Tecnica Molitoria novembre 2024

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sili - molini - mangimifici - pastifici

Discover Brambati’s experience and continuous research in complete installations for coffee processing.

Ibridi innovativi e ottimizzazione della tecnica molitoria per migliorare le proprietà funzionali e la qualità sanitaria delle semole di

mais

Claudia Sardella1 - FranCeSC a Vanara1 - Valentina SC arpino1 - niColò deVit1 a leSSandra Fratianni2 - l aura Bertetto3 - a leSSandro peila3 - GianFranCo panFili2

Ma SSiMo Blandino1*

1Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, Università degli Studi di Torino Largo Paolo Braccini 2 - 10095 Grugliasco (TO) - Italia

2Università degli Studi del Molise, Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti Via Francesco De Sanctis - 86100 Campobasso - Italia

3Molino Peila S.p.A. - Frazione Gallenca 30 - 10087 Valperga (TO) - Italia

*email: massimo.blandino@unito.it

Parole chiave: strategie molitorie, mais pigmentati, micotossine, composti bioattivi, proprietà antiossidanti

SOMMARIO

La richiesta di mais da granella a destinazione alimentare è in forte crescita grazie a nuovi impieghi nel settore dei prodotti senza glutine e funzionali. Questi mercati emergenti, pur offrendo opportunità, presentano sfide legate alla rispondenza a requisiti sanitari e obiettivi qualitativi. Questo lavoro ha confrontato un ibrido innovativo, sviluppato a partire da una varietà locale del Piemonte, con due ibridi convenzionali, valutando l’effetto dell’applicazione di diverse strategie molitorie sulla distribuzione dei composti antiossidanti e dei contaminanti tra semole e intermedi di lavorazione. Le semole dell’ibrido innovativo si sono distinte per l’alto contenuto in carotenoidi e la maggiore capacità antiossidante totale (+10 e +12% rispetto agli ibridi di controllo), nonché per il più basso contenuto in micotossine (-64% di fumonisine). L’ibrido innovativo, con gestioni molitorie adeguate, può risultare un’innovazione interessante per l’inserimento in filiere avanzate.

difficoltà di gestire i processi tecnologici con un’adeguata gelatinizzazione dell’amido e ai potenziali rischi sanitari associati all’aggiunta degli strati cruscali. Nuove modalità di gestione dei processi molitori devono quindi essere messe a punto per valorizzare il superiore profilo salutistico di innovativi genotipi sviluppati per le filiere alimentari.

Il progetto MECA, finanziato dalla Regione Piemonte e finalizzato allo studio e alla coltivazione di mais alimentari speciali, ha previsto il miglioramento genetico del Pignoletto rosso, varietà a libera impollinazione tradizionalmente coltivata in Piemonte, impiegandola come linea parentale maschile per l’ottenimento di ibridi innovativi. In questo modo è stato possibile combinare le caratteristiche qualitative dell’ecotipo con l’affidabilità agronomica e produttiva richiesta nella coltivazione degli ibridi di mais. Dopo aver verificato in prove di campo le potenzialità produttive e i caratteri qualitativi degli ibridi di Pignoletto rosso, questi sono stati testati a livello molitorio tramite il confronto con due ibridi convenzionalmente impiegati nella molitura a secco per l’ottenimento di spezzati. La sperimentazione ha previsto

la macinazione di 3 lotti sperimentali di granella di mais, ottenuti da 2 ibridi ampiamente coltivati dalla filiera alimentare e un innovativo ibrido ottenuto dal Pignoletto Rosso, con l’adozione di tre diversi diagrammi di molitura e l’ottenimento di 6 diverse tipologie di semole finali e 8 sotto-frazioni, tra granella pulita di partenza, intermedi e sottoprodotti di lavorazione. Tutti i campioni sono stati ottenuti su scala reale nell’impianto dell’azienda Molino Peila, e sono stati analizzati per valutare la distribuzione dei principali composti ad azione antiossidante e dei principali contaminanti, al fine di raggiungere il miglior compromesso in termini di qualità salutistica e sanitaria. È stato inoltre considerato l’impatto del differente grado di raffinazione sui valori nutrizionali delle diverse tipologie di semole ottenute, al fine di fornire indicazioni alla filiera sulle possibili destinazioni d’uso in funzione del valore aggiunto.

Come è stata impostata la sperimentazione

La prova ha previsto l’impiego di tre lotti commerciali (Fig.1), due dei quali

Fig. 1 - Granella di tre ibridi di mais a confronto. Da sinistra verso destra: DKC6092, P1547 e Pignoletto X SN148.

Fig. 3 - Confronto della capacità antiossidante nelle crusche da degerminazione (D) e in quelle da raffinazione (RC) dei tre ibridi in prova. I risultati sono espressi sulla sostanza secca. Lettere differenti indicano differenze statisticamente significative per p(F) <0,05.

si è osservato un livello di acidi fenolici insolubili significativamente maggiore rispetto a quanto riscontrato negli stessi campioni degli altri ibridi (circa 2 volte superiore rispetto alla media di DKC6092 e P1547). L’accumulo di acidi fenolici nella crusca da raffinazione è risultato mediamente inferiore rispetto a quello da degerminazione (-33%), tuttavia sono emerse differenze tra ibridi: la concentrazione è risultata simile per Pignoletto X SN148 e P1547 (rispettivamente 1.063 e 1.140 mg/kg), mentre per DKC6092 sono stati osservati valori significativamente maggiori (2.625 mg/ kg), anche rispetto alla crusca da degerminazione (+10%). Tali risultati incoraggiano la possibilità di impiego di sottoprodotti della macinazione, come le crusche, per l’arricchimento di semole raffinate o altre matrici alimentari, e

richiamano inoltre la necessità di porre attenzione non solo alla selezione della tipologia di crusca in funzione degli obiettivi e della destinazione d’uso, ma anche ad un’accurata selezione e adeguamento del processo molitorio in funzione dell’ibrido macinato.

La valorizzazione di intermedi e sottoprodotti deve inoltre essere accuratamente valutata in funzione del contenuto in contaminanti. L’utilizzo delle sotto-frazioni della molitura a più alto potenziale antiossidante può essere infatti precluso dalle caratteristiche igienico-sanitarie di questi, poiché i contaminanti della granella, ed in particolare le fumonisine, le micotossine più frequentemente ritrovate nella granella di mais, tendono ad accumularsi nelle frazioni fini e corticali della cariosside (Blandino et al., 2017). Solo lo schema C, nel quale è stata effettua-

convegni

Innovazione, sostenibilità e intelligenza artificiale per il futuro del comparto

Con oltre 250 partecipanti che hanno animato ogni angolo della nuova sala conferenze di Ocrim, l’edizione 2024 di “Grano, farina e...” ha riscosso notevole successo e un’opportunità per esplorare da vicino i progetti su cui l’azienda lavora fin dal 1945.

Il presidente Sergio Antolini ha inaugurato l’evento, sottolineando l’importanza di Cremona non solo come patria del violino, ma anche come centro di eccellenza per le macine di cereali, che trasformano il grano in farina. Ha espresso gratitudine ai presenti, incluse autorità, clienti e fami-

peste suina africana in Cina abbiano ridotto la domanda di materie prime per l’alimentazione animale, incidendo sui prezzi globali. Successivamente, la ripresa della Cina ha portato a un aumento dei prezzi, prima della guerra in Ucraina. La guerra ha inizialmente generato preoccupazioni sull’approvvigionamento di grano, poi mitigate grazie a soluzioni alternative. Canali ha esaminato le fluttuazioni dei prezzi e dei flussi commerciali globali di grano, mais e soia, evidenziando l’importanza crescente di Paesi come Russia, Cina e Brasile, mentre gli Stati Uniti hanno ridotto la produzione. Infine, ha riflettuto sulla stabilità degli stock globali di

cereali, specificando che la Cina detiene una parte significativa delle riserve mondiali, frutto di una politica di accumulazione iniziata dopo la crisi del 2007-2008, ponendo questioni rilevanti per la sicurezza alimentare futura. “Il granaio del futuro conterrà diversi tipi di cereali?”. Con questa domanda, Lorenzo Morelli, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona, ha evidenziato l’importanza di investire in ricerca e sviluppo per una migliore gestione delle risorse idriche e vegetali.

Infine, Marco Galli, direttore del Dipartimento Tecnologie Molitorie di Ocrim, ha parlato dell’approccio integrato e tecno -

Da sinistra in alto, Luca Lambri, Davide Zacchetti, Domenico Felice, Ilva Licaj e Gabriele Cola. Da sinistra in basso, Paolo Molinari, Marco Galli, Lorenzo Morelli, Gabriele Canali e Francesco Pugliese.

Mais

Per il 2024/25, la produzione globale è prevista in calo, poiché le riduzioni per Egitto, Filippine, Russia e Ucraina compenseranno un aumento per l’India. Si prevede una diminuzione del commercio globale, poiché le esportazioni più basse per Argentina, Brasile, Russia e Ucraina compenseranno un aumento per gli Stati Uniti. Le importazioni globali sono in calo a causa dei tagli verso Cina e Iran, che compenseranno l’aumento verso l’Egitto. Il prezzo medio stagionale per gli agricoltori negli Stati Uniti rimarrà invariato a 4,10 $/bushel.

Per il 2023/24, la produzione globale è aumentata, con incrementi per Birmania, Messico e Venezuela. Il commercio globale è diminuito, poiché le esportazioni più basse per Argentina, Brasile e Paraguay hanno più che compensato gli aumenti verso Birmania e Stati Uniti. Le importazioni globali sono cresciute, considerando gli incrementi per Bangladesh, Egitto, Tailandia e Venezuela che

hanno più che compensato i tagli verso Iran, Giappone e Turchia. Il prezzo medio stagionale per gli agricoltori negli Stati Uniti è sceso di 10 centesimi, raggiungendo i 4,55 $/bushel.

Semi oleosi

Per il 2024/25, la produzione globale di oleaginose è prevista in calo a 687,3 milioni di t, a causa di una diminuzione della produzione di soia in Stati Uniti e Ucraina, non compensata dall’aumento della produzione di semi di girasole in Argentina e di semi di cotone in Cina. Il commercio di oleaginose calerà, poiché la diminuzione delle esportazioni di soia dall’Ucraina e di arachidi dagli Stati Uniti non compenserà l’aumento delle esportazioni di colza dal Canada. Le scorte finali di oleaginose sono previste in calo di oltre 200.000 t a causa della riduzione delle scorte di colza in Canada ed UE. Il volume globale di macinazione aumenterà di circa 400.000 t, raggiungendo quasi 557,7 milioni di t,

panificazione

Effetti dell’acqua elettrolizzata

In un articolo turco pubblicato su Food Science and Technology International sono stati studiati gli effetti di quattro tipi di acqua elettrolizzata (Anolita NaCl, Catolita NaCl, Anolita Na2CO3, Catolita Na2CO3) sulle caratteristiche qualitative del pane. A tal fine, sono state effettuate analisi reologiche e strutturali degli impasti e analisi di colore, proprietà fisiche, attività dell’acqua, con -

tenuto di umidità, attività antiossidante, contenuto totale di fenoli, profilo di consistenza e analisi micrografiche dei campioni. L’acqua elettrolizzata ha influenzato le caratteristiche qualitative degli impasti e dei campioni (p<0,05).

L’Anolita Na2CO3 ha aumentato la capacità di trattenere l’acqua dell’impasto da 60±0,05 a 66±0,07. I pani preparati con acqua elettrolizzata Anolita Na2CO3

Ingredienti in grado di abbassare l’indice glicemico

Il pane bianco è classificato quale alimento ad alto indice glicemico e il suo consumo frequente può portare a rapidi aumenti della glicemia, causando stress metabolico e contribuendo alla resistenza all’insulina e al diabete di tipo 2. Pertanto, c’è un crescente interesse per le formulazioni con ingredienti in grado di abbassarne l’indice glicemico (IG).

In uno studio apparso su Foods, ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie,

Università di Verona hanno prodotto del pane sostituendo la farina di grano con quella di ceci, polvere di cicoria rossa e tre tipi di amido resistente.

I risultati hanno mostrato gli effetti dei vari amidi resistenti sulla riduzione dell’indice glicemico. In particolare, l’amido resistente IV di tapioca modificato chimicamente ha prodotto una formulazione di pane con basso indice glicemico (pGI<55). L’amido retrogradato di tapioca (RS III) consente di raggiungere un valore pGI di 55, il valore superiore per classificare un alimento come a basso pGI. L’amido retrogradato di mais (RS III) porta ad una diminuzione, ma il pane risulta ancora classificato come “alto pGI” (>70). Inoltre, l’aggiunta di sottoprodotti ricchi di polifenoli contribuisce a ridurre il pGI. Per quanto riguarda i parametri tecnologici, i risultati hanno rivelato un aumento del contenuto di umidità in tutti i nuovi campioni formulati rispetto al controllo. Allo stesso tempo, il volume e il volume specifico hanno mostrato una diminuzione. I nuovi campioni formulati hanno evidenziato una maggiore perdita in cottura, in particolare con l’incorporazione di amido resistente, che ha aumentato la durezza e la gommosità, riducendo la coesività.

Quindi l’inserimento di farina di ceci, polvere di cicoria rossa e amido resistente di tapioca (RS III e IV) offre una strategia promettente per produrre pane ad alto contenuto di fibre con un basso indice glicemico.

Processo di impasto assistito con ultrasuoni

Per risolvere alcuni problemi nella lavorazione dei noodle, è stato utilizzato un apparecchio a ultrasuoni con piastra vibrante auto-progettata durante il processo di impasto. Ricercatori cinesi hanno esaminato gli effetti degli ultrasuoni su legami disolfuro, strutture secondarie e microstrutture dei noodle, oltre a qualità come consistenza, resistenza alla trazione e caratteristiche di cottura. L’o -

biettivo era comprendere i meccanismi attraverso cui l’assistenza degli ultrasuoni migliora la lavorazione dell’impasto. I risultati pubblicati su Journal of Cereal Science hanno indicato che tale trattamento ha migliorato la qualità dei noodle, soprattutto con una media intensità (MUS, 330 W; 30 s). Successivamente, i noodle hanno mostrato un aumento della forza di trazione e della distanza di allunga-

Arricchimento con farina di ceci

La microstruttura degli alimenti trasformati influisce in gran parte su qualità come croccantezza, consistenza, sensazione al palato e texture. Ecco perchè l’arricchimento delle farine di cereali con farine di legumi ne aumenta il valore nutrizionale, ma non deve compromettere la degustazione.

In uno studio pubblicato su Journal of Cereal Science , ricercatori canadesi hanno esaminato le proprietà della miscela di farine, così come le caratteristiche fisiche e microstrutturali della pasta di semola di grano duro arricchita con il 50% di farina di ceci, ottenuta da molini a singolo stadio (Ferkar) e a più stadi (rulli). I risultati dell’analisi hanno indi-

cato l’influenza della macinazione su proteine, ceneri e distribuzione delle dimensioni delle particelle della pasta. L’alta percentuale di proteine nella miscela di farina di ceci ha mostrato un impatto minimo sulla microstruttura della pasta. Inoltre, l’analisi della texture ha evidenziato che la durezza e la compattezza della pasta prodotta con farine macinate a rulli, in particolare di riduzione e qualità standard, non erano diverse (p<0,05). Tuttavia, la correlazione tra texture e porosità totale ha mostrato che la farina macinata a rulli ha prodotto una pasta con texture più compatta e microstruttura interna ed esterna più densa.

mangimi

Copertura dell’insilato di mais con

polpa di pomodoro o mela

In uno studio apparso su Fermentation, ricercatori turchi hanno esaminato gli effetti della copertura dell’insilato di mais con polpa di pomodoro o mela sulla fermentabilità e la qualità del foraggio. Il test di produzione di gas in vitro è stato eseguito con siringhe graduate da 100 mL. I tempi di incubazione sono stati 3, 6, 12, 24, 48, 72 e 96 ore.

Le caratteristiche della generazione di gas in vitro sono state modificate dalla polpa di pomodoro (TP) e da quella di mela (AP), sia da sole che in combinazione con film in polietilene (PE), indipendentemente dalla loro presenza. A causa degli effetti riscontrati sulla concentrazione di NH3-N, sulla stabilità aerobica e sull’attività dei lieviti, TP e AP hanno il potenziale di diventare un’alternativa ecologica ai film in PE. La produzione di gas dalla frazione solubile (a) dell’insilato di mais è stata influenzata solo quando l’insilato è stato coperto con una combinazione di AP e PE rispetto al gruppo CPE (p<0,001). Il gruppo più grande include correlazioni tra DOM-TDDM (r=0,90), DOM-AA (r=0,88) e ceneri-TDDM (r=0,86). Le correlazioni negative più significative sono state identificate tra SS-CO2 (r=-82), SSlievito (r=-0,79) e CF-DOM (r=-0,79). Tuttavia, l’uso della polpa come copertura per l’insilato rappresenta un’alternativa economica ai film di plastica, priva dei problemi ambientali legati a micro- e nanoplastiche persistenti.

Semi di lino e di senape nella dieta delle capre

In un lavoro uscito su Agriculture, ricercatori romeni hanno valutato l’impatto dell’incorporazione di semi di lino o di una miscela di semi di lino e senape nella dieta delle capre per migliorare il contenuto di acidi grassi polinsaturi (PUFAs) nel latte. L’inclusione dei semi di senape mirava anche a rallentare il processo di ossidazione dei lipidi. È stato condotto un trial alimentare di tre settimane su 18 capre in lattazione, distribuite casualmente in tre gruppi: controllo (C), FS (sostituzione del 12% della fonte di olio con semi di lino) e FMS (sostituzione di un quarto dei semi di lino con semi di senape). L’inclusione dei semi di lino ha migliorato la qualità del grasso del latte, ri-

ducendo la concentrazione di acidi grassi saturi (p=0,004) e aumentando i livelli di PUFA (p=0,001). Entrambi i gruppi sperimentali hanno ridotto il rapporto omega 6/omega 3 (p<0,001). Il gruppo FMS ha mostrato una concentrazione totale di vitamina E più alta (p=0,007). I parametri di ossidazione dei grassi hanno rivelato che, dopo 24 ore di stoccaggio a temperatura ambiente, il valore p-anisidina è aumentato per il gruppo FS rispetto a C, mentre FMS non ha mostrato differenze significative, suggerendo che l’inclusione combinata di semi di lino e senape potrebbe prolungare il tempo di conservazione del latte, riducendo i prodotti di ossidazione secondaria.

WCS. E ha aumentato in modo quadratico le rese, grasso, proteine, lattosio del latte, FCM al 3,5% ed ECM, e linearmente l’incremento di peso corporeo. La fonte degli acidi grassi del latte è stata influenzata dal WCS, con una riduzione quadratica della resa degli acidi grassi del latte de novo e misti, e un aumento quadratico degli acidi grassi del latte preformati. L’aumento del WCS nella dieta ha migliorato linearmente il contenuto di acidi grassi trans-10 C18:1 nel latte. I livelli di insulina plasmatica sono diminuiti, mentre i livelli

plasmatici di gossipolo sono aumentati. Nonostante la diminuzione della digeribilità totale degli acidi grassi, l’aumento del WCS dallo 0 al 24% della SS ha implementato l’assorbimento degli acidi grassi. L’aumento dell’inclusione di WCS nella dieta fino al 16% della SS ha migliorato le risposte di produzione di latte e l’assunzione di SS. In base alle condizioni alimentari attuali, le vacche da latte ad alta produzione hanno tratto maggior beneficio da una dieta contenente un’inclusione dall’8 al 16% di WCS nella SS.

macchine

Linee e macchinari per pasta fresca

Le linee di pasta fresca, vendute in tutto il mondo, sono parte integrante della gamma prodotti Fava Storci. Risale agli anni ’80 l’esperienza progettuale di Anzio Storci nel campo del fresco, era l’epoca del sogno americano e proprio lì venne installato il primo impianto al mondo “a navetta” per tortellini, sia per l’impasto che per il ripieno. L’im-

pianto automatizzò, con un’alimentazione completamente automatica, 28 tortellinatrici e 28 sfogliatrici, installando 4 linee composte da 7 macchine ciascuna. Fu un progetto talmente innovativo da rivoluzionare il mercato della pasta fresca. Oltre a trovare una soluzione innovativa a un annoso problema, ciò che fu realizzato inserì nel mercato, fino ad allora ca-

Linea di produzione di pasta fresca monosfoglia con distribuzione tramite navetta di impasto e ripieno a 4 stazioni di formatura (Fava Storci).

Prevenire la contaminazione da micotossine

Il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sull’agricoltura e sulla sicurezza alimentare, con l’aumento della contaminazione da micotossine. Tali sostanze tossiche, prodotte da funghi come Aspergillus e Fusarium, possono compromettere la qualità delle colture e rappresentare un rischio per la salute umana e animale. In questo contesto, l’adagio “meglio prevenire che curare” acquista un significato rinnovato. Agire preventivamente per ridurre la contaminazione da micotossine significa adottare misure proattive che limitino il rischio già nella fase di raccolta e lavorazione

Funzionamento del pulitore Skiold - Damas Sigma (CaReDi).

delle colture. Un esempio di tale misura è rappresentato dal pulitore SkioldDamas Sigma di CaReDi, progettato per rimuovere le micotossine dai semi. Esso si distingue per la tecnologia avanzata e l’innovativo sistema di separazione meccanica, che consente di ottenere risultati notevoli. Il dispositivo è capace di eliminare fino al 90% di tutte le micotossine dai cereali e, grazie al design e all’uso di componenti di qualità, riduce la presenza di contaminanti e preserva sicurezza e qualità dei prodotti finali. Il sistema di separazione è preciso, rendendolo la soluzione ideale per chi cerca un metodo efficace di prevenzione della contaminazione.

Il pulitore integrato all’interno di un impianto (CaReDi).

Versatilità per la gestione dell’aria

La gamma di filtri centralizzati MIX rappresenta un punto di riferimento nell’ambito della filtrazione industriale. Tali filtri sono comunemente utilizzati per convogliare diversi punti di captazione posti all’interno di uno stabilimento produttivo, creando un unico punto di emissione per l’aria trattata, tutelando così sia i lavoratori che l’ambiente. Caratterizzati da un design poligonale, garantiscono un’efficace separazione di polvere, granuli e fibre con granulometria fino a 1µm. Sono disponibili due tipologie di elementi filtranti: maniche e cartucce per ottenere rispettivamente le superfici filtranti massime di 180 e 580 m2 . Una versatilità che ottimizza le superfici filtranti in funzione delle portate d’aria, massimizzan-

do l’efficienza del processo di filtrazione. Tutta la gamma è disponibile in acciaio carbonio verniciato, in AISI 304 o AISI 316 e può essere equipaggiata con ventilatore d’estrazione fino a 55 kW, tramoggia di raccolta polveri completa di barilotto d’accumulo o coclea di estrazione, scala alla marinara con gabbia di sicurezza e ballatoio superiore per facilitare l’accesso alla zona di manutenzione. Inoltre, è possibile fornire le certificazioni ATEX II 3D per utilizzo con polveri infiammabili ed installazioni in ambienti potenzialmente esplosivi, e la dichiarazione di conformità 1935/2004 CE e 2023/2006 CE per il contatto con prodotti alimentari. Filtro

centralizzato esterno (MIX).
Filtro centralizzato interno (MIX).

Soluzioni di movimentazione hygienic design

LM da anni è leader in sistemi di movimentazione di prodotti dolciari e della panificazione per il collegamento tra la fase di processo (cottura) e quella di confezionamento primario. In particolare, il brand modenese è riconosciuto per i nastri trasportatori per la distribuzione e alimentazione delle confezionatrici.

Al giorno d’oggi il livello di automazione nella gestione delle linee di processo dei prodotti freschi della panificazione (prima della cottura) è sempre più spinto e le velocità più elevate: servono quindi soluzioni tecnologiche di movimentazione con caratteristiche similari a quelle delle linee di packaging, considerando in più le zone high care, a contatto diretto col prodotto, che deve garantire igiene e sanificazione elevate, per non intaccare l’integrità e la pulizia del prodotto. Visto il successo delle sue curve e dei nastri a tappeto in sanitary design, concepiti cioè per una massima resa igienica della linea, è stata sviluppata una versione sanificabile e lavabile di due dei moduli di smistamento e trasporto:

- Nastro a penna retrattile e basculante ( pull nose), per scaricare a 90 gradi prodotti singoli o ranghi in modo ordinato e controllato;

- Sistema di fasatura a penna mobile, per posizionare ad un passo costante (o in accumulo senza pressione) prodotti che arrivano in modo casuale. Le caratteristiche funzionali e prestazionali rimangono quelle dei sistemi tradizionali, quindi velocità, dimensio -

ni compatte e controllo ottimale del prodotto trasportato, ma a queste si aggiungono quegli accorgimenti che l’esecuzione sanificabile richiede, quali la predilezione dove possibile della saldatura rispetto all’assemblaggio, l’accessibilità migliorata, l’eliminazione di interstizi e delle superfici a contatto, l’eliminazione di angoli a 90 gradi o l’esecuzione a sbalzo per l’agevole rimozione del tappeto. Parte dell’omonimo Gruppo composto dai tre brand LM, Magnoni e Marpatech, dal 1975 leader in sistemi di movimentazione e sistemi di trasporto tecnologicamente avanzati, LM è a disposizione per ulteriori personalizzazioni.

Soluzione Hygenic Design ideale per il bakery e il confectionery (LM).

mercati

Cereali e pasta: produzione globale e tendenze di consumo

Secondo l’aggiornamento di settembre del Business Monitor di Ipack-Ima, i dati più recenti della FAO sul mercato mondiale dei cereali evidenziano un settore stagnante. La produzione globale ha raggiunto i 2.850,4 milioni di t nel 2023 e si prevede un leggero incremento dello 0,2% nel 2024, con un totale di 2.854,2 milioni di t, pari a un aumento di 3,8 milioni di t. Tuttavia, il trend storico mostra una crescita media annua più elevata (+1,2%) dal 2015. Sul fronte del consumo, i volumi si mantengono allineati con quelli della produzione (2.791,8 milioni di t nel 2023 e 2.842,9 milioni di t nel 2024, con un aumento dell’1,8%), sebbene vi siano alcune variazioni dovute ai flussi di esportazione e all’utilizzo delle scorte.

L’Asia domina la produzione mondiale di cereali, grazie alla vasta estensione delle sue aree coltivate. Nel 2023 ha prodotto 1.282,5 milioni di t, pari al 45% della produzione globale, e si prevede che raggiungerà 1.298,3 milioni di t entro il 2024 (+1,2% rispetto al 2023), in linea con il trend globale. Seguono il Nord America, con 521,6 milioni di t nel 2023 (18,2% del totale), ma con una leggera flessione prevista per il 2024 (-0,1%, pari a 516,3

milioni di t), e l’Europa, che passerà da 518,6 milioni di t nel 2023 a 513,3 milioni nel 2024 (18,2% del totale). Il Centro-Sud America si colloca al quarto posto, con una crescita stimata dello 0,5%, da 287,9 milioni di t nel 2023 (10,1% del totale) a 288,4 milioni nel 2024. L’Africa è penultima con 200,1 milioni di t nel 2023 (7% del totale mondiale) e un calo previsto dello 0,3% nel 2024, raggiungendo 194,1 milioni di t. L’Oceania chiude la classifica con una crescita percentuale significativa (+9,8% nel 2024), ma volumi ridotti (42,6 milioni di t nel 2023 e 46,7 milioni nel 2024), pari all’1,5% del totale mondiale.

Produzione mondiale di grano

Tale produzione ha raggiunto 788,1 milioni di t nel 2023, con una dinamica di crescita simile a quella dell’intero settore cerealicolo e un aumento previsto dello 0,1% per il 2024, pari a un milione di t in più. La Cina è il principale attore con 136,6 milioni di t (17,4% del totale), destinati a salire a 138,6 milioni nel 2024 (+1,5%). L’Unione Europea segue con 133,6 milioni di t nel 2023 (17% del-

I dati del Food Industry Monitor 2024

La 10ª edizione del Food Industry Monitor, l’osservatorio realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e da Ceresio Investors, ha analizzato le performance di un campione di circa 840 aziende, con un fatturato aggregato di circa 90 miliardi di euro, attive in 15 comparti del settore food, prendendone in considerazione le performance storiche dal 2009 al 2023 e focalizzandosi su: crescita, export, redditività, produttività e struttura finanziaria. Per ogni comparto sono state elaborate le previsioni di crescita del fatturato e dell’export e sull’andamento della redditività relative al biennio 2024-2025. Se ne evince che il food italiano ha registrato negli ultimi 10 anni una crescita

rilevante, passando da un valore di 53 miliardi nel 2012 a circa 90 miliardi nel 2023. Le esportazioni hanno visto una crescita continua, passando nello stesso periodo da 23 a 44 miliardi di euro. Gli occupati nella sola industria di trasformazione alimentare sono aumentati da 449.000 a 488.000, con un incremento record di circa 39.000 unità, in un periodo non particolarmente positivo per l’economia italiana.

Negli ultimi 10 anni, le aziende del food italiano hanno performato costantemente meglio delle medie imprese italiane (Dati MBRES) non solo in termini di redditività (ROI), ma anche per quanto riguarda la produttività degli investimenti e il tasso di indebitamento.

leggi

Aggiornamenti legislativi su livelli massimi di residui e additivi per mangimi

Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea dell’8/10/2024 sono riportati i seguenti regolamenti sui livelli massimi di residui:

- “Regolamento (UE) 2024/2609 della Commissione del 7 ottobre 2024 che modifica l’allegato II del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di napropamide, piridaben e tebufenpirad in o su determinati prodotti”;

- “Regolamento (UE) 2024/2612 della Commissione del 7 ottobre 2024 che modifica gli allegati II, III e IV del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di chitosano, clopiralid, difenoconazolo, residui di distillazione dei grassi, flonicamid, proteine idrolizzate e Lavandulyl senecioato in o su determinati prodotti”.

La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 9/10/2024 contiene i seguenti

regolamenti sui livelli massimi di residui:

- “Regolamento (UE) 2024/2619 della Commissione dell’8 ottobre 2024 che modifica gli allegati II e III del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di fosetil, fosfonati di potassio e fosfonato di disodio in o su determinati prodotti”; - “Regolamento (UE) 2024/2633 della Commissione dell’8 ottobre 2024 che modifica l’allegato II del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di azossistrobina, famoxadone, flutriafol, mandipropamide e mefentrifluconazolo in o su determinati prodotti”.

La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 10/10/2024 include il “Regolamento (UE) 2024/2640 della Commissione del 9 ottobre 2024 che modifica e rettifica l’allegato II del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio

notizie

La maggior parte del glifosato nei fiumi europei potrebbe non provenire dall’agricoltura

Un nuovo studio condotto dall’Università di Tübingen ha rilevato che la maggior parte del glifosato presente nei fiumi europei potrebbe non derivare principalmente dall’uso agricolo, come si è creduto fino ad ora, ma potrebbe invece provenire da additivi nei detergenti. Il team di ricerca, guidato dalla professoressa Carolin Huhn dell’Istituto di Chimica Fisica e Teorica, ha esaminato una vasta serie di dati raccolti dalle autorità di protezione delle acque in Europa e negli Stati Uniti, pubblicando i risultati sulla rivista Water Research.

Fonti inaspettate di glifosato

Tradizionalmente, l’uso del glifosato come erbicida in agricoltura è stato considerato la principale causa della sua presenza nelle acque. Tuttavia, le misure di riduzione del suo utilizzo in Europa non hanno prodotto i risultati attesi, suggerendo che ci potrebbero essere altre fonti significative di questa sostanza. Secondo lo studio, alcuni aminopoli-fosfonati presenti nei detergenti per il bucato

potrebbero essere convertiti in glifosato nei fanghi degli impianti di trattamento delle acque reflue.

Il team di ricerca ha analizzato dati di lungo periodo sulle concentrazioni di glifosato nei fiumi, raccogliendo informazioni da circa un centinaio di località in Germania, Francia, Italia, Svezia, Lussemburgo, Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti. I dati risalivano fino al 1997. Un elemento chiave dello studio è stato l’osservazione che le concentrazioni di glifosato nei fiumi europei mostravano una forte stagionalità, con picchi estivi e minime invernali. Questa stagionalità è tipica delle sostanze che provengono dagli impianti di trattamento delle acque reflue, piuttosto che dall’agricoltura. Contrariamente alle aspettative, i picchi di glifosato legati all’attività agricola (come le applicazioni primaverili e autunnali) erano rari. Inoltre, la distribuzione delle concentrazioni di glifosato differiva significativamente da quella di altri erbicidi, suggerendo fonti diverse. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che il glifosato nei fiumi potrebbe essere un

Cimas Group rafforza la presenza in Africa con il supporto di Simest

Leader nel settore zootecnico e agroalimentare in Nord Africa e nell’area subsahariana, l’azienda perugina Cimas Group beneficia della nuova “Misura Africa” di Simest , ottenendo un finanziamento di 1 milione di euro per sostenere i progetti di espansione nel continente africano. Negli ultimi anni, l’azienda ha

portato avanti iniziative per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro, consolidando la presenza attraverso numerosi accordi, anche nei Paesi subsahariani, con una presenza stabile in Senegal, Camerun, Etiopia, Zimbabwe, Sudan e Costa d’Avorio. In occasione dell’evento “Investire e crescere in Africa con la finanza agevolata di Simest”, organizzato dal Corriere della Sera, Marco Nataloni, socio dirigente di Cimas Group, ha condiviso la sua esperienza imprenditoriale in Africa, insieme

a Regina Corradini D’Arienzo, amministratrice delegata di Simest. Nataloni ha sottolineato il ruolo cruciale della finanza agevolata di Simest, che ha consentito di crescere e sviluppare progetti sostenibili nel lungo periodo. “Siamo orgogliosi di far parte della nuova “Misura Africa”, che rappresenta un’opportunità straordinaria per consolidare la presenza in un mercato dalle grandi potenzialità. Grazie al sostegno di Simest, abbiamo potuto investire in infrastrutture e creare una rete sempre più solida nel continente africano”, ha dichiarato Nataloni.

D’Arienzo ha ribadito l’importanza del programma nel supportare le imprese italiane nel loro percorso di crescita internazionale, evidenziando come Simest continui ad essere un partner strategico per chi desidera espandersi nei mercati emergenti.

Cimas è presente nel continente africano da oltre 21 anni e, grazie alla sede di Bizerte in Tunisia, nel 2023 ha generato il 90% dell’export consolidato in Africa. Attualmente al terzo progetto con Simest, il Gruppo continua a investire in digitalizzazione, sostenibilità, formazione e assunzione di personale locale.

Con una forza lavoro di circa 100 collaboratori, tra addetti ai reparti produttivi e al montaggio, Cimas prevede di chiudere il 2024 con un fatturato consolidato superiore ai 20 milioni di euro.

100 anni e un premio per i giovani creativi

L’obiettivo della 1a edizione del Premio Caputo, istituito in occasione del centenario del campano Mulino Caputo, è coinvolgere le nuove generazioni avvicinandole alla creatività, per supportare i giovani nell’espressione delle proprie capacità artistiche e generare un impatto positivo sul territorio. Un’iniziativa di mecenatismo d’impresa volta non solo a sostenere i talenti, ma anche a stimolare un dialogo proficuo fra le aziende e la creatività artistica.

Realizzato da Mulino Caputo, in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, Fondazione Banco di Napoli, Accademia di Belle Arti di Napoli e Valore Italia, il

Premio è rivolto a studenti e neodiplomati dell’Accademia stessa, chiamati a confrontarsi sul tema arte e cibo attraverso tutte le discipline artistiche: dalla scultura alla pittura, dai video alla fotografia, fino alle tecniche extramediali e alle installazioni.

Ad ispirare gli artisti, la realtà del Mulino e i “Vasci” napoletani, le abitazioni poste al piano terra dei grandi palazzi antichi, dove ancora oggi si cucinano i piatti tradizionali da strada. L’obiettivo è quello di restituire l’estetica e la poetica di una cucina collettiva radicata in una storia millenaria, in linea con la visione e i valori fondanti dell’arte bianca di Mulino Caputo.

Nuovo investimento per l’esportazione del riso Basmati in Pakistan

Leader mondiale nel settore del riso, Euricom annuncia di aver ricevuto l’au

partnership con Fatima, diventando una delle prime società straniere a stabilire una base per la produzione di riso per l’esportazione in Pakistan, acquisendo il 50% del capitale azionario di Fatima, mentre quest’ultima controllerà il restante 50%.

Fatima Euricom è proprietaria della più moderna riseria per la lavorazione del basmati in Pakistan, Paese riconosciuto come fornitore leader, che soddisfa i severi standard qualitativi europei. Circa l’80% delle importazioni europee di basmati proviene proprio dal Pakistan.

novità librarie

Alimentazione

IL CIBO, L’UOMO E LA CULTURA

R. Rizzo - G. Bottiglieri - G. Ferretti - F. Pavesi - G. Vignali - 220 pag. illustrato - Edito da Chiriotti Editori - www.chiriot tieditori.it - 2024 - € 50 - e-book: € 19,90 - ISBN: 9788896027639

Il complesso argomento del cibo e della cucina richiede una spiccata sensibilità, permeata di radicati e irrinunciabili principi etici. Per farlo, questo testo si avvale, oltreché della competenza degli autori, anche delle esperienze e tecniche professionali maturate in anni di ricerche sul campo di numerosi esperti. Il tutto prendendo le mosse da alcune notazioni sulla “Filosofia del cibo”, tema già affrontato dagli Autori nel testo “Metafisica, Filosofia e Scienza del Cibo” pubblicato nel 2022 dalla nostra Casa Editrice, grazie al contributo di Grazia Bottiglieri. Vengono quindi forniti cenni storiografici sul cibo, in modo da renderli immediati ed agevoli per richiamarci alla mente l’articolata problematica del cibo in tavola, senza debordare in ipotesi, magari molto suggestive, ma prive di quel filo logico che rende l’esposizione solida e certa, quale si è mantenuta da oltre 3.500 anni.

In questo tentativo gli Autori si ispirano all’intellettuale e pensatore Romano, Tito Lucrezio Caro, che scrisse il “De Rerum Natura”. Si è privilegiata questa via, perché la storia del cibo, come nutrimento, soddisfazione intellettuale e medicina, è parallela, e per molti aspetti coincidente in toto, con quella del continuo progresso umano, che non è soltanto meccanicismo e materialismo, ma soprattutto la “continua ricerca di se stessi”.

La prima parte è dedicata alle diete alimentari e alle loro caratterizzazioni, introducendo alcune considerazioni propedeutiche sulla specie umana, spingendosi poi sulla suddivisione e classi-

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