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Associazione ! CHIC Testata Registrata presso il Tribunale di Frosinone. DIRETTORE
Claudio Giuliani GRAFICA
Advok Studio srl - Grafica & Web info@advok.it VALENTINA FANFERA MADDALENA ZOLFINI Direttore responsabile and product manager adv SALVATORE PIGLIASCO SS 155 per Fiuggi n 7 03100 Frosinone Tel. 0775 961440
In copertina
Creative area / Creative coordinator/Brand Manager
MODELLA Erika Albonetti FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MAKEUP & HAIR Hair Prestige STYLIST Chiara Lucia Guarino e Claudia Palombi BRAND Bekka LOCATION Cinema Multisala Nestor
CHIARA LUCIA GUARINO chicstyle.redazione@gmail.com Capo redattore CLAUDIA PALOMBI redazione@chicstyle.it In questo numero Fotografia STEFANO ROSSI RICCARDO LANCIA Makeup & Hair Artist PRESTIGE HAIR LAURA NARDONE
I partners di questo numero APPONI SPACE, GIANCARLI GIOIELLI, MAD MODA ACCESSORI DESIGN, BLOGGER 36, MEDICI PELLETTERIA, LADY BUG, GLI OCCHIALI DI VENERE, LE VISIONARIE, PECCATI DI STILE, QUADRIFOGLIO;
Stylists CHIARA LUCIA GUARINO CLAUDIA PALOMBI Redazione ANASTASIA VERRELLI CLAUDIA CAPONE CLAUDIA MINNA MARTINA SIRAVO ROBERTA COMES STEFANY BARBERIS SILVIA AROSSA VINCENZO TIRITTERA
P&B DIFFUSION, HAIR PRESTIGE, BE MORE; ADVOK STUDIO COMUNICAZIONE, DOLCEMASCOLO PASTICCERIA, ANIMALI DOC DI FABIO DI CIACCIO, ROSSI IMPIANTI, GRUPPO GO! AUTOMOBILI, GRAN PALAZZO DELLA FONTE, OMNIA FITNESS, MONTONI.
Modelle ERIKA ALBONETTI ILARIA MUCCIO Location CINEMA MULTISARA NESTOR AGRITURISMO NONNA LUISA I CONTENUTI, LE DESCRIZIONI, LE IMMAGINI E LE COLLABORAZIONI PRESTATE SI INTENDONO ESCLUSIVAMENTE A TITOLO GRATUITO
PROSSIMA USCITA - SPECIALE DICEMBRE 2016 CHIUSO IN STAMPA IL STAMPA - ARTI GRAFICHE AGOSTINI - TIRATURA 10.000 COPIE
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14 AUTUNNO 2016 Tessuti di tendenza
18 ACCESSORY WINS Eleganti ma prepotenti
26 TRAME D'AUTORE 38 POTTER’S CLAY
Il colore must della stagione autunnale 2016
40 CHLOË SEVIGNY
Spirito ribelle del cinema indipendente
56 FINGERS WAVES & MAKE UP RETRÒ 62 MARCELLO MASTROIANNI 64 THE YOUNG POPE Paolo Sorrentino presenta la sua prima serie
66 CIOCIARI
I migliori modelli al mondo
68 BORN TO BE WILD
Guidare una Harley significa volare sulle ali della libertà
72 MODA E BEAUTY 2016/2017 Secondo noi è meglio così
74 INTERVISTA A VIRGILIO VILLORESI 76 I QUADRI DI EDWARD HOPPER Protagonisti di un film di Gustave Deutsch
78 UNA STANZA PIENA DI GENTE
di Daniel Keys. La storia vera che ha sconvolto l’America
80 WES ANDERSON Interior Design
82 LE NOVITÀ dell'Accademia di Belle Arti 84 MATRIMONIO IN FATTORIA. Pazza per il fienile
88 TULLE E PLISSÈ
Per un mood principesco ma attuale.
90 SAPORI AUTUNNALI TRADIZIONALI 94 LEGGE ANTISPRECO
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Editoriale
C come Chic e come cinema Un numero sorprendente quello autunnale dedicato alla stagione del Cinema italiano: Venezia, Roma, e molte altre rassegne. Quale miglior scusa per potersi concedere un viaggio all’interno della settima arte? Chic Style magazine autunno 2016 è un sasso che spacca la finestra della quotidianità per farvi immergere in un mondo di disincanto. Nuove fotografie e nuovi concetti che ci arrivano come frame di un film ancora non montato. Ecco cosa sono gli editoriali di moda presenti in questo numero: attimi cinematografici che racchiudono in sé l’essenza stessa del film. Ed allora vediamo una giovane cinefila, seduta su dei seggiolini rossi attenta a “catturare” le immagini che arrivano dirette dal grande schermo. Come non pensare alla famosa frase del film “The Dreamers” di Bertolucci “Ero diventato membro di quella che in quei giorni era una specie di massoneria, la massoneria dei cinefili, quelli che chiamavamo malati di cinema. Io ero uno degli insaziabili, uno di quelli che si siedono vicinissimi allo schermo. Perché ci mettevamo così vicini? Forse era perché volevamo ricevere le immagini per primi, quando erano ancora nuove, ancora fresche, prima che sfuggissero verso il fondo, scavalcando fila dopo fila, spettatore dopo spettatore, finché, sfinite, ormai usate, grandi come un francobollo non fossero ritornate nella cabina di proiezione”. Subito dopo la vediamo dietro le quinte, sarà forse un’attrice in attesa della sua prima? A voi la spiegazione… ed è proprio questa la bellezza di un film, la capacità di creare emozioni e storie che rispecchiano la frammentarietà dell’esperienza. Il cinema aiuta a sognare, ed è facile immergersi negli scenari delle fattorie americane costruite dai pionieri alla “scoperta del West”. Fotografie che raccontano la civiltà contadina e i suoi ritmi, le giornate spese sui campi e negli alpeggi ma soprattutto degli animali che la sostenevano. Scene di vita quotidiana non solo di terre lontane ma della stessa Italia; ricordi che rappresentano un nucleo importante della storia del nostro Paese. La città di Frosinone con le sue attività di intrattenimento e ristoro, come il cinema e la fattoria, diventa la messa in scena di un set di un cinema ricercato ed aulico di quei film visti al “cinematografo” pluripremiati per i costumi e la fotografia. Per questo sedetevi comodi e godetevi lo spettacolo, e come afferma Wim Wenders “I grandi film cominciano quando usciamo dal cinema.” Buona lettura!
La Redazione.
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“Sono più miti le mattine e più scure diventano le noci e le bacche hanno un viso più rotondo. La rosa non è più nella città. L’acero indossa una sciarpa più gaia. La campagna una gonna scarlatta, Ed anch’io, per non essere antiquata, mi metterò un gioiello.”
Emily Dickinson
AUTUNNO Capi e tessuti di tendenza
L’ di Silvia Arossa
autunno si veste di novità, capi classici rivisitati e dal gusto retrò, pur mantenendo la loro sintonia con lo stile moderno. Per non essere antiquate (cit. Emily Dickinson) l’ideale è dare un’occhiata a quello che è stato visto sulle passerelle tra Milano e New York all’inizio dell’anno, per preparaci al meglio alla prossima stagione che ci aspetta dietro l’angolo. I primi grandi classici ad
essere rivisitati sono sicuramente il chiodo, che si trasforma in un vero e proprio passepartout, diventando così il must have della stagione. Il chiodo può essere in pelle o ecopelle, colorato o nero, e adatto ad ogni occasione sia con abito in pizzo bon ton che jeans e biker. Parallelamente, la giacca di jeans (dimenticate il classico color jeans!) e il montone, conquistano le passerelle di Miu Miu, Gucci e Kenzo. Tornano anche il parka, che perde un po’ il suo stile militare pur mantenendo il colore, la cappa,
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che da quel tocco di mistero in più, e il piumino. Abbandoniamo l’universo dei capospalla per approfondire il discorso legato alla rivisitazione della classica camicia bianca: lo stile maschile di questo capo d’abbigliamento ormai è obsoleto, quindi il segreto sta nell’allungare, stringere, strappare, decorare e così via per rendere questo capo il sogno di ogni fashion addicted. L’abitino fantasia dallo stile bon ton, preferibilmente con colletto e floreale, diventa un must essenziale e può essere indossato sia
TREND
I tessuti che più vedremo in giro per le città sono sicuramente quelli laminati, glitterati o coperti di paillettes. La parola d’ordine è BRILLARE
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di giorno che di sera. Inoltre il completo stile pijama ha letteralmente conquistato le fashion blogger e influencer di tutto il mondo. La sua versatilità e unicità sta proprio nel fatto di poterlo utilizzare come pezzo unico ma anche di spezzarlo, abbinandolo ad altri pezzi cult della stagione. Infine, è d’obbligo per tutte avere nel proprio guardaroba un bel paio di culottes, colorate, nere che siano. Questo pantalone stile “acqua in casa” ci accompagnerà anche nella stagione autunnale. I tessuti che più vedremo in giro per le città sono sicuramente quelli laminati, glitterati o coperti di paillettes. La parola d’ordine è BRILLARE, per non passare inosservate. Altro trend in fatto di tessuti è sicuramente la pelle (o ecopelle), meglio se color testa di moro o nero. Pizzo e tessuto scamosciato si riconfermano trend di stagione, grazie anche a Balmain che ha proposto un abito di suede rosa pastello. Anche il velluto ritorna e fa capolino sulle passerelle. Per quanto riguarda gli accessori, il trend più acclamato è senza dubbio il multi-ring, vale a dire tanti anelli tutti insieme sulle mani. Bracciali a polsino, come hanno proposto Louis Vuitton e Moschino, e choker, il collarino tanto amato negli anni Novanta, diventano essenziali per completare al meglio il proprio look.
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Accessori
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Bucket bug Leo Bubble - Leo studio design Disponibile presso Peccati di Stile, Frosinone
Eleganti ma prepotenti, competono sicuri con l’intero outfit relegandolo a momento di seconda scelta
G di Roberta Comes
li accessori sono un elemento d’apposizione, infatti non fanno che da cornice a un preciso modo d’abbigliarsi. Eppure la loro presenza potrebbe alterare l’equilibrio dell’outfit, sia che siano in eccesso che in difetto. Nonostante questo scomodo particolare, le donne da sempre amano acconciarsi e curarsi concedendosi anche di giocare con un’ampia opzione di accessori. Per questo autunno/inverno, c’è un sovvertimento delle regole: l’accessorio comanda. Possiede quindi il predominio assoluto, sgomita, si esplicita, è colore, divertimento e prepotenza. La donna dell’autunno, sovrappone, aggiunge e assomma per uno stile accessoriato senza precedenti. Strass, oro, argento, clips, bijoux e nail art: nulla sfugge. Di tendenza, tra gli accessori assolutamente must have, sono i cuissard, ovvero gli stivali alti, di cui il modello overknee più in voga è quello altissimo, sopra il ginocchio. Facilmente reperibili in diversi tessuti e fantasie, dall’animalier al minimal, con rouches, pietre luminose e pizzo, con ricami o in pelle opaca, velluto e camoscio. È possibile optare tra colori densi ma scuri come il nero,
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beige o il tortora, ed è subito boots mania. I guanti, dal loro utilizzo prettamente bon ton, si caricano di un entusiasmo glam rock nelle passerelle di DSQUARED2 e GUCCI. Per quanto riguarda le borse, le it-bag di quest’autunno si colorano di rosa, femminili all’estremo e delicate. Fa capolino un trend molto particolare, quello della “doppia borsa”. Si tratta di indossare due borse contemporaneamente, una più piccola a spalla e una più grande a tracolla, così come nella collezione di Louis Vuitton. Elemento imprescindibile dell’autunno è però la comodità, infatti tornano di moda le borse rigide e i bauletti stile 24 ore o i beauty case. I secchielli e le mini bag invece si ricoprono di morbido velluto. Tra i nuovi trend e le news, compaiono sulle passerelle le borse a tracolla corta con manici corti, da portare con le maniche lunghe. È opportuno quindi che la tracolla sia di vostro gradimento, dato che sarà in risalto sull’intero outfit, che non vi fasci molto e che sia facilmente abbinabile con qualsiasi indumento. La chioma sempre in ordine cede il passo a lunghi capelli mossi e scalati, si alternano morbide onde ramate a tagli androgini con volto del tutto scoperto e frangia cortissima. Infatti, tornano in auge le frangette. Corte, cortissime, scalate, folte, a ciuffo, la frangia diviene un passpartout dell’autunno. Per acconciare i capelli, si fa ricorso a barrette e hair clips luminose ma minimal. È giusto brillare di luce propria ma senza accecare gli altri.
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Model: Eleonora Trasolini I Hair Stylist: Sandra Mastracci I Mua: Claudia Rossi per P&B Diffusion I Location: Loft I Foto e Post Produzione: Matteo Paniccia I Assistant: Giada Patrizi
TRAME
Cinema
D'AUTORE di Claudia Palombi
Cinema, un’arte nell’arte. Uno specchio del mondo che cattura la sostanza della realtà e non l’apparenza concentrando in sé fotografia, inquadrature, scenografia, luci, ombre e… costumi. Un mix vincente per una fabbrica dei sogni che ogni giorno distribuisce migliaia di pensieri, idee, immagini e desideri. Chi non ha mai sognato di vestire gli abiti di Audrey Hepburn, Grace Kelly, Claudia Cardinale e di altre dive?
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l costume cinematografico ha sempre assunto un ruolo fondamentale nel cinema; ovvero quello di rievocare attraverso i personaggi l’atmosfera delle vicende narrate e la sostanza del tempo evocato, suggerendo uno stile assolutamente fedele ad esso. Difficile in questo caso non citare i costumi realizzati dalla Sartoria Tirelli, e nello specifico da Piero Tosi e Danilo Donati: le loro sono delle vere e proprie sculture realizzate sugli attori. Il lavoro di Donati è caratterizzato da un’attenzione meticolosa sui materiali. Davvero una festa per gli occhi a 360°. Chi non si è mai specchiato negli abiti per il film “Roma” di Federico Fellini? Uno studio accurato per ogni veste, un connubio perfetto tra arte e poesia. Conosceva perfettamente i suoi registi e sapeva bene che per un un film di Pasolini doveva esprimere sacralità e misticismo; e invece per Fellini servivano ironia e paradosso per regalare al pubblico il sogno, l’illusione, il mito. “Per Medea
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essere costumista - amava ripetere - si deve sapere tutto: pittura, arte culinaria, musica, storia”. Ed è soprattutto la pittura il maggiore interesse e fonte d’ispirazione per il maestro. Nei suoi abiti c’è una consapevole noncuranza della fedeltà storica. I suoi costumi sono totalmente inventati, eppure sotto la fantasia più sfrenata si percepisce una rigorosa aderenza all’epoca. Fantasia e filologia insieme. I suoi lavori sono il frutto di un’ampia documentazione, il materiale è inteso come un elemento creativo, la progettazione non più strettamente legata al bozzetto, ma estesa alla manipolazione dei tessuti che ne caratterizzano la poetica. È con l’incontro con Pasolini che prendono forma abiti senza tempo, tuniche e mantelli ritagliati da tessuti e stoffe poveri e pesanti, così rozzamente intessute. Materiali fastosi e barocchi: plastica, pelle e lurex, piume, conchiglie per ricreare abiti sontuosi, dorati, coloratissimi come quello di Giocasta, in “Edipo Re”, interpretata da una splendida Silvana Mangano. Poveri ed alterati, completati da monili e accessori, frutto di una complessa analisi su tutte le civiltà mediterranee sono i costumi utilizzati da Piero Tosi in “Medea” di Pier Paolo Pasolini, interpretata da Maria Callas. Magia e follia per un risultato sublime: giochi di tessuti che uniscono le vesti lacerate della “nonna” con materiali da tappezzeria, garze e riscaldo bagnati nel vinavil, plissettati a mano e messi nel forno. Un’esplorazione, una conoscenza e sperimentazione del mondo delle superfici, dei tessuti e dei materiali che vengono coinvolti nei processi creativi per la realizzazione delle vesti. In un film quasi privo di dialoghi questi abiti sono l’unico strumento di comunicazione tra il passaggio del mondo magico (ricco ed opulento) a quello arcaico (povero e grezzo). Ogni singola piega, amuleto, ricamo velo, copricapo, rimanda con la mente ad immagini archetipiche ancestrali, alle origini della cultura occidentale. Il costume non è altro, quindi, che un sistema di segni. Un linguaggio del cinema attraverso il quale comunica non solo il gusto di un’epoca ma la psiche stessa dei personaggi, del regista e del suo artefice. Gli abiti di scena sono tracce di memoria smarrite chissà dove e poi, un giorno, magicamente ricomposte in delle forme, nel gioco di un incastro di Trame d’autore.
Roma
Edipo re
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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia -Stefano Rossi MODELLE Erika Albonetttti - Ilaria Muccio STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone
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FOTOGRAFIA Stefano Rossi-Riccardo Lancia MODELLE Erika Albonetttti - Ilaria Muccio STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone
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Il colore must della stagione autunnale 2016
POTTER’S CLAY
O di Claudia Capone
rmai è risaputo che a dettar legge per quanto riguarda i colori a cui gli stilisti s’ispirano per le loro collezioni, è il Pantone Color Institute. Ogni stagione arriva puntuale con il suo Pantone Fashion Color Report decretando così quelli che sono i colori di punta per la nuova stagione in arrivo. Puntuale anche quest’anno, Pantone ha dichiarato che uno dei colori must per la stagione Autunno/Inverno 2016-2017 è il Potter’s Clay, letteralmente “argilla del vasaio”. Un colore caldo e avvolgente ispirato alle sfumature della terra tipiche della stagione autunnale e che ricorda l’argilla lavorata. Una cromia raffinata che ricorda le foglie autunnali, il legno classico e il colore del cognac: un marrone aranciato sofisticato, vivace ma non brillante come un arancione puro, dal tocco rilassante e famigliare. Gli stilisti già si sono sbizzarriti a creare pezzi delle loro collezioni ispirandosi al Potter’s Clay: abiti e capispalla come pellicce, cappotti e giacche in pelle, ma
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anche accessori e gioielli. Non mancano le case cosmetiche, che hanno creato linee di smalti e palette make-up ispirate al colore stagionale. Anche l’arredamento prende spunto e si orienta disegnando pezzi unici sulla scia del Potter’s Clay, una nuance che dà il meglio di sé sul velluto e su tessuti morbidi.
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"Spirito ribelle del cinema indipendente"
di Martina Siravo
CHLOË SEVIGNY
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cona di stile indiscussa da più di un decennio, Chloë Sevigny è una musa di bellezza fuori dal comune. Indiscussa icona di stile, attrice, modella, testimonial, intellettuale, fashion designer... La lista delle sue caratteristiche e molteplici progetti potrebbe andare avanti a lungo!! Enigmatica, imperfetta ma straripante di personalità e carica di sensualità: una dimostrazione vivente che sicurezza e conoscenza dei propri punti forti e dei propri “difetti” possono rendere una donna irresistibile ed unica. Discendente della famiglia nobile de Sevignè ed originaria di Springfield, Massachussets , la bellissima Chloe, si contraddistingue per il carattere cinico, per il suo stile unico e un volto dalla dolcezza conturbante e misteriosa, “ribelle” e spesso conflittuale nel rapportarsi al mainstream, sin dal giorno in cui, scappata di casa all’eta di 18 anni, si ritrova a convivere con alcuni skaters nella Manhattan grunge dei primi anni Novanta. In perfetta sintonia con l’ambiente, la Sevigny interagisce come consulente di riviste giovanili prima e come modella poi. Mascara nero, capelli biondo ossigenati, aspetto strafatto diviene ben presto paladina dello street style. Eletta a nuova "It girl", nel giro di poco tempo gira il suo primo film Kids di Larry Clark e successivamente Trees Lounge di Steve Buscemi. Inizia così la sua ascesa
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come attrice di film indipendenti. Fin dalle sue prime apparizioni Chloë si fa notare per il suo essere del tutto slegata dai meccanismi del mainstream americano e dalle produzioni hollywoodiane. Il suo look ha attraversato diverse fasi: compare prima con un caschetto cortissimo, sfumato sulla nuca, in un caldo color rame che mette in risalto gli occhi turchesi e la carnagione perfetta, per passare poi al biondo cenere sul taglio medio mosso sulle punte, ai ricci disciplinati di un biondo caldo ricco di sfumature nel 2002 ed infine labbra ravvivate da tocchi di colore rosso dalle note aranciate, che oramai la contraddistinguono da tempo. Il look beauty firmato Sevigny, tela perfetta per uno stile eclettico e sempre portavoce di nuove tendenze di abiti e accessori, si stabilizza sul suo punto di equilibrio, che si regge su tre pilastri: capelli dorati che prediligono proporzioni medio-lunghe, separate da una scriminatura centrale che incornicia e valorizza la forma del viso; labbra vestite dalle tonalità brillanti e calde di rosso; ciglia lunghe e perfettamente separate, ed incarnato curatissimo e spesso (visibilmente) punteggiato dalle bellissime efelidi.
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I nostri DESIGNERS BEKKA
Olivia Magee (Art Director) Tra moda e arte. E’ li che si colloca Olivia Magee, direttore creativo e anima del progetto stilistico che ruota intorno a BEKKA. Nata in Irlanda, nella contea di Cavan nell'Ulster repubblicano a un passo dal confine con l’Irlanda del Nord, vive ormai in Italia da oltre vent’anni. Olivia ha alle spalle studi legati al mondo dell’arte e alle lingue, motivi che la spinsero, tanti anni fa, a trasferirsi in Italia. Segue e si fa portavoce di tutti i più grandi movimenti anglossassoni legati al mondo della moda. Ha un'innata facilità a passare da un jeans abbinato a t-shirt e Dottor Martens ad un tubino nero. Lei che per tanti anni, durante la sua carriera scolastica, ha indossato la divisa: dice : “La moda per me è sinonimo di schemi dai quali uscire. Due anni fa nasce BEKKA per la voglia innata e da sempre presente in lei, di fare moda, usando l’esperienza nel campo tessile acquisita negli anni dal marito Mario. BEKKA nasce assieme all’arrivo della stilista Stefany Barberis, da subito in linea con la filosofia di Olivia: “Per me lei è un sogno che si fa reale – aggiunge l’art director – nel senso che nessuno meglio di lei riesce ad interpretare il mio linguaggio stilistico ed è capace di farsi vestito e collezione”.
Stefany Barberis (Stilista) Ci sono incontri scritti nel destino, come quando le tessere di un prezioso mosaico danno vita ad un’opera d’arte, poi ci sono le sinergie che nascono in nome di un sogno, o di un semplice progetto che prende piede, dopo studi mirati, comparati e scelte che un bel giorno qualcuno decide di fare. Stefany Barberis 25 anni, torinese, un fratello designer che prova a guidarla nei meandri del mondo accademico, ancor prima di quello lavorativo e una laurea a pieni voti presso l’Accademia delle Belle Arti. Una carriera, quella accademica, dai costi che la sua famiglia non avrebbe potuto sostenere ma che è stata resa accessibile nel solo unico modo possibile: grazie ad una borsa di studio. Il suo precoce talento è tutto in quegli abiti, creati in tre anni di studi e attente ricerche, dove troviamo racchiuso un mondo di arte, nel senso letterale del termine. Stefany ama chiamare la sua moda “arte in movimento”, lei che si ispira senza farne mai mistero all’eclettico e intramontabile talento di Karl Lagerfeld, con uno strizzatina d’occhio all’inglese hooligan della moda, Alexander McQueen; lei e i suoi vestiti ben strutturati ma capaci di destrutturarsi da un’uscita all’altra in passerella; lei che intende la moda come moto perpetuo dell’animo, al punto da essere indirizzata da sua mamma ad iniziare gli studi in psicologia, salvo declinare l’invito a favore della moda. Poi l’incontro con lo staff di Bekka, a quattro mesi dalla laurea e il resto è storia: “Ho avuto la fortuna di conoscere un’azienda che investe nei giovani, che mi ha dato la possibilità di trasformare le mie idee, prima in bozzetti e poi in abiti. Stefany Barberis, nella testa una forte determinazione, al fianco un sogno che si fa realtà e gli occhi ad accarezzare il futuro.
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LA RITZ Valentina B. Con le chiacchere e le risate, si esprime LaRitz, durante una serata tra amiche, un'estate fa.. Un'idea che diventa un brand, una passione che diventa realta'. Usando il soprannome della mamma, la fantasia e la creativita' danno vita ad un nuovo progetto......la t-shirt viene creata con attenzione artigianale e con filati naturali, su cui vengono cucite a mano applicazioni e passamanerie, collezionati duranti i viaggi di Valentina, la creatrice. una produzione interamente italiana. Colore. Energia. Positività. Tutto quello che vuole trasmettere la terza collezione che La Ritz presenta, per la prima volta al White. Una collezione di t-shirt, canotte, felpine e vestiti, arricchita di nuovi materiali come il denim lavato e tessuti organici. I colori creano ricami e passamanerie uniche e personali. Mixare i colori e associarli a stati d’animo è fondamentale: il timido grigio melange e l’audace fucsia, il bianco candido e il giallo luminoso. Valentina, la creatrice padovana, sogna una donna indipendente, sorridente e positiva: la vita va colorata con tutti i colori!
EVGENIA ELKIND Evgenia Elkind Evgenia Elkind nasce a Mosca (Russia) nel 1987, attualmente ha come base per la sua attivita progettuale la citta di Torino (Italia) dove nel 2015 ha fondato il proprio studio di design. Nel 2013 ha creato il proprio brand di gioiello contemporaneo che viene esposto nei più prestigiosi eventi nell'ambito del design, caratterizzato da un approccio interdisciplinare tra design e moda. Ogni sua collezione è contraddistinta dalla sperimentazione dei diversi materiali e dall'ottimizzazione del processo produttivo adottato. Le sue collezioni sono caratterizzate dalla continua ricerca di diversi materiali (legno, acciaio, argento, vetro ecc.) e dal suo backgroun multiculturale da designer/progettista. Il file rouge delle sue collezioni? La geometria. Ogni materiale ha una propria lavorazione, in grado di tirarne fuori le qualità migliori ed esaltarne i pregi.
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hic Talents ha lo scopo di favorire le eccellenze italiane all'interno spazi che diventano una vetrina-mercato dove vedere e acquistare prodotti di abbigliamento, accessori, gioielli realizzati da brand emergenti e non, in collezioni originali, pezzi unici o a tiratura limitata. Negli ultimi tempi, soprattutto tra i giovani, la mentalità sta cambiando, una volta si pensava che solo le grandi firme fossero sinonimo di qualità, ma ora non è più così. L'handmade ha una marcia in più soprattutto in un paese come l'Italia che ha una radicata tradizione sartoriale che finalmente sta tornando in auge grazie a giovani volenterosi che hanno deciso di mettersi in gioco. L'obiettivo della Redazione di Chic Style è quello di promuovere tutti quei designer emergenti che hanno la necessità e la volontà di trovare un proprio spazio fisico, al di fuori di quello virtuale. Un market come una vetrina pubblicitaria in cui esporre i propri prodotti, un'opportunità per valorizzare quelle realtà nuove e promettenti nei campi del design e del fashion design.
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FOTOGRAFIA Stefano Rossi I STYLE Chaira Lucia Guarino, Claudia Palombi I MAKE UP Laura Nardone I HAIR STYLE Micol Bartolucci I BRAND La Ritz
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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia STYLE Chaira Lucia Guarino, Claudia Palombi MAKE UP & HAIR STYLE hairPRESTIGE BRAND BEKKA
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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia POST PRODUCTION Valentina Fanfera BRAND JEWELRY EVGENIA ELKIND Contemporary jewelry design
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i talenti della moda in vendita
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o Chic Pop Up Store sta per prendere vita, ma cos’è questo evento così tanto atteso? Il primo di un appuntamento fisso e mensile di non solo shopping! Gli Chic Pop Up Store di Chic Style offrono occasioni di divertimento e guida allo stile. Un nuovo progetto ideato per vivere una esperienza d'acquisto diversa, con un drink in mano scegliendo l'abito e l'accessorio più originale. Frosinone guarda sempre più a Milano, Roma, Londra, Parigi, Berlino, New York... Tante le idee e ispirazioni che vengono dall'estero, idee che reinterpretate in chiave nostrana trovano a volte una loro configurazione e identità adattandosi alla città, ai suoi spazi più interessanti, ai movimenti creativi e alle mode del momento. Chic Style Magazine si conferma come un vero e proprio progetto di Scouting con l'obiettivo di ricercare e promuovere i nuovi talenti del mondo della moda. Una piattaforma creativa autorevole come trampolino di lancio e incubatore di tendenze e creatività. Una ventata di freschezza ed innovazione che non dimentica mai la storia e la tradizione artigianale attraverso i manufatti dei brand. Gli Chic Pop Up Store sono una valida alternativa al solito shopping con l'aggiunta di una nota frizzante con un originale aperitivo. Un luogo ideale e raffinato dove incontrarsi, confrontarsi, socializzare, divertirsi e scoprire i nuovi talenti dello scenario moderno. Ogni mese all'interno del Glevum GRILL Restaurant si avrà la possibilità di toccare con mano ed acquistare i prodotti dei talenti presentati sul Magazine e di conoscere la Redazione di Chic Style che ti accompagnerà nella scelta e nell'identificazione del tuo stile con i propri consigli! Quante volte hai chiesto a commesse o ad altri clienti' “Come mi sta” e “scelgo questo o quello”? Stavolta potrai chiederlo direttamente alla Redazione, lì, immediatamente . Un appuntamento all'interno del quale potrai sentirti parte di una grande città modaiola, con una personal shopper che ti guiderà nell'acquisto di prodotti dei brand Talents Chic che renderanno il tuo look unico ed inimitabile!
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Fingers Waves & MAKE UP RETRÒ LA PAROLA CHIAVE PER LA CHIOMA DELLA STAGIONE È MOVIMENTO. VIA LIBERA DUNQUE ALL'EFFETTO WAVE CHE VIVACIZZA I CAPELLI IN ONDE DA LIEVI A STRUTTURATE. È STATA GISELE BUNDCHEN A LANCIARE VERSO LA FINE DEGLI ANNI 2000 LO STILE DELLA CHIOMA CHE CADE FLUENTE SULLE SPALLE.
di Anastasia Verrelli
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er ottenere questo effetto semplice e naturale basta modellare i capelli con le dita mentre si asciugano con il phon. Oggi è preferibile un look più naturale ma questa tecnica nacque per realizzare le onde perfette delle acconciature anni ’20. Gli “anni ruggenti” sono caratterizzati dalle flapper girls, ragazze disinibite, indipendenti ed emancipate, simbolo della lotta per i diritti e la libertà. Un gesto che oggi può sembrare banale, ma che all’epoca fece scalpore, fu il taglio dei capelli da parte delle donne, dimostrando simbolicamente l’uguaglianza dei sessi e l’acquisita emancipazione femminile. Gli elaborati raccolti
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Beauty
Chanel Le Vernis Nail Color Medici Pelletteria I Frosinone
portati fino ad allora furono sostituiti da cortissimi caschetti e da onde aderenti alla testa, oggi note come finger waves poiché, per ottenerle, sono necessari una cera o un gel per capelli, un pettine e, per il resto, basterà lavorarli con le dita. Questa acconciatura è consigliabile per chi ha i capelli corti ma, chi li ha lunghi, può facilmente ricorrere ad un faux-bob. Abbinato a questa acconciatura è lo smokey: i trucchi “fumosi” e sfumati si prestavano perfettamente alle prime pellicole in bianco e nero il cui contrasto, essendo molto debole, imponeva un trucco che giocasse molto sul chiaroscuro. Non erano ancora diffusi i mascara ma nelle trasposizioni moderne possiamo trovare look intensi con ciglia folte e nere da mimare l’intensità delle sfumature dell’epoca. I finish perfetti sono
quelli perlati o glossy, che ricordano i lustrini e le paillettes che decoravano gli indumenti dell’epoca. Ma a distinguere uno smokey moderno dallo smokey ad ispirazione anni ’20 è la palpebra inferiore sfumata e scurita. Poiché le pellicole cinematografiche non rilevavano alcun colore si ebbe la necessità di produrre rossetti dalle tonalità scurissime e violacee – necessità rapidamente tramutata in moda. Unica alternativa era il Marsala. Altrettanto importante era la stesura del rossetto. In questi anni era tipica la forma a cuore, schiarendo con un correttore gli angoli delle labbra e concentrando in centro il colore, ottenendo un effetto non proprio definito. Lo stesso effetto, ma rivisitato, si può ottenere con un ombrè: ai lati un colore più scuro e violaceo e in centro, a cuore, un rosso intenso. Il tut-
Chanel Mascara Medici Pelletteria I Frosinone
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to sempre dando la colore quell’aria un po’ sfumata. Questo look lo abbiamo ritrovato recentemente al cinema grazie a Carey Mulligan che interpretava la controversa Daisy de “Il Grande Gatsby”; a Marion Cotillard nei panni di Adriana in “Midnight in Paris”; a Jennifer Lawrence in “Serena”, ambientato nel ’29; a Emma Stone in “Magic in The Moonlight”; senza dimenticare le celeberrime attrici di “Downtown Abbey”. Ma questo stile non lo troviamo solo sui grandi schermi e in televisione: molte star si ispirano a questo “look ruggente” per sfilare sui red carpet e partecipare a grandi manifestazioni di ogni genere, passando da Demi Lovato agli AMAs fino ad arrivare alle sfilate di alta moda della grande stilista Ulyana Sergeenko che prende ispirazione proprio da questi meravigliosi anni.
CHIC style Contest 2016 N
Foto di Matteo Paniccia
ell'epoca delle comunità virtuali e dei social network, il desiderio di condividere emozioni e progetti, passioni e idee, non cambia. Facebook, Instagram, Snapchat rendono più facile l'interazione e la promozione della propria creatività, del talento e del lavoro. Si tratta di uno degli usi più interessanti che si può fare della rete. Un ambiente virtuale in cui si può incontrare un pubblico, farlo appassionare alle creazioni e conquistarlo. Se si vuol vendere la propria arte, internet è uno dei canali di cui non si può fare a meno. Il problema però è quello del sovraffollamento degli spazi e di risaltare nella confusione dei messaggi. Per questo la carta stampata ha sempre generato un desiderio da parte dell'artista, un obiettivo qualificativo; una maggiore consapevolezza che il proprio lavoro “piace”. Si, perché per “essere pubblicati” bisogna che il proprio lavoro piaccia a qualcuno, che questo qualcuno lo scelga e decida di dedicargli il giusto spazio all'interno del proprio magazine. Da questi presupposti nascono i Contest di Chic Style, dall'idea di dare visibilità a menti giovani e brillanti; una vetrina per farsi conoscere. La bellezza di sfogliare il giornale, di scoprire a quale pagina si trovino le proprie opere... la piacevole meraviglia della scoperta. Sentirsi parte di quei film in cui la mattina ci si alza presto per prendere tutte le copie per non rimanerne senza e poi distribuirle alle persone care. Ma oltre le emozioni è anche un valido portfolio da presentare, una pubblicazione su Chic Style non avviene tutti i giorni! Divertimento, competizione, coinvolgimento e gioia: in queste parole si condensa tutta l'esperienza dei contest!
Silvia Botticelli make up
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Foto vincitrice del concorso "Trucca e Vinci"- Makeup Artist: Laura Colosimo - Model: Valentina Zolli - Photographer: Luca Michelutti
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Foto vincitrice del concorso "Scatta e Vinci" - Photographer: Angela Chezzi.
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Mostra fotografica a Isola del Liri in onore del celebre attore italiano conosciuto in tutto il mondo
MARCELLO MASTROIANNI torna a casa di Vincenzo Tirittera
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iparte da Isola del Liri , comune in provincia di Frosinone, “Ciao Marcello”, l'omaggio a Marcello Mastoianni che qui nacque e visse i suoi primi anni di vita. Ciociaria addentrata, culla di artisti divenuti celebri in Italia e non solo, Isola del Liri ospiterà dal 28 settembre al 30 ottobre una mostra fotografica dedicata proprio a Mastroianni, con ingresso gratuito. L'inaugurazione fissata per il 28 settembre alle 16:30 presso il Centro Polifunzionale, ha aperto alla XV edizione. Promossa dal Centro Studi Ricerche e Documentazione Marcello Mastroianni è presieduta dalla prof.ssa Santina Pistilli mentre la direzione artistica è stata affidata a Gerry Guida. L'evento è realizzato con il contributo della Regione Lazio. La mostra propone immagini tratte dalla vita privata e professionale dell'attore provenienti dal Centro Cinema Città di Cesena e dalla Fondazione Cineteca di Bologna. Prima di Isola del Liri la mostra ha visto grande affluenza di visitatori a Cesena, in quel di agosto, presso la Galleria d'arte Peschiera. Alla giornata di inaugurazione sono
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intervenuti diversi nomi noti del mondo del cinema e docenti dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone. In un periodo storico italiano in cui mancano volti che “bucano lo schermoâ€?, è lecito aggrapparsi ai tempi che furono, quando attori e attrici nostrani reggevano da soli il peso di un impero cinematografico mondiale in pieno sviluppo in cui l'Italia deteneva un posto realmente importante. Da Alberto Sordi a Sophia Loren passando per altri mostri sacri come Vittorio De Sica e Nino Manfredi (ciociari veri). Il nome di Marcello Mastroianni si inserisce a pieno titolo nella lista dei grandi. Attore poliedrico capace di trasformarsi a piacimento del regista, passando da ruoli drammatici a ruoli comici con naturalezza., divenuto immortale sotto la direzione di Fellini, compie il grande salto tra gli anni '60 e '70. Tre volte candidato all'Oscar al migliore attore per Divorzio all'italiana (1963), Una giornata particolare (1978) e Oci ciorne (1988) aggiunte ad altre prestigiose onorificenze.
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the young Icon di Vincenzo Tirittera
POPE Paolo Sorrentino presenta la sua prima serie tv con Jude Law nelle vesti di un papa
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he Young Pope, la serie tv di Paolo Sorrentino arriverà in Italia dal 21 ottobre, su Sky Atlantic. E’ composta di dieci episodi da un’ora circa ciascuno e i primi due sono stati presentati alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia per cui da ogni parte del mondo sono arrivate le prime recensioni. Se con i suoi film ci ha abituati a dividere i giudizi in parti eguali, con questa serie tv, agli albori – si intende – pare abbia messo d’accordo un po’ tutti. Soprattutto gli americani, che, come fu per La Grande Bellezza nel 2013, hanno applaudito a scena aperta ripresentando al mondo la forte infatuazione per il regista napoletano. Ma non è di sola infatuazione d’oltreoceano che si tratta, dacché il famoso critico britannico Nicholas Barber ha espresso a proposito la sua approvazione trascrivendo su Twitter la formula liturgica più conosciuta “Alleluja!”, sottolineando che l’unica cosa sbagliata di questa serie tv è che ha potuto deliziarne di soli due episodi. No spoiler Ma vediamoci chiaro. Lenny Belardo è il protagonista e la serie inizia poco dopo il suo Conclave (elezione del papa). Decide di chiamarsi Pio XIII, ha 47 anni e viene da New York per cui è il papa più giovane della storia nonché il primo papa americano. Divenuto pontefice grazie a licenziosi giochi di potere, viene eletto perché si pensa che questi potesse essere facilmente condizionato, sbagliandosi di grosso. I genitori lo abbandonano da bambino per cui cresce in un orfanotrofio della città; si avvicina alla vita ecclesiale fino a
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diventare cardinale di New York e successivamente papa. Nelle vicissitudini pontificie si va più volte a scontrare con il cardinale Voiello – interpretato da Silvio Orlando – e da altri cardinali che ne vogliono le dimissioni, aiutato da suor Mary (Diane Keaton) suora americana che lo ha cresciuto quando era in orfanotrofio. Non solo, combatte anche se stesso, le sue paure e le sue debolezze che pertanto lo rendono umano e quindi incline al vizio (come quello del fumo). Un papa non convenzionale, perché fa colazione con la Coca Cola e perché concepisce l’idea di non far vedere il proprio viso ai fedeli. Ambiguo e cinico ma che nonostante questo esercita un forte e religioso potere carismatico. Alla domanda se Sorrentino potesse o no reggere una storia di dieci ora, in molti hanno risposto di sì e che addirittura la sua bravura è stata nello scrivere una storia nuova, che non seguisse solo retoriche congetture violente. Meno assortita di inquadrature e composizione delle scene tipicamente Sorrentiniane – ma comunque assolutamente non priva - è invece arricchita da dissacrante umorismo, come per la t-shirt di suor Mary con su scritto: “I’m a virgin, but this is an hold t-shirt”. Lo Stato Vaticano ha accettato di far riprendere alcune scene in luoghi altrimenti inaccessibili ma sembra storcere un po’ il naso dinanzi alle scorribande (narrative) cui sono sottoposti i propri personaggi di spicco. Non sono convinti neanche alla redazione di Famiglia Cristiana che sentenzia con un secco “al limite del blasfemo”, producendo ulteriore curiosità.
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Jude Law Tetimonial della campagna Christian Dior Parfum diorhommeparis.com Medici Pelletteria Frosinone
Ciociari:
i migliori modelli al mondo
“M di Claudia Palombi
odelle e modelli Ciociari nell’arte europea a Roma, Parigi, Londra nel 1800-1900” è il libro de professor Michele Santulli all'interno del quale ci illustra come sia importante l'utilizzo dei modelli nell'ispirazione dell'artista e di come sia stata fondamentale la Ciociaria per la scelta dei soggetti migliori. A partire dalla prima metà del 1800 l'uso di questi modelli ciociari si diffonde ampiamente a Roma e in seguito a Parigi e a Londra, contribuendo alla trasmissione internazionale di un canone di bellezza classica e mediterranea. Un fascino intenso, caratterizzato dalla pelle ambrata dal sole e dalla vita campestre; sguardi fieri e saggi tipici delle persone dalla lunga esperienza. Sono stati i protagonisti di molti capolavori di artisti di fama mondiale come: Van Gogh; Cézanne, Matisse, Rodin, G. Stevens. Manet, Degas, Renoir, Corot, e molti altri.Una straordinaria raccolta dedicata agli uomini e alle donne delle nostra terra.
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Life Style
Born to be
WILD
Guidare una Harley significa volare sulle ali della libertà
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di Vincenzo Tirittera
a ricerca della felicità risiede nel concretizzare l’ideale che porta all’essenza della serenità, qualcuno ci è riuscito con tutte le sue forze, qualcuno ci sta ancora provando, a qualcuno sono bastate due ruote e un manubrio. La storia del Biker, del motociclista, riguarda chiunque guidi una due ruote ma trova ampio spazio nella visione del centauro maledetto, nel giubbotto di pelle, nei tatuaggi e soprattutto nell’ Harley Davidson. Un marchio che è leggenda. Morto e risorto per rimanere immortale, così come il fascino di cui si fa carico. Nato per essere selvaggio, come cantavano gli Steppenwolf nel film cult Easy Rider, perché chi possiede una Harley non ha bisogno di nient’altro. La moda dei bikers non ha faticato molto per diventare oggetto del desiderio, a partire dalla Freedom Jacket: il giubbotto di pelle come segno distintivo talvolta ornato di stemmi decorativi rappresentativi del gruppo cui si fa parte, passando per i jeans stracciati, i gilet e gli stivali. La storia della giacca di pelle nasce nel 1938 quando la Harley Davidson la realizza appositamente per il dipartimento di Polizia di New York. Solo ed esclusivamente per loro. Dieci anni dopo arriva la commercializzazione e per 29.75 dollari poteva portarsela a casa chiunque; da quel momento in poi ha vissuto e vive una straordinaria diffusione. La giacca di pelle, o chiodo – detto all’italiana- rimane stilisticamente invariato per anni, tradizionalmente nero e lungo fino alla vita, subisce leggere variazioni col variare delle influenze della moda. Influenze che però non ne hanno scalfito il vero significato e l’enorme fascino.
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Fascino che non ha risparmiato neppure la musica e il cinema. Sebbene sia il ritratto dell’America e del sogno americano, la passione per le Harley Davidson è forte e radicata anche in Italia. Esistono infatti molte organizzazioni sparse sul territorio che contano migliaia di sostenitori e che durante l’arco dell’anno organizzano raduni di grandi dimensioni. Per avere conferma di quanto si forte l’attrazione che esercita questo stile di vita, abbiamo incontrato il presidente della Undertaker Family Latina e gli abbiamo fatto qualche domanda: D: “Quanti club esistono in Italia?” R: “Difficile quantificare i gruppi motociclistici in Italia dato che molti non fanno parte di una federazione di iscritti. Di certo siamo a conoscenza dei vari gruppi che fanno parte come noi di un percorso ben preciso da intraprendere prima di potersi affermare come club.” D: “Raccontaci qualcosa del vostro club” R: “Il club Undertaker Family Latina è un Motorcycle Club, è un’associazione regolarmente iscritta all’albo e conta 15 membri. Siamo in tutti i sensi un organico e come tale, spesso, ci teniamo in piedi grazie al finanziamento degli stessi membri del club. Ciò non ci ha impedito però, nel corso degli anni, di adoperarci nell’organizzazione di eventi a scopo umanitario, come sostenere case famiglia e orfanotrofi, o dare sostegno a popolazioni colpite da calamità naturali come l’ultimo terremoto accaduto in centro Italia lo scorso 24 agosto.” D: “Trovi che il “modello Bikers” sia stato strumentalizzato nel corso del tempo, soprattutto nel mondo della moda?” R: “Il fenomeno Bikers si è largamente evoluto nel corso degli ultimi anni, siamo veramente in molti e ciò giustifica anche l’interesse, spesso invadente e tarocco, dei media e della moda nei nostri confronti, i quali dedicano ampio margine d’interesse allo stile biker solo per vendere il loro prodotto.” D: “Che rapporto intercorre tra voi e gli altri club?” R: “Il rapporto che si ha con gli altri club è basato esclusivamente sul rispetto e la passione per la moto. E questo mi sembra già abbastanza esauriente.” D: “Perché si sceglie una Harley?” R: “Si sceglie una Harley sicuramente per il forte legame che la casa produttrice americana esprime verso il concetto di libertà e non da meno per sentire il brivido di cavalcare un mito. Ma questo è un mio modestissimo parere.” D: “I vostri gilet sono piene di stemmi, si tratta dei vostri segni distintivi?” R: “Sì, sono i nostri segni distintivi e raffigurano un teschio dai colori viola e rosso, è strettamente, ovviamente, legato al nostro nome “Undertaker” che in inglese significa ‘becchino’.” D: “Infine per concludere, che legame hai con la tua moto?” R: “Il rapporto con la mia moto è personalmente fatto di amore e odio. Nonostante ciò prevarrà sempre la passione di guidare una Harley e sorridere al vento.
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"A SETTEMBRE INIZIO A FARE PALESTRA"
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uante volte ve lo siete detti? Dopo la lunga pausa estiva e le innumerevoli abbuffate serali tra cene ed aperitivi, molti decidono di iscriversi in palestra. Ma quale scegliere? Ovviamente l’Omnia Fitness! La decisione è sicuramente un passo molto importante; per questo vogliamo consigliarvi elencando dei corsi che vi aiuteranno nella valutazione finale.
CROSSFIT
Il CrossFit più che una disciplina sportiva è un vero e proprio stile di vita. Questo tipo di allenamento si concentra su una serie di movimenti funzionali che, ripetuti regolarmente e a ritmi sostenuti, consentono di rinforzare tutto il corpo, restituendo una forma fisica e uno stato di salute generale eccellenti. Sicuramente quasi tutti lo sapete già, ma per i più inesperti diciamo che i posti, o le palestre dove fare CrossFit in gergo vengono chiamati Box. Spesso ci si domanda dove si possano trovare, beh l’Omnia Fitness è il primo box ufficiale Crossfit dal febbraio 2015
ROWING
Vogare in palestra? Solo all’Omnia Fitness! Le gambe e le braccia sono impegnate alla massima potenza con il rowing, la versione indoor del canottaggio da eseguirsi in sella a un remoergometro. Simulare la remata; infatti non c’è l’acqua, ma un attrezzo molto utile per dimagrire, tonificare, rimettersi in forma e per lo sviluppo del tono muscolare. Il movimento del rowing replica alla perfezione ciò che viene fatto a bordo di una canoa e richiede molta coordinazione oltre che fiato e resistenza. Per chi non possedesse tali qualità, niente paura: le svilupperà settimana dopo settimana con costanza e determinazione grazie al coach Raffaele Cirillo! I benefici non tarderanno ad arrivare… ed anche le medaglie! Infatti la palestra vanta la vittoria di due campioni italiani Rowing C2 Italian Challange 2016, della master instructor di Rowing Monia Minotti e master instructor di spinning Daniele Iacoboni.
Mo.Ma.
L’unica palestra in cui potrai praticare Mo.Ma. Un allenamento che sfrutta tutte le possibilità di movimento del corpo umano e che è finalizzato all'acquisizione di forza, stabilità e flessibilità. Attraverso una serie di esercizi ripresi dalle arti marziali e dallo yoga, il corpo impara a calibrare la forza e l'ampiezza dei suoi movimenti, tonificando e potenziando tutti i muscoli della fascia addominale. Gli esercizi sono eseguiti a corpo libero senza nessun attrezzo di supporto; una delle componenti che contraddistingue questa metodologia di allenamento è proprio la libertà di movimento. L’unica eccezione a questa regola è il Mo.Ma., il solo vero attrezzo ammesso durante la lezione. Si tratta di una sorta di sfera semicilindrica (la forma richiama quella di uno yo-yo) costituito da legno e resina con cui è possibile eseguire una serie praticamente illimitata di movimenti naturali soprattutto legati alle arti marziali.
PERSONAL PILATES
Esercizi che coinvolgono tutto il corpo aiutando ad assumere una postura corretta e naturale, rafforzando ed allungando i muscoli senza gonfiarli, aiutando a sviluppare mobilità, flessibilità e addominali piatti. Ognuno di noi ha caratteristiche, disarmonie e/o patologie che lo differenziano da un altra persona. Per questo l'Omnia Fitness offre l’opportunità di svolgere lezioni individuali private di Pilates attraverso la competenza e professionalità degli insegnanti per svolgere un lavoro personalizzato sulle esigenze del singolo individuo.
Adesso sei pronto, hai tutte le dritte necessarie per iscriverti all’ Omnia Fitness!
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Beauty Salvatore Ferragamo
Secondo noi è meglio così
scarpe
Tocco finale e forse più importante per l’outfit uomo, le calzature presentate dalle maisons più importanti per l’autunno spaziano dal classico allo sportivo, dalle stringate alle sneakers, dal sobrio all’audace. Molte sfoggiano colori forti, altre elementi inusuali. Salvatore Ferragamo ad esempio, che è sinonimo di eleganza e raffinatezza, presenta stringate volutamente sporche di vernice di colori vividi e “imbottite” di pelliccia. Prada rimane ancorata al passato presentando scarpe con punta arrotondata e cap toe a contrasto. Alessandro Michele predilige lo stile Rock e arricchisce le proprie sneakers di colori metallizzati o le “coda di rondine” con borchie stile Metal.
Moda e Beauty 2016/2017 di Vincenzo Tirittera
Acqua di Giò
Era il 1996 quando Larry Scott, fotografato da Herb Ritts, guadagnò più di un milione di dollari in royalties pubblicizzando il profumo made by Giorgio Armani e Alberto Morillas. Sebbene nacque prima la versione femminile, a rendere questa fragranza leggenda è quella maschile, immortalata appunto da Larry Scott. Figlia della passione di Armani per Pantelleria, isola siciliana dove trascorre le sue vacanze e da cui riprende le principali fragranze. Ha come note di testa violetta, pesca, ananas e limone; il cuore di gelsomino, giacinto, mughetto e ylang-ylang mentre per il fondo muschio, sandalo, storace e ambra grigia. Venti anni e milioni di flaconi venduti in tutto il mondo, buon compleanno mito!
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fermacravatta gioiello e maxi anelli Tra 12 settimane sarà Natale, sembrano tante ma sappiamo tutti che non lo sono veramente. Ed un’idea originale potrebbe trovare spazio in questi tre accessori.Di piccole dimensioni, i fermacravatta possono essere anche con strass Swarovski, che non passeranno certo inosservati e potrete metterli sotto l’albero per poche decine di euro. Così pure i maxi anelli, come quelli portati da Johnny Depp. In stile gotico, di acciaio con pietre colorate e decorazioni in rilievo che sul sito Aliexpress.com potete acquistare per prezzi mai sopra i cinque dollari.
cappelli Dalle ultime fashion week abbiamo appreso che il riesporre il cappello non era affatto un periodo transitorio e che, quindi, è comparso ancora. Talvolta di paglia con abiti semi formali estivi; il nobile Panama con doppiopetto dalle stesse tonalità di colore o abbinati ad hoc; o il mitico Borsalino con pantalone a gamba larga e camicia. Insomma nel vostro guardaroba non deve assolutamente mancare, perché per la prossima estate ne farete ancora uso.
Borsalino
bretelle
Ebbene sfatiamo questo mito: le bretelle non servono solo a sostenere il pantalone bensì a conferirgli la giusta piega. Indossate con abiti formali o semi formali proprio per permettere al pantalone di cadere nel migliore dei modi, risaltandone la piega. Nascono nel ‘700 in Francia e seppure archiviate nell’immaginario collettivo come accessorio del nonno, è bene sapere che la sostituta – la cintura – non rientra nel guardaroba del gentleman.
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Virgilio Villoresi
Intervista
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Redazione Chic Style
hic Style incontra Virgilio Villoresi, il giovane regista italiano che con le sue mani magiche crea mondi lontani, onirici e costituiti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Ma non c’è nulla di inventato, le ambientazioni e gli oggetti sono gli stessi che circondano lo scorrere della sua vita quotidiana. Il mondo delle fiabe, dell’illustrazione, del cinema – soprattutto quello ricercato, quello di una volta, come il polacco Jerzy Zitzmann, o i super sperimentali alla Chris Marker, fino alle avanguardie europee dei Cocteau, Buñuel o Oskar Fischinger – e dello stile di fine del XIX secolo, sono le sue ispirazioni. Infatti il cineasta d’origine toscana, si è definito un figlio della scuola di Meliès che “ha imparato la sintesi alchemica da Harry Smith, l’ontologia strutturale da Jonas Mekas, come fare arte da immondizia da Jack Smith, il rituale magico da Kenneth Anger”. La sua carriera vanta collaborazioni con artisti come Vinicio Capossela, John Mayer, Riva Starr e realtà come RAI, Valentino, Fornasetti, Smythson, Moleskine e ONU. Un artigiano del cinema che abbiamo il piacere di farvi conoscere. Ciao Virgilio, ci regali esperienze simili a quelle della pittura, della scultura, della musica, della letteratura, del teatro, dell’architettura e della danza. Tutto racchiuso in un film. Da cosa prendi ispirazione nel quotidiano? Prendo ispirazione da tutte le mie ossessioni e quindi dai vecchi oggetti che colleziono, dalle mie letture, da film sperimentali ma soprattutto dagli imprevisti bizzarri e surreali che accadono durante la mia vita. Se tu potessi scegliere di vivere in una favola o in un film, in quale vivresti? Non so. Io vivo dentro la mia fantasia, all’interno dell’abbandono che creo quando cerco, a volte in modo affannoso, le idee che poi concretizzo in film. La mia vita ruotaintorno a questo. Le tue mani molto spesso sono un soggetto filmico, qual è il significato? Dopo aver visto The Hand di Jiri Trnka sono rima-
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sto abbagliato, esaltato di fronte a quella messa in scena, dove una mano interagiva con il pupazzo. Quel film mi ha dato la consapevolezza e la forza di tirare fuori un idea che forse avevo già dentro di me, un contagio metacinematografico tra me e il mondo che metto in scena, un bisogno istintivo di partecipare attivamente alla mia fantasia. Cosa significa lavorare per brand come Valentino, Prada, Moleskine, etc.? Ti lasciano piena libertà artistica? Significa che puoi creare una poetica anche nel mondo dei commercial film. Quest’anno il festival d’Annecy mi ha dedicato un intera retrospettiva intitolandola “ e se Méliès avesse fatto pubblicità?”. Una soddisfazione enorme arrivata anche grazie alla fiducia e libertà che mi hanno dato questi marchi. Prendendo ispirazione dall’ultimo film realizzato per Fornasetti, se spiassimo all’interno del buco della serratura del tuo studio, cosa scopriremmo? Scoprirete che sono un personaggio un po strano appassionato di dispositivi pre-cinema, bambole vintage… ma soprattutto scoprirete che infondo per me è tutto un gioco e che forse ho ancora una parte bambinesca molto spiccata dentro. Le tue regie si basano su citazioni di strumenti del pre-cinema avvolte in un’atmosfera metafisica. Qual è l’essenza e l’enigma costante in ogni tuo lavoro? Domanda difficile. Credo che io mi pongo in maniera sincera e onesta di fronte all’ opera. Non penso a priori a significati o enigmi. Quelli li dovete trovare voi, non è davvero il mio scopo indirizzare lo spettatore verso un concetto razionale. Io cerco solo ritmo, estetica, immaginazione, fantasia…Un alchimia fatta di questi elementi astratti che creano una danza. Aiutaci a definire, per quanto possibile e a beneficio dei lettori, la tua arte individuando delle word keys che possano essere paradigma e proiezione; Quali parole utilizzeresti ? Gioco, circo, Karel Zeman, automi, 900, ammennicoli fuori uso,
bambole Lenci, magia, illusioni ottiche, libri pop-up, ecc
Le note ricoprono un ruolo importante nei tuoi lavori, generano una forte connessione tra la musica e il disegno. Con quali criteri analizzi e selezioni i tuoi suoni? Cerco i contrasti. Mi piace creare un sound design che non rispecchi la realtà ma che segua il carattere della scena, l’atmosfera e lo stato d’animo degli oggetti che utilizzo un po come faceva Jacques Tati nei suoi meravigliosi film. I maggiori esponenti della Nouvelle Vague polacca celebrano il neorealismo italiano e ne incorporano l’esperienza nel proprio movimento, la cinematografia più tardi conierà un nuovo termine il “realismo magico”. Quanto ancora è presente l’influenza di questa corrente e quanto invece con il passare del tempo te ne sei allontanato, in cerca di ulteriori orizzonti e sperimentazioni? Non so se faccio parte di quella corrente bellissima, io credo di essere un ibrido tra vari generi non solo cinematografici. La mia è una costante sperimentazione alla ricerca della verità, di uno stile autentico.
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I quadri di Edward Hopper protagonisti di un film di Gustave Deutsch di Claudia Capone
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itchcock sosteneva: “Quando guardo un quadro di Hopper, immagino sempre dove lui abbia piazzato la cinepresa”. Un’arte cinematografica quella dell’artista ottocentesco Edward Hopper, il quale si distingue per le sue opere dai colori vividi e netti, dal senso di solitudine e di attesa. Il regista austriaco Gustave Deutsch ha scelto l’artista americano come protagonista per un suo lungometraggio di successo, ricevendo consensi sia dal pubblico sia dalla critica. Si chiama Shirley: Visions of reality, un lungometraggio in cui i veri protagonisti della pellicola sono i quadri di Hopper, scelti appositamente per ricreare una linea narrativa e visiva. Strutturato in tredici parti, Shirley: Visions of reality è la storia di una giovane donna che si abbandona a monologhi sulla vita, sulla quotidianità e sul lavoro. Shirley è un’attrice, ma è anche una moglie delusa e una donna in cerca di emancipazione, la quale s’immerge nei propri pensieri e sogni, contemplando la realtà che la circonda e un’epoca che rappresenta a pieno la società americana del tempo. Non rispecchia il ruolo tradizionale di moglie e donna che ci si aspettava a quel tempo, vorrebbe rivoluzionare la propria vita ma continua a tenersi lontana dall’azione, restando sempre uguale a se stessa sebbene gli anni continuino a scorrere. Il lungometraggio è ambientato nell’America degli anni ’30 fino ad arrivare agli anni ’60, epoca in cui il continente ha vissuto esperienze memorabili e ragguardevoli: la Grande Depressione, La Seconda Guerra Mondiale, il maccartismo, i con-
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flitti razziali e le campagne per i diritti civili, l’assassinio di John F. Kennedy e la guerra del Vietnam. È in questo schema narrativo e sociale in cui s’inseriscono i quadri di Hopper che fanno da sfondo all’intera storia. I dipinti si trasformano in immagini filmate in cui Shirley si muove liberamente ed esprime i propri silenzi, la solitudine e il senso di attesa, elementi cari all’artista e tipici delle atmosfere hopperiane. Sono tredici le opere, mostrate in ordine cronologico dal 1931 al 1965, scelte da Deutsch per il film e sono tra le più famose di Edward Hopper, come ad esempio: New York Movie, Office at Night, Woman in the Sun e Chair Car. Ogni parte rappre-
senta un quadro, il quale fa da ambientazione e si estende per un arco temporale di circa sei minuti che si svolge prima o dopo l’attimo catturato da Hopper nella tela. La protagonista Shirley è rappresentata magistralmente dalla ballerina e coreografa canadese Stephanie Cummings affiancata dal personaggio maschile Christoph Bach. Inoltre, è anche grazie alla splendida fotografia di Jerzy Palacz se Gustav Deutsch è riuscito a rendere l’arte di Edward Hopper cinematografica, dandole movimento e realismo, facendo emergere sul grande schermo ogni aspetto che i quadri dell’artista rappresentano ed evocano.
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Cultura
Un uomo, 24 personalità: la storia vera che ha sconvolto l’America alla fine degli anni settanta.
Una stanza piena di gente di Daniel Keys di Stefany Barberis
IL LIBRO Questa è la descrizione reale, fino ad oggi, della vita di William Stanley Milligan: il primo individuo nella storia degli Stati Uniti a essere stato dichiarato non colpevole di gravi crimini per ragioni di infermità mentale, in quanto affetto da disturbo della personalità multipla o disturbo dissociativo dell’identità. “Il 27 ottobre 1977, la polizia di Columbus, Ohio, arresta il ventiduenne Billy Milligan con l’accusa di aver rapinato, rapito e violentato tre donne all’interno del campus universitario. Billy ha vari precedenti penali e contro di lui ci sono prove schiaccianti. Ma, durante la perizia psichiatrica chiesta dalla difesa, emerge un fatto sconcertante: Billy soffre di disturbo da personalità multipla. Nella sua mente “vivono” ben 24 personalità diverse, che prendono di volta in volta il sopravvento, parlano tra loro, agiscono e spingono Billy a comportarsi in maniera imprevedibile. Nonostante sia scritto in stile giornalistico nel tentativo di rimanere federe alla storia vera di Billy Milligan (Miami Beach, 14 febbraio 1955 – Columbus, 12 dicembre 2014), è un romanzo biografico che di certo non annoia; l’introduzione e l’interazione delle ventiquattro personalità del protagonista sono state rese così realistiche e affascinanti che pare davvero di aver a che fare con ventiquattro persone distinte. Tuttavia Billy rimane un rebus irrisolto fino a quando, durante il ricovero in un istituto specializzato, a poco a poco non affiorano altre 14 identità autonome, tra cui spicca «il Maestro», la sintesi della vita e dei ricordi di tutti i 23 alter ego, ed è proprio grazie a quest’ultimo che, ha resto possibile allo scrittore, Daniel Keyes, lo sviluppo del suo romanzo. Best Sellers infatti dice “Daniel Keyes meriterebbe un premio per la sua attenta analisi psicologica e per l’estrema umanità con la quale si è avvicinato a un problema tanto complesso”. IL FILM Se pensavamo di aver visto il massimo dell’interpretazione con l’ultimo film sicuramente ora non vediamo l’ora di vederlo all’opera … Leonardo DiCaprio è ufficialmente ripartito, difatti sarà il protagonista della trasposizione cinematografica di The Crowded Room. Un impegno a 360°, quello dell’attore quasi quarantenne che si accinge a studiare ben 24 personalità diverse. Dalla giovane bambina Christine, 3 anni, che sa scrivere e disegnare, ma soffre di dislessia al gelido Arthur, 22 anni, che legge e scrive l’arabo. Una sorta di Leonardo DiCaprio show, con 24 attori, completamente diversi l’uno con l’altro ed un solo interprete.…E se non sarà Oscar…
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Miss Ciociaria
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Design
WES ANDERSON
Interior Design
di Silvia Arossa
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l regista texano Wes Anderson, creatore di alcuni dei film piÚ visionari ed eclettici degli ultimi anni, sta influenzando in modo molto profondo il gusto popolare legato all’interior design. Alcune delle caratteristiche principali del suo stile sono la ricerca della simmetria, abbandonando la regola dei terzi della fotografia e posizionando
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il protagonista esattamente al centro della scena. La scenografia vintage comprende oggetti eccentrici, disegni di bambini appesi alle pareti accostati ad una testa di cinghiale o uno specchio anni ’70 abbinato a un telefono retrò (come ne “I Tenenbau”). Questi accostamenti eclettici hanno avuto così successo che i film di Anderson sono diventati subito molto popolari e questa popolarità è ciò che ha portato molti ad ispirarsi a questi lungometraggi per l’arredamento della propria casa o del proprio locale. Un esempio italiano è il Bar Luce di Milano, che è stato progettato da Anderson in collaborazione con la Fondazione Prada, rispecchia esattamente l’atmosfera che ritroviamo nei suoi film. Colori pastello, ecopelle per rivestire i mobili e stile vintage. A New York, più precisamente a Woodstock, troviamo invece un l’Hotel Dylan, che si ispira a “Moonrise Kingdom” grazie allo stile vintage dell’arredamento, giochi di società e dischi in vinile da ascoltare durante la permanenza. Sempre a New York, Sadelle’s che si ispira a The Gran Budapest Hotel mostrando un bancone anni ’50, commessi in uniforme e tutta l’aria di essere sul set di un film. A Londra invece troviamo FIKA, un locale svedese che dedica ogni sua parete ai film di Anderson. Infine, a Barcellona troviamo Mendl’s che si trasforma in un set dei film di Wes Anderson. I film di Wes Anderson hanno addirittura ispirato i diorami dell’artista Mar Cerdà, che riproduce dettagliatamente con acquerelli e carta le immagini dei lungometraggi dei questo regista visionario. Questo ci fa capire come questo stile retrò ed eccentrico possa essere di grande ispirazione anche per l’arredamento della propria casa.
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Novità per
L’ACCADEMIA DI BELLE ARTI
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di Anastasia Verrelli
utto ha inizio nel 2011, quando viene portato all’attenzione dell’Amministrazione Comunale, allora guidata da Michele Marini, il problema dell’inadeguatezza dei locali di Largo Sant’Antonio ad ospitare ancora l’Accademia. Il “Comitato per la salvaguardia del centro storico, delle sue attività sociali, commerciali, culturali e residenziali” presieduto da Angelo Ruggiero, comincia una battaglia in difesa del mantenimento dell’Accademia delle Belle Arti nel cuore del capoluogo. Il comitato ed il presidente Ruggiero hanno trovato nei mesi a seguire validi sostegni: esponenti di centrodestra e di centrosinistra, assessori e semplici cittadini grazie ai quali sono state anche raccolte circa settecento firme per raggiungere lo scopo. Grazie all’attenta riflessione della Giunta, guidata da Nicola Ottaviani, si è finalmente giunti ad una soluzione: il trasferimento dell’Accademia al “Tiravanti”, in pieno centro storico. Nel 2013, l’amministrazione Ottaviani, ha approvato lo schema di convenzione che prevede l’uso gratuito, per la durata di trent’anni, dei locali della scuola elementare. L’impegno assunto dall’Accademia sarà invece quello di restaurare l’intero edificio e di realizzare sul lastrico della struttura del Polivalente, situato proprio di fronte, una mostra espositiva permanente dei lavori eseguiti dagli studenti a disposizione della città. Per i lavori di ristrutturazione del Palazzo Tiravanti sono stati investiti un milione e 300mila euro per far sì che divenisse un polo culturale di eccellenza e sede (caso unico in Italia) del
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MACA, il Museo di Arte Contemporanea dell’Accademia. I corsi tradizionali dell’Accademia sono: Decorazione; Comunicazione e Valorizzazione del patrimonio artistico; Decorazione - Eventi artistici e culturali; Fashion Design (il primo inaugurato in Italia, che permette agli allievi di presentare le loro creazioni in importanti occasioni espositive del settore, prima tra tutte AltaRoma-AltaModa); Grafica d'Arte; Graphic Design; Media Art; Pittura; Pittura - Arte pubblica; Scenografia; Scultura. I nuovi corsi d’insegnamento sono di Arte Sacra contemporanea (che ha lo scopo di formare competenze qualificate e attive nel campo della rivalutazione e della trasformazione in nuovi termini espressivi di spazi sacri e spazi pubblici) e di Food Design (per formare professionisti operanti nel settore alimentare e nei settori a esso collegati che sappiano unire le competenze di marketing e comunicazione con la sensibilità e la metodologia progettuale del design) per il quale, però, si attende l’ok del Ministero. “L’attivazione dei due corsi di Arte Sacra Contemporanea e di Food Design”, precisa il direttore Fiorletta in un intervista ad Artribune “si colloca in questa visione dell’offerta formativa che guarda avanti e propone con audacia due percorsi formativi innovativi e, al tempo stesso, competitivi nell’ordine del mercato del lavoro e del placement. Le scelte sono state negli ultimi anni, la forza dell’Aba di Frosinone e ci hanno premiato aprendoci a scenari sempre nuovi, ricchi di opportunità, scenari del mutamento sui quali continuiamo con convinzione a scommettere (…) La nostra Accademia, fin dalla sua istituzione, ha guardato ai cambiamenti che hanno interessato il mondo dell’Alta Formazione ed ha precocemente recepito gli stimoli all’innovazione che, soprattutto nel campo delle Arti Visive, si sono fatti qui, via via presenti”.
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Wedding
Pazza per il fienile di Claudia Minna
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bella giornata d’autunno o di primavera. Si può realizzare, però, un matrimonio in fattoria anche in pieno inverno, nelle sale suggestive di ville e castelli addobbati a tema; ma per i più perfezionisti si può organizzare tale evento, nelle stanze sottostanti di casali in campagna e nelle stalle rivisitate e sistemate per l’occasione. Alcuni agriturismi sono già pronti e preparati per matrimoni di tale portata, possono preparare in proprio il banchetto, se gli ospiti non sono troppo numerosi, a base di specialità tipiche del luogo, formaggi, salumi, frutta e verdure proprie. Anche la torta deve e fa parlar di sé, per un matrimonio in fattoria non sarà la solita farcitura a sorprendere ma spesso anche il cibo viene abbinato in maniera armonica con l’atmosfera; sono le torte farcite con crema e frutta secca, nocciole e mandorle oppure la farcitura in crema di zucca, molto usata in feste in campagna. Il matrimonio in fattoria, in alcuni casi, può essere celebrato sul posto anche per quanto riguarda il rito religioso; vi sono, infatti, agriturismi con villa e annessa cappella, dove sotto consenso del parroco
l matrimonio in fattoria, è la nuova tendenza che ogni sposa vuole seguire. Sono queste le nuove idee che popolano sulle riveste di design e sul web; spose accanite che vogliono realizzare il loro giorno più importante, tra legni di rovere e balle di fieno. È ancora lo stile Country a far parlare di se, a lasciare strascichi chilometrici di aria campagnola, a creare atmosfere calde e romantiche dall’odore nitido del legno intagliato. È dunque questa la soluzione che sta ottenendo molto successo, il luogo dove sposarsi può essere una villa o un castello ma è la fattoria o la stalla, presenti in queste strutture, ad essere le protagoniste e successivamente essere trasformate in spaziose sale ristorante. Ma il matrimonio “campagnolo” è soprattutto caratterizzato da ampi spazi all’aperto che accolgono gli sposi e i loro ospiti, in una suggestiva cornice di verde. Sposarsi in fattoria, significa legare uno dei giorni più gioiosi e importanti della vita, al fascino di una villa di campagna all’aria aperta, al verde, al silenzio interrotto soltanto dalle voci degli invitati, in una
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può avvenire la cerimonia. Altrimenti, il rito religioso si può svolgere a breve distanza in qualche antica chiesa dei tanti borghi di cui sono ricche le campagne di tutte le regioni d’Italia. Se si desidera il rito civile, si può puntare su uno dei tanti municipi ospitati in antichi e suggestivi palazzi dei centri storici rurali; dove l’atmosfera country è già all’ordine del giorno! In un matrimonio in fattoria, non può mancare il fieno, il legno di ogni genere e misura, candele possibilmente bianche o dai colori pastello (sempre in tema ovviamente), decorazioni neutre o semplici, stivali e musica piuttosto movimentata! Ambientazione calda ma allo stesso tempo una ventata di freschezza, l’odore del legno è quello che prevale su tutto, balle di fieno con sopra un rettangolo di stoffa sono posti a sedere, panche in legno grezzo sono altre postazioni, un centinaio di lampadine classiche, appese tramite cordoni scendono dal soffitto, festoni in cartone neutro (color marrone) creano bandierine da un angolo ad un altro, sgabelli in legno con sopra candele consumate e piccoli fiori bianchi sparsi qua e là; fuori, lungo il giardino, una lunga tavolata unica addobbata, è pronta ad ospitare tutti gli invitati, ogni sedia ha un cuscino in stile country e un segnaposto abbinato all’occasione. È spesso il miracolo di madre natura a rendere ancor più magico questo momento; è la natura a fare da cornice, alberi secolari immensi, giardini confinati da staccionate in legno, tronchi vecchi e piante selvatiche. Ogni matrimonio ha la sua storia, e il suo look ideale; in una cerimonia al fienile spesso gli abiti principali, sono realizzati attraverso pizzi candidi importanti, stoffe leggere e non eccessivamente voluminose, balze morbide e dolci, spalline in pizzo o del tutto assenti, veli piuttosto corti; il tutto completato da una ghirlanda intrecciata con piccoli fiori bianchi per la sposa amante dei capelli sciolti e invece lunghe trecce puntinate da piccoli fiorellini per la sposa più ordinata; e infine, magari sotto l’abito anche un bel paio di stivali camperos! Per tutte le invitate alla cerimonia in fattoria, invece, possono adoperare gonne svasate lunghe sotto o sopra il ginocchio dai colori tenui con ricami o stampe floreali, camicie o bluse da mettere dentro la gonna, con manica a tre quarti o spalle scoperte con balza che copre il braccio fino al gomito. Oppure, appropriato per tale scenario, sono i vestiti lunghi morbidi, composti da veli leggeri semplici ed eleganti. Collane vistose o del tutto assenti, pochette a mano e scarpe anche non comode per un matrimonio all’aperto. Anche le invitate posso permettersi un piccolo fiore tra i capelli, a renderle così ancora più armoniche con il tema predominante! Si dice in giro che bisogna aspettare tanto per sposarsi; io, invece, credo che si aspetti tanto perché ci sono talmente tanti stili, metodi e modi per sposarsi che il tempo serve proprio a scegliere come rendere questo giorno indimenticabile per sempre.
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Rosa Clara 2015
Wedding
TULLE E PLISSÈ per un mood principesco ma attuale
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di Roberta Comes
posarsi, oggi, richiede molta dedizione all’altro, concentrazione e rispetto, ma non solo. Richiede anche buon gusto. Un giorno, improvvisamente o meditato, arriva il momento in cui si decide di intraprendere un percorso a due che duri tutta la vita. Si inizia con l’avvisare parenti e amici della lieta novella e dando il benvenuto a un nuovo periodo tutto da scoprire e al quale adattarsi. La preparazione delle nozze ricopre un lungo lasso di tempo, un anno se si è fortunati, e richiede la scelta della location, dell’abito, dell’hair style, degli
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accessori, delle scarpe, del mood, dei tavoli, degli invitati, del cibo e così via. Per questo speciale ma difficile compito, vengono assunte delle figure specializzate, i wedding planner, che si occupano di tutto il necessario affinché il matrimonio rispecchi i desideri degli sposi. Eppure ciò che davvero esige attenzione e pazienza è la scelta dell’abito da sposa, seguirne il dress code e i vari trend ad esso collegati. Gli abiti da sposa possono avere due tipi di provenienza: sartoriale se si decide di indossare un abito su misura o confezionato se si decide di sceglierne uno pronto all’uso. Naturalmente entrambi gli
abiti saranno ulteriormente soggetti a processi di rifinitura o a sottili modifiche. Le passerelle dell’autunno inverno 16/17 dominano con il tulle e il plissè per un mood principesco ma attuale. Pronovias propone abiti a sirena in tulle beige con applicazioni di pizzo e frange, corpetti drappeggiati e gonne ampie in tulle e scollatura a cuore con gonne a pieghe in mikado. Atelier Emé suggerisce linee scivolate sempre in tulle con ricami a mano di strass e cristalli, scolli a barchetta e maniche in tulle. Collezioni più particolari sono invece quelle di Alberta Ferretti che consiglia silhouette svasate e applicazioni floreali. Organza e raso sono poi i protagonisti degli abiti romantici di Rosa Clarà con strascico e strass applicati. E poi ancora spalline scoperte, fiocchi nella parte finale della scollatura della schiena, frange e strass a volontà. La sposa dell’autunno inverno 16/17 deve saper osare con colori tenui come il rosa cipria e l’avorio, anche per quanto riguarda le scarpe e gli accessori. Infine, per completare il look, basterà saper misurare il make-up. La stagione pretende luce, quindi sarà opportuno illuminare il viso con BBcream, apportare una linea decisa con l’eyeliner e abbondare con il mascara. Ciglia perfette e sguardo luminoso sono i criteri essenziali per un viso perfetto. Per le labbra, toni caldi nude, molto romantici e delicati e sulle guance, terra illuminante.
Claudine
Alberta Ferretti - Collezione Forever 2016 - Abito-sposa Venere
Pronovias
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Food
Sapori autunnali tradizionali
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autunno è la cosiddetta “stagione del lavoro”, o perlomeno così dovrebbe essere! In tanti si rimettono dietro alla scrivania con un groppo in gola, già nostalgici delle vacanze appena finite. Non è il caso: basta ricordarsi della cicala e della formica, che secondo la filastrocca di Lafontaine la prima passava l’estate a cantare, mentre la seconda s’ingegnava a far provviste per l’inverno. Così, mentre l’Italia cittadina è in vacanza (o meglio, chi può permetterselo!), l’Italia contadina approfitta della stagione estiva per coltivare e allevare le provviste invernali. L’autunno è quindi stagione di raccolto e vendemmia, piante e animali diventano, dunque, il cibo che consumeremo. Le ricette autunnali, come ben sappiamo, riscoprono il colore ed il sapore della stagione stessa, come l’arancio ed il marrone così come le tradizioni legate a questo periodo come la vendemmia, la raccolta delle olive o l’uccisione del maiale. Il marrone è decisamente il re dalle mille sfaccettature di questa stagione, dai maglioni che compaiono nelle vetrine, alle zucche in preparazione per la notte del 31, tutto assume toni e colori decisamente più caldi. Anche i boschi cambiano colore, le foglie che cadono e si ammucchiano ai lati delle strade hanno già perso le loro tonalità sgargianti, tutto diventa più calmo…
di Martina Siravo
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A tavola spuntano molteplici ingredienti autunnali come le rape, ricche di ferro, sali minerali, vitamine e dalle proprietà altamente antiossidanti, consumabili ad insalata o a zuppa, per riscaldarsi nelle giornate più fredde; le cicorie dagli effetti disintossicanti e digestivi, ottime, dunque, per esser assaporate dopo un pasto abbondante! Da ricordare anche la carruba e le nocciole, ricche di ferro, sali minerali e vitamine, consumabili tal quali, magari per concedersi uno “sfizio” a fine pasto o in deliziose preparazioni dolci, come i biscotti d’autunno o la torta alla nocciola. L’autunno ha da offrirci anche frutti prelibati quali il loto, il kiwi, le mele, l’uva e il melograno, che oltre ad essere mangiati così come “mamma natura li ha fatti”, possono essere utilizzati per realizzare sempre nuove gustose ricette! Nel mondo contadino l’autunno rappresenta anche tempo di festa, tempo di sagre e tradizioni. In tutta Italia ce ne sono moltissime, e quale periodo migliore di assaggiare le prelibatezze che la nostra penisola ci riserva se non in autunno? Questa stagione è conosciuta soprattutto per una particolare tradizione che accomuna tutta l’Italia “Castagne e Vino” (ovviamente Novello!). Si passa, così, senza neanche accorgersene, dalle magliette a maniche corte al camino acceso. I supermercati iniziano ad allestire angoli appositi per la vendita delle castagne e del vino rosso, e ai bordi delle strade spuntano anche i camioncini che ne vendono a quintali! I camini iniziano a riempirsi di castagne e le serate passate in famiglia si fanno sempre più dolci e piacevoli.
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olcemascolo: S
PASTICCERIA TRADIZIONALE ITALIANA intetizzare in poche parole il lavoro di vent'anni è impossibile. Non si può trasmettere e spiegare attraverso delle frasi il sacrificio di Salvatore Dolcemascolo e le origini dei suoi dolci unici dal sapore inconfondibile. Il lavoro di una vita trasmesso di generazione in generazione fino ad arrivare a Matteo Dolcemascolo. “Le parole non possono profumare di buono... ma i dolci possono davvero raccontare storie!” Questa la filosofia del giovane pasticciere che ha deciso di lasciare il territorio di nascita studiando e conseguendo un tirocinio presso “CAST Alimenti, la Scuola di Cucina per poi tornare con prospettive future e tanta esperienza. Ricette nuove con accostamenti di gusto innovativi e differenti, questi sono i cambiamenti da unire alla tradizione di famiglia. Un occhio sempre attento al “nuovo” senza mai dimenticare che la forza del nome “Dolcemascolo” è sempre nell'alta qualità del prodotto.In lui una passione per l'arte dolciaria con la volontà di innovare e migliorare i sapori di una volta. Il valore riconosciuto nei migliori ingredienti, la sapiente manualità artigiana, la voglia immutata di “fare” bene fa sì che nei laboratori si respira già l'odore del Natale. I panettoni sono veri e propri doni, un omaggio alla crescita della pasticceria e orgoglio di Dolcemascolo. Un'eccellenza per i palati amanti della ricercatezza con il valore aggiunto della “tipicità”: il territorio, la natura, le culture locali. Questi i preziosi ingredienti che quotidianamente Matteo seleziona per ottenere prodotti dai sapori che racchiudono in sé la forza della terra Ciociara e che rendono sensazionali bontà già uniche.
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Legge antispreco di Anastasia Verrelli
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l 17 Marzo 2016 è stata approvata alla Camera dei Deputati la legge anti spreco nel settore alimentare: “Norme per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale”. L’obiettivo è ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari e farmaceutici, favorendo il recupero e la donazione di tutti gli avanzi a fini di solidarietà sociale e promuovendo il riuso e il riciclo. Il testo stabilisce che “gli operatori del settore alimentare possono cedere gratuitamente le eccedenze alimentari a soggetti cessionari i quali possono ritirarle direttamente o incaricandone altro soggetto cessionario” e obbliga le organizzazioni Gli sprechi alimentari che ritirano le rimanenze a destinarle a favore di perriguardano soprattutto sone bisognose. C’è la posi consumatori, che sibilità di cedere la sovrabproducono ben il 43% bondanza alimentare anche oltre il termine minimo di degli sprechi mondiali, conservazione, purché siquindi più dei ano garantite l’integrità dell’imballaggio primario e produttori, distributori le idonee condizioni di cone i ristoratori messi servazione. Oltre alle onlus anche tutti gli enti privati insieme. no-profit possono ritirare e distribuire le eccedenze. Grazie a questa iniziativa si è dato il via libera alla family bag, il contenitore di cui i ristoranti potranno dotarsi per permettere al cliente di portare via quanto non consumato. Chi dona potrà fare una dichiarazione consuntiva a fine mese e avrà agevolazioni fiscali potendo ottenere uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale alla quantità di cibo donato. Ma gli sprechi alimentari riguardano soprattutto i consumatori, che producono ben il 43% degli sprechi mondiali, quindi più dei produttori, distributori e i ristoratori messi insieme. Per questo la proposta chiede una vasta sensibilizzazione sul tema in modo da rendere tutti più consapevoli: la RAI e la radio dovranno assicurare un adeguato numero di ore dedicate all’argomento. Martedì 2 Agosto, il Senato ha definitivamente approvato la legge anti spreco con 181 voti favorevoli e solo 2 contrari.
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Raduno LAND ROVER organizzato dalla Concessionaria
X-Class Gruppo Go!
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di Vincenzo Tirittera
con ardore che la concessionaria X-Class Group Go! Automobili Frosinone chiude il secondo raduno monomarca Land Rover, l’evento riservato agli appassionati possessori del brand inglese che ha visto la straordinaria partecipazione di ben 67 equipaggi suddivisi fra i modelli Range Rover Sport, Defender,Discovery ed Evoque. I partecipanti hanno potuto godere appieno delle caratteristiche delle proprie vetture cimentandosi in quello per cui queste sono nate: l’ Off-Road. Tutto sotto lo sguardo vigile, professionale e competente – nonché dell’impeccabile supporto logistico – dell’ Associazione Topini Randagi di Castro Dei Volsci che da quasi 30 anni intrattiene gli appassionati ciociari (e non) delle 4WD dando loro la
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possibilità di percorrere tratti sterrati altrimenti vietati al traffico, in completa sicurezza. Le affascinanti vallate e le distese boschive della provincia di Frosinone hanno fatto da cornice ai saliscendi delle calandre muscolose sporche di fango delle vetture britanniche, mai private della loro eleganza. L’evento, fortemente voluto dalla Concessionaria Xclass Land Rover per premiare la passione e la dedizione verso il proprio brand ma soprattutto verso la fedeltà dei proprio clienti, ha riscosso così tanto successo che il prossimo rendez-vous è fissato tra 12 mesi.
Appuntamento al 2017!
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design
da Jolly Auto Srl
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rent'anni di lavoro e passione al servizio della sua città, Frosinone. Jolly Auto Srl, azienda leader nel settore della vendita di autovetture e veicoli commerciali nuovi, grazie alla sua rete di concessionarie ufficiali dei marchi Fiat, Lancia, Fiat Professional, Alfa Romeo e Abarth, vanta un prestigioso ingresso nel gruppo: è diventata ufficialmente la nuova Concessionaria Mazda per la provincia di Frosinone. Si tratta di una novità molto importante per il territorio, in quanto il marchio nipponico vanta quasi 100 anni di storia e attualmente ricopre un ruolo di primissimo piano nel panorama automobilistico mondiale. Vetture dal design elegante e dai contenuti tecnologici avanzati, in linea con la filosofia di progettazione “KODO – Soul of Motion”, grazie alla quale la purezza e i valori estetici della casa giapponese si aprono verso nuove frontiere. “Zoom Zoom” è il nuovo slogan che trasmette l’entusiasmo dei bambini per il movimento. Una filosofia trasferita su di un’auto che assicura un’esperienza di guida dinamica. I modelli Mazda sono la sintesi di efficienza e prestazione, finalmente insieme. Grazie all’innovativa “TECNOLOGIA SKYACTIV” la casa giapponese sviluppa ex-novo motori, trasmissione, cambio, carrozzerie e telai. Il risultato del lavoro è rivoluzionario: tutti modelli Mazda di nuova generazione sono in grado di garantire elevate prestazioni e bassi consumi uniti a sicurezza e divertimento di guida senza eguali.Tutto questo e tanto altro ancora lo potete trovare nella nuova Concessionaria Mazda per Frosinone e provincia, in via SS. 156 Monti Lepini km 6,600 a Ceccano.
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