Marzo | Dicembre 2014 Un percorso di partecipazione per Piazza San Giorgio
ILLUMINARE UNA PIAZZA ASCOLTARE UNA COMUNITÀ
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
investiamo
Regione Puglia
Assessorato Politiche Giovanili e Cittadinanza Sociale
Città Fertile
Gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate
nel
vostro
Ministero dello Sviluppo Economico
futuro
Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale
Comune di Melpignano Regione Puglia
Assessorato Politiche Giovanili e Cittadinanza Sociale
Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale
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Melpilight | re-illuminare Piazza San Giorgio
INDICE MELPILIGHT
PG.
Re-illuminiamo Piazza San Giorgio
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L’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE Nota metodologica La struttura e le trasformazioni Le esperienze commerciali E la socialità tra gli anni ’50 e ‘80 Le attuali pratiche d’uso
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PIAZZA SAN GIORGIO Spazio pubblico e bene comune - Nota critica L’atlante della vita - cosa è emerso dall’osservazione
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LA MOSTRA FOTOGRAFICA Della memoria e del futuro possibile
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MICROLAB Nota metodologica Quali sono i valori di Piazza San Giorgio? Quali sono le criticità di piazza san giorgio? Plannig for real - scelte luminose a confronto Contalight - i risultati del misuratore di luminosità
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OUTPUT PROGETTUALI Cosa emerge dall’analisi e dal confronto
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CREDITI Il gruppo di lavoro e i partecipanti
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MELPILIGHT RE-ILLUMINIAMO PIAZZA SAN GIORGIO
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elpilight costituisce un esempio innovativo di progettazione partecipata per la la reilluminazione di una piazza storica nel Comune di Melpignano. L’iniziativa è promossa da In-Cul.Tu.Re. in collaborazione con Città Fertile, gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate e Scie Urbane, collettivo di designer appassionati di bici e di luce, vincitori del bando Principi Attivi 2012. I tre gruppi di lavoro coinvolti, tutti attivi sul territorio pugliese e composti da giovani professionisti, hanno deciso di intraprendere un percorso condiviso e di mettere a disposizione le singole esperienze per una progettazione partecipata della re-illuminazione di Piazza San Giorgio. Il progetto si è articolato in una settimana di osservazione partecipante, un lavoro attivo sul campo dal 31 marzo al 6 febbraio, una Mostra fotografica “Della memoria e del futuro possibile”, realizzata con il contributo di cittadini e fotografi locali ed allestita in Piazza San Giorgio dal 17 aprile al 6 maggio con l’obiettivo di raccontare la sua trasformazione nel corso del tempo, e una giornata di microlab, finalizzata all’analisi partecipata con i cittadini degli elementi valoriali e delle criticità della Piazza, per definire le strategie che il sistema di illuminazione futura dovrà adottare per la risoluzione delle problematiche in corso e per la valorizzazione dello spazio pubblico.
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L’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE NOTA METODOLOGICA
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’Osservazione Partecipante è una tecnica di indagine appartenente alla sociologia, è stata utilizzata nella fase introduttiva del progetto Melpilight per approfondire in modo raffinato la conoscenza di piazza San Giorgio Martire. É stata realizzata nella settimana tra il 31 marzo e il 6 aprile 2014 durante i diversi momenti della giornata. La tecnica ha consentito di valutare il contesto, lo spazio e il tessuto sociale. Inoltre, sono state compilate 3 schede d’ambiente, sono stati effettuati 15 colloqui informali e 10 interviste a testimoni privilegiati. Nello specifico, l’osservazione consiste nell’esperienza diretta del campo d’indagine da parte del ricercatore, che guarda, ascolta e, a volte, interagisce attivamente con il contesto studiato. È una tecnica che, di primo acchito, può apparire elementare poiché la capacità di osservare, ricavando informazioni sul contesto, appartiene a tutti gli essere umani: qualunque individuo osserva è attento a cogliere gli elementi che caratterizzano l’ambiente, specie quando si trovano a contatto con situazioni sociali poco conosciute, cercando di definire la situazione e di assumere un comportamento adeguato. Il “guardarsi intorno” cercando
di comprendere la situazione è l’osservazione comune che tutti sono in grado di compiere. Ma l’osservazione come tecnica di ricerca non si ferma a questa dimensione. La differenza principale tra l’osservazione comune e l’osservazione scientifica consiste nei diversi criteri di selettività. L’osservatore comune seleziona gli elementi che ritiene importanti nella realtà osservata secondo parametri di rilevanza soggettivi e continuamente mutevoli, focalizzando e memorizzando solo i particolari che attirano l’attenzione o sembrano assumere importanza in quel momento. Nelle situazioni comuni sfugge alla percezione cosciente proprio il comportamento sociale, che viene dato per scontato dagli attori sociali e che rappresenta invece l’oggetto privilegiato della ricerca sociologica. L’osservazione scientifica, invece, seleziona gli elementi da osservare secondo interessi conoscitivi del ricercatore, focalizzandosi sui comportamenti sociali e tenendo presenti gli obiettivi della ricerca. I concetti sociologici determinano i criteri di rilevanza dei diversi aspetti della realtà osservata ai fini della ricerca. Così alcuni elementi sono presi in considerazione altri trascurati,
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secondo la referenzialità che presentano con i concetti ritenuti rilevanti. Esistono diversi tipi di osservazione: semplice, partecipante, non partecipante, sistematica; nel nostro caso studio è stata utilizzata l’osservazione partecipante. L’osservazione partecipante consente al ricercatore di osservare i fenomeni dall’interno, facendone esperienza diretta e assumendo il punto di vista degli attori sociali. Il fondamento di questa tecnica è l’assunto che la comprensione dei fenomeni è possibile solo vivendoli dall’interno in prima persona, cioè condividendo l’esperienza del fenomeno stesso. Per questo è necessario che il ricercatore partecipi direttamente, stabilmente e per il tempo necessario, alle situazioni sociali che intende studiare: Scheda d’ambiente a rilevazione sociale diretta: permette di offrire una immagine oggettiva dell’ambiente di studio, sia dal punto di vista strutturale, ambientale che sociale. La scheda è stata suddivisa in quattro parti: le prime due (Dimensione strutturale e morfologica delle zone circostanti di Piazza San
Giorgio; Dimensione strutturale e morfologica di piazza San Giorgio) di tipo generale e descrittivo in cui sono stati riportati i caratteri architettonici, ambientali e urbani della piazza e dell’intorno, le relazioni tra la piazza e tessuto di prossimità; le ultime due (Dimensione funzionale – temporale; Dimensione diacronica) di tipo più analitico dove sono state riportate tutte le notizie fornite dai colloqui informali e non solo, attinenti ai caratteri funzionali, temporali, relazionali e storici della piazza. - Colloqui informali con gli abitanti : sono stati utili per comprendere al meglio gli elementi su indicati. - Interviste semi strutturate a testimoni privilegiati (persone che per il ruolo sociale, per la professione che svolgono o per l’esperienza personale possiedono una conoscenza diretta e approfondita del problema in studio. Non sono essi stessi oggetto d’indagine, ma esperti del problema.): hanno consentito di comprendere la storia della piazza, i suoi mutamenti e i possibili scenari futuri.
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PIAZZA SAN GIORGIO LA STRUTTURA E LE TRASFORMAZIONI
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iazza San Giorgio, cuore di Melpignano, è situata al centro dell’asse viario principale del paese: da Maglie, da Cursi e da Castrignano le strade giungono tutte in piazza. “Da sempre la piazza era l’unica via che congiungeva Castrignano e dall’altra parte Cursi. Era la strada principale. Quindi se andiamo a ritroso, quando abitavo in piazza, l’abitazione proprio sul frantoio, quella era la strada da dove passavo tutti i camion, perché la piazza congiungeva i due paesi e l’altra strada che era la statale 16, quella che conduce a Lecce. Quindi la piazza è sempre stata vissuta, certo all’epoca non c’era la quantità di macchine che ci sono oggi, all’epoca e ancora prima c’erano soltanto i carri, si può dire che è poesia! Arrivavano i carri dalle cave con su i conci di pietra trainati dai cavalli e li portavano nei vari cantieri. Ed io stavo lì che me li guardavo, era stupendo! Oggi è inimmaginabile una cosa del genere” (Int. N. 11) Le aree circostanti si caratterizzano di parti storiche, con edifici di antica datazione e parti più moderne. Nello specifico, l’asse storico, via Roma, è situato ad ovest e ospita l’ex fabbrica tabacchi, il Palazzo Marchesale (entrambi in
fase di ristrutturazione), i giardini pubblici e un frantoio ipogeo. A nord troviamo via Castrignano che si collega con l’abitato storico, mentre ad est, alle spalle della Chiesa Matrice, un giardino con annessa area pedonale di recente riqualificazione. Da qui è possibile ammirare la vetrata posteriore della chiesa, in vetro veneziano, di notevole valore e bellezza e un vecchio fonte battesimale. A sud della piazza si trova via Dante Alighieri che si connette con la zona più moderna del paese, dove troviamo la villa comunale, una serie di esercizi commerciali e la sede dell’attuale municipio. Per quanto riguarda gli elementi strettamente architettonici della piazza si annoverano una serie di portici rinascimentali a tutto sesto; ad est la Chiesa Matrice di San Giorgio; a sud-est il porticato costituito da tre arcate che si affacciano sulla piazza, con accesso dal lato destro di via Dante Alighieri; a nord e a nord-ovest il porticato a “L” e un vecchio frantoio ipogeo, molto probabilmente il più grande del paese, attualmente non visitabile, di proprietà privata. L’osservazione è stata accompagnata da alcuni colloqui con gli abitanti e da alcune interviste strutturate somministrate a testimoni
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privilegiati. Tali testimonianze hanno consentito di definire la storia della piazza, i più significativi mutamenti funzionali che vi sono stati nel tempo e l’utilizzo che ne viene fatto attualmente. Dalle interviste e dalla documentazione presente, è possibile definire una memoria prettamente storica del luogo e una più recente risalente agli ultimi cinquant’anni. Le più significative trasformazioni relative allo spazio in questione sono state il mercato del ‘600, la sede comunale negli anni ‘70 sotto il porticato, il mercato settimanale, alcune esperienze commerciali di rilevante importanza dal punto di vista sociale, la riqualificazione dello spazio retrostante la chiesa matrice e non ultimo il sistema di illuminazione, che attualmente necessita di una indispensabile rivisitazione. I portici risalgono alla fine del XVI secolo, realizzati per ospitare il grande mercato settimanale che si teneva il sabato. Qui trovarono posto mercanti provenienti da Lecce, Bari e Napoli, tant’è vero che la notevole presenza di mercanti napoletani portarono a definire Melpignano come “la Napoli piccina”. Sotto i portici vi erano numerose bottegucce che fecero dei portici la zona più vitale della città. Nell’Ottocento,
purtroppo, con lo spostamento del mercato a Maglie, i portici persero la loro originaria importanza. “Melpignano veniva chiamata la Napoli piccina, perché sotto i portici, in antichità, si teneva un grande mercato che poi è stato trasferito a Maglie. Era una realtà particolarmente importante e vissuta” (Int. N. 1). “In origine il mercato di Maglie era di Melpignano, c’era sulla piazza, con ingresso da via Roma, un vano dove si pagava il dazio, perché i mercanti entravano e pagavano per vendere le loro merci sulle panche, ma questo non lo ricorda più nessuno. Quando si fa riferimento al mercato della piazza si fa riferimento al mercato del ‘600 quando venivano i greci, i baresi, che poi, appunto è stato trasferito a Maglie. Quindi quando è venuto meno il mercato, Melpignano è andato decadendo anche dal punto di vista di presenze umane” (Int. N. 4). La piazza nel tempo non ha mai perso la sua funzione commerciale, infatti, recentemente, veniva organizzato il mercato settimanale del lunedì, che, in un secondo momento, per questioni di norme igieniche, fu trasferito in via Roma e poi nella
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zona del convento. “Negli anni ha sempre mantenuto questa funzione di mercato. Ricordo quand’ero piccolo io (ho 36 anni) tutti i lunedì c’era il mercato, adesso si è trasferito nei pressi dell’ex convento. La zona dell’ex convento è stata ripensata anche per ospitare “La Notte della Taranta” con tutta una serie di normative. Quindi, da questo punto di vista la piazza non era più il luogo ideale per ospitare il mercato, si è ripensato quello spazio. Da un po’ di anni il mercato si è trasferito. Dal punto di vista sociale, il fatto che il mercato fosse in piazza era una cosa molto positiva, quando poi è stato spostato, inizialmente ha raccolto delle lamentele, perplessità (…) anche perché quando poi si cambiano abitudini noi italiani abbiamo qualche allergia al cambiamento! Da questo punto di vista la piazza ha perso questa vocazione: mercato” (int. N. 1). “Poi veniva organizzato il mercato settimanale, ma non era un luogo ottimale, anche perché fino agli anni ’80 c’era il comune, poi si è fatto per un periodo in via Roma, poi sul Parco Rimembranza e adesso al largo del Convento” (Int. N. 4). “Il mercato settimanale che facevamo, il lunedì, si è fatto in piazza e poi trasferito nella zona
del convento, tra la fase in cui si faceva in piazza e quella attuale si faceva nei pressi di parco rimembranza. Le date precise non le ricordo. Penso che fino agli anni ’90 è stato in piazza” (Int. 2). Un mutamento fondamentale della piazza riguarda la vecchia sede comunale che, fino alla fine degli anni ‘70 aveva quasi interamente occupato i portici con uffici e magazzini (il portico nord ospitava gli uffici mentre quello a sud-est l’ufficio dei vigili urbani e una stanza di detenzione). Solo nel 1981 questi ambienti porticati sono stati restituiti alla cittadinanza ritornando alla loro originaria bellezza architettonica. “La più grande novità della piazza è stata la sede del municipio. Questo portico era tutto chiuso, qui c’erano dei gradini e si entrava dentro. Questo risale agli anni ’80, negli anni ’80 era ancora chiuso, c’erano dei tamponamenti, nell’81 è stato recuperato. Fino agli anni ’70 era la sede del comune. C’era la cabina del telefono, ricordo bene. ... La stanza qua dietro era usata come stanza di detenzione, quando veniva beccato qualcuno … lo tenevano qui fino al giorno dopo, c’era l’ufficio dei vigili (portico adiacente alla chiesa)” (Int. N. 2)
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“Una parte del portico era chiuso con dei tamponamenti ed erano allocati i locali del municipio, questo nel 1960, quindi anche le funzioni, gli adempimenti del comune erano ridotti rispetto a quelli attuali. Successivamente è stata realizzata questa struttura e i portici sono stati restituiti alla loro destinazione. Sono rimasti un’area pubblica usufruita dai cittadini, poi negli anni ’80 è stato realizzato l’attuale bar, è stato ristrutturato l’anno scorso, sotto le arcate nord” (Int. N. 3). Tra le trasformazioni più significative si annovera anche la riqualificazione della zona alle spalle della Chiesa Matrice, avvenuta una decina di anni fa, e la connessione tra questo spazio e piazza San Giorgio avvenuta attraverso l’abbattimento di un muro adiacente al lato destro della chiesa e l’apertura di un passaggio pubblico tra via Catalana e la piazza stessa. La corte, in origine privata, di proprietà condominiale, appartenente ai residenti delle abitazioni presenti nell’area, viveva uno stato di profonda incuria e degrado. Una sorta di vespaio e discarica. Inoltre l’attuale giardinetto adiacente al corpo della chiesa è di proprietà della curia. Con la ristrutturazione di alcune abitazioni, la richiesta dei servizi
di prima urbanizzazione da parte dei residenti e con la necessità di realizzare i servizi igienici all’interno della chiesa, si è provveduto ad effettuare uno scambio tra pubblico e privato: il comune ha riqualificato tutta l’area retrostante e ha fornito la chiesa di servizi igienici, ha munito le abitazioni di rete idrica, fognaria ed elettrica, in cambio i residenti hanno ceduto la corte facendola diventare pubblica e la chiesa ha messo a disposizione l’attuale giardinetto. Il risultato è stato un’area pedonale di notevole bellezza in connessione con la piazza, alcune sedute frontali alla parte posteriore della chiesa, le quali consento di ammirare l’incantevole illuminazione che esalta le vetrate in vetro veneziano. “Questa zona era tutta proprietà privata che io condividevo con gli altri abitanti ed era abitata tutta da una famiglia. Qui abitano altri miei zii, fratelli e altri parenti. Questo lo state vedendo bonificato, sono stato il promotore della riqualificazione, ai questi parenti ho cercato di dire due sono le soluzioni: o facciamo un regolamento condominiale, oppure lo cediamo a un terzo che lo dovrà gestire. In questo caso, quando tocchi la proprietà
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privata, tutti …. però l’abbiamo ceduto al comune che ha messo tutti i sottoservizi e quindi adesso ha acquistato valore, un valore storico, funzionale. Ripeto questo era un vespasiano, io dalla piazza venivo qua, buio totale …. puoi immaginare. In un primo mento venire qua … esci di casa e vedi che c’è qualcuno che sta facendo i propri bisogni non è una cosa piacevole!” (Int. N. 11). l’incantevole illuminazione che esalta le vetrate in vetro veneziano. “Questa zona era tutta proprietà privata che io condividevo con gli altri abitanti ed era abitata tutta da una famiglia. Qui abitano altri miei zii, fratelli e altri parenti. Questo lo state vedendo bonificato, sono stato il promotore della riqualificazione, ai questi parenti ho cercato di dire due sono le soluzioni: o facciamo un regolamento condominiale, oppure lo cediamo a un terzo che lo dovrà gestire. In questo caso, quando tocchi la proprietà privata, tutti …. però l’abbiamo ceduto al comune che ha messo tutti i sottoservizi e quindi adesso ha acquistato valore, un valore storico, funzionale. Ripeto questo era un vespasiano, io dalla piazza venivo qua, buio totale …. puoi immaginare. In un primo mento venire qua … esci di casa e vedi che c’è qualcuno
che sta facendo i propri bisogni non è una cosa piacevole!” (Int. N. 11). “Quest’angolo qui l’ha preso il comune e ha fatto la villetta, questa stradina esisteva e questa pure, questa era privata, l’hanno fatta pubblica 7 – 8 anni fa. Pure questa non era asfaltata, era campagna, terra battuta, poi il comune si è preso tutto, ha messo la fogna, l’acquedotto, telefoni, luce, allora noi abbiamo firmato. Tutta la componente, io, i miei cugini, questa era proprietà privata, questa era del nonno mio, poi l’ha d assorbire queste cose?! Quando mi hanno detto questo (renderla pubblica) subito ho firmato! Così sta in ordine e pulita” (Int. N. 12). Tra le trasformazioni si include anche il sistema di illuminazione. Alcuni colloqui con i residenti testimoniano il passaggio da un vecchio sistema a petrolio presente intorno agli anni ’40 – ’50 a quello attuale con alimentazione elettrica. Inizialmente la piazza possedeva dei pali in legno molto alti e all’estremità erano allocate delle lanterne a petrolio che venivano accese da persone con questo specifico compito. La persona incaricata indossava una sorta di gambali con degli speroni che gli consentivano di arrampicarsi sul palo. Una volta arrivati in vetta,
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la lanterna veniva accesa con il petrolio: la luce era presente finché non si consumava il combustibile. La luce era sufficiente, anche perché la posizione dei pali, all’ingresso delle vie principali, diffondevano una luce adeguata per la piazza. “L’illuminazione negli anni ’40 – ’50 era a petrolio. C’erano i pali di legno, alti quanto gli archi delle luminarie. C’è n’era uno all’ingresso di via Dante, uno all’ingresso di via Catalana, ed erano a petrolio. Come li accendevano? Come arrivavano fin su ai pali? Con degli attrezzi attaccati alle scarpe, un po’ attorcigliate e si arrampicavano” (Int. N. 13). Con l’arrivo dell’elettricità ci sono state due modifiche sostanziali al sistema di illuminazione della piazza: fino all’87 illuminata da un unico palo posizionato al centro della piazza, all’interno di un’aiuola circoscritta. L’aiuola simulava una rotonda (anche se di fatto non ne aveva la funzione) cosicché la forma circolare e il senso unico indirizzavano naturalmente il passaggio del
traffico in quella direzione. “Io sono qui dall’84 ed è cambiata parecchio la piazza, c’era un palo con delle luci al centro, già prima dell’88 non c’era più il palo. Quindi c’era un palo in un’aiuola, una specie di rotonda? No, non si girava intorno perché era al centro della piazza, c’era il senso unico Non c’era il divieto di sosta e fermata, con le macchine si passava continuamente, c’era anche la fermata della corriera. Intorno al ’97 hanno rifatto il basolato, hanno sostituito l’asfalto con le chianche” (Int. N. 5). Dal 1988 c’è stata un’ulteriore ed ultima modifica dell’illuminazione: un grande palo con tre fari a luce calda, posto ad angolo in direzione di via Roma, illumina l’intera piazza. Altri fari sono posizionati sugli elementi architettonici di valore storico e altri due pali con tre lampade sul sagrato della Chiesa Matrice.
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PIAZZA SAN GIORGIO LE ESPERIENZE COMMERCIALI E LA SOCIALITÀ TRA GLI ANNI ’50 E ‘80
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alle testimonianze raccolte è possibile definire che la piazza nel tempo è sempre stata un luogo frequentato e vissuto. La sua funzione d’incontro e scambio si avvia nel lontano ‘600 con il grande mercato, continua a mantenere tale funzione anche in epoca recente, in particolare tra gli anni ’50 e ’80, con sostanziali differenze nelle modalità di fruizione. Soprattutto nel primo decennio di questo arco di tempo (tra gli anni Cinquanta e la fine degli anni Ottanta), la piazza era vissuta prevalentemente da uomini che si incontravano di sera dopo il lavoro: in queste occasioni era possibile rilassarsi a fine giornata, tra due chiacchiere e un bicchiere di vino al bar. Inoltre tutti coloro che andavano “a giornata”, avevano la possibilità di incontrare in piazza l’ipotetico datore di lavoro che gli avrebbe offerto la possibilità di svolgere una attività remunerativa per l’indomani. Questi erano anche gli anni delle prime televisioni ma non tutti ne possedevano una in casa. La piazza e i bar erano i luoghi per eccellenza in cui era possibile una visione o un ascolto collettivo dell’informazione e/o dei varietà. A Melpignano, come in quasi tutti i centri del sud, l’informazione avveniva
per gradi: dal radiogiornale ai programmi televisivi. Nello specifico la diffusione delle informazioni avveniva tramite la radio dalla quale si ascoltavano le notizie degli anni precedenti, successivamente, con l’introduzione della TV, fu possibile reperire informazioni quasi in tempo reale, attraverso la visione della stessa al bar ubicato nello slargo di via Catalana, dove attualmente è situata un’abitazione privata. Oltre a questi strumenti di grande innovazione, i quali particolareggiavano l’uso dello spazio, la piazza era il luogo in cui si tessevano relazioni, in cui avveniva tutto lo scambio interpersonale. Le testimonianze successive chiarificano meglio questi aspetti. “Dal punto di vista sociale è cambiata molto, perché questa era la vera agorà. Mi ricordo che all’epoca fine anni ’50, tutte, tutte le sere, quando ancora la televisione non esisteva, arrivavano questi camion e tutte le sere si mettevano le sedie e si ascoltava il vecchio telegiornale, ma di qualche anno prima! Poi al di là di queste manifestazioni, la cosa bella è che era un luogo d’incontro e c’era uno scambio. Era l’unico modo di convivenza e di approccio alle notizie: locali, interpersonali e c’era poi
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anche il momento in cui questa gente cercava lavoro, quindi c’erano anche i datori di lavori e ci si organizzava per l’indomani mattina: tu vieni da me, io vado da te …..” (Int. N.11). “Balbettare! I giorni piovosi ci si riuniva in gruppi sotto i portici, però a questi portici (indica quelli adiacenti alla chiesa Dell’Assunta), perché quegli altri venendo l’aria fredda da nord, qui si trova la tramontana, dall’altra parte si trova la mantagnata (scirocco e più riparato), di qua non c’è sole e quando è come ora, è calmo. Il portico a fianco alla chiesa c’è stato il primo bar che hanno creato in paese, poi man mano si sono allargati di tutto, costruzioni, bar. Qua era tutta campagna (il retro della chiesa), la cabina elettrica che funzionava allora, l’avevano posizionata su un palo, con il trasformatore e di là c’era tutta la corrente per tutto il paese, ora ci siamo allargati di là (verso via Dante)” (Int. N. 12). Ma quelli erano anche gli anni delle prime emigrazioni verso le città del nord Italia e verso la Germania, la Francia e la Svizzera, i piccoli centri del sud iniziavano a svuotarsi cercavano comunque di resistere al grande spopolamento che negli anni ‘60 si acuirà maggiormente. Il fenomeno ebbe effetti sulla vita
di tutti i giorni e sull’utilizzo degli spazi pubblici. “In generale, in piazza, la persona cerca di incontrare il maestro e quindi la piazza diventa anche il punto dove uno va a fare i propri affari. A Melpignano questa tradizione si è un po’ persa, anche a causa dell’immigrazione. Negli anni ’50 – ’60 a Melpignano c’erano gli anziani e i nipotini, quindi non c’era questo scambio, questa necessità di aver un luogo in cui fare affari. Per cui la piazza finché c’è stato il bar era il luogo in cui gli anziani andavano a giocare a carte e i bambini andavano a prendere le patatine, per dire, però mancava di quell’anima di commercio, mancava di quella necessità di avere un luogo, anche la piazza ha perso questo ruolo, cosa che invece, si è conservata in molti altri comuni. In molti altri comuni, verso le 5 – 6 la piazza, o altri spazi, è piena di persone che curano questi aspetti” (Int. N. 2). Intorno agli anni ’80 qualcosa inizia a cambiare: sono gli anni del benessere, del miracolo economico, l’Italia inizia a respirare una nuova ventata di ottimismo, molti emigrati ritornano nei paesi di origine, il tasso di disoccupazione è pari a zero. Sono gli anni del divertimento, nuove forme
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di socialità prendono piede, l’industria del consumo si radicalizza in una forte componente culturale. Espressione di questi fenomeni sono anche i nuovi bar, ristoranti, i quali svolgono funzioni di incontro e di intrattenimento. A Melpignano diverse attività commerciali iniziano a nascere, molte delle quali ubicate in piazza, rendendola diversa rispetto agli anni precedenti, festosa, colorata e attraente. Nasce la “Loggia dei mercanti”,un’esperienza quasi unica per il paese: una sorta di ristorante in cui era possibile ascoltare musica dal vivo, cabaret e intrattenimento per le famiglie. “Il primo bar in piazza a Melpignano era un struttura mobile posizionata sotto i portici a sud est negli anni ‘60, successivamente fu aperto un bar al di sotto dei portici a
nord, nello spazio attualmente utilizzato per I bagni pubblici. Negli anni ‘80-‘85 una società formata da quattro persone fece richiesta di apertura del bar nella posizione attuale del “bar Plaza”, venne realizzata l’apertura che mette in comunicazione il locale con il fronte dei portici sulla piazza e partì la gestione. Lavorava all’interno dell’attività Maria, il bar lavorava molto bene tutto il giorno e “se ancora chiedi tutti si ricordano dei panini de la Maria!”. Tra gli anni ‘80 e ‘90 c’era una gran frequentazione pubblica della piazza, le serate estive erano costellate di eventi, in particolar modo concerti e serate di pianobar, quest’ultimo aveva luogo nello spazio a nordest della piazza, tra la strada laterale della chiesa e l’accesso ai portici.” (Int. N. 14).
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PIAZZA SAN GIORGIO LE ATTUALI PRATICHE D’USO
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opo le esperienze commerciali degli anni ’80, la piazza mano, mano inizia a svuotarsi, per diverse ragioni. Via Dante negli anni più recenti diventa l’asse commerciale più importante del paese, nascono negozi di vicinato, nuovi bar, sale gioco, la presenza di due piccoli spazi verdi con delle sedute inducono la gente a frequentare prevalentemente questa zona e il ruolo della piazza si riduce a quello di transito e/o passaggio. In via Roma nasce un parco giochi per bambini, con un piccolo bar e un teatro all’aperto, le funzioni soddisfano le esigenze del tempo libero sia degli adulti che dei bambini. Anche dal punto di vista residenziale la piazza e le zone subito prossime subiscono uno sfollamento. Ad abitare stabilmente il centro storico sono alcune famiglie di persone anziane, mentre prende piede più che altro un tipo di residenza stagionale ed occasionale. Negli ultimi anni, inoltre, ad intensificare lo spopolamento della piazza concorre anche la chiusura dei bar, l’unico negozio che resta aperto è la macelleria. Da circa due anni la piazza sembra che stia riemergendo, grazie all’apertura di due bar e un ristorante – pizzeria. Le nuove attività commerciali cercano di differenziare il target dell’utenza.
Il bar “Plaza” attira un pubblico prevalentemente giovanile, il “Va má bar” un pubblico di mezza età, ma entrambi hanno ridato vitalità alla piazza, infatti l’apertura di queste attività ha decisamente incrementato e diversificato l’utilizzo dello spazio. Secondo le attività presenti è possibile individuare diverse pratica d’uso dello spazio: di “consumo” per quanto riguarda la macelleria; di “consumo – incontro” per i due bar e il ristorante, di fatto luoghi di intrattenimento e di incontro per l’intera giornata; di “incontro – eventi” per quanto riguarda il portico nord, che in alcune occasioni ospita manifestazioni di tipo culturale; di “incontro – transito” per quanto concerne il retro della chiesa e il passaggio pedonale tra via Catalana. In queste due zone è possibile incontrare le giovani generazioni che trascorrono in particolare le serate; ultima pratica d’uso risiede nella “preghiera – turismo” per la chiesa matrice, la quale attira fedeli e turisti. Dall’osservazione è stato possibile quantificare i frequentatori della piazza nell’arco della giornata sulla settimana osservata. Durante la settimana di osservazione è stato possibile esaminare il numero dei frequentatori della piazza dalle ore 6.00 alle ore 24.00. Si nota
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che durante le ore diurne (tra le 4.00 e le 13.00) l’andamento è omogeneo dal lunedì al venerdì, cioè quasi nulle, attribuibili ai primi lavoratori che attraversano la piazza per dirigersi altrove, per poi aumentare intorno alle ore 9.00, in questa fascia oraria si incontrano persone che consumano la colazione ai due bar per poi spostarsi nei luoghi di lavoro. Intorno alle ore 12.00 – 13.00 le presenze iniziano a diminuire a causa della pausa pranzo. Durante le ore pomeridiane non ci sono state sostanziali differenze dal lunedì al venerdì, fatta eccezione per i pomeriggi di mercoledì e venerdì che hanno registrato un maggior numero di presenze: mercoledì tra le ore 15.00 e le ore 16.00 c’è stato un funerale in cui ci sono stati dei ragazzini, sotto il portico sud, che aspettavano che uscisse il feretro per poi recarsi nella chiesa dell’Assunta per il catechismo. Mentre venerdì pomeriggio tra le ore 15.00 e le ore 18.00 si sono registrate maggiori presenze a causa di un concerto organizzato nell’ambito della manifestazione “La settimana del cambiamento”. Per l’occasione erano presenti musicisti, allestitori e organizzatori determinando un incremento di presenze. In generale è
possibile definire che per l’intera settimana la fascia oraria in cui si sono registrate maggiori presenze in piazza è quella tra le 18.00 e le 19.00, momento in cui gli studenti concludono lo studio, i lavoratori terminano il turno, i fedeli partecipano alla messa. In questa fascia oraria la piazza accoglie per passaggio, transito, incontro e fedeltà quanti scelgono questo luogo piuttosto che altri spazi del paese. Dalle 19.00 la piazza inizia a svuotarsi, si va incontro all’ora di cena, quasi tutti lasciano lo spazio pubblico per dirigersi nell’intimità familiare della propria casa. È raro che dopo cena si incontri qualcuno, qualche macchina che attraversa la piazza e pochissime persone nei due bar. Il Venerdì sera ci sono state molte persone per il concerto, che si è svolto sotto il portico nord. Nonostante la pioggia la manifestazione ha attratto un numero consistente di persone, la maggior parte delle quali ha continuato la serata al bar “Plaza” oltre le ore 24.00. Altro picco di presenze si è registrato domenica mattina alle ore 12.00 mentre i fedeli partecipavano alla messa. La particolarità della domenica è stata la presenza delle macchine parcheggiate in piazza a causa della pioggia: pronte per l’uscita dalla messa.
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PIAZZA SAN GIORGIO SPAZIO PUBBLICO E BENE COMUNE NOTA CRITICA
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gni piazza è per nascita l’archetipo dello spazio pubblico; uno spazio aperto e accessibile a tutti, in grado di ospitare la vita collettiva, in grado di far incontrare pratiche , esperienze, valori, in grado di porsi come riferimento immediato e cardine dell’orientamento. Il paese di Melpignano è denso di spazi pubblici differenti e “altri” rispetto alla piazza. Solo per elencarne alcuni osservati per confronto e senza pretesa di esaustività: 1) Il “Parco Rimembranza”, i vicini giardini pubblici costruiti in età moderna, conosciuti come “villa” (nella consuetudine salentina), ben più ricchi attualmente di funzioni sociali e commerciali e di pratiche di frequentazione quotidiana; 2) il Parco della Pace, anch’esso spazio pubblico a verde attrezzato per i bimbi e per spettacoli di teatro all’aperto, chiuso con perimetrazioni murarie ma sempre accessibile. 3) il sistema di spazi pubblici costituiti dalla parte terminale di via Roma e dalla parte superiore e calpestabile del vecchio frantoio ipogeo. 4) lo spazio retrostante la chiesa di San Giorgio, frequentato nelle ore serali, che vive una simbiosi forte proprio con Piazza San
Giorgio come diremo di seguito. 5) Lo spazio antistante il convento degli Agostiniani, vissuto come un grande parco. Tuttavia nessuno di questi, nemmeno la “villa”, seppur come detto più densa di pratiche e frequentazioni, ricopre nell’immaginario sociale e tanto meno nella memoria storica dei cittadini un ruolo determinante come Piazza San Giorgio. Ciò per una serie di motivi riconducibili a due grandi riferimenti concettuali: uno geografico (a), uno storico (b). a) Piazza San Giorgio come centralità geografica, tutt’oggi, del centro di Melpignano. A differenza di molti borghi salentini, Melpignano cresce in età moderna in maniera radiale: il centro storico resta centrale anche geograficamente, e la Piazza resta il crocevia di assi portanti di connessione cittadina ed extracittadina. L’asse est, via Roma che congiunge il centro con i nuovi quartieri di espansione prima e poi con la zona industriale e con la superstrada MaglieLecce. L’asse ovest, via Dante che collega la “villa” , il Municipio, il Calvario, l’ambito delle cave e, andando verso
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l’esterno del nucleo storico, il Comune di Cursi. L’asse nord di via Castrignano collega un’altra zona moderna prima e i paesi più prossimi della Grecìa dopo. Questo per dire come sia semplice entrando in Melpignano o anche solo provando ad attraversarla imbattersi quanto meno prospetticamente nella Piazza San Giorgio. La piazza è quindi elemento centrale come riferimento orientativo di chi attraversa il centro abitato; rappresenta uno spazio di transito anche per i cittadini, dato che le funzioni sono spesso localizzate altrove: verso est una grande area residenziale, la biblioteca, il complesso degli agostiniani, le scuole, e poi ancora la zona industriale; verso nord le poste e diversi servizi commerciali, verso sud il municipio e altre attività commerciali. b) Piazza San Giorgio come centralità storica, identitaria e mai smarrita di Melpignano. Al netto delle evidenti presenze architettoniche e funzionali (la chiesa e i portici) la Piazza ha sempre svolto una notevole funzione sociale seppur, e questa è la sua peculiarità, diversa nei vari periodi storici. È proprio il susseguirsi di diverse funzioni nel corso del tempo che rende la storia della piazza maggiormente
interessante, determinata della sua caratteristica strutturale più importante costituita dai portici, nati per ospitare i mercanti, in seguito ri-utilizzati per funzioni differenti dal momento dello spostamento del mercato durante ultimi due secoli. Concentrando lo sguardo sulla memoria d’uomo dal secondo dopoguerra in poi la piazza è stata con continuità il centro religioso di Melpignano e, a fasi alternate: - il centro economico in quanto sede di diverse attività commerciali tra cui la storica macelleria ma soprattutto del mercato; - il centro funzionale in quanto sede degli uffici pubblici tra cui il Municipio, l’ufficio di collocamento, la polizia municipale e lo spazio di detenzione temporanea; - il centro sociale-ricreativo in quanto sede storica dei primi bar e luogo d’incontro e socialità; - il centro politico: oltre ad ospitare le sezioni locali dei partiti politici è sempre stata la sede delle feste di partito nonché dei comizi, delle campagne elettorali dense di lotta e trasformazione; - il centro culturale e dell’innovazione, sede di eventi pubblici, attività culturali e rassegne musicali dal forte
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carattere identitario. Tra queste la prima edizione della celebre “notte della taranta”; il centro turistico, dell’accoglienza e del ristoro per i viaggiatori. Per tutto questo e per il suo evidente ruolo identitario e di rappresentanza Piazza San Giorgio è il bene Comune “materiale” più importante per la comunità Melpignanese. Un bene Comune in senso stretto in quanto non riproducibile altrove per le sue caratteristiche architettoniche e storicoartistiche. L’elevato valore storico del suo essere centrale si intreccia ovviamente con la sua struttura architettonica: i portici sono croce e delizia della piazza, rendono unico, prezioso, irripetibile il suo aspetto e allo stesso tempo difficile la sua rifunzionalizzazione, in seguito a quello che si può chiamare il “grande abbandono” del
mercato. Si pensi che piazza San Giorgio è uno spazio pubblico con poche residenze, oggi tutte stagionali (B&B), senza palazzi storici sul fronte, concentrati su via Roma e su via Dante. È una piazza con pochissimi pieni a ridosso del vuoto, da qui il difficile sistema di gestione dei portici e allo stesso tempo la sua immediata propensione alla socialità e alla condivisione: anche i pochi spazi chiusi che affacciano sulla piazza risultano essere luoghi a pubblica fruizione, attività commerciali e luoghi di preghiera; direttamente relazionati con lo spazio pubblico aperto della piazza. Una piazza priva di retroscena, che per questo risulta difficile da osservare da una finestra, da uno spazio privato, ma solo attraversandola o vivendone in pieno il suo essere luogo pubblico.
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L’ATLANTE DELLA VITA COSA È EMERSO DALL’OSSERVAZIONE
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1. LA STRUTTURA
I MATERIALI DELLA PIAZZA E DEL SUO INTORNO
P
iazza San Giorgio è caratterizzata dalla presenza dei portici lungo quasi tutto il suo perimetro, un esempio unico in tutta la regione pugliese.
LEGENDA
Il portico da accesso a pochi spazi interni, in quanto nato per ospitare l’importante mercato storico di Melpignano, la maggior parte dei muri perimetrali risultano pertanto ciechi.
Marciapiedi
La piazza da la sensazione di essere uno spazio interno, un “salotto” che lascia solo intravedere l’intorno, ciò è accentuatto dall’utilizzo di una pavimentazione in basoltato, che garantisce la percezione della piazza come luogo unico, raccolto, a mobilità lenta.
Edifici
Basolato Asfalto Verde pubblico Verde privato
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2. LO SPAZIO PUBBLICO
IL RAPPORTO DELLA PIAZZA CON L’INTORNO
L
o spazio pubblico osservato non si esaurisce nel confine fisico e strutturale di Piazza San Giorgio, tanto da dover attuare uno slittamento di concetto e definizione da spazio pubblico scoperto di piazza san Giorgio, sino a sistema di spazi pubblici facenti capo a Piazza San Giorgio, sia coperti che scoperti, sia pubblici che privati ad uso pubblico. Indicazioni progettuali: attenzione all’aspetto dell’integrazione prospettica e funzionale del sistema degli spazi: giardino dietro la chiesa, primo tratto di via Roma, di via Dante e di via Catalana.
LEGENDA Piazza San Giorgio spazio pubblico scoperto
Piazza San Giorgio spazio pubblico coperto e scoperto
Sistema degli spazi pubblici scoperti e copertI
Sistema degli spazi pubblici e privati ad uso pubblico (scoperti, coperti e chiusi)
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3. LE REGOLE D’USO I CODICI FORMALI E INFORMALI
L
o spazio di piazza san Giorgio è già fortemente regolato da codici formali e informali che ne indirizzano le pratiche. La percorribilità carrabile è garantita dalla presenza di due ingressi alla piazza e un’uscita per le automobili e vietata per il transito dei veicoli pesanti, quest’ultimo ulteriormente disincentivato dalla presenza di limitatori di sezione stradale all’ingresso da via Dante. Sull’intera area della piazza è fatto divieto di sosta e di fermata. Massima accessibilità è garantita invece
per pedoni e ciclisti, che possono fare ingresso alla piazza anche attraverso il percorso pedonale che collega allo spazio retrostante alla chiesa. Tutte le regole d’uso attuali rendono quindi lo spazio intuitivamente connesso con un attraversamento sobrio e lento. Indicazioni progettuali: individuare soluzioni progettuali che incentivino e valorizzino la fruizione lenta dello spazio.
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4. GLI ARREDI
DOVE MI SIEDO, COSA MI SERVE
L
o spazio è caratteriszzato dalla presenza di sole due sedute pubbliche e una rastrelliera bici; fortunatamente la presenza dei due bar garantisce un numero sufficiente di sedute private ad uso semi-pubblico. Tempo fa sul lato sud-ovest della piazza, nelle vicinanze della macelleria e in continuità con la panchina era presente una rastrelliera che permetteva il parcheggio bici per i clienti dell’attività commerciale
LEGENDA Sedute pubbliche Sedute private Sedue informali Fontana Cestini Rastrelliere bici
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5. LE FUNZIONI IL RESIDENTE CHE NON C’È
N
ella Piazza hanno luogo poche attività rispetto ad altre zone del Comune di Melpignano.
La funzione generatrice dello spazio, l’antico e importante mercato, con il suo trasferimento ha determinato uno svuotamento delle attività commerciali nella Piazza; l’unica attività dinamica da circa 300 anni risulta essere la macelleria. Negli ultimi anni la ristrutturazione del “Va Mà Bar” e la nuova apertura del “Plaza Cafè” hanno rivitalizzato l’area. Poca gente vive nella piazza, ciò è determinato appunto dalla conformazione originaria della stessa, finalizzata più al commercio che alla residenza.
LEGENDA Chiesa Struttura ricettiva Macelleria Bar Area attrezzata gioco bambini Ristorante
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6. LA LUCE
COME APPARE DI NOTTE
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LEGENDA
’illuminaziona artificiale sul perimetro della Piazza è caratterizzato dalla presenza di corpi illuminati all’interno degli spazi coperti dai portici, in corrispondenza delle colonne, dal basso verso l’alto.
Fari dal basso all’alto Fari dall’alto al basso
Sempre lungo il perimetro a sud-ovest è posizionato un palo di grandi dimensioni costituito da tre corpi illuminanti che dall’alto verso il basso illuminano la piazza, la scelta ricade su questo tipo di soluzione probabilmente per garantire la sicurezza stradale dell’attraversamento durante le ore notturne. Sul sagrato della chiesa sono posizionati due lampioni, ognuno dei quali costituito da cinque lanterne sferiche, di cui la centrale più alta delle restanti
Lampioni singoli Lampioni composti Segnapassi quattro. Sulla facciata della chiesa, lateralmente al portale, due corpi illuminanti costituiti da quattro lanterne a sfera.
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7. L’USO PREVALENTE ANDARE O RESTARE?
I
l sistema degli spazi di piazza San Giorgio è distinguibile in due differenti tipologie secondo la dicotomia: stasi-transito. Vi sono infatti delle aree prevalentemente caratterizzate dallo stazionamento di persone e delle altre per il movimento. Le due tipologie di spazi risultano poco intrecciate tra di loro, eccezione fatta per i luoghi antistanti l’accesso della chiesa, ciò dona un senso di orientamento e regolamentazione immediata. Indicazioni progettuali: accompagnare la naturale prevalenza di attività di stasi o di movimento attraverso l’utilizzo di un differente scelta illuminotecnica.
LEGENDA Stasi Transito
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8. IL TRANSITO
LA CONVIVENZA DELLE VELOCITĂ€
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li attraversamenti che avvengono dello spazio di Piazza San Giorgio sono in termini relativi comunque elevati, in quanto la piazza rappresenta ancora il baricentro del paese. Dalla nostra osservazione risulta che attraversamenti veicolari e attraversamenti ciclabili/pedonali abbiano pressochÊ lo stesso peso e che la condivisione dello spazio di attraversamento risulti abbastanza sicura e efficace. Indicazioni progettuali: potenziare con la luce la percezione della sicurezza ciclabile e pedonale (in attesa di definire l’eventuale totale chiusura al traffico automobilistico).
LEGENDA Automobili Biciclette Pedoni
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9. LE POPOLAZIONI IL LUOGO PER TUTTI
P
iazza San Giorgio è frequentata da diverse popolazioni, distinguibili almeno per sesso ed età cosi come da rappresentato in mappa. Vi è una netta prevalenza di popolazione maschile, di età giovane nei pressi del bar vicino via Catalana, e di età adulta nei pressi del bar nei pressi di via Roma. Risulta una presenza di popolazione femminile anziana nei pressi della chiesa ma solo nelle immediate vicinanze delle funzioni religiose. Nella zona sottostante i portici a sud-est si riscontra presenza di giovani in età scolare il mercoledì pomeriggio durante gli incontri del catechismo.
LEGENDA M Under 15 15-35 35-65 over 65
F
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10. LA DENSITÀ D’USO QUANTO USO LO SPAZIO PUBBLICO
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e aree in cui vi è prevalenza di funzioni di stasi sono quelle nei pressi dei portici e della chiesa. La mappa riporta la quantità di superficie calpestabile occupata dai fruitori in una situazione di poca utenza (minimo) e di massima utenza (massimo).
LEGENDA Massima
Minima Indicazioni progettuali: data la notevole differenza di superficie occupata nei periodi di massimo e di minimo si suggerisce particolare attenzione a sistemi ciclici e periodici di intensità dell’illuminazione.
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11. LE PRATICHE D’USO COSA FACCIO DOVE
L
e aree in cui vi è prevalenza di funzioni di stasi sono quelle dove avvengono delle pratiche riferibili ai motivi principali della frequentazione, le pratiche legate alla residenza sono minime e relegate agli spazi limitrofi alla piazza. All’interno le pratiche legate al consumo di alimenti e bevande (bar) e all’incontro risultano dominanti. Interessante ruolo è svolto anche dalle pratiche legate al turismo, spesso intrecciato con incontro e consumo, che dilata molto la superficie di riferimento; in ultimo sussistono attività religiose. Indicazioni progettuali: attenzionare i luoghi a cui sono prevalentemente legate le pratiche d’uso per dare risposte
LEGENDA Residenza Preghiera Turismo Incontro Consumo
congrue alle esigenze di fruizione dello spazio.
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12. LA RESIDENZA
L’ABITARE PERMANENTE E TEMPORANEO
C
ome precedentemente accennato, la Piazza non è mai stato il luogo per eccellenza della residenza dei melpignanesi. Attualmente anche le poche famiglie che abitavano nei pressi della Piazza si sono spostate in altre zone, le residenze più prossime allo spazio risultano utilizzate solo temporaneamente o adibite a strutture ricettive.
LEGENDA Residenza Stabile Residenza temporanea
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LE PRESENZE
NELLA SETTIMANA DELL’OSSERVAZIONE 80 70 60 50 40 30 20 10
N° presenze
0 Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
LE PRESENZE
MEDIE SETTIMANALI PRESUNTE 50 40 30 20 10
Feriali
Prefestivi
Festivi
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19.00
13.00
7.00
24.00
19.00
13.00
7.00
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N° presenze
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MOSTRA FOTOGRAFICA DELLA MEMORIA E DEL FUTURO POSSIBILE
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n precedenza e in parallelo con le alle attività di osservazione partecipante di Melpignano si è posta in essere la ricerca di materiale fotografico che riprendesse la piazza come spazio pubblico dalle sue diverse prospettive e nelle sue diverse fasi storiche. Una serie di testimonianze fotografiche per argomentare e avvalorare le trasformazioni urbane, la modernizzazione e le diverse rifunzionalizzazioni della Piazza nel corso degli anni. Tre principali fonti di archivio: • l’archivio del Comune di Melpignano, che ci ha fatto dono di fotografie storiche che testimoniano l’uso della piazza nel passato; • l’archivio della Sezione locale del Partito Democratico, che ci ha fornito foto di antiche feste dell’Unità e di eventi politici (assemblee, comizi) che hanno avuto la piazza come palcoscenico; • l’archivio del fotografo Maurizio Buttazzo costituita dalle foto del backstage di un videoclip per operazioni commerciali, testimonianti l’interazione dei cittadini con gli attori e le macchine di scena. La mostra fotografica che è stata allestita il 15 aprile, in occasione
della prima presentazione pubblica del progetto Melpilight, ed è stata esposta per circa due settimane. Lo scopo era di creare un elemento di curiosità e quindi di quello di delegare ad essa il ruolo di vettore informativo dell’itera iniziativa, oltre evidentemente a restituire diverse viste prospettiche della piazza come spazio pubblico. La scelta progettuale è ricaduta su un allestimento non invasivo, puntando sull’utilizzo dei pali della struttura delle luminarie già presenti in piazza per la festa di San Giorgio Martire. Circa trenta gonfaloni in pvc mostravano l’immagine storica nella stessa zona della piazza in cui la foto era stata scattata. Ogni foto raccolta era abbinata alle testimonianze dei cittadini intervistati durante l’Osservazione partecipante svolta in loco nelle settimane precedenti. Il meccanismo è risultato efficace, è stato emozionante e interessante vedere i visitatori della mostra riconoscersi nelle foto esposte, raccontarsi e raccontarci le loro memorie, immortalate nelle foto o relative al periodo in cui le immagini risultavano scattate. L’output sperato e ricercato è stato quello della costruzione di un album di famiglia di Piazza San Giorgio, restituito poi ai cittadini, che tutti i giorni abitano la piazza.
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LA MOSTRA FOTOGRAFICA LE PERSONE, LA PIAZZA E LA MEMORIA
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MICROLAB
NOTA METODOLOGICA
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l Microlab è un esperimento di metodo messo in essere dall’associazione Città Fertile combinando insieme due differenti metodologie di visualizzazione a muro: Il metaplan e il Planning for real.
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Il metaplan consente la raccolta di parole chiave e dei più vari punti di vista, la costruzione di raggruppamenti e grappoli di idee, l’analisi dei fattori mancanti, la generazioni di visioni unitarie. A Cittá Fertile difatti il metaplan è servito per tirare fuori l’insieme dei valori e delle criticità partendo dalle opinioni della arena dei partecipanti all’incontro. L’obiettivo è quello di rendere le scelte e le opinioni individuali quanto più condivise possibile dall’intero gruppo dei partecipanti. I due snelli ma efficaci passaggi di scrittura individuale, la visualizzazione a muro e la discussione collettiva (secondo l’iter classico del metaplan), prima sui “Valori” e poi sulle “Criticità”, hanno permesso la costruzione di una mappa concettuale che descrive il sistema degli spazi pubblici di Piazza San Giorgio. I partecipanti compiono l’operazione del raggruppamento attraverso il sistema di visualizzazione a muro delle scelte di ognuno e di relativa discussione
e approfondimento di ogni tema individuato; le indicazioni individuali vengono raggruppate a seconda delle evidenti similitudini per tipo e per senso; il risultato è la visione condivisa, una piattaforma di senso su cui innestare le prime linee guida progettuali. L’obiettivo è, per questa fase, quello di scrivere lo statuto valoriale della Piazza come spazio pubblico e come bene comune della comunità di Melpignano, partendo dalle premesse delle altre due fasi partecipative: l’osservazione partecipante e la mostra. L’attenzione in questa fase è posta sui valori e le criticità della Piazza e sulle proprie funzioni vitali che il sistema di illuminazione futuro puo’ sottolineare nel caso degli elementi valoriali emersi, o risolvere nell’ambito delle criticitá. La mappa concettuale che emerge è la piattaforma di senso collettivo su cui innestare le prime linee guida progettuali. Da qui la commistione con la tecnica del Pfr (Planning for real) che ha vocazione più progettuale. Il Planning for Real è una prassi di rigenerazione urbana per scegliere insieme come cambiare brani di città, fondata su scelte democratiche e di ascolto, con un brainstorming iniziale, una serie di focus group, un sistema di ragionamenti collettivi
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guidati sulla economia degli spazi e sulla ragionevolezza delle scelte, deliberazioni sulle cose essenziali con “scelte a ritroso” supportate dall’osservazione degli ingombri spaziali reali. Nel caso del Microlab di Melpilight abbiamo utilizzato versione più immediata e snella del Planning for real applicato alla trasformazione illuminotecnica, che è servito per indirizzare le linee guida emerse durante la fase di metaplan in una direzione piú progettuale dal punto di vista illuminotecnico. L’arena dei partecipanti avendo come sfondo concettuale la mappa dei valori e delle criticità della Piazza, ovvero la prima visione condivisa dello stato del luogo, e conoscendo l’atlante della vita delle precedenti fasi di lavoro, entra in contatto con delle informazioni basilari sulla riprogettazione illuminotecnica degli spazi. Di fatto gli vengono presentate da un esperto light designer le scelteguida possibili seguendo coppie di dicotomie sulla tipologia di luce o sistema di illuminazione da utilizzare (luce calda o luce fredda; luce bianca o luce colorata; antico o moderno, etc).
La presentazione avviene mostrando diversi esempi in luoghi altri rispetto a quello di riferimento, in cui sono applicate le scelte illuminotecniche alternative tra di loro. E’ un ragionamento collettivo aperto, un brainstrorming guidato dall’esperto di illuminotecnica. Ogni partecipante ha con se un foglio sul quale sono rappresentati dei “misuratori di luce” che abbiamo definito contalight, con tutte le coppie di scelte dicotomiche legate al sistema di illuminazione, e può indicare quale crede la soluzione opportuna per piazza San Giorgio, graduando la scelta in base alla posizione che occupa sul misuratore di luce. In ultimo si fanno simulazioni render su Piazza San Giorgio accompagnate sempre da discussione collettiva mediata. Durante l’aperitivo di comunità ogni partecipante posiziona in tranquillità su un tabellone collettivo a muro la propria preferenza individuale (generata sulla scorta di tutto il lavoro di analisi precedente e mediato dalla discussione collettiva), che si unisce a quella degli altri costruendo delle indicazioni preliminari condivise di progetto.
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QUALI SONO I VALORI DI PIAZZA SAN GIORGIO ? IL VALORE STORICO E LA FUNZIONE DEL PORTICO
ESEMPIO ARCHITETTONICO UNICO IN TUTTA LA REGIONE
LA STORIA DEL LUOGO
REGOLARITÁ DELLO SPAZIO, SPAZIO RACCOLTO
LUOGO DI INCONTRO E SCAMBIO
LUOGO DI RACCOGLIMENTO
RAPPORTO DELLA PIAZZA CON IL SUO INTORNO bella prospettiva da via Dante e via Roma, “passaggio nascosto” sul retro della chiesa
MATERIALI E COLORI
IDENTITÀ E APPARTENENZA
SACRO E PROFANO è luogo di preghiera ma anche spazio per concerti, comizi politici, incontro, etc.
FRUIZIONE PEDONALE
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QUALI SONO LE CRITICITÀ DI PIAZZA SAN GIORGIO ? SPAZIO TRASCURATO E SOTTOUTILIZZATO
RUMORE, TRANSITO E PARCHEGGIO AUTOMOBILI
il passaggio delle automobili all’interno della piazza non può essere definita una criticità
SISTEMA DI ILLUMINAZIONE INADEGUATO a valorizzare gli elementi architettonici della Piazza,
MANCA QUALCOSA arredi urbani, funzioni pubbliche, elementi attrattivi o che ricordino l’antica funzione dei portici
LA PIAZZA E’ UTILIZZATA SOLO PER IL PASSAGGIO
SPAZIO FREDDO: SIA PER IL CLIMA SIA A LIVELLO PSICOLOGICO
SCARSA ATTRATTIVITÁ NEI MESI INVERNALI
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IL METAPLAN
VALORI E CRITICITÀ DI PIAZZA SAN GIORGIO
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ella fase di metaplan sui valori e sulle criticità di Piazza San Giorgio sono emersi molti degli elementi già analizzati nella fase dell’osservazione partecipante; ciò che ha arricchito la conoscenza dello spazio Piazza è stato confronto attivo tra i partecipanti al Microlab sugli elementi emersi. La platea dei cittadini si è espressa in maniera omogenea sugli elementi valoriali caratterizzanti l’area, sono stati ribaditi i concetti di unicità del sistema dei portici come elemento distintivo per il Comune di Melpignano rispetto agli esempi architettonici sull’intero territorio pugliese, un elemento che rende i cittadini fortemente legati alla Piazza con la quale si identificano e alla quale si sentono di appartenere completamente. l sistema dei portici viene considerato un carattere identitario non solo per la loro funzione attuale ma per la storia che la loro presenza racconta. Il portico abbraccia la piazza donandole ordine e regolarità e caratterizzandola, allo stesso tempo, come luogo di incontro
e scambio, ma anche di luogo di riflessione e raccoglimento, uno spazio domestico più che un luogo pubblico. La dicotomia contettuale è quasi elemento insiegabile per i partecipanti ma rappresenta una condizione reale sulla percezione umorale dello spazio pubblico. Piazza San Giorgio rappresenta il reale baricentro del Comune di Melpignano, palcoscenico di rappresentazioni sacre e profane: processioni, luogo di preghiera, ma anche luogo di incontro, di eventi musicali e di comizi politici. La luce diurna fa esaltare le architetture locali, nella bellezza e nello splendore dei materiali e dei colori del Salento. Un elemento ampiamente discusso risulta essere la fruizione pedonale della Piazza, la percezione di sicurezza nonostante il traffico veicolare, che risulta essere comunque formalmente e informalmente regoloto da codici di mobilità lenta. La stessa tematica della mobilità interna alla Piazza
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anima il confronto in fase di definizione delle criticità. L’attraversamento carrabile con il relativo inquinamento acustico e la sosta abusiva di automobili sono considerate un punto di debolezza per l’adeguata fruizione dello spazio, molte delle proposte dei presenti vanno nella direzione della moderazione del traffico veicolare e in alcuni casi la completa pedonalizzazione. Sull’argomento sono state riscontrate anche delle opinioni contrastanti, che il confronto non è riuscito a far convergere in una soluzione condivisa; per alcuni partecipanti l’attraversamento carrabile della piazza è uno degli elementi che garantisce vitalità e se moderato non costiutisce una reale criticità. È emersa in maniera condivisa la sensazione che all’interno della Piazza “manchi qualcosa” che si riferisce sia all’assenza di funzioni successive allo spostamento del mercato, sia di arredi pubblici sufficienti per poter fruire adeguatamente dello spazio, sia di elementi che ricordino la storia costruttiva del luogo. La percezione è che la Piazza sia alla costante ricerca di una funzione cardine sostitutiva che non riesce a materializzare in un’attività prevalente. Da qui la sensazione di abbandono e di spaesamento da parte del
cittadino, dovuto sia alla carenza di eventi e attività attrattive nei mesi invernali sia alla trascuratezza generale nella cura dello spazio pubblico durante l’intero arco dell’anno. In ultimo i partecipanti hanno espresso la propria opinione sul sistema di illuminazione artificiale della Piazza e degli spazi ad essa cirrcostanti. In generale il sistema di illuminazione risulta inadeguato a valorizzare gli elementi architettonici (chiesa e portici), in alcuini casi si riscontrano fenomeni di inquinamento luminoso. Migliore risulta invece la situazione sul retro della chiesa, l’illuminazione dall’interno vrso l’esterno della vetrata sul retro risulta apprezzata da tutti i partecipanti.
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PLANNIG FOR REAL SCELTE LUMINOSE A CONFRONTO
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uccessivamente alla fase di metaplan si è realizzato il mini Planning for real con il supporto del light designer Paolo Portaluri. Sono state mostrati esempi di illuminazione di luoghi diversi da Piazza San Giorgio per dare l’idea ai partecipanti del numero di scelte importanti da prendere per la definizione della tipologia di illuminazione da utilizzare negli spazi pubblici. Ogni scelta risulta adeguata per l’illuminazione dello spazio quanto la scelta ad essa opposta. La decisione sulla tipologia di luce da utilizzare è dettata dalla volontà del progettista che in questo caso specifico è rappresentato dalla platea dei cittadini
riuniti per il microlab. La scelta di illuminare uno spazio in una maniera rispetto che un’altra è determinata dagli elementi che nello spazio si decide di evidenziare, non esiste una modalità univoca e ad ogni scelta corrisponde sempre una modalità di utilizzo dello spazio, a volte differente rispetto alle pratiche che inizialmente in quel luogo si svolgevano. I partecipanti si calano nei panni del progettista e si confrontano aniamtamente sulle scelte da adottare, contemporaneamente il light designer realizza delle simulazioni digitali per visualizzare come apparirebbe Piazza San Giorgio se si applicassero le decisioni dei partecipanti.
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Luce Interna
Luce Esterna
Verticale
Orizzontale
Molta luce
Poca luce
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Moderna
Tradizionale
Luce colorata
Luce bianca
Contrasto
UniformitĂ
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Luce calda
Prova luminosa su Piazza San Giorgio
Prova luminosa su Piazza San Giorgio
Luce fredda
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CONTALIGHT
I RISULTATI DEL MISURATORE DI LUMINOSITÀ
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partecipanti si sono confrontati attivamente tra di loro sulle diverse soluzioni di illuminazione ed hanno compilato le proprie schede individuali, in fase successiva hanno posizionato le proprie scelte luminose sul tabellone collettivo dei contalight. Dall’analisi del tabellone emerge una predilezione generale per la luce bianca, che illumini gli spazi pubblici creando effetti di contrasto luceombra . I partecipanti preferirebbero un’illuminazione non eccessiva con l’utilizzo di luci dall’interno dei portici e della Chiesa. La scelta, ampiamente discussa, collabora a valorizzare gli elementi architettoni e, nel caso della chiesa, rende visibili le vetrate in facciata, valorizzandone la qualità,
e invitando i passanti ad entrare per scoprire l’interno. Sugli altri temi l’arena dei partecipanti si é espressa in maniera differente, rimandando la scelta collettiva condivisa ad un momento successivo. Il fascino dell’illuminazione verticale e orizzontale all’interno degli spazi pubblici ha diviso nettamente il gruppo dei partecipanti. Maggiormente frammentata è risultata invece la scelta tra l’utilizzo di luce calda o fredda.
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Luce calda
Luce fredda
Interna
Verticale
Orizzontale
Molta luce
Moderna
Tradizionale
Luce colorata
Contrasto
UniformitĂ
Esterna
Poca luce
Luce bianca
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OUTPUT PROGETTUALI
COSA EMERGE DALL’ANALISI E DAL CONFRONTO Valorizzare gli elementi architettonici della Piazza: la facciata della Chiesa e il sistema dei portici; enfatizzando l’unicità compositiva, i colori, i materiali e la storia costruttiva dello spazio pubblico.
Connettere la piazza con il suo intorno accentuare l’integrazione prospettica tra Piazza San Giorgio e via Dante, via Roma, via Catalana, in particolar modo legare la facciata principale della chiesa con la facciata secondaria, attraverso il “passaggio nascosto”.
Soddisfare la doppia esigenza di stasi e movimento adeguando l’illuminazione alla funzione di incontro e raccoglimento, alle pratiche sacre e profane che all’interno della piazza hanno luogo.
Aumentare il grado di sicurezza stradale per i ciclisti Incentivare all’utilizzo della bicicletta
“Riscaldare” l’ambiente - rivitalizzare lo spazio per superare la percezione psicologica di freddezza spaziale.
Utilizzo di sistemi ciclici e periodici di illuminazione in base al differente grado di fruizione dello spazio nelle diverse ore del giorno e nei diversi periodi dell’anno.
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o cr Sa
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I CREDITI
IL GRUPPO DI LAVORO E I PARTECIPANTI
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PROGETTO IN.CUL.TU.RE Francesco De Matteis, Lavinia Donateo, Paola Durante, Sofia Giammaruco, Gabriele Miceli, Gabriele Montinaro e Maria Federica Stifani.
CITTÀ FERTILE gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate Graziana Basile, Cirino Carluccio, Francesca Cofano e Livianna Curri.
SCIE URBANE light + bike = city Maria Donata Bologna e Paolo Portaluri.
LE FOTO DEL REPORT: Progetto In.cul.tu.re, Città Fertile, Scie Urbane, Maurizio Buttazzo (pagine 9, 20, 36 e 42), Gianluca Greco (pagine 2 e 40), Archivio Comune di Melpignano (pagine 16, 23 e 52), Marco Rizzo (pagina 46). Bibliografia “Osservazione partecipante - nota metodologica”: - Giacomo Toriano, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, ed. Pensa Multimedia, 2005, Lecce. - Ian Robertson, Elementi di sociologia, ed. Zanichelli, 2001, Bologna. - Paolo Guidicini, Nuovo Manuale per le ricerche sociali sul territorio, ed. Franco Angeli, 2009, Milano. Si ringraziano l’Amministrazione comunale di Melpignano, in particolar modo il Sindaco Ivan Stomeo e l’Assessore Cosimo Manfreda, Gianluca Greco della Comunità del Cambiamento, la sezione locale del Partito Democratico, il “Va Mà Bar”, il “Plaza Cafè”, la Macelleria di Piazza San Giorgio e tutti i cittadini che con i propri racconti, foto e partecipazione attiva hanno reso possibile il progetto “Melpilight”. Il Progetto di innovazione sociale In-Cul.Tu.Re. si avvale di risorse del Programma operativo nazionale “Ricerca e Competitività” 2007-2013
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