ChiassoLetteraria 2023 - L'ultimo spenga la luce

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17° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA / CHIASSO 9–14 MAGGIO 2023 l'ultimo spenga la luce 17° Festival internazionale di letteratura 9–14 maggio 2023 Chiasso Shirin Ebadi(Iran, premio Nobel per la pace 2003) Prisca Agustoni(CH) Hassan Blasim(Iraq/Finlandia) Olga Campofreda(I) Francesca Coin(I) Francesco D’Adamo(I) Gabriel Del Sarto(I) Laura Di Corcia(CH) Viola Di Grado(I) Andrea Donaera(I) Fabien Dubusson(CH) Eugène(CH) Isabelle Flükiger(CH) Zsuzsanna Gahse(CH) Massimo Gezzi(I/CH) Paola Loreto(I) Christian Marazzi(CH) Stefano Massini(I) Daniele Mencarelli(I) Cristina Petit(I) Roger Robinson(GB) Antoine Rubin(CH) Anna Ruchat(CH) Igiaba Scego(I) Mikhail Shishkin(Russia/CH) The Tiger Lillies(GB) Jeff VanderMeer(USA) Veau Biche Ours(CH) Jamal Zandi(Curdo) Jehane Zouyene(CH) In ricordo di: Sherko Bekas(Curdo) Grisélidis Réal(CH) chiassoletteraria.ch

Cinema Teatro, Chiasso

20.45 The Tiger Lillies From the Circus to the Cemetery (The Best of)

10.05

Mercoledí

17.00 DissidArte Open Studio, Chiasso

19.00 T. House Mostra fotografica, Chiasso

11.05

Giovedí

Ristorante Vignetta, Mendrisio

18.00 DissiDance apero, Cinema Multisala, Mendrisio

20.30 Grisélidis Réal. Écrivain, peintre, prostituée (film e incontro)

12.05

Venerdí

Sala Diego Chiesa, Chiasso

10.00 Francesco D’Adamo

Spazio Officina, Chiasso

18.30 Inaugurazione con Shirin Ebadi (premio Nobel per la pace 2003)

20.00 Rinfresco

Sala Diego Chiesa, Chiasso

21.30 Bleu Lynx con il collettivo Veau Biche Ours (spoken word e musica)

Biblioteca Comunale, Chiasso

13.30 Cristina Petit

Sala Diego Chiesa, Chiasso

13.30 Francesca Coin / Christian Marazzi

Spazio Officina, Chiasso

14.30 Alice di Rete Due con Andrea Donaera e Olga Campofreda (musica di Claudio Farinone e Fausto Beccalossi)

Spazio Officina, Chiasso

16.15 Eugène / Isabelle Flükiger

Sala Diego Chiesa, Chiasso

16.15 Prisca Agustoni / Laura Di Corcia

Spazio Officina, Chiasso

17.30 Roger Robinson

Cinema Teatro, Chiasso

20.30 Stefano Massini Alfabeto delle emozioni

14.05

Domenica

Spazio Lampo, Chiasso

10.30 Simposio Impressioni

Spazio Officina, Chiasso

11.00 Mikhail Shishkin

13.30 Hassan Blasim

14.45 Jeff VanderMeer

Cinema Teatro, Chiasso

14.45 Carta bianca a Fabio Pusterla con Paola Loreto, Gabriel Del Sarto, Massimo Gezzi

16.15 Zsuzsanna Gahse /Anna Ruchat

Spazio Officina, Chiasso

16.15 Viola Di Grado

17.30 Igiaba Scego

Il programma potrà essere soggetto a cambiamenti. Vi inviatiamo a consultare il sito www.chiassoletteraria.ch, dove sarà aggiornato costantemente

mondo!

La diciassettesima edizione di ChiassoLetteraria (Chiasso, Svizzera) avrà luogo nei giorni 9-14 maggio 2023, avrà come titolo “L’ultimo spenga la luce” e sarà dedicata al tema della dissidenza.

Ispirato a un graffito berlinese - “Der Letzte macht das Licht aus” - che ha accompagnato la caduta del muro, il titolo evoca il tema della dissidenza, dell'opposizione ai totalitarismi, della lotta nonviolenta in difesa dei diritti delle persone e del pianeta. A volte si raggiunge un punto in cui non è più possibile trasformare la realtà. Bisogna allora abbandonare quella vecchia e crearne una nuova, un nuovo possibile. La dissidenza è anche la ragione d’essere di certa (grande) letteratura, in contrasto con i modelli dominanti. ChiassoLetteraria vuole così rendere omaggio ai tanti autori e autrici che con la loro scrittura e il loro impegno lottano senza compromessi per un mondo migliore e per maggiore equità e giustizia. Se la dissidenza dei cuori è iniziata, sarà lei a salvare il mondo. Ci aiuteranno a sentirne il battito, dal punto di vista sociopolitico, ecologico, culturale, letterario ed esistenziale, una trentina di esponenti del mondo della letteratura, della saggistica, dell'arte e della musica.

Il

Nobel

pace

ChiassoLetteraria, dopo alcuni appuntamenti di avvicinamento, verrà inaugurato il 12 maggio, alle 18.30, da un’ospite d’eccezione: la premio Nobel per la pace 2003, l’avvocata iraniana Shirin Ebadi, cui verrà consegnata per l’occasione la medaglia cittadina, massima onorificenza della Municipalità di Chiasso, per i suoi meriti a difesa dei diritti delle donne e dei bambini iraniani.

Shirin Ebadi è un’avvocata e pacifista iraniana premiata il 10 dicembre 2003 con il premio Nobel per la pace per il suo impegno significativo e pionieristico per la democrazia e i diritti umani, in particolare per i diritti delle donne, dei bambini e dei rifugiati. È la prima persona del suo Paese e la prima donna musulmana a ottenere tale riconoscimento. Nata in Iran in una famiglia musulmana colta, Ebadi è diventata la prima donna presidente del tribunale della città di Teheran nel 1975. Dopo diversi anni di servizio, Ebadi fu costretta a dimettersi dopo la rivoluzione del 1979 e non le fu permesso di praticare la sua professione fino al 1993. Ha pubblicato diversi appassionati saggi autobiografici e di denuncia quali Il mio Iran. Una vita di rivoluzione e speranza; La gabbia d’oro; Finché non saremo liberi. Iran, la mia lotta per i diritti umani. Dal 2009, vive in esilio in Inghilterra, in una località segreta, ma continua a battersi per l’uguaglianza di genere in tutte le parti del mondo dove i diritti delle donne vengono quotidianamente calpestati. Il governo iraniano le ha sottratto tutto, anche la medaglia del Nobel, e ha sottoposto a tortura suo marito e sua sorella.

“Mi hanno preso tutto, ma mi è rimasta la voce”.

impegnata e nella grande letteratura tout court. Non è forse questa la missione di un festival letterario?

Un’edizione a vocazione cosmopolita e plurilingue. Anche quest’anno, ChiassoLetteraria esiste lo spazio di sei giorni come intreccio di scrittrici e di scrittori da tutto il mondo, che incarnano nella loro stessa biografia l’incontro e la mescolanza, a volte subita, a volte anelata, a volte semplicemente vissuta, tra popoli e culture.

Il tema della dissidenza sarà investigato con una “dissidente scrittrice” come la premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, ma anche con alcuni “scrittori dissidenti” come il russo Mikhail Shishkin, e l’iracheno Hassan Blasim. Shishkin è uno dei massimi scrittori russi contemporanei (gli sono stati attribuiti i tre principali premi letterari russi, nonché diversi premi internazionali, tra cui lo Strega europeo). Per le sue posizioni apertamente critiche verso la politica interna ed estera di Vladimir Putin non può fare rientro nel suo paese d’origine, se non a rischio della vita: “Per esistere devi vivere, non nella tua mente, che è così inaffidabile… ma in quella di un’altra persona, e non una persona qualunque, ma quella che ha a cuore la tua esistenza”. Blasim, poeta, scrittore e regista, è considerato tra i massimi scrittori viventi di lingua araba (Il cristo iracheno, Allah 99 per Utopia Editore). Per i toni irriverenti e critici, le sue opere sono spesso bandite nel mondo arabo. Nel 2004, in seguito ai problemi scaturiti dal suo film Wounded Camera è costretto a lasciare l’Iraq per riparare in Finlandia dove vive.

La letteratura americana d’autore vedrà ospite a ChiassoLetteraria uno scrittore che definire di culto è ancora poco. Si tratta di Jeff VanderMeer (unico incontro on-line, in collegamento dalla Florida). Capostipite del genere new weird, è considerato uno dei massimi autori viventi di ecofiction, letteratura fantastica, fantascientifica, ma molto verosimile e attenta ai cambiamenti sociopolitici ed ecologici. Molto noto per Trilogia dell’area X, dal cui capitolo Annihilation è stato tratto l’omonimo film con Natalie Portman, ha ricevuto i principali premi di fantascienza, tra cui il BSFA Award e il World Fantasy Award. Scrive per numerose testate tra cui il “New York Times”, il “Guardian” e il “Washington Post”.

Sarà anche un’edizione con ampio spazio alla poesia Ospite d’eccezione sarà il plurilaureato poeta e musicista inglese d’origine caraibica Roger Robinson, in un incontro con il poeta ticinese Vanni Bianconi, in occasione della presentazione – la prima in lingua italiana alla presenza dell’autore – di Un Paradiso Portatile, con il quale si è aggiudicato il premio T.S. Eliot e il Royal Society of Literature’s Ondaatje Prize. Appuntamento atteso è la consueta, ma ogni volta rinnovata, “carta bianca” a Fabio Pusterla con Massimo Gezzi, Paola Loreto e Gabriel Del Sarto, tra le voci affermate della scena poetica di lingua italiana. Un terzo incontro vedrà protagoniste due poete di rilievo della realtà svizzero-italiana e non solo: Prisca Agustoni (Premio svizzero di letteratura 2023) e Laura Di Corcia

grande seguito) e sarà protagonista a Chiasso, con il recente Fame d’aria, sul risentimento di un cinquantenne in viaggio con il figlio autistico. Stefano Massini è il primo autore teatrale italiano ad aver vinto, nel 2022, per la sua Lehman Trilogy, ben 5 Tony Award. Qualcosa sui Lehman è stato un successo planetario (tradotto in 27 lingue e rappresentato in oltre 30 paesi). Dal 2015 è una delle principali firme di “la Repubblica”. A ChiassoLetteraria sarà in scena nel suo Alfabeto delle emozioni (spettacolo organizzato dal Cinema Teatro di Chiasso).

A chiudere l’edizione 2023 del festival sarà la pluripremiata scrittrice italiana d’origine somala Igiaba Scego, una delle autrici più interessanti della letteratura italiana contemporanea e capostipite delle autrici italiane d’origine africana. Molto impegnata nel dibattito pubblico sul tema dei diritti dei migranti e dei loro figli, con la sua scrittura mira anche a contrastare stereotipi e luoghi comuni sulla migrazione. Per la prima volta nella Svizzera italiana, presenterà Cassandra a Mogadiscio, suo ultimo romanzo pubblicato recentemente per Bompiani.

Il tema della dissidenza come cambiamento dello stile di vita nel mercato del lavoro a fronte della crescente precarizzazione sarà oggetto della conversazione tra l’economista Christian Marazzi e la sociologa Francesca Coin, di cui verrà presentato in anteprima il saggio sul tema delle “grandi dimissioni” in uscita per Einaudi.

La letteratura svizzera sa farsi ancora sferzante!

Dopo l’edizione dedicata ai porti, ChiassoLetteraria torna a un tema di stretta attualità: la dissidenza. Grazie a una trentina di ospiti saremo condotti al cuore delle questioni sociopolitiche e a riflettere sul ruolo della letteratura confrontata con regimi autoritari e poteri dominanti. Un viaggio nella letteratura

Saranno presenti alcune tra le voci più interessanti del panorama letterario italiano come Andrea Donaera e Olga Campofreda (che interverranno in uno speciale “Alice” di Rete Due in diretta dal festival, con contrappunti musicali di Claudio Farinone, chitarre, e Fausto Beccalossi, fisarmonica). Entrambi editi da NN editore, Andrea Donaera si è distinto dapprima come poeta e quindi come scrittore, grazie in particolare a Io sono la bestia, che è diventato un vero e proprio caso letterario; Olga Campofreda si sta profilando come una delle rivelazioni della stagione letteraria 2023, grazie al romanzo Ragazze perbene, che narra di una giovane che, a caro prezzo, lascia il Sud per potersi emancipare e realizzare. Inoltre saranno presenti tre autori di culto come Viola di Grado, Daniele Mencarelli e Stefano Massini. Viola Di Grado, scrittrice e orientalista, è autrice di grande inventiva e di successi di critica e di pubblico come Settanta acrilico trenta lana (premio Campiello Opera Prima), Cuore cavo, Bambini di ferro e il recente Fame blu. Mencarelli è indubbiamente tra gli scrittori più amati per franchezza di tono e grazia di scrittura. Il suo Tutto chiede salvezza è tra le opere più significative pubblicate recentemente (non a caso Netflix ne ha tratto una serie tv di

La letteratura svizzera sarà abbordata con un evento speciale dedicato alla scrittrice, pittrice, prostituta e attivista per i diritti delle prostitute Grisélidis Réal, di cui verrà ripercorsa l’opera letteraria, nonché la militanza a favore dei diritti delle prostitute. La serata vedrà la proiezione del documentario “Belle de nuit - Grisélidis Réal, autoportraits” e l’intervento di Fabien Dubusson (Archivio svizzero di Letteratura) e di Jehane Zouyene (Centro Grisélidis Réal dell’associazione Aspasie). Per chi non la conosce, si tratterà di una rivelazione imperdibile. Inoltre sono previsti due “doppi incontri” che renderanno conto della vivacità e della pluralità della scena letteraria svizzera, così come delle sue molte origini. Il primo, in collaborazione con Viceversa Letteratura, vede protagonisti la scrittrice d’origine ungherese Zsuzsanna Gahse (Gran Premio svizzero di letteratura 2019), fuggita da bambina dopo la repressione della rivolta ungherese e una delle massime autrici svizzere viventi, e la scrittrice, poeta e traduttrice Anna Ruchat (Premio svizzero di letteratura 2019). Il secondo ci mostra come la letteratura svizzera possa essere anche contraddistinta da humour e critica sferzanti e vede come ospiti lo scrittore, paroliere, drammaturgo e giornalista vodese Eugène e la friborghese Isabelle Flükiger. D’origine rumena, Eugène si è aggiudicato il Premio svizzero di letteratura 2023 per Lettre à mon dictateur, con cui si rivolge a Nicolae Ceaușescu per raccontargli del suo percorso al di là della cortina di ferro e dell’arrivo in Svizzera. Flükiger è autrice attenta ai temi sociali, come l’integrazione, che tratta con humour, mescolando accusa e autoironia. Con Retour dans l’Est percorre l’itinerario inverso di Eugène. Da ultimo, l’antropologo e scrittore Antoine Rubin, che ha pubblicato diverse opere di finzione e saggi sul ritiro sociale, l’eremitaggio e la mistica della foresta. A ChiassoLetteraria, assieme al collettivo Veau Biche Ours, presenterà la performance di spoken word e musica “Bleu Lynx”.

3 9–14 MAGGIO 2023 / CHIASSO
Se la dissidenza dei cuori
è iniziata, sarà lei a salvare il
premio
per la
a Chiasso: una voce imprescindibile in difesa delle donne iraniane
Un festival cosmopolita e plurilingue: autori dissidenti, cult, scoperte, oltre i generi

Descrivere Grisélidis Réal è come cercare di catturare il vento o di inscatolare una musica zigana. Écrivain –peintre – prostituée. Nell’ordine. Così si definiva e così recita per sua volontà, incurante del politicamente corretto, la lapide nel prestigioso Cimetière des Rois a Ginevra, a pochi passi dalla tomba del grande scrittore argentino Jorge Luis Borges. Non una prostituta scrittrice o una scrittrice prostituta. Écrivain – peintre – prostituée, come se fosse costituita da tre identità al contempo unite e distinte. Ma Grisélidis Réal è stata anche attivista determinata e insoumise in difesa dei diritti delle prostitute. Nata a Losanna nel 1929, ha trascorso l’infanzia in Egitto e in Grecia, prima di intraprendere gli studi in Arti decorative a Zurigo. Ben presto madre di quattro figli, inizia a prostituirsi nel 1961 per poterli mantenere. Il periodo in cui scappa con l’amante afroamericano schizofrenico in Germania, vive in una roulotte in un campo nomadi ed entra nella prostituzione è l’oggetto del suo romanzo Le Noir est une couleur pubblicato nel 1974 per le edizioni Balland di Parigi. Rivelatorio era il titolo originale, poi abbandonato: Chair vive. Lascerà la prostituzione per poi ritornarci, ma per scelta, nel 1977, quando si stabilisce a Ginevra. Nel mezzo, viene imprigionata sette mesi in Germania per aver venduto della marijuana (quella che fumava con i G.I. afroamericani), posa come modella nelle scuole d’arte, dipinge, pubblica il suo libro autobiografico, intrattiene relazioni tumultuose e si impegna attivamente in quella che lei stessa chiama “la grande lotta delle puttane” del 1975. A Parigi scende in piazza, occupa la cappella Saint-Bernard e partecipa a dibattiti in tv e sui giornali assieme ad altre prostitute per rivendicare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso. A Ginevra vive e si prostituisce nel quartiere dei

11.05

Mendrisio, Multisala Teatro Grisélidis Réal: Écrivain –Peintre – Prostituée.

Pâquis dove nel 1982 è cofondatrice di Aspasie, l’associazione per la difesa dei diritti delle prostitute. Puttana rivoluzionaria e puttana proletaria. Vive la prostituzione come via di indipendenza individuale e collettiva, ma anche come atto politico (biopolitico): dare agli operai, agli immigrati, agli umili dei momenti di godimento, quasi a voler consentire loro di trascendere, almeno il tempo di una passe, la miseria e la solitudine quotidiane. Il suo difendere i diritti delle prostitute è radicale. Consiste nel rivendicare il diritto stesso di prostituirsi. Il diritto, come donna e prostituta, di autodeterminarsi e il diritto di essere rispettata e riconosciuta socialmente sono i due lati della medesima medaglia. Profondamente antiborghese e antimoralista, la sua lingua letteraria è senza pelle, cruda, feroce e umanissima assieme. Se viene spesso paragonata ad autori come Jean Genet, Blaise Cendrars, Louis-Ferdinand Céline e Henry Miller, che sicuramente l’hanno ispirata, verrebbe voglia di osare accostarla, per la rabbia contro i persecutori benpensanti, l’introspezione lucidamente dolorosa e il lirismo vitale, alla consorella Mariella Mehr. Zigana di nascita quest'ultima, zigana d’adozione Grisélidis Réal. La vita quotidiana di prostituta, i suoi traffici e i rapporti con i clienti di un giorno o di anni, di cui annota gusti e caratteristiche personali, intime finanche anatomiche, sono oggetto di Le carnet de bal d’une courtisane, suo secondo libro di testi inediti in cui viene incluso anche il suo celebre “carnet noir”, già pubblicato a Parigi (n.d.r. la stesura di alcune annotazioni è antecedente a Il nero è un colore). Racconto non solo di pochi splendori e molte miserie, ma anche inventario dei modi personalizzati, ma lei forse avrebbe detto delle competenze, nel dare piacere a ognuno dei suoi clienti. La passe imaginaire (Con tanto dolore e tanto amore, Keller

Incontro con Fabien Dubusson, assistente dottore in letteratura francese all’Università di Berna, curatore dello speciale “Quarto” dedicato a Grisélidis Réal dell’Archivio svizzero di letteratura, e con Jehane Zouyene, storica dell’arte, incaricata dello sviluppo delle attività del Centro Grisélidis Réal dell’associazione Aspasie, di cui cura l’archivio degli scritti militanti, e autrice del saggio Grisélidis Réal, peintre. Catalogue raisonné. Modera la giornalista Françoise Gehring

A seguire Proiezione del film “Belle de nuit - Grisélidis Réal, autoportraits” della regista Marie-Eve de Grave. Belgio, 2016, 73 minuti. In francese, con sottotitoli in inglese. Entrata: CHF 10.- , CHF 8.- soci Cineclub e ChiassoLetteraria. In collaborazione con il Cineclub del Mendrisiotto.

Je suis nue

Sans peau et sans os

Enveloppée de vos désirs

Accrochés à mon corps

Vous buvez tout mon sang

Jusqu'à l'aube

Il rispetto è un tappeto di velluto sul cammineremoquale a piedi nudi. Grisélidis Réal: Écrivain – Peintre – Prostituée.

editore, traduzione di Yari Moro) raccoglie gli scambi epistolari dall’estate 1980 all’inverno 1991 tra l’autrice e Jean-Luc Hennig, amico di lunga data e compagno di lotta per la liberalizzazione sessuale. L’opera è documento e testimonianza della vita di prostituta e autoritratto nella sua molteplicità di donna, madre, viaggiatrice, pittrice, scrittrice, attivista libertaria. Grisélidis Réal non cerca salvezza e non scende a compromessi, né con sé stessa, né con i clienti che la derubano o la picchiano, né con i numerosi amanti neri per i quali, da giovane, prova una vera e propria ossessione, né con i benpensanti verso cui lancia con rabbia i suoi strali poetici. Sempre edito da Verticales, l’editore parigino che l’apprezzò sin dagli esordi offrendole incondizionato sostegno, nel 2006 esce postumo Les Sphinx, seconda raccolta di lettere con Jean-Luc Hennig in cui l’autrice fa i conti con la malattia e la morte incombente. Grisélidis Réal muore nove mesi prima della pubblicazione: il 31 maggio 2005. Nel 2011, ancora per Verticales, viene pubblicata una nuova raccolta di lettere a diverse personalità, Mémoires de l’inachevé Nel 2022, esce per Seghers e con la prefazione di Nancy Huston Chair Vive. Poésies complètes, raccolta di tutte le sue poesie. Grisélidis Réal rimane una scrittrice dalla voce incandescente, profondamente autentica, libertaria e dissidente, avversaria di ogni moralismo repressivo, conosciuta nel mondo letterario francofono, ma, seppur tradotta e pubblicata in italiano, ancora tutta da scoprire e apprezzare alle nostre timide latitudini.

Immergendosi nel cuore degli scritti di Grisélidis Réal, il film ricalca il percorso intimo e folgorante di una donna fuori dagli schemi. Immagini di finzione ispirate a testi, disegni, fotografie, interviste, archivi documentari si intrecciano per tessere il ritratto plurale di una magnifica ribelle alla ricerca permanente di libertà e appartenenza.

Non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti fotografici. L’organizzazione rimane a disposizione in caso di richieste.

Il testo è stato letto e approvato da Igor Schimek, figlio di Grisélidis Réal, che ringraziamo per la disponibilità e la gentile consulenza.

4 17° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA
Giovedì 20.30
di Marco Galli
5 9–14 MAGGIO 2023 / CHIASSO
11.05

Eccentrich . Divagazioni su alcuni incontri del festival

Io non sono fatta per la quotidianità. La quotidianità mi ammazza. Io sono fatta solo per l’invisibile, per l’anomalia. Io sono fatta solo per scrivere, che è la mia costante opera di manutenzione del mistero inafferrabile. Mi troveranno sepolta sotto macerie di piatti sporchi e cose da firmare, con le dita sulla tastiera del mac, il romanzo davanti, e ovviamente il gatto addosso.

(Viola Di Grado, post su facebook, 1 marzo 2023)

Oltre a proporre narrativa e poesia già conosciute dal pubblico, uno degli scopi che ogni festival letterario ha, o dovrebbe avere, è quello di creare degli spazi per voci sconosciute o poco conosciute, emergenti. La definizione di emergenti/esordienti è un’etichetta che non basta a definire il lavorìo e l’impegno di chi si affaccia oggi nel mondo letterario (e dirò una cosa banale e nota a tutti, come i commenti sulla pioggia in ascensore, ma, d’altronde, vale sempre la pena ribadire certi concetti). Spesso, inoltre, chi esordisce è anche “giovane” (altra definizione sulla quale dovremmo riflettere), e questo, nell’universo letterario, può essere un ulteriore scalino da affrontare in termini di mercato editoriale e culturale.

Il critico Stefano Bartezzaghi ha scritto su Eccentrici («Almanacco» della rivista doppiozero, cui ho rubato il titolo per questo articolo): «Ora non so se qualcuno scriverà mai una storia degli ultimi vent’anni di eventi culturali italiani. Sarebbe necessario: spiegherebbe tanto, di noi». Questa frase mi ha folgorata, poiché, con grande semplicità, dice che forse proprio i festival letterari possono essere ancora quelle intersezioni in cui parliamo ‘di noi’, sottraendoci alle logiche del sistema editoriale attuale e del mondo culturale tutto; intendo cioè dire che mappare i festival letterari e scriverne una storia collettiva potrebbe essere d’aiuto per individuare questi luoghi e il loro incidere, con i singoli programmi, nel far conoscere e far entrare nel campo culturale voci fuori dal centro, «eccentriche», appunto. In questa direzione abbiamo lavorato, abbiamo letto, ci siamo confrontate/i, per proporre incontri sulla narrativa contemporanea attuale e storie che si allontanano da un centro inteso come luogo o come canone, per cercare di dare una visione altra. Vi farò alcuni nomi: Viola Di Grado (1987), Olga Campofreda (1987), Andrea Donaera (1989) e Antoine Rubin (1990). Voci che secondo un’altra etichetta (l’ultima) sarebbero definite millenials, e che saranno a

Chiasso per sfatare più categorizzazioni possibili.

Olga Campofreda è ricercatrice universitaria (la sua tesi di dottorato è su Vittorio Tondelli), vive e lavora attualmente a Londra; e sarà presente al festival (anche) con il suo secondo romanzo, Ragazze per bene (Milano, NNE editore, 2023). Il libro racconta la storia di Clara e del rapporto con la cugina Rossella, e riflette su cosa significa tornare in Campania – ma in qualsiasi provincia – scoprendo in questi luoghi esistenze invischiate e paralizzate da logore tradizioni. Le vite delle persone con le quali è cresciuta, e in particolare delle donne, appaiono agli occhi della narratrice vicende troppo conosciute, da riscrivere, percorsi da cambiare. Non per nulla la collana inaugurata dal suo libro s’intitola Fuggitive: perché questo è anche il racconto di chi ha cercato di inventarsi una realtà diversa (proprio come Campofreda, originaria di Caserta) fuggendo e cambiando il proprio percorso rispetto a quello già preconfezionato. Ragazze per bene è un libro profondo e leggero insieme, con affondi narrativi sulla giovinezza e tanta, tanta cultura pop anni Novanta.

Più nota al pubblico è invece l’autrice Viola Di Grado, la quale a soli ventun’anni si è aggiudicata il Campiello Opera Prima con il suo Settanta acrilico trenta lana (Edizioni E/O, 2012). Anche Di Grado vive a Londra (ma è originaria di Catania), ed è un’autrice italiana de-centrata rispetto al suo luogo di origine (e sembrerebbe non avere intenzione di tornare in Italia). La sua scrittura – in buona compagnia con le/gli autrici/autori sopracitati – si discosta di molto rispetto a un’ abitudine narrativa legata all’autofiction in senso stretto. Nei suoi numerosi libri, tradotti in diverse lingue, Di Grado ha un gusto per il grottesco, lo stridente; per storie che entrano in contatto fra loro frizionandosi, a volte distruggendosi; per luoghi deserti, come il mattatoio indimenticabile dell’ultimo romanzo, Fame blu (La Nave di Teseo, 2022); e per personaggi in cerca di altre lingue (spesso il cinese o il giapponese, lingue studiate dall’autrice) e nuovi linguaggi quali vie di fuga da una realtà-gabbia che li isola dal mondo.

Legato al Sud è pure l’autore Andrea Donaera, originario di Maglie e cresciuto a Gallipoli, poeta con già all’attivo una serie di pubblicazioni, che con il suo primo libro in prosa (Io sono la bestia, NNE, 2019) si è fatto notare dalla critica ed è stato in corsa per lo Strega. I suoi romanzi

sono noir con una lingua tesissima, che testimonia la lunga frequentazione poetica. I personaggi dei suoi libri sono persone marginali che fanno i conti con una realtà spesso cruda e legata (di nuovo) a tradizioni ancestrali. Donaera, dopo aver vissuto diversi anni lontano dal proprio luogo di origine ha deciso di ritornarci – compiendo una traiettoria contraria a quella di Campofreda e Di Grado – fondando una libreria proprio a Gallipoli e credendo nelle possibilità di questo luogo. Per ora ha pubblicato due romanzi: Io sono la bestia e Lei che non tocca mai terra (entrambi editi da NNE), due storie corali e intense, giocate su una lingua radicata nel suo territorio e sull’importanza dei silenzi, in cui poesia e amore riescono a far sentire il proprio canto. Con una proposta un po’ diversa sarà ospite di ChiassoLetteraria anche l’autore svizzero Antoine Rubin, romando, originario di St.Imier ma cresciuto a Bienne, che presenterà la sua performance artistica tra spoken word e musica intitolata Bleu Lynx. I testi di questo spettacolo prendono avvio dalla stesura del suo terzo romanzo, intitolato Mémoire d’une forêt (Torticolis et frères, 2020), opera che racconta di un uomo solo che vive di in un bosco e di una comunità di giovani squatter che iniziano a conoscere, in frammenti, il suo passato. Rubin è un autore attento al rapporto dell’essere umano con la natura: l’evasione è di nuovo una delle cifre della sua scrittura, i suoi personaggi hanno spesso deciso di rinunciare ai propri privilegi, ai documenti, ad un luogo sicuro in cui vivere, a un lavoro fisso. Queste quattro scritture, nella loro diversità e peculiarità, possono intrecciarsi fra loro da diverse prospettive, almeno nel loro essere «eccentriche» (nuova etichetta?). Quest’anno vi invitiamo a scoprirle e a vedere se l’ obiettivo di cui dicevo in apertura è stato raggiunto. In attesa che i discorsi di queste autrici e questi autori si possano esprimere durante il festival interrompo qui le mie divagazioni, sicura che alcune di queste poetiche risultino già in assonanza fra loro, non fosse per il desiderio di raccontare realtà da cui si è presa la distanza – fuggendo, evadendo o tornando per cambiarla – per la ricerca di linguaggi nuovi, per il desiderio di sentirsi appartenenti e distanti alla stessa generazione.

Noi lo spazio abbiamo provato a crearlo, non resta che entrarci.

6 17° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA
14.05 12.05 Venerdí 21.30
Bleu Lynx con il collettivo
Biche Ours (spoken word e musica) Sabato 14.30 Spazio Officina Alice di Rete Due
di Mara Travella
13.05
Sala Diego Chiesa
Veau
con Andrea Donaera e Olga Campofreda (musica di Claudio Farinone e Fausto Beccalossi). Modera: Massimo Zenari, giornalista. Viola Di Grado
Domenica 16.15 Spazio Officina
Intervista e letture con Mara Travella, operatrice culturale.

Un tuttoparadiso da costruire

Roger Robinson è un poeta, musicista e performer britannico di origini caraibiche, molto noto agli addetti alla poesia in Inghilterra, in particolare grazie alla sua recente raccolta poetica The portable paradise (Peepal Tree Press, 2019) con la quale si è aggiudicato il prestigiosissimo T.S. Eliot Prize, nel 2019, seguito pochi mesi dopo dall’Ondaatje Prize. Tradotto in numerose lingue, è approdato in Italia presso la Biblion Edizioni, in una traduzione realizzata a più mani da Guzzo, Meriggi, Pozzi, Sonzogni e Villa. Ma Robinson è anche un nome forte e già veterano per il pubblico che frequenta la scena musicale dub e raggae dei quartieri dove si sono insediate via via le comunità caraibiche, africane e indiane nel Regno Unito. In effetti, la sua attività poliedrica da anni lo ha portato a diversificare le forme di rappresentazione del corpo nero e della sua voce, sia sulla scena, attraverso la spoken-word o, appunto, la musica, sia attraverso i suoi workshop, le letture e le collaborazioni con collettivi quali Apples and Snakes (la più importante organizzazione che ha promosso la poesia performativa nel Regno Unito) o ancora il londinese Malika’s poetry Kitchen del quale è uno dei fondatori. “Residente britannico con una sensibilità caraibica”, come si definisce lui stesso, Robinson è considerato uno degli scrittori contemporanei più influenti dell’universo della Diaspora Nera in Inghilterra, influente non solo grazie alle sue già numerose pubblicazioni di poesia e racconti, agli album solo, alle numerose collaborazioni, ma anche grazie a una presenza costante e incisiva sui social, attraverso i quali si rivolge direttamente al suo pubblico. Gli artisti, in particolare, sono i suoi interlocutori preferiti: Robinson li sprona a non indietreggiare di fronte all’esposizione del proprio lavoro, di fronte alla paura o al rischio che implica il mettersi in gioco, o a non cedere al timore della rielaborazione della realtà (anche la più dura) attraverso il lavoro dell’arte.

In questo senso, Robinson recupera la figura dell’artista “impegnato”, meno nel senso teorico o astratto del termine, quanto piuttosto per quanto riguarda la sua chiara posizione sul ruolo che l’artista svolge nella società contemporanea, attraverso le proprie azioni (come, ad esempio, l’impegno per un lavoro collaborativo e che integra la nozione di collettività), così come attraverso uno sguardo attento alla realtà di chi non è solitamente visto. Lo confermano le sue parole a proposito di Un paradiso portatile (citate dall’edizione italiana): “Ero pienamente consapevole del fatto che stessi scrivendo poesie che funzionavano come un documentario: che il mio punto di vista fosse quello di una telecamera e che stessi filmando un momento determinante per la gente di colore in Gran Bretagna”. Protagonisti e allo stesso tempo testimoni della dura realtà nella quale vivono, i personaggi che popolano il suo paradiso portatile sono gli abitanti di un girone infernale, situato alla periferia di Londra, immigrati o figli di immigrati che lottano quotidianamente per sopravvivere all’emarginazione e alla sofferenza. E sono questi abitanti ad essere visti e ascoltati da Robinson, magari figli o nipoti degli immigrati caraibici che, ribaltando i valori della colonizzazione, credevano che il paradiso fosse proprio quell’Inghilterra idealizzata, che poi si rivela un luogo di esclusione economica, sociale, affettiva, identitaria. Il libro, un desolato carosello fantasmagorico di vite appese ad un filo, alla ricerca di un luogo da poter chiamare “casa”, sprigiona una forza esplosiva, l’attaccamento ossessivo alla vita che pare sempre sfuggir di mano ma che diventa l’utopia del nostro costruire, giorno dopo giorno, un possibile paradiso abitabile sulla terra, come leggiamo nella poesia con la quale Robinson si congeda dal lettore:

Un paradiso portatile

E se parlo del Paradiso, allora parlo di mia nonna che mi diceva di portarlo sempre indosso, nascosto, così nessuno l’avrebbe saputo tranne me. Così non te lo possono rubare, mi diceva. E se la vita ti mette sotto pressione, segui i suoi crinali nella tasca, annusa il suo odore di pino sul fazzoletto, canticchiane l’inno sottovoce.

E se le tue tensioni sono continue e quotidiane, infilati in una stanza vuota – hotel, ostello o tugurio che sia – trova una lampada e svuota su un tavolo il tuo paradiso: le sabbie bianche, le verdi colline, il pesce fresco. Puntagli sopra la lampada come la fresca speranza Del mattino, e continua a guardarlo finché non ti addormenti.

E così come succede alla visione del “Paradiso”, che è portatile e cambia a seconda del punto di osservazione dal quale lo si inquadra, anche la poesia appena trascritta sarà un’altra, la stessa ma profondamente diversa, quando la ascolterete, letta, recitata, detta dal poeta con la sua voce e il suo ritmo, durante il festival, a ricordarci che nulla è più prezioso dell’attimo in cui il verso si fa voce, si fa corpo, si fa “performance”.

rogerrobinsononline.com

13.05

7 9–14 MAGGIO 2023 / CHIASSO
di Prisca Agustoni Sabato 17.30 Spazio Officina Roger Robinson sarà intervistato da Vanni Bianconi, poeta e traduttore. Letture da “Un paradiso portatile” (Biblion Edizioni, 2022). In inglese, con traduzione in italiano.
8 17° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA
9 9–14 MAGGIO 2023 / CHIASSO

14.05

Domenica 13.30

Sala Diego Chiesa, Chiasso Lo scrittore e regista iracheno, in esilio in Finlandia, Hassan Blasim sarà intervistato in arabo e tradotto in italiano da Gassid Mohammed Hossein Hoseini, professore di letteratura araba, poeta, scrittore e traduttore di origini irachene.

10 17° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA

Sparare sugli incubi della vita

Nicolò S. Centemero, tra gli organizzatori di ChiassoLetteraria e Gerardo Masuccio, fondatore e editor di Utopia edizioni, dialogano su Hassan Blasim e la sua opera.

Poeta, editor, regista e scrittore iracheno, Hassan Blasim, classe ’73, dopo gli studi in patria all’Accademia delle arti cinematografiche, a causa della critica politica e sociale presente all’interno delle sue opere, è stato costretto alla fuga e ora vive in Finlandia, a Helsinki. Negli ultimi anni, le sue opere letterarie in prosa uscite in lingua italiana, Allah 99 e Il Cristo iracheno, sono state pubblicate – tradotte entrambe dall’arabo da Barbara Teresi – dalla giovane casa editrice milanese Utopia. Proprio il fondatore e editor di Utopia, Gerardo Masuccio, che ha fortemente voluto lo scrittore iracheno tra i suoi autori, si è prestato a un «dialogo scritto» su Blasim e sulle ragioni che ci hanno spinto a invitarlo in questa edizione 2023, l’edizione dell’«Ultimo spenga la luce».

Nicolò S. Centemero: Gerardo, come ho già avuto modo di dirti, devo ringraziare te se ho conosciuto Blasim. Ho letto di recente Il Cristo iracheno, pubblicato da voi alla fine dello scorso anno e sono rimasto folgorato da questa straordinaria raccolta di racconti. Sono potentissimi! La lingua con cui sono scritti è capace, da un momento all’altro, di esplodere e sconvolgere. Ho poi recuperato anche Allah 99, il romanzo uscito nel 2021 e non posso che confermare: ci troviamo di fronte a uno scrittore di enorme talento e con una chiara visione della materia letteraria di cui tratta. Capisco bene quanto la sua opera in patria gli abbia condizionato la vita… ma dimmi, vorrei innanzitutto chiederti come lo hai conosciuto e per quali ragioni l’hai poi voluto tra i tuoi autori in Utopia?

Gerardo Masuccio: Grazie a te, Nicolò. Non avrei conosciuto Hassan se un’amica egiziana non mi avesse segnalato un suo racconto tradotto in inglese e pubblicato da un importante quotidiano britannico. Ad accompagnarlo, insolitamente entusiasta per un giornale severo, uno strillo conciso: « Forse il più grande romanziere vivente di lingua araba». Il racconto era folgorante: all’altezza del miglior Krasznahorkai, con un immaginario affine a quello di Can Xue, di Olga Tokarczuk e di Georgi Gospodinov. Hassan, però, è nato a Baghdad e, sebbene viva in Finlandia da circa vent’anni – è arrivato in Europa da rifugiato, dopo una serie di viaggi della speranza a cui è sopravvissuto per combinazione – la sua narrativa non conosce pace. Scrive in una lingua, l’arabo, che non gli permette di essere letto in molti dei paesi che racconta, perché la censura lo impedisce. È tradotto in mezzo mondo, ma è un poeta in esilio.

NC: Nelle « Lettere a uno sconosciuto» che scrivi di tuo pugno su ogni libro che pubblichi (con quella che accompagna Il Cristo iracheno siamo alla ventitreesima), tu dici: «se la vita, nei suoi orizzonti, è attraversata da un dolore inesprimibile, è lecito trovare nell’illusione la forza per sfidare l’oggi e osare un nuovo domani». Abbiamo invitato Blasim in questa edizione di ChiassoLetteraria per cercare – attraverso la sua tragica esperienza di fuga dalla patria d’origine e il suo essere un artista dissidente – di comprendere come la letteratura possa almeno provare a esprimere quel «dolore inesprimibile» e come la narrazione possa tentare di «sfidare l’oggi» e «osare un nuovo domani». Credi che l’arte di Hassan Blasim, un’arte capace di trasformare in parole esperienze disumane, sia in grado di illuminare anche dopo che l’«ultimo ha spento la luce»?

GM: Penso che un vero scrittore non debba mai occuparsi del qui e ora. La cronaca ha un passo breve, mentre la letteratura si muove a falcate universali. Il pensiero di Hassan gode di questa universalità. Se ci si addentra tra le pagine, la denuncia sociale, il pensiero politico, la lotta civile sono soltanto la superficie di un canto potente e spietato che celebra la condizione umana. La storia dolorosa dell’iracheno che muore in un attentato terroristico mentre va a scuola, o al mercato, è solo un espediente per affrontare il tema della caducità umana, della vanità delle ambizioni, dei limiti della volontà. Nella vittima di quell’attentato si ritrova qualsiasi essere umano, ovunque sia nato. In questo senso la letteratura di Hassan illumina: non ci informa sul prossimo, ci informa al prossimo.

NC: «O credenti tutti, non esiste nessun modernismo né tantomeno il postmodernismo. Solo le leggende sono adatte a questo mondo, leggende sanguinose, terrificanti e cruente. Storie in cui muore la realtà e nasce il delirio, e l’immaginazione si scatena come un animale rabbioso e ferito». Queste righe si trovano in Allah 99 (pag. 89), un romanzo pieno di testimonianze di come vita e morte, in presenza del male di cui siam capaci noi esseri umani, siano spaventosamente vicine e simili. Leggendole mi sono sembrate quasi una dichiarazione di poetica di Blasim.

GM: Allah 99 è un’opera sperimentale che Barbara Teresi ha tradotta con generosità e maestria. Non ho mai letto nulla di simile, prima. Un libro autobiografico che, fondato sulle ceneri di un blog, si evolve in un romanzo corale in cui i vivi e i morti – e dov’è il confine tra i loro mondi? – interagiscono senza tregua. La dottoressa che, stanca di tenere per mano le vittime morenti dell’ISIS, dopo aver perso il compagno durante una rappresaglia, scappa a Berlino per intraprendere la carriera di dj, un antico sogno della persona che ha amato. Il panettiere di Baghdad che inizia a mo-

dellare maschere di silicone perché i morti possano essere ricomposti con dignità, e ricordati con i tratti che il fuoco di un attentatore ha alterato per sempre. La traduttrice araba di Cioran – un personaggio che mi ha commosso come pochi – che, anziana e prossima alla morte, intrattiene un lungo epistolario con il protagonista del libro, denunciando il fanatismo di certo islam e la spietatezza cinica di un Occidente invasore, che fa un deserto e lo chiama pace. Tutto questo prende la forma dell’intervista, del monologo interiore, della lettera: il protagonista, alter ego dell’autore, dialoga con se stesso, con i suoi personaggi, con il Palomar di Calvino – il suo miglio amico... immaginario – e con il lettore. Metanarrativa, sì, ma la sperimentazione non tradisce il sentimento, e non è retorica. Il dio del Corano ha novantanove nomi, una lista infinita di superlativi. Lo si evoca soltanto nel titolo, però. Sulle pagine di questo libro cade soltanto l’occhio in lacrime dell’uomo.

NC: Lessi un bell’articolo che scrisse Gianni Montieri sulla rivista on-line doppiozero proprio quando nel 2021 voi pubblicaste in Italia Allah 99. Il titolo di quel pezzo è Hassan Blasim, un iracheno irriverente. Pensavo, in effetti, che, alla luce di quanto ci siamo detti sin qui, si rischierebbe di trasmettere ai lettori che non lo conoscono l’immagine di un Blasim scrittore cupo, tragico… Invece, come Montieri mette in evidenza parlando di Allah 99 – ma questo vale anche per Il Cristo iracheno – nel libro ci sono « Persone che trovano, talvolta, la maniera di sorridere lasciando da parte per pochi istanti il dolore. Cicatrici, ferite laceranti, pesi terribili da portare con sé, solitudini a più livelli, a ogni latitudine. Molto amore, però, angosce compensate da istanti di fratellanza, dal sesso, da grandi bevute, dalla lettura, da una carezza che qualcuno fa ogni tanto a qualcun altro, da qualche parte in Belgio, al bancone di un bar di Helsinki». Quello di Blasim, mi sembra quasi un tentativo di sublimazione del male, come a volerlo fare implodere dal suo interno, rendendolo ridicolo, paradossale. Hai avuto anche tu la stessa impressione?

GM: La stessa, sì. Ma se ne aggiunge un’altra, disarmante. Ognuno di noi è carnefice e nel contempo vittima. È il caso a determinare il nostro ruolo, spesso oltre la volontà. L’uomo di Hassan Blasim è ferito a morte mentre uccide. È un carnefice col fato avverso. È una vittima malvagia. Nessun dio ha in serbo per lui un giudizio universale e netto, perché ogni protagonista di questi libri, nel suo breve cammino umano, tiene già un piede all’inferno e l’altro in paradiso.

11 9–14 MAGGIO 2023 / CHIASSO

Ospiti a-d

Prisca Agustoni

(Lugano, 1975) scrittrice e poeta svizzera che si esprime in diverse lingue; docente universitaria in Brasile.

Dopo la laurea in lettere ispaniche e filosofia e il master in Studi di genere all’Università di Ginevra, si trasferisce nel 2002 in Brasile, dove ottiene il dottorato in letteratura comparata presso l’Università Cattolica di Belo Horizonte. Dal 2003 si divide tra la Svizzera e il Brasile, dove ha creato una famiglia.

La sua attività letteraria è contraddistinta dal plurilinguismo (scrive e si autotraduce in italiano, francese e portoghese) e fa di questo percorso tra le lingue il suo motore creativo e di riflessione. Svolge un importante lavoro di traduzione della poesia contemporanea brasiliana e, nel contempo, di opere di poeti svizzero-italiani in portoghese. Dal 2008 insegna letteratura comparata e italiana all’Università di Juiz de Fora.

Ha pubblicato numerose raccolte di poesie nelle tre lingue, tra le quali Casa delle ossa (Opera nuova, 2010), Poesie scelte (20002012) (G. Ladolfi, 2013), Cosa resta del bianco (Gabriele Capelli Editore, 2014) e L’ora zero (LietoColle, 2020).

Il libro di poesie più recente Verso la ruggine (Interlinea, 2022), che ha ricevuto il Premio svizzero di letteratura 2023, trae spunto da una catastrofe ambientale avvenuta nel 2015 nello stato brasiliano di Minas Gerais, in seguito al crollo di una diga. Una raccolta considerata tra i migliori esempi di eco-poesia in lingua italiana. Prisca Agustoni è inoltre fondatrice e curatrice della casa editrice brasiliana «Sans Chapeau». Sabato 13 maggio - Sala Diego Chiesa

Hassan Blasim

(Baghdad, 1973), poeta, scrittore e regista iracheno. Cresciuto a Baghdad, ha studiato all’Accademia di arte cinematografica di quella città. A causa dell’opposizione politica al regime e con il successo delle sue prime opere, è costretto alla fuga. Nel 1998, dopo una serie di arresti, lascia Baghdad per trasferirsi a Sulaymaniya, nel Kurdistan iracheno, dove ha continuato a dedicarsi - sotto pseudonimo per paura delle ritorsioni contro i familiari - all’attività di regista.

Nel 2004, in seguito a problemi scaturiti dalla realizzazione del film Wounded Camera, è costretto a lasciare l’Iraq e a riparare in Finlandia dove vive tuttora come rifugiato politico. I suoi libri, tradotti in molte lingue, e in corso di pubblicazione in Italia presso l’editore Utopia, sono stati accolti con favore dalla critica internazionale.

È considerato uno dei maggiori scrittori viventi di lingua araba. Malgrado ciò, le sue opere, critiche e irriverenti, sono ancora inedite nel mondo arabo e talvolta bandite. In italiano sono stati finora pubblicati due romanzi: Il matto di piazza della Libertà (il Sirente, 2008), Allah 99 (Utopia, 2021) e la raccolta di racconti Il Cristo iracheno (Utopia, 2022) che è stata definita “una commedia dantesca moderna, cui fanno da sfondo un Iraq insanguinato e l’Europa del nord, paradiso terrestre di molti rifugiati di guerra”.

Domenica 14 maggio - Spazio Officina

Sherko Bekas

(Sulaymaniyah, 1940 – Stoccolma 2013), poeta curdo. Fu attivo nel Movimento di liberazione del Kurdistan. Esule in Svezia dal 1987 a causa delle pressioni politiche del regime iracheno, riuscì a rientrare in Kurdistan nelle fasi di ristabilimento politico per assumere importanti incarichi istituzionali e culturali. È considerato il massimo poeta curdo. Fu insignito del premio Pîramêrd e del premio Anqa Al-Zahbi per la letteratura in Iraq. Una raccolta delle sue poesie in traduzione italiana è inclusa nella monografia curata da Laura Schrader, con un saggio di Adriano Rossi, dal titolo Sherko Bekas. Scintille di mille canzoni (Roma, ISMEO, 2017). Il poema di Sherko Bekas intitolato Il cimitero dei lumi (2004) testimoniail dramma di una nazione e del suo popolo; racconta un genocidio, le cui vittime sono state i poveri contadini che vivevano sulle montagne e nelle pianure del Kurdistan meridionale, deportati e sterminati per aver riposto fiducia più nella montagna che in uno Stato totalitario che tentava di renderli schiavi. Il cimitero dei lumi racconta la drammatica storia di un popolo che non ha accettato di venire a patti con uno dei peggiori tiranni del ventesimo secolo, Saddam Hussein. È la storia dei tentativi del regime iracheno di “spianare le montagne”, come dice un triste proverbio iracheno, per sterminare il popolo curdo; è la storia di Al-Anfâl, la campagna di uccisione di massa attuata dall’esercito iracheno tra il 1986 e il 1989. A ChiassoLetteraria, Il cimitero dei lumi (Il ponte del sale, 2023) verrà presentato in anteprima, nella sua versione in italiano, a cura di Jamal Zandi, traduttore e attivista per i diritti umani, che vive in esilio in Svizzera.

Olga Campofreda

(Caserta, 1987), ricercatrice e scrittrice italiana. Olga Campofreda vive a Londra, dove ha conseguito un PhD in

Italian Studies presso l’University College di Londra, istituzione dove attualmente opera come ricercatrice. Collabora inoltre con il londinese Istituto italiano di cultura e, aspetto curioso, insegna scherma per la nazionale inglese Under 20.

Nel 2009 ha esordito con La confraternita di Elvis (ArpaNet).

Ha pubblicato il saggio Dalla generazione all’individuo. Giovinezza, identità, impegno nell’opera di Pier Vittorio Tondelli (Mimesis 2020). Come ricercatrice, in ambito accademico, si occupa di rappresentazione della giovinezza, romanzo di formazione, controcultura e culture giovanili.

È autrice del reportage narrativo A San Francisco con Lawrence Ferlinghetti. Viaggio oltre la Beat Generation (Perrone, 2019), preceduto da Caffè Trieste. Colazione con Lawrence Ferlinghetti (Perrone, 2011). Fresco di stampa il suo romanzo, con venature autobiografiche, Ragazze perbene (NN Editore, 2023), narra di una giovane che ha lasciato Caserta per Londra, inseguendo la libertà e la realizzazione di sé e poi torna nella provinciale città d’origine. Un realtà soffocante alla quale riuscirà comunque a sfuggire.

I suoi articoli sono apparsi su “Doppiozero”, “minima&moralia”, “Ultimo Uomo” “Zarina newsletter”, “La Balena Bianca”, “Dude Mag”. Collabora con il Festival of Italian Literature in London (FILL) ed è inoltre co-autrice del podcast The Italian Files. Infine, insieme a Eloisa Morra, cura Elettra, una serie antologica di racconti sul rapporto tra padri e figlie (effequ). Sabato 13 maggio - Spazio Officina

Francesca Coin

sociologa, ricercatrice e docente universitaria italiana. Ha ottenuto il Ph.D. in sociologia all’Università di Atlanta, dove in seguito ha insegnato Race and Ethnic Relations. Ha lavorato per diversi anni con i campesinos e i migranti agricoli, dal Messico all’India, esperienze che l’hanno avvicinata alle questioni della terra e alle culture indigene. Nel 2008 è rientrata in Italia. E’ stata ricercatrice di sociologia presso l’Università Cà Foscari di Venezia in cui ha tenuto corsi di Neoliberal Policies e Global Social Movements. Ha pure insegnato sociologia all’Università di Lancaster nel Regno Unito. Attualmente è sociologa presso la SUPSI di Lugano. Si è occupata delle trasformazioni del lavoro digitale, gratuito, precario e accademico nell’epoca neoliberale, ma anche di disuguaglianze sociali, movimenti sociali e di politiche universitarie. Fa parte di CASEI – Center for Alternatives to Social Inequality diretto da Bev Skeggs.

È autrice di numerosi saggi in italiano e in inglese. In particolare ha curato i volumi Gli immigrati, il lavoro, la casa: tra segregazione e mobilitazione (FrancoAngeli, 2004) e Salari rubati. Economia politica e conflitto ai tempi del lavoro gratuito (Ombre corte, 2017). Tra le sue pubblicazioni: Il produttore consumato. Saggio sul malessere dei lavoratori contemporanei (Il Poligrafo, 2006) e Keep the Union at bay : the racial dimensions of antiunion practices in US agriculture and the long fight for migrant farm-labor representation. (Ca’ Foscari-Digital Publishing, 2018). La recente opera, La gratuità si paga. Le metamorfosi nascoste del lavoro. Bellinzona (Casagrande, 2022) di Spartaco Greppi, Samuele Cavalli e Christian Marazzi contiene una sua interessante postfazione. In uscita per Einaudi Io mi licenzio. Ha un blog su “Il Fatto Quotidiano” e collabora a diverse riviste tra cui “Internazionale” e “L’Essenziale”.

Sabato 13 maggio - Sala Diego Chiesa

Francesco D’Adamo

(Milano, 1949), scrittore italiano.

Nato da profughi istriani arrivati in Italia, cresciuto a Cremona, vive e lavora a Milano. Dopo aver frequentato il liceo classico, si è laureato in Lettere Moderne. Ha fatto l’operaio, il postino, poi il giornalista, il conduttore radiofonico, il pubblicitario, il professore e ora, da alcuni anni, fa solo lo scrittore. Esordisce nel 1990 con un romanzo di genere noir Overdose, edito da Mondadori. Sul finire degli anni Novanta inizia a scrivere romanzi per i ragazzi, da lui definiti “adulti che hanno qualche anno in meno”, di cui il primo è Lupo Omega (Edizioni EL, 1999) Di lì a poco pubblica Storia di Iqbal (EL, 2001), ispirato ad una storia vera di lotta contro lo sfruttamento minorile, che è diventato un best-seller tradotto in tutto il mondo. Notevole successo riscuotono anche Jonny il seminatore (Fabbri, 2005) e Storia di Ismael che ha attraversato il mare (Istituto Geografico De Agostini, 2009). Tra i libri più recenti: Falcone e Borsellino, paladini della giustizia (EL, 2017), Antigone sta nell’ultimo banco (Giunti, 2019), La traversata (Il Castoro, 2021) e Giuditta e l’orecchio del diavolo (Giunti, 2022). La sua opera è stata tradotta in 25 paesi e ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero.

Venerdí 12 maggio - Sala Diego Chiesa

Gabriel Del Sarto

(Ronchi, Massa, 1972), poeta italiano. Come poeta ha esordito nel Sesto quaderno italiano di poesia contemporanea curato da Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 1998), ed è presente in diverse antologie fra cui Poeti di Vent’an-

ni (a cura di Mario Santagostini; Ed. La Stampa, 2000) e Nuovissima poesia italiana (Mondadori, 2004). Ha pubblicato le raccolte poetiche I viali (Atelier 2003), Sul vuoto (Transeuropa, 2011), Il grande innocente (Aragno, 2017), Tenere insieme (Samuele Editore ; Pordenonelegge, 2021) e Sonetti bianchi. (L’arcolaio, 2022).

Dalla fine degli anni novanta si è interessato, per passione e per lavoro, ai temi della narrazione (e dei suoi processi) applicata ai contesti educativi e di formazione. In questo ambito ha pubblicato alcuni saggi fra cui Raccontare storie (con Federico Batini; Carocci, 2007), il manuale di scrittura creativa Narrazione e invenzione (con Simone Giusti e Federico Batini; Erickson, 2007) e In un inizio di mattina. Saggio sull’utilità delle storie nell’educazione (Transeuropa, 2012). Insegna lingua e letteratura italiana in un istituto tecnico.

Domenica 14 maggio - Cinema Teatro

Laura Di Corcia

(Mendrisio, 1982), poeta e giornalista culturale svizzera di lingua italiana.

Si è laureata in lettere moderne all’Università di Milano. Dopo un paio di esperienze all’estero (a Berlino e a Los Angeles) è ritornata nel Canton Ticino dove lavora parzialmente come insegnante e svolge la professione di giornalista culturale e autrice televisiva, collaborando con il «Corriere del Ticino», il settimanale «Azione» e la Radiotelevisione della Svizzera italiana. Ha pubblicato tre raccolte di poesie Epica dello spreco (Dot.com Press, 2015), In tutte le direzioni (LietoColle, 2018) e Diorama (Edizioni Tlon, 2021).

Alcuni suoi testi sono stati selezionati per un’antologia di poeti italiani in America curata dal professor Luigi Ballerini, di prossima pubblicazione. Ha inoltre curato un’opera dedicata al grande poeta milanese Giancarlo Majorino, Vita quasi vera di Giancarlo Majorino (La Vita Felice, 2014). Vive a Vacallo. Sabato 13 maggio - Sala Diego Chiesa

Viola Di Grado

(Catania, 1987), scrittrice, orientalista e traduttrice. Il suo romanzo d’esordio, scritto a 22 anni, è Settanta acrilico trenta lana (e/o, 2011; premio Campiello Opera Prima e Premio Rapallo Carige Opera Prima), cui segue il secondo romanzo Cuore cavo (e/o, 2013; finalista al PEN Literary Award e all’International Dublin Literary Award).

In seguito all’acquisizione di RCS Libri da parte di Mondadori, Viola Di Grado decide di rompere il contratto appena firmato con Bompiani e seguire Elisabetta Sgarbi ed Umberto Eco nel loro nuovo marchio editoriale, “La nave di Teseo”, creato per contrastare il monopolio editoriale senza precedenti che si era venuto a creare. Ha quindi pubblicato, appunto con quest’ultimo editore, Bambini di ferro (2016) un romanzo distopico ambientato in un Giappone del prossimo futuro, Fuoco al cielo, che prende spunto dalla notizia delle ventotto «città segrete» sovietiche contaminate dalle radiazioni” (2019; vincitore del premio Viareggio Selezione della giuria) e, infine, il recente Fame blu (2022), ambientato in una Shanghai “tentacolare e aliena che contiene ogni altra città e ogni altra storia in cui le culture e i simboli dell’Asia si mescolano all’Europa”.

Vive a Londra dove si è laureata in Filosofie dell’Asia Orientale. I suoi libri sono tradotti in diversi paesi. Domenica 14 maggio - Spazio Officina

Andrea Donaera

(Maglie, provincia di Lecce, 1989), poeta e scrittore italiano. Cresciuto a Gallipoli, si è laureato in Scienze della comunicazione presso l’Università del Salento. In ambito poetico ha pubblicato, tra altre cose, le plaquette Certe cose, certe volte (Marco Saya, 2013), Occhi rossi (Round midnight, 2015), I vivi, un tremore: 12 poesie (Fallone, 2022), e il saggio su Elio Pagliarani Su una tovaglia lisa (L’Erudita, 2017; premio De Finibus Terrae nel 2018). Nel 2019 è apparsa la raccolta Una Madonna che mai appare all’interno del Quindicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos).

Il suo romanzo d’esordio, Io sono la bestia (NNE, 2019), tradotto in francese, è stato salutato da pubblico e critica come un vero caso editoriale. Ha quindi pubblicato un secondo romanzo, Lei che non tocca mai terra (NNE, 2021).

Suoi testi e interventi sono apparsi su litblog e riviste, tra cui “Nuovi Argomenti”, “minima&moralia”, “Nazione indiana” e “Il primo amore”. Collabora con il quotidiano “Domani” e scrive per “Metalitalia”.

Sabato 13 maggio - Spazio Officina

Fabien Dubusson

(Monthey, 1981), è collaboratore sceintifico all'Archivio svizzero di letteratura (Biblioteca nazionale svizzera, Berna) dove è responsabile dei diversi fondi di lingua francese (Blaise Cendrars, Agota Kristof, Jean-Marc Lovay, etc.). Insegna inoltre letteratura francese all’Università di Berna, con un interesse

12 17° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA

particolare per la letteratura romanda, i rapporti fra la letteratura e la politica, così come per i legami tra la creazione letteraria e il cinema. Ha diretto il numero della rivista dell’Archivio svizzero di letteratura “Quarto” (no 50, aprile 2022) consacrato a Grisélidis Réal.

Giovedí 11 maggio - Cinema Multisala Teatro

Shirin Ebadi

(Hamadam, 1947), avvocatessa e attivista iraniana. È stata la prima donna iraniana a diventare magistrato nel suo paese. Nel 2003 ha vinto il Premio Nobel per la pace per il suo impegno nella difesa dei diritti umani - in particolare i diritti delle donne, dei bambini e dei rifugiati - e a favore della democrazia. È la prima persona del suo Paese e la prima donna musulmana a ottenere tale riconoscimento. Nata in Iran in una famiglia musulmana colta, Ebadi è diventata la prima donna presidente del tribunale della città di Teheran nel 1975. Dopo aver prestato servizio per diversi anni, Ebadi fu costretta a dimettersi dopo la rivoluzione del 1979 e non le fu permesso praticare la professione fino al 1993. Da quando riprese la sua pratica legale, Ebadi ha difeso gratuitamente un numero impressionante di persone perseguitate e torturate dal regime iraniano. Per questo, ha subito la detenzione ed è stata a lungo minacciata da emissari del governo. È fondatrice e leader di diverse importanti associazioni umanitarie (come l’”Associazione per il sostegno ai diritti dei bambini” nel 1995 e il “Centro di difesa dei diritti umani” nel 2001). Nel novembre 2009 la polizia di Teheran ha fatto irruzione nel suo appartamento picchiando il marito e sequestrando il premio Nobel per la pace conferitole nel 2003. All’epoca dei fatti, Ebadi si trovava a Londra da giugno, in un esilio autoimposto per sfuggire a un mandato d’arresto, arresto che si sarebbe potuto eseguire al suo ritorno in patria. Ha pubblicato diversi appassionati saggi autobiografici e di denuncia quali Il mio Iran. Una vita di rivoluzione e speranza, La gabbia d’oro, Finché non saremo liberi. Iran, la mia lotta per i diritti umani. Dal 2009, vive in esilio in una località segreta ma continua a battersi per l’uguaglianza di genere in tutte le parti del mondo dove i diritti delle donne vengono quotidianamente calpestati. Il governo iraniano le ha sottratto tutto, anche la medaglia del Nobel, ed ha sottoposto a tortura suo marito e sua sorella. “Mi hanno preso tutto, ma mi è rimasta la voce”. Venerdí 12 maggio - Spazio Officina

Eugène

(Bucarest, 1969), nome de plume di Eugène Meiltz, scrittore, drammaturgo, paroliere ed editorialista svizzero di lingua francese, di origine rumena.

Trascorre i primi sei anni di vita nella capitale rumena e arriva in Svizzera con la famiglia all’età di sei anni. Paroliere del gruppo rock Sakaryn, editorialista del “Nouveau Quotidien” e della Radio Suisse Romande (programma La Soupe est pleine) è un autore molto versatile: scrive infatti romanzi, raccolte di racconti, fiabe, storie per bambini e opere teatrali. Anima laboratori di scrittura e dal 2006 insegna all’Istituto letterario svizzero di Bienne.

Tra le sue opere: Pamukalie, pays fabuleux. Vrai guide d’un pays surréel (Autrement, 2003), La Vallée de la jeunesse (La Joie de Lire, 2007; 5° ed.: 2015), Dans un livre, j’ai lu que … (Autrement, 2011), Le livre des débuts (L’Âge d’Homme, 2015), Ganda Roman (Slatkine, 2018), Le mammouth et le virus (Slatkine, 2020) e il recente Lettre à mon dictateur (Slatkine, 2022), un’ immaginaria lettera al tiranno Ceausescu a trent’anni dalla sua fucilazione, in cui in realtà Eugène racconta, con umorismo e sincerità, il suo percorso di migrante e poi di scrittore. Ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio svizzero di letteratura 2023. Vive a Gryon nel Canton Vaud. Sabato 13 maggio - Spazio Officina

Isabelle Flükiger

(Canton Friborgo, 1979), scrittrice svizzera di lingua francese. Fin dagli anni liceali scrive poesie e racconti. Studia scienze politiche all’Università di Friborgo. Dopo un soggiorno a Berlino, nel 2011 ritorna nel suo paese d’origine e si stabilisce a Berna, dove attualmente vive e lavora. Partecipa a degli spettacoli della Compagnie Philippe Saire, quali (OB)SEEN nel 2004 e Sang d’encre nel 2005. Ha pure scritto e realizzato il film Ville fantôme/Téléréalité (2007), nell’ambito del festival Belluard Bollwerk International.

Esordisce nel 2003 con il suo primo romanzo Du ciel au ventre (L’Âge d’homme), in cui una giovane donna, in fuga dalla sua vita noiosa, si lancia verso l’estasi e i paradisi artificiali. Seguono Se débattre encore (L’Âge d’homme, 2004), L’Espace vide du monstre (Éditions de l’Hèbe, 2007), Best-seller (Éditions faim de siècle. 2011) e Retour dans l’Est (Éditions faim de siècle, 2017; Prix Bibliomedia 2018), una saga familiare ebraica costruita inseguendo le tracce di sua madre, cresciuta a Bucarest.

Ha ottenuto diversi premi letterari, tra cui il Prix du jeune écrivain francophone (2001) e il Prix d’ecouragement littéraire du canton de Fribourg (2005).

Sabato 13 maggio - Spazio Officina

Zsuzsanna Gahse

(1946, Budapest), scrittrice di lingua tedesca e origine ungherese che vive in Svizzera.

Dopo la rivolta ungherese del 1956, la sua famiglia fugge a Vienna. I suoi genitori si sono poi trasferiti a Kassel, in Germania, dove ha frequentato il liceo. Nel 1969 ha iniziato a scrivere per riviste, antologie e per la Süddeutscher Rundfunk. Dal 1989 al 1993 è stata docente in un seminario di scrittura all’Università di Tubinga. Dopo aver abitato a lungo a Stoccarda e poi a Lucerna, dal 1998 vive come scrittrice e traduttrice letteraria nel piccolo villaggio turgoviese di Müllheim. È autrice di una quarantina di libri (romanzi, racconti e traduzioni). Nei suoi lavori appare come un’attenta osservatrice dei fenomeni sociali e culturali. La sua prosa si contraddistingue per un accentuato gusto ludico nella scelta delle parole. Nel 2019 vince il Gran premio svizzero di letteratura per l’originalità della sua opera, collocabile – secondo la giuria - «negli interstizi tra prosa e poesia». Tra le sue opere più recenti, tutte edite dalla casa editrice viennese Edition Korrespondenzen, menzioniamo Die Erbschaft (2013), JAN, JANKA, SARA und ich (2015), Siebenundsiebzig Geschwister (2017), Schon bald (2019) e Bergisch teils farblos (2021). Il suo primo libro in lingua italiana è Taccuino delle scribacchiature del Sud (FT – FinisTerrae, 2023). Domenica 14 maggio - Cinema Teatro

Massimo Gezzi

(Sant’Elpidio a Mare, 1976), poeta, saggista e docente italo-elvetico, che vive nel Canton Ticino. Ha pubblicato alcune raccolte di poesia: Il mare a destra (Edizioni Atelier, 2004), L’attimo dopo: 2004-2009 (Sossella, 2009; Premio Metauro e Premio Marazza Giovani), Il numero dei vivi (Donzelli, 2015; Premio Carducci; Premio Tirinnanzi e Premio svizzero di letteratura 2016), Uno di nessuno. Storia di Giovanni Antonelli, poeta (Casagrande, 2016) e, recentemente, Sempre mondo (Marcos y Marcos, 2022). Ha pure al suo attivo una raccolta di racconti Le stelle vicine (Bollati Boringhieri, 2021; finalista premio Mastercard Letteratura Esordienti). Ha curato l’edizione commentata del Diario del ’71 e del ‘72 di Eugenio Montale (Mondadori, 2010, 2° ed. 2020), l’Oscar Poesie 19752012 di Franco Buffoni (Mondadori, 2012), le Poesie scelte di Luigi Di Ruscio (Marcos y Marcos, 2019) e La città lontana. Poesie 1993-2009, di Adelelmo Ruggieri (Marcos y Marcos, 2021). La sua produzione saggistica – interviste a poeti e recensioni a libri di poesia - è riunita nel volume Tra le pagine e il mondo. Dieci anni di incontri, dialoghi, letture (Italic Pequod, 2015). Ha fondato e coordina con Italo Testa il sito letterario “Le parole e le cose”. Vive a Lugano dove insegna italiano in un liceo. Domenica 14 maggio - Cinema Teatro

Paola Loreto

(Bergamo, 1964), poeta e docente universitaria italiana. Insegna Letteratura angloamericana all’Università degli Studi di Milano.

Ha pubblicato Case spogliamenti (Aragno 2016), In quota (Interlinea 2012; Premio Fogazzaro), La memoria del corpo (Crocetti 2007; Premio Alpi Apuane 2008), Addio al decoro (LietoColle 2006; Premio Calabria-Alto Ionio 2007), L’acero rosso (Crocetti 2002; Premio Tronto 2003), nonché le plaquette Spiazzi dell’acqua e Ascesa (pulcinoelefante 2008 e 2018) e Avola (Volo) (Luciano Ragozzino, 2019). La sua poesia è stata tradotta in inglese, spagnolo e polacco. È stata poète en residence al Centre de Poésie et Traduction della Fondation Royaumont (Parigi). Ha diretto il LuaniaPoesiafestival (2005 e 2008). Come studiosa è autrice di tre libri sulla poesia di Emily Dickinson, di Robert Frost e di Derek Walcott. Collabora a “Poesia” e a varie riviste di studi americani, italiane e straniere.

Domenica 14 maggio - Cinema Teatro

Christian Marazzi

(Lugano, 1951), economista, ricercatore e docente universitario svizzero.

Dopo aver insegnato all’Università di Padova, alla State University di New York e alle Università di Losanna e di Ginevra, è diventato docente presso la Scuola universitaria della Svizzera italiana.

È autore di numerose pubblicazioni in campo socio-economico e politico; in particolare di saggi sulle trasformazioni del modo di produzione postfordista e sui processi di finanziarizzazione, tra le quali segnaliamo: Il posto dei calzini. La svolta linguistica dell’economia e i suoi effetti sulla politica (Casagrande, 1994; nuova ed. Casagrande, 2021; tradotto in molte lingue), E il denaro va. Esodo e rivoluzione dei mercati finanziari (Bollati Boringhieri, 1998), Capitale e linguaggio. Dalla new economy all’economia di guerra (DeriveApprodi 2002), Finanza bruciata (Casagrande, 2009), Il comunismo del capitale. Finanziarizzazione, biopolitiche del lavoro e crisi globale (Ombre corte, 2010),

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Diario della crisi infinita (Ombre Corte, 2015), Che cos’è il plusvalore? (Casagrande, 2016) e, con Spartaco Greppi e Samuele Cavalli, La gratuità si paga. Le metamorfosi nascoste del lavoro (Casagrande, 2022). Nel 2016 ha pubblicato presso Casagrande, con Mattia Bonetti, il libro d’artista Un labyrinthe en miniature Sabato 13 maggio - Sala Diego Chiesa

Stefano Massini

(Firenze, 1975), scrittore, saggista e drammaturgo italiano. Nel 2005 vince, con L’odore assordante del bianco, il Premio Pier Vittorio Tondelli, massimo riconoscimento per la scrittura teatrale in Italia.

I suoi testi sono tradotti in 27 lingue ed è un autore rappresentato in oltre 30 paesi. È il drammaturgo italiano più famoso al mondo e l’unico premiato, nel 2022, con il prestigioso Tony Award per la sua Lehman Trilogy (Einaudi, 2014), lavoro teatrale che racconta la storia epica dell’omonima famiglia di banchieri. Dal secondo romanzo, L’interpretatore dei sogni (Mondadori, 2017), è derivato un altro importante spettacolo teatrale, diretto da Federico Tiezzi. Nella prossima stagione 2023/2024 porterà in tournée in tutta Italia L’interpretazione dei sogni, spettacolo liberamente ispirato al suddetto (quasi omonimo) romanzo e tratto dagli scritti di Sigmund Freud. Tra gli altri libri di Massini vanno menzionati: 55 giorni: l'Italia senza Moro (il Mulino, 2018), Dizionario inesistente (Mondadori, 2018), Ladies Football Club (Mondadori, 2019), Stato contro Nolan (Einaudi, 2019), Eichmann. Dove inizia la notte. Un dialogo fra Hannah Arendt e Adolf Eichmann (Fandango, 2020), Manuale di sopravvivenza. Messaggi in bottiglia d’inizio millennio (Il Mulino, 2021) e Manhattan Project (Einaudi, 2023). È un volto televisivo molto noto per i suoi racconti del giovedì sera a “Piazzapulita” su La7 e per la conduzione della fortunata trasmissione “Ricomincio da RaiTre”. Dal 2015 è una delle principali firme del quotidiano “la Repubblica”.

Sabato 13 maggio - Cinema Teatro

Daniele Mencarelli

(Roma, 1974), poeta e scrittore italiano.

Ha esordito come poeta. La sua raccolta più recente è Tempo circolare (poesie 2019-1997) edito da peQuod (2019).

Al suo primo romanzo La casa degli sguardi (Mondadori, 2018; premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima), seguono Tutto chiede salvezza (Mondadori, 2020; finalista al Premio Strega, vincitore del premio Strega Giovani e altri riconoscimenti) e Sempre tornare (Mondadori, 2021; premio Flaiano per la narrativa) che chiude la trilogia autobiografica. Il suo recente romanzo, Fame d’aria (Mondadori, 2023), il primo di pura finzione, narra il risentimento di un cinquantenne in viaggio con il figlio autistico.

Dal libro Tutto chiede salvezza è stata tratta per Netflix la serie omonima, con regia di Francesco Bruni. Nell’aprile 2022 è andata in scena al Centro Teatrale Bresciano, con la regia di Piero Maccarinelli, la sua prima opera teatrale, Agnello di Dio, che ora si appresta a girare i teatri d’Italia.

Collabora, intervenendo su temi sociali e culturali, con diversi quotidiani e riviste.

Sabato 13 maggio - Spazio Officina

Cristina Petit

(Bologna, 1975), scrittrice e illustratrice di libri per ragazzi. Si laurea con una tesi in letteratura francese dell’Ottocento. Maestra per oltre vent’anni, dapprima nella scuola d’infanzia poi nella scuola elementare, si dedica attualmente alla scrittura e all’illustrazione a tempo pieno. Attenta osservatrice dei piccoli lettori/ascoltatori, ha scritto, con un poetico senso di leggerezza, quasi cento libri con diverse case editrici ed è stata tradotta in molte lingue. Al suo attivo anche libri di narrativa per giovani adulti. Nella sua vasta produzione si distinguono numerosi albi illustrati, un’autentica passione. Ha curato un blog di successo, maestrapiccola, da cui è nato il suo primo libro, Maestrapiccola. Diari, spugnature e spensieri di un anno di scuola (Il Castoro, 2010). Tra le sue pubblicazioni successive: Cos’è un amore lungo lungo? (San Paolo, 2013), Mamma, perché vai a lavorare? (San Paolo, 2013), Dov’è andato il nonno? (San Paolo, 2013), Piccolo buio (Il Castoro, 2014), Salgo a fare due chiacchiere (San Paolo, 2015; Premio letterario Angelo Zanibelli), Diario di sogni, pensieri, segreti, progetti, risate (Il Castoro, 2017), Nel buio a volte …(Pulce, 2019; con Manuel Baglieri, finalista al premio Giulitto), Il potere delle parole (Pulce, 2019; con Fabiana Ottaviani), Un giorno, un ascensore (Pulce, 2020; albo illustrato, finalista del Premio nazionale Nati per leggere - Sezione Crescere con i libri 2021) e, recentemente, A casa di donna Mussolini (Solferino, 2023; con Alberto Szegö). Tiene corsi per insegnanti e genitori e anima laboratori per bambini. Insegna inoltre presso la scuola di scrittura Bottega Finzioni di Bologna. Appassionata di cinema, ha sperimentato una didattica inclusiva con il mediatore film. Vive a Bologna con marito e tre figli.

Sabato 13 e Domenica 14 maggio - Biblioteca comunale

13 9–14 MAGGIO 2023 / CHIASSO

Fabio Pusterla

(Mendrisio, 1957), poeta, saggista e traduttore svizzero di lingua italiana.

Si è laureato in lettere con Angelo Stella e Maria Corti all’Università di Pavia.

Come poeta esordisce con Concessione all’inverno (Casagrande, 1985; quarta edizione 2022 ) che suscita il consenso immediato di critici e poeti. Da allora si succedono numerose raccolte poetiche, tutte per i tipi di Marcos y Marcos: Bocksten (1989), Le cose senza storia (1994), Pietra sangue (1999), Folla sommersa (2004), Corpo stellare (2010), Argéman (2014), Cenere, o terra (2018) e Tremalume (2022). Questa produzione poetica è stata parzialmente antologizzata nei volumi Le terre emerse. Poesie 1985-2008 (Einaudi, 2009) e Da qualche parte nello spazio. Poesie 2011-2021 (Le Lettere, 2022; con l’aggiunta di inediti). Ha pubblicato un volume di saggi sulla poesia contemporanea Nel Nervo di Arnold (Marcos y Marcos, 2007), il saggio sulla scuola Una goccia di splendore (Casagrande, 2008), nonché le prose Quando Chiasso era in Irlanda (Casagrande, 2012) e Una luce che non si spegne (Casagrande, 2018). Ha tradotto varie opere del suo amico e grande poeta romando Philippe Jaccottet: Il barbagianni, L’ignorante, Pensieri sotto le nuvole, E, tuttavia, Alla luce d’inverno. Ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra i cui il Premio Montale (1986), il Premio Schiller (1986, 2000, 2011), il premio Dessì (2009), il premio Metauro (2019), i premi Prezzolini (1994), Lionello Fiumi (2007) e Achille Marazza (2008) per la traduzione letteraria, il Premio Gottfried Keller (2007), il Premio svizzero di letteratura (2013) e il Premio Napoli (2013) per l’insieme dell’opera. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue. Per Marcos y Marcos dirige la collana poetica “Le Ali”. Insegna letteratura italiana al liceo e all’università. Il regista Francesco Ferri gli ha dedicato un intenso documentario dal titolo Libellula gentile. Vive ad Albogasio, frazione del comune di Valsolda, sulla frontiera fra Italia e Svizzera.

Domenica 14 maggio - Cinema Teatro

Grisélidis Réal

(Losanna, 1929 – Ginevra 2005), è stata scrittrice, pittrice, attivista per i diritti delle prostitute e prostituta lei stessa; autrice svizzera di lingua francese.

Nata a Losanna in una famiglia di insegnanti, trascorre l’infanzia dapprima ad Alessandria, poi ad Atene, dove il padre lavorava. Alla morte del genitore, torna in Svizzera nel 1938 e studia arti applicate a Zurigo. Trasferitasi in Germania all’inizio degli anni Sessanta, in un momento di angustiante precarietà, inizia a prostituirsi. Il soggiorno tedesco si conclude nel 1963 a Monaco dove resta in prigione durante 7 mesi, condannata per traffico di stupefacenti. Comincia a dipingere e scrive il diario di prigione Suis-je encore vivante ? Journal de prison. (Gallimard, 2008), ritrovato poco dopo la sua morte e pubblicato postumo. Nel 1974 pubblica il suo primo romanzo Le noir est une couleur (trad. it.: Il nero è un colore. Keller, 2019), in cui racconta in modo schietto la propria vicenda biografica. A partire dagli anni Settanta diventa la famosa “puttana rivoluzionaria” dei movimenti delle prostitute e cofondatrice di un’associazione di tutela nei loro confronti (ASPASIE). Durante un trentennio raccoglie sistematicamente documenti sul mondo della prostituzione, creando un fondo che nel 2008 andrà a costituire il Centre Grisélidis Réal a Ginevra. Nel 1992 pubblica La Passe imaginaire (trad. it.: Con tanto dolore e tanto amore. Keller, 2021), un’intensa e disinibita raccolta di lettere inviate all’amico Jean-Luc Hennig. Il tema dell’avvicinarsi della morte viene affrontato nell’opera postuma Les Sphinx (Gallimard, 2006). Nell’anno della sua scomparsa escono i Carnet de bal d’une courtisane (Verticales, 2005), in cui la prostituzione, liberamente esercitata, viene definita “un’arte, un umanesimo e una scienza. La produzione poetica di Réal è stata recentemente riunita nel volume postumo: Chair vive. Poésies complètes (Seghers, 2022).

Il 9 marzo 2009 il corpo di Grisélidis Réal viene riesumato per essere seppellito nel prestigioso Cimetière des Rois di Ginevra. Una semplice targhetta posta sulla tomba reca la scritta: “Écrivain – Peintre – Prostituée”, un laconico epitaffio che lei stessa ha dettato. L’anno scorso l’Archivio svizzero di letteratura le ha reso omaggio con un importante fascicolo monografico (“Quarto”, n° 50, 2022).

Giovedí 11 maggio - Cinema Multisala Teatro

Roger Robinson

(Londra, 1982), poeta, scrittore, musicista e performer britannico di origini caraibiche.

È un poeta e commediografo originario di Trinidad e Tobago che da molti anni vive a Londra. Ha tenuto letture, performance e workshop in tutto il mondo. È stato scelto da “Decibel” come uno dei 50 scrittori che hanno maggiormente influenzato la scrittura nera britannica degli ultimi 50 anni. Ha ricevuto incarichi da Theatre Royal Stratford East, The National Trust,

Open House London e National Portrait Gallery. Ha fatto molti tour con il British Council ed è co-fondatore sia di Spoke Lab che del collettivo di scrittura internazionale Malika’s Kitchen È anche il cantante e paroliere principale dei King Midas Sound. La sua poesia è stata inclusa in una serie di importanti antologie, tra cui IC3. The Penguin Book of New Black Writing in Britain (Penguin, 2011) e Out of Bounds. British Black and Asian Poets (Bloodaxe Books, 2014). Tra le sue importanti raccolte poetiche: Suckle (Waterways Press,2009; vincitore del premio Peoples Book) e Un paradiso portatile (Biblion, 2022; tit. orig.: Portable Paradise, Peepal Tree Press, 2019). Quest’ultima ha vinto due dei più prestigiosi premi letterari internazionali: il T.S. Eliot nel 2019 e il Royal Society of Literature’s Ondaatje Prize nel 2020. Con Johny Pitts ha pubblicato il libro fotografico Home Is Not A Place (William Collins, 2022). Sabato 13 maggio - Spazio Officina

Antoine Rubin

(Saint-Imier, Giura bernese, 1990), antropologo e poeta svizzero di lingua francese. Ha studiato antropologia. La sua attività letteraria privilegia i metodi etnografici collegati a forme poetiche. È autore di racconti e libri di poesia. Molto legato ai concetti di comunità e di sperimentazione, realizza regolarmente dei progetti insieme a musicisti e artisti figurativi. Ha fondato il collettivo Veau Biche Ours che, con musicisti della scena biennese, ha proposto performance sonore che uniscono testo parlato e musica (Cargo, 2018; Bleu Lynx, 2022). Nel 2017 si stabilisce a New York, dopo aver ricevuto dal Canton Berna una borsa di soggiorno per la creazione letteraria. In quello stesso anno conclude la sua formazione di antropologo presso l’Università di Neuchâtel. Il suo lavoro di ricerca si focalizza allora sugli eremiti contemporanei che vivono nei boschi svizzeri e sfocia nel volume Et il y a ceux des forêts, (Ethnoscope, Institut d’ethnologie, 2018).

Tra i suoi libri: Le chant des containers (Editions du Noyau, 2013), Wanderlust (Torticolis et Frères, 2016) e Mémoire d’une forêt (Torticolis et Frères, 2020).

Vive e lavora a Bienne.

Venerdí 12 maggio - Sala Diego Chiesa

Anna Ruchat

(Zurigo, 1959), traduttrice, poeta e narratrice svizzera di lingua italiana.

Figlia dell’architetta Flora Ruchat Roncati (1937-2012) e di André Ruchat (1936-1960). Ha studiato filosofia e letteratura tedesca a Pavia e a Zurigo. Germanista, ha tradotto molti scrittori di lingua tedesca, tra cui Thomas Bernhard, Heinrich Böll, Paul Celan, Friedrich, Dürrenmatt, Victor Klemperer, Mariella Mehr, Nelly Sachs, Peter Bichsel e altri.

Ha iniziato la sua attività di scrittrice nel 2004 con la raccolta di racconti In questa vita (Casagrande, 2004; Premio Chiara 2005), cui sono seguiti Volo in ombra (Quarup, 2010), Il malinteso (Ibis, 2012) e Gli anni di Nettuno sulla terra (Ibis, 2018; Premio svizzero di letteratura 2019). Ha al suo attivo anche quattro raccolte poetiche: Geografia senza fiume (Campanotto, 2006), Terra taciturna e apocalisse (Campanotto, 2011), Binomio fantastico (Di Felice, 2014) e La forza prigioniera (Passigli, 2021). Ha collaborato con testate italiane (“Il Manifesto”, “Pulp”, “Il primo amore”). Dal 2001 insegna presso la “Civica scuola interpreti e traduttori Altiero Spinelli” di Milano, e dal 2002 al 2019 si è occupata della gestione dell’archivio del poeta Franco Beltrametti. Dal 2012 lavora come dipendente a tempo parziale per la Televisione della Svizzera italiana. Domenica 14 maggio - Cinema Teatro

Igiaba Scego

(Roma, 1974) scrittrice e ricercatrice italiana di origine somala. Figlia di genitori somali fuggiti dal regime dittatoriale di Siad Barre, si è occupata di colonialismo, postcolonialismo e razzismo. Tra i suoi libri ricordiamo i romanzi Adua (Giunti, 2015), Oltre Babilonia (Donzelli, 2008), il memoir La mia casa è dove sono (Rizzoli, 2010; premio Mondello), i libri per l’infanzia Prestami le ali. Storia di Clara la Rinoceronte (Rrose Sélavy, 2017) e Figli dello stesso cielo. Il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi (Piemme, 2021). Ha curato, in collaborazione con UNCHR, il volume Anche Superman era un rifugiato e le antologie Future. Il domani narrato dalle voci di oggi (effequ, 2019) e Africana. Raccontare il Continente al di là degli stereotipi (Feltrinelli, 2021, con Chiara Piaggio).

I suoi romanzi più recenti sono La linea del colore. Il Grand Tour di Lafanu Brown (Bompiani, 2020; Premio Napoli) e Cassandra a Mogadiscio (Bompiani, 2023), in cui si narra di una scrittrice, romana di nascita ma di origine somala, che invia una lettera alla nipote che vive in Canada e non parla né l’italiano né l’idioma del paese d’origine. Da questo spunto iniziale si dipana il racconto di una famiglia dispersa dalla dittatura e dalla guerra. Collabora con le riviste “Internazionale” e “l’Espresso”. Ha anche scritto per “The Guardian”, “Le Monde”, “Il Manifesto”, “la

p-z

Repubblica”, “Folha de São Paulo”. Le sue opere sono tradotte in molte lingue. Domenica 14 maggio - Spazio Officina

Mikhail Shishkin

(Mosca, 1961), scrittore russo naturalizzato svizzero. Figlio di un’insegnante di letteratura e di un ingegnere civile è cresciuto nel centro di Mosca. Dopo la laurea presso l’Istituto pedagogico statale di Mosca, ha studiato tedesco e inglese e ha lavorato come operaio stradale, spazzino, giornalista, insegnante di scuola e traduttore. Nel 1994 sposa la slavista svizzera Fraziska Stöcklin e l’anno successivo si trasferisce a Zurigo, città natale della moglie. Nella città sulla Limmat lavora come docente e interprete per i richiedenti l’asilo politico provenienti dalla Russia.

È considerato uno dei maggiori autori russi contemporanei e con i suoi romanzi, tradotti in molti paesi, ha ottenuto il favore della critica e del pubblico oltre a numerosi premi. Le sue opere tradotte in italiano sono: La presa di Izmail (Voland, 2004; Booker Prize russo e il Grinzane Cavour-Mosca, 2007), Capelvenere (Voland, 2006; National Bestseller Prize) e Lezione di calligrafia (Voland, 2009). Tra quelle più recenti, il romanzo epistolare Punto di fuga (21lettere, 2022; Premio Strega europeo 2022) e il saggio Russki Mir: guerra o pace? (21lettere, 2022) che indaga il ventennio putiniano e le sue radici storiche. Collabora regolarmente con la “Neue Zürcher Zeitung”. Shishkin ha criticato aspramente la politica interna ed estera di Vladimir Putin, comprese l’annessione della Crimea nel 2014 e l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.

Domenica 14 maggio - Spazio Officina

Jeff VanderMeer

(Bellefonte, Pennsylvania, 1968), scrittore, critico letterario e editore statunitense.

Ha trascorso gran parte della sua infanzia nelle Isole Figi dove i genitori lavoravano per i Corpi di Pace: un’esperienza che l'ha influenzato profondamente. È l’autore della Trilogia dell’Area X – composta da Annientamento, Autorità, Accettazione, tutti pubblicati da Einaudi (nei Supercoralli nel 2015 e nei Super ET nel 2018). Dal primo libro della trilogia il regista Alex Garland ha tratto nel 2018 il film Annihilation con Natalie Portman, distribuito da Netflix. Insieme alla moglie Ann ha curato l’antologia Le Visionarie: fantascienza, fantasy e femminismo (Nero, 2019). Tra i suoi romanzi editi in Italia: La città dei fanti e dei folli (Elara, 2016), Veniss underground. Un romanzo e quattro racconti. (Elara, 2017), Borne (Einaudi, 2018) e Colibrí Salamandra. (Einaudi, 2022).

È conosciuto per il suo contributo al fantasy, in particolare per il sottogenere new weird, una sorta di commistione tra fantasy, fantascienza e horror, ma caratterizzata anche da una grande attenzione alla verosimiglianza. Ha vinto molti premi internazionali tra cui il BSFA Award, il World Fantasy Award e il Nebula Awarded. Scrive per numerose testate fra cui il «New York Times», il «Guardian» e il «Washington Post». Vive a Miami (Florida, USA).

Domenica 14 maggio - Spazio Officina

Jehane Zouyene

(Ginevra, 1990), storica dell’arte.

Nel 2015 ottiene un master in storia dell’arte all’Università di Ginevra, di cui diventa nel 2019 Assistente supplente in Storia dell’arte contemporanea.

Ha completato i suoi studi pubblicando una monografia dedicata all’opera grafica e pittorica di Grisélidis Réal, sotto la direzione del prof. Dario Gamboni (Prix Arditi, 2015). Da questo lavoro pionieristico è scaturito, l’anno successivo, un importante catalogo ragionato (Éditions HumuS, 2016).

Dal 2017 sta preparando una tesi di dottorato, presso l’Università scozzese di Aberdeen, sulla narrazione fotografica in Francia dopo la Seconda guerra mondiale. Questa ricerca indaga il ruolo svolto dal libro fotografico nella trasmissione dei valori repubblicani e, più in generale, il suo effettivo impatto nella Francia contemporanea.

Giovedí 11 maggio - Cinema Multisala Teatro

14 17° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA

Martedì 9 maggio 20.45

Cinema Teatro, Chiasso

The Tiger Lillies

From The Circus To The Cemetery (The Best of) Band inglese underground e di culto, già nominati ai Grammy, The Tiger Lillies portano a Chiasso un concerto che abbraccia tutta la loro trentennale carriera. Ad attenderci la teatralità oscura e stravagante con cui presentano il loro repertorio composito di brani più famosi e di sorprese sulfuree. Il gruppo è composto da Martyn Jacques (canto, fisarmonica, piano), Jonas Golland (batteria, percussioni, canto), Adrian Stout (contrabbasso, sega ad arco, theremin, canto). Forti della reputazione internazionale di una delle band d’avanguardia più interessanti, The Tiger Lillies non smettono di sorprendere, scioccare e divertire con il loro sound unico, che miscela la magia macabra della Berlino prebellica con la graffiante frangia del punk, il burlesco degli Anni trenta e la music hall inglese. Sorta di anello mancante tra Tom Waits e i Monty Python, il trio è guidato dalla voce magnetica di Martyn Jacques, che sa volteggiare tra falsetto e oscure gravità. Le loro canzoni raccontano i bassifondi e sono letteralmente abitate da losers magnifici, grandguignol e freaks. A ChiassoLetteraria presenteranno il loro concerto antologico From the Circus to the Cemetery (The Best Of). Un concerto unico e assolutamente imperdibile.

Entrata: CHF/Euro 20.00 – CHF/Euro 10.00 membri ChiassoLetteraria, carta studenti, AVS-AI.

Prevendita alla cassa del Cinema Teatro, al numero +41(0)58 122 42 78 o cassa.teatro@chiasso.ch .

Mercoledì 10 maggio

17.00

Atelier, Via Dante Alighieri 9, Chiasso Dissidarte

A pochi passi dal Max Museo, sei artisti e artigiani -  Valerio Abate, Yuri Bedulli, Antonia Boschetti, Alessandro Mazzoni, Antinea Peruch, Bajdir Shatrolli - aprono le porte del proprio studio. L’esposizione interpreta la “dissidenza” attraverso supporti e sensibilità differenti: pittura, scultura e installazione si offrono alla fruizione del pubblico di ChiassoLetteraria. Sostenitori della pluralità di opinioni quale antidoto alla noia, e della molteplicità dei punti di vista quale fonte di ricchezza intellettuale, gli artisti e artigiani di via Dante Alighieri vi aspettano nel nome del dialogo, del confronto e della condivisione.

Orari: feriali dalle 17.00 alle 19.00, festivi dalle 14.00 alle 20.00. Informazioni: +41 (0) 76 344 64 92.

19.00

Spazio Officina - Sala Diego Chiesa

T. House

Hugo Weber, Angelo Leonardo, Alex Zoboli

Mostra fotografica all’aperto.

L’Associazione Biennale dell’immagine propone un percorso fotografico nei dintorni del Centro Culturale di Chiasso che, con immagini affisse sui muri, accompagnerà il pubblico durante il festival. L'esposizione ruota attorno a tre lavori fotografici che si occupano di indagare i diversi livelli di consapevolezza che esistono in chi abita quotidianamente il concetto di dissidenza. Le indagini condotte da ciascuno degli autori coesistono nel medesimo spazio, attraversano la linea di confine che esiste tra mimetismo e anticonformismo. T. House è una mostra itinerante, con l'obiettivo di portare autori inediti e giovani tra le mura di una città ospitante, creando un incontro inevitabile tra l'immagine e il pubblico. La mostra è visibile nei giorni del festival liberamente.

Giovedì 11 maggio

18.00

Ristorante Bar Osteria Vignetta, Mendrisio Che festa sia! Dissi_Dance

Apéro danzante con Dj Raba (alias Nicola Albertoni, Rete Tre). In collaborazione con Festa danzante. Dissi_Dance, un apéro danzante con Dj Raba, che “suonerà” solo vinili lasciandosi ispirare dal tema di ChiassoLetteraria a cui si aggiungeranno incursioni danzanti. La Festa danzante compie diciotto anni e,

in Ticino, festeggia la maturità eseguendo un grand jeté e diviene parte di un progetto più vasto, una nuova realtà per il territorio: Isadora. Piattaforma danza (www.isadora.dance).

20.30

Cinema Multisala Teatro Mendrisio Grisélidis Réal. Écrivain, peintre, prostituée Incontro con Fabien Dubusson, assistente dottore in letteratura francese all’Università di Berna, curatore dello speciale “Quarto” dedicato a Grisélidis Réal dall'Archivio svizzero di letteratura, e con Jehane Zouyene, storica dell’arte, incaricata dello sviluppo delle attività del Centro Grisélidis Réal dell’associazione Aspasie, di cui cura l’archivio degli scritti militanti, e autrice del saggio Grisélidis Réal, peintre. Catalogue raisonné. Modera la giornalista Françoise Gehring. A seguire, proiezione del film “Belle de nuit - Grisélidis Réal, autoportraits” della regista Marie-Eve de Grave (Belgio, 2016, 73 minuti). Immergendosi nel cuore degli scritti di Grisélidis Réal, il film ricalca il percorso intimo e folgorante di una donna fuori dagli schemi. Immagini di finzione ispirate a testi, disegni, fotografie, interviste, archivi documentari si intrecciano per tessere il ritratto plurale di una magnifica ribelle alla ricerca permanente di libertà e appartenenza.

In francese, con sottotitoli in inglese. Entrata: CHF 10.- , CHF 8.- soci Cineclub e ChiassoLetteraria. In collaborazione con il Cineclub del Mendrisiotto.

Venerdí 12 maggio

10.00

Sala Diego Chiesa, Chiasso

La letteratura per ragazzi sarà oggetto di un incontro con uno degli scrittori per ragazzi più amati: Francesco D’Adamo (Storia di Iqbal, Antigone sta nell’ultimo banco). Incontro animato dagli studenti di quarta della Scuola Media di Chiasso. L’incontro è aperto al pubblico.

18.30

Spazio Officina, Chiasso Inaugurazione

Saluto delle autorità. Intervista a Shirin Ebadi (premio Nobel per la pace 2003). Rinfresco in tema, aperto al pubblico e preparato dall'associazione Frequenze.

21.30

Sala Diego Chiesa, Chiasso

Collective Veau Biche Ours

Bleu Lynx

Performance Spoken Word e Musica

Il collettivo ipermutante Veau Biche Ours è nato dall’incontro dei testi di Antoine Rubin con la scena musicale biennese. Sempre in metamorfosi, Veau Biche Ours cambia volto e si rinnova a ogni progetto per offrire performance sceniche che mischiano spoken word e musica. Bleu Lynx (Antoine Rubin, Arnaud Carnal, Jonathan Humair et Timothée Flückiger) è una messa in scena che nasce dall’incontro tra testo e musica. Ritmiche ripetitive, riff sintetici, percussioni, chitarre tribali, incanto, la performance si nutre della meraviglia ipnotica della poesia. Il testo che fa da colonna vertebrale alla performance si forma intorno al racconto post-moderno, alimentato da poesie e frammenti provenienti dall’opera letteraria di Antoine Rubin (in particolare dal romanzo Mémoire d'une forêt). Multiforme, il testo si camuffa da racconto, si muove nei frammenti e nelle annotazioni di viaggio, sempre alla ricerca di possibili formule magiche. Se riflessioni sul vivere e sul rapporto con la natura sottendono il progetto, la performance assume volontariamente una direzione viscerale, manifesta. «Bleu – Lynx», ovvero: «blu-lince», come «blu-notte» o «blu-petrolio». Entrata libera.

Sabato 13 maggio

Biblioteca Comunale, Chiasso

Un giorno un ascensore!

A cura di Cristina Petit, scrittrice, illustratrice, insegnante di scuola primaria, studiosa, formatrice e blogger. In collaborazione con Bibliomedia Svizzera Italiana e Istituto svizzero media e ragazzi.

Informazioni: carla.p@hotmail.it o +41(0)78 618 30 66.

13.30-15.00

Eventi speciali

Missione possibile: Quali sono i benefici della lettura ad alta voce fin da piccolissimi?

Strategie e suggerimenti per orientarsi nel panorama editoriale per l’infanzia.

Workshop per docenti, educatori, animatori, genitori, nonni e curiosi. L’incontro ha lo scopo di presentare a tutte le persone che vivono la quotidianità dei bambini gli strumenti più utili, le riflessioni e la condivisione dei benefici della lettura fin dalla più tenera età. Entrata libera su iscrizione (max. 35 posti): chiassoletteraria.ch/iscriviti

16.00-18.00

Sicuro di avere paura del lupo?

Atelier per bambini da 4 a 7 anni.

Letture animate di bambini cattivissimi e bambini buonissimi. A seguire, costruzione di un piccolo oggetto con cui i bambini potranno sperimentare come un manufatto può essere parte attiva della creazione di relazioni. Con merenda.

Entrata libera su iscrizione (max. 15 bambini): chiassoletteraria.ch/iscriviti

20.30

Cinema Teatro Chiasso

Alfabeto delle emozioni di e con Stefano Massini

Noi siamo quello che proviamo. E raccontarci agli altri significa raccontare le nostre emozioni. Ma come farlo, in un momento che sembra confondere tutto con tutto, perdendo i confini fra gli stati d’animo? Ci viene detto che siamo analfabeti emotivi, e proprio da qui parte Stefano Massini per un viaggio profondissimo e ironico al tempo stesso nel labirinto del nostro sentire e sentirci. In un immaginario alfabeto in cui ogni lettera è un’emozione (P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia…), Massini trascina il pubblico in un susseguirsi di storie e di esempi irresistibili, con l’obiettivo unico di chiamare per nome ciò che ci muove da dentro. Lo spettacolo è organizzato nell’ambito della stagione culturale del Cinema Teatro di Chiasso. Prevendita alla cassa del Cinema Teatro, al numero +41(0)58 122 42 78 o cassa.teatro@chiasso.ch.

Informazioni: www.centroculturalechiasso.ch

Domenica 14 maggio

Biblioteca Comunale, Chiasso

Un giorno un ascensore!

A cura di Cristina Petit, scrittrice, illustratrice, insegnante di scuola primaria, studiosa, formatrice e blogger. In collaborazione con Bibliomedia Svizzera Italiana e Istituto svizzero media e ragazzi.

10.30

Spazio Lampo, Chiasso

Impressioni – simposio sulla produzione culturale ai margini

In dialogo: Spazio Lampo, Robida Collective, Verzasca Foto Festival. A seguire: pranzo collettivo, alle 12:30 – su prenotazione. Con la partecipazione di Volumes Zürich. Pratiche della produzione culturale contemporanea come residenze d’artista, festival o produzioni artistico-letterarie possono risultare un dispositivo di cura, reinterpretazione e ri-narrazione dei luoghi, fino a rappresentare una modalità attiva e dissidente dell’abitare. Sulla scia di queste riflessioni, Spazio Lampo si trasformerà in arena di incontro tra pratica artistica, pensiero e parola, ospitando un simposio che indaga molteplici scenari di generatività nell’arte. Dopo la discussione, il pubblico sarà invitato a unirsi a loro per pranzo, pensato come momento di condivisione. Informazioni e prenotazioni: +41 (0)91 229 43 51. www.spaziolampo.ch

15.00-17.00

Biblioteca Comunale, Chiasso

Chi ho la fortuna di incontrare in ascensore?

Atelier per bambini da 6 a 10 anni.

Lettura animata e costruzione di un piccolo oggetto con cui i bambini potranno sperimentare come un manufatto può essere parte attiva della creazione di relazioni. Con merenda.

Entrata libera su iscrizione (max 15 bambini): chiassoletteraria.ch/iscriviti

15 9–14 MAGGIO 2023 / CHIASSO

IlFestival è organizzato dall’omonima associazione ChiassoLetteraria con la consulenza di un comitato scientifico e il sostegno di: Comune e Centro culturale di Chiasso, Cantone Ticino, Pro Helvetia, Coop Cultura, Hupac S.A., AGE S.A. e diversi sponsor privati e pubblici, nonché del Media Partenariato di: RSI Rete Due, Corriere del Ticino, Illustrazione ticinese con Agenda Sette e Radio Gwen. Può contare inoltre sul contributo (e l’affetto!) di oltre 400 soci.

Organizzazione

Coordinamento e programmazione letteraria

Marco Galli coordinatore

Franco Ghielmetti immagine

Sebastiano Marvin operatore culturale e giornalista

Programmazione letteraria

Prisca Agustoni poeta e docente

universitaria

Fabiano Alborghetti poeta e operatore culturale

Simonetta Candolfi operatrice culturale

Nicolò Centemero medico e operatore culturale

Fabrizio Ceppi giornalista

Maria Silva Ceppi consulente e mediatrice familiare

Silvia Colombo libraia

Françoise Gehring giornalista

Rachele Spinedi studente in lettere

Mara Travella dottoranda in lettere

Fabio Zucchella traduttore e consulente editoriale

Consulenza scientifica

Renate Amuat formatrice e mediatrice culturale

Christian Marazzi economista

Liaty Pisani scrittrice

Fabio Pusterla poeta

Rolando Schärer bibliotecario e animatore culturale

A testimonianza del desiderio d’apertura e d’accessibilità, l’entrata è gratuita per tutto il Festival, ad eccezione del concerto di The Tiger Lillies (9 maggio), dello spettacolo di Stefano Massini (13 maggio) – prevendita al Cinema Teatro, Chiasso al numero +41(0)58 122 42 78 o cassa.teatro@chiasso.ch –; della proiezione e dell’incontro dedicati a Grisélidis Réal (11 maggio), Cinema Multisala Teatro, Mendrisio. Programma, informazioni, fotografie e documentazione al sito: www.chiassoletteraria.ch (con programma completo dal 6 aprile), dove pure saranno visionabili in diretta streaming e registrati gli incontri dei giorni 12–14 maggio 2023.

Aedo – Radio Gwen

Cantore dell’antica Grecia, figura di trasmissione orale dei testi, memoria storica narrante. Come Aedo Radio Gwen conduce il pubblico in una trance acustica dove gli occhi sono superflui e l’ascolto si fa luce.

Contatti

ChiassoLetteraria Via Livio 7 6830 Chiasso +41 (0)76.794.83.59

chiassoletteraria@gmail.com

chiassoletteraria.ch

facebook/chiassoletteraria instagram/chiassoletteraria twitter/chiassolett

Amministrazione e Organizzazione

Nicoletta De Carli

Segreteria

Bianca Coltro Bizzotto

Logistica

Cristian Bizzotto

Guido De Angeli

Ufficio stampa per la Svizzera e per l’Italia

Laboratorio delle parole, Francesca Rossini

Relazioni pubbliche

Maurizia Magni

Revisione

Accordia Fiduciaria revisioni

S.a.g.l.

Sonorizzazione e illuminazione

Emme SA

Flavio Zoppi

Grafica

Studio CCRZ

Web Master

Vanessa Viganò

Traduzione consecutiva

Gassid Mohammed Hossein

Hoseini

Romana Manzoni Agliati

Marco Malvestio

Esmat Mousazadeh Mohammadi

Riprese video e streaming

Centro di risorse didattiche e digitali CERDD

Sacha De Nardo

Interviste streaming

Françoise Gehring caporedattrice

Tatjana Boehm redattrice

Blog letterario

Mara Travella coordinatrice

Arianna Limoncello

Sofia Perissinotto

Elisbeth Sassi

Giuditta Wiesendanger

Radio Gwen

Laura Donato

Sezione letteratura per l’infanzia

Carla Piras coordinatrice

Samanta Bianco

Ilaria Iazzetti

Spazio Lampo

Aline D’Auria

Giulia Guanella

Libreria

Libreria del Corso Chiasso

Enrico e Stefania Rota

Tipografia

Progetto Stampa 2000 SA

Documentazione fotografica

Omar Cartulano responsabile

Michela Di Savino

Marta Panzeri

Videomaker

Gioele Amos Viganò

Giovanni Polisano

Dj Costa (colonna sonora)

Catering

Associazione Frequenze

Bar e punto ristoro

Francesco Capizzi

Capichurri Food

Collaboratori

all’organizzazione

Anna Allenbach

Rudy Bächtold

Bex Bedulli

Manuela Bobbià

Fernando Buzzi

Salvatore Caltagirone

Roberta Canonico

Silvia Fera

Federico Formenti

Andrea Gianinazzi

Maurizio Giorgi

Arianna Imberti Dosi

Alessandra Montorfano

Elena Mock

Loris Ostini

Massimo Salvagno

Daniele Stival

Giuseppe Valli

Jamal Zandi

In collaborazione con Uffici Cultura e Servizi sociali del Comune di Chiasso

Nicoletta Ossanna Cavadini direttrice m.a.x. Museo

Armando Calvia

direttore Cinema Teatro

Andrea Bianchi responsabile

Servizi sociali

Lucia Ceccato coordinatrice

Chiasso, culture in movimento Davide Onesti, Anna Martano, Cristina Moro, Cinema Teatro

Partner

Associazione Aspasie

Archivio svizzero di Letteratura

Babel festival

Bibliomedia svizzera

Biblioteca cantonale – LaFilanda

Biblioteca comunale di Chiasso

Centro giovani Chiasso

Collana CH

Eventi letterari Monte Verità

Fondazione UBS per la cultura

Istituto svizzero media e ragazzi

ISMR

L'Uliatt

NEL Fare arte nel nostro tempo Centro PEN della Svizzera italiana e retoromancia Scuola media di Chiasso Ufficio federale della cultura

16 17° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA
Sponsor Media partner Partner organizzativi Sponsor principali ??? ??? ??? Illustrazione ticinese con AgendaSette p dal 10 al x marzo SPEEDWHEEL
Associazione Biennale dell’immagine

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