3 minute read

AIUTANO L’ECONOMIA, MA I TURISTI DA SOLI SPOSTANO POCO

di MASSIMO BOCCUCCI

Gubbio è bellissima, si sa. Chi la vede ne rimane incantato e si chiede perché non venga maggiormente valorizzata per attrarre più visitatori e - aggiungiamo noi - anche investitori. Il turismo è una risorsa, ma i numeri per quanto in crescita ci dicono che non spostano più di tanto i livelli economici tra il Pil che è cenerentola dell’Umbria e la fuga dei giovani che in altre città, pure all’estero, vanno in cerca di opportunità. I flussi turistici del 2022 rivelano che Gubbio è in una posizione di retroguardia, appena all’ottavo posto con 227mila visitatori. S’impallidisce di fronte alla crescita esponenziale di Assisi, che si conferma regina indiscussa e lampante traino del flusso turistico regionale con oltre 1,2 milioni di visitatori che la posizionano saldamente al primo posto nella top 10 delle città umbre scelte come meta preferita dai turisti italiani e stranieri.

Advertisement

LE CIFRE. I numeri raccolti da Turismatica (banca dati della Regione Umbria per le statistiche sul turismo) hanno rivelato che lo scorso anno Assisi ha registrato da sola 1.207.704 presenze turistiche, davanti ai poco più di un milione di Perugia, circa 273mila di Orvieto, 265mila di Spoleto, 247mila di Castiglione del Lago, 240mila di Passignano sul Trasimeno, 235mila di Terni, 227mila di Gubbio, 210mila di Foligno, 196mila di Magione, 147mila di Cascia, 142mila a Città di Castello, 127mila di Todi, 113mila a Tuoro sul Trasimeno, 88mila a Bastia Umbra, 85mila a Bevagna, 71mila di Torgiano, 64mila di Spello. A Gubbio si è movimentato soltanto il 5 per cento del totale di turisti che nel 2022 hanno scelto l’Umbria. Immancabile il gioco della politica tra chi vede il bicchiere più che mezzo pieno (Gabriele Damiani, assessore al Turismo) e chi spara a zero (Michele Carini e Sabina Venturi consiglieri comunali della Lega).

LA CAPITALE. Assisi ha migliorato se stessa, superando il record di presenze del 2019 (ovvero prima della pandemia) con un incremento di 8.716 visitatori, un aumento oltremodo evidente di

I DATI DEI FLUSSI DEL 2022 VEDONO GUBBIO SOLAMENTE ALL’OTTAVO POSTO TRA LE METE PREFERITE CON 227 MILA VISITATORI CONTRO GLI OLTRE 1 , 2 MILIONI DI ASSISI. PER L’OCCUPAZIONE E LO SVILUPPO SERVE BEN ALTRO TRA IL PIL IN CADUTA E I GIOVANI IN FUGA ALLA RICERCA DI OPPORTUNITÀ

25.872 turisti in più rispetto al 2018. Segno evidente che la voglia di viaggiare e di vedere posti è una reazione decisa a quanto passato con la gestione nazionale discussa e controversa del Covid. La capitale del turismo umbro batte tutti e rafforza anche il fronte dei turisti stranieri: sul totale di 1.207.704, gli italiani sono stati 804.399, mentre le presenze estere sono state 403.305 come dato in linea con gli anni precedenti alla pandemia, segno che Assisi ha ampiamente recuperato i flussi turistici internazionali. Particolarmente rilevante il dato relativo alla permanenza media nella città serafica: 2,40 giorni rispetto a 2,19 nel 2018; era stata di 2,10 nel 2019; 2,30 nel 2020; 2,34 nel 2021.

PUNTI DEBOLI. Gubbio può e deve fare di più, soprattutto a livello infrastrutturale e nei collegamenti per rendersi maggiormente appettibile. La città deve farlo su tanti fronti, anche della promozione, al di là degli eventi culturali e sportivi. Vanno fatte crescere visibilmente le capacità di essere richiamo sul fronte del divertimento e in questo senso per fortuna ci mettono tanto impegno i giovani, come l’Associazione Insieme che promuove il Doc Fest e gli organizzatori di Wonderlast Festival che il prossimo 16 luglio porteranno Mr Rain rivelazione dell’ultimo Festival di Sanremo. C’è anche un problema di parcheggi e trasporti interni, oltre che di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, fino alla mancanza di una grande struttura al coperto che possa ospitare manifestazioni (quanto sarebbe servito e servirebbe un palazzetto dello sport multifunzioni). Danneggiano la crescita le battaglie politiche di retroguardia, con i partiti e certi esponenti politici (specie quelli arricchiti con la politica) sempre in pista per cavalcare soprattutto talune paure (ambientaliste) e la lotta di classe (la storiella dei padroni imbonisce qualcuno e alimenta l’invidia sociale che può sfociare in odio) nel cercare voti puntando molto sull’elettorato più inconsapevole che si mantiene soprattutto tra pensioni di ogni tipo e marchette varie, magari ottenute proprio grazie alla politica. Tutto questo caratterizza largamente la politica eugubina che dovrebbe invece profondere energie per mettere in campo spirito di iniziativa e di progettualità di più ampia visione. Ne guadagnerebbe anche il turismo.

This article is from: