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Produzione di pasta mono-varietale da grano duro Biensur Production of mono-varietal pasta from durum wheat Biensur
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82 - PASTA
122 - BOOKS
86 - BREAD-MAKING
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68 - Sili in deterioramento: recuperarli o sostituirli? - Varietà di frumenti teneri e duri per la filiera cerealicola - Seme certificato per la sicurezza alimentare - Nuova varietà di grano adatta ai celiaci
Mangimi
76 - Assalzoo entra in OICB - Effetto dell’aggiunta di sottoprodotti sulla produzione di latte - L’olio di girasole e il latte - Probiotici e qualità del latte vaccino
Pasta
82 - La Molisana inaugura la GPL 180 - Conservazione di noodle freschi con acido lattico e ozono - Modello predittivo per la crescita del Bacillus cereus nella pasta cotta
Panificazione
86 - Miglioramento delle proprietà della farina di riso con le microonde - Uso di Leuconostoc citreum selezionato come starter per pane senza lievito - Brevetto per un metodo di autenticazione del pane tradizionale
Macchine
90 - Piatti pronti: soluzioni per soddisfare le esigenze di tutti - L’insaccatrice I-Flex per la massima flessibilità - Griglie magnetiche e tubazioni per granaglie e sfarinati - Saldatura ad ultrasuoni per sacchi a valvola - Revamping di un vecchio impianto: La Molisana
Igiene
100 - Da Newpharm la lotta agli infestanti
Prodotti
106 - Girolomoni amplia la gamma semi-integrale - Meracinque, il riso delle meraviglie
Notizie
108 - Future IPM 4.0, la bioprotezione delle piante ispirata alla natura - Valorizzare gli scarti agroalimentari - Approvato il nuovo Regolamento Ue dei Fertilizzanti - Newlat acquisisce Delverde - Cerealia, il festival dei cereali - “Molini porte aperte”, alla scoperta della macinazione
Agenda
116 - Automazione, digitale e software fra i trend di SPS Italia - Si prospetta il tutto esaurito per il Propak Asia - I surgelati al centro dell’Anuga - Calendario delle manifestazioni
122 - Libri 124 - Annunci 127 - Aziende citate nella parte redazionale 128 - Indice inserzionisti
Produzione di pasta mono-varietale da grano duro Biensur Gabriella Pasini1 - Giovanna Visioli2* Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente Università di Padova - Viale dell’Università 16 - 35020 Legnaro (PD) - Italia 2 Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale - Università di Parma Parco Area delle Scienze 11/A - 43124 Parma - Italia * email: giovanna.visioli@unipr.it 1
Parole chiave: proteine del glutine, pasta monovarietale, produzione di pasta a filiera corta, qualità, sostenibilità
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SOMMARIO La pasta viene comunemente prodotta con miscele di semola di diverse varietà di grano duro e la presenza sul mercato di pasta mono-varietale a partire da filiere locali è molto ridotta. L’obiettivo di questo lavoro è stato quindi di valutare le proprietà reologiche dell’impasto e la qualità della pasta ottenuta a due diverse temperature di essiccazione dalla varietà Biensur coltivata in Pianura Padana in vista del suo possibile utilizzo nella produzione di pasta mono-varietale. Analisi comparative sono state fatte considerando uno standard di alta qualità rappresentato dalla varietà Aureo, già presente sul mercato come pasta mono-varietale. I risultati hanno evidenziato una buona stabilità dell’impasto e buone proprietà di cottura e sensoriali della pasta realizzata con semola Biensur ad entrambe le temperature di essiccazione considerate, risultando paragonabile alla varietà di riferimento commerciale di alta qualità. In conclusione, la varietà Biensur offre agli agricoltori e ai commercianti nuove opportunità di mercato insieme ad una migliore sostenibilità ambientale ed economica della filiera grano duro.
Tecnica Molitoria - vol. LXX
Production of mono-varietal pasta from durum wheat Biensur Keywords: gluten proteins, mono-varietal pasta, shortchain pasta production, quality, sustainability ABSTRACT Pasta is commonly produced with semolina blends of different durum wheat varieties and the presence on the market of mono-varietal pasta from local supply chains is very low. The objective of this work was to evaluate the rheological properties of the dough and the quality of pasta obtained at two different drying temperatures from Biensur variety cultivated in the Po Valley in view of its possible use for the production of mono-varietal pasta. Comparative analyses have been made considering a high quality standard represented by the Aureo variety already present on the market as monovarietal pasta. The results showed a good stability of the dough and good cooking and sensory properties of the pasta made with Biensur semolina at two different drying temperatures, resulting comparable to high quality commercial reference. In conclusion, Biensur offers farmers and traders new market opportunities along with better environmental and economic sustainability of the durum wheat supply chain.
pasta INTRODUZIONE Il grano duro (Triticum turgidum L. subsp. durum – Desf. – Husn) è una delle colture più importanti al mondo con una produzione media annua di 32,6 milioni di tonnellate (MMT) ed è il cereale più coltivato nell’area del Mediterraneo con una produzione annuale di circa 18 MMT (International Grain Council, 2015). L’Italia ne produce mediamente circa 4,0 MMT/anno, la maggior parte del quale (circa il 67%) viene coltivato nel sud Italia e utilizzato principalmente per produrre pasta (D’Egidio, 2007). L’industria pastaria utilizza generalmente miscele di diverse varietà di grano duro per ottenere elevate e standardizzate proprietà tecnologiche, e la presenza sul mercato di pasta mono-varietale, a partire da filiere locali, è molto ridotta. Risulta quindi interessante studiare singole varietà per valutarne la qualità in un’ottica di produzione di pasta a filiera corta (Padalino et al., 2014). Il contenuto di proteine e le caratteristiche del glutine sono i principali fattori che influenzano la qualità della pasta (Sissons et al., 2005; Cubadda et al., 2007) ma la loro importanza relativa dipende da molti fattori, incluso il genotipo, l’ambiente di coltivazione e le fasi del processo di produzione, come la temperatura di essiccazione (D’Egidio et al., 1990; Novaro et al., 1993). La qualità del frumento duro per la produzione della pasta è correlata alle proteine di riserva del seme, le glutenine e gliadine, che influenzano la tenacità, l’elasticità e l’estensibilità dell’impasto (Sissons, 2008). Le glutenine sono principalmente proteine polime riche responsabili della tenacità ed elasticità dell’impasto, mentre le gliadine sono monomeriche e determinano le caratteristiche legate all’estensibilità. A parte la quantità e la qualità delle proteine del glutine, il rapporto tra glutenine e gliadine e tra polimeri e monomeri di glutenine è anche direttamente correlamaggio 2019 ˙ 55
to all’equilibrio fra tenacità ed estensibilità dell’impasto (Samaan et al., 2006; Sissons, 2008). La temperatura di essiccazione, uno dei fattori più importanti nel processo di produzione della pasta, dà origine a proteine altamente aggregate. Una temperatura di essiccazione elevata intensifica la polimerizzazione delle proteine in una rete proteica che intrappola i granuli di amido impedendo così la loro lisciviazione durante la cottura e aumentando le proprietà sensoriali (Zweifel et al., 2003; Padalino et al., 2016). Negli ultimi anni, l’impatto ambientale dell’intero ciclo di produzione della pasta, dal sistema colturale in campo alle tecniche di produzione e confezionamento, è stato rivisto (Bevilacqua et al., 2007). Inoltre, in base ad un recente decreto italiano (Decreto Legislativo, 2017), è ora obbligatorio dichiarare l’origine del grano utilizzato nella produzione di pasta. Alla luce di ciò, una strategia vantaggiosa è quella di promuovere catene di approvvigionamento alimentari locali al fine di migliorare la sostenibilità ambientale ed economica della filiera pasta. A questo proposito, uno studio recente ha dimostrato che la varietà Biensur offre una combinazione adeguata di elevata resa in granella (7,31 t/ha, 132% in più rispetto alla media italiana [3,15 t/ha] e 37% in più rispetto alla media regionale del Veneto [5,32 t/ha] [fonte: ISTAT, medie del periodo di 12 anni 2006-2017]) e una semola di elevata qualità proteica coltivata nell’ambito di una gestione agronomica sostenibile (Visioli et al., 2018). L’obiettivo di questo lavoro è stato quindi di valutare le proprietà reologiche dell’impasto e la qualità della pasta ottenuta a due diverse temperature di essiccazione dalla varietà Biensur coltivata in Pianura Padana in vista del suo possibile utilizzo nella produzione di pasta mono-varietale. Analisi comparative sono state fatte considerando uno standard di alta qualità rappresentato dalla varietà Aureo, già presente sul mercato come pasta mono-varietale.
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pasta MATERIALI E METODI La semola e le sue caratteristiche Il grano varietà Biensur è stato coltivato presso l’azienda agricola Miana Serraglia (Mira, Venezia, Italia), situata vicino alla Laguna di Venezia, durante la stagione di crescita 2012-2013. Dopo la raccolta, il grano è stato macinato (mulino Buhler MLU202, Braunschweig, Germania) presso il Parco Scientifico Tecnologico del Molise (Campobasso, Italia) per ottenere una semola con granulometria simile a quella del campione di riferimento (da 200 a 350 μm). Il campione di riferimento era una semola commerciale di alta qualità (varietà Aureo) utilizzata nella produzione industriale di pasta mono-varietale. In entrambi i campioni di semola, è stato quantificato il contenuto in proteine totali (metodo Kjeldahl 2001.11, AOAC, 2000), l’amido (metodo 996.11, AOAC, 2000), il grasso (metodo 2003.05, AOAC, 2000), la fibra totale (metodo 991.43, AOAC, 2000) e le ceneri (metodo 942.05, AOAC, 2000). Inoltre, è stata effettuata la quantificazione relativa delle gliadine e delle frazioni di glutenine (GS) ad alto peso molecolare (HMW) e basso peso molecolare (LMW) utilizzando una procedura di estrazione sequenziale delle proteine (Visioli et al., 2016) seguita da quantificazione mediante saggio colorimetrico (Bradford, 1976). Per valutare il comportamento delle semole all’impastamento, è stata effettuata l’analisi al farinografo (T6, Promylograph, Max Egger, Austria) (metodo 54-21, AACC, 2000) che ci ha permesso di determinare: (i) l’assorbimento d’acqua (g acqua/100g di semola) necessaria per raggiungere una consistenza dell’impasto di 500 PU (unità promilografiche); (ii) la stabilità dell’impasto, definita come il tempo durante il quale l’impasto mantiene la sua massima consistenza; (iii) il rammollimento dell’impasto, definito come la riduzione della consistenza dell’impasto (in PU) dopo 20 minuti di miscelazione. Tutte le analisi sono state eseguite in triplo.
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La pasta e le sue caratteristiche La pasta di semola Biensur in formato corto (tubetti) e il riferimento (Aureo) sono state prodotte con un impianto pilota presso Pavan-Map Impianti (Galliera Veneta, Padova). La fase di essiccamento è avvenuta a due diverse temperature così definite: bassa (temperatura massima raggiunta 60°C, tempo totale di essiccamento 9 ore) e alta (temperatura massima raggiunta 85°C, tempo totale di essiccamento 5 ore), ottenendo in entrambi i casi un prodotto con un contenuto di umidità finale dell’11%. I campioni di pasta delle due varietà di grano essiccati a bassa e alta temperatura sono stati denominati Biensur LT, Biensur HT, Aureo LT e Aureo HT (Fig. 1). Su questi campioni è stata quindi effettuata una valutazione qualitativa verificando: (i) il comportamento alla cottura (tempo di cottura, incremento ponderale e residuo secco in acqua di cottura), (ii) le proprietà reologiche (analisi al dinamometro per valutare consistenza e adesività) e il colore, (iii) l’analisi sensoria-
Fig. 1 - Foto della pasta (formato tubetti) ottenuta da semola di grano varietà Biensur e varietà Aureo essiccata a due diverse temperature: 60°C per 9 h (LT) e 85°C per 5 h (HT).
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pasta le (allestendo un panel di semi esperti e definendo un elenco di descrittori e una scala di valori lineare). Per valutare il comportamento alla cottura, 50 gr di pasta sono stati cotti in 500 mL di acqua. Il tempo di cottura ottimale (OCT), definito “al dente”, è stato determinato premendo la pasta tra due vetrini in diversi momenti durante la cottura e osservando il tempo necessario per eliminare il cuore bianco amidaceo (Abécassis et al., 1994). L’acqua di cottura è stata raccolta in un becher, posta in forno ad aria a 110°C fino ad evaporazione completa. La perdita in cottura (CL) definita come la quantità di solidi persi dalla pasta nell’acqua di cottura (D’Egidio et al., 1990) era rappresentata dal peso del residuo espresso in percentuale rispetto al peso iniziale della pasta (g solidi/100 g di pasta secca). L’assorbimento d’acqua è stato calcolato come l’aumento in percentuale del peso della pasta dopo cottura rispetto al peso della pasta cruda. Per valutare la consistenza dei diversi campioni di pasta, cioè la resistenza al taglio e la adesività, cioè il materiale che aderisce alla superficie della pasta cotta, è stato utilizzato il Texture Analyzer (Stable Micro Systems, Regno Unito) seguendo il metodo AACC 16-50. La consistenza è espressa come la forza massima (N) necessaria per comprimere il campione fino alla rottura. La adesività è espressa come la forza massima (g/s) richiesta per staccare la sonda dalla superficie del campione. Per ciascun test è stato utilizzato il valore medio di cinque repliche. Il colore della pasta cotta è stato determinato utilizzando un colorimetro di riflettanza (Minolta, CR300, Giappone) seguendo il sistema di colori CIE-L * a * b *, dove il valore L * (luminosità) varia dal nero (0) al bianco (100), il valore chroma a * va dal verde (-60) al rosso (+60) e il valore chroma b * va dal blu (-60) al giallo (+60) (Minolta, 1993). Ogni dato di colore rappresenta la media di tre misurazioni su diversi campioni di pasta. Infine, per valutare l’accettabilità della pasta della varietà Biensur, è stata effettuata un’analisi senso-
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riale da parte di un panel composto da 15 membri (9 donne, 6 uomini, di età compresa tra 22 e 40 anni). I quattro campioni di pasta (Biensur HT e LT e Aureo HT e LT), cotti “al dente” e senza aggiunta di sale, sono stati serviti in ordine casuale ai panelisti ed è stato chiesto loro di valutare colore, sapore, consistenza, adesività e qualità complessiva del prodotto, utilizzando una scala di cinque punti dove 1 corrispondeva a bassa intensità, e 5 ad alta intensità. L’analisi statistica dei dati è stata eseguita con il software Statgraphics Centurion XIV (StatPoint Technologies, Inc., Warrenton, VA, USA) e i risultati sono stati confrontati con ANOVA a una via.
RISULTATI E DISCUSSIONE Composizione chimica delle semole e proprietà dell’impasto La Tab. 1 mostra la composizione della semola Biensur rispetto alla semola commerciale di alta qualità (varietà Aureo), già utilizzata in Italia per produrre pasta mono-varietale. Sebbene Biensur presenti un contenuto proteico inferiore (138,8 vs 146,8 mg/g), i valori sono considerati alti in entrambi i campioni rispetto ai valori limite (105 mg/g) richiesti dalla legislazione italiana (decreto presidenziale n° 187, 2001). Per la produzione di pasta, la quantità e la qualità delle proteine del glutine è importante per determinare le principali proprietà dell’impasto, come stabilità e consistenza (Samaan et al., 2006; Sissons, 2008). Biensur è stata recentemente riconosciuta come una varietà ad alta resa, con rapporti glutenine/gliadine e polimeri/monomeri di glutenine più elevati di altre varietà coltivate in Italia; questo suggerisce come una varietà selezionata per un’elevata produttività può garantire anche una buona quantità e qualità di proteine mediante la coltivazione con adeguate tecniche agronomiche (Visioli et al., 2018).
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pasta
Tabella 1 - Composizione chimica (mg/g di peso secco) e composizione del glutine dei campioni di semola varietà Biensur e varietà Aureo. Proteina Gli2 HMW-GS3 LMW-GS4 GS/Gli HMW/ Umidità Fibra Amido Ceneri Lipidi totale1 LMW-GS totale Biensur Aureo
b
138,8a 146,8
a
64 b 58
a
12 a 12
b
24 a 30
0,56 b 0,72 a
0,51 a 0,42 b
a
14,11 a 13,65
a
3,17a 3,10
a
74,9b 73,2
a
0,79a 0,80
a
1,73a 1,80
All’interno di ciascun parametro, diverse lettere indicano differenze significative (Test di Tukey, P≤0,05; n=5). 1 Metodo Kjeldahl; 2Percentuale di frazione di gliadine sul totale delle proteine del glutine; 3Percentuale di frazione di polimeri di glutenine sul totale delle proteine del glutine; 4Percentuale di frazione di monomeri di glutenine sul totale delle proteine del glutine.
Oltre al contenuto proteico, i tipi di proteine del glutine e i rapporti tra glutenine e gliadine e tra polimeri e monomeri di glutenine sono noti infatti per essere direttamente correlati all’equilibrio fra la tenacità e l’estensibilità dell’impasto (Samaan et al., 2006; Sissons, 2008). La semola Biensur presenta un contenuto di proteine del glutine leggermente inferiore ad Aureo, una percentuale inferiore della frazione di monomeri di glutenine e una percentuale superiore di gliadine (Tab. 1). Tuttavia, i nostri risultati confermano che Biensur ha un rapporto tra polimeri/monomeri di glutenine più alto di Aureo (0,51 vs 0,42) e un rapporto glutenine totali/gliadine accettabile (0,56), che sono parametri importanti per una buona qualità del glutine (Tab. 1). L’analisi al farinografo (Tab. 2) evidenzia valori molto simili di stabilità degli impasti ottenuti con le due semole, mentre l’impasto da varietà Aureo mostra indici migliori rispetto ai parametri stabilità e assorbimento d’acqua. Sebbene non vi siano differenze significative tra le due varietà per quanto riguarda la stabilità, dopo 20 minuti di miscelazione l’impasto Biensur mostra un indice di rammollimento più alto, che significa una tolleranza inferiore al mescolamento meccanico. Tuttavia, all’atto della produzione non si sono verificati impedimenti dovuti alla fase di impastamento piuttosto che estrusione o essiccamento e ciò ha reso possibile ottenere un prodotto stabile senza difetti visibili, liscio e compatto.
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Caratteristiche qualitative della pasta Per valutare la pasta ottenuta dalla varietà Biensur rispetto al campione commerciale di riferimento, abbiamo esaminato gli indicatori di qualità più significativi. La pasta definita di “buona qualità” dovrebbe infatti soddisfare i criteri di alto assorbimento d’acqua, basse perdite in cottura e buona consistenza (Cubadda et al., 2007; Bruneel et al., 2010). Dopo la cottura, dovrebbe essere abbastanza consistente da resistere alla disintegrazione della superficie e non presentare eccessiva adesività. I dati riguardanti l’assorbimento d’acqua, la perdita in cottura, la consistenza e l’adesività di tutti i campioni di pasta, al tempo di cottura Tabella 2 - Indici farinografici dei campioni di impasto da varietà Biensur ottimale, risultano simili per e varietà Aureo. le due varietà di grano duro Assorbimento Stabilità Rammollimento (Tab. 3). L’analisi della va acqua (%) impasto (min) impasto (PU) rianza per questi parametri 11,5 35 Biensur 52,4 non rivela differenze signiAureo 55,7 12,0 25 ficative tra la pasta Biensur All’interno di ciascun parametro, diverse lettere indicano differenze significatie Aureo essiccata alla stessa ve (Test di Tukey, P≤0,05) temperatura. Ciò conferma che Biensur, nonostante un contenuto proteico inferiore rispetto ad Aureo, possiede una buona qualità del glutine ed è quindi adatto per la produzione di pasta di qualità. Non vi sono inoltre differenze significative tra la pasta Biensur e Aureo essiccata a temperature diverse: in tutti i casi il glutine sembra fornire una buona consistenza alla pasta e allo stesso tempo ne limita il rilascio di amido durante la cottura. Le proprietà sensoriali della pasta, come colore, sapore, consistenza e adesività, giocano un ruolo essenziale nel determinare l’accettabilità del prodotto da parte del consumatore, specialmente nei paesi che tradizionalmente consumano pasta (D’Egidio e Nardi, 1998). La valutazione sensoriale della pasta da varietà Biensur rispetto al riferimento varietà Aureo ha mostrato che non ci sono differenze significative per 62 ˙ maggio 2019
b
a
a
a
a
b
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Tabella 3 - Tempo di cottura ottimale (OCT), assorbimento d’acqua e perdita in cottura, consistenza e adesività misurata con Texture Analyzer e indici di colore dei campioni di pasta da varietà Biensur rispetto al riferimento commerciale varietà Aureo essiccata a differenti temperature (LT=60°C per 9 h; HT=85°C per 5 h).
Comportamento alla cottura
Colore
OCT Assorbimento Perdita Consistenza Adesività (min.) acqua in cottura L* a* b* (%) (%) (N) (g/s) Biensur HT Biensur LT Aureo HT Aureo LT
9,0 111,90a 8,3 111,58a 9,0 111,90a 8,3 111,70 a
2,96a 3,00a 2,96a 2,97a
5,70a 5,65a 5,80a 5,71a
81,6a 82,3a 80,1a 81,1a
57,10a 58,67a 60,57a 59,40a
-1,15a -2,4b -1,9ab -2,41b
17,6a 18,0a 18,4a 17,7a
All’interno di ciascun parametro, diverse lettere indicano differenze significative (Test di Tukey, P≤0,05)
Tabella 4 - Proprietà sensoriali (n=15) di pasta da varietà Biensur rispetto al riferimento commerciale varietà Aureo essiccata a due differenti temperature (LT=60°C per 9 h; HT=85°C per 5 h). Biensur HT Biensur LT Aureo HT Aureo LT
Colore
Sapore
Consistenza
Adesività
Accettabilità totale
2,7a 2,5 a 3,0a 2,6a
3,5a 3,5 a 3,8a 3,7a
4,4a 4,1a 4,8a 4,5a
1,7a 1,9 a 1,5a 1,4a
3,0a 2,8 a 3,5a 3,4a
Ciascun attributo è stato valutato su una scala a 5 punti (1: bassa intensità, 5: alta intensità)
nessuno dei parametri testati (Tab. 4) e quindi mostra una buona accettabilità generale del campione sperimentale. Texture e sapore giocano un ruolo importante nella valutazione sensoriale, ma l’impatto iniziale è anche fortemente influenzato dal colore. Sono stati osservati valori simili di luminosità (L*) e b* per tutti i campioni. Sono state rilevate differenze tra i campioni di pasta HT e LT, come indicato da un aumento significativo del valore a* (rossore) a temperatura di essiccazione più elevata (Tab. 3), che è noto essere correlato con l’imbrunimento non enzimatico (Anese et al., 1999). Sebbene sia difficile confrontare i risultati di diversi studi a causa dei diversi cicli di essiccazione e delle materie prime utilizzate, i nostri risultati sono in accordo con quelli di altri autori che hanno studiato gli
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effetti delle temperature di essiccazione e il ruolo del contenuto di glutine nella qualità della pasta (Cubadda et al., 2007; Padalino et al., 2016).
CONCLUSIONI Questo studio evidenzia come la varietà Biensur sia un buon candidato per aumentare la produzione italiana di pasta mono-varietale estendendone la coltivazione in Pianura Padana, dato che l’impasto ha buone caratteristiche tecnologiche e la pasta ottime proprietà sensoriali, paragonabili a quelle di semole commerciali mono-varietali. L’effetto della temperatura di essiccazione è stato minimo, suggerendo che le caratteristiche intrinseche delle singole varietà rivestono un’importanza centrale, e che processi tecnologici più energetici ed economicamente sostenibili possono essere selezionati senza compromettere la qualità della pasta. Esiste attualmente una domanda crescente di marchi mono-varietali, una situazione che potrebbe stimolare la coltivazione locale di specifiche varietà di grano duro per la produzione di pasta a filiera corta, offrendo nuove opportunità di mercato per agricoltori e commercianti, in particolare alla luce del recente decreto italiano (Decreto Legislativo, 2017) che richiede l’indicazione dell’origine del grano da indicare sull’etichetta. Poiché tutte le fasi di questo progetto (coltivazione, macinazione, pastificazione) sono state condotte su larga scala, siamo fiduciosi che i risultati possano essere utili per uno sviluppo futuro della filiera pasta in Nord-Est.
RINGRAZIAMENTI Il lavoro è stato finanziato da AGER-Agroalimentare e ricerca www.progettoager.it Progetti n° 20100278 e n° 2017-2194. Le autrici ringraziano la ditta Pavan (Galliera Veneta, Padova) per la produzione di pasta e il dott. Claudio Pollini per l’assistenza tecnica.
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pasta BIBLIOGRAFIA Abécassis J., Abbou R., Chaurand M., Morel M.H., Vernoux P. “Influence of extrusion conditions on extrusion speed, temperature, and pressure in the extruder and on pasta quality”. Cereal Chemistry, 71:247-253, 1994. AACC. “Approved Methods”10th ed. American Association of Cereal Chemists, S. Paul, MN, USA, Anese M., Nicoli M.C., Massini R., Lerici C.R. “Effects of drying processing on the Maillard reaction in pasta”. Food Research International, 32:193-199, 1999. AOAC. “Official Methods of Analysis” 17th ed. Association of Official Analytical Chemists, Washington, DC, USA, Bevilacqua M., Braglia M., Carmignani G., Zammori F.A. “Life cycle assessment of pasta production in Italy”. Journal of Food Quality, 30:932-952, 2007. Bradford M.M. “A rapid and sensitive method for the quantitation of microgram quantities of protein utilizing the principle of protein-dye binding”. Analytical Biochemistry, 72:248-254, 1976. Bruneel C., Pareyt B., Brijs K., Delcour J.A. “The impact of the protein network on the pasting and cooking properties of dry pasta products”. Food Chemistry, 120:371-378, 2010. Cubadda R.E., Carcea M., Marconi E. Trivisonno M.C. “Influence of gluten proteins and drying temperature on the cooking quality of durum wheat pasta”. Cereal Chemistry, 84:48-55, 2007. D’Egidio M.G., Mariani B.M., Nardi S., Novaro P., Cubadda, R. “Chemical and technological variables and their relationships: A predictive equation for pasta cooking quality”. Cereal Chemistry, 67:275-281, 1990. D’Egidio M.G., Nardi S. “Textural measurement of cooked spaghetti”. In “Pasta Noodle Technology” J.E. Kruger, R.B. Matsuo, J.W. Dick (Eds.) American Association of Cereal Chemistry, St. Paul MN, USA, pp. 133-169, 1998. D’Egidio M.G. “Overview on pasta in the world”. Tecnica Molitoria International, 58:92-97. 2007. EU regulation n° 1169/2011 of the European Parliament and of the Council of 22 November 2011. Official Journal of the European Union L 304/33. International Grain Council, 2015. http://www.igc.int ISTAT, Italian National Institute of Statistics, Section Agriculture and Livestock, http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/NewDownload. jsp?id=15A|18A|25A Legislative Decree “Indicazione dell’origine, in etichetta, del grano duro per paste di semola di grano duro (17A05704)”. Gazzetta Ufficiale n. 191 del 17 agosto 2017, p. 16, 2017. Minolta “Precise color communication: color control form feeling to instrumentation”. Dsaka: Minolta Camera, 1993. Novaro P., D’Egidio M.G., Mariani B.M., Nardi S. “Combined effect of
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cereali Sili in deterioramento: recuperarli o sostituirli? Sili in acciaio, adibiti allo stoccaggio di farine, cereali, cibi per uso umano o animale, sono resistenti nel tempo, se sottoposti a manutenzioni programmate. Le superfici esterne possono manifestare fenomeni di degrado a causa dell’esposizione agli agenti metereologici e all’ambiente specifico sede della struttura; quelle interne, invece, per le condizioni di esercizio dei prodotti stoccati.
non avviene quasi mai rispettando le procedure dettate dalle normative. Il ripristino in opera di parti danneggiate, con attività di integrazione e protezione, va preceduto dalla stesura di una relazione di un professionista abilitato
Conviene recuperare o sostituire i sili degradati? Alterazioni e fenomeni di deterioramento delle superfici non vanno sottovalutati per la sicurezza e la tutela di impianti e produzioni. Da qui, la necessità di sostituire o recuperare i sili degradati. La sostituzione, affidata a società specializzate nella sola costruzione, prevede la realizzazione del nuovo silo per singoli pezzi in officina, poi trasporto e assemblaggio in loco. Eventuali danni causati da trasporto, montaggio e modifiche determinano una predisposizione delle superfici alla corrosione, perché il ripristino del rivestimento protettivo 68 ˙ maggio 2019
Recupero in corso di una batteria di silos (Italsave).
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cereali Intervento di recupero completo su una batteria di sili (Italsave).
e affidato a ditte competenti, poiché si tratta di fasi delicate che richiedono competenze specifiche, per ottenere un risultato ottimale. Il recupero di sili degradati, invece, prevede già una relazione e un progetto completo, da svolgere in loco con attività di rimozione e ricollocazione di parti deteriorate, eventuali rinforzi delle strutture, e cicli di rivestimenti protettivi scelti in base all’ambiente di ubicazione, fondamentali per garantire una struttura resistente nel tempo. Un silo ripristinato a regola d’arte, infatti, può durare fino al 50% in più di uno di nuova costruzione. Altro vantaggio è la possibilità di programmare gli interventi limitatamente ad alcuni sili per volta, per non bloccare la produzione industriale. Il recupero di sili esistenti è, dunque, più conveniente della loro sostituzione, per ragioni di sicurezza dell’impianto, durabilità e ritorno economico, perché
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è possibile pianificare gli interventi, limitando il fermo impianto. A chi rivolgersi per un corretto progetto di recupero e manutenzione? Le opere di recupero devono essere eseguite in maniera precisa, rispettando linee guida e cicli protettivi, per garantire un’efficacia a lungo termine. Pertanto, bisogna affidarsi a professionisti esperti, in grado di verificare lo stato delle strutture, redigere un progetto completo e svolgere le attività operative di ripristino. Gli interventi devono essere eseguiti in totale sicurezza, nel rispetto delle normative vigenti, pianificati per lotti, piani e aree, impiegando metodi, dispositivi e materiali a norma, ad elevate prestazioni e basso impatto, per garantire soluzioni sicure, convenienti e durature nel tempo. Angela Di Chio, ufficio tecnico Italsave
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Varietà di frumenti teneri e duri per la filiera cerealicola L’Associazione Nazionale Francese dei Mugnai (ANMF) ha divulgato l’usuale lista delle varietà di frumento che presentano le caratteristiche tecnologiche adatte per la panificazione e la biscotteria, raccomandate agli operatori della filiera cerealicola. Le informazioni sono suddivise in due categorie: - la lista BPMF che raggruppa le varietà migliori del raccolto 2019, raccomandate ai mugnai da utilizzare in miscela per la produzione di farine da panificazione e da biscotti (varietà utilizzate nel quadro dei contratti di approvvigionamento delle aziende molitorie); - la lista VRM che annovera le varietà raccomandate per la semina 2019 (rac-
colto 2020), dedicata sia ai coltivatori che alle industrie molitorie che intendono stipulare accordi di filiera con contratti di produzione di specifiche varietà. Per una più immediata consultazione, riportiamo le due liste sotto forma di tabelle, così come la lista VRSP 2019 relativa alle varietà di frumento duro raccomandate per pastificazione, divulgata dall’Osservatorio della Qualità delle Varietà di Grano Duro coltivate in Francia, al quale partecipano il Sifpaf ed il Cfsi (rispettivamente Sindacato degli industriali produttori di paste alimentari di Francia e Comitato francese della semoleria industriale).
Lista VRSP 2019 delle 11 varietà di grano duro raccomandate dalle industrie francesi produttrici di semola e di pasta.
*
Miradoux: campione di riferimento in tutti gli anni di prova, considerato equilibrato e stabile.
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cereali Lista BPMF delle varietà di frumento tenero del raccolto 2019 raccomandate dall’ANMF da utilizzare in miscela per farine da biscotti e panificazione.
BB: frumenti biscottieri
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Lista VRM delle varietà di frumento tenero raccomandate dall’ANMF per la semina 2019 (raccolto 2020).
Questo frumento, con buon valore alveografico e tenore in proteine, ha dei difetti in panificazione francese e deve essere usato in miscela dai mugnai; (2) Frumenti panificabili specifici per l’agricoltura biologica. BB: frumenti biscottieri ZS: Zona Sud, al di sotto della linea La Rochelle-Annecy.
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cereali
Seme certificato per la sicurezza alimentare “Chiediamo alla politica di mettere in atto le misure necessarie per garantire l’applicazione della legge che obbliga il commercio di sementi certificate per la produzione di soia. Si tratta prima di tutto di una garanzia per i consumatori, i primi a ritenere che la completa tracciabilità debba partire dal seme, come rivela il sondaggio presentato”. Così si è espresso Paolo Marchesini, presidente della Sezione Colture Industriali di Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere italiane, in occasione della presentazione dei risultati di un’indagine commissionata a Pepe Research da Assosementi, sulla sicurezza alimentare e la tracciabilità dei prodotti derivati dalla soia. “La ricerca rivela come i cittadini siano in prima linea nella richiesta di prodotti realizzati in modo tracciabile a partire dal seme – ha dichiarato Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera –. Per rispondere a questa domanda crescente, stiamo lavorando per migliorare i contratti di filiera, la chiave per costruire un percorso che garantisca la trasparenza di tutto l’iter produttivo dell’agroalimentare italiano e ci aspettiamo un segnale concreto proprio dalla filiera stessa in questa direzione”. “Il 91% degli italiani ritiene importante che la tracciabilità della produzione agroalimentare inizi dall’origine del se-
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me. Oggi tuttavia non è possibile garantire la provenienza del 30% della soia seminata, utilizzata sia per il consumo alimentare sia nella dieta degli animali, una situazione che rende impossibile garantire l’origine e la tracciabilità di molti
prodotti tipici del Made in Italy. L’Italia è il primo produttore di soia a livello Ue, ma se un terzo del prodotto non è tracciato e si mischia con quello regolarmente certificato, a risentirne sono le eccellenze agroalimentari delle quali il nostro Paese ha saputo fare un marchio di qualità e distinzione nel mondo. Per evitare questo fenomeno è sufficiente mettere in atto le misure necessarie già previste dalla legge. Da 50 anni abbiamo un sistema strutturato per garantire il consumatore, con una legislazione molto avanzata. La certificazione, effettuata maggio 2019 ˙ 73
da un organismo pubblico indipendente, garantisce produzioni di qualità e all’insegna della sostenibilità ambientale”, ha concluso Marchesini. Secondo l’indagine condotta da Pepe Research, la soia è consumata da un terzo degli italiani, in prevalenza giovani (18-34 anni) e in leggera maggioranza di genere femminile. Il 22% degli intervistati ha dichiarato di ritenere che il consumo può aumentare in futuro. Inoltre, il 97% è informato sul ruolo che riveste la soia nell’alimentazione animale.
Dall’indagine di Assosementi emerge che l’83% degli italiani dichiara di fare attenzione alle informazioni sulla tracciabilità degli alimenti, strumento a garanzia della sicurezza alimentare, e all’origine delle materie prime durante le scelte di acquisto. Al tempo stesso, però, l’inchiesta ha rivelato che per il 90% mancano adeguati strumenti di informazione: un’esigenza resa ancora più evidente dal fatto che i consumatori di soia sono più attenti della media alle informazioni sulla tracciabilità.
Nuova varietà di grano adatta ai celiaci Oltre 2 milioni di americani soffrono di celiachia: il loro sistema immunitario, quando assumono glutine, causa nausea, crampi e altri problemi di salute. Non esiste alcun trattamento oltre all’eliminazione dalla dieta di tutti gli alimenti preparati con grano o l’integrazione a ogni pasto di un enzima. Ricercatori della Washington State University, in collaborazione con i colleghi della Clemson University e di altre istituzioni in Cile, Cina e Francia, hanno sviluppato un nuovo genotipo di grano incorporando gli enzimi preposti alla rottura delle proteine che causano la reazione immunitaria dell’organismo. Questa scoperta è stata pubblicata sulla rivista Functional and Integrative Genomics (vol. 19, n. 1, pagg. 123-136, 2019). Il team ha introdotto un nuovo DNA nel grano, producendo una varietà che contiene una glutenasi dell’orzo e un al-
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tro enzima del batterio Flavobacterium meningosepticum. Questi enzimi sono in grado di rompere le proteine del glutine nell’apparato digerente umano. I ricercatori hanno simulato il tratto digestivo dell’organismo umano e hanno testato gli estratti di glutine dal grano sperimentale: sono stati trovati livelli molto più bassi delle proteine che causano i disturbi; infatti gli enzimi avevano ridotto il quantitativo di glutine non digeribile di almeno due terzi.
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mangimi
Assalzoo entra in OICB “È una decisione che fa crescere la filiera delle carni bovine e conferma la strategia della nostra Associazione nell’essere parte attiva e propositiva dei processi aggregativi che sappiano rendere sempre più sistema l’agroalimentare italiano”. Sono queste le parole di Marcello Veronesi, presidente Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), a seguito dell’adesione all’Organizzazione Interprofessionale delle Carni Bovine (O.I.C.B.), costituita nel novembre 2018 da Assograssi, Fiesa-Confesercenti, Cia, Confagricoltura, Copagri e Uniceb, per promuovere lo sviluppo, l’innovazione e la valorizzazione del comparto delle carni bovine, per accrescerne le potenzialità di produzione a livello nazionale. Secondo Veronesi, la zootecnia rappresenta un settore strategico per l’agroalimentare italiano, dove le singole componenti che contribuiscono alle produzioni non trovano una sintesi comune nel dialogo. La sfida per il futuro è rappresentata dal superamento della frammentazione di questo comparto zootecnico e dalla necessità di rafforzare la filiera, per consentire una migliore organizzazione produttiva lungo tutte le fasi della stessa e orientare al meglio le produzioni. L’impegno dell’industria mangimistica è proiettato al dialogo proficuo tra tutte le componenti della filiera, nella convinzione che soltanto lavorando insieme per un progetto comune sia possibile tutelare gli interessi della 76 ˙ maggio 2019
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mangimi produzione zootecnica italiana. Lo scopo dell’OICB va in questa direzione ed è necessario che, accanto al ruolo delle Istituzioni Pubbliche, si facciano parte attiva tutte le organizzazioni che tutelano gli interessi del comparto delle carni bovine, per favorire un percorso condiviso di integrazione per il rafforzamento del settore. Occorre ritrovare unità e lavorare insieme nell’elaborazione di una strategia nazionale condivisa, che consenta la valorizzazione delle produzioni e l’equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera.
Effetto dell’aggiunta di sottoprodotti sulla produzione di latte Sul Journal of Dairy Science (vol. 102, n. 2, pagg. 12471256, 2019) sono stati pubblicati i risultati dello studio condotto da ricercatori irlandesi per determinare l’effetto del quantitativo aggiunto di sottoprodotto e della percentuale di mangime concentrato rispetto al quantitativo di fieno, su produzione e composizione del latte ed escrezione di azoto da parte di vacche nate in primavera durante la fine dell’allattamento al pascolo estivo. A quarantotto vacche da latte Holstein Friesian è stato somministrato, in modo randomizzato incrociato 2x2, 1 dei 4 trattamenti dietetici, a completamento dell’alimentazione a base di loglio fresco: sono stati offerti 2 volte al giorno durante la mungitura per 63 giorni, rispettivamente, 3 kg di concentrato contenente il 35% di sottoprodotto (A); 6 kg di concentrato contenente il 35% di sottoprodotto (B); 3 kg di concentrato contenente 95% di sottoprodotto (C); 6 kg di concentrato contenente il 95% di sottoprodotto (D). Come sottoprodotto sono stati utilizzati baccelli di soia, farina di estrazione del seme di palma e i solubili secchi della distillazione del mais. L’assunzione di fieno (14,5 kg/die) non è stata influenzata dall’aggiunta del sottoprodotto che non ha avuto effetti sulla resa del latte (27,1 kg/die) o dei solidi del latte
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(MS) (2,0 kg/die): infatti, le vacche trattate con (B) e (D) hanno prodotto un +1,6 kg/die di latte e un +0,13 kg/die di MS, hanno consumato più azoto (+0,08 kg/ die) ed escreto una porzione minore di azoto nel latte (0,25 contro 0,27) e feci (0,39 contro 0,41), ma maggiore nell’urina (0,39 contro 0,32) rispetto alle vacche che hanno ricevuto l’integrazione (A) e (C). Pertanto, i riscontri economici dell’aggiunta di sottoprodotti dipendono dal prezzo del latte e dal costo del concentrato.
L’olio di girasole e il latte Il latte è un alimento che, insieme ai suoi derivati, contribuisce a soddisfare i bisogni alimentari e a mantenere un buono stato di salute. Ricercatori brasiliani dell’Istituto di Scienze Animali di Ribeirao Preto hanno condotto uno studio – pubblicato su Nutrients, 11, (2):481, 2019 – volto a valutare gli effetti dell’introduzione di olio di girasole (SFO), selenio e vitamina E nell’alimentazione delle bovine in lattazione, sul miglioramento del profilo nutrizionale degli acidi grassi e la loro ossidativa stabilità nel latte, nonché sull’accettabilità del prodotto da parte dei consumatori. A questo scopo, 32 vacche da latte Jersey sono state assegnate a 4 regimi alimentari per 60 giorni, secondo il seguente schema: C (dieta di controllo); A (3,5 mg/kg DM (sostanza secca) di selenio organico + 2000 UI di vitamina E/mucca al giorno); O (4% DM SFO); OA (dosi uguali di trattamenti A e O). L’inclusione dell’SFO ha ridotto il contenuto degli acidi grassi 10:0, 10:1, 11:0, 12:0, 12:1, 14:0, e 9c-14:1, come pure degli acidi grassi dispari e a catena ramificata (13:0, iso 13:0, anteiso 13:0, 15: 0, iso 15:0 e 17:0). Si è anche rilevata una tendenza alla riduzione delle concentrazioni di acidi grassi 8:0 e 16:0 quando la dieta includeva l’olio di girasole. L’SFO ha ridotto la concentrazione di acidi grassi da 10:0 a 15:0 nel latte. La somma degli acidi linoleici coniugati (CLA), inter 78 ˙ maggio 2019
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mangimi medi dell’alfa-linolenico (CLnAs; 18:3 Omega6 + 18:3 omega 3), e acidi grassi 22:0 nel latte è risultata in crescita e c’è stato un significativo aumento di quelli 18:0 e 9c11t-18:2 con l’aggiunta di SFO. In termini di effetti dell’olio sugli indici lipidici relativi alla salute, l’indice di aterogenicità tende a diminuire e l’h/H ad aumentare. Quando la dieta delle vacche è stata integrata con antiossidanti, la concentrazione di acidi grassi 20: 2 è diminuita, mentre quella di 6 + 7 + 8 + 9t-18:1, 16t18:1, 20:0, 22:2 e 24:0 è cresciuta, con una tendenza all’aumento della concentrazione di acidi grassi 22:1 omega9 con l’aggiunta di olio e antiossidanti. C’è una tendenza all’aumento degli acidi grassi omega6 e omega6/omega3 nel latte trattato con olio di girasole e antiossidanti. La stabilità ossidativa del latte non è risultata influenzata dalla presenza di SFO o antiossidanti nella dieta delle vacche. I consumatori hanno invece apprezzato il colore e la palatabilità del latte ottenuto con l’aggiunta di SFO. Le mucche alimentate con olio di semi di girasole al 4% hanno prodotto un latte con un migliore profilo in acidi grassi, contenente più CLA e un migliore rapporto di acidi grassi ipocolesterolemici e ipercolesterolemici, senza aumentare la suscettibilità del latte all’ossidazione. Inoltre, il latte è stato giudicato più accettabile dai consumatori.
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Probiotici e qualità del latte vaccino Sul Journal of Dairy Science, 102(3):2188-2195, 2019, è stato pubblicato un lavoro condotto presso l’Università australiana del Queensland, che ha valutato l’effetto di un prodotto probiotico commerciale sulla qualità del latte vaccino. I probiotici, destinati a migliorare la produttività dell’erba da pascolo consumata dalle vacche, stanno diventando commercialmente disponibili in Australia. Great Land (GL; Terragen Biotech Pty Ltd., Coolum Beach, QLD, Australia) è uno di questi condizionatori biologici del terreno e un probiotico spray che, in etichetta, promette di agire per migliorare la salute e la produttività delle piante. L’obiettivo di questo studio è stato quantificare l’effetto del GL sulla qualità del latte di mucche al pascolo in terreni trattati con GL. Bovine in lattazione di età e razze miste (principalmente Holstein-Friesian), dalla seconda lattazione in poi, sono state monitorate per almeno 80 giorni e suddivise casualmente in due gruppi: uno di 98 individui fatti pascolare in terreni trattati con GL ed uno di controllo con 114 animali fatti pascolare in terreni non trattati. Come richiesto, la dieta di entrambi i gruppi è stata integrata con la stessa quantità di razione mista durante il periodo di pascolo. Campioni di latte composito sono stati raccolti settimanalmente da ciascuna mucca e analizzati per determinarne i componenti. I volumi di latte sono stati registrati ad ogni mungitura, utilizzando il software di gestione dell’allevamento studiato. Le differenze medie nelle variabili dei componenti del latte sono state confrontate con modelli di regressione lineare ad effetti misti. Dopo il controllo dell’effetto dei giorni sul latte, la lattazione e il tempo trascorso dall’ingresso dell’animale nello studio, le vacche interessate dal trattamento hanno prodotto 80 ˙ maggio 2019
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mangimi in media 1,21 L di latte in più al giorno (95% intervallo di confidenza: 0,34-2,08 L/vacca die) e più proteine del latte (0,03 kg/die; 95% intervallo di confidenza: 0,010,05 kg/die) rispetto agli animali di controllo. Non è invece cambiata la quantità di erba consumata al pascolo dai due gruppi. Una quantità limitata di dati pubblicati ha esaminato l’effetto del trattamento probiotico sulla qualità del latte di vacche al pascolo, mentre questo studio suggerisce che l’applicazione di tali prodotti può essere utile. Rimangono comunque da investigare i meccanismi associati a questi risultati.
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pasta
La Molisana inaugura la GPL180
Giuseppe Ferro, amministratore delegato de La Molisana.
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“Una nuova macchina con una tecnologia all’avanguardia che essicca la pasta in metà tempo rispetto al processo tradizionale, restituendo un prodotto di migliore qualità, più resistente in cottura, più tenace ed elastico”, queste le parole dell’ingegnere Enrico Fava, durante l’inaugurazione della linea GPL 180 presso La Molisana. “Sapere che l’azienda pastaria di Campobasso abbia scelto questa linea è per me motivo di grande orgoglio – ha affermato Fava – dalla prima presentazione alle prove comparative di laboratorio, fino allo studio di fattibilità, tutto è stato vissuto in un clima di crescente entusiasmo. Nel settore della pasta secca gli elementi importanti sono la tenuta in cottura a parità di materia prima, la stabilità di essiccazione, l’assenza di carica batterica e l’aspetto. Tutto ciò interessa il prodotto, mentre l’affidabilità meccanica è fondamentale per assicurare continuità di produzione indispensabile a garantire la qualità del prodotto finale”. La Molisana investe sempre più in tecnologia avanzata, in persone competenti e in materia prima. “La sapienza della tradizione del pastaio si può solo consolidare con i macchinari all’avanguardia”, afferma l’amministratore delegato, Giuseppe Ferro. Oggi La Molisana utilizza solo grano 100% italiano, il Made in Italy supera le crisi e cresce nel mondo. “Il 35% del fatturato viene dalla vendita dei nostri prodotti all’estero – conTecnica Molitoria - vol. LXX
pasta tinua Ferro –. Esportiamo in 80 Paesi, tra cui Canada, Giappone, Brasile, Stati Uniti, Nuova Zelanda, oltre che in Europa”. L’incremento di vendite del 30% ha portato l’azienda al quarto posto nel segmento della pasta secca, restando co-leader nel comparto dell’integrale e leader nella categoria della semola rimacinata di grano duro (Dati IRI Gdo AP marzo 2019). “Siamo estremamente soddisfatti degli ultimi dati – afferma l’ad – e nel 2019 stimiamo di arrivare ad un fatturato di 150 milioni di euro”.
Conservazione di noodle freschi con acido lattico e ozono Su Cereal & Feed Industry (No. 2):22-28, 2019, è comparso un lavoro di un’équipe di ricercatori cinesi che ha valutato il prolungamento della conservazione di noodle freschi, grazie al trattamento con ozono e acido lattico. I risultati mostrano che, con l’aumento del tempo di trattamento con l’ozono, aumentava la bianchezza della farina, diminuiva il contenuto di glutine umido, aumentava l’indice di glutine e tendeva a ridursi l’attività della polifenolo ossidasi nella farina. Nel caso dell’uso del tampone acido per i noodle freschi, si è riscontrato che, con la diminuzione del pH dovuta all’acido lattico, il valore totale del colore L era in aumento. Rispetto al controllo, colore e gusto dei noodle nel periodo di conservazione hanno subito significativi cambiamenti positivi e, con l’abbassamento del pH, è rallentata la crescita dei microrganismi. Utilizzando il trattamento della farina con ozono per 10 minuti e un valore di pH della soluzione acquosa di 3,5, la qualità è significativamente migliorata.
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Modello predittivo per la crescita del Bacillus cereus nella pasta cotta Alcuni ricercatori dell’Eastern Regional Research Center di Wyndmoor, negli Usa, hanno pubblicato sul Journal of Food Science, 84(3):590-598, 2019, un lavoro volto allo sviluppo di un modello per prevedere la crescita di Bacillus cereus dalle spore durante il raffreddamento della pasta cotta. Quest’ultima è stata
inoculata con un cocktail di quattro ceppi di spore di B. cereus sottoposte a shock termico (80°C/10 min) per ottenere una concentrazione finale di circa 2 log CFU/g. Successivamente, la crescita è stata determinata a temperature isotermiche a partire da 10°C e ogni tre gradi fino a 49°C. I campioni sono stati periodicamente prelevati e seminati su piastre di agar polimixina-mannitolo-tuorlo d’uovo, incubate per 24 ore a 30°C. I modelli primari di crescita di Baranyi, Huang e Gompertz, modificati, sono stati utilizzati per definire i dati di crescita, mentre il modello secondario Ratkowsky modificato è stato utilizzato per illu 84 ˙ maggio 2019
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pasta strare i tassi di crescita determinati dai modelli primari in relazione alla temperatura. Tutti e tre i modelli primari si adattano bene ai dati di crescita. Il modello secondario Ratkowsky modificato è risultato adeguato ai livelli di crescita ricavati dai tre modelli primari (valori R 2 compresi tra 0,96 e 0,98). Dopo la verifica della zona di previsione accettabile (APZ) e dell’adeguatezza delle analisi statistiche, è stato determinato che il modello di crescita primaria Baranyi è il migliore per questi dati. Sia per la validazione del raffreddamento esponenziale a una velocità che per quella del modello di raffreddamento lineare bifasico, tutte le previsioni del modello Baranyi (rispettivamente n=24 e 28) sono rientrate nell’APZ (da -1,0 a 0,5 log CFU/g). Il modello verrà utilizzato per determinare la sicurezza della pasta cotta sottoposta a tempi di raffreddamento più lunghi o conservata a temperature improprie negli ambienti di ristorazione istituzionali. Per quanto riguarda l’applicazioVia Tessara 9/11 35010 Curtarolo (PD) Italy ne pratica, il modello predittivo Tel +39 049 557094 - cell. +39 3287753783 info@rambaldoantonio.com può essere utilizzato per stimawww.rambaldoantonio.com re l’entità della crescita microbica durante il raffreddamento della pasta cotta oltreché nella pianificazione di un programma HACCP e nella definizione dei livelli critici di controllo. Grazie a questo modello, l’industria alimentare retail avrebbe quindi bisogno di meno challenge test per convalidare la sicurezza dei prodotti, ed esso fornirà alle autorità di regolamentazione e ai produttori di alimenti un mezzo NEW ALUMINIUM FRAMES di valutazione obiettivo per vaFOR ANY MODEL lutare il rischio microbico e preOF PLANSIFTER venire il rischio di intossicazione alimentare dei consumatori.
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panificazione Miglioramento delle proprietà della farina di riso con le microonde Su Food Hydrocolloids 90, 472-481, 2019, è comparso il lavoro di un’équipe di ricercatori spagnoli che ha valutato le alterazioni chimiche della farina di riso indotte dal trattamento con calore e umidità, abbinato alla radiazione a microonde sulle proprietà reologiche e di impasto degli impasti senza glutine e la qualità fisica dei pani derivati. Si sono valutati due livelli di contenuto di umidità iniziale della farina, 20% (MW-20%) e 30% (MW-30%) e due aggiunte (30 e 50%) all’impasto per valutare la possibilità di modificare la viscoelasticità e la capacità di panificazione dovuta al trattamento fisico. La farina di riso trattata con il MW-30% ha mostrato i risultati più rilevanti, conferendo una maggiore viscoelasticità rispetto al controllo (farina di riso nativa al 100%), aumentando il modulo G1 dell’impasto fino al 69 e al 135% per le aggiunte di farina trattate rispettivamente con il 30 e 50% di MW-30%. La farina trattata ha aumentato la resistenza degli impasti alla deformazione e ne ha migliorato il comportamento elastico e la capacità di recupero fino al 170% rispetto al controllo. I principali effetti sui parametri di impastamento sono stati ottenuti anche con gli impasti formulati con la farina MW-30% al livello di sostituzione massimo (50%), che ha ritardato la temperatura, diminuito il picco, la viscosità in vasca e finale rispetto all’impasto di controllo. Entrambe le farine di riso trattate con MW (MW-20% e MW-30%) sono associate a pani con volumi specifici 86 ˙ maggio 2019
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panificazione più elevati, mollica più morbida e raffermamento ritardato. Il trattamento con calore e umidità assistito dalle microonde della farina di riso sembra quindi una procedura valida per migliorare il comportamento viscoelastico e le prestazioni di panificazione degli impasti senza glutine.
Uso di Leuconostoc citreum selezionato come starter per pane senza lievito Un gruppo di ricercatori dell’ISPA di Bari ha pubblicato su Foods, 8(2):70, 2019, un lavoro volto alla caratterizzazione e selezione di ceppi batterici adatti alla produzione di pane senza lievito. Sono stati selezionati i ceppi di Leuconostoc citreum C2.27 e Weissella confusa C5.7 per la loro capacità di lievitazione e acidificazione, utilizzati individualmente come starter nei test di panificazione. I lieviti madre liquidi di tipo II, inoculati con i due ceppi selezionati, sono stati caratterizzati e impiegati per la panificazione attraverso la messa a punto di un protocollo biotecnologico senza impiego di lievito di birra come agente lievitante. Con l’obiettivo di verificare la capacità dei ceppi selezionati di dominare il processo di fermentazione, batteri e lieviti sono stati isolati da lieviti madre liquidi e impasti, per essere quindi geneticamente caratterizzati e identificati. Il C2.27 ha mostrato la massima capacità di lievitazione ed è stato in grado di dominare il microbiota dell’impasto. Sono stati anche studiati gli effetti di diverse concentrazioni di sale sul ceppo selezionato. L’applicabilità del protocollo sviluppato, adattato alla produzione del pane pugliese tipico, la puccia, e l’idoneità del ceppo L. citreum C2.27 sono stati confermati su scala pilota in un panificio industriale. Il pane puccia, prodotto con il lievito madre liquido fermentato con L. citreum C2.27, senza lievito di birra e sale, è risultato simile nell’aspetto al prodotto convenzionale contenente il lievito di birra ed è stato giudicato positivamente da un’analisi sensoriale.
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Brevetto per un metodo di autenticazione del pane tradizionale Gobbetti, Potonio, De Cagno, Lanera, De Angelis e Van Sinderen sono gli autori di un lavoro condotto presso l’Università di Bari, comparso su Italian Patent Application, 2018, che ha portato a brevettare un metodo per l’autenticazione di pani tradizionali/tipici, cioè lievitati con lievito madre (pasta madre o pasta acida), mediante un metodo molecolare che consente l’individuazione e la quantificazione del DNA dei batteri lattici eventualmente presenti nel pane. In particolare, l’invenzione riguarda l’uso di primer che consentono di effettuare una reazione a catena quantitativa della polimerasi (qPCR), volta a verificare la densità cellulare di batteri, i batteri lattici vantaggiosi, contenuti nei prodotti alimentari lievitati, e a determinare se una densità sia compatibile con la lievitazione naturale. Anche i primer sopra menzionati e un kit che li contiene sono oggetto dell’invenzione.
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Piatti pronti: soluzioni per soddisfare le esigenze di tutti
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Al giorno d’oggi, lo stile di vita frenetico e ricco di impegni porta a ridurre sempre di più il tempo da dedicare al pranzo come momento conviviale, a vantaggio di una maggiore attenzione verso altri interessi. Per questo motivo si sente la necessità di pasti veloci e bilanciati, e spesso si cerca un’alternativa al classico panino, magari in un piatto di pasta, ma che sia già pronta al consumo. Storci ha compreso questa esigenza e ha deciso di unire le forze con la ditta BS di Parma, presente dal 1980 nei principali mercati dei piatti pronti, fast food, gelati e dolciumi, dando vita ad una rete di impresa che opera nel mercato delle linee dei piatti pronti.
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macchine Sistemi completi per la produzione di paste corte o lunghe, ripiene e sfoglia, per la cottura di tutti i formati, per il dosaggio di condimenti e di paste, compongono le linee per piatti pronti Storci Bs Network. Per produrre lasagne e cannelloni si può scegliere tra linee semiautomatiche o automatiche e diverse capacità produttive (tutte con semplicità di gestione, automatismi di primo livello, facilità di pulizia e manutenzione, tecnologia sottovuoto per la produzione di sfoglia sia con sfogliatrice che con pressa): da 600 vaschette/ora fino a circa 4.500 kg/h. Recentemente è stata installata una linea per lasagne pronte surgelate tra le più grandi d’Europa per la quale Storci ha contribuito nella realizzazione dei sistemi di produzione e cottura della sfoglia per una capacità di 4.500 kg/h di lasagne condite. La pressa è fornita di un premiscelatore Premix per ingredienti solidi e liquidi, abbinato ad un dosatore gravimetrico per ingredienti caratterizzanti la sfoglia (come gli spinaci in polvere), ha un diametro della vite di compressione di 135 mm ed è dotata di una testata circolare per sfoglia da 400 mm; i successivi gruppi di laminazione e di cottura permettono di lavorare con una sfoglia da 1.060 mm di larghezza. Se invece l’interesse è per la produzione di piatti pronti a base di pasta ripiena, corta e lunga, la proposta è la linea multiprodotto R2E (sinonimo di “ready to eat”), che permette di ottenere vasta scelta di formati, capacità di produzione e di cottura in spazi ridotti, massima semplicità di utilizzo e pulizia. La linea multiprodotto ha capacità produttiva da 600 a 5.000 vaschette/ora e, data l’elevata adattabilità del sistema di cottura ai diversi prodotti, si possono cuocere anche paste secche, carni, riso, pesce e verdure. Gli impianti per la produzione di piatti pronti Storci-Bs garantiscono un’elevata flessibilità di produzione, grandi capacità produttive in spazi ridotti, facilità di utilizzo e di pulizia con un elevato rendimento energetico.
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L’insaccatrice I-Flex per la massima flessibilità C’è la flessibilità degli impianti tra gli aspetti che rivestono oggi maggiore importanza nel settore del confezionamento di prodotti sfusi in sacchi. Soprattutto per i mangimifici di piccola e media grandezza chiamati, per motivi di spazio e di contenimento dei costi, a ottimizzare la produzione, insaccando più tipologie di prodotti diversi su un solo impianto. La possibilità di gestire lotti differenti tra loro per caratteristiche fisiche e tipologia di prodotto – pellettati, fioccati, misto fioccati e sfarinati – attraverso un semplice cambio di formato automatico, gestito senza l’intervento manuale dell’operatore, diventa un beneficio in termini di efficienza e continuità produttiva. Concetti di Bastia Umbra, attivo nel settore del packaging da più di 40 anni, conosce bene queste esigenze e per questo presenta I-Flex, l’insaccatrice per prodotti gra-
Interno dell’I-Flex con particolare della etichettatrice (Concetti).
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macchine nulari in sacchi a bocca aperta caratterizzata da versatilità e compattezza. L’acronimo “Infinite Flexibility” indica le potenzialità dell’insaccatrice nata per lavorare, con il cambio di formato automatico in 60 secondi, un’ampia gamma di sacchi preformati con larghezze variabili dai 250 a i 600 mm, offrendo la possibilità di gestire svariate tipologie e chiusure di sacchi in carta, rafia e plastica con un solo impianto. La macchina può produrre fino a 600 sacchi all’ora. Il modello nasce per i produttori di materiali sfusi scorrevoli, alle prese con cambi di imballo frequenti, spazi ridotti e necessità di ottenere il massimo in termini di versatilità dal singolo impianto. Fra gli accessori “intelligenti” dell’insaccatrice il pannello di controllo che può essere visualizzato anche da dispositivo mobile, come tablet, smartphone o computer portatile; il sistema consente anche la visualizzazione dello stato della macchina in tempo reale e dei dati di produzione da remoto, mediante un’interfaccia accessibile da qualsiasi dispositivo mobile. La confezionatrice integra, inoltre, un sistema automatico che stampa e applica (print-apply) etichette adesive di varie dimensioni in tempo reale sui sacchi. Le etichette possono essere personalizzate e riportare il marchio del produttore, il contenuto dei sacchi, il peso, i codici a barre e altre informazioni previste dalla normativa. L’etichettatrice può anche essere interfacciata con il server aziendale per l’invio di informazioni. Il nuovo modello di insaccatrice, automatico, fa parte della serie delle IGF Concetti, macchine “Industria 4.0 compliant” note sul mercato da più di 40 anni.
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Vista frontale insaccatrice I-Flex (Concetti).
Vista laterale insaccatrice I-Flex (Concetti).
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Griglie magnetiche e tubazioni macchine per granaglie e sfarinati
GMP griglia magnetica a pozzetto per sistemi di trasporto in pressione (Magnetica Torri).
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Magnetica Torri è specializzata nel settore della deferrizzazione ed opera sul mercato sia nazionale che internazionale. La conoscenza delle tematiche inerenti la deferrizzazione consente prodotti di alta qualità, nonché un efficace servizio di consulenza nella fase progettuale degli impianti. Le griglie magnetiche della serie GM trovano largo impiego nella deferrizzazione di prodotti fini e granulari, garantendo ottimi risultati con la massima facilità di installazione. Vengono di norma montate in condotte in caduta libera per il modello GMC, in condotte a pressione per il modello GMP o in tramogge per i modelli GMR e GMT. Le griglie magnetiche realizzate integralmente in acciaio inox AISI 304 sono prive di alimentazione e permettono un rapido montaggio. Per i prodotti che presentano difficoltà di scorrimento (quali farine, amido di mais, latte in polvere, ecc.), l’azienda propone la griglia magnetica rotante GMC-R, una soluzione innovativa in cui il defluire del prodotto è facilitato dalla rotazione delle barre magnetiche interne alla griglia, per la rottura di eventuali grumi. Le operazioni di pulizia ordinaria sono agevolate dall’estrazione del cassetto su apposite guide, che permettono il posizionamento delle barre in verticale per la pulizia manuale. I sistemi a griglia sono equipaggiati con barre magnetiche di diametro 32 o 25 mm, in acciaio inox AISI 316. La costante ricerca nel realizzare campi ad elevata intensità ha permesso di proporre sistemi di deferrizzazione a 12000 Gauss, per l’intercettazione anche di particelle di acciaio inox. Tecnica Molitoria - vol. LXX
macchine GMC-R griglia magnetica rotante per prodotti che presentano difficoltà di scorrimento (Magnetica Torri).
Per il comparto delle industrie cerealicole, l’azienda propone, ad esempio, una serie di tubazioni magnetiche disponibili nelle versioni circolari (modello TMC), rettangolari (TMR), angolari (TMA) e quadrate (TMQ). Adatte per la deferrizzazione di cereali, farine, ecc. eliminando gli eventuali Via Tessara 9/11 35010 Curtarolo (PD) Italy elementi ferromagnetici presenti nel Tel +39 049 557094 - cell. +39 3287753783 info@rambaldoantonio.com prodotto alimentare, queste tubawww.rambaldoantonio.com zioni sono prive di alimentazione e consentono un rapido montaggio in sistemi in condotta. Sono in acciaio inox AISI304 e dotate di portelli per accedere al nucleo magnetico nelle fasi di pulizia. I modelli TMA e TMQ, dotati di un sistema di pulizia s cement rapida, garantiscono la massima veAnnoun locità nelle operazioni di pulizia del campo magnetico dalle particelle attratte. Il nucleo magnetico delle tubazioni può essere realizzato con magneti permanenti in ferrite o neodimio in funzione dell’esercizio. Su NEW POLYPROPYLENE FRAMES richiesta, l’azienda è anche in graFOR ANY MODEL OF PLANSIFTER do di sviluppare progetti e produrre esecuzioni speciali su misura.
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Saldatura ad ultrasuoni per sacchi a valvola
Paolino Barosi presidente e amministratore unico (Group Pack).
La storia imprenditoriale di Paolino Barosi inizia a Santarcangelo di Romagna negli anni ’60, ma è nel 1978 che nasce la Comes, prima azienda che costruisce pesatrici e insaccatrici per l’industria molitoria. Con tanta voglia di fare e coraggio, insieme ai figli costituisce nel 1988 la Technipes, azienda di impianti d’insacco e palettizzazione in Santarcangelo di Romagna, nel 1998 la Techni Transport, azienda di linee di trasporto e movimentazione industriale a Molinella di Bologna e oggi la Group Pack, azienda-laboratorio nella Repubblica di San Marino, dove Barosi, con la stessa passione, genialità artigianale e 60 anni di esperienza, al comando di un gruppo motivato di tecnici, sviluppa le sue idee innovative. La Group Pack realizza macchine e impianti completi per pesare, confezionare, movimentare, palettizzare e avvolgere, sia per sacchi a valvola che per sacchi a bocca aperta, con assistenza continua dalla progettazione alla messa in opera. “I mulini Italiani mi conoscono bene – afferma Paolino Barosi –: dal famoso ‘infila sacco automatico che non sbaglia un sacco’, abbinato alle pesatriciinsaccatrici per sacchi a valvola e a bocca aperta, fino al rivoluzionario sistema brevettato di saldatura ad ultrasuoni per sacchi a valvola: SigilPack 1, l’unico che salda
Impianto a 3 bocche con saldatura ad ultrasuoni realizzato per il Molino Piantoni, Chiari (Bs) (Group Pack).
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macchine con successo al 100%; si può installare su qualsiasi tipo e modello dâ&#x20AC;&#x2122;insaccatrice, poco ingombrante, si installa in piccoli spazi. Appena riempito il sacco, immediatamente viene saldata la valvola del sacco, per poi scivolare sul nastro trasportatore uscita sacchi-pieni. Nessuna perdita di prodotto, senza piĂš tempi morti, mantenendo la stessa produzione dellâ&#x20AC;&#x2122;insaccatrice. Il Molino Piantoni e i Molini Certosa hanno giĂ adottato il nostro sistema, semplice e innovativoâ&#x20AC;?.
Revamping di un vecchio impianto: La Molisana Sono circa 340 mila le tonnellate di pasta che negli ultimi due anni sono transitate nellâ&#x20AC;&#x2122;impianto di stoccaggio pasta corta del pastificio La Molisana di Campobasso, lâ&#x20AC;&#x2122;azienda che ha scelto Cusinato come fornitore nellâ&#x20AC;&#x2122;impresa di ricondizionare lâ&#x20AC;&#x2122;impianto di stoccaggio.
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Impianto di insilaggio pasta corta - Trasportatori a tazze carico sili (Cusinato).
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Una vera missione per portare a termine un intervento di revamping dell’impianto originale risalente agli anni ’80 e per rispondere all’esigenza di svecchiare le attrezzature ed il processo, dal punto di vista igienico, ma anche della sicurezza e della preservazione della qualità del prodotto. L’aggiornamento e il revamping sono stati effettuati senza interrompere l’attività produttiva, così da limitare i fermi macchina e non causare, con il blocco della produzione, una perdita per l’azienda. A questo, si è aggiunta una complessa situazione ambientale, per cui l’impianto da aggiornare era, e tuttora è, situato all’interno dell’azienda, in una collocazione complessa e poco agevole. L’impianto originario era costituito da un sistema di trasporto misto, a tazze e nastri a tappeto, corredato da 51 sili di stoccaggio, 4 linee di alimentazione e 12 uscite di confezionamento. L’obiettivo del lavoro è stato quello di sostituire la gran parte dei sili esistenti, che si voleva migliorare dal punto di vista tecnologico ed igienico. Il revamping è durato circa 2 anni, è stato fatto un lavoro di analisi e di progettazione delle possibili proposte e soluzioni e, dopo essersi confrontati con La Molisana, è stato definito il layout del nuovo impianto. Da un punto di vista operativo, l’intervento si è sviluppato attraverso tre grandi macrostep. Durante la prima fase, durata circa 4 mesi, è stato creato una sorta di polmone, un impianto composto da 13 sili localizzati in un corridoio dismesso. Il polmone è stato concepito per evitare le carenze di volume di stoccaggio nella fase di revamping. Nella seconda fase, di circa 8 mesi, si sono sostituiti 30 sili, alimentati da 4 linee di produzione e con 5 uscite verso il confezionamento (che vanno a connettersi allo smistamento a nastri esistenti), con altrettanti nuovi sili, compreso il carico e lo scarico. I nuovi sili, a differenza dei precedenti, sono stati alimentati con trasporti a tazze. Essi
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macchine sono caratterizzati da una pannellatura in laminato e una struttura esterna in FE, garantiscono una maggiore igienicità e, sfruttando lo spazio in altezza, realizzano una capacità maggiore del +15-20% rispetto al precedente impianto. In questa fase, i trasporti a tazze trasversali, oltre ad alimentare i nuovi sili, sono già stati predisposti per lo step successivo, essendo modulari, così da poi essere adeguati in tempi brevi. Durante la terza fase, durata 6 mesi circa, sono stati infine sostituiti gli altri 21 sili originali con 10 nuovi di pari capacità complessiva. I lavori si sono conclusi nel novembre 2018, con il certificato di collaudo finale e tutti gli obiettivi raggiunti, primo fra tutti l’essere riusciti a contenere il fermo impianto a soli 15 giorni in due anni, limitando in maniera fondamentale le possibili perdite per il consumatore.
Via Viazza Sinistra, 2 - 40054 MEZZOLARA di BUDRIO (BO) Responsabile Marketing Lodi Cesare - Cell. 335.5919878 - Fax 051.805912 E-mail: info@rimarticolitecnici.it - www.rimarticolitecnici.it
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igiene
Da Newpharm la lotta agli infestanti La presenza di infestanti nella filiera agroalimentare rappresenta un rischio elevato. Artropodi e Roditori infatti vengono annoverati tra i più celebri vettori meccanici di microrganismi che possono provocare la contaminazione di ingredienti e prodotti trasformati, con conseguenze dirette sulla salute di operatori e consumatori. Newpharm propone prodotti e strategie per preservare l’igiene degli ambienti e la sicurezza alimentare in tutte le fasi del processo: dalla conservazione delle materie prime in magazzino alla produzione, lavorazione e stoccaggio. Disinfezione degli ambienti vuoti con Viroster Alimentare
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La corretta conservazione delle materie prime avviene in ambienti sani ed igienizzati. Successivamente alla scrupolosa rimozione di polveri e residui, la disinfezione degli ambienti vuoti rappresenta una prassi essenziale per garantire ambienti salubri. Tale procedura consiste nell’applicazione su tutte le superfici interne dei magazzini e dei sili vuoti di Viroster Alimentare, un concentrato sanitizzante con attività battericida spinta sino alle spore, virucida e fungicida. Appartenente ai disinfettanti di nuova generazione, esso si degrada spontaneamente al termine dell’attività germicida, lasciando superfici prive di residui pericolosi per la cateTecnica Molitoria - vol. LXX
igiene na alimentare. Pur espletando attività detergente, non genera schiuma durante l’applicazione e non rilascia sostanze tossiche sulle superfici come alogeni, clorammine o intercalanti degli acidi nucleici. Disinfestazione degli ambienti vuoti con Pygrain La disinfestazione degli ambienti vuoti rappresenta una procedura altrettanto importante per eliminare tutte le nicchie di annidamento costituite nel tempo dagli infestanti. In questo scenario, Newpharm suggerisce il trattamento ambientale: Pygrain è l’unico prodotto insetticida naturale consentito in agricoltura biologica per la disinfestazione sia degli ambienti di stoccaggio che dei cereali raccolti. Dotato di un’azione snidante abbinata all’effetto abbattente contro molteplici specie
Trattamento ambientale con la soluzione Pygrain, Biosol New e Mist Cereal San (Newpharm).
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di insetto ed acaro, non lascia nessun residuo chimico, né sulle superfici né sulle merci, in modo da non alterare le proprietà merceologiche delle derrate trattate. Non contiene sinergizzanti come il PBO (Piperonilbutossido) o altri coformulanti di natura chimica, ma esclusivamente Piretro naturale. Diluendolo nel veicolante Biosol New, si ottiene una miscela adatta alla diffusione uniforme nell’ambiente attraverso l’apparato di nebulizzazione Mist Cereal San: un’attrezzatura ad aria compressa specifica per la disinfestazione ambientale. Il veicolante contribuisce a ridurre la dimensione delle particelle erogate, in modo tale da raggiungere le quote più elevate dei magazzini coinvolgendo pure le minime fessurazioni. Raggiunta la pressione d’esercizio, il Mist Cereal San diffonde la miscela insetticida in autonomia, realizzando una nebbia secca nei locali, senza aumento di umidità e senza intaccare superfici o impianti presenti. La maneggevolezza consente anche interventi mirati con lancia manuale lungo i perimetri dei locali sia all’interno che all’esterno dei fabbricati. Trattamento diretto delle derrate biologiche Come per le disinfestazioni preventive degli ambienti vuoti, Pygrain rappresenta una risorsa per la filiera biologica, in quanto unica soluzione approvata capace di fornire risultati certi. Per aumentare l’adesività del Pygrain alle cariossidi di cereale e quindi migliorarne l’efficacia, si è soliti diluirlo nel solvente green Phytorob Bio. Sviluppato impiegando matrici vegetali, neutralizza le polveri presenti nel cereale durante l’intervento e aumenta la persistenza delle piretrine naturali, preservandole dalla normale degradazione. Massima efficacia e persistenza con SilicoSec Se da un lato la ridotta persistenza del piretro naturale è una caratteristica fondamentale nel circuito biologico, dall’altro aumenta la vulnerabilità dei cereali im-
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igiene magazzinati, per questo Pygrain viene integrato con SilicoSec, la novità per la filiera biologica a base di terre di diatomee, registrato per il trattamento diretto di tutti i cereali e degli ambienti destinati allo stoccaggio. La terra di diatomee rimane adesa alle cariossidi senza comprometterne le caratteristiche merceologiche e agisce sul lungo periodo sia contro insetti che contro acari in maniera meccanica, distruggendo i tessuti superficiali. Due caratteristiche essenziali del SilicoSec sono l’assenza di residui tossici e di tempi di carenza. A beneficiare dal suo impiego quindi non sono solo i centri di stoccaggio ma l’intera filiera (industria molitoria, pastifici e panifici, e le tavole dei consumatori). L’accurato processo produttivo che porta alla realizzazione del SilicoSec rende la sostanza attiva sicura per l’uomo e allo stesso tempo efficace. Uno speciale trattamento termico elimina l’umidità, rendendo le terre
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Pygrain è l’insetticida naturale consentito in agricoltura biologica per la disinfestazione sia degli ambienti di stoccaggio che dei cereali raccolti. SilicoSec è la soluzione biologica a base di terre di diatomee che agisce sul lungo periodo sia contro insetti che acari (Newpharm).
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di diatomee amorfe, evitando la formazione di residui cristallini ritenuti nocivi per la respirazione di uomo e animali. Una volta disidratata, la terra viene finemente macinata nelle microscopiche dimensioni del μm. L’originale sistema applicativo Newpharm per le polveri Dust Cereal-San, collegato all’aria compressa, permette l’applicazione omogenea del SilicoSec direttamente sui cereali. Questa speciale attrezzatura sviluppata da Newpharm sfrutta “l’effetto Venturi” per generare l’aspirazione del SilicoSec direttamente dalla tramoggia per distribuirla uniformemente su coclee e redler. La struttura carrellata in metallo è solida e maneggevole, adatta ad essere posizionata in prossimità dei sistemi di trasporto del cereale. La pressione applicata a Dust Cereal-San regola la quantità di SilicoSec aspirata in modo proporzionale alla portata oraria del nastro trasportatore.
Dust Cereal-San, attrezzatura sviluppata da Newpharm che permette l’applicazione omogenea del SilicoSec direttamente sui sistemi di trasporto del cereale, redler e coclee.
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prodotti
Girolomoni amplia la gamma semi-integrale Girolomoni presenta un “tris” speciale: tre formati di pasta di semola di grano duro semi-integrale: spaghetti, fusilli e sedani, “sintesi di un equilibrio tra salute e gusto. Anche chi non ama troppo il sapore della pasta integrale potrà apprezzare questi formati, che abbinano un contenuto di fibre ad un gusto “gentile” – afferma Giovanni Battista Girolomoni, presidente della cooperativa – Spaghetti, fusilli e sedani si affiancano ai paccheri e alle tagliatelle semiintegrali che già produciamo”. Il più elevato contenuto di fibre contribuisce a una migliore digestione e assorbimento del cibo, proteggendo l’intestino da diverse patologie e aumentando in generale il benessere della persona. La parte di crusca mantenuta nella semola, inoltre, conferisce alla pasta più profumi e aromaticità. La semola 100% solo biologica proviene da agricoltori italiani, in gran parte soci della cooperativa. La pasta è prodotta nel rispetto della natura e anche del consumatore, perché essiccata lentamente, con energia termica derivante dalla caldaia a cippato recentemente installata. Sulle colline marchigiane dove sorge lo sta-
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prodotti bilimento produttivo è in via di costruzione anche il molino di proprietà, che porterà la società ad essere il primo pastificio biologico italiano a chiudere la filiera, dal seme al piatto. “Il nostro obiettivo è quello di offrire sempre il meglio, ampliando il più possibile l’offerta bio. Il consiglio dei nutrizionisti è di variare la dieta. Per questo proponiamo formati di pasta integrale, semi-integrale e bianca, di semola o di grani antichi, come farro dicocco, Cappelli o Graziella Ra”, conclude Girolomoni.
Meracinque, il riso delle meraviglie Meracinque è la storia di una famiglia e della sua terra. L’azienda risicola tutta al femminile nasce nel dicembre 2017, dall’idea di 5 giovani sorelle venete: Benedetta, Silvia, Margherita, Anna e Maria Vittoria, accomunate dal desiderio di dar vita al miglior Carnaroli mai fatto. In provincia di Verona, Meracinque dedica grande cura alla coltivazione del suo riso Carnaroli, grazie a metodi e tecnologie innovative ed efficienti, con l’obiettivo di ottenere un prodotto all’avanguardia. Il risultato è l’unico Carnaroli Micronaturale, il primo coltivato con i principi dell’internet farming 4.0, grazie alla licenza esclusiva per l’utilizzo del marchio “Micro Natural”, nell’ambito del settore coltivazione e commercializzazione del risone, del riso e derivati, ma non solo. Completano ciascuna referenza altre proprietà: è gluten free e vegan, diuretico e digestivo, con basso livello di colesterolo e di sodio, ricco di vitamine B1, D, calcio e ferro. Il riso Meracinque tracciabile al 100% è disponibile in due varianti: Riso Carnaroli Micronaturale Classico, per cucinare risotti, arancini e paelle, e Riso Carnaroli Micronaturale Integrale, per zuppe o insalate di riso, contenute in una confezione esagonale a “scrigno” nel colore avorio per il riso classico e in oro per quello integrale. meracinque.com
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Future IPM 4.0, la bioprotezione delle piante ispirata alla natura È andato in scena a FICO Eataly World di Bologna il convegno Future IPM 4.0, con l’obiettivo di presentare e discutere le novità in relazione alla difesa sostenibile delle produzioni agricole. L’evento è organizzato da Fondazione Edmund Mach, in collaborazione con il Centro Agricoltura Alimenti Ambiente dell’Università di Trento e da IBMA Italia, associazione che riunisce le aziende che contribuiscono allo
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sviluppo della bioprotezione nella difesa delle colture, della gestione sostenibile del suolo, della salute animale e igiene/verde pubblico, con il patrocinio dell’Organizzazione Internazionale per il controllo biologico e la difesa integrata (IOBC-wprs), Giornate Fitopatologiche, Associazione Italiana per la Protezione delle Piante e Fondazione Fico. “Sostenibilità è un termine abusato – ha evidenziato il presidente FEM Andrea Segrè, –. Per questo è importante saperla misurare in modo scientifico, partendo dal presupposto che va declinata in modo diverso a seconda del contesto. Le biotecnologie applicate alla bioprotezione ormai sono una realtà: in questo convegno vengono fornite le istruzioni per usarle nel miglior modo possibile”. L’evento è un aggiornamento su sostanze, tecniche e prodotti ad oggi utilizzabili nell’ambito della bioprotezione (tra cui microrganismi, estratti vegetali, semiochimici ed insetti utili), con una visione approfondita sui benefici che tali prodotti apportano ad un’agricoltura moderna.
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notizie L’incontro è partito da un’analisi del contesto in cui si sta operando, analizzando le opportunità offerte dall’utilizzo della bioprotezione, ma anche le criticità che si riscontrano nell’applicazione pratica di questi metodi e prodotti, per arrivare all’analisi degli strumenti disponibili e le modalità per ottenere l’efficacia migliore su ciascuna coltura (vite, fruttiferi, colture orticole, floricole ed estensive), chiudendo con lo stato dell’arte tecnico e normativo sull’uso degli insetti antagonisti. Si è parlato di strumenti come la confusione sessuale, le trappole tradizionali e innovative, le tecniche fisiche per il contenimento degli insetti, quali le reti, gli approcci agronomici per rendere le colture più resilienti alle fitopatie, ma anche di bioagrofarmaci a base di microrganismi e molecole naturali, affrontando argomenti tecnico-applicativi,
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novità emerse nelle più recenti ricerche scientifiche, ma anche aspetti legati alla produzione industriale di questi strumenti e lo stato dell’arte sulle normative e le criticità ancora presenti nella legislazione relativa all’uso dei bioagrofarmaci. “Le tecnologie di bioprotezione – spiega la direttrice del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente, Ilaria Pertot – forniscono strumenti efficaci e innovativi per la difesa delle piante nell’ottica di un’agricoltura moderna. Sono uno strumento fondamentale per sostenere gli agricoltori nel raggiungimento di produzioni di elevata qualità, in mondo sempre più competitivo e al contempo attuare efficacemente la direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi fortemente voluta da tutti i Paesi Membri dell’Unione Europea”. Il prossimo appuntamento sarà a Riva del Garda nel 2021 con l’evento internazionale Future IPM5.0.
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Valorizzare gli scarti agroalimentari Gli obiettivi globali ed europei per la mitigazione dei cambiamenti climatici e la promozione dell’economia circolare e bio-based promuovono il modello produttivo della bioraffineria, all’interno del quale ogni sottoprodotto o scarto può essere trasformato e valorizzato. Si inserisce in questo ambito il progetto BioVale-BIOraffineria, finanziato dalla Fondazione AGER-Agricoltura e Ricerca, per diffondere un modello innovativo di bioraffineria presso gli stakeholder del settore enologico e dimostrare come sia possibile trasformare gli scarti in risorsa. Lo scorso gennaio il Dipartimento di Chimica dell’Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con l’Associazione Donne della Vite, Barbara Mecheri e Alessandra D’Epifanio, ha organizzato a Soave e a Poggibonsi due incontri per
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dimostrare che oggi è possibile convertire gli scarti organici in energia pulita in modo diretto, senza passaggi intermedi e con efficienza superiore grazie ai sistemi bioelettrochimici (BES), che convertono l’energia chimica della sostanza organica in energia elettrica (modalità MFC- Microbial Fuel Cells) o in idrogeno (modalità MEC - Microbial Electrosynthesis cells), generati dal metabolismo dei batteri presenti nel substrato stesso e, molto importante, abbattono il carico organico dei reflui di partenza. Sistemi questi che funzionano come le batterie, ma non si esauriscono e forniscono energia in modo continuo. Il passaggio dal “combustibile organico” – in questo caso le fecce e le acque di lavaggio delle cantine – all’energia pulita è diretto e per questo ha rendimenti molto elevati (70%).
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notizie Con la tecnologia BES, che nasce dall’esperienza già consolidata delle celle a combustibile, si può recuperare energia da acque reflue urbane, scarti di oleifici, birrifici e cantine e al contempo ridurne la carica organica ed inquinante (BOD e COD) e con essa la necessità e i costi di depurazione. Nel caso della filiera vitivinicola, in occasione del progetto Ager Wine Waste Integrated Biorefinery è stata sviluppata una cella MFC/MEC, nella quale sono state utilizzate fecce rosse e bianche opportunamente diluite e tamponate per portare l’acidità (pH) a valori ottimali per il metabolismo dei batteri. I risultati hanno evidenziato che, in condizioni ottimizzate, è possibile ottenere energia da questi scarti, e anche come le fecce rosse, ricche in polifenoli, in grado di inibire l’attività microbica, diano risultati inferiori a quelle bianche sia nella quantità di energia prodotta, sia nell’abbattimento del carico organico. Anche nel settore della frangitura delle olive, dove le acque di vegetazione prodotte sono caratterizzate da un elevato carico inquinante – ogni metro cubo di questo sottoprodotto ha un impatto ambientate pari a quello di 200 m3 di acque reflue urbane – i sistemi bioelettrochimici sviluppati dall’Università di Tor Vergata potrebbero trovare un’utile applicazione, ottenendo un buon recupero di energia elettrica e la riduzione dei costi di smaltimento dei reflui. I Sistemi BES hanno ampio margine di miglioramento e, a tale scopo, è fondamentale passare dalla scala di laboratorio al mondo “reale”, per definirne
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rese e prestazioni su prototipi già ingegnerizzati, come già si sta facendo in altri Paesi, dal Regno Unito agli Usa e alla Cina. A determinare le prestazioni dei sistemi BES sono vari fattori: tipo di refluo, volumi trattati, dimensioni degli elettrodi, geometria delle celle, fattori climatici, ecc. Le MFC possono essere dei sistemi modulari assemblati secondo diverse geometrie e grandezze. Gli investimenti necessari per gli impianti MFC sono moderati perché il sistema prevede materiali poco costosi e le stime prevedono un rientro del costo dell’investimento in 2-3 anni, per cominciare a guadagnare successivamente. Infine, oltre ai benefici economici e ambientali non è da sottovalutare il ritorno di immagine per le aziende che decidessero per prime di fare da apripista e adottare un modello di bioraffineria. Le questioni aperte ed emerse nella discussione con gli stakeholder negli incontri di Soave e Poggibonsi sono risolvibili solo con la progettazione di un prototipo e lo studio di una filiera di economia circolare che ne comprenda l’utilizzo. Sono legate al dimensionamento dei sistemi bioelettrochimici più adatti per il settore enologico, alle problematiche di stagionalità nel carico di reflui, alle possibilità di inserimento in filiere parallele come quella della distillazione e alla possibilità, anche allo scopo di ottimizzare le caratteristiche chimiche di pH, di associare sostanza organica e reflui provenienti da filiere diverse, come quelle del vino e dell’olio con gli scarichi urbani.
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Approvato il nuovo Regolamento Ue dei Fertilizzanti Il 27 marzo è stato approvato a Strasburgo il nuovo Regolamento UE dei Fertilizzanti, una decisione destinata ad armonizzare l’intero settore e che arriva al culmine di un percorso fatto di studi e di analisi, di proposte, di sedute istituzionali e di tavoli tecnici.
Giovanni Toffoli, presidente Federchimica-Fertilizzanti.
Dopo l’accordo raggiunto lo scorso novembre dal Consiglio, dal Parlamento e dalla Commissione europea ed in seguito all’approvazione a metà dicembre, del testo legislativo da parte del COREPER (il Comitato dei Rappresentanti Permanenti degli Stati membri), il nuovo Regolamento ha avuto l’approvazione definitiva del Parlamento Europeo riunitosi in seduta plenaria. 112 ˙ maggio 2019
Federchimica-Assofertilizzanti accoglie con soddisfazione la notizia che diventa ora a tutti gli effetti ufficiale: l’intero comparto dei fertilizzanti ha in tutta Europa regole uniche, chiare e attente alle grandi tematiche ambientali. Essa ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo con tutte le Istituzioni, mettendo a disposizione il proprio know-how per agevolare i processi formativi del nuovo Regolamento. Quanto approvato consolida le basi di un sistema agricolo moderno, sempre più sostenibile e, come ha ricordato l’onorevole Elisabetta Gardini – relatrice della Commissione Ambiente del Parlamento europeo per questo provvedimento – attento alla tutela delle tante PMI che operano in maniera eccellente nel settore. “Ci congratuliamo con le Istituzioni Comunitarie per il traguardo. Un grazie particolare va all’onorevole Gardini, che ha svolto il suo ruolo con tenacia, determinazione, serietà e trasparenza. In questa legislatura, la competenza e la fiducia dell’onorevole sono state determinanti per il buon esito di un dossier così complesso e tortuoso”, dichiara Giovanni Toffoli, presidente di Federchimica-Assofertilizzanti. Oltre a porre chiarezza in merito agli aspetti tecnici (quali ad esempio il limite del cadmio contenuto nei fertilizzanti, fissato in maniera univoca a 60 mg/kg, o la funzione dei biostimolanti, che vie-
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notizie ne ribadita essere nutritiva e non curativa), il nuovo Regolamento allarga lo spettro dei fertilizzanti disciplinati spalancando così le porte dell’Europa alla libera circolazione di tanti prodotti che prima non potevano fregiarsi del Marchio CE, come ad esempio i concimi organici, organo-minerali e biostimolanti, che in questi ultimi anni hanno assunto
sempre più importanza per gli agricoltori. Fattori trainanti del sistema agricolo, i fertilizzanti sono indispensabili per aumentare la fertilità del terreno e rappresentano per le piante un nutrimento. Le stime evidenziano in modo inconfutabile che senza il loro utilizzo possono verificarsi nei raccolti agricoli perdite pari anche al 75%.
Newlat acquisisce Delverde
Newlat, uno dei principali gruppi italiani nel settore agro-alimentare, comunica di avere acquisito dalla multinazionale argentina Molinos Río de la Plata SA il 100% della società Delverde Industrie Alimentari, azienda italiana specializzata nella produzione di pasta premium con sede a Fara San Martino, in Abruzzo. Il Gruppo intende supportare lo sviluppo del marchio Delverde con importanti investimenti, per far conoscere a livello globale la qualità espressa e, con questa operazione, consolida il percorso di sviluppo che persegue da alcuni anni attraverso l’acquisizione di marchi storici da multinazionali estere, riportando nel nostro Paese il meglio del food Made in Italy. Il Gruppo negli ultimi 10 anni ha incrementato il fatturato da 20 a 350 milioni di euro e oggi è pronto ad aprire agli investitori il proprio capitale sul mercato STAR di Borsa Italiana, dove intende quotarsi grazie al supporto di importanti banche nazionali ed internazionali. I global coordinator, incaricati del collo
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camento, considerano il track record del Gruppo una piattaforma ideale per aggregare, con il modello Newlat, altre aziende del food e creare valore per azionisti e futuri investitori. Angelo Mastrolia, presidente di Newlat, dichiara: “In un momento in cui molte aziende italiane vengono acquisite da gruppi stranieri, siamo orgogliosi di riportare a casa un’altra eccellenza del Made in Italy, come Delverde. Negli ultimi 10 anni siamo stati il Gruppo italiano che ha portato a termine il maggior numero di acquisizioni nel food & beverage, da multinazionali di primo livello, quali Nestlé, the Kraft Heinz Company, Ebro Foods, Parmalat (Gestione Bondi), e adesso Molinos. Siamo anche stati capaci di acquisire in Germania i marchi leader di mercato nel settore pasta, Birkel e Drei Glocken. Newlat vuole porsi come polo aggregativo nel settore agroalimentare italiano: facendo sistema le nostre aziende potranno rimanere in Italia e competere con i grandi gruppi multinazionali”. maggio 2019 ˙ 113
Cerealia, il festival dei cereali Giunge alla 9a edizione Cerealia, manifestazione improntata all’interscambio culturale nel Mediterraneo a vari livelli, affrontando i temi dell’alimentazione, ambiente, economia, turismo, identità e culture. In particolare, il Festival si dedica alla promozione di ogni specie di cereale. A Roma avranno luogo i 4 giorni clou della rassegna, dal 6 al 9 giugno, anticipati da incontri a tema tra Sicilia e Castelli Romani, per poi diffondersi in iniziative tra Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia. Se il cereale prescelto per questa edizione è il farro, sostenibilità ed economia circolare ispirano invece il tema guida 2019, “L’etica nel piatto. Cibo, salute e ambiente”: un focus analitico su come i comportamenti e gli stili di vita incidano sul territorio e anche sulla salute di esseri umani e animali, oltre
che sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo. Quest’anno Paese ospite è la Tunisia: in collaborazione con l’Ambasciata di Tunisia in Italia, viene organizzata al Wegil di Roma un’intera giornata (9 giugno) dedicata alla cultura di questo paese, che sin dall’antichità classica ha legami con l’Italia, e nella quale avranno luogo sia meeting professionali B2B, sia iniziative aperte al pubblico tra cui seminari, laboratori del gusto, incontri con i produttori, spettacoli e degustazioni, al fine di valorizzare le eccellenze enogastronomiche tunisine e stimolare scambi culturali e commerciali. Padrino è Michele Maffei, campione olimpico di scherma, presidente A.M.O.V.A. (Associazione Medaglie d’Oro al valore atletico) e accademico della cucina.
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pulizia e macinazione di cereali Tecnica Molitoria - vol. LXX biologici ed antichi
notizie
“Molini porte aperte”, alla scoperta della macinazione A seguito del successo della prima edizione, torna l’11 maggio “Molini a porte aperte”, evento, ideato da Italmopa, Associazione Industriali Mugnai d’Italia, che mira a diffondere la conoscenza del processo di trasformazione del frumento tenero e duro per la produzione di farine e semole, attraverso la visita di 25 molini che hanno aderito all’iniziativa e che apriranno le porte al pubblico. “L’iniziativa – precisa Cosimo De Sortis, presidente Italmopa – si pone l’obiettivo di raccontare il processo di macinazione del grano. Un processo di natura meccanica rimasto invariato nei secoli, ma che si avvale ora di tecnologie all’avanguardia in grado di garantire la produzione di sfarinati rispondenti a tutte le esigenze degli utilizzatori, ol-
tre a possedere prerogative assolute in materia igienico-sanitaria”. “La leadership detenuta dall’industria molitoria italiana in ambito comunitario che trasforma annualmente oltre 11 milioni di tonnellate di frumento, tenero o duro – prosegue De Sortis – è il frutto di un’impareggiabile e invidiata capacità dei nostri mugnai nell’individuare, selezionare e miscelare le migliori varietà di frumento. Un patrimonio di conoscenza, esperienza e di professionalità viene condiviso l’11 maggio, con gli ospiti di ‘Molini a porte aperte’”. L’elenco dei molini aderenti, con relative modalità di iscrizione alla giornata, è disponibile su www.italmopa.com/moliniaporteaperte2019.
MACINA IN PIETRA NATURALE
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i vantaggi della macinazione in pietra naturale in una macchina moderna Facile da registrare; Struttura in legno di rovere; Bassa velocità di macinazione per riscaldare vol. LXX - Tecnica Molitoria meno la farina e preservarne la qualità.
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agenda Automazione, digitale e software fra i trend di SPS Italia Dal 28 al 30 maggio, Fiere di Parma ospita la 9a edizione di SPS Italia: la fiera per l’industria intelligente, digitale e flessibile organizzata da Messe Frankfurt Italia e riconosciuta come punto di riferimento per confrontarsi sui temi più sfidanti di domani. Si registra un’ulteriore crescita della manifestazione, che negli anni ha triplicato i risultati e oggi conta 6 padiglioni, con oltre 800 espositori ed un’offerta che propone il meglio delle tecnologie per l’automazione e soluzioni software al servizio della digitalizzazione della fabbrica, prodotti e applicazioni innovative, oltre al percorso dedicato alla Digital Transformation del manifatturiero, denominato District 4.0, diviso in aree tematiche (Automazione Avanzata, Digital&Software, Competence Academy e Robotica&Meccatronica). All’interno di ogni area, il visitatore trova demo funzionanti e soluzioni meccatroniche articolate che integrano diverse componenti IT e OT, a testimonianza del fatto che la trasformazione avanzata dell’industria richiede lo sviluppo di 116 ˙ maggio 2019
una conoscenza sempre più condivisa e una maturazione di competenze più ampie. La caratteristica principale delle demo e delle soluzioni esposte è che, partendo da una case history reale, mettono in mostra le potenzialità di una tecnologia e non di un singolo prodotto, e allo stesso tempo evidenziano quali sono le competenze necessarie alle aziende per implementare le applicazioni più innovative. Per quanto riguarda i temi portanti, la robotica è uno dei filoni con un intero padiglione che ospita i più significativi player del comparto e demo per vedere dal vivo soluzioni applicative. Un tema introdotto già nella conferenza stampa di presentazione, con la presenza di TeoTronico, il robot pianista che sul palco si è sfidato con un pianista umano, proponendo uno spunto di riflessione sull’evoluzione del rapporto tra uomo e robot (relazione che evolve sempre di più all’insegna della collaborazione). Le demo dei principali player sono nel padiglione 4.1 e i rappresentanti delle stesse aziende sono coinvolti in un Osservato-
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agenda rio, con il Politecnico di Milano, volto a studiare il mercato, le sue sfide e le potenzialità con un focus su mercati verticali. Nel 2019 tale focus è il Packaging in ambito Pharma e Beauty. Non manca il tema della trasformazione digitale all’insegna dell’incontro (e confronto) tra mondo IT e OT, proseguendo su quel cammino comune che porta alla digitalizzazione delle fabbriche e a un’integrazione sempre più profonda tra i due mondi. La trasformazione digitale è una grande sfida per le imprese che mirano all’efficienza operativa, alla riduzione dei costi e, in generale, ad una maggiore competitività e crescita; per questo motivo in fiera il visitatore ha modo di confrontarsi con i principali player del mondo digitale, con fornitori di software industriale e con installazioni di casi reali presenti sul mercato. Formazione e competenze 4.0 L’evoluzione del capitale umano è condizione imprescindibile perché abbia un senso l’evoluzione delle tecnologie. Per questo a SPS Italia è al centro il tema della formazione e delle competenze, con una Competence Academy, sviluppata insieme a università, centri di ricerca, istituzioni, Digital Innovation Hub e Competence Center. Molte inoltre le iniziative per una formazione attiva a partire dal progetto in collaborazione con Fondazione Cariplo, che vede il coinvolgimento dei 76 Istituti Tecnici del “Progetto SI” che si distinguono per la qualità dei propri laboratori, grazie all’intervento di importanti
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aziende sponsor del settore dell’automazione. Per completare la filiera e supportare le iniziative di formazione, alcune associazioni di riferimento, come Aidam e ANIE Automazione, contribuiranno con i loro associati a proporre applicazioni, percorsi tematici e iniziative legate alla meccatronica e alla componentistica intelligente. L’accento sulla formazione SPS Italia ha l’opportunità di avvalersi del contributo di un Comitato Scientifico fatto di università, esperti, responsabili di automazione, utilizzatori finali e costruttori di macchine provenienti da alcune delle maggiori realtà produttive italiane che, con incontri periodici, mette a punto i temi dei convegni scientifici della fiera, che riconoscono crediti formativi professionali ai partecipanti. L’attenzione per questa edizione è posta su automazione avanzata (l’evoluzione dei linguaggi di programmazione, l’integrazione tra robotica e PLC, le reti realtime, le normative per l’integrazione delle macchine e la modellistica sono alcuni dei temi sui quali si focalizzerà il “call for paper” che sarà lanciato a breve); Digitale (advanced analytics, cloud, big data, intelligenza artificiale, cyber security e realtà aumentata); meccatronica (nuovi ausili ergonomici per gli operatori, sistemi di trasporto a carrelli indipendenti, nuovi motori ad alta efficienza e componentistica intelligente). La partecipazione è gratuita e riservata agli operatori. www.spsitalia.it
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Si prospetta il tutto esaurito per il Propak Asia Per il ProPak Asia, il più importante salone asiatico per la regione ASEAN dell’imballaggio e del processo, dal 12 al 15 giugno 2019 a Bangkok, si prospetta grande partecipazione. Alla fiera saranno presenti circa 1.900 espositori provenienti da 50 Paesi, suddivisi in 9 sezioni dedicate a processo, imballaggio, tecnologia delle bevande, tecnologia farmaceutica, laboratorio & analisi, materiali, codifica, marcatura ed etichettatura, catena del freddo, lo-
gistica e magazzino, stampa. Ci saranno inoltre 18 padiglioni nazionali dedicati a 13 Paesi, tra cui Australia, Cina, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea, Singapore, Spagna, Taiwan, Regno Unito e Stati Uniti. Nel 2018 hanno partecipato 48.799 visitatori provenienti da 79 nazioni, con un aumento del 9,19% rispetto all’anno precedente, e le previsioni per quest’anno sono molto buone. www.propakasia.com
I surgelati al centro dell’Anuga Ogni due anni Anuga Frozen Food presenta le maggiori novità ad Anuga, il salone più grande al mondo per il food & beverage, in programma dal 5 al 9 ottobre 2019 a Colonia, e il segmento dei surgelati è uno dei principali driver di innovazione, sia per la distribuzione che per il mercato del fuori casa. In Germania il consumo pro capite di prodotti surgelati si attestava a soli 17,2 kg 35 anni fa, mentre nel 2018 aveva già raggiunto i 47 kg per ogni cittadino. Con una quota di fatturato del 12%, l’industria dei surgelati è uno dei cinque maggiori segmenti dell’industria alimentare (fonte Deutsches Tiefkühlinstitut e.V.) e le previsioni per il futuro sono rosee, considerando che oggi la conquista tecnologica di conservare gli alimenti solo 118 ˙ maggio 2019
grazie alle basse temperature, senza l’aggiunta di conservanti, è ormai irrinunciabile ed è sostenuta dagli ultimi trend verso una maggiore convenience alimentare. Ad Anuga Frozen Food oltre 500 espositori presenteranno l’intera gamma di prodotti, applicazioni e servizi. L’offerta spazia da pesce e carne a frutta e verdura, passando per piatti pronti in porzioni di varie dimensioni. Il salone coniuga il settore dei surgelati alla distribuzione e al mercato dell’out of home, in quanto il segmento surgelati è uno dei principali trendsetter in materia. In quasi nessun segmento le aziende riescono a sviluppare con pari successo nuovi prodotti e soluzioni sempre più pratiche. www.anuga.com
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agenda
calendario
Siccome potrebbero avvenire cambiamenti dopo la stampa di questo calendario, raccomandiamo ai lettori di effettuare una verifica prima di organizzare la visita. Il verde indica le manifestazioni alle quali potrete trovare le riviste Chiriotti Editori in distribuzione. * indica una manifestazione non ancora segnalata o che ha subito variazioni.
28-30 maggio 2019 - Parma: SPS Ipc Drives Italia, mostra-convegno sull’automazione industriale - www.spsitalia.it 28 maggio - 1° giugno 2019 - Bangkok (Tailandia): Thaifex, salone asiatico dell’alimentazione - www.thaifexworldoffoodasia.com 2-5 giugno 2019 - New Orleans (Louisiana): IFT, mostra-convegno dei tecnologi alimentari www.ift.org 10-13 giugno 2019 - Gdansk (Polonia): 22° simposio europeo sulla nutrizione avicola www.espn2019.com
8-11 settembre 2019 - Las Vegas (USA): IBIE, salone int. dei prodotti da forno www.ibie2019.com 10-13 settembre 2019 - Rennes (Francia): Space, salone int. per l’allevamento animale www.space.fr 24-26 settembre 2019 - Norimberga (Germania): FachPack, salone europeo dell’imballaggio - www.fachpack.de
11-12 giugno 2019 - Londra (Gran Bretagna): IGC convegno int. per l’industria cerealicola www.igc.int
24-27 settembre 2019 - Mosca (Russia): WorldFood Moscow, salone int. dell’alimentazione www.world-food.ru/en-gb
*11-14 giugno 2019 - Osijek (Croazia): 10° congresso int. per l’industria cerealicola www.ptfos.unios.hr/flour-bread
*5-9 ottobre 2019 - Colonia (Germania): Anuga, salone mondiale dell’alimentazione www.anugafoodtec.com
12-14 giugno 2019 - Colonia (Germania): Victam 2019, salone int. per l’industria mangimistica www.victaminternational.com
7-10 ottobre 2019 - Berlino (Germania): Aquaculture Europe, mostra-convegno sull’acquacoltura - www.aquaeas.eu
*12-15 giugno 2019 - Bangkok (Tailandia): Propak Asia, salone int. dell’imballaggio www.propakasia.com
6-9 settembre 2019 - Bologna: Sana, salone int. del biologico - www.sana.it
8-11 ottobre 2019 - Chicago (USA): Process Expo, salone int. dell’industria alimentare www.myprocessexpo.com
17-20 giugno 2019 - Napoli: Slim, convegno int. sulla shelf-life degli alimenti www.slim2019.org
14-16 ottobre 2019 - Belfast (Irlanda del Nord): WMF e IUPAC, convegno mondiale sulle micotossine in alimenti e mangimi www.worldmycotoxinforum.org
26-28 giugno 2019 - Leuven (Belgio): 5th Gluten-Free, simposio int. sui prodotti senza glutine www.gf19.icc.or.at
*16-17 ottobre 2019 - Lille (Francia): 70° JTIC, giornate tecniche per l’industria dei cereali www.jtic.eu
27-28 giugno 2019 - Barcellona (Spagna): Snackex, salone int. per l’industria degli snack www.snackex.com
17-18 ottobre 2019 - Vienna (Austria): 59ª Borsa Merci Europea delle Commodity www.ece-vienna2019.com
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22-25 ottobre 2019 - Parma: Cibus Tec, salone int. dell’industria alimentare www.cibustec.it
29 gennaio - 1° febbraio 2020 - Verona: Fieragricola, salone int. per la zootecnia e le fonti rinnovabili - www.fieragricola.it
23-24 ottobre 2019 - Verona: Save, mostraconvegno su automazione, strumentazione, sensori - www.exposave.com
*16-20 febbraio 2020 - Dubai (Emirati Arabi): Gulfood, salone dei prodotti alimentari www.gulfood.com
23-26 ottobre 2019 - Cremona: Fiere Zootecniche, salone int. sulla zootecnia www.fierezootecnichecr.it
*19-20 febbraio 2020 - Pordenone: Aquafarm, mostra-convegno int. sull’acquacoltura, algocoltura e l’industria della pesca sostenibile www.aquafarm.show
23-26 ottobre 2019 - Shanghai (Cina): EPack Tech, salone int. sull’imballaggio per l’ecommerce www.ipackima.com/it/pages/e-packtech2019
*24-26 marzo 2020 - Bangkok (Thailandia): Victam Asia, salone asiatico per l’industria mangimistica - www.victamasia.com
29-31 ottobre 2019 - Dubai (Emirati Arabi): Gulfood Manufacturing, salone int. dell’industria alimentare www.gulfoodmanufacturing.com
7-9 aprile 2020 - Portland (USA): IOAM, mostra-convegno annuale dell’Associazione internazionale dei mugnai - www.iaom.info/ event/124th-annual-conference-expo
12-14 novembre 2019 - Rotterdam (Olanda): EFFoSt, conv. int. sulla scienza e tecnologia degli alimenti - www.effostconference.com
7-13 maggio 2020 - Düsseldorf (Germania): Interpack, salone mondiale dell’imballaggio www.interpack.com
16-19 novembre 2019 - Rimini: Foodnova, salone int. dei nuovi alimenti - www.foodnova.eu
19-22 maggio 2020 - Norimberga (Germania): Interzoo, salone int. dei prodotti per animali da compagnia - www.interzoo.com
*28-29 novembre 2019 - Kuala Lumpur (Malesia): 3° convegno int. sulla scienza degli alimenti e la tecnologia dei bioprocessi www.foodtech.madridge.com
6-9 ottobre 2020 - Barcellona (Spagna): Alimentaria FoodTech, salone int. dell’industria alimentare - www.alimentariafoodtech.com
3-4 dicembre 2019 - Berlino (Germania): conferenza europea sulle bioplastiche www.european-bioplastics.org
18-22 ottobre 2020 - Parigi (Francia): Sial, salone int. dell’alimentazione www.sialparis.com
3-5 dicembre 2019 - Parigi (Francia): Fi Europe, salone int. degli ingredienti alimentari www.figlobal.com/fieurope
1-3 dicembre 2020 - Francoforte (Germania): Health Ingredients Europe, salone int. degli ingredienti salutistici www.figlobal.com/hieurope
9-11 dicembre 2019 - Cairo (Egitto): Pacprocess MEA, salone int. dell’imballaggio www.pacprocess-mea.com 11-14 gennaio 2020 - Parigi (Francia): Europain, salone dei prodotti da forno, pasticceria e cioccolato - www.europain.com
23-26 marzo 2021 - Colonia (Germania): Anuga FoodTec, salone mondiale per l’industria alimentare www.anugafoodtec.com
18-22 gennaio 2020 - Rimini: Sigep, salone int. di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè - www.sigep.it
4-7 maggio 2021 - Rho (Milano): Ipack-Ima, salone int. delle industrie di trasformazione dei cereali, imballaggio e confezionamento www.ipackima.com
28-30 gennaio 2020 - Atlanta (USA): IPPE, salone int. per la filiera avicola www.ippexpo.org
23-28 ottobre 2021 - Monaco (Germania): Iba, salone mondiale della panificazione www.iba.de
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Annuario ANNUAIRE DE LA MEUNERIE FRANÇAISE (Annuario dell’Industria molitoria francese 2019) A cura dell’Associazione ANMF - 192 pagg. - illustrato - edito da AMNF, C’est Toujours Nous - www. annuaire-meunerie-francaise.com - 2019 - € 127,00 - lingua: francese (il testo cartaceo è completato dal collegamento all’apposita pagina internet) È disponibile la nuova edizione dell’Annuario dell’Industria molitoria francese relativa al 2019, che come ogni anno si aggiorna per favorire i contatti fra il mugnaio e i suoi partner. Strutturato in cinque parti, consente di individuare le aziende e gli operatori del settore, illustrando le organizzazioni professionali nazionali e internazionali con i rispettivi organigrammi; l’Associazione molitoria nazionale francese (consiglio di amministrazione e associazioni regionali); l’Associazione europea dei mugnai da farina (European Flour Millers); Paesi al di fuori dell’Unione Europea; altre organizzazioni professionali; Intercéréales; FranceAgriMer. La seconda parte presenta l’elenco dei molini, con una mappa della Francia che mostra la distribuzione dell’attività per regione. I molini sono quindi classificati per dipartimento con le coordinate dell’associazione regionale, una tabella che ne riassume il numero e la capacità di macinazione. Per ogni mulino vengono forniti i dettagli di contatto, di 122 ˙ maggio 2019
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libri rigenza, forza lavoro, fatturato, capacità produttiva e standard di qualità. La terza parte riporta le statistiche nazionali ed europee sotto forma di tabelle o istogrammi: produzione di grano tenero, evoluzione del consumo di farina, uso della produzione francese di farina sul mercato interno e attività molitoria per regione. La quarta sezione fornisce l’elenco dei molini in ordine alfabetico, ciascuno con il proprio codice dipartimentale per facilitarne l’individuazione. Infine, viene presentato il registro dei fornitori, dove le aziende partner sono ordinate in base all’attività. La versione cartacea è completata da un codice di accesso al sito internet, per una consultazione della directory, grazie al motore di ricerca che esplora tutte le rubriche, fra cui le diverse farine prodotte e commercializzate.
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11 - Alla ricerca della funzionalità: un nuovo anello nella scala evolutiva 12 - L’evoluzione del controllo igienico e microbiologico nell’industria alimentare 13 - Evoluzione nella presenza e nel controllo degli infestanti 14 - L’evoluzione della sanificazione: dalle prime esperienze alle soluzioni attuali 15 - Dai test organolettici al marketing sensoriale 16 - Il consumatore: dal prodotto al messaggio verso la genomica della mente 17 - L’eco-innovazione nell’industria alimentare 18 - Evoluzione europea del rischio alimentare 19 - L’evoluzione del diritto alimentare: l’informazione del consumatore 20 - Prospettive di ricerca e sviluppo per l’industria alimentare italiana
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