IA lug/ago 2016

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anno 55 - n. 570 luglio-agosto 2016

INDUSTRIE

Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 MBPA NORD OVEST - n. 07/2016 - IP - ISSN 0019-901X

ALIMENTARI

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INDUSTRIE

ALIMENTARI RUBRICHE 18 Convegni

LUGLIO-AGOSTO 2016 anno 55 n. 570

Il packaging e l’economia circolare (R. Contato)

22 Fiere

Taifex, crescita a due cifre per il salone tailandese dell’alimentazione - A spasso fra profumi e colori Powtech, nuovi record a Norimberga - Vagli con eccitazione diretta della rete vagliante - Sistema di formulazione in linea - Impianti di stoccaggio e dosaggio polveri - Microdosaggio di ingredienti in polvere - Miscelatori orizzontali - Misura di livello radar - Metal detector - Sistemi di filtrazione - Miscelatore a svuotamento rapido - Deviatore multivia - Essiccatore ad armadio sottovuoto - Nuove soluzioni per l’industria di processo - Separatore magnetico ottimizzato

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Macchine accessori

Le etichettatrici PE Labellers vestono Farchioni e Ponti - Componenti per garantire la sicurezza - Elementi di drenaggio per massime prestazioni igieniche - La legislazione rimane indietro rispetto alla tecnologia - Catena portacavi - Sterilizzazione tappi - Confezionamento di caffè in capsule e grani - Sacchetti in carta sigillati con tecnologia VFFS

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Controller con tecnologia avanzata

I vincitori del premio DuPont 2016 per l’innovazione nell’imballaggio - Cosa c’è di nuovo in ambito di bioplastiche - Materiale biodegradabile completamente riciclabile - Etichette in carta antimacchia - Sistema di apertura facilitata per sacchi sottovuoto - Una dichiarazione d’Intenti per promuovere gli imballaggi cellulosici sostenibili

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Prodotti

Crema di formaggio dietetica - Surgelati naturali - Nuova maionese - Burger di pesce - Prosciutto cotto alle erbe aromatiche - Creme spalmabili vegetali - Zuppe fresche per l’estate

Imballaggi confezioni

58 Sicurezza

Lo stile alimentare italiano è vincente nel mondo - Verso alimenti e bevande senza acidi grassi trans

Analisi a raggi X per capire perché i grassi sono così buoni - Nuova linea di grano contro la decolorazione degli alimenti

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3. Le esigenze della riforma del Regolamento CE n. 834/2007 A. Mucciolo - C. Mucciolo V. Giaccone

Analisi controllo

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ARTICOLI

Ricerca applicata

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Mercati e consumi

Bene il settore alimentare nazionale nel 2015 - Germania in testa per i crudisti - Tornano a crescere i consumi di frutta e verdura - Il mercato lattiero-caseario nel Golfo Persico

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Notizie dal mondo

Come aumentare la produzione mondiale di cibo - Imaforni entra nel gruppo GEA - Programma contro il terrorismo alimentare - Il salone mondiale della pesca mette a segno un nuovo successo - Aumento di fatturato e volumi per Orogel - Un’analisi sulla politica della pesca nell’Ue - Gruppo Cameo in crescita nel 2015 - Le caramelle Perugina diventano Fida - Nuova sede ecosostenibile per Endress+Hauser Italia - Crescita a due cifre per le vendite di Bosch nel 2015 L’ombrello di Interpack sulle fiere internazionali del processing & packaging - KHS ancora meglio rispetto all’anno precedente - L’Istituto Italiano imballaggio tra conferme e nuove nomine - La nuova regolamentazione sull’etichettatura nutrizionale in Europa - Un nuovo soggetto fieristico fa ponte fra Colonia e Parma

78 Agenda

FachPack di Norimberga focalizzato sulla sostenibilità - Maggiore attenzione all’internazionalizzazione per IBIE 2016 - Convegno Food Factory per progettare gli alimenti del futuro - Torna a Rimini il salone del senza glutine - All4pack 2016 all’insegna della creatività - Interpack Alliance e Ipack-Ima insieme a Nairobi - ProSweets, sempre insieme ad ISM, diventa annuale - Appuntamenti

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Recensione libri

88 AITA

La pagina del Presidente - Prossime attività - Il controllo di processo in continua evoluzione - Il tecnologo alimentare in azienda: dal controllo materie prime al trasporto del prodotto finito Soci sostenitori

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Indice degli inserzionisti e aziende citate nella parte redazionale

CONTENTS 3. The reform of the requirements of the EC Regulation no. 834/2007 A. Mucciolo - C. Mucciolo V. Giaccone

DEPARTMENTS 18 Conference 22 Exhibition reports (TAIFEX - POWTECH) 36 Machines & equipment 46 Analysis control 48 Packaging 54 Products 58 Safety 60 Applied research 62 Marketing 68 News 78 Diary 84 Books 88 AITA 96 Advertisers’ list & companies’ address


INDUSTRIE

ALIMENTARI Mensile - ISSN 0019-901X

chiriotti editori srl

July-August 2016 Year 55 n. 570

Viale Rimembranza 60 - 10064 Pinerolo - TO - Italia Tel. 0121 393127 - Fax 0121 794480 E-mail: info@chiriottieditori.it

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biologico

A. Mucciolo1 - C. Mucciolo2* - V. Giaccone3

Le esigenze della riforma del Regolamento CE n. 834/2007

Dottore in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali 2 *ASL di Salerno, Dipartimento di Prevenzione Area Sud - Servizio Igiene Alimenti di O. A., Via Nizza 146 - 84124 Salerno - Italia 3 Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute, Università di Padova, Campus di Agripolis Viale dell’Università 16 35020 Legnaro - PD - Italia *email: cl.mucciolo@aslsalerno.it 1

The reform of the requirements of the EC Regulation no . 834/2007

Introduzione

• PAROLE CHIAVE produzioni biologiche, esigenza, riforma normative UE • KEYWORDS organic production, demand, reform of EU regulations

• SOMMARIO

Negli ultimi anni, il mondo delle produzioni biologiche è stato protagonista di una crescita che non accenna ad arrestarsi, confermandosi come una delle poche realtà floride nell’attuale fase congiunturale. È necessario approntare strumenti adeguati di tutela per i consumatori a rappresentare una delle esigenze più concrete alla base della normativa sul metodo di produzione biologico. Risulta indispensabile introdurre una normativa che non ponga ostacoli alla libera circolazione dei prodotti all’interno del mercato interno, ma che al contempo riesca ad assicurare standard omogenei in materia di qualità e sicurezza alimentare da uno Stato membro all’altro. Nella stessa ottica, appare essenziale la predisposizione di regole uniformi in materia di importazione di prodotti biologici da Paesi extra-comunitari, affinché questi ultimi risultino oggetto di controlli speculari rispetto a quelli effettuati nel contesto comunitario. Il regolamento CE n. 834/2007 appare ormai destinato ad essere superato, poiché non più rispondente alle necessità del settore. Abbiamo ritenuto approfondire il nuovo testo normativo che avrà il difficile compito di mediare tra le divergenti opinioni dei singoli Stati membri in merito al futuro del “fenomeno biologico”.

• SUMMARY

In recent years, the world of organic farming has been the protagonist of a growth that is continuing, confirming its position as one of the few thriving realities in the current economic climate. It is necessary to develop appropriate means which safeguard consumers and represent one of the most concrete needs at the base of the legislation on organic production. It is essential to introduce legislation that does not pose obstacles to the free movement of products within the internal market, but which is, at the same time, able to ensure uniform standards in the field of food safety and quality from one Member State to another. In the same vein, it is essential that uniform rules are prepared for imports of organic products from non-EU countries, so that they are subject to mirror controls of those carried out in an EU context. The EC Regulation n. 834/2007 now looks set to be exceeded, since it is no longer responsive to the needs of the sector. It was considered necessary to examine the new regulatory text in depth as it will have the difficult task of mediating between the divergent views of Member States on the future of the “biological phenomenon.”

Nell’ultimo decennio il mercato UE dei prodotti biologici ha quadruplicato la sua estensione; le norme devono essere pertanto aggiornate e adeguate per consentire al settore di svilupparsi ulteriormente e di far fronte alle sfide future. “Il futuro del comparto biologico nell’Unione dipende dalla qualità e dall’integrità dei prodotti venduti con il logo biologico europeo – ha dichiarato Dacian Ciolos, Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale –. La Commissione intende ampliare e migliorare l’agricoltura biologica nell’UE consolidando la fiducia dei consumatori nei prodotti biologici ed eliminando gli ostacoli allo sviluppo di questo tipo di agricoltura. Il nuovo pacchetto di misure risulta favorevole sia per i consumatori che per gli agricoltori. I consumatori

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avranno maggiori garanzie sugli alimenti biologici prodotti e venduti nell’UE e gli agricoltori, i produttori e i dettaglianti avranno accesso a un mercato più ampio sia all’interno che all’esterno dell’ “Unione.” La proposta si concentra su tre obiettivi principali: - mantenere la fiducia dei consumatori, - mantenere la fiducia dei produttori, - facilitare il passaggio degli agricoltori alla produzione biologica. L’intento è di far sì che l’agricoltura biologica resti fedele ai suoi principi e obiettivi, in modo da soddisfare le richieste del pubblico in termini di ambiente e qualità. Viene prevista l’abolizione di 37 dei 135 adempimenti imposti attualmente agli operatori. Viene rafforzato anche il concetto dell’approccio basato sul rischio in materia di controlli. Si dovrebbe così contribuire a dare fiato agli operatori onesti liberandoli, in funzione della loro accertata affidabilità, di una parte di questo onere. La bozza introduce, inoltre, l’efficace novità della certificazione di gruppo, rivolta ai piccoli produttori, con minori oneri e semplificazione di adempimenti. Questa novità potrebbe favorire l’associazionismo in special modo fra i produttori più deboli e lo stesso reingresso nel sistema di tantissimi piccoli operatori che, oberati dalle carte, sono usciti a centinaia dal sistema dalla certificazione. Nella proposta si limita fortemente la possibilità di abbreviare il periodo di conversione e questo può rappresentare un limite in quanto

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mettere a coltura terreni precedentemente abbandonati dovrebbe essere favorito. Infine, con il nuovo regolamento sarà consentito l’utilizzo di loghi nazionali a fianco di quello europeo. Per aiutare agricoltori, produttori e dettaglianti del comparto biologico ad adeguarsi alla proposta di riforma delle politiche e ad affrontare le sfide future, la Commissione ha inoltre approvato un piano d’azione per il futuro della produzione biologica in Europa. Il piano prevede: - una migliore informazione degli agricoltori sulle iniziative in materia di sviluppo rurale e di politica agricola dell’UE a favore dell’agricoltura biologica; - un rafforzamento dei legami tra i progetti di ricerca e innovazione dell’UE e la produzione biologica; - nonché incentivi all’uso di alimenti biologici, ad esempio nelle scuole. La proposta, che sarà ora trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio, si basa sui risultati di un vasto processo di consultazione avviato nel 2012 che prevedeva una serie di audizioni con esperti internazionali e dell’UE in materia di produzione biologica.

Cerchiamo di capire in dettaglio l’esigenza di una nuova regolamentazione A fine marzo 2014 la Commissione Europea ha presentato una proposta legislativa in materia di agricoltura biologica, sottolineando la necessità di elaborare un nuovo Piano di azione in questo specifi-

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co settore del comparto agroalimentare e di riformare il vigente regolamento n. 834/2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Risulta, quindi, di estrema importanza mettere in luce le ragioni che hanno portato la Commissione ad elaborare tale intervento normativo e i vari “step” che hanno preceduto questo momento. Le motivazioni alla base della proposta di riforma si fondano anzitutto sulla necessità di adeguare il quadro normativo europeo rispetto all’incessante sviluppo del “mondo biologico” riscontrato negli ultimi anni. Alla crescita esponenziale della domanda di prodotti biologici non ha corrisposto un congruo sviluppo dell’offerta interna al mercato comunitario, lasciando uno spazio crescente per l’importazione dai Paesi terzi. Le ragioni alla base di tale fenomeno sono certamente frutto di evidenti carenze dell’attuale quadro normativo, reo di ostacolare la crescita dell’intero comparto biologico. Da più fronti sono emerse critiche rispetto ad una normativa eccessivamente complessa e poco chiara per gli stessi operatori biologici e per tutti gli agricoltori intenzionati ad avviarsi alla produzione biologica o desiderosi di convertire al bio le loro colture convenzionali. Allo stesso tempo, sono stati avanzati seri dubbi sull’efficienza e sul rigore del metodo di produzione delineato all’interno del regolamento n. 834/2007, accusato di presentare eccessive possibilità di deroga e, conseguentemente, di minare le aspettative e la fiducia dei consumatori. In tal senso, la definizione di più rigorosi standard di produzione e di procedure più efficienti per il controllo e la certificazione, costituirebbero senza


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dubbio elementi fondamentali per tutelare adeguatamente i consumatori e consentire un effettivo riconoscimento economico dei prodotti biologici. Certamente una Politica finalizzata allo sviluppo del settore biologico non può concentrare i suoi sforzi unicamente sugli squilibri di mercato, essa ha l’ulteriore necessità di salvaguardare l’identità di tale metodo di produzione accentuandone la capacità di differenziarsi all’interno di un sistema agricolo multiforme e di contrastare le pressioni esterne e interne alla “convenzionalizzazione” (1). Il rafforzamento di tutto il sistema attuale delle produzioni biologiche appare necessario in una fase in cui la sostenibilità del settore primario è obiettivo delle politiche ai vari livelli; solo attraverso una normativa in costante evoluzione e al passo con le attuali esigenze di consumatori e produttori si potrebbe dare il giusto grado di credibilità a nuove forme di agricoltura sostenibile. Lo stesso legislatore europeo si è mostrato consapevole del costante incremento delle produzioni biologiche e della parallela necessità di continui adeguamenti normativi. All’atto dell’adozione del regolamento n. 834/2007, il Consiglio Europeo ha individuato una serie di questioni in merito alle quali la Commissione sarebbe stata tenuta a presentare una Relazione al Parlamento europeo e al Consiglio dopo aver analizzato l’esperienza acquisita nel quadro dell’applicazione del su citato regolamento. Nello specifico, l’art. 41 reg. n. 834/2007 prevede che tale Relazione debba essere incentrata sugli aspetti attinenti: - al campo di applicazione e alla

possibilità di prevedere una regolamentazione per la ristorazione collettiva; - al divieto di utilizzo di OGM, al loro impatto sul settore delle produzioni biologiche e all’effettività delle soglie di tolleranze normativamente previste; - al funzionamento del mercato interno e al sistema dei controlli, verificando in particolar modo che le prassi consolidate non diano luogo a concorrenza sleale o possano essere d’ostacolo alla produzione e alla commercializzazione di prodotti biologici. Ai fini della stesura della suddetta Relazione (2), pubblicata l’11 maggio 2012, la Commissione si è avvalsa delle risposte ad un questionario fatto pervenire agli Stati membri e ai soggetti interessati, e distribuito a tutti i membri del gruppo consultivo “agricoltura biologica”. Il quadro delineato all’interno della Relazione offre spunti interessanti in merito allo “stato” del mondo del biologico che è venuto a delinearsi nel triennio 2009 (3)-2011, e, in più, anticipa quelle che saranno le colonne portanti della proposta di riforma avanzata nel marzo 2014. Per quanto riguarda gli aspetti ritenuti rilevanti dall’art. 41 del reg. 834/2007, in merito al campo di applicazione, la Commissione ha anzitutto evidenziato come, al momento della stesura della Relazione, fossero in corso vari lavori sulla vinificazione biologica e sui mangimi biologici (ad oggi divenute oggetto di apposite disposizioni), e come, per altri settori (l’avicoltura e la produzione in serra) si auspicasse una riforma della normativa vigente. Ulteriori spunti, circa un possibile ampliamento del campo di applicazione delle nor-

mativa in materia “bio”, atterrebbero principalmente all’esperienza della ristorazione collettiva e all’eventualità di includere i tessili e i cosmetici. Per quanto riguarda la preparazione di cibi biologici in ristoranti, ospedali, mense e altre imprese di ristorazione, pur essendo un fenomeno in crescente espansione, e oggetto di norme specifiche in alcuni Stati membri, la Commissione ha concluso che non fosse necessario includere gli esercizi di ristorazione collettiva nel regolamento. Per quanto riguarda, invece, l’ambito del settore tessile e dei cosmetici, l’organo europeo ha evidenziato come la normativa vigente vertesse su denominazioni e etichettatura piuttosto che sui metodi di produzione (4). Essa ha ritenuto perciò che valesse la pena esplorare le possibilità offerte dalla legislazione comunitaria per estendere ai tessili e ai cosmetici la protezione dell’uso del termine “biologico”. Relativamente agli organismi geneticamente modificati, dalla Relazione è emerso come gli Stati membri non abbiano constatato rilevanti problemi in sede di supervisione del sistema di controllo relativo al divieto dell’uso di OGM, al contrario è messo in evidenza come gli operatori si siano adoperati assiduamente, anche attraverso iniziative comuni, per mantenere le colture biologiche esenti da ogni presenza accidentale di OGM. Sarebbero solo alcuni gli Stati membri che, nel rispondere al questionario, non hanno nascosto di preferire una soglia specifica per i prodotti frutto della produzione biologica, con un limite di quantificazione oscillante dallo 0,1 allo 0,3%. A prescindere da simili osservazioni, in quasi tutto il contesto agricolo/biologico

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europeo i produttori, sopportando in taluni casi il costo di specifiche azioni preventive, si sono battuti strenuamente per ridurre al minimo l’eventualità di contaminazioni accidentali. In più, in alcuni Stati membri, sono stati messi a punto specifici strumenti di analisi e gestione del rischio, improntati a un approccio sistematico che consentirebbe di determinare in quali casi procedere a campionamenti e ispezioni supplementari. La Commissione ha rilevato come possa essere proficuo monitorare l’evoluzione di tali strumenti al fine di testarne l’attendibilità ed eventualmente proporne l’adozione su scala europea. Per quanto riguarda la possibilità, prevista all’interno del reg. 834/2007, di ottenere eccezioni al divieto di usare prodotti ottenuti da OGM ove sia necessario usare additivi per alimenti o per mangimi e altre sostanze che non siano disponibili sul mercato se non ottenuti da OGM, la Relazione ha sottolineato come, nella realtà non fosse stata ancora concessa alcuna deroga di tal sorta. Nonostante ciò si evidenzia la sussistenza di talune sostanze come le vitamine B2 (riboflavina) e B12 (cobalamina) nonché gli enzimi chimosina (per la caseificazione) e fitasi (per i mangimi) che risulterebbero disponibili solo se ottenute da OGM; ne discenderebbe la necessità di un monitoraggio costante e, se necessario, di opportuni interventi. Per ciò che attiene ai sistemi di controllo, la Commissione si è mostrata alquanto soddisfatta dei risultati ottenuti dall’ampia normativa che si è susseguita in materia nell’ultimo periodo. L’organo europeo ha anzitutto salutato positivamente la previsione dell’obbli-

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go di usare il logo UE (5) su tutti i prodotti biologici ottenuti nell’Unione europea a decorrere dal 1° luglio 2010, individuandolo come fonte di risultati positivi sul mercato interno, specialmente una volta concluso il periodo di transizione previsto (è terminato il 30 giugno 2012). Nella Relazione è sottolineato come l’unico aspetto suscettibile di miglioramenti sia quello delle infrazioni e delle irregolarità. Si potrebbe infatti migliorare lo scambio di informazioni in materia, soprattutto dal punto di vista della tempestività e della completezza delle comunicazioni. Per quanto riguarda il regime delle importazioni, la Commissione si schiera apertamente a favore delle importazioni in regime di equivalenza, a discapito del regime basato sulla conformità, la cui utilità parrebbe addirittura “discutibile”, ritenendo dubbio che il regime di conformità possa offrire un migliore accesso al mercato dell’Unione e maggiori garanzie ai consumatori, di quanto già offra il regime di equivalenza. All’interno della sua Relazione, la Commissione ha espressamente dichiarato che avrebbe portato avanti “l’esame delle domande pendenti ed eventualmente di quelle nuove, allo scopo di promuovere il concetto di equivalenza a livello mondiale” (6), cercando di snellire un procedimento assai laborioso e di apprestare nuove soluzioni rispetto ad una crescente richiesta a livello mondiale. L’analisi elaborata dall’organo europeo si conclude con alcune osservazioni di carattere generale dalle quali è emerso come esso ritenesse prematura l’elaborazione di proposte intese a modificare il regolamento 834/2007, e come risultasse, invece, favorevole ad un dibattito costruttivo intorno al

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regolamento vigente sulla produzione biologica. Vengono quindi individuate le tematiche ritenute essenziali ai fini di tale dibattito: “la semplificazione del quadro legislativo – che non deve peraltro attenuare l’efficacia delle norme vigenti –, la coesistenza, in particolare tra colture transgeniche e biologiche, il miglioramento del sistema di controllo e del regime di equivalenza negli scambi di prodotti biologici”, invitando il Parlamento europeo, il Consiglio e tutti gli altri soggetti interessati, a prenderne parte in maniera attiva e propositiva. Il Consiglio, sulla base delle conclusioni cui era giunta la Commissione, ha successivamente invitato gli Stati membri e la Commissione a sviluppare il settore della produzione biologica sulla scia di una revisione del quadro giuridico vigente che si mostrasse coerente con la riforma della politica agricola comune (PAC). Quest’ultima definisce il quadro generale per lo sviluppo dell’agricoltura nell’Unione per il periodo 2014-2020 attraverso una serie di disposizioni che puntano a conseguire una competitività economicamente redditizia ed improntata sulla gestione sostenibile delle risorse terrestri naturali dell’Unione, entrambi aspetti per il cui perseguimento la produzione biologica è stata identificata come un elemento chiave. In risposta alle sollecitazioni del Consiglio, la Commissione ha avviato un’ampia consultazione online all’inizio del 2013. Coloro che hanno risposto alla consultazione pubblica si sono mostrati principalmente preoccupati da questioni legate all’ambiente e alla qualità. Essi auspicavano il rafforzamento delle norme europee in materia di agricoltura biolo-


biologico

gica e l’uniformità di tali norme per gli agricoltori e gli altri operatori in tutta l’Unione, a partire dall’abrogare le eccezioni al metodo di produzione biologico concesse dal regolamento 834/2007 fino ad arrivare alla speranza di un azzeramento dei residui di prodotti e sostanze il cui uso non è autorizzato nella produzione biologica. La maggior parte dei cittadini e dei soggetti interessati si è mostrato soddisfatto del vigente regime di controllo relativo alla produzione biologica, anche se, da più parti, è stato ritenuto che l’introduzione della certificazione elettronica non potrebbe che costituire una fonte di miglioramento. La Commissione ha quindi individuato tre prospettive di riforma. Pur se diverse in quanto a obiettivi e ad articolazione, le tre opzioni sono state costruite avendo come riferimento alcune questioni assai rilevanti: la semplificazione, l’ambito di applicazione del regolamento, il tema della flessibilità e delle deroghe, la sicurezza dei controlli sulle importazioni. La prima opzione si caratterizza per un apporto limitato e migliorativo dello status quo, senza sconvolgimenti radicali. Essa prediligeva interventi mirati a chiarire l’ambito di applicazione del regolamento, a semplificare le regole in materia di etichettatura, a irrigidire il sistema di controllo e ad abrogare il regime di conformità per le importazioni. Tale opzione, proprio per il suo carattere di intervento “minimo”, non è stata valutata positivamente e non è stata ritenuta in grado di accrescere la fiducia dei consumatori poiché avrebbe mantenuto inalterato il regime delle deroghe, la cui eliminazione era stata richiesta da più fronti.

La seconda opzione concentrava i suoi interventi sull’ambito “mercato”: essa mirava anzitutto a predisporre misure adeguate affinché il settore delle produzioni biologiche rispondesse sollecitamente ai recenti sviluppi della richiesta da parte dei consumatori. Lo strumento utilizzato per realizzare tali condizioni si racchiuderebbe nella flessibilità. Si prevedeva la possibilità di integrare il regolamento 834/2007 con appositi strumenti normativi attinti da diversi Stati membri in grado di assicurare un riscontro positivo sul mercato, il tutto accompagnato dalla previsioni di regole meno stringenti per la produzione. Certamente tale proposta di intervento non avrebbe potuto ottenere un ampio consenso, essa sarebbe risultata deleteria per la qualità del metodo di produzione, vera essenza della produzione biologica, a favore di una produzione più ampia non in grado di risolvere i nodi strutturali del settore. La volontà di riportare la produzione biologica ai suoi principi di base era invece alla base della terza e ultima opzione. Essa si incentrava sulla riduzione dei caratteri di flessibilità, il cui aumento era stato prospettato nella seconda opzione, e sull’eliminazione della possibilità di derogare al sistema normativo. Si mirava al raggiungimento di una piena chiarezza delle disposizioni e di un’abrogazione decisa di quelle previsioni che nel corso degli anni si sono rivelati inefficaci. Ulteriore aspetto essenziale della terza opzione era la volontà di accrescere le garanzie per i consumatori attraverso un regime di importazione più sicuro che avrebbe contribuito alla prevenzione delle frodi, un sistema di controllo più efficiente basato sui rischi e norme

armonizzate che tenessero conto del sistema di gestione ambientale e del benessere degli animali. La terza opzione è quella che ha ottenuto il margine di consenso più ampio nel contesto europeo ed è quella sposata dalla Commissione ai fini della predisposizione di un nuovo regolamento europeo in materia di produzioni biologiche, chiamato a sostituire il regolamento n. 834/2007. Il contenuto della proposta di riforma avanzato dalla Commissione La proposta di regolamento in materia di produzione biologica e di etichettatura dei prodotti biologici, diretta ad abrogare e sostituire il vigente regolamento CE n. 834/2007, è stata avanzata dalla Commissione Europea il 24 Marzo 2014. Essa si sostanzia in una attenta definizione della produzione biologica, che spazia dall’enucleazione di obiettivi e principi generali a specifiche norme di dettaglio in materia di produzione, queste ultime accorpate nell’unico Allegato al regolamento. Nel paragrafo precedente si è brevemente accennato ai punti salienti propri dell’opzione sposata dalla Commissione ai fini della riforma, si provvede ora ad un’analisi dei punti salienti e degli aspetti di novità rintracciabili nell’articolato di questa recente proposta. Dal punto di vista delle norme di produzione spicca una chiara volontà di rafforzamento ed armonizzazione rispetto alla disciplina previgente, grazie alla soppressione delle eccezioni. Si mira infatti a limitare le possibilità di deroga al solo caso in cui occorrano misure temporanee a sostegno

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del proseguimento o del ripristino della produzione biologica in seguito a circostanze calamitose. Così facendo la Commissione ha mostrato la volontà di provvedere concretamente alla critiche avanzate da più fronti rispetto alla recente tendenza di autorizzare numerose possibilità di deroga al fine di apprestare rimedio ad eventuali limitazioni derivanti da fattori climatici, geografici e strutturali (art. 22 del reg. 834/2007). Se queste rappresentano una modalità per ovviare ad alcuni vincoli allo sviluppo dell’agricoltura biologica, d’altro canto contribuiscono a minare la fiducia del consumatore e le garanzie di rispetto di un apposito metodo di produzione apprezzato proprio per la sua rigidità e trasparenza. Inoltre è stato evidenziato come il costante controllo dei casi di deroga, affinché non si trascendesse rispetto alle concessioni autorizzate da Consiglio e Stati membri, abbia rappresentato un onere amministrativo considerevole sia per le amministrazioni nazionali che per gli operatori. Probabilmente il legislatore europeo, all’interno delle proposte di riforma in materia di produzione, avrebbe potuto riservare qualche attenzione in più al rilevante aspetto della rinnovabilità delle risorse, tema di stretta attualità e di grande interesse per l’opinione pubblica. Se nella parte relativa ai principi si stabilisce che l’agricoltura biologica debba ridurre al minimo l’impiego di risorse non rinnovabili (art. 5), in quella specificamente attinente alla produzione, non viene normato l’uso dell’acqua irrigua né sono date indicazioni per l’impiego di fonti alternative di energia. In più, la concezione di sostenibilità del processo produttivo sembra limitarsi ad interessare la prima fase di produzione, non essendo preso

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in considerazione il ciclo dei rifiuti (regolando ad esempio l’uso del materiale da imballaggio). Sempre nell’ottica di rinsaldare la fiducia dei consumatori verso le produzioni biologiche, nel testo di riforma figura un orientamento assai più rigido in materia di produzione animale, in particolar modo per ciò attiene al profilo dell’alimentazioni degli animali allevati. La previsione di alimentare gli animali con mangimi di origine biologica, già presente nel reg.834/2007, viene ribadita con caratteri ancora più stringenti nella proposta di riforma. Inoltre, sulla scia dell’abrogazione delle varie deroghe che erano state concesse nel corso degli anni rispetto alle norme di produzione, non sussisterà più una deroga diffusa che autorizzava l’utilizzo di mangimi proteici non biologici nell’alimentazione dei granivori (art.43 del reg. n. 889/08) nella misura del 5%. L’insieme delle nuove disposizioni in materia di produzione senza dubbio contribuisce all’armonizzazione normativa, incrementa le garanzie dei consumatori e gli standard di qualità dei prodotti biologici, fortifica l’identità di questo specifico metodo di produzione; è altresì necessario, però, evidenziare gli effetti negativi conseguenti ad un simile irrigidimento normativo. L’eliminazione delle deroghe sull’approvvigionamento locale dei mangimi vanno necessariamente collegate con le difficoltà per gli operatori nel reperire sementi e mangimi biologici e con la carenza di tecniche preventive e di cura per numerose patologie animali e vegetali. Da ciò discende come in alcune circostanze, la previsione di standard più stringenti in materia di produzione, possa costituire una barriera tecnica e

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un costo finanziario considerevole per le imprese, laddove il comparto dei mezzi tecnici biologici sia poco sviluppato. Per quanto riguarda la “conversione” delle produzioni convenzionali al metodo biologico, la proposta di riforma, al pari di quanto già previsto dal reg. n. 834/2007 (7), esordisce stabilendo il principio che le aziende agricole biologiche e quelle che producono alghe marine o animali da acquacoltura (queste ultime non erano espressamente menzionate nella disciplina del regolamento 834/2007), debbano essere interamente gestite in conformità delle previsioni per la produzione. Dopo questo “incipit” comune alla disciplina vigente, la proposta di regolamento introduce una rilevante novità disponendo che “nessun periodo precedente può essere riconosciuto retroattivamente come facente parte del periodo di conversione” (art. 8 par. 3). Tale disposizione si pone quindi in antitesi con quanto previsto dal reg.834/2007, il quale espressamente prevede che “al fine di determinare il periodo di conversione summenzionato, si può tenere conto di un periodo immediatamente precedente la data d’inizio del periodo di conversione…” (art.17 par.1 lett.e). Tra gli obiettivi della proposta vi è, inoltre, il miglioramento e l’armonizzazione del sistema di controllo al fine di rafforzare la fiducia dei consumatori, in particolar modo per quanto riguarda le importazioni dai Paesi extra UE e, al tempo stesso, rendere più equa la concorrenza nel mercato agroalimentare. L’attendibilità dei controlli verrebbe accresciuta accogliendo l’approccio basato sul


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rischio a discapito dell’obbligo di verifica annuale della conformità di tutti gli operatori, prevista attualmente dal regolamento (CE) n. 834/2007. Il principio del rischio, da anni colonna portante del sistema di igiene alimentare, ha ampiamente dimostrato di essere in grado di garantire adeguati riscontri in materia di food safety. Ciò consentirebbe di orientare i controlli e renderli più mirati in modo tale che gli operatori con un basso profilo di rischio possano essere sottoposti a ispezioni materiali meno frequenti (a intervalli superiori a un anno) e/o meno esaustive, mentre gli operatori a rischio più elevato siano sottoposti a controlli costanti. Questo approccio, le cui tracce compaiono numerose nel testo del nuovo Regolamento (8), consentirebbe di rendere più equilibrata la pressione esercitata sugli operatori in materia di controlli, con costi minori per coloro che presentano antecedenti convincenti in materia di rispetto del metodo di produzione e un impiego più corretto ed efficiente delle risorse da parte delle autorità competenti, delle autorità di controllo e degli organismi di controllo. Dal punto di vista della struttura normativa, si prevede la possibilità di procedere ad una semplificazione e armonizzazione dell’articolato vigente, tramite l’integrazione di tutte le disposizioni legate al controllo in un testo legislativo unico. La proposta di riforma introduce un aspetto di novità nell’ambito dei controlli prevedendo uno specifico controllo per una nuova figura di operatori che non gode di tutela normativa nel reg. 834/2007, quella del “gruppo di operatori”. Questi ultimi vengono definiti nell’art. 3 par. 7 come

“un gruppo nell’ambito del quale ciascun operatore è un agricoltore la cui azienda comprende al massimo 5 ettari di superficie agricola utilizzata e le cui attività possono includere, oltre alla produzione di alimenti o mangimi, la trasformazione di alimenti o mangimi”. Per i piccoli agricoltori dell’Unione si propone di introdurre un sistema di certificazione di gruppo al fine di ridurre i costi di ispezione e di certificazione e gli oneri amministrativi connessi, oltre a rafforzare le reti locali. L’art. 26 del testo di riforma prevede infatti la possibilità che ogni gruppo di operatori stabilisca un sistema di controlli interni, le cui eventuali carenze, possono comportare la revoca della certificazione biologica per l’intero gruppo. Infine, sono introdotte disposizioni specifiche mirate a porre rimedio al pericolo di frodi all’interno della filiera del biologico ed evitare che si ripropongano ulteriori scandali. Fra tali disposizioni spicca la previsione che gli operatori non possano essere controllati da autorità o organismi di controllo diversi per gli stessi gruppi di prodotti nei diversi stadi della filiera biologica. Considerando che negli ultimi tempi si è costituito un rapporto direttamente proporzionale tra lo sviluppo del mercato biologico e l’aumento delle importazioni, la proposta di riforma non avrebbe potuto non considerare un aspetto talmente rilevante. Sulla base di quanto disposto dal regolamento 834/2007 e dal successivo regolamento attuativo n. 1235/2008, in materia di importazione all’interno del mercato UE si prevedono tre possibilità: - “conformità” del prodotto importato con la legislazione dell’UE sulla produzione biologica;

- “equivalenza” delle norme di produzione e dei sistemi di controllo applicati nel paese esportatore con quelli vigenti nell’UE; - oppure tramite un’apposita autorizzazione concessa dalle autorità degli Stati membri per ogni singola spedizione e per un tempo limitato. Nel corso degli anni la prassi ha fornito indicazioni assai utili circa pregi e difetti della struttura normativa vigente in materia di importazioni, ed ha contribuito all’individuazione dei possibili miglioramenti attuabili in sede di riforma. Innanzitutto ci si è resi conto della difficoltà di attuare un efficiente sistema di importazioni “per conformità”, non è un caso infatti che la Commissione abbia costantemente procrastinato la redazione di un elenco delle autorità e degli organismi di controllo riconosciuti ai fini della conformità. Allo stesso tempo, la stessa Commissione non ha esitato a manifestare apertamente il suo favore per il regime di importazione “in equivalenza” dichiarando: “Alla luce dell’esperienza finora acquisita, sembra dubbio che il regime di conformità possa offrire un migliore accesso al mercato dell’Unione e maggiori vantaggi ai partner commerciali dell’UE, di quanto già offra il regime di equivalenza. Non recherà neanche sostanziali benefici ai consumatori riguardo ai rispettivi prodotti biologici importati, che non sono distinguibili sul mercato. Per di più, il regime comporterà un onere amministrativo supplementare paragonabile a quello del regime di equivalenza, senza apportare ulteriori vantaggi” (9). Parallelamente ai dubbi manifestati dalla Commissione è necessario evidenziare le crescenti aspettative in materia di qualità e, ancor più,

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di sicurezza, dei prodotti importati manifestate a più riprese dai consumatori. Nel regime di conformità, l’operatore extra-UE deve ottemperare ad ogni singola prescrizione della legislazione comunitaria, comprese tutte le norme attuative in materia di produzione e di etichettatura; in più, contrariamente al regime di equivalenza, le norme applicate devono essere identiche, e non semplicemente equivalenti, a quelle vigenti nell’UE. Da tali considerazioni discende quasi automatico concludere che il regime di conformità si dimostri più adatto, rispetto a quello di equivalenza, nell’offrire standard elevati di sicurezza e qualità dei prodotti importati all’interno del mercato comunitario. Alla medesima conclusione è giunta anche la Commissione Europea, la quale, mutando l’orientamento enunciato nella Relazione del 2012, all’interno del testo di riforma, intraprende decisa la strada del passaggio dall’equivalenza alla conformità per le importazioni. Nei considerando anteposti al nuovo regolamento, la Commissione rileva la sussistenza di una disarmonia tra le norme applicate dalle autorità e dagli organismi di controllo riconosciuti come competenti ad eseguire i controlli e a rilasciare gli appositi certificati nei paesi terzi ai fini dell’importazione in regime di equivalenza. Tale situazione inevitabilmente comporta una difficoltà nel considerare tali norme come equivalenti a quelle vigenti nell’Unione, e in più rappresenta un serio ostacolo ad un’adeguata supervisione da parte della Commissione; “…il regime di riconoscimento dell’equivalenza dovrebbe essere pertanto abolito” (10). Tale rigida posizione viene però mitigata attraverso altre

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considerazioni che ugualmente figurano nei “considerando” del nuovo regolamento. Si ritiene infatti opportuno preservare la possibilità di importare prodotti biologici “da paesi terzi i cui sistemi di produzione biologica e di controllo sono stati riconosciuti equivalenti a quelli dell’Unione” (considerando n. 65). Tuttavia, ai fini del riconoscimento dell’equivalenza dei Paesi terzi, si ritiene indispensabile la sussistenza di un accordo internazionale tra l’Unione e tali Paesi che preveda altresì un riconoscimento reciproco dell’equivalenza per l’Unione (11). La Commissione si mostra consapevole della difficoltà di garantire in tempi brevi un’abolizione totale del sistema di importazioni “per equivalenza”, da ciò discende la possibilità per i Paesi terzi riconosciuti ai fini dell’equivalenza a norma del regolamento (CE) n. 834/2007 (12), di continuare ad essere riconosciuti come tali per un periodo di tempo limitato, necessario per garantire un’agevole transizione verso il regime di conformità. Quest’ultima previsione va accompagnata con quanto previsto all’articolo 31 del testo di riforma, il quale dispone che il riconoscimento dei Paesi terzi equivalenti terminerà entro 5 anni dalla data di applicazione del nuovo regolamento. Allo stesso epilogo del sistema delle importazioni sotto regime di conformità, sembrerebbero essere destinate le importazioni effettuate tramite apposita autorizzazione rilasciata dai singoli Stati membri. Il regime delle autorizzazioni d’importazione è stato istituito, solo in via transitoria, dal regolamento n. 2083/92 del Consiglio. Da allora, la possibilità di concedere autorizzazioni d’importazione è stata prorogata diverse volte fino a

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quando, il regolamento di esecuzione n. 1267/2011, ha previsto che a decorrere dal 1° luglio 2014 gli Stati membri non avrebbero più potuto concedere tali autorizzazioni. È stato infatti rilevato come fosse quasi impossibile, per le autorità nazionali competenti al rilascio delle suddette autorizzazioni, garantire criteri uniformi da uno Stato all’altro, con conseguenze rilevanti sia per gli standard di qualità e sicurezza dei prodotti importati, sia per la tutela della corretta concorrenza nel mercato agroalimentare. La Commissione, nella sua proposta di riforma, si mostra consapevole di tali possibili criticità e rileva come si miri a provvedere al graduale smantellamento del regime di autorizzazione all’importazione. Un ulteriore aspetto di problematicità rilevato in tema di importazioni nel corso degli anni, sta nel fatto che, sulla base del regolamento 834/2007, i controlli non operano riguardo le prime fasi della catena di produzione. Tale procedura evidentemente non permette di individuare la tracciabilità completa del prodotto importato perché reca menzione solo dell’esportatore e dell’ultimo trasformatore nel Paese d’origine. La Commissione, conscia dell’enorme peso ricoperto dalla tracciabilità in tema di sicurezza alimentare, ha previsto espressamente che l’immissione sul mercato comunitario di qualsiasi prodotto biologico importato sia subordinata alla disponibilità delle informazioni necessarie a garantire la tracciabilità del prodotto lungo tutta la catena alimentare. L’articolo 45 del testo di riforma prevede l’entrata in vigore del nuo-


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vo regolamento a decorrere dal 1° luglio 2017. Al fine di temperare gli effetti della riforma si richiede una certa gradualità nell’applicazione e, quindi, si prevede la possibilità che i prodotti ottenuti in conformità al regolamento n. 834/2007, e immessi sul mercato prima del 1º luglio 2017, possano continuare a essere commercializzati dopo tale data fino all’esaurimento delle scorte. La proposta di riforma del regolamento 834/2007 è stata diffusa insieme al “Piano d’azione per il futuro della produzione biologica nell’Unione europea”, documento volto a facilitare la penetrazione delle novità alla base del nuovo testo normativo. Gli organi europei hanno ritenuto che un nuovo Piano d’azione fosse necessario per sostenere la crescita del settore dell’agricoltura biologica e per affrontare le sfide poste dalla crescente domanda dei consumatori. Pertanto risulta essenziale predisporre strumenti in grado di garantire il valore aggiunto del metodo biologico in tema di produzione e rinsaldare la credibilità dell’intero sistema. Il Piano d’azione si concentra su tre settori prioritari: - Competitività dei produttori biologici europei; - Consolidamento della fiducia dei consumatori nelle norme europee sul biologico; - Rafforzamento della dimensione esterna della produzione biologica dell’UE. Nel Piano d’azione la Commissione delinea 18 azioni, tra esse spiccano: - L’aumento dello scambio di informazioni e di sinergie nelle politiche

dell’Unione, come nel caso della PAC, dello sviluppo rurale, delle quote latte e del dibattito sul consumo dei frutti nelle scuole; - L’incremento di attenzione nei confronti del logo UE e delle norme sul biologico attraverso campagne di informazione e di pubblicità; - Il rafforzamento della ricerca e dell’innovazione in materia di produzioni biologiche; - Lo sviluppo della certificazione elettronica al fine di garantire una maggiore tracciabilità dei prodotti biologici; - Il miglioramento del coordinamento tra le autorità di accreditamento e quelle di controllo, al fine di rendere il sistema dei controlli più efficace; - L’apertura di un dibattito per concludere un accordo di partenariato tra i maggiori produttori biologici a livello mondiale. Il dibattito sulla nuova disciplina nel contesto italiano ed europeo Successivamente alla proposta di riforma del vigente regolamento 834/2007, avanzata dalla Commissione nel marzo 2014, si è aperto un vivace dibattito tra gli Stati membri al fine di raggiungere un accordo sui punti focali della nuova disciplina sulle produzione biologiche. L’esame tecnico della proposta di riforma è stato avviato dal Consiglio Europeo, iniziando sotto la Presidenza greca e continuando sotto la Presidenza italiana. Quest’ultima ha dato avvio ad una serie di consultazioni, tramite questionario, con l’intento di ricavare un quadro generale delle reazioni suscitate, in seno ai vari Stati

membri, dal testo proposto dalla Commissione. Si mirava ad una valutazione dei contenuti di merito di questa proposta e ad un’analisi di quali fossero le maggiori preoccupazioni per i Ministri europei. Un buon numero di delegazioni ha accolto favorevolmente l’intenzione della Commissione di elevare gli standard di qualità degli alimenti biologici, di armonizzarne la legislazione e di impostare regole più rigide per rafforzare l’intero settore. Di parere opposto si sono mostrate le delegazioni dei Paesi nord-europei, questi ultimi, infatti, hanno espresso una serie di perplessità circa l’introduzione di una normativa più restrittiva rispetto a quella vigente, evidenziando come una tale scelta potrebbe rilevarsi controproducente e influenzare negativamente l’auspicata crescita del settore della produzione biologica. La Presidenza italiana, desiderosa di ottenere un accordo comune sui principali elementi di riforma in sede di Consiglio “Agricoltura e pesca” del 15 dicembre 2014, ha evidenziato come fosse necessario raggiungere un punto di equilibrio tra la velleità di garantire una crescita sostenibile del settore, le crescenti aspettative di qualità e sicurezza avanzate dai consumatori e le esigenze delle imprese agricole biologiche. Sulla scia di tale consapevolezza, e sulla base di quanto ricavato dai vari dibattiti in sede europea, la Presidenza italiana ha concentrato i propri sforzi nella definizione degli elementi di base di un compromesso e, pertanto, ha ritenuto opportuno introdurre alcune modifiche alla proposta avanzata dalla Commissione. In merito al sistema di controllo, assecondando i dubbi espressi da

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molte delegazioni circa la previsione di estendere i controlli all’intera filiera, la Presidenza ha proposto di escludere i dettaglianti che vendono solo prodotti alimentari confezionati per il consumatore finale. In più è stata sottoposta a critica la scelta della Commissione di non includere nel testo di riforma alcuna norma specifica in materia di controlli, dal momento che queste sono state incluse nel regolamento che disciplina in modo orizzontale i controlli sugli alimenti. La Presidenza ha ritenuto che tale assenza di norme di dettaglio nella proposta biologica avrebbe potuto condurre ad un deficit di trasparenza sia per gli operatori che per i consumatori. In merito all’introduzione della certificazione di gruppo, questa novità è stata apprezzata da molte delegazioni. L’approccio basato sul rischio rafforzato, ulteriore aspetto innovativo avanzato dalla Commissione, ha raccolto invece pareri disomogenei. È stata, inoltre, sottolineata la necessità di reintrodurre la visita annuale di controllo obbligatoria in quanto elemento distintivo del sistema di controllo biologico ampiamente conosciuto dai consumatori; il consueto controllo annuale comunque non precluderebbe visite aggiuntive nell’ottica del principio del rischio. Per quanto riguarda i dubbi espressi circa la possibilità se mantenere o meno le aziende miste che praticano nella stessa unità produttiva sia il metodo biologico che quello convenzionale, seppure in unità separate, la maggior parte degli Stati membri si è mostrata favorevole al loro mantenimento. Si vuole in tal modo contrastare la scelta di convertire l’intera azienda al solo metodo biologico, proposta

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dalla Commissione in sede di riforma, poiché ritenuta suscettibile di comportare un massiccio abbandono dell’agricoltura biologica da parte degli operatori in azienda mista. Per quanto concerne il periodo di conversione, molte delegazioni si sono mostrate perplesse dinanzi alla proposta della Commissione di eliminare il riconoscimento retroattivo della conversione, legittimato, invece, dal regolamento 834/2007. Senza dubbio la Commissione, nel prevedere una simile ipotesi, era animata dal giusto obiettivo di porre fine alla mancanza di trasparenza e di eliminare qualsiasi eventualità di concorrenza sleale tra gli operatori. Tuttavia, si è ritenuto che un simile irrigidimento avrebbe potuto comportare un impatto negativo nell’ambito delle produzioni biologiche. Per questo motivo la Presidenza italiana ha proposto di introdurre la possibilità di ridurre il periodo di conversione in circostanze particolari mediante appositi atti delegati. Circa la proposta della Commissione di eliminare gran parte delle deroghe previste dall’attuale legislazione, tema centrale nel testo di riforma della disciplina vigente, molti Stati membri, dopo un’iniziale apertura favorevole quasi unanime, hanno espresso una decisa opposizione. La Presidenza italiana, nell’intento di mediare fra i contrapposti interessi in gioco, si è resa conto dell’impossibilità di accogliere in toto le resistenze dei diversi Stati membri ed ha optato, nella redazione del testo di compromesso, per la previsione di un lasso di tempo maggiore, rispetto a quello previsto dalla Commissione (13), con l’intento di consentire al settore delle produzioni biologiche di compiere ulteriori passi avanti nel reperire sul mercato alternative valide rispetto all’uso

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di componenti non biologiche. L’utilizzo di queste ultime, stando alla situazione attuale, risulta quasi indispensabile in alcune realtà, all’interno delle quali, il mondo del biologico continua a rivestire un ruolo modesto. Risulta dunque necessario attendere un deciso sviluppo del mercato per far sì che non si ricorra più alle deroghe concesse dal regolamento 834/2007. Nell’ottica di garantire standard più elevati di sicurezza per i consumatori di prodotti biologici, le delegazioni europee si sono mostrate concordi nel prevedere la necessità di introdurre discipline più stringenti rispetto a quanto previsto all’art. 20 (rubricato “Presenza di prodotti o sostanze non autorizzati”) del testo di riforma avanzato dalla Commissione. Rispetto alla previsione di una soglia di contaminazione su alimenti bio per le sostanze non consentite, quali ad esempio i fitofarmaci, la Presidenza intende limitarne il più possibile l’applicazione e fissare un limite chiaro, inferiore ai limiti massimi di residui (LMR) applicati per i prodotti convenzionali nella normativa vigente. Sempre nell’ambito delle tutela del consumatore si prevede l’introduzione di regole più chiare per l’utilizzo del logo UE per il biologico, tra queste spicca la previsione del divieto di utilizzo del logo per i prodotti con un tasso di ingredienti biologici inferiore al 95%. In materia di importazioni il testo di compromesso italiano reintroduce il principio di equivalenza, in luogo di quello di conformità previsto dalla proposta della Commissione. Circa il dibattito sul testo di riforma delle produzioni biologiche avanzato in sede europea, e circa l’importante ruolo di mediazione svolto dalla Presidenza italiana,


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si è espressa anche la Coldiretti. Quest’ultima, in occasione della riunione convocata dal Ministero delle Politiche Agricole sul testo oggetto di compromesso, ha criticato quanto fatto dalla Presidenza italiana, evidenziando come la costante ricerca del compromesso si fosse tradotta in un complessivo snaturamento degli obiettivi condivisibili posti dalla proposta iniziale della Commissione. Non può infatti essere messo in dubbio come nel testo di riforma avanzato nel Marzo 2014 fossero riportate le giuste misure d’intervento, divenute necessarie dopo vent’ anni di disciplina del metodo di produzione biologico. La Coldiretti ha ritenuto, in particolar modo, non suscettibile di compromesso la previsione di norme di produzione più restrittive. Queste ultime risulterebbero fondamentali per innalzare gli standard di qualità e sicurezza degli alimenti biologici, soddisfacendo così quanto richiesto da tutti quei consumatori che, mossi da tali esigenze, sposano la scelta del biologico. Si starebbe, quindi, di fatto subendo la posizione dei paesi nord Europei che pretendono la costituzione di un sistema di norme il più possibile flessibile attraverso la conservazione delle aziende miste e delle deroghe in materia di sementi e zootecnia. Coldiretti, inoltre, non ha esitato ad evidenziare la contraddizione di Paesi quali Germania, Danimarca, Norvegia, Svezia e Olanda che nell’ultimo periodo hanno reso più complessi i traffici degli esportatori italiani di alimenti bio contestando al nostro Paese un eccessivo ricorso alle sementi convenzionali e di avvalersi in modo esteso della relativa deroga, quando, nei fatti, sono proprio loro quei Paesi che si mostrano restii all’abolizione del sistema delle

deroghe proposta dalla Commissione. In sostanza, sarebbero proprio i Paesi con le più alte percentuali di consumatori fedeli ai prodotti biologici a premere per un sistema normativo che risulti inosservante di alcuni principi fondamentali del metodo di produzione. In più non si comprende il perché l’Olanda, che nelle sue disposizioni nazionali ha abolito il ricorso all’uso della deroga per alcune varietà di sementi, si opponga a che nella proposta di regolamento si proceda in modo analogo a quanto è stato disposto nel suo territorio. Coldiretti ha invece condiviso la proposta di introdurre una serie di emendamenti volti ad ottenere una riduzione significativa degli atti delegati che compaiono nel testo di riforma della Commissione e si è mostrata favorevole alla possibilità di ricorrere a “giovanili” non biologici nel settore dell’acquacoltura biologica, poiché si tratta di un ambito di produzione ancora agli albori e che giustificherebbe tale deroga. Allo stesso modo è stata accolta favorevolmente la decisione presa dagli Stati membri di escludere le colture biologiche dall’obbligo di messa in atto di un sistema di gestione ambientale, in quanto tale scelta comporterebbe l’imposizione alle imprese biologiche di una previsione indirizzata al sistema industriale, in più si tratterebbe di un onere ambientale aggiuntivo rispetto ad una serie di adempimenti del medesimo carattere che sono già inclusi nel metodo di produzione biologico. Coldiretti, sulla scia delle suddette osservazioni, ha concluso il suo intervento rilevando come una riforma della legislazione sull’agricoltura biologica che non vada ad accogliere l’impostazione inizialmente presentata dalla Commissione, e che quindi si rifiuti di garantire una filiera agroalimentare ancor più osservante del metodo biologico

(rispetto alla normativa vigente), sia un’operazione priva di senso. Non si capisce il perché nell’agricoltura convenzionale siano stati trasfusi ingenti sforzi al fine di garantire metodi di produzione a basso impatto ambientale, aspetto centrale della politica agroalimentare degli ultimi anni, mentre, per ciò che attiene alle produzioni biologiche, si debba continuare a far riferimento a norme di produzione ormai sature e non in linea con il lampante sviluppo recente dell’intero settore e con le richieste dei consumatori di acquistare prodotti al 100% biologici. Da quanto osservato, discende come trovare un punto d’incontro in materia di riforma della normativa sulle produzione biologiche appaia assai complesso. Nessuna notizia positiva in merito è emersa dal consiglio Agricoltura tenutosi a Bruxelles il 16 marzo 2015, nonostante fosse in programma un’apposita discussione propedeutica a compiere dei passi avanti per un futuro accordo circa la riforma della disciplina vigente. In sostanza, ad un anno dalla pubblicazione del testo di riforma proposto dalla Commissione, la situazione appare in fase di stallo: i ventotto Stati membri continuano ad essere divisi sulla proposta di regolamento mantenendo ciascuno la propria rigida posizione. La Commissione, ormai satura di questo immobilismo, ha espressamente dichiarato che qualora entro giugno 2015 non si riscontrino significativi passi avanti in materia di riforma del biologico, verrà ritirato il testo da essa proposto nel marzo 2014. Nel contesto del dibattito sulla riforma, la Commissione, pur non entrando specificamente nel meri-

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to degli argomenti più spinosi, ha continuato a portare avanti iniziative concrete mirate allo sviluppo del settore biologico. L’organo europeo ha sottolineato l’importanza di mobilitare tutti gli strumenti della Pac per raggiungere tale obiettivo, evidenziando come gli aiuti al biologico stiano diminuendo da parte degli Stati membri e come, in alcuni casi, tali aiuti siano poco sfruttati. Ad esempio, per quanto riguarda la mangimistica, non risulterebbe adeguatamente promossa la produzione di soia biologica che potrebbe rivelarsi strumento assai utile per ottemperare agli stringenti requisiti alla base della proposta di riforma. Si evidenzia che in Italia sono stati recentemente destinati circa 10 milioni di Euro per l’aiuto accoppiato (14) alla produzione di soia, ma tale scelta è stata premiata solo nelle Regioni del Nord Italia. Al fine di promuovere lo sviluppo dell’agricoltura biologica la Commissione ha, poi, previsto una serie di iniziative, anzitutto predisponendo una serie di strumenti informativi per incrementare la conoscenza degli alimenti biologici presso i consumatori (15) e per rendere edotti gli imprenditori biologici circa le misure di sostegno di cui possono beneficiare, in secondo luogo manifestando l’importanza di avvalersi dei fondi per la Ricerca e Innovazione previsti dal programma Horizon 2020 (16). Altro obiettivo importante sottolineato dalla Commissione è quello di creare una banca dati per le sementi biologiche e per l’acquacoltura biologica al fine di poter avere un quadro più completo della situazione del mondo bio e di poter predisporre interventi adeguati e mirati; non a caso, presso l’Expo di Milano, la Commissione ha organizzato un evento sulla ricerca in agricoltura biologica

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che si è tenuto il 16 Maggio 2015 (17). La Commissione, inoltre, si sta adoperando per predisporre strumenti volti a tradurre in realtà alcune delle innovazione che aveva riportato nel suo testo di riforma del marzo 2014. Essa ha infatti manifestato l’intenzione di creare entro il 2015 un’apposita banca dati per la certificazione elettronica, onde ridurre il periodo di convivenza previsto tra il sistema cartaceo e quello informatizzato che potrebbe gravare sugli oneri degli operatori del settore biologico. Altro obiettivo è quello di migliorare in modo effettivo il monitoraggio delle frodi, a tal fine la Commissione sta elaborando un compendio delle frodi avvenute nel settore del bio, con la collaborazione della Dg Sanco (Direzione generale per la salute e i consumatori). La Commissione ha in più sottolineato l’importanza della ricerca scientifica ai fini dello sviluppo delle colture biologiche, sulla scia degli eccellenti risultati ottenuti specialmente in Olanda. Sono ormai molti i progetti di ricerca nazionali che, con il lavoro, hanno previsto l’eliminazione della possibilità di avvalersi della deroga sulle sementi biologiche, definendo un piano sementiero con l’individuazione delle varietà più adatte al metodo bio e per le quali sussiste un grado di approvvigionamento tale da poter vietare il ricorso al regime di deroga. Stando a quanto è emerso dagli ultimi dibattiti europei, la situazione d’impasse che si è venuta a creare ruoterebbe attorno ai disaccordi in materia di residui di pesticidi nei prodotti biologici e per ciò che attiene al sistema di controlli. Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca si mostrano

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convinte nel sostenere che l’attestazione di biologicità debba essere concessa esclusivamente a quei prodotti agricoli in cui le sostanze non autorizzate (in particolar modo i pesticidi) siano quasi del tutto assenti. Secondo il loro punto di vista la possibile presenza di tali sostanze dovrebbe attestarsi a massimo 0,01 microgrammi per chilo, la stessa soglia di residui di agrofarmaci consentita nei prodotti destinati ai bambini. All’opposto, Austria, Paesi Bassi e, sia pur meno apertamente Germania, rilevano come debba essere presa in considerazione la possibilità che i prodotti biologici siano contaminati accidentalmente per una serie di fattori che esulano dalla responsabilità dell’operatore biologico, quindi non sarebbe lecito punire quest’ultimo negando la certificazione “biologica” alla sue produzioni. Per quanto riguarda i controlli, si è già detto circa la proposta avanzata dalla Commissione di non prevedere più controlli obbligatori una volta all’anno, ma di orientarli sul principio del rischio in modo tale da renderli più mirati ed efficienti. Tale proposta è stata apertamente criticata dall’Italia che, attraverso il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, ha recentemente rilevato come la riduzione dei controlli sugli operatori biologici sarebbe foriera di un messaggio negativo per i consumatori. Ma anche su questo punto Paesi Bassi e Austria hanno manifestato il proprio dissenso rispetto alla posizione italiana, mostrandosi favorevoli ad orientare i controlli a seconda dei margini di rischio e ritenendo superflue delle visite di controllo annuali. La Francia, più che esprimersi circa la frequenza dei controlli, ha manifestato apertamente dubbi sul passaggio


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dall’equivalenza alla conformità per le importazioni di prodotti biologici da Paesi terzi disposto dalla Commissione in sede di riforma. Parigi non ritiene che il regime dell’equivalenza offra garanzie di qualità e sicurezza inferiori dei prodotti rispetto al regime di conformità, in più, considerando le lungaggini necessarie al cambio del regime di importazioni, si andrebbe incontro ad una moltitudine disorganizzata di controlli. Sul piano dello sviluppo del settore biologico merita di essere sottolineato un ulteriore aspetto che, sebbene accomuni quasi ogni Stato membro, rileva come fonte di ostacolo per un ulteriore incremento della produzione. Va infatti evidenziato come risulti frequente, all’interno delle varie situazioni nazionali, la previsione di politiche regionali differenti in materia di produzione biologica, che, senza dubbio, rappresentano un importante gap concorrenziale. Stando alla situazione italiana, un recente studio condotto da Inea ha rilevato come sussista un’assoluta eterogeneità degli aiuti a sostegno del biologico nelle diverse Regioni, con una forbice che va da un minimo di 100 euro ad un massimo di 4.000.

Conclusione Dallo studio del fenomeno delle produzioni biologiche e della relativa regolamentazione normativa, è emerso come il concetto di “biologico” identifichi in primo luogo uno specifico metodo di produzione. È questo, infatti, che conferisce alle produzioni biologiche un valore aggiunto, riuscendo a convogliare le scelte di un numero sempre crescente di consumatori verso i prodotti certificati.

Il metodo di produzione biologico, per definizione, si rintraccia nella rinuncia all’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e di organismi geneticamente modificati, nonché nel mirare a contribuire alla tutela dell’ambiente e della biodiversità. Tuttavia, va rilevato come la normativa vigente consenta di derogare in alcune circostanze alle regole proprie di tale metodo, allentando la rigidità delle disposizioni in materia di produzione. Si segnala, inoltre, l’eventualità che in un prodotto biologico possano essere presenti residui di OGM che lo abbiano accidentalmente contaminato, senza la necessità che ciò venga riportato in etichetta quando la contaminazione avvenga in proporzioni minime. L’aver preso coscienza di tali aspetti, però, non intacca uno specifico metodo di produzione, che ha da sempre puntato sulla trasparenza dei propri processi produttivi. Per rispettare tale metodo, alcuni produttori compiono sforzi notevoli e sono disposti a rifiutare la via più usuale dell’agricoltura convenzionale, pur di garantire standard più elevati dal punto di vista del valore qualitativo delle loro produzioni. I prodotti biologici riescono, infatti, a soddisfare le esigenze di tutti quei consumatori che rifiutano la standardizzazione degli alimenti ed aspirano a nutrirsi con prodotti di migliore qualità e, presumibilmente, più sani. È proprio la necessità di tutelare questo genere di produttori e di consumatori a costituire un punto fermo della nuova regolamentazione delle produzioni biologiche. Apprestare più efficaci strumenti di prevenzione riguardo alle frodi dovrebbe essere un obiettivo cardine della nuova normativa, poiché

è sotto gli occhi di tutti l’appetibilità che il mercato del biologico può suscitare in chi agisce fuori della legalità. I prezzi di vendita più elevati ed il continuo aumento della domanda hanno attirato l’attenzione di operatori privi di scrupoli, come evidenziato dal crescente numero delle truffe legate a questo settore, che, in alcuni casi, hanno visto coinvolta anche la criminalità organizzata. Sia gli Organi dell’Unione europea, che i Governi dei singoli Stati membri, si sono resi conto della necessità di una riforma normativa dell’attuale regolamentazione in materia di produzioni biologiche. Attraverso tale scelta si è messa in evidenza l’oggettiva inadeguatezza delle attuali disposizioni normative, non in grado di sostenere una produzione in costante crescita e di accogliere le istanze di quei consumatori che, scegliendo il biologico, pretendono standard di qualità più elevati. Sotto tale profilo, si può sicuramente accogliere favorevolmente la proposta avanzata dalla Commissione di ridurre drasticamente le deroghe rispetto alle norme di produzione legislativamente previste. Si aspira, infatti, a limitare tale eventualità al solo caso in cui occorrano misure temporanee a sostegno del proseguimento o del ripristino della produzione biologica, in seguito al verificarsi di calamità naturali. Tale novità contribuirebbe senza dubbio a fortificare il metodo di produzione biologico, tratto distintivo dell’intero settore, ma, inevitabilmente, potrebbe interferire con l’interesse, di carattere squisitamente economico, legato alla diffusione delle coltivazioni biologiche all’interno della UE. Infatti, come è stato più volte accennato, l’aumento dirompente della richiesta di prodotti biologici negli ultimi anni costituisce una

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possibilità di crescita economica che non può essere sottovaluta. Da ciò discende come la volontà di imporsi su questo mercato sia ormai prerogativa di qualunque Stato membro, smanioso di incentivare le proprie produzioni biologiche e di soddisfare la domanda interna senza dover ricorrere, come oggi avviene, alle importazioni da Paesi Terzi. Quest’ultima aspirazione inevitabilmente collide con il succitato irrigidimento delle norme sulla produzione, che potrebbero contribuire a ridurre il numero dei prodotti in grado di fregiarsi della attestazione di biologicità. Sempre mirando al succitato fine di garantire standard più elevati in materia di qualità dei prodotti biologici e modalità più efficienti di controllo degli stessi, risulta quasi stonata l’assenza, nel testo di riforma avanzato dalla Commissione, di un riferimento alla filiera corta. Quest’ultima, oggetto di una serie di progetti comunitari e nazionali avanzati negli ultimi anni, appare di stretto interesse rispetto alle proclamate esigenze di tutela del consumatore di prodotti biologici. È evidente come un rapporto diretto tra produttore e consumatore sia foriero di una serie di positività nel campo agroalimentare, essendo ormai assodato che la qualità e la sicurezza degli alimenti biologici siano strettamente correlate alla riduzione del tempo e del numero di passaggi intercorrenti tra produzione in campo e consumo in tavola. Tramite la filiera corta, risulterebbe più semplice garantire la piena tracciabilità del prodotto biologico senza incorrere in quelle criticità che, inevitabilmente, scaturiscono dall’importazione. Resta fermo che una tutela del metodo di produzione biologico non

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può che essere una tutela a tutto tondo. Le recenti frodi legate al mondo del bio hanno contribuito a creare legittimi allarmismi, e questo spiega perché l’attenzione del legislatore europeo sia rivolta soprattutto alla tutela del prodotto, piuttosto che del metodo di produzione. Da più fronti sono state avanzate richieste di disposizioni uniformi, di controlli rafforzati, di percentuali di sostanze vietate dalla normativa pari allo 0% assoluto. Senza dubbio tutte richieste appropriate e mirate ad una tutela più incisiva del consumatore biologico, richieste che sembrano, in più, essere state recepite anche nel testo di riforma al vaglio della Commissione europea. Tuttavia, la nuova normativa proposta parrebbe aver messo da parte ulteriori caratteristiche essenziali del metodo biologico, come la peculiarità di porre in essere strumenti di produzione improntati alla tutela dell’ambiente, appuntandosi essenzialmente sugli standard di qualità del prodotto. Nella proposta avanzata dalla Commissione figura un generico principio che sottolinea come l’agricoltura biologica debba ridurre al minimo l’impiego di risorse non rinnovabili. Sono del tutto assenti ulteriori specificazioni che prescrivano effettive modalità di intervento da parte degli operatori e nulla è detto circa un uso più consapevole delle acque irrigue o riguardo l’importanza di ricavare energia alternativa dalle biomasse. Nella attuale realtà socio-economica, laddove emerge sempre più la necessità di predisporre fonti di risorse alternative e di provvedere a forme di riutilizzo o riciclo delle stesse, sarebbe parso probabilmente più proficuo riporre maggiore attenzione alla regolamentazione

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del metodo biologico. Esso, infatti, rappresenta il cuore di una nuova, e allo stesso tempo antica, possibilità di inserirsi nel settore primario, realizzando realtà produttive ecocompatibili e socialmente utili, ma sempre in grado di affrontare la sfida di consistenti obiettivi di profitto (18).

Bibliografia  1 - I. DARNHOFER et al.: “Conventionalisation of organic farming practices: from structural criteria towards an assessment based on organic principles. A review”, Casa editrice Springer, Berlino, 2010.  2 - “Relazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio sull’applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Bruxelles, 11.5.2012 COM(2012) 212 final”.  3 - Il regolamento n. 834/2007 è entrato in vigore il 1 Gennaio 2009.  4 - Per l’ambito tessile si veda la Direttiva 2008/121/CE, per l’ambito dei cosmetici l’articolo 20 del regolamento (CE) n. 1223/2009 del Consiglio (GU L 342 del 22.12.2009).  5 - Reg. (UE) n. 1267/2011 della Commissione, del 6 dicembre 2011.  6 - Pag.12 par.5.1, Relazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio sull’applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Bruxelles, 11.5.2012.  7 - Art.17 Par.1 lett. c) reg.834/2007  8 - Si veda par.3 art.28, par.6 art.29, par. 2 art.31, par. 3 art. 44 proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007.  9 - Si veda paragrafo 5.2 della “Relazione della Commissione al Parlamento


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europeo e al Consiglio sull’applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici” rilasciata l’11 Maggio 2012. 10 - V. considerando n.67 anteposto alla proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007. 11 - Tale necessità era stata espressamente evidenziata già nel regolamento n.442/2014. Per una più ampia analisi si rimanda al par.4 “L’importazione alimentare e la tutela dei prodotti biologici” del Capitolo III. 12 - Si fa riferimento all’equivalenza cosiddetta “unilaterale”, non alla suddetta equivalenza “internazionale”. 13 - Il testo di proposta avanzato dalla Commissione nel Marzo 2014 prevede che le eccezioni proprie del regolamento 834/2007 vengano eliminate del tutto entro il 2021. 14 - Sono gli aiuti legati alla produzione del nuovo sistema dei pagamenti diretti. THERMINDUS:Layout 1

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Essi sono concessi entro determinati limiti quantitativi e sono legati a rese, superfici o numero di capi fissi. Stando all’ultima riforma della Pac la percentuale del massimale che è possibile destinare agli aiuti accoppiati è pari all’8%. Nei paesi, come l’Italia, che in passato hanno dedicato più del 5% dei pagamenti diretti ai pagamenti accoppiati, al sostegno accoppiato può essere destinato il 13% del massimale nazionale. In entrambi i casi la quota può essere aumentata di 2 punti percentuali, da destinare esclusivamente al sostegno delle coltivazioni proteiche. Chi in passato ha allocato più del 10% ai pagamenti accoppiati può portare il sostegno accoppiato previsto dalla riforma oltre il 13%. Questo aiuto rappresenta un sostegno alle produzioni considerate in difficoltà ma che hanno importanza dal punto di vista economico, ambientale o sociale ed è mirato a mantenere i livelli di produzione correnti. L’aiuto può essere concesso per sostenere la fornitura di materia prima per l’industria di trasformazione locale, per evitare il rischio di abbandono o per compensa-

re eventuali perturbazioni di mercato. I comparti che possono accedere all’aiuto sono quelli che hanno storicamente goduto di pagamenti diretti, tranne il tabacco. È inoltre esclusa la vitivinicoltura. Fonte: Glossario Pac. 15 - Da un’indagine effettuata dalla Commissione intorno alla fine del 2014, è emerso come solo 1/4 dei consumatori fosse a conoscenza del logo delle produzioni biologiche. 16 - Horizon 2000 è il più grande progetto di ricerca e innovazione mai realizzato all’interno dell’UE. Esso si basa su un finanziamento di 80 miliardi di euro disponibili in 7 anni (2014-2020) e promette innovazioni e scoperte utili al migior funzionamento del mercato e garantire la competitività mondiale dell’Europa. 17 - Sabato 16 Maggio 2015, presso Expo Milano 2015, c’è stata l’inaugurazione del Padiglione del biologico. 18 - P.M. Mascolo, Le produzioni biologiche: prospettive di riforma dell’attuale disciplina, Tesi Università LUISS Guido Carli, Cattedra Diritto Agroalimentare, 2015.

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Il packaging e l’economia circolare convegni “Nei sistemi di economia circolare i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non ci sono rifiuti. Quando un prodotto raggiunge la fine del ciclo di vita, le risorse restano all’interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore”. È quanto si legge nella comunicazione della Commissione europea “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”. Si tratta di un obiettivo molto ambizioso, per non dire utopistico, verso il quale tuttavia si può tendere sempre di più, a vantaggio dell’ambiente e della nostra qualità di vita. In questo

Da sinistra nella foto: Luciano Piergiovanni (Università degli Studi di Milano) e Marco Benedetti (Green Evolution), relatori al workshop Green Pack svoltosi durante l’ultima edizione di BioEnergy alla fiera di Cremona.

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scenario il packaging occupa un posto di rilievo, sia in termini positivi, prevenendo la degradazione degli alimenti, sia negativi, quando, a fine vita, diventa un rifiuto da smaltire. Di questi aspetti si è discusso durante il workshop Green Pack, organizzato a fine aprile da CremonaFiere in collaborazione con AITA (Associazione Italiana di Tecnologia Alimentare) nell’ambito della manifestazione BioEnergy Italy.

Gli imballaggi

nella percezione dei consumatori Nell’opinione pubblica il packaging è vissuto più come un rifiuto da smaltire che come un mezzo indispensabile per contenere i cibi e rallentarne il deterioramento. Come ha sottolineato Marco Benedetti di Green Evolution, le immagini di imballaggi abbandonati nell’ambiente che circolano sui media contribuiscono a rafforzare questa percezione e gettano discredito su tutto il comparto. Ma come sarebbe un mondo senza imballaggi? Gustavo De Ponti, coordinatore del comitato marketing di Giflex (associazione di aziende operanti nel settore dell’imballaggio flessibile) lo ha mostrato attraverso un ironico video promosso dall’associazione francese di packaging Elipso: in un fanto-


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matico supermercato “packaging free” una signora starnutisce sopra un formaggio grattugiato, un uomo preleva fette di prosciutto con le mani e le ripone così come sono nel carrello e la cassiera avvolge i prodotti sfusi in fogli di giornale. Nessuno farebbe la spesa in un posto del genere! Tra l’altro non si otterrebbero neppure benefici in termini di sostenibilità, poiché senza un packaging adeguato si avrebbe uno spreco di alimenti enorme, con un impatto ambientale sensibilmente più elevato rispetto a quello determinato dall’imballaggio stesso.

I “megatrend” dell’innovazione “Sprecare alimenti è un problema etico, sociale, economico e ambientale – ha affermato Luciano Piergiovanni, DeFENS, Università degli Studi di Milano – Un imballaggio correttamente progettato porta a una riduzione dello spreco

Savefood System, sviluppato dagli studenti dell’Istituto Europeo di Design (IED, Milano): prolunga la shelf life di frutta e verdura grazie alla presenza di materiali speciali, senza utilizzo di energia elettrica. Era in mostra al salone BioEnergy di Cremona.

piuttosto che alla sua creazione. È quindi necessario spostare l’attenzione dalla riduzione del packaging alla sua ottimizzazione”. Fatta questa premessa, il professore ha focalizzato il suo intervento sui “megatrend” che si possono individuare fra le molteplici innovazioni di packaging che oggi vanno nella direzione della sostenibilità ambientale. Al primo posto per importanza vi sono le soluzioni di imballaggio in grado di ridurre gli sprechi di cibo sia attraverso una migliore protezione, sia permettendone un migliore utilizzo (confezioni richiudibili, completamente svuotabili, multi-pack, ecc.). Ecco alcuni esempi: imballaggi attivi costituiti da biopolimeri nella cui matrice sono incapsulate sostanze naturali ad azione antimicrobica; nanocristalli di cellulosa (estraibili anche da materiali di scarto) addizionati ai film di imballaggio per aumentarne le prestazioni di barriera. Daniel Ku, della National Taipei University of Technology, ha parlato nello specifico di Life Green Toppoly, un composto ibrido organico con attività antibatterica e antifungina, che può essere impiegato per svariate applicazioni: filtrazione di aria o acqua, conservazione di alimenti, deodoranti spray, abbigliamento, vernici. Miscelato con polimeri quali PP, PET e PE, può essere usato come materiale per produrre active packaging. Con questo materiale è stato anche realizzato un sistema per la conservazione dei cibi senza impiego di energia elettrica (Eco-Fridge). Molte aziende oggi vantano condotte sostenibili, ma bisogna fare attenzione al cosiddetto “greenwashing”, ossia la pubblicizzazione di virtù “green” prive di fondatezza. “La sostenibilità del packaging – ha

Confezione per frutta “ready to eat” realizzata con il film in PLA Nativia di Taghleef Industries.

sottolineato Luciano Piergiovanni nel corso del suo intervento – spesso è considerata come uno strumento di marketing, un modo per promuovere e differenziare un nuovo prodotto. Invece, è un argomento serio e complesso che merita un approccio più scientifico che mercantile o comunicazionale”.

Analisi del ciclo di vita Per valutare in modo razionale l’impatto ambientale di prodotti e servizi generalmente si ricorre all’analisi del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Analysis), uno strumento normato dalle ISO 14040 e 14044. Alessandra Zamagni di Ecoinnovazione (spin-off di ENEA) ha spiegato che l’LCA è utile sia per scegliere alternative progettuali di imballaggio per un determinato prodotto, sia per calcolare il contributo del packaging all’intero del ciclo di vita di un prodotto. Applicando l’LCA si arriva anche sfatare alcuni luoghi comuni sul packaging, a partire dal motto “less is better”. Se il packaging è stato alleggerito

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perché si è passati ad un materiale diverso, infatti, non è detto che si ottenga una prestazione ambientale migliore. Nemmeno la presenza di materiale riciclato è sempre sinonimo di maggiore sostenibilità. “Scegliere un materiale solamente sulla base del potenziale di riciclabilità – ha commentato la relatrice – può portare a scartare delle soluzioni alternative che – pur avendo una minore riciclabilità, potenzialmente possono avere un impatto ambientale più basso”. La possibilità di riutilizzo è un altro aspetto che generalmente incontra l’approvazione di chi è attento all’ambiente, eppure anche in questo caso vanno fatte opportune valutazioni perché si potrebbe ottenere l’effetto opposto. Che dire, infine, dei materiali derivanti da fonti rinnovabili? “Dipende molto dal bilancio energetico richiesto per la coltivazione del feedstock”, ha puntualizzato l’esperta. “Nel caso di prodotti alimentari e bevande – ha concluso – il packaging svolge anche l’importante funzione di ridurre gli sprechi. In questi casi l’LCA deve includere anche il prodotto, o gli

Nell’astuccio per i fagioli Pedon realizzato da Favini, parte della cellulosa vergine è stata sostituita con i sottoprodotti della lavorazione dei legumi stessi.

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sprechi che si generano. L’inclusione degli sprechi è importante se questi sono influenzati dal packaging. La quantità di sprechi evitati può essere pertanto il fattore determinante nella riduzione degli impatti, piuttosto che il materiale o il design dell’imballaggio”.

Materiali barriera “biobased” e recupero degli scarti

Da diversi anni sono state sviluppate e immesse sul mercato plastiche prodotte a partire da risorse rinnovabili. Quella che ha fatto registrare la crescita maggiore è il PLA (acido polilattico), bioplastica derivante dalla fermentazione dell’amido di mais con la quale vengono prodotti film per l’imballaggio flessibile che sono anche compostabili secondo la norma EN 13432. Fra questi, Emanuela Bardi di Taghleef Industries ha presentato i film Nativia a base di PLA biorientato, cioè sottoposto, in fase di produzione, a stiro sia in senso longitudinale che trasversale. Tale operazione conferisce al materiale particolari caratteristiche: oltre a possedere buone proprietà ottiche (trasparenza e brillantezza), meccaniche (tenuta della piega e del twist, saldabilità, stampabilità) e di barriera agli aromi e ai grassi, i film Nativia costituiscono un’ottima barriera a contaminanti quali gli oli minerali. Questi ultimi sono idrocarburi saturi (MOSH) e aromatici (MOAH) che derivano principalmente da carta e cartone riciclati poiché fanno parte della formulazione di inchiostri da stampa e adesivi. Se fra l’alimento e l’imballaggio di carta non è interposta una opportuna barriera, gli oli minerali possono

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Bottiglie di PET post consumo pronte per essere riciclate in impianti “bottle-to-bottle”: un chiaro esempio di economia circolare.

migrare nel prodotto alimentare e costituire un potenziale rischio per la salute dei consumatori. Un’altra soluzione barriera agli oli minerali sviluppata da Taghleef Industries è rappresentata dai film Extendo, a base di BoPP (polipropilene biorientato). Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, in questo caso si parla di film monomateriale riciclabili. Achille Monegato dell’azienda Favini ha invece portato un interessante contributo sull’impiego di scarti agroalimentari nella produzione di imballaggi cellulosici. Gusci di nocciole, sansa di oliva disoleata, bucce di agrumi esauste, tutoli di mais sono solo alcuni esempi di materiali, altrimenti destinati alle discariche o ad un sottoutilizzo, che Favini riesce a micronizzare e utilizzare per produrre la sua CartaCrush, sostituendo così parte della cellulosa vergine. L’idea si presta a essere personalizzata in funzione del committente: in partnership con Pedon, azienda italiana specializzata nella produzione e vendita di legumi secchi, è nata una carta contenente i sottoprodotti della


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lavorazione di fagioli; con vinaccia esausta è stata prodotta della carta per confezionare le bottiglie di champagne Veuve Cliquot; insieme a Barilla è stata sviluppata CartaCrusca contenente i tegumenti del frumento. Quest’ultima è stata presentata come esempio virtuoso di economia circolare al meeting dei Ministri dell’Ambiente dell’Unione europea nel luglio 2014, e ha vinto vari premi tra cui l’Oscar dell’imballaggio 2015.

Sicurezza food contact Quando si progetta un imballaggio sostenibile per il confezionamento degli alimenti non si può tralasciare l’aspetto della sicurezza. Tutti i materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA) devono essere prodotti conformemente alle buone pratiche di fabbricazione affinché non trasferiscano ai prodotti

alimentari componenti in quantità tale da costituire un pericolo per la salute umana, comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari o comportare un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche. Sono i requisiti generali contenuti nell’articolo 3 del Regolamento 1935/2004, noto come “Regolamento Quadro” in quanto costituisce un riferimento per tutti i MOCA. Al convegno di Cremona ne ha parlato l’avvocato Afro Ambanelli, ricordando che determinate famiglie di materiali devono, in più, rispondere a norme specifiche, armonizzate a livello europeo oppure valide solo a livello nazionale. Alberto Taffurelli, responsabile della divisione Food Packaging Materials di CSI, si è soffermato sull’idoneità “food contact” delle plastiche riciclate che, secondo quanto previsto dal Regolamento 282/2008, devono provenire da

processi autorizzati. Tali processi devono dimostrare, attraverso challenge test, di essere in grado di decontaminare il materiale. Esattamente come si fa con il challenge test microbiologico degli alimenti, si tratta di andare a contaminare un campione di materiale in ingresso con una soluzione “inquinante” (composta da toluene, clorbenzene, ecc.) e, all’uscita, misurare la concentrazione residua, che deve rimanere sotto una determinata soglia. Tra gli oggetti di plastica provenienti dalla raccolta differenziata, le bottiglie di PET delle bevande si prestano particolarmente al riciclo per applicazioni “food contact”, e nello specifico per produrre altre bottiglie. Sistemi di questo genere, definiti “bottle to bottle” o “a ciclo chiuso”, hanno fatto registrare un grande trend di crescita negli ultimi anni; ad oggi l’Unione europea ne ha autorizzati più di 70.

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Rossella Contato

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Crescita a due cifre per il salone tailandese dell’alimentazione fiere Thaifex-World of Food Asia, il salone leader in Asia per il settore alimentare e delle bevande, ha chiuso l’edizione 2016 macinando un nuovo record di presenze che si concretizza in un +21% rispetto al 2015, grazie alla partecipazione di 42.528 visitatori professionali e 1.919 espositori provenienti da 40 Paesi. La manifestazione fieristica, organizzata da Kölnmesse in collaborazione con il Dipartimento tailandese

A sinistra, Thomas Rosolia, AD di Kölnmesse Italia.

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per la promozione del commercio internazionale e la Camera di commercio del Paese asiatico, si conferma quindi come una vetrina fondamentale per il comparto del food & beverage che – come ha ricordato nel discorso di apertura il vice primo ministro Somkid Jatusripitak – rappresenta per la Tailandia il 6,7% del prodotto interno lordo. Il mercato delle importazioni tailandesi di alimenti e bevande, che ha registrato nel 2015 un valore complessivo di quasi 5 miliardi di dollari, con una crescita in volume del 2,66%, rimane di grande interesse, anche se quelle dall’Italia – fissatesi su una quota di 44,30 milioni di $, pari allo 0,89% del totale, hanno subito un arretramento di circa il 7,70%, soprattutto a causa dell’interruzione delle trattative dell’Accordo di Libero Scambio fra Tailandia e Unione europea dovuta al colpo di stato del 2014. Grande vivacità e attività all’interno dei padiglioni del centro fieristico Impact di Bangkok, fra profumi e colori sgargianti, prodotti

tradizionali e declinazioni moderne degli antichi sapori, visti e apprezzati da oltre 33.000 visitatori locali e più di 9.500 stranieri. Sono stati invece 955 gli espositori internazionali che hanno partecipato a questa edizione, provenienti da Europa, Nord e Sud America, Asia settentrionale e meridionale e Sud-Est asiatico, con alcune new entry: Cile, India, Indonesia, Norvegia e Cambogia, che hanno portato ad un aumento dello spazio espositivo per un totale di 80.000 m2 su sette padiglioni. Paese partner di questa 13ª edizione del Thaifex World of Food Asia è stata la Germania, che ha proposto i suoi prodotti tradizionali e quelli biologici, un mercato questo molto forte nel Paese teutonico, ma particolarmente nutrita è stata anche la partecipazione tricolore, con uno stand collettivo realizzato grazie all’alleanza fra Anuga e Cibus, in partnership con Federalimentare e ICE, che ha portato a Bangkok 50 espositori italiani su una superficie di 500 m2. Tra le aziende presenti a Thaifex 2016: Inalca Food and Beverage,


Ambrosi, Wal-cor Corsanini, Bioagricoop, Conserve Italia, Salumificio Vitali, Salumificio Bordoni, San Carlo, Valledoro, Espresso Bolognese, Berneri, il Pastificio Antonio Pallante, Arborea, Bruma Italia, Coswell e Dolfin. Il Thaifex - World of Food Asia è stato arricchito dalla quarta edizione della Conferenza mondiale sulla sicurezza alimentare, partecipata da oltre 100 rappresentanti di multinazionali del calibro di Danone, Mondelez, Tesco Lotus, General Mills, Cargill Meats (Thailandia), Nestlé e Sakae Holdings Limited.

pulite ai prodotti “senza”, fino all’ondata di proposte vegetariane e vegane destinate ai sempre più numerosi “flexitariani”, vale a dire i soggetti che non seguono una dieta integralmente priva di proteine animali, ma le limitano il più possibile. Un’altra novità del salone

salutistici e funzionali, dai prodotti a marchio agli ingredienti, fino ai prodotti gluten free e vegani o biologici. La prossima edizione del Thaifex-World of Food Asia tornerà a Bangkok dal 31 maggio al 4 giugno 2017.

A spasso fra profumi e colori Un po’ di Italia

Inoltre, il forum di un giorno dedicato all’Asian Franchising ha tracciato il quadro della situazione per questo comparto in Tailandia, fra nuove tendenze e prospettive future.

Il Salumificio Vitali ha portato a Bangkok i suoi pregiati prosciutti crudi, le pancette, la coppa e la mortadella, prodotte nel segno della migliore tradizione emiliana, mentre IFF – Italian Fresh Foods – ha proposto i suoi prodotti a marchio Dolce Italia, che portano in tutto il mondo la dolcezza e il sapore goloso dei suoi dessert, dal Tiramisù alle coppe cremose declinate nei tradizionali gusti cioccolato e cappuccio, fino alle varianti più sfiziose al limoncello, al pistacchio o all’ananas.

Questa edizione del salone alimentare tailandese è stata anche la prima volta per la Thaifex Trend Zone, uno spazio realizzato in collaborazione con Innova Market Insights dedicato ai trend più importanti nel settore alimentare e delle bevande globale, dalle etichette

Bruma Italia si è presentata con la sua gamma di grappe e alcolici abbinati a prodotti di confetteria di alta qualità di esclusiva produzione nazionale; BioItalia aveva invece uno stand che illustrava l’ampia gamma di prodotti biologici derivanti da filiera certificata Made in Italy,

Fra gli argomenti affrontati in questa occasione figurano la normativa sulla sicurezza alimentare e le problematiche legate alla tracciabilità e ai contaminanti.

di quest’anno è stata l’introduzione del Thaifex Trend Topics, una nuova categoria creata per favorire i visitatori e far loro trovare più facilmente cosa cercavano. Gli espositori sono stati quindi raggruppati sulla base delle tendenze di prodotto, dall’Halal agli alimenti

dalle paste alla farina, dalle conserve di pomodori e verdure a salse e sughi tipici della tradizione tricolore, dalle marmellate a biscotti, snack e vini. Ricordiamo infine per i sapori tricolori i preziosi dischi di cioccolato per un modo nuovo di servire la cioccolata in tazza di Mito di Oro Caffè presentati dalla Coswell, azienda che ha fra i suoi marchi anche l’istituto Erboristico L’Angelica.

Curiosità e prelibatezze orientali In Oriente si utilizzano oli vegetali alternativi che con la globalizzazione cominciano a colonizzare le cucine di tutto il mondo. Ad esempio, l’olio di semi di perilla, una pianta diffusa nel Sud-Est asiatico, prodotto dalla coreana Olily Mama, e l’olio di crusca di riso, proposto

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l’elevato punto di fumo (230°C), che lo rende ideale per tutti i tipi di cottura: in padella, al forno, per grigliate o fritture. La gamma di prodotto Nuttarin comprende altri derivati del cocco: farine, sciroppi, chips disidratate per snack e zucchero di cocco, un prodotto dalla golosa nota di caramello che contribuisce ad accentuare e migliorare il profilo dolce, da usare nel tè o nel caffè o nei dolci da forno. Questo predalla tailandese Suriny o dalla vietnamita Uni Bran, amato per le sue proprietà salutistiche e caratterizzato da un punto di fumo molto elevato, superiore ai 200°C. Contiene orizanolo e vitamina E in quantità significative e offre una notevole stabilità ossidativa. Per queste qualità può essere utilizzato come condimento a crudo, per cucinare o come olio di frittura. La tailandese Nuttarin è invece specializzata nella produzione di olio di cocco alimentare, ricavato per separazione centrifuga dopo pressatura a freddo di polpa di cocco biologica. Anche quest’olio, non raffinato e privo di odore e retrogusti e di facile digestione, si contraddistingue per

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giato zucchero naturale, prodotto anche da Bo.lan Grocer, viene ricavato estraendo la linfa della palma da cocco, filtrandola e concentrandola per bollitura fino alla giusta consistenza. Il prodotto, che alle temperature tipiche della Tailandia si presenta allo stato semiliquido, viene ricoperto da cera d’api biologica per la conservazione. La cucina orientale non può prescindere dall’uso di salse, come quelle proposte dalla tailandese Nongporn Food Industries, un mondo di

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sapori agrodolci, piccanti e speziati per arricchire insalate, piatti di carne e pesce e riso. Ne è un esempio la salsa concentrata al tamarindo, ideale per la preparazione dei noodle tailandesi e stufati di carne e pesce. Sapori autentici e tradizionali anche dalla Nam Phuong Food, specializzata da oltre 10 anni nella produzione di alimenti e condimenti, dalle zuppe istantanee nei gusti maiale, funghi e alghe, alle salse per cucinare piatti di carne e pesce, dalle verdure e spezie in polvere alle salse di pesce. Si inserisce nella categoria dei condimenti anche la 3Chai Product, con i suoi dadi alla pasta di gamberi, per la preparazione di gustose zuppe dal delicato sapore di crostacei. Prodotti sfiziosi orientali pronti a conquistare il palato dei curiosi sono le preparazioni gastronomiche di pesce della

Sunhofood, come il ragù di pesce salato con semi e alghe per condire il riso, gli intestini salati di merluzzo o le preparazioni delicate a base di polpo o cappa santa, oppure le ostriche giganti giapponesi condite con salsa di soia e aceto di riso dolce e le vongole affumicate, polpose delizie da consumare come finger food; o ancora la gamma di specialità coreane della GMF, dai noodle ai succhi di aloe, dai ravioli di verdure, carne o pesce al vapore, agli Udon, secchi da cuocere o già cucinati e pronti al consumo. Noodle istantanei solo da scaldare in pratiche vaschette


fiere

giapponese della sabbia che fa uova dalla consistenza gommosa e gelatinosa fatte ammorbidire mediante fermentazione, proposte dalla Suzuki Suisan, o le uova sode, conservate, o cotte al vapore di vino della taiwanese Horn-Liang Foods, pronte da mangiare come stuzzichino.

e proposti in numerose versioni saporite anche dalla malese Sky Thomas Food Industries, che produce inoltre paste di

pesce tradizionali aromatizzate all’aglio e altri piatti pronti speziati a base di riso, pollo e pesce, così come piatti pronti solo da riscaldare nel microonde, dall’antipasto al dolce, e bevande naturali vegetali, come gli infusi allo zenzero e alla citronella, o le bibite fresche istantanee al tamarindo o al lime sono proposti dalla tailandese Kijbanlue Multi-Food.

Snack originali sono le chips di pastinaca o di grano integrale, di broccoli o del tubero polinesiano Taro e persino di aglio, o i semi di ginko biloba, per l’aperitivo o utilizzati come contorno. E poi gli ammalianti colori e le forme originali dei frutti tropicali proposti in conserve sciroppate, cubetti e petali disidratati, preparati in polvere per frappé, ad esempio al mais, al durian o al mango, succhi e bevande. Bevande che lasciano spazio alla fantasia, con le innumerevoli declinazioni delle acque e del latte di cocco della Lakshita Holdings, le bibite all’uva moscato della Taco, i soft drink gasati al kiwi, al mirtillo o al lychee

un agrume tipico dell’Asia orientale. Ma sorprendono anche il tè al topinambur Kannulin, dalle virtù probiotiche grazie all’elevato contenuto di inulina, o le bevande dolcificate con stevia, e quindi senza apporto calorico, a base di bael – o mela di legno –, succo di crisantemo, pandella malese Glinter, le bibite rinfrescanti a base di aceto di mangostano, mango e uva proposte dalla

Brown Jasmine, le gelatine da sciogliere in acqua Allgroo per una tazza calda di bevanda all’aloe vera, allo zenzero o allo yuzu,

dano, tè rosso, guava rosa o lime, della Zweet Herb. Chiudiamo questa carrellata con i dolci tipici orientali: dai budini alla frutta, alle crêpe ai frutti, dai pasticcini tradizionali orientali Mochi, a base di riso glutinoso e declinati nei più fantasiosi ripieni ai frutti o al cioccolato, alle gelatine di frutta della Royal Family Food.

Altre curiose specialità di origine asiatica sono il caviale di Hatahata, pesce

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Nuovi record a Norimberga fiere Si è conclusa lo scorso aprile l’edizione 2016 del Powtech, fiera leader per il trattamento, l’analisi e la manipolazione di polveri e solidi sfusi, registrando un nuovo successo di pubblico con un +7% di visitatori professionali, arrivati a Norimberga in circa 16.000 per visionare l’offerta di innovazione e processi di produzione più efficienti da parte di 891 espositori provenienti da 31 Paesi. Un ricco programma collaterale ha affrontato le maggiori sfide del settore delle polveri e presentato soluzioni innovative, mentre il concomitante convegno scientifico Partec ha raccolto la partecipazione di circa 500 delegati per discutere dei temi più attuali della ricerca sulle particelle. Soddisfazione è stata espressa sia dagli espositori che dai visitatori per la nuova disposizione dei padiglioni, con una superficie espositiva totale di 27.711 m2, contro i 27.477 m2 del 2014, mentre la presenza di aziende straniere – per la maggior parte italiane,

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svizzere, britanniche e olandesi – è salita al 36% rispetto al 32% di due anni fa.

La prossima edizione del Powtech si terrà a Norimberga dal 26 al 28 settembre del 2017.

Vagli con eccitazione diretta della rete vagliante Specializzata nella costruzione di sistemi di vagliatura e separazione di prodotti sfusi, sia a secco che ad umido, la Rhewum ha proposto per l’industria dello zucchero i vagli inclinati WA e WAU con eccitazione diretta della rete vagliante. La parte esterna della macchina non si muove, per cui nessun carico dinamico è trasferito alla struttura circostante. Gra-

zie a questo particolare design il consumo di energia è estremamente ridotto. L’eccitazione diretta della rete vagliante garantisce altissime accelerazioni del materiale da vagliare, ottenendo una classificazione precisa anche con materiali di complessa vagliabilità. Il trasporto del materiale sulla macchina avviene grazie alla combinazione tra l’inclinazione dei piani

Vaglio ad alto rendimento WAU per una gamma di separazione media (Rhewum).


vaglianti e la fluidificazione del materiale ottenuta mediante la vibrazione della rete vagliante stessa. La vibrazione della rete vagliante è generata da motori esterni montati lateralmente e trasferita alla rete tramite assi oscillanti e traverse a battente. I vagli tipo WA generano la vibrazione per mezzo di testine oscillanti elettromagnetiche, mentre i vagli tipo WAU per mezzo di piccoli motori a masse eccentriche. Grazie all’elevata frequenza di oscillazione a 50 Hz e all’elevata accelerazione della rete vagliante fino a 15 G, risultante dal principio di azionamento, si ottiene una segregazione rapida del materiale. Le particelle più grandi, infatti, a causa della loro massa, vengono lanciate più distanti quando il battente viene in contatto con la rete vagliante. Le particelle più fini e più difficili da vagliare restano invece più vicine alla rete e riescono ad essere classificate molto efficientemente grazie ad un più frequente contatto con la rete stessa. L’eccitazione diretta della rete vagliante previene, in maniera estremamente efficiente, qualsiasi fenomeno di occlusione della luce maglia da parte del materiale. Più in particolare, la serie WA contraddistingue vagli ad alto rendimento per una gamma di separazione fine e media, mentre i vagli WAU coprono una gamma di separazione media.

Sistema di formulazione in linea Il Wonderbatch è il rivoluzionario concept di formulazione in linea proposta da Nol-Tec che offre una soluzione completa per ricette, batching e, in generale, per la movimentazione di materiale sfuso in polvere, anche nel settore alimentare. La tecnologia Wonderbatch permette di ottenere una vasta gamma di ricette evitando il rischio di contaminazione, ottimizzando gli spazi e incrementando la produzione. I test effettuati presso il Centro Ricerche Nol-Tec Europe hanno dimostrato un risparmio di tempo del 40% rispetto all’impiego di sistemi tradizionali. Ulteriori vantaggi sono il dosaggio

Sistema di formulazione Wonderbatch (Nol-Tec).

direttamente da saccone, il monitoraggio automatico dell’intero processo, l’eliminazione di contaminazioni, la tracciabilità, la riduzione dei tempi di pulizia e la possibilità di miscelare il batch direttamente nel contenitore mobile.

In ambito alimentare le applicazioni spaziano da panifici, gelaterie e produzione torte alla manipolazione di coloranti, riso, tè, caffè, cacao, prodotti caseari, aromi e sapori, formulazione di additivi, spezie e alimenti salutistici.

Impianti di stoccaggio e dosaggio polveri Ergomec realizza impianti di trasporto per materiali sfusi e sistemi di gestione, automazione e supervisione per impianti di automazione industriale. Per il settore alimentare e agroalimentare realizza anche miscelatori orizzontali ad integrazione degli impianti di dosaggio polveri. L’azienda vanta una pluriennale esperienza nello stoccaggio, nell’estrazione e trattamento di tutte le varie materie prime come

Lo stand Ergomec a Norimberga.

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zucchero, farina, glucosio e nel trattamento e gestione dei micro componenti come additivi e oli, realizzando sili e cisterne per lo stoccaggio verticale di materie prime in polvere e del premiscelato per l’industria dolciaria.

garantiscono precisione, rapidità e l’elevato grado di omogeneizzazione di ogni tipo di prodotto, sia esso in polvere oppure in granuli, con peso specifico diverso o con eventuali aggiunte, anche in percentuale minima.

Gli impianti di dosaggio polveri Ergomec, principalmente realizzati nei settori dei prodotti da forno e del cioccolato, sono integrati con miscelatori orizzontali e altre macchine e

Gli impianti sono completamente automatizzati e corredati di un software specifico con il controllo e la gestione dei consumi, la formulazione di ricette e l’allestimento di allarmi.

Microdosaggio di ingredienti in polvere Lawer, specializzata in sistemi di dosaggio di polveri e liquidi tecnologicamente avanzati e flessibili, ha proposto Unica, la soluzione di dosaggio che organizza la produzione in modo innovativo, pesando in automatico tutti gli ingredienti in polvere e/o liquidi presenti nelle ricette

di preparazione di gelato, pasticceria, biscotti e nelle produzioni alimentari di ogni genere dove sono necessari microdosaggi di ingredienti in polvere. Unica garantisce la qualità del prodotto finito, la certezza della precisione delle pesate, la replicabilità

Il sistema di microdosaggio Unica HD esposto in fiera (Lawer).

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delle ricette, la bilanciatura delle materia prime, la gestione della produzione, il controllo dell’efficienza e la riduzione dei costi, oltre alla totale riservatezza del know-how, dal momento che la composizione delle ricette si può oscurare e mantenere segreta. Inoltre, Unica consente l’ottimizzazione dei tempi di produzione (risparmio di

3 ore lavorative al giorno in laboratorio). Questa macchina compatta (occupa l’ingombro di un tavolo di lavoro e quando non è utilizzata per la produzione diviene un utile piano di appoggio), consente di ridurre gli errori e i tempi di preparazione delle ricette, e quindi i costi produttivi e di personale.

Miscelatori orizzontali La Nuova Guseo ha proposto i suoi mescolatori orizzontali serie “MG RB” ed “MG TS” a funzionamento in continuo, rispettivamente con agitatore mono e doppio aspo, destinati alla miscelazione di polveri con polveri e di polveri con additivi liquidi. Tali mescolatori sono composti da una vasca rettangolare, con fondo rastremato a sezione cilindrica (o a doppia sezione cilindrica rastremata anche al centro),

flangiata superiormente al coperchio, fissato mediante bulloni, provvisto di portelle di carico e d’ispezione. Ampiamente utilizzati in svariati settori fra cui l’alimentare, sfruttano un’azione di mescola promossa da un aspo a doppia spirale periferica, che favorisce il movimento dei prodotti secondo linee incrociate e ne permette un’intima omogeneizzazione. Nella parte inferiore è realizzata la bocca di

Il miscelatore orizzontale esposto al Powtech (Nuova Guseo).


Insaccatrice semiautomatica Stawimpianti:

AffidabilitĂ e Precisione.

L’INSACCATRICE SEMIAUTOMATICA STAWIMPIANTI per sacchi a valvola o a bocca aperta permette di insaccare velocemente e con grande precisione di pesata polveri e granulari anche particolarmente fini, abrasivi e potenzialmente pericolosi. Prepara 1 sacco da 25 kg in circa 1 minuto senza alcuna dispersione; le parti della macchina a contatto con il prodotto sono realizzate in Acciaio Inox AISI 316 o AISI 304 o acciaio al carbonio verniciato. Dispone di ganasce di trattenimento per sacco a bocca aperta azionate da cilindri pneumatici e di un dispositivo antisifonaggio installato per garantire la corretta pesata anche in presenza di prodotti molto scorrevoli.

MACHINERIES AND PLANTS FOR INDUSTRIES

STAWIMPIANTI S.R.L. Strada Privata Oglio, 12/14/16 - Frazione Sesto Ulteriano - 20098 San Giuliano Milanese (MI) - Italia Tel.: +39 02 98282186 r.a. - Fax: +39 02 98282196 - stawimpianti@stawimpianti.it - www.stawimpianti.it


scarico con valvola ad azionamento pneumatico a tampone per evitare punti morti di materiale non mescolato. I mescolatori serie RB e TS possono essere realizzati nella versione mono o

doppio aspo e con volumi di carico fino a 10.000 L. L’aggiunta di una tramoggia sottostante d’uguale volume ne permette, inoltre, il funzionamento pressoché in continuo eliminando i tempi morti di scarico.

Misura di livello radar Quest’anno, fra i vincitori del premio tecnologico assegnato in ogni edizione dal Powtech si è distinta Vega, nella categoria “Tecnica di misura, regolazione e controllo/ Caratterizzazione delle particelle”, con il sensore di livello radar Vegapuls 64, il primo sensore di livello radar al mondo per liquidi che lavora ad una frequenza di 80 GHz, che consente una focalizzazione nettamente migliore del segnale di trasmissione. In serbatoi e sili con molte installazioni interne la buona focalizzazione si traduce in un grande vantaggio in quanto riduce in modo significativo l’influenza di segnali di disturbo. Il sistema di antenna del VEGAPULS 64 è incapsulato in PTFE o PEEK, per cui non si creano cavità che potrebbero favorire la formazione di depositi di prodotto. La superficie del materiale è finemente trattata con utensili diamantati, per cui è meno

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Sensore di livello radar Vegapuls 64 (Vega).

soggetta ad adesioni di prodotto. Inoltre, speciali algoritmi del software sopprimono i segnali di disturbo provocati da adesioni sul sistema di antenna. Grazie all’elevato campo dinamico del sensore, l’attenuazione del segnale causata da depositi di prodotto viene ampiamente compensata. In tal modo è possibile il rilevamento preciso del livello anche in caso di imbrattamento del sensore. I vantaggi offerti comprendono l’elevata sicurezza di misura, anche in presenza

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di adesioni di prodotto nel corso dell’esercizio, la misura indipendente dalla formazione di condensa, la rapida disponibilità dopo

cicli di pulizia e la misura senza contatto, che consente un funzionamento che non richiede manutenzione.

Metal detector I Metal Detector Ceia THS sono apparati per la rivelazione di contaminanti metallici accidentalmente presenti su prodotti e manufatti industriali, con caratteristiche di sensibilità, immunità alle interferenze e rapidità di risposta atte a soddisfare le più stringenti esigenze di Controllo Qualità. In particolare, le serie THS/ FFV21 identifica sistemi Integrati con metal detector e valvola di espulsione per prodotti in polvere e granulati, disponibili in un’ampia gamma di dimensioni standard, con struttura e componenti in acciaio inox AISI 316 e disegno compatto. Le principali caratteristiche sono la rapidità e precisione di intervento, con minima quantità di prodotto scartato, e il condotto di transito in materiale antistatico, certificato per il contatto con i prodotti alimentari. THS/PH21N-FFV è invece un sistema evoluto di rivelazione di metalli per prodotti in polvere e granulati, caratterizzato da elevato flusso produttivo, altissima sensibilità a tutti

i metalli, gestione dei dati elettronici di produzione e delle firme elettroniche conforme al 21 CFR Part 11 e disponibile con soluzioni per la validazione: riferimenti standard di calibrazione; manuali di validazione; strumenti per la verifica della conformità; ampio servizio e supporto tecnico; convalida on-line dei dati di produzione. Il Control Power Box del THS/PH21N-FFV è certificato UL Listed in accordo agli Standard UL 508A and CSA -C22.2 No. 14-05. Su richiesta è disponibile in versione ATEX21.

Metal detector THS/PH per prodotti granulari, liquidi e in polvere (Ceia).



Sistemi di filtrazione

ricompressione termica o meccanica del vapore o tecnologie combinate.

Nella maggior parte degli impianti di lavorazione di prodotti alimentari e bevande, ad esempio succhi di frutta e vegetali, soluzioni proteiche, zucchero, prodotti amidacei, estratti di erbe, di caffè e tè, idrolizzati e gelatine, la fase di evaporazione richiede di concentrare il prodotto in strato sottile.

Fra le realizzazioni 3V Tech ricordiamo il filtro-essiccatore - Filtrodry FEP/TD a pressione Nutsche con agitatore a tre bracci, indicato per filtrazione a pressione, lavaggio “re-slurry”, levigatura e lavaggio di spostamento, essiccazione sottovuoto e scarico del prodotto.

La tecnologia di evaporazione richiede spesso la concentrazione di sottoprodotti dell’industria alimentare, come lievito, brodi di pesce ed effluenti di lavorazione della carne, che possono essere venduti come materia prima per l’alimentazione animale o come fertilizzanti organici. 3V Tech fornisce sistemi di evaporazione per regolare la concentrazione di

alimenti liquidi e impianti di evaporazione per i sottoprodotti provenienti dall’industria alimentare. Il sistema della progettazione su misura consente di realizzare soluzioni che ottimizzano il risparmio energetico degli impianti, attraverso, ad esempio,

Miscelatore a svuotamento rapido Lödige ha presentato il mixer a svuotamento rapido SEM 3000, dotato di un’ampia apertura di scarico supplementare lungo l’intera lunghezza del tamburo. In questo modo il prodotto miscelato può essere scaricato dalla macchina in due secondi e senza lasciare praticamen-

3V Tech ha partecipato al Powtech 2016.

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te residui, il che è particolarmente apprezzato nelle applicazioni che richiedono elevata produttività in combinazione con il funzionamento in batch. Oltre ai tempi di scarico, sono rapidi anche quelli di alimentazione e miscelazione che consentono di

elaborare fino a 25 lotti all’ora, garantendo un’alta efficienza anche nel caso di frequenti cambiamenti nella formulazione del prodotto. Il Batch Mixer funziona in base al principio del letto fluido generato meccanicamente introdotto dalla tecnologia miscelazione Lödige. Le pale Ploughshare ruotano in orizzontale sull’albero, all’interno del tamburo cilindrico del SEM 3000. In questo modo, prodotti in polvere, granulari e fibrosi vengono mossi in una direzione tridimensionale, garantendo una miscelazione totale, rapida ed efficace. Accanto a rapidità ed efficacia il miscelatore SEM 3000, disponibile con capacità da 1.600 a 3.000 L e in versione ATEX, si distingue anche per la scarsa manutenzione e il facile accesso alle parti interne della macchina.

Miscelatore a svuotamento rapido SEM 3000 (Lödige).


fiere

Deviatore multivia

chimico fisiche. Ideale per il caricamento di batterie di silo viene fornita completa di giunzioni ruotante sul tubo di mandata. La valvola tipo DS viene fornita completa di quadro di gestione con PLC e tastierino alfanumerico di gestione.

Essiccatore ad armadio sottovuoto

Lo stand GVF Impianti a Norimberga.

Il deviatore multivia serie DS proposto dalla GVF Impianti è idoneo all’utilizzo su trasporti in fase densa e fase diluita e viene prodotto nelle misure da 2”1/2 sino a 8” da 2 a 12 bocche di uscita. La mac-

è garantita da una speciale guarnizione pneumatica intercambiabile per garantire interventi manutentivi semplici ed efficaci. La valvola deviatrice multivia serie DS garantisce l’assenza di depositi di prodotto e quindi l’inquinamento nel trasporto di prodotti con diverse caratteristiche

china risulta di semplice installazione sia verticale che orizzontale, garantisce il passaggio del materiale senza creare discontinuità riducendo al minimo le usure ed annullando qualsiasi perdita di carico. La tenuta

L’essiccatore statico sottovuoto Multispray presentato dalla Italvacuum è il frutto di 75 anni d’esperienza nell’essiccamento di polveri umide, paste e liquidi densi, impiegati nelle produzioni chimiche, farmaceutiche e

cosmetiche. È costituito da una camera essiccante ad armadio, riscaldata mediante circolazione di fluido al fine di evitare fenomeni di condensa, e da una serie di piastre radianti, anch’esse riscaldate attraverso un

METALMECCANICA BAKERIES & PASTA FACTORIES FEED MILLS

ASSISTENZA TECNICA PRE-POST VENDITA

MOLINI

AUXILIARY MACHINERY

METALWORKING TECHNICAL SUPPORT CONSTRUCTIONS MÉCANIQUES MACCHINE AUSILIARI

MACHINES AUXILIAIRES

SERVIZI DI CONSULENZA PRE- AND POST-SALES SERVICE BOULANGERIES ET USINES DE PÂTES

MILLS MOULINS PANIFICI & PASTIFICI

a i l g i m a STOCCAGGIO F i d e n o i z i d a r t a n U MANGIMIFICI

STORAGE FACILITIES INSTALLATIONS DE STOCKAGE

USINES D’ALIMENTS POUR ANIMAUX

SERVICES DE CONSULTANCE

ASSISTANCE TECHNIQUE PRÉ-ET APRÈS- VENTE

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particolare collettore di distribuzione del fluido, che garantisce una completa omogeneità di riscaldamento. Caratterizzato dalla perfetta lucidatura dell’interno dell’armadio e delle piastre radianti per una completa e facile pulizia, dalla coibentazione della porta a tenuta stagna, dalle bacinelle “particle-free” per il completo recupero delle polveri e dagli alti livelli di vuoto grazie ad accurate lavorazioni meccaniche delle superfici di tenuta, l’essiccatore statico Multispray è progettato e prodotto in conformità alle sempre più restrittive normative FDA e norme di buona fabbricazione cGMP prescritte per i macchinari destinati alle produzioni di farmaci. Il nuovo sistema di lavaggio rapido CIP Multispray è un brevetto Italvacuum che permette di effettuare il lavaggio e la bonifica della camera d’essiccazione e delle piastre interne in pochi minuti e con una quantità di liquido piuttosto contenuta,

Essiccatoio Multispray a piastre estraibili e armadio sottovuoto (Italvacuum).

Nuova valvola rotativa compatta ZZB in acciaio inox (Coperion).

evitando che l’operatore venga a contatto diretto con eventuali residui di prodotto e/o solventi presenti all’interno dell’essiccatore. La sua efficacia è superiore al 98% con il gruppo piastre all’interno della camera d’essiccamento e del 100% con il pacco piastre estratto dalla camera. L’essiccatoio è disponibile in due tipologie di modelli, a piastre fisse o estraibili, il primo indicato per prodotti pregiati e delicati, il secondo realizzato con gli stessi standard costruttivi di quello a piastre fisse ma introdotto in risposta alla necessità di eseguire un lavaggio molto accurato dell’essiccatore ed in tempi rapidi.

Nuove soluzioni per l’industria di processo Coperion e Coperion K-Tron hanno presentato una varietà di soluzioni per la movimentazione di prodotti sfusi in diverse fasi del processo. Fra le novità presentate ricordiamo la piccola val-

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vola rotativa igienica ZZB in acciaio inox sviluppata soprattutto per piccole capacità e standard igienici elevati. È quindi perfettamente adatta per le esigenze in ambito alimentare, farmaceutico e chimico. Le superfici lucide interne ed

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esterne impediscono accumuli di prodotti indesiderati, mentre con il dispositivo di estrazione standard, il rotore può essere facilmente rimosso dal corpo valvola. Facile da aprire grazie alle connessioni flangiate

a triplo aggancio, sia in ingresso che in uscita, la ZZB semplifica l’installazione e la manutenzione. La valvola è disponibile nelle misure DN 80 e 100 (ingresso e uscita) ed è adatta per l’uso in zone ATEX.

Separatore magnetico ottimizzato Goudsmit ha presentato un separatore magnetico conforme alle linee guida dell’EHEDG costruito secondo una nuova tecnica di sabbiatura di superficie umida e igienica studiata insieme al TNO, che riduce la ruvidezza dell’acciaio inox e, conseguentemente, l’adesione dei prodotti sia secchi che umidi al magnete, e pure quella dei contaminanti microbici, pur offrendo un’ottima resistenza alla corrosione. Grazie a queste caratteristiche il separatore magnetico risulta estremamente semplice da pulire e offre una maggiore garanzia di igiene. Con esso è ora possibile eliminare particelle in ferro

e in acciaio AISI 304/316L molto fini da prodotti come latte in polvere e miscele per baby food, zucchero, lattosio e altri prodotti in polvere. La rotazione dei magneti previene l’accumulo di polveri grasse sui cilindri del magnete e assicura un elevato livello di separazione.

Separatore magnetico di metalli a superficie sabbiata a umido (Goudsmit).


Mixing Systems and Components for Plants CERTIFICATE SYSTEMS UNI EN ISO 9001

VALVES Valvole CONVEYING Trasporto

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FILTERING Filtrazione

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macchine accessori

Le etichettatrici PE Labellers vestono Farchioni e Ponti Lo specialista delle macchine etichettatrici P.E. Labellers veste le bottiglie di olio di Farchioni olii – azienda umbra specializzata in prodotti tipici della regione come olio, vino e farina – e quelle di aceto di Ponti – leader riconosciuto a livello internazionale nella produzione di aceti, sottaceti e sottoli, condimenti e sughi pronti. In particolare, Farchioni ha scelto le etichettatrici autoadesive o colla a freddo per formati vetro

Etichettatrice modello Modular Top (P.E. Labellers).

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e PET proposte per le sue linee di confezionamento dell’olio d’oliva. Si tratta in particolare di una serie di macchine Modular Fix con camma meccanica e Modular Plus con camma elettronica, equipaggiate con gruppi applicazione etichette adesive e colla a freddo, a seconda della linea produttiva d’installazione. L’idea di base è stata la volontà di contenere al massimo i costi di produzione, offrendo macchine realizzate secondo standard elevati. La soddisfazione della Farchioni si intuisce dall’adozione di più di 7 etichettatrici sulla linea di produzione dell’olio d’oliva, stoccato poi al coperto dei propri stabilimenti. Inoltre, considerando la differenziazione dell’offerta che la società Farchioni olii propone al proprio pubblico, PE Labellers ha avuto la possibilità di fornire anche un’etichettatrice per la linea di birra artigianale ed una per il confezionamento dei vini della cantina aziendale. Ponti, invece, per etichettare i propri prodotti, nel 2015 ha acquistato dalla

società mantovana due macchine etichettatrici modello Modular Top dotate di servomotori, con diametro 1.120 mm. Le etichettatrici sono composte da un modulo Gruppo Fast e montano supporti per piattelli, colonna centrale e per stirature in acciaio inox. Le due macchine sono predisposte per il centraggio ottico con fotocellule a fibra ottica e sono dotate anche di particolari stelle universali che permettono di trattare diversi formati di bottiglie in vetro, in un caso, e vetro e PET, nell’altro, senza alcun cambio di attrezzature. Una delle due macchine raggiunge la velocità di produzione massima di 19.000 bph, l’altra invece può produrre ad una velocità tra i 24.000 bph ed i 27.000 bph. A fronte del successo di queste due forniture installate nello stabilimento di Ghemme, nel 2016 la società ha confermato la sua fiducia nelle tecnologie di P.E. Labellers, acquistando altre due macchine etichettatrici molto simili nelle caratteristiche per gli stabilimenti di Casier (Treviso) ed Anagni (Frosinone).


macchine accessori

Componenti per garantire la sicurezza Elesa – specialista della componentistica industriale – insieme alla qualità, all’ergonomia e alla cura estetico-formale dei prodotti, colloca tra i primi posti della scala di valori aziendali la sicurezza, progettando elementi idonei all’impiego nei più differenti ambiti industriali, anche ad elevata automazione.

La qualità e la funzionalità delle due soluzioni proposte è garantita da UL (Underwriters Laboratories), l’ente di certificazione più autorevole per il mercato Nord-Americano. CFSW è inoltre certificata da IMQ (Istituto Italiano del Marchio di Qualità), il più prestigioso ente italiano per la certificazione.

Tra i prodotti a catalogo, Elesa presenta componenti conformi a diverse normative in materia di sicurezza e prevenzione, alcuni dei quali dotati anche di certificazione. Le due cerniere con interruttore di sicurezza integrato Elesa, serie CFSQ. e CFSW., sono un ottimo esempio di “sicurezza certificata” per l’operatore.

Elesa progetta e realizza i propri componenti studiandone design e forma ergonomica per facilitare e rendere confortevole l’interazione tra l’operatore e la macchina, oltre che per migliorare la funzionalità, con l’obiettivo di ridurre al minimo il rischio di incidenti sul lavoro, anche in assenza di specifici dettami normativi.

La prima presenta un interruttore con due contatti in scambio, uno NO e uno NC ad apertura positiva conforme a norma IEC EN 60947-51, mentre la CFSW. ha 4 contatti elettrici e in base all’esecuzione scelta può presentare 2 o 3 contatti ad apertura positiva conforme a norma IEC EN 60947-5-1, caratteristica che la rende idonea ad applicazioni di sicurezza fino a SIL3 in accordo con la norma IEC 62061 e PLe in accordo con la norma EN ISO 13849-1.

Fra le soluzioni tecniche al servizio della sicurezza dell’operatore ricordiamo il maniglione tubolare ETH, dalle forme moderne, compatte e senza alcuna sporgenza, che consente all’operatore di effettuare movimenti in completa sicurezza senza, ad esempio, il rischio di restarvi impigliato con gli indumenti. Lo speciale sistema di fissaggio anti-rotazione del tubo ai supporti laterali assicura una presa ferma e sicura durante le operazioni di manovra. Per l’eccellente binomio

ergonomia-funzionalità, la versione ETH-AN, in alluminio anodizzato, nel 2015, è stata insignita con due prestigiosi riconoscimenti internazionali in materia di design industriale: l’IF Design Award e il Red Dot Award.

terno e priva di appigli, per la massima sicurezza all’operatore. Anche il design di MPR è stato premiato con l’IF Design Award 2015. Le maniglie a ripresa di sicurezza si caratterizzano per il particolare meccanismo che permette alla leva di essere disimpegnata dall’elemento di serraggio consentendo alla leva stessa di essere libera di ruotare senza compromettere il serraggio in caso di urti accidentali. Il serraggio avviene premendo e ruotando la leva tramite l’innesto dell’elemento di serraggio con il corpo leva. I rappresentanti di questa famiglia, entrambi con scritta tampografata ‘PUSH’, sono le maniglie a ripresa di sicurezza ERS., che richiama il design delle maniglie a ripresa con meccanismo tradizionale ERX. della linea Ergostyle, e la serie L652-S, dalla particolare forma a T.

Le maniglie di sicurezza per protezioni ESP. e MSP., entrambe realizzate in tecnopolimero resistente all’attacco di solventi, oli e altri agenti chimici, sono impiegate su protezioni di macchine e sistemi di automazione in cui siano previsti portelli a doppio battente, garantendo un’elevata sicurezza per l’operatore durante le manovre, grazie alla loro completa chiusura. In particolare, MSP., sottoposta a test in laboratorio, ha dimostrato una forte resistenza sia all’applicazione di un carico a trazione, sia agli urti. ESP, della linea Ergostyle, offre la possibilità di abbinare una calotta colorata che, oltre migliorarne la visibilità, permette di aumentare anche il valore estetico della macchina o dell’attrezzatura a cui è destinato. La maniglia ripiegabile da incasso con richiamo a molla MPR assicura una presa confortevole grazie Cerniera con interruttore di sicurezza integraall’impugnatura to serie CFSW (Elesa). sagomata all’in-

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Elementi di drenaggio per massime prestazioni igieniche Lungi dall’essere un accessorio secondario, il drenaggio delle acque reflue e di processo in ambienti dedicati alla preparazione e alla trasformazione alimentare – cucine, ristoranti, industrie food & beverage, ditte di catering, mense ecc. – è oggi un sistema di notevole importanza e fattore critico di successo.

della perenne presenza di calore, vapore, liquidi e grasso; per tale ragione è importante dotarsi di sistemi capaci di eliminare il più rapidamente ed efficacemente i liquidi oleosi che si riversano sulle pavimentazioni delle aree di lavoro, riducendo così il rischio, per le persone, di pericolosi scivolamenti.

Una linea di drenaggio scadente nei locali dove si lavorano gli alimenti può avere gravi ripercussioni sul piano della salute e della sicurezza. La cattiva progettazione e installazione di canali e griglie di copertura può trasformarli in un bacino dove si annidano e proliferano batteri e altri agenti nocivi, causa di successive contaminazioni dell’ambiente circostante e degli alimenti stessi. Scegliere sin dall’inizio sistemi di drenaggio efficaci, efficienti e progettati correttamente è fondamentale anche per evitare costi legati a necessari interventi di riparazione e manutenzione su linee mal funzionanti. Il drenaggio interviene anche sul fronte della riduzione di incidenti sul luogo di lavoro. Lo stabilimento alimentare è, infatti, un ambiente potenzialmente pericoloso per la sicurezza delle persone a causa

Specializzata nella progettazione e nella produzione di sistemi di drenaggio per industrie alimentari e cucine professionali è l’azienda ACO, la cui filosofia “HygieneFirst” rappresenta l’impegno a fornire prodotti che garantiscano massime prestazioni igieniche e minimi rischi, grazie a un’attenta cura dei dettagli che parte dalla progettazione e arriva alle regole di pulizia e manutenzione. ACO, leader da 60 anni nel mondo dei sistemi di drenaggio e con i suoi 30 anni di esperienza nella produzione di soluzioni in acciaio inox, è la prima azienda ad aver introdotto e posto gli standard di un sistema di drenaggio completamente igienico; è anche la prima azienda a far parte dell’EHEDG, l’European Hygiene Engineerign & Design Group, rete di esperti a livello mondiale per i prodotti di drenaggio.

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industrie alimentari

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I sistemi di drenaggio ACO non lasciano nulla al caso. Comprendono soluzioni perfettamente conformi ai protocolli HACCP (Analisi dei rischi e controllo dei punti critici) agli standard dell’EHEDG e alle norme EN1253 ed EN1433; le soluzioni ACO con design igienico applicano inoltre gli standard riservati alle superfici di contatto con gli alimenti EN 1672 e EN ISO 14159. La gamma di prodotti ACO HygieneFirst è realizzata completamente in acciaio

inox austenitico (AISI 304 o 316L), garanzia di elevata resistenza alla corrosione, assenza di porosità, resistenza alle alte temperature e agli shock termici e facile pulizia. Essa comprende: pozzetti di scarico, canali a fessura, canali a incasso e vasche, con relative griglie di copertura per diverse classi di carico. L’insieme delle soluzioni ACO per l’industria alimentare conta, inoltre, tubi in acciaio inox particolarmente resistenti agli agenti aggressivi, un’ampia scelta di prodotti per la separazione dei grassi testati e certificati conformemente alla norma EN 1825, dotati di marcatura CE; impianti di sollevamento da associare a separatori installati sotto il livello di riflusso.

Sistema vasca igienica (ACO).


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La legislazione rimane indietro rispetto alla tecnologia Il latte crudo contiene batteri che possono essere nocivi per la salute. Attraverso il riscaldamento (pastorizzazione o sterilizzazione) è possibile ostacolare gli effetti dannosi, ma cambiano anche il valore nutrizionale e il gusto del latte. PurePulse, messa a punto dalla tedesca CoolWave Processing, è una tecnologia che permette di rendere i batteri innocui, preservando però il sapore e la qualità del latte crudo. Si tratta di un metodo di conservazione moderna in cui si genera una serie di brevi impulsi elettrici che inattivano i batteri nel cibo, conferendogli una shelf-life paragonabile a quella dei prodotti pastorizzati. A differenza del trattamento termico però, PurePulse non scalda il latte, il che significa che ne vengono preservati il gusto e i preziosi componenti nutrizionali. Tuttavia, una legge vecchia di quasi 70 anni vieta la vendita di latte non trattato termicamente, mediante pastorizzazione o sterilizzazione, al di fuori della stalla, senza tener conto delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie come PurePulse, la cui efficacia è stata invece avvalorata

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industrie alimentari

dalla ricerca scientifica negli ultimi dieci anni. Si tratta di una tecnologia già sviluppata su scala

industriale per la quale la CoolWave Processing chiede un aggiornamento normativo, in modo da poter beneficiare appieno

dei benefici nutrizionali del latte crudo. In collaborazione con aziende lattiero-casearie e produttori di latte, l’azienda olandese sta anche lavorando al trattamento di prodotti lattiero-caseari trasformati come lo yogurt e il formaggio.

Un impianto di trattamento PurePulse ad impulsi elettrici per il latte (CoolWave Processing).

Catena portacavi Igus presenta la nuova catena portacavi E4.1L, caratterizzata da utilizzo ottimale dello spazio, peso ridotto e alta stabilità. Rispetto alla E4.1, questa versione light permette una riduzione di peso del 30%, cosa che la rende adatta ad applicazioni altamente dinamiche. Sebbene sviluppata soprattutto per applicazioni autoportanti, questa catena portacavi è adatta anche a corse lunghe. Gli spigoli arrotondati dei traversini apribili e dei separatori della catena

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garantiscono una lunga durata di esercizio dei tubi e dei cavi e, oltre alle superfici arrotondate che entrano in contatto con i cavi, le tacche e la scala di posizionamento consentono una ripartizione ottimale della

catena. A ciò si aggiungono la facilità di assemblaggio e un’elevata stabilità, che la rendono particolarmente efficiente soprattutto in applicazioni autoportanti con dinamiche elevate, come ad esempio nell’automa-


macchine accessori

zione o nelle macchine utensili. Il semplice meccanismo di apertura a scatto dei traversini, sia internamente che esternamente al raggio, garantisce un rapido inserimento dei condotti al suo interno. I traversini possono essere aperti con un cacciavite, orientati di 115° e richiusi nella posizione finale. In caso di necessità possono anche essere rimossi completamente, reinseriti e infine richiusi con una semplice pressione. L’aggancio brevettato ad accoppiamento geometrico delle maglie e i doppi fermi con un’ampia superficie sono stati ripresi dalla catena Heavy Duty E4.1, e garantiscono un’elevata stabilità. Inoltre è presente un “freno” che permette una riduzione della rumoro-

sità diretta ed un funzionamento particolarmente silenzioso. Grazie all’assemblaggio flessibile delle maglie esterne, la catena può essere installata con o senza precarico. Questo rappresenta un vantaggio decisivo soprattutto in presenza di spazi di installazione ridotti, come ad esempio nelle macchine utensili. La catena portacavi è ora disponibile in magazzino con ancora più altezze interne fra 31 e 64 mm e in nuove larghezze, nonché come variante completamente chiusa che protegge dai trucioli. Per la catena portacavi a traversini, Igus offre anche una versione ESD e, per la catena portacavi chiusa, persino un’opzione resistente al contatto ad alte temperature.

nella camera sterile di riempimento. La sterilizzazione con sostanze chimiche non è adatta a causa della forma complessa del tappo e la soluzione con UVC non è validata perché non riesce a raggiungere la riduzione logaritmica desiderata, mentre la soluzione con la luce pulsata risponde a tutte le richieste del cliente. Il metodo sviluppato da Claranor utilizza impulsi di breve durata di luce

ad ampio spettro, ricca in UVC, generata da lampade allo xenon. La sfida è stata implementare un sistema in grado di sterilizzare entrambi i lati del tappo alla velocità di riempimento della linea (440 tappi/minuto): sono state posizionate due lampade per la sterilizzazione interna e 1 lampada per la decontaminazione esterna sviluppate appositamente per quella tipologia di tappo.

Sterilizzazione tappi Il sistema di sterilizzazione a secco e senza sostanze chimiche di Claranor si rivolge ai prodotti ESL (exdended shelf life), con una durata superiore ai 60 giorni. Questo sistema utilizza la luce pulsata per una sterilizzazione interna ed esterna dei tappi ed è stata implementata per la prima volta su una linea di riempimento di succhi di frutta ESL.

Il prodotto è un succo d’arancia conservato a temperatura refrigerata per 10 settimane, senza aggiunta di conservanti, confezionato in bottiglie in PET chiuse con tappi a vite in plastica con un foglio in alluminio. Il prodotto necessita di un trattamento interno delle parti in contatto con il succo e anche una sterilizzazione esterna del tappo, così da evitare contaminazioni crociate

Installazione del sistema di sterilizzazione Claranor.

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Confezionamento di caffè in capsule e grani Illy – uno dei marchi di caffè italiani più famosi la cui fondazione risale al 1933 e associa il suo successo all’invenzione del sistema pressurizzato per il caffè in grani, utilizzato ancor oggi per preservare gli aromi e i sapori unici dei grani di caffè accuratamente selezionati dall’azienda – ha scelto la tecnologia delle pesatrici multiteste Ishida, veloci e precise, per la realizzazione di due tipi di confezioni. Una pesatrice Ishida CCW-SE-210, un modello di fascia base con tramogge da 2 litri, seleziona, in base al peso, 18 capsule di caffè illy e le confeziona in una busta a fondo quadro destinata al consumatore finale, mentre due pesatrici CCWRS-210, modello di fascia media con tramogge da 5 litri, sono dedicate al confezionamento del caffè in grani illy nei barattoli da 3 kg destinati alla ristorazione e ai bar in tutto il mondo. Convinta che la qualità del prodotto dipenda anche dalla qualità della confezione, illy produce internamente i barattoli da 3 kg con cui rifornisce ristoranti e bar. I tecnici della società curano inoltre la progettazione delle linee di riempimento,

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industrie alimentari

composte da attrezzature in gran parte realizzate in base alle specifiche dettate da illy. Per i barattoli da 3 kg illy usava in passato un sistema di pesatura a testa singola, ma quando il produttore di questa macchina cessò l’attività divenne difficile ottenere i pezzi di ricambio ed emerse quindi l’esigenza di una soluzione alternativa.

sono raggiungere l’elevato peso target con una sola fase di scarico del prodotto. Poiché dopo il processo di tostatura alcuni grani di caffè a volte si appiccicano tra loro, le tramogge di accumulo sono dotate di una griglia progettata da

in memoria e facilmente richiamabili tramite l’unità di comando, per rendere il cambio prodotto rapido e semplice. L’azienda triestina del caffè segnala anche che le pesatrici Ishida funzionano senza alcun problema da quando sono state installate. Attualmente, grazie alle pesatrici Ishida RS, illy

Un vantaggio chiave delle nuove pesatrici, oltre alla garanzia di un’accuratezza entro i 3-4 g del peso target, è la loro velocità, grazie alla quale illy ha potuto accelerare le operazioni di confezionamento da 10 a 25 confezioni al minuto. L’azienda, pertanto, sta ora investendo in nuove attrezzature di fine linea per sfruttare al meglio i benefici della maggiore rapidità. Entrambe le pesatrici alimentano il sistema di riempimento realizzato su misura per illy, dotato di una serie di scivoli rotanti che convogliano i grani di caffè nei barattoli in movimento. Con l’aumento della velocità delle pesatrici, la linea ora gestisce circa 45 tonnellate di caffè in grani al giorno. Grazie alle tramogge da 5 litri le pesatrici Ishida pos-

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La confezionatrice multi-teste CCW-SE-210 per capsule di caffè Illy (Ishida).

illy per evitare la caduta di grumi nella tramoggia di pesatura. Le due pesatrici per i grani di caffè funzionano 24 ore su 24, per cinque giorni alla settimana, sono facili da usare e affidabili. Inoltre, le impostazioni per le diverse varietà di caffè gestite dalla pesatrice sono salvate

confeziona nei barattoli da 3 kg quattro tipi di caffè: standard, decaffeinato, a tostatura scura ed extra scura, ma grazie alla flessibilità e versatilità delle pesatrici sarà possibile in qualsiasi momento introdurre nuove varietà. Un obiettivo a cui l’azienda lavora costantemente.


Affidabilità nei processi di intralogistica Una certezza, con l’impegno costante “Rolling On Interroll” Con oltre 50 anni di storia, siamo da sempre partner affidabile per i costruttori di macchinari e per i system integrator di tutto il mondo. La nostra missione è fornire componenti intelligenti per conveyors e macchinari, dai rulli a gravità ai RollerDrive 24V con controlli fino ai mototamburi ad alta igiene.

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Le pesatrici vengono pulite alla fine di ogni turno ed al cambio di prodotto; alla fine della settimana è prevista una pulizia più approfondita, che risulta molto semplice grazie al design igienico delle pesatrici, alle linee arrotondate ed alle superfici concepite in modo da evitare l’accumulo di polvere, nonché alla semplicità di smontaggio e rimontaggio delle tramogge senza l’utilizzo di utensili. La pesatrice Ishida CCW-SE a 10 teste offre velocità, precisione ed efficienza ad un prezzo di fascia base ed è ideale per tutti i prodotti secchi. Illy la utilizza per le capsule dell’esclusivo sistema Iperespresso, che ha portato la preparazione dell’ espresso di terza generazione nelle case dei consumatori.

ve nella scelta di rivolgersi per queste due applicazioni a Ishida, azienda che vanta una reputazione di eccellenza a livello

mondiale e che, attraverso il suo rivenditore sul territorio nazionale, Itech Italia, garantisce al cliente un’ottima assistenza.

Sacchetti in carta sigillati con tecnologia VFFS Bosch Packaging Technology, in collaborazione con il produttore svedese di carta, ha sviluppato una soluzione per la realizzazione di sacchetti in carta sigillati che, anziché utilizzare film in polimero, consente di utilizzare un mono-materiale sostenibile come la carta, priva di frazioni polimeriche aggiuntive, per creare un imballaggio a tenuta di polvere per prodotti secchi

come zucchero, cereali e farine. Questa soluzione offre notevoli plus per rivenditori e consumatori: scaffali puliti, alta protezione e migliore qualità del prodotto. La BillerudKorsnäs ha provveduto all’ottimizzazione delle proprietà meccaniche della carta realizzando la AxelloZAP, mentre Bosch Packaging Technology ha dimostrato la sua com-

Poiché il peso delle capsule è praticamente identico, la CCW-SE-210 è in grado di contare e collocare nelle buste a fondo quadro 18 capsule di caffè alla velocità di 50 confezioni al minuto. Anche in questo caso la pesatrice scarica le capsule in un sistema di trasporto progettato da illy che le colloca nelle buste. La qualità è sempre stata il motore trainante di tutte le innovazioni introdotte da illy in termini di prodotto e di confezionamento ed è stata un fattore chia-

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industrie alimentari

Sacchetti sigillati in carta realizzati con la confezionatrice verticale VFFS ZAP-Module (Bosch Packaging Technology).

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petenza come fornitore leader di tecnologia per il packaging. Il sacchetto viene prodotto su una nuova confezionatrice verticale con funzione form-fill-seal (VFFS) chiamata ZAP-Module che consente il rivestimento con il sigillante su una porzione minima della carta, solo nei punti di chiusura a caldo, mantenendone il carattere di mono-materiale. Rispetto alla carta convenzionale, la AxelloZAP è sostanzialmente più durevole, pur rimanendo un prodotto naturale, con i correlati vantaggi per l’ambiente, dall’origine al riciclaggio, caratteristiche sostenibili che ne aumentano l’appeal per i consumatori eco-consapevoli. La carta sviluppata da BillerudKorsnäs risulta molto resistente alla lavorazione, associando in un unico materiale forza, flessibilità e rigidità che si sposano perfettamente con la tecnologia Bosch. Questa soluzione, che permette di realizzare diverse tipologie di sacchetti, a cuscino, a fondo quadro a soffietto o a fondo incrociato, con chiusura a timpano o ripiegata, risulta ideale per il confezionamento dei prodotti secchi, aprendo la possibilità di utilizzare imballaggi ecocompatibili anche in applicazioni finora non esplorate.



analisi controllo

Controller con tecnologia avanzata Il nuovo dispositivo Econorma “FT-2500” è indicato in modo particolare per il telecontrollo di temperature e umidità relativa %. Ogni apparecchiatura dispone di quattro ingressi per sonde temperatura o U.R.% con possibilità di posizionare i sensori a notevole distanza e di un numero di serie che lo identifica.

Il nuovo dispositivo “FT-2500” per il telecontrollo di temperature e umidità relativa % (Econorma).

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industrie alimentari

Può essere collegato alla rete aziendale tramite connessione USB, LAN (ethernet) e dispone di un modulo aggiuntivo con GPS e GPRS, ideale per il settore dei trasporti o postazioni, al di fuori della rete aziendale, di cui si ha necessità di monitorare da remoto. La versione software, correlata allo strumento, è multipiattaforma e quindi può essere installata su server o computer con differenti sistemi operativi (Windows, Linux, Apple). Inoltre è web oriented, che significa che qualsiasi postazione dotata di un browser può accedere e

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configurare il dispositivo da remoto. I dati vengono letti in tempo reale in base alle impostazioni nel programma e mostrati sul grafico a video (singolarmente o tutti assieme in base alla scelta dell’utente). Si può inoltre decidere di scaricare tutte le temperature, in una volta sola, alla riapertura del programma. Non c’è la necessità di avviare nessuno scarico, perché si occuperà il programma di farlo autonomamente. Sulla dashboard principale del Software FT-2500 si può impostare un’immagine che si presenti da sinottico e posizionare, o spostare, i moduli con un semplice drag & drop. Dispone inoltre di un sistema di allarme, tramite e-mail con più destinatari, ogniqualvolta la sonda, o le sonde presenti, abbiano superato la soglia consentita. Se sulla scheda è stato montato anche il modulo GPS, vengono visualizzati sulla mappa, in

tempo reale, la temperatura, l’umidità relativa % e la posizione geografica del dispositivo. Tutte le temperature registrate sono esportabili in formato Excel e pdf in qualsiasi momento dal tab del programma chiamato Storico. Per qualsiasi chiarimento sulle altre funzionalità di FT-2500 Software esiste un manuale on-line all’interno del programma sul Tab relativo. Per il cliente che invece volesse essere indipendente da software e installazioni locali nella propria rete e bastasse solo avere lo storico delle temperature, esiste la possibilità di collegarsi al cloud Econorma (www. econorma-cloud.com) da qualsiasi pc/smartphone/tablet ed avere i dati memorizzati dal singolo strumento. Sul PlayStore di Android è presente anche la APP FT-2500-Mobile per interagire con lo strumento, e scaricare i dati storici, dal proprio smartphone o tablet android.


industrie alimentari

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I vincitori del premio DuPont 2016 per l’innovazione nell’imballaggio imballaggi confezioni

ThermaSet della Graham Packaging, Diamond Award di DuPont.

Lo scorso maggio sono stati annunciati i vincitori 2016 dei premi per l’innovazione nel packaging DuPont, un’edizione in cui la giuria ha riscontrato un notevole impegno per il bene comune, con uno spostamento dell’attenzione dalla semplice funzionalità dell’imballaggio a packaging basati su soluzioni in grado di offrire ai consumatori un accesso più facile a prodotti che migliorano la vita.

tante, il Diamond Award, per ThermaSet, un contenitore in PET soffiato che consente il riempimento a caldo con alimenti pastorizzati. Infrangibile, facile da maneggiare, sicuro e riciclabile, riduce significativamente le spese per trasporto e danni e gli altri costi di manifattura per il proprietario del marchio.

Fra i plus riconosciuti ai vincitori, il miglioramento dell’esperienza e della sostenibilità nei prodotti per i consumatori, l’utilizzo di messaggi più semplici e di tecnologie di produzione economicamente più vantaggiose.

Il premio, conferito a sei aziende, riconosce il numero crescente di innovazioni nel settore packaging che eccellono in tre categorie: avanzamento tecnologico, packaging responsabile ed esperienza dell’utente migliorata. In particolare, è stato premiato il sistema di alta gamma per infusione di tè e caffè della danese Coffeebrewer Nordic. Si tratta di una busta standup in plastica contenente la miscela di tè in foglie o caffè. La porzione superiore, con chiusura a zip, viene aperta per immettere l’acqua calda. Attraverso il pratico beccuccio e tappo

Passiamo a descrivere i più interessanti per il settore alimentare.

Premio di diamante Premio Diamond Finalist alla Coffeebrewer Nordic per il suo sistema di infusione in busta.

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industrie alimentari

Graham Packaging, azienda con sede a Lancaster, in Pennsylvania, ha ricevuto il riconoscimento più impor-

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Finalisti del Diamond Award

si versa la bevanda una volta pronta ed è anche possibile riutilizzare la confezione per una nuova bevanda, riutilizzano più volte la stessa miscela o mettendone un cucchiaio di nuova. Fra i premiati anche la Aptar Food + Beverage, che ha realizzato per la panna acida Daisy Sour Cream una busta/tubo a forma di cuneo schiacciabile per facilitare l’erogazione del prodotto, chiusa con un pratico tappo flip-top, che evita il contatto con utensili e in tal modo le

Finalista per il premio diamante anche la Aptar Food + Beverage per la busta spremibile per la panna acida Daisy.


imballaggi confezioni

il proprio smartphone ad un sito che consiglia oltre 35.000 ricette da realizzare col prodotto.

contaminazioni, mentre la posizione in piedi rende pratica la sistemazione della confezione nella porta del frigorifero per un più facile accesso. L’indiana Adani Wilmar ha ricevuto il premio per la sua bottiglia leggera in plastica con capsula per il confezionamento di oli alimentari che, grazie alla sezione squadrata, ottimizza l’occupazione dello spazio, riduce i costi di produzione del 60% e quelli logistici di circa il 15%.

Le buste autoclavabili con solvente all’acqua della Pulmone, oro al DuPont Award 2016.

la sicurezza degli alimenti contenuti anche dopo i trattamenti di sterilizzazione ad alte temperature. Un altro vantaggio di queste buste, leggere, è la riduzione delle emissioni di carbonio rispetto al confezionamento in lattina. L’argento è andato invece ai tubi per le salse speziate della House Food Groups, studiati in particolare per i consumatori più anziani. Facile da aprire e da spremere fino all’ultima goccia, la confezione, compatta e realizzata con il minimo del materiale da imballaggio per essere più sostenibile, riporta un codice bidimensionale per collegarsi con

Diamond Finalist alla bottiglia per oli alimentari della Adani Wilmar.

Premi per l’innovazione Ha vinto l’oro in questa categoria la coreana Pulmuone, che ha realizzato una busta per salsa, chiusa con adesivi a base d’acqua, realizzata in un materiale che, riducendo l’uso di solventi solubili, ottimizza

Argento al tubo da schiacciare Next Generation della House Food Group.

Sempre d’argento è il contenitore per take-away Sani-Stak dell’americana Go To Containers, impilabile per essere più facilmente trasportabile e realizzato in bagassa e PET per minimizzarne l’impatto ambientale. Il coperchio è

Il brik ecologico e biodegradabile Tetra Rex di Tetra Pak, altro argento.

sagomato per poter ospitare due contenitori per il condimento.

Il contenitore impilabile per take-away Sani-Stack della Go To Containers, argento.

Ricordiamo infine il DuPont Silver Award assegnato al cartone rinnovabile Tetra Rex della Tetra Pak, il primo interamente realizzato in materiali di origine vegetale, adatto per latte e bevande refrigerate.

Cosa c’è di nuovo in ambito di bioplastiche Il mese scorso si è tenuto a Bruxelles un workshop internazionale organizzato dal Centro Tecnologico AINIA e dall’Associazione europea succhi di frutta (AIJN) volto a presentare le ultime novità relative alle bioplastiche (materiali ottenuti da fonti alternative ai prodotti petrolchimici) e alcune delle loro applicazioni nel confezionamento dei succhi di frutta, riflet-

industrie alimentari

tendo sul valore delle fonti rinnovabili, lo sviluppo dei processi di produzione, i limiti e le potenzialità, il tutto attraverso casi ed esperienze delle aziende del settore, pioniere in questo campo. Durante il workshop sono stati presentati i risultati di PHBottle, il primo prototipo di imballaggio per succhi ricavato da

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una bioplastica biodegradabile ottenuta dagli zuccheri presenti nei reflui dell’industria dei succhi, appunto. Esso è il frutto di quattro anni di lavoro di ricerca e sviluppo nel quadro del progetto europeo PHBottle, pioniere nel suo campo nello sviluppo del concetto di “economia circolare” che guida l’Unione europea nel suo impegno per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico sostenibile, nell’ambito del 7° Programma quadro. PHBottle, coordinato da AINIA, ha riunito un consorzio internazionale composto dall’Associazione europea dei succhi di frutta (AIJN), le società Citresa (parte della multinazionale Suntory), Logoplaste Innovation Lab (Portogallo), Logoplaste (Brasile), Omniform (Belgio), Sivel (Bulgaria), e Mega Empack (Messico), oltre ai centri tecnologici TNO (Paesi Bassi), AIMPLAS (Spagna), e INTI (Istituto nazionale di tecnologia industriale, Argentina). Il prototipo PHBottle è un imballaggio ottenuto dalla trasformazione della sostanza organica (zucchero e altri) presente nei reflui dell’industria dei succhi in un materiale bioplastico, migliorato con antiossidanti per prolungare la shelf-life del prodotto in esso contenuto, nonché la sua resistenza ed altre caratteristiche ergonomiche. Questo risultato è stato

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industrie alimentari

reso possibile combinando i più recenti progressi compiuti nelle biotecnologie, nel confezionamento e nella microincapsulazione, per dimostrare il valore dei rifiuti organici provenienti dalle industrie dei succhi come materia prima per la produzione di imballaggi per i propri prodotti. Accanto al PHBottle sono state presentate altre novità fra i materiali di imballaggio a base di biopolimeri. Ad esempio, la multinazionale svedese Tetra Pak ha proposto Tetra Rex, una nuova confezione di cartone realizzato con materiali rinnovabili, mentre la multinazionale olandese Avantium ha illustrato lo sviluppo delle sue nuove bottiglie in PEF, una bioplastica con proprietà migliorate rispetto al PET convenzionale (in plastica). L’UE produce annualmente più di 67 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, di cui circa un terzo sono rifiuti solidi urbani. Nei Paesi sviluppati, gli imballaggi alimentari rappresentano il 60% di tutti gli imballaggi, diventando la principale fonte di rifiuti. Con questo workshop, i partner del progetto PHBottle, così come gli altri partecipanti all’evento, hanno voluto trasferire al settore le conoscenze e dimostrare come si possano adottare soluzioni innova-

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tive sostenibili nel packaging alimentare, attraverso la discussione e la valutazione delle opportunità offerte dalle nuove tecno-

logie e lo sviluppo di nuovi materiali di imballaggio ottenuti da fonti biologiche alternative ai prodotti petrolchimici.

Materiale biodegradabile completamente riciclabile Bio-on, società italiana nata nel 2007 con l’intento di operare nel settore delle moderne biotecnologie applicate ai materiali di uso comune con lo scopo di dare vita a prodotti e soluzioni completamente naturali, al 100% ottenuti da fonti rinnovabili o scarti della lavorazione agricola, ha sviluppato, in collaborazione con l’Università finlandese di Tampere, un nuovo materiale biodegradabile utilizzando carta e bioplastica per il confezionamento di prodotti alimentari. Il prodotto è il risultato del progetto di Minerv PHA Extrusion Coating lanciato dal produttore alla fine dello scorso anno, volto alla realizzazione di accoppiati

con carta senza l’utilizzo di pellicole, senza rinunciare a funzionalità ed estetica del prodotto finale. Il progetto di ricerca e sviluppo industriale di Minerv PHA EC (extrusion coating) produce poliaccoppiato mediante estrusione del fuso polimerico di PHA direttamente sul substrato di carta o cartone, con successivo raffreddamento e consolidamento del film plastico mediante passaggio su rulli raffreddati (processo complessivamente denominato Extrusion Coating). Questo materiale eco-sostenibile e completamente biodegradabile, per ora utilizzato per realizzare contenitori tipo tetrapak,


imballaggi confezioni

consente di sostituire il polietilene presente negli imballaggi tradizionali e di ottenere una soluzione altamente permeabile con ottima funzionalità ed estetica. Secondo i ricercatori il Bio-On rappresenta il primo prodotto nella storia degli imballaggi biodegradabili ad essere completamente biodegradabile in natura, oltreché smaltibile nella raccolta differenziata in modo facile e sicuro. Come ha dichiarato il presidente di Bio-on Marco Astorri, unendo le forze si è dimostrato come sia possibile sviluppare nuove funzionalità nell’uso di biopolimeri PHA in decine di articoli. Il materiale, già testato per diverse applicazioni in settori quali l’automotive e il biomedicale, è ora considerato completamente sicuro per il l’utilizzo nell’alimentare, ad esempio per il latte e i succhi di frutta. Le bio plastiche di Bio-on sono ottenute da fonti vegetali rinnovabili, anche di scarto (tra cui melassi e sughi di scarto di canna da zucchero e di barbabietola da zucchero), senza alcuna competizione con le filiere alimentari. Come evidenzia un recente rapporto di Big Market Research dedicato alle previsioni per il mercato degli imballaggi biodegradabili dal 2015 al 2022, i continui progressi tecnologici e i

notevoli investimenti effettuati nel settore Ricerca & Sviluppo dai principali operatori del settore dovrebbero stimolare la crescita di un settore che lo scorso anno valeva 4,7 miliardi di dollari, a livello globale, e

che dovrebbe progredire con un CAGR del 17,2% fino al 2020 sulla spinta di fattori demografici favorevoli e dell’aumento della domanda di materiali di imballaggio biodegradabili in varie applicazioni.

Etichette in carta antimacchia Fedrigoni – tra i maggiori operatori internazionali nella produzione e vendita di carte ad alto valore aggiunto, supporti speciali come film plastici e metallizzati, prodotti di sicurezza e prodotti autoadesivi – ha presentato sul mercato alcune innovazioni, frutto della ricerca costante, dell’eccellenza tecnologica e della capacità di innovazione del Gruppo. Fra queste, Immaculate Papers è la nuovissima collezione di carte autoadesive antimacchia prodotte da Arconvert. Progettata per rivoluzionare il mondo delle etichette per l’olio, l’aceto balsamico, le specialità alimentari in vasetto, ma anche per il packaging di alta gamma del settore cosmetico, questa linea comprende nove preziosi materiali trattati con l’esclusiva tecnologia greaseproof che preserva l’integrità dell’etichetta dalle macchie di grasso e olio ed evita possibili scollamenti. Si tratta di un particolare trattamento barrierante

non plastico che, aggiunto all’impasto della carta, respinge persino le gocce di olio che scendono lungo il collo della bottiglia e aggrediscono l’etichetta attraverso i bordi. Finora la soluzione adottata dai produttori, in particolare di olio di oliva premium, era di creare etichette di colore scuro, dove la macchia fosse meno visibile, o di

applicare un film plastico che proteggesse l’etichetta solamente sulla parte frontale. Ora invece la soluzione permette una totale creatività nel packaging, totale efficacia protettiva sia su fronte che su bordi, e assenza di materiali plastici accoppiati alla carta. La nuova normativa UE prevede che nei ristoranti non si possano più mettere in tavola ampolle o bottiglie di olio prive di etichette e rabboccabili: l’etichetta diventa quindi una necessità, e ai brand di qualità dei settori olio di oliva/ aceto balsamico si offre la garanzia che l’etichetta resti pulita, e una felice corrispondenza qualitativa tra l’eleganza del packaging e la bontà del suo contenuto.

Sistema di apertura facilitata per sacchi sottovuoto Cryovac Grip&Tear Small Tab di Sealed Air è un nuovo sistema di apertura studiato per la gamma di sacchi sottovuoto Cryovac, progettato per rispondere alle necessità di praticità, sicurezza e freschezza delle imprese produttrici di generi alimentari, degli operatori del settore alimentare e dei consumatori. Il sacco sottovuoto è dotato di una linguetta laterale

industrie alimentari

che consente la facile apertura della confezione con un unico rapido gesto, senza bisogno di utilizzare coltelli o forbici, aumentando così la sicurezza dell’utente. La perfetta termoretrazione e la trasparenza del sacco sottovuoto garantiscono un’eccezionale visibilità del prodotto. Si riduce la potenziale presenza di pieghe e zone di saldatura eccessive grazie

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Nuovo sistema di apertura Cryovac Grip&Tear Small Tab per la gamma di sacchi sottovuoto Cryovac (Sealed Air).

alla termoretrazione del materiale, migliorando l’aspetto del prodotto confezionato, attirando l’attenzione dei consumatori e quindi facilitando l’acquisto. Il sacco sottovuoto dotato del sistema Cryovac Grip&Tear Small Tab è adatto

a prodotti di varie forme, quali piccole porzioni alimentari e confezioni di dimensioni maggiori, ad esempio per pollame, carne rossa fresca, carne affumicata e lavorata, così come prodotti caseari.

e semplice. La linguetta Small Tab è compatibile con tutti gli impianti di caricamento sacchi Cryovac di tipo semiautomatico e automatico, così come con le linee sottovuoto Cryovac VR e VS.

L’eccezionale robustezza del sacco garantisce ai produttori alimentari gli stessi vantaggi di conservabilità dei sacchi termoretraibili sottovuoto privi di apertura facilitata e può contribuire a ridurre i materiali di confezionamento fino al 20% rispetto ad altri sacchi dotati di apertura facilitata.

Il sistema Grip&Tear Small Tab è stato proposto sul mercato EMEA dopo un’indagine svolta tra i clienti di Sealed Air, allo scopo di soddisfare delle necessità specifiche. Basti pensare che il 97% dei clienti percepisce i sacchi sottovuoto con apertura facilitata come un valore aggiunto per i consumatori, e l’81% dichiara che questa comoda soluzione di confezionamento viene richiesta dagli stessi consumatori, che sono disposti a pagare un prezzo maggiore per averla.

Il sistema Cryovac Grip&Tear Small Tab può essere utilizzato negli impianti di confezionamento sottovuoto esistenti: significa che può essere integrato in maniera rapida

Una dichiarazione d’Intenti per promuovere gli imballaggi cellulosici sostenibili È stata recentemente presentata a Milano “Forest For Future”, dichiarazione d’Intenti volta ad aggregare soggetti pubblici e privati, e creata con l’obiettivo di aumentare la sensibilità sul mercato italiano intorno ai temi legati alla sostenibilità dell’intera filiera dei packaging cellulosici. L’iniziativa, promossa in Italia dal Green Manage-

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industrie alimentari

ment Institute e rivolta ad aziende, enti ed associazioni pubbliche e private, mira al raggiungimento di un equilibrio che vada dalla conservazione e sfruttamento sostenibile delle foreste, alla lavorazione del materiale, fino alla diffusione di packaging sostenibili e all’educazione a un loro corretto riciclo. I soggetti che hanno condiviso o

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condivideranno il progetto si impegneranno quindi a un’attività di comunicazione finalizzata alla conversione delle filiere del packaging verso una maggiore sostenibilità, e allo sviluppo e di attività di ricerca per la diffusione di una cultura dell’imballaggio che tenga in forte considerazione gli impatti economici, sociali e ambientali.

In Italia l’utilizzo di imballaggi cellulosici è superiore a 4 milioni di tonnellate l’anno di cui il 57% riferito a usi alimentari; si producono 337 mila tonnellate imballaggi flessibili da converter (poliaccoppiati flessibili in carta e plastica) delle quali oltre il 90% utilizzate come packaging alimentare, che garantiscono l’igiene degli alimenti ma che spesso creano problemi in fase di differenziazione e riciclo dei rifiuti. L’utilizzo della plastica nell’imballaggio, in particolare quello alimentare, è ancora largamente diffuso e quello relativo al food & beverage rappresenta il 77% del totale degli imballaggi in plastica utilizzati in Italia. Sono, però, oggi disponibili tecnologie e materiali rinnovabili per il packaging, in grado di garantire la sicurezza dei consumatori, la tutela dell’ambiente e una corretta gestione del rifiuto a valle. Green Management Institute e i partner operativi in Italia già onboard si impegneranno a coinvolgere aziende e Istituzioni per raggiungere una massa critica di adesione a “Forest For Future” nel breve termine: ciò consentirà una efficace azione di salvaguardia dei polmoni verdi del nostro Pianeta, un circolo virtuoso nella filiera e un più massiccio utilizzo di packaging sostenibile.



prodotti

Crema di formaggio dietetica

Il nuovo latticino fresco cremoso Fitline di Exquisa.

La gamma di formaggi freschi Exquisa si arricchisce di una nuova referenza: Fitline latticino fresco cremoso che, come tutti i prodotti dalla filiera Exquisa, è priva di conservanti e additivi. Ricca di proteine e senza glutine si addice ad una dieta vegetariana e votata al benessere e,

grazie all’assenza di grassi (solo lo 0,2%), Fitline si aggiudica un primato tra i formaggi freschi in crema, in termini di leggerezza e digeribilità, senza rinunciare alla cremosità. Ideale nella preparazione di piatti freschi o cucinati, il nuovo formaggio è un alleato prezioso per la linea e il palato insieme.

Surgelati naturali FRoSTA, uno dei principali produttori di alimenti surgelati in Europa, ha scelto dal 2003 di eliminare qualsiasi additivo (esaltatori di sapidità, coloranti,

I Cuoricini di Cous Cous e verdure di FRoSTA.

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industrie alimentari

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aromi e grassi idrogenati) dall’intera gamma dei propri prodotti offrendo al consumatore la possibilità di assaporarne solo il gusto autentico, ed oggi li porta anche in Italia. Per tener fede a questa filosofia aziendale gran parte degli ingredienti vegetali utilizzati da FRoSTA cresce in terreni di proprietà o di coltivatori partner che ne seguono i dettami. Fondamentale inoltre che si coltivi all’aria aperta, per salvaguardare il gusto e abbattere le emissioni di CO2.

Per ciò che concerne i prodotti a base di pesce, tutta la gamma FRoSTA utilizza pesce certificato MSC (Marine Stewardship Council), il principale standard ambientale per la pesca sostenibile e la gestione responsabile delle risorse ittiche, e per l’Italia la certificazione di questa materia prima rappresenta una novità. Il pesce viene lavorato e surgelato appena pescato e giunge agli stabilimenti in Germania via nave con il minimo dispendio di emissioni e la massima freschezza.


prodotti

Per una totale trasparenza nei confronti del consumatore tutte le materie prime utilizzate da FRoSTA sono perfettamente tracciabili dai consumatori grazie al QRcode riportato sulla confezione. I risultati del gruppo premiano questa scelta etica,

trasparente e consapevole. Il fatturato consolidato 2015 del gruppo, quotato alla Borsa di Francoforte, è pari a 440 milioni di euro, in crescita del 7,9% rispetto al 2014, e nell’esercizio sono previsti investimenti per 14,1 milioni di euro finanziati direttamente con fondi propri e dedicati all’ammo-

dernamento degli impianti in termini di risparmio ed efficienza energetici. L’obiettivo di FRoSTA per il 2016 è di ampliare la gamma prodotti e la presenza territoriale anche in Italia e, a partire dall’autunno, di valorizzare ancor più la propria filosofia tramite un

packaging altamente informativo per il cliente. Sul mercato italiano oggi FRoSTA è presente con 20 prodotti, di cui 4 lanciati nel 2016. In particolare, si tratta di: Salmone grigliato, Cuoricini di Piselli, Cuoricini di Spinaci e Cuoricini di Cous Cous e verdure.

Nuova maionese Dopo un’attività di Ricerca e Sviluppo durata quasi due anni che ha visto il coinvolgimento di oltre 5.000 consumatori, Heinz lancia in Italia la nuova maionese Squisitamente Buona, un prodotto di altissima qualità realizzato con un’esclusiva ricetta che prevede l’utilizzo di sole uova coltivate a terra ed esclude l’uso di coloranti e di addensanti artificiali.

Ogni aspetto del nuovo prodotto è stato curato nel dettaglio: la consistenza cremosa, il sapore delicato e studiato appositamente per il raffinato gusto italiano ed il look rinnovato (gli inconfondibili barattoli si vestono di una nuova etichetta, chiara, leggibile ed elegante). Ideale per i panini più sfiziosi, deliziosa nel vitello

tonnato e nei cocktail di gamberi, sorprendente per gli uramaki giapponesi e immancabile nelle insalate, la maionese è una delle salse più versatili e apprezzate in Italia e nel mondo. Squisitamente Buona è disponibile sia nell’inconfondibile barattolo in vetro Heinz, sia nella bottiglia top down squeezy, in due gustose varianti: standard e light.

La nuova maionese Squisitamente Buona di Heinz nella bottiglia Squeezy Small da 220 mL.

Burger di pesce M-ittico è una nuova linea di burger di pesce surgelati, realizzati con materie prime semplici e leggere selezionate secondo rigorosi standard. Prodotti in Italia, questi burger di pesce dal gusto appetitoso e naturale sono facili e veloci da preparare, controllati e garantiti per un prodotto di qualità che piacerà a tutta la famiglia. Pronti in soli 7 minuti in padella o in forno, sono un prodotto innovativo, sano, gustoso

e senza lische, ideale da portare in tavola a pranzo e a cena, sia per grandi che per bambini. Si possono abbinare con tante salse e mangiare con un’insalata, ma sono perfetti anche accompagnati da verdure grigliate, pomodori e patate per un piatto unico, equilibrato ma leggero. I burger M-ittico, prodotti nel rispetto di standard

elevati e con una filiera controllata, rispettosa del mare e dei consumatori, attenta alla riduzione dell’inquinamento e ad uno sviluppo sostenibile, sia ecologico, sia etico, sono disponibili in 4 varianti: Burger di Salmone allevato in Scozia e Norvegia, Burger di Merluzzo pescato nell’Oceano Atlantico nord orientale, Burger di Branzino allevato in Turchia e Burger di Tonno pescato nell’Oceano Atlantico

industrie alimentari

Burger di salmone M-ittico.

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Prosciutto cotto alle erbe aromatiche Rovagnati presenta una nuova referenza nella linea Snello Gusto e Benessere caratterizzata da basso contenuto di grassi, assenza di glutine e proteine del latte. È nato infatti il Prosciutto Cotto alle Erbe Aromatiche, con solo il 3% di grassi, prodotto selezionando tagli magrissimi di cosce di suino che attraverso un particolare

processo di lavorazione vengono rifilati a mano per ottenere un salume a bassissimo contenuto di grassi. Il prosciutto viene poi aromatizzato con una miscela esclusiva di erbe aromatiche profumate e dal sapore delicato, come dragoncello, maggiorana, timo, prezzemolo, rosmarino, che arricchiscono il gusto classico del prosciutto. Infine la cottura

lenta a vapore ne preserva leggerezza, morbidezza e sapore genuino. Uno stuzzicante affettato estremamente versatile in cucina, da impiegare per la preparazione di sfiziosi antipasti, ma anche per rendere più gustosi primi piatti o secondi. Il Prosciutto Cotto alle Erbe Aromatiche, è offerto

Il prosciutto cotto Snello alle erbe di Rovagnati.

in comode confezioni vaschetta libero servizio da 100 g.

Creme spalmabili vegetali Nel banco frigo è ora possibile trovare NOA, quattro proposte di creme spalmabili, da utilizzare per condire o come snack, nelle versioni: “Hummus di Ceci”, “Hummus di Ceci & Erbe”, “Crema Fagioli & Peperoni”, “Crema Lenticchie & Curry”. L’acronimo NOA sta per materie prime Naturali, preparazioni Originali, prodotti Autentici, ad indicare un prodotto di qualità che può conciliare le esigenze di tutti i consumatori: dal vegano

più osservante al “carnivoro” in vena di aggiungere nuovi sapori al suo palato. Proposti in pratiche, attraenti e colorate vaschette richiudibili da 175 g, tutti gli ingredienti utilizzati da NOA sono naturali e ricchi di proteine vegetali. Sono privi di glutine con

industrie alimentari

L’intero processo produttivo non contempla l’utilizzo di miscele già pronte proprio per valorizzare appieno il sapore delle materie prime utilizzate, e sono esclusi conservanti o aromi aggiunti. Le quattro nuove proposte NOA sono versatili e perfette per favorire la creatività in cucina e per conferire ad altri piatti

Le quattro nuove creme vegetali spalmabili NOA.

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certificazione No Ogm, secondo le direttive del VLOG (Associazione per gli alimenti non geneticamente modificati). I prodotti a base di lenticchie e fagioli Kidney, nei gusti “Fagioli & Peperoni” e “Lenticchie & Curry”, contengono anche quinoa, dotata di notevoli proprietà nutritive, arricchita con verdure varie, erbe aromatiche e spezie.

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quel tocco di sapore in più per accompagnare anche pietanze a base di pesce e di carne. Ottime comunque per essere gustate spalmate sul pane o come pinzimonio con carote e finocchi, come spuntino equilibrato e goloso. Il marchio NOA, con il suo motto “Vivi con gusto”, offre prodotti perfetti per un’alimentazione consapevole, particolarmente indicato per coloro che desiderano conciliare uno stile di vita moderno con un’alimentazione variegata e sostenibile. Prodotte dalla tedesca NOA GmbH & Co. KG, affiliata indipendente di Karwendel Werke Huber GmbH & Co. KG, le quattro referenze sono distribuite in Italia da Exquisa.


prodotti

Zuppe fresche per l’estate Per l’estate Zerbinati propone quattro nuove referenze ideali per coloro che ricercano un’alimentazione sana e bilanciata a base di prodotti leggeri, facili da preparare e pronti in pochi minuti. Accanto alle due novità, Zuppa con Grano Saraceno, e Minestra con Pomodori secchi e Basilico, l’azienda alessandrina rinnova anche il formato di referenze più classiche come il Minestrone Estivo, dal carattere intenso e vi-

vace, e la Zuppa Estiva con Cereali dal gusto genuino, presentati in monoporzioni da 310 grammi. Tutte le zuppe estive sono 100% vegetali, preparate con ingredienti scelti di prima qualità, con verdure fresche ed olio extravergine di oliva italiano, senza aggiunta di conservanti, coloranti né aromi. In particolare, la Zuppa con Grano Saraceno, proposta

La Minestra con Pomodori secchi e Basilico di Zerbinati.

in una vaschetta da due porzioni, ha un elevato valore nutrizionale grazie alla presenza di fagioli cannellini, carote, grano saraceno, polpa di pomodoro e lenticchie rosse, mentre la Minestra con Pomodori

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Secchi e Basilico, nello stesso formato, è un piatto stuzzicante e leggero a base di fagioli cannellini, carote, zucchine, avena, porri, orzo, pomodori secchi, olio extravergine di oliva italiano e basilico.

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industrie alimentari

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sicurezza

Lo stile alimentare italiano è vincente nel mondo In occasione del Cibus di Parma Polli Cooking Lab, l’osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, ha condotto uno studio elaborando i pareri di oltre 90 esperti fra nutrizionisti, chef e antropologi dell’alimentazione sulla tendenza dell’Italian way of fooding, che risulta essere lo stile di vita più seguito al mondo per il 73% degli esperti e che rappresenta la sintesi perfetta tra convivialità della tavola, benessere e valori della dieta mediterranea, in grado di associare piacere e salute. Basata sui due pilastri della dieta mediterranea – promossa dall’Unesco come Patrimonio Immateriale dell’u-

manità – e della ricchezza sociale e culturale della convivialità della tavola italiana, la coniugazione tricolore dell’alimentazione, sempre più apprezzata in tutto il mondo, è naturalmente la più amata dagli italiani, come conferma una ricerca Doxa, da cui è emerso che per il 72% dei connazionali la dieta ideale è quella mediterranea, mentre quelle vegetariana o vegana (17%), iperproteica (11%) e low-carb (2%) sono meno apprezzate. Secondo Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione e direttrice di evoluzioneculturale.it, nell’Italian way of fooding

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industrie alimentari

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c’è un legame fortissimo tra ambiente, genetica e identità culturale, e la convivialità è centrale per il versante sociale della dieta mediterranea. Non si tratta solo di mangiare bene quindi, ma anche di prestare attenzione alla qualità della vita. Sono l’interazione sociale, la comunità e il suo background culturale a costituire il legame con un modo di mangiare fondato sulla convivialità, sulla gioia di condividere non solo il cibo, ma anche i significati culturali, religiosi ed ecologici che veicola attraverso le relazioni sociali. “La popolarità della dieta mediterranea nel mondo è


sicurezza

dovuta principalmente ai riconoscimenti scientifici di grande prestigio – afferma Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, specialista in Scienza della Nutrizione Umana all’Università La Sapienza di Roma – In molti Paesi sono stati eseguiti studi che hanno raggiunto dei risultati univoci sui benefici sia in termini di allungamento della vita, sia sulla prevenzione delle malattie. Basti pensare che seguendola si riduce del 9% la mortalità e, in particolare, del 9% per malattie cardiovascolari, del 6% quella per cancro e l’incidenza di morbo di Parkinson e di Alzheimer scende del 13%. Inoltre è stato dimostrato che chi segue la dieta mediterranea ha meno probabilità di andare incontro alla sindrome metabolica, al diabete e a disturbi gastrointestinali”. Ma quali sono secondo gli esperti i motivi del

successo così diffuso a livello mondiale dell’Italian way of fooding? Se sul più alto gradino del podio c’è proprio l’aspetto della convivialità (81%), le ragioni della popolarità vanno ricercate nei valori e nei sapori della dieta mediterranea (74%) e negli aspetti legati al benessere (69%). Ma sono anche altri i valori fondamentali della tavola italiana che ne determinano il successo: molto citata è l’atmosfera tipica della tavola del Belpaese (61%), mentre a completare la top 10 la qualità del Made in Italy (59%), la condivisione (58%), la ricerca dell’eccellenza (55%), lo stile unico (53%) e la tradizione di usi e costumi secolari (52%). Secondo Piretta il benessere non è solo una “questione di cibo, poiché la dieta mediterranea non è solo un modello alimentare, ma di vita, che abbraccia sia l’aspetto salutistico, sia la secolare cultura della

cucina, sia la materia prima eccellente. Grazie ad essa si mantengono i valori culturali e conoscenza reciproca che sono necessari alla crescita di un popolo. Anche l’aspetto psicologico e gustativo sono importanti per questo regime

alimentare, in quanto a differenza di molte diete che vivono periodi di moda solo perché sono mirate alla perdita di peso, il modello mediterraneo punta allo stato di salute ma è anche molto piacevole da seguire”.

Verso alimenti e bevande senza acidi grassi trans Undici dei principali produttori internazionali di alimenti e bevande aderenti alla International Food & Beverage Alliance (IFBA) hanno compiuto un ulteriore passo in avanti verso gli impegni sottoscritti per la prima volta nel 2008 nei confronti dell’Organizzazione mondiale della sanità con l’adozione di un accordo mondiale per eliminare gli acidi grassi trans (TFA) nei rispettivi prodotti, impegnandosi a bandirli entro la fine del 2018.

Sulla base dei significativi progressi individuali realizzati a tutt’oggi, e nell’obiettivo di limitare al minimo l’assunzione di TFA ottenuti con mezzi industriali, le aziende appartenenti all’IFBA hanno infatti concordato di ridurre i TFA contenuti nei propri prodotti a livelli nutrizionalmente non significativi (pari a meno di 1 grammo di acidi grassi trans ogni 100 grammi di prodotto), in tutto il mondo, entro la fine del 2018.

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Analisi a raggi X per capire perché i grassi sono così buoni ricerca applicata

Un team di ricercatori dell’Università di Guelph, in Canada, studia da tre anni la struttura molecolare dei grassi alimentari utilizzando i raggi X allo scopo di rivelare le caratteristiche che ne determinano la piacevolezza al palato e trovare alternative più salutari da utilizzare nella preparazione degli alimenti. Per far questo è stata utilizzata una fonte fotonica ad alta potenza messa a disposizione dall’Argonne National Laboratory del dipartimento statunitense per l’Energia dell’Illinois. Le molecole di base che costituiscono i grassi commestibili sono i trigliceridi (TAG), costituiti da tre catene di idrocarburi noti come acidi grassi e da una molecola di glicerolo dal sapore dolce. Se i TAG sono essenziali per il corpo, il loro accumulo può causare problemi di salute, come il diabete di tipo II e l’obesità, ed è questo il motivo per cui gli scienziati sono interessati a capire cosa della loro struttura li renda irresistibili.

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industrie alimentari

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Alcuni grassi commestibili come gli oli vegetali possono contenere solo alcuni trigliceridi, ma il loro numero supera i 200 tipi nel grasso del latte. Nella formulazione degli alimenti, TAG provenienti da fonti diverse vengono fusi, miscelati e raffreddati. Prima del raffreddamento possono essere aggiunti anche altri ingredienti, creando molte strutture cristalline differenti. Studiarle e capirne i meccanismi contribuirebbe a capire meglio come formulare efficacemente le ricette. Negli ultimi tre anni, il team dell’Università di Guelph ha portato ad analizzare tramite l’APS campioni di grassi commestibili sempre più complessi. I grassi che mangiamo sono semi-solidi, il che significa che alcune molecole di TAG sono solide e altre liquide a temperatura ambiente. Quando i grassi vengono fusi e quindi raffreddati, i grassi solidi cristallizzano per primi, intrappolando quelli liquidi in una rete di maglie all’interno di una struttura più larga nota come rete cristallina. Il rapporto fra solidi e liquidi è una caratteristica

importante che influenza le proprietà di un grasso. Ad esempio, a temperatura ambiente, il burro di cacao è per circa il 60% solido e viene spesso utilizzato per fare il cioccolato, mentre l’olio d’oliva è solido solo per 14% e quindi usato per cucinare.

I grassi saturi legati a malattie cardiache e non solo sono di solito grassi solidi, mentre quelli liquidi tendono ad essere insaturi, e quindi più “sani”. Quando i produttori di alimenti sostituiscono i grassi saturi con alternative insature per migliorare l’aspetto nutrizionale, il prodotto può perdere il suo sapore e la struttura appetitosi e avere differenze nella conservazione.


ricerca applicata

L’analisi condotta col sistema APS consente di esaminare i campioni in modo tridimensionale a diverse temperature, senza alterarli, evidenziandone la nanostruttura, e questo permette di capire come i trigliceridi si aggregano in strutture via via più grandi fino a creare reticoli cristallini. In un recente studio sui grassi del latte, i ricercatori canadesi hanno prima omogeneizzato il grasso a 70°C, quindi lo hanno fatto raffreddare a 5°C e poi conservato in frigorifero a 5°C per due mesi prima

di analizzarlo, replicando le condizioni di processo e conservazione reale dal trattamento delle materie prime al consumo. Si è visto che i trigliceridi del latte, dopo il riscaldamento, si assemblano in nanopiastrine lisce, tre volte più larghe che lunghe. Si è anche visto che cambiando modello e simulazione per rappresentare diversi metodi di processo e morfologia delle nanopiastrine cristalline – ad esempio lisce, ruvide o crespe – si verificano cambiamenti di forma o aggregazione di queste strutture.

Secondo gli scienziati, che dopo il latte hanno condotto osservazioni sulla struttura dei trigliceridi anche nel burro e nel formaggio, questi dati possono contribuire a capire meglio come l’aggiunta di ingredienti non grassi potrebbe modificarne l’aggregazione. Per questo si sta lavorano alla messa a punto di un modello computazionale che risulterebbe essere uno strumento predittivo molto utile per i grassi alimentari, vista la difficoltà di caratterizzarne la struttura su nanoscala senza l’uso di tecniche complesse come l’APS.

Nuova linea di grano contro la decolorazione degli alimenti Un gruppo di scienziati guidati dal genetista vegetale Bob Graybosch, dell’Unità di ricerca su cereali, foraggio e bioenergie di Lincoln, nel Nebraska, appartenente al Servizio di Ricerca agraria (ARS) dell’USDA – dipartimento statunitense dell’agricoltura – ha sviluppato una nuova linea di grano di forza bianco privo di polifenolo-ossidasi, un enzima presente in tutte le piante che è responsabile, ad esempio, dell’imbrunimento delle mele affettate, delle macchie scure nell’avocado tagliato e dei segni scuri sulla bucce di banana. Grazie a questa modifica sarà

quindi possibile evitare lo scolorimento tendente al grigio di prodotti quali i noodle freschi, il pane e i biscotti. La nuova linea di grano, chiamata 070R1074, è

stata sviluppata incrociando due frumenti australiani inseriti nella raccolta nazionale dei piccoli cereali nel 1930. Collaborando con l’Università del Nebraska e quella del Montana, Graybosch ha valutato

industrie alimentari

le diverse varietà di grano sulla base del contenuto di polifenolo-ossidasi, e ha quindi incrociato quelle con forme differenti dei geni che codificano per questo enzima. Da questi incroci hanno quindi avuto origine delle linee di frumento che ne contengono livelli molto bassi. Nonostante si siano sviluppati alcuni grani bianchi di forza invernali con scarso tenore in polifenolo ossidasi, secondo Graybosch sono ancora molti i grani bianchi statunitensi che hanno alti livelli dell’enzima, rendendo i produttori americani meno competitivi sui mercati nazionali e di esportazione. In Asia, il grano bianco di forza è popolare per la fabbricazione di prodotti come i noodle freschi, e il pane integrale di grano bianco è sempre più amato negli Stati Uniti. Per essere competitivi, i molini statunitensi hanno quindi bisogno di grani con livelli bassi o nulli di polifenolo-ossidasi. Nella loro ricerca, Graybosch e coll. hanno scoperto mutazioni genetiche naturalmente presenti della nuova linea di grano che hanno indotto la perdita quasi completa di attività polifenolo-ossidasica. I ricercatori hanno utilizzato questo carattere per migliorare le linee di selettocoltura e potrebbero quindi incorporarlo in linee d’élite per la produzione di cultivar molto apprezzate.

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Bene il settore alimentare nazionale nel 2015 mercati e consumi

In occasione dell’Assemblea annuale AIIPA – Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – sono stati recentemente diffusi i dati 2015 relativi all’andamento dei settori rappresentati, il cui fatturato complessivo ha superato i 18 miliardi di euro con un aumento del +2,7%, corrispondente a una incidenza crescente (pari al 14%) sul giro d’affari sviluppato dall’industria alimentare italiana, fermo a quota 132 miliardi di euro come l’anno precedente. Buone performarce anche per le esportazioni, che hanno registrato incremento del +6,3% sull’anno precedente sfiorando i 5 miliardi di euro, praticamente in linea con gli ottimi risultati registrati dall’industria alimentare nel

Un momento dell’Assemblea annuale AIIPA.

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industrie alimentari

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suo totale che ha toccato quota 29 miliardi. Secondo Marco Lavazza, Presidente di AIIPA, le capacità di affermarsi all’estero e la propensione agli investimenti in Ricerca e Sviluppo sono caratteristiche distintive delle aziende associate AIIPA, e per continuare lungo questo percorso di innovazione e qualità è indispensabile unire le sinergie all’interno della filiera e incentivare la collaborazione e il dialogo tra imprese e Istituzioni, seguendo da un lato la strada del commercio internazionale, ma lavorando anche per ridare ossigeno alla domanda interna che stenta a ripartire. Con questi obiettivi, AIIPA è quindi impegnata in prima linea con


mercati e consumi

dato da fasce di consumatori “high spending”, riflesso della crescente divaricazione dei redditi.

le proprie associate ad affrontare un cammino sfidante che ha per obiettivo quello di spronare tutti a fare squadra come “sistema Paese”: tutte le componenti economiche e produttive, rinunciando a visioni e interessi di parte, devono abbracciare un obiettivo ancor più ambizioso che è già stato tracciato e condiviso con le stesse Istituzioni, indicando il traguardo dei 50 miliardi di valore di esportazione di prodotti agroalimentari italiani nel mondo, entro il 2020. Determinante sarà la capacità di contrastare fenomeni come la contraffazione e l’italian sounding, stimato ancora in crescita sui mercati internazionali per un valore che oltrepassa i 60 miliardi di euro. L’Unione Europea in questo contesto dovrà giocare un ruolo chiave dettando regole chiare e univoche valide per l’intero mercato unico. Il rilancio dei consumi interni è l’altra importante sfida che richiede da parte del governo l’adozione di misure adeguate per ridare finalmente forza al potere di acquisto delle famiglie, evitando soprattutto gli aumenti dell’Iva previsti dalla legge di stabilità. Va colta inoltre l’opportunità dei margini di flessibilità al bilancio

concessi a maggio dalla Comunità Europea, per liberare risorse che possano dare impulso alla produttività delle imprese. Secondo le prospettive di breve e medio termine per l’industria alimentare italiana elaborate da Prometeia, il 2016 potrebbe portare finalmente ad un incremento dei consumi alimentari (+0,8% a prezzi costanti) in media d’anno, decretando l’avvio di una ripresa del mercato, grazie a redditi previsti in stabile crescita, anche se il passo della ripresa riamarrà contenuto nei prossimi anni (+0,5%, in media nel biennio 2017-18), lasciando i volumi di spesa su livelli inferiori dell’11% rispetto al 2007. Il consumo, determinato da fattori economici ma anche demografici e sociali, si sposta dal fresco al confezionato, dai prodotti tradizionali a quelli evoluti, con maggiore contenuto qualitativo e di servizio, in grado di soddisfare nuovi bisogni specifici. Secondo Alessandra Lanza di Prometeia la debole ripresa dei volumi che si accompagna al miglioramento qualitativo della domanda di beni alimentari, sia in termini merceologici che di contenuto di servizio, sembra celare un processo di terziarizzazione in atto, gui-

Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo dei Socialisti e Democratici in Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale al Parlamento europeo, ritiene infine che se il nostro obiettivo è quello di arrivare a 50 miliardi di euro in export nel 2020 è necessario potenziare la qualità, aumentare la riconoscibilità e la difesa del Made in Italy. Ma soprattutto è fondamentale una maggiore capacità di organizzazione dell’intera filiera agroalimentare, di innovazione e di resilienza rispetto agli shock che, inevitabilmente, possono incorrere come conseguenza della partecipazione a mercati più grandi. Quindi è necessario essere più ricettivi e reattivi rispetto ai continui mutamenti delle tendenze di consumo che da modelli di massa si basano sempre più su nicchie e minoranze sempre più attive. De Castro ha concluso con il messaggio: “l’organizzazione e il lavoro di squadra sono una risposta anche a questa sensibilità nuova del consumatore, che non si manifesta solo in termini di scelta dei prodotti, ma anche di informazione sui processi di produzione”. Nel corso dell’assemblea sono stati anche presentati i dati relativi ai valori delle produzioni e delle esportazioni dei singoli settori rappresentati da AIIPA. L’incidenza più significativa spetta ancora una volta al settore dei “prodotti vegetali” e a quello del “caffè”. Tutte e sei le famiglie di prodotti raccolte in AIIPA hanno mostrato, in varia misura, ritocchi espansivi rispetto al 2014.

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Germania in testa per i crudisti

Man mano che i regimi alimentari crudisti diventano fenomeno di massa, in Europa si assiste ad un crescente numero di lanci di alimenti e bevande etichettati come “crudi”, e sembra che la Germania sia particolarmente attiva nell’innovazione in questo settore. Una nuova ricerca Mintel rivela infatti che il Paese teutonico è in prima linea nel Vecchio Continente su questo fronte, avendo lanciato nel 2015 un prodotto crudo (carni escluse) su 10 prodotti nuovi, fra alimenti e bevande (10,4%). Si tratta di un dato più che doppio rispetto al 2014, quando si era registrato un dato del 4,5%. Nel frattempo, la Francia – che si presenta al secondo posto in questa particolare classifica – ha raggiunto l’anno scorso l’8%, seguita da Regno Unito (7%) e Finlandia (5%). Mentre l’attività dei lanci in Germania è attualmente la più alta in Europa, i prodotti etichettati come “crudi” hanno rappresentato nel 2015 solo l’1% di tutti i lanci di alimenti e bevande naturali in questo Paese. Tuttavia, pur partendo da questa piccola base, il numero di lanci nella categoria “crudi” è fortemente aumentato l’anno scorso. Basti pensare che di tutti i prodotti definiti “crudi” comparsi sul mercato tedesco negli ultimi 4 anni, quasi la metà (48%) è stata lanciata nel 2015.

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Julia Buch, analista Mintel per il settore alimenti e bevande, sostiene che la dieta crudista promuove il consumo di cibi e bevande crudi, non trasformati o minimamente trasformati per condurre una vita più sana. Il concetto si basa su ingredienti riscaldati ad una temperatura inferiore a 48°C al fine di preservarne enzimi e sostanze nutritive. Anche se il mercato crudista è ancora molto di nicchia, offre molte opportunità ai produttori, mentre in Germania decolla la tendenza per uno stile di vita sano. Da qualche tempo il trend verso alternative più naturali ha fatto breccia nel settore tedesco del food & beverage, in quanto i consumatori stano diventando sempre più diffidenti nei confronti di additivi, allergeni e sostanze chimiche presenti negli alimenti. Infatti, in un sondaggio Mintel 2015, più di un terzo (36%) dei consumatori tedeschi ha affermato di evitare cibi e bevande che contengono additivi artificiali o conservanti. Inoltre, il 20% ha affermato di aver acquistato più prodotti bio rispetto a un anno fa, e il 16% di aver cominciato a scegliere più prodotti alimentari e bevande realizzati con particolare cura e attenzione. La filosofia crudista fa un ulteriore passo avanti rispetto alle proprietà salutistiche, offrendo non solo i vantaggi di ingredienti naturali,


mercati e consumi

ma anche quelli derivanti da un processo di produzione più attento alla conservazione dei nutrienti. La scelta di consumare alimenti non trasformati risulta attraente non solo per i crudisti integralisti, ma anche per una base molto più ampia dei consumatori alla ricerca di prodotti sani che aiutino a sentirsi pieni di energia e perdere perso o mantenere quello forma. In effetti, più di sette consumatori tedeschi su 10 (73%) affermano che mangiare frutta e verdura fresca sia una buona soluzione per perdere o mantenere il peso, mentre il 44% sostiene lo stesso anche per i prodotti alimentari non trasformati.

La categoria degli snack leader nell’innovazione dei prodotti per crudisti Quindi, l’etichetta “crudista” non è solo una tendenza per i prodotti freschi, ma anche per altri alimenti come barrette snack, articoli di cioccolato e creme spalmabili. Secondo la banca dati globale sui nuovi prodotti di Mintel (GNPD), gli snack sono la categoria leader quando si tratta di lanci di prodotti crudi, avendo coperto 3 lanci su 10 (32%) in Germania tra il 2014 e il

2015, a cui fanno seguito prodotti lattiero-caseari (18%), dolciari al cioccolato (12%) e prodotti da forno (8%). Le barrette snack che riportano in etichetta il termine “crudo” sono aumentate dal 5% dei lanci totali di questo segmento in Germania nel 2012 al 15% nel 2015, evidenziando che il trend crudista sembra toccare un nervo scoperto nei consumatori di barrette, dal momento che due su cinque tedeschi (42%) pensano che quelle convenzionali siano troppo elaborate. In Germania è alto anche l’interesse dei consumatori per il cioccolato “grezzo”, siccome quasi 7 tedeschi su 10 (68%) hanno provato o sarebbero interessati a provare questa tipologia di prodotto, un atteggiamento che determina una

maggiore attività di lancio in Germania e che, anche se riguarda solo l’1% del totale dei nuovi prodotti di cioccolato proposti sul mercato, è comunque aumentata di sei volte (580%) tra il 2012 e il 2015. Nonostante i lanci di prodotti crudi o grezzi siano certamente in aumento in alcune parti della Germania, l’attività è ancora sotto-rappresentata in alcune categorie, come quella dei cereali e delle minestre. Si tratta di spazi vergini che offrono future opportunità sia ai marchi nazionali che internazionali. Secondo gli analisti di Mintel, infatti, gli alimenti e le bevande crude continueranno a guadagnare l’attenzione dei consumatori, sempre più interessati a prodotti “vitali” inseriti in una dieta naturalmente sana e di alta qualità.

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Tornano a crescere i consumi di frutta e verdura

Secondo i dati forniti dal Macfrut Consumers’ Trend, lo speciale osservatorio messo in piedi un anno fa dalla fiera dell’ortofrutta in collaborazione con il Centro Servizi Ortofrutticoli, i consumi ortofrutta nel primo trimestre 2016 hanno registrato un +3%, il che si traduce numericamente in 1,95 milioni di

tonnellate di prodotti (circa 60.000 tonnellate in più rispetto al recente passato); un dato che conferma il trend di crescita già evidenziato lo scorso anno, che si era chiuso con un +3% (+3,7% della frutta e un +2,2% degli ortaggi). In sostanza, dopo annate complicate (2013-2014), anche i primi mesi del 2016 parlano di una promettente spinta alla ripresa, frutto della crescente tendenza a sostituire carni e prodotti lattiero-caseari con prodotti ortofrutticoli e al costante aumento del numero di vegetariani e vegani.

Analizzando nello specifico il trimestre 2016, a trascinare con maggiore energia l’ascesa è la frutta con il +4,7% ben oltre il milione di tonnellate. Gli ortaggi in maniera meno decisa, ma sempre positiva contribuiscono con un +1,4% e quasi 900 mila tonnellate. Nel complesso quasi tutte le specie frutticole influenzano la crescita dei volumi del comparto, e anche nell’ambito degli ortaggi la situazione è generalmente positiva.

Il mercato lattiero-caseario nel Golfo Persico Research and Markets ha recentemente dedicato un’indagine al mercato lattiero-caseario nei Paesi del Golfo Persico che va ad analizzare il fatturato generato da prodotti quali latte liquido, latte aromatizzato, formaggi, burro, yogurt, e laban (latte arabo fermentato), ricavati da mucche, bufale, capre, pecore e yak. Sulla base dei dati attuali, gli analisti prevedono che il segmento si espanderà in questa regione geografica ad un tasso di crescita annuale composto pari all’8,39% nel periodo 2014-2019. Il report, che copre lo scenario attuale e le prospettive di crescita del mercato nel periodo 2015-

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2019, si sofferma su Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti e considera fra i principali operatori del settore Almarai, Danone, Nestlé e SADAFCO, accanto a realtà meno di spicco nell’area come Abbott, Al Ain Dairy Farm, Al Rawabi Dairy, Arla Foods, Fonterra, Forsan Foods and Consumer Products, Fromageries, Gulf and Safa Dairies, Halwani Bros, Kraft Foods, National Agricultural Development (NADEC), National Food Industries e Unilever. L’indagine traccia i principali driver di mercato, fra cui primeggia lo sviluppo economico in atto in questi Paesi, le opportunità offerte dalla crescita del settore e

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dall’andamento dei prezzi in aumento per i prodotti lattiero-caseari, accanto alle tendenze evidenziate dal lancio di nuovi prodotti e all’analisi dei punti di forza e di debolezza dei principali operatori del comparto.


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notizie dal mondo

Come aumentare la produzione mondiale di cibo Lo scorso maggio si è tenuta a Parma, nell’ambito di Cibus, la seconda edizione del forum internazionale sulla ricerca, la sostenibilità e la sicurezza nel settore agroalimentare, appuntamento promosso dalla Regione Emilia Romagna, volto a discutere e prospettare strategie per aumentare la produzione mondiale di cibo. Si tratta di una necessità impellente se si considera che la popolazione mondiale cresce a tassi vertiginosi e saremo 9 miliardi nel 2030, mentre il tasso di fertilità del pianeta si abbassa pro-

gressivamente e il suolo coltivabile a disposizione rimane invariato con l’aggravante di alcune attività umane che contribuiscono al suo degrado. Al forum, realizzato con il contributo di Aster – consorzio per l’innovazione e la ricerca industriale – hanno partecipato studiosi ed esperti internazionali provenienti da diversi Paesi (Italia, Germania, Francia, Canada, Stati Uniti, India, Cina, Vietnam, ecc.), multinazionali e organizzazioni internazionali (Commissione Europea, World Bank, FAO, EFSA, FDA Usa, FDA China, UNIDO, IFAD, BEI, EIT, ecc.), con l’obiettivo comune di favorire il confronto e la condivisione di ricerche e saperi sulla sicurezza alimentare e la nutrizione, e promuovere l’attuazione di politiche integrate per lo sviluppo e la cooperazione glocale. Per il Presidente della Regione Stefano Bonaccini “la sfida è quella di ripensare l’organizzazione della produzione agricola puntando su innovazione

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e tecnologia. Settori in cui l’Emilia-Romagna è chiamata a giocare un ruolo di primo piano, per la qualità del suo sistema agroalimentare, l’eccellenza e la distintività dei prodotti, la capacità di competere sui mercati internazionali, la rete dei centri di ricerca e università e l’attenzione che da sempre dedica agli aspetti del lavoro”. Dal Forum è emersa la necessità di ridurre la produzione di sottoprodotti e scarti agroalimentari rendendo i processi più efficienti e riutilizzandoli al massimo, in un futuro ispirato alla bioeconomia. Si è inoltre sottolineato come servano regole internazionali per contrastare le speculazioni che a livello globale colpiscono i prodotti agricoli, in particolare le commodity come grano, soia e mais, creando un’instabilità dei prezzi che non solo danneggia i produttori, ma di fatto disincentiva gli investimenti nel settore. Un ulteriore tema sottolineato dagli studiosi nei due giorni del World Food


notizie dal mondo

Forum è il consumo di suolo, di cui oggi abbiamo una disponibilità procapite di circa 0,1 ettari, insufficienti per tutti. La soluzione sostenibile è migliorare la tecnologia per coltivare dove non è facile migliorare la produttività. In Europa molti dei prodotti alimentari e mangimi sono importati, per cui “virtualmente” usiamo molto suolo di altre parti del mondo. Certamente la Cina è tra i Paesi che più stanno cercando di lavorare sul consumo di suolo, acqua, sostanze chimiche per ridurre l’inquinamento puntando su tecnologie e ricerca. Tra le soluzioni prospettate, nuove varietà di grano che consentano di

aumentare la produttività in modo sostenibile. Analogamente, aziende globali come Google hanno portato al Forum il loro contributo alla discussione raccontando le politiche per la nutrizione adottate verso i propri dipendenti sensibilizzandoli alla sostenibilità delle scelte alimentari. L’incontro, prosecuzione ideale e concreta di Expo 2015 e dei principi sanciti dalla Carta di Milano, si svolgerà con cadenza biennale sempre nell’ambito del Cibus di Parma. Il prossimo appuntamento è previsto nella primavera del 2018, mentre nel frattempo l’attività organizzativa e di studio sarà svolta da 4 piattaforme di lavoro.

Imaforni entra nel gruppo GEA La tedesca Gea Group ha recentemente completato l’acquisizione della veronese Imaforni, azienda veronese specializzata nella produzione di linee complete per la lavorazione e la cottura di prodotti dolciari. Per il gruppo di Düsseldorf si tratta della seconda acquisizione in italia in pochi mesi che segue quella della vicentina Comas, a sua volta specializzata nella produzione di impianti

completi di alta qualità per l’industria dolciaria. Con queste due operazioni GEA entra di diritto nel panorama mondiale estremamente competitivo dei produttori di macchinari per il settore dolciario, sfruttando la reputazione di qualità, efficienza soprattutto per produttività elevate, affidabilità, tempi di fermo minimo ed eccellenza qualitativa dei prodotti, nonché l’esperienza tecnologica di Imaforni e

I tecnici GEA assemblano una linea per la produzione di cupcake.

Comas che, associati alla forza in Ricerca & Sviluppo e alla rete di vendita mondiale del colosso tedesco, promettono di dare vita ad una realtà in grado di fornire impianti chiavi in mano per un’ampia gamma di prodotti, dalle fasi di miscelazione al confezionamento finale, usando tecnologie brevettate e una completa integrazione della linea. Con Imaforni e Comas specializzate entrambe nella fornitura di macchinari per il settore bakery, la galassia GEA amplia ulteriormente il suo raggio d’azione estendendosi a tutti i settori della produzione alimentare, dal ricevimento delle materie prime alla manipolazione degli sfusi, dalla lavorazione di polveri e liquidi al controllo di processo al confezionamento dei prodotti. Dal canto loro, le due aziende venete potranno godere dell’estesa e capillare rete di vendite della società tedesca per

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garantire una ancora maggiore prossimità al cliente e la possibilità di sviluppare insieme prodotti innovativi e soluzioni ad alte prestazioni grazie al GEA Bakery Experience Center, una struttura dove i tecnologi alimentari di GEA lavorano a stretto contatto con gli utilizzatori per sviluppare nuove ricette, migliorare quelle esistenti e studiare processi produttivi perfetti per fornire nuovi prodotti innovativi e portarli rapidamente ed efficacemente sul mercato. Questo livello di innovazione si estende anche allo sviluppo di linee di processo per i prodotti senza glutine o allergeni difficili da gestire. GEA vanta inoltre una vasta esperienza nella tecnologia CIP per l’industria alimentare, che consente la rapida ed efficiente pulizia delle apparecchiature per garantire cambi prodotto rapidi, semplice manutenzione e la massima produttività.

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Programma contro il terrorismo alimentare

bito della produzione alimentare per controllare punti di vulnerabilità nei processi ed evitare contaminazioni volontarie degli alimenti. Tali dispositivi sono gestiti dall’ “EDEN Store”, una particolare piattaforma informatica sviluppata specificamente per integrare strumenti

innovativi, protocolli e procedure per le attività di prevenzione e mitigazione che servirà come riferimento europeo a tutti gli organismi di protezione civile nel momento in cui sarà necessario ricorrere alla selezione di strumenti specifici per le varie fasi di gestione di una crisi.

Il salone mondiale della pesca mette a segno un nuovo successo Un momento della dimostrazione del progetto EDEN.

Lo scorso aprile si è tenuta con successo la prima fase della dimostrazione di EDEN, il primo grande progetto dimostrativo europeo sulla sicurezza nei confronti del rischio “CBRNE” (Chimico - Biologico - Radiologico - Nucleare - Esplosivo), volto a prevenire e a limitare i danni nei confronti di contaminazioni deliberate quali la minaccia da sabotatori, mitomani e anche da attentatori di matrice terroristica, diventata purtroppo di estrema attualità per il clima di tensioni socio-politiche ed economiche a livello globale. Nell’ambito di EDEN – finanziato con 36,5 milioni di euro dalla Commissione Europea, inserito

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industrie alimentari

nel settimo programma quadro e realizzato grazie alla collaborazione di un consorzio di 36 partner, tra università, organismi di ricerca, autorità pubbliche, grandi industrie e piccole e medie imprese europee – le attività sulla sicurezza alimentare sono sotto la guida di Tecnoalimenti, partner italiano del progetto insieme a ENEA, Selex ES, Università Cattolica del Sacro Cuore ed Istituto Affari Internazionali. Durante la dimostrazione, a cui hanno partecipato 80 osservatori esperti provenienti da 11 Paesi europei, si è assistito alla presentazione “live” di 21 dispositivi di produttori di tutta Europa utilizzabili nell’am-

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La 24ª edizione di Seafood Expo Global, il salone mondiale della pesca, e la 18ª edizione di Seafood Processing Global centrato sulle tecnologie di lavorazione del pesce, tenutisi lo scorso aprile a Bruxelles, hanno confermato di essere insieme il più grande evento per i professionisti del settore per intessere relazioni, fare affari e scoprire le ultime tendenze di mercato.

I due saloni, organizzati da Diversified Communications, hanno richiamato oltre 22.160 fra acquirenti e venditori di tutto il mondo e visitatori da 143 Paesi, mentre sono state 1.664 le aziende espositrici provenienti da 80 Paesi, che hanno presentato i loro prodotti su 35.862 m2 di spazio espositivo combinato, tra cui spiccavano 73 padiglioni nazionali e regionali. Finlandia, Russia,


notizie dal mondo

Scozia e Uruguay sono stati tra i nuovi padiglioni rappresentati in fiera, mentre hanno fatto il loro esordio nuovi espositori provenienti da Barbados, Seychelles, Tanzania e Uganda.

I risultati ottenuti quest’anno sono particolarmente ragguardevoli se letti alla luce dei tremendi attentati terroristici che avevano insanguinato Bruxelles poche settimane prima.

Aumento di fatturato e volumi per Orogel La cooperativa Orogel, leader italiano nella produzione di alimenti e verdure surgelate, ha chiuso il bilancio consolidato 2015 registrando un fatturato di 196 milioni di euro (+8,9% rispetto all’esercizio precedente) relativo ai surgelati, con un trend di crescita, stimato dal 2009 (fatturato 161 milioni) ad oggi del 22%. Inoltre, il patrimonio netto contabile è salito a 137 milioni (+9,6%), mentre il capitale immobilizzato è pari a 114 milioni di euro (come nell’esercizio precedente) e la posizione finanziaria netta è di 14.854.000 euro. La positività di tutti gli indicatori di performance deriva principalmente dal costante trend di crescita dei prodotti benessere, confermata dagli ultimi dati diffusi da Information Resources, Inc. (IRI), secondo cui in Italia il mercato dei prodotti salutistici ha registrato una crescita su base annua del 24,5%. E i surgelati Orogel, soprat-

tutto quelli della Linea Benessere, rappresentano una soluzione in grado di associare qualità e sicurezza a rapidità di preparazione. Caratteristiche particolarmente apprezzate dai consumatori, che li hanno scelti facendone decollare le vendite del 35,3%. Il Gruppo Orogel, che lo scorso anno ha venduto

96mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli surgelati e ha coltivato 145mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi, si compone nel complesso di 10 società che hanno chiuso l’esercizio 2015 con performance decisamente positive, pari a un fatturato aggregato di 429 milioni di euro. Allo scopo di rendere sempre più efficiente il proprio sistema produttivo, Orogel ha previsto un piano investimenti per il triennio 2016-2018 di 80 milioni di euro, nella convinzione che nel nostro Pese esistano ancora notevoli margini di sviluppo per il settore dei surgelati, considerato che in Inghilterra e Germania per esempio, il consumo pro capite supera i 45 kg, contro i 17,4 kg degli italiani.

Un’analisi sulla politica della pesca nell’Ue La Commissione europea, attraverso la Direzione generale degli Affari marittimi e della pesca, ha recentemente pubblicato un testo, in lingua inglese, dedicato alla politica della pesca, intitolato “Il fondo europeo per la pesca e l’industria di trasformazione del pesce nell’Unione europea”. Questa analisi economica evidenzia come i setto-

ri primari della pesca e dell’acquacoltura fossero destinati ad essere il punto focale del Fondo europeo per la pesca (FEP); la grande quantità di denaro pubblico impegnata per la lavorazione e la commercializzazione del pesce nell’ambito del FEP tra il 2007 e il 2014 potrebbe quindi essere stata motivo di preoccupazione per i responsabili politici

industrie alimentari

dell’Ue. Eppure, il FEP era finalizzato a finanziare lo sviluppo sostenibile di tutta l’industria della pesca europea, di cui la trasformazione del pesce è una componente importante e spesso integrata. Nel 2012, il settore di trasformazione del pesce dell’Unione ha generato quasi il doppio del valore aggiunto lordo (VAL) della flotta di pescherecci, e cinque volte quello ricavato dall’acquacoltura. Inoltre, il settore di trasformazione del pesce ha impiegato quasi altrettante persone del comparto della pesca, e il doppio del settore dell’acquacoltura. In termini assoluti, una grande quantità di denaro del FEP è destinata al settore della lavorazione del pesce rispetto a quella assegnata alla pesca e all’acquacoltura. Tuttavia, in termini relativi, l’importo è notevolmente inferiore. Questo studio ha analizzato l’ammontare dei fondi FEP medi per unità di lavoro e unità di VAL.

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Nel complesso, il settore di trasformazione del pesce europeo ha ricevuto il 54% in meno di sostegno per unità di lavoro e il 70% in meno di supporto per unità di valore aggiunto lordo. A livello di Stati membri, l’aiuto per unità di VAL per la trasformazione e la commercializzazione è stata superiore solo per Malta, e lo stesso si è verificato per unità di lavoro solo per la

Grecia, l’Italia, Cipro, Malta e il Portogallo. Il testo è disponibile gratuitamente in versione scaricabile presso l’Eu Bookshop (bookshop.europa. eu/it/the-european-fisheries-fund-and-the-eu-fish-processing-industry-pbKL0416172/?CatalogCategoryID=WYoKABstMh4AAAEjAZEY4e5L).

Gruppo Cameo in crescita nel 2015 Si è chiuso con il segno + il bilancio 2015 di Cameo – azienda alimentare specializzata nei preparati per dolci, nelle pizze surgelate e nei dessert freschi – che ha registrato un incremento del valore della produzione dell’1,3% e dei ricavi dell’1,1%, superando i 258 milioni di euro e mantenendo una buona redditività nonostante i mercati di riferimento siano diventati sempre più difficili da presidiare. Con l’acquisizione, avvenuta a fine 2014, della piacentina Rebecchi Fratelli Valtrebbia, leader nella decorazione dolciaria, Cameo – proprietaria anche del marchio Paneangeli – ha rafforzato le proprie quote di mercato in questo segmento, diventandone il leader assoluto. Intensa anche

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industrie alimentari

l’attività di ricerca e sviluppo, che ha consentito nell’esercizio 2015, oltre al miglioramento della qualità dei prodotti già in assortimento, la collocazione sul mercato di nuovi prodotti che hanno innovato la gamma di tutti i settori presidiati. Il risultato del Gruppo, pur mantenendo una buona redditività, segna una flessione rispetto all’anno precedente dovuta soprattutto all’ammortamento relativo all’acquisizione di Rebecchi e al risultato della partecipata che nel primo anno ha chiuso in perdita. Sul piano degli investimenti, oltre a quelli relativi al normale turn over di macchinari ed impianti per mantenere una produzione tecnolo-

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gicamente all’avanguardia, si segnala che nell’ultimo trimestre dell’esercizio sono iniziati i lavori per la costruzione del Campus, il nuovo edificio direzionale che sorgerà su un’area di 5.000 m2, di cui 1.800 coperti, per un investimento

complessivo stimato di 10 milioni di €. Anche per il 2016 l’azienda intende continuare sulla strada dell’ampliamento del business aziendale e contestualmente della gamma di prodotti.

Le caramelle Perugina diventano Fida È stata recentemente annunciata la cessione del ramo d’azienda delle storiche caramelle Perugina, attualmente appartenente al Gruppo Nestlé, a Fida, azienda dolciaria astigiana che ha ottenuto una posizione di primo piano nel mercato delle gelatine, facendosi conoscere attraverso il brand Le Bonelle Gelées, per poi espandere la gamma ad altre referenze. Le caramelle a marchio Rossana, Fondenti, Glacia, Fruttallegre, Lemoncella e Spicchi di Perugina andranno così ad arricchire il già ampio portafoglio di marchi conosciuti e apprezzati di Fida, tra cui, oltre alle Bonelle, Sanagola, Charms, Gocce, Tenerezze, Gnammy e le Irresistibili. Tutta la produzione sarà realizzata all’interno dello stabilimento di Castagnole delle Lanze, in provincia di Asti. L’azienda metterà i suoi oltre 40 anni di esperien-

za a garanzia di un futuro di successo per questi prodotti storici, investendo sul loro ulteriore sviluppo. L’acquisizione rafforzerà ulteriormente la posizione di Fida, che attualmente detiene una quota pari al 3,5% circa nel totale mercato delle caramelle familiari, con un fatturato 2015 pari a circa 15 milioni di euro. La decisione fa seguito al piano di sviluppo presentato da Nestlé lo scorso marzo che punta a potenziare lo stabilimento perugino di San Sisto per confermarne la posizione come uno dei poli produttivi di eccellenza del cioccolato all’interno del gruppo Nestlé, per rafforzare la posizione dello storico marchio in Italia e per fare di Perugina un simbolo del “Made in Italy” in tutto il mondo. In quest’ottica lo stabilimento di San Sisto si focalizzerà sulla produzione core dell’azienda, il cioccolato di eccellenza.



Nuova sede ecosostenibile per Endress+Hauser Italia È stata recentemente inaugurata alla periferia di Milano la nuova sede di Endress+Hauser Italia, edificio progettato secondo i più moderni dettami della bioarchitettura e costato 14 milioni di euro che ospiterà gli uffici commerciali. L’architettura moderna riflette la ricerca di trasparenza, la qualità, la sostenibilità e la vicinanza al cliente perseguita dal Gruppo, specializzato in misura e automazione a livello globale, come ha sottolineato l’Amministratore Delegato Ivano Mazzoletti, orgoglioso della tecnologia di costruzione a risparmio energetico che comprende elementi geotermici per supportare il raffreddamento e riscaldamento dei locali, oltre a un impianto fotovoltaico sul tetto che genera energia elettrica. L’acqua piovana viene raccolta e utilizzata come ac-

La nuova sede di Endress+Hauser a Cernusco sul Naviglio.

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qua di servizio. L’imponente facciata in vetro, così come il sofisticato sistema

di building automation, che controlla anche le tende da sole, portano ad un ulteriore risparmio energetico. Rispetto alla vecchia sede si sono ridotti i bisogni energetici del 60% e tre quarti dell’energia deriva da fonti rinnovabili.

Crescita a due cifre per le vendite di Bosch nel 2015 Bosch Packaging Technology – uno dei principali fornitori di tecnologie di processo e confezionamento – ha incrementato le vendite dagli 1,18 miliardi di euro del 2014 ad 1,3 miliardi nel 2015, il che rappresenta una crescita nominale del 10,2%, ponendo il gigante tedesco davanti ai suoi concorrenti nazionali che, secondo l’associazione del settore VDMA, hanno invece raggiunto un dato medio di appena il 2,8%. Nello stesso periodo l’azienda, che alla fine dello scorso anno contava una forza lavoro di 6.200 unità in più di 30 sedi in tutto il mondo, ha anche visto crescere gli ordinativi, con un incremento del 14,5% in termini nominali, passando da 1,23 a 1,4 miliardi di euro. Per quanto riguarda le aree di maggiore sviluppo, se le vendite in Europa hanno registrato un lieve calo

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nel 2015, attestandosi sul 37% del totale, in Nord America sono cresciute di quasi il 18%, nonostante la stagnazione di questo mercato. Nel complesso, il Nord America rappresenta ormai il 27% delle vendite complessive, mentre l’America Latina ha visto una crescita di quasi il 25%. A

livello continentale, invece, Bosch ha raggiunto il suo massimo sviluppo – un po’ superiore al 27% – in Asia-Pacifico e Africa. Da segnalare che, globalmente, il 90% delle vendite è stato realizzato all’estero, a dimostrazione del fatto che i mercati emergenti stanno giocando un ruolo sempre più importante. Bosch Packaging Technology, che nel 2015 ha ulteriormente perseguito una politica di consolidamento attraverso l’acquisizione di aziende operanti nel settore alimentare, dolciario e farmaceutico, prevede per l’anno in corso una moderata crescita ad una sola cifra, in considerazione dell’exploit delle vendite e degli ordinativi dello scorso anno, molto difficili da ripetere.

L’ombrello di Interpack sulle fiere internazionali del processing & packaging Nel prossimo futuro il portafoglio di manifestazioni fieristiche internazionali organizzate da Messe Düsseldorf nell’ambito del processo e l’imballaggio rientrerà sotto l’ombrello della Interpack Alliance, un nuovo logo che consente immediatamente a visitatori ed espositori di ricondurle alla capofila Interpack, anche grazie ad

un aspetto visivo dei singoli eventi che ne allineerà lo stile e i colori. Sotto il marchio dell’alleanza, oltre a Interpack, figurano l’Upakovka di Mosca, in programma il prossimo gennaio, il Food Pex, il China Pharm, il Bulk Pex e il Pacpro Asia, tutti a Shanghai, ma anche il Packtech India e il Food Pex India,


notizie dal mondo

entrambe a Mumbai, la fiera Components a Düsseldorf, il Food Processing & Packaging Exposyum Kenya a Nairobi, l’Indopack a Jakarta e il Process Expo a Chicago. I quattro saloni cinesi si svolgono ogni due anni in un evento congiunto noto come Shanghai World of Packaging (SWOP), mentre l’FPPE è previsto per il prossimo dicembre. Esso, insieme all’Upakovka, sarà il primo evento a mettere in mostra la nuova identità visiva.

L’alleanza si rivolge ai produttori di alimenti e bevande, dolciari e prodotti da forno, prodotti farmaceutici, cosmetici, prodotti di consumo non alimentari e prodotti industriali nei mercati emergenti, concentrandosi su aree diverse in ogni singolo evento. Come fiera di punta del commercio internazionale l’Interpack di Düsseldorf serve tutti i segmenti, ponendosi come punto di riferimento per le tendenze e le innovazioni del settore.

KHS ancora meglio rispetto all’anno precedente Il Gruppo KHS continua a crescere: nel 2015 il fornitore di sistemi di riempimento e confezionamento ha aumentato il suo fatturato dell’8,9% rispetto al 2014, raggiungendo quota 1,17 miliardi di euro, dove i principali motori della crescita sono il mercato europeo, tradizionalmente il principale, che vale il 32% del totale, ma anche quelli asiatici e nelle Americhe, che assorbono rispettivamente il 28 e il 24% delle vendite, mentre la quota di Medio Oriente e Africa è rimasta stabile al 14%. E per il 2016 KHS si propone l’obiettivo di migliorare ancora la sua posizione di mercato sulle piazze internazionali grazie

ad alcune innovazioni di grande interesse. L’ottimo risultato conferma e supera il successo registrato nel 2014, quando il fatturato era cresciuto del 5,8%, a dimostrazione che la strada dell’innovazione intrapresa dal gruppo tedesco paga ed è in sintonia con la crescente domanda da parte del mercato di tecnologie di riempimento e confezionamento sempre più efficienti e sostenibili. Fra le innovazioni di punta su cui KHS intende puntare figura il sistema Direct Print, che consente alle aziende di bevande di cambiare la grafica in pochi minuti invece che in settimane grazie alla stam-

pa digitale delle etichette direttamente sulle bottiglie in PET, e sul Nature MultiPack, un imballaggio per bevande che non richiede alcun tipo di pellicola, che KHS ha lanciato con successo sul mercato

insieme a Evian in Francia nel marzo di quest’anno. Infine, l’azienda di Dortmund intende rafforzare ulteriormente il proprio servizio di assistenza, ampliando la propria rete di tecnici.

L’Istituto Italiano imballaggio tra conferme e nuove nomine Durante l’Assemblea dei soci dell’Istituto Italiano Imballaggio svoltasi a Milano lo scorso giugno si è tenuta anche l’Assemblea privata che ha approvato il bilancio 2015, che si conferma positivo, e ha rieletto per il biennio 2016-2018 il Presidente Antonio Feola, dirigente Aidepi (Associazione della pasta e del dolciario). Rinnovata anche la Giunta e confermati i revisori legali, già in carica nel biennio passato, come pure i Vice Presidenti Anna Paola Cavanna (Laminati Cavanna) e Michele Amigoni (Barilla). Feola ha illustrato ai soci le novità che hanno caratterizzato l’attività dell’ultimo anno dell’Istituto, soffermandosi in particolare sul grande lavoro sui temi dello spreco, annunciando l’imminente pubblicazione di un documento sul ruolo del packaging nella prevenzione dello spreco alimentare, rivolto ai consumatori.

industrie alimentari

L’Istituto, inoltre, ha stretto con le associazioni di rappresentanza rapporti di collaborazione per comunicare i corretti valori dell’imballaggio, in particolare con Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Unione consumatori e Adiconsum, mentre sul fronte b2b l’Istituto ha rinnovato vecchi accordi di collaborazione con le principali fiere di settore. Ha inoltre avviato un nuovo progetto con uno stakeholder privilegiato come l’Istituto Superiore di Sanità, con il progetto LAB4MOCA. Questo progetto, di particolare rilevanza per il settore, prevede incontri dedicati all’approfondimento delle principali prove tecniche, relative alle analisi di laboratorio, svolte secondo la legislazione applicabile e le buone prassi esistenti, tese a salvaguardare la conformità dei materiali e degli oggetti, in ottemperanza al disposto del Regolamento n. 1935/04/CE (e altre disposizioni UE e nazionali a esso collegate).

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La nuova regolamentazione sull’etichettatura nutrizionale in Europa La nuova legge comunitaria sull’etichettatura rende obbligatorio fornire informazioni nutrizionali sul retro della confezione, mentre in precedenza esse venivano fornite su base volontaria a meno che non si trattasse di claim nutrizionali. Le aziende che attualmente non forniscono l’etichettatura nutrizionale avranno tempo fino al 13 dicembre 2016 per adeguarsi alla normativa, che prescrive le sostanze nutritive e l’ordine in cui devono essere riportate, esprimendone il corrispettivo energetico (sia in kJ che kcal) e le quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Le informazioni nutrizionali si devono riferire a 100 g/ mL di prodotto e, in modo opzionale, alla porzione o al consumo per pezzo, o ancora possono essere espresse come % RI (valore precedentemente noto come GDA, ovvero i valori giornalieri di riferimento) per i quali ora ci sono valori stabiliti a livello europeo. Potranno anche essere fornite informazioni su altri nutrienti su base volontaria, a patto che siano contemplate all’interno del regolamento. I dati su vitamine

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industrie alimentari

e minerali potranno essere espressi solo a condizione che l’alimento contenga una quantità significativa del valore di riferimento del nutriente (NRV) presente (in genere almeno il 15% per i prodotti alimentari, il 7,5% per le bevande) e che

sia presente nel regolamento l’RI in % o l’NRV. Il regolamento consente inoltre alle aziende di riportare alcune delle informazioni nutrizionali anche sulla parte anteriore della confezione, come il

valore energetico da solo o insieme alla quantità di grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale. Inoltre la nuova normativa permette di utilizzare altre forme di espressione e, nel luglio 2013, il governo britannico ha annunciato i dettagli su un’etichetta volontaria “ibrida” che unisce % RI con un sistema di codifica con i colori rosso, giallo e verde.

Un nuovo soggetto fieristico fa ponte fra Colonia e Parma Köln Parma Exhibitions srl (KPE) è la nuova società nata dall’accordo fra Kölnmesse e Fiere di Parma che con questa operazione – ultimo passaggio dello stretto rapporto di collaborazione avviato sin da maggio 2012 – si propongono di consolidare nel lungo periodo la propria leadership nel settore delle tecnologie per l’industria alimentare. La nuova società, che vede ai vertici Antonio Cellie, già AD di Fiere di Parma, e nella veste di presidente Thomas Rosolia, amministratore delegato di Kölnmesse Italia, ha come primo obiettivo l’organizzazione congiunta di Cibus Tec, in programma dal 25 al 28 ottobre a Parma che,

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insieme ad Anuga FoodTec a Colonia, è una delle rassegne leader nel settore delle tecnologie per l’industria alimentare. La KPE potrà beneficiare della grande esperienza nell’ambito delle tecnologie per l’industria alimentare della fiera tedesca, che ha raggiunto traguardi importanti grazie ad un’efficace strategia di internazionalizzazione, e l’alleanza italo-tedesca contribuirà alla crescita di Cibus Tec aumentandone l’attrattiva nel mondo, tanto che, per soddisfare l’aumento del 30% previsto nel solo settore del packaging, la capacità ricettiva della rassegna è stata potenziata aggiungendo un altro padiglione.

Köln Parma Exhibitions punterà inoltre a creare una community virtuosa tra Cibus e Cibus Tec, Anuga e Anuga FoodTec che costituisca una piattaforma di business unica al mondo, riportando l’Italia, anche fieristicamente, protagonista assoluta pure nel comparto meccano-alimentare. Il potenziamento della cooperazione fra Kölnmesse e Fiere di Parma punta anche alla realizzazione di manifestazioni in mercati come Brasile, India, USA e Colombia e all’armonizzazione del calendario fieristico internazionale, affinché tenga in massima considerazione le esigenze di espositori e visitatori.


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I CONTENITORI IN PLASTICA PER GLI ALIMENTI Giacomo Dugo, Giorgio Calabrese, Rossella Vadalà, Maria Rita Fede 216 pag. Rilegato (2015) € 34.00 App per iPad € 21,99 ISBN: 978-88-96027-20-2

novità libraria Dopo un’ampia dissertazione sui materiali polimerici impiegati nel settore alimentare, sulle loro caratteristiche e sulle loro peculiarità, sono stati affrontati nel testo i fenomeni di migrazione dei plastificanti in alimenti e bevande attraverso tre differenti punti di vista: la determinazione chimico-analitica, la legislazione vigente ed i documentati e drammatici effetti sulla salute dell’accumulo di plastificanti nell’organismo umano. A quest’ultimo aspetto è stata data grande importanza poiché esiste oggi la certezza scientifica della correlazione tra l’accumulo di queste sostanze e l’insorgenza di molte gravi patologie dell’infanzia e dell’età adulta tra le quali anche malattie oncologiche. Si propone dunque un testo che nonostante la chiara impronta divulgativa, indugia con un approccio scientifico su alcuni contenuti svolgendo un’azione quasi didattica sul lettore, stimolando la sua curiosità e rispondendo ad alcune delle sue numerose domande.

DATI PER LA SPEDIZIONE nome ditta/ente via città prov. tel. fax e-mail

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Ai sensi dell’Art 11 della Legge 675/96 ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento ed alla comunicazione degli stessi firma

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INDICE • Prefazione • I materiali polimerici nel settore alimentare • Dal polimero al materiale polimerico: ruolo degli additivi • Plastificanti e materiali polimerici destinati al contatto con alimenti • La migrazione di plastificanti da contenitori in plastica ad alimenti: aspetti salutistici • Metodiche chimico-analitiche e sistemi matematici predittivi per la determinazione quali-quantitativa dei fenomeni di migrazione di plastificanti da contenitori in materiale plastico ad alimenti • Contaminazione alimentare da contenitori in melamina: aspetti chimico-analitici e salutistici • Appendice: Cenni sulla legislazione nazionale e comunitaria in materia di oggetti in materiale polimerico destinati al contatto con alimenti e bevande • Aspetti legislativi in materia di condizioni di produzione ed importazione di oggetti in resina melamminica destinati al contatto con alimenti

Scegliamo di pagare l’importo € ................................ Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa Bonifico bancario IBAN IT66U0306930757100000011983 C.C. postale n. 10846103 intestato a Chirotti Editori srl - Pinerolo Contrassegno al postino, solo per l’Italia Carta di credito: Scadenza ............................... n.carta titolare carta

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FachPack di Norimberga focalizzato sulla sostenibilità AGENDA Il FachPack, in programma dal 27 al 29 settembre 2016 Norimberga, sarà il palcoscenico delle ultime innovazioni in materia di imballaggio, un settore in cui tema centrale è ormai ovunque la sostenibilità. Il salone specialistico dell’industria degli imballaggi europea, che nell’ultima edizione ha richiamato oltre 44.000 visitatori professionali e 1.565 espositori per dialogare su prodotti e servizi del comparto dell’imballaggio, in linea con questo trend fondamentale che ha ormai assunto una grande rilevanza sociale, proporrà quindi le soluzioni e alternative sviluppate dal comparto dell’imballaggio, volte a facilitare il riciclaggio, risparmiare risorse e rendere nuovamente disponibili materiali utili. Nella costruzione di macchine, la digitalizzazione offre la possibilità di risparmiare energia e di abbassare il consumo di materiale.

legenda: manifestazioni alle quali potete trovare le nostre riviste in distribuzione

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industrie alimentari

E per la logistica vengono creati prodotti secondo il principio del ciclo “dalla culla alla culla”, per esempio bancali e contenitori di materiali sintetici riciclati

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o di cartone ondulato. Nella stampa su imballaggi poi, la tecnologia LED-UV consente di risparmiare rispetto a quella delle normali lampade UV. La FachPack si annovera in Europa fra i saloni specialistici più rinomati. Per tre giornate presenta al centro fieristico di Norimberga la sua offerta merceologica completa per beni industriali e di consumo relativi alla filiera dei processi di imballaggio. Gli espositori mostreranno proposte di soluzione, innovazioni e servizi nel campo dell’imballaggio, della tecnica, della finitura e della logistica, a visitatori professionali

provenienti soprattutto dalla Germania e dai Paesi vicini che appartengono a svariati settori, dall’alimenti/bevande al farmaceutico/medico/cosmesi, tessile/abbigliamento, non food, chimica, carta/stampa, elettrotecnica/elettronica, automotive, lavorazione di metalli/materiali sintetici, costruzione di macchine/apparecchi, logistica, commercio e media/ pubblicità. Un interessante programma collaterale, come il Forum PackBox, e numerose mostre speciali e sezioni dedicate a temi specifici completano l’offerta ed offrono ancor più valore aggiunto al salone tedesco.

Maggiore attenzione all’internazionalizzazione per IBIE 2016 L’edizione 2016 di IBIE, l’esposizione internazionale della panificazione, farà ritorno a Las Vegas dall’8 all’11 ottobre. Quest’anno, per questo evento triennale si prevedono più partecipanti internazionali tra gli

oltre 20.000 professionisti che potranno trovare una gamma completa di attrezzature e soluzioni di ingredienti negli oltre 65.000 m2 di esposizione. Già nel 2013, circa il 30% dei partecipanti era internazionale.


agenda

La presenza di IBIE al Mobac in Giappone, all’Iba in Germania, al Gulfood Manufacturing a Dubai e all’Europain a Parigi è indicativa dell’impegno ad accrescere il numero di visitatori internazionali. Per esempio, durante Iba, il comitato di IBIE ha incontrato 11 delegazioni, in rappresentanza di Italia, Sud Africa, Brasile, Cina e Germania, per discutere delle opportunità di collaborazione per la preparazione di un programma internazionale.

espandersi nel mercato degli alimenti surgelati con soluzioni di magazzino, costruzioni e trasporti adatti a garantire la qualità. Confermate le iniziative tradizionali, quali l’American Cake Decorating e i Revent Demo Theaters, il Great American Pie Festival, l’Innovation Showcase, il PMQ Pizza Village, la

Lo sviluppo e l’attenzione ai rapporti tra i mercati statunitense e internazionali è solo uno dei molti aspetti che gli organizzatori sono desiderosi di svelare a Las Vegas e che sono stati pensati per far sì che l’esperienza sia sempre più coinvolgente sia per gli espositori che per i visitatori.

L’8ª edizione di Food Factory, l’evento europeo per l’alimentazione del futuro che riunisce la comunità scientifica e gli operatori delle industrie alimentari, si svolgerà a Laval, in Francia, dal 19 al 21 ottobre 2016, proponendo ad un pubblico internazionale i suoi contenuti multidisciplinari e orientati verso le applicazioni industriali.

tazione di nuovi processi alimentari, sicuri, igienici, ergonomici, ecc.); l’industria alimentare sicura (sicurezza alimentare attraverso il controllo microbico e chimico, tecnologie per la pulizia, ecc.); l’industria alimentare “verde” (ridurre l’impronta ecologica dei processi alimentari, risparmio energetico, riduzione

L’appuntamento viene organizzato congiuntamente dal Tecnopolo Mayenne di Laval (LMT, Francia) e dalla SP Food and Bioscience (in precedenza SIK, Svezia), con cadenza biennale, svolgendosi alternativamente a Göteborg e Laval, con l’eccezione del 2014 quando la conferenza internazionale ha avuto luogo a Uppsala, insieme al 28° Congresso EFFoST. Questi i temi delle quattro sessioni previste per quest’anno: la nuova industria alimentare (proget-

Torna a Rimini il salone del senza glutine

Collocata centralmente, l’Idea LAB ospita l’area dedicata all’innovazione e comprende il teatro dell’innovazione dove le industrie presenteranno gli ultimi progressi e i visitatori potranno anche ascoltare i Fresh Take Talks, presentazioni da 20 minuti sul futuro dell’industria. In collaborazione con GGCA (Global Gold Chain Alliance), IBIE ha sviluppato il padiglione dedicato allo stoccaggio refrigerato pensato per aiutare i professionisti a entrare o

15ª edizione dell’Annual Pillsbury Bakers’ Plus Creative Decorating Competition di RBA, il business of Baking for Beginners di RPIA e la TIA Technical Conference. Oltre 90 nuovi seminari saranno focalizzati sui temi più rilevanti che l’industria di oggi si trova ad affronta-

re e il programma educativo comprende sessioni progettate per i professionisti di tutti i livelli e anche per quelli internazionali IBIE è sponsorizzata dall’American Bakers Association (ABA), dai Baking Equipment Manufactures and Allieds (BEMA) e i Retail Bakers of America (RBA).

Convegno Food Factory per progettare gli alimenti del futuro

Continua a crescere, e bene, il mercato del senza glutine. Secondo gli ultimi dati raccolti da Coldiretti, infatti, nel corso del 2016 l’acquisto di prodotti gluten free ha subito un incremento del 50%, ed è significativo che

 nel 2015, per la prima volta, pasta e biscotti senza glutine siano stati introdotti nel Paniere Istat. La con-

industrie alimentari

dei rifiuti, circuiti brevi dal produttore al consumatore, ecc.) e l’industria alimentare intelligente (controllo di processo e automazione, robotica, tecnologie digitali, ecc.). (Food Factory - Laval Mayenne Technopole e SP Food and Bioscience www.food-factory.fr)

ferma di questa crescita si ha anche dalle aziende produttrici: in base ai dati dell’Osservatorio sul mercato senza glutine commissionato dal Gluten Free Expo, il campione intervistato riconosce un trend positivo nel fatturato della propria azienda. In questo panorama in continua evoluzione, il Gluten

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Free Expo, unico salone internazionale certificato dedicato ai prodotti e alle produzioni senza glutine, in programma a Rimini Fiera dal 19 al 22 novembre 2016, si colloca come il naturale punto di riferimento per tutte le aziende nazionali e internazionali che operano nel settore. Non a caso, infatti, le adesioni raccolte entro il 30 aprile 2016 hanno registrato +109% di area espositiva venduta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La quinta edizione si conferma quindi già

da ora come il perfetto punto di incontro per tutti i componenti della filiera produttiva: esercenti, catena distributiva, aziende produttrici, associazioni di categorie e media. Poiché il Gluten Free Expo è l’unica manifestazione di riferimento per il giovane settore, le tipologie di espositori presenti soddisfano le esigenze dell’intero mercato in tutta la sua verticalità: dalle materie prime, importanti protagonisti dell’edizione 2016, alle attrezzature, dai semilavorati ai prodotti finiti e alle bevande.

All4pack 2016 all’insegna della creatività Fin dal 2010 Parigi proponeva ogni due anni i saloni Emballage e Manutention abbinati, posizionando l’offerta del secondo come la continuazione evidente del settore “fine linea” del primo. Dal 14 al 17 novembre 2016 la manifestazione in programma al centro espositivo di Paris Nord Villepinte diventa invece “All4pack Paris, the global marketplace for packaging, processing, printing & handling”, una svolta strategica che risponde alle attese dei buyer e riafferma il posizionamento esclusivo del salone a livello internazionale per la zona EMEA (Europe, Middle East, Africa), che presenta un potenziale importante per la maggior

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industrie alimentari

parte degli espositori grazie anche agli sbocchi rappresentati dall’Europa dell’Est e dall’Africa. L’edizione 2016 vedrà al posto d’onore il continente africano grazie alla presenza di committenti di rilievo e di delegazioni ufficiali. La scelta si realizzare un salone congiunto, in totale coerenza con le evoluzioni della filiera, deriva dall’orientamento sempre più spiccato dei buyer del mercato verso una politica di acquisto globale, che comprende l’imballaggio, il process, i sistemi di stampa e le soluzioni per l’intralogistica. Il mercato si presenta oggi come una catena di produzione globale «imbal-

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laggio», dalla materia prima fino all’intralogistica e alla spedizione degli ordini. Lo slogan di All4pack Paris nel 2016 sarà «Let’s be creative!», nella convinzione che l’innovazione è fondamentale per generare valore e nuovi strumenti di crescita e di affari in un contesto economico estremamente concorrenziale. Questa edizione, per cui si prevede la partecipazione di 1.600 espositori e 98.000 operatori del settore, sarà caratterizzata dalla presenza dei leader più importanti e da un’offerta totalmente ripensata, in sintonia con il mercato e le aspettative degli operatori. Per rispondere all’evoluzione della filiera e ad un mercato ormai proiettato verso la produzione globale, All4pack Paris propone un’offerta strutturata attorno a 4 settori d’attività complementari:

- Packaging e Processing: due settori che riuniscono tutta l’offerta per l’imballaggio, dalla materia prima al prodotto finito passando per le macchine di processing e trasformazione e la produzione di imballaggi e confezioni. - Printing: primo settore in ordine di priorità per i visitatori dell’edizione 2014, grazie alla stampa digitale ed ibrida, la stampa 3D, le etichette, le attrezzature per la stampa dei packaging, la grafica. - Handling: focus particolare sull’automazione e il magazzino intelligente, più che mai connesso con il fine linea dell’imballaggio. Vi si potranno trovare i sistemi informatici, i carrelli, la logistica, le attrezzature per la movimentazione ed il sollevamento, lo stoccaggio.

Interpack Alliance e Ipack-Ima insieme a Nairobi L’Interpack Alliance di Messe Düsseldorf – l’organizzatore fieristico del Food Processing & Packaging Exposyum (fppe) – e Ipack Ima Srl (joint venture fra Fiera Milano e Ucima) – organizzatore in Kenya della fiera East Afripack – uniscono le forze per dare vita a Nairobi, dal 5 al 7 dicembre 2016, ad un’unica nuova iniziativa fieri-

stica al servizio dell’intero comparto delle tecnologie per il settore food, dalle materie prime al prodotto finito, inserendo nel panorama espositivo soluzioni tecnologiche per l’intera supply chain del comparto agro-alimentare. L’fppe manterrà il proprio format di evento che abbina un momento convegni-


agenda

stico alle attività espositive, ponendo il focus sulle soluzioni destinate ai produttori locali del settore food: gli argomenti principali dell’attività convegnistica saranno quindi le esigenze di questa industria, i prodotti e servizi ed anche il quadro politico-normativo in cui vanno a inserirsi le scelte delle aziende. Una delle aree di maggior interesse sarà quella del deperimento dei generi alimentari, per contrastare il quale occorrono specifiche tecniche di coltivazione, ma

anche processi alimentari e soluzioni di confezionamento adeguati per l’area sub-sahariana, dove uno dei problemi maggiori è quello di non poter assicurare l’immediato trattamento, immagazzinamento e trasporto delle derrate alimentari. A questo proposito la Food and Agriculture Organisation delle Nazioni Unite (FAO), l’United Nations Environment Programme (UNEP) e Messe Düsseldorf avranno la responsabilità di questa parte della conferenza, come partner della iniziativa “Save Food”.

ProSweets, sempre insieme ad ISM, diventa annuale Dal 29 gennaio al 1º febbraio 2017 torna a Colonia ProSweets, il salone internazionale per la subfornitura dell’industria dolciaria e degli snack che assumerà da questa edizione cadenza annuale e si terrà sempre in contemporanea a ISM, il più grande salone al mondo per prodotti dolciari e snack, offrendo ai produttori di macchinari per la produzione di dolciumi e snack l’opportunità di incontrare ogni anno i propri clienti. Lo svolgimento in contemporanea e con cadenza annuale di ISM e ProSweets Cologne, espressamente richiesta dai principali rappresentanti del settore

dei prodotti dolciari e degli snack, comporta dei vantaggi evidenti: entrambe le rassegne si completano perfettamente a livello di contenuti e target. La ISM riunisce regolarmente a Colonia circa 1.600 espositori dell’industria dolciaria e degli snack, suddivisi fra top player e piccole e medie aziende, a cui si aggiungono i quasi 40.000 operatori da tutto il mondo in visita alla ISM. Come in passato ProSweets Cologne occuperà il padiglione 10.1, collegato direttamente alla ISM alloggiata nei padiglioni da 2 a 5, 11 e 10.2 del comprensorio fieristico di Colonia.

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appuntamenti in italia Meat-Tech Salone int. dell’industria delle carni Quando: 15-18 maggio 2018 Rho (MI) Dove: www.meat-tech.it Web:

Cosa:

MacFrut Mostra int. per l’ortofrutta Quando: 14-16 settembre 2016 Dove: Rimini Web: www.macfrut.com

Cosa:

Cosa:

Cosa:

Save + Mct Alimentare Mostre-convegno sull’automazione Quando: 19-20 ottobre 2016 Dove Verona Web: www.exposave.com Cosa:

Cibustec Salone dell’industria alimentare Quando: 25-28 ottobre 2016 Dove: Parma Web: www.cibustec.it Cosa: Quando: Dove: Web:

Fiera int. del Bovino da Latte + Rassegna Suinicola 26-29 ottobre 2016 Cremona www.bovinodalatte.it

Cosa

Nutrisan Salone della corretta alimentazione e della salute Quando: 10-13 novembre 2016 Dove: Bolzano Web: www.nutrisan.it Cosa:

Gluten Free Expo Salone dell’alimentazione Quando: 19-22 novembre 2016 Dove: Rimini Web: www.glutenfreeexpo.it Cosa:

Fruit Innovation Salone int. dell’ortofrutta Quando: 8-11 maggio 2017 Dove: Milano Web: www.fruitech.it

Dairy-Tech Salone int. dell’industria lattiero casearia Quando: 15-18 maggio 2018 Rho (MI) Dove: www.meat-tech.it Web:

ALL’ESTERO FoodTec Brasil Salone dell’industria alimentare Quando: 2-4 agosto 2016 Curitiba (Brasile) Dove: www.foodtecbrasil.com Web: Cosa:

7th GrainTech India Salone per l’industria cerealicola Quando: 26-28 agosto 2016 Bangalore (India) Dove: www.graintechindia.com Web: Cosa:

Food & Drink technology Africa Salone dell’industria alimentare e delle bevande Quando: 14-15 settembre 2016 Johannesburg (Sudafrica) Dove: fdt-africa.com Web: Cosa:

FachPack Fiera int. dell’industria dell’imballaggio Quando: 27-29 settembre 2016 Nürnberg (Germania) Dove: www.fachpack.de Web: Cosa:

Tutto Food Mostra int. dell’alimentazione Quando: 8-11 maggio 2017 Dove: Milano Web: www.tuttofood.it

SupplySide West Salone int. degli ingredienti alimentari Quando: 4-8 ottobre 2016 Las Vegas (Usa) Dove: west.supplysideshow.com Web:

Cosa:

Cosa:

Cosa

Ipack-Ima Mostra int. dell’imballaggio Quando: 15-18 maggio 2018 Dove: Rho (MI) Web: www.ipack-ima.com

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Cosa:

Ibie Salone int. della panificazione Quando: 8-11 ottobre 2016 Las Vegas (Usa) Dove: www.ibie2016.com Web:


agenda

Cosa:

Agroprodmash Salone int. dell’industria alimentare Quando: 10-14 ottobre 2016 Dove: Moscow (Russia) Web: www.agroprodmash-expo.ru/en Cosa:

Sial Salone int. dell’alimentazione Quando: 16-20 ottobre 2016 Dove: Paris (Francia) Web: www.sialparis.com

Anufood Cina Fiera int. di alimenti e bevande Quando: 16-18 novembre 2016 Dove: Pechino (Cina) Web: www.anufoodchina.com Cosa:

Health Ingredients Europe Salone int. degli ingredienti salutistici Quando: 29 novembre-1 dicembre 2016 Dove: Frankfurt (Germania) Web: www.figlobal.com/hieurope Cosa:

Cosa:

IDF World Dairy Summit Summit mondiale dell’industria lattiero-casearia Quando: 16-21 ottobre 2016 Dove: Rotterdam (Paesi Bassi) Web: www.idfwds2016.com

Cosa:

Cosa:

Cosa:

Food Factory Salone europeo per la fabbrica del futuro Quando: 19-21 ottobre 2016 Dove: Laval (Francia) Web: www.food-factory.fr Cosa:

Südback Salone della panificazione e pasticceria Quando: 22-25 ottobre 2016 Dove: Stuttgart (Germania) Web: www.messe-stuttgart.de/ suedback/ Cosa:

Pack Expo Salone int. dell’industria alimentare e imballaggio Quando: 6-9 novembre 2016 Dove: Chicago (Usa) Web: www.packexpointernational.com Cosa:

GulFood Manufacturing Salone int. dell’industria alimentare Quando: 7-9 novembre 2016 Dove: Dubai (Emirati Arabi) Web: www.gulfoodmanufacturing.com Cosa:

All4Pack Salone int. dell’industria alimentare e imballaggio Quando: 14-17 novembre 2016 Dove: Paris Nord Villepinte (Francia) Web: www.all4pack.com

East Afripack + FPPE Kenya Salone dell’industria alimentare Quando: 5-7 dicembre 2016 Dove: Nairobi (Kenya) Web: www.fppe-ke.com Int. PackTech India Salone int. dell’imballaggio Quando: 15-17 dicembre 2016 Mumbai (India) Dove: www.packtech-india.com Web: ProSweets+ISM Salone int. dell’industria dolciaria Quando: 29 gennaio-1 febbraio 2017 Köln (Germania) Dove: www.prosweets.com Web: Cosa:

ProFood Tech Salone dell’industria alimentare e delle bevande Quando: 4-6 aprile 2017 Chicago (Illinois) Dove: www.profoodtech.com Web: Cosa:

Metpack Salone int. imballaggi metallici Quando: 2-6 maggio 2017 Essen (Germania) Dove: www.metpack.de Web: Cosa:

Interpack Salone int. dell’imballaggio Quando: 4-10 maggio 2017 Düsseldorf (Germania) Dove: www.interpack.com Web: Cosa:

Snackex Salone int. degli snack Quando: 21-22 giugno 2017 Vienna (Austria) Dove: www.snackex.com Web: Cosa:

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IMBALLAGGI

recensione libri

RI. PACK DESIGN – PROGETTARE IN CARTA E CARTONE – Buone pratiche e nuovi modelli di consumo contro lo spreco alimentare A. Catania - 112 pag. illustrato - Edito da Aracne - (Via delle Strelitzie 35 - 00134 (Santa Palomba) Roma - Tel. 06 93781065 - www.aracneeditrice. it) - Brossurato - 2015 – Prezzo 11,00 € - ISBN: 9788854887466 Il lavoro presentato in questo libro si inserisce all’interno degli ambiti di didattica e di ricerca condotti sul packaging e sulle sue qualità, analizzando in particolare il concetto di responsabilità del packaging nei confronti dell’ambiente, del consumatore e della società, offrendo spunti di riflessione sul ruolo del design nella progettazione di un packaging alimentare responsabile e sul packaging come

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ausilio contro lo spreco alimentare. Il testo è diviso in due parti. La prima è dedicata al rapporto del packaging con il comparto agroalimentare, attraverso una riflessione sui problemi in chiave progettuale e socio culturale, per evidenziare che le strategie del design, con interventi nella progettazione del ciclo di vita, possono ottimizzare l’impatto ambientale e rafforzare le qualità del packaging. Dall’altro lato, la prima parte analizza le azioni socialmente responsabili del consumatore connesse alla diffusione di nuovi modelli di consumi agroalimentari fondati sui valori etici, sociali e ambientali del cibo acquistato. Nello specifico si esamina l’evoluzione dei consumi alimentari verso un aumento nei confronti del cibo biologico e della tipicità dei prodotti, la sicurezza alimentare, la valorizzazione del territorio, la riduzione dell’impatto ambientale. Nella seconda parte del libro, l’attenzione è riservata al ruolo del packaging innovativo riguardo alla prevenzione dei rifiuti e nello specifico contro

lo spreco alimentare. Le riflessioni sul packaging come ausilio alla riduzione degli sprechi alimentari forniscono alcune indicazioni d’intervento individuate nei nuovi modi di consumo e nell’uso delle applicazioni di nuove tecnologie come le linee guida per i comportamenti e gli stili di vita da parte del consumatore per prevenire i rifiuti, l’uso di materiali cellulosici riciclati, la sperimentazione di nuovi usi dei materiali cellulosici e non, per migliorare le prestazioni del packaging affinché possano agire come indicatori dello stato di conservazione dei prodotti e per allungare la vita del cibo confezionato. La seconda parte si conclude con la sperimentazione progettuale che ha visto il coinvolgimento degli studenti del Laboratorio di Disegno Industriale, Università di Palermo, che hanno sviluppato soluzioni innovative di packaging responsabili realizzati con materiali a base cellulosica e indirizzati a ottimizzare gli aspetti qualitativi e culturali dei prodotti biologici lungo tutto la filiera.


recensione libri

DIFESA ANTIPARASSITARIA QUADERNI DEI GEORGOFILI - 2015-II: DIFESA DELLE PIANTE MEDIANTE BIOTECNOLOGIE AA.VV – 96 pag. - Edito da Accademia dei Georgofili, Ed. Polistampa - (Via Livorno 8/32 – 50142 Firenze - Tel. 055 737871 - www. polistampa) - Brossurato - 2016 - Prezzo 10,00 € ISBN: 9788859615972 Questo quaderno curato dall’Accademia dei Georgofili contiene gli atti di una giornata di studio tenutasi lo scorso dicembre a Firenze, dedicata alla difesa delle piante mediante biotecnologie, avente come obiettivo l’approfondimento di alcuni argomenti che presentano aspetti scientifici rilevanti e potrebbero consentire l’avvio di strategie di difesa innovative. Come ricorda nell’introduzione Piero Cravedi – presidente del Comitato Consultivo dei Georgofili sui problemi della difesa delle piante – la trasformazione che ha caratterizzato la difesa antiparassitaria negli ultimi decenni è avvenuta prevalentemente grazie alla progressiva valorizzazione di biotecnologie. Tali applicazioni tecnologiche, che si basano sull’impiego di organismi viventi o di loro derivati,

hanno reso concretamente possibile l’attuazione su larga scala dei concetti di agricoltura sostenibile su cui si fondano sia la produzione integrata, sia quella biologica. I maggiori esperti dei diversi settori interessati sono stati chiamati a illustrare le attuali applicazioni in campo, lo stato della ricerca e la prevedibile evoluzione futura. Il primo intervento, di Ignazio Floris, Luca Ruiu e Alberto Satta, ha illustrato le prospettive di controllo microbiologico degli insetti, mentre Giuseppe Rotundo e Giacinto S. Germinara hanno parlato dei semiochimici in agricoltura. Quindi, Felice Scala e Matteo Lorito si sono soffermati sull’applicazione di microrganismi antagonisti per il controllo delle malattie delle piante e le prospettive di sviluppo, e Francesco Faretra, Rita Milvia De Miccolis Angelini, Stefania Pollastro, Gianfranco Romanazzi e Ilaria Pertot hanno tracciato un quadro sull’attualità e le prospettive degli induttori di resistenza nella protezione sostenibile delle colture. Giovanni P. Martelli e Luisa Rubino hanno curato un intervento sulla resistenza transgenica indotta dal patogeno, con

particolare riferimento ad un’applicazione biotecnologica poco utilizzata; infine, la parte conclusiva della giornata di studio è stata dedicata all’esame degli aspetti normativi che risultano determinanti per il passaggio dal livello scientifico a quello applicativo, con Sergio Franceschini e Vittorio Veronelli che hanno chiarito le problematiche connesse all’autorizzazione all’impiego dei mezzi biotecnici.

BISCOTTI BISCUIT BAKING TECHNOLOGY – PROCESSING AND ENGINEERING MANUAL – Second Edition (La tecnologia di cottura dei biscotti - Manuale di lavorazione e ingegneria – Seconda Edizione) Davidson - XIV + 333 pag. illustrate - Edito da Academic Press Elsevier (Elsevier Masson - Via Paleocapa 7 – 20121 Milano - 
Tel. 02 881841 - www. elsevier.com) - Brossurato - 2016 - Prezzo 121,55 € ISBN: 9780128042113 L’opera è un manuale pratico che fornisce informazioni sulla produzione dei biscotti, con una speciale attenzione agli aspetti della lavorazione e ingegneristici e soffermandosi sulle macchine di produzione,

industrie alimentari

le tecniche di cottura, gli impianti, il loro funzionamento e la manutenzione. Questa seconda edizione amplia i primi tre capitoli, che offrono un’introduzione al processo di fabbricazione dei biscotti, soffermandosi sulla gamma dei prodotti (cracker, gallette dolci, frollini e cookies). Particolare enfasi viene data al processo di cottura e ai requisiti per realizzare una struttura di buona qualità e con il giusto contenuto di umidità e il colore più desiderabile. Tutti i capitoli sono stati riorganizzati e aggiornati. I capitoli successivi, dal 4 al 7, si soffermano invece sul trasferimento di calore e i diversi tipi di cottura in forno, sia a riscaldamento diretto che indiretto. Vengono fornite descrizioni

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dettagliate dei forni ibridi per diverse applicazioni. Quindi viene descritta con cura la costruzione dei forni, con immagini chiare di bruciatori diretti e indiretti, trasportatori a nastro e di altro design. Viene anche descritto un sistema efficiente di recupero del calore che riduce significativamente il consumo

di carburante. Quindi, il capitolo 16 propone i calcoli sulla quantità di calore necessaria per diversi prodotti e sull’uso del calore e la sua dispersione basati su esperienze reali. Vengono anche descritti i sistemi di controllo di processo, fornendo informazioni sul controllo della sicurezza e gli allarmi. Infine, i capitoli 14, 15 e 17 approfondiscono il funzionamento dei forni, la loro ispezione, verifica e manutenzione, compresa un’appendice contenete schede di manutenzione. Il testo, di taglio pratico e indirizzato a chi gestisce, produce e progetta gli impianti di produzione di biscotti, utilizzabile anche come base per corsi di formazione in azienda, si basa su concrete esperienze nella progettazione, produzione e funzionamento dei forni utilizzati in tutto il mondo lungo un arco temporale di mezzo secolo.

ECONOMIA STRATEGIE E PERFORMANCE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE – Una ricerca sulle principali imprese italiane F. Antoldi – D. Cerrato – A. Campati – VII + 180 pag. - Edito da McGraw-Hill Education - (Via Ripamonti 89 – 20141 Milano - Tel. 02 5357181 - www.mc-

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graw-hill.it.) - brossurato - 2015 - Prezzo 29,00 € ISBN: 9788838675096 Il settore agroalimentare italiano, nonostante l’andamento altalenante e l’incertezza economica degli ultimi anni, si è confermato nel suo ruolo trainante per l’economia nazionale e guarda al futuro con rinno-

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vato ottimismo. Il testo si propone di offrire un’indagine dettagliata delle performance economico-aziendali e delle strategie alla base del successo delle imprese alimentari italiane, commissionata da Fiere di Parma a un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica, in occasione dell’EXPO 2015 di Milano. Il lavoro è partito da un’analisi delle performance finanziarie delle 448 imprese più grandi – capaci da sole di rappresentare quasi la metà dell’intero fatturato del settore –, attraverso la rielaborazione dei dati di bilancio degli esercizi 2007-2013. Nel complesso, emerge un settore in crescita e capace di difendere i margini lordi, sebbene con differenze a volte notevoli da comparto a comparto. Tra le imprese analizzate, uno sguardo più approfondito è stato rivolto alle 120 aziende che hanno mostrato nel tempo performance superiori rispetto ai concorrenti. Attraverso interviste dirette a queste imprese eccellenti si è entrati nel merito delle loro strategie, scoprendo così che alla base del loro successo ci sono concrete scelte orientate all’innovazione, alla qualità e alla valorizzazione della tradizione, unite a una vocazione internazionale consolidata. La ricerca, infine, evidenzia come il ruolo della proprietà e della direzione nel definire le strategie dell’impresa possa davvero fare

la differenza nel settore, sottolineando ancora una volta la rilevanza dell’élite imprenditoriale per la competitività dell’agri-business italiano. Il primo capitolo è dedicato alle performance economico-finanziarie dell’industria alimentare italiana 2007-2013, mentre il secondo presenta le scelte strategiche vincenti condotte dalle imprese di successo. Quindi, il terzo illustra le performance nello stesso arco temporale nei diversi comparti del settore alimentare ed il quarto allunga lo sguardo al futuro sul lungo periodo delle élite del settore alimentare fra riconoscibilità sociale e tutela degli interessi. Completano il testo due appendici: la prima chiarisce la metodologia seguita nell’indagine e la seconda fornisce un elenco delle imprese analizzate, suddivise per comparto.


IL TESTO INDISPENSABILE PER ORIENTARE LE SCELTE DEL CONSUMATORE

LATTE

Detergenza e disinfezione dalla produzione alla caseificazione MARIO STANGA 436 pag. Brossurato (2015) € 45.00 App per iPad € 26,99 ISBN: 978-88-96027-23-3

novità libraria Questo volume è stato concepito per raccogliere le basi dell’interazione fra contaminazione e prodotti di sanificazione e di sviluppare i concetti chimici e microbiologici che supportano la detergenza e la disinfezione dai primi istanti di vita del latte nella stalla, ai macchinari, agli impianti ed agli ambienti coinvolti nell’industria di trasformazione. Esso sviluppa l’argomento della sanificazione delle superfici, dei macchinari e dell’ambiente di lavoro nella sua globalità, accompagnando il processo dalla produzione (mungitura), ai trattamenti fisici, alla caseificazione, alla maturazione e ai sistemi di confezionamento. Ricco di immagini, grafici e tabelle allo scopo di rendere più chiara la lettura, questo libro è uno strumento di lavoro e didattico per operatori in centrali del latte e caseifici, produttori in aziende agricole e imprese di trasporto del latte, studenti in scuole ed università, produttori di materie prime e costruttori di impianti.

DATI PER LA SPEDIZIONE nome ditta/ente via città prov. tel. fax e-mail

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Ai sensi dell’Art 11 della Legge 675/96 ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento ed alla comunicazione degli stessi firma

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NDICE Parte prima - PRINCIPI E FENOMENI CHIMICI CONNESSI ALLA SANIFICAZIONE 1_ Contaminazione 2_ Detergenti e disinfettanti 3_ Disinfezione 4_ Sanificazione 5_ Metodi di sanificazione Parte seconda - APPLICAZIONE DELLA SANIFICAZIONE 7_ Produzione del latte 8_ Ricevimento e latte alimentare 9_ Derivati da panna e fermentazione 10_ Derivati da caseificazione 11_ Sanificazione nella produzione del gelato 12_ Corrosione e prevenzione 13_ Torre di raffreddamento 14_ Trattamento delle caldaie per la produzione di vapore 15_ Trattamento dei reflui 16_ Tecnologia e cultura

Scegliamo di pagare l’importo € ................................ Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa Bonifico bancario IBAN IT66U0306930757100000011983 C.C. postale n. 10846103 intestato a Chirotti Editori srl - Pinerolo Contrassegno al postino, solo per l’Italia Carta di credito: Scadenza ............................... n.carta titolare carta

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firma

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la pagina del presidente

One side: questione di filling È una questione non solo di metodo, ma anche di concetto e per quanto teoricamente formati, sarebbe meglio ammettere che non fa per noi maschietti. Partiamo subito male e prevenuti alla domanda “quante borse?” ed esageriamo sempre sul numero, neanche dovessimo impacchettarci il Lago d’Iseo come Christo. Sto riferendo di quanto ci accade regolarmente alle casse nei supermercati, quando decidiamo di dimostrare che anche noi sappiamo fare bene la spesa. Alcuni dati: l’eccesso di borse di plastica varia dal 30 al 50%, mentre la mortalità delle stesse, dovute a tagli, cattiva immissione, eccessivo stoccaggio, imprecazioni taglienti, arriva al 100%. Altre volte mi sono occupato del momento-cassa, istante nel quale ci vengono richieste contemporaneamente troppe informazioni e alle quale pretendiamo di rispondere da clienti abituali per non innescare sorrisetti o smorfie di compassione della cassiera. La prima inevitabile smorfia parte quando noi con un rigurgito di orgoglio dichiariamo di non possedere la tessera fedeltà (in realtà stiamo sottintendendo “… ma ti pare che io con tutto quello che ho da fare a mantenere la Terra sul suo asse abbia anche il tempo di pensare al tuo programma fedeltà?” del quale, peraltro, conosco perfettamente il catalogo e quel bel navigatore da polso che più volte ho chiesto alla consorte, neanche fosse la lettera per Gesù bambino). La seconda riguarda la pianificazione dello stoccaggio delle merci nelle sportine di plastica: come mettere, con la “nonchalance” che ci contraddistingue, i prodotti acquistati. Occorre millantare metodo e non dare l’impressione di accumulare in modo sequenziale: l’algoritmo è molto complesso.

di SEBASTIANO PORRETTA

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industrie alimentari

Prima gli oggetti confezionati che non temono lo schiacciamento, poi, via via,

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quelli più delicati fragili (casualmente finirà che nel fondo ci saranno le uova, la frutta, e i grissini, ma, si sa, la merce non gioca a nostro favore). Cari colleghi (di spesa intendo), come saprete le attuali borsine della spesa negli anni hanno modificato il proprio spessore passando da un iniziale plastica simil-acciaio temperato riutilizzabile come giubbotto antiproiettile, a quella attuale che ha raggiunto il record dei 10-9 yoctom (se non altro da questa pagina imparerete il prefisso di cui sto parlando). Credo di aver identificato i responsabili e per questo vorrei fare un appello ai produttori di salumi in vaschetta, in definitiva i killer più spietati delle suddette borsine: non potreste utilizzare una gomma per i bordi? L’alternativa salva-buste è quella di aprirle e consumarne il contenuto direttamente in cassa (in compagnia della cassiera). The other side: per camerieri e baristi Che non riusciamo ad attrarre i turisti che il nostro paese meriterebbe, lo sappiamo; inoltre, anche quei pochi che vengono li spenniamo o, peggio, non riusciamo a comunicare con loro. Ma che ci vorrà mai a organizzare un menu stampato almeno in inglese? Con google traduttore non c’è nemmeno bisogno di andare a disturbare la nipote fresca laureata in lingue. Però un suggerimento: gli stranieri che vengono nel vostro locale non sono tutti parenti di Toro seduto e se non capiscono l’italiano anche se parlate loro con i verbi all’infinito non vi capiscono. E poi state fermi con le mani e non gesticolate. Buone vacanze (buonare vacanzare)


aita

Prossime attività

do il titolare dal sottoporre a ulteriori test di conformità il proprio prodotto. Oggi le imprese si stanno focalizzando soprattutto sul rispetto dell’ambiente, con mobilitazione di investimenti e adozione di programmi di miglioramento e riduzione dei propri impatti.

Vi presentiamo di seguito alcune delle attività in programma per il 2016. Per maggiori informazioni consulatre il sito: www.aita-nazionale.it prodotti alimentari, agli operatori dei laboratori analitici pubblici e privati e a consulenti tecnologi. Il programma dettagliato e le informazioni per l’iscrizione saranno a breve disponibili sul sito www.aita-nazionale.it Il Programma dei convegni

Convegno GARANTIRE LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI Milano 6 ottobre 2016 Contaminanti chimici, fisici e microbiologici possono provenire da varie fonti: materie prime, packaging, attrezzature, oltre che dal processo stesso. Quali sono le principali criticità da tenere sotto controllo nei vari settori produttivi? In che modo si possono prevenire? Quali le soglie di sicurezza suggerite dalla normativa e dalle buone pratiche di fabbricazione? Come affrontare il problema dei rischi emergenti? Queste e molte altre domande troveranno una risposta nel corso del convegno “Garantire la sicurezza degli alimenti” che AITA – Associazione Italiana di Tecnologia Alimentare terrà il 6 ottobre a Milano. La giornata si articola in numerosi interventi tenuti da esperti provenienti dal mondo accademico e industriale e dagli enti di controllo, ed è rivolta principalmente agli addetti all’assicurazione e controllo qualità delle aziende che producono ingredienti e

Qualyfood presso la 71ª edizione della Fiera Int. Bovino da latte CremonaFiere, 26-29 ottobre 2016 1 - Bio.it: l’attuale mercato e le opportunità (e le limitazioni) offerte dal mondo del biologico. In un mercato alimentare da qualche anno orientato al binomio benessere - edonismo il comparto del Bio è fra i più attivi e per alcuni comparti rimane probabilmente l’ultima risorsa di profitto. Saranno trattati da esperti e da operatori qualificati i temi più strategici legati alle modalità, alle esigenze specifiche per le merceologie più diffuse (latte, carne). Si darà una risposta alle domande più ricorrenti degli operatori: 2 - Qualyservices: i nuovi sistemi di certificazione della qualità. Una certificazione funziona come un “passaporto” negli scambi internazionali, esentan-

3 - Expocasearia meeting: Il mondo dei mini-caseifici: soluzioni, mercato, igiene e normativa. Si tratta di un convegno dedicato sia a chi già dispone di un minicaseificio e cerca soluzioni innovative soprattutto sui prodotti, sia a chi intende avviare una tale attività. Oltre 3500 sono i minicaseifici operanti in Italia: si tratta di unità operative e commerciali che possono contare su una gamma di prodotti molto variegata e pertanto, essere presente in maniera massiccia con i loro prodotti nelle diete quotidiane. I minicaseifici s’inseriscono in quella fetta di mercato che va dalla vendita diretta a privati, alla distribuzione a negozi di prodotti tipici, “store” di prodotti di alta qualità, formaggerie e ristorazione. Ormai sono trasformazioni consolidate casearie dell’azienda agricola che non affrontano solo più gli storici formaggi stagionati, ma che da tempo si sono inserite nei comparti dei formaggi freschi, erborinati, muffettati, in quelli dello yogurt, del latte alimentare, anche pastorizzato, fino al gelato. 4 - Convegno nazionale: 2° congresso Cremona Milk Village Meeting (milk.it ) Il programma dettagliato e le informazioni per l’iscrizione saranno a breve disponibili sul sito www.aita-nazionale.it

Scheda di Associazione Anno 2016 Cognome.............................................. Nome................................................ Ente o Società................................................................................................. Settore merceologico di attività........................................................................ Indirizzo presso il quale desidera ricevere la rivista e le comunicazioni AITA Abitazione

Ufficio

Via..................................................................................... N° civico.............. Cap................. Città........................................................... Prov.....................

Autorizzo l'utilizzo dei miei dati personali ai sensi della legge 31/12/96 N. 675 per l'esercizio delle attività dell'Associazione e per il raggiungimento delle finalità previste dallo Statuto.

Data.............................................. Firma........................................................ Socio Sostenitore € 600,00 Socio Professional Member € 120,00 Socio Ordinario € 100,00 Socio Neolaureato o Dottorando € 50,00 (Anno di Laurea.....) Socio Studente € 30,00

Tel......................................................... Fax.................................................... E-mail...................................................................................................................

Riservato alla segreteria

Ricevuta N°............................................ Data.............................................................. La quota può essere inviata mediante: Sede di .................................................. Pagamento con............................................. 1. assegno circolare o bancario intestato AITA 2. bonifico sul c.c. N° 000011226171 B.ca Intesa San Paolo Ag. 20, Milano - CAB 09498 ABI 03069 B.ca Prossima - Milano Socio Nuovo Rinnovo cod. iban: IT23L0335901600100000119660 IT89A0306909498000011226171 3. vaglia postale 4. carta di credito ....................................n°....................................... scadenza.................................... nome del titolare.............................................. firma........................................ Segreteria: Via Luigi Mangiagalli, 5 - 20133 Milano - Tel 02 2365506 Fax 02 2365015 - E-Mail: aita-nazionale@aita-nazionale.it - http://www.aita-nazionale.it - Codice Fiscale: 80192570150 - Partita IVA: 05896220158 Segreteria: Strada Farini 31/a - 43121 Parma - Tel./Fax 0521 230507 - e-mail: aita-nazionale@aita-nazionale.it - http://www.aita-nazionale.it - Codice Fiscale: 80192570150 - Partita IVA: 05896220158

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Il controllo di processo in continua evoluzione

Fasinternational è un’azienda che opera da più di 35 anni, costantemente impegnata a proporre alle aziende soluzioni innovative per il controllo dei processi produttivi. Distributore esclusivo per l’Italia di Ellab, azienda Danese leader nella fornitura di sistemi per il monitoraggio e la documentazione dei processi termici di sterilizzazione, pastorizzazione, liofilizzazione, oggi propone un nuovo sistema di convalida termica: E-Val Pro. Dalle dimensioni ridottissime, molto leggero, è un acquisitore dati di prossima generazione con sensori a filo che può essere configurato per gestire fino a 40 canali in un unico strumento. La sua memoria capiente consente il salvataggio di 10 studi di convalida.

Questo consente agli utenti di combinare nello stesso studio sia i datalogger Tracksense Pro che le termocoppie generando un report unico.

L’E-Val Pro è dotato di una batteria interna ricaricabile che può alimentare il modulo per 2 ore e può essere utilizzato come unità autonoma oppure collegato ad un PC tramite LAN/USB.

Le termocoppie si collegano all’EVal Pro grazie a un connettore USB intelligente che tiene in memoria il numero di serie della TC e gli offset di calibrazione, riducendo i tempi di pre e post taratura e rendendole intercambiabili e subito pronte per l’utilizzo senza la necessità di dover rifare la pre-calibrazione di tutte le altre. La compensazione del giunto

E-Val Pro utilizza il software di convalida ValSuit Pro con potenti strumenti di analisi e reportistica.

Software e hardware sono sviluppati secondo le GAMP e conformi ai requisiti FDA e di altri organismi di regolamentazione. Il collegamento dei sensori avviene tramite array intercambiabili posti sul retro e ciascuno può ospitare fino a 12 termocoppie o ingressi digitali/analogici. E-Val Pro può alloggiare 3 array da 12 canali ed uno da 4 canali per un totale di 40 canali. I sensori possono essere organizzati in gruppi, per avere le analisi statistiche in tempo reale.

freddo è integrata in ogni connettore USB. Fasinternational è inoltre specializzata nella fornitura di sensori di temperatura (Termocoppie e PT100), passanti per termocoppie, trasduttori di pressione e connettori e di tutti gli accessori necessari al fissaggio dei sensori all’interno di confezioni, vasetti, tubetti, buste, flaconi. Il catalogo degli accessori è vastissimo e in caso di un fissaggio non-standard, Fasinternational è in grado di studiarlo su misura per ogni specifica esigenza. Le soluzioni proposte da Fasinternational annoverano inoltre una serie di sistemi per il monitoraggio e la reportistica real time dei parametri ambientali (temperatura, umidità relativa, pressione differenziale, CO2) così come per il controllo della temperatura e dell’umidità relativa durante il trasporto di prodotti critici. Per quanto riguarda l’offerta dei servizi, Fasinternational può contare su un parco strumenti vastissimo consentendo perciò ai suoi utenti di noleggiare strumenti per tutte le esigenze di misura della temperatura, umidità relativa, pressione, parametri HVAC e di verifica della qualità dell’aria. Inoltre, grazie al proprio Laboratorio metrologico LAT N° 128 accreditato da Accredia, esegue la taratura di strumenti di misura della temperatura, umidità relativa, punto di rugiada, grandezze elettriche e pressione.

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Il tecnologo alimentare in azienda: dal controllo materie prime al trasporto del prodotto finito Il prodotto acquistato dallo scaffale di vendita di un supermercato porta con sé una lunga storia e vede coinvolti tutti gli operatori della filiera agroalimentare. In questo scenario si inserisce la figura del tecnologo alimentare, professionista abilitato, in grado di programmare ed esercitare azioni di controllo in ogni fase della produzione alimentare. In particolare, all’interno di un’azienda alimentare, esistono degli aspetti che non possono essere trascurati.

Controllo sulle materie prime coinvolte nella produzione È necessario verificare: lo stato delle confezioni; la conformità dell’etichettatura alla normativa; il corretto mantenimento delle temperature di trasporto; il rispetto dei parametri chimici e microbiologici.

Manutenzione ordinaria degli impianti e verifica del corretto stato di funzionamento

Sanificazione impianti, utensili, locali di produzione e stoccaggio Il termine sanificazione deriva dal latino “sanitas”, salute. Nell’ambito dell’industria alimentare il termine si riferisce alla creazione ed al mantenimento di ottime condizioni igieniche e salubri. Un efficace programma di sanificazione può migliorare la qualità di un prodotto e la sua shelf life in quanto

consente di ridurre la popolazione microbica.

Monitoraggio infestanti Al fine di prevenire l’annidamento di eventuali infestanti e per mantenere un buon livello di igiene, tutte le materie prime, gli intermedi di lavorazione e i prodotti finiti devono essere collocati sollevati da terra e devono seguire percorsi in ambienti costantemente monitorati. Deve essere previsto un piano di monitoraggio e di rilevamento infestanti in cui definire: - responsabilità; - numero e tipologia delle esche utilizzate; - posizionamento delle esche; - frequenza dei controlli.

- riporta in etichetta importanti informazioni ai fini della garanzia della sicurezza alimentare; - fornisce la prova che il prodotto non è stato manomesso - previene la perdita dell’aroma e protegge dagli odori prodotti da fonti esterne

Trasporto La movimentazione delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti deve essere eseguita con l’impiego di mezzi o strutture adeguate, in idonee condizioni di pulizia e temperatura. L’attenzione verso la sicurezza alimentare deve essere garantita, dunque, in tutte le fasi della filiera agroalimentare.

Rispetto degli standard igienico sanitari definiti dalla normativa di settore attraverso la programmazione di verifiche analitiche su materie prime, semilavorati e prodotti finiti.

Confezionamento prodotto La confezione costituisce un aspetto importante della qualità e sicurezza e garantisce che il prodotto raggiunga il consumatore in condizioni ottimali. In particolare: - prolunga il periodo medio di durata nel punto vendita, agendo come barriera contro luce, vapore acqueo, aria e microbi;

È importante che, in ogni fase, vengano rispettate le Pratiche di Buona Fabbricazione (o GMP), cioè tutte le condizioni e le procedure di lavorazione in grado di offrire qualità e sicurezza costanti. Devono essere previsti meccanismi di controllo e procedure volte a garantire che il cibo che arriva sulla tavola del consumatore sia idoneo al consumo e che i rischi di contaminazione siano ridotti al minimo. Le competenze del tecnologo alimentare lo rendono una figura di grande responsabilità nella conduzione e nel controllo dei processi di trasformazione e uno specialista della vigilanza sull’igiene degli alimenti.

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SOCI SOSTENITORI

CFT S.P.A.

ECOLAB S.R.L.

Via Paradigna 94/a - 43122 Parma

Via Paracelso 6 - 20864 Agrate Brianza (MB)

Tel. 0521 277111 - Fax 0521 798404

Tel. 030 60501 - Fax 030 6050573

AGROQUALITÀ

CHIMAB S.P.A.

ERIDANIA ITALIA S.P.A.

Viale C. Pavese 305 - 00144 Roma Tel. 06 54228675 - Fax 06 54228692

Via C. Colombo 34

Via del Triumvirato 13

35011 Campodarsego (PD)

40132 Bologna

ALFA LAVAL S.P.A.

Tel. 049 9201496 - Fax 049 9201498

Tel. 051 4134520 - Fax 051 4134590

Via Pusiano 2 - 20900 Monza (MB) Tel. 039 27041 - Fax 039 2781000

CHIRIOTTI EDITORI S.R.L.

Fasinternational s.r.l.

Viale Rimembranza 60

Via Selvanesco 75/77 - 20142 Milano

10064 Pinerolo (TO)

Tel. 02 3491751 - Fax 02 3319752

AIR LIQUIDE ITALIA SERVICE S.R.L.

Via Calabria 31 - 20158 Milano Tel. 02 40261 - Fax 02 48705895

ALLEGRINI S.P.A. Via Salvo d’Acquisto 2 24050 Grassobbio (BG) Tel. 035 4242111 - Fax 035 526588 Anton Paar Italia

Tel. 0121 393127 - Fax 0121 794480 COMAX EUROPE S.R.L.

FERRERO S.P.A. Piazza Ferrero 1 - 12051 Alba (CN)

Via Cuorgnè 44 - 10098 Rivoli (To) Tel. 011 9537560 - Fax 011 9593542

Via Lodovico Settala 3 - 20124 Milano (MI)

Tel. 0173 2951 - Fax 0173 363034

Tel. 02 29511173 - Fax 02 29409879

BAIOCCO S.R.L.

F.I.M.A. S.A.S

CONSORZIO CASALASCO DEL POMODORO

Via Artigianato 20

Strada Provinciale 32

60019 Senigallia (AN)

26036 Rivarolo del Re (CR)

Tel. 071 7926048 - Fax 071 7927463

Tel. 0375 536211 - Fax 0375 534075

FIREX S.R.L.

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IL TESTO INDISPENSABILE PER ORIENTARE LE SCELTE DEL CONSUMATORE

il marketing sensoriale Interpretare e prevedere le scelte del mercato SEBASTIANO PORRETTA 456 pag. Rilegato (2015) € 70.00 App per iPad € 44,99 ISBN: 978-88-96027-24-0

Il marketing sensoriale si occupa di misurare e di spiegare le emozioni del consumatore in modo da capitalizzarle in nuove opportunità di mercato, ma anche di massimizzare il profitto di particolari prodotti e la fedeltà dei clienti, affinché possano ripetere gli acquisti o, ancora, di garantire un successo quanto più lungo possibile. Il testo è scritto in una forma colloquiale e non si rivolge solo agli specialisti della materia e a quelli che lo diventeranno, ma anche a chi semplicemente voglia capire l’evoluzione nella storia e nelle diverse culture dei concetti legati alla qualità, alla preferenza, alle supposizioni, ai fattori psicobiologici nel corso della vita al ruolo del gusto e dei sensi e di come studiarli per progettare prodotti di successo. Le funzioni di controllo/assicurazione della qualità, di ricerca e sviluppo e di marketing potranno senza dubbio trovare d’interesse l’intero testo.

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Il libro si compone di 8 capitoli e 8 sottocapitoli, fra cui citiamo: • Il marketing sensoriale • L’esperienza sensoriale • Preferenza e socialità • La commensalità nelle scienze sociali • Il gusto e i sensi • La progettazione di un laboratorio di analisi sensoriale • Le soglie di percezione sensoriale • I test fondamentali • Il concetto analitico nella valutazione • La percezione della qualità nel contesto sensoriale • Qualità e conformità • Il contributo del consumatore nella definizione della qualità • Analisi sensoriale e shelf life • I test sensoriali accelerati • Shelf life: l’approccio con la

consumer science • Lo sviluppo di prodotto con il marketing sensoriale • La creazione di un modello semplice • La genomica della mente • Le preferenze alimentari e le risposte corrette • La variabilità all’interno dell’azienda • Lo scenario commerciale • La segmentazione sensoriale della preferenza • I nuovi segmenti e i nuovi prodotti • Le tecniche qualitative • Le tecniche on line • Social network • Il marketing guerriglia • Il marketing virale

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ALIMENTARI Chiriotti Editori srl Viale Rimembranza,60 10064 Pinerolo

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indice inserzionisti AB Energy - Orzinuovi www.gruppoab.it........................ mag. ABM - Vignate www.abmnastri.com.................. mag. Aco Passavant - Bagnolo in piano www.aco.it..................................cop. 3 Alba&Teknoservice Villafranca Padovana www.albaequipment.it................. giu. All4pack - Paris (F) www.all4pack.com....................... giu. Arcoplastica - Andezeno www.arcoplastica.it........................ 53 Aston Foods - Zug (CH) www.astonfoods.com.................. ott. B&R Automazione - Passirana www.br-automation.com......... mag. Biemme Commerciale Roverbella www.calabriafood.eu ................. giu. BioEnergy - Cremona www.bioenergyitaly.com . ......... apr. Brambati - Codevilla www.brambati.it............................. 45 Brevetti Gasparin - Marano V.no www.gasparin.it........................... sett. Bürkert - Cassina de’ Pecchi www.burkert.com........................ giu. Bühler - Segrate www.buhlergroup.com.............. gen. Ceia - Viciomaggio www.ceia.net.................................. 67 Chiriotti Editori - Pinerolo www.chiriottieditori.it...........77-87-94 Cibustec - Parma www.cibustec.it.............................. 81 Cmp - Saluzzo www.cmp-plast.it....................... mag. Colombo - Oggiono www.colombopietro.it.............. mag.

Comek - Carpenedolo www.comek.it............................. febb. Econorma - S. Vendemiano www.econorma.com ................ mag. Ensinger Italia Olcella di B. Garolfo www.ensinger.it .........................febb. Eurofins Chemical Control - Cuneo www.eurofins.it.............................. 47 FoodExecutive.com www.foodexecutive.it................... 73 Fruit Logistica - Berlin (D) www.fruitlogistica.de................. nov. Geartec - Legnano www.geartec.it .......................... mag. Hypred Italia - Ripalta Irpina www.hypred.it............................... ott. Ibie - Las Vegas (USA) www.ibie2016.com...................... giu. Ideotecnica Villanova Mondovì www.ideotecnica.com.................. ott. IFFA - Franckfurt (D) www.iffa.com............................... mar. Igus - Robbiate www.igus.it..................................... giu. Ing. Rossi - Parma www.ingarossi.com......................... 31 Interroll - Cornaredo www.interroll.it . ............................. 43 Ipack-Ima - Milano www.ipack-ima.com..................... giu. Ishida Europe - Rotkreuz (CH) www.ishidaeurope.com............... giu. Italo Danioni - Milano www.danioni.it ............................ giu. Italvibras -Fiorano Modenese www.italvibras.it............................. 21 Itech Italia - Pogliano Milanese www.itech.eu.............................. mag.

Konica Minolta Italia Cinisello Balsamo www.konicaminolta.eu..............febb. Lawer - Cossato www.lawerunica.com................... ott. Live-Tech - Guarene www.live-tech.it.......................... mar. Maselli Misure - Parma www.masellimisure.com..........cop. 4 MCM Massa - Pianezza www.mcmmassa.it........................ giu. MCT Alimentare - Bologna www.eiomfiere.it/ mctalimentare_milano................ mar. Mix - Cavezzo www.mixitaly.com.......................... 35 Molitecnica Sud - Altamura www.molitecnicasud.com............. 33 Montenegro - Brugherio www.montenegrosrl.it................ apr. Nimax - Bologna www.nimax.it.............................. mag. Omac Pompe - Rubiera www.omacpompe.com............. mag. Opessi - Milano www.opessi.it.................................. 39 ParmaControls - Parma www.parmacontrols.it............... mag. Powtech - Nürnberg (D) www.powtech.de......................... mar. Prodotti Gianni - Milano www.prodottigianni.com........... sett. Prosweets - Köln (D) www.prosweets.com.................... dic. R-Biopharm Italia Melegnano www.r-biopharm.com............. cop. 2 Rea Steam Cleaning Trofarello www.reasrl.eu................................ ott.

Romani Disinfestazioni - Lucca www.romanidisinfestazioni.com... 57 Rondo - Schio www.rondo-online.com............ febb. Sandvik - Milano www.sandvik.com..........................ott. Save - Verona www.exposave.com.................... mar. SCA - Fiorenzuola d’Arda www.sca-srl.com........................... ott. Sealed Air - Passirana di Rho www.sealedair.com..................... nov. Selmi - Santa Vittoria D’Alba www.selmi-group.it................... febb. Sial - Paris (F) www.sialparis.com....................... giu. Sigep - Rimini www.sigep.it................................. nov. Sirec - Colorno www.sirec.it............................... cop. 1 Sollich - Bad Salzuflen (D) www.sollich.com............................ 39 Stawimpianti - Sesto Uteriano www.stawimpianti.it...................... 29 Sulzer - Casalecchio di Reno www.sulzer.com.......................... nov. Tecno 3 - Corneliano www.tecno-3.it............................. giu. Thermindus Castelfranco Sopra www.thermindus.it........................ 17 Ulma Packaging Gragnano Trebbiense www.ulmapackaging.it............... mag. Urschel - Castagnole delle Lanze www.urschel.com......................... giu. Velp - Usmate www.velp.it.................................. mag. Wolhfarth - Sordio www.wolhfarth.it......................... giu.

aziende citate nella parte redazionale 3V Tech - www.3v-tech.com...........................................32 Aco - www.aco.it................................................................38 Bio-on - www.bio-on.it.....................................................50 Bosch Packaging Technology - in Italia: Guarnerio & Mantelli - www.g-m.it............... 44-74 Ceia - www.ceia.net..........................................................30 Claranor - www.claranor.com.........................................41 CoolWave Processing - cwp-bv.nl . ..............................40 Coperion - in Italia: Montenegro www.montenegrosrl.it.............................................34 Econorma - www.econorma.com...................................46 Elesa - www.elesa.com.....................................................37

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industrie alimentari

Endress+Hauser Italia - www.it.endress.com..............74 Ergomec - www.ergomec.com........................................27 Fedrigoni - www.fedrigoni.com......................................51 GEA Group - gea.com.......................................................69 Goudsmit - www.goudsmit-magnetics.nl.....................34 Guarnerio & Mantelli - www.g-m.it........................ 44-74 GVF Impianti - www.gvfimpianti.it................................33 Igus - www.igus.it..............................................................40 Imaforni - www.imaforni.it..............................................69 Ishida - in Italia: Itech Italia - www.itech.eu.................42 Italvacuum - www.italvacuum.com...............................33 KHS - www.khs.com.........................................................75

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Lawer - www.lawer.com...................................................28 Lödige - www.loedige.de.................................................32 Montenegro - www.montenegrosrl.it...........................34 MPT Engineering - www.mpt-engineering.com.........26 Nol-Tec Europe - www.nol-teceurope.com.................27 Nuova Guseo - www.nuovaguseo.eu............................28 P.E. Labellers - www.pelabellers.com............................36 Rhewum - in Italia: MPT Engineering www.mpt-engineering.com....................................26 Sealed Air - sealedair.com................................................51 Tecnoalimenti - www.tecnoalimenti.com....................70 Vega Italia - www.vega.com/it........................................30


L‘igiene al centro. Anche nel sistema di drenaggio.

Nelle industrie di trasformazione alimentare, igiene e pulizia sono fondamentali per mantenere elevato il livello di sicurezza alimentare e ridurre il rischio di contaminazioni batteriche. Se, da un lato, superfici e attrezzature devono poter essere pulite perfettamente, dall‘altro, le acque reflue dei processi di pulitura devono essere smaltite in modo rapido e completo attraverso un sistema di drenaggio sicuro ed efficace. ACO è uno dei massimi esperti al mondo di sistemi di drenaggio, con 60 anni di esperienza in un’ampia gamma di settori. I sistemi di drenaggio ACO in acciaio inox sono utilizzati in tutti i contesti dove siano richieste condizioni igieniche elevate, resistenza alla corrosione, facile manutenzione e durevolezza ACO è un membro dell’EHEDG e partecipa alla preparazione delle linee guida EHEDG per i prodotti di drenaggio. www.hygienefirst.com/it

ACO. The future of drainage.



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