in un certo senso aderito ai nuovi linguaggi del web ma non ha mai dimenticato quelle modalità di trasmissione della conoscenza e dell’informazione che sembrano comunque aver retto all’urto dei nuovi media. Tra queste la scrittura e, per riflesso, la lettura dei libri di carta. Scrivere un libro per un autore è come un atto di generosa donazione di contenuti. Leggerlo è una risposta al proprio bisogno di vivere il mondo attraverso l’anima, le parole, i segni di un altro. Intraprendendo la lettura di un libro, il lettore comincia una nuova avventura con se stesso, dove il libro viene ospitato nel proprio vissuto quotidiano, viene accolto in spazi privati, sul comodino accanto al letto, per diventare un amico prezioso che, lontano dal fracasso del quotidiano, sussurra all’orecchio parole cariche di significati e di valore. Ad un libro ci si affeziona. Con il tempo diventa come un maglione che indossavamo in stagioni passate e del quale cerchiamo di privarcene più tardi possibile. Diventa come altri grandi segni che provengono dal passato recente o più antico, per consegnarci insegnamenti e visioni. Quelle visioni che i cari autori di questa collana hanno voluto donare al lettore affinché sapesse di loro, delle vite che hanno incrociato, dei sorrisi cui non hanno saputo rinunciare. Gli autori di questi testi, e di


tutti quelli che dal 2006 hanno contribuito ad arricchire la Biblioteca del Cesvol, hanno fatto una scelta coraggiosa perché hanno pensato di testimoniare la propria esperienza, al di là di qualsiasi tipo di conformismo e disillusione Il Cesvol propone la Collana dei Quaderni del Volontariato per contribuire alla diffusione e valorizzazione della cittadinanza attiva e dei suoi protagonisti attraverso la pubblicazione di storie, racconti e quant’altro consenta a quel mondo di emergere e di rappresentarsi, con consapevolezza, al popolo dei lettori e degli appassionati. Un modo di trasmettere saperi e conoscenza così antico e consolidato nel passato dall’apparire, oggi, estremamente innovativo. Salvatore Fabrizio Cesvol Umbria


Gianni Dentini

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Toponomastica del territorio di Agello Tra storia e curiositĂ

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La toponomastica di Magione ha collezionato nel tempo un notevole ritardo nell’aggiornamento dello stradario comunale, in particolare nelle aree rurali. Il territorio si confronta da sempre con un toponimo complesso da gestire: “via Case sparse”. Si tratta di un meccanismo di individuazione dei caseggiati di campagna che – nelle aree esterne ai centri abitati – attribuisce i numeri civici con un sistema concentrico “a chiocciola” che si allarga via via sulla mappa partendo, in genere, dalla prima casa a Nord del campanile della chiesa della frazione. Con questo modello il civico numero 2 non è per forza di cose il più vicino al numero 1, ma è quello che la spirale intercetta subito dopo aver incontrato la prima casa. Il metodo “Case sparse”, per quanto affascinante nelle modalità e veloce nell’attribuzione dei numeri destinati agli antichi poderi contadini, lontani e difficili da raggiungere, si è rivelato – nella contemporaneità dell’oggi – una “trappola perfetta” per chi voglia trovare un agriturismo, un’abitazione o un’azienda. L’impianto di intitolazione è infatti reso ancor più complicato dall’applicazione dello stesso su una pluralità di frazioni: più di una decina all’interno del Comune di Magione. Questo fa sì che i civici “Case sparse”, oltre a essere difficili da ritrovare, si ripetono in più luoghi dello stesso municipio. Nel caso del civico 45, dove ho abitato assieme ai miei genitori per oltre venti anni, questo risulta presente nella frazione di Soccorso, ma anche in altre località, come ad esempio la stessa Agello. E’ quindi verosimile che un agriturismo ad Agello possa essere confuso, a causa di un civico del tutto identico, con un’autofficina a Sant’Arcangelo; una civile abitazione a Torricella, con i moderni sistemi di localizzazione digitale (Google, Foursquare, Apple, ecc. ecc.), può essere meta finale di chi cercava in realtà un ristorante a Villa. Insomma, una grande confusione. In questi anni da sindaco di Magione – grazie ad una serie di persone di buona volontà – abbiamo provato a mettere ordine a questa toponomastica così “originale”. Si è partiti da una 7


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proposta di intitolazione per ogni via da cambiare avanzata dallo storico Giovanni Riganelli. Da questi al lavoro collegiale della commissione toponomastica composta in maniera eterogenea da due giovani archeologi come Alessio Renzetti e Serena Trippetti; diversi storici locali come Gianfranco Cialini, Michele Chierico, Gianni Dentini e Sandro Tiberini; un insegnante in pensione, Giordano Traica, venuto purtroppo meno due anni fa; un ex comandante della Polizia municipale come Carlo Flussi. Il loro lavoro, del tutto autonomo, è stato presentato in partecipazione pubblica in molteplici assemblee di paese. La scelta di fondo è stata quella di favorire gli antichi toponimi della civiltà contadina. Si è proseguito con il parere obbligatorio della Prefettura di Perugia; il cambio di residenza anagrafica; l’apposizione del nuovo segnale viario; la modifica degli stradari online tramite Google editor. L’abolizione di “via Case sparse” è diventato, di fatto, una sfida che ha coinvolto tanti settori amministrativi del Comune, a partire dall’assessore delegato Cristina Tufo e dal responsabile d’area Paolo Orecchini. A tutti loro va un sentito ringraziamento, nella consapevolezza che ancora oggi – con l’uscita di questa pubblicazione – c’è una parte di territorio ancora da completare. In tutto questo Gianni Dentini è stato uno degli animatori principali, soprattutto per l’area di Agello, Vignaia, Montebuono e Vallupina. Complice la sua profonda conoscenza del territorio, dei suoi usi e costumi, delle sue tradizioni più antiche, Dentini ha preso per mano la commissione toponomastica in percorso di ridenominazione ragionato con senso pratico e grande rispetto per il passato della sua amata frazione di Agello. Oltre a contribuire alla ridenominazione di circa sessanta vie, si è anche trovato al centro di una inedita scommessa culturale, di grande rottura con gli stereotipi del passato e in palese contrasto con l’orientamento con cui la commissione toponomastica, e la stessa giunta comunale, aveva intrapreso nel lavoro di rimozione del toponimo “via Case sparse”. Mi riferisco alla scelta di dedicare una via agli Emirati Arabi Uniti e una piazza alla città di Dubai in località 8


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Bovaica, tra Mugnano e Agello. La ragione di questa proposta, che successivamente risulterà essere la prima in Italia dedicata a questa Nazione araba emergente, è legata alla nascita in quella zona del polo dedicato alla disciplina dell’endurance equestre, sport nazionale negli Emirati, voluto e realizzato dalla Italia Endurance Stables & Academy di Gianluca Laliscia. Una toponomastica che guarda al mondo e che “accompagna” un investimento imprenditoriale ricco di fascino e carico di opportunità per il futuro. Non a caso l’inaugurazione della targa d’indicazione di via è stato un evento nazionale sia in Italia che nella nazione emiratina. Ed è proprio in questi slanci di moderna visione del mondo e di lungimiranza di pensiero che Gianni Dentini, animatore per decenni della vita culturale di Agello e non solo, ha pensato di trasformare questa esperienza personale e collettiva in una pubblicazione. Un libro destinato a tutti coloro che amano la propria terra, le genti che la vivono e la grande storia che abbiamo alle spalle. Ma anche a tutti coloro che non si fermano a contemplare, ma vogliono lasciare un piccolo segno nella realtà che ci circonda. Giacomo Chiodini Sindaco di Magione

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Questa Pro loco accoglie favorevolmente l’iniziativa di rinominare il toponimo di “via Case Sparse” riscoprendo un lessico dimentico e creandone uno nuovo per le vie del nostro paese. In effetti, se la vecchia denominazione andava necessariamente cambiata perché non più funzionale alle esigenze di un centro abitato in continuo sviluppo demografico, la scelta dei vari toponimi – che troverete illustrati ad uno ad uno nelle pagine seguenti, si è rivelata molto significativa per identificare e contraddistinguere le strade di Agello e dei suoi dintorni. In particolare, specifici brani del tessuto viario sono stati intitolati a figure e personaggi la cui esistenza si è intrecciata e in qualche modo legata alla storia del paese, o in ugual modo sono stati dedicati ad usi e costumi caratteristici del nostro backround culturale che, nel passato più o meno recente, hanno valorizzato la vita sociale del nostro centro. D’altra parte, anche nel pianificare urbanisticamente un piccolo centro come il nostro Agello, immerso nella campagna umbra, in un paesaggio per certi versi ancora intatto a cambiamenti che ne abbiano alterato la sua originaria vocazione agreste, va fortemente tenuto conto dell’identità del contesto in cui l’insediamento urbano è inserito. Così, un tema come la ricerca delle radici storiche, motivo ricorrente nell’individuazione della nuova toponomastica, può aiutare a regolare la relazione tra un costruito, sempre più, sempre più insistente e crescente, ed un paesaggio naturale da proteggere, conservare e consegnare alle generazioni future. E’ dunque la Storia l’entità che più di tutte conferisce al paesaggio una sua propria identità. E specificatamente, nella dialettica tra nuovo e preesistente, tra passato e presente è possibile trovare i suggerimenti per concepire e programmare lo viluppo futuro del nostro territorio, sia affinchè la memoria del passato non venga dispersa definitivamente, sia in modo che la vocazione del contesto, a noi più familiare, la nostra casa, possa rimanere unica e incontaminata nel 11


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tempo. Come un albero che per crescere prende linfa dalla terra in cui è piantato, così per noi che abitiamo questi luoghi la consapevolezza di ciò che è esistito sia il cannocchiale per guardare ragionevolmente al futuro. L’incomprensione del presente cresce fatalmente dall’ignoranza del passato (Marc Bloch). Francesco Mezzetti Presidente Pro Loco Agello

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Il lavoro svolto dalla Commissione Toponomastica, e riassunto nel presente opuscolo, va ben oltre l’obiettivo perseguito dall’Amministrazione comunale, programmaticamente rivolto alla denominazione di strade e piazze prive di intitolazione ufficiale, e diventato una necessità improcrastinabile per ovviare ai quotidiani disagi, facilmente intuibili, per cittadini ed operatori economici. L’eliminazione delle innumerevoli “via Case Sparse”, di cui le zone di Agello, Vignaia e Vallupina erano sicuramente tra le più ricche del territorio comunale, si è rivelata operazione più ardua del previsto, a partire dal lavoro minuzioso di studio e di ricerca da parte di studiosi ed esperti, passando attraverso l’iter burocratico degli uffici preposti, fino ad arrivare al vaglio della Prefettura e alla conseguente installazione delle nuove targhe viarie con l’intitolazione scelta. Gianni Dentini, da membro attivo della Commissione stessa, si è fatto qui partecipe portavoce nel ripercorrere le tappe di questo progetto, con gli occhi attenti di chi ha sempre mostrato grande interesse e amore per il proprio territorio, e per il quale ha saputo suggerire, con sensibile competenza, i toponimi più adatti e aderenti al sentimento del luogo. In questo modo, ciò che poteva a prima vista ridursi ad una pura e semplice operazione amministrativa, diventa recupero e tutela del nostro patrimonio storico-culturale, ricerca e valorizzazione delle nostre radici, viva eco delle nostre storie locali, vigile ricordo di persone o eventi riconosciuti come particolarmente significativi da quella stessa comunità, chiamata oggi ad abitarne concretamente la memoria. Eleonora Maghini Assessore del Comune di Magione

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NOTA INTRODUTTIVA Succede spesso che, passando per qualche via e leggendo qualche targa, viene da chiedersi a chi o a quale cosa si riferisca. E ciò non soltanto ai forestieri o a chi abita da poco ad Agello ma anche a chi vi è nato e vissuto. Inoltre nel nostro territorio un buon numero di strade non avevano un nome e le abitazioni erano genericamente identificate come “case sparse”, creando numerosi problemi di localizzazione. Altrove, per esempio negli Stati Uniti, hanno risolto il problema con la numerazione, ma da noi è diverso: noi siamo più antichi e più complicati, la nostra viabilità è piuttosto complessa ed ogni centro abitato, seppur piccolo, ha una rete stradale piuttosto ramificata. Per questo l’Amministrazione Comunale di Magione, ha nominato una nuova Commissione di Toponomastica e, per quanto riguarda il territorio di Agello, mi ha chiamato a farne parte insieme a Carlo Flussi. La Commissione ha iniziato i lavori prendendo in esame le strade comunali e vicinali di Agello, Vignaia, Vallupina e Montebuono, in pratica la parte di territorio corrispondente alla Parrocchia di Agello. Nel caso di presenza di toponimo cartografato, la via ha preso quel nome perché i toponimi rappresentano una identificazione del territorio e non sono anonimi ed incomprensibili come potrebbero apparire. Negli altri casi è stato deciso di adottare il nome di piante, arbusti, colture presenti nel territorio e conosciuti oralmente. Questo lavoro non è quindi solo uno stradario, ma è completato da molte altre notizie relative a personaggi storici o fatti che riguardano il territorio di Agello. Trovare tutte le notizie è stato un lavoro impegnativo ma affascinante e gratificante perché mi ha dato la possibilità di ricordare un vissuto pieno di momenti belli e indimenticabili, 15


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anche se con tutte le difficoltà di quegli anni. Per quanto riguarda la parte più propriamente storica ho consultato gli scritti di esperti e ricercatori. Spero di soddisfare la curiosità dei lettori miei coetanei ma soprattutto l’interesse dei giovani agellesi che vogliano scoprire il territorio in cui viviamo. Mi sia però concesso di citare il grande studioso perugino Serafino Siepi che in fondo alla sua “Descrizione topologicaistorica della città di Perugia” del 1822 scriveva: “l’autore scevro di ogni presunzione , invita tutti quei che leggeranno o che vorranno in qualunque modo giovarsi del suo lavoro a renderlo avvertito, se mai per avventura in un’opera così malagevole, fosse incorso in qualche abbaio od omissione” Sottoscrivo con convinzione queste parole del Siepi. L’ autore

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IL TERRITORIO DI AGELLO Il territorio di Agello, interamente compreso entro i confini del comune di Magione, si estende per un’area di circa 2.100 ettari a sud di questo. Confina a nord con i territori delle frazioni di San Savino e Monte Melino, ad ovest con il lago Trasimeno e la zona pertinente alla frazione di Sant’Arcangelo nei toponimi Ripa e Torre della Fame, a sud e a est con i territori dei comuni di Perugia e Corciano. Questi confini sono stati tracciati sulla scorta della mappa catastale del 1729, poiché sarebbe difficile, se non impossibile, rilevare con esattezza l’area in cui aveva influenza diretta il centro di Agello (ASP, Catasto chiesa, mappa n.30). I confini rilevati attraverso la mappa settecentesca non corrispondono a quelli che il territorio avrebbe dovuto avere nel periodo medievale. Infatti sembra che la zona di S.Maria di Ancaelle, che nel medioevo faceva parte di Agello, fu unita a Sant’Arcangelo sul finire del 1400. Oltre agli elementi artificiali sono stati rilevati alcuni elementi naturali che segnano il limite del territorio, come il fosso Lombardo e Lavatoio a nord, il fosso Fontana a sud-est nella zona di Mandoleto e il fosso Verna a nord-est. Sempre attraverso la lettura della carta I.G.M., risulta la presenza di fossi e forme utilizzate per l’irrigazione dei campi. A nordovest il fosso Lombardo che nasce nella zona di Montebuono e si getta nel lago Trasimeno; il Carcani e il Lavatoio che nascono entrambi in Vallupina e si gettano nel torrente Caina; ad est il fosso Verna che nasce nel toponimo Casengoli, diventa Forma appena fuori del territorio agellese e si getta nel torrente Caina nei pressi di Solomeo; il fosso Loggio, che nasce nel toponimo La Palazzetta, attraversa tutta la zona pianeggiante a sud-est di Agello e si getta nel torrente Caina nei pressi di Pilonico Materno; a sud-est il fosso Fontana, che nasce nei pressi del toponimo Col Barbuto e si getta anch’esso nel torrente Caina; dalla Fonte del Buon Riposo, a nord, nasce il fosso Cerretino, 17


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che scorre verso sud e si getta nel torrente Cestola nei pressi di Mugnano; a sud, nel toponimo Calcinaio, nasce il fosso Lombardone che si getta nel torrente Cestola nelle vicinanze di Mugnano. Sia il Cestola che la Caina scorrono al di fuori del territorio di Agello e si gettano entrambi nel fiume Nestore, affluente del Tevere. Dalla lettura del territorio risulta che la maggior parte della zona di Agello è coltivata ed il bosco è presente in tutte le colline che circondano la zona.

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NOTA STORICA SUL TERRITORIO Il nome “Agello” derivante dal latino agellus “piccolo campo”, sta ad indicare il breve e arido terreno attualmente delimitato dalle mura castellane. Nel pliocenico la collina, che si eleva a 411 m. sul livello del mare, era un’isola circondata dalle azzurre acque d’un vasto e profondo lago, di cui il Trasimeno costituisce un modesto quanto lontano relitto. (sui rapporti, sia pure di origine non geologica, fra Trasimeno ed Agello, fa cenno Silvio Italico, autore latino di un poema sulla seconda guerra punica quando parla della leggenda della ninfa Agilla) Nel quaternario, quando l’uomo paleolitico discese dalle montagne ghiacciate, trovò nella pianura, che si allarga fra Montale, Montebuono e Agello, un’ottima sede, come fanno testimonianza i numerosi ritrovamenti in pietra scheggiata (cuspidi di freccia e raschiatoi). I primi abitanti del territorio trovarono un’area molto estesa di foreste e certamente cercarono di strappare al bosco qualche pezzo di terreno per il cibo degli umani e degli animali ma, considerata la mancanza di mezzi idonei e la non conoscenza dei metalli, con tenacia ed enormi difficoltà. Storia e sviluppo del territorio in età romana e nell’alto medioevo L’utilizzo dei metalli permise, nel periodo romano ed anche prima, un migliore sfruttamento del territorio ed una conseguente diminuzione dei boschi. Due sono le testimonianze più importanti sulla presenza del dominio romano sul territorio. Una riguarda il ritrovamento di una epigrafe sepolcrale romana e un’altra che documenta l’appartenenza alla tribù Tromentina, in cui era iscritta Perugia. Questi ritrovamenti confermano la presenza di una strada, presumibilmente romana, che, passando per Agello doveva collegare Perugia a Chiusi, e fanno presupporre che la 19


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costituzione del nucleo originale sia da attribuirsi ai romani nel periodo precedente la venuta di Cristo (vedi Allegato 3). Alcuni studiosi ritengono possibile che nel 217 a.c successivamente alla battaglia del Trasimeno, vinta da Annibale, alcuni soldati romani, feriti o per sfuggire alla morsa degli avversari, riuscissero a rifugiarsi sull’alto colle della parte opposta al lago, costituendo così il primo nucleo di quello che diventerà uno dei paesi fortificati più importanti del territorio. Ciò comunque non esclude l’eventuale fondazione da parte degli etruschi, visto che l’insediamento con nuclei abitati sparsi era abituale nell’area perugina del territorio etrusco e che comunque la strada che attraversava il territorio agellese congiungeva due centri molto importanti come Perugia e Chiusi. In questo caso il nome latino avrebbe sostituito quello etrusco. E’ comunque molto probabile che Agello fu costruito in funzione del campicello, per sfruttare il terreno coltivabile, o come centro per la vigilanza e la manutenzione della strada. Allorchè la potenza di Roma si sostituì a quella degli Etruschi, è da ritenere che Agello divenisse un accampamento militare (castrum) fra i più muniti della catena collinare tra il Tevere e il Trasimeno. Al castrum agellese conferiva notevole importanza strategica il vicino passo di Montebuono che, da epoca remota fino agli ultimi anni del 1800, ha costituito l’unico collegamento fra Perugia e la riva occidentale del Trasimeno. Contribuiva inoltre alla sicurezza di Agello la boscosa barriera di Montale, il cui versante ovest sovrasta, dominandola, la distesa del lago e, indirettamente, l’antica pianura del Chiugi. L’agricoltura fu sicuramente la base dell’Italia romana per tutto il periodo dell’impero e gli imperatori agevolarono la produzione agricola in particolare dell’olio e del vino. Il territorio di Agello si prestava molto a tali produzioni e quindi fu incrementata la coltivazione sia degli ulivi che delle viti. Quando, nei primi anni del V secolo d.c., l’impero romano 20


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si sgretolò sotto la spinta dei popoli barbari, la presenza degli uomini addetti ai lavori dei campi era notevole ma lo stanziamento o anche il solo passaggio dei “nuovi” popoli fu violento distruggendo ricchezze, mezzi di sussistenza e villaggi. La posizione di Agello lungo una strada importante fece in modo che anche qui si sia conosciuta la violenza delle invasioni e quindi, probabilmente il castello fu saccheggiato e devastato. Nel 568 arrivarono nella pianura Padana i Longobardi, un popolo barbaro proveniente dalla Scandinavia, guidato da Alboino. Nel 593 il re longobardo Aginulfo, utilizzò la strada che, passando per Agello collegava i territori sotto il suo dominio, per conquistare Perugia. Successivamente la città tornò sotto il domino di Bisanzio e divenne il perno difensivo centrale del cosiddetto “corridoio bizantino” quell’esile striscia di territorio che metteva in comunicazione Ravenna e Roma. Tra l’altro alcuni toponimi presenti nel territorio agellese sono, secondo alcuni studiosi, di provenienza longobarda (Bovaica, Verna ecc.). Storia e sviluppo del territorio nel basso Medioevo Nel 1014 l’imperatore Enrico II sembra che abbia donato Agello, insieme ad altre terre all’Abbazzia di Farneta che si trova tra Cortona e Chiusi, ma nel 1027, l’imperatore Corrado II lo trasferì al Monastero di S.Pietro di Perugia e nel 1047 Enrico III confermò la donazione all’abate di S.Pietro. Nel 1115 il pontefice Pasquale II la donò definitivamente ed in questo documento, per la prima volta, si parla della Chiesa di San Donato. Da quel momento le vicende agellesi si ricollegano a quelle del capoluogo umbro. Il 31 dicembre del 1177 Federico I di Hohenstaufen noto come Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero era nei pressi di Agello con il suo esercito e alloggiò nei possessi di Matilde 21


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di Canossa a Vignaia per ripartire verso Assisi. Nei giorni successivi tornò per andare a Siena utilizzando il tracciato della strada Chiugina. Nel 1186, Enrico IV, figlio e successore del Barbarossa, pose Agello sotto la giurisdizione di Perugia, salvo restando l’autonomia dei signori del luogo, un marchese appartenente – come sembra ormai certo – alla nobile famiglia dei Vincioli. A questi feudatari sarà probabilmente da attribuire la costruzione del superbo complesso edilizio oggi conosciuto, per antonomasia, come Il Castello. Questo complesso – che riunisce in sé le caratteristiche della fortezza e, insieme, del palazzo – era difeso, già nel secolo XII, da una solida cinta di mura, il cui perimetro – coincidente forse con quello del diruto castrum romano – assumeva la forma di una targa o scudo ovoidale. Nel castello, accanto alla dimora signorile, sorgevano le case dei servi (non però quelle degli addetti ai lavori campestri, relegati fuori le mura). E’ notevole che Agello, pur sotto il dominio della guelfa Perugia, sia stato considerato, fino a tutto il trecento ed oltre, una roccaforte ghibellina (e ghibellini, cioè a coda di rondine, sono i merli raffigurati nel suo stemma). Tra i fuorusciti perugini, che cercarono rifugio dentro le mura agellesi, resta memorabile Michelozzo Michelotti, che, essendo nottetempo penetrato con pochi soldati nella rocca (invano difesa da Guido Morello dei Conti Montesperelli), attaccò vittoriosamente le truppe d’assalto inviate da Perugia e, soltanto dopo un assedio durato più mesi, si arrese a patti vantaggiosi (20 maggio 1390). In quella circostanza i Priori del Comune perugino si videro costretti a versare trecento fiorini d’oro a Boldrino da Panicale perché riconducesse i ribelli all’obbedienza. In effetti Perugia considerava Agello e Montalera quali due caposaldi a presidio del suo stesso retroterra nord-occidentale, per questo provvide periodicamente al buon mantenimento delle mura castellane, esonerando gli agellesi (detti anche 22


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latinamente agellani) da ogni dazio e gabella (privilegi del 1391 e del 1395). Nel 1404 i magistrati del Comune disposero anzi che i castelli circonvicini contribuissero alle spese per la costruzione in Agello d’una nuova torre-fortezza, iniziata nel 1398; provvedimenti che, se da un lato rafforzarono le opere di difesa del castello, tornarono dall’altro, a svantaggio degli abitanti del borgo, fortemente sospettati dai perugini di favorire, attraverso il così detto Buco, l’ingresso dei fuorusciti perugini nell’interno della rocca, nel 1411 il Comune di Perugia fece demolire quella parte del borgo ritenuta pericolosa alla sicurezza della rocca. Fu in questo periodo di tempo che Agello venne eletto a residenza del nobile Sinibaldo da Ramazzano, capitano del contado di Porta Santa Susanna, contado che annoverava sotto la sua giurisdizione settantadue località tra ville e castelli (compresa Isola Polvese, la più grande del Trasimeno). Attraverso la documentazione catastale del 1361 risulta che nel territorio di Agello vi erano 271 case e 22 “casalini”, cioè case in costruzione o diroccate ed il territorio era diviso nelle contrade: Borgo S.Angelo, Borgo S.Donato, Scornabecco, Col Genetro, Vignaia, Bovaica e Piano della Fratta, Ripa e Ancaelle, Piano del Prugneto. Le costruzioni localizzate nel centro di Agello erano probabilmente protette dalle mura castellane, mentre le rimanenti, 120 case e 10 casalini, andavano a formare insediamenti sparsi, costituiti da piccoli agglomerati, da 8 a 2 case, e da case singole, la cui presenza va interpretata come eventuale sicurezza di cui aveva potuto beneficiare la gente del luogo a partire dalla seconda metà del secolo XIII e potrebbe testimoniare il completo assorbimento dello spazio interno delle mura, ormai insufficiente a contenere un maggior numero di abitanti. Numericamente rilevante la presenza di orti, 81 su 222 appezzamenti sono descritti come tali e la cosa è giustificabile dal fatto che nel medioevo l’orto era il luogo principale da 23


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cui proveniva il “companatico” presente nelle povere tavole dei rustici. I terreni all’interno delle mura e quindi vicini alle abitazioni trovano giustificazione dal fatto che erano più fertili dato che su di essi venivano deposti gli escrementi e i rifiuti sia dell’uomo che degli animali. Venivano coltivati soprattutto legumi, verdure e ortaggi come aglio e cipolla e per speziare le pietanze erbe aromatiche e capperi. Il territorio che circondava Agello era in buona parte costituito dal bosco ma alcune descrizioni fatte nei catasti fanno pensare a opere di disboscamento e di messa a coltura a partire dal secolo X. Storia e paesaggio rurale di Agello nell’età moderna Con l’affermarsi in Perugia della signoria dei Baglioni – rivali dei Vincioli – le sorti di Agello andarono via via declinando. Gli agellesi infatti che, secondo una politica ormai tradizionale, continuavano a favorire i fuorusciti perugini e gli eserciti antipapali (già nel 1416 avevano simbolicamente offerto le chiavi della rocca a Braccio Fortebraccio di passaggio per Castelvieto) si ritrovarono nel 1488 a dar rifugio ai seguaci degli Oddi, cacciati dai Baglioni, i quali, appena tre anni dopo, impadronitisi di Agello, lo avrebbero distrutto dalle fondamenta, se non si fosse opposto Nicola da Pitigliano, legato del Papa a cui premeva mantenere in piedi uno dei più importanti caposaldi del territorio perugino. Agello era ormai considerato soltanto sotto il profilo strategico-militare: su di esso si abbattè la cupidigia e la furia degli eserciti amici o nemici di Perugia. La rovina più grande anche se non ultima – derivò al castello, nel 1503, da parte delle truppe del duca Valentino Borgia (figlio di papa Alessandro VI) che, salendo da Fontignano, lo mise a sacco. L’isolamento di Agello si aggravò nel XVII secolo (nel 1642 è teatro d’una violenta devastazione perpetrata dal granduca di Toscana Ferdinando II, diretto alla conquista delle terre pontefice) 24


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fino a tramutarsi in desolazione nei periodi successivi. I suoi abitanti sono così costretti, per sopravvivere, a dedicarsi al brigantaggio, fenomeno che raggiunge proporzioni allarmanti nella prima metà dell’Ottocento. Nella prima metà del 1500 Agello entrò a far parte dello Stato della Chiesa che, in seguito alla “guerra del sale” aveva annesso definitivamente il comune di Perugia ed il suo contado. Dalla mappa catastale del 1729 si evidenzia che il territorio di Agello aveva un’estensione di circa 2100 ettari. Il territorio si estendeva intorno al nucleo abitato circondato da mura; nell’area rurale, onde poter individuare le varie zone, erano presenti vari toponimi e la mappa catastale del 1761 ne riporta ben 87. Per alcuni di essi è possibile individuare l’origine in particolari caratteristiche del luogo: forma del terreno, tipo di coltura ecc.; per altri tale origine va ricercata in fatti accaduti nel luogo o in qualcosa di un certo rilievo che lo ha caratterizzato. Questi ultimi possono essere evidenziati in Vignaia o per i toponimi di Castellaro, Castellaccio, Castello Vecchio, forse ruderi di antiche fortificazioni. Molti toponimi sono giunti fino ad oggi, altri sono scomparsi dalle carte catastali, mentre ne compaiono di nuovi. Stando alla mappa del 1761 Agello contava, fuori dalle mura, cento case coloniche, in parte intorno al suo perimetro, altre sparse nelle campagne circostanti, due di queste erano “ville signorili”, una a Montebuono ed una a Vignaia. La mappa evidenzia poi l’esistenza di una chiesa fuori dalle mura ma nelle sue vicinanze (San Rocco) e di quattro chiesette: “Madonna del Filo” in località Osteria (Madonna del Giglio???), chiesetta di Montebuono, chiesetta nel vocabolo Paccone e una nel toponimo Trinità. In località Osteria e Montebuono vi erano due osterie o posti di ristoro perché situati su due assi viari. La maggior parte degli abitanti era dedita al lavoro dei campi e le loro abitazioni erano vicine ai terreni da coltivare. Nelle 25


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due ville signorili abitavano i proprietari o i conduttori dell’azienda agricola e potevano quindi essere il loro centro amministrativo. La presenza di più case nella stessa zona: il Palazzo (5), il Palazzetto, Vallupina e Vignaia (4), fa supporre la presenza di una grande estensione di terre coltivabili, per cui si rendeva necessaria la presenza di più persone addette ai lavori agricoli, che usavano gli stessi attrezzi. Oltre alle colture dell’olivo e della vite in quasi tutti gli appezzamenti coltivati era presente il grano e questi dati riportano ovviamente al tipo di alimentazione di quel tempo. Il grano e i farinacei, con il vino e l’olio, erano presenti nella dieta dell’uomo del 1700, ma anche i prodotti del bosco (ghiande e corbezzoli). Il grano veniva utilizzato per il pane bianco riservato ai signori, mentre la gente più umile utilizzava orzo e spelta e quindi il pane nero. Per cucinare veniva utilizzato il grasso animale, lardo, strutto, sugna mentre l’impiego dell’olio d’oliva era riservato alla cucina dei ricchi e per i riti religiosi. Storia del territorio di Agello dal 1800 fino alle due guerre mondiali Nel 1816 Agello divenne, a seguito di un motu proprio del papa Pio VII, Comune Appodiato. In pratica godeva di alcune piccole autonomie ed era retto da un sindaco. Tale autonomia scomparve definitivamente nel novembre 1859, poco prima dell’annessione dell’Umbria al Regno d’Italia e quindi alla fine dello dominio papale. Come riportato da Il Giornale Magionese di Giuseppe Fabbretti nella prima metà del 1800 si verificarono nel territorio di Agello numerosi episodi di criminalità, descritti dall’autore, padre del più famoso Ariodante Fabretti e addetto alla notifica degli atti del tribunale che praticò a Magione dal 1798 al 1869. In particolare nel 1849 scrive. “Il Comune di Agello continua ad 26


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essere il nido dei ladri, poiché giorni orsono assalirono un certo Fabiotto che veniva da Castiglione togliendogli alcuni denari, sebene di giorno: io dubitava quasi di crederlo. In questi giorni ha il Governo mandato alcuni soldati che unitamente ai pochi Carabinieri, come colonna ambulante, sorvegliavano le strade più sospette di questo Governo di Magione, segnatamente dalle parti di Agello, Monte Bitorno, Santarcangelo, ove si sentono continuamente dei ladroneggi, ignorando gli autori.” Sempre nel 1850 scrive “Pure dalle prigioni di Perugia sortì Ferdinando T., provvisoriamente accusato di aver fatto acquisto di alcuni oggetti derubati dai paesani di Agello alla vetrina di Martelli, che tuttora si trovano in Perugia.”. I furti segnalati proseguono anche nel 1861 “nel 1 o 2 novembre alcuni ladri, vestiti da civici, entravano nella casa di G., del sindacato di Agello, rubandogli scudi 160. Io poco lo credeva conoscendo il soggetto che dava l’accusa in Magione”. Dopo l’Unità d’Italia, Agello dà segni di ripresa, specie in campo edilizio (molte case si aggiunsero e si edificarono nel borgo tra il 1860 ed il 1914): un modesto progresso ottenuto soprattutto con il durissimo lavoro degli emigrati. Valoroso il comportamento degli agellesi nella prima e seconda guerra mondiale. L’episodio di lotta partigiana a Montebuono (8 giugno 1944) testimonia infine – al di là di ogni interpretazione contingente – un indiscutibile atto di coraggio e un’aspirazione mai interrotta alla giustizia e alla libertà.

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LA TOPONOMASTICA DEL TERRITORIO (le vie sono esposte in ordine alfabetico) AGILLA (via) da piazza Sant’Antonio a piazza Agilla La leggenda della Ninfa Agilla e del giovane Trasimeno è originariamente narrata da Silvio Italico nel libro V “Le Puniche” che, a questo proposito scrisse: “questo lago che fu anticamente regno di Fauno d’Arno col volgere degli anni prese il nome di Trasimeno. Il meonio Tirreno che approdò all’Italia dai lontani mari con la gente Lidia diede questo nome al territorio e fu padre di costui. Per primo egli insegnò ai popoli che l’ignoravano a suonare la tromba e per primo ruppe i silenzi delle battaglie. Tirreno ambiva grandi cose ed educava il figlio ad imprese gloriose, ma Agilla si innamorò di Trasimeno che era così bello da poter gareggiare con i Numi e superarli e senza pudore alcuno lo trasse dalla riva conducendolo seco nel profondo. La ninfa si accendeva alle idalie saette e facilmente si innamorava dei bei giovani. Quindi in pegno e testimonianza di queste nozze lascive, il lago è chiamato, per quanto è grande, Trasimeno”. Ma la vicenda potrebbe essere stata del tutto banale. Un condottiero o un figlio di un notabile degli Etruschi insediatosi in una collina, visto dall’altura la bellezza del Lago e delle isole, in una giornata torrida, decide di bagnarsi e annega. Il cadavere non venne ritrovato a causa delle correnti, da quel momento il Lago acquistò il nome del giovane, a ricordo del luttuoso avvenimento. In effetti la ninfa dei laghi e delle acque era denominata dagli Etruschi “Agylla”, come testimonia la primitiva denominazione della città di Cerveteri nel Lazio. 29


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AGILLA (piazza) da via Agilla a Via Solitaria vale quanto detto per la omonima via. ALBERTO MANCINI (via) da via delle Bandite a via Madonna del Rosario nato a Monaco (Principato) il 6/09/1908 da genitori emigrati in Francia, rimpatriò in Italia nel 1917 ad Agello, paese natale della sua famiglia. Nel 1932 rientrò in Francia dove lavorò come fabbro in varie imprese e praticò la boxe in alcuni incontri. Iscritto al Partito Comunista francese, partecipò alla guerra civile spagnola. Nel 1942 rientrò in Italia partecipando attivamente all’attività sindacale e, durante il periodo bellico, alla lotta partigiana. Mori a Umbertide il 7/10/1977 e venne sepolto nel cimitero di Agello. AMEDEO TIBERI (via) da via delle Bandite (senza uscita) la via è stata intitolata da una precedente Commissione Toponomastica per ricordare “il farmacista di Agello” vissuto nel nostro paese. Era nato nel 1866 e morto nel 1947. Ha rappresentato il paese nel Consiglio Comunale di Magione. Nel 1903, come assessore componente della Giunta, chiese ed ottenne di poter dotare il paese di un edificio scolastico, ristrutturando un antico edificio all’interno delle mura castellane. Dotato di forte temperamento, ebbe molti contrasti con altri agellesi rappresentanti, come lui, della piccola borghesia del paese. Nel 1921 fu accusato di cattiva gestione della farmacia, di essere stato eletto illegittimamente in Consiglio Comunale e di aver “istigato i fascisti del luogo a bastonare a sangue i 30


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comunisti”. Il Prefetto di Perugia scagionò Tiberi dalle pesanti accuse e i suoi accusatori furono costretti a stampare, a proprie spese un manifesto che smentiva le accuse e riconfermava “pubblicamente la massima stima verso il Sig.Tiberi Amedeo sia come professionista che quale pubblico Amministratore, Benemerito della nostra Frazione” dichiarandosi pronti a pagare le spese processuali (vedi Allegato 2). ANCAELLE (via) da via della Frusta a via di Montebuono Il vocabolo Ancaelle ha attestazioni antiche e se ne ha attestazione fin dal secolo XI, quando la villa di Ancaelle si trovava nel territorio pertinente alla pieve di S. Rufino di Ripola. L’insediamento, sviluppatosi da quella che in epoca tardo antica era la massa de Ancagianula, una struttura di produzione agricola che nella seconda metà del secolo XI apparteneva alla Chiesa di Roma, era dotato di una propria autonomia e, quale nucleo abitato autonomo, nel 1282, vi si censirono 29 nuclei familiari nel mese di giugno e 22 in dicembre, per una popolazione ipotetica che si aggirava intorno alle 100 unità. Nella prima metà del secolo XIV, questo abitato entrò a far parte del distretto castrense di Agello e, insieme a Ripa, ne costituiva una delle otto contrade in cui questo era suddiviso nel 1361. All’inizio dell’età moderna, questa comunità fu distaccata dal territorio agellese ed entrò a far parte di quello di Sant’Arcangelo. La Chiesa di Santa Maria di Ancaèlle venne eretta sulle rovine d’un precedente edificio etrusco dedicato ad Ancaria e potrebbe trattarsi di strutture produttive appartenenti ad un soggetto etrusco o ad altri soggetti d’epoca successiva.

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ARTE DELLA LANA (via) da via dell’Aurora a via dello Scopeto Il nome deriva dalla presenza di proprietà terriere del collegio perugino dell’Arte della Lana. Tali proprietà, documentate nel catasto del 1600, furono in seguito vendute. In questa zona è tuttora presente una struttura di un certo interesse architettonico. ARTIGIANI (via degli) da via Madonna del Rosario a via San Francesco Il nome di questa via, già attribuita da una precedente commissione di toponomastica, vuole ricordare i numerosi artigiani che nel passato esercitavano nel territorio agellese. Fino agli anni ’60 erano numerose le botteghe di fabbri, falegnami, calzolai, barbieri ecc.). AURORA (via dell’) da via della Cupa a incrocio via Arte della Lana con via del Rappo il nome della via è stato attribuito negli anni ’60 da una precedente Commissione Toponomastica a seguito della urbanizzazione dell’area ad est di Agello. AVENA (via dell’) da via del Rappo a via dell’Uccellaio il nome di questa strada di campagna è dovuto al fatto che nella civiltà rurale il cereale costituiva uno degli alimenti base dell’allevamento del bestiame e come sostituto del grano. 32


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BANDITE (via delle) da piazza Sant’Antonio a via degli Artigiani toponimo di origine medievale che stava a significare le terre di proprietà del signore interdette alla comunità; infatti, tali proprietà erano contrassegnate da un segno (bandiera) di chiara origine germanica, successivamente è passato ad indicare terre di proprietà privata. BARBATELLE (via delle) da via Col Barbuto a via Col Barbuto Vedasi quanto detto per la Via Col Barbuto. BELLINCONTRO (largo) da via del Castello a via del Castello nome di via attribuito negli anni ’50. Per la posizione, all’interno delle mura castellane, si può godere un panorama mozzafiato verso Perugia, Assisi e i monti Sibillini che, di notte, le luci delle città rendono ancor più suggestivo. BELVEDERE (via) da largo Bellincontro a largo Bellincontro vale quanto detto per largo Bellincontro.

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BOVAICA (via) da via di Mugnano al confine comunale il vocabolo Bovaica costituiva nell’alto medioevo una delle otto contrade, sei rurali e due urbane, in cui si articolava l’amministrazione della comunità di Agello. Nella zona circostante, furono censite oltre 10 abitazioni e 1 capanna. Si ha notizia del ritrovamento nella zona di reperti archeologici di cui tuttavia non si conoscono né l’entità né la tipologia. Sul nome sono state avanzate varie ipotesi ma la più probabile è che risalirebbe al periodo bizantino e stava ad indicare fossa di grano, dentro la quale il cereale veniva infossato e ricoperto con assi di legno probabilmente per difenderlo dai saccheggi. Nel terreno relativo al toponimo sono comunque ben visibili buche ed avvallamenti. BRACCIANTI (via dei) da via Serafino Agneloni a via dei Casengoli toponimo non cartografato. Il nome della via è stato scelto per il legame esistente con il vicino vocabolo dei “casengoli”. Il termine “bracciante” sta ad indicare un lavoratore agricolo che presta la propria opera alle dipendenze di un proprietario del fondo. BUCHERAIO (via del) da viale Trasimeno a via della Scarsola Il nome deriva da due vocaboli omonimi (bucheraio di qua e bucheraio di là) risalenti al 1300 e sta ad indicare un avvallamento o cavità del terreno. Dovrebbe riferirsi ad una zona caratterizzata dalla presenza di buche.

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CALCE (via della) da viale Trasimeno a via della Scarsola Il nome si lega con il vocabolo Calcinaro e richiama la presenza di una fossa utilizzata per spegnere la calcina oppure dove si mettevano a macerare le pelli in latte di calce. Nel perugino il calcinaio era il forno dove avveniva la cottura della calce. Nella mappa catastale della zona sono presenti il toponimo “calcinaio di qua” e “calcinaio di là” oltre al “fosso calcinaio”. CAPPELLA BAIARDI (via) da viale Trasimeno a via della Scarsola il nome attribuito fa riferimento ad una cappella, eretta in questa zona nel 1700, di proprietà della famiglia Baiardi, ora non più esistente. Nel 1876 il cavaliere Baiardi comprò i resti della Chiesa di San Rufino, demolita proprio in quel periodo, per abbellire la cappella. CARCANI (via dei) da via del Macchione al confine con Montemelino il toponimo è relativo ad un piccolo corso d’acqua che alimentava un mulino. “Carcani” deriva da una parola medievale “carcer” cioè corso d’acqua di un mulino. CASENGOLI (via dei) da via S.Pietro Vincioli alla campagna il nome della via si riferisce al vocabolo presente nella zona che deriva dal termine dialettale “caseng(u)lo o casaiolo” ed 35


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indica la condizione di non contadino ed in genere è relativo alla condizione di bracciante o di operaio vivente in una casa presa in affitto. CASTELLO (via del) da piazza Agilla a via della Pieve Il Castello, presente con le sue torri nello stemma paesano, è per antonomasia il simbolo del territorio agellese. La sua sagoma imponente domina la valle della Caina e la propaggine del lago Trasimeno. Dal Castello si gode di una vista a 360° con ampie vedute fino ad Assisi e gli Appennini, a est, e i monti della Toscana, a nord. La cinta muraria che circonda il Castello fu realizzata intorno al Mille, nel corso del Medioevo fu sistemata perlomeno in tre occasioni. Il primo alla metà del 1200. La questione fu di tale portata che la sistemazione diede vita ad un articolo dello statuto perugino del 1279. Una nuova sistemazione si ebbe nel 1388 e nel 1390 a seguito dell’occupazione da parte dei ribelli di Perugia. Elementi architettonici o tracce presenti nel cassero sono riconducibili al 1100 e al 1300. In una sua nota personale, il poeta e letterato agellese Franco Mancini, così ne parla: “un amico, esperto di cose agellesi, mi spiegò un giorno che le mura perimetrali del Castello, assumevano, girando intorno ad esso, la forma ovale di uno scudo. E anche mi disse che ogni antico edificio, dentro e fuori quelle mura, era orientato, in altezza verso una costellazione. Ricordai allora, quanto mi fosse caro, nella giovinezza, guardare, essendo le notti serene, il cielo di Agello, che a me sembrava il più bel cielo del mondo. Mi sentivo in quei momenti non più solo e, anzi, quasi immortale, pensando a quanti agellesi, prima di me avevano alzato gli occhi a quelle medesime stelle e a quanti dopo di me le avrebbero ancora guardate. 36


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Così mi consolavo – e più che mai oggi mi consolo – sapendo di queste stelle “paesane”, che danno di lassù fedele appuntamento allo sguardo di ciascuna generazione che trascorre i tempi di Agello. E così si dilata la nostra vita nello ieri e nel domani in un sentimento di presenza perennemente fraterna”. CERASE (via delle) da via S.Pietro Vincioli a via Verna Nel dialetto della zona vengono così chiamate “le ciliegie” le cui piante erano numerose in questa parte del territorio. Fino agli anni ’60 e ’70 erano numerose le scorribande notturne dei giovani agellesi per alleggerire i rami delle “cerase” per farne autentiche “scorpacciate”. CERRETI (via dei) da via della Scarsola al confine comunale La presenza nel luogo di appezzamenti boschivi in cui la pianta principale era il cerro, giustifica questo nome attestato come toponimo già dal 1300. CHIUGINA (via) da via dei Poggiali al confine comunale la via prende il nome dalla strada che, in epoca romana e forse già da quella etrusca, metteva in comunicazione la città di Perugia con Chiusi. La strada partiva da Porta Trasimena, poi da Porta S.Susanna e giungeva a Chiugiana. All’altezza dell’attuale abitato nel comune di Corciano, valicava il torrente 37


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Caina presso Ponte Forcione ed entrava nel comune di Magione nelle vicinanze di Vignaia, passaggio obbligato per raggiungere Agello, strategicamente importante per la difesa di Perugia. Proseguiva poi nella zona pianeggiante di Valle Lupina fino al Gracinesche, per poi intraprendere una ripida salita lungo il fianco orientale di Monte Ulivo, superava Montebuono fino a Casa Ripa e Santa Maria di Ancaelle. La testimonianza più interessante di questa strada è il ritrovamento di una epigrafe sepolcrale romana attualmente presente nella parete esterna della chiesa di Vignaia. Secondo gli studi della professoressa Maria Antonietta Pagnotta si tratta della copertura di un sepolcro di età imperiale fatta realizzare da Lucius Hostilia per la moglie Domitilla. Secondo la studiosa “non è l’unica pietra ritrovata nel territorio di Agello ma ne esisteva un’altra che copriva un cunicolo acquario, relativa a due personaggi locali militanti nella XII coorte e appartenenti alla tribù Tromentina, in cui era iscritta Perugia stessa. La studiosa citata ha scritto “la zona di Agello sta restituendo testimonianze della sua storia più antica, anche se non risulta che siano mai stati fatti scavi o ricerche sistematiche, ma basterebbero questi due ritrovamenti per darci un’idea delle origini e della storia di questa zona”. Nel 1970, infatti, venne recuperata una urna funeraria, datata nel I secolo a.C., durante i lavori agricoli, nella campagna di Agello. CILIEGIO (via del) da via Agilla a gradinata Garibaldi piccolo tratto presente nella zona storica del paese. Il nome, è stato attribuito da una precedente commissione di toponomastica per la presenza di un imponente albero di ciliegio in un orto privato attiguo.

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COL BARBUTO (via) da via dell’Uccellaio al confine comunale Il toponimo è probabilmente riferito ad un colle presso cui si aveva una piantagione di “barbate”. Questo termine indicava un ramoscello o arbusto piantato nel terreno per ottenere la riproduzione della specie. Si tratta, in pratica, di un luogo adibito alla riproduzione di piante oppure alla vegetazione spontanea che lo ricopre. Il vocabolo comprendeva una zona limitrofa al castello di Mandoleto. COLLE DELLE DONNE (via) da via San Francesco a via del Giuncheto Secondo alcuni studiosi questo vocabolo, come Monte Belledonne che si trova nei pressi, potrebbe indicare la presenza di proprietà monastiche femminili. Nel 1200 era infatti presente un monastero femminile intitolato a S.Maria Maddalena. COMMENDA (via della) da via Romana a via Fonte Viscola (Vignaia) La commenda era un tipo di contratto esistente sin dal 1100. Designava un beneficio ecclesiastico ad un laico usufruttuario che ne godeva la rendita. CONCORDIA (piazza) da via della Pergola a via delle Messi (Vignaia) toponimo non cartografato nell’abitato di Vignaia attribuito da precedente commissione toponomastica. 39


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CORDERO G.LANZA DI MONTEZEMOLO (via) da via S.Pietro Vincioli a via Trieste Cordero Giuseppe Lanza di Montezemolo apparteneva ad una nobile famiglia piemontese di tradizioni militare Partecipò alla I Guerra Mondiale e successivamente conseguì la laurea in Ingegneria Civile. Rientrato nell’esercito, dopo la caduta del fascismo fece parte della delegazione italiana che trattò con il comandante Kesserling il cessate-il-fuoco su Roma ed entrò nel Fronte Militare Clandestino collaborando, tra l’altro, con Giorgio Amendola. Aiutò parecchi ebrei romani con documenti falsi e salvacondotti. Il 25 gennaio 1944 venne arrestato dai nazisti e rinchiuso nel carcere di via Tasso dove subì torture. Venne fucilato alle Fosse Ardeatine. Nel dopoguerra gli fu assegnata, alla memoria, la medaglia d’oro al valor militare. CUPA (via della) da via Agilla a via Madonna del Giglio nome di via attribuito da una delle prime commissioni di toponomastica. A metà del suo tratto sorgevano i lavatoi pubblici di cui rimane una modesta presenza. DON ANTONIO FEDELI (piazza) da via Fonte Casabella a via Donna Griselda La piazza è intitolata al parroco di Agello (1939 - 1956) che ebbe un ruolo molto importante durante il passaggio del fronte dell’ultima guerra. L’esercito tedesco in ritirata, in seguito all’attacco di un gruppo di partigiani agellesi, rispose con violenza e furono tutti uccisi minacciando di radere al suolo il paese. Don Antonio Fedeli ottenne il permesso di recuperare i morti per trasportarli al cimitero e di evitare ulteriori spargimenti 40


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di sangue. Nel 1956 venne nominato monsignore e trasferito presso il Seminario Arcivescovile di Perugia e successivamente nominato canonico della Cattedrale di San Lorenzo. Fino alla sua morte ricordò con affetto la sua esperienza agellese ed è viva ls sua memoria tra i parrocchiani che hanno voluto ricordarlo intitolando a lui la sala parrocchiale costruita nel primo dopoguerra con la collaborazione volontaria di tanti agellesi. DONNA GRISELDA (via) da via Matilde di Canossa a via Lucio Tussanio la via è intitolata ad una nobildonna perugina, Griselda Marchionni Gori, proprietaria di terreni in Agello. Nel volume “Città e Territorio tra Medioevo ed età Moderna” di Alberto Grohman viene riportato un analitico inventario di tutti i beni esistenti in una modestissima abitazione di contadini (vedi Allegato 1). DUBAI (piazza) ingresso da via Emirati Arabi Uniti L’Emirato di Dubai è uno dei sette componenti dello Stato degli Emirati Arabi Uniti. La sua capitale è la città di Dubai ed è lo stato con la più grande popolazione ed il secondo per area dopo Abu Dhabi. Dubai e Abu Dhabi, secondo la legislazione nazionale, sono inoltre gli unici due emirati ad avere potere di veto riguardo a questioni critiche di rilevanza nazionale. Dal 2006 l’emiro di Dubai è Mohammed bin Rashid Al Maktum. (vedasi anche via Emirati Arabi Uniti).

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DUE CASE (via) da via Montebuono al vocabolo Due Case toponimo cartografato situato al confine tra il comune di Magione e quello di Perugia. EMIRATI ARABI UNITI (via) da via Bovaica a via di Mugnano Gli Emirati Arabi Uniti sono uno Stato nel sud-est della Penisola araba, nell’Asia sud-occidentale. Esso è composto da sette emirati: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn. Prima del 1971, erano noti come gli Stati della tregua (Trucial States), con riferimento a una tregua imposta nel XIX secolo dai britannici per contrastare le attività piratesche che colpivano il naviglio transitante in quel tratto di mare.. La nazione confina con l’Oman a sud-est, con l’Arabia Saudita a sud-Ovest ed è bagnata dal Golfo Persico a nord. La via è di recente costruzione da parte di SistemaEventi a seguito della realizzazione della “Italia Endurance Stables & Academy” per l’allevamento e la riproduzione di cavalli purosangue di razza araba selezionati per lo sport “endurance”, nonché per la pratica, l’insegnamento e la formazione nel campo delle discipline equestri. In pratica un’accademia, unica al mondo nel suo genere, dove formare amazzoni e cavalieri. Un progetto articolato frutto di competenze maturate da Gianluca Laliscia, punto di riferimento di questa disciplina, che è stato campione del mondo a squadre e specialista nell’organizzazioni di eventi. Il centro è stato inaugurato il 23 novembre scorso e sancisce l’ultimo atto del forte legame che unisce l’Umbria, in particolare Agello, con il paese arabo anche grazie al rapporto diretto con lo sceicco Mohamed Bin Rashid Al Maktoum, vicepresidente degli 42


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Emirati Arabi e governatore di Dubai. FONTE CASABELLA (via) da piazza Sant’Antonio (senza uscita) La secolare carenza d’acqua di Agello rendeva importante qualsiasi sorgente d’acqua nei pressi dell’abitato. Questa fonte era molto frequentata dalle donne del paese per lavare i panni soprattutto perché l’acqua aveva una temperatura più calda. FONTE DEL BUON RIPOSO (via) da viale Trasimeno a via delle Gracinesche la fonte che dà il nome alla via è situata a metà del sentiero boscoso che dalle Gracinesche scende verso Montebuono. Questa parte di strada ha certamente origini antichissime e probabilmente utilizzata già nel periodo etrusco e romano, ne è testimonianza il ritrovamento di un grande masso lavorato a mano che alcuni esperti ritengono sia un’ara sacrificale. A poca distanza da Montebuono sono stati infatti scoperti urne, definite da esperti, cinerarie romane. FONTE PICCIONE (via) da via della Marinaccia a via Bovaica il nome è legato al vocabolo omonimo attestato dal 1500 e sta ad indicare il luogo dove si trovava una fonte con l’apparente nome del diffuso volatile. Ma potrebbe essere anche legato ad un nome o soprannome di una famiglia abitante nella zona.

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FONTE VISCOLA (via) da via S.Pietro Vincioli a via Verna il toponimo è conosciuto nel territorio agellese a livello orale, sembra probabile che possa originarsi da vischio, formazione vegetale parassita di diversi alberi. FORCELLA (via della) da viale Trasimeno a Montemelino il vocabolo trae origine dal termine furca, cioè biforcazione, ma anche passo tra due monti. E’ probabilmente relativo alla biforcazione dell’antica strada tra Perugia e Chiusi oppure al valico che consentiva di superare la dorsale collinare e la zona pianeggiante a sud-est di Montemelino. Probabilmente nella zona vi era, nel periodo medioevale, una struttura fortificata denominata Castello delle Forche ma di questa struttura mancano indizi materiali. A favore di questa ipotesi sta la forte connotazione strategica del sito, a dominare un lungo tratto della strada Perugia-Chiusi dal torrente Caina fino alla zona in cui si trovava la pieve di San Rufino (Montebuono). FOSSO DEL LOGGIO (via) da via del Rappo a via dello Scopeto toponimo cartografato proveniente dal medioevo con il significato di “pergola con elementi vegetali”.

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FRATE EGIDIO (via) da via delle Bandite a via Madonna del Rosario Il beato Frate Egidio, terzo compagno di San Francesco, dimorò per qualche tempo nei pressi di Agello, probabilmente nella chiesa e convento dei francescani costruita nel 1223 fuori delle mura del Castello, dove secondo alcune notizie storiche, il beato fu protagonista di un miracolo innalzandosi da terra irradiando un’intensa luce. FRUSTA (via della) da via della Sapienza a via Ancaelle il nome della via è pienamente legittimata e si radica in una storia vecchia di secoli. Se ci si attiene a quanto riportato nell’opera di Giuseppe Belforti e Annibale Mariotti, è attestato nel 1490 insieme ad un hospitium che si trovava presso lo stesso. Il 13 di settembre di quell’anno, Amedeo di Carlo Baldeschi affittò ad un certo Benedetto d’Alberto abitante nella villa di Bossolo, “unum hospitium” sito nelle pertinenze di Agello, in vocabolo la Frusta, con tutte le sue masserie per nove ducati d’oro. Nella prima metà del 1300 entrò a far parte del distretto castrense di Agello ed insieme a Ripa, ne costituiva una delle otto contrade in cui era diviso nel 1361. Successivamente la comunità venne distaccata dal territorio agellese ed entrò a far parte di quello di Sant’Arcangelo. GIUNCHETO (via del) da via degli Artigiani a via dei Poggiali il nome deriva dalla pianta erbacea che prospera in zone, più o meno vaste, di terreno impermeabile e lungo le rive dei laghi e dei fiumi. E’ una pianta perenne con numerose foglie lunghe e 45


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strette e con grande ombrella di fiori rossi. GIUSEPPE GARIBALDI (gradinata) da via Agilla a via della Pieve L’intitolazione della gradinata è chiaramente un omaggio all’eroe dei due mondi, ma è soprattutto conosciuta come “il buco” attraverso il quale gli abitanti di Agello favorirono, nel 1411, l’ingresso dei fuorusciti perugini nell’interno della Rocca e per tale motivo il Comune di Perugia fece demolire quella parte del borgo ritenuta militarmente pericolosa. GIUSEPPE MAZZINI (via) da via del Castello a via del Castello L’intitolazione è chiaramente un omaggio al grande patriota del Risorgimento. Si tratta di una breve e stretta via che circonda l’imponente struttura edilizia che era sede del “sindacato di Agello” nel breve lasso di tempo (seconda parte del 1800) che il paese divenne “comune appodiato”. Successivamente venne utilizzato dagli artigiani del posto fino al 1903 quando come recita una lapide “eretto su fondamenta di antico edificio l’anno MCMIII sindaco Emilio Nocioni di Magione, Amedeo Tiberi assessore del luogo, Gabriele Caldarelli ingegnere dl comune”. Da quella data è sede della scuola elementare di Agello. Accanto venne poi edificata un’altra costruzione che durante il fascismo divenne “la casa del fascio” e nel dopoguerra fu la sede di un “dopolavoro”. Questo nuova parte era dotata di un teatrino con la “piccionaia” e veniva utilizzato sia per fare feste da ballo che spettacoli teatrali, Negli anni ’60 il teatrino venne smantellato per ricavarci delle aule per la scuola di avviamento e successivamente le medie. Attualmente, dopo la ricostruzione post-terremoto, ospita la 46


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scuola dell’infanzia. GIUSEPPE VICARELLI (via) da via Romana a piazza Concordia (Vignaia) la via è intitolata ad uno dei più grandi ostetrici italiani del 1900 che esercitò la sua professione soprattutto in Piemonte. Numerosi suoi trattati del 1911 e 1912 e i suoi studi per il perfezionamento del “forcipe” hanno costituito la base di studio degli studenti di ostetricia e ginecologia della prima metà del 1900. Di lui si dice che fosse il ginecologo della regina Margherita, moglie di Umberto I. Ebbe tre figli, di cui una andò in sposa ad un componente della famiglia Montezemolo e l’altra sposò Mochi Onori. Ad Agello, esattamente presso Passo del Lupo, fece costruire una bellissima villa in stile liberty. GRACINESCHE (via delle) da via del Macchione al confine con Montemelino toponimo cartografato. In una pergamena dell’Abazzia di San Salvatore al Monte Amiata del 736, viene citato il luogo “warcinisca” che, secondo lo storico F.I.Nucciarelli, proviene dalla parola longobarda che stava ad indicare “servo rusticano”. In seguito si trasformò in “guarcinesca” e, già in epoca medievale, in Gracinesche. Il vocabolo era ubicato in un tratto di strada importante che collegava Perugia con Chiusi. L’ipotesi più probabile è che il toponimo stava ad indicare l’obbligo da parte del contraente di condurre lavori agricoli di falciatura e mantenimento di una stalla e fa riferimento ad un documento nel quale si dice che i fratelli Faichisio e Pasquale del fu Benenato si impegnano a risiedere nella dimora paterna per i lavori agricoli.

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GUALDELLA (via della) da incrocio via della Torretta e via Emirati Arabi al confine toponimo cartografato che deriva dal termine germanico “wald” cioè bosco demaniale. Adiacente alla via scorre un fosso con lo stesso nome. GUGLIELMO DA AGELLO (via) da viale Trasimeno a via della Penna Nobile agellese che nel 1189 fu tra i testimoni alla sottomissione di Città della Pieve, allora denominata Castrum Plebis, a Perugia e compare nell’atto relativo del 3 dicembre dello stesso anno. Nel 1202 era divenuto console del Comune cittadino e ricevette la sottomissione a Perugia delle proprietà possedute dai marchesi di Monte S.Maria Tiberina nonché di quelle detenute dal monastero di Santa Maria di Petroia. LAGHETTI (via dei) da via Madonna del Giglio a via dello Scopeto pur non essendo un toponimo cartografato, il nome è stato attribuito per la presenza di alcuni laghetti artificiali realizzati nel dopoguerra. La zona, appartenente al toponimo Pian dell’Abate, è infatti molto ricca di acqua, per questo negli anni ’60 furono scavati alcuni pozzi artesiani che fornivano acqua potabile al paese di Agello.

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LEVANTE (via) da via Romana senza uscita (Vignaia) la via è situata a Vignaia ed esposta ad est, questo probabilmente è il motivo della denominazione. LUCIO TUSSANIO (via) da via Trieste a via dell’Aurora Il soggetto a cui è intitolata è un personaggio d’epoca romana, menzionato in un’iscrizione del I secolo a.C. in una urna rinvenuta nelle campagne di Agello durante i lavori agricoli (come citato dall’archeologa magionese Trippetti). LUPINELLA (via della) da via Chiugina a via S.Pietro Vincioli (Vignaia) si tratta di una leguminosa con radice profonda e fiori rosei. E’ molto coltivata in gran parte d’Europa, Asia occidentale e Africa boreale perché se ne ricava un ottimo foraggio. I prati coltivati a lupinella durano diversi anni e sopportano la siccità e i terreni aridi. In questi ambienti, particolarmente in collina, sostituisce l’erba medica. MACCHIONE (via del) da via dei Poggiali a via dei Carcani Vocabolo cartografato il cui nome deriva evidentemente da un bosco di notevole estensione che inizia dall’abitato di Vallupina e arriva fino al toponimo Forcella. 49


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MADONNA DEL GIGLIO (via) da via Pian dell’Abate a via della Cupa La via prende il nome da una piccola chiesa presente lungo la strada regionale 220 (nel territorio di Agello via Pian dell’Abate) al confine tra i comuni di Magione e Perugia. La chiesa era di proprietà dei marchesi di Sorbello e, successivamente passò alla famiglia Angelini. Attualmente è gestita da una associazione di fedeli ed appartiene fin dalla sua erezione, alla parrocchia di Agello. MADONNA DEL PIETRETO (via) da piazza Sant’Antonio alla campagna il nome della via è da attribuire ad una edicola religiosa dedicata alla Madonna nell’abitato di Agello vicino a una consistente cava di pietra dove era in funzione anche un pozzo d’acqua potabile molto utilizzato dagli abitanti di tutto il paese. Secondo la tradizione la cappella venne costruita quando nella cava di pietra esplosero delle mine prima che i cavatori potessero mettersi al riparo. Nessuno fu colpito e la evenienza fu ritenuta un miracolo. MADONNA DEL ROSARIO (via) da via S.Pietro Vincioli a via degli Artigiani la via inizia a poca distanza dalla piccola chiesa da cui prende la denominazione. L’edificio risale al 1600 e dipendeva dal Monastero di San Pietro. Nel tempo ha subito danni alle strutture murarie ma è stata sempre riparata dai fedeli della zona. In occasione delle Feste Giubilari del 2012, all’interno della chiesa sono state apposte le opere di 14 artisti riguardanti la “via crucis” secondo lo schema proposto dal papa Giovanni 50


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Paolo II durante le cerimonia del Venerdì Santo al Colosseo. MANDOLETO (via del) da via Col Barbuto al confine comunale toponimo cartografato; è situato nella zona dove è presente l’omonimo castello citato con questo nome anche da Gabriele D’Annunzio. Attualmente è conosciuto anche come “Castello Gallenga Stuart” perché fu acquistato e restaurato da Romeo Gallenga che aveva sposato la nobildonna scozzese Mary Montgomery Stuart. MAREMMANA (via) da piazza del Partigiano al confine comunale deve la denominazione alla Maremma toscana; da lì infatti partivano i pastori per condurre le greggi a pascolare sulle alture di Castel Rigone e Preggio. La cosa è confermata dall’esistenza nella zona di Vallupina del Podere Pecorone e dalla tradizione orale degli abitanti della zona. MARINACCIA (via della) da via Madonna del Giglio al confine comunale il nome della via potrebbe riferirsi al termine medievale marinus, una biada seminata in marzo ed indicare un campo in cui si praticava tale coltura, il suffisso –accia- stava ad indicarne l’abbandono. Non si può però escludere una derivazione dal medievale -marinaceus – cioè colore grigiastro.

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MATILDE DI CANOSSA (via) da via Fonte Casabella a piazza Michelozzo Michelotti La Grancontessa Matilde di Canossa (1046-1115) fu contessa, duchessa, marchesa e regina medievale. Matilde fu una potente feudataria ed ardente sostenitrice del Papato nella lotta per le investiture, personaggio di assoluto primo piano in un’epoca in cui le donne erano considerate di rango inferiore, arrivò a dominare tutti i territori italici a nord dello Stato della Chiesa. Nel 1076 entrò in possesso di un vasto territorio che comprendeva la Lombardia, l’Emilia, la Romagna e la Toscana, e che aveva il suo centro a Canossa, nell’Appennino reggiano. Fra il 6 e l’11 maggio 1111 fu incoronata con il titolo di Vicaria Imperiale-Vice regina d’Italia dall’imperatore Enrico V. La Grancontessa Matilde è certamente una delle figure più importanti ed interessanti del Medioevo italiano: vissuta in un periodo di continue battaglie, di intrighi e di scomuniche, seppe dimostrare una forza straordinaria, sopportando anche grandi dolori e umiliazioni, mostrando un’innata attitudine al comando. Nel territorio di Agello, più precisamente a Vignaia, nel 1072 Matilde tenne due placiti e proprietà matildine sono attestate ancora nel 1186. MESSI (via delle) da via S.Pietro Vincioli a piazza Concordia Insieme di cereali, specialmente frumento, coltivate in appezzamenti di terreno. La mietitura e la battitura delle messi erano tra i momenti più importanti delle attività agricole.

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MICHELOZZO MICHELOTTI (piazza) Ingresso da via Matilde di Canossa e da via S.Pietro Vincioli Michelozzo nacque a Perugia nel 1352, primogenito di Michelozzo Michelotti di Teobaldo e di Baldina, di famiglia non nobile. Nel 1390, a capo di truppe fiorentine, conquista il Castello e la Rocca di Agello. Perugia vi invia subito 300 fanti guidati da Paolo Savello. Nonostante la superiorità numerica, le truppe perugine sono costrette a ritirarsi a San Mariano, dopo aver subito gravi perdite. La città vi manda truppe capeggiate dal Broglia e da Brandolino, ma il risultato è il medesimo. Solo nel maggio, dopo asprissimi combattimenti, Michelozzo Michelotti si arrende e i priori perugini ordinano che le mura del castello vengano abbattute. Dopo pochi mesi penetrò di notte in Perugia dall’orto di San Domenico con 300 seguaci ed il mattino dopo, raggiunse la piazza principale gridando “viva la pace e muoia la guerra”. Pochissimi gli risposero, tanto che i nobili e i becherini, riavutisi dalla sorpresa, ebbero modo di organizzarsi, di assalire gli invasori e respingerli fuori dalla città. Molti dei suoi seguaci rimasero uccisi e, fra i cadaveri, fu trovato anche quello di Michelozzo. MOCARELLE (via delle) Ingresso e uscita da via S.Pietro Vincioli Non esiste toponimo. La strada circonda l’attuale area cimiteriale e si riferisce al nome dialettale del “cisto”, arbusto di bosco con colori violacei che veniva molto usato per avviare il fuoco. In tutta la zona circostante è presente tale arbusto che predilige terreni aridi con esposizione soleggiata, viene anche chiamato “scornabecco” e con tale nome era presente nel medioevo una contrada di Agello nelle vicinanze dell’attuale chiesa della Madonna del Giglio. 53


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MONTE BELLEDONNE (via) da viale Trasimeno a via San Francesco Vedasi quanto detto per via Colle delle Donne. Il vocabolo è lo stesso di Monte Santa Caterina attestato nel 1700 e oggi conservatosi a livello orale. MONTEBUONO (via di) da via Ancaelle al confine con Mugnano, una biforcazione della stessa arriva fino alla via Martiliani nel vocabolo Dirindello toponimo cartografato fin dal 1800. Stando a quanto riportato da alcuni storici, in epoca mediovale presso questo luogo vi era un fortilizio le cui vestigia sarebbero oggi inglobate nella villa che domina il passo. In basso sono state poste all’inizio del 1900 due cisterne in ferro che venivano utilizzate per far affluire l’acqua del Trasimeno fino alla centrale di Pietrafitta. A fianco delle due cisterne è posta un’edicola sacra che, secondo una consolidata tradizione veniva onorata tirando un sasso raccolto lungo la strada e baciato. Questa strana devozione viene ricordata anche nel libro “Maledetti toscani” di Curzio Malaparte. MONTICCHIO (via del) da via di Mugnano a via dei Cerreti Il nome originario del toponimo è Castellaro ma risultando impossibile attribuire il nome già esistente nel territorio comunale, la via viene denominata così come conosciuta dagli abitanti di Agello. La collinetta è ben visibile dal Castello in direzione di Mugnano dove sono stati ritrovati reperti archeologici di scarso valore. 54


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MONTICELLO (via del) da via della Pergola (senza uscita) (Vignaia) un toponimo cartografato dà il nome a questa via presente a Vignaia. MUGNANO (via di) da via Solitaria al confine comunale si tratta della via più breve tra Agello e Mugnano. In passato questi due paesi sono stati acerrimi avversari per motivi di campanile alimentati da episodi, perlomeno in parte, romanzati. Vale per tutti la tradizione orale, non confermata però da fonti attendibili, di un furto di campane di cui si sarebbero resi protagonisti gli abitanti di Agello. MUSICANTI (via dei) da via degli Artigiani (senza uscita) Il nome della via è stato attribuito in onore della tradizione musicale agellese soprattutto per la sua Banda Musicale fondata nel 1880. In tale data venne costituito un piccolo gruppo che sopravvisse fino agli inizi della guerra 1915-18. Alla fine del conflitto venne costituita una associazione con la denominazione di “Società Filarmonica Agello” soprattutto per merito di giovani artigiani e contadini. Numerosi valenti maestri si alternarono alla conduzione del complesso, tra i quali è doveroso ricordare Benedetti, Pedini e Enzo Bittarelli. Nel 1980 venne celebrato il centenario della fondazione con la partecipazione dei Cantori di Assisi, del maestro Severino Gazzelloni e con la Banda Musicale di Prato allo Stelvio (BZ). Negli anni successivi vennero promossi gemellaggi con il Coro CAI Città di Luino (VA), il Gruppo Mandolinistico di Codigoro 55


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(FE) e con la Banda Musicale di Castions di Strada (UD). Alla fine del 1900 il gruppo musicale agellese tenne concerti in varie località dell’Umbria ed in tutta Italia, riscuotendo successo ed apprezzamenti. Da alcuni anni organizza, nel mese di giugno, una Rassegna Bandistica con la partecipazione di bande musicale umbre. OSTERIA DI SAN MARTINO (via) Ingresso e uscita da via Madonna del Giglio La via prende il nome da una antica osteria con posta per i cavalli, trasformata poi in casa colonica, situata lungo la via Pievaiola (attuale via Pian dell’Abate), proprio difronte alla chiesa della Madonna del Giglio. PALAZZO (via del) da via Madonna del Giglio a via Bovaica il nome della via è da attribuirsi alla vicinanza con una datata costruzione signorile dotata di un piccolo parco e di un molino ad olio, oltre a numerose stalle per animali. Nel dopoguerra venne tentato anche un esotico allevamento di castori. PARTIGIANI CADUTI DI MONTEBUONO (via) da via Trento a via Agilla il nome della via, attribuita nel II dopoguerra, fa riferimento ai noti fatti di Montebuono citati sia per la piazza del Partigiano che per la piazza Don Antonio Fedeli.

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PARTIGIANO (piazza del) da viale Trasimeno a via di Montebuono (Montebuono) nei dintorni della piazza, si svolsero i citati “fatti di Montebuono” l’8 giugno del 1944 nei quali persero la vita undici contadini e ne furono feriti altri tre da una colonna dell’esercito tedesco in ritirata. Al centro della piazza è stata installata una scultura in pietra di Romeo Mancini. Don Antonio Fedeli, parroco di Agello, così scrisse nel suo diario: “il pomeriggio di questo sacro giorno, trascorso devoto e solenne, è stato macchiato di sangue. A Montebuono un gruppo di ingenui e buoni coloni, di quelle parti, tentava resistere ai tedeschi in ritirata dall’Italia meridionale, i quali asportavano del bestiame ed altro. Ne successe uno scontro e una forte sparatoria. Parecchi morti, dei nostri, per i campi. La mattina del 9 giugno, il parroco di Agello si recò dal comandante tedesco di stanza a Montebuono stesso, tra la macchia, per riavere i cadaveri dei disgraziati. Dopo un primo diniego ottenne quello che domandava, con gravi moniti per la popolazione civile, riguardanti il modo di come comportarsi con le truppe tedesche. Il Parroco stesso, accompagnato dai Carabinieri di Magione e da altre persone, andò per i campi a rintracciare i cadaveri, aiutò a diseppellirli (erano stati appena coperti di terra), a caricarli su un carro di buoi e li accompagnò al Cimitero di Agello. La mattina del 10 giugno, nella Cappellina del Cimitero, il Parroco celebrò la S.Messa e le esequie per tutti e assistette al seppellimento. Si rintracciarono 11 cadaveri, 10 di Agello e 1 di San Savino. Tali sono: Cipolloni Alfredo ammogliato con figli, Burattini Sestilio ammogliato con figli, Zetti Franco di appena 21 anni, Pedetti Gaetano ammogliato con figli, Battigamba Carlo di appena 17 anni, Fagioli Quartilio e Angelo fratelli ammogliati con figli, Belfico Angelo ammogliato con figli, Mencaroni Sante ammogliato con figli, Felicioni Lorenzo giovanetto. Il parroco scongiurò a mani giunte che non venissero fatti 57


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rappresaglie e danni alla inerme popolazione”. PASSO DEL LUPO (via) da via S.Pietro Vincioli a via Chiugina Il nome è relativo ad un valico, tra l’abitato di Agello e quello di Vallupina, detto del lupo che può riferirsi sia all’animale che al nome di una persona. PERGOLA (via della) da piazza Concordia a via Ponte Forcione (Vignaia) toponimo cartografato della zona di Vignaia. Probabilmente deriva dal latino “pergula” cioè “luogo elevato o poggiolo”. PIAN DELL’ABATE (via) da via Rimbostaia a via Podere del Piano Toponimo esistente già nei catasti dei secoli scorsi, comprende territori appartenenti ai comuni di Magione, Perugia, Corciano e Marsciano. Il nome è dovuto al fatto che nel medioevo, i terreni attraversati dalla Caina, appartenevano ai benedettini della Chiesa di San Pietro a Perugia a seguito delle bonifiche operate dagli stessi. PIANATE (via delle) da via dei Poggiali a via Chiugina toponimo cartografato. Il vocabolo stava ad indicare terreni pianeggianti che scendono dalla collina di Agello verso la zona pianeggiante di Valle Lupina. 58


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PIEVANIA (via) da via di Montebuono a via Quartiliani Questa via è per un lungo tratto quella che doveva mettere in comunicazione due importanti pievi altomedioevali: quella di San Rufino di Ripola, che si trovava nella zona dell’attuale vocabolo Ripa e dipendeva dal monastero di San Pietro di Perugia, al quale fu confermata da Corrado II nel 1027 e quella di San Savino, di cui si ha menzione nel 1029-1031, dipendente dall’episcopato perugino come attestato in un documento di Innocenzo II del 1136. È il caso di notare come dai campi che si trovano lungo la stessa emerga vario materiale laterizio e frammenti di ceramica d’epoca antica. La via attraversa la zona denominata Malridotto. PIEVE (via della) da via Solitaria a piazza Agilla la via prende il nome dalla Chiesa di S.Michele Arcangelo, pievania di Agello, in alcuni documenti citata come Sant’Angelo. Probabilmente edificata sul finire del 1100 e gli inizi del 1300, è ubicata nei pressi del luogo dove sorge l’attuale, a sud-ovest del castello, quasi a ridosso dello stesso o comunque non molto lontano dalle sue mura di cinta. Nel catasto del 1489 risulta proprietaria di 15 appezzamenti terrieri pari a 23.5 ettari e un appezzamento coltivato a vigna al vocabolo La Fracta dove si trovava una chiesa. PODERE DEL PIANO (via) da via Pian dell’Abate al confine comunale piccolo tratto di strada compreso tra i comuni di Perugia e Magione il cui tracciato conduceva ad un podere pianeggiante 59


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al margine di Pian dell’Abate nei pressi della Chiesa della Madonna del Giglio. POGGIALI (via dei) da via S.Pietro Vincioli a via Chiugina toponimo presente nella carta IGM e tuttora usato nella zona rurale di Agello. PONTE FORCIONE (via) da via Romana a via Chiugina (Vignaia) Il toponimo compare nel catasto del 1700 ed è relativo ad un ponte sull’antica strada tra Perugia e Chiusi, a circa un paio di chilometri dal passo che permetteva di superare le colline a ridosso della riva sud-orientale del lago Trasimeno. Il termine forcione probabilmente stava ad indicare questo valico. Fino alla II Guerra Mondiale, quando fu minato dall’esercito tedesco in ritirata, il ponte era a due arcate. PORTA SANTA SUSANNA (piazza) Ingresso e uscita da via delle Mocarelle La piazza è stata intitolata ad un rione di Perugia che, nel medioevo, comprendeva anche i territori attorno al lago Trasimeno. Nella città di Perugia si estende da piazza Cavallotti a via Maestà delle Volte. Fra i monumenti più celebri le chiese lungo via dei Priori fino a San Francesco al Prato, la Torre degli Sciri o degli Scalzi, l’Oratorio di San Bernardino, il Sodalizio Braccio Fortebraccio, la Porta Trasimena e la via Canapina. Nel 1400 Agello venne eletto a residenza del nobile Sinibaldo da Ramazzano, capitano del contado di Porta Santa Susanna. 60


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RAPPO (via del) da via dell’Aurora a via Arte della Lana il toponimo è attestato già dal 1800 e l’origine è da ricercare nel vocabolo gotico “rappa” passato nel dialetto locale come “piega, ruga, fenditura”. REPUBBLICA (via della) da via della Cupa a via Agilla piccolo tratto di strada nell’abitato di Agello. L’ingresso da via Agilla è ricordato dagli anziani perché fino agli anni ’80 vi era installato uno dei numerosi orinatoi pubblici del paese. RIMBOCCO (via del) da via S.Pietro Vincioli alla campagna La parola rimbocco nel perugino sta ad indicare una strada stretta che si distacca da un’altra strada più importante. RIMBOSTAIA (via) da via dello Scopeto a via Pian dell’Abate Vengono chiamate così le piante con rami flessibili utilizzati come tutori ai tralci di vite. RIPETTA (via della) da via Ancaelle alla campagna (Montebuono) il nome della via prende il nome dalla chiesa di San Rufino di 61


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Ripola che sorgeva nei pressi del valico di Montebuono, presente fin dal primo documento del 1027. La Pieve iniziò a perdere la funzione di punto di riferimento religioso del territorio a partire dalla seconda metà del 1200 e nel 1400 unita alla chiesa di San Donato di Agello. Nel 1786 fu ridotta a casalino e venduta alla famiglia Baiardi. La via appartenuta al territorio di Agello, di cui era una contrada insieme alla Frusta, venne poi assegnata a SantArcangelo. ROMANA (via) da via S.Pietro Vincioli a via Ponte Forcione (Vignaia) il nome è stato attribuito di recente ad una strada d’ingresso a Vignaia ed è probabilmente dovuta a numerosi ma modesti ritrovamenti di epoca romana. ROVETO (via del) da viale Trasimeno alla campagna non esiste toponimo. A seguito dell’abbandono delle campagne, sono numerose le zone coperte di rovi che, a fine estate, vengono battute alla ricerche delle more per farne delle ottime marmellate. La strada, tra l’altro, si trova lungo un fosso che, nella stagione delle piogge presenta una cascatella completamente ricoperta di rovi. SAN DONATO (piazza) Ingresso da via Agilla, uscita a via Trento La piazza prende il nome dall’antistante chiesa di San Donato menzionata tra le proprietà spettanti al monastero di San 62


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Pietro di Perugia nel catasto del 1115. Nel catasto del 1400 la chiesa risultava unita a quella di S.Donato di Monte Frondoso e disponeva di 26 appezzamenti di terreno pari a 28 ettari a cui va aggiunto un orto e una casa nei pressi. Fino alla fine del 1900, San Donato era la chiesa della seconda parrocchia di Agello. Nel sagrato è stata installata un’artistica croce in ferro battuto. SAN FRANCESCO (via) da via degli Artigiani alla campagna la via ha preso il nome del Santo di Assisi perché nei suoi pressi fu edificata dai perugini intorno all’anno 1223, vivente San Francesco, ed in essa abitò il beato Egidio che, “nel suo vagare di eremo in eremo, da luogo a luogo”, dimorò per qualche tempo nei pressi di Agello. Nel 1734 la chiesa dell’ex convento veniva unita a quella di S.Michele Arcangelo e, trasformata in abitazione, divenne proprietà privata. SAN NICOLA (via) da piazza del Partigiano a via delle Gracinesche toponimo cartografato fin dal 1300 quando la chiesa era dipendente dall’episcopato perugino. La struttura, a forma quadrangolare,ha perso completamente il suo aspetto originario, anche se alcuni elementi architettonici ne attestano l’epoca di costruzione. Fino agli anni 60, presso la chiesetta si svolgeva una festa annuale dedicata a Sant’Eurosia. Dal piazzale antistante e dal giardino della villa situata a poche decine di metri si può godere uno dei più affascinati tramonti sul lago Trasimeno.

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SAN PIETRO VINCIOLI (via) da piazza Sant’Antonio a via Chiugina La via è stata dedicata San Pietro Vincioli nato ad Agello in data non certa e morto a Perugia nel 1022. Apparteneva alla nobile famiglia dei Vincioli, signori del luogo. Fattosi monaco decise di restituire dignità alla cattedrale di San Pietro in Perugia, caduta in disfacimento per le incursioni barbariche. Situata in una delle colline a sud di Perugia, la cattedrale vide nuova luce nel 966, grazie all’intraprendenza del giovane monaco benedettino che, tra l’altro, edificò anche un monastero attiguo. In segno di gratitudine, il papa Giovanni XII donò a Pietro il ruolo di abate e riformatore dell’abbazia. San Pietro Vincioli è attualmente il patrono di Agello. SANT’ANTONIO ABATE (piazza) da viale Trasimeno a via San Pietro Vincioli Tra i beni accatastati in Agello nel 1361 è presente l’ospedale Sant’Antonio proprio nella piazza che prende questo nome e si trattava certamente di una struttura essenzialmente assistenziale funzionante fino all’inizio del 1600. Fino agli anni ’90 veniva celebrata su questa piazza la festa del 17 gennaio con la benedizione degli animali. SCARSOLA (via della) da via del Monticchio a via di Montebuono Non esiste toponimo. La strada attraversa una zona a sud di Agello molto umida con la presenza di numerosi fossi, tra cui il Lombardone ed il Cerretino. Per la presenza continua di acqua nella zona crescono e si sviluppano una notevole quantità di erbe palustri, tra cui la scarsa o scarsola, usata per ricoprire 64


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fiaschi e sedie. Tali attività artigianali venivano svolte durante il periodo invernale dai contadini per arrotondare nel periodo invernale le entrate della famiglia. SCOPETO (via dello) da via Madonna del Giglio a via Pian dell’Abate la via prende il nome da un toponimo cartografato e sta ad indicare la presenza di numerosi arbusti di erica (detto anche scopo) che venivano utilizzati soprattutto per fare rustiche ramazze (chiamate scoponi) per pulire gli spiazzi e le stalle degli animali. SERAFINO AGNELONI (via) da via S.Pietro Vincioli a via dell’Uccellaio Il nome della via è stato proposto dall’Associazione Nazionale Carabinieri per ricordare un carabiniere, originario di Agello, disperso nel mare di Tunisia a seguito dell’abbattimento dell’aereo sul quale viaggiava, nell’anno 1943. SFERRACAVALLO (via) da via di Montebuono a via Montebello La proposta si legittima dalla presenza di questo vocabolo attestato a partire dal secolo XVIII. Sferra Cavallo apparteneva alle pertinenze territoriali di Agello, nel corso della prima metà dell’Ottocento passò nel territorio di San Savino e successivamente a quello di Sant’Arcangelo. Probabilmente il nome di luogo non ha nulla a che fare con le ferrature equine in quanto tali e trae origine da una «sorta di felce … dalle silique simili ai “ferri” di “cavallo”». 65


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SOLITARIA (via) da piazza Agilla a via della Cupa nome di fantasia attribuito da una precedente commissione di toponomastica. TASSI (via dei) da via S.Pietro Vincioli a via delle Pianate Toponimo non cartografato. Il nome è stato attribuito ad un tratto di strada campestre vicino al Passo del Lupo con numerosi avvistamenti di animali selvatici come appunto il tasso. TORRE DELLA FAME (via) da via di Montebuono alla campagna (Montebuono) toponimo cartografato ed attestato nel territorio di Agello fin dal 1700. Il nome del luogo è riferito a resti di fortificazioni ancora visibili. A poca distanza si pagava il pedaggio per le merci in transito tra Perugia e Chiusi e quindi l’origine del vocabolo si può ritenere che derivi dal fortilizio dove risiedevano gli esattori. TORRETTA (via della) da via Bovaica a via Emirati Arabi Uniti Il nome è stato attribuito in base alla denominazione del vocabolo dovuto alla presenza di una piccola struttura difensiva.

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TRASIMENO (viale) da piazza Sant’Antonio a piazza del Partigiano è la strada che porta verso il lago e la via più breve di collegamento con Magione. (per le origini del nome vedasi quanto riportato su piazza Agilla). TRENTO (via) da via Agilla a via Partigiani Caduti di Montebuono il nome della via fa chiaramente riferimento alla città che alla fine della I Guerra mondiale ritornò all’Italia. TRIESTE (via) da via S.Pietro Vincioli a via Lucio Tussanio come per via Trento il nome fa riferimento alla città che alla fine della I Guerra mondiale ritornò all’Italia. UCCELLAIO (via dell’) da via s.Pietro Vincioli a via Verna il nome del vocabolo può essere ricondotto sia ad un allevatore di uccelli che possedeva delle proprietà nella zona che ad una eventuale presenza di una struttura per la pratica della caccia ai volatili. VALLE LUPINA (via) da via Chiugina a Montemelino (via della Maestà) 67


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la via è il prolungamento di via Chiugina e segue il tratto dell’antica strada che collegava Perugia con Chiusi. Il suo nome è probabilmente legato alla presenza del lupo nel tardo medioevo, come testimoniato da documenti risalenti al 1300. Il piccolo centro abitato ha fatto sempre parte della parrocchia di Agello che in passato possedeva terreni considerati assai fertili nella pianura e umidi per la presenza di fossi che affluiscono nella Caina. VALLICELLI (via) da via Trieste senza uscita Si tratta di un toponimo cartografato riportato nella mappa IGM. VENARINE (via delle) da via Col Barbuto al confine comunale toponimo molto conosciuto nel territorio dove esiste tra l’altro un fosso con lo stesso nome. Piccole risorgenze di acqua sono presenti nell’area che va da via Lucio Tussanio e via dell’Aurora fino alla zona denominata il Mandoleto. Il nome potrebbe derivare da avena e sta ad indicare appezzamenti di terreni destinati alla coltura di questo cereale utilizzato sia per uso umano, come sostituto del grano, che come cibo per gli animali. VERNA (via) da via dell’Uccellaio a via Fonte Viscola toponimo cartografato. Verna era il nome medievale dell’ontano, molto diffuso in Italia.E’ lo stesso nome del fosso che divide 68


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il territorio di Magione (Vignaia) con quello di Corciano (Solomeo). VERZIERE (via del) da viale Trasimeno senza uscita non risultano toponimi relativi a questa via il cui nome è stato attribuito da una precedente commissione toponomastica. Nella lingua italiana il verziere sta ad indicare un terreno utilizzato come orto o frutteto.

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SITUAZIONE VIARIA AL 31/12/2018 AGILLA (piazza) Piazza a senso unico, possibilità di parcheggio sulle banchine AGILLA (via) Strada asfaltata piuttosto stretta in alcuni punti. Da piazza San Donato a piazza Agilla senso unico di marcia ALBERTO MANCINI (via) Strada asfaltata piuttosto stretta AMEDEO TIBERI (via) Strada asfaltata piuttosto stretta ARTE DELLA LANA (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia ARTIGIANI (via degli) Strada asfaltata, interamente transitabile agevolmente AURORA (via dell’) Fino a via Tussanio strada asfaltata con transitabilità discreta AVENA (via dell’) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia BANDITE (via delle) Strada asfaltata piuttosto stretta soprattutto all’ingresso da piazza Sant’Antonio BARBATELLE (via delle) Strada sterrata ma con buona percorribilità 70


Strada facendo

BELLINCONTRO (largo) Strada asfaltata piuttosto stretta, senso unico BELVEDERE (via) Strada asfaltata piuttosto stretta, senso unico BOVAICA (via) Strada asfaltata in ottimo stato ma un po’ stretta BRACCIANTI (via dei) Strada sterrata transitabile BUCHERAIO (via del) Strada sterrata, impraticabile nella stagione piovosa CALCE (via della) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia CAPPELLA BAIARDI (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia CARCANI (via dei) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia CASENGOLI (via dei) Strada transitabile molto stretta CASTELLO (via del) Strada asfaltata piuttosto stretta. L’ingresso da piazza Agilla è una scalinata, poi a senso unico per buona aprte CERASE (via delle) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia 71


Strada facendo

CERRETI (via dei) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia CHIUGINA (via) Strada asfaltata, percorribilità buona CILIEGIO (via del) Strada asfaltata senza percorribilità COL BARBUTO (via) Strada transitabile con fondo stradale buono CONCORDIA (piazza) Strada asfaltata piuttosto stretta CORDERO G.LANZA DI MONTEZEMOLO (via) Strada asfaltata piuttosto stretta CUPA (via della) Strada asfaltata con buona percorribilità DON ANTONIO FEDELI (piazza) Piazza lastricata, area parcheggio DONNA GRISELDA (via) Strada sterrata solo pedonabile DUBAI (piazza) Piazza asfaltata con divieto di transito DUE CASE (via) Strada transitabile con fondo buono EMIRATI ARABI UNITI (via) 72


Strada facendo

Strada asfaltata piuttosto stretta ma con ottimo fondo FONTE CASABELLA (via) Strada asfaltata con possibilità di parcheggio FONTE DEL BUON RIPOSO (via) Strada sterrata, non transitabile nel periodo di pioggia FONTE PICCIONE (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà in periodo di pioggia FONTE VISCOLA (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà FORCELLA (via della) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia FOSSO DEL LOGGIO (via) Strada sterrata, non transitabile nel periodo di pioggia FRATE EGIDIO (via) Strada asfaltata piuttosto stretta GIUNCHETO (via del) Strada sterrata, non transitabile nel periodo di pioggia GIUSEPPE GARIBALDI (gradinata) Scalinata pavimentata non transitabile GIUSEPPE MAZZINI (via) Strada asfaltata piuttosto stretta, non transitabile GIUSEPPE VICARELLI (via) Strada asfaltata piuttosto stretta 73


Strada facendo

GRACINESCHE (via delle) Strada sterrata, transitabile con difficoltĂ nel periodo di pioggia GUALDELLA (via della) Breve strada sterrata non transitabile GUGLIELMO DA AGELLO (via) Strada sterrata, praticamente non transitabile nel periodo di pioggia, molto ripida LAGHETTI (via dei) Strada sterrata, transitabile con difficoltĂ nel periodo di pioggia LEVANTE (via) Strada asfaltata in buono stato LUCIO TUSSANIO (via) Strada sterrata con un buono fondo stradale LUPINELLA (via della) Strada sterrata, non transitabile nel periodo di pioggia MACCHIONE (via del) Strada sterrata, non transitabile nel periodo di pioggia MADONNA DEL GIGLIO (via) Strada asfaltata piuttosto stretta con alberi nella banchina MADONNA DEL PIETRETO (via) Strada asfaltata piuttosto stretta MADONNA DEL ROSARIO (via) Strada asfaltata con fondo stradale buono 74


Strada facendo

MANDOLETO (via del) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia MAREMMANA (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia MARINACCIA (via della) Strada asfaltata con ottimo fondo ma molto stretta MATILDE DI CANOSSA (via) Strada asfaltata piuttosto stretta MESSI (via delle) Strada asfaltata piuttosto stretta MICHELOZZO MICHELOTTI (piazza) Parcheggio pavimentato MOCARELLE (via delle) Strada sterrata, transitabile con difficoltà MONTE BELLEDONNE (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia MONTEBUONO (via di) Strada asfaltata con fondo buono MONTICCHIO (via del) Strada sterrata, praticamente non transitabile soprattutto nel periodo di pioggia MONTICELLO (via del) Strada asfaltata, senza uscita 75


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MUGNANO (via di) Strada asfaltata piuttosto stretta MUSICANTI (via dei) Strada asfaltata piuttosto stretta OSTERIA DI SAN MARTINO (via) Strada asfaltata transitabile con facilità PALAZZO (via del) Strada asfaltata molto stretta e ripida PARTIGIANI CADUTI DI MONTEBUONO (via) Strada asfaltata piuttosto stretta PARTIGIANO (piazza del) Piazza sterrata con possibilità di parcheggio solo ai lati PASSO DEL LUPO (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia PERGOLA (via della) Strada asfaltata solo in parte e piuttosto stretta PIAN DELL’ABATE (via) Strada asfaltata con buona transitabilità PIANATE (via delle) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia PIEVE (via della) Strada asfaltata piuttosto stretta, senso unico PODERE DEL PIANO (via) 76


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Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia POGGIALI (via dei) Strada asfaltata piuttosto stretta PONTE FORCIONE (via) Strada sterrata praticamente non transitabile PORTA SANTA SUSANNA (piazza) Ampia piazza sterrata con parcheggio RAPPO (via del) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia REPUBBLICA (via della) Strada asfaltata piuttosto stretta RIMBOCCO (via del) Strada sterrata, non transitabile nel periodo di pioggia RIMBOSTAIA (via) Strada sterrata non transitabile ROMANA (via) Strada asfaltata piuttosto stretta ROVETO (via del) Strada sterrata, transitabile con fondo buono SAN DONATO (piazza) Piazza pavimentata con possibilità di parcheggio per poche auto SAN FRANCESCO (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia 77


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SAN NICOLA (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia SAN PIETRO VINCIOLI (via) Strada asfaltata transitabile. Numerose curve e con pendenze elevate SANT’ANTONIO ABATE (piazza) Piazza asfaltata transitabile ma con divieto di parcheggio SCARSOLA (via della) Strada sterrata, transitabile con molta difficoltà nel periodo di pioggia SCOPETO (via dello) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia SERAFINO AGNELONI (via) Strada transitabile SOLITARIA (via) Strada asfaltata piuttosto stretta, senso unico TASSI (via dei) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia TORRE DELLA FAME (via) Strada sterrata non transitabile TORRETTA (via della) Strada impraticabile TRASIMENO (viale) 78


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Strada asfaltata con fondo buono TRENTO (via) Strada asfaltata piuttosto stretta, senso unico TRIESTE (via) Strada asfaltata piuttosto stretta UCCELLAIO (via dell’) Strada sterrata, transitabile con molta difficoltà VALLE LUPINA (via) Strada asfaltata piuttosto stretta VALLICELLI (via) Strada asfaltata piuttosto stretta VENARINE (via delle) Strada sterrata, transitabile con difficoltà nel periodo di pioggia VERNA (via) Strada sterrata, transitabile con difficoltà VERZIERE (via del) Strada sterrata

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Strada facendo

ELENCO TOPONIMI CARTOGRAFATI Agilla (piazza) Agilla (via) Bandite Bandite (fosso delle) Bandite (strada vicinale delle) Bassica (podere) Bovaica Bovaica (strada vicinale) Bucaraio di là Bucaraio di quà Bucheraio (fosso) Bucheraio (strada vicinale del) Calcinaio (fosso del) Calcinaio di là Calcinaio di quà Cannettaccio (fosso) Cappella Baiardi Cappella Baiardi (strada vicinale di) Carcani (fosso dei) Casa Arte della Lana Casa Biani Casa di Monte (strada vicinale) Casa Nuova Casella Casengoli Casone Castellari (fosso dei) Castellaro Castellaro (strada vicinale del) Castello(del) Castiglionaccio (podere) Cerretello Cerreti (podere) Cerretino (fosso) 80

Cestola (fosso) Col Babuto Col delle Donne Colle delle Donne (fosso del) Colle delle donne (strada vicinale del) Commenda Due Case Fontana (fosso) Fontanelle Fontanelle (fosso delle) Fonte del Buon Riposo Fonte del Buon Riposo (casa) Fonte del Buon Riposo (fosso) Fonte Piccione Fonte Piccione (casa Fonte Piccione (strada vicinale di) Fonte Viscola Fonte Viscola (casa) Forcella Forcella (strada vicinale della) Fosso (casa del) Garibaldi (gradinata) Giuncheto (fosso) Giuncheto (strada vicinale del) Gorghe (fosso delle) Gracinesche Gracinesche (fattoria) Gracinesche (fosso delle) Gracinesche (strada vicinale delle) Gualdella (fosso della) Gualdella (strada vicinale della) La Costa Lasche


Strada facendo Lasche (podere) Lasche (strada vicinale delle) Loggio (fosso) Lombardone (fosso) Lupo (fosso del) Lupo (podere del) Macchione (strada vicinale del) Madonna del Rosario Madonna del Rosario (strada vicinale) Maremmana (strada vicinale) Marinaccia (fosso) Marinaccia (strada vicinale della) Marinaccia di sopra Marinaccia di sotto Monte (casa di) Monte Belle Donne Monte Ulivo Montebuono (cave) Montebuono (strada comunale di) Monticelli (podere) Monticello Moscatelli Paccone (fosso del) Palazza Palazzetta Palazzetto Palazzetto (fosso del) Palazzo Passo del Lupo (casa) Passo del Lupo (fosso del) Passo del Lupo (strada vicinale del) Pecorone (podere) Penna (strada vicinale della) ’ Pergola Pergola (della) 81

Pergola (fosso della) Pergola (podere) Pergola (strada vicinale della) Pianate Pianate (strada vicinale delle) Piano (strada vicinale del) Pietraia Poggetto Poggetto (casa) Poggiali Poggiali (casa) Poggiali (fosso dei) Poggio Pontaccio Pontaccio (casa) Ranchi (strada vicinale dei) Rappo San Donato (piazza) San Francesco San Francesco (strada vicinale di) San Giuseppe San Giuseppe (fosso di) Sant’Antonio (piazza) Scopeto Scopeto (podere) Scopeto (strada vicinale dello) Scopeto di sotto Solitaria (via) Solomeo (strada vicinale di) Spineta Spineta (fosso della) Stradone (fosso dello) Torre della Fame Torretta Trieste (via) TrinitĂ


Strada facendo TrinitĂ (casa) Troscia Uccellaio Uccellaio (fosso) Uccellaio (strada vicinale dell) Valle Lupina Valle Lupina (fosso di) Valle Lupina (podere) Valle Lupina (strada vicinale di) Vallicelli Venarine Verna Verna (fosso forma) Verna (strada vicinale della) Vignaia (strada provinciale di) Vignaia e Monticelli (strada vicinale di)

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Strada facendo

BASTA CASE SPARSE! Abbaia il cane. Qualcuno sta salendo la scala. “Buona sera, c’è il signor Squarta?” “Mi dispiace, quel signore non abita qui e neanche nei dintorni” Il signore riparte cercando il signor Squarta. Sull’elenco telefonico risulta che abita in questo comune, non ad Agello ma a Soccorso “via Case Sparse 23” Come VIA?? Nel comune di Magione ci sono case sparse dappertutto e con numeri messi a caso. Ma non esiste una “via case sparse”. Per aiutare chi cerca certe famiglie, per aiutare i portalettere, per aiutare anche chi deve tentare di spiegare a chi viene da fuori che la casa sparsa 23 può essere situata molto lontana dalla casa sparsa 24, o che casa sparsa 24 forse non esiste o è un capannone . Sarebbe troppo chiedere all’Amministrazione Comunale di a tutte le vie un loro nome così che, per esempio, che io possa abitare in via Madonna del Giglio 12 invece di una casa sparsa? Case sparse 23 Agello (pubblicata sul notiziario agellese Flashes nel 1995 inviata da Sikking Cornelius, giornalista olandese residente per alcuni anni ad Agello

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ALLEGATO 1 Nell’inventario perugino dei beni ereditari, redatto da ser Severo di Pietro di messer Meo, protocollo n.450, aa.14861490, il 28 agosto 1489, vengono descrittigli oggetti presenti in una casa colonica di proprietĂ di donna Griselda Marchionis Gori ubicata nelle pertinenze del castello di Agello. La casa è composta di due sole stanze, ove la famiglia contadina vive e conserva gli attrezzi agricoli e le poche derrate alimentari di cui dispone. Nella prima stanza, oltre una lectiera vechia, una coltre cum uno poco di piume, un saccone de paglia e due paia di lenzuole usate, vi sono uno caldaiolo grande, uno spidone, uno padeletto de ramo, uno caldaiolo piccolo, una ceptarella, uno coltellacio de macello, una stradiera de ferro mezzana, un paio de pectene de stoppa, ed inoltre una serie di attrezzi agricoli: una gomea quasi nova, una palavanga roticia, uno zappone, doy palevanghe de ferro, uno vente scornato, uno bevente bono, una zappetella bona, uno scorcino grande, doy falcine grande da legniare, una falce da mietere, uno falcinello da fare erba, una altra gomea vechia, una zappa picola, una roncha, uno paio de forbece picole. Nella seconda stanza vi sono: certe tavole aconce per lectiera, uno saccone de paglia, uno paio de linzoli usati, una coltre de piuma, uno piumaccio de piuma, uno linzolo straciato, in alio licto certe tavole aconce per dormire, uno saccone de paglia, uno paio de linzoli usati, doy linzoli straciati, tre mantilelle usate, uno mantile grande da parecchiare, una matera vecchia da pane, una cassa cavata come uno trono, uno bigonzo voito, una gonella da donna de lazo quasi nova, una gonella de bisscio da donna usata, uno guarzone bianco de panno de lino, uno barletta picola, uno mortaio picolo, doy patene de tavola, infra scudelle, vasa, broche e pigniatte peze trenta. Ed inoltre vi sono conservate: una saccola cum mine, doy de grano, uno sacco cum meza mina de ciece, una saccola cum vente cascia, doy saccha piene de farina, uno sacco de remmolo, 85


Strada facendo

uno meza e mina da mesurare. L’elencazione dei beni di cui sopra ci porta a considerare un altro problema di cui sappiamo assai poco, quello, ossia, degli attrezzi agricoli di cui i coloni dispongono per lavorare la terra. In tutti gli inventari reperiti se ne dà una dettagliata descrizione dato che erano beni assai preziosi per l’economia familiare. Gli attrezzi elencati sono sempre gli stessi: aratri a vomere, palavanghe, zappe e zapponi, falci di varie misure ed usi, accette e asce da legna, ma non si trova mai traccia dell’aratro a ruote poiché tale strumento era diffuso solo nell’area centro settentrionale. Un altro elemento che si trova sia nelle case dei coloni come in quelle dei borghesi e dei nobili è relativo all’attrezzatura per lavorare l’uva e per conservare il vino.

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ALLEGATO 2

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Strada facendo

ALLEGATO 3 NOTE RELATIVE A REPERTI ARCHEOLOGICI NEL TERRITORIO Serena Trippetti, archeologa magionese e componente della Commissione di Toponomastica ha fornito le seguenti note in merito alle sue ricerche - Un’urna fu trovata nella campagna di Agello negli anni ’70, ma non è stato specificato il luogo esatto. Si tratta di un’urna con coperchio che reca l’iscrizione su due righe di L.TUSSANI L.F.TARENTINI, toponimo non attestato a Perugia, ma a Todi. Non si sa che fine abbia fatto questa urna, forse smarrita o venduta. - L’altra iscrizione, anch’essa sepolcrale, è stata ritrovata come materiale di reimpiego in un acquedotto e in seguito smurata e consegnata al parroco. E’ relativa a due personaggi locali militanti nella II coorte e appartenenti alla tribù Tromentina in cui era iscritta Perugia stessa. - Per quanto riguarda la presunta ara sacrificale ritrovata nella zona di Montebuono, non vi è dubbio che si tratti di materiale antropico, secondo me è da escludere che si tratti di un altare ma credo che possa essere piuttosto un sistema per macinare, comunque interessante - Il 28 settembre 1971 i Carabinieri di Magione segnalano rinvenimento di urna cineraria nei pressi di Agello. Si tratta di: urna cineraria in travertino, liscia con coperchio in travertino a doppio spiovente - Da un sopralluogo fatto in località Fonte del Buon Riposo d Agello, è stata rinvenuta una pietra del tipo arenaria di notevole dimensione con segni come da scalpello ma incomprensibili. Da notare che, nei cam88


Strada facendo

pi adiacenti sono stati trovati dei frammenti di cotto tipo ziri, tegole ed anse di vasi. Notizie orali di un certo fondamento parlano di tombe ed un’altra fonte ricorda come durante i lavori di aratura, uno dei buoi rimase incastrato in uno sprofondo, all’interno del quale furono trovati resti di urne. Un’indagine non fu mai condotta e pare poco plausibile pensare ad una tomba a camera in quest’area, d’altra parte la scoperta, se confermata, potrebbe dimostrare come quest’area di passaggio possa interpretarsi come ricadente sotto la giurisdizione di Chiusi e quella di Perugia, mostrando la peculiare caratteristica delle tombe chiusine, che troviamo anche a Castiglione del Lago, come la tomba di Vaiano. - Nel luglio 1990, una persona di Magione dichiara il possesso di diverso materiale archeologico, tra cui un capitello ed un miliario, trovato in Montebuono e raccolto dal di lui nonno. Il ritrovamento darebbe la prova del passaggio in questa zona della via antica che doveva, proprio a Montebuono, presentare uno snodo, in cui confluivano le strade provenienti da Agello e Magione, congiungendosi in una unica direttrice che arrivava a Chiusi

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galleria fotografica

Agello agli inizi del 1900

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Strada facendo

Monte Belledonne (S.Caterina)

Via di Mugnano 91


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Agello da via Pian dell’Abate

Risorgenze nella zona L’Uccellaio 92


Strada facendo

Villa liberty a Passo del Lupo

Casa nel borgo di Vignaia 93


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Chiesa di Vallupina

Agello entro le mura castellane 94


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Bibliografia GIOVANNI RIGANELLI Castrum Agelli, un castello perugino ed il suo territorio nel medioevo Pro Loco Agello, 1992 ALBERTO GROHMANN Città e territorio tra Medioevo ed Età Moderna Volumnia Editrice Perugia, 1981 ORNERO FILLANTI Agello: nomi, persone, luoghi Centrostampa provincia di Perugia, 1993 GIAN PIETRO CHIODINI Un diario dell’Ottocento Edizioni Guerra, 1999 MARIA ANTONIETTA PAGNOTTA Due iscrizioni latine inedite in territorio perugino Bollettino Deputazione Storia Patria per l’Umbria, 1981

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SERENA TRIPPETTI Sistemi informativi territoriali applicati all’archeologia Aprile 2014 GIORGIO FANTINI Isola Maggiore fra leggenda e storia Aprile 1991 LUIGI BONAZZI Storia di Perugia dalle origini al 1860 Ristampa, ottobre 1984 ORNERO FILLANTI Agello: nomi, persone, luoghi Centrostampa provincia di Perugia, 1993 FRANCESCO GIROLMONI Nella terra di Magione Morlacchi Editore, 2018 ALFREDO BOLLONI Miscellanea 96


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RINGRAZIAMENTI Bianconi Maria Bolloni Alfredo Chierico Franco Chiodini Gianpietro Dentini Filippo Dentini Piero Fillanti Ornero Flussi Carlo Girolmoni Francesco Grohhman Alberto Laliscia Gianluca Maghini Eleonora Mancini Franco Moroni Alessandra Nava Alessio Pagnotta Maria Antonietta Ruggeri Vanni Serafini Paolo Sodacci Giuliano Riganelli Giovanni Tiberi Lauretta 97


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Un ringraziamento particolare a coloro che hanno operato nella Commissione Comunale di Toponomastica: Chierico Michele Cialini Gianfranco Orecchini Paolo Renzetti Alessio Riganelli Giovanni Tancetti Gian Franco Tiberini Sandro Traica Giordano Trippetti Serena Tufo Cristina

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Strada facendo

L’ AUTORE Gianni Dentini è nato ad Agello nel 1945. Si è diplomato nel 1964 e ha frequentato il corso di laurea in Scienze Statistiche all’Università degli Studi di Roma. Ha lavorato presso importanti aziende umbre e nel 1976 è stato assunto dalla Cassa di Risparmio di Perugia dove ha lavorato fino al pensionamento nel 2004. E’ stato uno dei fondatori della Pro Loco Agello ed ha promosso, in particolare, l’attività culturale della stessa, curando mostre di pittura e scultura con la partecipazioni di importanti artisti italiani e stranieri in collaborazione con il critico d’arte Eugenio Giannì. E’ vicepresidente del Centro d’Iniziativa Sociale Anziani e membro della Commissione Comunale di Toponomastica. Ha intrapreso un’intensa attività teatrale (amatoriale) con registi come Giampiero Frondini, Medhi Kraiem e Domenico Madera. Dal 2014 è regista della Compagnia Teatrale “Le Ginestre”. Dal 2015, insieme alla moglie, tiene un laboratorio teatrale presso la casa protetta per disabili Nuova Alba. Altre pubblicazioni: - Continuo a cercare, poesie, 2014 - Un vecchio castello che vigila fiero, 2015 - 20 x 70, poesie, 2016 - Vignaia, storia e testimonianze di un borgo umbro, 2017

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Strada facendo

Indice Introduzione del Sindaco di Magione

p.7

Nota introduttiva del Presidente della Pro Loco

p.11

Nota introduttiva dell’Assessore

p.13

Nota dell’autore p.15 Il territorio di Agello p.17 Nota storica sul territorio

p.19

La Toponomastica del territorio

p.29

Situazione viaria al 31/12/2018

p.70

I Toponimi cartografati p.80 Basta Case Sparse p.83 Allegato 1 p.85 Allegato 2 p.87 Allegato 3 p.88 Galleria fotografica p.90 Bibliografia p.95 Ringraziamenti p.97 L’autore p.99

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