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Ragazze Elettriche, il fascino irresistibile delle dinamiche di potere
Le pagine inquietanti e particolari di questo racconto prendono vita dalla penna di Naomi Alderman in un susseguirsi di surreali e violentissimi colpi di scena, in grado di mettere in evidenza le dinamiche malsane dei rapporti di potere che creano gerarchie ingestibili e ingiuste anche in una condizione, solo apparente, di equilibrio ristabilito e di riscatto ottenuto.
Ragazze Elettriche racconta di un tempo futuro, non troppo distante dal presente, in cui la gerarchia patriarcale di amministrazione e sfruttamento del potere non è più appannaggio degli uomini, ma è sotto il potere completo e totale delle donne che la amministrano con una violenza e un dolore mai sperimentati prima: le ragazze di questo immediato futuro sono, infatti, in grado di infliggere, a loro piacimento, dolore e morte somministrando atroci scariche elettriche che sgorgano dalle loro mani e provengono da una “matassa” situata alla base delle clavicole. Molti sono gli uomini fatti prigionieri, seviziati e uccisi in un clima cupo e sofferente dove le gerarchie sembrano rovesciarsi e nutrirsi del rancore sopito e successivamente esploso in una ven- detta inarrestabile.
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Ragazze elettriche si serve di una narrazione difficile e, a tratti, perturbante, che sembra accordarsi con i toni distopici e fantascientifici de Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood dal quale però non traspare alcuna traccia di rivendicazione femminile: la descrizione di questo mondo futuro non è un tentativo femminista di affermare l’esigenza di una gestione del potere da parte dell’universo delle donne, ma è un tentativo di condanna dei rapporti di potere. Le protagoniste, come delle moderne Circe, seviziano gli uomini, li torturano e li sottopongono al dolore e alla sofferenza nutrendosi di un piacere sadico che si connette a quella forma di potere, che va al di là del genere e che, con esso, non ha nulla a che vedere.
La violenza che traspare dalle pagine di questo racconto è un qualcosa che provoca disturbo nel lettore, misto a un sentimento di rabbia e risentimento in grado di farci riflettere su quanto nociva sia, per l’essere umano in generale, la gestione totale del potere sugli altri o, addirittura, la semplice consapevolezza di possederlo.
All’insolito posto a cura di CLAUDIA BOCCUCCI
Come immergersi in un luogo decisamente suggestivo. A metà strada tra Norcia e Spoleto, l’ex ferrovia è stata trasformata in un percorso ciclopedonale immerso nel verde. La ferrovia dismessa è la meta perfetta per gli amanti del trekking, escursioni e bike, offre un percorso di 51 chilometri e per realizzarlo sono state scavate 19 gallerie, di cui la più lunga si estende per 2 chilometri. La ferrovia Spoleto-Norcia è stata inaugurata nel 1926 e dopo un periodo di chiusura durante la Seconda Guerra Mondiale, rimase attiva fino al 1968. Oggi rappresenta un emblema della ferrovia alpina per le sue peculiarità. Pendenza ridotta, ponti, acquedotti e gallerie: perciò viene considerata un capolavoro d’ingegneria. Tra natura dirompente e borghi sospesi nel tempo, la terra presenta ancora