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LASCIATE IN PACE LA CONTESSA
CRITICHE FEROCI PER ANAS E COMUNE
SULLA GESTIONE DELLA STRADA CONDIZIONATA
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ORMAI DA METÀ MARZO DAL SEMAFORO E CHE
RISCHIA DI RESTARE CHIUSA DA APRILE-MAGGIO
PER UN ANNO. REAZIONI FURIBONDE PER I DISAGI
E I DANNI ECONOMICI . STIRATI ASSICURA CHE
CI SARÀ UN’ASSEMBLEA PRIMA DI AVVIARE I LAVORI di MASSIMO BOCCUCCI
Di Contessa non c’è rimasto più neanche il nome. La nobiltà l’ha persa da un pezzo, ammesso che l’abbia mai avuta vista la malsana idea di costruirla abbarbicata su un costone e martoriata dai continui lavori soprattutto per le infiltrazioni d’acqua in galleria. Ora c’è di peggio. Da aprile-maggio dovrebbe chiudere per i lavori di rifacimento del breve viadotto proprio prima della galleria che sarà comunque interessata dall’ennesimo intervento. La società civile si mobilita per contrastare, scongiurare oppure ritardare ulteriormente la chiusura destinata a isolare drammaticamente la città verso il fronte pesarese tra allarmanti disagi e ingenti perdite economiche anche per le attività ricettive della zona, aumento di costi per i tragitti alternativi e danni al turismo. La sezione locale di Confcommercio ha avanzato richieste precise e c’è chi pensa a una petizione con la raccolta di firme per opporsi alle decisioni prese da Anas, mentre l’Amministrazione Comunale in tutti questi anni si è preoccupata soprattutto di tenere i buoni rapporti istituzionali.
LA MINACCIA. La partenza della nuova serie di lavori è prospettata dopo l’ultimazione dell’intervento di ripristino del versante franoso sulla Flaminia a Scheggia che verrà utilizzata come itinerario alternativo attraverso la Gola del Bottaccione per le auto e addirittura la Pian d’Assino e la superstrada Perugia-Ancona per i mezzi pesanti, con aggravio di costi e ripercussioni sull’inquinamento da scarichi. Non si esclude un esposto alla magistratura per sollecitare una verifica delle relazioni tecniche che sono alla base del prospettato rifacimento del viadotto a ridosso della galleria che fino al gennaio 2019 veniva indicato come sicuro. C’erano state apprensioni quando venne diffuso un dossier fotografico sulle condizioni apparentemente preoccupanti del viadotto, nella sua parte inferiore, ed era il periodo della psicosi generalizzata in seguito al crollo del ponte Morandi a Genova il 14 agosto 2018.
UN ALTRO SCENARIO. L’allora consigliere regionale eugubino Andrea Smacchi del Pd a fine gennaio 2019 ebbe a rivelare “che il viadotto sulla statale 452 della Contessa è sicuro. I tecnici Anas, a seguito dei sopralluoghi effettuati, hanno evidenziato che l’opera è interessata da un fisiologico degrado superficiale del calcestruzzo, causato da fenomeni atmosferici, che non influisce sulla stabilità dell’opera”. Cos’è cambiato da allora a oggi? Ma soprattutto perché non rendere pubblica la relazione tecnica e la perizia di Anas che hanno indotto a programmare questi lavori? Il sindaco Filippo Mario Stirati non ha mai esternato su questo passaggio cruciale, cercando di mediare una situazione sempre più preoccupante, coi politici locali del tutto impotenti. Problemi e disagi vanno avanti da parecchio poiché c’è un impianto semaforico attivato fin da metà marzo e che determina continue code. Ora sono pianificati lavori per 6 milioni di euro che prevedono la demolizione del vecchio impalcato in calcestruzzo e la realizzazione di un nuovo impalcato in acciaio, oltre al rinforzo delle pile e delle spalle esistenti.
L’ASSEMBLEA. L’insurrezione popolare è qualcosa di tangibile, anche se la carta da giocare da parte di Anas pronta a spiegare i particolari dell’operazione in un incontro pubblico con le parti sociali eugubine. “Ad Anas abbiamo chiesto di chiarire ogni aspetto - spiega il sindaco Stirati - perché comprendiamo le preoccupazioni generali con le ripercussioni negative su viabilità, economia e turismo. Siamo in costante contatto con le realtà limitrofe marchigiane, da Cantiano a Cagli fino a Fano, che ritengono come noi essenziale questa bretella di collegamento verso Roma. Vogliamo avere certezze sul tipo d’intervento e sulle tempistiche. Bisogna chiamare in causa anche la Regione che deve fare la propria parte. Ci è stato garantito da Anas che appena ultime le procedure tecniche, ci sarà un incontro nel quale verranno illustrati tutti gli aspetti dell’intervento”.
LE PREOCCUPAZIONI. Gli interrogativi sono tanti, a cominciare da quando Anas a fine gennaio 2019, attraverso l’allora consigliere regionale Andrea Smacchi del Pd, tranquillizzò chi aveva avanzato dubbi sulla stabilità del breve viadotto dichiarandolo pienamente idoneo per poi cambiare idea senza rendere pubblici documenti e decisioni. Non si esclude che le relazioni tecniche di Anas possano essere vagliate da professionisti locali e consulenti per approfondire e trovare soluzioni meno impattantI. Si temono le normali turnazioni feriali, oltre al rischio che il cantiere sia talvolta deserto, come accaduto in passato e pure negli ultimi mesi. Stirati potrebbe chiedere un piano di lavori che riduca le tempistiche, sulla spinta di chi ritiene che una bretella di collegamento del genere debba prevedere turni per 24 ore su 24, compresi i festivi. Resta infine il discorso sulla strada alternativa a valle della galleria che è stata sistemata, ma a causa della larghezza ridotta, presenta dei grossi rischi nel doppio senso di circolazione - per le sole autosenza piazzole né vie di fuga per un deflusso meno problematico. Il rimedio può essere il semaforo per limitare i danni.
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