ANNO VIII - N° 2 - Settembre 2009 - Sped. in abb. post. Legge 662/96, art. 2, Comma 20/c D.C./D.D./Asti - Copia Omaggio
Mondo Mond o
Adozione Insieme
Filippine: una famiglia per ogni bambino a pagina 13
Adottare in Kazakhstan a pagina 27
Cambogia: da Neak Loeung a Sihanoukville a pagina 20
La Cina è vicina a pagina 7
1 © Luciano Usai
EDITORIALE PRIMOPIANO COOPERAZIONE ADOZIONE RUBRICHE
EDITORIALE: 30 anni di Cifa PRIMO PIANO: Un sogno che si realizza..., La Cina è vicina COOPERAZIONE: Progetti e SAD nelle Filippine, Diario Cambogia, Partner locale: Ifejant ADOZIONE: Adottare in Kazakhstan, Esperienza di adozione in Kazakhstan RUBRICHE: L’angolo della psicologa, Letture
EDITORIALE PRIMOPIANO COOPERAZIONE ADOZIONE RUBRICHE
SOMMARIO
Anno VIII - N° 2 Settembre 2009 Direttore Editoriale Gianfranco Arnoletti
EDITORIALE 30 Anni di Cifa ...................................................pag. 3
Direttore Responsabile Elena Volponi
PRIMO PIANO Un sogno che si realizza .....................................pag. 5 La Cina è vicina ...................................................pag. 7
Redattori e Collaboratori Gianfranco Arnoletti, Luigi Bisceglia, Daniele De Florio, Ambra Enrico, Princess T. Fernandez, Paola Gramegna, Ifejant, Monica Nobile, Marco Pastori, Anna Rosso, Manuela Sances.
COOPERAZIONE Cooperare significa ...........................................pag. 11 Focus Filippine ..................................................pag. 13 SAD nelle Filippine ...........................................pag. 15 Parlano loro! ......................................................pag. 16 Diario ..................................................................pag. 20 Partner locale: Ifejant ........................................pag. 22 Tutti i progetti in corso .....................................pag. 24
Fotografie Ambra Enrico, Tutik Fissore, Beatrice Gemma, Humberto Grovas, Maria Paradies, Marco Pastori, Luciano Usai, Child Alert e Ifejant. Le foto nella sezione “Diario” sono state scattate da bambini cambogiani beneficiari dei nostri progetti.
ADOZIONE
Progetto Grafico Daniele De Florio
Adottare in Kazakhstan ...................................pag. 27 ...Avremmo pensato al Kazakhstan ................pag. 30
Stampa Berrino Printer - Torino
RUBRICHE
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L’angolo della psicologa ..................................pag. 33 Letture ................................................................pag. 35
CONTATTACI
Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3633 del 25/02/1986. Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa richiesta in data 27/04/1998. Spedizione in abbonamento postale Legge 662/96, articolo 2, comma 20/c - C.R.P. Asti C.P.O. È vietata la riproduzione anche parziale di testi e illustrazioni. Tutto il materiale ricevuto (testi e fotografie) anche se non pubblicato non verrà restituito. Ai sensi della Legge 675/96 sulla
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La foto di copertina è di Luciano Usai.
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30 ANNI DI CIFA
tario, aveva momenti di panico di fronte a perdite di ben 1 milione di Lire: oggi lo vedo trasformato in esperto finanziario, per fortuna non “creativo”, impegnato a far quadrare bilanci da alcuni milioni (ma di Euro). Un errore di previsione, di gestione, oggi provocherebbe un sussulto mortale al vecchio tesoriere di tanti anni fa.
Alcuni giorni fa abbiamo simbolicamente, e non solo simbolicamente, brindato all’inizio dell’anno che celebrerà il nostro trentennale di attività. Come sempre si fa ci siamo augurati altri trent’anni di vita e guardando i miei compagni di avventura, i volontari che da quel giorno di trent’anni fa lavorano in Cifa, siamo rimasti un po’ imbarazzati. Non sapevamo come e da che parte prenderla. Che fare? Versare lacrime per come eravamo (noi mortali impietosamente confrontati con le foto dell’epoca appese in sala riunioni, a perenne dimostrazione di come eravamo) trenta anni or sono oppure mostrare orgoglio, facendo finta di niente, per come è ora la nostra, la vostra, organizzazione. Sono ormai passati i tempi nei quali il tesoriere, simpatica figura standard negli statuti associativi del settore volon-
Mentre scrivo mi viene in mente che forse alcune vecchie e care figure che furono i nostri competitors nelle tante battaglie ideologiche sull’adozione e sul suo profondo significato, potrebbero “riemergere” proprio quest’anno per festeggiare insieme i trent’anni, chissà.
Come sempre il passato con la sua patina sbiadita copre e rende positivo e bello qualsiasi fatto e se da un lato il Cifa, il suo Consiglio Direttivo, i suoi vo“Proprio per conservare quelontari, i suoi dipendenti, sto nostro spirito, questa nostra professionisti e collaboratori vogliono guardare anima, lavoreremo nel futuro in avanti per realizzare quelmodo ancor più convinto.” la “mission” che ci guida
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EDITORIALE PRIMOPIANO COOPERAZIONE ADOZIONE RUBRICHE
Editoriale
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ti qualitativi del Cifa. L’analisi di quanto abbiamo presentato è stata positiva ed il nostro ente è stato accreditato e quindi autorizzato ad operare nel contesto adottivo di minori cinesi. Credo che il sentimento che ho espresso a nome di tutto il Consiglio Direttivo si possa sintetizzare in una parola: “Orgoglio”. Sono e siamo tutti orgogliosi degli uomini e delle donne Cifa nel mondo ed in questo momento in particolare il pensiero va agli operatori di Pechino, per la dimostrazione di capacità, di tenacia, di professionalità, di credibilità che hanno messo in campo e che è stata premiata. Cifa da sempre non è avvezza a strombazzare vittorie o records per il taglio sabaudo che l’ha sempre contraddistinta, ma permettetemi di vantare questo successo ai miei amici lettori. Detto questo, armiamoci e partiamo per le tante sfide che il mondo dell’infanzia ci propone. Ne cito una a caso: il Garante dell’infanzia. In Parlamento è in corso di esame una bozza di provvedimento che dovrebbe definirne compiti e poteri, ma come sempre accade si sta già cercando di indebolire i poteri di una figura che molto potrebbe fare per il miglioramento delle condizioni dell’infanzia. Vogliamo un’authority forte che possa fungere da stimolo, controllo, censura nei confronti delle amministrazioni che non compiano i loro doveri, non l’ennesimo carrozzone o carrozzino ministeriale: Ministro Carfagna, Senatore Giovanardi, pensateci bene prima di buttar via un’occasione. Cari lettori, gustatevi questa bella realtà Cifa, vi terremo costantemente informati dell’attività svolta. Naturalmente, lo dico sottovoce, non manca spazio per i volontari che ambissero a cimentarsi con noi.
per arrivare in quel futuro che la nostra “vision” ci ha indicato, non posso risparmiarmi un pò di “felliniano amarcord”: per nostra gratificazione – magari ci crediamo grandi – ma anche perché dal passato dobbiamo portarci appresso la nostra anima. Ed è questa nostra anima che negli ultimi dieci anni ha accusato i colpi più pesanti provocati dal sistema adozioni in Italia. Ma proprio per conservare questo nostro spirito, questa nostra anima, lavoreremo nel futuro in modo ancor più convinto. Non posso mancare di accennare al recente riconoscimento che la Repubblica Popolare Cinese ha avuto per il Cifa. Dopo un periodo di avviamento dell’accordo bilaterale Italia-Cina nel quale i partners italiani erano stati sostanzialmente indicati dalla nostra Autorità Centrale, l’Istituzione Cinese CCIA ha accettato di visionare e verificare i requisi-
Un abbraccio, Gianfranco Arnoletti
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UN SOGNO CHE SI REALIZZA...
cora più profondo a tutto quello che abbiamo già fatto in 30 anni di vita. Dal nostro sogno, e dalla nostra riflessione su come realizzarlo, sono nate la Vision e la Mission di Cifa.
A 30 anni dalla nascita di Cifa, guardando al nostro passato ma soprattutto pensando alle sfide che ci attendono e che affronteremo in futuro, abbiamo sentito la necessità di esprimere con chiarezza qual è il mondo in cui vorremmo vivere e il modo in cui agiamo per renderlo reale.
VISION Sogniamo un mondo di pace in cui a tutti i bambini siano garantiti acqua, cibo, salute, scuola, gioco, affetto e protezione. Un mondo in cui i bambini si sentano amati e rispettati all’interno di una famiglia e di una comunità, divenendo soggetti attivi della propria crescita armoniosa.
Abbiamo espresso qual è il nostro sogno, un sogno che vorremmo regalare a tutti i bambini del mondo.
MISSION Agiamo per migliorare le condizioni di vita dei bambini e dei ragazzi in situazione di bisogno o in stato di abbandono, impegnandoci a garantire loro un’identità, una “I sogni non sono sempre facili famiglia ed una crescita da realizzare, ma è sulla loro base armoniosa e promuovendo la cultura dei diritti che possiamo interpretare, comdell’infanzia sanciti nella prendere e cambiare la realtà.” convenzione ONU.
I sogni non sono sempre facili da realizzare, ma è sulla loro base che possiamo interpretare, comprendere e cambiare la realtà. Abbiamo così riflettuto sulle modalità con cui concretizzare le nostre convinzioni, per guidare il Cifa nelle sue attività future e dare un senso an-
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Primo piano
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dell’adozione sosteniamo la difesa dei diritti dei bambini e degli adolescenti; favoriamo l’accettazione della diversità quale valore di arricchimento per i futuri genitori e per la comunità accogliente, con particolare attenzione alla scuola.
DIVENTA AMICO DI CIFA! CAMPAGNA TESSERAMENTO 2010 A partire dal 2010 ci sarà un altro modo per sostenere i nostri progetti e la nostra attività a favore dei diritti dei bambini: richiedere la tessera Amico di Cifa! La campagna di tesseramento comincerà già da settembre. Aderire sarà molto facile: con il versamento di un piccolo contributo annuale di 25 Euro diventerai Amico di Cifa, con tutti i benefici riservati a questa opportunità. Oltre a ricevere regolarmente a casa il nuovo giornalino della nostra associazione, Mondo Cifa, e ad essere informato periodicamente su tutte le nostre attività, potrai infatti usufruire di agevolazioni presso una serie di negozi e catene convenzionate, il cui elenco sarà reso disponibile a breve. Cifa persegue questa finalità in più modi e con più strumenti:
Come Amico di Cifa, inoltre, sarai in prima linea per tutelare i bambini che sosteniamo nel mondo!
COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO Attraverso i progetti di cooperazione internazionale a favore dell’infanzia, realizzati con il pieno coinvolgimento di partner locali, preveniamo l’abbandono dei minori e promuoviamo i loro diritti. Favoriamo il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti, il soddisfacimento di loro bisogni fondamentali quali acqua, cibo, assistenza sanitaria, istruzione e protezione.
Per avere informazioni in tempo reale sulla campagna tesseramento 2010 visita il nostro sito www.cifaong.it , dove pubblicheremo la lista degli esercizi commerciali convenzionati appena sarà disponibile. Potrai anche trovare la documentazione completa sul prossimo numero di Mondo Cifa. Basta poco per essere Amico di Cifa…e diventare amico di tanti bambini!
ADOZIONE INTERNAZIONALE Attraverso lo strumento dell’adozione internazionale garantiamo una famiglia a quei minori cui non è data la possibilità di crescere in un ambiente familiare adeguato all’interno del proprio Paese. Affianchiamo gli aspiranti genitori adottivi nel processo di accrescimento della consapevolezza di sé e delle proprie capacità genitoriali nel percorso di adozione e nell’inserimento del minore.
Contatti: Tel. 011 50 63 048 E-mail: eventi@cifaong.it
PROMOZIONE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA Attraverso le nostre attività di educazione allo sviluppo promuoviamo quanto sancito dalla convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e una cultura della cooperazione quale strumento per il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti. Attraverso l’attività di promozione della cultura
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“La Cina è vicina” uno slogan che nasce dal fatto che i ristoranti cinesi si sono moltiplicati come funghi e che tutto ciò che ci possiamo permettere con più facilità, perché più a buon mercato, è “Made in China”. Personalmente, dopo dieci ore di viaggio e un fuso orario di sei ore, non la sento tanto vicina… Questo viaggio arriva dopo un lungo lavoro iniziato nel lontano 1997 quando, durante un soggiorno turistico, avevo iniziato a tessera la tela per adottare in questo immenso paese. Allora la mia strada passava dalla Danimarca giacché la persona che si dichiarò disponibile a collaborare con noi era Danese e da alcuni anni viveva a Beijing. La mia e la sua ingenuità nascevano dal fatto di pensare che aver aiutato in precedenza coppie americane potesse essere un buon punto di partenza. Ma ci accorgemmo subito che era tutta un’altra cosa.
e, questa volta, anche di accordo bilaterale. La politica non è “detto fatto”, ma per non farmi prendere impreparata ritornai alla carica per trovare una persona affidabile cui “affidare” il nostro lavoro in Cina. A fine 2002, in modo fortuito, come spesso mi accade in queste cose, venni in contatto con un signore che parlava e scriveva un buon italiano – e questo era già un motivo per farmelo piacere da subito; dopo circa un anno ebbi modo di conoscerlo personalmente e questo fatto non fece che avvalorare la mia sensazione di competenza e onestà della persona.
Subito capii che pur avendo politiche diametralmente opposte i due paesi, laddove si trattava di commercio o di altra collaborazione che implicasse comunque uno scambio di denaro, erano disponibili a soprassedere su tutto per raggiungere lo scopo. La Cina di oggi mi insegna che questo è ancora più vero di prima. Fu subito molto chiaro che per gli italiani non era nemmeno pensabile adottare in Cina nel 1997, in quanto non esisteva un accordo bilaterale che contemplasse la materia. Dopo un lungo carteggio abbandonai a malincuore l’idea e la signora nel frattempo ritornò nella sua tranquilla Copenhagen. Nel 2001 in Italia, con la nascita della CAI, si ricominciò a parlare di adozione internazionale in Cina
Parallelamente Cifa fece tutto ciò che era richiesto per avere l’autorizzazione CAI, che arrivò nel 2003. L’Italia politica nel frattempo andava avanti con l’accordo bilaterale, gli anni passavano e periodicamente l’argomento Cina veniva fuori. Il nostro futuro referente fece anche parte del gruppo di traduttori ufficiali durante la visita del nostro Presidente del Consiglio di allora Romano Prodi in Cina. Però le cose andavano per le lunghe e Guo, questo il suo nome, doveva chiaramente mangiare e mantenere la sua famiglia. Cercò così una sistemazione più stabile e duratura; trovò un lavoro che gli piaceva, che lo soddisfaceva e gratificava anche economicamente.
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LA CINA È VICINA
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re le negatività per giustificare la nostra paura e in qualche modo esorcizzarla. Per la vecchia Europa, è indubbio, la difficoltà di accettare un simile fatto è più difficile che per altri. Per noi italiani, diretti discendenti dell’impero romano sembra quasi impossibile che la “civiltà” possa aver origine in altro luogo, ma tanto vale che ci abituiamo, tutto o quasi, era arrivato prima…in Cina. Da anni visito paesi in cui la vita è difficile e dura e dove spesso accadono cose per noi occidentali incomprensibili ed inaccettabili. Ogni volta sono sempre più convinta del fatto che giudicare dalla poltrona del salotto di casa nostra è troppo facile. Per ragioni diverse, che non spetta a me e in questo contesto analizzare, l’occidente anche se a volte più lentamente che altre civiltà, ha proseguito nel suo cammino verso il progresso. Per moltissime ragioni in altre parti del mondo questo Fu quindi chiaro che semmai un giorno fossimo cammino si è a volte interrotto, riprendendo maarrivati in Cina per fare adozioni, lui non era più gari a distanza di secoli. Questo rende totalmente disponibile. Ciononostante la nostra amicizia e il diverso il punto in cui si trovano oggi. Perché non nostro carteggio andò avanti e lui fu sempre pronto avere la pazienza di attenderli all’arrivo? Perché a fare quanto gli chiedevo andando per uffici e apfondare le campagne di denigrazione o accusa poggiandosi alle sue conoscenze e relazioni, fino al sul fatto che lungo il percorso utilizzano delle anpunto che mi trovò colei che avrebbe potuto essere dature a volte non confacenti all’obiettivo? Forla nostra referente…un giorno! se qualcuno fra i paesi oggi emergenti, durante il percorso dell’occidente, si è curato di giudicare? Ora quel giorno è arrivaÈ sempre troppo facile to, il Cifa è stato riconogiudicare sulla base di tesciuto e accreditato quale orie, perché cose che oggi “Per gli italiani non era nemmeente italiano in grado di sembrano inammissibili no pensabile adottare in Cina nel fare adozioni internazioe inconcepibili sono state nali in Cina e Anli è la notranquillamente fatte in 1997, in quanto non esisteva un stra referente. occidente magari anche accordo bilaterale che contemÈ già venuta in Italia, è solo 50/100 anni fa. E in stata incontrata dalle perultimo non dobbiamo diplasse la materia. Nel 2001, con sone che collaboreranno menticare che, molto più la nascita della CAI, si ricomincon lei e la sua compedi quanto non ci piaccia tenza nell’assisterci nelle ricordare, alcuni paesi ciò a parlarne. Oggi, il Cifa è staultime fasi ci fanno ben che ora magari critichiato accreditato quale ente in grado sperare per il futuro. mo, sono stati, solo 30 anni fa, presi a modello di fare adozioni internazionali in Che la Cina fosse il paedal movimento giovanile Cina.” se dei contrasti, il paese di allora e la Cina è uno ai più noto per Piazza di questi. Tienanmen e null’altro, non è mai stato un mistero per nessuno e nemmeno Ma una cosa è l’ideologia, l’ideologia pura di cui per me, ma ciò non toglie che la Cina è un paese spesso ci riempiamo la testa e la bocca, un’altra la che affascina. La sua storia millenaria non è forse realtà. L’ideologia può dar vita ad un acceso dibatconosciuta quanto meriterebbe, ma proprio perché tito pieno di contenuti e buoni propositi ma la realtà esistente ma sconosciuta è ancora più ricca di fasciè sempre più cruda e decisamente più difficile da no. Marco Polo, poi, ha raccontato di questo paese capire e i giudizi tranchant sempre molto pericolosi. e delle sue meraviglie a noi italiani con dovizia di La legge di mercato non si ferma davanti a nulla; il particolari e in modo accattivante. Certamente lui guadagno e il maggior profitto non conoscono congià allora aveva visto in questo paese le sue grosfini e per raggiungerlo i più sono disponibili a tutto, se potenzialità e risorse. Nel 1816 Napoleone disse anche a calpestare i principi in cui credono. Il gua“quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà...” e dagno ed il profitto sono il solo obiettivo e questo a ora è giunto questo momento e come sempre accade tutte le latitudini, solo che in alcuni casi lo si fa con in simili circostanze si cerca in ogni modo di trovail buon gusto di tacere, in altri si approfitta delle si-
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La Cina oggi è grandi grattacieli e auto che intasano le arterie rendendo l’aria a volte irrespirabile, ma la Cina è anche più di 800 milioni di contadini (il 63% della popolazione) che non ha una pensione pubblica e il cui reddito è spesso compreso tra i 75 e i 200 € all’anno. Per tutta questa gente il Welfare è rappresentato dalla famiglia. Da sempre in Cina i figli hanno fatto parte del patrimonio della famiglia e quanti più sono i figli maschi, tanto più alto è il patrimonio
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tuazioni e poi si pretende di giudicare. familiare. Un figlio maschio è forza lavoro sicura e Il minor costo delle merci provenienti dalla Cina è quando sarà adulto porterà in casa una moglie che dovuto principalmente al basso costo della manopoi si occuperà dei vecchi suoceri. dopera e questo certamente vorrà dire situazioni lavorative non ottimali, ma nessuno si sogna di non La politica del figlio unico è stata un modo per fronacquistare più i prodotti cinesi per questo. teggiare il problema dell’aumento demografico ma Le multinazionali e le banche di tutto il mondo fancome sempre, in queste realtà così diverse, viene no a gara per investire in Cina e per accaparrarsi applicata nelle grandi città ma meno nelle campacontratti miliardari e tutti coloro che partecipano gne. Qui i sistemi usati per renderla operativa sono alle trattative, tutti coloro stati a volte poco ortodosche guidano i colossi che si e fra questi l’aborto forvogliono entrare in Cina zato. sanno benissimo che il Ora il governo si trova a “Conseguenza della politica del guadagno, alla fine, infronteggiare tutte le configlio unico considerando la culvestirà sempre e solo gli seguenze derivanti dalla stessi, rendendo gli “aldenatalità: invecchiamentura millenaria cinese è anche lo tri” sempre più poveri, to accelerato della sociesquilibrio tra maschi e femmine. ma nessuno si sogna di tà, emergenza pensioni e cambiare la politica degli crisi della sanità. ConseSe in una realtà come questa il investimenti per questo. guenza della politica del Cifa si inserisce permettendo a Anzi, sono tutti molto tifiglio unico, consideranmorosi che la situazione do la cultura millenaria coppie italiane di adottare bambiin questo paese cambi a cinese, è anche lo squilini cinesi, dove è la questione imbreve, rendendo gli invebrio tra maschi e femmistimenti meno redditizi ne. Per la Cina, in verità, morale? ” di oggi. questo non è un problema nuovo, in quanto la Il partito comunista orsocietà cinese ha sempre mai è più vicino agli interessi dei capitalisti che dei sofferto di carenza di donne. Oggi tuttavia il goverlavoratori e la sicurezza nel lavoro non rappresenta no di Pechino ha deciso di offrire vantaggi econouna priorità né per i politici né tanto meno per gli mici alle famiglie che generano femmine quali paimprenditori. Il bilancio dei lavoratori caduti ogni gamento delle rette scolastiche, polizze assicurative anno nelle miniere di carbone equivale al doppio gratuite fino alla maggiore età, sconti sull’affitto delle vittime dell’11 settembre (più di 6000 nel 2003 della casa, aiuto nella ricerca del posto di lavoro; e 2004), dato comunque considerato sottostimato in tutte cose di grande valore ed utilità perché vanno quanto in casi singoli molto spesso i padroni “comad incidere su bilanci familiari al collasso in una reprano” il silenzio delle famiglie con pochi spiccioli. altà in cui il Welfare è completamente privatizzato. Ciononostante tutti continuano ad investire in Cina senza alcun problema morale e noi continuiamo ad acquistare prodotti “Made in China” compiacendoci del fatto che costano poco, cosa che non guasta per far quadrare i nostri bilanci familiari. Tutto questo fa parte del progresso di ogni paese, tutto questo è accaduto in Europa e in America il secolo scorso e nessuno si è mai sognato di giudicare. Il percorso è stato fatto prima dall’occidente e ora lo sta facendo l’oriente. Non avere la pazienza di aspettare e voler solo giudicare dimostra quanto la nostra cultura si poggi solo sull’oggi e sia totalmente ignorante del ieri, e ancora di più sulle conseguenze nel domani.
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Forse quando saranno giovani uomini e donne la realtà nel loro paese sarà cambiata quel tanto per cui anche loro, se vorranno ritornare, avranno non solo uno spazio vitale ma un ruolo. E questo credo sarebbe un vero successo per i genitori che li avranno amati e cresciuti nel nostro paese “nel rispetto della loro cultura di origine”. Tutto ciò non vuol dire essere complici di fatti che non ci sentiamo di condividere o altro, tutto ciò è vedere al di là dei semplici interessi politico/economici, tutto ciò vuol dire amare i minori in difficoltà e senza una famiglia, di qualunque colore o sesso siano. Questo è sempre stato e continua ad essere l’obiettivo del Cifa e seguendo questo credo siamo pronti e disponibili ad andare in ogni paese del mondo in cui ci siano bambini che soffrono e che hanno bisogno di una famiglia. Noi agiamo oggi; speriamo che ciò che fanno i paesi sia in un’ottica di miglioramento del futuro, se lo fanno bene o male può essere oggetto di un nostro giudizio teorico ma non deve assolutamente interferire sul nostro operato. Il bene dei bambini è sempre stato il nostro obiettivo principale e sempre lo sarà.
Questo dimostra come il governo sia preoccupato e consapevole di tale problema.
Non saremo quindi noi a cambiare in breve tempo A fronte di una situazione globale nella maggior la realtà di questo grande paese, noi possiamo solo parte del mondo di 105 uomini per 100 donne, in contribuire al miglioramento di questa società creCina il rapporto è di 120 scendo nel rispetto della per 100 e in alcune regioni loro cultura di origine, meridionali come il Guanggrande e millenaria, dei dong e l’isola di Hainan il giovani che un giorno “A fronte di una situazione glorapporto sale a 130 ragazzi potrebbero voler ritorbale, nella maggior parte del per 100 ragazze. nare in Cina consapeCome se ciò non bastasse a voli del loro valore; samondo, di 105 uomini per 100 preoccupare, due sociologi rebbe già un bel modo donne, in Cina il rapporto è di americani hanno fatto una di combattere contro le ricerca (Andrea de Bor e discriminazioni di oggi 120 per 100” Valerie Hudson – The secuse riteniamo che ce ne rity implication of Asia’s sursiano. plus male population) e con ampia documentazione hanno dimostrato come le Arrivare comunque oggi a Pechino ci fa sentire picsocietà caratterizzate da un eccesso numerico di coli, piccoli. giovani uomini abbiano regolarmente prodotto il La città ci accoglie con i suoi grattacieli, le sue larmaggior numero di guerre, atti di violenza e/o terghe strade, i suoi centri commerciali, l’ordine e la rorismo. Se i governanti cinesi siano preoccupati di pulizia e con un senso di sicurezza per girare nelle ciò oppure semplicemente del rischio di instabilità strade ad ogni ora del giorno e della notte che fanno interna questo non lo so, ma è certo che stanno cerquasi impallidire la nostra realtà. cando di porre dei rimedi. Certamente fuori, nelle province e nelle campagne Se in una realtà come questa il Cifa si inserisce perc’è ancora tantissimo da fare ma ciò che è stato fatto mettendo a coppie italiane di adottare bambini cisino ad oggi e in così poco tempo fa certamente ben nesi, dove è la questione immorale? Questi bambini sperare per il futuro della Cina e dei suoi numerosi ma soprattutto queste bambine rifiutati, per ragioni abitanti. Forse sarebbe meglio cominciare a preocche non conosciamo, dalla madre o dall’intera famicuparsi di dove sarà l’occidente quando l’oriente glia, quale destino avrebbero nel loro paese? Quello avrà raggiunto un livello socio-economico equilidi crescere, occupare un piccolo spazio vitale ma brato, costante e condiviso dai più. Napoleone lo essere trasparenti per tutto ciò che vale nella vita. capì già nel 1816 ma da quel momento tutti sembrano averlo completamente dimenticato! Allora perché non dar loro la possibilità di una vita e di una dignità che possano essere considerate tali? Ambra Enrico
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COOPERARE SIGNIFICA...
quali lavoriamo gomito a gomito in tutte le fasi progettuali. Si è deciso, quindi, di non avvalersi di personale espatriato, bensì di dare fiducia a tutte quelle persone che, nei loro paesi, amano tanto i bambini al punto di essere pronti a dedicare loro la vita.
LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: UNO STRUMENTO CONCRETO PER AIUTARE I BAMBINI!
Riteniamo, infatti, che sia fondamentale affidarsi a persone capaci, che conoscono la realtà in cui vivono e i bisogni reali dei bambini. Ciò ci permette, da Vogliamo contribuire, con i nostri progetti, a miglioun lato, di realizzare inrare le condizioni di vita terventi più concreti ed dei bambini e dei ragazzi efficaci e dall’altro di alipiù poveri e bisognosi di “È fondamentale affidarsi a partmentare un interessante una speciale protezione. dibattito sulle buone ner locali, che conoscono la realtà prassi che riguardano i Per realizzare al meglio in cui vivono e i bisogni reali dei temi dell’infanzia. questo obiettivo, abbiamo deciso di “fare cooperabambini. Ciò permette di realizAbbiamo la grande forzione” in un modo preciso zare interventi efficaci e di alituna di avere partner e innovativo; tutti i nostri eccezionali in America interventi sono realizzati mentare un dibattito sulle buoLatina, Africa e Asia, e grazie a un forte rapporto ne prassi che riguardano i temi da loro riceviamo molti di collaborazione con uno o più partner locali, con i spunti di riflessione che dell’infanzia.”
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Cooperazione
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I DIRITTI DEI BAMBINI: UNA BREVE CRONOLOGIA 1923: Eglantyne Jebb, fondatrice dell’organizzazione non governativa Save the Children, prepara un testo di Dichiarazione dei diritti dei bambini riconosciuto nel 1924 dalla Società delle Nazioni Unite. 1927: Creazione dell’Instituto Interamericano del Niño (IIN), organismo internazionale incaricato di promuovere il benessere dei bambini e degli adolescenti nei paesi americani. 1945: Lo Statuto delle Nazioni Unite protegge la maternità e l’infanzia. 1948: L’Assemblea Generale dell’ONU adotta la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e prevede una speciale protezione per l’infanzia insieme a quella per la maternità. 1959: L’Assemblea Generale dell’ONU adotta la Dichiarazione dei Diritti dei bambini e degli adolescenti. 1979: “Anno Internazionale dell’Infanzia”. 1989: La Convenzione sui Diritti dei bambini e degli adolescenti (tutte le persone di età compresa tra 0 e 18 anni) viene adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU. Entra in vigore a livello internazionale nel 1990.
cerchiamo sempre di rielaborare e condividere. Grazie a tutto questo, siamo attualmente presenti in 12 Paesi, abbiamo 16 diversi partner locali e più di 170 colleghi e colleghe che con grande passione ci aiutano a fare star meglio i bambini. Grazie a tutto questo, stiamo sostenendo e accompagnando più di 6 mila bambini e bambine che sono parte dei nostri progetti o dei nostri programmi di sostegno a distanza.
1990: L’Organizzazione per l’Unità africana (oggi Unione Africana) adotta la Carta africana sui diritti e il welfare del bambino e dell’adolescente. 1991: Primo Summit Mondiale sui Diritti dei bambini e degli adolescenti.
Abbiamo, dunque, deciso di introdurre, a partire da questo Giornalino, alcune nuove rubriche, che speriamo possano coinvolgervi sempre di più negli interventi che realizziamo.
1999: La Carta africana sui diritti e il welfare del bambino e dell’adolescente entra in vigore.
L’ufficio cooperazione di Cifa
2000: L’Assemblea Generale dell’ONU adotta il Protocollo opzionale alla Convenzione relativo alla tratta, la prostituzione e la pornografia dei bambini e degli adolescenti, e il Protocollo opzionale sui bambini e gli adolescenti coinvolti in conflitti armati.
“…Gli Stati parti riconoscono l’importanza della cooperazione internazionale per il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini in tutti i paesi e in particolare in quelli in via di sviluppo…”
2002: Si tiene a New York la Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui Diritti dei bambini e degli adolescenti.
dal preambolo della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia (New York, 20 novembre 1989)
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confronti. Bambini di otto anni, specifica il rapporto dell’OMCT, si ritrovano incarcerati in piccole celle senza letto, mobilio, docce né servizi igienici, e sono sottoposti a torture e maltrattamenti.
I BAMBINI DI STRADA Secondo un rapporto UNESCO, nelle Filippine ci sono circa 1.500.000 bambini di strada. Il Ministero degli Affari Sociali dichiara che questo numero aumenta di oltre 6.000 unità per ogni anno.
OGNI BAMBINO HA DIRITTO A UNA FAMIGLIA! Con il progetto “Ogni Bambino ha diritto a una famiglia!” e grazie alla splendida collaborazione nata con l’Organizzazione Non Governativa filippina
60.000 di questi bambini sono dediti alla prostituzione ed il Ministero degli Affari Sociali stima un incremento di questo fenomeno pari a circa 3.000 unità per ogni anno. L’abuso sembra essere una delle cause più rilevanti tra quelle che spingono i ragazzi a vivere per strada. Oggi, un filippino su quattro vive nella zona circostante Manila, e migliaia sono quelli che ogni giorno si mettono in marcia per raggiungere la capitale per realizzare il sogno di un lavoro, di un futuro, di un miracolo che possa far dimenticare la miseria. Ma a Manila trovano solo altra miseria, altri disperati e tanta frustrazione. Payatas, una delle più grandi discariche di Manila e del mondo, con un’estensione di circa 3.000 ettari, dove sono scaricate 6.500 tonnellate di rifiuti al giorno e nella quale si aggirano migliaia di senzatetto, è il risultato di questa disperazione. Ci vivono 7.000 famiglie, 40.000 persone, che ogni giorno scavano nei rifiuti della città per mangiare, per rivendere gli scarti altrui, per andare avanti almeno fino al giorno dopo.
Bahay Tuluyan, abbiamo cercato di aiutare alcuni dei bambini di strada dei sobborghi di Manila, garantendo loro un ambiente familiare alternativo e protetto, provvedendo ai bisogni di base quali cibo, vestiti e cure mediche e proteggendoli da sfruttamento e abusi.
Filippine - un quadro generale (Fonti - CIA World Factbook, Unicef 2008)
Qui i bambini camminano lenti, con il loro sacco in mano e gli stivali ai piedi. Altri portano solo sandali o addirittura vanno scalzi. La situazione sanitaria è gravissima. Mosche, topi e zanzare sono ovunque e trasmettono ogni sorta di infezione.
Popolazione stimata: 97.976.603 abitanti Popolazione che vive in città: 65% Lingue: Filippino (basato sul dialetto Tagalog), Inglese e altri 8 dialetti principali Religioni: Cristiani Cattolici 80,9%, Musulmani 5%, Evangelici 2,8%, altre 10% Forma di Governo: Repubblica
L’Organizzazione Mondiale contro la Tortura (OMCT) si è soffermata sulla situazione dei bambini di strada nelle Filippine, rilevando che molti di essi sono posti in stato di fermo e reclusi senza che sia notificata alcuna precisa incriminazione nei loro
Bambini registrati alla nascita: 83% Tasso di mortalità infantile: 32 ogni mille nati
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FOCUS FILIPPINE
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su un forte supporto scolastico e su attività educative alternative che hanno permesso loro di imparare, esprimendo la propria creatività. Da tutto ciò è scaturita un’iniziativa straordinaria, ossia un festival dei bambini e dei ragazzi di strada che ha visto la partecipazione di 2500 bambini, i quali si sono sentiti finalmente importanti e si sono anche sentiti parte della società in cui vivono. Tutte le attività, poi, sono sempre state accompagnate da campagne di sensibilizzazione sui diritti dell’infanzia rivolte sia a bambini e ragazzi, per renderli consapevoli dei loro diritti, sia agli adulti per far capire a tutti che è dovere rispettare i bambini e provvedere ai loro bisogni. Infine, si è cercato di coinvolgere attivamente i bambini e i ragazzi nella vita delle loro comunità locali, promuovendo l’istituzione di Consigli Municipali a loro dedicati e da loro stessi composti. La concreta partecipazione ai processi decisionali che li riguardano, infatti, permette ai bambini di sentirsi parte attiva del loro cambiamento. Sappiamo che c’è ancora molto da fare, ma grazie ai risultati raggiunti in questa prima fase progettuale, abbiamo deciso di continuare a sostenere i bambini di strada di Manila. Per farlo, però, abbiamo bisogno dell’aiuto e del sostegno di tutti gli amici che credono che sia possibile costruire un mondo in cui a tutti i bambini siano garantiti i loro diritti fondamentali. Luigi Bisceglia
Nell’ultimo anno e mezzo circa 150 bambini e ragazzi sono stati ospitati presso i centri residenziali di Bahay Tuluyan e sono stati seguiti, curati e accompagnati verso un nuovo reinserimento nelle loro famiglie di origine, nelle famiglie allargate e nelle loro comunità. I bambini e i ragazzi, inoltre, hanno potuto contare
BAHAY TULUYAN CRITICA I “SALVATAGGI FORZATI” Bahay Tuluyan, il nostro partner locale nelle Filippine, ha pubblicamente denunciato il Governo di Manila di “salvare forzatamente” i minori che vivono sulla strada tramite vere e proprie retate organizzate da squadre di polizia, senza fornire alcuna garanzia sulla rieducazione dei bambini e su un loro corretto reinserimento nella società. “L’esperienza delle organizzazioni non governative che lavorano a Manila, tra cui Bahay Tuluyan, ha dimostrato che rimuovere i ragazzi dalla strada in maniera coercitiva ha un impatto complessivamente negativo sul loro sviluppo – Ha spiegato Catherine Scerri, responsabile allo sviluppo di Bahay Tuluyan - Inoltre, questa tipo di azioni non sono una risposta efficace ai problemi del lavoro minorile e dell’abbandono dell’infanzia”. L’auspicio è che il governo filippino adotti un piano a lungo termine per risolvere il problema dei minori senza una casa e senza famiglia, e soprattutto che le ONG locali siano consultate nel merito, data la loro preziosa esperienza sul campo. “Questi bambini non sono una specie di spazzatura di cui ci si può disfare per rendere più pulite le strade” aggiunge la manager di Bahay Tuluyan, provando anche a sensibilizzare il pubblico sul delicato tema delle elemosine: “Se i bambini sanno che possono ottenere facilmente i soldi restando sulla strada, allora cercheranno di non lasciarla mai. E’ più utile e costruttivo offrire donazioni alle organizzazioni che li aiutano.”
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dalla polizia il 65% dei reati commessi nel 2006 sono attribuibili a minori di 18 anni. Si stima, inoltre, che in città vivano 3.500 bambini e ragazzi di strada, la maggior parte dei quali è a rischio di abusi e maltrattamenti a causa dello stato di abbandono in cui si trova.
I BAMBINI DI DAVAO CITY Isola di Mindanao, Filippine
Il nostro programma di sostegno a distanza mira a garantire ai bambini e ai ragazzi beneficiari i loro Le estreme condizioni di povertà, lo scarso livello diritti fondamentali, con di istruzione e professioparticolare attenzione nalità, uniti alla mancanal diritto all’istruzione. za di risorse economiche, “Il sostegno a distanza non è solo Mandare i bambini e i raprecludono la possibilità gazzi a scuola è, infatti, la di trovare lavoro o di avun gesto solidale per costruire insoluzione ottimale per faviare piccole attività, causieme il futuro di un bambino, ma vorire lo sviluppo a lunsando un ulteriore impogo termine di una società verimento delle famiglie. una preziosa e concreta occasione e per prevenire fenomeni per promuovere i Diritti dell’Ingravi quali la prostituzioLe condizioni in cui si ne e lo sfruttamento del trovano a vivere i bambifanzia e attuare forme concrete di lavoro minorile. ni sono spesso disperate: contrasto dello sfruttamento dei baracche di lamiera in L’accesso all’acqua, cui mancano l’acqua pobambini.” un’adeguata alimentatabile, i servizi igienici e zione, l’accesso a cure spesso anche l’elettricità. sanitarie gratuite sono I redditi delle loro famigli elementi su cui puntiamo per garantire loro la glie dipendono da lavori occasionali, insufficienti a possibilità di frequentare con regolarità e profitgarantirne un’adeguata alimentazione, cure medito la scuola; oltre a mettere l’istruzione al centro che e accesso all’istruzione. dell’idea di autosviluppo, la frequenza scolastica diventa uno strumento di protezione dei bambini I bambini sono quindi costretti ad abbandonare la e dei ragazzi. scuola per contribuire al sostentamento delle famiglie, esponendosi a varie forme di sfruttamento. In questo contesto, il sostegno a distanza non è solo un gesto solidale per costruire insieme il futuro di In questo contesto la nostra azione è finalizzata a un bambino, ma una preziosa e concreta occasiogarantire una vita dignitosa ai bambini, alle loro ne per promuovere i Diritti dell’Infanzia e attuare famiglie e di riflesso alla loro comunità di apparforme concrete di contrasto dello sfruttamento dei tenenza. bambini. Beneficiari I beneficiari del programma sono bambini e ragazzi molto poveri che non hanno la possibilità di andare a scuola perché sono costretti a lavorare per aiutare le loro famiglie. Contesto Il programma di sostegno a distanza è concentrato nella periferia di Davao, grande città dove vivono 1,4 milioni di persone e dove vi sono gravi problemi di criminalità, spaccio di droga e furti. Secondo stime diffuse
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SAD NELLE FILIPPINE
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PARLANO LORO!
SIAMO... “Siamo i bambini del mondo. Siamo le vittime di sfruttamento e abusi. Siamo i bambini di strada. Siamo i figli della guerra. Siamo le vittime e gli orfani dell’HIV/AIDS. Ci viene negata una buona scuola e una buona assistenza medica. Siamo vittime di discriminazioni politiche, economiche, culturali, religiose e ambientali. Vogliamo un mondo a misura di bambino, perché un mondo a nostra misura e un mondo a misura umana per tutti (…)”
L’opinione dei bambini è sempre preziosa… Attualmente il Cifa ha programmi di sostegno a distanza attivi in sette paesi del mondo (Cambogia, Etiopia, Filippine, India, Indonesia, Perù e Sri Lanka). Moltissimi bambini usufruiscono del nostro aiuto: è quindi importante sapere cosa ne pensano in prima persona. Abbiamo così deciso di inaugurare questa rubrica, in cui chiederemo ai bambini beneficiari dei nostri programmi di scrivere qualcosa per noi, di raccontarci di sé, della loro vita, del loro mondo e delle loro emozioni.
dal messaggio del Children’s Forum allAssemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 8-10 maggio 2002.
Abbiamo voluto cominciare con una bambina già “grande”, che ha avuto il tempo di usufruire più a lungo dell’aiuto di Cifa. Si chiama Princess Fernandez, ha 17 anni e vive a Barangay, nelle Filippine. Le abbiamo chiesto di scriverci una lettera raccontando quali sono i suoi sogni per il futuro, e se il Cifa ha contribuito a renderli reali. La pubblichiamo per intero.
SOSTIENI UN BAMBINO NELLE FILIPPINE! Il costo per sostenere un bambino nelle Filippine è di 310 Euro all’anno. Ti indichiamo, di seguito, come verrà utilizzata la tua donazione.
Saluti a Cifa!
45 % : sostegno alimentare del bambino.
Ciao! Mi chiamo Princess T. Fernandez e ho 17 anni. Nella mia famiglia ci sono 4 bambini, e io sono la terza in ordine di età. Mio papà si chiama Felix Fernandez e fa l’elettricista, e mia mamma si chiama Andresa Fernandez e fa l’infermiera a Barangay. Attualmente abitiamo tutti insieme nella casa di mia nonna, perché i miei geni-
10 % : acquisto di materiale scolastico per il bambino. 10 % : spese mediche e tutela della salute del bambino. 10 % : formazione e promozione dei diritti dei bambini. 10 % : emergenze. 5 % : altre campagne infomative. Il 10% è destinato alle spese di gestione in loco. Se vuoi sostenere a distanza un bambino nelle Filippine, visita la pagina del nostro sito www.cifaong.it dedicata al programma: troverai tutte le indicazioni necessarie per attivare il sostegno a distanza. Il progetto di Cifa ha come partner locale l’ONG Child Alert Mindanao, una delle più autorevoli organizzazioni filippine che con coraggio e professionalità si occupa della tutela e della promozione dei diritti dell’infanzia. Contattaci per ulteriori informazioni! Tel. 011.43.44.133 E-mail: sad@cifaong.it
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SOSTIENI UN BAMBINO CON NOI Cognome ............................................................ Nome..................................................................... Denominazione (se azienda, classe, ente o gruppo)............................................................................. Codice Fiscale o Partita IVA............................................................................................................... Data di nascita ................................................... Nazionalità........................................................... Indirizzo ............................................................................................................................................... CAP ............................... Città........................................................................... Prov ....................... Tel. ....................................................................... Cell......................................................................... E-mail .................................................................................................................................................... Professione: Lavoratore autonomo Dipendente Pensionato Libero professionista Lingue straniere conosciute: Inglese
Francese
Studente Casalinga Altra attività .......................................
Spagnolo
INTENDO ATTIVARE N° ......... SOSTEGNO/I A DISTANZA NEL SEGUENTE PAESE: CAMBOGIA ETIOPIA FILIPPINE INDIA Quota:
ANNUALE (Euro 310,00)
SEMESTRALE (Euro 155,00)
PROVVEDO AD EFFETTUARE IL VERSAMENTO DELL’IMPORTO SOPRA INDICATO A MEZZO:
Versamento su C/C POSTALE N° 50829423 BONIFICO su BANCO POSTA IBAN IT 84 U 07601 10300 000050829423 Importante: leggi le note relative alla causale di pagamento sul retro di questa scheda
DATA .........................
FIRMA................................................................
SOSTIENI UN BAMBINO CON NOI Attenzione: tutti i versamenti sono da intestare a CIFA Onlus Inserire nella causale: “SAD in ..............................” (inserire il nome del paese) La presente scheda, compilata in ogni parte e firmata, con allegata copia della ricevuta del versamento o del bonifico, deve essere INVIATA VIA FAX al numero 011.4338029 o via e-mail all’indirizzo sad@cifaong.it o a mezzo posta al seguente indirizzo: CIFA Onlus - Programma SAD Via Luigi Colli, 4 10128 Torino DEDUCIBILITA’ Le tue donazioni a CIFA Onlus sono deducibili dalle tasse Persone fisiche Art. 14, Legge 80/05: le donazioni alle ONLUS sono deducibili dalle tasse nel limite del dieci per cento del reddito complessivo dichiarato, e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui. Art. 15, comma 1, lettera i-bis D.P.R. 917/86: dall’imposta lorda si può detrarre un importo pari al 19 per cento delle erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 2.065,83 EUR (4 milioni di lire), a favore delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus). Imprese Art. 14, decreto legge n. 35/2005: le liberalità in denaro o in natura erogate dalle persone fisiche e da enti soggetti all’imposta sulle società in favore delle O.n.l.u.s. sono deducibili fino al 10% del reddito complessivo e comunque non oltre 70.000 EUR/anno. Art. 100, comma 2, lettera a) d.P.R. 917/86: sono deducibili le erogazioni liberali a favore di organizzazioni non governative, per un ammontare complessivamente non superiore al 2% del reddito d’impresa dichiarato. Art. 100, comma 2, lettera h) d.P.R. 917/86: sono deducibili le erogazioni liberali in denaro, per un importo non superiore a 2.065,83 EUR o al 2% del reddito d’impresa dichiarato, a favore delle O.n.l.u.s. Art. 27, legge 133/99 e d.p.c.m. 20/06/2000: sono deducibili le erogazioni liberali in denaro (o in natura) in favore delle popolazioni colpite da eventi di calamità pubblica o da altri eventi straordinari anche se avvenuti in altri Stati, per il tramite (anche) delle organizzazioni non governative (non vi sono limiti massimi di deducibilità).
Informativa ai sensi dell’ art. 13, d.lgs. 196/2003 I dati saranno trattati da CIFA Onlus, titolare del trattamento, Via Luigi Colli,4 10128 Torino, per le operazioni connesse alla donazione, per informare su iniziative e progetti realizzati anche grazie al contributo erogato e per inviare il giornalino ed il materiale informativo riservati ai sostenitori e per campagne di raccolta fondi. Previo consenso, le informazioni potranno essere inviate anche via e-mail. I dati saranno trattati esclusivamente dalla nostra associazione e dai responsabili preposti a servizi connessi a quanto sopra; non saranno comunicati né diffusi né trasferiti all’estero e saranno sottoposti a idonee procedure di sicurezza. Gli incaricati del trattamento per i predetti fini sono gli addetti a gestire i rapporti con i sostenitori ed i sistemi informativi, all’organizzazione campagne di raccolta fondi, a preparazione e invio materiale informativo. Ai sensi dell’art. 7, d.lgs. 196/2003, si possono esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale informativo rivolgendosi al titolare al suddetto indirizzo, presso cui è disponibile, a richiesta, elenco dei responsabili del trattamento.
Letta l’informativa acconsento a ricevere comunicazioni di CIFA Onlus anche via e-mail: si no
FIRMA ..................................................................................................................................................
“Legatelo al dito: 10.000 bambini nel mondo hanno bisogno di te!”. Con questo slogan il 12 maggio ha preso il via la Campagna “10.000 adozioni” lanciata dal Forum SAD (Forum permanente per il sostegno a distanza), nel cui coordinamento è recentemente entrato a far parte anche il Cifa. L’obiettivo, ambizioso ma assolutamente realizzabile, è quello di attivare il sostegno a distanza di 10.000 bambini in tutto il mondo, per garantire i loro diritti fondamentali e la loro crescita sicura. E’ il momento giusto per attivare una campagna come questa: nei momenti di crisi internazionale è fisiologico che la solidarietà tenda a ridursi, ma è proprio in questi frangenti che i bambini bisognosi del mondo pagano il prezzo più alto. Puoi collaborare alla Campagna sia attivando un sostegno a distanza con Cifa, sia aiutandoci a diffondere il materiale informativo.
tori non possono permettersi di costruire o affittare una casa tutta per noi.
Per maggiori informazioni www.legateloaldito.org
Ho potuto entrare in contatto con Child Alert Mindanao perché i miei vicini e i miei amici mi hanno invitato a unirmi al laboratorio “UNCRC and Peace Advocacy” che hanno attivato per i bambini. E Child Alert Mindanao ci ha presentati a Cifa e ci ha aiutati a ottenere il sostegno a distanza. Sono davvero fortunata ad essere sostenuta a distanza da Cifa. Mi ha offerto aiuto finanziario per i miei studi e mi ha procurato il materiale scolastico necessario come lo zaino, i quaderni, le penne ecc. Anche l’assistenza finanziaria che mi hanno dato per pagare la retta della scuola è di grande aiuto, specialmente perché ci sono volte che non abbiamo davvero i soldi per pagarla. E se non posso pagare la retta, non posso dare esami. E ora, aspettiamo anche la data per il nostro controllo dentistico.
Per attivare un SAD con Cifa: Tel. 011.43.44.133 E-mail: sad@cifaong.it
Ho molte ambizioni e molti sogni per la mia vita; ecco perché mi impegno moltissimo per terminare i miei studi e raggiungere tutti i miei obiettivi. Voglio aiutare i miei genitori, ripagarli per tutte le cose buone che mi hanno dato e che hanno fatto per me, e fargli fare le cose che hanno sempre voluto fare ma non hanno mai potuto. Ma, prima di tutto, voglio diplomarmi nel mio campo di studi e avere un lavoro stabile, un giorno. In futuro, mi piacerebbe anche avere una piccola attività da poter gestire da sola. Grazie davvero per tutto il sostegno che mi avete dato. Che Dio vi benedica! Princess T. Fernandez
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LEGATELO AL DITO!
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DIARIO DA NEAK LOEUNG A SIHANOUKVILLE UN’ESPERIENZA IN CAMBOGIA Dall’aeroporto di Fiumicino, Roma Il primo diario di viaggio della nuova edizione di questo giornale si apre con il racconto di quasi venti giorni trascorsi in Cambogia. “Nulla accade per caso” direbbe il mio nuovo collega Gigi. Sono le 22 e 16 minuti di domenica 5 luglio 2009. Sono a Fiumicino, in attesa di imbarcarmi per Addis Abeba, dove atterrerò domattina alle 8 circa. Sono passati poco meno di due mesi dal mio ritorno. Ritmi frenetici che mi consentono solo ora di fermarmi a scrivere il “pezzo”, quello che Daniele, altro nuovo collega che si occupa e si occuperà di “comunicare la cooperazione”, mi chiede da diverse settimane. È stata una delle missioni più intense da quando mi occupo di Cambogia. E ormai sono quasi quattro anni. Con me sono venuti Alessandro Gilioli, caporedattore de L’espresso e Luciano Usai, fotografo “non più di 4.000 battute Marco”, come si è raccodi fama internazionale, che dopo un passaggio in mandato Daniele? Cambogia nell’ottobre 2008 ha deciso che di questo Ma quante saranno 4.000 battute? Caspita! Ho fatto Paese non può e non poil conteggio parole: sono trà più fare a meno. già a 1461 battute e non Missione di grande reho detto niente…. “Riconosco che la massima sodsponsabilità. Diario di viaggio. Niendisfazione che possa darti questo Un osservatore importe di tecnico. Dunque… tante come Alessandro Il progetto di Neak lavoro è proprio quella di ritore un fotografo che resteLoeung va benissimo. Il nare in un posto ed essere ricorà 15 giorni con i bamcentro è proprio come bini (che non sono più lo volevamo. Funziona nosciuti. Rivedere quei bambini bambini di strada!) del perfettamente e ospita 85 [...] Rivederli più belli, più sani, centro di accoglienza. bambini, il cui numero si Che coraggio, Luciano! Io è finalmente stabilizzato più liberi ed essere accolto con il mi sento ormai a casa a e non cambia da diversi sorriso di chi ti riconosce e ti è riNeak Loeung, ma sapere mesi (nella prima fase, che anche qualcun altro alcuni di quelli che erano conoscente” possa sentircisi mi sembra entrati lo avevano poi abdavvero strano… bandonato). Vanno tutti a Missione di grande responsabilità. scuola. Tutte le attività funzionano bene ed è incanDovremo fare il monitoraggio del progetto, la verifitevole vedere le performance musicali, gli spettacoca dello studio di fattibilità fatto dallo staff di Cifa/ li di danza e i disegni appesi alle pareti, realizzati CO a Sihanoukville, dove faremo partire il nostro da quegli stessi bambini che poco più di un anno e nuovo progetto. mezzo fa abbiamo selezionato in mezzo alla strada. Per completezza di informazione Cifa/CO, più nota come Cifa Cambogia per la maggior parte dei letDa Neak Loeung, Cambogia tori, è stata riconosciuta ONG locale dal Ministero degli Interni cambogiano lo scorso novembre 2008: È sabato mattina quando arrivo al centro accolto ultima tappa del percorso intrapreso da Cifa “Italia” dalla musica e dalle danze dei bambini e delle bame che mirava, per l’appunto, alla “cambogianizzabine del centro. E da un centinaio di genitori. Prenzione” dell’organizzazione creata circa 5 anni fa. do in prestito, parafrasandole, le parole del DirettoUn’altra grande soddisfazione. re del nostro ufficio Marco Scarpati e riconosco che la massima soddisfazione che possa darti questo Da dove cominciare e come fare a spiegare tutto in lavoro è proprio quella di ritornare in un posto ed
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essere riconosciuti. Rivedere quei bambini per cui lavori a distanza, tutto l’anno, di giorno e talvolta (sempre più) anche di notte. Rivederli più belli, più sani, più liberi ed essere accolto con il sorriso di chi ti riconosce e ti è riconoscente. La cosa che riesce a sorprenderti tutte le volte è vedere come basti dare ai bambini un’opportunità e come essi rispondano con entusiasmo e con le loro abilità straordinarie. Alla fine di questa missione tutto ciò ha trovato un’ulteriore conferma nelle foto dei 16 bambini che hanno partecipato al laboratorio fotografico tenuto da Luciano. Beh, diciamo che siamo rimasti senza parole! E vi assicuro che lasciare un fotografo di respiro internazionale quale Luciano senza parole non è scontato. Realizzeremo un libro fotografico con quelle immagini e con le immagini che i 16 fotografi in erba stanno continuando a realizzare con le loro macchine digitali (tra parentesi lancio un messaggio: sponsor tecnico cercasi per la realizzazione. Se avete idee: pastori@cifaong.it): vedrete...
Marco Pastori
PER SOSTENERE UN BAMBINO DI SIHANOUKVILLE... Con il prossimo avvio del nuovo progetto nel villaggio di Poum Thmey a Sihanoukville, Cifa ha deciso di ripetere l’esperienza fatta con ottimi risultati a Neak Loeung: il sostegno a distanza come rafforzamento dell’intervento progettuale. Le nuove richieste di SAD in Cambogia saranno infatti indirizzate sui 50 bambini beneficiari del progetto di Sihanoukville. Vogliamo sempre più fare del sostegno a distanza un vero e proprio progetto di cooperazione: unire il sostegno a distanza ad un intervento più complesso dà ai bambini a grave rischio di sfruttamento maggiori possibilità e sicurezze. A Shianoukville, così come sta avvenendo a Neak Loeung, offriremo ai bambini un centro di accoglienza dove potranno essere tutelati: un luogo sicuro dove studiare, giocare e partecipare ai laboratori artistici.
Da Sihanoukville, Cambogia Ho lasciato Neak Loeung per andare a Sihanoukville. Sono con lo staff di Cifa/CO e con Pierre Legros, uno dei massimi esperti di traffico di esseri umani e di sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali. Perché Pierre è con me? Sihanoukville è l’unico porto commerciale della Cambogia, nonché una meta turistica balneare sempre più frequentata da turisti domestici ed internazionali, asiatici, europei, americani e australiani. Il fenomeno della prostituzione è in aumento. E l’età delle ragazze prostituite…beh, terribilmente bassa. Ho passato alcuni giorni a Sihanoukville. Con Pierre abbiamo visitato i due villaggi in cui è stato compiuto lo studio di
Per informazioni sull’attivazione dei SAD a Sihanoukville Tel. 011.43.44.133 E-mail: cooperazione@cifaong.it
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fattibilità: Ou Vietnam e Poum Thmey. Per questioni “tecniche” abbiamo scelto di realizzare il nuovo progetto nel secondo villaggio: Poum Thmey ospita fin dai primi anni Novanta il quartiere a luci rosse di Sihanoukville per i cambogiani. Ma di questo progetto parlerò più approfonditamente quando lo presenterò nella sua interezza (potrete già trovarne una sintesi nell’inserto della campagna di natale allegato a questo numero del giornale). Sarà il nostro secondo, grande progetto in Cambogia. Un nuovo centro che nella fase pilota accoglierà 50 bambini, figli di genitori poverissimi e di mamme prostitute. Per dare anche a loro una nuova opportunità. Certi che, se le cose andranno come a Neak Loeung, daremo ad altri 50 bambini la possibilità di essere bambini.
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PARTNER LOCALE: IFEJANT
La colpa sociale dello Stato peruviano e dei settori del potere economico è davvero scandalosa. Consideriamo, per esempio, lo storico abbandono della Foresta Amazzonica e la sua depredazione da parte delle grandi potenze mondiali, che la considerano una sorta di riserva naturale internazionale che non può restare nella mani di popoli ignoranti e primitivi.
I partner locali sono un perno importante intorno a cui ruota il nostro lavoro. Queste organizzazioni non governative, infatti, interamente costituite da personale del luogo, ci aiutano a realizzare i nostri progetti di cooperazione e ci forniscono una visione chiara e consapevole della realtà in cui stiamo operando. Per questo numero del giornale abbiamo chiesto alla nostra controparte locale in Perù, Ifejant, di scriverci un pezzo sulla situazione dell’infanzia peruviana e sulle impressioni maturate nel momento in cui la seconda fase del progetto “Scuola, lavoro, diritti” veniva messa in atto. Il risultato è una fotografia davvero sorprendente, complessa e matura della realtà peruviana odierna, che riportiamo per intero.
Città come Lima, e altre in Perù, hanno vaste zone in cui domina la povertà, in cui i servizi dell’erogazione dell’acqua e delle fognature sono precari, in cui la tutela della salute è inesistente o poco attenta alla cura selettiva di certe malattie. Basta segnalare i quasi 200 bambini e bam“I bambini che frequentano la bine morti recentemente scuola pubblica peruviana, con di assideramento sulle alture di Puno. il loro stato di salute non sem-
pre ottimale e con i problemi connessi all’apprendimento che presentano, sono il sincero riflesso della loro situazione familiare e del modo in cui lo stesso Stato si prende cura di loro .”
CIÒ CHE FERISCE IL CORPO MINACCIA LA DIGNITÀ
È importante sapere che queste prolungate limitazioni e disattenzioni alle necessità fondamentali finiscono per creare una soggettività sociale e individuale che blocca i processi di sviluppo, e che impedisce di riconoscersi con dignità come esseri umani.
Ciò che ingiustamente ferisce il corpo predispone ad accettare le rappresentazioni sociali dominanti sui poveri e gli “insignificanti”. Causa un calo dell’impegno personale e collettivo poiché i “poveri”, in pratica, tendono a riconoscersi nella rappresentazione semplificata e negativa che di loro viene presentata. Sul medio e lungo periodo, questa tendenza rende vulnerabili le maggioranze, e in particolare le nuove generazioni.
Nel nostro paese assistiamo al paradosso di un certo benessere economico, che si riflette nelle cifre delle statistiche macroeconomiche, e nello stesso tempo a un serio deficit sociale.
Oggi si afferma che nel paese è diminuita la povertà, affermazione in cui pochi credono veramente. Nel corso di cinque anni l’indice che la misura è passato da un 42% a un 36%. Questo risultato è decantato come un successo dalle stesse persone, politici e guru che da anni inducono la popolazione peruviana ad affiliarsi a politiche di stampo liberista. La reale essenza di un successo, però, specialmente se annunciato con una serie di cifre (gli indici sulla povertà) dipende dagli strumenti di misurazione impiegati e da ciò che misurano. Prendiamo l’esempio del lavoro minorile. Affiliati peruviani degli organismi internazionali che si occupano di infanzia e di lavoro affermano che in Perù è in atto un cambiamento nella piramide demografica, la cui base diminuisce mentre aumenta
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La domanda che sorge spontanea è se questa lunga serie di problemi possa trovare una soluzione a breve termine, e se le azioni mirate delle organizzazioni non governative abbiano un impatto decisivo nella risoluzione degli stessi.
È quindi effettivamente diminuita la povertà, e con essa il lavoro minorile? Sembra di no. In questo contesto, qual è la situazione della scuola peruviana? I bambini che la frequentano, con il loro stato di salute non sempre ottimale e con i problemi connessi all’apprendimento che presentano (si fa riferimento alla scuola pubblica), sono il sincero riflesso della loro situazione familiare e del modo in cui lo stesso Stato si prende cura di loro. L’evidenza è che il Governo peruviano è assai disattento e incostante nel tutelare l’infanzia, e in particolar modo quella disagiata.
La risposta che noi diamo a questa domanda è positiva. Esistono già da tempo, e sono in fase di applicazione, orientamenti precisi per contribuire a tutelare l’infanzia in Perù: quello che occorre è migliorarne la metodologia e aumentare le risorse pratiche per renderli concreti. Ifejant agisce in questa prospettiva, e in questa prospettiva è stato realizzato il progetto di Cifa, che ora è passato alla sua seconda fase. Le campagne per la salute hanno infatti dato i loro frutti, l’attuazione dei DESNATs (strutture di tutela scolastica cui i bambini possono rivolgersi in caso di bisogno) è un fatto ormai consolidato e le scuole dei NATs, con le forme di organizzazione che i bambini e le bambini si danno autonomamente, costituiscono un fattore di reale speranza per il loro stesso futuro.
La prima fase del progetto “Scuola, lavoro, diritti” di Cifa, in cui sono stati effettuati esami dentistici, oftalmologici e nutrizionali a un gran numero di bambini, ha portato alla luce grandi e diffuse mancanze nella salute di questi ultimi. Queste carenze si ripercuotono sull’educazione dei bambini: la loro salute è spesso proporzionale al rendimento scolastico, e persino alle capacità sociali e al relazionarsi del bambino con il gruppo dei pari. Un bambino non adeguatamente tutelato e curato, insomma, crescerà male e non potrà beneficiare appieno di qualsiasi programma educativo possa essergli proposto.
Oggi, inoltre, abbiamo una grande opportunità: gli stessi bambini e bambine sono soggetti attivi nell’esigere il riconoscimento e la realizzazione dei propri diritti, dopo essere stati educati a conoscerli e diffonderli. I bambini, insomma, stanno facendo passi da gigante…dimostrazione che in questo momento non bisogna smettere di intensificare le nostre azioni a loro tutela, e che dobbiamo dare nuova forza ai nostri progetti.
La cosa più grave è che a volte si finisce per considerare tutto normale, si accetta passivamente il fatto che la popolazione infantile peruviana sia di taglia piccola con tendenza ad un’ulteriore diminuzione, che la maggioranza dei bambini abbia la dentatura incompleta, che molti di loro siano sottopeso.
Il Team di Ifejant
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la popolazione adulta, risultato del calo del numero di figli per famiglia e della riduzione notevole della povertà. Da premesse come questa gli esperti traggono la “logica” conclusione che il minor numero bambini per ogni famiglia corrisponde a un aumento del loro benessere, e alla possibilità di andare a scuola anziché lavorare in tenera età. Il ragionamento filerebbe, ma il programma ufficiale per la prevenzione e l’eradicazione del lavoro infantile assicura che, in base a indagini in fase di pubblicazione, avremmo oggi in Perù fino a 3.200.000 bambini che lavorano, contro una precedente stima di “soli” due milioni.
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TUTTI I PROGETTI IN CORSO Cifa si è impegnato in 13 Paesi del mondo nella realizzazione di progetti di emergenza, progetti di cooperazione di medio-lungo termine e programmi di sostegno a distanza. Oggi abbiamo progetti e sostegni a distanza in corso in 10 paesi dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa. BRASILE La Casa dei Bambini Dopo aver formato il personale e ristrutturato la “Casa Lar Dos Meninos”, centro di accoglienza per bambini disagiati della città di Capelinha, sono state organizzate una serie di attività rivolte a questi ultimi tra cui corsi socio-educativi, corsi di formazione professionale e attività ricreative.
FILIPPINE Ogni bambino ha diritto a una famiglia! La presenza di un nucleo familiare è essenziale per la crescita e lo sviluppo di un bambino. Per questo motivo il progetto di Cifa mira a trovare genitori affidatari per 115 bambini di strada, oppure a riallacciare i contatti con le loro famiglie d’origine.
CAMBOGIA Anch’io so leggere e scrivere! Il progetto assicura l’istruzione primaria a 85 bambini di strada o ad alto rischio di emarginazione sociale. Ai piccoli beneficiari vengono assicurate cure mediche e alimentazione adeguata. Adottando forme di educazione informale, si previene l’abbandono scolastico e si facilita il reinserimento nelle scuole.
INDONESIA Scuole contro la marea La popolazione indonesiana non si è ancora ripresa completamente dal violento tsunami del 2004. Centinaia di scuole sono andate distrutte, e il Cifa si è impegnato a ricostruirne due nella provincia di Nias. In aggiunta, organizzerà corsi di aggiornamento per gli insegnanti e attività per i bambini.
ETIOPIA Sostegno alle ragazze madri Il progetto, realizzato nell’area urbana della capitale Addis Abeba, è finalizzato alla cura e alla tutela di giovani ragazze madri i cui bambini sono frutto di violenze. L’obiettivo è quello di reinserire le ragazze nella società, infondendo la consapevolezza di essere genitori.
PERÙ Scuola, lavoro, diritti Il progetto offre un percorso educativo informale e di qualità a bambini che non hanno mai frequentato la scuola o che l’hanno abbandonata. Ai bambini è inoltre offerto pieno sostegno alimentare e sanitario. Il Cifa si relaziona con i NATs, vere e proprie organizzazioni di bambini e adolescenti peruviani che si tutelano e sostengono vicendevolmente. THAILANDIA Emergenza Birmania In Thailandia ci sono enormi campi profughi di persone scappate dalla Birmania, che vivono tra mille difficoltà. Il nostro progetto intende fornire assistenza alimentare e una prima formazione scolastica a 2000 dei bambini che vivono in tre di questi campi. VIETNAM Aiuto e protezione - Igiene e salute Con l’istituzione di progetti paralleli, il Cifa intende migliorare la condizione di vita di molti bambini che abitano nelle aree rurali del Vietnam, e che risultano esposti al rischio di violenze e abbandono, ma anche di gravi malattie.
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INTENDO SOSTENERE IL PROGETTO: PERU’ - Scuola, lavoro, diritti CAMBOGIA - Anch‘io so leggere e scrivere! FILIPPINE - Ogni bambino ha diritto a una famiglia ALTRO PROGETTO (specificare)................................................................................................
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ADOTTARE IN KAZAKHSTAN
ze che esistoni tra le sue regioni. Il Kazakhstan è un paese dal territorio eterogeneo; vi si trovano montagne altissime perennemente innevate, immense praterie, colline, alture e altopiani deserti. Anche il clima subisce variazioni impressionanti, passando dai -25°C nel periodo invernale per arrivare facilmente ad oltre 25°C nel periodo estivo.
La Repubblica del Kazakhstan è uno stato transcontinentale a cavallo tra Europa ed Asia, ed è un’ex Repubblica dell’Unione Sovietica. Nel 1991, dopo il crollo dell’URSS, acquista l’indipendenza, ed in questo senso può essere definita una Repubblica relativamente “nuova” così come lo è l’attività del Cifa in questo paese.
Questo significa che una stessa coppia, nel corso della procedura, può vivere un’estate torrida nel paese del proprio figlio, ritornare per l’udienza in pieno inverno, e partire per andare a prendere il bimbo in un periodo mite. La coppia deve quindi essere preparata ad ogni clima, e la tendenza è di fare un bagaglio per tutte le evenienze…(anche in piena estate ci sono coppie che per sicurezza preferiscono munirsi di colbacco e stivali!) Il Kazakhstan è uno stato multietnico, dove sono attualmente rappresentate almeno 130 etnie. L’ospitalità è tradizionalmente uno dei tratti caratteristici degli abitanti di questo paese. I kazaki sono il gruppo etnico più numeroso e rappresentano più della metà della popolazione. La minoranza più importante è quella dei russi, seguiti da ucraini, uzbeki e tedeschi . Attualmente il Cifa opera in tre zone distinte del Ka-
Le prime adozioni in Kazakhstan risalgono infatti al 2006, ed oggi si contano 30 adozioni concluse. Per molti versi le procedure adottive in Kazakhstan richiamano il modus operandi della Russia pur presentando alcune peculiarità che distinguono i due percorsi. Il Kazakhstan, nell’Asia Centrale, è un paese dalle enormi dimensioni: si estende per 3000 chilometri da ovest a est e per 1000 chilometri da nord a sud. Questo elemento spiega le grandi differen-
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Adozione
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zakhstan: ad Almaty città e nella Regione di Almaty, nello specifico a Chilik (che dista circa 150 km da Almaty) e Taldykorgan (a circa 300 km da Almaty). Il Kazakhstan è terra di steppe, deserti, zone semidesertiche, fertili valli fluviali e montagne. Per raggiungere Chilik le coppie devono affrontare quotidianamente lo spostamento da Almaty per raggiungere l’istituto: la stessa distanza percorsa in autostrada non sarebbe molta, ma le strade sono dissestate, con molte curve, e l’importante è non patire la macchina! Ma perché le coppie non possono fermarsi direttamente a Chilik?
Kazakhstan - un quadro generale (Fonte - CIA World Factbook)
Popolazione stimata: 15.399.437 abitanti Popolazione che vive in città: 58% Lingue: Kazako, Russo Religioni: Musulmani 47%, Cristiani Ortodossi 44%, Protestanti 2%, altri 7% Forma di Governo: Repubblica (ruolo autoritario del Presidente) Tasso di mortalità infantile: 26 ogni mille nati Aspettativa di vita alla nascita: 67 anni
Chilik è un villaggio dove non esistono alberghi, le case sono tutte molto piccole, a volte poco più che baracche a livello strada, e non è possibile affittare appartamenti. Per questo motivo, per tutta la permanenza, la coppia deve dormire ad Almaty e partire tutti i giorni per Chilik. Sicuramente la fatica è tanta, ma viene prontamente superata dalle coppie pensando che al traguardo incontreranno i loro figli.
A differenza di quanto avviene in Russia, nessuna comunicazione di abbinamento viene inviata alla coppia dalle autorità kazakhe, le quali individuano l’istituto, ma non il minore. Questo elemento può creare una certa ansia: partire senza avere nessuna informazione sul bambino, non saperne l’età, non conoscerne il sesso, non ricevere nessuna indicazione circa la sua situazione sanitaria. Certo, tutti questi elementi possono essere difficili da affrontare, ma se ci si sofferma sul tipo di informazioni che potrebbero arrivare prima della partenza, tutto sommato si comprende che non consentirebbero comunque ad una coppia di partire del tutto serenamente: un nome, un anno di nascita, e le diagnosi che risalgono al momento dell’inserimento dei bambini in banca dati, senza dimenticare che il tenore delle informazioni è quello tipico russo, con diagnosi neurologiche importanti sempre presenti nelle cartelle cliniche.
Taldykorgan invece dista 300 km da Almaty. Sempre in considerazione delle strade e aggiungendo che il limite di velocità è di 90 km/h, ci vogliono circa 5 ore di viaggio per raggiungerla, dopo aver attraversato la steppa, dopo aver incontrato solo punti di ristoro “improvvisati”. Tuttavia la differenza è che Taldykorgan, cittadina di 500.000 abitanti, offre la possibilità di pernottare, ci sono alberghi, appartamenti in affitto, il tutto con un costo di molto inferiore rispetto ad Almaty, che in quanto grande città ha prezzi in linea con le nostre grandi città italiane. Spesso le coppie destinate a Taldykorgan dormono in un hotel considerato tra i più belli della città, e per questo quasi ogni sera ci sono banchetti di nozze, feste di compleanno organizzate nel ristorante dell’hotel, ed immancabilmente le coppie vengono invitate a questi ricchi banchetti con danze e brindisi inclusi!
Quindi ricevere tali informazioni in Italia può in alcuni casi far vivere ancora peggio i giorni che precedono la partenza perché quotidianamente la coppia deve fare i conti con dei termini che spaventano, mentre ricevere le informazioni presenti nella scheda sanitaria contemporaneamente all’aggiornamento sull’attuale stato di salute del bambino, sui progressi che ha fatto dall’arrivo in istituto ad oggi, poterlo incontrare, permette di “zippare” la sospensione tra la lettura delle diagnosi neurologiche e l’aggiornamento fornito dall’istituto. In un certo senso si può dire che ricevere le in-
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Trascorsi i 15 giorni di incontri con il bambino previsti per legge, la coppia deve rientrare in Italia in attesa che venga fissata l’udienza di adozione. Il distacco dopo 15 giorni trascorsi insieme non è facile, ma possiamo dire che è più difficile per i genitori di quanto non lo sia per i bambini. Loro infatti formazioni in loco riduce la sospensione, anziché ritornano alla loro vita di tutti i giorni, mentre per avere alcune notizie in Italia che consentono di gli adulti ricominciare la vita di tutti i giorni non è dare una forma ad un bambino ma che certo non così semplice…Tuttavia, per trovare un elemento di forniscono dei dati chiari serenità in questo distaccirca la sua condizione. Si co, aver visto i luoghi in parte senza informaziocui stanno i bambini, aver ni ma in loco si ha subiconosciuto il personale “Un grande valore aggiunto del to un quadro aggiornato dell’istituto, permette alle Kazakistan è che la coppia deve della situazione sanitaria coppie di sapere in cuor e giuridica del bambiloro che i bambini sono fare visita al bambino quotidiano, e soprattutto si può in un ambiente protetto. namente per 15 giorni, e solo al incontrare il bambino! Ovviamente non è possibile generalizzare, ogni termine di questo periodo firma Impossibile dire che cosa istituto è una realtà uniil consenso all’adozione. In quesia meglio, la soggettività ca, ma ad oggi i riscontri di ognuno fa sicuramenda parte delle coppie cirsto modo possono cominciare a te da filtro, ma quello ca la realtà degli istituti instaurare un rapporto con lui e che vogliamo sottolinesono stati in quasi tutti i are è che il fatto di parcasi positivi, sia riguardo toccare con mano il potere unico tire senza informazioni gli ambienti, sia riguardo dell’amore.” non è certamente sinol’attenzione prestata ai nimo di maggiori rischi. bambini (proporzionata chiaramente alle risorOltretutto un grande valore aggiunto del Kazakhse…) Ad esempio, negli istituti per bimbi più picstan è il fatto che la coppia deve fare visita quotidiacoli, oltre alla presenza di un medico interno all’istinamente per 15 giorni al bambino e solo al termine tuto oppure esterno che effettua visite settimanali di questo periodo firma il consenso all’adozione. ai bimbi, esiste una stanza dedicata alla fisioteraQuindi al di là delle informazioni fornite dal persopia, dove i bimbi un paio di volte alla settimana nale dell’istituto, la coppia trascorre due settimane possono essere sottoposti a cicli di fisioterapia. insieme al bambino, potendo in questo modo coA novembre dello scorso anno è stato organizzaminciare ad instaurare un rapporto con lui e a toccare con mano il potere unico dell’amore. Le coppie ci raccontano gli incredibili progressi che i bimbi sono capaci di fare in pochi giorni, portando come unica medicina gli sguardi di una mamma e di un papà interamente dedicati a loro forse per la prima volta. Una mamma e un papà che sono lì per giocare con loro e stringerli in un abbraccio quando i bimbi lo vogliono, ma comunque sono lì e questa è la spinta necessaria per trovare la forza di fare dei progressi e sperimentare delle emozioni sino a quel momento insondate.
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La ragione di questa procedura è legata al concetto di empatia, ovvero la legge kazakha prevede questi 15 giorni di incontri prima che una coppia dia il consenso formale all’adozione per essere sicuri che si sia instaurato un legame e che si tratti di una scelta definitiva. Inoltre al termine della convivenza il direttore dell’istituto deve redigere una relazione circa gli incontri, esprimendo il suo parere riguardo la relazione creatasi tra la coppia ed il bambino.
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...AVREMMO PENSATO AL KAZAKHSTAN...
KAZAKHSTAN: FOCUS SANITARIO a cura di Paola Gramegna Il Kazakhstan è uno stato indipendente ma fino al 1991 faceva parte dell’Unione Sovietica.
“ Per voi avremmo pensato al Kazakhstan!”… Ecco le parole pronunciate dalla collaboratrice Cifa, che ancora sento nelle mie orecchie. Scusi? Può ripetere? Certo: Kazakhstan! Mi scusi ancora …Ehmm ma dove sta? Irrompe mio marito: andremo in Kazakhstan! Cosa? rispondo io, ma se non sappiamo neanche dove si trova!? Mentre pronuncio queste parole capisco che non mi importa nulla di dove si trovi il Kazakhstan, ma solo che lì c’è nostro figlio. Gli occhi di mio marito brillano come non facevano da tempo ed anche il mio animo sorride: ora so da dove arriverai, anche se dovrò mettermi a studiare la cartina geografica. Paese sconfinato il Kazakhstan, con un territorio caratterizzato dall’avversità della steppa... Leggo, mi informo e cerco di capire il più possibile per entrare in punta di piedi in questa realtà a me sconosciuta, per apprendere qualcosa sulla terra che ha dato le origini a nostro figlio. Ripercorrere la storia di questo paese non è facile, non è stata facile la vita dei Kazakhi, popolo nomade, preda facile di turchi, mongoli e russi. Repressioni, gulag, esperimenti nucleari su interi villaggi. Mi fermo, non voglio andare oltre, lo scopo del nostro viaggio è ben altro. Nostro figlio. Prepariamo velocemente i documenti, anche se la burocrazia non è dalla nostra parte, ma ci riusciamo e finalmente li spediamo. Scopriremo in seguito che nel giorno in cui i nostri documenti arrivavano in una bella città circondata dalla neve delle nostre Alpi, nostro figlio nasceva in una piccola città al confine con la Cina circondata da innevate montagne.
Dal punto di vista sanitario, i problemi che affliggono questo paese sono gli stessi che sono presenti in Russia, anche se il rischio di adottare un bambino figlio di madre alcolista è inferiore, in quanto più della metà della popolazione è di religione musulmana. Quello che invece è molto evidente è la malnutrizione; circa la metà delle donne in età fertile sono anemiche e così i loro figli. Inoltre, la mancanza di una nutrizione completa e adeguata nei primi anni di vita mette i bambini a rischio di ritardo nello sviluppo psicofisico, nella normale crescita del cervello e ad una maggiore predisposizione ad ammalarsi frequentemente di raffreddore, polmoniti o altre infezioni. Se si considerano i bambini istituzionalizzati, il 57% di questi bimbi mostra un livello di severità medio-grave di carenza vitaminica, in particolare per le vitamine A e D. Questo comporta una elevata percentuale di bambini che mostrano segni di rachitismo e/o di ritardi nello sviluppo fisico. Altre patologie che si possono incontrare quando si adotta in questo paese sono: allergie alimentari, difetti più o meno lievi al cuore, ridotta capacità visiva o uditiva, strabismo, labbro leporino o palatoschisi, parassiti intestinali, scabbia, positività all’epatite A, B o C e tutti i tipici problemi che possono essere collegati alla storia del bambino, all’abbandono e all’istituzionalizzazione.
Si parte! Finalmente inizia il nostro viaggio. Il viaggio che ti cambia la vita.
to un incontro a Torino con tutte le famiglie che hanno adottato in Kazakhstan. Tale iniziativa è stata richiesta dal Console del Kazakhstan “costringendoci” ad organizzare tutto in una settimana. Dobbiamo però ammettere che è stata per noi una meravigliosa occasione per vedere tutti riuniti i bambini arrivati dal 2006 ad oggi, e speriamo di poter ripetere questo genere di incontri di gioia con tutti i prossimi bimbi in arrivo! Anna Rosso
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siamo lì io e papà, intorno ad un tappeto rosso, mi guardo intorno, tutto è perfettamente in ordine, pulito come se nessun bimbo ci avesse mai giocato. Non ho il tempo di pensare (come se non lo avessi mai fatto in questi mesi che ci hanno separato). Ed eccoti entrare in braccio alla tua tata. Dopo 4 ore finalmente arriviamo a Taldykurgan: Sei piccolo, cucciolo mio, molto piccolo. Ci guardi l’impatto con questa cittadina è stato piacevole percon uno sguardo incuriosito, intorno a me parlano, chè pur vedendo intorno a noi tanta miseria, si avnon capisco nulla, continuo a fissarti e a rimaner verte anche una grande dignità di chi ce la sta metmagnetizzata dal tuo sguardo così profondo per un tendo tutta per un futuro migliore. bimbo così piccolo. La nostra prima giornata a Taldykurgan è stata La paura di avvicinarmi è molta, tant’è che faccio molto intensa per poter sbrigare tutte le pratiche. due passi indietro e non in avanti Domani è il grande giorno: finalmente i nostri occhi Poi sento la voce di papà che mi dice “Ma dove vai? si incontreranno. Non vedi che è lì davanti Eccoci davanti alla Baby’s a te?” house. In quel momento è la tata “Lo scoprirsi giorno per giorno, Dal cortile si sentono voci che si avvicina a me e ti di bimbi...ma il rumore mette tra le mie braccia. il coccolarsi, il sentire i battiti del battito del nostro cuoCome sei leggero, una dei nostri cuori, i tuoi sorrisi, i re è più forte. piuma, ti giri per guarArriva la referente: si endarmi, ma la tua esprestuoi occhi espressivi e sempre più tra. sione non cambia, sei inattenti al mondo, che scrutano il All’ingresso ci accoglie curiosito da questa donna una bella signora che intremante con il sorriso cielo, le farfalle che volavano, i dossa un abito azzurro. stampato sul viso. fiori nel cortile, mamma e papà. Ci presentiamo, è la peMi siedo perchè le gamdiatra ed è lei che ci acbe iniziano a cedere, mi Il tuo primo sonnellino in braccio compagnerà a conoscere raccontano di te, della tua a me. Ho sentito finalmente rilasnostro figlio. storia. Entriamo in una stanza, C’è qualche problemino sarsi tutti i tuoi muscoli...”
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Quello che aspettavamo da tempo. Quello desiderato e allo stesso tempo temuto. Non so cosa mi aspetta, ma so che tornerò diversa. Tornerò mamma. Ho trascorso il viaggio in aereo a tentare di immaginarti. Quanti anni hai? Sei una femminuccia o un maschietto? Stai bene? Sei triste? Che madre sarò? Ti piacerò? Mille domande riempiono il cuore di una mamma in attesa di conoscere il suo cucciolo, e le ore dell’aereo hanno accolto tutto il mio travaglio. É notte fonda, atterriamo ad Almaty stanchi ed emozionati. Ad aspettarci la referente, l’autista, l’interprete sorridenti nonostante l’ora tarda, ci accolgono subito calorosamente. Siamo in Kazakhstan. Tutto è organizzatissimo si va in albergo e domani si parte: destinazione Taldykurgan. In albergo cadiamo svenuti sul letto, poche ore dopo è già mattina. Il tempo di una doccia e di una colazione, e via in viaggio attraverso la steppa. Il paesaggio è splendido, ci accompagna un cielo azzurro intenso e un caldo sole autunnale, intorno a noi distese sconfinate, interrotte da lontane sagome di cavalli, e poi il nulla. Noi nel nostro pulmino e la steppa intorno. Già, la steppa fino ad allora soltanto sognata era lì accanto a noi ad accompagnarci in questo lungo viaggio. Quando incontriamo qualche villaggio notiamo subito una grande arretratezza e indigenza che stona con la vita metropolitana di Almaty, dove regnano grattaceli e grandi macchine lussuose. Più ci avviciniamo a nostro figlio e più l’ansia sale.
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Finalmente si riparte, tutti i documenti sono pronti, ora manchi solo tu! Questa volta il Kazkhstan ci accoglie con una veste nuova, si sta avvicinando l’inverno, la neve ha imbiancato le montagne intorno ad Almaty, la steppa, davvero suggestiva e ancor più sconfinata con queste sfumature nuove, ci circonda quasi a volerci coccolare. I miei pensieri durante il viaggio si intrecciano con i ricordi del nostro primo incontro: ci riconoscerai? Sarai arrabbiato con noi per averti lasciato lì? Risalgo le scale dell’orfanotrofio: piano piano questa volta, voglio vivere ogni momento. Ci dicono di aspettare, stai ancora mangiando. Noi non resistiamo e facciamo capolino dalla porta. Ci vedi, ti fermi, non mangi più, resti lì immobile sembri pietrificato...la tata se ne accorge e ti porta subito da noi. Siamo nuovamente vicini, e tu ci accogli con un meraviglioso sorriso lanciandoti tra le mie braccia. Ti ricordi di noi, qualcosa però ti frena, e poco dopo esplodi in un pianto disperato, inconsolabile, a noi incomprensibile. Distrutto da tanto piangere ti abbandoni sfinito tra le mie braccia, mentre l’auto ci porta via, tutti e tre insieme. Hai paura, mi dico, e tanti motivi per piangere, ma adesso la paura è anche la mia. Paura di non riuscire a darti fiducia per ricominciare insieme la nostra vita. Ma è presto, troppo presto. Ti risvegli ancora tra le mie braccia mi guardi intensamente e un sorriso spunta sul tuo viso, un sorriso nuovo, pieno di felicità, di serenità come se quel pianto fosse stato liberatorio (e forse lo è stato davvero!). In quel momento ho sentito la nostra famiglia nascere...
di salute da risolvere, ma ora siamo insieme, e insieme lo affronteremo. Il tempo per oggi è già finito; devi tornare dalla tua tata. Trascorriamo così due settimane, insieme qualche ora al giorno per conoscerci: il periodo più bello della mia vita. Lo scoprirsi giorno per giorno, il coccolarsi, il sentire i battiti dei nostri cuori, i tuoi sorrisi, i tuoi occhi sempre più espressivi e sempre più attenti al mondo, che scrutano il cielo, le farfalle che volavano, i fiori nel cortile, mamma e papà. Il tuo primo sonnellino in braccio a me. Ho sentito finalmente rilassarsi tutti i tuoi muscoli... Ho vissuto questi momenti come eterni, ricordo perfettamente l’odore della tua pelle, il suono dei tuoi gridolini, il mio respiro affannato per salire i gradini il più velocemente possibile quando venivo da te, lo strazio dilaniante quando ti abbiamo dovuto lasciare lì. Il tempo, quando stai bene, vola. Ed è arrivato il momento di tornare in Italia in attesa che la pratica adottiva si concluda. Il mio cuore è rimasto lì in quella cittadina così piccola che mi ha donato la “cosa” più grande: mio figlio! I giorni passati in Italia tuttavia, mi hanno permesso di riflettere, di interiorizzare quello che mi era successo. É vero, sono tornata diversa, sono mamma. Ma sono cambiata anche per le cose che ho vissuto, che ho sentito, per aver incrociato, anche se solo per qualche secondo, gli occhi di tanti bimbi soli, accuditi nei bisogni primari, ma privi dell’affetto di una famiglia. Possono suonare come frasi fatte, ma chi ha provato questa esperienza sa di che cosa parlo. Quei figli ti rimangono dentro.
Oggi, tornare indietro e ripercorrere la nostra storia mi riempie di gioia e di orgoglio. Sento ancora dentro di me il tuo sguardo interrogativo del primo incontro, che tanto mi ha scosso nel profondo e che mi continua a dare forza nei momenti difficili di questa avventura. Quello sguardo, ora sopito, ha lasciato il posto a due occhioni vispi ed intensi che mi toccano l’anima con immensi sorrisi. Manuela Sances
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L’ANGOLO DELLA PSICOLOGA
che ci sarà tutte le volte che lui lo vorrà, per guardare insieme la cassetta, per tirar fuori e rimettere dentro, per asciugare le sue lacrime, per accogliere e contenere la sua rabbia, per inventare insieme a lui un nuovo ordine delle cose. Si potrebbe definire chi è un bambino grande a partire dalla sua cassetta dei tesori. CHI ADOTTA UN BAMBINO Un bambino grande, di 7, 8, 9 anni può allestire una TROVA UN TESORO ricca cassetta dei tesori. Ha molti ricordi, molte esperienze, molto dolore, Ogni bambino adottato dovrebbe tenere in un anmolti pensieri e molte aspettative che si traducono golo della casa, un angolo discreto e accessibile a in oggetti concreti per il suo scrigno. lui, un cassetta dei tesori. Le foto, quando ci sono, i documenti, i nomi dei Nella cassetta dei tesori il bambino potrà mettere suoi genitori, la sua storia, le sue domande già tutto ciò che fa parte del suo paese, della sua storia, ben formulate sul perché della sua famiglia d’origidell’abbandono, i colori ne. e i sapori nitidi e vivi del È il bambino padrone as“Il bambino oltre i sei anni ha suo paese, i legami affetsoluto della sua cassetta, tivi con amici e parenti lui può aprire, chiudere un’immagine realistica dei prolasciati là, dall’altra parte a chiave, riempire e svuopri genitori, non ha più l’età in del mondo. tare, mettere in ordine, Credo sia questo, più di aggiungere oggetti appacui si crede alla loro magica onniogni altra cosa, a spavenrentemente bizzarri. potenza. È in grado di mettere in tare il genitore che adotta Il genitore adottivo può far capire al proprio figlio un bambino grande. discussione, di provocare”
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Rubriche
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La sua cassetta è già piena di oggetti. All’ipotesi di adottare un bambino grande le coppie si chiedono come si possa educare un bambino già formato.
CENTRO DI ASCOLTO PER FAMIGLIE SEDE DI TORINO Tel. 011.43.08.867 Lunedì ore 10-13 rivolgendosi alla Dott.ssa Cinzia Riassetto Giovedì ore 10-13 rivolgendosi alla Dott.ssa Barbara Di Cursi oppure scrivendo a psicologa.torino@cifaong.it
Il bambino oltre i sei anni ha un’immagine realistica dei propri genitori, non ha più l’età in cui si crede alla loro magica onnipotenza. È in grado di mettere in discussione, di mettere alla prova, di provocare infinite volte il genitore. Prima di fidarsi, prima di abbandonarsi, prima di accettare di esplorare insieme alla mamma e al papà la sua cassetta dei tesori i genitori dovranno aver dimostrato di essere all’altezza, affidabili, sicuri. Il bambino grande non consegna con leggerezza i propri tesori.
SEDE DI ANCONA Tel. 071.59.03.000 Mercoledì ore 10-13 rivolgendosi alla Dott.ssa Valentina Morelli oppure scrivendo a psicologa.ancona@cifaong.it
Il percorso familiare con un bambino grande è un percorso impegnativo e straordinariamente affascinante. Dopo aver messo alla prova, dopo aver provocato, dopo aver fatto infinite volte insieme ai propri genitori due passi avanti e uno indietro, il bambino è in grado di scegliere, di sentirsi protagonista attivo della propria scelta. Tu sei mia mamma. Tu sei mio papà. Vi riconosco. A questo punto della mia storia, vi posso dire che vi amo.
SEDE DI VENEZIA Tel. 041.57.02.779 Mercoledì e Venerdì ore 10-12 rivolgendosi alla Dott.ssa Paola De Piccoli oppure scrivendo a psicologa.venezia@cifaong.it
È un matrimonio quello tra i genitori e il bambino grande, un matrimonio scelto e consapevole, e per questi attributi un matrimonio potenzialmente solido e duraturo. La coppia che intraprende questa strada deve avere la capacità di aprirsi e mettersi in ascolto, di sopportare la rabbia del proprio figlio quando mettere ordine nella cassetta fa troppo male, di cercare insieme a lui le risposte e le strade da intraprendere. Deve avere molta pazienza il genitore che adotta un bambino grande, perché è un bambino che ha molte età insieme. È un bambino di uno-due anni, bisognoso di abbracci, di contatto fisico, di carezze. È un bambino di tre-quattro anni che desidera ripescare e rivisitare il mondo dell’infanzia, dei giochi, delle esperienze che si è perso. È un bambino di cinquesei anni che ha molta paura di iniziare la scuola e che ha bisogno di infinite rassicurazioni dalla mamma, dal papà, dalle maestre, per poter ricostruire la sua autostima. È un bambino di sette-otto-nove anni che ha bisogno di una famiglia, ha bisogno dell’amore dei suoi genitori. Sulla base di questo legame, fatto di amore ma anche di profondo rispetto, un bambino grande può diventare figlio con pienezza e gioia. Non ci saranno allora ombre e vuoti nella sua storia, ci sarà un tempo in cui ogni tesoro troverà il suo posto nella cassetta. Monica Nobile
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IL RAGAZZO CHE PARLAVA COL VENTO di Pascal Khoo Thwe Pascal Khoo Thwe è nato in Birmania nel 1967. Il suo nome Pasca/Pasquale gli viene dato da un prete cattolico italiano di passaggio a Phekhon, diretto verso la Cina…Passaggio che si trasformerà in permanenza definitiva. Il prete rimarrà a Phekhon fino alla fine dei suoi giorni, convertirà anime, darà nomi italiani. Senza alcun rimpianto ma nemmeno con la voglia di sapere o conoscere di più. Pascal nasce dunque a Phekhon nel sud-est della Birmania; nasce in Birmania ma non è Birmano. Appartiene ad una minoranza, i Kayon-Padaung, conosciuti per le loro donne dai colli di giraffa a causa dei molti anelli con cui li avvolgono. Phekhon è un luogo sperduto in mezzo alla giungla, ma Pasquale vi trascorre anni felici; quel luogo, pieno di pericoli ed insidie, è in fondo il suo campo da gioco, basta solo conoscerne i pericoli ed imparare a difendersene. Pascal vive un’infanzia ed una adolescenza serene, vivendo secondo le tradizioni Padaung e frequentando la scuola con profitto. In casa sua il cibo non manca e anche quando, in seguito, diminuisce, è sempre sufficiente per vivere una vita dignitosa. Intorno a lui due figure maschili, quella del nonno e
La nuova vita di Pascal arriva con l’università e con la scoperta della Birmania, del regime militare, delle violenze e dei tentativi di ribellione, anche quelli dei monaci buddisti. Se la prima parte del libro ci parla infatti di una Birmania a noi sconosciuta, la seconda ci traghetta in eventi a noi più familiari. La storia ci parla del governo militare socialista, dell’isolamento totale di questo paese, dei tentativi degli studenti di opporsi al regime. Ma la fortuna per il protagonista arriva un giorno, per caso, nella persona di John Casey, professore all’università di Cambridge: una semplice lezione di letteratura inglese aprirà definitivamente gli occhi di Pascal che comprenderà, diversamente da suo padre, di non avere intenzione di subire in silenzio. Entrato nella lista nera dell’esercito sarà costretto a fuggire, ad affrontare un percorso lungo e doloroso. Fuggirà verso la Thailandia per salvarsi, legato ad un sottile filo che lo unisce a Casey e che nasce dalla sua lettera di richiesta di aiuto al professore. Un filo che non si spezza mai ma che, man mano che lui si avvicina alla Thailandia, diventa sempre più consistente. E sarà proprio John Casey che riuscirà a farlo fuggire e a fargli raggiungere la Gran Bretagna. L’ultima parte del libro è dedicata al periodo di Cambridge e al momento in cui lui, primo Birmano nella nota università, si laurea a pieni voti in letteratura inglese. Chiara l’intenzione dell’autore Pascal Khoo Thwe di smuovere le coscienze politiche: Aung San Suu Kyi è agli arresti domiciliari da anni nel suo paese, suo marito e i suoi figli da anni, come Pascal, vivono in Gran Bretagna ma milioni di Birmani muoiono nel loro paese e altri sopravvivono come fantasmi alla frontiera, nella terra di nessuno, perché questo è ciò che sono...Nessuno. Ambra Enrico
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quella del padre. Il nonno, “capo” riconosciuto dai suoi concittadini ma non dalle autorità: orgoglioso del suo nome e del suo ruolo, porta avanti la sua personale rivoluzione senza averne una vera coscienza. I militari per lui non sono nulla e nessuno, le violenze e le ingiustizie perpetrate per anni, in posti lontani, sono a lui sconosciute. E quando le violenze arriveranno fino a Phekhon l’anziano proseguirà per la sua strada senza badare a chi tenta di ostacolarlo. Percosso e incarcerato più volte, troverà infine la morte. Il padre di Pascal è invece un veterinario, ha frequentato l’università e crede nel regime militare di stampo socialista. Ogni giorno ascolta la BBC e spera. Il giorno in cui i suoi sogni si infrangeranno definitivamente distruggerà la radio, perderà la speranza, diventerà sempre più cupo e dedito all’alcool ma non troverà mai la forza per ribellarsi.
LETTURE
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