4 Children N°1 2014

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4children DALLA PARTE DEI BAMBINI

“ORA SIAMO COOPERAZIONE: ADOZIONI E VIAGGIO COPPIE DI FATTO: UNA FAMIGLIA GRAZIE A CIFA” IN ETIOPIA Sì O NO?

4children - Anno XII - N°1 DPR 353 / 2003 ( conv. il L. 27/02/04 Art 1 comma E3 ) 01/2014 - 4children è una pubblicazione periodica di Cifa, organizzazione non governativa che tutela i diritti dei bambini. www.cifaong.it


Anno XII - N° 1 - Marzo-Maggio 2014 Direttore Responsabile: Gianfranco Arnoletti Progetto grafico e impaginazione: Davide Andrini Revisione testi a cura di: Paola Strocchio Editore: CIFA Onlus, Via Ugo Foscolo 3, 10126 Torino Tel. 011 4338059 (segreteria adozioni), 0115063048 (ufficio comunicazione), 011 4344133 (direzione cooperazione internazionale), fax 011 4338029, e-mail info@cifaong.it www.cifaong.it Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3633 del 25/02/1986. Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa richiesta in data 27/04/1998. Spedizione in abbonamento postale Legge 662/96, articolo 2, comma 20/c - C.R.P. Asti C.P.O. È vietata la riproduzione anche parziale di testi e illustrazioni. Ai sensi della Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti verranno trattati in forma cartacea ed automatizzata e saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale oggetto di abbonamento o di altre nostre testate come copie saggio e non verranno comunicati a soggetti terzi. Il conferimento dei dati è facoltativo ed è possibile esercitare i diritti di cui all’art. 13 facendone richiesta al responsabile trattamento dati: CIFA Onlus.

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a rivista che hai tra le mani è in formato elettronico leggibile e scaricabile. Se non intendi conservare questo numero di 4children, quando avrai terminato di leggerlo scegli di inviarlo a un amico. 2


SOMMARIO Marzo - maggio 2014

l’eDITORIALE

Interviste

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Adozioni e coppie di fatto

Cifa for families

si può essere buoni genitori anche se non si è sposati

La card al servizio di tutte le famiglie, per un welfare che ancora latita

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UN VOLTO NUOVO PER CIFA

la ricerca delle origini

Mauro Berruto, commissario tecnico della Nazionale azzurra è il testimonial della nostra ONG

Una delle questioni più sentite, questa volta vista con gli occhi dei figli

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diventare mamma e papà Le esperienze raccontate da due famiglie che si sono create grazie all’adozione internazionale e a Cifa, in Cina e in Bulgaria

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una nuova sede in puglia L’inaugurazione lo scorso 8 marzo a Bitonto, in provincia di Bari, in collaborazione con ANPIL onlus

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Alla scoperta della cooperazione Un viaggio tra le

spadafora ci racconta

difficoltà e i successi dei beneficiari dei nostri progetti, in particolare in Etiopia

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i nostri Diari di viaggio I racconti coinvolgenti ed emozionanti dei volontari che hanno operato in Etiopia e in Cambogia

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Cifa torna a scuola I laboratori dell’Educazione allo Sviluppo in quattro istituti del torinese

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sport e solidarietà Tante iniziative per sostenere i nostri progetti: dalla Fondazione Cuori

Bianconeri alla Milano Marathon e alla Turin Marathon

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Intervista con il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza a proposito di adozione e dintorni

Scrivi a Cifa

bomboniere solidali

info@cifaong.it

Per trasformare le ricorrenze più importanti in un gesto concreto a favore dei bambini che quotidianamente sosteniamo con i nostri progetti di cooperazione internazionale in Cambogia, Etiopia e Togo

Aspettiamo le tue testimonianze, le tue foto, i tuoi ricordi e naturalmente le tue domande

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Coppie di fatto: Sì o NO? Il Presidente scrive

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a legge italiana che regolamenta le adozioni prevede che possano presentare la disponibilità all’adozione soltanto coppie sposate, con alle spalle almeno tre anni di convivenza. Una condizione senza la quale è impossibile procedere con l’iter adottivo. Indiscutibilmente però la fotografia della società attuale è ben diversa da quella del passato, e le cosiddette famiglie di fatto rappresentano una parte importante del tessuto sociale italiano. Credo sia arrivato il momento di cambiare, di voltare pagina. E non si tratta soltanto di stare a passo con i tempi. nche i numeri parlano chiaro: le adozioni “La stabilità di stanno vivendo un rapporto non un momento deve basarsi di crisi. Esistono più bambini in necessariamente attesa di una su un semplice famiglia che non pezzo di carta” famiglie disponibili ad adottare un bambino. Le ragioni sono numerose: prima di tutto il freno è di natura economica, perché oggettivamente la crisi che ha colpito praticamente ogni settore ha influito anche sul tenore di vita di parecchie famiglie. Senza contare le incertezze per il futuro. Ciò premesso, è sotto gli occhi di tutti come una grandissima fetta delle famiglie che si sono formate per lo meno negli ultimi 10 anni si basi sulla convivenza piuttosto che sul matrimonio. La società è cambiata, e negarlo sarebbe da miopi. 4

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Peraltro non credo che una coppia sposata sia necessariamente più solida e più stabile di una coppia che convive, che peraltro negli ultimi anni ha visto il riconoscimento dei diritti, e naturalmente anche dei doveri, nei confronti dei figli biologici. La legge però prevede che una coppia che presenta la disponibilità all’adozione nazionale e internazionale sia necessariamente sposata, e che alle spalle abbia almeno tre anni di convivenza. Concordo sulla necessità di verificare una convivenza stabile, ma non ritengo sia fondamentale che in mano si abbia un certificato di matrimonio. Ribadisco: la stabilità di un rapporto che sarà poi anche di tipo genitoriale non deve basarsi necessariamente su un semplice pezzo di carta, anche perché in questo modo di rischia di svilire il matrimonio, che diventerebbe un mero accordo contrattuale senza il quale non è possibile diventare genitori adottivi.• Il Presidente Gianfranco Arnoletti

Il presidente a colloquio con un responsabile in Vietnam


Mauro La lettera a CIFA

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berruto

a proposta di diventare testimonial del CIFA e delle sue iniziative di adozione e cooperazione internazionale mi ha sorpreso un po’. Mi sono chiesto il perché, quale fosse il contributo che avrei potuto portare. Insomma ci ho pensato e riflettuto bene: almeno due, forse addirittura tre minuti. Poi ho detto sì. Perché in fondo come si fa a dire di no a un gruppo di persone che, quando ti spiegano la loro mission, scrivono: “Sogniamo un mondo in cui a tutti i bambini e adolescenti siano garantiti acqua, cibo, salute, scuola, gioco, affetto e protezione”? In questa mission c’è la storia trentennale di Cifa, fatta di 30.000 bambini cui la vita ha incominciato a sorridere. Nella mia storia personale c’è, esattamente vent’anni fa, un’esperienza di studio e di solidarietà in Madagascar. Era il 1994 e conobbi persone straordinarie che, a riflettori spenti, provavano a cambiare il mondo con le loro mani. Successivamente, grazie alla pallavolo, ho avuto la fortuna di girarlo quel mondo e di poterlo guardare da est, da ovest, da nord e da sud. Questo cambiare

costantemente la prospettiva sulle cose è stata la mia ricchezza. Credo di aver intuito che è come se intorno a noi fossero disegnati una serie di cerchi concentrici. C’è un primo cerchio, proprio intorno ai nostri piedi: è quello dell’ego, della cura, dell’affetto e del rispetto della nostra persona in quanto individuo. Poi c’è un secondo cerchio, ben riconoscibile davanti a noi. Dentro ci sono i nostri famigliari, gli affetti che abbiamo più vicini e a portata di mano. C’è un terzo cerchio, più allargato. Include i nostri amici, le persone che conosciamo personalmente. Infine c’è un ultimo cerchio di cui non riusciamo a intuire tutto il perimetro. Dentro ci sono le persone che non conosciamo e che forse non conosceremo mai. Nel momento in cui facciamo qualcosa per le persone che non conosciamo e che forse non conosceremo mai stiamo cambiando il mondo o, almeno, ci stiamo provando. Non è discriminante il riuscirci o meno. La cosa fondamentale è convincere almeno un’altra persona che il mondo si può cambiare. Gli amici del CIFA con me ci sono riusciti. Chi è il prossimo? • Mauro Berruto

CT della Nazionale Italiana Maschile di Pallavolo

Nato a Torino l’8 maggio 1969, è CT della Nazionale maschile italiana di pallavolo, con cui ha vinto il bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012, il bronzo alla World League e alla Grand Champions Cup nel 2013, l’argento ai Campionati Europei 2011 e 2013. Come allenatore di club ha iniziato la carriera al Cus Torino, e ha poi allenato in Grecia (Olympiakos e Panathinaikos con cui ha vinto la coppa di Grecia 2008), in Finlandia (in nazionale, quarto agli Europei 2007) ; in Italia ha portato Piacenza in A1 nel 2002; con Macerata ha vinto la Coppa Cev 2005 e la Challenge Cup 2011. Laureato in Filosofia all’Università di Torino ha scritto due libri: “Andiamo a Vera Cruz con quattro acca” (premio Coni per la letteratura sportiva) e “Independiente Sporting”(Bradipolibri).

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ADOZIONE

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Firenze....Pechino, partenza in tre, rientro in quattro! Reportage di un’adozione in Cina

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bbiamo scelto di lasciare la parola a chi l’adozione in Cina l’ha vissuta in prima persona. Un’esperienza forte e coinvolgente, che soltanto i diretti interessati possono raccontare fino in fondo, con quella passione che soltanto mamma e papà possono avere. “É la nostra seconda esperienza adottiva.

Come tutte le storie della vita, un percorso completamente diverso. Tanto è stato accidentato e pieno di imprevisti il primo, quanto è andato liscio e veloce il secondo! Tutti e due però ci hanno donato due splendidi figli. Siamo arrivati al momento della partenza per la Cina talmente di corsa, che quasi mancava il tempo per respirare. Le cose da fare erano molte e il tempo poco! La segnalazione a metà settembre.... partenza 29 novembre 2013! Ho potuto rilassarmi e iniziare a pensare come sarebbe stato questo secondo “parto” adottivo soltanto sul volo intercontinentale. Ho lasciato che le emozioni scorressero libere, cercando d’immaginare cosa sarebbe accaduto di lì a pochi giorni. La foto con il volto sorridente e birichino di Tianxiang, che era appesa nella camera dei bambini e in cucina, sarebbe diventata realtà e la nostra famiglia sarebbe stata al completo! Arriviamo a Pechino sabato, giusto il tempo di riposarci un po’, conoscere la referente e rivedere le famiglie compagne di viaggio, poi via, alla volta di Hohhot, capoluogo della Regione Autonoma dell’Inner Mongolia, dove avremmo incontrato per la vita il nostro cucciolo. Abbiamo trascorso la restante parte della domenica un po’ come “sulle uova”. La referente ci aveva detto che anche Tian stava viaggiando verso Hohhot, in treno, dalla cittá d’origine, un lungo viaggio di 9 ore. Ci chiedevamo cosa stesse pensando, e arrivati a sera eravamo parecchio agitati, per la consapevolezza che dal giorno dopo la nostra famiglia si sarebbe aperta e allargata, avrebbe accolto Tianxiang, con la sua storia: era un nuovo capitolo tutto da scrivere! Complice però il fuso orario, il sonno ha vinto. Ricordo bene che il pensiero

Barbara, Antonio, Anton Andrea e Tianxiang Lorenzo

che mi ha accompagnato prima di addormentarmi è stato che, anche se non eravamo ancora assieme, eravamo sotto lo stesso cielo, per la prima volta! L’incontro è stato un momento speciale e difficile nello stesso tempo. Tianxiang ci ha riconosciuto, l’album di foto inviato qualche settimana prima ci aveva fatto conoscere a distanza, ma non ci è corso incontro ed è scappato piangendo. Non ci siamo scoraggiati, anche se il fratello si è un po’ innervosito. “Dall’alto” dei suoi 10 anni non capiva la reazione....ma proprio grazie alla sua pazienza, al suo porgergli, con un sorriso, i regali che gli avevamo portato e ai palloncini che avevamo con noi, ha superato la diffidenza e si è “sciolto”. Con il fratello è stato amore a prima vista, reciproco. Sono buffi assieme, dati i 5 anni che li separano. Superato il momento iniziale di diffidenza, si è affidato a noi con naturalezza ed è per tutti fonte di gioia. Le tre settimane di permanenza sono trascorse tranquillamente, c’era un po’di nostalgia di casa, così come adesso che siamo rientrati c’è nostalgia di Cina! 7


Siamo a casa da alcune settimane e stiamo, piano piano ritrovando l’equilibrio famigliare. Come tutte le cose importanti c’è bisogno di tempo, amore, dedizione e cura per farle venire bene e noi ogni giorno cerchiamo di fare del nostro meglio”.• Barbara, Antonio, Anton Andrea e Tianxiang Lorenzo

Adottare con Cifa: il bilancio del 2013 Il 2013 è stato un anno di transizione per le adozioni di CIFA. Se nel 2012 il crollo registrato a livello nazionale sembrava non averci colpito, e avevamo anzi registrato anzi un risultato migliore del 2012, nell’anno appena concluso abbiamo subito un lieve calo, pur rimanendo il più importante Ente italiano. Le adozioni sono state in tutto 256, completate in 10 Paesi. Come ormai da qualche anno a questa parte, sono state la Cina e la Russia a fare la parte del leone, con rispettivamente 88 e 82 adozioni concluse. Rispetto al 2012 c’è stato il ritorno del Kazakhstan (2), mentre lo Sri Lanka e la Cambogia continuano a restare chiusi alle adozioni. Anche con l’Etiopia si è lavorato bene, e sono 39 i bambini e bambine che hanno trovato una famiglia in Italia in quest’anno appena concluso. A livello generale, il tempo medio attesa dal conferimento di incarico non è mutato dal 2012 (20 mesi circa), mentre l’età dei bambini si è lievemente abbassata (4 anni e 9 mesi contro i 5 anni del 2012). Emanuele Russo

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La gioia e la paura del primo incontro Reportage di un’adozione in Bulgaria

A

nche in questo caso abbiamo deciso di lasciare la parola a voi, a una coppia che è diventata famiglia con Cifa adottando un bambino non più piccolissimo. Perché solo chi ha vissuto certe esperienze sulla propria pelle è in grado di trasmettere il vissuto reale. Le emozioni, la gioia, la felicità, ma anche le paure, i timori, le ansie. Siamo una coppia che al momento del conferimento di incarico, nel 2011, aveva dato disponibilità all’adozione di bambino della fascia di età 6/9 anni, pronti ad amare un figlio incondizionatamente, anche se non più piccolissimo. Finalmente, dopo un’attesa che ci è parsa lunghissima, a maggio 2012 è arrivata la tanto desiderata telefonata. “C’è un abbinamento per voi”. Da quel momento si sono susseguite un’infinità di emozioni, di curiosità, di paure e di insicurezze fino al giorno in cui abbiamo visto nostra figlia per la prima volta in foto. E’ stato un momento indescrivibile, si è dimenticato in un istante tutto il percorso fatto fino ad allora e si è continuato a guardare e a riguardare la foto di nostra figlia nei minimi particolari. Ci siamo immediatamente innamorati di lei, una bambina bulgara di otto anni e sei mesi, per noi bellissima e con un faccino simpatico da furbetta (che tuttora ha!). Una settimana dopo siamo partiti per la Bulgaria per incontrare finalmente Rossa. Il momento in cui abbiamo visto la nostra bambina non lo scorderemo mai! Il solo ricordo ci commuove e a me, mamma, fa scendere qualche lacrimuccia. Il nostro primo incontro è avvenuto fuori da un ristorante, dove il nostro referente e il direttore dell’Istituto si erano dati appuntamento per presentarci Rossa. Noi, complice la lingua assolutamente incomprensibile e le forti emozioni del momento, eravamo un po’ confusi; improvvisamente l’abbiamo vista…era lei, la nostra piccolina, una bimbetta con i capelli neri corti, minuta, in un enorme giubbotto, intimidita, che alla nostra vista ha rivolto lo sguardo in basso nascondendosi dietro gli occhiali, e da lì ci osservava timorosa. Immediatamente abbiamo riconosciuto nostra figlia, per noi bellissima… il pensiero di entrambi è stato che non poteva non essere che lei la nostra bambina. Ci è sembrato da subito tutto così naturale, così ovvio, come se Rossa fosse sempre stata “nostra”, che per qualche motivo ci avessero separati e poi, dopo circa nove anni, ci fossimo ritrovati. Non abbiamo capito più nulla, un misto di risate e pianti, di abbracci e bacini e di sguardi scrutatori soprattutto da parte di Rossa che, sedutasi in mezzo a noi, dopo aver

ADOZIONE

Certe volte lo guardo mentre dorme nel suo letto e mi sembra impossibile che sia arrivato così velocemente e che, come Anton, ci abbia reso genitori e ci abbia dato la gioia e l’orgoglio di poter essere madre e padre.


pianto un po’ per l’emozione ci ha finalmente chiamato “mama e tatko”. Sentirsi chiamare mamma e papà è stata un’esperienza straordinaria, unica, indimenticabile. Il giorno dopo, accompagnati dal referente, siamo stati insieme, e Rossa era già cambiata, era sicura di sé, espansiva, simpatica, solare… una gioia: noi ci sentivamo già una famiglia. L’unico ostacolo era la lingua, ma la voglia di stare insieme, di conoscerci sempre di più, di godere al massimo dei momenti in cui saremmo stati insieme prima di partire, per poi ritornare a prenderla definitivamente dopo qualche mese (come da prassi bulgara) superava tutto. Visto che Rossa era una bimba “grandicella” e consapevole di ciò che stava capitando, ci ha subito manifestato la voglia “di volare con noi in Italia”. Ci aveva “scelti” come genitori. Il secondo e definitivo incontro, dopo sei mesi dal primo, è stato diverso, se vogliamo ancor più emozionante perché consapevoli sia noi sia la bambina che dal quel momento in poi avremmo vissuto insieme, per sempre. Rossa dopo un primo momento di forte commozione per dover lasciare i suoi amici e la “casa” dove viveva si è subito affidata a noi, che in fondo per lei in quel momento eravamo due estranei, che si esprimevano con una lingua incomprensibile, e che l’avrebbero portata in un paese straniero. Nonostante tutto ha da subito interagito con noi con serenità e disinvoltura, facendosi voler bene da noi che ne eravamo sempre più innamorati.

sorpreso di Rossa è che non ha mai perso il sorriso; tuttora, a quattordici mesi dal suo arrivo in Italia, è sempre pronta a reagire, non si abbatte mai, vive tutto con entusiasmo. E’ sempre stata una bambina allegra, molto affettuosa, coccolona, è “attaccatissima” a me anche se non mancano i piccoli litigi o le arrabbiature. Rossa ha da subito mostrato un carattere forte, è una bambina decisa, estroversa, che ha sempre suscitato negli altri molta simpatia. Sicuramente questa sua caratteristica l’ha aiutata molto nel suo inserimento sia in famiglia sia a scuola, dove frequenta con regolarità la quarta elementare senza particolari problemi, tenendo conto che non è molto che è in Italia e che in precedenza ha avuto una scarsa scolarizzazione. Rossa è l’amore della nostra vita e siamo felici e orgogliosi di guidarla nel suo percorso di crescita, consapevoli che, come in tutte le famiglie, incontreremo momenti difficili ma forti del legame che ci unisce”.• Rosanna Lupo e Roberto Gentile

Arrivati in Italia è iniziata la nostra vera vita a tre, fatta di soddisfazioni, quotidianità, impegni, gioie, sorprese, alti e bassi, come una normalissima famiglia. La cosa che a noi genitori ha sempre affascinato e

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I NUMERI DEL

2013

Adozioni 2013 situazione al 31 dicembre

Coppie E MINORI ADOTTATI

256

bRASILE

291

502 Coppie in attesa al 31 dicembre

Età media generale dei bambini (anni) ALL’ARRIVO IN ITALIA 4 anni e 9 mesi

ALL’ABBInaMENTO 4 anni e 5 mesi

Età media generale dei bambini (anni) sino a 4 148

MINORI COPPIE ADOTTATI 10 18

PAESI

sino a 6

sino a 9

59

65

VALORE PRECENTUALE 50,08% 20,27%

oltre 9

UCRAINA

5

5

COLOMBIA

5

8

CAMBOGIA

-

-

CINA

88

89

KAZAKISTAN

2

2

VIETNAM

5

5

RUSSIA

82

98

PERù

5

6

BULGARIA

14

15

SRI LANKA

-

-

ETIOPIA

35

39

FILIPPINE

5

6

19

22,33% 6,53%

da incarico a chiusura conferimento

20 10

da incarico a consenso abbinamento

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ADOZIONE

Tempo medio di attesa (mesi)


BENVENUTI al Sud

Aperta una nuova sede a Bitonto (Bari)

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all’8 marzo scorso Cifa Onlus è presente anche in Puglia, con una sede regionale che è stata inaugurata proprio nel giorno della festa delle donne, a Bitonto, in provincia di Bari. Nei nostri uffici si potrà conferire direttamente l’incarico per procedere con l’adozione internazionale e al tempo stesso affrontare le problematiche relazionali che possono sorgere nella famiglia con i figli adottivi e non. A questo scopo verranno organizzati corsi di formazione e colloqui individuali che permetteranno ai genitori di entrare nel merito della loro specifica situazione.

Per avere maggiori informazioni è possibile contattare l’indirizzo di posta elettronica cifa.puglia@cifaong.it oppure il numero 380.2818654. La nuova sede Cifa si trova a Bitonto, in provincia di Bari, in via Giacomo Leopardi 37.•

“Siamo molto soddisfatti – commenta il presidente Gianfranco Arnoletti -. Ci tenevamo a offrire l’opportunità di adottare nelle nostre sedi senza doversi spostare ad Ancona, la sede più vicina. In questo sportello libero e aperto lavoreremo molto sul recupero delle relazioni e sulla genitorialità complessiva. Non ci occuperemo solo di adozione internazionale ma anche di problematiche familiari di persone che non hanno nulla a che vedere con le adozioni”. La nuova sede vede la collaborazione proficua di Anpil Onlus, associazione che dal 1998 opera a tutela e sostegno dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e in tutto il mondo.

Sedi TORINO Sede centrale Via Ugo Foscolo, 3 | 10126 Torino tel. +39 011 4338059 cifa.torino@cifaong.it Venezia Via Bastia Fuori, 4 int. 9 | 30035 Mirano (VE) tel. +39 041 5702779 cifa.venezia@cifaong.it ANCONA Via Guglielmo Marconi, 102 | 60015 Falconara M.ma (AN) tel. +39 071 5903000 cifa.ancona@cifaong.it ROMA Via Giambattista Vico, 22 | 00196 Roma tel. +39 06 4440991 cifa.roma@cifaong.it

Inaugurazione sede di Bitonto (Bari)

BITONTO Sede in collaborazione con ANPIL Via Leopardi 37, Bitonto (Bari) cifa.puglia@cifaong.it MILANO Presso ANPIL via Venini 35, Milano Sportello informativo adozione Paola Gramegna gramegna@cifaong.it FIRENZE Sportello informativo adozione Paolo e Angela Bazzoffi bazzoffi@cifaong.it LUCCA Sportello informativo adozione locci@cifaong.it

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COOPERAZIONE

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Cifa vi manda... “Tutte a scuola!” Una risposta per lo sviluppo, contro discriminazione, sfruttamento e violenza delle donne in Etiopia

Un progetto per le bambine e per le donne. Nel corso del 2013 oltre 1.000 persone sono emigrate da Ambassel per altre città etiopiche o verso i paesi arabi. Di questi più dell’80% sono donne. Non si hanno dati precisi sulla percentuale di minorenni. Spesso infatti le ragazze ottengono un passaporto anche se non hanno ancora compiuto il diciottesimo anno di età. Bastano 3 testimoni che garantiscano che ne hai di più. A Wuchale quasi nessuno è registrato alla nascita e quasi nessuno ha i documenti. Persone invisibili che possono diventare maggiorenni pur senza esserlo, per partire alla ricerca di un lavoro che spesso non c’è. Per finire magari vittime delle peggiori forme di sfruttamento. L’associazione locale delle donne ci ha fornito i dati sulla condizione femminile. Oltre il 35% delle donne è vittima di maltrattamenti e abusi, il 12% ha subito uno stupro, il 75% ha subito una mutilazione genitale e oltre il 75% delle donne si sposa prima del compimento dei 18 anni. Solo il 10% delle bambine che termina il ciclo di scuola primaria accede all’istruzione secondaria (le nostre vecchie scuole medie, tanto per intenderci). Dal giugno 2011 Cifa realizza un progetto che prova a creare nuove opportunità per le donne della comunità di Wuchale. Oltre 150 bambine sono sostenute alla scuola primaria. Trenta ragazze provenienti dalle aree più sperdute della città di Wuchale (lontane fino a 20 km e raggiungibili attraverso sentieri di montagna) sono accolte presso una residenza scolastica che consente loro di frequentare la scuola secondaria (ci vorrebbe una residenza per almeno 200-250 ragazze). Centocinquanta donne hanno avuto accesso al credito e stanno ampliando la loro attività o ne hanno iniziata una

nuova. In collaborazione con le autorità locali stiamo realizzando formazioni e campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nella comunità sul diritto all’istruzione per le bambine, sui diritti sociali politici ed economici delle donne. Si iniziano a vedere i primi risultati. E ne siamo fieri.• Marco Pastori

BILANCIO DI MISSIONE IL 2013 DELLA COOPERAZIONE Nel 2013 il settore cooperazione ha mantenuto inalterata la propria attenzione sui Paesi della Cambogia, Togo ed Etiopia. Come da tradizione CIFA, tutti i progetti promuovono un approccio olistico volto al miglioramento della condizione dei bambini vulnerabili, e in tutti i casi si è tentato di operare anche al di fuori delle zone più urbanizzate, in modo da portare aiuto anche nelle zone rurali, sicuramente meno accessibili. I fondi con i quali possiamo realizzare i nostri progetti provengono da Tavola Valdese, Fondazione Bianconeri, Fondazione Zanetti, Regione Marche e Commissione Adozioni Internazionali. Fondamentali, però, sono anche i Sostegni A Distanza di tanti amici che, in Italia, ci aiutano nel nostro lavoro. Grazie al loro aiuto portiamo il nostro sostegno anche ai bambini di Filippine, India, Indonesia, Sri Lanka e Perù. Di fondamentale importanza è anche il settore Educazione allo Sviluppo, a proposito del quale trovate un articolo in questo numero. Emanuele Russo 13

ADOZIONE

W

uchale (per i curiosi della storia d’Italia si cerchi trattato di Uiciallì), capitale della Woreda (Distretto amministrativo) di Ambassel, è la città dell’ultimo progetto avviato da Cifa in Etiopia.


L’Etiopia e la migrazione verso i Paesi Arabi Una fotografia della difficile realtà africana

I

l rapporto del Dipartimento di Stato americano sul traffico di esseri umani in Etiopia non lascia dubbi sulla situazione drammatica del Paese. L’Etiopia è un paese di origine e in misura minore di destinazione e transito per uomini donne e bambini assoggettati a lavoro forzato e sex trafficking. In particolare le ragazze provenienti dalle aree rurali sono soggette a forme di schiavitù domestica e, meno frequentemente, a prostituzione all’interno del Paese, mentre i ragazzi sono maggiormente soggetti a sfruttamento lavorativo nell’ambito tessile, agropastorale, come guardiani e venditori di strada. Le giovani donne, in particolare quelle che hanno frequentato solo l’educazione primaria, sono soggette a forme di schiavitù domestica nei paesi mediorientali, in Sudan e Sud Sudan. Molte di loro, che migrano alla ricerca di lavoro, restano bloccate nei paesi di transito (Gibuti, Egitto, Somalia, Sudan, Yemen) e sfruttate in varie forme. Molte donne che svolgono lavori domestici nei paesi mediorientali subiscono abusi, comprese aggressioni fisiche e sessuali. Ancora, non ricevono un salario, non hanno diritto a risposarsi, vengono loro sottratti i passaporti, sono imprigionate e talvolta uccise. Il Ministero etiopico del lavoro e degli affari sociali (MoLSA) riferisce che le agenzie di reclutamento hanno ricevuto

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nel corso del 2012 198.000 domande (più del doppio rispetto al 2011). Nonostante ciò sempre il MoLSA ritiene che tale numero corrisponda a una percentuale tra il 30 e il 40% degli etiopi migrati verso i paesi mediorientali. Il restante 70-60% esce illegalmente dal Paese grazie a organizzazioni che facilitano l’uscita dal Paese illegalmente. Dal 13 novembre a oggi, a seguito di un giro di vite del Governo Saudita sugli immigrati clandestini 155.000 etiopi sono stati rimpatriati in Etiopia. Di questi circa 7.000 sono bambini e oltre 45.000 le donne. Migliaia di lavoratori immigrati e clandestini per la legge saudita sono stati arrestati e deportati in massa dall’Arabia Saudita verso i paesi di origine. La situazione all’aeroporto di Addis Abeba è drammatica. Si aggirano migliaia di persone rimpatriate forzatamente, spesso senza soldi, senza documenti, senza valigie, senza nulla. L’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni è al lavoro per dare assistenza alle persone rimpatriate, anche grazie ai fondi messi a disposizione dalla diaspora etiope nel mondo (in particolare quella negli USA). In Etiopia e in altri paesi (soprattutto in Yemen) ci sono migliaia di etiopi bloccati in attesa di poter raggiungere l’Etiopia. Al momento il Governo dell’Etiopia ha sospeso il rilascio di visti verso i paesi arabi.• Marco Pastori


“Salamnesch” “Salamadderkh”

Dal Diario di Guido psicologo ricercatore dell’Università di Torino l capo è chino mentre mi allunga la mano incartapecorita. Il tempo di una timida stretta e arretra per sedersi sulla sedia. Quella più lontana da me. La bambina le si siede accanto. Sembra imitarne i movimenti. Pochi passi leggeri, indietreggiare non avanzare, mai mostrare la schiena, lo sguardo basso e la mani in grembo. Se non fosse per quella grossa borsa che porta in grembo ne sembrerebbe l’immagine allo specchio. Tocca a me superare l’imbarazzo. Cerco il suo sguardo. E ora che ho la sua attenzione mi presento. Per ogni mia parola il capo le si abbassa un pò e un sorriso di circostanza si allarga sempre più sul suo viso. Forse è così che si sente un re al cospetto di un suddito. Mi fermo. Forse è meglio che Heran, la mia collega locale, traduca. Chissà cosa pensa le abbia detto. Mi lascio cullare dal suono di quella lingua così lontana, ma di cui ormai riconosco il suono. Mi ricorda l’andirivieni delle onde sulla spiaggia. L’attenzione non è più su di me. Sfodero la mia postura migliore d’ascolto e rimango a osservare cosa accade provando a indovinare cosa si dicono. In fondo la scaletta è quella: perché sono qui, cosa vogliamo fare, quanto può essere utile per sua figlia parlare di emozioni…

Qualcosa mi distrae. Qualcosa che nell’insieme delle cose non torna. Un qualcosa in più. è il rumore del frigo? Sarà tornata la luce? In questi ultimi giorni della stagione delle piogge non fa che andare e venire. Ma non può essere, non è un rumore metallico. è il suono di un respiro. Non ho il tempo di abbinare a ciascuno dei presenti il proprio respiro che una testolina avvolta in uno scialle bianco compare da dietro alla schiena della signora. Controllato che tutto sia in ordine, se ne torna alla beata tranquillità del suo nido. Trattengo a stento un sorriso. Guardo la bambina per vedere se si è accorta di qualcosa, ma la sua attenzione è tutta su Heran. Segue le sue parole con la bocca semiaperta. Chissà come le deve sembrare strana questa situazione. Sicuramente non è più interessante di quella grossa borsa che porta in grembo. Li dentro è contenuto un tesoro, ed è così difficile non poter guardare. Speriamo finisca presto, penserà. Non si può proprio resistere. Uno sguardo che vuol sembrare disinteressato scivola al contenuto di quella borsa. Matite, biro, quaderni, fogli da disegno, la divisa…tutto il necessario per un anno di scuola, appena regalatole da Cifa! “è tutto mio!” penserà e abbozza un sorriso. Certo, non sa che quel pastello dovrà bastarle per un intero anno. è per quello che si permette di portarlo a zonzo, con il rischio di perderlo. Le dispiace, ma non sono ammesse eccezioni, deve

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ADOZIONE

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tornare al suo posto. La mano lo insegue e lo riporta nella sua scatola insieme con i fratellini. Sì, anche i grandi stanno parlando della scuola. Gli occhi della mamma si fanno umidi. è proprio a scuola che le maestre parlano di emozioni. Di quelle che lei preferisce tenere con sè a farle compagnia in quell’angolo della classe, al sicuro dagli altri compagni. E poi ci sono le altre, di emozioni. Quelle che bloccano il respiro alla mamma e si sciolgono solo quando la psicologa la rassicura: - No, signora, stia tranquilla. Non si parlerà con la bambina della sua “malattia”. O ancora quelle che si lanciano addosso la mamma e il papà. Che il papà fa cadere con un tonfo addosso alla mamma e che prontamente rimbalzano su di lei. Quel sorriso che sboccia fra le lacrime ha una nota indistinguibile. è un misto di sollievo e speranza. Non conosce differenza di culture, sesso ed età. Dal viso della mamma arriva direttamente alla mia schiena percorrendola da cima a fondo con un brivido. Mi ricorda perché sono lì e con una vocina mi sussurra che dovrò fare del mio meglio. Mannos se mesch? Meron…. Nice to meet you, Meron. My name is Guido! Allungo la mia mano a cercare la sua. Lei mi guarda con diffidenza e allontana la sua mano. Non si dà la mano a chi fa piangere la mamma.•

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Con la Cambogia nel cuore Dal Diario di Federica Gugini, psicologa volontaria a Sihanoukville

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a un po’ di tempo incontro i bambini e lavoro con loro nelle istituzioni scolastiche italiane. Adoro il mio lavoro (che svolgo con infinita passione) e ancor di più amo lavorare con i bambini. Incrociare i loro sguardi ogni mattina mi conferma che non potevo scegliere altra professione nella vita se non quella di psicologa. Questa missione in qualità di psicologa volontaria - la mia prima missione - è nata dal desiderio incessante di unire la mia professione a una curiosità sfrenata e alla passione incredibile di viaggiare, di conoscere nuove culture e di confrontarsi con altri popoli. Non mi sento una psicologa da scrivania, ma una psicologa itinerante, che si nutre degli incontri fecondi con il mondo e ne fa parte di sé. Finalmente riesco a mettere in piedi questo piccolo progetto, un minuscolo tassello del mio sogno più grande di poter lavorare come psicologa nei Paesi in via di sviluppo. Dunque, destinazione Indocina, più precisamente Cambogia. Desideravo dare un aiuto concreto a chi ne avesse bisogno, portare un po’ del mio lavoro lontano dall’Italia e, soprattutto, regalare un sorriso a bimbi più sfortunati di quanto lo sia stata io. Insieme con il mio compagno di vita, infermiere in area critica e appassionato viaggiatore come me, siamo partiti alla scoperta di un mondo a noi ignoto, desiderosi di venire a contatto per la prima volta con il mondo orientale, così ricco di contrasti, con la sua povertà materiale e la sua incredibile ricchezza spirituale. Non sapevamo nulla di più. Ci siamo lasciati alle spalle l’Occidente, quella nebbiosa mattina di novembre, con due zaini sulle spalle, carichi di materiale per i nostri bambini e qualche vestito leggero per noi. Questa missione si è rivelata essere un qualcosa di inimmaginabile, di indescrivibile, di straordinario. Non potevo nemmeno pensare che potesse regalarci un impatto così forte, così emozionante. E’ stato amore a prima vista e, ancora una volta, ho

orgogliosamente pensato che il mio è uno dei lavori più belli del mondo. Siamo arrivati al centro di Sihanoukville “Via del Campo” dopo un lungo tragitto esclusivamente via terra, attraversando in tutta la loro lunghezza e larghezza Laos e Cambogia, percorso che ci ha permesso di viaggiare a stretto contatto con la popolazione locale e di assaggiarne parte del loro modus vivendi. Una popolazione di un’ospitalità infinita, vera e genuina nella loro estrema semplicità. I giorni trascorrevano dal finestrino di un autobus, la Cambogia ci appariva sempre più come una terra assorbita dalla sua politica, ma ricca di risorse e potenzialità. E’ una terra che sta cercando costantemente aiuto, aiuto da mani più esperte. I cambogiani sono un popolo giovanissimo costretto a ricostruire tutto daccapo. Sono persone vogliose di intraprendere nuove piccole attività, ma che da sole non ce la fanno, hanno bisogno della guida e del supporto di un Paese più esperto in materia. Piano piano sembra che qualcosa si stia muovendo e che la nuova popolazione stia faticosamente cercando di tirarsi fuori dal suo recente passato e di avviare una sorta di sviluppo. Solo qualche ora di autobus da Phnom Penh, dove facciamo tappa all’ufficio di Respect For Children e Cifa, e finalmente arriviamo a destinazione. L’accoglienza di tutto lo staff e dei bambini del centro è immensa nel suo calore, fin dal primo momento. Mi sono sentita subito a casa, è questa la sensazione in questo posto pieno di colori e di vitalità. Per arrivare al centro, percorriamo ogni mattina un breve tragitto in motorino, attraversando il villaggio di Phoum Thmey, tra mucche, galline e qualche baracca impolverata dalla terra rossa come il fuoco. La gente ti sorride, qualcuno rimane stranito dal nostro passaggio. In una stradina nascosta, al di là del cancello azzurro, ecco “Via del Campo”, sotto il sole battente di novembre. C’è chi gioca, chi si riposa su un’amaca, chi legge un libro, chi fa lezione all’aria aperta e chi è a scuola, pochi passi più in là. Eccoli che, appena ci vedono, abbandonano ogni loro attività e ci corrono incontro. Gioiosi, festosi, con un sorriso grande così. 17


Bambini che ti ringraziano con il cuore quando servi loro il pranzo, bambini comunicativi ed estremamente espressivi nel dirti in silenzio che ne gradirebbero ancora mezzo cucchiaio, di quel riso bianco, timidi nell’ammettere che quel giorno hanno parecchia fame. Ognuno di loro è unico, nell’immensità che ti comunica. Quando ti prendono per mano, te la stringono forte e ti portano a esplorare il loro piccolo grande mondo, quando desiderano che tu ne faccia parte almeno per un po’, quando non la vorresti lasciare più quella manina, quando con mille disegni ti fanno capire quanto stai comunicando loro, il cuore si fa grande grande e la felicità è indescrivibile. Questi bambini hanno la straordinaria capacità di farti abbandonare ogni pensiero e lasciarti invadere dal loro entusiasmo frizzante e dalla loro energia vitale. Spesso ho pensato a quanto dobbiamo imparare ogni giorno dai loro semplici ma immensi gesti e dal loro affetto, dalla loro gentilezza e dal loro orgoglio. Lo sguardo dei bambini e i loro sorrisi sono stati qualcosa di toccante, così profondamente spontanei. I loro sono occhi che parlano da soli, sono occhi neri in cui ci si può tuffare e annegare dentro, sono occhi che portano con sé la propria storia. Sono occhi che si illuminano nei giochi spensierati, sono occhi colmi di speranza per un futuro gioioso. Sono occhi che hanno versato lacrime e che mi hanno regalato tanta commozione e un po’ di tristezza. Quegli occhi e quei sorrisi sono entrati dentro di me e se ne sono impossessati. Li porto nel cuore ogni giorno. Crediamo di aver lasciato e trasmesso loro qualcosa di importante, una piccola parte di noi, ma non quanto loro ci hanno regalato. E’ stata un’esperienza indimenticabile. Credo di aver provato una “Felicità” piena e di essermi sentita per una volta completa. Porto con me l’impegno e l’affetto sincero 18

delle maestre e di tutti coloro che lavorano quotidianamente a Via del Campo. Quanti sorrisi provengono dal cuore di ognuno di loro, quanto amore traspare per questi bambini, quanta riconoscenza negli occhi per noi volontari. E’ uno staff incredibile, che ogni mattina si nutre e regala sorrisi profondi e immensa dedizione. La leggi nei loro occhi, quell’incredibile passione che impiegano in ogni piccolo gesto quotidiano, la pace interiore che manifestano durante le lezioni, nel momento del pasto o nel tempo libero. Tutto lo staff lavora con questi bambini, vive con loro e, soprattutto, condivide. Condivide quelli che sono attimi di festa e attimi forse più dolorosi. Ho conosciuto una grande fantastica famiglia, che conservo con me tra i miei pensieri più belli. E di cui sono felice di averne fatto parte, perché così mi hanno fatto sentire, fin dal primo istante. Ricordo come non riuscissi ad andarmene via l’ultimo giorno, il giorno del mio splendido compleanno, tra corone di fiori e colori vivaci, dopo una merenda speciale a base di pane, nutella e coca cola e dopo parole bellissime che mi sono state regalate col cuore. Non riuscivo a salutarli, a dire “ciao” per l’ultima volta, sapendo che l’indomani mattina non sarei tornata, lì accanto a loro. Ho fatto veramente fatica a salire sul motorino pensando di non poterli vedere più per lungo tempo. Già, perché non è stato un addio, ma solo un arrivederci. Con la promessa di tornare da loro il prima possibile, magari per più tempo. Ciao bimbi, miei, mancate ma vi porto nel cuore con me tutti i giorni, a presto. Con immenso bene e affetto.• Federica Gugini

ADOZIONE

Bambini, bambini bellissimi, nella loro divisa bianca e blu, pronti per la lezione con i loro libri e i loro quaderni, attenti ed educati davanti alla lavagna, piccoli studenti modello. Perché qui la scuola è fonte di onore e di orgoglio. Sono bambini abili nel disegno, nella lettura e nella matematica, sono bambini che adorano la musica e la danza, sono bambini con un incredibile senso del ritmo. Rimango piacevolmente stupita da tutto questo e sono estremamente soddisfatta della creatività e della fantasia che è emersa dai piccoli laboratori che ho avuto modo di proporre durante questa esperienza. Sono splendidi, questi bambini, nei loro sentimenti e nel loro assoluto rispetto.


Foto

REPORTAGE

cambogia

2013-2014

di GIANFRANCO ARNOLETTI & MARCO SCARPATI

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Sì, anch’io voglio tutelare i diritti dell’infanzia insieme a Cifa! Cognome .................................................................. Nome ........................................................................ Denominazione (se azienda, classe, ente o gruppo ) ............................................................................................ Indirizzo ........................................................................................................................................................... CAP ........................ Città ............................................................................................. Provincia .................. Telefono ................................................................... Fax ............................................................................ E-mail (importante ) .......................................................................................................................................... Professione:

Lavoratore autonomo

Dipendente

Studente

Casalinga

Pensionato

Libero professionista

Altro

Voglio sostenere un bambino a distanza, aiutandolo a scrivere

il suo futuro. Intendo sostenere un bambino (o bambina) che vive in: Cambogia Etiopia Togo Dove c’è più bisogno (sarà scelto un paese in cui vi è maggiore necessità di sostenere singoli bambini )

Mi impegno a sostenere il bambino per un anno e ad effettuare la donazione di 310 Euro in: Rata singola (310 Euro) 2 Rate semestrali (155 Euro ciascuna) Effettuo il versamento dell’importo di Euro .................................................................................................. a mezzo: Versamento su C/C Postale n. 50829423 Bonifico: IBAN IT 84 U 07601 10300 000050829423

Voglio sostenere un progetto di cooperazione allo sviluppo,

aiutando i bambini e la loro comunità. Scelgo il progetto:

Cambogia: Anch’io so leggere e scrivere! Cambogia: Via del Campo Etiopia: Tutte a scuola ! Etiopia: Insieme contro l’AIDS Togo: Un tesoro di bambini Dove c’è più bisogno (equivalente a una donazione liberale, che Cifa destinerà al progetto in maggiore necessità di fondi ) Effettuo il versamento dell’importo di Euro .................................................................................................. a mezzo: Versamento su C/C Postale n. 50829423 Bonifico: IBAN IT 34 Q 02008 01005 000102087969

Dopo aver compilato e ritagliato questa scheda, puoi inviarla via fax al numero 011 4338029, via mail all’indirizzo sad@cifaong.it oppure a mezzo posta a CIFA Onlus - Ufficio cooperazione, Via Ugo Foscolo 3, 10126 Torino. Ricordati di allegare copia della ricevuta del versamento o bonifico. Ricordati che puoi anche attivare un SAD o sostenere un progetto con carta di credito online, sul nostro sito www.cifaong.it Benefici Fiscali. Le persone fisiche possono detrarre dall’imposta lorda il 24% dell’importo donato a favore delle ONLUS, fino a un massimo di 2065,83 Euro (art. 13 bis, comma 1 lettera i-bis del D.p.r. 917/86) o dedurre dal reddito dichiarato un importo non superiore al 10% del reddito complessivo e comunque nella misura massima di 70.000 Euro annui (art. 14 comma 1 del Decreto Legge 35/05). Le persone giuridiche possono dedurre dal reddito d’impresa dichiarato un importo non superiore al 10% del reddito d’impresa complessivo e comunque nella misura massima di 70.000 Euro annui (art. 14 comma 1 del Decreto Legge 35/05). Ai fini fiscali la ricevuta del versamento deve essere conservata dal donatore insieme alla dichiarazione dei redditi. Informativa ai sensi dell’ art. 13, d.lgs. 196/2003. I dati saranno trattati da CIFA Onlus, titolare del trattamento, Via Ugo Foscolo, 3 10126 Torino, per le operazioni connesse alla donazione, per informare su iniziative e progetti realizzati anche grazie al contributo erogato e per inviare il giornalino ed il materiale informativo riservati ai sostenitori e per campagne di raccolta fondi. Previo consenso, le informazioni potranno essere inviate anche via e-mail. I dati saranno trattati esclusivamente dalla nostra associazione e dai responsabili preposti a servizi connessi a quanto sopra; non saranno comunicati né diffusi né trasferiti all’estero e saranno sottoposti a idonee procedure di sicurezza. Gli incaricati del trattamento per i predetti fini sono gli addetti a gestire i rapporti con i sostenitori ed i sistemi informativi, all’organizzazione campagne di raccolta fondi, a preparazione e invio materiale informativo. Ai sensi dell’art. 7, d.lgs. 196/2003, si possono esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale informativo rivolgendosi al titolare al suddetto indirizzo, presso cui è disponibile, a richiesta, elenco dei responsabili del trattamento.

Letta l’informativa sulla privacy, acconsento a ricevere comunicazioni da Cifa anche via e-mail

Data .............................. stampa, ritaglia e invia...

si

no

Firma .....................................................................................


EVENTI

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Cifa torna tra i banchi di scuola I laboratori dell’Educazione allo Sviluppo ono partiti lo scorso gennaio i SCittadinanza nuovi laboratori di Educazione alla Mondiale in 4 istituti scolastici di Torino, più precisamente alla scuola media Turoldo, alla Viotti (sempre scuola media), all’Istituto Giulio e alla Bobbio.

Prosegue dunque l’impegno di Cifa in ambito scolastico, attraverso incontri con le classi aderenti prevalentemente sul tema dell’intercultura, assecondando una metodologia non frontale e partecipativa dove i ragazzi, grazie a molteplici linguaggi artistici, dibattono e affrontano la tematica collettivamente. La conduzione di tali esperienze si avvale della collaborazione di Chiara Caruso e Marta Di Giulio, tirocinanti presso Cifa Onlus ed esperte di Teatro Sociale e di Comunità. Grazie all’incontro di diverse expertise è possibile così innescare una progettualità completa in grado non solo di informare e stimolare il dialogo, ma anche di motivare i ragazzi verso espressioni e linguaggi vicini alle loro esperienze. I laboratori proseguiranno per tutto il mese di febbraio e per metà del mese di marzo e al termine verrà creato ed elaborato una raccolta di buone pratiche che verrà successivamente distribuita non soltanto alle scuole coinvolte, ma a tutte gli istituti scolastici del territorio e istituzioni.•

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ADOZIONE

Elisa Lenhard


A casabase con il baseball e con Juve98 Dagli 8 anni in su ’è una splendida novità per le nostre famiglie e soprattutto per i nostri bimbi. E’ stato raggiunto un accordo con la società torinese di baseball Juve98, che mette a disposizione i propri tecnici e le proprie strutture (il campo si trova in via Passo Buole angolo via Pio VII, a Torino) per costruire una gagliarda storia di sport. La proposta si rivolge ai maschi e alle femmine a partire dagli 8 anni e gli allenamenti si svolgono al pomeriggio dalle 17 in poi. Il referente, per qualunque tipo di informazioni, è il signor Antonio D’Arajo, il cui cellulare è 393.6732093.

Due parole sul baseball, sport di emanazione americana. Divertentissimo: i temi principali sono, battere la palla, prenderla di rimbalzo o al volo, e tirarla ai propri compagni. Il resto lo imparerete sul campo. A voi? Il costo associativo per tutto il 2014 è di 300 euro.

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ADOZIONE

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Fondazione Cuori bianconeri Un gol di solidarietà per i bambini di NEAK LOEUNG

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cure, attenzioni e protezione in un centro in cui possono svolgere attività ludicoricreative.

Quest’anno sono state tre le ONG che si sono “aggiudicate” la solidarietà della Fondazione, e il Cifa Onlus è una di queste.

Per non perdere l’invito alle serate di beneficenza Fondazione Cuori Bianconeri e Cifa Onlus non dimenticare di visitare il sito ufficiale www.cifaong.it oppure invia il tuo indirizzo mail a fundraising@cifaong. it con oggetto Beneficenza Bianconera. Ti inseriremo nella mailing list e riceverai tramite newsletter l’invito ufficiale. •

a Fondazione Cuori Bianconeri Onlus nasce nel 2013 a Torino con l’obiettivo di realizzare e sostenere alcuni progetti a favore di altri soggetti già impegnati nel sociale mediante il recupero di fondi di natura volontaria.

Il loro sostengono attivo passa attraverso l’organizzazione di eventi pubblici con la partecipazione di personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e dei numerosi partner associati.

Silvia Spagnolo

Alcuni eventi sono già stati organizzati e tanti altri ci attendono nel calendario primaverile. Personaggi del mondo del calcio juventino vi aspettano per segnare il loro gol nella partita più importante, quella della lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori per sconfiggere chi non rispetta i diritti dei bambini! Per il Cifa Onlus la Fondazione ha scelto di sostenere il progetto “Anch’io so leggere e scrivere” in Cambogia destinato a 160 bambini e ragazzi di strada che prima di entrare a far parte del progetto di cooperazione internazionale conducevano vita di strada, esposti quotidianamente a rischi, agli abusi e ai soprusi che essa porta con sé. Per aiutare i genitori, spesso giunti dalle campagne circostanti in cerca di opportunità e lavoro, molti bambini trascorrono la giornata sulla strada vendendo piccole merci e mendicando. Il tasso di abbandono scolastico è molto alto e i bambini sono quotidianamente esposti a ogni tipo di pericolo (non ultimo, quello di essere vittime dei trafficanti di minori). La Fondazione Cuori Bianconeri ristrutturerà parte dell’ala est del centro diurno di Neak Loeung per fare in modo che sempre più bambini possano ricevere 24

foto scattata in occasione della cena di beneficenza del 11/2013


dammi il cinque!

Scrivi il numero di Codice Fiscale di Cifa Onlus nel riquadro della tua dichiarazione dei redditi dedicato al 5 per 1000, sotto “organizzazioni non lucrative di utilità sociale”.

97501240010 Hai mille altri motivi per compiere questo gesto... ma ne bastano 5.

www.cifaong.it 25


CORRI PER UNA BUONA CAUSA Quando lo sport fa bene alla solidarietà

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ra meno di un mese ci sarà anche Cifa a correre la Milano Marathon, in programma il prossimo 6 aprile. O meglio, a correre sarete voi, tutti coloro che sceglieranno di correre “per noi”. In gara solitaria o in staffetta, ciascuno di voi al momento dell’iscrizione potrà segnalare Cifa come destinatario della quota devoluta per regolamento in beneficenza. I “nostri” runner correranno muniti di una t-shirt con il logo Cifa in bella vista. E se correre proprio non fa per voi, potrete sempre scendere in strada e tifare per noi, sostenendo i nostri eroi, impegnati in una sfida davvero importante, i cui vincitori saranno solo ed esclusivamente i bambini sostenuti con i nostri progetti di cooperazione.

È ancora possibile iscriversi alla maratona: la formula staffetta (una decina di chilometri a testa) consente a chiunque di partecipare, passeggiando o correndo per le vie di Milano, destinando oltre il 30 per cento della propria iscrizione ai nostri progetti. E proprio a proposito di maratona, il percorso della gara di Milano resta invariato rispetto all’anno scorso. Partenza quindi da via Buonarroti a Rho - appena fuori dai cancelli della Fiera Milano -, prima parte molto scorrevole con avvicinamento graduale al centro città, passaggio in zona San Siro, tra ippodromo e stadio Meazza, per poi girare attorno alla “Montagnetta” e puntare decisi, lungo corso Sempione, verso il cuore di Milano.

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Per maggiori informazioni è possibile consultare l’apposita sezione sul nostro sito Internet www.cifaong.it e su www.milanomarathon.it.


Ma non finisce qui. Perché anche quest’anno, dopo la splendida e coinvolgente avventura dello scorso anno, Cifa torna in pista anche con la Turin Marathon, in programma il prossimo 16 novembre. E se novembre è ancora lontano, non mancano però gli appuntamenti di avvicinamento e di allenamento per la gara che anche quest’anno animerà e colorerà tutta Torino. Per avere maggiori informazioni è possibile visitare il sito Internet www.turinmarathon.it.•

foto scattate in occasione della Turin Marathon del 17 novembre 2013

Ezio Rossi corre la maratona con la maglia CIFA

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Bomboniere Solidali

2014

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e ricorrenze importanti della vostra vita sono l’occasione ideale per compiere un gesto d’amore che può cambiare la vita di tanti bambini in condizioni di povertà o in stato di abbandono. Come? Grazie alle bomboniere solidali di Cifa. Anche quest’anno abbiamo fatto una scelta etica: tutte le bomboniere proposte sono oggetti di puro artigianato prodotti con materiali ecologici. Gli artigiani selezionati sono individui che hanno scelto il no profit, l’etica e la morale legati al concetto di aiuto. Il vostro gesto solidale creerà una catena virtuosa di beneficenza e di mutuo aiuto. I proventi saranno interamente devoluti al progetto di cooperazione internazionale da voi scelto per i bambini togolesi, etiopi o cambogiani. Ciascuno con un proprio bisogno, tutti insieme per un unico obiettivo: vedere realizzati quelli che sono i loro diritti fondamentali! Tutte le bomboniere sono confezionate senza confetti. Per ordinare le bomboniere solidali basterà scrivere all’indirizzo di posta elettronica eventi@cifaong.it e, dopo 15 giorni dalla data di ordine, potrete riceverle direttamente a casa o ritirarle presso la sede Cifa più vicina. Il costo delle spese di spedizione tramite corriere espresso è fissato a 8€. Per informazioni e maggiori dettagli potete scrivere a eventi@cifaong.it Vi seguiremo anche, se vorrete, per la lista regali solidali: perché il vostro regalo sia anche quello dei bambini cui state assicurando il diritto al futuro.

Miele Segnaposti

Miele di Acacia, 40 grammi Donazione consigliata 4,30 €

Bomboniere Profumate

Le bomboniere di P’oca sono realizzate interamente con materiali di recupero. Stoffa d’arredamento, scarti di PVC, bottoni, corde, nastri, gale. Ogni oggetto è lavorato con cura artigianale e le eventuali imperfezioni sul prodotto finale testimoniano la realizzazione manuale e la scelta di materiali di recupero. Tutte le bomboniere P’Oca riportano al loro interno gommapiuma profumata.

Miele Millefiori, 40 grammi Donazione consigliata 4,30 €

Le api dell l’alveare fiorito raccolgono il nettare nei prati e nei boschi della collina torinese e lo trasformano in dolce miele. Volando di fiore in fiore collaborano a percorsi didattici, sociali e solidali. Sostengono con il loro lavoro progetti per far crescere l’Africa, come Bee friends for Malawi e The BeeHive School in Malawi.

Dolcissimi Ricordi Per chi vuole che la dolcezza del suo gesto si percepisca al primo sguardo…

Miele Millefiori, 40 grammi Donazione consigliata 4,30 €

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Miele Millefiori, 40 grammi Donazione consigliata 4,30 €

Pergamene

Come la più classica pergamena Cifa, cui si aggiunge però un tipico portafortuna cinese che rimarrà come ricordo ai vostri ospiti. Donazione consigliata 3.80 €

La nostra classica pergamena color avorio (cm 10 x 21) legata da un nastrino in raso bianco e unita dal nuovissimo cartoncino con il logo Cifa e la spiegazione del vostro gesto solidale. Donazione consigliata 2.70 €


CIFA for FAMILIES

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CIFA FOR FAMILIES: la card per tutti

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ata come risposta a un welfare che ancora latita, la card Cifa for Families ha colto e accolto il disagio profondo legato alla crisi economica che ha investito la maggioranza delle famiglie italiane. Proprio per questa ragione si è scelto di abbattere i costi: la nostra tessera da quest’anno è gratuita. In questi ultimi mesi si è sposato il progetto “Bambini ridenti”, che garantisce alle persone a bassissimo reddito tutte le cure odontoiatriche e anche la diagnosi per immagine. Un risultato importante, perché l’interazione tra il pubblico e il privato Un nuovo servizio non è sempre per tutte le famiglie, agevole. Ancora, stiamo non solo quelle lavorando con adottive tutto l’impegno di cui siamo capaci per ascoltare le famiglie, le loro necessità, le loro problematiche, soprattutto per quanto riguarda il post adozione. Tutto questo senza mai tralasciare l’aspetto ludico e ricreativo, includendo anche un’offerta formativa per i bambini, con un occhio sempre molto attento alle loro esigenze. In tutte le attività che la card propone la formazione da parte dei nostri operatori è tale da cogliere un aspetto non soltanto didattico, ma anche pedagogico. Sul nostro sito Internet www.cifaong.it nella sezione “Calendario” e su http://cifaong. lineaweb.dylog.it/ potete seguire tutti i nostri appuntamenti. Per ogni informazioni, familycard@cifaong.it. La card Cifa for Families è già attiva nelle sedi di Torino, Venezia, Milano, Firenze e Roma. A breve approderà anche nella sede di Bitonto, inaugurata da pochi giorni.

LA RICERCA DELLE ORIGINI C’ero una volta...

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empre a proposito di family card, abbiamo scelto di condividere la testimonianza di Donatella Beani, psicologa di Firenze che segue da vicino le attività promosse proprio dalla Family Card, in merito a una questione che tocca ogni famiglia adottiva: la ricerca delle origini. “Lavoro come psicoterapeuta, prevalentemente con minori, da 35 anni, ma dal 1997 mi occupo soprattutto di bambini adottati. Attualmente ne ho seguiti circa ottanta. Sono presenti diversi libri e parecchi articoli sulla ricerca delle origini, e per questo mi è sembrato interessante trattare l’argomento in modo diverso, facendolo affrontare dai diretti interessati. Ad alcuni di loro ho chiesto se volevano scrivermi qualcosa in merito, contribuendo così all’intervento. Ho riportato alcune delle loro frasi, divise per gruppi di contenuto, e intorno alle loro frasi ho costruito il mio discorso. Tutto questo lavoro comune è diventato quest’articolo. Per la pubblicazione ogni persona che ha partecipato non appare con il proprio nome, ma con un altro di fantasia che ognuno ha scelto per se stesso. Il primo gruppo di interventi parla proprio di quanto affermato dalla Corte di Strasburgo nel Settembre 2012 (sentenza n. 33783 del 25 Settembre 2012), vale a dire che la conoscenza della propria origine biologica è parte necessaria al “rispetto della propria vita privata”. Tale diritto è sancito dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 4 novembre del 1950, come modificata dal protocollo del 1 giugno 2010. Al primo comma dell’articolo 8 si dice infatti: “Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, …”. Il primo gruppo di frasi si riferisce proprio alla necessità dell’integrazione delle due parti della vita della persona adottata per acquisire il senso della propria identità. Trevor Jordan, docente di etica applicata all’Università di Brisbane, Australia, che ho avuto occasione di conoscere, è adottato e ha ricercato la famiglia di nascita. Dopo averla ricontattata si è ritrovato con 16 fratelli, fra biologici e adottivi. Afferma che le storie degli adottati sono tutte “disrupted narratives”, cioè “racconti spezzati”, che contengono “disrupted relations”, relazioni spezzate. Tali rotture sono per lui “il denominatore comune nell’esperienza adottiva”, e quindi l’elemento caratterizzante l’esperienza dell’essere adottati. Tale caratteristica porta implicitamente con sé la necessità

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dell’integrazione. Il secondo gruppo d’interventi sposta l’attenzione su un altro elemento, la necessità di capire il presente alla luce del passato. Si sente che sono ragazzi che fanno un percorso psicologico, capaci di osservarsi e risalire alle cause degli attuali comportamenti. Il terzo gruppo mi ha sorpreso, perché fa un piccolo bilancio di vita, come se voltarsi indietro servisse ad apprezzare il presente. “E’ estremamente importante capire come e quindi perché si è al mondo” Desdemona, di etnia Rom, 22 anni, adottata a 1 anno e mezzo Capire il come ci serve a capire perché si è al mondo, dice Desdemona, quindi il senso ultimo della nostra esistenza. “E’ necessario che un bambino, ragazzo o adulto che sia, rifletta sul proprio passato e cerchi di ricordare anche piccole cose che lo aiutino a fare di quel buio una luce futura. Anche io ora come gli altri ho delle fondamenta, anche se un po’ traballanti, su cui poggiare i piedi.” Oda, Colombia, 19 anni, adottata a 5 A fare di quel buio una luce futura, dice Oda. La frase è particolarmente emblematica perché lei è stata trovata di notte, al buio, e di lei non si sa proprio nulla. Eppure lo sforzo che sta facendo di ritoccare in qualche modo la propria origine le fa vedere una luce futura e anche lei ora come gli altri ha delle fondamenta, anche se un po’ traballanti, su cui poggiare i piedi. “Le nostre origini fanno parte di noi, anche se la loro ricerca può far male. Si cerca per non dimenticare, per capire bene chi siamo. Siamo misteriosi, ma sono proprio questi misteri che ci fanno diventare un uomo e una donna veri.” Dianep, Cile, 27 anni, adottata a 6 Dianep fa un discorso molto esplicito, e la sua ricerca va verso un passato veramente molto doloroso, eppure sono proprio questi misteri che ci fanno diventare un uomo e una donna veri.

si sente a casa, sale su un elefante e sa perfettamente come muoversi. Ha ripreso, questo ci dice Giulia, un pezzo importante di sé. “Si cercano le origini per mettere ordine nella propria vita.” Maria, Russia, 24 anni, adottata a 6 anni e mezzo E qui Maria già introduce il tema del secondo gruppo di riflessioni, la ricerca che serve anche al presente. Meglio ancora Serjii: “E’ utile la ricerca? Ognuno deve sapere da dove viene, quello che ha causato l’adozione, il posto, cos’ha fatto, non si può vivere a caso. L’infanzia spiega, l’infanzia è l’insegnante.” Serjii, Ucraina, 14 anni, adottato a 3 anni e mezzo E con questo intervento, del più piccolo, si chiude il cerchio del primo gruppo di riflessioni, quelle sul recupero della totalità della propria identità storica: anche lui parla del senso della propria esistenza, come Desdemona che ha aperto questa parte, e introduce l’idea dell’infanzia come insegnante, il nostro ieri aiuta il nostro oggi a essere migliore. “La ricerca del nostro passato ci aiuta a migliorare noi stessi, a superare quei modi di fare che ti hanno in qualche modo salvato allora ma che ora ti bloccano.” Dianep, Cile, 27 anni, adottata a 6 Riflessione fine questa di Dianep, che si può estendere a ciascuno di noi: i comportamenti che sono stati funzionali un tempo diventano poi d’intralcio alla nostra evoluzione. Uno di questi ragazzi in un sogno ha rappresentato i suoi vecchi comportamenti adattativi con la metafora del treno a vapore, definito “un mezzo di trasporto che non si usa più, fra l’altro è anche inquinante”. Quindi qualcosa che funziona poco, anzi fa danno.

AMILIES “Vorrei tornare nella mia terra per rivivere gli odori che mi fanno sentire a casa.”

Giulia, India, 16 anni, adottata a 5 Questa frase di Giulia mi fa pensare al film di Francesca Achibugi “Lezioni di volo” (2006): un ragazzo indiano adottato torna nel suo primo paese e, nonostante non si renda conto consapevolmente di quanto

“Ho scoperto molte cose di me, la più importante è perché non mi fido.”

Pain, Colombia, 18 anni, adottato a 6 anni e mezzo

Ecco, grazie a Pain, uno dei principali problemi dei ragazzi adottati, la diffidenza. Cattivi incontri da piccoli possono condizionare i rapporti futuri.

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Assolutamente esplicativa a questo livello la testimonianza di Arnolfo: “Per me la conoscenza degli errori, il dolore, la gioia che ho sperimentato in passato serve oggi a evitare di fare errori adesso. Mio babbo da piccolo mi picchiava, e io non potevo farci nulla perché era troppo superiore a me, ma adesso il dolore che ho accumulato lo sfogo verso gli altri. Tento di prevalere sui miei coetanei per essere sicuro di non subire di nuovo quell’umiliazione. A causa di questo trauma ho creato una specie di barriera con gli adulti, perché non mi fido tanto ancora. Spero un giorno di poterlo rompere questo muro e avere un rapporto con loro come ce l’hanno i miei amici.” Arnolfo, di etnia Rom, anni 16, adottato a 8 La sua commovente testimonianza spiega meglio di ogni trattazione scientifica l’esito dei maltrattamenti nell’infanzia e l’utilità della loro mentalizzazione per non subirne i devastanti effetti. E non ci può essere mentalizzazione se non torniamo ai fatti da metabolizzare, e quindi alle origini.

bambino. Alberto ha 10 anni e non è adottato, è però in un affidamento sine die e ha lavorato molto per capire i motivi dell’affidamento. L’ha fatto ripercorrendo la sua storia. In un momento di consapevolezza ha scritto una piccola poesia ai genitori affidatari, che esprime tutta la gioia di chi conosce, capisce, accetta e va verso il futuro. Sogno una famiglia buona e giusta. Sto realizzando che quel che desidero si è realizzato. Sembra di essere in un mondo fatato. Vi voglio bene, ve lo voglio dire e quel che ho già detto lo fa capire. Quel che avevo da dire l’ho già detto allora posso andare a letto.• Alberto, 10 anni, affidato a 9

“Io non sono solo presente o futuro, ma anche passato. E’ grazie al mio passato se io sono diventata quella che sono adesso, è grazie a quello che mi è successo se vedo la vita come una continua ricerca di noi stessi.” Oda, Colombia, 19 anni, adottata a 5 Questo lo definirei proprio il gran finale della seconda parte: invece di lamentarsi Oda ci dà una grande lezione, è grazie a quello che mi è successo se vedo la vita come una continua ricerca di noi stessi. Quindi il mio affiorare dal buio non è sventura, è spinta alla vita intesa come continua scoperta di sé. Se non avesse mai preso in considerazione le sue origini la ricerca non sarebbe mai cominciata. Che dire di più? “Ricercare il proprio passato fa riflettere sulla fortuna avuta.” Pain, Colombia, 18 anni, adottato a 6 anni e mezzo Dei vari accenni al bilancio di vita cui mi riferivo all’inizio, questa è l’affermazione più chiara. Dunque riflettere su tutto l’arco della propria vita porta anche a valutare il valore positivo dell’adozione, porta a una valorizzazione del presente con tutte le conseguenze che tale consapevolezza ha con sé. Sono in un “destino restaurato”, per dirla con il commissario Maigret di Simenon, sono in un racconto ricucito, per dirla con Trevor Jordan, investire nel futuro ha un senso, perché anche il mio passato lo ha se mi ha portato qui. Vorrei concludere con le parole di un

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L’Intervista Quattro chiacchiere con... Vincenzo Spadafora Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza

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on soltanto per il ruolo ufficiale che ricopre - quello di Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza - da sempre Vincenzo Spadafora si occupa di diritti dei bambini. E proprio di bambini abbiamo chiacchierato con lui, sottoponendogli anche la questione che più ci sta a cuore: il diritto di ogni bambino ad avere una famiglia. A oggi, possiamo dire che un minore è garantito da ogni punto di vista? “Innanzitutto occorrerebbe fare ordine rispetto alle norme che riguardano i minorenni; da tempo si ragiona di un Testo unico in materia. Ma ancor prima di ragionare su nuove norme vorrei portare la vostra attenzione sulla legislazione in vigore. Legislazione che non viene puntualmente applicata: a livello macro possiamo utilizzare come esempio organismi come l’Osservatorio nazionale infanzia, che, pur previsto per legge, non opera con continuità. Contemporaneamente giungono all’Autorità Garante segnalazione di singoli casi nei quali non si riesce a garantire un’adeguata tutela. Mancano un’attenzione e una tensione costanti verso la realizzazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti. E questo è quanto stiamo cercando di ottenere come Garanti, a livello nazionale e regionale”. Cifa si occupa anche di adozioni internazionali: secondo lei esistono ancora discriminazioni di tipo culturale, sociale e anche concrete nei confronti dei minori adottati e delle nuove famiglie che si vengono a creare? “Le famiglie che scelgono di adottare hanno bisogno di essere sostenute, non soltanto nel percorso preadottivo, ma anche dopo. E’ un’intera comunità quella che accoglie un figlio, non soltanto una famiglia, per dirla in estrema sintesi. Per questo lo stesso Comitato ONU ci chiede di garantire un follow-up sistematico del

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benessere di questi minorenni, e le più recenti analisi compiute, come quella della Commissione parlamentare infanzia, evidenziano il ruolo chiave del sostegno concreto che tali famiglie dovrebbero ricevere, soprattutto, ma non solo, nei casi delle adozioni difficili”. Quali sono le possibili soluzioni per ovviare a questo tipo di problema? “Il contatto con altre famiglie che vivono la stessa esperienza, la disponibilità di servizi sul territorio, il ruolo degli Enti e delle Istituzioni coinvolti appare fondamentale per realizzare il diritto dei minorenni ad avere una famiglia. Per quanto riguarda gli operatori la loro formazione dovrebbe essere sistematica, iniziale e continua perché sono le risorse economiche, ma anche quelle umane a dover essere adeguate al compito”. Le diversità fanno ancora paura. Non ci riferiamo soltanto a quelle legate al colore della pelle, ma anche a eventuali disabilità. Qual è la strada da percorrere perché tutti possano vivere la differenza come un arricchimento e non come fonte di timore? “In un momento in cui la cronaca continua a registrare episodi di intolleranza e discriminazione bisogna rimettere al centro il tema del rispetto delle diversità, che rappresentano confronto, ricchezza culturale, libertà. Il pregiudizio non può più avere cittadinanza in un Paese che si dichiara democratico e civile. Ed è importante lavorare ancora di più affinché anche bambini e ragazzi siano sensibilizzati su questi temi”. C’è una ragione specifica per cui lei non ha un ruolo ufficiale all’interno della Commissione Adozioni Internazionali? “L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza è stata creata come autorità indipendente con funzioni e compiti


espressamente previsti dalla legge istitutiva. Il legislatore ha ipotizzato un lavoro in rete con le realtà istituzionali che si occupano d’infanzia e adolescenza, a partire dagli altri Garanti europei e regionali, così come la necessità di operare in collaborazione e consultazione con le Associazioni e le Organizzazioni. Non ha espressamente previsto un ruolo del Garante nella CAI, così come in altri organismi, con i quali altresì cerchiamo forme di collaborazione permanenti, nel rispetto dei ruoli ma valorizzando le possibili sinergie”. Si parla spesso, ultimamente, di adozioni per le coppie omosessuali o per coppie di fatto. Qual è la sua opinione? “La legislazione italiana in materia è chiara e nel nostro Paese è in atto un dibattito sull’estensione della possibilità di adottare. Altri Paesi europei hanno modificato le loro norme in materia. Nel mio ruolo, non posso che ricordare come tutte le scelte compiute per i minorenni debbano essere guidate dal loro superiore interesse, e come non esista un diritto delle famiglie ad avere dei figli, quanto piuttosto un diritto dei minorenni a vivere in un ambiente familiare”.• Paola Strocchio


CIFA Onlus - Centro Internazionale per l’Infanzia e la Famiglia Via Ugo Foscolo 3 - 10126 Torino - C.F. 97501240010

www.cifaong.it

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