INDUSTRIE ALIMENTARI Gen 2025

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EDITORIALE

L’orgoglio e la felicità di compiere 75 anni

1950: a scriverlo così sembra lontanissimo. A pensare al viaggio di Chiriotti Editori, appare ancora così vicino.

È dall’unione fra l’arte dell’editoria e quella dell’alimentazione che nasce la Chiriotti Editori. Un’alchimia prodotta da una scintilla, un’intuizione «felice».

Siamo nel 1950, a Pinerolo, To. I protagonisti di questa storia sono i giovani fratelli Giovanni e Giuseppe Chiriotti. Il padre Ottavio è mugnaio di quinta generazione, con un enorme interesse per tutto ciò che è meccanica, costruzione e sperimentazione.

Da questa dedizione nasce, nel maggio 1950, la rivista “Selezione di Tecnica Molitoria”. Un successo, nel tempo fatto di chilometri in macchina per trovare abbonati ed inserzionisti, di ore ed ore trascorse fra la redazione e la stampa, arruolando amici e conoscenti per massimizzare gli sforzi.

Negli anni “Tecnica Molitoria” cresce sensibilmente, così come la Casa Editrice che, nel 1962, dà vita ad “Industrie Alimentari” e, dopo altri 10 anni, ad “Industrie

Con ‘’Tecnica Molitoria’’, la Chiriotti Editori festeggia le nozze di brillanti: 75 anni di pubblicazione ininterrotta.

delle Bevande”. Nel 1978 Emilia Coccolo, moglie di Giovanni, inventa “Pasticceria Internazionale” da una costola di “Industrie Alimentari”, rendendosi conto di quanto il settore artigianale abbia bisogno di essere valorizzato, tolto dalI’ombra. Un’ennesima intuizione brillante, che dà vita ad un prodotto in continua crescita, votato all’informazione, alla formazione e alla crescita dei professionisti artigiani.

Gli anni Ottanta registrano l’evoluzione delI’azienda, con l’entrata di nuove leve e l’integrazione della seconda generazione, che va a stimolare ulteriormente lo sviluppo verticale ed orizzontale della struttura aziendale. Le ultime “creature editoriali”, in ordine di tempo, sono anche in versione digitale, per rispondere all’esigenza di globalizzazione che travalica le frontiere fisiche e linguistiche: “ TuttoGelato ”, “ Alimenti Fun -

zionali ”, “ Ingredienti Alimentari ”, “ Pasticceria Internazionale WorldWide Edition ”, “ ltalian Food & Packaging Technology ” e “ Cultura Cioccolato ”, tutte accomunate dal profondo profilo tecnico-culturale.

Dai primi anni di fondazione la Casa Editrice acquisisce fama internazionale, grazie ai collega -

macinazione all’enologia, daIla pasticceria aIla pastificazione, compresa la gelateria, la panificazione, l’imballaggio e il confezionamento creativo, l’analisi degli alimenti e delle bevande. Un’informazione a tutto campo, resa ancora più capillare dalla precoce entrata in Internet, sin dal 1995, con più siti in continua evo-

menti con ogni dove ed agli assidui viaggi e trasferte. Il viaggio inteso come acquisizione di nuove visioni e tendenze da condividere con i lettori. Occhi cosmopoliti per offrire una più completa visione sulle potenzialità evolutive dei settori a noi cari.

Ma la nostra storia non è solo fatta di riviste: sono tanti i testi tecnici che approfondiscono temi specifici dei settori della scienza alimentare. Una “biblioteca” in crescita costante: libri firmati da professori universitari, ricercatori, specialisti e tecnici dei vari ambiti delI’aIimentazione, dalla

luzione; ne è un esempio lampante il portale www.foodexecutive. com con notizie quotidiane in italiano e inglese. Ennesimo desiderio di sancire l’internazionalità della Chiriotti Editori ed offrire ai clienti un servizio in tempo reale attraverso ogni continente. Proprio come con l’ultimo nato, il FoodTechVillage.com.

Gratitudine e cura

Un lavoro che attraversa i decenni con lo sguardo rivolto sempre verso il domani, grazie a quella curiosità sempre accesa, tramandataci dal nonno Ottavio e da Giovanni. Ecco perché oggi Chiriotti Editori è sempre leader a livello mondiale, fra le rarissime case editrici così longeve e condotte dalla stessa famiglia, una famiglia che esce dai confini di sangue e abbraccia tutti coloro che lavorano con dedizione e lungimiranza per divulgare libri e riviste che ormai sono veri brand dal respiro phygital (sì, siamo obbligati a definirli così, pronunciandoli faigital!), sempre più connessi e sempre più fieri del nostro DNA (informazione e formazione), cogliendo i vantaggi del digitale ma tutti veicolati dalla concretezza e dall’autorevolezza del mondo Chiriotti Editori.

Con genuina gratitudine (verso i fondatori e verso gli abbonati, i lettori e gli inserzionisti!), amiamo prenderci cura di ciò che realizziamo, di coloro che ne usufruiscono e della Terra che ci accoglie, perché essere ecosostenibili significa anche editare prodotti seri, curati nei dettagli, concepiti per essere realmente utili.

Gli atti di gratitudine rinutrono chi è capace di cura. Il nostro augurio per questo anno appena iniziato è di coltivare la gioia (non a caso la parola greca gratitudine definisce anche la gioia), la gioia delle cose essenziali, dei gesti semplici, della quotidianità. Con cura e gratitudine, che sono pilastri anche della politica e dell’educazione, del vivere comune.

E non smettere mai di dire e dirsi grazie!

L.C.

Giuseppe e Giovanni Chiriotti.

E. BORTOLAZZO - A. GARAVALDI - V. MUSI*

Centro Ricerche Produzioni Animali - CRPA Soc. Cons. p. A.

V.le Timavo 43/2 - 42121 Reggio Emilia

*email: v.musi@crpa.it

Strategie tecnologiche per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari: la filiera del Parmigiano Reggiano DOP

■ PAROLE CHIAVE

Parmigiano Reggiano, DOP, iposodico, siero, bevande, probiotici, analisi sensoriale

RIASSUNTO

Al fine di rispondere alle esigenze del consumatore moderno, garantendo al contempo la competitività e la redditività della filiera, sono stati sviluppati all’interno del comprensorio del Parmigiano Reggiano DOP nuovi prodotti in linea con un’alimentazione sana, orientati a target specifici di consumatori e con un elevato contenuto di servizio, utilizzando tecnologie e ingredienti compatibili con il disciplinare di produzione.

La riduzione dei giorni di salamoia ha permesso di ottenere un Parmigiano Reggiano stagionato 15 mesi a tasso ridotto di cloruro di sodio, che ha mantenuto intatte le caratteristiche sensoriali tipiche di questo formaggio. Inoltre, è stata messa a punto una bevanda utilizzando il siero di fine lavorazione, derivato dalla produzione di Parmigiano Reggiano, delattosato e fermentato con colture microbiche selezionate e con probiotici, addizionato di frutta liofilizzata, che ha ottenuto un buon giudizio di gradimento tra i consumatori.

Technological strategies for the valorization of agri-food products: the Parmigiano Reggiano PDO supply chain

■ KEYWORDS Parmigiano Reggiano cheese, PDO, low sodium, whey, drinks, probiotics, sensory analysis

SUMMARY

To meet the needs of the modern consumer, while at the same time guaranteeing the competitiveness and profitability of the supply chain, new products have been developed within the Parmigiano Reggiano PDO district in line with a healthy diet, oriented towards specific consumption targets and with a high level of service, using technologies and ingredients compatible with production specifications. The reduction in brining time allows to obtain 15 months Parmigiano Reggiano cheese with low sodium content, which has kept intact the typical sensorial characteristics of this cheese. Furthermore, a drink was developed using the end-of-process whey derived from the production of Parmigiano Reggiano cheese, lactose-free and fermented with selected microbial cultures and probiotics with the addition of freeze-dried fruit which was appreciated by a panel of consumers.

tate nel disciplinare di produzione. Le caratteristiche sensoriali dei formaggi a 15 mesi di stagionatura sono state valutate attraverso l’analisi quantitativa descrittiva (QDA) svolta presso il laboratorio sensoriale CRPA a norma ISO 8589:2014, da un panel di 10 giudici addestrati e selezionati secondo la norma ISO 8586:2014 impiegando la scheda descrittiva ufficiale in uso per il controllo qualità del Parmigiano Reggiano DOP.

Nello spider web plot (grafico 1) si evidenzia che i profili sensoriali medi delle forme con differenti giorni di sale in immersione (12 giorni vs 18 giorni) sono praticamente sovrapponibili. Dall’analisi statistica sono emerse solo lievi differenze fra le due tesi per alcuni descrittori. Il colore risulta appena più intenso per le forme rimaste 18 giorni in salamoia, l’odore e l’aroma di burro risultano leggermente più pronunciati per le forme con 12 giorni di sale, mentre l’elasticità risulta lievemente inferiore per le forme che hanno sostato 18 giorni in salamoia. Nessuna differenza è stata

riscontrata sulla percezione del gusto salato e non si sono evidenziati off-flavour.

Le analisi hanno quindi evidenziato che la modifica di processo ha permesso di mantenere intatte le caratteristiche sensoriali tipiche del formaggio riducendo al contempo il contenuto di sale intorno all’1%, valore target per ottenere il claim nutrizionale “a tasso ridotto di cloruro di sodio”.

Bevande a base

di siero di fine lavorazione del Parmigiano Reggiano

Un’altra esperienza di valorizzazione ha riguardato il siero di fine lavorazione del Parmigiano Reggiano, caratterizzato da un alto valore biologico grazie al suo contenuto di proteine, ricche di aminoacidi essenziali, che svolgono ruoli cruciali nel metabolismo.

Grafico 1 - Profili sensoriali medi dei campioni di PR 15 mesi (confronto 12 giorni vs 18 giorni di sale).

In questo caso, l’ambito di innovazione è molto ampio in quanto si tratta di un sottoprodotto della filiera. La sua valorizzazione si è incentrata nella formulazione di bevande a base di siero non concentrato, fermentate e addizionate con frutta liofilizzata che possono essere prodotte attraverso un processo facilmente replicabile direttamente in caseificio. Il processo di sviluppo è stato supportato in tutte le fasi da diverse tecniche sensoriali (focus group, QDA e consumer test), che hanno indirizzato le scelte per ottimizzare la formulazione delle bevande.

Nello specifico, la messa a punto delle nuove referenze ha previsto i seguenti passaggi: a) indagine di mercato su bevande che utilizzano siero nella

Foto 2 - Siero di fine lavorazione del Parmigiano Reggiano.

La 10ª edizione di Gulfood Manufacturing

Gulfood Manufacturing, il salone di Dubai che copre l’intero ecosistema della produzione alimentare, ha ospitato a novembre, presso il World Trade Centre di Dubai, la sua decima edizione, con oltre 2.500 espositori provenienti da 70 paesi, distribuiti su 19 padiglioni, registrando una crescita della superficie espositiva del 30% rispetto alle precedenti.

L’evento ha riunito i principali brand e leader del settore F&B per esplorare le ultime innovazioni volte a migliorare l’efficienza, la sostenibilità e la redditività. Fra le tecnologie e i temi più rilevanti presentati in fiera, ricordiamo: biofortificazione alimentare, ingredienti guidati dall’intelligenza artificiale (AI), nanotecnologie per il packaging, fermentazione

di precisione e catene di fornitura intelligenti, con l’obiettivo di supportare le aziende nel raggiungimento di un vantaggio competitivo e nella promozione della crescita del settore.

Al FoodTech Summit, evento animato da più di 100 esperti visionari e leader del settore, si sono condivise le ultime tendenze, innovazioni e sfide nel settore F&B, da come l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando i processi alimentari, migliorando l’automazione e utilizzando i gemelli digitali per ottimizzare la produzione, senza dimenticare i rischi come la privacy dei dati e l’etica dell’IA, alla produzione sostenibile, all’innovazione nel campo delle proteine alternative.

Considerando il grande peso del mercato degli Emirati per le aziende italiane del processo e confezionamento alimentare e delle bevande, a Gulfood Manufacturing ha partecipato Ucima, con uno stand di rappresentanza per dare supporto ai

re a tubi corrugati e altri sistemi innovativi ed efficienti dal punto di vista energetico, offre all’industria alimentare soluzioni per: riscaldamento e raffreddamento, chilling e condensazione, pastorizzazione e sterilizzazione, evaporazione e recupero del calore, garantendo l’efficienza dei processi e consumi energetici ridotti.

L’azienda si distingue per la capacità di fornire impianti di trasferimento termico personalizzati, realizzati in acciaio inossidabile e materiali esotici, che garantiscono elevata affidabilità e durata.

Fillpack Technology

È indiana anche la Fillpack Technology, con una gamma di macchinari e soluzioni progettate per soddisfare le esigenze dell’industria lattiero-casearia e alimentare. Ne sono esempi impianti completi chiavi in mano per la produzione e il confezionamento di latte aromatizzato in bottiglie in PP, linee e macchine di riempimento e confezionamento in vasetto del ghee, impianti di confezionamento di yogurt in vasetto, sistemi per la produzione e lavorazione del formaggio fresco paneer con standard igienici elevati, linee complete per la produzione, lavorazione e il confezionamento di gelati, per la pastorizzazione e il confezionamento del latte e molto altro ancora. L’azienda ha filiali in Kenia, Tanzania, Uganda, Etiopia, Canada. Emirati Arabi Uniti, Nepal, Sri Lanka e Bangladesh.

Cubii

Azienda egiziana leader nella progettazione e produzione di linee di produzione e confezionamento alimentare per prodotti lattiero-caseari, oli, aceto, acqua

minerale, cioccolato e salse, propone soluzioni rispettose degli standard internazionali e realizzate per ottimizzare qualità e produttività elevate.

BCH

La Britannica BHC vanta oltre 190 anni di esperienza nei sistemi di processo per l’industria alimentare e dolciaria e nel 2000 ha inaugurato un centro di innovazione per aiutare i clienti in tutto il mondo a trovare le soluzioni più adatte ad affrontare le crescenti sfide del mercato, grazie ad un’équipe di figure professionali esperte dalla progettazione, alla scienza dell’alimentazione, all’ingegneria, ai software.

La gamma di produzione spazia dalle macchine singole alle linee complete chiavi in mano per la produzione di salse, piatti pronti e dolciari, fra cui liquirizia e prodotti al caramello.

DC Norris

Ha sede nel Regno Unito anche la DC Norris, che progetta, produce e installa sistemi completi “chiavi in mano” per macchinari

alimentari che cucinano, raffreddano e confezionano una vasta gamma di piatti pronti, bevande e pet food. Con oltre 50 anni di esperienza, offre soluzioni flessibili, efficienti e innovative per soddisfare tutte le esigenze di lavorazione, dai singoli macchinari alle linee di produzione completamente automatizzate. Grazie alla modellazione avanzata 3D con il software AutoCAD Inventor, offre layout degli impianti efficienti e un’accurata gestione del progetto, assicurando una transizione fluida dall’ordine alla messa in funzione.

Sam Machina

Azienda turca operante nel settore dei pezzi di ricambi per macchine alimentari dal 1980, ha acquisito struttura istituzionale nel 2004 e si è specializzata nella produzione di macchine per il cioccolato e le torte. Grazie ai costanti investimenti nel reparto di Ricerca & Sviluppo, è stato il primo produttore turco di macchine come quella per l’iniezione di farciture nei dolci, unità per l’inserimento di fogli e pirottini in contenitori, vassoi o stampi e per la produzione di gusci in cioccolato.

MACCHINE ACCESSORI

Innovazione e sviluppo nel settore del caffè

Brambati, protagonista dal 1945 nel campo dell’impiantistica alimentare, con una gamma di produzione che si rivolge in particolare ad industrie dolciarie, biscottifici, panifici, pastifici, alimenti per l’infanzia e torrefazione del caffè, da molti anni vede nella sostenibilità uno dei principali pilastri dell’attività di sviluppo. Sostenibilità che si estrinseca in ambito ambientale, sociale ed

per il caffè BR 6000 (Brambati).

economico come tema ormai imprescindibile.

Secondo caposaldo della filosofia dell’azienda parmense è l’innovazione tecnologica, che vede nell’adozione delle tecnologie avanzate lo strumento principe per garantire maggiore produttività, minori consumi energetici, emissioni inferiori, oltre a richiedere meno pezzi di ricambio e ad offrire più affidabilità e facilità d’uso. Il tutto senza compromessi sulla qualità del prodotto finale perché, grazie allo sviluppo di nuovi concetti e al re-engineering, gli impianti Brambati consentono di raggiungere risultati organolettici e qualitativi impensabili fino a pochi anni fa.

Ad esempio, le nuove tostatrici per il caffè consentono di raggiungere il risultato desiderato in termini di profilo di tostatura e di costo economico di produzione, aumentando le rese (più prodotto tostato da una stessa quantità di chicchi verdi), a dimostrazione che è possibile migliorare la qualità senza dover necessariamente spendere di più. Tutto questo è reso possibile grazie all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale

e allo sviluppo di nuove tecnologie legate allo scambio di calore durante il trattamento dei singoli chicchi di caffè, insieme all’autoapprendimento delle macchine, che autocorreggono i parametri di tostatura.

Le tostatrici Brambati hanno dimensioni che variano da 5-7,5 kg/batch a 600 kg/batch, per produzioni da 20 a 3.000 kg/h, con opzioni dal tipo tradizionale (modelli KAR o KAR-S) ai modelli BR con concezione altamente automatizzata, offrendo una completa flessibilità del controllo del processo di tostatura del caffè, adattando le caratteristiche della tostatura alle specifiche esigenze di produzione. Tutte le tostatrici possono essere dotate dei bruciafumi mod. Eco, per il controllo delle emissioni in atmosfera ed il catalizzatore.

Brambati propone inoltre una gamma di mulini che spazia dal tipo tradizionale, con una produzione da 100 a 2.500 kg/h per caffè Espresso, Moka e Filtro, con modelli completamente automatici o modulari, al tipo speciale per il caffè Turco e Greco, con produzioni da 50 a 1.000 kg/h.

Tostatrice

Trasformazione di frutta e vegetali

Navatta Group, fondata nel 1983 a Parma da Giuseppe Navatta e specializzata nella trasformazione di frutta e vegetali, da piccola officina ha intrapreso nel tempo un percorso di crescita, anche grazie all’acquisizione di marchi storici di alta qualità nei settori della movimentazione e ricevimento delle materie prime, estrazione e concentrazione del succo di pomodo-

ro e purea di frutta, oltre che nella produzione di salse e condimenti.

Oggi l’azienda è una solida e completa realtà che coinvolge circa 100 collaboratori e che nell’esercizio 2023 ha aumentato il proprio fatturato portandolo a 23 mio di euro rispetto ai 14,5 dell’esercizio precedente.

Navatta offre una vasta gamma di linee di produzione, tra cui:

Linee complete per la produzione di passata, concentrato e cubettato di pomodoro, dal ricevimento della materia prima al confezionamento in asettico, vasi in vetro o buste; Linee complete per la lavorazione della frutta, dalla materia prima alla produzione di purea naturale o concentrata; Linee di produzione per prodotti formulati come maionese, salse, condimenti e sughi; Linee di confezionamento asettico.

Le macchine e i sistemi proposti da Navatta Group garantiscono maggiore efficienza energetica, costi operativi ridotti e un minore impatto ambientale: gli evaporatori a compressione meccanica dei vapori, per esempio, permettono una significativa riduzione del consumo energetico grazie al riutilizzo del calore, con costi operativi inferiori rispetto ai sistemi tradizionali e un impatto ambientale ridotto.

Oltre ai prodotti e servizi tradizionali che hanno contribuito al suo successo, Navatta Group continua a crescere dimostrando una forte inclinazione verso lo sviluppo di nuove idee e un marcato impegno per la sostenibilità. Tecnologia, innovazione e sostenibilità sono i pilastri dell’azienda che ha sempre investito nell’aggiornamento degli impianti per mantenere un’eccellenza produttiva, con un’attenzione particolare agli impatti ambientali. La sede di Pilastro di Langhirano, nel cuore della Food Valley, ne è un esempio: grazie ai pannelli solari, Navatta Group produce tutta l’energia di cui ha bisogno e riduce le proprie emissioni di CO2

Evaporatore a compressione meccanica dei vapori (Navatta Group).

FINE LINEA

Pianificazione delle confezioni per un’automazione efficiente

Nonostante molte piccole e medie aziende svolgano ancora tanti passaggi di confezionamento manualmente, a livello internazionale continua a crescere la percentuale dei processi automatizzati e robotizzati. Questo dato non deve meravigliare, perché solo con l’automazione si possono ottenere vantaggi determinanti tra cui una maggiore produttività, la riduzione degli scarti, la compensazione della scarsità di personale e una produzione trasparente. Le soluzioni meccaniche vanno da economiche varianti base di piccole dimensioni fino a impianti all-inclusive, ma è fondamenta-

le valutare bene la redditività di tutto il processo automatizzato, compreso il perfetto abbinamento di confezione e macchina al fine di ottimizzarne il rendimento, in modo da tradurre anche i piccoli incrementi nell’efficienza per ogni scatola o flowpack in una riduzione dei costi a lungo termine.

Fattori che incidono sul rendimento totale dell’automazione

Per il calcolo dei costi è altrettanto importante la frequenza con cui vengono sostituiti i formati e pertanto anche il processo di

confezionamento durante la produzione, perché questo riduce la performance complessiva. Anche la durata di ogni cambio formato influisce sul risultato, e più è rapido e facile, più si mantiene elevata la disponibilità e l’efficienza della soluzione automatizzata. La sua realizzazione è possibile solo con una macchina confezionatrice progettata a tal fine.

Per ottenere un impianto di questo tipo è anche importante che i pezzi per i cambi formato e gli utensili per i robot siano del tipo plug & play per facilitare le sostituzioni. Inoltre, tanto più leggeri e maneggevoli sono i componenti, tanto più probabile è che basti una sola persona per effettuare la sostituzione. In questo contesto gioca un ruolo importante la stampa 3D perché consente di ottenere in autonomia pezzi in plastica, molto più leggeri, in sostituzione di più pezzi metallici di un utensile. Inoltre, riguardo ai tempi di avviamento dell’impianto dopo il cambio di formato, bisogna considerare che, se è necessario regolare i pezzi per i diversi formati, la macchina confezionatrice non potrà ripartire subito, con una conseguente perdita di efficienza. È quindi fondamentale che gli elementi siano progettati per consentire una ripresa immediata Per il campionario Comfort Package, Schubert ha verificato le specifiche e la lavorabilità meccanica di numerose pellicole presenti sul mercato.

modulare delle macchine top loading con collaudati componenti di sistema che permette di ammodernare le tecnologie senza grandi modifiche o costi esorbitanti. Durante la chiusura con coperchio, ad esempio, una superficie chiusa può essere aspirata, aumentando così la pressione di contatto durante l’incollaggio.

A volte anche le forze di richiamo del cartone creano difficoltà durante la piegatura, perché si formano brutte curvature sui lati della scatola che possono disturbare i processi successivi. Per contrastarlo si possono da un lato ottimizzare le linee di tranciatura e ridurre così le forze di richiamo sul materiale della confezione, dall’altro integrare processi di pre-piegatura su diversi punti della macchina, scegliendo in stretta collaborazione con il cliente quale provvedimento è il più appropriato.

In conclusione, al fine di ottimizzare un processo di automazione, è importante indicare le soluzioni di confezionamento preferite già in fase di pianificazione, ottimizzando la confezione o proponendone una nuova prima di progettare la macchina, evitando così modifiche in un secondo tempo e risparmiando sui tempi e sui costi.

Schubert offre un servizio di consulenza e sviluppo e la possibilità di effettuare test preliminari per ricercare la soluzione di confezionamento in cartone o flowpack più adeguata alle specifiche esigenze, realizzando anche campioni per le pellicole, di cui si verificano approfonditamente in laboratorio la tenuta e la qualità della zona di sigillatura. L’ottimizzazione preliminare della confezione per la macchinabilità o un nuovo processo di confezionamento garantisce un’automazione di successo.

Le macchine per il packaging mettono a segno un nuovo record

Il settore italiano delle tecnologie per il packaging chiude il 2024 con risultati da primato: i dati preconsuntivi elaborati dal Mecs – Centro Studi Ucima indicano un fatturato complessivo di 9,5 miliardi di euro, in crescita del +3,5% rispetto al 2023, segnando il quarto anno consecutivo di crescita record e consolidando il ruolo strategico del comparto nell’industria nazionale.

L’export si conferma il motore principale del settore, con un valore pari a 7,5 miliardi di euro, in aumento del +3,8% rispetto all’anno precedente, a rappresentare circa l’80% del fatturato totale. Tra le aree di maggiore crescita spiccano Africa e Oceania (+10,3%), Asia (+3,3%) e Unione Europea (+6,1%), mentre come principali mercati di sbocco si distinguono in particolare il Messico (+18,8%) e la Spagna (+11,1%).

Anche il mercato interno registra una crescita, con un fatturato di 2 miliardi di euro (+2,5% rispetto al 2023), confermando

la solidità del settore anche sul fronte domestico.

Per quanto riguarda le prospettive, con una copertura produttiva già assicurata per i prossimi 7,6 mesi, il comparto guarda al 2025 con ottimismo, pur consapevole delle sfide legate al contesto geopolitico e normativo. Le stime per il nuovo anno indicano un possibile ulteriore incremento del fatturato, che potrebbe toccare i 9,6 miliardi di euro, consolidando la leadership globale dell’Italia nel settore.

Riccardo Cavanna, Presidente Ucima, sottolinea il ruolo chiave dell’export ma evidenzia anche la necessità di rafforzare il mercato interno, attraverso una maggiore applicazione di strumenti come il piano Industry 5.0, finora poco concretizzati. Inoltre, le recenti modifiche normative e la riduzione degli incentivi 4.0 previsti per il 2025 rischiano di limitare il pieno sviluppo delle imprese. Tuttavia, Ucima continuerà a promuovere l’innovazione, anche grazie all’intelligenza artificiale.

ANALISI CONTROLLO

Misura dei nitrati negli alimenti

L’impiego di nitrati e nitriti come conservanti nelle carni lavorate offre vantaggi significativi per la sicurezza alimentare, il mantenimento del colore e il miglioramento del gusto. Tuttavia, un’eccessiva presenza di nitriti può comportare rischi tossici e potenzialmente cancerogeni. L’EFSA ha rivalutato la loro sicurezza, stabilendo limiti di assunzione, mentre nuove tecnologie di monitoraggio, come i kit Enzytec di R-Biopharm forniscono soluzioni all’avanguardia per garantire un uso sicuro di questi additivi.

Utilizzo di nitrati e nitriti come conservanti

I nitrati e i nitriti sono utilizzati come conservanti, soprattutto nelle carni lavorate, per preservarne l’integrità, mantenerne il colore e migliorarne il gusto, oltre a svolgere un’azione antimicrobica e antisettica (in particolare per evitare lo sviluppo di Clostridium botulinum). Di per sé, i nitrati sono innocui, ma possono essere convertiti in nitriti dall’azione dei batteri della cavità orale.

Quantità eccessive di nitriti possono dare origine ad effetti tossici, come l’ossidazione

dell’emoglobina e conseguente trasformazione in metaemoglobina. L’eccesso di quest’ultima può quindi ridurre la capacità dei globuli rossi di legare e trasportare l’ossigeno nel corpo. I nitriti, a loro volta, a livello gastrico combinano le ammine, presenti in alimenti ricchi di proteine quali carni, salumi, formaggi, per formare le N-nitrosammine, riconosciute come potenti sostanze cancerogene. Anche processi tecnologici quali la cottura ad alte temperature, come la frittura, favoriscono la conversione di nitriti in nitrosammine.

Rivalutazione della Sicurezza da parte dell’EFSA

L’EFSA ha rivalutato la sicurezza dei sali di sodio e potassio dei nitrati e dei nitriti in due pareri scientifici pubblicati nel giugno 2017: i valori attribuiti sono rispettivamente di 3,7 mg/kg pc/die e 0,07 mg/kg pc/die (milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno). ll rispetto dei limiti previsti negli alimenti viene garantito dai controlli ufficiali effettuati dalle autorità sanitarie e dalle industrie di trasformazione che effettuano regolarmente analisi ad hoc per assicurare un consumo in sicurezza dei loro prodotti.

Il kit Enzytec per la misurazione dei nitrati negli alimenti (R-Biopharm).

IMBALLAGGI CONFEZIONI

Imballaggi in plastica e sostenibilità: le attuali sfide del mercato

Dati di mercato, sicurezza “food contact”, impatto ambientale, test di laboratorio, aggiornamenti della normativa: questi gli argomenti sul tavolo del convegno “Imballaggio in plastica: moca, testing e green”, organizzato il 13 e 14 novembre a Milano dall’Istituto Italiano Imballaggio in collaborazione con Federchimica, presso la cui sede si è svolto. Dopo i saluti di benvenuto da parte di Alessandra Fazio (presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio) e Franco Meropiali (vice presidente di PlasticsEurope Italia – Federchimica), la prima giornata è stata introdotta e moderata da Valter Rocchelli (Senior Advisor dell’Istituto Italiano Imballaggio), mentre a Carlo Latorre (direttore responsabile della rivista Polimerica) è spettata la moderazione della seconda giornata e della tavola rotonda conclusiva, dedicata alla circolarità e sostenibilità degli imballaggi, a cui hanno preso parte Claudio Bilotti (Versalis), Cristina Poggesi (Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo), Antonio Protopapa (Core-

pla) e Marco Versari (Biorepack). Di seguito riportiamo un estratto degli interventi dei numerosi relatori presenti all’evento.

Il mercato: scenario attuale e prospettive

Barbara Iascone (Istituto Italiano Imballaggio) ha fornito una panoramica del mercato degli imballaggi in plastica in Italia. Nel 2023 la produzione si è attestata a circa 2,9 milioni di t, in calo del 4,5% in volume e del 4% in valore sul 2022. Anche se la plastica vergine rimane prevalente, l’utilizzo di plastica riciclata è in crescita (+4%) e attualmente rappresenta il 19% del totale di plastiche impiegate per il packaging. Sono sempre più diffuse anche le bioplastiche, che proprio nel packaging trovano il principale ambito di utilizzo (65%, soprattutto per shopper e film) pur continuando a coprire una percentuale contenuta (4%) rispetto al totale degli imballaggi in plastica prodotti. Le previsioni future indicano una graduale ripresa del settore degli imballaggi in plastica, che

già dal 2026 torneranno a superare i 3 milioni di t, per raggiungere i quasi 3,2 milioni di t nel 2028, con un tasso di crescita medio annuo pari all’1,9%.

L’analisi del ciclo di vita (LCA)

Ne hanno parlato Italo Vailati, segretario generale di Giflex (associazione italiana dei produttori di imballaggi flessibili, che rappresenta circa l’80% del mercato italiano degli imballaggi flessibili, sia in volume che in fatturato), e Anna Bortoluzzi, titolare della società di consulenza Quota Sette, specializzata in Life Cycle Assessment. A ottobre 2024 Giflex ha sviluppato delle linee guida LCA per la valutazione scientifica dell’impatto ambientale degli imballaggi flessibili in tutto il loro ciclo di vita. La creazione di una banca dati specifica sul settore porterà a un aggiornamento del documento. Quota Sette, invece, collabora con le Università degli Studi di Milano e di Trieste nella joint venture Mapping LCA, che ha l’obiettivo

Progetto europeo per un packaging alimentare flessibile e circolare

Dopo tre anni e mezzo di intensa ricerca, il progetto europeo Circular FoodPack – finanziato con 5,4 milioni dal programma Horizon 2020, coordinato dal Fraunhofer IVV e con il coinvolgimento di 15 aziende e istituti di ricerca di Germania, Belgio, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera –ha sviluppato nuovi processi per il riciclo efficace del packaging alimentare flessibile in polietilene (PE), aprendo la strada a un’economia circolare sostenibile in questo settore. Grazie a una tecnologia di smistamento basata su traccianti, il progetto è riuscito a distinguere e separare i rifiuti di imballaggi alimentari da quelli non alimentari. Attraverso trattamenti innovativi pre- e post-riciclo, con processi meccanici o basati su solventi, sono stati rimossi inchiostri di stampa, odori e altre impurità, permettendo di ottenere materiali riciclati post-consumo (PCR) di alta qualità, pronti per l’uso in nuovi imballaggi flessibili.

Una svolta nel riciclo degli imballaggi flessibili multistrato

Tradizionalmente, il settore del packaging utilizza compositi

plastici multistrato (MLC) per prodotti alimentari, domestici e per la cura della persona. Questi materiali offrono elevate proprietà barriera contro ossidazione e umidità, ma la loro struttura composita ne rende difficile il riciclo. In Europa tali materiali finiscono spesso in discarica o vengono inceneriti. Inoltre, la normativa UE impedisce l’uso di materiali riciclati da imballaggi non alimentari per produrre nuovi imballaggi per il food.

Partendo da questi presupposti, il progetto Circular FoodPack ha affrontato la sfida, sviluppando tecnologie per separare gli imballaggi alimentari da quelli non alimentari tramite una tecnologia basata su traccianti fluorescenti, e rimuovere impurità, odori e inchiostri di stampa per ottenere materiali riciclati di qualità.

Una tecnologia di smistamento innovativa

Il sistema di smistamento sviluppato utilizza traccianti fluorescenti applicati durante la produzione per distinguere gli imballaggi alimentari da quelli non alimentari. Un laser rileva l’emissione a infrarossi del tracciante nei flussi di rifiuti misti, separando gli imballaggi alimentari con una purezza

del 99%. Questa tecnologia ottica è facilmente integrabile negli impianti di smistamento esistenti.

Processi di riciclo avanzati

Grazie a un innovativo trattamento a base d’acqua, è stato possibile delaminare e rimuovere il 95% degli inchiostri di stampa dai compositi plastici. Una tecnologia di deodorazione a infrarossi ha eliminato sostanze volatili, riducendo gli odori del 95%. Il riciclo basato su solventi ha permesso di separare il polietilene da contaminanti, additivi e inchiostri, ottenendo un materiale riciclato adatto per imballaggi per la cura della persona e, in futuro, per l’uso alimentare con nuove barriere funzionali.

Imballaggi flessibili riciclabili con il 50% di riciclato post consumo (PCR)

Il progetto ha sviluppato un concept per imballaggi alimentari flessibili basati su monomateriali (PE), incorporando traccianti per facilitarne lo smistamento e utilizzando PCR dietro barriere di migrazione funzionali. Il risultato è una pellicola di imballaggio con fino al 50% di PCR, conforme ai requisiti tecnici per imballaggi ali-

PRODOTTI

Paluani si rifà il look

L’agenzia creativa milanese Break Design ha rinnovato la Brand Identity di Paluani, storica azienda veronese sinonimo di qualità dolciaria e simbolo dell’eccellenza Made in Italy. Il progetto si è distinto per la capacità di ridefinire il posizionamento del marchio, il logo e il packaging dei prodotti, creando un’identità visiva innovativa e al tempo stesso profondamente legata alla tradizione. Al centro del riposizionamento di Paluani si trova la narrazione dell’Officina Dolciaria Verona, un luogo che rappresenta oltre un secolo di tradizione dolciaria dove, secondo “il metodo del tempo giusto”, si creano ricette tramandate di generazione in generazione, per conferire ai prodotti una sofficità inimitabile. Questo concept diventa il pilastro dei valori identitari del marchio e il cuore della nuova comunicazione.

Il logo, rinnovato con un lettering raffinato ed elegante, è arricchito dall’iscrizione dell’anno di fondazione, sottolineando l’esperienza centenaria dell’azienda e rafforzandone l’autorevolezza nel settore dolciario.

Il packaging, infine, si presenta con un innovativo codice cro-

matico: l’arancione, colore, contemporaneo e vivace che rende Paluani immediatamente riconoscibile sugli scaffali. Le confezioni sono arricchite da scatti fotografici che esaltano la leggerezza e la morbidezza dei prodotti.

Frullà al kiwi

Frullà lancia il nuovo 100% Kiwi Nergi, nato dalla partnership esclusiva con Nergi, il baby kiwi buono e sano che racchiude un concentrato di vitamine, oligoalimenti e fibre. Senza zuccheri aggiunti e pratico da consumare in qualsiasi momento della giornata grazie al pratico sacchetto richiudibile dalla grafica colorata e accattivante, conserva integre tutte le caratteristiche del frutto. Originario dell’Asia Orientale, il Nergi è un frutto grande circa

come un pomodoro ciliegino, dal sapore dolce, lievemente e piacevolmente acidulo e con buccia edibile. Contiene meno di 50 kcal per 100 g e, grazie al naturale contenuto di fibre, favorisce il benessere intestinale. È considerato un superfrutto per il suo apporto di vitamina C, utile a rafforzare il sistema immunitario, e di vitamina E.

Il nuovo
Frullà 100%
Kiwi Nergi.
Nuovo look per Paluani.

ENERGIA SOSTENIBILITÀ

Percorsi verso un futuro sostenibile per l’industria alimentare e delle bevande

DNV, ente indipendente di certificazione e gestione del rischio, ha pubblicato un nuovo rapporto che sottolinea l’urgenza per il settore alimentare e delle bevande di trasformare le proprie filiere per affrontare le sfide globali legate al cambiamento climatico, alle nuove normative e alle aspettative dei consumatori.

Il report, intitolato “The Future of Sustainable Food Supply

Chains: Spotlight on Europe’s Food and Beverage Industry”, rileva che la sostenibilità è ora la principale priorità per le filiere alimentari e delle bevande, con il 75% delle aziende che la collocano tra i loro tre obiettivi principali, superando efficienza dei costi (63%) e conformità normativa (49%). Per avere successo, le aziende devono adottare un approccio olistico che integri visibilità, trasformazione

digitale e conformità alle normative emergenti.

Considerando che il sistema alimentare pesa per un terzo delle emissioni di carbonio globali, il documento identifica le principali sfide e aree di intervento su cui l’industria dovrebbe concentrarsi per trovare un equilibrio fra responsabilità ambientale, efficienza dei costi e rispetto di normative sempre più stringenti.

Secondo DNV, in un contesto in cui le crisi globali, tra cui la pandemia di Covid-19, le tensioni geopolitiche e l’impatto crescente del cambiamento climatico, hanno intensificato le sfide esistenti e introdotto nuove complessità, le filiere alimentari e del beverage devono affrontare la trasformazione digitale, vista come catalizzatore, perché l’adozione di strumenti digitali, come la tracciabilità di filiera, il passaporto digitale dei prodotti e le piattaforme di gestione del rischio di filiera, sta vivendo un momento favorevole, ma si riscontra ancora un certo ritardo rispetto ad altri settori nella piena integrazione di tecnologie chiave. È cruciale disporre di dati verificabili e affidabili per garantire trasparenza e conformità.

RICERCA APPLICATA

Immunocastrazione e acidi grassi delle carni suine per affettati

Il settore suinicolo italiano richiede maiali pesanti (allevati per almeno nove mesi e macellati quando superano i 160 kg). Per evitare il cattivo odore della carne di verro e ridurre l’impatto sul benessere animale, l’immunocastrazione fornisce un’alternativa alla castrazione chirurgica.

Uno studio dell’Università di Milano pubblicato su Animals. 14, (9): 1284, 2024 ha investigato gli effetti di questa tecnica rispetto alla castrazione chirurgica sulla composizione chimica e sul profilo degli acidi grassi della lonza (muscolo longissimus dorsi) e del tessuto adiposo nei suini pesanti italiani allevati per la produzione di prosciutto crudo. Ventiquattro suini maschi sono stati sottoposti a castrazione chirurgica (n=12) o immunocastrazione (n=12). I parametri delle carcasse sono stati monitorati alla macellazione e sono stati analizzati campioni del muscolo longissimus dorsi e di grasso sottocutaneo.

Lo studio non ha evidenziato differenze significative nelle caratteristiche delle carcasse e nella composizione nutrizionale della carne fresca. Tuttavia, sono state osservate variazioni nei pro-

fili degli acidi grassi della carne e del tessuto adiposo tra i gruppi. Soprattutto, gli acidi grassi saturi, in particolare l’acido stearico (18:0), erano più elevati nel grasso intramuscolare (IMF) dei suini immunocastrati rispetto a quelli castrati chirurgicamente. Al contrario, gli acidi grassi monoinsaturi, prevalentemente l’acido oleico (18:1n-9), erano più alti nell’IMF dei suini castrati chirurgicamente rispetto a quelli immunocastrati. Mentre l’immunocastrazione può offrire benefici in termini di cre-

scita degli animali e composizione della carcassa, potrebbe portare a cambiamenti lipidici sfavorevoli nella carne fresca del lombo per i suini pesanti italiani.

Proprietà dei globuli di grasso del latte con membrane in carburo di silicio

Trainato dalle riconosciute proprietà salutari e funzionali dei globuli di grasso del latte (MFGs), esiste un crescente interesse nello sviluppo di metodologie delicate per la separazione del grasso dal latte.

In uno studio danese pubblicato su Food Research International.

192, 114680, 2024, la separazione del grasso dal latte crudo e il frazionamento in flussi contenenti MFGs di diverse dimensioni è stata ottenuta utilizzando una serie di due membrane ceramiche in carburo di silicio. Un primo passo, costituito da una membrana da 1,4 µm, mirava a concentrare

Campi elettrici pulsati per ridurre la viscosità del concentrato di caseina

A causa del suo elevato contenuto di caseina, il concentrato di caseina micellare (MCC) è una proteina stabile ampiamente utilizzata in varie applicazioni. Su Innovative Food Science and Emerging Technologies. 96, 103750, 2024 è stato pubblicato uno studio statunitense avente per obiettivo la riduzione della viscosità del MCC utilizzando il trattamento a campo elettrico pulsato (PEF), una delle tecnologie non termiche emergenti nel mercato. La ricerca ha analizzato l’effetto delle condizioni di trattamento PEF, come temperatura (15°-45°C), intensità del campo elettrico (EFS) (4-20 kV/ cm) e frequenza (30-300 Hz) sulla

viscosità del MCC, ottimizzandole tramite la metodologia di superficie di risposta (RSM).

L’analisi ha prodotto un modello di previsione quadratico con un coefficiente di determinazione R² = 0,91. Le condizioni ottimali trovate sono state: 35°C, un EFS di 4 kV/cm e una frequenza di 63 Hz. Il coefficiente di consistenza ottimizzato è stato previsto essere di 1440,57 Pa·sn, il che rappresenta una riduzione del 46% rispetto al campione di controllo a 30°C. La temperatura e l’EFS sono risultati i parametri più influenti sulla funzionalità.

Questo studio fornisce condizioni di processo ottimizzate per

Miglioramento della qualità del caffè

Uno studio brasiliano pubblicato su Innovative Food Science and Emerging Technologies. 96, 103770, 2024 si è concentrato sul miglioramento del processo di essiccazione del caffè attraverso

l’introduzione di un dispositivo innovativo chiamato essiccatore roto-aerato. I metodi tradizionali, infatti, spesso comportano tempi di essiccazione prolungati e degradazione indesiderata, spingendo a esplorare tecniche alternative.

La ricerca ha valutato le prestazioni dell’essiccazione, stabilendo correlazioni tra gli attributi fisico-chimici e la qualità del caffè, determinando le condizioni operative ottimali per bilanciare l’efficienza dell’essiccazione e la qualità del prodotto.

È stato utilizzato il Central Composite Design, variando la velocità dell’aria (vf), la tempe-

ridurre la viscosità del MCC attraverso il PEF, offrendo vantaggi per la sua applicazione in vari prodotti finali. I risultati mostrano che l’uso del PEF come trattamento in linea durante la produzione di MCC consente all’industria lattiero-casearia di ottimizzare gli ingredienti e di crearne di nuovi con funzionalità migliorate. Questo approccio può portare allo sviluppo di ingredienti innovativi, con potenziali vantaggi in termini di efficienza e qualità del prodotto.

ratura dell’aria (Tf) e la velocità di alimentazione del solido (Ws). I risultati hanno dimostrato un aumento dell’efficienza di essiccazione, preservando parametri chiave della qualità come acidità, attività dell’acqua, zuccheri e acidi organici. La funzione di desiderabilità ha identificato i livelli ottimali delle variabili operative come vf = 2,7 m.s-1 , Tf = 81,8°C e Ws = 40 g.min-1.

Questo studio ha introdotto un approccio innovativo per migliorare l’efficienza dell’essiccazione del caffè, garantendo al contempo una qualità eccezionale del prodotto, fornendo preziosi spunti per l’industria del caffè.

LEGGI

Regolamento

sui bisfenoli

Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea Serie L del 31 dicembre 2024 è comparso il Regolamento (Ue) 2024/3190 della Commissione del 19 dicembre 2024 relativo all’utilizzo del bisfenolo A (BPA) e di altri bisfenoli e derivati di bisfenoli con classificazione armonizzata per specifiche proprietà pericolose in determinati materiali e oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, che modifica il regolamento (UE) n. 10/2011 e che abroga il regolamento (UE) 2018/213.

[...] La sostanza 4,4’-isopropilidendifenolo (numero CAS 8005-7) (MCA 151), comunemente nota come bisfenolo A («BPA»), è utilizzata nella produzione di determinati materiali e oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. È utilizzata principalmente come monomero o sostanza di partenza nella produzione di resine epossidiche che costituiscono la base di vernici e rivestimenti, compresi quelli applicati sulle superfici interne ed esterne degli imballaggi metallici di prodotti alimentari, quali lattine, latte e coperchi per vasetti, nonché dei grandi serbatoi e recipienti utilizzati nella produzione alimentare. È utilizzata anche nella produzione di determinati tipi di materiali e oggetti di ma-

teria plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, compresi quelli derivati da policarbonato e polisolfone. Per le sue diverse proprietà chimiche, il BPA può essere utilizzato anche negli inchiostri da stampa, negli adesivi e in altri materiali che fanno parte di oggetti finiti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Il BPA può migrare nei prodotti alimentari dal materiale o dall’oggetto con cui tale prodotto alimentare è a contatto, causando l’esposizione al BPA dei consumatori di tali prodotti alimentari.

L’utilizzo del BPA come monomero nella fabbricazione di materiali e oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari è autorizzato dal regolamento (UE) n. 10/2011 della Commissione. Tale utilizzo nonché la sua presenza in vernici e rivestimenti a contatto con i prodotti alimentari sono soggetti a un limite di migrazione specifica (LMS) di 0,05 mg di BPA per kg di prodotto alimentare (mg/ kg), fissato nel regolamento (UE) 2018/213 della Commissione sulla base di un parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare pubblicato nel 2015. Il summenzionato regolamento ha introdotto inoltre un divieto di utilizzo del BPA nelle tazze e bot-

tiglie in policarbonato destinate ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia e di migrazione da vernici o rivestimenti applicati su materiali e oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari specificamente destinati a venire a contatto con formule per lattanti, formule di proseguimento, alimenti a base di cereali, alimenti per la prima infanzia, alimenti a fini medici speciali creati per soddisfare le esigenze nutrizionali dei lattanti e dei bambini nella prima infanzia o bevande a base di latte e prodotti analoghi specificamente destinati ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia. Tale divieto è stato introdotto in aggiunta al divieto del suo utilizzo per la fabbricazione di biberon per lattanti e tazze per bambini nella prima infanzia di policarbonato di cui al regolamento di esecuzione (UE) n. 321/2011 della Commissione.

A seguito del mandato conferito dalla Commissione nel 2016 di intraprendere una valutazione ex novo del BPA, al fine di tenere conto dei risultati di nuovi studi e dati scientifici per affrontare le incertezze rimanenti, compreso il risultato di uno studio cronico biennale del programma tossicologico nazionale degli Stati Uniti, nel 2023 l’Autorità ha pubblicato un parere aggiornato sul BPA. In

MERCATI CONSUMI

Cresce il mercato delle alternative ai latticini

Un recente report dell’analista Markets and Markets evidenzia che il mercato globale delle alternative ai latticini è stimato a 27 miliardi di dollari nel 2023 e si prevede che raggiungerà i 43,6 miliardi di dollari entro il 2028, con un CAGR del 10,1%. I prodotti a base vegetale offrono benefici nutrizionali che li rendono una scelta popolare per chi cerca alternative più sane e sostenibili ai latticini tradizionali. Il loro consumo è aumentato grazie a vantaggi come la riduzione del colesterolo, il miglioramento della salute cardiovascolare e la gestione del diabete. Tra le bevande più popolari vi sono latte di soia, mandorla, avena e riso, che spesso presentano un contenuto di grassi e calorie inferiore rispetto al latte vaccino.

Il report considera alcuni dei principali attori nel settore, come le statunitensi Danone North America, The Hain Celestial Group e Blue Diamond Growers, l’italiana Valsoia, la canadese SunOpta e la svedese Oatly Group, ma anche Sanitarium (Nuova Zelanda), Eden Foods (USA), Triballat Noyal (Francia) e Earth’s Own Food Company (Canada).

Per quanto riguarda i recenti sviluppi del comparto, a giugno 2023 Oatly ha lanciato un formaggio cremoso vegano negli Stati Uniti, disponibile nei gusti Classico e

Il mercato degli oli alimentari

Un’indagine dell’analista Markets and Markets rivela che il mercato globale degli oli commestibili è in rapida espansione, con un valore stimato di 268,9 miliardi di $ entro il 2027, rispetto ai 212,6 miliardi nel 2022, registrando un CAGR del 4,8% nel quinquennio 2022-2027. L’aumento della consapevolezza sui benefici per la salute degli oli d’oliva, colza e soia, scientificamente provati, e la crescente domanda da parte di famiglie e servizi di ristorazione sono i principali driver di crescita.

Il report – che considera, fra i principali produttori a livello mondiale, le statunitensi Archer Daniels Midland, Cargill, Bunge e American Vegetable Oils, lo spagnolo Borges International Group, la britannica Associated British Foods, la Wilmar di Singapore, l’olandese Louis Dreyfus e l’argentina Aceitera General Deheza – descrive i recenti sviluppi del settore, fra cui spiccano l’accordo fra la Louis Dreyfus Company Asia e la Longriver Farms per acquisire Emerald Grain, che ha rafforzato la presenza della prima nel mercato australiano, ampliando le sue capacità nella gestione e distribuzione di cereali e semi oleosi.

Quindi, nel maggio 2021, Cargill ha collaborato con Frontline International per sviluppare Kitchen Controller, una soluzione integrata per la gestione dell’olio. Questa tecnologia combina l’esperienza di Frontline nella gestione automatizzata con la conoscenza di Cargill sulla qualità degli oli, offrendo ai servizi di ristorazione un approccio intelligente ed efficiente alla gestione dell’olio. Infine, nell’ottobre 2019, Golden Agri-Resources (GAR) ha avviato una partnership

per sviluppare un sistema radar avanzato per il monitoraggio delle foreste, collaborando con importanti produttori e acquirenti di olio di palma come Bunge, Cargill, Mondelez International, Nestlé, Unilever, e altri. Questo sistema permette di rilevare la deforestazione quasi in tempo reale con maggiore precisione, consentendo interventi rapidi sul terreno e migliorando la sostenibilità delle filiere produttive di materie prime.

Tendenze chiave e caratteristiche del mercato

Il report considera un’ampia varietà di oli vegetali, grassi animali e oli speciali, come quelli d’oliva e di cocco, analizzando la crescita della domanda globale, alimentata dal cambiamento delle abitudini alimentari nei paesi in via di sviluppo, associato a una rapida urbanizzazione e ad una maggiore disponibilità economica, che sta spingendo il consumo di oli per cucinare e di alimenti trasformati.

In particolare, oli salutari come quelli d’oliva e di

colza stanno registrando una forte crescita grazie ai loro benefici per la salute cardiovascolare, determinata dal basso contenuto di grassi saturi e alto di grassi insaturi.

Il mercato degli oli alimentari è altamente competitivo, con aziende che si distinguono attraverso innovazioni di prodotto, nuove formulazioni e strategie di prezzo. Il tutto viene condizionato da un quadro normativo rigoroso, in particolare rispetto a sicurezza alimentare ed etichettatura, che varia sulla base dei paesi e delle regioni geografiche.

L’olio di soia cresce più degli altri

Il segmento dell’olio di soia è previsto in più rapida crescita, con un CAGR del 5,4% nel periodo 2022-2027. Grazie alla sua versatilità, viene utilizzato in molteplici applicazioni culinarie: frittura, sauté, panificazione, salse e condimenti. La crescente popolarità degli alimenti a base vegetale contribuisce alla sua domanda, particolarmente significativa negli Stati Uniti.

Grandi aziende come Cargill e ADM stanno investendo strategicamente per soddisfare la domanda locale e internazionale, concentrandosi su sostenibilità e diversificazione (prodotti GM e non-OGM).

Il report evidenzia anche come politiche favorevoli e una comunicazione efficace supportata da dati scientifici sui prodotti geneticamente modificati possano influenzare significativamente il comportamento dei consumatori, come dimostrato in Cina.

L’olio di soia si posiziona come un elemento chiave nel mercato globale, sia per i consumatori consapevoli delle sue qualità nutrizionali che per la crescente domanda di alternative alimentari sostenibili.

Aree di maggior crescita

Per quanto riguarda le diverse aree geografiche, il Nord America rappresenta uno dei mercati più dinamici per gli oli alimentari, data la grande diffusione di alimenti da fast food ricchi di grassi e oli, tanto che vi si prevede un CAGR del 3,27%. Il mercato statunitense vede una forte domanda di oli di soia, ampiamente impiegati nella produzione di alimenti trasformati, come snack salati, prodotti da forno, dolciumi e piatti pronti.

Gli Stati Uniti, il maggiore produttore di semi di soia (90% del totale), guidano il mercato regionale con un forte contributo da aziende leader come Cargill e Bunge.

Olio d’oliva col segno positivo dopo 4 anni

Buone notizie per il settore dell’olio d’oliva italiano: dopo quattro anni, il saldo della bilancia commerciale torna positivo. Secondo i dati Istat elaborati da Sol2Expo in occasione della Giornata Mondiale dell’Olivo (26 novembre), tra gennaio e agosto 2024 le esportazioni hanno superato i 2 miliardi di euro, registrando una crescita a valore del 59% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Anche i volumi esportati sono aumentati del 5,4%, trainati dai mercati extra-europei (+9,6%), come Stati Uniti (+9,6%), Giappone (+6,1%) e Canada (+12,9%).

La Germania, secondo partner commerciale italiano, ha contribuito con un incremento a volume del +17,9%.

L’olio extravergine di oliva (“EU Cat.1”), pilastro della dieta mediterranea e simbolo del Made in Italy,

rappresenta l’85% delle vendite estere, con un surplus commerciale di 107 milioni di euro nei primi 8 mesi del 2024.

Con 1,1 milioni di ettari coltivati in Italia, di cui oltre il 70% in aree collinari o montane, l’olivicoltura svolge un ruolo cruciale nella conservazione del territorio e nella prevenzione del dissesto idrogeologico.

A livello globale, l’olivo è coltivato su più di 11 milioni di ettari, dalla regione mediterranea fino a paesi come Canada, Cile, India, Nuova Zelanda e Mozambico. Grazie alla sua adattabilità climatica, è considerato una delle colture più ecosostenibili, in grado di assorbire fino a sei volte la quantità di CO2 che emette, rappresentando un alleato chiave contro il cambiamento climatico.

NOTIZIE DAL MONDO

Parigi capitale dell’innovazione sostenibile

Si è conclusa lo scorso novembre l’ultima edizione di All4Pack Emballage Paris, salone internazionale di riferimento per il settore packaging e intralogistica, che ha messo in luce il ruolo cruciale delle soluzioni sostenibili nel plasmare il futuro dell’industria. La manifestazione ha registrato un affluenza di 27.303 professionisti, di cui il 26% internazionali da 88 Paesi, confermando il suo status di piattaforma chiave per l’innovazione e la transizione ecologica del settore.

Con l’offerta di 1.022 espositori e marchi, provenienti dai principali segmenti di mercato, per il 25% dedicati al Food & Beverage, ha accolto visitatori dei quali oltre il 60% si è identificato come decision maker o influente nel processo di acquisto, sottolineando l’importanza strategica di questo evento.

La manifestazione ha messo in evidenza soluzioni concrete per un futuro più eco-responsabile attraverso diverse iniziative, come gli All4Pack Innovations Awards,

che celebrano l’eccellenza dell’innovazione nei settori riciclaggio, riduzione, riuso, funzionalità e utilizzo, efficienza industriale e materiali innovativi. Sette progetti sono stati premiati per la loro creatività e il potenziale impatto sull’industria del packaging.

All4Pack Circularity era invece l’area dedicata alle soluzioni che impattano sull’intera filiera con nuovi materiali sostenibili, contenitori riutilizzabili e alternative ai film plastici. Qui, 22 start-up hanno presentato soluzioni innovative per il riciclo, il riuso e l’eco-design, sensibilizzando produttori e utilizzatori.

Altri momenti di spicco sono state le conferenze, tenute da rappresentanti di federazioni, associazioni professionali e leader del settore, volte a guidare la trasformazione dell’industria, e la All4Pack Innovations Area, che ha accolto 24 innovazioni premiate, incluse quelle dei concorsi Oscar dell’Imballaggio, Sial Innovations e Emballé 5.0, con focus sule tendenze internazionali.

La prossima edizione di All4Pack Emballage Paris si terrà a Paris Nord Villepinte dal 23 al 26 novembre 2026, riaffermando la sua missione di supportare la transizione sostenibile del packaging.

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