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RITA CECCHETTI: “OPERAZIONI IMPORTANTI SU PERSONALE E PATRIMONIO”
INTERVISTA ESCLUSIVA CON L’ASSESSORE RIENTRATA NELLA GIUNTA STIRATI A GENNAIO 2021 CON IL CAMBIO DELLE DELEGHE RISPETTO AL PRECEDENTE QUINQUENNIO. I CONCORSI PER LE NUOVE ASSUNZIONI A PALAZZO PRETORIO E LA CESSIONE DI BENI COMUNALI PER OLTRE UN MILIONE DI EURO
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di MASSIMO BOCCUCCI
Assessore Rita Cecchetti, dal suo ritorno nel gennaio 2021 cos’è cambiato, secondo lei, nell’azione amministrativa della Giunta Stirati?
“Al momento del rimpasto la maggioranza ha firmato, rinnovandolo, il programma dell’Amministrazione. Da allora, all’interno della Giunta il clima è cambiato e si è sviluppata, senza che venisse meno il confronto, una maggiore coesione”.
In cosa si sta rivelando diverso il secondo mandato rispetto al primo di Stirati?
“Il primo mandato è iniziato dopo la vicenda Trust, la maggioranza che aveva mandato a casa il sindaco Diego Guerrini e un anno di commissariamento. Occorreva rilanciare la città e lo abbiamo fatto. Il secondo mandato ha dovuto confrontarsi con il Covid, che ha rallentato i cantieri e annullato le manifestazioni. L’attuale crisi energetica, con l’aumento dei costi, ha reso più complessa l’attività dei Comuni: ignorarlo non restituirebbe un quadro corretto della situazione degli enti locali”.
Si è mai chiesta perché Stirati nel 2019 non l’ha confermata come vicesindaco con le deleghe a servizi sociali, sanità, istruzione, pari opportunità ed edilizia socio-residenziale?
“Il sindaco Stirati aveva espresso l’esigenza che nel secondo mandato fosse privilegiata la scelta di amministratori giovani per avviare il passaggio del testimone. Per quanto mi riguarda, ritenevo di aver raggiunto la maggior parte del programma che mi ero prefissata: l’apertura del centro presso la Torraccia, le case di Madonna dei Perugini, la gestione associata per la Zona sociale 7. La consideravo un’esperienza conclusa, almeno per questa delega”.
Cos’ha trovato nel dover gestire personale e patrimonio subentrando dopo il rimpasto?
“Il patrimonio non aveva mai avuto un assessore dedicato, e trattandosi di un settore trasversale forse è stato in parte sottovalutato da chi aveva deleghe più importanti. Al personale occorreva invece avviare le procedure concorsuali dopo le restrizioni dovute alle normative che impedivano di sostituire i pensionamenti se non in misura limitata. Con l’applicazione di quota 100 e con lo sbloccarsi delle assunzioni, chi mi ha preceduto ha dovuto reperire nel più breve tempo possibile circa 23 persone per evitare che si bloccassero gli uffici: è stato fatto attingendo, in modo assolutamente legittimo, ad altre graduatorie”.
Quali risultati sono stati raggiunti?
“Ho ritenuto necessario rilanciare il patrimonio lavorando per la vendita degli immobili, che ha avuto un notevole riscontro, pari a circa un milione e centomila euro. Si è lavorato anche sul mantenimento di presidi come Inail, Giudice di pace e Agenzia delle entrate, il rinnovo delle convenzioni con le associazioni, il nuovo regolamento dei fitti agrari. Per quanto riguarda il personale, il mandato era chiaro: realizzare un’analisi organizzativa e fare concorsi. Dall’analisi è emerso che il Comune dovesse acquisire maggiori professionalità tecniche e amministrative, avviando invece l’esternalizzazione per manutenzioni e altri servizi. I concorsi sono stati in parte realizzati, da concludere entro l’autunno. Si potrà dunque fruire di quattro graduatorie per: ingegneri, vigili urbani, istruttori amministrativi e direttivi garantendosi così un’autonomia almeno per i prossimi due-tre anni”.
Come valuta il fatto che lei non è mai stata in tutti questi anni al centro di attacchi personali né di grosse polemiche?
“È difficile rispondere: in realtà la mia adesione alla sinistra è stata costante nel tempo, posso dire solo che il lavoro professionale mi ha abituato ad assumere un approccio istituzionale che mi ha accompagnato anche nel momento di svolgere un ruolo politico amministrativo. Dal mio operato emerge però che ho fatto sempre scelte di sinistra, vedi il potenziamento dei servizi sociali pubblici, la difesa dei diritti delle donne e di tutte le altre forme di espressioni di libertà sessuale”.
Pensa che nei confronti di un assessore donna ci sia a Gubbio un atteggiamento diverso da parte dell’opinione pubblica o degli osservatori?
“Non credo che sia un problema solo di Gubbio. Le leggi sono cambiate a favore delle donne, ma un vero mutamento culturale è ancora lontano”.
Che erediterà lascerà Stirati, a suo avviso, nel 2024?
“Una città più inclusiva e auspico consapevole del ruolo che riveste non solo a livello locale. Dagli antichi umbri a Federico da Montefeltro, la storia ci insegna che Gubbio non può essere solo un piccolo Comune a ridosso dell’Appennino”.
Ha idea di chi potrà essere successore e cosa dovrà mettere in campo?
“Non ho idee in proposito, so solo che dovrà affrontare, come tutti i sindaci, un lavoro estremamente impegnativo per un Comune che ha un territorio vastissimo e solo 30mila abitanti. Sicuramente dovrà avere una visione di prospettiva e non limitarsi ad amministrare la quotidianità”.
Lei si riproporrà per un nuovo mandato da consigliere comunale ed eventualmente da assessore se glielo chiederanno?
“Oggi la considero un’esperienza impegnativa, coinvolgente e conclusa”.