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TASSO E FIORUCCI SPARIGLIANO LE CARTE GORACCI CI RIPROVA

IL VICESINDACO ORA È IN CAMPO: LO ZIO CLAUDIO , FONDATORE DEI LED, GIÀ LAVORA PER LA SUA CANDIDATURA

LEI HA DECISO DI RINUNCIARE, AL MOMENTO, AL POSTO DI DIRIGENTE COMUNALE DELL’URBANISTICA

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IL DIRIGENTE DI BANCA VERSO L’APPOGGIO DEL PD.

L’EX SINDACO INVECE PENSA DI FARE L’ENNESIMA

CORSA ASPETTANDO LUMI DAL PROCESSO TRUST di MASSIMO BOCCUCCI

Ci ha ripensato Alessia Tasso. Meglio farsi eleggere sindaco nel 2024. Per fare il dirigente dell’urbanistica al Comune di Gubbio c’è tutto il tempo, anche perché il sindaco (chiunque sarà) ha in mano la carta della nomina fiduciaria senza concorso pubblico, come ha fatto Filippo Mario Stirati che a febbraio 2022 dopo il pensionamento dell’ingegnere Luigi Casagrande ha scelto la soluzione interna con Paolo Bottegoni che resterà in carica almeno fino alla scadenza del mandato del sindaco nel 2024 (poi si vedrà). Il vicesindaco ha escluso che sia interessata alla nomina fiduciaria e semmai se ne potrebbe parlare in presenza di un concorso. Questo passaggio, rivelato dalla stessa Alessia Tasso, apre le porte alla candidatura a sindaco.

ZIO CLAUDIO. La riserva sarebbe stata sciolta e in campo è già sceso l’illustre zio, il geometra Claudio Tasso, anima e fondatore del movimento civico Liberi e Democratici (LeD) di cui è stato coordinatore e resta un dirigente in prima linea. Zio Claudio ha già aperto contatti con pezzi della sinistra, compresi dirigenti vecchi e nuovi del Pd, perché la tattica è risaputa. L’ha insegnata benissimo a tutti Orfeo Goracci nel 2001 e 2006: spaccare il Pd con i dirigenti che restano dentro fino agli ultimi mesi e poi escono portandosi via i voti. Claudio Tasso ha cominciato a parlarne e a fare sondaggi sul gradimento verso la nipote Alessia che alle ultime elezioni Comunali del 2019 è stata campionessa di preferenze (639, la più votata, circa il doppio del 2014). Per la successione di Stirati restano in campo anche Vittorio Fiorucci (progetto civico trasversale provando a coinvolgere una parte del Pd), Leonardo Nafissi (progetto di centrosinistra con il Pd e settori dell’attuale maggioranza), Ubaldo Gini e Mattia Martinelli (pensa a loro il centrodestra).

REBUS FIORUCCI. Vittorio Fiorucci passa dal centrodestra, con cui si è candidato alle elezioni regionali nel 2019, al Pd? La benedizione alla candidatura a sindaco di Anna Ascani, con la quale si è incontrato, apre questo scenario. Il dirigente di banca si prepara a un’alleanza trasversale ma con il Pd che potrebbe diventarne il perno. Nel Pd non è detto che resti segretario Massimiliano Grilli, al quale il partito a Perugia sarebbe pronto a offrire un incarico di responsabile settore sport.

L’INSAZIABILE. Chi lo conosce bene, assicura che Orfeo Goracci non mollerà. Lo considerano, specie gli avversari politici, un insaziabile della politica e in molti sensi tra effetti diretti e collaterali. L’ex sindaco potrebbe riprovarci. Il condizionale è d’obbligo, perché ancora non ha esternato al proposito ricordando che nel 2019 - una volta eletto in Consiglio Comunale utilizzando in pratica le sue liste a sostegno per garantirsi un posto - aveva annunciato che avrebbe esercitato da consigliere di minoranza per metà mandato per poi lasciare lo scranno a palazzo Pretorio a un altro ma ha fatto marcia indietro preferendo restare al suo posto, motivandolo con la storia della baruffa scoppiata perché era incompatibile il suo incarico istituzionale con il contenzioso da lui avviato (perso in primo grado) contro il Comune per avere un risarcimento di spese legali per 18mila euro legate all’inchiesta Trust.

LO SCENARIO. Aspettando lumi dal processo Trust con l’atteso epilogo del primo grado, Goracci sarebbe pronto ad attuare la stessa strategie del 2019 quando si candidò a sindaco contro Stirati, Marzio Presciutti Cinti, Rodolfo Rughi, Filippo Farneti e Marco Cardile infischiandosene del fatto che i comunisti sostengono tradizionalmente come un inquisito, imputato e condannato non debba candidarsi né ricoprire ruoli politico-istituzionali. Era circolata la sua intenzione di lanciare Gabriele Tognoloni, già in passato al suo fianco, ma adesso questo sembra diventato in realtà soltanto un depistaggio e il modo per tirare dentro Tognoloni a fare il leader di una lista civica in appoggio. Goracci sa bene che le due liste nel 2019 con i suoi 2.140 voti gli servirono per entrare in Consiglio Comunale e tutti gli altri hanno portato solamente l’acqua al suo mulino.

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