Tcleb FotoMagazine
Giugno 2019 Vol.16
Editore
Christian Temporiti
Fotografi
Antonio Ferreiro Gómez Urban Relics ( Peter ) ChrisTempo Elena Barinova
Copertina
Elena Barinova
Venezia …. vista con “altri occhi “ ! in collaborazione con: Elena Barinova Isabelle Kahna Main Partner TIENNElab Per Sponsor – Collaborazioni , Idee tnlab24@gmail.com
Contenuti Giugno 2019 Vol.16
FotoAstrattismo origini ed evoluzione I Grandi
Franco Fontana Paolo Gioli Aaron Siskind Silvio Wolf
FotoWorldNews – Notizie dal Mondo Esposizioni – Mostre – Concorsi Ospiti
Antonio Ferreiro Gómez Urban Relics (Peter)
Venezia …. vista con “altri occhi “ !
Tcleb
PhotoAbstract art origins and evolution Since its discovery in 1839, photography has been used in the documentary field, producing images based on the codes of representation of human vision (verismo). However, at the beginning of the 20th century, many photographers tried to overcome this vision of photography by experimenting and developing what we can call PhotoAbstract art. The origins of abstract photography often converge with that of modernismo in the late XIX and early XX centuries, in chronological order as well as intellectually. The first abstract paintings emerged around 1910 by artists such as Vasilij Kandinsky, Kazimir Malevich and others; Historians have observed that almost at the same time photographers began their experimentation in this sense. Already the beginning of photography, from the "photogenic drawings" of William Henry Fox Talbot in 1830 to the studies of motion by Thomas Eakins and Étienne-Jules Marey (chronophotography) in 1880, presents images that could be classified as abstract, even if they were thought for scientific and technical rather than aesthetic purposes. The first forms of abstract photography appear in America in 1910 with Paul Stand, with the photos entitled "Porch Shadows" and "The Bowls", photos in which he plays with shapes and lights using close-up shots. The trend towards abstraction became established throughout the XX century, namely, the coexistence of two parallel visions between American and European modernist photographers. These views included the concept of "Direct Photography" (straight photography) launched by American photographers such as Alfred Stieglitz, Aaron Siskind, and others; and on the other, the concept of aesthetic experimentation directly derived from the European avant-garde of Laszlo ’Moholy-Nagy. The objective of Straight Photography was to grasp the reality made up of everyday objects that usually escape the human eye, without any manipulation and emphasizing purely photographic processes such as framing, lighting, focus and point of view, images resulting exploited pure formalism, geometry and design. Even more experimental or aesthetically radical than the previous artists was another line of abstractionists that they considered as an ideal means of plastic expression to build and create new visual codes. This is the Photogram(in this case we mean a photographic image in a darkroom by impressing an image on a sheet of sensitive paper or a negative, without using a camera. With the name of Rayogramm or "Rayography", from the name of photographer ManRay, who rediscovered in the 20s of the 900s, or as Shadography), the manipulation of light, movement and chemistry, the photographs of the took on a series of recurring characteristics that went to associate them with modernist abstraction. The artist creates a style of film and film, thus ignoring the mechanical or technical apparatus in favor of fantasy and surrealism. At the origins of numerous abstract manipulations, the photogram technique was used by Christian Schad as early as 1918, Man Ray in 1921, and Moholy-Nagy in 1922. In 1940 Barbara Morgan became the first to use the technique that today we call light painting, which she used to draw her calligraphic arabesques.
FotoAstrattismo origini ed evoluzione Fin dalla sua scoperta nel 1839, la fotografia è stata utilizzata in ambito documentaristico, producendo immagini sulla base dei codici di rappresentazione della visione umana (verismo). Tuttavia, agli inizi del XX secolo, molti fotografi hanno cercato di superare questa visione della fotografia sperimentando e sviluppando quello che possiamo chiamare FotoAstrattismo. Le origini della fotografia astratta, spesso converge con quella del modernismo alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, in ordine cronologico così come intellettualmente. I primi quadri astratti sono emersi intorno al 1910 ad opera di artisti come Vasilij Kandinsky, Kazimir Malevich e altri; Gli storici hanno osservato che quasi allo stesso tempo i fotografi iniziarono la loro sperimentazione in questo senso. Già l’inizio della fotografia, dai “disegni fotogenici” di William Henry Fox Talbot nel 1830 agli studi del moto di Thomas Eakins ed Étienne-Jules Marey (cronofotografia) nel 1880, presenta immagini che potrebbero essere classificate come astratte, anche se erano pensate per scopi scientifici e tecnici più che estetici.
Le prime forme di fotografia astratta si manifestano in America nel 1910 con Paul Stand, con le foto intitolate “Porch Shadows” e “The Bowls”, foto in cui gioca con le forme e le luci usando inquadrature ravvicinate.
La tendenza verso l’astrazione si affermò per tutto il ventesimo secolo, vale a dire, la coesistenza di due visioni parallele tra fotografi modernisti americani ed europei. Questi punti di vista includevano da un lato il concetto di “Fotografia diretta” (straight photography) lanciata dai fotografi americani come Alfred Stieglitz, Aaron Siskind, ed altri; e dall’altro, il concetto di sperimentazione estetica direttamente derivato dall’avanguardismo europeo di Laszlo’ Moholy-Nagy . L’obiettivo della Straight Photography era quello di cogliere la realtà fatta di oggetti di uso quotidiano che di solito sfuggono all’occhio umano, senza alcuna manipolazione e sottolineando processi puramente fotografici come inquadratura, illuminazione, messa a fuoco e punto di vista, le immagini risultanti sfruttato il formalismo puro, la geometria e il design.
Ancora più sperimentale o esteticamente radicale rispetto al lavoro dei precedenti artisti era un altro ceppo di astrattisti che considerava la fotografia come un mezzo ideale di espressione plastica per costruire e creare nuovi codici visivi. Utilizzando una varietà di pratiche come il fotogramma (in questo caso si intende un’immagine fotografica ottenuta in camera oscura imprimendo un’immagine direttamente su un foglio di carta sensibile o un negativo, senza fare uso di una macchina fotografica. Questa tecnica è più nota con il nome di Rayogramma o “Rayografia”, dal nome del fotografo ManRay, che la riscopre negli anni ’20 del 900, o come Shadografia), la manipolazione della luce, il movimento e la chimica, i fotografi europei assunsero una serie di caratteristiche ricorrenti che andavano ad associarli con l’astrazione modernista. Dato che il fotogramma è stato prodotto senza una macchina fotografica, l’artista crea immagini di ombre e sagome di oggetti che sono stati collocati tra la sorgente luminosa e la carta fotosensibile o di un film, quindi bypassando l’apparato meccanico o tecnico a favore di fantasia e surrealismo. Alle origini di numerose manipolazioni astratte, la tecnica del fotogramma è stata usata da Christian Schad già nel 1918, Man Ray nel 1921, e Moholy-Nagy nel 1922.
Nel 1940 Barbara Morgan diventa la prima ad utilizzare la tecnica che oggi chiamiamo light painting, che ha usato per disegnare i suoi arabeschi calligrafici.
Praticare la fotografia astratta oggi è molto più facile, pur essendo uno dei generi fotografici più complessi forse più praticata da artisti dell’immagine che da veri e propri fotografi. Grazie alle infinite possibilità della fotografia digitale e della postproduzione al computer rappresenta un grande ambito di sperimentazione, ideale per liberare la creatività e l’espressività. Nella fotografia astratta è necessario infrangere le regole, provare nuove composizioni, inquadrature e tempi di posa, che si possono combinare con risultati sorprendenti. Questo tipo di fotografia è in grado di produrre immagini molto spettacolari, basate soprattutto sul senso delle forme e del colore, ma il fotografo deve essere capace di guardare il mondo in modo differente per percepire le opportunità di fotografia astratta che lo circondano. Possiamo giocare con la luce, con i colori, con le forme, con la composizione,la cosa importante è che l’immagine dica qualcosa. Per trasmettere un messaggio all’interno dell’astrazione non è necessaria una particolare attrezzatura fotografica, basta anche la fotocamera del telefono cellulare, che può sempre essere migliorata o modificata in digitale per raggiungere l’obiettivo che vogliamo. La semplicità è sempre la caratteristica più efficace. Non serve andare alla ricerca di luoghi particolari per ore, basta osservare senza fretta intorno a noi, guardare con attenzione e cercare possibili immagini astratte negli oggetti reali. La composizione è importante per il successo di una fotografia astratta, perchè oltre a darci un’immagine che può essere visivamente attraente per chi la guarda, ci aiuta ad isolare quello che fotografiamo dall’ambiente che ha intorno. Spesso si pensa che per fare fotografie astratte servano obiettivi macro, perché le immagini più ravvicinate aiutano a vedere le cose in un modo diverso da quello a cui siamo abituati. La fotografia macro può essere un buon modo per arrivare all’astrazione dagli oggetti di uso quotidiano, ma non è l’unico per farlo. Ci possono aiutare saper usare la profondità di campo e gli spazi vuoti, trattare nel modo giusto i colori o convertire in bianco&nero una fotografia per ottenere un’immagine più astratta. Il fatto che la fotografia astratta il più delle volte rappresenti forme geometriche, linee e curve, non significa che le immagini siano prive di significato. Quando si cerca di realizzare questo tipo di fotografie è necessario essere chiari su ciò che si vuole trasmettere con esse, per ordinare gli elementi che si hanno a disposizione ed arrivare a trasmettere il messaggio che si desidera. Un’immagine astratta può essere in grado di trasmettere serenità oppure ansia, può essere statica o in movimento. Tutti gli elementi che la compongono possono trasmettere emozioni.La fotografia astratta è una materia che richiede creatività per realizzare immagini efficaci, è difficile categorizzarla ma se ne possono comunque distinguere diverse tipologie - fotografia completamente astratta: non consente di riconoscere allo spettatore alcun elemento presente nella composizione. Chi guarda la foto non è in grado di riconoscere gli oggetti che hanno dato origine all’immagine, ma per la complessità di questo genere è necessario avere un occhio addestrato e una grande capacità di astrazione. Le forme geometriche e le linee sono solitamente i protagonisti principali, mentre invece in queste foto non compaiono texture strutture e trame delle superfici) perchè aiutano ad individuare il soggetto a cui appartengono.
- fotografia parzialmente astratta: quella fotografia non completamente isolata da ciò che la circonda. È più facile da realizzare della fotografia completamente astratta, perchè ogni elemento può essere visto da una prospettiva insolita e può essere riconosciuto. Texture e linee geometriche sono i principali protagonisti in queste foto. - fotografia astratta minimalista: molte delle fotografie astratte sono anche minimaliste. Questo dipende dalla semplicità della composizione e dell’immagine in generale che l’artista decide di dare alla fotografia, eliminando tutto il superfluo. La ricerca di minimalismo nelle immagini spesso aiuta ad ottenere buoni risultati. Comunque questo non vuol dire che tutta la fotografia astratta è minimalista o che la fotografia minimalista è astratta, sono due diverse tipologie fotografiche che spesso si possono combinare insieme.
Practicing abstract photography today is much easier, despite being one of the most complex photographic genres, perhaps more practiced by image artists than as real photographers. Thanks to the infinite possibilities of digital photography and computer post-production, it represents a great field of experimentation, ideal for freeing creativity and expressiveness. In abstract photography it is necessary to break the rules, try new compositions, shots and shutter speeds, which can be combined with surprising results. This type of photography is capable of producing very spectacular images, based above all on the sense of form and color, but the photographer must be able to look at the world in a different way to perceive the opportunities for abstract photography that surround it. We can play with light, with colors, with shapes, with composition, the important thing is that the image says something. To transmit a message inside the abstraction a particular photographic equipment is not necessary, even the camera of the mobile phone is enough, that can always be improved or modified in digital to reach the objective that we want. Simplicity is always the most effective feature. No need to go looking for particular places for hours, just look around us without haste, look carefully and look for possible abstract images in real objects. The composition is important for the success of an abstract photograph, because in addition to giving us an image that can be visually attractive to the viewer, it helps us to isolate what we photograph from the surrounding environment. We often think that to make abstract photographs we need macro lenses, because the closer images help us to see things in a different way than we are used to. Macro photography can be a good way to get to abstraction from everyday objects, but it is not the only way to do it. They can help us know how to use depth of field and empty spaces, treat colors in the right way or convert a photograph to black & white to get a more abstract image. The fact that abstract photography most often represents geometric shapes, lines and curves does not mean that images are meaningless. When trying to make this type of photographs it is necessary to be clear about what you want to convey with them, to order the elements you have available and to get to convey the message you want. An abstract image may be able to convey serenity or anxiety, it may be static or moving. All the elements that compose it can transmit emotions. Abstract photography is a material that requires creativity to create effective images, it is difficult to categorize it but it can still be distinguished different types - completely abstract photography: it does not allow the viewer to recognize any element present in the composition. Who looks at the photo is not able to recognize the objects that gave rise to the image, but for the complexity of this kind it is necessary to have a trained eye and a great capacity for abstraction. The geometric shapes and lines are usually the main protagonists, while instead in these photos there are no textures, textures and surface textures because they help to identify the subject to which they belong.
- partially abstract photography: that photograph not completely isolated from its surroundings. It is easier to make completely abstract photography, because each element can be seen from an unusual perspective and can be recognized. Textures and geometric lines are the main protagonists in these photos. - minimalist abstract photography: many of the abstract photographs are also minimalist. This depends on the simplicity of the composition and the image in general that the artist decides to give to the photograph, eliminating all the superfluous. The search for minimalism in images often helps to achieve good results. However this does not mean that all abstract photography is minimalist or that minimalist photography is abstract, they are two different photographic types that can often be combined together.
Franco Fontana
Comincia a fotografare nel1961. Frequentatore dei "Fotoclub", la sua attività è prevalentemente amatoriale, anche se svolge ricerche estetiche su diversi temi. Molto rilevanti saranno quelle dedicate all'espressione astratta del colore, svolte in un periodo in cui l'astrattismo in fotografia era da ricercarsi esclusivamente nel bianco e nero. ( more)
He begins to photograph in 1961. Frequenter of the "Fotoclub", his activity is mainly amateur, even if he carries out aesthetic researches on different themes. Very important will be those dedicated to the abstract expression of color, carried out in a period in which abstract art in photography was to be found exclusively in black and white. (...)
Paolo Gioli,
nasce a Sarzano (Rovigo) frequenta la scuola libera del nudo presso l'Accademia di Belle Arti a Venezia dove per qualche anno si stabilisce e lavora. Nel 1967 parte per New York ,Costretto ad interrompere l'esperienza americana e a rientrare in Italia per problemi collegati al visto di soggiorno (siamo ai giorni della uccisione di Martin Luther King e Bob Kennedy che vide l'applicazione di norme più severe da parte dell'Immigration Office americano) Gioli, nel 1970, si stabilisce a Roma dove entra in rapporto con la Cooperativa Cinema Indipendente che orbita intorno al Filmstudio e cui fanno capo un po' tutti gli autori di cinema sperimentale italiano. E' tra Rovigo e Roma che produce i primi film che sviluppa da se stesso usando la cinecamera come un laboratorio sulla scia dei Lumière. A Roma approfondisce anche il suo interesse per la fotografia di cui indaga specialmente le origini. Nel 76 si trasferisce a Milano dove (…) Born in Sarzano (Rovigo), he attended the free nude school at the Academy of Fine Arts in Venice where he settled and worked for a few years. In 1967 he left for New York, forced to interrupt the American experience and to return to Italy due to problems related to the visa (we are in the days of the killing of Martin Luther King and Bob Kennedy who saw the application of stricter rules by the The American 'Immigration Office' Gioli, in 1970, settled in Rome where he entered into a relationship with the Independent Cinema Cooperative that orbited around the Film Studio and which all the authors of experimental Italian cinema were part of. It is between Rovigo and Rome that produces the first films that he develops from himself using the cinecamera as a laboratory in the wake of the Lumière. In Rome he also deepens his interest in photography, which he especially investigates the origins . In 76 he moved to Milan where (...)
Aaron Siskind
era un fotografo americano . Il lavoro di Siskind si concentra sui dettagli delle cose, presentati come superfici piatte per creare una nuova immagine indipendente dal soggetto originale. Era strettamente coinvolto, se non in parte, nel movimento espressionista astratto . All'inizio della sua carriera, Siskind era un membro della New York Photo League , dove ha prodotto diverse importanti serie di immagini socialmente consapevoli negli anni '30, tra cui "Harlem Document". Siskind ha realizzato fotografie di "dettagli ravvicinati di pareti dipinte, pavimentazione di asfalto, rocce e colate laviche","vernice screpolata e scrostata su superfici esposte alle intemperie".Ha anche usato "un processo di tracciamento, sfregamento e sbavatura sulla superficie dei suoi negativi e stampe, ... sporco, polvere e sporcizia". Il lavoro di Siskind comprende opere eseguite a Roma nel 1963 e 1967, in Messico negli anni '70 e negli anni '80 opere come la serie Tar di Providence, Vermont e Route 88 vicino a Westport, nel Rhode Island. Ha continuato a fare fotografie fino alla sua morte l'8 febbraio 1991.(...)
He was an American photographer. Siskind's work focuses on the details of things, presented as flat surfaces to create a new image independent of the original subject. He was closely involved, if not partly, in the abstract expressionist movement. Early in his career, Siskind was a member of the New York Photo League, where he produced several important series of socially conscious images in the 1930s, including "Harlem Document". Siskind has taken photographs of "close-up details of painted walls, asphalt pavement, rocks and lava flows", "cracked and peeling paint on weathered surfaces". He also used a process of tracing, rubbing and smudging on the surface of his negatives and prints, ... dirt, dust and dirt ". Siskind's work includes works performed in Rome in 1963 and 1967, in Mexico in the 1970s and in the 1980s works such as the Tar series of Providence, Vermont and Route 88 near Westport, Rhode Island. He continued taking pictures until his death on February 8, 1991. (...)
Silvio Wolf
è un artista italiano che vive a Milano e New York. Insegna fotografia all'Istituto Europeo di Design di Milano ed è visiting professor presso la School of Visual Arts di New York. Wolf ha studiato Filosofia e Psicologia in Italia e in Fotografia e Arti Visive presso il London College of Printing , dove ha conseguito il Diploma Superiore in Fotografia Avanzata , Sebbene Wolf abbia sviluppato la sua pratica attraverso una pluralità di lingue, "luce", "tempo" e "soglia" sono temi fondamentali nelle sue inchieste artistiche , Icons of Light (1993-2007) è il risultato di un processo simultaneo di generazione e distruzione: la stessa luce che genera l'immagine fotografica distrugge quella dipinta. (...)
Is an Italian artist who lives in Milan and New York. He teaches photography at the European Institute of Design in Milan and is a visiting professor at the School of Visual Art in New York. Wolf studied Philosophy and Psychology in Italy and in Photography and Visual Arts at the London College of Printing, where he received his Diploma Superior in Advanced Photography, Although Wolf has developed his practice through a plurality of languages, "light", "time" and "threshold" are fundamental themes in his artistic investigations, Icons of Light (1993-2007) is the result of a simultaneous process of generation and destruction: the same light that generates the photographic image destroys the painted one.(...)
FotoWorldNews
Giulio Di Sturco: Ganga Ma ,(vita di fiume) Per dieci anni Giulio Di Sturco ha documentato gli effetti devastanti che l’inquinamento, l’industrializzazione e i cambiamenti climatici hanno avuto sul Gange. Il lungo viaggio del fotografo è cominciato nel 2007. Per più di duemila chilometri ha seguito il percorso del fiume partendo dal ghiacciaio Gangotri fino al golfo del Bengala, dove il Gange sfocia in un grande delta nella regione delle Sundarbans. I fedeli indù lo chiamano Ganga ma, madre Gange, perché per loro è la manifestazione fisica della Dea Devi e in queste acque sacre possono purificarsi dai peccati. Purtroppo queste acque sono anche tra le più inquinate al mondo, con livelli di tossicità tali da rappresentare una grave minaccia per l’ecosistema circostante, abitato da più di quattrocento milioni di persone. Nel 2019 Di Sturco ha portato a termine questo viaggio con il libro Ganga ma (Gost Books). “Il protagonista della mia storia è un’entità non umana: un fiume” afferma il fotografo. “Ho deciso però di trattarlo come se fosse un essere umano, creando un flusso che lo raccontasse come se si trattasse della vita di una persona. For ten years Giulio Di Sturco has documented the devastating effects that pollution, industrialization and climate change have had on the Ganges. The photographer's long journey began in 2007. For more than two thousand kilometers he followed the river's route from the Gangotri glacier to the Bay of Bengal, where the Ganges flows into a large delta in the Sundarbans region. The Hindu faithful call him Ganga but, Mother Gange, because for them it is the physical manifestation of the Goddess Devi and in these sacred waters they can purify themselves from sins. Unfortunately, these waters are also among the most polluted in the world, with levels of toxicity that represent a serious threat to the surrounding ecosystem, inhabited by more than four hundred million people. In 2019 Di Sturco completed this journey with the book Ganga ma (Gost Books). "The protagonist of my story is a nonhuman entity: a river," says the photographer. "But I decided to treat it as if it were a human being, creating a flow that told it as like were a person's life.
FotoWorldNews
Fotografia naturalistica: Asferico 2019 Le fotografie premiate all'edizione 2019 del concorso Asferico, organizzato dall'Afni, l'Associazione dei fotografi naturalisti italiani.
FotoWorldNews
Il fotografo fossanese Simone Mondino , Nikon Ambassador per il 2019 Un nuovo successo corona la carriera professionale del fotografo di Fossano Simone Mondino, selezionato quale Nikon Ambassador per il 2019 dalla commissione della celebre casa. le sue fotografie rappresenteranno la Nikon in Italia e in Europa. Un sogno diventato realtĂ e conquistato a suon di scatti.
A new success crowns the professional career of the photographer Simone Mondino,from fossano selected as Nikon Ambassador for 2019 by the commission of the famous house. his photographs will represent Nikon in Italy and in Europe. A dream come true and conquered with shots.
Esposizioni - Mostre – Concorsi 31° Concorso Fotografico Nazionale 1000 Miglia 2019
Concorso Fotografico organizzato del Museo Nazionale della Fotografia con le immagini della corsa storica automobilistica bresciana che si terrà quest’anno dal 15 al 18 maggio 2019 sul percorso Brescia-RomaBrescia (…) Le opere, con la scheda debitamente compilata e relativa quota di partecipazione, dovranno pervenire entro e non oltre il 23 giugno 2019 al MUSEO Nazionale della Fotografia 25122 Brescia Via s. Faustino, 11/d.
Premio ZOOM Giornale di Brescia - tema libero, inviare i file tramite il sito http://zoom.giornaledibrescia.it Premio Bresciaoggi - tema: "Mille Miglia e la natura” inviare il file mezzo e-mail a museobrescia@museobrescia.net
Esposizioni - Mostre – Concorsi
NEL MIRINO. L’Italia e il mondo nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981
Fino al 7 luglio la mostra Nel mirino – L’Italia e il mondo nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981, prima organica ricognizione sullo straordinario patrimonio dell’Agenzia, acquisito nel 2015 da Intesa Sanpaolo che, attraverso il proprio Archivio storico, lo conserva, restaura, studia e valorizza anche con il supporto di esperti, come è avvenuto in occasione della realizzazione di questa mostra.
Curata da Aldo Grasso e Walter Guadagnini, l’esposizione – realizzata da CAMERA con Intesa Sanpaolo nell’ambito di Progetto Cultura, il programma triennale delle iniziative culturali della Banca – presenta alcuni degli episodi cruciali della storia e della cronaca italiane e mondiali: dalla nascita della Repubblica Italiana alle Olimpiadi di Roma, dal grande concerto dei Beatles allo sbarco sulla Luna, in un periodo che va dal 1939, anno in cui Vincenzo Carrese volle chiamare “Publifoto” la sua agenzia – nata a Milano nel 1937 con il nome Keystone -, fino al 1981, anno della scomparsa del fondatore. Quasi mezzo secolo di eventi raccontati attraverso circa duecento quaranta immagini realizzate dai fotografi di quella che è stata per un lungo periodo l’agenzia FotoGiornalistica più importante del paese.
Esposizioni - Mostre – Concorsi
20 ° ANNIVERSARIO DI ARTELIBRE In occasione della celebrazione del ventesimo anniversario della Artelibre Gallery, diretta da Jose Enrique González, il MEAM espone 160 opere in formato 20 x 20 realizzate da oltre cento artisti figurativi di fama internazionale. L'inaugurazione avrà luogo il 12 luglio 2019 e la mostra sarà visibile nel museo fino al 1 settembre 2019.
Antonio Ferreiro Gómez
Il mio interesse per la fotografia è iniziato con la mia dedizione alle arti grafiche e alla rilegatura e al restauro di libri. Da qui il mio amore per la perfezione e la bellezza. Design e fotografia vanno di pari passo con le arti grafiche. Fu così che a poco a poco stavo entrando in quell' affascinante modo di salvare immagini e momenti per il futuro. Questo fa parte del fascino della fotografia , Ricordi, Conoscenza.
Anche se ho fatto diversi eventi come matrimoni e altre ricorrenze , Preferisco la natura , la foto di strada , la panoramica . Le mie immagini , ( ne ho decine di migliaia) le ho postate solo sulla mia bacheca di Facebook, Altre sulla carta che ho preparato per una mostra imminente per scopi di assistenza sociale. ammiro fotografi come Henri Cartier-Bresson per i suoi documentari e le scene di strada. Ansel Adams , impressionante bianco e nero. E una donna Annie Leibovitz. My photography interest began with my dedication to graphic arts and book binding and restoration. Hence my love for perfection and beauty. Design and photography go hand in hand with the graphic arts. So it was that little by little I was entering that fascinating way of saving images and moments for the future. This is part of the charm of photography, memories, knowledge. Although I did several events like weddings and other celebrations, I prefer nature ,the street photo, the landscape ... My images, (I have tens of thousands) I posted only on my Facebook profile , Others on the paper I prepared for an upcoming exhibition for social assistance purposes. I admire photographers like Henri Cartier-Bresson for his documentaries and street scenes. Ansel Adams, impressive black and white. And a woman Annie Leibovitz. Antonio Ferreiro Gómez Photography
Urban Relics
Even as a young boy I was already fascinated with all things abandoned. In the woods near to where I grew up there were several abandoned cars and a few abandoned houses and chalets. It was my favorite playground. Growing up I lost track of this fascination, why?… well, in life happen. About twenty years ago, when I moved back from the city where I lived for some years after my studies to the village where I grew up, I revisited this forgotten fascination and went “exploring” several times, but even then I had never heard of the term “urban exploring”. About five years ago I took up an evening class in photography. Già da ragazzo ero affascinato da tutte le cose abbandonate. Nei boschi vicino a dove sono cresciuto c'erano diverse macchine ,alcune case e chalet abbandonati. Era il mio parco giochi preferito. Crescendo ho perso la cognizione di questo fascino, perché? ... beh, nella vita succede. Circa vent'anni fa, quando sono tornato nel villaggio in cui sono cresciuto dalla città dove ho vissuto per alcuni anni per i miei studi , ho rivisitato questo fascino dimenticato e sono andato "ad esplorare" diverse volte, ma anche allora non avevo mai sentito parlare del termine "esplorazione urbana". Circa cinque anni fa ho preso una lezione serale di fotografia. UrbanRelics Photography
When I saw the urban exploring photos of a few class mates, I instantly knew that this was what I wanted to do… My first trip with them in 2015 immediately had me hooked. Still trying to master the basics of photography, the photos of that trip were absolutely horrendous! Compositions were crooked, lighting was all wrong and I had forgotten to reset the ISO, so everything was shot at ISO 4000, which in a dark location obviously resulted in photos that were complete crap… But other than that… The rush! The adrenaline! I look back on that first trip with the fondest memories. To me, urban exploring has it all. There is the part ‘detective work’ in trying to find new abandoned places. There is the ‘history’ part in examining the background of the place. Then there is ‘adventure’ part in trying to sneak in unnoticed. Then of course there is the ‘photography’ part. All this cumulates into a photoset with an historical background, which I publish on my website (in Dutch) and on my blog (in English). I like to think that since that first trip I have learned a few things and that my photography has gotten better. Photography is always a work in progress and I’m still learning new things every day, but I think I have managed to develop a certain style that suits me. I want my photosets to convey a certain feeling of melancholy for things past; a certain atmosphere that portrays the undeniable beauty in decay and the strength of nature in reclaiming what was once hers… Because we are mostly in dark places, with strong contrasts and no artificial light, I will usually work with high dynamic range photography (HDR), so that no detail is lost in the very dark or in the very clear parts of the photo. However, I steer clear of the ‘over the top’ edits one often sees in urbex photography. I want my photos to be as close to reality as possible. I have visited all kinds of abandoned places: churches and convents, schools, chateaus and villas, hospitals, cemeteries… Over time, however, I have developed a strong preference for abandoned industrial sites, rusty power plants, decaying factories, warehouses covered in a thick layer of dust,… So far I have visited abandoned places mainly in Belgium (where I live), the Netherlands, Germany and France. In the fall of this year, I hope to extend my territory to Italy.
Quando ho visto le foto esplorative urbane di alcuni compagni di classe, ho subito capito che era quello che volevo fare ... Il mio primo viaggio con loro nel 2015 mi ha immediatamente catturato. Ancora cercando di padroneggiare le basi della fotografia, le foto di quel viaggio erano assolutamente orrendi! Le composizioni erano storte, l'illuminazione era completamente sbagliata e mi ero dimenticato di resettare l'ISO, quindi tutto è stato girato a ISO 4000, che in una posizione buia ha provocato ovviamente foto che erano merda completa ... Ma a parte questo ... La fretta! L'adrenalina! Ripenso a quel primo viaggio con i ricordi più belli. Per me, l'esplorazione urbana ha tutto. C'è una parte del "lavoro investigativo" nel cercare di trovare nuovi posti abbandonati. C'è la parte "storia" nell'esaminare lo sfondo del luogo. Poi c'è la parte "avventura" nel tentativo di intrufolarsi inosservato. Poi ovviamente c'è la parte "fotografia". Tutto questo si accumula in un photoset con un background storico, che pubblico sul mio sito web (in olandese) e sul mio blog (in inglese). Mi piace pensare che da quel primo viaggio ho appreso alcune cose e che la mia fotografia sia migliorata. La fotografia è sempre un work in progress e sto ancora imparando cose nuove ogni giorno, ma penso di essere riuscito a sviluppare un certo stile che mi si addice. Voglio che i miei set fotografici trasmettano una certa sensazione di malinconia per le cose passate; una certa atmosfera che ritrae la bellezza innegabile nel decadimento e la forza della natura nel reclamare ciò che un tempo era suo ... Dato che siamo per lo più in luoghi bui, con forti contrasti e senza luce artificiale, di solito lavoro con la fotografia ad alta gamma dinamica (HDR), in modo che nessun dettaglio venga perso nel buio o nelle parti molto chiare della foto. Tuttavia, evito le modifiche "sopra le righe" che si vedono spesso nella fotografia urbex. Voglio che le mie foto siano il più vicino possibile alla realtà. Ho visitato tutti i tipi di luoghi abbandonati: chiese e conventi, scuole, castelli e ville, ospedali, cimiteri ... Nel corso del tempo, tuttavia, ho sviluppato una forte preferenza per siti industriali abbandonati, centrali elettriche arrugginite, fabbriche in disfacimento, magazzini coperti in un spesso strato di polvere, ... Finora ho visitato luoghi abbandonati principalmente in Belgio (dove vivo), nei Paesi Bassi, in Germania e in Francia. Nell'autunno di quest'anno, spero di estendere il mio territorio in Italia.
Venezia è considerata una delle più belle città al mondo, per il suo straordinario patrimonio artistico ed architettonico… ma non solo ! Romantica, coinvolgente, pittoresca. Ed anche un po’ malinconica, quel tanto che serve a conferirle maggiore fascino. Gli aggettivi per definire Venezia non bastano mai, e qualunque descrizione, anche la più esaustiva, non sarebbe in grado, attraverso le parole, di renderle piena giustizia. Perché Venezia va visitata, va “sentita” in prima persona, e contemplata nella sua infinita bellezza, una bellezza quasi “lontana dal tempo”. Concentrazione di popolazioni, Venezia è considerata una delle più belle città al mondo, per il suo straordinario patrimonio artistico ed architettonico, e non è una caso che accolga ogni anno milioni di turisti, sia italiani che stranieri. Cantata e celebrata dai poeti, la città dei Dogi è avvolta da un’aura quasi magica, che si respira tra le calli, i canali, i ponti, in ogni angolo, in ogni dove. Un’atmosfera unica, che fa di Venezia una meta d’obbligo, assolutamente imperdibile. Assai arduo, ed a tratti “imbarazzante” scegliere a cosa dedicarsi, sicuramente non può mancare Piazza San Marco, il cuore di Venezia, con il grande piazzale su cui si affaccia la Basilica, che è forse l’immagine che resta maggiormente impressa. E poi il Palazzo Ducale, il Canal Grande, la torre dell’Orologio. Senza dimenticare i ponti della città, tra cui i più noti sono quello dei Sospiri e quello di Rialto, e le chiese ed i musei. Venezia è un gioiellino, un “sogno”, che tutti dovrebbero vivere almeno una volta nella vita.
is considered one of the most beautiful cities in the world, for its extraordinary artistic and architectural heritage ... but not only that ! Romantic, engaging, picturesque. And even a little melancholy, just enough to give it more charm. The adjectives to define Venice are never enough, and any description, even the most exhaustive, would not be able, through words, to render them full justice. Because Venice must be visited, it must be "felt" in the first person, and contemplated in its infinite beauty, a beauty almost "far from time". Concentration of populations, Venice is considered one of the most beautiful cities in the world, for its extraordinary artistic and architectural heritage, and it is no coincidence that it welcomes millions of tourists each year, both Italian and foreign. Sung and celebrated by poets, the city of the Doges is surrounded by an almost magical aura, which can be felt in the streets, canals, bridges, in every corner, everywhere. A unique atmosphere that makes Venice a must-see destination. Quite arduous, and at times “embarrassing� to choose what to dedicate oneself, surely you cannot miss San Marco Square the heart of Venice, with the large square on which the Basilica overlooks, which is perhaps the most impressed image. And then the Ducal Palace, the Grand Canal, the Clock Tower. Without forgetting the bridges of the city, among which the best known are that of the Sospiri and that of Rialto, and the churches and museums. Venice is a little jewel , a "dream" that everyone should live at least once in their life.
Ma Venezia non e’ solo questo ...e ‘anche Eventi , spettacoli , ricorrenze storiche che ne fanno il cuore pulsante di questa citta’ ,come La Regata delle Antiche Repubbliche Marinare (o Palio delle Antiche Repubbliche Marinare è una manifestazione sportiva di rievocazione storica, istituita nel 1955 con lo scopo di rievocare le imprese e la rivalità delle più note Repubbliche marinare italiane: quelle di Amalfi, di Pisa, di Genova e di Venezia, nel corso della quale si sfidano tra di loro quattro equipaggi remieri in rappresentanza di ciascuna delle repubbliche. Tale evento, disputato sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, si svolge ogni anno in un giorno compreso tra la fine di maggio e l'inizio di luglio, ed è ospitato a rotazione tra le suddette città. La regata è preceduta da un corteo storico, durante il quale sfilano per le strade della città organizzatrice alcuni figuranti che vestono i panni di antichi personaggi che caratterizzarono ciascuna repubblica. ll corteo storico costituisce il momento centrale di tutta la manifestazione. Attraverso di esso ogni Repubblica Marinara rivive in pieno il suo glorioso passato, proponendo episodi e personaggi che ne segnarono la storia. Il corteo ha sfilato occasionalmente anche all'estero, in particolare a Berlino e a New York. Il corteo veneziano presenta come episodio centrale la donazione dell'isola di Cipro a Venezia, avvenuta nel 1489 per merito di Caterina Cornaro nobildonna della città nonché regina cipriota, che cedette la signoria dell'isola alla Serenissima. Nel corteo sfilano le massime cariche della repubblica veneta: il doge, i senatori, gli ambasciatori e il capitano da mar (a capo della flotta). Inoltre viene mostrato il "vessillo di San Marco", donato a Venezia nel 1171 ringraziare la città, la quale fece da mediatrice tra Papato, Impero e Comuni. La disposizione del corteo è la seguente. 3 stendardi; 4 nobili; 4 tamburi; 6 trombettieri; 8 gonfaloni; 10 senatori; 1 portacorno; il doge e il portaombrello; 2 paggi; 1 portastocco; 4 ambasciatori orientali; 8 dame; la regina di Cipro; la delegazione cipriota (6 persone); il capitano da mar; 8 armati.
Lo scudo dello stemma della Marina Militare italiana raggruppa i simboli delle quattro repubbliche marinare piĂš note: dall'alto a sinistra, in senso orario, gli emblemi di Venezia, Genova, Pisa e Amalfi The shield of the emblem of the Italian Navy groups together the symbols of the four most famous maritime republics: from the top left, clockwise, the emblems of Venice, Genoa, Pisa and Amalfi
But Venice is not only this ... it is also Events, shows, historical events that make it the beating heart of this city, like the Regatta of the Ancient Maritime Republics (or Palio of the Ancient Maritime Republics is a re-enactment sporting event historical, established in 1955 with the aim of recalling the exploits and rivalry of the most famous Italian maritime republics: those of Amalfi, Pisa, Genoa and Venice, during which four rowing teams representing each of the republics: this event, held under the high patronage of the President of the Italian Republic, takes place every year on a day between the end of May and the beginning of July, and is hosted in rotation between the aforementioned cities. regatta is preceded by a historical procession, during which parade through the streets of the organizing city some figurants who wear the clothes of ancient characters that characterized cias cuna republic. The historical procession is the central moment of the whole event. Through it every Marine Republic fully relives its glorious past, offering episodes and characters that marked its history. The procession occasionally marched abroad, particularly in Berlin and New York. The Venetian procession presents as a central episode the donation of the island of Cyprus to Venice, which took place in 1489 thanks to Caterina Cornaro noblewoman of the city and Cypriot queen, who ceded the lordship of the island to the Serenissima. In the procession the highest offices of the Venetian republic are present: the doge, the senators, the ambassadors and the captain da mar (head of the fleet). In addition, the "banner of San Marco" is shown, given to Venice in 1171 to thank the city, which acted as mediator between the Papacy, the Empire and the Municipalities. The layout of the procession is as follows. 3 banners; 4 nobles; 4 drums; 6 trumpeters; 8 banners; 10 senators; 1 horn holder; the doge and the umbrella stand; 2 pages; 1 stick-holder; 4 Eastern ambassadors; 8 ladies; the queen of Cyprus; the Cypriot delegation (6 people); the captain from mar; 8 armed.
Il vincitore dell ‘edizione 2019 e’ stato l’equipaggio di Venezia . Venezia Team won 2019 edition
Venezia e la “Vogalonga” è una regata di imbarcazioni a remi "non competitiva …..
Durante una regata svoltasi l'11 novembre 1974 tra un gruppo di veneziani, sia dilettanti che professionisti, nacque l'idea di istituire una regata dedicata a tutti gli appassionati della voga veneta, per rilanciare quest'antica tradizione e per sostenere una campagna contro il degrado e il moto ondoso nella Laguna di Venezia. Il 26 gennaio 1975 questi propositi si tradussero in un bando ufficiale per l'istituzione della Vogalonga, che venne presentata alla cittadinanza e alla stampa, promossa da un apposito comitato. Il percorso, lungo circa 30 km, fu studiato per toccare dei luoghi significativi e centrali di Venezia, come il Bacino di San Marco ed il Canal Grande, e per raggiungere le zone ad essa limitrofe, tra cui Burano e Murano, per rientrare a Venezia dal Canale di Cannaregio, che immette nel Canal Grande e terminare dinanzi alla Punta della Salute. La prima Vogalonga si svolse l'8 maggio 1975, giorno della ’’Sensa’’, con la partenza di tutte le imbarcazioni radunate di fronte a Palazzo Ducale, sancita da un colpo di cannone. Già da questa prima edizione parteciparono circa 1.500 regatanti, con ben 500 imbarcazioni, provenienti da Venezia, da molte altre località del Veneto e con qualche equipaggio proveniente anche da altre regioni. Con le successive edizioni, la Vogalonga vide gradualmente aumentare consenso e partecipazione, arrivando a superare le 1.600 imbarcazioni e oltre i 6.000 iscritti nel 2008, con regatanti provenienti ormai da tutto il mondo e con ogni genere d'imbarcazione, purché a remi. Tutti i partecipanti arrivati al traguardo, esclusi gli equipaggi squalificati, ricevono una medaglia commemorativa ed un certificato di partecipazione. Talvolta, inoltre, vengono sorteggiati premi supplementari, donati da associazioni e istituzioni. Venice and "Vogalonga :is a regatta of rowing boats "non-competitive ...During a race held on 11 November 1974 between a group of Venetians, both amateurs and professionals, the idea was born to set up a regatta dedicated to all fans of the Venetian rowing, to revive this ancient tradition and to support a campaign against degradation and swell in the Venice Lagoon On January 26th 1975 these intentions translated into an official call for the establishment of the Vogalonga, which was presented to the citizens and the press , promoted by a special committee The route about 30 km long, was designed to touch significant and central places in Venice, such as the San Marco Basin and the Grand Canal, and to reach the neighboring areas, including Burano and Murano, to return to Venice from the Cannaregio Canal, which leads into the Grand Canal and terminate and before the Punta della Salute. The first Vogalonga took place on 8 May 1975, the day of the ’’ Sensa ’, with the departure of all the boats gathered in front of Palazzo Ducale, sanctioned by a cannon shot. Already from this first edition about 1,500 sailors participated, with as many as 500 boats, coming from Venice, from many other places in the Veneto region and with some crew coming from other regions. With subsequent editions, the Vogalonga gradually saw an increase in consensus and participation, exceeding 1,600 vessels and over 6,000 registered in 2008, with sailors coming from all over the world and with every kind of boat, provided they rowed. All the participants who arrived at the finish line, excluding the disqualified crews, receive a commemorative medal and a certificate of participation. In addition, additional prizes are sometimes drawn, donated by associations and institutions.
Le imbarcazioni fonte di sopravvivenza Veneziana nel passato e mezzi di trasporto evoluti oggi , create, costruite, affondate e rinate come “forse “la stessa Venezia , e i suoi Trabaccoli imbarcazioni da pesca e da carico tipica del medio e alto Adriatico che esercitava il cabotaggio sin nello Ionio. Esempio Pratico di Rinascita come il “ nuovo trionfo” varato nel lontano 1926 dalle mani esperte di uno dei più importanti squerarioli di Cattolica: Ferdinando Ubalducci. Dal 2008 è stato acquistato dall’ associazione Compagnia della marineria tradizionale “Il Nuovo Trionfo” per restaurarlo e riutilizzarlo per attività culturali, di formazione e tempo libero nella laguna di Venezia e nell’Alto Adriatico e come nave scuola e/o di rappresentanza della città. Per il restauro e stato necessario l’intervento e il supporto delle Maestranze Veneziane , fonti indispensabili per interventi che rispecchino la storicita’ , e l’artigianato Territoriale di ogni componente del Trabaccolo stesso Dopo due anni di lavori il Nuovo Trionfo è tornato finalmente all’ormeggio in Punta della Dogana. Si possono organizzare a bordo eventi di ogni tipo dalle gite in laguna , compleanni , degustazioni di vini e cibo locale preparato dalle “ Signore Veneziane”, eventi culturali , rinfreschi e ricorrenze di ogni genere .
The Venetian boats , source of survival in the past and evolved means of transport today, created, built, sunk and reborn as "perhaps" Venice itself, and its" trabaccoli " fishing boats and cargo boats typical of the middle and upper Adriatic that exercised cabotage since. in the Ionian. Practical example of rebirth as the "new triumph" launched in 1926 by the expert hands of one of the most important squerarioli of Cattolica : Ferdinando Ubalducci. Since 2008 it has been bought by the association of the traditional marine company "Il Nuovo Trionfo" to restore it and reuse it for cultural activities, training and free time in the Venice lagoon and in the Upper Adriatic and as a school ship and / or representative of the city . For the restoration it was necessary the intervention and support of the Venetian Maestranze, indispensable sources for interventions that reflect the historicity, and the Territorial craftsmanship of each component of the Trabaccolo itself. After two years of work, the New Triumph has finally returned to mooring in Punta della Dogana. You can organize all kinds of events on board from lagoon trips, birthdays, wine tastings and local food prepared by the "Venetian Ladies", cultural events, refreshments and celebrations of all kinds.
Elena Barinova (Storica , Archeologa)
E se a Venezia l'urgenza non fosse più il restauro dei palazzi ma piuttosto quella del tessuto sociale? Nelle ultime ore di una calda giornata di giugno, risalgono dai campi i rumori dei bambini che giocano vicino ai pozzi. Nelle calli, la folla compatta si stringe e avanza lentamente, col passo stanco e stancante... di chi ? “oh, di un intruso straniero” , non è in villeggiatura, ma deve zigzagare verso il proprio appuntamento di lavoro in questa città Stra-visitata. Prevale un sentimento di rabbia misto tristezza , passando davanti alla trasformazione degli ultimi angoli di paradiso che i loro bambini hanno conosciuto in futuri hotel di lusso. Si passa poi alle risate amare, accordando un Golden Globe per la trovata più stupida a chi, ignorante della grande storia della città, vi si avventura alla ricerca di un negozio di costumi da bagno per rinfrescare il proprio corpo arrossato dal calore nell’acqua inquinata dei canali. Sul sito dell’associazione Venessia.com appaiono nel fine settimana le statistiche de «La popolazione di Venezia in numeri». 52 694. Oggi non restano che 52 694 abitanti nel centro storico della Venezia. Solo questa settimana la città ha perso 21 residenti. il che è a dir poco drammatico. Certo, drammatico, ma la vita veneziana continua e soprattutto deve continuare. Perché finché c’è vita, c’è speranza di dire NO…..NO alle Grandi Navi nella Laguna, era il grido dei 10 000 manifestanti che qualche settimana fa sono sfilati nelle calli veneziane sfidando il divieto della prefettura. Ragionando in proporzioni 10 000 persone nel centro storico di Venezia sono l’equivalente di una manifestazione di 500 000 persone a Parigi. Continuando l’analogia, la partecipazione massima alle manifestazioni dei gilet gialli nel novembre dei 2018 è stata di 8 000 persone. NO ad una città che perde ogni giorno un pezzo di una vita cittadina. E per non cedere alla disperazione di queste cifre, Molte Associazioni hanno proposto la serata TUTTA MIA LA CITTÀ a Rialto. Come da tradizione veneziana, i cittadini potranno riappropriarsi della loro città, il tempo di una sera, imbandendo tavole dove ognuno porta da mangiare e da bere. L’urgenza oggi a Venezia non è, come nel 1966, l’acqua alta o l’impatto del tempo sui magnifici palazzi. Oggi l’urgenza è il tessuto sociale veneziano che si sgretola e svanisce giorno dopo giorno, sommerso quotidianamente da questo andirivieni incessante: un «popolo-ondoso» di miliardi di passi stranieri che affollano la città, destabilizzandone i pilastri umani. Abbiamo creato l’associazione LES AILES DE VENISE per questa ragione. Per far sentire la nostra voce, perché se deve esserci un sostegno, l’urgenza oggi è proprio quella di mantenere vivo il tessuto sociale di Venezia, amplificando le azioni dei progetti cittadini.
Abbiamo creato LES AILES DE VENISE un’associazione volontaria che mira a portare un progetto di solidarietà e turismo partecipativo con la città di Venezia e i suoi Veneziani. Abbiamo partecipato a diverse mobilitazioni urbane di diversa provenienza (vedi stampa) perché dall’inizio di quest’avventura siamo e vogliamo rappresentare solo una parte dei cittadini del mondo, amanti incondizionati del più bel gioiello del patrimonio culturale dell’umanità. Perché come voi, noi amiamo Venezia e i suoi abitanti e abbiamo capito che il Turismo deve portare qualcosa in più dei selfie davanti la basilica di San Marco…
Isabelle Kahna
(presidente di LES AILES DE VENISE)
And if in Venice the urgency was no longer the restoration of the buildings but rather that of the social Problem? In the last hours of a hot June day, the sounds of children playing near the wells rise from the fields. In the streets, the compact crowd squeezes and moves slowly, with tired and tiring steps ... of whom? "Oh, of a foreign intruder", he is not on vacation, but must zigzag towards his work appointment in this Stra-visited city. A feeling of mixed sadness anger prevails, passing before the transformation of the last corners of paradise that their children have known in future luxury hotels. We then move on to bitter laughter, granting a Golden Globe for the most stupid find to those who, ignorant of the great history of the city, venture there in search of a swimwear shop to refresh their bodies reddened by heat in polluted water of the channels. On the Venessia.com association website, the statistics of "The population of Venice in numbers" appear at the weekend. 52 694. Today there are only 52 694 inhabitants in the historic center of Venice. Only this week the city has lost 21 residents. which is nothing short of dramatic. Certainly dramatic, but Venetian life continues and above all must continue. Because as long as there is life, there is hope to say NO… ..NO to the big Ships in the Lagoon, it was the cry of the 10 000 protesters who a few weeks ago were paraded in the Venetian streets challenging the prohibition of the prefecture. Reasoning 10,000 people in the historic center of Venice are the equivalent of a demonstration of 500,000 people in Paris. Continuing the analogy, the maximum participation in the demonstrations of yellow vests in November of 2018 was 8 000 people. NO to a city that loses a piece of city life every day. And in order not to succumb to the desperation of these figures, Many Associations have proposed the evening MY ENTIRE CITY in Rialto. As per Venetian tradition, citizens can regain possession of their city, the time of an evening, setting tables where everyone brings food and drink. The urgency today in Venice is not, as in 1966, high water or the impact of time on the magnificent buildings. Today the urgency is the Venetian social fabric that crumbles and vanishes day by day, submerged daily by this incessant coming and going: a "wave-people" of billions of foreign steps that crowd the city, destabilizing the human pillars. We created the LES AILES DE VENISE association for this reason. To make our voices heard, because if there is to be support, the urgency today is precisely to keep the social fabric of Venice alive, amplifying the actions of city projects.We have created LES AILES DE VENISE a voluntary association that aims to bring a project of solidarity and participatory tourism with the city of Venice and its Venetians. We have participated in various urban mobilizations of different origins (see press) because since the beginning of this adventure we are and we want to represent only a part of the citizens of the world, unconditional lovers of the most beautiful jewel of humanity's cultural heritage. Because like you, we love Venice and its inhabitants and we have understood that Tourism must bring something more than selfies in front of the Basilica of San Marco ...
[…] quale Città unico albergo ai giorni nostri di libertà, di giustizia, di pace, unico rifugio dei buoni e solo porto a cui, sbattute per ogni dove dalla tirannia e dalla guerra, possono riparare a salvezza le navi degli uomini che cercano di condurre tranquilla la vita: Città ricca d'oro ma più di nominanza, potente di forze ma più di virtù, sopra saldi marmi fondata ma sopra più solide basi di civile concordia ferma ed immobile e, meglio che dal mare ond'è cinta, dalla prudente sapienza de' figli suoi munita e fatta sicura.» (Francesco Petrarca )
Tcleb FotoMagazine
See You Soon !