Chic Style Primavera 2016 | web

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C EDITORE

Associazione ! CHIC Testata Registrata presso il Tribunale di Frosinone.

DIRETTORE Claudio Giuliani

GRAFICA Advok Studio srl - Grafica & Web VALENTINA FANFERA MADDALENA ZOLFINI Direttore responsabile and product manager adv SALVATORE PIGLIASCO SS 155 per Fiuggi n 7 03100 Frosinone Tel. 0775 961440 info@advok.it

In copertina

Creative area / Creative coordinator CHIARA LUCIA GUARINO

MODELLA Giulia Renzi FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MAKEUP & HAIR Hair Prestige STYLIST Chiara Lucia Guarino e Claudia Palombi ABITI Quadrifoglio GIOIELLI Gioielleria Giancarli

In questo numero FOTOGRAFIA STEFANO ROSSI RICCARDO LANCIA MAKEUP & HAIR ARTIST PRESTIGE HAIR LAURA NARDONE

I partners di questo numero

STYLISTS CHIARA LUCIA GUARINO CLAUDIA PALOMBI

APPONI SPACE, CHIARA D., GIANCARLI GIOIELLI, MAD MODA ACCESSORI DESIGN, BLOGGER 36, CONTATTO, MEDICI PELLETTERIA, LADY BUG, GLI OCCHIALI DI VENERE, PECCATI DI STILE, QUADRIFOGLIO

REDAZIONE Capo redattore CLAUDIA PALOMBI Collaboratori CLAUDIA MINNA MARTINA SIRAVO MARTINA ARDUINI STEFANY BARBERIS VINCENZO TIRITTERA

P&B DIFFUSION, HAIR PRESTIGE, BE MORE, ROYALLOOK PRO; ADVOK STUDIO COMUNICAZIONE, DOLCEMASCOLO PASTICCERIA, ANIMALI DOC DI FABIO DI CIACCIO, ROSSI IMPIANTI, HERNICUS- AMARO GOCCIA D’AMBRA, GRUPPO GO! AUTOMOBILI, VERONESE TECNOLOGY, GRAN PALAZZO DELLA FONTE.

MODELLE GIULIA RENZI IONELIA VLASIE LOCATION GRAND HOTEL PALAZZO DELLA FONTE

I CONTENUTI, LE DESCRIZIONI, LE IMMAGINI E LE COLLABORAZIONI PRESTATE SI INTENDONO ESCLUSIVAMENTE A TITOLO GRATUITO

PROSSIMA USCITA - SPECIALE ESTATE 2016 CHIUSO IN STAMPA IL 21 MARZO 2016 STAMPA - ARTI GRAFICHE AGOSTINI - TIRATURA 10.000 COPIE

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14 LIBERTY L’Haute Couture per eccellenza 30 LA MODA È NEL LIBERTY IL LIBERTY È NELLA MODA

34 L'ORIGINE DEL GIOIELLO La preziosità dell’Art Nouveau

37 JENNIFER LAWENCE La ragazza di fuoco dagli occhi di ghiaccio

60 MAKE-UP POP SURREALISTI 64 DAL BIG BANG A EDDIE REDMAYNE 68 PITTI UOMO 89 70 LA SPOSA CHIC 74 MATRIMONIO STILE SECESSIONISTA 78 HAPPY EASTER 82 WE LOVE ANIMALS 84 IL MORBIDO DESIGN Art Nouveau, Pasqua 2016

Il menu che va oltre la tradizione

Jugendstil,Secessione,Modernismo, Liberty

86 HABITUS L'accademia di Belle Arti di Frosinone ad Altaroma Altamoda

90 A POP HISTORY Evoluzione della pop art dal 1950 ad oggi

92 L'INTERVISTA

Giancane, Strueia, Calcutta

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CHIC

Editoriale

ART NOUVEAU STYLE hic Style propone al pubblico un percorso variegato e complesso, che ricostruisce il gusto elegante, prezioso e sensuale di un’ epoca, l’Art Nouveau. Il magazine compie un tuffo nel mondo prezioso di uno stile che, a cavallo tra Otto e Novecento caratterizzò il mondo dell’arte, dell’architettura, dell’artigianato e dell’arredo dell’intero contesto europeo raggiungendo vette di ineguagliata raffinatezza. Caratteristiche le forme organiche, le linee curve, con ornamenti a predilezione vegetale o floreale. Come in un clima primaverile di costante fioritura, l’arte si popola delle creature animali più piccole e indifese, di insetti e piccoli molluschi acquatici, insoliti e schivi. Chic Style si fa strada in un linguaggio espressivo che trasfigura gli oggetti prosaici e quotidiani in una dimensione di bellezza. Attraverso il potere evocativo degli abiti e degli accessori questo stile ritrova oggi l’aura mitica delle epoche perdute. La freschezza della primavera con la sua ventata di aria nuova la si trova in particolar modo nel progetto che continua a crescere, i Temporary Shop. Brand scelti secondo un’attenta selezione con i quali si instaura un rapporto personale per capire come nasce un’idea o una collezione. La Redazione si avvale di moltissimo scouting offline, frequentando fiere, ed online attraverso web press e blog, alla ricerca di designer dall’alto tasso creativo. I Temporary Store in Italia sono una realtà ancora poco conosciuta, ma Chic Style ne diventa promotore e decide di puntare tutto sulle personalità dall’alto spessore artistico. Queste sono le premesse per il risultato finale, un ampliamento del suo arco di ricerca con designer sia affermati nel settore e sia emergenti, sia esteri che locali, in un eterno dialogo tra realtà differenti ma con un unico punto in comune: la passione verso il proprio lavoro. La creatività e la voglia di realizzare qualcosa di unico ed innovativo sono i loro punti di forza. Ma non finisce qui, la sezione “Interviste” prende ancora più forma. Una nuova area che nasce con l’intento di rendere ancora più emozionante il racconto della vita di un artista, musicista o personaggio famoso, promuovendo la cultura attraverso un’esperienza diretta. Un modo semplice, chiaro e veloce per comprendere, secondo le parole dei diretti interessati, che con fatica e dedizione è possibile realizzare i propri sogni e farne un lavoro di successo. Ora non ti resta che sederti comodo e goderti la rivista. Buona lettura. La Redazione.

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Location

Grand Hotel Palazzo della Fonte a Fiuggi Un’oasi di comfort ed eleganza

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n questo numero primaverile Chic Style ha voluto realizzare lo shooting fotografico in una delle location più eleganti e lussuose della provincia, il Grand Hotel Palazzo della Fonte, immerso in un enorme parco privato, è un luogo dal fascino incantato dove potersi rilassare nella maestosità e bellezza degli affreschi in stile liberty, curati e coccolati dai miglior professionisti del settore. Situato a pochi passi dal centro di Fiuggi è uno dei più belli e confortevoli Hotel in tutta Italia, situato in una posizione strategica a soli 50 minuti dall’areoporto di Roma Fiumicino. La spaziosità degli ambienti, l’ampiezza e l’eleganza degli spazi lo rendono una delle sedi più ambite per l’organizzazione del giorno più importante della vostra vita, dove delle wedding planner organizeranno tutti nei minimi particolari per renderlo ancora più speciale, o per passare dei giorni all’insegna del benessere nelle SPA che offrono l’utilizzo di prodotti di bellezza all’avanguardia e l’impiego di tecniche basate su terapie naturali per la cura e la rigenerazione del corpo: nella città di Fiuggi infatti si possono trovare le migliori acque termali, le cui proprietà aiutano la purificazione della pelle e la normale funzione renale; oppure se siete amanti della buona cucina, l’hotel Palazzo della Fonte vi offre un indimenticabile esperienza culinaria, con piatti della cucina italiana curati dai migliori chef . L’hotel offre confortevoli camere e suites ampie e luminose arredate in stile nouveau e ispirate alle esclusive residenze di campagna inglese. All’ultimo piano si trova il piano English Toile, dal nome della collezione di tappezzeria inglese G.P. and J. Baker, che conferisce a queste stanze un’atmosfera magica e inconfondibile. In questo piano ricorrono tutte le categorie di stanze e ognuna si caratterizza per una diversa colorazione. Per la celebrazione di altri riti il palazzo offre la possibilità di allestire spazi su misura a seconda delle esigenze, ci sono 16 sale di varie dimensioni che offrono tutti i necessari servizi. Il Palazzo della Fonte organizza passeggiate e attività sportive immerse nel verde e inoltre per gli appassionati di Golf, a pochi passi dal Palazzo si trova uno dei più importanti centri per golfisti, rinomato per l’elevato grado tecnico e per la bellezza paesaggistica di Fiuggi. Un’atmosfera magica per una location unica e prestigiosa che per la sua posizione ed il suo personale ci proietta in un immaginario da premio Oscar, Il Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Grand Hotel Palazzo Della Fonte - Via Dei Villini, 7 - 03015 Fiuggi (Fr) Tel: 0775 5081 Fax: 0775 506752 E-mail: information@palazzodellafonte.com Martina Arduini

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LIBERTY

L’Haute Couture per eccellenza di Stefany Barberis

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ogni chiamati Haute Couture, creazioni da favola, nuvole di chiffon, giochi di colori, stoffe pregiate impreziosite da luccicanti pietre e atmosfere magiche che ci lasciano sempre col fiato sospeso. Grazie ai ricami e ai giochi di trasparenze questi modelli riescono ad accompagnare sinuosamente i movimenti di chi li indossa riuscendo comunque a non risultare mai eccessivi né, tanto meno, volgari. Primo tra gli stilisti più in linea con questo stile da favola troviamo sicuramente Elie Saab, designer libanese che è riuscito a conquistare dive, principesse e star del red carpet. Fin dalle sue prime produzioni, i suoi punti di forza e le caratteristiche dominanti del suo marchio sono le stoffe ricercate come seta, chiffon e pizzo, talvolta impreziosite in determinate parti o completamente ricoperte da delicati e mai eccessivi ricami di raffinate perline e cristalli. Un talento unico nell’esaltare l’eleganza e la femminilità di chi indossa le sue

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Moda

Celia Birtwell per Valentino

Chez Elie Saab haute couture Autunno/Inverno

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"LO STILE CHE NON TRAMONTA MAI" creazioni, tirando fuori il lato romantico di ogni donna, senza dimenticare però, di sottolinearne con scollature e ricercate trasparenze la sensualità. “L’eleganza è l’equilibrio tra proporzioni, emozione e sorpresa” Valentino. Valentino, stilista italiano di fama mondiale trasforma ad ogni collezione le sue passerelle in veri e propri momenti magici. L’utilizzo del macramè, il ricamo rigorosamente fatto a mano e la sartorialità rendono i suoi capi vere e proprie opere d’arte. La scelta delle forme, principalmente stile impero e la scelta dei colori e dei ricami fanno sì che ci sia soprattutto un richiamo ad altri tempi. Sono abiti che hanno fatto la storia e sicuramente come ogni suo abito sono considerati abiti “senza età”. Lo chiffon che cade fluente nel corpo ed accarezza le delicate curve portano ad immaginare e a rendere il capo stesso romantico, elegante ed esclusivo. Le stampe delicate ton sur ton di fiori, i decori rococò e la scelta dei colori riportano sicuramente al periodo di fine Ottocento, quando la moda era femminile, delicata e per niente esagerata. Si giocava con le scollature e le decorazioni a ricami e con collier de chien.

“L’eleganza è l’equilibrio tra proporzioni, emozione e sorpresa” (VALENTINO)

Valentino

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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Giulia Renzi FASHION STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone

Total Look SOALLURE

Via Aldo Moro 117 Frosinone -18tel 0775-1522787 - Seguici su

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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Ionelia Vlasie FASHION STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone

Total Look SHIRTAPORTER

19 FROSINONE Via Tiburtina n. 73, Tel. 0775. 872422

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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Giulia Renzi FASHION STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone

Abito con cintura in texture animalier ELISABETTA FRANCHI

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FROSINONE - Via Aldo Moro n.85, Tel. 0775.824242 - CECCANO - Via 20 Madonna della Pace Tel. 0775.601054 - SORA - Corso dei Volsci n.65 Tel. 0776.831775 - ISOLA DEL LIRI - Corso Roma n.23-25, Tel. 0776.807233 - MONTE S.G. CAMPANO - Via Boccafolle n.42, Tel. 0775.891183


FOTOGRAFIA Stefano Rossi MODELLA Ionelia Vlasie FASHION STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone

Total look COMPAÑÍA FANTÁSTICA Collana a uncinetto TROPIC-ART BARCELONA

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Via Maccari 7 (Sopra i giardini di L.go Turriziani) FrosinoneTel. 0775.960045 I www.madaccessori.it 21


FOTOGRAFIA Stefano Rossi MODELLA Ionelia Vlasie FASHION STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone

Total look IMPERIAL Borsa - secchiello con catena dorata in vera pelle BLOGGER TRENTASEI

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22 +3934577858 Seguici su Via Aldo Moro 1c, Frosinone - Tel.


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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Giulia Renzi - Ionelia Vlasie FASHION STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone

Pagina accanto Gonna Silver/Black, Giacca modello chanel con ricami e frange, Maglia con applicazioni gioiello KATE by LALTRAMODA (Compagnia Italiana ) CHIARA D Sandalo a fasce color argento GUIDO SGARIGLIA PECCATI DI STILE

Gonna Silver/Black, Giubbino con texture a rilievo in eco-pelle FRENCH CONNECTION Maglia con decorazione azteca LANA CAPRINA APPONI SPACE Sandalo Savage by UNLACE PECCATI DI STILE Tracollina/catena by FURLA MEDICI PELLETTERIA

Collana mille sfere/mix color GIOIELLERIA GIANCARLI In questa pagina Parure Collana/Bracciale in gradazioni di grigio GIOIELLERIA GIANCARLI Borsa a mano, texture righe bianco nero COCCINELLE MEDICI PELLETTERIA


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FOTOGRAFIA Stefano Rossi MODELLA Giulia Renzi - Ionelia Vlasie FASHION STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone

Pagina accanto Shibuya Dress, London Mustard Trench COMPAÑÍA FANTÁSTICA Jeans DESIRES Collana MAD MODA ACCESSORI T-shirt stampa pois/righe MANILA GRACE Jilet texture laser LES NOIR Jeans ELISABETTA FRANCHI QUADRIFOGLIO

Occhiali da sole nude color MAX MARA GLI OCCHIALI DI VENERE Borsa tris color COCCINELLE MEDICI PELLETTERIA In questa pagina Borsa Candy Flap B CHRIS Stefano Corsini LADY BUG Occhiale da sole LOZZA

GLI OCCHIALI DI VENERE Bracciale GIOIELLERIA GIANCARLI Cintura con dettagli dorati MAD MODA ACCESSORI


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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia e Stefano Rossi MODELLA Giulia Renzi - Ionelia Vlasie FASHION STYLIST Chiara Guarino - Claudia Palombi MAKE UP & HAIR ARTIST Laura Nardone

Pagina accanto Blazer smanicato, Blusa mix stampa, Pantaloni KARTIKA CONTATTO Borsa Componibile Chalise B CHRIS Stefano Corsini LADY BUG Zeppa in camoscio, color cuoio con platform e frange UNLACE PECCATI DI STILE

Anello GIOIELLERIA GIANCARLI Giacca traforata suede, gilet frangia TOULOU Denim tre quarti AVENUE T-shirt bianca con stampa Blogger Trentasei BLOGGER TRENTASEI Shopping Bag Miss Delphine con frange PINKO MEDICI PELLETTERIA

Stivaletto con apertura frontale intrecciata, chiusura con zip posteriore nera e laccetti in pelle UNLACE PECCATI DI STILE In questa pagina Collana/Pendente con elementi in legno GIOIELLERIA GIANCARLI


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Moda

a lavorazione tessile ha sempre patito la sua identificazione con l’artigiano e la categoria delle arti applicate, screditate rispetto alla pittura, al disegno o alla scultura, pur avendo raggiunto nel corso dei secoli esiti di somma raffinatezza con arazzi, abiti, ricami, tappeti per l’abbellimento di ambienti cortesi, nobiliari o alta borghesia, ma anche con una qualità altrettanto elevata a livello popolare tra folklore e tradizione. Al confine dell’epoca moderna, una nuova attrazione verso le tecniche del filo e i tessuti si ha con le grandi Esposizioni Universali, a partire da quella di Londra del 1851; attraverso questa occasione “l’arte tessile” ritorna ad essere apprezzata, rivalutata, collezionata. Sarà la seconda metà dell’Ottocento, in poi, ad essere la vera padrona della rinascita e del molteplice interesse per questo genere di opere: dalla fondazione di un centro di ricerca e collezione di manufatti di arti applicate, il Museum of Manifactures ( di Londra) alla pubblicazione di testi che analizzano le qualità formali ed estetiche dei motivi decorativi dei tessuti. La riscoperta e la rivalutazione della riproduzione e della decorazione di tessuti troverà un collegamento armonico nelle ricerche e nelle stesse opere di William Morris, fondatore del movimento Arts and Crafts e Alfons Maria Mucha, uno dei maggiori esponenti dell’Art Nouveau. Entrambi fautori di coesioni perfette tra arte e artigianato. William Morris dopo aver studiato ed appreso le tecniche di tessitura, stampa e tintura delle stoffe, egli partorirà un nuovo lessico formale basato sulla citazione di motivi ornamentali e fantasie del passato ma anche su inedite stilizzazioni di elementi vegetali, soprattutto floreali. L’artista si occupava a trecentosessanta gradi dell’intero ciclo di produzione di un manufatto, dall’ideazione all’esecuzione, all’introduzione nell’ambiente che gli compete. Alfons Mucha, parallelamente a Morris, estendeva la sua arte non solo nella pittura ma anche nel design d’interni ed esterni, è stato un pittore e scultore ma allo stesso tempo “promotore” di un nuovo linguaggio comunicativo, di un’arte visiva innovativa e potente. Adorava lavorare con soggetti femminili, i suoi manifesti erano molto diffusi e popolari in tutti i campi della società del suo tempo. Nel design oggi, è comunemente usata questo ricreare atmosfere retrò, passate ma che hanno segnato la storia dell’arte e che quindi non sono state dimenticate. Attraverso le tecniche moderne, gli sviluppi e il design in continua crescita, la stampa è diventata il soggetto emblematico della moda moderna. Abiti o intere collezioni con stampe, piccole o grandi, sono le novità più esclusive delle passerelle. A tale proposito sono realizzati veri e proprio progetti accademici, e

Barbour

Elisa Palomino

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non solo, sulla modernità della stampa legata all’arte. La Pro Loco di Candelara ha inaugurato il settimo appuntamento della rassegna d’arte contemporanea “CandelarArt 2014” dal titolo “Moda e Liberty”, presso il castello di Candelara a Pesaro. Si tratta di interpretazioni stilistiche contemporanee che danno vita ad una mostra con abiti e disegni progettuali realizzati dalle alunne della sezione “Design della Moda” del Liceo Artistico “Ferruccuio Mengaroni” di Pesaro. Il soggetto principale dell’evento è il periodo Liberty sia come epoca storica, sia come abiti caratterizzati da una linea sinuosa e riccamente decorata. La mostra si compone di dieci abiti da sera al primo piano, mentre nel secondo piano, nella sala dell’orologio, altri dieci modelli liberamente ispirati alle tipiche decorazioni liberty. Disegni e progetti completano la visione d’insieme dando una precisa idea di tutto il percorso progettuale eseguito. Tecnicamente, gli abiti realizzati ed eseguiti completamente a mano, sono arricchiti da molteplici decorazioni, ricami, passamanerie, drappeggi, così pure le stampe dei tessuti simboleggianti il mondo animale e vegetale, tipiche del periodo Liberty, sono state eseguite con l’aerografo ed impreziosite da perle e paillettes, infine anche il colore di molti tessuti è stato tinto artigianalmente in corso d’opera. Dal 1875 il Liberty influenza anche la moda inglese, intitolandosi “Liberty London”, una delle chicche più preziose dello shopping londinese. Tessuti, oggetti, ornamenti, ma anche arredo e continuando con make-up e delizie gourmet. Liberty è il Concept Store ante litteram, che nel nome di un raffinato gusto orientaleggiante raccoglie lo shopping e la tendenza più sfiziosa della capitale britannica. Dal diciannovesimo secolo si susseguono collaborazioni con designer e artisti internazionali, che hanno declinato le celebri stampe microfiorate su oggetti e abiti in una serie di Limited Editions. Ad oggi questa esclusività continua, possedere un capo esclusivo e particolare non può mancare nel proprio guardaroba sia per il sesso femminile quanto anche per quello maschile. Troviamo le Summer Lunettes di RetroSuperFuture, quelle di Sheriff&Cherry, o ancora quelle di Acne, che ha firmato un’intera capsule con capi destinati a diventare must haves come il chiodo patchwork con maxi lettere Swarosky sulla schiena. Il foulard diventa safari, nelle stampe Kenzo per Liberty, la maxi blusa ha il sapore del segno nella stampa di fiori sfumati di Maison Martin Margela, lo sporto diventa romantico con gli impeccabili outifit Nike per Liberty. In Italia, anche, troviamo delle interessanti collaborazioni Liberty printed, una di queste è la graziosa Jolie Kikà, delizioso marchio emergente, ha realizzato una collezione di bluse nelle classiche stampe floreali

o meglio “fiorellinate”. Sono indumenti chic, unici e super cool come restarne senza?

Prada

Nike

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u a e v u o N t Ar

L’ORIGINE DEL

GIOIELLO I La preziosità dell’Art Nouveau

di Claudia Minna

n gioielleria, l’Art Nouveau cambiò completamente le morfologie degli oggetti, creando gioielli sulla natura, arricchita dai nuovi livelli di virtuosismo nella smaltatura e nell’introduzione di nuovi materiali, come opali o pietre semipreziose. L’aperto interesse per l’arte giapponese e l’ancora più specializzato entusiasmo per la loro abilità nella lavorazione dei metalli, promosse nuove tematiche e approcci agli ornamenti. Per i primi due secoli l’importanza fu posta sulle gemme, specialmente sul diamante, e il gioielliere o l’orafo si occupavano principalmente di incastonare pietre, per un loro vantaggio puramente economico. Ma stava nascendo un tipo di gioielleria completamente differente, motivato più da un’artista-designer che da un gioielliere in sola qualità d’ incastonatore di pietre preziose. Furono

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Accessori

i gioiellieri di Parigi e Bruxelles che crearono e definirono l’Art Nouveau in gioielleria, e fu in queste città che vennero creati gli esempi più rinomati e preziosi. La critica francese dell’epoca fu concorde nell’affermare che la gioielleria stava attraversando una fase di trasformazione importante, e che il disegnatore di gioielli francese René Lalique ne era il fulcro. René Jules Lalique è stato uno dei più emblematici orafi francesi. Le sue creazioni illustravano in particolare elementi naturali, animali e nudi femminili. Orafo, vetraio e disegnatore, lavorò per Cartier, disegnò gioielli per Sarah Bernhardt e riscosse grande successo in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi nel 1900. Lalique glorificò la natura nella sua arte, estendendone il repertorio per includere nuove forme, come libellule, ispirate dall’incontro tra la sua intelligenza e l’arte giapponese. I gioiellieri si dimostrarono molto acuti nel richiamarsi con il nuovo stile ad una nobile tradizione guardando indietro, al Rinascimento, con i suoi monili in oro lavorato e smaltato, e la visione del gioielliere come artista prima che artigiano. Nella maggior parte delle opere di quel periodo le pietre preziose retrocessero in un secondo piano. I diamanti furono per lo più utilizzati con un ruolo secondario, accostati a materiali meno noti come il vetro, l’avorio e il corno. Oggi, il gioiello Liberty è un particolare che molte donne non si fanno scappare, le più fortunate hanno dei veri e propri tesori nella cassaforte, tesori antichi, deliziosi dalle linee sinuose e morbide; altre invece, affascinate dalla storia dell’ Art Nouveau, commissionano veri e propri lavori alle gioiellerie più prestigiose. Molte collezioni, di gioielli, si rifanno in tutto e per tutto alle linee morbide e studiate dei gioielli di una volta, cambiandone però il materiale ed elaborale questi oggetti in oro, argento o platino. Possiamo, inoltre, aggiungere e sottolineare che i veri preziosi più prestigiosi, perfetti, completi e affascinanti resteranno sempre l’elemento più ambito e ricercato dalle donne.

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jen ni fer D

Icon

LA RAGAZZA DI FUOCO DALLA FACCIA D’ANGELO ivenuta attrice di fama internazionale grazie al ruolo di Katniss Everdeen, “la ragazza di fuoco” nella serie Hunger Games tratta dai libri di Suzanne Collins, Jennifer Lawrence ha conquistato tutti con il suo volto d’angelo. Elegante e sempre impeccabile Jen è stata oramai proclamata icona di stile a cui ispirarsi per avere un look unico ed etereo. Originale e sofisticata, minimal chic, raffinata ed essenziale, casual e allo stesso tempo elegantissima in ogni suo outfit. Insomma una vera e propria femme fatale da cui prendere esempio! Dal 2012 il percorso della ragazza di fuoco verso il successo è diventato inarrestabile: copertine, interviste, milioni di fan, un Oscar come migliore attrice per il film “Il Lato Positivo” di David O’ Russel, un BAFTA

di Martina Siravo Award, un Golden Globe e una nomination agli Academy Award come migliore attrice non-protagonista. Il suo viso d’angelo ha conquistato anche la Maison Dior che nel 2013 la sceglie come testimonial del brand. L’attrice è stata quindi protagonista di una serie di campagne pubblicitarie che hanno messo in evidenza tutte le diverse sfaccettature della sua personalità e del suo fascino. Oltre ad essere un esempio di moda da seguire, Jen è una tra le attrici più richieste e più pagate al momento. Ogni anno ci sono almeno due film in uscita con lei protagonista e si dice che tra i registi è in atto una gara per averla sul rispettivo set. L’attrice attualmente è impegnata con la presentazione di “Joy”, un film di David O’ Russel, affiancata da Robert De Niro e Bradley Cooper (i quattro, regista e attori, sono alla loro terza collaborazione), uscito pochi giorni fa nelle sale americane. Per le varie occasioni, la nostra icona di stile ci sta regalando, sul red carpet, tantissimi look indimenticabili.

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Joy è la storia della casalinga italo-americana Joy Mangano diventata milionaria inventando la scopa autostrizzante Miracle Mop. In questo personaggio di Jennifer c’è ben poco eppure è rimasta molto entusiasta nell’aver recitato questo ruolo. «Sono rimasta affascinata dalla personalità e dalle idee di Joy. Era una donna straordinaria, ma abituata a sacrificarsi, ad accantonare i suoi sogni per mettere in primo piano quelli degli altri. Poi è cambiata e il regista David O. Russell è stato abile nel mostrare come una persona possa evolvere e diventare un’altra. È la storia di un’anima. Joy si chiudeva in una stanza e creava un mondo immaginario per sfuggire a una realtà che la faceva soffrire, a cominciare dalla separazione dei suoi genitori. Inventava situazioni magiche per distrarre e divertire anche sua sorella.»

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I TEMPORARY DESIGNERS

SANERAS

Il duo Saneras nasce dall’affine visione estetica di Siliana Arena e Serena Arena, entrambe con alle spalle una formazione accademica da fashion designers. Il loro istinto creativo le porta ad esprimersi da sempre attraverso il disegno a mano libera e, successivamente, ad approcciarsi al tessile e alla materia, con una sottile attenzione alle sensazioni tattili che ne scaturiscono. Affascinate dalla gestualità sapiente del lavoro artigianale si dedicano alla sartoria, perfezionandosi nel corso degli anni e sperimentando con le silhouettes, fino a delineare la combinazione essenziale e rilassata che le caratterizza. Contaminano il proprio percorso con l’interesse verso la storia dell’Arte moderna e contemporanea, l’architettura, il design di arredamento e la comunicazione digitale, credendo molto nell’efficienza del messaggio visivo. Il processo creativo è una collaborazione in tutto e per tutto. L’input per una collezione nasce in maniera completamente immateriale, spesso è quasi un sussurro, un’idea che sfiora la singola mente, seguita poi da una conversazione e uno scambio di opinioni e ricerca, per poi diventare sempre più percettibile e tangibile, fino ad estrarne uno sviluppo visivo. Le collezioni proposte aspirano all’idea di timeless, a tutto ciò che svincola dai trends passeggeri e fenomeni momentanei per “viaggiare” su una linea che si trova al di sopra. L’arte, come idea di bellezza ed elevazione, è una pratica lontana da ogni vincolo tempistico, e il duo cerca di rapportare la stessa ideologia nella creazione di uno stile di abbigliamento duraturo e di qualità. Propongono prodotti che ricoprono l’intero arco della giornata di una persona : cappotti, pantaloni, giacche, camicie, bluse, gonne e abiti. Alla base c’è l’intenzione di creare capi di alto pregio, di raffinata fattezza, che siano però di facile integrazione nel guardaroba dei loro potenziali clienti. Per Saneras creano sempre con la mentalità dell’ easy-to-wear, delle attente scelte tessili ,dei dettagli sottili, dell’ estrema cura del comfort e della perfetta vestibilità per far sì che l’atto del vestire sé stessi con i loro abiti sia ogni giorno un rituale momento dedicato all’armonia.

ALESSIA MASTROSANTI

Alessia Mastrosanti, laureata in architettura, ha deciso di dare forma al suo sogno: non progettare e creare case, ma gioielli. Gioielli bellissimi, dolci poesie da portare addosso, un progetto creativo dal nome “La chiave di violino”. Un’ emblematica apertura verso il mondo e verso ogni possibilità, unita al simbolo musicale della “chiave di violino”, in quanto espressione d’arte e musica, che da sempre accompagnano le sue creazioni. Progetto nato nel 2010 in un modo del tutto amatoriale e graduale fatto di documentazioni tramite internet, seguendo tutorial specifici per apprendere i metodi di creazione di gioielli e acquistando l’attrezzatura di seconda mano da un orafo canadese. Creazioni stupende, quasi uscite da una fiaba che comprendono foglie, nuvolette, uccellini, scarpette da ballerina. Le sue creazioni sono in qualche modo autobiografiche ma certo, vogliono essere fiabesche e per le sognatrici. Un modo di trasmettere tutta la delicatezza e l’armonia delle illustrazioni per bambini, la semplicità e la genuinità che sempre dovremmo conservare. Non le piace creare nulla di esagerato o di chiassoso, perchè questo mondo ne è già saturo. La Chiave di Violino prevede due collezioni l’anno: primavera/estate e autunno/inverno realizzate e prodotte interamente dalla designer, dall’idea al disegno fino alla concretizzazione manuale ed alla vendita diretta. Mentre i gioielli che inventa e vende tra una collezione ed un’altra, sono frutto di assemblaggi, realizzati delle aziende in tutto il mondo. Alcuni materiali già decorati li compra direttamente, magari durante i suoi viaggi e questo avvalora le sue creazioni di molti significati personali.

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SDG EAST LONDON

Eccellenza, tessuti ricercati e disegni minimali sono gli elementi chiave del successo di SDG East London. Fondatore e capo designer è Stefania Di Ghionno. Italiana, originaria di Pescara, ha conseguito la laurea in Costume e Storia della Moda e già nel 2010 decide di creare il suo personale marchio. SDG East London si differenzia per la qualità del manufatto e dei materiali di cui Stefania si rifornisce personalmente da tutto il mondo. Interessante è il suo studio, all’interno del quale si possono trovare tessuti preziosi come la seta accatastati ed accostati a moderni materiali high-tech. Al di là della qualità, l’impegno e la passione, l’attenzione del marchio è sulla fornitura di pezzi che possono essere indossati in diversi modi e in tutto l’anno, per un look chic senza sforzo. Il dettaglio e la cura sono i componenti fondamentali per completare un suo abito. Tra i suoi cardini vi è la versatilità del capo che offre la possibilità di indossare lo stesso in modalità diverse e secondo differenti stili. Altro principio è l’unicità: i capi sono tutti rigorosamente fatti a mano, portando quindi a Londra l’esclusività del Made In Italy.

REGENESI

Regenesi, azienda nata nel 2008 dall’intuizione e dalla passione di Maria Silvia Pazzi, crea, produce e commercializza oggetti di design innovativi – di elevato standing qualitativo – realizzati con materiali di riciclo post-consumo. L’idea è quella di promuovere un nuovo stile di vita dove il bello si sposa con il rispetto per l’ambiente e soddisfare così un’esigenza sempre più diffusa e condivisa nel mondo contemporaneo. Materie prime rigenerate con processi di lavorazione innovativi che garantiscono identici standard qualitativi rispetto alle materie prime vergini, alle quali viene data una seconda chance. Ogni singolo oggetto, accuratamente realizzato a mano da sapienti artigiani italiani, è prodotto per vivere la moda e il design rispettando l’uomo e la natura. Dalle forme pulite ed essenziali ma con una forte personalità, ogni accessorio è reso ancora più prezioso da un’anima eco-sostenibile. Un ultimo progetto è quello di avviare un piano di crowdfunding con la piattaforma Kickstarter, e con il supporto di Aster. Un modo per promuovere l’innovazione del sistema produttivo attraverso la collaborazione tra ricerca e impresa, per la sua File Bag, ideata grazie all'esperienza di Annalisa Caricato, stilista ed esperta nel settore della pelle. L’obiettivo della raccolta fondi è quello di avviare la produzione, lanciare il prodotto sul mercato, ma soprattutto condividere la sfida con tutti coloro che vorranno partecipare. File Bag è una borsa dal lusso inconfondibile che si adatta ad ogni outfit, occasione e perfino all’umore. Tutta realizzata in Italia e curata nei minimi dettagli, si chiama così perché ha dei moschettoni che permettono di cambiare le patte, che rimandano a quei grandi raccoglitori con le anelli. Tutto in una sola bag, con la possibilità di cambiare ogni volta che si vuole. File Bag è questo, sono 9 borse in una sola bag, un ciclo di vita lungo e una volontà di trasformarsi sostituendo patte e tracolle, mixando varianti, fantasie e accostamenti, senza perdere mai di vista il lato sostenibile della sua essenza: scarti di vera pelle provenienti da concia vegetale, farina di castagno per la colorazione, lattice estratto da piante di caucciù per la morbidezza, acqua, sali e grassi. Parola d'ordine quindi sostenibilità.

ROBERTA RISOLO

Nata a Galatina (Le) il 22/01/1983, vive ad Otranto sino al conseguimento del diploma di maturità in “Arte dei metalli e dell’oreficeria” presso l’Istituto Statale d’Arte “Nino della Notte” di Poggiardo(Le). Successivamente l’interesse per l’oreficeria la porta a Vicenza dove frequenta corsi di specializzazione e lavora per prestigiose aziende, arricchita dell’esperienza maturata decide di rientrare nella terra natale, ora svolge un lavoro di ricerca e valorizzazione del territorio attraverso la propria arte.Partecipa a diverse mostre collettive e personali, le sue creazioni sono legate alla cultura del Salento, sia per gli elementi che per i materiali caratteristici: il legno d’ulivo e la pietra leccese.Socia di AGC(Associazione Gioiello Contemporaneo), e WJA Italy (Women’s Jewelry Association). Nell’ anno 2013 frequenta il Corso di Alta Formazione TAM (trattamento artistico metalli) scultura, noto Polo di Eccellenza con presidente Arnaldo Pomodoro, inoltre le viene commissionata la realizzazione delle medaglie commemorative in occasione della Canonizzazione dei Martiri di Otranto. Dal 2014 i suoi gioielli saranno esposti presso la suggestiva shopping gallery del Resort Risorgimento, nel cuore di Lecce, nello stesso anno prenderà la docenza del corso di design del gioiello per l'Accademia di moda Rosanna Calcagnile a Lecce. Nella primavera del 2015 presenterà le sue nuove linee di gioielli ispirati a Maria d'Enghien (contessa di Lecce) ed alle bellezze del territorio salentino, nell'incantevole cornice del Castello Carlo V a Lecce, per poi subito dopo aprire il primo show-room ad Otranto, situato a soli 50 metri dal Castello Aragonese. I gioielli Roberta Risolo, sono creazioni uniche, raffinate, risultato della ricerca stilistica unita alla tradizione orafa. Il giovane brand racconta storie legate alla cultura del Salento, connubio perfetto di materiali ed elementi architettonici che catturano e incuriosiscono.

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COLORS IS THE NEW BLACK C 42


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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Ionelia Vlasie STYLE Chiara Lucia Guarino e Claudia Palombi HAIR & MAKE UP Laura Nardone BRAND ABITI Saneras di Serena Arena e Siliana Arena BRAND BIJOUX La Chiave di violino di Alessia Mastrosanti

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INDUSTRIAL OPERA


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FOTOGRAFIA Stefano Rossi MODELLA Giada Mattacola STYLE Chiara Lucia Guarino e Claudia Palombi HAIR & MAKE UP Laura Nardone BRAND SDG East London Studio di Stefania di Ghionno

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Change your identity

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FOTOGRAFIA Stefano Rossi MODELLA Martina Arduini STYLE Chiara Lucia Guarino e Claudia Palombi BRAND Regenesi


THE FINE ART OF GESTURE

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FOTOGRAFIA Stefano Rossi MODELLA Martina Arduini STYLE Chiara Lucia Guarino e Claudia Palombi BRAND Roberta Risolo


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Dove trovare i Temporary Chic

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Temporary Store Chic hanno lo scopo di favorire le eccellenze italiane, spazi che diventano una vetrina-mercato dove vedere e acquistare prodotti di abbigliamento, accessori, gioielli realizzati da brand emergenti e non, in collezioni originali, pezzi unici o a tiratura limitata. Negli ultimi tempi, soprattutto tra i giovani, la mentalità sta cambiando, una volta si pensava che solo le grandi firme fossero sinonimo di qualità, ma ora non è più così. L’handmade ha una marcia in più soprattutto in un paese come l’Italia che ha una radicata tradizione sartoriale che finalmente stà tornando in auge grazie a giovani volenterosi che hanno deciso di mettersi in gioco. L’obiettivo della Redazione di Chic Style è quello di promuovere tutti quei designer emergenti che hanno la necessità e la volontà di trovare un proprio spazio fisico, al di fuori di quello virtuale. Una vetrina pubblicitaria in cui esporre i propri prodotti, un’opportunità per valorizzare quelle realtà nuove e promettenti nei campi del design e del fashion design. I Temporary Store in Italia sono una realtà ancora poco conosciuta ma su cui la Redazione ha puntato tutto in quanto formula interessante proprio perchè innovativa. Lo store proprio per la sua anima itinerante non ha sede fissa ed il suo tempo è limitato (45 giorni). Ecco dove trovare i Temporary Shop Chic.

SANERAS da APPONISPACE, Negozio di abbigliamento, Via Tiburtina 73, Frosinone

ROBERTA RISOLO da GIOELLERIA GIANCARLI, Via Tiburtina 200, Frosinone

LA CHIAVE DI VIOLIN da BLOGGER TRENTASEI, Via Aldo Moro 1c, Frosinone

REGENESI da MAD - Moda Accessori Design, Via Maccari 8, Frosinone

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SDG East London Studio da MAD - Moda Accessori Design, Via Maccari 8, Frosinone


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Hair

Chiome eteree e fiabesche con la palette pantone color institute

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di Claudia Palombi

l Rosa Quarzo e l’Azzurro Serenity sono stati eletti colori Pantone del 2016 e fanno il loro ingresso trionfale in ogni ambito e settore, anche nell’hairstyle. Sono colori molto versatili e si adattano a tutti i tipi di carnagione; quindi la parola d’ordine è una sola: osare. Due tonalità che di naturale hanno ben poco ma che a modo loro possono diventare accattivanti e affascinanti. Ricche di luce e indubbiamente originali, entrambe richiedono una buona dose di coraggio! I loro pigmenti donano luminosità ai capelli regalando un colore puro e intenso, perfetto per chi desidera stravolgere il proprio look. Non si tratta di una tendenza adatta solo alle più giovani, è possibile infatti aggiungere un tocco glam alla propria chioma semplicemente tingendo solo le punte, magari con le colorazioni lavabili con pochi shampoo. Come un cielo all’alba, un mondo fatato fatto di incantesimi, questi due colori evocano emozioni all’insegna della tranquillità e della pace ai quali è difficile resistere.

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Lily Cole “The Imaginarium of Doctor Parnassus”

Mark Ryden, Katy Perry

MAKE-UP POP SURREALISTI

di Martina Siravo

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l pop surrealismo, movimento oggi riconosciuto e specchio della contemporaneità, ha origine dalla contaminazione di più linguaggi visivi mescolati tra loro: il fumetto, i tatuaggi, la science fiction, il cinema, il folklore, il rock & roll e molto altro ancora. In pochi anni il fenomeno della “lowbrow art”, così chiamato in America, entra nel “gotha“ dell’arte figurativa e spopola nel mondo ridando nuova linfa vitale non solo alla pittura, ma anche alla moda e al mondo del make up. La cosiddetta cultura underground smette, quindi, di essere considerata “minore” e diventa accessibile a tutti. Il suo motto?

Tim Walker Helena Bonham Carter


Beauty

“Aprire il sipario all’immaginazione più sfrenata”. Personaggi di fantasia come pupazzi animati, animali parlanti, fanciulle malinconiche dal viso di porcellana, robot sgangherati, vecchi carillon, scheletri allegri e dispettosi, auto d’epoca impazzite convivono, insieme ad icone della cultura di massa, sulla tela in perfetto equilibrio, in una sorta di universo onirico dove non esiste il concetto di tempo esatto e dove la contraddizione è una caratteristica singolare e fondamentale.

Così tutto quello che la fantasia può concepire prende forma in una moltitudine di visioni mistiche. Tutto mira ad un raffinato retro glamour, una fascinazione per il fiabesco e per tutto ciò che è decadente. Per questo il pop surrealismo si avvicina anche alla corrente “neovittoriana”. Ovviamente il mondo della moda rimane incantato davanti a questo fenomeno. In particolar modo il campo del make up che punta ad un look stravagante, fantasioso, paranormale, spaventoso. Spuntano modelle come fossero bambole d’altri tempi, pallide con pelle di luna, in vesti leggere e trasparenti quasi inquietanti. Un make up pesante, dai toni cupi e spettrali. Icona di questo stile non poteva che essere Lily Cole, attrice e modella che corrisponde perfettamente a questi canoni di bellezza. Non a caso l’attrice è stata protagonista del film di Tim Burton “Alice in Wonderland”. Come ben sappiamo il regista è tipico rendere l’atmosfera oscura e spettrale. Insomma un make up tutto da provare: pelle chiara, rossetto ed ombretto dai toni forti, scuri ed accentuati, oppure colori dai toni naturali che donano comunque un tocco di irrealtà, di spaventoso e di onirico, ed infine timide guance rosee leggermente accennate. Un vero e proprio look da bambola spettrale!

Lily Cole - Vogue


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Dal Big Bang a

EDDIE REDMAYNE

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di Vincenzo Tirittera

ddie John David Redmayne è un attore e modello inglese di trentaquattro anni, ha un viso angelico e il sorriso sornione, ma non lasciatevi imbambolare perché sotto sotto è uno che sa il fatto suo. Figlio della “Londra bene”poiché discendente di una ricchissima famiglia britannica, trascorre l’infanzia (e il resto della sua vita probabilmente) in totale agiatezza, frequentando scuole private di altissimo calibro e ambienti dell’alta società inglese. E’ stato infatti compagno di classe del Principe William di Inghilterra e si laurea, come lui, in storia dell’arte alla Cambridge University. Ciò nonostante raggiunge il successo planetario per meriti suoi e per nulla derivanti dalla propria posizione economica. Sin da giovanissi-

mo coltiva la passione per la recitazione partendo dal teatro per poi approdare al grande schermo e recitare (con notevole successo) in ruoli drammatici e molto difficili. Premio oscar come migliore attore protagonista per La teoria del tutto, film biografico del 2014 che narra la vita dell’illustre fisico, astrofisico e cosmologo britannico Stephen Hawking noto, oltre che per lo straordinario contributo alla ricerca, anche per la grave malattia che lo costringe all’immobilità da circa trent’anni; ha ricevuto poi (nel 2016) una seconda nomination ai Premi Oscar nella categoria miglior attore per The Danish girl dove veste i panni del transessuale Einer Wegener, poi divenuto Lili Elbe, riconosciuto come il primo travestito della storia nonché la prima persona ad essersi sottoposta ad un intervento chirurgico finalizzato alla riassegnazione sessuale. I suoi tratti somatici ‘delicati’ hanno reso straordinaria

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la trasformazione in donna, tanto che dalle prime immagini tratte dalle riprese del film si ha una reale difficoltà nel riconoscere che sotto la parrucca ci sia effettivamente un uomo. Queste le sue “fatiche” più importanti e lodevoli, ma non le uniche. Ha ricevuto infatti, nel corso degli ultimi quattordici anni, riconoscimenti quali Tony Award, Golden Globe, Screen Actors Guild Award e BAFTA Award. Ma non è tutto, oltre all’ammirevole lavoro svolto nel mondo del cinema, Eddie è ben noto anche nel campo della moda: nella primavera/estate 2008 infatti appare per la prima volta in una campagna pubblicitaria per Burberry accanto ad Alex Pettyfer e successivamente, nel 2011, alla modella e attrice inglese Cara Delevigne, mentre a gennaio 2015 conquista la copertina di Elle USA. Nel 2014 è anche riuscito a ritagliarsi uno spazio per sposarsi con Hanna Bagshawe. Ora non gli resta che aspettare, forse, la prossima statuetta.

Eddie è ben noto anche nel campo della moda: nella primavera/ estate 2008 infatti appare per la prima volta in una campagna pubblicitaria per Burberry accanto ad Alex Pettyfer e successivamente, nel 2011, alla modella e attrice inglese Cara Delevigne


Ciglia perfette e più lunghe con i trattamenti Royal Look

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a qualche anno sta prendendo sempre più piede il trend dell’extension alle ciglia, una tecnica che prevede l’allungamento incollando con una colla anallergica ciglia artificiali a quelle naturali. L’importante è non affidarsi mai all’improvvisazione, Royal Look fornisce trattamenti relativi alla cura delle ciglia e sopracciglia e corsi di formazione per questo settore della cosmesi con l’ausilio di prodotti di altissima qualità e professionisti qualificati. Anastasia Shchepina, russa di origine, è la fondatrice del “reame” dell’extension ciglia. In questo progetto unisce la passione per il suo lavoro e la voglia di condividere la sua esperienza: oltre a essere lashmaker, è ideatrice e docente dei corsi. Tutta la sua realtà e vita ruota attorno al mondo delle ciglia e delle sopracciglia. Lavorando tantissimo, attraverso diversi master ed ore ed ore di lavori, è venuta a conoscenza di tanti piccoli segreti per migliorare lo sguardo di tutte le donne. Novità del centro sono: MICROBLADING SOPRACCIGLIA , tecnica innovativa di trucco semi permanente delle sopracciglia, molto più naturale e realistica del classico tatuaggio. Si utilizza un particolare strumento con la punta sottilissima simile a una penna. Questo strumento introduce il colore a uno stadio superficiale della pelle e disegna i singoli peli seguendo il verso della loro crescita. Il trattamento è indolore. Altra novità assoluta è rappresentata dal LIFTING DELLE CIGLIA per la valorizzazione delle ciglia naturali. Donerà maggiore spessore, lunghezza e curvatura. Ideato per tutte le donne che vogliono impreziosire l’occhio senza rinunciare alla naturalezza dell’effetto ottenuto. L’obiettivo dell’intero staff di Royal Look è di rendere felici ogni donna con la qualità in ogni cosa, prodotti professionali che perfezionano la bellezza dello sguardo. Ciglia più lunghe, più folte e dal colore più brillante grazie a prodotti ed attrezzature di altissima qualità. Una vastissima scelta per soddisfare ogni esigenza e desiderio.

Be More, il centro estetico per essere di più

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e More non è solamente il nome di un centro estetico. Letteralmente queste due semplici parole significano “essere di più” e dietro il loro significato c’è la forza e la determinazione di una donna che ha deciso di “essere di più e più forte”. E’ per questo che Patrizia, dopo aver superato un brutto periodo di malattia ha dato ascolto ad un sogno: quello di aprire un centro estetico con la voglia di trasmettere un messaggio a tutti i propri clienti: non bisogna aspettare che la vita ti metta di fronte alla necessità di prenderti cura di te stesso, puoi scegliere di farlo, puoi decidere di essere più bello e di dedicare un’ora del tuo tempo alla cura e al benessere del tuo corpo perché così facendo sarai di più, più forte, più consapevole di te stesso: Be More! Ed è un’atmosfera effervescente e al tempo stesso rilassante che contraddistingue il centro estetico Be More in cui i clienti vengono coccolati fin dall’accoglienza. Alla base di tutto c’è infatti la passione, la cortesia e la professionalità con cui si prendono cura dei propri clienti. Attraverso una consulenza scrupolosa riescono a soddisfare le esigenze di bellezza e benessere di chi vuole prendersi cura del proprio corpo con effetti immediati anche sulla propria mente liberata dallo stress e dalla frenesia. Uno staff sostenuto dalle migliori tecnologie per la cura estetica.

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Pitti Immagine Uomo si è svolta a Firenze alla Fortezza dal Basso per l’esattezza tra il 12 e il 15 Gennaio 2016

PITTI 9 UOMO 8 C di Vincenzo Tirittera

hiude in positivo, manco a dirlo, l’edizione di Pitti Immagine Uomo svoltasi a Firenze (alla Fortezza dal Basso per l’esattezza) tra il 12 e il 15 Gennaio 2016, che ha visto una straordinaria partecipazione di brand, 1.219 ad essere precisi, una enorme partecipazione da parte della stampa e di esperti del settore che hanno riempito il salone per tutti e quattro i giorni. Il totale dei visitatori si aggira attorno alle 36.000 presenze. Nella splendida cornice cinquecentesca voluta da Alessandro de’ Medici i produttori di tutto il mondo hanno esposto quanto di meglio avevano da esporre: Germania, Spagna, Olanda ma anche Giappone, Emirati Arabi, Australia e Brasile che, forti anche degli andamenti positivi dei mercati, hanno subissato l’intera area di presentazione e così pure i visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Camminando per i viali della Fortezza e confluendo nel traffico che la affollava

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Moda Uomo si è potuto assistere alle nuove tendenze maschili che aprono questo 2016, non così lontane da quello trascorso ma che certificano il ritorno di accessori di un certo stile mirato e di una certa eleganza, è emersa la riconsegna abbastanza prepotente allo urban style del cappello, elemento quasi irrinunciabile; per la maggiore vanno i vari Bonnie Hat, il Panama e una particolare predilezione per il Fedora che si presta eccellentemente anche ad un tipo di abbigliamento informale, quale appunto lo street style maschile. Novità assolute invece è la “Pochette” o fazzoletto da taschino per usare una perifrasi. Questo accessorio per l’uomo ha la stessa valenza di una borsa per una donna, e seppure non è usuale utilizzarla nella tradizione italiana, non si discute certo sul valore di cui si fa carico. Ebbene gli opinion leader presenti hanno dato sfoggio di “fazzoletti”, prestando attenzione soprattutto a colori, grammature e fantasie, dettando leggi indiscutibili come ad esempio non scegliere la pochette dello stessa fantasia della cravatta o della camicia, piuttosto trovare bilanciamenti di colore adeguati, così con una camicia a righe o una giacca a quadri è preferibile un fazzoletto a tinta unita. In alternativa, e per i più eleganti, si fa notare la ribalta del “Fiore all’occhiello”, estremamente di classe e quindi meno versatile della pochette. Niente accessori da polso invece, l’orologio “classico” infatti è stato bandito, surclassato dall'orologio da taschino, anche detto “orologio a cipolla”. Questo elemento è tuttavia “rischioso” poiché di eleganza elevata, pretende che nel complesso ci si vesta tenendone conto e che si assuma un portamento coerente al suo stile. Tornando alle mani, gli anelli visti ricalcano strade antiche, quindi spesso di metallo grezzo e con inserti di perla di grosse dimensioni. I metalli grezzi (e/o finti) donano classicità ed eleganza e non è un caso che materiali high tech siano stati dati per dispersi. Per quanto riguarda le scarpe abbiamo notato che le sneakers, tanto in voga nell’ultimo semestre, hanno ceduto il testimone ad un altro classico quale la “Francesina” o la variante “Stringata”, altro grande old classic return che chiaramente ammette solo calze di cotone dai colori tenui e mai eccessivi. Insomma la grande novità del 2016 è il ritorno a quello che è uno stile tradizionale e che, tuttavia, dona all’uomo trendy una nota di eleganza che non dispiace mai.

MUST HAVE PITTI UOMO

CAPELLO "FEDORA"

POCHETTE

STIRINGATA

OROLOGIO DA TASCHINO

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Mantelle di tutti i generi in passerella

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Wedding

LA SPOSA CHIC di Claudia Minna

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na delle tendenze dell’abito da sposa 2016 è la mantella. Lunga, corta, trasparente o ricamata è stata la protagonista delle passerelle bridal internazionali. L’abbiamo vista sfilare in versione bon ton sugli abiti di Max Mara Bridal o in stile principessa sui dress di Alberta Ferretti. Ma anche come un estroso accessorio interamente ricamato sui preziosi abiti da sposa di Yolan Cris o come una ampio e sontuoso pannello sul retro di alcuni modelli Pronovias. Elisabetta Polignano ha interpretato la mantella con uno scollo scivolato che lascia intravedere le micro spalline dell’abito da sposa o come un maxi scialle applicato sul décolleté dell’abito o ancora come un drappo da modellare sul corpo. E ancora irresistibili effetti a mantella personalizzano alcune creazioni di Jenny Packham dal mood romantico e very chic e tanti altri dress visti sulle passerelle. Questa è, quindi, la tradizione e glam che si ritrovano nell’accessorio must delle nuove collezioni sposa, che hanno creato scalpore e curiosità specialmente nell’ambito sposa. La mantella è

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un accessorio di antica tradizione, che fino a pochi anni fa eravamo abituati a vedere indossato in rare occasioni e davvero non di consueto nelle collezioni sposa. Passata alla storia, la mantella indossata da Jackie Kennedy, all’Inaugural Gown nel 1961, un outfit disegnato da lei stessa e realizzata da Ethel Frankau del Bergdorf Custom Salon. In tempi più recenti un outfit by Tom Ford costituito da mantella miminal chic accompagnata da abito abbinato ha fatto di Gwyneth Paltrow la regina del glamour alla cerimonia degli Oscar 2012. La mantella con tutte le sue sfumature, rimane un particolare che torna e ritorna nuovamente e ripetutamente nelle passere. Le collezioni sposa, dove la mantella impazza in tulle, in pizzo, in chiffon, spopola nei toni del bianco o nelle tinte pastello. Diverse sono le proposte dalle collezioni di abito da sposa Pronovias, anche in tulle e pizzo. Originale anche la mantella con fiori applicati, abbinata all’abito sullo stesso tema. In tulle, la mantella Escape, dalla collezione sposa Monique Lhuillier. Una mantella che ha fatto, e farà, ancora parlare molto di sé è quella proposta nella collezione sposa David Fielden; più fine e leggiadra, scende fino al ginocchio con un’applicazione brillante sul collo. Propone una mantella più stretta che copre le spalle completamene in pizzo abbinata ad una distesa leggiadra di pizzo; by St. Pucchi. Sempre in pizzo, anche la cappa della collezione The Couture Gallery by Britta Kjerkegaard che crea delle mantelle scampanate e leggere. Stupenda nel suo carattere principesco e molto giovanile, è la cappa in tulle con micro cristalli applicati, corta o lunga spopola sulle passerelle per tutte quelle donne rimaste piccole principesse dentro. Questi sono solo alcuni brand che hanno dato sfogo alla loro creatività e che hanno rimesso in ballo un “vecchio” accessorio della moda più cool!

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MATRIMONIO ROMANTICO STILE SECESSIONISTA di Martina Siravo

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a molti anni a questa parte, sempre più spesso le coppie decidono di improntare il loro matrimonio su un tema particolare: che sia un colore, un gruppo musicale, un libro o qualsiasi altra cosa, questa idea fungerà da filo conduttore per tutte le nozze. Dalle partecipazioni al nastro delle bomboniere, dall’allestimento floreale alle luci, dai segnaposto

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alla scelta stessa della location. C’è chi desidera un matrimonio più “rock” e chi invece sogna un matrimonio romantico, floreale e d’altri tempi. Quest’ultimo rientra perfettamente nella descrizione dello “Stile Liberty”. L’Art Nouveau (noto in Italia anche come stile floreale o stile Liberty) fu un movimento artistico-filosofico attivo nei decenni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento e che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate, la musica, la letteratura e perfino la moda. Il movimento trae le sue origini dall’ideologia estetica anglosassone delle Arts and Crafts, che aveva posto l’accento sulla libera creazione dell’artigiano come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti di dubbio valore estetico, esaltando, quindi, l’idea del prodotto creato come unico nel suo genere. Caratteristiche le forme organiche, le linee curve, con ornamenti a predilezione vegetale o floreale, le immagini orientali soprattutto le stampe giapponesi, l’uso del colore, l’equilibrio simmetrico e l’armonia di ritmi come se fossero “musicali”. Uno stile eclettico che appassiona molti proprio per l’evidente e costante proposito di comunicare per empatia, un senso di agilità, elasticità, leggerezza, gioventù, romanticismo, bellezza e persino ottimismo. Come fare ad imitarlo? Innanzitutto è opportuno documentarsi, fare le scelte giuste e moderate, senza rinunciare al gusto Vintage. Tra antiquari, mercatini delle pulci e cantine di amici e parenti, riusciamo sicuramente a recuperare molti oggetti utili nell’allestimento della location. E che dire della foglia d’oro? Molto utilizzata in quegli anni soprattutto dal celebre artista Gustav Klimt (il maggior esponente della Secessione Viennese), potrebbe essere l’elemento-chiave dell’intero ricevimento: partecipazioni, segnaposti, centrotavola, allestimento location e perfino la torta nuziale! C’è chi addirittura la sceglie come elemento portante dell’abito nunziale poiché romantico ed originale. Insomma basta un po’ di fantasia, un po’ di gusto “floreale” e vintage ed il gioco è fatto!!

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Pasqua 2016: tradizionale innovativo

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di Martina Siravo

eanche il tempo di mettere via le decorazioni e le luci natalizie, ed è già il momento delle dolci tentazioni per festeggiare la Pasqua. Sul web, ma anche sulle riviste, spopolano numerose ricette facili, veloci e sfiziose di dolci da fare comodamente a casa. Dolci tradizionali con eventuali tocchi innovativi, a cominciare da golose e inedite farciture, dalla liquirizia allo zafferano, dal cioccolato bianco alla gianduia con uno spettacolare trionfo di colori. Il consumatore di oggi, così come le aziende stesse, sono orientati sul “tradizionale innovativo”. Senza dubbio la Colomba è il dolce pasquale per eccellenza, ma come possiamo innovarlo? La Colomba è un prodotto tipico italiano, diffusosi in Lombardia nel 1930 da parte della Motta, e poi commercializzata in tutta Italia. Secondo la leggenda questo dolce pasquale risale ai tempi dei longobardi, quando nel VI secolo, dopo un assedio, come segno di pace, fu offerto al re longobardo Alboino un pane a forma di colomba. Oggi le colombe possiamo trovarle in tutti i negozi e in tutte le pasticcerie, ma possiamo farla

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Ci sono poi dolci che non fanno parte della tradizione italiana, ma che negli ultimi anni rappresentano, insieme alla pasta di zucchero, bontĂ originali e diverse da ereditare e ripetere in casa.

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anche noi in casa dandole un tocco di originalità nella confezione, oppure possiamo farcirla con una crema a nostro gusto personale o anche decorarla per renderla più bella da presentare, ma soprattutto più golosa da mangiare. Negli ultimi anni è spopolata la moda della pasta da zucchero, un po’ complicata da lavorare, ma una volta presa la mano è possibile ottenere degli ottimi risultati!!! Anche una semplice colomba può diventare un’opera utilizzando questa pasta, magari decorandola con pupazzi a forma di coniglietti, pulcini, fiori, uova e così via. Fondente, al latte o bianco, ciascuno di noi ha il suo uovo di cioccolato preferito. C’è chi lo predilige semplice per gustare al meglio il sapore del buon cioccolato, chi invece lo preferisce decorato per appagare non solo il palato ma anche la vista. Nei supermercati e nelle pasticcerie c’è la varietà di scelta, ma perché non farlo noi? Con gli strumenti giusti ed un po’ di pazienza e manualità, non è poi così difficile. E, per di più potremo anche scegliere la sorpresa che più ci piace! Un consiglio facile e veloce per realizzare “gusci d’uova”? Gonfiare dei semplici palloncini, immergerli nel cioccolato che preferiamo, se si desidera aggiungere nocciole od altri decori a nostro piacimento, lasciare asciugare, sgonfiare il palloncino, ed infine riempirlo con del pan di spagna, del gelato, con delle meringhe o con della semplice frutta fresca.. ed il gioco è fatto!!! Ci sono poi dolci che non fanno parte della tradizione italiana, ma che negli ultimi anni rappresentano, insieme alla pasta di zucchero, bontà originali e diverse da ereditare e ripetere in casa. Stiamo parlando dei cupcakes (letteralmente, in lingua inglese, “torta in tazza”): rappresentano una mini-torta cotta in un pirottino di ceramica, imburrato e infarinato, oppure in uno stampo di carta da forno come quello utilizzato per la preparazione dei muffin. La ricetta originale prevede una glassatura (in pasta di zucchero o crema al burro), una farcitura (crema) e una decorazione. Si può variare dalle più moderne guarnizioni in zucchero colorato come ovetti colorati, pulcini, conigli, o con del cioccolato plastico fino ad arrivare alla più classica ciliegia. Insomma basta un po’ di fantasia e tanta tanta pazienza per realizzare semplici dolci pasquali tradizionali e allo stesso tempo originali!!! Chi ne ha più ne metta…

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Sweet, bio and delicious: Le colombe di Dolcemascolo

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na lunga lievitazione naturale ed un ciclo di lavorazione di 48 ore, ingredienti naturali uniti alla manualità dei maestri pasticceri, rendono la Colomba della Pasticceria Dolcemascolo un dolce unico che non può mancare sulle tavole nel giorno della Pasqua. Nasce così una colomba genuina, dedicata a chi cerca un dolce che esalta le qualità naturali delle materie prime. Qualità significa tempo. Tempo, per trovare gli ingredienti migliori direttamente in loco, come le arance di Sicilia utilizzate per i canditi della Classica Colomba pasquale. La pasticceria è un’arte che matura giorno dopo giorno e nel corso degli anni aiuta a guardare al domani con occhi nuovi, sperimentando continuamente nuove ricette, come la Colomba ai Frutti di Bosco. Garanzia di genuinità e freschezza, gli ingredienti sono tutti da agricoltura Biologica, di provenienza dalla produzione locale di Arpino e selezionati in base ai criteri di qualità. Un’ottima alternativa alla classica è la Colomba artigianale con gocce di cioccolato e cuore di pera Williams. Riconosciuta per la sua bontà e la sua soffice consistenza è un dolce artigianale lavorato totalmente a mano che non lascerà indifferenti i più esigenti estimatori del dolce italiano pasquale. Arte, bontà, qualità e tradizione disponibili in due format: 100 grammi e 500 grammi per soddisfare tutte le esigenze ed i palati più esigenti.

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Garanzia di genuinità e freschezza, gli ingredienti sono tutti da agricoltura Biologica


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Il menù che va oltre la tradizione. Parola d’ordine: VEGETARIANO

di Stefany Barberis

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uanti di voi si trovano in difficoltà ogni anno quando ricorre una festa comandata?Spesso i menù delle feste, specialmente quelli tradizionali, mettono in seria difficoltà chi ha tra gli ospiti della propria tavola amici e parenti vegetariani. Se si parla della Pasqua poi, la scelta del proporre pietanze a base di agnello e/o capretto sembra quasi obbligata. Ecco quindi un menù semplice ma soprattutto adatto al pranzo di pasqua, dove si preservano gli animali e che non ha niente da invidiare al menù tradizionale. Pensando all’antipasto abbiamo deciso di proporre una cheesecake salata con marmellata di cipolle di Tropea, un piatto sicuramente insolito, ma invitante e raffinato. Pensando al primo piatto, abbiamo deciso di proporre gli spaghetti alla crema di ceci eritrea, saporito e speziato. Il merito è della crema di ceci, che dona un gusto unico e puro. A guarnire il tutto le zucchine e il seitan per rendere il piatto completo dal punto di vista nutrizionale. Ed eccoci arrivati al piatto forte, quello che andrà a sostituire la pietanza tradizionale: nidi di patate con uova pochés accompagnato da uno sformatino con salsa al quartirolo. Per il dolce, ovviamente, converrebbe fare una cosa delicata, soprattutto se si è scelto di abbondare con il menù, ecco quindi un dolce delicato e fresco ma che fa parte della tradizione: il bicchierino di pastiera con crema di ricotta e canditi. La maggior parte dei vegetariani afferma di aver rinunciato alla carne perché ritiene che non sia etico uccidere gli animali per cibarsene ecco perché sosteniamo attraverso questo semplice menù la loro idea.

UN MENÙ SEMPLICE, ADATTO AL PRANZO DI PASQUA, DOVE SI PRESERVANO GLI ANIMALI.

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Design

IL MORBIDO

DESIGN Art Nouveau, Jugendstil, Secessione, Modernismo, Liberty

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di Claudia Minna


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on il nome di Art Nouveau si intende un vasto movimento artistico che, tra fine Ottocento ed inizi Novecento, interessò soprattutto l’architettura e le arti applicate. Il fenomeno prese nomi diversi a seconda delle nazioni in cui sorse. In Germania prese il nome di «Jugendstil», in Austria fu denominato «Secessione», in Spagna «Modernismo». In Italia ebbe inizialmente il nome di «Floreale», per assumere poi il nome di «Liberty». L’Art Nouveau nacque dal rifiuto degli stili storici del passato e cercò invece ispirazione nella natura e nelle forme vegetali, creando uno stile nuovo, totalmente originale rispetto a quelli allora in voga. Caratteri distintivi divennero l’accentuato linearismo e l’eleganza decorativa. Nato inizialmente in Belgio, grazie all’architetto Victor Horta, l’Art Nouveau si diffuse presto in tutta Europa divenendo in breve lo stile della nuova borghesia in ascesa. Esso si fondò sul concetto di coerenza stilistica e progettuale tra forma e funzione. Adottando le nuove tecniche di produzione industriale, ed i nuovi materiali quali il ferro, il vetro e il cemento, di fatto l’Art Nouveau giunse per la prima volta alla definizione di una nuova progettualità: quella progettualità che definiamo industrial design. Il problema di dare qualità alla produzione industriale era stato già avvertito dalla cultura precedente. Ma, nel caso dei movimenti di Arts and Crafts inglesi, la risposta data era semplicemente anacronistica: ritornare alla produzione artigianale. L’Art Nouveau diede per la prima volta la risposta giusta al problema della qualità del prodotto industriale. L’estetica dell’Art Nouveau si affidò molto all’uso della linea e degli elementi lineari. Protagonista divenne soprattutto la linea curva definita «a colpo di frusta»: una linea, che dopo una curvatura ampia si torceva in repentini scatti di curvatura più stretta. Le immagini che si ottenevano producevano effetti decorativi molto suggestivi e di grande eleganza, ma che in genere tendevano all’astrazione più pura. Particolari e caratteristiche sono le forme organiche, le linee curve (citate prima), con ornamenti a predilezione vegetale o floreale. Le immagini orientali, soprattutto le stampe giapponesi, con forme altrettanto curvilinee, superfici illustrate, vuoti contrastanti, e l’assoluta piattezza di alcune stampe, furono un’importante fonte di ispirazione. Alcuni tipi di linee e curve divennero dei cliché, poi adoperati dagli artisti di tutto il mondo. Altro fattore di grande importanza è che l’Art Nouveau non rinnegò l’uso dei macchinari come accadde in altri movimenti contemporanei, come quello di Arts & Crafts, ma vennero usati e integrati nella creazione dell’opera. In termini di materiali adoperati la fonte primaria furono certamente il vetro e il ferro battuto, portando ad una vera e propria forma di scultura e architettura. La lavorazione del vetro fu un campo in cui questo stile trovò una libera e grandiosa forma espressiva, per esempio, i lavori di Louis Comfort Tiffany a New York o di Émile Gallé e i fratelli Daum a Nancy in Francia. Quando nell’Art Nouveau comparivano delle immagini, queste risentivano molto del clima simbolista in voga in quegli anni. La stilizzazione delle figure era sempre molto evidente, risolte tutte sul piano della bidimensionalità con l’uso della linea funzionale di contorno. Nel campo pittorico non fu un vero e proprio stile, che rimase utilizzato soprattutto nella grafica o nelle arti applicate. Tuttavia il pittore che più di ogni altro raccolse nel suo stile le indicazioni che derivavano dall’Art Nouveau fu Gustav Klimt.

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HABITUS ANARCHITETTURE PER IL CORPO L'accademia di Belle Arti di Frosinone ad Altaroma Altamoda

Erica Omallini

Giulia Papili

Lin Lin

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ccademia di Belle Arti di Frosinone, corso di Fashion Design, il primo corso statale di fashion in Italia, un corso all’interno del quale il design diventa moda, o meglio, moda intesa come disciplina progettuale. Il vestito che diventa un’architettura per corpi che vivono, lavorano, viaggiano, sognano, amano. Superato il concetto di semplice stilista, oggi il mercato chiede dei Fashion Designer in grado di interpretare al meglio le esigenze ed i bisogni delle persone. Questa figura deve saper cogliere la ricchezza e la complessità del mondo che lo circonda e, sulla base di queste informazioni, tradurre in un racconto la sensazione e lo stile. L’attività del fashion designer non si riduce alla mera creazione degli “abiti”. Progettando e realizzando

Misa Nakamura

Valentina Romaggioli

un abito egli introduce nel mondo circostante un nuovo strumento a disposizione dei consumatori per abbigliare il proprio corpo. E abbigliare il proprio corpo significa trasformarlo, modificarne e qualificarne ogni aspetto della vita quotidiana. Come suggerisce anche il termine, lungi dall’essere solo un pezzo di stoffa, l’abito è soprattutto l’espressione di un habitus, il segno visibile e toccabile di una determinata identità sociale. Infatti il termine “abito” deriva dal latino habitus, che può significare un modo di essere, un comportamento, una disposizione. Lo stilista non produce dunque primariamente oggetti materiali, egli crea delle nuove possibilità nell’ambito vestimentario, ovvero dei possibili vestimentari. Per questo il corso di Fashion Design di Frosinone si differenzia in maniera

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sostanziale con le altre Accademie di moda: sia per la didattica, con uno stretto rapporto che si crea tra docente e studente, e sia per il modo di lavorare sulla metodologia progettuale. Rilevante importanza viene data nella ricerca tattile e nell’innovazione tipologica e funzionale di un capo. La volontà è quella di creare giovani designer in grado di curare un prodotto dall’inizio alla fine del processo creativo, includendo comunicazione, fotografia, illustrazione e prototipazione. Queste le premesse che hanno portato l’Accademia a partecipare ormai da anni ad Altaroma Altamoda. L’edizione di Gennaio è stata la quarta partecipazione consecutiva, un ottimo modo per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro. Inoltre, è un’ottima vetrina di lancio in quanto centro propulsore della haute couture italiana e nuova piattaforma di lancio per i designer emergenti, Altaroma è sinonimo di tradizione e sperimentazione. La Fashion Week capitolina è un luogo d’incontro tra tradizione sartoriale, ricerca e avanguardia, in uno scenario internazionale dove si fondono arte, moda e cultura. In occasione della partecipazione gli studenti del Biennio Specialistico hanno presentano habitus. Anarchitetture per il corpo, il progetto multimediale che conclude il percorso di studi. Il progetto si articola sull’idea di costruire abiti come dimore per il corpo. Attraverso le interazioni con l’ambiente, l’habitat, siamo soggetti che abitiamo il mondo. Un legame stretto che unisce corpi, abiti e luoghi che definiscono la propria identità. Il progetto habitus dà vita ad architetture abitate da corpi liberi di esprimere le proprie individualità. Questo il fil rouge delle cinque collezioni uomo e donna presentati dagli studenti, con il valore aggiunto di essere interamente progettate e realizzate da loro.

Enrico Cocuccioni per Valentina Romaggioli

Erica Omallini: Be.e.come – Lo spirito dell’alveare La collezione di semi-couture prende ispirazione dal mondo simbolico della società delle api e dall’opera di alcuni artisti contemporanei affascinati dalle stesse tematiche. Be.e.come unisce due termini inglesi, dove bee sta per ape e become per diventare. Espressione che implica una sorta di desiderio, la metamorfosi di un essere umano in insetto. La purezza e l’incorruttibilità del miele, nutrimento divino, il suo colore associato al Sole, l’operosità incessante delle api sono evocati da linee geometriche e morbidi drappeggi, sovrapposti per evidenziare il complesso sistema naturale fatto di ordine e caos. Ricami, tagli, ribattiture e decori tessili assumono la forma esagonale usata dalle api per sviluppare i favi. Nei capi troviamo toni tenui di beige, bianco sporco, grigi sfumati e tonalità calde che vanno dalle terre al vinaccia. La seta e il taffetà sono mixati con tele di lino e di cotone consunto, tinte naturalmente con the e caffè per essere date a nuova vita. Misa Nakamura: Abito architettonico Il concept della collezione è stato ispirato dalla vita pulsante delle metropoli. Vuole trasmettere la sensazione di mobilità e di vivacità che vi si respira, l’animazione e il movimento incessante di uomini e mezzi di trasporto, l’emozione

Erica Omallini

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provocata dalla vista delle architetture contemporanee, dall’abitarne gli spazi dinamici e le strutture organiche, dalle forme curvilinee, spezzate, trasparenti, luminose. Gli abiti ne riflettono i colori: il grigio del cemento e dell’acciaio, l’azzurro e il celeste, che richiamano i riflessi del cielo sulle vetrate. La leggerezza delle strutture, forme modulari triangolari, si materializza nella levità dei tessuti, alcuni trattati con la tintura shibori, dando vita a un armonico contrasto tra l’antichità delle proprie origini e la modernità delle forme architettoniche. Lin Lin: S.N.O.W. Il progetto nasce da una riflessione su quanto un’epoca terribile, come quella della seconda guerra mondiale, segnata da eventi così tragici e spaventosi, sia comunque stata vivificata da atti di coraggio, di eroismo, da energie positive che hanno permesso alla popolazione di rialzarsi, trovando nel momento più cupo le risorse spirituali per andare avanti. Valori che devono guidarci anche oggi, nelle innumerevoli piccole battaglie che combattiamo, nelle sfide che ci aspettano quotidianamente. Così S.N.O.W. vuole essere l’acronimo di Show Now Our Way, un invito ai giovani di guardare con positività al futuro e allo stesso tempo richiamare la sensazione di felicità legata alla neve. Il bianco della neve domina la collezione, accompagnandosi all’immagine dei rami spogli e alla magia che li farà rivivere in primavera. Come un nuovo inizio. Giulia Papili: Opposti La collezione uomo e donna nasce dalla volontà di giocare sulle due forme opposte del triangolo e del cerchio, trovando un equilibrio nella loro oscillazione armonica. Bene e male, yin e yang, purezza e trasgressione, bianco e nero. Nella cartella colori predomina questa bipolarità cromatica, passando per i grigi freddi. Sfileranno outfit dai tagli sartoriali studiati per riprendere le forme del cerchio, per i capi donna in bianco, e del triangolo, per i capi maschili. Anche nella scelta dei tessuti si riflette la ricerca di un equilibrio tra le dissonanze: al jersey di maglina e alle trasparenze del crépe de chine per abiti dalle linee semplici, si contrappongono cotoni più compatti e resistenti per le costruzioni più articolate e “architettoniche”. Valentina Romaggioli: The Dark Side of Me La collezione è il risultato di una profonda riflessione sulla donna nella società moderna. Gli abiti dalle linee essenziali, dai tagli asimmetrici, che rispettano le linee del corpo, sono l’esito di una scelta di tessuti e tecniche per la creazione di textile che ricordano l’ossessione per l’aspetto fisico. “Io e il mio doppio allo specchio”, vale a dire il modo in cui il corpo ci appare, come lo viviamo e in che modo lo abitiamo. Si analizza quindi la “dismorfofobia”, la percezione mentale che una persona ha del suo corpo. L’abito è il corpo stesso. Non una seconda pelle.

Giulia Papili

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Ăˆ carne, superficie difettosa, invecchiata, cadente, macchiata. Enfatizzazioni, imperfezioni esagerate, ingigantite, moltiplicate, debordanti. Attraverso il textile si descrive l’imperfetto, il punto debole di un corpo non accettato e di una mente contraffatta. Tessuti che al tatto ricordano la pelle, e tonalitĂ di bianco e beige che ne ricordano le varie pigmentazioni.

Valentina Maggioli

Misa Nakamura

Lin Lin

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Cultura

IL MACA DI FROSINONE INAUGURA

“A POP HISTORY” Evoluzione della pop art dal 1950 ad oggi

Sam Shaw

di Claudia Palombi

dell’uomo come consumatore. Con la Pop Art si considera superato il concetto di arte come espressione dell’interiorità ed istintività. Questi nuovi artisti utilizzano le immagini del cinema e della TV, quindi dei mass-media, elaborandole con le tecniche pittoriche della scultura o pittura. Si chiama “A Pop History” la mostra curata da Graziano Menolascina, si tratta di un viaggio attraverso tutta l’evoluzione della Pop Art Internazionale a partire dagli anni Cinquanta quando il movimento iniziò a sperimentare una nuova visione estetica del mondo. L’esposizione parte dall’assemblage del padre fondatore del movimento Robert Rauschenberg, ma propone anche i “Flowers” di Andy Warhol e i personaggi dei fumetti di Roy Lichtenstein, continuando con i graffiti di Keat Haring, gli studi realizzati da Dennis Oppenheim per macchine del futuro volanti e gli scatti fotografici di Sam Shaw. Inoltre anche una generazione di artisti italiani che si confronta con la Pop Art americana: Alighiero Boetti, Mario Schifano e Bruno Zanichelli. Si continua con il nipponico Yasumasa Morimura con la serie “Self-Portrait - After Marilyn Monroe”, passando per i geometrismi di Nicholas Howei e Peter Halley finendo all’artista riconosciuto come il pittore delle persone Alex Katz. Il percorso continua con le opere pittoriche di David Bowes, Daniele Galliano, Ryan Mendoza e David Salle, la tecnologia delle sculture parlanti di Tony Oursler e al lavoro in cera New Pop di Silvano Tessarollo, per terminare con uno sguardo sulle generazioni ultime con i lavori di Manuele Cerutti e Sabrina Dan, le installazioni

I

di Claudia Palombi

l MACA, il Museo di Arte Contemporanea dell’Accademia di Belle Arti, realizzato esattamente un anno fà nel cuore della città di Frosinone e sede dell’Accademia, ospita per la prima volta una mostra dedicata all’arte contemporanea. Una collaborazione con la De Vellis Trasporti e Community Instagramers di Frosinone per un’occasione unica per coniugare l’utilizzo di un’importante contenitore culturale qual è il MACA. Un’opportunità per il territorio, un modo per far conoscere il mondo della Pop Art. “Pop Art” che è l’abbreviazione di “Popular Art”, arte popolare, dove il termine “popolare” sottintende “di massa”, cioè prodotta in serie, arte che vuol rappresentare l’immaginario collettivo,

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Zen di Yo Akao, le sculture scomponibili di Gabriels e le opere ricavate da codici HTML di Hirotsugu Aisu. L’Accademia, da sempre attiva per la promozione della cultura, vuole confermare il suo interesse per la salvaguardia del proprio Territorio. Rappresenta da sempre un pilastro fondamentale per lo sviluppo delle competenze sociali e intellettuali, grazie anche ad una serie di incontri, “I Giovedì dell’Accademia”. Di grande spessore culturale offrono agli studenti e all’intera cittadinanza la possibilità di conoscere alcuni dei protagonisti della cultura italiana e internazionale. Un modo per approfondire le tematiche del nostro tempo, ed anche per quest’anno le proposte spaziano dalle arti visive alle discipline dello spettacolo, dall’architettura alla politica. Tra marzo e maggio saranno ospiti: Matteo Garrone, Flavio Caroli, Fabrizio Plessi, Riccardo Vannucci, Francesco Rutelli, Fabio Sargentini, Bruno Ceccobelli, Mario Perniola e Micaela Ramazzotti. Attraverso, ricordi ed esperienze ognuno di loro ha proposto e proporrà riflessioni sulla cultura, l’arte e l’attualità. Ancora una volta l’Accademia invita tutti a partecipare a uno dei momenti più importanti dell’attività didattica, un’occasione unica per tutta la città di Frosinone.

FREE SOUTH AFRICA - Keat Haring

Con la Pop Art si considera superato il concetto di arte come espressione dell’interiorità ed istintività. Tony Oursler

After Marylin Monroe - Yasumasa Morimura

GUARDO IL SOLE, SilvanoTessarollo

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L'Intervista

Cosa unisce un cantautore di Roma, Latina e Frosinone? La passione e la voglia di farcela! La Redazione di Chic Style compie un viaggio tramite delle interviste a quell’ultima generazione di cantautori italiani che si è fatta strada attraverso le esibizioni nei locali, ricercando un’etichetta disposta a produrre i propri brani, fatta di tante porte chiuse in faccia. Una generazione che dopo tanta gavetta, tanta fatica, ha ottenuto il loro meritato successo.

GIAN CANE "...in fondo odio e amo allo stesso modo, magari il prossimo sarà un disco pieno di amore."

“Ciao amico Giancane” non sei un cantautore di merda! Odi Emma Marrone, odi i vecchi, odi tutti, chi ami? Ciao!! in realtà è un eterno conflitto tra amore ed odio, odio i vecchi ma lo sono dentro quindi mi odio e mi amo, idem per Emma, non la odio, odio il qualunquismo generazionale che le fanno cantare ma in realtà è una grande professionista, un po’ come Pippo Baudo poi no? Scherzo ma in fondo odio e amo allo stesso modo, magari il prossimo sarà un disco pieno di amore. “Hogan Blu” è un chiaro riferimento a “Blue Suede Shoes” uno dei primi brani di puro rockabilly che incorpora elementi di blues, country e pop allo stesso tempo… e poi “Riderà” è il cerchio Elvis che si chiude? Mi piace molto, in realtà non avevo mai pensato ma questa riflessione e potrebbe essere la più autentica! Ho sempre ascoltato Elvis e tutto ciò che concerne la musica di quell’epoca, Little Tony con “Riderà” (insieme a Mogol) ha scritto uno dei pezzi d’amore più belli del passato, lasciare andare un amore non credo sia una cosa molto semplice e non sapendo parlare dell’argomento ho voluto rendere omaggio ad un grande della musica italiana. L’originalità e la “crudità” non la troviamo solo nei tuoi testi ma anche nelle copertine, che si differenziano per ironia ed originalità dal panorama contemporaneo, da cosa deriva l’idea di servire i tuoi dischi direttamente dal banco frigo? Allora il primo Ep “Carne” era confezionato in una vaschetta della macelleria in polistirolo e portava in sè anche un messaggio alimentare importante, derivava dalla povertà, cioè era completamente autoprodotto e autodistribuito. Quindi, dopo aver finito il disco, ero rimasto senza soldi e la cosa più economica era quella confezione mentre “Una Vita al Top” è un chiaro omaggio alle sottilette, unico cibo che molto spesso rimaneva nel mio frigo durante la composizione del disco ed ho voluto rendere omaggio a ciò che mi ha permesso il nutrimento necessario per andare avanti.

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Musica Ho letto che sei un fan di Vasco Rossi, lo sono anche io, o almeno, lo ero. Gran brutta storia essere un Mito! Bloccati in un eterno non divenire. Immutabili. E, soprattutto, intoccabili, non giudicabili. Quando si arriva ad un punto di non ritorno (artisticamente parlando) conviene mandar tutto a puttane e ritirarsi dalle scene come Guccini o continuare ad insistere sfociando, a volte, nel ridicolo? Sono un grandissimo fan di Vasco dell’epoca. Secondo il mio modestissimo punto di vista, arrivati ad un certo livello e dopo aver composto dei pezzi di storia della musica italiana, forse il ritiro sarebbe stato la scelta più giusta. Però guardando i suoi tour sono pur sempre sold out, quindi un po’ decade la mia misera retrospettiva, io sono convinto che ognuno possa e debba fare ciò che vuole specialmente uno che con componendo delle pietre miliari ha sistemato se stesso e la sua progenie per un bel po’ di tempo. Quali sono i tuoi progetti furturi? Sto lavorando con moltissima calma al nuovo disco, sto studiando un nuovo sound e soprattutto la tecnica per svilupparlo, spero di suonare il più possibile e spero nella pensione. Piu’ o meno questo...Pe il futuro ho pensato che voglio fare uscire due pezzi quest’estate. La prossima settimana vado a vedere un po’ di soluzioni per realizzarli e poi continuerò a suonare tutta l’estate e poi a settembre mi fermo, cercherò di scrivere qualcosina.

STRU EIA

"Un disco non segue le orme dell’altro..."

Sappiamo leggendo le tue precedenti interviste chi è Strueia, ma chi è Andrea? Andrea è quello che lavora e paga le bollette, che fa una vita di merda. Strueia è quello che consola un po’ Andrea, no? Il video della canzone “Il Mondo” è stato realizzato trasformando un tubo di Pringles dal costo di 2.50 € in un caleidoscopio. Si tratta di un’analogia con la tua musica, mille sfaccettature che non si identificano in uno schema prestabilito? Ribadire quindi un concept di “casalinghità homemade”? Si anche, siamo partiti un po’ da quell’idea lì. Ci piaceva che il video mostrasse più facce della stanza e quindi erano anche più facce del significato della canzone. L’idea iniziale era quella di fare un video con tante immagini, poi invece ci è venuta l’idea del caleidoscopio che era più forte come rappresentazione. “ fuori di casa mia io non ho idea di che cosa ci sia” sono versi di “La fine di un idiota”, cosa c’è, musicalmente, fuori Morolo e la provincia di Frosinone? Cosa vuol dire nascere musicista qui e che rapporto hai con la tua terra , Morolo, per l’appunto ? E perché il richiamo a quest’album? Che cosa c’è? Ci sono un sacco di cose interessanti. Specialmente negli ultimi anni si è creata un po’ di più la scena, sono emersi molti più gruppi in confronto a quando ho iniziato, per esempio dieci anni fa. Poi non so che differenza ci sia tra la provincia ed un posto come Roma. Che vuoi sapere come viviamo il fatto di suonare in provincia? E’ difficile perché non posso fare paragoni, perché fuori vado sempre come membro esterno, però sembra che ultimamente stiano emergendo molti più giovani qua. Importanti sono anche le cose che gravitano intorno al VDSS Recording Studio, che è lo studio che è a Morolo, che è anche un’etichetta che si chiama Miacameretta Records. Stanno facendo belle cose,

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soprattutto vedo che adesso i gruppi della zona suonano molto di più in giro, cioè suonano fuori da Frosinone, quindi penso che stia venendo fuori una bella cosa; forse anche grazie ad Internet, che si creano più contatti. Poi non lo so, forse per carattere, un pò come emerge dalla casalinghità, io non la vivo in maniera attiva, mi piace suonare ma non è che partecipo. “From the Appartamento to Eternity” strizza l’occhio a “From here to eternity”; la copertina di “Morolo” a “Nebraska” di Springsteen, si tratta di un elogio come fecero i The Clash con “London Colling” verso Elvis o a cosa è dovuto? No, il primo disco era perché l’avevo registrato tutto a casa e volevo un titolo che ne descrivesse l’ambiente in cui lo stavo registrando. Poi, tutti i titoli più belli come “canzoni dell’appartamento” li aveva presi Morgan e poi in quel periodo stavo ascoltando quel disco, mi piacciono le citazioni un po’ con le dovute distanze come le fa Tarantino, le prende da lontano e le fa sue. La stessa cosa in “Nebraska” di Bruce Springsteen , una cosa che mi faceva un pò ridere che c’era scritto Morolo. Quali sono i tuoi progetti futuri? Il primo disco era concepito all’interno di una stanza, il secondo nella tua città natale, ed il terzo? Sto registrando adesso un disco nuovo, da pochissimo prodotto da Filippo Strang di VDSS Morolo, non so quando uscirà perché abbiamo iniziato da poco e sta prendendo ancora forma. Avevo in mente una specie di trilogia ipotetica perché nel primo disco ero a casa “From the Appartamento to Eternity”, nel secondo uscivo di casa, ero a Morolo, e questo qua in teoria sono uscito fuori, qualcosa del genere, però è iniziato da poco. Un disco non segue le orme dell’altro, è una trilogia ideale, un poco come Claudio Caligari che era partito idealmente da Accattone che non era suo, ma di Pasolini, ed ha continuato con Amore Tossico ed ora con Non essere cattivo.

CAL CUT TA "Per il futuro... cercherò di scrivere qualcosina"

Una domanda che ci siamo posti in tanti. Tu, originario di Latina, perché una canzone dal titolo “Frosinone”, con appunto il chiaro riferimento alla serie A. Latina-Frosinone sono eterni rivali, è ironia, un elogio o non t’importa niente? Basta leggere il testo prima. Analizziamo insieme “ non è lo stesso di tanti anni fa, leggo il giornale e c’è Papa Francesco e il Frosinone in Serie A”, è un sintomo di un cambiamento, una sottile presa a male generale, ma non c’è giudizio, è semplicemente cambiato. È una cosa di nostalgia, non ci sono più i bei tempi, ora è cambiato tutto. Quali sono le condizioni oggi per fare musica? Nel tuo secondo disco, ascoltando una tua intervista abbiamo appreso che sei stato costretto a vendere una batteria in cambio di quattro brani registrati, come stai vivendo il successo di questi ultimi tempi e come è cambiata la tua vita? Si, tanti anni fa. Ora non c’è più bisogno di dare la batteria in cambio di qualcosa, e poi niente, sono molto impegnato. Non ho tempo di pensare a come è cambiata la mia vita. Non ho ancora fatto la divisione che dice prima era così ed ora colà. Però adesso piano piano sento che sto vedendo quella linea, però ancora non ho capito dove sta, cosa divide. Ho letto e scoperto in una tua recente intervista che Buffalo Bill arrivò nella zona pontina con il suo Wild West Show. Fu una vera operazione di marketing, nella quale parteciparono anche Toro Seduto, Geronimo, etc. Anche tu metti in scena sul palco? Io vado sul palco e canto. Non ci penso, penso al massimo a volte: “che bello”. Ascoltavo “scusa non ho voglia di uscire resto a casa col cane”, dalla canzone “Cane appunto”. Chiedo, invece, qual è il tuo rapporto con I cani, cioè con Contessa? Si, è un mio amico, che mi ha aiutato molto a fare questo disco. Mi ha dato soprattutto una spinta a livello sia pratico sia emotivo. Mi ha consolato, mi ha messo lui in area; mi ha consigliato lui di fare un disco in realtà, prima ero un po’ sconclusionato. Odi la domanda “progetti futuri” quindi ti chiedo, cos’hai in mente per il futuro? Per il futuro ho pensato che voglio fare uscire due pezzi quest’estate. La prossima settimana vado a vedere un po’ di soluzioni per realizzarli e poi continuerò a suonare tutta l’estate e poi a settembre mi fermo, cercherò di scrivere qualcosina.

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NUOVO RAV4 HYBRID: IL SUV DAL CUORE IBRIDO, ESPRITO OFF ROAD, È PIÙ VENDUTO DELLA CATEGORIA Il bestseller Toyota è uno dei più amati nel mercato automobilistico. Scoprilo da Gruppo GO Automobili

Ha un’estetica accattivante e grintosa, ha uno stile elegante, è perfetta in ogni situazione ed ha un cuore che rispetta l’ambiente: non sono caratteristiche che descrivono una donna, ma sono le tutte qualità della Toyota Rav4 Hybrid che, da quando ha fatto il suo debutto sul mercato dell’auto a settembre, ha fatto registrare boom di vendite in Italia e, più da vicino, in tutta la provincia di Frosinone. Le auto ibride stanno guidando una vera e propria rivoluzione green sul territorio: segno della nascita di una nuova sensibilità dei cittadini nei confronti dei temi ambientali, ma anche della volontà da parte degli stessi di risparmiare sui costi di gestione dell’auto. La maggiore circolazione di auto ibride rappresenta, infatti, una buona notizia in particolare per la città di Frosinone che, stando ai dati diffusi nel dossier di Legambiente, è la più inquinata d’Italia. Gran parte delle polveri sottili che causano l’inquinamento sono dovute alle emissioni delle auto: l’uso del motore elettrico in città riduce ad un decimo queste fuoriuscite inquinanti, migliorando la qualità dell’aria respirata da tutti. Nel solo mese di gennaio 2016 in ciociaria è stato venduto il triplo delle auto ibride immatricolate nello stesso periodo dell’anno precedente: a fornire i dati è il “Gruppo Go! Automobili” di Frosinone che tra i suoi prestigiosi marchi annovera anche la Toyota, leader mondiale nei dati di vendita ufficiali e primo brand in Italia e nel mondo per la vendita delle auto ibride. La Toyota crede molto in questa tipologia di auto non solo per quanto riguarda le city car, ma anche per i fuoristrada. Per questo, negli anni, ha scelto di unire l’ibrido agli storici cavalli di battaglia del marchio come il Rav4, che dalla sua nascita nel 1984 ha totalizzato 6,5 milioni di unità vendute nel mondo. Il successo del nuovo Suv non si è fatto attendere: la Toyota Rav4 Hybrid era ordinabile da settembre, mentre le prime unità sono state consegnate a gennaio. In pochi mesi è stato subito registrato boom di vendite. Al primo impatto la Rav4 colpisce per l’estetica molto più leggera e dinamica rispetto all’ultima edizione. Frontale aggressivo, moderno, con calandra a freccia, unita ad una mascherina e a fari più sottili regalano leggerezza e personalità in linea con la gamma. Una volta dentro si percepiscono subito volumi più ampi. Il segreto? E’ sotto il cofano, è il cuore ibrido composto da un motore 2.5 a benzina e da un motore elettrico, che complessivamente erogano 197 CV. La trazione integrale è ottenuta senza fare ricorso a ingombranti organi meccanici: è un secondo motore elettrico, posto sull’asse posteriore, a trasmettere il movimento alle ruote posteriori. Le auto ibride hanno molteplici vantaggi, oltre all’indiscusso rispetto per l’ambiente. Grazie alla formula dell’ibrido, che unisce il motore a combustione interna ed il motore elettrico, si ottiene, infatti un notevole risparmio sul consumo di carburante. Chi possiede un’auto ibrida ha inoltre la possibilità di circolare anche in caso di blocco al traffico, parcheggiare sulle strisce blu senza pagare il ticket e l’esenzione del pagamento del bollo per tre anni. Il comfort delle auto ibride è fuori discussione: cambio automatico di serie, i motori non hanno nulla da invidiare a quelli tradizionali e le emissioni sonore sono impercettibili. Il motore a scoppio permette di avere di avere ottime prestazioni sulla distanza e combinato con quelle elettrico garantisce consumi eccezionali, anche e soprattutto nella guida metropolitana. Grandi città come Roma, Milano, Firenze, Napoli e Torino hanno adottato da anni la cultura dell’ibrido con conseguenti vantaggi non solo per chi guida ma per tutta la città e Frosinone è finalmente sulla buona strada.

LE CLIENTI, LE DONNE, I VERI GIOIELLI DI GIANCARLI GIOIELLERIA

“I gioielli sono come la mela di Eva, roba pericolosa. Hanno un significato seduttivo quando la donna li indossa, adornano parti del corpo da mettere in luce. Hanno un significato di legame quando ti vengono lasciati in eredità o quando un uomo te li regala: il famoso «valore affettivo» che, come si usa dire, è quello che conta, al di là del valore reale dell’oggetto.” Scriveva Paul Morand, scrittore e ritenuto uno dei padri dello stile moderno nella letteratura francese. Si è voluto tirare in ballo la scoperta, da parte di Adamo ed Eva, della propria nudità, con il relativo senso di vergogna e il loro frettoloso coprirsi, e quindi la nascita del vestito. Ma, non tutti sanno che l’abito è solo una conseguenza; la prima forma di vestizione del corpo sono stati i gioielli! In principio erano talismani ed amuleti, che poi hanno perso il loro valore e scopo di protezione per acquistare un semplice ruolo decorativo. Decorarsi, abbellirsi, giocare con il proprio corpo e con la propria bellezza, questo è quello che propongono Raffaella e Cinzia Giancarli, proprietarie di Giancarli Gioielleria, con il loro concorso S. Entusiasmante esperienza che ha offerto la possibilità di realizzare il sogno di indossare fantastici gioielli e quello di diventare modella per un giorno a molte donne. Quando si trovano davanti alla macchina fotografica, le donne si trasformano: arrivano timide, ma poi si sciolgono, e allora si divertono moltissimo. Sono le donne vere, le clienti, che, da ormai nove anni dall’inizio del concorso, sono le protagoniste di shooting fotografici realizzati per coccolarle. L’afflusso al concorso è sempre più continuo e proficuo (50 mila visualizzazioni su facebook): donne di tutte le età e di ogni professione, tutte sorridenti e divertite all’idea di diventare protagoniste, anche solo per il tempo di qualche scatto. Molte di loro erano già a conoscenza dei casting, pubblicizzati sulla rivista e sul sito, ma molte si avvicinano spinte solo dalla curiosità, e accettano volentieri di posare davanti all’obiettivo con la sola idea di concedersi un attimo di svago dalla routine quotidiana. Dimenticare le insicurezze e decidere di far valere personalità e intelligenza. Mostrandosi per quello che sono. Un’esperienza affascinante che ha visto “ battersi fino all’ultimo duello” le partecipanti, con la vittoria della bellissima Mariangela De Florio, comproprietaria di Sora Giulia, con un totale di 1,5 mila voti su 1,3 mila, di Maria Rosaria Miretto. Posare e fotografare non è cosa scontata ed immediata. Ogni scatto è frutto di un pensiero, di un ragionamento da parte di entrambi i soggetti che scelgono di essere interattivi e costruttori di quei racconti; al tempo stesso è stato fondamentale nutrirsi anche di spontaneità, divertimento e naturalezza che si è presto palesata sotto forma di energia creativa portando ad un lavoro ben riuscito, grazie anche alla concessione dello studio fotografico dell’agenzia Advok. Un lavoro di squadra ed entusiasmante grazie ad Elena Giancarli per la produzione video, Fabiana Zanotti per gli scatti, Marisa Spaziani per la scelta dei gioielli. Ma il ruolo più importante è stato svolto dalle clienti che si sono messe in gioco e chi ha votato esprimendo il loro “mi piace” . La Gioielleria Giancarli vi aspetta per mostrarvi nella sua elegante esposizione gioielli che potrete acquistare per fare un bel regalo ad un’amica o ad un vostro caro, o semplicemente per voi, per adornare il vostro viso e dare un tocco di classe al vostro look.

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