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GIANNI FIORUCCI E LE SFIDE PER RILANCIARE GUBBIO
Gianni Fiorucci, quali sono le esperienze più significative del suo percorso nel sindacato?
“È un percorso segnato dalla passione per la rappresentanza sociale che ho maturato fin da giovane, portandomi a contribuire alla nascita dei primi comitati studenteschi in città. Grazie a questi sono entrato in contatto con la Cgil, che mi ha offerto l’opportunità di seguire il settore delle costruzioni, dal territorio fino in segreteria nazionale. In questo ruolo ho avuto l’opportunità di misurarmi con sfide significative come i rinnovi dei contratti, su temi innovativi comela conciliazione dei tempi di vita e di lavoro,la democrazia economica, oltre a realizzare programmi di sviluppo presso il Mise per la riqualificazione dei territori interessati dalle crisi occupazionali.Sono stati 25 anni di sindacato ricchi di risultati ottenuti al fianco dei lavoratori”.
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Quale contributo sta offrendo al territorio con il nuovo incarico?
“Da due anni sono tornato in Umbria e, tra le altre cose, mi occupo proprio di sviluppo sostenibile, e con l’aiuto di associazioni come Nuove Ri-Generazioni, che ci supporta nel lavoro di ricerca e progettazione, stiamo avanzando proposte in tutti i territori, Gubbio compreso, per cogliere le opportunità di sviluppo determinate dalla nuova fase aperta dal Next Generation Eu, per vincere la sfida tecnologica, digitale, ambientale ed energetica. Contribuire alla realizzazione del Ngeu è fondamentale perché per la prima volta in Europa si afferma una politica espansiva che guarda alle nuove generazioni, in netta contrapposizione con le spinte regressive sovraniste e di austerità. Promuovere progetti attuativi del Pnrr, rappresenta un’opportunità per i territori, oltre che una scelta di indirizzo politico verso la sostenibilità e la coesione sociale, non certo per rifare parcheggi o asfaltare le strade”.
Che fine ha fatto la proposta di sviluppo per Gubbio?
“La nostra proposta realizzatasull’area vasta del Nord Est dell’Umbria (ambito che la rende più incisiva), è stata presentata un anno fa all’amministrazione comunale ed a tutti i gruppi consiliarisenza nessun riscontro. Per fortuna registriamo molto interesse da parte di cittadini, imprese eassociazioni, in particolare sull’analisi dettagliata dell’economia del territorio, oltre che sulle proposte di rilancio occupazionale, continueremo a lavorare.
Quali sono le condizioni del territorio?
“L’aumento del costo della vita, la precarietà e l’indebolimento delle protezioni sul lavoro dovute all’eccessiva frammentazione del sistema produttivo, stanno determinando un aumento considerevole delle disuguaglianze in tutto il paese,nel nostro territorio più che in altri. Viviamo in un’area interna, caratterizzata da debolezza infrastrutturale martoriata da numerose crisi,a causa delle quali abbiamo ancora ferite aperte, e i nostri comuni sono quelli che perdono più abitanti e registrano redditi più bassi. Tra tante difficoltà abbiamo anche punti di forza, in particolare nei settori tradizionali, come il cemento e l’indotto, sui quali per avere una prospettiva occorre impegnarci a realizzarne la transizione. E i settori dell’accoglienza turistica e dell’artigianato, rafforzandone la capacità di creare valore stabile e livelli occupazionali di qualità. Non partiamo da zero, ma non possiamo stare fermi”.
In questo contesto cosa fare in ambito sociale e del lavoro?
“Prima servono sostegni immediati ai più fragili, ma questo non basta: se vogliamo una società più giusta e inclusiva, servono scel- te forti in grado di cambiare completamente il nostro modello. Occorre promuovere nuovo lavoro stabile e di qualità eliminando la precarietà,partendo dal sostegno alle imprese che scelgono di collocarsi nella fascia alta della competizione attirando investimenti su settori innovativi. Su questo è fondamentale dotare la pubblica amministrazione di adeguate competenze (sportello per l’impresa). Occorre poi legare alla nuova occupazione anche nuovi diritti, in particolare per giovani e donne, su formazione continua e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ma anche potenziando il raccordo tra sistema dell’istruzione e mondo del lavoro, creando percorsi tutelati”.
Su questi temi si aspetta risposte dalla politica?
“Per raggiungere questi obiettivi serve una nuova politicain grado di voltare pagina rispetto agli anni del liberismo sfrenato, che ha prodotto disuguaglianze e crisi, ripartendo dal protagonismo delle istituzioni pubbliche nei processi economici con capacità di programmare e incidere sulle distorsioni del mercato. Una politica orientata al rafforzamento dei sistemi di protezione sociale e d’istruzione, sanità e scuola. Non è un caso che la maggior parte dei cittadini nelle ultime tornate elettorali non sono andati a votare, in particolare quelli con più bisogni, per i quali l’opzione di votare il meno peggio non è più accettabile”.
Quindi dobbiamo aspettare che passi la nottata?
“Se vogliamo bene alle nostre comunità non possiamo aspettare. Dobbiamo impegnarci tutti in prima persona per realizzare questo cambiamento politico, inaugurando un processo di partecipazione dal basso”.
È possibile che questa svolta avvenga nei partiti o servono soggetti nuovi?
“Vedo positivamente l’ascesa del Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini a segretario del Pd nazionale, concreto e capace, ma è evidente che il compito di rianimare un Pd stremato sarà difficile e lungo. Non credo che a Gubbio avremo tutto questo tempo. Per questo penso che un cambiamento possa avvenire anche fuori dai Partiti tradizionali, soprattutto se questi rimangono chiusi nelle piccole oligarchie autoreferenziali. Ai cittadini che vogliono offrire il proprio contributo servono spazi aperti,che favoriscano il confronto ed il dialogo,per tradurre le proprie idee in proposte e opportunità reali. Se i partiti non sono in grado di fare questo è giusto che i cittadini si organizzino in proprio. In questo senso vedo positivamente la nascita di nuove associazioni culturali, esperienze da sostenere e moltiplicare”.
Su quali parole d’ordine si dovrebbe basare questa nuova partecipazione?
“Progettare Gubbio come una città europea, libera e autonoma dai condizionamenti dei poteri economici e politici che si muovono fuori dall’interesse generale della nostra comunità. È questo l’orizzonte su cui costruire una nuova visione, con la quale progettare un futuro in linea con le strategie europee. Accoglienza e integrazione, uguaglianza e nuove opportunità,diritto ad un lavoro dignitoso, conciliandolo con la salute, diritto allo studio, imprimere una svolta ambientale e tecnologica, la riqualificazione urbana e la mobilità sostenibile. Saranno questi gli ambiti dove i cittadini saranno chiamati ad offrire il proprio contributo al rilancio di Gubbio”. R. BAR.