vadem&cum 5 - Integrazione

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Guida alle migrazioni contemporanee

5 L'integrazione

Gli immigrati ci rubano il lavoro? Quanto siamo "open mind"? Il razzismo sui social e alcuni progetti di design sociale.



/vieni con me s. m. [uso sostantivato della locuzione latina vade mecum «va’, vieni con me»]

Questo è il quinto di una serie di 32esimi (libretti di 32 pagine) dedicati ai temi della migrazione umana. Una guida per orientarsi nella storia contemporanea degli spostamenti di oltre 60 milioni di persone nel mondo: a causa di conflitti, guerre, discriminazioni o disastri naturali. Ora più che mai è importante scavare in profondità nelle news, nei talk show, nei programmi di approfondimento "disinformativo" e diffidare di chiacchiere popolari e cose "dette per sentito dire": ognuno deve essere un po' maestro di sé stesso e non solo limitarsi ad apprendere le risposte dai servizi giornalistici (o da Google), ma anche imparare a porsi delle domande. Il sapere è una conquista personale. Questa guida è una raccolta di dati e report pubblicati da fonti autorevoli: le informazioni qui riassunte non sono totali, ma vogliono offrire una panoramica complessiva dei flussi migratori attraverso approfondimenti, focus storici, mappe, infografiche e testimonianze.


Indice 05

Introduzione

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Gli italiani all'estero

07

Gli stranieri in Italia

08

La forza lavoro straniera

09-10

Il Rapporto Carta di Roma 2016

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Il razzismo sui social

12-16

Modelli di integrazione

17-24

Progetti per rifugiati

25-29

Proposte di design sociale

Prima edizione: febbraio 2017 Seconda edizione: luglio 2017 Un progetto di Cinzia Bongino

Nato da una tesi di laurea in Design e Comunicazione Visiva

Relatore Fabio Guida


Introduzione

I nuovi vicini di casa Integrare. Secondo il dizionario Treccani significa «rendere intero, pieno, perfetto ciò che è incompleto o insufficiente a un determinato scopo, aggiungendo quanto è necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni". In pratica è molto difficile: per supplire ai difetti (nel senso di lacune) degli immigrati occorrono corsi di istruzione e formazione, ma anche tempo per ambientarsi, e disponibilità nel venire incontro alle loro incomprensioni. Integrazione, apertura, accoglienza: come si diventa "open mind"? Come dare un proprio contributo per agevolare la conoscenza reciproca? Si può ancora usare la parola "immigrati" senza far scatenare nella nostra mente immagini di barconi strapieni in mezzo al mare? Per queste domande non esiste una risposta unica e assoluta: sono solo un preludio a questioni più complesse e delicate (razzismo, pregiudizi, discriminazioni) che vanno spiegate e discusse già a scuola. È molto importante usare il giusto lessico per spiegare e comunicare attraverso i media quanto sta accadendo in Italia (e in Europa) negli ultimi anni. L'uso di determinate immagini e parole possono evocare in modo subliminale reazioni di paura e avversione, che si riflettono nel modo di porsi nei confronti degli stranieri. Organizzare incontri e laboratori con i rifugiati, leggere giornali e articoli che trattano di cronaca estera (non solo europea e statunitense), rivedere alcuni capitoli di storia del '900 per comprendere quella contemporanea, acquistare prodotti solidali e conoscere la storia delle persone che ci sono dietro, frequentare festival dedicati ad altre culture, provare cibi etnici (non solo falafel, cous cous e humus), esplorare i mercati e i bazar delle città: sono solo alcuni spunti per iniziare a sgretolare l'idea di "straniero=nemico" radicata nel nostro immaginario. Il design sociale è una disciplina che si propone di concretizzare le relazioni fra le persone: l'utente finale di un prodotto, che sia materiale, visivo o immateriale (basato su scambi e relazioni) non è più un consumatore passivo, ma viene coinvolto insieme alle altre figure professionali nella realizzazione del risultato finale. È in questo modo che si può creare un lavoro: risolvendo i problemi e le mancanze degli uomini, con gli stessi.

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Diventare stranieri

Gli italiani all'estero 4.811.163 Italiani all'estero

(ISTAT al 1° gennaio 2016) 54%

M52% F48%

8%

33%

Dove? 16.568 in Germania

Secondo il rapporto “Italiani nel mondo 2016” della Fondazione Migrantes, sono sempre di più gli italiani che fuggono all'estero. Nel 2015 sono emigrati 107.529 italiani: il 37% è composto da giovani tra i 18 e 34 anni, soprattutto uomini (56%) e persone non sposate (60%). Nel 2016 hanno lasciato il paese 157mila persone (di cui quasi 115 mila di cittadinanza italiana).

16.503 nel Regno Unito

11.441 in Svizzera

10.728 in Francia

6.046 in Brasile

La Svizzera e i transfrontalieri Il 25 settembre 2016, il 58% del Canton Ticino ha votato si al referendum anti-frontalieri per privilegiare i cittadini svizzeri nel lavoro. Sono più di 60 mila gli italiani (soprattutto lombardi e piemontesi) che ogni giorno varcano il confine della Confederazione e "rubano" i posti di lavoro accettando stipendi inferiori rispetto agli svizzeri, data la differenza di valuta tra franco ed euro. Gli elvetici, però, si recano sovente a fare spesa nei supermercati italiani. Corriere del Ticino 25/09/2016

Perché? 38% più opportunità 24% lavoro all'estero 16% per studio 15% motivi personali 7% richiesto dall'azienda


Il mondo dietro casa

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Gli stranieri in Italia - ISTAT 2017 5 mln circa al 1° gennaio 2017 (8,3% dei residenti) 2,4 mln sono extracomunitari In termini assoluti, l’Italia si trova al terzo posto per numero di stranieri residenti, dopo Germania e Regno Unito. La cifra è relativamente stabile (5,29 milioni, 2.500 persone in più rispetto al 2016): secondo i dati ISTAT ad alimentare il numero degli stranieri non ci sono solo gli immigrati dall'estero, ma anche i tanti nati nel nostro Paese da genitori immigrati, le cosiddette seconde generazioni. Un nato su 5 ha genitori stranieri; il 2016 è stato l'anno con il tasso di natalità più basso mai registrato (sono nati solo 474 mila bambini). Continuano a crescere le acquisizioni di cittadinanza: nel 2016 i nuovi italiani sono più di 200 mila. I residenti stranieri si concentrano soprattutto al Centro-nord (10%) e al Mezzogiorno (4%). L’80% dei migranti presenti in Italia risiede nel nostro Paese da oltre 5 anni. Tra gli stranieri, il 34% svolge lavori poco qualificati. C'è da considerare anche un graduale rientro degli italiani che vivevano all'estero. A fine 2016 ben 38mila italiani sono tornati in Patria dopo un periodo di emigrazione. Un dato in crescita rispetto al 2015 di circa 8 mila unità.

Report Indicatori demografici ISTAT 2016

52,6%

47,4%

Le nazionalità 23%

9%

9%

5%

Romania

Albania

Marocco

Cina

5%

3%

3%

3%

Ucraina

Filippine

India

Moldavia

2%

2%

Bangladesh Egitto

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P

Nonostante l'alto numero di emigrati l’Italia mantiene un saldo migratorio positivo, determinato dai ricongiungimenti degli stranieri e da un maggior numero di italiani che tornano in patria. Il nostro Paese attira soprattutto familiari di persone che già lavorano in Italia, quindi con un posto disponibile magari nel negozio o ristorante di famiglia. Più della metà degli immigrati si è rivolto presso un servizio di pubblico impiego, un numero maggiore rispetto ai cittadini italiani.


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Il mondo dietro casa

La forza lavoro straniera Gli stranieri che lavorano in Italia sono 2,7 mln e valgono 123 miliardi €, l'8,7% del PIL. Centro Studi Confindustria

10,9 miliardi di euro sono stati versati nel 2015 per le pensioni, che formano quasi il 17% del PIL: 270 miliardi, le più care d’Europa. Nel 2015 gli stranieri presenti nell’UE sono stati il 7,3% degli occupati e il 12,5% dei disoccupati, mentre in Italia l’incidenza è stata del 10,5% tra gli occupati e del 15,0% tra i disoccupati. Il 59% circa degli immigrati tra i 15-64 anni ha un lavoro (il tasso di occupazione per gli italiani è pari al 58%). Nel lavoro domestico è occupata la metà delle donne immigrate (soprattutto ucraine). Il 47% degli immigrati lavora, ma solo il 6,8% svolge una professione qualificata. La percentuale di occupazione è alta rispetto agli italiani (36%) perché gli stranieri hanno un’età media inferiore (36 anni rispetto ai 44 italiani). Nei prossimi decenni la popolazione italiana è destinata a invecchiare, mentre tra gli stranieri aumenteranno gli adulti in età lavorativa.

In quali campi lavorano? 40% servizi alla persona (collaborazioni domestiche) 18% alberghi e ristorazione 16% agricoltura 16% costruzioni 10% trasporti 9% industria

Centro Studi Confindustria: Rapporto 2016 "Immigrati: da emergenza a opportunità"

870.768 imprese in Italia registrate ad agosto 2016: 160.800 (18,5%) sono a conduzione straniera. Confesercenti

% Forza lavoro immigrata rispetto al Paese La Repubblica 14/09/2015

11,2%

11%

9,7%

9,3%

7%

Turchia

Italia

UK

Germania

Media UE

Il 60% delle donne straniere ha un'occupazione.

Rapporto “I migranti nel mercato del lavoro in Italia” aprile 2016, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, openmigration.org, Fondazione Leone Moressa 10/2016, ISTAT


Il linguaggio dell'immigrazione

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Rapporto Carta di Roma 2016 L'Associazione Carta di Roma è nata nel 2011 e si pone come fonte attendibile nel mare di articoli pubblicati sul mondo dell'immigrazione, con la missione di offrire un'informazione corretta. Ogni anno l'Associazione pubblica un rapporto dedicato alla modalità di comunicazione del fenomeno, analizzando le principali testate (Corriere della Sera, Il Giornale, L’Avvenire, L’Unità, La Repubblica, La Stampa) e telegiornali italiani (Rai, Mediaset e La7). Secondo quanto affermato nel 4° rapporto, il 2016 è stato l'anno della "metabolizzazione" del fenomeno migratorio.

Sui giornali 1.622 notizie

Accoglienza 32%

Terrorismo 9%

dedicate al tema dell’immigrazione sulle prime pagine dei quotidiani. Per il 57% tratta di muri e frontiere, per il restante 43% è la cronaca degli sbarchi.

Se ne parla soprattutto in relazione ai dibattiti politici europei. La gestione italiana è raccontata dando spazio ai pensieri della gente (favorevoli o contrari all'accoglienza).

3%

Flussi migratori 26%

Criminalità 8%

I casi in cui viene data voce ai migranti, spesso in contesti negativi.

Aumenta l'attenzione verso l'argomento "frontiere", con la narrazione delle rotte per raggiungere l'Europa.

La cronaca di crimini compiuti da immigrati è un pretesto per parlare delle occupazioni abusive, delle proteste dei migranti, e dell’insicurezza dei cittadini.

Nel 2015 l'arrivo degli immigrati era raccontato come una minaccia, con toni biblici e spettacolarizzando la paura anche attraverso l'uso di sottofondi musicali "tragici".

Società e cultura 21%

Economia e lavoro 3%

L'integrazione è raccontata "come visione complessiva della società" da tutti i quotidiani, a differenza del Giornale, a cui attribuisce invece significati allarmistici («Troppi immigrati e pochi nati», «Che illusione pensare di integrare l’islam»).

In minore percentuale, i giornali (soprattutto L'Avvenire, La Stampa e La Repubblica) scrivono di "buoni esempi stranieri" nell'imprenditoria, per sfatare alcune dicerie sugli immigrati "che rubano il lavoro".

Il binomio immigrazione = terrorismo aumenta rispetto all'anno precedente, anche a causa dei recenti attentati europei.


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Il linguaggio dell'immigrazione

Nei telegiornali 2.954 notizie in 10 mesi

Immigrati o migranti?

Con la sovraesposizione al fenomeno, aumenta la paura delle persone rispetto all'immigrazione associata al terrorismo, e non agli immigrati in sé. I temi trattati sono in percentuale molto simili a quanto già analizzato dalla stampa. I servizi si alternano fra il taglio politico per i dibattiti europei, gli approfondimenti sulla gestione dell'accoglienza italiana e il "lato umano" dei profughi, la narrazione della sofferenza provata da chi (soprav)vive alla giornata nei campi profughi o in edifici occupati.

I telegiornali non sempre utilizzano i giusti termini. I residenti stranieri vengono interpellati in caso di confronto culturale (religione), integrazione e lavoro (la storia di chi è riuscito ad aprire una propria attività) e criminalità (stereotipi e specificazione delle origini di chi commette reati). Quando sono i migranti ad essere intervistati vengono rivolte loro domande sul viaggio, l'accoglienza e su come vivono, ma il tutto è trasmesso come una storia collettiva, accentuando la rappresentazione di "massa indefinita" di stranieri.

L'intolleranza sui social network L'anonimato di un nickname su Twitter o il menefreghismo imperante su Facebook («tanto tutti scrivono quello che vogliono»), danno libero sfogo a commenti carichi di intolleranza. I social sono diventati il luogo in cui riversare il proprio odio contro gli stranieri, i personaggi pubblici (politico, televisivo, musicale, sportivo, ecc.), i musulmani, gli ebrei o la comunità LGBT. Vox, l'Osservatorio italiano sui diritti, pubblica per il 2° anno la Mappa dell'Intolleranza (sull’esempio della Hate Map della Humboldt State University, California), uno studio approfondito delle parole usate in 2 milioni e 700 mila tweet

italiani tra agosto 2015 e febbraio 2016. Dai risultati, per quanto riguarda l'argomento razzismo, è emerso come la maggioranza dei commenti sia localizzata nel nord-est e Basilicata, e i termini maggiormente utilizzati siano: negro, zingaro, terrone. Per quanto riguarda l'islamofobia, l'intolleranza è diffusa in tutta Italia, soprattutto al nord, con picchi nei capoluoghi di ogni regione; marocchino, terrorista, tagliagole, jihadista sono le parole più ricorrenti.


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I commenti degli italiani Una raccolta di tweet sul servizio di Quinta Colonna del 28/11/2016 in merito alle bombe carta gettate all'interno dell'Ex-Moi, il complesso di palazzine torinesi occupate abusivamente dagli immigrati, e la conseguente protesta degli occupanti scesi in strada.


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Le teorie

Modelli di integrazione Costrutti teorici elaborati con lo scopo di gestire le problematiche di integrazione degli stranieri nella società d’accoglienza. Modelli proposti da Vincenzo Cesareo, professore emerito di Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano

Modello dell'assimilazione La cultura straniera si adatta alla società ospitante: i migranti devono quindi conformarsi quanto più possibile ad essa, cancellando la cultura d’origine rispetto ai costumi e alle norme del luogo. La Francia garantisce l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza riconoscere diritti e trattamenti particolari alle minoranze etniche. I migranti sono tenuti a conformarsi alla cultura e alla società francese, escludendo dalla vita pubblica ogni espressione della differenza. L'integrazione socio-professionale degli stranieri è difficile: hanno poche opportunità di lavoro, vivono in condizioni abitative disagiate e i giovani nati in famiglie straniere sono vittime di discriminazioni e pregiudizi. Come la Germania, negli anni ‘50 anche i francofoni aprono le porte agli immigrati, provenienti soprattutto dalle ex colonie nordafricane (Algeria, Tunisia e Marocco). Crocevia delle diverse culture è Marsiglia, la città europea più multietnica, dove oltre 1/3 degli abitanti parla arabo.

Dal 2013 i controlli alle frontiere si sono fatti più rigidi e la disinformazione fa crescere le ostilità da parte dell’opinione pubblica francese, alimentando la xenofobia dei partiti di estrema destra (Front National). A marzo 2016 è stato chiusa la "giungla di Calais", definita la più grande bidonville d'Europa, con circa 8000 migranti accampati in attesa di salire sui tir o sotto i treni che attraversano il tunnel della Manica. I profughi sono stati distribuiti nei centri di accoglienza, ma ancora oggi sono in molti a rimanere nei pressi del porto in cerca di un passaggio, cercando di evitare l'arresto da parte della polizia francese. "Cos’è Calais" - Il Post 24/06/2016


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Modello dello scambio culturale La diversità è riconosciuta come positiva. Le culture si arricchiscono a vicenda, mantenendo la propria identità e sviluppandola grazie allo scambio.

L’Olanda è simbolo di progressismo e multiculturalismo, e fa delle politiche liberali il proprio cavallo di battaglia. Paese bilingue, perché olandese e inglese hanno la stessa importanza (come accade per il Belgio, in cui si parla anche il francese), dà alle diverse culture un valore ed una dignità propri, promuovendo il pluralismo. “Immigrazione, così funziona nel resto del mondo” Panorama, 10/2013

L’esperienza Erasmus è un perfetto modello di scambio culturale. Ragazzi di diverse nazionalità si ritrovano e condividono alcuni mesi: ciò che li accomuna è lo studio, le passioni, la casa, o più semplicemente il fatto di essere soli in un paese estero e la diversità linguistica, geografica e culturale, che prima sembrava una barriera, diventa una base di alleanza e amicizia.

Modello pluralista Coesistenza: più culture convivono nella stessa società. I gruppi etnici vengono inclusi progressivamente e possono conservare i propri usi, a condizione che non contraddicano i valori del paese ospitante. Il Canada, fino poco tempo fa, aveva politiche di immigrazione flessibili e aperte perché necessitava di manodopera qualificata. Oggi chi ha già un contratto di lavoro, o possiede determinate skills, può fare richiesta per il permesso di soggiorno, valido però solo per determinati lavori e periodi. Chi è senza contratto, invece, deve fare domanda per il visto lavorativo e superare un test.

Gli immigrati formano il 21% della popolazione. Con la crisi in Medio Oriente sono nate diverse Refugee Community Organizations, associazioni spontanee gestite da rifugiati e immigrati locali: sviluppatesi in modo autonomo, formano una rete di accoglienza e integrazione con la popolazione locale. quifinanza.it, lavorosociale.com


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Le teorie Modelli proposti da Giovanna Rossi, professore ordinario di Sociologia della famiglia presso l’Università Cattolica di Milano.

Modello di fusione La società è un melting pot, ovvero un insieme di culture mescolate fra loro: ognuna è sullo stesso livello, col rischio di generare una cultura omogenea perdendo la tradizione. L’America, da sempre terra di immigrazione e possibilità, è l’esempio perfetto per parlare di fusione fra culture. Il 14,3% della popolazione non è di origine statunitense: 80-85 milioni che compongono da soli il 20% degli immigrati nel mondo. La maggioranza è di discendenza tedesca (i Deutschamerikaner sono ben 46 milioni), in seguito alla grande immigrazione degli ultimi anni dell’800, mentre dagli anni ‘90

è cresciuto il numero di asiatici e messicani (anche clandestini, il cui flusso che però si sta contrastando dal 2008). Il ritratto che abbiamo di questo paese è quello di una terra multiforme e mai ferma: le minoranze e comunità straniere sono unite, ma ormai completamente radicate società statunitense da adattarsi completamente ai ritmi locali. vox.com, Il Post 12/02/2015

Modello multiculturalista Le comunità sono riconosciute e tutelate dal paese ospitante. Il rischio è quello di incappare in un relativismo culturale (un forte riconoscimento della diversità), che porti allo scontro invece che al dialogo. La Gran Bretagna, fondatrice del Commonwealth, un’organizzazione intergovernativa di 52 paesi nel mondo (in gran parte ex colonie britanniche), è un ottimo esempio di multiculturalità (soprattutto la capitale Londra). La legislazione, come quella americana, assicura pari opportunità, diritti civili e di partecipazione al lavoro,

combattendo le discriminazioni razziali. La convivenza tra immigrati di diverse nazionalità non è facile e nemmeno idilliaca, ma i conflitti urbani sono comunque più contenuti rispetto alla Francia. Laura Zanfrini, Sociologia della convivenza interetnica, Laterza, Milano 2010


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Modello funzionalista Si basa sul modello differenziale, ovvero il paese che accoglie permette l’inserimento dei migranti solo in alcuni ambiti socio-lavorativi, senza agevolarne l’integrazione nella società. Ciò non favorisce la scelta di stabilirsi nel paese: il migrante viene percepito come una forza lavoro temporanea. La Germania attua molte politiche a favore dell’inserimento lavorativo dei migranti, negando loro il diritto di partecipare alla vita politica. La permanenza nei centri di prima accoglienza è molto breve (circa 3 mesi) perché lo stato tedesco inizia fin da subito i colloqui per la valutazione delle capacità professionali, confrontandole con quelle ricercate dalle aziende; i rifugiati provenienti dal Medio Oriente hanno quindi più esperienza professionale rispetto a quelli africani. I richiedenti asilo oggi possono subito cercare lavoretti part-time: i “one euro jobs” sono impieghi pagati da 1 a 2,50 euro all’ora per un massimo di 20 ore settimanali (in Italia i richiedenti possono svolgere lavori solo dopo che siano trascorsi 2 mesi dall’invio della richiesta). Il Gastarbeiter (“lavoratore-ospite”) tedesco nasce dalla necessità di soddisfare i bisogni del sistema produttivo nazionale negli anni ‘50, immettendo lavoratori stranieri per un tempo determinato, senza prevedere il loro stanziamento definitivo.

Agli stranieri a cui è stata rifiutata la richiesta di asilo, ma sono in grado di parlare in tedesco e mantenersi economicamente, è concessa una revoca temporanea dell’espulsione, rinnovabile. Secondo il rapporto OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) la Germania è il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, con il più alto flusso di immigrazione: è “permanente”, composto cioè da persone che si decidono di stabilirsi dopo aver ottenuto il diritto di soggiorno. La crescita del P.I.L. è avvenuta grazie a questa politica, alla bassa percentuale di disoccupazione e a far diventare lo stato tedesco prima meta europea per gli immigrati. Laura Zanfrini, Sociologia della convivenza interetnica, Laterza, Milano 2010


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Le teorie

L’Italia non segue ancora una precisa politica di immigrazione Il modello di integrazione italiano potrebbe essere identificato in un'accoglienza diffusa, ovvero una distribuzione capillare degli immigrati sulla penisola per non sbilanciare l'equilibrio demografico delle città, inserendo i nuovi arrivati con progetti su misura della società locale. Riace è una cittadina calabrese che ha applicato realmente il concetto di integrazione: dei 1800 abitanti 400 sono stranieri che hanno contribuito alla rinascita dell'economia locale. Per ogni migrante l’amministrazione riceve circa 30 euro giornalieri, impiegati per fornire loro vitto, alloggio e un'occupazione attraverso un programma di laboratori. Per far sì che il denaro rimanga all’interno della comunità i migranti ricevono dei bonus di diverso valore, accettati solo dai negozianti della cittadina. Il modello Riace è famoso anche all'estero, ma spesso le dinamiche che hanno funzionato al sud non possono essere ricreate in altre città del nord, a causa di contesti e ritmi diversi. È necessario analizzare e raccogliere dati sulle associazioni che operano nel capoluogo e nelle province: da tavoli e occasioni di incontro potranno formarsi sinergie importanti per la realizzazione di progetti di quali sia gli immigrati che i locali possano ottenere dei benefici. Corriere della Sera, Reportage su Riace 2015

L'attualità italiana In generale, la politica sta promuovendo leggi per migliorare l’integrazione sociale e lavorativa attraverso i progetti SPRAR e collaborando con altri stati (europei e non) al contrasto dei trafficanti. La legislazione è stagnante e conservatrice, con buchi temporali enormi durante le pratiche burocratiche per le richieste di asilo o permesso di soggiorno. La popolazione è disinformata a causa della comunicazione generalizzata e allarmistica dei media, oltre ai recenti casi internazionali di violenze ad opera di immigrati alimentano discriminazioni e xenofobia.


Introduzione

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Progetti per rifugiati e non Sono qui raccolti una serie di progetti mirati a supplire alla mancanza di aiuto economico o assistenza all'integrazione da parte dello Stato, nei confronti dei rifugiati e delle persone in difficoltà. Dalle problematiche legate all'arrivo in un nuovo Paese, simili per qualunque migrante, sono state individuate una serie di esigenze a seconda delle necessità dell'immigrato.

Alloggio Il 60% dei rifugiati nel mondo vive nelle città. esigenze

Risiedere in un posto sicuro e stabile, non illegale.

requisiti

Accessibile, arredato, non lontano dalla città, condivisibile.

Refugees welcome

Refugees Welcome è un network internazionale per favorire l'accoglienza in famiglia di richiedenti asilo e rifugiati. L’iniziativa, nata a Berlino nel 2014, si sta sviluppando in tutta Europa e da dicembre 2015 è attivo anche in Italia. Chi desidera può condividere la propria casa con un rifugiato, proprio come se fosse un coinquilino. Dopo un iniziale periodo concordato, la durata può essere illimitata. È anche possibile ricevere alcuni finanziamenti oppure fare donazioni grazie al crowdfunding.

Place 4 refugees/Berlino

È una piattaforma online in cui sono pubblicati annunci di appartamenti, stanze, monolocali in affitto a rifugiati. Da qualche mese a tempo indeterminato, per tutte le tasche.

prestazioni

Progetti di accoglienza spontanea, housing, caritas e centri sociali.


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Progetti per rifugiati e non

Cibo Sostentamento, dieta alimentare, cibo come cultura e interazione. esigenze

Non caro, sano, senza snaturare le usanze natie.

requisiti

Cibo locale, accessibile, poter preparare da mangiare in autonomia.

Über den Tellerand/Berlino

È un’organizzazione non-profit che supporta varie iniziative a favore dell’integrazione fra culture differenti. Il progetto pilota ha come focus il cibo: sono attivi dei corsi di cucina (es. siriana) e pubblicazione di libri di ricette spiegate da rifugiati e immigrati.

Re-fugees Southern Crew/Torino

Re-Fugees Southern Crew è un gruppo di studenti, abitanti del quartiere e altri volontari, nato nel 2015 con l’intento di creare momenti di socialità tra i rifugiati e i cittadini torinesi attraverso la condivisione di una passione musicale: il Reggae. La comunità è molto attiva e oltre a concerti organizza anche cene preparate dagli stessi immigrati.

Portobello/Milano

Portobello è in primis un emporio, ma molto speciale: nato come progetto comunitario in collaborazione con i servizi sociali della città, è oggi un luogo in cui le famiglie in difficoltà economica possono acquistare i beni di prima necessità, pagando con i punti di un budget assegnato. Le famiglie possono ricevere tra il 50 e il 60% del fabbisogno mensile. L’aiuto dura sei mesi, e si può ripetere una sola volta.

prestazioni

Voucher, mercati convenzionati, festival dedicati al cibo etnico, cucine condivise.


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Comunicazione Difficoltà a dialogare e interfacciarsi nei servizi della città. esigenze

Imparare una lingua

requisiti

Un programma per all’apprendimento gestito da persone competenti.

Tandem linguistico

Da novembre 2016 nel comune toscano di Pelago vengono organizzati degli incontri linguistici tra rifugiati gambiani e i giovani del paese: i gambiani ultimi si esercitano con l’italiano mentre i pelaghesi con l’inglese. Lo stesso espediente è utilizzato dalla polizia di Caltanissetta, che a maggio dello stesso anno ha coinvolto alcuni migranti pakistani per ripassare l'inglese e allo stesso tempo collaborare per indirizzare meglio gli extracomunitari. ancitoscana.it, Il Giornale 19/05/2016

Das Wilkommen ABC

Un abbecedario illustrato per imparare il tedesco attraverso le figure, destinato ai bambini rifugiati, ma utilizzabile anche dagli adulti. È distribuito gratuitamente e si può trovare anche sotto forma di e-book. La versione italiana è stata pubblicata a dicembre 2016 grazie a PubCoder e al supporto della Fondazione Migrantes.

prestazioni

Corsi, traduzioni dei servizi cittadini, esercitarsi conoscendo nuove persone.


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Progetti per rifugiati e non

Comprensione Capire come muoversi attraverso i vari servizi e procedure burocratiche. esigenze

Semplificare, anche usando un linguaggio visivo.

requisiti

Conoscere i propri diritti e come risiedere legalmente in Italia.

Arriving in Berlin/Berlino Una mappa online disegnata da e per rifugiati: in inglese, francese, arabo e farsi, i local point evidenziano le sedi di avvocati, supermercati a basso prezzo, uffici per l’immigrazione, dottori, polizia, e altri luoghi utili. Refugees Welcome Card

Proposta di progetto per il contest olandese "What design can do" 2016: una card identificativa provvisoria per chi richiede la protezione internazionale. Ogni richiedente possiede una pagina online in cui è aggiornato lo stato della sua domanda e i servizi a cui ha diritto.

migreat.com

Nata come applicazione multilingue per localizzare i servizi nella città (sportelli, polizia, ospedali, posti in cui dormire ecc) e far conoscere agli immigrati i loro diritti, oggi è diventato un sito in cui sono raccolte le comunità straniere presenti in Italia, UK e Germania (ad es. africane, filippine, rumene, cinesi, turchi, ecc, ognuna con un una propria pagina aggiornata).

prestazioni

Condivisione delle informazioni e diffusione dei progetti per immigrati.


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Mantenere i contatti Con chi è rimasto a casa o con chi si vuole raggiungere in Europa. esigenze

Comunicare, geolocalizzare, indicare i percorsi e i pericoli del viaggio.

requisiti

Facilità d'uso, immediatezza, connessione internet, affidabilità.

prestazioni

Uso dei social per incanalare il flusso di informazioni e istituire gruppi o comunità.

Trace the face

Progetto europeo di identificazione online dei migranti. Uno strumento per ritrovare o mettersi in contatto con amici o familiari visualizzando le loro foto online.

Vittime Rischio di entrare in contatto con trafficanti o spacciatori requisiti

Mappare le organizzazioni che operano sul territorio.

esigenze

Avere canali sicuri per chiedere aiuto a persone di fiducia.

Venligboerne/Hjorring (Jutland) I danesi “Abitanti Amichevoli” formano un’associazione spontanea di cittadini e rifugiati: trascorrono tempo insieme per conoscersi, uscire, andare al cinema, organizzare delle cene... wefugees.de /Berlino La Yahoo dedicata ai rifugiati in Germania: i nuovi arrivati possono postare domande su qualsiasi necessità, dall’ufficio di immigrazione o l’ospedale più vicino, ai numeri in caso di emergenza o informazioni relative alla burocrazia, ed ottenere risposte in tempi rapidi da personale competente e altri rifugiati già "ambientati".

prestazioni

Sportelli per i migranti, gruppi di accoglienza e comunità locali.


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Progetti per rifugiati e non

Marginalità Gli stranieri sono percepiti come inferiori rispetto agli altri cittadini. esigenze

Accorciare le distanze, integrazione, eliminare i pregiudizi.

requisiti

Condividere la propria cultura, le proprie capacità e raccontare la propria storia.

Laboratorio Zanzara/Torino Il Laboratorio Zanzara è una cooperativa sociale ONLUS nata a Torino come progetto d’integrazione per persone con disagio mentale. Le persone con disabilità psichica partecipano attivamente nella creazione di oggetti decorativi e artigianali, come portafogli, dipinti, tazze, maglie, cancelleria, poi venduti nel negozio. Iammigrant.org/Torino

#tunonsaichisonoio Piattaforma online in cui sono registrate alcuni video con le storie degli immigrati che “ce l’hanno fatta”.

Balòn/Torino

Balòn Mundial è la coppa del mondo delle comunità migranti. Ideato nel 2007, è un progetto di integrazione culturale attraverso lo sport: il calcio come mezzo di incontro tra culture diverse e linguaggio universale per combattere ogni tipo di discriminazione. Il torneo è oggi un festival dello sport e delle comunità migranti, con appuntamenti culturali, momenti di dibattito e di cucina etnica.

prestazioni

Processi partecipativi, inclusione sociale, apertura della cittadinanza.


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Ricerca del lavoro I richiedenti asilo possono lavorare solo dal 2° mese dalla richiesta di asilo. esigenze

Stranieri con skills già acquisite o disponibili a lavorare.

requisiti

Favorire percorsi di educazione e integrazione.

Ciclofficina sociale/Cormano (Milano) La ciclofficina è un progetto a cura dell’associazione Movida: l’obbiettivo è quello di favorire l’inserimento professionale, e allo stesso tempo dare l'opportunità a giovani con disagi, problemi psichici o stranieri con problematiche sociali di incontrare altre persone e acquisire maggiore autonomia. Il laboratorio diventa momento di integrazione, apprendimento e svago: è presente inoltre un mercatino della bicicletta e vengono organizzati viaggi di ciclo-turismo. Cucula/Berlino Cucula è una parola che significa “fare qualcosa insieme” nella lingua hausa, ed è proprio questo che l’associazione/programma formativo tedesco ha intenzione di fare con i rifugiati. È un progetto pilota di design artigianale con (e non solo per) i migranti: un esempio è stato quello di costruire una serie di sedie e tavoli seguendo i principi dell'autoprogettazione di Enzo Mari (con la sua licenza per poterli vendere, in modo da ottenere denaro da investire nel progetto).

prestazioni

Inserimento in corsi formativi e lavori utili alla comunità.


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Progetti per rifugiati e non

Povertà Lavoro in nero, prostituzione, spaccio, schiavitù, furti. esigenze

Aiutare immigrati e disoccupati in una situazione problematica.

requisiti

Collaborare con le associazioni locali e offrire supporto psicologico.

Magdas Hotel/Vienna L’hotel viennese gestito integralmente da rifugiati: si occupano dell’accoglienza clienti, servizio bar, pulizie. Villa Rizzi/Bologna

La villa è un centro di socializzazione al lavoro. Accoglie ragazzi tra i 16 e i 25 anni con disagi psichici, difficoltà scolastica e problematiche sociali, offrendo loro la possibilità sperimentare una nuova attività attraverso vari laboratori per la raccolta di erbe e spezie per infusi, cosmesi e ristorazione sviluppando/mettendo in pratica le proprie capacità.

Centro Franz Fanon/Torino Servizio di counselling e psicoterapia per immigrati e rifugiati che hanno subito torture, abusi o violenze psicologiche. Piam Onlus/Asti (TO) Il Piano Integrazione Accoglienza Migranti è un’associazione nata con l’obbiettivo di salvare e “riabilitare” le ragazze vittime di tratta. Nata nel ‘99, l’Onlus è attiva in prima linea con delle unità di strada che si mettono in contatto in prima persona con le prostitute o trans: coloro che si lasciano aiutare entreranno in un programma mirato che comprende corsi di alfabetizzazione, cucina, parrucchiera e altri di formazione.

prestazioni

Volontariato, banca del tempo, oratori, sportelli di ascolto.


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Alcune idee

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Concetti estrapolati

Dalla ricerca sono emerse alcune parole chiave per unire i diversi aspetti dei problemi individuati. Sono state il punto di partenza per altre suggestioni che si sono trasformate in 5 proposte di design sociale. Queste idee possono essere a loro volta spunti per altre applicazioni.

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Le proposte

Progetto #1: Creative Garage Un laboratorio di riuso creativo di oggetti e vestiti, un coworking e uno spazio libero per piccole mostre e mercati. Un craftslab gestito, supportato e frequentato dai richiedenti asilo, che non possono lavorare prima di due mesi dalla presentazione della domanda, rifugiati, migranti e tutti quelli che vogliono migliorare nel DIY.

Coworking per artisti e artigiani

Upcycling lab

Fashion lab

Uno spazio per gli studenti delle accademie artistiche, gli hobbysti, gli artigiani e gli artisti che hanno bisogno di materiali, strumenti e un luogo grande in cui poter lavorare. Non tutti hanno un garage a casa.

Riuso creativo di materiali o mobili destinati alla discarica: creazione artigianale di manufatti, riciclo di copertoni, tessuti, ecc. Le mansioni degli stranieri? Gestione spazio officina, rifornimento materiali, logistica e informazioni per i partecipanti, oltre che poter partecipare ai vari corsi.

Creare una shopper da una borsa, una coperta patchwork di tessuti, pochette artigianali dai tessuti etnici, riuso dei vestiti smessi, creazione di gioielli etnici e confezione accessori: vintage never dies.

Show, sell & swap

Aperitivo migrante

Bike lab

Un luogo per fare delle mostre, una vetrina delle autoproduzioni di artigiani e artisti associati, mercatino dell’usato e del baratto (swap party). Interazione con i clienti, e vendita/acquisto delle creazioni dei laboratori.

Preparazione di piatti etnici offerti durante i workshop, laboratori o eventi particolari. Non ha una sede fissa. Il cibo è un ottimo espediente per scambi culturali e incontri linguistici.

Officina di riparazione biciclette, personalizzazione con vernici o adesivi (pimp my bike), vendita accessori e pezzi di ricambio.


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Progetto #2: Linkedin degli immigrati Un sito web per agevolare l’incontro fra richiedenti asilo, rifugiati, MSNA e le associazioni sul territorio, con l'elenco aggiornato dei progetti di integrazione, corsi di formazione e offerte di lavoro, grazie alla pubblicazione di un profilo e curriculum professionale online. Il portale potrà essere utile soprattutto per coloro i quali vivono lontani dalla città .

Profilo

Istruzione

Lavoro

Un curriculum online in cui possano essere riportate le proprie capacitĂ , studi, lingue conosciute, aggiornato con i dati relativi al permesso di soggiorno o richiesta asilo.

Corsi professionali e progetti formativi di associazioni e cooperative o stanziati dalla Regione: una pagina aggiornata per potersi iscrivere e creare collaborazioni.

Offerte di lavori part time o collaborazioni temporanee, progetti in corso. Allo stesso tempo una sorta di bacheca in cui pubblicare annunci.

Lista progetti

Servizi online

Per indicizzare le associazioni e cooperative che lavorano nel campo.

Alcune procedure di richiesta impiego o registrazione dati potrebbero essere velocizzate tramite internet.


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Le proposte

Progetto #3: Guida per i rifugiati Un'app con le informazioni per vivere al meglio in cittĂ , destinata ai migranti appena arrivati: non una semplice mappa per turisti, ma uno strumento per ricevere in tempo reale informazioni sui posti letto disponibili, mense, progetti in corso, ecc.

Co-partecipazione Come diverse app giĂ in uso, sarebbe ottimale prevedere la possibilitĂ che siano gli utenti stessi ad aggiornare/ aggiungere informazioni su determinati luoghi da evitare, eventi e punti di ritrovo, bar a prezzi modici.

Mappa interattiva

Posti letto disponibili

Mense gratuite

Questure e sportelli immigrazione

Biblioteche

Free Wifi

Ambulatori e assistenza sanitaria

Luoghi di ritrovo

Vocabolario con frasi di uso comune

Numeri e contatti utili


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Progetto #4: Giornale migrante Un magazine di attualità, divulgazione, denuncia e “lifestyle” etnico: un giornale per raccontare culture diverse da quella nazionale, con la forma di una pubblicazione autorevole e i contenuti proposti dagli immigrati.

Luoghi

Realizzazione

Le sedi delle scuole per migranti e le biblioteche potrebbero essere il quartier generale per la realizzazione del giornale. L’obbiettivo è quello di far conoscere le culture stranieri presenti nella città: è necessario che il magazine stesso sia raggiungibile, distribuito in locali “aperti”, quartieri con alta presenza di immigrati, e disponibile presso le strutture di accoglienza e integrazione.

Coprogettazione, contenuti autoprodotti, il magazine potrebbe essere una vetrina per giovani illustratori e fotografi. Sarà anche online con un pdf scaricabile gratuitamente e un account fb. Come sponsor o pubblicità possono essere coinvolte sia le associazioni che i commercianti stranieri. Low cost, formato regolare, B/N.

Contenuti

Risultati

La pubblicazione dovrà essere un modo per presentare le potenzialità delle differenze culturali, ma anche per far luce su situazioni di disagio o denuncia verso discriminazioni e diseguaglianze. Inchieste, analisi dei report internazionali, le storie personali, un angolo dedicato alle ricette di piatti etnici, gli eventi del mese (feste di quartiere, manifestazioni, eventi multiculturali), ecc. Come per le riviste internazionali, anche qui saranno presenti le traduzioni degli articoli in inglese, arabo e cinese.

Miglioramento della lingua italiana e capacità di relazionarsi con altre persone della società italiana per gli immigrati, acquisizione di nuove capacità, maggiori conoscenze e creazione di una comunità online per interagire e proporre approfondimenti.


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Le proposte

Progetto #5: I mestieri migranti Valorizzare le capacità professionali e il know-how acquisito durante i corsi negli SPRAR e le attività commerciali gestite da persone di origine straniera, raggruppandoli sotto un unico brand etnico solidale. Per "accompagnare" i cittadini nella scoperta della realtà straniera del quartiere.

L'idea Applicando la logica del commercio equo solidale e della attuale attenzione italiana verso i prodotti bio e la sostenibilità, si può traslare lo stesso concetto di “fare una scelta buona per te e l’ambiente” usufruendo di un servizio che aiuti l’integrazione degli stranieri: le capacità individuali avrebbero così risalto, gli altri migranti potrebbero imparare dai più esperti e avrebbero un’occupazione remunerata mentre frequentano i corsi professionali.

Cibo d'asporto

Cuoco a domicilio

Mobili

Sartoria

Confezione accessori

Ciclofficina

Acconciature

Barbiere

Servizio consegne

Il brand

e-service

Risultati

Attraverso il sito internet si possono essere visualizzati i servizi proposti, e raccontati approfondendo la storia delle persone e delle strutture di accoglienze. Chi compra il servizio non si limita scegliere il vantaggio del prezzo: ricerca la qualità e cosa c’è dietro al risultato.

Il cliente può conoscere i servizi e scegliere in base alla geolocalizzazione o preferire il passaggio di un fattorino. Sarà ben specificato online il prezzo del servizio e a cosa servirà l'incasso (voucher, cassa comune per ampliare le attività, ecc). Si potranno lasciare dei voti e dei commenti sulla qualità del servizio.

Inclusione, prossimità, occupazione: più valore alle capacità degli immigrati, lavoro retribuito, know how, creazione di più reti locali, inclusione, commercio solidale, pratica dell’italiano per interfacciarsi con i clienti.



/vieni con me La collana di 32esimi dedicata alle migrazioni umane

1 Migrare

Sfollati, profughi, clandestini, rifugiati: gli aiuti umanitari, il diritto di asilo, le protezioni internazionali, i paesi che li accolgono.

2 Focus Storico

La storia recente dei paesi dei profughi: l'Africa e il Medio Oriente, i regimi, il terrorismo, la povertĂ .

3 Il viaggio

Le rotte per il Mediterraneo e i Balcani, i trafficanti, gli abusi, le frontiere, i morti e i dispersi di un viaggio della speranza.

4 Benvenuti in Italia

I soccorsi in mare, le storie, i centri di accoglienza e i rifugi informali, i minori stranieri non accompagnati, le vittime di tratta.

5 L'integrazione

Gli immigrati ci rubano il lavoro? Quanto siamo "open mind"? Il razzismo sui social e alcune proposte di design sociale.

6 S.A.R.

Search and Rescue Activities: chi e come salva la vita ai migranti nel Mediterraneo.


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