DPRT O.D.S.A. I paesi della Vita Ciclica

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Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale (Legge Regionale 29 luglio 2008, n째 21) ORTELLE - DISO - SPONGANO - ANDRANO

I PAESI DELLA VITA CICLICA


INDICE Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale ORTELLE - DISO - SPONGANO - ANDRANO I PAESI DELLA VITA CICLICA 1. PREMESSE 1.1 Guida alla lettura del documento programmatico 1.2 La legge regionale 21/2008 e la nuova stagione urbanistica pugliese 1.3 La governance “inclusiva” del DPRT

pag. 6 pag. 6 pag. 7

2. IL SISTEMA DELLE CONOSCENZE 2.1 2.2 2.3 2.4

Analisi geografico-insediativa Analisi socio-demografica Analisi economica e occupazionale Analisi Paesistico e Ambientale

pag. 8 pag. 15 pag. 24 pag. 34

3.

LE PROSPETTIVE PROGRAMMATICHE: IDEA-GUIDA E AMBITI STRATEGICI

3.1 Quadro di riferimento e immagini del sistema territoriale pag. 40 3.2 Idea guida e strategie di intervento pag. 49 3.3 Ambiti strategici di intervento pag. 53 3.3.1 Ambito strategico A: i centri insediati come luoghi della vita ciclica -strategia di intervento -visione prospettica -interventi e azioni puntuali 3.3.2 Ambito strategico B: i luoghi delle centralità turistiche come incontri autentici -strategia di intervento -visione prospettica

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-interventi e azioni puntuali 3.3.3 Ambito strategico C: le connessioni dolci e sostenibili come rete e tratto distinguente -strategia di intervento -visione prospettica -interventi e azioni puntuali 3.3.4 Ambito strategico T: il patrimonio immateriale e le connessioni lunghe come volano rigenerativo -strategia di intervento -visione prospettica -interventi e azioni puntuali 3.4 Quadro unitario degli interventi pag. 124 3.5

Obiettivi strategici e obiettivi specifici

4.

CRITERI PER LA VALUTAZIONE DELLA FATTIBILITÀ DEL PROGRAMMA

4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6

pag. 126

Ossatura di ODSA : Idea Guida e strumenti pag.134 Il quadro logico del sistema ODSA pag. 134 Quadro di coerenza interna pag. 142 Quadro di coerenza esterna pag. 143 Indicatori di risultato per le attività pag. 146 Valutazione della fattibilità dei singoli interventi inseriti nel programma pag. 146 4.7 Iniziative per assicurare la partecipazione civica e il coinvolgimento di altri enti e delle forze sociali, economiche e culturali alla elaborazione e attuazione dei programmi pag. 146

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4.8 Soggetti pubblici che si ritiene utile coinvolgere nella elaborazione, attuazione e gestione dei programmi e le modalità di selezione dei soggetti privati 5. 5.1 5.2 5.3

Il PERCORSO PIANIFICATORIO PARTECIPATO La visione strategica della P.A.: il Meta-swot La mappa partecipata dei bisogni: “l’indagine ascolto” L’atlante partecipato dei punti di forza e di debolezza della cittadinanza. 5.4 Azioni peculiari comunali: cuntame_mo 01, cuntame_mo 02

pag. 147

pag.148 pag.149 pag.150 pag.151

Allegati ALLEGATO “1”: Report degli incontri partecipati ALLEGATO “2”: Report del processo partecipato “Cuntame_mo 01”

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1 PREMESSE 1.1. GUIDA ALLA LETTURA DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO Il Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale è organizzato in cinque capitoli e in alcuni allegati tecnici. Il primo capitolo ha carattere introduttivo. Il secondo è un capitolo di inquadramento e descrizione approfondita del territorio in esame. Il terzo esplicita le visioni di territorio, l’idea-guida, le strategie e gli ambiti d’intervento. Il quarto capitolo è composto dal quadro logico d’insieme, dal quadro di coerenza esterna e dalle linee guida per l’attuazione. Il quinto e ultimo capitolo focalizza il sistema inclusivo della governance e la processualità partecipativa, atto fondativo del percorso di scrittura e montaggio dello stesso documento. Sembra opportuno segnalare dove si ritrovano le componenti principali di questo atto, con esplicito riferimento all’articolo 4 della legge regionale sulla rigenerazione. a) Gli obiettivi di riqualificazione urbana, inclusione sociale e sostenibilità ambientale da perseguire a livello comunale o intercomunale, si rinvengono nella parte conclusiva del capitolo 3, ordinati per ambiti di intervento. Proseguono all’inizio del capitolo 4; b) gli ambiti territoriali da sottoporre a programmi integrati di rigenerazione urbana, sono da ricercare all’interno del capitolo 3, organizzati secondo 3 macro-ambiti strategici di riferimento, che ne rendono veloce e agevole la lettura;

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c) le politiche pubbliche (abitative, urbanistiche, paesaggisticoambientali, culturali, socio-sanitarie, occupazionali, formative e di sviluppo, che concorrono al conseguimento degli obiettivi di cui alla lettera a) si ritrovano nel capitolo 3 e 4; d) le iniziative per assicurare la partecipazione civica e il coinvolgimento di altri enti e delle forze sociali, economiche e culturali alla elaborazione e attuazione dei programmi, si ritrovano sia nel capitolo 4 come regole di attuazione dei programmi territoriali, sia nel capitolo 5, a modellazione del sistema di governance inclusiva, con richiami ai processi partecipati già avviati; e) i criteri per valutare la fattibilità dei programmi si ritrovano nel capitolo 4 come linee guida per la redazione dei nuovi programmi; f) i soggetti pubblici che si ritiene utile coinvolgere nella elaborazione, attuazione e gestione dei programmi e le modalità di selezione dei soggetti privati, sono trattati nello stesso capitolo 4.

1.2. LA LEGGE REGIONALE 21/2008 E LA NUOVA STAGIONE URBANISTICA PUGLIESE II Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale è uno strumento di indirizzo sovracomunale propedeutico alla redazione di programmi territoriali della rigenerazione, cosi come previsto dalla L.R. 21/2008. La rigenerazione urbana nasce dall’obiettivo di riqualificare parti di territorio contraddistinte, non solo da carenze infrastrutturali e dal degrado fisico dei luoghi, ma anche da problematiche socio-economiche. I programmi di rigenerazione territoriale devono saper affrontare e risolvere in maniera sinergica la complessità delle criticità urbane, legate oggi a fattori di diversa natura. Un programma di

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rigenerazione è, dunque, per sua stessa intenzione, un sistema di azioni e interventi integrati. L’integrazione delle azioni, assieme alla sostenibilità ambientale sociale ed economica ed insieme alla partecipazione civica degli abitanti, è uno dei pilastri del nuovo modo di intendere e attuare le politiche pubbliche urbanistiche. Il modello proposto dalla L.R.21/2008 è il frutto di una lunga stagione di innovazione delle politiche pubbliche in campo urbanistico e territoriale. Non si può non fare esplicito riferimento alle esperienze nazionali e regionali di programmazione complessa. Dagli anni ’90, la programmazione complessa fornisce soluzioni innovative ai limiti mostrati dai processi e dagli strumenti di pianificazione tradizionali e funge da propulsore delle trasformazioni urbane e territoriali. Le riflessioni e le sperimentazioni avviate dalla Regione Puglia, prima in Italia a dotarsi di una legge sulla rigenerazione urbana, con i Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana, puntano alla definizione di strumenti ordinari di governo per promuovere la rigenerazione di sistemi urbani, per migliorarne le condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche e culturali, con la partecipazione degli abitanti ed il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati interessati. Le linee guida tracciate dalla legge definiscono il quadro normativo entro il quale armonizzare gli strumenti di rigenerazione urbana di matrice comunitaria (PO FESR 2007-2013) con la pianificazione urbanistica ordinaria. Con la Legge Regionale 21/08, la Regione Puglia promuove la rigenerazione di parti di città e sistemi urbani, in coerenza con strategie comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani e mediante strumenti di intervento

elaborati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati. Con il P.O. FESR 2007-2013, nell’ambito del Programma Pluriennale di Attuazione relativo all’ Asse VII, la Regione Puglia ha individuato tra gli altri, l’obiettivo specifico di promuovere la rigenerazione di sistemi urbani attraverso la valorizzazione delle risorse storico-culturali e ambientali e il contrasto dell’abbandono. Conseguentemente, esso si traduce in Rigenerazione territoriale, attraverso piani integrati volti al rafforzamento, riqualificazione, razionalizzazione e, dove necessario, disegno delle reti funzionali e delle trame di relazione che connettono i sistemi di centri urbani, con particolare riguardo a quelli fortemente connessi (o con elevato potenziale di connessione), dal punto di vista naturalistico e storico-culturale.

1.3. LA GOVERNANCE “INCLUSIVA” DEL DPRT Questo documento programmatico è preliminare e propedeutico alla definizione dei programmi attuativi di rigenerazione, veri strumenti operativi di trasformazione integrata dei territori e, dunque, di sviluppo territoriale. Lo strumento tecnico di inquadramento territoriale, specie in territori sguarniti di visioni comunali complessive, è anche uno strumento utile a fornire letture approfondite delle dinamiche in corso, nonché a restituire a pieno le potenzialità di integrazione che si possono ritrovare. Questo documento ha il dovere di essere uno strumento di natura tecnico-programmatica per la definizione degli ambiti di rigenerazione e la pianificazione delle azioni di rigenerazione territoriale e, allo stesso tempo, uno strumento di indirizzo politico e di linee guida della geografia rigenerativa, delle priorità e delle

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modalità di attuazione. Il DPRT dei Paesi della Vita Ciclica ha voluto intraprendere con convinzione e intensità la modalità partecipata per la riflessione e l’elaborazione collettiva di una strategia di sviluppo condivisa. A tal fine, si sono messi in atto da subito percorsi partecipati di analisi e ricognizione dei tratti fondativi e identitari del contesto socioeconomico, delle esigenze stesse e delle potenzialità inespresse. Per questo è stata elaborata un’architettura di relazioni complesse tra il gruppo tecnico incaricato, i tecnici delle amministrazioni coinvolte, la sfera politico-istituzionale, non solo a livello comunale, e parti importanti della cittadinanza attiva. La stessa idea-guida di sviluppo del territorio è figlia della ricerca– azione sul territorio, di analisi approfondite con testimoni privilegiati, incontri partecipati, condotti tramite metodologie strutturate inclusive. La stessa definizione degli ambiti e delle 3 strategie di lettura e azione sono dettate da continui colloqui con la sfera tecnica e con quella politica. L’ individuazione delle politiche immateriali di sviluppo del territorio, esplicitamente rivolte alle nuove tecnologie, sono state elaborate insieme alle realtà più attive ed ai giovani. Si è immaginato un sistema di governance multilivello inclusivo, ossatura significativa di ODSA, per tutte le azioni future, per governare con il territorio.

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2 IL SISTEMA DELLE CONOSCENZE 2.1 ANALISI GEOGRAFICA - INSEDIATIVA Il territorio ODSA – i paesi della vita ciclica, si estende per una superficie complessiva di 49,11 Kmq e comprende 4 comuni: Andrano, Diso, Ortelle, Spongano. L’intero territorio si affaccia per 4,3 kilometri lungo il mare Adriatico, leggermente a meridione rispetto a Punta Palascìa, longitudine più a est d’Italia. Costituisce, dunque, parte del Canale d’Otranto lasciandosi a meno di 100 kml le coste dirimpettaie dell’Albania e della Grecia. I quattro comuni sono tra loro limitrofi e compongono un assetto territoriale fortemente riconoscibile, per caratteri geografici, paesaggistici e insediativi. Dal punto di vista geomorfologico il territorio è sostanzialmente pianeggiante, raggiungendo una altitudine massima di 135 metri sul livello del mare. La grande pianura salentina dirada verso il mare attraverso un sistema di scoscese ripide tanto che la costa rocciosa del territorio ODSA prende, infatti, spesso la forma di alte falesie a picco. Il territorio è posizionato nella parte sud orientale della provincia di Lecce. Dista dal capoluogo di provincia dai 40 ai 48 km. Si accede percorrendo la statale 16 sino a Maglie e poi la statale 275 o la Provinciale 81. Le ferrovie del Sud Est attraversano la parte interna del territorio ODSA con la tratta Lecce-Zollino-Gagliano del capo, grazie alle stazioni di Spongano e Castiglione d’Otranto.

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Le forme insediative tipiche sono caratterizzate dalla sostanziale diffusione storica dei centri abitati entro una piana complessivamente ancora rurale. I quattro comuni sono costituiti infatti da ben sette paesi, 4 capoluoghi e 3 frazioni, e da due località marine. Il Comune di Ortelle si estende per 9,95 Kmq ed è quello posizionato più a nord. Il Comune è composto da due distinti paesi, Ortelle e la frazione Vignacastrisi. Il Comune di Diso si estende per 11,56 Kmq e risulta centrale all’interno del territorio ODSA. E’ composto da due centri abitati, Diso e la frazione Marittima, oltre che da una località marina denominata Marina di Marittima. Questo comune ha, infatti, circa 2,5 km di costa. Il Comune di Spongano occupa 12,13 Kmq ed è il Comune più a Ovest del territorio ed è costituito dal solo centro abitato di Spongano. Il Comune di Andrano si estende per 15,47 kmq, e rappresenta la parte più a sud del nostro territorio. E’ costituito anch’esso da due centri abitati, Andrano e Castiglione d’Otranto e da una marina, denominata appunto Marina di Andrano. Anche questo Comune si estende per 3 Kilometri sul mar Adriatico.

comuni della provincia di Lecce. Tre dei Comuni, Andrano, Diso e Spongano formano da tempo un’ unione dei Comuni, mentre, il quarto comune, Ortelle, è inserito in una diversa Unione dei Comuni, insieme a Castro, Santa Cesarea e Minervino di Lecce. Per quanto riguarda le altre interpretazioni amministrative legate alle politiche pubbliche di scala sovra locale, il territorio ODSA, rientra entro il Piano di Zona di Poggiardo; entro l’ ambito territoriale ottimale ATO2 della provincia di Lecce, entro l’area vasta Salento 2020 con capofila Casarano, entro il Sistema Culturale Ambientale di Otranto. I comuni del territorio ODSA si distinguono per essere inseriti entro una geografia istituzionale e amministrativa coerente e ormai strutturata, essendo inseriti sempre tutti e 4 entro lo stesso raggruppamento sub-provinciale di livello politico-amministrativo. Condizione non semplice da ritrovare entro il mosaico polverizzato dei livelli intermedi di governo che caratterizzano la provincia di Lecce.

I comuni che compongono il territorio ODSA sono tutti piccoli comuni non dotati di infrastrutturazioni e servizi di secondo grado nei settori scolastici, sanitari e commerciali. Per tali funzioni sono in un legame di dipendenza da altri centri urbani della Provincia di Lecce. Tra tutti, Maglie a nord, che dista meno di 10 kilometri, e Tricase a sud. Anche le stesse interpretazioni e statistiche ISTAT denotano il territorio come un territorio appartenente a due sistemi locali del lavoro: Otranto-Maglie e Tricase, e ne descrivono un pendolarismo quotidiano. Dal punto di vista amministrativo-istituzionale, tutti i comuni sono Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica

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ODSA - I PAESI DELLA VITA CICLICA

ASSETTO ALTIMETRICO TERRITORIO ODSA

ORTELLE

SPONGANO

VIGNACASTRISI

DISO

MARITTIMA

MARINA DI MARITTIMA CASTIGLIONE D'OTRANTO

ANDRANO

MARINA DI ANDRANO DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI RIGENERAZIONE TERRITORIALE

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Tav. 1 - Densità della popolazione nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia

2.2 ANALISI SOCIO-DEMOGRAFICA 2.2.1 La struttura demografica dei comuni dell’ODSA

Area

L’analisi che segue si pone l’obiettivo di fornire un quadro dell’area oggetto del DPRT sotto il profilo socio-economico. Le fonti utilizzate sono i dati statistici del censimento 2001 e il sito internet dell’Istat http://www.demo.istat.it. La definizione del contesto dei comuni dell’ODSA partirà dall’esame delle variabili demografiche, per poi procedere alle altre variabili socio-economiche. L’area dell’ ODSA ricopre una superficie territoriale pari a 49,11 kmq ed è abitata da 14.451 residenti, con una densità abitativa uguale a 294,3 ab/kmq. Quest’ultimo dato risulta essere del tutto simile a quello della Provincia di Lecce (295,57ab./kmq) e notevolmente inferiore a quello regionale (211,35ab./kmq). I comuni dell’ODSA al 31 dicembre 2010 possiedono una popolazione residente pari a 14.451 abitanti, il comune maggiormente abitato risulta essere Andrano, con una popolazione residente uguale a 5.049, seguito da Spongano (3.7999), Diso (3.175) e infine Ortelle (2.428). La popolazione dei comuni dell’ODSA rispetto alla popolazione della Provincia di Lecce risulta essere l’ 1,8% e rispetto a quella regionale lo 0,3%.

Comuni ODSA Provincia Lecce Regione Puglia

Densità della popolazione (ab./kmq) 294,3 295,57 211,35 Fonte ISTAT

Densità della popolazione (ab./kmq) 350 300

.

295,57

294,3

250

211,35

200 150 100 50 0 Com uni ODSA

Provincia Lecce Com uni ODSA

Regione Puglia

Provincia Lecce

Regione Puglia

Tav. 2 - Popolazione residente nei comuni dell’ODSA al 2010 Comune Ortelle Diso Spongano Andrano

Totale

Popolazione residente 2.428 3.175 3.799 5.049

14.451

Fonte ufficio anagrafe (comuni ODSA)

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La struttura demografica dei comuni dell’ODSA suddivisa per sesso e classi di età ci consente di ottenere un quadro maggiormente dettagliato. Nello specifico nei comuni il sesso femminile risulta essere sempre maggiore rispetto a quello maschile ma solo di qualche centinaia di unità in più.

Popolazione residente nei comuni dell' ODSA al 2010

2.428 5.049

3.175

Tav. 4 - Popolazione residente nei comuni dell’ODSA al 2010 per sesso

3.799

Ortelle

Diso

Spongano

Andrano

Fonte ufficio anagrafe (comuni ODSA)

Tav. 3 - Popolazione residente nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia Area Comuni ODSA Provincia Lecce Regione Puglia

Area Ortelle Diso Spongano Andrano Totale

Popolazione residente nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia 4.500.000

4.091.259

4.000.000

2.425

2.500 2.000

3.000.000

1.000

1.159 1.269

1.467

1.708

1.788

2.624

2.011

500

2.000.000

0

1.500.000

Ortelle

815.597

1.000.000

Comuni ODSA

Diso

Spongano Maschi

14.451 Comuni ODSA

16

3.000

1.500

0

Totale 2.428 3.175 3.799 5.049 14.451

Popolazione residente nei comuni dell’ODSA al 2010 per sesso

3.500.000 2.500.000

Femmine 1.269 1.708 2.011 2.624 7.612

Fonte ufficio anagrafe (comuni ODSA)

Popolazione residente 14.451 815.597 4.091,259

Fonte www.comuni-italiani.it/075/027/statistiche/

500.000

Maschi 1.159 1.467 1.788 2.425 6.839

Provincia Lecce

Provincia Lecce

Regione Puglia

Regione Puglia

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Femmine

Andrano


Tav. 5 - Popolazione residente nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia al 2010 per sesso Area Comuni ODSA Provincia Lecce Regione Puglia

Maschi 6.839 389.460 1.984.310

Femmine 7.612 426.135 2.106.949

Popolazione residente nei comuni dell’ODSA per classi d’età

La tavola successiva (Tav. 6) riporta la distribuzione della popolazione per classi di età al 2010. La classe di età maggiormente consistente risulta essere quella adulta, ovvero quella compresa tra i 45 e i 65 anni (3.938), lo stesso fenomeno si riscontra sia nella Provincia di Lecce che nella Regione Puglia, pertanto i dati dimostrano un processo di invecchiamento della popolazione in generale.

oltre 65

1323

45 - 65

30 - 45

MASCHI

FEMMINE

TOTALE

0 - 14

952

883

1.835

15 - 29

1.309

1.261

2.570

30 - 45

1.372

1.471

2.843

45 - 65

1.883

2.055

3.938

oltre 65

1.323

1.942

3.265

2843

1471 1372

2570

1261 1309

0 - 14

883 952 0

Età

3938

2055 1883

15 - 29

Tav. 6 - Popolazione residente nei comuni dell’ODSA per classi d’età nel 2010

3265

1942

1000

1835

2000

MASCHI

3000

FEMMINE

4000

5000

TOTALE

Fonte ufficio anagrafe (comuni ODSA)

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Tav. 7 - Popolazione residente nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia per classi d’età nel 2010

Area

Tav. 8 – Indice di vecchiaia nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia Area

Classi d’età 0 - 14

15 - 29

30 - 45

45 - 65

oltre 65

Comuni ODSA

1.835

2.570

2.843

3.938

3.265

Provincia Lecce

112.961

143.474

179.693

213.420

164.008

Regione Puglia

610.186

749.027

920.565

1.059.449

744.808

Comuni ODSA Provincia Lecce Regione Puglia

Semplici elaborazioni delle informazioni relative alla popolazione dei comuni dell’ODSA, ci consentono di svolgere analisi più approfondite sulla struttura della popolazione, in particolare in termini di carichi sociali, e di rapportarla alla media provinciale e regionale. La Tavola 8, che elabora i dati del censimento ISTAT del 2001 e i dati forniti dall’ ufficio anagrafe dei rispettivi comuni per l’annualità 2010, prende in considerazione gli indici demografici più noti, quello di vecchiaia. Per indice di vecchiaia si intende il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni. È un indicatore sintetico del grado di invecchiamento della popolazione e rappresenta la capacità che hanno le nuove generazioni di compensare le vecchie generazioni. Come si può notare dal grafico, i comuni dell’ODSA dal 2001 al 2010 hanno subito un notevole aumento dell’indice in questione, passando dal 140,5% nel 2001 al 185,9% nel 2010, valori al di sopra della media provinciale e della media regionale.

Anno 2001

Anno 2010

140,5 113,31 95,23

185,90 145,20 122,10

Indice di vecchiaia nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia

Fonte ufficio anagrafe (comuni ODSA)

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Indice di Vecchiaia (%)

350 300 250 200 150 100 50 0

185,9 145,2 140,5

Comuni ODSA

113,31

Provincia Lecce

Indice di Vecchiaia (%) Anno 2001

122,1 95,23

Regione Puglia

Indice di Vecchiaia (%) Anno 2010

Per indice di dipendenza, invece, si intende il rapporto percentuale avente a numeratore la somma tra la popolazione con meno di 15 anni e quella di 65 anni o più, e a denominatore la popolazione compresa tra 15 e 64 anni. È quindi un indicatore di importanza sia demografica sia sociale, poiché misura la dipendenza della popolazione che si presume economicamente non autonoma per ragioni demografiche (giovani sotto i 15 anni e anziani sopra i 65) rispetto alla popolazione che si presume debba sostenerli con la loro attività lavorativa (individui da 15 a 64 anni). Valori superiori al 40% possono considerarsi sintomo

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di elevata dipendenza. I valori dei Comuni dell’ODSA sono del tutto superiori sia con i valori medi provinciali che con i valori medi regionali. Tav. 9 – Indice di dipendenza nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia (2001 – 2010) Area Indice di Dipendenza (%) Anno 2001 Anno 2010 Comuni ODSA 56,1 62,3 Provincia Lecce 49,7 51,6 Regione Puglia 48,3 49,6 Indice di dipendenza nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia 150 100 50

62,3 56,1

51,6

49,6

49,7

48,3

Tav.10 – Andamento della popolazione dal 2001 al 2010 nei comuni dell’ODSA

0 Comuni ODSA

Provincia Lecce

Indice di Dipendenza (%) Anno 2001

2.2.2 Dinamiche Demografiche Le dinamiche della popolazione nei comuni dell’ODSA sono state analizzate nel processo di variazione compreso tra gli anni 2001 e 2010 e successivamente confrontate con la variazione della popolazione provinciale e regionale. Come dimostra la tavola 9 la popolazione residente nei comuni dell’ODSA nel decennio 2001 – 2010 ha diminuito la propria consistenza numerica passando da 14.716 a 14.380, fatta eccezione per le annualità 2003 (14.712) e 2007 (14.571). Fenomeno del tutto inverso si è dimostrato nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia. I due territori si caratterizzano per un aumento costante positivo: la Provincia passa da 787.639 nel 2001 a 815.597 nel 2010, mentre la Regione Puglia passa da 4.019.500 nel 2001 a 815.597 nel 2010 (il grafico relativo alla Tav. 12 chiarifica i dati sopra elencati).

Regione Puglia

Indice di Dipendenza (%) Anno 2010

Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Residenti 14.716 14.703 14.712 14.704 14.627 14.564 14.571 14.483 14.451 14.380

Variazione -0,09% 0,06% -0,05% -0,52% -0,43% 0,05% -0,60% -0,22% -0,49%

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Tav. 11 – Andamento della popolazione dal 2001 al 2010 nella provincia di Lecce

Tav. 12 – Andamento della popolazione dal 2001 al 2010 nella Regione Puglia

Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Residenti 787.639 790.572 801.035 805.397 807.424 808.939 811.230 812.658 813.556 815.597

Variazione 0,40% 1,30% 0,50% 0,30% 0,20% 0,30% 0,20% 0,10% 0,30%

Anno

Residenti

2001

4.019.500

2002

4.023.957

0,10%

2003

4.040.990

0,40%

2004

4.068.167

0,70%

2005

4.071.518

0,10%

2006

4.069.869

0,00%

2007

4.076.546

0,20%

2008

4.079.702

0,10%

2009

4.084.035

0,10%

2010

4.091.259

0,20%

Tav. 13 – Andamento della popolazione dal 2001 al 2010 nei comuni dell’ODSA, nella provincia di Lecce e nella Regione Puglia

20

Anno

Residenti ODSA

Residenti Provincia Lecce

Residenti Regione Puglia

2001

14.716

787.639

4.019.500

2002

14.703

790.572

4.023.957

2003

14.712

801.035

4.040.990

2004

14.704

805.397

4.068.167

2005

14.627

807.424

4.071.518

2006

14.564

808.939

4.069.869

2007

14.571

811.230

4.076.546

2008

14.483

812.658

4.079.702

2009

14.451

813.556

4.084.035

2010

14.380

815.597

4.091.259

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Variazione


Tav. 14 Popolazione residente, nati, morti e tassi di natalità e mortalità nei comuni dell’ODSA (2001 – 2010)

Andamento della popolazione dal 2001 al 2010 nei comuni dell’ODSA, nella provincia di Lecce e nella Regione Puglia 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000

Anno

Residenti

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

14.716 14.703 14.712 14.704 14.627 14.564 14.571 14.483 14.451 14.380

Nati Vivi

Tasso di Natalità

Morti

Tasso di mortalità

Saldo Naturale

124 127 125 93 113 110 88 79 114

8,43 8,64 8,50 6,34 7,74 7,55 6,06 5,46 7,91

139 145 133 151 139 156 161 156 155

9,45 9,85 9,04 10,32 9,54 10,70 11,11 10,79 10,77

-15 -18 -8 -58 -26 -46 -73 -77 -41

Elaborazione su dati ISTAT

0 1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

anno Residenti ODSA

Residenti Provincia Lecce

Residenti Regione Puglia

Per un’analisi del contesto demografico, è possibile utilizzare i dati reperibili sul sito ISTAT: http://www.demo.istat.it per gli ultimi dieci anni. Gli anni presi in considerazione vanno dal 2001 al 2010. In questo periodo i residenti nei Comuni dell’ODSA (Tabella 14) hanno subito un decremento della popolazione, in particolare il numero dei nati tra il 2001 e il 2010 si è ridotto, e il numero dei morti è aumentato, come dimostra il saldo naturale che assume sempre valori negativi. I dati in questione, se confrontati con quelli della Provincia di Lecce (tav. 15) assumono valori in linea generale simili; diversi, invece, risultano con quelli regionali (tav. 16). In particolare il confronto con il territorio Regionale testimonia un saldo sempre positivo ma decrescente.

Tav. 15 Popolazione residente, nati, morti e tassi di natalità e mortalità nella Provincia di Lecce (2001 – 2010) Anno

Residenti

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

787.639 790.572 801.035 805.397 807.424 808.939 811.230 812.658 813.556 815.597

Nati Vivi

Tasso di Natalità

Morti

Tasso di mortalità

Saldo Naturale

7.437 7.420 7.575 7.141 7.027 7.123 7.093 6.797 6.878

9,42 9,32 9,43 8,86 8,69 8,79 8,74 8,36 8,44

6662 7306 6641 7204 7013 7354 7192 7262 7489

8,42 9,12 8,24 8,92 8,66 9,06 8,84 8,92 9,18

775 114 934 -63 14 -231 -99 -465 -611

Elaborazione su dati ISTAT

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21


Tav. 16 Popolazione residente, nati, morti e tassi di natalità e mortalità nella Regione Puglia (2001 – 2010) Anno

Residenti

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

4.019.500 4.023.957 4.040.990 4.068.167 4.071.518 4.069.869 4.076.546 4.079.702 4.084.035 4.091.259

Nati Vivi

Tasso di Natalità

Morti

Tasso di mortalità

Saldo Naturale

40.145 39.744 40.569 38.715 37.764 38.224 38.284 37.995 37.168

9,98 9,86 10,01 9,51 9,28 9,38 9,39 9,31 9,09

31843 33615 31066 33232 32738 34588 34180 35442 34785

7,913354939 8,318506109 7,636363011 8,162066335 8,043993554 8,484633805 8,378062908 8,678182239 8,502272772

8302 6129 9503 5483 5026 3636 4104 2553 2383

Elaborazione su dati ISTAT

Sotto il profilo dei movimenti migratori (Tavola 16), permane in predominanza il fenomeno dell’emigrazione rispetto a quello dell’immigrazione, acuito in particolar modo nell’anno 2010, riportando un valore assoluto dei cancellati pari a 250 e con un saldo migratorio pari a – 30. Inoltre bisogna sottolineare, che il fenomeno

dell’emigrazione viene accentuato dalla popolazione universitaria, infatti numerosi sono gli studenti fuorisede che mantengono la residenza nei rispetti comuni ma hanno dimora presso le sedi universitarie e che ciclicamente tornano nei comuni di residenza.

Tav. 17 Saldo Migratorio nei comuni dell’ODSA (2002 – 2010) Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Iscritti 208 270 271 182 167 211 194 214 220

Cancellati 206 243 238 210 199 159 219 179 250

Saldo Migratorio 2 27 33 -28 -32 52 -25 35 -30

Elaborazione su dati ISTAT

22

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Inoltre bisogna sottolineare che il dato sull’emigrazione è accentuato dalla popolazione fuori sede, allontanatasi per motivi di studio e di lavoro. A tal fine, risulta doveroso specificare le differenti specie di popolazione, ovvero la popolazione residente (o legale) e quella presente (o di fatto). Nello specifico, la popolazione residente è data dal complesso degli individui aventi nel comune dimora abituale; mentre la popolazione presente è costituita da tutti i censiti presenti nel comune. La tavola 18 riporta i dati delle suddette popolazioni nei comuni dell’ODSA al 2001 esplicitando il valore percentuale dei fuori sede, il quale risulta essere pari al 5,5%, valore del tutto maggiore rispetto sia a quello provinciale (2,5%) che a quello regionale (1,6%).

Comune Ortelle Diso Spongano Andrano Totale

Popolazione Residente

2.375 3.165 3.540 4.832 13.912

2.482 3.292 3.809 5.133 14.716

Elaborazione su dati ISTAT

Numero Fuori Sede 107 127 269 301 804

107,00 301,00

127,00

269,00

Ortelle

Diso

Spongano

Andrano

Tav. 19 Popolazione presente e residente nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia al 2001

Tav. 18 Popolazione presente e residente nei comuni dell’ODSA al 2001

Popolazione Presente

Fuori sede nei comuni dell'ODSA al 2001

% Fuori Sede 4,3% 3,8% 7,0% 5,8% 5,5%

% Fuori Sede

14.716

Numero Fuori Sede 804

768.069

787.639

19.570

2,5%

3.952.463

4.019.500

67.037

1,6%

Comune

Popolazione Presente

Popolazione Residente

odsa

13.912

Provincia Lecce Regione Puglia

5,5%

Elaborazione su dati ISTAT

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23


2.3 ANALISI ECONOMICA E OCCUPAZIONALE I dati relativi alla dimensione socioeconomica fanno riferimento alle fonti ISTAT 2001 e riguardano l’area dei comuni dell’ODSA, il territorio provinciale e regionale. Nello specifico si riportano i dati relativi al numero di occupati suddivisi per sesso, al numero della popolazione occupata per settori economici (agricoltura, industria, altre attività), i tassi di partecipazione, occupazione e disoccupazione. La popolazione occupata ne comuni dell’ODSA è pari a 4.379, di cui 2.718 maschi e 1.661 femmine, il comune con maggior numero di occupati è Spongano (1.136), seguito da Andrano (1602), Diso (911) e in fine dal comune di Ortelle (727).

Tav. 20 Numero degli occupati per sesso nei Comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia al 2001 Territorio Maschi Femmine Totale Comuni ODSA 2.718 1.661 4.379 Provincia Lecce 143.883 81.421 225.304 Regione Puglia 791.358 379.555 1170913

Numero degli occupati per sesso nei Comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia al 2001

Dettaglio occupati comuni ODSA Regione Puglia 727 17%

1602 36%

911 21%

Ortelle

Diso

Spongano

1170913

143.883

81.421

225.304

Comuni ODSA

2.718

1.661

4.379

20%

40% Maschi

Andrano

379.555

Provincia Lecce

0%

1136 26%

791.358

Femmine

60%

80%

100%

Totale

I dati relativi all’occupazione, alla popolazione in età lavorativa e alla forza lavoro ci consentono di effettuare delle analisi un po’ più dettagliate, tali da specificare alcuni tra i principali tassi di rilevanza socioeconomica: - Tasso di Partecipazione (o di attività): è inteso come rapporto tra la forza lavoro e la popolazione in età lavorativa. - Tasso di Occupazione: indica il rapporto esistente tra gli occupati e

24

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la popolazione in età lavorativa. - Tasso di Disoccupazione: esprime il rapporto tra disoccupati e la forza lavoro. Viene utilizzato come una misura del benessere dei lavoratori oltre che come indicatore della utilizzazione delle risorse umane. Come dimostra la tavola 21, i comuni dell’ODSA hanno un tasso di disoccupazione inferiore a quello provinciale e regionale, pari a 14,40% dovuto anche ad un alto tasso di occupazione pari a 46,07%. I dati se confrontati con quelli provinciali e regionali si discostano in maniera significativa, mentre provincia di Lecce e regione Puglia hanno valori sostanzialmente uguali.

Tav. 21 Tasso di partecipazione, occupazione, disoccupazione nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia al 2001

Territorio Comuni ODSA Provincia Lecce Regione Puglia

Tasso di Partecipazione 41,0% 54% 54%

Tasso di Occupazione 46,07% 33,8% 34,9%

Tasso di disoccupazione 14,40% 21,3% 20%

Elaborazione su dati ISTAT

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25


Popolazione occupa per Settori Economici

Tasso di partecipazione, occupazione, disoccupazione nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia al 2001 Tasso di disoccupazione

300000 250000

20% 21,30% 14,40%

200000

34,90% 33,80%

Tasso di Occupazione

Tasso di Partecipazione

150000

Comuni ODSA

Provincia Lecce

26

Altre Attività Industria

0 Comuni Provincia ODSA Regione Lecce Puglia

Regione Puglia

Agricoltura

Tra “altre attività” rientra, anche, parte del sistema turistico, tuttavia sembra utile enunciare il numero e la tipologia delle strutture ricettive presenti nei comuni dell’ambito di riferimento: 36 strutture ricettive, con all’incirca 300 posti letto, suddivise in 3 hotel, 6 affitta camere, 6 agriturismi, 18 B&B e 2 campeggi.

Tav. 22 Popolazione occupata per Settori Economici Agricoltura Industria 317 1.197 20.576 22.018 53.818 60.758

Altre Attività

50000

54% 54%

Il settore economico con maggior numero di addetti è quello attinente al terziario (altre attività) – 2.865, seguito da quello industriale – 1.197 e in fine da quello agricolo – 317. Valori diversi ma uguali per classificazione economica si riscontrano nel territorio provinciale e regionale.

Territorio Comuni ODSA Provincia Lecce Regione Puglia

Industria

100000

46,07%

41,00%

Agricoltura

Altre Attività 2.865 138.891 264.979

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Tav. 23 Strutture Ricettive presenti nei comuni dell’ODSA Comune Ortelle Diso Spongano Andrano Totale

Hotel Affitta camere 0 2 1 1 1 1 1 3 3 7

Agriturismo 4 0 1 1 6

B&B Campeggio 8 1 3 1 1 0 6 0 17 2

I dati relativi alle classi di reddito 2009 dimostrano che i quattro comuni non si differenziano di molto. In linea generale la classe con percentuale maggiore di dichiaranti è quella intorno ai 10.000 – 15.000, seguita, sempre, dalla classe di reddito compresa tra i 15.000 – 20.000.

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27


Tav. 24 Classi di reddito nei comuni dell’ODSA al 2009 Comune

ORTELLE

DISO

28

Classe di Reddito

fino a 1.000 1.000 - 2.000 2.000 3.000 3.000 - 4.000 4.000 - 5.000 5.000 - 6.000 6.000 7.500 7.500 -10.000 10.000/15.000 15.000/20.000 20.000/26.000 26.000/33.500 33.500/40.000 40.000/50.000 50.000/60.000 60.000/70.000 70.000/100.000 oltre 100.000 fino a 1.000 1.000 /2.000 2.000 / 3.000 3.000 / 4.000 4.000 / 5.000 5.000 / 6.000 6.000 / 7.500 7.500 /10.000 10.000/15.000 15.000 /20.000 20.000/26.000 26.000 /33.500 33.500/40.000 40.000/50.000 50.000 /60.000 60.000 /70.000 70.000/100.000 oltre 100.000

Numero Dichiaranti 14 * 10 10 10 9 18 123 242 221 139 115 41 17 6 * 12

%Dichiaranti 1,40%

Importo Complessivo

1,00% 1,00% 1,00% 0,90% 1,80% 12,40% 24,30% 22,20% 14,00% 11,60% 4,10% 1,70% 0,60% 1,20% 1,40% 2,20% 1,70% 0,80%

7.876 * 24.233 34.325 43.934 49.209 119.003 1.081.175 2.954.297 3.683.711 3.127.838 3.312.958 1.467.618 705.271 310.662 * 1.088.500

20 32 24 11 * 8 15 187 370 288 206 162 83 22 7 5 6

0,60% 1,00% 12,90% 25,50% 19,80% 14,20% 11,20% 5,70% 1,50% 0,50% 0,30% 0,40%

9.479 48.805 60.066 35.096 * 44.127 99.155 1.630.115 4.523.421 4.813.284 4.620.244 4.673.222 2.966.308 943.366 380.239 308.939 463.894

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SPONGANO

ANDRANO

Fino 1.000 1.000/2.000 2.000 /3.000 3.000 / 4.000 4.000 / 5.000 5.000 / 6.000 6.000 / 7.500 7.500 /10.000 10.000/15.000 15.000 /20.000 20.000 /26.000 26.000 /33.500 33.500 /40.000 40.000 /50.000 50.000 /60.000 60.000 /70.000 70.000/100.000 oltre 100.000 fino a 1.000 1.000 /2.000 2.000 /3.000 3.000 /4.000 4.000 / 5.000 5.000 /6.000 6.000 /7.500 7.500 / 10.000 10.000 /15.000 15.000 /20.000 20.000 /26.000 26.000 /33.500 33.500 /40.000 40.000 /50.000 50.000 /60.000 60.000 /70.000 70.000/100.000 oltre 100.000

23 15 13 8 4 12 19 223 338 312 213 213 58 25 12 9 5

1,50% 1,00% 0,90% 0,50% 0,30% 0,80% 1,30% 14,80% 22,50% 20,80% 14,20% 14,20% 3,90% 1,70% 0,80% 0,60% 0,30%

10.575 22.618 33.725 25.824 18.221 63.337 126.526 1.924.620 4.137.743 5.255.731 4.780.820 6.145.983 2.053.189 1.084.631 607.790 569.012 406.165

19 24 15 17 13 20 33 299 466 423 392 279 86 28 9 5 17 4

0,90% 1,10% 0,70% 0,80% 0,60% 0,90% 1,50% 13,90% 21,70% 19,70% 18,20% 13,00% 4,00% 1,30% 0,40% 0,20% 0,80% 0,20%

9.708 33.681 36.191 54.862 52.695 107.544 216.902 2.603.514 5.711.700 7.212.942 8.875.555 8.016.726 3.071.145 1.196.737 441.915 328.878 1.359.026 569.713

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29


La tavola 25, redditi IRPEF 2009, mostra che i dichiaranti nei comuni dell’ODSA sono 6.097 rispetto ad una popolazione pari a 15.451, pertanto il dato mostra che solo il 42,20% della popolazione assolve al dovere di dichiarare i propri redditi percepiti. Inoltre la tavola chiarifica anche il reddito medio, che nel caso dei comuni dell’ODSA è uguale a 18.368. Rispetto ai dati provinciali e regionali non c’è una notevole differenza né come reddito medio né come percentuale dei dichiaranti.

Tav. 25 Redditi IRPEF nei comuni dell’ODSA, nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia (2009) Nome

Dichiaranti

Popolazione

%pop

Importo Complessivo

Reddito Medio

Comuni ODSA

6.097

15.451

42,20%

112.149.394

18.368

321.364

813.556

39,50%

6.165.111.726

19.184

1.677.681

4.084.035

41,10%

33.082.370.009

19.719

Provincia di Lecce Puglia

Analisi del patrimonio abitativo Secondo i dati ISTAT dell’ultimo censimento della popolazione e delle abitazioni 2001, nei comuni dell’ODSA ci sono 7.850 edifici ad uso abitativo, di cui 4.499 sono situate in centro, 1.232 nelle frazioni di Castiglione e Vignacastrisi, 1.516 tra la marina di Marittima (Diso) e la marina di Andrano, 201 case sparse.

30

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Tav. 26 Numero degli edifici ad uso abitativo nei comuni dell’ODSA

N. Abitazioni

Ortelle

Diso

Spongano

Andrano

1.276

2.214

1.782

2.578

Numero degli edifici ad uso abitativo nei comuni dell’ODSA 2.578

3000 2500

2.214 1.782

2000 1500

1.276

1000 500 N. Abitazioni

0

Ortelle

Diso

Andrano Spongano Diso Ortelle

Spongano

Andrano

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31


Tav. 27 Distribuzione del patrimonio abitativo Comune

Centro

Frazione

Marina

Case sparse

Ortelle

563

683

Diso

696

1.107

30

Spongano

1.674

Andrano

1.566

549

409

63

TOTALE

4.499

1.232

1.516

201

108

Distribuzione del patrimonio abitativo nei comuni dell'ODSA

201

1.516

4.499

1.232

Centro

32

Frazione

Marina

Case sparse

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Inoltre i dettagli ISTAT consentono un’analisi della distribuzione della popolazione tra centro, frazioni, marine e case sparse: 3.365 persone abitano in centro, 1.662 nelle frazioni di Castiglione, Marittima e Vigncastrisi, 42 famiglie risiedono nelle marine, e solo 130 in case sparse. Il dato finale dimostra chiaramente come i comuni abbiano una tipologia insediativa diffusa, con un alto grado di dispersione abitativa. Tav. 28 Dispersione insediativa Comune

N. Famiglie Centro

N. Famiglie Frazione

N. Famiglie Marina

N. Famiglie Case sparse

Ortelle

395

500

Diso

470

775

14

5

Spongano

1.246

Andrano

1.254

387

28

53

TOTALE

3.365

1.662

42

130

72

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2.4 ANALISI PAESISTICO E AMBIENTALE Il territorio ODSA è interessato dalla presenza di siti a valenza ambientale: - l’area SIC Costa Otranto - Santa Maria di Leuca codice (IT 9150002); - Un Important Bird Areas Codice IBA 147 denominata “Costa tra Capo d’Otranto e Capo S. Maria di Leuca”; - l’Oasi di Protezione faunistica Corfiadi. Il Parco definito Otranto-Leuca e Bosco di Tricase si sviluppa lungo questo grande SIC (Sito di Interesse Comunitario IT9150002) ed ingloba o si connette ad altri 4 siti, di particolare rilevanza conservazionistica, perimetrati in qualità di SIC ai sensi della Direttiva “Habitat” 92/43 CEE. Nel nostro caso la superficie del parco interessa i tre comuni di Ortelle, Andrano e Diso e corrisponde a circa 226,69 ettari di area protetta. La maggior parte dell’Area Protetta è localizzata lungo il perimetro costiero ed è caratterizzata da una varietà di ambienti quali boschi di leccio, pinete, macchie con quercia spinosa ed altre sclerofille, garighe, vecchi pascoli, rupi e falesie a picco sul mare. Tra le marine di Marittima (frazione di Diso) e le marine di Andrano si sviluppano circa 9 km di costa interamente rocciosa. Si lascia a nord la tipica falesia caratterizzata dal liscione di faglia visibile all’interno del porto di Castro, da cui parte una costa che degrada più dolcemente dalle alte “pasturizze”, poste a ridosso dei campi coltivati e degli uliveti, sino ad arrivare all’area demaniale accessibile mediante discese pubbliche, che sono lunghe scalinate che scendono dalla via litoranea sino al mare.

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Da un punto di vista floristico-vegetazionale l’area costiera si può suddividere in fasce parallele che presentano, procedendo dalla linea di costa verso l’interno, aspetti paesaggistici e vegetazionali diversi; queste aree si estendono parallelamente alle curve di livello a valle e a monte della strada. La prima fascia, lungo la linea di costa, per un’ampiezza variabile (20-50 m), corrispondente all’area di demanio, è caratterizzata da un litorale roccioso di calcare compatto (Calcari di Castro) con scarsa copertura vegetale. Nelle fratture e nelle tasche di roccia che accolgono i depositi di sedimento, sono presenti specie alofile quali: Limonio virgato (Limonium virgatum), Salicornia fruticosa (Arthrocnemum fruticosum), Finocchio marino Critmum maritimum, Cappero (Capparis spinosa). La linea delle falesie rocciose è occupata, invece, da una flora rupicola ricca di specie vegetali di grande rilevanza scientifica alcune delle quali esclusive del Salento come: Fiordaliso di Leuca (Centaurea leucadea), Fiordaliso nobile (Centaurea nobilis), Fiordaliso salentino (Centaurea japigica), Garofanino salentino (Dianthus japigicus), Veccia di Giacomini (Vicia giacominiana); specie ad areale mediterraneo orientale aventi in quest’area l’estrema propaggine occidentale della loro distribuzione sono invece: Alisso di Leuca (Aurinia leucadea), Campanula pugliese (Campanula versicolor), Efedra orientale Ephedra campylopoda, Cardo pallottola (Echinops spinosissimus), Ombelico di venere verdastro (Umbilicus cloranthus). Oltre la linea delle falesie, in corrispondenza delle quote più alte, si trova una vasta area pianeggiante in cui sono presenti formazioni diverse di pseudosteppa e di gariga. Di particolare rilievo sono i prati con Barboncino mediterraneo (Cymbopogon hirtus) rientranti nella

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classe fitosociologica Thero-Brachypodietea, habitat prioritario della Direttiva Habitat 92/43 CEE. Nella maggior parte dei casi queste aree brulle coincidono con i

abitati, asfaltati solo recentemente e in parte sterrati, per collegare le aree più interne dell’agro. Tutti questi percorsi sono delimitati dai caratteristici muretti a secco sui quali si aprono gli accessi ai

vecchi pascoli salentini.

campi. Numerosi sono i siti votivi posti in snodi della viabilità rurale identificati dal nome preso dalle immagini sacre poste all’interno delle cappelle. Le strade urbane sono costituite da brevi tratti e realizzano la nuova viabilità. L’intricato reticolo delle stradine di campagna offre la possibilità di apprezzare e attraversare il cuore del paesaggio rurale di questi piccoli comuni un tempo completamente assorbiti dalle attività agricole e pastorali. Di particolare rilievo è notare come questi campi siano ancor oggi fortemente utilizzati per produrre le specie orticole che poi finiscono sulle tavole. Si tratta di un’attività agricola minore ma che interessa strati di società rilevanti. Il passaggio dal centro urbano alla campagna sfuma le attitudini e le pratiche di vita di questa popolazione che trae da questo connubio urbano-rurale il motivo della qualità della vita fatta di gesti ancora lenti, di sapori genuini e di ambienti naturali ancora fortemente legati ad una tradizione che oggi molto più di ieri è esaltata e ricercata. Il sistema arcaico delle pajare ed il labirintico ricamo dei muretti a secco, accompagna un incessante susseguirsi di tessere in un mosaico ambientale ben conservato, lontano dagli elementi di degrado e frammentazione che si manifestano sovente nelle immediate vicinanze dei centri urbani. Gli oliveti secolari, la macchia con le sue essenze arboree ed arbustive, relegata lungo i confini poderali e nelle aree con isole di roccia affiorante, costituiscono oggi nuclei e corridoi ecologici che permettono il rifugio a specie faunistiche e floristiche selvatiche.

Tale IBA interessa il tratto di costa marina alta e rocciosa tra Otranto e Santa Maria di Leuca. E’ il tratto di costa maggiormente utilizzato dai rapaci migratori che include anche alcune zone agricole di particolare interesse per la sosta e il foraggiamento. Andando da nord verso sud, nell’entroterra l’IBA è delimitata dalla strada che da Otranto porta a Uggiano la Chiesa, a Vignacastrisi passando per Cerfignano e Vitigliano. Da qui il confine corre sulla strada costiera n° 173 fino a Marina di Andrano, da dove piega verso Ovest fino ad Andrano. Da qui l’area è delimitata dalla strada che da Andrano va a Tiggiano passando per Tricase. A questo punto il confine torna sulla strada costiera n° 173 fino a Santa Maria di Leuca. I centri abitati del territorio ODSA che si trovano lungo il perimetro nell’entroterra sono tutti esclusi dall’IBA. All’interno del territorio ODSA è presente un’area di elevato valore paesaggistico già definita nel Piano Faunistico venatorio della Provincia di Lecce: Oasi di Protezione Corfiadi. Si tratta di una Area Protetta estesa per circa 337 ettari e ricadente prevalentemente nei comuni di Andrano, Spongano e Diso estendendosi al’interno del territorio di Tricase. L’intero territorio è interessato prevalentemente da strade comunali vicinali dette “vie vecchie” che collegano, in maniera diretta, i centri

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Nuclei e filari di leccio (Quercus ilex) interrompono le aree olivetate; a questa specie, dominante tra le essenze arboree spontanee, si associano altre querce come la comune quercia spinosa (Quercus calliprinos) o la più sporadica quercia virgiliana (Quercus virgiliana). Proprio un esemplare di leccio, isolato e plurisecolare, si presenta nel centro abitato di Andrano. Altre specie arboree ed arbustive, cresciute e rifugiatosi nei muretti a secco, segnano il confine tra le “cisure” ma anche tra il secolare lavoro dei contadini e la resistenza degli ambienti naturali all’avanzare dell’agricoltura. Particolare valore naturalistico e conservazionistico assumono i molti esemplari di pero mandorlino (Pyrus amigdaliformis), quercia spinosa (Quercus calliprinos), prugnolo (Prunus spinosa), biancospino (Crataegus monogyna), intrappolati e protetti dall’immensa pietraia dei muretti. Il paesaggio muta poi nettamente quando si incontrano le radure assolate della gariga e dei vecchi pascoli; si tratta anche qui di piccole superfici relitte ma sufficienti ad elevare il grado di biodiversità dell’area e la suggestione del percorso. In molte località prossimali alla falesia che degrada dai 100 e poco più metri s.l.m. verso il mare, si possono apprezzare in tutta la loro bellezza i terreni, in abbandono colturale, disseminati da pajare, furneddhri e caseddhre. In questi luoghi è sovente trovare popolamenti di santoreggia pugliese (Satureja cuneifolia) ed euforbia (Euphorbia spinosa); la primavera e l’autunno regalano abbondanti fioriture di specie aromatiche che attraggono un’ incredibile diversità di insetti pronubi tra i quali domina apis mellifica in cerca di nettari e pollini in ambienti di rilevante interesse apistico, liberi da veleni ed antiparassitari. Inoltre si possono apprezzare anche piccole radure substeppiche

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a barboncino mediterraneo (Cymbopogon hirtus) rientranti nella classe fitosociologica Thero-Brachypodietea (habitat prioritario della direttiva 92/43 della Comunità Europea). Si tratta di prati aridi, spesso incendiati, con le tipiche graminacee annuali o bienni (Stipa capensis, Andropogon distachyus, Aegilops sp. pl. ecc..) alle quali si accompagnano appariscenti specie bulbose o rizomatose (Urginea maritima, Asphodelus microcarpus, Iris pseudopumila ) oltre ad un nutrito elenco di orchidee dei generi Serapias, Ophris, Orchis, Spiranthes, Anacamptis ecc… Quanto alla fauna, limitandosi a segnalare le presenze di vertebrati che abitano gli ambienti della rete dei sentieri, sono da mettere in rilevo le possibilità di facile osservazione di rapaci e rettili nella stagione primaverile. Altre specie presenti in particolare tra gli invertebrati si riscontrano specie comuni di insetti tra cui ricordiamo l’insetto stecco (Bacillus rossii) che risulta particolarmente abile a confondersi nel fitto intreccio di chiaro-scuro del sottobosco. Fra i Rettili sono da annoverare la lucertola comune (Podarcis sicula), la tarantola mauritanica (Tarentola mauritanica) e sporadici esemplari di biacco (Coluber viridiflavus), colubro leopardiano (Elaphe situla) e cervone (Elaphe quatuorlineata). Sono presenti, inoltre, numerose specie di anfibi, importanti indicatori biologici della qualità dell’ ambiente. Il territorio costituisce un importante area rifugio per numerose specie di Uccelli, tra i quali possiamo citare alcune specie di passeriformi, che sono da considerare comuni e stanziali, quali: capinera (Silvia atricapilla), verdone (Chloris chloris), verzellino (Serinus serinus), cardellino (Carduelis carduelis), passero comune (Passer domesticus ssp. Italiae), ed inoltre la gazza (Pica pica).

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Tra gli uccelli di passo e svernanti, si segnalano merli (Turdus merula), pettirossi (Erithacus rubecula), fringuelli (Fringilla coelebs), tordi (Turdus thifolomenus) e l’usignolo di fiume (Cettia Cettia). Tra i Mammiferi sono presenti la volpe (Vulpes vulpes) il riccio (Erinaceus europaeus) ed il tasso (Meles meles).

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3 LE PROSPETTIVE PROGRAMMATICHE: IDEA-GUIDA E AMBITI STRATEGICI 3.1 QUADRO DI RIFERIMENTO E IMMAGINI DEL SISTEMA TERRITORIALE

Il sistema territoriale di riferimento è costituito da una rete insediativa di piccoli nuclei urbani vicini e spesso attigui, connessi da numerose arterie stradali locali. Esistono sette identità geografiche distinte (paesi) e due località estive fortemente attrattive (marine), in un territorio che conta in totale 294,3 Kmq. L’ambito ospita quasi 15.000 residenti per una media di poco più che 2.000 persone per nucleo abitato. Questa geografia è attraversata da pratiche quotidiane sovra comunali legate al lavoro, al commercio, agli scambi sociali che connettono in maniera significativa i nuclei in questione, tanto da poterne rendere una immagine unica. I tratti distintivi di natura ambientale-ecologica, agricolo-paesaggistica, architettonico-costruttiva, confermano, con alcune distinzioni, l’appartenenza ad un contesto insediativo unitario, ad un’unica cultura antropica degli spazi vitali pubblici e privati, ad un’unica piattaforma socio-economica delle trasformazioni materiali e immateriali contemporanee.

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La prima immagine che descrive il territorio è quella di una piattaforma rurale insediata in modo fortemente diffuso, nell’immediato entroterra che poggia sulla base strutturale delle serre salentine, recentemente descritte dal PPTR regionale. Le leggere orografie salentine trovano termine in questa parte di costa, dentro una falesia alta e rocciosa, paesaggisticamente pregiata, grazie alla presenza di numerose grotte emerse e sommerse e di torri costiere. Le serre sono un’ immensa campagna prevalentemente olivetata e fortemente parcellizzata, ancora sottoposta a pratiche sporadiche legate all’agricoltura di autoconsumo. La campagna è un grande giardino, connotato dall’assidua presenza di muri a secco per recinzioni di proprietà, strade vicinali a volte ancora sterrate, manufatti in pietra architettonicamente rilevanti. Questo giardino è certamente frammisto, per la diffusione storica dei centri urbani, eredi di borghi medievali di origine rurale, e per la dispersione delle forme moderne dell’urbanizzato, che pervade lungo le direttrici principali, costruendo, con non poche criticità, un unico sistema insediato. Diverse e facilmente rintracciabili sono quelle che il PTCP definisce “le strade dei centri”. Assi viari densamente frequentati che tagliano, come una sezione longitudinale, le diverse tipologie urbane (centro premoderno, periferia compatta, periurbano disperso). A solo titolo di esempio, quasi per un immaginario fotografico concreto, basta guardare la S.P. 81, che unisce i nuclei di Ortelle, Diso, Marittima (in maniera marginale) e Andrano, lungo 7 km quasi totalmente caratterizzati da presenze urbane di diversa natura; l’asse Spongano, Diso, Vignacastrisi , Castro (S.P. 83 e S.P. 311), presenta stesse identiche caratteristiche.

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PRIMA IMMAGINE: piattaforma rurale insediata in modo fortemente diffuso

La prima immagine che descrive il territorio è quella di una piattaforma rurale insediata in modo fortemente diffuso, nell’immediato entroterra che poggia sulla base strutturale delle serre salentine. Le leggere orografie salentine trovano termine in questa parte di costa, dentro una falesia alta e rocciosa, paesaggisticamente pregiata, Le serre sono un' immensa campagna prevalentemente olivetata e fortemente parcellizzata, ancora sottoposta a pratiche sporadiche legate all’agricoltura di autoconsumo. La campagna è un grande giardino frammisto, per la diffusione storica dei centri urbani, e per la dispersione delle forme moderne dell’urbanizzato, che pervade lungo le direttrici principali, costruendo, con non poche criticità, un unico sistema insediato.

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La seconda immagine è quella di una rete policentrica molto fitta, strutturata su centri mediamente piccoli e tendenzialmente a-gerarchici tra loro, sia dal punto insediativo che infrastrutturale. I sette paesi e le due marine costituiscono, per attiguità geografica, una rete unica, densa di relazioni basate su funzioni similari e interscambiabili. Questa rete è fortemente interconnessa internamente e per pratiche sociali legate alle esigenze immediate dei cittadini: il commercio minuto, i legami familiari estesi, le relazioni amicali, i gruppi informali dovuti a comuni attitudini sportive o ludiche. All’interno di questo tessuto relazionale policentrico non sono insediate infrastrutture puntuali e centri servizi o funzioni pubbliche di scala sovra locale. Non si contano presenze significative di centri scolastici (scuole superiori), centri sanitari (ospedali) , centri della cultura (teatri, cinema) in grado di fornire dinamiche gerarchiche di attrazione interna tra un centro e l’altro e ancora meno esterne. La stessa geografia dei sistemi locali del lavoro indica una netta dipendenza in uscita della popolazione verso centri vicini (Maglie, Tricase e la stessa Lecce su tutti, in misura minore Poggiardo, Scorrano e Casarano). Il territorio dei quattro comuni in questione è dunque fortemente connesso, sia internamente dalla vicinanza stessa e dalle pratiche sociali comuni, sia esternamente, per la dipendenza da altri centri della Provincia , in base alle pratiche occupazionali o di soddisfacimento dei bisogni primari. Il territorio è abitato in maniera distinta dalle diverse generazioni presenti. Quelle degli anziani e dei bambini sono le uniche a vivere l’intero arco della giornata entro il proprio paese di appartenenza. Si prospettano così scenari presenti di criticità dense, legate sia

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alla mobilità interna ed esterna, sia ai fattori sociali di vivibilità e attrattività dei centri stessi.

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La terza immagine è quella di un territorio connotato da una dinamica dolce e minuta di strutturazione a fini turistico-ricettivi. Una dinamica dolce fatta di strutture e infrastrutture diffuse. Il territorio di riferimento è permeato negli ultimi anni da una nuova ulteriore “popolazione” di abitanti che si fonda e che non si sostituisce a quella storica e strutturale. Per evidenze geografico-paesistiche e storico-contestuali l’aspetto turistico risulta centrale in ogni lettura del territorio e in ogni immagine di trasformazione possibile. Per evidenze geografico paesaggistiche intendiamo: la vicinanza del mare, il pregio della costa, la presenza di una delle più importanti strade panoramiche italiane, la litoranea Otranto – Santa Maria di Leuca, ma anche la bellezza complessiva dei paesaggi antropizzati agricoli, la continua ascesa delle culture eno-gastronomiche legate a fatti locali (sagre, fiere, feste). Per evidenze storico-contestuali intendiamo: il forte potere evocativo e attrattivo del brand Salento, ma anche il contesto maggiormente sobrio e dolce delle presenze turistiche. E’ evidente la visione di un territorio a vocazione turistica sostenibile, cosi come si riscontra nel Piano Strategico di Area Vasta Salento 2020, emergente per le piccole strutture ricettive diffuse e per un sistema di servizi locali minuti, anche se spesso ancora insoddisfacenti. Non esistono grandi attrattori turistici, così come non esistono grandi strutture di ricezione. Esiste,invece, in fase di leggero ma continuo sviluppo, un sistema di piccole attrazioni locali differenziate e complementari e un sistema di piccola rete di ricezione turistica, generata per le esperienze a conduzione semiimprenditoriale. Immaginare progressivamente un unico sistema di centri-marine di ricezione significa alleggerire la pressione antropica sulla costa,

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costruire circuiti di relazioni dense che valorizzino e sostengano i centri urbani esistenti, anche nelle fasi meno turistiche dell’anno.

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TERZA IMMAGINE: territorio connotato da una dinamica dolce e minuta di strutturazione a fini turistico-ricettivi

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La terza immagine è quella di un territorio connotato da una dinamica dolce e minuta di strutturazione a fini turistico-ricettivi. Una dinamica dolce fatta di strutture e infrastrutture diffuse. Il territorio di riferimento è permeato negli ultimi anni da una nuova ulteriore “popolazione” di abitanti che si fonda e che non si sostituisce a quella storica e strutturale. Immaginare progressivamente un unico sistema di centri-marine di ricezione significa alleggerire la pressione antropica sulla costa, costruire circuiti di relazioni dense che valorizzino e sostengano i centri urbani esistenti, anche nelle fasi meno turistiche dell’anno Per evidenze geografico-paesistiche e storico-contestuali l’aspetto turistico e la doppia vita ciclica del territorio che ne deriva risulta centrale in ogni lettura del territorio e in ogni immagine di trasformazione possibile.

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La quarta immagine prende corpo dall’attenta analisi di uno dei più antichi punti di debolezza del territorio di riferimento: l’emigrazione forzata della popolazione giovanile. E’ la rappresentazione di un contesto umano e socio-economico con una forte ciclicità estate-inverno delle dinamiche vitali. Prima ancora che l’aspetto turistico in senso stretto, il territorio di riferimento viene sconvolto nei suoi aspetti quantitativi e qualitativi dalla ciclica presenza di una popolazione particolare: quella costituita prevalentemente da emigranti temporanei (studenti fuori-sede, lavoratori stagionali) che rientrano in particolari stagioni dell’anno, e da quelli che si potrebbero definire emigranti semi-definitivi (lavoratori fuori sede), che conservano diverse relazioni molto interessanti con i paesi di origine. E’ fuori dubbio che l’emigrazione sia ancora uno dei punti di debolezza di questo territorio, soprattutto perché colpisce sempre più una ben precisa fascia di popolazione molto ricca di energie e stimoli, secondo il classico fenomeno della “fuga di cervelli”. Questo tipo di immigrazione ha, tuttavia, dei connotati ben distinti da quelli delle stagioni migratorie del Novecento. Stiamo parlando di una fascia di popolazione che conserva sempre più spesso, anche grazie all’ammodernamento dei mezzi di trasporto e di comunicazione, legami intensi con i paesi di origine. La prima e la più evidente relazione fitta è quella del rientro fisico anche per lunghi periodi nelle stagioni meno lavorative: principalmente in estate e in altri precisi momenti dell’anno. Con uno sforzo immaginifico si può pensare a questa popolazione come una seconda tipologia di abitanti che vive questi luoghi: una popolazione ciclica, che si addiziona a quella stabile, stanziale nel territorio di riferimento. La presenza, ancora poco indagata, di questa popolazione, ci sembra

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essere, ormai, più di una semplice evoluzione temporanea di scelte di vita individuali, ma quasi una condizione strutturata di diverse categorie umane, che abitano in una sorta di territorio a scavalco tra la terra di origine e quella di secondo approdo. Parliamo di studenti universitari che hanno la possibilità di rientrare diverse volte l’anno, ma anche di lavoratori stagionali nei mesi invernali, di lavoratori precari della funzione pubblica, di professionisti affermati nelle città del centro-nord Italia che intessono rapporti lavorativi a distanza. La loro capacità strategica, seppur spontanea, di connettere i due territori che abitano in maniera diversa e di costruire tra essi relazioni stabili e proficue, ci sembra un tratto distinguente di questo territorio, ma anche un aspetto imprescindibile da valorizzare. Le stesse dinamiche in corso mostrano strade spontanee in questa direzione. Aumentano gli studi e le ricerche territoriali di poli universitari extraregionali per la presenza di docenti originari di questi luoghi, aumentano gli investimenti di ritorno, spesso in campo turistico, di imprenditori del centro-nord Italia in qualche modo relazionati con il territorio. E ancora, molto più semplicemente, è a tutti evidente come questa che qui chiamiamo popolazione ciclica sia stata per molto tempo un vettore essenziale del marketing territoriale e turistico del Salento in genere e di questi luoghi in particolare. Questa dinamica, insieme alle dinamiche turistiche in senso stretto, rende il nostro territorio con ogni evidenza abitato e vissuto in maniera ben distinta per diverse stagioni dell’anno, tanto da poter parlare esplicitamente di un territorio dalla vita ciclica. La ciclicità delle stagioni connota non solo il peso quantitativo delle presenze reali sul territorio, (che si misura e si traduce in carichi

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diversi per le infrastrutture della mobilità o dei servizi primari) ma anche il grado qualitativo della vitalità e della intensità delle pratiche che pervadono i centri. Tali modalità cicliche di vita del territorio sono senza dubbio ormai un dato di fatto noto a tutte le regie pubbliche, che qui proviamo a descrivere in maniera neutra, evitando giudizi di valore. Proviamo, invece, a prendere questo aspetto come sfondo implicito progettuale e a trasformarlo in cruciale setting della rigenerazione territoriale, nonché in punto di forza della vision strategica futura. L’evidente presenza stessa di diverse popolazioni durante il corso dell’anno, normale dinamica di evoluzione di molti postcontemporanei, in questo territorio ha delle precise configurazioni molto caratterizzanti. Riassumendo, possiamo identificare almeno tre diverse popolazioni che abitano in maniera differente ma, ovviamente integrata, il territorio. La prima popolazione è la popolazione “stabile” costituita da i residenti fissi, dagli abitanti intesi in maniera convenzionale, dai cittadini che trascorrono la maggior parte dell’anno e del giorno entro i confini locali. All’interno di questa popolazione è poi doveroso distinguere ulteriormente anche tra popolazione stabile diurna e notturna. Con ciò si intende la distinzione tra la popolazione che resta nei paesi di riferimento anche per le pratiche quotidiane di natura prevalentemente occupazionale, consumistica o di soddisfacimento dei bisogni essenziali, e quella che invece si sposta in centri attigui della provincia in maniera fortemente pendolare. E’ evidente che la popolazione stabile diurna tende a coincidere con la popolazione anziana e infantile, o al limite, con limitati adulti che lavorano in loco. La seconda popolazione è invece una popolazione “ciclica”, frutto, come esplicitato prima, di diverse dinamiche legate al perdurare

di forme importanti ma innovative di emigrazione, oltre che alle dinamiche turistiche più strutturate. Riteniamo più utile inserire entro questa categoria quella fascia di turisti che tornano spesso, che acquistano casa, che sono legati da legami deboli di parentela. In ultimo, dobbiamo considerare una terza fascia di popolazione, quella turistica in senso stretto. Una popolazione “occasionale”, che passa dal territorio una volta o pochissime volte, e che pure è parte integrante di esso in quanto ne trasforma le sembianze ciclicamente e ne è per molti versi (non solo quello economico) motore dello sviluppo. La sfida delle forme stesse rigenerative che questo territorio deve saper cogliere è quella di saper scientemente elaborare politiche pubbliche attuabili con i medesimi strumenti, e tuttavia in grado di rispondere ai due distinti momenti ciclici della vita sociale e alle esigenze delle diverse popolazioni.

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3.2 IDEA GUIDA E STRATEGIE DI INTERVENTO L’idea-guida per le politiche e per le azioni di rigenerazione territoriale de “I Paesi della vita ciclica” è quella di valorizzare il territorio perchè sia in grado di essere coerente (efficiente e funzionale) per la popolazione “stabile” e attrattivo e accogliente per la popolazione “ciclica”. Un tessuto ambientale e insediativo che si connoti per le diverse e integrate risposte infrastrutturali, funzionali e gestionali da dare ai diversi cicli delle annualità, mettendo a valore il patrimonio materiale e immateriale già fortemente conscio della doppia identità che sa offrire. Il meccanismo di snodo concettuale dell’approccio rigenerativo che proponiamo è quello di tradurre un punto di debolezza in un punto di forza, imparando da una dinamica già in corso. La grande energia dura dell’emigrazione della fascia più giovane e forte della popolazione, la grande fuga (dei cervelli), è di per se nota negativa, ma ormai strutturale del territorio. L’occasione di intravederne il volto rovesciato positivo sta nel fatto che questa forza centrifuga non è più quella degli scorsi decenni, fuga netta e irreversibile. Si incontrano sempre più casi di cittadini “fuggiti” che riallacciano in maniera essenziale e significativa i contatti con il territorio, incidendo su dinamiche strutturali di carattere culturale ed economico. E’ possibile guardare in maniera disincantata a questa dinamica e capitalizzare le esperienze di questa seconda popolazione. Saper tradurre questa presenza amica in modalità e in attrattiva a fini turistico culturali, sperimentare modelli di sviluppo concilianti, farne il vettore principale di un legame diretto ad altri contesti territoriali italiani ed europei. Saper costruire le strutture materiali e immateriali in grado di ospitare

questo doppio popolo integrato. E investire sul sistema ricettivo di un turismo dolce, amico e consapevole, che tragga senso e valore proprio dallo scambio. La propensione implicita ad un turismo dolce e sostenibile, più volte evocato nelle visioni a scala vasta (cfr. Piano Strategico di Area Vasta Salento 2020) e in alcune politiche locali di sviluppo (cfr. Interreg Pernatur), rischia di restare un buon proposito se non connesso direttamente a politiche efficaci e a dinamiche in corso. Il senso strategico di questa operazione è nel proporre la popolazione ciclica come vettore turistico in grado di stabilire rapporti duraturi benchè ciclici con il territorio d’origine, dunque in grado di dare corpo a forme più amicali di turismo, di conciliare i meccanismi irrinunciabili di sviluppo economico-occupazionale del settore con le dovute accortezze alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale. Nella realtà delle cose, invece, sempre più spesso le politiche e gli interventi di trasformazione del substrato ricettivo a fine turistico rischiano di essere in contraddizione con le esigenze della popolazione locale. E’ essenziale che nelle iniziative di RIGENERAZIONE URBANA, si tenga presente sempre questo doppio valore di riferimento, legato al doppio profilo di popolazione che va costruendosi in questi anni. La rigenerazione urbana è un insieme di azioni e progetti volti al recupero e alla riqualificazione di brani di città o territorio particolarmente degradati o sotto infrastrutturati o bisognosi di azioni per il contrasto all’esclusione sociale, tenuti insieme da una visione di sviluppo condivisa e contestualizzata, chiamata idea-guida. Nel nostro contesto territoriale le forme della rigenerazione

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territoriale sono senza dubbio quelle di un sostanziale meccanismo di recupero di brani di territorio dismessi e/o in via di abbandono, sia di origine storica che moderna, di creazione di nuove infrastrutture tecnologiche, di connessione materiali e immateriali, di innovazione dei meccanismi formali delle politiche per il contrasto all’esclusione sociale e di un sistema capillare di iniziative a sostegno delle piccole realtà economiche presenti. Questo insieme di interventi che andremo in seguito a definire, deve essere integrato e costruito attorno all’idea di sviluppo condivisa: fare di questo territorio un’entità, efficiente e funzionale per la popolazione stabile, attrattiva e accogliente per la popolazione ciclica, soprattutto in grado di integrare le diverse aspettative ed esigenze, ponendosi come piattaforma materiale di un incontro conciliante. La sensibilità del progetto di rigenerazione urbana deve essere quella di reinventare una coabitazione felice e fertile per le diverse esigenze funzionali ed un equilibrio per fornire spazi e funzioni a misura di entrambe le popolazioni che vi abiteranno. Le strategie progettuali complessive di rigenerazione e tutte le azioni puntuali di progettazione circoscritta dovranno essere in grado di contenere le funzioni consone alla cittadinanza strutturata e quelle più particolari ed estroverse alla cittadinanza ciclica. L’adozione di quest’ottica ciclica degli spazi, si può tradurre in linee guida progettuali articolate. In questo paragrafo proviamo a fare un breve excursus con l’intenzione di definire meglio per chi legge le modalità di attuazione dell’ idea-guida di rigenerazione urbana; di seguito riproporremo gli argomenti con maggiore focalizzazione, scomposti nelle loro

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indicazioni applicative.

1

Ripensare

i

centri

antichi

come luoghi adatti prioritariamente alle pratiche sociali consuete della popolazione stabile, in particolar modo degli anziani, e come nuclei vitali e caratteristici del territorio attrattore, densi di microstrutture ricettive. L’attenzione progettuale deve obbligatoriamente cadere sulla salvaguardia e la valorizzazione dei tratti identitari e sulle possibili forme di incontro tra le tre popolazioni presenti. Occorre immaginare luoghi pubblici in grado di offrire forme aggregative classiche e versatili soluzioni specifiche per momenti di maggiore affluenza e intensità. Bisogna avere la capacità di investire (e di capitalizzare quanto già fatto) in operazioni collettive di recupero puntuale di strutture private di pregio architettonico, per rivitalizzare i nuclei storici, ancora in sostanziale declino, tramite la presenza di un mix di popolazione disponibile allo scambio. La sfida progettuale vera è quella di cogliere le opportunità date dalla presenza di nuove popolazioni, anche se poco stabili, senza snaturare le caratteristiche identitarie fissate nelle fattezze architettoniche e urbane dei nuclei storici. L’incontro possibile e auspicato tra le due tipologie di popolazioni abitanti è una molla carica, potenzialmente efficace anche come evidente azione di contrasto all’emarginazione di una delle fasce deboli della popolazione, quella anziana. Capovolgendo l’ottica di approccio alla questione “anziani”, e immaginando questa fascia di popolazione come una potenziale risorsa rivoluzionaria e non solo come una questione bisognosa di doveroso supporto, è possibile intravedere un loro preciso ruolo di “monumenti alla vita” e tasselli diffusi di memoria plurale, per lo sviluppo futuro dei nuclei storici. La

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presenza stabile e continua di questa popolazione, oltre a connotare una lenta e preziosa trasmissione dei valori identitari materiali e immateriali, può essere capitalizzata come vigile sentinella dell’ autenticità stessa dei luoghi anche al fine immediato e diretto di un turismo integrale e emozionale, rivoluzionario e imperdibile, perchè autentico e vero.

2

Ripensare la città moderna come ambito in grado di

offrire servizi minuti di prima necessità per le popolazioni stabili, e allo stesso tempo come città costruita attorno ad attrattori sovra locali con funzioni chiave per lo sviluppo turistico di tipo dolce e sostenibile. In questo contesto il progetto di rigenerazione deve innanzitutto saper (ri)pensare alla minuta e accorta cura degli spazi a servizio presenti, sempre più carenti nel territorio di riferimento: si pensi principalmente ai luoghi dello sport e del loisir o ai diversi poli verdi urbani che hanno spesso un sapore fortemente incompiuto. Allo stesso tempo occorre saper creare i presupposti per il consolidamento e per la nuova costruzione di funzioni particolarmente attrattive che si legano a dinamiche di sviluppo locale in corso. Stiamo parlando di quei brani di territorio sorti in epoca moderna, ma meno sviluppati rispetto ai centri di maggiori dimensioni. Abbiamo a che fare con periferie limitrofe ai centri storici, con passaggi quasi impercettibili e con tipologie edilizie a cortina continua o isolate su lotto (salvo poche evidenti eccezioni di edilizia popolare), che poco hanno in comune con l’immaginario delle aree periferiche del dopoguerra. Il tema stesso del passaggio tra il centro storico e il centro moderno, definizione forse più appropriata per meglio descrivere questi brani di città, è una questione molto interessante.

L’equilibrio stesso della vita sociale di questi paesi si traduce nella storica dicotomia tra il luogo centrale del tessuto storico (piazza) e il luogo centrale del tessuto moderno (il giardino verde, denominata localmente“villa”), un bipolarismo che si ritrova anche per caratteri generazionali e funzionali: piazza/anziani; villa/giovani. A questo secondo tipo di spazi pubblici facciamo in questo ambito esplicito riferimento, anche perché imperdibili nelle strategie rigenerative, in quanto spesso fulcri centrali dimenticati anche dalla recente stagione di riqualificazione urbana, che ha sempre guardato con maggiore interesse ai tessuti storici e alle piazze. A titolo di esempio possiamo citare il caso di Parco San Vito ad Ortelle, un’area verde a servizio pubblico con funzioni sportive dismesse. Un polo di discreto utilizzo per la popolazione stabile durante tutto l’inverno, di forte rinascita durante la fase estiva (il chiosco-bar apre solo d’estate) e durante il corso di un particolare momento dell’anno, legato alla tradizione locale (una fiera di portata regionale che si tiene l’ultima settimana di ottobre). Quest’area esplicita una domanda di consolidamento e rigenerazione della propria missione implicita di area verde a servizio della popolazione locale e di area a fini sportivi e ricreativi, ma si pone anche obiettivi di maggior respiro a carattere culturale ed economico. Sono d’altra parte presenti due emergenze archeologiche pregiate, da tutelare e da capitalizzare all’interno dei circuiti turistici ed è dominante la struttura degli stalli a servizio della fiera. In merito a quest’ultima, è intenzione della locale Amministrazione (molto condivisa a livello comunitario), quella di collegare al consolidamento della fiera, un sistema di sviluppo agricolo che punti sulla creazione di un marchio d’area (Orvi, cfr. AreaVasta o PSR), di una filiera corta di allevatori locali, di un mercato locale bisettimanale sul modello del farmers

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market. E’ dunque evidente l’importanza strategica di funzionalizzare quell’area come polo dello sviluppo agri-turistico a scala sovra locale. Saper tenere insieme le esigenze del progetto agri-turistico, che pur si attua in maniera fortemente ciclica, con le esigenze funzionali minute che si riscontrano in maniera stabile, è il senso della rigenerazione di questi luoghi.

3 Ripensare il sistema delle connessioni dolci e dei corridoi verdi all’interno del contesto periurbano e immaginare le reti sostenibili come tratto distinguente e identitario del territorio. Un sistema basato su percorsi esistenti da mettere in sicurezza, da utilizzare per la mobilità minuta quotidiana della popolazione stabile e per la mobilità occasionale, meno ripetitiva, della popolazione ciclica. La sfida reale è quella di intravedere nella presenza assidua della popolazione ciclica e turistica, propensa ad attraversamenti lenti del territorio, l’occasione per una minuta infrastrutturazione delle connessioni interne dei centri in questione, anche a servizio della mobilità della popolazione stabile. La forte vicinanza tra i centri, le consolidate pratiche di frequenza (strutturalmente dolce) delle aree agricole limitrofe, la presenza di percorsi secondari a rete, l’orografia stessa con pendenze quasi nulle, sono punti di forza essenziali per costruire un nuovo sistema di connessioni interne a carattere sostenibile. La linea ferrata FSE e le due stazioni distanti solo 5 chilometri (Spongano e Castiglione) si traducono in un meccanismo potenziale per sostenere questa riconversione infrastrutturale e si decodificano come anello essenziale di interscambio tra mobilità sostenibile interna ed esterna. Il sistema della mobilità è infatti nucleo fondante dell’intera riflessione di rigenerazione della fascia

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periurbana del nostro territorio di riferimento. In questo contesto, appunto, l’aspetto periurbano si caratterizza con forme peculiari ben distinte dal periurbano delle grandi città, e soprattutto sembra essere negli ultimi decenni la parte di maggior trasformazione spaziale, con non poche criticità, visto il suo frequente carattere spontaneo e informale. Le nostre connessioni dolci si presentano oggi come assi di penetrazione dell’urbanizzato residenziale entro il territorio prettamente agricolo, costruendo spesso quel paesaggio minuto, (una volta curato, adesso sconvolto da presenze post-moderne) che abbiamo inizialmente definito come un unico grande giardino e spesso evocato come immagine identitaria del territorio stesso. E’ da considerare che in maniera esattamente opposta, proprio lontano dagli assi di penetrazione, questo grande giardino entra dentro i centri abitati portandosi dietro la forte valenza ambientale e sfaldando i margini del costruito, che diventano sempre più spesso irriconoscibili. E’ in fondo il grande tema del patto città-campagna del PPTR, che in questo contesto prende sembianze specifiche: a) di fortissima relazione tra gli assi di collegamento primari e secondari e le forme di penetrazione periurbana; b) di struttura particolare insediata, cosi limitrofa, da presentare spesso forme di saldatura. Il progetto di rigenerazione urbana deve imparare a riallineare frammenti dispersi di urbanizzato, inventare regole e modalità d’uso delle connessioni dolci, provando ad addizionare la mobilità escursionistica di tipo turistico-paesaggistico a quella stabile e immediata delle pratiche quotidiane.

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4 Ripensare le due grandi entità ambientali e identitarie del territorio: il Parco e Il Mare. La connotazione morfologica stessa del territorio impone di guardare in maniera unita a queste due entità: la stessa istituzione del parco Otranto-Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase racconta un volto di parco costiero. La presenza di entrambe è cruciale, soprattutto per l’ idea-guida qui proposta. Riflessione non negoziabile è ripensare questa duplicità, patrimonio identitario in ogni caso paesaggisticamente rilevante (rias dell’acquaviva, sistema delle grotte, biotipi particolari), come bene comune strutturale per le pratiche di vita collettiva e pubblica degli abitanti del luogo. A ciò va aggiunta la considerazione delle due entità come attrattori principali per il sistema turistico, che, data la conformità degli insediamenti marini, il contesto fragile e la pregevolezza ambientale, non può che essere di carattere sostenibile. Di nuovo e in maniera cruciale, più che in altre occasioni, si propone, come sfida centrale delle strategie di rigenerazione, quella della concilizione attenta e oculata tra la necessità di capitalizzare gli spazi pubblici e i sistemi privati come luoghi adatti a funzioni di accoglienza turistica, con la tutela della fruizione dei beni primari locali per la popolazione stabile. Questo significa principalmente inventare strategie opportune e creative per definire azioni puntuali e mirate di rigenerazione di ambiti urbani presenti nelle marine di Marittima e di Andrano, con funzioni dolci e forte valenza ambientale. Altrettanto delicato sarà il compito di connettere i luoghi turistici e i centri dell’entroterra dentro un giardino per nulla insediato, giustamente salvaguardato come Parco, tramite l’evidente applicazione di regole d’ispirazione ambientale, ben oltre i confini, valorizzando la dimensione simbolica, interscalare e diffusa di questa presenza.

Di seguito non tratteremo questo punto come macro-ambito strategico ma faremo convergere: le azioni e le strategie di rigenerazione delle marine nella macro-voce 2 della città moderna, in quanto di questo trattasi; le azioni connesse alla presenza in divenire del parco, nella macro-voce 3. L’intento è quello di trattare le due entità fisiche e simboliche in maniera trasversale, da esse attingendo pienamente, perchè evidenti punti di forza su cui centrare il senso stesso della rigenerazione e della sua idea-guida.

3.3 AMBITI STRATEGICI DI INTERVENTO Nell’ intenzione di attuare politiche strategiche e interventi puntuali efficaci di rigenerazione territoriale per I PAESI DELLA VITA CICLICA abbiamo elaborato 3 linee strategiche di intervento che chiameremo MACRO-AMBITI STRATEGICI, e che descriveremo nel dettaglio di seguito. La traccia concettuale da seguire è quella della tipizzazione della struttura insediativa: nuclei storici – città moderna – insediato periurbano. Ad ognuno di questi tre macro-ambiti faranno capo una serie di ambiti locali specifici coincidenti o con aree urbane dismesse o sottoutilizzate bisognose di interventi puntuali (anche se sempre inseriti entro una logica a sistema) di rigenerazione territoriale, o degli ambiti sovra locali coincidenti con sistemi di azioni diffuse (reti o servizi) sul territorio di rigenerazione territoriale. L’insieme di questo panorama complessivo di interventi puntuali e sistemici costruisce il quadro operativo della rigenerazione territoriale. Per concepirne meglio i diversi livelli di integrazione e per fornire la doverosa lettura d’insieme passeremo in rassegna in prima istanza le strategie complessive di intervento per ognuno dei 3 macro-ambiti di riferimento, elencandone sotto ognuno la puntuale definizione di

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tutti gli ambiti urbani. La lettura del parco progetti della rigenerazione urbana per diversi macro-ambiti strategici di intervento è infatti utile a restituire con maggiore ed esplicita chiarezza il cuore innovativo dei meccanismi urbanisitici messi in moto, in piena aderenza, si spera, con le linee-guida regionali, a cominciare dalla legge regionale 21/2008 e con le esperienze migliori di rigenerazione strategica di territori fragili. Ci permettiamo di elencare le diverse accezioni proprie di questo documento delle forme di integrazione territoriale per introdurre con chiarezza il lettore nel prossimo paragrafo : 1) L’integrazione territoriale dei quattro comuni che compongono il nostro territorio, in quanto le tre strategie interagiscono con tutti i comuni di riferimento applicandovi la stessa guida per le trasformazioni e le stesse regole d’indirizzo. 2) L’integrazione tra azioni materiali e immateriali, tra interventi misurabili sulla concreta e tangibile trasformazione degli spazi pubblici e interventi di sostegno e stimolo all’apparato socioeconomico di riferimento, con particolare attenzione per le politiche di lotta all’esclusione sociale, e le politiche attive del lavoro per la fascia giovanile. 3) L’integrazione tra la visione minuta a scala dettagliata di ogni ambito-azione e la visione strategica complessiva di scala territoriale ma anche sovra territoriale, quanto meno provinciale. 4) L’integrazione tra le politiche e gli interventi di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale ecologico, del patrimonio culturale identitario da un lato e le politiche e gli interventi atti allo stimolo di nuovi modelli di sviluppo e di nuove iniziative economico occupazionali dall’altro. 5) L’integrazione, nel nostro caso particolare molto interessante, tra interventi su misura per la popolazione locale “stabile” e interventi

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su misura per la popolazione “ciclica”. Aspetto questo più volte richiamato, che definiamo cardine per il futuro del territorio. Passiamo dunque alla descrizione dei 3 macroambiti strategici immaginati come guide logiche al quadro integrato di azioni puntuali e sistemiche della rigenerazione: MACRO-AMBITO STARTEGICO A: i nuceli storici come luoghi della vita ciclica. MACRO-AMBITO STRATEGICO B: luoghi delle centralità moderne come incontri autentici. MACRO-AMBITO STRATEGICO C: le connessioni dolci e sostenibili come rete e tratto distinguente MACRO-AMBITO STRATEGICO T: Il patrimonio immateriale e le connessioni lunghe come volano rigenerativo.

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3.3.1 MACRO-AMBITO STRATEGICO A: i nuclei storici come luoghi della vita ciclica Il primo macro ambito strategico di intervento pone lo sguardo in maniera prioritaria ai nuclei insediati storici. I centri storici dei paesi in questione presentano analoghe caratteristiche morfologiche e tipologiche. Sono costituiti da tessuti insediativi continui di buone fattezze storico-architettoniche e con alcune emergenze pregiate. Ogni nucleo storico accentra le funzioni implicite di socializzazione e identificazione comunitaria in uno o due luoghi chiave, corrispondenti spesso alle piazze storiche del paese. In questi luoghi si trovano quasi sempre oltre alle strutture architettoniche di maggior pregio, anche alcune funzioni specifiche di socialità minuta: piccolo commercio e ristoro. E soprattutto le piazze storiche conservano ancora il ruolo di luogo identitario denso di memoria storica per l’intera comunità. Le piazze sono immerse dentro l’insieme di centri storici molto piccoli, spesso di origine medioevale, costituiti da un reticolato di strade strette, vicoli, slarghi e dalle tipiche costruzioni a corte. Il grado di conservazione di questo reticolo varia da paese a paese per motivazioni differenti, e anche il livello di qualità attuale è differente ed è direttamente connesso alla attuazione di investimenti pubblici o privati. Questa parte di città ha subito nel corso degli scorsi decenni un graduale abbandono delle abitazioni private, per motivi ovvi di ricambio generazionale e di modernizzazione degli stili di vita. Tutt’oggi molte abitazioni private sono inutilizzate e a volte in stato di semi-abbandono. La popolazione che ancora abita il centro storico è spesso una popolazione di terza età, nuclei familiari costituiti solo dalla coppia originaria di genitori, ormai anziani. Gli stessi spazi pubblici del centro storico sono stati per decenni (anni 70’ e 80’) marginali entro le politiche di sviluppo urbano ed economico

dei comuni, per evidente sottovalutazione del tessuto storico come patrimonio identitario e come prospettiva economica, a causa di un’ accezione moderna degli stili di vita che reputa incompatibile l’organizzazione dello spazio, tipica delle forme storiche, con le nuove esigenze delle famiglie del secondo novecento. Questo fenomeno è stato in parte contrastato nell’ultimo decennio con efficaci misure pubbliche di riqualificazione degli spazi collettivi e di sovvenzionamento per gli interventi di recupero privato, oltre che dalle forme autonome di investimento privato spesso legate in diverso modo alla ricettività turistica. Tanto da poter intravedere l’affermarsi di una nuova logica di approccio agli spazi del centro storico: spazi dignitosi di profondo recupero e di valorizzazione, in quanto, la qualità stessa della vita che riescono ad offrire è superiore o uguale a quella della città moderna, specie in contesti insediativi cosi piccoli, come questi in questione, dove il centro storico non è un luogo lontano dalle centralità delle funzioni/servizi moderni. In conseguenza, accanto al perdurare dei nuclei familiari storici di anziani, è riscontrabile una nuova popolazione giovane che ritorna a vivere il cento storico. I tratti distinguenti di questa nuova popolazione si possono descrivere molto meglio se si fa ricorso alla distinzione, proposta in questo documento, tra popolazione stabile e popolazione ciclica. La nuova popolazione che va insediandosi nei nuclei storici sembra presentare le caratteristiche tipiche descritte per la popolazione ciclica. Parliamo di una popolazione giovane e adulta, che trascorre in maniera costante solo una parte dell’anno in questo territorio, che non coincide esattamente con i periodi estivi, ma che rispecchia particolari momenti cardine della vita sociale di alcune comunità. Una popolazione che presenta dei tratti e delle caratteristiche ben

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precise e già descritte. Ad ogni modo una popolazione che anche se di matrice turistica, esprime forme di relazioni al luogo solide e consolidate. Il rischio concreto è quello di non far dialogare queste due popolazioni, anzi di creare i presupposti per forme di conflitto. Con ogni evidenza, provando a non generalizzare eccessivamente, è possibile intravedere una sostanziale discordanza tra le esigenze e le abitudini dei due differenti gruppi sociali. Ciò si traduce anche e soprattutto nella indole progettuale degli stessi spazi pubblici in questione. Non si può lasciare che i nuclei storici del territorio vengano abitati da una popolazione nuova, con stile di vita, matrice culturale e esigenze concrete diverse dalla popolazione stabile che ne è invece tratto strutturante e presenza costante, senza comprendere compiutamente la portata della trasformazione in atto, senza approntare coerenti e concilianti forme di dialogo che ripartino proprio da un comune ragionare sulla rigenerazione dei luoghi desueti o abbandonati. Ricapitolando, si può affermare che i centri storici dei paesi dalla vita ciclica hanno subito per anni un costante fenomeno di abbandono, e ancora parti dei centri risultano sottoutilizzati e/o abbandonati: queste aree vanno identificate, osservate, e rigenerate partendo dalla loro implicita vocazione. Non sono, tuttavia, dei centri completamente abbandonati, ne mai lo sono stati. Vivono ancora dei nuclei familiari mediamente anziani, che rappresentano la popolazione stabile: tratto identitario e memoria storica dell’intera comunità. Iniziano ad abitarci anche altre popolazioni: quelle cicliche, giovani emigrati di ritorno, turisti affezionati, amici di amici che comprano casa, portando identità nuove e esigenze di spazi attrezzati nuovi. Solitamente rappresentano una popolazione turistica molto accorta e affezionata

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alle identità locali: una risorsa essenziale per innestare forme di accoglienza solidale e turismo responsabile. Le due popolazioni vivono insieme lo spazio: non si pongono in conflitto. Abitano le case private fianco a fianco, convivono negli spazi privati di uso comune (spesso molto ristretti: le corti), e negli spazi pubblici di immediato vicinato (la piazza e le stradine del centro). Fruiscono degli stessi servizi di vicinato e di commercio minuto. Presentano, tuttavia, esigenze diverse che bisogna solo saper conciliare. E, soprattutto, bisogna che l’incontro tra le due popolazioni non si esaurisca tutto in una reciproca riconoscibilità dei tratti sociali, misurabile come forma di folkore fine a se stessa. Vi deve essere uno sforzo verso forme di incontri che riescano a restituire l’autenticità delle pratiche quotidiane della popolazione stabile, e che trovino meccanismi di innesto e valorizzazione proprio dialogando con le pratiche distinte (e pur legitime) della popolazione ciclica. In aggiunta, è essenziale che i tratti originali e innovativi della popolazione ciclica vengano fatti propri dalla comunità e valorizzati come vettore turistico . Lo stesso recupero dignitoso degli spazi della vita collettiva deve passare attraverso l’incontro di queste popolazioni. La visione che si propone dei nuclei storici è quella di centri connotati dalla ciclicità stagionale legata, anche, ma non esclusivamente, ai tempi turistici. Bisogna dunque accettare che i nuclei storici abbiano e sappiano far propria una doppia velocità della vita, e una doppia capacità di contenere flussi e pesi ben diversi tra le diverse stagioni. I centri storici, da un lato, devono restare il riferimento identitario della comunità locale, abitato, curato e animato dalla popolazione stabile, dall’altro devono diventare il salotto collettivo dove ospitare durante le fasi di “piena” un maggior numero di abitanti, di relazioni

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e di iniziative. L’obiettivo strategico è quello di restituire la dignità storico-identitaria al patrimonio materiale e immateriale che i centri storici costituiscono, valorizzando la comunità locale e la popolazione stabile e accogliendo la popolazione ciclica verso forme di conciliazione creative e proficue delle diverse esigenze. Ogni spazio da rigenerare deve dunque partire dalle esigenze della popolazione stabile, soddisfare i bisogni minimi di identità e di aggregazione sociale. In un secondo momento porsi la dimensione dell’ attrattività, della qualità estetica da addizionare a quella funzionale. La traduzione operativa e progettuale di queste linee guida teoriche puo’ essere cosi riassunta: 1) Gli spazi della vita collettiva devono rigenerarsi guardando prioritariamente alle esigenze di aggregazione della popolazione stabile e alla soddisfazione delle carenze funzionali verso questa direzione. Tali funzioni devono restare legate alle identità culturali del luogo, e alle abitudini della vita collettiva, ma nello stesso tempo offrire interesse e dialogo alla popolazione ciclica. Ottime sono le soluzioni funzionali che uniscono funzioni primarie con funzioni di interesse turistico. 2) E’ preferibile che il centro storico non venga snaturato con funzioni di tipo turistico attrattivo a grande portata, ma che si mantengano funzioni locali minute, ripensate anche per la popolazione ciclica. Ciò vale sia per i servizi di supporto offerti dal pubblico, sia per le funzioni private di commercio. 3) Le regole d’uso degli spazi pubblici, delle attrezzature proprie di questi e degli arredi urbani possono ( preferibilmente devono) essere immaginate in maniera distinta per le fasi estive e quelle

invernali. A titolo di esempio: -Carrabilità di alcuni tratti; -forme di sosta o fermata; - utilizzo di piazzole a servizio degli esercenti commerciali; - strutture amovibili per eventi turistici; - densità dei punti luce. 4) Il nucleo storico di ogni paese deve rappresentarne anche la parte maggiormente vivibile con una andatura lenta: il nucleo storico per conformazione e opportunità offre una vivibilità sostenibile in molti suoi aspetti. Non ultimo quello della mobilità. La mobilità ciclo-pedonale deve avere un posto di rilievo in ogni operazione di rigenerazione. Percorsi, nodi e incontri devono essere pensati con particolare attenzione alla sicurezza di pedoni e biciclette.

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MACRO-AMBITO STRATEGICO A

VISIONE STRATEGICA Spazio scalare del nucleo fondative di macro-ambito

storico:

esigenze

Valorizzare i borghi come attrattiva turistica, per la domanda di ricaduta occupazionale. Conservare i centri con i propri tratti distinguenti. Rispondere in prima istanza alle carenze della popolazione stabile. Prevenire forme di conflitto tra le due popolazioni (stanziale e ciclica) a causa delle dinamiche di acquisto di numerosi immobili da parte di cittadini stranieri che non dialogano con la comunità locale.

OBIETTIVO GENERALE - OB.G A1 I benefici sociali ed economici di lungo periodo sono integrati lungo un percorso di restituzione della dignità storico-identitaria al patrimonio materiale e immateriale che i centri storici costituiscono. Nello specifico, l’obiettivo generale persegue: – la valorizzazione integrata della comunità locale e della popolazione stabile; – l’accoglienza della popolazione ciclica con forme partecipate creative proficue delle diverse esigenze.

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I nuclei storici come luoghi della vita ciclica OBIETTIVI SPECIFICI Ob.Sp A.1. Soddisfazione delle carenze funzionali della popolazione stabile Ob.Sp. A2. Miglioramento qualità urbana Ob.Sp A.3. Potenziamento del grado di attrattività per la popolazione ciclica Ob.Sp A.4.Potenziamento del senso di appartenenza della popolazione ciclica Ob.Sp A.5. Infrastrutturazione dei luoghi collettivi verso le forme della vivibilità dolce Ob.Sp A.6. Incentivazione dei sistemi del commercio di dettaglio Ob.Sp A.7. Incentivare incontri fertili tra la popolazione ciclica e quella stabile Ob.Sp A.8. Incentivare il sistema della ricettività diffusa Ob.Sp A.9. Incentivare forme di sostegno ai residenti storici (spesso anziani) del centro antico Ob.Sp A.10. Regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi Ob.Sp A.11. Infrastrutturazione degli spazi storici tramite accessi ICT

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AZIONI A.1 Sistemazione e recupero di aree del centro storico in Vignacastrisi e completamento di Piazza Umberto I, Vignacastrisi (Ortelle) A.2 Riqualificazione centro storico e dintorni di Castiglione (Andrano) A.3 Borgo Aria Corte In Marittima (Diso) A.4 Riqualificazione degli spazi pubblici nel nucleo di più antica origine del centro storico – 1° lotto funzionale (Spongano) A.5 Riqualificazione degli spazi pubblici nel centro storico – 2° lotto funzionale (Spongano) A.6 Completamento area per giochi e sport in zona “URO” (Spongano) A.7 Recupero con riqualificazione dell’area di Piazza San Giorgio con palazzo comunale (Ortelle) A.8 Recupero, valorizzazione e tutela del vecchio

nucleo storico del centro urbano (DISO)

A.9 Recupero e riqualificazione di area a verde pubblico con parcheggi e di manufatti privati e pubblici da destinare ad attività socio culturali e commerciali del centro storico dell’abitato di Marittima (DISO) A.10 Riqualificazione centro storico Castiglione via Menotti e via Comi A.11 Recupero edificio ex O.M.N.I. Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A1 SISTEMAZIONE E RECUPERO DI AREE DEL CENTRO STORICO, COMPLETAMENTO DI PIAZZA UMBERTO I, RIQUALIFICAZIONE SANSIFICIO

EX

Comune: Ortelle Localita’: Vignacastrisi Superficie complessiva di intervento: 4200,00 mq Proprieta’: pubblica e privata Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione di alcune aree libere del centro storico lungo la direttrice verso Castro Marina attraverso piazza Umberto I e l’ex sansificio, di proprietà privata. Prescrizioni putt/p: l’area interessata ricade nei territori costruiti. Stato di fatto attuale: le aree oggetto dell’ intervento sono in parte sottoutilizzate ed in parte in stato di abbandono.

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RIQUALIFICAZIONE CENTRO STORICO E DINTORNI DI CASTIGLIONE

Comune: Andrano Localita’: Castiglione d’Otranto

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A2

Superficie complessiva di intervento: circa 8.895,60 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento ricade in Zona “A.1 – centro storico” così come perimetrata nel P.R.G. approvato definitivamente dalla Regione Puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353. Prescrizioni Putt/P: l’intervento ricade completamente nei territori costruiti e dovrebbe essere acquisito il parere della soprintendenza per i beni architettonici. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A3 BORGO ARIA CORTE IN MARITTIMA

Comune: Diso Localita’: Marittima Superficie complessiva di intervento: 5.400,00 mq Proprieta’: la superficie delle aree interessate sono di proprietà comunale. Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione di un’area periferica di Marittima lungo la strada che porta alla Marina di Marittima attraverso un tratto del paese caratterizzato da un nucleo urbanistico di pregevole interesse storico, peraltro, oggetto di alcuni interventi di recupero abitativo di vecchi casolari da parte di privati. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dei territori costruiti. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata ed in stato di abbandono.

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RIQUALIFICAZIONE DEGLI SPAZI PUBBLICI NEL NUCLEO DI PIU’ ANTICA ORIGINE DEL CENTRO STORICO – 1° LOTTO FUNZIONALE Comune: Spongano Localita’: centro storico (via carmine, via chiesa, piazza bacile, via roma). Superficie complessiva di intervento: 2400,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: viabilità e spazi pubblici Prescrizioni putt/p: (ate o atd se vi sono) territori costruiti Stato di fatto attuale: L’esecuzione dei sottoservizi ha portato ad un degrado della pavimentazione stradale; le linee aeree correnti lungo i prospetti degli edifici alterano in maniera significativa la quinta architettonica di fabbricati di valenza storica, connotando il paesaggio con fenomeni di degrado e fatiscenza. Le vie intorno a piazza Vittoria e la via Roma sono state oggetto di intervento di “miglioramento e potenziamento della rete di fognatura bianca nel centro storico”, finanziato dal pis n.14 Misura 1.1 – Area di azione 5, con lavori ultimati nell’anno 2009. La zona URO, area verde adiacente ed in connessione con la perimetrazione del centro storico, è oggetto di un intervento per la realizzazione di spazi sportivi e parco pubblico. La piazzetta municipio e la corte “sterne nove”, incluse nella perimetrazione del centro storico, sono state riqualificate in occasione della realizzazione dei tronchi di fognatura nera su strade già servite da acquedotto. L’illuminazione pubblica è in fase di ammodernamento e messa a norma mediante un progetto con finanziamento interamente a carico dei fondi comunali. L’Amministrazione ha ricevuto in donazione un antico giardino incluso nel centro storico, ed oggetto di lavori per il recupero, la riqualificazione, e la conservazione.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A4

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A5 RIQUALIFICAZIONE DEGLI SPAZI PUBBLICI NEL CENTRO STORICO – 2° LOTTO FUNZIONALE Comune: Spongano Localita’: centro storico (via paiane, largo putriso, via congregazione, via diso, via borgo orto preti, parco Rini) Superficie complessiva di intervento: 2450,00 mq + 1640,00 mq verde attrezzato (Parco Rini) Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: viabilità e spazi pubblici Prescrizioni putt/p: territori costruiti

Stato di fatto attuale: L’intervento integra e completa quello del 1° lotto. Vedi intervento A4. L’amministrazione comunale ha intenzione di integrare in un unico intervento la riqualificazione degli assi viari e la rigenerazione funzionale di parco Rini attraverso la fornitura di servizi primari. L’obiettivo è quello di integrare parco Rini con il tessuto degli spazi pubblici cittadini.

VIGNACASTRISI

DISO

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COMPLETAMENTO AREA PER GIOCHI E SPORT IN ZONA “URO” Comune: Spongano Localita’: centro storico (via f.lli Rosselli angolo con via Risorgimento) Superficie complessiva di intervento: 5.800,00 mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A6

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: verde pubblico – area per giochi e sport Prescrizioni putt/p: territori costruiti Stato di fatto attuale: Attualmente allo stato naturale, sara’ oggetto, a breve, di un intervento per la realizzazione di un impianto sportivo all’aperto, finanziato dalla Regione Puglia. Per la sua prossimita’ a piazza Vittoria, l’intervento e’ finalizzato a dotare il centro storico di spazi per verde pubblico dotati dei necessari elementi di arredo urbano, nonché aree per lo sport e le attività all’aperto, per la riqualificazione e la valorizzazione del centro storico e delle aree immediatamente adiacenti, che rientrano nella sfera d’azione delle attività sociali che si svolgono in piazza e nel centro del paese in genere. Per la sua contiguita’ al centro storico (una piccola parte di questa zona ricade in zona a) può efficacemente interagire con tutti gli interventi gia’ eseguiti o da eseguire nel centro storico. Vedi interventi A4-A5-A6.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A7 RECUPERO CON RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA DI P.ZZA S. GIORGIO IN ORTELLE CON PALAZZO COMUNALE Comune: Ortelle Localita’: Ortelle Superficie complessiva di intervento: 2.000,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento rientra nella volontà dell’Amministrazione di recuperare e riqualificare l’area del centro storico di p.zza S. Giorgio con la sede del palazzo municipale in Ortelle in modo da valorizzare un vecchio tessuto urbano di interesse storico. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dei territori costruiti Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata e in stato di disagio urbano. L’area, nel corso degli anni

e’ stata oggetto di

interventi con

finanziamenti comunali.

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DISO


MACROAMBITO A INTERVENTO A8 LAVORI DI RECUPERO, VALORIZZAZIONE E TUTELA DEL VECCHIO NUCLEO STORICO DEL CENTRO URBANO DI DISO Comune: Diso Localita’: Diso Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento rientra nel programma di recupero e riqualificazione di manufatti e spazi pubblici del centro storico di Diso. Prescrizioni putt/p: territori costruiti Stato di fatto attuale: l’area in oggetto allo stato attuale si presenta in condizioni alquanto precarie dovute al degrado della pavimentazione realizzata in asfalto per le sedi viarie ed in mattoni in cemento sulle aree libere delle tre piazze che rappresentano in vecchio centro urbano dell’abitato di Diso.

A8

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A9 RECUPERO CON RIQUALIFICAZIONE DI AREA A VERDE PUBBLICO CON PARCHEGGI E DI MANUFATTI PRIVATI E PUBBLICI DA DESTINARE AD ATTIVITA’ SOCIO CULTURALI E COMMERCIALI DEL CENTRO STORICO DELL’ABITATO DI MARITTIMA Comune: Diso Localita’: Marittima Superficie complessiva di intervento: 13.600,00 mq e 1.800,00 mq di manufatti privati e pubblici. Proprieta’: pubblica e privata Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione di un’area ubicata all’interno del centro storico di Marittima, interessata dalla presenza di antichi manufatti edilizi da destinare a strutture turistico ricettive e commerciali. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dei territori costruiti Stato di fatto attuale: l’area oggetto dell’ intervento e’ sottoutilizzata per la parte pubblica ed in stato di abbandono e degrado per la parte privata.

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A9


RIQUALIFICAZIONE CENTRO STORICO CASTIGLIONE - VIA MENOTTI E VIA COMI A10

Comune: Andrano Localita’: Castiglione d’Otranto Superficie complessiva di intervento: circa 578,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento ricade in Zona “A.1 – centro storico” così come perimetrata nel P.R.G. approvato definitivamente dalla Regione Puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353. Prescrizioni Putt/P: l’intervento ricade completamente nei territori costruiti e dovrebbe essere acquisito il parere della Soprintendenza per i beni architettonici. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO A INTERVENTO A10

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SCHEDA PROGETTO 70

MACROAMBITO A INTERVENTO A11 RECUPERO EDIFICIO EX O.M.N.I. Comune: Spongano Localita’: centro storico Superficie complessiva di intervento: 64 mq coperti (ingombro) Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: ex - edilizia popolare Prescrizioni putt/p: (ate o atd se vi sono) territori costruiti Stato di fatto attuale: disabitato e abbandonato.

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A11


SCHEDA PROGETTO Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica

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3.3.2 MACRO-AMBITO STRATEGICO B: luoghi delle centralità moderne come incontri autentici Il secondo ambito strategico della rigenerazione territoriale dei paesi della vita ciclica, è composto da quei brani di territorio insediato che siamo soliti definire “città moderna” o, più generalmente, “periferia”. Nel nostro caso specifico, questa parte di insediamento presenta dei tratti molto interessanti e ben distinti dalle consuete fattezze tipiche di territori analoghi in altri contesti geografici. Solitamente la città moderna è composta da un tessuto continuo di strutture edili medio-alte, con la presenza frequente di condomini o case a schiera. Solitamente questi brani di città sono sorti in seguito a precise forme pianificatorie (piani attuativi , piani di lottizzazione, edilizia popolare). Nel nostro territorio questa tipologia è, invece, poco frequente, se non del tutto assente. Il tessuto moderno dei paesi in questione è un tessuto tendenzialmente basso (uno o due piani) di edilizia privata, sorta per addizioni singole nella tipologia di case isolate sul lotto, spesso con giardini e ortali di pertinenza. Costrutti e quartieri che rientrano certo nelle regole di assetto generale, ma che non nascono da visioni collettive accorte. Spesso vi sono alla base solo delle espansioni previste dai Programmi di fabbricazione, e poche volte delle visioni complete d’insieme, frutto di analisi e conseguenti scelte programmatiche e pianificatorie (i PRG dove ci sono, sono arrivati in ritardo). Ne risulta, dunque, una periferia urbana seppur non densa, ad ogni modo compatta e spesso sorta in maniera circolare attorno al nucleo storico, con ovvie intensità lungo le direttrici principali. E’ da sottolineare come la percezione stessa della periferia è molto fumosa, e ad ogni modo ben distinta

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dalla percezione delle periferie cittadine. Date le distanze comunque minime dai nuclei storici e dai servizi principali, e dato il tessuto insediativo comunque vivibile e amichevole (tutte case singole indipendenti e quasi sempre di proprietà), la percezione stessa della periferia viene meno e in ogni caso non coincide mai con un senso di marginalità delle abitudini umane e sociali. Nella città moderna si trovano quasi sempre i servizi tipici delle infrastrutture sociali degli anni ‘70 e ‘80 dello scorso secolo: le scuole, le poste, i servizi sportivi, il commercio minuto, i servizi locali socio-sanitari (dove presenti), spesso le sedi municipali, le aree attrezzate a mercati settimanali, i giardini pubblici. Particolare aspetto è proprio la presenza in ogni paese di spazi pubblici sorti in epoca moderna con funzioni, strutture e disegni analoghi: le aree a servizio verdi o giardini pubblici, che solitamente vengono in gergo definite: “Ville”. Nelle ville dei paesi si è praticamente trascorsa l’intera vita pubblica e sociale delle generazioni oggi adulte e giovani, con pratiche e abitudini ripetitive e circoscritte. Solitamente questi erano e, in buona parte, sono, i luoghi della vita collettiva del paese per le fasce giovani, durante tutto il corso dell’anno, ma con particolare frequenza nei mesi estivi. Un chiosco-bar, un’ area esterna verde, un sistema di alberi, delle strutture sportive, erano e sono i componenti essenziali di questi spazi. E’ possibile affermare che nel corso degli ultimi decenni le politiche pubbliche urbane, specie in questo contesto, si siano concentrate molto più sui centri storici e sugli spazi pubblici ivi ricadenti, che non sul tessuto moderno compresi gli spazi pubblici come le “ville”. Possiamo dire che l’attenzione contemporanea alla città storica, il ritrovato interesse diffuso per le architetture antiche, sia coinciso, di contro, con una sottoutilizzazione e a volte con l’abbandono di

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questo tessuto moderno. Le stesse pratiche sociali hanno, negli ultimi anni, iniziato ad abbandonare il sistema degli spazi pubblici moderni (ville) in favore degli spazi pubblici antichi (piazze), con particolari risvolti per la vivibilità delle stesse. Più in generale il tessuto moderno di questi paesi, che come detto, non ha mai sofferto di particolari situazioni marginali, è il tessuto meno attenzionato delle politiche pubbliche contemporanee. In parallelo la graduale diminuzione demografica ha prodotto e produce l’abbandono di molte strutture di servizio per la comunità locale. Esemplare è il caso delle strutture scolastiche: molti paesi hanno accorpato in un unico edificio le scuole primarie con le medie secondarie e le scuole primarie per l’infanzia. Ciò ha liberato un patrimonio immobiliare di strutture scolastiche, spesso inutilizzato, a volte riutilizzato con fini diversi (sede municipale di Andrano) che pone in ogni caso questioni nuove, da sciogliere proprio dentro il tessuto della città moderna. La città moderna, dunque, presenta spesso spazi, ma anche edifici pubblici, in stato di sottoutilizzo o di abbandono , che devono essere considerati tra le priorità di una azione collettiva di rigenerazione territoriale. Il tessuto urbano moderno risulta dunque particolarmente ricco di spunti generali e sistemici, ma anche di azioni puntuali. La riflessione essenziale della sua rigenerazione deve partire anche da un’altra constatazione: per quanto questi brani di città non siano mai stati periferici, nell’accezione consueta, non si può di contro dire che abbiano mai avuto una particolare attrattività e nemmeno un forte senso identitario per le comunità locali. Ogni progetto rigenerativo deve dunque partire dalla valorizzazione dei luoghi moderni, ripensando le rappresentazioni dei valori identitari delle comunità che li abitano e togliendoli dalla strutturazione banale delle forme fisiche. La

proposta è quella di provare a considerare anche le “ville” dei paesi come spazi collettivi identitari, alla stregua delle “piazze” dei nuclei storici. Ogni progetto deve poi poter ospitare funzioni di scala sovra locale, dove per scala sovra locale possiamo iniziare a pensare al territorio ODSA, deve integrarsi nella visione guida della ciclicità del tempo e del turismo sostenibile. Ogni progetto deve dunque saper fornire strutture funzionali utili anche alla popolazione ciclica e ad alcune esigenze peculiari. L’aspetto delicato sta nell’ interpretare come spunti di contesto le dinamiche e le pratiche della popolazione ciclica, senza sconvolgere le funzioni di servizi di prima necessità sociale rivolti anche alla popolazione stabile. In questo macro-ambito strategico di riferimento facciamo rientrare quel tessuto insediato molto particolare che è costituito dalle due marine presenti: Marina di Marittima e Marina di Andrano. Sebbene si tratti di due entità amministrative distinte, facenti riferimento, rispettivamente, ai comuni di Diso e Andrano, risultano inserite in un unico contesto insediativo dal confine impercettibile e dalle connotazioni similari, sorto attorno alla litoranea Otranto - Santa Maria di Leuca. Questo tratto di costa ha un forte impatto paesaggistico e scenografico, è costituito da falesie alte e rocciose, caratterizzate dalla presenza di grotte e insenature, non presenta criticità di erosione data la conformazione rocciosa del litorale. L’intera area costiera è una Riserva Naturale Orientata Regionale; presenta una flora di importanza nazionale sotto l’aspetto fitogeografico, tra cui specie balcaniche che trovano la loro massima espansione occidentale in questa zona ed è collegata da nord a sud dalla strada costiera SS173 o “delle terre Salentine”, una delle

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strade paesaggisticamente più interessanti d’Italia. La strada è caratterizzata dalla presenza di fari e innumerevoli torri costiere, di stili ed epoche differenti, che rappresentano luoghi privilegiati di osservazione del territorio costiero, legame con la storia difensiva e insediativa dell’area ed elementi di richiamo turistico. A partire dagli anni ’80 le città costiere del territorio sono state travolte da processi di espansione insediativa in chiave turistica: edificazione di ristoranti, strutture alberghiere, rifunzionalizzazione di antiche masserie che hanno portato, in alcune di esse, alla saturazione del fronte costiero; l’ambiente costiero ha fortemente risentito dell’intervento antropico in chiave turistica; anche le Marine di Marittima e Andrano sono state, seppur in maniera minore rispetto agli storici centri di richiamo turistico, coinvolte in questi processi di espansione, senza però riuscire a realizzare una pianificazione adeguata alle esigenze abitative, turistiche e soprattutto paesaggistiche del territorio. Nei territori limitrofi alle due marine di riferimento sono sorti all’interno delle pinete, a partire dagli anni ’60, grandi villaggi turistici, fortemente privi di relazione con il territorio nel quale sono inseriti, trasformati in campeggi o aree parcheggio per il turismo pendolare. L’antropizzazione turistica del territorio ha portato ad un rapido impoverimento paesaggistico, culturale e architettonico del territorio. Ci ritroviamo quindi ad osservare un territorio fortemente frammentato, incapace di soddisfare in pieno le esigenze turistiche nel periodo prevalentemente estivo e inadatto ad offrire servizi per la popolazione stanziale; quest’ultima risulta incapace a sua volta di cogliere il valore paesaggistico e costiero del proprio territorio comunale e dei territori limitrofi, di preservare i caratteri di unicità dei

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luoghi, di conservare le proprie tradizioni a discapito di una cultura a dimensione turistica omologata e omologante. Con ogni evidenza il territorio costiero risulta essere un tessuto moderno, costituito prevalentemente da seconde case con caratteristiche edilizie ed insediative simili a quelle delle periferie dei paesi precedentemente descritti. Si puo’ e si deve aggiungere la minore attenzione al disegno urbano, che lascia spesso irrisolti spazi di frangia, e la evidente connotazione ciclica e turistica dei luoghi abitati, che risulta per le zone costiere maggiormente accentuata rispetto alle aree comunali nell’entroterra, che estremizza il tratto della vitalità estate-inverno. Il tessuto moderno è quello che ad oggi è maggiormente inesplorato e ricco di potenziali strutture fisiche bisognose, prima ancora di operazioni radicali di riqualificazione urbana, di una seria riflessione sul senso stesso delle funzioni da inserire. In tali occasioni, con evidenza, bisogna saper tenere insieme lo sguardo a scala sovra locale, la scelta di funzioni concordi con la guida dello sviluppo territoriale condiviso, e le esigenze concrete emerse dai cittadini. In tali occasioni è imperdibile la sfida di saper scientemente scegliere funzioni e costruire le relative traduzioni tecnico-progettuali valorizzando i punti di forza del territorio. L’obiettivo strategico è quello di recuperare le aree dismesse o sottoutilizzate del tessuto moderno per costruire una rete territoriale integrata di funzioni a finalità turistica, che restituisca valore alle identità locali e che sia occasione di incontro tra le due popolazioni. La visione che si propone del tessuto moderno è quella di un tessuto in grado di valorizzare la vocazione implicita turistica fornendo una serie di funzioni diverse (per azioni puntuali) che a rete copra

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le esigenze funzionali degli stili di vita post-moderni legati alla presenza di una doppia popolazione. Solo dall’incontro tra le diverse esigenze, che passa dalla reciproca riconoscibilità e dalla messa a valore del portato di ognuna di esse potrà emergere l’efficacia delle politiche rigenerative. Il tessuto moderno deve essere rigenerato tramite sapienti azioni puntuali di ri-funzionalizzazione di aree sottoutilizzate o dismesse nella direttrice della costruzione di una serie di servizi di “secondo grado” e di scala sovra locale, tenuti insieme da un’ ottica a rete. Per funzioni di secondo grado o di scala locale intendiamo quel tipo di funzioni difficilmente definibili che rispondono a esigenze e proposte culturali peculiari della popolazione ciclica quindi principalmente, ma non solo, le funzioni a servizio della rete ricettiva turistica. La traduzione operativa e progettuale di queste linee guida teoriche puo’ essere cosi riassunta: 1) La rigenerazione puntuale delle aree sottoutilizzate o dismesse di ogni paese deve partire da una scelta funzionale, figlia dell’analisi del contesto locale, ma anche dalla conoscenza della rete esistente delle funzioni di “secondo grado” presenti nel territorio ODSA e inserirsi come parte integrante nelle azioni sistemiche. 2) Ogni azione puntuale o sistemica deve saper rendere attrattivo e identitario il luogo della trasformazione, giocando sulle possibilità di incontro tra le pratiche locali e le pratiche sovra locali. Sperimentare funzioni cicliche estroverse all’interno di spazi abitudinariamente adibiti a pratiche consone è la vera sfida di ogni progetto. Ovviamente partendo dalla reale conoscenza delle proposte locali possibili e ovviamente lavorando sulla composizione degli elementi spaziali. 3) Ogni azione puntuale o sistemica deve saper infrastrutturare

lo spazio tramite le reti della ICT, per concorrere nella costruzione di un territorio fortemente competitivo a livello regionale e nazionale, e per rispondere alle esigenze proprie di un territorio “in remoto” che vive fortemente in maniera ciclica, e che dunque può e deve restare connesso durante tutto l’arco dell’anno. 4) Le regole d’uso degli spazi pubblici, delle attrezzature proprie di questi e degli arredi urbani possono ( preferibilmente devono) essere immaginate in maniera distinta per le fasi estive e quelleinvernali. A titolo di esempio: -Carrabilità di alcuni tratti; -forme di sosta o fermata; - utilizzo di piazzole a servizio degli esercenti commerciali; - strutture amovibili per eventi turistici; - densità dei punti luce.

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MACRO-AMBITO STRATEGICO B

VISIONE STRATEGICA Spazio scalare delle centralità moderne: esigenze fondative di macro-ambito Riqualificare e potenziare le aree dismesse o sottoutilizzate come spazi pubblici moderni a servizio della comunità locale. Porre a sistema servizi di supporto al turismo già programmati o da programmare, evitando doppioni nello stesso territorio ODSA, integrando funzioni similari e distinte. Offrire opportunità occupazionali e sostenere le esperienze imprenditoriali nascenti. Conservare le centralità moderne con i propri tratti distinguenti. Rispondere alle carenze per popolazione stabile. Rispondere alla domanda d’uso di una più vasta popolazione ciclica nel periodo stagionale di maggiore afflusso.

OBIETTIVO GENERALE - OB.G B Persegue benefici integrati sociali, ambientali, economici e culturali fondati sul recupero delle aree dismesse o sottoutilizzate del tessuto moderno per la costruzione di una rete territoriale integrata di funzioni a finalità turistica, che restituisca valore alle identità locali e che sia occasione di incontro tra le due popolazioni. L’obiettivo è socialmente sensibile, in quanto persegue una mitigazione della dimensione ciclica e una sensibile rigenerazione trasversale delle parti moderne.

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I luoghi delle centralità moderne come incontri autentici: esigenze fondative di macro-ambito OBIETTIVI SPECIFICI Ob.Sp.B.1.Costruzione di una rete territoriale unica di servizi di supporto alla vocazione turistica Ob.Sp. B.2. Potenziamento dei legami economici tra il settore turistico e le ricadute nel settore agricolo Ob.Sp. B.3. Riqualificare spazi pubblici puntuali della modernità Ob.Sp. B.4. Sostenere le forme di nuova imprenditoria giovanile Ob.Sp. B.5. Infrastrutturare i luoghi pubblici tramite accessi ICT Ob.Sp.B.6. Potenziare i servizi pubblici di tipo ricreativo e sportivo alla persona Ob.Sp.B.7. Introdurre forme di apertura degli spazi decisionali-pubblici alla comunità nei luoghi fisici della città moderna Ob.Sp.B.8. Introdurre forme di regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi Ob.Sp.B.9.Valorizzare la costa come patrimonio paesaggistico e bene comune Ob.Sp.B.10.Potenziare il sistema di conoscenza diffusa delle opportunità del territorio

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AZIONI B.1.1 Riqualificazione area parco San Vito e Santa Maria della Grotta (ORTELLE) B.1.2 Riqualificazione Piazzale Stazione, Area “Trice” e dintorni (ANDRANO) B.1.3 Sistemazione e recupero dell’area verde di Piazza Don Bosco (DISO) B.1.4 Sistemazione e recupero di un’area manifestazioni (DISO) B.1.5 Realizzazione di un’area mercatale con zona riservata a farmer’s market nella zona PEEP (SPONGANO) B.2.1 Recupero e riqualificazione dell’ex Scuola Media (ORTELLE) B.2.2 Recupero con riqualificazione dell’area semiperiferica P.zza De Viti (ORTELLE) B.2.3 Valorizzazione e riqualificazione dell’area circostante al Palazzo Municipale (ANDRANO) B.2.4 Sistemazione del piazzale “Madonna del Carmine”; (ANDRANO) B.2.5 Realizzazione di un Campo Polivalente Coperto, nell’ambito del Programma PON Sicurezza per lo Sviluppo – Progetto Quadro “IO GIOCO LEGALE” (SPONGANO) B.2.6 Riqualificazione Scuola elementare (SPONGANO) B.3.1 Intervento di riqualificazione e di completamento delle aree contigue a quelle delle infrastrutture specifiche di supporto al settore turistico alla Marina di Andrano (ANDRANO) B.3.2 Ex Scuola Elementare In Marittima (DISO) B.3.3 Riqualificazione e potenziamento del manufatto destinato a Museo naturalistico in località Acquaviva (DISO) B3.5

B.3.4 Riqualificazione di Largo “Puzze” (ORTELLE) B.3.5 Intervento di riqualificazione e di completamento delle aree contigue a quelle delle infrastrutture specifiche di supporto al settore turistico alla Marina di Andrano (ANDRANO) Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B1.1 RIQUALIFICAZIONE AREA PARCO SAN VITO E SANTA MARIA DELLA GROTTA IN ORTELLE Comune: Ortelle Localita’: Ortelle Superficie complessiva di intervento: 4.500,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: tale intervento rientra nella scelta e volontà della cittadinanza di Ortelle di ottenere nell’area esistente degli spazi attrezzati ed ottimizzati che contribuiscano a favorire sia lo sviluppo della manifestazione fieristica di San Vito, che ormai riveste carattere di interesse provinciale ed oltre, sia l’area archeologica caratterizzata dalla cripta di Santa Maria della grotta con la presenza di interessanti pareti affrescate, sia quella limitrofa della cappella di S. Vito. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito territoriale distinto “c”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata ed in stato di abbandono. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi di riqualificazione con fondi comunali, mentre per le urbanizzazioni si e’ intervenuti con finanziamenti regionali.

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RIQUALIFICAZIONE PIAZZALE STAZIONE, AREA “TRICE” E DINTORNI Comune: Andrano Localita’: Castiglione Superficie complessiva di intervento: circa 20.908,00 mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B1.2

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento ricade parte in zona “f1.4 - Verde attrezzato”, parte in viabilità e parte in zona “a.2 Zona urbana mista d’interesse ambientale” così come perimetrate nel P.R.G. Approvato definitivamente dalla regione puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353. Prescrizioni putt/p: l’intervento ricade completamente nei territori costruiti e dovrebbe essere acquisito il parere della soprintendenza per i beni architettonici. Stato di fatto attuale: area da riqualificare. La zona Trice (ed i suoi dintorni) e’ stata in parte interessata da trasformazioni urbane finanziate con sottoscrizione di mutuo presso la cassa depositi e prestiti.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B1.3 SISTEMAZIONE E RECUPERO DELL’AREA VERDE DI PIAZZA DON BOSCO Comune: Diso Localita’: Marittima Superficie complessiva di intervento: 5.600,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione di un’area libera del centro abitato di Marittima da utilizzarsi come centro di interesse sociale e manifestazioni culturali e fieristici. Prescrizioni putt/p: l’area interessata ricade nei territori costruiti. Stato di fatto attuale: le aree oggetto dell’ intervento sono in parte sottoutilizzate, ed alcune in stato di parziale degrado. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi di riqualificazione con fondi comunali, mentre per le urbanizzazioni si e’ intervenuti con finanziamenti regionali.

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SISTEMAZIONE E RECUPERO DI UN’AREA PER MANIFESTAZIONI Comune: Diso Localita’: Diso Superficie complessiva di intervento: 8.000,00 mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B1.4

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione di un’area

lungo la direttrice Diso-Spongano da

utilizzare come centro di manifestazioni fieristiche. Prescrizioni putt/p: (ate o atd se vi sono) l’area interessata ricade in ambito c Stato di fatto attuale: (area sottoutilizzata – area dismessa – area da bonificare - altro) l’area oggetto dell’ intervento risulta in parte sottoutilizzata, a causa della sua incompletezza e limitata utilizzazione. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi di riqualificazione con fondi comunali.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B1.5 REALIZZAZIONE DI UN’AREA MERCATALE CON ZONA RISERVATA A FARMER’S MARKET NELLA ZONA PEEP Comune: Spongano Localita’: zona peep – via Santa Caterina Superficie complessiva di intervento: 3000,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: gia’ destinata a servizi pubblici Prescrizioni putt/p: (ate o atd se vi sono): ambito c Stato di fatto attuale: Attualmente inutilizzata ed allo stato naturale (terreno roccioso con piccolo substrato discontinuo di terra vegetale). Nell’area poco distante sempre in zona peep è stato finanziato un progetto di punti sport, che ha la finalità di favorire la socializzazione e l’aggregazione degli abitanti dell’area periferica con quelli dell’intera comunità cittadina. Per l’area adiacente a sinistra è stata presentata richiesta di finanziamento per la realizzazione di un impianto sportivo polivalente coperto, nell’ambito del programma pon sicurezza per lo sviluppo – progetto quadro “IO GIOCO LEgALE”.

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RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE SCUOLA MEDIA DI ORTELLE

DELL’EX

Comune: Ortelle Localita’: Ortelle Superficie complessiva di intervento: 6.500,00 mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B2.1

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento rientra nella volontà amministrativa di recuperare e riqualificare una struttura da destinare a servizi socio-sanitari per un ulteriore e prioritario servizio alla collettività. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito dei territori costruiti Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata ed in stato di abbandono. La struttura e’ stata oggetto di interventi con fondi regionali.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B2.2 RECUPERO CON RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA SEMIPERIFERICA P.ZZA DE VITI Comune: Ortelle Localita’: Ortelle Superficie complessiva di intervento: 2.500,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: tale intervento rientra nella volontà dell’Amministrazione di recuperare e riqualificare l’area semiperiferica di p.zza De Viti in Ortelle in modo da collegarla con il contesto urbano limitrofo. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dei territori costruiti Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata e in stato di disagio urbano. L’area, nel corso degli anni

e’ stata oggetto di

interventi con

finanziamenti comunali.

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VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA CIRCOSTANTE AL PALAZZO MUNICIPALE Comune: Andrano; Localita’: Andrano;

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B2.3

Superficie complessiva di intervento: circa 13.929,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento ricade parte in zona “f” (attrezzature per l’istruzione dell’obbligo, verde attrezzato) e parte in viabilità, il tutto adiacente al centro storico (zona a.1) così come perimetrate nel P.R.G. approvato definitivamente dalla regione Puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353; Prescrizioni putt/p: l’intervento ricade completamente nei territori costruiti. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B2.4 SISTEMAZIONE DEL PIAZZALE “MADONNA DEL CARMINE”

Comune: Andrano Localita’: Andrano Superficie complessiva di intervento: circa 5.783,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento ricade parte in zona “f1.4 - Verde attrezzato” e parte in viabilità così come perimetrate nel P.R.G. approvato definitivamente dalla regione puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353. Prescrizioni putt/p: l’intervento ricade completamente nei territori costruiti. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

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REALIZZAZIONE DI UN CAMPO POLIVALENTE COPERTO PROGETTO QUADRO “IO GIOCO LEGALE” Comune: Spongano Localita’: zona peep – via Santa Caterina

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B2.5

Superficie complessiva di intervento: 10.000,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: gia’ destinata a servizi pubblici Prescrizioni putt/p: ambito c Stato di fatto attuale: Area attualmente inutilizzata ed allo stato naturale (terreno roccioso con piccolo substrato discontinuo di terra vegetale). Nell’area poco distante sempre in zona peep è stato finanziato un progetto di punti sport, che ha la finalità di favorire la socializzazione e l’aggregazione degli abitanti dell’area periferica con quelli dell’intera comunità cittadina.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B2.6 RIQUALIFICAZIONE PARCO RINI Comune: Spongano Localita’: centro storico (via Congregazione, via San Giorgio). Superficie complessiva di intervento: 1640,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: parco pubblico Prescrizioni putt/p: territori costruiti Stato di fatto attuale: L’amministrazione ha ricevuto in donazione questo antico giardino incluso nel centro storico, ed oggetto di un primo intervento di recupero. La valenza storica dell’immobile e dei manufatti che vi si trovano, nonché la sua importanza dal punto di vista botanico e naturalistico, richiedono una serie di interventi mirati al suo completo recupero, oltre che alla sua valorizzazione e conservazione. Le vie intorno a piazza Vittoria e la via Roma (centro storico) sono state oggetto di intervento di “miglioramento e potenziamento della rete di fognatura bianca nel centro storico”, finanziato dal pis n.14 Misura 1.1 – Area di azione 5, con lavori ultimati nell’anno 2009. La piazzetta municipio e la corte “sterne nove”, incluse nella perimetrazione del centro storico, sono state riqualificate in occasione della realizzazione dei tronchi di fognatura nera su strade già servite da acquedotto. L’illuminazione pubblica, ivi compresa quella del centro storico, è in fase di ammodernamento e messa a norma mediante un progetto con finanziamento interamente a carico dei fondi comunali.

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RIQUALIFICAZIONE EDIFICIO SCUOLAELEMENTARE SPONGANO

B2.6

Comune: Spongano Localita’: Spongano Proprieta’: pubblica Superficie complessiva di intervento: circa 3.800,00 mq Destinazione d’uso da assetto generale: edificio scolastico, scuola elementare Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dei territori costruiti Stato di fatto attuale: le aree oggetto dell’ intervento sono di antica costituzione e in cattivo stato di manutenzione.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B2.7

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B3.1 INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE E DI COMPLETAMENTO DELLE AREE CONTIGUE A QUELLE DELLE INFRASTRUTTURE SPECIFICHE DI SUPPORTO AL SETTORE TURISTICO ALLA MARINA DI ANDRANO Comune: Andrano; Localita’: Marina di Andrano; Superficie complessiva di intervento: circa 14.000,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione

d’uso

da

assetto

generale:

l’intervento

ricade

completamente nei territori costruiti così come perimetrate nel P.R.G. Approvato definitivamente dalla Regione Puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353. Prescrizioni putt/p: l’intervento è sottoposto sia al vincolo ex lege 1497/39 che al vincolo idrogeologico. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

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EX SCUOLA ELEMENTARE IN MARITTIMA

Comune: Diso Localita’: Marittima Superficie complessiva di intervento: 2.200,00 mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B3.2

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento dovra’ prevedere un recupero con conversione della struttura in ostello per la gioventu’ per ottenere un maggiore potenziale di strutture anche per un turismo giovanile, completamente mancante nell’interland dei comuni vicini. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dei territori costruiti. Stato di fatto attuale: la struttura in oggetto e’ sottoutilizzata ed in stato di scarsa utilizzazione. La struttura, nel corso degli anni e’ stata oggetto di interventi di riqualificazione per opere di recupero con finanziamenti comunali

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B3.3 RIQUALIFICAZIONE E POTENZIAMENTO DEL MANUFATTO DESTINATO A MUSEO NATURALISTICO Comune: Diso Localita’: Marina di Marittima Superficie complessiva di intervento: 3.800,00 mq Proprieta’: la superficie delle aree interessate sono di proprietà comunale. Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede di recuperare e riqualificare un’area a verde caratterizzata dal museo naturalistico sito all’interno del parco regionale Otranto Santa Maria di Leuca-bosco di Tricase al fine di potenziarne le capacità turistiche dell’intera area del parco. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno degli ambiti territoriali di valore “b”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi di riqualificazione con fondi regionali.

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RIQUALIFICAZIONE DI LARGO “PUZZE”

Comune: Ortelle Localita’: Ortelle Proprieta’: pubblica

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B3.4

Superficie complessiva di intervento: circa 2.000,00 mq Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento rientra nella volontà dell’Amministrazione di recuperare e riqualificare l’area semiperiferica di largo “Puzze” in modo da collegarla con il contesto urbano. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dei territori costruiti Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata L’area, nel corso degli anni e’ stata oggetto di interventi con finanziamenti comunali

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO B INTERVENTO B3.5 INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE E DI COMPLETAMENTO DELLE AREE CONTIGUE A QUELLE DELLE INFRASTRUTTURE SPECIFICHE DI SUPPORTO AL SETTORE TURISTICO ALLA MARINA DI ANDRANO B3.5

Comune: Andrano Localita’: Marina di Andrano Superficie complessiva di intervento: 7.000,00 mq Proprieta’ pubblica o privata e in che misura: la superficie delle aree interessate sono di proprietà comunale. Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento ricade completamente nei Territori Costruiti così come perimetrate nel P.R.G. approvato definitivamente dalla Regione Puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353. Prescrizioni putt/p: l’intervento è sottoposto sia al vincolo ex lege 1497/39 che al vincolo idrogeologico. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

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3.3.3 MACRO-AMBITO STRATEGICO C: le connessioni dolci e sostenibili come rete e tratto distinguente Il terzo ambito strategico della rigenerazione territoriale dei Paesi della vita ciclica è l’ambito di luoghi periurbani. Con tale definizione intendiamo, dato il contesto, un territorio molto vasto, di fatto comprendente buona parte di tutto il territorio non urbanizzato. Bisogna ritornare sulle caratteristiche geografico-insediative descritte in precedenza, per comprendere in pieno il senso del territorio di riferimento. Dobbiamo riproporre le immagini speculari della piattaforma rurale insediata in modo fortemente diffuso e della rete policentrica molto fitta, strutturata su centri mediamente piccoli e tendenzialmente a-gerarchici, che abbiamo dato come immagini evocative di questo territorio. Il grande giardino insediato tipico del Salento, entra e si frammista con i piccoli paesi disseminati a rete. Di contro, gli insediamenti storici si estendono in maniera molto dispersa dentro il giardino, ben fuori dall’ immaginaria linea di chiusura tracciata sulle carte degli assetti generali dei comuni di riferimento, e ben fuori da quella che noi abbiamo definito città moderna. Un insieme di dinamiche di espansione a carattere post-moderno (aree industriali, aree per strutture ricettive turistiche e agrituristiche, strutture di servizio a modelli produttivi agricoli contemporanei), insieme soprattutto a dinamiche spontaneistiche e informali di espansione dispersa residenziale, connotano il grande giardino come un giardino insediato a bassissima densità, obbligandoci a definire questo territorio come un continuum periurbano. Quasi tutti i paesi in questione presentano forme insediative extra-urbane consistenti, presentano territori di frangia molto sfaldati tanto da legarsi con territori analoghi dei comuni attigui, presentano assi di connessione

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fortemente urbanizzati tanto da far perdere la percezione dei margini fisici-costruttivi dei nuclei abitati. Si osservino le reti insediative composte dal territorio periurbano che da ovest a est connettono i nuclei Spongano-Diso-Vignacastrisi-Castro e da Nord a Sud OrtelleDiso-Marittima-Andrano. Più in generale leggendo al contrario lo stesso fenomeno dalle dinamiche periurbane, possiamo escludere guardando all’intero territorio agricolo dell’ODSA alcune enclave interne lontane dai centri; la campagna tra i centri di Spongano e Castiglione e ad ovest di questi; tutto l’asse del costone pre costiero coincidente in buona sostanza con l’area Parco Otranto-Santa Maria di Leuca. Usando le interpretazione del PPTR il territorio periurbano di riferimento è molto più simile alla campagna urbanizzata che non alla campagna abitata, presentando evidenti esternalità negative in termini di deterrenti estetico-paesaggistici e in termini di costi sociali legati alla difficoltà di convertire il sistema della mobilità in un modello più sostenibile. Tale connotazione sposa poco bene l’idea-guida del turismo dolce fondato sulle presenze amicali della popolazione ciclica e sulla valorizzazione dei tratti paesistici identitari. Stiamo parlando di un territorio in cui diverse e costanti sono le presenze di strutture a finalità turistiche: Agriturismi, B&B immersi nel verde agricolo, ristoranti sulle coste. Si verifica spesso una netta e evidente contrapposizione tra le aree di frangia periurbane pubbliche o quantomeno collettive (le strade, gli spazi residuali, i lotti abbandonati) e le aree private, spesso chiuse e poco dialoganti, ma connotate da una cura interna dell’estetica rilevante. E’ evidente più che mai lo strappo tra il paesaggio privato, curato nei minimi particolari, anche se spesso figlio di scelte estetiche moderne poco in sintonia con la struttura paesaggistica, e il paesaggio pubblico, poco curato e

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percettivamente sempre marginale e quasi di risulta. La riqualificazione appropriata delle qualità minute dei contesti periurbani legati alla fruizione pubblica di servizio per la popolazione locale è un bene comune da saper garantire, in quanto è l’aspetto percettibile paesaggistico di maggior immediatezza. Ed è anche allo stesso tempo il principale punto di forza delle strategie di sviluppo locale legate alla frequenza turistica.La rigenerazione integrata della rete della mobilità, della rete ecologico-ambientale e la salvaguardia del suolo agricolo deve essere tratto distinguente di questo territorio. Si sente una necessaria e immediata attenzione alla ricomposizione di questi brani di periurbano insediato verso “la rigenerazione dei tessuti per integrarli nel contesto rurale oppure connetterli alla città purché diventino ecocompatibili” come giustamente il PPTR invita a fare. D’altro canto è doveroso ricordare che la connotazione fisicoinsediativa dei centri insediati attigui è alla base della stretta rete di relazioni sociali e umane ed economiche che è divenuta attrattiva propria a fini essenzialmente turistici di questo territorio. L’attiguità dei centri e la loro connessione tramite assi stradali densi di relazioni umane è tratto distinguente e unificante il territorio. La Strada provinciale 81, tipicamente indicata anche dal PTCP provinciale come “strada dei centri”, connette Ortelle, Diso, Marittima e Andrano attraversandoli e rendendo, del territorio, una immagine unica e fortemente identitaria. Tratto simile ha anche un altro asse principale carrabile: Spongano-Diso-Vignacastrisi. Stiamo parlando della tipologia di asse viario che le linee guida del PPTR definiscono. La Strada del continuum urbano, con delle peculiarità molto interessanti:

- sono assi che connettono un numero superiore a due di nuclei insediati, attraversandoli e pur mantenendo la riconoscibilità. -sono assi principali strutturanti la mobilità interna del territorio ODSA, sono l’ossatura del territorio disperso. -sono di fatto dei percorsi carrabili lenti, dove avviene già una forte frammistione tra diverse forme veicolari. -sono degli spaccati di diverse sezioni paesistico-insediative: La s.p. 81 taglia in sette chilometri tre nuclei storici, sette tessuti moderni, un’area industriale, molte frange periurbane disperse e anche una parte agricola resistente (tra Ortelle e Diso) -sono delle vetrine turistiche del substrato sociale ed economico del territorio. Leggermente distinte in quanto meno periubane e in parte completamente rurali sono le altre connessioni interne principali del territorio: la Castiglione-Spongano, la Spongano-Andrano, la Andrano-Castiglione e la Ortelle –Vignacastrisi. Siamo nella classificazione PPTR di Le Strade di interesse paesaggistico: “Strade che attraversano contesti naturali e rurali di alto valore paesaggistico dalla quale si può godere di visuali panoramiche o ravvicinate dei paesaggi di pregio e delle città storiche”. Discorso a parte merita la litoranea che attraversa e lega le marine di Marittima e Andrano. Per le caratteristiche attuali questo importante asse stradale può essere classificato seguendo sempre le linee guida del PPTR come: Strada del continuum costiero – strada costiera di riqualificazione paesaggistica. “Strada costiera che attraversa insediamenti continui, sorti talvolta

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da piccolissimi nuclei esistenti, in prossimità delle torri costiere o dei piccoli approdi, come centri turistici e di seconda casa” Oltre agli assi stradali di primaria fruibilità e importanza, esiste una rete di assi minori di connessione tra i centri abitati di notevole interesse paesaggistico, che sono infrastruttura minuta basilare come piattaforma di un nuovo modello di mobilità a forte carattere sostenibile. Tra questi senza dubbio le strade interne di connessione tra l’entroterra dei centri abitati e la costa: i pendoli di connessione mare-centro abitato, la strada pendolo “Strada di connessione tra gli insediamenti sub-costieri e le corrispondenti marine sviluppatesi lungo la costa intorno a piccoli nuclei o emergenze architettoniche esistenti”. In più bisogna considerare tutto il tracciato di strade secondarie di connessione dolce: i collegamenti ciclo-pedonali. “Strade carrabili a basso traffico o strade bianche (percorsi cyronmed, strade di servizio dell’acquedotto) che costituiscono la rete ciclo-pedonale per la fruizione dei paesaggi regionali”. Molti percorsi sono stati già studiati e in parte sottoposti a opera di progettazione da altre iniziative locali: Interreg IIIA Pernatur, Ente parco Otranto-Leuca. Questa rete diffusa di mobilità sostenibile deve caratterizzare il territorio come guida di qualità ambientale. E deve soprattutto essere anello finale e quindi efficace punto di forza della mobilità sostenibile in senso lato. Deve perciò direttamente connettersi con il grande patrimonio potenziale delle ferrovie del Sud-Est, che tagliano il territorio ODSA nella sua parte interna grazie all’asse Lecce-Zollino-Gagliano e vedono nelle stazioni di Spongano e Castiglione due nodi essenziali. La futura programmata trasformazione tramite opportune opere di ammodernamento di questa infrastruttura in forme efficaci di

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connessione lunga tra la provincia di Lecce e il Capoluogo, è lo scenario futuro da tenere immediatamente presente nelle attività di rigenerazione territoriale, in campo di mobilità. Questo significa che le infrastrutture composte dai percorsi ciclopedonali capillari sul territorio, integrate con la rete del ferro, diventeranno passaggio infrastrutturale obbligatorio verso una mobilità futura di tipo sostenibile. In conseguenza l’intero patrimonio di assi secondari che connette i paesi della vita ciclica partendo dall’asse ovest della linea FSE, passando attraverso i nuclei insediati dell’entroterra, per giungere alla costa e ai diffusi luoghi di interesse paesaggistico e turistico, va pensato come sistema unico in grado di dare risposte efficaci. Tra le risposte efficaci ci deve essere anche quella di potenziare un sistema di trasporto collettivo, che già avviene da anni, attuato solo nei mesi estivi. Provando a riassumere, possiamo dire che la proposta progettuale di questo asse strategico è quella di ripensare completamente la rete della mobilità come strategia stessa di ri-naturalizzazione dei contesti periurbani e di contenimento della dispersione insediativa, in piena sintonia con le linee guida del PPTR e con la stessa ideaguida condivisa di questo documento. E’ infatti evidente che il dato della vita ciclica dei paesi e la forte vocazione turistica abbia ricadute essenziali in termini di immaginazione collettiva del territorio periurbano e degli assi di percorrenza in particolare. L’ obiettivo è dunque quello di progettare un nuovo sistema di reti di connessione interna materiale (mobilità) e immateriale riconoscendo valore alle forme dolci e sostenibili e partendo dalla puntale ricognizione delle attività in essere. L’obiettivo è quello di sfruttare la

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rete dolce della mobilità come vettore di un’ attenzione qualitativa al recupero delle forme e degli spazi del territorio periurbano. La traduzione operativa e progettuale di queste linee guida per le reti della mobilità puo’ essere cosi riassunta: 1) Gli assi stradali principali devono essere ripensati per avere due funzioni distinte per i periodi ciclici a capienza più intensa e per i periodi a capienza minore. In questo anche le regole d’uso stesse della mobilità posso essere distinte per i due diversi momenti dell’anno. 2) Gli assi stradali principali devono diventare tratto distinguente dei paesi dalla via ciclica: devono rigenerare la propria funzione attrattiva valorizzando le vocazioni paesaggistiche e ecologiche, e le fruizioni lente proprie delle connessioni brevi. Le due strade dei centri devono sottolineare e valorizzare il loro ruolo di tratto unificante e identitario dei paesi dalla vita ciclica. 3) Le due “strade dei centri” vanno ripensate tramite sezioni che sappiano controllare la capienza e la velocità della fruizione automobilistica, innestando mix con le altre forme di mobilità. 4) Le due strade dei centri devono diventare vettori e collanti di progetti rigenerativi della qualità peri-urbana, tradotti di volta in volta in azioni puntuali di bonifica, recupero, restauro della qualità della rete ecologica. 5) Le altre strade carrabili principali devono valorizzare i loro tratti di strade di fruizione continua e di strade-vetrina del paesaggio rurale. 6) Il sistema della rete minore va pensato in prospettiva strategica come rete capillare che sia tratto conclusivo di una mobilità

provinciale a carattere sostenibile e che sia rete di prossimità per la connessione dei paesi in questione.

3.3.4 MACRO-AMBITO STRATEGICO T: Il patrimonio immateriale e le connessioni lunghe come volano rigenerativo Il macroambito è costituito d’azioni a carattere immateriale che si integrano sulle suddette strategie degli ambiti A, B e C. La narrazione dell’integrazione trasversale tra i diversi macroambiti sarà effettuata nel prossimo paragrafo prestando particolare attenzione agli obiettivi specifici, strategici e alla loro azione sinergica.

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MACRO-AMBITO STRATEGICO C

VISIONE STRATEGICA Spazio scalare dei territori materiali e immateriali Le esigenze a cui rispondere sono principalmente la riqualificazione del patrimonio estetico paesaggistico a fruizione pubblica degli spazi periurbani, insieme alla necessità di costruire un sistema di reti infrastrutturanti il territorio verso una riconversione sostenibile degli stili di vita. Inoltre non si può non rispondere all’esigenza diffusa di mobilità efficace per le connessioni turistiche.

OBIETTIVO GENERALE - OB.G C Persegue la dimensione generale di un nuovo sistema di reti di connessione interna, materiale (mobilità) e immateriale. Riconosce valore alle forme dolci e sostenibili partendo dalla puntuale ricognizione delle attività in essere. Intende la rete dolce della mobilità come vettore di una attenzione qualitativa al recupero delle forme e degli spazi del territorio periurbano.

le connessioni dolci e sostenibili come rete e tratto distinguente OBIETTIVI SPECIFICI Ob. Sp C.1. Valorizzare la presenza del Parco-Otranto Santa Maria di Leuca come cuore della rete ecologica Ob. Sp C.2. Sistematizzare serie di percorsi secondari esistenti per la mobilità dolce Ob. Sp C.3. Intregrare il sistema della mobilità dolce con nuovi percorsi Ob. Sp C.4. Recuperare e bonificare le aree ecologicamante deficitarie Ob. Sp C.5. Valorizzare le strade dei centri come aspetti identitari materiali Ob. Sp C.6. Ripristinare i valori paesaggistici identitari dei contesti periurbani Ob. Sp C.7. Aumentare la qualità paesistica degli assi stradali secondari Ob. Sp C.8. Potenziare le qualità estetiche minute della litoranea. Ob. Sp C.9. Introdurre forme di regolamentazione ciclica a scala territoriale Ob. Sp C.10. Costruire una piattaforma comune della mobilità, connessa con centri di servizi turistici

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AZIONI C.1.1 Riqualificazione e sistemazione dell’area in località “Canali” in Vignacastrisi (ORTELLE) C.1.2 Recupero con bonifica dell’area dismessa (ORTELLE) C.1.3 Sistemazione e recupero di aree costituite da cave dismesse (ORTELLE) C.1.4 Riqualificazione e recupero con riconversione d’uso di un’area precedentemente destinata a Cimitero Comunale (DISO) C.1.5 Recupero con bonifica dell’area periferica di Via Castro (DISO) C.2.1 Riqualificazione e recupero dell’area Boschiva (ORTELLE) C.2.2 Sistemazione Parco 2 giugno (ORTELLE) C.2.3 Riqualificazione area del “Belvedere”, Madonna del Lattarico (ANDRANO) C.2.4 Area Verde E parcheggi In localita’ Marina Di Marittima (DISO) C.2.5 Recupero e riqualificazione dell’area verde con parcheggi in località Carrozzina (DISO) C.3.1 Salvaguardia e valorizzazione dei “Tratturi” (ANDRANO) C.3.2 Strada Di Collegamento tra le aree verdi di Via Pierantonio Stasi e Via Turati (DISO) C.3.3 tratto della strada prov. Litoranea Castro-Tricase sita all’interno del parco regionale Otranto-Santa Maria di Leuca bosco di Tricase C.3.4 Riqualificazione e recupero del sentiero Zona belvedere con litoranea (DISO) C.3.5 Recupero con riqualificazione dell’asse stradale congiungente l’Area PIP con i centri abitati di Diso e Marittima (DISO) C.3.6 Completamento area compresa tra il centro abitato di Castiglione e la neo zona pip (Andrano) C.4.1 Sistema di viabilità primaria C.4.2 Sistema di viabilità dei centri C.4.3 Sistema di viabilità ciclabile Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C1.1 RIQUALIFICAZIONE E SISTEMAZIONE DELL’AREA IN LOCALITÀ “CANALI” IN VIGNACASTRISI Comune: Ortelle Localita’: Vignacastrisi Superficie complessiva di intervento: 7.200,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento rientra nel programma di recuperare e riqualificare manufatti e strutture esistenti da destinare per l’ospitalità diffusa all’interno dell’area parco. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito territoriale di valore distinguibile “c”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto e’ sottoutilizzata ed in stato di completo abbandono. La struttura e’ stata oggetto di interventi con fondi regionali.

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RECUPERO CON BONIFICA DELL’AREA DISMESSA Comune: Ortelle Localita’: Ortelle Superficie complessiva di intervento: 8.900,00 mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C1.2

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: tale intervento rientra nella volontà dell’amministrazione di recuperare e bonificare un’area dismessa ubicata in prossimità del depuratore consortile al fine di utilizzarla come area di tutela e valorizzazione ambientale. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito territoriale distinto “c”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ in stato di abbandono. L’area, nel corso degli anni e’ stata oggetto di interventi con finanziamenti comunali.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C1.3 SISTEMAZIONE E RECUPERO DI AREE COSTITUITE DA CAVE DISMESSE Comune: Ortelle Localita’: Vignacastrisi Superficie complessiva di intervento: 2.600,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione di aree costituite da cave per l’estrazione di inerti da riconvertire in aree di interesse ambientale e culturale-ricreativo. Prescrizioni putt/p: l’area interessata ricade nell’ate di cui al valore distinguibile “c”. Stato di fatto attuale: l’area oggetto dell’ intervento risulta utilizzata ai soli fini estrattivi. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi privati.

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RIQUALIFICAZIONE E RCUPERO CON RICONVERSIONE D’USO DI UN’AREA PRECEDENTEMENTE DESTINATA A CIMITERO COMUNALE Comune: Diso

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C1.4

Localita’: Diso Superficie complessiva di intervento: 9.800,0O mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede il recupero con conversione dall’originale destinazione ad area per attrezzature e la produzione di fonti di energia alternativa e/o produttiva. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito territoriale distinto “c”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto e’ sottoutilizzata ed in stato di abbandono. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi di riqualificazione con fondi regionali.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C1.5 RECUPERO CON BONIFICA DELL’AREA PERIFERICA DI VIA CASTRO Comune: Diso Localita’: Marittima Superficie complessiva di intervento: 4.900,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: tale intervento rientra nella volontà dell’Amministrazione di recuperare e bonificare un’area di accesso al centro abitato di Marittima che la collega al Santuario della Madonna di Costantinopoli ed al cimitero per una seria riqualificazione urbana delle periferie. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito territoriale distinto “c”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottovalutata ed in stato di abbandono. L’area, nel corso degli anni e’ stata oggetto di interventi con finanziamenti comunali .

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RIQUALIFICAZIONE E RECUPERO DELL’AREA BOSCHIVA IN ORTELLE Comune: Ortelle Localita’: Ortelle Superficie complessiva di intervento: 5.500,00 mq Proprieta’: privata Destinazione d’uso da assetto generale: tale intervento rientra nella volontà dell’Amministrazione di recuperare e riqualificare un’area di notevole interesse ambientale occupata da un bosco di querce al fine di utilizzarlo come oasi di tutele delle specie locali. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito territoriale distinto “c”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata ed in stato di abbandono.

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C2.1

L’area, nel corso degli anni non e’ stato oggetto di alcun intervento.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C2.2 SISTEMAZIONE E RECUPERO DI AREE VERDI ATTREZZATE IN ZONA PEEP. PARCO 2 GIUGNO Comune: Ortelle Localita’: Vignacastrisi Superficie complessiva di intervento: 2.600,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione delle aree verdi attrezzate site nel piano peep di Vignacastrisi lungo la direttrice verso Castro Marina. Prescrizioni putt/p: l’area interessata ricade nei territori costruiti. Stato di fatto attuale: l’area oggetto dell’ intervento risulta in parte sottoutilizzata, a causa della sua incompletezza e limitata utilizzazione. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi di riqualificazione con fondi comunali.

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RIQUALIFICAZIONE AREA DEL “BELVEDERE” – MADONNA DEL LATTARICO Comune: Andrano Localita’: Madonna del Lattarico Superficie complessiva di intervento: circa 3.413,00 mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C2.3

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento ricade parte in zona “a.3 - Edifici d’interesse storico, artistico ed ambientale” e parte in viabilità così come perimetrate nel P.R.G. approvato definitivamente dalla Regione Puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353. Prescrizioni putt/p: l’intervento ricade in ate di tipo d ed è sottoposto al vincolo ex lege 1497/39. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C2.4 AREA VERDE E PARCHEGGI

Comune: Diso Localita’: Marina di Marittima Superficie complessiva di intervento: 3.600,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione di un’area ubicata all’interno di un piano particolareggiato e destinata a verde attrezzato e servizi. Prescrizioni putt/p: l’area interessata ricade nei territori costruiti. Stato di fatto attuale: l’area oggetto dell’ intervento e’ sottoutilizzata ed in stato di abbandono. L’area, nel corso degli anni non e’ stata oggetto di alcun intervento.

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RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA VERDE CON PARCHEGGI Comune: Diso Localita’: Marina di Marittima, località Carrozzina Superficie complessiva di intervento: 9.000,0O mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C2.5

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: tale intervento rientra nella volontà dell’amministrazione di recuperare e bonificare un’area verde ubicata in prossimità del parco regionale e dell’insenatura Acquaviva al fine di utilizzarla in parte come area di tutela e valorizzazione ambientale ed in parte a parcheggio per spostare tale servizio dall’area sita a ridosso della rada Acquaviva. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito territoriale distinto “c”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto e’ sottoutilizzata ed in parte e’ in stato di abbandono. L’area, nel corso degli anni e’ stata oggetto di interventi con finanziamenti comunali .

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SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C3.1 SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEI “TRATTURI”

Comune: Andrano Localita’: tutto il territorio comunale Superficie complessiva di intervento: circa 24.000,00 mq Proprieta’: proprietà pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento ricade totalmente in zona “e” (agricole produttive normali, agricole con prevalenti colture arboree, zone di tutela e salvaguardia ambientale) così come perimetrate nel P.R.G. approvato definitivamente dalla Regione Puglia il 21 marzo 2006 con delibera n° 353. Prescrizioni putt/p: l’intervento ricade sia in ate di tipo c che in ate di tipo b ed è sottoposto sia al vincolo ex lege 1497/39 che al vincolo “p.U.T.T./P”. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

Esistenti Esistenti interessati dall’intervento

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STRADA DI COLLEGAMENTO TRA LE AREE VERDI DI VIA PIERANTONIO STASI E VIA TURATI Comune: Diso Localita’: Diso Superficie complessiva di intervento: 5.600,00 mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C3.2

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede la riqualificazione di una parte periferica di Diso lungo la direttrice verso Castro Marina attraverso un tratto del paese caratterizzato da un nucleo urbanistico di notevole interesse storico, peraltro oggetto di alcuni interventi di recupero abitativo di vecchi casolari. Prescrizioni putt/p: l’area in parte ricade nell’ambito territoriale distinto “c”. Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata ed in stato di abbandono. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi di riqualificazione con fondi comunali, mentre per le urbanizzazioni si e’ intervenuti con finanziamenti regionali.

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113


SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C3.3 TRATTO DELLA STRADA PROV. LITORANEA CASTRO-TRICASE SITA ALL’INTERNO DEL DEL PARCO REGIONALE OTRANTO-SANTA MARIA DI LEUCA BOSCO DI TRICASE. Comune: Diso e Andrano Localita’: Marina di Marittima Superficie complessiva di intervento:15.350,00 mq Proprieta’ pubblica o privata e in che misura: la superficie dell’area interessata e’ di proprieta’ provinciale con gestione comunale. Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento dovra’ prevedere un recupero e potenziamento di un asse stradale di notevole interesse turistico, in quanto si trova sulla direttrice che collega le citta’ tra S.Maria di Leuca ed Otranto, passando da Tricase-Castro-Santa Cesare Terme e favorire uno sviluppo sia della mobilita’ che della potenzialita’ turistica. Prescrizioni putt/p: l’area ricade nell’ambito di valore distinguibile “c”. Stato di fatto attuale: tutto l’asse stradale in oggetto e’ sottoutilizzata e con scarsa possibilita’ di usufruire di spazi per la sosta e panoramici. Lungo tale asse sono state realizzate opere con fondi regionali e comunali.

114 Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica


RIQUALIFICAZIONE E RECUPERO DEL SENTIERO ZONA BELVEDERE CON LITORANEA Comune: Diso Localita’: Marina di Marittima Superficie complessiva di intervento: 3.800,0O mq

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C3.4

Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento prevede di recuperare e riqualificare un’area a verde periferica tra la frazione di Marittima ed il litorale attraverso un’area panoramica di notevole interesse situata all’interno del parco regionale Otranto Santa Maria di Leuca bosco di tricase. L’intervento mira a valorizzare i percorsi naturalistici all’interno dell’area parco. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dell’ambito “b” Stato di fatto attuale: l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata ed in stato di degrado. L’area, nel corso degli anni e’ stato oggetto di interventi di riqualificazione con fondi comunali e regionali.

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115


SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C3.5 RECUPERO CON RIQUALIFICAZIONE DELL’ASSE STRADALE CONGIUNGENTE L’AREA PIP CON I CENTRI ABITATI DI DISO E MARITTIMA Comune: Diso Localita’: Diso e Marittima Superficie complessiva di intervento: 8.500,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: l’intervento rientra nella volontà dell’Amministrazione di recuperare e riqualificare l’area semiperiferica della zona pip in modo da collegarla con il contesto urbano di Diso e Marittima per agevolarne l’utilizzo anche in termini servizi ed attrezzature produttive. Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dei territori costruiti Stato di fatto attuale: (area sottoutilizzata –area dismessa –area da bonificare- altro) l’area in oggetto in parte e’ sottoutilizzata e in stato di disagio urbano. L’area, nel corso degli anni e’ stata oggetto di interventi con finanziamenti regionali.

116 Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica


COMPLETAMENTO AREA COMPRESA TRA IL CENTRO ABITATO DI CASTIGLIONE E LA NEO ZONA PIP (ANDRANO) B3.6

Comune: Andrano Localita’: Castiglione d’Otranto

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C3.6

Superficie complessiva di intervento: 30.000,00 mq Proprieta’: pubblica Destinazione d’uso da assetto generale: L’intervento ricade all’esterno dei “Territori Costruiti” ai sensi del PUTT/p della Regione Puglia così come perimetrali dal Consiglio Comunale il 18 Dicembre 2006 con delibera n° 42, trasmessa al competente Assessorato all’Urbanistica regionale il 29 successivo con nota protocollo n° 8331. Prescrizioni putt/p: L’intervento ricade all’interno degli Ambiti Territoriali Estesi (A.T.E.) di tipo C ai sensi del PUTT/p della Regione Puglia e dovrebbe essere acquisito il parere della Commissione Locale per il Paesaggio. Stato di fatto attuale: area da riqualificare.

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117


SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C4.1 SISTEMA DI VIABILITÀ PRIMARIA (VIA ROMA - VIA NAZIONALE) Comune: Ortelle - Diso - Andrano Localita’: via Roma in Ortelle, via Roma in Diso, strada provinciale a Marittima e via Nazionale ad Andrano Superficie complessiva di intervento: 8 kml Proprieta’: la superficie delle aree interessate sono di proprieta comunale, all’interno dei territori costruiti e provinciale fuori da essi. Destinazione d’uso da assetto generale: strada pubblica. Prescrizioni putt/p: l’area ricade allinterno dell’ambito “b” e “c” Stato di fatto attuale: asse stradale di connessione tra i centri urbani principali. L’asse di connessione e’ sicuramente il piu’ utilizzato per gli spostamenti interni del territorio ODSA alla strada provinciale 81. Attualmente le condizioni dello stato di fatto sono differenti per tratto, ma nel suo complesso mediamente mediocri. Ad ogni modo non restituiscono i caratteri identitari del territorio. Le modalita’ di rigenerazione a cui si aspira sono infatti quelle di una riconversione identitaria dei tratti connotanti gli assi di connessione primaria.

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SISTEMA DI VIABILITÀ DEI CENTRI (ASSE TRASVERSALE) Comune: Spongano – Diso - Ortelle Localita’: Spongano – Diso - Vignacastrisi Superficie complessiva di intervento: 5,5 kml Proprieta’: la superficie delle aree interessate sono di proprieta comunale Destinazione d’uso da assetto generale: strada pubblica Prescrizioni putt/p: l’area ricade all’interno dell’ambito “b” Stato di fatto attuale: asse stradale di connessione tra i centri urbani principali. L’asse di connessione e’ sicuramente il piu’ utilizzato per gli spostamenti interni del territorio ODSA per connettere il territorio all S.S. 275. Attualmente le condizioni dello stato di fatto sono differenti per tratto, ma nel suo complesso mediamente mediocri. Ad ogni modo non restituiscono i caratteri identitari del territorio. Le modalita’ di rigenerazione a cui si aspira sono infatti quelle di una riconversione identitaria dei tratti connotanti gli assi di connessione primaria. Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica

SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C4.2

119


SCHEDA PROGETTO

MACROAMBITO C INTERVENTO C4.3

SISTEMA DI VIABILITÀ CICLABILE

Comuni: Ortelle - Spongano Localita’: Ortelle - Spongano Superficie complessiva di intervento:10 kml Proprieta’: la superficie delle aree interessate sono di proprieta comunale, all’interno dei territori costruiti e provinciale fuori da essi. Destinazione d’uso da assetto generale: strada pubblica. Prescrizioni putt/p: l’area ricade allinterno dell’ambito “b” e “c” Stato di fatto attuale: esiste in progetto una richiesta di finanziamento per una pista ciclabile che ricade nei territori di Andrano, Diso e Spongano. La proposta di completamento prevede la connessione di questo lotto in fase di finanziamento con il centro ambientale Canali secondo un percorso ad anello. Un altro anello collega i paesi di Vignacastrisi e Ortelle al resto della rete ciclabile. L’asse di connessione e’ sicuramente il piu’ utilizzato per gli spostamenti interni del territorio odsa. Attualmente le condizioni dello stato di fatto sono differenti per tratto, ma nel suo complesso significativamente mediocri e ad ogni modo poco identitarie per i tratti del territorio. Le modalita’ di rigenerazione a cui si aspira è infatti quella di rendere gli assi della ruralità che attraversano e collegano il territorio odsa come tratto identitario della struttura insediativa. PISTA CICLABILE richiesta a finanziamento ASSE 452 PISTA CICLABILE (percorso di completamento con connessione area Canali, Ortelle)

120 Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica


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MACRO-AMBITO STRATEGICO T

VISIONE STRATEGICA

Il patrimonio immateriale e le connessioni lunghe come volano rigenerativo OBIETTIVI SPECIFICI Ob. Sp T.1. Infrastrutturare reti territoriali di realtà aumentata

Spazio scalare dei territori materiali e immateriali

Ob. Sp T.2. Valorizzare iniziative occupazionali giovanili esistenti

Risolvere il disagio occupazionale delle fasce giovani della popolazione. Generare attraverso la realtà aumentata un sistema generativo di paesaggi informativi ad accrescimento continuo. Sostenere iniziative fragili e spontanee presenti nel territorio. Tradurre gli aspetti di punta e le esperienze d’innovazione in ricadute occupazionali diffuse. Tradurre la ciclicità dei lavori stagionali turistici in forme redditizie stabili.

Ob. Sp T.4. Potenziare il sistema della ricezione diffusa

Ob. Sp T.3. Valorizzare reti di relazione con altri territori Ob. Sp T.5. Costruzione di un sistema web 2.0 per gli eventi ciclici

“identitari” del territorio

Ob. Sp T.6. Incentivare reti stabili di connessione lunga con contesti europei differenti Ob. Sp T.7. Sostenere i sistemi dominanti agro-gastronomici di qualità di filiera corta

AZIONI T.1 Costruzione piattaforma web interattiva come base delle reti lunghe T.2 Connessione wi-fi territoriale

OBIETTIVO GENERALE - OB.G T

T.3 Piattaforma per la realtà aumentata per finalità commerciali dei prodotti tipici

Persegue benefici integrati sociali, ambientali, economici e culturali

T.4 Inserimento info-point turistici e di cittadinanza

fondati sul consolidamento delle connessioni lunghe esistenti tra il

T.5 Laboratori partecipati creativi per azioni-pilota

territorio ODSA remoto e i centri dell’innovazione italiani ed europei,

T.6 Supporti formativi trienniali per la ICT delle P.A.

costruendo piattaforme occupazionali legate al settore turistico e agli

T.7 Supporti formativi triennali per la partecipazione civica diffusa

indotti negli altri settori.

(Pubblica Amministrazione e Cittadinanza attiva)

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LA MAPPA DEL SISTEMA DELLE AZIONI

I nuclei storici come luoghi della vita ciclica

A11

I luoghi delle centralitĂ moderne come incontri autentici

A9

le connessioni dolci e sostenibili come rete e tratto distinguente

A8

Il patrimonio immateriale e le connessioni lunghe come volano rigenerativo

C3.6

A10

B3.5

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3.4 QUADRO UNITARIO DEGLI INTERVENTI MACRO-AMBITO STRATEGICO A A.1 Sistemazione e recupero di aree del centro storico, completamento di piazza Umberto I, riqualificazione ex sansificio (ORTELLE) A.2 Riqualificazione centro storico e dintorni di castiglione (ANDRANO) A.3 Borgo Aria Corte In Marittima (DISO) A.4 Riqualificazione degli spazi pubblici nel nucleo di più antica origine del centro storico – 1° lotto funzionale (SPONGANO) A.5 Riqualificazione degli spazi pubblici nel centro storico – 2° lotto funzionale (SPONGANO) A.6 Completamento area per giochi e Sport in zona “URO” (SPONGANO) A.7 Recupero con riqualificazione dell’area di Piazza San Giorgio con palazzo comunale (ORTELLE) A.8 Recupero, valorizzazione e tutela del vecchio nucleo storico del centro urbano (DISO) A.9 Recupero e riqualificazione di area a verde pubblico con parcheggi e di manufatti privati e pubblici da destinare ad attività socio culturali e commerciali del centro storico dell’abitato di marittima (DISO) A.10Riqualificazione centro storico Castiglione - via Menotti e via Comi A.11Recupero edificio ex O.M.N.I.(SPONGANO)

MACRO-AMBITO STRATEGICO B B.1.1 Riqualificazione area parco San Vito e Santa Maria della grotta (ORTELLE) B.1.2 Riqualificazione Piazzale Stazione, Area “Trice” e dintorni (ANDRANO) B.1.3 Sistemazione e Recupero dell’area Verde Di Piazza Don Bosco (DISO) B.1.4 Sistemazione e Recupero di un’area manifestazioni (DISO) B.1.5 Realizzazione di un’area mercatale con zona riservata a farmer’s market nella zona peep (SPONGANO) B.2.1 Recupero e riqualificazione dell’ex Scuola Media (ORTELLE) B.2.2 Recupero con riqualificazione dell’area semiperiferica P.zza De Viti (ORTELLE)

B.2.3 Valorizzazione e riqualificazione dell’area circostante al Palazzo Municipale (ANDRANO) B.2.4 Sistemazione del piazzale “Madonna del Carmine”; (ANDRANO) B.2.5 Realizzazione di un Campo Polivalente Coperto, nell’ambito del Programma PON Sicurezza per lo Sviluppo – Progetto Quadro “IO GIOCO LEgALE” (SPONGANO) B.2.6 Riqualificazione Scuola elementare (SPONGANO) B.3.1 Intervento di riqualificazione e di completamento delle aree contigue a quelle delle infrastrutture specifiche di supporto al settore turistico alla Marina di Andrano (ANDRANO) B.3.2 Ex Scuola Elementare In Marittima (DISO) B.3.3 Riqualificazione e potenziamento del manufatto destinato a Museo naturalistico in località Acquaviva (DISO) B.3.4 Riqualificazione di Largo “Puzze” (ORTELLE) B.3.5 Intervento di riqualificazione e di completamento delle aree contigue a quelle delle infrastrutture specifiche di supporto al settore turistico alla Marina di Andrano (ANDRANO) ved. B.3.1

MACRO-AMBITO STRATEGICO C C.1.1 Riqualificazione e sistemazione dell’area in località “Canali” in Vignacastrisi (ORTELLE) C.1.2 Recupero con bonifica dell’area dismessa sita (ORTELLE) C.1.3 Sistemazione e recupero di aree costituite da cave dismesse (ORTELLE) C.1.4 Riqualificazione e recupero con riconversione d’uso di un’area precedentemente destinata a Cimitero Comunale (DISO) C.1.5 Recupero con bonifica dell’area periferica di Via Castro (DISO) C.2.1 Riqualificazione e recupero dell’area Boschiva (ORTELLE) C.2.2 sistemazione Parco 2 giugno(ORTELLE) C.2.3 Riqualificazione area del “Belvedere”, Madonna del Lattarico (ANDRANO) C.2.4 Area Verde E Parcheggi In Localita’ Marina Di Marittima (DISO) C.2.5 Recupero e riqualificazione dell’area verde con parcheggi in località Carrozzina (DISO) C.3.1 Salvaguardia e valorizzazione dei “Tratturi” (ANDRANO) C.3.2 Strada di collegamento tra le aree verdi di Via Pierantonio Stasi e Via Turati

124 Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica


(DISO) C.3.3 Tratto della strada prov. Litoranea CastroTricase sita all’interno del del parco regionale

otranto-santa maria di Leuca bosco di tricase C.3.4 Riqualificazione e recupero del(ORTELLE) sentiero Zona temazione e recupero di aree del centro storico in Vignacastrisi A.2 riqualificazione centro storico e dintorni di castiglione (ANDRANO) belvedere con litoranea A.3 Borgo Aria Corte(DISO) In Marittima (DISO) one degli spazi pubblici nel nucleo antico – 1° lotto funzionale (SPONGANO) Recupero con riqualificazione one degliC.3.5 spazi pubblici nel nucleo antico – 2° lotto funzionale dell’asse (SPONGANO)stradale temazione e recupero di aree del centro storico in Vignacastrisi (ORTELLE) A.6 Completamento area per giochi e Sport in zona “URO” (SPONGANO A.2 riqualificazione centro storico e dintorni di castiglione congiungente l’Area PIP con i(ANDRANO) centri abitati di A.3 Borgo Aria Corte In Marittima (DISO) Riqualificazione area parco San Vito e Santa Maria della grotta (ORTELLE) one degli spazi pubblici nelenucleo antico – 1°(DISO) lotto funzionale (SPONGANO) Diso Marittima .1.2 Riqualificazione Piazzale Stazione, Area “Trice” e dintorni (ANDRANO) one degli spazi pubblici nel nucleo antico – 2° lotto funzionale (SPONGANO) B.1.3 Sistemazione E Recupero Dell’area Verde Di Don Bosco (DISO) temazione e recupero di aree del centro storico in Piazza Vignacastrisi (ORTELLE) A.6 Completamento area per giochi e Sport in zona “URO” (SPONGANO C.3.6 Completamento compresa tra il centro B.1.4 Sistemazione Recupero Diarea Un’area Manifestazioni (DISO) A.2 riqualificazione centroEstorico e dintorni di castiglione (ANDRANO) azione di un’area mercatale con farmer’s market area peep (SPONGANO) A.3 Borgo AriainCorte In Marittima (DISO) Riqualificazione area parco San Vito e Santa Maria della grotta (ORTELLE) abitato di antico Castiglione e Media la(SPONGANO) neo zona pip e Riqualificazione dell’ex (ORTELLE) one degliB.2.1 spaziRecupero pubblici nel nucleo – 1° lottoScuola funzionale .1.2 Riqualificazione Piazzale Stazione, Area “Trice” e dintorni (ANDRANO) upero conspazi riqualificazione semiperiferica P.zza De Viti (ORTELLE) one degli pubblici neldell’area nucleo antico – 2° lotto funzionale (SPONGANO) B.1.3 Sistemazione(Andrano) E Recupero Dell’area Verde Di Piazza Don Bosco (DISO) e e A.6 riqualificazione dell’area Palazzo Municipale (ANDRANO) Completamento area circostante per giochi e al Sport in zona “URO” (SPONGANO B.1.4 Sistemazione E Recupero Di Un’area Manifestazioni (DISO) B.2.4 Sistemazione del piazzale “Madonna del Carmine”; (ANDRANO) azione di un’area mercatale condi farmer’s marketprimaria in area peep (SPONGANO) C.4.1 Sistema viabilità B.2.5 Realizzazione un Campo Polivalente (SPONGANO) Riqualificazione area parcodiSan Vito e Santa Maria Coperto, della grotta (ORTELLE) B.2.1 Recupero e Riqualificazione dell’ex Scuola Media (ORTELLE) B.2.6 Riqualificazione Parco Rini (SPONGANO) .1.2 Riqualificazione Piazzale Stazione, Area “Trice” e dintorni (ANDRANO) upero con riqualificazione dell’area semiperiferica P.zza De Viti (ORTELLE) C.4.2 Sistema di viabilità dei centri zioneSistemazione e completamento delle aree contigue Marina di Andrano (ANDRANO) B.1.3 E Recupero Dell’area Verde Di Piazza Don Bosco (DISO) e e riqualificazione dell’area circostante al Palazzo Municipale (ANDRANO)

B.3.2 Ex Scuola In Marittima (DISO) B.1.4 Sistemazione E Recupero DiElementare Un’area Manifestazioni B.2.4 Sistemazione del piazzale “Madonna del Carmine”; (ANDRANO) e e potenziamento del manufatto per Museo naturalistico Acquaviva (DISO) azione di un’area mercatale con farmer’s market in area peep (SPONGANO) B.2.5 Realizzazione di un Campo Polivalente Coperto, (SPONGANO) Riqualificazione di Largo “Puzze” B.2.1 Recupero eB.3.4 Riqualificazione dell’ex Scuola Media (ORTELLE) B.2.6 Riqualificazione Parco Rini (SPONGANO) upero con riqualificazione dell’area semiperiferica P.zza De Viti (ORTELLE) zione e completamento delle aree contigue Marina di Andrano (ANDRANO) one e sistemazione dell’area località “Canali” in Vignacastrisi (ORTELLE) e e riqualificazione dell’areain circostante al Palazzo Municipale (ANDRANO) B.3.2 Ex Scuola Elementare In Marittima (DISO) Recupero con bonifica dell’areadel dismessa sita(ANDRANO) (ORTELLE) B.2.4 C.1.2 Sistemazione del piazzale “Madonna Carmine”; e e potenziamento del manufatto per Museo naturalistico Acquaviva (DISO) .3 Sistemazione e recuperodi diun aree costituite da cave dismesse (ORTELLE) B.2.5 Realizzazione Campo Polivalente Coperto, (SPONGANO) B.3.4 Riqualificazione di Largo “Puzze” (ORTELLE) one e recupero con riconversione dell’ex area a Cimitero Comunale (DISO) B.2.6 Riqualificazione Parco Rini (SPONGANO) Recupero con bonifica dell’area Marina periferica di Via Castro (DISO) zione C.1.5 e completamento delle aree contigue di Andrano (ANDRANO) one e sistemazione dell’area in località “Canali” in Vignacastrisi (ORTELLE) C.2.1 Riqualificazione recupero dell’area Boschiva (ORTELLE) B.3.2eEx Scuola Elementare In Marittima (DISO) C.1.2 Recupero con bonifica dell’area dismessa sita (ORTELLE) C.2.2 sistemazione Parco 2 giugno(ORTELLE) e e potenziamento del manufatto per Museo naturalistico Acquaviva (DISO) 1.3 Sistemazione e recupero di aree costituite da cave dismesse (ORTELLE) 3 Riqualificazione area del “Belvedere”, Madonna del Lattarico B.3.4 Riqualificazione di Largo “Puzze”(ANDRANO) (ORTELLE) one e recupero con riconversione dell’ex area a Cimitero Comunale (DISO) C.2.4 Area Verde E Parcheggi In Localita’ Marina Di Marittima (DISO) C.1.5 Recupero con bonifica dell’area periferica di Via Castro (DISO) riqualificazione dell’area verde con parcheggi Carrozzina (DISO) one e sistemazione dell’area in località “Canali”ininlocalità Vignacastrisi (ORTELLE) C.2.1 Riqualificazione e recupero dell’area Boschiva (ORTELLE) C.3.1 Salvaguardia e valorizzazione dei “Tratturi” C.1.2 Recupero con bonifica dell’area dismessa sita(ANDRANO) (ORTELLE) C.2.2 sistemazione Parco 2 giugno(ORTELLE) Collegamento TraeLe Aree Verdi Di Via Pierantonio Stasi E Via Turati (DISO) 1.3 Sistemazione recupero di aree costituite da cave dismesse (ORTELLE) 3 Riqualificazione area del “Belvedere”, Madonna del Lattarico (ANDRANO) C.3.3 Strada castro-tricase sita all’interno dell’area (DISO) Parco. one e recupero con Litoranea riconversione dell’ex area a Cimitero Comunale C.2.4 Area Verde E Parcheggi In Localita’ Marina Di Marittima (DISO) qualificazione e recupero sentiero Zona belvedere litoranea C.1.5 Recupero condel bonifica dell’area periferica con di Via Castro (DISO) riqualificazione dell’area verde con parcheggi in località Carrozzina (DISO) zione dell’asse congiungente l’Areadell’area PIP con iBoschiva centri abitati (DISO) C.2.1stradale Riqualificazione e recupero (ORTELLE) C.3.1 Salvaguardia e valorizzazione dei “Tratturi” (ANDRANO) C.4.1 Sistema viabilità primaria C.2.2 sistemazione Parco di 2 giugno(ORTELLE) Collegamento Tra Le Aree Verdi Di Via Pierantonio Stasi E Via Turati (DISO) C.4.2 Sistema di viabilità dei centri 3 Riqualificazione area del “Belvedere”, Madonna del Lattarico (ANDRANO) C.3.3 Strada Litoranea castro-tricase sita all’interno dell’area Parco. C.4.3 Sistema di Marittima viabilità ciclabile C.2.4 Area Verde E Parcheggi In Localita’ Marina Di (DISO) qualificazione e recupero del sentiero Zona belvedere con litoranea (DISO) riqualificazione dell’area verde con parcheggi in località Carrozzina (DISO) zione dell’asse stradale congiungente l’Area PIP con i centri abitati (DISO) T.1 Costruzione piattaforma web interattiva come delle(ANDRANO) reti lunghe. C.3.1 Salvaguardia e valorizzazione dei base “Tratturi” C.4.1 Sistema di viabilità primaria T.2 Connessione wi-fi territoriale Collegamento Tra Le Aree Verdi Di Via Pierantonio Stasi E Via Turati (DISO) C.4.2 Sistema di viabilità dei centri attaforma per la realtà aumentata per finalitàsita commerciali prodottiParco. tipici C.3.3 Strada Litoranea castro-tricase all’internodei dell’area C.4.3 Sistema di viabilità ciclabile info-point turistici e di cittadinanza qualificazione e recuperoT.4 delinseriemnto sentiero Zona belvedere con litoranea (DISO) T.5 laboratoril’Area partecipati creativi per azioni-pilota zione dell’asse stradale congiungente PIP con i centri abitati (DISO) T.1 Costruzione piattaforma web interattiva come base delle reti lunghe. T.6 supporti formativi per la ICT delle P.A. C.4.1trienniali Sistema di viabilità primaria T.2 Connessione wi-fi territoriale T.7 supporti formativi triennali per la partecipazione civica diffusa C.4.2 Sistema di viabilità dei centri attaforma per la realtà aumentata per finalità commerciali dei prodotti tipici (Pubblica Amministrazione e Cittadinanza attiva)) C.4.3 Sistema di viabilità ciclabile T.4 inseriemnto info-point turistici e di cittadinanza T.5 laboratori partecipati creativi per azioni-pilota T.1 Costruzione piattaforma web interattiva come base delle reti lunghe. T.6 supporti formativi trienniali per la ICT delle P.A. T.2 Connessione wi-fi territoriale T.7 supporti formativi triennali per la partecipazione civica diffusa attaforma per la realtà aumentata per finalità commerciali dei prodotti tipici (Pubblica Amministrazione e Cittadinanza attiva)) T.4 inseriemnto info-point turistici e di cittadinanza T.5 laboratori partecipati creativi per azioni-pilota T.6 supporti formativi trienniali per la ICT delle P.A. T.7 supporti formativi triennali per la partecipazione civica diffusa (Pubblica Amministrazione e Cittadinanza attiva))

C.4.3 Sistema di viabilità ciclabile

ODSA - I PAESI DELLA VITA CICLICA ILIL SISTEMA DELLE AZIONI ODSA - I PAESI DELLA VITA CICLICA SISTEMA DELLE AZION ORTELLE ORTELLE

ORTELLE ORTELLE DISO DISO

DISO

SPONGANO DISO SPONGANO SPONGANO

MACRO-AMBITO STRATEGICO T

SPONGANO T.1 Costruzione piattaforma web interattiva come base delle reti lunghe.

ANDRANO

T.2 Connessione wi-fi territoriale

T.3 Piattaforma per la realtà aumentata per finalità ANDRANO commerciali dei prodotti tipici

T.4 inseriemnto info-point turistici e di cittadinanza T.5 laboratori partecipati creativi per azioni-pilota T.6 supporti formativi trienniali per la ICT delle P.A.

ANDRANO ANDRANO

IL SISTEMA DELLE AZION IL SISTEMA DELLE AZION

A1 B1.1 B2.1 B3.4 C1.1 C2.1

C4.3 C4.3

A7 A1 B1.1 B2.2 C1.1 C2.2 C2.1 B2.1 B3.4 C1.2

C4.1 C4.1

C1.3 C2.2 A7 A1 B1.1 B2.2 C1.1 C2.1 B2.1 B3.4 C1.2

C2.4 C3.4 C4.1 A3 C1.3 C1.2 C2.2 A7 B1.3 B2.2 B3.2 C1.4

A8 B1.4 B1.3 A3

B3.3 B3.2 C1.5 C1.4 C2.4 C3.5 C3.4 C4.1 C1.3 C2.5

A9 B1.5 A4 C2.3 C3.1 B1.4 B1.3 B2.5 B3.3 B3.2 C1.5 C1.4 C2.5 C2.4 C3.5 C3.4 A3

C4.1

A11 A2 B2.3 B3.1 A6 B1.2 B2.4

A2 B1.2 B2.4 B2.3 B3.1 A10

B2.4

C4.3 T.1 T.2 T.3 T.4 T.5 T.6 T.7 T.1 T.2 T.3 T.4 T.5 T.6 T.7

C4.2

T.1 T.2 T.3 T.4 T.5 T.6 T.7 C4.3

T.1 T.2 T.3 T.4 T.5 T.6 T.7

C4.3 C4.3

C2.3 C3.1

A2 B1.2 B2.3 B3.1 A6 B2.6 A5

C4.2 C4.2

C4.2

B2.6 B3.5 A5 A4 B1.5 C2.5 C3.1 C3.5 B1.4 B2.5 B3.3 C1.5 C2.3

A6 A5 B2.5 A4 B1.5 B2.6

C4.3

C4.3

C4.1

C3.6 C4.1 C4.1

T.7 supporti formativi triennali per la partecipazione civica diffusa (Pubblica Amministrazione e Cittadinanza attiva)

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3.5 GLI OBIETTIVI STRATEGICI E GLI OBIETTIVI SPECIFICI Il DPRT “I paesi della vita ciclica” ha il compito di elaborare e promuovere una strategia territoriale di sviluppo sostenibile e compatibile con le peculiarità socio-economiche e ambientali dei Comuni promotori. La programmazione attuativa della rigenerazione territoriale dovrà essere delineata in conformità ai principi della Legge Regionale n. 21/2008 e sarà definita declinando operativamente l’idea-guida di sviluppo che alla scala territoriale si incentra su politiche pubbliche integrate di puntuale e sistemica infrastrutturazione del territorio rivolte allo sviluppo di modalità ricettive dolci, fondate sulle presenze amicali della popolazione ciclica e sulla valorizzazione dei tratti paesistici e culturali identitari. Valorizzare e potenziare il territorio per renderlo in grado di essere coerente (efficiente e funzionale) per la popolazione “stabile” e attrattivo e accogliente per la popolazione “ciclica”. Un tessuto ambientale e insediativo che si connoti per le diverse e integrate risposte infrastrutturali, funzionali e gestionali da dare ai diversi cicli delle annualità, mettendo a valore il patrimonio materiale e immateriale già fortemente conscio della doppia identità che sa offrire. La visione generale che ispira il DPRT può essere declinata in 3 obiettivi strategici, direttamente connessi ai tre macro-ambiti strategici con i quali abbiamo definito l’intero ventaglio delle azioni puntuali e sistemiche, e uno trasversale che prende in esame una serie di strategie rigenerative, legate all’apporto di diverse azioni immateriali per la definizione di piattaforme occupazionali turistiche, già attivate o da attivare anche in sostegno a nascenti realtà

imprenditoriali. Abbiamo preferito trattare a parte questa serie di interventi di natura turistico occupazionale sia per agevolarne la lettura sia per restituire a pieno l’immagine integrata degli interventi in atto anche come sostegno e opportunità occupazionale per la comunità locale e come processo di infrastrutturazione immateriale del territorio. Obiettivo Strategico A: L’obiettivo strategico è quello di restituire la dignità storico-identitaria al patrimonio materiale e immateriale che i centri storici costituiscono, valorizzando la comunità locale e la popolazione stabile e accogliendo la popolazione ciclica verso forme di conciliazione creative e proficue delle diverse esigenze. L’esigenza a cui rispondere non è solo quella di valorizzare i borghi come attrattiva turistica, per ovvie ricadute occupazionali. Accanto a ciò vi è la necessità di saper conservare questi centri con i propri tratti distinguenti, di saper rispondere in prima istanza alle carenze per popolazione stabile. Ed in ultimo prevenire eventuali forme di conflitto tra le due popolazioni, e prevenire il disagio prevedibile legato alle dinamiche di acquisto di numerosi immobili da parte di Cittadini stranieri che non dialogano con la comunità locale. Diversi sono gli obiettivi specifici che si conta di raggiungere: A carattere materiale: - miglioramento qualità estetica dei luoghi pubblici e collettivi; - infrastrutturazione dei luoghi collettivi verso le forme della vivibilità dolce (a iniziare dalla mobilità dolce);

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- Introdurre forme di regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi; A carattere immateriale: - soddisfazione delle carenze funzionali della popolazione stabile, in specie per la popolazione anziana; - incentivare forme di sostegno ai residenti storici (spesso anziani) del centro storico, tramite la valorizzazione del terzo settore; - potenziamento del grado di attrattività per la popolazione ciclica; - potenziamento del senso di appartenenza della popolazione ciclica; - incentivazione del sistema del commercio di dettaglio; - incentivare il sistema della ricettività diffusa; - incentivare incontri fertili tra la popolazione ciclica e quella stabile; Obiettivo Strategico B: L’obiettivo strategico è quello di recuperare le aree dismesse o sottoutilizzate del tessuto moderno per costruire una rete territoriale integrata di funzioni a finalità turistica, che restituisca valore alle identità locali e che sia occasione di incontro tra le due popolazioni. Le esigenze a cui rispondere sono principalmente la riqualificazione o il potenziamento di aree dismesse o sottoutilizzate, in prima istanza come spazi pubblici moderni a servizio della comunità locale. Ma anche la necessità di mettere a sistema servizi di supporto al turismo già programmati o da programmare: evitare doppioni identici nello stesso territorio ODSA, ma integrare funzioni similari ma distinte. Offrire opportunità occupazionali e sostenere le esperienze imprenditoriali nascenti. Diversi sono gli obiettivi specifici che si conta di raggiungere:

A carattere materiale: - riqualificare i centri della modernità; - potenziare i servizi pubblici di tipo ricreativo e sportivo alla persona; - Introdurre forme di regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi; - infrastrutturare i luoghi pubblici tramite accessi ICT; - valorizzare la costa come patrimonio paesaggistico e bene comune; A carattere immateriale: - costruzione di una rete territoriale unica di servizi di supporto alla vocazione turistica; - potenziamento dei legami economici tra il settore turistico e le ricadute nel settore agricolo; - sostenere le forme di nuova imprenditoria giovanile; - potenziare i servizi pubblici di tipo ricreativo e sportivo alla persona; - potenziale il sistema di conoscenza diffusa delle opportunità del territorio. Obiettivo Strategico C: L’obiettivo è quello di progettare un nuovo sistema di reti di connessione interna materiale (mobilità) e immateriale riconoscendo valore alle forme dolci e sostenibili e partendo dalla puntuale ricognizione delle attività in essere. L’obiettivo è quello di sfruttare la rete dolce della mobilità come vettore di una attenzione qualitativa al recupero delle forme e degli spazi del territorio periurbano. Le esigenze a cui rispondere sono principalmente la riqualificazione del patrimonio estetico paesaggistico a fruizione pubblica degli spazi

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periurbani, insieme alla necessità di costruire un sistema di reti infrastrutturanti il territorio verso una riconversione sostenibile degli stili di vita. Inoltre non si può non rispondere all’esigenza diffusa di mobilità efficace per le connessioni turistiche. Diversi sono gli obiettivi specifici che si conta di raggiungere: A carattere materiale: - sistematizzare serie di percorsi secondari esistenti per la mobilità dolce; - integrare il sistema della mobilità dolce con nuovi percorsi; - recupero e bonifica di aree ecologicamente deficitarie; - aumentare la qualità paesaggistica degli assi stradali secondari; - potenziare le qualità estetiche minute della litoranea; - Introdurre forme di regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi; - valorizzare le strade dei centri come aspetti identitari materiali; - potenziare le qualità estetiche minute della litoranea; - ripristinare i valori paesaggistici identitari dei contesti periurbani; A carattere immateriale: - valorizzare la presenza del Parco-Otranto Santa Maria di Leuca come cuore della rete ecologica; - costruire piattaforma comune della mobilità, connessa con centri dei servizi turistici; - supportare la rete esistente di servizi turistici diffusi;

- riconnettere il patrimonio architettonico e archeologico diffuso nel contesto rurale e periurbano; ObiettivoStrategico T: L’obiettivo strategico è fondato sullo sviluppo delle connessioni lunghe esistenti tra il territorio ODSA e i centri dell’innovazione italiani ed europei, principalmente per la definizione e stabilizzazione di piattaforme occupazionali legate al settore turistico e agli indotti negli altri settori. Il tessuto di contatti umani e la rete virtuale si integrano in uno spazio di socialità finalizzato alla condivisione dei valori dei Paesi della Vita Ciclica. Questa dimensione sarà alimentata dal sapere esperto dei luoghi e dai saperi naturali degli abitanti. Alcune azioni di infrastrutturazione immateriale sono già state attivate con la condivisione di obiettivi nati all’interno dei Laboratori Urbani previsti dal PROGETTO “GIOVANI SICURI” nei comuni di Diso, Spongano e Andrano. E’ prevista la realizzazione tra i Comuni di un polo multifunzionale che permetterà ai giovani del comprensorio interessato una maggiore e più attiva partecipazione alla vita sociale, economica e politica del territorio intercomunale. L’INTERVENTO DEL COMUNE DI ANDRANO riguarda la ristrutturazione di due locali della ex scuola elementare da destinare ad attività culturali giovanili. L’immobile è situato, in via Michelangelo, con accesso anche da via Bernini. Ha attualmente destinazione urbanistica di edificio scolastico. E’ dotato di una certa valenza architettonica, a seguito dell’entrata in funzione di un’altra struttura, risulta in stato di abbandono e degrado. Le future destinazioni

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individuano un’identità di contenitore socio-culturale aggregativo della popolazione giovanile e di punto informativo, promozionale e formativo sulle tematiche del progetto. Attività dominanti: - Centro formativo. La struttura ospiterà corsi di formazione professionale per l’autoimprenditorialità e lo start-up di neo aziende costituite da giovani che si avvieranno nei principali settori generati dal progetto: sicurezza sociale e sul lavoro, sicurezza alimentare e domestica, qualità della vita e socio-economica del territorio, turismo sostenibile, agro-artigianato, tutela dell’ambiente. - Sala conferenze. Gli stessi temi del progetto saranno il tema di fondo degli eventi divulgativi e informativi. La struttura, come punto informativo e di promozione sui temi del progetto attraverso la realizzazione di eventi divulgativi. - Internet point con diverse postazioni attrezzate, principalmente per le fasce giovanili della popolazione del territorio intercomunale. Il centro è un naturale incubatore per l’ideazione e l’avvio di progetti rivolti allo sviluppo del territorio, alla riduzione del disagio giovanile, al potenziamento delle interazioni, attraverso le attività del centro. Gli interventi di ristrutturazione e adeguamento prevedono una rimodulazione degli spazi interni e un’implementazione dei servizi. L’INTERVENTO PREVISTO DAL COMUNE DI SPONGANO ha come oggetto la ristrutturazione di alcuni locali dell’ex mercato coperto per la realizzazione di una sala polivalente e per attività culturali giovanili. La struttura è qualificata dalle attività previste: - incontri e conferenze, corsi di formazione - internet point - eventi socio-culturali e artistici - vendita di prodotti artigianali prodotti dai laboratori

- laboratorio multimediale per la comunità giovanile - laboratorio di falegnameria - laboratorio di mosaico - laboratorio forgiatura, balso e cesello - punto di ristoro/bar Il progetto, mira ad aumentare l’offerta di spazi per attività formative, culturali, ricreative e sociali, recuperando e valorizzando. L’INTERVENTO CHE RIGUARDA IL COMUNE DI DISO coinvolge la sala convegni, situata nel parco attrezzato, da destinare a funzioni multiple e a laboratorio per attività culturali giovanili. L’immobile è a Diso in Piazza Municipio, all’interno di una vasta area a verde attrezzato, posta all’interno del centro abitato. L’edificio fa parte del Convento dei Cappuccini, in via Filippo Bottazzi. Il locale oggetto dell’intervento è a sud-ovest del convento. L’edificio, di recente oggetto di un intervento di riqualificazione e ultimazione, non necessita di interventi edili consistenti: il progetto prevede l’arredo e la sistemazione delle aree di pertinenza esterne, allo scopo di ampliare l’offerta di spazi per lo svolgimento di attività culturali, ricreative e sociali in genere. Obiettivo più generale è l’integrazione degli spazi aperti annessi e la razionalizzazione delle funzionalità articolate che vi si affacciano. La gestione della sala convegni sarà affidata ad associazioni che si occupano di attività culturali giovanili, in modo da potenziare il sistema di offerta della futura biblioteca comunale (situata al piano terreno del Convento e confinante con gli spazi aperti retrostanti la sala convegni), con un arricchimento dell’area a verde attrezzata.

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Attività previste: sala multimediale, per eventi culturali e socio-ricreativi (videoproiezioni e percorsi di apprendimento sulle tematiche ambientali, della sicurezza e della qualità della vita, per la partecipazione attiva della cittadinanza e delle fasce giovanili); - sala polivalente, per conferenze, esposizioni e incontri tra i soggetti operanti sul territorio, per trasferire conoscenze e buone prassi; - punto informativo; - cornering di prodotti agro-alimentari, per pubblicizzare e vendere prodotti locali i cui processi di produzione siano in linea con i principi di fondo del progetto e con l’obiettivo di sostenere le produzioni sostenibili, diffondendo le buone pratiche. I laboratori sono in stretto legame con altre iniziative a carattere locale che vedono protagonisti i giovani di Principi attivi. Tra esse ci sono i progetti: 1. Che genere di cittadinanza! interventi di ricerca, formazione e sensibilizzazione per la cultura e la valorizzazione delle differenze, diffusione di una cultura delle differenze, attraverso la creazione di un centro di animazione e promozione socio-culturale Associazione DifferenteMENTE - Spongano 2. South Europe Youth Forum, rete telematica capace di interfacciare giovani attori sociali, italiani ed esteri, nell’elaborazione sinergica di azioni giovanili, che rintraccia supporto economico nello sviluppo di programmi di cofinanziamento europei e nazionali per mezzo di uno staff in grado di offirire consulenza per programmazione, attuazione e coordinamento di un programma di lavoro in cui tempi e temi sono condivisi. Associazione South Europe Youth Forum - Andrano

3. Voci, sguardi, sapori tra itinerari rurali e marini nel sud salento percorsi socio-educativi (Tricase e Castro). Associazione Network di formazione e ricerca socio-ambientale; Castiglione di Andrano 4. Agenzia Salentina per la Promozione di una Rete di Cittadinanza Partecipata e Attiva nello Spazio Euromediterraneo Network, per la promozione dei diritti umani e la cooperazione internazionale Associazione Medi-Azioni - (agiscono su Andrano) 5. Mappaperta, web-gis interattivo per il Governo del territorio. MAPPAPERTA è un Web-GIS interattivo. Una piattaforma web cartografica basata sulla condivisione delle informazioni di analisi urbana e ambientale e delle modalità di scelta progettuale. L’obiettivo è quello di rendere le politiche pubbliche di governo del territorio una mappa aperta consultabile e interscrivibile da cittadini, tecnici e amministratori dell’Unione dei Comuni della costa orientale di cui fa parte il comune di Ortelle. Il disagio occupazionale per le fasce giovani della popolazione è fulcro delle attività sistemiche. Questo aspetto è declinabile: nella difficoltà di sostenere iniziative spontanee pure presenti nel territorio; nella difficoltà di tradurre gli aspetti di punta e le esperienze interessanti in ricadute occupazionali diffuse; nella difficoltà di tradurre la ciclicità dei lavori stagionali turistici in forme redditizie stabili. L’integrazione degli obiettivi si innesta nell’esperienza di attori del territorio che hanno sviluppato progetti sostenuti da iniziative a favore dei giovani residenti in Puglia. L’infrastrutturazione delle reti immateriali avviene con una piattaforma

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di iniziative già in atto. Esistono sul territorio esperienze di wi-fi zone nei 4 comuni che si limitano a spazi come le piazze. Rimangono prive di servizio le marine di Andrano e Diso. Il collegamento della costa con l’entroterra è strategicamente rilevante. Ai fini delle dinamiche interne al territorio e a supporto delle dinamiche cicliche, esso passa necessariamente dallo sviluppo delle reti esistenti. Diversi sono gli obiettivi specifici che si conta di raggiungere: A carattere immateriale: - valorizzare iniziative occupazionali giovanili esistenti; - valorizzare reti di relazione con altri territori; - incentivare reti stabili di connessione lunga con contesti europei differenti; - potenziare il sistema della ricezione diffusa con costruzione di una vetrina web unica degli eventi ciclici “identitari” del territorio; - Sostenere i sistemi agro gastronomici di qualità, ad iniziare dalla filiera corta ORVI. Sulla piattoforma dei progetti di sviluppo locale gia avviati e delle azioni a supporto della microimprenditoria giovanile si vogliono implementare delle azioni efficaci a rendere sinergiche le attività già presenti valorizzando le dinamiche spontanee in corso di connessione tra il territorio odsa e altri territori italiani a diverso livello di reddito in esplicito e pieno riferimento al raggiungimento di un quadro sistemico di azioni utili per la realizzazione dell’ideaguida. Si immaginano diverse azioni puntuali di sostegno alle dinamiche esistenti e/o di nuova costituzione:

- Costruzione piattaforma web interattiva per il patrimonio materiale e immateriale a fine turistico.(Partendo dalla rete pernatur e progetto mappaperta) - Aumento dei punti di connessione pubblici Wi-Fi area - Costruzione della piattaforma per la realtà aumentata - Costruzione di punti informativi di tipo turistico e per il cittadino nei paesi di ODSA. Realtà aumentata La realtà aumentata (in inglese augmented reality, abbreviato AR) è la sovrapposizione di livelli informativi (elementi virtuali e multimediali, dati geolocalizzati, ecc.) all’esperienza reale di tutti i giorni. Gli elementi che “aumentano” la realtà possono essere aggiunti attraverso un dispositivo mobile, come un telefonino di ultima generazione, (p. es. l’iPhone 3GS, i Windows Phone o un telefono Android), con l’uso di un PC dotato di webcam, con dispositivi di visione (p. es. occhiali VR), di ascolto (auricolari) e di manipolazione (guanti VR) che aggiungono informazioni multimediali alla realtà già percepita “in sé”. La Realtà Aumentata su piattaforma mobile: Il telefonino o smartphone di ultima generazione deve essere dotato necessariamente di GPS per il posizionamento, di magnetometro (bussola) e deve poter permettere la visualizzazione di un flusso video in tempo reale, oltre che di un collegamento internet per ricevere i dati online. Il telefonino inquadra in tempo reale la realtà, alla quale vengono sovrapposti i livelli di contenuto, da dati da PDI Punti di Interesse geolocalizzati a elementi 3D. La Realtà Aumentata su desktop computer è basata su l’uso

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di markers, o ARtags, dei disegni stilizzati in bianco e nero che vengono mostrati alla webcam, vengono riconosciuti dal PC, e ai quali vengono sovrapposti in tempo reale i contenuti multimediali: video, audio, oggetti 3D, ecc. Normalmente le applicazioni di Realtà aumentata sono basati su tecnologia Adobe Flash e quindi fruibili da un qualsiasi browser Internet standard. Anche definita Augmented Advertising, è esplosa nel 2009 per numerose campagne di comunicazione di corporate brands come Toyota, Lego, Mini, Kellogs, General Electrics, cantanti come Eminem Johm Mayer o riviste come Colors, Esquire Magazine o Wallpaper*(wikipedia). La realtà aumentata è già stata usata in ambiti molto specifici come nell’ambito militare e medicale o nella ricerca accademica; nel 2009 grazie al miglioramento della tecnologia la realtà aumentata è arrivata al grande pubblico sia come campagne di comunicazione augmented advertising pubblicate sui giornali o sulla rete, sia attraverso un numero sempre crescente di applicazioni per telefonini, in particolare per Android e iPhone. È oggi infatti possibile con la realtà aumentata trovare informazioni rispetto al luogo in cui ci si trova (come alberghi, bar, ristoranti, stazioni della metro) ma anche visualizzare le foto dai social network come Flickr o voci Wikipedia sovrapposte alla realtà; trovare i Twitters vicini; ritrovare la macchina parcheggiata; giocare a catturare fantasmi e fate invisibili usando una intera città come campo di gioco; taggare luoghi, inserire dei messaggini in realtà aumentata in un luogo specifico. Applicazione della Realtà Aumentata per ODSA La dimensione della realtà aumentata è fulcro dell’ infrastrutturazione immateriale per i paesi della vita ciclica. Punta alla costruzione di

layers stratificati ad uso dei cittadini e degli operatori ecnomici, della pubblica amministrazione, del turismo e di tutti i soggetti interagenti nel territorio. Il sistema fisico, le trame del paesaggio potranno essere arricchite attraverso livelli di conosenza crescenti direttamente implementabili dai profili utente. Attraverso la realtà aumentata, ODSA si doterà di itinerari moltiplicabili a impatto ambientale nullo. Non verrà utilizzato alcun tipo di segnaletica fisica: lungo i percorsi, nei luoghi significativi degli incontri, negli spazi dominanti, nelle piazze, nei luoghi rappresentativi della vita pubblica, nei punti panoramici, ma anche nei luoghi marginali e periferici saranno disseminati Qr Code per accedere al portale della realtà aumentata di ODSA, per rendere visibile la rete delle interazioni tra abitanti e realtà e le comunità territoriali stanziali e cicliche. Il territorio è già dotato di percorsi realizzati grazie al contributo INTERREG. Il progetto Pernatur è anche consultabile via web sul sito dedicato dove si possono avere le informazioni necessarie per poi effettuare le visite lungo percorsi indicati da segnaletica verticale e pannelli informativi. Il filo conduttore di questi percorsi virtuali sarà di tipo sensoriale e emozionale e sarà legato alle esperienze della vita quotidiana degli abitanti del luogo implementabili dall’apporto esterno degli abitanti ciclici. E’ evidente una linea strategica di questo meccanismo di infrastrutturazione della realtà che giorno dopo giorno evolve in modo esponenziale. Il portato economico e sociale è di grande suggestione e di indubbia efficacia. Gli strati della realtà aumentata producono un archivio infinito e vivo della memoria, in continua evoluzione.

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L’interfaccia digitale consente architetture in rete auto generative di media tattici in cui i veri soggetti connessi in modo multiplo sui social network utilizzano informazioni ridondanti per strutturare dominanze delle informazioni, identificandosi come influencers delle reti. Fra le più semplici ed immediate applicazioni degli strati generati in realtà aumentata è la generazione di guide turistiche evolute e integrate con informazioni afferenti dai più vari interessi, economici, sociali, culturali, ambientali fino a determinare un’identità pregnante e densa per il sistema ODSA. Infinite sono le informazioni che arriveranno al turista-visitatoreabitante che potrà scegliere tra i vari layers in base all’interesse istantaneo raccogliendo immagini, video e contenuti di ogni genere. Dettagli urbani fatti di particolari di paesaggio, schede dettagliate della vegetazione presente o della fauna che abita i luoghi, elementi architettonici, leggende urbane, racconti, aneddoti e storie raccolte direttamente dagli abitanti del territorio stanziali e ciclici. Particolari di opere legate al territorio, personaggi che lo abitano, esperienze legate ai cinque sensi, come carrellate di piatti, come in una tavola imbandita. Mondi e visioni ingrandite ed aumentate per chi abita e per chi semplicemente ha deciso di vivere il territorio.

La realtà aumentata verrà utilizzata in particolare per strutturare e documentare tutti i processi di partecipazione utili all’attuazione delle linee progettuali in base al principio della trasparenza amministrativa e del potenziamento dell’accesso dei portatori di interesse alla presa delle decisioni.

I dettagli genereranno una narrazione emozionante capace di produrre continua attesa, che sarà ricomposta come un vero e proprio viaggio a discrezione del visitatore, a seconda dei propri interessi (artistico, artigianale, enogastronomico…). La rappresentazione visiva che si avrà del territorio sarà dunque a più livelli sovrapposti e colma di indizi che verranno approfonditi in base all’interesse per aumentare la memoria dei luoghi. Documento Programmatico Di Rigenerazione Territoriale - ODSA i paesi della vita ciclica

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4 CRITERI PER LA VALUTAZIONE DELLA FATTIBILITÀ DEL PROGRAMMA 4.1 OSSATURA DI ODSA : IDEA GUIDA E STRUMENTI Idea guida: Valorizzare e potenziare il territorio per renderlo in grado di essere coerente - efficiente e funzionale - per la popolazione “stabile” e attrattivo e accogliente per la popolazione “ciclica”. Definire un tessuto ambientale e insediativo connotato dalle diverse risposte integrate infrastrutturali, funzionali e gestionali da dare ai diversi cicli delle annualità, mettendo a valore il patrimonio materiale e immateriale già fortemente conscio della doppia identità. Strumenti d’Ossatura: le forme di conciliazione creative Le forme di conciliazione creative attengono all’utilizzazione, ciclica e stabilizzata nei territori delle attività proprie dei processi partecipati inclusivi. I processi partecipati inclusivi attraversano la costruzione dell’intero bacino dei progetti, alle varie scale di attuazione e sono declinate in: – analisi partecipata dei portatori di interessi diffusi, stanziali e ciclici; – analisi dei contesti: focalizzazione delle spazialità geografiche, stanziali e cicliche in cui si manifestano le attività umane e le attuazioni delle azioni progettuali; – analisi dei problemi: i processi decisionali inclusivi sono attuati per una progettualità stabile fondata sui problemi e sui beneficiari; – verifica nei territori locali, in forma partecipata e integrata del ciclo dei sistemi progetto, attraverso un monitoraggio continuo del Quadro Logico, dell’ossatura strategica di O.D.S.A., dei risultati e

delle attività che i Paesi della Vita Ciclica conducono ad attuazione; – attuazione dei livelli progettuali attraverso percorsi laboratoriali diffusi e a rete, locali e transcalari, aperti ai sistemi, locali e ciclici, dei portatori di interesse. La conciliazione creativa è intesa come atto di governance allargato alla cittadinanza, stanziale e ciclica. E’ in tal senso attività strategica trasversale.

4.2 IL QUADRO LOGICO DEL SISTEMA ODSA MACRO-AMBITO STRATEGICO A. I nuclei storici come luoghi della vita ciclica. A - Spazio scalare del nucleo storico: esigenze fondative di macro-ambito Valorizzare i borghi come attrattiva turistica, per la domanda di ricaduta occupazionale; Conservare i centri con i propri tratti distinguenti; Rispondere in prima istanza alle carenze della popolazione stabile; Prevenire forme di conflitto tra le due popolazioni (stanziale e ciclica) a causa delle dinamiche di acquisto di numerosi immobili da parte di Cittadini stranieri che non dialogano con la comunità locale. Obiettivo generale - Ob.G. A I benefici sociali ed economici di lungo periodo sono integrati lungo un percorso di restituzione della dignità storico-identitaria al patrimonio materiale e immateriale che i centri storici costituiscono. Nello specifico, l’obiettivo generale persegue:

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– la valorizzazione integrata della comunità locale e della popolazione stabile; – l’accoglienza della popolazione ciclica con forme partecipate creative proficue delle diverse esigenze. L’obiettivo è importante per la società, stante la necessità di far emergere e di potenziare la stessa identità naturale dei paesi di vita ciclica.

Ob. Sp A.3. Potenziamento del grado di attrattività per la popolazione ciclica Risponde al bisogno di rendere la dinamica ciclica piattaforma di sviluppo sostenibile e risorsa caratterizzante il territorio. L’incremento dell’attrattività intende potenziare lo scambio di valori identitari materiali e immateriali. L’utilità è nella cucitura di economie e risorse in forma di tessuti fra popolazione stanziale e ciclica.

Obiettivi specifici Ob. Sp A.1. Soddisfazione delle carenze funzionali della popolazione stabile Risponde al colmamento delle insufficienze funzionali minime della popolazione stabile, in una quadro di valutazione integrato delle componenti ambientali, sociali, economiche, culturali. L’utilità riconoscibile dal punto di vista dei beneficiari risiede nell’apprezzamento degli elementi di cambiamento introdotti nella vita quotidiana su più campi integrati delle componenti, rispetto alla situazione di partenza. Ob. Sp A.2. Miglioramento qualità urbana Risponde all’apprezzamento collettivo della qualità degli spazi urbani storici, attraverso la percezione diretta e l’esperienza dei cittadini. La dimensione della qualità è fondata sul principio dell’ apprezzamento degli elementi minuti del paesaggio, umano e ambientale costruito, organizzati in tessuto di conoscenza e di identità. L’utilità risiede nella costruzione di un sistema coerente e socialmente condiviso di un atlante di elementi valoriali significativi, qualitativi e quantitativi, su cui fondare, mediante i processi di negoziazione, trasformazioni urbane a tenuta qualitativa.

Ob. Sp A.4. Potenziamento del senso di appartenenza della popolazione ciclica Risponde all’esigenza di stabilizzare le pratiche e le attività d’interscambio tramutandole in forma stabile dell’abitare umano, nei luoghi a distanza. Il legame con il territorio è volano per trasferire nelle località azioni e interessi innovativi permanenti e fluidi. L’utilità è nel consolidamento degli interessi fondati sul senso di appartenenza. Ob. Sp A.5. Infrastrutturazione dei luoghi collettivi verso le forme della vivibilità dolce Risponde all’esigenza di configurare spazi pubblici e reti di mobilità sostenibili e dimensionati in base alle aspettative umane di benessere, informali, conviviali, amichevoli e accoglienti. Le infrastrutture sono intese come sistema fisico e immateriale di coscienza collettiva del senso dell’abitare. L’utilità risiede nella chiara percezione collettiva per la governance della natura culturale integrata dell’azione infrastrutturante, principalmente orientata verso la costruzione di un sistema di reti cooperanti, a vantaggio territoriale e locale.

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Ob. Sp A.6. Incentivazione dei sistemi del commercio di dettaglio Risponde al bisogno di rafforzare l’identità economica diffusa dei nuclei storici come parco solido del commercio naturale, minuto e disperso. Il sistema dei progetti legato all’obiettivo devono incrementare le relazioni collaborative fra le attività economiche e fra i sistemi di scambio aggregati, in modo da potenziare le componenti organizzative sistematiche e la convenienza alla costruzione di reti, deboli e forti, per la vita stanziale e per la vita ciclica. L’utilità risiede nel concreto apprezzamento dei risultati a seguito di sistemi sperimentali d’esperienza e di attività pilota per aggregare le risorse economiche nei territori. I sistemi di commercio di dettaglio sono intesi come sistemi da portare ad emersione per le identità dei nuclei storici e la promozione trasversale delle trasformazioni urbane. Ob. Sp A.7. Incentivare incontri fertili tra la popolazione ciclica e quella stabile Risponde all’esigenza di costruire interazioni e scambi concreti, sostanziando un profilo di reciproco riconoscimento dell’atto stesso dell’abitare. L’utilità primaria è nell’azione di contrasto all’emarginazione delle fasce deboli della popolazione, con particolare riferimento a quella anziana, intesa come risorsa rivoluzionaria per il ruolo di “monumento alla vita” e mosaico di memoria plurale. Ob. Sp A.8. Incentivare il sistema della ricettività diffusa Risponde all’esigenza di affermare l’autenticità stessa dei luoghi

come motore di un turismo innovativo, integrale e emozionale; rivoluzionario e imperdibile, perché costruito sui rapporti individuali con gli abitanti e le loro memorie. L’utilità è nella produzione di un’offerta ricettiva autentica, non autoreferenziale, percolata e diffusa, agita dai cittadini stanziali e da tutte le reti minute delle economie locali. Ob. Sp A.9. Incentivare forme di sostegno ai residenti storici (spesso anziani) del centro antico Risponde al bisogno di rimodellare il supporto ai residenti a alle fasce deboli attraverso un loro coinvolgimento diretto nelle politiche pubbliche e nelle azioni strategiche di promozione del territorio. Prevede azioni di supporto alla vita quotidiana mediante conferimento di benefici diretti e indiretti, a fronte di cooperazioni informali di natura sociale, economica, ambientale, culturale. L’utilità è nella costruzione di pratiche innovative a basso costo collettivo che abbiano ricadute funzionali concrete sul benessere individuale e della comunità cooperante. Ob. Sp A.10. Regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi Risponde alla necessità di costruire in modo condiviso regole a funzionamento ciclico, adattate al cambio sistematico del carico insediativo; attengono alla mobilità e alle prassi d’uso urbano nella sfera economica e ambientale sensibili alla dimensione ciclica. L’utilità è nella sperimentazione di sistemi organizzativi fluidi ad assetto variabile, tarati in base al mutare sistematico del carico dei bisogni.

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Ob. Sp A.11. Infrastrutturazione degli spazi storici tramite accessi ICT Risponde al contenimento del digital divide ed all’esigenza di asso alla rete nei luoghi pubblici, anche assistiti, per l’accessibilità digitale semplificata e per il supporto alla vita ciclica. L’obiettivo persegue la valorizzazione dei luoghi, il loro profilo fisico come contenitore materiale del senso. L’utilità dominante dei beneficiari-cittadini è nell’accesso diretto alla rete e ai servizi; l’utilità ha riflessi immediati e diretti sulla PA e sulle economie territoriali, in quanto l’accesso alle reti consente la costruzione di layers dai contenuti unificati e l’attivazione di un processo di realtà aumentata . MACRO-AMBITO STRATEGICO B. I luoghi delle centralità moderne come incontri autentici: esigenze fondative di macro-ambito B- Spazio scalare delle centralità moderne: esigenze fondative di macro-ambito Riqualificare e potenziare le aree dismesse o sottoutilizzate come spazi pubblici moderni a servizio della comunità locale. Porre a sistema servizi di supporto al turismo già programmati o da programmare, evitando doppioni nello stesso territorio ODSA, integrando funzioni similari e distinte. Offrire opportunità occupazionali e sostenere le esperienze imprenditoriali nascenti. Conservare le centralità moderne con i propri tratti distinguenti. Rispondere alle carenze per popolazione stabile. Rispondere alla domanda d’uso di una più vasta popolazione ciclica nel periodo stagionale di maggiore afflusso.

Obiettivo generale - Ob.G. B Persegue benefici integrati sociali, ambientali, economici e culturali fondati sul recupero delle aree dismesse o sottoutilizzate del tessuto moderno per la costruzione di una rete territoriale integrata di funzioni a finalità turistica, che restituisca valore alle identità locali e che sia occasione di incontro tra le due popolazioni. L’obiettivo è socialmente sensibile, in quanto persegue una mitigazione della dimensione ciclica e una sensibile rigenerazione trasversale delle parti moderne. Obiettivi specifici Ob. Sp B.1. Costruzione di una rete territoriale unica di servizi di supporto alla vocazione turistica Risponde all’esigenza di unificare in forma di rete autogenerativa i sistemi puntiformi a vocazione turistica. Persegue l’apertura di canali cooperanti naturali supportata dagli abitanti stanziali e da quelli ciclici, attraverso strategie affini al funzionamento dei socialnetwork. L’utilità riconoscibile dal punto di vista dei beneficiari risiede nell’ingresso delle proprie identità nella rete, in cui benefici e servizi sono diffusi, fino a configurarsi come patrimonio economico interessante. Ob. Sp B.2. Potenziamanto dei legami economici tra il settore turistico e le ricadute nel settore agricolo Risponde al bisogno di legare e diversificare la produzione agricola locale di aziende e l’autoconsumo, con una promozione di nuove modalità economiche vantaggiose di scambio e di cooperazione economica.

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L’utilità dei beneficiari – aziende, abitanti stanziali e della vita ciclica risiede nella costruzione di un turismo sostenibile emozionale a basso costo, laddove la ritualità e le pratiche agricole diventano territorio culturale individuale e collettivo, unificando le due popolazioni e sviluppando nuove economie transcalari. Ob. Sp B.3. Riqualificare spazi pubblici puntuali della modernità Risponde all’esigenza di rigenerare spazi specifici della modernità abbandonati dalle politiche pubbliche, tuttavia identitari per la vita quotidiana, anche per la possibile immissione di funzioni sovralocali a legame interscalare. L’utilità dei beneficiari – i soggetti sociali che abitano – è primariamente collegata all’inversione del degrado e del vuoto, con connotazioni aggregative per il consolidamento delle attività umane. Ob. Sp B.4 Sostenere le forme di nuova imprenditoria giovanile Agisce sul piano delle relazioni tipiche fra popolazione stanziale e popolazione ciclica. Risponde alla domanda generale di potenziamento culturale della dimensione giovanile come essenziale risorsa creativa del territorio, non subordinata, ma emergente e interconnessa. L’utilità dominante dei beneficiari - giovani – è nell’emersione di nuove reti e nuove forme di economia imprenditoriale creativa. Ob. Sp B.5. Infrastrutturare i luoghi pubblici tramite accessi ICT Risponde al contenimento del digital divide ed all’esigenza di accesso alla rete nei luoghi pubblici, anche assistiti, per l’accessibilità digitale semplificata e per il supporto alla vita ciclica. L’obiettivo persegue la valorizzazione dei luoghi, il loro profilo fisico come contenitore

materiale del senso. L’utilità dominante dei beneficiari-cittadini è nell’accesso diretto alla rete e ai servizi; l’utilità ha riflessi immediati e diretti sulla PA e sulle economie territoriali, in quanto l’accesso alle reti consente la costruzione di layers di contenuti unificati e l’attivazione di un processo di realtà aumentata a vantaggio del sistema di promozione e costruzione della conoscenza territoriale. Ob. Sp B.6. Potenziare i servizi pubblici di tipo ricreativo e sportivo alla persona Risponde al bisogno di costruzione di funzioni pubbliche legate al tempo libero e più generalmente al benessere della persona. Persegue il recupero di aree dismesse o depotenziate nell’identità e nella qualità. L’utilità dominante è conferita agli utilizzatori, alle associazioni del territorio, ai gruppi informali costituiti da abitanti stanziali e della vita ciclica. Ob. Sp B.7. Introdurre forme di apertura degli spazi decisionali pubblici alla comunità nei luoghi fisici della città moderna Agisce attraverso l’utilizzazione, ciclica e stabilizzata nei territori delle attività proprie dei processi partecipati inclusivi. Persegue l’uso di spazi fisici diffusi nel territorio di centralità moderna per la stabilizzazione delle pratiche di cittadinanza attiva come strumento di governance diffusa e specializzata sulla scala del quartiere e degli spazi di vicinato. L’utilità dominante dei beneficiari – cittadinanza e PA – è nella costruzione di politiche locali, visioni strategiche di quartiere, soluzioni creative di problemi, esercizi di progettazione partecipata

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e di sussidiarietà orizzontale, emersione dei portatori di interessi nel prodursi delle trasformazioni urbane. Ob. Sp B.8. Introdurre forme di regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi Risponde alla necessità di costruire in modo condiviso regole a funzionamento ciclico, adattate al cambio sistematico del carico insediativo; attengono alla mobilità e alle prassi d’uso urbano sensibili alla dimensione ciclica, nella sfera economica e ambientale. L’utilità è nella sperimentazione di sistemi organizzativi fluidi ad assetto variabile, tarati in base al mutare sistematico del carico dei bisogni. Ob. Sp B.9. Valorizzare la costa come patrimonio paesaggistico e bene comune Risponde al bisogno di un riconoscimento di un bene collettivo fondamentale per lo sviluppo del territorio della vita ciclica. In questo senso implica la promozione di azioni per la tutela della mobilità dolce, delle strategie del turismo, delle interazioni economiche fra il fronte costiero e gli ambiti interni. Stante il carattere d’interesse generale dell’obiettivo, i beneficiari sono costituiti dall’intero sistema degli attori territoriali. Ob. Sp B.10. Potenziare il sistema di conoscenza diffusa delle opportunità del territorio Risponde all’esigenza di implementare la comprensione collettiva delle opportunità territoriali, intese come bacino di valori potenziali interni e di punti di forza esterni all’area di riferimento. E’ connesso ad un percorso ricognitivo plurale delle competenze individuali

diffuse per la costituzione di un paesaggio delle risorse intellettuali. Le azioni d’obiettivo sono utili per i soggetti cooperanti del territorio, pubblici e privati. MACRO-AMBITO STRATEGICO C. le connessioni dolci e sostenibili come rete e tratto distinguente C- Spazio scalare dei territori materiali e immateriali Le esigenze a cui rispondere sono principalmente la riqualificazione del patrimonio estetico paesaggistico a fruizione pubblica degli spazi periurbani, insieme alla necessità di costruire un sistema di reti infrastrutturanti il territorio verso una riconversione sostenibile degli stili di vita. Inoltre non si può non rispondere all’esigenza diffusa di mobilità efficace per le connessioni turistiche. Obiettivo generale - Ob.G. C Persegue la dimensione generale di un nuovo sistema di reti di connessione interna, materiale (mobilità) e immateriale. Riconosce valore alle forme dolci e sostenibili partendo dalla puntuale ricognizione dalle attività in essere. Intende la rete dolce della mobilità come vettore di una attenzione qualitativa al recupero delle forme e degli spazi del territorio periurbano. Ob. Sp C.1. Valorizzare la presenza del Parco-Otranto Santa Maria di Leuca come cuore della rete ecologica. Risponde alla necessità di riconoscere il Parco come elemento strutturante fondativo della rete ecologica. Le azioni dell’obiettivo perseguono la costruzione di reti identitarie per la vita stanziale e

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ciclica. Beneficiari sono gli abitanti e le comunità dei sistemi economici locali. Ob. Sp C.2. Sistematizzare serie di percorsi secondari esistenti per la mobilità dolce Risponde al bisogno di costituire un insieme coerente di strategie e di tessuti fisici per la mobilità dolce con la promozione di una cultura intermodale e di comunità viaggianti a sostegno dell’unità territoriale. I beneficiari sono i cittadini e l’intera comunità locale. Ob. Sp C.3. Intregrare il sistema della mobilità dolce con nuovi percorsi Risponde al bisogno di costruire evoluzioni delle reti di mobilità attraverso legami interscalari fra meccanismi di mobilità lenta e di mobilità veloce. Persegue la coerenza fra le reti fisiche infrastrutturali dedicate al movimento e gamme nuove e diverse di percorsi alternativi. Beneficiari risultano i portatori di interesse a vario titolo coinvolti nei meccanismi della mobilità. Ob. Sp C.4. Recuperare e bonificare le aree ecologicamante deficitarie Risponde al bisogno del recupero, della bonifica, della rigenerazione di punti e ambiti compromessi, al fine di curarne il reinserimento dentro i tessuti a rete dei luoghi identitari. Beneficiari risultano generalmente gli abitanti del territorio.

Ob. Sp C.5. Valorizzare le strade dei centri come aspetti identitari materiali Risponde all’esigenza di esaltare il carattere unico, culturale e integrale delle strade intese come supporto fisico di storie umane, materiali e immateriali, sedimentate nel tempo. Persegue l’accumulo di narrazioni identitarie depositate lungo le strade per effetto della dispersione abitativa. Beneficiari sono gli abitanti stanziali e ciclici. Ob. Sp C.6. Ripristinare i valori paesaggistici identitari dei contesti periurbani Risponde all’esigenza del consolidamento e del ripristino dei fattori costituenti il valore identitario dei margini, intesi come spazio identitario della transizione e del cambiamento delle città. Persegue l’affermazione della forma urbana e degli spazi aperti attraverso la cifra dell’interscambio culturale. Beneficiari sono gli abitanti e gli operatori economici a vario titolo presenti nei contesti periurbani Ob. Sp C.7. Aumentare la qualità paesistica degli assi stradali secondari Risponde alla necessità di riconoscere pari dignità ai sistemi stradali, al fine di considerarne le gerarchie, secondo un equilibrato meccanismo di continuità paesaggistica. Beneficiari sono gli abitanti delle varie scale territoriali. Ob. Sp C.8. Potenziare le qualità estetiche minute della litoranea Risponde alla necessità di affermare i valori estetici fini del sistema litoraneo, lungo le transizioni degli ambiti compresi fra il mare e l’entroterra. Persegue l’affermazione di pari dignità da conferire ai

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valori macroscopici e a quelli discreti del paesaggio. Beneficiari sono gli abitanti stanziali e ciclici Ob. Sp C.9. Introdurre forme di regolamentazione ciclica a scala territoriale Risponde alla necessità di costruire in modo condiviso regole a funzionamento ciclico, adattate al cambio sistematico del carico insediativo; attengono alla mobilità e alle prassi d’uso territoriale sensibili alla dimensione ciclica, nella sfera economica e ambientale. L’utilità è nella sperimentazione di sistemi organizzativi fluidi ad assetto variabile, tarati in base al mutare sistematico del carico dei bisogni. Ob. Sp C.10. Costruire una piattaforma comune della mobilità, connessa con centri dei servizi turistici Risponde alla necessità di apprezzare la mobilità come sistema complesso unitario che richiede piattaforma unica, anche al fine di promuovere un sistema integrato per il turismo. Beneficiari risultano gli abitanti e gli operatori dell’economia del turismo. MACRO-AMBITO STRATEGICO T. Il patrimonio immateriale e le connessioni lunghe come volano rigenerativo. T- Spazio scalare dei territori materiali e immateriali Risolvere il disagio occupazionale delle fasce giovani della popolazione; Generare attraverso la realtà aumentata un sistema generativo di paesaggi informativi ad accrescimento continuo; Sostenere iniziative fragili e spontanee presenti nel territorio;

Tradurre gli aspetti di punta e le esperienze d’innovazione in ricadute occupazionali diffuse; Tradurre la ciclicità dei lavori stagionali turistici in forme redditizie stabili. Obiettivo generale - Ob.G. T Persegue benefici integrati sociali, ambientali, economici e culturali fondati sul consolidamento delle connessioni lunghe esistenti tra il territorio ODSA remoto e i centri dell’innovazione italiani ed europei, costruendo piattaforme occupazionali legate al settore turistico e agli indotti negli altri settori. Ob. Sp T.1. Infrastrutturare reti territoriali di realtà aumentata Persegue la costruzione di un’ infrastruttura immateriale a realtà aumentata, da depositare su reti fisiche del paesaggio. Promuove l’accrescimento autogenerativo e cooperato della conoscenza dei vari layer definibili sul territorio. Beneficiari sono i cittadini stanziali e ciclici e in particolar modo gli operatori della sfera economica. Ob. Sp T.2. Valorizzare iniziative occupazionali giovanili esistenti Persegue la promozione e la cura delle iniziative a carattere innovativo che tendono ad affermarsi attraverso le reti. Cura progetti di soggetti svantaggiati e azioni per la tutela e l’emersione delle comunità fragili nella sfera dell’imprenditoria giovanile. Ob. Sp T.3. Valorizzare reti di relazione con altri territori Persegue lo sviluppo di interazioni e legami fra abitanti stanziali e territori altri connessi alla vita ciclica. Favorisce l’immissione

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di contenuti e azioni innovative con particolare riferimento alla dimensione strategica delle reti. Beneficiari sono gli abitanti, stanziali e ciclici. Ob. Sp T.4. Potenziare il sistema della ricezione diffusa Persegue l’ampliamento e l’infittimento del sistema ricettivo locale attraverso azioni sistematiche per il potenziamento del turismo, con particolare attenzione per le forme sostenibili e domestiche di accoglienza. Beneficiari risultano gli abitanti (stanziali e ciclici) e gli operatori economici del territorio. Ob. Sp T.5. Costruzione di un sistema web 2.0 per gli eventi ciclici “identitari” del territorio Persegue la costituzione di una comunità integrata web 2.0 per l’affermazione partecipata di un unico sistema di eventi ciclici identitari del territorio. Riguarda azioni per la promozione in rete a carattere informale di eventi di comunità a supporto dei valori economici e sociali della vita ciclica. Ob. Sp T.6. Incentivare reti stabili di connessione lunga con contesti europei differenti Persegue la costruzione di reti a più livelli attraverso tessuti e legami fra soggetti delle comunità locali e territori umani remoti. Utilizza architetture tattiche per la ridondanza delle informazioni relative ai territori ai fini del potenziamento dell’immagine identitaria. Ob. Sp T.7. Sostenere i sistemi dominanti agro-gastronomici di qualità di filiera corta Persegue il potenziamento dell’identità produttiva agricola e

gastronomica lungo la chiave della qualità nel rispetto dei principi della filiera corta. Implica azioni coordinate per l’efficacia dei sistemi dominanti e per il sostegno alle altre filiere corte minute del territorio. I sistemi dominanti vengono intesi come volano e acceleratori delle attività più deboli e autentiche del territorio economico. Beneficiari risultano gli operatori economici e gli abitanti.

4.3 QUADRO DI COERENZA INTERNA Se l’ossatura di ODSA è fondata su forme di conciliazione creativa e conseguentemente sulla stabilizzazione nei territori di processualità partecipate inclusive, un criterio generale di coerenza interna, da verificare per tutte le attività discendenti dal quadro logico, è fondato sui seguenti parametri: - progettazioni fondate sull’analisi dei problemi, attraverso l’ascolto dei beneficiari degli interventi, da attuarsi con forme di consultazione aperte, in base al principio della trasparenza amministrativa; - pubblicizzazione dei portatori di interesse durante le fasi che precedono la costruzione dei progetti e delle relative gerarchie; - allargamento del campo dei portatori di interessi in base alle interazioni sociali attivate dalla pubblicizzazione delle attività di progetto; - potenziamento delle caratteristiche dei progetti e delle attività attraverso innesti virtuosi provenienti da competenze diffuse, sia nel territorio locale, sia in quello più remoto della vita ciclica; - sviluppo delle fasi progettuali mediante morfologie laboratoriali, aperte a tutta la cittadinanza attiva; - trasferimento nella rete del patrimonio informativo relativo alle fasi d’attuazione;

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- controllo, monitoraggio e verifica dei risultati secondo i principi comunitari del ciclo del progetto.

4.4 QUADRO DI COERENZA ESTERNA Rispetto al Quadro Logico del Piano Strategico di Area Vasta “Salento 2020”, il sistema proposto si connette: - all’ OB. Gen. 1. Competitività e innovazione (migliorare la competitività dei sistemi produttivi locali fra vecchie e nuove economie), declinandolo tuttavia in modo trasversale attraverso gli obiettivi specifici dei vari assi scalari del sistema ODSA. In tal senso l’innovazione è un portato della vita ciclica che trova senso e articolazione nel rapporto con il territorio fisico locale; - all’ OB. Gen. 2. Qualità dei Territori (migliorare la competitività e l’attrattività dei sistemi urbani e dei territori extraurbani, in chiave turistica del territorio), in particolare il sistema ODSA condivide con Area Vasta un’identità versata al welfare diffuso, per la valorizzazione e riqualificazione sistema storico-culturale, per la tutela del sistema paesaggistico ambientale, per l’innalzamento qualitativo delle aree marginali dei comuni, per le attività culturali come risorsa, per il potenziamento delle aree dei sistemi produttivi, attraverso infrastrutturazioni anche immateriali. All’interno dell’ OB. Gen. 2 Di Area Vasta Salento 2020, il sistema ODSA esprime affinità: - con l’Ob.Spec.2 Tutela e valorizzazione dei paesaggi e dell’ambiente quale bene patrimoniale e identitario del Salento; - con l’Ob.Spec.3) Azioni tese al superamento delle situazioni di degrado abitativo e disagio sociale nelle periferie e di abbandono

dei centri storici e con le azioni sottordinate 1 e 2. L’Azione 1 per Area Vasta si riferisce al “Recupero dei borghi e dei centri minori di carattere storico attraverso azioni di natura anche complessa, che mirino al loro “rinascimento” urbano” con interventi finalizzati a riqualificarli, valorizzarli, tutelarli, ricostituirne i caratteri identitari e renderli fruibili allo scopo di incentivare la permanenza dei cittadini, la fruibilità turistica e l’attività turistico-ricettiva anche di tipo familiare”. L’Azione 2, che in Area Vasta riguarda la “Rigenerazione di parti di città e sistemi urbani in coerenza con le strategie comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani”, nel profilo ODSA si trasferisce compiutamente nell’obiettivo generale 1. L’OB. Gen, 3. In Area Vasta riguarda la “Società di informazione ed economia della conoscenza”. Questa identità è assunta da Odsa come obiettivo generale trasversale per l’interazione fra il territorio locale e quelli culturali remoti. Analogo è lo scenario sotteso, per far evolvere le diverse componenti locali verso un ecosistema digitale, in grado di determinare la crescita e la qualificazione del territorio nel nuovo contesto g-local (globale-locale). L’Ob. Spec.1 in Area Vasta (Migliorare la diffusione delle infrastrutture ICT come condizione per la crescita del territorio in contesto globalizzato) viene declinato in ODSA attraverso ramificazioni di luoghi urbani con accesso facilitato alla rete, per il colmamento del digital device e l’ implementazione di una conoscenza diffusa. Un comune tema trasversale di sviluppo è l’innovazione digitale del sistema economico e produttivo, declinato in ODSA secondo il criterio della realtà aumentata.

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idea guida

Valorizzare e potenziare il territorio per renderlo in grado di essere coerente (efficiente e funzionale) per la popolazione “stabile” e attrattivo e accogliente per la popolazione “ciclica”. Un tessuto ambientale e insediativo che si connoti per le diverse e integrate risposte infrastrutturali, funzionali e gestionali da dare ai diversi cicli delle annualità, mettendo a valore il patrimonio materiale e immateriale già fortemente conscio della doppia identità che sa offrire.

esigenze di base

macro-ambito strategico

L’esigenza a cui rispondere non è solo quella di valorizzare i borghi come attrattiva turistica, per ovvie ricadute occupazionali. Accanto a ciò vi è la necessità di saper conservare questi centri con i propri tratti distinguenti, di saper rispondere in prima istanza alle carenze per popolazione stabile. Ed in ultimo prevenire eventuali forme di conflitto tra le due popolazioni, e prevenire il disagio prevedibile legato alle dinamiche di acquisto di numerosi immobili da parte di Cittadini stranieri che non dialogano con la comunità locale.

MACRO-AMBITO STRATEGICO A: i nuclei storici come luoghi della vita ciclica.

Le esigenze a cui rispondere sono principalmente la riqualificazione o il potenziamento di aree dismesse o sottoutilizzate, in prima istanza come spazi pubblici moderni a servizio della comunità locale. Ma anche la necessità di mettere a sistema servizi di supporto al turismo già programmati o da programmare: evitare doppioni identici nello stesso territorio ODSA, ma integrare funzioni similari ma distinte. Offrire opportunità occupazionali e sostenere le esperienze imprenditoriali nascenti. Saper conservare questi centri con i propri tratti distinguenti, di saper rispondere alle carenze per popolazione stabile e alla domanda d’uso di una più vasta popolazione ciclica nel periodo stagionale di maggiore afflusso.

MACRO-AMBITO STRATEGICO B: luoghi delle centralità moderne come incontri autentici

Le esigenze a cui rispondere sono principalmente la riqualificazione del patrimonio estetico paesaggistico a fruizione pubblica degli spazi periurbani, insieme alla necessità di costruire un sistema di reti infrastrutturanti il territorio verso una riconversione sostenibile degli stili di vita. In oltre non si può non rispondere all’esigenza diffusa di mobilità efficace per le connessioni turistiche.

MACRO-AMBITO STRATEGICO C: le connessioni dolci e sostenibili come rete e tratto distinguente

La esigenze a cui rispondere è principalmente quella del disagio occupazionale, per le fasce giovani della popolazione. Più in particolare questo aspetto è declinabile con: la difficoltà di sostenere iniziative spontanee pure presenti nel territorio; la difficoltà di tradurre gli aspetti di punta, le esperienze interessanti in ricadute occupazionali diffuse; la difficoltà di tradurre la ciclicità dei lavori stagionali turistici in forme redditizie stabili.

MACRO-AMBITO STRATEGICO TRASVERSALE T: Il patrimonio immateriale e le connessioni lunghe come volano rigenerativo.

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obiettivo generale Obiettivo A: L’obiettivo strategico è quello di restituire la dignità storicoidentitaria al patrimonio materiale e immateriale che i centri storici costituiscono, valorizzando la comunità locale e la popolazione stabile e accogliendo la popolazione ciclica verso forme di conciliazione creative e proficue delle diverse esigenze.

L’obiettivo strategico è quello di recuperare le aree dismesse o sottoutilizzate del tessuto moderno per costruire una rete territoriale integrata di funzioni a finalità turistica, che restituisca valore alle identità locali e che sia occasione di incontro tra le due popolazioni.

L’ obiettivo è quello di progettare un nuovo sistema di reti di connessione interna materiale (mobilità) e immateriale riconoscendo valore alla forme dolci e sostenibili e partendo dalla puntale ricognizione dalle attività in essere. L’obiettivo è quello di sfruttare la rete dolce della mobilità come vettore di una attenzione qualitativa al recupero delle forme e degli spazi del territorio periurbano

L’obiettivo stategico è quello di consolidare le connessioni lunghe esistenti tra il territorio ODSA remoto e i centri dell’innovazione italiani ed europei, costruendo piattaforme occupazionali legate al settore turistico e agli indotti negli altri settori.

obiettivi specifici Ob. Sp A.1.

soddisfazione delle carenze funzionali della popolazione stabile

Ob. Sp A.2.

miglioramento qualità urbana

Ob. Sp A.3.

potenziamento del grado di attrattività per la popolazione ciclica

Ob. Sp A.4.

potenziamento del senso di appartenenza della popolazione ciclica

Ob. Sp A.5.

infrastrutturazione dei luoghi collettivi verso le forme della vivibilità dolce (a iniziare dalla mobilità)

Ob. Sp A.6.

incentivazione dei sistemi del commercio di dettaglio

Ob. Sp A.7.

incentivare incontri fertili tra la popolazione ciclica e quella stabile

Ob. Sp A.8.

incentivare il sistema della ricettività diffusa

Ob. Sp A.9.

incentivare forme di sostegno ai residenti storici (spesso anziani) del centro storico

Ob. Sp A.10.

regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi

Ob. Sp A.11.

infrastrutturare i luoghi storici tramite accessi ICT

Ob. Sp B.1.

costruzione di una rete territoriale unica di servizi di supporto alla vocazione turistica

Ob. Sp B.2.

potenziamanto dei legami economici tra il settore turistico e le ricadute nel settore agricolo

Ob. Sp B.3.

riqualificare spazi pubblici puntuali della modernità

Ob. Sp B.4

sostenere le forme di nuova imprenditoria giovanile

Ob. Sp B.5.

infrastrutturare i luoghi pubblici tramite accessi ICT

Ob. Sp B.6.

potenziare i servizi pubblici di tipo ricreativo e sportivo alla persona

Ob. Sp B.7.

Introdurre forme di apertura degli spazi decisionali-pubblici alla comunità nei luoghi fisici della città moderna

Ob. Sp B.8.

Introdurre forme di regolamentazione ciclica degli spazi pubblici collettivi

Ob. Sp B.9.

valorizzare la costa come patrimonio paesaggistico e bene comune

Ob. Sp B.10.

potenziale il sistema di conoscenza diffusa delle opportunità del territorio.

Ob. Sp C.1.

valorizzare la presenza del Parco-Otranto Santa Maria di Leuca come cuore della rete ecologica.

Ob. Sp C.2.

sistematizzare serie di percorsi secondari esistenti per la mobilità dolce

Ob. Sp C.3.

intregrare il sistema della mobilità dolce con nuovi percorsi

Ob. Sp C.4.

recupero e bonifica di aree ecologicamante deficitarie

Ob. Sp C.5.

valorizzare le strade dei centri come aspetti identitari materiali

Ob. Sp C.6.

ripristinare i valorei paesaggistici identitari dei contesti periurbani

Ob. Sp C.7.

aumentare la qualità paesistica degli assi stradali secondari

Ob. Sp C.8.

potenziare le qualità estetiche minute della litoranea.

Ob. Sp C.9.

Introdurre forme di regolamentazione ciclica a scala territoriale

Ob. Sp C.10.

Costruire piattaforma comune della mobilità, connessa con centri dei servizi turistici

Ob. Sp T.1.

Infrastrutturare reti territoriali di realtà aumentata

Ob. Sp T.2.

valorizzare iniziative occpazionali giovanili esistenti

Ob. Sp T.3.

valorizzare reti di relazione con altri territori

Ob. Sp T.4.

potenziare sistemi della ricezione diffusa

Ob. Sp T.5.

costruzione di un sistema web 2.0 per gli eventi ciclici "identitari" del territorio

Ob. Sp T.6.

incentivare reti stabili di connessione lunga con contesti europei differenti

Ob. Sp T.7.

Sostenere i sistemi agro gastronomici di qualità, ad iniziare dalla filiera corta ORVI.

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4.5 INDICATORI DI RISULTATO PER LE ATTIVITÀ Le pubbliche amministrazioni che promuovono gli atti progettuali ancorati al quadro logico dovranno individuare con chiarezza indicatori di risultato specifici, chiarendone la fonte e relazionandoli ad uno specifico tempo di osservazione. I suddetti indicatori dovranno essere quantitativamente controllabili e coerenti rispetto a dati ricorrenti e rinvenibili. Principalmente il sistema dei progetti dovrà riferirsi agli indicatori ISTAT formulati per l’analisi delle politiche di sviluppo locale, cui si rinvia.

4.6 VALUTAZIONE DELLA FATTIBILITÀ DEI SINGOLI INTERVENTI INSERITI NEL PROGRAMMA L’attività di valutazione sarà fondata: - sulla pesatura multicriteri dei livelli di risultato in base ad un ventaglio sufficientemente ampio di indicatori selezionati; - su processi di monitoraggio del cambiamento percepito attraverso lo sviluppo di percorsi locali di audit civico.

4.7 INIZIATIVE PER ASSICURARE LA PARTECIPAZIONE CIVICA E IL COINVOLGIMENTO DI ALTRI ENTI E DELLE FORZE SOCIALI, ECONOMICHE E CULTURALI ALLA ELABORAZIONE E ATTUAZIONE DEI PROGRAMMI

essere attuati mediante architetture di processo metodologicamente strutturate e fondate sui seguenti cardini: - definizione chiara della posta in gioco all’avvio del processo di partecipazione; -analisi partecipata dei portatori di interesse; - analisi di contesto preliminare resa pubblica prima dello sviluppo del percorso partecipato e perfe-zionabile da aggregati di soggetti interessati, anche di limitata ampiezza; - costituzione di piattaforme per la comunicazione dell’intero percorso partecipato in forma di web 2.0 per il deposito di contributi; - pubblicazione graduale, durante lo svolgimento del percorso partecipato dei risultati; - utilizzazione di tecniche per l’ascolto e per il recepimento dei più vari contributi al fine di testi-moniarli nel rispetto degli stessi; - costruzione di piattaforme di comunicazione per la promozione dei percorsi partecipati. - ponderazione delle ipotesi di cambiamento attraverso la costruzione di scenari coerenti con l’utilizzo di indicatori e processi valutativi omogenei rispetto a quelli utilizzati per le scelte iniziali; - sottoscrizione di patti d’attuazione e loro monitoraggio pubblico durante le fasi di concreta realizzazione

In base all’ossatura di odsa, la partecipazione civica e il coinvolgimento di altri enti e delle forze sociali, economiche e culturali alla elaborazione e attuazione dei programmi, dovranno

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4.8 SOGGETTI PUBBLICI CHE SI RITIENE UTILE COINVOLGERE NELLA ELABORAZIONE, ATTUAZIONE E GESTIONE DEI PROGRAMMI E LE MODALITÀ DI SELEZIONE DEI SOGGETTI PRIVATI Il coinvolgimento per l’elaborazione, attuazione e gestione dei programmi è fondato sul principio della trasparenza amministrativa. E’ inoltre fondato sul meccanismo del processo partecipato: per questo deve in genere fondarsi sull’apertura ai più vari portatori di interesse. In merito ai tempi di coinvolgimento ,esso dovrà svilupparsi il più presto possibile e in ogni caso in fasi antecedenti alla presa delle decisioni. La selezione dei soggetti privati avverrà secondo il principio di massima trasparenza amministrativa attraverso la pubblicazione sulle reti delle iniziative in programma e tramite i canali ordinari della pubblica amministrazione di avvisi utili all’attuazione della selezione. Quest’ultima potrà realizzarsi mediante incontri pubblici preliminari al fine di manifestare ed esplicitare l’interesse. Le modalità di selezione potranno prevedere tavoli di concertazione ed altri strumenti di definizione delle intese. Varranno a tutti gli effetti le norme previste dagli strumenti di legge vigenti.

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Il PERCORSO PIANIFICATORIO PARTECIPATO La Regione nella legge n.21 del 29 luglio 2008 “Norme per la rigenerazione urbana” promuove i programmi di rigenerazione ponendo l’accento, nell’articolo 3, sull’importanza del coinvolgimento e partecipazione dei cittadini dei comuni o territori da rigenerare per la stesura del documento programmatico. Le Amministrazioni dei 4 comuni di riferimento hanno incaricato Città Fertile, gruppo tecnico orizzontale per le strategie partecipate, esperto in processi di inclusione sociale e progettazione partecipata, del coinvolgimento attivo della cittadinanza per stabilire delle linee guida condivise di sviluppo territoriale dell’ODSA. Il percorso pianificatorio partecipato si è sviluppato su due livelli paralleli di ascolto e analisi, il primo di tipo amministrativo, il secondo legato alla cittadinanza attiva. Il primo livello è costituito da una CABINA DI REGIA strategica informale in grado di rappresentare la visione attuale e futura degli amministratori e dei tecnici sul territorio comunale e locale; la cabina di regia rappresenta uno “strumento” efficace per permettere di monitorare lo svolgimento dei lavori di partecipazione, definire le linee di sviluppo strategico e fornire le indicazioni di carattere politico per permettere un legame tra le esigenze della cittadinanza e gli strumenti di pianificazione comunale e territoriale. Il secondo livello di interazione con il territorio dell’ODSA è realizzato a diretto contatto con la cittadinanza estesa, il FORUM della cittadinanza attiva, attraverso incontri articolati su livelli differenti di interazione, ai quali sono stati peraltro invitati a partecipare i rappresentanti delle pubbliche amministrazioni per permettere

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un ulteriore piano di interazione e scambio tra cittadini, tecnici e amministratori per raggiungere una visione condivisa di sviluppo territoriale integrato. I due livelli sono stati strumenti necessari per poter individuare il sistema dei valori e dei bisogni della popolazione locale. Trattandosi di un territorio costituito da diverse entità comunali, similari per tradizione culturale, storia insediativa e dinamiche economiche, seppur differenti, in partenza, per visione strategica di sviluppo territoriale, il percorso partecipativo si è dovuto sviluppare su sistemi di interazione che permettessero un allargamento della visione di sviluppo comunale dei singoli cittadini e amministratori a favore di un’idea di sviluppo territoriale.

5.1 LA VISIONE STRATEGICA DELLA P.A.: IL METASWOT Il primo livello del percorso partecipativo con la CABINA DI REGIA ha previsto il coinvolgimento delle quattro pubbliche amministrazioni, nello specifico, Sindaci, Assessori di riferimento delle macroaree di intervento interessate e funzionari degli uffici tecnici comunali. Si è deciso di realizzare un laboratorio partecipato per la definizione dei caratteri identitari del territorio di riferimento attraverso un’ analisi swot, prima individuale e in seguito collettiva dei punti di forza, punti di debolezza, minacce e opportunità, variata secondo i principi della metodologia di progettazione partecipata conosciuta come METAPLAN, per meglio aderire alle esigenze del caso e quindi riformulata in META-SWOT. Elemento che ha aggiunto complessità all’analisi è stata la differente scala percettiva degli elementi a livello territoriale: i partecipanti

hanno analizzato le tematiche prima dal punto di vista comunale, quindi territoriale, cercando di realizzare uno salto tra questioni puntuali e localizzate per una visione territorialmente estesa. Ogni partecipante, sulla base del proprio patrimonio conoscitivo, fornito dalle proprie esperienze tecniche e/o amministrative, ha generato la propria visione comunale e territoriale tramite l’indicazione di elementi generali o puntuali, analizzati come punti di forza o di debolezza, come opportunità e minacce del territorio. È stato utilizzato lo strumento del codice cromatico per poter permettere una rapida e strutturata lettura delle interazioni territoriali tra i diversi sistemi di riferimento. Nello specifico sono stati messi a disposizione dei partecipanti dei cartoncini colorati riferiti alle macroaree di interesse come di seguito semplificato: Blu: territorio – ambiente Giallo: Economia Verde: Cultura Rosa : Società Su ognuno dei cartoncini i partecipanti hanno riportato gli elementi puntuali o generali riferiti ai quadranti della swot. Il codice cromatico è stato un espediente utile per restituire immediatamente le potenzialità di integrazione tra differenti settori di politiche pubbliche. In particolar modo è stato interessante la relazione immediata creatasi tra le politiche del settore urbanistico-ambientale e quelle afferenti agli altri settori di analisi. Nello specifico, per ciò che concerne le esperienze integrate di rigenerazione territoriale, gli interventi urbanistici vanno a costituire la piattaforma applicativa per il raggiungimento di risultati attinenti a settori differenti, sviluppati a livello sociale, culturale, ambientale ed economico.

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L’immediata e sintetica visualizzazione della bussola swot è stata seguita dalla clusterizzazione (costruzione degli insiemi similari). I partecipanti hanno così superato il limite territoriale, culturalmente imposto, a favore di una visione integrata. Grazie alla immediata visualizzazione sulla bussola SWOT e alla successiva operazione di clusterizzazione (costruzione degli insiemi similari), anche tra indicazioni su differenti settori, è emerso un quadro complesso e ricco, restituendo una prima analisi partecipata del territorio, dove, in maniera sostanziale, si evidenzia la commistione tra i diversi settori con indicazioni territoriali generali e di carattere puntuale.

5.2 LA MAPPA PARTECIPATA DEI BISOGNI: “L’ INDAGINE ASCOLTO” Durante la fase di conoscenza territoriale partecipata sono state realizzate attività di Animazione Territoriale nei centri cittadini dei quattro Comuni di riferimento (Ortelle, Diso, Spongano e Andrano) e nelle relative frazioni (Vignacastrisi, Castigione e Marittima). Sono stati eletti come luoghi per l’incontro con i cittadini gli spazi pubblici aventi forza aggregante intergenerazionale, la maggior parte dei quali localizzati nei centri storici dei quattro comuni. Sono state messe in atto tecniche sociologiche che hanno privilegiato sia la quantità (es. questionari), sia, lì dove era possibile, la qualità dei dati rilevati attraverso interviste in profondità. Le informazioni raccolte riguardano aspetti della vita di quartiere, storie di vita personali, esperienze soggettive. Questo ha contribuito a chiarire al gruppo di lavoro immagini ed episodi delle forme di cambiamento avvenute ed in atto nel territorio.

Un aspetto molto importante è stata l’attenta ricognizione dei luoghi in cui sono state somministrate le interviste: non solo spazi funzionali alle pratiche quotidiane, ma anche luoghi dal forte carattere simbolico ed emotivo. Fondamentale la scelta dei soggetti, attraverso un campionamento ragionato: attori di varie classi di età, con ciclicità di residenza o domicilio, che, in maniera continuativa o saltuaria, fanno uso del territorio e ne vivono le trasformazioni. Durante gli incontri è stato spiegato ai cittadini il significato della rigenerazione territoriale e l’importanza che assume l’Abitante dei territori nella definizione delle linee guida per lo sviluppo. Il clima degli incontri è risultato molto informale e la partecipazione dei cittadini è risultata produttiva. Ai cittadini è stato somministrato un questionario semi-strutturato in cui potevano essere indicati, per ambiti di intervento, i punti di forza (valori) e i punti di debolezza (bisogni) che caratterizzano i comuni e/o il territorio dell’ODSA (Ortelle, Diso, Spongano e Andrano). Da un’analisi dei centri abitati dei territori e’ emerso il carattere fortemente identitario dei nuclei storici, densi di memoria storica per l’intera comunità. Ognuno di questi centri conserva uno o due luoghi dal forte carattere aggregante, con funzione di socializzazione, spesso identificati in una piazza o “villa”. Al contrario, le abitazioni dei centri storici hanno subito un graduale abbandono, dovuto in gran parte al ricambio generazionale e alla trasformazione delle pratiche quotidiane di vita: sono spazi abitati per lo più dalla terza fascia d’età o da nuclei familiari consolidati. E’ visibile un progressivo invecchiamento di questi centri, con conseguente abbandono, a causa di un’emigrazione “forzata” della popolazione giovanile: studenti fuori-sede, lavoratori stagionali

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che vivono il territorio e lo trasformano. Una fascia d’età che non ritrova in questi luoghi la possibilità di una formazione specifica, di strumenti per migliorare ed incrementare professionalità e capacità imprenditoriale. A questi si sta aggiungendo una popolazione turistica, in alcuni periodi dell’anno, attenta all’identità locale, che cerca di adattarsi all’accoglienza proposta. Risultano evidenti alla popolazione locale le forti potenzialità del territorio, inteso in maniera integrata (centri storici, campagna, marine), dal punto di vista turistico. Potenzialità che potrebbero compensare, in maniera sostanziale, la forte decrescita economica che ha subito negli ultimi anni il mercato agricolo, fonte primaria di sussistenza per questi territori. Infatti è in questi luoghi che si sta attuando una tipologia di accoglienza “minuta”, fortemente legata alle pratiche di vita locali, diffusa tra l’entroterra e la costa, che necessita però dell’infrastrutturazione necessaria per far si che queste pratiche si sviluppino in maniera tale da offrire al turista un servizio integrato che gli permetta di fruire del territorio in maniera più agevole. Si tratta di servizi legati alla mobilità, alle connessioni tra l’urbano , il contesto rurale e la costa che potrebbero, non solo incentivare lo sviluppo turistico, ma anche risultare di estrema importanza per la popolazione stabile che in questi territori si muove per lo svolgimento delle pratiche quotidiane. E’ chiaro per gli abitanti che le attuali pratiche di mobilità connesse all’uso personale dell’automobile sono strettamente legate alla mancanza di “connessioni dolci” che permettano loro uno spostamento agevole, sicuro e sostenibile sul territorio stesso.

5.3 L’ATLANTE PARTECIPATO DEI PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DELLA CITTADINANZA Il secondo livello del percorso partecipativo ha previsto il coinvolgimento del FORUM della cittadinanza attiva dei quattro comuni di riferimento. Per l’identificazione dei punti forza e dei punti di debolezza del territorio si è utilizzata come metodologia partecipata il METAPLAN. Anche in questo caso e’ stato chiesto ai cittadini di individuare punti di forza e punti di debolezza cercando di svincolarsi da una visione comunale a favore di una visione territoriale. Ogni partecipante ha fornito la propria visione tramite l’indicazione di caratteri generali o puntuali che leggeva come punti di forza o di debolezza facendo ricorso al patrimonio conoscitivo delle proprie esperienze di Abitante. E’ stato chiesto ai cittadini di utilizzare un codice cromatico legato ai diversi settori di riferimento, accorpando per semplicità in questa occasione i settori società e cultura: Blu: Territorio – Ambiente Rosa : Società e Cultura Giallo: Economia Le modalità di svolgimento del laboratorio hanno dunque seguito le stesse indicazioni di quelle previste nell’incontro con la Pubblica Amministrazione. Anche in questo caso l’indicazione cromatica ha permesso una rapida lettura di interazione tra i differenti settori (ambiente e terrItorio, società e cultura, economia) all’interno dello stesso cluster. Da un’attenta analisi dei risultati emersi sono piuttosto chiari i punti di forza del territorio dal punto di vista dei cittadini, in perfetta

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coerenza con quanto emerso dalla P.A.. E’ evidente, invece, una sostanziale differenza tra i punti di debolezza emersi nei due incontri. Decisamente rivolti all’infrastrutturazione sul territorio nel primo incontro, prettamente concentrato sulla formazione e l’imprenditoria nel secondo.

5.4 AZIONI PECULIARI COMUNALI: CUNTAME_MO 01, CUNTAME_MO 02 L’ossatura di ODSA si fonda compiutamente su una progettualità decisionale inclusiva per ogni livello di presa delle decisioni per l’affermazione di una governance aperta, per un governo con il territorio. Agisce in continuità con esperienze pilota già attivate principalmente con il Comune di Ortelle capofila del raggruppamento. Processi partecipati via web: CUNTAMEMO’

CUNTAMEMO’ 01 Laboratorio partecipato per l’attuazione della Delibera del Consiglio Comunale n° 7 del 17.01.2011 al fine di decidere i principi di trasformazione degli spazi pubblici in Piazza Umberto I in Vignacastrisi (frazione di Ortelle). Tre giornate articolate in una fitta architettura di processo, utile a definire metodi di interazione costruttiva e di indirizzi dominanti condivisi per la trasformazione degli spazi pubblici (rif. REPORT: http://issuu.com/cittafertile/docs/cuntame_mo_01) CUNTAMEMO’ 02 Processo partecipato di avvio per la definizione dei portatori di interesse, di valori e problemi mediante interazione costruttiva dell’area di Parco San Vito ad Ortelle, punto di convergenza dominante di valori economici, culturali, ambientali e sociali.

Vincitore del bando della regione Puglia: “Avviso Pubblico per la realizzazione di Processi Partecipativi via web–PO FESR 2007/2013 Linea d’intervento 8.1 subAzione 8.1.2c” posizionandosi al 5° posto; prevede la costruzione di un patrimonio collettivo per la fondazione di DPP per il nuovo PUG di Ortelle costruito in ambiente web 2.0 mediante georeferenziazione dei contributi individuali e nella realtà mediante mappe di comunità definite dagli abitanti. La costruzione di sistemi di attori, abitanti stanziali e remoti della vita ciclica con la relativa georeferenziazione, produce una piattaforma strutturata e stabile di portatori di interessi e di canali per la presa partecipata delle decisioni.

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DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI RIGENERAZIONE TERRITORIALE

I PAESI DELLA VITA CICLICA

ODSA

Comune di Ortelle

Comune di Diso

il d.p.r.t odsa - i comuni della vita ciclica e’ stato redatto dalla associzione temporanea di professionisti: Luigi ANTONAZZO - INGEGNERE AMBIENTALE cirino CARLUCCIO - PIANIFICATORE TERRITORIALE Francesca COFANO - ARCHITETTO Fedele CONGEDO - ARCHITETTO livianna CURRI - ARCHITETTO

Comune di Spongano

Comune di Andrano

consulenza socio-demografica: Graziana BASILE - SOCIOLOGA percorso partecipato a cura di: CITTA’ FERTILE


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