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Notizie dal mondo - Nuovi record per Biofach e Vivaness 2020 - Buoni risultati per Bühler nel 2019 - Italia protagonista al Sol d’Oro di Verona - Inizia il percorso della seconda edizione di FoodTech Accelerator - Upakovka raccoglie consensi per il programma dei forum - Piccoli insuccessi ma buoni risultati complessivi per Nestlé

Nuovi record per Biofach e Vivaness 2020

Biofach, la principale fiera mondiale per l’alimentazione biologica, e Vivaness, salone internazionale per la cura della persona naturale e biologica, hanno raggiunto livelli record nella recente edizione tenutasi a Norimberga: 3.792 espositori provenienti da 110 Paesi hanno presentato i

loro prodotti su un’area espositiva di 57.609 m² ad un pubblico di oltre 47.000 visitatori provenienti da 136 Paesi. Si tratta di un ottimo risultato, se si considerano le defezioni dovute all’epidemia di coronavirus.

Quest’anno i primi cinque Paesi per presenza di visitatori sono stati Germania, Austria, Italia, Francia e Paesi Bassi. E con circa 10.000 partecipanti, il Congresso di accompagnamento si è confermato la più grande piattaforma internazionale per il trasferimento di conoscenze e il networking. Anche in questa edizione, i visitatori hanno votato per i loro prodotti favoriti fra le novità presentate, suddivise in sette categorie: per gli alimenti freschi si è aggiudicato il premio il formaggio biologico “Volcano Rebell” della Käserebellen, mentre Eisl Eis ha vinto nella categoria Surgelati con il suo gelato nel bicchiere al latte di pecora biologico. Per quanto riguarda Prodotti gastronomici per cuocere, Sonnentor ha ricevuto uno degli ambiti premi per i suoi oli essenziali di spezie, mentre Hans Brainfood ha impressionato i visitatori con i suoi “bocconcini di canapa” nella categoria Prodotti alimentari, snack e dolci. Ricordiamo ancora le zuppe biologiche Rettergut della Dörrwerk, che hanno vinto il premio per il miglior nuovo prodotto nella categoria “Altri prodotti alimentari”.

La prossima edizione del salone di Norimberga si svolgerà dal 17 al 20 febbraio 2021.

Buoni risultati per Bühler nel 2019

Nel 2019, Bühler ha realizzato buone prestazioni a livello di Gruppo, portando il margine EBIT al 7,6% (anno precedente: 7,1%). Il fatturato è rimasto stabile a 3,3 miliardi di franchi svizzeri, mentre gli ordini sono calati del 4,6%, attestandosi a 3,1 miliardi. Il nuovo segmento Consumer Foods, creato dopo l’acquisizione di Haas, ha superato le aspettative e ha contribuito in modo significativo ai buoni risultati del Gruppo. Bühler, inoltre, ha aumentato gli investimenti in innovazione a un livello record e la sua posizione finanziaria è rimasta forte, migliorando il rapporto azionario. Il CEO Stefan Scheiber ha dichiarato di essere soddisfatto dei risultati del 2019, che confermano come l’assetto strategico abbia compensato la volatilità del mercato, mentre l’ampio portafoglio, la posizione globale e la forza dell’innovazione rendono Bühler pronta ad affrontare le sfide poste dall’attuale instabilità dell’economia globale.

Lo sviluppo del business nei diversi segmenti è variato notevolmente a causa dell’alta volatilità in alcuni dei mercati chiave di Bühler. A differenza di altri comparti industriali, come l’automotive, l’alimentare e il mangimistico hanno evidenziato una domanda continua – in particolare hanno registrato forti rialzi il malto e le proteine di origine vegetale per i sostituti della carne – con un trend al rialzo degli ordini fino a 1,8 miliardi di franchi svizzeri (+5,2%), mentre il settore Consumer Foods è leggermente sceso a 775 milioni (-1,7%). Per quanto riguarda il fatturato, la divisione Grains & Food ha mostrato solidità attestandosi su un valore di 1,8 miliardi di CHF (+0,9%) e la Consumer Foods ha aumentato il fatturato del 2,5%, portandolo a 774 milioni.

Innovazioni per un mondo migliore

Nel 2019, Bühler ha migliorato le sue capacità di innovazione con l’apertura del campus per l’innovazione Cubic e dei nuovi Application Center, aumentando la spesa in ricerca e sviluppo fino al livello record di 149 milioni di franchi e sviluppando nuove partnership, come la Future Food Initiative e il World Business Council per lo sviluppo sostenibile. La società ha lanciato oltre 20 nuove soluzioni importanti, molte delle quali nel settore delle applicazioni digitali, che hanno assorbito circa il 25% della spesa complessiva per l’innovazione. Con queste innovazioni, Bühler mira a diminuire significativamente l’impronta ecologica dei suoi impianti: in particolare, ridurre del 50% i consumi energetici, di acqua e i rifiuti entro il 2025 nelle filiere alimentare, mangimistica e della mobilità, e a questo scopo ha nuovamente invitato leader del settore, partner, clienti, scienziati e start-up a riunirsi lo scorso agosto a Uzwil, in Svizzera, per l’edizione 2019 dei Bühler Networking Days, ispirati al motto: “Creare il domani insieme”. I partecipanti, che rappresenvano aziende che forniscono cibo a 4 miliardi di persone ogni giorno e contribuiscono alla mobilità di circa 1 miliardo, hanno concordato sul fatto che il mantenimento dello status quo non rappresenti una soluzione percorribile per affrontare le sfide globali di oggi, mentre è necessaria un’azione rapida e una collaborazione su vasta scala per rendere più sostenibili il settore alimentare e quello della mobilità.

Soluzioni innovative per un futuro di successi

I parametri economici per l’anno fiscale in corso indicano per il momento una volatilità e un’imprevedibilità in atto, che potrebbero anche aumentare. Concentrandoci sui settori alimentare e mangimisti

Stefan Scheiber, CEO di Bühler.

co, le prospettive appaiono invariate rispetto allo scorso anno, con alcuni segmenti in forte espansione, come quello delle proteine vegetali impiegate nella produzione di sostituti della carne. In tutti i mercati, le crescenti sfide ecologiche richiedono nuove soluzioni sostenibili, creando così nuove opportunità commerciali. Secondo il CEO Stefan Scheiber, promuovendo l’innovazione nei settori alimentare e mangimistico – ad esempio, nelle nuove applicazioni nella lavorazione di cereali e proteine vegetali e nelle applicazioni digitali, oltreché in quelle in metallo leggero, nelle soluzioni per la lavorazione delle batterie e nei rivestimenti – Bühler sta trasformando le sfide di oggi in opportunità commerciali sostenibili per il domani. La società si trova ben posizionata per beneficiare di queste opportunità e gestire correttamente i rischi, potendo così prevedere uno sviluppo commerciale stabile e positivo per il 2020.

Italia protagonista al Sol d’Oro di Verona

In occasione della recente edizione del concorso internazionale Sol d’Oro Emisfero Nord l’Italia dell’olio extravergine di oliva ha confermato la sua leadership, vincendo 15 medaglie su 18, dove la regione con più medaglie è risultata la Puglia (5), mentre 2 medaglie sono state assegnate a Sardegna e Calabria, una ciascuna a Lazio, Toscana, Abruzzo e Campania. Hanno fatto incetta di Gran Menzioni Puglia (10), Lazio (8), Campania (7), Sicilia (6), ma da Sud a Nord sono state 13 le regioni con almeno un riconoscimento.

Sulle 18 medaglie totali assegnate (Sol d’Oro, Sol d’Argento e Sol di Bronzo) nelle cinque categorie oli extravergine fruttato intenso, medio, leggero, monovarietali e biologico e Absolute Beginners ben 15 sono andate all’Italia e solo 1 rispettivamente a Spagna, Grecia e Slovenia. Dominio dell’Italia anche nelle Gran Menzioni, assegnate a quegli oli che hanno ottenuto un punteggio maggiore o uguale a 70/90mi dove oltre a Spagna, Grecia e Slovenia hanno ricevuto riconoscimenti anche Croazia e Portogallo.

Ad emergere in questa annata l’Azienda Masoni Becciu di Deidda Valentina, che con due Sol d’Oro ha portato i suoi oli e la Sardegna alla conquista della prima edizione del premio speciale Sol d’Oro Challenge, istituito per premiare l’azienda che ottiene il maggior punteggio con tre oli presentati.

I campioni iscritti a questa edizione di Sol d’Oro provenivano da Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Slovenia, Croazia e Cile; quest’ultima, pur appartenendo all’emisfero Sud, non perde l’occasione per misurarsi con i produttori dell’emisfero Nord secondo il regolamento del concorso gemello che si svolge ogni anno a settembre nell’emisfero australe.

La visibilità rispetto a buyer e consumatori è la peculiarità che rende interessante partecipare a Sol d’Oro, che è diventato nel tempo un vero e proprio strumento di marketing per gli oli vincitori e per quelli insigniti di gran menzione. Merito sia del valore del giudizio espresso riconosciuto dai buyer internazionali, sia per lo stretto legame con Sol&Agrifood.

Gli oli vincitori e quelli insigniti di Gran Menzione possono riportare in etichetta la dizione “Concorso Internazionale Sol d’Oro Emisfero Nord 2020” e inoltre godono di molte attività promozionali.

I vincitori dell’edizione 2020 del Sol d’Oro.

Inizia il percorso della seconda edizione di FoodTech Accelerator

È iniziato il viaggio delle 9 startup internazionali della seconda edizione del FoodTech Accelerator, il percorso di accelerazione coordinato da Deloitte Officine Innovazione in collaborazione con Amadori, Cereal Docks, Birra Peroni e COPROB Italia Zuccheri.

L’iniziativa è sostenuta anche dal retail partner Gruppo Finiper, Sealed Air in qualità di technical partner, oltre che Seeds&Chips e Federalimentare Giovani come ecosystem partner; Innogest, Digital Magics e Italian Angels for Growth ricoprono invece il ruolo di investment partner. Le 9 startup, provenienti da Hong Kong, Italia, Israele e Canada, sono il frutto di un lungo processo di scouting e selezione iniziato lo scorso giugno. In questi mesi, il team misto Deloitte Officine Innovazione – corporate partner – ha viaggiato per oltre 80mila km, partecipato a 20 eventi in 12 Paesi e incontrato personalmente più di 200 tra le oltre 600 candidate, scegliendo poi le 9 finaliste che accederanno al programma.

4 sono i trend emergenti dei settori Agri, Food and Retail protagonisti di questa edizione: agritech, disruptive food & alternative beverages, innovative packaging, automated commerce. Le startup accedono a un programma di 15 settimane che mira a concretizzare progetti pilota da sviluppare insieme ai diversi corporate partner, ponendosi come obiettivi la definizione di strategie di go-to-market, l’internazionalizzazione, piani per lo scale-up industriale e lo sviluppo di prodotti grazie alla contaminazione di realtà e approcci differenti, talvolta complementari.

Queste le 9 startup selezionate per partecipare al programma: Agritask: startup Israeliana che ha sviluppato una piattaforma di gestione agronomica che consente di coordinare le operazioni agronomiche da un unico programma. Grazie a questa piattaforma è possibile integrare i diversi sistemi utilizzati dall’agricoltore e visualizzarli in un’unica interfaccia. La startup ha l’obiettivo di testare la piattaforma sui campi dei vari partner. Cytophage: startup canadese che sta sviluppando batteriofagi sintetici per prevenire e curare le infezioni batteriche che incidono sulla salute degli animali. I cocktail di batteriofagi sono fatti su misura per affrontare le infezioni comuni, come la salmonella o Escherichia coli. La startup ha l’obiettivo di portare avanti dei test in laboratorio e di studiare approfonditamente le soluzioni proposte. Equinom: startup israeliana che ha sviluppato una “Smarter Seeds”, semi non OGM destinati al consumo umano con profili nutrizionali superiori e rese produttive migliorate rispetto a quelli normali. Equinom è l’unica azienda produttrice di sementi a concentrarsi sull’industria alimentare, consentendo ai clienti di progettare i propri ingredienti. La startup ha l’obiettivo di lavorare con le corporate per sviluppare un business model e delle soluzioni adeguate alle loro esigenze. Heallo: startup italiana che ha brevettato un processo enzimatico in grado di estrarre da una materia prima di origine naturale una fibra solubile che riduce significativamente gli impatti del picco glicemico e dei carboidrati. L’obiettivo della startup è la creazione di un progetto pilota applicato alla birra e allo zucchero. Ktchn Lab: startup italiana che, attraverso diversi ristoranti virtuali, riesce a consegnare piatti in 20 minuti. Ktchn Lab fa parte della cosiddetta ondata di ghost kitchen, startup che offrono ricette adatte ad essere consegnate a domicilio, tramite provider terzi, e preparate grazie a materie prime italiane certificate. La startup ha l’obiettivo di collaborare con partner per il lancio di nuovi brand/ ristoranti. Innovopro: startup israeliana che produce un concentrato di proteine a base di ceci sotto forma di farina, che può avere diverse applicazioni (e.g. maionese, pudding, gelato vegano). Il composto non è OGM, non è segnato come un allergenico ed ha un alto valore nutrizionale. La startup ha l’obiettivo di svolgere test sull’ingrediente e di sviluppare il business development. Ixon: startup di Hong Kong che ha sviluppato una tecnologia brevettata di confezionamento asettico che può trasformare gli alimenti sottovuoto in prodotti stabili senza la necessità di utilizzare il frigorifero, eliminando così la necessità di logistica della catena del freddo e conservazione. L’obiettivo della startup è quello di testare la tecnologia e ridefinire il business model in modo da prepararsi all’industrializzazione.

Soos Technology: startup Israeliana che ha sviluppato una nuova tecnologia che permette di ottimizzare la capacità produttiva degli incubatoi usati dal settore avicolo. La startup ha l’obiettivo di testare la validità della tecnologia e definire la scalabilità industriale. ZeroEgg: startup israeliana che fornisce un prodotto di origine vegetale che sostituisce le uova in ogni loro applicazione (e.g. frittata, uova strapazzate, prodotti da forno, torte salate e salse come la maionese). Può essere considerato un vero e proprio sostituto delle uova sia per gusto che per nutrienti. L’obiettivo della startup è quello di testare il prodotto e valutare una strategia di go-to-market.

Upakovka raccoglie consensi per il programma dei forum

La scorsa edizione del duo fieristico composto dal salone del processo e dell’imballaggio Upakovka e da Interplastica, appuntamento internazionale per le materie plastiche e la gomma, svoltosi dal 28 al 31 gennaio a Mosca, ha visto la partecipazione di 937 espositori provenienti da 40 Paesi e di 24.950 visitatori arrivati principalmente dalla Russia e dai Paesi limitrofi, incontratisi in un’atmosfera positiva che ha registrato l’alta qualità dei contatti fra domanda e offerta.

Come membro dell’Interpack Alliance e con le sue offerte dell’industria dell’imballaggio e delle industrie di processo correlate, la Upakovka si rivolge ai gruppi target di prodotti alimentari, bevande, dolciumi e prodotti da forno, prodotti farmaceutici, cosmetici, beni non alimentari e industriali. L’industria alimentare è uno dei settori più importanti dell’industria manifatturiera in Russia ed ha un’elevata importanza strategica. Dall’inizio dell’embargo alimentare, l’industria ha mostrato una crescita stabile ed un elevato valore aggiunto. La Russia ha intenzione di sostenere la crescita della produzione interna per contrastare la dipendenza dalle importazioni di alcuni prodotti. Alla fine del 2029 il Presidente russo Vladimir Putin ha adottato una nuova dottrina alimentare, che prevede un ulteriore aumento del tasso di autosufficienza per i più importanti alimenti di base.

Forte richiesta di alimenti di alta qualità

La domanda, soprattutto di alimenti di alta qualità, ma anche di prodotti convenience e fast food, rimane forte, anche se, attualmente, la debole crescita del potere d’acquisto si sta rivelando un vincolo per le vendite. Secondo l’associazione VDMA, le vendite di prodotti alimentari confezionati, nel 2019, sono aumentate di 1,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, attestandosi a 31,3 milioni di tonnellate. I ricercatori di mercato ipotizzano che la domanda riprenderà a crescere e fino al 2024 aumenterà ancora di quasi il 6% raggiungendo i 33 milioni di tonnellate. Si prevedono tassi di crescita superiori alla media soprattutto nel settore dei piatti pronti, alimenti per bambini, cereali per la prima colazione, snack salati, prodotti al cioccolato di alta qualità, nonché dolciumi e merendine.

Per soddisfare la domanda di prodotti innovativi e di alta qualità da parte dei consumatori, l’industria russa alimentare e delle bevande continua ad investire nell’ampliamento delle proprie capacità produttive. Per l’industria russa la Germania rimane il più importante fornitore di moderne tecnologie di lavorazione e di confezionamento, come confermano i dati dell’Associazione VDMA, che parla di macchinari per la lavorazione e l’imballaggio di prodotti alimentari per un valore di 324 milioni di euro nei primi 11 mesi del 2019.

Continua l’interesse per i forum dell’Innovationsparc

Da quando la Upakovka è stata acquisita dall’Interparc Alliance, il tema speciale “Innovationparc” adottato dall’Interpack di Düsseldorf, ha avuto un posto fisso a Mosca. Il vivo interesse riscontrato per l’evento precedente ha fatto raddoppiare il programma dei forum con due tribune parallele che hanno visto la partecipazione della FAO, di esperti di organizzazioni governative e di istituti di ricerca che, sotto il motto “From Food Loss to Circular Economy”, hanno trattato il tema della sostenibilità e le possibilità di una corrispondente produzione alimentare. Per quanto riguarda la tematica “Circular Economy in the Area of Packaging – Expeectations and

Reality” si è discusso sul contributo dell’industria dell’imballaggio e della relativa industria di processo orientata ad una economia circolare ed al riciclaggio riguardo a diversi materiali.

Per contrastare il problema generale dello smaltimento, soprattutto dei rifiuti domestici nel Paese, l’anno scorso, il governo russo ha collocato questo tema all’ordine del giorno. Il tasso di riciclaggio, attualmente del 7%, dovrebbe essere portato al 36% nel 2024. Altrettanto alto è stato l’interesse dimostrato per le conferenze offerte. Temi, tendenze e problemi relativi alle bevande, sono stati esaminati nella sessione “Beverage Industry and BottlingTechnologies – Global Initiatives, Challenges and Opportunities”. Nel punto del programma sostenuto dall’Associazione UPSD, gli esperti si sono concentrati su diversi tipi di imballaggi e su nuove tecnologie per i produttori di bibite e di altri beni di consumo e nella sessione “PackagingMarket Current State and Development Prospects” è stato infine trattato il mercato globale degli imballaggi e delle tendenze locali.

La prossima Upakovka si terrà a Mosca dal 26 al 29 gennaio 2021, parallelamente all’Interplastica.

Piccoli insuccessi ma buoni risultati complessivi per Nestlé

Secondo GlobalData Nestlé ha riportato risultati annuali di pregio, in particolare il più rapido tasso di crescita per il comparto bio degli ultimi quattro anni e l’aver centrato l’obiettivo di raggiungere il margine prefissato, anche se le azioni del maggior produttore alimentare del mondo si sono avvicinate al rosso a causa di una serie di previsioni mancate.

Simon Harvey, corrispondente alimentare di GlobalData, riferisce che il produttore di KitKat è stato oggetto di una riorganizzazione da quando, tre anni fa, è arrivato in qualità di amministratore delegato Mark Schneider, vendendo una serie di attività sbagliate e con margini più bassi, per investire invece in aree di tendenza e ad alta crescita come gli alimenti a base vegetale. A giudicare dai dati delle vendite e dall’utile netto riferito al 2019 – entrambi i migliori in quasi un decennio (2010) – quando Nestlé viveva un’altra epoca e le abitudini dei consumatori erano molto diverse, la strategia sembra in grado di garantire dividendi. Tuttavia, Nestlé ha diversi grattacapi. Anche se le vendite di prodotti biologici sono aumentate del 3,5%, sono risultate più timide delle stime della multinazionale svizzera, che si prefiggeva dati intorno al 5% entro il 2020, e ora Schneider chiede un’accelerazione verso tale obiettivo per il 2021/2022.

Un’altra partita in termini di vendite per il prossimo anno (92,6 miliardi di franchi per il 2019) sarà quella determinata dalla vendita recentemente annunciata della divisione gelati Usa di Nestlé alla sua joint venture con Froneri, conclusa a fine di gennaio, e dalla cessione del 60% delle azioni della divisione carni di Herta (mentre ne mantiene il 40% attraverso una joint venture (JV) recentemente approvata.

Tuttavia, ulteriori acquisizioni nelle intenzioni del CEO potrebbero potenzialmente colmare questi ammanchi nelle vendite, mentre ci si aspetta che i ricavi imputabili agli alimenti a base vegetale continueranno a migliorare con il consolidarsi della nuova tendenza. Ancora, si prevede che i margini e gli utili terranno il passo con le attività a margine più basso del payroll, ma, mentre il margine di profitto operativo inferiore del trading, del 17,6%, si è abbassato rispetto all’obiettivo fissato nel 2017, rimane al di sopra del 18,5% fino al 2020.

Nonostante non sia credibile che i piccoli insuccessi rispetto alle aspettative del mercato abbiano pesato sul titolo, dal momento che Nestlé ha riportato utili inferiori al livello più basso previsto ma ha evidenziato buoni progressi in altre aree, esiste in nemico sconosciuto che potrebbe potenzialmente danneggiare Nestlé: l’epidemia di coronavirus in Cina, il secondo mercato più grande della società dopo gli Stati Uniti e un Paese in cui Nestlé già affronta sfide con i suoi gruppi Yinlu e Hsu Fu Chi.

Comunque, si ipotizza che anche queste ultime potrebbero essere vendute, fornendo nuovi spunti di riflessione per il 2020.

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