Raja

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I. C. Statale Cavour - Catania

Dirigente scolastico Prof.ssa Maria Leonardi Coordinamento del progetto della Prof.ssa Cinzia Di Mauro. Consulenza grafica della Prof.ssa Edvige Politi. Consulenza informatica della Prof.ssa Laura Giunta. Pubblicazione a.s. 2015-2016 Soggetto, sceneggiatura, disegno, matita e lettering della 3 F, scuola media: Bellomio Lorenzo, Cariola Antonio, Cinaldi Cristofer, Contarino Marco, Fiore Domenico, Fisichella Giorgia, Foti Maria Carla, Galia Matteo, Guerrera Vittorio, Inturri Giorgia, Laguzza Francesca, Lo Presti Giorgia, Marceca Fernando, Nicolosi Francesco, Orlando Gabriele, Paratore Giuseppe, Pennisi Delia, Pennisi Livia, Pennisi Sofia, PittalĂ Lorenzo, Puleo Francesco, Raciti Serena, Ramistella Susanna, Samperi Simone, Sirchia ElĂŠna, Torrisi Riccardo,Vairo Martina, Vallone Carola,Vitale Adriano.


Cos’è un graphic novel? Come nasce? Bisogna essere grandi artisti? Avere delle doti grafiche fuori dal comune? Indubbiamente, quando ho proposto ai ragazzi di realizzarne uno, i loro sguardi mostravano un entusiasmo misto a grande incertezza. Anche tra i più collaborativi vi è stato un momento in cui hanno ritenuto di non essere all’altezza dei Toppi, Pazienza, Gipi o Pratt che avevo proposto loro come studio preliminare. Lecito. Chi oserebbe misurarsi con quei mostri sacri? Hanno, comunque, presto compreso che anche un progetto arduo e difficile è affrontabile con un po’ di organizzazione e a piccoli passi. Ed è così che è nato Raja, un “racconto a fumetti” con una tematica di stretta attualità. Enucleate, per prima cosa, le fasi progettuali del “fumetto”, ho successivamente chiesto ad ognuno degli alunni della classe di scrivere un soggetto di massima sull’argomento immigrazione e tragedia del mare. Sono venute fuori storie struggenti, visionarie, sognanti e sempre e comunque di grande impegno emotivo. Lo sono per tutti, ma in particolare per adolescenti che osservano impotenti vite distrutte dalla guerra, dai silenzi e dagli immobilismi colpevoli dei nostri stati. Tra tutti ho selezionato i cinque migliori che sono stati sottoposti, in forma anonima, alla classe perché scegliesse quello di più ampio gradimento. A questo punto, il soggetto è stato rielaborato da ciascuno dei ragazzi con dettagli provenienti anche da altri scritti non selezionati (ma con spunti, ripeto, di grande forza), perché diventasse una sceneggiatura per 14 tavole (con titoli qui evidenziati). Uno dei lavori ampliati, con poche modifiche e suggerimenti, è stato eletto da me quale base di lavoro per lo storyboard.

Un piccolo concorsino grafico ha portato, inoltre, ad una scelta da parte dell’insegnante d’arte di un modello di disegno semplice e riproducibile. Abbiamo potuto, così, procedere alla fase dello storyboard, in cui ho suddiviso la classe in 14 gruppi (da due alunni), ognuno dei quali richiesto di elaborare una tavola, con un episodio da sviluppare su 3/6 vignette. Queste potevano avere una misura variabile, purché si distanziassero l’una dall’altra 1 cm, con dei margini di pagina di 2 cm a sinistra, a destra e inferiore, di 4 cm superiore e un titolo a stampatello di 0,5 cm centrato nello spazio superiore: la precisione non guasta la creatività! I progetti abbozzati, comprensivi di dialoghi e didascalie, previa mia approvazione, sono stati sottoposti alla colorazione a matite (con standard comuni sulla carnagione del protagonista, il suo abbigliamento, alcuni interni…) e quindi alla inchiostratura, ovvero al ripasso del tratto a matita con pennarello nero a punta fine. Per il progetto di copertina il lavoro è stato affidato ad un gruppo ridotto di alunni più dotati nel disegno (ahi noi, non tutti lo siamo!) e seguito in tandem dalle insegnanti di lettere e arte - connubio ideale. Per l’impaginazione, le tavole ottenute sono state passate allo scanner e il file in .pdf stampato su carta patinata da 170 gr per l’interno e da 300 gr per la copertina plastificata, con rilegatura a punta metallica. Che dire? Il risultato finale lascio giudicarlo a voi lettori, ma intanto noi ci abbiamo lasciato un po’ di cuore :) Cinzia Di Mauro



L’INTERVISTA

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PALMIRA

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IL SOGNO

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LA GUERRA

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LA FUGA

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IL CAMION

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LA TEMPESTA

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LA LUNA

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LA SALVEZZA

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L’ADDIO

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LA GIUSTIZIA

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VITA NEI C.P.A.

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MONACO

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LA SPERANZA

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L’intervista “Sono un ragazzo di sedici anni e mi chiamo Raja”. Incominciò così l’intervista di Raja a un’emittente radio di Monaco, che l’aveva chiamato per raccontare ai radioascoltatori la sua storia, ricca di vicissitudini e di peripezie. Mentre la giornalista lo ascoltava interessata Raja proseguì: Palmira “Mia madre è stata uccisa in uno scontro tra tribù in una località vicino Palmira. Era qui che noi vivevamo, nella grande e fiorente Palmira, città posta in un’oasi del deserto siriano, antichissima e ricca sotto il dominio romano. Dei resti archeologici romani mi ricordo poche cose, ma ho un’immagine ben impressa in mente: Il grande colonnato romano, che vedevo tutti i giorni andando a scuola, era un lungo porticato ai lati della via principale. Il sogno Una notte sognai che l’Isis conquistava Palmira e che mio padre veniva ucciso; mi svegliai piangendo e tentai con ogni mezzo di convincerlo a fuggire. La guerra Dopo pochi mesi, il gruppo terroristico chiamato Isis invase Palmira e assistemmo, con sgomento, alla scia di morte e distruzione che questi folli seminavano per la Siria. Distrussero gran parte dei resti archeologici e di Palmira non rimase più niente se non le montagne di cadaveri ammassate per strada. La fuga Durante una notte in molti decidemmo di fuggire verso luoghi più sicuri e tranquilli, con la speranza anche di poter raggiungere l’Europa e, nel migliore dei casi, la Germania: infatti ci erano giunte notizie rassicuranti sulla possibilità di ricevere l’asilo politico. Dopo tre mesi riuscimmo ad arrivare in Turchia, ad Ankara, anche se con grandi difficoltà: mancanza di cibo, acqua introvabile, anziani e bambini che morivano per stanchezza o malattia. [+ corruzione polizia] Il camion Dopo un mese, riuscimmo ad entrare in contatto con un uomo in possesso di un’imbarcazione adatta a compiere la traversata Cesme-Atene. Fummo caricati su dei rozzi camion e partimmo per Cesme. Il viaggio fu lungo e solo sporadicamente l’uomo apriva lo sportello per rifornirci di acqua: otto gocce ciascuno e mai cibo. La tempesta Partimmo da Cesme di notte. Sul barcone non potei portare uno zaino con delle foto di mia madre e di Palmira, perché lo scafista mi ammonì di non portare a bordo stupidaggini. A metà strada il mare diventò agitato e il barcone si rovesciò. Quella volta il grande Mediterraneo non fu clemente e gran parte degli uomini morirono.

La luna Io mi reggevo a mio padre e mi accorsi del riflesso della luna sul mare. Quella sarebbe stata l’ultima immagine che avrei visto? L’acqua mi ricopriva e io annegavo. [+ episodio di Francesca] La salvezza Ma la nave della guardia costiera greca si avvicinò e ci salvò. Io svenni. L’addio e quando mi risvegliai mi dissero che mio padre era morto. Per una settimana pensai di morire per il dolore che provavo: mi sentivo solo e sospettavo di tutti. La giustizia Un giorno tra la folla, però, riconobbi il viso dell’uomo che ci aveva fatto imbarcare gli gridai contro. Lui si scaraventò su di me e mi strinse le mani al collo, ma la Polizia greca agì tempestivamente e lo arrestò. Io raccontai tutto ad un agente, il quale mi disse che potevo stare tranquillo e che quell’uomo non mi avrebbe più rivisto. Vita nei centri di accoglienza [?] [+ scena di Carola] Monaco Passò un altro mese e l’agente mi disse che aveva fatto in modo di farmi partire su uno dei pochi autobus per la Germania. Lo ringraziai infinitamente e partii. Arrivai qui a Monaco due mesi fa e il primo impatto fu molto duro, la Germania era molto più progredita della Siria. Non conoscevo lingua, costumi , tradizioni e mi sentivo uno straniero. Ora ho trovato un lavoro come fattorino delle pizze a domicilio e mi sto ambientando. Le peripezie e le difficoltà mi hanno reso più forte, più consapevole e pronto a fare sacrifici, pur di vivere in Europa”. La speranza “Grazie Raja”: disse la giornalista. “Un’ultima domanda. Cosa significa “Raja”?” Il ragazzo rispose: “Speranza.” Raja uscì dalla sede radio. [+ scene sui suoi sogni futuri: una famiglia, una bella casa, una pizzeria tutta sua, la sua collaborazione con altri immigrati]


Raja è una storia di ordinaria immigrazione, una di quelle a cui rischiamo di assuefarci per la loro assurda e tragica ripetitività. Un ragazzo siriano di sedici anni si racconta. Impietosamente mette a nudo la dissoluzione del suo mondo e dei suoi affetti. Tra paure e speranze riuscirà ad avere la sua seconda occasione. I giovani, ma già maturi, autori di questo graphic novel si sono riflessi in questo specchio deformato dagli orrori umani con il coraggio della cronaca e la consapevolezza che cambiarla è possibile.


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